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Balto e Togo, la leggenda: il trailer del film dal 3 settembre in sala

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Amicizia, fedeltà, dedizione e tenacia: sono questi i valori alla base di BALTO E TOGO LA LEGGENDA, il film di Brian Presley al cinema dal 3 settembre con Notorious Pictures.

Togo, il siberian husky dell’addestratore Leonhard Seppala, diventato famoso dopo lo scoppio dell’epidemia di difterite che nel 1925 colpì la città di Nome. Seppala era un pescatore norvegese che si trasferì a Nome per lavorare nelle miniere d’oro. Ben presto divenne un eccellente musher, cioè conducente di una muta di cani da slitta e sposò Kiana, da cui ebbe una figlia, Sigrid. Sua moglie morì dopo il parto, lasciandolo da solo con la piccola. Quando l’epidemia di difterite colpì la città, nel bel mezzo di una bufera di neve, con l’ospedale sprovvisto delle medicine necessarie per curare gli ammalati, Seppala ed altri musher coraggiosi si offrirono volontari per affrontare la tempesta, con i loro cani raggiunsero Nenana, dove era custodito il potente siero. La staffetta venne battezzata “corsa del siero”. Il film arriverà nelle sale il prossimo 3 settembre.

In anteprima a #Giffoni50 il 26 agosto

Erano dieci anni che pensavo di fare questo film – spiega il regista – Non c’era nessuno a Hollywood che scommettesse sulla mia idea, ma nel mio cuore sapevo che era una storia che doveva essere raccontata. Ogni altro film o libro sulla Great Serum Run of Nome, raffigura Balto e Gunnar Kassan come gli unici eroi. Facendo delle ricerche ho scoperto invece che un cane da slitta di nome Togo e il suo proprietario Leonhard Seppala avevano in in realtà macinato più chilometri di tutti ed erano i veri salvatori della popolazione di Nome. Le loro storie meritavano di essere raccontate, quindi ho deciso di scrivere il copione usando il punto di vista di Seppala. Quando ho iniziato a fare ricerche sull’argomento, sono andato in Alaska e ho trascorso 8 giorni a meno 25 gradi, partecipando a una spedizione di slitte trainate da cani lungo il Mare di Bering. In questo modo, ho potuto comprendere appieno la forza e il coraggio necessari per vivere in condizioni così difficili. Il messaggio di questo film è che dal vero altruismo e dalla fede, specialmente nelle condizioni più avverse, può nascere la versione più potente dell’amore”.

Dreambuilders – la fabbrica dei sogni, il trailer

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Dreambuilders – la fabbrica dei sogni, il trailer

È stato distribuito il trailer di Dreambuilders – la fabbrica dei sogni, il nuovo film di Kim Hagen Jensen in uscita al cinema a partire dal 10 settembre 2020.

La trama di Dreambuilders – la fabbrica dei sogni

Nella casa di campagna dove Mina vive con il padre e il suo criceto Viggo Mortensen ci sono novità in arrivo: stanno per trasferirsi la fidanzata del papà e sua figlia, coetanea di Mina molto attiva sui social network. Con il loro sopraggiungere Mina imparerà molte cose, prima tra tutte che ogni volta che si addormenta acquisisce un potere: può spalancare le porte della fabbrica dei sogni e diventare la regista di quel che decide di sognare e far sognare agli altri, scrivere la storia, scegliere gli attori, costruire la scenografia e dare il ciak d’azione a ogni sogno…

Venezia 77: arrivano le VR Lounge in tutto il mondo

Venezia 77: arrivano le VR Lounge in tutto il mondo

Saranno accessibili nelle VR Lounge di diverse istituzioni culturali nel mondo – oltre che online – le opere di Venice VR Expanded, la sezione di Virtual Reality della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2-12 settembre 2020) della Biennale di Venezia.

Le istituzioni culturali coinvolte sono:

  • China Academy of Art – Sandbox Immersive Festival, Hangzhou
  • Comédie de Genève, Ginevra
  • Design Center Flacon, Mosca
  • Espace CENTQUATRE-PARIS – Diversion, Parigi
  • ESPRONCEDA – Institute of Art & Culture, Barcellona
  • Fondazione di Venezia – M9 – Museo del ‘900, Venezia Mestre
  • Laboratorio Aperto di Modena, ex Centrale AEM, Modena
  • Laboratorio Aperto di Piacenza, ex Chiesa del Carmine, Piacenza
  • HTC Corporation – VIVE ORIGINALS, Taiwan
  • SPACE, in Partnership con VRBB e sostenuto da Medienbord, Berlino
  • Nikolaj Kunsthal, Copenhagen
  • PHI Center, Montréal
  • Portland Art Museum & Northwest Film Center, Portland
  • Stichting Eye Filmmuseum, Amsterdam

Grazie alla disponibilità di queste istituzioni che aderiscono al network Satellite Programme, il pubblico che non dispone delle necessarie attrezzature VR per uso personale potrà prendere visione dei 44 progetti immersivi di Venice VR Expanded provenienti da 24 Paesi, accedendo a tali location, dotate delle tecnologie necessarie.

Ognuna di queste istituzioni attrezzerà per il periodo della 77. Mostra (2 – 12 settembre) un’apposita VR Lounge aperta al pubblico, equipaggiata con visori VR, dove gli spettatori  potranno esplorare i 31 progetti immersivi in concorso di Venice VR Expanded, i nove  progetti Fuori Concorso – Best of VR e i quattro progetti sviluppati nel corso della quarta edizione di Biennale College Cinema – VR.

Come in precedenza annunciato, le opere in Virtual Reality di questa edizione della Mostra del Cinema, anziché sull’isola veneziana del Lazzaretto Vecchio, saranno interamente fruibili online, grazie a una piattaforma digitale innovativa che vede il sostegno di HTC VIVEPORT, Facebook’s Oculus, VRChat e VRrOOm.

Gli spettatori accreditati della Mostra di Venezia avranno accesso a tutti i titoli del programma. Sarà inoltre disponibile uno speciale accredito VR.

Tutte le opere selezionate sono riservate ai maggiori di 14 anni.

La Giuria internazionale di Venice VR Expanded è composta da:

  • Celine Tricartpresidente (USA), regista e sceneggiatrice, esperta di Realtà virtuale e 3D
  • Asif Kapadia (Gran Bretagna), regista di film e documentari, premio Oscar per Amy
  • Hideo Kojima (Giappone), autore dei videogiochi più venduti, fra i quali la serie Metal Gear, considerato il padre del genere stealth.

La Giuria Venice Virtual Reality assegnerà i seguenti premi: Gran Premio della Giuria per la Migliore opera VR immersiva, Migliore esperienza VR immersiva e Migliore storia VR immersiva.

Monos – un gioco da ragazzi: una clip in esclusiva

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Monos – un gioco da ragazzi: una clip in esclusiva

Dopo aver conquistato la giuria del Sundance 2019, dove ha ottenuto nella categoria World cinema dramatic competition il Premio speciale della giuria, aver vinto il Premio come Miglior Film al BFI – London Film Festival 2019 ed essere stato presentato al pubblico europeo alla Berlinale 2019 nella sezione Panorama, l’acclamato film MONOS – UN GIOCO DA RAGAZZI diretto dall’autore colombiano Alejandro Landes, finalmente arriva dal 20 agosto nei cinema italiani distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Alejandro Landes e il co-sceneggiatore Alexis Dos Santos danno vita a una nuova e inquietante visione ispirata ai migliori film di guerra e ai survival thriller. Un film dove tutto è in mano all’istinto e alle emozioni, amplificato dall’acuta fotografia di Jasper Wolf, da una superba colonna sonora carica di tensione realizzata da Mica Levi, da un montaggio intelligente per mano di Yorgos Mavropsaridis, Ted Guard e Santiago Otheguy, e dall’originale e penetrante occhio di Landes capace di indagare da vicino le alleanze e le lotte di potere di un gruppo di adolescenti e della loro primordiale tribù.

Otto adolescenti isolati dal mondo, nel bel mezzo dell’America Latina, tra le montagne e le foreste, si allenano e combattono. A prima vista potrebbe sembrare un campo estivo, un bizzarro ritrovo di ragazzi che giocano a fare i soldati. Invece si tratta dello scenario iniziale di una missione delicatissima: gli otto adolescenti hanno con sé una prigioniera, una donna americana che chiamano semplicemente “la Dottoressa”. Il loro compito è proteggerla. Quando la Dottoressa fugge l’equilibrio del gruppo si sgretola e la missione più importante diventa la sopravvivenza. Acclamato da registi del calibro di Del Toro e Iñárritu, il film ha trionfato al BFI – London Film Festival 2019, vincendo il Premio come Miglior Film, ed è stato scelto dalla Colombia come proprio rappresentante agli Oscar 2020 per la categoria Miglior film straniero. Tra Apocalypse now di Coppola e Il signore delle mosche, uno sconvolgente survival thriller firmato dal nuovo talento del cinema sudamericano Alejandro Landes.

Peyton Alex Smith: 10 cose che non sai sull’attore

Peyton Alex Smith: 10 cose che non sai sull’attore

Giovane attore in ascesa, Peyton Alex Smith si è costruito una buona fama grazie alla sua partecipazione ad alcune note serie televisive, dove ha potuto dar prova delle proprie doti e della propria versatilità. La prova del nove è per lui arrivata nel momento in cui ha avuto l’occasione di far parte del cast di protagonisti di Detroit, film particolarmente apprezzato dalla critica. Con un potenziale da tenere d’occhio, Smith potrebbe continuare ruolo dopo ruolo ad affermarsi all’interno dell’industria.

Ecco 10 cose che non sai di Peyton Alex Smith.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Peyton Alex Smith Instagram

Peyton Alex Smith: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in alcuni film per il grande schermo. Smith debutta al cinema nel 2008 con un piccolo ruolo nella commedia 3 donne al verde, con Diane Keaton. Successivamente recita in Una squadra molto speciale (2008) e Carter High (2015). Concentratosi prevalentemente nel recitare per il piccolo schermo, Smith ha notevolmente diradato le proprie apparizioni sul grande schermo. Torna però a recitarvi nel 2017 partecipando al film della premio Oscar Katherine Bigelow Detroit, dove recita nel ruolo di Lee accanto agli attori John Boyega e Anthony Mackie.

9. È celebre per i suoi ruoli televisivi. Smith appare per la prima volta in televisione con il ruolo di Chauncey nell’episodio Code of the Streets della serie Luke Cage (2016). La vera notorietà arriva però grazie alla serie The Quad (2017-2018), dove interpreta il personaggio di Cedric Hobbs. Dal 2018 è invece tra i protagonisti della serie di genere fantasy Legacies, dove interpreta Rafael Waithe, ruolo che gli ha permesso di ottenere ulteriore popolarità presso il grande pubblico.

Peyton Alex Smith in Legacies

8. Interpreta un licantropo. Nella serie Legacies, dove recita sin dalla prima stagione, Smith è il licantropo Rafael Waithe. Nel corso della narrazione questi si afferma come uno dei principali protagonisti, sfoggiando inoltre una rabbia ed una forza che lo porteranno a diventare il capo branco dei lupi della scuola da lui frequentata. Durante la serie, il personaggio si è inoltre affermato per le sue diverse relazioni sentimentali, attraverso le quali ha potuto maturare il suo carattere e svilupparsi come personaggio.

7. Si è sottoposto ad una notevole preparazione fisica. Per poter dar vita al personaggio, caratterizzato da una corporatura atletica, l’attore ha raccontato di essersi dedicato per diverse settimane ad una particolare preparazione fisica, allenandosi tutti i giorni per poter sviluppare al meglio i suoi muscoli. Così facendo, ha potuto raggiungere l’obiettivo richiesto per il ruolo. In qualità di licantropo, infatti, era necessario che il personaggio apparisse possente e fisicamente sopra la media.

6. Non sa cosa gli riserva il futuro del suo personaggio. Smith si è da sempre dichiarato particolarmente entusiasta del ruolo, apprezzando molto la complessità della sua psicologia, che lo rende imprevedibile. L’attore ha inoltre dichiarato di non sapere cosa accadrà nel futuro del personaggio, e che non vede l’ora di scoprire quali storie e cambiamenti gli saranno riservate. Tale mistero è per lui un altro degli aspetti più affascinanti di questo lavoro.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Peyton Alex Smith Legacies

Peyton Alex Smith è su Instagram

5. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 220 mila persone. Attualmente, la sua pagina presenta soltanto 22 post, dove è possibile ritrovare Smith in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano però anche immagini con le quali promuove il proprio lavoro da interprete, sia attraverso dietro le quinte dei set, sia attraverso la propria partecipazione a interviste e serate di gala.

Peyton Alex Smith: suo padre e sua madre

4. È molto legato ai suoi genitori. L’attore si è negli anni dimostrato particolarmente riservato, evitando di condividere dettagli su di sé o sulla propria famiglia. Ciò al fine di permettere a quest’ultima di vivere in tranquillità, senza l’invadenza dei riflettori tipici del mondo dello spettacolo. Smith non ha però mancato in diverse occasioni di dimostrare il proprio legame nei confronti del padre e della madre, pubblicando talvolta foto di loro sui propri account social, ringraziandoli per le opportunità da questi dategli.

Peyton Alex Smith e Danielle Rose Russell

3. Sono grandi amici dentro e fuori dal set. Grazie alla serie Legacies l’attore ha avuto modo di stringere un rapporto di grande amicizia con l’attrice Danielle Rose Russell, la quale interpreta la protagonista Hope Mikaelson. I due hanno raccontato di aver raggiunto una buona chimica di coppia sia dentro che fuori dal set, e ciò è tornato particolarmente utile nel momento in cui hanno dovuto dar vita all’infatuazione nata tra i loro personaggi. Girare le loro scene è infatti risultato estremamente semplice, e dal loro punto di vista è come se non avessero avuto bisogno di recitare.

Peyton Alex Smith è un rapper

2. Ha avuto successo nel mondo della musica rap. Prima di diventare un attore a tempo pieno, Smith aveva iniziato a dedicarsi al mondo della musica, distinguendosi nel genere rap. Da sempre sua passione, l’attore aveva infatti deciso di prendersi una pausa dalla recitazione per perseguire questa carriera, dove ottenne anche dei significativi successi. A partire dal 2015, però, decise di tornare a recitare, sentendosi più legato a tale attività.

Peyton Alex Smith: età e altezza

1. Peyton Alex Smith è nato a Dallas, in Texas, Stati Uniti, il 18 giugno del 1994. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

UCI Cinemas: il 19 agosto riapre 15 multisala del Circuito

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UCI Cinemas: il 19 agosto riapre 15 multisala del Circuito

Continua il processo di riapertura graduale del Circuito UCI Cinemas con la riapertura di UCI Roma Est (RM), UCI Verona, UCI Fiumara (GE), UCI Marcianise (CE), UCI Certosa (MI), UCI MilanoFiori (MI), UCI Arezzo, UCI Ferrara, UCI Cagliari, UCI Torino Lingotto, UCI Curno (BG), UCI Bari, UCI Piacenza, UCI Catania, UCI Parco Leonardo (RM). 

Arrivano così a 29 le multisala riaperte da UCI Cinemas a partire dal mese di giugno. In programmazione Onward – Oltre la Magia, Gretel e Hansel e Volevo Nascondermi. Prevendite aperte per Tenet, in arrivo il 26 agosto. Nel corso delle prossime settimane prevista la riapertura delle altre multisala del Circuito.

UCI Cinemas è lieta di annunciare 15 nuove riaperture: il 19 agosto UCI Roma Est (RM), UCI Verona, UCI Fiumara (GE), UCI Marcianise (CE), UCI Certosa (MI), UCI MilanoFiori (MI), UCI Arezzo, UCI Ferrara, UCI Cagliari, UCI Torino Lingotto, UCI Curno (BG), UCI Bari, UCI Piacenza, UCI Catania, UCI Parco Leonardo (RM) apriranno le loro sale al pubblico con la ripresa delle proiezioni. Prosegue così il processo di graduale riapertura del Circuito UCI Cinemas annunciato lo scorso 15 giugno con la riapertura delle multisala di UCI Bicocca (MI), UCI Orio (BG), UCI Porta di Roma (Roma) e UCI Luxe Campi Bisenzio (FI) e proseguito poi con le riaperture di UCI Lissone (MB), UCI Reggio Emilia, UCI Meridiana Casalecchio di Reno (BO), UCI Romagna Savignano sul Rubicone (FC), UCI Luxe Marcon (VE), UCI Palermo, UCI Perugia, UCI Molfetta (BA), UCI Fiume Veneto (PN) e UCI Firenze.

In tutte le multisala UCI riaperte, sono stati introdotti i nuovi protocolli di sicurezza a salvaguardia della salute e del benessere di tutto il pubblico e dello staff, come le nuove misure di distanziamento sociale che includono limitazioni nel numero di posti disponibili per ogni spettacolo e la garanzia di avere delle poltrone vuote tra gli spettatori. Sono state inoltre adottate misure speciali affinché il percorso all’interno del cinema possa avvenire senza alcun tipo di contatto diretto e infine sono state potenziate le procedure di pulizia, con interventi più regolari. Per ulteriori informazioni sui protocolli di sicurezza visitare il sito: www.ucicinemas.it/siamocinemapiusicuri.

Al ritorno in sala, gli spettatori di UCI Cinemas potranno assistere ad alcune prime visioni molto attese, come Onward – Oltre La Magia, Gretel e Hansel e Volevo Nascondermi, in attesa dell’arrivo di Tenet il 26 agosto, le cui prevendite dei biglietti UCI aprono proprio oggi.

Sarà inoltre possibile assistere a grandi film delle passate stagioni e rassegne dedicate per tutti gli amanti del cinema a un prezzo speciale, con biglietti a partire da 4,90 euro.

UCI Cinemas coglie questa occasione per dare il bentornato ai clienti affezionati e ringraziarli per la loro pazienza e comprensione durante questo periodo difficile, confermando che nel corso delle prossime settimane è prevista la riapertura delle altre multisala del Circuito.

Il gruppo ODEON Cinemas Group è il più importante circuito cinematografico europeo e fa capo alla società AMC Entertainment Holdings. In Italia conta 42 strutture multiplex, per un totale di 436 schermi.

Lino Banfi: 10 cose che non sai sull’attore

Lino Banfi: 10 cose che non sai sull’attore

Celebre interprete della commedia sexy degli anni Settanta e Ottanta, Lino Banfi, nome d’arte di Pasquale Zagaria, ha segnato la storia del cinema italiano con le sue popolari e sempre apprezzate interpretazioni. Considerato una vera e propria icona, Banfi si è fatto negli anni portatore di un’italianità da altri raramente rappresentata con altrettanta con altrettanto successo. Tra cinema e televisione, Banfi si è continuamente rinnovato, facendosi apprezzare da generazioni e generazioni di spettatori.

Ecco 10 cose che non sai di Lino Banfi.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Lino Banfi Unesco

Lino Banfi: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Banfi debutta al cinema nel 1960 con il film Urlatori alla sbarra, per poi distinguersi in ruoli minori in una serie di titoli nel corso del decennio. Il grande successo arriva nel 1973, quando recita nel ruolo del protagonista in Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia. Da quel momento inizia ad acquisire sempre maggior popolarità grazie a film come La liceale nella classe dei ripetenti (1978), L’infermiera di notte (1979), L’onorevole con l’amante sotto il letto (1981), Vieni avanti cretino (1982), Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio (1983), L’allenatore nel pallone (1984), I pompieri (1985), con Paolo Villaggio, Il commissario Lo Gatto (1986), e Grandi magazzini (1986). Dirada poi le sue apparizioni, per tornare successivamente sul grande schermo con L’allenatore nel pallone 2 (2008), Le frise ignoranti (2015), con Francesco Pannofino e Quo vado? (2016), con Luca Medici.

9. Ha preso parte a diversi prodotti televisivi. Dal finire degli anni Novanta Banfi recita prevalentemente per alcuni film televisivi, come Nuda proprietà vendesi (1997), con Alessandro Gassmann, Vola Sciusciù (2000), con Rocco Papaleo, Un difetto di famiglia (2002), Il destino ha quattro zampe (2002), Il mio amico Babbo Natale (2005), Il padre delle spose (2006), Il mio amico Babbo Natale 2 (2006), Scusate il disturbo (2009), e Tutti i padri di Maria (2010). In televisione diventa però estremamente popolare grazie alla serie Un medico in famiglia, dove dal 1998 al 2016 recita nel ruolo di Lele Martini, accanto ad attori come Claudia Pandolfi e Pietro Sermonti.

8. Ha partecipato a numerosi programmi televisivi. Nel corso della sua carriera nel mondo dello spettacolo, Banfi non ha mancato di apparire anche in popolari programmi televisivo, dove ha spesso dato vita a siparietti comici o dimostrato ulteriormente le proprie capacità recitative e canore. Tra i programmi a cui ha partecipato si annoverano Risatissima (1984-1985), Domenica in (1987-1988), Stasera Lino (1989), Il caso Sanremo (1990), Un’estate italiana (1991), Buona domenica (1996-1997), Simpaticissima (1997) e Guida al campionato (2007), dove si è distinto come tifoso di calcio della Roma.

Lino Banfi: sua moglie e i figli

7. È sposto da oltre cinquant’anni. Nel marzo del 1962 Banfi ha sposato, dopo circa dieci anni di fidanzamento, Lucia Lagrasta, a cui è ancora tutt’oggi legato. La coppia ha avuto due figli, Walter e Rosanna. Quest’ultima, nata nel 1963, è in seguito divenuta un’attrice, recitando anche in diverse occasioni accanto al padre. I titoli che li hanno visti condividere la scena sono i film Grandi magazzini e Le frise ignoranti, mentre in televisione hanno recitato in Un medico in famiglia, Il padre delle spose e Il commissario Zagaria.

Lino Banfi all’Unesco

6. È stato nominato membro della commissione italiana. Il 22 gennaio del 2019 viene rilasciata la notizia secondo cui l’allora vice premier Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, nomina Banfi come membro della commissione italiana all’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. L’attore, dichiaratosi estremamente entusiasta della cosa, ha affermato che si impegnerà per portare il sorriso all’interno dei programmi di tale istituzione.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Lino Banfi L'allenatore nel pallone

Lino Banfi in Vieni avanti cretino

5. Ha interpretato un ex detenuto. Nel 1982 l’attore recita nel film Vieni avanti cretino, commedia dove interpreta Pasquale Baudaffi, ex detenuto in cerca di una seconda possibilità all’interno della società. Nel corso di tutta la pellicola Banfi si ritrova coinvolto in una serie di situazioni comiche o surreali, che ostacoleranno il suo tentativo di trovare un lavoro stabile. Il film si rivelò un grandissimo successo, confermando una volta di più la popolarità dell’attore, già celebre per altre opere con contenuti simili.

Lino Banfi in Grandi magazzini  

4. Ebbe l’idea per il suo personaggio. Nel film del 1986 Grandi magazzini l’attore interpreta Nicola Abatecola, un mendicante con una gamba finta che insieme alla figlia Assunta si esibisce come musicista all’ingresso dell’edificio dove si svolge la storia. L’idea di interpretare tale personaggio fu un suggerimento dello stesso Banfi, il quale assistette realmente allo spettacolo d’intrattenimento di alcuni mendicanti all’uscita de La Rinascente di Milano. Rimastone colpito, decise di proporre l’idea ai produttori, che accettarono consapevoli delle doti dell’attore.

Lino Banfi e L’allenatore nel pallone

3. È uno dei suoi ruoli più celebri. Nel 1984 l’attore dà vita ad uno dei suoi personaggi più celebri: Oronzo Canà, allenatore dell’immaginaria squadra di calcio Longobarda. Per il ruolo Banfi si ispirò al vero allenatore Oronzo Pugliese, celebre per le sue capacità di spronare e caricare i giocatori delle squadre che allenava. Lo stesso cognome “Canà” fu un’idea dell’attore. Egli decise inoltre di far diventare il personaggio una parodia del modo filosofico di parlare e agire degli allenatori di quegli anni. Con l’uscita del film, Banfi consacrò la propria popolarità, divenendo una vera e propria icona del cinema comico di quegli anni.

2. Partecipò alla sceneggiatura dei due film. Particolarmente legato al progetto, Banfi partecipò attivamente alla stesura della sceneggiatura, proponendo caratterizzazioni del suo personaggio come anche battute e situazioni comiche. A distanza di molti anni dalla sua ultima apparizione sul grande schermo, Banfi deciderà poi di riprendere il ruolo per il sequel L’allenatore nel pallone 2, e anche per questo collaborerà alla scrittura della sceneggiatura, immaginando nuovi risvolti per il suo Canà.

Lino Banfi: età e altezza

1. Lino Banfi è nato ad Andria, in Puglia, Italia, l’11 luglio del 1936. L’attore è alto complessivamente 165 centimetri.

Fonte: IMDb

Nick Gehlfuss: 10 cose che non sai sull’attore

Nick Gehlfuss: 10 cose che non sai sull’attore

Il nostro viaggio all’interno dell’universo televisivo di Chicago continua e oggi vi parliamo del bel dottorino dai capelli rossi di Chicago Med, interpretato da Nick Gehlfuss.

Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Nick Gehlfuss, sulla sua carriera e sulla sua vita privata.

Nick Gehlfuss vita privata

10. Nato il 21 gennaio del 1985 a Cleveland, in Ohio, Stati Uniti, Nick Gehlfuss passa tutta la sua infanzia e adolescenza nel quartiere di Little Italy. Subito dopo il diploma, Nick si iscrive al Marietta College dove consegue la laurea in belle arti. Successivamente, decide di completare i suoi studi alla University of Missouri-Kansas City, prendendo una laurea magistrale sempre in belle arti.

9. Non si conosce molto della vita privata di Nick Gehlfuss ma sappiamo che la sua carriera non è cominciata in tv o al cinema ma bensì in teatro. Trasferitosi a New York dopo i suoi studi, Nick fa il suo debutto come attore in teatro con la Classic Stage Company, nella produzione di Sogno di Una Notte di Mezza Estate, opera di William Shakespeare.

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Nello spettacolo, Nick Gehlfuss interpreta Lisandro, rappresentazione teatrale che conta nel suo cast attore come Bebe Neuwirth e la famosa Cristina Ricci. Grazie alla sua magistrale interpretazione, Nick riceve il prestigioso premio Rosemarie Tichler.

La sua carriera continua dalla costa est alla costa ovest degli Stati Uniti. Nick Gehlfuss si trasferisce a Los Angeles per coltivare il suo sogno di lavorare nel cinema e nella televisione. Qui, in attesa della sua grande occasione, continua a recitare in teatro. In quegli anni lo vediamo impegnato con lo spettacolo Reasons to Be Pretty, di Neil LaBute, andato in scena alla Geffen Playhouse.

Nick Gehlfuss film e serie tv

8. Dopo essersi fatto le ossa in teatro e sul palcoscenico, Nick Gehlfuss finalmente comincia a muovere i primi passi nel mondo della televisione. Nel 2010, viene scelto per interpretare un piccolo ruolo nel diciassettesimo episodio della quarta stagione della fortunata serie Army Wives. Quella breve parentesi, segna la sua fortuna.

7. Successivamente, infatti, l’attore viene scelto per molti altri piccoli ruoli in serie molto importanti come The Good Wife (2011), Blue Bloods (2011), Person of Interest (2012), The Glades (2013), Rizzoli & Isles (2013), The Newsroom (2013), Royal Pains (2014), Murder in the First(2014) e Shameless (2014).

Nick Gehlfuss in Shameless
Emmy Rossum e Nick Gehlfuss in Shameless – Fonte: IMDB

Nel 2014, Nick partecipa alla serie Shameless, ideata da Paul Abbott che racconta della vita di una sfortunata famiglia di un quartiere malfamato di Chicago. I Gallagher sono una famiglia molto povera e disfunzionale che combatte tutti i giorni con miseria, alcolismo e tossicodipendenza. A capo dei Gallagher c’è Frank (William H. Macy), drogato e alcolizzato, e che passa la maggior parte del suo tempo a ubriacarsi ni bar invece di occuparsi dei suoi sei figli.

Nella serie, Nick Gehlfuss interpreta Robbie Pratt, un ex alcolista e amante della primogenita di Frank, in un arco temporale di 6 episodi, dalla 4×03 “Like Father, Like Daughter” alla 4×10 “Liver, I Hardly Know Her” – con una breve interruzione negli episodi 4×06 e 4×07.

6. Nello stesso periodo, Nick partecipa anche a film come In Lieu of Flowers (2013), Love & Mercy (2014) e Equity (2015). In quegli anni, inoltre, lo vediamo in alcune serie tv come Longmire (2014), C’è sempre il sole a Philadelphia (2015), Constantine (2015) e Power (2015).

Nick Gehlfuss in Chicago Med

5. Il 2015 segna l’anno di svolta nella carriera di Nick Gehlfuss. L’attore viene infatti scelto per interpretare un ruolo da protagonista nella nuova serie medical drama dal titolo Chicago Med.

Spinoff dell’acclamatissima serie Chicago FireChicago Med, prodotta dal genio televisivo di Dick Wolf, racconta delle vicissitudini di medici e infermieri dell’ospedale Chicago Medical Center.

Tra i personaggi principali abbiamo  Sharon Goodwin (S. Ephata Merkerson) Direttore Sanitario del Chicago Medical Center. Maggie Lockwood (Marlyne Barrett), infermiera caporeparto del Pronto Soccorso; Connor Rodhes (Colin Donnell) chirurgo specializzato in Chirurgia d’Emergenza; April Sexton (Yaya DaCosta), infermiera; Natalie Manning (Torrey DeVitto), pediatra e specializzanda in Medicina d’Emergenza.

https://www.instagram.com/p/_DUeePiseu/?utm_source=ig_web_copy_link

Ancora, Sarah Reese (Rachel DiPillo), una studentessa del quarto anno di medicina; Ethan Choi (Brian Tee), ex militare e specializzando del terzo anno di Medicina d’Emergenza; Daniel Charles (Oliver Platt), Primario del reparto di Psichiatria; e in ultimo Ava Bekker (Norma Kuhling), chirurgo cardio-toracico del Chicago Med.

Nella serie Nick Gehlfuss interpreta William Halsted, chirurgo e specializzando anziano in Medicina d’Emergenza. Ex chirurgo plastico, William è il fratello minore del detective Jay Halsted della Chicago PD, nonché pecora nera della famiglia. Sempre ostracizzato dal padre per le sue scelte professionali, Will si è praticamente pagato di studi da solo per tutta la durata del college. Nonostante i suoi difficili rapporti col padre, Will si è sempre preso cura della famiglia soprattutto quando la madre si ammala di cancro mentre suo fratello è in missione per l’esercito in Afghanistan. Tra i due fratelli ci sono questioni irrisolte e problemi che entrambi dovranno affrontare.

Al momento Chicago Med è arrivato alla sua quinta stagione, non senza stravolgimenti di trama e cast, contando per ora ben 103 episodi.

Nick Gehlfuss e gli episodi crossover di Chicago Med

4. L’intero universo televisivo di Chicago, creato a Dick Wolf, è molto più intricato di quanto si possa immaginare. Capita spesso – soprattutto durante le prime due stagioni di Chicago Fire – che i personaggi delle tre serie si mixino in uno stesso episodio. Questo stratagemma è stato ideato dagli autori per presentare al pubblico di Chicago Fire, alcuni nuovi personaggi che saranno poi protagonisti degli spinoff Chicago PD Chicago Med.

Quasi tutti i personaggi di ognuna delle serie è comparso in almeno un paio di episodi delle altre due. Oltre alle varie ‘comparsate’, utilizzate più che altro per mantenere una sorta di continuità nell’universo Chicago, ci sono anche gli episodi crossover. Queste particolari puntate sono caratterizzate da storie che mettono in comunicazione tra loro le varie serie e tutti i loro personaggi.

Chicago Fire, Med, PD
Photo by NBCUniversal/NBCUniversal – © 2015 NBCUniversal Media, LLC – Fonte: IMDB

Quel gran burlone di Dick Wolf, tuttavia, continua a complicare le cose aggiungendo all’intricato universo televisivo di Chicago anche alcuni episodi crossover con la famosa e fortunatissima serie crime Law & Order – SVU.

Insomma, se volete iniziare a vedere almeno una di queste serie senza rischiare di perdere pezzi di trama per strada, vi servirà uno schema. Per capire come guardare nell’ordine esatto i vari episodi delle serie Chicago FirePD e Med, vi consigliamo di consultare il validissimo schema de Il Criticatore di Telefilm.

Nick Gehlfuss in Chicago Fire e Chicago PD

3. Il personaggio di William Halsted di Chicago Med, essendo collegato a quello di Jay Halsted di Chicago PD, compare spesso nelle in altre serie dell’universo televisivo creato da Dick Wolf. Nick Gehlfuss e Jesse Lee Soffer si trovano spesso a lavorare insieme e sui set di entrambi gli spinoff di Chicago Fire.

https://www.instagram.com/p/BMCaLSoArJT/?utm_source=ig_web_copy_link

In particolare troviamo il personaggio di William Halsted in ben 17 episodi di Chicago PD. Le puntate in questione sono:

https://www.instagram.com/p/BS1sc7Il0Gz/?utm_source=ig_web_copy_link

Lo stesso personaggio, inoltre, compare anche in 18 episodi della serie madre, Chicago Fire. Gli episodi sono:

Nick Gehlfuss e Lilian Matsada

2. In Chicago Med, il dottor William Halsted ha una vita sentimentale alquanto complicata che coinvolge la sua collega Natalie (Torrey DeVitto). Ma nella realtà, Nick Gehlfuss non ama molto i drammi. A differenza di molti suoi colleghi attori e attrici, che amano cambiare continuamente partner, Nick è un uomo da una donna alla volta. L’attore è sposato ormai da molti anni con Lilian Matsuda, una bella imprenditrice del settore alberghiero.

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Non è molto chiaro come i due si siano conosciuti ma sappiamo che, dopo una non troppo lunga frequentazione, si sono sposati in gran segreto il 13 maggio del 2016. Sembra che entrambi volessero una cerimonia semplice e privata e che abbiano evitato gli sfarzi di un matrimonio in grande stile per preservare il loro giorno speciale.

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1. Se volete essere sempre aggiornati sulla vita privata, sentimentale e professionale dell’attore, seguite l’account ufficiale Nick Gehlfuss Instagram.

 

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom

Oliver Platt: 10 cose che non sai sull’attore

Oliver Platt: 10 cose che non sai sull’attore

Continuiamo il nostro viaggio nell’universo televisivo di Chicago Med e parliamo oggi di uno degli attori più importante della serie, Oliver Platt.

Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Oliver Platt e sulla sua incredibile carriera divisa tra grande cinema e televisione.

Oliver Platt film

10. Nato il 12 gennaio del 1960 a Windsor, in Ontario, Canada, Oliver Platt ha genitori di origini americane. Sua madre Sheila Maynard è un’assistente sociale mentre il padre, Nicholas Platt lavora negli anni come ambasciatore statunitense in Pakistan, Zambia e Filippine. Entrambi i suoi genitori provengono da famiglie ricche dell’alta società e la sua bisnonna materna, Cynthia Roche, era la sorella di Maurice Roche, nonno materno della principessa Diana.

Oliver è il secondo di tre fratelli, Nicholas Jr. Adam e Adam, ultimo dei quali è un famoso critico gastronomico del New York Magazine. Tra i suoi parenti celebri c’è anche suo zio, il noto architetto statunitense Geoffrey Platt.

9. Grazie alla carriera diplomatica del padre, Oliver ha la possibilità di girare il mondo e trascorre la sua infanzia e adolescenza tra Washington DC, l’Asia e il Medio Oriente. Dopo il diploma, viene ammesso alla Tuft University dove consegue la laurea in arte con specializzazione in recitazione. Sempre più convinto di intraprendere la carriera d’attore, comincia a studiare recitazione alla Shakespeare & Co., una celebre scuola di teatro situata a Lenox, in Massachusetts.

8. La sua carriera cinematografica comincia alla fine degli anni ottanta quando viene scelto per interpretare un ruolo minore nel film Robinson Crusoe – La Storia Vera, diretto da Caleb Deschanel nel 1988.

A quel primo film, ne sono seguiti tanti altri, tra gli anni ottanta e novanta; tra questi ricordiamo Una Vedova Allegra…Ma Non Troppo (1988), Una Donna in Carriera (1988), Linea Mortale (1990), Proposta Indecente (1993), Il momento di uccidere (1996), Gli imbroglioni (1998) e L’uomo bicentenario (1999), diretto da Chris Columbus e con Robin Williams.

Oliver Platt in 2012

Oliver Platt
Oliver Platt in 2012 – Fonte: IMDB

7. Gli anni duemila sono sicuramente molto impegnativi per l’attore che sembra saltare da un set all’altro. Tra i film più importanti della filmografia di Oliver Platt nei primi dieci anni del nuovo millennio ricordiamo Don’t Say a Word (2001), Schegge di April (2003), Kinsey (2004), Casanova (2005) – con Heath Ledger -, Loverboy (2005) – diretto da Kevin Bacon -, Frost/Nixon – Il Duello (2008) e Amore & Altri Rimedi (2010).

Tra i film più amati dal pubblico compresi in questo arco temporale, ricordiamo inoltre 2012, con John Cusack. Diretta da Roland Emmerich nel 2009, la pellicola fa riferimento alla famosa profezia della civiltà Maya che annunciava nel proprio calendario la fine del mondo e della razza umana nell’anno 2012.

Negli anni, la famosa profezia dei maya viene analizzata da astrologi, numerologi e geologi famosi che sembrano confermare l’arrivo di un misterioso evento catastrofico per il pianeta Terra. Nonostante lo scetticismo generale, in un centro di ricerca viene rilevato un riscaldamento decisamente anomalo del nucleo terrestre che potrebbe portare a conseguenze nefaste e a lungo termine.

In 2012, Oliver Platt interpreta il ruolo di Carl Anheuser, capo dello staff del Presidente degli Stati Uniti, unico tramite tra gli scienziati allarmisti, il governo centrale e la stampa.

Oliver Platt in Year One

6. Cambiamo decisamente genere con Year One, film del 2009 con Oliver Platt, Jack Black e Michael Cera.

Diretto da Harol Rami, il film è una commedia che racconta la storia di Zed (Jack Black) e Oh (Michael Cera), due bizzarri e imbranati cavernicoli che lavorano in tandem: mentre uno caccia, l’altro raccoglie. Dopo essere stati banditi dal loro villaggio, Zed e Oh cominciano un lungo viaggio biblico attraverso la terra. I primi che incontrano sul loro cammino sono i celebri Caino (David Cross) e Abele (Paul Rudd) proprio nel momento in cui il primo uccide suo fratello. Il viaggio prosegue con l’incontro di Abramo (Hank Azaria) intento a sacrificare Isacco (Christopher Mintz-Plasse), sacrificio che i cavernicoli riescono con uno stratagemma a fermare. Abramo quindi conduce i viaggiatori a Sodoma sono però vengono catturati dalle guardie e resi schiavi.

year one
Oliver Platt and Michael Cera in Year One – Fonte: IMDB

Tra i personaggi biblici incontrati dai protagonisti ci sono anche Adamo ed Eva, Lilith e il sommo sacerdote. Quest’ultimo, interpretato da Oliver Platt, è Aronne, il primo sacerdote del popolo ebraico, presentato nella Bibbia come fratello di Mosè.

Ovviamente nel film di Harol Rami di biblico non c’è proprio niente; si tratta, infatti, di una commedia a tratti demenziale i cui personaggi sono liberamente ispirati al testo sacro della Bibbia.

5. Dal 2010 a oggi, Oliver Platt prende parte alla realizzazione di tanti altri film come X-Men – L’Inizio (2011), Il Magico Mondo di Oz (2013), La Regola del Gioco (2014), Cut Bank – Crimine Chiama Crimine (2014), The 9th Life of Louis Drax (2016), L’eccezione alla Regola (2016), Shut In (2016) e La Genesi di Wonder Woman (2017).

Oliver Platt serie tv

5. Parallelamente alla sua carriera nel cinema, Oliver Platt si dedica anche alla televisione. I suoi passi sul piccolo schermo risalgono agli anni duemila quando partecipa alla serie Deadline, nel ruolo del protagonista.

Nella serie, ideata da Dick Wolf, Oliver Platt interpreta Wallace Benton, un giornalista di un magazine newyorkese, chiamato il New York Ledger. Wallace lavora con la sua quasi ex moglie e una lunga serie di persone assai bizzarre, usando il suo innato istinto giornalistico per accaparrasi sempre l’ultimo scoop.

Nonostante ci vada giù pesante con gli alcolici, Benton è anche un professore di giornalismo e spesso si serve dei suoi alunni per le sue indagini sull’ultima storia da prima pagina. Dotato di un’ottima parlantina, riesce sempre a ottenere ciò che vuole anche a discapito degli altri.

La serie, brillante sotto ogni aspetto, purtroppo però è andata in onda per una sola stagione e un totale complessivo di 13 episodi, prima di essere cancellata.

Abbandonati i panni del protagonista, negli anni successivi Platt partecipa ad alcune serie tv di successo come West Wing – Tutti Gli Uomini del Presidente (2001-2005), Huff (2004-2005), Nip/Tuck (2007-2008), Bored to Death – Investigatore per noia (2009-2011), The Big C (2010-2013), Fargo (2014), The Good Wife (2015) e Modern Family (2014-2015)

Oliver Platt in Modern Family

modern family
Oliver Platt and Ed O’Neill in Modern Family – Fonte: IMDB

4. Nel 2015, l’attore canadese partecipa come guest star nella famosa serie comedy della ABC, Modern Family.

La serie, creata da Christopher Lloyd e Steven Levitan, racconta, come in una sorta di documentario, della vita di tre diversi nuclei familiari di Los Angeles, uniti da legami di parentela. Tutta la storia è incentrata sui rapporti interpersonali tra i membri delle tre famiglie e sulla loro quotidianità.

A capo della prima famiglia c’è Jay Pritchett (Ed O’Neill), sposato con Gloria (Sofía Vergara), una donna colombiana molto più giovane di lui e madre di Manny (Rico Rodriguez), figlio avuto dalla donna e dal suo precedente matrimonio. La seconda famiglia è invece composta da Claire (Julie Bowen), primogenita di Jay, suo marito Phil (Ty Burrell) e i loro tre figli Haley (Sarah Hyland), Alex (Ariel Winter) e Luke (Nolan Gould). L’ultimo nucleo familiare è quello formato da Mitchell (Jesse Tyler Ferguson), figlio omosessuale di Jay, e dal suo compagno Cameron (Eric Stonestreet), entrambi papà adottivi di Lili (Aubrey Anderson-Emmons), una bambina di origini vietnamite.

Oliver Platt compare nell’episodio 6×20 dal titolo “Knock ‘Em Down” (titolo italiano “Questione di Gusti”). Modern Family è andata in onda sulla ABC dal dal 2009 al 2020 per 11 stagioni e un totale complessivo di 250 episodi.

Oliver Platt Chicago Med

3. Nel 2015 Oliver Platt viene scelto per interpretare uno dei medici della nuova serie della NBC, dal titolo Chicago Med.

Spinoff dell’acclamatissima serie Chicago FireChicago Med, prodotta dal genio televisivo di Dick Wolf, racconta delle vicissitudini di medici e infermieri dell’ospedale Chicago Medical Center.

Tra i personaggi principali abbiamo William Halstead (Nick Gehlfuss) chirurgo e specializzando anziano in Medicina d’Emergenza; Maggie Lockwood (Marlyne Barrett), infermiera caporeparto del Pronto Soccorso; Sharon Goodwin (S. Epatha Merkerson), Direttore Sanitario del Chicago Medical Center; April Sexton (Yaya DaCosta), infermiera; Natalie Manning (Torrey DeVitto), pediatra e specializzanda in Medicina d’Emergenza.

chicago med
Oliver Platt and Rachel DiPillo in Chicago Med – Fonte: IMDB

Ancora, Sarah Reese (Rachel DiPillo), una studentessa del quarto anno di medicina; Ethan Choi (Brian Tee), ex militare e specializzando del terzo anno di Medicina d’Emergenza; Connor Rodhes (Colin Donnell) chirurgo specializzati in Chirurgia d’Emergenza.  e in ultimo Ava Bekker (Norma Kuhling), chirurgo cardio-toracico del Chicago Med.

Nella serie Oliver Platt interpreta Daniel Charles, primario del reparto di psichiatria del Chicago Med. Vedovo della prima moglie, Daniel si risposa una seconda e poi una terza volta. Purtroppo anche il suo terzo matrimonio con una misteriosa donna spagnola finisce e Charles chiede il divorzio. Ha due figlie, Anna, la più giovane e Robin, la più grande, che lavoro come epidemiologa del Chicago Med. Nonostante Daniel sia un eccellente psichiatra, da sempre ha problemi di depressione.

Al momento Chicago Med è arrivato alla sua quinta stagione, non senza stravolgimenti di trama e cast, contando per ora ben 103 episodi.

Oliver Platt e gli episodi crossover di Chicago Med

Chicago Fire, Med, PD
Photo by NBCUniversal/NBCUniversal – © 2015 NBCUniversal Media, LLC – Fonte: IMDB

2.  L’intero universo televisivo di Chicago, creato a Dick Wolf, è molto più intricato di quanto si possa immaginare. Capita spesso – soprattutto durante le prime due stagioni di Chicago Fire – che i personaggi delle tre serie si mixino in uno stesso episodio. Questo stratagemma è stato ideato dagli autori per presentare al pubblico di Chicago Fire, alcuni nuovi personaggi che saranno poi protagonisti degli spinoff Chicago PD, Chicago Med e Chicago Justice.

Quasi tutti i personaggi di ognuna delle serie è comparso in almeno un paio di episodi delle altre due. Oltre alle varie ‘comparsate’, utilizzate più che altro per mantenere una sorta di continuità nell’universo Chicago, ci sono anche gli episodi crossover. Queste particolari puntate sono caratterizzate da storie che mettono in comunicazione tra loro le varie serie e tutti i loro personaggi.

Quel gran burlone di Dick Wolf, tuttavia, continua a complicare le cose aggiungendo all’intricato universo televisivo di Chicago anche alcuni episodi crossover con la famosa e fortunatissima serie crime Law & Order – SVU.

Insomma, se volete iniziare a vedere almeno una di queste serie senza rischiare di perdere pezzi di trama per strada, vi servirà uno schema. Per capire come guardare nell’ordine esatto i vari episodi delle serie Chicago Fire, PD, Med e Justice, vi consigliamo di consultare il validissimo schema de Il Criticatore di Telefilm.

Oliver Platt in Chicago Fire, Chicago PD e Chicago Justice

1.  Troviamo il personaggio di Daniel Charles di Chicago Med nelle puntate 3×19 “I Am The Apocalypse”, 4×03 “I Walk Away”, 4×23 “Superhero”, 5×01 “The Hose of the Animal”, 5×02 “A Real Wake-Up Call”,  5×15 “Deathtrap”e la 5×17 “Babies and Fools” di Chicago Fire.

Ancora, nelle puntate 3×03 “Actual Physical Violence”, 3×04 “Debts of the Past”, 3×05 “Climbing Into Bed”, 3×06 “ You Never Know Who’s Who”, 3×08 “Forget My Name”, 3×10 “Now I’m God”, 3×19 “If We Were Normal”, 3×22 “She’s Got Us” e 4×08 “A Shot Heard Round the World” di Chicago PD.

Il personaggio di compare inoltre anche nelle puntate 1×04 “Judge Not” e 1×07 “Double Helix” di Chicago Justice, il più “giovane” tra gli spinoff di Chicago Fire.

 

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom

Mortdecai: le curiosità sul film con Johnny Depp

Mortdecai: le curiosità sul film con Johnny Depp

Tra i tanti stravaganti personaggi interpretati negli ultimi anni dall’attore Johnny Depp vi è anche quello di Charlie Mortdecai, truffatore specializzato nel mercato delle opere d’arte. Questi è il protagonista della commedia del 2015 Mortdecai, diretta da David Koepp, che aveva già lavorato in passato con Depp per il film Secret Window. Il film è l’adattamento di Don’t Point that Thing at Me, primo di una serie di romanzi dedicati al personaggio scritti da Kyril Bonfiglioli, e pubblicati tra il 1972 e il 1985.

Composta da quattro libri, la serie ebbe un grande successo in Inghilterra, dove si affermò per il suo black humor e la pungente satira. Questi non mancano però anche di fornire al lettore un intricato crimine da dover risolvere, rendendo la lettura appassionante e divertente allo stesso tempo. Con l’acquisizione dei diritti, la Lionsgate diede il via libera alla realizzazione di quello che avrebbe potuto essere l’inizio di una serie cinematografica.

Sfortunatamente, il film ottenne recensioni prevalentemente negative, dove si criticava la forzatura delle situazioni comiche e l’eccessiva assurdità del tutto. Mortdecai si rivelò un cocente flop anche di box office. Guadagnò infatti appena 47.3 milioni di dollari in tutto il mondo, a fronte di un budget di 60 milioni. L’insuccesso portò dunque lo studios a non mettere in cantiere altri film dedicati al personaggio, che sembra destinato ad avere successo solo su carta.

Mortdecai: la trama e il cast del film

Protagonista assoluto è l’eccentrico e carismatico mercante d’arte Charlie Mortdecai. Questi ha costruito una notevole fama grazie alle opere d’arte di dubbia provenienza che rivende ai personaggi più improbabili. A causa di un enorme debito col fisco inglese, però, il mercante viene costretto dall’MI5 ad indagare sulla morte di una restauratrice di quadri e sulla sparizione di un prezioso dipinto di Goya. La missione si rivela più pericolosa del previsto nel momento in cui si scopre che il dipinto nasconde sul suo retro i codici segreti di un conto corrente in cui è depositato l’oro dei Nazisti. Tale tesoro è infatti ambito da molti criminali in giro per il mondo, i quali sono disposti a tutto pur di rintracciarlo.

A ricoprire il ruolo del brillante protagonista è il tre volte nominato all’Oscar Johnny Depp. Questi si dichiarò da subito molto interessato nei confronti del ruolo, apprezzando la sua natura comica e controversa. Per prepararsi al ruolo, il celebre trasformista decise di sfoggiare un look inedito, caratterizzato in primis dai particolarissimi baffi, elemento distintivo del personaggio. Decise inoltre di ispirarsi ai più celebri comici dell’intrattenimento britannico, tra cui Peter Sellers e Terry-Thomas. Per Depp, infine, la vera sfida è stata quella di rendere un personaggio narcisista e truffatore come questo in qualcuno verso cui si può provare simpatia. La sua interpretazione non è però stata particolarmente apprezzata, e gli ha fatto ottenere una nomination come peggior attore protagonista ai temuti Razzie Awards.

Mortdecai vanta poi una serie di celebri nomi di Hollywood, tra cui la premio Oscar Gwyneth Paltrow, nel ruolo di Johanna Mortdecai, misteriosa moglie del protagonista. Tale personaggio era stato inizialmente pensato per l’attrice Carice van Houten, celebre per il ruolo di Melisandre in Il Trono di Spadema alla fine i produttori scelsero la Paltrow. Anche l’interpretazione di questa non è stata particolarmente gradita, e a sua volta ha ricevuto una nomination ai Razzie Awards. Sono poi presenti Ewan McGregor, nei panni dell’ispettore Martland, Paul Bettany, in quelli di Jock Strapp, e Jeff Goldblum e Olivia Munn, che ricoprono i ruoli di Milton e Georgina Krampf.

https://www.youtube.com/watch?v=8S51X0RC2S8

Mortdecai: le differenze tra il libro e il film

Come sempre accade, nel realizzare la trasposizione cinematografica del primo libro della cosiddetta Trilogia di Mortdecai, si sono operati una serie di cambiamenti necessari alla resa per il grande schermo. Bisogna innanzitutto sottolineare che si tratta della prima volta in cui il regista e sceneggiatore Koepp non dirige un film da lui anche scritto. La sceneggiatura è infatti stata affidata ad Eric Aronson, il quale ha trasposto nei 107 minuti del film il romanzo di circa 200 pagine. Per riuscire in ciò, molto della trama di quest’ultimo è stato semplificato. Il romanzo di Bonfiglioli, infatti, presenta una serie di intrighi e forze internazionali che contribuiscono al rendere più complesso il caso affidato a Mortdecai.

Molti episodi a riguardo nel film non avvengono, rendendo la narrazione più semplice da fruire e più in linea con il tono comico pensato per la pellicola. Ad essere stata modificata è anche la caratterizzazione di alcuni dei personaggi. Mortdecai, in primis, è nel libro descritto come un uomo piuttosto obeso. Nel film, invece, è raffigurato da un Depp in forma smagliante. Allo stesso modo, il personaggio dell’ispettore Martland acquisisce un maggior fascino, ed è per lui aggiunta anche l’infatuazione per il personaggio di Johanna. Cosa che nel libro, invece, non è presente. Questa, infatti, nelle pagine di Bonfiglioli non è la moglie del protagonista, bensì di Milton Krampf.

Tolto ciò, la sceneggiatura del film segue abbastanza fedelmente gli eventi generali del romanzo, come anche il tono della sua scrittura. Benché ambientato ai giorni nostri, infatti, il film conserva molte delle battute, delle espressioni e dei dialoghi presenti nel libro. Queste hanno però una connotazione da Inghilterra degli anni Settanta. Ciò rende ancor più strambo il personaggio principale nel suo modo di esprimersi. Ricercando una vena particolarmente comica, però, il film ha tuttavia tralasciato molto del tono thriller presente nel romanzo, e che contribuì alla fortuna di questo.

Mortdecai: il trailer e dove vedere il film in Streaming

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Mortdecai è infatti presente su Chili Cinema, Rakuten TV, RaiPlay, Amazon Prime Video e Apple iTunes. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

 

 

Alba Flores: 10 cose che non sai sull’attrice

Alba Flores: 10 cose che non sai sull’attrice

La famosa serie tv La Casa di Carta in Italia ha avuto un successo incredibile e tutti noi, grazie a Netflix, abbiamo imparato a conoscere il talento di molti validi attori spagnoli. Tra questi c’è sicuramente Alba Flores, interprete dell’iconico personaggio di Nairobi.

Scopriamo quindi insieme tutto quello che c’è da sapere su Alba Flores, sulla sua vita privata e sulla sua carriera tra cinema e televisione.

Alba Flores biografia e curiosità

10. Nata il 27 ottobre del 1986 a Madrid, in Spagna, Alba Flores è figlia d’arte; suo padre, zè un compositore e musicista spagnolo mentre Ana Villa è una produttrice teatrale. Inoltre, è nipote di Lola Flores, celebre cantante e ballerina spagnola, e dei cantanti Lolita e Rosario Flores oltre a essere cugina dell’attrice Elena Furiase. Insomma, circondata dall’arte e immersa nel mondo dello spettacolo, Alba Flores da piccola comincia subito a sviluppare un interesse per la recitazione.

All’età di tredici anni comincia quindi a studiare teatro e nel frattempo continua a perfezionare il suo talento al pianoforte. In quegli anni si esibisce inoltre in alcuni spettacoli teatrali come Honeymoon in Hiroshima e una versione gitana di Sogno di Una Notte di Mezza Estate di William Shakespeare.

9. A causa delle sue origini gitane, Alba Flores da piccola è stata discriminata a scuola dai suoi compagni e negli anni ha provata sulla sua pelle gli effetti del razzismo. In una recente intervista rilasciata a Elle, l’attrice ha raccontata di come negli anni sia stata vittima di razzismo, anche a scuola.

“Quando ero piccola mi sono trovata spesso in difficoltà per le mie origini. Adesso non è più così, ma resto orgogliosa delle radici della mia famiglia e non le cambierei per nulla al mondo. Sono in contatto con le realtà gitane che vivono situazioni di razzismo nel mondo, e mi schiero volentieri in prima linea per difenderle. Per me questo è un tema molto importante. […] Il pregiudizio sui gitani pesa ancora molto. È un po’ come succede a certe persone che odiano gli immigrati, ma poi i loro eroi sono i calciatori che vengono dagli stessi Paesi dei migranti. […] Basterebbe questo per dimostrare che il razzismo non ha argomenti credibili.” [fonte: Elle]

Alba Flores film

8. La sua carriera cinematografica è cominciata nel 2005 quando ha preso parte al film El Calentito, diretto da Chus Gutiérrez.

Il film racconta la storia di un’elegante ragazza di buona famiglia che entra entra in contatto con una band punk femminile in un momento storico difficile per la Spagna. La ragazza, infatti, partecipa al suo primo concerto durante il 23F, ovvero il colpo di stato spagnolo del 23 febbraio 1981, organizzato senza successo da alcuni comandanti militari.

7. Negli anni successivi ottiene un altro ruolo minore nei film Los mánagers, diretto da Fernando Guillén Cuervo e ne La Memoria dell’Acqua, diretto da Matìas Bize.

https://www.youtube.com/watch?v=ma9DyVUtdzE

Quest’ultimo racconta la storia di una coppia di sposi che, dopo aver perso tragicamente e all’improvviso un figlio, non riescono più a stare insieme. Il loro rapporto presto si sfascia e i due prendono strade diverse. Ma il dolore, nonostante la separazione, resta con loro. Entrambi dovranno fare i conti con i propri demoni per poter andare avanti e rifarsi una vita.

Alba Flores serie tv

6. La carriera di Alba Flores, tuttavia, non si limita solo al cinema. Contemporaneamente, infatti, l’attrice comincia a muovere i primi passi anche nel mondo televisivo. Dal 2006 inizia con l’accettare alcuni piccoli ruoli o comparsate in alcune serie spagnole come El Comisario (2006), El síndrome de Ulises (2008), Il tempo del coraggio e dell’amore (2013) e Cuéntame cómo pasó (2014) e nel film tv Vincent Ferrer, diretto da Agustín Crespi (2013).

5. Nel 2015, finalmente, arriva per Alba un ruolo importante nella nuova serie tv di Antena 3 – famoso network spagnolo -, dal titolo Vis a Vis – Il Prezzo del Riscatto.

La serie racconta la storia di Macarena (Maggie Civantos), una donna molto giovane ma soprattutto ingenua, manipolata dal suo capo a commettere numerosi crimini, tra cui appropriazione indebita di fondi dell’azienda per cui lavora. Macarena viene quindi condannata a sette anni di reclusione e rinchiusa nella prigione di Cruz del Sur.

Oltre allo shock iniziale dell’incarcerazione, la donna deve anche affrontare il difficile rapporto con le altre detenute. Qui conosce la terribile Zulema Zahir (Najwa Nimri), condannata all’ergastolo per vari crimini, tra cui l’omicidio, e il suo braccio destro Saray Vargas de Jesús (Alba Flores).

Macarena dovrà tentare di integrarsi e sopravvivere, sperando che qualcuno da fuori riesca a trovare un modo per salvarla.

4. Nella serie Alba Flores interpreta Saray Vargas de Jesús, personaggio legato a Zulema, la più pericolosa delle criminali della prigione, con la quale tenterà anche l’evasione. Vis a Vis – Il Prezzo del Riscatto è andata in onda dal 2015 al 2019 per un totale di 4 stagioni e 40 episodi. Ad aprile del 2020, inoltre, su Fox Spagna è andata in onda la prima stagione della serie spinoff Vis a Vis – L’Oasis.

Alba Flores in La Casa di Carta

3. Ma il successo vero per Alba Flores arriva nel 2017 quando viene scelta per interpretare il ruolo di Nairobi, nella nuova di Antena 3 poi acquistata da Netflix, dal titolo La Casa de Papel, in italiano La Casa di Carta.

La serie racconta la storia di un criminale, detto il Professore (Álvaro Morte), con in mente un piano, rapinare la Zecca Reale Spagnola. Ma per farlo ha bisogno di aiuto e di un piano ben strutturato. Per realizzare la rapina il Professore mette su una squadra assai variegata di criminali, reclutando sette persone dai talenti più disparati.

Oltre al Professore, la mente che conduce le operazioni, abbiamo Tokyo (Úrsula Corberó), giovane donna impulsiva ma battagliera; Lisbona (Itziar Ituño) che si occupa dei negoziati insieme al Professore; Mosca (Paco Tous) e Denver (Jaime Lorente), padre e figlio, il primo uno scassinatore molto abile e il secondo un ex spacciatore dal temperamento violento.

Ancora, Berlino (Pedro Alonso), un uomo freddo e calcolatore, al comando della squadra; Rio (Miguel Herrán), programmatore informatico nonché esperto di computer e allarmi, si occupa della strumentazione tecnica; e infine Nairobi (Alba Flores), falsaria e spacciatrice da quando aveva 13 anni, donna forte e determinata con un figlio mai riconosciuto di nome Axel.

La squadra, quindi, armata di fucili e maschere per non farsi riconoscere, si introduce nella zecca, prendendo in ostaggio alcune persone. Il loro piano è molto semplice; dovranno usare gli impiegati per stampare nuove banconote da portare via. Purtroppo qualcosa va storto e i sette del Professore dovranno improvvisare per portare a casa la pelle.

La Casa di Carta è andata in onda per un totale di 4 stagioni e 38 episodi dal 2017 al 2020. Tuttavia, la serie è stata rinnovata per una quinta stagione la cui data d’uscita è ancora sconosciuta.

Alba Flores è su Instagram

2. L’attrice spagnola è molto attiva sui social e specialmente sul suo account Instagram. Alba è da sempre sostenitrice della comunità LGBT+, una vera femminista, vegetariana e ambientalista convinta, nonché contro ogni forma di razzismo e discriminazione.

Avendo provato sulla sua pelle il dolore dell’emarginazione sin da bambina, la Flores utilizza Instagram e più in generale tutte le piattaforme social per diffondere messaggi di uguaglianza e accettazione.

1. Addirittura, lo scorso anno, Alba Flores si è scagliata contro l’allora Ministro degli Esteri Salvini, dopo il suo provvedimento di chiusura dei porti italiani. Grazie a un’intervista per Vanity Fair, l’attrice ha condiviso su Instagram una foto accompagnata da hashtag come #SalviniDimettiti #StopRazzismo, dal significato inequivocabile.

Nell’intervista a Vanity Fair, Alba Flores ha raccontato di come il razzismo abbia condizionato la sua infanzia e di come il solo ricordo sia ancora molto doloroso.

“Ho provato il razzismo sulla mia pelle, a scuola […] A casa nostra ci sono sempre state grandi tavolate, c’era sempre da mangiare per venti persone di diverse culture, generi, capacità, razza o sessualità.” [fonte: Vanity Fair]

La paura del diverso, il razzismo e la xenofobia sono tutti figli dell’ignoranza e l’unica soluzione a questi problemi dilaganti di accettazione del prossimo, per Alba Flores, è l’integrazione. Per l’attrice bisognerebbe far conoscere ai bambini, sin da piccoli, culture e religioni diverse da tutto il mondo affinché essi possano crescere come adulti illuminati e tolleranti.

 

Fonte: Wiki, IMDB, Elle, Vanity Fair

Le sorelle Macaluso, il trailer del film di Emma Dante

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Le sorelle Macaluso, il trailer del film di Emma Dante

Sette anni dopo Via Castellana Bandiera, Emma Dante torna alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, selezione ufficiale, con LE SORELLE MACALUSO, tratto dalla sua omonima pièce teatrale che ha ricevuto il Premio Ubu per il Miglior Spettacolo e la Miglior Regia. Scritto da Emma Dante, Elena Stancanelli e Giorgio Vasta, il film è una produzione Rosamont e Minimum Fax Media con Rai Cinema che arriverà in sala il 10 settembre distribuito da Teodora Film.

Le Sorelle Macaluso è interpretato da Alissa Maria Orlando, Susanna Piraino, Anita Pomario, Eleonora De Luca, Viola Pusatieri, Donatella Finocchiaro, Serena Barone, Simona Malato, Laura Giordani, Maria Rosaria Alati, Rosalba Bologna, Ileana Rigano.

«Con grandi emozioni sette anni fa per la 70ª edizione della Mostra fu presentato a Venezia il mio primo film, Via Castellana Bandiera; oggi con la gioia di una bambina ancora più incantata e felice per la 77ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica tornerò a Venezia con il mio secondo film, Le sorelle Macaluso» – dichiara la regista Emma Dante – «Spero che questa famiglia di donne di tre generazioni possa far affiorare i ricordi di noi bambine dentro le stanze dell’infanzia dove strette da un legame fortissimo siamo state sorelle».

USCITA: 10 SETTEMBRE 2020

SINOSSI

Maria, Pinuccia, Lia, Katia, Antonella. L’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia di cinque sorelle nate e cresciute in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina nella periferia di Palermo. Una casa che porta i segni del tempo che passa come chi ci è cresciuto e chi ancora ci abita. La storia di cinque donne, di una famiglia, di chi va via, di chi resta e di chi resiste.

Sarah Scazzi: una serie e un doc in lavorazione sull’omicidio di Avetrana

L’omicidio di Sarah Scazzi, commesso dieci anni fa ad Avetrana (Taranto) e che ancora oggi non può dirsi del tutto risolto, diventerà una serie televisiva con la regia di Pippo Mezzapesa (Il bene mio e Il paese delle spose infelici) e un documentario diretto da Christian Letruria e scritto da Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni. Entrambi i progetti saranno prodotti da Matteo Rovere per Groenlandia (Smetto Quando Voglio- saga, Moglie e Marito, Il Primo Re, Croce e Delizia, Il Campione). La produzione ha infatti acquisito i diritti per sviluppare il progetto dal libro Sarah – La ragazza di Avetrana firmato da Piccinni e Gazzanni che, pubblicato da Fandango Libri a fine luglio, è già alla seconda ristampa e ha riportato al centro dell’opinione pubblica il caso con inquietanti rivelazioni.

A dieci anni dalla morte della quindicenne, la vicenda rimane ancora avvolta nel mistero. È il 26 agosto del 2010 quando Sarah esce di casa per non farvi più ritorno. La denuncia della scomparsa da parte della famiglia finisce in tragedia dopo quarantadue giorni di ricerche. Intanto Avetrana si trasforma in un set a cielo aperto e il caso diventa a tutti gli effetti il primo reality show dell’orrore italiano, la cui svolta è la rivelazione in diretta televisiva a Concetta Serrano della sorte della figlia. A confessare è Michele Misseri, zio della ragazza. La verità giudiziaria, però, indica come colpevoli del crimine la zia e la cugina di Sarah, Cosima Serrano e Sabrina Misseri. Le due, nonostante negli anni abbiano continuato a dichiararsi innocenti, vengono condannate all’ergastolo. Intanto Michele Misseri continua a dirsi l’unico colpevole. E intorno a questa vicenda di cronaca, che ha tenuto col fiato sospeso l’intero Paese, molti sono i punti di domanda rimasti ancora irrisolti.

Venezia 77: Luca Guadagnino e Kyle Rankin completano il programma

La Biennale di Venezia ha il piacere di annunciare i due titoli che integrano e completano, Fuori Concorso, il programma della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, in programma dal 2 al 12 settembre 2020 diretta da Alberto Barbera.

Si tratta del nuovo cortometraggio di Luca Guadagnino, Fiori, Fiori, Fiori! (12’), e di un nuovo film indipendente americano, Run Hide Fight scritto e diretto da Kyle Rankin, con Isabel May, Thomas Jane, Radha Mitchell.

Dichiara Alberto Barbera: “Siamo grati a Luca Guadagnino che con Fiori, Fiori, Fiori! ci rende partecipi di una piccola, personale evasione compiuta durante il recente lockdown alla ricerca di volti, luoghi e affetti della gioventù trascorsa; e al produttore Dallas Sonnier (lo stesso di Brawl in Cell Block 99 e Dragged Across Concrete, presentati rispettivamente alla Mostra del Cinema nel 2017 e nel 2018), che torna con un nuovo, provocatorio dramma d’azione, Run Hide Fight di Kyle Rankin, ambientato in una scuola presa in ostaggio da quattro studenti intenzionati a commettere una strage. Due modelli di cinema irriducibilmente diversi, ma espressione di un’identica, trascinante energia creativa”.

Fiori, Fiori, Fiori! di Luca Guadagnino

Durante il lockdown per la pandemia del Covid, Luca Guadagnino, con una piccola troupe, scende in Sicilia da Milano armato soltanto di uno smartphone e di un tablet, per bussare alle porte degli amici d’infanzia e capire con loro come hanno vissuto questo momento eccezionale che ha unito il mondo intero.

Fiori, Fiori, Fiori! Regia e storia di Luca Guadagnino, Fotografia di Alessio Bolzoni. Montaggio di Walter Fasano. Musiche di Cosmo. Suono di Davide Favargiotti. Interpreti (nel ruolo di loro stessi) Maria Continella, Natalia Simeti, Claudio Gioè, Dave Kajganich.

Run Hide Fight di Kyle Rankin

Zoe (Isabel May) sta per diplomarsi in un momento molto difficile della sua vita a seguito della morte della madre (Radha Mitchell). Per distrarsi esce a caccia col padre Todd (Thomas Jane), ex membro delle forze speciali. Un giorno, mentre Zoe è a scuola, quattro studenti assediano l’edificio e irrompono con un furgone all’interno del bar della scuola. Utilizzando le tecniche apprese dal padre, Zoe riesce a sfuggire agli attentatori.

Run Hide Fight è scritto e diretto da Kyle Rankin. Direttore della fotografia: Darin Moran. Produzione: Cinestate (Dallas Sonnier, Amanda Presmyk). Distribuzione: Voltage Pictures.

Note biografiche

Luca Guadagnino

E’ uno sceneggiatore, regista e produttore. Nato a Palermo, è cresciuto in Etiopia. Vive a Milano. Il suo primo lungometraggio, The Protagonists (1999) è a Venezia, con protagonista Tilda Swinton, sua amica e attrice feticcio cui dedica nel 2002 Tilda Swinton: The Love Factory, documentario anch’esso presentato a Venezia. Nel 2005 gira Melissa P., trasposizione cinematografica del libro scandalo di Melissa Panarello. Io sono l’amore (2009) viene presentato in Orizzonti a Venezia e ottiene una nomination all’Oscar e numerosi riconoscimenti all’estero. Nel 2013 presenta il documentario Bertolucci on Bertolucci, sempre alla Mostra. È stato giurato a Venezia nel 2010. Nel 2015 presentato a Venezia in concorso A Bigger Splash. Il successo internazionale Call Me by Your Name (2017) ottiene quattro nomination all’Oscar e vince la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale. Nel 2018 ha presentato in Concorso a Venezia Suspiria. Quest’anno a Venezia presenta anche, Fuori Concorso, Salvatore Ferragamo: The Shoemaker of Dreams.

Kyle Rankin

Dopo aver diretto Shia LaBeouf ne La battaglia di Shaker Heights (2003), Kyle Rankin ha scritto e diretto Infestation (2009) per Mel Gibson, Nuclear Family (2012) per Michael Eisner, e ha inoltre realizzato i video virali Case Tape #347 ed Exhibit B-5 (che lo ha portato a collaborare per Jeremy Renner & Indian Paintbrush). Nel 2015, Kyle ha prodotto col crowdfunding e poi diretto Zombies in Love (su Amazon), e nel 2018 ha usato lo stesso modello produttivo per The Witch Files (Netflix). Kyle Rankin è nato il 13 settembre 1972 a Danbury, Connecticut, USA. Vive a Encino con sua moglie e le sue figlie.

Colazione da Tiffany: eleganza, stile e modernità di Audrey Hepburn

L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai”. È questa una delle frasi simbolo di Colazione da Tiffany, il celeberrimo film del 1961 diretto da Blake Edwards (Operazione sottoveste, La pantera rosa, Hollywood party), che consacrò Audrey Hepburn. Ed è inscindibile da chi la pronuncia: la stravagante protagonista Holly Golightly, impersonata proprio dall’attrice britannica divenuta icona di stile, in particolare quello dello stilista Givenchy, che disegnò per lei i celebri abiti neri indossati da Miss Golightly.

Il film segnò un’epoca – come il precedente Vacanze romane, che nel 1953 aveva visto la stessa Hepburn esordire a Hollywood e portare a casa un Oscar, recitando accanto a Gregory Peck e consegnando alla storia, oltre a una nuova stella nel firmamento hollywoodiano, anche la Vespa e l’immagine iconica della Roma turistica che fecero il giro del mondo. In Colazione da Tiffany la vena brillante e l’ironia di Blake Edwards, maestro della commedia americana, hanno dato il loro meglio, coniugando i momenti comici col fascino romantico delle grandi storie d’amore, sulle note di quella Moon River divenuta un classico.

Colazione da Tiffany, il film e il romanzo di Truman Capote

Colazione da Tiffany conquistò il pubblico e la critica anche grazie alle solide basi su cui poggiava. È infatti liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote del 1958. L’autore cedette i diritti alla Paramount Pictures, che ne finanziò la realizzazione per il grande schermo. Capote però, avrebbe voluto Marilyn Monroe come protagonista della versione cinematografica, mentre la scelta cadde su Audrey Hepburn e si rivelò un successo. Il romanzo poi, era ambientato negli anni ’40, anziché nei ’60.

La vicenda è incentrata su Holly Golightly, giovane donna di umili origini che vive a New York con un gatto senza nome e sogna una vita agiata, che spera di ottenere sposando un uomo ricco. Nel frattempo, fa l’accompagnatrice e trasmette messaggi in codice per conto del boss Sally Tomato, Alan Reed, detenuto a Sing Sing. Non crede nell’amore ed è uno spirito libero. Poi incontra Paul Varjak, George Peppard, uno scrittore autore di un solo libro. Il giovane è mantenuto dalla facoltosa Liz Failenson, Patricia Neal, cui si concede in cambio di denaro. Paul e Holly diventano presto amici. Paul si innamora di lei, scoprendone fragilità e ombre. Un giorno a New York arriva “Doc”, Buddy Ebsen, marito di Holly, che se ne era preso cura da bambina per poi sposarla, ancora giovanissima. Doc chiedere a Holly di tornare a casa, ma lei non ne vuole sapere. Nonostante gli sia molto affezionata, il mondo di provincia che Doc può offrirle le sta troppo stretto. Mentre Paul è sempre più preso da Holly, lei incontra ad una festa un ricco brasiliano, José De Silva, José Luis de Vilallonga, e decide di partire con lui ed iniziare una nuova vita in Brasile. Solo quando questi cambia idea e la lascia con un biglietto d’addio, Holly cede ai propri sentimenti verso Paul, decide di restare a New York e tornare da lui, il cui amore è sincero.

Il principale “tradimento” del film rispetto al romanzo di Capote consiste proprio in questo finale. La sceneggiatura di George Axelrod – candidata all’Oscar – prevede infatti il più classico degli happy end, andando incontro alle esigenze di Hollywood, mentre il romanzo aveva un finale più amaro, in cui Holly partiva da sola per il Brasile.

Audrey Hepburn è Holly Golightly

Se Colazione da Tiffany è un classico indiscusso del cinema, lo si deve soprattutto all’aristocratica, ma mai supponente bellezza dell’attrice britannica e alla sua perizia di attrice, che rese Miss Golightly elegante e leggera come il cognome suggeriva, superficiale e profonda, indipendente e fragile, volitiva e insicura al tempo stesso. Il film era in anticipo sui tempi nel proporre una donna spregiudicata, libera e un po’ pazza, che non teme il giudizio della gente. Una figura femminile per molti versi moderna, seppur per altri ancora vincolata a stereotipi mai passati di moda, impersonata magnificamente da Audrey Hepburn con una naturale freschezza, che la rende ancora oggi attualissima.

L’attrice – che dopo l’esordio hollywoodiano era stata protagonista di Sabrina (1954) per Billy Wilder, iniziando la sua collaborazione e amicizia con lo stilista Givenchy, e sarebbe poi stata un’indimenticabile  Eliza Doolittle in My Fair Lady di George Cukor (1965) –  ricevette la nomination all’Oscar per la sua interpretazione in Colazione da Tiffany, ma non vinse la statuetta, che andò a Sofia Loren per La Ciociara. Si aggiudicò invece il David Donatello come miglior attrice straniera.

Il cast di Colazione da Tiffany

Il successo di un film però, si sa, è merito di un lavoro collettivo. Dunque, Colazione da Tiffany, non è soltanto la grande interpretazione di Audrey Hepburn. Accanto a lei, attrici e attori che hanno fatto la storia di Hollywood.

Il protagonista maschile George PeppardLa conquista del West (1962), L’uomo che non sapeva amare (1964), La caduta delle aquile (1966), senza dimenticare la popolarità della serie tv A-Team – seppe tenere testa alla Hepburn, trovando una sua chiave solida ed ironica per interpretare lo squattrinato e innamorato Paul.

Patricia NealUltimatum alla terra (1951), Oscar come miglior attrice protagonista per Hud il selvaggio (1963), veste i panni dell’austera Liz. Mentre Martin BalsamLa parola ai giurati (1957), Psycho (1960), L’incredibile Murray – L’uomo che disse no (1966) per il quale ottenne l’Oscar come miglior interprete maschile – interpreta l’agente di Holly, O. J. Berman. Senza dimenticare Mickey Rooney nel ruolo del vicino di Holly, Mr. Yunioshi.

Grande importanza rivestono, come si è detto, i costumi di Hubert de Givenchy, Edith Head e Pauline Trigere. Miss Golightly non sarebbe mai diventata l’esempio di eleganza e classe che ancora oggi è senza gli abiti disegnati dal famoso stilista e  senza i suoi iconici accessori, come la chilometrica sigaretta, gli occhialoni da sole, la collana di perle spesso abbinata al tubino nero, o l’imponente cappello che la protagonista indossa per andare a Sing Sing.

Anche la scenografia di Roland Anderson e Hal Pereira ha la sua parte nel creare il personaggio e per questo ricevette una nomination all’Oscar: il piccolo appartamento di New York in cui vive Holly è il suo specchio: caotico e disordinato, ma colorato, leggero e divertente, come il telefono che tiene nella valigia per non sentirlo squillare. Quel caos che dà l’idea di una partenza imminente o di un arrivo è lo specchio della sua incapacità di legarsi a luoghi e persone, del suo desiderio di libertà. Come lo è Gatto, il gatto rosso senza nome che la accompagna, ma al quale la protagonista si ostina a sostenere di non essere legata.

La fotografia di Franz F. Planer regala momenti indimenticabili, come la sequenza d’apertura: la New York ancora quieta del primo mattino vede la protagonista sostare davanti alle vetrine di Tiffany, mentre consuma una brioche per colazione e cerca di dare sollievo alle sue “paturnie”.

Moon River, la canzone da Oscar di Colazione da Tiffany

Uno spazio particolare va dedicato alla colonna sonora e in special modo a Moon River, intonata sul balcone di casa dalla protagonista in una celebre scena del film. Il brano, scritto da Henry Mancini che ne curò la parte musicale e Johnny Mercer, autore del testo, è diventato una delle più famose canzoni da film in assoluto. Entrambi seppero interpretare al meglio l’anima romantica del film, potendo contare sul fascino delicato di Audrey Hepburn che ne impreziosiva l’interpretazione. Grazie a questa alchimia, il film vinse due Oscar: furono premiati sia il brano Moon River, giudicato miglior canzone, sia l’intera colonna sonora del film.

Le frasi più celebri di Colazione da Tiffany

Sono molte le battute di Colazione da Tiffany rimaste nella memoria del pubblico. Eccone alcune tra le più significative, che riguardano lo spirito indomito di Holly e la sua ritrosia ai legami di ogni genere, la sua concezione degli uomini, il suo rapporto con la bellezza e, ovviamente, Tiffany.

Holly e l’amore

Holly Golightly: “Non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica. Più le si vuole bene più diventa ribelle: finché un giorno se ne scappa nelle praterie e poi in cima a un albero. E poi su un albero più alto”.

Holly: “Non permetterò a nessuno di mettermi in gabbia”.

Paul Varjak: “Non voglio metterti in gabbia, io voglio amarti”.

Holly: “È la stessa cosa”.

Paul: “Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa”.

Holly e gli uomini

Quello che è certo è che avevo sbagliato nel classificarlo. Pensavo che fosse un verme. Invece è un super verme, ecco. Un super verme, sotto spoglie di verme”.

Un uomo si giudica dagli orecchini che ti regala … Che orrore questi… Li ho comprati io”.

Holly e la bellezza

Certe luci della ribalta rovinano la carnagione, a una ragazza”.

L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai”.

Holly e Tiffany

Holly: “Io vado pazza per Tiffany, specie in quei giorni in cui mi prendono le paturnie”.

Paul: “Vuol dire quando è triste?

Holly: “No … Uno è triste perché si accorge che sta ingrassando, o perché piove. Ma è diverso. No, le paturnie sono orribili: è come un’improvvisa paura di non si sa che. È mai capitato a lei?

Holly: “Non è divino?

Paul: “Che cosa?

Holly: “Tiffany… è una meraviglia, vero? Capisci cosa intendo quando dico che niente di brutto può accaderti qui? E non è per i gioielli, che a me non piacciono, tranne i brillanti s’intende…”.

Il trailer di Colazione da Tiffany

Ben Affleck racconterà al cinema la storia del dietro le quinte di Chinatown

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Ben Affleck racconterà la storia di Hollywood con un adattamento di “The Big Goodbye: Chinatown and the Last Years of Hollywood”, uno sguardo al backstage del film noir. Il film è stato messo in cantiere alla Paramount, il che è giusto dato che è stato il leggendario capo dello studio, Robert Evans, che ha contribuito a dare vita a uno dei film più belli della storia del cinema, uno sguardo oscuro e lucido al potere a Los Angeles.

Affleck firmerà la sceneggiatura adattata dal libro di Sam Wasson, oltre a dirigere il film. Il creatore di “Saturday Night Live” Lorne Michaels produrrà il film insieme ad Affleck.

Chinatown è considerato a ragione uno dei più grandi film mai realizzati, uno dei migliori film nella carriera di tutti i coinvolti, Jack Nicholson in primo luogo. Nel libro di Wasson si legge che la produzione era spesso burrascosa, dai rapporti del regista con i protagonisti alla realizzazione della colonna sonora, il set è stato spesso nervoso, ma alla fine il film è risultato magnifico.

Tornare a vincere, recensione del film con Ben Affleck

Abbiamo visto Ben Affleck protagonista nel film Tornare a Vincere, film che lo ha coinvolto particolarmente perché racconta la vicenda di un alcolizzato che si ripulisce e si rimette in piedi con le sue forze, una storia che ha molto di quello che è accaduto ad Affleck negli ultimi anni.

The Flash: la sceneggiatura di Morrison e Miller era simile a Ritorno al Futuro

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Il film su Flash in lavorazione alla Warner Bros ha attraversato moltissime fasi di riscrittura e diversi avvicendamenti sulla sedia di regia. Il team creativo più recente è formato dal regista di It, Andy Muschietti, e della sceneggiatrice di Birds of Prey, Christina Hodson, ma a un certo punto lo studio aveva effettivamente incaricato la star Ezra Miller di scrivere un suo trattamento insieme a Grant Morrison.

Alla fine la WB ha deciso di non seguire quella storia, ma abbiamo sentito che Miller preferiva una versione più oscura del personaggio. Ora, in una nuova intervista, Morrison lo ha contestato (in una certa misura), condividendo anche alcuni nuovi dettagli su ciò che ha comportato la loro interpretazione dell’arco narrativo di Flashpoint.

Lo scrittore scozzese ha detto a Collider di essere contento della sceneggiatura e crede che sarebbe potuta diventare anche molto buona, dopo alcune revisioni. Ha anche paragonato l’avventura dello spostamento nel tempo a Ritorno al futuro.

“No, non era [più oscuro] davvero. Voglio dire, c’erano elementi di oscurità e il materiale che volevano che usassimo [era] il materiale di Flashpoint. Quindi, Ezra ed io stavamo effettivamente cercando di fare qualcosa che fosse un po’ più come una grande storia di fantascienza. E se non conosci [i fumetti], avrebbe avuto senso. Ma non voglio parlarne, perché qualcun altro ha fatto il lavoro sulla sceneggiatura e sono sicuro che sarà fantastica. E forse, come ho detto, un giorno lo script mio e di Ezra trapelerà e sarà la gente a giudicare”.

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

Charlize Theron: ecco come sarebbe nei panni di Captain Marvel

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Charlize Theron: ecco come sarebbe nei panni di Captain Marvel

Captain Marvel è uscito lo scorso anno e, sebbene Brie Larson abbia avuto solo un ruolo molto piccolo in Avengers: Endgame nei panni di Carol Danvers, è probabile che il Marvel Cinematic Universe ruoterà attorno a lei per le fasi future. Naturalmente, molto prima che l’attrice premio Oscar fosse annunciata come la prescelta dai Marvel Studios, i fan dei fumetti speravano che venisse scelta Charlize Theron per il ruolo.

Ciò non è accaduto, e la star di The Old Guard ha recentemente rivelato di non aver mai parlato con Kevin Feige e compagnia in merito alla possibilità di unirsi a quel mondo condiviso.

Per quelli curiosi di sapere come sarebbe Theron nei panni di Captain Marvel, questa fantastica fan art aiuta a immaginarlo. L’attrice, che negli ultimi anni di carriera si è spacializzata in ruoli action da dura, sembra particolarmente intonata al look del personaggio, complice anche una capigliatura corta che aiuta non poco il look di Carol Danvers.

Captain Marvel 2: scelta la regista

Captain Marvel 2, il sequel del cinecomic con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’attesa serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: a quanto pare, i Marvel Studios sarebbero interessati ad affidare la regia del nuovo film ad una sola regista donna. Secondo la fonte, Boden e Fleck potrebbero essere comunque coinvolti in una delle serie Marvel attualmente in sviluppo e destinate a Disney+.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il sequel di Captain Marvel arriverà nelle sale l’8 Luglio 2022.

Tron: Jared Leto anticipa il titolo del terzo film

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Tron: Jared Leto anticipa il titolo del terzo film

Dopo tanti rumor poco fondati, finalmente la Disney ha deciso di portare avanti il suo progetto di un terzo film di Tron, che sarà un seguito di Tron: Legacy. A riportare la notizia è Deadline, una fonte attendibile.

Il giornale riferisce che Jared Leto (Suicide Squad, Blade Runner 2049) è stato scelto per interpretare il ruolo del protagonista, anche se non sono stati forniti ancora dettagli sul suo personaggio. Secondo il report, il regista del film è stato scelto: Garth Davis che ha di recente diretto Lion e Mary Magdalene. Questo sarà il primo film del regista ad alto budget, e si dice che abbia inseguito questo incarico e questa regia in maniera molto aggressiva, puntando a conquistare i dirigenti della Disney.

Adesso però sembra che Jared Leto abbia rivelato involontariamente il titolo del film in un Tweet che poi è stato rimosso. Eccolo di seguito:

Altri report che qui non sono stati ripetuti o confermati, riferivano che gli attori protagonisti degli altri due film, Jeff Bridges, Garrett Hedlund e Olivia Wilde, potrebbero tornare nei loro ruoli. Sebbene sia stato scelto anche un regista, Deadline sottolinea che Tron 3 non ha effettivamente ricevuto il via libera, quindi c’è sempre la possibilità che il film finisca per non andare avanti. Tuttavia, si dice che il coinvolgimento di Davis sia “una spinta nella giusta direzione”.

In attesa di nuovi dettagli, ricordiamo che Tron: Legacy è un film del 2010 diretto da Joseph Kosinski, seguito del film Tron del 1982. Il film, prodotto dal regista di Tron Steven Lisberger, è incentrato su un soggetto originale di Brian Klugman e Lee Sternthal. I protagonisti originali, Bruce Boxleitner e Jeff Bridges, riprendono i loro ruoli, mentre Garrett Hedlund interpreta il figlio adulto di Flynn. Tra gli altri nel cast appaiono anche Olivia Wilde, Michael Sheen e James Frain.

Avengers: Endgame, i Russo volevano Carrie Coon per Proxima Midnight

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Come il resto dell’Ordine Nero di Thanos, Proxima Midnight non ha avuto un grande spazio in Avengers: Infinity War, tutti i membri dell’Ordine infatti sono stati uccisi o sconfitti, senza troppa difficoltà dai nostri eroi e, sebbene sia giusto che i buoni trionfino, ci si aspettava qualcosa di più dai famigerati Figli di Thanos.

Anche se i personaggi vengono poi riproposti nella battaglia finale di Avengers: Endgame, sono serviti solo per incrementare da un punto di vista scenografico le fila di Thanos, dato che non hanno nemmeno partecipato chiaramente a scontri o battaglie, tuttavia i Fratelli Russo avevano dei piani differenti.

Durante una recente intervista con Entertainment Weekly, l’attrice Carrie Coon, che abbiamo visto in Leftovers e in Gone Girl – L’Amore Bugiardo, ha rivelato che le era stato chiesto di lavorare in Avengers: Endgame, ma ha dovuto rifiutare i problemi di programmazione.

“Ho fatto un provino per la voce fuori campo; non è stato specificato quale fosse il progetto”, ha detto l’attrice “Erano molto riservati al riguardo, ma mi sono state date alcune delle battute che sono finite nel film. [I Russo] erano entusiasti della possibilità che io stessa potessi interpretare anche il personaggio, e mi hanno invitata ad andare fino ad Atlanta. Ero incinta e stavo recitando in quel momento, quindi sono volata lì e sono stata sul set con loro per circa 12 ore”.

Tuttavia, quando si è poi arrivati alle riprese di Avengers: Endgame, Coon non è riuscita a partecipare, e Monique Ganderton è stata scelta come sostituta (motivo per cui non abbiamo sentito parlare di Proxima nel sequel).

Ma sembra che Carrie Coon sia comunque interessata ad un eventuale, quanto improbabile, ritorno nel MCU, visto che scherzando ha dichiarato: “Nessuno muore mai. È molto probabile che io possa avere la mia nuova opportunità con gli Avengers. Ma non tratterrei il fiato.” 

Sedicicorto 2020: Giuliano Montaldo e Jafar Panahi premi alla carriera

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Sedicicorto Forlì International Film Festival annuncia che saranno Giuliano Montaldo e Jafar Panahi i premi alla carriera per l’edizione 2020, la numero diciassette. I riconoscimenti sono assegnati quest’anno in collaborazione con CinemaItaliano.info. Il portale, leader nella promozione del cinema italiano, è per il secondo anno media partner del festival romagnolo, in programma dal 2 all’11 ottobre in edizione ibrida, in streaming su MyMovies.it e dal vivo alla Sala San Luigi e all’Auditorium Intesa San Paolo di Forlì.

Giuliano Montaldo, nato a Genova il 22 febbraio del 1930, è uno dei più grandi cineasti del cinema italiano. Esordisce nel 1961 con Tiro al piccione, nel corso della sua carriera ha firmato opere indelebili per la cultura del nostro paese. Giordano Bruno, Sacco e Vanzetti, entrambi con uno straordinario Gian Maria Volonté, sono film politici di portata storica, oltre che due capolavori. Ha colto lo spirito del tempo con film come Il giocattolo, una lettura modernissima dell’Italia degli anni Settanta, ha contribuito a cambiare anche il concetto di serialità televisiva, realizzando il primo kolossal per il piccolo schermo, lo storico Marco Polo della RAI.

Si è cimentato anche nel cortometraggio. Arlecchino, del 1983, sarà proiettato il 14 settembre a Forlì, in occasione di Anteprima Sedicicorto all’Arena Musei San Domenico. Sarà la prima proiezione pubblica dal 2004, quando fu mostrato restaurato al Festival di Venezia.

Jafar Panahi è uno dei più importanti cineasti iraniani. Vincitore della Camera d’Ora a Cannes con il suo film d’esordio, Il palloncino bianco, ha poi frequentato tutti i più importanti festival del mondo le opere successive. Lo specchio fu Pardo d’oro al Festival di Locarno 1997, Il cerchio, vincitore del Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia del 2000. Taxi Teheran vinse l’Orso d’oro a Berlino nel 2015. Panahi è uno strenuo sostenitore dei diritti civili nel suo paese e oppositore del regime, una lotta che gli costò nel 2010 l’arresto e il divieto di girare film per vent’anni. Cosa che, naturalmente, non ha fatto, realizzando le sue opere in segreto e facendole uscire dal paese in tutti i modi possibili, persino spedendo un suo film dentro una torta. Un artista eccezionale, in tutti i sensi, a cui va il Premio IranFest alla Carriera.

Sedicicorto Forlì International Film Festival 2020 si terrà dal 2 all’11 ottobre ed è realizzato con il contributo di Comune di Forlì, Film Commission Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo – Mibact e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la sponsorship di Intesa San Paolo, Daniele Alessandrini Abbigliamento e Cantine DreiDonà, con il patrocinio del Parlamento Europeo.

Iron Man: l’evoluzione completa della sua armatura

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Iron Man: l’evoluzione completa della sua armatura

Un nuovo video di Disney+ mostra l’evoluzione, nel corso degli anni, dell’armatura di Iron Man (Robert Downey Jr.) nel Marvel Cinematic Universe. L’eroe che ha inaugurato il franchise ha usato la sua armatura autoprodotta per svolgere le sue imprese come Vendicatore. Grazie alla sua inclinazione per il miglioramento della sua tecnologia, ha continuato ad armeggiare sui suoi congegni durante il tutto il periodo in cui ha svolto le sue mansioni da supereroe, fino alla sua ultima e più futuristica creazione.

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Il primo guscio di Tony Stark, tuttavia, non è stato realizzato con l’intenzione di essere utilizzato in combattimento. Era semplicemente un mezzo per sfuggire alla sua prigionia in Afghanistan nel primo film di Iron Man. Lo ha creato con risorse limitate e in cattive condizioni, ma con l’aiuto del brillante chirurgo Ho Yinsen (Shaun Toub), che gli ha salvato la vita. Al suo ritorno a casa, l’armatura è diventata un promemoria del fatto che avrebbe potuto usare la sua tecnologia per il bene e non per il male. Da allora, il genio miliardario ha indossato regolarmente il suo costume di Iron Man per varie missioni fino alla sua morte in Avengers: Endgame.

Una nuova clip promozionale diffusa da Disney + segue l’evoluzione delle armature di Iron Man a partire dall’ingombrante e improvvisato Mark I di Iron Man del 2008 all’elegante e high-tech Mark 85 di Endgame. Il video è stato lanciato come parte della messa in streaming di tutti i film di Iron Man sulla piattaforma. Guarda la clip qui sotto:

https://twitter.com/disneyplus/status/1292543672177786882?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1292543672177786882%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Firon-man-avengers-suits-evolution-marvel-video%2F

Iron Man: i villain che lui stesso ha creato

Hulk: la scena “Sono sempre arrabbiato” disegnata a mano

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Hulk: la scena “Sono sempre arrabbiato” disegnata a mano

Un talentuoso fan della Marvel ha realizzato una versione alternativa della scena “Sono sempre arrabbiato” di Hulk da The Avengers usando l’animazione del flipbook disegnata a mano.

Bruce Banner / Hulk è diventato una parte importante del Marvel Cinematic Universe da quando la versione del personaggio di Mark Ruffalo è stata introdotta in quel film. In qualità di uno dei sei Vendicatori originali, Hulk ha avuto un ruolo importante in diversi film MCU, tra cui Avengers: Endgame. Lì, ha debuttato in versione “professor Hulk”, fornendo un elemento comico, ma anche impugnando il Guanto dell’Infinito per riportare in vita coloro che erano stati polverizzati in Avengers: Infinity War.

Ora, l’utente di Reddit IamHassee1 ha creato un’impressionante rivisitazione della scena usando l’animazione in flipbook, avvalendosi dell’audio originale del film. Eccolo di seguito:

Avengers art by dP Art Drawing
by inmarvelstudios

Alla fine di Avengers: Endgame, abbiamo lasciato Smart Hulk con un braccio gravemente ferito, presumibilmente di base alla Avengers Facility, che dovrebbe essere stata ricostruita. Non sappiamo se c’è ancora posto per il personaggio nel futuro del Marvel Cinematic Universe, ma sappiamo che sicuramente l’eroe ha trovato l’equilibrio che cercava tra la sua parte rabbiosa e il suo geniale cervello. Sembra proprio che adesso non sia più “sempre arrabbiato”.

Justice League Snyder Cut: i video e le foto del film “già meglio dell'”altra versione”

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Ray Porter, che interpreterà Darkseid in Justice League Snyder Cut, pensa che la prima clip rilasciata e le prime foto a bassa risoluzione siano migliori dell’intera versione cinematografica di Joss Whedon. Sebbene quel film attribuisca ancora a Zack Snyder la regia, il montaggio di Justice League differisce drasticamente dalla visione originale del regista.

Dopo l’annuncio che HBO Max diffonderà la Justice League Snyder Cut, Snyder ha utilizzato i social media per condividere anticipazioni sulla trama del film e altri elementi, dando nuove informazioni. A giugno, Snyder ha condiviso la prima clip ufficiale, che mostra la Wonder Woman di Gal Gadot che trova un dipinto di Darkseid. Poi, alla Justice Con del mese scorso, il regista ha diffuso un breve video di Superman (Henry Cavill) che indossava il suo famigerato costume nero. E, proprio questo fine settimana, Snyder ha rivelato una versione a bassa risoluzione di una nuova immagine di Steppenwolf, suggerendo un aspetto più spaventoso per il personaggio.

Subito dopo la pubblicazione della foto di Steppenwolf, Porter ha condiviso i suoi pensieri su di essa e sulla clip precedentemente diffusa, confrontandola con l’intera versione del film di Whedon. Ecco cosa ha scritto: “Un video di 30 secondi e foto a bassa risoluzione. Già meglio dell’intera altra versione. Affanculo chi prende in giro. Questo sarà epico.”

https://twitter.com/Ray__Porter/status/1292186017210875904?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1292186017210875904%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fjustice-league-ray-porter-darkseid-snyder-cut-clip%2F

Justice League Snyder Cut: ecco tutti i dettagli svelati da Zack Snyder

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Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Jurassic World: Dominion, ci saranno legami con Il Mondo Perduto

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Jurassic World: Dominion, ci saranno legami con Il Mondo Perduto

Colin Trevorrow ha condiviso una foto del set di Jurassic World: Dominion che include un riferimento a un luogo familiare. L’immagine mostra un contenitore di cella frigorifera all’interno di un laboratorio e il contenitore ha l’etichetta “Sito B Isla Sorna”. Isla Sorna è la location de Il Mondo Perduto, e successivamente è stata rivisitata durante Jurassic Park 3. Che questa nuova avventura “giurassica” ci porterà di nuovo su questo luogo ben noto?

In realtà non sarebbe una sorpresa troppo grande trovare in questo film molti più elementi del franchise originale, dato che il film vedrà il ritorno anche di Ellie Sattler e Alan Grant. Ecco di seguito la foto condivisa da Trevorrow:

Le riprese di Jurassic World: Dominion

In occasione delle riprese di Jurassic World: Dominion, la Universal Pictures ha dovuto implementare sul set tutta una serie di rigidi protocolli sanitari per permettere a tutti i membri coinvolti nella produzione di poter lavorare in sicurezza. Tra i protocolli che entreranno in vigore, figura anche un’area dedicata che gestirà tutti i requisiti medici della produzione, inclusi test sierologici e tamponi.

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Franca Valeri: l’omaggio e il ricordo di Artisti 7607

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Franca Valeri: l’omaggio e il ricordo di Artisti 7607

Artisti 7607 ricorda Franca Valeri, tra le prime sostenitrici della collecting dei diritti connessi al diritto d’autore. Dalla pagina facebook della collecting le parole dell’attrice vengono lette in video in suo ricordo, da Urbano Barberini, Claudio Bisio, Paolo Calabresi, Chiara Colizzi, Cecilia Dazzi, Elio Germano, Carmen Giardina, Valeria Golino, Caterina Guzzanti, Georgia Lepore, Neri Marcorè, Cinzia Mascoli, Valerio Mastandrea, Alberto Molinari, Paco Reconti, Alessandro Riceci e Michele Riondino, che danno voce ai pensieri scritti e tratti dai libri della Valeri: ”Bugiarda no, reticente”, “La vacanza dei superstiti” e “Il secolo della noia”, di Einaudi Editore.

Nel 2012, partecipando al video di Artisti 7607 ”Una commedia italiana che non fa ridere”, Franca Valeri affermava combattiva <<Abbiamo la forza di ottenere tutto questo. Sapete perché? Perché abbiamo sufficienti competenze per farlo>>. Nel giorno della sua scomparsa, arriva il sentito saluto di Artisti 7607: <<Cara Franca, le attrici e gli attori italiani non dimenticheranno quanto hai fatto per i loro diritti sostenendo con coraggio e fiducia il progetto Artisti 7607, oggi una realtà importante anche grazie a te. Ciao da noi cretinetti>>.

MCU Fase 4: i personaggi con un grande potenziale

MCU Fase 4: i personaggi con un grande potenziale

Proprio come gli atleti possono avere una stagione di “breakout”, il MCU deve ora affrontare una carenza di personaggi di rilievo, visto che i principali eroi hanno archiviato la loro presenza nell’universo condiviso in Avengers: Endgame.

Visto però che il MCU continuerà per una Fase 4 e una Fase 5 ancora nebulose ma annunciate, resta da capire quali sono i personaggi, inediti o già in corso di presentazione, che potranno essere sfruttati al meglio per dei cicli narrativi avvincenti.

Yelena Belova

In un primo momento ritenuta un’apparizione una tantum, la Yelena Belova di Florence Pugh debutterà in Black Widow e ora, secondo i nuovi sviluppi, potrebbe diventare un punto fermo per il nuovo roster MCU. Sappiamo che l’arco narrativo di Natasha Romanoff è concluso, visti gli eventi di Avengers: Endgame, ma c’era sempre la probabilità che il suo film da protagonista potesse servire come punto di partenza per altri personaggi secondari.

Yelena Belova potrebbe occupare il vuoto lasciato da Vedova Nera e sarebbe un cambiamento coerente, e il processo del “passaggio del testimone” potrebbe benissimo avere luogo dentro al film che vedremo a novembre. L’affiliazione di Yelena con Thunderbolts, A.I.M e S.H.I.E.L.D. (per citarne alcuni) nei fumetti lascia immaginare che il personaggio possa essere sviluppato nel lungo corso.

Ms. Marvel

ms. marvelNel caso in cui non si avesse familiarità con Kamala Khan prima, è probabile che presto tutti conosceranno il personaggio secondario, visto che comparirà in una serie Disney + già annunciata e avrà un’apparizione nel prossimo videogioco Marvel’s Avengers. Ms. Marvel si preannuncia come un nome ricorrente nel futuro del Marvel, e questo era valido anche prima che arrivasse la notizia di un cameo del personaggio in Captain Marvel 2.

Il suo ruolo di supporto riportato nel sequel di Captain Marvel è un’ulteriore prova dell’eredità che porta con sé il personaggio nella fase successiva del MCU. Proprio come Tony Stark ha fatto da mentore a Peter Parker per il suo ruolo di Vendicatore, Carol Danvers può fare lo stesso per Kamala Khan. Se i Marvel Studios hanno gli occhi puntati sulla loro versione dei “Nuovi Vendicatori”, è una scommessa sicura presumere che Ms. Marvel sarà un volto frequente sul grande schermo.

Moon Knight

I Marvel Studios hanno risposto alla chiamata dei fan quando hanno annunciato che Moon Knight sarebbe stato introdotto nel MCU in una sua serie Disney+. Mentre il processo di casting ufficiale è ancora in corso, sappiamo che l’introduzione del personaggio è estremamente importante e significativa per tutto lo Studio.

Ciò che rende Moon Knight un potenziale candidato a ruolo ricorrente nella Fase 4 sono gli attributi che possiede come personaggio. Il suo status di imprenditore milionario e il suo sfruttamento della ricchezza per il suo equipaggiamento hanno portato naturalmente a paragoni con Batman della DC, e ha superpoteri molto simili ad altri eroi, ma ha anche identità multiple, qualcosa non ancora completamente esplorato in tutto il MCU.

Se i Marvel Studios esplorassero l’uso di identità multiple da parte di Marc Spector, oltre al suo passato da mercenario ed ex agente della CIA, questo darebbe al MCU un personaggio nuovo e complesso che potrebbe catturare il favore di moltissimi fan e spettatori.

Valchiria

“Come nuovo re, ha bisogno di trovare la sua regina. Questo sarà il suo primo ordine del giorno. Ha delle idee. Tenervi aggiornati.” Sono le parole che Tessa Thompson ha pronunciato sul palco del Comic Con 2019, all’annuncio di Thor: Love and Thunder con Natalie Portman.

Mentre Valchiria è già diventata una dei personaggi preferiti dalla sua introduzione in Thor: Ragnarok, la convinzione qui è che la sua presenza aiuterà i Marvel Studios a creare il prossimo team-up che può essere protagonista nel futuro del MCU. La sua affiliazione con i Difensori e in particolare con Misty Knight nei fumetti potrebbe spingere i Marvel Studios a raccontare le suddette squadre dopo il precedente adattamento su Netflix.

Nova

Gli eventi di Avengers: Endgame hanno lasciato la porta spalancata per il futuro del MCU e hanno permesso ai Marvel Studios di sfruttare il suo elenco di personaggi per il futuro. Un personaggio a cui potrebbe finalmente essere dato un volto è Nova, e lo stato attuale dell’Universo Condiviso rende la sua possibile introduzione più che logica.

Uno degli ultimi report afferma che l’idea di portare Nova al cinema è nelle prime fasi di sviluppo, ma resta da vedere quale versione dell’eroe cosmico sia stata scelta. L’MCU potrebbe accogliere Richard Rider o Sam Alexander nel roster. Con i Nova Corps già presentati in Guardiani della Galassia e lo spostamento del MCU verso le avventure cosmiche, l’introduzione di Nova avrebbe molto senso.

I’m Thinking of Ending Things: il trailer del film di Charlie Kaufman

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Ecco il trailer originale di I’m Thinking of Ending Things, il nuovo film di Charlie Kaufman (sceneggiatore di Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee e Se mi lasci, ti cancello e regista di Anomalisa) che debutterà su Netflix a partire dal prossimo 4 settembre.

La sceneggiatura del film è tratta dal romanzo omonimo di Iain Reid, che a sua volta racconta la storia di Jake, in viaggio per andare a trovare i suoi genitori nella loro fattoria isolata in compagnia della sua fidanzata che sta pensando di terminare la loro relazione. Quando però il ragazzo prende una decisione inaspettata lasciandola senza prospettiva, la coppia entrerà in uno stato di palpabile tensione, fragilità psicologica e puro terrore.

Il cast del film annovera Jesse Plemons (Breaking Bad, Fargo), David Thewlis (Wonder Woman), Toni Collette (Hereditary – Le Radici del Male) e Jessie Buckley (Taboo, Chernobyl).

Star Wars: dai fumetti, ecco la tomba di Padme

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Star Wars: dai fumetti, ecco la tomba di Padme

L’universo di Star Wars è in continua espansione. Per quanto il nuovo corso Disney del franchise abbia voluto imporre la sua timeline riducendo l’universo espanso ai film, il marchio continua ad avere tantissime declinazioni e tra serie tv e fumetti, continua ad ingrandirsi.

Proprio dai fumetti arriva una nuova immagine della tomba di Padme Amidala. Si tratta del volume 4 della nuova storia dedicata a Darth Vader, e nelle immagini di seguito, vediamo il Lord Sith recarsi sulla tomba dell’amata, forse per tentare l’ultimo gesto e provare a riportarla in vita. Ecco le immagini:

Nelle vicende cinematografiche, l’amore tra Padme e Anakin, prima che diventasse Darth Vader, è stato raccontato dalla trilogia prequel, che narra proprio della nascita dei gemelli Skywalker e dell’ascesa del Lord Sith, corrotto dall’Imperatore. La trilogia sequel non è troppo amata dai fan, se non nell’ultimo capitolo, che si conclude proprio con la morte di Padme e la nascita di Darth Vader, mentre i due neonati, Luke e Leia, vengono separati, uno su Tatooine e l’altra di Alderaan.

La saga degli Skywalker, che vede la sua origine proprio in Anakin, si è conclusa, al cinema, lo scorso dicembre, con l’arrivo in sala di Episodio IX, che ha presentato e sviluppato nuovi poteri Jedi, come la guarigione e rinascita attraverso l’uso della Forza. Questa idea, che sembra andare contro il canone, è stata contestualizzata e spiegata in diversi momenti e qui ne trovate un assaggio.

Small Axe: il trailer del nuovo progetto antologico di Steve McQueen

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Amazon Prime ha condiviso il primo trailer del prossimo progetto antologico di Steve McQueen, dal titolo Small Axe che comprende diversi film, tutti diretti dal regista di Shame e 12 Anni Schiavo. Il primo sguardo offerto proviene dalla puntata “Mangrove”. Interpretato da Letitia Wright, molto amata dal pubblico in Black Panther e Avengers: Infinity War, “Mangrove” fa parte della selezione ufficiale del Festival di Cannes e del Festival di New York. Small Axe è il primo progetto televisivo di McQueen e “Mangrove” segna il primo nuovo filmato realizzato da McQueen dopo l’uscita nel 2018 di Widows.

Secondo la sinossi ufficiale di Amazon, “Mangrove” racconta la “vera storia dei Mangrove 9, un gruppo di attivisti neri che si sono scontrati con la polizia di Londra durante una marcia di protesta nel 1970, e il processo a grande impatto mediatico che ne è seguito. Il processo è stato il primo riconoscimento giudiziario di comportamenti motivati ​​dall’odio razziale all’interno della polizia metropolitana”. Al fianco di Wright c’è un cast che include Shaun Parkes, Malachi Kirby, Rochenda Sandall, Jack Lowden, Sam Spruell, Gershwyn Eustache Jr. e Gary Beadle, tra gli altri. “Mangrove” è stato scritto insieme da McQueen e Alastair Siddons.

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