Home Blog Pagina 1162

Frankie: recensione del film di Ira Sachs

0
Frankie: recensione del film di Ira Sachs

Presentato in Concorso a Cannes 2019, Frankie è il nuovo film di Ira Sachs, che si avvale di Isabelle Huppert nei panni di splendida protagonista. È la storia di una diva del cinema, un’attrice altera e schietta, sembra in effetti proprio la Huppert stessa. La donna è malata di tumore all’ultimo stadio e indice una riunione di famiglia a Sintra, in Portogallo, un luogo bellissimo e silenzioso.

La donna sembra volere tutta la sua famiglia allargata accanto a sé, non è chiaro però il motivo: vuole lasciare una grande eredità ai figli, vuole fare un qualche annuncio misterioso, vuole commettere suicidio davanti a tutti, o forse semplicemente ha bisogno di avere accanto i suoi affetti ora che la fine si avvicina. Il racconto è rarefatto e gira intorno ai personaggi, tutti alle prese con delle vite un po’ sbilenche che ne catalizzano l’attenzione, c’è chi pensa alla separazione, chi flirta con i ragazzi del luogo, che cerca l’amore e chi la propria identità, e tutti gravitano intorno a Frankie, sfacciata ed elegante, superiore agli affanni del mondo, apparentemente.

Frankie, il film

Meno brillante degli altri lavori che ci ha proposto negli anni, Ira Sachs si concentra principalmente sui personaggi e sul paesaggio, immergendo i primi nel senso e raccontandoli con grande affetto e leggerezza. Sembra voler fotografare la fugacità dell’esistenza in punta di piedi, l’amore e la morte che accomunano tutti gli esseri viventi, senza però prendere posizioni o offrire conclusioni, semplicemente accertandone l’esistenza. Forse troppo esile per un concorso a Cannes, Frankie rivendica la sua dignità di storia leggera e scorrevole, di quelle che si lasciano raccontare e ascoltare senza fatica, mettendo a proprio agio gli interlocutori. Si rivolge all’uomo e alla vita, all’amore, alla morte.

Michael Peña entra nel cast del film su Tom e Jerry

0
Michael Peña entra nel cast del film su Tom e Jerry

Dalle formiche a…topi e gatti: Michael Peña “lascia” momentaneamente l’universo Marvel di Ant-Man per interpretare l’antagonista principale di Tom e Jerry, nuovo adattamento cinematografico dei classici d’animazione targati Hanna-Barbera affidato alla regia di Tim Story (I Fantastici 4, Un poliziotto ancora in prova).

A confermare la notizia è Deadline, ricordando che nel cast è stata già confermata Chloe Grace Moretz nei panni di Kayla, la ragazza che lavorerà nell’elegante Park Hotel gestito proprio dal personaggio di Peña. Terrorizzata dalla presenza di un topolino nell”edificio, Jerry, assumerà il gatto Tom per sbarazzarsene.

Vi ricordiamo che la serie di cortometraggi originale nasce nel 1940 dalle menti creative di William Hanna e Joseph Barbera e segue l’accesa e divertente rivalità tra i due protagonisti.

Tra i più popolari e acclamati prodotti d’animazione, vanta nel palmares sette oscar al miglior corto eguagliando così le Sinfonie Allegre della Walt Disney Studios. Nel tempo sono stati diversi gli episodi al centro di accese polemiche, soprattutto per gli stereotipi razziali che riguardavano la rappresentazione del personaggio nero ricorrente Mammy Due Scarpe, o un tema controverso come quello del cannibalismo.

Fonte: Deadline

Avengers: Endgame, l’omaggio di Rocket a Star Lord che nessuno ha notato

0

Un mese e innumerevoli visioni dopo, Avengers: Endgame continua a regalare piccole sorprese e riferimenti vari al Marvel Cinematic Universe grazie all’occhio di falco di alcuni fan. Come quello che sul forum Reddit sembra aver notato un dettaglio legato al personaggio di Rocket Raccoon durante i viaggi nel tempo e il ritorno ad Asgard insieme a Thor in cui ci sarebbe un esplicito omaggio ad una delle vittime della Decimazione (poi tornata in vita nel finale).

L’immagine qui sotto è la prova evidente che il procione doppiato da Bradley Cooper sta indossando un indumento del suo amico e collega dei Guardiani della Galassia Star-Lord, ovvero la sciarpa rossa sfoggiata nel secondo capitolo del franchise di James Gunn.

Chi conosce o ha letto i fumetti sui Guardiani, soprattutto quelli pubblicati prima dell’uscita del primo volume al cinema, avrà sicuramente notato che Rocket ha addosso lo stesso costume della sua controparte originale, e la sciarpa non fa parte del look. Tuttavia sembra che in Endgame lo scopo finale sia quello di onorare la famiglia scomparsa dopo lo schiocco di Thanon in Infinity War, proprio per sottolineare il percorso emotivo del personaggio attraverso tutto il MCU.

E voi, avevate notato questo dettaglio?

avengers endgame

Leggi anche – Rocket Raccoon: 10 segreti sulla realizzazione del personaggio

CORRELATI:

Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, il film prima e dopo gli effetti speciali

Fonte: Reddit

Nureyev The White Crow: trailer del film di Ralph Fiennes

0
Nureyev The White Crow: trailer del film di Ralph Fiennes

Eagle Pictures ha diffuso il trailer italiano del film dedicato alla leggenda della danza mondiale, Nureyev The White Crow diretto e interpretato da Ralph Fiennes.

Il film, tratto dalla biografia Rudolf Nureyev: The Life scritta da Julie Kavanagh, racconta la vita del leggendario ballerino Rudolf Nureyev, dall’infanzia nella gelida città sovietica di Ufa, fino agli anni trascorsi a Leningrado nella scuola di danza. Orgoglioso e ribelle, ‘Rudy’, a soli 22 anni, entra a far a parte della rinomata Kirov Ballet Company, con la quale va a Parigi nel 1961, per la sua prima tournée al di fuori dell’Unione Sovietica. Gli ufficiali del KGB, però, lo marcano stretto, diffidando enormemente del suo comportamento anticonformista e della sua amicizia con la giovane parigina Clara Saint. Per questo motivo al ballerino viene comunicato che non potrà andare a Londra con la compagnia e dovrà essere immediatamente rimpatriato per esibirsi al Cremlino. All’improvviso Nureyev comprende che sta pagando caro il prezzo della sua libertà e decide di chiedere asilo politico alla Francia.

Nureyev è interpretato dal giovane Oleg Ivenko, mentre Ralph Fiennes, oltre a dirigere il suo terzo film, si ritaglia il ruolo di Alexander Pushkin, famoso insegnante di danza. Dopo esser stato apprezzato al Torino Film Festival e al London Film Festival il film arriverà nelle sale italiane dal 27 giugno con Eagle Pictures.

Star Wars: L’ascesa di Skywalker, tutte le rivelazioni della cover di Vanity Fair

Oltre a mostrare le prime immagini ufficiali del film e un video del dietro le quinte, il nuovo servizio di Vanity Fair dedicato a Star Wars: L’ascesa di Skywalker è ricco di dettagli sulla lavorazione del film, compresa qualche gustosa anticipazione su ciò che vedremo al cinema il prossimo dicembre.

Ecco allora di seguito le rivelazioni più importanti:

I nuovi pianeti

Ne avevamo avuto un primo indizio grazie al trailer, ma ora la cover story di Vanity Fair ha confermato che nel film saranno svelati due nuovi pianeti: Pasaana e il suo deserto “ai margini della galassia” e Kijimi, la casa dell’oscuro quartiere dei Ladri ricoperto di neve.

I rischi di J.J.Abrams

Se Il Risveglio Della Forza era stato criticato per aver ricalcato senza coraggio lo scheletro di Una Nuova Speranza, sembra che stavolta J.J.Abrams si sia preso qualche rischio in più:

Lavorando a episodio IX mi sono trovato ad affrontare il lavoro in modo leggermente diverso. Con il primo film della trilogia sentivo di dover esprimere la mia gratitudine a Star Wars facendo al meglio delle mie capacità ciò che credevo dovesse essere un film di questo franchise“.

I nuovi personaggi

Oltre ai volti familiari il film vedrà in azione qualche new entry, tra cui Zorri Bliss (il personaggio interpretato da Keri Russell e di cui abbiamo un’anteprima nella foto), il Generale Pryde di Richard E. Grant e la misteriosa Jannah interpretata da Naomi Ackie.

Nel servizio viene menziona anche un piccolo droide a una ruota chiamato D-O e un “grande alieno di nome Klaud“.

Il salto temporale

Il film riprenderà esattamente un anno dopo gli eventi de Gli Ultimi Jedi, come spiegato da Oscar Isaac:

Ci sarà un po’ di quella storia condivisa che non abbiamo ancora visto. Negli altri episodi, Poe è ritratto come un lupo solitario, mentre ora fa davvero parte di un gruppo che esce e va in missione, con una dinamica molto più familiare“.

Finn trova il suo posto nel mondo

Finn ha dubitato della sua posizione nella Resistenza l’ultima volta che l’abbiamo visto, ma il suo sacrificio mostrato alla fine de Gli Ultimi Jedi sembra aver chiarito che l’ex Stormtrooper è finalmente pronto per diventare un eroe.

Finn ha trovato il suo posto, ed è un membro attivo della Resistenza“, dichiara John Boyega. “In Episodio VIII non riusciva a decidere per quale fazione stava combattendo, ma da allora ha preso una decisione.”

Il legame con la forza di Rey e Kylo

Adam Driver ha già discusso della relazione in via di sviluppo tra Kylo Ren e Rey, ma è su Vanity Fair che si parla di una speciale connessione con la forza introdotta nel film precedente che continuerà ad essere approfondita. Ma in che modo?

Daisy Ridley ha spiegato che “c’è una parte di Rey arrabbiata con Kylo per ciò che ha fatto, e quella è stata sempre una grande domanda durante le riprese: perché una persona che ottiene tutto poi lo lascia perdere?

L’arrivo dei cavalieri di Ren

Come confermato dalle nuove immagini ufficiali, i cavaliere di Ren debutteranno finalmente al cinema e il film in uscita esplorerà il rapporto tra questi guerrieri e Kylo Ren con loro.

Kylo sta costruendo questo strano legame con Rey“, spiega Adam Driver, “ma dove sono diretti i personaggi?

Il ritorno di Carrie Fisher

Come saprete Carrie Fisher è scomparsa prima dell’inizio delle riprese ma il team di J.J.Abrams ha trovato il modo per “resuscitare” la principessa Leia attraverso del materiale scartato dai precedenti film.

È difficile parlarne senza sembrare troppo vago” confessa il regista, “ma sembrava che improvvisamente avessimo trovato la risposta impossibile alla domanda impossibile. Ci sono momenti in questo film in cui è presente Carrie, e sento davvero che c’è un elemento misterioso e spirituale che abbia contribuito alla riuscita del tutto. Carrie ci stava dicendo che in qualche modo avrebbe funzionato.

Star Wars e il paragone con il Marvel Cinematic Universe

I risultati deludenti di Solo: A Star Wars Story al botteghino hanno spinto la Lucasfilm a riconsiderare l’approccio al franchise e la programmazione delle uscite per i prossimi progetti. A spiegarlo nel dettaglio è stata il presidente Kathleen Kennedy:

Penso tutto si riduca alla grande aspettativa che la Disney abbia riguardo questi film. D’altra parte, però, penso che la Disney sia molto rispettosa di ciò che il franchise è, della fragilità di questa forma di narrazione a cui i fan sono molto legati. Insomma, non potevamo trasformarla in una fabbrica di film“.

“E non possiamo nemmeno fare come i Marvel Studios, che sceglie i personaggi e costruisce nuovi franchise attorno a loro. Il nostro universo ha bisogno di evolvere in modo diverso.”

La fine dei Sith (o dei Jedi)?

È ovvio che la posta in gioco di Episodio IX sarà altissima, trattandosi del capitolo finale della saga degli Skywalker, ma le fonti di Vanity Fair hanno lasciato intendere che il film porrà fine al conflitto millenario tra l’Ordine Jedi e i Sith, e questo significa che uno di questi gruppi verrà distrutto per sempre.

Leggi anche – Star Wars: L’ascesa di Skywalker, le teorie sul significato del titolo

Fonte: Vanity Fair

Leonardo DiCaprio incontra e omaggia Lina Wertmuller

0
Leonardo DiCaprio incontra e omaggia Lina Wertmuller

Leonardo DiCaprio, tra i protagonisti dell’ultimo film di Quentin Tarantino presentato in questi giorni a Cannes, ha salutato e ringraziato per il suo grande lavoro e apporto al cinema internazionale Lina Wertmuller.

L’incontro, intimo ed emozionante, tra l’attore e la regista si è svolto prima della proiezione ufficiale di Pasqualino sette bellezze nella sua versione restaurata a cura del CSC – cineteca nazionale e finanziato da Gemona Films.

Leonardo DiCaprio

La versione restaurata di Pasqualino Settebellezze, film-culto realizzato da Lina Wertmüller nel 1975, sarà presentata ufficialmente mercoledì 22 maggio 2019 al festival di Cannes. La proiezione avverrà alle ore 20.00, nella Sala Buñuel del Palais, all’interno della sezione Cannes Classics, alla presenza della regista Lina Wertmüller e del protagonista maschile Giancarlo Giannini.

Il Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale ha curato, grazie all’impegno economico di Genoma Films, il restauro del film diretto nel 1975 da Lina Wertmüller (Mimì metallurgico ferito nell’onore, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto) e interpretato da Giancarlo Giannini, Fernando Rey, Elena Fiore, con le musiche originali di Enzo Jannacci. Pasqualino Settebellezze ottenne una candidatura ai Golden Globes e quattro candidature all’Oscar (tra cui quella come miglior regista, prima volta in assoluto nella storia dell’Academy per una donna). È un’apologia intelligente e feroce dell’arte di arrangiarsi e sopravvivere ad ogni costo, tipica della cultura partenopea: Giancarlo Giannini è l’indimenticabile guappo che nella Napoli del 1936 uccide il seduttore di una delle sue sette, brutte sorelle (da qui il suo soprannome), viene rinchiuso in un manicomio criminale da cui esce come volontario di guerra per finire in un lager tedesco e diventare kapò.

Il restauro è stato realizzato dal CSC-Cineteca Nazionale a partire dai negativi immagine e suono originali su pellicola 35mm, messi a disposizione da RTI Mediaset in collaborazione con Infinity. Le lavorazioni, curate dalla Cineteca Nazionale, si sono avvalse della collaborazione di Federico Savina e Giuseppe Damato per il restauro della colonna sonora e sono state effettuate dal laboratorio Cinema Communications di Roma.

Il restauro è stato possibile grazie all’impegno economico della Genoma Films di Paolo Rossi Pisu (che nel 2018 ha già realizzato il restauro, sempre con il CSC, di Italiani Brava Gente di Giuseppe de Santis, primi in Italia a utilizzare il Bonus Arte) e con il contributo di Deisa Ebano Calzanetto.

Daniela Currò, conservatrice della Cineteca nazionale, dichiara: “Con il restauro di Pasqualino Settebellezze la Cineteca Nazionale non solo porta avanti il proprio compito istituzionale di restaurare e diffondere il patrimonio cinematografico italiano, ma continua anche su un progetto che da qualche tempo ci vede impegnati in prima linea sul cinema delle donne e che ci ha già visto al lavoro, ad esempio, su Il portiere di notte di Liliana Cavani e sui film della pioniera del cinema Elvira Notari, prima donna regista italiana. Lina Wertmüller è la prima donna di sempre candidata all’oscar per la miglior regia e con questo restauro vogliamo celebrare lei e la genialità delle donne italiane. Ringrazio il festival di Cannes per offrirci questa bellissima cornice.”

Commenta Paolo Rossi Pisu: “Dopo la felice esperienza del restauro di Italiani Brava Gente, continuiamo ad investire nella cultura perché è nostra intenzione utilizzare le risorse nostre e di aziende terze nella perpetuazione e conservazione dell’arte ed è per questo che siamo felicissimi di collaborare con la Cineteca Nazionale e molto orgogliosi di essere stati invitati con questo restauro nella prestigiosissima cornice del Festival di Cannes”.

C’era una volta a Hollywood: Tarantino paragona il film a Pulp Fiction

0

C’era una volta a Hollywood è il nono film di Quentin Tarantino e il suo ritorno sulla croisette del Festival di Cannes cade esattamente nel venticinquesimo anniversario della vittoria della palma d’oro con Pulp Fiction nel 1994. Una ricorrenza che il regista sembra omaggiare anche attraverso i paragoni tra le due pellicole, entrambe ambientate nella città delle stelle.

Questo film è la cosa più vicina a Pulp Fiction che ho mai girato. È anche, e probabilmente, il mio film più personale. L’ho immaginato come il racconto sulla mia memoria. Alfonso Cuarón aveva Roma e Città del Messico nel 1970. Io Los Angeles e  il 1969. Questo sono io. Questo è l’anno che mi ha formato. All’epoca avevo sei anni. Questo è il mio mondo. E questa è la mia lettera d’amore a L.A.

Ma C’era una volta a Hollywood è anche il risultato di un lavoro mutato nel tempo e scritto nel giro di cinque anni prima in forma di romanzo e poi trasformato in una sceneggiatura per il cinema. “Ho lasciato che diventasse quello che voleva diventare”, dichiara Tarantino. “Per molto tempo, non volevo accettarlo. Poi l’ho fatto.”

E che dire del titolo quasi “fiabesco”?

[…] C’è sicuramente l’aspetto della fiaba, e il titolo si adatta abbastanza bene a quell’idea. Ma questo è anche un pezzo di memoria, non un fatto storico di per sé. È la Hollywood del mondo reale e allo stesso tempo una Hollywood mentale.

C’era una volta a Hollywood: guarda il trailer ufficiale

Di seguito la prima sinossi:

La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

CORRELATI:

Ho lavorato alla sceneggiatura per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due attori protagonisti.

Nel cast anche Damian LewisDakota FanningNicholas Hammond, Emile HirschLuke PerryClifton Collins Jr.Keith JeffersonTimothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell Michael MadsenRumer Willis, Dreama WalkerCosta Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson.

Il film segnerà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo. L’uscita nelle sale di C’era una volta a Hollywood è fissata al settembre 2019.

C’era una volta a Hollywood: tutto quello che sappiamo sul nuovo film di Tarantino

Fonte: Esquire

Cannes 2019: a Giancarlo Giannini e Lina Wertmuller il premio Kinéo

0

Al 72° Festival di Cannes, si è tenuta la presentazione della 17^ edizione del Premio Kinéo – Diamanti al Cinema. Premiati alla Croisette la grande regista Lina Wertmüller e Giancarlo Giannini, già presenti a Cannes per una maratona tutta italiana che ha compreso il loro “Tributo” per l’indimenticabile film “Pasqualino Settebellezze”, restaurato dal Centro Sperimentale di Cinematografia/Cineteca Nazionale con Genoma Films  e la presentazione del nuovo film da loro coprodotto, “Dittatura Last Minute – Addio Ceausescu”.

Un’edizione speciale, quella presentata a Cannes, che mette al centro dell’evento il cinema, ma anche quel sentimento verso il quale il cinema ha sempre dimostrato grande sensibilità. Il sentimento del rispetto dell’ambiente che sta suscitando, oggi come mai, la mobilitazione di giovani, Istituzioni, Multinazionali, cittadini, artisti.

Il focus tematico di quest’anno sarà il mare in omaggio alla Serenissima sulle cui acque da 76 anni ha luogo la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Col patrocinio del Comune di Venezia sull’iniziativa #EnjoyRespectVenezia and Save Your Sea, si celebrerà, domenica 1 settembre, il Premio Kinéo come da tradizione uno degli eventi più attesi al Lido.

A testimoniare l’esigenza di una vera e propria opera di educazione che parta dai gesti quotidiani di ognuno di noi, attori e attrici nazionali e internazionali e chi si occupa attivamente di programmi educativi come Veronica Berti Bocelli, Vice Presidente della Fondazione ABF, attiva sia in Italia che all’estero che, durante la conferenza stampa, ha mandato un videomessaggio annunciando: “Sarò a Venezia il 1 settembre durante il Premio Kinéo per sostenere in qualità di Vice Presidente della Fondazione che porta il nome di mio marito, Andrea Bocelli Foundation, l’invito ad amare e rispettare il nostro pianeta, la nostra terra e le nostre acque”. Veronica Berti Bocelli ha proseguito parlando del Premio Kinéo: “Un grande plauso va fatto a questo premio per la grande sensibilizzazione su temi importanti come la cura dell’ambiente in cui viviamo. Un’opera che il Premio Kinéo porta avanti grazie alle tante collaborazioni con il cinema e con il sostegno del Comune di Venezia che da 76 anni ospita in Laguna la Mostra dedicata a questa meravigliosa arte”.

Tappa intermedia di questa iniziativa, la giornata di responsabilizzazione, al Salone Nautico, lungo le rive dell’Arsenale, nel cuore della Biennale Arte, simboleggiato dall’installazione di Lorenzo Quinn “Building Bridges”, il 20 Giugno con una nutrita partecipazione di interventi.

Con il SNCCI sono stati selezionati i film, drammatici, commedie e opere prime che saranno sottoposti al voto del pubblico grazie al lavoro che Kinéo da sempre condivide con ANICA e gli spettatori delle sale cinematografiche. Il SNCCI assegnerà come ogni anno il Premio Pubblico & Critica.

Con Il Centro Sperimentale di Cinematografia sarà assegnato il Premio Giovani Rivelazioni. In totale sintonia con Kinéo e il tributo alla responsabilità ambientale, anche il CSC ha iniziato un percorso specifico di educazione abolendo dalla scuola di cinema più prestigiosa d’Italia i materiali di uso comune non riciclabili.

Le collaborazioni del Premio Kinéo con grandi personaggi e realtà del Cinema non finiscono qui e saranno svelate prossimamente al Salone Nautico di Venezia nella prima tappa all’insegna del “Green&Blu”.

Segui il nostro speciale su Cannes 2019

Captain America e Sharon Carter avrebbero vissuto insieme in una bozza di Infinity War

0

Il destino di Captain America in Avengers: Endgame sembra aver soddisfatto i fan e rivedere l’eroe che finalmente può realizzare il suo più grande desiderio, riabbracciare Peggy Carter, è stata la degna chiusura di un percorso iniziato nel 2011 con Il Primo Vendicatore. Questo non risolve però tutti i dubbi su alcune parentesi del viaggio lungo il MCU, come il periodo trascorso in clandestinità tra Civil War e Infinity War.

Sappiamo che Steve, insieme a Natasha Romanoff e Sam Wilson, ha vissuto sotto copertura in giro per il mondo conducendo missioni segrete, ma cosa è successo in quel frangente escluso dallo storytelling? Chi può aver incrociato la strada del supereroe? Forse i tre amici hanno trascorso del tempo in Wakanda? Qualche risposta provano a darla gli sceneggiatori Stephen McFeely e Christopher Markus in una recente intervista con Yahoo, svelando un dettaglio inedito riguardante le prime bozze di Infinity War:

Abbiamo provato di tutto, perfino ricucire ogni genere di rapporto. Per esempio, originariamente Steve avrebbe convissuto con Sharon Carter e le cose non stavano andando molto bene…Ecco, quelli sono i classici momenti in cui Kevin Feige entra in gioco e dice: “Che diavolo state facendo?

In effetti una love story tra Cap e la nipote di Peggy non avrebbe funzionato, e i segnali della debolezza di questa relazione c’erano già stati in The Winter Soldier e Civil War. Di sicuro la coppia non ha riscontrato il favore del pubblico, né è riuscita a seminare un sentimento che potesse essere approfondito in futuro. Ora però il ritorno – confermato pochi giorni fa – di Emily VanCamp nella serie tv dedicata a Falcon e Soldato d’inverno riapre ogni genere di discussione: che ruolo avrà il personaggio? C’è la possibilità di rivederla in azione al fianco di Chris Evans? Oppure, come verrà giustificata la sua assenza durante gli eventi di Endgame?

Leggi anche – Captain America: 8 modi in cui potrebbe tornare dopo Endgame

CORRELATI

Vi ricordiamo che Captain America è in Avengers: Endgame, dal 24 aprile nelle nostre sale.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, Captain America ha incontrato Teschio Rosso su Vormir

Fonte: Yahoo Entertainment

Francesco Totti: al via le riprese del doc sull’attaccante romanista

0

Sono partite a Roma le riprese del documentario su Francesco Totti, campione amatissimo, non solo dai tifosi della Roma, giocatore dalla carriera longeva e strabiliante, ambito da club nazionali e mondiali, uno dei pochi atleti al mondo che ha militato tutta la carriera in una sola squadra. Maglia, quella giallorossa, che il Capitano ha “tradito” solo per quella della nazionale.

Diretto da Alex Infascelli (Vincitore del David di Donatello per S is for Stanley), e tratto dal libro Un Capitano scritto da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli), il documentario sarà un viaggio emozionante, raccontato in prima persona da Totti stesso, che narra le imprese dell’uomo e del calciatore, e sarà arricchito da immagini inedite tratte dal suo archivio personale.

Co-prodotto dalla Wildside di Lorenzo Mieli e Mario Gianani con FremantleCapri Entertainment di Virginia Valsecchi e Vision Distribution che lo distribuirà al cinema.

IT Capitolo Due: il teaser trailer in versione LEGO

0
IT Capitolo Due: il teaser trailer in versione LEGO

Ecco la versione LEGO del primo teaser trailer di IT Capitolo Due, la seconda parte dell’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Stephen King.

Il male risorge a Derry quando il regista Andy Muschietti riunisce il Club dei Perdenti – giovani e adulti – con un ritorno a dove tutto ebbe inizio, in IT Capitolo Due.

IT Capitolo Due, trama

IT Capitolo Due è il sequel del grande successo di critica e box office del 2017 “IT”, sempre firmato da Muschietti, capace di incassare oltre 700 milioni di dollari a livello globale. Ridefinendo e trascendendo il genere, “IT” è diventato parte del nostro immaginario collettivo, nonchè il film horror dai più alti incassi di tutti i tempi. Poiché ogni 27 anni il male torna a manifestarsi nella cittadina di Derry, nel Maine, “IT CAPITOLO DUE” riunisce i personaggi divenuti adulti, e che da tempo hanno intrapreso strade diverse, a distanza di trent’anni dagli eventi del primo film.

IT Capitolo Due, cast

James McAvoy (Split, Glass) interpreta Bill, la nominata all’Oscar Jessica Chastain (Zero Dark Thirty, Mama) è Beverly; Bill Hader (Barry della HBO, “The Skeleton Twins”) ritrae Richie; Isaiah Mustafa (Shadowhunters: The Mortal Instruments in TV) è Mike; Jay Ryan (“Mary Kills People” in TV) interpreta Ben; James Ransone (“The Wire” della HBO) è Eddie, e Bill Skarsgård interpreta il protagonista Pennywise. Andy Bean (“Allegiant”, Starz “Power”) è Stanley, mentre tornano ai loro ruoli originali di membri del Club dei Perdenti Jaeden Martell nei panni di Bill; Wyatt Oleff nei panni di Stanley; Sophia Lillis nei panni di Beverly; Finn Wolfhard nei panni di Richie; Jeremy Ray Taylor in quelli di Ben; Chosen Jacobs in quelli di Mike, e Jack Dylan Grazer è nuovamente Eddie.

Muschietti dirige il film da una sceneggiatura di Gary Dauberman (“IT”, “Annabelle: Creation“) basata sul romanzo ‘IT’ di Stephen King. Barbara Muschietti, Dan Lin e Roy Lee sono i produttori del film. Marty Ewing, Seth Grahame-Smith e David Katzenberg ne sono i produttori esecutivi.

Il team creativo che ha lavorato dietro le quinte include il direttore della fotografia Checco Varese (“The 33”), lo scenografo vincitore dell’ Oscar Paul D. Austerberry (“La forma dell’acqua”), il montatore Jason Ballantine (“IT”, “Mad Max : Fury Road “), e il costumista nominato all’Oscar Luis Sequeira (“La forma dell’acqua”, “Mama”).

IT Capitolo Due, la cui uscita nelle sale italiane e IMAX è prevista per il 5 settembre 2019, è una produzione New Line Cinema, e sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures.

Spider-Man: Far From Home, i character poster del film

0
Spider-Man: Far From Home, i character poster del film

Sono stati diffusi i primi character poster di Spider-Man: Far From Home, il nuovo film sull’Uomo Ragno che seguirà gli eventi di Endgame, chiuderà definitivamente la Fase 3 del MCU e vedrà Tom Holland tornare nei panni dell’amichevole Spider-Man di Quartiere, questa volta in giro per il mondo.

I character poster raffigurano Nick Fury, Spider-Man, MJ e Misterio. Eccoli di seguito:

Spider-Man: Far From Home, le teorie più intriganti sul Multiverso

CORRELATI:

Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From Home è arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.

Di seguito la sinossi ufficiale: In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

Spider-Man: Far From Home, l’easter egg nel nuovo trailer che nessuno ha notato

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il primo video dal backstage

0
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il primo video dal backstage

Dopo le prime foto ufficiali, ecco un video dal backstage di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, pubblicato da Vanity Fair a corredo di un approfondimento sul film, che svela molti dettagli dal film: attori, personaggi, costumi e location.

Ecco il video:

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, come tornerà l’imperatore Palpatine?

Vi ricordiamo che Star Wars: The Rise Of Sywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza“Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: The Rise Of Skywalker, le teorie sul significato del titolo

X-Men: Dark Phoenix, la squadra nello spazio nella nuova clip

0
X-Men: Dark Phoenix, la squadra nello spazio nella nuova clip

Ecco una nuova clip di X-Men: Dark Phoenix, il prossimo capitolo del franchise degli X-Men in cui sarà raccontata di nuovo la storia di Fenice Nera, già una volta anticipata in X-Men: Conflitto Finale.

Di seguito, potete vedere la clip che mostra il viaggio nello spazio della giovane squadra di Mutanti, durante il quale Jean Grey (Sophie Turner) entra in contatto con l’entità cosmica che la possiede.

Scritto e diretto da Simon Kinberg, X-Men: Dark Phoenix è interpretato da  Sophie TurnerJames McAvoyMichael FassbenderJennifer LawrenceNicholas Hoult, Tye Sheridan, Alexandra Shipp e Jessica Chastain. Il film arriva nelle nostre sale il 6 giugno.

X-Men: Dark Phoenix, la trama

Dark Phoenix tratterà la storia di uno dei personaggi più amati della saga degli X-Men, Jean Grey, che si evolve nell’iconica  DARK PHOENIX. Nel corso di una pericolosa missione nello spazio, Jean viene colpita da una potente forza cosmica che la trasforma in uno dei più potenti mutanti di tutti i tempi. Lottando con questo potere sempre più instabile e con i suoi demoni personali, Jean perde il controllo e strappa qualsiasi legame con la famiglia degli X-Men, minacciando di distruggere il pianeta. Il film è il più intenso ed emozionante della saga, mai realizzato prima. È il culmine di vent’anni di film dedicati agli X-Men, la famiglia di mutanti che abbiamo amato e conosciuto deve affrontare il nemico più devastante: uno di loro.

CORRELATE:

Diretto da Simon Kingberg, con Sophie TurnerJennifer Lawrence, James McAvoy, Michael Fassbender, Evan Peters, Nicholas Hoult, il film sarà in sala il 6 giugno 2019.

Armageddon – Giudizio finale: 10 cose che non sai sul film

Armageddon – Giudizio finale: 10 cose che non sai sul film

Armageddon – Giudizio finale è stato uno di quei film ha dato il via al genere catastrofico che ha contraddistinto la fine degli anni ’90 e l’inizio del Duemila, facendosi capostipite dell’utilizzo effetti speciali particolari.

Questo film ha cercato di mettere insieme diversi argomenti, soprattutto legati al bene e al male, riuscendo ad affascinare una grande fetta di pubblico.

Ecco, allora, dieci cosa sapere su Armageddon – Giudizio finale.

Armageddon film

armageddon

1. Le riprese con attrezzature costosissime. Durante le riprese di Armageddon, il cast e la troupe hanno lavorato con delle attrezzature dal costo elevato. Sembra, infatti, che il loro valore si aggirasse intorno ai diciannove miliardi di dollari, considerando anche la presenza di una vera piattaforma petrolifera e di una vera navetta spaziale.

2. Lo script originale era molto diverso. A differenza della sceneggiatura utilizzata, pare che quella originale non includesse la sottotrama romantica tra A.J. (Ben Affleck) e Grace (Liv Tyler), e che si concentrasse di più sul personaggio di Truman. Dopo il successo di Titanic vennero riscritte la maggior parte delle scene romantiche, filmate poi alla fine delle riprese.

3. È possibile vedere gli oggetti di scena. Alcuni dei veicoli spaziali e degli oggetti utilizzati nelle riprese sono esposti al pubblico nei Disney Studios di Disneyland Paris. Questi oggetti accompagnano l’Armageddon Special Effects Ride.

Armageddon streaming

4. Il film è disponibile in streaming. Chi avesse voglia di vedere o rivedere Armageddon – Giudizio finale è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme digitali legali di Rakuten Tv, Chili e Tim Vision.

Armageddon significato finale

5. La battaglia tra bene e male. Il film cerca di inserire nella sua narrazione le tematiche a cui lo stesso titolo fa riferimento, cioè il giudizio finale, la fine del costante scontro tra bene e male. A ciò si aggiunge l’unione di diverse identità atte al sacrificio e alla salvezza, al voler combattere il disastro annunciato.

Armageddon: colonna sonora

6. Un film accompagnato da brani indimenticabili. Armageddon è diventato un film grazie anche ad una colonna sonora difficilmente dimenticabile, pubblicata in concomitanza con l’uscita del film nel 1998. Le tracce del film vedono la collaborazione di artisti come gli Aerosmith, Jon Bon Jovi, Patty Smith e i Journey.

7. Questo film a rilanciato gli Aerosmith. Sebbene all’inizio I Don’t Want to Miss a Thing non fosse pensato per gli Aerosmith, alla fine lo incisero loro, riuscendo a garantirsi un enorme successo. È proprio grazie a questa canzone, poi inclusa in Armageddon, che il gruppo è riuscito a farsi strada tra le nuove generazioni.

Armageddon cast

armageddon

8. Steve Buscemi ha trovato eroico il suo personaggio. Stando alle dichiarazioni di Steve Buscemi, sembra che l’attore abbia accolto il suo personaggio di Rockhound come un geologo eroico, accogliendolo con entusiasmo e desiderando che subisse dei cambiamenti rispetto al basso profilo che gli era stato dato. L’attore ha notato che, dopo essere stato ingaggiato, le caratteristiche squilibrate del personaggio erano state riscritte nella sceneggiatura.

9. Bruce Willis non ha amato la regia di Michael Bay. Pare che tra Bruce Willis e Michael Bay non ci sia stato un bel rapporto. Lo stesso attore, infatti, ha dichiarato che non gli è importato nulla dello stile del regista e che si sarebbe rifiutato di lavorare ancora con lui.

10. Billy Bob Thornton ha dato un’idea a Bay. Sembra che Billy Bob Thornton, mentre stava cercando di ricostruire il background del suo personaggio, abbia pensato che egli fosse sulla buona strada per unirsi alla NASA come astronauta. In passato, però, il suo personaggio avrebbe sofferto di danni dovuti alle paralisi dei nervi, tanto da riuscire a diventare solo un amministratore. Adorando l’idea, Bay decise di creare una scena in cui veniva mostrato un tutore sulla gamba di Truman.

Fonti: IMDb, Treccani

Aladdin: intervista a Will Smith, il nuovo Genio della lampada

Aladdin: intervista a Will Smith, il nuovo Genio della lampada

Lo abbiamo amato negli anni ’90 con Il Principe di Bel Air, lo abbiamo apprezzato come interprete drammatico negli anni 2000/2010, ma negli ultimi anni sembra che Will Smith non riesca proprio ad afferrare il ruolo giusto. Dopo molti film che non sono stati affatto un successo, il protagonista di Io sono leggenda si guadagna un ruolo molto importante nell’immaginario collettivo, quello del Genio della lampada nel live action di Aladdin, il nuovo classico della Disney rifatto con attori in carne e ossa che segue l’uscita, due mesi fa, di Dumbo.

Se lì c’era Tim Burton, qui c’è Guy Ritchie che prova a coniugare il suo immaginario con quello dello straccione di Agrabah che si innamora follemente della principessa Jasmine e trova una lampada magica con dentro un Genio che gli offre tre desideri. Proprio quello è il personaggio affidato a Will Smith, che si trova a fare i conti con un’eredità pesantissima, quella di Robin Williams, che lo aveva doppiato nel film del 1992.

“Ero terrorizzato – ha esordito Smith, commentando proprio l’importanza dell’eredità di Williams – Quando ho ricevuto la telefonata che mi diceva che stavano rifacendo Aladdin e volevano che ne facessi parte. È stato un po’ come se ti dicessero ‘Rifacciamo Il Padrino, pensiamo a te per il ruolo di Al Pacino’!”

Sull’accostare la sua performance a quella di Robin Williams, Will Smith è categorico: “Semplicemente non vuoi assolutamente metterti in questa situazione. Non c’era nessun margine di migliorare il personaggio di Robin Williams e l’unica cosa che mi ha convinto è stata che sarebbe stato in live action, quindi avrei avuto un’opportunità, un terreno diverso. Prima di Robin Williams non era così: lui ha rivoluzionato il modo di prestare la voce a un personaggio e ha creato davvero un personaggio nuovo rispetto a quello che era scritto. È stato rivoluzionario. E l’idea di avere la possibilità di fare più ciak non lo ha reso assolutamente meno spaventoso. La strada è stata quella di dare un sapore hip hop al mio personaggio.”

Leggi la recensione di Aladdin con Will Smith nei panni del Genio

L’attore ha espresso anche la sua opinione in merito al personaggio interpretato da Naomi Scott, la principessa Jasmine, una versione aggiornata alla modernità della già molto combattiva, coraggiosa e indipendente figlia del Sultano di Agrabah: “L’idea che la principessa Jasmine voglia governare, è una nuova story line che nasce dall’immaginazione di Guy Ritchie. Questa idea è stato un modo molto elegante di creare gli elementi moderni per questo personaggio che vive in un mondo (ridicolo) dove una donna non può essere Sultano. In una relatà dove ad una donna non è permesso governare, lei combatte per quel ruolo, e credo che la canzone nuova, Speechless, sia la firma su questo cambiamento, sancisce il fatto che lei non rimarrà zitta a subire. L’ho trovato fantastico, e quel giorno ho capito che stavamo facendo una cosa bella.”

Ma come ha fatto Will Smith a trovare la sua chiave di interpretazione del Genio? Ecco cosa ha raccontato l’attore: “Ero molto preoccupato sul modo in cui avrei provato a mettere la mia firma sul personaggio, poi abbiamo cominciato a fare confusione con ‘Un amico come me’, la mia prima canzone, e c’era un pezzo hip hop breakbeat, da cui ho preso i bassi per modificare a modo mio la canzone. Quello per me è stato il momento centrale in cui ho capito che potevo dare al Genio una lettura nostalgica per il pubblico ma anche dargli un nuovo sapore.”

Aladdin di Guy Ritchie è in sala dal 22 maggio 2019.

Quasi amici: 10 cose che non sai sul film

Quasi amici: 10 cose che non sai sul film

Quasi amici è un film brillante che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, negli ultimi anni, con la sua leggerenza e, allo stesso tempo, profondità di analisi di un rapporto inaspettato e delle sue conseguenze.

Il film, tratto da una storia vera, incoraggia a non abbattersi mai per nessuna ragione al mondo e di proseguire nel cammino della vita imparando a vivere in maniera positiva.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Quasi amici.

Quasi amici film

quasi amici

1. È stata cambiata la nazionalità di uno dei due protagonisti. Quasi amici è un film che si basa su una storia vera, con Driss che in realtà di chiama Abdel ed è di origine algerina. Per realizzare il film, i registi Èric Toledano e Olivier Nakache hanno deciso di cambiare la nazionalità del personaggio per poter ingaggiare Omar Sy, con cui avevano già lavorato in Troppo amici (2009).

2. Si è dato risalto ad un contrasto specifico. In Quasi amici, il nervosismo e il leggero movimento di Driss nella prima scena in cui incontra Philippe era intenzionale. Ciò è stato voluto per mostrare il contrasto tra la mobilità di Driss con l’immobilità di Philippe.

3. È stato onorato da una famosa associazione. Quasi amici, oltre a riscuotere consensi in tutti il mondo, è ricevuto anche gli onori dalla Christopher & Dana Reeve Foundation, un’organizzazione no-profit americana con l’obiettivo di aiutare le persone che soffrono di paralisi, sostenendo la ricerca avanzata. Il 28 novembre del 2012 i registi hanno ricevuto il premio HOPE dalla fondazione.

Quasi amici streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse rivedere o vedere per la prima volta Quasi amici, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme digitali in streaming di Rakuten Tv, Chili, Infinity e Netflix.

Quasi amici storia vera

5. Il film si basa su una storia vera. Quasi amici è il racconto una storia vera che ha visto coinvolti Philippe Pozzo di Borgo ed il suo aiutante Abdel Sellou. Sembra che i registi abbiano scoperto la storia della loro amicizia grazie al film documentario À la vie, à la mort (2003).

6. Dalla storia vera sono nati due libri. La storia vera che ha avvolto i due protagonisti non poteva che dare vita a due libri e a due punti di vista differenti. Borgo Philippe Pozzo ha realizzato il libro Il diavolo custode (Quasi amici) nel qualche racconta l’uscita dalla depressione grazie all’amicizia con Abdel e la volontà di ricostruirsi una nuova vita, mentre Abdel Sellou ha dato alle stampe Mi hai cambiato la vita.

Quasi amici: colonna sonora

7. Ludovico Einaudi ha lavorato per questo film. Sebbene la colonna sonora di Quasi amici sia composta da diverse musiche, la maggior parte di queste sono state realizzate da Ludovido Einaudi. Le sue tracce si intitolano Fly, Writing Poems, L’origine nascosta, Cache-Cache e Una mattina.

Quasi amici cast

quasi amici

8. François Cluzet ha incontrato il vero Philippe. Per potersi immedesimare nel suo personaggio, François Cluzet ha deciso di incontrare Philippe Pozzo di Borgo, imparando da lui la gioia della vita che lo tiene vivo e il fatto di interagire con le persone. Tra le altre cose, Cluzet ha imparato anche delle specifiche posizioni della testa per rappresentare il suo personaggio tetraplegico.

9. La realizzaione del film è dipesa da Omar Sy. L’attore francese aveva già lavorato in tre film dei registi di questo film e, quando questi avevano intenzione di realizzarlo, sapevano già chi chiamare. Tuttavia, Sy è stato praticamente l’ago della bilancia perché se lui non fosse salito sulla barca la sceneggiatura non si sarebbe mai fatta.

Quasi amici finale

10. Ognuno prende la propria strada. Un film come Quasi amici raccoglie il significato di come da un rapporto inaspettato possano nascere profondi legami, di come si possa ritrovare la forza di vivere la vita e di combattere tutti gli ostacoli che si presentano sul proprio percorso. Ma anche di come, inevitabilmente, prima o poi ognuno deve seguire la sua strada, sapendo che il legame esistente non si spezzerà mai.

Fonti: IMDb, Comingsoon

Aladdin: la nostra intervista a Naomi Scott, la principessa Jasmine

0

Come Lily James e Emma Watson prima di lei, anche Naomi Scott ha un ruolo importante, quello di dare corpo a una delle classiche principesse Disney. A lei è toccata Jasmine, la principessa ribelle di Agrabah, nel classico Aladdin, che arriva in live action in sala dal 22 maggio.

Aladdin è diretto da Guy Ritchie e vede Mena Massoud nel ruolo dell’affascinante furfante Aladdin, Naomi Scott nel ruolo della bellissima e indipendente principessa Jasmine e Will Smith nei panni dell’incredibile Genio con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada magica. L’uscita nelle sale invece è fissata al 22 maggio 2019.

Aladdin vanta una colonna sonora composta dall’otto volte Premio Oscar Alan Menken(La Bella e la BestiaLa Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori dell’Oscar, Howard Ashman (La Piccola Bottega degli Orrori) e Tim Rice (Il Re Leone), oltre a due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e Justin Paul (La La LandDear Evan Hansen).

Aladdin, recensione del film di Guy Ritchie

Il cast del film vede inoltre la presenza di Marwan Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar, mentre Navid Negahban veste i panni del Sultano, preoccupato per il futuro di sua figlia; Nasim Pedrad è Dalia, la migliore amica e confidente della principessa Jasmine, Billy Magnussen interpreta il principe Anders, il bellissimo e arrogante pretendente di Jasmine, e Numan Acar è Hakim, braccio destro di Jafar e capitano delle guardie del palazzo.

Nella versione italiana Naomi Rivieccio, finalista a X Factor 2018, interpreterà le canzoni della Principessa Jasmine offrendo al pubblico una nuova versione degli indimenticabili brani inclusi nella celebre colonna sonora del film originale, tra cui la canzone premiata con l’Oscar “Il Mondo È Mio” (“A Whole New World”). “Come tutti, anche io sono cresciuta con i film d’animazione Disney”, racconta Naomi, “e Aladdin è sempre stato uno dei miei preferiti. È una storia ricca di azione, comicità, magia e amore. Ha delle sonorità a dir poco travolgenti. Un mondo incredibile. È un vero onore poter interpretare le canzoni di una delle Principesse Disney che amo di più e in cui più mi identifico perché Jasmine, come me, è una ragazza indipendente, ironica e tenace. Inoltre l’attrice che la interpreta nel film si chiama come me: Naomi! Forse era destino…”

Aladdin: intervista al compositore Alan Menken

0
Aladdin: intervista al compositore Alan Menken

Ecco la nostra intervista al leggendario Alan Menken, il compositore premio Oscar che ha lavorato a tantissimi capolavori Disney e che torna a comporre le musiche per la versione in live action di Aladdin, dal 22 maggio al cinema.

Aladdin è diretto da Guy Ritchie e vede Mena Massoud nel ruolo dell’affascinante furfante Aladdin, Naomi Scott nel ruolo della bellissima e indipendente principessa Jasmine e Will Smith nei panni dell’incredibile Genio con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada magica. L’uscita nelle sale invece è fissata al 22 maggio 2019.

Aladdin vanta una colonna sonora composta dall’otto volte Premio Oscar Alan Menken(La Bella e la BestiaLa Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori dell’Oscar, Howard Ashman (La Piccola Bottega degli Orrori) e Tim Rice (Il Re Leone), oltre a due brani inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e Justin Paul (La La LandDear Evan Hansen).

Aladdin, recensione del film di Guy Ritchie

Il cast del film vede inoltre la presenza di Marwan Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar, mentre Navid Negahban veste i panni del Sultano, preoccupato per il futuro di sua figlia; Nasim Pedrad è Dalia, la migliore amica e confidente della principessa Jasmine, Billy Magnussen interpreta il principe Anders, il bellissimo e arrogante pretendente di Jasmine, e Numan Acar è Hakim, braccio destro di Jafar e capitano delle guardie del palazzo.

Nella versione italiana Naomi Rivieccio, finalista a X Factor 2018, interpreterà le canzoni della Principessa Jasmine offrendo al pubblico una nuova versione degli indimenticabili brani inclusi nella celebre colonna sonora del film originale, tra cui la canzone premiata con l’Oscar “Il Mondo È Mio” (“A Whole New World”). “Come tutti, anche io sono cresciuta con i film d’animazione Disney”, racconta Naomi, “e Aladdin è sempre stato uno dei miei preferiti. È una storia ricca di azione, comicità, magia e amore. Ha delle sonorità a dir poco travolgenti. Un mondo incredibile. È un vero onore poter interpretare le canzoni di una delle Principesse Disney che amo di più e in cui più mi identifico perché Jasmine, come me, è una ragazza indipendente, ironica e tenace. Inoltre l’attrice che la interpreta nel film si chiama come me: Naomi! Forse era destino…”

Christopher Nolan: Tenet è il titolo del suo nuovo film

0

La Warner Bros ha annunciato che sono iniziate le riprese di Tenet, che ora è ufficialmente il titolo del prossimo film segreto di Christopher Nolan. Lo Studio ha anche aggiunto che Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence Poésy si sono uniti al cast, guidato da John David Washington insieme a Robert Pattinson e Elizabeth Debicki.

Tenet, una produzione Warner Bros. Pictures, per la regia di Christopher Nolan, è un film epico d’azione che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Nolan dirige il film da una sua sceneggiatura originale, e verrà realizzato con un mix di IMAX e pellicola in 70mm. Il cast internazionale coinvolto è formato da John David Washington al fianco di Robert PattinsonElizabeth DebickiDimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poésy, con Michael Caine e Kenneth Branagh. Tenet è prodotto da Christopher Nolan ed Emma Thomas, con Thomas Hayslip in veste di produttore esecutivo.

Il team creativo di Nolan che ha lavorato dietro le quinte include il direttore della fotografia Hoyte van Hoytema, lo scenografo Nathan Crowley, la montatrice Jennifer Lame, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore degli effetti visivi Andrew Jackson. Musiche ad opera del compositore Ludwig Göransson. Warner Bros. Pictures distribuirà Tenet in tutto il mondo.

Fonte

Cannes 2019: Tarantino, DiCaprio, Pitt e Robbie raccontano la “loro” Hollywood

0

Trai titoli più attesi di Cannes 2019, C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino ha infiammato i cuori di chi era sulla croisette ad applaudire, fotografare e sperare in un autografo o una stretta di mano da parte dei divi protagonisti del film.

E infatti questa volta il regista di Pulp Fiction, che proprio sulla croisette, esattamente 25 anni fa, presentava il film vincitore della Palma d’Oro, ha scelto gli attori più glamour di Hollywood, riuscendo a mettere insieme Brad Pitt, Leonardo DiCaprio e Margot Robbie. Tutti loro erano presenti alla conferenza stampa di presentazione.

Grande narratore di personaggi e situazioni, Tarantino ha spiegato perché ha scelto di raccontare la storia di Hollywood in quell’esatto momento storico, l’estate del 1969.

“Mi affascinava questa storia, da sempre. Indagando sui fatti l’interesse aumentava, perché più ne sai più diventa oscuro, l’impossibilità di comprendere appieno quell’evento mi ha convinto a girare il film. Uno dei miei registri preferiti in assoluto è Sergio Corbucci, e il lavoro che più l’omaggia è Django Unchained. Mi divertiva però che Rick, il personaggio interpretato da Leonardo, lo snobbasse inizialmente.”

Proprio DiCaprio è il protagonista del film, nei panni di un attore di film western che attraversa un periodo complicato della sua vita professionale. “Mi ci identifico molto – ha dichiarato Leo – almeno una volta tutti quelli seduti a questo tavolo si sono sentiti come lui estranei a Hollywood.” E a giudicare dalle scelte professionali dell’attore di Titanic, è facile vedere come cerchi sempre progetti complessi e territori nuovi da esplorare, lontani dalle facili proposte di Hollywood, appunto. Sulla sua prima collaborazione con Brad Pitt, DiCaprio ha detto: “Lavorare con Brad Pitt è stato fantastico, naturale, divertente. Veniamo dallo stesso background, abbiamo avuto successo nell’industria cinematografica nello stesso periodo.” Per quanto riguarda invece il suo lavoro con Tarantino, che lo dirige per la seconda volta dopo Django Unchained, DiCaprio non ci gira intorno: Quentin è un’enciclopedia vivente e il suo film è una lettera d’amore a Hollywood.

C’era una volta a… Hollywood lascia molto spazio anche a quel cupo fenomeno che in quegli anni ha infestato le colline di Los Angeles: la setta di Charles Manson (che compare nel film). Brad Pitt ha riflettuto proprio su quel fenomeno: “Non li vedo come individui violenti ma influenzati da un’idea, quelle idee erano nuove e tragicamente alcuni di loro le hanno seguite, mostrando il lato oscuro della natura umana. Con Leonardo è stato facile e divertente, sapere di avere il meglio dall’altra parte del tavolo è stato un sollievo, abbiamo vissuto lo stesso passato lavorativo, è stato divertente lavorare insieme.”

Presenza femminile di grande spessore, Margot Robbie ha parlato incvece della complessità del suo personaggio e della tragicità che esso implica. L’attrice nominata all’Oscar interpreta infatti Sharon Tate, la moglie di Roman Polanski che all’epoca venne trucidata, incinta di otto mesi, proprio dalla famiglia Manson: “Per me era importante rendere omaggio alla dolcezza di Sharon Tate, la bellezza di una sognatrice. Ho guardato tutto quello che potevo su Sharon Tate, ma al tempo stesso come attrice ho provato a capire a cosa servisse il personaggio nella storia. Per me anche quello era importante. Quello era il mio ruolo nella storia, cercando di mantenere alta la memoria di Sharon Tate.”

C’era una volta a Hollywood, le reazioni della stampa

X-Men: Dark Phoenix, per i protagonisti “esplora la rabbia femminile”

Roma, Casa del Cinema. Dall’altra parte dello schermo, in diretta da Londra, compaiono Simon Kinberg, Sophie Turner, Jessica Chastain, James McAvoy e Michael Fassbender, regista e protagonisti di X-Men: Dark Phoenix, ultimo capitolo del franchise sui Mutanti targato Fox (che di recente è stata assorbita dalla Disney) in arrivo nelle nostre sale il prossimo 6 giugno.

Ad aprire la piccola conferenza stampa è Kinberg, già sceneggiatore nel 2006 di X-Men: Conflitto Finale e dal 2011 produttore dei film che hanno ufficialmente riavviato la saga sul grande schermo (X-Men: L’inizio, X-Men: Giorni di Un Futuro Passato e X-Men: Apocalisse), parlando proprio del passaggio da un ruolo all’altro:

Ormai sono quindici anni che gli X-Men fanno parte della mia vita, senza contare che amo questi personaggi e sono cresciuto leggendo i fumetti. Per quanto riguarda la transizione e la regia, direi che è stata molto naturale e organica, ma solo grazie a questo cast. I ragazzi mi sono stati di grande supporto, ho avuto modo di conoscerli nei precedenti film e avevo già lavorato con Jessica in The Martian, quindi si era creata una situazione davvero familiare. L’esperienza è rimasta la stessa, senza però il bisogno di dover filtrare il mio lavoro attraverso la visione di qualcun altro. Sul set mi sono sentito al sicuro e ci siamo divertiti anche se stavamo andando incontro ad un tipo di racconto diverso dal solito, più dark e introspettivo, drammatico e reale. La fortuna è stata avere a disposizione tutti questi attori che hanno una grande esperienza con il dramma“.

Per la quarta volta nei panni di Erik Lensherr, alias Magneto, Fassbender riflette sui cambiamenti del personaggio mostrati in Dark Phoenix e allarga lo sguardo ad una contemporaneità sempre più “polarizzata e divisiva”, spiegando che “forse un giorno riusciremo ad evolverci e a lavorare insieme come fanno i Mutanti nel film, perché come tutti sono preoccupato dalla piega che sta prendendo la realtà e i problemi che ne derivano. Ricordiamoci che i fumetti sugli X-Men vennero scritti mentre nascevano i diritti civili, e il cuore della storia erano gli emarginati, gli individui spinti ai margini della società, esclusi […]

[…] Ma il vero problema è questo sentirci sempre tribali, divisi, isterici per le tasse da pagare, le famiglie da sostenere, e pensiamo sempre che siano gli altri i responsabili. I rifugiati, le minoranze, e questo crea un’atmosfera divisiva che fa paura. Spero nel domani e spero che tutti possano imparare dal passato: il futuro è luminoso e credo nella forza delle nuove generazioni.

E riguardo i grandi cambiamenti culturali e sociali che Dark Phoenix riporta sullo schermo, è impossibile non discutere il ruolo della donna al potere, la più potente mutante che risponde al nome di Jean Grey.

Per la Turner, regina del Nord nella serie Game of Thrones appena conclusasi, “l’aspetto più bello e interessante è sentirsi parte di un film dove c’è una protagonista che non si limita ad un unico ruolo, ma abbraccia anche la figura dell’antagonista. I suoi problemi sono incredibilmente ancorati alla realtà, e credo che Jean sia un’ottima rappresentazione di ciò che le donne sono. Senza contare la sua versione villain, legata al personaggio di Jessica, ed è fantastico vedere come in fondo loro due si potenzino a vicenda e traggano forza l’una dall’altra“.

Dunque è vero che il vento, a Hollywood, sta cambiando? A rispondere è la Chastain:

Certo, ma non voglio dare troppo credito all’industria, perché credo che film del genere potevano essere realizzati anche anni fa. Al contrario sono convinta che il responsabile di questo cambiamento sia il pubblico, che ha decretato il successo di titoli come Black Panther, Wonder Woman e Captain Marvel. La gente ha messo in chiaro cosa vuole vedere al cinema, cioè storie che rappresentino tutti gli eroi. […]

[…] Ma la cosa che più mi entusiasma di Dark Phoenix è il fatto che esplori la rabbia femminile, un aspetto che solitamente non vediamo al cinema o che viene raccontato dai media in modo troppo stereotipato o addolcito. Noi donne possiamo avere un lato dark, e spero che tante spettatrici possano riconoscersi“.

Sull’argomento interviene anche Fassbender, sottolineando come in fondo “se un uomo ha un carattere difficile o è arrabbiato, allora diranno che è un personaggio forte. Se lo stesso accade ad una donna, diranno che è complicata o piena di problemi.”

C’è spazio per parlare del futuro dei Mutanti e del possibile arrivo nel Marvel Cinematic Universe dopo la fusione tra Fox e Disney, ma Kinberg ci tiene a rimanere concentrato sull’oggi e non su progetti ancora nebulosi:

Ho iniziato a lavorare a questo film tre anni fa prima che si parlasse di un accordo tra gli studios, quindi l’approccio si è limitato a narrare questa come se fosse un climax di tutta la saga a partire da X-Men: L’inizio. Abbiamo mostrato le vicende di una serie di individui speciali che si ritrovano a formare una famiglia, combattono contro loro stessi e il cui legame viene messo alla prova dall’exploit di uno di loro, ovvero Jean Grey. In questo senso Dark Phoenix è l’apice, perché rappresenta la sfida a quell’idea di famiglia più dei precedenti capitoli […]

[…] Per la prima volta in tanti anni non ho dovuto pensare al futuro, e mi sono completamente immerso in questo film. Non so cosa verrà dopo, ma voglio godermi il percorso compiuto finora.

Scritto e diretto da Simon Kinberg, X-Men: Dark Phoenix è interpretato da  Sophie TurnerJames McAvoyMichael FassbenderJennifer LawrenceNicholas Hoult, Tye Sheridan, Alexandra Shipp e Jessica Chastain. Il film arriva nelle nostre sale il 6 giugno.

Guarda il trailer di X-Men: Dark Phoenix

Aladdin: recensione del film di Guy Ritchie

Aladdin: recensione del film di Guy Ritchie

Le notti d’Oriente non sono mai state così vive, colorate ed emozionanti: il regista Guy Ritchie è pronto a debuttare con il classico Disney Aladdin in versione live action dal 22 maggio, trasportando tutta la magia di Agrabah sul grande schermo.

La storia la conosciamo bene, Aladdin è un ladruncolo di strada, vive alla giornata insieme alla sua fidata scimmia Abu ma è solo al mondo. L’incontro casuale con Jasmine, la figlia del sultano di Agrabah, lo porterà ad accettare di entrare in una caverna per rubare una lampada ad olio per conto del Gran Visir Jafar (Marwan Kenzari). Ma Aladdin scoprirà poco dopo che che quella non è una semplice lampada ma contiene un Genio, pronto ad esaudire 3 suoi desideri. Grazie a lui diventa il Principe Ali, che sotto mentite spoglie è pronto a conquistare il cuore della principessa. Mentre cerca di impressionarla con le sue ricchezze dovrà anche scampare a Jafar che cerca di impossessarsi della lampada per diventare il nuovo sultano e mettere in atto tutta la sua malvagità.  

Nei ruoli di Aladdin e Jasmine andavano scelti due attori quasi del tutto sconosciuti al pubblico, per poterli plasmare al meglio sui personaggi e che ne rispettassero anche la provenienza (senza fare gravissimi errori di “whitewashing” che avrebbero potuto far, giustamente, arrabbiare il pubblico). La scelta è così ricaduta su Mena Massoud, canadese di origine egiziane, al suo primo grande debutto se non si conta la comparsata nella serie Amazon Jack Ryan, e nel ruolo di Jasmine, Naomi Scott, già vista nel fiasco Power Rangers e prossima Charlie’s Angels nel remake di Elizabeth Banks, inglese da mamma africana e indiana. Massoud è un volto fresco, simpatico e veste perfettamente i panni dello straccione preferito del pubblico, mentre la Scott riesce a dare il suo tocco ad una Jasmine che in questo remake è più artefice del suo destino. È infatti nota la missione Disney di dare più potere alle sue principesse e la Jasmine di Guy Ritchie è forte, coraggiosa e acculturata: un ottimo esempio per le spettatrici più piccole.

Per quanto riguarda il vero protagonista morale del cartone, il Genio, reso famoso dalla voce e personalità di Robin Williams e qui in patria da noi da Gigi Proietti (che in questa versione 2019 doppia il Sultano), andava scelto qualcuno con una grandissima personalità, presenza e anche “fama”: chi altro se non Will Smith? La scelta risulta essere azzeccata anche perché Smith è un personaggio molto caro a chi è cresciuto con il cartone del 1992 e successivamente con Willy, Il Principe di Bel Air, ritrovando quindi qualcosa di molto familiare davanti a se oltre che un interprete dalla comicità spumeggiante.

Ma come funziona il matrimonio tra il regista di Snatch e Sherlock Holmes con la Disney? Benissimo! Ritchie infatti non tradisce se stesso, trasmettendo il suo classico ritmo serrato di narrazione anche a questa storia, che nonostante sia stata allungata sino a formare due ore di pellicola, scorre veloce e liscia senza intoppi, trasportandoci in questa avventura accanto ad Aladdin. Tutto è coreografo alla perfezione, è uno spettacolo visivo sin dalle prime scene, che intrattengono lo spettatore e lo fanno divertire (vengono rispettati i tempi comici e le battute nonostante il doppiaggio). C’è molto studio a livello cromatico, proprio come nei cartoni animati, dove si possono distinguere il bene e il male nelle scene grazie ai colori saturi e accessi in contrasto con quelli scuri e più neutri. Nulla da dire ai dipartimenti più tecnici, tra i costumi coloratissimi e che prendono ispirazione da diverse culture, dal Nord Africa all’India fino alle scenografie pazzesche ricostruite negli studios del Surrey inglese e le riprese in location nel deserto Giordano. 

Guy Ritchie è riuscito nell’intento di creare un meraviglioso mondo per riempirci gli occhi di colori, emozioni e sensazioni: in alcuni momenti è impossibile non sorridere guardando lo schermo, sentirsi di nuovo bambini e provare emozioni che normalmente si proverebbero davanti ad un musical di Broadway.  E a proposito di musical, la parte musicale in Aladdin è centrale e importantissima, così è stato un bene che sia stato proprio lo stesso compositore originale, Alan Menken, a rimetterci mano. Ci sono nuove canzoni scritte insieme a Pasek & Paul (autori della colonna sonora di La La Land oltre che di numerosi show di Broadway) che si amalgamo alla perfezione nella storia e qualche testo è stato riadattato: ma nessuna paura, non si tratta di un riadattamento stravolgente come è stato con il live-action de La Bella e La Bestia, ci ritroveremo sempre a cantare sognanti “Il mondo è mio”!

Quando si va a mettere mano su cartoni animati così cari al pubblico, c’è sempre molta attesa e anche paura e con “Aladdin” ce ne era ancora di più essendo una di quelle storie che hanno fatto sognare tutti sin da piccoli. Il paragone è inevitabile quando si tratta di film del genere, ma bisogna sempre pensare che il target a cui mirano questi prodotti è si, il bambino che è cresciuto con il classico Disney e vuole ritrovare i suoi personaggi preferiti sul grande schermo, ma è anche e soprattutto il bambino che la storia di Aladdin magari la sta sentendo e vedendo per la prima volta. Sono passati quasi 30 anni dall’uscita al cinema del film d’animazione campione di incassi, che si guadagnò ben due Academy Awards e questo remake di Guy Ritchie gli rende decisamente giustizia dandogli nuova vita.  

Guarda il trailer di Aladdin

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, le prime foto ufficiali dal film

0

Vanity Fair ha realizzato un servizio fotografico con Annie Leibovitz sul set di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, in cui vediamo di nuovo i protagonisti in azione, J.J. Abrams dietro alla macchina da presa e le foto dal backstage. La rivista ha dedicato inoltre due copertine al film, una che raffigura Rey (Daisy Ridley) e l’altra che invece sfoggia Kylo Ren (Adam Driver).

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, come tornerà l’imperatore Palpatine?

Vi ricordiamo che Star Wars: The Rise Of Sywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza“Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: The Rise Of Skywalker, le teorie sul significato del titolo

Cannes 2019: l’omaggio a Bernardo Bertolucci

0
Cannes 2019: l’omaggio a Bernardo Bertolucci

Sarà presentato in prima visione mondiale al 72. Festival di Cannes domani giovedì 23 maggio, nella sezione Cannes Classics, Cinecittà – I mestieri del cinema. Bernardo Bertolucci: no end travelling, il nuovo film documentario di Mario Sesti. Uno di quei piccoli grandi doni che il cinema ogni tanto sa regalare ai suoi affezionati: un racconto-incontro con uno degli ultimi grandi Autori della storia del cinema, realizzato attraverso un montaggio emozionante di interviste realizzate negli anni da Sesti, a ripercorrere la traiettoria di una carriera, e in chiusura una lunga conversazione inedita in cui un Bertolucci rilassato, complice, sornione, lascia cadere delle impressioni e delle parole che riescono a rilasciare il sapore, il segreto, il mistero, l’esperienza della sua arte. Senza lezioni, messaggi, precetti, un grande ci fa appassionare per un’ultima, un’altra volta.

Prodotto da Massimiliano De Carolis per Erma pictures in associazione con Istituto Luce-Cinecittà, in collaborazione con Sky Arte, Cinecittà – I mestieri del cinema. Bernardo Bertolucci: no end travelling sarà trasmesso su Sky Arte il 26 novembre alle 21.15 in occasione della ricorrenza del primo anno dalla scomparsa del regista.

SINOSSI

Il regista Mario Sesti, critico e giornalista cinematografico, ricorda i suoi incontri con Bernardo Bertolucci, le numerose interviste pubblicate su giornali e settimanali, quelle in video per i film di Bertolucci editi in dvd, prima di una lunga conversazione in video con lui, completamente inedita, realizzata poco più di un anno fa per una serie dedicata ai “mestieri del cinema”. Il grande regista, scomparso improvvisamente nel novembre del 2018, racconta dei suoi primi successi presso la stampa internazionale e l’ammirazione per i suoi film da parte dei nuovi registi americani degli anni ‘70; dell’avventura con Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi, dell’indimenticabile serata degli Oscar per L’ultimo imperatore. Uno sguardo di serena nostalgia e l’affettuosa narrazione di una biografia e una carriera indimenticabili.

Questo film, in realtà nato come episodio di una serie dedicata ai mestieri del cinema, è un omaggio a un autore che non credo abbia eguali – quanti sono stati un mito delle nouvelle vague e allo stesso tempo hanno conquistato Hollywood con un canestro di Oscar? – ed anche un modo personale per conservare la memoria di quei momenti e impedire loro di dissolversi [dalla nota di regia di Mario Sesti]

Catch 22: recensione della serie di e con George Clooney

Catch 22: recensione della serie di e con George Clooney

Il paradosso del Comma 22 (Catch 22) è un concetto espresso dallo scrittore Joseph Heller nel suo romanzo – che ne prende il titolo – scritto nel 1961 e ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, secondo il quale sarebbe possibile chiedere l’esenzione dalle missioni di volo qualora non si fosse in grado d’intendere e volere, peccato che formulare una richiesta del genere implichi necessariamente l’essere dotati di senno.

Il principio di partenza che vede la guerra come assurda e illogica, è stato ampiamente accolto da tutte le generazioni successive, ad eccezione dei poteri regnanti, naturalmente, rendendo la questione fortemente attuale in ogni tempo. Lo sa bene George Clooney che sceglie di prendere la regia della miniserie tv a marchio Sky, insieme a Grant Heslov e Ellen Kuras, tratta appunto dall’omonima opera di Heller: Catch 22, di cui era già stata fatta una prima trasposizione cinematografica nel ’70 da Mike Nichols.

La storia di Catch 22 vede come protagonista il capitano dell’aviazione americana John Yossarian (interpretato da Christopher Abbott) che con la sua compagnia affronta un numero sempre maggiore di missioni che prevedono il bombardamento aereo di varie zone d’Italia.

Catch 22 recensioneCatch 22 mantiene il tono sarcastico, che sfocia spesso nel paradossale, restando fedele alla linea narrante del libro caposaldo della letteratura americana. In tutto ciò aiutano non poco le sconfinate espressioni facciali di Clooney, anch’esso parte del cast, che interpreta il tenente dal nome che non necessita spiegazioni: Scheisskopf. E, ad aggiungere colore al pittoresco quadro, ci sono anche il maggiore de Coverley (il Dr House Hugh Laurie) e il colonnello Cathcart (Kyle Chandler), oltre a tutto il gruppo di soldati con annesse avventure più o meno grottesche, che si svolgeranno, tra l’altro, in un bordello gestito da Marcello (Giancarlo Giannini) con una serie di giovani prostitute tra le quali spicca la “nostra” Valentina Bellé.

L’intento complessivo della serie è principalmente quello di ridicolizzare una politica regnante che prevede, come sempre, il sacrificio di giovani inconsapevoli e (spesso) innocenti a favore della lucidatura dell’ego di pochi cinici vecchi. E la riuscita fluisce facilmente, anche perché tocca ferite parte della memoria, più o meno recente, di chiunque, facendo emergere la follia come probabile unica via di scampo. Ed è proprio su questa possibilità di soluzione che ruoterà attorno tutta il racconto.

Zack Snyder rivela che Zoe Saldana poteva essere Lois Lane

0

Nonostante il flop dell’universo DC nell’immaginazione di Zack Snyder, molti elementi scelti dal regista per portare la trinità DC al cinema erano effettivamente vincenti, dalla scelta di Gal Gadot come Wonder Woman a quella di Amy Adams nei panni di Lois Lane.

Proprio del personaggio di Lois ha parlato il regista durante il Comic Book Debate. Secondo la lettura di Snyder, “lei non ha bisogno di Clark o di Superman, il fatto che lei piaccia a Clark rende lui più intelligente e migliore. Più è in gamba Lois, migliore è Clark. Sono una coppia magnifica che ha un bisogno reciproco dell’altro, ma Clark ha più bisogno di lei. Ti serve Lois per una storia migliore.”

In merito poi alla scelta di Amy Adams per il ruolo, Zack Snyder ha commentato: “Amy ha ispirato l’inizio di Batman v Superman. Lei ha accennato a un giornalista che era stato in zone di guerra e siamo andati avanti a sviluppare quella storia. All’epoca, la scelta era tra lei e Zoe Saldana. Sono completamente diverse loro due, ma entrambe sono presenze molto forti.”

Peccato che però il franchise non ha ricevuto il giusto trattamento né l’accoglienza necessaria per proseguire sul grande schermo.

Da parte sua, Zoe Saldana è l’attrice che ha sempre fatto scelte giuste da un punto di vista professionale, recitando sia nel franchise Marvel che in Avatar di James Cameron, assicurandosi un ruolo di porta fortuna per i blockbuster, visto che i film in cui recita hanno sempre un enorme successo al box office.

Captain Marvel sarà a capo della A-Force? Ecco cosa dicono i registi

0

La scena di Avengers: Endgame che ha rappresentato una specie di teaser per la A-Force ha infiammato il cuore degli spettatori e ha fatto già assaporare un futuro non troppo lontano in cui la Marvel ci regalerà un film in cui tutte le eroine combatteranno fianco a fianco.

Tra tutti, lo sappiamo, Carol Danvers aka Captain Marvel si erge come la più potente ed è plausibile che possa essere lei la leader del gruppo. I registi che hanno portato l’eroina al cinema hanno commentato la possibilità che possa essere lei il capo del gruppo, e hanno riflettuto su alcune possibili strade che il personaggio potrebbe prendere:

“Penso che ci siano un sacco di opzioni per Carol e diverse trame che potrebbero essere esplorate. Penso che siamo fan di tutti questi personaggi come di tutti gli altri e siamo altrettanto entusiasti di vedere quale sia il potenziale per tutti quelli che avranno un futuro sul grande schermo.”

Cosa vorrà dire? Che forse non spetterà a Carol guidare la A-Force e che forse lei è e rimarrà sempre una specie di bonus, visto che i suoi poteri, su una scala “mortale”, la pongono assolutamente fuori classifica.

CORRELATI:

Vi ricordiamo che Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, cosa è accaduto davvero a Loki?

 

Fonte: CBM

Toy Story 4: Woody, Buzz e Forky nel nuovo trailer del film

0
Toy Story 4: Woody, Buzz e Forky nel nuovo trailer del film

Ecco il trailer finale di Toy Story 4, il nuovo, e forse ultimo, capitolo del franchise che ha dato inizio alla grande produzione della Pixar. Nel trailer vediamo Woody e Buzz alle prese con la loro nuova vita con Bonnie, ma incontriamo anche Forky, uno dei giocattoli più originali dell’intera saga.

Nel 1995 Toy Story – Il Mondo dei Giocattoli rivoluzionò il cinema d’animazione come primo lungometraggio interamente realizzato con la computer grafica. Il film ottenne il più alto incasso di quell’anno e fu candidato a tre premi Oscar e due Golden Globe.  Quattro anni dopo, Toy Story 2 – Woody e Buzz Alla Riscossa vinse il Golden Globe come miglior film – commedia o musical, e un Grammy per la miglior canzone scritta per un lungometraggio, un prodotto televisivo o un altro media visivo (Randy Newman, “When She Loved Me”/ “Quando lei mi amava”). Uscito nel 2010, Toy Story 3 – La Grande Fuga ha vinto due Oscar come Miglior film d’animazione e per la Miglior canzone originale (Randy Newman, “We Belong Together”), oltre a un Golden Globe® e un BAFTA come Miglior film d’animazione, diventando inoltre il secondo lungometraggio Pixar a essere candidato all’Oscar come Miglior film.

“Come molti, anch’io pensavo che la storia si fosse conclusa con Toy Story 3 – La Grande Fuga”, afferma il regista Josh Cooley. “E in effetti in quel film si concludeva la storia di Woody con Andy. Ma, come accade nella vita di tutti i giorni, ogni fine è in realtà un nuovo inizio. La vita di Woody in una nuova cameretta con nuovi giocattoli e un nuovo bambino è qualcosa che non abbiamo mai visto prima. Ci siamo chiesti come sarebbe stato e da questa domanda ha cominciato a prendere vita una nuova storia che meritava di essere esplorata”.

Fonte

Avengers: Endgame, ecco Kraglin durante la battaglia finale

0
Avengers: Endgame, ecco Kraglin durante la battaglia finale

L’account Instagram mcu.eternal ha condiviso un’immagine di Kraglin, interpretato da Sean Gunn, durante le riprese della battaglia finale di Avengers: Endgame.

Il personaggio, che abbiamo conosciuto in Guardiani della Galassia Vol. 2, sarebbe quindi dovuto tornare in prima linea in Endgame, ma perso nella mischia dello scontro finale, non siamo riusciti a vederlo. Ecco invece in dettaglio la sua apparizione e speriamo di vedere la scena che lo vede protagonista nei contenuti speciali dell’home video:

Avengers: Endgame, tutti gli spoiler rivelati dal cast prima dell’uscita

CORRELATI:

Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast figurano Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, il film prima e dopo gli effetti speciali

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità