Home Blog Pagina 10

Blair Witch: la spiegazione del finale del film

Blair Witch: la spiegazione del finale del film

Ventidue anni dopo la scomparsa degli studenti di cinema Heather, Mike e Josh mentre giravano un documentario sulla strega di Blair (almeno secondo quanto riportato dal marketing) e diciassette anni dopo che la loro storia ha spaventato il pubblico incassando 248 milioni di dollari al botteghino, un sequel a sorpresa è arrivato nelle sale: Blair Witch. Diretto da Adam Wingard, il principale legame di questo sequel con The Blair Witch Project è James (James Allen McCune), il fratello di Heather, che porta un gruppo di amici nei boschi intorno a Burkittsville alla ricerca della sorella (o, almeno, di qualche prova di ciò che le è successo) dopo che il contenuto di un nastro DV appena ritrovato è stato caricato su Internet da una coppia di abitanti del luogo.

Blair Witch approfondisce notevolmente la mitologia della minaccia che dà il titolo al film (presumibilmente Elly Kedward, una donna lasciata morire nei boschi dalla gente del posto nel 1785) e anche altri avvenimenti collegati nei boschi, in particolare le malefatte del serial killer Rustin Parr. Una delle tante storie inquietanti raccontate in The Blair Witch Project, Parr uccise sette bambini di Burkittsville negli anni ’40, e disse di averlo fatto perché “delle voci” glielo avevano ordinato. Il dettaglio raccapricciante di come Parr costringesse una delle sue vittime a stare in piedi e a guardare verso l’angolo mentre uccideva l’altra ha creato il finale spaventoso di quel film, ed è anche la colonna portante del finale di Blair Witch.

Il finale

Innanzitutto, una breve sintesi di ciò che accade alla fine di Blair Witch. I due sopravvissuti rimasti, James e Lisa (Callie Hernandez), si imbattono nella casa vista alla fine di The Blair Witch Project. James vede una luce nella casa e crede che Heather sia all’interno, quindi corre dentro per cercare di trovarla. Lisa, terrorizzata, si rifiuta di entrare, finché il frastuono e il caos nel bosco (per non parlare di una breve apparizione della strega di Blair) la spingono a farlo. James cerca freneticamente sua sorella e in una delle stanze della casa vede quello che sembra essere il suo amico Peter (Brandon Scott) in piedi in un angolo, riecheggiando i momenti finali del precedente film.

Mentre corrono per la casa, sia Lisa che James vedono la strega di Blair: una creatura alta e umanoide con arti allungati. Come notato in precedenza nel film, Elly Kedward è stata impiccata a un albero con delle pietre legate alle braccia e alle gambe, come una sorta di patibolo improvvisato, il che potrebbe spiegare l’aspetto della creatura. All’interno della casa c’è anche Lane (Wes Robinson), che era scomparso nel bosco in precedenza nel film ed è tornato meno di un giorno dopo, sostenendo di aver vagato per cinque giorni. Quando Lisa lo incontra di nuovo, Lane ha la barba folta ed è stupito dal fatto che Lisa sia esattamente uguale all’ultima volta che l’ha vista. Lane colpisce Lisa e poi la getta in una botola che conduce a un tunnel, che lei è costretta ad attraversare strisciando per fuggire.

Blair Witch cast
Wes Robinson, Brandon Scott, Valorie Curry, Corbin Reid, James Allen McCune, e Callie Hernandez in Blair Witch

Alla fine, il tunnel si apre in un’altra parte del seminterrato, dove Lisa incontra Lane e lo pugnala alla gola. James e Lisa si incontrano poi in soffitta, dove una luce brillante splende brevemente attraverso le finestre e le crepe nei muri, prima di svanire. I due decidono di stare in piedi e guardare verso l’angolo, poiché le leggende suggeriscono che la strega può ucciderli solo se la guardano direttamente. Tuttavia, la strega inganna James facendolo voltare parlandogli con la voce di sua sorella, e poi inganna Lisa facendola voltare parlandole con la voce di James. Il film termina così con un’inquadratura dalla telecamera caduta di Lisa, che alla fine sfuma nel nero. Allora, cosa significa tutto questo e come si collega al film originale?

Il salto temporale

L’abilità della strega di comprimere e distorcere il tempo viene introdotta a metà del film, quando Lane e Talia emergono dal bosco dopo aver trascorso cinque o sei giorni senza luce solare, mentre per il resto del gruppo è passato meno di un giorno. Questa oscurità senza fine prende poi il sopravvento per il resto del film, sia perché la notte è stata prolungata, sia (come potrebbe indicare il breve lampo di luce attraverso le finestre della soffitta) perché il giorno è stato estremamente accelerato. È chiaro che l’entità nel bosco non solo può manipolare il tempo, ma può anche intrappolare le singole persone nelle loro sacche di tempo separate.

Uno degli aspetti più discussi di Blair Witch, anche se alcuni potrebbero non averlo notato, è che il nastro trovato all’inizio del film è lo stesso che Lisa registra durante la sua ultima, fatale corsa attraverso la casa. Il nastro è stato in qualche modo rispedito indietro nel tempo e lasciato come esca per attirare James e i suoi amici verso la morte nei boschi. Da notare anche che la casa avrebbe dovuto bruciare decenni fa e non è stata trovata da nessuna delle squadre di ricerca che sono andate a cercare Heather, Mike e Josh.

Inoltre, l’albero colpito da un fulmine fuori dalla casa alla fine del film è lo stesso albero dove è stato trovato il nastro DV, ma quando Talia e Lane hanno trovato il nastro la casa non c’era. Ciò indica che la casa – e, in effetti, il resto del bosco – esistono in una dimensione separata, dove il tempo si comporta in modo diverso rispetto al mondo esterno. Si apre anche l’intrigante possibilità che i personaggi di questo film possano aver effettivamente incrociato i personaggi di The Blair Witch Project (ne parleremo più avanti).

Blair Witch film
Wes Robinson in Blair Witch

La distorsione spaziale

In The Blair Witch Project, i tre personaggi camminano tutto il giorno verso sud, solo per ritrovarsi al punto di partenza. La spiegazione di questo fenomeno non è chiara nell’originale: la strega ha interferito con la loro bussola per farli camminare in tondo, manipolando le loro menti per confonderli sulla direzione da seguire, o ha fisicamente spostato la foresta che li circondava? Essendo più esplicito nell’uso dello spazio impossibile, Blair Witch indica che l’ultima possibilità è quella corretta.

I forti rumori di schianti, boati e scricchiolii che si sentono in tutto il film potrebbero benissimo essere i suoni della foresta che si sposta fisicamente intorno ai personaggi, per assicurarsi che non riescano a trovare la via d’uscita. La telecamera del drone, durante il suo secondo volo, mostra che la strada vicina è scomparsa e che tutt’intorno non c’è altro che alberi. Questa manipolazione dello spazio è amplificata quando James e Lisa entrano nella casa, che sembra spostarsi intorno a loro (a un certo punto si sorprendono a trovarsi in soffitta).

L’angolo non ti proteggerà

Una delle immagini iconiche di The Blair Witch Project è Mike in piedi nel seminterrato della casa, di fronte all’angolo. Il sequel chiarisce l’importanza di questa posizione aggiungendo dettagli alla leggenda: l’aspetto della strega è così terrificante che chiunque la guardi morirà immediatamente. La questione è resa un po’ più complicata dal fatto che la strega viene intravista numerose volte prima che James e Lisa si mettano in piedi nell’angolo, quindi è un po’ tardi per loro per evitare di vederla. In realtà, si potrebbe sostenere che la regola di non guardare la strega sia solo una strana credenza popolare e che stare di fronte all’angolo in realtà non serva a proteggere le persone da lei.

Le voci

Come stabilito in The Blair Witch Project, l’entità nel bosco può imitare le voci delle persone come stratagemma per attirarle e indurle a cercare di trovarla. Josh, ad esempio, viene sentito chiamare Mike e Heather dopo che loro lo hanno sentito urlare tutta la notte, e Heather ha trovato i suoi denti e il suo sangue all’interno di un fagotto legato con strisce lacere della sua camicia. Anche Rustin Parr ha detto di aver ucciso le sue vittime perché delle “voci” gli avevano detto di farlo, ma non ha detto che quelle voci erano quelle della strega.

 

Callie Hernandez in Blair Witch
Callie Hernandez in Blair Witch

Alla fine di Blair Witch, la strega usa questo piccolo trucco per convincere James e Lisa a voltarsi. Prima parla a James con la voce di Heather (che né Lisa né il pubblico possono sentire). Poi, dopo che James è stato presumibilmente ucciso, la strega usa la sua voce per ingannare Lisa e convincerla a voltarsi (sia Lisa che il pubblico possono sentirla, forse perché il filmato mostrato è registrato dalla telecamera di Lisa).

Chi ha ucciso Heather, Mike e Josh?

Come accennato in precedenza, gli elementi di viaggio nel tempo aggiungono una dimensione interessante nel sequel. Alcuni fan hanno teorizzato che il nuovo cast di personaggi potrebbe essere stato effettivamente nel bosco contemporaneamente a Heather, Mike e Josh. Dopotutto, se la strega può creare una notte perpetua, inviare nastri indietro nel tempo e influenzare la quantità di tempo vissuta dai diversi personaggi, allora colmare un divario di 20 anni non è certo fuori discussione. Una possibile implicazione di ciò è che le figure stilizzate trovate dal trio del primo film fossero in realtà quelle messe lì da Lane e Talia (Valorie Curry).

Il fatto che Lane appaia dopo aver trascorso un periodo di tempo considerevole alla mercé della strega e aver eseguito i suoi ordini solleva anche la possibilità che possa essere stato costretto a terrorizzare o addirittura uccidere Heather, Mike e Josh. Dopotutto, James sente la voce di sua sorella all’interno della casa e corre dentro per cercare di trovarla, il che potrebbe essere uno scherzo della strega… o potrebbe essere davvero Heather all’interno della casa. Alla fine di The Blair Witch Project, lei corre davvero al piano superiore (dove James vede la luce) e chiama Mike e Josh. Forse è questo che James ha sentito e visto.

Infine, se accettiamo la possibilità che James e Lisa fossero nella casa contemporaneamente a Heather, Mike e Josh, è anche possibile che Rustin Parr abbia avuto un ruolo nella morte di alcuni o di tutti loro. Anche se secondo la tradizione della strega di Blair il serial killer fu giustiziato nel 1941, potrebbe aver viaggiato un po’ nel tempo durante il periodo trascorso nella casa. Quale che sia la verità, Blair Witch gioca in modo evidente con i propri personaggi e anche con gli spettatori, distorcendo la percezione del reale per dar vita ad un nuovo avvincente racconto dell’orrore.

LEGGI ANCHE: Blair Witch: trama, cast e curiosità sul film horror

Alpha, spiegazione e significato del film di Julia Ducournau

Alpha, spiegazione e significato del film di Julia Ducournau

Con Alpha (qui la nostra recensione), Julia Ducournau torna dietro la macchina da presa dopo il successo di Titane, ma con un’opera profondamente diversa e più intima. Se il film vincitore della Palma d’Oro era intriso di corpi, metallo e trasformazioni scioccanti, Alpha si muove su un terreno più delicato, pur mantenendo lo sguardo radicale della regista francese. Al centro della storia troviamo il rapporto madre-figlia, un tema che Ducournau ha scelto di affrontare solo ora, dopo anni di riflessione e rimandi, proprio per il suo carattere personale e complesso.

Julia Ducournau ha spiegato il film in occasione dell’incontro al Cinema Troisi di Roma, il 17 settembre 2025, data in cui l’opera è stata presentata in anteprima al pubblico italiano.

Madre e figlia: un legame impossibile da recidere

Il cuore del film è l’emancipazione dalla madre. Ducournau sottolinea come, per i cineasti, il film che riguarda la figura materna arrivi spesso in un secondo momento della carriera: affrontare il padre significa liberarsi da uno sguardo esterno, mentre emanciparsi dalla madre implica staccarsi da una fusione primordiale, da quel “sentirsi una cosa sola” che continua a vivere dentro di noi. In questo senso, dice Ducournau, “puoi uccidere il padre, ma non la madre”, perché significherebbe eliminare una parte di sé stessi. L’indipendenza dalla madre diventa quindi un’esperienza paragonabile a una piccola morte, a un tramonto dell’anima.

Vita e morte: il crepuscolo delle relazioni

L’opera si muove proprio su questo terreno fragile, che la regista sceglie di trattare con dolcezza e modestia, piuttosto che “con lo shock”. Alpha esplora il momento della separazione dalla madre come un passaggio esistenziale vicino al concetto di vita e morte: un arto che si stacca, una parte di noi che non possiamo più recuperare. Da qui nasce il tono crepuscolare e contemplativo del film.

La musica come voce interiore dei personaggi

Un ruolo fondamentale è affidato alla colonna sonora. Ducournau ha scelto le canzoni già in fase di scrittura, rendendo il lavoro dei music supervisor “quasi impossibile“: ogni brano è legato indissolubilmente ai personaggi e ai loro stati d’animo. La musica non è semplice accompagnamento, ma linguaggio: le lyrics diventano la voce interiore dei protagonisti, come versi poetici.

Così, Let It Happen dei Tame Impala diventa un anacronismo voluto, non appartenente agli anni ’90 ma essenziale per il personaggio di Alpha, che attraverso la canzone rivive il trauma infantile e impara ad accettarlo. The Mercy Seat di Nick Cave, registrata in una versione spoglia solo piano e voce a Budapest, accompagna invece Amin, intrappolato tra vita e morte, trasformandosi in un’affermazione di esistenza e urgenza vitale. Infine, Roads dei Portishead porta con sé un carico di nostalgia: il verso “How can it feel this wrong?” riflette la crisi interiore dei personaggi e le tensioni emotive del film, evocando le ferite collettive legate agli anni ’80 e ’90, dall’Aids allo smarrimento generazionale. Il brano, pur non incluso nella release ufficiale dello score, ha un ruolo fondamentale nel tessuto emotivo dell’opera.

Golshifteh Farahani e Mélissa Boros in Alpha

Pietrificazione e trauma

Uno degli elementi visivi più potenti del film è la rappresentazione dei corpi che diventano pietra. Ducournau lega questa scelta alla “società pietrificata” dalla paura”: reprimere il trauma significa irrigidirsi, ammalarsi, fino a sgretolarsi in polvere. Il marmo diventa allora doppio simbolo: da un lato malattia e immobilità, dall’altro monumento e santificazione della vita e della morte.

Il pensiero corre alle vittime dell’Aids, del Covid, a tutte le persone che non abbiamo potuto salutare. Con Alpha, Ducournau costruisce un memoriale cinematografico, un monumento intimo ed eterno.

Il film nato dalla paura e dalla memoria

Contrariamente a quanto avvenuto con Titane, Ducournau ha dichiarato che Alpha non nasce da un sogno. L’idea l’accompagnava da anni, ma la scrittura vera e propria ha richiesto circa un anno e mezzo. È stato un processo triste, che riflette l’incertezza del nostro presente. La regista ha attinto alle paure della sua infanzia negli anni ’90, quando cresceva convinta che sarebbe stata la prossima a morire, in un mondo che vedeva spegnersi intorno a lei.

Significato di Alpha

Alpha è un’opera sull’emancipazione più radicale, quella dal legame materno, e allo stesso tempo un racconto sulla memoria collettiva delle crisi e delle perdite che hanno segnato intere generazioni. I corpi pietrificati, le canzoni che danno voce ai personaggi, il tono crepuscolare e intimo: tutto converge a costruire un’opera che parla di vita e morte con delicatezza, senza cercare la potenza dello shock, ma con la dolcezza del ricordo e la potenza del dolore.

Con Alpha, Julia Ducournau conferma la sua volontà di sorprendere, di non essere mai dove il pubblico si aspetta. Un film-memoriale, che coniuga la fragilità del legame più primordiale con l’urgenza di ricordare chi non c’è più.

Jurassic Park: la spiegazione del finale del film

Jurassic Park: la spiegazione del finale del film

Il finale del Jurassic Park potrebbe non essere complicato come quello di alcuni blockbuster fantascientifici, ma il thriller catastrofico di Steven Spielberg sul “parco a tema andato male” presenta diversi livelli di lettura che non tutti hanno colto alla prima visione. Uscito nel 1993, Jurassic Park è stato un enorme successo per Spielberg ed è diventato uno dei rari blockbuster ad aver ottenuto sia il plauso della critica che il successo commerciale.

Il film è infatti stato una vera e propria rivoluzione, introducendo in maniera ancor più massiccia l’utilizzo della computer grafica, qui utilizzata per ridare vita sul grande schermo a dinosauri estintisi milioni di anni fa. Con la semplice storia di un parco a tema popolato da dinosauri clonati che presto si trasforma in un incubo, il film ha saputo fondere con grande efficacia il commento sulla sperimentazione scientifica con l’azione. In questo articolo, andiamo allora ad approfondire il finale del film e il suo significato.

LEGGI ANCHE: Jurassic Park: le principali differenze tra il film e il libro

Perché il T-Rex salva gli esseri umani nel finale di Jurassic Park

La ricomparsa a sorpresa del T-Rex alla fine di Jurassic Park è un momento di azione blockbuster profondamente soddisfacente, con la musica che cresce e il mostro principale del film che salva accidentalmente gli umani rimasti dai raptor. È un ottimo esempio di aspettativa sovvertita, poiché lo spettatore a questo punto ha probabilmente dimenticato il T-Rex, grazie alla tesa caccia dei raptor attraverso il centro visitatori. Ma la scena ha uno scopo che va oltre quello narrativo.

In termini tematici, l’immagine del T-Rex in piedi tra le rovine del centro visitatori mentre cade lo striscione di benvenuto è simbolicamente significativa, poiché mostra che la vita troverà davvero “una via”, con il T-Rex che sopravvive anche se il parco a tema per cui è stato creato va in rovina. La vita creata per Jurassic Park prospera, mentre l’arroganza e la presunzione che hanno cercato di contenerla vanno in frantumi.

Jurassic Park differenze film libro

Alan Grant cambia profondamente come personaggio

L’evoluzione del personaggio del dottor Alan Grant nel primo Jurassic Park rispecchia ciò che il film cerca di dire sul “trovare una via”. L’inquadratura di Sattler che guarda con approvazione Grant assopito mentre i bambini riposano sulla sua spalla rappresenta la sua crescita come personaggio. All’inizio del film, Grant che terrorizza un bambino in visita allo scavo archeologico dimostra di non essere bravo con i bambini, ma durante l’azione di Jurassic Park, i bambini finiscono per affidarsi a lui.

Grant, progressivamente, si dimostrerà all’altezza della sfida. Il fatto che dormano sulla sua spalla dimostra che ora è una figura paterna stabile, e il personaggio di Neill, precedentemente distaccato, ha dimostrato grande abilità nel ruolo di genitore che è stato costretto ad assumere. Quando il film lascia alle spalle le isole di Jurassic Park, la vita ha trovato un modo per maturare e sviluppare il personaggio di Grant.

Cosa succede a Ray Arnold in Jurassic Park

Sebbene la sua morte non sia mostrata sullo schermo, Ray Arnold è decisamente morto alla fine dell’azione di Jurassic Park. Il motivo per cui non lo si vede più dopo che è andato a riavviare manualmente il sistema dell’isola è che i raptor sono riusciti a dargli la caccia e ucciderlo, un destino fortemente suggerito dalla scoperta del suo braccio mozzato da parte della Sattler.

Per una strana coincidenza, una tempesta tropicale nella vita reale ha impedito alla produzione di girare la scena della morte del personaggio di Samuel L. Jackson, lasciando alcuni spettatori a interrogarsi sul suo destino. Anche se il suo smembramento non è mai stato messo in scena, il personaggio è comunque canonicamente deceduto, secondo la serie di Jurassic Park.

Il Jurassic Park è stato un fallimento (ma ha ancora un futuro)

La fine di Jurassic Park lascia in vita non solo Grant, Sattler, il dottor Ian Malcolm e i bambini, ma anche il proprietario del parco John Hammond (l’eccentrico miliardario che ha finanziato l’intera impresa). Questo è importante, poiché il film descrive il fallimento del parco come causato specificamente dalla decisione pericolosa e maliziosa di Dennis Nedry di compromettere i sistemi interni, piuttosto che dall’idea intrinsecamente letale di un parco a tema sui dinosauri.

Nedry viene ucciso dopo aver causato il fallimento del parco, e non c’è motivo di pensare che il parco non avrebbe funzionato se lui non fosse intervenuto. Le azioni di una manciata di cattivi, come Dennis Nedry e Dodgson (che ritorna in Jurassic World – Il Dominio), hanno portato al fallimento dell’omonimo parco, quindi, con Nedry neutralizzato, il finale apre decisamente alla possibilità di tornare sulle isole per cercare di rimediare ai suoi fallimenti nei sequel. Cosa che poi con i film successivi è effettivamente avvenuta.

Cosa significano gli uccelli alla fine di Jurassic Park

Lo stormo di pellicani visto dai sopravvissuti seduti nell’elicottero alla fine di Jurassic Park ha due significati metaforici. Sono i primi animali normali che il gruppo vede dopo la capra divorata da un T-Rex fuori campo all’inizio del film, quindi la loro presenza è un confortante promemoria del fatto che i personaggi stanno tornando alla normalità dopo la follia dell’omonimo parco. Tuttavia, all’inizio del film, è stato anche fatto un paragone tra i dinosauri e gli uccelli che si sono evoluti da essi.

Jurassic Park utilizza questa scena anche per illustrare che, come i pellicani, i dinosauri non sono necessariamente mostri, ma piuttosto solo un’altra delle maestose creazioni della natura (anche se una delle più pericolose) e, con gli esseri umani scomparsi e l’isola tutta per loro, presto torneranno anche loro alla “normalità”. Inoltre, in termini di narrazione pratica, vedere gli uccelli volare via dall’isola ricorda agli spettatori che l’elicottero non è l’unico mezzo in grado di lasciare Isla Nublar, preparando così il terreno per i sequel.

jeff-goldblum-jurassic-park

Il vero significato del finale di Jurassic Park

Jurassic Park affronta dunque il tema dei pericoli insiti nel tentativo dell’uomo di giocare a fare Dio, ma nel film di Spielberg l’esperimento di Hammond non viene condannato in modo esplicito quanto il suo intento di trarne profitto. La sua decisione di fidarsi di dipendenti amareggiati e sottopagati come Dennis Nedry porta al fallimento del parco a tema piuttosto che l’atto stesso di clonare i dinosauri, e la sua scelta di clonare predatori più “emozionanti” (leggi: redditizi) come il T-Rex mette in pericolo gli occupanti del parco.

La sopravvivenza dei dinosauri di Jurassic Park suggerisce che la vita “troverà una strada”, indipendentemente dal fatto che le intenzioni malvagie di Nedry o la ricerca del profitto di Hammond compromettano gli esperimenti. Sattler, Grant e il resto del cast descrivono spesso i dinosauri come bellissimi, nutrono una vera e propria venerazione per loro e sono intimoriti dalla loro presenza.

Pertanto, il film suggerisce che i dinosauri non sono mostri, ma gli esseri umani che li clonano devono stare attenti, poiché la vita sopravviverà sempre anche se gli esseri umani che cercano di controllarla non sono così fortunati. I tentativi di Hammond di trarre profitto dalla maestosità dei dinosauri vengono puniti con la distruzione del suo parco, mentre i tentativi di Nedry di rubare il DNA dei dinosauri vengono puniti in modo più diretto con la sua morte raccapricciante.

LEGGI ANCHE: Jurassic Park: trama, cast e curiosità sul film di Steven Spielberg

Jane Got a Gun: la spiegazione del finale del film

Jane Got a Gun: la spiegazione del finale del film

Jane Got a Gun (2015) rappresenta un capitolo peculiare nella filmografia di Gavin O’Connor, regista noto per film come Warrior e The Accountant, in cui i protagonisti si trovano sempre a fare i conti con lealtà, conflitti personali e un contesto ostile. In questo western, O’Connor mantiene il suo interesse per i legami umani e la tensione morale, declinandoli in un’ambientazione che richiama il cinema classico americano. La produzione travagliata – con regista e cast cambiati più volte – non impedisce al film di mostrare la solidità del tocco registico di O’Connor.

Al centro della vicenda spicca la presenza di Natalie Portman, non solo protagonista ma anche produttrice del film, che interpreta una donna costretta a difendere la propria famiglia in un mondo dominato dalla violenza maschile. La sua Jane è una figura complessa, segnata dalla sofferenza e dalla determinazione, in grado di dare al western una sensibilità diversa da quella tradizionale. Accanto a lei, Joel Edgerton ed Ewan McGregor completano un cast che unisce intensità e carisma, contribuendo a rendere il film più stratificato di quanto possa apparire a prima vista.

Dal punto di vista del genere, Jane Got a Gun si colloca nella tradizione del western crepuscolare, in cui i miti della frontiera vengono rivisitati alla luce di un’umanità fragile e imperfetta. I temi della vendetta, della resilienza e della sopravvivenza si intrecciano con riflessioni su amore e fiducia tradita, richiamando opere come Gli spietati di Clint Eastwood o Il Grinta dei fratelli Coen, dove i protagonisti si muovono in una frontiera segnata dalla brutalità ma anche dalla ricerca di riscatto. Nel prosieguo dell’articolo ci soffermeremo in particolare sul finale del film, analizzandone significato e implicazioni tematiche.

La trama di Jane Got a Gun 

Jane Got a Gun è incentrato su Jane Hammond (Natalie Portman), che ha costruito una nuova vita con il marito Bill “Ham” Hammond (Noah Emmerich) dopo essere stati tormentati da una banda di fuorilegge chiamati Bishop Boys. La coppia si ritrova però ancora una volta nel mirino della banda quando Ham incappa in un duello con Colin (Ewan McGregor), capo della gang. Jane, che non ha nessuno a cui rivolgersi, chiede quindi aiuto al suo ex fidanzato Dan Frost (Joel Edgerton). Perseguitata da vecchi ricordi, il passato di Jane incontra il presente in una battaglia al cardiopalma per la sopravvivenza.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Jane Got a Gun, la tensione raggiunge il culmine quando la banda di Bishop assedia la casa di Jane e Dan. Le trappole preparate nel terreno esplodono, falciando gran parte dei fuorilegge, ma lo scontro continua feroce e senza tregua. Per proteggere Ham, ormai morente, i due lo nascondono sotto le assi del pavimento, ma le sue ferite sono troppo gravi e l’uomo muore durante l’attacco. La battaglia prosegue con Jane e Dan che, feriti ma determinati, resistono ai pochi superstiti, fino a trovarsi faccia a faccia con Bishop stesso.

Il duello finale tra Jane e Bishop segna la vera resa dei conti. Bishop riesce quasi a sopraffare Dan, ma Jane interviene alle sue spalle, ribaltando la situazione. L’uomo tenta un ultimo disperato ricatto emotivo, rivelando che Mary, la figlia che Jane credeva morta, è ancora viva e prigioniera al bordello. Dopo un confronto carico di odio e dolore, Jane lo uccide, ponendo fine a un capitolo di violenza e soprusi. Con Dan, la donna si reca quindi al bordello, libera Mary e la riporta con sé, riunendo finalmente una famiglia segnata dalle cicatrici ma pronta a ripartire.

Natalie Portman in Jane Got a Gun

Il finale assume una forte valenza simbolica: la morte di Ham non è solo la perdita di un marito, ma la chiusura definitiva con un passato di menzogne e colpe che non appartenevano del tutto a Jane. La sua uccisione di Bishop diventa così un atto di liberazione, un gesto che restituisce dignità a lei e alla sua famiglia. Al tempo stesso, la rivelazione su Mary trasforma una tragedia in un nuovo inizio, ribaltando il tema del lutto in quello della rinascita.

Per lo spettatore, il film suggerisce che la vera forza non risiede nella violenza, ma nella resilienza e nella capacità di sopravvivere alle ferite del destino. Jane emerge come un’eroina atipica del western: non una vendicatrice spietata, ma una donna che lotta per proteggere i propri cari, per non farsi più sopraffare da uomini e potere. Il legame ricostruito con Dan aggiunge inoltre un tocco di speranza, indicando la possibilità di guarigione emotiva anche dopo anni di dolore.

In definitiva, Jane Got a Gun lascia un messaggio chiaro: il coraggio di affrontare i propri fantasmi e la determinazione a non arrendersi possono cambiare il corso della vita. Il film trasforma un racconto di sangue e vendetta in una riflessione sulla famiglia, sull’amore ritrovato e sulla possibilità di ricominciare. Il viaggio di Jane, da vittima a protagonista della propria storia, diventa così un manifesto di resilienza e autodeterminazione femminile all’interno di un genere tradizionalmente dominato dagli uomini.

The Lost Bus: nuovo trailer del thriller con Matthew McConaughey

0
The Lost Bus: nuovo trailer del thriller con Matthew McConaughey

Dopo la première mondiale di The Lost Bus alla 50ª edizione del Toronto International Film Festival, dove i critici hanno salutato il film come “un classico istantaneo” e una “celebrazione del semplice eroismo, della comunità e del superamento delle avversità” che “ti tiene con il fiato sospeso e con il cuore in gola”, Apple Original Films ha svelato un secondo trailer dell’attesissimo nuovo thriller diretto dal candidato all’Oscar Paul Greengrass in arrivo su Apple TV+ il prossimo 3 ottobre.

Ispirato a fatti realmente accaduti, The Lost Bus è una corsa ad alta tensione attraverso uno degli incendi boschivi più letali nella storia degli Stati Uniti in cui uno sbandato autista di scuola bus (il premio Oscar Matthew McConaughey) e un’insegnante affettuosa (America Ferrera, vincitrice di Emmy, SAG e Golden Globe) lottano per salvare 22 bambini intrappolati in un inferno di fiamme.  Oltre a McConaughey e Ferrera, il cast include anche Yul Vazquez, Ashlie Atkinson e Spencer Watson.

Scritto da Paul Greengrass e Brad Ingelsby, che sono anche produttori esecutivi, il film è prodotto da Gregory Goodman, Jason Blum per Blumhouse Productions, Jamie Lee Curtis per Comet Pictures ed è basato sul libro “Paradise: One Town’s Struggle to Survive an American Wildfire” di Lizzie Johnson, anche lei produttrice esecutiva come pure Amy Lord.

The Last Frontier: trailer del nuovo thriller con Jason Clarke

0
The Last Frontier: trailer del nuovo thriller con Jason Clarke

Oggi Apple TV+ ha presentato il trailer di The Last Frontier, la nuova serie thriller ricca di azione dei creatori Jon Bokenkamp (“The Blacklist”) e Richard D’Ovidio (“The Call”), con protagonista e produttore esecutivo Jason Clarke (“Zero Dark Thirty”). Ambientata nelle remote lande selvagge dell’Alaska, “The Last Frontier” farà il suo debutto su Apple TV+ il 10 ottobre con i primi due episodi dei dieci totali seguiti da nuovi episodi ogni venerdì, fino al 5 dicembre.

La trama di The Last Frontier

The Last Frontier segue Frank Remnick (Clarke), l’unico sceriffo federale responsabile delle tranquille e aspre lande dell’Alaska. La giurisdizione di Remnick viene sconvolta quando un aereo che trasportava detenuti precipita nella remota regione selvaggia, liberando decine di violenti detenuti. Incaricato di proteggere la città che ha giurato di mantenere al sicuro, Remnick comincia a sospettare che l’incidente non sia stato casuale, ma il primo passo di un piano ben congegnato con implicazioni di vasta portata e devastanti.

Oltre a Clarke, il cast include Dominic Cooper (“The Gold”), Haley Bennett (“I magnifici 7”), Simone Kessell (“Yellowjackets”), Dallas Goldtooth (“Reservation Dogs”) e Tait Blum (“For All Mankind”), insieme alla candidata all’Oscar e vincitrice di numerosi Emmy Alfre Woodard (“Clemency”).

Prodotta da Apple Studios, “The Last Frontier” è prodotta da Bokenkamp e D’Ovidio, che sono anche gli sceneggiatori, insieme a Clarke, Laura Benson (“The Big C”), Glenn Kessler (“Bloodlines”), Albert Kim (“Nikita”) e il regista della serie Sam Hargrave (“Extraction”).

Mrs Playmen: teaser trailer della nuova serie Netflix con Carolina Crescentini

0

È disponibile il teaser trailer di “Mrs Playmen”, la nuova serie Netflix in 7 episodi prodotta da Aurora TV e ispirata alla storia di Adelina Tattilo, editrice della più nota rivista erotica italiana.

La serie sarà disponibile solo su Netflix dal 12 novembre.

Il cast e la trama di Mrs Playmen

Nel cast, Carolina Crescentini (Adelina Tattilo), Filippo Nigro (Chartroux), Giuseppe Maggio (Luigi Poggi), Francesca Colucci (Elsa), Domenico Diele (Andrea De Cesari), Francesco Colella (Saro Balsamo), Lidia Vitale (Lella), Giampiero Judica (Don Rocco). La serie è diretta da Riccardo Donna e scritta da Mario Ruggeri, head writer, insieme agli autori Eleonora Cimpanelli, Chiara Laudani, Sergio Leszczynski e Alessandro Sermoneta.

Adelina Tattilo è Mrs. Playmen, direttrice della prima rivista erotica italiana e una forza rivoluzionaria nella Roma conservatrice e moralista degli anni ’70. Un’imprenditrice pionieristica in un’epoca in cui le donne erano relegate al ruolo di madri e casalinghe; una cattolica devota, ma anche un’audace anticonformista, in prima linea nelle battaglie per il divorzio, il diritto all’aborto e l’emancipazione femminile. Quando il marito, Saro Balsamo, la abbandona lasciandola sola ad affrontare i creditori come unica proprietaria di un impero sull’orlo del collasso, Adelina non si arrende. Reinventa Playmen trasformandola in una pubblicazione sofisticata e all’avanguardia e, sfidando il maschilismo radicato dell’epoca, riunisce attorno a sé un team di intellettuali brillanti, creativi audaci e fotografi visionari. Insieme, abbattono tabù, provocano l’establishment e accendono una rivoluzione culturale, numero dopo numero, scandalo dopo scandalo.

Mrs Playmen: la storia di una rivista che ha riscritto le regole della società italiana.

L’estate nei tuoi occhi – Stagione 3: Jenny Han parla delle controverse modifiche del libro

0

L’autrice  Jenny Han ha affrontato le principali modifiche apportate al libro dalla terza stagione di L’estate nei tuoi occhi, dopo la recente uscita del finale della serie. L’episodio 11 della terza stagione, intitolato “At Last”, rivela infatti finalmente con quale dei fratelli Fisher Belly (Lola Tung) si mette insieme, dopo essersi presa del tempo per sé stessa durante un lungo soggiorno a Parigi.

Nonostante una stagione drammatica e piuttosto controversa, Belly ha trovato il suo posto nel mondo nel finale della serie, felice e in una relazione con Conrad (Christopher Briney) a Cousins. Questo riflette ciò che accade nell’ultimo libro di Han, We’ll Always Have Summer, anche se ci sono alcune differenze evidenti tra gli ultimi tre episodi della serie e gli ultimi capitoli del libro.

La serie ha essenzialmente ripreso da dove il libro si era interrotto, approfondendo le conseguenze del matrimonio fallito tra Jeremiah (Gavin Casalegno) e Belly e la vita di Belly all’estero. Durante un’intervista con The Hollywood Reporter, Jenny Han ha ora descritto come ha deciso di apportare questi cambiamenti, ponendosi una domanda fondamentale: cosa è più importante per il pubblico?

C’erano alcune cose non negoziabili per me in termini di ciò che volevo mantenere dal libro. Ma sono sempre stata aperta durante tutto il processo. Mi chiedo: “Cosa penso che il pubblico abbia bisogno di vedere?” L’episodio 8 di 11 è dove il libro finiva, in un certo senso. Non hai letto le conseguenze di cosa significhi interrompere un matrimonio tra queste due famiglie che si conoscono da tutta la vita. Vedere Belly andare a Parigi, vederla crescere in quel periodo, diventare se stessa e mettersi alla prova, erano cose che sapevo di voler aggiungere. Era solo una questione di come raccontarlo, ma ho sempre saputo quale forma avrebbe preso”.

LEGGI ANCHE: L’estate nei tuoi occhi: 10 modifiche rispetto al libro

Cosa ha significato questo per la terza stagione di L’estate nei tuoi occhi (e per il suo finale)

In pratica, il desiderio di Han di esplorare più a fondo le vite di Belly, Conrad e Jeremiah al di là del disastro del matrimonio ha fatto sì che la terza stagione di L’estate nei tuoi occhi fosse più lunga di qualsiasi stagione precedente, dopo che la prima stagione aveva prodotto solo sette episodi e la seconda stagione era composta da otto episodi.

Presumibilmente, questa è stata una decisione facile per Prime Video. L’estate nei tuoi occhi è uno degli show di maggior successo che abbiano mai creato, dominando le classifiche di streaming ogni settimana da quando la terza stagione è stata trasmessa per la prima volta a luglio. Semmai, la durata prolungata e la pubblicazione settimanale dello show ne hanno solo aumentato la popolarità.

Dal punto di vista narrativo, tuttavia, la decisione di Han di prolungare la storia ha significato che i personaggi e le loro relazioni reciproche sono stati esplorati in modo molto più dettagliato. Il desiderio di Belly di riscoprire la sua autonomia, la natura altruista di Conrad e la paura di Jeremiah di rimanere solo hanno tutti giocato un ruolo fondamentale negli ultimi episodi della serie.

Se questi nuovi momenti dei personaggi abbiano funzionato per il pubblico è tutta un’altra questione. Ad ogni modo, è stato rivelato che è in sviluppo un film che concluderà la vicende di Belly e probabilmente racconterà ciò che ad oggi è rimasto fuori dal terzo libro. Per cui, sarà ancora possibile vedere un finale “coerente” con quello del romanzo di Han.

LEGGI ANCHE: L’estate nei tuoi occhi – stagione 3: la spiegazione del finale di serie e come si confronta con i libri

Gen V – Stagione 2: come la serie onora la memoria di Chance Perdomo

Con la scomparsa di Chance Perdomo avvenuta prima della seconda stagione di Gen V (leggi qui la recensione), il pubblico potrebbe rimanere con delle domande sul destino del suo personaggio, Andre. Il cast della seconda stagione di Gen V si conferma infatti privo di uno dei suoi protagonisti più importanti, a seguito della tragica scomparsa dell’attore ventisettenne nel marzo 2024.

La trama della seconda stagione riprende così dopo un notevole salto temporale, con il colpo di scena della prima stagione ormai un lontano ricordo. Marie, Andre e altri personaggi erano stati imprigionati, ma da allora sono stati rilasciati e costretti a fare i conti con tutto ciò che è successo, il loro ritorno alla Godolkin University e gli Stati Uniti ormai essenzialmente sotto il controllo di Homelander.

LEGGI ANCHE: Gen V Stagione 2: cosa ricordare della prima stagione e di The Boys 4

Cosa è successo ad Andre nella seconda stagione di Gen V

La premiere della seconda stagione di Gen V rivela subito che Andre è morto tra una stagione e l’altra. Dopo la scomparsa di Perdomo, i produttori di Gen V hanno rivelato: “Non ricopriremo il ruolo, perché nessuno può sostituire Chance”. Anche se è triste per la serie, questa è stata la scelta giusta e offre alla serie un modo per onorare autenticamente la sua eredità.

In linea con il suo personaggio nella stagione 1, l’episodio 2 della stagione 2 di Gen V rivela che Andre è morto cercando di salvare i suoi amici in cattività. Il gruppo ha trovato un tubo di manutenzione da utilizzare per la fuga, ma Andre si è rifiutato di andare finché tutti gli altri non fossero usciti. Marie si sente in colpa per questo, poiché è fuggita prima della sua morte, e i suoi amici la incolpano in parte per l’incidente. Un altro elemento importante della trama è il modo in cui Godolkin e Vought tentano di insabbiare la morte di Andre.

Come al solito nella serie The Boys, tutto è una trovata pubblicitaria. Marie e compagni vengono riportati da Godolkin e invitati a reintegrarsi, comportandosi come se tutto fosse normale. È solo alla fine dell’episodio 3 della seconda stagione di Gen V che il pubblico viene a conoscenza della verità. Mentre Jordan è sul palco a tenere un discorso, viene data la notizia alla folla, rivelando che Andre è morto e che l’intera vicenda è stata insabbiata.

Gen V Stagione 2
Gen V Stagione 2 – Cortesia Prime Video

Come Gen V onora Chance Perdomo attraverso la morte di Andre

È evidente che Chance Perdomo significava molto per il cast, la troupe e tutti coloro che erano coinvolti nella serie TV. Nonostante la natura spesso depravata di questo franchise, Gen V si prende il tempo per alcuni momenti cupi e riflessivi che onorano Perdomo attraverso il suo personaggio.

La narrazione di Jordan nella seconda stagione di Gen V, episodio 3, è particolarmente incentrata sull’eredità di Chance Perdomo. È bello vedere che, nonostante la tragica tragedia, il lavoro dell’attore avrà un impatto duraturo su una serie TV e un franchise molto amati.

LEGGI ANCHE: Gen V – Stagione 2: quando è ambientata la seconda stagione nella linea temporale di The Boys

Jessica Chastain e Ben Stiller protagonisti della miniserie di Apple TV+ “The Off Weeks”

0

Apple TV+ ha acquisito i diritti della miniserie in otto episodi The Off Weeks, con Jessica Chastain (George & Tammy) e Ben Stiller (Scissione) nel ruolo di protagonisti e produttori esecutivi. Come riportato da Deadline, Michael Showalter (The Idea of You, The Dropout) sarà il regista e produttore esecutivo insieme ad Alissa Nutting (Made For Love), che ricoprirà anche il ruolo di showrunner.

Il progetto segue le vicende del professore di scrittura Gus Adler, la cui vita è stata sconvolta dal divorzio. Gus fatica a tenere insieme le cose durante le “settimane di presenza”, quando ha la custodia dei figli. Ma nelle “settimane di assenza” si innamora pericolosamente di Stella West, una donna misteriosa il cui arrivo mette in rotta di collisione fatale i doveri di Gus durante le settimane di presenza e le sue ambizioni durante quelle di assenza.

Stiller e Chastain hanno già collaborato al film d’animazione Madagascar 3: Ricercati in Europa, prestando le loro voci rispettivamente ad Alex, un leone, e Gia, una giaguara. Stiller e Showalter hanno invece lavorato insieme alla miniserie Apple TV+ The Shrink Next Door. Ben Stiller sarà anche produttore esecutivo di The Off Weeks per Red Hour insieme a John Lesher, mentre Jessica Chastain sarà produttrice esecutiva insieme a Kelly Carmichael per Freckle Films. Showalter, che dirige e ha sviluppato il progetto con Semi-Formal Productions, è produttore esecutivo insieme a Jordana Mollick.

Paul Lee e Gabriel Fisher sono produttori esecutivi per wiip. Peter Principato, Allen Fischer e Brian Steinberg sono produttori esecutivi per Artists First. Anche Dean Bakopoulos (Made for Love) è produttore esecutivo. Il progetto è inoltre un’estensione del rapporto di Stiller con la piattaforma di streaming, che ha recentemente celebrato il successo della serie Scissione, con Adam Scott, agli Emmy Awards. La serie ha ricevuto 27 nomination e otto premi, tra cui quello per la migliore attrice protagonista a Britt Lower e quelli per il miglior attore non protagonista e la migliore attrice guest star in una serie drammatica rispettivamente a Tramell Tillman e Merritt Wever.

The Batman – Parte II: Matt Reeves rivela che il villain “non è mai stato raccontato prima in un film”

0

Matt Reeves ha rivelato alcuni nuovi dettagli su The Batman – Parte II. In un’intervista sul red carpet con Josh Horowitz, Reeves ha infatti detto che l’attesissimo sequel – le cui riprese inizieranno nella primavera del 2026 – si concentrerà maggiormente sul personaggio di Bruce Wayne, dato che “il primo è così incentrato su Batman”. Reeves ha poi sottolineato che nei film precedenti, la storia delle origini è spesso il fulcro del background di Wayne, ma con il sequel i fan vedranno l’uomo dietro la maschera in modi nuovi.

In molti altri film, che adoro, una volta superata la storia delle origini, cosa che noi non abbiamo fatto del tutto, ma abbiamo fatto qualcosa che rimandava alle sue origini, si inizia a raccontare la storia della Rogues Gallery e l’arco narrativo di quel personaggio”, ha detto Reeves. “Ma non ho mai voluto perdere [Robert Pattinson] al centro di queste storie, e quindi questo è proprio l’obiettivo che ci siamo prefissati”.

Il regista di Cloverfield e L’alba del pianeta delle scimmie ha poi spiegato che il nuovo punto di vista del sequel è stato un fattore cruciale nella scelta del cattivo. Ha dunque anticipato che l’antagonista di The Batman – Parte IInon è mai stato davvero rappresentato in un film prima d’ora”. Questo alimenta le teorie su chi potrebbe essere il principale villain. Si esclude così che il Joker di Barry Keoghan possa prendere il centro della scena, mentre il già precedentemente citato Hush guadagna probabilità. Ma c’è anche la forte possibilità che il villain sia un nome ancora mai menzionato.

LEGGI ANCHE: The Batman – Parte II: Matt Reeves anticipa che “porterà l’eroe in una direzione mai vista prima”

Tutto quello che sappiamo su The Batman – Parte II

The Batman – Parte II è uno dei film più attesi del nuovo panorama DC, ma il suo percorso produttivo non è stato privo di ostacoli. Inizialmente previsto per ottobre 2025, il sequel diretto da Matt Reeves è stato rinviato al 1° ottobre 2027. I ritardi sono stati giustificati da esigenze legate alla scrittura della sceneggiatura e al calendario riorganizzato della DC sotto la nuova guida di James Gunn e Peter Safran, che stanno ristrutturando l’intero universo narrativo. Nonostante ciò, Reeves ha confermato che le riprese inizieranno nella primavera 2026 e Gunn ha recentemente letto la sceneggiatura, definendola “grandiosa”, un segnale incoraggiante per i fan.

Sul fronte del cast, è confermato il ritorno di Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne/Batman, all’interno dell’universo narrativo alternativo noto come “Elseworlds”, separato dal DCU principale. Dovrebbero tornare anche Jeffrey Wright come il commissario Gordon e Andy Serkis nel ruolo di Alfred. I rumor più insistenti ruotano attorno alla possibile introduzione di Hush e Clayface (che avrà inoltre un film tutto suo) come villain principali, anche se nulla è stato ancora ufficializzato. C’è chi ipotizza un ampliamento del focus sulla corruzione sistemica di Gotham, riprendendo i toni noir e investigativi del primo capitolo, con Batman sempre più immerso in un mondo in cui la linea tra giustizia e vendetta si fa sottile.

Per quanto riguarda la trama, le indiscrezioni suggeriscono un’evoluzione psicologica per Bruce Wayne, alle prese con le conseguenze delle sue azioni e un Gotham sempre più caotica, anche dopo gli eventi della serie spin-off The Penguin con Colin Farrell (anche lui probabile membro del cast). Alcune fonti parlano di un possibile scontro morale con Harvey Dent, figura ambigua per eccellenza, o di un Batman costretto a confrontarsi con i limiti del suo metodo. Al momento, tutto è però ancora avvolto nel riserbo, ma la conferma della sceneggiatura completa e approvata lascia ben sperare per l’inizio delle riprese entro l’autunno e per un sequel che promette di essere ancora più cupo, ambizioso e introspettivo.

Reeves spera naturalmente che il suo prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo. The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli Oscar. Nel frattempo, Reeves ha espanso la serie DC Elseworld con la già citata serie spin-off di Batman, The Penguin, disponibile su Sky e NOW, per l’Italia.

L’uscita di The Batman – Parte II è ora prevista per il 1 ottobre 2027.

Wicked – Parte 2: rivelata la “sorprendente” durata del film

0
Wicked – Parte 2: rivelata la “sorprendente” durata del film

La durata di Wicked – Parte 2 (Wicked: For Good) è stata ufficialmente confermata in vista della sua uscita nelle sale il 21 novembre. Seguito del grande successo del 2024 Wicked, la seconda parte dell’adattamento teatrale per il grande schermo vedrà Cynthia Erivo nei panni di Elphaba e Ariana Grande in quelli di Glinda alle prese con un’amicizia incrinata in un contesto di conflitto sempre più aspro a Oz.

Secondo AMC, la durata di Wicked – Parte 2 (Wicked: For Good) è stata confermata in 2 ore e 18 minuti, il che è piuttosto sorprendente considerando la lunga durata di Wicked, pari a 2 ore e 40 minuti. Lo spettacolo di Broadway, che è stato diviso in due parti per l’adattamento cinematografico, dura circa 2 ore e 45 minuti, compreso un intervallo di 15 minuti.

Il primo film, della durata quasi pari a quella dello spettacolo, ma che copre solo metà della storia, ha suscitato qualche perplessità lo scorso anno, ma ciò non ha impedito a Wicked di battere i record al botteghino e di ottenere recensioni entusiastiche. La durata estesa di entrambi i film ha permesso all’adattamento di approfondire alcuni elementi dello spettacolo che erano stati trattati in modo affrettato.

Inoltre, la durata di Wicked – Parte 2 (Wicked: For Good) tiene conto delle nuove canzoni di Elphaba e Glinda, i cui titoli sono stati rivelati essere rispettivamente “No Place Like Home” e “Girl in the Bubble”. Secondo quanto riferito, anche il prossimo film sta provando cose nuove, tra cui la modifica della trama della sorella di Elphaba, Nessarose (Marrise Bode), e la divisione di “Thank Goodness” in due numeri musicali.

Cosa significa questa durata per Wicked – Parte 2 (Wicked: For Good)

È logico che la prima metà di Wicked abbia una durata maggiore, anche se la seconda metà è senza dubbio quella in cui si potrebbero aggiungere più elementi alla storia. Ci sono più canzoni e più lunghe nel primo atto della produzione di Broadway, mentre il secondo atto non descrive in modo completo gli sforzi di Elphaba per combattere il regime del Mago (Jeff Goldblum sullo schermo).

Detto questo, Wicked – Parte 2 (Wicked: For Good) è comunque un film piuttosto lungo. La cosa sorprendente è che non ha superato le due ore e mezza. Quindi, c’è ancora molto tempo per approfondire le dinamiche tra i due protagonisti e Fiyero (Jonathan Bailey), mostrare più dettagli della vita di Elphaba come Strega Malvagia dell’Ovest e, naturalmente, includere altre canzoni mozzafiato.

Margot Robbie rivela che le piacerebbe “rifare” il suo ruolo in The Wolf of Wall Street

0

Margot Robbie spiega perché vuole “rifare” la sua interpretazione “non molto buona” nel film di Martin Scorsese The Wolf of Wall Street, che l’ha resa famosa.

Scorsese ha scelto Margot Robbie, allora sconosciuta, per il ruolo di Naomi nel suo film sul truffatore di Wall Street Jordan Belfort, gettandola nell’acqua profonda insieme a Leonardo DiCaprio nei panni di Belfort.

La divertentissima incursione di Robbie e DiCaprio dietro le quinte di Wall Street è stata per lo più elogiata dalla critica, ottenendo il 79% su Rotten Tomatoes e l’83% dal pubblico. Il film è stato anche un successo al botteghino, incassando 407 milioni di dollari con un budget di circa 100 milioni.

La stessa Robbie ha ricevuto un immediato impulso alla sua carriera, recitando in seguito in grandi film di successo come Suicide Squad, insieme a film candidati all’Oscar come I, Tonya, che le è valso una nomination come migliore attrice. Il suo ultimo film, A Big Bold Beautiful Journey, uscirà il 19 settembre.

Nonostante abbia ricevuto ampi consensi per la sua interpretazione in Wolf of Wall Street, che l’ha resa famosa, Robbie non è soddisfatta del lavoro che ha fatto nel film, dicendo ad ScreenRant in un’intervista per A Big Bold Beautiful Journey che “rifarebbe” il ruolo di Naomi se potesse:

Oh wow. Mi piacerebbe rifare il mio ruolo in The Wolf of Wall Street solo perché ero così giovane e non credo di essere stata molto brava a recitare all’epoca. Penso che ora potrei fare molto meglio. Mi piacerebbe tornare indietro e farlo meglio.

Cosa significa questo per Margot Robbie e Wolf of Wall Street

The Wolf of Wall Street cast Margot Robbie Leonardo DiCaprio

Interpretare la combattiva Naomi ha lanciato la carriera di Robbie su una nuova traiettoria, ma inizialmente pensava di aver perso il ruolo a causa di un incidente ormai famoso accaduto durante l’audizione, quando ha improvvisato e ha schiaffeggiato DiCaprio, pensando inizialmente di essere nei guai (tramite Harper’s Bazaar):

Ma un’altra parte del mio cervello ha avuto un clic e mi sono semplicemente lanciata, Whack! L’ho colpito in faccia. E poi ho urlato: “Vaffanculo!”. E questo non era affatto nel copione. La stanza è diventata silenziosa e io mi sono bloccata.

Lungi dall’essere arrabbiati con la giovane attrice, Scorsese e DiCaprio sono rimasti entusiasti della violenta improvvisazione di Robbie e hanno immediatamente deciso di scritturarla per il ruolo di Naomi.

Quella non è stata l’unica volta in cui Robbie ha dato il massimo per The Wolf of Wall Street. Quando nel programma delle riprese è stata inserita una scena di nudo integrale, Scorsese le ha detto che poteva indossare un accappatoio se si sentiva a disagio, ma Robbie ha rifiutato, accettando di girare la scena di nudo perché riteneva che fosse giusto per il suo personaggio (via Talking Pictures):

Il punto è che lei uscirà completamente nuda: questa è la carta che sta giocando in questo momento.

Robbie ha anche descritto in dettaglio le riprese della scena di The Wolf of Wall Street in cui lei e DiCaprio fanno sesso su una montagna di soldi, rivelando che le sono rimasti dei tagli causati dalla carta.

Da queste storie è evidente che Robbie era disposta a fare qualsiasi cosa per il suo ruolo in The Wolf of Wall Street, anche a rischio di brutti tagli con la carta, e quella dedizione è parte del motivo per cui è riuscita a lasciare un’impressione così indelebile nei panni di Naomi. Tuttavia, l’attrice ha dei dubbi sulla sua interpretazione, come ha ora rivelato.

Dave Bautista sembra infastidito dal fatto che James Gunn non lo abbia ancora invitato nel DCU

0

Dave Bautista parla apertamente del fatto di non aver ancora aderito al DC Universe di James Gunn. Il 2025 ha segnato una grande vittoria per il Capitolo 1 della DCU: “Gods and Monsters”, con il successo del nuovo film Superman con David Corenswet e il ritorno della serie TV Peacemaker con John Cena su HBO Max.

La timeline del DCU è appena iniziata, però, dato che ci sono altri film e serie TV in lavorazione presso la DC Studios. Mentre molti progetti hanno visto la partecipazione di alcuni dei precedenti collaboratori di Gunn, uno di loro sta aspettando di ricevere la chiamata dall’ex regista del Marvel Cinematic Universe.

In una recentemente intervistato con ScreenRant Bautista per il suo nuovo film Afterburn, in cui è stato menzionato la DC, dopo la rivelazione che il veterano dell’MCU era stato quasi scritturato per interpretare Peacemaker nel film The Suicide Squad del 2021. Quando a Bautista è stato chiesto se avesse avuto dei colloqui con Gunn riguardo all’interpretazione di un personaggio diverso nella sua serie, l’attore ha risposto quanto segue:

Dave Bautista: (Ride) No. Sai, li ricontatto continuamente per vedere se c’è qualcosa, perché vorrei far parte di quel mondo. Non voglio dire che sono deluso, ma circa un anno fa speravo davvero di ricevere una telefonata da James che mi dicesse: “Ehi, amico, abbiamo qualcosa per te”.

Ma continuo a sentire dire che mi stanno prendendo in considerazione per qualcosa, ma non so cosa sia. E non ho avuto notizie direttamente né da James né da Peter. Ma vorrei davvero far parte di quel mondo, sai, speravo di andare lì e fare qualcosa con loro, ma non ho ricevuto alcuna notizia. E non sto diventando più giovane.

Il 56enne ha lavorato con il co-CEO della DC Studios al film della MCU Guardiani della Galassia, in cui ha interpretato Drax il Distruttore in tutta la trilogia. Ha anche ripreso il ruolo in Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame, Thor: Love and Thunder e nello speciale natalizio della Disney+ Guardians of the Galaxy Holiday Special.

Cosa significano i commenti di Dave Bautista sulla DCU

Dato che la DC Studios è ancora agli inizi con la sua nuova continuity, c’è tutto il tempo per inserire la star di Afterburn nel franchise di supereroi rilanciato da Gunn. Anche se alcuni ex collaboratori dell’MCU hanno già aderito al franchise, ce ne sono ancora alcuni importanti che non l’hanno fatto, anche se Gunn ha detto di avere in mente dei ruoli per loro.

Task: la nuova serie poliziesca della HBO che divide critici e pubblico balza in cima alle classifiche

0

La nuova serie poliziesca della HBO, che sta dividendo nettamente critici e pubblico, è balzata in cima alle classifiche di streaming dopo solo due episodi. Le acclamate serie poliziesche della HBO non sono una novità per il network, dalle recenti serie come True Detective stagione 4 e serie come I Soprano e The Wire, spesso considerati tra le migliori serie TV di tutti i tempi.

La più recente è Task, una serie che segue il gioco del gatto e del topo tra l’agente dell’FBI Tom Brandis (Mark Ruffalo) e Robbie Prendergrast (Tom Pelphrey), padre di famiglia di giorno e rapinatore di case di notte. La serie è stata creata da Brad Ingelsby, noto soprattutto per l’acclamata Omicidio a Easttown. Task ha ottenuto elogi simili dalla critica, ottenendo un punteggio dell’89% su Rotten Tomatoes.

Task ha però faticato a conquistare il pubblico, ottenendo solo il 65% su Popcornmeter. Tuttavia, secondo sia FlixPatrol che HBO Max, questo non ha impedito alla serie di spiccare il volo in streaming. Secondo i dati del 17 settembre 2025, Task è al primo posto su HBO Max, raggiungendo il primo posto anche nella maggior parte dei singoli paesi, compresi gli Stati Uniti.

Cosa significa il successo di Task in streaming per il crime drama

Le recensioni di Task sono state incredibilmente positive, elogiando i personaggi e i dialoghi, oltre al modo in cui intreccia la narrazione malinconica dei suoi personaggi principali. Ma questa è solo l’opinione dei critici. Secondo il pubblico, la serie ha un’atmosfera deprimente e prestazioni scadenti, con molti contrasti negativi rispetto a Omicidio a Easttown.

Tuttavia, sembra che le recensioni online non riflettano appieno il modo in cui il pubblico sta approcciando la serie. La serie sta superando Peacemaker – stagione 2 e The Pitt, consolidandosi come una delle principali serie TV poliziesche nel catalogo della HBO. Anche se alcuni spettatori non apprezzano la serie, il numero di quelli che la guardano è sufficiente per giustificarne il successo.

Alien: Pianeta Terra, il trailer del finale mostra lo Xenomorfo e Wendy che preparano l’attacco

0

È arrivato il trailer del finale di stagione di Alien: Pianeta Terra, che mostra lo Xenomorfo e Wendy pronti ad attaccare dopo la devastante morte dell’ultimo episodio. La storia di Alien: Pianeta Terra è giunta al culmine, con l’episodio 7 che ha visto la morte sia di Arthur che di Nibs mentre il caos si diffondeva su Neverland Island. Wendy ha controllato anche il suo Xenomorfo, mentre Kirsch ha catturato i soldati della Weyland-Yutani, tra cui Morrow.

Ora, FX ha pubblicato un nuovo trailer di Alien: Pianeta Terra, che rivela Wendy e il suo Xenomorfo mentre pianificano una fuga sanguinosa dalla struttura di ricerca di Prodigy. Le immagini includono Dame Sylvia sconvolta mentre guarda i video dei bambini, Morrow che forse fugge con l’aiuto di Slightly e lo Xenomorfo che miete vittime all’interno del laboratorio di Neverland Island. Guarda il trailer qui sotto:

Cosa significa il trailer dell’episodio 8 di Alien: Earth per il finale

Alien: Pianeta Terra episodio 7

Alien: Pianeta Terra episodio 7 si è concluso con la morte scioccante di due personaggi molto importanti, con Nibs che è quello che colpisce di più Wendy. Naturalmente, quando scoprirà cosa è successo ad Arthur, che è sempre stato gentile con lei, questo influenzerà probabilmente la sua fuga. Litigando con Joe nel trailer, sembra che sia disposta a uccidere per fuggire.

Per quanto riguarda gli altri ricercatori sull’isola di Neverland, gli eventi sembrano aver scosso Boy, che sta guardando Wendy su uno schermo. Il legame di Dame con i bambini sottolinea anche quanto sarà emotivamente difficile per lei scoprire di averne perso uno insieme al marito. Sembra che la storia di ogni personaggio di Alien: Pianeta Terra raggiungerà il suo apice tutto in una volta.

Il trailer lascia anche alcuni elementi segreti fino all’arrivo dell’episodio. Kirsch spara a qualcuno o qualcosa nel laboratorio, ma non è chiaro a chi. C’è anche la natura dell’Ocellus, che si è rivelato parte di una civiltà avanzata, spingendo Boy a considerare un soggetto umano attualmente sconosciuto in cui farlo entrare. È chiaro che si scatenerà il caos per tutte le parti coinvolte.

CIA: lo spin-off di FBI con Tom Ellis aggiunge Natalee Linez nel cast

0

Lo spin-off dell’FBI CIA ha scritturato un’altra star di One Chicago per un ruolo importante. La prossima serie della CBS vede Tom Ellis nei panni di un agente della CIA che agisce in modo spregiudicato e poco ortodosso, mentre il suo partner, interpretato da Nick Gehlfuss, è un agente dell’FBI e un fervente sostenitore delle regole.

Dopo che i personaggi di Ellis e Gehlfuss vengono assegnati alla stazione della CIA di New York, devono imparare a collaborare nonostante le loro personalità e il loro approccio alla legge siano drasticamente diversi. Anche Michael Michele fa parte del cast nel ruolo di capo della stazione della CIA di New York.

Secondo Deadline, Natalee Linez entra ora a far parte del cast fisso di CIA. Interpreterà Gina Rojas, analista della CIA e membro chiave della squadra principale. Linez ha già recitato nella dodicesima stagione di Chicago P.D., dove ha interpretato il ruolo di Valeria Soto.

Cosa significa questo per CIA

Mentre il cast principale di CIA continua a prendere forma, Linez è un’aggiunta interessante che non solo ha già lavorato con One Chicago, ma ha anche già collaborato con Ellis in passato. Linez ed Ellis hanno fatto parte del cast della seconda stagione di Tell Me Lies, con Ellis nel ruolo di Oliver e Linez in quello di Lydia Montgomery.

Grazie alla sua esperienza con le serie TV procedurali e alla collaborazione con Ellis, Linez è la persona giusta per diventare un personaggio fisso di CIA. Avere due star di One Chicago nei ruoli principali è anche una mossa intelligente che contribuirà ad attirare più fan dell’amata serie della NBC.

Oltre ai suoi ruoli in Chicago P.D. e Tell Me Lies, Linez è apparsa in singoli episodi di altre serie procedurali, tra cui 9-1-1 e CSI: Vegas, ma CIA è il suo ruolo più importante in questo genere. Mentre Ellis e Gehlfuss saranno i volti della serie, Linez sarà anche un personaggio chiave che contribuirà a definire lo show quando debutterà sulla CBS nel 2026.

In copertina: Tom Ellis della CIA arriva al CBSFEST 2025-2026: annuncio del programma tenutosi presso i Paramount Studios. Foto di Image Press Agency via Depositphotos.com

The Dutton Ranch: Jai Courtney entra nel cast dello spin-off di Yellowstone

0

Il prossimo spin-off di Yellowstone, intitolato The Dutton Ranch, vede una star di DC nel ruolo perfetto. Lo spin-off è uno dei tanti in lavorazione nell’universo Yellowstone di Taylor Sheridan.

Il cast di The Dutton Ranch è guidato da Kelly Reilly e Cole Hauser, che riprendono i ruoli di Beth Dutton e Rip Wheeler, insieme a Finn Little che torna nei panni di Carter. Annette Benning ed Ed Harris interpretano nuovi personaggi, e ora si unisce a loro un altro volto nuovo.

Secondo Variety, Jai Courtney è entrato a far parte del cast di The Dutton Ranch nel ruolo di Rob-Will, descritto come “un caposquadra imponente e imprevedibile”. Courtney ha già recitato nel film della DC del 2016 Suicide Squad. Tra i suoi crediti televisivi figurano The Terminal List, American Primeval e Kaleidoscope.

Cosa significa questo per il Dutton Ranch

Avendo interpretato in passato molti personaggi imponenti e imprevedibili, Courtney è la scelta perfetta per il cast di The Dutton Ranch. È in grado di trasmettere un senso di energia intimidatoria e imprevedibile che renderà Rob-Will una forza da non sottovalutare nella prossima serie di Taylor Sheridan.

Per quanto riguarda il suo ruolo nella storia dello spin-off, Rob-Will potrebbe lavorare come caposquadra del ranch per il personaggio di Benning, Beulah Jackson, che è il potente capo di un importante ranch del Texas. Questo collegamento non è stato ancora confermato, ma potrebbe essere un modo efficace per introdurre i due nuovi personaggi.

Sebbene Courtney non sia così famoso come Benning o Harris, è comunque un nome ben noto e aggiunge ulteriore fascino a The Dutton Ranch, mentre la serie si prepara per l’uscita prevista nel 2026. Il mix di volti nuovi e familiari contribuirà a rendere la serie attraente sia per i nuovi fan che per quelli di lunga data del genere western.

Netflix sta per lanciare il perfetto sostituto di Fallout

0
Netflix sta per lanciare il perfetto sostituto di Fallout

Netflix sta per lanciare una nuovissima serie televisiva di alto livello che i fan di Fallout non dovrebbero perdersi. Fallout è un adattamento televisivo dell’omonimo videogioco di successo, trasmesso per la prima volta su Prime Video nel 2024.

La serie post-apocalittica ha debuttato con il plauso della critica e un punteggio del 93% su Rotten Tomatoes. Il cast di Fallout include Ella Purnell, Walton Goggins, Aaron Moten, Kyle MacLachlan, Moisés Arias e Xelia Mendes-Jones. La seconda stagione di Fallout sarà trasmessa per la prima volta il 17 dicembre, con il finale previsto per il 4 febbraio 2026.

Prima della seconda stagione di Fallout, però, ci sarà un’altra serie apocalittica a intrattenere i fan. Netflix rilascerà Billionaires’ Bunker il 19 settembre.

La nuovissima serie in lingua spagnola, che conterà otto episodi nella sua prima stagione, racconta la storia di miliardari che cercano un bunker di lusso per sfuggire a una guerra nucleare, ma all’interno del bunker si scatenano faide, tensioni e molti drammi.

Il cast di Billionaires’ Bunker include Pau Simón, Alícia Falcó, Miren Ibarguren, Agustina Bisio, Joaquín Furriel, Natalia Verbeke, Carlos Santos, Montse Guallar e Álex Villazán.

Il vicepresidente dei contenuti di Netflix per la Spagna e il Portogallo, Diego Ávalos, ha dichiarato (tramite Variety) che Billionaires’ Bunker è la “serie più ambiziosa” che abbia mai visto in Spagna, non solo in termini di budget, ma anche di trama. Lo studio costruito in Spagna si estende su una superficie di 66.700 piedi quadrati.

Nel frattempo, il bunker stesso ha un’atmosfera “claustrofobica”, pur mantenendo un senso di lusso che soddisferà i miliardari.

Billionaires’ Bunker farà riferimento all’“attuale situazione geopolitica”, anche se la serie sarà più incentrata sui personaggi e sulle emozioni che si sviluppano nelle loro trame, secondo il co-creatore Alex Pina. “Grandi inganni e grandi segreti” saranno una parte importante della trama, come rivelato da Esther Martínez Lobato, che ha anche co-creato Billionaires’ Bunker.

Pina ha aggiunto che Billionaires’ Bunker inizierà con un “tono apocalittico” prima di trasformarsi in una “serie di fantasia divertente”. Il co-creatore ha descritto la serie come una matrioska, che inizia con un genere e poi continua a cambiare. Leggi i suoi commenti qui sotto:

Diego Ávalos: Non solo per il budget, ma anche per il linguaggio narrativo, la struttura e la costruzione dei personaggi, è la serie più ambiziosa che abbia mai visto nella storia della Spagna. Con una superficie di 6.200 metri quadrati (66.700 piedi quadrati), i suoi oltre 100 spazi interconnessi hanno offerto un’esperienza più coinvolgente per le troupe di lavoro. Il bunker è ovviamente claustrofobico, ma anche così lussuoso da convincere i miliardari a trascorrervi settimane, mesi o addirittura anni.

Alex Pina: La serie fa riferimento all’attuale situazione geopolitica, ma si concentra maggiormente sul percorso dei personaggi, su un viaggio emotivo. Esther Martínez Lobato: Questa è una serie su grandi inganni e grandi segreti.

Cosa significa Billionaires’ Bunker per i fan di Fallout

Anche se sono distribuiti da due diversi servizi di streaming, Billionaires’ Bunker e Fallout hanno atmosfere apocalittiche simili e mostrano le conseguenze di una guerra nucleare, quindi i fan del videogioco e dell’adattamento di Prime Video saranno probabilmente attratti dal nuovissimo dramma di Netflix.

Detto questo, le due serie sono anche molto diverse. Fallout è incentrato su un abitante del Vault, un soldato e un pistolero mutante, mentre Billionaires’ Bunker si concentra su come i ricchi e i potenti reagiscono a una guerra nucleare.

I miliardari e il loro ruolo nell’attuale economia statunitense e globale sono stati temi scottanti negli ultimi anni, in particolare con la prominenza di figure come Elon Musk, quindi una serie come Billionaires’ Bunker non fa altro che alimentare quelle discussioni e realtà tese, il che è inevitabile dato che l’arte spesso imita la vita.

Camp Rock 3: annunciato il nuovo film con i Jonas Brothers

0
Camp Rock 3: annunciato il nuovo film con i Jonas Brothers

Interpretati da Demi Lovato e dai Jonas Brothers, Camp Rock del 2008 e Camp Rock: The Final Jam del 2010 hanno raccontano le vicissitudini di aspiranti artisti in un campo estivo musicale. Disney Branded Television ha ora annunciato che è in lavorazione un Camp Rock 3, con Joe, Nick e Kevin Jonas che riprenderanno i ruoli di Shane, Nick e Jason Gray, i membri della band immaginaria Connect 3. Lovato (che a quanto pare non reciterà nel film) e i Jonas Brothers saranno anche i produttori esecutivi, mentre tornerà anche Maria Canals-Barrera (I maghi di Waverly), membro del cast originale.

Sherry Cola fa il suo ingresso nella serie, mentre il cast dei nuovi partecipanti al campo include Liamani Segura nel ruolo di Sage, Malachi Barton nel ruolo di Fletch, Lumi Pollack nel ruolo di Rosie, Hudson Stone nel ruolo di Desi, Casey Trotter nel ruolo di Cliff, Brooklynn Pitts nel ruolo di Callie e Ava Jean nel ruolo di Madison.

La storia seguirà il ritorno dei Connect 3 al Camp Rock dopo aver perso il loro gruppo spalla, alla ricerca di nuovi talenti che aprano i loro concerti, scatenando una feroce competizione tra la nuova generazione di campeggiatori. Secondo quanto riferito, la produzione di Camp Rock 3 è iniziata questa settimana a Vancouver. Ayo Davis, presidente della Disney Branded Television, ha dichiarato in un comunicato:

Camp Rock è una parte importante dell’eredità dei film originali Disney Channel, con musica indimenticabile, narrazione energica e personaggi che vivono ancora oggi nel cuore dei fan. Riportarlo in auge con Kevin, Joe, Nick e Demi è un momento che chiude il cerchio, e non vediamo l’ora di reintrodurre questo mondo a una nuova generazione.

Cosa aspettarsi da Camp Rock 3

I film di Camp Rock sono tra i Disney Channel Original Movie più popolari di sempre e il proseguimento della serie susciterà sicuramente sentimenti contrastanti nei fan. I ragazzi degli anni 2000 potrebbero essere affamati di questa particolare esplosione di nostalgia, ma non vorranno vedere i loro film preferiti dell’infanzia rovinati da un sequel scadente.

Il coinvolgimento di Lovato e dei Jonas Brothers è però un buon segno per Camp Rock 3, poiché loro sanno meglio di chiunque altro cosa ha reso efficaci i film originali. Potrebbe risultare in un’aggiunta gradita e fresca per i vecchi e i nuovi fan, con i protagonisti originali che assumono ruoli esecutivi, dove hanno più controllo creativo e possono attingere alle proprie esperienze.

House Of The Dragon – Stagione 3 non rispetterà la scadenza prevista per il 2026

0

La terza stagione di House of the Dragon non rispetterà la scadenza prevista per il 2026, come confermato dal boss della HBO Casey Bloys, che ha spiegato quando uscirà. Le riprese della terza stagione di House of the Dragon sono iniziate nel marzo 2025 e la produzione dovrebbe concludersi in ottobre. La serie dovrebbe uscire nel corso del 2026 sulla HBO.

Parlando con Deadline dopo gli Emmy, Bloys ha rivelato che House of the Dragon – stagione 3 ha una finestra di uscita provvisoria fissata per giugno 2026. Questo la renderebbe appena fuori dalla corsa agli Emmy 2026, la cui finestra si chiude il 31 maggio 2026. Tuttavia, il suo aggiornamento offre comunque un’aspettativa più concreta su quando arriveranno i prossimi episodi.

Cosa significa l’uscita della terza stagione di House Of The Dragon per gli Emmy

Oltre alle lodi della critica, la serie è stata anche nominata per otto Emmy, tra cui una nomination per la migliore serie drammatica nel 2024. Ha vinto due Creative Arts Emmy, uno per i migliori costumi di fantascienza/fantasy nel 2024 e uno per il miglior trucco d’epoca o fantasy/fantascientifico (non protesico) nel 2025. È una parte importante del panorama televisivo odierno.

Tuttavia, sulla base di quanto rivelato da Bloys sulla data di uscita, sembra che House of the Dragon non otterrà alcun riconoscimento agli Emmy la prossima volta che si terranno. Anche se la sua uscita prevista per giugno significa che sarà idonea nel 2027, sembra che la serie perderà l’opportunità di ottenere qualsiasi riconoscimento quando tornerà la cerimonia di premiazione.

Fortunatamente, il mondo di Westeros potrebbe ancora avere una possibilità di essere premiato ai prossimi Emmy, nonostante l’assenza del prequel di Game of Thrones. Un altro spin-off, il prossimo A Knight of the Seven Kingdoms, andrà in onda all’inizio del 2026, il che significa che sarà ammesso alla selezione. Resta da vedere se sarà nominato o meno.

Alien: Pianeta Terra, la scena dello Xenomorfo che ha rivoluzionato il franchise, spiegata dal regista dell’episodio 7

0

Alien: Pianeta Terra è stato fin dall’inizio un capitolo rivoluzionario dell’imponente franchise. Ha preso l’universo di Alien e gli ha dato una svolta terrificante, soprattutto con la sua iterazione dei famigerati Xenomorfi.

Nell’episodio 7 di Alien: Earth, “Emergence”, uno Xenomorfo viene esposto alla luce del giorno per la prima volta nella storia della saga. Wendy ha liberato una delle terrificanti creature come parte del suo piano di fuga dopo aver hackerato il sistema del laboratorio. Lo Xenomorfo uccide le guardie di sicurezza e fugge nella giungla.

Quando Wendy, Nibs e Joe vengono messi alle strette dal Prodigy sulla spiaggia, lo Xenomorfo appena liberato entra in azione. E, per uno scherzo del destino, non attacca il trio. Invece, parla con Wendy, che ha la capacità di comunicare con gli alieni. Lei gli ordina quindi di combattere i soldati del Prodigy.

In un’intervista con Screen Rant, il regista dell’episodio 7 Dana Gonzales rivela come è riuscito a creare una scena così efficace. Leggi la discussione qui sotto:

Dana Gonzales: È spaventoso. Sei sul filo del rasoio, questa cosa è sempre stata nell’oscurità e in un ambiente ancora più buio all’interno. E ora la stai portando fuori, in primo piano, completamente allo scoperto. La stai domando, stai vivendo questi momenti in cui è ovvio che non sta uccidendo nessuno. Stai vedendo questa cosa accadere con Wendy e il tipo di relazione che si sta davvero creando, e lei che si rende conto di avere il controllo su tutto, e di essere nella giungla. La cosa più importante nel mio rapporto con Noah è che mi fido di lui al 100%. Leggo quello che scrive, e poi è mio compito eseguirlo al massimo livello possibile. E so che funzionerà, so che sarà fantastico. E poi, all’interno di questo, cerco di trovare quei dispositivi o quelle impostazioni per renderlo credibile e funzionante. Penso che, sì, quando lo vedi per la prima volta in quella lotta nella giungla, è orribile, e penso che ce lo siamo guadagnato. Ma quando si tratta di Wendy e tutto il resto, ce lo siamo guadagnato. Non è come: “Wow, che diavolo è quello?”. Ce lo aspettavamo. La vediamo legarsi nell’episodio 6 e cose del genere. E ovviamente, la comunicazione con lo Xenomorfo, quindi è lì che la sceneggiatura mostra davvero se stessa e la sua forza. Penso che sia per questo che la serie funziona così bene.

Cosa significa per Alien: Pianeta Terra la comparsa dello Xenomorfo alla luce del giorno

Fino ad ora, gli Xenomorfi sono sempre apparsi solo nel cuore della notte. Predare gli esseri umani nell’oscurità è sempre stato uno degli aspetti più terrificanti dei predatori alieni. Essere inseguiti mentre si è più vulnerabili, senza alcuna luce a guidarci, è il peggior incubo di tutti nella serie.

Tuttavia, sebbene essere inseguiti nel buio più totale sia terrificante, il fatto che gli Xenomorfi siano in grado di cacciare alla luce del giorno è altrettanto spaventoso. Anche se gli esseri umani possono vedere dove stanno andando, anche gli Xenomorfi possono farlo. Questo aumenta il pericolo in cui si trovano questi personaggi, perché non hanno più il lusso di non doversi preoccupare di loro durante il giorno.

Death Stranding: incoraggianti aggiornamenti sul film prodotto da Hideo Kojima

0

Il progetto di adattamento cinematografico di Death Stranding, a lungo in gestazione, sta finalmente prendendo slancio dopo anni di silenzio radio. Il videogioco originale vede protagonisti Norman Reedus, Mads Mikkelsen, Léa Seydoux e Margaret Qualley e segue Sam Porter Bridges (Reedus) mentre attraversa un’America frammentata consegnando merci e riconnettendo l’umanità. Il gioco del 2019 è stato acclamato dalla critica grazie alla complessità narrativa tipica del regista Hideo Kojima.

Annunciato nel 2022, A24 sosterrà il prossimo progetto cinematografico, con Kojima come produttore. Nell’aprile 2025, il film Death Stranding ha poi trovato il suo regista in Michael Sarnoski. A parte alcuni aggiornamenti, tra cui il piano di uscita nel 2027 e l’annuncio di un adattamento anime separato, i dettagli sono ad oggi rimasti segreti. Tuttavia, una nuova intervista suggerisce che le cose stanno finalmente andando avanti.

Parlando con Grant Hermanns di ScreenRant per London Calling, il produttore di Death Stranding, Allan Ungar, ha infatti fornito un raro aggiornamento sul film in uscita. Sebbene Ungar sia rimasto riservato sui dettagli, ha confermato che “è in fase di sviluppo attivo. Quindi, come tutte queste cose, è sempre qualcosa di cui non si può davvero parlare. Ma posso dire che sta andando in una direzione molto positiva”.

Cosa significa questo per il film Death Stranding

Con un mondo surreale e post-apocalittico e una storia che fonde fantascienza, filosofia e horror esistenziale, Death Stranding è sempre sembrato destinato al grande schermo, ma fino ad ora gli aggiornamenti sono stati pochi e sporadici. Tuttavia, la dichiarazione di Ungar indica che il film non è più in una fase di sviluppo incerta. “Sviluppo attivo” significa in genere che la scrittura, la pre-produzione o le prime decisioni sul casting sono in corso.

In precedenza, Norman Reedus aveva espresso interesse a tornare nei panni di Sam Porter Bridges. Tuttavia, Kojima ha lasciato intendere che il film si discosterà dal gioco, suggerendo una storia più narrativa, forse autonoma, ambientata nell’universo di Death Stranding. Ma considerando l’uscita prevista per il 2027 e il commento “molto positivo” di Ungar, l’adattamento cinematografico sembra essere sulla buona strada.

ONE PIECE – Stagione 2: l’anteprima ne nuovo trailer, i pirati di Cappello di Paglia sono tornati!

0

La ciurma più amata del mondo dell’anime e del manga è pronta a solcare di nuovo i mari. Netflix Italia ha svelato l’anteprima della seconda stagione di ONE PIECE, riportando sullo schermo i Pirati di Cappello di Paglia guidati dall’instancabile Monkey D. Luffy. Dopo il successo della prima stagione live action, l’adattamento del capolavoro di Eiichirō Oda torna con nuove avventure, nuove sfide e una rotta ancora più ambiziosa: la Rotta Maggiore.

Nella nuova stagione ritroveremo Luffy, Zoro, Nami, Usop e Sanji, pronti a salpare verso acque pericolose e a confrontarsi con nemici sempre più potenti. Al tempo stesso, la serie introdurrà nuovi personaggi, alleati inaspettati e tesori leggendari che promettono di cambiare per sempre il destino della ciurma. Netflix punta a consolidare il successo ottenuto nel 2023, quando ONE PIECE è diventato uno dei titoli più visti a livello globale nella settimana di debutto, dimostrando che un adattamento live action di qualità è possibile.

La seconda stagione – girata in gran parte in Sudafrica e in altri scenari esotici – mira a espandere l’universo narrativo, approfondendo i retroscena dei personaggi e rispettando sempre di più lo spirito dell’opera originale. L’anteprima diffusa da Netflix mostra già un salto qualitativo nella resa delle scenografie, degli effetti speciali e delle coreografie di combattimento, accendendo l’entusiasmo dei fan sui social.

Non è ancora stata comunicata la data ufficiale di uscita su Netflix Italia, ma l’hype è alle stelle. Con “ONE PIECE – Stagione 2: Verso la Rotta Maggiore” il viaggio della ciurma di Cappello di Paglia è solo all’inizio: nuove isole, nuovi nemici e nuove emozioni attendono gli spettatori. Preparati a salpare ancora una volta!

Paul Walter Hauser si unisce al cast del nuovo Resident Evil

0
Paul Walter Hauser si unisce al cast del nuovo Resident Evil

Dopo il successo di Weapons, lo sceneggiatore e regista Zach Cregger sta dando il via ai lavori per il suo prossimo thriller horror: un reboot di Resident Evil. Il regista, infatti, dirigerà il nuovo film basato sui popolari videogiochi horror della Capcom e ha anche co-sceneggiato il film insieme a Shay Hatten. Fonti riferiscono ora a Deadline che Paul Walter Hauser affiancherà Austin Abrams nel nuovo adattamento di realizzato da Cregger per la Sony Pictures.

I dettagli della trama di questo film sono ancora segreti, ma i precedenti film di Resident Evil erano un mix di horror, fantascienza e azione e seguivano le avventure di un’eroina che combatte gli zombie e la Umbrella Corporation, la società di guerra biologica che ha liberato i mostri. Sony Pictures distribuirà il film nelle sale il 18 settembre 2026. Sony ha già distribuito tutti i precedenti film di Resident Evil, che hanno incassato più di 1,2 miliardi di dollari in tutto il mondo, rendendolo uno dei franchise cinematografici basati su videogiochi di maggior successo.

Dove abbiamo visto di recente Paul Walter Hauser

Paul Walter Hauser è noto soprattutto per aver recitato nel film Richard Jewell e nella serie limitata crime-drama Black Bird di Apple TV+, per la quale ha ricevuto Emmy, Golden Globe e Critics Choice Awards, oltre a una nomination ai SAG Award. Il 2025 è stato un anno molto intenso per lui, che ha recitato in I Fantastici Quattro: Gli Inizi (qui nel ruolo dell’Uomo Talpa), Una pallottola spuntata e Springsteen: Liberami dal nulla.

Cosa Zach Cregger ha detto di Resident Evil

In un’intervista con Comicbook.com, il regista del film Resident Evil Zach Cregger ha parlato della sua storia con la serie e di come questa influenzi il suo prossimo lavoro. Secondo Cregger, ha “giocato a tutti i giochi”, in particolare a Resident Evil 4, che ha giocato “un centinaio di volte”. Tuttavia, Cregger non ha visto gli altri film di Resident Evil, affermando che “i giochi sono la mia passione”.

Dato che Cregger è un grande fan dei videogiochi Resident Evil, ha dichiarato: “Voglio solo raccontare una storia che renda onore all’esperienza che si prova giocando”. Per questo motivo, Cregger sembra incredibilmente fiducioso nel progetto, affermando: “Penso che il film sarà un successo”.

Honey Don’t, la spiegazione del finale: rivelato il colpo di scena scioccante!

La commedia dark neo-noir di Ethan Coen Honey Don’t! mescola in modo divertente i tropi dei film polizieschi di serie B con una schiera di personaggi stravaganti per produrre una trama contorta con un finale sanguinoso. Con Margaret Qualley nel ruolo della protagonista, Honey Don’t racconta la storia della detective moderna Honey O’Donahue alle prese con un caso di omicidio a Bakersfield, in California.

In qualità di investigatrice privata, Honey non ha formalmente il compito di risolvere alcun caso, ma inizia a indagare quando una donna muore misteriosamente in un incidente stradale il giorno prima dell’appuntamento con lei. La sua ricerca della vera ragione dietro la morte della donna la porta a entrare in contatto con diversi personaggi con vari gradi di connessione.

MG Falcone, interpretata da Aubrey Plaza, lavora nella stazione di polizia che Honey frequenta quando ha bisogno di informazioni, e le due sviluppano una relazione romantica occasionale in brevissimo tempo. Honey si ritrova anche coinvolta nella strana scomparsa di sua nipote Corinne (Talia Ryder), che la porta dal leader di una setta religiosa locale, il reverendo Drew Devlin (Chris Evans).

Mentre Honey tira il filo che circonda la divina malvagità di Devlin e l’operazione di droga che gestisce nel retro della sua chiesa, scopre che lui ha approfittato di donne vulnerabili per un bel po’ di tempo, sospettando che sua nipote sia tra queste. Tuttavia, nel climax del film, Honey scopre che Devlin non è l’unica persona a Bakersfield che rappresenta una minaccia per le donne.

Perché MG Falcone uccideva le ragazze

Dopo essere andata a casa di MG (abbreviazione di Mary Grace) senza ricevere alcuna risposta tramite SMS o telefonata, Honey trova MG ansiosa e aggressiva, insieme a una tazza di tè con il rossetto di sua nipote. Honey capisce in quel momento che MG è in realtà responsabile dell’uccisione di donne vulnerabili nella zona, il che porta a uno scontro fisico che lascia Honey pugnalata allo stomaco e MG uccisa a colpi di pistola.

Come MG spiega con rabbia a Honey, in passato si era ribellata al padre militare conservatore, uccidendolo a sangue freddo dopo una vita di abusi e il rifiuto di accettare il suo orientamento sessuale. C’è una forte implicazione (basata sulla citazione dell’annuario che Honey trova a casa di MG) che MG fosse stata precedentemente legata alla chiesa, cosa che senza dubbio le era stata imposta.

La sua motivazione vaga e discutibile per rapire o uccidere donne come Mia Novotny (la presunta vittima iniziale dell’incidente d’auto e membro della chiesa di Devlin) era che le prendeva di mira specificamente perché erano vulnerabili e disposte a rivolgersi alla chiesa nei momenti di dubbio. MG le ha uccise per una rabbia pseudo-femminista fuorviante causata dalla sua infanzia traumatica.

Cosa succederà a Honey?

Honey Don't!
Photograph from Karen Kuehn / Focus Features

Il film si conclude con Honey che incontra Cher (Lera Abova), l’agente femme fatale del cartello della droga “francese” per cui lavorava Devlin, a un semaforo. In quel momento, era a conoscenza del coinvolgimento di Cher con la chiesa di Devlin, avendola vista uscire dall’edificio dopo aver sentito uno sparo. Tuttavia, flirta pesantemente con Cher al semaforo, chiedendole dove sta andando e quanto tempo ha a disposizione.Honey Don’t! – Dettagli chiave della recensioneRT TomatometerMetacritic Meta ScoreIMDB ScoreLetterboxd Score4848/1005,1

L’implicazione è che Honey intende invogliare Cher a fare sesso occasionale, aggiungendola alla lunga lista di conquiste che conserva in un Rolodex sulla sua scrivania. Tuttavia, non è chiaro se Honey stia effettivamente cercando di ottenere maggiori informazioni su Devlin e la sua chiesa. Sulla base di ciò che abbiamo visto di Honey nell’ora e venti minuti precedenti, sembra probabile che la risposta corretta sia entrambe le cose.

È certamente interessata a Cher fisicamente, ma è senza dubbio consapevole che Devlin è una sorta di predatore o almeno una persona pericolosa per le donne della zona. Honey sembra abbastanza interessata alla giustizia da perseguire forse Devlin e il suo obiettivo finale per il bene superiore, dato che non sembra eccessivamente preoccupata di essere pagata per il suo lavoro di investigatrice, quindi sembra probabile che abbia secondi fini nell’incontrare Cher.

Qualcuno sa che il reverendo Drew Devlin è morto?

Chris Evans in Honey Don't
Chris Evans in Honey Don’t. Foto di © Focus Features

Cher ha ucciso il reverendo Devlin senza che ci fosse nessuno intorno, e anche se Honey ha sentito lo sparo, l’agente Marty Metakawich (Charlie Day) non lo ha ritenuto sufficiente per entrare in chiesa e indagare ulteriormente. In teoria, nessuno sa che Devlin è stato ucciso, anche se, come detto sopra, questa potrebbe essere la motivazione principale di Honey per cercare di coinvolgersi con Cher.

Quasi tutti quelli che lavoravano per o con Devlin, da Hector e Shuggie a Big Little Joey e Little Joey, Jr., sono morti o in lutto. Non sembra esserci nessuno che sappia che Devlin è morto alla fine del film, quindi, a meno che Honey non scopra la verità sull’omicidio di Cher e sul più ampio giro di droga, Devlin rimarrà lì fino a quando uno dei suoi altri parrocchiani non lo scoprirà.

Il vero significato di Honey Don’t

Honey Don't Chris Evans Aubrey Plaza Margaret Qualley

Honey Don’t! fatica a mantenere la coerenza e la congruenza tra i vari filoni della trama, come sottolineato su Rotten Tomatoes, e di conseguenza la profondità tematica è relativamente superficiale. Il film si concentra principalmente sui personaggi, sull’estetica noir del deserto e sui momenti scandalosi di sesso e violenza, nessuno dei quali è problematico di per sé, ma non produce un finale soddisfacente o un messaggio da portare a casa.

L’ipocrisia della religione è certamente prevalente, dato che il viscido reverendo interpretato da Chris Evans è una caricatura dei membri del clero che approfittano del loro gregge, sia attraverso truffe che abusi sessuali. Allo stesso modo, la politica conservatrice e le conseguenti ingiustizie sociali sono sotto accusa, in quanto sono vagamente indicate come la ragione della natura omicida di MG Falcone.

In definitiva, Honey Don’t! si concentra maggiormente su quello che Coen spera sia un avvincente omaggio al film noir e ai tropi dei B-movie degli anni ’70, che sono certamente presenti e prevalenti. Tuttavia, non c’è abbastanza collegamento tra i vari elementi divertenti del film per ricavare qualsiasi tipo di metafora o morale potente dalla narrazione più ampia.

L’estate nei tuoi occhi: la storia di Belly si concluderà con un film

0

Prime Video ha confermato che L’estate nei tuoi occhi (The Summer I Turned Pretty) si concluderà con un film. La serie di successo basata sui libri best seller di Jenny Han ha riscosso un enorme successo su Prime, con Belly (Lola Tung) coinvolta in un triangolo amoroso con due fratelli, Conrad (Christopher Briney) e Jeremiah (Gavin Casalegno). La terza stagione è stata una delle serie più chiacchierate dell’estate 2025.

LEGGI ANCHE: L’estate nei tuoi occhi: 10 modifiche rispetto al libro

Con l’ultimo episodio di L’estate nei tuoi occhi ora in streaming, la notizia conferma che la storia di Belly non è finita. Han dirigerà il film, scrivendo la sceneggiatura insieme a Sarah Kucserka, anche se i dettagli sulla trama sono ancora segreti. Han ha comunque anticipato qualcosa sul futuro nell’annuncio di Prime Video:

C’è un’altra grande tappa importante nel viaggio di Belly e ho pensato che solo un film potesse renderle giustizia. Sono molto grata a Prime Video per aver continuato a sostenere la mia visione di questa storia e per aver reso possibile condividere questo capitolo finale con i fan”.

Sebbene non sia stato confermato nell’annuncio, presumiamo che Tung, Briney, Casalegno e altri personaggi amati dai fan del cast di L’estate nei tuoi occhi torneranno per il film.

LEGGI ANCHE: L’estate nei tuoi occhi – stagione 3: la spiegazione del finale di serie e come si confronta con i libri

La terza stagione di L’estate nei tuoi occhi, episodio 11, “At Last”, lo ha reso ufficiale: Belly e Conrad finiscono insieme. I due si ritrovano a Parigi, dove parlano onestamente della loro storia prima di riaccendere la loro relazione. Dopo la loro riunione, c’è un salto temporale in cui vediamo Belly e Conrad tornare alla casa al mare a Cousins mentre il finale volge al termine.

I lettori del libro, tuttavia, sanno che la storia non finisce qui. Il libro presenta un epilogo di quattro pagine in cui Belly rivela che lei e Conrad si sono sposati. Questo avrebbe senso come “grande traguardo” a cui Han ha fatto riferimento nell’annuncio del film. Ancora una volta, al momento non vengono condivisi dettagli sul film, ma considerando che Han ha già detto ai lettori che Belly e Conrad finiscono per sposarsi, avrebbe senso regalare ai fan questo momento monumentale con il film.

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2 e 3, la data di uscita è già stata rivelata 

0

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito è già uscito in Giappone ed è diventato un grande successo e lo sta diventando anche in Italia. Questo film fa parte di una trilogia che vedrà la conclusione dell’iconica serie Demon Slayer. Con il primo film uscito in questi giorni, molti si sono chiesti quando usciranno il secondo e il terzo film.

Con l’uscita di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito, i fan sono ancora più entusiasti per la Parte 2 e la Parte 3 di questa straordinaria trilogia. L’attesa è ancora lunga, ma ne varrà sicuramente la pena, soprattutto dopo aver visto cosa riservava la Parte 1 e come è riuscita a surclassare molti altri film giapponesi.

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito Parte 1 ha battuto tutti i record

Sulla buona strada per diventare il film di maggior successo in Giappone

Come molti fan di Demon Slayer già sanno, il film di maggior successo in Giappone, attualmente al primo posto al botteghino USA e anche in ITALIA, non è altro che un film di Demon Slayer: Mugen Train.

Sebbene Mugen Train sia un grande successo, potrebbe essere superato dal nuovo film di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito. Akaza’s Return ha già battuto alcuni record, come il miglior risultato di apertura nella storia giapponese, e in questo momento Akaza’s Return è tecnicamente il terzo film più visto di sempre in Giappone, avvicinandosi rapidamente al secondo posto occupato da Spirited Away.

“Hai frainteso, Tanjiro. Io disprezzo solo i deboli. Sputo solo sui deboli. Sì. I deboli mi danno la nausea. È la legge della natura che vengano eliminati”. — Akaza a Tanjiro

Dopo Spirited Away, potrebbe persino superare il precedente film Demon Slayer e conquistare il primo posto, soprattutto ora che le uscite internazionali sono diventate davvero importanti e hanno raggiunto il mercato nordamericano il 12 settembre 2025.

I fan si aspettano che Demon Slayer: Infinity Castle Parte 2 e Parte 3 della trilogia superino questi nuovi record stabiliti da Akaza’s Return.

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito appena uscito in Italia

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito è stato uno dei film anime più attesi di sempre. Questo nuovo film è uscito in Giappone il 18 luglio 2025 e ha già battuto tutti i record.

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2 e 3 – Rivelata la data di uscita

Usciranno rispettivamente nel 2027 e nel 2029

Con l’uscita del primo film Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito, i fan si stanno naturalmente chiedendo quando usciranno la Parte 2 e la Parte 3. Fortunatamente per i fan, questo è già stato rivelato. Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2 ha una finestra di uscita nel 2027. Quindi, i fan possono aspettarsi che questo film esca tra due anni.

Nel frattempo, per il finale, che è Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 3, e forse il film più importante dei tre, l’attesa sarà, come prevedibile, molto più lunga. L’uscita di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 3 è prevista per il 2029. Si tratta di 4 anni da oggi.

Dove guardare e leggere Demon Slayer?

Disponibile su Crunchyroll e Manga Plus

Il manga Demon Slayer è terminato molto tempo fa, nel 2020 per la precisione. La storia è piuttosto breve rispetto alla maggior parte delle altre serie e si sviluppa solo su 205 capitoli. I fan della serie che non vogliono aspettare l’uscita dei film possono leggere il manga su Manga Plus.

Per quanto riguarda l’anime, la serie conta attualmente 4 stagioni. Tutte queste stagioni sono disponibili su Crunchyroll. Il resto della serie sarà animato in film, per i quali i fan dovranno attendere l’uscita nelle sale. La data di uscita, in questo caso, dipende dal Paese.

Fonte: X (precedentemente Twitter)

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2: data di uscita, trama e tutto ciò che sappiamo sul sequel

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito è finito, ma, come avrete intuito dal terzo atto ricco di colpi di scena e spostamenti dei personaggi principali sulla scacchiera, è in arrivo un sequel.

Con una potenziale lunga attesa prima del seguito di  Il Castello dell’Infinito 2 (o qualunque sia il titolo), pensiamo che sarebbe prudente guardare avanti a ciò che ci aspetta per Demon Slayer, a ciò che il manga ci dice sulla trama futura e persino a qualche speculazione sulla data di uscita, in mancanza di notizie più ufficiali sul prossimo capitolo della trilogia.

Unitevi a noi mentre esaminiamo tutto ciò che sappiamo – e speriamo di sapere – su Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2. Se non l’avete già fatto, e date un’occhiata alla nostra analisi completa del finale di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2.

Speculazioni sulla data di uscita di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2

Non è stata ancora annunciata una data di uscita per Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2, ma ci sono state molte voci secondo cui lo studio di animazione Ufotable punta a un’uscita nel 2027 per il prossimo film, per poi concludere la trilogia nel 2029.

Qualunque sia la situazione, nei prossimi mesi dovremo tenere gli occhi puntati sulle principali convention per avere notizie sulla data di uscita. Il Jump Festa di dicembre e l’Anime Expo del prossimo anno sono probabili occasioni per avere notizie su Infinity Castle 2, ma forse sentiremo parlare di un sequel anche prima se il primo film di Infinity Castle continuerà la sua straordinaria ascesa al botteghino.

Trama di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2: quali capitoli del manga adatterà?

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2 dovrebbe riprendere dal capitolo 158 del manga di Koyoharu Gotouge e quasi sicuramente ci porterà fino alla fine dell’arco narrativo di Infinity Castle nel capitolo 183. Da lì, prevediamo che il terzo film di Infinity Castle porterà la storia alla conclusione con un adattamento completo dell’arco narrativo Sunrise Countdown (capitoli 184-205).

Siamo riluttanti a entrare nei dettagli per coloro che non hanno ancora letto il materiale originale, ma possiamo aspettarci altre battaglie tra Hashira e Upper Rank, comprese quelle già anticipate, tra cui Kanao contro Doma e Inosuke che cerca di trovare il demone più forte rimasto nell’Infinity Castle (ricordiamo che abbiamo già intravisto Upper One Kokushibo dopo la sconfitta di Akaza). C’è anche la piccola questione dello scontro finale, dato che Tanjiro cerca di trovare Muzan e vendicare la morte della sua famiglia.

Per quanto riguarda la situazione attuale dei personaggi principali, il finale di Demon Slayer Infinity Castle ha visto Tanjiro sconfiggere Upper Moon 3 Akaza in una battaglia che ha lasciato lui e Water Hashira Giyu in cattive condizioni; Shinobu è stata uccisa da Doma, con Kanao che ha preso il suo posto; Zenitsu è riuscito a sconfiggere il nuovo Upper Moon 6 Kaigaku. Da lì, il percorso verso Muzan si è leggermente aperto, ma diversi Upper Moon (tra cui Kokushibo e Nakime) rimangono in gioco, quindi aspettatevi che quelle battaglie abbiano inizio prima di raggiungere Muzan nella terza parte della trilogia.

Cast di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2

Ci aspettiamo che il cast di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2 rispecchi in gran parte quello del suo predecessore, con le ovvie esclusioni dei personaggi cari (o meno cari) che non ci sono più, tra cui Akaza, Shinobu e Kaigaku.

Il cast giapponese è riportato di seguito, anche se probabilmente potremo aggiungere Upper One Kokushibo, doppiato da Ryōtarō Okiayu/Jonah Scott.

  • Natsuki Hanae – Tanjiro Kamado
  • Akari Kito – Nezuko Kamado
  • Hiro Shimono – Zenitsu Agatsuma
  • Yoshitsugu Matsuoka – Inosuke Hashibira
  • Reina Ueda – Kanao Tsuyuri
  • Nobuhiko Okamoto – Genya Shinazugawa
  • Takahiro Sakurai – Giyu Tomioka
  • Kengo Kawanishi – Muichiro Tokito
  • Kana Hanazawa – Mitsuri Kanroji
  • Kenichi Suzumura – Obanai Iguro
  • Tomokazu Seki – Sanemi Shinazugawa
  • Tomokazu Sugita – Gyomei Himejima

Anche l’attore inglese Zach Aguilar, che doppia Tanjiro, ha confermato il suo ritorno, anche se in un’intervista con GamesRadar+ si è mostrato piuttosto reticente quando gli è stato chiesto del sequel, limitandosi a dire che era “davvero entusiasta” di tornare in cabina di registrazione.

Quando uscirà il trailer o il poster di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2?

Un teaser del sequel di Demon Slayer Infinity Castle potrebbe arrivare a breve. Perché? Alla conclusione dell’arco narrativo Hashira Training della serie TV, ci è stato confermato che era in lavorazione una trilogia cinematografica, completa di un piccolo teaser. Per sfruttare lo slancio, Ufotable potrebbe fare lo stesso anche in questo caso, con un’immagine chiave o la rivelazione del titolo.

Tuttavia, un trailer completo probabilmente non arriverà prima di sei mesi dalla data di uscita, con il marketing che poi aumenterà da quel momento in poi. Al momento, tutto ciò che abbiamo in termini di arte originale è l’illustrazione Hashira alla fine dei titoli di coda, invece della tradizionale scena post-crediti di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito.

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2 è il film finale?

Sarai felice di sapere che Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2 è il capitolo centrale di una trilogia cinematografica. Anche se è stato in gran parte tralasciato dal marketing di Infinity Castle in Occidente, il titolo giapponese include il sottotitolo “Parte 1: Akaza Returns”. Aspettati che la Parte 2 abbia un titolo simile, con la Parte 3 che porterà a termine l’intera storia di Demon Slayer poco dopo.

Dove guardare Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – Il Castello dell’Infinito 2

Dato lo straordinario successo al botteghino di Demon Slayer Infinity Castle, non riusciamo a immaginare un mondo in cui Demon Slayer Infinity Castle 2 non finisca per essere distribuito esclusivamente nelle sale cinematografiche. Tuttavia, quasi sicuramente sarà disponibile in streaming su Crunchyroll diversi mesi dopo. Tenete d’occhio questo spazio (nel 2027, ammettiamolo).

Honey Don’t: recensione del film con Margaret Qualley

Honey Don’t: recensione del film con Margaret Qualley

Continua la pausa nella collaborazione artistica tra Joel ed Ethan Coen, un periodo che va avanti dal 2019 e che si arricchisce ora di un nuovo lungometraggio proprio del secondo dei due fratelli. Dopo aver “debuttato” da solista alla regia di un film di fiction nel 2024 con Drive-Away Dolls (qui la nostra recensione), arriva ora sul grande schermo il suo Honey Don’t, secondo capitolo di quella che Ethan Coen ha descritto come una “trilogia di film lesbici di serie B“. Dopo quel primo titolo uscito lo scorso anno, tanto stravagante e sconclusionato quanto divertente, il regista asciuga invece qui il proprio stile, perdendo però qualche pezzo strada.

In Honey Don’t non mancano infatti il gusto per il grottesco, l’umorismo nero, i personaggi sopra le righe e quel certo no sense che aggiunge un pizzico di gusto in più al tutto. Elementi propri del cinema dei Coen che ritroviamo anche in questo nuovo lavoro in solitaria di Ethan. Indubbio inoltre il talento del regista e di Tricia Cooke (co-sceneggiatrice e moglie di Coen) nel affondare le mani nel genere hard boiled. Ma nel proporre un racconto più contenuto, più “volutamente distratto” e meno incline ad improvvise esplosioni di assurdità o approfondimenti tematici, questo suo nuovo lungometraggio risulta un’occasione parzialmente mancata.

La trama di Honey Don’t

Honey O’Donahue (Margaret Qualley), giovane investigatrice privata, viene coinvolta in un caso che sembra un incidente ma nasconde una rete di segreti. La morte di Mia Novotny, che poco prima le aveva chiesto aiuto, porta Honey a indagare sul Tempio delle Quattro Vie, setta guidata dal carismatico e crudele reverendo Drew Devlin (Chris Evans), in realtà a capo di un traffico di droga. In questa pericolosa vicenda, Honey trova un’alleata ambigua nella detective MG Falcone (Aubrey Plaza), con cui intraprende anche una relazione sentimentale. Tra tradimenti, inseguimenti e scontri mortali, la verità metterà però a rischio la sua stessa vita.

Aubrey Plaza e Margaret Qualley in Honey Don't
Aubrey Plaza e Margaret Qualley in Honey Don’t. Foto di © Focus Features

Il cuore degli Stati Uniti

L’obiettivo di Ethan Coen e Tricia Cooke, come dichiarato durante le interviste di accompagnamento a Honey Don’t, era quello di ribaltare il ruolo della femme fatale, rendendo il personaggio di Margaret Qualley una donna pienamente in possesso delle capacità per risolvere le spinose situazioni in cui viene coinvolta. Ed è proprio così che ci viene presentata Honey O’Donahue, che passa da un incontro all’altro senza mai chiedere aiuto, cercando di ricostruire da sola il complesso puzzle composto da omicidi, depistaggi, sparizioni e doppiogiochisti. Condividendo il suo sguardo, facciamo così la conoscenza di una fauna umana che sembra voler replicare in piccolo le tante anime e contraddizioni degli Stati Uniti.

C’è il reverendo con il culto della propria personalità interpretato da Evans (sempre più convincente nei ruoli comici), il poliziotto svogliato e marpione, gli extracomunitari sfruttati per atti illeciti, e ancora giovani sostenitori di Trump e personalità fragili e influenzabili, che diventano portatrici di traumi che si ripercuotono lungo tutta la loro vita, influenzandone le azioni. Un campionario umano che ricorda quello di Fargo (capolavoro dei Coen) con cui il regista sembra attuare una certa critica a questi Stati Uniti così smarriti, divisi e privi di una direzione comune. Smarrimento che viene riproposto anche attraverso una trama che intraprende e abbandona di continuo più percorsi narrativi, rifuggendo dall’intenzionalità in favore della sconclusionatezza.

Seppure intenzionale – o almeno così viene da pensare – questo sfuggire continuamente all’approfondimento di determinate dinamiche porta inevitabilmente ad una certa disaffezione verso i personaggi e le loro vicende. Non c’è infatti tempo per indagare il loro vissuto, i loro traumi (tra i principali temi del film) e quando lo si fa, viene liquidato in poche battute. La conseguenza è una certa difficoltà a riconoscere nei protagonisti, o almeno in Honey, degli “amici”, come invece avveniva in modo più marcato in Drive-Away Dolls, dove ai personaggi di Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan ci si affezionava irrimediabilmente. In mancanza di questo, in Honey Don’t si fatica purtroppo a trovare altri elementi memorabili e anche le cifre stilistiche di Coen appaiono più mansuete.

Chris Evans in Honey Don't
Chris Evans in Honey Don’t. Foto di © Focus Features

Molto fumo, poco arrosto

Il sentore che Honey Don’t possa essere meno incisivo di Drive-Away Dolls, d’altronde, lo si ha già nella scena d’apertura. Mentre in quest’ultimo si coniugavano brillantemente splatter e comicità, con il cameo di Pedro Pascal a rendere il tutto ancor più buffo, nel nuovo film ci troviamo invece davanti ad una situazione più “tranquilla”, che pur ponendo le basi per una detective story che promette numerosi colpi di scena, manca di quell’elemento vincente che catturi subito l’attenzione dello spettatore. Il film proseguirà così, proponendo una serie di gag che non vanno però da nessuna parte. Non aiuta una Aubrey Plaza sì alle prese con un personaggio molto comico e sensuale, ma sviluppato in un modo che non le permette di dimostrare il proprio talento.

La stessa Honey, detective distratta, risulta inoltre essere più in balia degli eventi di quanto vorrebbe far credere, non avendo così modo di raccontare di più di sé e del proprio vissuto. È anche quando riesce a strappare una risata, a suscitare un brivido di tensione o a rendere piccante la situazione, Honey Don’t passa rapidamente oltre, non riuscendo così – come si diceva in apertura – a lasciare qualche seme nello spettatore in grado di germogliare in un ricordo più duraturo di questa visione. Se ne esce invece con la sensazione di aver avuto solo alcuni sprazzi di un mondo potenzialmente affascinante, reso tale anche da personaggi che potevano avere le carte in regola per farsi ricordare ma che non vi riescono mai davvero.