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Hypnotic: ecco la prima immagine di Ben Affleck nel thriller di Robert Rodriguez

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Possiamo finalmente dare un primo sguardo a Hypnotic, il thriller di prossima uscita dell’acclamato regista Robert Rodriguez. Un’immagine esclusiva del film è infatti stata rivelata e mostra l’attore Ben Affleck, protagonista del film, in azione. Mentre i dettagli sulla trama del film rimangono per lo più scarsi e vaghi, con Affleck che dovrebbe interpretare un detective che sta indagando su una serie di inspiegabili crimini mentre cerca la figlia scomparsa, la prima foto ufficiale del film ci permette di avere un’idea di come sarà il personaggio protagonista.

La foto rivela un Affleck preoccupato in viso, intento a mostrare quella che sembra essere una foto polaroid di sua figlia. Oltre ad Affleck, Hypnotic avrà un cast corale composto da Alice Braga, JD Pardo, Hala Finley, Dayo Okeniyi, Jeff Fahey, Jackie Earle Haley e William Fichtner. Anche in questo caso, non si sa molto sui personaggi che tali attori interpreteranno, a parte Finley, la quale darà volto alla figlia scomparsa di Affleck. Del film Hypnotic, inoltre, sappiamo che si tratta di un progetto verso cui Rodriguez nutre una forte passione.

Il regista, noto per film ad alto budget come Sin City e Spy Kids, ha raccontato di aver voluto realizzare Hypnotic da ben due decenni ormai. Ha inoltre descritto il film come “un thriller di Hitchcock sotto steroidi“, aggiungendo che in esso saranno presenti “molti colpi di scena, molti turni e molta energia“. Il film, infine, sarà prodotto dalla Troublemaker Studios, dalla Studio 8 e dalla Racer Rodriguez. Attualmente, non vi è ancora una data di uscita ufficiale, la quale verrà però certamente annunciata nel corso dei prossimi mesi.

Fonte: Collider

Hypnotic: ecco il poster del nuovo film di Robert Rodriguez con Ben Affleck

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Dopo la prima immagine ufficiale e il trailer, il film Hypnotic si svela ora un po’ di più attraverso un primo poster, il cui tema visivo sottolinea come Ben Affleck si troverà nel film in mezzo a qualcosa di grandioso e complicato, che è fuori da ogni controllo o comprensione. In Hypnotic, l’attore e regista ora al cinema con Air – La storia del grande salto, interpreta il detective della polizia Daniel Rourke, mentre cerca la figlia scomparsa Minnie (Hala Finley). Presto scopre però che è associata a una serie di rapine in corso condotte da un uomo misterioso (William Fichtner) che afferma di essere dotato di poteri ipnotici.

Con l’assistenza della sensitiva Diana Cruz (Alice Braga), Daniel partirà dunque all’inseguimento dell’uomo misterioso legato a sua figlia e ad una serie di rapine con l’intento di riportare Minnie a casa sana e salva. Come anticipato nel trailer, però, le persone con poteri ipnotici possono costringere le loro vittime a vedere e sentire cose che non sono reali. Il film, e il poster sembra confermare tutto ciò, sembra dunque promettere giochi mentali pronti ad ingannare tanto il protagonista quanto gli spettatori. D’altrone, come riportato anche dalla tagline del poster, “il controllo è un illusione”.

Hypnotic è stato diretto da Robert Rodriguez e da lui  scritto insieme a Max Borenstein. Nel cast, oltre a Ben Affleck, vi sono William Fichtner, Alice Braga, Jeff Fahey, Kelly Frye, JD Pardo e Hala Finley. Attualmente tale pellicola ha una data d’uscita nelle sale statunitensi fissata al 12 maggio, mentre non è ancora nota una data per la sua uscita in Italia. Nell’attesa di scoprire quando Hypnotic sarà disponibile anche da noi, ecco qui di seguito il suo primo poster ufficiale:

 

Hypnotic-ben-affleck

Fonte: ScreenRant

Hypnosis: recensione del film

Hypnosis: recensione del film

Hypnosis è un film ‘di genere’, come in Italia ormai raramente si vedono: è quello in cui si cimentano Davide Tartarini e Simone Julian Cerri Goldstein – aka 12/77 – in occasione della loro prima prova sulla lunga distanza, culmine di una collaborazione di oltre dieci anni.

Hypnosis ci racconta di Christian, trentenne proiezionista in un multisala, privo di ogni ricordo di infanzia; per questo, è in cura da anni da uno psicanalista, padre di una sua amica: sarà lei a convincerlo a provare a cambiare terapia, rivolgendosi al suo compagno, ricorrendo alla tecnica dell’ipnosi regressiva. L’esperimento finirà per portare alla luce memorie rimosse, conducendo i tre in un paese sperduto, alla scoperta di una verità da incubo, con nefande conseguenze.

Hypnosis a cavallo tra thriller paranormale e horror tutto sommato efficace: dà modo ai più ‘suggestionabili’ di sobbalzare quelle due – tre volte dalla poltrona, e offre agli appassionati l’opportunità di farsi qualche risata, non disdegnando un approccio a tratti ironico al genere, ponendosi se vogliamo, metà strada tra l’horror giapponese a base di ‘presenze inquietanti’ che è andato per la maggiore negli ultimi anni, e il gotico ‘padano’ di certi episodi del primo Avati (complice anche la suggestiva e azzeccata ambientazione archeo-industriale di Crespi d’Adda), il tutto condito con qualche ulteriore citazione (una su tutte, quella del villaggio ‘infernale’ de “Il seme della follia” di Carpenter).

Il cast vede protagonisti volti, noti al pubblico del grande e (soprattutto) piccolo schermo: il più conosciuto è senz’altro quello di Daniela Virgilio, reduce dal successo della versione televisiva di “Romanzo Criminale” (dove interpretava Patrizia); assieme a lei,  Nicola Baldoni, (nel ruolo di Christian) visto ne “L’ultimo ultras” di Calvagna e in varie fiction televisive e Federigo Ceci, anch’egli attivo in televisione, ma anche sul set di “Miracolo a Sant’Anna”. Tra i ruoli ‘di contorno’, da segnalare quello di una veterana dei palchi, soprattutto teatrali (per quanto non conosciutissima tra il grande pubblico), come Narcisa Bonati.

Hypnosis paga certo le inevitabili lacune derivanti da una produzione dal budget limitato (sarà forse ozioso chiederselo, ma resta la domanda su cosa sarebbe stato questo film con maggiori mezzi a disposizione), con l’aggiunta di qualche passaggio un pò lento e di personaggi un filo tagliati con l’accetta: la bella ragazza che per fare del bene finisce per scoperchiare il classico ‘vaso di Pandora’, il giovane traumatizzato, il medico che forse è più attirato dalle prospettive di carriera che non dalla salute del proprio assistito… una ‘pecca’ da mettere in conto, quando la storia e il ‘come andrà a finire’ prendono il sopravvento sui protagonisti,  oltre a un finale che forse potrà risultare non immediatamente chiaro ai meno avvezzi alla narrativa dell’orrore….  nonostante tutto però, è un film che in fondo funziona e che si può andare a vedere anche solo per premiare il tentativo di riproporre (anche attraverso un’ampia distribuzione, con una cinquantina di copie,  anche presso i principali circuiti multisala) il  ‘caro, vecchio, cinema di genere’.

Hyena: nuovo trailer del film di Gerard Johnson

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Rilasciato il nuovo trailer nel film britannico Hyena, thriller diretto da Gerard Johnson.

Hyena-filmL’ultimo film del regista, Tony, ha visto Peter Ferdinando nel ruolo di un serial killer che ha fatto cose davvero molto brutte alle persone prima di essere scaricate nel Tamigi. In Hyena, invece, si ritrova dall’altra parte della legge, più o meno, nei panni di Michael Logan, un ufficiale di polizia con una dipendenza da droghe e un vago senso di moralità. Lui si ritrova contro un gruppo di gangster albanesi ancora più disonesti di lui. Insomma, ”Un anti-eroe dei nostri tempi”, come viene bollato dal film. Ma riuscirà a vivere abbastanza a lungo per essere un anti-eroe per altre volte?

Il film sarà nelle sale britanniche dal 6 marzo 2015.

Fonte: Empire

Hydra: 10 curosità sul logo dell’organizzazione criminale

Hydra: 10 curosità sul logo dell’organizzazione criminale

L’Hydra è stata responsabile di numerose morti all’interno dell’Universo Marvel. Ovunque i suoi membri si recassero, l’unico obiettivo era rispondere ai suoi bisogni. Perfino gli eroi e le eroine più forti non sarebbero in grado di sconfiggerlo. Ma cosa lo rende così potente? Sono le persone, la mitologia che si cela dietro l’organizzazione o è qualcos’altro?

Sicuramente, uno dei motivi che rende l’Hydra così potente è il suo logo. Per capire come mai tutti lo temono, è importante comprendere come funziona…

Le fasce sul braccio come i nazisti

Non è un segreto che l’Hydra sia l’equivalente della Germania Nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Ci sono, infatti, alcune somiglianze tra le due organizzazioni (a cominciare da Red Skull, braccio destro di Hitler nel MCU).

La maggior parte dei nazisti, come segno di fedeltà, indossava una fascia sul braccio con una svastica. Allo stesso modo, i membri dell’Hydra sfoggiano il loro dell’organizzazione. Alcuni membri ne hanno indossato l’uniforme anche dopo la fine della guerra.

Le due versioni del simbolo del logo

Sapevate che l’ultimo logo dell’Hydra è molto diverso da quello utilizzato in precedenza? In Captain America: The Winter Soldier, infatti, la versione digitalizzata di Arnim Zola racconta le origini dell’Hydra, ma in realtà rivela soltanto una parte della storia…

Come si può vedere dall’immagine in alto, in passato il simbolo del logo era meno intimidatorio e assomigliava di più alla testa di un ariete. Spesso veniva usato anche sottosopra e proprio questa forma sarebbe stata d’ispirazione per la versione che conosciamo oggi. Col passare del tempo, il simbolo del logo sarebbe stato riprogettato completamente, diventando più dettagliato.

Il tempo necessario a progettare il design

Per chi non è appassionato di fumetti e di cinema, ecco alcuni interessanti retroscena sulla creazione del logo dell’Hydra, che sono stati sviscerati dall’artista Ryan Meinerding nell’artbook: “The Art of Captain America: The First Avenger.

Meinerding ha spiegato che la progettazione del logo ha richiesto molto tempo, dal momento che l’obiettivo era quello di rendere i contorni dei tentacoli simili a degli ingranaggi, quindi c’era bisogno del tempo necessario per aggiungere le ventose. Secondo l’artista, gli ingranaggi rappresentano l’ossessione dell’Hydra nei confronti della tecnologia e delle armi avanzate.

Il logo è ispirato alla vera forma degli Inumani

Gli Inumani sono senza alcun dubbio uno dei gruppi di personaggi più interessanti dell’Universo Marvel. Si tratta di individui geneticamente superiori agli esseri umani, creati tramite esperimenti della razza extraterrestre dei Kree per essere usati come armi.

Sembra che Gli Inumani siano stati d’ispirazione per il logo dell’Hydra. La loro vera forma ricorda il personaggio di Cthulhu di H.P. Lovecraft o il personaggio di Davy Jones della saga di Pirati dei Caraibi. Tuttavia, l’ispirazione principale proviene da Hive, un disumano bandito dalla Terra a causa dei suoi poteri parassiti. I suoi adoratori formarono una società che mirava a riportarlo indietro. Alla fine, questa società si è evoluta nell’Hydra.

Il primo simbolo del logo era un ariete sacrificale

Questa antica società che in seguito sarebbe diventata l’Hydra, era in realtà molto più influente di quanto si possa credere. Lo scopo di riportare Hive sulla Terra era stato tramandato in tutto il mondo, fino a raggiungere altri gruppi ed organizzazioni che era dedite ai rituali di morte e alle uccisioni.

Alla fine, il design venne influenzato dai miti di origini pagana sul Diavolo. Ecco perché nella sua forma iniziale, il simbolo del logo dell’Hydra ricordava un ariete, considerato nell’antichità la primaria incarnazione del demonio.

È stato soggetto a numerose variazioni di colore

Sappiamo che il logo dell’Hydra è nero e rosso, ma in realtà è stato soggetto a numerose variazioni di colore, tra cui nero e blu, nero e verde, nero e bianco, ma anche grigio e bianco, nero e grigio e perfino un verde neon in versione digitalizzata, apparso sul monitori di Arnim Zola in Captain America: The Winter Soldier.

La versione blu è apparsa su alcuni computer dello SHIELD, mentre la versione verde è stata utilizzata sia sui computer dello SHIELD sia nella sede centrale dell’Hydra. Una delle versioni bianche fu usata dall’Hydra durante la Seconda Guerra Mondiale sull’equipaggiamento e su alcuni veicoli.

Rosso e nero: i colori della bandiera nazista

Un altro elemento che accomuna l’Hydra alla Germania Nazista è la bandiera. Il logo dell’Hydra e la svastica sono il simbolo dell’ideologia abbracciata dai membri dei rispettivi gruppi. Di conseguenza, il loro design doveva riflette il “messaggio” che questi simboli dovevano inviare.

La bandiera nazista utilizza tre colori: rosso, nero e bianco. Il logo dell’Hydra ne utilizza due: rosso e nero. Il rosso è già di per sé un colore molto aggressivo, ma quando lo si combina con il nero, diventa ancora più impetuoso, andando ad accentuare la violenza generata da queste organizzazioni. Anche la svastica è simile ai tentacoli sul logo dell’Hydra.

Il teschio sul logo richiama il volto di Teschio Rosso

Quando si pensa all’Hydra, è impossibile non pensare a Teschio Rosso. Il principale nemico di Captain America, l’esatto opposto di Steve Rogers. Ecco perché la loro rivalità e i loro combattimenti sono sempre stati così interessanti e coinvolgenti: si tratta di uno scontro di ideologie, del bene contro il male.

Se a rappresentare Captain America sono le stelle e le strisce della bandiera americana, a rappresentare Teschio Rosso è il logo dell’Hydra. Inoltre, il teschio del logo ricorda lo stesso leader dell’organizzazione. Non solo il suo viso è rosso come il colore utilizzato nel logo, ma il richiamo è palese anche nel nome… Teschio Rosso, appunto!

Il collegamento con la mitologia greca

Arnim Zola lo aveva già spiegato nel secondo capitolo dedicato alle avventure di Captain America, ma chiunque conosca un po’ la mitologia greca non avrà particolari difficoltà a cogliere la sottile connessione. Nei miti, l’Idra di Lerna è un orribile mostro leggendario simile ad un enorme drago dotato di diverse teste. Una volta tagliata una testa, molte altre crescono al suo posto.

Sconfiggere l’Idra di Lerna era una delle missioni di Eracle. Se ci pensiamo, Steve Rogers è molto simile a questo antico eroe. Entrambi sono molto forti e hanno migliorato col tempo le loro abilità umane. La differenza è che stanno combattendo per scopi completamente diversi.

I tentacoli ricordano le teste di Idra

I tentacoli sul logo nascondono più di un significato. Sappiamo che sono stati ispirati dalla vera forma degli Inumani, che i loro contorni e gli spazi tra l’uno e l’altro ricordano degli ingranaggi, ma potrebbe essere importante sapere che ricordano anche le già menzionate teste dell’Idra.

Pensateci: l’Idra ha diversi lunghi colli e una testa che spunta da ogni terminazione. Tutti questi colli potrebbero essere facilmente associati ai tentacoli sul logo dell’Hydra, che tanto ricordano quelli di un polipo.

Fonte: Screen Rant

Hustle, recensione del film con Adam Sandler

Hustle, recensione del film con Adam Sandler

Per praticare sport a livello professionale bisogna unire una buona dose di perseveranza alla sofferenza, oltre a dimostrare di possedere l’attitudine e atteggiamento giusto. Il mondo dell’audiovisivo ha da sempre ritagliato una fetta di mercato alle storie di pupilli e aspiranti sportivi che enfatizzano queste premesse, da cui si sviluppa anche la trama di Hustle, nuovo film con protagonista Adam Sandler, per la regia di Jeremiah Zagar e attualmente disponibile su Netflix.

Per l’occasione, il giocatore professionista dell’NBA Juancho Hernangómez,”Juanchiviris” ha assunto i panni di attore, accompagnando Sandler, Robert Duvall, Ben Foster, Queen Latifah e tanti altri volti noti del mondo del basketball in un film che combina dramma e commedia, una storia di superamento dei propri limiti dentro e fuori dal campo.

Un ritratto sensibile e competente del mondo del basket

Stanley Sugerman (Sandler) è un importante osservatore per i Philadelphia 76ers, apprezzato e rispettato nel suo lavoro da quasi tutti, compreso il presidente della franchigia (Robert Duvall), che lo assume come assistente allenatore. Questo è sempre stato il  sogno di Stan, dopo tanti anni di lavoro separato dalla moglie (Queen Latifah) ma, proprio il giorno della sua “promozione”, il capo muore improvvisamente. Il figlio (Ben Foster) gli subentra, ma non confida troppo in Stan, e afferma che gli permetterà di fare l’assistente solo se tornerà a dedicarsi allo scouting, andando alla ricerca del miglior giocatore per la squadra.

E’ durante un viaggio a Maiorca che Stan individuerà Bo Cruz, talentuosissimo giocatore che non esita a portare nella terra delle opportunità. Il processo di integrazione nella squadra non sarà però affatto semplice, dal momento che Bo non ha mai giocato con professionisti e ha un passato piuttosto turbolento alle spalle.

E’ incorporando una serie di attrazioni che Hustle risulta un prodotto vincente sulla piattaforma streaming. Partiamo dal tocco di comicità di Sandler, sempre puntuale nell’incoraggiarci a far nostra una storia di vita, un racconto che ricalibra il concetto di campo da basket come battaglia navale in cui capire che non basta affondare i nostri avversari per comprendere realmente noi stessi.

Hustle film Netflix

Hustle: il “trambusto” non è un luogo idealizzato

Se amate la pallacanestro, rimarrete entusiasti dal gran numero di camei nel film, tra grandi stelle del presente e del passato, allenatori e allenatrici, persino commentatori. Non a caso, lo stesso Lebron James ha preso parte alla produzione del film, probabilmente assicurandosi di restituire ai fan un ritratto veritiero di questa specifica parte del mondo sportivo. Lo stesso Sandler è un noto appassionato di basket e non c’è dunque da stupirsi della facilità con cui si inserisce nello schema narrativo, impreziosendolo con un linguaggio del corpo scattante e astuto, in poche parole “da allenatore”.

In un film che si prefigge di parlare della vita stessa attraverso la metafora del gioco sportivo, è doveroso riconoscere l’energia con cui Hustle incorpora nel proprio schema narrativo l’eredità della Mamba Mentality, termine coniato dal compianto Kobe Bryant, che esplicita una maniera di affrontare gli ostacoli, sia nello sport che nella vita, con il duro lavoro e un atteggiamento risolutivo. E’ così che tanto Stan quanto Bo cercano di capire in che modo approcciarsi l’un l’altro, innanzittutto: la loro comunicazione parte da emisferi completamente diversi, due codici che non riescono ad intersecarsi, bensì rimangono sulla linea tra l’accoglienza e la chiusura tipica di ogni rapporto allenatore-pupillo.

Nelle sue due ore di durata, il campionato di Hustle viene vinto dunque dal prezioso rapporto tra allenatore e allievo. Mentre Stanley si impegna per far sì che Bo creda in se stesso, Bo lotta per riuscirci davvero e mantenere salda la fiducia nella vita che gli è stata promessa. Per quanto questi due personaggi abbiano bisogno l’uno dell’altro in termini di successo professionale e reciproco beneficio, è nell’empatizzare con le difficoltà dell’altro che danno maggior significato al percorso che stanno portando avanti. Questi archi emotivi, scritti con cura, superano alcune cadute momentanee nella narrazione.

I diamanti grezzi del basket

Hustle tocca anche vari aspetti dell’industria del basket nel suo complesso; vi sono osservazioni puntuali sugli aspetti commerciali dell’industria, sulle politiche a volte troppo sporche e sull’atteggiamento ostile mantenuto nei confronti delle squadre avversarie. Jeremiah Zagar non si preoccupa troppo di mettere a punto le basi dei tecnicismi: la sua narrazione non ha una precisione o un’esattezza da macchina, e capita che la presa sembri allentarsi. Tuttavia, sono proprio queste imperfezioni lungo il percorso a rendere Hustle davvero attraente e fruibile, con la buona dose di sentimentalismo e populismo che affascinerà il pubblico sportivo.

Hustle funziona al meglio quando esce dai cliché di auto-miglioramento e si avvicina alla commedia nera sabotando il suo stesso discorso: “Le storie di redenzione vendono. -Sì, ma alcuni non ce la fanno mai“, dice Sugerman con un tono di accettazione così carico di realismo da fungere da sublimazione per tutte quelle migliaia di ragazzi che non ce la faranno, qualunque cosa facciano, e per quanto si impegnino.

Hernangómez dà inoltre al suo personaggio la giusta aura di pacatezza allegra ma instabile, che può diventare aggressiva alla minima provocazione. Una sorta di Rocky anestetizzato che funziona bene soprattutto grazie alla presenza di Sandler, colui che conferisce al film le migliori sfumature grigie, spogliandolo del tipico ottimismo new age per dare una visione non sentimentale del dietro le quinte del basket. Il mondo della pallacanestro non è un luogo idealizzato, ci conferma Hustle. E’ un luogo pieno di miseria, di competizione e di lobby, dove sono rimasti solo i migliori: i diamanti grezzi che, con un ottimo allenatore, potranno andare lontano.

Hunters: 5 motivi per non perdere la serie con Al Pacino

Hunters: 5 motivi per non perdere la serie con Al Pacino

Lo scorso 21 febbraio ha debuttato su Amazon Prime Video la serie Hunters, prodotta da Jordan Peele (Scappa – Get Out, Noi) e interpretata da “gigante” Al Pacino (visto di recente nell’acclamato The Irishman di Martin Scorsese).

Ambientato nella New York del 1977, Hunters racconta di un eterogeneo gruppo di cacciatori di nazisti che ha scoperto come centinaia di ufficiali nazisti di alto rango si nascondano tra le persone comuni, cospirando per creare il quarto Reich negli Stati Uniti. L’eclettico team si avventura in una sanguinosa ricerca per assicurare i nazisti alla giustizia e ostacolare il loro nuovo piano genocida.

Ecco di seguito 5 buoni motivi per non perdere la serie:

I richiami ai film d’exploitation

Hunters prende ovviamente spunto dallo stile dei film d’exploitation e dai b-movie degli anni ’70 (epoca in cui è ambientato anche lo stesso show). L’estetica e i toni della serie sono coerenti e al tempo stesso intrigante. L’elemento kitsch e la presenza di una certa dose di violenza sono scelte stilistiche ponderate tanto quanto la complessità della trama. Se mettiamo per un attimo da parte le implicazioni storiche, concentrandoci esclusivamente sul linguaggio dello show come veicolo espressivo per richiamare eventi passati, la serie potrebbe essere considerata – soltanto per questo motivo – un grandissimo successo.

Il cast

Al Pacino, Logan Lerman, Josh Radnor e Carol Kane compongono il talentuoso cast di Hunters. Naturalmente, il gigante Al Pacino è il vero fiore all’occhiello della serie. Josh Radnor, nei panni di Lonny Flash, si cimenta con un ruolo mai affrontato prima. Carol Kane è capace di infondere allo show la giusta dose di umorismo e di emotività. È davvero un ensemble portentoso: se gli attori sono uno dei motivi che in genere vi spingono a guardare un film o una serie, allora i cacciatori di Hunters meritano necessariamente la vostra attenzione. 

I collegamenti storici

Sebbene Hunters sia essenzialmente una storia di finzione, alcuni eventi e alcuni personaggi presenti nello show hanno davvero avuto luogo o sono davvero esistiti durante la Seconda Guerra. Dalla visita all’ufficio di Simon Wiesenthal alla sua presentazione al direttore della NASA Wernher von Braun e alla sua indagine sulla vera operazione Paperclip, in più di un’occasione Hunters spinge lo spettatore a documentarsi su Google dopo aver assistito a determinate immagini: se una serie riesce a fare questo, allora può davvero definirsi riuscita.

Mindy e Murray

Di tutti i Cacciatori presenti nello show, incluso il Meyer Offerman di Al Pacino, la coppia di personaggi più interessante è quella costituita dalla coppia  Mindy e Murray Markowitz, marito e moglie sopravvissuti all’Olocausto. La loro storia e il loro prezioso contributo al gruppo di Cacciatori vengono delineati in maniera sempre chiara e definita. Due personaggi isterici, segnati dalle ferite di un passato doloroso, ma nonostante tutto amorevoli. Sicuramente, i personaggi più intimamente connessi con la realtà e con la Storia di tutta la serie. 

Capire di cosa si tratta…

Sta allo spettatore decidere, in totale autonomia, se uno spettacolo vale o meno la visione, e l’unico modo per farlo è… beh, guardandolo, ovviamente! Se Hunters non dovessi piacerti, almeno sarai in grado di partecipare attivamente e in virtù di una certa consapevolezza alle tante conversazioni esplose sul web proprio a proposito della serie.

Fonte: ScreenRant

Hunters stagione 2: la recensione

Hunters stagione 2: la recensione

Una delle regole che un giocatore d’azzardo dovrebbe costantemente seguire è abbandonare il tavolo da gioco quando si sta vincendo. È quello che avrebbero in sostanza dovuto fare i creatori e produttori di Hunters 2, poiché ammettiamolo: la scommessa vinta con la prima stagione è stata un mezzo miracolo. Proporre con tale audacia narrativa ed estetica pulp un tema difficile quale l’Olocausto e la caccia ai nazisti sfuggiti dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale era stato un azzardo che aveva convinto principalmente a causa della novità del’approccio e dell’obiettivo divertimento sviluppato da personaggi e situazioni. Esattamente quello che manca in toto in questa seconda stagione.

Hunters 2, la trama

Il regista Phil Abraham e il resto dei creativi dello show tentano di alzare il tiro adottando due strategie narrative [SPOILER ALERT!]: adoperare i flashback per mantenere in scena il personaggio della mente del gruppo  Meyer Offerman (Al Pacino) e introducendo la caccia all’uomo diretta nei confronti del villain per eccellenza Adolf Hitler (Udo Kier). Ebbene, nessuna di queste due soluzioni risulta minimamente efficace, al contrario appare chiaro quanto siano entrambe state ideate per ovviare alla evidente mancanza di idee. Con il passare dei nuovi episodi appare chiaro quanto Hunters Season 2 non abbia davvero nulla da dire, né sia in grado di proporre un approfondimento sui personaggi già conosciuti, riproponendoli in maniera vuota se non addirittura stereotipata.

Ed ecco allora che anche gli attori mostrano i propri limiti quando si trovano a dover interpretare i rispettivi ruoli: se Logan Lerman, Josh Radnor e tutti gli altri protagonisti erano tutto sommato risultati efficaci lavorando costantemente sopra le righe e dipingendo figure “larger than life”, adesso mostrano tutti i propri limiti non riuscendo a dare sostanza a figure che comunque non ne posseggono di propria. Se addirittura un istrione leggendario come Al Pacino fallisce stavolta nel compito di convincere lo spettatore -e certamente non lo aiuta il disgraziato twist che il suo personaggio aveva subito alla fine della prima stagione –  risulta difficile ipotizzare come avrebbero potuto invece eccellere gli altri. A partire dalla new entry Jennifer Jason Leigh, più vicina all’essere costantemente irritante col suo accento fittizio che vagamente credibile. Il culmine viene però raggiunto quando viene messo in scena il rapporto tra Hitler ed Eva Braun (Lena Olin), costruito su scenette di dissidi e ipocrisie quotidiane che non arrivano neppure allo spessore degli sketch tra i compianti Sandra Mondaini e Raimondo Vianello.

Una fragilità endamica

Se infine non bastasse la fragilità endemica su cui Hunters Season 2 è stata costruita, la serie possiede una tetra seriosità che in molti momenti stride con le puntate precedenti. Il problema è che voler rendere drammatici personaggi che fin dall’inizio non lo sono, e che soprattutto non sono stati settati per esserlo, produce un effetto controproducente. In questo modo quelli che avrebbero dovuto essere i momenti maggiormente toccanti delle nuove puntate – su tutti la conclusione del sesto episodio – risultano invece un qualcosa di incoerente, non amalgamato con quanto visto ed espresso in precedenza. E quando si tratta di un tema complesso da gestire come l”Olocausto, si può facilmente immaginare quanto grosso sia il rischio di scivolare nell’involontariamente grottesco…

Difficilmente guardando un’intera stagione di qualsiasi serie televisiva ci si trova di fronte a qualcosa da bocciare completamente. Purtroppo Hunters Season 2 si avvicina pericolosamente a questo non auspicabile traguardo. Se qualcosa da salvare alla fine c’è, e non ne siamo convinti, preghiamo voi lettori di segnalarcelo. In mezzo a tanta pochezza, magari qualcosa a noi potrebbe essere sfuggito…

Hunter’s Run: annunciato l’adattamento del romanzo di George R.R. Martin

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Exile Content Studio ha annunciato mercoledì di aver acquisito i diritti cinematografici di Hunter’s Run, un romanzo del leggendario autore George R.R. Martin. Martin, che è ovviamente meglio conosciuto per la sua serie di romanzi Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco e per lo show di successo Il Trono di Spade che ne è derivato, ha co-scritto Hunter’s Run nel 2007 insieme a Daniel Abraham e Gardner Dozois, e ora quel libro dovrebbe diventare un film.

Secondo l’annuncio, l’adattamento cinematografico sarà diretto da Mark Raso (Kodachrome) e basato su una sceneggiatura co-scritta da Raso e suo fratello Joseph. Il duo sarà anche produttore esecutivo del film, insieme a George R.R. Martin, Vince Gerardis, Eric Bromberg, Nando Vila e Isaac Lee per Exile. Sono così contento che dopo quasi 16 anni, Hunter’s Run diventerà un film“, ha dichiarato George R.R. Martin in una dichiarazione sul film. “Sto scoppiando di entusiasmo per il ricco universo fantascientifico che ho contribuito a creare con i miei cari amici Daniel e Gardner per esistere oltre le pagine del nostro libro.

Hunter’s Run racconta la storia di Ramón Espejo, un lavoratore a giornata che vive su un pianeta lontano e tenta di fuggire dalla povertà in cerca di una vita migliore. Tuttavia, si ritrova presto coinvolto in un’enorme controversia, poiché l’omicidio di un diplomatico interplanetario viene presto attribuito a Espejo, e si ritrova in fuga.  Ho incontrato George per la prima volta quando ha proiettato il mio film Copenhagen nel suo cinema Jean-Cocteau a Santa Fe e tra le altre cose abbiamo discusso di un romanzo che aveva scritto che aveva un grande potenziale come film. Sono entusiasta che da quella piccola conversazione siamo arrivati ​​a un punto in cui stiamo realizzando un’avventura fantascientifica innovativa sia dal punto di vista visivo che narrativo. Hunter’s Run è una rivoluzionaria storia di fantascienza sulla sopravvivenza, lo sfruttamento e la lotta per le libertà universali. Sono entusiasta di collaborare con Exile per dare vita al brillante romanzo di George, Daniel e Gardner”, ha dichiarato il regista Mark Raso.

Hunter’s Prayer – In fuga: trama e cast del film con Sam Worthington

Figura particolarmente ricorrente e apprezzata al cinema, i sicari hanno trovato negli ultimi anni diverse opere a loro dedicate, dove si sviscera la loro professione, i suoi pericoli e i problemi morali dietro di questa. Tra queste opere rientra anche Hunter’s Prayer – In fuga, film del 2017 diretto da Jonathan Mostow, noto per essere stato il regista di Terminator 3 – Le macchine ribelli. Al centro della storia raccontata nel suo nuovo film non vi sono però robot assassini, bensì un killer in carne ed ossa pronto a difendere una giovane ragazza dai desideri omicidi di uno spietato boss criminale.

La storia qui narrata è basata sul romanzo For the Dogs, scritto da Kevin Wignall e pubblicato nel 2004. Questo ha ottenuto una buona popolarità sin dal momento della sua prima edizione, arrivando all’attenzione di diversi produttori. È così in breve iniziato il suo processo di sviluppo, portando infine il film ad avvalersi di noti attori e diverse location di grande attrattiva, come la Germania, la Spagna, la Svizzera, l’Ungheria e la città di New York. Ricco di adrenalina e promettente intrattenimento, Hunter’s Prayer – In fuga era così pronto per arrivare nelle sale di tutto il mondo.

Una volta qui, però, il titolo andò incontro ad uno scarso interesse da parte del pubblico, attirando solo l’attenzione dei più affezionati al genere. Il film finì così per incassare a livello globale una cifra ben al di sotto del suo budget, stimato intorno ai 17 milioni di dollari. Ad oggi, a tre anni dalla sua uscita, sembra però giunto il momento di concedere una seconda possibilità al film, riscoprendone gli aspetti positivi. Ciò sarà possibile, prima della visione, anche grazie alle curiosità di seguito riportate, molte delle quali legate proprio al cast di attori. Per scoprire questa basterà proseguire nella lettura.

Hunter’s Prayer – In fuga: la trama del film

Il film si apre in Svizzera, dove la giovane Ella Hatto si sta recando nella sua scuola per quello che sembra essere un giorno come un altro. Ciò che non sa, però, è che a tenerla d’occhio vi è Lucas, un infallibile sicario. Questi è stato ingaggiato dal multimilionario corrotto Richard Addison, il quale allo stesso tempo ha già inviato altri killer per uccidere i genitori della ragazzina, colpevoli di aver parlato con l’FBI circa i suoi traffici illegali. Al momento di dover eliminare la giovane Ella, però, Lucas si trova di fronte per la prima volta nella sua vita da assassino ad un forte senso di compassione. Per questo non riesce a portare a termine il proprio lavoro, decidendo invece di aiutare la ragazza a scappare.

Con lei è costretto a scappare però anche lui, ora ricercato da Addison, il quale lo vuole morto. Nella loro fuga attraverso l’Europa i due dovranno imparare a fidarsi l’uno dell’altro e difendersi a vicenda. Se non sarà lui ad uccidere Ella, infatti, qualcun altro verrà inviato a portare a termine la missione. Scappare non potrà dunque essere una soluzione permanente, e i due dovranno iniziare a studiare una strategia per arrivare dallo stesso Addison e fermare tutto quanto. Lo svantaggio numerico è però notevole, e per loro farsi strada verso il criminale sarà più complicato del previsto. Solo la fiducia e la loro umanità potranno essere decisive per le loro sorti.

Hunter's Prayer - In fuga cast

Hunter’s Prayer – In fuga: il cast del film

Per interpretare il protagonista, il sicario Lucas, i produttori non hanno avuto dubbi: l’attore Sam Worthington era la persona giusta. L’attore, noto per film come Avatar e Scontro tra titani, venne ingaggiato da subito per il ruolo. Per prepararsi a questo, egli non solo si allenò fisicamente per le scene più complesse, ma cercò anche noti modelli a cui ispirarsi. Oltre ai tanti celebri sicari del cinema, l’attore ha rivelato di aver basato parte del personaggio sul Terminator interpretato da Arnold Schwarzenegger nel secondo film della saga. Worthington è poi stato particolarmente apprezzato per la sua performance, avendo dimostrato ancora una volta di possedere grande carisma e presenza scenica.

Accanto a lui, nel ruolo della giovane Ella Hatto doveva originariamente esserci l’attrice Hailee Steinfeld, divenuta celebre per il film Il Grinta. Questa tuttavia dovette rinunciare al ruolo a causa di altri impegni, e al suo posto venne allora scelta Odeya Rush, già vista in film come L’incredibile vita di Timothy Green e Piccoli brividi. Nel ruolo dello spietato boss Richard Addison si ritrova invece Allen Leech, celebre per essere stato Tom Branson nella serie televisiva Downton Abbey. Sempre dalla parte dei cattivi si ritrovano gli attori Amy Landecker e Martin Compston, nei panni rispettivamente dell’agente FBI corrotta Gina Banks e in quelli del killer Metzger. L’attrice spagnola Veronica Echequi, invece, è Dani, a sua volta serial killer che aiuta però Lucas ed Ella nella loro fuga.

Hunter’s Prayer – In fuga: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Hunter’s Prayer – In fuga è infatti disponibile nel catalogo di Infinity e FilmBox. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale a tali piattaforme, avendo così accesso non solo al film in questione ma anche ad un’ampia serie di film correlati e simili. Si avrà così modo di guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 10 novembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Hunter Schafer: 10 cose che non sai sull’attrice

Hunter Schafer: 10 cose che non sai sull’attrice

Distintasi grazie alla serie Euphoria, l’attrice Hunter Schafer è in breve divenuta una delle maggiori star della sua generazione, richiestissima per il cinema, la televisione ma anche per il settore della moda, essendo lei una delle più popolari modelle del momento. La sua è dunque una carriera in piena ascesa, supportata da un talento, una presenza scenica e un’intensità per la recitazione con pochi eguali tra i suoi coetanei.

Ecco 10 cose che non sai sull’attrice Hunter Schafer.

Hunter Schafer: i suoi film e le serie TV

1. È nota per una celebre serie TV. Il primo ruolo d’attrice per Schafer è stato quello nella popolare serie HBO Euphoria, dove interpreta il personaggio Jules recitando accanto ad attori come Zendaya, Jacob Elordi e Sydney Sweenye. Ad oggi si tratta dell’unico progetto televisivo a cui ha partecipando, recitando in entrambe le stagioni ad ora prodotte e naturalmente sarà presente anche nella terza stagione, attualmente in fase di sviluppo.

2. Ha diversi film per il cinema in arrivo. L’attrice deve ancora compiere il suo debutto sul grande schermo, ma quel momento arriverà presto grazie a Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serprente, con protagonista Rachel Zegler. Diversi sono poi i film per cui Schafer è già confermata come parte del cast, tra cui si annoverano il thriller Cuckoo, di cui è protagonista, il misterioso And, nuovo film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone, e il nuovo film di David Lowery, Mother Mary, con protagonista Anne Hathaway.

3. Ha diretto alcuni videoclip e lavorato come doppiatrice. Da quando è entrata a far parte del mondo dello spettacolo, Schafer non si è però limitata solo alla recitazione, ma ha anche diretto due videoclip musicali, ovvero quelli per il brano hornylovesickmess di Girl in red, e quello per il brano Why Am I Alive Now? di Anohni and the Johnsons. Oltre a ciò, ha anche lavorato come doppiatrice per il film d’animazione giapponese Belle, doppiando in lingua inglese il personaggio chiamato Ruka.

Hunter Schafer Zendaya Euphoria

Hunter Schafer in Euphoria

4. Non intendeva far parte della serie. Come da lei dichiarato, Hunter Schafer non ha mai avuto intenzione di partecipare alla serie Euphoria. L’agenzia di modelle con cui lavorava ha però visto il casting e l’ha convinta a fare un’audizione, suggerendo che sarebbe stata fantastica per la parte. Presentatasi dunque ai provini, Schafer ha da subito convinto l’autore Sam Levinson e i produttori e il personaggio è poi stato riscritto parzialmente sulle sue esperienze di vita, così che potesse adattarsi meglio a lei.

5. Ha scritto un episodio della serie. Oltre ad essere tra le protagoniste della serie, Schafer ha anche partecipato alla scrittura di un episodio di essa. Parliamo dell’episodio speciale che si concentra interamente su Jules. A Sam Levinson, creatore e autore della serie, si è dichiarato entusiasta di questa collaborazione nella scrittura, soprattutto perché l’attrice ha significativamente contributo nel tratteggiare con cura e rispetto i momenti dedicati al rapporto di Jules con il suo percorso di transizione, alle conseguenze psicologiche che questo ha comportato e al peso emotivo che da tutto ciò è derivato.

Hunter Schafer in Hunger Games

6. Il nuovo film della saga segnerà il suo debutto al cinema. Nel film Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, prequel di Hunger Games (2012), ambientato 64 anni prima, Schafer interpreterà Tigris Snow, cugina maggiore e confidente di Coriolano, che lo consiglia in tutto. In seguito, come noto, il personaggio diventerà una stilista nei Giochi e un’alleata di Katniss Everdeen e della resistenza contro Panem. Il personaggio è infatti già comparso in versione più adulta nell’ultimo film della saga, interpretato da Eugenie Bondurant, mentre per Schafer segnerà il suo debutto sul grande schermo.

Hunter Schafer è modella per Prada e Dior

7. È una supermodella. Prima di diventare celebre come attice, Schafer ha iniziato a farsi strada nel mondo della moda, partecipando a sfilate per le maggiori case di moda, come Prada, Calvin Klein, Dior, Miu Miu, Tommy Hilfiger, Maison Margiela, Vera Wang, Marc Jacobs, Versus Versace e molte molte altre. Ancora oggi collabora con molte di queste, tra cui in particolare Prada e Dior. Gli impegni nel campo della recitazione non le hanno infatti impedito di portare avanti questa sua attività.

Hunter Schafer Hunger Games

Hunter Schafer e il fidanzato Dominic Fike

8. Ha conosciuto il fidanzato sul set. Nella seconda stagione della serie Euphoria è entrato a far parte del cast l’attore e cantautore Dominic Fike, il cui personaggio intreccia un particolare rapporto con Rue e Jules, il personaggio interpretato da Schafer. La vicinanza tra loro sul set ha poi portato ad una vera e propria relazione tra l’attrice e Fike, fotografati insieme in più occasioni a partire dal febbraio 2022. I due sembra però si siano lasciati nel luglio del 2023.

Hunter Schafer è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 7 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 100 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Hunter Schafer: età e altezza dell’attrice

10. Hunter Schafer è nata il 31 dicembre 1998 a Trenton, New Jersey, Stati Uniti. È alta complessivamente 1,78 metri.

Fonti: IMDb, Instagram

Hunter Schafer si unisce alla serie TV Blade Runner 2099

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Hunter Schafer si unisce alla serie TV Blade Runner 2099

La cosa era nell’aria, ma ora arriva l’ufficialità: Hunter Schafer si unisce alla serie TV Blade Runner 2099. L’attrice, nota per i suoi ruoli in Euphoria e Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, sarà dunque la co-protagonista di Michelle Yeoh nella prossima serie TV di Amazon. Come noto questa è un sequel del film originale Blade Runner e del suo seguito, Blade Runner 2049. La trama non è stata resa nota e non sono disponibili informazioni sul personaggio di Schafer, ma secondo le fonti la Yeoh interpreterà un personaggio di nome Olwen, descritto come un replicante vicino alla fine della sua vita.

Secondo l’affidabile insider Daniel Richtman, invece, Hunter Schafer sembra destinata a interpretare Cora. La sinossi della trama rilasciata in precedenza ha rivelato qualcosa su questo personaggio (potrebbe essere un’ex Blade Runner?), che unirà le forze con una replicante di Yeoh.

Nella Los Angeles del 2099, Cora ha vissuto tutta la sua vita in fuga, un camaleonte costretto ad adottare numerose identità. Per assicurare un futuro stabile a suo fratello, assume un’ultima identità ed è costretta a collaborare con Olwen, una replicante che sta affrontando la fine della sua vita. I due vengono coinvolti in una cospirazione sempre più vasta che rappresenta una minaccia esistenziale per una città che sta lottando per rinascere”.

Vedremo se si rivelerà davvero questo il ruolo di Hunter Schafer, mentre per ora non resta che attendere maggiori informazioni riguardo questo atteso progetto televisivo.

Hunter Schafer Zendaya Euphoria
Hunter Schafer con Zendaya in una scena di Euphoria

Tutto quelle che sappiamo su Blade Runner 2099

Amazon Studios e Alcon Entertainment stanno sviluppando il progetto, con il regista del classico di fantascienza originale, Sir Ridley Scott,, a bordo come produttore esecutivo. Silka Luisa (Shining Girls) sarà la showrunner.

L’originale Blade Runner, diretto da Ridley Scott, è considerato uno dei più grandi e influenti film di fantascienza di tutti i tempi, e siamo entusiasti di presentareBlade Runner 2099 ai nostri clienti globali di Prime Video”, ha dichiarato Vernon Sanders, responsabile di Amazon Studios per la televisione globale, in una dichiarazione rilasciata al momento dell’annuncio della serie. “Siamo onorati di poter presentare questa continuazione del franchise di Blade Runner e siamo certi che, grazie alla collaborazione con Ridley, Alcon Entertainment, Scott Free Productions e la bravissima Silka Luisa, Blade Runner 2099 manterrà l’intelletto, i temi e lo spirito dei suoi predecessori“.

I co-CEO e co-fondatori di Alcon Andrew Kosove e Broderick Johnson hanno aggiunto: “Il pubblico ha scoperto per la prima volta la brillante visione di Ridley Scott per Blade Runner 40 anni fa e da allora è diventato uno dei film di fantascienza più influenti di tutti i tempi. Il seguito di Denis Villeneuve, Blade Runner 2049, è poi diventato uno dei sequel meglio recensiti di tutti i tempi”.

Con un salto temporale così lungo tra questa serie e Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve, è altamente improbabile che Harrison Ford riprenda il ruolo di Rick Deckard. Ryan Gosling è una possibilità, anche se il suo personaggio di replicante sembra essere morto nei momenti finali del sequel del 2017.

Questo non significa che non possa tornare, naturalmente, ma sembra molto più probabile che la serie introduca un nuovo cast di personaggi con legami minori con i film.

Hunter Schafer sarebbe in lizza per interpretare Mystica nel reboot degli X-Men del MCU

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Mentre le voci sul casting di X-Men continuano a rincorrersi (dovremmo iniziare a vedere annunci ufficiali molto presto), si apprende che Mystica farebbe parte del reboot del Marvel Cinematic Universe e lo studio potrebbe avere in mente qualcuno per interpretare la mutante mutaforma. Secondo lo scooper MTTSH, l’attrice Hunter Schafer è stata pensata per interpretare Raven Darkhölme/Mystica nel prossimo film. Non è chiaro se questo significhi che la Schafer sia effettivamente in trattativa per la parte. Tutto ciò che ci è stato rivelato ad ora è che sarebbe stata presa in considerazione.

Hunter Schafer è diventata un talento molto richiesto dopo il suo ruolo di spicco in Euphoria e ha continuato a recitare in film come Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente e il recente horror Cuckoo. Mystica è stata interpretata da Rebecca Romain nel franchise della 20th Century Fox e da Jennifer Lawrence da X-Men: L’inizio in poi. Il personaggio è stato originariamente introdotto come cattivo, ma ha avuto molto più tempo sullo schermo come membro della squadra nei film successivi. Al momento la cosa è dunque da prendere come l’ennesimo rumor relativo al film, per cui si attendono conferme o smentite.

Quando arriveranno gli X-Men nel MCU?

I film dedicati ai mutanti Marvel hanno cominciato la loro corsa cinematografica nel 2000 con il primo film di Bryan Singer, seguito nel 2003 dal secondo capitolo. Nel 2006 è uscito Conflitto finale diretto da Brett Ratner. Nel 2009 è stata inaugurata la trilogia dedicata a Wolverine che ha percorso le sale parallelamente con la tetralogia prequel: del 2009 è X-Men le origini – Wolverine, del 2011 X-Men: l’inizio, del 2013 Wolverine – l’immortale, del 2014 Giorni di un futuro passato, del 2016  Apocalisse, del 2017 Logan: The Wolverine e del 2019 Dark Phoenix.

I due film dedicati a Deadpool, del 2016 e del 2018 sono stati ambientati nello stesso universo della Fox. Ora Deadpool e Wolverine ha portato nel MCU i due eroi del titolo, e aprirà ufficialmente la strada ai mutanti Marvel verso l’universo condiviso di Kevin Feige. Ancora non sappiamo quando arriveranno ufficialmente con il film tutto loro che è stato annunciato, ma tra alcuni camei, riferimenti e la recente serie animata X-Men ’97 il loro debutto potrebbe ormai sempre imminente.

Secondo precedenti indiscrezioni, Harris Dickinson (Babygirl, Triangle of Sadness) e Jack Champion (Avatar, Scream 6) sarebbero in lizza per interpretare Ciclope, mentre Sadie Sink, attrice di Stranger Things, sarebbe la probabile scelta per Jean Grey. Hunter Schafer potrebbe invece assumere il ruolo di Mystica. Abbiamo anche sentito che Ayo Edebiri di The Bear è nel radar dello studio per interpretare Tempesta. Anche Kitty Pryde e Gambit dovrebbero far parte della squadra. Al momento, però, non ci sono state dichiarazioni ufficiali da parte dei Marvel Studios.

Le teorie principali sugli X-Men nel MCU

La teoria prevalente tra i fan è che gli Avengers combatteranno gli X-Men quando le loro rispettive realtà si scontreranno in un’Incursione. Sembra proprio che il palcoscenico sia stato predisposto per uno scontro dopo l’arrivo di Maria Rambeau nella realtà della squadra (un mondo che si pensa sia Terra-10005). Vedremo cosa succederà. Tuttavia, è giusto dire che tutti rimarranno scioccati se la squadra mutante non farà la sua apparizione – costumi dei fumetti e tutto il resto – nei prossimi film di Avengers.

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Hunter Schafer in The Hunger Games: The Ballad of Songbirds and Snakes

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La star di Euphoria, Hunter Schafer, si è unita al cast di The Hunger Games: The Ballad of Songbirds and Snakes, della Lionsgate. Apparirà al fianco di Tom Blyth e Rachel Zegler nel tentativo dello studio di riconquistare quella vecchia magia di Panem.

Schafer interpreterà Tigris Snow, cugina e confidente di Coriolanus Snow (Blyth), che, come sanno i fan di “Hunger Games”, un giorno diventerà il sovrano autocratico del mondo distopico di libri e film.

The Hunger Games: The Ballad of Songbirds and Snakes, il video titolo

Distribuito nel 2020, il romanzo ruota attorno a un giovane Coriolanus Snow (interpretato da Donald Sutherland nei film), il cattivo principale di The Hunger Games. Anche prima che il libro arrivasse sugli scaffali, Lionsgate ha annunciato che era in fase di sviluppo un adattamento cinematografico. Francis Lawrence, il regista che ha firmato il secondo, terzo e quarto film della saga, tornerà per questo film.

Durante la sua presentazione al CinemaCon, Lionsgate ha annunciato (tramite Deadline) che The Ballad of Songbirds and Snakes sta procedendo nella sua distribuzione. Sebbene rimanga senza un cast, ha una data di uscita: 17 novembre 2023. The Ballad of Songbirds and Snakes seguirà la stessa trama del libro, che vede il 18enne Snow mentore di un tributo al Distretto 12 nel 10° Hunger Games.

Tom Blyth e Rachel Zegler interpreteranno rispettivamente Coriolanus Snow e Lucy Gray, Jerome Lance interpreterà Marcus, il tributo del Distretto 2. Ashley Liao interpreterà Clemensia Dovecote, una delle amiche più care di Coriolanus e mentore di un tributo del Distretto 11. Knox Gibson interpreterà Bobbin, tributo del Distretto 8; Mackenzie Lansing interpreterà Coral, tributo del Distretto 4; mentre Aamer Husain interpreterà Felix Ravinstill, il mentore di un tributo del Distretto 11; Nick Benson interpreterà Jessup, il tributo del Distretto 12 insieme a Lucy Grey Baird (Rachel Zegler); Laurel Marsden interpreterà Mayfair Lipp, che mette il nome di Baird in lizza per il decimo Hunger Games; Lilly Cooper interpreterà Arachne Crane, mentore di un tributo del Distretto 10; Luna Steeples interpreterà Dill, tributo del Distretto 11; Hiroki Berrecloth interpreterà Treech, tributo del Distretto 7. Hunter Schafer sarà Tigris Snow.

Hunter Schafer fa una sinistra scoperta nell’inquietante primo teaser trailer di CUCKOO

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“Temete il suo richiamo…” Abbiamo sentito parlare per la prima volta del secondo film del regista di Luz, Tilman Singer, Cuckoo, l’anno scorso, e NEON ha finalmente rilasciato alcune immagini del film attraverso un teaser trailer molto inquietante.

L’attrice emergente di Euphoria Hunter Schafer, che di recente ha avuto un ruolo di supporto nel prequel di Lionsgate Hunger Games – la ballata dell’usignolo e del serpente, interpreta un’adolescente di nome Gretchen che va a stare con il padre estraniato e la sua nuova famiglia sulle Alpi tedesche, dove scopre alcuni eventi molto sinistri, forse soprannaturali, che potrebbero essere collegati alla sua stessa famiglia.

Il teaser non mostra molto, ma vediamo il personaggio di Schafer entrare in una stanza e tirare fuori quello che sembra essere una specie di coltello a serramanico, mentre un’inquietante colonna sonora si sviluppa fino a un urlo agghiacciante.

Poi, proprio alla fine, si intravede una figura (creatura?) incappucciata che grida verso la telecamera.

Cosa sta succedendo? Non ne abbiamo idea! La sinossi che segue delinea la premessa di base, ma è chiaro che il film manterrà i suoi più grandi segreti nascosti il più a lungo possibile, e non abbiamo nulla da eccepire su questo approccio.

Tra le notizie correlate, Schafer ha anche firmato per recitare accanto a Noomi Rapace in Palette, un film horror psicologico su “una donna che soffre di sinestesia estrema, una rara condizione in cui è in grado di sentire i colori“. Secondo la sinossi. La donna viene presto “reclutata in un’industria segreta e di culto del design dei colori, scoprendo l’oscura realtà di ciò che serve per creare le più grandi tinte del mondo“.

Hunter Schafer di Euphoria è stata arrestata durante una protesta pro Palestina

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Secondo quanto riportato, Hunter Schafer, star degli Euphoria, è stata arrestata lunedì durante una protesta a favore della Palestina, durante la registrazione dell’apparizione di Joe Biden al Late Night With Seth Meyers.

Secondo Vulture, Hunter Schafer è stata una dei 33 arrestati mentre protestava per i diritti dei palestinesi con il gruppo Jewish Voice for Peace lunedì.

Le foto dell’evento la mostrano mentre indossa una maglietta che chiede un cessate il fuoco immediato e un’immagine della Reuters la vede scortata fuori dalla 30 Rock da un agente della polizia di New York con le mani legate dietro la schiena.

L’apparizione di Biden a Seth Meyers è stata interrotta dai manifestanti. Ieri, alle primarie democratiche del Michigan, migliaia di persone hanno spinto per un “voto non impegnato” per inviare un messaggio al Presidente su Gaza, e la quota di voti non impegnati è stata del 14,2% con il 28% di votanti.

Biden è stato ospite a sorpresa di Seth Meyers, dove ha risposto a domande che spaziavano dalla sua età alla cospirazione conservatrice su Taylor Swift fino, senza sorpresa, alla guerra tra Israele e Hamas.

Hunter Schafer ha recitato in Euphoria nel ruolo dell’adolescente transgender Jules Vaughn. Il ruolo le ha dato fama mondiale e ha vinto numerosi premi per la sua interpretazione. Tra gli altri ruoli ricordiamo il prequel di Hunger Games, Hunger Games – La ballata dell’usignolo e il film horror Cuckoo con Dan Stevens e Jessica Henwick.

Hunter Killer: Gary Oldman nel cast con Gerard Butler

Finalmente l’action-thriller Hunter Killer, in progetto da diversi anni, sembra aver trovato un certo slancio. Gerard Butler è tornato a bordo e ora a lui si aggiungerà Gary Oldman. Il film è tratto dal romanzo di George WallaceDon Keith, dal titolo Firing Point.

La storia racconta le vicende di un generale russo che, impazzito, rapisce il presidente del suo paese cercando di dare il via alla Terza Guerra Mondiale. Alleati contro di lui sono un capitano di sottomarino, Joe Glass (Butler) e una squadra di Navy SEAL. Gary Oldman sarà un funzionario americano.

Inizialmente il Hunter Killer era stato offerto a Phillip Noyce, Martin Campbell e McG ma non ha mai trovato qualcuno davvero interessato al progetto. Ora Original Films ha acquistato i diritti per realizzare il film dopo la bancarotta di Relativity Media.

Intanto vedremo Gary Oldman nel film love story intergalattica The Space Between Us.

Fonte: Empireonline

Hunter Killer – Caccia negli abissi: trama e cast del film con Gerard Butler

I film ambientati all’interno di sottomarini hanno sempre avuto il loro grande fascino e la loro fortuna al cinema. Da Caccia a Ottobre Rosso fino a Kursk, questi hanno più volte e da più punti di vista diversi narrato le avventure di eroi spesso invisibili. In modo ancor più rocambolesco ed esplosivo, si è cimentato in questa missione anche il lungometraggio Hunter Killer – Caccia negli abissi  (qui la recensione). Diretto da Donovan Marsh, e arricchito da un cast di grandi attori hollywoodiani, il film si concentra sugli scontri generatisi tra la marina americana e quella russa, riportando a galla antiche rivalità e nuove minacce per l’ordine mondiale.

La sceneggiatura scritta da Arne Schmidt e Jamie Moss non è però frutto di un’idea originale, bensì è l’adattamento di un noto romanzo di genere. Si tratta di Firing Point, scritto da Don Keith e George Wallace e pubblicato nel 2012. Questo si basa sul reali esperienze di Keith, ex comandante di sottomarini americani. Divenuto un grande successo per la sua precisione nel raccontare la vita all’interno di un sottomarino e le tensioni generatisi tra i due paesi coinvolti, questo suscitò da subito l’attenzione degli studios di produzione. Nel 2018 il romanzo venne così adattato in film, riscuotendo l’attenzione di tutti i fan di questo particolare genere.

Arrivato in sala il film non si affermò come un grande successo, incassando poco meno del suo budget di 40 milioni di dollari. Come la critica ha però fatto notare, Hunter Killer – Caccia negli abissi riesce a consegnare allo spettatore una buona dose di dinamico ed esplosivo intrattenimento. Elemento fondamentale, questo, per un film che fa della pura azione il proprio punto di forza. Prima di tuffarsi in una prima o nuova visione del film può essere utile scoprire alcune delle principali curiosità sul film, molte delle quali legate al cast e alla loro preparazione.

La trama di Hunter Killer – Caccia negli abissi

La vicenda del film si apre nelle profondità dell’oceano, dove un sottomarino americano scompare misteriosamente mentre era intento a seguirne uno russo. Tale mistero arriva subito all’attenzione dell’ammiraglio John Fisk, il quale decide di inviare un USS Arkansas ad indagare sul luogo. Al comando di questo vi è Joe Glass, comandante esperto ma dai modo estremamente poco ortodossi. Nello stesso momento, all’interno del palazzo del governo russo si verifica un vero e proprio colpo di stato. Il ministro della difesa Dmitriy Durov prende il potere strappandolo al presidente Nikolai. Con tale atto, Durov è pronto a dichiarare guerra agli Stati Uniti, colpevoli a suo dire di aver oltrepassato i confini nazionali.

Ancora ignaro di quanto stia accadendo in superficie, Glass e i suoi uomini ritrovano i resti del sottomarino americano e anche di quello russo. In quest’ultimo individuano una serie di superstiti, tra cui il capitano Sergei Andropov. Presi come ostaggi, questi rivelano in realtà di aver subito un attacco interno da parte di un altro sottomarino russo. Glass comprende dunque che qualcosa non sta andando come previsto, e che i russi stanno preparando qualcosa di imprevedibile. Mentre la minaccia della guerra si fa sempre più concreta, tentare di porre fine al colpo di stato di Durov sembra essere l’unica possibilità per ristabilire la pace in terra e in mare.

Hunter Killer - Caccia negli abissi cast

Hunter Killer – Caccia negli abissi: il cast del film

Per interpretare il ruolo del temerario Joe Glass, l’attore Gerard Butler si rivelò la personalità giusta. Noto per i suoi ruoli d’azione in film come 300 e Attacco al potere, l’attore si dichiarò entusiasta di poter dar vita ad un personaggio di questo tipo. Per poter risultare ancor più credibile nei panni di questo, decise di passare diverso tempo all’interno di un vero sottomarino in missione, apprendendo così i rituali e le operazioni richieste ai marines a bordo di questi. Quest’esperienza, dall’attore giudicata memorabile, lo aiutò a comprendere meglio la difficile ma emozionante vita di questi capitani. Nel film è poi presente anche l’attore premio Oscar Gary Oldman, nei panni dell’ammiraglio Charles Donnegan. Pur rimanendo sulla terra ferma, l’attore decise di documentarsi sul ruolo di tali figure, potendo così anche egli risultare realistico nella sua interpretazione.

L’attore e rapper Common, già visto in film come Selma – La strada per la libertà, interpreta l’ammiraglio John Fisk, colui che assegna a Glass la sua missione. Anche questi, per prepararsi al ruolo, decise di trascorre diverso tempo con dei veri ammiragli, imparando i segreti del loro mestiere. Nel film è poi presente l’attore svedese Michael Nyqvist, divenuto celebre a livello internazionale per il film Uomini che odiano le donne. Questi interpreta qui il capitano russo Sergei Andropov. Per Nyqvist questo è stato uno dei suoi ultimi ruoli cinematografici prima della morte, avvenuta nel 2017. L’attrice Linda Cardellini interpreta invece Jayne Norquist, analista per l’Agenzia di Sicurezza Nazionale, mentre l’attore russo Mikhail Gorevoy è il ministro russo Durov.

Il trailer di Hunter Killer – Caccia negli abissi e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Hunter Killer – Caccia negli abissi è infatti disponibile nel catalogo di Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in TV il giorno martedì 14 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Hunter Killer – Caccia negli abissi: recensione del film con Gerald Butler

Dopo i recenti Geostorm e Nella tana dei lupi, Gerald Butler torna all’action-thriller con Hunter Killer – Caccia negli abissi, diretto da Donovan Marsh e che vede anche la partecipazione del rapper Common e del neo premio Oscar Gary Oldman. Il film, basato sul romanzo Firing Point, di Don Keith e George Wallace, e in sala dall’8 novembre, conduce lo spettatore nel pieno di una guerra fredda mai realmente conclusasi, dove Stati Uniti e Russia vivono costantemente sul baratro dell’ostilità.

Protagonista del film è Joe Glass (Gerald Butler), capitano di un sottomarino americano, che navigando nelle profondità del Mar Glaciale Artico con il suo equipaggio, viene a conoscenza di un segreto colpo di stato russo che minaccia di distruggere l’ordine mondiale. Suo compito sarà quello di infiltrarsi nelle acque nemiche per recuperare il presidente russo preso in ostaggio, e impedire la Terza Guerra Mondiale.

È curioso notare come in un ristretto arco temporale si avvicendino sugli schermi cinematografici due film ambientati all’interno di un sottomarino. Oltre a questo Hunter Killer, è Kursk l’altro, diretto dal regista Thomas Vinterberg e presentato alla scorsa Festa del Cinema di Roma. Benché trattino due storie piuttosto diverse, c’è un elemento comune che è ben presente nel film di Vinterberg ed è invece carente in quello di Marsh: la tensione. Per un action-thriller di questo tipo, ispirato a celebri film come Caccia a Ottobre Rosso, la tensione è tutto. Elemento fondamentale per attrarre lo spettatore e conquistarne il favore.

Hunter Killer presenta una dettagliata ricostruzione della vita in un sottomarino, e quest’attenzione ai particolari favorisce certamente la visione, ma le sequenze in grado di generare una concreta tensione sono poche. Complici i numerosi cliché del genere, il già visto sull’argomento e una serie di dialoghi pomposi, risulta complesso provare un vero trasporto emotivo nei confronti di quanto si sussegue nel film. Il film è strutturato inoltre su tre diversi piani narrativi, quello ambientato nel sottomarino, quello che segue il gruppo di militari intenti nel recupero del presidente russo, e l’ultimo ambientato nelle sale operative dei servizi segreti. Costruendo tre film in uno, al regista e agli sceneggiatori va riconosciuto il pregio di essere stati in grado di tenersi lontani dalla confusione che poteva generarsi da questo intreccio.

Per ovvi motivi è la storia all’interno del sottomarino a suscitare maggiore interesse. È qui che si verificano le dinamiche di gruppo e i rapporti di fiducia che decretano il successo della missione. All’interno del sottomarino si verificano le scene madre del film, e, nonostante manchi un sano senso di claustrofobia, quanto avviene sembra sufficiente per sopperire in parte a questa mancanza. Hunter Killer riesce in fin dei conti a sfoggiare un discreto intrattenimento, senza scadere in un numero esagerato di assurdità che avrebbero certamente reso il tutto una farsa. Mantenendosi concreto e realistico il film saprà soddisfare gli amanti del genere, mancando tuttavia di quelle caratteristiche che avrebbero potuto decretarne un maggior successo.

Hunter Killer – Caccia negli abissi: la spiegazione del finale del film

Diretto da Jonathan Marsh e basato sul romanzo di Don Keith e George Wallace, Hunter Killer – Caccia negli abissi (qui la recensione) è un film del 2018 con le interpretazioni di Gerard Butler, Gary Oldman, Common, Linda Cardellini, Toby Stephens e altri. La trama si sviluppa a partire da un sottomarino statunitense che viene misteriosamente distrutto nell’oceano vicino alla Russia, l’esercito degli Stati Uniti e l’NSA inviano il Capitano Glass (Geard Butler) e un sottomarino Hunter-Killer, l’USS Arkansas, per scoprire cosa è successo. Si scopre così che l’ammiraglio russo Dmitriy Durov (Michael Gor) ha organizzato un colpo di stato e ha rapito il presidente russo Zakarin (Alexander Diachenko), attaccando il proprio sottomarino.

I capi militari e il Presidente degli Stati Uniti iniziano dunque a prepararsi alla guerra, ormai apparentemente inevitabile, ma Glass è determinato a fermarla prima che avvenga, collaborando con il capitano del sottomarino russo Andropov (Michael Nyqvist) per estrarre il Presidente e fermare il colpo di stato. Alla fine di Hunter Killer – Caccia negli abissi, il capitano Glass compie dunque la coraggiosa mossa di fidarsi del capitano russo Andropov e insieme contribuiscono a evitare l’inizio della Terza Guerra Mondiale. Ma c’è molto su cui riflettere in questo finale, che analizziamo dunque qui di seguito.

Perché Adropov ha aiutato Glass

Dopo aver capito che c’erano ancora degli uomini all’interno del sottomarino russo affondato, Glass invia un equipaggio per tirarli fuori e uno dei sopravvissuti è il capitano della nave, Andropov. Mentre Glass cerca di far navigare la USS Arkansas più vicina alla base russa di Polyarny, incontra un campo impenetrabile di mine acustiche e chiede l’aiuto di Andropov, nonostante le obiezioni di alcuni membri dell’equipaggio, compreso l’XO. Andropov è inizialmente riluttante, ma dopo che Glass gli mostra le immagini che mostravano il sabotaggio della Konek e gli dice che aveva rischiato la vita del suo equipaggio per salvarlo, Andropov capisce che può fidarsi di Glass.

Gerard Butler e Michael Nyqvist in Hunter Killer - Caccia negli abissi
Gerard Butler e Michael Nyqvist in Hunter Killer – Caccia negli abissi

Invece di navigare attraverso il campo minato acustico, Andropov guida dunque Glass e la USS Arkansas in quella che sembra essere una grotta con un vicolo cieco. Glass si fida però a sua volta di Andropov e ordina all’equipaggio dell’Arkansas di seguire le sue indicazioni; alla fine la grotta dopo essersi stretta si apre e l’Arkansas emerge nelle acque russe. Mentre molti degli ufficiali di grado più elevato di entrambe le parti avevano frequentato le accademie navali, Glass è orgoglioso di aver fatto la gavetta nei sottomarini, il che lo ha aiutato a guadagnarsi il rispetto e la fiducia di Andropov, dato che i due uomini sono fatti della stessa pasta.

Perché Glass ha dato ad Andropov la sua moneta

Appena insediato come capitano della USS Arkansas, Glass rifiuta la moneta dell’equipaggio dell’Arkansas, conservando invece la sua moneta di ex membro dell’equipaggio della USS Wichita. Inizialmente dice che terrà quella, perché è la sua moneta fortunata, ma alla fine del film, dopo aver lavorato con Andropov per evitare la Terza Guerra Mondiale, i due uomini si stringono la mano e Glass fa scivolare la sua moneta della USS Wichita nella mano di Andropov. La riluttanza di Glass a consegnare la moneta dimostra quanto fosse speciale per lui, ma dopo gli eventi del film, è il modo più forte per mostrare ad Andropov il rispetto che ha per il capitano russo.

Andropov e Glass si erano già scontrati in passato e, sebbene il film non entri nei dettagli, è chiaro che anche in quella situazione entrambi gli equipaggi erano riusciti a evitare il conflitto. In effetti, Glass si era documentato su Andropov e conosceva la sua esperienza e il suo stile, motivo per cui sapeva che sarebbe stato disposto ad aiutarlo a navigare nel campo minato. Alla fine, poiché Andropov si guadagna un così alto grado di rispetto da parte dei suoi uomini, questi si rifiutano di sparare sull’Arkansas, evitando la terza guerra mondiale. Grazie al periodo trascorso sull’Arkansas, Glass potrebbe essere pronto a cambiare la sua moneta con una nuova moneta fortunata dell’equipaggio dell’Arkansas, ma certamente pensa che Andropov meriti la sua moneta di Wichita come ricordo.

Hunter Killer - Caccia negli abissi cast
Common in Hunter Killer – Caccia negli abissi

La spiegazione del finale di Hunter Killer – Caccia negli abissi

L’azione di Hunter Killer – Caccia negli abissi si divide principalmente tra due gruppi, gli ufficiali e i politici, questi ultimi situati lontano dall’azione. Il contrammiraglio John Fisk (Common) e Jayne Norquist (Linda Cardellini) dell’NSA lavorano insieme al Pentagono per cercare di evitare un’escalation del conflitto, inviando il capitano Glass e la USS Arkansas e una squadra di Navy SEALS guidata dal tenente Bill Beaman (Toby Stephens). Nel frattempo, il presidente dello Stato Maggiore, Charles Donnegan (Gary Oldman) e altri politici sono un po’ meno avversi al rischio.

Alla fine del film, Donnegan ordina a Glass di colpire i russi prima che distruggano la USS Arkansas, ma Glass si rifiuta, sapendo che anche un attacco per autodifesa potrebbe scatenare la Terza Guerra Mondiale, a seconda del rispetto che Andropov ha nei confronti dei suoi apprendisti a bordo della nave russa. Allo stesso modo, i marinai russi disobbediscono all’ordine diretto di Durov di fare fuoco sull’Arkansas. Non solo disobbediscono agli ordini, ma intercettano anche i missili che Durov lancia contro l’Arkansas dalla Polyarny. La nave russa risponde quindi al fuoco e distrugge il posto di comando di Polyarny, uccidendo Durov e ponendo fine al colpo di Stato.

Sebbene Donnegan e il Presidente Dover (Caroline Goodall) non stiano certamente cercando di creare una guerra come Durov, il loro approccio alla situazione si sarebbe indubbiamente concluso con una catastrofe, mentre il Capitano Glass, Andropov, il Tenente Beaman e i marinai russi sono molto più preparati a fare ciò che è necessario per evitare la guerra. Poiché questi uomini lavorano sul campo, a tu per tu con i soldati che sarebbero morti in guerra, hanno un investimento più forte e soprattutto le capacità per occuparsi della situazione. Inoltre, ognuno di loro gode del rispetto degli uomini che comanda, il che si traduce in una missione di successo.

Hunt For The Wilderpeople: trailer del film di Taika Waititi

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Hunt For The Wilderpeople: trailer del film di Taika Waititi

Taika Waititi è pronto a confrontarsi con la regia di Thor Ragnarok, terzo capitolo cinematografico della serie dedicata al noto personaggio Marvelma, prima di cimentarsi in questa nuova avventura, il regista è atteso al cinema con Hunt For The Wilderpeople, pellicola che vede protagonisti Sam Neal Julian Denninson.

A tal proposito vi presentiamo, qui di seguito, il trailer ufficiale della pellicola.

https://www.youtube.com/watch?v=_fGurAKnavo

Questa la trama del film: Ricky (Julian Dennison), un ragazzino di città, si ritroverà in fuga nelle foreste selvagge della Nuova Zelanda in compagnia del poco gestibile zio adottivo Hec (Sam Neal) e del cane Tupac. Si scatenerà così una caccia all’uomo nazionale ed i due saranno costretti a mettere da parte le loro differenze ed imparare a collaborare per sopravvivere.

Fonte: JoBlo Movie Trailers

Hungry Hearts: trailer e foto del film con Adam Driver e Alba Rohrwacher

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Ecco il trailer italiano e le immagini ufficiali di Hungry Hearts, il film diretto da Saverio Costanzo con protagonisti Adam Driver e Alba Rohrwacher. Il film presentato alla 71esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha conquistato le Coppe Volpi agli attori, arriverà il 15 gennaio 2015 nei nostri cinema.

Leggi anche: Venezia 71: Hungry Hearts recensione del film di Saverio Costanzo

Qui le foto del film: [nggallery id=1319]

Hungry Hearts 5Jude è americano, Mina è italiana. S’incontrano per caso a New York. S’innamorano, si sposano e presto avranno un bambino. Si trovano così in poco tempo dentro una nuova vita.

Sin dai primi mesi di gravidanza Mina si convince che il suo sarà un bambino speciale. E’ un infallibile istinto di madre a suggerirglielo. Suo figlio deve essere protetto dall’inquinamento del mondo esterno e per rispettarne la natura bisogna preservarne la purezza.

Jude, per amore di Mina, la asseconda, fino a trovarsi un giorno di fronte ad una terribile verità: suo figlio non cresce ed è in pericolo di vita, deve fare presto per salvarlo.

All’interno della coppia inizia una battaglia sotterranea, che condurrà ad una ricerca disperata di una soluzione nella quale le ragioni di tutti si confondono.

Hungry Hearts: recensione del film di Saverio Costanzo

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Hungry Hearts: recensione del film di Saverio Costanzo

Saverio Costanzo torna dietro la macchina da presa per Hungry Hearts, una macchina da presa invasiva, curiosa, che si muove con particolare attenzione in un piccolo appartamento newyorkese in cui vivono Mina e Jude. I due si sono incontrati per caso e si sono perdutamente innamorati.

Dopo la gravidanza inaspettata di lei, i due si sposano e vanno a vivere nell’appartamento dove si svolge la nostra storia. Mina però è una mamma atipica, non si fida dei medici e decide di seguire il suo infallibile istinto di madre e allevare suo figlio senza la supervisione di un pediatra, nutrendolo come fosse un vegano e cercando di purificarlo dall’inquinamento e dalle energie negative del mondo esterno. La situazione le sfuggirà presto di mano, quando il padre si accorge che il bimbo non cresce.

Saverio Costanzo mette in scena un dramma travestito da storia d’amore, travestita a sua volta da thriller (toccando momenti assimilabili all’horror). Lo fa con un racconto forte, duro, che non prende posizioni, e che ci estranea, complici le ottiche deformanti, dal senso di realtà al quale spesso ci vantiamo di essere attaccati.

Ad interpretare i due innamorati di questa storia ci sono Alba Rohrwacher e Adam Driver, innamorati complici e bellissimi sullo schermo. La loro storia d’amore cinematografica non è mai messa in discussione, e pure davanti alle difficoltà i due si ricordano sempre vicendevolmente dell’amore reciproco; un dettaglio molto dolce, che ci impedisce, di nuovo, di prendere una posizione netta a favore dell’uno o dell’altra. Forse a Costanzo non interessa schierarsi, ma raccontare un momento, un’inclinazione con un film duro e particolare, che desta interesse e discussione.

I cuori affamati del titolo (Hungry Hearts) si divorano fino a consumarsi, lasciando lo spettatore disorientato e stordito, in un finale che sembra costruito per dare una conclusione alla storia e che non soddisfa a pieno le aspettative create dal film.

Hungry Hearts: recensione del film #Venezia71

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Hungry Hearts: recensione del film #Venezia71

Saverio Costanzo torna dietro la macchina da presa per Hungry Hearts, una macchina da presa invasiva, curiosa, che si muove con particolare attenzione in un piccolo appartamento newyorkese in cui vivono Mina e Jude. I due si sono incontrati per caso e si sono perdutamente innamorati.

Dopo la gravidanza inaspettata di lei, i due si sposano e vanno a vivere nell’appartamento dove si svolge la nostra storia. Mina però è una mamma atipica, non si fida dei medici e decide di seguire il suo infallibile istinto di madre e allevare suo figlio senza la supervisione di un pediatra, nutrendolo come fosse un vegano e cercando di purificarlo dall’inquinamento e dalle energie negative del mondo esterno. La situazione le sfuggirà presto di mano, quando il padre si accorge che il bimbo non cresce.

Saverio Costanzo mette in scena un dramma travestito da storia d’amore, travestita a sua volta da thriller (toccando momenti assimilabili all’horror). Lo fa con un racconto forte, duro, che non prende posizioni, e che ci estranea, complici le ottiche deformanti, dal senso di realtà al quale spesso ci vantiamo di essere attaccati.

Hungry Hearts, un dramma travestito da storia d’amore

Ad interpretare i due innamorati di questa storia ci sono Alba Rohrwacher e Adam Driver, innamorati complici e bellissimi sullo schermo. La loro storia d’amore cinematografica non è mai messa in discussione, e pure davanti alle difficoltà i due si ricordano sempre vicendevolmente dell’amore reciproco; un dettaglio molto dolce, che ci impedisce, di nuovo, di prendere una posizione netta a favore dell’uno o dell’altra. Forse a Costanzo non interessa schierarsi, ma raccontare un momento, un’inclinazione con un film duro e particolare, che desta interesse e discussione.

I cuori affamati del titolo (Hungry Hearts) si divorano fino a consumarsi, lasciando lo spettatore disorientato e stordito, in un finale che sembra costruito per dare una conclusione alla storia e che non soddisfa a pieno le aspettative create dal film.

Hungry Hearts: due clip con Alba Rohrwacher

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Hungry Hearts: due clip con Alba Rohrwacher

Ecco le prime due clip da Hungry Hearts, il film diretto da Saverio Costanzo con protagonisti Adam Driver e Alba Rohrwacher. Il film presentato alla 71esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha conquistato le Coppe Volpi agli attori, arriverà il 15 gennaio 2015 nei nostri cinema.

Leggi anche: Venezia 71: Hungry Hearts recensione del film di Saverio Costanzo

Qui le foto del film: [nggallery id=1319]

Jude è americano, Mina è italiana. S’incontrano per caso a New York. S’innamorano, si sposano e presto avranno un bambino. Si trovano così in poco tempo dentro una nuova vita.

Sin dai primi mesi di gravidanza Mina si convince che il suo sarà un bambino speciale. E’ un infallibile istinto di madre a suggerirglielo. Suo figlio deve essere protetto dall’inquinamento del mondo esterno e per rispettarne la natura bisogna preservarne la purezza.

Jude, per amore di Mina, la asseconda, fino a trovarsi un giorno di fronte ad una terribile verità: suo figlio non cresce ed è in pericolo di vita, deve fare presto per salvarlo.

All’interno della coppia inizia una battaglia sotterranea, che condurrà ad una ricerca disperata di una soluzione nella quale le ragioni di tutti si confondono.

Hungry Hearts da oggi al cinema, nuova clip

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Hungry Hearts da oggi al cinema, nuova clip

Arriva oggi al cinema Hungry Hearts, il film diretto da Saverio Costanzo con protagonisti Adam Driver e Alba Rohrwacher. Il film è stato presentato alla 71esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha conquistato le Coppe Volpi agli attori.

Una nuova clip:

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Qui le foto del film: [nggallery id=1319]

Hungry Hearts 1Jude è americano, Mina è italiana. S’incontrano per caso a New York. S’innamorano, si sposano e presto avranno un bambino. Si trovano così in poco tempo dentro una nuova vita.

Sin dai primi mesi di gravidanza Mina si convince che il suo sarà un bambino speciale. E’ un infallibile istinto di madre a suggerirglielo. Suo figlio deve essere protetto dall’inquinamento del mondo esterno e per rispettarne la natura bisogna preservarne la purezza.

Jude, per amore di Mina, la asseconda, fino a trovarsi un giorno di fronte ad una terribile verità: suo figlio non cresce ed è in pericolo di vita, deve fare presto per salvarlo.

All’interno della coppia inizia una battaglia sotterranea, che condurrà ad una ricerca disperata di una soluzione nella quale le ragioni di tutti si confondono.

Hunger: tutto quello che c’è da sapere sul film thailandese su Netflix

Negli ultimi anni i film o le serie ambientate nel mondo della cucina hanno conosciuto una forte espansione, proponendo tanto gli aspetti più affascinanti del mondo della ristorazione quanto anche quelli più spaventosi, dove si mette in mostra tutta la frustrazione e la fatica dietro tale lavoro. Titoli come Boiling Point – Il disastro è servito, Sì, Chef!, The Menù o la serie The Bear, sono solo alcuni tra gli esempi più recenti a riguardo. Ora, un nuovo film, proveniente dalla Thailandia, si propone di raccontare tale mondo sotto un nuovo punto di vista. Si tratta di Hunger, distribuito da Netflix.

Diretto da Sitisiri Mongkolsiri (Sang KrasueGirl From Nowhere) e scritto da Kongdej Jaturanrasmee, il film è in pochi giorni divenuto uno dei più visti sulla piattaforma, portando avanti l’onda di successo che da qualche anno a questa parte sta investendo le opere provenienti dall’Asia. Grazie a Netflix, in particolare, dal fenomeno Squid Game fino a titoli come Kill Boksoon, Hellbound e The Glory. Con Hunger, dunque, ci troviamo nel mondo della cucina thailandese, per un opera che mescola dramma e thriller alla scoperta degli orrori che si nascondono in questo ambiente e che metteranno in pericolo la protagonista.

La trama e il cast di Hunger

Protagonista di Hunger è infatti Aoy, una ventenne con la passione per la cucina, formatasi presso il ristorante di famiglia dove si servono principalmente piatti a base di noodle. La fama del suo talento si sparge rapidamente in quel di Bangkok, portandola ben presto a ricevere una notizia per lei straordinaria. Aoy è infatti invitata ad unirsi al team “Hunger”, il più lussuoso e rinomato gruppo thailandese di Chef, diretto da Paul, noto per la sua ineguagliabile creatività ma anche per la sua ferrea severità dietro i fornelli. Per Aoy inizia dunque l’esperienza che attendeva da tutta la vita, ma che ben presto si rivelerà decisamente diversa da come se l’era immaginata.

Il film ha come protagonista l’attrice Chutimon Chuengcharoensukying, conosciuta in patria come “Aokbab” e famosa a livello internazionale per aver recitato nei panni di Lita nella serie Bad Romeo. L’attrice è affiancata da Nopachai Chaiyanam in quelli del severo chef Paul. L’attore è noto per aver recitato nel film Headshot, ma anche per aver diretto i film Voice e The Secret Weapon. Completa poi il cast l’attore Gunn Svasti Na Ayudhya (Diary of Tootsies) nel ruolo di Tone, che stringerà amicizia con Aoy. Si tratta naturalmente di attori poco o per nulla conosciuti dal pubblico occidentale, ma la possibilità di scoprire questi nuovi interpreti e un altro dei valori aggiunti dalla distribuzione Netflix.

Hunger-cast

Altre cose da sapere su Hunger e la spiegazione del film

Come spesso accade nei film che affrontano l’argomento cibo, questo diventa elemento a partire dal quale si possono raccontare le disparità esistenti nella società attuale. Anche in Hunger, dunque, il cuore del racconto ruota intorno alla sfrenata esistenza dei ricchi contrapposta a quella più sobria e salutare dei meno abbienti. Da questi ultimi proviene Aoy, che si ritrova suo malgrado a scoprire come il mondo in cui sognava di entrare è in realtà un posto squallido, composto da persone prive di scrupoli e di pietà verso i meno fortunati. Il senso del racconto sta tutto qui.

Mentre Aoy cerca di tenere fede alle proprie radici, cucinando per il desiderio di sfamare, deve confrontarsi con un contesto che fa del cibo un arte più da ammirare che non da mangiare. Emerge così l’importanza delle proprie origini, della famiglia quale caposaldo indimenticabile, il tutto però alternato ad una tensione e dei momenti da puro film thriller che amplificano il senso di terrore e disgusto che la protagonista prova sempre più con il passare del tempo. Alla fine, per lei sarà necessario compiere una scelta, avendo attraversato il mondo che sognava e dovendo ora decidere chi davvero vuole essere.

Il trailer di Hunger e come vederlo su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Hunger unicamente grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix, dove attualmente, per via dell’uscita del sequel, è al 4° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonti: IMDb, Netflix

Hunger: recensione del film con Michael Fassbender

Hunger: recensione del film con Michael Fassbender

Hunger è un intensissimo film del 2008 diretto da Steve McQueen che non è da confondersi con la nota stella hollywoodiana di cui è solo un omonimo. Hunger – Fame è un film di cui il regista si è anche occupato della sceneggiatura insieme all’astro nascente Enda Walsh, pluripremiato drammaturgo teatrale.

In Hunger Belfast, 1981, prigione di Long Kesh. In questo penitenziario situato nella periferia della capitale nord-irlandese sono rinchiusi i più pericolosi esponenti dell’IRA macchiatisi di gravissimi atti di terrorismo. Long Kesh è soprannominato The maze (il labirinto) ed i settori dedicati ai terroristi sono chiamati gli H- Blocks per la forma ad H della struttura.

Sono ormai diversi anni che i detenuti dell’IRA reclamano uno status carcerario speciale che li distingua dai detenuti comuni; essi pretendono dal governo di sua Maestà di poter indossare abiti civili, di avere una visita a settimana ed uno sconto della pena inflitta. Come mezzo di protesta essi utilizzano il blanket-protest e il dirty-protest ossia si rifiutano di indossare la divisa di carcerati (accontentandosi solo di una coperta) e si rifiutano di lavarsi, vivendo di fatto tra i propri escrementi.

Le guardie carcerarie impongono loro con la forza e la violenza un minimo di igiene e quando si decidono ad accontentare in parte le loro richieste lo fanno in modo denigratorio ossia fornendo loro abiti clowneschi. Bobby Sands (Micheal Fassbender), il leader dei carcerati politici, decide come ultima e disperata soluzione di lotta uno sciopero della fame ad oltranza; nonostante i tentativi di padre Moran (Liam Cunningham) di farlo recedere da questo intento suicida, Sands vorrà andare sino in fondo spinto da un’inossidabile volontà e forza d’animo.

Hunger, il film

Hunger film recensione

Hunger è un film dalla drammaticità sconvolgente in cui la narrazione segue uno stile asciutto ed immediato che lascia pochissimo spazio alle emozioni o ai romanticismi.

Il film non vuole esprimere giudizi, prendere posizioni o esaltare l’una o l’altra parte, vuole documentare in modo freddo, spietato e terribilmente crudo la drammaticità di quegli eventi, la gravità di quello che successe nel Regno Unito di Margharet Thatcher nei primi anni ’80. Suscitare dialogo e riflessioni a distanza di 30 anni quando forse è possibile farlo senza troppe implicazioni politiche ed emotive.

L’asciuttezza e la funzionalità della struttura narrativa è avvalorata da una voluta e studiata scarsezza di dialoghi sopratutto nella prima e nell’ultima parte in cui prevalgono le immagini e le inquadrature che si concentrano sugli sguardi, sulle espressioni e su ogni particolare importante e significativo. La seconda parte invece si staglia tra esse come una rottura espressiva in cui “il dialogo” è l’elemento pregnante e dominatore della scena. Il frenetico botta e risposta tra il terrorista e l’uomo di chiesa è una sorta di “partita a tennis”, un’appassionante e coinvolgente confronto fra due uomini, due irlandesi entrambe repubblicani  divisi dalla concezione della lotta al comune nemico.

Hunger è anche e sopratutto un film che vuole mostrare senza fronzoli od orpelli vari sino a dove un uomo possa giungere e spingersi in nome di un ideale. Il progressivo deperimento fisico di Bobby Sands è un lento e drammatico cammino che lo condurrà verso la fine; egli ne è consapevole ma non per questo men disposto a perseguire il suo scopo. Il suo corpo diventa strumento di lotta in quanto solo ad esso ormai può affidarsi e appellarsi contro l’oppressione delle guardie.

Micheal Fassbender è strepitoso in una parte difficilissima e impegnativa oltre ogni limite e non solo perchè gli ha imposto una considerevole ed impressionante perdita di peso che raggiungerà in pochi mesi nell’inverno del 2007. Egli si conferma come uno degli attori più importanti e completi del momento di cui sentiremo ancora parlare molto in futuro.

Hunger è un film duro, emotivamente molto intenso e consigliabile a “stomaci forti”. Un film che nella sua immediatezza e nella sua scarna e diretta capacità espressiva ha il suo valore principale; un film che si basa su fatti realmente accaduti e che di quei fatti vuole rinverdire le memorie del popolo inglese e non solo. Un film che nel mondo post 11 settembre non ha di certo perso la sua attualità. Nelle sale dal 27 aprile.

Hunger Ward, recensione del corto di Skye Fitzgerald

Hunger Ward, recensione del corto di Skye Fitzgerald

Hunger Ward è il nuovo lavoro di Skye Fitzgerald, regista e produttore che da tempo si dedica ai documentari, mettendo al centro questioni umanitarie. Questo suo nuovo film è un appassionato cortometraggio sulla guerra civile in Yemen, colpito duramente dal conflitto, dalla carestia e dalla fame. A soffrirne sono soprattutto i più piccoli. Il documentario è candidato agli Oscar ed è disponibile in prima visione assoluta, in esclusiva nazionale, dal 15 aprile su IWonderfull, piattaforma streaming video di I Wonder Puctures.

Storie di bambini in Hunger Ward

La Dott.ssa Aida Aisadeeq e l’infermiera Mekkia Mahdi lavorano nei reparti specializzati per la nutrizione artificiale di due grandi ospedali yemeniti e ogni giorno affrontano la dura realtà di una guerra che dura da sei anni e vede opposti l’Arabia Saudita e i ribelli sciiti huthi, sostenuti dall’Iran. Alcune forze occidentali, soprattutto Usa e Regno Unito, foraggiano l’Arabia Saudita, responsabile di bombardamenti, con armi, intelligence e supporto operativo. Gli Emirati Arabi sono alleati dei sauditi. Gli huthi hanno progressivamente preso il controllo del paese. L’Europa semplicemente non sembra interessarsi del conflitto. In questo panorama, il nemico contro cui lottano quotidianamente Aida e Mekkia, si chiama fame, malnutrizione. Ne soffrono i bambini e le bambine che vengono portati da loro in ospedale ogni giorno, affinché possano avere una speranza di sopravvivere. Omeima e Abeer sono due di loro. Hanno 10 e 6 anni e sono malnutrite. La dottoressa e l’infermiera se ne prendono cura, ma vi sono anche tanti altri bambini, accompagnati da genitori e nonne. Ogni bambino ha la sua storia, tutti sono accomunati dalla malnutrizione in un paese fiaccato dal conflitto e dal pesante embargo dell’Arabia Saudita, che impedisce l’arrivo di cibo e medicinali. Se le due bambine ce la faranno, Aida e Mekkia non possono dirlo, ma fanno ogni giorno del loro meglio, mentre il paese affronta la peggiore carestia degli ultimi cento anni. 

Il cinema umanitario di Skye Fitzgerald

Il regista Skye Fitzgerald  è qui al terzo lavoro della sua Refugee Trilogy – trilogia dei rifugiati – dopo  50 Feet from Syria, sull’impatto civile del conflitto in Siria, e Lifeboat, sul tema dei rifugiati e dei migranti, anch’esso nomianto all’Oscar, per la colonna sonora di William Campbell – Fitzgerald lo ha scelto anche per questo nuovo lavoro. Il regista afferma di aver voluto iniziare questa trilogia e intraprendere la strada di quello che chiama “Cinema Umanitario” perchè, nonostante una lunga carriera nel documentario, sia come regista che come produttore, si è reso conto che i suoi lavori precedenti “non raggiungevano un’audience abastanza ampia, né mettevano in moto un cambiamento sufficiente. Così ho cambiato il mio approccio per concentrarmi su un singolo principio fondamentale: l’empatia”. Poiché l’empatia, prosegue, fa sì che diventi “difficile creare barriere”. Così si arriva a Hunger Ward. 

Hunger Ward è spietato ma urgente

Dal punto di vista dei contenuti, Hunger Ward può essere considerato un parente dei reportage dalla Libia di Francesca Mannocchi o dei documenti visivi sul lavoro di organizzazioni umanitarie come Emergency o Medici Senza Frontiere. C’è lo stesso approccio realistico, anche crudo, la stessa urgenza e una simile capacità di creare quell’empatia  così fondamentale perchè lo spettatore senta vicino a sé ciò che, almeno geograficamente, è spesso molto lontano. Li accomuna la violontà di accendere i riflettori su realtà dimenticate o rimosse dalla coscienza dell’Occidente.

Visivamente, invece, siamo in pieno cinema. Al netto dell’eloquenza intrinseca delle immagini, il regista riesce a cogliere i dettagli più significativi, quelli che dicono tutto, e li mette in risalto grazie al lavoro d’equipe con il fotografo Jeffrey Ball e il montatore Dan Sadowsky. Accade ad esempio, con i disegni dei bambini sulla terrazza dell’ospedale, visibili dall’alto, che riassumono perfettamente la loro lotta per vivere, oltre a ricordare allo spettatore ciò che si perde, se si perde una di quelle vite. Non solo, come dice l’infermiera, “è come perdere un membro della famiglia”, ma si perde il futuro, la capacità di immaginare un mondo migliore. È questo, viene da dire guardando quei disegni, tutto ciò che dovrebbero fare quei bambini: giocare, andare a scuola. Invece si trovano a combattere per vivere. Così accade anche per la bilancia rudimentale che li pesa al loro arrivo: un grosso catino appeso a una corda. Da qui arriva un verdetto temuto, che dice quanto è grave il problema e quante speranze di sopravvivenza ci sono. Ci sono poi gli edifici distrutti dalle bombe, le macerie dopo un bombardamento a un funerale. Dei presenti restano solo scarpe ammassate in un immagine della quale è difficile trovare eguali nella memoria, a meno che non si torni alle montagne di scarpe nei campi di concentramento nazisti. Il grigiore del cemento domina l’ambiente. 

Colpisce poi lo sguardo delle due bambine: sembra quello rassegnato degli anziani. Sembrano già vecchie. Abeer non sorride, non gioca. Non è retorica ma un’associazione spontanea di idee quella con i bambinelli di molte natività, che non sorridono mai. Hanno lo sguardo mesto e grave da adulti anzitempo, perchè già prefigurano il proprio destino, la morte precoce. 

Di fronte alla morte, specie quando tocca dei bambini, ci si può chiedere se sia giusto o meno mostrarla, proporre immagini così forti. Se non possa apparire ricattatorio nei confronti dello spettatore.

Tuttavia, i 40 minuti duri, spietati di Hunger Ward sono da vedere per ricordare in che contesto si vive e capire chi si vuole essere. L’urgenza che muove il regista chiama lo spettatore alla stessa urgenza nel decidere come porsi di fronte a un conflitto dimenticato e a una delle peggiori crisi umanitarie del pianeta. 

Hunger Games: vola a Berlino con il Concorso ufficiale

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Hunger Games: vola a Berlino con il Concorso ufficiale

Da oggi fino al 15 ottobre si potrà partecipare al concorso che mette in palio la possibilità di volare a Berlino e assistere alla PREMIERE mondiale di Hunger Games Il Canto della Rivolta parte 2.

Dopo aver acquistato il biglietto in uno dei cinema che hanno già aperto le prevendite, registrandosi o accedendo alla community di Distretto13 si potrà, caricando la foto del proprio biglietto, partecipare al concorso.

Per maggiori info potete cliccare al seguente link:
www.hungergamesprevendite.it

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Hunger Games il Canto della Rivolta Parte 2 arriverà al cinema il 19 novembre 2015. Il film è diretto da Francis Lawrence e vede nel cast Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Jeffrey Wright, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Toby Jones, Sam Claflin, Jena Malone.

Katniss è a capo di una rivolta contro una Capitol City sempre più determinata ad ucciderla e Peeta, salvato dalle grinfie del Presidente Snow dopo le torture subite, sembra essere ormai una persona diversa.

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