Il film live-action Street
Fighter ha fissato una data di uscita. Diretto da
Kitao Sakurai, con una sceneggiatura scritta da
Dalan Musson, l’adattamento dell’iconica serie di
videogiochi segue le vicende dei combattenti di strada Ryu e Ken
Masters, che vengono reclutati da Chun-Li per il World Warrior
Tournament, un torneo che nasconde una cospirazione mortale che li
metterà l’uno contro l’altro e contro i loro passati
tormentati.
Il film vanta un cast corale di
tutto rispetto che include Noah Centineo nel ruolo
di Ken Masters, Andrew Koji nel ruolo di Ryu,
Callina Liang nel ruolo di Chun-Li, Roman
Reigns nel ruolo di Akuma, David
Dastmalchian nel ruolo di M. Bison, Cody
Rhodes nel ruolo di Guile, Andrew Schulz
nel ruolo di Dan Hibiki, Eric André nel ruolo di
Don Sauvage, 50 Cent nel ruolo di Balrog, Jason Momoa nel ruolo di Blanka,
Orville Peck nel ruolo di Vega e Kyle
Mooney nel ruolo di Marvin.
Ora, la Paramount ha annunciato che
il film live-action Street Fighter uscirà nelle
sale il 16 ottobre 2026. Questo segna il primo film a debuttare
nell’ambito della nuova partnership di distribuzione mondiale della
Legendary con la Paramount Pictures. Il comunicato stampa conferma
anche che il film è attualmente in produzione.
Cosa significa questo per il film Street
Fighter
Nell’aprile 2023, Sony e Legendary
hanno iniziato a sviluppare un nuovo film Street
Fighter con Danny e Michael
Philippou, reduci dal loro debutto di successo, il film
horror A24 Talk to
Me, che hanno firmato per la regia. Tuttavia, il duo ha
poi abbandonato il progetto per concentrarsi su un altro film
horror A24, Bring Her
Back (2025).
Nonostante l’uscita dei registi,
Sony ha inspiegabilmente fissato la data di uscita del nuovo film
Street Fighter al 20 marzo 2026, dando vita a una battaglia al
botteghino con Project Hail
Mary. Anche se nel febbraio 2025 il film ha trovato un
nuovo regista in Kitao Sakurai, è stato
saggiamente rimosso dal calendario delle uscite di Sony nel marzo
2025.
Ora, sembra che il film Street
Fighter abbia finalmente stabilito la data di uscita definitiva.
Dopo una significativa revisione creativa, il film è attualmente in
produzione e dovrebbe esserci tempo sufficiente per terminare le
riprese, seguite dalla post-produzione, prima dell’uscita nelle
sale il 16 ottobre 2026.
Alan Ritchson e
Sylvester Stallone sono due dei più grandi
eroi d’azione delle loro generazioni. Stallone è sinonimo di
ridefinizione dell’eroe d’azione, in particolare attraverso la sua
interpretazione di Rambo nel
corso di molteplici film. Dagli anni ’80 agli anni ’90,
Stallone ha recitato poi in vari film d’azione, da Cobra
(1986), Tango & Cash (1989), Cliffhanger – L’ultima sfida (1993), Demolition Man (1993) e Lo specialista (1994).
Prima di Reacher,
invece, Alan Ritchson ha interpretato supereroi in
televisione: Aquaman in Smallville della CW e Hawk in
Titans della HBO Max. È anche apparso in franchise
cinematografici come Hunger Games – La ragazza di fuoco (2013) e Fast X (2023).
Ritchson ha recentemente terminato
le riprese del film d’azione fantascientifico War Machine,
co-scritto e diretto da Patrick Hughes; le riprese
della commedia d’azione di Amazon Playdate; della
commedia familiare natalizia di Amazon The Man with the
Bag, al fianco di Arnold Schwarzenegger; e attualmente sta
girando la quarta stagione di Reacher.
Per lui è dunque un periodo molto prolifico, a cui si aggiunge
dunque un film di Prime Video sui Navy SEAL con Sylvester Stallone.
Alan Ritchson e
Sylvester Stallone collaborano per il nuovo film
di Amazon sui Navy SEAL
Deadline riporta infatti che Alan
Ritchson reciterà nel film ancora senza titolo di Amazon sulla vera
storia del Navy SEAL Mike Thornton, che
Sylvester Stallone produrrà
tramite la sua Balboa Productions. Con questo progetto Ritchson
torna inoltre a collaborare con il regista Patrick
Hughes, con una sceneggiatura scritta dallo stesso
Ritchson, Mark Semos e Jason Hall
(American Sniper, Thank You for Your Service).
Il film seguirà il Navy SEAL Mike
Thornton durante gli ultimi giorni della guerra del Vietnam, mentre
guida una difesa disperata dopo che cinque soldati rimangono
bloccati nel profondo del Vietnam del Nord. In inferiorità numerica
rispetto alle 150 truppe nemiche, la squadra resiste al fuoco
incessante prima di organizzare una pericolosa fuga nel Mar Cinese
Meridionale. Trasportando un tenente gravemente ferito e un altro
compagno legato a sé, Thornton nuota per ore in acque ostili per
raggiungere la salvezza, un atto di eroismo straordinario che gli
varrà in seguito la Medaglia d’Onore del Congresso.
Al momento non si hanno maggiori
dettagli, né su quando inizieranno le riprese né su quando il film
arriverà nel catalogo di Prime Video. È logico presupporre che
Ritchson interpreterà Mike Thornton, mentre al momento è
sconosciuto il ruolo che verrà ricoperto da Stallone.
È stato pubblicato un teaser trailer
di Monster – La storia di Ed Gein, che rivela
Charlie Hunnam nei panni del famigerato serial
killer nella controversa serie antologica poliziesca di
Netflix che con le precedenti stagioni ha
drammatizzato le storie di assassini reali, tra cui Jeffrey Dahmer e i
fratelli Menendez. In questa terza stagione, infatti,
Hunnam interpreterà Gein, un sospetto serial killer i cui crimini
realmente avvenuti nel Wisconsin degli anni ’50 hanno ispirato il
famoso film horror di Alfred Hitchcock, Psycho.
Ora Netflix ha pubblicato un primo
trailer della stagione a lui dedicata, confermando nuovi dettagli
sul ruolo di Hunnam nei panni dell’assassino. Il trailer inizia
infatti mostrando la polizia che indaga nella casa di Gein, dove
trova i volti cuciti insieme realizzati con vera pelle umana e una
serie di prove relative ai suoi numerosi crimini. In sottofondo si
sente una musica cupa e inquietante.
Il trailer spiega poi come Gein
abbia ispirato film come Psycho, Non aprite quella
porta e Il silenzio degli innocenti, prima di
mostrare alcune clip che descrivono la drammatizzazione dei suoi
crimini reali. Tra questi vi sono il suo stretto rapporto con la
madre e il suo fascino per la creazione di maschere con pelle
umana.
Proprio come nelle stagioni
precedenti, il cast della terza stagione di
Monster sarà completamente diverso da quello
precedente, questa volta affrontando Gein e i suoi crimini di
omicidio e furto di cadaveri. La serie sarà co-prodotta dai
co-creatori della serie Ryan
Murphy e Ian Brennan. Brennan
scriverà tutti gli otto episodi e ne dirigerà due, mentre gli altri
sei saranno diretti da Max Winkler.
Il trailer offre un tono simile alle
stagioni precedenti della serie, confermando l’attenzione sul punto
di vista del killer del titolo, pur dimostrando l’orrore oggettivo
di ciò che Gein ha fatto. Tuttavia, non è chiaro se la serie
cambierà rotta rispetto alle altre stagioni, rispondendo alle
critiche rivolte alla serie antologica per il suo approccio
sensazionalistico nei confronti dei criminali reali.
Ieri, James Gunn, co-CEO della DC Studios, ha
annunciato
Man of Tomorrow, l’attesissimo prossimo capitolo della
sua saga di Superman, anche se ad oggi
viene pubblicizzato come “un sequel non diretto di Superman“.
Il regista ha invece ripetutamente affermato che Peacemaker
è il seguito diretto di Superman, anche se nei
cinque episodi ad oggi trasmessi non c’era nulla che lo suggerisse.
Gunn sta però tenendo segreti gli ultimi tre episodi, con
l’obiettivo di preservare quelle che sono state pubblicizzate come
grandi sorprese.
Anticipando il prossimo episodio di
Peacemaker, Gunn ha ora detto:
“Guardate il prequel di Man of Tomorrow, alias la seconda
stagione di #Peacemaker, in onda stasera su @HBOMax”.
Descrivere Peacemaker come un “prequel” di Man of
Tomorrow è una mossa intrigante e coraggiosa da parte di
Gunn, che lascia pensare che negli ultimi episodi della stagione
possano emergere dei dettagli che anticipano ciò che si vedrà poi
nell’annunciato nuovo film.
Man of Tomorrow
avrà una componente multiversale? Le teorie secondo cui The Circle
(il principale antagonista nel classico The New Frontier di Darwyn
Cooke) sarà il grande cattivo della DCU potrebbero essere corrette?
D’altronde Rick Flag Sr. ha svolto un ruolo
fondamentale nella battaglia contro quella creatura, così come
Hal Jordan, quindi non è da escludere che le cose
possano andare in quella direzione. Si vocifera che Christopher
Smith/Peacemaker, interpretato da John Cena, apparirà in Man of
Tomorrowinsieme
a diversi altri supereroi. A questo punto, non resta che attendere
il finale di Peacemaker per avere
maggiori informazioni.
Tutto quello che sappiamo della
stagione 2 di Peacemaker
“La gente sta capendo che la
seconda stagione di Peacemaker riguarda due dimensioni, e questo è
davvero il cuore della serie”, ha spiegato Gunn durante una
recente intervista con Rolling Stone. “Ma non è che una di
queste sia la vecchia DCEU e l’altra la DCU. La questione viene
affrontata in modo diverso, in modo molto diretto in una stagione
in cui quasi tutto nella prima stagione è canonico e alcune cose
non lo sono. E infatti ho registrato un podcast con gli attori
Steve Agee e Jen Holland“.
“Abbiamo parlato di ogni
episodio di Peacemaker e in quegli episodi ho spiegato cosa è
canonico e cosa non lo è. In pratica ho eliminato alcune piccole
cose della prima stagione di Peacemaker che non sono canoniche,
come Aquaman. Ma la maggior parte delle cose è canonica“.
Stando a queste parole di Gunn, sarà dunque interessante scoprire
cosa la seconda stagione aggiungerà alla storia di Peacemaker e
come lo renderà a tutti gli effetti un personaggio del DC
Universe.
“Peacemaker esplora la storia
del personaggio che John
Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore
esecutivo James
Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente
vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante
persone debba uccidere per ottenerla!”, è stato poi riferito.
I dettagli precisi sulla trama della seconda stagione sono ancora
per lo più nascosti, ma sappiamo che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag
Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker
di suo figlio Rick Jr. (Joel
Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.
John C. McGinley è
l’ennesimo membro del
cast originale ad unirsi al reboot di Scrubs attualmente in lavorazione alla ABC,
secondo quanto appreso da Variety. McGinley riprenderà il
ruolo del dottor Perry Cox nella nuova versione della amata
commedia, in un ruolo ricorrente come guest star. Si riunirà così
con Zach Braff, Donald Faison,
Sarah Chalke e la
recentemente annunciata Judy Reyes. Il nuovo
Scrubs è stato segnalato per la prima volta in
fase di sviluppo iniziale nel dicembre 2024, mentre il ritorno di
Braff è stato annunciato per la prima volta a maggio. La ABC ha poi
deciso di produrre effettivamente la serie a luglio.
Questa è la quinta collaborazione
tra McGinley e il creatore originale della serie, Bill
Lawrence. Oltre alle nove stagioni di
Scrubs, McGinley ha recitato anche nella commedia
della TBS “Ground Floor” di Lawrence e Greg Malins e ha
prestato la sua voce a un episodio della serie animata “Clone
High”, ideata da Lawrence, Phil Lord e Chris Miller. McGinley
apparirà anche nella prossima serie comica della HBO di Lawrence e
Matt Tarses con Steve Carell. McGinley è noto anche per i suoi
ruoli in film come “Platoon”, “Wall Street”,
“Office Space”, “The Rock” e “Point
Break”.
La trama del reboot di Scrubs
La trama ufficiale della nuova serie
Scrubs recita: “JD (Braff) e Turk
(Faison) tornano a lavorare insieme per la prima volta dopo molto
tempo: la medicina è cambiata, gli stagisti sono cambiati, ma la
loro amicizia ha resistito alla prova del tempo. Personaggi nuovi e
vecchi navigano nelle acque del Sacred Heart con risate, cuore e
alcune sorprese lungo il percorso”.
Tim Hobert e
Aseem Batra saranno i produttori esecutivi e gli
showrunner del revival della serie, con Bill
Lawrence come produttore esecutivo tramite Doozer insieme
a Jeff Ingold e Liza Katzer. Braff, Faison e Chalke saranno anche
produttori esecutivi oltre che protagonisti. Lo studio è la 20th
Television. Lawrence rimane sotto contratto con la Warner Bros.
Television, che gli ha concesso la possibilità di lavorare con i
suoi ex colleghi di Scrubs. Al momento non è noto
quando sarà possibile vedere la serie in TV.
Fast and Loose ha
trovato un nuovo regista! Il prossimo film con Will Smith, la cui sceneggiatura è stata
scritta da Dave Callaham, Jon
Hoeber, Erich Hoeber ed Eric
Pearson, vedrà l’attore premio Oscar nei panni di un uomo
che si ritrova a Tijuana affetto da amnesia, dove dovrà districare
i fili della sua doppia vita come agente della CIA e boss della
malavita. Questo film d’azione Netflix ha già avuto un lungo percorso prima
di arrivare sul grande schermo. Il suo sviluppo era stato
precedentemente cancellato nel 2022 in seguito al famigerato
episodio televisivo in cui Smith ha schiaffeggiato Chris Rock agli
Oscar.
Tuttavia, una volta che il progetto
è stato ripreso, il regista originale Michael Bay
(che aveva già diretto Smith in Bad Boys e Bad Boys
II) ha
lasciato il progetto ad agosto a causa di presunte divergenze
creative con Smith. A quanto pare, l’attore voleva che il progetto
fosse più orientato alla commedia, mentre Bay voleva concentrarsi
sull’azione. Secondo Deadline, Fast and
Loose sarà quindi ora diretto da John
Swab. Swab è stato scelto dopo una serie di incontri con
potenziali registi durante un’intensa campagna per mantenere la
produzione nei tempi previsti ed evitare di perdere
Will
Smith a favore di altri progetti. A quanto pare, Swab
“ha stupito non solo i dirigenti dello studio, ma anche la star
del film”.
Cosa significa questo per Fast And Loose con Will
Smith
John Swab è un
regista emergente che ha scritto e diretto diversi lungometraggi
prima di questo momento. Tra questi figurano diversi titoli con
Frank Grillo, come il neo-western Ida Red del 2021, il thriller Little Dixie
del 2023 e il dramma poliziesco Long Gone Heroes del 2024.
Il suo film più importante fino ad oggi è però King Ivory
del 2024, che arriverà nelle sale alla fine di quest’anno dopo aver
fatto scalpore durante la sua anteprima mondiale al Festival
Internazionale del Cinema di Venezia del 2024. Si tratta di un
thriller poliziesco, che si concentra su una serie di persone
coinvolte e colpite dal traffico di fentanil, vede protagonisti
Ben Foster, James Badge Dale e
Melissa Leo. Tuttavia, Fast and
Loose sarà il film più importante che abbia mai diretto
finora.
Diretto da David
Michôd, che ha co-sceneggiato il film insieme a
Mirrah Foulkes, il biopic sportivo di prossima
uscita Christy vede Sydney Sweeney nei panni della protagonista
Christy Martin, seguendo l’ascesa dell’ex pugile
professionista fino a diventare la combattente femminile più famosa
d’America negli anni ’90, fino al tentato omicidio da parte del
marito nel 2010.
Oltre a Sydney Sweeney nel ruolo di Christy Martin, il
cast include anche Ben Foster, candidato agli
Emmy, nel ruolo del marito James V. Martin, insieme alla due volte
vincitrice degli Emmy Merritt Wever, Katy
O’Brian (Love
Lies Bleeding), Ethan Embry, Jess
Gabor, Chad L. Coleman e Tony
Cavalero.
Tramite Vanity Fair, sono ora state
rivelate le prime immagini del film, che danno ulteriore prova
dell’incredibile trasformazione fisica di Sydney
Sweeney per il ruolo di Christy. Ci sono in totale tre
immagini che mostrano Christy Martin, interpretata da Sweeney,
sollevata sul ring, seduta accanto al marito e una foto dietro le
quinte di Sweeney e del regista David Michôd (le immagini si
possono vedere qui).
Queste prime immagini rivelano come
Sydney Sweeney abbia quindi dato vita ad una
trasformazione fisica radicale per interpretare Christy Martin. Per
il ruolo, Sweeney si è allenata per tre mesi, praticando boxe e
sollevamento pesi per diverse ore al giorno, collaborando con un
nutrizionista e aumentando di peso di circa 13-16 kg. Durante le
riprese, ha anche subito diverse commozioni cerebrali mentre
interpretava le scene di combattimento.
Sydney Sweeney è Christy Martin
in Christy
Parlando con la rivista, Sweeney ha
rivelato: “In ogni singolo combattimento che vedete, ci
prendiamo a pugni davvero. Ci diamo dentro con tutta la forza. Ho
sempre creduto che non si sarebbe potuto rendere tutto realistico
se si fosse usato un controfigura o se si fossero simulati i
colpi”.
Foster si è immerso completamente
nel ruolo di Jim Martin, il marito dispotico di Christy, la cui
violenza sfrenata la porta quasi alla morte. La sua interpretazione
era così inquietante e realistica che quando la vera Christy Martin
e la sua compagna Lisa Holewyne hanno visitato il set, hanno
preferito mantenere le distanze da lui. A riguardo il regista ha
affermato: “Gli è stato chiesto non solo di recitare, ma anche
di capire e interpretare un personaggio sgradevole. E molte star
del cinema non vogliono farlo. Può essere difficile”.
Martin ha invece trascorso del tempo
con Sweeney quando lei ha fatto visita al set, un’esperienza che
l’attrice ha inizialmente descritto come snervante, anche se il suo
nervosismo è stato alleviato una volta che l’ha vista recitare le
scene di lotta. “Ti incita e urla: “Colpiscilo con il gancio!”,
come se stesse davvero guardando un combattimento. E io le dico:
“Christy, sai già come andrà a finire”. E lei risponde: “Sì, ma mi
ci metto comunque tutto il cuore!”. È stata un’esperienza davvero
divertente”.
Il prossimo film di Luca
Guadagnino, Artificial,
ha acquisito un’altra star importante, che si aggiunge al suo già
impressionante cast. Mentre il film After the
Hunt – Dopo la caccia del regista ha appena debuttato al
Festival del Cinema di Venezia (leggi
qui la nostra recensione), Guadagnino sta già lavorando a
questo adattamento dei fatti reali che hanno coinvolto la società
OpenAI nel 2023, quando il CEO è stato licenziato e riassunto nel
giro di pochi giorni. Artificial aveva già
confermato la partecipazione di Andrew Garfield, Yura
Borisov, Monica Barbaro, Billie
Lourd, Jason
Schwartzman, Cooper Koch, Cooper
Hoffman e Ike Barinholtz. Ora, secondo
Deadline, è stato annunciato che
anche il pluripremiato e rinomato attore teatrale Mark
Rylance si unirà al cast.
Rylance ha vinto l’Oscar nel 2016
per il thriller storico Il
ponte delle spie. Tra i suoi principali crediti
cinematografici figurano anche Dunkirk
del 2017 e Bones and
All del 2022. Tuttavia, Rylance è anche un nome importante
nel mondo del teatro shakespeariano moderno, avendo vinto premi e
recitato in produzioni di La dodicesima notte, Molto rumore per
nulla e Riccardo III. Dato che Guadagnino ha già
diretto l’attore in Bones and All, questo sarà un
ricongiungimento tra i due, dopo i progetti Challengers,
Queer e
After the
Hunt – Dopo la caccia. Artificial è
scritto da Simon Rich e co-prodotto da Rich,
Jennifer Fox e David Heyman e
Jeffrey Clifford della Heyday Films.
Cosa significa il casting di Mark
Rylance per Artificial di Luca Guadagnino
Non è una grande sorpresa che
Rylance torni a lavorare con Guadagnino, vista la loro precedente
collaborazione, ma è un grande vantaggio per il nuovo film. Quando
tutti i migliori film di Luca Guadagnino dopo
Chiamami
col tuo nome hanno mancato la stagione dei premi, un
attore esperto come Mark Rylance può dare a questo film un po’ di
pubblicità in più. Inoltre, fonti di The Hollywood Reporter
suggeriscono che Rylance interpreterà l’informatico canadese
Geoffrey Hinton, posizionandolo come figura
mentore del personaggio di Yura Borisov. Rylance
eleverebbe senza dubbio il film interpretando un’affascinante
figura mentore, dato che i giovani del settore si trovano ad
affrontare dilemmi legati alle nuove tecnologie.
La trama principale di Material Love ruota attorno al triangolo
amoroso che si sviluppa tra Lucy,
Harry e John, con la decisione
finale di lei che costituisce il punto emotivo e tematico del film.
Diretto e scritto da Celine Song (Past
Lives), il film è incentrato sul personaggio di Lucy,
interpretato da Dakota Johnson. Lucy, una sensale che lavora a
New York City per unire alcuni dei single più ambiti della città,
si ritrova divisa tra la sua nuova storia d’amore con
l’affascinante esperto di finanza Harry e la sua vecchia fiamma, il
dolce attore in difficoltà John.
Material Love vede nel cast
due delle star più affascinanti di Hollywood, con le
interpretazioni accattivanti di
Chris Evans e
Pedro Pascal che complicano la decisione di Lucy. Il
film non ha un vero e proprio antagonista o cattivo, poiché molte
delle sfide e delle domande che la protagonista deve affrontare
derivano dalla sua fede nell’amore e dai suoi dubbi su se stessa.
Questo gioca a favore del messaggio finale di Material Love,
che mette in evidenza l’aspetto più importante di una relazione e
il motivo per cui il triangolo amoroso al centro del film non
avrebbe mai potuto risolversi in altro modo.
Perché Lucy sceglie John e non
Harry
Divisa tra la sua relazione nascente
con Harry (Pascal) e i suoi sentimenti persistenti per John (Evans)
per gran parte di Material Love, il film si conclude con
Lucy che sceglie John e alla fine lo sposa. Nel corso del film,
Lucy intraprende un’amicizia inizialmente amichevole e gradualmente
civettuola con Harry. I due iniziano una storia d’amore, anche se
lei riallaccia i rapporti con la sua vecchia fiamma John. Anche se
vede Harry come l’“unicorno” e qualcuno che soddisfa tutti i
requisiti per essere un partner perfetto sulla carta, alla fine non
si innamora di lui allo stesso modo in cui si innamora di John.
Lucy fatica ad accettare l’idea che
un partner perfetto debba garantire sicurezza, paragonando il
matrimonio a una proposta d’affari. Proprio l’incertezza
finanziaria e la conseguente instabilità erano state la causa
principale della rottura tra John e Lucy. Tuttavia, dopo che la sua
cliente Sofia viene aggredita da uno dei suoi appuntamenti, Lucy è
costretta a considerare che la compatibilità sulla carta non è
importante quanto i legami nella vita reale. Ecco perché, dopo
essersi intromessa in un matrimonio e aver ascoltato l’offerta di
amore e sostegno incondizionati di John, Lucy conclude il film
scegliendo John e sposandolo.
Harry è un rivale romantico
convincente per John, poiché non ha reali qualità negative. Lucy
non è mai respinta da Harry. Tuttavia, lei riconosce che,
nonostante il loro legame e la loro compatibilità, Lucy e Harry
semplicemente non si amano. Anche se questo è un duro colpo per
Harry (che aveva intenzione di chiederle di sposarlo), lui non lo
nega necessariamente e ammette persino la sua paura di non trovare
mai il vero amore. Tutto questo contribuisce a rendere Harry un
personaggio simpatico, un uomo che, anche se tutto gli va per il
verso giusto, ha bisogno di un intervento chirurgico per acquisire
fiducia in se stesso e fortuna per trovare la felicità.
Harry non ottiene il lieto fine che
desiderava in Materalists, ma la scena finale del film suggerisce
che è sulla buona strada per raggiungerlo. Durante la loro rottura,
Lucy promette di presentare Harry a un’altra sua collega matchmaker
che potrà presentargli qualcuno di nuovo. Durante una conversazione
telefonica con il suo datore di lavoro alla fine del film, Lucy
scopre che Harry sta frequentando una donna che lavora nel mondo
dell’arte e che la vede da un po’ di tempo. Questo implica che
Harry potrebbe essere sulla strada verso l’amore che non pensava
avrebbe mai trovato veramente.
La riconciliazione di Lucy con
Sofia
Uno degli elementi più cupi di
Material Love è la sfida affrontata da Sofia, la cliente più
importante di Lucy. Sofia è un avvocato di successo, ma la sua età
e la mancanza di contatti in città le rendono difficile trovare un
partner romantico. Diventa amica di Lucy grazie al loro lavoro
insieme e si lascia convincere da lei ad andare ad un appuntamento.
Sfortunatamente, l’uomo cerca di aggredirla. Lucy è incredibilmente
scossa da questo, ancora di più quando Sofia cerca di scusarsi con
lei, ma viene accolta con rabbia perché Sofia crede che Lucy la
vedesse solo come “carne”.
Quando l’uomo con cui Sofia è uscita
la segue fino a casa, però, Sofia chiede aiuto a Lucy. Lucy lascia
tutto e torna di corsa in città per stare con Sofia, offrendole
sostegno e rimanendo con lei tutta la notte. Le due si abbracciano
in questa scena e Lucy ottiene il perdono di Sofia. La scena finale
del film suggerisce che Sofia abbia trovato la felicità con la
persona che Lucy e le agenzie matrimoniali le hanno presentato,
cercando di rimanere cautamente ottimista.
Pedro Pascal, Chris Evans e Dakota Johnson in
Material Love
La storia di Sofia è una delle parti
più strazianti di Material Love, che mette in luce la triste
realtà degli appuntamenti e sottolinea il messaggio di Lucy ai
potenziali clienti: ci vuole un certo coraggio per tuffarsi nel
mondo degli appuntamenti. L’appuntamento di Sofia evidenzia anche
come la valutazione completamente transazionale e schietta che Lucy
fa delle persone non sempre riesca a cogliere le vere intenzioni e
la vera personalità. Il romanticismo e le relazioni si basano in
una certa misura su elementi intangibili come la personalità e
l’amore, qualcosa che Lucy e Sofia imparano a proprie spese, ma a
cui si adattano mentre si avvicinano al lieto fine.
Perché Harry ha fatto un intervento
chirurgico per diventare più alto
Ciò che scatena la rottura tra Harry
e Lucy è la scoperta che lui ha fatto un intervento chirurgico per
diventare più alto prima degli eventi del film. Citato all’inizio
del film da Lucy e dai suoi colleghi, l’intervento consiste nel
rompere le gambe e poi riallineare le ossa in modo specifico per
guadagnare fino a quindici centimetri di altezza. È una procedura
dolorosa e costosa, ma Harry rivela che ha avuto un effetto
trasformativo su di lui. Già bello e ricco, i centimetri in più lo
hanno aiutato a diventare un “unicorno” agli occhi di Lucy e dei
sensali.
Harry ammette che diventare più alto
non lo ha reso solo più fortunato in amore. Negli affari, mentre
cena fuori, anche solo camminare per New York City è diventato più
facile grazie alla sicurezza che l’altezza dà a Harry e all’impatto
che ha sulle persone che interagiscono con lui. Questo riflette il
tema del film, ovvero il tentativo di apparire perfetti sulla
carta, anche se si tratta di una bugia. Sebbene il suo intervento
chirurgico sia molto meno malizioso delle azioni doppie e
predatorie dell’appuntamento di Sofia, deriva dallo stesso concetto
fondamentale di nascondere il proprio vero io per creare un
legame.
Pedro Pascal e Dakota Johnson in Material Love
La scena del matrimonio dei
cavernicoli e il suo significato
Material Love si apre con un
flashback su un cavernicolo e una cavernicola che si scambiano
fiori e utensili come parte di un’apparente cerimonia di
matrimonio. Questo introduce l’idea che Lucy inizialmente predica
sul matrimonio come una transazione commerciale più che come una
relazione, suggerendo che la percezione del film delle relazioni
risalenti agli albori dell’umanità fosse in qualche modo
transazionale. Tuttavia, l’amore genuino tra i due personaggi muti
smentisce questa idea, portando alla loro seconda scena alla fine
del film.
Il monologo finale di Lucy rivela
che lei ha sognato il “primo matrimonio”, spiegando la scena. Nel
seguito della sequenza iniziale, la coppia viene vista di nuovo.
Questa volta, i due si abbracciano in una caverna, con la donna
delle caverne che sembra essere incinta. Lucy riflette su come
l’amore e il legame siano stati i veri agenti di unione che li
hanno uniti, il che sottolinea la lezione che lei ha imparato sulle
relazioni e sul romanticismo. Questo legame si consolida quando
John chiede a Lucy di sposarlo con un fiore, trasformandolo in un
anello proprio come fece un tempo il cavernicolo per la sua
sposa.
Il vero significato di
Material Love
Material Love è un film
sull’importanza dell’amore in una relazione, che sostiene che i
legami creati per obblighi sociali o per comodità materiali non
sono la stessa cosa. Tutti hanno un’idea del proprio partner
ideale, cosa che Lucy deve spiegare ad alcuni dei suoi clienti
quando fa notare che non è il dottor Frankenstein e non può
semplicemente creare l’uomo perfetto. Deve mettere alla prova
questo limite quando incontra l’uomo apparentemente perfetto in
Harry, che è tutto ciò che lei sembra cercare. Nonostante il lusso
e il comfort, però, non riesce a entrare in sintonia con lui a un
livello più profondo.
Nonostante le tensioni, Lucy e John
provano ancora qualcosa l’uno per l’altra. John riconosce di non
essere all’altezza degli standard di Lucy, ma questo a sua volta si
scontra con la convinzione di Lucy di non valere il tempo di
nessuno. Ecco perché la loro decisione alla fine del film, di
credere non solo in se stessi ma anche nel potenziale della loro
felicità insieme, è così dolce. Rafforza la tesi centrale di
Material Love sulle relazioni e l’importanza inequivocabile
dell’amore. Il film offre una romantica argomentazione sul perché
l’amore sia più importante di qualsiasi altra cosa in una
relazione.
Hypnotic
(qui
la recensione) è un
thriller sconvolgente pieno di colpi di scena, e il suo finale
è complesso e misterioso proprio come il resto del film. Diretto da
Robert Rodriguez e interpretato da Ben Affleck, Alice Braga e William
Fichtner, in esso si seguono le vicende del detective
Danny Rourke (Affleck) mentre collega una serie di
rapine in banca avvenute nei dintorni di Austin, in Texas, alla
scomparsa di sua figlia Minnie, che potrebbe
essere ancora viva se lui riuscisse a scoprire dove si trova. Ad
ostacolare ogni sua mossa c’è Dellrayne
(Fichtner), un uomo enigmatico con il potere di controllare le
azioni di più persone attraverso l’ipnosi, che non si fermerà
davanti a nulla per ottenere l’ultima prova che Rourke ha sulla
sorte di sua figlia.
Rourke alla fine viene a sapere da
una sensitiva di nome Diana (Braga) che Dellrayne
è un ipnotizzatore le cui capacità di controllo mentale sono state
coltivate da un’iniziativa finanziata dal governo chiamata
The Division, di cui faceva parte anche lei, così
come lo stesso Rourke prima di alterare intenzionalmente i propri
ricordi. Grazie a stimoli accuratamente posizionati, i ricordi di
Rourke iniziano lentamente a tornare, compresi quelli che
coinvolgono Diana come sua moglie e Minnie come loro figlia. Con
gli ultimi pezzi del puzzle al loro posto, Rourke riesce a superare
in astuzia The Division abbastanza a lungo da trovare Minnie,
culminando in una resa dei conti esplosiva che ha più di qualche
asso nella manica.
I poteri degli Ipnotici e come
funzionano
Gli Ipnotici sono individui unici
che hanno la capacità di controllare la mente di chiunque scelgano,
costringendoli a compiere azioni o a vedere la realtà in modo
intenzionalmente alterato. Dellrayne lo dimostra all’inizio di
Hypnotic quando dice a una donna: “Oggi fa molto caldo” e lei
inizia a spogliarsi, e in un altro scenario successivo, Diana è in
grado di far credere a una donna di essere su una spiaggia a
costruire castelli di sabbia quando in realtà si trova nel suo
appartamento. Gli ipnotici possono anche distorcere la realtà di
un’altra persona al punto da farla apparire come un’altra persona,
e i più potenti possono persino controllare gli eventi
mondiali.
Il controllo mentale di Dellrayne è
il motivo per cui Nicks, ex amico e collega di
Rourke, non è stato realmente ucciso all’inizio del film e può
riapparire durante lo scontro finale di Hypnotic.
È anche il motivo per cui Minnie può far credere a Dellrayne di
aver ucciso sua nonna e suo nonno, solo per farli riapparire vivi
alla fine. Ciò che è meno chiaro è se debba sempre rimanere un
cadavere dopo questi incontri per mantenere l’illusione, e quando
esattamente l’illusione svanirà e la vera identità di una persona
verrà rivelata.
Come Minnie è riuscita a eliminare
l’intera divisione
Quando Rourke si ricongiunge con
Minnie, sono passati tre anni e in quel periodo lei ha affinato le
sue capacità di ipnotizzatrice. Essendo figlia di due
ipnotizzatori, la sua capacità di controllare la mente degli altri
è persino superiore a quella dei genitori e, come rivela il finale
di Hypnotic, anche a quella di Dellrayne. È in
grado di controllare le menti di decine di membri della Divisione
inviati per catturarla e riportarla alla loro struttura, oltre a
far loro credere di trovarsi in una fattoria isolata, quando in
realtà sono davanti a una baracca.
Analogamente a come Dellrayne è
stato in grado di costringere i due agenti che lo inseguivano
all’inizio del film a spararsi a vicenda, Minnie è in grado di
costringere i membri della Divisione a puntare le armi gli uni
contro gli altri, eliminando di fatto la minaccia che
rappresentano. È un trucco particolarmente utile perché la sua
famiglia è incredibilmente in inferiorità numerica e di armi.
Riesce persino a convincere Dellrayne, l’unico membro della
Divisione a rendersi conto di ciò che sta accadendo, a spararsi
prima che la sua famiglia fugga in elicottero.
Come l’effetto domino ha portato
Rourke a trovare Minnie nel finale di
Hypnotic
Come Diana spiega a un confuso
Rourke a metà del film, il motivo per cui Dellrayne non riesce a
controllare la sua mente così facilmente è lo stesso per cui non
riesce a ricordare dove si trova sua figlia: ha un blocco mentale.
La fotografia di Minni con la scritta “Trova Lev Dellrayne” non è
solo un anagramma di “Deer Valley Lane”, dove si trova Minnie, ma
il primo stimolo che lui ha appositamente messo in atto per
aiutarlo a ricordare dove si trova sua figlia. Alla fine, si
verificano altri stimoli che hanno un “effetto domino” e altri suoi
ricordi vengono sbloccati.
La fotografia è uno strumento utile
perché il suo mistero non viene risolto fino alla parte finale del
film, quando diventa centrale nella trama, proprio come nel confuso
film di Christopher Nolan Memento, dove le
fotografie vengono utilizzate per stimolare i ricordi e mantenere
un uomo sano di mente. La fotografia finisce per innescare un altro
ricordo in cui Rourke ricorda che Diana è in realtà sua moglie
Vivian, e lo è sempre stata, aspettando pazientemente il momento in
cui potrà spiegargli tutto sulla Divisione in un modo che lui possa
comprendere. Poi, quando finalmente riconosce che tutto è stato una
simulazione, può scegliere di liberarsi e dirigersi verso Deer
Valley Lane.
Ben Affleck e Alice Braga in Hypnotic
Come Dellrayne è sopravvissuto e
cosa significa la scena dopo i titoli di coda
Dopo che Minnie costringe Dellrayne
a spararsi, lei sale su un elicottero con i suoi genitori e sua
nonna, mentre suo nonno (il padre adottivo di Rourke) rimane
indietro. È più che strano che lui non li accompagni, e presto si
capisce il perché: Dellrayne ha solo fatto credere agli altri che
fosse il padre adottivo di Rourke attraverso il controllo mentale.
Prende una pistola e cammina lentamente in direzione
dell’elicottero che si allontana, meditando il suo prossimo piano
d’attacco per trovare Minnie e riportarla nella Division.
Il fatto che Dellrayne non sia morto
apre la strada a un possibile sequel di Hypnotic
e, tra i personaggi, ha sicuramente il potenziale per diventare un
cattivo ancora più enigmatico. Fichtner lo interpreta con astuta
minacciosità e appare instancabile come il T-1000 della
serie Terminator mentre insegue senza sosta Rourke e
la sua famiglia. Questo potrebbe facilmente essere l’inizio di un
efficace franchise di fantascienza a budget medio se Rodriquez
decidesse di approfondire ulteriormente la costruzione del
mondo.
Il vero significato del finale di
Hypnotic
Hypnotic ha molti temi che si
cristallizzano nei suoi momenti finali e, per un film con così
tanti colpi di scena in stile noir, sono quelli più fondanti. Alla
fine di Hypnotic, Rourke ha riunito la sua
famiglia e, cosa più importante, sono loro a scegliere come vivere,
non qualche agenzia governativa segreta. Ironia della sorte, i tre
Ipnotici, famosi per la loro capacità di controllare le persone,
vogliono solo essere lasciati in pace per prendere le loro
decisioni, e imparano che, dopo la famiglia, il libero arbitrio è
una delle cose più preziose della vita.
Hypnotic può essere
appesantito dall’esposizione e dai confronti con altri film che
stravolgono la mente come Memento, Inception e Matrix, ma i suoi concetti sono comunque stimolanti.
Il film sostiene che i ricordi e le esperienze rendono una persona
ciò che è, e uno dei motivi per cui Rourke è così spento e laconico
durante il film è perché ha rinunciato ai suoi ricordi per
proteggere sua figlia, essenzialmente scambiando la sua personalità
con la sua sicurezza. Nella scena finale di
Hypnotic, Rourke ha recuperato tutti i suoi
ricordi ed è di nuovo integro, e mentre condivide un momento di
tenerezza con la sua famiglia, sorride per la prima volta.
Il
thriller
fantascientificoMinority Report di Steven Spielberg del 2002 svela un intricato
mistero di omicidio che mantiene viva la suspense fino alla fine.
Basato sull’omonimo racconto di Philip K. Dick, il
film vede Tom Cruise nei panni di John Anderton, capo
dell’unità Precrime in una visione futuristica di Washington, DC.
Grazie a tre sensitivi chiamati “precog”, Precrime è in grado di
prevedere gli omicidi prima che avvengano e di prevenirli. I
colpevoli vengono arrestati, condannati e incarcerati sulla base
del fatto che avrebbero sicuramente ucciso qualcuno se non fossero
stati fermati.
Con Precrime sul punto di diventare
un programma nazionale, un investigatore federale di nome Danny
Witwer (Colin
Farrell) arriva sulla scena per cercare difetti nel
sistema. Poco dopo, i precog hanno una visione di John che uccide
un uomo di nome Leo Crow (Mike Binder), che non ha
mai incontrato. Convinto che Witwer gli abbia teso una trappola,
John fugge nel tentativo di guadagnare tempo per dimostrare la sua
innocenza. La sua ricerca della verità lo porta allo strano caso di
una donna di nome Anne Lively (Jessica Harper),
salvata da un omicidio per annegamento dai poliziotti di Precrime,
ma scomparsa subito dopo.
John viene anche a conoscenza di un
insabbiamento all’interno di Precrime. A volte, una delle visioni
dei precog è in disaccordo con le altre due, generando un
cosiddetto “rapporto di minoranza” che viene cancellato in modo che
non ci siano dubbi sulla certezza del futuro di Precrime. Convinto
di avere un rapporto di minoranza, John torna alla Precrime e
rapisce la più forte dei precog, Agatha (Samantha
Morton). Con il tempo che scorre inesorabile verso il suo
presunto omicidio di Leo Crow, John non ha ancora idea di chi sia
la sua vittima o perché dovrebbe volerlo uccidere… almeno fino a
quando non raggiunge l’appartamento di Crow.
Come (e perché) John è stato
incastrato per l’omicidio di Leo Crow
L’omicidio di Leo Crow da parte di
John era effettivamente premeditato, ma non da John. È stato
orchestrato da Lamar Burgess (Max von Sydow), uno
dei fondatori di Precrime e amico intimo di John. Lamar ha
pianificato l’omicidio dopo che John è andato da lui per chiedergli
di Anne Lively e del motivo per cui la visione di Agatha sulla
morte di Lively non era presente nel sistema. Sapendo che John si
era avvicinato troppo a una verità oscura che avrebbe potuto
distruggere Precrime proprio prima che il programma diventasse
nazionale, Lamar ha usato contro di lui quella che sapeva essere la
sua più grande debolezza: la scomparsa di suo figlio Sean
(Tyler Patrick Jones) a Baltimora sei anni
prima.
Lamar ha fatto in modo che un
criminale di nome Leo Crow fosse rilasciato dal carcere e gli ha
promesso che, se avesse accettato di essere ucciso da John, la sua
famiglia sarebbe stata ben assistita. Ha ordinato a Leo di stare in
un appartamento con quella che Witwer definisce una “orgia di
prove” sparse sul letto: centinaia di foto di bambini, comprese
foto false di Leo con Sean. Quando John lo ha pressato, Leo ha
anche fornito dettagli agghiaccianti su come Sean fosse morto –
annegato in un barile appesantito – e ha lasciato intendere di aver
abusato sessualmente di Sean prima di ucciderlo. Tutto questo è
sufficiente per convincere John che il suo destino è uccidere Leo
Crow. Tuttavia, John alla fine lascia scadere il termine per
l’omicidio e cerca invece di arrestare Leo.
Leo, disperato, rivela di essere
stato pagato per mentire sull’omicidio di Sean e usa la pistola di
John per uccidersi. L’omicidio di Leo Crow crea un paradosso
predestinato, poiché l’unico modo in cui John sapeva di dover
cercare un uomo chiamato Leo Crow era perché aveva già avuto una
visione di se stesso che lo uccideva, ed era riuscito a trovare
l’appartamento solo grazie agli indizi che aveva visto nella
visione. Anche se John non ha un rapporto di minoranza, la sua
decisione di non uccidere Leo Crow mina l’affidabilità di Precrime
in un modo diverso: conoscendo il suo futuro, John è stato in grado
di cambiarlo. Se lui è stato in grado di prendere quella decisione,
allora molti dei criminali che ha arrestato nel corso degli anni
avrebbero potuto fare lo stesso.
Cosa è successo davvero al figlio
di John
Con la rivelazione che Leo Crow era
un falso, gli spettatori potrebbero chiedersi cosa sia successo
davvero a Sean. Minority Report lascia deliberatamente questa
domanda senza risposta, così che alla fine del film non ne sappiamo
più di John: stava trattenendo il respiro sott’acqua in una piscina
pubblica e quando è riemerso Sean era scomparso. Non sappiamo chi
abbia rapito Sean, come sia morto, né se sia ancora vivo da qualche
parte. In un’intervista del 2002 con Roger Ebert, Spielberg ha
spiegato che alcune domande in Minority Report sono state lasciate
deliberatamente senza risposta:
“Avevo John Huston nelle
orecchie. Sono tornato indietro e ho guardato Il mistero del falco
e Il grande sonno di [Howard] Hawks, per vedere come venivano
risolti alcuni di quei misteri noir. Non mettevano i puntini sulle
i e le barre sulle t. Cercavano di tenerti in bilico. In quei
giorni ponevano più domande di quante potessero
rispondere”.
All’interno della storia, il fatto
che la scomparsa di Sean rimanga un mistero è di vitale importanza,
perché il trauma di aver perso suo figlio è ciò che alimenta la
fiducia di John nel Precrime. Il programma mostra visioni di
omicidi che possono essere riprodotte, messe in pausa e migliorate
in modo che John possa concentrarsi su di esse e trovare le
risposte, cosa che non è riuscito a fare per Sean. Alla fine del
film, l’accettazione da parte di John che Precrime debba morire è
anche un simbolo del suo accettare che non saprà mai cosa è
successo a Sean e del suo essere finalmente pronto ad andare
avanti.
Come (e perché) Anne Lively è stata
uccisa
La storia di Minority
Report incomincia in realtà sei anni prima dell’inizio del
film, quando Lamar ha trovato un modo per fare l’impossibile:
commettere un omicidio in un mondo in cui la polizia può vedere gli
omicidi prima che avvengano. Lamar uccise Anne Lively per lo stesso
motivo per cui in seguito incastrò John per l’omicidio di Leo Crow:
per proteggere Precrime. Sebbene i precog siano pubblicamente
considerati un dono miracoloso per l’umanità, la dottoressa Hineman
(Lois Smith) rivela a John che in realtà sono
figli di madri dipendenti da una versione precedente del neuroin,
la stessa droga che usa John. L’esposizione al neuroin in utero ha
causato terribili danni cerebrali ai bambini, la maggior parte dei
quali è morta in tenera età.
Tuttavia, quelli che sono
sopravvissuti hanno avuto visioni di omicidi che non erano ancora
avvenuti e sono diventati la base di Precrime. Anne Lively era la
madre di Agatha, una tossicodipendente da neuroin che è andata in
una struttura di riabilitazione ed è riuscita a sconfiggere la sua
dipendenza. Dopo essersi disintossicata, voleva riavere la sua
bambina. Lamar non poteva permettere ad Anne di portare via Agatha,
poiché i precog funzionano come una mente collettiva e gli altri
due – i fratelli gemelli Arthur (Michael Dickmann)
e Dashiell (Matthew Dickmann) – non “funzionano”
senza Agatha. Non poteva nemmeno rischiare che Anne chiedesse
pubblicamente la restituzione di sua figlia, poiché ciò avrebbe
attirato l’attenzione sul benessere dei precog.
Un display all’esterno del quartier
generale di Precrime fornisce ai turisti una serie di bugie sulle
condizioni di vita dei precog, chiarendo che la loro tortuosa
reclusione nella piscina è solo uno dei tanti segreti di Precrime.
Per portare a termine l’omicidio di Anne Lively, Lamar ha
utilizzato un fenomeno chiamato “eco”, in cui i precog rivivono le
visioni passate. Ha detto ad Anne di incontrarlo al lago e ha
pagato un vagabondo tossicodipendente per cercare di annegarla.
Dopo aver visto la visione della sua morte, Lamar conosceva tutti i
dettagli di come si sarebbe svolto l’omicidio originale. Ha quindi
aspettato in riva al lago che il vagabondo venisse arrestato dalla
Precrime e, dopo che se ne furono andati, ha ucciso Anne Lively lui
stesso esattamente nello stesso modo. I precog hanno inviato anche
una visione di quell’omicidio, ma è stata liquidata come un
semplice eco e cancellata.
Perché la scelta finale di Lamar
Burgess distrugge l’Unità Precrime
Nel finale di Minority
Report, Lamar Burgess si trova di fronte allo stesso
dilemma di John Anderton nella storia originale di Philip K. Dick:
può commettere un omicidio e condannare se stesso, ma salvare
l’Unità Precrime; oppure può scegliere di non commettere l’omicidio
previsto, rivelando così un difetto fatale in Precrime e
distruggendo la sua stessa creazione. Con l’omicidio già previsto e
gli agenti del Precrime che si avvicinano, Lamar sceglie di
spararsi al petto. All’inizio del film aveva detto a Witwer: “Non
voglio che John Anderton si faccia male” e, nonostante tutte le sue
bugie, sembra che questa affermazione fosse completamente sincera.
Rendendosi conto di avere una scelta, Lamar decide di togliersi la
vita piuttosto che uccidere John, perché non sopporta di vedere la
sua eredità andare in pezzi.
Se Lamar avesse scelto di sparare a
John, sarebbe stato arrestato per l’omicidio (insieme all’omicidio
di Anne Lively), ma avrebbe anche dimostrato che Precrime funziona.
Il presunto omicidio di Leo Crow è stato interpretato come un
“difetto umano” di Precrime, dovuto al fatto che gli agenti non
sono riusciti ad arrivare sul posto in tempo, e la morte di John
Anderton sarebbe stata trattata allo stesso modo. Precrime avrebbe
potuto comunque diventare nazionale e l’eredità di Lamar sarebbe
stata preservata. Scegliendo di non sparare a John, Lamar dimostra
pubblicamente ciò che John aveva già scoperto all’inizio del film:
che una persona che conosce il proprio futuro è in grado di
cambiarlo e quindi le visioni dei precog non sono certe. Questo
porta allo scioglimento di Precrime e al rilascio dei precog.
Il vero significato del finale di
Minority Report
Come molte altre storie sui viaggi
nel tempo e sulle visioni futuristiche, Minority
Report pone la domanda se il futuro, una volta conosciuto,
possa essere cambiato. Terminator
– Destino Oscuro ha risposto a questa stessa domanda
suggerendo che certe cose sono inevitabili e accadranno nonostante
gli sforzi per evitarle; dopo che Sarah Connor ha impedito l’ascesa
di Skynet, un altro sistema informatico chiamato Legion ha preso il
suo posto e ha portato a una simile caduta dell’umanità. Quando Leo
Crow muore quasi esattamente nel modo previsto dalla visione,
nonostante John abbia scelto di non ucciderlo, sembra che Minority
Report possa giungere a una conclusione simile.
Danny Witwer critica Precrime
all’inizio di Minority Report, chiedendo come si
possa essere certi che un omicidio sarebbe sicuramente avvenuto. In
risposta, John fa rotolare una palla verso di lui. Quando Witwer la
prende per impedirle di cadere, John sostiene che il fatto che lui
l’abbia presa non cambia il fatto che sarebbe sicuramente caduta. A
differenza della palla che rotola, tuttavia, John e Lamar possono
scegliere di non cadere (metaforicamente parlando). L’elemento
dell’azione umana nell’equazione è ciò che rende le visioni dei
precog non del tutto certe ed è anche responsabile della creazione
dei rapporti di minoranza.
Nel corso della trama,
Minority Report mette anche in discussione
l’eticità di punire qualcuno per qualcosa che avrebbe fatto ma che
non ha ancora fatto. Un argomento preferito del dibattito etico è
se sia giustificabile o meno tornare indietro nel tempo e uccidere
Adolf Hitler quando era ancora un bambino. L’azione è generalmente
considerata errata sotto due aspetti: in primo luogo, uccidere il
piccolo Hitler non garantisce che qualcun altro non prenderà il suo
posto nella storia, con lo stesso risultato.
In secondo luogo, anche se uccidere
il piccolo Hitler impedisse l’Olocausto, si ucciderebbe comunque un
bambino innocente. In Minority Report, l’Unità
Precrime affronta lo stesso dilemma e giustifica la detenzione dei
futuri assassini sulla base del fatto che non vi è alcun
ragionevole dubbio che non avrebbero ucciso la loro vittima. Il
finale, tuttavia, dimostra che tale ragionevole dubbio esiste,
sostenendo che il percorso di vita di nessuno è completamente
predeterminato e che le persone possono scegliere diversamente
anche quando sembra che non ci sia modo di tornare indietro.
Il finale del film
Fall (qui
la recensione) offre un climax mozzafiato a un’intensa storia
di sopravvivenza ad alta quota che lascia alcune domande senza
risposta e alcuni significati più profondi ambigui. Il film ruota
attorno a una alpinista in lutto di nome Becky, il
cui marito Dan è morto in un incidente. Un anno
dopo, la sua amica Hunter le propone di scalare la
cima di una torre televisiva in disuso alta 600 metri per spargere
le sue ceneri, e Becky accetta nella speranza che questo la aiuti
ad andare avanti. Tuttavia, ironicamente, finiscono per lottare per
la propria vita quando rimangono bloccate in cima con poche
speranze di sopravvivenza.
Sebbene abbia incassato la
considerevole cifra di 21 milioni di dollari al botteghino,
Fall non ha avuto grande successo fino a quando
non è arrivato in streaming alcuni mesi dopo. Da quel momento la
sua popolarità è cresciuta, attirando così tanti spettatori che è
stato confermato un sequel. Il modo in cui il film
Fall conclude la sua storia, con Becky che prende
il comando e trova un modo per salvarsi, è un finale soddisfacente
per un viaggio da capogiro – tuttavia, è il colpo di scena
scioccante che ha fatto sì che il film diventasse così ampiamente
discusso.
Per quanto tempo Becky rimane
intrappolata sulla torre?
Sebbene Fall non
fornisca un lasso di tempo esatto per la terribile esperienza di
Becky sulla torre televisiva, è abbastanza facile da calcolare.
Rimane sulla torre abbastanza a lungo da diventare delirante per la
fame e la disidratazione. Dopo che il drone viene distrutto e Becky
perde la speranza di essere salvata, le ci vogliono alcuni giorni
senza cibo e acqua per rendersi finalmente conto che Hunter è
morto. Il giorno dopo aver capito che Hunter non è sopravvissuto,
Becky viene attaccata da un avvoltoio che uccide e mangia per
recuperare un po’ di forze. Quando Becky viene salvata dai servizi
di emergenza nel finale del film, ha trascorso circa una settimana
sulla torre.
Cosa significa il tatuaggio di
Hunter?
Durante la loro prima notte sulla
torre, Becky nota un tatuaggio sulla caviglia di Hunter che finisce
per rivelare una relazione di quattro mesi che Hunter ha avuto con
Dan prima che Becky lo sposasse. Il tatuaggio riporta la frase
numerica “1-4-3”. Becky collega immediatamente questi numeri a Dan
perché lui usava “1-4-3” per dire a Becky che l’amava. Dato che
“1-4-3” era il modo oscuro di Dan per dire a Becky che l’amava,
Becky deduce immediatamente che deve aver usato la stessa frase con
Hunter per giustificare il tatuaggio. Hunter rivela così che lei e
Dan avevano una relazione segreta alle spalle di Becky. Questo è il
motivo per cui Hunter si offre volontaria per recuperare lo zaino:
in parte per cercare di fare ammenda.
Virginia Gardner e Grace Caroline Currey in Fall
Perché i campeggiatori non hanno
aiutato Becky e Hunter?
Quando Becky e Hunter si rendono
conto di essere bloccate in cima alla torre senza alcuna
possibilità di fuga, una delle prime cose che trovano è una pistola
lanciarazzi. Dato che hanno solo un razzo, hanno una sola
possibilità di segnalare la loro presenza ai potenziali
soccorritori, quindi non vogliono usarlo finché non sono sicuri che
qualcuno lo vedrà. La prima notte, sperano che alcuni campeggiatori
nel deserto li vedano. Proprio mentre i campeggiatori si preparano
ad andare a dormire, Becky e Hunter sparano il razzo in cielo.
Il razzo attira l’attenzione dei
campeggiatori come previsto, ma questi non salvano Becky e Hunter.
Quando vedono il razzo e si rendono conto che i proprietari del
veicolo vicino sono intrappolati sulla torre, lo vedono come
un’opportunità per rubare la loro auto. Questa scena sconfortante
in Fall evidenzia che altre persone possono essere
un ostacolo alla sopravvivenza tanto quanto circostanze pericolose.
Becky e Hunter affrontano minacce dalla gravità, dal clima rigido e
dai rapaci, ma anche altri esseri umani possono essere altrettanto
crudeli e indifferenti.
Perché Becky non si è resa conto
che Hunter era morta?
Il colpo di scena più grande in
Fall rivela che Hunter era morta durante tutta la
seconda parte del film thriller. Dopo essere scesa per recuperare
il suo zaino, Becky riesce a riportare sia Hunter che lo zaino in
cima alla torre. Le due cercano quindi di ricaricare il drone, in
modo da poterlo inviare a cercare aiuto. Tuttavia, quando viene
rivelato il colpo di scena, emerge che Hunter non è mai tornata in
cima alla torre. Dopo il tentativo fallito di recuperare lo zaino,
Hunter diventa una sorta di portavoce della coscienza e del
monologo interiore di Becky. A parte l’improbabilità che Hunter
potesse sopravvivere alla caduta e risalire, ci sono alcuni indizi
che suggeriscono che Hunter non sia realmente lì.
Quando Becky lascia cadere lo zaino,
Hunter non fa alcun tentativo di prenderlo. Dopo un paio di giorni,
Becky si rende conto che Hunter non è viva. Quando è caduta dalla
torre, ha colpito un’antenna parabolica ed è morta dissanguata.
Becky non si è accorta che Hunter era morta nella caduta perché era
così debole e febbricitante per la mancanza di cibo e acqua che ha
avuto l’allucinazione che la sua amica fosse ancora viva.
L’allucinazione era il risultato psicologico del rifiuto di Becky
di accettare di essere rimasta bloccata in cima alla torre tutta
sola. Immaginare che un personaggio morto sia ancora vivo come
meccanismo di difesa è un tropo comune nelle storie di
sopravvivenza – lo si può vedere anche in Resta con me e Gravity.
Cosa succede dopo che Becky viene
salvata?
Alla fine, superando le proprie
paure, Becky scende sulla parabola dove si trova il cadavere di
Hunter, inserisce il suo cellulare all’interno dell’amica con un
messaggio di aiuto in invio in chat, e lo butta giù dalla torre TV
sperando che il corpo attutisca la caduta e permetta al cellulare
di agganciare la linea e inoltrare il messaggio. Fortunatamente, il
messaggio di aiuto giunge a destinazione e Becky viene salvata
riabbracciandosi con il padre. Non sappiamo cosa le accade dopo, ma
in fondo non importa, poiché il film serviva a raccontare il suo
combattere contro il dolore per la morte del suo amato e uscirne
vincitrice.
Il vero significato del finale del
film Fall
Il vero significato del finale del
film Fall è dunque che la vita non dovrebbe essere
data per scontata. In un batter d’occhio, chiunque può trovarsi in
una situazione mortale con tutte le probabilità contro di sé. Il
finale è inoltre agrodolce perché Becky sopravvive, ma Hunter no.
Dopo aver trascorso tanti mesi a piangere la perdita di Dan, essere
arrivata così vicina alla morte e aver perso un’altra persona cara
ricorda a Becky di continuare a lottare e ad abbracciare la vita.
Questa esperienza di pre-morte mette tutto in prospettiva e fa
sembrare le divergenze di Becky con suo padre insignificanti e
futili, portando a una sincera riconciliazione tra i due.
Cosa era reale e cosa era frutto di
allucinazioni?
La cosa più importante che è emersa
nel colpo di scena alla fine del film Fall è dunque che Becky è
stata da sola per gran parte del tempo. Non si è mai resa conto che
Hunter era morta e ha allucinato tutte le discussioni e i piani con
la sua amica. La morte di Hunter è avvenuta dopo che è caduta sulla
piattaforma sottostante ed è morta dissanguata. Ciò significa che
quasi tutto ciò che Becky ha visto nella seconda metà del film era
falso, un’allucinazione iniziata quando ha cominciato a rendersi
conto che non c’era più speranza. Dato che Hunter e Dan avevano una
relazione, Becky era arrabbiata e lo ha manifestato con tutta la
sua rabbia e il suo rancore verso l’amica, il tutto all’interno
dell’allucinazione.
C’è stato anche il momento prima del
finale del film Fall in cui un avvoltoio l’ha
attaccata e Becky l’ha ucciso. Questo era uno dei due avvoltoi che
si stavano cibando del cadavere di Hunter, e lei ha scacciato
l’altro avvoltoio e alla fine è scesa e ha inviato il messaggio SOS
per chiedere aiuto. Tuttavia, con le altre allucinazioni, è
possibile che l’avvoltoio ucciso da Becky fosse semplicemente un
altro frutto della sua immaginazione, il che fa chiedere se Becky
sia mai davvero riuscita a scendere o se la conclusione di
Fall fosse un altro finale come quello di The
Descent – Discesa nelle tenebre.
Virginia Gardner in Fall
Il finale di Fall
prepara il terreno per Fall 2
Sebbene il finale di
Fall fosse piuttosto definitivo, sono stati confermati due
sequel. Sappiamo che questi sequel proporranno delle storie
completamente nuova, che seguiranno l’originale in senso tematico e
spirituale più che direttamente dalla trama. Sebbene dunque il
finale di Fall non abbia preparato direttamente il
terreno per un sequel, ha gettato le basi per quella che sembra
destinata a diventare una serie di film indipendenti su alpinisti
ribelli che si ritrovano intrappolati ad altezze vertiginose.
Per quanto riguarda il primo dei due
sequel, Fall 2, sappiamo che la sua storia
sarà la seguente: “Sconvolta dalla morte della sorella Hunter,
Jax (Slater) entra in contatto con Luce (Thomas), l’intrepida amica
di Hunter. Per guarire, tentano la famigerata camminata sulla
tavola del Monte Kwan in Thailandia. Dopo che un’improvvisa frana
le lascia bloccate su una fragile passerella a 3000 piedi di
altezza, Jax deve affrontare le sue paure più profonde e lottare
per la sopravvivenza per trovare la pace“. Il film uscirà ad
inizio 2026.
Dopo un terrificante primo trailer
pubblicato a giugno, Universal Pictures e Blumhouse hanno
rilasciato un nuovo trailer di Black
Phone 2. Diretto ancora una volta da Scott
Derrickson e co-sceneggiato da C. Robert
Cargill, il sequel horror riprende quattro anni dopo gli
eventi di Black
Phone, mentre i fratelli Finney e Gwen Shaw cercano di
andare avanti.
Tuttavia, il trailer suggerisce che
il loro tormento è lungi dall’essere finito, poiché Grabber,
interpretato da Ethan Hawke, sembra essersi trasformato in una
presenza soprannaturale che li perseguita nei sogni, che si
riversano pericolosamente nella realtà. Il primo trailer ha offerto
al pubblico un’anteprima di Grabber che attacca Gwen attraverso i
suoi sogni e di Finney che rimane psicologicamente legato
all’assassino.
Mason Thames
(Finney), Madeleine McGraw (Gwen) e Jeremy
Davis, che nel primo film interpretava il loro tormentato
padre, riprendono tutti i loro ruoli al fianco di Ethan Hawke. Il
sequel introduce anche nuovi membri del cast, Demián Bichir, Arianna Rivas,
Miguel Mora, Maev Beaty e
Graham Abbey.
Il nuovo trailer fornisce un quadro
più completo di come il Grabber ritorni nonostante sia stato ucciso
alla fine del primo film. Ora, i poteri psichici di Gwen,
introdotti in Black
Phone, diventano centrali nella trama, poiché lei inizia
ad avere visioni delle potenziali vittime del Grabber.
Black Phone 2
uscirà nelle sale il 17 ottobre.
Cosa rivela il nuovo trailer di
Black Phone 2 sul film
Mentre il primo trailer introduceva
il ritorno soprannaturale del Grabber, questo nuovo trailer offre
alcuni dettagli chiave sulla trama di Black Phone
2. Gwen sembra essere la vittima principale delle torture
del Grabber. Invece di nascondersi negli scantinati, il Grabber si
impossessa dei sogni di Gwen e manifesta persino le ferite che lei
riceve mentre dorme.
Queste sequenze oniriche ricordano
l’eredità di Freddy Krueger, ma trasmettono il terrore realistico
tipico dello stile di Derrickson, fondendo il tormento psicologico
con la paura viscerale. Il trailer mostra anche Alpine Lake, il
campo invernale che potrebbe essere il luogo inquietante in cui si
svolgerà gran parte del sequel.
L’ambientazione innevata di Alpine
Lake conferisce anche una nuova identità visiva al franchise. I
paesaggi ghiacciati evocano sia bellezza che paura, poiché il campo
isolato crea un nuovo tipo di claustrofobia per le vittime. Il
trailer mostra anche alcuni scorci del campo, e mentre il loro
destino rimane incerto, l’aggiunta di nuovi personaggi amplia sia
la portata della storia che quella del Grabber.
Altri momenti mettono in luce il
trauma di Finney come unico sopravvissuto al Grabber, mentre lotta
per sfuggire all’ombra della sua prigionia. Il suono del telefono
nero continua a tormentarlo, confermando che il suo legame con
l’assassino è tutt’altro che spezzato. Insieme, le visioni sempre
più intense di Gwen e il trauma di Finney preparano il terreno per
un sequel che alza la posta in gioco per tutti i personaggi
coinvolti.
Con Elisa,
presentato in Concorso a Venezia
82, Leonardo Di Costanzo torna a interrogarsi sulla
dimensione del carcere e sulla natura umana, proseguendo un
discorso iniziato con Ariaferma
ma declinandolo in chiave più intima e psicologica. Là i rapporti
tra detenuti e guardie diventavano il prisma attraverso cui
raccontare la privazione della libertà; qui, invece, tutto si
concentra sulla vicenda interiore di una sola protagonista, Elisa,
una donna di trentacinque anni che sconta una condanna pesantissima
per un delitto atroce e apparentemente inspiegabile: l’omicidio
della sorella maggiore e la successiva distruzione del corpo.
È un fatto di sangue che
non nasce da marginalità, disagio sociale o follia, ma che affonda
le radici nell’enigma del quotidiano, in quella linea sottile che
separa la normalità dalla violenza più estrema. È proprio questo
nodo, inquietante e disturbante, a costituire il cuore del
film.
La memoria
frantumata di Elisa
Elisa, interpretata da
Barbara Ronchi con intensità e misura, ha scelto
(?) di dimenticare. Dichiara di non ricordare quasi nulla del
giorno del delitto, come se un velo di silenzio avesse avvolto ogni
dettaglio della sua colpa. Quel vuoto diventa il vero carcere
mentale. A rompere questo immobilismo è l’incontro con il
criminologo Alaoui, che la invita a partecipare alle sue ricerche.
Attraverso un dialogo serrato, fatto di reticenze, ammissioni e
improvvise crepe nella memoria, Elisa inizia un cammino doloroso ma
necessario verso l’accettazione della verità. Il percorso è tutto
in salita: ogni frammento di ricordo riemerso diventa un colpo
inferto a se stessa, ma anche l’unica possibilità di avvicinarsi a
una forma di redenzione.
Il film si colloca in
continuità con la riflessione che Di Costanzo porta avanti da anni
sul carcere e sulla colpa. Se in Ariaferma l’elemento
centrale era la convivenza forzata, con le tensioni e i legami che
ne scaturivano, qui l’attenzione si concentra sul rapporto tra
individuo e coscienza. Non più lo spazio comunitario della
detenzione, ma la solitudine di una mente che deve fare i conti con
il proprio abisso.
Il regista dichiara di
essersi ispirato agli studi dei criminologi Adolfo Ceretti e
Lorenzo Natali, i quali da tempo indagano sui cosiddetti “crimini
efferati” compiuti da persone comuni, prive di patologie
psichiatriche o di condizioni sociali degradate. Sono quei delitti
che destabilizzano l’opinione pubblica perché incrinano la
rassicurante distinzione tra il “mostro” e il cittadino normale. Di
Costanzo traduce questa prospettiva in un racconto asciutto,
sobrio, lontano dagli eccessi spettacolari, interessato a esplorare
il vuoto interiore più che la cronaca nera.
Barbara Ronchi in Elisa di Leonardo Di Costanzo – Foto Credtis
Oliver Oppitz
La riuscita del film
poggia in larga parte sulla performance di Barbara Ronchi.
L’attrice costruisce un personaggio enigmatico, sospeso tra
fragilità e freddezza, capace di manipolare chi le sta intorno ma
anche di mostrare ferite autentiche. La sua Elisa suscita
sentimenti contraddittori: a tratti appare come una vittima della
propria incapacità di ricordare, in altri momenti emerge con
chiarezza la brutalità dell’atto compiuto.
È un equilibrio
delicato, che Ronchi regge con grande rigore, evitando sia il
melodramma sia l’appiattimento psicologico. Grazie alla sua
interpretazione, lo spettatore si ritrova continuamente oscillante
tra empatia e rifiuto, tra comprensione e condanna. Ed è proprio
questa ambiguità a costituire la forza drammaturgica del film.
Dal punto di vista
estetico, Elisa conferma lo sguardo sobrio e rigoroso
di Di Costanzo. Ambientato tra Italia e Francia, spesso immerso in
paesaggi boschivi e innevati, il film crea un’atmosfera sospesa, in
cui realtà e memoria sembrano confondersi. La fotografia costruisce
un senso di sospensione che non riguarda solo il tempo narrativo,
ma anche il giudizio morale: siamo portati a osservare senza
emettere verdetti affrettati, a sostare in quella zona grigia dove
colpa e umanità si intrecciano.
Questa eleganza formale,
però, ha anche un rovescio: la regia mantiene sempre un passo
indietro, restando composta e misurata anche nei momenti più duri.
Ne risulta un’opera elegante, certo, ma a tratti trattenuta, che
rischia di smorzare l’impatto emotivo del racconto.
La mostruosità come
parte dell’umano
Uno dei meriti
principali di Elisa è il rifiuto di relegare il male
a un altrove mostruoso. Di Costanzo ci ricorda che la violenza può
scaturire dall’interno dell’ordinario, dalla banalità del vivere
quotidiano. In una società in cui la narrazione mediatica tende a
trasformare i colpevoli in figure disumane, esiliandoli dal corpo
sociale, il film ci invita invece a riconoscere la mostruosità
come parte dell’umano. È un discorso scomodo, che interroga lo
spettatore più di quanto offra risposte.
Tuttavia, questo tema
cruciale rimane in parte in superficie. Il racconto si concentra
soprattutto sul percorso individuale della protagonista, lasciando
in secondo piano l’indagine più ampia sulla natura del male che le
note di regia sembravano promettere.
Elisa non
è un film facile né consolatorio. È un’opera elegante, rigorosa,
che prosegue il percorso autoriale di Leonardo Di Costanzo
con coerenza e sobrietà. I suoi limiti, riscontrati in una certa
trattenutezza emotiva, il rischio di rimanere più sulla parabola
personale che sull’indagine teorica, non ne cancellano il valore:
quello di restituire allo spettatore l’inquietudine più profonda,
cioè che il male non appartiene a un altrove, ma è una possibilità
inscritta nella fragilità dell’umano.
Harriet Slater
(Outlander: Blood of My Blood), Arsema
Thomas (Queen
Charlotte: A Bridgerton Story) e Tom
Brittney (Grantchester) sono i protagonisti
dell’atteso thriller di sopravvivenza Fall 2, le
cui riprese principali si sono concluse all’inizio di quest’anno in
Thailandia. Michael e Peter
Spierig, registi di Jigsaw e Predestination, hanno diretto il secondo capitolo
della fortunata serie, mentre lo sceneggiatore e regista originale
di Fall (qui
la recensione), Scott Mann, ha co-sceneggiato
il film insieme a Jonathan Frank.
La sinossi ufficiale, come riportato
da Deadline, recita: “Sconvolta
dalla morte della sorella Hunter, Jax (Slater) entra in contatto
con Luce (Thomas), l’intrepida amica di Hunter. Per guarire,
tentano la famigerata camminata sulla tavola del Monte Kwan in
Thailandia. Dopo che un’improvvisa frana le lascia bloccate su una
fragile passerella a 3000 piedi di altezza, Jax deve affrontare le
sue paure più profonde e lottare per la sopravvivenza per trovare
la pace“.
L’uscita del film è prevista per l’inizio del 2026 con
Lionsgate.
Il sequel riunisce i produttori Mark
Lane e James Harris della Tea Shop Productions (47 Meters Down),
Christian Mercuri, David Haring e Mann della Capstone tramite la
Flawless. Dan Asma, John Long e Roman Viaris tornano anche come
produttori esecutivi insieme a Ruzanna Kegeyan della Capstone. La
Kaos Entertainment di Wych Kaos ha collaborato alla produzione in
Thailandia, con Kaos che si è unito anche come produttore
esecutivo. Capstone Studios ha dato il via libera sia a
Fall 2 che a Fall 3 nell’ambito
del franchise, e Mann tornerà a scrivere e dirigere il terzo
capitolo.
Il primo film, un thriller a basso
budget, è stato un grande successo al botteghino e su Netflix. Il film ha incassato più di 20 milioni di
dollari al botteghino con un budget originale di 3 milioni di
dollari.
“Siamo lieti di lavorare con i
talentuosi fratelli Spierig e questo cast incredibilmente dinamico
per presentare il prossimo capitolo del franchise Fall”, ha
dichiarato James Harris di Tea Shop. “Con la visione di Michael
e Peter speriamo di offrire al pubblico un’esperienza ancora più
grande e vertiginosa”.
“Eravamo grandi fan del primo
film e non vedevamo l’ora di continuare il viaggio. Il nostro
obiettivo era quello di catturare la stessa intensità che Scott
Mann e il suo team avevano creato nell’originale, aggiungendo però
nuovi personaggi complessi che entrassero in sintonia con il
pubblico mentre affrontano altezze estreme e terrificanti”,
hanno aggiunto i fratelli Spierig.
Presentata Fuori
Concorso – Serie alla Mostra del Cinema di Venezia, Il
Mostro di Stefano Sollima arriva su Netflix dal 22
ottobre con il peso di una delle vicende più oscure della storia
italiana. Otto duplici omicidi, diciassette anni di terrore,
un’arma sempre uguale: la Beretta calibro 22. È
l’epopea nera del Mostro di Firenze, il primo e più brutale serial
killer italiano, un caso giudiziario che ancora oggi rimane
irrisolto e avvolto in un alone di mistero e ossessione
collettiva.
Il Mostro: una serie
senza risposte
Sollima affronta il
materiale con una scelta radicale: non offrire una verità, non
chiudere la vicenda dentro la cornice rassicurante di una soluzione
narrativa. L’intento dichiarato è quello di esplorare i “possibili
mostri”, seguendo le diverse piste investigative che nel corso
degli anni si sono moltiplicate, contraddette, sovrapposte.
Il risultato è una
narrazione a diagramma, che procede come una mappa complessa di
sospetti, ipotesi e teorie. Ogni episodio non si limita a
ricostruire l’indagine, ma si cala dentro le vite degli indiziati,
mostrando le loro fragilità, i contesti familiari, i rapporti con
la provincia toscana degli anni ’70 e ’80. In questo modo il
“mostro” smette di essere un’entità singola e diventa piuttosto uno
specchio frantumato, una possibilità inscritta in chiunque.
Sollima racconta
l’orrore ma non cade nella morbosità
Nelle note di regia,
Sollima parla di “confronto con l’orrore”, e la serie restituisce
esattamente questa sensazione. Ogni dettaglio pesa, ogni
ricostruzione ha il sapore della responsabilità. Non c’è
compiacimento nello sguardo, né gusto voyeuristico per il sangue o
per la spettacolarizzazione del crimine. Il Mostro
sceglie una via difficile: raccontare senza attenuare, ma anche
senza indulgere.
La messa in scena
bilancia rigore e inquietudine: i paesaggi rurali toscani, le
strade di campagna, le case isolate restituiscono un’Italia di
provincia che è insieme familiare e perturbante. È in questo
ambiente che la violenza si insinua, diventando parte integrante
del tessuto sociale, e non un evento estraneo o
incomprensibile.
Uno degli aspetti più
interessanti della serie è il suo sguardo sul contesto sociale e
culturale del Paese. La cronaca nera diventa la porta d’accesso per
raccontare le contraddizioni di un’Italia che si illudeva di essere
moderna e sicura, ma che in realtà nascondeva misoginia, violenze
domestiche, paure ataviche.
Attraverso i sospetti e i
loro mondi, Il Mostro mette in luce un contesto dove
la condizione femminile è segnata da sottomissioni e silenzi, dove
le famiglie diventano luoghi di oppressione, e dove il crimine non
appare come un’eccezione assoluta ma come l’estrema conseguenza di
un sistema culturale. È qui che la serie trova la sua dimensione
più contemporanea: un rimando, un legame tematico con i femminicidi
di oggi, che continuano a ricordarci quanto poco sia cambiato,
nonostante la distanza temporale.
(Credits Emanuela Scarpa Netflix)
L’ossessione di un
racconto
Il regista, insieme a
Leonardo Fasoli, ha dichiarato di aver divorato fascicoli
giudiziari e atti processuali fino a farne un’ossessione. Da questa
immersione nasce la decisione più coraggiosa: non semplificare, non
scegliere una tesi, ma accogliere tutte le piste e restituirle con
onestà narrativa. È un metodo che ricorda quello investigativo –
seguire l’arma, il modus operandi – ma applicato alla scrittura e
alla regia.
Sollima conferma la
sua capacità di unire rigore documentario e tensione
drammatica. Dopo aver raccontato la criminalità organizzata e
il potere politico, con Il Mostro si spinge nel territorio
più rischioso: quello in cui il male non ha volto, e proprio per
questo diventa universale.
Il Mostro
è un racconto inquieto, frammentario, volutamente aperto,
che non risolve ma rilancia le domande. La sua forza sta nel
trasformare un fatto di cronaca in un dispositivo di riflessione
sull’Italia, sulle sue paure, sulle sue colpe collettive.
Sollima evita il
sensazionalismo e firma una miniserie cupa e rigorosa, che non cede
alla facile tentazione del true crime come intrattenimento, ma
affronta l’orrore attraversandolo con rispetto. Non per spiegare,
forse neanche per capire, ma per ricordare. E per ricordarci che,
come suggerisce il titolo, il mostro potrebbe essere chiunque.
Alla 82ª
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è stata
presentata Il Mostro, la
nuova serie tv diretta da Stefano Sollima e prodotta da Netflix. L’opera, tra i titoli più attesi della
stagione, affronta con uno sguardo crudo e realistico uno dei
capitoli più controversi della cronaca nera italiana, ricostruendo
fatti e atmosfere che hanno segnato un’epoca.
In
occasione della presentazione al Lido, Cinefilos.it ha avuto l’opportunità di
incontrare il regista per un’intervista esclusiva a cura di
Chiara Guida.
Sollima ha parlato delle sfide creative dietro la serie, del lavoro
con il cast e della responsabilità di trasformare una vicenda tanto
delicata in un racconto audiovisivo.
«Raccontare Il Mostro
significava non solo rievocare una pagina oscura della nostra
storia recente, ma anche interrogarsi su come il linguaggio seriale
possa farsi strumento di memoria collettiva», ha spiegato il
regista.
La serie si inserisce nel percorso autoriale di Sollima, già
riconosciuto a livello internazionale per opere come Suburra, Sicario: Day of the
Soldado e ACAB – All
Cops Are Bastards. Con Il Mostro il regista conferma il suo interesse per
narrazioni potenti e controverse, capaci di fondere tensione
drammatica e realismo.
L’intervista completa è disponibile sul canale YouTube di
Cinefilos,
all’interno della copertura esclusiva di Venezia 82 con recensioni,
approfondimenti e incontri con i protagonisti del Festival.
Ecco una clip esclusiva tratta da
Quir, il film diretto da Nicola
Bellucci che arriverà al cinema con un’uscita speciale
l’8, 9 e 10 settembre con Wanted. Quir racconta
una delle comunità LGBTQIA+ più sorprendenti d’Italia, che vive nel
cuore pulsante di Palermo, con uno sguardo intimo, struggente e
necessario.
Quir: il film
Bellucci ritrae alcuni personaggi della comunità LGBTQI+
palermitana che ruotano attorno al QUIR, noto negozio di
pelletteria che negli anni è diventato un importante punto
d’incontro della scena LGBTQI+ locale. La telecamera entra nelle
loro case e ce ne fa respirare amore, difficoltà, momenti di lutto
e riflessioni esistenziali sul maschile e il femminile. Attraverso
le storie di Gino Campanella, Massimo Milani, Charly Abbadessa,
Vivian Bellina ed Ernesto Tomasini e i gesti della
loro quotidianità – che di fatto sono atti politici di lotta per i
propri diritti in una Sicilia e in un’Italia ancora dominata da una
cultura patriarcale – prende forma la rappresentazione di una città
viva, in continuo rinnovamento, sempre più multiforme e
multietnica, e viene mostrato quanto sia cambiata la condizione di
questa comunità negli ultimi quarant’anni, ma anche di quanto certi
aspetti restino immutati.
QUIR racconta una delle comunità LGBTQIA+ più
sorprendenti d’Italia, che vive nel cuore pulsante di Palermo, con
uno sguardo intimo, struggente e necessario.
Con
Nühai(Girl), Shu Qi (Millenium Mambo, The Assassin), firma un debutto registico intimo e
doloroso, in cui il legame tra madri e figlie diventa il prisma
attraverso cui osservare le ferite dell’infanzia e la trasmissione
dei traumi familiari. Ambientato a Taiwan alla
fine degli anni Ottanta, il film racconta la storia di
Hsiao-lee, una ragazza silenziosa e introversa che
cresce in una casa segnata dalla violenza del padre e dall’ombra di
una madre assente, inghiottita dalle proprie scelte sbagliate. Un
ambiente che non lascia spazio al dialogo, fatto di insulti,
frustrazioni e incomunicabilità, in cui anche i gesti più
quotidiani assumono un valore simbolico.
Un’eredità difficile da spezzare
Il
film si apre con una frase paterna che suona come una condanna:
«Non hai bisogno di studiare». Da lì in
avanti, tutto il percorso di Hsiao-lee diventa una lotta per
affermare un tempo e uno spazio propri. Corre, cammina veloce,
sembra avere una misura diversa da chi la circonda: «Perché vai
così veloce?», le chiedono, ma la velocità è l’unico modo per
non farsi intrappolare dal peso di una casa che soffoca. Si occupa
della sorella più piccola e tenta di sfuggire all’ira del padre
ubriacone, mentre la madre emerge come figura severa e opaca,
capace di ribaltare sulla figlia la frustrazione delle proprie
scelte (“Se non studi abbastanza farai la mia stessa
fine”). Nella vita di Hsiao-lee riaffiora anche
Li-li, coetanea vivace e libera, che diventa lo
specchio di ciò che lei stessa vorrebbe essere: un varco possibile
verso la luce, un antidoto alla malinconia che la perseguita.
La paura dei vivi, più che dei fantasmi
Shu Qi costruisce il film come un racconto di
ombre che pesano più delle presenze visibili. Non servono
apparizioni o spettri, perché come dice la protagonista «sono
le persone vive a fare più paura dei fantasmi». Il padre che
insulta e maltratta, la madre che riversa rancore, il clima
familiare fatto di rancori mai sanati: è in questo paesaggio di
dolore che Hsiao-lee rischia di riprodurre, a sua volta, i
comportamenti subiti. Una riflessione sul modo in cui i traumi
d’infanzia si sedimentano e si trasmettono, quasi in maniera
inconscia, di generazione in generazione.
Una regia tra poesia e rigore
Girato con uno sguardo sensibile, Nühai alterna momenti di
forte realismo a squarci lirici. Shu Qi lavora molto sui silenzi,
sui dettagli, sulla fisicità dei corpi: lo sguardo basso della
ragazza, le stanze che la madre purifica senza riuscire a cambiare
davvero la loro vita, il contrasto tra l’allegria luminosa di Li-li
e la sua malinconia costante. L’uso della natura e degli spazi
aperti – la corsa tra il fogliame, le avventure che sembrano
parentesi di libertà, un palloncino che sbuca fuori da uno zainetto
– si contrappone alla prigione domestica, segnalando una tensione
costante tra desiderio di fuga e condanna all’appartenenza.
Nühai (Girl) è un film imperfetto ma
sincero, un’opera prima che porta con sé tutta la fragilità e la
forza di una regista alle prese con una storia a lungo maturata.
Shu Qi non sempre riesce a bilanciare la densità simbolica con la
chiarezza narrativa, ma restituisce un ritratto toccante della
condizione femminile, sospesa tra eredità dolorose e voglia di
rinascita. Il risultato è un racconto cupo e vibrante, che fa della
corsa della sua protagonista una metafora struggente del bisogno di
liberarsi da un destino imposto.
L’assassino protettore degli
alveari interpretato da Jason Statham tornerà in The Beekeeper
2 e, secondo quanto riferito, sarà affiancato da un attore
chiave del film originale.
The
Beekeeper era un po’ John Wick e un po’ The Equalizer, con alcune discutibili sfumature
politiche per aggiungere un tocco in più. La ricetta si è rivelata
irresistibile per gli spettatori quando il film è uscito nel
gennaio 2024, portando il film d’azione di Statham a un incasso
mondiale di 162 milioni di dollari.
Questi guadagni finanziari
inaspettatamente enormi hanno automaticamente dato il via alla
produzione del sequel di The Beekeeper, che uscirà
probabilmente nel 2026, con Statham ancora una volta a guardia
dell’alveare umano grazie alle sue abilità di assassino altamente
sviluppate.
Il casting per Beekeeper 2 è
attualmente in corso e, secondo quanto riportato,
Jeremy Irons è stato aggiunto al cast come star di ritorno,
pronto a riprendere il ruolo dell’ex direttore della CIA Wallace
Westwyld (tramite Deadline).
Nel primo film Beekeeper,
Irons interpretava Westwyld, ex capo dei servizi segreti, ora
responsabile della sicurezza della Danforth Enterprises, un’azienda
tecnologica di proprietà del losco figlio del presidente degli
Stati Uniti. In qualità di ex membro del governo, Westwyld sa tutto
dei Beekeepers, il programma segreto che un tempo impiegava Adam
Clay, interpretato da Statham, e inoltre sa quanto Clay sia
pericoloso per chiunque incroci il suo cammino.
Il ritorno di Irons nei panni di
Westwyld potrebbe significare che Beekeeper 2 approfondirà
ulteriormente il retroscena di Adam Clay, interpretato da
Statham, dato che Westwyld è una delle poche persone a conoscenza
dei Beekeepers. Sarebbe naturale che il sequel approfondisse la
trama accennata solo nel primo film, forse svelando un universo
completo simile a quello di John Wick.
Il ritorno di Irons è positivo
anche per rafforzare il prestigio del cast di Beekeeper 2,
dato il suo status di vincitore di un Oscar, anche se in realtà
sono passati più di 30 anni da quando Irons ha vinto quell’Oscar e
negli ultimi anni ha probabilmente offuscato la sua reputazione
apparendo in molti film di scarsa qualità.
Il regista di Il club dei delitti del giovedì (The Thursday Murder
Club), Chris Columbus, condivide le sue
riflessioni sulla possibilità di realizzare Il club dei delitti
del giovedì 2 (The Thursday Murder Club 2). Basato
sull’omonimo romanzo di Richard Osman del 2020, il nuovo film
Netflix segue quattro pensionati che si riuniscono
per risolvere casi irrisolti e passare il tempo. Quando un caso
diventa scottante, il gruppo si ritrova coinvolto in un’indagine su
un omicidio.
Il cast di Il club dei delitti
del giovedì 2 (The Thursday Murder Club 2) vanta un
elenco impressionante di attori, tra cui Pierce
Brosnan nel ruolo di Ron, Helen Mirren nel ruolo di Elizabeth,
Ben Kingsley nel ruolo di Ibrahim, Celia
Imrie nel ruolo di Joyce e Naomie Ackie
nel ruolo di Donna. Il film ha rapidamente guadagnato popolarità
dopo la sua uscita il 28 agosto, sollevando domande su un possibile
sequel.
Durante una recente intervista con
Decider, Columbus ha espresso la sua opinione sulla
possibilità che Il club dei delitti del giovedì 2 (The Thursday
Murder Club 2) sia all’orizzonte. Anche se il regista
chiarisce che nulla è stato ancora confermato, sarebbe felice di
tornare a dirigere un sequel del franchise. Ecco il suo
commento:
È stato così divertente
realizzare questo film che, se il pubblico lo apprezzerà e avrà
abbastanza successo, mi piacerebbe sicuramente farlo. Non lo vedo
come un sequel, quanto piuttosto come la continuazione della storia
di questi personaggi, per vedere dove andranno a finire.
Cosa significa questo Il
club dei delitti del giovedì 2 (The Thursday Murder Club
2)
Dopo il successo del primo romanzo,
Osman ha lavorato duramente per ampliare la serie con ulteriori
capitoli. Attualmente ci sono quattro libri nella serie
Thursday Murder Club, e un quinto, The Impossible Fortune,
arriverà alla fine di questo mese.
Se Netflix volesse andare avanti
con un sequel, quindi, chiaramente non mancherebbe il materiale da
cui attingere. Ciò che conta, in definitiva, è la domanda del
pubblico, e un numero di spettatori forte e costante sarà
fondamentale per un seguito dopo la
fine di Il club dei delitti del giovedì (The Thursday Murder
Club). Come ha detto Columbus a The Mirror riguardo a un
sequel:
“Dipende da quante persone
vedranno questo film”.
Con un punteggio del 77% su
Rotten Tomatoes, The Thursday Murder Club ha ricevuto
recensioni generalmente positive dalla critica e il film rimane
uno dei più visti nella classifica dei 10 film più visti su
Netflix. Se questo successo continuerà, non c’è motivo di
credere che non ci sarà un sequel, soprattutto perché la Mirren ha
dichiarato a
Radio Times che sarebbe felice di tornare:
“Sarebbe fantastico se la
squadra si riunisse di nuovo. Ci siamo divertiti molto durante le
riprese. Quindi, onestamente,tutti noi coglieremmo al
volo l’occasione“.
Vale la pena notare, tuttavia, che
il film ha ottenuto solo il 54% di punteggio Popcornmeter su
Rotten Tomatoes, il che indica che il pubblico generale è meno
affascinato dal film Netflix rispetto ai critici. Questo
potrebbe essere un segno che il numero di spettatori diminuirà
prima del previsto, compromettendo le possibilità di un sequel. In
definitiva, è troppo presto per dirlo.
Il creatore e showrunner di Alien: Pianeta
Terra (qui
la nostra recensione), Noah
Hawley, ha spiegato perché il quinto episodio della
serie è un flashback. La serie, come noto, è incentrata su esseri
sintetici, nei quali sono state infuse le menti di persone morenti,
e su esseri umani alle prese con Xenomorfi e altre creature dopo
l’atterraggio di fortuna della USS Maginot. L’episodio 5 della
prima stagione, intitolato “Nello spazio nessuno…”, è
ambientato su quella nave.
L’episodio genera così una pausa
dalla narrazione tornando a quanto avvenuto prima degli eventi dei
precedenti episodi. “Sono abituato a raccontare storie lunghe
10 episodi, mentre questa ne ha otto, principalmente per questioni
di scala, budget e tutto il resto”, ha spiegato Hawley durante
un’intervista con Collider. “È stato interessante
crearla. È incredibile quanto lavoro richiedano quelle due ore e
quanto ti senti come se stessi preparando le cose per ottenere un
risultato”.
“Ti rendi conto che, quando ne
hai otto, in realtà non puoi ottenere lo stesso risultato. Non
torniamo davvero a Neverland fino alla metà della terza ora, e poi
rimangono solo cinque ore. Ma mi è sembrato che le ultime tre ore
fossero un viaggio che non si voleva interrompere”. “Non vuoi
iniziare la stagione sull’astronave, perché non è quello lo spirito
della serie”, aggiunge lo showrunner. “E devi mostrare alla
gente qual è lo spirito della serie. Quindi, dove lo
metti?”
“Beh, devi tornare a Neverland
abbastanza a lungo da coinvolgere davvero le persone in quella
storia e portarle a un momento di suspense in cui pensano: “Oh, non
vedo l’ora di vedere la prossima settimana”. Poi, quando tornano, e
la settimana successiva c’è questo episodio flashback, è meglio che
te lo guadagni, perché non è lì che vogliono essere in
origine”.
“C’è un motivo per cui iniziamo
con un’emergenza. C’è un motivo per cui l’episodio 5 è già nel bel
mezzo di essa. Perché poi, molto rapidamente, ti ritrovi a pensare:
“Oh, aspetta, questo è un film di Alien. Mi stanno dando un film di
Alien”. Era questa la mia speranza, che inserendolo lì… e poi
quando si passa all’ora successiva, ci sono molte cose che accadono
nell’episodio 6, che ora che conosci il retroscena, assumono un
significato completamente diverso”, conclude Hawley.
Cosa significa questo per
Alien: Pianeta Terra
La spiegazione che Noah
Hawley ha dato per l’episodio flashback di Alien: Pianeta
Terra rivela due informazioni fondamentali sulla
serie. In primo luogo, Hawley ha chiarito che inserire il flashback
dopo
la grande rivelazione dell’episodio 4 non era un tentativo di
mantenere la suspense per un’altra settimana. Hawley ha invece
chiarito che ci sono ragioni legate alla trama alla base di questa
decisione. In secondo luogo, Hawley ha affermato che i fan avranno
presto ulteriori episodi incredibile. Parlando del flashback
dell’episodio 5, Hawley ha commentato che gli ultimi tre episodi
della stagione saranno infatti un viaggio che non subirà
interruzioni.
Andy Serkis ha recentemente dichiarato al
quotidiano Metro che questo mese si recherà
in Nuova Zelanda per iniziare la pre-produzione di Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum,
il nuovo film della saga Il Signore degli Anelli che lo
vedrà protagonista e regista. La Warner Bros. ha già annunciato che
il film uscirà nelle sale il 17 dicembre 2027, divenendo così il
primo film live-action della saga dal 2014, dopo “Lo
Hobbit: La battaglia delle cinque armate”, diretto da
Peter Jackson.
“Sono molto emozionato all’idea
di tornare. Partirò per la Nuova Zelanda sabato 6 settembre”,
ha detto Serkis. “Andremo lì per iniziare i preparativi e
lavorare al film, perché sarò io a dirigerlo. Sono entusiasta di
tornare dalla famiglia con cui ho amato lavorare per molti anni e
da un personaggio da cui non posso sfuggire”. Con i preparati
sul film che stanno per entrare nel vivo, non resta che attendere
maggiori informazioni e conferme riguardo questo atteso
progetto.
La Warner Bros. ha annunciato per la
prima volta Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum
nell’estate del 2024 e inizialmente aveva dichiarato che sarebbe
stato pronto per le sale nel 2026. Il progetto è stato però poi
rinviato al dicembre 2027. Andy Serkis dirigerà il film e reciterà ancora
una volta nel ruolo del protagonista, che ha interpretato tramite
motion capture dal 2001. Peter Jackson, che ha diretto le trilogie
de “Il Signore degli Anelli” e “Lo Hobbit”,
produrrà il film con Fran Walsh e Philippa
Boyens, collaboratrici di lunga data della saga.
La Warner Bros. ha sottolineato,
nell’annunciare “Gollum”, che il trio “sarà coinvolto in ogni fase
del progetto”. Boyens ha precedentemente dichiarato alla rivista
Empire che Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum è
“una storia piuttosto intensa” che “si colloca dopo la
festa di compleanno di Bilbo e prima delle Miniere di Moria. È un
pezzo specifico di un’incredibile storia mai raccontata, narrata
attraverso la prospettiva di questa incredibile creatura“.
I membri del cast originale de
”Il Signore degli Anelli” come Ian McKellen (Gandalf), Orlando Bloom (Legolas) e Viggo Mortensen (Aragorn) hanno tutti espresso
interesse a tornare per il nuovo film, qualora la trama rendesse
sensata la presenza dei loro personaggi, anche se non è stato
confermato alcun casting aggiuntivo. McKellen ha poi rivelato
all’evento For Love of Fantasy di Londra ad agosto che Gandalf e
Frodo, interpretato da Elijah Wood, sarebbero tornati per il film. Al
momento non è chiaro in che veste appariranno i personaggi.
Il regista di Superman,
James Gunn ha annunciato oggi il titolo e la
data di uscita del prossimo capitolo della “Superman Saga” della DC
Studios, e ora emergono dei primi aggiornamenti tramite Nexus Point News. Secondo il
sito, infatti, Gunn scriverà (il regista ha recentemente confermato
di aver già completato una bozza) e dirigerà
Man of Tomorrow, e sarà anche produttore insieme al
co-CEO della DC Studios Peter Safran.
David Corenswet e Nicholas Hoult sono già confermati per
riprendere i rispettivi ruoli di Clark Kent/Superman e Lex Luthor,
e si dice che saranno i co-protagonisti del film. “Sebbene il
film continuerà la loro rivalità e vedrà Lex come antagonista,
alcune indiscrezioni suggeriscono che i due saranno costretti ad
unire le forze”. Poi, sebbene il sito sottolinei che si tratta
solo di voci, le loro fonti ritengono che appariranno numerosi
altri personaggi della DCU, tra cui Supergirl (Milly
Alcock), Lobo (Jason
Momoa) e Peacemaker (John
Cena).
Isabela Merced sembra aver confermato il suo
ritorno nei panni di Hawkgirl poco dopo la
diffusione della notizia. Possiamo poi aspettarci di rivedere
anche Guy Gardner (Nathan
Fillion) e Mr.
Terrific (Edi Gathegi). Inoltre,
sembra che anche la Lanterna Verde John
Stewart (Aaron Pierre)
potrebbe far parte del film. Se questa notizia fosse
accurata, potrebbe confermare che Man of Tomorrow
sarà più un film di squadra, con l’Uomo d’Acciaio che riunisce un gruppo (o
una lega) per affrontare una nuova potente minaccia (si ipotizza
Brainiac o The Authority).
Cosa sappiamo su Man
of Tomorrow, sequel di Superman
Tramite il proprio profilo Instagram
(qui si può
vedere il post), James Gunn ha infatti rivelato che il seguito
del suo film su Superman si intitolerà Man of
Tomorrow. Il film DC arriverà nelle sale il 9
luglio 2027. L’annuncio è stato accompagnato da una nuova
immagine DC di Lex Luthor con indosso la sua tuta da guerra viola e
verde dei fumetti, mentre Superman sorride al suo fianco.
Sia David Corenswet che Nicholas Hoult hanno confermato il loro
ritorno nel sequel del film su Superman,
condividendo anche dei post sui loro account Instagram (qui quello di Corenswet e qui quello di Hoult), anticipando così un nuovo
scontro tra i loro personaggi ma anche una potenziale alleanza.
Il nuovo film è stato in precedenza
descritto come un secondo capitolo della “Saga di Superman”. Ad
oggi non ci sono indizi di nessun tipo sulla trama, anche se alcune
speculazioni suggeriscono una storia che va da una collaborazione
tra Superman e Supergirl a una storia che coinvolge The
Authority.
Ad oggi, Gunn ha affermato
unicamente che “Superman conduce direttamente a Peacemaker; va
notato che questo è per adulti, non per bambini, ma Superman
conduce a questo show e poi abbiamo l’ambientazione di tutto il
resto della DCU nella seconda stagione di Peacemaker, è
incredibilmente importante”. Non resta dunque che attendere
maggiori informazioni su questo prossimo progetto.
Channing Tatum è finalmente entrato a far
parte del Marvel Cinematic Universe dopo aver
debuttato nei panni di Gambit in Deadpool &
Wolverine, ma a quanto pare aveva già provato ad entrare
nel mega franchise anni prima nei panni di Thor.
Nella sua ultima intervista sulla copertina di Variety, Tatum ha
infatti raccontato di aver sostenuto e fallito il provino per
interpretare il Dio del Tuono nel film sui supereroi di Kenneth Branagh del 2011.
“Non volevo davvero essere
Thor”, ha ammesso Tatum. “Ma volevo fare un’audizione
davanti a Kenneth Branagh”. L’audizione in sé non è però
andata bene. Come ha spiegato Tatum: “Dopo aver fatto una
ripresa, Branagh mi ha detto: ‘Non ti è permesso muoverti. Metti le
mani su questa sedia’. E io mi sono bloccato. Ha colpito nel segno.
Ho passato i cinque anni successivi cercando davvero di imparare a
stare fermo“.
Alla fine, come noto, Chris Hemsworth ha ottenuto la parte di Thor,
mentre Tatum è passato a sviluppare un film su Gambit alla 20th
Century Fox come parte del franchise “X-Men” dello studio.
Gambit è sempre stato la passione dell’attore quando si trattava di
supereroi. Il film ha però avuto diversi alti e bassi nel corso
degli anni. Una volta era prevista l’uscita nell’ottobre 2016, ma
una revisione della sceneggiatura ha ritardato il progetto.
Il progetto, alla fine, non è mai
decollato ed è stato accantonato quando la Disney ha acquistato la
Fox. Tatum ha dichiarato a Variety nel 2022 di essere rimasto
“traumatizzato” dopo aver trascorso anni a cercare di realizzare un
film su Gambit, solo per vedere il progetto cancellato,
aggiungendo: “Ho spento la mia macchina Marvel. Non sono
riuscito a vedere nessuno dei film. Amavo quel personaggio. È stato
troppo triste. È stato come perdere un amico, perché ero così
pronto a interpretarlo”.
Fortunatamente per lui, ha
finalmente avuto la possibilità di interpretare Gambit sul grande
schermo grazie al suo ruolo a sorpresa nel blockbuster Marvel dello
scorso anno Deadpool &
Wolverine. Tatum ha pubblicato sui social media, in
occasione dell’uscita del film, una dichiarazione commossa sul
fatto di aver finalmente avuto la possibilità di interpretare
Gambit ed ora riprenderà per una seconda volta il personaggio
apparendo in Avengers:
Doomsday, l’atteso primo film della “fase finale”
della Saga del Multiverso.
Secondo alcune indiscrezioni,
Lionsgate starebbe lavorando al remake del classico horror cult
Magic, con la partecipazione di alcuni maestri del
cinema horror. Magic è un film del 1978 con
Anthony Hopkins e Ann-Margret, che racconta la storia
di un ventriloquo tormentato dal suo pupazzo mentre cerca di
ricongiungersi con la sua fidanzata del liceo.
Magic ha ricevuto ottime
recensioni e attualmente ha un punteggio dell’87% su Rotten
Tomatoes. All’epoca, il critico cinematografico Gene Siskel gli
assegnò un punteggio di 4 su 4 e lo definì uno dei suoi film
preferiti di quell’anno. Il film non è mai stato riproposto.
Secondo Lionsgate, il
creatore di Evil Dead Sam Raimi e il produttore di
Weapons Roy Lee sono entrambi produttori del remake di
Magic. La sceneggiatura del nuovo film è stata scritta
da Mark Swift e Damian Shannon.
Cosa significa questo per
Magic
Quest’ultimo annuncio su
Magic suggerisce che il film potrebbe finalmente decollare.
Anche se la notizia non è stata diffusa ampiamente, Roy Lee ha
dichiarato nel 2022 nel podcast Post Mortem with Mick Garris
che Raimi era pronto a dirigere una nuova versione del classico
horror. Ovviamente, all’epoca non è diventato un film di Sam
Raimi.
Sebbene siano stati rivelati gli
sceneggiatori di Magic, è interessante notare che non è
ancora stato scelto alcun regista. È ancora possibile che Raimi sia
pronto a dirigere il film, ma solo il tempo lo dirà. In ogni caso,
una storia di cui Lee e Raimi sono chiaramente fan troverà
apparentemente la sua strada davanti a un nuovo pubblico.
In copertina: Sam Raimi e Gillian Greene alla prima mondiale di
“Il grande e potente Oz!” – Foto di Jean_Nelson via Depositphotos.com
Ci sono molti film DC
in uscita nel 2025 e oltre, con una vasta gamma di film in
varie fasi di sviluppo presso i nuovi DC Studios. Fondamentalmente,
il 2024 ha rappresentato un nuovo inizio per le produzioni
cinematografiche DC, poiché il palcoscenico ha iniziato a
prepararsi adeguatamente per l’inizio della rinascita di James
Gunn con Superman
del 2025. A questo si aggiunge, naturalmente, il Batman di Matt
Reeves con il prossimo The Batman Part II e il recente
Joker:
Folie à Deux.
Il programma dei film DC del 2023
ha chiuso la timeline dei film DCEU con la nuova DCU di James Gunn che si estende nel futuro. Per
il 2024, l’unico film DC live-action confermato è Joker: Folie à Deux di Todd Phillips, ma
dal 2025 in poi vedremo realizzarsi la visione di Gunn e Safran,
con Superman che darà il via al
nuovo DCU insieme a diversi progetti già annunciati per
rivitalizzare il successivo universo condiviso.
Superman – 11 luglio
2025
Cronologia principale
dell’universo DC
Dopo che Creature Commandos darà il via al
nuovo DC Universe di James Gunn e Peter Safran sul piccolo schermo,
il prossimo film DCU Superman sarà il primo
lungometraggio del nuovo franchise. In uscita l’11 luglio
2025, Superman sostituirà l’Uomo d’Acciaio di Henry Cavill nel DCEU con David Corenswet,
introducendo un nuovo Superman per il DCU reboot.
È fondamentale sottolineare che
Superman non sarà un remake della storia delle origini di
Superman. Questo potrebbe spiegare in parte perché il titolo del
film è stato cambiato dall’originale Superman: Legacy al
semplice Superman, poiché questo episodio si concentrerà
invece su Clark Kent che cerca di conciliare la sua eredità
kryptoniana con la sua educazione in Kansas, già al lavoro come
giornalista per il Daily Planet e avendo già incontrato personaggi
principali come Lois Lane. Il film è stato scritto e diretto dallo
stesso Gunn.
Accanto al nuovo Man of Steel
interpretato da David Corenswet, il cast del film Superman DCU sarà guidato da Rachel Brosnahan nel ruolo
di Lois Lane, dopo la sua interpretazione di successo in The
Marvelous Ms. Maisel. James Gunn ha promesso che il suo nuovo
Superman sarebbe arrivato in un mondo già popolato da supereroi, e
ha mantenuto subito la promessa con Green Lantern (Nathan Fillion nel ruolo di Guy Gardner),
Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e
Metamorpho (Anthony Carrigan) tutti presenti in
Superman.
Il 19 dicembre 2025, la DC
Studios ha pubblicato il primo teaser trailer ufficiale di
Superman, offrendo ai fan un assaggio di ciò che li
aspetta nel prossimo film DCU. Il trailer è stato accolto
positivamente e
James Gunn ha confermato che è stato il trailer più visto e
discusso nella storia sia della DC che della WB, un buon segno
che c’è molta attesa per questa nuova iterazione dell’iconico
supereroe.
Ciò che spicca in particolare nel
trailer è la volontà di mostrare Superman sconfitto e distrutto,
che alla fine fischia a Krypto il supercane per aiutarlo a tornare
a casa, il momento più importante (e più tenero) del trailer. Nel
trailer compaiono anche Guy Gardner, Hawkgirl, Mr. Terrific e
Metamorpho. Oltre a Clark Kent e Superman interpretati da David
Corenswet, il trailer accenna alla sua relazione con Lois Lane e
mette in evidenza l’odio che Lex Luthor prova per il Grande Boy
Scout Blu. È un inizio forte per la campagna di marketing di
Superman.
Supergirl: Woman Of Tomorrow –
26 giugno 2026
Cronologia principale
dell’universo DC
Supergirl:
Woman of Tomorrow è stato annunciato da James Gunn nel
gennaio 2023, con data di uscita fissata al 26 luglio 2026,
successivamente confermata insieme al regista Craig Gillespie. In
netto contrasto con Superman, Supergirl è cresciuta su Krypton e ha
assistito a eventi terribili per quattordici anni prima di arrivare
sulla Terra. Gunn ha promesso una versione molto diversa di
Supergirl, rendendola una forza molto più formidabile rispetto
alle precedenti iterazioni del personaggio. Il casting di Supergirl
per la DCU è stato confermato nel gennaio 2024, con Milly Alcock di
House of The Dragon nel ruolo di Kara
Zor-El.
L’adattamento cinematografico
diretto da Craig Gillespie e interpretato da Milly Alcock della
serie a fumetti di Tom King del 2022 Supergirl: Woman of
Tomorrow, illustrata da Bilquis Evely, è il secondo titolo
sotto la nuova DC Studios gestita da James Gunn e Peter Safran dopo
il film Superman del primo, che uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Ana Nogueira ha adattato il fumetto per il grande schermo.
Gunn ha descritto il film in questi
termini:
“Vediamo la differenza tra
Superman, che è stato mandato sulla Terra e cresciuto da genitori
amorevoli fin da quando era un neonato, e Supergirl, che è stata
cresciuta su una roccia, un frammento di Krypton, e ha visto tutti
quelli che la circondavano morire e essere uccisi in modi terribili
per i primi 14 anni della sua vita, per poi arrivare sulla Terra
quando era ancora una ragazzina. È molto più dura, non è
esattamente la Supergirl che siamo abituati a vedere”.
Con una scelta perfetta, Jason Momoa è stato confermato nel ruolo di Lobo
in Supergirl: Woman of Tomorrow, un ruolo che desiderava da
anni. Dato che Lobo non ha un ruolo nel romanzo grafico da cui è
tratto il film, non è ancora chiaro come si inserirà nella storia,
ma vista la fama di Momoa, è probabile che interpreterà Lobo in
altri progetti DCU. Anche se sembrava probabile, il fatto che Momoa
interpreti Lobo conferma praticamente che ha chiuso con Aquaman,
lasciando quella versione del personaggio nel DCEU.
Clayface – 11 settembre
2026
Cronologia principale
dell’universo DC
In quello che è uno dei progetti
più “azzardati” della DC Studios, è stato annunciato che un film su
Clayface uscirà l’11 settembre 2026 e sarà
ambientato nella DCU principale. Sebbene non si sappia molto sul
film in termini di trama o di dove si inserirà nella timeline, il
prolifico regista e sceneggiatore horror Mike Flanagan ha scritto
la sceneggiatura dopo aver proposto il film alla DC Studios. Non è
chiaro se Flanagan lo dirigerà, ma se così fosse, Clayface
potrebbe essere qualcosa di speciale.
Il lato Batman della DCU sta
iniziando a prendere forma lentamente, con un assaggio del
Cavaliere Oscuro nella visione di Circe durante Creature
Commandos e la comparsa dello stesso Clayface nella serie.
Clayface sarà un film horror a basso budget, proprio
nel genere di Mike Flanagan, e le voci secondo cui sarà ispirato a
The Fly fanno ben sperare per un film horror che non
assomiglia a nulla di simile né nell’MCU né nel DCU. Alan Tudyk ha
doppiato il personaggio in Creature Commandos, quindi è
possibile che riprenda il ruolo nel film.
Tra
i titoli più attesi spicca senza dubbio Man of Tomorrow (2025), il sequel diretto
di Superman con David
Corenswet nei panni dell’Uomo d’Acciaio.
Annunciato ufficialmente da DC Studios, il film porterà avanti
il nuovo corso dell’universo cinematografico DC guidato da
James Gunn e Peter Safran. La trama è ancora avvolta dal
riserbo, ma il titolo lascia intendere un approccio che guarda al
futuro del personaggio e al suo ruolo come simbolo di speranza.
Dopo l’ottima accoglienza riservata al reboot, Man of Tomorrow si prepara a consolidare la
rinascita di Superman sul grande schermo.
The Batman – Part II – 1
ottobre 2027
DC Elseworlds Project
The Batman di Matt Reeves
era destinato a dare il via a una nuova trilogia di progetti DC
indipendenti incentrati sul Cavaliere Oscuro, quindi la conferma di
un sequel era inevitabile. The Batman Part II uscirà il 1
ottobre 2027, dopo essere stato posticipato di un anno rispetto
alla data di uscita precedente, fissata per il 2 ottobre 2026.
Il film sarà unprogetto DC Elseworlds, che
continuerà la storia dell’originale del 2022 e di The Penguin,
uscito nel settembre 2024.
Robert Pattinson riprenderà il ruolo di
Bruce Wayne, alias Batman, anche se non si sa molto altro sul film.
Le speculazioni attuali suggeriscono che The Batman Part II
potrebbe adattare la trama di No Man’s Land della DC Comics,
che vede Gotham City diventare un campo di battaglia sulla scia di
un catastrofico terremoto. Reeves ha anche anticipato che la trama
esplorerà ulteriormente la corruzione al centro di Gotham City:
Abbiamo condiviso [la
sceneggiatura] con la DC man mano che procedeva la lavorazione, e
loro sono entusiasti. Il film approfondirà la storia epica della
corruzione più profonda e arriverà in luoghi che [Bruce Wayne] non
avrebbe potuto nemmeno immaginare nel primo film.
I semi di ciò che accadrà sono
tutti nel primo film e si espandono in un modo che vi mostrerà
aspetti del personaggio che non avete mai visto. Batman è
costantemente in lotta contro queste forze. Ma queste forze non
possono essere completamente esorcizzate. Quindi il prossimo film
approfondirà questo aspetto.
Con la sceneggiatura di The
Batman Part II quasi completata, sembra che le riprese del film
inizieranno nel 2025, il che darà tutto il tempo necessario per
rispettare la nuova data di uscita, cinque anni dopo l’arrivo nelle
sale di The Batman. Con il ritorno di Colin Farrell nei panni di Oz Cobb nel sequel,
è probabile che almeno una parte di The Batman Part II sarà
incentrata sugli eventi di The Penguin.
Dynamic Duo – 30 giugno
2028
Dynamic Duo film DC – da Instagram/James Gunn
Universo da definire
Dynamic Duo è stato
annunciato nell’autunno del 2024. Invece di seguire Batman e
Robin, questo film d’animazione seguirà due dei Robin più iconici,
Dick Grayson e Jason Todd, mentre cercano di affrontare i loro
futuri molto diversi. Dopo essere stato Robin, Dick Grayson è
diventato Nightwing, mentre Jason Todd si è trasformato in Red Hood
dopo la sua morte per mano del Joker. Non sono stati confermati
dettagli su quando la storia avrà luogo nelle loro vite, ma
potrebbe essere prima che trovino la loro strada.
Lo sceneggiatore di Coco
Matthew Aldrich sta scrivendo il film, mentre Swaybox Studios si
occuperà dell’animazione. Swaybox è una società relativamente nuova
sulla scena e utilizza un mix di marionette, live-action,
stop-motion e CGI per dare vita ai propri progetti. Il dinamico
duo che segue la stessa linea potrebbe far risaltare il progetto
rispetto alla maggior parte degli adattamenti dei fumetti. Il
co-fondatore di Swaybox, Arthur Mintz, dirigerà il film, che sarà
prodotto dai co-amministratori delegati della DC Studios, Peter
Safran e James Gunn. Dynamic Duo uscirà nelle sale il 30 giugno
2028.
Sgt. Rock – TBA
Cronologia principale
dell’universo DC
Da anni circolano voci su un film
dedicato a Sgt. Rock, ma sembra che ci sia davvero un momento
propizio per il film DCU, dato che
Deadline ha annunciato che Daniel Craig e il regista Luca Guadagnino si
stanno attualmente posizionando per un film su Sgt. Rock che
sarebbe ambientato nell’universo DC principale. Non è chiaro se
Daniel Craig interpreterà il personaggio principale o qualcun
altro, ma è probabile che lo farà.
Ciò è particolarmente interessante
dato che il Sergente Rock e il resto dei ragazzi della Easy Company
hanno fatto il loro debutto ufficiale nella DCU in Creature
Commandos, episodio 3, “Cheers to the Tin Man”. Con James Gunn
che ha dichiarato che il DCU funzionerà più come Star
Wars che come MCU, potrebbero comunque essere realizzati film
non direttamente legati alla trama principale, o addirittura non in
ordine cronologico, il che è perfetto per un film come Sgt. Rock,
che dovrebbe essere ambientato nella Seconda Guerra Mondiale. Anche
G.I. Robot potrebbe tornare nel DCU per il film, consolidando il
suo legame con Creature Commandos.
Batman Azteca: Choque De
Imperios (Clash Of Empires) – Data da definire
Film d’animazione
Elseworlds
Batman Azteca: Choque De
Imperios (alias Clash Of Empires) offre una nuova
interpretazione della saga del Cavaliere Oscuro ambientata
nell’Impero Azteco, seguendo la storia di Yohualli Coatl che
affronta i conquistadores spagnoli dopo che questi hanno ucciso i
suoi genitori. Sebbene sia stata rivelata la
prima immagine ufficiale del film d’animazione su Batman, la
data di uscita è ancora sconosciuta.
Batman ha visto molte meravigliose
rivisitazioni, con iterazioni che lo hanno visto genio steampunk,
intrappolato in versioni lovecraftiane di Gotham e,
occasionalmente, trasformato in un cyborg. Batman Azteca:
Choque De Imperios è destinato a seguire una delle tradizioni
più iconiche della DC, anche se arricchisce la saga con nuove
emozionanti vicende. Il film uscirà su Max, consentendo al pubblico
di vivere altre avventure del Cavaliere Oscuro al di fuori
dell’uscita di The Batman – Part II nel 2025 e The Brave
And The Bold.
The Authority – TBA
Cronologia principale
dell’universo DC
The
Authority è stato annunciato da James Gunn il 31 gennaio
2023 e, sebbene non abbia ancora una data di uscita, il film farà
parte del
Capitolo 1 della DCU, intitolato Gods and Monsters. The
Authority è un tipo di squadra di supereroi molto diverso per la
DC, poiché spesso ricorre a metodi estremi per portare a termine il
lavoro, quindi The Authority dovrebbe prendere ispirazione
da The Boys di Amazon Prime Video.
Sebbene non siano stati ancora
annunciati né lo sceneggiatore né il regista, Gunn ha confermato
che il team avrà dei legami con il nuovo Superman della DCU, che
debutterà nel 2025 in Superman. L’Ingegnere di Maria De Faria
debutterà in Superman, preparando il terreno per un ruolo più ampio
nella DCU e, presumibilmente, un ruolo chiave in The Authority.
The Brave And The Bold –
TBA
Cronologia principale
dell’universo DC
The
Brave and the Bold è destinato a rilanciare il Cavaliere
Oscuro per il DCU, con un nuovo attore nel ruolo di Bruce Wayne,
diverso da quello interpretato da Robert Pattinson. Sebbene non ci
sia ancora una data di uscita, The Brave and the Bold
introdurrà Damian Wayne, il figlio perduto di Bruce Wayne, nel DCU
come versione di Robin.
Il film sarà basato sulla serie
Batman pubblicata da Grant Morrison tra il 2006 e il 2013 per la DC
Comics, ma non ci sono state molte altre notizie sullo sviluppo
del progetto dopo l’annuncio iniziale di Gunn nel gennaio 2023.
Andy Muschietti, regista di The
Flash, è stato ingaggiato per dirigere il reboot di Batman,
ma la tempistica non è ancora chiara. THR ha recentemente osservato
che “mentre stanno sviluppando un film su Batman intitolato The
Brave and the Bold alla DC Studios, i due non si sono ancora
impegnati nel loro prossimo progetto”.
Teen Titans – TBA
Cronologia principale
dell’universo DC
Il
primo film annunciato dopo la presentazione iniziale del
programma DCU Chapter 1 è un film sui Teen Titans che sarà
ambientato nell’universo DC principale insieme a Superman e
The Brave and the Bold. Al momento non c’è ancora un regista
per il progetto, ma la sceneggiatrice di Supergirl: Woman of
Tomorrow, Ana Nogueira, è stata scelta per scrivere la
sceneggiatura.
Con The Brave and the Bold che
introdurrà Damien Wayne per la prima volta in un film live action,
è ragionevole supporre che apparirà anche in Teen Titans. Un altro
personaggio che potrebbe apparire è Blue Beetle di Xolo Maridueña,
che è stato ripreso dal precedente DCEU. Teen Titans è una mossa
forte per la DCU che potrebbe attrarre diverse generazioni di
fan.
Bane & Deathstroke –
TBA
Universo da definire
La DC ha una lunga tradizione nella
realizzazione di film e serie TV sui più famosi cattivi dei
fumetti. The Suicide Squad ha due film, il Joker ha
due film con Joaquin Phoenix, ovviamente, e sia Harley
Quinn che The Penguin hanno le loro serie TV. Secondo quanto
riportato da THR alla fine di settembre 2024, il prossimo progetto
di questo tipo sarà Bane & Deathstroke.
Interpretati più recentemente da
Tom
Hardy in The Dark Knight Rises e
Joe Mangianello nel DCEU, i cattivi saranno i protagonisti di un
film della DC Studios scritto da Matthew Orton (Captain America: Brave New
World). Non è ancora stato assegnato un regista al
progetto e il cast non è stato confermato.
Swamp Thing – TBA
Cronologia principale
dell’universo DC
Primo vero film horror della DC,
Swamp Thing fa parte del capitolo Gods and
Monsters del nuovo franchise DC. Sarà diretto da James Magold, che
ha promesso un film indipendente di ispirazione gotica.
Swamp Thing dovrebbe essere
un film horror autentico per la DCU, che esplora le origini oscure
del misterioso Swamp Thing, basato sulla trama di The Saga of
the Swamp Thing di Alan Moore del 1984 della DC Comics.
James Mangold, che aveva già espresso interesse a lavorare con
Gunn e Safran nella DCU, è stato rapidamente coinvolto nel progetto
come sceneggiatore e regista.
Nonostante sia più cupo, Swamp
Thing sarà comunque collegato al resto del DCU, dimostrando che
Gunn e Safran non hanno paura di giocare con i generi nello
sviluppo del loro nuovo franchise. Mangold ha offerto un piccolo
assaggio di ciò che i fan della DC possono aspettarsi dal nuovo
film:
“Sebbene sia certo che la DC
consideri ‘Swamp Thing’ un franchise, io lo vedrei come un film
horror gotico molto semplice e pulito su quest’uomo/mostro… Farò
semplicemente qualcosa di mio, un film a sé stante”.
Constantine 2
Sequel di DC
Elseworlds
Con grande sorpresa di molti, è
stato annunciato per il 2022 un sequel tardivo di
Constantine con Keanu Reeves, che tornerà nei panni di John
Constantine. Il film originale è uscito nel 2005 e, sebbene non
abbia riscosso un grande successo, è diventato un cult. L’interesse
per il personaggio è rimasto e, come ha detto lo stesso Reeves a
Stephen Colbert: “Il no ha iniziato a diventare un forse, che è
diventato un sì… e ora sto aspettando la sceneggiatura”.
Più recentemente, lo
sceneggiatore di Constantine 2, Akiva Goldsman, ha
dichiarato a Colliderche spera di avere presto pronta la
sceneggiatura del film. Oltre a questo, non si sa molto del
progetto, se non che in passato era stato pensato come una serie
TV.
Quali film DC fanno parte del
nuovo DCU?
James Gunn ha confermato cosa è
canonico
Da quando James Gunn ha annunciato
il nuovo DCU e che alcuni personaggi sarebbero stati ripresi dal
precedente DCEU, i fan si sono chiesti cosa fosse esattamente
canonico e cosa no, in particolare per quanto riguarda The
Suicide Squad e la prima stagione di Peacemaker. Sebbene abbia ripetutamente
chiarito cosa è canonico per il DCU, i suoi commenti più recenti al
riguardo lo hanno reso il più semplice possibile. Creature
Commandos è l’unico progetto puramente canonico pubblicato
finora nella DCU. La prima stagione di Peacemaker è per
lo più canonica, ad eccezione del cameo della Justice League, mentre The Suicide
Squad è “un ricordo imperfetto”.
Upcoming DC Movies and Continuity
Movie
Continuity
Superman
DCU
Supergirl: Woman of Tomorrow
DCU
Clayface
DCU
The Batman Part II
The Batman Epic Crime Saga / Elseworlds
Dynamic Duo
TBC
Sgt. Rock
DCU
Batman
Azteca: Choque De Imperios (Clash Of Empires)
Dopo gli eventi dell’episodio
4 di Alien: Pianeta
Terra (qui
la nostra recensione), che rivela che Wendy, il primo ibrido
mai creato dalla società Prodigy di Boy Kavalier, è in grado di
comunicare con gli xenomorfi, l’episodio 5 prende una pausa
dall’azione sull’isola di ricerca di Neverland. Gli eventi che si
svolgono nel corso dell’episodio 5 influenzeranno però il resto
della brillante serie, già definita un capolavoro di
fantascienza.
L’episodio 5, il cui titolo è tratto
dallo slogan del film originale del 1979, “Nello spazio nessuno
può sentirti urlare”, rivela anche che, nonostante sia un
cyborg, Morrow era un tempo un padre. Purtroppo, durante l’ottavo
anno di viaggio della Maginot, Morrow ha appreso che sua figlia era
morta in un incendio domestico all’età di 19 anni. Questo dettaglio
fondamentale della trama spiega perché abbia dedicato tutto se
stesso alla missione di riportare gli esemplari a Yutani, a
qualsiasi costo.
Il capo ingegnere Petrovich ha però
stretto un accordo con Boy Kavalier per far precipitare la
Maginot
Sebbene Morrow inizialmente
sospettasse che Rahim e il robot Teng fossero dei sabotatori a
bordo della Maginot, il vero cospiratore si è rivelato essere
l’ingegnere capo Petrovich. Anche se non era sua intenzione
liberare gli esemplari alieni, dato che sarebbe stato una preda
come il resto dell’equipaggio, l’incendio e l’esplosione che ha
provocato hanno liberato due xenomorfi. Gli altri alieni che sono
fuggiti, tuttavia, lo hanno fatto usando la loro intelligenza e le
loro abilità di sopravvivenza ingannevoli.
Teng disse a Morrow che solo perché
il computer “Madre” diceva che una capsula criogenica era piena,
non significava che lo fosse sempre. Ciò significa che Petrovich
fingeva di essere in criosonno, aveva lasciato la sua capsula e in
qualche modo aveva hackerato il computer per non essere scoperto.
Petrovich si nascose all’interno delle aree meccaniche della nave,
appiccò il fuoco e provocò l’esplosione. Sembra che Teng abbia
nascosto questa informazione e sapesse del sabotatore, ma abbia
scelto di tacere.
Petrovich ha fatto un buco nella
Maginot dopo aver dato fuoco ai comandi del motore della nave. Come
ha detto Atom Eins, queste battute d’arresto hanno trasformato la
Maginot da un veicolo spaziale a un missile e, in definitiva, a una
freccia puntata sulla Terra, poiché ha perso tutto il controllo di
navigazione. Morrow scopre che questo era esattamente ciò che
Petrovich aveva intenzione di fare, inscenando l’atterraggio di
fortuna con Boy Kavalier, che gli aveva promesso una ricompensa
enorme se la Maginot fosse atterrata nel regno di Boy Kavalier.
Attraverso una videochiamata
registrata nei registri digitali della Maginot, Petrovich ha
stretto un accordo con Boy Kavalier, che gli ha permesso di far
schiantare l’astronave su Prodigy City, sapendo che avrebbe ucciso
migliaia di persone. Petrovich ha raccontato a Boy Kavalier dei
campioni alieni alle spalle del suo equipaggio della
Weyland-Yutani. Far precipitare la nave nel regno di Boy Kavalier
era l’unico modo per garantire che i campioni cadessero nel suo
territorio. Petrovich ha espresso a Boy Kavalier la sua
frustrazione nei confronti dell’equipaggio, della missione e della
“burocrazia” come dipendente della Weyland-Yutani, ma le sue parole
sono cadute nel vuoto.
Era motivato principalmente dalla
fortuna che avrebbe acquisito sabotando la missione della Maginot e
portandola nel territorio di Prodigy. Petrovich voleva anche un
“nuovo corpo”, avendo apparentemente sentito parlare in qualche
modo dell’innovazione ibrida di Prodigy che aveva dato vita a Wendy
e agli altri Bimbi Sperduti. Alla fine, il tradimento di Petrovich
non ha portato a nulla, poiché Morrow lo uccide verso la fine
dell’episodio 5 di Alien: Pianeta Terra. Le sue
ultime parole, “Non puoi fermarlo. Vogliono i loro
mostri”, sono vaghe per Morrow, che non capisce ancora
l’intero complotto, ma si riferiscono chiaramente a Maginot, Boy
Kavalier e Yutani.
Il Capitano Zaveri nell’episodio 5 di Alien: Pianeta
Terra
Morrow non ha salvato il capitano
Zaveri per un motivo fondamentale
L’episodio 5 di Alien:
Pianeta Terra offre la scena di inseguimento dello
Xenomorfo più epica e classica della serie fino ad ora. Con la
maggior parte dell’equipaggio morto, il capitano Zaveri, sconvolta,
entra in modalità sopravvivenza e fugge da uno Xenomorfo adulto,
solo per finire uccisa da esso, come si vede nel primo episodio.
Dopo un’epica battaglia tra uno Xenomorfo e il campione di bulbo
oculare, viene riproposta la tragica scena della morte di Zaveri
dell’episodio 1. Mentre lei bussa alla porta di una capsula di
sicurezza, Morrow non la fa entrare.
Anzi, sigilla la porta, guadagnando
tempo per prepararsi all’impatto della Maginot con la Terra,
sapendo che tutto ciò che poteva fare era aggrapparsi alla vita.
Sebbene Morrow sia umanizzato come mai prima d’ora nella serie, la
sua decisione di usare Zaveri come esca per lo Xenomorfo è stata
calcolata e spietata. La sua missione era quella di preservare e
contenere gli esemplari, non di prendersi cura degli altri membri
dell’equipaggio. Anche se Morrow forse non voleva lasciare indietro
Zaveri, era suo dovere come ufficiale di sicurezza della Maginot
farlo.
In ogni caso, nella sala di impatto
c’era spazio solo per uno di loro, quindi cercare di salvare Zaveri
sarebbe stato inutile. Nei momenti finali dell’episodio 5, si
scopre anche che Morrow è profondamente fedele a Yutani perché sua
nonna lo ha generosamente accolto e gli ha dato un nuovo braccio,
sostituendo quello paralizzato e trasformandolo in un cyborg. Ha
anche giurato di uccidere Boy Kavalier, insistendo con Yutani sul
fatto che Prodigy non è affidabile. L’uso della forza sarà l’unico
modo per recuperare quei campioni, dando vita a un violento scontro
tra Prodigy e Weyland-Yutani guidato da un Morrow senza restrizioni
nei futuri episodi di Alien: Pianeta Terra.
La terza stagione di Mercoledìè stata ufficialmente rinnovata, continuando la
storia della ragazza gotica protagonista mentre lotta per risolvere
misteri e salvare le persone che ama. Guidata dal brillante autore
Tim
Burton, Mercoledì di Netflix è il mix perfetto di dramma adolescenziale,
mistero e horror.
La seconda stagione della serie ha
visto Mercoledì tornare alla Nevermore Academy per il
secondo anno, che è stato caotico quanto il primo. Ha dovuto
affrontare stalker, il ritorno del suo ex fidanzato Hyde e molti
segreti di famiglia.
Dopo il
finale culminante della seconda stagione di Mercoledì, parte
2, una terza stagione è assolutamente essenziale. Troppe trame
sono state lasciate in sospeso per fermarsi ora. Ecco tutte le
ultime notizie sulla terza stagione di Mercoledì, che
fortunatamente è già stata rinnovata.
Ultime notizie sulla terza
stagione di Mercoledì
Dopo l’uscita della seconda parte
della seconda stagione di Mercoledì, Miles Millar ha
accennato a Tudum che la scena di Ofelia avrà un ruolo più
importante nella prossima stagione. Ha detto: “Speriamo che
questa rivelazione sia un bel indizio che porti il pubblico a
interrogarsi sulla terza stagione e su quale sarà la nuova
avventura di Mercoledì.”
Al Gough ha concordato nella stessa
intervista e ha rivelato: “Il piano è sempre stato quello di
dare agli spettatori un assaggio di [Ophelia] alla fine della
stagione in un modo che non si aspettavano, e questo è poi il
motore della terza stagione”.
Conferma del rinnovo della
terza stagione di Mercoledì
Mercoledì è stata ufficialmente rinnovata da Netflix il
23 luglio, due settimane prima dell’uscita della prima parte della
seconda stagione. La decisione di rinnovare la serie in anticipo
non è sorprendente, considerando che la prima stagione è ancora la
serie in lingua inglese più vista di tutti i tempi, superando tutte
le stagioni di Bridgerton e Stranger Things.
Tuttavia, dimostra quanto lo
streamer fosse fiducioso che la seconda stagione sarebbe stata ben
accolta, nonostante i tre anni di intervallo tra la prima e la
seconda stagione.
I co-showrunner e co-creatori
Alfred Gough e Miles Millar torneranno nella serie. Al momento del
rinnovo hanno rilasciato questo messaggio a Variety:
È stato un piacere oscuro vedere
Mercoledì incantare il pubblico di tutto il mondo, una battuta
impassibile alla volta. Siamo entusiasti che tornerà a vagare per i
corridoi di Nevermore nella terza stagione. Questa volta, scoprirà
altri sinistri segreti della scuola e scenderà ancora più in
profondità nella cripta della famiglia Addams. O, come direbbe
Mercoledì: “Niente unisce una famiglia come una buona
esumazione”.
Il rinnovo è stato accompagnato da
una foto promozionale con Mercoledì Addams in piedi dietro Thing,
che tiene in mano una sfera di cristallo con all’interno il numero
3. La scritta sopra Mercoledì recita: “Le cose brutte arrivano
sempre in tre”.
Stato della produzione della
terza stagione di Mercoledì
Al momento dell’uscita della
seconda parte della seconda stagione di Mercoledì, la
produzione della terza stagione non era ancora iniziata. Tuttavia,
alla fine di luglio i creatori di Mercoledì hanno
fornito un aggiornamento promettente, affermando che stavano
facendo buoni progressi nella stesura delle sceneggiature per la
terza stagione.
Hanno però rivelato di aver fatto
una pausa per l’uscita della seconda stagione di Mercoledì.
Ora che la seconda stagione di Mercoledì è stata
pubblicata, possono concentrarsi completamente sul completamento
della fase di sviluppo.
Non sono state fornite informazioni
attendibili sulla tempistica delle riprese della terza stagione di
Mercoledì, ma potrebbero iniziare in qualsiasi momento ora
che la produzione del prossimo film di
Jenna Ortega, Ghostwriter, è terminata.
Sulla base dei precedenti commenti
dei creatori di Mercoledì sulla tempistica di
produzione, ci vogliono almeno diciotto mesi per portare la serie
Netflix dalla produzione alla messa in onda a causa del livello di
effetti speciali. Questo include nove mesi di riprese e nove mesi
di post-produzione. Con queste informazioni, è probabile che la
terza stagione di Mercoledì uscirà alla fine del
2027.
Dettagli sul cast della terza
stagione di Mercoledì
Al momento dell’annuncio della
terza stagione di Mercoledì da parte di Netflix, gli unici
personaggi garantiti, in base alla foto dell’annuncio, sono
Mercoledì di Jenna Ortega e Thing di Victor
Dorobantu. Tuttavia, è probabile che tornino anche gli altri membri
della famiglia Addams, tra cui Morticia Addams interpretata da
Catherine Zeta-Jones, Gomez Addams
interpretato da Luis Guzmán, lo zio Fester
interpretato da Fred Armisen, Pugsley Addams
interpretato da Isaac Ordonez e Lurch interpretato
da George Burcea.
Inoltre, Miles Millar ha promesso
che la terza stagione di Mercoledì introdurrà ancora più
membri della famiglia Addams e “[svelerà] altri segreti di
famiglia”.” Sulla base del finale della seconda parte della
seconda stagione di Mercoledì, Ophelia è essenzialmente una
presenza garantita, anche se non è chiaro chi la interpreterà.
Tuttavia, la famiglia Addams non ha carenza di opzioni.
Inoltre, il finale promette il
ritorno di Billie Piper nei panni di Isadora Capri e Hunter Doohan
nei panni di Tyler Galpin. La trama di Alpha prepara anche il
probabile ritorno di Emma Myers nei panni di Enid Sinclair. Se la
terza stagione di Mercoledì tornerà a Nevermore, altri
personaggi che probabilmente torneranno sono Agnes di Evie
Templeton, Bianca Barclay di Joy Sunday, Eugene Ottinger di Moosa
Mostafa e Ajax Petropolus di Georgie Farmer.
Dettagli sulla trama della
terza stagione di Mercoledì
I dettagli sulla terza stagione di
Mercoledì sono tenuti sotto stretto riserbo. Fortunatamente,
il finale della seconda parte della seconda stagione di
Mercoledì fornisce alcuni indizi sulla trama della prossima
stagione. La stagione sarà molto probabilmente incentrata su
Mercoledì che salva Enid e la aiuta a tornare umana. Dovranno
affrontare una corsa contro il tempo, poiché anche i lupi mannari
daranno la caccia a Enid.
Inoltre, Isadora Capri fa visita a
Tyler presso la tomba della sua famiglia, dove lo recluta per
guidare un branco di licantropi. La terza stagione di
Mercoledì probabilmente approfondirà il suo passato,
fornendo maggiori informazioni sul padre licantropo. Probabilmente
mostrerà anche come trovano altri licantropi per formare un
branco.
Infine, Morticia Addams dà a
Mercoledì il diario di Ofelia, che racchiude oscuri segreti.
Poi, la serie rivela che la figlia perduta è rinchiusa nella
cantina della nonna, dove sta scrivendo “Wednesday deve morire” con
il sangue sul muro. Dato che gli showrunner hanno promesso altri
segreti sulla famiglia Addams, questo sarà quasi sicuramente al
centro della terza stagione di Mercoledì.
La seconda parte della seconda
stagione di Mercoledì di
Netflix risponde ad alcune domande scottanti
sul destino di Mercoledì, ma alla fine getta anche le basi
per alcune trame importanti della
terza stagione, lasciandoci con ancora più domande. Nel corso
di quattro episodi, Mercoledì Addams (Jenna
Ortega) cerca di fare i conti con la morte
imminente di Enid, scopre segreti di famiglia scioccanti e affronta
nemici incredibilmente pericolosi. Alla fine, diventa chiaro che ci
sono alcune persone di cui può fidarsi ciecamente, mentre altre
potrebbero non essere così affidabili come sembravano inizialmente.
SPOILER IN ARRIVO.
La trama di Mercoledì –
Stagione 2, parte 2
Dopo la
caduta dalla finestra di Willow Hill, grazie a Tyler Galpin,
Mercoledì trascorre un periodo in coma dove incontra la
sua nuova guida spirituale, il defunto preside Weems. Si scopre che
sono parenti lontani, ma la domanda sul perché lui sia la sua guida
spirituale non è nulla in confronto alle sfide che l’attendono.
Mentre Mercoledì cerca di salvare Enid, si scopre che Enid
non è un lupo mannaro normale, ma un Alfa, il che comporta una
serie di sfide. Poi c’è Slurp, che sta lentamente tornando alla sua
vecchia identità mangiando un cervello dopo l’altro. Nel frattempo,
la prigioniera che Mercoledì ha salvato dalle segrete di Willow
Hill si rivela essere Francoise, la madre di Tyler, la cui morte è
stata anch’essa inscenata da Augustus Stonehearst.
Si ricongiunge con Tyler, che sta
lottando con le conseguenze dell’aver ucciso il suo padrone.
Inoltre, si scopre che Slurp, alias Isaac Night, è il fratello di
Francoise e ha un conto in sospeso con la famiglia Addams. A
peggiorare le cose per la scuola, si scopre che il preside Dort ha
forti legami con la setta Morning Song e ha lavorato segretamente
per truffare Hester Frump e sottrarle la sua fortuna. Mentre Ajax e
Bianca cercano di salvare sua madre, Gabrielle, Mercoledì
interviene per aiutarli, mentre i suoi problemi peggiorano di
minuto in minuto.
Françoise e Isaac sono morti?
Thing torna dagli Addams?
Il finale rivela che trent’anni fa
Isaac Night ha cercato di salvare sua sorella rimuovendo il suo
lato Hyde e trasformandola in una Normie. Ha costruito un
dispositivo nella Torre di Iago, ma per alimentarlo ha usato Gomez
Addams, che aveva gli stessi poteri di suo figlio. Quello che Isaac
non ha detto a Gomez è che avrebbe prosciugato tutto il suo potere
e forse lo avrebbe persino ucciso nel processo. Questo ha portato
Morticia Morticia (Catherine
Zeta-Jones) a tagliargli la mano, sabotando
l’esperimento e salvando la vita di Gomez, ma uccidendo Isaac nel
processo. Ora Isaac è tornato quello di un tempo ed è pronto a
ripetere l’esperimento. Questa volta intende usare Pugsley. Sa che
la famiglia Addams cercherà di fermarlo, quindi attira Mercoledì
nel bosco e la seppellisce viva sotto l’albero dei teschi.
Si scopre anche che Thing è la mano
di Isaac, che Morticia gli ha tagliato tanti anni fa, animata dai
poteri elettrici di Gomez. Ora, Isaac ricuce Thing al suo braccio,
il che non solo lo rende fisicamente integro, ma gli restituisce
anche i suoi poteri di controllo sulle cose. Mercoledì viene
salvata grazie a Enid, e anche i suoi genitori arrivano per
aiutare. Mentre Gomez viene mandato a chiamare la polizia, Morticia
e Mercoledì cercano di salvare Pugsley. Ciò che gioca a loro favore
è il tradimento che Tyler subisce. Egli credeva che la loro
missione fosse quella di rimuovere il lato Hyde di sua madre e
salvarla. Non ha mai voluto rimuovere il proprio, ma sembra che sua
madre avesse un’idea diversa. Lei e Isaac hanno cospirato per
mettere Tyler sul tavolo operatorio.
Questo lo fa arrabbiare, e
Mercoledì se ne accorge, motivo per cui, invece di ucciderlo, rompe
il suo legame, liberandolo. Tyler, arrabbiato, si trasforma in
Hyde, distraendo Francoise, che a sua volta si trasforma in Hyde
per combatterlo. La loro lotta li porta fuori dalla Torre e sul
tetto di altri edifici, con Francoise che alla fine rimane appesa
al cornicione. Mentre Tyler cerca di salvarla, lei si lascia
andare, cade sulla cima di una statua e viene trafitta a morte. Nel
frattempo, Mercoledì e Morticia liberano Pugsley, che è un po’
scosso, ma è vivo. Lo shock di aver perso sua sorella rende Isaac
ancora più arrabbiato, e lui attacca gli Addams. Mercoledì non
indietreggia, poiché intende tagliargli di nuovo la mano e liberare
Thing.
Tuttavia, i poteri di Isaac sono
troppo forti per essere contrastati e, alla fine, spetta a Thing
decidere se risparmiarla o ucciderla. Gli Addams chiamano Thing,
sapendo che non si è fuso nuovamente con Isaac, ma rimane un’entità
a sé stante. Mentre Isaac ride dei loro tentativi di parlare con la
sua mano, si rende presto conto di essersi sbagliato quando Thing
inizia ad agire di propria volontà. Attacca Isaac e alla fine gli
strappa il cuore meccanico dal petto, uccidendolo ancora una volta.
Questa volta in modo definitivo. Quando Isaac muore, la Cosa si
stacca dal suo corpo, spezzando i fili che la legavano al suo
proprietario originale, e torna dagli Addams, che sono la sua vera
famiglia.
La signorina Capri è una Hyde?
Cosa succede a Tyler?
All’inizio della stagione, Tyler
pensava di essere solo. Il suo padrone si era rivelato un malvagio
manipolatore, che lui aveva ucciso quando ne aveva avuto
l’occasione. Ma senza di lei, ora è senza scopo e anche il suo
corpo inizia a cedere. Le cose cambiano quando sua madre si
presenta e, sebbene non sia l’immagine perfetta di una madre
ideale, è tutto ciò che ha. Quando lei diventa la sua padrona, il
rischio di morire scompare, ma poi si scopre che sua madre non
vuole più che lui sia Hyde. Lei vede questa condizione, proprio
come gli altri. Mentre Tyler vede il potere nell’essere Hyde, sua
madre vede semplicemente un mostro. Alla fine, questo porta alla
lotta tra loro e, mentre lei cade verso la morte, Tyler non può
fare altro che guardare impotente.
Qualunque felicità abbia ottenuto
dopo essersi riunito con sua madre viene cancellata di nuovo e,
avendo perso entrambi i genitori e con l’intera città di Jericho
che lo odia e lo teme, non gli è rimasto nessuno. O almeno così
crede. Mentre visita la tomba dei suoi genitori, Tyler viene
accolto dalla signorina Isadora Capri. Lei gli dice che può
aiutarlo e, all’inizio, lui pensa che lei voglia diventare la sua
padrona, come tutti gli altri che volevano controllarlo e
costringerlo a fare ciò che volevano. Tuttavia, lei gli offre
qualcosa di molto meglio. Quando Tyler le chiede cosa ci guadagna,
soprattutto considerando che lei è un lupo mannaro, lei rivela che
suo padre era un Hyde. Questo significa che anche lei ha sangue
Hyde, il che la renderebbe una creatura piuttosto unica, poiché
potrebbe essere sia una Hyde che una licantropa.
Probabilmente, il suo lato Hyde non
è ancora stato sbloccato, motivo per cui Tyler non riusciva a
percepirlo. L’esatta natura della sua identità di Emarginata rimane
avvolta nel mistero, ma lei offre qualcosa di concreto a Tyler. Gli
offre un branco, una nuova famiglia in cui farà parte di qualcosa
di più grande senza avere un padrone. Queste persone saranno come
lui, avranno vissuto ciò che ha vissuto lui e non saranno
interessate a dominarlo e sfruttarlo. Non avendo più nulla da
perdere e nulla per lui a Jericho, Tyler decide di unirsi alla
signorina Capri e parte con lei verso un futuro più
promettente.
Per Enid si verifica un importante
sviluppo quando viene rivelato che lei è un’Alpha. Questo significa
che è più potente di quanto si immaginasse, ma comporta anche
alcuni svantaggi. Una regola importante che deve seguire è che, in
quanto Alpha, non può trasformarsi in un lupo mannaro durante la
luna piena. Se ciò accadesse, rimarrebbe bloccata nella sua forma
di lupo mannaro per sempre, o almeno così dicono le regole. Per
aiutarla, Miss Capri le dice di chiudersi in una gabbia per lupi e
di mantenere la calma per non trasformarsi. Ma poi Agnes arriva con
la notizia che Mercoledì è stata sepolta viva da Isaac, e
lei non ha altra scelta che aiutare la sua amica. Poiché
Mercoledì è sepolta in profondità, è impossibile per Agnes
ed Enid tirarla fuori con le loro mani.
Così, Enid si trasforma in un lupo
mannaro e scava rapidamente la tomba per salvare
Mercoledì. Tuttavia, lo fa in una notte di luna piena, il
che significa che ora non può tornare alla sua forma umana. Mentre
Mercoledì va a salvare Pugsley, manda Agnes dietro a Enid
per tenerla d’occhio. Quando tutto il caos con Isaac, Francoise e
Tyler è risolto, Agnes torna con notizie su Enid. Si scopre che è
fuggita verso nord, avendo apparentemente accettato il suo destino
di lupo solitario. È anche in pericolo a causa di altri lupi
mannari che cercheranno di ucciderla, quindi cercherà di rimanere
nascosta il più possibile.
Tuttavia, Mercoledì ha
promesso che l’avrebbe cercata, quindi invece di tornare a casa per
l’estate, si unisce allo zio Fester per seguire le sue tracce,
trovarla e aiutarla. Sebbene il destino di Enid sembri ormai
segnato, se c’è una persona in grado di riportarla alla sua forma
originale, quella persona è Mercoledì, determinata a
salvare la sua amica e a ripagare la sua gratitudine per il
sacrificio aiutandola. Resta da vedere quanto di Enid rimarrà nel
lupo mannaro quando Mercoledì finalmente la troverà. Enid
la riconoscerà come sua amica o il suo lato licantropo prenderà il
sopravvento trasformando Wednesday in un nemico o, peggio, in una
preda?
Mercoledì riacquista i
suoi poteri? Cosa è successo alla zia Ophelia?
Un grave problema si presenta per
Mercoledì quando perde i suoi poteri dopo averli usati
troppo, senza supervisione. Trascorre l’intera stagione tormentata
dalla sua ultima visione della morte di Enid e incapace di avere
altre visioni, soprattutto quando ne ha disperatamente bisogno.
Scopre di non essere la prima vittima di questa afflizione. Anche
la sorella di sua madre, Ophelia, aveva lo stesso problema e,
sebbene avrebbe potuto aiutare Mercoledì a comprendere i
suoi poteri, non si vede da circa un decennio, da quando è fuggita
da Willow Hill. Il problema delle visioni di Mercoledì
viene risolto alla fine, quando fa pace con sua madre e rimuove la
barriera emotiva che la tratteneva.
La sua guida spirituale, Weems,
l’aveva avvertita che il conflitto con sua madre le aveva creato un
blocco spirituale e le impediva di canalizzare i suoi poteri. Alla
fine, però, seppellisce l’ascia di guerra, soprattutto dopo che
Morticia le dà il diario di Ophelia nella speranza che la aiuti a
capire i suoi poteri. Mentre legge il libro, arriva a una parte in
cui Ophelia ha disegnato la sua immagine, e toccando quella pagina
ha una visione. Vede zia Ofelia in una prigione sotterranea, ma ciò
che non vede è che questa prigione si trova nella casa di sua
nonna, Hester Frump.
Si scopre che la nonna ha tenuto
prigioniera la figlia minore per tutto questo tempo e ha tenuto
segreta a tutti la verità sulla sua situazione. Tuttavia, sembra
che questo non abbia avuto alcun effetto sui poteri di Ophelia, il
che fa chiedere se la visione che Mercoledì ha avuto fosse
sua o se fosse Ophelia che usava i suoi poteri per mostrare alla
nipote dove si trovava. Ciò che rende la situazione ancora più
inquietante è che quando Hester apre la cella, Ophelia ha scritto
una frase con il proprio sangue sul muro. Dice: “Mercoledì
deve morire” e, considerando quanti pericoli attendono
Mercoledì, questa profezia non promette nulla di buono per
la protagonista.