Continua la nuova stagione al cinema
del National Theatre di Londra,
i cui spettacoli di maggiore successo vengono portati nelle sale
italiane per un giorno da Nexo Digital. Martedì 8 Aprile gli
appassionati di teatro e di Shakespeare potranno vedere, in lingua
originale con sottotitoli in italiano,
il Coriolanus messo in scena da
Josie Rourke ed interpretato da un superbo
Tom Hiddlestone.
Con la primavera è ripartita nelle
sale italiane la nuova stagione al cinema del più importante teatro
di Londra che propone sul grande schermo -in lingua originale e con
sottotitoli in italiano- titoli attesissimi dal pubblico e dalla
critica. Un modo nuovo e spesso stupefacente di vivere i
grandi spettacoli inglesi arrivando grazie al cinema a pochi passi
dai sui eccezionali protagonisti.
Così, dopo L’Othello di Nicholas
Hytner con Adrian Lester e Rory Kinnear, è ora il turno
di Coriolanus con Tom Hiddleston (noto
al grande pubblico per le sue interpretazioni in Thor, The
Avengers, War Horse e Midnight in
Paris) che sarà proposto nelle sale solo per un giorno
a partire dall’8 aprile (i dettagli dei cinema e della
programmazione su www.nexodigital.it). Un’opera dove
Hiddleston, guidato da Josie Rourke alla regia, dà il meglio di sé
nei panni del console Coriolano e che viene proposta nelle sale a
pochi giorni di distanza dai 450 anni dalla nascita di
William Shakespeare, nato a Stratford-upon-Avon il 23 aprile del
1564.
Diretto da Josie Rourke, il cast di
questa tragedia bruciante di manipolazione politica e di vendetta
comprende oltre a Tom Hiddleston, Jacqueline Boatswain, Peter De
Jersey, Alfred Enoch, Deborah Findlay, Hadley Fraser, Mark Gatiss,
Birgitte Hjort Sørensen, Elliot Levey, Rochenda Sandall, Helen
Schlesinger, Mark Stanley e Dwane Walcott
Sinossi
Protagonista assoluto della tragedia
è il generale romano Caio Marzio che, dopo aver condotto l’esercito
romano ad una schiacciante vittoria contro i Volsci, viene eletto
console ed insignito del soprannome “Coriolano” dal nome della
città che ha espugnato. Ma i due tribuni della plebe Sicinio
e Bruto sobillano il popolo di Roma a rivoltarsi contro Coriolano,
uomo di poche parole più avvezzo alle armi che ai protocolli della
democrazia. Il generale, indignato e adirato, esorta i patrizi ad
esautorare i tribuni della plebe e a riprendere in mano tutto il
potere “prima che i corvi arrivino a beccare le
aquile”. Accusato quindi di alto tradimento, Coriolano è
condannato all’esilio, proprio mentre i Volsci stanno raccogliendo
il loro esercito per sferrare l’ennesimo attacco contro Roma. E’
dai Volsci, dunque, che Coriolano si rifugia per vendicarsi di
tutto il popolo romano. Sono però la madre Volumnia, la moglie
Virgilia e il figlioletto a implorarlo di risparmiare la città e
Coriolano, infine, cede: firma un trattato di pace e fa ritorno a
Corioli, dove i Volsci lo accusano di tradimento e lo uccidono.
Alcuni dei personaggi che popolano
l’universo Shakespeariano sono destinati ad accompagnarci per
sempre: conosciamo bene lo stupore sul volto di Amleto alla vista
dello spirito del Padre e lo sguardo sognante di Giulietta mentre
invoca sul balcone il nome di Romeo, ma altri protagonisti non sono
riusciti a trovare la loro strada nella memoria collettiva complice
un non elevato numero di rappresentazioni e un tono meno vibrante e
politicamente orientato.
Un esempio è Coriolanus, che pur
favorito da interpreti illustri non ha mai goduto della stessa
popolarità di Giulio Cesare o Enrico V: la missione di restituire
al pubblico la sua storia leggendaria(al cinema l’8 aprile grazie
al progetto del National Theatre Live) è recentemente ricaduta
su Josie Rourke, che nel limitato spazio del Donmar
Warehouse ha trovato in un ottimo cast la chiave per raggiungere la
giusta intensità emotiva.
Coraggioso generale tradito dalla
sua stessa superbia e da una democrazia acerba che si guadagna a
pieno diritto il titolo di migliore e allo stesso tempo peggiore
fra le forme di governo, Coriolanus è il simbolo di un equilibrio
precario che degenera nel caos quando l’egoismo del singolo sceglie
di soddisfarsi a discapito del bene della collettività: una lente
di pressante e nocivo malcontento che vigila sui nostri governi e
che rende ben visibile il binomio dell’opera con l’attualità,
sottolineato dalla scelta della produzione di optare per costumi
dal sapore ibrido dando vita a un mondo senza tempo; pur con una
scenografia pressoché assente la costruzione della tensione è
gestita in maniera egregia durante gli scontri col nemico, forti
del semplice ma efficace artificio di usare sedie al posto degli
scudi, così come nei rabbiosi confronti coi Tribuni della plebe, il
potere nuovo che respinge chi non riesce a moderare un’intemperanza
benvenuta sul campo di battaglia ma intollerabile nelle parole
rivolte a un’assemblea.
Segnato dalle cicatrici che porta come
stimmate della tua devozione alla causa di Roma, confuso dagli
onori che la Patria insiste nel volergli attribuire e in fine
distrutto dal vedersi strappare via il nome che aveva consacrato la
gloria e l’onore che credeva di rappresentare Tom
Hiddleston è un eccellente Coriolanus, in grado di
trasmettere la furia di un guerriero incostante così come la
sofferenza di un figlio distrutto dall’ambizione della
madre(commovente Deborah Finlay) e consapevole di dover
morire per fare ammenda dei suoi errori; perfetto
anche Mark Gatiss, che nei panni del diplomatico
Menenius ritrova alcuni tratti del suo Mycroft
in Sherlock, e Birgitte Hjort
Sørensen nel ruolo di Virgilia, paziente e innamorata
moglie del Generale.
Chi è riuscito nella titanica
impresa di accaparrarsi i biglietti lo scorso inverno può davvero
ritenersi fortunato: Coriolanus è un grande spettacolo che non si
regge sull’eleganza dei suoi versi o sulla ricchezza
dell’allestimento ma sulle prove degli attori chiamati a coglierne
la disperazione feroce e spaventosamente contemporanea; il lavoro
svolto da Hiddleston, pronto finalmente a scrollarsi di dosso il
ricordo di Loki e a ritrovare nel palcoscenico il suo elemento, ha
una finezza che non si dimentica.
L’attore Corey
Stoll è diventato negli ultimi anni un volto noto del
cinema e della televisione statunitense. Egli vanta infatti la
partecipazione a celebri film d’autore come anche ad alcuni
blockbuster, e in poco tempo si è affermato come caratterista ma
anche come interprete di alto livello. Tra le sue interpretazioni
più memorabili si annoverano quella nel film Midnight in
Paris e Ant-Man.Ecco 10 cose che
non sai di Corey Stoll.
9. È stato protagonista di
alcune serie TV. Nel corso della sua carriera Stoll non ha
mai smesso di recitare anche per la televisione, comparendo in
alcuni episodi di serie come CSI – Scena del crimine
(2004), Law & Order – I due volti della giustizia (2006),
The Good Wife (2009) e Law & Order: LA
(2010-2011). A partire dal 2013 al 2016 ricopre il ruolo di Peter
Russo in House of Cards, con Kevin
Spacey, mentre diventa ulteriormente popolare
recitando nel ruolo del protagonista nella serie horror The
Strain (2014-2017). Negli ultimi anni ha invece recitato in
The Deuce: La via del porno (2019), Baghdad
Central (2020), Billions (2020) e Ratched (2020).
8. È stato nominato per
prestigiosi premi. Grazie al suo ruolo nella serie
House of Cards, l’attore ha ricevuto alcuni dei
riconoscimenti più importanti per un attore hollywoodiano. È
infatti stato nominato ai Critics Choice Television Awards, ai
Satellite Awards e ai Golden Globe come miglior attore non
protagonista per una serie televisiva. Pur non riportando la
vittoria, l’attore ha avuto così modo di ottenere una maggiore
visibilità.
Corey Stoll in House of Cards
7. Rimase stregato dal
personaggio. Stoll ha più volte dichiarato che quando
sostenne il provino per il personaggio pensava si trattasse del
solito ruolo stereotipato, e che ne capì la vera natura soltanto in
seguito. Nei mesi successivi all’audizione l’attore continuò
infatti a pensare e ripensare alla parte, convincendosi di dover
ottenere la possibilità di interpretarla. Decise così di richiamare
la produzione per avere notizie, scoprendo di aver vinto il
ruolo.
6. Conosceva le sorti del
personaggio. L’attore ha affermato di aver sempre saputo
quale sarebbe stato il destino del personaggio, ma di non sapere
concretamente come questo si sarebbe verificato. Quando gli poi
spiegato come si sarebbe concluso il suo arco narrativo, Stoll
affermò che era perfettamente coerente con il personaggio e
particolarmente emozionante.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Corey Stoll in Midnight in
Paris
5. Ha ricevuto i complimenti
da parte del regista. All’idea di interpretare il celebre
Ernest Hemingway l’attore era particolarmente nervoso, indeciso su
come affrontare la parte. Al termine della sua prima ripresa,
tuttavia, Stoll ricevette i complimenti del regista Woody
Allen, il quale è invece noto per non complimentarsi mai
con i propri attori.
4. Ha indossato una
parrucca. L’attore è notoriamente calvo, motivo per cui
per ricoprire il ruolo assegnatogli ha dovuto indossare una
parrucca, sottoponendosi ad un lavoro di trucco che rendesse la
cosa il più realistica possibile. Questo è stato uno dei pochi
ruoli in cui Stoll è stato chiamato a coprire la propria
calvizie.
Corey Stoll in Ant-Man
3. Non indossava un vero
costume. Nel film MarvelAnt-Man l’attore
ricopre il ruolo del villain Darren Cross, il quale acquisisce poi
l’alias di Calabrone. Rispetto al protagonista, tuttavia, durante
le riprese l’attore non indossava il costume del proprio
personaggio, poiché troppo complesso da riprodurre. Stoll indossava
invece una tuta per la motion capture, e il resto venne ricostruito
in seguito grazie alla CGI.
2. Considera il carattere
del suo personaggio molto simile a quello di uno dei
protagonisti. Nel descrivere Darren Cross, che si rivelerà
essere il villain del film, l’attore ha affermato che dal suo punto
di vista egli è una versione più oscura del personaggio di Hank
Pym, interpretato da Michael
Douglas. Entrambi sono infatti brillanti scienziati
che si spingono ai confini dell’etica.
Corey Stoll: età e altezza
1.Corey
Stoll è nato a NewYork, Stati Uniti, il
14 marzo 1976. L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.
Una statua di
Spider-Man in Corea del Sud sta creando un po’ di
scompiglio. Le autorità hanno chiesto che venga immediatamente
rimossa dalla cima del supermercato su cui è stata collocata
dall’artista che l’ha realizzata. Ecco le immagini: [nggallery
id=816]
È una cosa che tutti i cosplayer
maschietti sanno bene: se il tuo personaggio indossa una tutina,
capita di frequente che, in determinate situazioni, la detta tutina
possa mostrare più di quello che si intende fare. Lo stesso
problema ce l’hanno ovviamente i supereroi, ma mentre Batman e
Superman hanno delle belle mutandine sopra al costume, personaggi
come Spider-Man o Daredevil indossano solo una tuta, comoda per le
loro acrobazie, ma decisamente poco pratica in situazioni
“particolari”. Deve aver pensato questo Eunsuk
Yoo, l’artista sudcoreano che ha piazzato in cima ad un
palazzo una statua dell’Uomo Ragno con una prominente e vistosa
erezione.
La statua, creata con lo scopo di
far discutere, sta generando delle controversie molto più animate
rispetto alle previsioni per il giovane artista, che ha dichiarato
via Facebook:
Io sono l’artista che ha
realizzato questo pezzo. La ragione è che volevo applicare i
fenomeni fisic naturali su un supereroe rappresentando cosa è
naturale di mattina, senza bugie e superficialità.
La statua, avvistata dai bambini, è
stata ammirata con tutto lo stupore e l’ammirazionedi cui sono
capaci i piccoli fan di film e fumetti, i problemi sono però
arrivati quando i genitori dei bambini hanno notato l’erezione,
genitori che hanno additato immediatamente la statua come
inappropriata per i più giovani.
Non sappiamo che la Marvel Entertainment sia stata
contattata o meno in merito alla statua.
Negli anni Settanta e Ottanta il
regista e attore
Clint Eastwood ha interpretato per il grande schermo
ad alcuni dei più noti film di genere poliziesco, tra cui la serie
dedicata all’ispettore Callaghan, con i titoli Una 44 Magnum per l’ispettore
Callaghan e Cielo di piombo. Nel
1984 ha però vestito i panni del detective Wes Block in
Corda tesa, scritto e diretto da
Richard Tuggle, già sceneggiatore del celebre
Fuga da Alcatraz. All’interno di questo non si ritrova
però solo un caso da risolvere, ma anche un vero e proprio giallo
psicologico, che porta lo spettatore a scontrarsi con personaggi
molto più complessi di quello che sembrano.
La storia al centro di questo nasce
da un’idea originale di Tuggle, il quale però durante la
lavorazione si scontrò con la forte personalità di Eastwood.
L’attore, infatti, era qui anche produttore del film. Giudicando
troppo lento il modo di lavorare di Tuggle, egli diresse molte
delle scene principali, così da ridurre i tempi e i costi. Eastwood
è infatti noto per la sua celerità nel realizzare film, cosa che
cerca di ottenere anche quando non è direttamente a capo delle
riprese. Al momento della sua uscita in sala, Corda tesa
arrivò ad ottenere un buon risultato economico, guadagnando un
totale di 48 milioni di dollari.
Il film venne poi lodato per le sue
ambizioni narrative e visive, dettagli che contribuiscono a
renderlo un titolo particolarmente intrigante. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Corda tesa: la trama del
film
La storia ha inizio a New Orleans,
dove una giovane donna viene seguita e uccisa da un misterioso uomo
con indosso scarpe da ginnastica con stringhe gialle. Ad
investigare sul caso è il detective Wes Block.
Divorziato e con due figlie a carico, questi inizia a ricercare una
serie di detagli che possano condurlo rapidamente
all’individuazione dell’assassino. Questo risulta essere un maniaco
strangolatore che uccide giovani donne, meglio se prostitute. Block
inizia così a frequentare ogni angolo della città, passando da
locali equivoci a bordelli, senza però riuscire a trovare traccia
dell’assassino.
Per poter fare qualche progresso,
egli sarà allora costretto a rivolgersi a Beryl
Thibodeaux, attivista che è solita organizzare corsi di
autodifesa per le donne. I due hanno però da subito un rapporto
particolarmente conflittuale, e non sarà facile collaborare in
vista di un obiettivo comune. Quando nuove vittime si
presenteranno, stringere il cerchio quanto prima si rivelerà
indispensabile. Sarà allora che Block capirà che l’assassino sta
intraprendendo un perverso gioco proprio con lui, sfidandolo e
provocandolo sempre di più.
Corda tesa: il cast del
film
Quello di Wes Block è un personaggio
scritto appositamente per Clint Eastwood,
che in quegli anni aveva già dato prova di essere un convincente
poliziotto sul grande schermo. La sua interpretazione qui fu
giudicata talmente tanto buona che egli era dato come certo
candidato al miglior attore al premio Oscar. Tale nomination,
tuttavia, non si concretizzò. Corda tesa è inoltre il
primo dopo sei film consecutivi in cui Eastwood non recita accanto
alla sua compagna dell’epoca, l’attrice Sondra Locke. I produttori
volevano infatti interrompere quella collaborazione, giudicata non
più capace di intrattenere. Al posto della Locke, per il ruolo di
Beryl Thibodeaux venne allora scelta l’attrice canadese
Geneviève Bujold, canddiata all’Oscar per il film
Anna dai mille giorni.
Nel film sarebbe dovuta essere
presente una scena di sesso tra lei e Eastwood, ma a causa della
contrarietà della Bujold, l’attore decise di rimuoverla. L’attrice
Dan Hedaya è invece presente nei panni della
detective Molinari, mentre Marco St. John dà vita
a Leander Rolfe, un ruolo controverso per il quale egli si preparò
a lungo. Importante era infatti la caratterizzazione di questo,
affinché il personaggio rimanesse particolarmente impresso nello
spettatore. Nel film è inoltre presente Alison
Eastwood. Figlia dell’attore, questa aveva 12 anni
all’epoca delle riprese ed interpreta nel film Amanda, una delle
figlie del protagonista. L’attrice aveva già collaborato brevemente
con il padre in altri film precedenti, e tornerà ad interpretare
sua figlia anche nel recente Il corriere – The
Mule.
Corda tesa: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete.Corda tesa è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes
e Prime Video. Per vederlo, in base alla
piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno mercoledì 29
novembre alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Clint Eastwood è il protagonista
assoluto di Corda Tesa, thriller mozzafiato a sfondo
psicologico prodotto dal regista Richard
Tuggle (Fuga da Alcatraz), e in arrivo dal
19giugno per la prima volta in edizione Blu-Ray.
Al centro della storia un ruolo
rivisitato della figura di poliziotto, ligio alle regole del buon
costume edella legalità ma dietro alla quale si nasconde una
personalità debole, pronta a cadere in tentazioni. È quello che
accade Wes (Clint Eastwood), agente di polizia che
si trova costretto ad entrare in contatto con un mondo finora a lui
sconosciuto, per trovare un feroce assassino le cui vittime sono
principalmente prostitute
Mostrando una New Orleans al suo
meglio, il regista e sceneggiatore Richard Tuggle aggiunge alcune
sfumaturealla tipica figura del poliziotto nei panni dell’eroe
coraggioso… ed Eastwood vince la sfida con una delle sue migliori
performance.
SINOSSI
Clint
Eastwood interpreta Wes Block, un poliziotto in
bilico su una Corda Tesa che lo separa dall’uomo
che cerca di essere e l’uomo che teme di essere. Indagando su
alcuni brutali omicidi a sfondo sessuale, scopre un legame tra sé e
il sospetto assassino. Per il killer, le sole prostitutebuone sono
quelle morte – soprattutto se sono state con Block. Presto nessuna
donna che conosce Block è più al sicuro, comprese quelle a lui più
care (Genevieve Bujold e Alison
Eastwood).
Ad Halloween il
cinema festeggia il 15° anniversario
dell’acclamata epopea in stop-motion CORALINE E LA PORTA
MAGICA, il film di animazione di HENRY
SELICK, regista di Nightmare Before
Christmas, che sin dalla sua uscita nel 2009 ha
incantato i fan di tutto il mondo sbaragliando il box office.
Combinando l’immaginazione visionaria di NEIL
GAIMAN, autore del libro
best seller illustrato da DAVE MCKEAN, e la
creatività dello studio cinematografico LAIKA,CORALINE E LA PORTA MAGICA è un’avventura
meravigliosa dalla narrativa avvincente, divertente e piena di
suspense per grandi e piccini.
Buon compleanno Coraline!
Nominato agli
Oscar® 2010 nella categoria “miglior film d’animazione”, è stato il
primo film d’animazione ad essere concepito e realizzato in
vero 3D stereoscopico e a 15 anni dalla prima uscita è
tornato quest’estate a sorpresa nelle sale internazionali
raccogliendo oltre 50 milioni di dollari. Ora, dal 31
ottobre al 3 novembre, in onore del suo 15°
anniversario,CORALINE riapre la porta
magica e torna anche nelle sale italiane, in 2D e in 3D in sale
selezionate (elenco a breve su nexostudios.it e prevendite aperte
dall’11 ottobre), in una nuova edizione rimasterizzata che offre
un’esperienza immersiva senza precedenti,
riportando invita l’atmosfera oscura e fiabesca
che ha reso Coraline un classico moderno. Grazie
all’esclusivo contenuto speciale che arricchisce il film, i fan
potranno inoltre sbirciare per laprima volta dietro le
quinte per osservare il pluripremiato team LAIKA che
costruisce le nuovissime versioni dei pupazzi di Coraline, partendo
da zero. I membri del team – molti dei quali hanno contribuito alla
costruzione dell’originale Coraline – rivisiteranno il design
dell’iconico pupazzo per applicare nuove tecnologie all’avanguardia
sviluppate dallo studio per i 4 film usciti dopo il 2009.
Quella di Coraline
è una storia che ha saputo conquistare ragazzi e adulti. La nostra
protagonista scova e attraversa una porta segreta nella sua nuova
casa e scopre una versione alternativa della sua vita.
All’apparenza, questa realtà parallela è molto simile alla sua vita
reale, solo molto più bella. Ma quando questa avventura fantastica
e meravigliosamente fuori dagli schemi diventa pericolosa e i suoi
genitori “contraffatti” cercano di trattenerla per sempre, Coraline
potrà contare solo sulla sua intraprendenza, determinazione e
coraggio per salvare la sua famiglia e tornare a casa.
Coralie Fargeat,
nominata agli Oscar per il suo film The Substance, poteva avere una
carriera molto diversa se, qualche anno fa, avesse accettato la
proposta della Marvel di dirigere Black Widow. E’ infatti venuto alla luce che
la regista è stata davvero vicina ad accettare un’offerta per
dirigere il progetto dei Marvel Studios mentre stava ancora lavorando
alla sceneggiatura per il suo body horror.
Nell’articolo di Variety sulla lotta
di Coralie Fargeat per rimanere fedele alla sua
visione originale del film, nonostante alcuni dirigenti della
Universal ritenessero che il gore estremo e la nudità avrebbero
reso difficile la vendita, si dice che la regista si è allontanata
dalle discussioni preliminari per dirigere Black Widow con Scarlett
Johansson per rimanere concentrata su The Substance.
Coralie
Fargeat ha detto no a Black Widow
“Mi sono aggrappata così forte
durante la realizzazione del film e la difficile fase di
post-produzione, quando tutti volevano che lo rendessi meno
violento, meno eccessivo, meno cruento, meno frontale. Sapevo di
aver scritto questo film per essere più di — o almeno allo stesso
livello — di ciò che sto denunciando nel film”.
Potrebbe sembrare difficile
immaginare la regista dietro The Substance e il
brutale thriller di sopravvivenza del 2017 Revenge
prendere il timone di un film Marvel, ma la realtà è che, se
Fargeat avesse accettato l’offerta, Black Widow probabilmente non sarebbe
risultato poi così diverso dal film consegnato da Cate
Shortland.
Sebbene alcuni registi
(James
Gunn, Sam Raimi) siano ovviamente riusciti a portare i
loro tocchi unici nei precedenti progetti MCU, qualsiasi livello di controllo
creativo, su cui Fargeat ha insistito con The
Substance, non sarebbe stato preso in considerazione. Ora
che però Fargeat è una regista candidata all’Oscar, c’è la
possibilità che decida di imbarcarsi in progetti più mainstream in
futuro.
Nella lunghissima carriera di
Clint
Eastwood, uno dei suoi personaggi più celebri è senza
dubbio quello di Harry Callaghan. Nato dalla
penna di Harry Julian Fink, il personaggio è stato
protagonista di ben cinque film usciti tra il 1971 e il 1988. Uno
dei più celebri e apprezzati tra questi è Coraggio…
fattiammazzare (il cui titolo
originale è in realtà Sudden Impact). Questo è l’unico
film della serie diretto dallo stesso Eastwood, il quale ebbe
finalmente modo di assumere anche tale ruolo per quanto riguarda i
film dedicati a tale personaggio. Uscito nel 1983, questo si è
affermato come il maggiore incasso della serie.
Con un guadagno complessivo di circa
150 milioni, a fronte di un budget, questo si è affermato come una
pietra miliare del genere poliziesco, qui perfettamente
rappresentato. In un contesto statunitense sempre più cupo e con la
violenza dilagante, l’ispettore Callaghan incarna perfettamente i
malumori e i timori di un’intera popolazione. Memorabile, inoltre,
resta in lingua originale la frase “Go ahead, make my day”
(tradotta in italiano come Avanti, dà un senso alla mia
giornata), la quale ha ottenuto la sesta posizione nella
classifica delle 100 migliori citazioni cinematografiche secondo
l’American Film Institute.
Per gli amanti della serie, del
personaggio e di Eastwood, Coraggio… fatti ammazzare è un
titolo assolutamente imperdibile, ricco di tutto il fascino e il
carisma tipico dell’ispettore Callaghan, uno dei detective più
iconici del cinema. Pur essendo al quarto film, egli continua
infatti a regalare grandi sorprese. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Coraggio… fatti ammazzare:
la trama del film
Protagonista del film è l’ispettore
Harry Callaghan, il quale si trova a condurre una
pericolosa indagine su uno dei boss mafiosi più potenti della
città. Mentre è impegnato in ciò, tuttavia, si trova a dover
indagare su una serie di strani omicidi, cercando di ritrovare in
questi elementi comuni che possano condurlo all’assassino. Per
lavorare meglio sul caso, il capitano Briggs
decide di farlo trasferire a San Paolo, dove però Callaghan si
trova a scontrarsi con il capo della polizia locale, Lester
Jennings, che sembra voler ostacolare le indagini. A
rendere più piacevole la permanenza di Callaghan nella nuova
località ci pensa però Jennifer Spencer.
La donna, una delle più note
pittrici di San Francisco, si trova lì per cercare di superare gli
orrori subiti dalla sorella minore, la quale subì un feroce stupro
collettivo da parte di una banda di malviventi. Ben presto,
Callaghan, si rende conto di come coloro che vengano uccisi
facciano tutti parte della stessa banda criminale, capeggiata dal
crudele Mick. Nel momento in cui inizia a
sospettare che l’assassino sia proprio Jennifer, la quale sarebbe
in cerca di vendetta per sua sorella, qualcosa di imprevedibile
avviene. Sia Callaghan che la donna si ritrovano in serio pericolo
e il detective dovrà fare ricorso a tutte le sue abilità per
salvare la situazione.
Coraggio… fatti ammazzare: il cast del film
Harry Callaghan non potrebbe avere
volto diverso da quello dell’attore Clint Eastwood. Ancora una volta il
premio Oscar ha dato vita ad una nuova fenomenale interpretazione
del personaggio, sfoggiando tutto il suo crescente carisma. Qui,
come anticipato, egli si trova anche a ricoprire il ruolo di
regista, dopo che gli era già stato offerto di farlo per
Una 44 Magnum per
l’ispettore Callaghan e Cielo di piombo, ispettore
Callaghan. Coraggio… fatti ammazzare è il decimo
film diretto da Eastwood e l’unico sequel di cui egli abbia curato
la regia nel corso della sua carriera. È stato poi stimato che
Eastwood ha guadagnato circa 30 milioni di dollari per questo film,
data anche la sua percentuale sui profitti.
Nel ruolo di Jennifer Spencer vi è
invece SondraLocke, in quel
periodo compagna nella realtà di Eastwood. Per i due si è trattato
del sesto film insieme. Eastwood avrebbe poi voluto farla recitare
anche nel quinto capitolo, Scommessa con la morte,
ma gli fu consigliato di evitare per non rendere ripetitiva la
cosa. Per la Locke, questo è stato l’ultimo suo film uscito al
cinema. Nel cast è poi presente PatHingle, meglio noto per essere stato il
commissario Gordon nei primi film cinematografici dedicati a
Batman, qui nel ruolo del capitano Lesten Janning. Bradford
Dillman è il capitano Briggs, mentre Paul
Drake è il criminale Mick.
Coraggio… fatti ammazzare:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Coraggio… fatti
ammazzare è infatti presente su Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes,
Now e Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per venerdì 25 novembre alle
ore 21:00 sul canale
Iris.
Thriller del 1995,
Copycat – Omicidi in serie è un film
diretto da Jon Amiel, noto per titoli come
Sommersby e Creation. Basato su una sceneggiatura
originale di Ann Biderman e David
Madsen, questo propone una nuova figura di serial killer,
che per i suoi omicidi si ispira ai maggiori assassini della
storia. Un gioco perverso che ripercorre così le terrificanti gesta
di personalità come il Figlio di Sam, Ted Bundy ed Edmund Kemper.
Entrati nell’immaginario collettivo, questi sono poi stati
ampiamente trattati anche nell’acclamata serie NetflixMindhunter.
A dare particolare lustro al film,
vi è l’attrice candidata all’Oscar Sigourney
Weaver, celebre per il suo ruolo nella saga
fantascientifica di Alien. Al momento
della sua uscita, tuttavia, il film dovette scontrarsi anche con
altri thriller di quell’anno, tra cui il celebre Seven di
David Fincher. Proprio a causa di ciò, Copycat
– Omicidi in serie finì con il passare in sordina, ottenendo
un incasso totale di circa 32 milioni di dollari a fronte di un
budget di 20. La critica però esaltò il film, indicando i due
personaggi femminili protagonisti tra i migliori visti sul grande
schermo durante quell’anno.
Nel 2001 il titolo è inoltre stato
inserito dalla prestigiosa American Film Institute nell’elenco dei
100 thriller migliori di sempre. Con il tempo il film ha così
acquisito sempre più popolarità, arrivando ad essere
particolarmente ricercato e apprezzato anche dal grande pubblico.
La storia è infatti quanto mai appassionante con le sue indagini e
gli omicidi da risolvere, e lo stesso film presenta diverse
curiosità. Molte di queste sono legate al cast di attori e alla
loro preparazione per i rispettivi personaggi. Proseguendo nella
lettura sarà possibile scoprire tutto ciò e molto di più.
Copycat – Omicidi in serie: la
trama del film
Protagonista del film è la profiler
specializzata in serial killer Helen Hudson. In seguito ad un
tentato omicidio, la donna inizia a soffrire di agorafobia,
diventando vittima di un forte esaurimento nervoso. In conseguenza
di ciò, inizia ad abusare di psicofarmaci, barricandosi all’interno
del suo appartamento senza uscirne mai. Il suo unico collegamento
con il mondo esterno è un computer, grazie al quale rimane
informata sulle principali notizie. Proprio tramite questo viene a
sapere di una serie di omicidi che per modus operandi ricordano
quelli dei più famosi serial killer della storia. Contattata dagli
agenti Mary Jane Monahan e Ruben Goetz, i quali indagano sulla
faccenda, Helen viene invitata ad universi a loro.
Inizialmente restìa, la donna
finisce con l’accettare. Superare la propria paura degli spazi
aperti sarà però tutt’altro che semplice per lei, che manifesterà
continui squilibri. Il suo contributo si rivelerà però
particolarmente importante. Helen comprende infatti come
l’assassino stia seguendo l’elenco dei serial killer da lei
menzionati durante una sua lezione universitaria. Sapere ciò può
aiutare i due agenti a capire dove colpirà la prossima volta
l’omicida, ma ciò che Helen ancora ignora è quale sia l’obiettivo
finale. Non passerà però molto tempo prima che lo scoprirà a sue
spese. Identificare l’assassino sarà allora per lei l’unica
possibilità di potersi salvare e tornare a vivere una vita
tranquilla.
Copycat – Omicidi in serie: il
cast del film
Icona del cinema anni Ottanta e
Novanta, Sigourney Weaver ricopre il ruolo della
protagonista Helen Hudson. L’attrice, parlando del personaggio,
affermò di essere particolarmente orgogliosa di come aveva lavorato
in funzione di questo. Spese infatti diverso tempo a studiare la
mentalità degli agorafobici, cercando di poter essere realistica
nel suo ritratto. In aggiunta a ciò, ha anche dialogato con alcuni
psichiatri che avevano avuto tra i loro pazienti noti serial
killer. Ciò le ha permesso di ottenere informazioni preziose ai
fini della sua interpretazione. La Weaver ha infine raccontato di
essere rimasta delusa dallo scarso successo del film, specialmente
per via dell’impegno profuso in esso. L’attore William
McNamara interpreta invece Peter Foley, il killer
ricercato dai protagonisti.
La premio Oscar Holly
Hunter, divenuta celebre grazie al film Lezioni di
piano, interpreta l’agente Mary Jane Monahan. Anche lei ha
svolto diverse ricerche per il suo personaggio, trascorrendo
diverso tempo a contatto con detective della omicidi di Los
Angeles. Da loro ha potuto imparare le varie procedure e le regole
da sapere assolutamente per poter essere realistica nella sua
interpretazione. Questa fu poi particolarmente apprezzata e
indicata come una delle migliori dell’anno. L’attore Harry
ConnickJr., divenuto noto grazie a film
come Il mio piccolo genio e L’incredibile storia
di Winter il delfino, ricopre il personaggio dello
psicopatico Daryll Lee Cullum. Per prepararsi a questo, egli ha
speso ore ed ore a guardare documentari su noti serial killer,
imparando tutto ciò che c’era da sapere su di loro. L’attore
Dermot Mulroney, noto per i suoi numerosi film,
interpreta invece l’agente Ruben Goetz.
Copycat – Omicidi in serie: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o
per chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne
grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Copycat – Omicidi in
serie è infatti presente nel catalogo di Amazon
PrimeVideo. Per vederlo è sufficiente
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma. Si avrà
così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video, avendo allo stesso tempo accesso anche a tutti gli altri
titoli presenti nel catalogo. Il film sarà inoltre trasmesso in
televisione nella giornata di giovedì 29 ottobre,
alle ore 21:10 sul canale Rai
Movie.
Copshop è un
termine dello slang britannico che si riferisce a una stazione di
polizia locale. Ed è proprio all’interno di questo ambiente che si
svolge il film Copshop – Scontro a fuoco, thriller
d’azione diretto da Joe
Carnahan (regista di
A-Team e The Grey, entrambi interpretati da Liam Neeson) che fa della sua unità di luogo
l’elemento a partire dal quale costruire tutta l’adrenalina e la
tensione. Un film che si rifà ad una lunga tradizione di film di
questo genere, tra cui spicca il capolavoro del 1976 di
John Carpenter Distretto 13 –Brigate della morte. Ma Copshop –
Scontro a fuoco, a differenza di molti suoi simili, offre
anche un finale aperto piuttosto particolarmente sorprendente.
La trama e il cast di
Copshop – Scontro a fuoco
Tutto ha inizio quando l’agente di
polizia di Gun Creek, Valerie Young
(Alexis Louder) arresta uno sconosciuto,
Theodore “Teddy” Murretto (Frank
Grillo), in fuga da imprecisati inseguitori e
colpevole di aver dato un pugno proprio a Valerie. Mentre Valerie
porta Teddy allo sportello della polizia, scopre che ha una ferita
da arma da fuoco. Valerie si prende quindi cura della ferita di
Teddy, mentre altri due agenti ritrovano la sua Crown Vic non
contrassegnata non lontano dal luogo dell’arresto. Mentre ricuce
Teddy, Valerie ipotizza che qualcuno stia cercando di ucciderlo e
che sia per questo che Teddy si è fatto arrestare di proposito.
Anche la sua auto rubata e non
immatricolata è infatti piena di fori di proiettile, che sembrano
confermare la sua teoria. Teddy chiede quindi di fare una
telefonata e chiama rapidamente la sua amante, Lorraine
Faith. Vuole avvertirla di prendere il loro bambino,
Ryan, e di scappare, ma lei non risponde alla
chiamata. Valerie rinchiude a quel punto Teddy in una cella isolata
e continua le sue indagini. Nel frattempo, un killer su
commissione, Robert “Bob” Viddick (Gerard
Butler), si comporta da ubriaco e cerca di schiantarsi
con la sua auto contro i poliziotti dello Stato che indagano
sull’auto di Teddy.
I due, a quel punto, arrestano Bob e
lo portano alla stazione di polizia di Gun Creek. Lì l’uomo lascia
un ordigno incendiario nel banco dei testimoni, dicendo però ai
poliziotti che si tratta del suo dispositivo per l’insulina. La
legge statale prevede che i poliziotti mettano i criminali
intossicati in alloggi separati, e così Bob si ritrova a
condividere la cella con un altro uomo ubriaco, mentre Teddy è
confinato in quella di fronte. Quando Valerie si allontana, Bob
informa Teddy che è venuto per ucciderlo. A quel punto ha inizio lo
scontro tra i due uomini in quell’ambiente sicuro e pericoloso allo
stesso tempo.
Gerard Butler e Frank Grillo in Copshop – Scontro a
fuoco
La vera identità di Teddy
Murretto
Nel frattempo, Valerie Young indaga
sui file di Teddy e scopre che è stato arrestato 22 volte ma non è
ancora stato accusato. Capendo che c’è qualcosa che non va, chiede
a Teddy di rivelarle la verità se vuole che lei lo aiuti a vivere.
È a quel punto che lui gli rivela di essere un faccendiere di alto
profilo che gestisce i clienti dell’industria del gioco d’azzardo
del Nevada. Per un cliente, Teddy si rivolse al procuratore
generale del Nevada William Fenton e cercò di
comprarlo. Ma Fenton non accettò l’accordo e così il boss del
casinò uccise Fenton. Dopo il brutale omicidio di Fenton, Teddy
scopre però che la sua conversazione con Fenton è stata registrata
e divulgata.
Per salvarsi la vita, Teddy fa un
accordo con i federali. Il boss della mafia naturalmente lo scoprì
e cercò di eliminarlo, ma lui sopravvisse all’esplosione di un’auto
e si nascose sottoterra. Una coppia di poliziotti di Las Vegas ha
poi portato Teddy fuori dalla città e ha promesso di consegnarlo ai
federali. Tuttavia, Teddy scoprì in seguito che erano stati
corrotti. Stavano infatti portando Teddy nel deserto isolato per
seppellirlo. Fortunatamente, alcuni federali inseguirono Teddy e
aprirono il fuoco contro i poliziotti corrotti. Nello scontro che
ne è seguito, Teddy è riuscito a fuggire ed è a quel punto che ha
incontro Valerie.
Nessuno di cui fidarsi
Una sottotrama del film si concentra
sull’agente corrotto Huber (Ryan
O’Nan). È stato visivamente stabilito che Huber è stato
minacciato da un boss della mafia di rubare la droga confiscata dal
caveau della polizia. Quando Bob Viddick arriva alla stazione di
polizia, Huber riconobbe Bob e pensa che sia venuto per ucciderlo.
Quando arriva però anche un secondo assassino, Anthony
Lamb, anche lui dimostra di conoscere Huber. Ciò potrebbe
significare che Huber lavora per lo stesso boss di Anthony e Bob.
Se questo è vero, probabilmente il procuratore generale del Nevada
William Fenton ha condotto una guerra contro i boss dei casinò per
aver venduto droga nei loro casinò.
I boss mafiosi hanno dunque fatto
fuori Fenton per salvare il loro impero illegale. Come si scoprirà
più avanti nel film, i proprietari dei casinò hanno poi corrotto
anche la detective Deena Schier del Dipartimento
di Polizia di Las Vegas. Nella narrazione, Deena ha insabbiato le
prove che avrebbero potuto condurre all’attività di spaccio o ai
suoi proprietari. Come ha detto Teddy, le persone per cui lavorava
hanno le mani in pasta in tutto e dunque sono molti gli agenti di
polizia all’interno del film di cui non ci si può fidare.
Gerard Butler in Copshop – Scontro a fuoco
La spiegazione del finale del
film
Verso il finale del film, dunque,
scopriamo che dato che Bob non è riuscito a finire Teddy, la
detective Deena ha informato il boss della mafia per cui lavora che
un’agente alle prime armi, Valerie Young, sta scavando troppo a
fondo nei loro affari. Il sicario psicopatico Anthony viene quindi
mandato alla stazione di polizia e trasforma l’ambiente in un campo
di battaglia. Con la sua mitragliatrice a canna corta, Anthony
uccide brutalmente tutti gli agenti lì presenti, tranne Valerie e
Huber. Valerie, a quel punto, si chiude al sicuro nella zona
blindata dove sono le celle. Fuori, Huber rivela la sua natura
alleandosi con Anthony.
A quel punto, Valerie si accorge di
essere stata ferita e si vede costretta a fidarsi pienamente di
Teddy, divenuto nel frattempo furioso per aver scoperto che Anthony
ha ucciso sua moglie e suo figlio. Valerie gli permette di uscire
dalla cella e lui dà vita ad un feroce scontro a fuoco con Anthony
e Huber. Nel mentre, Bob convince però Valerie che Teddy è un
truffatore egoista e che non sarebbe tornato per salvarle la vita.
Avendo poche opzioni dalla sua parte, Valerie consegna le chiavi
della cella anche a Bob. Quest’ultimo abbatte poi definitivamente
Huber e Anthony insieme a Teddy.
Sembra tutto finito, ma è a questo
punto che Teddy dà fuoco all’intera stazione di polizia. Valerie,
delusa dal suo tradimento, lo affronta e gli spara al braccio.
Sopraggiunge però a quel punto Deena, pronta ad uccidere Valerie,
ma Bob interviene prontamente per eliminare prima la detective
corrotta e poi Teddy. A quel punto, l’uomo fugge dalla stazione con
un’auto rubata. Valerie, invece, mentre viene portata via in
ambulanza, sente della fuga di Bob. Fa dunque scendere gli
infermieri e si impadronisce dell’ambulanza. Il film termina in un
finale aperto, con Valerie all’inseguimento dell’ignaro Bob. Non
sappiamo come terminerà la scontro tra i due, ma la poliziotta ha
decisamente imparato dai suoi errori e non è disposta a farla
passare liscia a nessuno.
Arriva da Deadline la notizia che
Ruben Fleischer, regista di Benvenuti a Zombieland e
Gangaster Squad, dirigerà
l’adattamento cinematografico di COPS,
pellicola basata sullo show tv targato Fox e andato in
onda in Italia su DMAX.
In realtà, lo show servirà soltanto
come punto di partenza: l’idea alla base del progetto è quella di
realizzare una nuova buddy comedy in stile Arma Letale. La
sceneggiatura porterà la firma di Cameron Fay (Dance
Camp). Al momento non ci sono ulteriori dettagli, ma
vi terremo aggiornati.
Cops è un programma
televisivo statunitense in forma di documentario che segue gli
agenti di polizia durante la normale pattuglia o altre
attività.
Si tratta di uno dei più longevi
programmi USA; è anche il secondo programma prodotto da più tempo
dal network Fox. È stato creato da John Langley e Malcolm Barbour e
la prima messa in onda è stata sabato 11 marzo 1989.
Ha incluso 750 episodi solo fino al
21 marzo 2009, vincendo il premio della televisione statunitense
nel 1993 e guadagnandosi quattro nomination agli Emmy
Awards.
COPS è trasmesso
negli Stati Uniti dalla Fox (con ripetizioni delle precedenti
stagioni) ed era trasmesso in Italia dall’ex canale televisivo GXT
all’interno del bouquet satellitare Sky.
Il programma segue l’attività dei
funzionari di polizia grazie ad un equipaggiamento con telecamera
indossato dagli agenti stessi. Lo show segue la convenzione del
Cinéma Vérité, senza narrazione o script di dialogo,
commentato interamente dagli ufficiali sulle azioni delle persone
con cui erano in contatto. È un esempio di adozione dello stile
mosca-sul-muro in una produzione televisiva.
Lo show ha seguito ufficiali di 140
diverse città degli Stati Uniti, ed è stato anche girato ad Hong
Kong, Londra e nell’ex Unione Sovietica. Ogni episodio ha la durata
di 20 minuti circa, e di solito consiste in tre segmenti.
Cops – una banda di poliziotti è il nuovo titolo
Sky Original prodotto da Sky e
Banijay Italia, in prima tv lunedì 14 e 21
dicembre su Sky Cinema, anche in streaming su NOW
TV. Una commedia in due storie che raccontano un pezzo
della provincia italiana da un punto di vista diverso, quello della
polizia. Protagonisti sono i poliziotti del commissariato di
Apulia, un piccolo centro del sud Italia a pochi chilometri da
Lecce. Il commissariato è destinato a chiudere per assenza di
crimini e per il gruppo di poliziotti c’è solo una possibilità per
non essere licenziati: creare loro stessi dei reati in città.
Diretto da Luca
Miniero – già regista di successi cinematografici come
Benvenuti al Sud e Sono tornato – interpretato da
un cast corale con alcuni tra gli interpreti più amati dal
pubblico: Claudio Bisio, Stefania
Rocca, Pietro Sermonti, Francesco
Mandelli, Dino
Abbrescia, Giulia
Bevilacqua, Guglielmo
Poggi e Giovanni Esposito.
Cops – una banda di poliziotti: la
trama e il cast
Il Commissario
Cinardi (interpretato da Claudio Bisio) è appena arrivato ad Apulia:
dopo un passato da grande poliziotto ora conta solo i giorni che lo
separano dalla pensione, e non c’è posto migliore della “città più
tranquilla d’Italia”. Margherita
Nardelli (Stefania Rocca) è
l’integerrima dirigente della Polizia di Stato, in “missione” ad
Apulia per la chiusura del commissariato. Troverà lì una squadra di
poliziotti imperfetti ma con grande cuore. Benedetto Starace è per
tutti Benny The Cop (Francesco
Mandelli), ossessionato dai polizieschi americani, di cui
conosce a memoria ogni scena d’azione. Una volta tolta la divisa
torna a casa dall’amorevole nonna con la quale ancora vive. Ex
bello, ex playboy, ex uomo d’azione, Nicola
O’Sicc (Pietro Sermonti) è ora
l’indolenza fatta persona. Sposato con Maria Crocifissa e padre di
due figli, nella vita ha deciso di prendersela comoda.
Maria Crocifissa
(Giulia Bevilacqua) è agente di polizia ad Apulia,
ma anche moglie, cuoca, psicologa e mamma. Per l’esattezza di tre
figli, se si include il marito e collega Nicola, 14enne nel corpo
di un 40enne che ha preso il posto dell’uomo affascinate e vitale
che ha sposato. Tonino (Dino
Abbrescia) ha un chiosco davanti alla Questura, luogo di
ritrovo prediletto di tutti i poliziotti. Ma è un personaggio solo
apparentemente ordinario e
mite. Tommaso (Guglielmo
Poggi) lavora al commissariato come centralinista, è gay
ed è l’unico in paese ad aver fatto coming out. Vittimista
senza motivo: nessuno lo considera diverso, tranne lui
stesso. Anaconda (Giovanni
Esposito) è il boss della zona “fuori Apulia”, ha una
grande passione per la cucina e un’ossessione: conquistare
Apulia.
COPS – UNA BANDA DI
POLIZIOTTI, regia di Luca
Miniero, sceneggiatura di Luca
Miniero, Giulia
Gianni, Andrea Magnani, Gina Neri.
Ispirato a Kops, film svedese del
2003, COPS – UNA BANDA DI POLIZIOTTI
è un titolo Sky Original, prodotto da
Sky e Banijay Italia con la
produzione esecutiva di Picture Show, in
associazione con Memfis Film, il sostegno di
Apulia Film Commission e il contributo di
Regione Lazio, in prima tv lunedì 14 e 21
dicembre suSky Cinema e in streaming su
NOW TV.
Sono in corso in Puglia, tra la
zona di Lecce e Brindisi, e si sposteranno poi a Roma, le riprese
di
Cops – Una banda di Poliziotti, la nuova produzione
originale Sky con Drymedia.
Una commedia irriverente, due storie, che raccontano un pezzo della
provincia italiana da un punto di vista diverso, quello della
polizia.
Diretta da Luca
Miniero – con Benvenuti al Sud di uno dei
maggiori successi del cinema italiano degli ultimi anni –
Cops – Una banda di Poliziotti mette in fila
un cast corale con Claudio
Bisio, Stefania Rocca,
Pietro Sermonti, Francesco
Mandelli, Dino
Abbrescia, Giulia
Bevilacqua, Guglielmo
Poggi e Giovanni Esposito, a
interpretare personaggi carichi di debolezze e difetti ma anche di
tanta umanità e simpatia.
Poliziotti per caso, che diventano
poi poliziotti per scelta, i cops orbitano
intorno alla centrale di Polizia di Apulia, in un piccolo
centro del sud Italia a pochi chilometri da Lecce. Il commissariato
è destinato a chiudere per assenza di crimini e per il gruppo di
poliziotti c’è solo una possibilità per non essere licenziati:
creare loro stessi dei reati in città.
Cops – Una banda di Poliziotti, la trama
Un racconto di genere che mette
insieme la commedia e il poliziesco, senza mai arrivare all’estremo
del poliziottesco e sempre coniugando dialogo e azione. I
personaggi di COPS – UNA BANDA DI
POLIZIOTTI raccontano un’umanità piena di
sfumature: il COMMISSARIO
CINARDI (Claudio Bisio) è appena
arrivato ad Apulia. Dopo un passato da grande poliziotto ora conta
solo i giorni che lo separano dalla
pensione. MARGHERITA
NARDELLI (Stefania Rocca) è
l’integerrima dirigente della Polizia di Stato, in “missione” ad
Apulia per la chiusura del Commissariato. Troverà lì una squadra di
poliziotti imperfetti ma con grande cuore. Benedetto Starace è per
tutti BENNY THE COP (Francesco
Mandelli), ossessionato dai polizieschi americani, di cui
conosce a memoria ogni scena d’azione. Una volta tolta la divisa
torna a casa dall’amorevole nonna con la quale ancora vive. Ex
bello, ex playboy, ex uomo d’azione, NICOLA
O’SIC (Pietro Sermonti) è ora l’indolenza
fatta persona. Sposato con Maria Crocifissa e padre di due figli,
nella vita ha deciso di prendersela comoda. MARIA
CROCIFISSA (Giulia Bevilacqua) è agente di polizia ad
Apulia, ma anche moglie, cuoca, psicologa e mamma. Per l’esattezza
di tre figli, se si include il marito e collega Nicola, 14enne nel
corpo di un 40enne che ha preso il posto dell’uomo affascinate e
vitale che lei ha
sposato. TONINO (Dino
Abbrescia) ha un chiosco davanti alla Questura, luogo di
ritrovo prediletto di tutti i poliziotti. Ma è un personaggio solo
apparentemente ordinario e
mite. TOMMASO (Guglielmo
Poggi) lavora al commissariato come centralinista, è gay
ed è l’unico in paese ad aver fatto coming out. Vittimista senza
motivo: nessuno lo considera diverso, tranne lui
stesso. ANACONDA (Giovanni
Esposito) è il boss della zona “fuori Apulia”, ha una
grande passione per la cucina e un’ossessione: conquistare
Apulia
Luca
Miniero,regista e
sceneggiatore, ha dichiarato: «Una commedia che legge il
contemporaneo grazie ad uno strepitoso cast di attori. Una commedia
che racconta la nostra realtà e dimostra come il linguaggio della
commedia, sia probabilmente il più adatto, a descrivere le
contraddizioni del nostro tempo e del nostro paese. Una commedia
che rivela la sua originalità nella mescolanza dei generi, dalla
Commedia al Poliziesco».
«Cops conferma ed evolve
l’impegno di Sky nel filone comedy, genere molto apprezzato dal
nostro pubblico, puntando a costruire storie di successo, nel solco
di quanto facciamo già da più di un decennio con il drama», ha
dichiarato Nils Hartmann, Direttore Produzioni
Originali Sky Italia. «Un racconto di genere – prosegue –
che mescola il poliziesco alla commedia, con ingredienti
semplici, lavorati con grande originalità, e personaggi
perfettamente caratterizzati. Il tutto nel segno della qualità e
del talento di Luca Miniero e di uno straordinario gruppo di
attori, guidato da Claudio Bisio, la cui forza corale esalta il
valore di tutta la produzione. Ancora una volta, i migliori
talenti italiani trovano in Sky un ambiente altamente stimolante in
cui scrivere e raccontare le loro storie. In questo caso con lo
sfondo di un pezzo d’Italia bellissimo, anch’esso assoluto
protagonista».
Fabrizio
Ievolella, Amministratore Delegato Drymedia, ha
dichiarato: «Siamo partiti da un high concept svedese,
un film di successo con un’idea molto efficace, e abbiamo
sviluppato con Luca Miniero un racconto che unisce i generi comedy
e poliziesco in una scrittura brillante, valorizzata da un cast di
grandi attori capitanati da Claudio Bisio».
Cops – Una banda di
Poliziotti è diretta da Luca
Miniero, la sceneggiatura è di Luca
Miniero, Giulia
Gianni, Andrea
Magnani e Gina Neri. Ispirato
a Kops, film svedese del 2003, Cops – Una
banda di
Poliziottiè uno Sky
Original, prodotto da Sky e Drymedia con la produzione esecutiva di
Picture Show, in associazione con Memfis Film e il sostegno di
Apulia Film Commission, prossimamente in esclusiva su Sky
Cinema.
Tutti scegliamo chi amare e nella
vita vera l’amore è una cosa meravigliosa, ma se per lavoro ci
venisse imposto di fingere di amare qualcuno? E se questo qualcuno
fosse tra le persone che odiamo di più? Potrebbe essere
inconcepibile, ma provate a chiederlo a Ryan
Gosling, o a Leonardo DiCaprio, o ad
altri attori che si sono trovati costretti ad amare per ragioni di
copione attrici (o viceversa) con cui proprio non riuscivano ad
andare d’accordo.
Ecco 12 coppie di attori amanti al
cinema, ma nemici sul set.
[nggallery id=2609]
Alcune inimicizie sono leggendarie,
come quella tra Jennifer Grey e il compianto Patrick Swayze, altre invece sono davvero
strane, perché sono sfociate in appassionate e reali storie
d’amore, come quella tra Ryan Gosling e Rachel McAdams, o ancora
l’inimicizia tra Sophia Bush e Chad Michael Murray che si è risolta
in un brevissimo… matrimonio!
Qual è la coppia che, secondo voi,
nonostante i rapporti tesi sul set, ha mascherato meglio “l’odio”
per trasformarlo in alchimia romantica sullo schermo?
Luca Argentero è
il protagonista
di Copperman, il film
di Eros Puglielli con Antonia Truppo, Galatea Ranzi,
Tommaso Ragno, Gianluca Gobbi “Le cose non sono mai
quelle che sembrano e neanche io sono quello che sembro”.
Copperman ovvero Anselmo, è un
uomo che viaggia nel mondo con l’innocenza di un
bambino e il cuore di un leone. Abbandonato dal
padre, che lui crede un supereroe, Anselmo vive con
la madre (Galatea Ranzi) che a forza di ripetergli
quanto sia “speciale”, se ne è convinto
anche lui. E proprio come
Forrest Gump ha conservato nel tempo una
purezza infantile e il candore disarmante di chi non conosce la
diffidenza.
Il suo grande amore è Titti
(Angelica Bellucci/Antonia Truppo) conosciuta a scuola alle
10, 34 minuti e 12 secondi di un giorno speciale e poi
inghiottita da un’assenza troppo lunga. E poi c’è
Silvano (Tommaso Ragno), il fabbro del
paese, arrivato non si sa da dove, suo padre putativo
e mentore. Uno che ha poche parole e una pistola. E
che è diventato suo amico dalle 11 e 47 minuti del 12 aprile
1991. Grazie a lui, Anselmo
diventa Copperman.
Prodotto da Eliofilm con
Rai Cinema, in associazione con Notorious Pictures e
Minerva Pictures Group, il film sarà nei cinema dal 14
febbraio. Copperman è una
moderna favola per adulti, l’avventura di uomo che vive
il sogno di un bambino. Attraverso i suoi occhi la realtà
assume i colori delle fiabe, uno sguardo che neanche la
vita nei suoi aspetti più crudi riuscirà a intaccare.
Diretto da Eros
Puglielli (“Tutta La conoscenza del mondo”, “Occhi di
cristallo”, “Nevermind”), il film è sceneggiato da
Mauro Graiani, Riccardo Irrera, Paolo Logli, Alessandro
Pondi e accompagnato dalle musiche di Andrea
Guerra. Protagonista è
Luca Argentero (“Saturno contro”,
“Poli Opposti”, “Il grande sogno”, “A casa nostra” fra gli
altri) con Antonia Truppo (“Lo
spazio bianco”, “La doppia ora”, David di Donatello per “Lo
chiamavano Jeeg Robot” e “Gli
indivisibili”), Galatea Ranzi (“La
grande bellezza” e “La ragazza nella nebbia” fra i più
recenti), Tommaso Ragno (“La
Pazza gioia”, “Lazzaro
Felice”, “1993” e “Il Miracolo” per la
tv), Gianluca Gobbi (“Dogman”
e “La profezia dell’armadillo” i suoi ultimi film e il ruolo
di Paolo Villaggio in “Fabrizio De Andre’, Principe Libero”) e
i piccoli Sebastian Dimulescu e Angelica Bellucci.
Alla sua seconda prova da regista,
Marielle Heller si cimenta con il biopic, e dopo
aver raccontato l’adolescenza con Diario di una
teenager, con Copia Originale (titolo
italiano di Can you ever forgive me?) prova a
portare in scena un argomento altrettanto complesso e sfaccettato:
la paura dello scrittore di talento di uscire allo scoperto e di
mettere la faccia e il nome su quello che scrive.
Lo spunto nasce dall’autobiografia
di Lee Israel, scrittrice newyorkese che negli
anni ’80 ebbe discreto successo come autrice di biografie di
personaggi famosi e che all’inizio degli anni ’90 attraversò un
periodo buio e difficile, emotivamente ed economicamente, che la
spinse a commettere un crimine molto particolare. Forte del suo
talento e della sua conoscenza delle vite delle dive del passato,
Lee cominciò a falsificare lettere private di star, rivendendole
come originali. Non arrivò mai ad arricchirsi, ma riuscì per un
periodo a pagarsi l’affitto e, scoperta, scontò la sua pena. Alla
fine, decise finalmente di metterci la faccia, scrivendo la sua
stessa storia e liberando finalmente il suo talento.
Copia Originale
racconta di un’outsider che non è mai stata interessata a piacere
agli altri, cinica e respingente, una donna che vive in un mondo
che sta scomparendo, una New York immersa in una luce calda che
sembra costantemente volgere al tramonto, un personaggio che non si
limita mai, con le parole e con i bicchieri, tanto che saranno
queste le cause principali della sua “rovina”.
Questo personaggio così
anti-glamour non solo è in contrasto con l’immagine vincente e
accattivante di molte delle protagoniste di commedie e film di
rivincita/rinascita, ma si distingue anche da tutta una serie di
personaggi “negativi” e misantropi. Lo fa grazie alla delicatezza
dell’interpretazione di Melissa McCarthy.
L’indimenticata Sookie di Una mamma per amica
riesce a tirare fuori dalla sua Lee Israel delle
vene di malinconia, una simpatia intima, nel senso lessicale di
connessione, con lo spettatore che non si indentifica certo con
lei, ma che sente il suo disagio, il suo fastidio, il suo sentirsi
inadeguata, ma anche la sua voglia feroce di far capire al mondo
che è davvero brava.
Spogliandosi finalmente della
maschera comica sopra le righe con cui ha trovato la fortuna negli
ultimi anni, la McCarthy offre ai suoi fan la sua migliore
performance in carriera e fa, innegabilmente, la fortuna del film,
che pure si avvale di una fine sceneggiatura firmata da
Nicole Holofcener.
Al suo fianco, un altrettanto
delicato e malinconico Richard E. Grant aggiunge un personaggio
davvero interessante e complesso al panorama di caratteri che
l’attore stesso ha interpretato nel corso della sua carriera: un
omosessuale indeciso tra l’esibizionismo sfacciato e la pudica
discrezione, un’altra anima dolce, malinconica e sofferente,
l’unico personaggio abbastanza “sgradevole” da riuscire a stare
vicino alla Lee della McCarthy.
I due protagonisti e la scrittura,
più di qualsiasi altra cosa, rendono Copia
Originale una storia a suo modo romantica, ma anche
eroica, sul coraggio di spogliarsi dagli schermi e dagli schemi e
di far sentire la propria voce e scrivere le proprie parole.
Ci sono registi che non hanno paura
della serialità nè delle nuove modalità di fruizione offerte dai
servizi streaming. Il potenziale di perenne accessibilità di queste
piattaforme sembra aver donato nuova linfa all’estro creativo di
Nicholas
Winding Refn – mai spentosi veramente – che torna,
dopo Too Old To Die Young, ad approcciarsi a una
nuova idea di sodalizio audiovisivo: quello con Netflix, che
distribuirà la sua nuova serie Copenhagen Cowboy e
quello con una fetta di pubblico che continua a seguire il regista
e aspettava con trepidazione il suo approdo alla
Mostra del Cinema di Venezia 2022.
La Danimarca è il nuovo campo di
battaglia
La trama diCopenhagen Cowboysegue la giovane ed enigmatica eroinaMiu. Dopo una vita di servitù e sull’orlo di un
nuovo inizio,Miu(Angela Bundalovic)
attraversa l’inquietante paesaggio del mondo criminale di
Copenhagen. Alla ricerca di giustizia e di vendetta, incontra la
sua nemesi,Rakel (Lola Corfixen), e si imbarcano in un’odissea attraverso il
naturale e il soprannaturale. Il passato finisce per trasformare e
definire il loro futuro, mentre le due donne scoprono di non essere
sole, di essere molte.
Con Coppenhagen
Cowboy, Refn
torna a casa, nella sua Danimarca, ma lo fa
partendo dai bassifondi, o meglio, una loro rielaborazione
paradossalmente mitizzata. Spacciatori, assassini e trafficanti
d’armi innervano la capitale danese di una violenza spiazzante, che
stride con l’eleganza e l’afflato sovrannaturale incardinato dalle
giovani ragazze prigioniere di questo labirinto
infernale. Quest’ambientazione in cui tutto ciò che è illecito
trova concretezza è la base perfetta per una trama in cui
ambizione, avidità e inganno si fondono per consegnarci un dramma
shakesperiano ultramoderno. In fondo, se
Shakespeare scrivesse oggi, non scriverebbe di
famiglie reali, ma di crimini, ha dichiarato Refn
in conferenza stampa.
Refn
mette a punto una narrazione seriale che ha come fondamento il
viaggio dell’eroe e gli archetipi favolistici, ma è la
contrapposizione tra reale e irreale a seguire la sua protagonista
in divenire. Copenhagen Cowboy è un western, ma
anche una favola noir: il risultato di una commistione di generi
che scatenano una reazione spontanea non solo nello spettatore, ma
anche nel regista e nella sua protagonista, tra cui si instaura un
sodalizio dialogico basato sulla sinuosità della cinepresa e
sull’estensione linguistica che ne diviene il corpo di
Miu: non a caso, l’attrice Angela
Bundalovic ha un passato da ballerina.
Il tipico protagonista silenzioso e
solitario di Refn
– a cui ci siamo affezionati soprattutto con
Drive – in questo caso è Miu, una
ragazza di 19 anni che si addentra nella malavita di
Copenhagen e che, come tanti eroi del Western,
sembra non avere una backstory. Miu non conosce passato, ma vive
nel presente, è una figura esile e intoccabile che è passata di
mano in mano, ritenuta un sarcofago di verità assolute, sfruttata
per la sua presunta abilità di portare fortuna ed esaudire i
desideri che non attecchiscono nella vita reale.
Miu è l’evoluzione
in scala grande di tutti i protagonisti di Refn,
che assume connotazioni femminili plurime, poi sviscerate tramite
il confronto con molteplici variazioni del femminile che troverà
lungo la via: villain, comprimarie, potenziali amiche, alla stregua
di una narrazione da cinecomic. Miu non è
tanto una personalità, non le si attribuiscono parole: si lascia
che esista e la si segue, accompagnandone la ricerca dei molti
significati che risiedono nella sua interiorità. Il suo linguaggio
viene dal silenzio, dall’immobilità: Miu non usa
le parole, ma la musica, i colori e le luci – abbracciando
pienamente le inquadrature musicali di Refn
– per parlarci. Non saremo noi a trovare Miu, sarà
lei a venire da noi.
Magnus Jønk Nordenhof – Courtesy of Netflix
Copenhagen Cowboy: il potere del
silenzio
Il potere metafisico della
femminilità, sublimato dai virtuosismi tecnici e fotografici di
Refn,
trova in Copenhagen Cowboy una completezza
inedita, forte di un’ambientazione che è specchio naturale del
pericolo e dell’inganno, delle fantasie oscure che si celano dietro
a ogni variazione della femminilità mostrataci da Refn.
Miu è come un
angelo caduto brutalmente in terra, personalità enigmatica di una
giovane donna approdata in questo mondo, ma non per scelta sua. Se
nel corso della storia inizia a capire di più su ciò che è, parte
del merito va alla meravigliosa Angela Bundalovic,
che archivia nella sua fisicità tutti gli abusi subiti da
Miu, un crescendo tensivo che non trova fine se
non nell’esplosione enfatica di un corpo che balla, prima ancora di
parlare.
Come ogni buona protagonista che si
rispetti, Miu è particolarmente interessante
perchè ha una nemesi: Rakel, interpretata dalla
figlia di Refn,
che – a differenza di Miu – proviene da una
pseudofamiglia, ma è ugualmente apprezzata e sfruttuta nei limiti
della sua utilità per gli altri. L’unico momento in cui
Miu reagisce emotivamente a qualcosa è proprio
quando Rakel fa sentire la sua presenza: intuiamo
che c’è qualcosa di molto profondo tra di loro e che, nelle future
stagioni, potrebbero percorrere strade parallele. L’energia di
entrambi i personaggi è stata rinchiusa e confinata fino al loro
incontro: un’inizio, più che una resa dei conti, un’unione rabbiosa
che non fa che confermare quanto Refn
lavori bene sui personaggi femminili, da dopo The Neon Demon.
L’avventura di Miu
in Copenhagen Cowboy cerca di trovare una strada
tra le luci al neon di Refn, per poi essere soffocata
dall’angosciante synth di Cliff Martinez, tracce
musicali così rimbombanti da rischiare di minare ulteriormente la
bussola morale di Miu. Eppure, proprio quando
tutto sta per esplodere, Refn ricorda agli
spettatori che ci sono pochi registi così bravi a manipolare la
tensione e ritorcerla in un istante: così si disvela il segreto di
Miu, manifestando che la poesia del cinema sta nel
silenzio e nell’immobilità, non nell’accelerazione sfrenata e nella
ricerca continua di parole e significati.
Focus World ha diffuso online il
trailer ufficiale di Cop Car, nuovo
action/thriller diretto da Jon Watts
(Clown) e con protagonista Kevin Bacon.
Il film uscirà in America il 7 agosto. Potete
vederlo di seguito:
Presentato in anteprima all’ultimo
Sundance Film Festival,Cop Car
racconta la storia di due adolescenti che decidono di entrare in
possesso di un auto della polizia abbandonata in una radura
sperduta. Un giorno, però, il pericoloso sceriffo della contea
(interpretato da Bacon) decide che è arrivato il momento di
reclamare l’autovettura, a qualunque costo.
Nel cast troviamo anche Shea
Whigham, Camryn Manheim, James Freedson-Jackson e Hays Welford.
L’Ultimo Dominatore dell’Aria sta per uscire, e M. Night
Shyamalan ha già pronto un nuovo script, e sembra che abbia già
contattato un trio di attori di tutto rispetto per il cast: Bradley
Cooper, Gwyneth Paltrow e… Bruce Willis!
Nulla si sa della trama della sua nuova pellicola che – se
L’Ultimo Dominatore dell’Aria andrà bene al botteghino – girerà
prima di rimettersi al lavoro sul sequel del kolossal fantasy (il
regista ha in programma un’intera trilogia per il film tratto dal
cartoon della Nickelodeon), tuttavia il blog dell’Hollywood
Reporter Heat Vision rivela che ci sarebbe già un cast. O meglio,
una serie di attori contattati dal regista per formare quello che
potrebbe essere il cast del film.
Si tratterebbe nientemeno che di Bradley Cooper, Gwyneth Paltrow
e Bruce Willis – il quale si riunirebbe con Shyamalan dopo il
successo del Sesto Senso e Unbreakable, che hanno lanciato il
regista ormai diversi anni fa.
Per ora nessuno, salvo alcuni dirigenti fidati delle major
principali, ha letto lo script. Vi terremo informati: sicuramente
con l’avvicinarsi di luglio e dell’uscita dell’Ultimo Dominatore
dell’Aria ne sapremo di più…
Ryan Reynolds (il prossimo Lanterna
Verde e già Deathpool in X-Men) e Bradley Cooper (fantastico Sberla
in A-Team) interpreteranno una commedia d’azione scritta da Sheldon
Turner, già autore di Tra le nuvole.
Dopo l’annullamento
di ARF! il Festival del Fumetto di Roma
– a causa dell’emergenza Coronavirus –
rimandando la sesta edizione a maggio 2021, gli organizzatori
(definiti da sempre ARFers) tornano
al Mattatoio, il Museo d’arte contemporanea di
Testaccio, per presentare da venerdì 20 novembre a
domenica 22 QUALCOS’ALTRO, un
intero weekend di mostre dedicate al fumetto, concepite come
esperienza totalizzante e immersiva.
Una grande
esposizione, allestita nel Padiglione 9B, con le tavole
originali di Darwyn Cooke – uno dei veri
innovatori del medium fumetto – mostrate per la
prima volta assoluta in Italia, le copertine di Dave
Johnson, il poliedrico artista contemporaneo di comic
book, asceso alla fama internazionale grazie a un capolavoro
come Superman: Red Son, le riflessioni e
avventure/disavventure dei personaggi di Silvia
Ziche e le tavoledegli
oltre 80 autori del libro COme
Vite Distanti.
Silvia
Ziche, che illustra il manifesto dell’esposizione, è senza
ombra di dubbio una delle più affermate fumettiste italiane.
Autrice Disney sin dal 1991, una firma costante del
settimanale Topolino, ha creato storie a fumetti e
vignette satiriche anche
per Linus, Smemoranda, Comix e Cuore.
Pubblica i suoi
lavoricon i più importanti editori
italianitra i quali Einaudi, Rizzoli, Mondadori,
Feltrinelli Comics e Sergio Bonelli Editore che l’hanno portata e
tante prestigiose collaborazioni che
includono Vincenzo
Cerami e Luciana Littizzetto.
E’ però per il settimanale Donna Moderna che
crea Lucrezia, probabilmente il suo
personaggio più celebre, considerato suo alter-ego, di cui, dal
2006 ogni settimana, racconta le riflessioni, le
avventure/disavventure, le crisi sentimentali. E proprio con
Lucrezia, Silvia Ziche oltrepassa il costume e la satira, toccando,
attraverso libri come E noi dove
eravamo? o L’allegra vita delle quote
rosa tematiche tanto femminili quanto femministe: la
lotta delle donne per l’emancipazione e la libertà, l’eradicazione
del concetto stesso di patriarcato impresso nel nostro retaggio
culturale. Un “attivismo disegnato” che non utilizza slogan, ma le
matite, lo humour, l’acume e la sensibilità della
pluripremiata autrice veneta.
Darwyn
Cooke l’autore canadese, prematuramente scomparso, è
stato uno dei veri innovatori
del medium fumetto, grazie al suo inconfondibile
stile retrò che ha rielaborato in chiave moderna gli stilemi del
noir e del fumetto supereroistico degli anni ’40, ’50 e
‘60. La mostra delle sue tavole originali a
Roma, esposte per la prima volta assoluta in Italia,
ripercorre tutto il suo percorso artistico,
da Batman, Catwoman e
tutte le leggende della DC Comics (The New
Frontier) fino a The
Spirit e i mutanti della Marvel, includendo momenti più
adulti come
il Parkerdello
scrittore Richard Stark o
i Minutemen tratti
dal Watchmendi Alan
Moore.
L’opera
di Darwyn Cooke (1962-2016), vincitore
di tredici Eisner Awards, otto Harvey Awards e cinque Joe Schuster
Awards, prosegue idealmente quel filo tematico inaugurato da ARF!
nel 2019 con la mostra di Frank
Quitely, cioè la ricerca di una personalissima cifra
stilistica “autoriale” applicata alle grandi icone POP del
fumetto mainstream nordamericano: «Se
c’è stata una costante nella carriera di Darwyn Cooke è
stata la coerenza nel restare sempre lontano dalle
mode. Non le ha mai inseguite, proprio come fanno gli
innovatori, ma non le ha mai nemmeno dettate, perché è
stato un disegnatore e un
autore letteralmente inimitabile» (Fumettologica).
Dave
Johnson, classe 1965, è uno dei più poliedrici artisti
contemporanei di comic book (scrittore, disegnatore, colorista,
inchiostratore, letterista, designer) che collabora regolarmente
con Marvel, DC Comics e Dark Horse,
asceso alla fama internazionale grazie a un capolavoro
come Superman: Red
Son di Mark
Millar. La mostra al Mattatoio celebra quella
specifica parte del suo lavoro per cui è stato consacrato nel
mondo: la sua attività da copertinista. Capaci di
raccontare ed evocare interi mondi, di definire la linea editoriale
stessa delle collane in cui vengono pubblicate, le straordinarie
copertine di Johnson – grazie al proprio segno riconoscibilissimo e
all’impressionante senso grafico nella gestione di equilibri e
spazi – attraversano senza soluzione di continuità personaggi e
generi: Batman, Superman, Hellboy, Lucifer, Deadpool, 100
Bullets, Harley Quinn e tanti
altri, esposti con studi preparatori e illustrazioni
inedite, mai viste prima in Europa.
Infine, la mostra
dedicata al libro COme Vite
Distanti, ideato e prodotto
da ARF! in collaborazione
con PressUP durante il lockdown della
scorsa primavera, i cui 62.385
euro raccolti grazie alla sua vendita on-line sono
stati interamente donati all’INMI Lazzaro Spallanzani di Roma per
l’emergenza Covid e la ricerca. Introdotta dalla penna
di Alessandro Baricco, la mostra
presenta tutte le tavole del volume con oltre 80 dei
maggiori autori del panorama nazionale tra i
quali Milo
Manara, Gipi, Zerocalcare, Manuele
Fior, Fumettibrutti, Giuseppe
Palumbo, Sio, Sara
Pichelli, Zuzu, Mirka
Andolfo e Paolo Bacilieri,
coinvolti “coralmente” in un’unica storia, per quella che è stata
unanimemente riconosciuta da lettori e critica come l’espressione
più alta di coesione e generosità di un’intera categoria
professionale italiana.
ARF!
presenta: QUALCOS’ALTRO! è un intero weekend di
mostre dedicate al Fumetto, concepite come esperienza totalizzante
e immersiva, nel cui bookshop i visitatori potranno trovare tutti i
titoli degli autori esposti, un catalogo esclusivo (acquistabile
solo ed esclusivamente durante i tre giorni dell’evento) e
una specialissima tiratura di COme Vite
Distanti, fresco vincitore del
Premio Boscarato 2020 assegnato dal Treviso Comic Book
Festival.
“ARF!
presenta Qualcos’altro” è promosso da Roma Capitale – Assessorato
alla Crescita Culturale e Azienda Speciale Palaexpo, con il
sostegno della Regione Lazio; ARF! e Comicon fanno parte
dell’Associazione nazionale RIFF – Rete Italiana Festival del
Fumetto.
La
rassegna fa parte di Romarama, il programma di eventi culturali di
Roma Capitale.
ARF!
presenta: QUALCOS’ALTRO!
Mattatoio –
Padiglione 9B, piazza Orazio Giustiniani n. 4, Roma.
Orario: venerdì,
sabato e domenica dalle 10:00 alle 20:00 (ultimo ingresso
19:30)
Sono davvero poche le star che non
usano la controfigura. Tutte, chi per motivi di sicurezza e chi per
ragioni diverse (dettagli del corpo o inquadrature particolari)
indulgono in un doppio che possa fare un po’ del loro lavoro. Ecco
nella nostra gallery alcune delle coppie
controfigure/attore-attrice più gettonate: [nggallery id=655]
Un paio di immagini
appartengono quasi alla storia del cinema, come i film cui fanno
riferimento. Parliamo degli scatti fatti sul set di
Indiana Jones con Harrison
Ford e del Ritorno dello Jedi
con Carrie Fisher, ma ci sono anche coppie che
hanno fatto discutere, come nel caso della controfigura di
Natalie Portman ne Il Cigno
Nero, la ballerina professionista Sarah
Lane, che ha addirittura accusato la Portman di non
meritare l’Oscarper il ruolo in quanto lei aveva prestato il suo
corpo a tutta la parte ballata (fondamentale) del film. Tra gli
attori che si servono di controfigure c’è anche l’insospettabile
Sposa, Uma Thurman, che sul set di Kill
Bill si è servita di un ‘doppione’. Ancora, Tom
Cruise sarà scapestrato, ma le corse in motocicletta le
affida ad uno stuntman, con buona pace delle sue fan,
preoccupatissime ogni volta che l’attore sfida la forza di
gravità.
Arriva il primo premio da Venezia.
Si tratta della sezione di Controcampo italiano per la quale è
stato premiato ‘Scialla!’, il film d’esordio di Francesco
Bruni.
La sezione, ricordiamo, è
interamente dedicata al cinema italiano. Il film racconta di un
professore (Fabrizio Bentivoglio) che si e’ ridotto a scrivere
biografie di calciatori e personaggi tv e che esce dal suo
volontario isolamento quando deve confrontarsi con un figlio che
non sapeva di avere, Luca (Vinicio Marchioni), quindicenne
irrispettoso. Il premio ottenuto dal film è stato motivato dalla
volontà del regista di raccontare, attreverso una solida scrittura,
una storia importante che percorre temi delicati quali i legami
familiari con il linguaggio vincente della commedia
intelligente.
Ironia, azione e dramma sono i tre
elementi che il regista islandese Baltasar Kormàkur unisce, mescola
e ri-impasta in Contraband. Eh sì, pur trattandosi
di un film a basso budget, solo 25 milioni di dollari, sotto alcuni
aspetti sembra che il cineasta abbia unito più elementi senza far
combaciare alla perfezione gli ingranaggi.
Contraband regala
agli spettatori una bella avventura, a volte mozzafiato, sul
tentativo di Chris Farraday (Mark
Wahlberg) di riscattare Andy (Caleb Landry
Jones), fratello piccolo della sua sposa, che immischiato
in affari loschi, non porta a termine come previsto il suo compito
e si trova in debito con lo spietato boss Timm Briggs
(Giovanni Ribisi). L’alta morale e il senso di
protezione di Farraday lo porteranno ad occuparsi del cognato e a
riaprire un capitolo che doveva rimanere totalmente chiuso: il
contrabbando. Così, grazie ai contatti del padre, personaggio
rispettato nel mondo mafioso ma bloccato in carcere a vita, riesce
a imbarcarsi in una nave cargo per raggiungere Panama e ottenere la
somma di denaro necessaria per rimettere le pedine nella posizione
di stasi.
Gli imprevisti non mancano, ma da
buon film che ha ottenuto 70 milioni di dollari al botteghino negli
States, il buon e intraprendente Farraday riesce a cavarsela e da
salvatore della situazione scioglie ogni enigma e riporta le cose
alla fase di allegria e leggerezza con cui inizia il film. Il cast
di Contraband è di grande spessore, e Mark Wahlberg, attore protagonista e
produttore del film, vede al suo fianco un’interpretazione compiuta
e affascinante di Ben Foster nel ruolo del suo migliore amico
Sebastian Abney e un arrogante a cattivissimo Giovanni Ribisi nei
panni di Tim Briggs.
Nonostante dei protagonisti di alta
fama internazionale, i personaggi di Contraband
sembrano non essere sviluppati all perfezione e si incastrano con
difficoltà nella trama del film piuttosto scontata. Tim
Briggs al comando della sua gang, appare come un uomo
sprezzante e senza scrupoli che però si trasforma in un docile
agnellino al cospetto di Sebastian Abney. Quest’ultimo dal canto
suo, malgrado la posizione rivestita di imprenditore alla luce del
sole e vero boss di traffici illeciti nella sua realtà, appare come
un dandy che si circonda di bellezze effimere, alcolista nei suoi
periodi di difficoltà, amico fedele e imprescindibile per Farraday
ma al contempo alto traditore, viscido negli atteggiamenti e non
così sottile nei ragionamenti come potrebbe sembrare.
Contraband girato
tra New Orleans e Panama City diventa accattivante nelle scene di
combattimento.
L’intervista a Mark Wahlberg,
protagonista di Contraband, il nuovo thriller con
Mark Wahlberg, Kate Beckinsale, Ben Foster e Giovanni Ribisi. Al
cinema nel 2012. Contraband: dal 27 luglio 2012 al cinema.
Chris Farraday è un ex marinaio che è stato licenziato dalla nave
su cui lavorava a causa della sua abitudine a contrabbandare merci
rubate a New Orleans. Nonostante negli anni sia riuscito a
costruirsi una vita onesta è costretto a tornare nel mondo nella
criminalità per proteggere la moglie, la figlia e il cognato dopo
che quest’ultimo per evitare di essere arrestato ha buttato in mare
preziosa merce illegale.
L’intervista a Ben Foster,
protagonista di Contraband, il nuovo thriller con Mark Wahlberg,
Kate Beckinsale, Ben Foster e Giovanni Ribisi. Al cinema nel 2012.
Contraband: dal 27 luglio 2012 al cinema.
Si intitolerà Last Minute, Continuum 3×13,
l’atteso tredicesimo episodio della terza stagione della serie
tv del network Syfy con protagonista Rachel
Nichols.
In Continuum 3×13, Kiera e i
Liber8 uniscono le forze per fermare un Alec assetato di
potere. Kiera e John Doe realizzano a cosa la loro
relazione è destinata, mentre Scar Alec sacrifica il suo
desiderio conquistato a fatica per una vita più semplice.
Si intitolerà The Dying
Minutes, Continuum 3×12, il dodicesimo episodio
della terza stagione della serie del network Syfy con
protagonista Rachel Nichols, nel ruolo di una
poliziotta che, dal 2077, torna indietro nel tempo insieme con un
gruppo di ribelli-terroristi.
In Continuum
3×12, Kiera e John Doe
pongono fine ai Freelancers. Intanto
Scar Alec viene salvato dalla struttura Freelancer e Carlos
porta equilibrio di nuovo tra Dillon e
il VPD.
Continuum è una serie
televisiva di fantascienza canadese, trasmessa dal
27 maggio 2012 sul canale Showcase.In Italia la serie ha
debuttato sul canale satellitare AXN Sci-Fi il 12
giugno 2013, mentre in chiaro su Rai 4 dal 10 ottobre
2013.
Tratta del
conflitto tra un gruppo di ribelli-terroristi e una poliziotta
che, viaggiando indietro nel tempo, giungono dall’anno 2077 al
2012.
Un gruppo di ribelli, condannati alla pena di
morte per atti di terrorismo, fugge dalla propria
esecuzione viaggiando indietro nel tempo dall’anno 2077 fino al
2012; Kiera Cameron, un Protettore (agente di polizia di
una Vancouver del futuro) è involontariamente trasportata
insieme ai ribelli indietro di 65 anni.
Con l’obiettivo di rintracciare il gruppo (chiamato “Liber8”) e
fermare i suoi tentativi di cambiare il passato – e di conseguenza
anche il futuro –, Kiera si unisce al dipartimento di polizia della
Vancouver del 2012, sfruttando in segreto anche l’aiuto del giovane
esperto tecnologico Alec Sadler, che le fornisce in tempo reale
informazioni e contatti necessari per operare nel tempo presente
nonostante la sua mancanza di credenziali ufficiali.
Si intitolerà 3 Minutes to
Midnight, Continuum 3×11, la serie del network
Syfy (trasmessa originariamente in Canada da Showcase e in Italia
su AXN Sci-Fi) con protagonista Rachel
Nichols.
In Continuum
3×11, Kiera scopre
la verità su John Doe mentre Alec deve
fare una scelta davvero molto difficile. A
seguire vi lasciamo con il video promozionale dell’episodio e la
galleria fotografica.