Home Blog Pagina 321

Future Film Festival 2023: le prime anticipazioni

0
Future Film Festival 2023: le prime anticipazioni

È un vero e proprio big dell’animazione mondiale, Bill Plympton, ad aprire la 23esima edizione del Future Film Festival, il principale evento italiano dedicato al cinema d’animazione, VFX, realtà aumentata, gaming e media arts, a Bologna (15-19 novembre) e Modena (24-26 novembre). In programma una world première, un firmacopie e una masterclass insieme a questo autentico mito intergenerazionale. Plympton, noto come l’ultimo vero autore indie nel mondo dell’animazione, apre il Festival con l’anteprima mondiale di Slide, ultima versione del suo ultimo lavoro, un comedy musical western denso di comicità nera, interamente disegnato a mano.

Il regista ha infatti voluto rielaborare la pellicola, già presentata lo scorso giugno al Festival internazionale del film d’animazione di Annecy. Il risultato non è solo una versione director’s cut. Nelle intenzioni dell’autore è un nuovo film, la riscrittura di un’opera a cui è particolarmente legato, finanziata grazie al crowdfunding. Come scrive lui stesso nella presentazione del suo progetto: “Cresciuto tra gli alti boschi dell’Oregon, volevo creare un western ambientato tra le montagne ricoperte di foreste. Sono passati 50 anni, ho ricevuto nomination agli Oscar e vinto premi al Festival di Cannes, ed è ora di realizzare un sogno d’infanzia”.

Bill Plympton presenta questa nuova versione di Slide mercoledì 15 novembre, alle 20.30, all’interno di DumBO, l’ex scalo ferroviario trasformato in un distretto creativo, nuova sede bolognese del festival. Il giorno dopo incontra il pubblico durante un firmacopie, mentre venerdì 17 dirige una masterclass dedicata al making of Slide. L’occasione per raccontare i retroscena e i segreti di produzione, dare consigli e offrire un punto di vista indipendente sull’industria creativa dell’animazione.

Road To Portugal – caminho para Portugal 

The next big thing nel mondo dell’animazione: in un mercato storicamente dominato da altri paesi, il Portogallo sta emergendo con forza, trainato da capolavori come “Ice Merchants”, di João Gonzalez, e “Tio Tomás, A Contabilidade dos Dias”, di Regina Pessoa. Non è un caso se nel 2024 sarà il paese ospite del Festival internazionale del film d’animazione di Annecy. Ma prima tocca al Future Film Festival, che ha coinvolto i più giovani registi portoghesi e organizzato intorno a loro un focus dedicato a questo paese, con l’importante collaborazione dello studio Tecnica Mista e dell’Ambasciata del Portogallo in Italia.e

Già mercoledì 15, giorno di apertura di FFF, il pubblico può incontrare Vier Niev, del collettivo Cola Animation, regista indipendente e animatore di cortometraggi, esperienze VR/AR e mostre d’arte. In programma, alle 18, anche la proiezione di cortometraggi prodotti dallo studio. A partire dalle 19.30 si brinda al Portogallo durante il cocktail di apertura della 23esima edizione del FFF. L’inaugurazione ufficiale della rassegna è dedicata proprio ai 100 anni dell’animazione portoghese.

Giovedì, alle 15, l’ospite d’onore è Fernando Galrito, direttore del Monstra Festival, che presenta una serie di corti di animazione che raccontano l’evoluzione del settore dalle origini, nel 1923, ai nostri giorni. Più tardi, alle 16.30, Galrito partecipa a una tavola rotonda insieme ad altri “pesi massimi” come Josè Maria Ribeiro, regista del film Nayola, in concorso al FFF e Roberto Vecchi, docente di portoghese all’Università di Bologna.

Alle ore 19, dopo avere raccontato lo stato dell’arte dell’animazione portoghese, spazio all’opera d’esordio di José Maria Ribeiro, Nayola, presentato in anteprima in Italia: un caleidoscopico e sovversivo affresco sociale che racconta la guerra che ha dilaniato l’Angola, paese d’origine del regista, attraverso le voci di tre donne di generazioni differenti: la nonna Lenena, la figlia Nayola e la nipote Yara.

Anche a Modena, seconda sede del FFF, il Portogallo è protagonista con un doppio appuntamento al Cinema Astra: sabato 26 novembre si proiettano le opere più rappresentative, dal 1923 ad oggi, dell’animazione portoghese, a cura del Monstra Festival, seguite alle ore 20 da Nayola, il film presentato in concorso a Bologna.

Cinema Selfmade, sweded e sperimentale

“Be Kind, Remake!”, ovvero il filone amatoriale uno dei temi portanti di questa edizione, nata sotto il segno del quasi omonimo capolavoro di Michel Gondry, Be Kind Rewind. La pellicola, dedicata al cinema sweded, fatto a mano, con povertà di mezzi e ricchezza di ispirazione, viene proiettata giovedì 16 novembre, alle 22, anticipata dal documentario Michel Gondry, Do It Yourself di François Nemeta. Lo presentail noto critico cinematografico Roy Menarini.

Al pubblico, su prenotazione, il Festival offre una piccola chicca, un laboratorio di cinema handmade realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Si partecipa creando da zero il proprio cortometraggio con materiale di recupero, utilizzando la tecnica a passo uno. Appuntamento ogni giorno (dal 15 al 19 novembre), e per tutto il giorno, dalle 10 alle 20, nello Spazio Be Kind, Remake!, una sala attrezzata con monitor e strumentazioni “del mestiere”, dedicata alle produzioni degli studenti, in collaborazione con Blockbuster Bend (Oregon – USA), l’Accademia di Belle Arti di Bologna e Demetra Formazione.

In questo contesto, venerdì 17, riflettori puntati sull’evento Archeologia futura: alle 19 si presentano i lavori degli studenti del primo, secondo e terzo anno dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, che con la guida di Maurizio Finotto, docente e grande collezionista di opere sweded, hanno realizzato vari corti originali, ispirati ai caposaldi del cinema. Subito dopo si proiettano due lavori fuori concorso, nel segno dell’ucronia di ispirazione preistorica, ovvero Incanto La Leggenda, di Massimo Finotto, e Pablo di Neanderthal, di Antonello Matarazzo, alla presenza dello scrittore Ermanno Cavazzoni e di Bruno Di Marino, storico dell’immagine in movimento.

La serata continua e si tinge di noir, in perfetto stile venerdì 17, con la proiezione di tre lungometraggi da brivido: alle ore 20,30 si parte con la premiere italiana di Junk Head, di Takehide Hori (Giappone, 2021), seguito da, alle ore 22,30, un’altra premiere, Unicorn Wars di Alberto Vazquez (Francia, Spagna, 2022).

Per chiudere la triade, alle ore 24 Mad God di Phil Tippett (USA, 2021). La maratona horror prosegue tutta la notte con dei grandi classici dei maestri del brivido e agli spettatori che rimarranno fino alla mattina verrà offerta la colazione.

Alla frontiera tra umano, artificiale e post-umano

Non solo disegni fatti a mano in stile Bill Plympton, pupazzi che si muovono a passo uno, effetti speciali old fashioned. Il FFF apre la porta alla realtà virtuale e aumentata, attraverso le opere italiane e internazionali del concorso New Frontiers, al quale è dedicato un premio: il pubblico indossa il casco e si immerge nelle simulazioni, scopre proposte adatte a nuove piattaforme, mixed media, installazioni multimediali, performance. Si immerge nel futuro. Infatti, è nella natura del FFF integrare nuovi linguaggi, cogliere le sfide dell’umano e del post-umano. A partire dall’opera scelta per rappresentare questa edizione, creata da Mr Jose, alias di Josè A. Hernandez, che utilizza l’intelligenza artificiale – e in particolare Midjourney – come una penna con cui scrive scene immaginifiche. La locandina del Festival fa parte di una serie, “AIdeal world”, protagonista di una mostra dedicata all’interno della manifestazione. Tutti questi stimoli aprono a riflessioni mai banali,come quelle portata all’interno del festival da Gianluigi Bonanomi, giornalista hi-tech animatore di un talk intitolata “Sette film (non sci-fi) per capire l’Intelligenza Artificiale”, in programma sabato 18 novembre, alle 16. Una conversazione che parte da pellicole come Karate Kid, Indiana Jones, Non ci resta che piangere, passando perfino per Mr Bean, per andare alla radice della differenza tra umanità e algoritmo. Infine, il 25 novembre, a Modena, torna l’hackathon, uno dei must del FFF. Il laboratorio aperto, ex centrale elettrica, si prepara ad essere invaso da giovani sviluppatori e realizzatori di videogame, in una speciale edizione con un tema che verrà svelato in prossimità dell’evento. La due giorni modenese è dedicata al gaming, ma anche alla realtà aumentata e virtuale e in generale alla gamification. L’iniziativa è organizzata da Doc Servizi e dalla sua area Doc Games, Comics & Cartoons, in collaborazione con l’Associazione Amici del Future Film Festival, e con il sostegno del Comune di Modena.

La 23esima edizione del Future Film Festival sarà ad ingresso gratuito grazie al supporto di Conad ad eccezione di masterclass e workshop, che saranno invece a pagamento. Le iscrizioni verranno aperte mercoledì 20 ottobre 2023.

Napoleon: il secondo trailer italiano

0
Napoleon: il secondo trailer italiano

È stato diffuso un nuovo trailer di Napoleon, l’epico film diretto da Ridley Scott sul condottiero e Imperatore francese interpretato da Joaquin Phoenix.

Napoleon: il cast del film con Joaquin Phoenix

Accanto a Phoenix, Napoleon vede Vanessa Kirby nei panni dell’imperatrice Joséphine, Tahar Rahim nei panni di Paul Barras, Ben Miles nei panni di Caulaincourt, Ludivine Sagnier nei panni di Theresa Cabarrus, Matthew Needham nei panni di Lucien Bonaparte, Youssef Kerkour nei panni del maresciallo Davout, Phil Cornwell nei panni di Sanson ‘The Bourreau, Edouard Philipponnat nei panni dello zar Alessandro, Paul Rhys nei panni di Talleyrand, John Hollingworth nei panni del maresciallo Ney, Gavin Spokes nei panni di Moulins e Mark Bonnar nei panni di Jean-Andoche Junot.

Ridley Scott dirige da una sceneggiatura di David Scarpa. Il film è una produzione congiunta tra la produzione di Apple Studios e Scott Free Productions. Ridley Scott e Joaquin Phoenix producono insieme a Kevin Walsh e Mark Huffam mentre Michael Pruss e Aidan Elliott sono i produttori esecutivi. Napoleon racconta l’epica ascesa e caduta dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte, interpretato dal premio Oscar Joaquin Phoenix e diretto dal leggendario regista Ridley Scott. Il film ripercorre l’inarrestabile scalata al potere di Bonaparte attraverso la burrascosa relazione con il suo unico vero amore, Giuseppina, mostrando le visionarie strategie politiche e militari del grande condottiero in alcune delle scene di battaglia più realistiche e spettacolari mai realizzate.

Napoleon racconta l’epica ascesa e caduta dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte, interpretato dal premio Oscar® Joaquin Phoenix e diretto dal leggendario regista Ridley Scott. Il film ripercorre l’inarrestabile scalata al potere di Bonaparte attraverso la burrascosa relazione con il suo unico vero amore, Giuseppina, mostrando le visionarie strategie politiche e militari del grande condottiero in alcune delle scene di battaglia più realistiche e spettacolari mai realizzate.

Ferrari: il trailer italiano del film di Michael Mann

0
Ferrari: il trailer italiano del film di Michael Mann

Leone Film Group, Rai Cinema e 01 Distribution hanno diffuso il trailer italiano di FERRARI (leggi la recensione), dal regista quattro volte candidato all’Oscar®, qui anche sceneggiatore, Michael Mann, con il candidato all’Oscar® Adam Driver, il Premio Oscar® Penélope Cruz, Shailene Woodley, Patrick Dempsey. 

Dopo film di culto come Heat, L’ultimo dei Mohicani, Collateral, Nemico pubblico, Miami Vice, Ali, Thief, Insider – Dietro la verità, Michael Mann si misura con il genio, le ossessioni e la complessità di un uomo che ha costruito un mito senza tempo, e con l’affascinante e spietato mondo delle corse automobilistiche degli anni Cinquanta.

Modena 1957. Enzo Ferrari, ex pilota e costruttore delle auto più famose al mondo, sta vivendo una crisi personale e professionale. L’azienda che dieci anni prima aveva creato dal nulla è in grave difficoltà e anche il matrimonio con la moglie Laura sta diventando sempre più tempestoso dopo la morte del loro unico figlio Dino e la scoperta dell’esistenza di Piero, il figlio che Ferrari aveva avuto da una relazione extraconiugale. In cerca di riscatto, il “Drake” decide di puntare tutto su una gara di velocità che si disputa in Italia: la leggendaria Mille Miglia.

Prodotto da STX Entertainment, FERRARI è un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema e uscirà al cinema il 14 dicembre 2023 con 01 Distribution.

Tony Stark e Natasha Romanoff sono morti ora nella timeline del MCU

0

Il 16 e il 17 ottobre 2023 sono due date importantissime nella timeline ufficiale del MCU. Sono infatti le date di morte di Natasha Romanoff e di Tony Stark. Basandoci sulla cronologia ufficiale Marvel, che viaggia con qualche anno di anticipo sulla vita vera, ci troviamo adesso nel momento in cui c’è stata la grande battaglia contro Thanos vista in Avengers: Endgame.

Dopo che i Vendicatori hanno attraversato il tempo e lo spazio per raccogliere tutte le Gemme dell’Infinito, quando Natasha perde la vita su Vormir, gli Eroi più Potenti della Terra si sono ritrovati in uno scontro finale contro una versione di Thanos di una linea temporale precedente. A conclusione del combattimento, Tony Stark riesce a rubare le Gemme dal guanto di Thanos e le utilizza per distruggerlo. Il gesto gli costa la vita.

Anche se sono passati ormai anni da quando il sacrificio di Tony è stato visto per la prima volta sullo schermo, resta un momento molto commovente, forse il più importante del MCU fino a questo momento. Ovviamente con Tony Stark il MCU ha avuto inizio, e vederlo morire, anche per una causa così grande, è stato un duro colpo per tutti i fan.

Tony e Natasha sono stati un punto di riferimento molto importante nel MCU, ricoprendo dei ruoli opposti. Anche se entrambi sono sempre stati abbastanza mutevoli nelle loro posizioni e nel loro modo di agire, hanno sempre avuto un obbiettivo comune anche quando in Civil War si sono schierati separatamente. Sono morti così come sono vissuti: la prima nell’ombra, senza un vero e proprio funerale, solo una commemorazione tra amici; il secondo in mezzo alla gente, con tanti testimoni per il suo sacrificio, in grande. Saranno per sempre ricordati, sia nel MCU e nel mondo reale, dai loro fan.

Robert De Niro è William “Re” Hale nel nuovo video su Killers of the Flower Moon

0

01 Distribution ha diffuso la featurette incentrata su William “Re” Hale, il personaggio interpretato da Robert De Niro nell’atteso Killers of the Flower Moon, il prossimo film drammatico di Martin Scorsese, che debutterà al cinema questo giovedì 19 ottobre 2023, distribuito da 01 Distribution.  William “Re” Hale è lo zio del personaggio Ernest Burkhart interpretato da Leonardo DiCaprio, un potente allevatore locale che mira a mettere le mani sulla terra e sulle ricchezze del popolo Osage in seguito alla scoperta del petrolio. L’uomo, senza scrupoli è disposto a tutto pur di mettere le mani sull'”oro nero”, come definisce il petrolio lui stesso. 

Il regista Martin Scorsese parlando William “Re” Hale lo ha definito un personaggio “straordinario“, un uomo al tempo stesso molto rigoroso e rispettoso delle persone e dall’altro un brutale assassino. Un uomo disposto a tutto pur di mettere le mani su quella richezza, un abile manipolatore come lo definisce nel video lo stesso Leonardo DiCaprio.

Killers of the Flower Moon, il film

Oltre a dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A Star is BornLeonardo DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche Brendan Fraser e John Lithgow.

Killers of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga data Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio Oscar Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone, Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi, William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy, Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.

Timothée Chalamet definisce “disorientanti” le accuse rivolte a Armie Hammer

0

In una lunga nuova cover story per la rivista GQ, Timothée Chalamet ha disorientanti le accuse rivolte a Armie Hammer, sua co-star in Chiamami col tuo nome, sul cui set sono diventati amici.

Dopo che nel 2021 Ammer è stato accusato di stupro e addirittura cannibalismo, con diverse chat con donne a sostegno delle accuse, l’attore è completamente stato eliminato da Hollywood. Le notizie legate al presunto cannibalismo, in particolare, hanno raggiunto Timothée Chalamet mentre si stava preparando per interpretare un cannibale in Bones and All.

“Voglio dire, quali erano le possibilità che stessimo sviluppando questa cosa?” Ha detto Chalamet, riflettendo su un periodo in cui la vita privata di Hammer e il suo film sono diventati sinonimi l’uno dell’altro. “Mi ha fatto sentire investito dal dovere di fare il film. Perché in realtà è basato su un libro.”

Quando gli è stato chiesto come ha elaborato personalmente le accuse contro Hammer, Chalamet ha detto a GQ: “Non lo so. Queste cose finiscono per essere oggetto di clickbait così intensamente. Disorientare mi sembra una buona parola”.

Già in precedenza Timothée Chalamet era stato chiamato in causa per commentare le accuse a Ammer, e aveva dichiarato: “È una domanda degna di una conversazione più ampia e non voglio darti una risposta parziale”. 

Tom Cruise ha inviato a Timothée Chalamet una lista dei suoi istruttori di acrobazie per prepararsi ai film

0

In una lunga nuova cover story per la rivista GQ, Timothée Chalamet rivela che Tom Cruise gli ha inviato un’e-mail nella quale Cruise offriva un elenco di tutti gli istruttori di acrobazie, istruttori di motociclette e altro ancora con cui Chalamet poteva mettersi in contatto per esercitarsi per futuri ruoli action.

“Fondamentalmente ha detto che nella Vecchia Hollywood avrei ricevuto un allenamento di danza e di combattimento, e che oggi nessuno mi terrà a quello standard. Quindi dipende da me”, ha ricordato Chalamet. “L’e-mail era davvero come un grido di guerra.”

Chalamet è un grande fan di Tom Cruise, e ha ammesso di aver visto Top: Gun Maverick otto volte nei cinema mentre era a Budapest per le riprese di Dune: Parte Due tra l’estate e l’autunno del 2022. L’attore ha persino affittato un cinema per portare l’intero cast e la troupe di Dune per vedere il blockbuster di Cruise.

“‘Top Gun’ è stato per me una grande ispirazione l’estate scorsa, quando stavamo realizzando ‘Dune'”, ha detto Chalamet. “Alcuni membri della troupe si sono fatti grasse risate all’idea di andarci, ma ho pensato che fosse uno dei film più belli che abbia mai visto.”

Sebbene Chalamet non abbia confermato se sia entrato o meno in contatto con gli istruttori di acrobazie consigliati da Cruise, il regista Denis Villeneuve ha sicuramente visto un cambiamento nel suo protagonista dalla “Parte Uno” alla “Parte Due”.

“Dal punto di vista dell’azione”, ha detto Villeneuve, “ho sentito che era molto più allenato rispetto alla prima parte e pronto per le sequenze di combattimento. Sono rimasto colpito dal suo livello di disciplina per la “Parte Seconda”. Sai, quando sei il protagonista di un film, il modo in cui ti avvicini al tuo lavoro e la tua disciplina avrà necessariamente un effetto a catena sul resto del film e della troupe. Era il primo sul set, sempre pronto. E sono rimasto molto contento e impressionato da come Timothée abbia davvero abbracciato quella disciplina e sia diventato, per me, un vero attore protagonista di questo film”.

Vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreis in Dune: Parte Due, in Wonka e prossimamente nel biopic dedicato a Bob Dylan in cui interpreta il musicista.

Alien: Romulus, Fede Álvarez era “terrorizzato” all’idea di incontrare Ridley Scott

0

Fede Álvarez è stato incaricato di dirigere un nuovo film del franchise di Alien, che dovrebbe uscire il prossimo anno che si intitolerà, almeno per ora, Alien: Romulus, che ha scritto insieme a Rodo Sayagues.

Il franchise è fermo dal 2017, quando Ridley Scott diresse Alien: Covenant che, come Prometheus (2012). Il risultato non soddisfacente al botteghino di quest’ultimo ha posto fine alla corsa di Scott, e ora Alien: Romulus sarà il primo film del franchise uscito da quando la Disney ha acquisito la Fox.

Parlando con Guillermo del Toro al DGA Latino Summit 2023 (intorno alle 18:35), Álvarez ha confermato che il suo “director’s cut” di Alien: Romulus è finito e che recentemente “ha dovuto affrontare il momento incredibilmente teso di mostrare il lavoro a Ridley Scott”, che è uno dei produttori principali del sequel e il “padre” del franchise.

“Volevo che lo vedesse prima di chiunque altro”, ha detto Álvarez. “E tutti mi hanno fatto capire che Ridley è davvero un duro. È davvero duro, soprattutto se quello che vede ha qualcosa a che fare con i suoi film. È stato davvero duro con “Blade Runner [2049]”, che pensavo fosse un capolavoro, e ha avuto dei problemi perché è davvero difficile per lui guardare cose che hanno a che fare con il suo lavoro. Gli ho chiesto del nuovo “Top Gun” e lui ha risposto “meh”. Io ho risposto “Di cosa stai parlando?” E lui ha risposto “Quello di mio fratello era originale e questo è come eh”. Quindi ho pensato: ‘Non c’è modo di vincere questa partita.’”

Álvarez era “terrorizzato” all’idea di incontrare Ridley Scott di persona dopo che il regista aveva visto Alien: Romulus per la prima volta, ma sapeva che doveva essere lì di persona per ascoltare i pensieri di Scott. “Anche se non me lo avesse chiesto, sarei andato lì, mi sarei seduto a un tavolo, lo avrei guardato e avrei ascoltato quello che aveva da dire”, ha detto il regista. “Anche se avesse detto: ‘Hai distrutto la mia eredità’, volevo essere di fronte a lui e vederlo negli occhi. Non volevo ricevere un’e-mail con scritto “Ridley dice…”

“E poi è entrato nella stanza e ha detto: ‘Fede, cosa posso dire? È fottutamente fantastico”, ha continuato Álvarez parlando della reazione di Scott al film. “Per me è stato come… La mia famiglia sa che è stato uno dei momenti più belli della mia vita avere un maestro come lui, che ammiravo così tanto, guardare un film che avevo fatto ma soprattutto qualcosa del genere… e parlarmi per un’ora di cosa gli piaceva. Uno dei migliori complimenti che mi ha fatto è stato: “Il dialogo è fantastico”. Sei tu lo sceneggiatore?’ Sì!”

20th Century Studios e Disney devono ancora rivelare molti dettagli sulla trama di Alien: Romulus, a parte il fatto che sarà incentrato su “un gruppo di giovani di un mondo lontano, che si ritrovano a confrontarsi con la forma di vita più terrificante del mondo”. Cailee Spaeny, che vedremo in Priscilla di Sofia Coppola, guida il cast insieme a David Jonsson (“Industry”), Archie Renaux (“Shadow and Bone”), Isabela Merced (“Rosaline”), Spike Fearn (“The Batman”) e Aileen Wu (“Away From Home”).

Il convegno: recensione del nuovo film Netflix

0
Il convegno: recensione del nuovo film Netflix

Per entrare al meglio nella Spooky season, le settimane che precedono Halloween, cosa guardare di meglio se non un film dell’orrore! Netflix ha aggiunto per l’occasione nuovi contenuti ad hoc: oltre alla miniserie La caduta della Casa degli Usher vi è anche Il convegno. La pellicola svedese, diretta da Patrik Eklund e tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore Mats Strandberg, riprende alcuni degli elementi classici degli horror slasher: un gruppo di persone in mezzo al bosco, un assassino psicopatico che cerca di ammazzare più persone possibili, un clima vagamente di suspense. Nel cast ritroviamo principalmente figure note nel solo panorama nazionale: Adam Lundgren è nei panni di Jonas, mentre Katia Winter (The boys) interpreta Lina.

Il convegno: la riunione che diventa massacro

Il film ha per protagonista un gruppo di impiegati pubblici intento a trascorrere alcuni giorni in una struttura nei boschi, con l’obiettivo di rafforzare il rapporto tra colleghi e migliorare la loro produttività. In particolare, il posto dove alloggiano si trova nella cittadina dove il team dovrebbe far costruire un enorme centro commerciale. Durante la prima parte de Il convegno emergono però le prime discordanze sulla creazione dell’opera ed all’interno dello stesso gruppo: per ottenere il terreno necessario alla costruzione, è stata espropriata una fattoria ed il proprietario si è suicidato poco dopo, delle firme sono state falsificate e molti dei cittadini locali si oppongono al centro commerciale.

Le cose però peggiorano drasticamente quando un misterioso killer si inizia ad aggirare nella struttura: i primi ad essere colpiti sono i soggetti dello staff del posto. Pian piano però anche gli ospiti verranno presi come bersaglio dall’assassino travestito. Con il sopraggiungere della notte, ha inizio la corsa per la sopravvivenza.

Il convegno Netflix
Courtesy of Netflix / Robert Eldrim

Un horror che non fa paura

Il genere dell’orrore risulta talvolta essere molto settoriale: o si ama o si odia. Chi è amante dell’horror adora il sentimento di continua tensione ed adrenalina che si percepisce guardandone uno. Un film come Il convegno non può di conseguenza essere apprezzato dai veri cultori di questo genere cinematografico.

Pur essendo presenti alcuni degli elementi tipici delle pellicole horror, come una certa musica di tensione e tanto sangue, non trasmette allo spettatore la suspense e il terrore tipico di un film del genere. La trama risulta inoltre essere piuttosto banale, a tratti anche involontariamente ironica. Anche lo stesso travestimento del killer, che avrebbe lo scopo di creare una sorta di inquietudine sinistra, non ottiene l’effetto di spaventare il pubblico. L’unico reale fattore che resta di un horror è la presenza di tante uccisioni, ma non splatter quanto si potrebbe pensare.

Anche lo stesso svolgimento delle vicende sembra essere a tratti poco credibile: il killer, un normale essere umano, viene colpito più volte alla testa con molteplici armi da alcuni impiegati e membri dello staff. Per quanto la maschera possa agire da scudo, è improbabile che un essere umano sia ancora vivo ed abbastanza in forma da poter continuare indisturbato ad inseguire le sue vittime. Il punto focale degli slasher, horror come Il convegno, è proprio l’inseguimento delle persone da parte del maniaco omicida, ma è giusto dover mantenere una certa logica nello svolgimento delle vicende: la pellicola rischierebbe di perdere credibilità agli occhi del pubblico.

Un fattore interessante del film è tuttavia l’alternarsi di musica di suspense e di brani di musica classica: tra queste si ritrovano anche pezzi di musica da balletto, come delle tracce della Coppelia. Il risultato è un effetto talvolta straniante rispetto alle immagini che però ben racconta quanto avviene.

Il convegno
Courtesy of Netflix / Robert Eldrim

Un clima tossico di lavoro

Il clima all’interno del gruppo di lavoro de Il convegno si percepisce essere da subito molto teso: nonostante il capo e Jonas cerchino di comportarsi in maniera entusiasta, ottengono ben poco riscontro da parte degli altri.

Emergono da subito anche dei dissensi riguardo alla possibilità stessa di realizzare il centro commerciale: secondo alcuni, avrà un impatto negativo sull’ambiente, secondo altri potrebbe non dare i risultati sperati come riscontro economico. Il primo elemento attorno al quale si creano le prime tensioni è la presenza della firma di Lina, una delle dipendenti, su dei documenti che negavano alcun risarcimento al proprietario del terreno su cui verrà costruito il centro commerciale. La firma era stata falsificata, ma Jonas fa gaslighting nei confronti di Lina: le fa dubitare della sua stessa memoria, facendole credere che per via dello stress non ricordi come sono effettivamente andate le cose.

Durante il film, viene allora mostrata la reale natura di Jonas: un arrogante lupo senza scrupoli che si interessa solo della propria vita e dei propri obbiettivi. Anche nelle situazioni di maggiore pericolo, non esiterà ad abbandonare i propri colleghi per salvare sé stesso.

Come Jonas, in realtà è l’organizzazione stessa che si occupa della costruzione di quest’opera a non avere scrupoli: si impongono nella costruzione nonostante l’opposizione della gente del posto e strappando ogni avere ad un semplice fattore. Questo sembra essere il motivo per cui pagano con la vita. Ad ogni modo queste tematiche non vengono approfondite, restano in secondo piano e il film non trova una propria identità.

Avatar: The Last Airbender, le prime foto mostrano la nazione del fuoco della serie live-action

0

Netflix ha pubblicato nuove foto che mostrano la Nazione del Fuoco nella prossima serie live-action Avatar: The Last Airbender. Pubblicato su Twitter, Netflix ha condiviso nuove foto che presentano ai fan le versioni live-action del Signore del Fuoco Ozai, del Generale Iroh, della Principessa Azula, del Comandante Zhao e del Principe Zuko, interpretati rispettivamente da Daniel Dae Kim , Paul Sun-Hyung Lee , Elizabeth Yu , Ken Leung e Dallas Liu.

Avatar: The Last Airbender ha avuto un adattamento su Nickelodeon nel 2005. Creata da Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko, la serie animata di tre stagioni segue Aang, l’ultimo sopravvissuto della sua nazione che ha la capacità di piegare i quattro elementi: acqua, terra, fuoco. e aria. Volendo portare la pace nel mondo, Aang e i suoi amici devono sconfiggere la Nazione del Fuoco, guidata da un sovrano determinato a conquistare tutto ai suoi occhi.

Nel 2018, Netflix ha annunciato che avrebbe realizzato un remake live-action “reinventato” di Avatar: The Last Airbender. DiMartino e Konietzko sono entrambi produttori esecutivi e showrunner della serie. “Ambientato in un mondo asiatico devastato dalla guerra, dove alcune persone possono ‘piegare’ uno dei quattro elementi classici: acqua, terra, fuoco o aria”, si legge nella sinossi ufficiale. “Aang (Gordon Cormier) è l’”Avatar”, l’unico capace di piegare tutti gli elementi, ed è destinato a portare la pace nel mondo dalla Nazione del Fuoco. Con i suoi nuovi compagni Katara (Kiawentiio) e Sokka ( Ian Ousley), Aang si propone di dominare gli elementi mentre viene inseguito dal principe in esilio della Nazione del Fuoco Zuko (Daniel Dae Kim), che cerca di riconquistare il suo onore catturando l’Avatar.

Netflix ha in programma di rilasciare ulteriori dettagli su Avatar: The Last Airbender durante la Geeked Week, che si terrà dal 6 al 12 novembre 2023. Avatar: The Last Airbender uscirà su Netflix nel 2024.

Robert De Niro: 10 cose che non sai dell’attore

0
Robert De Niro: 10 cose che non sai dell’attore

Robert De Niro è uno dei migliori attori che la storia del cinema possa avere. Carismatico e versatile, ha conquistato tante diverse generazioni di spettatori nel corso dei suoi quasi 50 anni di carriera. Capace di interpretare qualsiasi ruolo, forte del sodalizio con Martin Scorsese e dell’amicizia con Joe Pesci, De Niro ha davvero conquistato il mondo con le sue interpretazioni.

Ecco dieci cose che, forse, non sapevate di Robert De Niro.

Robert De Niro: i suoi film e la carriera

1. Ha recitato in grandi capolavori del cinema. De Niro ha esordito al cinema nel 1968 con il film Ciao America!, per poi ottenere grrande successo con Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno (1973), di Martin Scorsese. Da quel momento recita in grandi film come Il padrino – Parte II (1974), Taxi Driver (1976), Novecento (1976), Gli ultimi fuochi (1976), New York, New York (1977), Il cacciatore (1978), Toro scatenato (1980), Re per una notte (1982), C’era una volta in America (1984), Brazil (1985), Mission (1986), Gli intoccabili (1987), Quei bravi ragazzi (1990), Risvegli (1990), Cape Fear (1991), Voglia di ricominciare (1993), Frankenstein di Mary Shelley (1994), Casinò (1995), Heat – La sfida (1995), Sleepers (1996) e Jackie Brown (1997). A partire dal nuovo millennio ha invece recitato in Ti presento i miei (2000), Colpevole d’omicidio (2002), Stanno tutti bene (2009), Stone (2010), Limitless (2011), Red Lights (2012), Il lato positivo (2012), Lo stagista inaspettato (2015), Joy (2015), Nonno scatenato (2016), Joker (2019), The Irishman (2019), Nonno questa volta è guerra (2020) e Killers of the Flower Moon (2023).

2. Ha diretto e prodotto alcuni film. Nel corso della sua carriera De Niro ha anche ricoperto in due occasioni il ruolo di regista. Egli ha infatti compiuto il passaggio dietro la macchina da presa per Bronx, nel 1993, e per The Good Shepherd – L’ombra del potere, nel 2006. In entrambi i film egli ha anche partecipato come attore. Negli anni, inoltre, De Niro è stato anche produttore di diversi film, in maggior parte quelli da lui anche interpretati. Ha però prodotto anche le serie NYC 22 (2012), About a Boy (2014-2015) e When They See Us (2019).

3. Ha vinto due Oscar. De Niro è uno degli attori più premiati di sempre nel mondo del cinema. In particolare, egli vanta ben sette nomination come attore ai premi Oscar. È infatti stato candidato come protagonista di Taxi Driver, Il cacciatore, Risvegli e Cape Fear, vincendo il premio per il suo ruolo in Toro scatenato. È poi stato candidato come non protagonista per Il padrino – Parte II e Il lato positivo, vincendo per il primo. Nel 2020 è invece stato candidato come produttore del miglior film The Irishman.

Killers of the Flower Moon Robert De Niro Leonardo DiCaprio
Robert De Niro e Leonardo DiCaprio in una scena di Killers Of The Flower Moon

Robert De Niro ha origini italiane

4. Ha origini italiane. Robert Anthony De Niro Jr. è nato nel Greenwich Village, a New York, da Robert De Niro Sr. e Virginia Admiral. De Niro ha origini italiane da parte del padre: i bisnonni di Robert, infatti, sono emigrati da Ferrazzano nel 1980. Il bisnonno si chiamava Giovanni Di Niro, che venne cambiato in De Niro per una pronuncia migliore. Dalla parte della nonna, invece, ha origini irlandesi. Sua madre, Virginia, è stata una poetessa ed una pittrice di origini inglesi. Robert è cresciuto con la madre (i genitori divorziarono quando aveva appena due anni) nel quartiere di Little Italy.

Robert De Niro e il padre pittore

5. Ha dedicato un documentario al padre. De Niro ha raccontato la vita del padre nel documentario Remembering the Artist Robert De Niro, Sr. Il progetto, realizzato da Perri Peltz e Geeta Gandbhir, è stato presentato in anteprima europea al Maxxi di Roma nel 2014. Questo film è un viaggio nel percorso artistico del pittore De Niro Sr., del suo successo e decadimento a metà del Novecento, ma che racconta anche del rapporto tra padre e figlio, dei suoi conflitti interiori e di quello con l’omosessualità e la sua morte a 71 anni.

Robert De Niro in Toro scatenato

6. Ha preso molto peso per il ruolo. In Toro Scatenato De Niro interpreta il pugile Jake LaMotta. Il film, sceneggiato da Paul Schrader e diretto da Martin Scorsese, si basa sul libro di memorie di LaMotta, Raging Bull: My Story. Per questo ruolo l’attore non solo si è allenato come pugile, ma ha anche guadagnato circa 30 chili per le scene che vedono LaMotta ormai ingrassato e invecchiato. Per l’epoca questo fu un record senza precedenti, che dimostrò la grande dedizione di De Niro verso i suoi personaggi.

Robert De Niro Taxi Driver
Robert De Niro in una scena di Taxi Driver

Robert De Niro in Taxi Driver

7. Si è preparato al ruolo lavorando come tassista. In Taxi Driver, uno dei più celebri film di De Niro, l’attore interpreta ilproblematico Travis Bickle, reduce del vietnam ora tassista notturno. Considerato uno dei più rappresentativi e disturbanti personaggi della storia del cinema moderno, questo ha richiesto all’attore una grande preparazione psicologica. Egli, tra le altre cose, si preparò lavorando realmente come tassista, al fine di comprendere meglio quell’ambiente e le bizzarre persone che vi si possono incontrare.

Robert De Niro in Il Padrino

8. Ha imparato a parlare in dialetto. Per dare un’interpretazione più convincente del suo personaggio, De Niro si è allenato a parlare il dialetto siciliano per ben quattro mesi. Grazie a questo film e alla sua straordinaria performance, ha ottenuto l’Oscar al miglior attore non protagonista. Il fatto curioso è che lui e Marlon Brando hanno ottenuto un Oscar avendo interpretato lo stesso personaggio, facendo di questo il primo caso in assoluto nella storia del premio.

Robert De Niro, Tiffany Chen e i suoi figli

9. Ha sette figli. De Niro vanta ad oggi ben sei figli avuti da quattro donne diverse. I primi due figli, Drena e Raphael, li ha avuti dall’attrice Diahnne Abbott, con quale è stato sposato dal 1976 al 1988. Nel 1995, invece, dalla fidanzata dell’epoca Toukie Smith ha avuto, tramite madre surrogata, i gemelli Julian Henry e Aaron Kedrick. Nel 1997 ha invece sposato l’attrice Grace Hightower, da cui ha avuto Elliot e Helen Grace, quest’ultima avuta sempre tramite madre surrogata. Nel 2018 De Niro e la moglie hanno annunciato la separazione. Nel maggio 2023, dalla relazione con Tiffany Chen, nasce Gia Virginia.

Robert De Niro: età, altezza e patrimonio dell’attore

10. Robert De Niro è nato il 17 agosto del 1943 a New York, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1.75 metri. Ad oggi, il patrimonio di De Niro è stimato intorno ai 500 milioni di dollari, cifra che fa di lui uno degli attori più ricchi in circolazione.

Fonti: IMDb, Thefamouspeople, biography

Captive State: trama, cast e sequel del film

Captive State: trama, cast e sequel del film

Noto per i film Prison Escape (2008) e L’alba del pianeta delle scimmie (2011), il regista Rupert Wyatt ha nel 2019 portato al cinema il film Captive State, con il quale sembra aver proposto una combinazione dei suoi due precedenti lungometraggi. In questa sua nuova e, ad oggi, ultima pellicola, il regista ha infatti usato l’espediente fantascientifico per raccontare i pericoli che corrono oggigiorno le libertà civili e il ruolo del dissenso all’interno di una società autoritaria. Tra invasione (grossomodo quella che avviene da parte delle scimmie nei confronti degli umani nel film del 2011) e ribellioni (similmente a quella mostrata nel film del 2008), si sviluppa così un’opera dai forti rimandi politici.

Ancora una volta, dunque, la fantascienza diventa l’occasione per raccontare il presente, proponendo in questo caso una generica situazione di dittatura e di quanti vi sono coinvolti. Per promuoverlo, è poi partita una campagna di comunicazione web e social come fosse gestita dalla dittatura aliena presente nel film. Sono dunque stati diffusi comunicati destinati ai cittadini “Collaboratori” affinché denuncino ogni attività dei cittadini “Dissidenti”. L’idea del film, in ogni caso, arriva direttamente dalla mente del regista, che ha scritto la sceneggiatura insieme alla moglie Erica Beeny.

Per gli amanti del genere, Captive State è dunque un titolo interessante da poter recuperare, che punta sul valore dei suoi colpi di scena, gli effetti speciali e su interpretazioni di buon livello da parte di celebri attori. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Captive State John Goodman

La trama di Captive State

Il film è ambientato a Chicago nel 2015. La città americana, come il resto del pianeta, vive da nove anni sotto l’occupazione di alieni che si fanno chiamare “Legislatori” e che lasciano gli umani fare la loro vita mentre nel sottosuolo sfruttano tutte le risorse naturali della Terra. Gabriel, un ventenne che ha visto i genitori uccisi dagli alieni al loro arrivo, e che ha un fratello maggiore di nome Rafe membro della Resistenza contro l’oppressore, cerca di trovare i soldi per fuggire dalla città attraverso il lago Michigan lavorando al mercato nero: così facendo, entrerà punta ad entrare in contatto con una rinata cellula della Ribellione.

Questa si fa chiamare La Fenice e il suo obiettivo è naturalmente quello di affrontare gli invasori alieni con un piano ben congeniato che permetta di roversciare il loro regime. Gabriel si ritrova dunque coinvolto nella preparazione di un nuovo attentato, ma proprio nel corso di tali preparativi scoprirà verità inattese su suo fratello che metteranno in dubbio tutte le sue azioni future. Il tutto mentre William Mulligan, un poliziotto pro-alieni ed ex amico della sua famiglia, mira a mettersi in contatto con lui per scopi tutt’altro che chiari, che potrebbero però a loro volta stabilire il futuro del ragazzo e della salvezza umana.

Il cast di Captive State

Ad interpretare Gabriel vi è l’attore Ashton Sanders, noto per essere stato uno dei protagonisti del film premiato agli Oscar Moonlight. Suo fratello Rafe, invece, è interpretato dall’attore Jonathan Majors, oggi noto per essere Kang il Conquistatore nel Marvel Cinematic Universe. Il noto attore John Goodman recita invece nel ruolo del Detective William Mulligan. Colson Baker, anche noto come Machine Gun Kelly, interpreta Jurgis, amico di Gabriel, mentre Vera Farmiga recita nei panni di Jane Doe. Alan Ruck, noto per essere stato Connor in Succession interpreta Charles Rittenhouse, mentre David J. Height è il Maestro delle Ceremonie.

Captive State film

La spiegazione del finale di Captive State: un sequel ci sarà?

Con il sopraggiungere del finale di Captive State, viene rivelato che dietro le rivolte ribelli c’è molto di più di quanto si credesse in precedenza. Il colpo di scena finale svela che William Mulligan è anche lui un ribelle sotto copertura e il suo obiettivo è salire di grado per ottenere l’accesso a una base operativa degli alieni. È però in grado di ricevere questa promozione solo dopo aver contribuito a scoprire che i piani dell’alieni erano trapelati alla prostituta locale – e influente membro della ribellione – Jane Doe. Tuttavia, mentre intraprende la sua lunga discesa verso la base aliena, la missione suicida di William termina in una luce accecante che prende il sopravvento sullo schermo, prima del buio.

Nel finale Gabriel rimane dunque completamente solo, ma si accenna alla possibilità di una ribellione più ampia nei confronti degli alieni. Una conclusione che dunque lasciava aperta la porta ad un possibile sequel. Tuttavia, quattro anni dopo l’uscita al cinema di Captive State, non sono stati comunicati piani per la realizzazione di un seguito. Ciò può essere con buona probabilità dovuto ai risultati non particolarmente positivi del film, il quale è stato accolto in modo non particolarmente positivo dalla critica ed ha incassato globalmente appena 8 milioni di dollari a fronte di un budget di 25. Con tali risultati, la realizzazione di un Captive State 2 sembra quantomai improbabile.

Il trailer di Captive State e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Captive State grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple TV. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 17 ottobre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Run: la spiegazione del finale e la vera storia dietro il film con Sarah Paulson

Dal regista Aneesh Chaganty e dai produttori Natalie Qasabian e Sev Ohanian (con quest’ultimo che ha scritto la sceneggiatura insieme a Chaganty), autori del film rivelazione Searching (e, successivamente, Missing), nel 2020 è stato realizzato il thriller Run, con il quale si punta ad offrire una nuova prospettiva su una storia dal sapore Hitchcockiano, in cui si mettono in scena una paranoia crescente che culmina con uno sconvolgente colpo di scena. Si esplorano infatti in questo caso temi universali e riconoscibili della relazione di una adolescente con sua madre, nonché il caos onnipresente che si nasconde sotto la superficie della vita quotidiana.

“Run è una lettera d’amore all’età d’oro di Hollywood. È un thriller puro, su una madre e una figlia che scoprono alcune cose l’una dell’altra. Parte tutto da questo”, precisa Chaganty. La pellicola doveva essere distribuita nelle sale statunitensi l’8 maggio 2020, ma è stata posticipata a causa della pandemia di COVID-19 ed è stata infine distribuita sulla piattaforma Hulu dal 20 novembre 2020, dove è diventato il film più visto di sepre. In Italia il film è invece stato distribuito a livello cinematografico a partire dal 10 giugno 2021, passando tuttavia in sordina. Grazie alla sua distribuzione in streaming e al suo passaggio televisivo, è però ora possibile riscoprirlo.

Per tutti gli appassionati di thriller psicologici, dove risulta evidente che qualcosa non è come sembra, Run è allora un ottimo titolo da recuperare e sui cui temi riflettere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Si riporta poi una storia vera a cui il film fa vagamente riferimento, ma anche una spiegazione del finale Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Run

Protagonista di questa storia è Chloe, un’adolescente disabile che vive con sua madre, Diane. La donna è però così morbosamente legata a sua figlia da risultare inquietante e invadente. Ha infatti cresciuto Chloe, bloccata su una sedia a rottele, in totale isolamento, controllando ogni sua mossa, ogni suo gesto. Ora che però è cresciuta, la morbosità materna spinge la ragazza a mettere in discussione il rapporto con il genitore e a indagare in casa, alla ricerca di qualcosa che possa permetterle di comprendere più a fondo perché la madre si comporti così. Ciò che troverà, tuttavia, sarà una verità spaventosa.

Ad interpretare Diane vi è l’attrice Sarah Paulson, celebre per le sue molteplici interpretazioni nella serie antologica American Horror Story. Nel ruolo di Chloe, invece, vi è Kiera Allen, la quale usa una sedia a rotelle nella vita reale a causa di un problema di mobilità degli arti inferiori. Gli autori del film volevano infatti lanciare un’attrice disabile, affermando che Hollywood raramente sceglie attori disabili per ruoli disabili e si sono così imbattuti in lei. Il suo ruolo in questo film ha fatto di lei la seconda attrice donna su sedia a rotelle a recitare in un film di suspense, dopo Susan Peters che fece lo stesso nel 1948 in Il segno del capricorno.

Run storia vera

Quella di Run è una storia vera?

Run non è basato su una precisa vicenda realmente avvenuta, ma è vagamente ispirato ad alcune situazioni simili di cui si ha reale testimonianza. Tra questi si può citare quello di Dee Dee Blanchard e sua figlia Gypsy Rose, la cui storia è stata più fedelmente rappresentata nella serie Hulu The Act. In sintesi, sembra che la donna fosse affetta dalla Sindrome di Munchausen per procura, ovvero in cui un genitore o tutore arreca danni fisici al minore o ad altra persona incapace per farlo credere malato e attirare l’attenzione e comprensione su di sé. Quando Gypsy Rose nacque, sua madre Dee Dee le rivelò infatti di essere affetta da varie malattie, tra cui la leucemia e la distrofia muscolare.

Per anni, dunque, Gypsy ha usato una sedia a rotelle, ha assunto farmaci prescritti ed è stata sottoposta a interventi chirurgici di cui non aveva bisogno. Per via di questi presunti malanni, le due avevano anche ricevuto diverse forme di sostegno da organizzazioni benefiche. Tuttavia, dopo anni di soprusi, il 12 aprile 2015, Gipsy ha ucciso – con la complicità di Nicholas Godejohn, un uomo conosciuto online – sua madre Dee Dee. Lui è statopoi  condannato all’ergastolo, mentre Gypsy Rose si è dichiarata colpevole di omicidio di secondo grado ed è stata condanna a 10 anni. Nel 2023 viene però annunciata una diminuzione della pena che la porterà ad essere scarcerata il 28 dicembre di questo stesso anno.

Run Kiera Allen

Run: la spiegazione del finale

Alla luce di questa storia, da cui il film vagamente trae ispirazione in modo non ufficiale, si può intuire che nel film Chloe non possiede tutti i malanni di cui sua madre le riferisce. Ciò diventa chiaro una volta per tutte quando, dopo un suo tentativo di fuga, Chloe viene rinchiusa nel seminterrato della loro casa. Qui la ragazza trova una lettera di accettazione al college, una foto di lei da bambina in piedi sulle sue gambe, un certificato di morte della vera figlia di Diane, con il suo stesso nome, scomparsa dopo appena 2 ore di vita, e un articolo di giornale che parla di una bambina rapita dall’ospedale quando era ancora in fasce.

Capisce così di essere stata drogata in tutti quegli anni e che tutte le patologie che era convinta di avere sono in realtà gli effetti collaterali delle pillole che la donna le ha fatto ingerire fin da piccola. Diane, dunque, l’ha rapita e allevata appena nata, spinta dalla sua ossessione di essere madre a tutti i costi e traumatizzata dalla morte del suo neonato. Nel finale, la ragazza riesce tuttavia a liberarsi da tale situazione, facendo rinchiudere Diane in un istituto di correzione. Non manca però di attuare una propria personale vendetta, somministrando alla donna pillole di lidocaina per cani, la stessa che per anni ha dovuto prendere lei.

Il trailer di Run e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Run grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Now, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 17 ottobre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb, Biography

Gen V: ecco come Maire si unirà alla squadra di Butcher in The Boys 4 – teoria

Mentre il mondo ha già cominciato ad amare e un po’ a temere i giovani protagonisti di Gen V, arriva dai meandri di internet una teoria che potrebbe anticipare il modo in cui Marie Moreau (Jaz Sinclair) si unirà alla squadra di Butcher di The Boys 4.

Marie, lo sappiamo dalla scioccante entrata in scena nel primo episodio, è una Supe emocinetica con abilità di livello superiore. Capace di manipolare il sangue, Marie viene erroneamente identificata come l’assassina di Golden Boy (Patrick Schwarzenegger), il che, in parte, la favorisce nella sua ascesa nella Top 10 dei migliori studenti della Godolkin University. Perseguitata dal suo tragico passato, Marie è anche una dei pochi Supes di Gen V che sembra impegnarsi nella lotta al crimine per le giuste ragioni.

Con Gen V che replica la storia della prima stagione di The Boys con un chiaro parallelo tra Starlight e Marie, non c’è dubbio che il giovane Supe sia associabile Starlight (Erin Moriarty), Hughie (Jack Quaid) e gli altri membri anti-Vought della troupe di Billy Butcher in The Boys. Anche nei suoi primi episodi, la serie spin-off ha vantato alcuni cameo divertenti che si collegano al franchise principale. Con l’intrigante potenziale crossover della serie in pole position, sembra sempre più probabile che Marie incontrerà il gruppo di vigilanti di The Boys 4. Curiosamente, entrambi gli show hanno già anticipato come la squadra di Marie e Butcher potrebbero incrociarsi in un prossimo futuro.

Hughie e The Boys dovrebbero già sapere di Marie

Gen VConcentrandosi su Marie Moreau, Gen V ci dice con un brillante e profondo Easter Egg di The Boys, che la squadra di Butcher dovrebbe già sapere dell’adolescente Supe. Nella terza stagione di The Boys, Hughie ruba l’intero file system del Red River Institute. L’Istituto, viene rivelato, è una casa famiglia di proprietà sussidiaria della Vought per bambini Supe orfani. Dato che l’unità USB di Hughie contiene i file di ogni Supe a Red River, l’equipaggio dovrebbe essere ben consapevole dell’esistenza della protagonista di Gen V. In effetti, gli spettatori più attenti hanno notato che il profilo e l’immagine di Marie appaiono effettivamente sullo schermo nell’episodio mentre Hughie scorre i file, rendendo la connessione innegabile.

Anche se Hughie e The Boys non prestassero molta attenzione al profilo di Marie – o se in qualche modo non si accorgessero di quanto possano essere utili i suoi poteri emocinetici in una lotta contro Homelander e la Vought – allora Gen V è pronta a correggere quella svista. Nella serie spin-off, Marie fa notizia quasi immediatamente per aver presumibilmente ucciso il prodigio dell’università, giustamente chiamato Golden Boy. Mentre approfondisce il progetto segreto “Woods” della Vought e le altre cospirazioni che circondano Godolkin, c’è una forte probabilità che appaia sul radar dei ragazzi di Butcher.

Gen V ha confermato che Marie è una delle supes potenti del mondo

I poteri di manipolazione del sangue di Marie Moreau in Gen V sono tra le abilità più formidabili nell’universo di The Boys. Spesso Marie usa le sue abilità per creare proiettili o fruste, ma gli episodi chiave della serie hanno dimostrato che è capace anche di manipolare il sangue all’interno del corpo di qualcun altro. I superpoteri di Marie la rendono la candidata perfetta per combattere qualcuno dotato di invulnerabilità, come Homelander. È logico che i ragazzi sfoglino gli archivi del Red River alla ricerca di candidati adatti all’uccisione di Homelander.

Per la maggior parte del tempo, Gen V ha mostrato come Marie manipola il sangue che esiste al di fuori del suo corpo (o di quello di qualcun altro). Avendo scoperto le sue abilità quando le è arrivato per la prima volta il ciclo, Marie si è sempre provocata dei tagli alle mani per avere il sangue da manipolare, sangue che esce dal suo corpo. Altre volte, è anche in grado di controllare il sangue che scorre dalla ferita o dal taglio aperto di qualcun altro. L’episodio 4 di Gen V, tuttavia, cambia le regole del gioco: rivela che Marie può manipolare il sangue all’interno del corpo di qualcun altro e, come dice lei, “far esplodere” una parte del corpo della sua vittima. Detto questo, Marie potrebbe essere in grado di controllare il sangue all’interno del corpo di Homelander, rendendola una dei pochi Supes in grado di uccidere l’onnipotente leader dei Sette.

Unirsi ai Ragazzi potrebbe essere il futuro perfetto di Marie Moreau dopo Gen V

Se Hughie e i ragazzi sono già a conoscenza dei poteri rari di Marie, potrebbero già cercarla. Non si sa molto sulla trama di The Boys 4 o su come il finale di Gen V influenzerà la serie principala. Anche se non conosciamo il destino di Marie, è chiaro che non ha futuro con la Vought; ha causato troppi problemi e sa già troppo del ventre oscuro della compagnia per essere trasformata in un membro dei Sette facilmente controllabile.

È anche possibile che Marie Moreau si unisca ai Ragazzi dopo il suo periodo in Gen V. Se Hughie e gli altri si collegassero al suo profilo Red River, è anche possibile che un membro dei Boys arrivi alla fine della serie spin-off per reclutare Marie. Ovviamente i ragazzi avranno molto da affrontare nella prossima stagione. Per cominciare, è finalmente giunto il momento di odiare Billy Butcher: le sue azioni egoistiche e l’uso sfrenato del Composto V stanno facendo deragliare il gruppo.

La connessione di The Boys con Marie Moreau potrebbe dare un volto al “benefattore”

Nell’episodio 5 di Gen V, Shetty (Shelley Conn), l’antagonista preside della Godolkin University, dice al dottor Cardosa (Marco Pigossi) che Marie ha un “benefattore” enigmatico e influente, il che la rende interdetta a qualsiasi sperimentazione sui Supes. Diversi personaggi di The Boys potrebbero essere il misterioso “benefattore” di Marie, dal nuovo CEO della Vought Ashley Barrett (Colby Minifie) all’ex CEO Stan Edgar (Giancarlo Esposito) fino al candidato alla presidenza Robert Singer (Jim Beaver). Anche la stessa Dean Shetty potrebbe essere la misteriosa benefattrice. Sebbene il fatto che il benefattore sia qualcuno all’interno della Vought o della Casa Bianca avrebbe più senso, potrebbe anche trattarsi di Starlight o Mallory, che vorrebbero portare Marie dalla loro parte.

I file di Red River di Hughie possono essere il ponte per portare Marie in The Boys 4

the boys 4Quando la foto e il nome di Marie appaiono sullo schermo durante l’esplorazione di Hughie del database del Red River Institute, siamo di fronte a un cameo per i fan più attenti. Naturalmente, il momento non è servito soltanto a preparare l’arrivo di Gen V molto prima della sua uscita. The Boys è sempre stata una serie dalla trama intricata, quindi è difficile immaginare che lo show presentasse Marie in modo casuale. Nonostante tutti i cameo e i riferimenti di Gen V alla serie madre, i due racconti rimangono in gran parte separati. Se si sta cercando un modo per portare Marie in The Boys 4 sembra chiaro che il passo non sarà poi tanto difficile.

Killers of the Flower Moon: Leonardo DiCaprio nella clip “Il prezzo per gli Osage”

0

Dopo avervi rivelato la storia vera del film, ecco una inedita clip di “Leonardo DiCaprio nell’atteso Killers of the Flower Moon, il prossimo film drammatico di Martin Scorsese, che debutterà al cinema questo giovedì 19 ottobre 2023, distribuito da 01 Distribution. Nella clip dal titolo Il prezzo per gli Osage” possiamo ammirare l’abilità di Ernest Burkhart, personaggio interpretato dall’attore premio Oscar nel trattare per gli Osage.

All’inizio del XX secolo, la scoperta del petrolio trasformò l’esistenza degli Osage che diventarono da un giorno all’altro immensamente ricchi. L’improvviso benessere di questi nativi americani attirò l’interesse dei bianchi che iniziarono a manipolare, estorcere e sottrarre con l’inganno i beni degli Osage fino a ricorrere all’omicidio. Una storia d’amore e tradimenti, delitti e misteri in un intrigo avvincente per la scoperta della verità.

Killers of the Flower Moon, il film

Oltre a dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A Star is BornLeonardo DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche Brendan Fraser e John Lithgow.

Killers of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga data Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio Oscar Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone, Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi, William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy, Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.

Boomer si nasce: un podcast che ci accompagna nella vita online e offline dei ragazzi di oggi

Cosa vuol dire cringe? A cosa serve un meme? E c’è differenza tra un influencer e un content creator? Basta non saper rispondere anche solo a una di queste domande per cominciare a sentirsi poco al passo con i tempi o, come direbbe un ragazzo di oggi, boomer.

Capirsi tra generazioni diverse diventa, infatti, sempre più difficile e lo dimostra bene il divario che esiste tra i giovani della Gen Z e le persone che li precedono. A cambiare non sono solo gli anni di nascita, ma anche le attitudini, gli stili di vita, gli interessi e, soprattutto, il linguaggio.

Boomer si nasce, la nuova serie audio di Trentino Film Commission realizzata in collaborazione con Chora Media, è pensata per tutti i boomer – e non solo – che vogliono comprendere meglio i ragazzi di oggi e come vivono sempre di più su internet e sui social media.

Nel corso di sei puntate, una alla settimana, alcuni giovani che hanno tra i 14 e i 20 anni  fanno da guida all’host Luca Ferrario, esperto di cinema e comunicazione e Direttore di Trentino Film Commission, raccontando la loro quotidianità tra esperienze online e offline.

Si crea così uno scambio tra generazioni autentico e ironico, che partendo dalla spiegazione di alcune parole ed espressioni usate dai ragazzi arriva a svelare come stanno cambiando la nostra società e il nostro mondo.

In ognuno degli episodi interviene anche una figura esperta del tema trattato, e tra le persone coinvolte ci sono Sofia Viscardi, Vincenzo Marino, Daniele Zinni e Chiara Maiuri.

Il podcast si inserisce all’interno di EDUCA IMMAGINE+, un progetto di educazione ai linguaggi del cinema e dei media rivolto al mondo della scuola e all’intera comunità, nato nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso da Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministero della Cultura.

La serie audio uscirà in concomitanza della Giornata Nazionale del Cinema per la Scuola 2023, in programma il 16, 17 e 18 ottobre presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo per fornire un’importante occasione di confronto e formazione sull’educazione ai media in ambito scolastico.

Boomer si nasce sarà disponibile su tutte le app free (Spotify, Apple Podcast, Spreaker, Google Podcasts) dal 17 ottobre, con una nuova puntata ogni martedì fino al 21 novembre.

Sinossi generale e calendario degli episodi

Avete mai visto qualcosa di cringe? Condividete dei meme? Sapete che tra amici è comune fare delle live? Se domande del genere vi confondono, non vi preoccupate, questa è la serie che fa per voi: è pensata per aiutare i cosiddetti boomer a capire meglio la Generazione Z. Sei puntate, una alla settimana, in cui sono proprio i più giovani a farci da guida e a parlarci di come la loro quotidianità si intreccia all’uso di internet e dei social media. In ogni episodio partiamo da un termine o un’espressione che caratterizza il linguaggio dei ragazzi per andare a esplorare i temi più diversi, dai videogiochi agli influencer, passando per l’educazione sessuale online. Grazie agli interventi di alcune persone tra i 14 e i 20 anni, e al supporto di sei figure “esperte”, questo podcast prova a raccontare della nostra società, del nostro mondo e di come stanno cambiando le cose.

Willow fuori da Disney+, per Warwick Davis è “imbarazzante”

0
Willow fuori da Disney+, per Warwick Davis è “imbarazzante”

Warwick Davis è il volto del franchise di Willow, iniziato nel 1988 con il film fantasy di Ron Howard e proseguito con la serie sequel di Disney+ nel 2022. La Disney ha cancellato la serie televisiva dopo solo una stagione di otto episodi, e poi ha ritirato lo show dalla piattaforma per misure di riduzione dei costi. Davis ha ora chiamato in causa la Disney via X (ex Twitter), chiedendo allo studio di rispondere ai molti fan che si chiedono perché non possono più guardare la serie in streaming.

“Incontro quotidianamente persone adorabili che sono fan di ‘Willow’, e che sono il motivo per cui è stata realizzata la serie Disney+, ha scritto su X Warwick Davis. “Per favore dimmi [Walt Disney Company], cosa devo dire a questi abbonati quando chiedono perché non possono più guardare la serie? #imbarazzante.”

Willow è stato uno dei quasi 50 titoli che Disney+ ha ritirato dalla sua libreria di streaming a maggio. Altri titoli includevano la serie The Mysterious Benedict Society e il film The One and Only Ivan. La CFO della Disney, Christine McCarthy, ha spiegato che la Disney si aspettava di effettuare una svalutazione nel trimestre di giugno di 1,5-1,8 miliardi di dollari rimuovendo i contenuti dalle sue piattaforme di streaming. Svalutando il valore dei contenuti, la Disney può rimuoverlo dal suo bilancio e ridurre le tasse.

La serie Willow ha ricevuto recensioni per lo più positive dalla critica, con la prima (e unica) stagione che ha ottenuto un punteggio di approvazione critica dell’83% su Rotten Tomatoes.

Martin Scorsese racconta: DiCaprio ha chiesto una riscrittura di Killers of the Flower Moon, dopo due anni che ci lavorava

0

Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio sono stati molto schietti nelle interviste quando hanno parlato della massiccia revisione subita dalla sceneggiatura di Killers of the Flower Moon avvenuta durante lo sviluppo del film. In una nuova intervista con The Irish Times, il regista ha rivelato che lui e il co-sceneggiatore Eric Roth avevano lavorato alla sceneggiatura di “Flower Moon” per due anni interi quando DiCaprio ha contestato l’approccio alla storia.

“Io e [il mio co-sceneggiatore] Eric Roth abbiamo parlato di raccontare la storia dal punto di vista degli agenti dell’FBI che venivano a indagare”, ha detto Scorsese. “Dopo due anni di lavoro sulla sceneggiatura, Leo è venuto da me e mi ha chiesto: ‘Dov’è il cuore di questa storia?’. Avevo avuto incontri e cene con gli Osage e ho pensato: ‘Bene, ecco la storia’. Secondo noi, la storia non veniva necessariamente dall’esterno, dal Bureau, ma piuttosto dall’interno, dall’Oklahoma”.

La sceneggiatura di Killers of the Flower Moon di Scorsese e Roth è basata sull’omonimo libro di David Grann del 2017, che racconta la storia degli albori dell’FBI, quando gli agenti indagavano su una serie di omicidi nella nazione Osage negli anni ’20. Nella sceneggiatura originale, il film era raccontato dal punto di vista dell’agente dell’FBI responsabile del caso, Tom White (Jesse Plemons). In quella versione del film, DiCaprio doveva interpretare White, finché la storia non ha cambiato prospettiva e l’attore si è riservato il ruolo, molto più sgradevole, di Ernest Burkhart, un veterano della prima guerra mondiale che viene coinvolto nell’avido complotto di suo zio per derubare la nazione Osage delle sue ricchezze. La lealtà di Ernest viene messa alla prova dopo aver sposato una donna Osage di nome Mollie (Lily Gladstone). Con DiCaprio nel nuovo ruolo principale, Plemons è stato chiamato per interpretare Tom White.

Quando il team di “Flower Moon” ha deliberato che la sceneggiatura doveva cambiare prospettiva, Scorsese ha deciso di incontrare 300 membri della comunità Grey Horse dell’Oklahoma nella contea di Osage. “Ho sempre detto che se mai fossi stato coinvolto in qualcosa che avesse a che fare con gli indigeni, sarebbe stato meglio sapere chi sono le persone o, almeno, sentirmi a mio agio con loro come esseri umani”, ha detto Scorsese all’Irish Times. “Ed è quello che è successo. Quando ho incontrato per la prima volta Chief Standing Bear ero nervoso. Siamo entrati nel suo ufficio. Abbiamo iniziato a parlare. Penso che ciò di cui aveva bisogno da me era sapere che non mi sarei approfittato di lui, che non avrei sensazionalizzato la storia, in particolare la vittimizzazione degli Osage, e la violenza della storia.”

“So che un certo numero di persone nella comunità hanno sottolineato di aver visto il film ‘Silence'”, ha aggiunto Scorsese. “Hanno sentito che c’era un cuore. Lo dico esitante. Ma sentivano di potersi fidare del bianco. Ho cercato di fare del mio meglio per raggiungere quella fiducia: non è stato facile. Ma è stato molto confortevole lavorare con loro. Dipendevo da loro, ho scritto tutto quello che mi hanno detto e l’ho inserito nella sceneggiatura.”

Scorsese ha dichiarato alla rivista Time il mese scorso che mentre scriveva la sceneggiatura originale di Killers of the Flower Moon si era reso conto che “stava facendo un film su tutti i bianchi… Il che significa che stavo adottando un approccio dall’esterno verso l’interno, e questo mi preoccupava”.

Killers of the Flower Moon, il film

Oltre a dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A Star is BornLeonardo DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche Brendan Fraser e John Lithgow.

Killers of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga data Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio Oscar Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone, Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi, William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy, Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.

A Murder at the End of the World: trailer della serie FX in arrivo su Disney+

0

Disney+ ha svelato il trailer e annunciato che A Murder at the End of the World, la serie FX composta da sette episodi ambientata nel remoto e isolato compound di un miliardario solitario, arriverà martedì 14 novembre in esclusiva sulla piattaforma streaming in Italia. La serie debutterà con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio ogni settimana.

A Murder at the End of the World è una serie mystery con al centro della scena un nuovo tipo di detective: un investigatore dilettante della generazione Z e un hacker esperto di tecnologia di nome Darby Hart (Emma Corrin). Darby e altri otto ospiti sono stati invitati da un miliardario solitario (Clive Owen) a partecipare a un ritiro in una località remota e affascinante. Quando uno degli altri ospiti viene trovato morto, Darby deve usare tutte le sue capacità per dimostrare che si tratta di un omicidio, contro una marea di interessi contrastanti e prima che l’assassino faccia una nuova vittima.

L’avvincente serie è interpretata da Emma Corrin, Clive Owen, Harris Dickinson, Brit Marling, Alice Braga, Joan Chen, Raúl Esparza, Jermaine Fowler, Ryan J. Haddad, Pegah Ferydoni, Javed Khan, Louis Cancelmi, Edoardo Ballerini, Britian Seibert, Christopher Gurr, Kellan Tetlow, Daniel Olson e Neal Huff.

A Murder at the End of the World è creata e diretta da Brit Marling e Zal Batmanglij. Marling e Batmanglij sono anche produttori esecutivi insieme ad Andrea Sperling (Transparent), Melanie Marnich e Nicki Paluga. La serie in sette episodi è prodotta da FX Productions ed è stata girata in Islanda, New Jersey e Utah.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

Il Natale di Hannah Waddingham, prime foto dello speciale natalizio Apple TV+

0

Apple TV+ ha svelato le prime immagini dell’attesissimo speciale natalizio Il Natale di Hannah Waddingham, in arrivo il 22 novembre. Nell’evento musicale l’attrice vincitrice di un Emmy, Hannah Waddingham, celebrerà le feste accogliendo tante guest star per una serata stravagante al London Coliseum. Lo speciale è stato registrato dal vivo alla presenza del pubblico e presto gli spettatori di tutto il mondo potranno unirsi a lei per celebrare il suo periodo preferito dell’anno su Apple TV+ guardandola esibirsi nei classici natalizi, accompagnata da una spettacolare big band.

Il Natale di Hannah Waddingham

Il Natale di Hannah Waddingham è prodotto da Done + Dusted (La Bella e la Bestia: 30° Anniversario, “A Legendary Christmas with John and Chrissy”, “La Sirenetta Live!”, le cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi di Londra), lo stesso team dello speciale di successo di Apple TV+ Il Natale di Hannah Waddingham. I produttori esecutivi sono la stessa Waddingham, Katy Mullan, Moira Ross, Raj Kapoor e Nick Todisco. Lo speciale natalizio è diretto dal vincitore del premio BAFTA Hamish Hamilton (cerimonie di apertura e chiusura degli Oscar, dei Grammy, del Super Bowl halftime show e delle Olimpiadi di Londra).

Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 380 vittorie e 1.573 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e lo storico Oscar come Miglior film a “CODA”.

Leonardo DiCaprio rivela che Killers of the Flower Moon “…è stato una vera e propria rivelazione”

0

Il capolavoro di Grann del 2017 Killers of the Flower Moon: The Osage Murders and the Birth of the FBI (pubblicato in Italia con il titolo Gli assassini della terra rossa), è una rara gemma letteraria, una storia americana di crimini a sfondo razzista, che esplora il passato e il presente della nazione. Ambientata negli anni Venti, nel crepuscolo del Vecchio West, la storia racconta le razzie perpetrate nella Contea degli Osage e la nascita di una squadra speciale, creata appositamente per indagare in merito.

Al centro del libro di Grann c’è la Nazione Osage, la tribù di nativi americani costretta a spostarsi verso ovest dall’Ohio e dalle valli del Mississippi, attraverso il Missouri e il Kansas, per giungere infine, per ordine del governo americano, nel cosiddetto “territorio indiano” dell’Oklahoma, dove rimase fino alla fine del 1800. Proprio queste e altre peculiarità del film hanno attratto l’attore Leonardo DiCaprio, che è stato promotore egli stesso di un adattamento per il cinema.

Questo libro è stato una vera e propria rivelazione”, dichiara l’attore Leonardo DiCaprio, ricordando anche il massacro di Tulsa del 1921 (che apre la serie Watchmen della HBO), un altro orribile episodio di violenza dei bianchi contro una minoranza, avvenuto in un territorio poco distante (purtroppo sono trascorsi cento anni prima che queste ingiustizie fossero rese note). “Mentre il massacro di Tulsa è stato un palese attacco contro un’intera comunità afroamericana, la strage degli Osage è stata più machiavellica e si è protratta per anni; i suoi effetti si ripercuotono anche nel nostro presente”.

Leonardo DiCaprio e Martin Scorsese in Killers of the Flower Moon
Gentile concessione di © 01 Distribution

Dopo aver opzionato i diritti del manoscritto di Grann nel 2016, prima della pubblicazione del libro, la squadra di Leonardo DiCaprio ha presentato il progetto al regista Martin Scorsese per realizzare una potenziale sesta collaborazione con lui, dopo i trionfi di Gangs of New York, The Departed – Il bene e il male e The Wolf of Wall Street. Tuttavia Scorsese in quel momento era molto impegnato sia con il montaggio di un suo progetto di lunga gestazione, il film epico e spirituale Silence, che con l’importante produzione di The Irishman. Quindi ha potuto iniziare a scrivere il copione di Killers of the Flower Moon, insieme a Eric Roth, solo nel gennaio 2017.

Ci è voluto molto tempo per perfezionare la storia”,  ha ammesso Leonardo DiCaprioper riuscire, insieme a Eric e Martin, ad acquisire una prospettiva della vicenda degli Osage per evitare di fare un film esclusivamente sull’indagine svolta dall’FBI. Nel libro la storia funziona benissimo ma abbiamo voluto evitare di raccontare l’ennesima storia di un agente FBI bianco che salva la situazione, perché il rischio di questo cliché era concreto. David Grann è stato sempre molto chiaro: ‘Se dovete fare un film su questo argomento, è importante capire il ruolo degli Osage’”.

Leonardo DiCaprio Ernest Burkhart in Killers of the Flower Moon
Gentile concessione di © 01 Distribution

Il lavoro è durato anni, e nel frattempo i protagonisti si sono destreggiati fra altri impegni di lavoro: DiCaprio ha recitato in C’era una volta… a Hollywood di Quentin Tarantino; Roth si è immerso nella scrittura dell’epico film in due parti Dune, diretto da Denis Villeneuve, mentre Scorsese discuteva la logistica di The Irishman.

Alla fine, però, la soluzione è arrivata direttamente dalle trascrizioni del tribunale e dal racconto in prima persona di Grann del processo per omicidio degli Osage, a cui Roth ha dato la forma drammatica nella sceneggiatura. Alla sbarra c’era Ernest Burkhart, un ambiguo veterano della Prima Guerra Mondiale che aveva trovato lavoro nei giacimenti petroliferi di Fairfax, in Oklahoma. Burkhart ha fornito una testimonianza sulla sua partecipazione a un complotto criminale ideato da suo zio: un complotto che prevedeva il suo matrimonio con una donna di una ricca famiglia Osage e il successivo omicidio dei parenti della moglie, fra cui sorelle, cognato, cugino e persino la madre, il tutto allo scopo di ereditare le concessioni terriere. Mollie, sua moglie, sarebbe stata la sua prossima vittima.

Quello è stato il momento più emozionante”, racconta DiCaprio.“Dare vita a una vicenda così complessa, oscura, con personaggi affascinanti, raccontare il modo in cui queste due persone rimangono insieme, anche dopo il processo, e si separano solo alla fine. Martin è un maestro nel conferire umanità a personaggi pieni di conflitti e tutto sommato incolori. Questo doveva essere il fulcro del film, non l’indagine condotta da un forestiero che cerca di capire chi abbia commesso i crimini”.

Leonardo DiCaprio set Killers of the Flower Moon

Cercare la Mollie giusta per il film Killers of the Flower Moon

Subito dopo aver incontrato Lily Gladstone su Zoom, Martin ha capito di aver trovato “Mollie”, racconta DiCaprio. “Lily non solo possiede una grazia incredibile, ma essendo una nativa americana appartenente ai Blackfeet, ha portato molto della sua cultura nel film. È molto raro che Martin, quando sceglie un attore, lo incontri una sola volta e non faccia neanche un’audizione. Ma negli occhi di Lily, nella sua anima, ha visto subito Mollie, e ovviamente aveva già apprezzato le sue interpretazioni precedenti”.

Leonardo DiCaprio spiega che Lily Gladstone era interessata a esplorare i conflitti interni di Mollie e a sottolineare il senso di auto distruzione nel suo rapporto con Ernest. “Ha dato al personaggio spessore e consapevolezza”, spiega l’attore. “Mollie è scettica nei confronti di Ernest, lo considera un disonesto, un imbroglione. Lo provoca dicendo “Il coyote vuole i soldi!” e frasi del genere. Devo ammettere che Lily è stata una partner professionale aperta e coraggiosa. Anche se non è di discendenza Osage, si è immersa completamente in questa cultura. Per me e Martin è stata un faro nella storia, la nostra musa, in tutta la lavorazione del film”.

Leonardo DiCaprio Robert De Niro Killers of the Flower Moon
Gentile concessione di © 01 Distribution

In questo film Leonardo DiCaprio ritrova poi Robert De Niro trent’anni dopo Voglia di ricominciare. “Il primo film che ho fatto all’inizio della mia carriera, è stato con De Niro. Interpretava il ruolo del mio patrigno, un uomo violento non così diverso da Hale. Ed eccomi di nuovo al fianco di Bob in Killers of the Flower Moon, che sembra quasi un’evoluzione della stessa dinamica. Abbiamo analizzato a fondo il loro rapporto, cercando di comprendere i personaggi e giungere alla loro verità”.

Killers of the Flower Moon arriva al cinema dal 19 ottobre 2023 distribuito da 01 Distribution.

Leonardo DiCaprio è Ernest Burkhart nella featurette di Killers of the Flower Moon

0

01 Distribution ha diffuso la featurette incentrata su Ernest Burkhart, il personaggio interpretato da Leonardo DiCaprio nell’atteso Killers of the Flower Moon, il prossimo film drammatico di Martin Scorsese, che debutterà al cinema questo giovedì 19 ottobre 2023, distribuito da 01 Distribution. 

Il nuovo contributo mette in risalto il personaggio di Ernest Burkhart interpretato da  Leonardo DiCaprio, che viene incaricato da suo zio di sposare la Mollie Kyle di Lily Gladstone nel tentativo di corteggiarla per la ricchezza della sua famiglia. All’inizio del XX secolo, la scoperta del petrolio trasformò l’esistenza degli Osage che diventarono da un giorno all’altro immensamente ricchi. L’improvviso benessere di questi nativi americani attirò l’interesse dei bianchi che iniziarono a manipolare, estorcere e sottrarre con l’inganno i beni degli Osage fino a ricorrere all’omicidio. Una storia d’amore e tradimenti, delitti e misteri in un intrigo avvincente per la scoperta della verità.

Killers of the Flower Moon, il film

Oltre a dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A Star is BornLeonardo DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche Brendan Fraser e John Lithgow.

Killers of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga data Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio Oscar Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone, Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi, William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy, Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.

Loki: all’inizio Colui che Rimane poteva essere una variante del Dio dell’Inganno

0

Uno dei produttori esecutivi della seconda stagione di Loki ha confermato che ci è mancato poco che vedessimo una guerra multiversale in piena regola in quest’ultimo gruppo di episodi dello show con Tom Hiddleston e conferma che è stata presa in considerazione una variante di Loki per Colui che Rimane.

Abbiamo già visto due episodi di Loki 2 e tutti gli occhi sono puntati sulla serie per vedere come preparerà il terreno per ciò che verrà nella Saga del Multiverso. L’aspettativa è che una nuova variante di Kang, Victor Timely, sarà al centro della scena nel prossimo episodio, quindi dovremmo almeno scoprire di più su cosa significa che innumerevoli varianti di Kang potrebbero essere scatenate in ogni realtà.

Tuttavia, c’è stato un momento in cui la stagione 2 avrebbe potuto mettere in scena proprio la Guerra Multiversale. “Eravamo con Tom nel backlot e cercavamo di capire come continuare la storia per la seconda stagione”, ha dichiarato il produttore esecutivo Kevin Wright a Den of Geek. “In una versione, entriamo in una vera e propria guerra multiversale, ma anche mentre lo dicevamo, sembrava completamente sbagliato, passare a qualcosa che non ci siamo ancora guadagnati.”

Supponiamo che la guerra multiversale verrà messa in scena in Avengers: The Kang Dynasty, ma Wright ha continuato dicendo che “Quando abbiamo sviluppato Loki, stavamo cercando di essere il più circoscritti possibile. Noi, Mike [Waldron] e Kate [Herron], e tutti quelli coinvolti nella prima stagione volevano costruire il nostro piccolo angolo del MCU. Se fosse stato bello ed emozionante, abbiamo pensato che il resto del MCU sarebbe venuto da noi.”

E questo sembra quello che sta succedendo ai film prima e dopo Loki. Ant-Man and The Wasp: Quantumania ha presentato Kang, mentre si dice che l’imminente Deadpool 3 possa presentare la TVA.

Ci aspettiamo anche che Loki abbia un ruolo importante in The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars, con molti fan che ipotizzano che il dio dell’inganno alla fine svolgerà un ruolo simile a Molecule Man in Secret Wars di Jonathan Hickman e Esad Ribic.

È interessante notare che in realtà c’è stato un tempo in cui si era considerata l’idea che potesse essere Loki stesso Colui che Rimane, e che era proprio una variante di Loki ad aspettare la sue due varianti nella Cittadella alla Fine dei Tempi. “Durante lo sviluppo, l’idea è sempre stata quella di Colui che Rimane, che non è Kang nei fumetti, ma per noi sarebbe sempre stata una versione di lui”, afferma Wright. “Abbiamo semplicemente pensato che [Colui che Rimane] sarebbe stato un grande titolo per l’ultimo uomo rimasto nella guerra multiversale.”

“Nella stanza degli sceneggiatori, tutte le idee sono sul tavolo, e ci sono state conversazioni su cosa sarebbe successo se Loki fosse stato davvero Colui che Rimane. Quelle conversazioni non sono andate molto lontano; non credo che siano arrivate nemmeno a Tom [Hiddleston] perché anche se c’è qualcosa di divertente in questa idea, e ci sono aspetti avvincenti, questa scelta avrebbe fatto sembrare l’universo piccolo.”

Il terzo episodio di Loki sarà presentato in anteprima su Disney+ questo giovedì.

Taxi Monamour: in corso a Roma le riprese del film con Yeva Sai

0
Taxi Monamour: in corso a Roma le riprese del film con Yeva Sai

Sono in corso a Roma le riprese del film Taxi Monamour, quarto lungometraggio di Ciro De Caro (Spaghetti Story, Giulia). Prodotto da Simone Isola e Giuseppe Lepore per Kimerafilm, in associazione con Michael Fantauzzi per MFF, in collaborazione con Rai Cinema, con Adler Entertainment e con il contributo del Ministero della Cultura, il film racconta l’incontro tra due donne all’apparenza diverse ma che in fondo si assomigliano molto. Anna è in conflitto con se stessa e la propria famiglia e affronta in solitudine la sua malattia; Cristi fugge da una guerra che la tiene lontana da casa. Tutti consigliano ad Anna di seguire il suo compagno in un viaggio di lavoro e a Cristi di restare al sicuro in Italia. L’incontro, seppur breve, sarà un tuffo nella libertà.

Nel ruolo di Anna, in Taxi Monamour troviamo Rosa Palasciano che, dopo il successo e la candidatura ai David di Donatello per Giulia, torna ad essere diretta da De Caro e a firmare con lui la sceneggiatura. Ad interpretare Cristi è invece Yeva Sai, attrice ucraina che sarà tra le protagoniste della quarta stagione di Mare fuori.

Girare questo film mi dà la possibilità di continuare ad esplorare un linguaggio cinematografico allo stesso tempo rigoroso e molto libero”, dichiara De Caro. “È la storia di un incontro casuale ed intenso e il mio tentativo – prosegue il regista – è quello di essere un testimone silenzioso e discreto che, osservando la vita di queste due donne, possa cogliere qualcosa di intimo e molto vero, in maniera leggera, cruda e priva di giudizio, anche se con uno sguardo estremamente personale“.

La sfida di Taxi Monamour – aggiungono i produttori – è quella di accompagnare un autore come Ciro De Caro in un contesto produttivo diverso senza condizionarne lo stile e il linguaggio ma valorizzandone la capacità di lavorare con attori e costruire con loro delle storie. Un salto di qualità che il suo talento crediamo meriti e che abbiamo deciso con entusiasmo di supportare. Rosa Palasciano e Yeva Sai sono il cuore del film, e siamo convinti che le loro prove di attrici emozioneranno profondamente gli spettatori e riveleranno al pubblico due grandi interpreti”.

Le riprese si stanno svolgendo a Roma e avranno una durata complessiva di cinque settimane. Taxi Monamour verrà distribuito in Italia da Adler Entertainment.

Ari Aster ha ispirato Martin Scorsese per Killers of the Flower Moon

0

Già in altre sedi, Martin Scorsese aveva dichiarato di avere grande stima per il cinema di Ari Aster (Midsommar) e adesso il regista newyorkese conferma che si è ispirato a lui per il suo ultimo film.

Uno dei punti di maggiore discussione legato a Killers of the Flower Moon è senza dubbio l’estrema durata del film: quasi tre ore e mezza, superando di gran lunga Oppenheimer, ad esempio, che già aveva subito lagne per la sua lunghezza. Scorsese ha recentemente dichiarato all’Hindustan Times che non vuole sentire alcuna lamentela su questo aspetto.

“La gente dice che tre ore sono troppe, ma puoi sederti davanti alla TV e guardare una serie per cinque ore”, ha detto Scorsese. “Inoltre, ci sono molte persone che vanno a teatro a guardare piece di 3,5 ore.  Ci sono attori veri sul palco, non ci si può alzare e andare in giro. Per cui date un po’ di rispetto anche al cinema.”

Parlando con The Irish Times, Scorsese ha detto di essersi ispirato ai film di Ari Aster come Midsommar e Beau ha paura per far respirare il ritmo di Killers of the Flower Moon.

“Mi piace molto lo stile e il ritmo dei buoni film horror come ‘Midsommar’ o ‘Beau Is Afraid’ di Ari Aster”, ha detto Scorsese. “Il ritmo di quei film risale ai film di serie B di Val Lewton, ‘Cat People’ di Jacques Tourneur o ‘I Walked With a Zombie’. Vanno solo un po’ più lentamente. Un po’ più tranquillamente”.

“Ero molto preoccupato di inserire scene che non fossero narrative nella storia, scene che avevano a che fare con la cultura Osage – lasciando nel film quelle scene consuetudinarie, come l’assegnazione del nome ai bambini, la cerimonia funebre e i matrimoni, si può iniziare a capire un po’ di più sulle persone”, ha aggiunto. “Ero fiducioso che molte persone si sarebbero lasciate immergere nel mondo del film. Bisogna correre questi rischi. A questa età, cos’altro posso fare?”

Killers of the Flower Moon, il film

Oltre a dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A Star is BornLeonardo DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche Brendan Fraser e John Lithgow.

Killers of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga data Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio Oscar Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone, Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi, William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy, Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.

L’ultima settimana di settembre: al via le riprese della nuova commedia con Diego Abatantuono

0

Al via da ieri in Salento le riprese del film L’ultima settimana di settembre diretto da Gianni De Blasi, con protagonisti Diego Abatantuono e il giovane Biagio Venditti. Il lungometraggio, scritto da Pippo Mezzapesa, Antonella W. Gaeta, e Gianni De Blasi, racconta la storia di Pietro Rinaldi (Diego Abatantuono), un anziano scrittore in declino, vedovo e stanco della vita, che progetta di suicidarsi nel giorno del suo compleanno.

Ma a sconvolgere i suoi piani arriva la morte tragica e improvvisa della figlia (Roberta Mattei) e del genero: adesso Pietro dovrà occuparsi del nipote adolescente Mattia (Biagio Venditti), ormai orfano. Nonno e nipote, che si sono sempre ignorati, si ritrovano così a vivere una dolorosa quanto indesiderata convivenza. Un viaggio che i due faranno insieme si rivelerà di fondamentale importanza per nonno e nipote, con clamorosi colpi di scena e avvenimenti che cambieranno per sempre i destini dei due protagonisti.

Il lungometraggio L’ultima settimana di settembre è prodotto da Attilio De Razza e Nicola Picone per Tramp Limited con la collaborazione della societàPasso Uno e con il supporto logistico di Apulia Film Commission e Regione Puglia. Il film sarà distribuito da Medusa Filmnel 2024.

The Marvels: un ultimo spot dedicato al film in vista dell’uscita

0

Ecco un nuovo spot tv per The Marvels, il prossimo film MCU in arrivo l’8 novembre e che vede protagoniste tre eroine che promettono scintille: Captain Marvel di Brie Larson, Ms. Marvel di Iman Vellani e Monica Rambeau di Teyonah Parris. Ecco lo spot diffuso in occasione della Gara 3 delle finali WNBA.

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision. Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di Candyman

Nel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità. Il film, salvo modifiche, arriverà in sala il 8 novembre 2023.

DAMPYR in prima tv su SKY e NOW

0
DAMPYR in prima tv su SKY e NOW

Arriva in prima tv su Sky DAMPYR (recensione), il film tratto dall’omonimo fumetto di culto pubblicato da Sergio Bonelli Editore, da sabato 21 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Halloween), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Prodotto in Italia ma girato interamente in lingua inglese, DAMPYR è diretto da Riccardo Chemello e vede nel cast Wade Briggs, Frida Gustavsson, Stuart Martin, Sebastian Croft, David Morrissey e Luke Roberts. Il film è una coproduzione Eagle Pictures, Sergio Bonelli Editore, con il suo braccio produttivo Bonelli Entertainment, e Brandon Box ed è basato sui primi 2 albi degli oltre 300 di cui è finora composta la serie a fumetti creata nel 2000 da Mauro Boselli e Maurizio Colombo. La sceneggiatura è di Mauro Boselli, Giovanni Masi, Alberto Ostini e Mauro Uzzeo. 

La trama di DAMPYR

Balcani. Primi anni ’90. Harlan è un giovane uomo, perseguitato continuamente da terribili incubi, che sbarca il lunario fingendosi un Dampyr (nella mitologia slava, una creatura metà uomo e metà vampiro). Insieme a Yuri, suo “agente” e fidato amico, Harlan inganna la povera gente dei villaggi della regione, fingendo di liberarli da terribili maledizioni, e facendo leva su superstizioni antiche e mai sopite. Quando un gruppo di soldati, che si batte contro inquietanti creature assetate di sangue, chiede il suo aiuto, Harlan scoprirà con stupore di essere davvero un Dampyr. Chiamato ad affrontare un terribile “Maestro della Notte”, Harlan dovrà imparare a gestire inaspettati poteri (il suo sangue infatti è letale per i vampiri) e sarà costretto a fare i conti con se stesso e il suo misterioso passato. Lo accompagneranno in questo oscuro viaggio una vampira rinnegata e un soldato in cerca di vendetta.  

Il film fa parte anche della programmazione del canale SKY CINEMA HALLOWEEN (canale 303) che, per celebrare la festa più spaventosa dell’anno, si accenderà dal 21 al 31 ottobre, con oltre 70 titoli “da paura” che spaziano nei generi: avventure a tinte dark, titoli per tutta la famiglia e horror. Tra i titoli proposti anche le prime tv BUSSANO ALLA PORTA e HALLOWEEN ENDS, capitolo conclusivo di uno dei franchise horror più famosi della storia del cinema.

La Storia: trailer della nuova serie Rai dal romanzo di Elsa Morante

0

Rai Fiction ha diffuso le prime immagini de La Storia di Francesca Archibugi in anteprima alla Festa del Cinema di Roma la serie tratta dal capolavoro di Elsa Morante.

Roma, quartiere San Lorenzo. Alla vigilia della Seconda guerra mondiale, Ida Ramundo, maestra elementare rimasta vedova con un figlio adolescente di nome Nino, decide di tenere nascoste le proprie origini ebraiche per paura della deportazione. Dopo l’ingresso dell’Italia in guerra, un  giorno, rientrando a casa, viene violentata da un soldato dell’esercito tedesco, un ragazzino ubriaco.

Si apre così “La Storia”, la serie tv firmata da Francesca Archibugi e tratta dall’omonimo romanzo di Elsa Morante, edito da Giulio Einaudi Editore, di cui sono ora disponibili le prime immagini. I primi due episodi della serie, interpretata da Jasmine Trinca, Elio Germano, Asia Argento, Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga e con Valerio Mastandrea, saranno presentati in anteprima mondiale venerdì 20 ottobre alla Festa del Cinema di Roma. “La Storia” – alla cui sceneggiatura hanno lavorato Giulia Calenda, Ilaria Macchia, Francesco Piccolo e Francesca Archibugi – è una coproduzione tra Picomedia e la società francese Thalie Images in collaborazione con Rai Fiction.

La trama di La Storia

Dopo lo sgomento, l’angoscia e la vergogna, Ida scopre di essere incinta. Mentre Nino trascorre l’estate al campeggio degli Avanguardisti, Ida partorisce in segreto un bambino prematuro, piccolo e quieto, con gli stessi occhioni azzurri del padre, quel soldato ragazzino tedesco già morto in Africa. Quando Nino torna a casa e scopre il fratellino, lo accetta di slancio e se ne innamora. Lo soprannominerà Useppe. La piccola famiglia viene stravolta dagli eventi della guerra: prima Nino, fascista convinto, decide di partire per il fronte contro il parere di Ida, lasciandola sola con Useppe; poi, nel bombardamento di San Lorenzo del luglio 1943, la loro casa viene distrutta, Ida perde tutto ed è costretta a sfollare a Pietralata. Da quel momento, ogni giorno diventerà una lotta per la propria sopravvivenza e per quella del suo bambino. Intanto, Useppe cresce aspettando il ritorno di suo fratello, al quale è legato da un amore inossidabile, mentre una vitalità a tratti disperata spinge Nino verso la lotta armata nella Resistenza, verso l’amore, verso i compagni. Nino è  pieno di desideri:vuole più soldi, più affari, più avventura. Dopo la guerra si darà al contrabbando, prima di sigarette e poi in quello delle armi. Vuole una vita migliore per sé, per Ida e per Useppe.

Gen V: Soldier Boy di The Boys nel promo del prossimo episodio!

0
Gen V: Soldier Boy di The Boys nel promo del prossimo episodio!

L’episodio della scorsa settimana di Gen V si è concluso con un teaser per la puntata di questo venerdì, dal titolo “Jumanji”, e conteneva un rapido sguardo a Jensen Ackles nei panni di Solider Boy.

Ora, Prime Video ha confermato che il misantropo super soldato tornerà effettivamente in azione nel sesto episodio dello spin-off di The Boys con un nuovo promo.

Nel finale della stagione 3 di The Boys, Soldier Boy viene finalmente sconfitto dagli sforzi combinati di più personaggi dopo che la Queel Maeve lo ha scaraventato attraverso una finestra prima che potesse diventare una supernova. Soldier Boy è sopravvissuto allo scontro, ma è stato rimesso sotto ghiaccio dalla Vought.

Sappiamo che Gen V si svolge poco dopo questi eventi (vediamo gli studenti visitare le rovine della Vought Tower nella premiere della serie), ma ciò non significa necessariamente che Soldier Boy sia stato già scongelato.

Sono accaduti degli strani avvenimenti alla Godolkin University, con gli studenti che hanno avuto vuoti di memoria (grazie, Kate) e allucinazioni, quindi diremmo che è molto probabile che Soldier Boy appaia in un flashback o come parte di una di questi Super -apparizioni indotte.

Tutto quello che c’è da sapere su Gen V

Ambientato nel mondo diabolico di The Boys, Gen V espande l’universo della Godolkin University, il prestigioso college per soli supereroi dove gli studenti si esercitano per diventare una nuova generazione di eroi, preferibilmente con sponsorizzazioni lucrative. Non tutti, però, scelgono la strada della corruzione. Oltre al classico caos universitario, oltre alla ricerca della propria identità e alle feste, questi ragazzi si troveranno ad affrontare situazioni letteralmente esplosive. Mentre si contendono popolarità e buoni voti, è chiaro che la posta in gioco è molto più alta quando sono coinvolti dei super poteri. Quando il gruppo di giovani dai poteri soprannaturali scopre che qualcosa di più grande e sinistro sta succedendo a scuola, saranno messi alla prova: sceglieranno di diventare gli eroi o i cattivi delle loro storie?

Il cast della serie include Jaz Sinclair, Chance Perdomo, Lizze Broadway, Shelley Conn, Maddie Phillips, London Thor, Derek Luh, Asa Germann, Patrick Schwarzenegger, Sean Patrick Thomas e Marco Pigossi. In Gen V vedremo anche Clancy Brown e Jason Ritter nel ruolo di guest star, oltre alla partecipazione straordinaria di Jessie T. Usher, Colby Minifie, Claudia Doumit e P.J. Byrne negli stessi ruoli che interpretano in The Boys.

Michele Fazekas e Tara Butters sono showrunner ed executive producer della serie. Eric Kripke, Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Ori Marmur, Pavun Shetty, Ken Levin, Jason Netter, Garth Ennis, Darick Robertson, Craig Rosenberg, Nelson Cragg, Zak Schwartz, Erica Rosbe e Michaela Starr sono executive producer anche dello spinoff della serie. Nel ruolo di co-executive producer troviamo Brant Englestein, Sarah Carbiener, Lisa Kussner, Gabriel Garcia, Aisha Porter-Christie, Judalina Neira e Loreli Alanís. La serie è prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Point Grey Pictures e Original Film.