Distintasi anche oltre i confini
nazionali, Valeria Bruni Tedeschi è ad oggi una
delle più affermate interpreti italiane, che negli anni ha compiuto
anche il passo dietro la macchina da presa firmando alcune
apprezzate pellicole. Celebre anche per i suoi lungometraggi
francesi, la Tedeschi si divide con naturalezza tra le due
cinematografie, ottenendo continuamente riconoscimenti per le sue
interpretazioni. Ecco 10 cose che non sai su Valeria Bruni
Tedeschi.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Valeria Bruni Tedeschi: i film in
cui ha recitato
10. Ha recitato in film
italiani e film francesi. L’attrice ottiene una prima
notorietà grazie al film Storia di ragazzi e di ragazze
(1989), per poi divenire ancor più popolare con i suoi ruoli in
La seconda volta (1995) e La parola amore esiste
(1998). Negli anni successivi recitare in pellicole di importanti
registi come Il colore della menzogna (1998), La
balia (1999), La felicità non costa niente (2003),
È più facile per un cammello (2003), CinquePerDue –
Frammenti di vita amorosa (2004), Tickets (2005),
Il tempo che resta (2005), Munich (2005), dove
recita accanto all’attore Eric
Bana,L’abbuffata (2007),
Baciami ancora (2010), di Gabriele
Muccino, Padroni di
casa (2012), Un castello in
Italia (2013), Il capitale
umano (2014), con l’attore Fabrizio
Bentivoglio,Latin Lover
(2015), di Cristina
Comencini,La pazza
gioia (2016), con l’attrice Micaela
Ramazzotti, I villeggianti (2018) e Aspromonte – la terra
degli ultimi (2019).
9. Ha scritto e diretto dei
lungometraggi. Ad oggi la Tedeschi ha diretto un totale di
quattro film, da lei anche sceneggiati. Questi sono È più
facile per un cammello,Actrices (2007), Un
castello in Italia e I villeggianti. Questi ultimi
due presentati rispettivamente al Festival di Cannes e alla Mostra
di Venezia, ottenendo ottimi riscontri da parte della critica, che
lodato le doti e la sensibilità da regista della Tedeschi.
8. Ha vinto importanti
premi. L’attrice vanta un totale di sei nomination ai
premi David di Donatello come miglior attrice protagonista. Di
queste, la Tedeschi ha riportato ben quattro vittorie,
rispettivamente per i film La seconda volta, La parola amore
esiste, Il capitale umano e La pazza gioia. Nel 1994
ha invece vinto il Premio César come miglior promessa femminile per
il film Le persone normali non hanno niente di
eccezionale.
Valeria Bruni Tedeschi e il suo
discorso di David di Donatello
7. Ha incantato tutti con il
suo discorso. Nel ricevere il David di Donatello per la
migliore attrice protagonista per il film La pazza gioia,
l’attrice si è lanciata in un lungo discorso divenuto subito
iconico. Oltre ad aver ringraziato i suoi colleghi nel film, la
Tedeschi ha inoltre ringraziato tra lacrime e risate amici, amiche,
amori ed ex-amori, poeti come Leopardi e Ungaretti, i genitori e
anche la sua psicanalista.
Valeria Bruni Tedeschi non è su
Instagram
6. Non è presente sul social
network. L’attrice ha dichiarato di non possedere un
account su Instagram, non piacendole sprecare tempo dietro a social
network di questo tipo. Sulla piattaforma è tuttavia possibile
trovare alcune fan page a lei dedicate, con le sue foto più recenti
o gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Valeria Bruni Tedeschi ha una
sorella famosa
5. Sua sorella è una nota
cantante. Come il cognome Bruni può suggerire, l’attrice è
la sorella della cantante e modella Carla Bruni,
nota negli ultimi anni per aver sposato l’ex presidente francese
Nicolas Sarkozy. Il film È più facile per un cammello…,
girato dall’attrice e regista, è stato ispirato proprio dalla
storia della sorella, che scopre di avere un padre biologico
diverso da quello che credeva di avere.
Valeria Bruni Tedeschi e Louis
Garrel
4. Ha avuto una relazione
con il noto attore.
L’attrice ha avuto per diversi anni
una storia d’amore con l’attore francese Louis
Garrel. Questi ha anche recitato nei film
Actrices e Un castello in Italia, diretti proprio
dalla Tedeschi. Insieme i due hanno anche adottato una bambina di
origine senegalese. In seguito, si sono separati senza richiamare
le attenzioni della stampa.
Valeria Bruni Tedeschi ha due figli
adottati
3. Ha adottato due
bambini. Oltre alla bambina senegalese adottata insieme
all’attore Louis Garrel, nel 2014 l’attrice adotta
il suo secondo figlio, un bambino vietnamita. Particolarmente
riservata, la Tedeschi evita che i due bambini possano essere
esposti all’invasività dei media, conducendo pertanto una vita il
più lontano possibile dai riflettori.
Valeria Bruni Tedeschi: qual è il
suo ultimo film?
2. È tornata a recitare con
un suo amico regista. Nel 2019 l’attrice torna al cinema
con il film Aspromonte – la terra degli ultimi, diretto da
Mimmo Calopresti. L’attrice aveva già lavorato in
più occasioni con il regista, grazie al quale aveva ottenuto i suoi
primi successi.
Valeria Bruni Tedeschi: età e
altezza
1. Valeria Bruni Tedeschi è
nata a Torino, in Italia, il 16 novembre 1964. L’attrice è
alta complessivamente 171 centimetri.
L’attrice Valentina
Romani vanta ormai diversi ruoli tra cinema e televisione,
grazie ai quali si è affermata come una delle più brillanti
interpreti della sua generazione. Divenuta ora particolarmente
popolare presso un pubblico di giovani spettatori grazie alla serie
Mare fuori, la Romani ha davanti a sé un futuro
particolarmente roseo, tra progetti in arrivo e nuove sfide
all’orizzonte.
Ecco 10 cose che non sai su Valentina
Romani.
Valentina Romani: i suoi film e le
serie TV
1. È molto conosciuta per
alcune serie TV. La Romani ha iniziato la sua carriera
recitando per la televisione in alcuni episodi di celebri fiction,
come Che Dio ci aiuti 3 (2014), Un passo dal cielo
3 (2015) e Il candidato (2015). Recita poi nelle
miniserie Questo è il mio paese (2015) e Grand
Hotel (2015) e nella serie Tutto può succedere
(2016), con Pietro
Sermonti. Recita poi in La porta rossa
(2017-2023), con cui ottiene maggior popolarità, per poi prendere
parte a Skam Italia (2018), Non uccidere
(2017) e Mare fuori (2020-2023),
dove guadagna ulteriore popolarità interpretando Naditza, accanto
ai colleghi Massimiliano
Caiazzo, Nicolas Maupas,
Serena Codato,
Maria Esposito e Giacomo
Giorgio. Nel 2021 è poi in Alfredino – Una storia
italiana, mentre nel 2022 recita in Noi siamo
leggenda.
2. Ha recitato anche per il
cinema. Nel 2016 l’attrice ha esordito al cinema recitato
da protagonista nel film Un bacio, storia di tre
ragazzi liceali alle prese con problemi tipici di quell’età. Nel
2018 è Lucia nel film TV Aldo Moro il professore,
mentre nel 2021 recita invece nel film Carla, dedicato
alla ballerina Carla Fracci, interpretata da
Alessandra
Mastronardi. Qui la Romani interpreta il ruolo di
Anita Spelta. Nel 2023 torna al cinema interpretando Emma nel film
di Nanni MorettiIl sol dell’Avvenire, con
protagonisti anche Margherita Buy
e Silvio
Orlando.
3. È la doppiatrice di un
noto film d’animazione. Come annunciato dalla Walt Disney
Italia, l’attrice presterà la propria voce per il doppiaggio
italiano del film Pixar Elemental, interpretando la protagonista
Ember, che in lingua originale è doppiata da Leah
Lewis, attrice nota per la serie Nancy Drew e per
il film L’altra metà. Per la Romani si tratta della prima
occasione come doppiatrice, per di più per un film particolarmente
importante realizzato dal noto studio di produzione pluripremiato
agli Oscar.
Valentina Romani in Skam Italia
Valentina Romani in Mare fuori
4. Ha amato molto il suo
personaggio. In Mare fuori l’attrice
interpreta Naditza, una zingara rom con un carattere solare,
sfacciato, irriverente e una tendenza naturale a cacciarsi nei
guai. Ma è anche una ragazza buona e altruista, con un talento per
il pianoforte. Alla vita al campo preferisce di gran lunga la
detenzione in IPM, poiché essa rappresenta una via di fuga dai suoi
genitori, colpevoli di volerla dare in sposa in cambio di una
cospicua somma di denaro. L’attrice ha raccontato di aver da subito
amato molto il personaggio, che ritiene avere un mondo intero di
storie da raccontare, risultando sempre interessante.
5. Non tornerà nella quarta
stagione. Come ormai noto, l’attrice ha confermato che non
sarà presente nella quarta stagione di Mare fuori e che
dunque per il momento il racconto relativo a Naditza si è concluso.
La Romani si è detta eternamente grata per ciò che la serie ha
rappresentato per lei, affermando che se ci sarà l’opportunità le
piacerebbe in futuro ritornare in Mare fuori per portare
avanti le avventure del suo personaggio e scoprire come è
evoluta.
Valentina Romani in Skam Italia
6. Ha recitato nella prima
stagione della nota serie. Prima di diventare
ulteriormente popolare grazie al ruolo di Naditza nella serie
Mare fuori, l’attrice aveva già recitato in una celebre
serie pensata per un target di giovani. Si tratta di Skam
Italia, nella quale compare brevemente negli episodi 6, 9 e 11
della prima stagione. Il suo personaggio è quello di Maria, una
studentessa del liceo Kennedy che avrà una piccola discussione con
Eva, la protagonista interpretata da Ludovica
Martino.
Valentina Romani in Mare fuori
Valentina Romani in La porta rossa
7. Ha ottenuto grande
popolarità grazie a questa serie. Nel 2017 arriva il
momento della consacrazione per l’attrice, che grazie alla serie
Rai La porta rossa, con protagonista Lino
Guanciale, ottiene una maggiore popolarità. Qui interpreta
Vannessa Rosic, una medium che si scopre essere l’unica in grado di
entrare con il protagonista, il defunto commissario di polizia
interpretato da Guanciale. Per ottenere questo ruolo, all’attrice è
bastato un solo provino, durante il quale ha convinto tutti di
essere la persona giusta per la parte.
Valentina Romani ha un fidanzato?
8. È molto
riservata. Da quando fa parte del cast di Mare
fuori per l’attrice è divenuto sempre più difficile tenere
privata la propria vita al di fuori dal set. In particolare, i fan
sono curiosi di sapere se l’attrice sia o meno impegnata
sentimentalmente in questo momento e in diverse occasioni le è
stata attribuita una relazione con il collega Nicolas
Maupas. La Romani, tuttavia, non ha mai confermato né
smentito la cosa, dichiarando semplicemente che preferisce non
parlare di tali aspetti della propria vita. Una richiesta, la sua,
decisamente comprensibile e da rispettare.
Valentina Romani è su Instagram
9.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito
da ben 694 mila follower e dove attualmente si possono ritrovare
più di 300 post. Questi sono principalmente immagini relative a
suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte
di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano
anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e
altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere
aggiornati su tutte le sue novità.
Valentina Romani: età e altezza dell’attrice
10. Valentina Romani è nata
il 16 giugno del 1996 a Roma. L’attrice è alta
complessivamente 1,65 metri.
Valentina Lodovini
è una di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema italiano
recente grazie alla sue intense interpretazioni.
L’attrice, che svolge questa
attività da diversi anni, ha dimostrato di essere molto versatile e
capace di svolgere il proprio lavoro con professionalità e in
maniera eccellente.
Ecco dieci cose da sapere su
Valentina Lodovini.
Valentina Lodovini film
1. I film e la
carriera. La carriera cinematografica dell’attrice è
iniziata nel 2004, quando debutta sul grande schermo nel film
Ovunque sei, per poi proseguire a recitare in Il
mistero di Lovecraft – Road to L. (2005), L’amico di
famiglia (2006), A casa nostra (2006),
Pornorama (2007), La giusta distanza (2007),
Riprendimi (2008) e Il passato è una terra
straniera (2008). In seguito, lavora in Fortapàsc
(2009), Generazione mille euro (2009), Benvenuti al sud (2010), La donna della mia
vita (2010), Cose dell’altro mondo (2011), Benvenuti al nord (2012), Passione sinistra
(2013), Il sud è niente (2013), Una donna per amica (2014), L’inventore di
giochi (2014), Ma che bella sorpresa (2015) e La
linea Gialla: Bologna, 2 agosto (2015). Tra i suoi ultimi
lavori, vi sono La verità sta in cielo (2016), Si muore tutti
democristiani (2017), Cosa fai a Capodanno? (2018),
Figli del Destino (2019) e 10 giorni senza mamma (2019). Nel 2020 interpreta
Sorella di Giulia nel film Spore, Giulia nel film Cambio Tutto, Paola nel film E’ per il tuo bene e ritorna ad interpretare Giulia di
10 giorni senza mamma, nel sequel 10 giorni con Babbo Natale. Nel 2021 sarà Anna nel
film L’Afide e la Formica.
2. Ha lavorato in numerose
serie tv. L’attrice non ha prestato la sua attività solo
per il cinema, ma ha anche lavorato in numerosi progetti dedicati
al piccolo schermo. Infatti, è apparsa in Incantesimo 7
nel 2004, per poi apparire in La moglie cinese (2006),
48 ore (2006), Donna Roma (2007), L’ispettore
Coliandro (2009), Boris (2010) e Il segreto
dell’acqua (2011). In seguito, prende parte alle serie
Eities, Ottanta mi da tanto (2016), Untraditional
(2016), Il commissario Montalbano (2017) e L’Aquila –
Grandi speranze (2019). Inoltre, ha recitato in diversi film
tv come Coco Chanel (2008), Gli ultimi del
paradiso (2010) e Un Natale con i fiocchi (2012). Nel
2019 è la volta della serie tv L’Aquila – Grandi speranze nel quale
interpreta Elena Fiumani.
Valentina Lodovini nuda
L’attrice è considerata da molti in
Italia un vero schianto tant’è che la ricerca ha un seguito
importante sui motori di ricerca. Tuttavia l’attrice non ha mai
posato nuda per un calendario o altro anche se nella sua carriera è
stata interprete di alcune scene davvero hot. Infatti una delle sue
doti è naturalmente la bellezza mediterranea e quindi Valentina
Lodovini è davvero sexy quando interpreta dei ruolo da femme
fatale. Come ad esempio nella fiction tv Il segreto dell’acqua sul
quale ha poi scherzato dichiarando: «Le amiche mi dicono che con
gli attori con cui ho girato film mi sono rifatta delle esperienze
con i miei fidanzati, erano uno più brutto dell’altro».
3. È doppiatrice,
produttrice ed è apparsa in diversi videoclip. Nel corso
della sua carriera, l’attrice ha svolto diverse attività, oltre
quelle attoriali. Infatti, ha vestito i panni di doppiatrice per il
film d’animazione Coco (2017), mentre ha svolto anche l’esperienza di
produttrice per il corto Uomo (2018). Inoltre, è apparsa
in diversi videoclip, come I giorni migliori di
Tiromancino, Gli spietati dei Baustelle, Colpisci
di Neffa e Sospesi di Colapesce.
Valentina Lodovini fidanzato
4. Non si è mai
sposata. L’attrice non ha mai rivelato molto sulla sua
vita privata, tenuta ben lontano dai riflettori. Tuttavia, stando
alle dichiarazioni dell’attrice, pare che abbia avuto una lunga
storia con un uomo, durata dal 2010 al 2016. In ogni caso, non è
possibile dire se sia attualmente fidanzata o meno.
5. È abituata a stare da
sola. L’attrice ha rivelato di essere una persona che si
trova bene da sola, anche se si trova a convivere con una punta di
malinconia. Infatti, non si fa problemi a viaggiare da sola,
puntando più sulle amicizie vere che fanno parte della sua
vita.
Valentina Lodovini figli
6. Non sente il bisogno di
diventare mamma. L’attrice ha dichiarato più volte di non
sentire il bisogno di diventare madre, ritenendo tutto ciò, per
ora, fuori dalle sue priorità. Per lei la priorità vera sarebbe
aiutare tutti quei bambini nel mondo che si trovano a vivere in
condizioni di sofferenza.
Valentina Lodovini Instagram
7. Ha un profilo
social. L’attrice possiede un proprio account Instagram
che è seguito da 207mila persone. Sulla sua bacheca sono molte le
foto che la ritraggono protagonista tra momenti di lavoro e svago,
mostrando tutta la sua femminilità e la sua bellezza acqua e
sapone.
Valentina Lodovini Benvenuti al
Sud
8. Ha vinto diversi
premi. Per la sua interpretazione in Benvenuti al
sud, film che le ha dato una certa notorietà, ha vinto un
David di Donatello per la Miglior attrice non protagonista ed è
stata candidata a un Nastro d’argento e a un Ciak d’oro per la
stessa categoria.
9. Ha detto no a proposte
successive. Questo film ha dato all’attrice un certo
successo ma, nonostante questo, l’attrice ha rifiutato diverse
proposte successive che l’avrebbero fatta rientrare in altri film
commedia. Infatti, ha detto diversi no perché non voleva rimanere
incastrata in uno stesso schema.
Valentina Lodovini: età e
altezza
10. Valentina Lodovini è
nata il 14 maggio del 1978 a Umbertide, in Umbria, e la
sua altezza complessiva corrisponde a 170 centimetri.
Valentina Lodovini è Francesca in Love & Gelato, il nuovo film Netflix,
disponibile sulla piattaforma a partire dal 22 giugno. Ecco cosa ci
ha raccontato del suo personaggio.
Volto amatissimo del
cinema italiano, Valentina Lodovini è trai protagonisti di
Love & Gelato. Nel film interpreta Francesca,
una giovane donna italiana che prende sotto la sua ala Lina, la
figlia di una sua amica americana che non c’è più. Con tanta
energia, ma anche con discrezione, aiuterà la giovane a trovare la
sua strada nel corso di una calda estate romana.
Già dal titolo, il film
richiama alla mente quest’abitudine, tutta italiana, di cercare
cura e conforto nel cibo, in particolare nel gelato. Ma qual è il
conforto di Valentina Lodovini?
“Nella vita la mia
carezza è il carboidrato (ride)! … Una cosa che su di me esercita
una grande influenza è l’arte in generale. Dico sempre che se la
vita ti delude, rifugiati nell’arte. Quindi andare in un museo mi
rimette in pace e mi offre un punto di vista nuovo sulle cose.
L’arte ti fa capire che esiste un altro punto di vista. E anche
quello, oltre al cibo, nel nostro Paese, è una cosa che troviamo
dietro ogni angolo.”
Nel film, Valentina Lodovini recita in lingua doppia,
confessando di aver girato tutte le scene importanti del suo
personaggio in due versioni: “L’esperienza della doppia lingua
è stata divertente. Giravo sempre tutte le scene in italiano e in
inglese, perché a seconda della situazione si sceglieva una
versione piuttosto che un’altra. Guardando il trailer ho un po’
‘rosicato’ perché mi hanno tagliato un bel monologo in inglese e
hanno scelto l’italiano, ma forse in quel momento era più adatto
per il personaggio.”
La storia del cinema è
piena di pellicole che raccontano più o meno la storia che vediamo
in Love & Gelato: una giovane donna americana che
viene in Italia per trovare se stessa. Tra esempi altissimi, come
Vacanze Romane, e film neo riusciti, come
Mangia PregaAma, da cosa dipende
il fascino che il Belpaese esercita sui cugini d’Oltreoceano?
“Credo che sia la
Storia italiana ad esercitare questo fascino sugli stranieri. Siamo
nati in una culla di cultura e questa cosa si percepisce. Quando
sono negli Stati Uniti io avverto il contrario, avverto la mancanza
della loro storia. Ma basta pensare all’Opera, che ha fatto
conoscere l’italiano in tutto il mondo. Chiunque, grazie all’Opera,
conosce almeno una parola di italiano. In Italia la Storia si
respira ad ogni angolo, e Roma in particolare, ti sbatte in faccia
la sua bellezza. Nonostante non sia una bellezza di cui ci si
prende cura, resta comunque da togliere il fiato.”
Com’è stato lavorare con
una produzione Netflix e come è andato il lavoro con Brandon Camp,
il regista?
“La presenza di
Netflix la davo per scontata. Immaginavo che, essendo una
produzione Netflix America, sarebbe andato tutto in un certo modo.
Avevamo tanti giorni per lavorare, si aveva il tempo per fare le
cose per bene (…) Porterò sempre con me il lavoro con il regista, e
questo non dipende dalla nazionalità ma dalla qualità umana. Mi
sono sentita sempre protetta e coinvolta nella parte creativa,
Brandon ha visto tutti i miei film, e non capita sempre. Ha tenuto
in considerazione molti dei miei suggerimenti e, soprattutto nei
momenti in cui dovevo essere più allegra, dovevo spingere di più
sulla commedia, lui mi diceva sempre che non avrebbe potuto darmi
indicazioni che io già non sapessi, essendo italiana. Diceva sempre
‘l’avete inventata voi la commedia’.”
Love &
Gelato arriva su Netflix dal 22 giugno. Diretto da
Brandon Camp, vede nel cast, oltre a Valentina Lodovini, Susanna Skaggs,
Saul Nanni e Tobia de Angelis.
Love & Gelato: intervista ai protagonisti del film
Netflix
Si è spenta a 96 anni
Valentina Cortese, lo annuncia l’Ansa. L’attrice
italiana si era distinta nel panorama internazionale perché era
stata una delle poche, e rimane una delle poche attrici non
anglofone a venire nominata agli Oscar per un film non in lingua
inglese. La categoria era la Migliore non protagonista e il film
era Effetto Notte di Francois
Truffaut, del 1973.
Per un adattamento cinematografico
di “Les Miserables”, prodotto da Carlo Ponti nel 1948, Cortese ha
fatto scalpore interpretando entrambe le protagoniste femminili,
Fantine e Cosette. “Con la scomparsa di Valentina Cortese,
l’industria italiana dell’intrattenimento perde la sua ultima diva
di cinema e teatro”, ha dichiarato Carlo Fontana, presidente di
AGIS.
Ha recitato in Le Amiche di
Michelangelo Antonioni (1955), La barca sull’erba di Gérard Brach
(1971), Le avventure del barone Munchausen (1988) di Terry Gilliam
e in numerosi progetti di Franco Zeffirelli , tra cui il film del
1972 Fratello Sole, Sorella Luna, miniserie del 1977 Gesù di
Nazareth e il film del 1993 Storia di una Capinera.
Valentina Cortese è nata a Milano.
Ha fatto il suo debutto cinematografico nel 1940 e ha recitato in
molti film italiani all’inizio della sua carriera. Nel 2017,
Francesco Patierno ha presentato al Festival di Venezia Diva!, un documentario
che ne ripercorre la vita e la carriera,
Distintasi per la sua attività
artistica tanto in Italia quanto negli Stati Uniti, l’attrice
Valentina Cervi ha negli anni collezionato una
serie di importanti ruoli con i quali ha potuto sfoggiare tutto il
suo carisma e la sua versatilità. Apprezzata in generi spesso
diversi tra di loro, la Cervi non ha mancato di portare il suo
fascino e il talento anche sul piccolo schermo, dove ha recitato
per alcune delle principali serie italiane degli ultimi anni,
conquistando così ulteriormente le simpatie del grande
pubblico.
Ecco 10 cose che non sai di
Valentina Cervi.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Valentina Cervi: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi italiani. L’attrice debutta sui grandi
schermi italiani nel 1988 con il film Mignon è partita,
per poi affermarsi grazie a titoli come Oasi (1994),
La notte e il momento (1995), Escoriandoli
(1996), Figli di Annibale (1998) e La via degli
angeli (1999). Inizia poi a recitare anche a livello
internazionale, senza però dimenticare l’Italia. Continuerà infatti
a recitare nel Bel Paese per apprezzati film come L’anima
gemella (2002), di Sergio
Rubini, Mundo civilizado (2003),
Provincia meccanica (2005), Fine pena mai (2007),
Il resto della notte (2008), Sleepless (200),
Mi rifaccio vivo
(2013), Senza lasciare
traccia (2016), Dove non ho mai
abitato (2017), Euforia (2018), di Valeria
Golino, Vivere (2019), con Micaela
Ramazzotti, e Gli infedeli (2020), con
Riccardo
Scamarcio.
9. Ha preso parte anche a
film statunitensi. Nel 1996 l’attrice recita per la prima
volta al di fuori dell’Italia per Ritratto di signora
(1996), con Nicole
Kidman. Da quel momento, inizia così a recitare anche
per film di altre nazionalità, e prevalentemente per la Francia e
gli Stati Uniti. Tra i titoli a riguardo si annoverano dunque
Artemisia – Passione estrema (1997), Rien sur
Robert (1999), Hotel (2001), Le valigie di Tulse
Luper – La storia di Moab (2003), Miracolo a
Sant’Anna (2008), e Jane Eyre (2011), con
Mia
Wasikowska.
8. È nota per i suoi ruoli
televisivi. Nel corso della sua carriera, diversi sono
anche i titoli televisivi a cui l’attrice ha preso parte tra
l’Italia e gli Stati Uniti. Tra questi si annoverano il film
James Dean – La storia vera (2001), con James
Franco, Guerra e pace (2007), con Clémence
Poésy, Le inchieste dell’ispettore Zen
(2011), Distretto di polizia (2011-2012), Una grande
famiglia (2012-2015), con Alessandro
Gassmann, e True Blood (2012), dove
interpreta la vampira Salome Agrippa recitando accanto ad
Alexander
Skarsgård. Negli anni successivi ha invece recitato
nelle celebri serie italiane I Borgia (2012), Solo per
amore (2015-2017), I Medici (2016) e nel film I
ragazzi dello Zecchino d’Oro (2019), con Matilda de
Angelis.
Valentina Cervi: chi è suo
padre
7. È figlia di un noto
regista. Come suggerisce il cognome, l’attrice è figlia
del regista e produttore Tonino Cervi, noto in
particolare per aver prodotto alcuni dei film dei più grandi autori
del cinema italiano, da Antonioni a Rosi, da Bertolucci a
Bolognini, come anche per la sua collaborazione con grandi
interpreti del panorama cinematografico nazionale come Sordi,
Gassmann e Villaggio. A sua volta, Tonino era figlio dei celebri
attori Gino Cervi e Ninì Gordini
Cervi, nonni dunque di Valentina, che si affermarono come
grandi e versatili interpreti della prima metà del Novecento.
Valentina Cervi: il marito e i
figli
6. Ha sposato un
regista. Nel 2005 l’attrice recita nel ruolo della
protagonista per il film Provincia meccanica, opera prima
del regista Stefano Mordini. Con questi, poi,
l’attrice intraprende una relazione, da cui nascerà la figlia
Margherita e pochi anni dopo un secondo figlio. L’esperienza della
maternità è stata da lei descritta come «l’esperienza più
folgorante che potessi vivere». Nel 2020, infine, l’attrice
torna a collaborare con Mordini per il suo nuovo film da regista,
Gli infedeli, distribuita sulla piattaforma Netflix.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Valentina Cervi in I Medici
5. Ha interpretato un noto
personaggio. Comparsa in tre episodi della celebre serie
di carattere storico, l’attrice ha impersonato qui la parte di
Alessandra degli Albizzi. Personaggio influente, questa è membro
dell’importante famiglia degli Albizzi, nobili che acquisendo
potere nella città di Firenze hanno contribuito ad orientarne la
cultura e la politica locale. Ella è la moglie del capofamiglia,
Rinaldo, nonché madre di Ormanno. Per l’attrice, si è inoltre
trattando di un ritorno al costume, avendo già in precedenza
recitato in film e serie ambientate in epoche passate.
4. Ha condotto diverse
ricerche sul personaggio. Per prepararsi al ruolo di
Alessandra degli Albizzi, l’attrice ha raccontato di aver studiato
il personaggio svolgendo diverse ricerche su di esso.
Documentandosi, ha infatti potuto scoprire aspetti inediti, non
accennati nella sceneggiatura, ma che le sono tornati utili per
costruire la psicologia del personaggio. Pur essendo comparsa
soltanto in tre episodi della prima stagione, l’attrice ha avuto
modo di portare in scena un’apprezzata versione della
nobildonna.
Valentina Cervi in True Blood
3. Si è totalmente affidata
al giudizio del regista per il suo ruolo. Spesso sono gli
stessi attori a proporre modifiche o varianti per quanto riguarda
il carattere o l’aspetto dei personaggi che dovranno interpretare.
Per la sua partecipazione alla serie True Blood, dove
interpreta la vampira di oltre duemila anni Salomè Agrippa, la
Cervi ha invece deciso di affidarsi totalmente alle scelte del
regista. L’attrice infatti aveva in mente di proporre una versione
del personaggio che ricordasse un’epoca passata, ma il regista
volle invece dar risalto alla modernità del personaggio,
cambiandovi perfino look. La Cervi si affidò a queste nuove
indicazioni, e costruì il personaggio poi visto sullo schermo e
tanto apprezzato.
2. È affascinata dalla
tragicità del personaggio. Parlando del suo ruolo, la
Cervi ha raccontato di come si sentisse particolarmente attratta
dalla sua psicologia e dal suo credo. In particolare, era
affascinata dalla tragicità intrinseca alla sua natura, e ha
cercato pertanto di rendere il personaggio il più umano possibile.
Ha dunque lavorato per spogliarlo di qualsiasi egocentrismo
rispetto alle sue azioni, ricercando un fondo di verità e umanità
in esse. Altro aspetto che l’attrice avrebbe poi desiderato
approfondire è il coinvolgimento politico della vampira, nella
serie soltanto accennato.
Valentina Cervi: età e
altezza
1. Valentina Cervi è nata a
Roma, Italia, il 13 aprile 1974. L’attrice è alta
complessivamente 170 centimetri.
Dopo il suo cortometraggio
basato sul videogioco Portal, il
regista Dan
Trachtenberg è stato collegata a diversi
progetti, tra cui Crime of the
Centurye Y: The Last
Man . Nulla è stato
ancora ultimato, ma tutti gli indizi del caso porterebbero a
credere cheValencia sia destinato
a essere il debutto alla regia di Trachtenberg
dopo aver chiuso un accordo con la Bad Robot
e Insurge Pictures (una divisione della
Paramount per i progetti a basso
budget).
A quanto risulta da diversi script,
una brevissima sinossi del film ci lascia capire come la
protagonista (una ragazza poco più che adolescente) si risvegli in
una cantina a seguito di un incidente. Accanto a lei c’è un ragazzo
che la mette a conoscenza della sconvolgente realtà che l’attende:
un attacco nucleare ha distrutto la società così come tutti la
conoscevano. Come reagirà e come si comporterà la giovane
protagonista?
In attesa di ulteriori notizie, ecco
una breve clip
diPortal: No
Escape, recente lavoro di
Trachtenberg.
La Valchiria del Marvel Cinematic
Universe non è la stessa che i fan dei fumetti
Marvel conoscono. Entrambi
i personaggi provengono dallo stesso luogo, sono ex guerriere di
Asgard passate a operare sulla Terra, ma la loro origin story è
molto diversa e il loro character design differisce
completamente.
Love and
Thunder riporterà il personaggio di Valchiria nel Marvel Cinematic
Universe, dato che questa versione del personaggio
aiuterà Thor nella sua battaglia contro
Gorr il Macellatore di Dei. L’aspetto interessante
è che farà squadra con Jane Foster, che ha assunto il ruolo di
Mighty Thor e nei fumetti è lei stessa una
Valchiria. Con il nuovo film che mostra Valchiria
in possesso di poteri che non aveva mai rivelato nelle sue
precedenti apparizioni, è interessante che almeno uno di questi
venga prelevato direttamente dai fumetti, che si tratti della
versione di Jane, Runa o della
Valchiria originale,
Brunnhilde.
Valchiria ha ali artificiali
Quando la maggior parte delle persone pensa alle
Valchirie, ha in mente l’immagine della versione
originale, Brunnhilde, che cavalca il cavallo
alato Aragorn. Tuttavia, la verità è che una
Valchiria può volare anche senza cavallo. La
versione di Jane Foster della Valchiria ha sviluppato un modo per usare
Undrajuarn, ‘Arma del Tutto in molti modi: uno di
questi comprende la trasformazione in ali, in modo da poter volare
quando necessario.
Ha condotto i morti nel
Valhalla
Nei fumetti,
Odino ha guidato un attacco alla Terra e uno dei
soldati che gli si sono opposti, Sigmund, è morto.
Ritenendo che i guerrieri come Sigmund meritassero
il paradiso dopo la morte, scelse l’amante di questi,
Brunnhilde, per diventare Valchiria .
Odino ha guidato una nuova schiera
di Valchirie come dee guerriere e
Valchiria stessa ha condotto i morti nella
versione di Asgard del Paradiso, il Valhalla:
Brunnhilde ha servito Odino in
questo ruolo per secoli. Tuttavia, dopo che questi dichiarò che
solo i guerrieri asgardiani sarebbero potuti approdare nel
Valhalla, l’entusiamso di Brunnhilde lasciò spazio
al disincanto.
Può percepire l’arrivo della
morte
Il compito principale della
Valchiria è quello di scortare gli Asgardiani
morti verso il Valhalla. Oltre a ciò, è in grado di percepire
l’arrivo della morte, capacità che le consente di assicurarsi di
essere presente al momento giusto per accompagnare i guerrieri
nell’aldilà. Questo potere è stato approfondito nel dettaglio
quando Dani Moonstar, membro dei New
Mutants, ha acquisito la capacità di percepire la morte
dopo essere diventata una valchiria.
Questa caratteristica della Valchiria sarà presente anche in Thor: Love
and Thunder. In un’intervista, Tessa Thompson ha dichiarato che la sua
Valchiria possiederà infatti “strane abilità”,
alludendo al fatto che “può percepire quando qualcuno è vicino alla
morte e condurlo nel Valhalla”.
Può parlare con i morti
Valchiria
può inoltre parlare con i morti, per accompagnarli pacificamente
nell’aldilà. Ciò che è interessante è che tutte le
Valchirie possiedono l’abilità asgardiana
dell’Allspeak, ovvero possono comunicare in tutte le
lingue e i dialetti dei Nove Regni, quindi possono interagire con
qualsiasi persona.
Le Valchirie possono
teletrasportarsi in qualsiasi dimensione
Poiché Valchiria ha il potere di condurre i guerrieri
nel Valhalla, deve ovviamente essere in grado di raggiungere luoghi
lontani in un batter d’occhio. Per questo motivo, chiaramente,
possiede il potere del teletrasporto, anche perché i guerrieri
asgardiani possono morire in uno qualsiasi dei Nove Regni, che
Valchiria deve poter raggiungere
immediatamente.
Non solo può teletrasportarsi da
sola, ma può portare con sé chiunque, ed è così che accompagna i
guerrieri nel Valhalla. Non vi sono trucchi, il teletrasporto è
possibile solo con la forza della sua volontà.
Il suo nemico principale era
l’Incantatrice
L’Incantatrice è
sempre stata una delle donne più subdole e manipolatrici di Asgard.
Lei e Valchiria hanno vissuto diverse avventure
insieme ma, quando Brunnhilde ha capito che la
vera natura di Amora era malvagia, ha cercato di
separarsene.
Tuttavia,
l’Incantatrice ha intrappolato la sua anima e ha
usato i poteri di Valchiria per combattere i suoi nemici. Per
anni ha approfittato di questi poteri sia per sé che per le sue
pedine, ma tutto è cambiato quando ha incontrato i
Defenders.
Valchiria era legata a Barbara
Norriss
Barbara
Norriss era una donna umana che divenne amica di
Hulk. Apparsa per lo più nelle storie dei
Defender, era una donna tormentata e con
difficoltà a superare il trauma di aver vissuto per un periodo
nella Dimensione Oscura. Finì per essere
catapultata indietro nel tempo e fu allora che
l’Incantatrice la scoprì.
L’Incantatrice
inviò Brunnhilde nel corpo di
Barbara e la Valchiria controllò la donna tornando con i
Defenders ai giorni nostri, dove si unì alla
squadra.
Valchiria aveva un destriero di
nome Aragorn
Valchiria
possiede un cavallo alato di nome Aragorn che
apparteneva in precedenza a Dane Whitman, il
Cavaliere Nero. Quando Barbara
Norriss venne mandata nel passato e il suo corpo finì per
essere posseduto da Brunnhilde, venne rispedito
indietro nel tempo anche un americano di nome Dane
Whitman, che sarebbe poi diventato il Cavaliere
Nero nei Vendicatori.
Tuttavia, in questa occasione scelse di rimanere nel XII secolo
d.C., ma fece un regalo a Valchiria: le diede in
custodia Aragorn, che cavalcò da lì in poi per
anni in battaglia, finché non arrivò il momento di passarlo al suo
sostituto.
Valchiria è stata a lungo membro
dei Defenders
Valchiria
è stato un membro di lunga data dei Difensori,
nonché primo nuovo membro a unirsi alla squadra. I membri originali
erano infatti Doctor Strange,
Hulk, Namor e
SilverSurfer, e non erano tanto
una squadra quanto piuttosto degli alleati che si aiutavano a
vicenda.
Valchiria è stata la prima a unirsi alla
squadra, trasformandola in un vero e proprio gruppo. Rimase con il
Dottor Strange quando altri lasciarono la squadra
e si unirono nuovi arrivati come Nighthawk e
Hellstrom.
Barbara ha dovuto morire perché
Valchiria fosse libera
Barbara
Norriss si accorse presto della presenza di
Brunnhilde e le due condivisero il corpo per un
certo periodo. Tuttavia, la situazione era chiaramente scomoda per
entrambe, poiché Brunnhilde non aveva accesso al
suo vero corpo e Barbara sentiva di aver perso se
stessa: l’unico modo per porre fine a questa situazione era dunque
la morte di Barbara.
Mentre Barbara
stava morendo, lo spirito di Brunnhilde continuava
a vivere. Il Dottor Strange si servì della sua
magia per aiutarla a ritrovare il suo vero corpo, restituendole i
ricordi. Lei scelse poi di rimanere sulla Terra, poiché sentiva che
Odino non aveva mai cercato di salvarla.
Valchiria ha una spada chiamata
Zanna di Drago
Valchiria
possiede un’arma mitica, una spada nota come
Dragonfang, che è stata ricavata dalla zanna di un
drago interdimensionale ed è quasi indistruttibile. Le è stata
consegnata dal Dottor Strange dopo averla ricevuta
dall’Antico.
La spada può assorbire forze magiche
quando entra in contatto con il sangue. Inoltre, frantuma qualsiai
barriera e gli scudi mistici, migliora le capacità di combattimento
di chi la usa e chi la controlla può evocarla nelle proprie
mani.
Brunnhilde è morta nella Guerra dei
Regni
La Valchiria originale,
Brunnhilde, è morta in War of the
Realms, una serie crossover Marvel del
2019, che ha visto Malekith, l’Elfo
Oscuro, conquistare tutti i reami e per poi puntare a
quello finale, la Terra.
Valchiria, a quel tempo, era un membro degli
Asgardiani della Galassia, che arrivarono in suo soccorso.
Brunnhilde scese in
campo con l’intero esercito di Valchirie, che
caddero di fronte al nemico Malekith. Per ultima,
Malekith uccise Valchiria,
ponendo fine al suo arco narrativo.
Jane Foster diventa la nuova
Valchiria
Jane
Foster, l’interesse amoroso di lunga data di
Thor, prese il suo posto quando lui si ritenne
indegno di sollevare il Mjolnir. Per molto tempo
nessuno ha saputo che Jane era la nuova versione
femminile di Thor, ma ha combattuto al fianco dei
Vendicatori ed è diventata un’eroina a tutti gli
effetti.
Alla fine Jane ha
rinunciato al ruolo e Thor l’ha reclamato. Durante
la Guerra dei Regni, Jane Foster si trovava con tutte le Valchirie
morte nell’obitorio quando lo spirito di
Brunnhilde arrivò e le chiese se potesse diventare
una Valchiria e accompagnare quelle guerriere nel
Valhalla, e lei accettò.
Una nuova valchiria è apparsa nel
2021
La Valchiria del MCU
potrebbe avere ora una controparte Marvel Comics. Nella serie The
Mighty Valkyries, infatti, la versione di
Valchiria del MCU
è apparsa per la prima volta nei fumetti con il nome di
Runa.
Questa nuova
Valchiria faceva parte delle nove Valchirie
originali, ma non è mai stata uccisa ed è rimasta intrappolata nel
corpo di un Celestiale morto, dove è stata
dimenticata. Ora Jane Foster e Runa
condividono il ruolo di Valchiria nell’Universo
Marvel Comics.
Knull ha intrappolato Runa per
secoli
La storia di
Runa è stata raccontata in The Mighty
Valkyrie, dove si è scoperto che aveva a che fare con uno
dei nemici più potenti della Marvel Comics:
Knull, dio delle tenebre, nonché essere che ha
creato i simbionti. Nel crossover King in Black ha
quasi conquistato la Terra, sconfiggendo quasi tutti gli eroi e
cadendo solo quando Venom ricevette l’aiuto
divino.
Knull ha anche dei
precedenti con Runa, la nuova valchiria della
Marvel Comics basata sul personaggio di Tessa Thompson dei film di
Thor. Quando la Valchiria di Jane Foster ha cercato di mettere insieme una
squadra per combattere Knull,
Runa non ne ha voluto sapere. Questo perché
Runa stava trasportando l’anima della sua amata
Alta attraverso il Regno di Mezzo quando
Knull attaccò e la intrappoò all’interno del corpo
di un Celestiale non morto per millenni, così a
lungo da farle dimenticare chi fosse.
Se siete stati attenti mentre
guardavate la serie di Prime VideoIl Signore degli Anelli:Gli Anelli del Potere, avrete
probabilmente sentito il termine “Valar” una o due volte. Per chi
non ha familiarità con i testi di Tolkiien, si tratta di
una razza angelica di spiriti che sovrintendono non solo
alla Terra di Mezzo, ma anche a tutta Arda. Nella seconda
stagione, Sauron (Charlie Vickers),
spacciandosi per il “Signore dei Doni” Annatar, dice a chi
gli sta vicino di essere stato inviato per conto dei Valar,
dichiarazione che gli conferisce un’autorità semi-divina su
Celebrimbor (Charles Edwards). Ma chi sono davvero
i Valar e che impatto hanno ne Gli Anelli del Potere?
I Valar esistono fin dalla
creazione di Arda nella Prima Era
Prima che il Dio del leggendario di
J.R.R. Tolkien, un essere chiamato Eru
Ilúvatar, creasse il cosmo, il primo gruppo che portò all’esistenza
fu quello degli spiriti immortali chiamati Ainur. Nel
Silmarillion, Tolkien descrive un
racconto della creazione, chiamato “Ainulindalë”, in cui Eru usa la
musica degli Ainur (la Musica di Ilúvatar) per formare l’intero
universo, chiamato Eä, compresa la Terra, chiamata Arda. È qui,
all’inizio, che Melkor, un Vala anch’egli, inizia a seminare i suoi
semi nel mondo di Eru, con l’intenzione di usurpare il suo Signore.
Una volta completata la creazione, Eru dà agli Ainur la possibilità
di scegliere, offrendo ad alcuni di loro l’opportunità di entrare
nel mondo fisico per contribuire alla sua cura. I più forti
furono chiamati Valar (le Potenze di Arda), mentre molti
degli spiriti minori furono chiamati Maiar.
Il Signore dei Valar, un essere
chiamato Manwë, è il re dei quindici Valar, mentre suo fratello
Melkor è il più bello e potente. È questo che rende il suo
passaggio alla malvagità così spiacevole, un po’ come Lucifero
nella tradizione cristiana: l’angelo più bello agli occhi di Dio lo
tradisce e per questo viene cacciato del paradiso. Alla fine
Melkor viene bandito dai Valar, assumendo
l’identità di Mortgoth, anche se convince molti Maiar a seguirlo
nella sua ribellione, tra questi c’è Mairon, che in seguito sarà
meglio conosciuto come Sauron. È allora che inizia la guerra tra
luce e tenebre, quando i Valar aiutano gli Elfi e gli Uomini (i
Figli di Ilúvatar) contro Morgoth e le sue forze vili e corrotte.
Nella Prima Era, i Valar trovarono anche Valinor, nel continente
più occidentale di Aman. Solo gli immortali, come gli Elfi,
hanno il permesso di viverci, anche se, dopo la sconfitta di Sauron
nella Terza Era, vengono fatte alcune eccezioni per tre Hobbit
(Frodo, Sam e Bilbo, in quanto Portatori dell’Unico Anello) e un
Nano (Gimli, per intercessione di Galadriel). A Valinor, i Valar
creano i famigerati Due Alberi che vediamo nei flashback de Gli
Anelli del Potere, che poi le forze di Morgoth
distruggeranno in seguito.
Oltre a Manwë – che è già stato
citato per nome
nella seconda stagione – e a Melkor, ci sono altri tredici
Valar che hanno ciascuno diverse specialità. Solo Eru Ilúvatar è
onnipotente, e quindi i Valar hanno ciascuno un ruolo
specifico da svolgere nella creazione. Manwë è il Re dei
Venti, mentre sua moglie Varda è la Regina delle Stelle. Ulmo è il
Signore dell’Acqua, Aulë il Fabbro è il Signore della Terra (è
anche il vecchio maestro di Sauron e uno dei pochi Valar a essere
menzionato per nome in Anelli del Potere), Yavanna la
Portatrice di Frutti è la Signora della Terra (un’altra
indirettamente menzionata nello show), Estë è la Signora della
Guarigione e del Riposo, e così via. Alcuni Valar rappresentano i
sogni (Irmo), il giudizio (Námo) o la bellezza (Vána), mentre altri
sono l’incarnazione della sportività (Oromë), della misericordia
(Nienna) e delle arti (Vairë, Nessa). Data la devota fede cattolica
di Tolkien, i Valar potrebbero quasi essere considerati santi
patroni angelici, mentre altre interpretazioni accademiche li
paragonano alle divinità romane o greche di un tempo.
I Valar sono profondamente
legati al destino di Númenor nella Seconda Era
Uno degli aspetti più importanti del
posto dei Valar nella Terra di Mezzo è il loro legame con Númenor.
Nella Seconda Era,i Valar
sollevarono l’isola
di Númenordalle profondità del mare
per amore degli Edain, il gruppo di Uomini che aveva combattuto
valorosamente nella Guerra dei Grandi Gioielli della Prima Era.
Anch’essi si opposero a Morgoth, che fu bandito dai Valar in un
Vuoto senza tempo, apparentemente per non tornare mai più.
(Tuttavia, Tolkien propone un mito apocalittico per Arda chiamato
“Dagor Dagorath”, in cui Morgoth viene presumibilmente liberato per
un ultimo conflitto, come Satana alla fine del Libro biblico
dell’Apocalisse). Consegnando Númenor agli Edain, i Valar non sono
più coinvolti negli avvenimenti di Arda durante la Seconda Era. Con
Sauron che ha preso il posto di Morgoth nella gerarchia del male,
gli Uomini e gli Elfi (e i Nani, naturalmente) sono essenzialmente
abbandonati a se stessi per affrontare il nascente Signore
Oscuro.
Ma tutto questo cambiò quando i
Númenóreani attaccarono. Sebbene in origine, dopo la Prima Era, i
Númenóreani tenessero in grande considerazione i Valar, ritenendoli
quasi degli dei, anni di silenzio, uniti agli inganni di
Sauron, hanno fatto sì che Númenor voltasse le spalle ai vecchi
modi e alle vecchie tradizioni. Questo è esattamente ciò
che accade ne Gli Anelli del Potere, dove c’è una chiara
tensione tra i Númenóreani più agnostici, che non hanno alcuna
utilità per i Valar o gli Elfi, e i Fedeli, come Elendil
(Lloyd Owen), che lottano per rimanere
fedeli alla loro eredità. Sotto l’influenza del Signore Oscuro, i
Númenóreani – sotto la guida di Ar-Pharazôn (Trystan
Gravelle) – portano la lotta ad Aman, la patria dei Valar,
con il risultato di un orribile tradimento. Disperato, Manwë
implora Eru Ilúvatar di intervenire.
L’“Akallabêth” del
Silmarilliondescrive nei dettagli ciò che accade in
seguito. Come il Grande Diluvio che si trova nel libro biblico
della Genesi, Eru distrugge Númenor con una Grande Onda,
risparmiando solo i Fedeli rimasti, come Elendil e la sua famiglia.
Ma Eru non si fermò alla distruzione di Númenor. Rifece
anche il mondo, trasformandolo dal suo aspetto originario di terra
piatta in un globo sferico, e rimosse Aman da esso in modo
che l’uomo non potesse mai più navigarvi se non attraverso un
percorso specifico. Questo percorso porta gli Elfi completamente
fuori da Arda, conducendoli nelle Terre Eterne che Eru Ilúvatar ha
riservato per il bene dei suoi più grandi servitori.
I Maghi Istari furono
originariamente inviati dai Valar nella Terza Era
Al tempo della Terza Era, i Valar
interagiscono raramente con Arda. A parte qualche sporadica
menzione ne Il Signore degli Anelli, i Valar sono in gran
parte assenti dalla scena. Dopo la distruzione di Númenor, Sauron
fu sconfitto alla fine della Seconda Era durante la Guerra
dell’Ultima Alleanza, dove il figlio di Elendil, Isildur
(Maxim Baldry), rimosse dal suo dito con la forza
il suo Unico Anello del Potere. Ma nonostante il Signore Oscuro
abbia faticato a riacquistare il suo aspetto fisico, era ancora una
minaccia incombente sulla Terra di Mezzo. In risposta a ciò, i
Valar si rifiutarono di lasciare che la Terra di Mezzo rimanesse
completamente indipendente dalla loro influenza e inviarono
cinque valorosi Maiar, chiamati “Istari”, nel mondo travestiti da
uomini.
Olórin divenne Gandalf il Grigio
(poi Gandalf il Bianco), Curumo divenne Saruman il Bianco e
Aiwendil divenne Radagast il Bruno. C’erano altri due “Maghi
Blu” di nome Alatar e Pallando che non compaiono mai né ne
Lo Hobbit, né ne Il Signore degli Anelli, né in nessun altro racconto
di Tolkien. Attraverso Gandalf e gli altri quattro Istari,
i Valar contribuirono alla continua resistenza
all’influenza di Sauron. Purtroppo, non diversamente da
Sauron stesso, Saruman alla fine si rivoltò contro gli altri Maghi,
i Valar, Eru Ilúvatar e tutta la Terra di Mezzo, alleandosi con il
Signore Oscuro.
In effetti, nei Racconti
incompiuti, Tolkien stesso nota che solo Gandalf alla
fine rimase fedele al suo compito, e questo è senza dubbio
il motivo per cui Eru Ilúvatar lo resuscitò dopo la sua fatale
battaglia con il Balrog ne La Compagnia dell’Anello. Non
si sa molto di più sui Valar, ma se Annatar/Sauron sostiene di
essere il loro messaggero nella Terra di Mezzo ne Gli Anelli
del Potere, sappiamo che non è vero. Semmai, i Maghi Istari
sono la cosa più vicina a quel ruolo, e speriamo di vederne di più
quando questo misterioso Straniero (Daniel Weyman)
inizierà a scoprire di più sulle sue origini.
Arrivano il giorno di San Valentino
una valanga di foto del remake deLa Casa, il film
diretto da Fede Alvarez e remake del cult
horror del 1981 diretto da Sam Raimi,
Quella di The
Conjuring, iniziata nel 2013 e in corso tutt’ora,
è una delle saghe horror più celebri e acclamate di sempre. A
differenza di altri titoli di questo genere, grazie a sequel,
spin-off e prequel, questa è divenuta un vero e proprio universo
condiviso, con personaggi, situazioni e creature divenute ormai
iconiche. Proprio parlando di queste ultime, una delle più
spaventose è certamente Valak, il demone presente
in alcuni dei film della saga e affermatosi come una vera e propria
fonte di terrore continuo. Su di esso, ci sono però molte cose da
sapere al di là dei film, alcune delle quali lo renderanno ancor
più spaventoso.
Valak: i film in cui compare
La prima comparsa di Valak
all’interno della saga di The Conjuring si ha nel secondo
film della trilogia principale, ovvero The Conjuring – Il caso
Enfield, del 2016. Qui il demone è il principale
antagonista della vicenda, opponendosi dunque ai protagonisti
interpretati da Patrick Wilson
e Vera Farmiga.
Il personaggio ha poi avuto un cameo nel film del 2017 Annabelle: Creation.
Data la sua crescente popolarità tra i fan, Valak ha infine
ricevuto un proprio film che ne esplora le origini, ovvero lo
spin-off The Nun – L’evocazione del
male.
La saga di The Conjuring è
notoriamente ambientata in un arco temporale che va dagli anni
Sessanta agli anni Settanta. Proprio con l’arrivo di The Nun – L’evocazione del
male, tale periodo si è esteso agli anni Cinquanta. Il
film, che esplora le prime manifestazioni del demone Valak, è
infatti ambientato nel 1952 e ciò lo posiziona come prima titolo in
ordine cronologico all’interno della saga. Considerando che The
Conjuring – Il caso Endfield è ambientato nel 1976, Valak
attraversa dunque l’intero ciclo narrativo, affermandosi come uno
dei principali villain in assoluto.
Uscito nel 2018, The Nun –
L’evocazione del male si è affermato come un ulteriore grande
successo della saga. Ciò ha naturalmente spinto i produttori a
valutare la possibilità di realizzare un sequel di questo spin-off,
approfondendo ulteriormente le azioni del demone Valak e la sua
storia. Attualmente in fase di pre-produzione, con il semplice
titolo di The Nun 2, questo dovrebbe raccontare una storia
che si ricollega infine agli eventi di The Conjuring – Il caso
Endfield, chiudendo così idealmente l’arco narrativo del
personaggio.
Valak: l’attrice che interpreta il
personaggio e le sembianze da suora
Sotto le sembianze del demone Valak
vi è l’attrice Bonnie Aarons, celebre anche per
aver recitato nei film Mulholland Drive, Drag Me to
Hell e I Know Who Killed Me. La vera
popolarità è però arrivata proprio grazie alla saga di The
Conjuring, dove ha interpretato il demone Valak nei tre film
in cui questo compare. L’attrice ha poi affermato di essere pronta
a riprendere il personaggio anche per ulteriori titoli della saga,
di fatto portando avanti le gesta del terribile demone.
Per poter interpretare il
personaggio, l’attrice si è naturalmente dovuta sottoporre a
diverse ore di trucco, necessarie a conferirle il demoniaco aspetto
di Valak. Questo è poi stato esaltato e reso più spaventoso in fase
di post produzione tramite effetti digitali, ma sul set era
comunque necessario poter avere a che fare con una prima versione
dell’aspetto del demone, così che anche gli altri attori potessero
sentirsi davvero intimiditi dalla sua presenza.
Per quanto riguarda l’aspetto del
personaggio, al momento di introdurre il demone Valak nel film
The Conjuring – Il caso Endfield, i produttori, gli
sceneggiatori e il regista James Wan hanno optato
per rivisitare le sembianze con cui tale creatura è nota. Secondo
il mito, infatti, Valak è un demone associato ai serpenti, ed ha
dunque somiglianze con questi rettili. Poiché la sua presenza nel
film è però legata ad un monastero in Romania, come si vedrà poi in
The Nun, si decise di dargli l’aspetto di una suora
demoniaca e particolarmente spaventosa.
Dovendo spiegare come mai, tra tutte
le rappresentazioni possibili del demone, è stata scelta una suora,
James Wan ha così motivato la cosa: “essendo un’entità
demoniaca che perseguita Lorraine, che la attacca, volevo qualcosa
che minasse alla sua fede. Qualcosa che mettesse in pericolo
l’incolumità di suo marito. E quindi in questo modo si è cementata
nella mia testa l’idea di un’immagine religiosa.”
Valak: la vera storia dietro al demone
Per quanto riguarda la vera storia
dietro al demone Valak, le prime descrizioni risalgono a testi come
Piccola Chiave di Salomone, scritto nel XVII secolo.
Questo contiene dettagliate informazioni su alcuni spiriti e dei
rituali necessari per evocarli. Le sembianze di Valak variano poi
di testo in testo, e ad esempio in Dictionnaire Infernal,
del 1818, Valak assume le sembianze di un angelo alato che cavalca
un drago a due teste. Tutte le fonti che citano il demone,
tuttavia, sono concordi nell’assegnargli grandi poteri, tra cui la
capacità di controllare i serpenti e di possedere il corpo
umano.
La maggior parte dei testi in cui si
parla di Valak, citano infatti il demone con l’appellativo di
“Presidente”. Ciò sottolinea l’autorità per cui Valak è noto nel
mondo demoniaco. La Piccola Chiave di Salomone,
addirittura, lo indica come il Gran Presidente dell’Inferno.
Secondo il testo, infatti, egli governerebbe su intere legioni di
demoni. Tale autorevolezza rende Valak molto difficile da invocare,
poiché non si concede se non a chi ritiene meritevole della sua
presenza.
Come noto, i film della saga di
The Conjuring sono liberamente ispirati ad eventi
raccontati dai coniugi Ed e Lorraine Warren, ricercatori del
paranormale. Nel corso della loro lunga attività, i due hanno
affermato di essersi scontrati anche con il demone Valak, il quale
sarebbe arrivato negli Stati Uniti dalla Romania dopo aver
posseduto un uomo di nome Maurice Theriault. L’uomo, secondo quanto
riportato dagli Warren, era capace di azioni sovrumane e si
caratterizzava anche per spaventose manifestazioni corporali. Come
per molti dei casi degli Warren, non ci sono prove effettive della
loro veridicità, ma certo è che la fama di Valak come demone è
sempre più estesa e presenta origini tutt’altro che recenti.
Amazon Prime Video ha diffuso in rete il primo
trailer ufficiale di Val,
documentario sulla vita dell’attore Val Kilmer.
Chi è Val Kilmer? Lui è Batman, è Iceman, è Jim Morrison. Ed è un
filmmaker da tutta la vita. Il film uscirà su Prime Video il
prossimo 6 agosto.
Diventato famoso per il suo sguardo
sexy e glaciale, Val
Kilmer è stato uno dei Batman più amati del
grande schermo. La sua è stata una carriera lunghissima, fatta di
alti e bassi e di tanti successi.
Scopriamo insieme tutto
quello che c’è da sapere su Val Kilmer, ripercorrendo
tutte le tappe più importanti della sua carriera.
Val Kilmer film: gli inizi della
sua carriera
10. Nato a Los
Angeles, in California, Stati Uniti, Val Edward
Kilmer è il secondo di tre figli. Dopo il divorzio dei suo
genitori, a otto anni Val si trasferisce a San Fernando Valley con
il padre, il fratello maggiore Mark e il fratello minore Wesley,
mentre la madre si trasferisce in Arizona e inizia a lavorare come
hostess.
Ma la vita a San Fernando Valley
per Val diventa un vero incubo. Nel 1977 suo fratello minore muore
annegato a soli 15 anni e nel 1993 tocca a suo padre, che viene a
mancare quando Val ha poco più di trent’anni.
Val Kilmer, Meg Ryan, Kyle MacLachlan e Frank Whaley in The Doors –
Fonte: IMDB
9. E’ proprio in
questo periodo molto difficile della sua vita, dopo la morte del
fratello Wesley, che Val Kilmer si avvicina alla Chiesa
Cristiano Scientista. Oltre a frequentare lo stesso liceo
di Kevin
Spacey e Mare Winningham, dopo il
diploma, Val viene accettato alla Julliard School,
famosa scuola di arte drammatica. Qui Kilmer studiare recitazione e
comincia a sperimentare con il suo talento.
Durante i suoi anni alla Julliard,
Val Kilmer si unisce alla compagnia teatrale, scrivendo e recitando
in vari spettacoli. Grazie al suo talento di attore e giovane
autore, viene notato dal regista Francis Ford
Coppola che, nel 1983, gli offre una parte nel film
I Ragazzi della 56a Strada, ruolo che Val rifiuta
per non abbandonare il suo gruppo di teatro.
Val Kilmer nel film The Doors – Fonte: IMDB
Quello stesso anno, partecipa a uno
spettacolo a Broadway, dal titolo The Slab
Boys, insieme a Kevin
Bacon e Sean
Penn e in più appare in un episodio della serie tv
ABC Afternoon Specials al fianco di Michelle
Pfeiffer. Ispirato dall’incontro con la giovane
Michelle, qualche anno più tardi Val Kilmer pubblica un suo libro
di poesie dal titolo My Edens After
Burns, attualmente in vendita su Amazon per quasi
2500 euro.
Val Kilmer filmografia
8. Finalmente nel
1984 Val Kilmer debutta al cinema all’età di 24 anni nel film
Top secret!, commedia diretta da Jim Abrahams,
David Zucker e Jerry Zucker. Nel film Val interpreta il ruolo del
protagonista, Nick Rivers, una star del rock americano che per
sbaglio viene invitato a un festival musical nella Germania Est, in
pieno clima di Guerra Fredda.
A quel primo film, negli anni
ottanta, ne seguirono molti altri. In questo periodo Val Kilmer
recita in Scuola di Geni (1985),
Willow (1988), Killing Me Again
(1989) e ovviamente Top Gun (1985).
7. Diretto da Tony Scott e
prodotto dal grande Jerry Bruckheimer, Top
Gun è un film d’azione divenuto un vero e proprio cult del
cinema degli anni ottanta. Val Kilmer in Top Gun interpreta il
pilota Tom “Iceman” Kazinsky, e recita al fianco di Tom Cruise e
Anthony Edwards.
Val Kilmer, Rick Rossovich, Whip Hubley e Barry Tubb in Top Gun –
Fonte: IMDB
7. Diretto da Tony
Scott e prodotto dal grande Jerry
Bruckheimer, Top Gun è un film
d’azione divenuto un vero e proprio cult del cinema degli anni
ottanta. Val Kilmer in Top Gun interpreta il pilota Tom “Iceman”
Kazinsky, e recita al fianco di Tom Cruise e Anthony Edwards.
Tom Cruise, Val Kilmer, Tom Skerritt, Rick Rossovich e Adrian
Pasdar in Top Gun – Fonte: IMDB
Il film racconta la storia di Pete
‘Maverick’ Mitchell (Tom
Cruise), pilota della marina militare americana,
scelto insieme al suo Navigatore Nick ‘Goose’ Bradshaw (Anthony
Edwards) a partecipare alla famosa e prestigiosa
scuola Top Gun. La pellicola di Tony Scott segue tutte le fasi
della formazione di Mavercik, dal durissimo addestramento fino al
fatale incidente durante le esercitazioni e l’abbattimento degli
aerei nemici. A movimentare i mesi di duro lavoro di Maverick ci
sono i suoi compagni di viaggio e una storia d’amore molto speciale
con una delle sue istruttrici, Charlotte “Charlie” Blackwood
(Kelly
McGillis).
Val Kilmer in Batman Forever
6. Negli anni
novanta, Val Kilmer gira numerosi film tra cui The
Doors (1991), Cuore di Tuono (1992),
Una Vita al Massimo (1993), Una Bionda
Tutta d’Oro (1993), Tombstone (1993),
Le Ali del Coraggio (1995), Heat
(1995) e ovviamente Batman Forever.
Terzo capitolo in ordine
cronologico nella “saga” dei film dell’uomo pipistrello,
Batman
Forever, diretto nel 1995 da Joel
Schumacher, segna la svolta nella carriera di Val
Kilmer.
Val Kilmer e Pat Hingle in Batman Forever – Fonte:
IMDB
Nel film siamo in una Gotham City
funestata dall’arrivo di due nuovi malvagi criminai, Due Facce e
l’Enigmista. Il primo è l’ex procuratore distrettuale Harvey Dent
(Tommy Lee
Jones) ferito da un getto d’acido che ha lasciato il
suo volto deturpato; mentre il secondo è Edward Nygma (Jim
Carrey), ex dipendente della Wayne Enterprises, nonché
inventore di uno strano apparecchio chiamato The Box, capace di
manipolare le onde cerebrali delle persone. Entrambi hanno giurato
di distruggere Gotham City, la città che li ha fagocitati e poi
risputati, e di vendicarsi di Batman.
Val Kilmer in Batman Forever – Fonte: IMDB
Non sapendo come fermare questi due
inarrestabili criminali, il detective James Gordon (Pat
Hingle) chiede aiuto all’Uomo Pipistrello che, per
l’occasione potrà avvalersi di un aiuto in più. Si tratta di Robin,
alias Dick Grayson (Chris
O’Donnell), giovane protetto di Bruce Wayne la cui
famiglia è stata decimata dal perfido Due Facce. Il ragazzo,
aiutato dal maggiordomo di casa Wayne, Alfred (Michael
Gough), si trasforma in Robin, un secondo giustiziere
mascherato, correndo in soccorso di Batman.
Jim Carrey e Tommy Lee Jones in Batman Forever – Fonte:
IMDB
Il film, pur non essendo
all’altezza dei primi due capitoli della saga,
Batman e Batman Il
Ritorno, entrambi diretti da Tim
Burton, diventa comunque un grande successo e
quell’anno porta a casa ben tre candidature agli Oscar per miglior
fotografia, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro.
Val Kilmer in Il Santo
5. Gli anni
novanta continuano senza sosta per Val Kilmer che continua a
passare da un progetto a un altro. In questo periodo l’attore
recita in film come Heat – La Sfida (1995),
Dead Girl (1996), L’Isola Perduta
(1996), Spiriti nelle Tenebre (1996), A
Prima Vista (1999), Joe The King (1999) e
in ultimo Il Santo.
Diretto da Phillip
Noyce nel 1997, Il Santo è un film d’azione diventato
negli anni un vero cult di genere. Il suo protagonista è ispirato
al personaggio letterario di Simon Templar, detto
appunto il Santo, nato nel 1928 dalla penna di
Leslie Charteris con il romanzo giallo
Meet The Tiger.
Val Kilmer e Elisabeth Shue in The Saint – Fonte: IMDB
Il film racconta la storia di Simon
Templar (Val Kilmer), un ladro molto astuto e dai
modi sofisticati che opera su scala internazionale ed è in grandi
di depistare chiunque lo insegua grazie alla sua straordinaria
abilità nel cambiare identità.
Lavorando su commissione, Simon è veloce e non commette errori e
passa continuamente da un lavoro all’altro viaggiando per il mondo.
In uno dei suoi lavori sotto falso nome incontra la dottoressa Emma
Russell (Elisabeth Shue) che travolgerà la sua
perfetta routine criminale.
4. Negli anni duemila Val
Kilmer continua la sua scalata dell’impero hollywoodiano,
un film alla volta. Tra i suoi progetti più importanti ricordiamo
Pollock (2000), The Missing
(2003), Nella Mente del Serial Killer (2004),
Alexander (2004), Kiss Kiss Bang
Bang (2006), Conspiracy (2008),
ll cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans
(2009), MacGruber (2010) – commedia in cui recita
al fianco di Will
Forte – Mister Vendetta (2010),
Twixt (2011),
Wyatt Earp – La Leggenda (2012), Song to
Song (2017), L’uomo di
neve (2017) e ovviamente Top Gun:
Maverick (2020).
Val Kilmer in Top Gun 2
3. A distanza di
trentacinque anni dal primo film Val Kilmer nel 2020 si trova
nuovamente a interpretare il ruolo di Tom “Iceman” Kazinsky nel
sequel di Top Gun, dal titolo Top Gun –
Maverick.
Jennifer Connelly and Tom Cruise in Top Gun – Maverick – Fonte:
IMDB
A più di trent’anni dalla scomparsa
di Goose, suo compagno di volo, Maverick (Tom
Cruise) è diventato uno dei nuovi istruttori della
scuola di piloti Top Gun. Tra le nuove reclute dell’accademia,
trova anche Bradley (Miles
Teller), figlio del defunto Goose, che cerca di
diventare pilota proprio come suo padre. Sarà quindi compito di
Maverick addestrarlo e fargli da mentore durante la sua
formazione.
Al cast del film, diretto da
Joseph Kosinski, oltre a Tom
Cruise e Val Kilmer che riprendono i
loro vecchi ruoli, si aggiungono anche Miles
Teller,Jennifer
Connelly, Glen Powell e il grande
Ed
Harris.
Miles Teller in Top Gun – Maverick – Fonte: IMDB
Nonostante le riprese di Top Gun –
Maverick siano finite ormai già lo scorso anno, a causa della
pandemia di Corona Virus ancora in corso, l’uscita del film,
prevista per il 2020, è stata posticipata di un altro anno, al
2 luglio del 2021.
Val Kilmer e la malattia: lotta
contro il cancro
2. Guardando alla
carriera di Vale Kilmer dagli inizi ad oggi, si nota una
sostanziale discrepanza in termini quantitativi tra gli anni
ottanta-novanta e gli anni duemila. La carriera dell’attore
‘losangelino’ ha infatti subito un rallentamento causato da una
terribile malattia.
Nel 2014, a Val Kilmer è stato
diagnosticato un tumore aggressivo alla gola,
notizia che lo stesso attore ha reso nota via social. Così come
racconta nel suo libro di memoria, dal titolo I’m Your
Huckleberry, l’attore aveva disturbi alla gola già da
tempo, segnali che ha trascurato fino quasi al punto di non
ritorno. Una notte, infatti, racconta di essersi svegliato
all’improvviso iniziando a tossire sangue; dopo aver chiamato il
911 è stato portato in ospedale dove gli esami hanno evidenziato
una massa cancerosa proprio alla gola.
Val Kilmer ha
combattuto per anni quel cancro così aggressivo affidandosi alla
medicina e alla chemioterapia ma anche alla preghiera; l’attore è
sempre stato molto religioso e crede siano state proprio le
costanti preghiere sue e dei suoi cari a farlo guarire. Oggi Val
Kilmer, all’età di sessant’anni, ha l’aspetto segnato dal tempo e
dalle sofferenze causate dalla malattia, eppure continua a lottare
e a fare quello che gli riesce meglio, recitare.
1. Per restare
sempre aggiornati sulla vita professionale e privata di Val Kilmer,
seguite il suo profilo Instagram
ufficiale.
Manca sempre meno all’uscita di
Top
Gun: Maverick e molta dell’attesa intorno al film
riguarda anche la curiosità di capire in che modo è stato inserito
nel film il cameo annunciato di Val Kilmer, che
nel film originale interpretava Tom “Iceman” Kazansky.
Lo stesso Val
Kilmer ha condiviso un’immagine di lui e
Tom Cruise con il cast dell’originale Top Gun e i
loro consiglieri della Marina. Anthony Edwards
(Goose) e Tom Skerritt (Viper), sono alcuni degli
altri volti importanti nella foto. Guarda lo snap qui sotto:
here's a very special throwback from the OG
Top Gun. Pictured here are the actual Navy Airforce Top Gun
Advisors! pic.twitter.com/5G7IaFPoXd
Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell
(Tom
Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo
più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui
vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più
di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando
coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra
speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione
segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw
(Miles
Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo
vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un
futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà
affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una
missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte
di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.
Vado a vivere da solo è il
film del 1982 di Marco Risi con Jerry Calà, Enzo Salvi, Lando
Buzzanca
Giacomo, Giacomino per i genitori
iperprotettivi, è un ventiseienne milanese studente fuoricorso. Al
suo compleanno mamma e papà gli promettono “qualunque cosa” e lui,
colta la palla al balzo, chiede d’andare a vivere da solo. Per i
genitori, specie per la mamma, è un autentico dramma. Affitta un
appartamento malconcio all’ultimo piano di un palazzo senza
ascensore, il cui proprietario è partito per l’India, seguendo una
moda diffusa tra i giovani dell’epoca. E lo arreda con mobili di
seconda mano, ma con un tocco spiccato di originalità, sia per i
colori scelti quanto per gli oggetti strani sparsi qua e là per la
casa.
Su tutti, il mitico Wc che suona e
s’illumina quando ci si siede sopra. Inizia la sua avventura da
scapolo gaudente, ma deve purtroppo sopportare le visite
“pedagogiche” dell’invadente signor Giuseppe, ex vicino di casa
cacciato dalla moglie. Presto quest’effimera vita viene rotta
dall’arrivo di Françoise, amica del proprietario di casa, bella
francese alla ricerca dell’uomo giusto, che inizialmente non si
accorge dei sentimenti che Giacomino prova per lei e che tenta
timidamente di dimostrarle.
Questo film del 1982 segna
l’esordio come regista di Marco Risi, che cambierà presto registro
nei suoi lungometraggi dedicandosi a film principalmente a sfondo
sociale o d’inchiesta. Risi si avvale di attori in quel periodo in
pieno successo e popolarità, quali Jerry Calà, nei
panni del buffo protagonista Giacomo, Lando
Buzzanca, l’invadente vicino signor Giuseppe e di
Francesco Salvi, il depresso amico-collega di Giacomo. A loro va
aggiunta la graziosissima Elvire Audray, nei panni di
Françoise.
Vado a vivere da
solo si colloca in quel lungo filone del Cinema italiano
costituito da commedie spensierate, partito proprio a inizio anni
’80. Film leggeri, esilaranti, demenziali, talvolta trash e
volgari, che presero il posto dei film erotici anni ’70, ormai
soppiantati dai film hard. Ma la presente pellicola si differenzia
da molte altre di questo calderone perché mai volgare o eccentrica,
bensì comica e colorita al punto giusto.
Vado a vivere da
solo è quanto mai attuale, dato che tratta una piaga delle
attuali generazioni: le difficoltà di lasciare il tetto familiare,
vuoi per motivi economici, vuoi per quel (in)sano atteggiamento
iperprotettivo dei genitori italiani. Specie quelli del sud. Anzi,
si può dire che Risi, coadiuvato nella sceneggiatura dal re delle
commedie, Enrico Vanzina, e dallo stesso
Jerry Calà, abbia perfino anticipato un fenomeno:
quello della proliferazione dei mammoni “alla Giacomino” in Italia,
i bamboccioni.
Un film consigliato dunque per chi
vuole passare un’ora e mezza spensierata, senza volgarità,
impreziosita dalla verve comica di Jerry Calà, con
le sue inconfondibili gestualità e mimiche facciali, nonché le sue
battute imprevedibili e che sembrano (o forse lo sono davvero)
spontanee e fuori copione. Ad aggiungersi all’ilarità di Cala’ ci
sono anche la verve di un attore consolidato quale Lando
Buzzanca, e la timida spalla di un giovanissimo Francesco
Salvi.
Vado a vivere da solo ha avuto
anche un sequel: Torno a vivere da solo, nel quale Giacomino è
ormai adulto, sposato con due figli, affermato agente immobiliare.
Divorzia dalla partenopea moglie Francesca e intraprende una vita
da scapolo incallito. Ma ovviamente, anche qui i pasticci non
mancano. Un sequel che risente della stanca riproposizione delle
caratteristiche del primo film, ma soprattutto, dell’eccessivo
lasso di tempo intercorso col primo episodio. Ben 16 anni.
Dopo avervi mostrato il primo
trailer ufficiale con un Chris Hemsworth a torso
nudo e con i suoi “gioielli” in mostra (potete vederlo qui), è arrivato online anche il
teaser poster di Vacation, il prossimo
film comico con Ed Helms sulla falsa riga di
Come ti spaccio la famiglia. Potete
vederlo di seguito:
Vacation,
reboot del franchise National
Lampoon’s Vacation, uscirà al cinema il prossimo
9 ottobre.Ed Helms
interpreterà il protagonista del film, Rusty Griswold, mentre
Christina Applegate sarà sua moglie. Chevy
Chase e Beverly D’Angelo, protagonisti
della saga originale, appariranno in un cameo. La pellicola sarà
diretta da John Francis Daley e Jonathan
Goldstein, che ne hanno anche scritto la
sceneggiatura.Chris Hemsworth interpreterà il
marito della sorella di Rusty (Helms), Audrey (ruolo che non è
stato ancora coperto), mentre Charlie Day apparirà
in un cameo nei panni di una guida di rafting. Le riprese del film
inizieranno a Settembre.
National Lampoon’s Vacation è una
saga comedy iniziata nel 1983 con il film omonimo diretto da
Harold Ramis. Il franchise segue le avventure
della famiglia Griswold, composta da papà Clark (Chevy Chase),
mamma Ellen (Beverly D’Angelo) e i loro due figli. Il primo film
della serie è stato seguito da altre tre pellicole e da uno
spin-off.
In anteprima, uno sguardo al nuovo
poster di Vacation, commedia americana
scritta e diretta da John Francis Daley
(Bones, Freaks and Geeks) e
Jonathan Goldstein (The Incredible
Burt Wonderston). Il reboot della commedia del 1983
di Harold Ramis, National Lampoon’s
Vacation, vede tra i protagonisti Ed Helms ,
Christina Applegate , Leslie Mann e Chris
Hemsworth.
Il film segue le
avventure di Rusty (protagonista dell’originale) cresciuto, sposato
e con una famiglia propria. Preoccupato che i suoi figli James
(Skyler Gisondo) e Kevin (Steele
Stebbins) si fossilizzino a casa, organizza una vacanza
con loro e la moglie Debbie (Christina
Applegate).
Il viaggio attraversa il paese fino
a Walley-World, il parco a tema che suo padre ha cercato di
raggiungere anni prima. E lungo il tragitto, Rust si ferma a
visitare proprio la sua famiglia: il padre Clark (Chevy
Chase) e la madre Ellen Griswold (Beverly
D’Angelo), la sorella Audrey (Leslie
Mann) e suo marito Stone Crandall (Chris
Hemsworth).
Nel cast anche Keegan
Michael Key, Nick Kroll, Charlie Day, Regina Hall e
Kaitlin Olson. Vacation sarà nelle sale americane il 13
novembre.
Dopo 40 anni
Vacanze di Natale batte tutti al botteghino con la
media copia più alta d’Italia e quasi 500.000 euro
d’incasso in un solo giorno. Ieri, sabato 30 dicembre, in
tantissime sale si è registrato il sold out per la commedia cult di
Natale firmata da Carlo Vanzina, prodotta dalla
Filmauro di Luigi e Aurelio De Laurentiis e
distribuita nelle sale, in versione restaurata e rimasterizzata, da
Nexo Digital a 40 anni dall’uscita al cinema del
film. I cinema si sono riempiti di appassionati che hanno
accolto l’invito a scegliere un dress code rigorosamente ispirato
agli anni Ottanta e che hanno cantato, ballato e recitato a memoria
le battute più celebri del film.
Così, per
accontentare i tanti fan che non sono riusciti a rivederlo,
VACANZE DI NATALE in versione restaurata
e rimasterizzata tornerà nelle sale solo per un altro
giorno il prossimo 6 gennaio. L’elenco delle sale e i
biglietti in prevendita saranno a breve disponibili su nexodigital.it.
Uscito al cinema
nel dicembre del 1983, “Vacanze di
natale”riconquista il grande
schermoper una giornata unica: il
VACANZE DI NATALE DAY è infatti uno
speciale appuntamento nelle sale pensato per radunare tutti
i fan che ne conosconoa memoria le
battutee le scene più esilaranti e che
ne ricordano perfettamente la colonna sonora in
cui sono presenti alcuni dei brani più celebri di tutti gli
anni Ottanta.
Celebrando al
cinema i 40 anni di un film che ha fatto ridere e divertire intere
generazioni, l’appuntamento al cinema è anche il momento per
rivivere un rito che per molti anni ha accompagnato i tradizionali
festeggiamenti natalizi italiani: andare al cinema in compagnia di
amici e familiari per vedere un film tutti insieme.
“Vacanze di
Natale” diretto nel 1983 da Carlo Vanzina,
scritto insieme a suo fratelloEnrico, è una
commedia cult, patrimonio dell’immaginario del nostro Paese.
Ambientata a Cortina d’Ampezzo e ritmata da una
colonna sonora che ha fatto epoca, fotografa con umorismo e
leggerezza l’Italia di allora avvalendosi di un cast memorabile:
Jerry Calà, Christian De Sica,
Claudio Amendola, Stefania
Sandrelli, KarinaHuff,
GuidoNicheli,
RiccardoGarrone, Mario
Brega, Marilù Tolo, Antonellina
Interlenghi, Moana Pozzi e tantissimi
altri divertenti interpreti della commedia italiana. Gli arricchiti
e i periferici romani, gli sbruffoni milanesi, i pianobar, le cene
di Natale, le piste innevate, le gare di sci, le comitive
giovanili, le battute fulminanti, fanno di questo film un piccolo
romanzo generazionale su come eravamo. E forse su come vorremmo
ancora essere.
La squadra del film di Natale
quest’anno torna “sul luogo del delitto”, con Vacanze di
Natale a Cortina, come lo ha definito lo stesso Neri
Parenti in conferenza stampa: quello Cortina d’Ampezzo dove tutto
cominciò nel lontano 1983 con Vacanze di Natale di
Carlo Vanzina. E ad affiancare il regista toscano
ci sono alla sceneggiatura proprio i fratelli Vanzina. Si
ricostituisce dunque il terzetto che già collaborò per
Vacanze di Natale ’95. L’intento dichiarato è
riportare l’italianità nel film, abbandonare l’esotico per il
nostrano, che vuol dire anche tornare alla commedia di costume, a
prendere di mira i modi e le mode della società italiana
attuale.
Vacanze di Natale a Cortina, il film
Atmosfera pienamente natalizia
dunque stavolta, che punta sulle varie facce e situazioni di una
commedia indubbiamente corale. Al centro, la vicenda della coppia
alto borghese, Christian De Sica, nei panni
dell’avvocato Roberto Covelli, e sua moglie Elena (Sabrina
Ferilli): lui è stanco della sua vita da donnaiolo e
vorrebbe riconquistare la moglie, che però proprio ora sembra
tradirlo. Ma ci sono anche i popolani arricchiti grazie a un gioco
a premi, che spendono tutto in una vacanza a Cortina, sperando di
incontrare persone famose (Giuseppe
Giacobazzi/Andrea e Katia Follesa/Wanda),
e i loro parenti (Brunella/Valeria Graci e
Massimo/Ricky
Memphis) che li raggiungono sulla neve per innescare
una lotta senza quartiere a colpi di lusso e vips. Infine
c’è l’ingegner Brigatti/Ivano Marescotti, che
rappresenta una compagnia del Gas e durante le vacanza deve a tutti
i costi chiudere un accordo con un magnate russo per la fornitura
di energia all’Italia, se non vuole rischiare il suo posto. Lo
affianca il suo autista siciliano di nome Lando/Dario Bandiera, che
lo metterà ulteriormente nei guai.
Dunque, si gioca sulle diverse
provenienze, sia in termini di estrazione sociale, sia in termini
geografici, puntando forse su una comicità più “adulta” rispetto
alle “gag meccaniche” delle pellicole precedenti. Molto è basato
sullo scambio di battute comiche, sugli equivoci, sulla comicità di
situazione. Si ride in effetti in vari momenti, anche da chi come
la sottoscritta, si aspettava poco o nulla dal “cinepanettone”.
Anche se, intendiamoci, non si tratta certo di una comicità o di
un’ironia raffinate. E non mancano anche battute scontate o banali.
Diciamo che, quanto meno, c’è un’alternanza di questi due aspetti.
Il cast, oltre a De Sica – che padroneggia l’ormai collaudatissimo
ruolo dell’italiano un po’ cialtrone, cinico e misogino, che alla
fine però riesce a farsi ben volere (nei momenti migliori ci
ricorda Alberto Sordi) – e alla Ferilli,
a suo agio in territori comici da diverso tempo, dà nel
complesso buone prove. Ivano Marescotti veste al
solito in modo impeccabile i panni della “canaglia”, mentre
Bandiera è in bilico tra la recitazione cinematografica e la
comicità da sketch. Funziona la coppia Graci-Memphis, un po’ meno
quella Giacobazzi-Follesa (che risente forse troppo di una comicità
“alla Zelig”). Efficaci poi alcune caratterizzazioni azzeccate di
personaggi come il receptionist dell’albergo o la domestica
filippina.
Sceneggiatura di Parenti e dei
fratelli Vanzina, dagli esiti discontinui. Si è voluto tornare a
fotografare certi attuali vizi e mode italiani, il che contiene in
sé un elemento di riflessione, se non di critica: l’abuso del
social network, la smania della gente comune per un contatto –
anche breve ed effimero – con la celebrità o con chi ne fa parte
(con numerosi vips nel ruolo di sé stessi). Anche se a
volte sembra ci sia più un ammiccamento complice a quanti seguono
quelle mode. Così come l’attenzione riservata alla donna, trattata
secondo Neri Parenti qui diversamente che negli altri film (“credo
che questo film, forse per la prima volta, piacerà anche molto alle
donne, perché sono trattate in maniera diversa rispetto al
passato”), da una parte ci dispensa dall’esposizione ridondante di
anatomie femminili, dall’altra finisce per rientrare comunque negli
stereotipi, solo che accanto a quello del marito fedifrago, o dello
scapolo donnaiolo, ora c’è anche quello della donna cornificatrice,
e/o creduta tale. Il ricorso a vari dialetti d’Italia, è senza
dubbio una risorsa, ma la contrapposizione nord-sud è abusata, e
nei dialoghi qualche scivolata c’è. Si sconta poi una certa
ripetitività di alcuni meccanismi comici.
Altra nota un po’ dolente, la
presenza di svariati marchi che si fa sentire e vedere in più
punti: a partire dall’albergo dov’è girato il film, ai marchi di
automobili, alle attrezzature sportive, ai ristoranti di Cortina …
Non è detto che chi va al cinema abbia voglia di assistere con
frequenza a riferimenti pubblicitari nel film. Tuttavia, lo si è
detto in apertura, seduti sulla vostra poltrona potrete farvi certo
qualche risata; è da apprezzare lo sforzo del cambiamento di rotta,
ed è stata senz’altro buona l’idea del ritorno alle origini, che ha
prodotto effetti positivi. La pellicola sarà da oggi nelle sale
italiane, prodotta, al solito, dalla Filmauro di Aurelio e Luigi De
Laurentiis.
È stato rilasciato un trailer
ufficiale di V/H/S/99 , che offre ai
fan della serie di antologia horror in corso di Shudder uno sguardo
su cosa possono aspettarsi da questo nuovo
capitolo. V/H/S/99 uscirà esclusivamente
tramite Shudder negli USA il 20 ottobre. Al momento non sappiamo se
il film arriverà ance in
Italia.“V/H/S/99 si
rifà agli ultimi giorni del punk rock analogico delle VHS, mentre
compie un gigantesco balzo in avanti nell’infernale nuovo
millennio”, si legge nella sinossi del
film. “In V/H/S/99, l’home video di un adolescente assetato porta a una serie
di orribili rivelazioni.”
Anche l’ultimo
film V/H/S, V/H/S/94, si è tuffato nel mondo degli anni ’90 quando è stato
distribuito lo scorso anno. Quel film comprendeva anche un’ampia
varietà di cortometraggi creativi, inclusi cortometraggi su uno
scienziato squilibrato che crea un ibrido meccanico-umano, un
gruppo di cacciatori di vampiri e altro ancora.Guarda
il trailer ufficiale
di V/H/S/99 qui
sotto:
Arriva online il primo trailer e il
poster per V/H/S Viral ultimo film della trilogia V/H/S.
Anche questo film, come i precedenti, è diviso in segmenti a
tematica comune (per questo film sarà la voglia di successo dei
giovani della generazione-internet) ma con diversi registi, che per
questo capitolo sono: Marcel Sarmiento
(Deadgirl, the incredible The ABCs of Death segment “D
Is for Dogfight”), Nacho Vigalondo
(Timecrimes, Extraterrestrial),
Gregg Bishop (The Other Side, Dance of
the Dead), Todd Lincoln
(The Apparition), e la
coppia Justin Benson & Aaron
Moorhead (Resolution,
Spring).
Intervistata da BuzzFeed in occasione dell’uscita del
documentario Eating Animals da lei prodotto,
Natalie Portman si è detta disponibile a tornare
in un eventuale sequel di V per Vendetta, il film
che la vide protagonista nel 2005 insieme a Hugo
Weaver.
Nell’ormai celebre adattamento della
graphic novel omonima di Alan Moore e
David Lloyd, l’attrice
interpretava Evey Hammond, orfana e
sopravvissuta all’odio verso il governo dell’anarchico V. Un ruolo
iconico per la Portman che all’epoca delle riprese dovette radersi
tutti i capelli.
Così, quando le è stato chiesto di
quale film farebbe volentieri un sequel, la risposta è stata
piuttosto veloce: “V per Vendetta“.
V per Vendetta – Natalie Portman
aperta all’idea di un sequel
Di seguito la sinossi del film:
In un futuro alternativo la
Germania, vincitrice della seconda guerra mondiale, ha trasformato
la Gran Bretagna in un paese nazista, governato con il pugno di
ferro da una tirannia mediatica degna di un romanzo orwelliano.
Contro questo regime totalitario si scaglia un misterioso uomo
mascherato: carismatico e spietato, straordinariamente esperto
dell’arte del combattimento e dell’inganno, “V” provoca una serie
di atti terroristici cercando di esortare i suoi concittadini a
ribellarsi alla tirannia e all’oppressione. In questa sua lotta
solitaria il giovane troverà una inaspettata alleata, Evey Hammond,
una ragazza salvata dalle grinfie della polizia segreta.
Prendendo in esame la trasposizione
cinematografica di V per Vendetta diretta
da James McTeigue, CineFix ha realizzato un
video-saggio in cui si mettono in evidenza tutte le differenze tra
il film e la graphic novel di Alan Moore.
Ecco il video:
Ricordiamo che V per
Vendetta è stato prodotto dai fratelli
Wachowski e che nel cast annovera Natalie
Portman e, sotto la maschera di V, Hugo
Weaving.
V per Vendetta è
uno di quei film che hanno fatto la storia del cinema e che, con
molta probabilità, continuerà ad essere ricordato negli anni per la
sua forza espressiva e per i lunghi ed intensi dialoghi.
Adattamento dell’omonima graphic
novel, questo film coinvolge lo spettatore sin da subito, lo rende
partecipe degli avvenimenti e lo invita a riflettere sul suo
presente e sul suo futuro.
Ecco dieci cose da sapere
su V per Vendetta.
V per Vendetta film
1. La polizia segreta ha un
nome preciso. In V per Vendetta, questo tipo di
polizia viene chiamata Fingerman perché il Nuovo Ordine era
organizzato sul modello del corpo umano. Il cancelliere era il
capo, la stazione televisiva BTN era la bocca, la sorveglianza
visiva e audio erano gli occhi e le orecchie. Uniti a questi
elementi, l’ispettore Finch faceva parte del naso, mentre il corpo
di polizia e Creedy erano la mano.
V per Vendetta streaming
2. Il film è disponibile su
numerose piattaforme. Chi volesse vedere o rivedere V
per Vendetta è possibile farlo grazie alla sua disponibilità
su varie piattaforme digitali legali, come Infinity, Chili, Rakuten
Tv, Tim Vision, Google Play e iTunes.
V per Vendetta frasi
3. Frasi iconiche da un
film iconico. Un
film come V per Vendetta non poteva non essere
generatore di numerosi frasi d’effetto, tali da rimenere nella
memoria collettiva per diverso tempo. Ecco qualche esempio:
Nascondi ciò che sono e aiutami a
trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni.
(V)
Io sono il frutto di quello che mi
è stato fatto. È il principio fondamentale dell’universo: a ogni
azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
(V)
Io, come Dio, non gioco ai dadi, e
non credo nelle coincidenze. (V)
E così ricopro la mia nuda
perfidia con antiche espressioni a me estranee rubate ai sacri
testi e sembro un santo quando faccio la parte del diavolo.
(V)
Gli artisti usano le bugie per
dire la verità mentre i politici per coprire la verità.
(Evey)
E la morale è… i buoni vincono, i
cattivi perdono e come sempre l’Inghilterra domina! (Lewis
Prothero)
Una rivoluzione senza un ballo è
una rivoluzione che non vale la pena di fare.
(V)
V per Vendetta maschera
4. La maschera rappresenta
Guy Fawkes. In V per Vendetta, il protagonista indossa per
tutto il tempo una maschera raffigurante il volto di Guy
Fawkes, famoso per il suo coinvolgimento nella Congiura
delle Polveri del 1605, messo a capo dell’esecuzione. Di fatto, il
film ha preso spunto dal tentativo fallito dei cospiratori
cattolici inglese che avevano cercato di uccidere re Giacomo I
d’Inghilterra, la sua famiglia e la maggior parte dell’aristocrazia
protestante in un colpo solo, facendo saltare il Parlamento durante
la cerimonia d’apertura. Questa maschera, realizzata
dall’illustratore David Lloyd, in seguito è stata
usata da Anonymous.
5. Tutti i dialoghi sono
stati doppiati. Inizialmente, era previsto che Hugo Weaving recitasse con un microfono
inserito nella maschera ed un altro posizionato lungo l’attaccatura
dei capelli. Tuttavia, nessuno dei due microfoni ha funzionato come
sperato e, dunque, si è reso necessario doppiare tutte le parti di
V.
V per Vendetta fumetto
6. Il film si basa su una
serie a fumetti.V per Vendetta è un adattamento
della serie a fumetti originariamente creata da Alan Moore.
Tuttavia, in seguito alla sua esperienza negativa con La vera
storia di Jack lo Squartatore (2001) e La leggenda degli
uomini straordinari (2003), Moore ha rifiutato tutto il denaro
e i diritti da Hollywood di qualsiasi suo adattamento.
7. Nel film non si fa
riferimento all’anarchia, ma alla libertà. Nella
graphic novel, la causa di V era l’anarchia. Alan Moore è stato molto critico nei confronti
del film per aver stravolto quella che era la struttura
dell’”anarchia versus il fascimo” in quella che è diventata
un’esplorazione del neoliberismo americano contro il
neo-conservatorismo americano che sarebbe dovuto essere ambientato
negli Usa e non nella Gran Bretagna.
V per Vendetta cast
8. Hugo Weaving ha
rimpiazzato un altro attore. In alcune scene del film, un
occhio ben attento potrebbe notare delle differenze e ciò è dovuto
al fatto che inizialmente era James Purefoy a
vestire i panni di V, rimpiazzato poi da Hugo Weaving quando
Purefoy decise di abbandonare il set per il fatto non riuscire a
sentirsi a proprio agio in quel ruolo.
9. Natalie Portman si è
rasata a zero. Per interpretare il ruolo di
Evey, Natalie Portman ha deciso, oltre che dedicarsi
ad utilizzare un maggiore accento inglese, di rasarsi i capelli a
zero. Non che questo obbligatorio per la sua parte, ma lei stessa
desiderava provare questa avventura da tempo.
10. Hanno girato di
notte. Per poter girare il film, era necessario farlo in
notturna. La produzione, quindi, si è mobilitata ed è riuscita ad
avere il permesso per girare vicino al Parlamento e alla Torre
dell’Orologio dalla mezzanotte alle 4:30 del mattino, potendo
fermare il traffico solo per quattro minuti alla volta.
V per Vendetta è
un film del 2006 diretto da James McTeigue e
scritto dai Fratelli Wachowski, ora noti come
Lilly e Lana Wachowski. Nel cast del film
Natalie Portman,
Hugo
Weaving, Stephen Rea, Rupert Graves, Stephen Fry,
Sinéad Cusack e John Hurt.
“Non si sfugge al
Giudizio!”
La mia idea per questa recensione è
la seguente: indurre alla riflessione. E non è un caso che io abbia
cominciato esponendovi un’idea, poiché V per
Vendetta vuole celebrare innanzitutto il potere delle
idee, come rivelato nel prologo. Mi accingo pertanto a
presentarvi un’opera cinematografica che, in virtù delle sue
analogie con la nostra attualità, continuerà a far discutere ancora
per molto.
V per Vendetta è
tratto dalla graphic novel di
Alan Moore illustrata da David
Lloyd, pubblicata per la prima volta nel 1988. Tra i
numerosi fan del fumetto troviamo i fratelli Andy e Larry
Wachowski che, dopo aver scritto la sceneggiatura del
film anni fa, sono riusciti a mettere in atto il progetto, diretto
da James McTeigue: prima esperienza per lui alla
regia.
V per Vendetta
L’intreccio appare piuttosto
diverso rispetto all’originale, motivo per cui Alan
Moore ha preferito dissociarsi dal progetto: in realtà,
nonostante vari cambiamenti – tra i quali le coordinate temporali,
per ovvie esigenze – la sceneggiatura risulta efficace e
convincente.
V per
Vendetta è ambientato a Londra in un futuro a noi
prossimo – la vicenda si svolge intorno al 2030 – in cui il Regno
Unito è divenuto uno stato totalitario governato da un regime di
matrice nazi-fascista. Il leader del governo è l’Alto Cancelliere
Adam Sutler (Susan, nell’originale), il cui nome – e non solo
quello – richiama la figura di Adolf Hitler.
Si tratta di un’epoca di
grande oppressione in cui gli Stati Uniti non esistono più per cui,
appropriandosi dello scenario politico, “l’Inghilterra domina”:
questo è il motto del regime. Quest’ultimo esercita una forte
discriminazione che si manifesta nella xenofobia, nel razzismo,
nell’odio nei confronti del ‘diverso’ inteso anche in termini di
ideologia: tra i principali nemici del governo, tra l’altro, vi
sono i musulmani.
Su questo sfondo cupo
e opprimente si staglia un individuo attivista e carismatico che,
sentendosi tradito da Madame Giustizia, si rifugia tra le braccia
dell’Anarchia: il suo nome è V. Il suo volto è celato dietro una
maschera di Guy Fawkes, il cittadino britannico che il 5
novembre 1605 tentò di far esplodere il Parlamento inglese in nome
di un’idea. Volendo imprimere questa data nella memoria di tutti, V
ci insegna la filastrocca del “Ricorda per sempre il 5
Novembre”.
Nel momento in cui V esce
dall’ombra, o meglio, dalla Galleria della Ombre, come chiama la
sua casa, egli si imbatte in una giovane donna che viene aggredita
dai Castigatori, o uomini del Dito, la polizia speciale. V salva la
ragazza, Evey Hammond che, da quel momento, si schiererà dalla sua
parte in nome della libertà.
V è infatti un eroe anticonformista
che si impegna in una lotta politica, contro il regime totalitario,
e personale, contro coloro che hanno devastato la sua vita. Egli
intende vendicarsi a causa degli eventi che hanno caratterizzato il
suo oscuro passato: prima di tutto, prima di essere un Violento,
egli è una Vittima. E porta avanti una lotta senza esclusione di
colpi, agendo da terrorista.
In apertura, egli pone fine
all’opprimente silenzio del suo Paese facendo esplodere l’Old
Bailey in un ‘concerto’, come da lui definito, reso festoso da
musica e fuochi d’artificio. Ma V non teme nulla e ha ben altro in
mente: Guy Fawkes aveva infatti intenzione di far saltare in aria
il Parlamento perché, afferma V, “l’edificio è un simbolo, come lo
è l’atto di distruggerlo”. E sono gli uomini a conferire potere ai
simboli.
Oggi viviamo
l’era post-11 settembre e un simile discorso può apparire
sfrontato. Ma ciò che è da considerare e valutare è il contenuto,
non la forma. La domanda più scottante è: può un terrorista essere
un eroe? Del resto questo film fa maturare un’inquietante
considerazione circa l’identità del colpevole: è V il nemico, il
terrorista, che uccide, che assale, che distrugge? O è il governo,
che ha asservito la scienza, la religione, i media, la
giustizia, che opera un massacro e viola l’identità
dell’uomo?
Nel corso della vicenda saranno
fatte importanti rivelazioni, e l’uomo imparerà che non sono i
popoli a dover temere i propri governi, bensì sono i governi che
dovrebbero aver paura dei popoli. L’unità non si ottiene attraverso
la forza, bensì nella condivisione di un medesimo ideale. Per
questo non ha alcuna importanza il volto di colui che si cela
dietro la maschera perché, come dice V, “dietro la maschera non c’è
solo carne: dietro la maschera c’è un’idea”. A seguire l’idea e a
precedere l’azione ci sono le parole: con le parole V riesce ad
entrare nel cuore della gente e nel cuore di Evey.
Ma, parlando di un film, non
bisogna dimenticare che l’aspetto più importante nella
caratterizzazione di un personaggio è l’interpretazione. E
interpretare un personaggio del calibro di V risulta un’impresa.
Ebbene, Hugo Weaving ci ha regalato una performance straordinaria:
“Interpretare un personaggio con una maschera”, ha dichiarato, “è
per un attore una specie di esercizio tecnico, ma a poco a poco la
cosa si è fatta interessante”. Come spiega l’attore, oltre alle
varie difficoltà tecniche che si riscontrano nel recitare con una
maschera, è necessario dare vita alla maschera: questo avviene
mediante le parole, il tono della voce, i gesti, anche i movimenti
più insignificanti. Ed egli è riuscito magistralmente nell’impresa,
offrendoci un personaggio eccentrico e carismatico, dotato di una
certa teatralità. Il culmine è nel punto di vista dello spettatore
giacché, a seconda delle scene e con la progressiva familiarità che
instauriamo col personaggio, sembra che la maschera assuma
paradossalmente espressioni diverse.
Lodevoli anche le interpretazioni
del resto del cast, a partire da un’eccellente Natalie
Portman che si rivela la migliore interprete che si
potesse ingaggiare per il ruolo di Evey Hammond. L’attrice ha
inoltre dimostrato un certo coraggio: per esigenze di copione,
in una scena del film, la Portman si è sottoposta alla
completa rasatura dei capelli, che prelude alla trasformazione
interiore del personaggio. Da sottolineare che l’attrice, in uno
dei ruoli migliori della sua carriera, è in grado di eccellere
nelle scene più emotive e ricche di pathos.
V per Vendetta
risulta impeccabile anche tecnicamente: dalle bellissime
musiche di Dario Marianelli agli effetti speciali,
superbi nella sequenza finale; la fotografia, che riproduce le cupe
atmosfere del regime; la scenografia, esuberante soprattutto nella
rappresentazione della Galleria delle Ombre. Una nota di
approvazione anche per il doppiaggio, in particolare per il
personaggio di V – la voce italiana è di Gabriele Lavia – ma il
film in lingua originale è nettamente superiore. Infatti la
versione originale rende al meglio le citazioni, da Shakespeare
(Macbeth e La Dodicesima Notte)
al Conte di Montecristo. E, a proposito di citazioni, è facile
cogliere le affinità di V per Vendetta
con un’altra grande opera: 1984 di George
Orwell, tra le fonti di ispirazione del fumetto.
È dunque un film politico? Un
monito, una visione del futuro? Ebbene, come afferma Natalie
Portman, “tutto dipende da chi sei tu, dal contesto dal quale
provieni e soprattutto da ciò in cui credi”.
Di certo si tratta di un film che
induce alla riflessione sull’importanza delle parole,
dell’espressione, della libertà di pensiero. V per
Vendetta intrattiene con interesse il pubblico – che può
inoltre dilettarsi nell’enumerare i vari riferimenti alla ‘V’ e al
‘5’ –, commuove e fa pensare. Non è semplicemente “V per
Vendetta“, ma V per Vox Populi. Valori. Virtù. Volontà.
Vittoria. E soprattutto… Verità.
Durante la presenza
di Adult Swim al
Comic-Con di San Diego la scorsa settimana, la
compagnia ha mostrato un
nuovo trailer di
Uzumaki. Ebbene oggi quel contributo arriva
online con nuovi filmati del prossimo adattamento
anime. L’ultimo trailer di
Uzumaki offre uno sguardo molto più in profondità
nella serie rispetto al primo teaser pubblicato nel 2021. Questo
nuovo trailer presenta i personaggi Kirie e
Shuichi che camminano per le strade, mentre
Shuichi descrive la strana ossessione per le spirali che
suo padre ha attraversato.
Il trailer evidenzia anche
alcune delle immagini decisamente spaventose per cui l’artista e
creatore di Uzumaki Junji Ito è famoso. Nel
trailer, il padre di Shuichi è ossessionato dalle spirali. I
suoi occhi ruotano lentamente prima di ruotare rapidamente per
adattarsi alla forma a spirale.Dai un’occhiata al
nuovo trailer di Uzumaki qui sotto:
Cosa sappiamo dell’anime di
Uzumaki?
Annunciato originariamente
nel 2019, l’adattamento anime di Uzumaki ha subito alcuni ritardi
dal suo annuncio originale. L’anime doveva essere rilasciato
nel 2021, ma è stato posticipato al 2022 a causa
della pandemia di COVID-19 e della necessità di più animatori nel
progetto. Tuttavia, il 2022 è arrivato e passato
senza notizie sull’adattamento, quindi al momento non è noto quando
uscirà il progetto.
La serie anime di quattro episodi è diretta da Hiroshi
Nagahama (Flowers of Evil) con Colin Stetson di Hereditary a
comporre la colonna sonora. La serie sarà prodotta anche da Drive
Inc.L’anime è basato sull’omonima serie manga di
Junji Ito. Uzumaki è composto da tre volumi pubblicati per la
prima volta nel 1998. Segue la storia della studentessa delle
superiori Kirie Goshima, che vive nella città maledetta di
Kurôzu-cho, descritta come una piccola città nebbiosa situata sulla
costa del Giappone.
Non ci interrogheremo troppo sul
senso di fare un remake di una serie tv recente e anche considerata
un piccolo cult di nicchia, fatto sta che il 30 ottobre arriva su
Amazon Prime VideoUtopia, la nuova serie statunitense, remake di
quella britannica del 2013. Ideata da Gillian
Flynn la serie è ambientata in un mondo che somiglia molto
al nostro, in un universo che rasenta la distopia, più che l’utopia
del titolo e nel quale non faticheremo ad immedesimarci, date le
condizioni attuali del mondo un cui viviamo.
La trama di Utopia
Quello che si può definire un
thriller cospirativo segue le vicende di un gruppo di nerd che
hanno intenzione di salvare il mondo, lo stesso mondo che sembra
non avere posto per loro, che sono bizzarri e insoliti. Ma da cosa
cercano di salvare l’umanità? Tutti loro sono appassionati di
fumetti e si sono conosciuti online grazie all’ossessione comune
per “Utopia”, una graphic novel che secondo la loro convinzione,
dovrebbe predire il destino della Terra che è destinata a finire a
causa di una epidemia (maddai!). Quando Ian (Dan Byrd, Cougar
Town), Becky (Ashleigh LaThrop, Il metodo Kominsky), Samantha
(Jessica Rothe, Auguri per la tua morte), Wilson Wilson (Desmin
Borges, You’re the Worst) e Grant (Javon ‘Wanna’ Walton, Euphoria)
scoprono messaggi nascosti nelle pagine di “Utopia” i quali
predicono una minaccia per l’umanità, si rendono conto velocemente
che non si tratta solo di un complotto, ma di pericoli reali nel
loro mondo. Il gruppo si imbarca così in un’avventura che lo porta
a ritrovarsi faccia a faccia con la protagonista del fumetto,
Jessica Hyde (Sasha Lane, Hellboy), la quale si unisce alla loro
missione per salvare il mondo mentre ha i propri segreti da
nascondere.
Nessuno è al
sicuro, nessuno e insospettabile. Utopia è una
serie che non fa sconti a nessuno e che si trova a fare i conti con
un pubblico che probabilmente si identificherà nei protagonisti,
per quanto strambi possano essere. La serie infatti racconta di
nerd che si prendono terribilmente sul serio, con conseguenze anche
molto gravi e sanguinose. E il target dello show è proprio quello
di appassionati di cultura geek, lettori di fumetti, fruitori
seriali compulsivi, persone che in qualche modo vengono percepite
come strambe e che nel mondo di Utopia sono la normalità.
Thriller dalla penna di Gillian Flynn
Per questo la serie di
Gillian Flynn può rappresentare un rifugio sicuro,
un posto in cui sentirsi a casa, anche se si tratta di una casa
inquietante e in cui si sospetta che tutti possano volerci
uccidere. A fronte di questo grande pregio e di una scrittura
sicuramente intelligente anche se non sempre brillante, la serie si
rivela però autoreferenziale, epurando ogni traccia di ironia
british che c’era nell’originale e scegliendo un tono più cupo e
serio, che sicuramente non giova alla fruizione. Buono invece il
cast, che proviene dagli angoli più disparati della serialità
recente, oltre ovviamente a John Cusack, volto noto e qui interprete di
uno dei personaggi più sfaccettati e complessi dell’intera serie.
Neanche a dirlo, porta a termine in suo compito con grande
mestiere.
Forse troppo estrema per i tempi in
cui viviamo, Utopia non mancherà di esercitare un
certo fascino sullo spettatore più irrequieto, che cerca teorie
cospirazioniste dietro ogni angolo e avvenimento del nostro mondo.
Naturalmente questo non è un bene, per cui, se vi accingete alla
visione della serie, maneggiatela con cura, potrebbe causare incubi
ad occhi aperti!
Come molti di voi sapranno la
HBO ha dato l’ok definitivo a realizzare
Utopia, il remake americano della serie
britannica trasmessa di Channel 4. Ebbene
dopo il coinvolgimenti di David Fincher e
l’autore Gillian Flynn oggi
Collider conferma che il regista di The
Social Network dirigerà tutti gli episodi dello show.
La serie parlerà di una serie di
fan di una graphic Novel che si trovano immersi nella storia di
questa serie quando scoprono che l’autore ha scritto un sequel.
Ovviamente il nuovo volume è diverso perché si troveranno in
un gioco di lealtà mutevoli.
Utopia sarà prodotto dall’HB e
Shine America, mentre i produttori esecutivi
saranno Dennis Kelly,Jane
Featherstone, Joshua
Donen (House of Cards) e Carolyn G.
Bernstein.
Ritorna la fortunata mini
serie tv Utopia, il misterioso prodotto
britannico che tornerà per un altro ciclo da sei episodi. La serie
è basata sulla leggendaria graphic novel The
Utopia Experiments ed è stata presentata lo scorso
anno anche la Roma Fiction Fest.
Ecco di seguito il promo del primo episodio:
Di seguito il promo del secondo episodio:
Utopia è una serie televisiva
britannica, ideata da Dennis Kelly e trasmessa in
prima visione su Channel 4 a partire dal 15 gennaio 2013. Nel cast
figurano Fiona O’Shaughnessy, Alexandra Roach e
Nathan Stewart-Jarrett. La serie è ambientata a
Londra ma le riprese si sono svolte dall’aprile all’ottobre 2012
nella zona di Liverpool.