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La bambola assassina: dopo Woody, anche Slinky di Toy Story vittima del poster

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Dopo lo Sceriffo Woody, anche il cagnolino a molla Slinky, trai protagonisti del franchise di Toy Story, è stato vittima di uno dei poster de La Bambola Assassina. Di seguito, i resti del giocattolo sono vengono crudelmente arrostiti dalla mano del temibile Chucky!

Chucky, la bambola più spietata della storia del cinema, sta per tornare. Il film sarà nelle sale cinematografiche da mercoledì 19 giugno, distribuito in anteprima mondiale da Midnight Factory, etichetta horror di Koch Media.

La bambola assassina, first look

Realizzato dai produttori di IT e diretto da Lars Klevberg (Polaroid) è un prodotto targato Orion Pictures Corporation, società MGM. Chucky è molto più di un giocattolo…è il tuo migliore amico.

Tutti insieme appassionatamente: 10 cose che non sai sul film

Tutti insieme appassionatamente: 10 cose che non sai sul film

Tutti insieme appassionatamente è uno di quei musical che non ci si stancherebbe mai di guardare, estremamente coinvolgente e, nonostante il contesto storico, molto leggero e spensierato.

Se la storia è nota a tutti, quella della giovane Maria che vorrebbe diventare suora e si innamora, corrisposta, del capitano von Trapp, genitore di sette figli che necessita di una bambinaia, tante dinamiche sono rimaste all’oscuro.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Tutti insieme appassionatamente.

Tutti insieme appassionatamente film

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1. Ha salvato la 20th Century Fox. Dopo il disastro economico generato dal film Cleopatra nel 1963, la Twentieth Century Fox era praticamente ad un passo dalla bancarotta. Pare che fu proprio Tutti insieme appassionatamente a salvare la casa di produzione dal disastro irreversibile.

2. Robert Wise ha modificato il carattere del capitano. Stando a quando detto dalla stessa Maria von Trapp, il carattere di suo marito non era così burbero, così come non era mai stato così severo con i loro dieci figli (sette del precedente matrimonio e tre avuti con Maria). Pare che la vera Maria abbia chiesto a Robert Wise di ammorbidire il personaggio di suo marito, ritratto in maniera molto severa nel film, ma il regista di rifiutò di farlo.

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3. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua disponibilità sulle diverse piattaforme di streaming legale digitale come Rakuten Tv, Chili, Google Play e iTunes.

Tutti insieme appassionatamente canzoni

4. Plummer considerava banale Edelweiss. Tutti insieme appassionatamente possiede un insieme di canzoni indimenticabili e orecchiabili, ma pare che non sia stato così proprio per tutti. Stando ad alcune dichiarazioni, sembra che Christopher Plummer non amasse molto la canzone Edelweiss, considerata da lui banale, tanto da scrivere una lettera allo sceneggiatore Ernest Lehman, suggerendo che sarebbe stato necessario riscriverla. Inutile dire che la sua richiesta sia stata respinta.

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5. Christopher Plummer non aveva molte informazioni circa il suo personaggio. Prima di iniziare le riprese di Tutti insieme appassionatamente, gli attori hanno cercato di dare il maggior realismo possibile. Tuttavia, erano davvero poche le informazioni che riguardavano il vero capitano Georg von Trapp, tanto che Christopher Plummer si recò sulle montagne di Salisburgo con un interprete. Proprio in quelle zone, i due incontrarono un nipote di Georg che rivelò loro di come non fosse che l’uomo più noioso da lui mai incontrato.

6. Julie Andrews stava per rifiutare il film. Una volta visto il film, diventa quasi impossibile pensare che Julie Andrews era vicina a rifiutare di interpretare Maria. La motivazione che le stava per far compiere il passo sbagliato era che, secondo lei, il suo personaggio fosse molto simile al suo ruolo in Mary Poppins, realizzato solo un anno prima.

7. A Christopher Plummer non piaceva molto la Andrews. Pare che durante le riprese di Tutti insieme appassionatamente non scorresse buon sangue tra Plummer e la Andrews, tanto che l’attore ha ammesso di trovare la sua collega insopportabile e fastidiosa, chiamandola Miss Disney quando parlava di lei al resto del cast o della troupe. Solo più tardi ha capito di essere stato decisamente immatura e la Andrews è stata una grande attrice e una grande professionista, tanto che poi i due sono diventati molto amici e lo sono tuttora.

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8. Si basa sull’omonimo musical teatrale. Tutti insieme appassionatamente, realizzato al cinema del 1965, è tratto dal musical teatrale intitolato The Sound of Music e realizzato dalla coppia formata da Richard Rodgers e Oscar Hamerstein II. A sua volta, lo spettacolo si basa sul romanzo autobiografico La famiglia Trapp (The Story of the Trapp Family Singers), scritto da Maria Augusta von Trapp.

9. Il film ha richiesto diverse competenze. Sebbene gli attori scelti per film avevano le qualità richieste per i loro ruoli, quasi tutti gli attori hanno dovuto imparare a fare cose nuove. Ad esempio, sia Julie Andrews che Christopher Plummer hanno dovuto imparare a suonare la chitarra.

10. Ci sarebbero dovute essere le canzoni cantate dalla vera famiglia von Trapp. I librettisti Howard Lindsay e Russel Crouse volevano inizialmente usare le canzoni che la vera famiglia von Trapp aveva cantato. Tuttavia, i due pensasoro di riscrivere una nuova colonna sonora pensando che l’originale non si sposasse bene con la musica folk.

Fonti: IMDb

Non è un paese per vecchi: 10 cose da sapere sul film

Non è un paese per vecchi: 10 cose da sapere sul film

Non è un paese per vecchi è uno di questi film che ha lasciato letteralmente il segno nella storia del cinema degli ultimi anni, grazie alla storia narrata e ad una cast magnifico, senza parlare della regia.

Non sono molti i film che riescono a rimanere nell’immaginario collettivo, ma questo film dei fratelli Coen è riuscito nell’intento e vincendo ben quattro Oscar tra Miglior regia, Miglior film, Miglior sceneggiatura non originale e Miglior Attore non Protagonista a Javier Bardem.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Non è un paese per vecchi.

Non è un paese per vecchi film

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1. I fratelli Coen hanno avuto un modello di riferimento per il protagonista. I due registi di Non è un paese per vecchi hanno usato una foto del padrone di un bordello, scattata nel 1979, usandola come modello per il taglio di capelli di Anton Chigurh.

2. I registi non avevano gli attori in mente per i personaggi. Tendenzialmente, quando Joel ed Ethan Coen scrivono la sceneggiatura di un loro film, hanno sempre in mente degli attori precisi per i propri personaggi. Per Non è un paese per vecchi è avvenuto l’opposto, cioè i due non hanno pensato agli attori al momento della stesura.

3. Il reparto trucco ha richiesto delle spese impreviste. Una certa parte del budget del film è stato riservato al make-up, che richiedeva di utilizzare del sangue finto che costava qualcosa come ottocento dollari al gallone. Joel Coen ha realizzato il perché stavano spendendo così tanto perché la differenza con il comune sangue finto (realizzato con dello zucchero) era notevole.

Non è un paese per vecchi streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse rivedere questo film o semplicemente recuperarlo, è possibile farlo grazie alla sua presenza su diverse piattaforme digitali legali come Tim Vision, Rakuten Tv, Infinity, Chili, Google Play e iTunes.

Non è un paese per vecchi libro

5. Lo romanzo si riferisco ad un fatto vero. Nel racconto, lo sceriffo Bell dice ai trafficanti di droga: “Qui, a San Antonio, hanno sparato e ucciso un giudice federale”. Il fatto raccontato da Cormac McCarthy, che ha ambientato la storia nel 1980, si riferisce all’uccisione del giudice federale John Howland Wood da parte del killer Charles Harrelson, padre di Woody Harrelson.

6. Le parti d’azione sono uguali al libro. Contrariamente ai film di maggior successo realizzati basandosi sui libri omonimi, gran parte dell’azione del film è stata presa parola per parola dal romanzo di Cormac McCarthy, narrate nello stesso ordine. Una delle poche cose modificate, è un fatto insolito per i fratelli Coen, sono stati i dialoghi, ridotti in molte scene rispetto al libro.

Non è un paese per vecchi spiegazione

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7. Il senso di colpa dello sceriffo. I sogni di Bell incapsulano il significato di Non è un paese per vecchi. Lo sceriffo in pensione non dà molto significato al suo primo sogno, ma sembra simboleggiare il senso di colpa verso la morte di Moss. Come nel sogno, gli era stato affidato un compito e ha fallito, nonostante la promessa fatta a Carla Jean. Un’inquietudine che senso a livello del subconscio e che si manifesta tramite il sogno.

Non è un paese per vecchi finale

8. Un paese in cui i vecchi non possono vivere. Il titolo del film, Non è paese per vecchi, sintetizza il conflitto generazionale narrato. Il sogno dello sceriffo non sarebbe altro che una riflessione di come nel passato non ci sia mai stata la violenza del presente e che, di fatto, non può essere un paese per vecchi proprio per questo motivo.

Non è un paese per vecchi cast

9. Javier Bardem è stato scelto perché opposto al suo personaggio. Quando i fratelli Coen hanno approcciato Javier Bardem per fargli interpretare Chigurh, l’attore spagnolo disse “Io non guido, parlo male l’inglese e odio la violenza”. I Coen hanno risposto che era proprio per quello che lo avevano contattato.

10. Josh Brolin si era fatto male prima delle riprese. Appena due giorni dopo aver ottenuto la parte in Non è un paese per vecchi, Josh Brolin si è fratturato una spalla in un incidente automobilistico. Per fortuna dell’attore, il trauma non si è rivelato così grave come pensava, permettendogli di effettuare le riprese con tranquillità.

Fonti: IMDb, screenrant

La ricerca della felicità: 10 cose che non sai sul film

La ricerca della felicità: 10 cose che non sai sul film

La ricerca della felicità è uno di quei film che ha goduto di un enorme successo nel 2006, anno d’uscita, e anche in quelli a venire, riuscendo a colpire il cuore degli spettatori di tutto il mondo.

Questo film non fa altro che raccontare una storia vera e narrare come non ci si debba mai abbattere durante la ricerca della propria felicità, cercando di combattere tutti gli ostacoli che si possono trovare sul cammino.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su La ricerca della felicità.

La ricerca della felicità film

la ricerca della felicità

1. I senzatetto del film erano reali. La ricerca della felicità racconta i giorni di intensa povertà provati da Chris Gardner e da suo figlio, costretti a vivere nella zone più povere di San Francisco. In queste scene, i senzatetto che si vedono sono autentici e, per apparire nel film, sono stati pagati più di otto dollari l’ora e gli sono stati offerti i pranzi. Per alcuni di loro quelli erano i primi soldi che non vedevano da tanto tempo.

2. Sono stati assunti dei professionisti. In La ricerca della felicità, il personaggio di Will Smith gioca spesso al cubo di Rubik. Per far sì che l’attore fosse in grado di risolverlo in meno di due minuti, sono stati ingaggiati i campioni Tyson Mao, Toby Mao e Lars Petrus che gli hanno insegnato le tecniche giuste.

3. Muccino è stato voluto da Will Smith. Sembra che l’attore americano, che per La ricerca della felicità è stato anche produttore del film, oltre che esserne il protagonista, abbia scelto Gabriele Muccino per la regia dopo aver visto L’ultimo bacio (2001) e Ricordati di me (2003).

La ricerca della felicità streaming

4. Il film è disponibile per lo streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere La ricerca della felicità, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming legale digitale, come Rakuten Tv, Chili, Infinity e Netflix.

La ricerca della felicità frasi

la ricerca della felicità

5. Sono molte le frasi indimenticabili. Non sono tanti i film che riescono ad entrare nell’immaginario collettivo delle persone e che riescono a rimanere ancorati anche con poche frasi. Questo, però, è il caso de La ricerca della felicità ed ecco qualche esempio:

  • Hey! Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Neanche a me. Ok? Se hai un sogno tu lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare. Se vuoi qualcosa, vai e inseguila. Punto. (Chris)
  • Fu in quel momento che cominciai a pensare a Thomas Jefferson, e alla dichiarazione d’indipendenza, quando parla del diritto che abbiamo alla vita, libertà e ricerca della felicità, e ricordo di aver pensato, come sapeva di dover usare la parola ricerca. Perché la felicità è qualcosa che possiamo solo inseguire, e che forse non riusciremo mai a raggiungere, qualunque cosa facciamo, come faceva a saperlo?! (Chris)
  • Sono stato seduto là fuori per mezz’ora cercando di trovare una storia per giustificare il fatto di essere venuto qui vestito in questo stato. E ho cercato di pensare a una storia in grado di dimostrare delle qualità che sono sicuro voi apprezziate qui, come l’essere volenterosi, essere precisi, avere un obiettivo, fare gioco di squadra, ma non m’è venuto niente in mente. (Chris)
  • Uh però… Senta avrei due domande da farle. Che lavoro fa? E come si fa? (Chris)
  • Sei un bravo papà. (Chris Jr.)

La ricerca della felicità libro

6. Il film si basa su un libro di memorie. La ricerca della felicità racconta la storia vera di Chris Gardner, autore dell’omonimo libro autobiografico, pubblicato nel maggio del 2006. È proprio questo libro ad essere la base del film e raccontare la sua ricerca per la felicità.

7. Il titolo è volutamente sbagliato. Sia nel libro che nel film, il titolo originale ha un errore voluto. In The Pursuit of Happyness la y è voluta per il semplice fatto che questa parola appariva scritta alla stessa maniera sul muro esterno dell’asilo nido di Chris Jr.

8. Alcuni elementi sono stati cambiati. Il film, che racconta una storia vera, si basa anche su un omonimo libro e presenta dei fatti diversificati. Per esempio, il tirocinio di Gardner non era non pagato: in realtà, egli riceveva uno stipendio abbastanza modesto. Tra le altre differenze, il protagonista e la madre del figlio non si sono mai sposati, così come l’età del figlio che, nel libro, era un infante, mentre nel film ha cinque anni.

La ricerca della felicità cast

9. Il vero Chris Gardern appare nel film. Alla fine de La ricerca della felicità, è possibile notare il cameo del vero Garden. Nella fattispecie, svolge il ruolo di un passante, vestito con un completo, mentre incrocia lo sguardo di Will Smith.

10. Un rapporto tra padre e figlio non solo di finzione. In questo film viene raccontato anche il rapporto che esiste tra Chris e il figlio Chris Jr. di soli cinque anni. In questo caso, il legame tra i due era anche reale, dato che i protagonisti erano proprio Will Smith e suo figlio Jaden.

Fonti: IMDb

Terminator: Dark Fate, ecco quando vedremo il primo trailer

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Terminator: Dark Fate, ecco quando vedremo il primo trailer

È stato il Terminator in persona, Arnold Shwarzenegger, ad annunciare la data dell’uscita del primo trailer ufficiale di Terminator: Dark Fate, il nuovo capitolo della saga di James Cameron diretto da Tim Miller, che vedrà tornare il protagonista accanto a Linda Hamilton che sarà di nuovo Sarah Connor.

Di seguito l’annuncio che rivela l’arrivo del primo trailer: 25 maggio 2019, alle 6.00 (circa le 13.00 da noi).

Il film “fingerà” che Terminator 3, 4 e 5 non siano mai esistiti e continuerà la storia da Terminator 2: Il Giorno del Giudizio.

Nel cast del film tornano Arnold Schwarzenegger e Linda Hamilton. Completano il cast Mackenzie Davis, Diego Boneta Gabriel Luna.

Alla regia di Terminator: Dark Fate è stato confermato Tim Miller. Il film sarà un sequel del secondo capitolo e vedrà Linda Hamilton tornare nei panni dell’eroica Sarah Connor.

“Questa è una continuazione della storia di Terminator 1 e Terminator 2. E stiamo facendo finta che gli altri film siano stati un brutto sogno – ha dichiarato Cameron in precedenza – O una timeline alternativa, possibile nel nostro multi-verso.”

Captain Marvel: c’è un altro modo in cui Nick Fury potrebbe aver perso l’occhio

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In Captain Marvel abbiamo visto come il graffio del “gatto” Goose a Nick Fury gli sia costato l’occhio e lo abbia costretto al suo consueto look “piratesco” (con la benda sull’occhio). Tuttavia, adesso uno dei registi del film con Brie Larson, Ryan Fleck, che ha diretto il film insieme ad Anna Boden, ha commentato il fatto, dicendo che ci può essere stato un altro modo in cui il futuro capo dello SHIELD avrebbe potuto rimanere ferito.

Fleck ha spiegato: “Ci sono state sicuramente un sacco di discussioni e non è stata la prima idea proposta. Probabilmente sarete curiosi di sapere quali erano le altre idee ma non so se posso rivelarle, non perché non posso in assoluto, ma perché erano davvero tante: c’era una storia che era un forte contendente per quella che poi abbiamo scelto e prevedeva che Nick perdesse l’occhio a seguito di una lotta con uno Srkull. Solo che più ci pensavamo, più diventava troppo ovvio.

Dato che questa può essere considerata la storia d’origine di Nick come quella di Carol, abbiamo pensato che sarebbe stata una parte divertente della sua storia passata, era una scelta creativa, proponeva una nuova narrazione per il personaggio stesso e offriva una nuova angolazione alla sua rappresentazione, anche per il futuro.”

Captain Marvel: ecco tutte le scene eliminate

CORRELATI:

Captain Marvel è arrivato nelle nostre sale il 6 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.

Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.

Captain Marvel: 7 cose che vorremmo vedere nel sequel

Dark Phoenix: Magneto e Xavier si confrontano nella nuova clip

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Dark Phoenix: Magneto e Xavier si confrontano nella nuova clip

È stata diffusa una nuova clip da X-Men: Dark Phoenix, in cui vediamo Magneto e Xavier, interpretati da Michael Fassbender e James McAvoy, confrontarsi, presumibilmente su quello che dovrà essere il destino di Jean Grey/Fenice (Sophie Turner). Ecco il breve video del film che arriva in sala il prossimo 6 giugno.

Scritto e diretto da Simon Kinberg, il nuovo episodio è interpretato da Sophie Turner, James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Alexandra Shipp e Jessica Chastain.

X-Men: Dark Phoenix, la trama

Dark Phoenix tratterà la storia di uno dei personaggi più amati della saga degli X-Men, Jean Grey, che si evolve nell’iconica  DARK PHOENIX. Nel corso di una pericolosa missione nello spazio, Jean viene colpita da una potente forza cosmica che la trasforma in uno dei più potenti mutanti di tutti i tempi. Lottando con questo potere sempre più instabile e con i suoi demoni personali, Jean perde il controllo e strappa qualsiasi legame con la famiglia degli X-Men, minacciando di distruggere il pianeta. Il film è il più intenso ed emozionante della saga, mai realizzato prima. È il culmine di vent’anni di film dedicati agli X-Men, la famiglia di mutanti che abbiamo amato e conosciuto deve affrontare il nemico più devastante: uno di loro.

CORRELATE:

Diretto da Simon Kingberg, con Sophie TurnerJennifer Lawrence, James McAvoy, Michael Fassbender, Evan Peters, Nicholas Hoult, il film sarà in sala il 6 giugno 2019.

C’era una volta a Hollywood: i primi commenti da Cannes 2019

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C’era una volta a Hollywood: i primi commenti da Cannes 2019

Dopo il trionfo di ieri nella Grand Lumiere del Palais du Festival a Cannes 2019, con ben 7 minuti di applausi, come riportano i giornali, cominciano ad arrivare le prime impressioni e recensioni di C’era una volta a… Hollywood, il nuovo film di Quentin Tarantino, attesissimo da tutto il mondo di appassionati di cinema.

Di seguito, vi riportiamo alcuni commenti dei colleghi che sulla croisette sono riusciti a vedere il film:

  • Luca Liguori – Muvieplayer: “… l’impressione che si ha è che per una volta Tarantino più che concentrarsi sulla sceneggiatura vera e propria, abbia riversato tutto il suo interesse e il suo talento soprattutto sulla (ri)costruzione di set, ambienti e film, veri e fittizi, della Hollywood che fu.”
  • Pierpaolo Festa – Film.it: “La parola giusta per definire il nono film di Tarantino è: “tenero”. Violento certamente, pieno di humour senza dubbio. Tenero è il termine che rimane in pole position. Un monumento d’amore per l’era in cui il regista è cresciuto (lui è del 1963, aveva sei anni all’epoca in cui è ambientato il film). Tenero anche perché al centro di tutto c’è una storia di amicizia: quella tra l’attore in crisi Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) e il suo stuntman Cliff Booth (Brad Pitt), con il primo che definisce il secondo “molto più che un fratello e poco meno di una moglie”. “

 

  • Federico Gironi – ComingSoon.it: “Tarantino dimostra di essere sempre meno interessato allo stile brutale che l’ha reso famoso, ma che comunque continua a citare e omaggiare di continuo, nelle pieghe e nella forma del suo racconto, i film che ama. E qui conferma di essere sempre più lanciato verso un cinema che sia puramente teorico rispetto a sé stesso e alla sua storia.”
  • Giuseppe Grossi: “Quentin Tarantino si affida a una coppia emblematica di uomini complementari per descrivere una volta per tutte il potere contraddittorio del cinema. Una dimensione parallela in cui è facile perdersi, alienarsi, annacquare i dispiaceri della vita in una futile distrazione. Oppure tutto l’opposto. Un luogo in cui creare miti, icone e grandi film in cui condensare il meglio di cui non siamo capaci nella nostra vita miserabile.”
  • Antonio M. Abate – cineblog: “Col tempo Tarantino pare esserci addolcito, per così dire, e questo, che è sicuramente il suo film più avulso da tutto il resto, non un figlio illegittimo ma quello diverso, magari più dotato – e forse anche per questo c’è chi farà fatica ad accettarlo – ne è la prova. Lo è non solo nell’esecuzione ma anche nelle conclusioni, in quel revisionismo ottimista che offre un briciolo di speranza, aprendo uno spiraglio che fin qui non si era mai avvertito, di certo non con questa intensità.”

Cannes 2019: Tarantino chiede di non spoilerare C’era una volta a Hollywood

Le prime immagini del film hanno suggerito che Tarantino e la sua troupe – tra cui la costumista Arianne Phillips (Kingsman) e la scenografa Barbara Ling (Ho cercato il tuo nome) – stiano davvero cercando di ricreare il “look and feel” del 1969.

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast di C’era una volta a… Hollywood anche Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke Perry, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Il film sarà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a… Hollywood è fissata al 9 agosto 2019.

C’era una volta a Hollywood: il trailer ufficiale

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C’era una volta a Hollywood: il trailer ufficiale

In occasione della presentazione a Cannes 2019 in anteprima mondiale, ecco il trailer ufficiale di C’era una volta a… Hollywood, il nono film di Quentin Tarantino con protagonisti Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Margot Robbie.

Le prime immagini del film hanno suggerito che Tarantino e la sua troupe – tra cui la costumista Arianne Phillips (Kingsman) e la scenografa Barbara Ling (Ho cercato il tuo nome) – stiano davvero cercando di ricreare il “look and feel” del 1969.

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast anche Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke Perry, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Il film sarà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a… Hollywood è fissata al 9 agosto 2019.

Di seguito la versione in italiano:

Cannes 2019: Leonardo DiCaprio e Brad Pitt sono i re del red carpet

Leonardo DiCaprio e Brad Pitt, insieme a Margot Robbie e al loro regista Quentin Tarantino, sono le star di serie A che hanno calcato il tappeto rosso di Cannes 2019 questa sera, a esattamente 25 anni da Pulp Fiction, che valse a un giovanissimo Tarantino la Palma d’Oro.

I due attori, che hanno già lavorato separatamente con il regista americano, si trovano adesso alla loro prima collaborazione in C’era una volta a Hollywood. Ecco le foto del loro elegantissimo red carpet in occasione della premiere mondiale del film.

Cannes 2019: Tarantino chiede di non spoilerare C’era una volta a Hollywood

Le prime immagini del film hanno suggerito che Tarantino e la sua troupe – tra cui la costumista Arianne Phillips (Kingsman) e la scenografa Barbara Ling (Ho cercato il tuo nome) – stiano davvero cercando di ricreare il “look and feel” del 1969.

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast anche Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke Perry, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Il film sarà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a… Hollywood è fissata al 9 agosto 2019.

Cannes 2019: Margot Robbie sul tappeto rosso per C’era una votla a Hollywood

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Margot Robbie è la protagonista femminile del tappeto rosso della premiere di C’era una volta a… Hollywood, il film di Quentin Tarantino che il regista presenta in concorso a Cannes 2019. L’attrice ha sfilato, in occasione della prima mondiale del film, con Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e lo stesso Tarantino. Nel film, ambientato nel 1969 a Los Angeles, l’attrice interpreta Sharon Tate.

Cannes 2019: Tarantino chiede di non spoilerare C’era una volta a Hollywood

Le prime immagini del film hanno suggerito che Tarantino e la sua troupe – tra cui la costumista Arianne Phillips (Kingsman) e la scenografa Barbara Ling (Ho cercato il tuo nome) – stiano davvero cercando di ricreare il “look and feel” del 1969. La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast di C’era una volta a… Hollywood anche Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke Perry, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Il film sarà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a… Hollywood è fissata al 9 agosto 2019.

ARF! «Festival di storie, segni e disegni», dal 24 al 26 maggio la quinta edizione

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ARF! «Festival di storie, segni e disegni» compie un lustro, conquistando tutti gli spazi espositivi del MATTATOIO di Roma: il Festival, ideato e organizzato da Daniele “Gud” Bonomo, Paolo “Ottokin” Campana, Stefano “S3Keno” Piccoli, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi quest’anno si estenderà infatti su più di 10.000 mq, tutti dedicati al fumetto e ai suoi protagonisti!

Oltre all’ampliamento degli spazi, le altre due grandi novità di questa edizione sono la mangARF!, un’area interamente dedicata ai fumetti giapponesi che vedrà la presenza delle case editrici specializzate, un bookshop, una mostra sui trent’anni del manga in Italia e il MANGA CAFE’, uno spazio attrezzato per la lettura dei grandi classici e delle ultima novità e la rafforzata alleanza con il COMICON di Napoli – www.comicon.it – che diventa co-organizzatore e co-produttore della manifestazione.

Tanti gli ospiti internazionali, come Frank Quitely, José Muñoz, Stephane Fert, Bertrand e Hubert Gatignol, Timothé Le Boucher, Stefan Boonen e Melvin e quelli italiani, tra i quali Riccardo Mannelli, Sara Pichelli, Licia Troisi, Casty, Stefano Disegni, Francesco Artibani, Zerocalcare, Giacomo Bevilacqua, Davide Toffolo, Leo Ortolani, Angelo Stano, LRZN, Gipi, Michela Murgia…

Come sempre non mancheranno mostre di grandissimo prestigio, incontri e confronti con professionisti del settore, Masterclass, Lectio Magistralis e anteprime assolute.

 

La grande esposizione della quinta edizione di ARF!, destinata agli appassionati di ogni età, è dedicata al mito di TEX e ai suoi settant’anni di imprese memorabili, storie epiche e sfide indimenticabili! https://www.arfestival.it/tex/

Nell’intenso weekend di attività del 24, 25 e 26 maggio, dalle 10 alle 20, sarà possibile inoltre visitare le mostre esclusive di Giuseppe Palumbo (autore del manifesto di ARF!2019, conosciuto dal grande pubblico per Diabolik e Ramarro), dello scozzese Frank Quitely (uno dei disegnatori più amati del mondo grazie alle sue interpretazioni di personaggi iconici come Superman, Batman e gli X-Men), di Attilio Micheluzzi (tra i più incisivi e originali Maestri del fumetto degli anni ‘70 e ‘80) e di Kalina Muhova e Vinci Cardona, vincitori del Premio Bartoli 2018, il concorso dedicato alle giovani promesse del fumetto italiano, istituito sin dalla prima edizione di ARF!, in memoria dello sceneggiatore Lorenzo Bartoli prematuramente scomparso nel 2014.
Parallelamente, in collaborazione con l’Instituto Cervantes di Roma, ARF! co-produce anche la mostra “Beyond Blacksad” di Juanjo Guarnido in programma dal 16 maggio al 29 giugno 2019 presso la Sala Dalì al civico 91 di piazza Navona. https://www.arfestival.it/mostre/

Tra le sezioni del Festival, troveremo l’area dedicata alle opportunità professionali – la Job ARF! – uno spazio dove poter mostrare a editor e case editrici il proprio portfolio con idee, progetti e creatività. Anche quest’anno, la call per gli aspiranti autori ha realizzato un incredibile successo: i lavori inviati per essere sottoposti all’attenzione degli addetti al settore sono state infatti più di 4000. www.arfestival.it/jobarf/

Per i più piccoli non mancherà la ARF! Kids, il luogo dedicato all’immaginario dei bambini (a ingresso gratuito fino ai 12 anni) con un ricco programma di laboratori creativi curati da alcuni dei più rinomati illustratori italiani e internazionali, letture ad alta voce, disegni, giochi e tanti libri a disposizione di tutti.  www.arfestival.it/kids

Confermate le Masterclass, vere e proprie classi “a numero chiuso” per tutti coloro che vogliono imparare a scrivere, disegnare e colorare con le superstar del fumetto italiano e internazionale come Gabriele Dell’Otto (talento pittorico tutto italiano della Marvel), Yoshiyasu Tamura (maestro giapponese del Manga), Casty (uno dei più importanti autori contemporanei della Disney), Stefano Disegni (uno dei più popolari autori-disegnatori satirici italiani), Katja Centomo (la disegnatrice di W.I.T.C.H e  Monster Allegy), Davide Toffolo (fumettista, e voce e chitarra del gruppo Tre allegri ragazzi morti).

Imperdibili le Lectio Magistralis tenute da tre Maestri del fumetto d’autore: tre appuntamenti in tre giorni (dalle 14.30 alle 16), tre pietre miliari della storia del fumetto si racconteranno mentre disegneranno dal vivo nella Sala Talk.

José Muñoz (la leggenda del fumetto argentino, il creatore di Alack Sinner e altri indimenticabili personaggi), Angelo Stano (il disegnatore di Dylan Dog, l’autore dell’indimenticabile numero 1 ma anche degli albi più amati della serie dell’indagatore dell’Incubo), Riccardo Mannelli (fumettista, illustratore, pittore, disegnatore satirico, insegnante, un Maestro dell’arte visiva al servizio di un talento che ha pochi eguali nel mondo della nona arte), accompagnati rispettivamente da Laura Scarpa, Paulonia Zumo e Adriano Ercolani.

Self ARF! è un vero e proprio Festival nel Festival, una caccia ai tesori underground, un appuntamento imperdibile per immergersi nel mondo delle etichette indipendenti in cui sperimentazione e libera creazione artistica sono le parole d’ordine. In quest’area ad accesso gratuito saranno presenti una selezione di autrici e autori, collettivi e microeditori che scelgono di produrre autonomamente i loro lavori al di fuori delle logiche del mercato editoriale tradizionale con linguaggi e segni grafici estremamente diversi. La Self ARF! è coordinata da Francesca Protopapa & Rita Petruccioli e in questa quinta edizione presenta l’esclusiva mostra di Gloria Pizzilli e Tommy Gun Moretti www.arfestival.it/self/

L’ARFist Alley è un luogo di incontro fra gli artisti e il pubblico, differente dalle dinamiche delle signing session agli stand delle case editrici o dei negozi. E come la Self Arf!, quest’anno anche l’Alley sarà una “piazza aperta” ad ingresso gratuito, dove incontrare i professionisti del panorama italiano e internazionale, per ammirare e acquistare tavole originali, stampe esclusive, sketchbook e richiedere commission agli autori!

www.arfestival.it/arfist/

Sin dalla prima edizione ARF! è anche sinonimo di solidarietà: dopo Emergency, Cesvi, Dynamo Camp e Amnesty International, quest’anno il partner solidale del Festival sarà l’UNCHR (L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati).

ARF! è promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale e Azienda Speciale PalaExpo con il sostegno della Regione Lazio e il patrocinio di Biblioteche di Roma, ed è gemellato con il Treviso Comic Book Festival e Lucca Comics & Games.

Cannes 2019: presentato oggi La famosa invasione degli orsi in Sicilia

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È stato presentato oggi  La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti, tratto dall’omonimo romanzo di Dino Buzzati, pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore, in competizione nella sezione Un Certain Regard alla 72ª edizione del Festival di Cannes.

Il film sarà distribuito in Italia da BIM Distribuzione. La versione italiana è interpretata dalle voci di: Toni Servillo, Antonio Albanese, Linda Caridi, Maurizio Lombardi, Corrado Invernizzi, Alberto Boubakar Malanchino, Beppe Chierici, Roberto Ciufoli,
Nicola Rignanese, Mino Caprio,
Corrado Guzzanti nel ruolo di Salnitro, con la partecipazione straordinaria di Andrea Camilleri nel ruolo del Vecchio Orso.

Tutti gli spoiler sui film rivelati già nel trailer

Tutti gli spoiler sui film rivelati già nel trailer

La paura degli spoiler e il bisogno di mantenere la massima segretezza sulla trama dei film sono i due principali fattori su cui si costruisce, almeno negli ultimi anni, la campagna marketing di film molto attesi (cinecomic su tutti). In alcuni casi la strategia diventa talmente creativa da suggestionare il pubblico con materiali che non vedrà mai al cinema, come accaduto nel caso di Avengers: Endgame, e spesso i trailer sono attenti a non rivelare troppo.

Ma cosa accade nella situazione opposta? Quante volte un trailer è stato la maggiore fonte di spoiler?

L’arrivo di Wonder Woman e Doomsday (Batman v Superman: Dawn of Justice)

zack snyder

L’ultimo dei “problemi” di Batman v Superman: Dawn of Justice è quel piccolo ma significativo spoiler inserito già nel trailer in cui è stato svelato l’aspetto di Doomsday e il suo ruolo come principale villain del terzo atto.

E che dire invece di un’altra importante rivelazione, ovvero il fatto che Wonder Woman sarebbe comparsa nel film (cosa risaputa, ma perché mostrarcela in tutto il suo splendore con il costume etc?)? Un marketing completamente fallimentare che sembra aver raccontato molto più di quanto i fan volessero sapere sul film…

Harry è vivo (Kingsman 2)

Kingsman: The Secret Service è stata la grande sorpresa del 2014, ma lo stesso non si può dire del sequel in cui il ritorno del personaggio di Colin Firth venne anticipato già dal trailer rovinando totalmente l’esperienza del pubblico. Forse la produzione voleva sfruttare un nome di richiamo per assicurarsi qualche biglietto in più al box office?

L’entrata di Hulk (Thor: Ragnarok)

Hulk

Uno dei punti di forza di Thor: Ragnarok e l’effetto sorpresa che avrebbe potuto generare al cinema è stato purtroppo svelato dal trailer: parliamo ovviamente dell’incontro tra il Dio del Tuono e Hulk, disperso dopo gli eventi di Avengers: Age of Ultron e ora guerriero nell’arena di Sakaar.

Certo, mostrare un personaggio del genere ha un senso dal punto di vista del marketing, ma ciò non cambia che questo spoiler abbia rovinato il colpo di scena.

Hulk salva Tony (The Avengers)

Molti film di questa lista fanno parte del catalogo Marvel Studios, perché per lungo tempo hanno avuto la cattiva abitudine di spoilerare in anticipo alcune scene cruciali dei film. Come nel caso di The Avengers e del salvataggio di Iron Man ad opera di Hulk sul finale, mostrato dal secondo trailer.

Visione (Avengers: Age of Ultron)

Oggi ciò che distingue i Marvel Studios dal resto delle compagnie è la politica di massima segretezza che permea il marketing (vedi i casi di Infinity War e Endgame), ma lo stesso non si poteva dire qualche anno fa, e quanto accaduto con Avengers: Age of Ultron dovrebbe ricordarvi un incidente spiacevole…

Uno dei personaggi coinvolti fu infatti introdotto troppo presto, ovvero Visione, l’androide creato da Tony Stark con l’intelligenza artificiale di Jarvis. Chi non aveva letto i fumetti forse non aveva idea di chi fosse, e il trailer offriva allo spettatore un’immagine completamente fuori contesto, ma che dire degli esperti conoscitori della materia originale?

Gandalf il Bianco (Le due torri)

Chi ha confidenza o una minima conoscenza del lavoro di Tolkien sapeva dove fosse destinato il percorso di Gandalf, tuttavia resta incomprensibile la scelta di svelare già nei trailer de Le Due Torri che il personaggio sarebbe risorto sotto nuove vesti 8quelle di Gandalf il Bianco), almeno in un’ottica di marketing rivolto al pubblico profano.

Il cameo di Wolverine (X-Men: Apocalisse)

Wolverine moglie

Nel 2016, prima della fusione con Disney, la Fox nutriva una fiducia tale nel franchise sugli X-Men da pubblicizzare i nuovi film senza ricorrere agli spoiler. Purtroppo la strategia non funzionò con l’uscita di Apocalisse, il cui trailer rivelò il breve cameo di Hugh Jackman nei panni di Wolverine (forse la sequenza migliore del film).

Il finale (The Amazing Spider-Man 2)

La Sony Pictures ha spesso l’abitudine di rovinare i suoi film grazie ai trailer, come nel caso di The Amazing Spider-Man 2, la cui trama è stata raccontata per la maggior parte durante tutta la campagna promozionale.

Non soltanto ha anticipato la morte di Gwen Stacy, celebre evento dei fumetti, ma anche svelato le scene finali del film!

Il cameo di Tony Stark (L’Incredibile Hulk)

Molti fan del MCU avranno già dimenticato L’incredibile Hulk, un film il cui marketing era riuscito a svelare il cameo di Robert Downey Jr. nella scena post credits (una follia!) che richiama il gigante di giada per il progetto Vendicatori.

The Avengers era già in fase di produzione, ma era davvero necessario rovinarlo così presto?

Fonte: ScreenRant

Downton Abbey – Il Film: ecco il primo trailer ufficiale

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Downton Abbey – Il Film: ecco il primo trailer ufficiale

Come promesso, la Universal Pictures ha appena diffuso il primo trailer ufficiale di Downton Abbey – Il Film, in arrivo nelle nostre sale il prossimo 20 settembre.

Questo sarà l’ultimo capitolo della “saga” familiare dei Crawley e del personale al loro servizio, esplorata già nell’omonima serie tv e ambientata nel suggestivo contesto della loro casa in stile edoardiano situata nella campagna inglese. Nel corso delle sei stagioni Downton Abbey ha ottenuto 3 Golden Globes, 15 Emmy, 69 candidature complessive agli Emmy, diventando il programma televisivo non-americano più nominato nella storia degli Emmy.

Tornano nel cast Maggie Smith, Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Michelle Dockery e Elizabeth McGovern più alcune new entry come Tuppance Middleton, Simon Jones e Imelda Staunton.

Scritto da Julian Fellow, il creatore dello show, Downton Abbey – Il Film è stato diretto da Michael Engler. Di seguito trovate il trailer in lingua originale.

Downton Abbey: 10 cose che vorremmo vedere nel film

Fonte: Universal Pictures International Italy

Bond 25: assunto un coordinatore “speciale” per le scene di sesso?

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Inseguimenti, acrobazie pericolosissime e combattimenti corpo a corpo potrebbero non essere gli unici settori della produzione di Bond 25 a richiedere l’intervento di un coordinatore esperto. Si perché, almeno secondo quanto riportato dal The Sun, la MGM avrebbe assunto in via del tutto eccezionale un cosiddetto Intimacy Coach per far sentire gli attori a proprio agio durante le scene di sesso. Praticamente una novità assoluta per il franchise.

Il sito spiega che la decisione è stata presa dalla produttrice Barbara Broccoli e dal suo team per allinearsi all’etica nel mondo del lavoro promossa dal movimento politico del #MeToo, con questo “professionista” che passerà in rassegna la sceneggiatura insieme al cast coinvolto nelle sequenze intime – Daniel Craig e la nuova Bond Girl Ana De Armas – e si assicurerà che gli venga fornito tutto il supporto di cui hanno bisogno sul set.

Trattandosi di una voce vi invitiamo a prenderla con la dovuta cautela mentre si attendono conferme ufficiali da parte di Eon Productions, MGM, Barbara Broccoli o Cary Joji Fukunaga in persona. Una manovra del genere è stata già adottata dalla HBO, la rete via cavo nota per inserire diverse scene di sesso esplicite nelle sue serie e film originali, che di recente ha annunciato che in ogni nuova produzioni verrà assunto un Intimacy Coach.

Bond 25: iniziate le riprese, ecco la data di uscita

Vi ricordiamo che Bond 25 sarà diretto da Cary Fukunaga (il primo regista non britannico che siede dietro la macchina da presa di un film di 007), mentre la sceneggiatura è stata riscritta da Scott Z. Burns (The Bourne Ultimatum, Contagion).

Secondo quanto riportato dal The Guardian, la MGM ha assunto Phoebe Waller Bridge (Killing Eve, Fleabag) per “ravvivare” lo script del venticinquesimo film del franchise ancora senza titolo ufficiale, sotto speciale richiesta di Daniel Craig, per portare nel progetto l’humor e l’intelligenza tipiche dello stile della sceneggiatrice.

Una parte importante delle riprese si terrà nella città di Matera, capitale europea della cultura per 2019, fornendo l’ambientazione perfetta per quella che dovrebbe diventare la sequenza d’azione del prologo, simile al segmento di apertura di Spectre a Città del Messico durante le celebrazioni del Giorno dei Morti.

Gli ultimi due film di James Bond sono stati diretti da Sam Mendes che ha incassato con i suoi film rispettivamente 1,1 miliardo di dollari per Skyfall (il Bond di maggior successo di sempre, con un Oscar all’attivo) e 880 milioni con Spectre. Dato il successo che Mendes ha raggiunto con i film, quando ha annunciato che non avrebbe più diretto un Bond Movie, la EON e la MGM si sono date da fare per cercare un rimpiazzo all’altezza.

Fonte: The Sun

Aladdin: il brano originale della principessa Jasmine nella nuova clip

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Walt Disney Pictures ha da poco diffuso una clip speciale dal dietro le quinte di Aladdin in cui possiamo ascoltare il brano originale (“Speachless”) cantato dalla principessa Jasmine e composto appositamente per il live action.

Vi ricordiamo che Aladdin è diretto da Guy Ritchie e vede Mena Massoud nel ruolo dell’affascinante furfante Aladdin, Naomi Scott nel ruolo della bellissima e indipendente principessa Jasmine e Will Smith nei panni dell’incredibile Genio con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada magica. L’uscita nelle sale invece è fissata al 22 maggio 2019.

Aladdin vanta una colonna sonora composta dall’otto volte Premio Oscar Alan Menken(La Bella e la BestiaLa Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori dell’Oscar, Howard Ashman (La Piccola Bottega degli Orrori) e Tim Rice (Il Re Leone), oltre a due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e Justin Paul (La La LandDear Evan Hansen).

Il cast del film vede inoltre la presenza di Marwan Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar, mentre Navid Negahban veste i panni del Sultano, preoccupato per il futuro di sua figlia; Nasim Pedrad è Dalia, la migliore amica e confidente della principessa Jasmine, Billy Magnussen interpreta il principe Anders, il bellissimo e arrogante pretendente di Jasmine, e Numan Acar è Hakim, braccio destro di Jafar e capitano delle guardie del palazzo.

Nella versione italiana Naomi Rivieccio, finalista a X Factor 2018, interpreterà le canzoni della Principessa Jasmine offrendo al pubblico una nuova versione degli indimenticabili brani inclusi nella celebre colonna sonora del film originale, tra cui la canzone premiata con l’Oscar “Il Mondo È Mio” (“A Whole New World”). “Come tutti, anche io sono cresciuta con i film d’animazione Disney”, racconta Naomi, “e Aladdin è sempre stato uno dei miei preferiti. È una storia ricca di azione, comicità, magia e amore. Ha delle sonorità a dir poco travolgenti. Un mondo incredibile. È un vero onore poter interpretare le canzoni di una delle Principesse Disney che amo di più e in cui più mi identifico perché Jasmine, come me, è una ragazza indipendente, ironica e tenace. Inoltre l’attrice che la interpreta nel film si chiama come me: Naomi! Forse era destino…”

Aladdin, nuovo trailer con la voce di Naomi Rivieccio

Fonte: Walt Disney Studios

Avengers: Endgame, ecco in che modo il Signore degli Anelli ha “ispirato” il film

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L’azzardato paragone tra il finale del Ritorno del Re e l’epica battaglia che chiude Avengers: Endgame è un argomento di cui il pubblico discute dall’uscita del cinecomic Marvel e in termini di portata dell’evento, di storia cinematografica e gestione della messa in scena possiamo affermare che i due spettacoli siano effettivamente simili, ma non identici.

Cambia il tempo e con esso il progresso delle tecnologie, eppure l’ispirazione dietro il lavoro degli effetti speciali per Endgame sembra proprio arrivare dal capolavoro di Peter Jackson, vincitore di undici premi oscar, come suggerito dalle parole di Matt Aiken (supervisore della Weta Digital, la società che si occupa della CGI del film) in una recente intervista.

Ovviamente quando si prepara una sequenza d’azione con così tanti personaggi disseminati su uno spazio così esteso, le difficoltà possono essere diverse, e la lezione del Signore degli Anelli è servita proprio a questo:

Sono esattamente le cose che abbiamo imparato dal Signore degli Anelli e che siamo stati in grado di portare anche qui. In queste grandi scene di battaglia non puoi trattare tutti allo stesso modo, quindi in Endgame abbiamo creato diversi tipi di esercito da entrambe le parti, compresa la parte di Thanos e quella dei nostri eroi. Da un lato ci sono i wakandiani, gli asgardiani, i Ravagers, gli stregoni e dall’altra i Chitauri, gli Outriders, i Sakaarans e l’Ordine Nero. L’obiettivo era preservare i singoli stili di combattimento per ognuna di queste sotto-armate, in modo che quando si verifica uno scontro, possiamo dire se si tratta di uno o dell’altro“.

Di fatto il franchise del MCU e la saga della Terra di mezzo sono diverse per una serie di ragioni, ma quando parliamo di VFX e dello sviluppo del materiale in digitale, i metodi applicati sono praticamente gli stessi. Certo, nei primi anni duemila era impossibile raggiungere i risultati ottenuti oggi da Endgame, e il progresso nel campo ha permesso agli artisti di sognare in grande e realizzare sequenze di combattimento collettive fino a qualche tempo fa inimmaginabili.

Avengers: Endgame, tutti gli spoiler rivelati dal cast prima dell’uscita

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Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, il film prima e dopo gli effetti speciali

Fonte: Cinemablend

John Wick: Lionsgate mette già in cantiere il quarto capitolo

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John Wick: Lionsgate mette già in cantiere il quarto capitolo

I 93 milioni di dollari incassati in pochissimi giorni da John Wick: 3 – Parabellum potrebbero aver spinto la Lionsgate a iniziare il prima possibile i lavori sul quarto capitolo del franchise, che secondo le ultime indiscrezioni arriverà nelle sale già tra due anni.

Ebbene si, la notizia sembra quasi ufficiale: l’uscita di John Wick 4 è fissata al 21 maggio 2021. E visti i risultati brillanti al box office e il responso più che positivo della critica, non stupisce affatto la decisione dello studio di affrettare i tempi e mettere in cantiere il prossimo film.

Anche Keanu Reeves si è detto disponibile a tornare nei panni del personaggio, serial killer che ha debuttato al cinema nel 2014 con la pellicola diretta da Chad Stahelski e che ora si ritrova in fuga per due ragioni: una taglia di 14 milioni di dollari e l’aver infranto una delle regole fondamentali, ovvero uccidere qualcuno all’interno dell’Hotel Continental. La vittima infatti era un membro della Gran Tavola che aveva posto la taglia su di lui; John dovrà cercare di restare vivo, lottando e uccidendo, in cerca di una via d’uscita da New York City.

John Wick 3: Parabellum – la recensione

Dopo il successo planetario dei primi due film, la saga di John Wick torna al cinema con un nuovo, adrenalinico capitolo: John Wick 3 – ParabellumKeanu Reeves veste ancora i panni del più temuto, abile e spietato killer del grande schermo che, questa volta, con una taglia milionaria sulla sua testa, dovrà difendersi da un esercito di assassini pronti ad eliminarlo.

Al suo fianco una misteriosa Halle Berry e, tra gli altri, Anjelica HustonLaurence Fishburne e Ian McShane. Diretto da Chad Stahelski, regista anche del secondo episodio, John Wick 3 – Parabellum è un’esclusiva per l’Italia di Leone Film Group e sarà distribuito da 01 Distribution a partire dal 16 maggio, un giorno in anticipo rispetto alla release statunitense.

Spider-Man: Far From Home, Tom Holland promuove il film con la parodia di Love Actually

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Tra meno di una settimana si terrà la premiére mondiale di Spider-Man: Far From Home, e per lanciare un concorso dedicato ai fan Tom Holland ha pubblicato un video-parodia della celebre scena della dichiarazione d’amore con i cartelli di Love Actually sul suo profilo Instagram.

Un fortunato che parteciperà alla campagna benefica di Crowd Rise sarà estratto e potrà recarsi a Los Angeles per sfilare sul red carpet del film e conoscere le star.

Vi ricordiamo che il sequel, in uscita a luglio, chiuderà definitivamente la Fase 3 del MCU.

Sullo schermo ritroveremo Peter Parker cinque anni dopo la Decimazione e a poche settimane dalla battaglia contro Thanos di Endgame. Insieme a lui, in questa nuova avventura a spasso per l’Europa, ci saranno anche i compagni di scuola, Nick Fury e il suo braccio destro Maria Hill e un misterioso alleato venuto da un’altra realtà simile alla nostra, Quentin Beck aka Mysterio.

Spider-Man: Far From Home, le teorie più intriganti sul Multiverso

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Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From Home è arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.

Di seguito la sinossi ufficiale: In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

Spider-Man: Far From Home, l’easter egg nel nuovo trailer che nessuno ha notato

Fonte: Tom Holland

Captain Marvel: Carol e Yon Rogg allenano i giovani Kree in una scena eliminata

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La prima delle sei scene eliminate di Captain Marvel contenute nell’edizione homevideo è trapelata online e mostra Carol Danvers e Yon Rogg, il comandante della Starforce, allenare i giovani e futuri soldati Kree del pianeta Hala.

È qui che l’eroina viene forgiata dopo l’incidente con il Tesseract che le ha donato i suoi superpoteri. Carol non sa che sono stati proprio gli alieni, al cospetto della Suprema Intelligenza, a cancellarle la memoria per continuare la loro guerra agli Skrull e conquistare sempre più civiltà dello spazio.

Vi ricordiamo che il cinecomic che vede protagonista il premio oscar Brie Larson arriverà sulle piattaforme Digital il 28 maggio e nei formati DVD e Blu-ray l’11 giugno. Ovviamente, non appena disponibile, sarà possibile guardarlo anche sulla piattaforma streaming di Disney + il cui lancio è previsto entro la fine del 2019.

https://www.youtube.com/watch?v=MdMUDy3ROJw

Captain Marvel: ecco tutte le scene eliminate

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Captain Marvel è arrivato nelle nostre sale il 6 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.

Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.

Captain Marvel: 7 cose che vorremmo vedere nel sequel

Falcon e Soldato D’Inverno: Daniel Bruhl e Emily VanCamp nel cast della serie

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Come annunciato nei mesi scorsi, l’universo cinematografico dei Marvel Studios si prepara ad allargare ulteriormente i propri confini sbarcando sulla piattaforma streming di Disney + a partire dal prossimo anno con alcuni prodotti originali, tra cui le serie dedicate a Scarlet Witch e Visione, Falcon & Winter Soldier, Loki e Occhio di Falco.

Nuovi aggiornamenti in merito allo show che vedrà protagonisti Sam Wilson e Bucky Barnes, i personaggi interpretati rispettivamente da Anthony Mackie e Sebastian Stan, arrivano da Deadline che conferma l’ingresso nel cast di due volti noti del MCU: Daniel Bruhl, che ha vestito i panni del Barone Zemo in Captain America: Civil War, e Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War. A quanto pare gli attori sarebbero in trattative e ci sono ottime possibilità di rivederli in azione.

Per quanto riguarda la serie, il lancio è fissato ad Agosto 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Leggi anche – Marvel Studios: tutte le serie in arrivo su Disney +

Vi ricordiamo che Mackie e Stan sono ora nelle sale con Avengers: Endgame.

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Nel cast figurano anche Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, tutti gli spoiler rivelati dal cast prima dell’uscita

Fonte: Deadline

Il Mucchio Selvaggio: Michael Fassbender e Peter Dinklage per il remake di Mel Gibson?

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Nuovo remake in arrivo prodotto da Warner Bros. e Jerry Bruckheimer: stavolta sarà Il Mucchio Selvaggio di Sam Pekinpah a essere riadattato per il grande schermo con la regia di Mel Gibson, a quanto pare già legato al progetto come riporta in esclusiva Deadline. Nel cast dovrebbero arrivare Michael Fassbender, Peter Dinklage e Jamie Foxx, attualmente in trattative per interpretare i protagonisti.

La sceneggiatura è stata curata da Bryan Bagby, mentre da Cannes si attendono le prime offerte di mercato per iniziare le riprese il prossimo autunno. Questa sarebbe la sesta regia per Gibson, che torna dietro la macchina da presa a tre anni dall’ultimo lavoro, Hacksaw Ridge, candidato al premio Oscar come Miglior Film e Miglior Regista.

Uscito nel 1969, Il Mucchio Selvaggio figura nella lista dei dieci migliori western della storia del cinema. La trama segue il bandito Pike Bishop e la sua banda mentre svaligiano la banca della ferrovia, e un gruppo di tagliagole capeggiato da un ex membro del mucchio, che uccide i fuorilegge e si lancia all’inseguimento dei superstiti. Dopo aver scoperto di essere caduti in una trappola (il bottino è infatti costituito solo da rondelle di acciaio), e braccati dai loro inseguitori, i personaggi arrivano in Messico e si legano ad un villaggio dove vive la famiglia di un componente del mucchio…

Fonte: Deadline

Lux Æterna: recensione del film di Gaspar Noè – #Cannes72

Lux Æterna: recensione del film di Gaspar Noè – #Cannes72

Ogni opera di Gaspar Noè è un’opera provocatoria, allucinogena, che esplora nuove forme di narrazione e grammatica del cinema. Con Lux Æterna, presentato come proiezione di mezzanotte al Festival di Cannes 2019, il regista conferma il suo continuo sperimentalismo, stavolta concentrandosi su una forma più breve, quella del mediometraggio. Con la sua durata di 50 minuti, il nuovo progetto del regista argentino si svela con un mockumentary che è anche saggio sull’arte della regia, della creazione di opere d’arte.

Protagoniste indiscusse sono Charlotte Gainsbourg e Béatrice Dalle. Le osserviamo da prima, in split screen, parlare di streghe, sesso, registi e produttori, vecchi ricordi dai set dei loro film. La conversazione, del tutto spontanea, viene poi interrotta dalla chiamata delle due sul set. Ed è qui che ha inizio l’incubo infernale di Lux Æterna. Dal set ha inizio un costante pedinamento delle due, sempre con la formula dello schermo spezzato a metà, con riprese oggettive e in first person shot, quest’ultime a tentare di catturare le due attrici nella loro intimità. Una volta che il set è pronto può aver inizio il definitivo declino nella follia, con le luci color rosso, blu, verde, ad abbagliare ogni cosa.

È un’ode al cinema in puro stile Noè quella di Lux Æterna, al cui interno vengono richiamati i grandi nomi della settima arte, da Dreyer a Fassbinder e fino a Godard. Noè si affida alle loro parole per ritrarre gli autori cinematografici come esseri imprescindibili, paragonabili a dei che con le loro opere innalzano la natura dell’uomo.

La forza di questo mediometraggio è certamente che l’argomento trattato è affrontato alla maniera di Noè, con i suoi deliri visivi e sonori, che rendono attraente un qualcosa che in altre forme avrebbe potuto finire per non esserlo poi molto. Anche Noè rischia in alcuni momenti di cadere perdendo di vista il discorso, ma è nel momento in cui si concentra sul lavoro sul set che carica le sue immagini di una particolare attrattiva. Ciò che vediamo qui accadere è la sua idea di lavoro di gruppo, un luogo caotico dove è facile perdere il senno. Un luogo dove il “director” può all’occorrenza trasformarsi in “dictator”, secondo quanto riporta la citazione a Fassbinder.

Un luogo infernale, fatto di oscurità e luci al neon, di corridoi claustrofobici e personaggi inquieti. Eppure dal caos nasce l’arte, nasce il cinema, a cui Noè augura lunga vita. Basta arrivare al climax del finale per rimanere abbagliati, letteralmente, dalla luce. Luce che se catturata a dover può generare la vita attraverso la tanto amata settima arte.

Le jeune Ahmed: recensione del film dei fratelli Dardenne – #Cannes72

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Ancora una volta, i fratelli Dardenne portano a Cannes i ritratti dei loro giovani protagonisti, quei ragazzi e ragazze che hanno sempre scelto come centro delle loro storie, ai quali consacravano il loro sguardo, la loro ormai celebre macchina a mano a seguire i loro movimenti, e con Le jeune Ahmed continuano a portare avanti questa tradizione nel loro cinema.

La differenza di questo Le jeune Ahmed rispetto alla loro produzione precedente e costituita dal fatto che questa volta i registi si spostano dal proletariato bianco, ai margini della società, e si concentrano su una questione sociale più specifica, la radicalizzazione delle famiglie di origine araba nel Vecchio Continente, quel fenomeno sociale che si identifica nel terrorismo islamico di origine europea. La questione è stata centrale nella cronaca recente del centro Europa, in particolare nel Belgio dei registi, tuttavia, staccandosi dalle loro tematiche più consuete.

Ne Le jeune Ahmed, il giovane Ahmed viene da una famiglia laica, in cui la madre beve vino e la sorella veste come le pare, una famiglia europea ordinaria, e pure lui sembra essere completamente adeguato ai costumi europei. Il suo incontro con un imam però comincia a cambiare il suo comportamento e il suo modo di vedere la realtà che lo circonda. A partire dal cambiamento del suo atteggiamento nei confronti della sua maestra, che le è sempre stata molto vicina a causa dei suoi problemi di dislessia, cominciamo a capire che la dottrina islamica radicale sta entrando nel modo di vedere la realtà di Ahmed: la maestra è una donna, e lui non la può toccare, secondo quanto dice il Corano, nemmeno tenerle la mano. L’imam inculca nel ragazzo le credenze più radicali dell’islamismo, fino a portare alla luce la storia di un cugino martire.

In un ambiente estraneo, i due registi sembrano però smarriti in Le jeune Ahmed, non riescono ad entrare in empatia con il protagonista, che è un ragazzino sempre con il broncio che adotta una visione estrema della religione. Lo ritraggono senza trasporto, mancando la profondità del personaggio e lasciandolo in balia di un cliché abusato. Di fronte alla necessità di non potere o riuscire a raccontare con tenerezza il loro protagonista, i registi finiscono per semplificare l’argomento banalizzando le sue scelte di vita.

Cannes 2019: a sorpresa, fa la sua apparizione Terrence Malick

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Cannes 2019: a sorpresa, fa la sua apparizione Terrence Malick

Considerato un regista schivo e riservato, Terrence Malick è noto per il suo assenteismo ogni volta che si tratta di presentare un proprio film a un festival. Per questo la sorpresa è stata grande quando, a Cannes 2019, in occasione della proiezione serale del suo nuovo film in concorso A Hidden Life, il regista texano è stato avvistato in sala accanto ai suoi attori, a ricevere l’applauso commosso del pubblico che aveva appena assistito alla proiezione.

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Cannes 2019: A Hidden Life, recensione del film di Terrence Malick

La storia di A Hidden Life è quella vera di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che visse nel borgo di Sankt Radegund: fervente cattolico, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si rifiutò di arruolarsi, definendosi obbiettore di coscienza.

Box Office ITA: John Wick 3 vince il weekend

Box Office ITA: John Wick 3 vince il weekend

John Wick 3 apre in testa al box office italiano, seguito da Pokemon Detective Pikachu e Dolor Y Gloria. Complice il maltempo diffuso in tutta la penisola, il weekend che si è appena concluso è stato piuttosto ricco al box office italiano nonostante il periodo.

John Wick 3 apre in testa al botteghino con 1,3 milioni incassati in 458 sale a disposizione, registrando un’ottima media per sala pari a 3300 euro. Pokemon Detective Pikachu debutta in seconda posizione incassando 1,3 milioni in quasi 600 copie, mentre il terzo gradino del podio è occupato da Dolor Y Gloria, appena presentato al Festival di Cannes, che esordisce con 1,1 milioni incassati in tre giorni in 434 sale, davvero un ottimo risultato per la nuova pellicola di Pedro Almodovar. Quarto posto per la new entry Attenti a quelle due che incassa 866.000 euro.

Avengers: Endgame scende in quinta posizione con altri 647.000 euro con cui arriva alla bellezza di 29,2 milioni totali. Seguono due pellicole in calo, ossia Ted Bundy – Fascino criminale (390.000 euro) e Pet Sematary (283.000 euro), giunti rispettivamente a 1,1 milioni totali e 1 milione globale. Stanlio e Ollio supera il tetto dei 2 milioni complessivi con altri 193.000 euro, mentre Red Joan raccoglie altri 137.000 euro per un totale di 431.000 euro. Chiude la top10 Unfriended: Dark Web, che debutta con soli 122.000 euro in 126 sale disponibili.

Game of Thrones 8×06: recensione del finale della serie HBO

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Game of Thrones 8×06: recensione del finale della serie HBO

“Non è facile vedere qualcosa che non è mai esistito prima.” Daenerys (Emilia Clarke) è sincera, quando dice a Jon quello che pensa, forse per giustificare se stessa della distruzione che ha appena seminato su Approdo del Re. Il penultimo episodio di Game of Thrones, quello del plot twist e della distruzione della Capitale, aveva dato indizi incontrovertibili su dove si sarebbe diretto il finale di stagione, e come dice l’ultima Targaryen, era davvero difficile vedere, immaginare, pensare qualcosa di mai esistito prima, non solo una visione di regno, di dominio e di compimento del proprio destino, ma anche un epilogo che potesse essere all’altezza di quanto fatto negli ultimi 10 anni, da un punto di vista produttivo e drammaturgico. Ebbene D&D hanno fatto del loro meglio e hanno seguito l’unico parametro che, contro i gusti personali e i pareri dei fan, può reggere: il finale di Game of Thrones (Game of Thrones 8×06) è giusto.

Che cosa si intende? Siamo tutti consapevoli, di fronte alle poche e intense scene che costituiscono l’episodio finale, dal titolo Il trono di spade, che la serie HBO ha visto il trionfo della visione di un personaggio in particolare, ovvero Tyrion Lannister (Peter Dinklage). Vero e proprio artefice del destino di Westeros, il folletto è riuscito a fare ammenda per i propri errori, è riuscito a sopravvivere in un mondo che lo voleva morto dal suo primo vagito, ha sofferto e perso ogni cosa, e adesso è pronto alla sua estrema, ultima decisione, ora che ha abbracciato il bene del popolo come unico vero sovrano da servire.

Tyrion si conferma la chiave della storia, personaggio giusto al di là dell’onore, dell’amore, della legge. Colui che riconosce il valore del futuro solo attraverso il ricordo e il monito del passato e che quindi vede in Bran lo Spezzato il sovrano perfetto per ricostruire un mondo dove tutti possano sentirsi al sicuro, protetti dal potere, sensazione che dovrebbe essere un po’ più conosciuta anche nella contemporaneità.

Game of Thrones 8x06 recensione

E che uno Stark sieda sul trono, non più quello di spade ma quello figurato dei Sette… ops, Sei Regni, è la conferma che la famiglia di Grande Inverno ha sempre fatto la differenza. Non a caso sono gli eredi di Ned Stark (Sean Bean) che prendono in consegna le sorti del continente occidentale, dal Sud fino al Nord, con Sansa giusta (di nuovo) Regina del Nord, e oltre la Barriera, dove Jon Snow (Kit Harington), che non ha mai abbracciato la sua natura legittima, torna a vestire il nero, ad abbracciare Spettro e a fare da “scudo ai domini degli uomini”.

Ancora una volta, Jon è rimasto fedele a se stesso ed ha scelto l’onore al di sopra dell’amore, ha scelto quello che era giusto e difficile fare, come quando ha lasciato Ygritte, o come quando ha salvato la vita dei Bruti. Ha deciso di uccidere (di lasciar morire) per la seconda volta nella sua movimentata giovane vita, il suo amore, in favore di un bene più grande. Come un vero leader, come un vero Stark.

E se il gene Stark ha attecchito bene nell’unico che non era effettivamente figlio di Ned, più originali sono stati percorsi intrapresi dagli altri eredi del protettore del Nord. L’incoronazione di Bran è sicuramente l’elemento di maggiore sorpresa sia per il pubblico che per i personaggi stessi, la proposta di Tyrion giunge inaspettata ma allo stesso tempo ragionevole e plausibile, e nel loro sostegno all’idea dell’ultimo dei Lannister, ogni personaggio sopravvissuto rivela la sua giusta natura: Edmure Tully si conferma inetto, Robin Arryn irrilevante, Ser Davos modesto e onesto, Sam Tarly buono ma troppo moderno nelle sue idee e nella sua proposta democratica, Sansa (Sophie Turner) orgogliosa e combattiva, una vera Regina, l’unica sopravvissuta, Arya (Maisie Williams) fiera e indipendente, un’avventuriera pronta ad arrivare dove nessuno si è mai spinto.

Game of Thrones 8x06 Jon Snow

Nessuna scelta è stata scontata, nessuna giustizia cieca è stata applicata: Brienne (Gwendoline Christie), la (non più) Vergine di Tarth, assume il ruolo di comandante delle cappe dorate, e della guardia reale, porge il suo ultimo omaggio all’amato Jaime (Nikolaj Coster-Waldau), abbandonando una volta per tutte la (brutta) parentesi esplicitamente romantica della loro story line, realizzando il suo sogno di essere cavaliere; il tagliagole Bronn arriva ad ottenere il suo castello, Alto Giardino; Sam Tarly diventa Gran Maestro della Cittadella e rimane al servizio di Re Bran. Ogni personaggio trova la sua giusta collocazione, in quello che diventerà il futuro ordine del mondo, un ordine che non sarà più basato sul diritto ereditario, ma sulla volontà del gruppo, una sorta di oligarchia illuminata, non più disponibile al dispotismo familiare ma ancora troppo poco aperta da accogliere una democrazia.

Sembra adesso sovvertita la massima di Cersei che recita “al gioco del trono si vince o si muore”, perché tra il vincere, come hanno fatto gli Stark, alla fine, e il morire, come ha fatto invece Daenerys, tra le braccia e per mano del suo amato, Tyrion, Davos, Brienne, persino Bronn e a modo suo Sansa, hanno inserito una terza via, quella professata da Varys per tutta la sua vita: servire il popolo. Così come i protagonisti dello show hanno imparato a servire il popolo prima che se stessi, così David Benioff e D.B. Weiss hanno servito la storia, quella che ha connesso per oltre dieci anni gli spettatori di tutto il mondo, quella che non mancherà di destare scontenti, critiche, delusioni e, nuovo trend dell’internet, petizioni.

Game of Thrones 8x06 recensione finale

Ma la storia è quella che ci ha appassionati tutti, la storia e le storie sono quelle che ci rendono umani, la motivazione che ha spinto George R.R. Martin per primo a mettere mano alle sue Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, quelle che ci uniscono e quelle che ci fanno ricordare, anche quando non ci siamo più. Al valore di tutte le storie, di tutti i personaggi, da Verme Grigio che salpa per Nath per rendere omaggio alla promessa fatta alla sua amata, a Sansa che bellissima e fiera si erge a Regina del Nord, conquistando la ricompensa che ha così a lungo ricercato, sembra essere dedicata questa straordinaria avventura della HBO. Chi è stato testimone di questa vicenda dovrebbe essere grato per il regalo e pronto a custodirlo e tramandarlo, perché è questo che si fa, con una buona storia.

Chambre 212: recensione del film di Christophe Honoré – #Cannes72

Presentato all’interno della sezione Un Certain Regard, durante il Festival di Cannes 2019, Chambre 212 è il nuovo film del regista francese Christophe Honoré. Celebre anche per il suo lavoro in teatro, Honoré da vita ad una storia che rispetta le unità di tempo e luogo, caratterizzando così il film con una chiara impostazione teatrale. Si dimostra abile nel fondere i due linguaggi, ma alcune libertà di sceneggiatura portano il film a vivere con forti contraddizioni al suo interno.

La storia è quella di Maria (Chiara Mastroianni), il cui marito scopre intenta in ripetuti tradimenti coniugali. Dopo un duro litigio, Maria decide di lasciare il loro appartamento e prendere una stanza, la 212, nell’albergo situato proprio dall’altra parte della strada. La finestra della stanza affaccia proprio su quelle dell’appartamento dove il marito è rimasto. Mentre Maria passa la notte ad osservarlo, si ritroverà coinvolta in un via vai di presenze del passato, la quale la aiuteranno a prendere una decisione in merito al suo matrimonio.

È sempre affascinante osservare come un regista decida di risolvere le autoimposte limitazioni spaziali e temporali. In questo caso Honoré dà prova di grande abilità nell’immaginare una messa in scena attraente, fatta di continui incroci tra passato e presente, tra movimenti di macchina che consentono di avere un quadro completo di quanto accade e con la giusta attenzione riservata ai personaggi e al loro spazio.

All’interno di questa confezione si ritrova la storia di una crisi di coppia, argomento trattato innumerevoli volte e che qui riesce a trovare una propria originalità attraverso alcuni brillanti scambi di battute. Questi risultano più riusciti dal momento in cui Honoré sceglie di non prendere le parti di uno dei due coniugi ma cercando di consegnare un ritratto intimo di entrambi, con il loro passato, i loro amori e i loro sbagli.

Ciò che tuttavia spezza l’atmosfera del film è una sceneggiatura che sconfina oltre i limiti consentiti del racconto fantastico. Accade infatti che la protagonista riceva la visita di alcuni “fantasmi” del suo passato, e il problema sorge nel momento in cui questi entrano in contatto anche con altri personaggi oltre a lei, cosa che tuttavia non dovrebbe essere possibile, dato il punto di vista proposto inizialmente. La situazione sembra così sfuggire di mano, perpetrando una realtà che tuttavia non trova giustificazione narrativa, né da parte della protagonista né da parte di Honoré stesso.

Chambre 212 è una commedia che diverte, certo, ma che si prende eccessive libertà, rischiando così di far dubitare della sua natura. Sconfinare oltre le regole prestabilite, senza che questo sia stato giustificato, porta ad un disincanto che tende a rompere il patto tra l’autore e lo spettatore. Fortunatamente Honoré sa rifarsi con soluzioni visive attraenti, e se affrontato senza troppe pretese il film riesce generare momenti di spensierato divertimento.

Lucisano Media Group acquisisce i diritti di Moonfall, il nuovo kolossal di Roland Emmerich 

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Con un budget di 150 milioni di dollari – il più alto tra quelli delle opere in vendita al Festival 2019 – il film racconta di un gruppo di eroi che cercheranno di impedire lo schianto della luna sulla Terra Lucisano Media Group S.p.A. (AIM: LMG), società quotata su Aim a capo del noto gruppo attivo nel settore audiovisivo, annuncia di avere acquisito i diritti per l’Italia di “Moonfall”, kolossal fantascientifico diretto da Roland Emmerich, regista tedesco noto per aver firmato blockbuster di successo in tutto il mondo come “Independence Day”, “Stargate”, “Godzilla”, “The Day After Tomorrow” e “2012”.

Moonfall è un progetto da 150 milioni di dollari – il budget più alto tra i film in vendita al mercato del Festival di Cannes 2019 – e si muoverà sulla scia di “Independence Day” e “2012”, come ha dichiarato lo stesso regista, rivelando che il film racconterà la missione impossibile di un manipolo di eroi chiamati a salvare l’umanità quando la luna uscendo dalla propria orbita minaccerà di distruggere la terra. Una nuova spettacolare epopea fantascientifica speziata di umorismo e arguzia che, come ha sottolineato Emmerich, nasce dal fascino che la Luna – “l’oggetto più strano che esista” – esercita su di lui.

Il film sarà prodotto dalla Centropolis Entertainment di Roland ed Ute Emmerich, i cui film ad oggi hanno incassato più di 4 miliardi di dollari nel mondo, ed è stato scritto e sviluppato dallo stesso Emmerich con Harald Kloser (“2012,” “White House Down,” “Independence Day: Resurgence”) e da Spenser Cohen.

L’acquisizione di ‘Moonfall’ rappresenta un ulteriore passo verso la crescita delle attività di distribuzione del Gruppo, a cui avevamo dato un impulso importante già lo scorso anno, qui a Cannes, rilevando i diritti di ‘Midway’, un altro kolossal firmato da Roland Emmerich in uscita nei prossimi mesi, da cui ci aspettiamo grandi soddisfazioni”, ha commentato Federica Lucisano, Amministratore Delegato di Lucisano Media Group.

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