Home Blog Pagina 23

Shakespeare in Love: la vera storia dietro il film

Shakespeare in Love storia vera
Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes in Shakespeare in Love. Foto di © 1998 - Miramax

All’inizio di Shakespeare in Love, la regina Elisabetta I assiste a una scommessa e alla fine deve giudicarla: “Un’opera teatrale può mostrarci la verità e la natura dell’amore?”. Con una leggera modifica, una domanda simile potrebbe essere posta al film vincitore dell’Oscar: il film può mostrarci la verità e la natura di William Shakespeare? Grande successo al botteghino e molto apprezzato dal pubblico al momento della sua uscita, Shakespeare in Love presenta una serie di somiglianze con l’opera del poeta, con alcuni eventi ripresi proprio da alcune tragedie o commedie da lui scritte.

Controverso vincitore di ben sette Oscar (Miglior film, Miglior sceneggiatura, Migliori costumi, Miglior colonna sonora, Miglior scenografia, Miglior attrice protagonista per Gwyneth Paltrow e Miglior attrice non protagonista per Judi Dench, apparsa sullo schermo per soli otto minuti nei panni della suddetta regina Elisabetta), il film è ancora oggi ricordato come un caso cinematografico piuttosto particolare, dove verità e fantasia si intrecciano continuamente. Ma duqneu quanto bene rappresenta realmente la vita del famoso bardo?

Il fascino del film risiede nel suo intrattenimento, non nella sua accuratezza storica

Sebbene molti studiosi abbiano criticato il film per aver giocato con le caratterizzazioni, le date e la plausibilità, il fascino complessivo della storia (in particolare l’uso della struttura scritta di Shakespeare e i riferimenti ai fatti storici e alla finzione relativi alla sua vita e al suo lavoro) ha contribuito a rendere Shakespeare in Love un film amato da decenni e da tutti i tipi di pubblico. Adam Hooks, professore associato presso il Dipartimento di Inglese dell’Università dell’Iowa e autore di Selling Shakespeare: Biography, Bibliography and the Book Trade, ricorda di aver visto il film quando è uscito per la prima volta in sala.

Il motivo per cui gli studiosi sembrano generalmente apprezzare il film è che è molto chiaro, molto consapevole e molto autocosciente nel giocare con tutte queste fantasie biografiche che sono state attribuite a Shakespeare nel corso degli anni”, ha dichiarato Hooks. Diretto da John Madden e scritto da Marc Norman e Tom Stoppard, Shakespeare in Love è ambientato nel 1593 (parte di un periodo di anni in cui storicamente si sa poco della vita del drammaturgo) e ipotizza come il giovane Shakespeare (Joseph Fiennes), a corto di soldi e idee, trovi l’ispirazione per una delle sue opere più famose, Romeo e Giulietta.

Judi Dench in Shakespeare in Love
Judi Dench in Shakespeare in Love. Foto di © 1998 – Miramax

Sul grande schermo, gran parte del merito dell’ispirazione è attribuito al crescente amore di Shakespeare per la immaginaria Viola (Paltrow), una donna benestante che lotta per trovare il suo posto in un mondo governato dagli uomini. “Questo film è un intrattenimento che non richiede di essere giustificato alla luce della teoria storica”, ha detto lo sceneggiatore Stoppard al momento dell’uscita nelle sale. Questo sentimento è stato ripreso dal regista Madden: “La cosa meravigliosa è che si sa così poco di questo periodo che non si è intrappolati da alcun tipo di circostanza storica”.

Poco dopo il suo debutto al cinema, Thomas Barnes, professore di storia all’Università della California, Berkeley, ha però contestato i fatti relativi all’epoca molto più che la storia stessa. “Il problema è il ritratto complessivo dell’epoca: la regina, i suoi cortigiani, la scena londinese. Il ritratto è quello del XX secolo, non del XVI secolo”, ha affermato Barnes. Tuttavia, come Hooks e altri studiosi, Barnes ha trovato il film “un grande spettacolo teatrale, ma non è storia”, suggerendo dunque che è così che bisognerebbe inquadrare Shakespeare in Love.

Le date nel film non sono storicamente accurate

Per quanto riguarda le date, il film altera molto più della semplice rappresentazione dell’epoca. Sebbene sia vero che Shakespeare fosse a Londra nel 1593, Romeo e Giulietta non sarebbe stato pubblicato fino al 1597, probabilmente scritto e rappresentato per la prima volta nel 1595 o 1596, secondo Hooks. Il promesso sposo di Viola, il nobile Lord Wessex (Colin Firth), parla delle sue piantagioni in America più di un decennio prima che la Virginia ospitasse la fondazione di Jamestown. E l’aggiunta di Shakespeare che ha un analista che misura i suoi appuntamenti terapeutici in granelli di sabbia è decisamente una licenza creativa di Hollywood.

Il film mette poi in scena una rivalità tra due teatri, The Rose e The Curtain (entrambi teatri elisabettiani reali), e i drammaturghi e gli attori che li frequentano. Sebbene sia vero che il drammaturgo Christopher Marlowe (Rupert Everett) morì effettivamente nel maggio 1593, il film ignora che i teatri di Londra furono chiusi tra il gennaio 1593 e la primavera del 1594 a causa dei disordini sociali e di un’epidemia di peste. Come riportava Barnes, dunque, il contesto proposto del film è piuttosto impreciso e si riscontrano forzature effettuate a fini narrativi.

Gwyneth Paltrow in Shakespeare in Love
Gwyneth Paltrow in Shakespeare in Love. Foto di © 1998 – Miramax

Alle donne non era permesso interpretare ruoli femminili

Per Hooks, la parte più inverosimile del film arriva però alla fine, quando una donna interpreta un ruolo femminile sul palco (all’epoca solo gli uomini potevano essere attori) e la regina Elisabetta I si alza dopo essere stata una spettatrice nascosta nel teatro pubblico (le opere teatrali e gli attori si recavano invece presso la corte della regina e mai il contrario). Come nell’epoca in cui è ambientato, i personaggi maschili dettano gran parte di ciò che accade nel film, ed è tra i ruoli secondari che si svolgono le vere vicende.

Tra coloro che aiutano, o ostacolano, il giovane Shakespeare nella sua ricerca di una nuova opera di successo sullo schermo ci sono famosi attori dell’epoca. Si notano infatti Richard Burbage (Martin Clunes) e Ned Alleyn (Ben Affleck), l’imprenditore teatrale Philip Henslowe (Geoffrey Rush) e una versione adolescente del drammaturgo John Webster (Joe Roberts). Tutti erano contemporanei reali di Shakespeare, così come ovviamente lo era la regina Elisabetta. Su questo aspetto, dunque, il film riporta una certa precisione, pur immaginando poi liberamente i rapporti presenti tra questi personaggi.

Il film riconosce la voce secondo cui Shakespeare non avrebbe scritto le sue opere teatrali

Marlowe era un famoso drammaturgo e poeta dell’epoca elisabettiana, ma piuttosto che come rivali, il film descrive Marlowe e Shakespeare come contemporanei rispettosi l’uno dell’altro, tanto che si incontrano in una taverna locale e Marlowe aiuta Shakespeare a iniziare la sua nuova opera teatrale, intitolata all’inizio del film Romeo and Ethel the Pirate’s Daughter. La scena è un riferimento malizioso alla nozione spesso ripetuta che Shakespeare non abbia effettivamente scritto le sue opere teatrali. “Avere quella scena in cui Marlowe e Shakespeare si incontrano al pub e parlano di lavoro è una rappresentazione fantasiosa che gli studiosi hanno a lungo sostenuto riguardo all’influenza di Marlowe sull’opera di Shakespeare”, dice Hooks.

Quindi, in questo senso, è probabilmente la rappresentazione dei personaggi più storicamente inaccurata del film, ma allo stesso tempo è una rappresentazione fedele dei miti e delle leggende che circondano Marlowe e la sua possibile influenza sulle prime opere di Shakespeare”. Come gran parte di ciò che ancora affascina del film, è questo tipo di ammiccamento consapevole alla vita e all’opera di Shakespeare che risuona e lo eleva al di sopra di un biopic noioso e strettamente vincolato dai fatti. Il film celebra gran parte di ciò che è amato dell’opera e dei temi di Shakespeare, prendendo persino la struttura dall’opera teatrale che è il punto di partenza fittizio su cui si basa Shakespeare in Love.

Shakespeare in Love film
Joseph Fiennes in Shakespeare in Love. Foto di © 1998 – Miramax

Una delle cose più intelligenti è che non si limita a raccontare una storia fantastica sulle origini di Romeo e Giulietta, ma il film è strutturato drammaticamente come l’opera teatrale Romeo e Giulietta di Shakespeare”, dice Hooks. “Inizia come una commedia, una sorta di commedia, ma poi si trasforma in tragedia. Il film è strutturato in modo così abile che gioca su molti aspetti specifici di Romeo e Giulietta, ma anche sull’opera di Shakespeare nel suo complesso“. Questo include anche l’esplorazione della sessualità fluida e il gioco con i ruoli di genere e il loro fraintendimento, secondo Hooks.

Nel caso della fittizia Viola, il film trae forte ispirazione da molti dei personaggi femminili principali di Shakespeare. “Romeo e Giulietta non è solo una storia d’amore, ma anche la storia di una donna che trova la sua voce, esprime i suoi desideri e cerca di trovare un modo per realizzarli all’interno delle restrizioni sociali che le vengono imposte”, dice Hooks. “Il ruolo della Paltrow è piuttosto interessante, poiché i suoi desideri vengono risvegliati e realizzati e lei è in grado di dar loro voce attraverso il linguaggio dell’opera teatrale”.

Per rispondere alla domanda posta in precedenza, no, Shakespeare in Love non ci mostra la verità su William Shakespeare. Quanto della sua effettiva natura sia stato rappresentato è ancora oggetto di dibattito, ma il film riprende evidentemente con amore i miti che circondano la sua persona e il suo lavoro ancora oggi. Abbastanza da lanciare un incantesimo quasi magico e riconoscibile, come devono essere sembrate le sue parole a coloro che le hanno ascoltate per la prima volta più di 400 anni fa.

 
 

Hong Kong colpo su colpo: la spiegazione del finale del film

Hong Kong colpo su colpo spiegazione finale
Jean-Claude Van Damme nel film Hong Kong colpo su colpo. Foto di © 1998 Rex Features.

Hong Kong colpo su colpo (titolo originale Knock Off) è un film d’azione del 1998 diretto da Tsui Hark e interpretato da Jean-Claude Van Damme, che in quegli anni attraversava una fase di transizione nella sua carriera hollywoodiana. Dopo i grandi successi di inizio anni ’90 come Double Impact – Vendetta finale e Lionheart – Scommessa vincente, l’attore belga cercava nuove collaborazioni per rilanciarsi con progetti più audaci e internazionali. Questo suo film rappresenta così una tappa curiosa e sperimentale nella sua filmografia, segnando l’incontro tra il suo stile muscolare e l’estetica dinamica del cinema hongkonghese.

Girato interamente a Hong Kong e diretto da una leggenda del cinema d’azione asiatico come Tsui Hark, il film mescola elementi tipici del buddy movie, della spy story e dell’action-thriller con un’estetica visiva ipercinetica e barocca, in pieno stile anni ’90. Al fianco di Van Damme c’è Rob Schneider, in un ruolo comico di contorno che crea un netto contrasto con il tono a tratti violento e serioso della pellicola. Hong Kong colpo su colpo è celebre per le sue sequenze d’azione frenetiche, gli inseguimenti assurdi e l’uso creativo della macchina da presa, tutti elementi che riflettono l’impronta del suo regista.

Nel resto dell’articolo ci concentreremo sulla spiegazione del finale del film, analizzando come la trama si risolve tra colpi di scena e rivelazioni sorprendenti. Esamineremo inoltre i significati sottesi della storia, tra doppi giochi, corruzione internazionale e il ruolo dell’identità, in un contesto che si muove tra globalizzazione e crisi della sicurezza. Pur non essendo considerato uno dei titoli più noti dell’attore, Hong Kong colpo su colpo ha guadagnato nel tempo lo status di cult per appassionati, grazie anche alla sua originalità visiva e al modo in cui rappresenta il passaggio tra due mondi cinematografici – quello americano e quello asiatico.

Jean-Claude Van Damme nel film Hong Kong colpo su colpo
Jean-Claude Van Damme nel film Hong Kong colpo su colpo. Foto di © 1998 Rex Features.

La trama di Hong Kong colpo su colpo

Il film segue le vicende di Marcus Ray (Jean-Claude Van Damme), commerciante di jeans a Hong Kong. È l’anno del passaggio della città alla Repubblica Popolare Cinese quando l’uomo viene coinvolto in una compravendita di merce contraffatta. Ma c’è molto di più sotto: si tratta di un piano che prevede di piazzare dei micro ordigni esplosivi all’interno di giocattoli su scala mondiale. Ray scopre anche che il suo socio in affari, Tommy Hendricks (Rob Schneider), è in realtà un agente della CIA sotto copertura. Si trova così invischiato in una faida spietata tra mafia russa e agenti corrotti. Ma soprattutto lui e Tommy saranno accusati di essere responsabili del traffico illegale di jeans.

La spiegazione del finale

Nel terzo atto di Hong Kong colpo su colpo, la vicenda entra nel vivo con una serie di colpi di scena e rivelazioni. Marcus scopre che la catena di attentati è legata a un traffico di nanobombe nascoste nei bottoni dei jeans contraffatti. Dopo aver rapito Skinny per ottenere informazioni, Marcus si reca alla base CIA nascosta all’interno di una statua del Buddha. Qui scopre, grazie alle registrazioni di sicurezza, che Karen potrebbe essere coinvolta. Intanto, al quartier generale, Karen mette in manette Tommy per interrogarlo, ma tutto cambia quando il Buddha esplode: Marcus corre a salvarlo e, dopo uno scontro, viene rivelato che anche Karen è in realtà un’agente della CIA. I tre decidono quindi di unire le forze.

Jean-Claude Van Damme e Rob Schneider in Hong Kong colpo su colpo
Jean-Claude Van Damme e Rob Schneider in Hong Kong colpo su colpo. Foto di © 1998 Rex Features.

La tensione culmina a bordo della nave cargo dove Tommy e Karen sono stati rapiti dai russi. Marcus e un detective di Hong Kong si infiltrano per salvarli, mentre Harry, inizialmente alleato, si rivela un doppiogiochista. Vuole ricattare le multinazionali minacciandole con l’uso delle nanobombe distribuite nei prodotti. Dopo un feroce combattimento, Marcus riesce a salvare gli ostaggi e fuggire dalla nave prima della detonazione. Karen riesce a piazzare alcune nanobombe anche sullo yacht di Harry, facendolo esplodere. Alla fine, Marcus e Tommy si ritrovano in un bar, ignari che Harry è sopravvissuto e sta piazzando nuove bombe. Ma Tommy attiva accidentalmente il detonatore, facendo esplodere l’edificio in cui si trovava Harry, chiudendo il film con una beffarda nota comica e definitiva.

Il significato del film, al di là del suo tono da action fracassone, risiede in una riflessione sul consumismo globale e la fragilità della sicurezza internazionale. Il traffico di jeans contraffatti diventa simbolo di una catena produttiva fuori controllo, dove interessi economici e criminali si intrecciano con la politica internazionale. I nanodispositivi inseriti negli oggetti di uso quotidiano rappresentano una minaccia invisibile, sottolineando come la vera pericolosità risieda nella manipolazione della tecnologia e nella perdita di controllo sulle filiere.

Il finale, che mescola esplosioni spettacolari e humor nero, conferma la natura ibrida del film: un mix di thriller spionistico, commedia d’azione e critica surreale al sistema globale. La figura del doppio agente Harry incarna il tradimento e la corruzione dell’autorità, mentre Marcus rappresenta una giustizia istintiva, fisica e caotica. Il gesto finale di Tommy, apparentemente goffo, chiude simbolicamente il cerchio: la distruzione avviene quasi per caso, in un mondo dove le azioni più piccole possono scatenare conseguenze letali. Un epilogo inaspettato per un film che, pur tra eccessi e paradossi, offre una lettura più profonda di quanto possa sembrare.

 
 

So cosa hai fatto: come la scena post-credits imposta un sequel

Jennifer Love Hewitt in So cosa hai fatto
Jennifer Love Hewitt in So cosa hai fatto

La scena post-crediti di So cosa hai fatto (qui la recensione) getta le basi per il prossimo capitolo della serie. Diretto da Jennifer Kaytin Robinson, il film è incentrato su un nuovo gruppo di giovani adulti di Southport che accidentalmente causano la morte di qualcuno il 4 luglio. Un anno dopo, vengono braccati da un misterioso assassino che ricorda il massacro avvenuto nel film originale. Nel frattempo, la generazione precedente di sopravvissuti sta ancora affrontando il trauma delle loro storie.

Il finale del film porta poi queste due generazioni a scontrarsi direttamente, con grandi colpi di scena nel climax che ribaltano completamente le aspettative sui sopravvissuti. La scena post-credits del film va ancora oltre, riportando in scena un altro personaggio classico e suggerendo come potrebbe tornare nella serie in grande stile. Ecco allora come la scena post-credits di So cosa hai fatto prepara il terreno per un sequel che metterà le diverse generazioni l’una contro l’altra.

La Brandy di Karla Wilson ritorna nella scena post-credits di So cosa hai fatto

Karla Wilson ritorna nella scena post-credits di So cosa hai fatto, confermando la presenza di Brandy nel potenziale futuro del franchise. Karla è stata introdotta nel precedente film come compagna di stanza al college di Julie James. In quell’occasione, in viaggio alle Bahamas con Julie dopo che lei sembra aver vinto un concorso radiofonico, Karla diventa uno degli obiettivi di Ben e Will. Karla sopravvive all’incontro (anche se il suo ragazzo Tyrell è tra le vittime). In questo nuovo film, non appare nella trama vera e propria, ma è presente nella scena post-credits. Il momento rivela che Karla se la cava bene, sembra essersi sposata e vivere in una bella casa.

So cosa hai fatto recensione
Madelyn Cline, Chase Sui Wonders, Sarah Pidgeon e Luke Van Os in So cosa hai fatto

La scena si concentra su Karla che guarda il telegiornale e vede che Julie è stata aggredita da Ray. Poco dopo, proprio Julie arriva a casa di Karla. Si scopre che qualcuno ha minacciato di nuovo Julie, lasciandole dei biglietti minacciosi. L’ultimo include una chiara minaccia nei confronti di Karla, spingendola a offrirle il suo aiuto per rintracciare chi ha inviato la lettera. Il momento è un divertente riferimento per i fan della serie, soprattutto alla luce dello status di Karla come sopravvissuta preferita dai fan. Anche se non aveva senso inserirla nel film del 2025, è un modo intelligente per confermare l’importanza di Brandy in un possibile sequel.

Cosa significa la scena dei titoli di coda di So cosa hai fatto per un sequel

Brandy non è dunque semplicemente relegata a un cameo o a una piccola apparizione nel nuovo film, ma è destinata a diventare una figura importante nella narrazione se questa dovesse continuare. So cosa hai fatto, nonostante abbia chiari collegamenti con i personaggi dei film precedenti, è molto incentrato su un nuovo gruppo di personaggi. Julie e Ray sono importanti per la narrazione, ma in ruoli molto più secondari rispetto a quelli da protagonisti. Tuttavia, un sequel potrebbe concentrarsi sulle conseguenze della morte di Ray e sull’apparente sopravvivenza del suo protetto, Stevie.

Stevie e Ray, membri del gruppo di giovani adulti protagonisti di So cosa hai fatto, sono gli assassini. La minaccia contro Julie e Karla sembra concentrarsi su qualcosa che Julie ha fatto in precedenza. Avrebbe senso che Stevie (che Ray ha fortemente insinuato essere sopravvissuta al suo tentativo di “ucciderla” all’inizio del film) volesse vendicarsi di Julie per aver aiutato Ava a ucciderlo. Sembra che qualsiasi sequel si concentrerebbe sulla nuova collaborazione tra Karla e Julie, mettendole di fronte a una potenziale nuova minaccia come Stevie.

Jennifer Love Hewitt e Karla Wilson in So cosa hai fatto
Jennifer Love Hewitt e Karla Wilson in So cosa hai fatto

Dopo aver visto la generazione più giovane e quella più anziana di sopravvissuti di questa serie collaborare, sarebbe interessante vedere una nuova generazione di assassini dare la caccia ai sopravvissuti più esperti come Karla e Julie. Questo suggerisce anche che un sequel sarebbe più equamente suddiviso tra le generazioni. Il nuovo So cosa hai fatto è molto radicato nella storia di Ava e dei suoi amici. Sebbene il trauma persistente e il dolore interiore di Ray e Julie siano collegati ai temi del film, il film non riguarda realmente loro. Mettendo Karla e Julie direttamente nel mirino di chiunque abbia inviato quel messaggio a Julie, la scena post-credits sembra stabilire con certezza che un seguito sarebbe incentrato su di loro.

Probabilmente includerebbe anche i loro tentativi di capire chi sta cercando di prenderle di mira, perché lo sta facendo e come fermarlo. È una svolta entusiasmante per i fan della serie, poiché Karla offre un divertente botta e risposta con Julie simile alla dinamica sviluppatasi tra Ava e la sua migliore amica Danica. Un potenziale sequel potrebbe essere un modo divertente per evidenziare il divario generazionale, ma anche una risposta condivisa al trauma e al pericolo. Il ritorno di Brandy pone quindi le basi per un sequel molto divertente di So cosa hai fatto.

 
 

So cosa hai fatto: la spiegazione del finale del film

Il colpo di scena finale di So cosa hai fatto (qui la recensione) ribalta le aspettative con la rivelazione del killer. Il film è il sequel della serie di film omonima, che torna a Southport concentrandosi su un nuovo cast di personaggi. Nel corso della trama, personaggi già noti come Julie James, interpretata da Jennifer Love Hewitt, e Ray Bronson, interpretato da Freddie Prinze Jr., si ritrovano coinvolti nel caos.

So cosa hai fatto si appoggia in gran parte su un senso di autocoscienza del genere slasher, con altrettanti colpi di scena comici quanto raccapriccianti. Questo, almeno fino al terzo atto, quando il numero di vittime aumenta e viene rivelata la vera identità dell’assassino mascherato. È un colpo di scena sorprendente che mette in discussione l’intero futuro del franchise e apre la strada a un potenziale sequel. Ecco allora come il nuovo prepara il futuro della serie cambiando radicalmente un personaggio storico.

Chi sono gli assassini in So cosa hai fatto

Il climax ricco di colpi di scena di So cosa hai fatto rivela che Stevie e Ray sono gli assassini, trasformando uno dei personaggi fissi del franchise in un cattivo letale. Nel climax del film, Stevie si unisce infatti alle altre sopravvissute Ava e Danica sulla barca di Teddy. In mare aperto, Stevie attacca però le due ragazze e rivela di essere stata in realtà lei a essere segretamente vicina a livello affettivo alla vittima del loro omicidio colposo, Sam.

So cosa hai fatto
Tyriq Withers, Madelyn Cline, Chase Sui Wonders, Jonah Hauer-King e Sarah Pidgeon in So cosa hai fatto

Stevie inizialmente non si era resa conto che lui fosse la vittima, ma quando ha scoperto che il suo amato era la verità, ecco che è stata sopraffatta da un intenso dolore e rabbia. Questo la convince a divenire un’assassina e attaccare quelli che riteneva suoi amici come vendetta karmica, lasciando una scia di cadaveri dietro di sé. Tuttavia, non è sola in questa missione, poiché il suo capo e mentore Ray si rivela fondamentale per il raggiungimento dei suoi obiettivi.

La spiegazione della trasformazione di Ray in cattivo e il suo destino

Ray trascorre gran parte di So cosa hai fatto apparentemente come alleato dei ragazzi, offrendo loro consigli e sostegno quando può. Sembra persino uccidere Stevie dopo che lei ha cercato di uccidere Danica. Tuttavia, Ava scopre che Ray ha una ferita identica a quella che lei ha inflitto all’assassino, rivelando così che Ray stava collaborando con Stevie. So cosa hai fatto passa molto tempo a costruire il legame tra Ray e Stevie. A un certo punto, Ray fa riferimento a una promessa fatta ai genitori di Stevie di aiutarla e prendersi cura di lei.

Quando lei gli racconta cosa è successo, lui concorda sul fatto che gli adolescenti debbano pagare per le loro azioni. Questo è solo in parte ciò che Ray ha fatto con il suo piano. Come spiega a Julie nel finale del film, la città di Southport ha superato il trauma dei precedenti omicidi. Ancora alle prese con il disturbo da stress post-traumatico per essere sopravvissuto a quegli eventi, Ray si infuria per il modo in cui la città ha semplicemente “dimenticato” ciò che è successo. Prendendo parte a una nuova serie di omicidi, Ray ha avuto la possibilità di riportare l’attenzione sui massacri che avevano quasi distrutto la città decenni prima.

Freddie Prinze Jr. in So cosa hai fatto
Freddie Prinze Jr. in So cosa hai fatto

Lui e Stevie riescono persino a vendicarsi dell’uomo che ha dato il via a tutto acquistando il terreno, Grant Spencer: dopo che Grant trova Teddy in tempo per farlo morire dissanguato, anche Grant viene ucciso. Ray non avrà però la possibilità di diventare una minaccia per l’intera serie. Durante il suo scontro finale con Julie e Ava, viene distratto dalla sua ex moglie abbastanza a lungo da permettere ad Ava di afferrare un fucile subacqueo lì vicino e sparargli alla schiena. Ray muore quindi rapidamente dissanguato, rendendo Julie, interpretata da Jennifer Love Hewitt, l’ultima sopravvissuta tra i personaggi principali del film originale.

Chi sopravvive in So cosa hai fatto

La maggior parte dei personaggi citati in So cosa hai fatto del 2025 vengono uccisi da Ray e Stevie, lasciando solo una manciata di sopravvissuti. Dei cinque personaggi principali del film, solo Ava e Danica sopravvivono. Nonostante le gravi ferite, entrambe riescono ad arrivare in tempo in ospedale per essere medicate. Anche Julie sopravvive poi al suo ultimo incontro con la morte. Sebbene Stevie sembri essere stata uccisa da Ray, lui deride la convinzione di Ava che lui abbia ucciso Stevie. Il film termina quindi con Ava che dice a Danica che Stevie è ancora viva. Anche se non appare più nel film, la ragazza potrebbe facilmente tornare a tormentare le ragazze (o un nuovo cast di personaggi) in un sequel.

Come il film prepara il terreno per un sequel

So cosa hai fatto lascia quindi aperta la possibilità che Stevie possa tornare, rendendola una minaccia ricorrente su cui concentrarsi per il franchise. Potrebbe minacciare un nuovo gruppo di giovani adulti o cercare di finire Danica e Ava. Stevie potrebbe anche essere in fuga da altri personaggi e dalle autorità, soprattutto considerando la scena dopo i titoli di coda. La scena riporta in scena la Brandy di Karla Wilson, una delle sopravvissute del precedente film e compagna di stanza di Julie al college.

So cosa hai fatto recensione
Madelyn Cline, Chase Sui Wonders, Sarah Pidgeon e Luke Van Os in So cosa hai fatto

Julie arriva a casa sua per avvertirla che qualcuno le ha inviato un messaggio minaccioso, rivolto specificatamente a Karla. Questo spinge Karla a unirsi a Julie per scoprire chi sia il responsabile. La scena dopo i titoli di coda di So cosa hai fatto è stata pensata appositamente per anticipare un potenziale sequel incentrato sui personaggi più anziani che potrebbero trovarsi faccia a faccia con un nuovo tipo di assassino. Avendo imparato da Ray, Stevie potrebbe persino avere alcuni trucchi o idee utili che potrebbero aiutarla a sconfiggere Julie e vendicare la morte di Ray.

Il vero significato di So cosa hai fatto

Al centro di So cosa hai fatto c’è dunque il trauma. Personaggi come Julie e Ray stanno ancora affrontando il trauma del loro passato, mentre Ava e i suoi amici lottano per sfuggire al senso di colpa e al risentimento causati dalle loro azioni di un anno prima. Scappare e nascondersi da quel trauma, personificato dagli attacchi di un killer armato di un uncino, non risolve il problema. Al contrario, spetta a qualcuno affrontare attivamente il proprio trauma e fare qualcosa al riguardo.

Questo si manifesta sia nell’arco narrativo di Ava nel film, sia nella decisione finale di Julie di tornare a Southport per aiutare. L’alternativa è lasciare che il trauma ti travolga, il che può costringerti a fare cose orribili. Questo è esattamente ciò che accade a Ray e Stevie, che entrambi incanalano il loro trauma verso l’esterno fino a diventare assassini. Questo conferisce a So cosa hai fatto un tono più duro e tematico.

 
 

Cristin Milioti: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Cristin Milioti 2025
Cristin Milioti alla 31ª edizione degli Screen Actors Guild Awards. Foto di Image Press Agency via Depositphotos.com

Per molti, Cristin Milioti sarà sempre la mamma di How I Met Your Mother, serie grazie alla quale ha conosciuto una prima clamorosa popolarità. Ma nel corso degli anni l’attrice si è distinta anche grazie ad altri progetti, cinematografici e televisivi, che l’hanno portata a collaborare con importanti autori e a passare di genere in genere, dimostrando di possedere tutte le qualità per meritarsi sempre più ruoli di grande rilievo.

Scopriamo 10 cose da sapere su Cristin Milioti!

I film e i programmi TV di Cristin Milioti

Cristin Milioti
L’attrice americana Cristin Milioti arriva alla prima proiezione “The Resort”. Foto di Image Press Agency via Depositphotos.com

1. Ha recitato in celebri serie TV. L’attrice ottiene un primo ruolo apparendo in un episodio della serie 3 libbre (2006). Ottiene poi maggior risalto recitando in I Soprano (2006-2007), The Unusuals – I soliti sospetti (2009), The Good Wife (2010), 30 Rock (2011) e Nurse Jackie – Terapia d’urto (2011). Raggiunge grande popolarità recitando poi in How I Met Your Mother (2013-2014), per poi proseguire la propria carriera con A to Z (2014), The Mindy Project (2015), Fargo (2015), Black Mirror – negli episodi 4×01 (2017) e 7×06 (2025), Mythic Quest (2020) e Made for Love (2021-2022). Di recente ha invece recitato in The Resort (2022) e The Penguin (2024), accanto a Colin Farrell.

2. Ha preso parte anche ad alcuni film. Oltre che sul piccolo schermo, l’attrice si è distinta anche per il suo ruolo in alcuni film per il cinema. Il primo di questi è stato Cartolina d’estate (2007), seguito poi da Year of the Carnivore (2009), Sleepwalk with Me (2012), Botte di fortuna (2012), Bert and Arnie’s Guide to Friendship (2013) e The Wolf of Wall Street (2013), regia di Martin Scorsese, dove ha l’occasione di recitare accanto a Leonardo DiCaprio. Ha poi recitato in The Occupants (2014) e Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani (2020). Nello stesso anno compare nello speciale di Netflix Death to 2020.

Cristin Milioti in I Soprano

3. È stato il suo primo ruolo importante.  Nel 2006, la giovane attrice ha ottenuto una parte ricorrente nella serie I Soprano. La Milioti è infatti apparsa in tre episodi dell’ultima stagione della serie poliziesca della HBO nel ruolo di Catherine Sacrimoni, la figlia più giovane, in età da college, del mafioso newyorkese John “Johnny Sack” Sacrimoni e di sua moglie Ginny. Milioti ha attribuito all’attore/regista Steve Buscemi il merito di averle procurato il suo primo lavoro ufficiale di attrice nello show.

Josh Radnor How I met your mother
Josh Radnor e Cristin Milioti in How I met your mother. Foto di Ron P. Jaffe – © 2014 Fox Television. All rights reserved

Cristin Milioti ha recitato in The Wolf of Wall Street

4. Ha interpretato la prima moglie di Leonardo DiCaprio. I suoi fan l’avranno senz’altro riconosciuta anche in The Wolf of Wall Street, dove ha ricoperto il ruuolo di Teresa Petrillo, la prima moglie di Jordan Belfort, personaggio interpretato da Leonardo DiCaprio. Viene poi lasciata per Naomi LaPaglia, interpretata da Margot Robbie e da quel momento Milioti non compare più all’interno del film.

Cristin Milioti è la Madre in How I Met Your Mother

5. Non aveva mai visto la serie. Il più grande mistero di How I Met Your Mother è proprio l’identità della donna che diverrà la madre dei figli di Ted. Gli autori della serie sapevano sin da subito una cosa: il ruolo non sarebbe stato ricoperto da un’attrice troppo nota. Milioti è stata a quel punto scelta dopo essere stata vista in 30 Rock e Once e le sue abilità musicali hanno favorito il suo casting. Quando ha girato la sua prima scena, non aveva mai visto la serie ed è venuta a conoscenza dell’importanza del personaggio solo dopo aver recuperato le precedenti stagioni.

Cristin Milioti è Sofia Falcon in The Penguin

6. Partecipando alla serie ha realizzato un suo sogno. Nella serie The Penguin l’attrice interpreta il ruolo di Sofia Falcone, cosa che le ha permesso di realizzare un proprio desiderio. Milioti sognava infatti di interpretare un villain di Batman sin da quando aveva deciso di diventare attrice. Il primo film di Batman che ha visto al cinema è stato proprio Batman – Il ritorno del 1992, dove il cattivo principale era il Pinguino. Avendo sei anni all’epoca, trovò molte immagini terrificanti.

Cristin Milioti ha origini italiane

7. Ha origini italiane da parte del padre. L’attrice è figlia di Catherine e Clark Milioti. Suo padre ha origini italiane (siciliane e calabresi) e belghe. La madre ha invece origini slovacche, irlandesi, scozzesi e inglesi. Milioti può essere un cognome greco, ma in questo caso è italiano. Ad essere puramente italiani erano i suoi bisnonni, Vincenzo Milioti e Antonia Repaci. Lui era di Messina, in Sicilia, mentre Antonia era di Melito di Porto Salvo, Reggio di Calabria, Calabria.

Colin Farrell e Cristin Milioti in The Penguin (2024)
Colin Farrell e Cristin Milioti in The Penguin © 2024 – MAX/HBO

Cristin Milioti ha un marito e dei figli?

8. È molto riservata. L’attrice si è sempre dimostrata poco disposta a condividere pubblicamente dettagli sulla propria vita privata. Ad oggi, tuttavia, si può affermare che non è sposata e non ha figli. Sappiamo però anche che nel 2013 ha avuto una relazione con Jesse Hooker, ma non è noto quando – e se – questa si sia conclusa.

Cristin Milioti è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 386 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare appena 4 post. Questi sono legati alla sua partecipazione alla serie The Penguin, con immagini promozionali e interviste svolte a riguardo. È lecito immaginare che nel tempo questo profilo si arricchirà, fornendo sempre maggiori novità sulle attività dell’attrice.

L’età e l’altezza dell’attrice

10. Cristin Milioti è nata il 16 agosto del 1985 a Cherry Hill, New Jersey, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,58 metri.

Fonti: IMDb, Instagram, Elle, Ethnicelebs

 
 

Jake Schreier su come Thunderbolts* lo abbia preparato agli X-Men (se dovesse essere confermato alla regia)

X-MEN

Thunderbolts* è uno dei film dei Marvel Studios con le migliori recensioni, una storia emozionante e potente sulla solitudine e la depressione che, guarda caso, introduce anche i Nuovi Vendicatori dell’MCU, firmata da Jake Schreier.

Dopo aver dato prova di sé con Thunderbolts*, le fonti riportano che il regista è stato scelto per dirigere l’attesissimo reboot degli X-Men dei Marvel Studios. Una decisione accolta con grande entusiasmo dai fan, ansiosi di vedere il contributo del regista alla squadra di supereroi mutanti.

CBM ha parlato con Schreier all’inizio di questa settimana e gli ha chiesto in che modo lavorare a un film come Thunderbolts* lo abbia preparato a dirigere potenzialmente il film sugli X-Men, o qualsiasi altro blockbuster di dimensioni simili. Ha scelto le parole con cura, ma questo atteggiamento è ciò che probabilmente lo rende perfetto per continuare a raccontare storie nell’MCU.

“Penso che, sai, per non parlare del futuro, ma solo questo film e quello che ho imparato da esso… guarda, mi è piaciuto molto lavorarci”, dice Schreier nel video qui sotto. “E mi è piaciuto molto lavorare con tutti alla Marvel. Penso che la lezione del film sia anche la lezione nel realizzare il film, ovvero che non puoi, e voglio dire, è abbastanza ovvio realizzarlo, che non puoi farlo da solo. Penso che Thunderbolts* sia il prodotto di un’enorme quantità di lavoro.”

Cosa sappiamo sul film Marvel Studios degli X-Men?

Jake Schreier ha dimostrato di saper raccontare una storia con un gruppo di personaggi disadattati (Thunderbolts* potrebbe aver avuto un incasso inferiore al previsto, ma è stato ben accolto da fan e critica), ma sembra comunque essere una scelta un po’ controversa per questo progetto.

Si dice che il casting inizierà molto presto (se non lo è già stato) e si dice che attori del calibro di Harris Dickinson, Margaret Qualley e Julia Butters siano nel mirino dello studio (si dice che fossero in lizza per interpretare Ciclope, Rogue e Kitty Pryde, ma non sappiamo se sia ancora così), insieme alla star di Alien: Romulus, David Jonsson, e Trinity Bliss, che potrebbe essere in lizza per interpretare Jubilee.

Altri nomi che sono emersi tra i rumor includono Hunter Schafer (Mystica), Ayo Edebiri (Tempesta) e Javier Bardem (Mr. Sinister). Ecco cosa ha detto Kevin Feige del suo “piano decennale” per la Saga dei Mutanti in una recente intervista.

“Penso che vedrete che continuerà nei nostri prossimi film con alcuni attori degli X-Men che potreste riconoscere. Subito dopo, l’intera storia di Secret Wars ci porta davvero in una nuova era di mutanti e degli X-Men. Di nuovo, [è] uno di quei sogni che si avverano. Finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men.”

Michael Lesslie, sceneggiatore di Macbeth (2015), Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente (2023) e Assassin’s Creed (2016), ha scritto la sceneggiatura, ma non ci sorprenderemmo se un altro sceneggiatore (o due) venisse coinvolto per dargli un’altra occhiata prima che il film entri in produzione.

 
 

Venezia 82: svelate le giurie del Concorso, di Orizzonti e delle altre sezioni

È stata svelata la giuria internazionale completa per la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia 82.

La giuria, che si si accompagnerà al già annunciato Presidente del Concorso Alexander Payne, è composta da: l’attrice e scrittrice brasiliana candidata all’Oscar Fernanda Torres (“Io sono ancora qui“), l’eminente regista iraniano Mohammad Rasoulof (“Il seme del fico sacro“), il regista, sceneggiatore e produttore rumeno vincitore della Palma d’Oro Cristian Mungiu (“4 mesi, 3 settimane e 2 giorni”), il regista francese Stéphane Brizé (“Fuori stagione”), la regista italiana Maura Delpero (“Vermiglio”) e l’attore e produttore cinese Zhao Tao (“Intrappolato dalle maree”).

Oltre ad assegnare il Leone d’Oro per il miglior film, la giuria del concorso assegnerà anche il Leone d’Argento, il Leone d’Argento per la miglior regia, la Coppa Volpi per la migliore attrice protagonista, la Coppa Volpi per il miglior attore, il premio speciale della giuria, la migliore sceneggiatura originale e il Premio Marcello Mastroianni per un giovane attore o attrice emergente.

La regista francese Julia Ducournau (“Titane”), vincitrice della Palma d’Oro e tornata a Cannes quest’anno con “Alpha“, presiederà la sezione Orizzonti, dedicata alle opere più innovative. La giuria di Orizzonti comprenderà anche il regista e videoartista italiano Yuri Ancarani (“The Challenge”, “Atlantide”), il critico cinematografico argentino Fernando Enrique Juan Lima, la regista australiana Shannon Murphy (“Babyteeth”) e l’artista e regista americano RaMell Ross (“Nickel Boys”).

Inoltre, la regista scozzese Charlotte Wells (“Aftersun”) presiederà la giuria del Premio Luigi de Laurentiis per la migliore opera prima in tutte le sezioni di Venezia, del valore di 100.000 dollari.

Alla giuria di Venezia per la migliore opera prima si uniscono a Wells, la regista e produttrice franco-tunisina Erige Sehiri (“Promised Sky”), membro fondatore del collettivo Rawiyat – Sisters in Film che sostiene le registe arabe, e il regista italiano Silvio Soldini.

L’82a edizione di Venezia si terrà dal 27 agosto al 6 settembre. Il programma sarà annunciato il 22 luglio.

 
 

Captain Planet: Netflix sta lavorando alla serie live action

L’attesissimo adattamento live-action di Captain Planet and the Planeteers sta finalmente procedendo nella fase di pre-produzione, con un colpo di scena importante. In un contesto competitivo, Netflix ha avviato lo sviluppo di Captain Planet, una serie live-action basata sulla serie animata cult, secondo quanto riportato da Deadline. La serie è prodotta dalla Berlanti Productions di Greg Berlanti, da Appian Way di Leonardo DiCaprio e da Warner Bros. Television, dove ha sede Berlanti Prods.

La co-creatrice/produttrice esecutiva di Mrs. Davis, Tara Hernandez, scriverà l’adattamento della serie animata di supereroi ambientali del 1990 Captain Planet and the Planeteers, trasmessa su TBS e in syndication per sei stagioni, trasmesso in Italia inizialmente sulle reti RAI, dalla fine degli anni ’80, e successivamente riproposto su Boomerang a partire dal 2004, con repliche su Boing dal 2005.

Appian Way aveva già guidato la produzione di un film live-action di Captain Planet. Originariamente avviato dalla Paramount Pictures nel 2016 con Glen Powell come sceneggiatore e Jono Matt, e potenzialmente protagonista, il progetto non si è mai concretizzato, con i diritti che sono poi tornati alla Warner Bros. Discovery.

DiCaprio e Jennifer Davisson di Appian Way sono i produttori esecutivi della serie live-action di Captain Planet, insieme a Berlanti Prods, Sarah Schechter e Leigh London Redman. Powell non è coinvolto, ma Matt è un produttore, secondo alcune fonti.

Ideata da Ted Turner, Captain Planet and the Planeteers segue cinque adolescenti che affrontano disastri ambientali con l’aiuto di un supereroe, Captain Planet. La serie animata è stata prodotta da DIC Enterprises (stagioni 1-3) e Hanna-Barbera Cartoons (stagioni 4-6).

Berlanti non è estraneo al genere dei supereroi: ha costruito un vasto universo DC con la CW. Questo segna il secondo adattamento live-action di alto profilo di un’amata proprietà animata della WBD per Netflix da parte di Berlanti Prods., dopo l’imminente serie sulle origini di Scooby-Doo. Presso Netflix, la società ha anche curato la serie thriller drammatica di successo You, co-creata da Berlanti.

Il programma attuale di Berlanti Prods. include Brilliant Minds della NBC e All American della CW. La pipeline della società include anche il thriller horror Stillwater, basato sui fumetti di Skybound, la cui serie è stata ordinata da Amazon con l’adattamento di Berlanti e Carly Wray; il giallo Foster Dade in lavorazione per Hulu; Dilettante, con Jeff Daniels, in lavorazione per Apple; e un dramma familiare per HBO Max.

Le cause ambientali sono state al centro della produzione di documentari di Appian Way, con progetti come The Path Of the Panther, vincitore di un Emmy, We Are Guardians, Virunga, And We Go Green, Fin, The Loneliest Whale e Ice On Fire, oltre alla serie animata per bambini Ozi: Voice of the Forest.

Dopo un decennio come sceneggiatrice e produttrice di The Big Bang Theory e dello spin-off Young Sheldon, Hernandez ha co-creato con Damon Lindelof e ha ricoperto il ruolo di produttrice esecutiva e showrunner della miniserie a tema intelligenza artificiale di Peacock, Mrs. Davis. È rappresentata da WME. Berlanti Prods. è rappresentata da CAA; Appian Way da LBI.

 
 

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, ecco la prima immagine di Paul Walter Hauser nel film

I Fantastici Quattro - Gli inizi

È stata finalmente svelata la prima immagine di Paul Walter Hauser in I Fantastici Quattro: Gli Inizi, in vista del suo debutto nel Marvel Cinematic Universe. Mentre la famiglia protagonista avrà a che fare con Galactus come antagonista principale, sappiamo ormai film esplorerà anche altri nemici che la squadra ha affrontato durante il suo soggiorno su questa Terra alternativa nel multiverso MCU (tra questi doveva essersi anche il Red Ghost di John Malkovich, poi tagliato).

Con l’arrivo del film la prossima settimana, i fan hanno ora finalmente potuto dare un’occhiata a uno dei classici nemici dei Fantastici Quattro che vedremo dunque nel film e che farà così il suo debutto nell’MCU. USA Today ha infatti condiviso la prima immagine ufficiale di Hauser nei panni di Harvey Elder, alias l’Uomo Talpa dei fumetti Marvel, in una foto che lo ritrae insieme a diversi lavoratori sotterranei. Ecco qui di seguito la foto:

 

Hauser e il regista Matt Shakman hanno anche parlato di questa interpretazione dell’Uomo Talpa, descritto come un “capo sindacale” piuttosto che un cattivo tradizionale. USA Today descrive anche l’“opposizione” tra il villain e i Fantastici Quattro come “di natura politica”, con Hauser e Shakman che condividono quanto segue: “Harvey Elder dell’MCU è più un capo sindacale che un supercattivo. Si preoccupa solo della comunità, ed è per questo che Sue e Harvey hanno un buon rapporto e vanno d’accordo. Si capiscono a vicenda“, ha affermato Shakman.

La versione a fumetti è crudele, efferata e implacabile. Vive nell’ombra come farebbe un cattivo, ma si prende anche cura di un’intera razza di persone e cerca di vivere la sua vita senza essere disturbato. È una lotta di potere, ma all’interno di essa ci sono compromessi e alleanze”, ha aggiunto Hauser. Dato che l’Uomo Talpa non è mai apparso in un film live-action in precedenza, la rivelazione del ruolo di Hauser mostra come la Marvel Studios stia davvero puntando sulla più ampia mitologia Marvel dei Fantastici Quattro.

Il personaggiio di Hauser è anche un personaggio che viene esplorato nel fumetto prequel The Fantastic Four: First Steps, il che potrebbe significare che avrà un ruolo cruciale nel film, anche se Galactus rimane indubbiamente il nemico centrale. I commenti di Shakman e Hauser chiariscono anche che stanno contribuendo a modernizzare l’Uomo Talpa per l’MCU, dato che è uno dei più antichi cattivi della Prima Famiglia Marvel dei fumetti. Da questa prima immagine che ci conferma un aspetto simile a quello dei fumetti, sarà affascinante vedere come verrà esplorato il conflitto politico tra lui e la squadra in I Fantastici Quattro: Gli Inizi.

LEGGI ANCHE: I Fantastici Quattro: Gli Inizi, le 9 rivelazioni più importanti del trailer finale

La trama e il cast di I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film Marvel StudiosI Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner).

E se il piano di Galactus di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una questione molto personale. Il film è interpretato anche da Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Sarah Niles. I Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer. Il film sarà al cinema dal 23 luglio.

 
 

Alien: Pianeta Terra, il nuovo trailer della serie sci-fi di FX

Disney+ ha svelato il secondo, avvincente trailer di Alien: Pianeta Terra, la serie drama fantascientifica di FX dal produttore vincitore dell’Emmy® Award Noah Hawley. La nuova serie, basata sull’acclamato franchise, debutterà in Italia mercoledì 13 agosto con i primi due degli otto episodi disponibili, seguiti da uno a settimana ogni mercoledì.

Nella serie FX Alien: Pianeta Terraquando la misteriosa nave di ricerca spaziale USCSS Maginot si schianta sulla Terra, “Wendy” (Sydney Chandler) e un improvvisato gruppo di soldati fanno una scoperta fatale che li mette di fronte alla più grande minaccia del pianeta.

Nel 2120, la Terra è governata da cinque compagnie: Prodigy, Weyland-Yutani, Lynch, Dynamic e Threshold. In questa Era Corporativa, i cyborg (esseri umani con parti sia biologiche che artificiali) e i sintetici (robot umanoidi con intelligenza artificiale) convivono con gli esseri umani. Ma le regole del gioco cambiano quando il giovane prodigio Fondatore e CEO della Prodigy Corporation svela un nuovo progresso tecnologico: gli ibridi (robot umanoidi con coscienza umana). Il primo prototipo di ibrido, chiamato “Wendy”, segna una nuova alba nella corsa verso l’immortalità. Dopo che l’astronave della compagnia Weyland-Yutani si schianta su Prodigy City, “Wendy” e gli altri ibridi affrontano misteriose forme di vita, più terrificanti di quanto chiunque avrebbe mai potuto immaginare.

La serie, con protagonista Sydney Chandler, presenta un cast internazionale che comprende Timothy Olyphant (“Kirsh”), Alex Lawther (“Hermit”), Samuel Blenkin (“Boy Kavalier”), Babou Ceesay (“Morrow”), Adrian Edmondson (“Atom Eins”), David Rysdahl (“Arthur Sylvia”), Essie Davis (“Dame Sylvia”), Lily Newmark (“Nibs”), Erana James (“Curly”), Adarsh Gourav (“Slightly”), Jonathan Ajayi (“Smee”), Kit Young (“Tootles”), Diêm Camille (“Siberian”), Moe Bar-El (“Rashidi”) e Sandra Yi Sencindiver (“Yutani”).

La serie FX Alien: Pianeta Terra è creata da Noah Hawley, vincitore dei premi Peabody ed Emmy®, che è anche l’executive producer. Ridley Scott, David W. Zucker, Joseph Iberti, Dana Gonzales e Clayton Krueger sono gli altri executive producer. Alien: Pianeta Terra è prodotta da FX Productions.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

 
 

The Punisher: le foto dal set svelano il primo sguardo al brizzolato Frank Castle di Jon Bernthal

Jon Bernthal The Punisher

Just Jared ha condiviso ancora più foto dal set della prossima The Punisher Special Presentation dei Marvel Studios, offrendo un primo sguardo al ritorno del Frank Castle di Jon Bernthal, con un aspetto notevolmente diverso e molto più brizzolato rispetto all’ultima volta che lo abbiamo visto.

L’ultima volta che abbiamo visto Frank Castle, era evaso dalla prigione improvvisata di Kingpin (Vincent D’Onofrio) ed era presumibilmente in fuga in seguito all’attuazione del mandato Anti-Vigilante di Fisk. Mentre le voci suggeriscono una sua possibile apparizione nella seconda stagione di Daredevil: Rinascita, recentemente conclusa, in arrivo a marzo 2026, nulla è stato confermato ufficialmente, quindi ci sono buone probabilità che la prossima presentazione speciale possa essere quella in cui lo ritroveremo – e una cosa è chiara: il tempo non è stato clemente con il buon vecchio Frank.

Le ultime foto mostrano Bernthal con una lunga barba, un po’ malconcio, e apparentemente in basso profilo. Sebbene stia probabilmente sorvegliando una posizione sospetta, solleva anche la questione se la presentazione speciale possa sovrapporsi agli eventi della seconda stagione di Rinascita, dato che Castle sembra ancora in fuga.

Sono emerse foto dal set che hanno praticamente confermato che la principale antagonista della presentazione speciale è Isabella “Ma” Gnucci, una delle nemiche più formidabili di Castle nei fumetti. Dopo che lui ha ucciso i suoi tre figli e il fratello, Gnucci si è lanciata contro The Punisher con tutto il suo arsenale. Tuttavia, le cose non sono andate per il verso giusto quando Castle l’ha superata in astuzia e l’ha intrappolata con un orso polare, che ha proceduto a sbranarla, lasciandola senza arti. Sorprendentemente, la donna sopravvive allo scontro e continua la sua vendetta, ma Castle alla fine la rintraccia nella sua villa, la incendia e, in uno dei momenti più cupi e iconici della trama di “Bentornato, Frank”, la getta tra le fiamme, ponendo di fatto fine al suo regno.

L’attrice che interpreta il famigerato gangster rimane segreta, ma probabilmente scopriremo la sua identità nei prossimi giorni, mentre le riprese continuano a New York.

Dopo la sua apparizione in The Punisher Special Presentation, Jon Bernthal riprenderà il suo ruolo in Spider-Man: Brand New Day di Destin Daniel Cretton, dove reciterà al fianco di Tom Holland e – se le indiscrezioni sono fondate – i due faranno squadra per affrontare L’incredibile Hulk di Mark Ruffalo!

Guarda le nuove foto dal set al link incorporato qui sotto:

 
 

Clayface sarà molto diverso rispetto a Superman, James Gunn: “Non vogliamo che la gente si annoi”

The-Batman-Parte-2-clayface-DC

Il tono ottimista e luminoso di Superman ha preoccupato quei fan della DC che apprezzano maggiormente i toni cupi di alcuni personaggi dei fumetti; è questo il caso di Clayface che come personaggio è decisamente più oscuro rispetto all’Ultimo figlio di Krypton. James Gunn ha ora sottolineato che quei fan possono stare tranquilli, e che l’Universo DC punterà a offrire un’ampia varietà di stili narrativi, garantendo che ogni film sia unico.

Ha chiarito che, sebbene il nuovo Superman definisca il tono del mondo di quel personaggio, non dovrebbe essere visto come un modello per ogni progetto dei DC Studios. Ci si aspetta che ogni capitolo del DCU sia autonomo, portando qualcosa di nuovo e distintivo.

Gunn ha dichiarato: “Abbiamo Clayface, che è una cosa completamente diversa. Pur essendo ambientato nello stesso universo, è un film horror completo. È una delle cose che vogliamo fare: non c’è uno stile aziendale. Non è che ogni film sarà come Superman. Gli artisti, i registi e gli sceneggiatori, ognuno darà il proprio contributo… è questo che vogliamo dare ai film perché non vogliamo che il pubblico si annoi.”

CORRELATE:

Pochi dettagli sulla trama di Clayface

Sono stati rivelati pochi dettagli sulla trama, ma abbiamo appreso che Matt Hagen sarà al centro dell’attenzione. Nei fumetti, era il secondo Clayface, un avventuriero che si è trasformato in un mostro dopo aver incontrato una pozza radioattiva di protoplasma.

Questo è cambiato in Batman: The Animated Series, dove è stato ritratto come un attore che usava una crema anti-età per sembrare più giovane. Dopo essersi scontrato con il suo creatore, Roland Daggett, Hagen viene immerso in una vasca di quella sostanza e diventa il “classico” Clayface che tutti conoscete dai fumetti.

Tom Rhys Harries interpreterà il personaggio principale di Clayface, il film dei DC Studios. Il film è basato su una storia di Mike Flanagan, attore di La caduta della casa degli Usher (l’ultima bozza è stata firmata da Hossein Amini, sceneggiatore di Drive), con James Watkins, regista di Speak No Evil, alla regia.

Clayface è attualmente previsto per l’arrivo nelle sale l’11 settembre 2026.

 
 

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, finalmente è stato svelato il volto di Galactus… dalle action figure!

Hot Toys ha finalmente svelato la sua interpretazione di Galactus, l’imponente nemico di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, interpretato dalla star di Nosferatu, Ralph Ineson.

Abbiamo visto un’immagine promozionale del villain, ma questa è senza dubbio la migliore immagine che abbiamo finora del Divoratore di Mondi. Galactus è chiaramente antico e, dal punto di vista del design, sembra avere molto in comune con i Celestiali che abbiamo incontrato per la prima volta in Eternals. Anche le linee sulla parte scoperta della sua bocca sono intriganti e suggeriscono che forse è più di un semplice uomo gigante in costume, pur mantenendo chiaramente i tratti somatici di Ineson.

Nonostante qualche accenno qua e là, i Marvel Studios non hanno ancora rivelato completamente Galactus nei trailer e negli spot televisivi di I Fantastici Quattro: Gli Inizi.

Questa action figure include versioni in miniatura della Prima Famiglia Marvel e di Silver Surfer, il che significa che Hot Toys ha previsto la possibilità di ricreare la battaglia tra la squadra e questi cattivi cosmici nella tua collezione.

“È una necessità”, ha detto Ineson di Galactus, un personaggio che descrive come un giardiniere cosmico. “Mantiene l’universo in equilibrio. I sentimenti e i pensieri dei mortali di qualsiasi pianeta stia divorando non hanno alcuna importanza per lui.”

L’attore ha anche anticipato un suono unico per il Divoratore di Mondi. “Ho una voce naturalmente profonda”, ha detto. “Ma questo personaggio mi ha dato la possibilità di spingermi ancora più in profondità, di far sembrare Galactus un essere che non parla da milioni di anni, come se stesse lottando per riprendersi, con una qualità ruvida, stanca e profonda che riflette il lungo silenzio e l’immensa età di Galactus.”

I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film Marvel Studios I Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una questione molto personale.

Il film è interpretato anche da Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Sarah Niles. I Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.

 
 

Taika Waititi alla regia di un film sul Giudice Dredd

Taika Waititi Star Wars
Gage Skidmore di Peoria, AZ, Stati Uniti d'America, CC BY SA 2.0, via Wikimedia Commons

Taika Waititi, il regista premio Oscar di Jojo Rabbit e di due dei film di Thor, ha già in mente il suo prossimo progetto. Come confermato da Variety, dirigerà, un nuovo adattamento di Giudice Dredd, il celebre personaggio dei fumetti britannici. Drew Pearce, noto per The Fall Guy e Mission: Impossible – Rogue Nation, adatterà la sceneggiatura. Il progetto non ha però ancora uno studio associato e sta cercando acquirenti a Hollywood.

Per Waititi questo va dunque aggiungersi ad una ricca agenda di impegni. Reduce dalla recente commedia sportiva Chi segna vince, il regista è attualmente impegnato nell’adattamento del romanzo “Klara e il Sole” in un lungometraggio con Jenna Ortega e Amy Adams per la Sony Pictures. Si sta poi occupando di sviluppare un proprio progetto legato alla saga di Star Wars, sul quale al momento non vi sono però informazioni. Avrebbe dovuto realizzare anche un live action di Akira, ma il progetto è stato accantonato e, a questo punto, sostituito dal Giudice Dredd.

Chi è Giudice Dredd?

Creato negli anni ’70 dallo scrittore John Wagner e dall’artista Carlos Ezquerra, Giudice Dredd è un ufficiale di polizia e magistrato nella metropoli distopica di Mega-City One. Spesso satira della cultura americana e britannica, il personaggio ha occhi bionici ed è autorizzato a fungere da giudice, giuria e boia allo stesso tempo in una società fascista. È apparso per la prima volta sulle pagine dell’antologia settimanale britannica “2000 AD”.

Il personaggio ha fatto il suo debutto sul grande schermo nel 1995 nel film ad alto budget “Dredd – La legge sono io”, con Sylvester Stallone. Il personaggio è poi apparso di nuovo nel 2012 nel reboot con Karl Urban, “Dredd – Il giudice dell’apocalisse”, che ha però avuto scarso successo al botteghino nonostante le recensioni positive. È apparso anche in diversi adattamenti di videogiochi. Non resta ora che attendere maggiori informazioni sul progetto di Taika Waititi per scoprire che forma e tono avrà rispetto alle precedenti versioni.

 
 

Harry Potter, serie tv: Dominic McLaughlin nelle prime foto dal set insieme ai Dursleys

Dominic McLaughlin interpreterà Harry Potter, Arabella Stanton sarà Hermione Granger e Alastair Stout sarà Ron Weasley - Harry Potter: la serie - Cortesia di HBO
 
 

Willem Dafoe in trattative per unirsi a Werwulf di Robert Eggers

Willem Dafoe
Willem Dafoesul red carpet del Festival di Cannes - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

È un sodalizio che si rinnova quello tra il regista Robert Eggers e l’attore Willem Dafoe, che sembrano aver trovato il loro prossimo progetto su cui collaborare. Deadline riporta che il candidato all’Oscar è infatti in trattative per recitare al fianco di Aaron Taylor-Johnson nel prossimo film di Eggers, Werwulf, prodotto da Focus Features. Anche Lily Rose-Depp, che per Eggers ha già recitato nel recente Nosferatu, è in trattative per unirsi al cast. Eggers dirigerà il film e ne ha co-sceneggiato la sceneggiatura con il suo co-sceneggiatore di The Northman, Sjón.

Sebbene i dettagli della trama siano ancora segreti, basandosi sul titolo, il film ruoterà probabilmente attorno al mitico mostro, recentemente riportato sul grande schermo anche dal film Wolf Man. Al momento, non sono stati forniti dettagli su quale ruolo ricopriranno gli attori coinvolti nel film. Sappiamo unicamente che Werwulf uscirà il giorno di Natale del 2026 in Nord America, per cui per le riprese potrebbe volerci ancora un po’ di tempo.

Willem Dafoe e Robert Eggers di nuovo insieme sul set

Se le trattative andassero a buon fine, per Robert Eggers e l’attore Willem Dafoe si tratterebbe della quarta collaborazione. Dafoe è infatti diventato un vero e proprio attore feticcio per il regista, che lo ha voluto nei suoi ultimi tre film: The Lighthouse, The Northman e Nosferatu. I due starebbero anche cercando di collaborare a una nuova versione di A Christmas Carol alla Warner Bros., con Eggers alla regia e Dafoe in trattative preliminari per il ruolo di protagonista.

Per quanto riguarda gli altri progetti a cui Dafoe ha preso parte, l’attore è apparso di recente nel film della A24 The Legend of Ochi e attualmente sta girando Tenzing, prodotto dalla Apple Original Films. Lo vedremo prossimamente in The Man In The Basement e The Birthday Party. Prima ancora, ha avuto un divertente ruolo in Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton.

 
 

Assassin’s Creed: Netflix ordina ufficialmente la serie live action

Assassin's Creed film 2016

La serie live-action di Assassin’s Creed, a lungo rimasta in fase di gestazione, sta ufficialmente prendendo forma su Netflix, secondo quanto appreso da Variety. La notizia arriva quasi cinque anni dopo che era stato riportato per la prima volta che il gigante dello streaming stava sviluppando una versione seriale del franchise di videogiochi di successo mondiale grazie a un accordo con l’editore Ubisoft. Il progetto è passato attraverso diversi team creativi in questo periodo, con Roberto Patino e David Wiener ora designati come creatori, showrunner e produttori esecutivi.

Siamo fan di ‘Assassin’s Creed’ sin dalla sua uscita nel 2007”, hanno dichiarato Wiener e Patino. “Ogni giorno lavoriamo a questa serie, entusiasti e onorati dalle possibilità che ‘Assassin’s Creed’ ci offre. Al di là della portata, dello spettacolo, del parkour e delle emozioni, c’è una base per il tipo di storia umana più essenziale: quella di persone alla ricerca di uno scopo, alle prese con questioni di identità, destino e fede. Si tratta di potere, violenza, sesso, avidità e vendetta. Ma più di ogni altra cosa, questa serie parla del valore delle relazioni umane, attraverso le culture e il tempo”.

E parla di ciò che rischiamo di perdere come specie quando queste relazioni si interrompono. Abbiamo un team straordinario alle nostre spalle, con i ragazzi di Ubisoft e i nostri campioni di Netflix, e ci impegniamo a creare qualcosa di indimenticabile per i fan di tutto il mondo”. Patino ha precedentemente sviluppato la miniserie HBO Max “DMZ”, basata sui fumetti omonimi. Più recentemente, ha lavorato come sceneggiatore e co-produttore esecutivo della serie limitata Netflix “Zero Day” con Robert De Niro.

Tra gli altri suoi lavori figurano “Westworld” e “Sons of Anarchy”. Wiener è stato invece showrunner della seconda stagione dell’adattamento del videogioco “Halo” per Paramount+ e dell’adattamento di “Brave New World” per Peacock. Ha anche scritto per serie come “Fear the Walking Dead” e “Homecoming”. Oltre a Wiener e Patino, Gerard Guillemot, Margaret Boykin e Austin Dill di Ubisoft Film & Television sono i produttori esecutivi, insieme a Matt O’Toole.

Quando abbiamo annunciato per la prima volta la nostra partnership con Ubisoft nel 2020, ci siamo prefissati l’ambizioso obiettivo di dare vita al ricco e vasto mondo di ‘Assassin’s Creed’ in modi nuovi e audaci”, ha dichiarato Peter Friedlander, vicepresidente delle serie sceneggiate di Netflix. “Ora, dopo anni di collaborazione dedicata, è stimolante vedere quanto lontano sia arrivata quella visione. Guidato dalle abili mani di Roberto Patino e David Wiener, il team ha accuratamente creato un’avventura epica che onora l’eredità del franchise di “Assassin’s Creed” e invita sia i fan di lunga data che i nuovi arrivati a provare il brivido della Confraternita come mai prima d’ora“.

Siamo entusiasti di lavorare insieme a Roberto, David e ai nostri partner di Netflix per portare questa amata serie in TV”, afferma Boykin, produttore esecutivo e responsabile dei contenuti di Ubisoft Film & Television. “Non vediamo l’ora di offrire un’esperienza che tocchi il cuore di ciò che i fan amano di ‘Assassin’s Creed’, introducendo al contempo i suoi mondi indimenticabili e i suoi temi senza tempo a un nuovo pubblico in tutto il mondo”.

Cosa aspettarsi dalla serie Assassin’s Creed di Netflix

Il primo gioco Assassin’s Creed ha debuttato nel 2007 ed è diventato subito un successo, con oltre 230 milioni di copie dei vari titoli della serie vendute fino ad oggi. Finora sono stati pubblicati 14 capitoli della serie principale, l’ultimo dei quali è “Assassin’s Creed: Shadows”, uscito nel 2025. I giochi di Assassin’s Creed esplorano la guerra tra gli ordini segreti rivali degli Assassini e dei Templari, che utilizzano macchine avanzate per accedere ai ricordi genetici degli Assassini in diversi periodi del passato per rintracciare potenti manufatti chiamati Pieces of Eden.

Nel 2016 è stato anche realizato un adattamento cinematografico (qui la recensione) con Michael Fassbender, il quale ha però ricevuto un’accoglienza fortemente negativa, spegnendo così ogni possibilità di ulteriori sequel. La trama ufficiale della nuova serie afferma invece che sarà “incentrata sulla guerra segreta tra due fazioni oscure: una determinata a decidere il futuro dell’umanità attraverso il controllo e la manipolazione, mentre l’altra lotta per preservare il libero arbitrio. La serie segue i suoi personaggi attraverso eventi storici cruciali mentre lottano per plasmare il destino dell’umanità”.

 
 

Basic Instinct: in arrivo un reboot per Amazon

Basic Instinct scena interrogatorio

Amazon MGM Studios’ United Artists e Scott Stuber hanno acquisito i diritti per il rilancio, ancora senza titolo ufficiale, del thriller erotico del 1992 Basic Instinct, con lo sceneggiatore del film originale Joe Eszterhas che tornerà a scrivere la sceneggiatura. La notizia, riportata da Variety, lascia intendere che il film è ancora nelle prime fasi di sviluppo e al momento non vi sono nomi di interpreti legati al progetto, né per il cast né per quanto riguarda la regia.

Eszterhas è uno sceneggiatore ungherese-americano che ha iniziato la sua carriera come giornalista. Tra i suoi film di successo figurano “Flashdance” (1983), “Doppio taglio” (1985) e “Basic Instinct” (1992). Noto per le sue sceneggiature provocatorie che esplorano temi quali la sessualità, il potere e l’ambiguità morale, Eszterhas è anche autore dell’acclamato libro di memorie “Hollywood Animal” (2004), che offre uno sguardo sincero sull’industria cinematografica.

Per quanto riguarda Stuber, invece, altri suoi attuali progetti come produttore includono Frankenstein” di Guillermo del Toro per Netflix e “Springsteen: Liberami dal nulla”, il dramma diretto da Scott Cooper che vede protagonista Jeremy Allen White, rivelazione di “The Bear”, nei panni di Bruce Springsteen quando l’iconico cantante si trovò di fronte a un bivio esistenziale e lo trasformò nell’album seminale “Nebraska”, per la 20th Century Studios e la Disney. Entrambi i film usciranno questo autunno.

Di cosa parla Basic Instinct?

Diretto da Paul Verhoeven e interpretato da Michael Douglas e Sharon Stone, Basic Instinct è diventato un fenomeno culturale e un successo al botteghino, incassando oltre 350 milioni di dollari in tutto il mondo. Il film segue le indagini del detective Nick Curran (Douglas) su un brutale omicidio che lo conducono in un pericoloso gioco di seduzione con la principale sospettata Catherine Tramell (Stone), una manipolatrice scrittrice di romanzi gialli. Noto per i suoi temi provocatori, i contenuti espliciti e l’iconica scena dell’interrogatorio con la Stone, Basic Instinct è diventato un punto di riferimento nel genere dei thriller erotici.

 
 

Il primo film Netflix di Colin Farrell svela le prime immagini e la data di uscita, mentre il thriller si prepara per la stagione dei premi

Ballad Of A Small Player Netflix
© Netflix

È stato appena annunciato il primo film di Colin Farrell per Netflix, insieme alle prime immagini e alla data di uscita. Netflix è nota per la distribuzione di film prestigiosi che spesso ottengono ottimi risultati durante la stagione dei premi, e questo adattamento di un romanzo potrebbe seguire le stesse orme quando uscirà in autunno.

Colin Farrell è uno degli attori più famosi del momento, recentemente diventato famoso per il ruolo di Oswald Cobb in The Batman e The Penguin. Farrell ha anche recitato in film di successo come The Banshees of Inisherin, In Bruges, The Lobster, Total Recall e molti altri, e questo nuovo film Netflix potrebbe aggiungersi alla lista.

Colin Farrell è il protagonista di Ballad Of A Small Player di Netflix

e le prime immagini sono incredibili

Netflix ha pubblicato le prime immagini di Ballad of a Small Player, un film di prossima uscita con Colin Farrell. Il film è diretto da Edward Berger, l’acclamato regista di All Quiet on the Western Front di Netflix e del film del 2024 Conclave. Ballad of a Small Player è scritto da Rowan Joffé, autore di 28 Weeks Later e The American.

Basato sul romanzo di Lawrence Osborne del 2014, Ballad of a Small Player segue Colin Farrell nei panni di Lord Doyle, un giocatore d’azzardo che si nasconde a Macao, in Cina, dove il suo passato inizia a raggiungerlo. Il thriller psicologico vede anche la partecipazione di Fala Chen, Deanie Ip, Alex Jennings e Tilda Swinton.

Le prime immagini di Ballad of a Small Player mostrano Colin Farrell mentre gioca d’azzardo, cammina per la Cina e si trova in difficoltà, mettendo in evidenza lo stato emotivo in cui si troverà il personaggio durante tutto il film. Oltre a questa anteprima su Tudum, si sa ancora poco del film, ma Ballad of a Small Player si preannuncia come uno dei film più emozionanti in uscita nel 2025.

Ballad of a Small Player uscirà su Netflix il 29 ottobre 2025.

 
 

Il film post-MCU di Vanessa Kirby è un thriller poliziesco Netflix, e il primo trailer è agghiacciante

Night Always Comes film netflix

Vanessa Kirby sta facendo il suo debutto nell’MCU nei panni di Sue Storm in I Fantastici quattro: Gli Inizi, ma il suo prossimo film Netflix potrebbe essere ancora più emozionante. Continua a fare passi da gigante nella sua carriera e sta diventando una delle star più importanti di Hollywood. L’attrice ha debuttato al cinema nel 2010 e ha continuato a lavorare in progetti sempre più importanti.

Il ruolo che l’ha resa famosa, quello della principessa Margaret nelle stagioni 1 e 2 di The Crown, le è valso numerosi riconoscimenti, tra cui una nomination ai Primetime Emmy come migliore attrice non protagonista. Dopo il suo debutto in questa serie, ha recitato in ruoli importanti in franchise di successo, tra cui Mission: Impossible e Fast & Furious. Nel 2021 ha ottenuto una nomination all’Oscar per il ruolo da protagonista in Pieces of a Woman.

È un’attrice eccellente e una star d’azione, e il suo prossimo ruolo nella Marvel è il culmine di tutto ciò che ha fatto nella sua carriera fino ad ora. Dopo Fantastic Four, interpreterà nuovamente la Donna Invisibile nel film Avengers: Doomsday del 2026. Tuttavia, prima di unirsi agli Avengers, reciterà in un nuovo thriller Netflix, di cui è appena uscito il primo trailer cupo e inquietante.

Netflix pubblica il primo trailer di Night Always Comes

Kirby torna su Netflix con Night Always Comes. Basato sul romanzo del 2021 di Willy Vlautin, il film vede Kirby nei panni di Lynette, che cerca di creare un nuovo futuro per sé stessa e per il fratello affetto da disabilità dello sviluppo. Dopo che sua madre ha speso l’anticipo per la loro casa per comprare una nuova auto, Lynette ricorre a metodi pericolosi e illegali per raccogliere 25.000 dollari in una notte.

Al fianco di Kirby c’è un cast impressionante che include Jennifer Jason Leigh, Zack Gottsagen, Randall Park, Eli Roth e Julia Fox. Il film è diretto da Benjamin Caron con una sceneggiatura scritta da Sarah Conradt. Il film è previsto in anteprima su Netflix il 15 agosto 2025.

Netflix ha recentemente pubblicato il primo trailer di Night Always Comes, che mette in risalto la performance violenta e determinata di Kirby nei panni di Lynette. Durante la notte, la ragazza si ritrova in situazioni losche, tra cui il furto di un’auto e diverse risse. La sua disperazione è evidente in tutto il trailer, e sarà emozionante vedere come si evolverà la notte.

Cosa significa questo trailer per Night Always Comes

L’ultimo film di Kirby per Netflix, Pieces of a Woman, le è valso una nomination all’Oscar, e Night Always Comes sembra essere un altro veicolo per mostrare la sua versatilità come attrice. Ha una presenza imponente e sarà emozionante vedere come interpreterà un thriller poliziesco.

È anche piacevole vedere Kirby continuare ad accettare ruoli drammatici nonostante la sua ascesa nella Marvel. Dopo Fantastic Four, sarà molto impegnata con i preparativi per il prossimo film degli Avengers. Speriamo che abbia ancora tempo per interpretare ruoli di questo tipo, permettendo al pubblico di vedere quanto sia ampia la sua gamma di interpretazioni dopo il film Netflix.

 
 

Dexter: Resurrection batte i record di audience dello streaming su Showtime

Michael C. Hall Dexter: Resurrection
Michael C. Hall e Krysten Ritter in "Dexter: Resurrection" Per gentile concessione di Zach Dilgard / Paramount+ con Showtime

La prima di Dexter: Resurrection ha riscosso un tale successo da battere un importante record di streaming di Showtime. Dopo solo due episodi, Dexter: Resurrection è già un grande successo. Resurrection ha ottenuto un punteggio del 90% su Rotten Tomatoes, è stato accolto con entusiasmo dalla critica e Resurrection è stato anche un grande successo in streaming su Paramount+. Tuttavia, fino ad ora non era chiaro quanto fosse popolare Resurrection.

Secondo Showtime, Dexter: Resurrection ha registrato il maggior numero di visualizzazioni in streaming di qualsiasi programma Showtime su Paramount+. I primi due episodi di Resurrection hanno ottenuto 3,1 milioni di spettatori durante il fine settimana su Paramount+ e sulla rete televisiva Showtime. Sebbene il record si riferisca solo alle visualizzazioni su Paramount+, Resurrection ha comunque battuto altri successi di Showtime come Yellowjackets e persino Dexter: Original Sin.

È una notizia straordinaria anche per l’intero franchise di Dexter. La premiere di Resurrection ha registrato un aumento del 44% rispetto alla premiere di Original Sin e del 79% rispetto a quella di Dexter: New Blood. Pur battendo i suoi predecessori, Resurrection ha finito per renderli ancora più popolari. Tutti e quattro gli show di Dexter hanno registrato un aumento del 132% degli spettatori su Paramount+ nello stesso weekend della premiere di Resurrection.

Cosa significa il record di audience di Dexter: Resurrection per la serie e per Showtime

Dexter è chiaramente ancora il franchise di maggior successo di Showtime e ha ancora più possibilità di essere rinnovato

Sebbene battere il record e diventare la premiere più vista di Showtime sia di per sé una cosa positiva, Dexter: Resurrection ha molto altro da festeggiare. Questa notizia dimostra una cosa sopra ogni altra: anche dopo 19 anni e diversi altri show di successo, Dexter è ancora il più grande successo di Showtime. Resurrection dimostra che gli spettatori vogliono ancora vedere Dexter Morgan (Michael C. Hall).

 
 

Il trailer di Mortal Kombat 2 alimenta la più grande teoria su Cole Young

Mortal Kombat 2

È appena uscito il primo trailer di Mortal Kombat 2, che conferma la teoria più accreditata su Cole Young che circolava prima dell’uscita del sequel. Dato che Cole Young era il protagonista del film Mortal Kombat del 2021, c’erano molte speculazioni sul suo ruolo nel sequel, ma il primo trailer potrebbe aver fornito qualche indizio.

Mentre molti personaggi del roster di Mortal Kombat vengono aggiunti al film Mortal Kombat 2, l’aggiunta più importante è senza dubbio Johnny Cage interpretato da Karl Urban. Il trailer di Mortal Kombat 2 è incentrato quasi interamente sulla storia di Johnny Cage, con il personaggio interpretato da Karl Urban al centro della campagna di marketing del film finora.

Il trailer presenta Johnny Cage come una star del cinema d’azione ormai sul viale del tramonto, in parallelo alla sua storia nei videogiochi Mortal Kombat. Cage viene avvicinato da un lottatore del torneo Mortal Kombat, che lo porta con sé e gli insegna a combattere. Nel trailer compaiono molti personaggi di Mortal Kombat già noti, ma uno di essi è notevolmente assente.

Cole Young è appena accennato nel trailer di Mortal Kombat 2

mortal kombat 2 johnny cage

Nonostante sia il protagonista del primo film

Nonostante sia il protagonista del primo film di Mortal Kombat, Cole Young è appena accennato nel trailer di Mortal Kombat 2. Mentre molti altri personaggi sono presenti, Cole Young è stato completamente messo da parte. Ciò potrebbe essere dovuto alla sua scarsa popolarità nel primo film, poiché molti fan non hanno apprezzato il fatto che il film fosse incentrato su un personaggio originale.

Sebbene fosse stato confermato che Cole Young sarebbe tornato in Mortal Kombat 2, molti fan della serie speravano che non fosse di nuovo il protagonista. L’annuncio di Karl Urban nei panni di Johnny Cage ha placato i timori che Cole Young fosse il protagonista, poiché sembrava chiaro che il personaggio famoso avrebbe ricevuto molta attenzione.

La fine del primo film Mortal Kombat anticipava che Cole Young e la sua banda avrebbero dovuto dare la caccia a Johnny Cage e reclutarlo come combattente per Earthrealm, preparando il terreno per Mortal Kombat 2. Tuttavia, questa storia sarebbe ovviamente finita una volta trovato Johnny Cage, con il cast del primo film che avrebbe passato il testimone a Karl Urban.

Per tutti questi motivi, è circolata una teoria popolare: Cole Young morirà in Mortal Kombat 2. La serie Mortal Kombat è nota per uccidere i personaggi, e dato che Cole Young non era popolare e non sarà il protagonista del sequel, questa sembrava la soluzione più ovvia.

Questa teoria è stata sviluppata dopo che il produttore di Mortal Kombat 2 ha anticipato che Cole Young avrebbe avuto un ruolo minore nel film. Inoltre, il personaggio era quasi assente nella campagna promozionale del film prima dell’uscita del trailer, mentre altri personaggi erano stati mostrati più volte.

La presenza minore di Cole Young nel trailer di Mortal Kombat 2 rende più credibili le teorie sulla sua morte

Verrà davvero ucciso?

Ora che è stato pubblicato il primo trailer di Mortal Kombat 2, sembra incredibilmente probabile che Cole Young morirà nel sequel. Anche se sembrava impossibile che un sequel potesse uccidere il protagonista del film originale, il trailer conferma che avrà una presenza incredibilmente ridotta nel film, a meno che non ci sia qualcosa sotto.

Cole Young sarà in Mortal Kombat 2, come si vede nel trailer. Tuttavia, queste poche immagini potrebbero essere tutte tratte dall’inizio della storia, con Cole Young che viene ucciso poco dopo. Questo libererebbe la scena a Johnny Cage, che diventerebbe il protagonista della serie di film live-action Mortal Kombat.

Sebbene molti fan saranno felici di vedere Cole Young uscire di scena, questa potrebbe essere una decisione rischiosa per il franchise. Cole Young non era popolare perché era un personaggio originale, ma ai fan occasionali di Mortal Kombat potrebbe non importare. Guardare un sequel solo per vedere il protagonista morire potrebbe dividere il pubblico, danneggiando l’accoglienza del sequel.

Se realizzata correttamente, però, la decisione di uccidere Cole Young potrebbe essere entusiasmante. La morte drammatica all’inizio del film aumenterebbe la posta in gioco per Johnny Cage. Uccidere il protagonista del film precedente dimostrerebbe che nessuno è al sicuro nel mondo di Mortal Kombat, mettendo tutti in pericolo.

Sulla base della trama presentata nel trailer, Cole Young non è realmente necessario per la storia di Mortal Kombat 2. Dopo aver trovato Johnny Cage, Cole probabilmente non avrà più molto da fare. Dopotutto, Johnny Cage sta prendendo il posto dell’outsider che Cole Young ha ricoperto nel primo film, il che significa che ora non è altro che un combattente generico.

Sebbene ci siano ancora altre possibili spiegazioni per l’assenza di Cole Young dal trailer di Mortal Kombat 2, la sua morte sembra sempre più probabile. Sulla base delle morti dei precedenti Mortal Kombat e dell’impopolarità del personaggio, ulteriori materiali di marketing di Mortal Kombat 2 potrebbero avvicinare la morte di Cole Young alla realtà.

 
 

Mortal Kombat: la spiegazione del finale del film

Il finale del film del 2021 Mortal Kombat presenta alcuni combattimenti eleganti e sanguinosi e prepara il terreno per una battaglia ancora più grande che vedremo nel sequel Mortal Kombat 2. Essendo il primo ritorno sul grande schermo della serie dopo oltre 20 anni, il reboot era sottoposto a una forte pressione per realizzare un film d’azione emozionante che rimanesse fedele ai videogiochi. Nonostante una sceneggiatura poco brillante e alcuni problemi di ritmo, questo nuovo capitolo alla fine riesce nella sua missione e il finale anticipa grandi cose in arrivo nei film futuri.

Cole Young (Lewis Tan) è il protagonista indiscusso di Mortal Kombat, ma il film presenta anche trame importanti per Liu Kang (Ludi Lin), Sonya Blade (Jessica McNamee), Jax (Mehcad Brooks), Sub-Zero (Joe Taslim) e Scorpion (Hiroyuki Sanada). Anche la rivalità tra il protettore del Regno Terrestre Lord Raiden (Tadanobu Asano) e il capo stregone dell’Outworld Shang Tsung (Chin Han) è centrale nella trama generale. Sebbene nel corso del film accadano molte cose, la maggior parte dell’azione si svolge nel terzo atto.

Dopo essere sfuggiti per un soffio all’attacco a sorpresa di Shang Tsung (tutti tranne Kung Lao, ovviamente), i campioni dell’Earthrealm elaborano un piano per dividere i combattenti dell’Outworld e sconfiggerli uno contro uno. Questo porta a una serie di combattimenti intensi, diverse fatalità brutali e uno scontro finale contro lo stesso Sub-Zero. Queste battaglie avranno certamente importanti ripercussioni nel film di prossima uscita Mortal Kombat 2.

Cosa succede nel finale di Mortal Kombat?

Dopo che i campioni della Terra hanno ridotto con successo le forze dell’Outworld, Sub-Zero attira Cole Young in un duello pericoloso per salvare sua moglie e sua figlia. Purtroppo in netto svantaggio, anche con i suoi arcani sbloccati, Cole usa il sanguinario kunai di Hanzo Hasashi per evocare il suo antenato dal Netherrealm. Hanzo, ora chiamato Scorpion, arriva dall’inferno dopo che il suo sangue ha reagito con quello di Cole. I due si alleano contro Sub-Zero e Scorpion sferra il colpo finale con la sua iconica fatality del respiro di fuoco. Dice a Cole di proteggere la stirpe degli Hasashi, poi svanisce in un vortice di fuoco.

Sonya Blade Mortal Kombat

Dopo aver perso la battaglia, Shang Tsung recupera i cadaveri di Goro e Sub-Zero con una sorta di magia, promettendo a Raiden che presto sulla Terra ci sarà una battaglia ancora più grande. Il dio del tuono rimanda Shang Tsung nell’Outworld, raduna i campioni rimasti della Terra e dice loro di trovare altri campioni prima del prossimo attacco. L’ultima scena mostra dunque Cole che prepara i bagagli per un viaggio a Hollywood, dove intende reclutare la famosa star dei film d’azione Johnny Cage per la causa. Il personaggio, come noto, sarà interpretato da Karl Urban nel sequel.

Dove finiscono Scorpion e Sub-Zero

Dopo secoli passati a essere tenuto in vita dalla magia oscura, Sub-Zero incontra finalmente la sua fine per mano di Scorpion. Tuttavia, non se ne è andato per sempre. La magia che prende il suo corpo è simile a quella che reclama Hanzo nella scena iniziale del film, suggerendo che Shang Tsung abbia mandato Sub-Zero – e Goro – nel Netherrealm. E poiché la sua missione sulla Terra è terminata dopo aver vendicato l’omicidio della sua famiglia, è probabile che anche Scorpion sia tornato all’Inferno.

Se la serie di film seguirà la trama dei videogiochi, Sub-Zero potrebbe diventare ancora più potente nella morte di quanto non fosse in vita. Dopo essere stato ucciso da Scorpion nei giochi, Sub-Zero rinuncia alla sua anima per diventare una creatura di vendetta e pura oscurità: l’assassino ombra noto come Noob SaibotMortal Kombat 2 potrebbe dunque mostrare Bi-Han risorgere quasi certamente dall’Inferno per vendicarsi della stirpe degli Hasashi, portando probabilmente a un altro rematch con Scorpion.

Mortal Kombat film

 

Il torneo Mortal Kombat avrà ancora luogo?

Nonostante tutti i discorsi sul torneo che dà il titolo al gioco, il Mortal Kombat non arriva mai a quel punto. Le forze di Shang Tsung vengono sconfitte in battaglia dai campioni di Eathrealm, ma questo significa che il torneo avrà comunque luogo? È possibile. Mortal Kombat 2 potrebbe mostrare il torneo vero e proprio, con Noob Saibot alla guida di un nuovo plotone di guerrieri di Outworld e Johnny Cage e altri a rafforzare le fila di Earthrealm. Tuttavia, è probabile anche che Mortal Kombat 2 ignori il torneo e passi direttamente alla guerra totale tra i regni.

Ci sono diversi motivi perché ciò avvenga. Innanzitutto, il climax di Mortal Kombat è già strutturato come un torneo, quindi realizzare un vero torneo nel prossimo film significherebbe solo riproporre qualcosa di già visto. In secondo luogo, Shang Tsung e Shao Kahn non hanno chiaramente alcun problema a infrangere le regole degli Dei Antichi, il che significa che probabilmente nulla gli impedirebbe di invadere la Terra con mezzi subdoli. Infine, Shang Tsung rivolge una chiara minaccia a Raiden alla fine del film, promettendo che quando tornerà, lo farà con un esercito, non solo con singoli combattenti.

Il finale di Mortal Kombat prepara il terreno per un sequel ancora più grande

Mortal Kombat 2 sarà dunque probabilmente una storia su scala molto più ampia rispetto al finale del reboot. L’anticipazione di Johnny Cage e altri combattenti buoni come Kitana e Nightwolf potrebbe rendere ancora più forte la squadra di Earthrealm, e se Shang Tsung metterà in atto la sua minaccia, avranno un bel da fare contro tutta la potenza delle armate di Outworld. I videogiochi MK hanno presentato trame in cui Outworld dichiara guerra alla Terra, quindi ci sono sicuramente precedenti per conflitti più grandi nei film futuri.

Jax Mortal Kombat

Il finale di Mortal Kombat ha anche creato molte più trame da esplorare nei sequel. La morte di Sub-Zero potrebbe portare Quan Chi e Shinnok nella storia, antichi esseri malvagi del Netherrealm, poiché sono strettamente legati alla storia di Noob Saibot. Anche i Lin Kuei potrebbero essere mostrati in modo più dettagliato, poiché la morte di Bi-Han potrebbe portare nella storia il prossimo Sub-Zero, Kuai Liang. Nei giochi, Kuai Liang intraprende un viaggio di vendetta contro Scorpion per aver ucciso Bi-Han. In Mortal Kombat 2, quella vendetta potrebbe probabilmente includere anche Cole.

Il vero significato del finale di Mortal Kombat

Dal punto di vista tematico, Mortal Kombat è una storia sulla ricerca della forza interiore. Gli arcani dei campioni sono manifestazioni dirette di questa idea. L’arcano di Cole si attiva dopo che Goro minaccia la sua famiglia, e la sua natura – un’armatura che accumula potere subendo colpi – è fedele alla personalità di Cole. È una persona disposta a subire percosse se questo significa proteggere le cose a cui tiene. Nella battaglia finale contro Sub-Zero, Cole trova un altro tipo di forza interiore nel suo legame con Hanzo Hasashi. Simbolicamente, la lotta contro Bi-Han mostra anche la forza della famiglia.

Cole diventa più forte per salvare sua moglie e sua figlia e crea un alleato attraverso il loro legame familiare. Poiché Sub-Zero combatte da solo e non ha nulla da proteggere, non può sconfiggere la forza combinata di Cole e Scorpion. Questo tema si estende a tutta la squadra del Regno Terrestre, che diventa una sorta di famiglia attraverso il loro scopo comune. Più letteralmente, il finale di Mortal Kombat è una promessa di qualcosa di più a venire. Il reboot sembra davvero l’inizio di storie molto più grandi, che potrebbero diventare realtà se il film darà vita a un franchise. Con così tante storie e personaggi da cui attingere, c’è un grande potenziale per sequel, spin-off o persino serie in streaming su HBO Max.

 
 

Anarchia – La notte del giudizio: la spiegazione del finale del film

Anarchia - La notte del giudizio spiegazione finale
Foto di © 2014 - Universal Pictures

Anarchia – La notte del giudizio, uscito nel 2014, è il secondo capitolo dell’omonima saga ideata da James DeMonaco. A differenza del primo film, che si concentrava su una singola famiglia rinchiusa nella propria casa durante la “Notte dello Sfogo”, questo sequel amplia l’orizzonte narrativo e ci porta nelle strade di una città americana. Questo cambio di ambientazione rappresenta un’evoluzione significativa: il film mostra le conseguenze più ampie e sistemiche dello Sfogo annuale, rivelando l’impatto sociale e politico che esso esercita su diverse classi sociali, in particolare su quelle più vulnerabili.

Il film introduce nuovi personaggi e sviluppa un intreccio corale che segue più punti di vista, tutti accomunati dal bisogno di sopravvivere. In questo contesto si afferma la figura di Leo Barnes, interpretato da Frank Grillo, un ex poliziotto animato da un desiderio di vendetta personale che diventerà poi centrale nei capitoli successivi. Anarchia – La notte del giudizio espande inoltre l’universo narrativo introducendo per la prima volta elementi di resistenza organizzata contro il regime dei Nuovi Padri Fondatori, ponendo le basi per una critica sempre più aperta e politica verso il sistema autoritario che regola lo Sfogo.

La pellicola esplora anche le disuguaglianze sociali, il razzismo sistemico e il potere economico come strumenti di controllo e selezione della popolazione. Il tono del film si fa dunque più cupo e militante, abbandonando le atmosfere da home invasion per abbracciare un registro da thriller urbano con sfumature distopiche. Questo cambio di direzione influenzerà profondamente i sequel successivi, che svilupperanno ulteriormente il tema della ribellione e della costruzione di una coscienza collettiva. Nel resto dell’articolo ci concentreremo sulla spiegazione del finale di Anarchia – La notte del giudizio, analizzandolo alla luce dei temi affrontati e dei collegamenti con i capitoli che lo hanno seguito.

Anarchia - La notte del giudizio sequel
Foto di © 2014 – Universal Pictures

La trama di Anarchia – La notte del giudizio

All’innovativa e moralmente discutibile soluzione della Notte dello Sfogo, imposta dai Nuovi Padri Fondatori, si oppone il movimento guidato dal carismatico Carmelo (Michael Kenneth Williams). L’uomo, infatti, sostiene che tale evento sia stato ideato dalla classe dirigente esclusivamente per riversare violenza e odio sui poveri e gli indifesi. La cameriera Eva Sanchez (Carmen Ejogo), sua figlia Cali (Zoe Soul) e l’anziano padre Rico concordano con questa tesi. Mentre la famiglia si prepara ad affrontare la notte, altrove Shane (Zach Gilford) e Liz (Kiele Sanchez) decidono di mettere da parte i malcontenti derivati dalla profonda crisi matrimoniale e raggiungere una casa sicura, per evitare si essere brutalmente uccisi.

La loro macchina, tuttavia, viene manomessa e la coppia inizia a vagare per la città in cerca di un rifugio. Nel frattempo, scoccata l’ora dell’inizio dello Sfogo, casa Sanchez viene presa di mira da un gruppo di malviventi guidati da Big Daddy (Jack Conley). Eva e Cali vengono però prontamente salvate dal sergente Leo Barnes (Frank Grillo) che sta attraversando la città per vendicarsi di Warren Grass (Brandon Keener). Sul luogo sopraggiungono anche Shane e Liz che si uniranno al gruppo di Barnes. Il sergente ha ferito Big Daddy e il perfido uomo ha intenzione di ucciderlo senza pietà. L’impervio viaggio verso i quartieri dell’élite cittadina porterà a galla la verità che si cela dietro la notte del giudizio.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Anarchia – La notte del giudizio, il gruppo di protagonisti riesce a sopravvivere a diversi attacchi violenti, inclusi quelli di una gang piromane nella metropolitana. Dopo essersi rifugiati temporaneamente nell’appartamento di Tanya, collega di EVa, assistono però all’inaspettato omicidio domestico tra sorelle, episodio che sottolinea come l’odio personale e la vendetta emergano anche lontano dalle strade. Poco dopo, il gruppo viene catturato da una gang mascherata e venduto a una sorta di “teatro della caccia”, dove i ricchi pagano per uccidere persone comuni in una macabra asta. In questa arena Leo riesce a ribaltare la situazione, uccidendo diversi aggressori e sopravvivendo all’attacco grazie anche all’arrivo della resistenza anti-Sfogo.

Anarchia - La notte del giudizio film
Foto di © 2014 – Universal Pictures

Dopo essersi liberati, Leo decide di portare a termine il suo piano iniziale: vendicarsi di Warren Grass, l’uomo che ha causato la morte di suo figlio in un incidente stradale. Tuttavia, una volta raggiunta la casa di Warren, Leo sceglie di non ucciderlo, perdonandolo. La sua redenzione viene però immediatamente messa alla prova quando Big Daddy, leader delle squadre speciali mandate segretamente dal governo, lo ferisce. È però Warren stesso a salvare Leo uccidendo Big Daddy. Il film si conclude con l’arrivo delle sirene che annunciano la fine dello Sfogo, rendendo legale la morte di Big Daddy e salvando Leo e i suoi compagni. I protagonisti vengono portati in ospedale, mentre elicotteri e notiziari sorvolano la città devastata.

Il significato del finale di Anarchia – La notte del giudizio risiede allora nel contrasto tra vendetta e perdono. Leo, ex poliziotto tormentato dalla rabbia, riesce a rompere il ciclo della violenza scegliendo di risparmiare Warren, sottolineando che anche in un mondo corrotto dalla brutalità, è possibile compiere scelte umane. Il film, però, non offre un finale consolatorio: la violenza del sistema è ormai istituzionalizzata, e il governo stesso interviene per aumentare artificialmente il numero di vittime, svelando una verità ancora più inquietante dietro lo Sfogo.

Attraverso un tono sempre più politico, questo secondo film amplifica la critica sociale del primo. Il sistema dello Sfogo non è solo un’esplosione di caos incontrollato, ma uno strumento del potere per mantenere l’ordine economico e sociale, sterminando le fasce più povere. Il film solleva quindi interrogativi morali profondi: è giusto combattere la violenza con altra violenza? Si può sopravvivere in un sistema ingiusto senza diventare parte di esso? Le scelte dei personaggi, in particolare quella di Leo, aprono uno spiraglio di umanità, ma lasciano anche il pubblico con la consapevolezza che il vero nemico non è un singolo individuo, ma l’intero sistema che legittima la crudeltà.

 
 

L’erede: la spiegazione del finale del film

L'erede spiegazione finale
Marc-André Grondin nel film L'erede

Xavier Legrand, attore diventato regista con il sorprendente L’affido – Una storia di violenza (2017), torna nel 2023 al cinema con L’erede (il cui titolo originale è Le Successeur): un thriller psicologico, liberamente ispirato al romanzo L’Ascendant (2015) dello scrittore Alexandre Postel, al confine tra dramma familiare e genere noir. Questa seconda regia segna una svolta rispetto al suo debutto: Legrand abbandona il legal drama per abbracciare un approccio più genrebuster, contaminando la sua analisi della violenza maschile con le atmosfere di Hitchcock, Polanski e persino del noir tragico classico. L’opera conferma il suo talento nell’introspezione psicologica, ma al contempo ne amplia l’ambizione estetica e narrativa.

Al centro di L’erede c’è il tema dell’eredità – nel senso più ampio e inquietante del termine. Ellias Barnès è un giovane stilista affermato che, alla morte del padre, torna in Québec per sbrigare pratiche di successione. Quello che scoprirà non è solo un retaggio patrimoniale, ma un segreto che ritrae la violenza maschile come imprinting tra generazioni. Legrand si interroga in modo esplicito: il male può essere ereditato? Esiste una cicatrice invisibile che lega un padre al figlio, rendendo la fuga impossibile? Questi interrogativi plasmano la narrazione in una spirale simbolica, visivamente evocata già nella scena iniziale di sfilata.

Confrontando L’erede con altri film sul rapporto padre‑figlio e sulla trasmissione del trauma, emerge una certa affinità con … E ora parliamo di Kevin di Lynne Ramsay e In the City of No Limit per l’analisi del male genetico o sociale. Allo stesso tempo, il modo in cui Legrand utilizza la tensione psicologica e l’estetica del thriller lo avvicina all’opera di Yann Gozlan (L’uomo ideale) o alla cupa eleganza di Prisoners di Denis Villeneuve. L’erede si pone così come ibrido sofisticato: dramma esistenziale, thriller familiare e favola nera tragica. Nel resto dell’articolo verrà fornita una spiegazione dettagliata del complesso e ambiguo finale, che chiude il film con un colpo di scena destabilizzante.

Marc-André Grondin nel film L'erede
Marc-André Grondin nel film L’erede

La trama di L’erede

Il film segue la storia di Ellias Barnès (Marc-André Grondin), trentenne e acclamato stilista canadese che ha appena raggiunto il culmine della sua carriera come direttore artistico di una celebre casa di moda a Parigi, tra riconoscimenti, sfilate e pressioni costanti. Proprio mentre il suo successo sembra consolidarsi, un’improvvisa chiamata dal Quebec lo costringe a tornare a Montréal per i funerali del padre, con cui non aveva più rapporti da tempo e dal quale si era allontanato per motivi mai chiariti. Tornato nella sua città natale, si trova così ad affrontare il dolore per il lutto.

Ma non solo. Ad attenderlo troverà anche una rivelazione sconvolgente, che metterà in discussione la sua identità. Ellias, che inizia a soffrire di dolori al petto e stanchezza improvvisa, sospetta che il suo cuore debole possa essere la causa. Ma il ritorno a casa svelerà che il giovane stilista ha ereditato ben più di una semplice predisposizione a malattie cardiache da suo padre. Un segreto agghiacciante, rimasto nascosto per anni e legato a eventi oscuri della loro famiglia, cambierà per sempre la sua vita, segnando il suo destino in un modo che non avrebbe mai immaginato.

La spiegazione del finale del film

Nel finale de L’erede (Le Successeur), Xavier Legrand propone una conclusione volutamente ambigua ma profondamente tragica, costruita attraverso elementi visivi e sonori carichi di significato. Nell’ultima scena, vediamo un iPad acceso su cui compare la copertina approvata di Harper’s Bazaar, scelta dal team di comunicazione della maison di moda. La fotografia mostra solo il cognome “Barnes”, senza nome né volto riconoscibile. È un’immagine simbolica: Ellias Barnes, ormai scomparso come individuo, viene ridotto a una firma familiare. Il nome che resta è quello del padre, e con esso l’eredità da cui il protagonista aveva cercato invano di fuggire.

Marc-André Grondin e Yves Jacques in L'erede
Marc-André Grondin e Yves Jacques in L’erede

Il personaggio che conoscevamo come Ellias era in realtà Sébastien, ma quel nome — la sua vera identità — viene cancellato. Questo gesto evidenzia il tema centrale del film: il legame di sangue come vincolo irrinunciabile, da cui non ci si può emancipare, nemmeno rinnegandolo o tentando di costruirsi un’identità alternativa. Legrand sottolinea che questa “sparizione” non è una scelta: il protagonista è obbligato a scomparire. È una scomparsa su più livelli — fisica, mediatica, simbolica — e diventa una tragedia nel senso più classico del termine. Come in ogni tragedia, il destino si compie inevitabilmente, e il personaggio è schiacciato da una forza che non può controllare.

Mentre l’iPad si spegne e la foto scompare dallo schermo, sentiamo fuori campo un rumore secco, un suono che indica con forza che “qualcosa è successo”. Legrand non mostra esplicitamente ciò che accade, ma conferma che nel suono non c’è ambiguità: è una fine. Il protagonista esce di scena, letteralmente, andando su una terrazza che abbiamo già visto nel film. Che si tratti di un suicidio o di una sparizione definitiva è lasciato all’interpretazione dello spettatore, ma la tragicità del gesto è chiara. Non si tratta solo della fine di una persona, ma della fine di un’identità.

Legrand aveva inizialmente pensato a un finale più esplicito, ma ha poi optato per questa conclusione più sospesa e aperta. Il film, tratto dal romanzo L’Ascendant di Alexandre Postel, prende le distanze dalla sua fonte letteraria proprio in questo epilogo: sceglie l’ambiguità per sottolineare quanto sia irrisolvibile il conflitto tra l’identità che ereditiamo e quella che proviamo a costruirci. L’ultima immagine — il cognome “Barnes” che resta — chiude la storia con una crudele ironia: l’erede non ha potuto che diventare il successore del padre che detestava.

Il trailer di L’erede

 
 

Tron: Ares, il nuovo trailer del film con Jared Leto!

Disney ha rilasciato il nuovo trailer di Tron: Ares, il terzo capitolo della saga sci-fi Tron targata Disney, incentrata sulla realtà virtuale. Si tratta di un sequel – e non di un reboot – e ha come protagonista l’attore Jared Leto, estraneo al cast dei due precedenti film, nei panni di Ares. Il film segue un programma altamente sofisticato, ovvero proprio Ares, che viene inviato dal mondo digitale a quello reale per una missione pericolosa, segnando il primo incontro dell’umanità con esseri A.I.

Alla regia di Tron: Ares c’è Joachim Rønning, che ha diretto sia Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar che Maleficent – Signora del male per la Disney dopo il suo successo con Kon-Tiki del 2012. Jared Leto, Evan Peters, Jodie Turner-Smith e Greta Lee completano il cast del film scritto da Jesse Wigutow e Jack Thorne.

Il film rappresenta una svolta importante per la saga, introducendo per la prima volta una narrazione che si estende oltre il confine digitale, con Ares che entra nel mondo reale. Questo cambio di prospettiva permette alla saga di esplorare nuove tematiche legate al rapporto tra intelligenza artificiale e società, con toni che sembrano più cupi e riflessivi rispetto ai precedenti capitoli.

Le riprese di Tron: Ares si sono concluse nella primavera del 2024 a Vancouver, dopo numerosi ritardi legati prima allo sviluppo e poi agli scioperi dell’industria hollywoodiana. La produzione è stata supportata da tecnologie all’avanguardia per effetti visivi e scenografie digitali, promettendo un’esperienza visiva innovativa. La speranza dei fan è che questo nuovo capitolo possa rilanciare definitivamente il franchise, rimasto dormiente dal 2010, anno di uscita di Tron: Legacy.

Il film uscirà al cinema il 9 ottobre.

 
 

Venezia 82: annunciata la selezione del Concorso Internazionale di Orizzonti Corti

È stata ultimata la selezione per il Concorso Internazionale di Orizzonti Corti dell’82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (27 agosto – 6 settembre 2025) della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera. 14 cortometraggi in anteprima mondiale concorreranno per il Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio, assegnato dalla Giuria della sezione Orizzonti e 1 cortometraggio sarà presentato Fuori concorso in anteprima mondiale.

Questo l’elenco dei cortometraggi, la cui produzione vede coinvolti 19 diversi Paesi del mondo:

IN CONCORSO

NORHEIMSUND
di ANA ALPIZAR
con Paula Massó Varela, Yaité Ruiz, Darianis Palenzuela, Kiriam Gutiérrez / Cuba, USA / 12’

MERRIMUNDI
di NILES ATALLAH
Animazione / Cile / 21’

LA LIGNE DE VIE (THE LIFELINE)
di HUGO BECKER
con Alexis Manenti, Jeanne Goursaud, Damien Jouillerot, Gilles Cohen, David Talbot / Francia / 20’

JE CROIS ENTENDRE ENCORE (I HEAR IT STILL)
di CONSTANCE BONNOT
con Viki Assayas, Nathalie Richard / Francia / 16’

KUSHTA MAYN, LA MIA COSTANTINOPOLI
di NICOLÒ FOLIN
con Roberto Citran, Leo Folin, Hlib Tovstoluh / Italia / 19’

PRAYING MANTIS
di JOE HSIEH, YONFAN
Animazione / Taipei, Hong Kong SAR / 18’

YOU JIAN CHUI YAN (A SOIL A CULTURE A RIVER A PEOPLE)
di VIV LI
con Zezhi Long / Germania, Belgio, Cina / 15’

EL ORIGEN DEL MUNDO (THE ORIGIN OF THE WORLD)
di JAZMIN LOPEZ
con Leila Loforte / Argentina / 12’

THE CURFEW
di SHEHREZAD MAHER
con Sathya Sridharan, Balinder Johal, Sara Haider, Rajesh Bose, Chris Thorn / USA / 19’

LION ROCK
di NICK MAYOW
con Anton Falstie-Jensen, Mia Blake, Jonno Roberts / Nuova Zelanda / 16’

SAINT SIMEON
di OLUBUNMI OGUNSOLA
con Kanayo O. Kanayo, Ego Ihenacho, Victor Obioha / Nigeria / 18’

UTAN KELLY (WITHOUT KELLY)
di LOVISA SIRÉN
con Medea Strid, Truls Carlberg / Svezia / 15’

COYOTES
di SAID ZAGHA
con Maria Zreik, Ali Suliman, Yumna Marwan, Jamal Meri, Eslam El Awadi / Francia, Giordania, UK / 20’

NEDOSTUPNI  (UNAVAILABLE)
di KYRYLO ZEMLYANYI
con Vladyslav Makariuk, Ostap Orest Pasichnyk, Konstiantyn Shamin, Yurii Yevsiukov, Oksana Tsymbal, Serhii Hornyi, lllia Rassokhin / Ucraina, Francia, Belgio, Bulgaria, Paesi Bassi / 20’

FUORI CONCORSO

RUKELI
di ALESSANDRO RAK
Animazione / Italia, Svezia / 5’

 
 

Mortal Kombat 2: il trailer ufficiale del film!

È stato pubblicato il primo trailer di Mortal Kombat 2, che anticipa il torneo ad alto rischio tra Earthrealm e Outworld. New Line Cinema presenta finalmente il nuovo capitolo ad alto tasso di adrenalina dell’acclamato franchise videoludico che torna sul grande schermo con tutta la sua brutale potenza. Questa volta, i campioni più amati dai fan – ora affiancati da Johnny Cage in persona – si affrontano in un’epica battaglia all’ultimo sangue per fermare il dominio oscuro di Shao Kahn, una minaccia che incombe sull’esistenza stessa del Regno della Terra e dei suoi difensori.

Il cast di Mortal Kombat 2

Mortal Kombat 2 è diretto da Simon McQuoid da una sceneggiatura scritta dallo sceneggiatore di Moon Knight Jeremy Slater. Il sequel vedrà il ritorno di Lewis Tan come Cole Young, Jessica McNamee come Sonya Blade, Josh Lawson come Kano, Tadanobu Asano come Lord Raiden, Mehcad Brooks come Jax, Ludi Lin come Liu Kang, Chin Han come Shang Tsung, Joe Taslim come Bi-Han e Sub-Zero, Hiroyuki Sanada nei panni di Hanzo Hasashi e Scorpion e Max Huang nei panni di Kung Lao.

Il sequel d’azione introdurrà anche una serie di nuovi personaggi oltre al Johnny Cage di Karl Urban, ovvero Adeline Rudolph (Resident Evil) nei panni di Kitana, Tati Gabrielle (You) nei panni di Jade, Martyn Ford (F9) nei panni dell’imperatore Shao Kahn, Damon Herriman di Mindhunter nei panni del demone di Netherrealm Quan Chi, Desmond Chiam (The Falcon and the Winter Soldier) nei panni del Re Edeniano Jerrod e Ana Thu Nguyen (Get Free) nei panni della Regina Sindel. Ulteriori dettagli sulla trama sono ancora tenuti nascosti. Il film è prodotto da James Wan, Michael Clear, Todd Garner e E. Bennet Walsh.

Il film sarà al cinema dal 23 ottobre 2025.

 
 

The Life of Chuck: il trailer del film con Tom Hiddleston

Arriva nelle sale italiane il 18 settembre distribuito da Eagle Pictures The Life of Chuck, il nuovo film di Mike Flanagan, con protagonista Tom Hiddleston nei panni del protagonista.

Dalla penna di Stephen King e dal cuore Mike Flanagan, The Life of Chuck è un emozionante inno alla vita. Tre atti, tre frammenti apparentemente scollegati che, messi insieme, compongono il ritratto intimo e sorprendente di Charles Krantz, un uomo qualunque al centro di qualcosa di straordinario.

Il film ci invita a guardare dentro e attorno a noi, per riscoprire ciò che conta davvero:  il tempo, l’amore, la memoria, la bellezza che si nasconde nel quotidiano. Un racconto visionario e profondamente umano, che sfida le regole del genere per restituirci un’unica, semplice verità: ogni vita è un miracolo.

Parlando con Josh Horowitz, Hiddleston ha infatti raccontato quanto si sia divertito a girare The Life of Chuck, paragonandolo al celebre film Le ali della libertà, non solo considerato uno dei migliori film della storia ma anche uno dei migliori adattamenti di un’opera di King.

Quello che mi è piaciuto di questo progetto e del racconto da cui è tratto, è che sembra richiamare quello stesso Stephen King che ha scritto Le ali della libertà. C’è un calore e un tipo di spirito che è davvero dalla parte della vita, una cosa a cui mi sono davvero legato quando l’ho letta. Era una sceneggiatura straordinaria. Mi ci sono immedesimato immediatamente. E poi, è Mike Flanagan che ha scritto la sceneggiatura. Quando ci siamo incontrati, ho detto che era fantastico. Posso venire a farlo? Posso venire a farlo, per favore? E sì, ci siamo divertiti molto“.

 
 

Nicholas Hoult: 10 cose che forse non sai sull’attore

Nicholas Hoult
Foto di Luigi De Pompesi © Cinefilos.it

Nicholas Hoult è uno di quegli attori che ha fatto la storia del cinema moderno grazie anche alle sue diverse, quanto incisive interpretazioni. L’attore ha iniziato a praticare questa attività sin da quando era un bambino, dimostrando di saper scegliere i ruoli migliori ed entrando nel cuore di milioni di persone in tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Nicholas Hoult.

I film e i programmi TV di Nicholas Hoult

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attore è iniziata nel 1996, quando appare per la prima volta sul grande schermo, a soli sei anni, nel film Relazioni intime. In seguito, ha partecipato a film come About a Boy – Un ragazzo (2002), The Weather Man – L’uomo delle previsioni (2005), Kidulthood (2006), A Single Man (2009), Scontro tra titani (2010), X-Men – L’inizio (2011), Warm Bodies (2013), Il cacciatore di giganti (2013) e X-Men – Giorni di un futuro passato (2014). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Dark Places – Nei luoghi oscuri (2015), Mad Max: Fury Road (2015), Equals (2015), Autobahn – Fuori controllo (2016), X-Men – Apocalisse (2016), Edison – L’uomo che illuminò il mondo (2017), Newness (2017), La favorita (2018), Tolkien (2019), X-Men – Dark Phoenix (2019), The Kelly Gang (2019), The Banker (2020), Quelli che mi vogliono morto (2021), The Menu (2022), Renfield (2023), The Order (2024), Giurato numero 2 di Clint Eastwood (2024) e Nosferatu (2024). Nel 2025 è Lex Luthor in Superman di James Gunn.

2. Ha lavorato spesso per il piccolo schermo. L’attore non si è limitato a prestare la propria opera solo per il grande schermo, ma ha lavorato spesso anche nel mondo seriale. La sua prima apparizione risale al 1996 con Casuality, per poi lavorare in serie come Metropolitan Police (2000), Holby City (2001), Doctors (2001), Waking the Dead (2001), Star (2003), Keen Eddie (2004) e Skins (2007-2008), che gli conferisce grande popolarità. Dal 2020 è uno dei protagonisti della serie The Great con il ruolo di Pugachev.

Nicholas Hoult in About a Boy

3. È il film che lo ha reso celebre. Hoult acquista fama internazionale grazie alla partecipazione, nel ruolo di Marcus, al film About a Boy – Un ragazzo nel 2002. All’epoca l’attore aveva 13 anni e la sua interpretazione ha stupito da subito critica e pubblico, che lo hanno così tenuto d’occhio anche negli anni a seguire, in cui l’attore ha continuato a dimostrare una certa maturità, fino a divenire l’interprete completo che è oggi.

Nicholas Hoult è Lex Luthor in Superman

4. Era stato considerato per un altro ruolo. Come noto, Nicholas Hoult, Andrew Richardson e Tom Brittney hanno fatto un provino per il ruolo di Clark Kent / Superman, prima che venisse scelto David Corenswet. Sebbene non sia stato scelto per il ruolo del protagonista, alla fine Hoult ha ottenuto ruolo della sua nemesi, Lex Luthor. L’attore ha raccontato di aver trovato la cosa molto divertente, in quanto sin da subito aveva pensato che sarebbe stato più adatto per il ruolo di Luthor anziché per Superman.

Nicholas Hoult in Nosferatu

5. È uno dei protagonisti del film. Nicholas Hoult ha confermato nell’ottobre 2022 di essersi unito al cast di Nosferatu, dopo diverse trattative, per interpretare il deuteragonista Thomas Hutter. Il regista Robert Eggers ha affermato che Hoult è stato scelto “per la sua versatilità e profondità nei ruoli precedenti […] e ha dimostrato la sua capacità di adattarsi a una vasta gamma di personaggi che ti immergono in un universo gotico […] dove la sua interpretazione è un mix di eleganza e oscurità in una performance che fonde il classico con il contemporaneo.

Nicholas Hoult in Mad Max: Fury Road

6. Ha passato diverso tempo al trucco. Per il suo personaggio di Mad Max: Fury Road, l’attore ha dovuto passare ben due ore tutti i giorni al reparto trucco, sia per l’applicazione di tatuaggi, sia per lo “schiarimento” della pelle. Hoult ha raccontato di aver utilizzato questo tempo per calarsi nella mentalità del suo folle personaggio, cercando di visualizzare quanto più possibile il contesto in cui è cresciuto e agisce.

Nicholas Hoult è Bestia in X-Men

7. Ha studiato per interpretare la Bestia. Per X-Men – L’inizio, dove l’attore riporta sullo schermo il celebre personaggio di Bestia, si è preparato studiando la performance di Kelsey Grammer che aveva già interpretato il personaggio in X-Men: Conflitto finale (2006). Inoltre, ha anche seguito un training fisico concernente l’atletica leggera, boxe e sollevamento pesi. Ciò gli ha permesso di ottenere la giusta fisicità, con la quale ha potuto interpretare personalmente molte delle scene più complesse.

Nicholas Hoult X-Men

Nicholas Hoult, Jennifer Lawrence, Bryanna Holly e i figli

8. Si sono frequentati per quattro anni. Nicholas Hoult e Jennifer Lawrence si sono conosciuti sul set di X-Men – L’inizio, dando il via ad una storia durata dal 2010 al 2014, tra alti e bassi. In seguito alla loro rottura, avvenuta dopo quattro anni e dovuta per lo più alla distanza e ai rispettivi impegni di entrambi, i due sono comunque rimasti in buoni rapporti, tanto da dividere il set degli X-Men successivi senza problemi. Attualmente l’attore è invece impegnato con la modella Bryanna Holly, dalla quale ha avuto due figli.

Nicolas Hoult è su Instagram

9. Ha un account sul celebre social. L’attore ha deciso di aprire un proprio account ufficiale su questo social che è oggi seguito da qualcosa come 1,4 milioni di persone. La sua bacheca, con oltre 200 post, lo vede protagonista di momenti lavorativi, con retroscena e curiosità dai set su cui è stato. Di tanto in tanto è solito pubblicare anche qualche post relativo a momenti di svago, in compagnia di amici o della sua famiglia. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

L’età e l’altezza di Nicholas Hoult

10. Nicholas Hoult è nato il 7 dicembre del 1989 a Wokingham, nel Berkshire, in Inghilterra. La sua altezza complessiva corrisponde a 1,90 metri.

Fonti: IMDb, Instagram, Glamour, Daily Mail, Elle