A tutti piacciono le storie d’amore,
perché pur se spesso estremizzate ci ricordano la forza e la
bellezza di questo sentimento, il migliore grazie a cui sentirsi
davvero vivi. Negli anni numerosissimi sono i titoli tratti da
celebri romanzi di questo genere, in particolare dalle opere di
Nicolas Sparks. Vi sono però anche altri autori e libri capaci di
dar forma a questo complesso sentimento, tra cui si annovera
Jojo Moyes, che nel 2016 ha visto uno dei suoi
romanzi più celebri arrivare sul grande schermo. Si tratta di
Io prima di te (qui
la recensione), sceneggiato dalla stessa Moyes e diretto da
Thea Sharrock,
qui alla sua opera prima.
La storia si concentra sul complesso
tema delle disabilità e
dell’eutanasia, circondando il tutto di
quell’amore necessario a superare ostacoli apparentemente
insormontabili. L’autrice ha infatti voluto dare voce nel modo più
sincero e realistico possibile a queste dinamiche, lasciando
comunque al protagonista del suo racconto la possibilità di
scegliere cosa fare della propria vita. Tematiche delicate che non
hanno mancato di suscitare qualche accesa protesta o dibattito,
senza però intaccare il successo del film.
Io prima di te si è
infatti affermato come uno dei film sentimentali più apprezzati del
suo anno, con un incasso di oltre 200 milioni di dollari a fronte
di un budget di 20. A distanza di qualche anno è ancora indicato
come un film che, tra risate, emozione e lacrime non mancare agli
appassionati del genere. In questo articolo approfondiamo alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla storia vera a cui si
ispira. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è
Louisa “Lou” Clark, una giovane ragazza vivace e
colorata, residente in una tipica cittadina della campagna inglese.
Nonostante sia di indole ottimista, Lou non sa ancora bene cosa
fare della sua vita. Ha 26 anni e passa da un lavoro all’altro per
aiutare la sua famiglia. Il suo inattaccabile buonumore viene
nuovamente messo a dura prova quando si ritrova ad affrontare una
nuova sfida lavorativa. Trova infatti lavoro come assistente di
Will Traynor, un giovane e ricco banchiere finito
sulla sedia a rotelle per un incidente e la cui vita è cambiata
radicalmente in un attimo. I due finiranno per cambiarsi
reciprocamente la vita molto più di quanto potrebbero
immaginare.
Ad interpretare Lou vi è l’attrice
Emilia Clarke.
Celebre per il personaggio di Daenerys in Il
Trono di Spade, la Clarke si è trovata qui a recitare
nella sua prima commedia romantica, trovandosi subito molto a suo
agio con il ruolo. L’attrice ha inoltre contribuito attivamente
alla scelta del vestiario di Lou, scegliendo capi stravaganti e dai
colori vivaci. La sua affezione al progetto è stata tale che, a
riprese concluse, si è fatta tatuare una piccola ape su un dito, lo
stesso tatuaggio che il suo personaggio si fa fare nel libro.
Accanto a lei, nei panni di sua sorella Katrina vi è l’attrice
Jenna Coleman, mentre Brendan
Coyle e Samantha Spiro sono i genitori
Bernard e Josie.
Vi è poi l’attore Matthew
Lewis, noto per essere stato Neville Paciock nei film di
Harry Potter, che interpreta qui Patrick, il fidanzato di
Lou. Sam Claflin interpreta
invece il tetraplegico William. Un ruolo per lui particolarmente
complesso, che gli ha richiesto di perdere 18 chili e di rimanere
costantemente immobile, limitandosi all’uso delle espressioni
facciali. Nel ruolo dei suoi genitori Steven e Camilla Traynor si
ritrovano invece Charles Dance, noto come Tywin Lannister
in Il Trono di
Spade, e Janet
McTeer. Vanessa Kirby
interpreta Alicia Dewar, fidanzata di William, mentre Steve
Pecocke è il suo medico Nathan.
Molti lettori e spettatori
potrebbero essere sorpresi di sapere che il racconto alla base
dell’opera della Moyes è stato ispirato da eventi reali.
“Quando stavo scrivendo il libro, avevo due parenti che avevano
bisogno di assistenza 24 ore su 24”, ha detto Moyes ai
giornalisti. “Penso che se si vive quotidianamente con questa
situazione, non si può non porsi delle domande sulla qualità della
vita e su cosa stiamo facendo per le persone vive, grazie ai
progressi della scienza medica, ma senza necessariamente la qualità
della vita da offrire loro. Quindi credo che tutti questi temi
fossero ben presenti nella mia mente quando l’ho scritto”.
L’autrice ha aggiunto di essere
stata ulteriormente toccata da una notizia che ha sentito su un
giovane uomo che è diventato tetraplegico dopo un incidente.
“Mentre tutto questo accadeva nella mia famiglia, ho sentito
una notizia su un giovane uomo in Inghilterra che aveva subito un
terribile incidente che lo aveva reso tetraplegico”, ha
spiegato. “Diversi anni dopo l’incidente aveva convinto i suoi
genitori a portarlo a porre fine alla sua vita. Fin dall’età di tre
anni era tutto concentrato sul suo corpo, voleva solo fare sport.
La sua storia mi ha sconvolto perché, come genitore, non riuscivo a
capire come si potesse accettare di portare il proprio figlio a
porre fine alla sua vita”.
Moyes ha proseguito: “Più ne
leggevo, il fatto che si fosse chiuso in se stesso, che i suoi
genitori fossero stati messi in questa posizione impossibile, più
rimanevo scioccata. Mi sono accorta di non sapere della
tetraplegia, di non sapere degli aspetti sanitari richiesti”,
ha detto l’autrice. “Non si tratta solo di stare su una sedia,
ma di una serie costante di interventi, indignazioni e problemi di
salute, e ho iniziato a pensare: “Come sarebbe se qualcuno che ami
prendesse questa decisione?”, “Come sarebbe se tu fossi quella
persona?”. A tutti noi piace pensare che saremmo come Christopher
Reeve. Io non sono sicura che lo sarei“.
“Penso che sarei amareggiata,
arrabbiata e invidioso delle persone che possono ancora usare il
loro corpo. È così che è nata la storia, come l’esplorazione di una
persona ordinaria in una situazione straordinaria”. A partire
da qui è dunque divenuto realtà il romanzo Io prima di
te, da cui è poi stato tratto l’omonimo film. Un racconto
dunque ispirato a vicende reali, in cui dal pieno controllo del
proprio corpo al massimo del suo splendore si passa all’essere
sostanzialmente prigionieri di esso senza poterlo più controllare.
Un racconto sulla rabbia e il dolore generati da questa situazione,
ma che si chiude anche con una nota di speranza e amore.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Io prima di te è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di martedì 25
febbraio alle ore 21:30 sul canale
TV8.
Come è ormai noto, l’essere umano
utilizza soltanto una minima parte del suo cervello. Viene dunque
spontaneo chiedersi cosa si potrebbe essere in grado di fare
qualora questo venisse impiegato al massimo delle sue capacità.
Questa domanda se l’è posta anche il regista Luc Besson, che ha
immaginato delle possibili risposte con il suo film del
2014 intitolato
Lucy(qui la recensione). Avvincente
thriller di fantascienza, questo segue le vicende di una donna che
si ritrovera potenziata a livello intellettivo da una nuova droga.
Come sempre, Besson riesce dunque a coniugare tematiche
particolarmente complesse a situazioni di grande
intrattenimento.
Tale lungometraggio nasce da una sua
passione per la scienza e il cervello umano. Egli desiderava da
tempo realizzare un film a riguardo, ma non voleva che questo si
concretizzasse come documentario. Decise così di dedicarsi ad una
pellicola d’azione, con una storia avvincente in cui poter inserire
una serie di riflessioni esistenziali. Besson non ha mai nascosto
di considerare Lucy un’opera particolarmente
complessa e non fruibile da tutti, un rischio che era però pronto
ad assumersi in nome dell’arte e della scienza. Importante per lui
era anche poter fornire una versione credibile del potenziale
acquisito dalla protagonista, e per riuscire in ciò arrivò a far
includere oltre mille effetti speciali nel film.
Lucy vanta
così un budget di 48 milioni di dollari, una cifra che lo ha reso
uno dei titoli francesi dal maggior costo di sempre. I rischi da
Besson corsi vennero però ripagati. Al momento dell’arrivo in sala,
il titolo arrivò ad incassare oltre 458 milioni in tutto il mondo,
divenendo il più grande incasso di sempre per un film di produzione
non americana. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a Lucy.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è la giovane
Lucy Miller, studentessa di Tapei dedita alla
frequentazione di feste poco raccomandabili. Di indole spensierata,
questa vede stravolgersi completamente la vita nel momento in cui
si ritrova rapita e costretta a lavorare come corriere di una droga
che le viene allora inserita chirurgicamente nell’addome. Ma
durante la consegna qualcosa va storto: il sacchetto si lacera e
l’organismo di Lucy finisce con l’assorbire la droga. In breve,
acquista capacità fisiche e mentali a dir poco straordinarie, che
cercherà di utilizzare insieme al professor Samuel
Norman per distruggere il cartello di quella pericolosa
droga.
Per dar vita alla protagonista Lucy,
il regista era alla ricerca di un’attrice che potesse sembrare sia
estremamente vulnerabile che potenzialmente pericolosa. La parte è
infine stata ricoperta da Scarlett
Johansson, la quale si dimostrò da subito
particolarmente interessata al film. L’attrice si sottopose a
diverse settimane di allenamento fisico al fine di acquisire la
capacità di poter personalmente interpretare molte delle sequenze
più complesse. Accanto a lei, nel ruolo del fidanzato Richard, vi è
invece l’attore danese Pilou Asbæk. Questi è
maggiormente noto per aver interpretato Euron Greyjoy nella serie
Il Trono di
Spade.
Il premio Oscar Morgan Freeman
dà invece vita al professor Samuel Norman. Egli è stato da subito
la sola scelta possibile per il ruolo. Besson lo volle per via dei
tanti ruoli da persona saggia già interpretati dall’attore. Quello
stesso anno egli apparve in un ruolo simile anche nel film Trascendence, trattante tematiche simili a
Lucy. L’attore coreano Choi
Min-sik, celebre protagonista di Oldboy, è invece
qui presente nei panni del criminale mr. Jang. Per convincere
l’attore ad accettare la parte, Besson dovette recarsi fino a casa
sua in Corea. Infine, l’egiziano Amr Waked, oggi
noto per la serie TV Ramy, è presente nei panni di Pierre
Del Rio, poliziotto francese capitano dell’antidroga.
Lucy ha ottenuto un accesso sempre
maggiore alle capacità del suo cervello nel corso del film, ma
quando raggiunge il 100%, diventa qualcosa di completamente
diverso. Una sostanza nera e lucente ricopre il suo corpo e si
estende a tutti i computer e alle apparecchiature di rete presenti
nella stanza, apparentemente consumandoli nel processo. Durante
questo periodo, il suo corpo e la sua mente cambiano completamente
a livello cellulare: il film mostra le cellule che si combinano e
altri cambiamenti che avvengono a livello molecolare e cosmico
mentre lei raggiunge il suo pieno potenziale. Quando ha raggiunto
il 100%, si è completamente smaterializzata.
Dopo la scomparsa di Lucy, tutto ciò
che si è lasciata alle spalle è stata una chiavetta dall’aspetto
cosmico per il Professor Norman. Del Rio ha anche ricevuto un suo
messaggio che diceva: “Sono ovunque”. Invece di chiedere
“che cosa” è Lucy alla fine di Lucy, sarebbe più
appropriato chiedere dove e quando è Lucy. Non è
semplicemente trascesa in un nuovo essere fisico, ma sembra aver
trasceso del tutto lo spazio e il tempo, lasciandosi dietro la
chiavetta cosmica come un obelisco in miniatura di 2001: Odissea nello spazio per guidare l’umanità nel
prossimo passo della sua evoluzione.
La scena iniziale di
Lucy mostra proprio Lucy, considerata da alcuni
scienziati come il primo essere umano in assoluto sulla base di uno
scheletro parziale scoperto nel 1974. La scena ha una voce fuori
campo della protagonista di Scarlett Johansson che dice: “La vita ci è
stata data un miliardo di anni fa, cosa ne abbiamo fatto?”.
Durante il finale di Lucy, mentre si prepara a
raggiungere il 100% e inizia a trascendere il tempo e lo spazio, va
a trovare la Lucy preistorica e allunga la mano per toccarla,
lanciandosi in una visione cosmica: Lucy vede il mondo tornare
indietro, le cellule combinarsi e l’universo dipanarsi al contrario
davanti ai suoi occhi, terminando con il 100%.
Alla fine del film, Lucy si è
evoluta al di là del bisogno di un corpo umano e ritorna alla
stessa domanda dell’apertura, dicendo invece “la vita ci è
stata data un miliardo di anni fa. Ora sapete cosa farne”. In
questo momento stanno accadendo diverse cose. Lucy sta trasmettendo
al Professor Norman tutte le conoscenze acquisite grazie alla sua
evoluzione in seguito all’assunzione del CPH-4, in modo che
l’umanità possa evolversi, ma potrebbe anche introdurre un piccolo
paradosso, in quanto una lettura potrebbe suggerire che sia tornata
indietro nel tempo per dare alla Lucy preistorica una scintilla di
intelligenza, toccando le dita in un riferimento al dipinto di
Michelangelo La creazione di Adamo.
Come Lucy spiega al Professor
Norman, il nostro concetto di tempo è interamente determinato dalla
nostra limitata capacità di viverlo in modo lineare, quindi ciò che
qualcuno che (ipoteticamente, secondo la logica del film) utilizza
solo il 10% del proprio cervello percepirebbe come un paradosso,
apparirebbe del tutto diverso a chi ha raggiunto il 100% di
realizzazione. Indipendentemente dalla lettura, la voce fuori campo
di Lucy alla fine che dice “ora sai cosa farne” è
un’esortazione per Norman (e presumibilmente per il pubblico) a
spingersi in avanti e ad espandere la portata della coscienza
umana.
Il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete.Lucy è infatti disponibile nel catalogo di
Apple
TV+, Netflix e Prime Video. Per vederlo, in base alla
piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così questo a disposizione per un determinato limite
temporale entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno martedì 25
febbraio alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
A tutti piacciono le storie d’amore,
perché pur se spesso estremizzate ci ricordano la forza e la
bellezza di questo sentimento, il migliore grazie a cui sentirsi
davvero vivi. Negli anni numerosissimi sono i titoli tratti da
celebri romanzi di questo genere, in particolare dalle opere di
Nicolas Sparks. Vi sono però anche altri autori e libri capaci di
dar forma a questo complesso sentimento, tra cui si annovera
Jojo Moyes, che nel 2016 ha visto uno dei suoi
romanzi più celebri arrivare sul grande schermo. Si tratta di
Io prima di te (qui
la recensione), sceneggiato dalla stessa Moyes e diretto da
Thea Sharrock,
qui alla sua opera prima.
La storia si concentra sul complesso
tema delle disabilità e dell’eutanasia, circondando il tutto di
quell’amore necessario a superare ostacoli apparentemente
insormontabili. La Moyes ha raccontato di aver ideato la storia a
partire da una vera famiglia impegnata ad occuparsi costantemente
di un membro tetraplegico. Una situazione complessa a cui l’autrice
ha voluto dare voce nel modo più sincero e realistico possibile,
lasciando comunque al protagonista la possibilità di scegliere cosa
fare della propria vita. Tematiche delicate che non hanno mancato
di suscitare qualche accesa protesta, senza intaccare il successo
del film.
Io prima di te si è
infatti affermato come uno dei film sentimentali più apprezzati del
suo anno, con un incasso di oltre 200 milioni di dollari a fronte
di un budget di 20. A distanza di qualche anno è ancora indicato
come un film che, tra risate, emozione e lacrime non mancare agli
appassionati del genere. In questo articolo approfondiamo alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle differenze tra il libro e il
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è
Louisa “Lou” Clark, una giovane ragazza vivace e
colorata, residente in una tipica cittadina della campagna inglese.
Nonostante sia di indole ottimista, Lou non sa ancora bene cosa
fare della sua vita. Ha 26 anni e passa da un lavoro all’altro per
aiutare la sua famiglia. Il suo inattaccabile buonumore viene
nuovamente messo a dura prova quando si ritrova ad affrontare una
nuova sfida lavorativa. Trova infatti lavoro come assistente di
Will Traynor, un giovane e ricco banchiere finito
sulla sedia a rotelle per un incidente e la cui vita è cambiata
radicalmente in un attimo. I due finiranno per cambiarsi
reciprocamente la vita molto più di quanto potrebbero
immaginare.
Ad interpretare l’inguaribile
ottimista e romantica Lou vi è l’attrice Emilia Clarke.
Celebre per il personaggio di Daenerys in Il Trono di
Spade, la Clarke si è trovata qui a recitare nella sua
prima commedia romantica, trovandosi subito molto a suo agio con il
ruolo. L’attrice ha inoltre contribuito attivamente alla scelta del
vestiario di Lou, scegliendo capi stravaganti e dai colori vivaci.
La sua affezione al progetto è stata tale che, a riprese concluse,
si è fatta tatuare una piccola ape su un dito, lo stesso tatuaggio
che il suo personaggio si fa fare nel libro. Accanto a lei, nei
panni di sua sorella Katrina vi è l’attrice Jenna
Coleman, mentre Brendan Coyle e
Samantha Spiro sono i genitori Bernard e
Josie.
Vi è poi l’attore Matthew
Lewis, noto per essere stato Neville Paciock nei film di
Harry Potter, che interpreta qui Patrick, il fidanzato di
Lou. Sam Claflin interpreta
invece il tetraplegico William. Un ruolo per lui particolarmente
complesso, che gli ha richiesto di perdere 18 chili e di rimanere
costantemente immobile, limitandosi all’uso delle espressioni
facciali. Nel ruolo dei suoi genitori Steven e Camilla Traynor si
ritrovano invece Charles Dance, noto come Tywin Lannister
in Il Trono di Spade, e Janet
McTeer. Vanessa Kirby
interpreta Alicia Dewar, fidanzata di William, mentre Steve
Pecocke è il suo medico Nathan.
Nonostante il film sia grossomodo
fedele al cuore del romanzo, vi sono naturalmente alcune
differenze, molte delle quali operate a fini cinematografici. Nel
film, ad esempio, William è completamente immobile e
insensibile dal collo in giù. Nel romanzo, invece, egli è
in grado di percepire il dolore e il senso del tatto. Allo stesso
modo è in grado di spostare lievemente le braccia. Renderlo del
tutto immobile, invece, ha permesso al film di accentuare la sua
difficile situazione. Nonostante ciò, il personaggio del
film è molto meno sofferente rispetto a quanto descritto
nel libro, dove si ha invece un William molto più negativo e
pessimista. Differente è anche la rappresentazione dei
genitori di lui.
Se nel libro è il padre ad essere
contrario alla volontà di William di ricorrere all’eutanasia, nel
film è invece la madre a non accettare tale decisione. Inoltre, nel
libro i due sono una coppia molto meno solida. Steven, infatti, ha
una relazione con un’altra donna, ma non lascia la famiglia per via
della condizione di suo figlio. Sempre riguardo la famiglia di
William, nel libro egli ha una sorella di nome
Georgina, assente invece nel film. Per quanto riguarda
Louisa, differente è ad esempio il motivo per cui perde il
lavoro al bar. Nel libro, il proprietario deve tornare in
Australia per prendersi cura di suo padre, mentre nel film non
viene data alcuna spiegazione sul motivo del licenziamento.
Un importante ma ovvio cambiamento
riguarda l’organizzazione a cui Will si rivolge. Nel libro, è
Dignitas per il suo suicidio, una reale organizzazione reale in
Svizzera che aiuta le persone con malattie gravi o terminali a
morire con dignità attraverso il suicidio assistito. I registi
hanno però preferito non utilizzare questo esplicito riferimento,
lasciando la cosa più vaga. Differente è
anche il finale. Il libro si conclude con l’indagine per
istigazione al suicidio, mentre il film vede Lou a Parigi, intenta
a leggere la lettera d’addio di William, che le chiede di vivere al
meglio la sua vita. Un finale decisamente più commovente e ricco di
speranza.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Io prima di te è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di martedì 25
febbraio alle ore 21:30 sul canale
TV8.
Heretic,
al cinema dal 27 febbraio con Eagle Pictures,
segna il debutto ufficiale di Hugh Grant nell’horror, un genere che
sembra sposarsi alla perfezione con la sua consueta sfacciataggine
che, ormai lo abbiamo capito, è capace di declinare ben oltre le
faccette corrucciate nelle commedie romantiche. Heretic beneficia
prima di tutto di una raffinata interpretazione dell’attore
britannico, che ne costituisce la principale ragione del successo,
sulla scia del quale arriva da noi in Italia. Un thriller
psicologico inquietante e verboso con una svolta horror, Heretic è
diretto da Scott Beck e Bryan Woods, gli stessi di A Quiet
Place.
La storia di
Heretic
La trama ruota attorno a
due giovani missionarie mormoni, interpretate da Sophie Thatcher e
Chloe East, che durante la loro attività porta a porta si imbattono
in Mr. Reed, un uomo enigmatico e affabile interpretato da Grant.
Reed le accoglie con un’insolita ospitalità, invitandole a entrare
nella sua casa remota e architettonicamente bizzarra, dove si
dipana un gioco dialettico sulla fede, il dubbio e la
manipolazione. Quella che inizia come una discussione teologica si
trasforma rapidamente in un’esperienza claustrofobica e minacciosa,
mettendo alla prova non solo le convinzioni religiose delle due
giovani donne, ma anche il loro istinto di sopravvivenza.
Grant regala
un’interpretazione magnetica e sinistra, mescolando il suo consueto
charme britannico con un’inquietante insistenza filosofica. Il suo
Mr. Reed è un uomo colto e vanitoso, con un’inquietante ossessione
per la religione e il potere della credenza. Con il suo tipico
sorriso malizioso e lo sguardo allusivo, Grant conferisce al
personaggio una profondità che va oltre il semplice antagonista: è
un uomo che si nutre delle incertezze altrui, un predatore
psicologico che utilizza la logica e la retorica come armi
letali.
Le giovani protagoniste,
in particolare Chloe East nei panni della ingenua Sister Paxton,
sono perfettamente in sintonia con l’atmosfera di crescente
tensione del
film. Sister Paxton, con la sua ingenuità e il suo fervore
religioso, è il perfetto contrappunto all’arguta e più disillusa
Sister Barnes (Sophie Thatcher). La loro dinamica è costruita con
sottigliezza e realismo, permettendo al film di esplorare in modo
convincente la vulnerabilità della fede di fronte alla
manipolazione.
Uno degli elementi più
affascinanti di Heretic è la sua capacità di fondere orrore e
filosofia in un thriller che stimola sia l’istinto primordiale
della paura che la riflessione intellettuale. Il film si
interroga sulle fondamenta della fede e sulla facilità con cui
l’essere umano può essere condotto a credere in qualcosa sulla base
di una narrazione persuasiva. Mr. Reed mette costantemente in
discussione le certezze delle due protagoniste, portandole a
dubitare non solo della loro missione, ma anche della realtà
stessa. Un gioco di potere sottile e perverso.
Dal punto di vista
tecnico, il film si fregia della preziosa fotografia di Chung-hoon
Chung (“Oldboy”, “The Handmaiden”), che trasforma l’interno della
casa di Mr. Reed in un labirinto di angoli bui e ombre minacciose.
La regia di Beck e Woods è serrata, con inquadrature ravvicinate
che enfatizzano la crescente claustrofobia della narrazione. Il
loro uso del sonoro è altrettanto efficace: il ticchettio di un
orologio, il crepitio di un pavimento di legno, il suono soffocato
della torta ai mirtilli che cuoce in forno diventano strumenti di
tensione crescente.
Se però la prima metà è
costruita magistralmente con un ritmo implacabile, la seconda parte
perde un po’ della sua potenza quando la tensione psicologica deve
necessariamente sfociare in un’azione più concreta, svelando il
mistero. Alcune scelte narrative nell’atto finale possono apparire
forzate o meno incisive rispetto alla premessa iniziale, ma non
abbastanza da compromettere il film nel suo insieme.
Heretic
è un horror avvincente e una riflessione sulla fede, il dubbio e il
bisogno umano di trovare risposte nell’ignoto. Con una
sceneggiatura intelligente, una regia coinvolgente e una
performance di Hugh Grant tra le migliori della sua carriera
recente, il
film si distingue come uno dei thriller psicologici più
intriganti dell’anno.
Kathleen Kennedy,
presidente di lunga data della Lucasfilm, dovrebbe
dimettersi alla fine del 2025. Ha intenzione di ritirarsi dopo
la fine del suo attuale contratto, secondo una fonte a conoscenza
dei suoi piani. Tuttavia, un’altra fonte vicina a Kennedy ha
liquidato il rapporto iniziale di Puck come “pura speculazione” e
ha affermato che non è stato deciso nulla.
Kennedy è entrata a far parte della
Lucasfilm nel 2012 come co-presidente insieme al creatore di
“Star
Wars” George Lucas. Poco dopo,
Lucas ha lasciato il suo incarico quando la Disney ha acquisito la
società per 4 miliardi di dollari e Kennedy è stata elevata a
presidente.
Le viene attribuito il merito di
aver rilanciato la proprietà lanciando la trilogia sequel, a
partire da Star Wars: Il Risveglio della Forza del
2015, così come lo spin-off del 2016 acclamato dalla critica
“Rogue One“. Kennedy ha
anche tracciato un futuro per il franchise in streaming con serie
televisive come “The
Mandalorian” e “Andor“.
I fallimenti della Lucasfilm
Tuttavia, il suo futuro con la
società è stato fonte di speculazioni nel corso degli anni. “Il
risveglio della Forza” rimane il film con il maggior incasso nella
storia del botteghino nazionale con 936 milioni di dollari (e 2
miliardi di dollari a livello globale), ma la triade di blockbuster
incentrati su Skywalker ha registrato rendimenti decrescenti.
L’ascesa di Skywalker ha concluso la trilogia nel
2019 con un comunque impressionante miliardo di dollari, sebbene la
metà di quanto Il risveglio della Forza ha
guadagnato qualche anno prima. Forse non è stato un grosso
problema, ma è arrivato un anno dopo il fallimento finanziario di
“Solo: A Star Wars Story” del
2018, che è diventato il primo film di “Star Wars” a perdere soldi
nella sua corsa al cinema. Alla Lucasfilm, Kennedy ha anche
supervisionato “Indiana Jones e il
quadrante del destino” del 2023, il quinto e ultimo
film della serie guidata da Harrison Ford.
L’avventura d’azione, che ha rilanciato la proprietà dopo 15 anni,
è stata un fallimento catastrofico, ha generato 383 milioni di
dollari a livello globale contro un budget di 295 milioni di
dollari, perdendo alla fine circa 140 milioni di dollari per lo
studio.
“Star Wars” ha lottato per tornare
sul grande schermo da “L’ascesa di Skywalker“,
anche se non per mancanza di tentativi da parte dello studio. Negli
anni successivi, la Lucasfilm ha annunciato diversi progetti di
“Star Wars” di registi come James Mangold, Sharmeen
Obaid-Chinoy, Taika Waititi e Donald
Glover, ma nessuno si è ancora concretizzato. Nel
frattempo, nuove versioni della space opera della regista di
“Wonder Woman” Patty
Jenkins, del produttore MarvelKevin
Feige, del regista di Gli Ultimi Jedi Rian
Johnson e dei creatori di “Game of Thrones” David
Benioff e D.B. Weiss, sono state accantonate per vari
motivi.
Lucasfilm ha in programma di (alla
fine) ripresentarsi nei cinema.
The Mandalorian & Grogu, una continuazione della
serie Disney+ sul cacciatore di taglie con
l’elmetto (interpretato da Pedro Pascal), è
prevista per l’uscita nelle sale nel 2026, mentre l’ex di “X-Men”
Simon Kinberg starebbe sviluppando una nuova trilogia di “Star
Wars”.
Il film live-action di
Barney di A24 di
Mattel Films e 59% Productions di Daniel Kaluuya sta guadagnando
slancio, poiché le società hanno incaricato la vincitrice di Emmy e
Golden Globe Ayo Edebiri di scrivere la sceneggiatura ed è
in trattative per recitare nel film.
Annunciata per la prima volta nel
2019, la trama del live-action di Barney è tenuta
nascosta. Kevin McKeon e Andrew
Scannell stanno supervisionando per Mattel Films, con
Robbie Brenner che produce per Mattel, insieme ad A24, così come
Kaluuya e Rowan Riley per 59% Productions.
Il dinosauro viola che è stato un
punto fermo della televisione per bambini per decenni, Barney è
stato presentato per la prima volta al mondo tramite la serie
direct-to-video Barney & the Backyard Gang nel 1988, esplodendo
come una sensazione globale con la serie Barney & Friends, andata
in onda per 14 stagioni su PBS tra il 1992 e il 2010.
Ayo Edebiri in Opus – Cortesia di I Wonder Pictures
In un’intervista del luglio 2023 con
The New Yorker, il dirigente della Mattel Kevin
McKeon ha rivelato che il live-action di Barnie sarebbe
stato orientato agli adulti e “surrealistico“, sulla
falsariga dei film di Charlie Kaufman e
Spike Jonze.
“Ci stiamo appoggiando
all’angoscia dei millennial per la proprietà piuttosto che
perfezionarla per i bambini”, ha affermato il dirigente
all’epoca. “È davvero un’opera per adulti. Non che sia vietata
ai minori, ma si concentrerà su alcune delle prove e tribolazioni
dell’essere trentenni, crescere con Barney, solo sul livello di
disincanto all’interno della generazione”.
Al grande potere dello
sguardo il graphic designer Roberto Rosolin ha dedicato l’immagine
ufficiale del Far East Film Festival 27: un intenso ritratto
femminile che ci porta altrove, al di là dei limiti e dei muri,
lungo le mille possibili traiettorie della fantasia e della
libertà.
«La mente è come un
paracadute: funziona solo se si apre». C’è chi dice Frank
Zappa, c’è chi dice James Dewar e c’è chi dice Albert Einstein:
sull’autore non esistono certezze, ma sul valore dell’aforisma
nessuno può questionare. Per fare in modo che la mente funzioni è
necessario che funzioni la nostra capacità di osservare le
cose. La nostra capacità di utilizzare lo
sguardo, che della mente è il detonatore. Se gli occhi
vedono, però, sono anche capaci di viaggiare, di spaziare, di
andare oltre a ciò che stanno effettivamente vedendo?
La ventisettesima edizione del
FEFF, che dal 24 aprile al 2
maggio animerà il Teatro Nuovo “Giovanni da
Udine” e gli spazi del Visionario, è
pronta a restituire nuovi sguardi sul cinema
asiatico. Nuove traiettorie della fantasia e della
libertà che, per nove giorni,
trasformeranno Udine nell’epicentro orientale
d’Europa. Nato il 10 aprile 1999 e poi cresciuto fino a diventare –
citando Variety – «uno dei 50 appuntamenti mondiali da non
perdere», il Far East Film Festival non ha mai
smesso di essere la casa di autentiche leggende (come
Jackie Chan e Joe Hisaishi),
registi cult (come Johhnie To, Takashi
Miike, Takeshi Kitano, Zhang
Yimou), dive e dive, key player.
La campagna accrediti del
Far East Film Festival27,
ricordiamo, è in pieno svolgimento. Fino a lunedì 3
marzo, infatti, sarà possibile acquistare online il
proprio accredito Red Panda o White
Tiger (anche nella versione Under 26) con
tariffa speciale Early Bird. I pacchetti
Press e Black Dragon saranno
invece disponibili a prezzo intero. Novità del
2025l’accredito Under 18, dedicato agli
appassionati di cinema di età compresa tra i 16 e i 18 anni non
ancora compiuti. Info dettagliate sul sito www.fareastfilm.com.
Ecco il trailer di
Holland, il nuovo thriller con protagonista una
inquietante Nicole Kidman, attrice premio Oscar. Accanto a
lei
Matthew Macfadyen, Jude Hill (Belfast),
Gael García Bernal. Il film, scritto da Andrew
Sodroski, è diretto da Mimi Cave e arriva
in tutto il mondo su Prime Video, a
partire dal 27 marzo.
La trama di Holland
In questo thriller avvincente e dal
ritmo incalzante, Nicole Kidman è la meticolosa Nancy Vandergroot,
insegnante e casalinga dalla vita apparentemente perfetta con il
marito, stimato pilastro della comunità (Matthew Macfadyen) e
il figlio (Jude Hill) nell’idilliaca Holland, Michigan – città dei
tulipani – che precipita in una spirale di eventi oscuri.
Nancy e il suo affabile collega (Gael García Bernal) iniziano a
nutrire sospetti su un segreto, e finiranno per scoprire che nulla
nelle loro vite è come sembra.
Tra gli attori più talentuosi della
sua generazione, Jesse Eisenberg ha negli anni
tolto ogni dubbio sulle sue capacità con alcune straordinarie
interpretazioni. Spaziando dalla commedia all’horror, dal dramma al
cinecomic, l’attore ha saputo conquistarsi un posto di rilevo nel
panorama cinematografico attuale, ottenendo continuamente le
attenzioni di critica e pubblico.
Ecco 10 cose che forse non
sai di Jesse Eisenberg.
A partire dal 2020, Eisenberg ha
recitato in Resistance – La voce del silenzio (2020),
Zack
Snyder’s Justice League(2021) – dove ha un cameo non
accreditato nei panni di Lex Luthor – Manodrome
(2023) e Sasquatch Sunset (2024). Nel 2024 recita
anche accanto a Kieran Culkin in A Real
Pain, film da lui anche scritto e diretto.
2. Ha partecipato anche ad
alcune serie TV. L’attore vanta anche diverse
partecipazioni televisive, tra cui il ruolo di Kenny Green nella
serie Get Real (1999-2000), in The Newsroom
(2012) e in un episodio di Modern Family (2014). Torna poi
sul piccolo schermo con la miniserie Fleishman a
pezzi (2022). Prossimamente sarà anche protagonista di
una serie di sua ideazione intitolata Bream Gives Me
Hiccups.
3. Ha lavorato anche come
doppiatore e regista. L’attore è inoltre noto per essere
il doppiatore del personaggio Blu, protagonista dei due film
d’animazione Rio e Rio 2 – Missione Amazzonia,
rispettivamente del 2011 e del 2014. Nel 2022, invece, Eisenberg
debutta alla regia con il film Quando avrai finito di salvare
il mondo, con protagonisti
Finn Wolfharde Julianne
Moore. Nel 2024 dirige il suo secondo film, A Real
Pain, dove recita accanto aKieran
Culkin. Attualmente è al lavoro su un
nuovo film da regista descritto come una commedia musicale.
Jesse Eisenberg è Mark Zuckenberg
in The Social Network
4. Si è documentato sul vero
Mark Zuckenberg. Come parte della sua ricerca, Jesse
Eisenberg ha letto una copia della domanda di ammissione al college
di Mark Zuckerberg. Il saggio del fondatore di
Facebook si concentrava sulla sua passione per la scherma, così
Eisenberg ha preso un paio di lezioni. Si è subito reso conto che
questo influenzava la sua postura e il modo in cui si muoveva e ha
applicato questa conoscenza alla sua interpretazione del
personaggio. Inoltre, prima delle riprese, Eisenberg ha creato un
falso account Facebook a scopo di ricerca, chiudendolo al termine
delle riprese.
5. Non apprezza la sua
interpretazione del personaggio. Nonostante Eisenberg
si fosse detto disponibile a riprendere il ruolo in futuro, ha in
seguito rivelato di non essere del tutto soddisfatto della sua
interpretazione di Luthor, specialmente considerando
l’impatto negativo che ha avuto sulla sua carriera. Quando poi
Nicholas Hoult è stato scritturato per il
ruolo di Lex Luthor in Superman
(2025), il consiglio di Eisenberg al collega è stato semplicemente:
“Non guardarmi”.
Jesse Eisenberg ha recitato in Modern Family
6. È stato guest star di un
episodio. Nell’episodio Under Pressure,
dodicesimo episodio della quinta stagione di Modern
Family, Eisenberg compare come guest stare nei panni
di Asher, il vicino ambientalista di Mitchell e Cameron.
Nell’episodio, si genera una faida tra lui e Mitch su chi sia più
ambientalista. Alla fine, Asher ammette di non avere molti amici
proprio a causa del suo stile di vita ultra ecologico. Mitch
propone quindi ad Asher di cenare con loro, ma Lily si oppone
quando lui le chiede se la sua casa delle bambole è stata costruita
con materiali sostenibili.
Jesse Eisenberg dirige A Real Pain
7. Eisenberg
ha portato in scena a teatro un testo da lui scritto, dove
interpreta un personaggio con caratteristiche ispirate alle sue
personale. Uno dei personaggi di questa commedia è una cugina
polacca sopravvissuta all’Olocausto, basata sulla cugina polacca
che Eisenberg ha realmente visitato nel 2008. In seguito, egli ha
scritto un’altra commedia che ha rappresentato nel West End, dove
interpreta il ruolo di Benji. Ha da qui avuto l’idea di unire
questi protagonisti per una storia comune, ed è così che ha
concepito il film A Real
Pain.
Emma Stone ha prodotto il film di Jesse Eisenberg
Emma Stone e
Jesse Eisenberg sono ottimi amici, avendo
recitato insieme nei due Zombieland. Stone ha inoltre
prodotto entrambi i film di Eisenberg e lui si è detto eternamente
grato per questo suo supporto. Proprio parlando della Stone,
Eisenberg ha detto: “Chiunque al mondo si trovi ad aprire la
cartella di una ‘versione finale’ [di una sceneggiatura] vorrebbe
scrivere qualcosa per Emma Stone. Lei è la più grande di tutti in
tutto. A un certo punto probabilmente avrò la presunzione di
scrivere qualcosa per lei”.
Kieran Culkin e Jesse Eisenberg in A Real Pain. Cortesia di
Searchlight
Jesse Eisenberg, Anna Strout e il figlio
8. Ha un figlio.
Dopo otto anni di relazione, nel 2013 l’attore interrompe la storia
con Anna Strout, direttrice di un’organizzazione
artistica. Dal 2013 al 2015 ha una relazione con l’attrice Mia Wasikowska, conosciuta sul set del film
The Double. Nel 2015 tuttavia, Eisenberg torna con la
precedente compagna, da cui ha poi un figlio nato nel marzo 2017
chiamato Banner.
Jesse Eisenberg ha un disturbo
ossessivo-compulsivo
9. L’attore ha più volte
menzionato di soffrire di un disturbo
ossessivo-compulsivo. Stando alle sue parole, l’attore
evita in tutti i modi di calpestare le crepe per strada, o ancora
cerca sempre di tenersi all’interno della geometria del pavimento.
Prima di entrare in una stanza ha infatti dichiarato di dover
passare alcuni secondi a studiare la natura del pavimento per poter
soddisfare il suo bisogno di precisione.
L’età e l’altezza di Jesse
Eisenberg
10. Jesse Eisenberg è nato a
New York, negli Stati Uniti, il 5 ottobre 1983. L’altezza
complessiva dell’attore è di 1,74 metri.
Negli anni l’attrice Miriam
Leone ha dimostrato di non essere solo particolarmente
bella, ma anche molto talentuosa, prendendo parte a film e serie TV
di successo. Qui ha potuto mettersi in gioco, sfoggiando doti
recitative che le hanno permesso di ottenere le attenzioni di
critica e pubblico. Ad oggi, è certamente tra le attrici più
promettenti dell’attuale panorama cinematografico italiano.
2. Ha recitato anche in
televisione. L’attrice è nota anche per aver preso parte a
serie TV di successo come Distretto di polizia
(2011-2012), Un passo dal cielo (2012), La dama
velata (2014-2015), 1992 (2015), dove recita accanto
all’attore Stefano
Accorsi nel ruolo di Veronica Castello, ruolo che
riprende anche nei seguiti 1993 (2017) e 1994
(2019). Partecipa inoltre al film TV In arte Nino, dove
recita accanto agli attori Elio
Germano e Stefano
Fresi. Nel 2023 è protagonista della serie I
Leoni di Sicilia, mentre nel 2024 è Oriana Fallaci nella
miniserie Miss
Fallaci (qui
la recensione dei primi due episodi).
Miriam Leone è stata Miss Italia
3. Ha vinto il celebre
concorso di bellezza. Prima di intraprendere una
carriera come attrice, La Leone ha partecipato al concorso
Miss Italia nel 2008 con il titolo di Miss Prima
dell’Anno. All’epoca ventitreenne, dopo essere stata inizialmente
eliminata nel corso del programma, viene successivamente ripescata,
arrivando in finale ed aggiudicandosi la fascia di Miss Italia
2008. La Leone ha poi anche vinto il premio di Miss Cinema.
Miriam Leone è Oriana Fallaci in Miss Fallaci.
Miriam Leone è Oriana Fallaci in Miss Fallaci
4. Ha interpretato la
celebre giornalista. Per interpretare la giornalista
Oriana Fallaci in Miss
Fallaci, l’attrice ha affermato che è stato svolto un
lavoro di ricerca che ha portato lei e il team di sceneggiatori a
restituire sullo schermo un’Oriana verosimile ma poco nota al
grande pubblico. “Abbiamo fatto quasi un lavoro da archeologo
per scoprire il suo look, il suo modo di vestire e di parlare in
quegli anni e abbiamo consegnato alla serie un personaggio dal look
anni ‘50″, ha affermato la Leone.
Miriam Leone è Eva Kant in
Diabolik
5. Ha interpretato il
celebre personaggio in tre film. L’attrice è stata scelta
per ricoprire il ruolo di Eva Kant nel film Diabolik, dove recita al fianco di Luca Marinelli, interprete del misterioso
protagonista. Leone ha poi ripreso il ruolo anche per i due
successivi sequel, dichiarandosi molto legata ad Eva. Per
l’occasione l’attrice si è tinta di biondo i capelli, sfoggiando la
nuova acconciatura in una foto pubblicata sul proprio profilo
Instagram.
Miriam Leone non è la figlia di Sergio Leone
6. Non è imparentata con il
celebre regista. Il cognome può ingannare, ma l’attrice
non è imparentata con il regista Sergio Leone,
l’autore di film come Per un pugno di dollari, Il buono, il
brutto e il cattivo e C’era una volta in America. Si
tratta semplicemente di un caso di uguale cognome, ma i genitori
dell’attrice sono Ignazio Leone, insegnante di
lettere, e Gabriella Leotta, impiegata presso il
comune di Aci Catena.
Miriam Leone e il marito
7. Ha avuto un
figlio. Dal 18 settembre 2021 l’attrice è sposata con
Paolo Carullo, musicista e manager di Caltagirone.
La cerimonia religiosa ha avuto luogo in forma privata presso la
chiesa di Santa Maria La Nova a Scicli. Il 29 dicembre 2023 è poi
nato il primo figlio della coppia, Orlando, a cui
viene dato sia il cognome materno che paterno.
8. Ha raccontato la propria
gravidanza sui social. Sebbene stia attenta a non mostrare
troppo della propria vita privata, l’attrice ha comunque condiviso
con i suoi follower il progredire della sua gravidanza. In diverse
occasioni pubbliche si è poi mostrata con il pancione,
Miriam Leone è su Instagram
9. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 1,7 milioni
di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere
fotografie scattate in momenti di svago o per riviste di moda. Non
mancano anche foto promozionali dei suoi progetti cinematografici e
televisivi.
L’età, l’altezza e il fisico
dell’attrice
10. Miriam Leone è nata a
Catania, in Sicilia, il 14 aprile 1985. L’altezza
complessiva dell’attrice è di 176 centimetri. Leone è nota anche
per la sua bellezza e il suo fisico. Non a caso, nel 2008 partecipò
al programma Miss Italia. Durante il concorso viene inizialmente
eliminata, per poi essere ripescata in seguito e arrivare fino alla
vittoria grazie alla sua bellezza.
Prime Video svela il trailer e il poster
ufficiali di Sconfort Zone, la
nuova comedy series di Maccio Capatonda disponibile in esclusiva su
Prime Video dal 20 marzo in 6 episodi. Nel trailer si scopre che
nella serie Maccio Capatonda interpreta se stesso in un periodo di
forte crisi di ispirazione finché incontra lo psicologo Arnaldo
Braggadocio che lo sottoporrà a dure prove settimanali per
riappropriarsi del disagio. A cosa sarà disposto Maccio per
ritrovare la creatività e scrivere la sua prossima serie tv?
Nel cast Francesca Inaudi, Giorgio
Montanini, Valerio Desirò, Camilla Filippi, Luca Confortini,
Edoardo Ferrario, Gianluca Fru, Valerio Lundini e con la
partecipazione di Andrea Delogu, Enzo Salvi, Dario Cassini, Samanta
Togni, Maria Teresa Di Clemente, Ilaria Galassi.
La trama di Sconfort
Zone
Maccio Capatonda
sta attraversando un periodo di profonda crisi, personale e
professionale, che lo blocca da mesi e mette a rischio la scrittura
della sua prossima serie tv. Crede di aver perso l’ispirazione fino
a che, sulla sua strada, incrocia il Professor Braggadocio, un
luminare della psicologia. Lo psicologo promette di curarlo con una
nuova terapia d’urto. Lo obbligherà ad uscire dalla sua confort
zone, sottoponendolo a una serie di prove in grado di capovolgere
radicalmente la sua esistenza. Ogni settimana, Maccio dovrà portare
a termine un compito che metterà in crisi un ambito della sua vita
e lo costringerà ad affrontare le sue più grandi paure, dalla morte
all’ansia di perdere il controllo, dalla dipendenza affettiva
all’attaccamento ai beni materiali. Entrare nella sua,
personalissima, Sconfort Zone, sarà il modo migliore di
superare la crisi?
La serie è prodotta da Banijay
Italia in collaborazione con Prime Video, scritta da Marcello
Macchia, Alessandro Bosi, Mary Stella Brugiati e
Valerio Desirò, diretta da Alessio
Dogana e Marcello Macchia.
Dopo il grande successo
delle preedenti sfide, che ha visto la partecipazione di numerosi
giovani di tutta Italia, l’European Film Challenge (EFC) torna e
lancia una nuova iniziativa. Fino 9 aprile compreso sarà
possibile partecipare alla sfida #EFCxCANNES: il vincitore avrà questa volta la
possibilità di vincere un pass per il Festival di Cannes, che avrà luogo dal 13 al 24 maggio
2025. La EFC è un concorso volto a portare i giovani appassionati
di cinema ai maggiori festival cinematografici europei e a scoprire
prima di chiunque altro i titoli che nei prossimi mesi saranno
sulla bocca di tutti.
L’EFC invita tutti i
giovani a vedere – in qualsiasi sala cinematografica o su
qualunque piattaforma TV o Video On Demand legale – 10 film
europei dal 5 febbraio al 9 aprile compreso e a caricare le
prove sul sito web (europeanfilmchallenge.eu), sottoforma di una
fotografia che testimoni la visione. Ogni film garantisce di
accumulare diversi punteggi e il vincitore sarà l’utente che avrà
guadagnato più punti. Ci sono diversi modi per ottenere più punti:
tra di essi le sfide settimanali, annunciate sui social media, per
scoprire le uscite cinematografiche più rilevanti. Un punteggio più
alto è assegnato inoltre se i film vengono guardati su differenti
media e viene assegnato un bonus per i film prodotti in Paesi con
una bassa capacità di produzione.
I film validi per la
sfida sono quelli visionati tra il 5 febbraio e il 9 aprile
compreso, indipendentemente dall’anno di produzione. I
partecipanti devono essere residenti in Italia, avere più
di 18 anni e, ovviamente, devono avere una forte passione per
il cinema.
“Per me ha significato
tantissimo” – commenta Antonino Giannotta, vincitore della sfida
per la 80ª edizione della Mostra internazionale d’arte
cinematografica di Venezia – “È stata la mia prima
esperienza in un festival del cinema di fascia A. Ho potuto viverlo
in tutto e per tutto: ho potuto vedere tutti i film che volevo e
soprattutto incontrare tanti ragazzi appassionati di cinema come me
con cui parlarne, come in una piccola bolla in cui questo è
l’argomento più importante. Probabilmente è stata questa la parte
migliore: ho potuto discutere con altre persone della mia età,
ugualmente appassionate, del cinema e dei film che stavamo vedendo.
I festival danno un’opportunità unica, quella di respirare il
cinema a 360 gradi. Inoltre iniziative come la European Film
Challenge sono importanti perché spingono le persone a cercare e
scoprire nuovi titoli”.
#EFCxCANNES 2025 è
l’ottava edizione del concorso in Italia ed è la prima sfida che
l’European Film Challenge (EFC) ha preparato per il 2025.
A PROPOSITO
DELL’EUROPEAN FILM CHALLENGE
EFC – European Film
Challenge è un progetto di sviluppo del pubblico sostenuto da MEDIA
– CREATIVE EUROPE ed è stato creato per portare il cinema europeo
al pubblico giovane e per promuovere la crescita della comunità di
giovani appassionati di cinema in Europa. Attualmente è presente in
13 paesi europei ed è coordinata a livello internazionale da The
Film Agency, che dirige il progetto anche in Spagna, Italia e
Portogallo.
L’esperienza
cinematografica di EFC si basa principalmente sulla sfida di
guardare 10 film europei in 10 settimane, offrendo alla propria
comunità l’opportunità di guadagnare un pass per un festival
cinematografico di prima fascia e fornendo ai partecipanti alla
sfida l’accesso ai migliori festival cinematografici del mondo. In
questo momento la sfida EFC Cannes 2024 (#EFCxCannes) è attiva e
durerà fino al 7 aprile.
Sono arrivate online le foto di
Christopher Nolan al lavoro sul set di
The
Odyssey in Morocco. Le immagini affidate a
Instagram mostrano il regista premio Oscar che si muove sul set in
costruzione del film mitologico che rivisiterà la figura di
Ulisse.
L’antico poema epico di Omero
racconta la storia di Odisseo, re di Itaca, e del suo pericoloso
viaggio di ritorno a casa dopo la guerra di Troia, esplorando temi
di eroismo, lealtà, astuzia e la lotta contro la volontà divina. Il
racconto include episodi iconici come l’incontro con il ciclope
Polifemo, le Sirene e la strega-dea Circe, avventure che culminano
con il suo ricongiungimento con la moglie Penelope.
Sebbene questo sarebbe l’adattamento
più ad alto budget del questo testo fino ad oggi, il poema è stato
precedentemente adattato nel film del 1954 Ulisse,
diretto da Mario Camerini e interpretato da
Kirk Douglas, così come nella miniserie del 1997
L’Odissea, diretta da Andrei
Konchalovsky e interpretata da Armand
Assante. Gli ultimi libri dell’Odissea sono stati anche la
fonte principale per The
Return, di Uberto Pasolini, che è
uscito in Italia all’inizio del 2025 e che vede protagonisti
Ralph Fiennes nei panni di Ulisse e Juliette Binoche in quelli di Penelope.
I dettagli sulla trama del film di
Christopher Nolan sono ad ora stati tenuti
nascosti e non è confermato quanto il regista sarà fedele all’opera
di Omero. Considerando i suoi precedenti, c’è da aspettarsi che
apporti una svolta inaspettata alla storia che già presenta tutti i
marchi di fabbrica del suo cinema, in particolare la non linearità
della narrazione. Le riprese di Odyssey dovrebbero iniziare il mese
prossimo e sarà il secondo film di Nolan per la Universal, dopo
Oppenheimer.
Ai SAG Awards di domenica sera,
Colin Farrell ha ricevuto un altro
riconoscimento per il suo lavoro come protagonista in “The
Penguin“, ma l’attore insiste sul fatto che al momento
non è propenso a fare una seconda stagione. “Non lo voglio. Non
lo voglio”, ha detto a Variety nel backstage dei SAG
Awards. “Siamo tutti usciti sul ring in quelle otto ore.
Odierei, solo per un successo, dover tornare e che fosse una
versione diluita di ciò che le persone hanno apprezzato. Quindi non
ho fretta. Non ho un profondo desiderio di farlo. … Certo, se
pensano a qualcosa che funziona in congiunzione come un parallelo
all’universo cinematografico di Matt Reeves ed è una buona idea,
sono aperto. Ma non è qualcosa che mi riguarda”.
Si prevede che Colin Farrell apparirà nel sequel di
Reeves “The
Batman“, ma Reeves non ha condiviso i dettagli con
lui. “Tiene le sue carte per sé”, ha detto Farrell. Detto
questo, Farrell non riesce ancora a credere di poter interpretare
uno dei cattivi più noti di Gotham. “Avevo sei, sette, otto o
nove anni e guardavo Meredith Burgess nei panni del Pinguino in
‘Batman'”, ha detto Farrell. “Se avessi detto a quel
bambino di sei, sette, otto o nove anni, ‘Un giorno interpreterai
quel personaggio. E conosci il video di ‘Thriller’ di Michael
Jackson? Avrai il trucco fatto da uno studente del ragazzo, Rick
Baker, che ha fatto quel trucco a Michael Jackson.’ È semplicemente
folle. Quindi questi momenti sono bellissimi. Ne sono molto grato.
E questo spettacolo è stato straordinariamente
emozionante”.
Farrell non aveva in programma di
festeggiare la sua vittoria ai SAG Awards fino a tarda notte.
“È solo un momento davvero adorabile”, ha detto. “Me
lo godrò così com’è, e poi anrò avanti. Sarò in pigiama esattamente
tra 105 minuti, ordinerò Postmates e guarderò l’episodio 10 di
“Shōgun” con mio figlio mentre c’è l’after-party”.
Colin Farrell ha anche spiegato le battute sul
COVID che ha fatto Jamie Lee Curtis quando gli ha
consegnato il suo SAG Award. Quando Curtis ha aperto la busta, ha
letto: “E il premio va a… l’uomo che mi ha trasmesso il COVID
ai Golden Globes: Colin Farrell”. Sul palco, Farrell ha
risposto: “Colpevole come imputato. Ma Brendan Gleeson me l’ha
trasmesso, cazzo! Quindi stavo solo diffondendo amore”.
Farrell ha spiegato che crede di
aver contratto il virus quando Gleeson gli ha dato un bacio di
congratulazioni dopo aver vinto un Golden Globe nel 2023 per
“Gli spiriti dell’isola“. “Brendan ha iniziato
la giornata dicendo: ‘Sento un leggero pizzicore in gola, ma credo
di stare bene'”, ha ricordato Farrell. “Non me ne sono
accorto, ma poi il giorno dopo aveva il COVID. E poi il giorno
dopo, sono risultato positivo.”
Bridget Jones è
tornata. Ma questa volta, l’eroina goffa e irresistibile
che ha fatto innamorare generazioni di spettatori è cambiata, e con
lei anche la sua storia. Bridget Jones: Un amore di
ragazzo, quarto capitolo della saga con Renée Zellweger, segna una svolta più matura e
riflessiva rispetto ai film precedenti, affrontando temi di
perdita, crescita e nuove opportunità con un tono più intimo e
profondo. Il miglior sequel del franchise senza ombra di
dubbio.
Diretto da
Michael Morris (To Leslie, Better Call Saul), il film riprende la
vita di Bridget dopo una tragedia inaspettata: la morte del suo
grande amore, Mark Darcy (Colin Firth), avvenuta quattro
anni prima durante una missione umanitaria in Sudan. Ora, Bridget è
una madre single, alle prese con la crescita di Billy (9 anni) e
Mabel (4 anni), mentre cerca di ritrovare un equilibrio tra
famiglia, lavoro e – su pressione della sua inseparabile “Famiglia
Urbana” – una vita sentimentale che sembra sempre più difficile da
ricostruire.
Se nei capitoli
precedenti Bridget era la regina delle disavventure romantiche, qui
la ritroviamo più consapevole e presente a sé stessa. Non è più
solo la single impacciata che inciampa nelle proprie insicurezze,
ma una donna che ha attraversato il dolore e sta imparando a
rimettersi in gioco. Non mancano quindi le situazioni imbarazzanti,
marchi di fabbrica del personaggio, ma il cuore della storia è
diverso: meno frivolo, più emotivo.
Oltre al supporto dei
suoi amici storici – Shazzer, Jude, Tom e la collega Miranda – e
alla presenza sempre pungente della madre (Gemma
Jones) e della ginecologa Dr. Rawlings (Emma
Thompson, guru meravigliosa e insostituibile,
che ha esordito nel terzo film), Bridget si trova divisa tra due
uomini. Da un lato, il giovane e affascinante ragazzo conosciuto su
un’app di incontri (Leo
Woodall, rivelazione di The White Lotus), che le offre leggerezza
e passione, ma anche una differenza d’età importante, che grava
sulla proiezione futura di una vita insieme. Dall’altro, il severo
e razionale professore di scienze di suo figlio, interpretato da
Chiwetel Ejiofor, che rappresenta una presenza
stabile ma anche una sfida emotiva per la protagonista, oltre a
essere una figura molto legata al suo primogenito che lei non
vorrebbe mai compromettere.
E poi c’è Daniel
Cleaver. Il ritorno di Hugh Grant, dopo l’assenza nel terzo
capitolo, è una delle sorprese più riuscite del film. Il suo
personaggio, sempre cinico e seducente, mostra inaspettati momenti
di tenerezza, in una dinamica che non è più solo quella dello
storico “stronzo affascinante”, ma di qualcuno che, come Bridget, è
cambiato con il tempo. Il loro rapporto è uno degli elementi di
maggiore piacere dell’intero film.
Una storia di
rinascita
Il merito della
sceneggiatura – scritta da Helen Fielding con il contributo di Abi
Morgan e Dan Mazer – è quello di saper dosare il classico umorismo
della saga con una riflessione più ampia sulla crescita e sulle
seconde possibilità. Se Bridget Jones’s Baby aveva cercato
di portare avanti la storia del personaggio facendo leva sulla
“fretta biologica” di avere un figlio, questo nuovo capitolo
sceglie la strada opposta: affronta il passare del tempo con
delicatezza e intelligenza, mettendo al centro il tema della
resilienza.
La regia di Michael
Morris si distingue per un tocco più intimo e meno patinato
rispetto ai precedenti film, concentrandosi sulle emozioni
autentiche dei personaggi. Le scene con Billy, in particolare, sono
tra le più toccanti: il rapporto tra madre e figlio è reso con una
dolcezza che aggiunge profondità al film, mostrando come Bridget
non sia più solo una donna alla ricerca dell’amore, ma ormai una
madre che si preoccupa di proteggere il proprio bambino dal dolore
della perdita e fa quello che può, come tutti. Ancora una volta la
protagonista è specchio di tante imperfette realtà.
Renée Zellweger, due volte premio Oscar,
dimostra ancora una volta perché Bridget Jones sia il ruolo più
iconico della sua carriera. La sua interpretazione riesce a
catturare con naturalezza tutte le sfumature della protagonista:
dalla goffaggine che l’ha resa celebre alla malinconia di chi ha
perso qualcosa di prezioso, fino alla determinazione di chi non
vuole arrendersi alla solitudine. E sebbene il film sia più
riflessivo, non manca lo spirito ironico che ha reso celebre la
saga. Le battute taglienti e volgari, le situazioni surreali e i
momenti di puro imbarazzo sono ancora lì, ma con una consapevolezza
diversa. Bridget non è più la trentenne che cerca disperatamente
l’amore: è una donna che ha vissuto, che ha sofferto, ma che sa
ancora lasciarsi sorprendere dalla vita.
Il film non si limita a
riproporre la solita commedia romantica, ma racconta la crescita di
una donna che ha fatto ridere e commuovere milioni di spettatori,
adattandola alla realtà di chi, nel frattempo, è cresciuto con
lei.
I Wonder
Pictures è lieta di diffondere il poster e il trailer
italiani di
Death of a Unicorn, che arriverà nelle sale
italiane il 10 aprile2025.
In questa
spettacolare e travolgente commedia dark,
Paul Rudd (Ant-Man, Avengers: Endgame, Only Murders in
the Building) e Jenna
Ortega(Mercoledì,
Beetlejuice Beetlejuice) sono un padre e una figlia
che, diretti verso la casa di un ricco magnate farmaceutico,
investono per sbaglio un animale selvatico. È grande la sorpresa
quando l’animale si rivela essere… un cucciolo di unicorno.
Il film
segna il debutto alla regia di
Alex Scharfman, che in precedenza ha lavorato come
produttore per numerosi titoli, tra cui Buttiamo giù
l’uomo e Rinascita. Il regista
Ari Aster è produttore esecutivo. Prodotto da
A24, uscirà in Italia
con I Wonder Pictures il 10 aprile
2025.
Il finale di Heretic
(qui
la nostra recensione) è cupo ma gratificante e legato
all’esplorazione della fede nel film. Il nuovo horror di Scott Beck
e Bryan Woods è una storia cerebrale incentrata su due missionari
mormoni che si ritrovano intrappolati nella casa di un signor Reed
apparentemente gentile (ma segretamente terrificante). Il film si
concentra sui tre personaggi principali di Heretic,
lasciando raramente l’edificio una volta che la sorella Barnes e la
sorella Paxton sono state inconsapevolmente attirate nella trappola
del signor Reed.
È un film cupo che bilancia i suoi
temi pesanti e le svolte cupe con alcuni momenti di umorismo e
fascino inaspettati, beneficiando in gran parte di una delle
più memorabili interpretazioni di Hugh Grant. Questo porta a un
finale potente che sottolinea il dibattito centrale al cuore della
narrazione, lasciando al contempo abbastanza ambiguità che il
trattato del film sulla fede si estende alle convinzioni del
pubblico nelle esatte circostanze della trama. Ecco come il finale
di Heretic riflette le numerose domande del film sulla fede
e sull’aldilà.
Il piano del signor Reed in
Heretic: spiegazione di trucchi di resurrezione, della sua vera
religione e altro
Le azioni e i piani misteriosi del
signor Reed in Heretic sono la vera tensione del film, soprattutto
quando si scopre che è molto più brutale di quanto non sembri
inizialmente. Nel primo atto di Heretic, il signor Reed è
ritratto con un lato dolce ma curioso, pronto a scusarsi per offese
involontarie ma dedito alla conversazione. Man mano che la sua
conversazione con suor Barnes e suor Paxton diventa più personale e
critica, diventa sempre più inquietante. Come scopriranno alla fine
le due missionarie (e il pubblico), Reed ha trascorso decenni a
studiare la religione alla ricerca di una vera fede da
seguire.
Alla fine, la vera “religione” di
Reed è l’idea di controllo. Cerca di convincere le giovani donne
con le sue parole e quando il tentativo di controllarle fallisce,
passa a una “resurrezione” più teatrale di una delle altre donne
che ha catturato. Uccidendola e sostituendola con un’altra donna,
Reed cerca di spezzare spiritualmente entrambe le giovani
donne facendogli rivelare che dopo la morte c’è solo
l’oscurità. Il piano di Reed sembra essere quello di piegare
mentalmente Paxton e Barnes, aggiungendole alla sua collezione di
discepole prigioniere o tentando di ucciderle se ciò fallisce.
Cosa significa l’atterraggio
della farfalla su Paxton nel finale di Heretic
All’inizio di Heretic, tra
Suor Barnes e Suor Paxton si stabilisce l’idea che le farfalle
rappresentino la rinascita e la libertà. Paxton spiega alla sua
amica che spera di poter tornare sulla Terra almeno per un breve
periodo sotto forma di farfalla quando morirà. In questo modo,
potrebbe far visita ai suoi cari e far loro sapere, in qualche
modo, che sta bene ed è in pace. Questo introduce l’idea che Paxton
possa morire nel film, ma lei è in realtà l’unico personaggio
principale a sopravvivere al film.
Dopo la morte di Barnes e Reed,
Paxton riesce a fuggire dalla casa ferita, dove una farfalla si
posa sulla sua mano. L’implicazione dietro questo momento è che
la farfalla è una rappresentazione di Barnes. Nonostante sia
stata apparentemente uccisa dal signor Reed all’inizio del film, il
ritorno di Barnes in un momento cruciale le ha dato la possibilità
di ferire mortalmente Reed e salvare la sua amica. La fuga di
Paxton garantisce la sua sopravvivenza e il potenziale salvataggio
delle altre donne intrappolate. La farfalla suggerisce a Paxton (e
al pubblico) che l’aldilà esiste davvero, giustificando la loro
fede.
Uno dei colpi di scena più duri di
Heretic arriva quando il signor Reed affronta Barnes e
Paxton dopo aver tentato di ingannarli con una resurrezione. Barnes
lo chiama a gran voce e accusa l’intera faccenda di essere un
trucco mal costruito che lei può vedere attraverso. Prima che possa
avvicinarsi abbastanza per attaccarlo, Reed le taglia la gola con
un taglierino, apparentemente uccidendola quasi immediatamente.
Barnes rimane lontana dal resto del climax di Heretic fino
ai momenti finali, quando lei improvvisamente riappare e uccide
Reed per salvare Paxton.
In questa scena è in gioco
un’interessante ambiguità, poiché non è chiaro quale sia l’esatta
natura di questo momento. È possibile che Barnes stesse fingendo la
sua morte, aspettando di poter usare le ultime forze in un momento
cruciale. Sarebbe un’abile inversione di tendenza da parte di Reed,
che usa le donne catturate per ingannarle su un miracolo fingendo
una resurrezione. Tuttavia, è anche possibile che Barnes sia
davvero risorto, almeno abbastanza a lungo da fermare Reed. Le
qualità spirituali di Heretic e la consapevolezza del dubbio
e della possibilità rendono entrambe le opzioni direzioni
tematicamente avvincenti.
Perché il signor Reed ha così
tante donne rinchiuse nel suo seminterrato e da dove
vengono
Una delle rivelazioni più oscure
di Heretic è la scoperta di tutte le donne che il signor
Reed ha catturato nel corso degli anni. Mentre cerca di trovare
una via di fuga dopo l’apparente morte di suor Barnes, suor Paxton
si imbatte in un certo numero di donne tenute in gabbia. Reed
spiega che anche loro sono state catturate da lui e che
apparentemente non sono riuscite a sfuggire ai suoi giochi mentali
e alle sue manipolazioni. Questo le ha lasciate affamate e
condizionate a seguire i suoi ordini, con Reed che chiaramente
risponde a qualsiasi insubordinazione con misure estreme.
Al momento della stesura di questo
articolo, Heretic ha un punteggio critico positivo del 94%
su Rotten Tomatoes.
Le donne catturate dal signor
Reed assecondano le sue convinzioni sul potere e
sull’importanza del controllo. Nella sua visione del mondo, il
controllo è l’unica vera religione nel mondo di Heretic.
Permette alle persone di dominare gli altri e di cambiare il mondo
che li circonda. In questo senso, il trattamento riservato dal
signor Reed agli “apostoli” come schiavi della sua causa è
rafforzato dal fatto che li controlla in ogni modo immaginabile. È
una mentalità molto oscura, che il signor Reed mette in pratica in
modo terrificante.
Il signor Reed ha una moglie in
Heretic?
Hugh Grant in Heretic – Cortesia A24
Uno dei primi grandi colpi di scena
in Heretic è anche l’indizio iniziale che avverte la sorella
Barnes del pericolo in cui si trovano le due giovani donne. Il
signor Reed liquida le preoccupazioni di Barnes e Paxton di
rimanere sole con lui sostenendo che sua moglie è timida e
impegnata a preparare una torta nell’altra stanza. Questo è
inizialmente giustificato dall’odore di torta ai mirtilli che
riempie la casa. Tuttavia, il profumo proviene in realtà da una
candela vicina. Il signor Reed non sembra avere una moglie nel
senso comune del termine.
Tuttavia, i suoi “discepoli” sono
implicitamente le sue “mogli”, che obbediscono doverosamente ai
comandi del capofamiglia. Questo tipo di atteggiamento è
prefigurato all’inizio del film, quando Reed insulta il fondatore
della Chiesa mormone Joseph Smith facendo riferimento a teorie
secondo cui le sue iniziali affermazioni di ispirazione divina
erano in parte per coprire i suoi affari e giustificare la sua fede
nella poligamia. In un certo senso, il signor Reed ha una
propensione simile a controllare più donne, anche se in un modo
molto più opprimente e cupo.
Il vero significato di
Heretic
Heretic parla in gran
parte di fede. Al centro della narrazione c’è un’analisi
approfondita della fede come strumento, sia per i potenti per
dominare gli altri, sia per gli oppressi in cui credere. Il
percorso di Reed verso la scoperta di una vera fede lo ha portato
al suo stato attuale, mentre la sorella Reed e la sorella Barnes si
aggrappano alla propria fede. Alla fine, la sorella Paxton e la
sorella Barnes rimangono salde nelle loro convinzioni invece di
arrendersi a Reed, risparmiando loro il destino delle altre vittime
di Reed.
Questa fiducia reciproca e nelle
proprie convinzioni sembra ripagata, poiché a Barnes viene data la
possibilità di vendicare la sua morte e di salvare Paxton lungo il
percorso. La farfalla alla fine del film sottolinea questo
sviluppo, a significare che la loro fede è stata in qualche
modo ricompensata con la pace trovata da Barnes. Se da un lato la
fede può essere usata come un’arma, dall’altro può anche essere uno
scudo, e questo alla fine dà a Paxton la possibilità di
sopravvivere agli eventi oscuri del finale di
Heretic.
I registi di Heretic
(qui
la nostra recensione) Scott Beck e Bryan Woods parlano dei loro
progetti per un sequel e dei prequel. Il film horror religioso di
A24 ha
come protagonista Hugh Grant nel ruolo del sinistro Mr. Reed,
che invita due giovani missionari, interpretati da Sophie
Thatcher di Yellowjackets e Chloe East
di The Fabelmans, a una partita di religione in una notte di
tempesta. Heretic ha ricevuto grandi elogi da parte della critica
e del pubblico, con un indice di gradimento del 93% da parte dei
primi su Rotten Tomatoes.
Il duo di scrittori e registi di
Quiet Place ha recentemente discusso dei loro piani per i
futuri film Heretic nel podcast di The Discourse,
ospitato da The Playlist. Beck ha rivelato che hanno già
“idee divertenti” per “sequel” e “un’ottima
idea per un prequel”, poiché si divertono a iniziare
scrivendo la parte centrale di un progetto. Tuttavia, entrambi
amano “iniziare qualcosa di nuovo” invece di fare sequel e
prequel basati su idee già esistenti, il che è anche un
“problema” che hanno avuto con A Quiet Place. Ecco
cosa ha detto il regista:
Sì, ecco il nostro problema [con
i sequel]. Abbiamo avuto un problema simile con A Quiet Place, dove
non possiamo farci niente. Ricordo che quando avevamo 11 anni e
scrivevamo sceneggiature e film, iniziavamo con la seconda parte.
Dicevamo: “Questa è la seconda e poi la terza”, perché era
divertente. Come l’idea dei sequel è divertente. Quindi, abbiamo
una grande idea per un prequel.Abbiamo una buona idea per
un sequel, ma odiamo anche i sequel e i prequel. Quello che amiamo
è iniziare qualcosa di nuovo e chiedere al pubblico di entrare e
vedere qualcosa che, si spera, non abbia mai visto prima.
Cosa significa il commento di
Scott Beck per Heretic
Il commento di Beck indica anche
che, sebbene il film horror religioso sembri un evento a sé stante
con un finale ben definito, è solo il “secondo atto” nel
piano generale del duo scrittore-regista, il che indica che
Heretic ha un potenziale di franchising.
D’altra parte, il duo
scrittore-regista ha anche rivelato che stanno attivamente portando
avanti altri cinque progetti, il che significa che se i
futuri film di Heretic dovessero realizzarsi, ci
sarebbe probabilmente da aspettare. Il duo ha anche rivelato
che gli piace passare da un progetto all’altro, il che significa
che un sequel dovrà aspettare il suo turno finché i registi non
avranno finito di sviluppare altri progetti. Detto questo, hanno
anche confermato che uno dei cinque progetti in cantiere è un
“sequel spirituale” di Heretic, lasciando aperta la
possibilità di rivisitare il loro nuovo mondo.
La star di 1923Helen Mirren fa luce sul comportamento sul set
del co-protagonista Harrison Ford e su come i
membri del cast maschile lo adorino. Spin-off prequel del
neo-western di grande successo Yellowstone
di Taylor Sheridan, Il 1923 è recentemente tornato per la seconda stagione.
Con Mirren e Ford nei panni dei proprietari del ranch Cara e Jacob
Dutton, 1923 ha un cast corale e segue una generazione precedente
della famiglia Dutton mentre affronta difficoltà come il
proibizionismo, la siccità e la Grande Depressione.
Mirren ha parlato della sua esperienza di lavoro
con Harrison Ford e di come la sua presenza unica
sul set abbia influenzato lo show.
In un’intervista con People Magazine, la Mirren ha parlato della sua
collaborazione con Ford, che ha incontrato per la prima volta nel
1986 quando ha recitato al suo fianco in La costa della
Zanzara. La Mirren ha parlato in termini positivi della
presenza e del carattere di Ford fuori dallo schermo, dicendo
quanto sia adorabile con gli altri attori e definendolo “un vero
uomo”. Leggi qui sotto i commenti completi della Mirren:
Harrison è proprio un tipo così.
È quello che in Inghilterra chiamiamo un “bloke”. È un ragazzo e,
proprio perché è un “bloke”, tutti gli altri “bloke” lo adorano, e
a ragione… È sempre così gentile con tutti gli altri attori.E così ci sediamo tutti al gelo sul set, su sedie strane,
scomode e divertenti, e gli altri ragazzi si radunano intorno a
Harrison solo perché vogliono stare in sua compagnia,
credo.
Cosa significano questi
commenti per lo status di icona di Harrison Ford
Una delle star più grandi e
influenti nella storia di Hollywood
I commenti della Mirren illustrano
la presenza e il carisma di Ford e come molti attori più giovani
lo ammirino come una star leggendaria. La filmografia di Ford è
una delle migliori e più impressionanti della storia di Hollywood e
ha interpretato alcuni dei personaggi più iconici della cultura
popolare, tra cui Indiana Jones e Han Solo. Questi ruoli di successo
gli hanno conferito un’aura enigmatica e carismatica e, a quanto
pare, il suo status leggendario ha fatto sì che molti dei suoi
colleghi del 1923 fossero un po’ intimiditi.
Lavorare in una popolare serie
televisiva significa stare a lungo con i propri colleghi e
sviluppare forti legami positivi con i membri del cast può
essere fondamentale per aiutare in questo senso. Dai commenti
della Mirren sembra che lei e Ford abbiano avuto un rapporto
positivo sul set e che lui sia visto come la figura paterna della
serie. Questo potrebbe essere dovuto all’approccio che ha scelto
per la sua interpretazione di Jacob Dutton, il patriarca della
famiglia, e questa gravitas protettiva potrebbe benissimo
estendersi ai suoi co-protagonisti, consolidando il suo status di
icona.
La serie Dark Winds è
stata rinnovata per la quarta stagione, prima della
prima della terza. Creata da Graham Roland, basata sui libri
Leaphorn & Chee di Tony Hillerman, la serie AMC vede
protagonisti Zahn McClarnon e Kiowa Gordon nei
panni dei due agenti della polizia tribale Navajo che, insieme a
Bernadette Manuelito (Jessica Matten), indagano sui misteri che si
celano dietro i crimini violenti nel sud-ovest durante gli anni
’70. Il cast di Dark Winds, composto per lo più da attori
nativi americani, comprende anche Deanna Allison, Rainn
Wilson, Elva Guerra, Jeremiah Bitsui, Eugene Brave Rock, Noah
Emmerich e Nicholas Logan.
Dark Winds è prodotto da
George R. R. Martin e
Robert Redford.
Ora, secondo Variety,Dark Winds è stato
ufficialmente rinnovato per la quarta stagione, che andrà in onda
nel 2026. La notizia arriva prima della premiere della terza
stagione, il 9 marzo. È stato anche confermato che McClarnon
debutterà alla regia durante la quarta stagione. McClarnon, lo
showrunner John Wirth e il presidente dell’intrattenimento di AMC
Dan McDermott hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni:
McDermott: Quando abbiamo dato
il via libera alla prima stagione di Dark Winds, abbiamo visto il
potenziale per un franchise autentico e di lunga durata che potesse
vivere insieme ai mondi che stavamo costruendo attorno a The
Walking Dead e Anne Rice.Questo è esattamente ciò che il
cast e il team creativo hanno realizzato, e i fan hanno risposto.
Tutto è iniziato con gli indimenticabili romanzi di Tony Hillerman,
curati e seguiti da un team di produzione che include personaggi
del calibro di Robert Redford, George R. R. Martin, Chris Eyre e il
nostro showrunner John Wirth, e, al centro di tutto, lo
straordinario Zahn McClarnon e l’intero cast.I fan hanno
accolto con entusiasmo questa serie su AMC/AMC+ e l’hanno resa uno
dei 10 migliori programmi su Netflix per un mese intero lo scorso autunno. C’è
ancora tanta bella narrazione da fare in queste espansioni della
terza e quarta stagione.
McClarnon: Non vedo l’ora di
esplorare e interpretare ancora una volta il personaggio di Joe
Leaphorn nella quarta stagione e sono entusiasta di debuttare come
regista in una serie che significa così tanto per me. Vorrei
esprimere la mia gratitudine e il mio apprezzamento a Kristin
Dolan, Dan McDermott e a tutte le persone che lavorano duramente
alla AMC Networks per il loro supporto e impegno in Dark Winds.E naturalmente sono entusiasta di trascorrere del tempo con
questo meraviglioso cast e questa troupe che ho imparato ad
amare.
Wirth: Kristin Dolan, Dan
McDermott e tutti quelli di AMC Networks hanno sostenuto così tanto
il nostro piccolo show. So di parlare a nome dei nostri scrittori
superlativi, del cast straordinario e della troupe dedicata quando
dico che siamo entusiasti ed eccitati dall’opportunità di
continuare a esplorare e ampliare il mondo di Dark Winds in una
quarta stagione.
Cosa significa il rinnovo della
quarta stagione di Dark Winds per la serie
AMC dimostra ancora una volta
grande fiducia
Rinnovando Dark Winds prima
della terza stagione in onda il mese prossimo, AMC dimostra
grande fiducia nella sua serie originale, che è stata uno dei
programmi più acclamati e popolari del network negli ultimi anni.
Le prime due stagioni di Dark Winds, basate sui libri
Listening Woman e People of Darkness, hanno ottenuto
entrambi il punteggio perfetto del 100% su Rotten Tomatoes, con
molti elogi da parte della critica rivolti alla potente
interpretazione di Zahn McClarnon, alla scrittura forte dello show
e alla sua esplorazione di un ambiente culturale
sottorappresentato.
Anche la serie AMC è stata
piuttosto popolare tra il pubblico. La seconda stagione di Dark
Winds si è classificata tra i primi 10 drammi via cavo più
visti per l’estate 2023, con una media di circa 1,7 milioni di
spettatori a episodio, secondo Nielson. Le stagioni 1 e 2 di
Dark Winds sono state successivamente aggiunte anche a
Netflix e sono diventate un grande successo sul servizio di
streaming, apparendo nella sua classifica Global Top 10. La terza
stagione sarà la prima ad andare in onda su AMC da allora, il che
potrebbe far aumentare notevolmente il numero di spettatori, come è
successo in passato con serie come Breaking Bad grazie alla
loro disponibilità su Netflix.
L’universo DC inizia davvero
con l’uscita di Superman, con la mente geniale James Gunn che finalmente svela molti elementi
incredibilmente emozionanti sul futuro del franchise. Il
film di James Gunn su Superman è stato a lungo
considerato il vero inizio dell’universo DC, nonostante l’uscita di
Creature Commandos nel dicembre 2024. Superman
dovrebbe dare il via a una serie di
film e serie TV nel Capitolo Uno della DCU, intitolato Gods and
Monsters, che molti ritengono consisterà nei progetti che James
Gunn ha rivelato nel gennaio 2023.
Da allora, Gunn e il suo numeroso
team hanno messo a punto questo primo capitolo della DCU, che ha indubbiamente apportato alcune
modifiche.
I prossimi film DC come Supergirl:Woman of Tomorrow, Clayface e Dynamic Duo sono
stati confermati, ma altri devono ancora ricevere aggiornamenti
significativi. Tuttavia, lo stesso Gunn, insieme al suo collega
capo della DCU Peter Safran, ha rettificato questa mancanza
di informazioni, con il regista che ha fornito un aggiornamento
sulla DCU presso il lotto della Warner Bros. nel
febbraio 2025. Questo aggiornamento ha fornito maggiori
informazioni sul futuro della DCU oltre Superman, completo di molte
rivelazioni incredibilmente eccitanti.
James Gunn è immerso nella
post-produzione di Superman
Come previsto, Gunn ha fornito
molti aggiornamenti sul film Superman della DCU. L’uscita del film è prevista per luglio
2025, con un trailer che sarà rilasciato a dicembre 2024. Non
sorprende quindi che Gunn abbia dichiarato di essere immerso nella
post-produzione di Superman, apportando le ultime modifiche
e tagli per perfezionare il film prima che dia il via alla
narrazione generale dell’universo DC.
Supergirl: Woman Of Tomorrow è
un sogno che diventa realtà per James Gunn
Un altro film della DCU di cui James Gunn ha fornito un aggiornamento
è la storia di
Supergirl: Woman of Tomorrow. La produzione del film del
2026 è iniziata nel gennaio 2025, con Gunn che ancora una volta ha
elogiato la fantastica sceneggiatura di Ana Nogueira. Gunn ha anche
parlato con entusiasmo del regista Craig Gillespie e della
protagonista
Milly Alcock, insistendo sul fatto che quest’ultima era nel suo
radar sin dalla prima stagione di House of the Dragon. Nel complesso,
le rivelazioni di Gunn dimostrano che Supergirl: Woman of Tomorrow
è in buone mani su tutta la linea e rimane in linea con la data di
uscita prevista per giugno 2026.
James Gunn sta lavorando a un
misterioso progetto DCU
Il regista statunitense James Gunn arriva alla premiere di Los
Angeles della Warner Bros. ‘The
Flash’ tenutasi al TCL Chinese Theatre IMAX il 12 giugno 2023 a
Hollywood, Los Angeles, California, Stati Uniti. — Foto di
imagepressagency – DepositPhotos
Una delle rivelazioni più grandi e
misteriose del recupero della DCU è che James Gunn sta già lavorando al suo
prossimo progetto nel franchise. Frustrantemente, anche se
logicamente, Gunn non ha voluto divulgare ulteriori informazioni al
riguardo. Anche se Gunn ha dichiarato che non è il sequel di
Superman ed è separato dal suo lavoro su altri film e
spettacoli della DCU, sta attualmente scrivendo la sua prossima
sceneggiatura mentre la produzione del primo volto al termine.
Il film Batman, The Brave and
The Bold della DCU è in fase di sviluppo molto attivo
Un progetto che ha ricevuto pochi
aggiornamenti da gennaio 2023 è la storia di Batman della DCU, The
Brave and the Bold. Si diceva che la regia fosse affidata
ad Andy Muschietti, il regista di The Flash, ma non sono
stati forniti aggiornamenti sul casting o date ufficiali di
produzione. Allo stesso modo, non è stata confermata una data di
uscita per il progetto.
Tuttavia, Gunn ha tranquillizzato
tutti al DCU Catch-Up, insistendo sul fatto che
The Brave and the Bold è in fase
di sviluppo molto attivo. Gunn ha confermato che il lavoro sulla
sceneggiatura del film sta procedendo bene, e lui è attivamente
coinvolto nel processo dato che Batman è uno dei tre eroi
principali della DCU, insieme a Superman e Wonder Woman. Peter Safran ha confermato che la
sceneggiatura sarà mostrata ad Andy Muschietti una volta
completata, il che porterà alla decisione finale su chi dirigerà il
progetto.
Paradise Lost, Booster Gold e
Swamp Thing rimangono in fase di sviluppo
Per quanto riguarda il terzo dei
tre principali personaggi della DCU, Wonder Woman dovrebbe apparire in Paradise
Lost, una serie TV annunciata per gennaio 2023. Gunn ha
confermato che questa rimane una priorità, con il capo della DC
Studios coinvolto in questo processo tanto quanto lo è in The
Brave and the Bold. Tra gli altri progetti annunciati per
gennaio 2023, Gunn ha confermato che Booster Gold e Swamp
Thing stanno ancora procedendo.
Per quanto riguarda quest’ultimo,
Safran ha confermato che stanno aspettando che James Mangold scelga
di dirigere Swamp Thing. Mangold ha proposto l’idea a Gunn e
Safran e, nonostante il duo di produzione abbia confermato che non
si sarebbe legato troppo alla narrativa generale della DCU, l’idea era abbastanza forte da essere
accettata. Dopo il lavoro di Mangold su A Complete Unknown,
resta da vedere quale sarà la sua prossima produzione, ma Gunn ha
chiarito che Swamp Thing sarà pronta nel caso in cui venga
scelta dallo scrittore-regista.
La seconda stagione di
Peacemaker porterà Chris Smith, il personaggio di John Cena, in un
luogo ancora più profondo
L’altro progetto live-action della
DCU che uscirà nel 2025 è la seconda stagione
di Peacemaker. Il finale della prima stagione di
Peacemaker è considerato canonico per la
DCU da Gunn, tutto tranne il breve cameo della
Justice League della DCEU, che ora è reso
nullo e non valido. Indipendentemente da ciò, la seconda stagione
di Peacemaker continuerà la storia di Chris
Smith/Peacemaker, con Gunn che accenna al fatto che diventerà
ancora più complessa, personale ed emozionante. Gunn ha elogiato la
performance di John Cena e la sua capacità di interpretare aspetti
emotivi, insistendo sul fatto che la seconda stagione di
Peacemaker si concentrerà più su Chris Smith che
sull’omonimo supereroe della serie.
James Gunn sta già lavorando
alla seconda stagione di Creature Commandos
Il sequel del primo progetto
della DCU è in arrivo
Nonostante l’ultimo episodio della
prima stagione diCreature
Commandossia andato in onda solo un mese prima del
ritorno della DCU di Gunn e Safran, sono stati svelati i
dettagli della seconda stagione. Il duo ha confermato che la
seconda stagione diCreature Commandos è stata ordinata,
con Gunn che afferma che sono già in corso discussioni sulla sua
storia. I personaggi e la trama hanno chiaramente avuto un
riscontro positivo tra il pubblico, come sottolinea Gunn, grazie
alle ottime recensioni e al passaparola, ed è un sollievo che la
seconda stagione sia già in arrivo.
Lanterns è collegato a
Superman, ma ha un tono molto diverso
Per quanto riguarda lo show
televisivo Lanterns
dellaDCU, Gunn e Safran hanno fornito molti
aggiornamenti. Gunn ha seguito varie parti dello show mentre
continuava le riprese, e lui e Safran hanno elogiato i registi e
gli sceneggiatori coinvolti, così come le star Kyle Chandler e
Aaron Pierre. Gunn ha anche sottolineato quanto sia diverso da
Superman in termini di stile e tono, nonostante contenga un
collegamento tramite il personaggio di Lanterna Verde Guy Gardner
che apparirà nel film del 2025.
Clayface inizia la produzione
nell’estate del 2025, uscirà nell’autunno del 2026
Una conferma più sorprendente come
parte della DCU è stata recentemente un film su Clayface.
Simile all’origine di Swamp Thing come progetto, Gunn e
Safran hanno rivelato che Clayface non è mai stato
pianificato apertamente, ma che l’idea e la sceneggiatura fornite
da Mike Flanagan erano troppo buone per essere ignorate. Il regista
di Clayface,
James Watkins, è stato confermato, con i capi della DCU che hanno rivelato che la produzione inizierà
nell’estate del 2025 per una data di uscita nell’autunno del 2026.
Come Lanterns e Swamp Thing, Clayface ha un tono e
uno stile diversi da quelli di Superman, con Gunn che lo
descrive come un horror completo.
Dynamic Duo è un film di
formazione che potrebbe non essere ambientato nella DCU
Dynamic Duo film DC – da Instagram/James Gunn
Uno dei primi progetti DCU ad essere annunciato lo scorso anno è stato
un film d’animazione intitolato Dynamic Duo. Il film
presenterà due versioni del fidato aiutante di Batman, Robin. Il
film è stato tenuto per lo più segreto da allora, rendendo le
rivelazioni di Gunn e Safran nel febbraio 2025 ancora più
intriganti.
Gunn ha dichiarato di aver
pensato a come collegare il film alla storia in arrivo, ma che la
natura della sua trama e lo stile animato unico lo rendono
separato…
Dynamic Duo è stato
descritto come un film di formazione che piacerà a tutti e che
permetterà di conoscere Gotham, ma Gunn
ha lasciato intendere che potrebbe non essere ambientato nella DCU
principale. Gunn ha dichiarato di aver pensato a come collegare
il film alla storia in arrivo, ma che la natura della sua trama e
lo stile animato unico lo rendono un progetto a sé stante. La
situazione potrebbe cambiare in futuro, soprattutto ora che Gunn ha
espresso il suo interesse a rendere Dynamic Duo un progetto
ufficiale della DCU, ma per ora il regista non ha voluto
confermare apertamente la sua collocazione in un modo o
nell’altro.
4 Nuovi Spettacoli Della DC
Universe Adatti Alle Famiglie Hanno Ottenuto Il Via Libera
Il settore animato/per famiglie
della DCU sta crescendo
Oltre alla conferma di Dynamic
Duo, Peter Safran e James Gunn hanno annunciato altri progetti
DCU più tranquilli. Il primo ha rivelato che sono
stati annunciati quattro nuovi programmi TV: tre progetti animati
chiamati My Adventures with Green Lantern, Starfire e DC
Superpowers, e uno spin-off di Superman con Krypto.
Saranno tutte storie per famiglie per la DCU, che andranno ad arricchire il franchise
oltre la produzione cinematografica per un pubblico più adulto.
Il DCU punta a sette progetti
all’anno
Una delle conferme più interessanti
all’evento di aggiornamento della DCU è stata la rivelazione di quanti progetti
Safran e Gunn cercheranno di pubblicare ogni anno. Anche se questo
obiettivo esatto non sarà raggiunto per un po’ di tempo, fino a
quando non saranno completate le basi, la DCU si sta impegnando a pubblicare sette progetti
all’anno. Safran ha fornito i dettagli, insistendo sul fatto
che ogni anno verranno realizzati tre film (due live action e uno
d’animazione) e quattro serie TV, suddivise in parti uguali tra
animazione e live action.
Il DCU punta a coesione e
unità, con progetti che possono anche essere indipendenti
Indubbiamente, l’aspetto più
criticato della sequenza temporale dei film del DCEU è stata la sua
eterogeneità. Dopo che Zack Snyder ha lasciato il franchise, è
stato diviso in due visioni: una che seguiva ancora ciò che Snyder
aveva iniziato e un’altra dettata dalla supervisione dello studio.
Il DCU sta cercando di rimediare a questo problema,
con Gunn e Safran che continuano a sottolineare come stiano
puntando alla coesione e all’unità con i loro progetti. Detto
questo, ciò non impedirà ai singoli progetti DC di essere
indipendenti, il che significa che il pubblico in generale può
entrare e uscire in qualsiasi momento e seguire comunque la
narrazione generale del franchise.
Matt Reeves deve ancora
presentare una sceneggiatura per The Batman – Parte 2
L’attesa per The
Batman – Parte II di Matt Reeves è stata straziante per
molte persone, ma Gunn e Safran hanno dato un aggiornamento
piuttosto positivo. Pur confermando che Reeves deve ancora
presentare la sceneggiatura completa del film, hanno rivelato che
ciò che hanno letto finora è molto incoraggiante. Ciò significa che
The
Batman – Parte II rispetterà sicuramente la data di uscita
del 2027, invece di essere ulteriormente ritardata.
Robert Pattinson non è il
Batman della DC
Robert Pattinson è Batman in The Batman
Un punto controverso riguardo alle
differenze tra le storie di Batman di Reeves in Elseworlds e The
Brave and the Bold è se questo cambierà. Recentemente sono
state elaborate teorie che suggeriscono che la saga The
Batman di Reeves sarà inserita nella continuità principale
della DCU, rendendo il Cavaliere Oscuro di
Robert Pattinson l’unico e solo Batman del franchise.
Tuttavia,
Gunn e Safran hanno confermato che non era questo il piano,
solo un mese dopo l’enigmatico debutto di Batman nella DCU in Creature Commandos.
Gunn ha confermato senza mezzi
termini che non era previsto che Pattinson fosse il Batman della
DCU. Safran ha poi confermato, insistendo sul
fatto che il duo ama il suo lavoro, ma che un altro Batman della
DCU è imperativo. Safran afferma che questo
Batman arriverà in The Brave and the Bold, come previsto fin
dall’annuncio del progetto.
The Authority e Waller hanno
avuto alcune battute d’arresto
Oltre a Paradise Lost, Booster Gold e Swamp Thing, nel
gennaio 2023 sono stati annunciati diversi altri progetti DCU. L’ultimo aggiornamento di Gunn ha
rivelato che alcuni di questi sono al momento in secondo piano per
la DC Studios, in particolare The
Authority e John Waller. Gunn non ha rivelato
quali battute d’arresto abbia subito quest’ultimo, ma ha insistito
sul fatto che il primo sia stato più difficile da perfezionare in
quanto molto simile ad altri IP parodia di supereroi come
The
Boys, il che significa che non è una priorità attuale.
Il lato videoludico della DCU
rimane importante
Una lotta contro un kaiju in Superman. Cortesia di DC
Studios
Quando Gunn ha confermato per la
prima volta i suoi piani a lungo termine per la DCU, un elemento ha attirato l’attenzione di
molti. Gunn ha dichiarato che la DCU rimarrà coerente dal punto di vista narrativo
nei videogiochi, nei film e negli spettacoli televisivi, cosa
insolita per i franchise moderni. Da allora, gli aggiornamenti dei
videogiochi sono stati pochi e rari, ma Gunn ha confermato che
questo aspetto è ancora molto importante, anche se più segreto.
Gunn ha dato il suo contributo a vari progetti di videogiochi,
dimostrando almeno che il futuro della DCU è nei videogiochi tanto quanto nel cinema e
nella TV.
James Gunn ha in programma dei
film di gruppo
Isabela Merced è Hawkgirl in Superman. Cortesia di DC
Studios
Naturalmente, una delle domande
principali che i fan si pongono riguardo alla DCU è quando verranno introdotte per la prima
volta squadre come la Justice League. Anche se Gunn non ha dato una
risposta diretta a questa domanda, ha almeno confermato che per il
futuro sono previsti film di gruppo. Nonostante gli sia stato
chiesto di Justice League o Justice Society, Gunn è rimasto evasivo
e non ha rivelato molto, passando ad altre domande dopo aver
insistito sul fatto che sono in lavorazione film di squadra con più
personaggi.
Superman è incentrato su 3
personaggi con molti eroi secondari
Da quando è stato rilasciato il
primo trailer di Superman, molti si sono preoccupati che
il film possa perdere di vista il suo personaggio principale, data
la quantità di altri eroi coinvolti. Tuttavia, Gunn ha messo a
tacere queste preoccupazioni al DCU catch-up, insistendo sul fatto che ogni
fotogramma di Superman è utilizzato per promuovere il
viaggio dell’omonimo eroe DC. Il regista ha continuato dicendo che
i tre personaggi principali del film sono Superman, Lois Lane e Lex
Luthor, con personaggi come Hawkgirl, Mr. Terrific e Guy Gardner,
ad esempio, che fungono da personaggi secondari.
Un secondo trailer di Superman
è in preparazione
La redazione del Daily Planet in Superman. Cortesia di DC
Studios
Uno degli ultimi elementi
menzionati da Gunn e Safran all’evento di aggiornamento della
DCU è stato il marketing per Superman.
Alla domanda su un altro trailer, Gunn ha rivelato che ne sta
preparando un altro per il film. Safran scherza dicendo che questo
sarebbe tecnicamente il primo trailer ufficiale, dato che quello
pubblicato a dicembre è stato definito un teaser. In ogni caso, un
altro trailer di Superman è atteso a breve per anticipare
ulteriormente il vero inizio dell’universo DC che James Gunn
e Peter Safran hanno anticipato a lungo.
Il ruolo di Eddie in Suits
L.A. è stato chiarito dal creatore Aaron
Korsh, che spiega come il personaggio influenzerà il
viaggio di Ted Black nel corso della serie. Lo spin-off della NBC
Suits segue Ted (Stephen
Amell), un ex procuratore federale che passa al
diritto dello spettacolo a Los Angeles dopo che la sua carriera ha
preso una piega inaspettata. Dopo un importante colpo di scena
nell’episodio 1 di Suits
L.A., Ted deve ricostruire il suo studio e sfogare le sue
lamentele con il fratello maggiore, Eddie (Carson A. Egan), che
alla fine della prima di Suits L.A. viene rivelato essere
morto.
In un’intervista con TV Line, Korsh ha spiegato che Eddie non è un
fantasma, ma una rappresentazione del subconscio di Ted. Il
personaggio appare nei flashback, ma funge da guida, una voce
metafisica per Ted nel presente. Le conversazioni dell’avvocato
della West Coast con Eddie dovrebbero essere un importante filo
emotivo in tutta la serie Suits L.A. Ecco cosa ha detto:
Beh, non so se lo stia perseguitando, necessariamente. In un
certo senso, loaiuta. Eddie va e viene di
tanto in tanto. Prima di tutto, Eddie è vivo e vegeto nel
flashback, quindi in alcuni flashback vedrai Eddie, ovviamente, non
come uno spirito, ma come una persona reale.
Ma per me non è proprio lo spirito di Eddie. Quello che Eddie
è veramente ai giorni nostri, per me, è una sorta disubconscio di Ted che gli parla. Quindi Eddie è
più spesso, nella mia mente,la voce del
perdono. È il lato più dolce di Ted con cui potrebbe non
essere in contatto. Quindi Eddie lo incoraggia a perdonare suo
padre, o forse Stuart, o qualunque sia il caso.Ma a volte
appare nel presente e a volte nel passato.
Cosa significa la presenza di
Eddie in Suits L.A.
Quelli che inizialmente sembrano
solo pochi giorni caotici per Ted sono in realtà un intricato
scenario per la storia di Suits L.A., che adotta un
approccio più stratificato al suo avvocato protagonista rispetto al
suo amato predecessore. Il ruolo di Eddie come “voce del
perdono” di Ted potrebbe plasmare diverse narrazioni chiave in
futuro. Il defunto fratello potrebbe essere il catalizzatore per
la riconciliazione finale di Ted con Stuart o con il loro padre
separato. Tuttavia, dato il tradimento di Stuart e Rick nella
premiere di Suits, Ted sarà probabilmente in allerta,
rendendo le apparizioni di Eddie ancora più significative come
indicazione del suo lato più morbido e vulnerabile.
Detto questo, Suits L.A. ha
ricevuto recensioni contrastanti finora. Ana Dumaraog di
ScreenRant ha criticato lo spin-off per “aver scelto di
incorporare flashback confusi che distraggono da una linea
temporale già complicata”, e alla fine ha assegnato allo
show 4 stelle su 10. Le sequenze di flashback non sono sempre
state ben accolte nella serie originale Suits, ma la West
Coast sembra essere bloccata tra la sua eredità e la costruzione di
un nuovo futuro. La presenza continua di Eddie, sia nei flashback
che come subconscio di Ted, potrebbe diventare una delle più
forti ancore emotive dello show, se non farà crollare la storia
nel caos.
Una delle star preferite dai fan di
Shōgun, ha
timidamente accennato al loro potenziale ritorno nella seconda
stagione, mentre continuano gli sviluppi del prossimo seguito della
serie FX. La
seconda stagione di Shōgun è attualmente in fase di
sviluppo e la serie continuerà la storia di Lord Yoshii Toranaga
(Hiroyuki Sanada) dopo che avrà assunto il ruolo di leader del
Giappone. È stato confermato il ritorno dell’attore protagonista
per la serie, che racconterà una storia originale dopo che la prima
stagione ha adattato l’omonimo romanzo di James Clavell del 1975.
Tuttavia, non è stato ancora confermato il ritorno di altre
star.
Parlando con Collider,
tuttavia, Moeka Hoshi ha accennato al suo possibile ritorno nei
panni di Usami Fuji nella seconda stagione di Shōgun.
L’attrice ha rivelato di aver parlato con il co-creatore della
serie Justin Marks del suo futuro nello show, indicando una
possibilità molto concreta che Fuji ritorni nella prossima
stagione. Tuttavia, non ha confermato concretamente il suo ritorno.
Ecco cosa ha detto Hoshi:
È un segreto, ma in un certo senso sto parlando un po’ con
Justin Marks.
Cosa significherebbe il ritorno
di Fuji per la seconda stagione di Shōgun
Il dramma storico potrebbe
presentare un nuovo aspetto del Giappone feudale
La
prima stagione di Shōgun si è conclusa con Fuji che
decide di diventare suora, terminando il suo arco narrativo e
intraprendendo un percorso molto diverso sia da Toranaga che da
John Blackthorne (Cosmo Jarvis). Nel frattempo, i personaggi
principali si occuperanno di unificare il Giappone sotto un unico
leader, cosa che probabilmente la terrà separata da loro per un bel
po’ di tempo. Tuttavia, la seconda stagione potrebbe ancora
mostrare la sua vita da suora, seguendo la sua storia continua
ampliando il focus della serie su diversi elementi del periodo
storico.
Ciò consentirebbe inoltre allo
show di iniziare a concentrarsi su diversi elementi del
Giappone feudale oltre a ciò che è associato alla vita dei
reggenti. Poiché i personaggi di Shōgun hanno una
serie di caratteristiche che li rendono unici, sarebbe opportuno
che la seconda stagione approfondisse i loro desideri e le loro
aspirazioni. Mettere in risalto la vita di Fuji come suora
aiuterebbe a espandere la storia in modo diverso, pur mantenendo
l’attenzione sui personaggi della prima stagione, offrendo un
equilibrio tra i diversi elementi del Giappone feudale.
Jon Bernthal sarà presto di nuovo protagonista
di un progetto The Punisher nell’universo
cinematografico Marvel. Quando tutti i progetti
della saga The Defenders di Netflix sono stati cancellati, sembrava che per
alcune delle star preferite dai fan che hanno dato vita a
personaggi come Daredevil, il Punisher, Jessica Jones e altri,
fosse finita. Tuttavia, la Marvel Studios ha dato loro una nuova vita e
il cast di Daredevil: Rinascita include Bernthal
nel ruolo di Frank Castle. Sebbene si ipotizzi che possa recitare
nella sua serie dopo il suo ritorno nell’MCU, ci sono altri piani in serbo
per il viaggio del Punitore nell’MCU.
Parlando con ComicBook.com
(tramite @PoppedNews/Twitter),
il responsabile dello streaming di Marvel Studios, Brad Winderbaum, ha
rivelato che Jon Bernthal sta lavorando a una presentazione
speciale del Punitore per Disney+.
Non sono stati forniti ulteriori
dettagli sulla storia che potrebbe essere raccontata nel progetto,
se non che il Punitore è molto caro a Bernthal. Il personaggio è
destinato a svolgere un ruolo fondamentale nella storia di Daredevil:
Rinascita, con Frank Castle che dovrebbe apparire in
diversi episodi della prima stagione del prossimo programma
televisivo MCU. La nuova serie di Daredevil
avrà nove episodi nella prima stagione e le riprese della seconda
stagione inizieranno venerdì.
Cosa significa la presentazione
speciale di Jon Bernthal su The Punisher
La Marvel ha fiducia in Frank
Castle
A quanto pare, la Marvel Studios pensa di aver fatto
un home run con Daredevil: Born Again. La serie
inizierà le riprese della seconda stagione prima ancora che la
prima venga rilasciata, con la terza stagione e quelle
successive già menzionate da Winderbaum come possibili alla
stampa. A questo si aggiunge la rivelazione che il Punitore di
Bernthal avrà un suo progetto con la Marvel Studios. Il personaggio è
stato una star emergente nella saga di The Defenders, e la sua
popolarità ha portato alla serie The Punisher di Netflix,
che inizialmente non faceva parte del piano.
Ora che la Marvel ha visto cosa Bernthal
apporta a Frank Castle nella stagione 1 di Daredevil: Born
Again, sembra che lo studio voglia continuare così
nell’MCU.
Questo dimostra che la Marvel ha fiducia nel ruolo di
Punisher nel franchise. Di conseguenza, l’antieroe sarà sicuramente
il protagonista della prossima serie TV dell’MCU. La parte più interessante
dell’annuncio è che Bernthal tornerà per una presentazione speciale
di Punisher, non per una nuova serie. In questo modo, il progetto
del personaggio potrebbe colmare il divario tra Daredevil:
Born Again e le stagioni prima del ritorno di Castle nella
seconda stagione.
Il nuovo programma televisivo
Lanterns su
HBO avrà collegamenti con il film di Superman, secondo il
capo della DC
UniverseJames
Gunn. Una delle più grandi mitologie introdotte nel
franchise DCU di Gunn è il Green Lantern Corps, con diversi
personaggi che faranno da protagonisti nel cast televisivo dei
Lanterns. La serie Lanterns ha
recentemente dato il via alla produzione, mentre l’introduzione di
Hal Jordan e John Stewart nella DCU è all’orizzonte e si inserisce nel più ampio
franchise.
Durante un nuovo evento stampa
della DCU con la presenza dei co-amministratori
delegati dei DC Studios Peter Safran e Gunn, che hanno fatto il
punto su vari film e programmi televisivi in lavorazione, tra cui
Lanterns. Nel caso di Lanterns, Gunn ha elogiato il team
creativo che sta lavorando al dramma della HBO, mentre sembrava
anche stuzzicare dicendo che Guy Gardner delfilmdi Superman
avrà un ruolo nella serie, come hanno dichiarato lui e
Safran:
James Gunn: E infine, sai, abbiamo Lanterns, che abbiamo
appena iniziato a girare con HBO e Warner Brothers, e questo è un
altro team davvero meraviglioso composto da Tom King, Damon
Lindelof e Chris Mundy. E stanno facendo un lavoro meraviglioso. Ho
guardato i giornalieri con quello.È davvero fantastico
perché è collegato a Superman perché abbiamo Guy Gardner
lì, e poi abbiamo queste lanterne verdi qui. È un tono
così diverso da quello di Superman. Ed è esattamente quello che
voglio portare alla DCU: poter avere questi film e serie televisive
molto diversi che fanno ancora parte di un mondo complessivamente
collegato, ma che hanno un’atmosfera completamente diversa.
Peter Safran: Mi limito a dire che siamo incredibilmente
fortunati ad avere Tom Christopher e Damon Lindelof al timone. Quei
ragazzi sono dei maestri. Aaron Pierre è magnifico, Kyle Chandler è
incredibile. Siamo davvero fortunati. James Hawes è il
regista.
Cosa significa per la DCU
l’aggiornamento di Lanterns di James Gunn
Il regista statunitense James Gunn arriva alla premiere di Los
Angeles della Warner Bros. ‘The
Flash’ tenutasi al TCL Chinese Theatre IMAX il 12 giugno 2023 a
Hollywood, Los Angeles, California, Stati Uniti. — Foto di
imagepressagency – DepositPhotos
Anche se non è stato rivelato
inizialmente quando la serie è stata annunciata, molti fan della
DCU hanno ipotizzato che
Nathan Fillion nel ruolo di Guy Gardner sarebbe stato coinvolto
in un modo o nell’altro con Lanterns. Anche se i fan lo
vedranno per la prima volta in Superman, prima ancora di
incontrare Hal e John, Lanterns potrebbe rivelare cosa
stanno tramando mentre Guy è nel film di David Correnswet. In
base alle anticipazioni di Gunn, ci saranno collegamenti tra
Superman e Lanterns, motivo per cui sarà emozionante
vedere come Guy si inserirà nella serie TV della HBO.
Ciò che è anche evidente con
Lanterns è che la DC Studios sta correggendo uno dei più
grandi errori con la cronologia dei film DCEU, poiché non hanno
mai sfruttato gli Emerald Knights durante la sua decennale
corsa. La DC non solo sta esplorando i Lanterni Verdi così
presto nel suo percorso, ma sta anche riunendo alcuni dei
personaggi più iconici della mitologia DC per la prima volta in
live-action. Questo dimostra che la DC vuole attingere al nucleo
dei Lanterni Verdi e lasciarlo brillare.
La tanto attesa serie
Daredevil:
Rinascitaè stata presentata in anteprima
e le prime reazioni suggeriscono che i sette anni di attesa per il
revival della MCU sono valsi la pena.
Continuazione dell’acclamata serie NetflixDaredevil,
Charlie Cox riprende il ruolo di Matt
Murdock, avvocato cieco di giorno e vigilante mascherato di
notte, mentre Vincent D’Onofrio torna nei panni del minaccioso
Wilson Fisk. La storia di Daredevil:
Rinascita continua ad esplorare il lato
oscuro di Hell’s Kitchen a New York, tornando immediatamente al
grintoso stile oscuro e iconico della serie con i nuovi registi
Aaron Moorhead e Justin Benson.
Ora, i critici si sono rivolti a X
(precedentemente noto come Twitter) per condividere le loro
opinioni sui primi due episodi di Daredevil:
Rinascita, elogiandone l’azione intensa, il tono
brutale e la narrazione episodica che rimane fedele
all’originale. Mentre alcuni hanno sottolineato piccoli difetti
negli effetti visivi, molti concordano sul fatto che la serie segna
un trionfale ritorno del Diavolo di Hell’s Kitchen.
Daredevil: Rinascitasarà presentato in
anteprima su Disney+ il 4 marzo. Guarda le
prime reazioni qui sotto:
#DaredevilBornAgain has the best pilot of any MCU series thus far, and it’s not
close. Edge of seat energy w/ audible gasps throughout. Charlie &
Vincent haven’t lost a step, Benson & Moorhead bring the sauce.
Above all else, it’s EPISODIC. We *might* be back. @screenrantpic.twitter.com/ArVsHm0cJg
Liam
Crowley di ScreenRant ha elogiato la premiere di
Daredevil: Rinascita definendola “il miglior
episodio pilota di qualsiasi serie MCU fino ad ora”,
elogiando in particolare le interpretazioni di Charlie Cox e
Vincent D’Onofrio, oltre al lavoro di regia di Aaron
Moorhead e Justin Benson.
Brandon
Davis di Phase Hero ha detto che i primi due episodi di
Born Again sono stati “davvero solidi” come
continuazione della serie Netflix, che “spacca, si muove
velocemente e non fa prigionieri”, pur sottolineando che
gli effetti speciali sono stati “un punto debole”.
Holy Hell’s Kitchen!
#DaredevilBornAgain opens with a lengthy, devastating sequence
that screams, “This is just as brutal as Netflix.” From there, the
2 episodes lay out a layered story about cops, vigilantes, and
guilt. Read DEVIL’S REIGN as a refresh. Off to a GREAT start!
pic.twitter.com/TiLgUm0Jqn
Sean
O’Connell di CinemaBlend ha detto che Daredevil: Born
Again è “partito alla GRANDE” con una
sequenza iniziale “brutale” e “devastante”.
I’ve seen two episodes of
#DaredevilBornAgain and I’m happy to say THE DEVIL IS BACK!
This season hits the ground running and brings you right back to
the Daredevil you love. It’s GRITTY, BLOODY, INTENSE AND ELEVATED!
Cox and @vincentdonofrio
are as perfect as you remember! pic.twitter.com/KYXEmjyz4B
Nate
Shelton di Geekcentric ha elogiato Daredevil: Born
Again per aver mantenuto viva la grinta del supereroe
vigilante, poiché i primi episodi della serie “ti
riportano direttamente al Daredevil che ami”, con un
ritorno “sanguinoso, intenso ed elevato”.
The first two episodes of
#DaredevilBornAgain breathe a new, stylish energy into
Daredevil that feels less grounded than the Netflix run, but more
akin to the moodiness of the comics, which I personally loved.
Prepare for a gut punch and avoid spoilers! (1/2) pic.twitter.com/xeYI0aaXtN
A Comic Book a Chris
Killian è piaciuto il fatto che la rinascita di
Daredevil sia “più simile all’umore dei
fumetti”, poiché la serie porta una “nuova ed
elegante energia” al vigilante mascherato.
Pleased to say Daredevil: Born Again is
brutally gripping and hurls a symphony of violence at the audience
while perfectly capturing @Daredevil‘s
essence as if he never left our screens. It’s not perfect (with
some awkward CGI) but it’s a bloody delight.
#DaredevilBornAgainpic.twitter.com/zSpTPeeqDy
Eammon
Jacobs di Business Insider ha definito Born Again
“brutalmente avvincente” con una “sinfonia di
violenza” che rende la serie un perfetto successore
della storia di Daredevil, con un’unica critica rivolta alla
“scomoda CGI” dello show.
#DaredevilBornAgain will shake you to your core right from the
start, very effectively putting you in Matt’s crumbled Mind space
for the season. Shows you what you loved about Daredevil, then
takes your to an intriguing new place in their lives we haven’t
explored before pic.twitter.com/O0RBUyCNrS
Rayyan
Akber di The Illuminerdi ha detto che Born Again
“ti scuoterà fin nel profondo fin dall’inizio” mentre
porta il pubblico “in un nuovo intrigante luogo”.
Cosa significano le prime reazioni a Daredevil: Rinascita
Il ritorno di Daredevil si è
fatto attendere a lungo. Nonostante il grande successo di critica e
di pubblico, la prima serie Netflix è stata bruscamente cancellata
nel 2018. Daredevil: Rinascita offre
all’universo cinematografico Marvel la possibilità di continuare
la storia dell’eroe, ed è chiaro che lo studio sta abbracciando
la narrazione dal basso che ha reso l’originale così amato.Born Again è già stata rinnovata per una seconda stagione,
la cui uscita è prevista per il 2026.
I critici sembrano concordare sul
fatto che Daredevil: Rinascita prosegua con
successo l’eredità della serie Netflix, preservandone la narrativa
cruda e concreta e i temi più oscuri. Il ritorno di Charlie Cox nel
ruolo di Matt Murdock e di Vincent D’Onofrio in quello di Wilson
Fisk riporta in vita anche il conflitto centrale che ha reso la
serie originale così avvincente. L’attenzione per le sequenze
d’azione brutali e inesorabili dimostra che la coreografia
viscerale dei combattimenti rimane intatta, solo che ora porta
un elemento fondamentale della serie Netflix a profondità di
brutalità senza limiti.
J.K. Simmons salirà a bordo del film della
Paramount Pictures diretto da David AyerHeart
of the Beast al fianco di Brad Pitt. È la seconda volta che il vincitore
dell’Oscar per Whiplash lavora con Ayer dopo il
dramma poliziesco del 2005 con Christian BaleHarsh Times, e la terza volta che recita in un film di
Pitt dopo The Mexican del 2001 e la commedia del 2008 di
Joel ed Ethan Coen con
George Clooney
e Frances
McDormandBurn After Reading.
Heart of the
Beast segue un ex soldato delle forze speciali
dell’esercito e il suo cane da combattimento in pensione che
lottano per la sopravvivenza dopo un incidente aereo nelle
profondità della natura selvaggia dell’Alaska. Cameron Alexander ha
scritto la sceneggiatura e sarà il produttore esecutivo.
Damien Chazelle e Olivia Hamilton
stanno producendo con la loro Wild Chickens Productions come parte
del loro accordo di prima occhiata con lo studio.
Simmons ha vinto un Oscar come
miglior attore non protagonista, un Golden Globe e un SAG Award per
la sua interpretazione di un professore di musica caustico in
Whiplash del 2014. È noto per il suo ruolo di
J. Jonah Jameson nei film di
Spider-Man della Sony, sia quelli di Sam
Raimi che quelli di Jon Watts. Altri
crediti cinematografici includono La La Land, Juno,
Saturday Night, il film di Natale di Dwyane Johnson-Chris
Evans Red One, così come Being the
Ricardos di Aaron Sorkin in cui ha
interpretato William Frawley, per il quale ha ricevuto la sua
seconda nomination all’Oscar come miglior attore non
protagonista.
Grazie alle sue interpretazioni in
numerosi film d’azione che sono diventati dei veri e propri cult,
l’attore Steven Seagal si è dimostrato uno dei più
grandi esponenti di questo genere, accanto a nomi come Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Jean-Claude Van Damme e Bruce Willis. Dei suoi film, uno dei più noti
e ritenuti tra i migliori è senza dubbio Programmato per
uccidere, da lui realizzato nel 1990 con il regista
Dwight H.Little (tra le cui opere di
maggior rilievo si segnalano: Prison Break, Bones e
X-Files), con cui Seagal voleva collaborare da tempo.
Il film ha rappresentato una
produzione particolare per l’attore, che si allontano
temporaneamente dalla Warner Bros. per realizzare il film con la
20th Century Fox. Durante le riprese, però lo studio ha fatto
pressioni per inserire più umorismo nel film, ma Little e Seagal
hanno fatto un patto per resistere a questi tentativi. Il loro
modello per il film era il cupo Il braccio violento della
legge. Per quanto riguarda la storia narrata, questa nasce da
un’idea di Michael Grais, il quale lesse una
notizia sulle bande di droga giamaicane che si impadronivano dei
sobborghi americani.
Nominato uno dei film più violenti
del 1990 dalla National Coalition on TV Violence,
Programmato per uccidere è ancora oggi considerato
uno dei migliori film con Seagal, titolo imprescindibile per i fan
dell’attore. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative al film. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
Protagonista del film è John
Hatcher, agente speciale del dipartimento antidroga. Dopo
la morte di un suo amico durante una pericolosa missione in
Messico, John decide che è arrivato il momento di cambiare vita:
torna quindi dalla sua famiglia a Chicago, dove ha intenzione di
vivere in pace e lontano dalla violenza. Tuttavia, Hatcher inizia
ben presto a preoccuparsi per la dilagante diffusione di crack in
città, una droga spacciata dalle pericolose gang di giamaicani
capeggiate da Screwface, un pusher senza scrupoli
che elimina senza pietà chiunque ostacoli i suoi affari e che si
dice sia dotato di poteri paranormali.
La goccia che fa traboccare il vaso
si ha quando ad andarci di mezzo è la sua famiglia. Dopo aver
saputo dell’arrivo a Chicago del temibile poliziotto Hatcher, gli
scagnozzi di Screwface entrano infatti in casa sua e feriscono la
nipotina Tracy, che viene portata d’urgenza in
ospedale in stato comatoso. A quel punto l’ex agente della
narcotici decide di tornare di nuovo in azione per vendicare la
propria famiglia e ristabilire l’ordine nella metropoli: hanno
quindi inizio a una serie di duelli mortali che culminano con il
faccia a faccia con Screwface, il quale nasconde un segreto
sorprendente.
Il cast del film
Ad interpretare John Hatcher vi è
l’attore Steven Seagal, il quale come suo solito
ha eseguito le scene di combattimento senza l’uso di controfigure.
Cosa curiosa a riguardo, è il fatto che in questo film viene
colpito molto di più che in altre sue pellicole. I produttori della
20 Century Fox non volevano risultasse invincibile come al solito,
imponendo dunque a Seagal di apparire più umano e vulnerabile.
Seagal, infine, ritiene che questo film contenga alcune delle
migliori scene di lotta che abbia mai fatto nella sua carriera.
Nel film recitano poi Keith
David nel ruolo dell’amico Max e Tom
Wright in quello del detective giamaicano. Joanna
Pacula interpreta Leslie, mentre Elizabeth
Gracen è Melissa e Danielle Harris è la
nipote Tracey. Danny Trajo ricopre invece il ruolo
del trafficante Hector. Nel ruolo di Screwface vi è invece
Basil Wallace. Originariamente, al cantante
Eek-A-Mouse fu offerto il ruolo di Screwface, ma
rifiutò dopo aver letto il copione, perché non gli piaceva il modo
in cui i giamaicani venivano ritratti nel film. Il nome del
personaggio prende ispirazione dall’omonima canzone di Bob
Marley.
Verso il finale del film, Charles
Marks, un detective giamaicano che lavora con l’FBI sui
crimini di Screwface, raggiunge John e il suo amico Max e offre il
suo aiuto. Insieme acquistano nuove armi e si recano in Giamaica,
dove si pensa che Screwface sia fuggito. Con l’aiuto di una sua ex
fidanzata, ottengono presumibilmente un indirizzo e un indizio: la
ragazza dice che Screwface ha due teste e quattro occhi. Una sera i
tre si recano nel complesso di Screwface durante una festa. John
usa un ordigno esplosivo per distrarre le guardie e togliere la
corrente; Max e Charles aprono il fuoco sull’agguato della banda
Posse mentre John si infiltra nella casa.
Tuttavia, viene catturato e
preparato per un sacrificio rituale da Screwface, ma sfugge alla
trappola e riesce a decapitare Screwface in un combattimento con la
spada. I tre tornano poi a Chicago e presentano la testa e la spada
di Screwface ai restanti membri fedeli della banda per ricattarli.
È a quel punto, però, che Screwface appare a sorpresa e scoppia una
sparatoria che uccide Charles. Inizia a quel punto l’inseguimento
di John nei confronti di Screwface, con l’agente che comprende come
il criminale possa essere ancora vivo pur avendolo ucciso egli
stesso.
Lo Screwface con cui ha ora a
che fare si rivela essere il fratello gemello di quello ucciso,
nonché responsabile di tutti i crimini della gang Posse negli Stati
Uniti. Si spiega dunque così la frase secondo cui Screwface ha due
teste e quattro occhi. Dopo un lungo combattimento, John riesce
infine ad accecare Screwface e a gettarlo nella tromba di un
ascensore. La sua gang vede a quel punto il suo corpo impalato su
un chiodo e data la morte del leader anche il gruppo si sfalda.
John può a quel punto lasciare scena del crimine, sapendo che la
sua famiglia è ora al sicuro.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di
Programmato per uccidere grazie alla sua presenza
su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Disney+, Tim Vision e
Infinity+. Per vederlo, basterà sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di lunedì 24 febbraio
alle ore 21:10 sul canale 20
Mediaset.
Durante il recentemente
evento stampa della DCU con i co-amministratori delegati dei DC
Studios James Gunn e Peter Safran, dove hanno parlato dei numerosi
progetti attualmente in fase di sviluppo o in lavorazione, tra cui
Supergirl: Woman of Tomorrow. Parlando di Supergirl:
Woman of Tomorrow, Gunn ha rivelato lo stato attuale del film
della DCU di Alcock, affermando che sono a metà
delle riprese e condividendo quanto segue:
James Gunn: Sì, penso che siamo a
metà produzione di Supergirl. Mi fa paura ogni volta che lo
dico,ma finora è stata un’esperienza
straordinaria. La sceneggiatura è stata una delle prime
cose che abbiamo approvato quando siamo arrivati qui. Ana ha
consegnato una prima sceneggiatura meravigliosa che è migliorata
sempre di più. È stata una benedizione e Craig Gillespie è stato un
sogno per me.I, Tonya è stato uno dei miei film preferiti e
lui è stato tutto ciò che speravo da un regista in un grande
progetto come questo [quando] ho lavorato con lui come capo dello
studio. Il che è strano da dire, ma adoro lavorare con lui.
Cosa significa l’aggiornamento
sulla produzione di Supergirl di James Gunn
Mentre il cast di
Supergirl: Woman of Tomorrow continua le
riprese, le cose stanno decisamente andando nella giusta direzione
per il grande film del 2026. Anche la protagonista del film della
DCU ha ricevuto grandi elogi durante l’evento,
quando Gunn ha spiegato come Alcock sia stata presa in
considerazione per la prossima versione live-action di Supergirl.
Anche prima del lancio della DC Studios, Gunn ha raccontato di
come avesse già immaginato l’attrice di House of the Dragon come la perfetta Kara
per un nuovo film di Supergirl:
Milly Alcock?Non so se
l’ho mai detto, ma io e te abbiamo parlato al telefono… Forse prima
di ottenere il lavoro. Stavamo parlando di cosa avremmo fatto, e
Woman of Tomorrow è stata una delle prime cose che ho tirato fuori,
anche prima di ottenere il lavoro, che volevo fare, perché era una
visione molto diversa di Supergirl e di come è in questo mondo
rispetto alla dolce ragazza che è di solito.Lui mi ha
chiesto: “Chi vorresti scegliere?” E io ho risposto: “C’è questa
ragazza in House of the Dragon che penso sarebbe fantastica”, e lei
ha esaudito il mio desiderio. È stato meraviglioso, e vedere i
[progressi] è stato fantastico.
Supergirl: Woman of Tomorrow,
la produzione di successo, è anche opera della sceneggiatrice Ana
Nogueira, come ha aggiunto Safran: “Abbiamo sempre
considerato questa storia di trasformazione come una delle pietre
miliari della nostra visione del futuro della DCU. Non appena abbiamo visto il sorprendente
adattamento di Ana Nogueira della serie a fumetti di Tom King e
Bilquis Evely, abbiamo capito che sarebbe stato il prossimo
capitolo della nostra storia”. Da quando è stato annunciato
il Capitolo 1 della DCU: “Gods and Monsters”, sembra che
Supergirl: Woman of Tomorrow sia stato uno dei progetti che
ha avuto la progressione più solida. Probabilmente è anche per
questo che Nogueira si sta occupando di un altro progetto della
DCU, dato che, a quanto si dice, sta scrivendo
un film live-action sui Teen Titans.
Il finale di
Samaritan (qui
la recensione) di Prime Video, con Sylvester Stallone, offre una svolta
interessante al genere dei supereroi. Basato sull’omonimo fumetto
del 2014, Samaritan vede Stallone nei panni di Joe, un anziano
netturbino che vive nella fittizia Granite City, piena di
criminalità e illegalità. Joe cattura l’attenzione di Sam
Cleary (Javon Walton), un giovane ragazzo
che sospetta che l’anziano possa essere Samaritan, un supereroe che
proteggeva la città, ma che si ritiene sia morto decenni prima in
un’epica battaglia con il suo gemello malvagio,
Nemesis, anch’egli scomparso.
Quando Joe salva Sam da una banda di
teppisti locali che lo attaccano, il ragazzo si convince che Joe
sia Samaritan e i due iniziano a legare. Allo stesso tempo, Sam si
trova invischiato con il signore del crimine locale, un uomo di
nome Cyrus (Pilou Asbæk), che è
deciso a realizzare i piani di Nemesis, scomparso da tempo, ovvero
far sprofondare Granite City nell’oscurità e permettere alla
criminalità di prenderne il controllo. Dopo aver acquisito la
maschera e il martello di Nemesis in una retata alla stazione di
polizia, Cyrus mette in atto il suo piano appiccando un incendio
alla centrale elettrica e attirando Samaritan per ucciderlo una
volta per tutte.
Quando Cyrus scopre che Samaritan
sembra essere vivo e ha un legame con Sam, rapisce il ragazzo per
attirarlo fuori. Joe deve quindi affrontare ciò che ha evitato per
decenni, confrontandosi non solo con Cyrus, ma anche con il proprio
passato, che è più complesso di quanto il pubblico sia portato a
credere. Eliminando la banda di criminali di Cyrus dopo aver
acquisito il martello di Nemesis, Joe affronta Cyrus in un
combattimento corpo a corpo nella centrale elettrica in fiamme,
ricreando la battaglia avvenuta 20 anni prima, con la redenzione e
la vita di Sam in bilico. Il risultato è un finale visivamente
spettacolare, ma che solleva anche alcuni interessanti
interrogativi psicologici sul protagonista del film.
Cosa è successo davvero tra
Samaritan e Nemesis 20 anni prima?
Sia Samaritan che Nemesis nacquero
con dei superpoteri e alla fine si diramarono rispettivamente verso
il bene e verso il male, con Nemesis che sviluppò un forte odio per
suo fratello. Nemesis avrebbe poi creato un martello, forgiato a
mano dall’odio che nutriva per il fratello, rendendolo l’unica arma
in grado di lasciare una cicatrice su entrambi. Nel tentativo di
attirare in una trappola il suo eroico gemello, Nemesis appicca
l’incendio alla centrale elettrica per gettare l’intera città
nell’anarchia e nel caos. Durante la loro battaglia di 20 anni
prima, Nemesis e Samaritan hanno dunque combattuto una battaglia
finale per il destino di Granite City.
Entrambi i fratelli, completamente
vestiti in costume, si affrontano con Nemesis che a un certo punto
sembra sconfitto. Samaritan inizia ad allontanarsi, ma cade dal
tetto, aggrappandosi al bordo con un destino di fuoco sotto di lui.
Nemesis gli afferra la mano per salvarlo, ma Samaritan cade,
presumibilmente morendo, lasciando Nemesis vincitore (e portando
allo scioccante finale di Samaritan), ma al costo
di perdere il suo unico fratello, il cui odio li distrugge
entrambi. Dopo la battaglia, né Samaritan né Nemesis sono stati più
visti o sentiti, lasciando Granite City al suo destino, che l’ha
portata a essere invasa dalla criminalità.
Perché Cyrus vuole distruggere
Granite City
Cyrus è il principale boss del
crimine di Granite City ed è semplicemente un sociopatico assetato
di potere. Ha radunato i teppisti e le bande locali e ha
compromesso la polizia locale, corrompendola o spaventandola. Con
la città già sull’orlo del collasso, Cyrus sta cercando di
spingerla oltre il limite, vedendo l’opportunità di perpetuare il
caos con cui è cresciuto. Cyrus è cresciuto con la leggenda di
Samaritan e Nemesis, e alla fine ha scelto di essere parte del
problema, anche se lui lo vede come una soluzione. Nemesis è una
figura eroica per Cyrus sotto molti aspetti, in quanto simbolo di
potere e forza, che egli cerca di sfruttare rubando la maschera e
il martello dalla stazione di polizia.
Dando fuoco alla centrale elettrica,
Cyrus attira quindi Joe, che irrompe nel loro quartier generale e
fa fuori tutta la sua banda da solo, finendo per trovarsi faccia a
faccia con Cyrus, che si riferisce a Joe come al “buono”. È a
questo punto che Joe rivela la verità su chi egli sia, dicendo di
essere il “cattivo”. Joe, infatti, è in realtà
Nemesis, non Samaritan, e si è nascosto dopo la
morte del fratello, di cui si sente tremendamente colpevole e
responsabile. Ora che Cyrus si è assunto il compito di diventare la
nuova Nemesi, Joe ha dunque l’opportunità di riscattarsi
combattendo contro il cattivo. Nemesis diventan dunque
essenzialmente il nuovo Samaritan. Sconfiggendo Cyrus e salvando
Sam, trova finalmente la redenzione.
Come potrebbe essere la storia del
sequel Samaritan 2
Alla fine di
Samaritan c’è molto spazio per continuare la
storia di Joe e Sam, soprattutto perché Joe è stato redento per le
sue passate trasgressioni. Joe sembra accogliere questo nuovo
cambiamento, ma non tenta di rivendicarne il merito o di farne
sfoggio, né tantomeno di tornare a vestire i panni del supereroe.
Probabilmente gli ci vorrà del tempo per farlo, se mai lo farà,
quindi un Samaritan 2 potrebbe rivelare cosa Joe
deciderà di fare con la sua redenzione. Potrebbe continuare a fare
lo spazzino come copertura, mentre di notte combatte il crimine
sotto mentite spoglie, potenzialmente proprio come Samaritan. È
anche possibile che assuma un nuovo nome o una nuova identità per
combattere il crimine.
Il tutto, potenzialmente, potrebbe
avvenire con l’assistenza di un Sam più adulto al suo fianco, che
potrebbe addirittura trasformarsi in un personaggio dotato di
poteri propri. Con il viaggio di Joe ancora aperto
all’esplorazione, c’è sicuramente una storia da raccontare su come
Granite City viene ricostruita e su quanto Samaritan sia coinvolto
in questo sforzo, che potrebbe alla fine portare Sam a prendere il
mantello e portare avanti il nome di Samaritan. Il sequel, in ogni
caso, è stato confermato in virtù del fatto che il film è stato un
successo a sorpresa, affermandosi come titolo numero uno su
Prime
Video per tre settimane consecutive dopo la sua
uscita.