Amicizia, fedeltà, dedizione e
tenacia: sono questi i valori alla base di BALTO E TOGO LA
LEGGENDA, il film di Brian Presley al cinema dal 3
settembre con Notorious Pictures.
Togo, il siberian husky
dell’addestratore Leonhard Seppala, diventato famoso dopo lo
scoppio dell’epidemia di difterite che nel 1925 colpì la città di
Nome. Seppala era un pescatore norvegese che si trasferì a Nome per
lavorare nelle miniere d’oro. Ben presto divenne un eccellente
musher, cioè conducente di una muta di cani da slitta e sposò
Kiana, da cui ebbe una figlia, Sigrid. Sua moglie morì dopo il
parto, lasciandolo da solo con la piccola. Quando l’epidemia di
difterite colpì la città, nel bel mezzo di una bufera di neve, con
l’ospedale sprovvisto delle medicine necessarie per curare gli
ammalati, Seppala ed altri musher coraggiosi si offrirono volontari
per affrontare la tempesta, con i loro cani raggiunsero Nenana,
dove era custodito il potente siero. La staffetta venne battezzata
“corsa del siero”. Il film arriverà nelle sale il prossimo
3 settembre.
In anteprima a #Giffoni50 il 26
agosto
“Erano dieci anni che pensavo di
fare questo film – spiega il regista – Non c’era nessuno a
Hollywood che scommettesse sulla mia idea, ma nel mio cuore sapevo
che era una storia che doveva essere raccontata. Ogni altro film o
libro sulla Great Serum Run of Nome, raffigura Balto e Gunnar
Kassan come gli unici eroi. Facendo delle ricerche ho scoperto
invece che un cane da slitta di nome Togo e il suo proprietario
Leonhard Seppala avevano in in realtà macinato più chilometri di
tutti ed erano i veri salvatori della popolazione di Nome. Le loro
storie meritavano di essere raccontate, quindi ho deciso di
scrivere il copione usando il punto di vista di Seppala. Quando ho
iniziato a fare ricerche sull’argomento, sono andato in Alaska e ho
trascorso 8 giorni a meno 25 gradi, partecipando a una spedizione
di slitte trainate da cani lungo il Mare di Bering. In questo modo,
ho potuto comprendere appieno la forza e il coraggio necessari per
vivere in condizioni così difficili. Il messaggio di questo film è
che dal vero altruismo e dalla fede, specialmente nelle condizioni
più avverse, può nascere la versione più potente
dell’amore”.
È stato distribuito il trailer di
Dreambuilders – la fabbrica dei sogni, il nuovo
film di Kim Hagen Jensen in uscita al cinema
a partire dal 10 settembre 2020.
La trama di Dreambuilders – la fabbrica dei sogni
Nella casa di campagna dove Mina
vive con il padre e il suo criceto Viggo Mortensen ci sono novità
in arrivo: stanno per trasferirsi la fidanzata del papà e sua
figlia, coetanea di Mina molto attiva sui social network. Con il
loro sopraggiungere Mina imparerà molte cose, prima tra tutte che
ogni volta che si addormenta acquisisce un potere: può spalancare
le porte della fabbrica dei sogni e diventare la regista di quel
che decide di sognare e far sognare agli altri, scrivere la storia,
scegliere gli attori, costruire la scenografia e dare il ciak
d’azione a ogni sogno…
Saranno accessibili nelle VR
Lounge di diverse istituzioni culturali nel
mondo – oltre che online – le opere di
Venice VR Expanded, la sezione di Virtual
Reality della 77. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica (2-12 settembre 2020) della
Biennale di Venezia.
Le istituzioniculturali coinvolte sono:
China Academy of Art – Sandbox Immersive Festival,
Hangzhou
Comédie de Genève, Ginevra
Design Center Flacon, Mosca
Espace CENTQUATRE-PARIS – Diversion,
Parigi
ESPRONCEDA – Institute of Art & Culture,
Barcellona
Fondazione di Venezia – M9 – Museo del ‘900,
Venezia Mestre
Laboratorio Aperto di Modena, ex Centrale AEM,
Modena
Laboratorio Aperto di Piacenza, ex Chiesa del
Carmine, Piacenza
HTC Corporation – VIVE ORIGINALS, Taiwan
SPACE, in Partnership con VRBB e sostenuto da
Medienbord, Berlino
Nikolaj Kunsthal, Copenhagen
PHI Center, Montréal
Portland Art Museum & Northwest Film Center,
Portland
Stichting Eye Filmmuseum, Amsterdam
Grazie alla disponibilità di queste
istituzioni che aderiscono al network
Satellite Programme, il pubblico che non
dispone delle necessarie attrezzature VR per uso personale potrà
prendere visione dei 44 progetti immersivi di
Venice VR Expanded provenienti da 24
Paesi, accedendo a tali location, dotate delle tecnologie
necessarie.
Ognuna di queste istituzioni
attrezzerà per il periodo della 77. Mostra (2 – 12
settembre) un’apposita VR Lounge aperta
al pubblico, equipaggiata con visori VR, dove gli
spettatori potranno esplorare i 31 progetti
immersivi in concorso di Venice VR Expanded, i
nove progetti Fuori Concorso – Best
of VR e i quattro progetti sviluppati nel
corso della quarta edizione di Biennale College Cinema –
VR.
Come in precedenza annunciato, le
opere in Virtual Reality di questa edizione della
Mostra del Cinema, anziché sull’isola veneziana del Lazzaretto
Vecchio, saranno interamente fruibili online,
grazie a una piattaforma digitale innovativa che vede il sostegno
di HTC VIVEPORT, Facebook’s Oculus, VRChat e
VRrOOm.
Gli spettatori accreditati della
Mostra di Venezia avranno accesso a tutti i titoli del programma.
Sarà inoltre disponibile uno speciale accredito VR.
Tutte le opere selezionate sono
riservate ai maggiori di 14 anni.
La Giuria
internazionale di Venice VR Expanded è composta
da:
Celine Tricart – presidente (USA),
regista e sceneggiatrice, esperta di Realtà virtuale e 3D
Asif Kapadia (Gran Bretagna), regista di film
e documentari, premio Oscar per Amy
Hideo Kojima (Giappone), autore dei
videogiochi più venduti, fra i quali la serie Metal Gear,
considerato il padre del genere stealth.
La Giuria Venice Virtual
Reality assegnerà i seguenti premi: Gran Premio
della Giuria per la Migliore opera VR immersiva,
Migliore esperienza VR immersiva e
Migliore storia VR immersiva.
Dopo aver conquistato la giuria del
Sundance 2019, dove ha ottenuto nella categoria World cinema
dramatic competition il Premio speciale della giuria, aver
vinto il Premio come Miglior Film al BFI – London Film Festival
2019 ed essere stato presentato al pubblico europeo alla Berlinale
2019 nella sezione Panorama, l’acclamato film
MONOS– UN GIOCO DA RAGAZZI
diretto dall’autore colombiano Alejandro Landes,
finalmente arriva dal 20 agosto nei cinema
italiani distribuito da I Wonder Pictures e Unipol
Biografilm Collection.
Alejandro Landes e il
co-sceneggiatore Alexis Dos Santos danno vita a una nuova e
inquietante visione ispirata ai migliori film di guerra e ai
survival thriller. Un film dove tutto è in mano all’istinto e alle
emozioni, amplificato dall’acuta fotografia di Jasper Wolf, da una
superba colonna sonora carica di tensione realizzata da Mica Levi,
da un montaggio intelligente per mano di Yorgos Mavropsaridis, Ted
Guard e Santiago Otheguy, e dall’originale e penetrante occhio di
Landes capace di indagare da vicino le alleanze e le lotte di
potere di un gruppo di adolescenti e della loro primordiale
tribù.
Otto adolescenti isolati dal
mondo, nel bel mezzo dell’America Latina, tra le montagne e le
foreste, si allenano e combattono. A prima vista potrebbe sembrare
un campo estivo, un bizzarro ritrovo di ragazzi che giocano a fare
i soldati. Invece si tratta dello scenario iniziale di una missione
delicatissima: gli otto adolescenti hanno con sé una prigioniera,
una donna americana che chiamano semplicemente “la Dottoressa”. Il
loro compito è proteggerla. Quando la Dottoressa fugge
l’equilibrio del gruppo si sgretola e la missione più importante
diventa la sopravvivenza. Acclamato da registi del calibro di Del
Toro e Iñárritu, il film ha trionfato al BFI – London Film Festival
2019, vincendo il Premio come Miglior Film, ed è stato scelto dalla
Colombia come proprio rappresentante agli Oscar 2020 per la
categoria Miglior film straniero. Tra Apocalypse now di Coppola e
Il signore delle mosche, uno sconvolgente survival thriller firmato
dal nuovo talento del cinema sudamericano Alejandro
Landes.
Giovane attore in ascesa,
Peyton Alex Smith si è costruito una buona fama
grazie alla sua partecipazione ad alcune note serie televisive,
dove ha potuto dar prova delle proprie doti e della propria
versatilità. La prova del nove è per lui arrivata nel momento in
cui ha avuto l’occasione di far parte del cast di protagonisti di
Detroit, film particolarmente apprezzato dalla critica.
Con un potenziale da tenere d’occhio, Smith potrebbe continuare
ruolo dopo ruolo ad affermarsi all’interno dell’industria.
Ecco 10 cose che non sai di
Peyton Alex Smith.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Peyton Alex Smith: i suoi film e
le serie TV
10. Ha recitato in alcuni
film per il grande schermo. Smith debutta al cinema nel
2008 con un piccolo ruolo nella commedia 3 donne al verde,
con Diane
Keaton. Successivamente recita in Una squadra
molto speciale (2008) e Carter High (2015).
Concentratosi prevalentemente nel recitare per il piccolo schermo,
Smith ha notevolmente diradato le proprie apparizioni sul grande
schermo. Torna però a recitarvi nel 2017 partecipando al film della
premio Oscar Katherine BigelowDetroit,
dove recita nel ruolo di Lee accanto agli attori John
Boyega e Anthony
Mackie.
9. È celebre per i suoi
ruoli televisivi. Smith appare per la prima volta in
televisione con il ruolo di Chauncey nell’episodio Code of the
Streets della serie Luke Cage (2016). La vera
notorietà arriva però grazie alla serie The Quad
(2017-2018), dove interpreta il personaggio di Cedric Hobbs. Dal
2018 è invece tra i protagonisti della serie di genere fantasy
Legacies,
dove interpreta Rafael Waithe, ruolo che gli ha permesso di
ottenere ulteriore popolarità presso il grande pubblico.
Peyton Alex Smith in Legacies
8. Interpreta un
licantropo. Nella serie Legacies, dove recita sin
dalla prima stagione, Smith è il licantropo Rafael Waithe. Nel
corso della narrazione questi si afferma come uno dei principali
protagonisti, sfoggiando inoltre una rabbia ed una forza che lo
porteranno a diventare il capo branco dei lupi della scuola da lui
frequentata. Durante la serie, il personaggio si è inoltre
affermato per le sue diverse relazioni sentimentali, attraverso le
quali ha potuto maturare il suo carattere e svilupparsi come
personaggio.
7. Si è sottoposto ad una
notevole preparazione fisica. Per poter dar vita al
personaggio, caratterizzato da una corporatura atletica, l’attore
ha raccontato di essersi dedicato per diverse settimane ad una
particolare preparazione fisica, allenandosi tutti i giorni per
poter sviluppare al meglio i suoi muscoli. Così facendo, ha potuto
raggiungere l’obiettivo richiesto per il ruolo. In qualità di
licantropo, infatti, era necessario che il personaggio apparisse
possente e fisicamente sopra la media.
6. Non sa cosa gli riserva
il futuro del suo personaggio. Smith si è da sempre
dichiarato particolarmente entusiasta del ruolo, apprezzando molto
la complessità della sua psicologia, che lo rende imprevedibile.
L’attore ha inoltre dichiarato di non sapere cosa accadrà nel
futuro del personaggio, e che non vede l’ora di scoprire quali
storie e cambiamenti gli saranno riservate. Tale mistero è per lui
un altro degli aspetti più affascinanti di questo lavoro.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Peyton Alex Smith è su
Instagram
5. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 220 mila persone. Attualmente,
la sua pagina presenta soltanto 22 post, dove è possibile ritrovare
Smith in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano però anche immagini con le quali promuove il proprio lavoro
da interprete, sia attraverso dietro le quinte dei set, sia
attraverso la propria partecipazione a interviste e serate di
gala.
Peyton Alex Smith: suo padre e sua
madre
4. È molto legato ai suoi
genitori. L’attore si è negli anni dimostrato
particolarmente riservato, evitando di condividere dettagli su di
sé o sulla propria famiglia. Ciò al fine di permettere a
quest’ultima di vivere in tranquillità, senza l’invadenza dei
riflettori tipici del mondo dello spettacolo. Smith non ha però
mancato in diverse occasioni di dimostrare il proprio legame nei
confronti del padre e della madre, pubblicando talvolta foto di
loro sui propri account social, ringraziandoli per le opportunità
da questi dategli.
Peyton Alex Smith e Danielle Rose
Russell
3. Sono grandi amici dentro
e fuori dal set. Grazie alla serie Legacies
l’attore ha avuto modo di stringere un rapporto di grande amicizia
con l’attrice Danielle Rose
Russell, la quale interpreta la protagonista Hope
Mikaelson. I due hanno raccontato di aver raggiunto una buona
chimica di coppia sia dentro che fuori dal set, e ciò è tornato
particolarmente utile nel momento in cui hanno dovuto dar vita
all’infatuazione nata tra i loro personaggi. Girare le loro scene è
infatti risultato estremamente semplice, e dal loro punto di vista
è come se non avessero avuto bisogno di recitare.
Peyton Alex Smith è un rapper
2. Ha avuto successo nel
mondo della musica rap. Prima di diventare un attore a
tempo pieno, Smith aveva iniziato a dedicarsi al mondo della
musica, distinguendosi nel genere rap. Da sempre sua passione,
l’attore aveva infatti deciso di prendersi una pausa dalla
recitazione per perseguire questa carriera, dove ottenne anche dei
significativi successi. A partire dal 2015, però, decise di tornare
a recitare, sentendosi più legato a tale attività.
Peyton Alex Smith: età e
altezza
1. Peyton Alex Smith è nato
a Dallas, in Texas, Stati Uniti, il 18 giugno del 1994.
L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.
Continua il processo di
riapertura graduale del Circuito UCI Cinemascon la
riapertura di UCI Roma Est (RM), UCI Verona, UCI Fiumara (GE), UCI
Marcianise (CE), UCI Certosa (MI), UCI MilanoFiori (MI), UCI
Arezzo, UCI Ferrara, UCI Cagliari, UCI Torino Lingotto, UCI Curno
(BG), UCI Bari, UCI Piacenza, UCI Catania, UCI Parco Leonardo
(RM).
Arrivano così a 29 le multisala
riaperte da UCI Cinemas a partire dal mese di giugno. In
programmazione Onward –
Oltre la Magia, Gretel e
Hansel e Volevo
Nascondermi. Prevendite aperte per Tenet, in arrivo il
26 agosto.Nel corso delle prossime settimane
prevista la riaperturadelle altre multisala del
Circuito.
UCI Cinemas è lieta di annunciare
15 nuove riaperture: il 19 agosto UCI Roma Est (RM), UCI Verona,
UCI Fiumara (GE), UCI Marcianise (CE), UCI Certosa (MI), UCI
MilanoFiori (MI), UCI Arezzo, UCI Ferrara, UCI Cagliari, UCI Torino
Lingotto, UCI Curno (BG), UCI Bari, UCI Piacenza, UCI Catania, UCI
Parco Leonardo (RM) apriranno le loro sale al pubblico con la
ripresa delle proiezioni. Prosegue così il processo di graduale
riapertura del Circuito UCI Cinemas annunciato lo scorso 15 giugno
con la riapertura delle multisala di UCI Bicocca (MI), UCI Orio
(BG), UCI Porta di Roma (Roma) e UCI Luxe Campi Bisenzio (FI) e
proseguito poi con le riaperture di UCI Lissone (MB), UCI Reggio
Emilia, UCI Meridiana Casalecchio di Reno (BO), UCI Romagna
Savignano sul Rubicone (FC), UCI Luxe Marcon (VE), UCI Palermo, UCI
Perugia, UCI Molfetta (BA), UCI Fiume Veneto (PN) e UCI
Firenze.
In tutte le multisala UCI riaperte,
sono stati introdotti i nuovi protocolli di sicurezza a
salvaguardia della salute e del benessere di tutto il pubblico e
dello staff, come le nuove misure di distanziamento sociale che
includono limitazioni nel numero di posti disponibili per ogni
spettacolo e la garanzia di avere delle poltrone vuote tra gli
spettatori. Sono state inoltre adottate misure speciali affinché il
percorso all’interno del cinema possa avvenire senza alcun tipo di
contatto diretto e infine sono state potenziate le procedure di
pulizia, con interventi più regolari. Per ulteriori informazioni
sui protocolli di sicurezza visitare il sito: www.ucicinemas.it/siamocinemapiusicuri.
Al ritorno in sala, gli spettatori
di UCI Cinemas potranno assistere ad alcune prime visioni molto
attese, come Onward – Oltre La Magia,
Gretel e Hansel e Volevo
Nascondermi, in attesa dell’arrivo di
Tenet il 26 agosto, le cui prevendite dei
biglietti UCI aprono proprio oggi.
Sarà inoltre possibile assistere a
grandi film delle passate stagioni e rassegne dedicate per tutti
gli amanti del cinema a un prezzo speciale, con biglietti a partire
da 4,90 euro.
UCI Cinemas coglie questa occasione
per dare il bentornato ai clienti affezionati e ringraziarli per la
loro pazienza e comprensione durante questo periodo difficile,
confermando che nel corso delle prossime settimane è prevista la
riapertura delle altre multisala del Circuito.
Il gruppo ODEON Cinemas Group è
il più importante circuito cinematografico europeo e fa capo alla
società AMC Entertainment Holdings. In Italia conta 42 strutture
multiplex, per un totale di 436 schermi.
Celebre interprete della commedia
sexy degli anni Settanta e Ottanta, Lino Banfi,
nome d’arte di Pasquale Zagaria, ha segnato la storia del cinema
italiano con le sue popolari e sempre apprezzate interpretazioni.
Considerato una vera e propria icona, Banfi si è fatto negli anni
portatore di un’italianità da altri raramente rappresentata con
altrettanta con altrettanto successo. Tra cinema e televisione,
Banfi si è continuamente rinnovato, facendosi apprezzare da
generazioni e generazioni di spettatori.
Ecco 10 cose che non sai di
Lino Banfi.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Lino Banfi: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Banfi debutta al cinema nel 1960 con il
film Urlatori alla sbarra, per poi distinguersi in ruoli
minori in una serie di titoli nel corso del decennio. Il grande
successo arriva nel 1973, quando recita nel ruolo del protagonista
in Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la
polizia. Da quel momento inizia ad acquisire sempre maggior
popolarità grazie a film come La liceale nella classe dei
ripetenti (1978), L’infermiera di notte (1979),
L’onorevole con l’amante sotto il letto (1981), Vieni
avanti cretino (1982), Occhio, malocchio, prezzemolo e
finocchio (1983), L’allenatore nel pallone (1984),
I pompieri (1985), con Paolo
Villaggio,Il commissario Lo Gatto (1986), e
Grandi magazzini (1986). Dirada poi le sue apparizioni,
per tornare successivamente sul grande schermo con L’allenatore
nel pallone 2 (2008), Le frise ignoranti (2015), con
Francesco
Pannofino e Quo vado?
(2016), con Luca
Medici.
9. Ha preso parte a diversi
prodotti televisivi. Dal finire degli anni Novanta Banfi
recita prevalentemente per alcuni film televisivi, come Nuda
proprietà vendesi (1997), con Alessandro
Gassmann, Vola Sciusciù (2000), con Rocco
Papaleo, Un difetto di famiglia (2002),
Il destino ha quattro zampe (2002), Il mio amico Babbo
Natale (2005), Il padre delle spose (2006), Il
mio amico Babbo Natale 2 (2006), Scusate il disturbo
(2009), e Tutti i padri di Maria (2010). In televisione
diventa però estremamente popolare grazie alla serie Un medico
in famiglia, dove dal 1998 al 2016 recita nel ruolo di Lele
Martini, accanto ad attori come Claudia
Pandolfi e Pietro
Sermonti.
8. Ha partecipato a numerosi
programmi televisivi. Nel corso della sua carriera nel
mondo dello spettacolo, Banfi non ha mancato di apparire anche in
popolari programmi televisivo, dove ha spesso dato vita a
siparietti comici o dimostrato ulteriormente le proprie capacità
recitative e canore. Tra i programmi a cui ha partecipato si
annoverano Risatissima (1984-1985), Domenica in
(1987-1988), Stasera Lino (1989), Il caso Sanremo
(1990), Un’estate italiana (1991), Buona domenica
(1996-1997), Simpaticissima (1997) e Guida al
campionato (2007), dove si è distinto come tifoso di calcio
della Roma.
Lino Banfi: sua moglie e i
figli
7. È sposto da oltre
cinquant’anni. Nel marzo del 1962 Banfi ha sposato, dopo
circa dieci anni di fidanzamento, Lucia Lagrasta, a cui è ancora
tutt’oggi legato. La coppia ha avuto due figli, Walter e Rosanna.
Quest’ultima, nata nel 1963, è in seguito divenuta un’attrice,
recitando anche in diverse occasioni accanto al padre. I titoli che
li hanno visti condividere la scena sono i film Grandi
magazzini e Le frise ignoranti, mentre in televisione
hanno recitato in Un medico in famiglia, Il padre delle
spose e Il commissario Zagaria.
Lino Banfi all’Unesco
6. È stato nominato membro
della commissione italiana. Il 22 gennaio del 2019 viene
rilasciata la notizia secondo cui l’allora vice premier Luigi Di
Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, nomina Banfi come
membro della commissione italiana all’Unesco, l’organizzazione
delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.
L’attore, dichiaratosi estremamente entusiasta della cosa, ha
affermato che si impegnerà per portare il sorriso all’interno dei
programmi di tale istituzione.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Lino Banfi in Vieni avanti
cretino
5. Ha interpretato un ex
detenuto. Nel 1982 l’attore recita nel film Vieni
avanti cretino, commedia dove interpreta Pasquale Baudaffi, ex
detenuto in cerca di una seconda possibilità all’interno della
società. Nel corso di tutta la pellicola Banfi si ritrova coinvolto
in una serie di situazioni comiche o surreali, che ostacoleranno il
suo tentativo di trovare un lavoro stabile. Il film si rivelò un
grandissimo successo, confermando una volta di più la popolarità
dell’attore, già celebre per altre opere con contenuti simili.
Lino Banfi in Grandi magazzini
4. Ebbe l’idea per il suo
personaggio. Nel film del 1986 Grandi magazzini
l’attore interpreta Nicola Abatecola, un mendicante con una gamba
finta che insieme alla figlia Assunta si esibisce come musicista
all’ingresso dell’edificio dove si svolge la storia. L’idea di
interpretare tale personaggio fu un suggerimento dello stesso
Banfi, il quale assistette realmente allo spettacolo
d’intrattenimento di alcuni mendicanti all’uscita de La Rinascente
di Milano. Rimastone colpito, decise di proporre l’idea ai
produttori, che accettarono consapevoli delle doti dell’attore.
Lino Banfi e L’allenatore nel
pallone
3. È uno dei suoi ruoli più
celebri. Nel 1984 l’attore dà vita ad uno dei suoi
personaggi più celebri: Oronzo Canà, allenatore dell’immaginaria
squadra di calcio Longobarda. Per il ruolo Banfi si ispirò al vero
allenatore Oronzo Pugliese, celebre per le sue capacità di spronare
e caricare i giocatori delle squadre che allenava. Lo stesso
cognome “Canà” fu un’idea dell’attore. Egli decise inoltre di far
diventare il personaggio una parodia del modo filosofico di parlare
e agire degli allenatori di quegli anni. Con l’uscita del film,
Banfi consacrò la propria popolarità, divenendo una vera e propria
icona del cinema comico di quegli anni.
2. Partecipò alla
sceneggiatura dei due film. Particolarmente legato al
progetto, Banfi partecipò attivamente alla stesura della
sceneggiatura, proponendo caratterizzazioni del suo personaggio
come anche battute e situazioni comiche. A distanza di molti anni
dalla sua ultima apparizione sul grande schermo, Banfi deciderà poi
di riprendere il ruolo per il sequel L’allenatore nel pallone
2, e anche per questo collaborerà alla scrittura della
sceneggiatura, immaginando nuovi risvolti per il suo Canà.
Lino Banfi: età e altezza
1. Lino Banfi è nato ad
Andria, in Puglia, Italia, l’11 luglio del 1936. L’attore
è alto complessivamente 165 centimetri.
Il nostro viaggio all’interno
dell’universo televisivo di Chicago continua e oggi vi parliamo del
bel dottorino dai capelli rossi di Chicago Med,
interpretato da Nick Gehlfuss.
Scopriamo insieme tutto
quello che c’è da sapere su Nick Gehlfuss, sulla sua
carriera e sulla sua vita privata.
Nick Gehlfuss vita privata
10. Nato il 21
gennaio del 1985 a Cleveland, in Ohio, Stati
Uniti, Nick Gehlfuss passa tutta la sua infanzia e adolescenza nel
quartiere di Little Italy. Subito dopo il diploma, Nick si iscrive
al Marietta College dove consegue la laurea in belle
arti. Successivamente, decide di completare i suoi studi
alla University of Missouri-Kansas City, prendendo una laurea
magistrale sempre in belle arti.
9. Non si conosce
molto della vita privata di Nick Gehlfuss ma sappiamo che la sua
carriera non è cominciata in tv o al cinema ma bensì in teatro.
Trasferitosi a New York dopo i suoi studi, Nick fa il suo debutto
come attore in teatro con la Classic Stage
Company, nella produzione di Sogno di Una Notte di
Mezza Estate, opera di William
Shakespeare.
Nello spettacolo, Nick Gehlfuss
interpreta Lisandro, rappresentazione teatrale che conta nel suo
cast attore come Bebe Neuwirth e la famosa
Cristina Ricci. Grazie alla sua magistrale
interpretazione, Nick riceve il prestigioso premio Rosemarie
Tichler.
La sua carriera continua dalla
costa est alla costa ovest degli Stati Uniti. Nick Gehlfuss si
trasferisce a Los Angeles per coltivare il suo sogno di lavorare
nel cinema e nella televisione. Qui, in attesa della sua grande
occasione, continua a recitare in teatro. In quegli anni lo vediamo
impegnato con lo spettacolo Reasons to Be Pretty,
di Neil LaBute, andato in scena alla Geffen
Playhouse.
Nick Gehlfuss film e serie tv
8. Dopo essersi
fatto le ossa in teatro e sul palcoscenico, Nick Gehlfuss
finalmente comincia a muovere i primi passi nel mondo della
televisione. Nel 2010, viene scelto per interpretare un piccolo
ruolo nel diciassettesimo episodio della quarta stagione della
fortunata serie Army Wives. Quella breve
parentesi, segna la sua fortuna.
7. Successivamente, infatti,
l’attore viene scelto per molti altri piccoli ruoli in serie molto
importanti come The Good Wife (2011), Blue
Bloods (2011), Person of Interest (2012),
The Glades (2013), Rizzoli &
Isles (2013), The Newsroom (2013),
Royal Pains (2014), Murder in the
First(2014) e Shameless (2014).
Emmy Rossum e Nick Gehlfuss in Shameless – Fonte: IMDB
Nel 2014, Nick partecipa alla serie
Shameless,
ideata da Paul Abbott che racconta della vita di
una sfortunata famiglia di un quartiere malfamato di Chicago. I
Gallagher sono una famiglia molto povera e disfunzionale che
combatte tutti i giorni con miseria, alcolismo e tossicodipendenza.
A capo dei Gallagher c’è Frank (William H. Macy),
drogato e alcolizzato, e che passa la maggior parte del suo tempo a
ubriacarsi ni bar invece di occuparsi dei suoi sei figli.
Nella serie, Nick Gehlfuss
interpreta Robbie
Pratt, un ex alcolista e amante della primogenita di
Frank, in un arco temporale di 6 episodi, dalla
4×03 “Like Father, Like Daughter” alla
4×10 “Liver, I Hardly Know Her” – con una breve
interruzione negli episodi 4×06 e 4×07.
6. Nello stesso
periodo, Nick partecipa anche a film come In Lieu of
Flowers (2013), Love & Mercy (2014) e
Equity (2015). In quegli anni, inoltre, lo vediamo
in alcune serie tv come Longmire (2014),
C’è sempre il sole a Philadelphia (2015),
Constantine (2015) e Power
(2015).
Nick Gehlfuss in Chicago Med
5. Il 2015 segna l’anno di svolta
nella carriera di Nick Gehlfuss. L’attore viene infatti scelto per
interpretare un ruolo da protagonista nella nuova serie medical
drama dal titolo Chicago Med.
Spinoff dell’acclamatissima
serie Chicago
Fire, Chicago Med, prodotta dal genio
televisivo di Dick Wolf, racconta delle vicissitudini di
medici e infermieri dell’ospedale Chicago Medical Center.
Tra i personaggi principali abbiamo
Sharon Goodwin (S. Ephata
Merkerson) Direttore Sanitario del Chicago Medical
Center. Maggie Lockwood (Marlyne Barrett),
infermiera caporeparto del Pronto Soccorso; Connor Rodhes (Colin
Donnell) chirurgo specializzato in Chirurgia
d’Emergenza; April Sexton (Yaya
DaCosta), infermiera; Natalie Manning (Torrey
DeVitto), pediatra e specializzanda in Medicina
d’Emergenza.
Ancora, Sarah Reese (Rachel
DiPillo), una studentessa del quarto anno di medicina;
Ethan Choi (Brian Tee), ex militare e
specializzando del terzo anno di Medicina d’Emergenza; Daniel
Charles (Oliver Platt), Primario del reparto di
Psichiatria; e in ultimo Ava Bekker (Norma
Kuhling), chirurgo cardio-toracico del Chicago Med.
Nella serie Nick
Gehlfuss interpreta William Halsted,
chirurgo e specializzando anziano in Medicina d’Emergenza. Ex
chirurgo plastico, William è il fratello minore del detective
Jay Halsted
della Chicago PD,
nonché pecora nera della famiglia. Sempre ostracizzato dal padre
per le sue scelte professionali, Will si è praticamente pagato di
studi da solo per tutta la durata del college. Nonostante i suoi
difficili rapporti col padre, Will si è sempre preso cura della
famiglia soprattutto quando la madre si ammala di cancro mentre suo
fratello è in missione per l’esercito in Afghanistan. Tra i due
fratelli ci sono questioni irrisolte e problemi che entrambi
dovranno affrontare.
Al momentoChicago Med è
arrivato alla sua quinta stagione, non senza
stravolgimenti di trama e cast, contando per ora ben 103
episodi.
Nick Gehlfuss e gli episodi
crossover di Chicago Med
4. L’intero
universo televisivo di Chicago, creato a Dick
Wolf, è molto più intricato di quanto si possa immaginare.
Capita spesso – soprattutto durante le prime due stagioni
di Chicago
Fire– che i personaggi delle tre serie si mixino
in uno stesso episodio. Questo stratagemma è stato ideato dagli
autori per presentare al pubblico di Chicago Fire, alcuni
nuovi personaggi che saranno poi protagonisti
degli spinoff Chicago PDe Chicago Med.
Quasi tutti i personaggi di ognuna
delle serie è comparso in almeno un paio di episodi delle altre
due. Oltre alle varie ‘comparsate’, utilizzate più che altro per
mantenere una sorta di continuità nell’universo Chicago, ci sono
anche gli episodi crossover. Queste
particolari puntate sono caratterizzate da storie che mettono in
comunicazione tra loro le varie serie e tutti i loro
personaggi.
Quel gran burlone
di Dick Wolf, tuttavia, continua a
complicare le cose aggiungendo all’intricato universo televisivo di
Chicago anche alcuni episodi crossover con la famosa e
fortunatissima serie crimeLaw & Order –
SVU.
Insomma, se volete iniziare a
vedere almeno una di queste serie senza rischiare di perdere pezzi
di trama per strada, vi servirà uno schema. Per capire come
guardare nell’ordine esatto i vari episodi delle
serie Chicago
Fire, PD e Med,
vi consigliamo di consultare il validissimo schema
de Il Criticatore di
Telefilm.
Nick Gehlfuss in Chicago Fire e
Chicago PD
3. Il personaggio
di William
Halsted di Chicago Med, essendo
collegato a quello di Jay Halsted di
Chicago PD, compare spesso nelle in altre serie
dell’universo televisivo creato da Dick Wolf. Nick Gehlfuss
e Jesse Lee Soffer si trovano spesso a lavorare insieme e
sui set di entrambi gli spinoff di Chicago Fire.
2. In Chicago Med, il dottor
William
Halsted ha una vita sentimentale alquanto complicata
che coinvolge la sua collega Natalie (Torrey
DeVitto). Ma nella realtà, Nick Gehlfuss non ama molto
i drammi. A differenza di molti suoi colleghi attori e attrici, che
amano cambiare continuamente partner, Nick è un uomo da una donna
alla volta. L’attore è sposato ormai da molti anni con
Lilian Matsuda, una bella imprenditrice del
settore alberghiero.
Non è molto chiaro come i due si
siano conosciuti ma sappiamo che, dopo una non troppo lunga
frequentazione, si sono sposati in gran segreto il 13
maggio del 2016. Sembra che entrambi volessero una
cerimonia semplice e privata e che abbiano evitato gli sfarzi di un
matrimonio in grande stile per preservare il loro giorno
speciale.
1. Se volete essere sempre
aggiornati sulla vita privata, sentimentale e professionale
dell’attore, seguite l’account ufficiale Nick Gehlfuss
Instagram.
Continuiamo il nostro viaggio
nell’universo televisivo di Chicago Med e parliamo
oggi di uno degli attori più importante della serie, Oliver
Platt.
Scopriamo insieme tutto
quello che c’è da sapere su Oliver Platt e sulla sua
incredibile carriera divisa tra grande cinema e televisione.
Oliver Platt film
10. Nato il 12
gennaio del 1960 a Windsor, in Ontario, Canada, Oliver Platt ha
genitori di origini americane. Sua madre Sheila
Maynard è un’assistente sociale mentre il padre,
Nicholas Platt lavora negli anni come ambasciatore
statunitense in Pakistan, Zambia e Filippine. Entrambi i suoi
genitori provengono da famiglie ricche dell’alta società e la sua
bisnonna materna, Cynthia Roche, era la sorella di Maurice Roche,
nonno materno della principessa Diana.
Oliver è il secondo di tre
fratelli, Nicholas Jr. Adam e Adam, ultimo dei quali è un famoso
critico gastronomico del New York Magazine. Tra i suoi parenti
celebri c’è anche suo zio, il noto architetto statunitense
Geoffrey Platt.
9. Grazie alla
carriera diplomatica del padre, Oliver ha la possibilità di girare
il mondo e trascorre la sua infanzia e adolescenza tra Washington
DC, l’Asia e il Medio Oriente. Dopo il diploma, viene ammesso alla
Tuft University dove consegue la laurea in arte
con specializzazione in recitazione. Sempre più
convinto di intraprendere la carriera d’attore, comincia a studiare
recitazione alla Shakespeare & Co., una celebre
scuola di teatro situata a Lenox, in Massachusetts.
8. La sua carriera
cinematografica comincia alla fine degli anni ottanta quando viene
scelto per interpretare un ruolo minore nel film Robinson
Crusoe – La Storia Vera, diretto da Caleb
Deschanel nel 1988.
A quel primo film, ne sono seguiti
tanti altri, tra gli anni ottanta e novanta; tra questi ricordiamo
Una Vedova Allegra…Ma Non Troppo (1988),
Una Donna in Carriera (1988), Linea
Mortale (1990), Proposta Indecente
(1993), Il momento di uccidere (1996), Gli
imbroglioni (1998) e L’uomo bicentenario
(1999), diretto da Chris
Columbus e con Robin
Williams.
Oliver Platt in 2012
Oliver Platt in 2012 – Fonte: IMDB
7. Gli anni
duemila sono sicuramente molto impegnativi per l’attore che sembra
saltare da un set all’altro. Tra i film più importanti della
filmografia di Oliver Platt nei primi dieci anni
del nuovo millennio ricordiamo Don’t Say a Word
(2001), Schegge di April (2003),
Kinsey (2004), Casanova (2005) –
con Heath
Ledger -, Loverboy (2005) – diretto
da Kevin
Bacon -, Frost/Nixon – Il Duello
(2008) e Amore & Altri
Rimedi (2010).
Tra i film più amati dal pubblico
compresi in questo arco temporale, ricordiamo inoltre
2012, con John
Cusack. Diretta da Roland Emmerich
nel 2009, la pellicola fa riferimento alla famosa profezia della
civiltà Maya che annunciava nel proprio calendario la fine del
mondo e della razza umana nell’anno 2012.
Negli anni, la famosa profezia dei
maya viene analizzata da astrologi, numerologi e geologi famosi che
sembrano confermare l’arrivo di un misterioso evento catastrofico
per il pianeta Terra. Nonostante lo scetticismo generale, in un
centro di ricerca viene rilevato un riscaldamento decisamente
anomalo del nucleo terrestre che potrebbe portare a conseguenze
nefaste e a lungo termine.
In 2012, Oliver
Platt interpreta il ruolo di Carl Anheuser, capo
dello staff del Presidente degli Stati Uniti, unico tramite tra gli
scienziati allarmisti, il governo centrale e la stampa.
Oliver Platt in Year One
6. Cambiamo
decisamente genere con Year One, film del 2009 con
Oliver Platt, Jack
Black e Michael Cera.
Diretto da Harol Rami, il film è
una commedia che racconta la storia di Zed (Jack
Black) e Oh (Michael Cera), due
bizzarri e imbranati cavernicoli che lavorano in tandem: mentre uno
caccia, l’altro raccoglie. Dopo essere stati banditi dal loro
villaggio, Zed e Oh cominciano un lungo viaggio biblico attraverso
la terra. I primi che incontrano sul loro cammino sono i celebri
Caino (David Cross) e Abele (Paul
Rudd) proprio nel momento in cui il primo uccide suo
fratello. Il viaggio prosegue con l’incontro di Abramo (Hank
Azaria) intento a sacrificare Isacco
(Christopher Mintz-Plasse), sacrificio che i
cavernicoli riescono con uno stratagemma a fermare. Abramo quindi
conduce i viaggiatori a Sodoma sono però vengono catturati dalle
guardie e resi schiavi.
Oliver Platt and Michael Cera in Year One – Fonte:
IMDB
Tra i personaggi biblici incontrati
dai protagonisti ci sono anche Adamo ed Eva, Lilith e il sommo
sacerdote. Quest’ultimo, interpretato da Oliver Platt, è Aronne, il
primo sacerdote del popolo ebraico, presentato nella Bibbia come
fratello di Mosè.
Ovviamente nel film di Harol Rami
di biblico non c’è proprio niente; si tratta, infatti, di una
commedia a tratti demenziale i cui personaggi sono liberamente
ispirati al testo sacro della Bibbia.
5. Parallelamente
alla sua carriera nel cinema, Oliver Platt si dedica anche alla
televisione. I suoi passi sul piccolo schermo risalgono agli anni
duemila quando partecipa alla serie Deadline, nel
ruolo del protagonista.
Nella serie, ideata da Dick Wolf,
Oliver Platt interpreta Wallace Benton, un
giornalista di un magazine newyorkese, chiamato il New York Ledger.
Wallace lavora con la sua quasi ex moglie e una lunga serie di
persone assai bizzarre, usando il suo innato istinto giornalistico
per accaparrasi sempre l’ultimo scoop.
Nonostante ci vada giù pesante con
gli alcolici, Benton è anche un professore di giornalismo e spesso
si serve dei suoi alunni per le sue indagini sull’ultima storia da
prima pagina. Dotato di un’ottima parlantina, riesce sempre a
ottenere ciò che vuole anche a discapito degli altri.
La serie, brillante sotto ogni
aspetto, purtroppo però è andata in onda per una sola stagione e un
totale complessivo di 13 episodi, prima di essere
cancellata.
Abbandonati i panni del
protagonista, negli anni successivi Platt partecipa ad alcune serie
tv di successo come West Wing – Tutti Gli Uomini del
Presidente (2001-2005), Huff (2004-2005),
Nip/Tuck
(2007-2008), Bored to Death –
Investigatore per noia (2009-2011), The Big
C (2010-2013), Fargo (2014), The Good
Wife (2015) e Modern Family
(2014-2015)
Oliver Platt in Modern Family
Oliver Platt and Ed O’Neill in Modern Family – Fonte:
IMDB
4. Nel 2015,
l’attore canadese partecipa come guest star nella famosa serie
comedy della ABC,Modern Family.
La serie, creata da
Christopher Lloyd e Steven
Levitan, racconta, come in una sorta di documentario,
della vita di tre diversi nuclei familiari di Los Angeles, uniti da
legami di parentela. Tutta la storia è incentrata sui rapporti
interpersonali tra i membri delle tre famiglie e sulla loro
quotidianità.
A capo della prima famiglia c’è Jay
Pritchett (Ed O’Neill), sposato con Gloria
(Sofía
Vergara), una donna colombiana molto più giovane di
lui e madre di Manny (Rico Rodriguez), figlio
avuto dalla donna e dal suo precedente matrimonio. La seconda
famiglia è invece composta da Claire (Julie
Bowen), primogenita di Jay, suo marito Phil (Ty
Burrell) e i loro tre figli Haley (Sarah
Hyland), Alex (Ariel Winter) e Luke
(Nolan Gould). L’ultimo nucleo familiare è quello
formato da Mitchell (Jesse Tyler Ferguson), figlio
omosessuale di Jay, e dal suo compagno Cameron (Eric
Stonestreet), entrambi papà adottivi di Lili
(Aubrey Anderson-Emmons), una bambina di origini
vietnamite.
Oliver Platt compare nell’episodio
6×20 dal titolo “Knock ‘Em Down”
(titolo italiano “Questione di Gusti”). Modern Family è
andata in onda sulla ABC dal dal 2009 al 2020 per
11 stagioni e un totale complessivo di 250
episodi.
Oliver Platt Chicago Med
3. Nel 2015 Oliver
Platt viene scelto per interpretare uno dei medici della nuova
serie della NBC, dal titolo Chicago Med.
Spinoff dell’acclamatissima
serie Chicago
Fire, Chicago Med, prodotta dal genio
televisivo di Dick Wolf, racconta delle
vicissitudini di medici e infermieri dell’ospedale Chicago Medical
Center.
Tra i personaggi principali abbiamo
William Halstead (Nick Gehlfuss) chirurgo e
specializzando anziano in Medicina d’Emergenza; Maggie Lockwood
(Marlyne Barrett), infermiera caporeparto del
Pronto Soccorso; Sharon Goodwin (S. Epatha
Merkerson), Direttore Sanitario del Chicago Medical
Center; April Sexton (Yaya
DaCosta), infermiera; Natalie Manning (Torrey
DeVitto), pediatra e specializzanda in Medicina
d’Emergenza.
Oliver Platt and Rachel DiPillo in Chicago Med – Fonte:
IMDB
Ancora, Sarah Reese (Rachel
DiPillo), una studentessa del quarto anno di medicina;
Ethan Choi (Brian Tee), ex militare e specializzando del terzo anno
di Medicina d’Emergenza; Connor Rodhes (Colin
Donnell) chirurgo specializzati in Chirurgia
d’Emergenza. e in ultimo Ava Bekker (Norma
Kuhling), chirurgo cardio-toracico del Chicago Med.
Nella serie Oliver
Platt interpreta Daniel Charles, primario
del reparto di psichiatria del Chicago Med. Vedovo della prima
moglie, Daniel si risposa una seconda e poi una terza volta.
Purtroppo anche il suo terzo matrimonio con una misteriosa donna
spagnola finisce e Charles chiede il divorzio. Ha due figlie, Anna,
la più giovane e Robin, la più grande, che lavoro come epidemiologa
del Chicago Med. Nonostante Daniel sia un eccellente psichiatra, da
sempre ha problemi di depressione.
Al momento Chicago Med è arrivato alla
sua quinta stagione, non senza stravolgimenti di trama e cast,
contando per ora ben 103 episodi.
Oliver Platt e gli episodi
crossover di Chicago Med
2. L’intero universo
televisivo di Chicago, creato a Dick Wolf, è
molto più intricato di quanto si possa immaginare. Capita spesso –
soprattutto durante le prime due stagioni di Chicago Fire– che i
personaggi delle tre serie si mixino in uno stesso episodio. Questo
stratagemma è stato ideato dagli autori per presentare al pubblico
di Chicago Fire, alcuni nuovi personaggi che saranno poi
protagonisti degli spinoff Chicago PD, Chicago Med e Chicago
Justice.
Quasi tutti i personaggi di ognuna
delle serie è comparso in almeno un paio di episodi delle altre
due. Oltre alle varie ‘comparsate’, utilizzate più che altro per
mantenere una sorta di continuità nell’universo Chicago, ci sono
anche gli episodi crossover. Queste particolari puntate sono
caratterizzate da storie che mettono in comunicazione tra loro le
varie serie e tutti i loro personaggi.
Quel gran burlone
di Dick Wolf, tuttavia, continua a
complicare le cose aggiungendo all’intricato universo televisivo di
Chicago anche alcuni episodi crossover con la famosa e
fortunatissima serie crimeLaw & Order –
SVU.
Insomma, se volete iniziare a
vedere almeno una di queste serie senza rischiare di perdere pezzi
di trama per strada, vi servirà uno schema. Per capire come
guardare nell’ordine esatto i vari episodi delle
serieChicago
Fire, PD, Med e Justice, vi consigliamo di
consultare il validissimo schema de Il Criticatore di
Telefilm.
Oliver Platt in Chicago Fire,
Chicago PD e Chicago Justice
Tra i tanti stravaganti personaggi
interpretati negli ultimi anni dall’attore Johnny
Depp vi è anche quello di Charlie Mortdecai,
truffatore specializzato nel mercato delle opere d’arte. Questi è
il protagonista della commedia del 2015 Mortdecai,
diretta da David Koepp, che aveva già lavorato in
passato con Depp per il film Secret Window. Il film è
l’adattamento di Don’t Point that Thing at Me, primo
di una serie di romanzi dedicati al personaggio scritti da
Kyril Bonfiglioli, e pubblicati tra il 1972 e il
1985.
Composta da quattro libri, la serie
ebbe un grande successo in Inghilterra, dove si affermò per il suo
black humor e la pungente satira. Questi non mancano però anche di
fornire al lettore un intricato crimine da dover risolvere,
rendendo la lettura appassionante e divertente allo stesso tempo.
Con l’acquisizione dei diritti, la Lionsgate diede il via libera
alla realizzazione di quello che avrebbe potuto essere l’inizio di
una serie cinematografica.
Sfortunatamente, il film ottenne
recensioni prevalentemente negative, dove si criticava la forzatura
delle situazioni comiche e l’eccessiva assurdità del tutto.
Mortdecai si rivelò un cocente flop anche di box office.
Guadagnò infatti appena 47.3 milioni di dollari in tutto il mondo,
a fronte di un budget di 60 milioni. L’insuccesso portò dunque lo
studios a non mettere in cantiere altri film dedicati al
personaggio, che sembra destinato ad avere successo solo su
carta.
Mortdecai: la trama e il cast del
film
Protagonista assoluto è
l’eccentrico e carismatico mercante d’arte Charlie Mortdecai.
Questi ha costruito una notevole fama grazie alle opere d’arte di
dubbia provenienza che rivende ai personaggi più improbabili. A
causa di un enorme debito col fisco inglese, però, il mercante
viene costretto dall’MI5 ad indagare sulla morte di una
restauratrice di quadri e sulla sparizione di un prezioso dipinto
di Goya. La missione si rivela più pericolosa del previsto nel
momento in cui si scopre che il dipinto nasconde sul suo retro i
codici segreti di un conto corrente in cui è depositato l’oro dei
Nazisti. Tale tesoro è infatti ambito da molti criminali in giro
per il mondo, i quali sono disposti a tutto pur di
rintracciarlo.
A ricoprire il ruolo del brillante
protagonista è il tre volte nominato all’Oscar Johnny
Depp. Questi si dichiarò da subito molto interessato nei
confronti del ruolo, apprezzando la sua natura comica e
controversa. Per prepararsi al ruolo, il celebre trasformista
decise di sfoggiare un look inedito, caratterizzato in primis dai
particolarissimi baffi, elemento distintivo del personaggio. Decise
inoltre di ispirarsi ai più celebri comici dell’intrattenimento
britannico, tra cui Peter Sellers e Terry-Thomas. Per Depp, infine,
la vera sfida è stata quella di rendere un personaggio narcisista e
truffatore come questo in qualcuno verso cui si può provare
simpatia. La sua interpretazione non è però stata particolarmente
apprezzata, e gli ha fatto ottenere una nomination come peggior
attore protagonista ai temuti Razzie Awards.
Mortdecai vanta poi una
serie di celebri nomi di Hollywood, tra cui la premio Oscar
Gwyneth
Paltrow, nel ruolo di Johanna Mortdecai, misteriosa
moglie del protagonista. Tale personaggio era stato inizialmente
pensato per l’attrice Carice van
Houten, celebre per il ruolo di Melisandre
in Il Trono di
Spade, ma alla fine i produttori scelsero la Paltrow.
Anche l’interpretazione di questa non è stata particolarmente
gradita, e a sua volta ha ricevuto una nomination ai Razzie Awards.
Sono poi presenti EwanMcGregor, nei panni dell’ispettore Martland,
Paul
Bettany, in quelli di Jock Strapp, e Jeff
Goldblum e Olivia
Munn, che ricoprono i ruoli di Milton e Georgina
Krampf.
Mortdecai: le differenze tra il
libro e il film
Come sempre accade, nel realizzare
la trasposizione cinematografica del primo libro della cosiddetta
Trilogia di Mortdecai, si sono operati una serie di
cambiamenti necessari alla resa per il grande schermo. Bisogna
innanzitutto sottolineare che si tratta della prima volta in cui il
regista e sceneggiatore Koepp non dirige un film da lui anche
scritto. La sceneggiatura è infatti stata affidata ad Eric Aronson,
il quale ha trasposto nei 107 minuti del film il romanzo di circa
200 pagine. Per riuscire in ciò, molto della trama di quest’ultimo
è stato semplificato. Il romanzo di Bonfiglioli, infatti, presenta
una serie di intrighi e forze internazionali che contribuiscono al
rendere più complesso il caso affidato a Mortdecai.
Molti episodi a riguardo nel film
non avvengono, rendendo la narrazione più semplice da fruire e più
in linea con il tono comico pensato per la pellicola. Ad essere
stata modificata è anche la caratterizzazione di alcuni dei
personaggi. Mortdecai, in primis, è nel libro descritto come un
uomo piuttosto obeso. Nel film, invece, è raffigurato da un Depp in
forma smagliante. Allo stesso modo, il personaggio dell’ispettore
Martland acquisisce un maggior fascino, ed è per lui aggiunta anche
l’infatuazione per il personaggio di Johanna. Cosa che nel libro,
invece, non è presente. Questa, infatti, nelle pagine di
Bonfiglioli non è la moglie del protagonista, bensì di Milton
Krampf.
Tolto ciò, la sceneggiatura del
film segue abbastanza fedelmente gli eventi generali del romanzo,
come anche il tono della sua scrittura. Benché ambientato ai giorni
nostri, infatti, il film conserva molte delle battute, delle
espressioni e dei dialoghi presenti nel libro. Queste hanno però
una connotazione da Inghilterra degli anni Settanta. Ciò rende
ancor più strambo il personaggio principale nel suo modo di
esprimersi. Ricercando una vena particolarmente comica, però, il
film ha tuttavia tralasciato molto del tono thriller presente nel
romanzo, e che contribuì alla fortuna di questo.
Mortdecai: il trailer e dove
vedere il film in Streaming
Per gli appassionati del film, o
per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Mortdecai è
infatti presente su Chili Cinema, Rakuten TV, RaiPlay, Amazon Prime Video e Apple iTunes. In base alla
piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo
sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio
della qualità video.
La famosa serie tv La Casa di
Carta in Italia ha avuto un successo incredibile e
tutti noi, grazie a Netflix, abbiamo imparato a conoscere il
talento di molti validi attori spagnoli. Tra questi c’è sicuramente
Alba Flores, interprete dell’iconico personaggio
di Nairobi.
Scopriamo quindi insieme
tutto quello che c’è da sapere su Alba Flores,
sulla sua vita privata e sulla sua carriera tra cinema e
televisione.
Alba Flores biografia e
curiosità
10. Nata il 27
ottobre del 1986 a Madrid, in Spagna, Alba Flores è figlia
d’arte; suo padre, zè un compositore e musicista spagnolo
mentre Ana Villa è una produttrice teatrale. Inoltre, è nipote di
Lola Flores, celebre cantante e ballerina spagnola, e dei cantanti
Lolita e Rosario Flores oltre a essere cugina dell’attrice Elena
Furiase. Insomma, circondata dall’arte e immersa nel mondo dello
spettacolo, Alba Flores da piccola comincia subito a sviluppare un
interesse per la recitazione.
All’età di tredici anni comincia
quindi a studiare teatro e nel frattempo continua
a perfezionare il suo talento al pianoforte. In
quegli anni si esibisce inoltre in alcuni spettacoli teatrali come
Honeymoon in Hiroshima e una versione gitana di
Sogno di Una Notte di Mezza Estate di
William Shakespeare.
9. A causa delle
sue origini gitane, Alba Flores da piccola è stata
discriminata a scuola dai suoi compagni e negli anni ha provata
sulla sua pelle gli effetti del razzismo. In una
recente intervista rilasciata a Elle,
l’attrice ha raccontata di come negli anni sia stata vittima di
razzismo, anche a scuola.
“Quando ero piccola mi sono
trovata spesso in difficoltà per le mie origini. Adesso non è più
così, ma resto orgogliosa delle radici della mia famiglia e non le
cambierei per nulla al mondo. Sono in contatto con le realtà gitane
che vivono situazioni di razzismo nel mondo, e mi schiero
volentieri in prima linea per difenderle. Per me questo è un tema
molto importante. […] Il pregiudizio sui gitani pesa ancora molto.
È un po’ come succede a certe persone che odiano gli immigrati, ma
poi i loro eroi sono i calciatori che vengono dagli stessi Paesi
dei migranti. […] Basterebbe questo per dimostrare che il razzismo
non ha argomenti credibili.” [fonte: Elle]
Alba Flores film
8. La sua carriera
cinematografica è cominciata nel 2005 quando ha preso parte al film
El Calentito, diretto da Chus
Gutiérrez.
Il film racconta la storia di
un’elegante ragazza di buona famiglia che entra entra in contatto
con una band punk femminile in un momento storico difficile per la
Spagna. La ragazza, infatti, partecipa al suo primo concerto
durante il 23F, ovvero il colpo di stato spagnolo
del 23 febbraio 1981, organizzato senza successo da alcuni
comandanti militari.
7. Negli anni
successivi ottiene un altro ruolo minore nei film Los
mánagers, diretto da Fernando Guillén
Cuervo e ne La Memoria dell’Acqua,
diretto da Matìas Bize.
https://www.youtube.com/watch?v=ma9DyVUtdzE
Quest’ultimo racconta la storia di
una coppia di sposi che, dopo aver perso tragicamente e
all’improvviso un figlio, non riescono più a stare insieme. Il loro
rapporto presto si sfascia e i due prendono strade diverse. Ma il
dolore, nonostante la separazione, resta con loro. Entrambi
dovranno fare i conti con i propri demoni per poter andare avanti e
rifarsi una vita.
Alba Flores serie tv
6. La carriera di
Alba Flores, tuttavia, non si limita solo al cinema.
Contemporaneamente, infatti, l’attrice comincia a muovere i primi
passi anche nel mondo televisivo. Dal 2006 inizia con l’accettare
alcuni piccoli ruoli o comparsate in alcune serie spagnole come
El Comisario (2006), El síndrome de
Ulises (2008), Il tempo del coraggio e
dell’amore (2013) e Cuéntame cómo pasó
(2014) e nel film tv Vincent Ferrer, diretto da
Agustín Crespi (2013).
5. Nel 2015,
finalmente, arriva per Alba un ruolo importante nella nuova serie
tv di Antena 3 – famoso network spagnolo -, dal
titolo Vis a Vis – Il Prezzo del Riscatto.
La serie racconta la storia di
Macarena (Maggie Civantos), una donna molto
giovane ma soprattutto ingenua, manipolata dal suo capo a
commettere numerosi crimini, tra cui appropriazione indebita di
fondi dell’azienda per cui lavora. Macarena viene quindi condannata
a sette anni di reclusione e rinchiusa nella prigione di Cruz del
Sur.
Oltre allo shock iniziale
dell’incarcerazione, la donna deve anche affrontare il difficile
rapporto con le altre detenute. Qui conosce la terribile Zulema
Zahir (Najwa Nimri), condannata all’ergastolo per
vari crimini, tra cui l’omicidio, e il suo braccio destro Saray
Vargas de Jesús (Alba Flores).
Macarena dovrà tentare di
integrarsi e sopravvivere, sperando che qualcuno da fuori riesca a
trovare un modo per salvarla.
4. Nella serie
Alba Flores interpreta Saray Vargas de
Jesús, personaggio legato a Zulema, la più pericolosa
delle criminali della prigione, con la quale tenterà anche
l’evasione. Vis a Vis – Il Prezzo del Riscatto è
andata in onda dal 2015 al 2019 per un totale di 4
stagioni e 40 episodi. Ad aprile del
2020, inoltre, su Fox Spagna è andata in onda la
prima stagione della serie spinoff Vis a Vis –
L’Oasis.
Alba Flores in La Casa di
Carta
3. Ma il successo
vero per Alba Flores arriva nel 2017 quando viene
scelta per interpretare il ruolo di Nairobi, nella
nuova di Antena 3 poi acquistata da
Netflix, dal titolo La Casa de Papel, in italiano La Casa di
Carta.
La serie racconta la storia di un
criminale, detto il Professore (Álvaro
Morte), con in mente un piano, rapinare la Zecca Reale
Spagnola. Ma per farlo ha bisogno di aiuto e di un piano ben
strutturato. Per realizzare la rapina il Professore mette su una
squadra assai variegata di criminali, reclutando sette persone dai
talenti più disparati.
Oltre al Professore, la mente che
conduce le operazioni, abbiamo Tokyo
(Úrsula Corberó), giovane donna impulsiva ma
battagliera; Lisbona (Itziar
Ituño) che si occupa dei negoziati insieme al Professore;
Mosca (Paco Tous) e
Denver (Jaime Lorente), padre e
figlio, il primo uno scassinatore molto abile e il secondo un ex
spacciatore dal temperamento violento.
Ancora, Berlino
(Pedro Alonso), un uomo freddo e calcolatore, al
comando della squadra; Rio (Miguel
Herrán), programmatore informatico nonché esperto di
computer e allarmi, si occupa della strumentazione tecnica; e
infine Nairobi (Alba Flores),
falsaria e spacciatrice da quando aveva 13 anni, donna forte e
determinata con un figlio mai riconosciuto di nome Axel.
La squadra, quindi, armata di
fucili e maschere per non farsi riconoscere, si introduce nella
zecca, prendendo in ostaggio alcune persone. Il loro piano è molto
semplice; dovranno usare gli impiegati per stampare nuove banconote
da portare via. Purtroppo qualcosa va storto e i sette del
Professore dovranno improvvisare per portare a casa la pelle.
La Casa di
Carta è andata in onda per un totale di 4
stagioni e 38 episodi dal 2017 al 2020.
Tuttavia, la serie è stata rinnovata per una
quinta stagione la cui data d’uscita è ancora
sconosciuta.
Alba Flores è su Instagram
2. L’attrice
spagnola è molto attiva sui social e specialmente sul suo account
Instagram.
Alba è da sempre sostenitrice della comunità
LGBT+, una vera femminista,
vegetariana e ambientalista convinta,
nonché contro ogni forma di razzismo e
discriminazione.
Avendo provato sulla sua pelle il
dolore dell’emarginazione sin da bambina, la Flores utilizza
Instagram e
più in generale tutte le piattaforme social per diffondere messaggi
di uguaglianza e accettazione.
1. Addirittura, lo
scorso anno, Alba Flores si è scagliata contro
l’allora Ministro degli Esteri Salvini, dopo il
suo provvedimento di chiusura dei porti italiani. Grazie a
un’intervista per Vanity
Fair, l’attrice ha condiviso su Instagram una foto
accompagnata da hashtag come #SalviniDimettiti#StopRazzismo, dal significato inequivocabile.
Nell’intervista a Vanity Fair, Alba
Flores ha raccontato di come il razzismo abbia condizionato la sua
infanzia e di come il solo ricordo sia ancora molto doloroso.
“Ho provato il razzismo sulla
mia pelle, a scuola […] A casa nostra ci sono sempre state grandi
tavolate, c’era sempre da mangiare per venti persone di diverse
culture, generi, capacità, razza o sessualità.” [fonte: Vanity
Fair]
La paura del
diverso, il razzismo e la
xenofobia sono tutti figli dell’ignoranza e
l’unica soluzione a questi problemi dilaganti di accettazione del
prossimo, per Alba Flores, è
l’integrazione. Per l’attrice bisognerebbe far
conoscere ai bambini, sin da piccoli, culture e religioni diverse
da tutto il mondo affinché essi possano crescere come adulti
illuminati e tolleranti.
Sette anni dopo Via Castellana Bandiera, Emma
Dante torna alla Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia, selezione ufficiale, con LE
SORELLE MACALUSO, tratto dalla sua omonima pièce teatrale
che ha ricevuto il Premio Ubu per il Miglior Spettacolo e la
Miglior Regia. Scritto da Emma Dante, Elena Stancanelli e Giorgio
Vasta, il film è una produzione Rosamont e Minimum Fax Media con
Rai Cinema che arriverà in sala il 10 settembre distribuito da
Teodora Film.
Le Sorelle Macaluso è
interpretato da Alissa Maria Orlando, Susanna Piraino, Anita
Pomario, Eleonora De Luca, Viola Pusatieri, Donatella Finocchiaro,
Serena Barone, Simona Malato, Laura Giordani, Maria Rosaria Alati,
Rosalba Bologna, Ileana Rigano.
«Con grandi emozioni sette anni fa
per la 70ª edizione della Mostra fu presentato a Venezia il mio
primo film, Via Castellana Bandiera; oggi con la
gioia di una bambina ancora più incantata e felice per la 77ª
edizione della Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica tornerò a Venezia con il mio secondo film,
Le sorelle Macaluso» – dichiara la regista Emma
Dante – «Spero che questa famiglia di donne di tre
generazioni possa far affiorare i ricordi di noi bambine dentro le
stanze dell’infanzia dove strette da un legame fortissimo siamo
state sorelle».
USCITA: 10 SETTEMBRE
2020
SINOSSI
Maria, Pinuccia, Lia, Katia,
Antonella. L’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia di cinque
sorelle nate e cresciute in un appartamento all’ultimo piano di una
palazzina nella periferia di Palermo. Una casa che porta i segni
del tempo che passa come chi ci è cresciuto e chi ancora ci abita.
La storia di cinque donne, di una famiglia, di chi va via, di chi
resta e di chi resiste.
L’omicidio di Sarah
Scazzi, commesso dieci anni fa ad Avetrana (Taranto) e che
ancora oggi non può dirsi del tutto risolto, diventerà una serie
televisiva con la regia di Pippo Mezzapesa (Il bene
mio e Il paese delle spose infelici) e un
documentario diretto da Christian Letruria e scritto da Flavia
Piccinni e Carmine Gazzanni. Entrambi i progetti saranno prodotti
da Matteo Rovere per Groenlandia (Smetto Quando Voglio-
saga, Moglie e Marito,
Il Primo Re,
Croce e Delizia, Il Campione). La produzione ha
infatti acquisito i diritti per sviluppare il progetto dal libro
Sarah – La ragazza di Avetrana firmato da Piccinni e Gazzanni che,
pubblicato da Fandango Libri a fine luglio, è già alla seconda
ristampa e ha riportato al centro dell’opinione pubblica il caso
con inquietanti rivelazioni.
A dieci anni dalla morte della
quindicenne, la vicenda rimane ancora avvolta nel mistero. È il 26
agosto del 2010 quando Sarah esce di casa per non farvi più
ritorno. La denuncia della scomparsa da parte della famiglia
finisce in tragedia dopo quarantadue giorni di ricerche. Intanto
Avetrana si trasforma in un set a cielo aperto e il caso diventa a
tutti gli effetti il primo reality show dell’orrore italiano, la
cui svolta è la rivelazione in diretta televisiva a Concetta
Serrano della sorte della figlia. A confessare è Michele Misseri,
zio della ragazza. La verità giudiziaria, però, indica come
colpevoli del crimine la zia e la cugina di Sarah, Cosima Serrano e
Sabrina Misseri. Le due, nonostante negli anni abbiano continuato a
dichiararsi innocenti, vengono condannate all’ergastolo. Intanto
Michele Misseri continua a dirsi l’unico colpevole. E intorno a
questa vicenda di cronaca, che ha tenuto col fiato sospeso l’intero
Paese, molti sono i punti di domanda rimasti ancora irrisolti.
La Biennale di
Venezia ha il piacere di annunciare i due
titoli che integrano e completano, Fuori Concorso,
il programma della
77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica,
in programma dal 2 al 12 settembre 2020 diretta da
Alberto Barbera.
Si tratta del nuovo cortometraggio
di Luca Guadagnino, Fiori, Fiori,
Fiori! (12’), e di un nuovo film indipendente
americano, Run Hide Fight scritto e
diretto da Kyle Rankin, con Isabel May, Thomas
Jane, Radha Mitchell.
Dichiara Alberto
Barbera: “Siamo grati a Luca Guadagnino
che con Fiori, Fiori, Fiori! ci rende
partecipi di una piccola, personale evasione compiuta durante il
recente lockdown alla ricerca di volti, luoghi e affetti
della gioventù trascorsa; e al produttore Dallas
Sonnier (lo stesso di Brawl in Cell Block 99 e
Dragged Across Concrete, presentati rispettivamente alla
Mostra del Cinema nel 2017 e nel 2018), che torna con un nuovo,
provocatorio dramma d’azione, Run Hide
Fight di Kyle Rankin, ambientato in
una scuola presa in ostaggio da quattro studenti intenzionati a
commettere una strage. Due modelli di cinema irriducibilmente
diversi, ma espressione di un’identica, trascinante energia
creativa”.
Fiori, Fiori,
Fiori! di Luca
Guadagnino
Durante il lockdown per la pandemia
del Covid, Luca Guadagnino, con una piccola troupe, scende in
Sicilia da Milano armato soltanto di uno smartphone e di un tablet,
per bussare alle porte degli amici d’infanzia e capire con loro
come hanno vissuto questo momento eccezionale che ha unito il mondo
intero.
Fiori, Fiori,
Fiori! Regia e storia di Luca Guadagnino, Fotografia
di Alessio Bolzoni. Montaggio di Walter Fasano. Musiche di Cosmo.
Suono di Davide Favargiotti. Interpreti (nel ruolo di loro stessi)
Maria Continella, Natalia Simeti, Claudio Gioè, Dave Kajganich.
Run Hide
Fightdi Kyle Rankin
Zoe (Isabel May) sta per diplomarsi
in un momento molto difficile della sua vita a seguito della morte
della madre (Radha Mitchell). Per distrarsi esce a caccia col padre
Todd (Thomas Jane), ex membro delle forze speciali. Un giorno,
mentre Zoe è a scuola, quattro studenti assediano l’edificio e
irrompono con un furgone all’interno del bar della scuola.
Utilizzando le tecniche apprese dal padre, Zoe riesce a sfuggire
agli attentatori.
Run Hide
Fight è scritto e diretto da Kyle
Rankin. Direttore della fotografia: Darin
Moran. Produzione: Cinestate
(Dallas Sonnier, Amanda Presmyk). Distribuzione:
Voltage Pictures.
Note
biografiche
Luca Guadagnino
E’ uno sceneggiatore, regista e
produttore. Nato a Palermo, è cresciuto in Etiopia. Vive a Milano.
Il suo primo lungometraggio, The Protagonists (1999) è a
Venezia, con protagonista Tilda Swinton, sua amica e attrice
feticcio cui dedica nel 2002 Tilda Swinton: The Love
Factory, documentario anch’esso presentato a Venezia.
Nel 2005 gira Melissa P., trasposizione cinematografica
del libro scandalo di Melissa Panarello. Io sono l’amore
(2009) viene presentato in Orizzonti a Venezia e ottiene una
nomination all’Oscar e numerosi riconoscimenti all’estero. Nel 2013
presenta il documentario Bertolucci on Bertolucci, sempre
alla Mostra. È stato giurato a Venezia nel 2010. Nel 2015
presentato a Venezia in concorso A Bigger Splash. Il
successo internazionale Call Me by Your Name (2017)
ottiene quattro nomination all’Oscar e vince la statuetta per la
miglior sceneggiatura non originale. Nel 2018 ha presentato in
Concorso a Venezia Suspiria. Quest’anno a Venezia presenta
anche, Fuori Concorso, Salvatore Ferragamo: The Shoemaker of
Dreams.
Kyle Rankin
Dopo aver diretto Shia LaBeouf ne
La battaglia di Shaker Heights (2003),
Kyle Rankin ha scritto e diretto
Infestation (2009) per Mel Gibson,
Nuclear Family (2012) per Michael Eisner,
e ha inoltre realizzato i video virali Case Tape
#347 ed Exhibit
B-5 (che lo ha portato a collaborare per Jeremy
Renner & Indian Paintbrush). Nel 2015, Kyle ha prodotto col
crowdfunding e poi diretto Zombies in
Love (su Amazon), e nel 2018 ha usato lo stesso
modello produttivo per The Witch Files
(Netflix). Kyle Rankin è nato il 13 settembre 1972 a
Danbury, Connecticut, USA. Vive a Encino con sua moglie e le sue
figlie.
“L’eleganza è la sola bellezza
che non sfiorisce mai”. È questa una delle frasi simbolo di
Colazione da Tiffany, il celeberrimo film
del 1961 diretto da Blake Edwards
(Operazione sottoveste, La
pantera rosa, Hollywood
party), che consacrò Audrey Hepburn. Ed è inscindibile da chi la
pronuncia: la stravagante protagonista Holly Golightly, impersonata
proprio dall’attrice britannica divenuta icona di stile, in
particolare quello dello stilista Givenchy, che disegnò per lei i
celebri abiti neri indossati da Miss Golightly.
Il film segnò un’epoca – come il
precedente Vacanze romane, che nel 1953
aveva visto la stessa Hepburn esordire a Hollywood
e portare a casa un Oscar, recitando accanto a Gregory
Peck e consegnando alla storia, oltre a una nuova stella
nel firmamento hollywoodiano, anche la Vespa e l’immagine iconica
della Roma turistica che fecero il giro del mondo. In
Colazione da Tiffany la vena brillante e
l’ironia di Blake Edwards, maestro della commedia
americana, hanno dato il loro meglio, coniugando i momenti comici
col fascino romantico delle grandi storie d’amore, sulle note di
quella Moon River divenuta un classico.
Colazione da
Tiffany, il film e il romanzo di Truman
Capote
Colazione da
Tiffany conquistò il pubblico e la critica anche
grazie alle solide basi su cui poggiava. È infatti liberamente
tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote del
1958. L’autore cedette i diritti alla Paramount
Pictures, che ne finanziò la realizzazione per il grande
schermo. Capote però, avrebbe voluto Marilyn
Monroe come protagonista della versione cinematografica,
mentre la scelta cadde su Audrey Hepburn e si
rivelò un successo. Il romanzo poi, era ambientato negli anni ’40,
anziché nei ’60.
La vicenda è incentrata su Holly
Golightly, giovane donna di umili origini che vive a New York con
un gatto senza nome e sogna una vita agiata, che spera di ottenere
sposando un uomo ricco. Nel frattempo, fa l’accompagnatrice e
trasmette messaggi in codice per conto del boss Sally Tomato,
Alan Reed, detenuto a Sing Sing. Non crede
nell’amore ed è uno spirito libero. Poi incontra Paul Varjak,
George Peppard, uno scrittore autore di un solo
libro. Il giovane è mantenuto dalla facoltosa Liz Failenson,
Patricia Neal, cui si concede in cambio di denaro.
Paul e Holly diventano presto amici. Paul si innamora di lei,
scoprendone fragilità e ombre. Un giorno a New York arriva “Doc”,
Buddy Ebsen, marito di Holly, che se ne era preso
cura da bambina per poi sposarla, ancora giovanissima. Doc chiedere
a Holly di tornare a casa, ma lei non ne vuole sapere. Nonostante
gli sia molto affezionata, il mondo di provincia che Doc può
offrirle le sta troppo stretto. Mentre Paul è sempre più preso da
Holly, lei incontra ad una festa un ricco brasiliano, José De
Silva, José Luis de Vilallonga, e decide di
partire con lui ed iniziare una nuova vita in Brasile. Solo quando
questi cambia idea e la lascia con un biglietto d’addio, Holly cede
ai propri sentimenti verso Paul, decide di restare a New York e
tornare da lui, il cui amore è sincero.
Il principale “tradimento” del film
rispetto al romanzo di Capote consiste proprio in questo finale. La
sceneggiatura di George Axelrod – candidata
all’Oscar – prevede infatti il più classico degli happy end,
andando incontro alle esigenze di Hollywood, mentre il romanzo
aveva un finale più amaro, in cui Holly partiva da sola per il
Brasile.
Audrey Hepburn è Holly
Golightly
Se Colazione
da Tiffany è un classico indiscusso del cinema, lo si
deve soprattutto all’aristocratica, ma mai supponente bellezza
dell’attrice britannica e alla sua perizia di attrice, che rese
Miss Golightly elegante e leggera come il cognome suggeriva,
superficiale e profonda, indipendente e fragile, volitiva e
insicura al tempo stesso. Il film era in anticipo sui tempi nel
proporre una donna spregiudicata, libera e un po’ pazza, che non
teme il giudizio della gente. Una figura femminile per molti versi
moderna, seppur per altri ancora vincolata a stereotipi mai passati
di moda, impersonata magnificamente da Audrey
Hepburn con una naturale freschezza, che la rende ancora
oggi attualissima.
L’attrice – che dopo l’esordio
hollywoodiano era stata protagonista di
Sabrina (1954) per Billy
Wilder, iniziando la sua collaborazione e amicizia con lo
stilista Givenchy, e sarebbe poi stata un’indimenticabile
Eliza Doolittle in My Fair Lady di
George Cukor (1965) – ricevette la
nomination all’Oscar per la sua interpretazione in
Colazione da Tiffany, ma non vinse la
statuetta, che andò a Sofia Loren per La
Ciociara. Si aggiudicò invece il David Donatello come
miglior attrice straniera.
Il cast di Colazione da
Tiffany
Il successo di un film però, si sa,
è merito di un lavoro collettivo. Dunque, Colazione da
Tiffany, non è soltanto la grande interpretazione di
Audrey Hepburn. Accanto a lei, attrici e attori
che hanno fatto la storia di Hollywood.
Il protagonista maschile
George Peppard – La conquista del
West (1962), L’uomo che non sapeva
amare (1964), La caduta delle
aquile (1966), senza dimenticare la popolarità della
serie tv A-Team – seppe tenere testa alla
Hepburn, trovando una sua chiave solida ed ironica per interpretare
lo squattrinato e innamorato Paul.
Patricia Neal –
Ultimatum alla terra (1951), Oscar come
miglior attrice protagonista per Hud il
selvaggio (1963), veste i panni dell’austera Liz.
Mentre Martin Balsam – La parola ai
giurati (1957), Psycho
(1960), L’incredibile Murray – L’uomo che disse
no (1966) per il quale ottenne l’Oscar come miglior
interprete maschile – interpreta l’agente di Holly, O. J. Berman.
Senza dimenticare Mickey Rooney nel ruolo del
vicino di Holly, Mr. Yunioshi.
Grande importanza rivestono, come si
è detto, i costumi di Hubert de
Givenchy, Edith Head e Pauline
Trigere. Miss Golightly non sarebbe mai diventata
l’esempio di eleganza e classe che ancora oggi è senza gli abiti
disegnati dal famoso stilista e senza i suoi iconici
accessori, come la chilometrica sigaretta, gli occhialoni da sole,
la collana di perle spesso abbinata al tubino nero, o l’imponente
cappello che la protagonista indossa per andare a Sing Sing.
Anche la
scenografia di Roland Anderson e
Hal Pereira ha la sua parte nel creare il
personaggio e per questo ricevette una nomination all’Oscar: il
piccolo appartamento di New York in cui vive Holly è il suo
specchio: caotico e disordinato, ma colorato, leggero e divertente,
come il telefono che tiene nella valigia per non sentirlo
squillare. Quel caos che dà l’idea di una partenza imminente o di
un arrivo è lo specchio della sua incapacità di legarsi a luoghi e
persone, del suo desiderio di libertà. Come lo è Gatto, il
gatto rosso senza nome che la accompagna, ma al quale la
protagonista si ostina a sostenere di non essere
legata.
La fotografia di Franz F.
Planer regala momenti indimenticabili, come la sequenza
d’apertura: la New York ancora quieta del primo mattino vede la
protagonista sostare davanti alle vetrine di Tiffany, mentre
consuma una brioche per colazione e cerca di dare sollievo alle sue
“paturnie”.
Moon
River, la canzone da Oscar di Colazione
da Tiffany
Uno spazio particolare va
dedicato alla colonna sonora e in special modo a Moon
River, intonata sul balcone di casa dalla
protagonista in una celebre scena del film. Il brano, scritto da
Henry Mancini che ne curò la parte musicale e
Johnny Mercer, autore del testo, è diventato una
delle più famose canzoni da film in assoluto. Entrambi seppero
interpretare al meglio l’anima romantica del film, potendo contare
sul fascino delicato di Audrey Hepburn che ne
impreziosiva l’interpretazione. Grazie a questa alchimia, il film
vinse due Oscar: furono premiati sia il brano Moon River,
giudicato miglior canzone, sia l’intera colonna sonora del
film.
Le frasi più celebri di
Colazione da Tiffany
Sono molte le battute di
Colazione da Tiffany rimaste nella
memoria del pubblico. Eccone alcune tra le più significative, che
riguardano lo spirito indomito di Holly e la sua ritrosia ai legami
di ogni genere, la sua concezione degli uomini, il suo rapporto con
la bellezza e, ovviamente, Tiffany.
Holly e l’amore
Holly Golightly: “Non si può
dare il proprio cuore a una creatura selvatica. Più le si vuole
bene più diventa ribelle: finché un giorno se ne scappa nelle
praterie e poi in cima a un albero. E poi su un albero più
alto”.
Holly: “Non permetterò a nessuno
di mettermi in gabbia”.
Paul Varjak: “Non voglio
metterti in gabbia, io voglio amarti”.
Holly: “È la stessa
cosa”.
Paul: “Tu ti consideri uno
spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia
rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la
sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non
uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché
non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te
stessa”.
Holly e gli
uomini
“Quello che è certo è che avevo
sbagliato nel classificarlo. Pensavo che fosse un verme. Invece è
un super verme, ecco. Un super verme, sotto spoglie di
verme”.
“Un uomo si giudica dagli
orecchini che ti regala … Che orrore questi… Li ho comprati
io”.
Holly e la
bellezza
“Certe luci della ribalta
rovinano la carnagione, a una ragazza”.
“L’eleganza è la sola bellezza
che non sfiorisce mai”.
Holly e Tiffany
Holly: “Io vado pazza per
Tiffany, specie in quei giorni in cui mi prendono le
paturnie”.
Paul: “Vuol dire quando è
triste?”
Holly: “No … Uno è triste perché
si accorge che sta ingrassando, o perché piove. Ma è diverso. No,
le paturnie sono orribili: è come un’improvvisa paura di non si sa
che. È mai capitato a lei?”
Holly: “Non è divino?”
Paul: “Che cosa?”
Holly: “Tiffany… è una
meraviglia, vero? Capisci cosa intendo quando dico che niente di
brutto può accaderti qui? E non è per i gioielli, che a me non
piacciono, tranne i brillanti s’intende…”.
Ben Affleck racconterà la storia di Hollywood
con un adattamento di “The Big Goodbye: Chinatown and the Last
Years of Hollywood”, uno sguardo al backstage del film noir.
Il film è stato messo in cantiere alla Paramount, il che è giusto
dato che è stato il leggendario capo dello studio, Robert
Evans, che ha contribuito a dare vita a uno dei film più
belli della storia del cinema, uno sguardo oscuro e lucido al
potere a Los Angeles.
Affleck firmerà la sceneggiatura
adattata dal libro di Sam Wasson, oltre a dirigere
il film. Il creatore di “Saturday Night Live” Lorne
Michaels produrrà il film insieme ad Affleck.
Chinatown è considerato a ragione uno dei più
grandi film mai realizzati, uno dei migliori film nella carriera di
tutti i coinvolti, Jack Nicholson in primo luogo.
Nel libro di Wasson si legge che la produzione era spesso
burrascosa, dai rapporti del regista con i protagonisti alla
realizzazione della colonna sonora, il set è stato spesso nervoso,
ma alla fine il film è risultato magnifico.
Tornare a vincere,
recensione del film con Ben Affleck
Abbiamo visto Ben Affleck protagonista nel film
Tornare a Vincere, film che lo ha coinvolto
particolarmente perché racconta la vicenda di un alcolizzato che si
ripulisce e si rimette in piedi con le sue forze, una storia che ha
molto di quello che è accaduto ad Affleck negli ultimi anni.
Il film su Flash in
lavorazione alla Warner Bros ha attraversato moltissime fasi di
riscrittura e diversi avvicendamenti sulla sedia di regia. Il team
creativo più recente è formato dal regista di It,
Andy Muschietti, e della sceneggiatrice di
Birds of Prey, Christina
Hodson, ma a un certo punto lo studio aveva effettivamente
incaricato la star Ezra Miller di scrivere un suo
trattamento insieme a Grant Morrison.
Alla fine la WB ha deciso di non
seguire quella storia, ma abbiamo sentito che Miller preferiva una
versione più oscura del personaggio. Ora, in una nuova intervista,
Morrison lo ha contestato (in una certa misura), condividendo anche
alcuni nuovi dettagli su ciò che ha comportato la loro
interpretazione dell’arco narrativo di
Flashpoint.
Lo scrittore scozzese ha detto a
Collider di essere contento della sceneggiatura e crede che sarebbe
potuta diventare anche molto buona, dopo alcune revisioni. Ha anche
paragonato l’avventura dello spostamento nel tempo a Ritorno al
futuro.
“No, non era [più oscuro]
davvero. Voglio dire, c’erano elementi di oscurità e il materiale
che volevano che usassimo [era] il materiale di Flashpoint. Quindi,
Ezra ed io stavamo effettivamente cercando di fare qualcosa che
fosse un po’ più come una grande storia di fantascienza. E se non
conosci [i fumetti], avrebbe avuto senso. Ma non voglio parlarne,
perché qualcun altro ha fatto il lavoro sulla sceneggiatura e sono
sicuro che sarà fantastica. E forse, come ho detto, un giorno lo
script mio e di Ezra trapelerà e sarà la gente a
giudicare”.
Captain Marvel è uscito lo scorso
anno e, sebbene Brie Larson abbia avuto solo un
ruolo molto piccolo in Avengers: Endgame nei panni di
Carol Danvers, è probabile che il Marvel Cinematic Universe ruoterà
attorno a lei per le fasi future. Naturalmente, molto prima che
l’attrice premio Oscar fosse annunciata come la prescelta dai
Marvel Studios, i fan dei fumetti speravano
che venisse scelta Charlize Theron per il ruolo.
Ciò non è accaduto, e la star di
The Old Guard ha recentemente rivelato di non aver
mai parlato con Kevin Feige e compagnia in merito
alla possibilità di unirsi a quel mondo condiviso.
Per quelli curiosi di sapere come
sarebbe Theron nei panni di Captain Marvel, questa fantastica fan art
aiuta a immaginarlo. L’attrice, che negli ultimi anni di carriera
si è spacializzata in ruoli action da dura, sembra particolarmente
intonata al look del personaggio, complice anche una capigliatura
corta che aiuta non poco il look di Carol Danvers.
Captain
Marvel 2, il sequel del cinecomic con
protagonista il premio Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al
box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’attesa serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: a quanto
pare, i Marvel Studios sarebbero
interessati ad affidare la regia del nuovo film ad una sola regista
donna. Secondo la fonte, Boden e Fleck potrebbero essere comunque
coinvolti in una delle serie Marvel attualmente in sviluppo e
destinate a Disney+.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie
Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il
sequel diCaptain
Marvel arriverà nelle sale l’8 Luglio 2022.
Dopo tanti rumor poco fondati,
finalmente la Disney ha deciso di portare avanti il suo progetto di
un terzo film di Tron, che sarà un seguito di
Tron: Legacy. A riportare la notizia è Deadline,
una fonte attendibile.
Il giornale riferisce che
Jared Leto (Suicide Squad, Blade Runner
2049) è stato scelto per interpretare il ruolo del
protagonista, anche se non sono stati forniti ancora dettagli sul
suo personaggio. Secondo il report, il regista del film è stato
scelto: Garth Davis che ha di recente diretto
Lion e Mary Magdalene. Questo
sarà il primo film del regista ad alto budget, e si dice che abbia
inseguito questo incarico e questa regia in maniera molto
aggressiva, puntando a conquistare i dirigenti della Disney.
Adesso però sembra che Jared Leto abbia
rivelato involontariamente il titolo del film in un Tweet che poi è
stato rimosso. Eccolo di seguito:
Altri report che qui non sono stati
ripetuti o confermati, riferivano che gli attori protagonisti degli
altri due film,
Jeff Bridges,
Garrett Hedlund e Olivia Wilde,
potrebbero tornare nei loro ruoli. Sebbene sia stato scelto
anche un regista, Deadline sottolinea che Tron 3 non ha
effettivamente ricevuto il via libera, quindi c’è sempre la
possibilità che il film finisca per non andare avanti. Tuttavia, si
dice che il coinvolgimento di Davis sia “una spinta nella
giusta direzione”.
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che Tron: Legacy è un film del 2010 diretto
da Joseph Kosinski, seguito del
film Tron del 1982. Il film, prodotto dal regista
di Tron Steven Lisberger, è incentrato su un soggetto
originale di Brian Klugman e Lee Sternthal. I protagonisti
originali, Bruce Boxleitner e
Jeff Bridges, riprendono i loro ruoli,
mentre Garrett
Hedlund interpreta il figlio adulto di Flynn. Tra
gli altri nel cast appaiono anche Olivia Wilde,
Michael Sheen e James
Frain.
Come il resto dell’Ordine Nero di
Thanos, Proxima Midnight non ha avuto un grande
spazio in Avengers:
Infinity War, tutti i membri dell’Ordine infatti sono
stati uccisi o sconfitti, senza troppa difficoltà dai nostri eroi
e, sebbene sia giusto che i buoni trionfino, ci si aspettava
qualcosa di più dai famigerati Figli di Thanos.
Anche se i personaggi vengono poi
riproposti nella battaglia finale di Avengers:
Endgame, sono serviti solo per incrementare da un
punto di vista scenografico le fila di Thanos, dato che non hanno
nemmeno partecipato chiaramente a scontri o battaglie, tuttavia i
Fratelli Russo avevano dei piani differenti.
Durante una recente intervista con
Entertainment Weekly, l’attrice Carrie Coon,
che abbiamo visto in Leftovers e in Gone
Girl – L’Amore Bugiardo, ha rivelato che le era stato
chiesto di lavorare in Avengers:
Endgame, ma ha dovuto rifiutare i problemi di
programmazione.
“Ho fatto un provino per la voce
fuori campo; non è stato specificato quale fosse il progetto”,
ha detto l’attrice “Erano molto riservati al riguardo, ma mi
sono state date alcune delle battute che sono finite nel film. [I
Russo] erano entusiasti della possibilità che io stessa potessi
interpretare anche il personaggio, e mi hanno invitata ad andare
fino ad Atlanta. Ero incinta e stavo recitando in quel momento,
quindi sono volata lì e sono stata sul set con loro per circa 12
ore”.
Tuttavia, quando si è poi arrivati
alle riprese di Avengers:
Endgame, Coon non è riuscita a partecipare, e
Monique Ganderton è stata scelta come sostituta
(motivo per cui non abbiamo sentito parlare di Proxima nel
sequel).
Ma sembra che Carrie
Coon sia comunque interessata ad un eventuale, quanto
improbabile, ritorno nel MCU, visto che scherzando ha
dichiarato: “Nessuno muore mai. È molto probabile che io possa
avere la mia nuova opportunità con gli Avengers. Ma non tratterrei
il fiato.”
Sedicicorto Forlì
International Film Festival annuncia che saranno
Giuliano Montaldo e Jafar Panahi
i premi alla carriera per l’edizione 2020, la numero diciassette. I
riconoscimenti sono assegnati quest’anno in collaborazione con
CinemaItaliano.info. Il portale, leader nella
promozione del cinema italiano, è per il secondo anno media partner
del festival romagnolo, in programma dal 2 all’11 ottobre in
edizione ibrida, in streaming su MyMovies.it e dal vivo alla Sala
San Luigi e all’Auditorium Intesa San Paolo di Forlì.
Giuliano Montaldo,
nato a Genova il 22 febbraio del 1930, è uno dei più grandi
cineasti del cinema italiano. Esordisce nel 1961 con Tiro
al piccione, nel corso della sua carriera ha firmato opere
indelebili per la cultura del nostro paese. Giordano
Bruno, Sacco e Vanzetti, entrambi con uno
straordinario Gian Maria Volonté, sono film politici di portata
storica, oltre che due capolavori. Ha colto lo spirito del tempo
con film come Il giocattolo, una lettura modernissima dell’Italia
degli anni Settanta, ha contribuito a cambiare anche il concetto di
serialità televisiva, realizzando il primo kolossal per il piccolo
schermo, lo storico Marco Polo della RAI.
Si è cimentato anche nel
cortometraggio. Arlecchino, del 1983, sarà
proiettato il 14 settembre a Forlì, in occasione di Anteprima
Sedicicorto all’Arena Musei San Domenico. Sarà la prima proiezione
pubblica dal 2004, quando fu mostrato restaurato al Festival di Venezia.
Jafar Panahi è uno
dei più importanti cineasti iraniani. Vincitore della Camera d’Ora
a Cannes con il suo film d’esordio, Il palloncino
bianco, ha poi frequentato tutti i più importanti festival
del mondo le opere successive. Lo specchio fu
Pardo d’oro al Festival di Locarno 1997, Il
cerchio, vincitore del Leone d’oro alla Mostra del cinema
di Venezia del 2000. Taxi Teheran vinse l’Orso
d’oro a Berlino nel 2015. Panahi è uno strenuo sostenitore dei
diritti civili nel suo paese e oppositore del regime, una lotta che
gli costò nel 2010 l’arresto e il divieto di girare film per
vent’anni. Cosa che, naturalmente, non ha fatto, realizzando le sue
opere in segreto e facendole uscire dal paese in tutti i modi
possibili, persino spedendo un suo film dentro una torta. Un
artista eccezionale, in tutti i sensi, a cui va il Premio
IranFest alla Carriera.
Sedicicorto Forlì International Film
Festival 2020 si terrà dal 2 all’11 ottobre ed è realizzato
con il contributo di Comune di Forlì, Film Commission
Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo –
Mibact e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la sponsorship di
Intesa San Paolo, Daniele Alessandrini Abbigliamento e Cantine
DreiDonà, con il patrocinio del Parlamento Europeo.
Un nuovo video di Disney+ mostra l’evoluzione, nel corso
degli anni, dell’armatura di Iron Man (Robert Downey Jr.)
nel Marvel Cinematic Universe. L’eroe
che ha inaugurato il franchise ha usato la sua armatura
autoprodotta per svolgere le sue imprese come Vendicatore. Grazie
alla sua inclinazione per il miglioramento della sua tecnologia, ha
continuato ad armeggiare sui suoi congegni durante il tutto il
periodo in cui ha svolto le sue mansioni da supereroe, fino alla
sua ultima e più futuristica creazione.
Il primo guscio di Tony Stark,
tuttavia, non è stato realizzato con l’intenzione di essere
utilizzato in combattimento. Era semplicemente un mezzo per
sfuggire alla sua prigionia in Afghanistan nel primo film di
Iron Man. Lo ha creato con risorse limitate e in
cattive condizioni, ma con l’aiuto del brillante chirurgo Ho Yinsen
(Shaun Toub), che gli ha salvato la vita. Al suo
ritorno a casa, l’armatura è diventata un promemoria del fatto che
avrebbe potuto usare la sua tecnologia per il bene e non per il
male. Da allora, il genio miliardario ha indossato regolarmente il
suo costume di Iron Man per varie missioni fino alla sua morte in
Avengers: Endgame.
Una nuova clip promozionale diffusa
da Disney + segue l’evoluzione delle armature di Iron Man a partire
dall’ingombrante e improvvisato Mark I di Iron Man del 2008
all’elegante e high-tech Mark 85 di Endgame. Il video è stato
lanciato come parte della messa in streaming di tutti i film di
Iron Man sulla piattaforma. Guarda la clip qui sotto:
Un talentuoso fan della Marvel ha realizzato una versione
alternativa della scena “Sono sempre arrabbiato” di Hulk da
The Avengers usando l’animazione del flipbook
disegnata a mano.
Bruce Banner / Hulk è diventato una
parte importante del Marvel Cinematic Universe da quando
la versione del personaggio di Mark Ruffalo è
stata introdotta in quel film. In qualità di uno dei sei
Vendicatori originali, Hulk ha avuto un ruolo importante in diversi
film MCU, tra cui Avengers: Endgame. Lì, ha debuttato in
versione “professor Hulk”, fornendo un elemento comico, ma anche
impugnando il Guanto dell’Infinito per riportare in vita coloro che
erano stati polverizzati in Avengers: Infinity War.
Ora, l’utente di
RedditIamHassee1 ha creato un’impressionante
rivisitazione della scena usando l’animazione in flipbook,
avvalendosi dell’audio originale del film. Eccolo di seguito:
Alla fine di Avengers: Endgame, abbiamo lasciato
Smart Hulk con un braccio gravemente ferito, presumibilmente di
base alla Avengers Facility, che dovrebbe essere stata ricostruita.
Non sappiamo se c’è ancora posto per il personaggio nel futuro del
Marvel Cinematic Universe, ma
sappiamo che sicuramente l’eroe ha trovato l’equilibrio che cercava
tra la sua parte rabbiosa e il suo geniale cervello. Sembra proprio
che adesso non sia più “sempre arrabbiato”.
Ray Porter, che
interpreterà
Darkseid in Justice League Snyder Cut, pensa che
la prima clip rilasciata e le prime foto a bassa risoluzione siano
migliori dell’intera versione cinematografica di Joss
Whedon. Sebbene quel film attribuisca ancora a
Zack Snyder la regia, il montaggio di
Justice League differisce drasticamente dalla
visione originale del regista.
Dopo l’annuncio che HBO Max
diffonderà la Justice League Snyder Cut, Snyder ha
utilizzato i social media per condividere anticipazioni sulla trama
del film e altri elementi, dando nuove informazioni. A giugno,
Snyder ha condiviso la
prima clip ufficiale, che mostra la Wonder Woman di Gal Gadot che trova un dipinto di Darkseid.
Poi, alla Justice Con del mese scorso, il regista ha diffuso un
breve video di Superman (Henry
Cavill) che indossava il suo famigerato costume nero.
E, proprio questo fine settimana, Snyder ha rivelato una versione a
bassa risoluzione di una nuova immagine di Steppenwolf, suggerendo
un aspetto più spaventoso per il personaggio.
Subito dopo la pubblicazione della
foto di Steppenwolf, Porter ha condiviso i suoi pensieri su di essa
e sulla clip precedentemente diffusa, confrontandola con l’intera
versione del film di Whedon. Ecco cosa ha scritto: “Un video di
30 secondi e foto a bassa risoluzione. Già meglio dell’intera altra
versione. Affanculo chi prende in giro. Questo sarà
epico.”
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Colin Trevorrow ha
condiviso una foto del set di Jurassic World:
Dominion che include un riferimento a un luogo familiare.
L’immagine mostra un contenitore di cella frigorifera all’interno
di un laboratorio e il contenitore ha l’etichetta “Sito B Isla
Sorna”. Isla Sorna è la location de Il Mondo Perduto, e
successivamente è stata rivisitata durante Jurassic Park
3. Che questa nuova avventura “giurassica” ci porterà di
nuovo su questo luogo ben noto?
In realtà non sarebbe una sorpresa
troppo grande trovare in questo film molti più elementi del
franchise originale, dato che il film vedrà il ritorno anche di
Ellie Sattler e Alan Grant. Ecco di seguito la
foto condivisa da Trevorrow:
In occasione delle riprese
di Jurassic
World: Dominion, la Universal Pictures ha dovuto
implementare sul set tutta una serie di rigidi
protocolli sanitari per permettere a tutti i membri
coinvolti nella produzione di poter lavorare in sicurezza. Tra i
protocolli che entreranno in vigore, figura anche un’area dedicata
che gestirà tutti i requisiti medici della produzione, inclusi test
sierologici e tamponi.
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Artisti 7607 ricorda Franca
Valeri, tra le prime sostenitrici della collecting dei
diritti connessi al diritto d’autore. Dalla pagina facebook della
collecting le parole dell’attrice vengono lette in video in suo
ricordo, da Urbano Barberini, Claudio Bisio, Paolo
Calabresi, Chiara Colizzi, Cecilia Dazzi, Elio Germano, Carmen
Giardina, Valeria Golino, Caterina Guzzanti, Georgia Lepore, Neri
Marcorè, Cinzia Mascoli, Valerio Mastandrea, Alberto Molinari,
Paco Reconti, Alessandro Riceci e Michele
Riondino, che danno voce ai pensieri scritti e tratti dai
libri della Valeri: ”Bugiarda no, reticente”, “La vacanza
dei superstiti” e “Il secolo della noia”,
di Einaudi Editore.
Nel 2012, partecipando al video di
Artisti 7607 ”Una commedia italiana che non fa
ridere”,Franca Valeri affermava combattiva
<<Abbiamo la forza di ottenere tutto questo. Sapete
perché? Perché abbiamo sufficienti competenze per
farlo>>. Nel giorno della sua scomparsa, arriva
il sentito saluto di Artisti 7607: <<Cara
Franca, le attrici e gli attori italiani non dimenticheranno quanto
hai fatto per i loro diritti sostenendo con coraggio e fiducia il
progetto Artisti 7607, oggi una realtà importante anche grazie a
te. Ciao da noi cretinetti>>.
Proprio come gli atleti possono
avere una stagione di “breakout”, il MCU deve ora affrontare
una carenza di personaggi di rilievo, visto che i principali eroi
hanno archiviato la loro presenza nell’universo condiviso in
Avengers:
Endgame.
Visto però che il MCU continuerà per una Fase 4 e una
Fase 5 ancora nebulose ma annunciate, resta da capire quali sono i
personaggi, inediti o già in corso di presentazione, che potranno
essere sfruttati al meglio per dei cicli narrativi avvincenti.
Yelena Belova
In un primo momento
ritenuta un’apparizione una tantum, la Yelena Belova di Florence
Pugh debutterà in Black
Widow e ora, secondo i nuovi sviluppi, potrebbe
diventare un punto fermo per il nuovo roster MCU. Sappiamo che l’arco narrativo
di Natasha Romanoff è concluso, visti gli eventi di Avengers:
Endgame, ma c’era sempre la probabilità che il suo
film da protagonista potesse servire come punto di partenza per
altri personaggi secondari.
Yelena Belova potrebbe occupare il
vuoto lasciato da Vedova Nera e sarebbe un cambiamento coerente, e
il processo del “passaggio del testimone” potrebbe benissimo avere
luogo dentro al film che vedremo a novembre. L’affiliazione di
Yelena con Thunderbolts, A.I.M e S.H.I.E.L.D. (per citarne
alcuni) nei fumetti lascia immaginare che il personaggio possa
essere sviluppato nel lungo corso.
Ms. Marvel
Nel caso in cui non si
avesse familiarità con Kamala Khan prima, è probabile che presto
tutti conosceranno il personaggio secondario, visto che comparirà
in una serie Disney + già annunciata e avrà un’apparizione nel
prossimo videogioco Marvel’s Avengers. Ms. Marvel si preannuncia come un nome
ricorrente nel futuro del Marvel, e questo era valido anche
prima che arrivasse la notizia di un cameo del personaggio in
Captain
Marvel 2.
Il suo ruolo di supporto riportato
nel sequel di Captain
Marvel è un’ulteriore prova dell’eredità che porta con
sé il personaggio nella fase successiva del MCU. Proprio come Tony Stark ha
fatto da mentore a Peter Parker per il suo ruolo di Vendicatore,
Carol Danvers può fare lo stesso per Kamala Khan. Se i Marvel Studios hanno gli occhi puntati sulla
loro versione dei “Nuovi Vendicatori”, è una scommessa sicura
presumere che Ms. Marvel sarà un volto frequente sul
grande schermo.
Moon Knight
I Marvel Studios hanno risposto alla
chiamata dei fan quando hanno annunciato che Moon
Knight sarebbe stato introdotto nel MCU in una sua serie Disney+. Mentre il processo di casting
ufficiale è ancora in corso, sappiamo che l’introduzione del
personaggio è estremamente importante e significativa per tutto lo
Studio.
Ciò che rende Moon Knight un
potenziale candidato a ruolo ricorrente nella Fase 4 sono gli
attributi che possiede come personaggio. Il suo status di
imprenditore milionario e il suo sfruttamento della ricchezza per
il suo equipaggiamento hanno portato naturalmente a paragoni con
Batman della DC, e ha superpoteri molto simili ad altri eroi, ma ha
anche identità multiple, qualcosa non ancora completamente
esplorato in tutto il MCU.
Se i Marvel Studios esplorassero l’uso
di identità multiple da parte di Marc Spector, oltre al suo passato
da mercenario ed ex agente della CIA, questo darebbe al MCU un personaggio nuovo e
complesso che potrebbe catturare il favore di moltissimi fan e
spettatori.
Valchiria
“Come nuovo re, ha
bisogno di trovare la sua regina. Questo sarà il suo primo ordine
del giorno. Ha delle idee. Tenervi aggiornati.” Sono le parole
che Tessa Thompson ha pronunciato sul palco del Comic Con 2019,
all’annuncio di Thor: Love and Thunder con
Natalie Portman.
Mentre Valchiria è già diventata una
dei personaggi preferiti dalla sua introduzione in Thor:
Ragnarok, la convinzione qui è che la sua presenza
aiuterà i Marvel Studios a creare il prossimo
team-up che può essere protagonista nel futuro del MCU. La sua affiliazione con i
Difensori e in particolare con Misty Knight nei fumetti potrebbe
spingere i Marvel Studios a raccontare le
suddette squadre dopo il precedente adattamento su Netflix.
Nova
Gli eventi di Avengers:
Endgame hanno lasciato la porta spalancata per il
futuro del MCU e hanno permesso ai Marvel Studios di sfruttare il suo
elenco di personaggi per il futuro. Un personaggio a cui potrebbe
finalmente essere dato un volto è Nova, e lo stato attuale
dell’Universo Condiviso rende la sua possibile introduzione più che
logica.
Uno degli ultimi report afferma che
l’idea di portare Nova al cinema è nelle prime fasi di sviluppo, ma
resta da vedere quale versione dell’eroe cosmico sia stata scelta.
L’MCU potrebbe accogliere Richard
Rider o Sam Alexander nel roster. Con i Nova Corps già presentati
in Guardiani della Galassia e lo
spostamento del MCU verso le avventure cosmiche,
l’introduzione di Nova avrebbe molto senso.
Ecco il trailer originale di
I’m Thinking of Ending Things, il nuovo film di
Charlie Kaufman (sceneggiatore di Essere John
Malkovich, Il ladro di orchidee e Se mi lasci, ti
cancello e regista di
Anomalisa) che debutterà su Netflix a partire dal prossimo 4 settembre.
La sceneggiatura del film è tratta
dal romanzo omonimo di Iain Reid, che a sua volta
racconta la storia di Jake, in viaggio per andare a trovare i suoi
genitori nella loro fattoria isolata in compagnia della sua
fidanzata che sta pensando di terminare la loro relazione. Quando
però il ragazzo prende una decisione inaspettata lasciandola senza
prospettiva, la coppia entrerà in uno stato di palpabile tensione,
fragilità psicologica e puro terrore.
Il cast del film annovera
Jesse Plemons (Breaking Bad, Fargo), David
Thewlis (Wonder Woman), Toni Collette (Hereditary – Le Radici del
Male) e Jessie Buckley (Taboo, Chernobyl).
L’universo di Star
Wars è in continua espansione. Per quanto il nuovo
corso Disney del franchise abbia voluto imporre la sua timeline
riducendo l’universo espanso ai film, il marchio continua ad avere
tantissime declinazioni e tra serie tv e fumetti, continua ad
ingrandirsi.
Proprio dai fumetti arriva una nuova
immagine della tomba di Padme Amidala. Si tratta
del volume 4 della nuova storia dedicata a Darth Vader, e nelle
immagini di seguito, vediamo il Lord Sith recarsi sulla tomba
dell’amata, forse per tentare l’ultimo gesto e provare a riportarla
in vita. Ecco le immagini:
Nelle vicende cinematografiche,
l’amore tra Padme e Anakin, prima che diventasse Darth Vader, è
stato raccontato dalla trilogia prequel, che narra proprio della
nascita dei gemelli Skywalker e dell’ascesa del Lord Sith, corrotto
dall’Imperatore. La trilogia sequel non è troppo amata dai fan, se
non nell’ultimo capitolo, che si conclude proprio con la morte di
Padme e la nascita di Darth Vader, mentre i due neonati, Luke e
Leia, vengono separati, uno su Tatooine e l’altra di Alderaan.
La saga degli Skywalker, che vede la
sua origine proprio in Anakin, si è conclusa, al cinema, lo scorso
dicembre, con l’arrivo in sala di Episodio IX, che
ha presentato e sviluppato nuovi poteri Jedi, come la guarigione e
rinascita attraverso l’uso della Forza. Questa idea, che sembra
andare contro il canone, è stata contestualizzata e spiegata in
diversi momenti e
qui ne trovate un assaggio.
Amazon Prime ha condiviso il primo
trailer del prossimo progetto antologico di Steve
McQueen, dal titolo Small Axe che
comprende diversi film, tutti diretti dal regista di
Shame e 12 Anni Schiavo. Il primo
sguardo offerto proviene dalla puntata “Mangrove”. Interpretato da
Letitia Wright, molto amata dal pubblico in Black Panther e
Avengers: Infinity War, “Mangrove” fa
parte della selezione ufficiale del Festival
di Cannes e del Festival di New York. Small
Axe è il primo progetto televisivo di McQueen e “Mangrove”
segna il primo nuovo filmato realizzato da McQueen dopo l’uscita
nel 2018 di Widows.
Secondo la sinossi ufficiale di
Amazon, “Mangrove” racconta la “vera storia dei Mangrove 9, un
gruppo di attivisti neri che si sono scontrati con la polizia di
Londra durante una marcia di protesta nel 1970, e il processo a
grande impatto mediatico che ne è seguito. Il processo è stato il
primo riconoscimento giudiziario di comportamenti motivati
dall’odio razziale all’interno della polizia metropolitana”. Al
fianco di Wright c’è un cast che include Shaun Parkes,
Malachi Kirby, Rochenda Sandall, Jack Lowden, Sam Spruell, Gershwyn
Eustache Jr. e Gary Beadle, tra gli
altri. “Mangrove” è stato scritto insieme da McQueen e
Alastair Siddons.