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Marvel sostituirà tutti gli X-Men e anche Tony Stark, dopo Avengers: Secret Wars (che sarà un reset)

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I nuovissimi X-Men stanno arrivando nel Marvel Cinematic Universe e (prima o poi) si unirà a loro un nuovissimo Tony Stark. In un’ampia conversazione con la stampa, il capo dei Marvel Studios Kevin Feige ha confermato che, dopo gli eventi di Avengers: Secret Wars del 2027, la società riassegnerà i ruoli dei mutanti dotati di super poteri a nuovi attori per il suo prossimo film sugli X-Men diretto da Jake Schreier (Thunderbolts*).

Molti degli attori che hanno recitato nei film degli “X-Men” degli anni 2000 e 2010 riprenderanno quei ruoli in Avengers: Doomsday del 2026, tra cui Patrick Stewart, Ian McKellen, Alan Cumming, Rebecca Romijn, James Marsden e Kelsey Grammer. Stewart ha anche interpretato Charles Xavier in Doctor Strange nel Multiverso della Follia del 2022, e Grammer è apparso nei panni di Hank McCoy in una scena post-credits in The Marvels del 2023.

Nei film futuri, tuttavia, i personaggi degli X-Men apparsi nei film precedenti saranno interpretati da nuovi attori, insieme ai mutanti che faranno il loro debutto sul grande schermo. La decisione riecheggia i cambiamenti nella composizione dei fumetti Marvel dopo la trama di “Secret Wars” del 2015, che ha visto diverse linee temporali collassare e riconvergere, mescolando i personaggi della linea temporale principale Marvel nel processo.

“Stiamo utilizzando quella [storia] non solo per completare le storie che abbiamo raccontato dopo ‘Endgame’, ma, cosa altrettanto importante – e potete guardare i fumetti di ‘Secret Wars’ per capire dove questo ci porterà – ci prepara davvero per il futuro”, ha detto Feige. “‘Endgame’, letteralmente, parlava di finali. ‘Secret Wars’ parla di inizi.”

Ma Feige è stato anche attento a non definire i cambiamenti come un “reboot”; il dirigente ha invece affermato che ‘Secret Wars’ servirà come un “reset” per l’MCU.

“Reboot è una parola spaventosa”, ha detto. “Reboot può significare molte cose per molte persone. Reset, linea temporale singolare – stiamo pensando in questa direzione.” Più tardi, ha aggiunto, “‘X-Men’ è dove questo accadrà in seguito.”

Feige ha osservato che i fumetti degli X-Men, con la loro attenzione alla Scuola per Giovani Dotati di Xavier, si concentravano naturalmente su storie di personaggi adolescenti. “Sono stati un luogo in cui raccontare storie di giovani che si sentono diversi, che si sentono Diversi e che sentono di non appartenere a un gruppo”, ha affermato. “Questa è la storia universale dei mutanti, ed è lì che stiamo andando”.

Ancora più intrigante, Feige ha anche indicato che altri personaggi Marvel saranno eventualmente riassegnati, compresi i ruoli più iconici, come Tony Stark e Steve Rogers. Ha indicato molti altri importanti franchise cinematografici che hanno fatto la stessa cosa, più volte. “Amy Pascal e David Heyman stanno ora cercando un nuovo James Bond”, ha detto Feige, riferendosi ai produttori del prossimo film di Bond di Amazon MGM. “David [Corenswet], il nuovo Superman, è stato fantastico. Sarà sempre così”.

Feige ha riconosciuto che star che hanno abbandonato i loro ruoli originali nell’MCU, come Robert Downey Jr. e Chris Evans, hanno reso difficile immaginare qualcun altro nei panni dei loro personaggi. Ma non è un’impresa impossibile. “Penso che sia difficile per chiunque farlo quando un attore ha interpretato un ruolo così grandioso”, ha detto. “Come faranno mai a sostituire Sean Connery [nei panni di James Bond], giusto?”

Il mondo perduto – Jurassic Park: le principali differenze tra il libro e il film

Ci sono molte differenze tra Il mondo perduto – Jurassic Park e il libro da cui è tratto. Scritto dall’autore del primo Jurassic Park, Michael Crichton, Il mondo perduto è stato pubblicato nel 1995 come sequel diretto del romanzo del 1990. Dopo il successo di critica e commerciale dell’adattamento cinematografico del primo romanzo di Crichton da parte di Steven Spielberg, il team di Spielberg chiese infatti allo scrittore di concepire un seguito, che potesse poi a sua volta essere adattato per il grande schermo. Crichton ha così concepito, partendo da alcune idee di Spielberg, il secondo romanzo, divenuto poi film. Ancora oggi, Il mondo perduto – Jurassic Park è considerato uno dei migliori film della serie.

La serie (oggi giunta al settimo film con Jurassic World – La rinascita) è una delle saghe cinematografiche di maggior successo al mondo, a dimostrazione dell’importanza e dell’impatto dei libri di Crichton. Sebbene Jurassic Park fosse un adattamento più fedele rispetto a Il mondo perduto – Jurassic Park, il secondo film della serie ha preso molto dal romanzo di riferimento, anche se Crichton non lo aveva ancora finito quando Spielberg ha iniziato a pianificare il film. Le innumerevoli differenze tra il libro e il film evidenziano quindi la maestria del regista nell’adattare una storia per il grande schermo, lasciando spazio a un adattamento più fedele del libro.

Differenze nei personaggi

Il celebre John Hammond appare in Il mondo perduto – Jurassic Park, ma in realtà il personaggio muore nel primo film. Spielberg decide però di modificare questo aspetto, volendo rendere Hammond meno “antagonista” e quindi meno meritevole di una brutta fine. Un altro personaggio presente nel film ma assente nel romanzo è Peter Ludlow, il principale antagonista umano del sequel. Tuttavia, anche questo personaggio è completamente assente dal libro, dove il ruolo di villain spetta invece a Lewis Dodgson, che era anche il cattivo del primo romanzo.

Naturalmente, se il film presenta Ludlow come antagonista, il personaggio di Dodgson è stato completamente lasciato fuori dalla pellicola. Il personaggio è apparso solo più tardi nella saga, ovvero in Jurassic World – Il Dominio, uscito nel 2022. Altro personaggio che dal libro non è riuscito ad arrivare nel film è Arby Benton, il quale si imbarca clandestinamente per Isla Sorna insieme all’amico Kelly Curtis. Spielberg ha però ritenuto Benton superfluo, eliminandolo così dal racconto. Tuttavia, Curtis ha acquisito alcuni aspetti di Benton, risultando così una fusione di entrambi i personaggi. Ad esempio, è divenuta una ragazza di colore, caratteristica propria di Benton.

Richard Attenborough in Il mondo perduto - Jurassic Park
Richard Attenborough in Il mondo perduto – Jurassic Park

Nel film era in programma una nuova attrazione

Il mondo perduto – Jurassic Park ha ripreso l’idea di base del primo film della serie, nel senso di affrontare i pericoli di un’attrazione dedicata ai dinosauri. Questo elemento era invece stato rimosso dal secondo romanzo di Crichton, Il mondo perduto. La decisione di Spielberg di continuare a seguire il principio centrale del primo film ha finito per avere senso per l’intera serie, poiché questa idea di spettacolo turistico è stata ripetuta con successo in altri quattro film di Jurassic Park.

In Il mondo perduto, non è stata la gestione dell’enorme impresa commerciale di un’attrazione turistica dedicata ai dinosauri a portare il protagonista Ian Malcolm a Isla Sorna. Nel romanzo, Malcolm è invece stato avvicinato da Richard Levine per degli strani corpi di animali apparsi sulle rive e, dopo la scomparsa di Levine, è stato convinto a visitare Isla Sorna. Il sito B era operativo nel romanzo, così come nel film, ma l’obiettivo di Malcolm era trovare Levine e tornare a casa, invece di impedire l’apertura dell’attrazione.

Kelly Malcolm è la figlia di Ian nel film

L’iconico Ian Malcolm interpretato da Jeff Goldblum aveva una figlia di nome Kelly in Il mondo perduto – Jurassic Park, ma non nel romanzo. Nel libro Il mondo perduto di Crichton, infatti, Malcolm finisce per essere raggiunto a Isla Sorna dai due bambini poc’anzi menzionati, che si erano imbarcati clandestinamente sulla barca: Kelly Curtis e R. B. “Arby” Benton. Questi bambini lavoravano come assistenti di ricerca di Levine nel libro.

Il Malcolm di Goldblum ha dato un tono eccellente ai film di Jurassic Park, con il suo personaggio coscienzioso che ha suscitato il pathos del pubblico. Spielberg ha quindi sfruttato il successo di Goldblum in Il mondo perduto – Jurassic Park rendendo Kelly, il personaggio del romanzo, sua figlia. La figlia di Malcolm ha quindi aggiunto un ulteriore impatto emotivo e ha mantenuto il pubblico interessato all’eroe della serie.

Jeff Goldblum, Julianne Moore, Vince Vaughn, Vanessa Chester e Richard Schiff in Il mondo perduto - Jurassic Park
Jeff Goldblum, Julianne Moore, Vince Vaughn, Vanessa Chester e Richard Schiff in Il mondo perduto – Jurassic Park

Sarah è la fidanzata di Ian nel film

Sulla stessa linea della scelta di dare a Ian Malcolm una figlia, Spielberg ha deciso di dare a Malcolm anche una fidanzata in Il mondo perduto – Jurassic Park. Anche Sarah Harding era un personaggio del romanzo di Crichton, ma nelle pagine del libro è solo un’amica, anche se molto cara. Spielberg stava però costruendo Malcolm come un protagonista amabile e con molto da parte, decidendo dunque di aumentare la posta in gioco del pericolo su Isla Sorna.

Sarah Harding, interpretata da Julianne Moore, è stata un personaggio memorabile in Il mondo perduto – Jurassic Park, fornendo un contrappunto premuroso all’avidità di Ludlow e del suo team. La storia d’amore introdotta dalla Moore ha reso il film più commerciale rispetto al romanzo, e anche le sue gesta eroiche sono state un momento saliente del film, quando ha sedato il T-Rex a San Diego. Harding non lo ha fatto nel romanzo, poiché non è mai andata a San Diego.

Eddie ha salvato il cucciolo di T-Rex nel libro

Una parte centrale della trama sia de Il mondo perduto di Crichton che de Il mondo perduto – Jurassic Park di Spielberg era l’errore fatale di salvare un cucciolo di T-Rex che si era ferito a una zampa, ma il film e il libro differiscono nella loro rappresentazione di questo evento. Nel libro, Malcolm trova un cucciolo di T-Rex ferito nel suo nido e chiede a Eddie Carr di ucciderlo, ma lui disobbedisce e lo porta nella roulotte. Quando lo scoprono, Malcolm e Harding mettono a malincuore un gesso alla zampa del dinosauro.

Nel film, è stato Nick a salvare un cucciolo di T-Rex, che era stato usato come esca dal team di Ludlow per attirare i suoi genitori e catturarli. Sia nel film che nel libro, ovviamente, i genitori del T-Rex hanno seguito il loro cucciolo rapito e hanno attaccato i protagonisti. Sfortunatamente per Eddie, nel film ha pagato il prezzo della follia di Nick, mentre Nick è sopravvissuto all’attacco del T-Rex.

Il T-Rex in Il mondo perduto - Jurassic Park
Il T-Rex in Il mondo perduto – Jurassic Park

 

I velociraptor uccidono Eddie nel romanzo di Crichton

Rimanendo su Eddie, questi è un personaggio specializzato nel campo dell’ingegneria sia nel romanzo di Crichton che nel film di Spielberg, ma la sua morte nel film differisce da quella nel libro. Eddie era l’assistente di un ingegnere di nome Jack “Doc” Thorne nel romanzo e ha incontrato la sua fine per mano dei velociraptor. I dinosauri lo hanno attaccato in un nascondiglio sopraelevato e lo hanno ucciso, anche se Malcolm e la sua famiglia sono sopravvissuti alla notte.

Nel film, egli è un ingegnere a tutti gli effetti e muore tra le fauci del T-Rex, invece che tra quelle del velociraptor come descritto nel libro. In Il mondo perduto – Jurassic Park, Eddie stava cercando di salvare Ian, Sarah e Nick, la cui roulotte era stata spinta giù da una scogliera da un T-Rex. Dopo aver agganciato la roulotte al suo SUV e aver iniziato a guidare in direzione opposta, l’eroismo di Eddie viene interrotto da due T-Rex che lo tirarono fuori dal veicolo e lo squarciarono a metà.

Il T-Rex è libero a San Diego nel film

Il film si discosta dal materiale originale, forse in modo più significativo nel finale, in cui Spielberg ha dato un tocco tipicamente hollywoodiano alla storia di Crichton. Il T-Rex è stato fondamentale per il climax sia del libro che del film, confermando la sua posizione come uno dei dinosauri più importanti della serie Jurassic Park. Tuttavia, nel libro il T-Rex è rimasto sull’Isla Sorna, mentre nel film viene trasportato a San Diego.

Nel film, Ludlow spedisce infatti il T-Rex da Isla Sorna a San Diego nel tentativo di riportare in vita un’attrazione incompleta dell’anfiteatro di Jurassic Park su cui si stava lavorando. Com’era prevedibile, tutto va terribilmente storto, prendendo una piega particolarmente pericolosa. Il piano di Ludlow ha infatti portato a scene di terrore con il T-Rex che terrorizzava San Diego, rendendo Il mondo perduto – Jurassic Park simile ai film di Godzilla o King Kong e facendo sentire la minaccia dei dinosauri più vicina al pubblico.

Michael Clayton: la spiegazione del finale del film

Michael Clayton: la spiegazione del finale del film

Michael Clayton, uscito nel 2007, segna il debutto alla regia di Tony Gilroy, già noto per la sua carriera come sceneggiatore, in particolare della trilogia di The Bourne Identity. Con questo primo lungometraggio da regista, Gilroy realizza un thriller legale teso e sofisticato che riflette una profonda maturità narrativa, mostrando fin da subito la sua capacità di gestire atmosfere cupe, personaggi complessi e intrecci moralmente ambigui. Il film, interpretato da George Clooney nel ruolo del protagonista, è così un raffinato esempio di cinema d’autore travestito da thriller commerciale, e ha subito guadagnato prestigio internazionale grazie alla sua precisione stilistica e ai numerosi riconoscimenti, tra cui sette nomination agli Oscar e la vittoria di Tilda Swinton come miglior attrice non protagonista.

La forza di Michael Clayton risiede nella sua capacità di intrecciare la dimensione personale e quella sistemica: da un lato, seguiamo le vicende di un uomo sull’orlo del collasso emotivo e professionale; dall’altro, ci viene mostrato un sistema corrotto in cui la verità viene manipolata a fini economici. Il film affronta infatti tematiche fortemente attuali, come l’etica nell’ambito legale e aziendale, la lotta tra coscienza individuale e compromesso morale, e la disumanizzazione nei grandi apparati del potere economico. La narrazione si sviluppa con ritmo incalzante ma mai frenetico, privilegiando l’introspezione dei personaggi e costruendo la tensione in modo costante e avvolgente.

Nel resto dell’articolo verrà proposta una spiegazione dettagliata del finale del film, analizzando come esso dia compimento ai conflitti interiori del protagonista e alle dinamiche di potere mostrate nel corso della trama. Il finale di Michael Clayton, infatti, rappresenta non solo la risoluzione di una vicenda legale intricata, ma anche un momento di svolta morale per il protagonista, che affronta le proprie responsabilità in un sistema che preferisce insabbiare piuttosto che affrontare la verità.

Michael Clayton film
Tom Wilkinson e George Clooney in Michael Clayton

La trama di Michael Clayton

Protagonista del film è l’avvocato Michael Clayton, il quale si occupa dei danni collaterali per il suo studio legale. Egli è infatti solito occuparsi di questioni particolari, come risolvere particolari conflitti tra clienti. Al di fuori del suo lavoro, la sua vita è un disastro, tra un brutto divorzio e un debito di 75 mila dollari. Le cose sembrano peggiorare quando il suo collega e amico Arthur Dens ha un crollo nervoso durante una seduta preliminare di un processo. Egli viene chiamano a rapporto per tentare di capire cosa accada, ritrovandosi ad essere coinvolto in un caso molto più complesso e pericoloso di quanto avrebbe potuto immaginare.

Contro di sé trova infatti Karen Crowder, giovane legale decisa a fare carriera all’interno dell’azienda contro la quale Dens stava portando avanti la causa, la U-North. Karen ha infatti scoperto dei documenti che incastrerebbero l’azienda, rea di aver prodotto diserbanti contenenti sostanze nocive, e tenta di distruggerli. Questi vengono però ritrovati da Arthur Dens, il quale muore però prima che possa parlare. Michael non crede però al suicidio dell’amico, decidendo di continuare a cercare le prove che incastrino la U-North. Sfidare Karen, però, si rivelerà un gioco molto più complesso del previsto.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Michael Clayton, dunque, il protagonista inizia a collegare i fili lasciati da Arthur Edens prima della sua morte. Dopo aver scoperto che Arthur aveva ordinato 3.000 copie di un memo compromettente per l’azienda U-North — una prova schiacciante del coinvolgimento della compagnia in attività illegali — Michael capisce che la sua morte non è stata un semplice suicidio. Il sospetto si fa certezza quando Michael scopre che la conversazione tra Arthur e Anna, una giovane testimone chiave, era nota all’azienda nonostante lei non l’avesse mai riferita a nessuno.

Tilda Swinton e George Clooney in Michael Clayton
Tilda Swinton e George Clooney in Michael Clayton

Questo porta Michael a indagare a fondo, entrando persino nell’appartamento di Arthur, dove recupera un libro annotato e la ricevuta del centro copie che conferma la diffusione della prova. La tensione culmina nella scena che si ricollega all’inizio del film: i sicari assoldati da U-North piazzano una bomba nell’auto di Michael per eliminarlo. Ma lui riesce a salvarsi e prepara la sua contromossa. Si presenta al quartier generale di U-North durante una riunione, affronta la responsabile della comunicazione Karen Crowder e la incastra, fingendo di voler accettare una somma enorme in cambio del suo silenzio. Quando Karen accetta, Michael rivela di indossare un microfono, mentre il fratello Gene e la polizia ascoltano tutto.

Karen viene così arrestata e Michael, finalmente libero da ogni legame, si allontana in un taxi, lasciando lo spettatore con un senso di liberazione ma anche di profonda amarezza. Il film e il suo finale si concentrano dunque sulla redenzione personale e sulla responsabilità morale. Michael Clayton è un “aggiustatore”, un uomo abituato a muoversi tra compromessi e zone grigie del diritto. Ma la vicenda di Arthur, insieme alla scoperta del cinismo assoluto di U-North, lo costringe a guardarsi allo specchio. Invece di vendere il proprio silenzio, sceglie di esporsi e fare la cosa giusta, accettando il rischio e rompendo con il passato.

Il finale di Michael Clayton rappresenta quindi la vittoria dell’integrità individuale sul potere delle istituzioni corrotte. Non c’è trionfalismo, ma una quieta determinazione: la scelta di Michael di salire su quel taxi da solo, dopo aver rischiato la vita per esporre la verità, è un gesto silenzioso ma potentissimo. Il film chiude così il suo cerchio morale, mostrando che anche all’interno di un sistema profondamente compromesso è possibile, seppur dolorosamente, ritrovare una bussola etica.

Autobahn – Fuori controllo: la spiegazione del finale del film

Autobahn – Fuori controllo: la spiegazione del finale del film

Autobahn – Fuori controllo (qui la recensione), diretto da Eran Creevy e uscito nel 2016, è un action-thriller adrenalinico che unisce inseguimenti spettacolari, romance e tensione criminale in un mix pensato per gli amanti del genere. Il film segue la storia di Casey (Nicholas Hoult), un giovane americano coinvolto nel mondo del crimine tedesco per salvare la vita alla sua fidanzata Juliette (Felicity Jones), affetta da una grave malattia. Quando accetta un ultimo colpo per conto di un pericoloso boss (interpretato da Anthony Hopkins), Casey si ritrova coinvolto in una spirale di violenza e tradimenti che culmina in una fuga disperata lungo le autostrade tedesche.

Il film si inserisce nel solco dei thriller d’azione europei in stile Transporter o Ronin, dove il ritmo serrato e le acrobazie in macchina si fondono con un sottotesto romantico o personale. Autobahn – Fuori controllo punta tutto sulla spettacolarità visiva e sulla tensione crescente, con scene d’azione ben coreografate e ambientate in un’Europa fredda e stilizzata. Il contrasto tra la vita apparentemente normale dei protagonisti e il mondo criminale spietato in cui vengono risucchiati contribuisce a creare un’atmosfera tesa e imprevedibile, in cui nessun alleato è veramente affidabile e la sopravvivenza dipende da scelte improvvise.

La presenza di attori del calibro di Hopkins e Ben Kingsley, nei panni di due antagonisti dallo stile molto diverso, eleva ulteriormente il tono del film, aggiungendo un pizzico di ironia e teatralità alla narrazione. Nel corso di questo articolo ci soffermeremo però sul finale del film, cercando di chiarirne le dinamiche e il significato, in particolare alla luce dei temi di redenzione, amore e sacrificio che attraversano tutta la storia. Un’analisi che permetterà di capire meglio cosa rende Autobahn – Fuori controllo più stratificato di quanto la sua superficie adrenalinica possa far pensare.

Autobahn - Fuori controllo film
Nicholas Hoult in Autobahn – Fuori controllo film

La trama di Autobahn – Fuori controllo

Il film racconta le vicende di Casey Stein e di Juliette Marne, due giovani americani che si incontrano mentre entrambi stanno viaggiando in giro per l’Europa. Tra i due nasce un amore che sfocia in fretta nella scelta di andare a convivere. Casey, che prima di incontrare Juliette era coinvolto in un giro di affari loschi e di traffico di stupefacenti, decide di abbandonare tutto per trovarsi un lavoro onesto. Il destino vuole peròche Juliette venga colpita da una grave malattia e, pur di riuscire a pagare le costosissime cure mediche necessarie, Casey si vede costretto a tornare al suo vecchio lavoro di spacciatore.

Egli riprende dunque i contatti con il suo capo, il criminale Geran, e con l’amico Matthias. Casey sembra essere tornato da loro proprio al momento giusto, poiché hanno da offrirgli un compito che sembra fare proprio al caso suo. Il suo obiettivo è portare a termine un grosso colpo derubando un gangster molto temuto, Hagen Kahl. La rapina, però, non va come il giovane aveva previsto. Lui e Juliette sono quindi costretti a partire e a girare l’intera Europa per sfuggire agli uomini di Hagen, con Casey che sarà disposto a fare qualsiasi cosa pur di salvare l’amore della sua vita.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Autobahn – Fuori controllo, la tensione raggiunge il suo culmine quando Casey, braccato dai criminali e con Juliette in pericolo di vita, mette in atto un piano disperato per salvarla e liberarsi definitivamente dal mondo del crimine. Dopo aver scoperto che Hagen Kahl (Hopkins) lo ha tradito e intende eliminarlo, Casey riesce a fuggire sfruttando le sue doti da pilota e l’abilità a muoversi nel traffico delle autostrade tedesche. Nel frattempo, Juliette è tenuta prigioniera, ma riesce a ribellarsi e a inviare un segnale a Casey, permettendogli di localizzarla. I due si ricongiungono in un’azione rocambolesca che li porta a confrontarsi direttamente con Kahl.

Autobahn – Fuori controllo
Nicholas Hoult e Felicity Jones in Autobahn – Fuori controllo

Lo scontro finale avviene in un contesto ad alto rischio, tra inseguimenti violenti e sparatorie. Casey riesce a ingannare Kahl facendogli credere di volergli consegnare i soldi, ma lo conduce invece in un’imboscata che culmina con l’arresto del boss e l’eliminazione dei suoi uomini. Grazie all’aiuto di Geran (Kingsley), ambiguo ma in fondo leale, Casey riesce a guadagnare abbastanza tempo per portare Juliette in ospedale e farle ottenere l’operazione urgente di cui ha bisogno. Il film si chiude con un barlume di speranza: Juliette sopravvive e, anche se Casey ha pagato un prezzo alto, entrambi ottengono la possibilità di una vita nuova e libera.

Dal punto di vista tematico, il film si concentra dunque sulla redenzione e sul potere dell’amore come forza motivante per cambiare rotta. Casey è un antieroe moderno, segnato da un passato discutibile ma pronto a rischiare tutto per una causa nobile: salvare la persona che ama. La sua parabola personale rappresenta la classica storia del “criminale con un cuore”, un trope ricorrente nei thriller romantici, che qui viene riletto in chiave frenetica e stilizzata.

Il finale suggerisce anche che anche in un mondo segnato dalla corruzione, dalla violenza e dal tradimento, è possibile trovare una via d’uscita se si ha il coraggio di affrontare le proprie responsabilità e combattere per ciò che conta davvero. Autobahn – Fuori controllo si chiude così con un tono più umano che cinico, ribaltando l’estetica del crime europeo per offrire una riflessione più personale e sentimentale. Casey e Juliette non sono eroi nel senso classico, ma rappresentano una possibilità di riscatto, confermando che anche i personaggi più compromessi possono aspirare alla salvezza.

Chicago Fire perde un altro membro importante della caserma 51 prima dell’inizio della stagione 14

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Con una svolta sorprendente, un altro protagonista di Chicago Fire lascia la serie prima della quattordicesima stagione, seguendo le orme di Jake Lockett e Daniel Kyri. La notizia dell’addio di Lockett e Kyri (che interpretano Sam Carver e Darren Ritter nella serie One Chicago) è arrivata un mese prima del finale della tredicesima stagione, sulla scia delle voci di tagli al budget. Ora, un altro membro del cast è pronto a lasciare la serie.

Secondo un articolo pubblicato su Soaps.com, Michael Bradway non tornerà per la stagione 14 di Chicago Fire. Bradway ha interpretato Jack Damon, il fratellastro perduto di Kelly Severide, nella serie poliziesca della NBC nelle ultime due stagioni. Sembrava che stesse diventando un pilastro della serie alla fine della stagione 13 di Chicago Fire. Purtroppo, non sarà così.

Cosa significa l’uscita di Michael Bradway per la stagione 14 di Chicago Fire

Cosa succederà a Damon?

Damon ha vissuto una serie di alti e bassi nella stagione 13 di Chicago Fire. In primo luogo, è stato licenziato dalla caserma 51 dopo aver mentito sul fatto di non aver seguito gli ordini di Stella Kidd durante un intervento, e ha dato la colpa a suo fratello. Tuttavia, Damon ha poi accettato la responsabilità delle sue azioni e ha fatto ammenda. Il personaggio di Bradway è persino tornato alla caserma 51 verso la fine della stagione.

Michael Bradway è stato scritturato per interpretare Charlie nell’adattamento di Prime Video del libro best seller del New York Times di Carley Fortune, Every Summer After. La serie in arrivo (che si intitolerà Every Year After) è già in produzione, il che spiega perché Bradway non tornerà nella stagione 14 di Chicago Fire.

Ora Damon sta lasciando nuovamente la caserma dei pompieri in vista della stagione 14 di Chicago Fire. Non è chiaro come verrà eliminato dalla serie, ma secondo alcune indiscrezioni i produttori sarebbero disposti a riportare Bradway se la sua agenda lo consentisse. Quindi, evidentemente, Damon non si allontanerà troppo da Chicago. I fan possono anche stare tranquilli che non morirà (almeno per ora).✕Rimuovi pubblicitàCorrelati“Nulla è ancora deciso”: il showrunner di Chicago Fire stagione 13 parla delle sorprendenti uscite di scenaESCLUSIVO: Chicago Fire perderà due membri importanti del cast alla fine della stagione 13, ma il showrunner rivela che potrebbero non essere andati via per sempre.5

Non solo Severide (che ha scoperto di diventare padre nel finale della stagione 13 di Chicago Fire) sarà colpito dall’uscita di Damon, ma anche Lizzy Novak. Damon e Novak hanno iniziato una relazione romantica occasionale nella stagione 13. Sembrava che il loro legame potesse diventare più serio, ma data la partenza di Damon, probabilmente non sarà più così.

The Legend Of Zelda: un aggiornamento anticipa quale videogioco sta adattando il film live-action

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Il film live-action The Legend of Zelda ha già annunciato chi interpreterà Link e Zelda, e sebbene questa notizia sia entusiasmante, suscita anche curiosità sul gioco da cui sarà tratto il film. Ci sono tantissime storie di The Legend of Zelda tra cui scegliere e, sebbene la trama non sia ancora stata rivelata, il cast aiuta a restringere il campo.

Il cast di The Legend of Zelda includerà Benjamin Evan Ainsworth nel ruolo di Link, attore che ha già recitato in progetti come The Haunting of Bly Manor e il remake di Pinocchio del 2022. Zelda sarà invece interpretata da Bo Bragason, che ha già recitato in progetti come Renegade Nell e The Radleys.

Questi sono gli unici due annunci sul cast di The Legend of Zelda fatti finora, ma sicuramente ce ne saranno molti altri in futuro. Anche se i dettagli sul film sono ancora scarsi, questi annunci sul cast ci dicono già molto sulla trama e sul tono del prossimo film The Legend of Zelda.

Il casting di Link per The Legend Of Zelda restringe il campo dei giochi che potrebbero essere adattati

Ogni gioco The Legend of Zelda ha una storia unica, il che significa che ci sono tantissime opzioni tra cui scegliere per il prossimo film live-action. Tuttavia, l’età di Link cambia nel corso dei giochi The Legend of Zelda, poiché le diverse incarnazioni del personaggio non sono esattamente le stesse. Quindi, in base all’età dell’attore, le possibilità della storia possono essere ridotte.

Benjamin Evan Ainsworth ha 16 anni al momento della stesura di questo articolo, il che significa che potrebbe averne 17 quando il film entrerà in produzione. Questa età è perfetta per Link, dato che il personaggio è solo un adolescente in alcuni dei giochi.✕Rimuovi pubblicitàCorrelatiChi è Bo Bragason? Spiegazione sul nuovo protagonista del film live-action di Legend Of ZeldaIl film live-action di Legend of Zelda ha appena scelto Bo Bragason come protagonista nel ruolo di Zelda e, sebbene sia piuttosto sconosciuto, l’attore ha già all’attivo alcuni progetti degni di nota.

Link ha più o meno questa età in Zelda II: The Adventure of Link, Link’s Awakening, Twilight Princess e Skyward Sword, il che significa che uno qualsiasi di questi quattro giochi potrebbe essere adattato. Anche l’età di Toon Link è oggetto di dibattito e, sebbene il personaggio sembri più giovane, è possibile che The Wind Waker, Phantom Hourglass o Spirit Tracks possano adattarsi all’età di questo attore.

Link adulto ha più o meno questa età in Ocarina of Time, il che significa che se venisse scelto un giovane Link, il film potrebbe adattare questa iconica storia di Zelda. Sebbene Link abbia tecnicamente più di cento anni nella serie Breath of the Wild, la sua stasi significa che Ainsworth potrebbe interpretare anche questa versione di Link.

Quindi, ci sono ovviamente ancora molte possibilità su cosa potrebbe adattare il film The Legend of Zelda. Tuttavia, le opzioni sono state notevolmente ridotte e questo continuerà man mano che verranno rilasciate ulteriori informazioni su The Legend of Zelda.

L’estate nei tuoi occhi: 10 modifiche rispetto al libro

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L’estate nei tuoi occhi: 10 modifiche rispetto al libro

L’estate 2022 vede il lancio di molte anteprime molto attese, tra cui Dali Land, uscito nelle sale il 18 luglio. Con Ben Kingsley nei panni dell’eccentrico ma straordinariamente talentuoso Salvador Dalí, il film cattura un momento frenetico della vita dell’artista, in cui il suo assistente affronta ogni sorta di dramma nel tentativo di lanciare la mostra di Dalí del 1973. Il film vanta un cast stellare che include la star emergente Christopher Briney, protagonista anche della serie di grande successo L’estate nei tuoi occhi.

Ispirato alla popolare trilogia di Jenny Han, “L’estate nei tuoi occhi” debutta quest’estate su Amazon Prime, portando sul piccolo schermo un pezzo di vita, un innocente racconto estivo. I fedeli fan dei romanzi di Jenny Han su Belly Conklin e il suo primo incontro con l’amore e la femminilità a Cousins Beach troveranno alcune differenze nella serie Amazon Prime rispetto al primo libro.

Diversità nella serie L’estate nei tuoi occhi

Una differenza immediata è la diversità del cast della serie Amazon Prime rispetto al libro. Mentre il primo libro non specifica mai che Belly è bianca, la copertina originale del libro del 2009 la raffigurava come una ragazza bionda e bruna, mentre nella serie TV è per metà coreana e per metà bianca, dando un’immediata sensazione del mondo diversificato di oggi.

Creare una trama con al centro una famiglia asiatica conferisce alla serie la profondità, la complessità e l’immediata sensazione di inclusività che Jenny Han voleva dare alla serie. L’aggiunta di un nuovo personaggio alla serie, Cleveland, che ha origini filippine, arricchisce ulteriormente la trama e l’atmosfera degli anni 2020, spiegando il suo immediato fascino globale sui teenager.

Deb Ball

Una delle discrepanze più evidenti tra il libro e la serie è il fatto che il ballo delle debuttanti non esisteva nel libro. Si tratta di un cambiamento importante nella trama, aggiunto da Han in un’intervista a Wrap… per dare davvero vita a un rito di passaggio come un rito cerimoniale di passaggio all’età adulta, per vederlo davvero visualizzato, perché penso che culture diverse abbiano molti modi diversi di segnare quel momento di transizione tra l’adolescenza e l’età adulta”.

Il ballo delle debuttanti è un aspetto importante in questa storia d’amore estiva e aggiunge un tocco alla Bridgerton alla trama, poiché Belly deve scegliere un accompagnatore ufficiale. Questo fa emergere anche il triangolo amoroso della storia, poiché lei deve scegliere tra Jeremiah e Steven. Lo sfarzo e la cerimonia di questo rituale vittoriano si intrecciano con le notizie sulla salute di Susannah e creano una piacevole tensione adolescenziale che collega la serie.

La dinamica tra Belly e Taylor

Le relazioni sono una componente importante di L’estate nei tuoi occhi, e fondamentale per il personaggio di Belly è la sua migliore amica, Taylor, che lei ama e ammira e con cui finisce per scontrarsi sia nella serie che nel primo libro di Jenny Han. La differenza nella serie Amazon Prime è che la loro amicizia è più centrale e viene ulteriormente sviluppata dall’apparizione di Taylor in alcuni episodi, che agita le acque con i sentimenti nascenti di Belly per i ragazzi Fisher.

Taylor (interpretata da Rain Spencer), invece di apparire in flashback come nel libro, visita effettivamente la città di Cousins, creando scintille con i crescenti interessi amorosi di Belly, Jeremiah e Steven. La serie crea una dinamica più equilibrata tra le migliori amiche, poiché Belly e Taylor litigano per il bacio di Taylor ai ragazzi Fisher, proprio come nella vita reale, aiutandole a esaminare la loro amicizia per quello che è e a risolvere il loro conflitto, rendendola più appetibile per lo spettatore moderno.

Razzismo

Grazie alla diversità del cast, la serie TV ha l’opportunità di commentare il razzismo nella città immaginaria di Cousins Beach, in una scena tesa con il fratello di Belly, Steven, al country club locale.

Steven, che lavora al country club locale per pagarsi il college, subisce alcuni insulti razzisti nei confronti degli asiatici mentre serve alcuni clienti presuntuosi nella sala da gioco, portando alla ribalta la realtà odierna in cui gli asiatici sono vittime di discorsi di odio e crimini. Si tratta di una divergenza rispetto al libro, ma ancora una volta aggiunge spessore e credibilità alla trama per il pubblico contemporaneo.

Erba contro sigarette

Non c’è modo migliore per rinfrescare il personaggio del “fumatore” Conrad che la scelta dell’erba nella serie TV rispetto alle sigarette che facevano parte del romanzo di Han. La storia d’amore estiva ruota attorno all’atteggiamento timido e innamorato di Belly nei confronti di Conrad. La scelta di vizi minori, ovvero le sigarette rispetto all’erba, aggiunge qualcosa alla trama e fa emergere l’amore adolescenziale di Belly per Conrad e il modo in cui lei è sempre rimasta incantata da ogni sua parola.

Questo cambiamento nella trama permette agli spettatori della serie Amazon Prime Video di vedere l’innocenza e la crescente infatuazione di Belly per Conrad Fisher, persino nelle sue scelte in fatto di fumo.

Più che la storia di Belly

Il libro L’estate nei tuoi occhi è visto in gran parte attraverso gli occhi di Belly, dando molto meno spazio alle altre personaggi femminili del libro. La serie, tuttavia, sviluppa alcune trame secondarie, tra cui il rapporto solido e talvolta competitivo tra le madri, ovvero la madre di Belly, Laurel (interpretata da Jackie Chung), e Susannah Fisher interpretata da Rachel Blanchard.

Essendo la migliore amica di Laurel dai tempi del college, la dinamica tra lei e Susannah aggiunge un altro aspetto di amicizia femminile alla trama e una tensione interessante alla storia. Il nuovo amore di Laurel, Cleveland Castillo, un autore locale ma molto famoso, amplia ulteriormente la portata della storia oltre Belly.

La collana Infinity di Belly

I sentimenti di Conrad per Belly si approfondiscono e si sviluppano nel corso del primo e del secondo libro (It’s Not Summer Without You), quando lei scopre il regalo di Conrad, una collana Infinity nascosta nella sua scrivania. La serie TV, al contrario, introduce questa scena fondamentale nella seconda parte della prima stagione.

Il momento in cui Belly scopre il regalo di compleanno nascosto nella prima stagione influisce sicuramente sul modo in cui gli spettatori vedono Belly e Conrad e sulla serietà dei sentimenti di lui per lei, aumentando l’interesse e l’attesa degli spettatori.

Il ruolo di Cam

Il primo incontro di Belly con un ragazzo e il suo primo assaggio di “bellezza” avviene quando incontra per caso il personaggio di Cam in una stazione di servizio locale a Cousins, che la invita a unirsi a lui al falò che si terrà quella sera. Nel libro, Cam ha un ruolo più centrale, interagisce maggiormente con i ragazzi Fisher e Steven, e decide di rompere con Belly vedendo che lei sembra essere innamorata di Conrad e Jeremiah.

Nella serie, Belly assume maggiore controllo dei propri sentimenti ed è lei a rompere con Cam. Questa decisione e questo cambiamento nella trama si adattano meglio al tema sottostante del passaggio all’età adulta, in cui lei assume improvvisamente maggiore controllo della propria vita, soprattutto per quanto riguarda i suoi interessi romantici.

Cameo!

In un divertente colpo di scena, Jenny Han, (l’autrice e creatrice di L’estate nei tuoi occhi) appare in una scena durante il Deb Ball dove prende un bicchiere di champagne. Si tratta di una scelta audace ma divertente, dato che il Deb Ball non ha mai fatto parte del libro.

Inoltre, si adatta bene all’atmosfera divertente e stravagante di questa serie TV, che ricorda una commedia romantica ambientata sulla spiaggia, e aumenta l’ammirazione per Jenny Han come forza creativa dietro di essa.

Un finale più positivo

Il libro, nonostante i momenti dolci e estivi, ha una trama più negativa per quanto riguarda la cura del cancro di Susannah. Nel romanzo L’estate nei tuoi occhi, lei rimane determinata a non sottoporsi alle cure nonostante i desideri della sua famiglia, mentre gli spettatori di Amazon Prime hanno una visione più ottimistica di questa trama. Nella serie, Jeremiah e Conrad convincono la madre a sottoporsi alle cure dopo che il suo cancro è stato tristemente rivelato al ballo delle debuttanti.

Il cambiamento più positivo nella trama rende l’atmosfera generale della serie più leggera, in sintonia con il tono sognante e adolescenziale che caratterizza la serie fin dal primo episodio. È anche degno di nota il fatto che la serie mostra un rapporto più forte tra Conrad e Belly alla fine della stagione, suggellato da un romantico bacio sulla spiaggia, mentre nel libro il loro futuro è piuttosto incerto.

L’estate nei tuoi occhi – Stagione 3: cast, trama, trailer e tutto quello che sappiamo

L’estate nei tuoi occhi (The Summer I Turned Pretty) di Prime Video è una delle serie romantiche più popolari attualmente in streaming, ma lo show è destinato a concludersi dopo la terza stagione. La prima stagione di L’estate nei tuoi occhi è stata un successo per Amazon. Ha dominato i social media ancora prima che la serie fosse disponibile in streaming, e la seconda stagione ha seguito le orme della prima, quindi è facile capire perché L’estate nei tuoi occhi sia stata rinnovata per una terza stagione.

La serie è basata su una trilogia di romanzi di Jenny Han, con ogni stagione ispirata a uno dei libri, anche se L’estate nei tuoi occhi  ha apportato alcune piccole modifiche alla trama originale. Seguendo questo particolare formato, la terza stagione di L’estate nei tuoi occhi è basata su We’ll Always Have Summer, l’ultimo romanzo sulle avventure amorose estive di Belly (Lola Tung). L’ultimo romanzo porta Belly al college e oltre, fornendo un finale perfetto per la serie Amazon, mentre L’estate nei tuoi occhi volge al termine con la terza stagione.

Ultime notizie su L’estate nei tuoi occhi – stagione 3

Finalmente annunciata la data di uscita della terza stagione

Circa un mese dopo la pubblicazione delle prime immagini dei nuovi episodi, le ultime notizie confermano finalmente la data di uscita della terza stagione di The Summer I Turned Pretty. La terza e ultima stagione è ora prevista per mercoledì 16 luglio 2025. Questa data è in linea con il tema estivo della serie e uscirà più o meno nello stesso periodo delle due precedenti.

In concomitanza con la data di uscita, Prime Video ha condiviso un nuovo poster della terza stagione di The Summer I Turned Pretty su X (ex Twitter). Nel poster, Belly viene baciata sulla guancia da Jeremiah mentre Conrad guarda geloso.

Data di uscita della terza stagione di L’estate nei tuoi occhi

L’ultima stagione arriva quest’estate

L’estate nei tuoi occhi – stagione 3 è stata ufficialmente confermata da Amazon il 4 agosto 2023, ma ci vorranno quasi due anni prima che il nuovo episodio ottenga finalmente una data di uscita. Ora, Amazon Prime Video ha programmato la terza e ultima stagione di L’estate nei tuoi occhi per il debutto mercoledì 16 luglio 2025. La stagione che conclude la trilogia sarà composta da 11 episodi in totale.

  • Tutte e tre le stagioni di The Summer I Turned Prettysono disponibili in streaming esclusivamente su Amazon Prime Video.

The Summer I Turned Pretty, la seconda stagione è terminata il 28 agosto 2023.

Il cast della terza stagione di L’estate nei tuoi occhi

Belly e i cugini torneranno per un’ultima volta

Il cast della terza stagione di L’estate nei tuoi occhi sarà in gran parte lo stesso delle stagioni precedenti. Tuttavia, La seconda stagione di L’estate nei tuoi occhi ha aggiunto alcuni nuovi membri al cast, e la terza stagione probabilmente farà lo stesso. Lola Tung tornerà nei panni di Belly, affiancata da Christopher Briney nel ruolo di Conrad Fisher e Gavin Casalegno in quello di Jeremiah Fisher, dato che il loro triangolo amoroso è il cuore della serie. Si prevede che anche la maggior parte del cast tornerà, soprattutto perché Prime Video non ha annunciato alcuna partenza.

La trama della terza stagione di L’estate nei tuoi occhi

La fine del triangolo amoroso?

Mentre “L’estate in cui sono diventata bella” nel suo complesso è una storia di formazione, il terzo romanzo della trilogia, “We’ll Always Have Summer”, è quello in cui i personaggi crescono davvero. Se la trama della terza stagione di “L’estate in cui sono diventata bella” seguirà i romanzi, vedrà Belly diplomarsi al liceo, frequentare l’università e prepararsi per il futuro. Il terzo romanzo fa anche un salto in avanti nel tempo fino alla laurea di Belly e oltre, permettendo al pubblico di vedere dove finisce e con chi sta.

Dato che è stato anche annunciato che la terza stagione sarà l’ultima, è logico che la storia possa seguire abbastanza fedelmente il romanzo. È fondamentale fornire una conclusione soddisfacente e, anche se vengono apportate piccole modifiche al libro, We’ll Always Have Summer è un modo appropriato per concludere l’adattamento. I primi materiali promozionali hanno utilizzato il titolo del libro come slogan, suggerendo che farà parte della storia.

Come il finale della seconda stagione ha preparato il terreno per la terza stagione di L’estate nei tuoi occhi

La seconda stagione ha lasciato molte domande senza risposta

La storia della terza stagione di L’estate nei tuoi occhi non deve necessariamente avere lo stesso finale del romanzo, anche se tutti gli eventi finora hanno portato Belly a fare quella scelta definitiva.

La trama della terza stagione di “The Summer I Turn Pretty” non è direttamente collegata agli eventi della seconda stagione. Nel finale, Belly capisce i sentimenti dei due ragazzi che le hanno rubato il cuore negli ultimi anni, e questo influisce sulla storia d’amore della terza stagione. Alla fine della seconda stagione di “The Summer I Turned Pretty”, Belly ha avuto la possibilità di esplorare i propri sentimenti sia per Conrad che per Jeremiah.

La terza stagione dovrebbe vedere Belly in grado di guardare a ciascuna delle sue relazioni con maggiore maturità. Dopo tutto l’amore e la perdita che ha vissuto, Belly avrà una migliore comprensione del proprio cuore e una maggiore disponibilità ad aprirsi e ad essere onesta sui propri sentimenti. Questo le permetterà finalmente di scegliere tra i due, proprio come nel romanzo. Anche se la trama della terza stagione di L’estate nei tuoi occhi non dovrà necessariamente avere lo stesso finale del romanzo, tutti gli eventi accaduti finora hanno portato Belly a compiere quella scelta definitiva.

Trailer della terza stagione di L’estate nei tuoi occhi

Guarda il teaser trailer della terza stagione qui sotto

Poco dopo l’annuncio della data di uscita, Amazon Prime Video ha rivelato il trailer della terza stagione di L’estate nei tuoi occhi nell’aprile 2025. Il teaser mostra Belly e Jeremiah mentre si divertono insieme e, in generale, formano una coppia carina. Tuttavia, le cose prendono una piega interessante negli ultimi momenti del teaser, quando Conrad appare improvvisamente alla porta di casa di Belly.

You’ll Never Find Me: la spiegazione del finale

You’ll Never Find Me: la spiegazione del finale

You’ll Never Find Me è un nuovo thriller psicologico horror australiano, recentemente distribuito su Shudder e che sta guadagnando popolarità come dramma a camera chiusa. La trama presenta l’arrivo di una giovane donna senza nome, conosciuta solo come la Visitatrice, nella casa mobile di un uomo di nome Patrick, situata in un parcheggio per roulotte un po’ losco. È la reciproca diffidenza e la paura latente che provano l’uno per l’altra a costituire la maggior parte di You’ll Never Find Me, fino a quando non emergono ulteriori colpi di scena che rendono la visione ancora più agghiacciante.

Spoiler Alert

Come si incontrano Patrick e la Visitatrice?

You’ll Never Find Me inizia all’interno della casa mobile di un uomo che verrà poi identificato come Patrick, il protagonista del film. Patrick è abituato a una vita solitaria, avendo trascorso gran parte della sua esistenza da solo, affogando i suoi dolori nell’alcol o apparendo totalmente insensibile ad essi. È anche piuttosto abituato al tempo tempestoso e non si lascia turbare dai rumori causati dal vento, finché qualcuno bussa con forza alla porta di casa sua. Patrick non presta molta attenzione e si limita a gridare a chiunque sia fuori di andarsene e lasciarlo in pace. Dopotutto, l’uomo vive in un losco parcheggio per roulotte dove la maggior parte delle persone nasconde la propria identità e alcuni ragazzini problematici lo prendono sempre di mira con i loro scherzi crudeli. Patrick crede che il bussare sia uno degli scherzi dei ragazzini e quindi non risponde. Tuttavia, quando il rumore continua e, cosa ancora più importante, qualcuno parla dall’esterno, apre la porta e trova una giovane donna in piedi sulla soglia.

La donna, di cui non si conosce il nome, chiede a Patrick di aiutarla in quella terribile tempesta, perché ha bisogno di un passaggio per raggiungere la città vicina e non ha altra scelta che bussare alle porte degli sconosciuti con quel tempo. Quando Patrick le chiede da dove viene e come è rimasta bloccata nella tempesta, la donna dà solo alcune risposte vaghe e sospette. Dice a Patrick che era stata al bar a bere qualcosa e poi ammette di essere andata in spiaggia e di essersi addormentata lì, quando l’uomo nota il suo costume da bagno. Nessuna delle sue risposte è davvero diretta o convincente, e la sua improvvisa comparsa a un’ora così tarda è anche qualcosa che allarma Patrick. A coronare il tutto, il suo viso sembra familiare a Patrick, anche se non riesce a ricordare dove l’ha vista prima, e la donna non aiuta a risolvere il mistero. Ciononostante, Patrick fa entrare la donna in casa sua, offrendole riparo dalla pioggia, vestiti caldi e da bere, ma l’ambiente all’interno della roulotte non è proprio dei migliori.

I suggerimenti e i consigli di Patrick alla donna sembrano un po’ forzati e manipolatori, dato che le dice che la sua auto ha bisogno di una riparazione e che quindi la porterà al telefono pubblico più vicino. Le chiede poi di cambiarsi i vestiti bagnati, di mettersi comoda e arriva persino a offrirle da mangiare e da bere. Anche se queste azioni sembrano quelle di un ospite disponibile, il fatto che Patrick la costringa quasi a prendere queste decisioni senza darle alcuna possibilità di scelta lo fa sembrare piuttosto strano. La giovane donna, che rimane senza nome per tutto il film e viene chiamata solo “la visitatrice”, ha paura di essersi cacciata in un guaio più pericoloso della tempesta che infuria fuori, ma non riesce a seguire i propri impulsi. Tuttavia, rifiuta di mangiare la zuppa che Patrick le prepara e la getta in uno degli stivali vicini, ma Patrick se ne accorge e rimane ferito dalla sua sfiducia. Ma la mancanza di fiducia nelle storie dell’altro è reciproca, poiché sembra sempre più probabile che entrambi abbiano qualcosa da nascondere sul proprio passato e sulla propria vera identità. La premessa di base di You’ll Never Find Me risiede proprio in questa sfiducia e in questo dubbio di Patrick e della Visitatrice, che si incontrano per caso a causa del maltempo.

Come si avverano le paure della Visitatrice?

Una volta accettato il suo destino di dover trascorrere un po’ di tempo con Patrick nella sua roulotte, la Visitatrice cerca di calmare la situazione comportandosi in modo amichevole. Si scusa per aver buttato via la zuppa e cerca anche di saperne di più sul suo ospite. Ciò che sembra più strano alla donna è la solitudine di Patrick e il suo atteggiamento apparentemente indifferente al fatto di dover trascorrere la vita da solo. Alla fine, Patrick si apre con lei, arrivando persino a dirle che sta davvero apprezzando l’opportunità di parlare con qualcuno. Le racconta che il vestito che le ha dato da indossare, insieme ad alcuni orecchini e gioielli che si trovano in bagno, appartenevano a una sua ex fidanzata. Ma questa storia cambia in seguito, quando Patrick dice che in realtà appartenevano a sua moglie, morta alcuni anni prima a causa di problemi di dipendenza, lasciandolo solo al mondo.

Sebbene la donna finga di credere alle storie e a tutto ciò che Patrick le ha raccontato, non sembra molto convinta e mantiene chiaramente delle riserve nei confronti del suo ospite. In un caso, dopo che l’elettricità in casa salta, i due vanno a cercare di riparare il fusibile e i cavi all’interno dell’abitazione. In quel momento, la Visitatrice nota del sangue sulla schiena di Patrick, anche se non sembra provenire da alcuna ferita o taglio sul suo corpo. Vede anche un martello tra i suoi attrezzi, che per un attimo sembra essere coperto di sangue, ma la giovane donna decide di mantenere le sue pretese di cordialità. Si limita a dire a Patrick del sangue, facendo sembrare che sia preoccupata per il suo benessere, e non fa nulla riguardo al martello. Qualche tempo dopo, trova in bagno un paio di orecchini chiaramente molto simili a quelli che possedeva, e questo rende la faccenda ancora più strana. La Visitatrice se la prende con Patrick, lo chiama ladro, insinuando che l’uomo le abbia rubato gli orecchini, e chiede di andarsene.

Tuttavia, si rende subito conto che il tempo tempestoso e la distanza del luogo da qualsiasi altro centro abitato la rendono davvero impossibile. Pertanto, la Visitatrice ricuce nuovamente i rapporti con Patrick e i due si siedono a giocare a carte. Tuttavia, la storia prende una piega inaspettata quando Patrick viene spaventato dal rumore di un’auto e si precipita fuori per vedere chi sia. Nel frattempo, la donna inizia a esplorare il resto della casa quando improvvisamente vede il cadavere di una donna che giace nella vasca da bagno del bagno di Patrick. Questo è sufficiente per far diventare realtà tutti i suoi incubi e le sue paure, perché si trova davvero in una situazione estremamente difficile.

In realtà, Patrick è un serial killer che adescava e rapiva giovani donne per portarle a casa sua e ucciderle. Non è chiaro se abbia rapporti sessuali con loro, ma il suo obiettivo principale è quello di ucciderle e conservarne alcuni trofei, per lo più sotto forma di orecchini, gioielli o vestiti che indossavano al momento dell’omicidio. Dopo la rivelazione, Patrick stesso afferma che il suo primo omicidio lo ha reso dipendente da questo atto e che ha continuato a commettere altri omicidi nascondendosi nella casa mobile nel parcheggio per roulotte per tutto questo tempo. La posizione isolata e la natura losca dei vicini hanno fatto sì che la polizia non fosse riuscita a trovare Patrick per tutto questo tempo. Ma l’uomo ha sempre avuto paura di essere finalmente catturato e crede che la polizia arriverà a casa sua alla ricerca del serial killer da un giorno all’altro. Quando sente delle auto immaginarie fuori dal parcheggio per roulotte, pensa che siano auto della polizia e quindi si affretta a controllare se la sua punizione è finalmente in arrivo. Per quanto riguarda il modus operandi di Patrick, egli stringeva amicizia con giovani donne nei bar o anche per strada, le portava a casa sua e somministrava loro una forte dose di GHB, che le faceva cadere rapidamente in stato di incoscienza.

Parlando di sua moglie, Patrick ha raccontato di averla incontrata per la prima volta fuori da una farmacia e di come lei gli avesse chiesto delle patatine e un passaggio. Ora si scopre che è stato così che ha incontrato la sua ultima vittima, la donna il cui corpo è ancora nella sua casa, e ha descritto l’esperienza come davvero amorevole e profonda, condivisa tra lui e la sua moglie inesistente. C’è anche una motivazione psicologica dietro la serie di omicidi di Patrick, poiché ritiene le donne responsabili di essere entrate nella sua vita e di essere diventate sue vittime, considerando che sono state loro a chiedergli di ucciderle.

Qual è la vera identità della Visitatrice?

Una volta rivelati il motivo segreto e la natura di Patrick, questi attacca anche la Visitatrice, che si ritrova in una situazione di impotenza nonostante abbia capito che il suo ospite è un assassino. Viene semplicemente sopraffatta da Patrick, che le fa bere con la forza la stessa dose di GHB che ha usato sulle altre vittime, e questo fa perdere gradualmente conoscenza alla donna. Di conseguenza, anche lei viene colpita dall’assassino, che la rende la sua ultima vittima. Tuttavia, You’ll Never Find Me svela il colpo di scena finale solo a questo punto, quando viene rivelato che la giovane donna conosciuta come la Visitatrice non era mai stata realmente presente sulla scena.

La Visitatrice era frutto dell’immaginazione di Patrick e della sua coscienza tormentata, che lo convincevano che una punizione era inevitabile. In realtà, la giovane donna era stata la prima vittima dell’uomo che aveva incontrato per strada mentre chiedeva un passaggio in auto. Una scena che viene ripetutamente mostrata in flashback durante il film, in cui si vede l’interno di un’auto in un giorno di pioggia, è in realtà quella del primo omicidio di Patrick. Lui l’aveva portata a casa sua e l’aveva uccisa con il martello, motivo per cui la donna vedeva dei lampi di sangue sul martello e sulla sua testa. Questo è anche il motivo per cui il Visitatore trova orecchini simili ai suoi nel bagno dell’uomo, poiché lui l’aveva già uccisa e aveva conservato i suoi gioielli come ricordo. Allo stesso modo, questo è il motivo per cui Patrick trova il suo viso così familiare eppure non riesce a collocarlo nella memoria, poiché ammette di ricordare a malapena i volti delle sue vittime.

La presenza della Visitatrice può essere vista come un’apparizione spettrale, venuta per vendicarsi dell’uomo e che alla fine ci è riuscita costringendolo a bere la soluzione di GHB. Ma in termini di thriller psicologico, sembra più probabile che la presenza della Visitatrice fosse tutta nella mente tormentata dal senso di colpa di Patrick, che alla fine perde il controllo sulla sua coscienza, la quale prende il sopravvento, spingendolo a uccidersi bevendo la soluzione.

Durante il finale di You’ll Never Find Me, Patrick esce dal suo incubo e viene visto di nuovo tutto solo, seduto a bere nella sua casa mobile. Qualcuno bussa alla porta, ma quando va a vedere chi è, trova i bambini del quartiere che gli fanno i soliti scherzi. Patrick aveva commesso il suo ultimo omicidio solo poche ore prima, ed è la stessa donna il cui corpo giace nella vasca da bagno. Ma nel suo stato delirante, l’uomo aveva effettivamente bevuto la soluzione di GHB, che gli ha gradualmente tolto la vita, e nell’ultima scena lo si sente soffocare a morte dall’esterno della casa mobile.

I Fantastici Quattro – Gli inizi: ecco le prime reazioni sui social media

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Finalmente sono arrivate le reazioni dei social media su I Fantastici Quattro – Gli inizi, con i critici che hanno espresso le loro prime impressioni sul nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe. Dopo anni di sviluppo, la Prima Famiglia Marvel è finalmente pronta a fare il suo debutto nella timeline del MCU quest’estate con I Fantastici Quattro – Gli inizi.

Sebbene I Fantastici Quattro – Gli inizi sarà il film che darà il via alla Fase 6 della Saga Multiverso, segnerà anche l’ultimo film MCU per la Marvel Studios nel 2025. Tuttavia, con il reboot che getta le basi per Avengers: Doomsday, sarà il film più importante dell’anno per la Marvel Studios.

I Fantastici Quattro – Gli inizi uscirà ufficialmente tra una settimana e, come per ogni altro film di successo, i membri della stampa hanno potuto vederlo in anteprima e finalmente condividere le loro prime impressioni sul capitolo della Fase 6. Ecco alcune reazioni:


Ash Crossan di ScreenRant definisce The Fantastic Four: First Steps non solo “visivamente sbalorditivo, elegante, autonomo e facile da seguire”, ma elogia anche la Sue Storm interpretata da Vanessa Kirby, definendo la sua performance “perfetta”.

Chris Killian di ComicBook ha elogiato The Fantastic Four: First Steps per aver saputo catturare “l’immaginazione di Jack Kirby riportata in vita sul grande schermo”.

Andrew J. Salazar di DiscussingFilm ha spiegato come The Fantastic Four: First Steps abbracci pienamente l’aspetto familiare, “dove ogni membro del team è ugualmente importante”, aggiungendo che “nessuno è trascurato”.

Law J. Sharma di Tremendous Talk ha aggiunto che il nuovo reboot dei Fantastici Quattro è “SOLIDO come Ben Grimm”, sottolineando la grande intesa tra i membri del cast.

Law J. Sharma di Tremendous Talk ha aggiunto che il nuovo reboot dei Fantastici Quattro è “SOLIDO come Ben Grimm”, sottolineando la grande intesa tra i membri del cast.


Matt Neglia di Next Best Picture ammette che, sebbene molti definiranno The Fantastic Four: First Steps “fantastico, e avranno ragione per diversi motivi”, ha specificato che la dinamica del cast è “eccellente”, ma la storia familiare “può sembrare un po’ esagerata a questo punto dell’MCU”.

Matt Neglia di Next Best Picture ammette che, sebbene molti definiranno The Fantastic Four: First Steps “fantastico, e avranno ragione per diversi motivi”, ha specificato che la dinamica del cast è “eccellente”, ma la storia familiare “può sembrare un po’ esagerata a questo punto dell’MCU”.

Cosa significano le reazioni sui social media de I Fantastici Quattro – Gli inizi

Sebbene le recensioni complete di I Fantastici Quattro – Gli inizi non arriveranno prima della fine della settimana, dalle prime reazioni online dei critici emerge chiaramente che finora sono molto positive, il che rappresenta una grande vittoria per la Marvel Studios. Considerando le difficoltà incontrate in passato dai film dei Fantastici Quattro durante l’era Marvel della Fox, il reboot dell’MCU per l’iconico team è proprio ciò di cui aveva bisogno questo franchise.

Da queste prime reazioni è anche evidente che, sebbene la storia possa avere un’accoglienza diversa, ci sarà una chimica straordinaria da aspettarsi dal cast di I Fantastici Quattro – Gli inizi. Anche i personaggi principali dei Fantastici Quattro, come Galactus e Silver Surfer, sembrano essere protagonisti che si distingueranno nella fase 6, sulla base delle prime reazioni.

Nicole Kidman pubblica il primo video dal set di Practical Magic 2

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Le sorelle Owens sono tornate. Nicole Kidman ha pubblicato un video su Instagram in cui lei e Sandra Bullock girano il loro primo giorno sul set di “Practical Magic 2“.

Nel video, la Kidman abbraccia la Bullock mentre sono in piedi davanti a una lapide in un cimitero. “Le streghe sono tornate“, recita la didascalia. “Il primo giorno sul set delle sorelle Owens!“.

La Bullock e la Kidman riprendono i ruoli delle sorelle Sally e Gillian Owens, discendenti di una lunga stirpe di streghe. Nell’originale del 1998, basato sul romanzo di Alice Hoffman, le due streghe si ritrovano a combattere una maledizione che uccide gli uomini di cui si innamorano. I dettagli della trama del secondo film non sono stati rivelati, sebbene la storia sia presumibilmente basata su un capitolo successivo della serie di libri “Practical Magic” della Hoffman.

Dianne Wiest e Stockard Channing riprenderanno rispettivamente i ruoli di zia Jet e zia Frances “Fran” Owens. Tra gli altri membri del cast figurano Lee Pace (“Bodies Bodies Bodies”), Joey King (“The Act”), Maisie Williams (“Game of Thrones”), Xolo Maridueña (“Blue Beetle”) e Solly McLeod (“The Dead Don’t Hurt”).

Susanne Bier (“Bird Box”) dirige il film da una sceneggiatura co-scritta da Akiva Goldsman, che ha anche co-scritto l’originale, e Georgia Pritchett (“Succession”).

Practical Magic 2” debutterà il 18 settembre 2026.

RIV4LI: il primo episodio presentato a Giffoni

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RIV4LI: il primo episodio presentato a Giffoni

RIV4LI, la nuova serie TV per ragazzi e ragazze creata da Simona Ercolani, sarà disponibile solo su Netflix dall’1 ottobre 2025.

I giovani protagonisti Samuele Carrino, Kartika Malavasi, Edoardo Miulli e Melissa Di Pasca, insieme al regista Alessandro Celli, hanno presentato oggi la nuova serie in anteprima al Giffoni Film Festival, con la proiezione del primo episodio e un incontro con i giurati della sezione Elements (+10 anni) del Festival.

La serie, ambientata nello stesso mondo narrativo di DI4RI, esplora i conflitti dell’adolescenza: le difficoltà dettate dalla costruzione della propria identità, le aspirazioni dei ragazzi schiacciate dalle aspettative degli adulti, le trappole in cui cade chi è vittima di cyberbullismo, i pregiudizi che decretano chi è dentro o fuori dal “gruppo”.

RIV4LI sono, infatti, i protagonisti della serie, divisi inizialmente in due gruppi contrapposti. Siamo a Pisa, nella Terza D della scuola media Montalcini: è questo il regno degli Insiders, il cui leader è il ragazzo più popolare della scuola, Claudio (Samuele Carrino), spalleggiato dal suo migliore amico Dario (Edoardo Miulli). A sfidarli sarà la nuova arrivata, Terry (Kartika Malavasi) che, appena trasferita da Roma, formerà un nuovo gruppo, quello degli Outsider. La rivalità è da subito accesissima, ma quando la scuola sarà divisa in due da un vero muro, Insider e Outsider sapranno unirsi per abbattere le barriere fisiche e relazionali che li separano.

Nel cast anche Lorenzo Ciamei (Luca), Eugenia Cableri (Sabrina), Melissa Di Pasca (Marzia), Joseph Figueroa (Alessio), Duccio Orlando (Paolo), Andrea Arru (Pietro).

RIV4LI è una serie di Simona Ercolani, prodotta da Stand by me con la regia di Alessandro Celli. Scritta da Simona Ercolani con Serena Cervoni, Mauro Uzzeo, Chiara Panedigrano, Sara Cavosi, Angelo Pastore, Ivan Russo. Produttrice esecutiva è Grazia Assenza.

Hunger Games – L’Alba sulla Mietitura: il nuovo film uscirà a Dicembre del 2026

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Il film presenterà un cast eccezionale composto da Glenn Close, Kieran Culkin, Elle Fanning, Ralph Fiennes, Kelvin Harrison Jr., Maya Hawke, Jesse Plemons, Billy Porter e Lili Taylor, insieme alle giovani promesse Joseph Zada, Whitney Peak, Mckenna Grace e Ben Wang, tra gli altri.

Hunger Games – L’Alba sulla Mietitura riporta la narrazione indietro di 24 anni, fino alla 50ª edizione degli Hunger Games, ovvero la Seconda Edizione della Memoria.

Attualmente in fase di pre-produzione, il film sarà diretto da Francis Lawrence su sceneggiatura adattata da Billy Ray. La produzione è affidata a Nina Jacobson e Brad Simpson di Color Force, insieme a Francis Lawrence, con la produzione esecutiva di Cameron MacConomy.  Il nuovo romanzo di Suzanne Collins, Hunger Games – L’alba sulla mietitura, è uscito a marzo ed è diventato rapidamente n.1 nella classifica del New York Times.

Il libro è stabile in vetta anche su Amazon e USA Today, mentre l’intera serie di The Hunger Games continua a occupare il primo posto nella classifica del New York Times.

Hunger Games – L’alba sulla mietitura ha venduto 1,5 milioni di copie nel mondo nella prima settimana, di cui 1,2 milioni negli Stati Uniti – il doppio delle vendite iniziali di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente e il triplo di quelle di Hunger Games – Il canto della rivolta.

Il progetto cinematografico è supervisionato per Lionsgate da Meredith Wieck e Scott O’Brien.

Bussano alla porta: la spiegazione del finale del film

Bussano alla porta: la spiegazione del finale del film

Bussano alla porta (qui la recensione) del 2023 è sostenuto da un significato profondo che, una volta spiegato per intero, rivela quanto sia intellettuale e allo stesso tempo cupo il film di M. Night Shyamalan. Scritto da Steve Desmond e Michael Sherman, il film vede Shyamalan tornare ancora una volta a raccontare una storia apocalittica. Tuttavia, a differenza di Signs o E venne il giorno, i personaggi di questo film sanno di avere il potere di fermare il collasso della civiltà: è ciò che devono fare per raggiungere questo obiettivo che rende il film così straziante.

Perché la famiglia di Eric e Andrew è stata scelta per salvare il mondo

Una delle domande più importanti che Bussano alla porta spiega in modo piuttosto ambiguo è perché Eric e Andrew siano stati scelti. Persino Leonard (Dave Bautista) e i suoi tre soci non conoscono la risposta al perché Eric, Andrew e Wen siano la famiglia scelta per impedire l’apocalisse. Leonard crede che il loro sacrificio sia stato scelto perché l’amore di Eric e Andrew l’uno per l’altro è puro. Rispetto all’oscurità del mondo e a tutti gli ostacoli che i due hanno dovuto superare per mantenere il loro amore, le affermazioni di Leonard sembrano accurate.

Le visioni collettive del gruppo li hanno solo indirizzati verso una baita, senza sapere che Eric e Andrew ne sarebbero stati gli occupanti. In realtà, il film ha spiegato che avrebbe potuto essere chiunque a trovarsi nella baita. Tuttavia, considerando quanto Eric e Andrew lottino l’uno per l’altro e per la loro figlia, e come non mettano mai in dubbio il loro amore reciproco nonostante gli altri (e gli standard sociali) vogliano distruggerli, è possibile che la profondità del loro amore sia stata indicata come quella in grado di salvare il mondo.

Il finale spiega come un amore così forte sia un faro di speranza in mezzo a tutto l’odio, la distruzione e la violenza che l’umanità ha causato. La forza dell’amore di Eric e Andrew è anche una testimonianza dell’amore che rompe i confini e le norme sociali, prosperando perché due persone hanno visto il meglio l’una nell’altra e hanno semplicemente voluto costruire la loro relazione sulla fiducia, il rispetto reciproco e l’amore.

Bussano alla Porta recensione

Gli eventi apocalittici erano reali o una coincidenza temporale?

Bussano alla porta spiega poi che Leonard e i suoi collaboratori sono convinti che l’apocalisse sia reale, ma Andrew non ci crede per tutta la durata del film. Gli eventi a cui i personaggi assistono in TV potrebbero essere stati previsti in anticipo e poi sincronizzati con l’arrivo della squadra di Leonard alla baita. Dopotutto, anche Leonard ammette che la fine del mondo era già stata annunciata prima che lui e la sua squadra iniziassero ad avere delle visioni.

I virus hanno ucciso molte persone e i terremoti hanno portato distruzione. Leonard e i suoi collaboratori potrebbero aver seguito gli schemi, previsto che qualcosa di grave sarebbe accaduto per un breve periodo, e allora hanno deciso di agire. Tuttavia, nel finale di Bussano alla porta ci sono anche prove sufficienti per spiegare che il mondo è stato davvero salvato grazie alla decisione di Andrew ed Eric.

Gli aerei hanno smesso di schiantarsi al suolo all’improvviso, i bambini hanno smesso di morire a causa del virus X9 e le acque hanno smesso di salire dopo gli tsunami. Il mondo è stato profondamente colpito dalle calamità, ma la morte di Eric suggerisce che la banda di Leonard stesse effettivamente dicendo la verità. Tuttavia, potrebbe essere stata tutta una coincidenza, e il film di Shyamalan voleva che il pubblico si chiedesse se fosse tutto reale o meno. La risposta alla fine dipende dalla percezione, e la prova è abbastanza vaga da poter essere interpretata in entrambi i modi.

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Perché Eric ha deciso di sacrificarsi al posto di Andrew

La decisione presa da Eric è stata un momento sorprendente, ma il film è riuscito molto bene a spiegare le sue motivazioni. Eric era in pace alla fine di Bussano alla porta, ed è per questo che decide di sacrificarsi invece di permettere che Andrew muoia. Sapeva che Andrew aveva ancora molta voglia di lottare. Andrew vedeva il mondo per quello che era, ma continuava a lottare ogni giorno per le persone come avvocato per i diritti umani perché sapeva che c’era qualcosa per cui valeva la pena lottare.

La testardaggine di Andrew lo avrebbe aiutato a farsi strada nel mondo, la sua natura protettiva lo avrebbe aiutato a crescere la figlia della coppia e i suoi dubbi sull’apocalisse lo avrebbero reso abbastanza curioso da cercare delle risposte. Andrew è ciò di cui il mondo aveva bisogno, non Eric. Eric se ne rese conto e capì che la passione e la determinazione di Andrew gli avrebbero permesso di andare avanti nonostante la sua perdita. È diverso dal libro, dove sia Andrew che Eric sopravvivono.

Perché Leonard e la sua banda si sono rifiutati di uccidere Eric e Andrew

I soci di Leonard potevano uccidersi a vicenda solo se Eric e Andrew si fossero rifiutati di sacrificarsi. Solo Eric e Andrew potevano decidere chi dei due sarebbe morto, e se uno dei due fosse stato ucciso e la scelta fosse stata eliminata, l’apocalisse sarebbe stata una certezza. È possibile che Eric e Andrew si amassero così tanto che la decisione di sacrificare uno dei due sarebbe stata più degna perché fatta liberamente e non con la forza.

Se qualcuno della banda di Leonard li avesse uccisi, avrebbe rovinato l’intera missione. Avrebbe anche fatto infuriare il coniuge sopravvissuto: il sacrificio doveva essere una decisione presa per amore. Leonard non poteva prendere quella decisione al posto loro; avrebbe minato il legame tra Eric e Andrew, basato sui temi del film.

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Perché Redmond ha mentito sulla sua vera identità?

Il vero nome di Redmond (Rupert Grint) era Rory O’Bannon, e Bussano alla porta ha rivelato che anni prima aveva aggredito Andrew in un bar, spingendolo ad acquistare una pistola per proteggersi. La presenza di Redmond era il motivo per cui Andrew pensava che la sua famiglia fosse stata presa di mira. È possibile che Redmond abbia mentito sulla sua vera identità perché non voleva che Leonard, Sabrina e Adriane sapessero che aveva un passato violento e che era legato a quello di Andrew. Forse Redmond credeva che fermare l’apocalisse potesse redimerlo e che rivelare il suo vero nome sarebbe stato troppo pericoloso.

Eric ha davvero visto una figura (o era solo la sua commozione cerebrale a parlare)?

Mentre la squadra di Leonard discute il caso, Eric sembra spesso dubbioso. Afferma in seguito di vedere una figura nella luce dietro Leonard, il che lo convince che c’è qualcosa di vero in ciò che Leonard e Sabrina stanno dicendo loro. Tuttavia, potrebbe essere stato facilmente un inganno della sua mente. La commozione cerebrale di Eric lo ha reso sensibile alla luce nel corso della vicenda, quindi potrebbe aver visto qualcosa che coincideva con ciò che gli era stato detto.

Il pubblico non ha mai visto la figura ed Eric non era lucido in quel momento, quindi non ci si può fidare completamente di lui. Tuttavia, Eric aveva bisogno di vedere la figura per prendere la sua decisione finale alla fine del film, altrimenti non si sarebbe sacrificato. Alla fine, non importava se la figura che Eric ha visto alla fine di Bussano alla porta fosse reale o meno, poiché ciò che contava davvero era la sua decisione.

Come è stata scelta la squadra di Leonard per la missione apocalittica

I membri della squadra di Leonard rappresentavano i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, almeno secondo Eric. Leonard era la Guida, Sabrina era la Guarigione, Adriane era la Cura e Redmond era la Malizia. Si suggerisce che tutti avessero una delusione condivisa, vedendo le stesse visioni e credendo la stessa cosa sulla fine del mondo. È anche possibile che fossero stati scelti per fermare l’apocalisse perché avrebbero deciso di fare qualcosa per ciò che vedevano invece di ignorarlo.

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Bussano alla porta ha spiegato che Leonard e la sua squadra avrebbero potuto anche cercare un modo per aiutare il mondo su scala più ampia. Nelle loro professioni, c’era solo così tanto che potevano fare. Redmond probabilmente voleva redimersi dalla violenza che aveva commesso in passato. Sabrina, per fare un altro esempio, era un’infermiera, ma poteva salvare solo una persona alla volta. Salvare il mondo intero in una volta sola, nonostante la paura che provavano, dava loro un po’ di pace.

I Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, nelle scritture cristiane, sono diversi da quelli presentati in Bussano alla porta. Ma sono comunque figure che vengono chiamate e a cui viene data autorità. Come la famiglia di Eric e Andrew, gli invasori della casa in nel film avrebbero potuto essere chiunque. Potrebbero esserci stati anche altri che hanno avuto delle visioni, ma Leonard, Sabrina e compagni sono stati gli unici a organizzarsi.

Il vero significato del finale di Bussano alla porta

L’amore reciproco di Eric e Andrew è quindi messo in risalto durante tutto il film, e il finale suggerisce che è il potere dell’amore che salverà il mondo dalla catastrofe. L’amore di Eric e Andrew era abbastanza forte da sopportare un tale sacrificio, e i due hanno trascorso la maggior parte del film di Shyamalan lottando l’uno per l’altra e per la loro figlia. Il loro amore era in netto contrasto con Leonard, Redmond, Sabrina e Adriane, che erano spesso definiti dal loro lavoro o dal loro passato pieno di odio. Forse il mondo aveva bisogno di ricordare la bontà dell’amore, la sua purezza, di fronte alla violenza e alla paura dell’umanità.

Bussano alla porta afferma anche il potere della manipolazione e della coercizione. L’intero film è un gioco di potere. Leonard e la sua banda costringono Eric e Andrew a prendere una decisione sotto pressione; sono in una posizione di potere e influenza per la maggior parte del film di Shyamalan. Il loro modo di gestire le cose mette Eric e Andrew in una situazione precaria in cui si sentiranno in colpa per qualsiasi decisione prendano. Il significato del film può avere sfumature religiose e tratta il dubbio e la messa in discussione di ciò che è reale, ma riguarda soprattutto la manipolazione psicologica ed emotiva e come questa possa influire sul processo decisionale.

Untamed: la spiegazione del finale della serie Netflix

Untamed: la spiegazione del finale della serie Netflix

Il finale sconvolgente di Untamed, la serie poliziesca targata Netflix, offre una rivelazione tanto tragica quanto inaspettata sulla sorte di Lucy Cook e sull’identità del vero colpevole che si cela dietro gli eventi. Al centro della narrazione c’è Kyle Turner, interpretato con intensità da Eric Bana, un ranger del Parco Nazionale di Yosemite segnato dalla perdita del figlio Caleb. La sua ossessione per la verità lo porta a indagare sulla misteriosa morte di Lucy, una giovane donna ritrovata ai piedi della scogliera di El Capitan. Con il progredire dell’indagine, le certezze iniziali crollano, e si fa strada una verità molto più complessa e dolorosa.

Contrariamente a quanto creduto, Lucy (Ezra Franky) non è stata assassinata: la sua morte è il risultato di un suicidio, avvenuto dopo una lunga vita di abbandoni, abusi e manipolazioni. A peggiorare la situazione, è stato il padre biologico di Lucy, Paul Stouter (Sam Neill), a colpirla alla gamba poco prima della sua morte. Paul, uomo rispettato nella comunità e apparentemente irreprensibile, si rivela il cuore oscuro della storia. Per anni aveva nascosto l’esistenza di Lucy, nata da una relazione extraconiugale con Maggie Cook, affidandola a una famiglia in Nevada e cambiandole identità in “Grace McCray”. Lontana da tutto e da tutti, Lucy ha vissuto nell’ombra, cresciuta nel silenzio e nella menzogna.

Paul aveva costruito una doppia vita, cancellando ogni traccia della figlia e arrivando perfino a manipolare le indagini per proteggere il proprio segreto. Il suo gesto disperato – sparare a Lucy nel tentativo di fermarla dal rivelare la verità – è il culmine di una vita fatta di controllo e colpa. Quando la realtà viene a galla, Kyle capisce che il vero “cattivo” della storia non è un semplice assassino, ma un padre che ha scelto di distruggere una vita pur di salvare la propria reputazione. La verità, svelata solo alla fine, offre una chiusura straziante ma necessaria a una vicenda segnata dal dolore, e conferma Untamed come una riflessione amara sulla famiglia, la colpa e la ricerca della verità.

Sam Neill in Untamed
Sam Neill in Untamed. Cr. Ricardo Hubbs/Netflix © 2025

Paul si è suicidato dopo aver confessato la verità su Lucy a Kyle

Kyle ha cominciato ad avere seri dubbi sulla sincerità di Paul dopo aver parlato con Faith Gibbs, la barista del locale dove era solito andare. Faith conosceva Lucy con il nome di Grace, quando viveva nella casa del padre in Nevada. Lì, Grace e altri bambini abbandonati venivano tenuti rinchiusi in un seminterrato. Paul aveva pagato Lester per far sì che mantenesse il silenzio su Lucy. Secondo Faith, Grace diceva sempre che suo padre era un poliziotto, ma lei non le aveva mai creduto davvero.

Per nascondere il legame con Lucy, Paul aveva fatto rimuovere il nome di sua figlia Kate dalla lista dei test del DNA, così che non emergesse nessuna corrispondenza. Tuttavia, Kate era comunque registrata nel sistema a causa di un arresto avvenuto l’anno prima. Dopo la morte di Maggie, Paul rapì Lucy da casa sua – dove viveva con Rory, il marito di Maggie – e la portò da Lester Gibbs. Rory, un alcolizzato violento, fu ucciso dopo la scomparsa di Lucy perché tutti credevano fosse stato lui a farle del male. Lucy riuscì a fuggire e, da adolescente, fece ritorno a Yosemite.

Un anno prima del ritrovamento del corpo, Paul le aveva promesso che l’avrebbe aiutata a sistemarsi. Più tardi, però, raccontò a Kyle che Lucy aveva iniziato a ricattarlo: aveva bisogno di soldi e lo minacciava. A quel punto, Lucy viveva in una comune guidata da Glory (Marilyn Norry) e faceva da corriere per Shane Maguire (Wilson Bethel), coinvolto nel traffico di droga e armi. Dopo che Naya (Lily Santiago) gli sparò, venne scoperto il suo arsenale. Paul confessò gran parte di questa storia a Kyle, permettendogli così di chiudere finalmente il caso della morte di Lucy Cook. In un flashback, vediamo Lucy cadere da El Capitan, lo stesso luogo da cui guardava il vuoto da bambina, insieme a Maggie.

Wilson Bethel in Untamed
Wilson Bethel in Untamed. Cr. Ricardo Hubbs/Netflix © 2025

Anche se Paul non è stato direttamente responsabile della morte di Lucy, è chiaro che ha avuto un ruolo enorme nel renderle la vita un inferno. Fu proprio lui a spararle alla gamba, dicendo che voleva solo fermarla per poterle parlare. Quando provò a giustificarsi, dicendo che stava solo “proteggendo la sua famiglia”, Kyle gli ricordò che Lucy faceva parte di quella famiglia. Consumato dal senso di colpa e sapendo che la sua reputazione era ormai distrutta, Paul alla fine non riesce ad uccidere Kyle per metterlo a tacere e si toglie la vita con la sua pistola.

Jill ha assunto Shane per uccidere Sean Sanderson dopo che questi aveva assassinato Caleb

Jill Bodwin (interpretata da Rosemarie DeWitt) ha un legame profondo con Shane Maguire, che si articola in due aspetti fondamentali. È stato proprio Shane a fornirle il flacone di pillole “golden X” che Jill ha poi usato nel suo tentativo di togliersi la vita. Inoltre, in un momento di grande vulnerabilità, Jill ha fatto una confessione sconvolgente al marito Scott (Josh Randall): anni prima aveva assoldato Shane per uccidere Sean Sanderson, l’uomo responsabile della morte di suo figlio Caleb.

Parallelamente, anche Kyle ha avuto modo di collegare Shane a Lucy Cook. Alla fine dell’episodio 5, infatti, Kyle scopre un video sul suo telefono in cui si vede Shane aggredire Lucy. È sempre Shane ad averla introdotta nel giro di spaccio clandestino che operava nel parco, un’organizzazione gestita da Simon (Bradley Stryker). A fianco di Simon c’era anche Snakeskin Hand (Jeremy Jones), entrambi coinvolti nell’omicidio di Teddy Redwine (Jonathan Whitesell). Tuttavia, è importante sottolineare che né Simon né Snakeskin Hand sono direttamente collegati alla morte di Lucy Cook.

Eric Bana in Untamed
Eric Bana in Untamed. Cr. Ricardo Hubbs/Netflix © 2025

Kyle ha lasciato il suo lavoro e le macchinine di Caleb a Yosemite

Shane aveva ragione quando ha detto a Kyle: “Non c’è più niente per te in questo parco”. Dopo aver risolto il caso di Lucy Cook, Kyle capisce che il suo tempo a Yosemite è arrivato al termine. Così fa le valigie, affida il suo cavallo a Naya e lascia la collezione di macchinine di Caleb al figlio di lei, Gael, come gesto simbolico di passaggio e chiusura. Non viene rivelata la sua destinazione, ma è chiaro che per lui è giunto il momento di lasciarsi tutto alle spalle.

La scelta di andarsene nasce dalla consapevolezza di aver finalmente trovato una forma di pace. Dopo anni di tormento legato alla morte del figlio Caleb, il caso di Lucy gli ha permesso di affrontare i suoi demoni e raggiungere una sorta di risoluzione. Rimanere a Yosemite significava continuare a convivere con il dolore, le ricadute nell’alcol e la complicata relazione con Jill. Caricato tutto il necessario sul suo furgone, Kyle parte con l’intenzione di ricominciare altrove, sperando in un futuro meno segnato dalla sofferenza.

Sebbene Untamed sia stata concepita come una miniserie, non è escluso che possa esserci una seconda stagione. In quel caso, la trama potrebbe concentrarsi su Naya e sul collega ranger Bruce Milch, alle prese con le conseguenze del suicidio di Paul e con l’assenza di Kyle. Non è da escludere che quest’ultimo possa, in un secondo momento, fare ritorno a Yosemite, magari in seguito a nuovi eventi che lo richiamano, aprendo così la porta a un’ulteriore evoluzione della storia.

Shakespeare in Love: la vera storia dietro il film

Shakespeare in Love: la vera storia dietro il film

All’inizio di Shakespeare in Love, la regina Elisabetta I assiste a una scommessa e alla fine deve giudicarla: “Un’opera teatrale può mostrarci la verità e la natura dell’amore?”. Con una leggera modifica, una domanda simile potrebbe essere posta al film vincitore dell’Oscar: il film può mostrarci la verità e la natura di William Shakespeare? Grande successo al botteghino e molto apprezzato dal pubblico al momento della sua uscita, Shakespeare in Love presenta una serie di somiglianze con l’opera del poeta, con alcuni eventi ripresi proprio da alcune tragedie o commedie da lui scritte.

Controverso vincitore di ben sette Oscar (Miglior film, Miglior sceneggiatura, Migliori costumi, Miglior colonna sonora, Miglior scenografia, Miglior attrice protagonista per Gwyneth Paltrow e Miglior attrice non protagonista per Judi Dench, apparsa sullo schermo per soli otto minuti nei panni della suddetta regina Elisabetta), il film è ancora oggi ricordato come un caso cinematografico piuttosto particolare, dove verità e fantasia si intrecciano continuamente. Ma duqneu quanto bene rappresenta realmente la vita del famoso bardo?

Il fascino del film risiede nel suo intrattenimento, non nella sua accuratezza storica

Sebbene molti studiosi abbiano criticato il film per aver giocato con le caratterizzazioni, le date e la plausibilità, il fascino complessivo della storia (in particolare l’uso della struttura scritta di Shakespeare e i riferimenti ai fatti storici e alla finzione relativi alla sua vita e al suo lavoro) ha contribuito a rendere Shakespeare in Love un film amato da decenni e da tutti i tipi di pubblico. Adam Hooks, professore associato presso il Dipartimento di Inglese dell’Università dell’Iowa e autore di Selling Shakespeare: Biography, Bibliography and the Book Trade, ricorda di aver visto il film quando è uscito per la prima volta in sala.

Il motivo per cui gli studiosi sembrano generalmente apprezzare il film è che è molto chiaro, molto consapevole e molto autocosciente nel giocare con tutte queste fantasie biografiche che sono state attribuite a Shakespeare nel corso degli anni”, ha dichiarato Hooks. Diretto da John Madden e scritto da Marc Norman e Tom Stoppard, Shakespeare in Love è ambientato nel 1593 (parte di un periodo di anni in cui storicamente si sa poco della vita del drammaturgo) e ipotizza come il giovane Shakespeare (Joseph Fiennes), a corto di soldi e idee, trovi l’ispirazione per una delle sue opere più famose, Romeo e Giulietta.

Judi Dench in Shakespeare in Love
Judi Dench in Shakespeare in Love. Foto di © 1998 – Miramax

Sul grande schermo, gran parte del merito dell’ispirazione è attribuito al crescente amore di Shakespeare per la immaginaria Viola (Paltrow), una donna benestante che lotta per trovare il suo posto in un mondo governato dagli uomini. “Questo film è un intrattenimento che non richiede di essere giustificato alla luce della teoria storica”, ha detto lo sceneggiatore Stoppard al momento dell’uscita nelle sale. Questo sentimento è stato ripreso dal regista Madden: “La cosa meravigliosa è che si sa così poco di questo periodo che non si è intrappolati da alcun tipo di circostanza storica”.

Poco dopo il suo debutto al cinema, Thomas Barnes, professore di storia all’Università della California, Berkeley, ha però contestato i fatti relativi all’epoca molto più che la storia stessa. “Il problema è il ritratto complessivo dell’epoca: la regina, i suoi cortigiani, la scena londinese. Il ritratto è quello del XX secolo, non del XVI secolo”, ha affermato Barnes. Tuttavia, come Hooks e altri studiosi, Barnes ha trovato il film “un grande spettacolo teatrale, ma non è storia”, suggerendo dunque che è così che bisognerebbe inquadrare Shakespeare in Love.

Le date nel film non sono storicamente accurate

Per quanto riguarda le date, il film altera molto più della semplice rappresentazione dell’epoca. Sebbene sia vero che Shakespeare fosse a Londra nel 1593, Romeo e Giulietta non sarebbe stato pubblicato fino al 1597, probabilmente scritto e rappresentato per la prima volta nel 1595 o 1596, secondo Hooks. Il promesso sposo di Viola, il nobile Lord Wessex (Colin Firth), parla delle sue piantagioni in America più di un decennio prima che la Virginia ospitasse la fondazione di Jamestown. E l’aggiunta di Shakespeare che ha un analista che misura i suoi appuntamenti terapeutici in granelli di sabbia è decisamente una licenza creativa di Hollywood.

Il film mette poi in scena una rivalità tra due teatri, The Rose e The Curtain (entrambi teatri elisabettiani reali), e i drammaturghi e gli attori che li frequentano. Sebbene sia vero che il drammaturgo Christopher Marlowe (Rupert Everett) morì effettivamente nel maggio 1593, il film ignora che i teatri di Londra furono chiusi tra il gennaio 1593 e la primavera del 1594 a causa dei disordini sociali e di un’epidemia di peste. Come riportava Barnes, dunque, il contesto proposto del film è piuttosto impreciso e si riscontrano forzature effettuate a fini narrativi.

Gwyneth Paltrow in Shakespeare in Love
Gwyneth Paltrow in Shakespeare in Love. Foto di © 1998 – Miramax

Alle donne non era permesso interpretare ruoli femminili

Per Hooks, la parte più inverosimile del film arriva però alla fine, quando una donna interpreta un ruolo femminile sul palco (all’epoca solo gli uomini potevano essere attori) e la regina Elisabetta I si alza dopo essere stata una spettatrice nascosta nel teatro pubblico (le opere teatrali e gli attori si recavano invece presso la corte della regina e mai il contrario). Come nell’epoca in cui è ambientato, i personaggi maschili dettano gran parte di ciò che accade nel film, ed è tra i ruoli secondari che si svolgono le vere vicende.

Tra coloro che aiutano, o ostacolano, il giovane Shakespeare nella sua ricerca di una nuova opera di successo sullo schermo ci sono famosi attori dell’epoca. Si notano infatti Richard Burbage (Martin Clunes) e Ned Alleyn (Ben Affleck), l’imprenditore teatrale Philip Henslowe (Geoffrey Rush) e una versione adolescente del drammaturgo John Webster (Joe Roberts). Tutti erano contemporanei reali di Shakespeare, così come ovviamente lo era la regina Elisabetta. Su questo aspetto, dunque, il film riporta una certa precisione, pur immaginando poi liberamente i rapporti presenti tra questi personaggi.

Il film riconosce la voce secondo cui Shakespeare non avrebbe scritto le sue opere teatrali

Marlowe era un famoso drammaturgo e poeta dell’epoca elisabettiana, ma piuttosto che come rivali, il film descrive Marlowe e Shakespeare come contemporanei rispettosi l’uno dell’altro, tanto che si incontrano in una taverna locale e Marlowe aiuta Shakespeare a iniziare la sua nuova opera teatrale, intitolata all’inizio del film Romeo and Ethel the Pirate’s Daughter. La scena è un riferimento malizioso alla nozione spesso ripetuta che Shakespeare non abbia effettivamente scritto le sue opere teatrali. “Avere quella scena in cui Marlowe e Shakespeare si incontrano al pub e parlano di lavoro è una rappresentazione fantasiosa che gli studiosi hanno a lungo sostenuto riguardo all’influenza di Marlowe sull’opera di Shakespeare”, dice Hooks.

Quindi, in questo senso, è probabilmente la rappresentazione dei personaggi più storicamente inaccurata del film, ma allo stesso tempo è una rappresentazione fedele dei miti e delle leggende che circondano Marlowe e la sua possibile influenza sulle prime opere di Shakespeare”. Come gran parte di ciò che ancora affascina del film, è questo tipo di ammiccamento consapevole alla vita e all’opera di Shakespeare che risuona e lo eleva al di sopra di un biopic noioso e strettamente vincolato dai fatti. Il film celebra gran parte di ciò che è amato dell’opera e dei temi di Shakespeare, prendendo persino la struttura dall’opera teatrale che è il punto di partenza fittizio su cui si basa Shakespeare in Love.

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Joseph Fiennes in Shakespeare in Love. Foto di © 1998 – Miramax

Una delle cose più intelligenti è che non si limita a raccontare una storia fantastica sulle origini di Romeo e Giulietta, ma il film è strutturato drammaticamente come l’opera teatrale Romeo e Giulietta di Shakespeare”, dice Hooks. “Inizia come una commedia, una sorta di commedia, ma poi si trasforma in tragedia. Il film è strutturato in modo così abile che gioca su molti aspetti specifici di Romeo e Giulietta, ma anche sull’opera di Shakespeare nel suo complesso“. Questo include anche l’esplorazione della sessualità fluida e il gioco con i ruoli di genere e il loro fraintendimento, secondo Hooks.

Nel caso della fittizia Viola, il film trae forte ispirazione da molti dei personaggi femminili principali di Shakespeare. “Romeo e Giulietta non è solo una storia d’amore, ma anche la storia di una donna che trova la sua voce, esprime i suoi desideri e cerca di trovare un modo per realizzarli all’interno delle restrizioni sociali che le vengono imposte”, dice Hooks. “Il ruolo della Paltrow è piuttosto interessante, poiché i suoi desideri vengono risvegliati e realizzati e lei è in grado di dar loro voce attraverso il linguaggio dell’opera teatrale”.

Per rispondere alla domanda posta in precedenza, no, Shakespeare in Love non ci mostra la verità su William Shakespeare. Quanto della sua effettiva natura sia stato rappresentato è ancora oggetto di dibattito, ma il film riprende evidentemente con amore i miti che circondano la sua persona e il suo lavoro ancora oggi. Abbastanza da lanciare un incantesimo quasi magico e riconoscibile, come devono essere sembrate le sue parole a coloro che le hanno ascoltate per la prima volta più di 400 anni fa.

Hong Kong colpo su colpo: la spiegazione del finale del film

Hong Kong colpo su colpo: la spiegazione del finale del film

Hong Kong colpo su colpo (titolo originale Knock Off) è un film d’azione del 1998 diretto da Tsui Hark e interpretato da Jean-Claude Van Damme, che in quegli anni attraversava una fase di transizione nella sua carriera hollywoodiana. Dopo i grandi successi di inizio anni ’90 come Double Impact – Vendetta finale e Lionheart – Scommessa vincente, l’attore belga cercava nuove collaborazioni per rilanciarsi con progetti più audaci e internazionali. Questo suo film rappresenta così una tappa curiosa e sperimentale nella sua filmografia, segnando l’incontro tra il suo stile muscolare e l’estetica dinamica del cinema hongkonghese.

Girato interamente a Hong Kong e diretto da una leggenda del cinema d’azione asiatico come Tsui Hark, il film mescola elementi tipici del buddy movie, della spy story e dell’action-thriller con un’estetica visiva ipercinetica e barocca, in pieno stile anni ’90. Al fianco di Van Damme c’è Rob Schneider, in un ruolo comico di contorno che crea un netto contrasto con il tono a tratti violento e serioso della pellicola. Hong Kong colpo su colpo è celebre per le sue sequenze d’azione frenetiche, gli inseguimenti assurdi e l’uso creativo della macchina da presa, tutti elementi che riflettono l’impronta del suo regista.

Nel resto dell’articolo ci concentreremo sulla spiegazione del finale del film, analizzando come la trama si risolve tra colpi di scena e rivelazioni sorprendenti. Esamineremo inoltre i significati sottesi della storia, tra doppi giochi, corruzione internazionale e il ruolo dell’identità, in un contesto che si muove tra globalizzazione e crisi della sicurezza. Pur non essendo considerato uno dei titoli più noti dell’attore, Hong Kong colpo su colpo ha guadagnato nel tempo lo status di cult per appassionati, grazie anche alla sua originalità visiva e al modo in cui rappresenta il passaggio tra due mondi cinematografici – quello americano e quello asiatico.

Jean-Claude Van Damme nel film Hong Kong colpo su colpo
Jean-Claude Van Damme nel film Hong Kong colpo su colpo. Foto di © 1998 Rex Features.

La trama di Hong Kong colpo su colpo

Il film segue le vicende di Marcus Ray (Jean-Claude Van Damme), commerciante di jeans a Hong Kong. È l’anno del passaggio della città alla Repubblica Popolare Cinese quando l’uomo viene coinvolto in una compravendita di merce contraffatta. Ma c’è molto di più sotto: si tratta di un piano che prevede di piazzare dei micro ordigni esplosivi all’interno di giocattoli su scala mondiale. Ray scopre anche che il suo socio in affari, Tommy Hendricks (Rob Schneider), è in realtà un agente della CIA sotto copertura. Si trova così invischiato in una faida spietata tra mafia russa e agenti corrotti. Ma soprattutto lui e Tommy saranno accusati di essere responsabili del traffico illegale di jeans.

La spiegazione del finale

Nel terzo atto di Hong Kong colpo su colpo, la vicenda entra nel vivo con una serie di colpi di scena e rivelazioni. Marcus scopre che la catena di attentati è legata a un traffico di nanobombe nascoste nei bottoni dei jeans contraffatti. Dopo aver rapito Skinny per ottenere informazioni, Marcus si reca alla base CIA nascosta all’interno di una statua del Buddha. Qui scopre, grazie alle registrazioni di sicurezza, che Karen potrebbe essere coinvolta. Intanto, al quartier generale, Karen mette in manette Tommy per interrogarlo, ma tutto cambia quando il Buddha esplode: Marcus corre a salvarlo e, dopo uno scontro, viene rivelato che anche Karen è in realtà un’agente della CIA. I tre decidono quindi di unire le forze.

Jean-Claude Van Damme e Rob Schneider in Hong Kong colpo su colpo
Jean-Claude Van Damme e Rob Schneider in Hong Kong colpo su colpo. Foto di © 1998 Rex Features.

La tensione culmina a bordo della nave cargo dove Tommy e Karen sono stati rapiti dai russi. Marcus e un detective di Hong Kong si infiltrano per salvarli, mentre Harry, inizialmente alleato, si rivela un doppiogiochista. Vuole ricattare le multinazionali minacciandole con l’uso delle nanobombe distribuite nei prodotti. Dopo un feroce combattimento, Marcus riesce a salvare gli ostaggi e fuggire dalla nave prima della detonazione. Karen riesce a piazzare alcune nanobombe anche sullo yacht di Harry, facendolo esplodere. Alla fine, Marcus e Tommy si ritrovano in un bar, ignari che Harry è sopravvissuto e sta piazzando nuove bombe. Ma Tommy attiva accidentalmente il detonatore, facendo esplodere l’edificio in cui si trovava Harry, chiudendo il film con una beffarda nota comica e definitiva.

Il significato del film, al di là del suo tono da action fracassone, risiede in una riflessione sul consumismo globale e la fragilità della sicurezza internazionale. Il traffico di jeans contraffatti diventa simbolo di una catena produttiva fuori controllo, dove interessi economici e criminali si intrecciano con la politica internazionale. I nanodispositivi inseriti negli oggetti di uso quotidiano rappresentano una minaccia invisibile, sottolineando come la vera pericolosità risieda nella manipolazione della tecnologia e nella perdita di controllo sulle filiere.

Il finale, che mescola esplosioni spettacolari e humor nero, conferma la natura ibrida del film: un mix di thriller spionistico, commedia d’azione e critica surreale al sistema globale. La figura del doppio agente Harry incarna il tradimento e la corruzione dell’autorità, mentre Marcus rappresenta una giustizia istintiva, fisica e caotica. Il gesto finale di Tommy, apparentemente goffo, chiude simbolicamente il cerchio: la distruzione avviene quasi per caso, in un mondo dove le azioni più piccole possono scatenare conseguenze letali. Un epilogo inaspettato per un film che, pur tra eccessi e paradossi, offre una lettura più profonda di quanto possa sembrare.

So cosa hai fatto: come la scena post-credits imposta un sequel

So cosa hai fatto: come la scena post-credits imposta un sequel

La scena post-crediti di So cosa hai fatto (qui la recensione) getta le basi per il prossimo capitolo della serie. Diretto da Jennifer Kaytin Robinson, il film è incentrato su un nuovo gruppo di giovani adulti di Southport che accidentalmente causano la morte di qualcuno il 4 luglio. Un anno dopo, vengono braccati da un misterioso assassino che ricorda il massacro avvenuto nel film originale. Nel frattempo, la generazione precedente di sopravvissuti sta ancora affrontando il trauma delle loro storie.

Il finale del film porta poi queste due generazioni a scontrarsi direttamente, con grandi colpi di scena nel climax che ribaltano completamente le aspettative sui sopravvissuti. La scena post-credits del film va ancora oltre, riportando in scena un altro personaggio classico e suggerendo come potrebbe tornare nella serie in grande stile. Ecco allora come la scena post-credits di So cosa hai fatto prepara il terreno per un sequel che metterà le diverse generazioni l’una contro l’altra.

La Brandy di Karla Wilson ritorna nella scena post-credits di So cosa hai fatto

Karla Wilson ritorna nella scena post-credits di So cosa hai fatto, confermando la presenza di Brandy nel potenziale futuro del franchise. Karla è stata introdotta nel precedente film come compagna di stanza al college di Julie James. In quell’occasione, in viaggio alle Bahamas con Julie dopo che lei sembra aver vinto un concorso radiofonico, Karla diventa uno degli obiettivi di Ben e Will. Karla sopravvive all’incontro (anche se il suo ragazzo Tyrell è tra le vittime). In questo nuovo film, non appare nella trama vera e propria, ma è presente nella scena post-credits. Il momento rivela che Karla se la cava bene, sembra essersi sposata e vivere in una bella casa.

So cosa hai fatto recensione
Madelyn Cline, Chase Sui Wonders, Sarah Pidgeon e Luke Van Os in So cosa hai fatto

La scena si concentra su Karla che guarda il telegiornale e vede che Julie è stata aggredita da Ray. Poco dopo, proprio Julie arriva a casa di Karla. Si scopre che qualcuno ha minacciato di nuovo Julie, lasciandole dei biglietti minacciosi. L’ultimo include una chiara minaccia nei confronti di Karla, spingendola a offrirle il suo aiuto per rintracciare chi ha inviato la lettera. Il momento è un divertente riferimento per i fan della serie, soprattutto alla luce dello status di Karla come sopravvissuta preferita dai fan. Anche se non aveva senso inserirla nel film del 2025, è un modo intelligente per confermare l’importanza di Brandy in un possibile sequel.

Cosa significa la scena dei titoli di coda di So cosa hai fatto per un sequel

Brandy non è dunque semplicemente relegata a un cameo o a una piccola apparizione nel nuovo film, ma è destinata a diventare una figura importante nella narrazione se questa dovesse continuare. So cosa hai fatto, nonostante abbia chiari collegamenti con i personaggi dei film precedenti, è molto incentrato su un nuovo gruppo di personaggi. Julie e Ray sono importanti per la narrazione, ma in ruoli molto più secondari rispetto a quelli da protagonisti. Tuttavia, un sequel potrebbe concentrarsi sulle conseguenze della morte di Ray e sull’apparente sopravvivenza del suo protetto, Stevie.

Stevie e Ray, membri del gruppo di giovani adulti protagonisti di So cosa hai fatto, sono gli assassini. La minaccia contro Julie e Karla sembra concentrarsi su qualcosa che Julie ha fatto in precedenza. Avrebbe senso che Stevie (che Ray ha fortemente insinuato essere sopravvissuta al suo tentativo di “ucciderla” all’inizio del film) volesse vendicarsi di Julie per aver aiutato Ava a ucciderlo. Sembra che qualsiasi sequel si concentrerebbe sulla nuova collaborazione tra Karla e Julie, mettendole di fronte a una potenziale nuova minaccia come Stevie.

Jennifer Love Hewitt e Karla Wilson in So cosa hai fatto
Jennifer Love Hewitt e Karla Wilson in So cosa hai fatto

Dopo aver visto la generazione più giovane e quella più anziana di sopravvissuti di questa serie collaborare, sarebbe interessante vedere una nuova generazione di assassini dare la caccia ai sopravvissuti più esperti come Karla e Julie. Questo suggerisce anche che un sequel sarebbe più equamente suddiviso tra le generazioni. Il nuovo So cosa hai fatto è molto radicato nella storia di Ava e dei suoi amici. Sebbene il trauma persistente e il dolore interiore di Ray e Julie siano collegati ai temi del film, il film non riguarda realmente loro. Mettendo Karla e Julie direttamente nel mirino di chiunque abbia inviato quel messaggio a Julie, la scena post-credits sembra stabilire con certezza che un seguito sarebbe incentrato su di loro.

Probabilmente includerebbe anche i loro tentativi di capire chi sta cercando di prenderle di mira, perché lo sta facendo e come fermarlo. È una svolta entusiasmante per i fan della serie, poiché Karla offre un divertente botta e risposta con Julie simile alla dinamica sviluppatasi tra Ava e la sua migliore amica Danica. Un potenziale sequel potrebbe essere un modo divertente per evidenziare il divario generazionale, ma anche una risposta condivisa al trauma e al pericolo. Il ritorno di Brandy pone quindi le basi per un sequel molto divertente di So cosa hai fatto.

So cosa hai fatto: la spiegazione del finale del film

So cosa hai fatto: la spiegazione del finale del film

Il colpo di scena finale di So cosa hai fatto (qui la recensione) ribalta le aspettative con la rivelazione del killer. Il film è il sequel della serie di film omonima, che torna a Southport concentrandosi su un nuovo cast di personaggi. Nel corso della trama, personaggi già noti come Julie James, interpretata da Jennifer Love Hewitt, e Ray Bronson, interpretato da Freddie Prinze Jr., si ritrovano coinvolti nel caos.

So cosa hai fatto si appoggia in gran parte su un senso di autocoscienza del genere slasher, con altrettanti colpi di scena comici quanto raccapriccianti. Questo, almeno fino al terzo atto, quando il numero di vittime aumenta e viene rivelata la vera identità dell’assassino mascherato. È un colpo di scena sorprendente che mette in discussione l’intero futuro del franchise e apre la strada a un potenziale sequel. Ecco allora come il nuovo prepara il futuro della serie cambiando radicalmente un personaggio storico.

Chi sono gli assassini in So cosa hai fatto

Il climax ricco di colpi di scena di So cosa hai fatto rivela che Stevie e Ray sono gli assassini, trasformando uno dei personaggi fissi del franchise in un cattivo letale. Nel climax del film, Stevie si unisce infatti alle altre sopravvissute Ava e Danica sulla barca di Teddy. In mare aperto, Stevie attacca però le due ragazze e rivela di essere stata in realtà lei a essere segretamente vicina a livello affettivo alla vittima del loro omicidio colposo, Sam.

So cosa hai fatto
Tyriq Withers, Madelyn Cline, Chase Sui Wonders, Jonah Hauer-King e Sarah Pidgeon in So cosa hai fatto

Stevie inizialmente non si era resa conto che lui fosse la vittima, ma quando ha scoperto che il suo amato era la verità, ecco che è stata sopraffatta da un intenso dolore e rabbia. Questo la convince a divenire un’assassina e attaccare quelli che riteneva suoi amici come vendetta karmica, lasciando una scia di cadaveri dietro di sé. Tuttavia, non è sola in questa missione, poiché il suo capo e mentore Ray si rivela fondamentale per il raggiungimento dei suoi obiettivi.

La spiegazione della trasformazione di Ray in cattivo e il suo destino

Ray trascorre gran parte di So cosa hai fatto apparentemente come alleato dei ragazzi, offrendo loro consigli e sostegno quando può. Sembra persino uccidere Stevie dopo che lei ha cercato di uccidere Danica. Tuttavia, Ava scopre che Ray ha una ferita identica a quella che lei ha inflitto all’assassino, rivelando così che Ray stava collaborando con Stevie. So cosa hai fatto passa molto tempo a costruire il legame tra Ray e Stevie. A un certo punto, Ray fa riferimento a una promessa fatta ai genitori di Stevie di aiutarla e prendersi cura di lei.

Quando lei gli racconta cosa è successo, lui concorda sul fatto che gli adolescenti debbano pagare per le loro azioni. Questo è solo in parte ciò che Ray ha fatto con il suo piano. Come spiega a Julie nel finale del film, la città di Southport ha superato il trauma dei precedenti omicidi. Ancora alle prese con il disturbo da stress post-traumatico per essere sopravvissuto a quegli eventi, Ray si infuria per il modo in cui la città ha semplicemente “dimenticato” ciò che è successo. Prendendo parte a una nuova serie di omicidi, Ray ha avuto la possibilità di riportare l’attenzione sui massacri che avevano quasi distrutto la città decenni prima.

Freddie Prinze Jr. in So cosa hai fatto
Freddie Prinze Jr. in So cosa hai fatto

Lui e Stevie riescono persino a vendicarsi dell’uomo che ha dato il via a tutto acquistando il terreno, Grant Spencer: dopo che Grant trova Teddy in tempo per farlo morire dissanguato, anche Grant viene ucciso. Ray non avrà però la possibilità di diventare una minaccia per l’intera serie. Durante il suo scontro finale con Julie e Ava, viene distratto dalla sua ex moglie abbastanza a lungo da permettere ad Ava di afferrare un fucile subacqueo lì vicino e sparargli alla schiena. Ray muore quindi rapidamente dissanguato, rendendo Julie, interpretata da Jennifer Love Hewitt, l’ultima sopravvissuta tra i personaggi principali del film originale.

Chi sopravvive in So cosa hai fatto

La maggior parte dei personaggi citati in So cosa hai fatto del 2025 vengono uccisi da Ray e Stevie, lasciando solo una manciata di sopravvissuti. Dei cinque personaggi principali del film, solo Ava e Danica sopravvivono. Nonostante le gravi ferite, entrambe riescono ad arrivare in tempo in ospedale per essere medicate. Anche Julie sopravvive poi al suo ultimo incontro con la morte. Sebbene Stevie sembri essere stata uccisa da Ray, lui deride la convinzione di Ava che lui abbia ucciso Stevie. Il film termina quindi con Ava che dice a Danica che Stevie è ancora viva. Anche se non appare più nel film, la ragazza potrebbe facilmente tornare a tormentare le ragazze (o un nuovo cast di personaggi) in un sequel.

Come il film prepara il terreno per un sequel

So cosa hai fatto lascia quindi aperta la possibilità che Stevie possa tornare, rendendola una minaccia ricorrente su cui concentrarsi per il franchise. Potrebbe minacciare un nuovo gruppo di giovani adulti o cercare di finire Danica e Ava. Stevie potrebbe anche essere in fuga da altri personaggi e dalle autorità, soprattutto considerando la scena dopo i titoli di coda. La scena riporta in scena la Brandy di Karla Wilson, una delle sopravvissute del precedente film e compagna di stanza di Julie al college.

So cosa hai fatto recensione
Madelyn Cline, Chase Sui Wonders, Sarah Pidgeon e Luke Van Os in So cosa hai fatto

Julie arriva a casa sua per avvertirla che qualcuno le ha inviato un messaggio minaccioso, rivolto specificatamente a Karla. Questo spinge Karla a unirsi a Julie per scoprire chi sia il responsabile. La scena dopo i titoli di coda di So cosa hai fatto è stata pensata appositamente per anticipare un potenziale sequel incentrato sui personaggi più anziani che potrebbero trovarsi faccia a faccia con un nuovo tipo di assassino. Avendo imparato da Ray, Stevie potrebbe persino avere alcuni trucchi o idee utili che potrebbero aiutarla a sconfiggere Julie e vendicare la morte di Ray.

Il vero significato di So cosa hai fatto

Al centro di So cosa hai fatto c’è dunque il trauma. Personaggi come Julie e Ray stanno ancora affrontando il trauma del loro passato, mentre Ava e i suoi amici lottano per sfuggire al senso di colpa e al risentimento causati dalle loro azioni di un anno prima. Scappare e nascondersi da quel trauma, personificato dagli attacchi di un killer armato di un uncino, non risolve il problema. Al contrario, spetta a qualcuno affrontare attivamente il proprio trauma e fare qualcosa al riguardo.

Questo si manifesta sia nell’arco narrativo di Ava nel film, sia nella decisione finale di Julie di tornare a Southport per aiutare. L’alternativa è lasciare che il trauma ti travolga, il che può costringerti a fare cose orribili. Questo è esattamente ciò che accade a Ray e Stevie, che entrambi incanalano il loro trauma verso l’esterno fino a diventare assassini. Questo conferisce a So cosa hai fatto un tono più duro e tematico.

Cristin Milioti: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Cristin Milioti: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Per molti, Cristin Milioti sarà sempre la mamma di How I Met Your Mother, serie grazie alla quale ha conosciuto una prima clamorosa popolarità. Ma nel corso degli anni l’attrice si è distinta anche grazie ad altri progetti, cinematografici e televisivi, che l’hanno portata a collaborare con importanti autori e a passare di genere in genere, dimostrando di possedere tutte le qualità per meritarsi sempre più ruoli di grande rilievo.

Scopriamo 10 cose da sapere su Cristin Milioti!

I film e i programmi TV di Cristin Milioti

Cristin Milioti
L’attrice americana Cristin Milioti arriva alla prima proiezione “The Resort”. Foto di Image Press Agency via Depositphotos.com

1. Ha recitato in celebri serie TV. L’attrice ottiene un primo ruolo apparendo in un episodio della serie 3 libbre (2006). Ottiene poi maggior risalto recitando in I Soprano (2006-2007), The Unusuals – I soliti sospetti (2009), The Good Wife (2010), 30 Rock (2011) e Nurse Jackie – Terapia d’urto (2011). Raggiunge grande popolarità recitando poi in How I Met Your Mother (2013-2014), per poi proseguire la propria carriera con A to Z (2014), The Mindy Project (2015), Fargo (2015), Black Mirror – negli episodi 4×01 (2017) e 7×06 (2025), Mythic Quest (2020) e Made for Love (2021-2022). Di recente ha invece recitato in The Resort (2022) e The Penguin (2024), accanto a Colin Farrell.

2. Ha preso parte anche ad alcuni film. Oltre che sul piccolo schermo, l’attrice si è distinta anche per il suo ruolo in alcuni film per il cinema. Il primo di questi è stato Cartolina d’estate (2007), seguito poi da Year of the Carnivore (2009), Sleepwalk with Me (2012), Botte di fortuna (2012), Bert and Arnie’s Guide to Friendship (2013) e The Wolf of Wall Street (2013), regia di Martin Scorsese, dove ha l’occasione di recitare accanto a Leonardo DiCaprio. Ha poi recitato in The Occupants (2014) e Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani (2020). Nello stesso anno compare nello speciale di Netflix Death to 2020.

Cristin Milioti in I Soprano

3. È stato il suo primo ruolo importante.  Nel 2006, la giovane attrice ha ottenuto una parte ricorrente nella serie I Soprano. La Milioti è infatti apparsa in tre episodi dell’ultima stagione della serie poliziesca della HBO nel ruolo di Catherine Sacrimoni, la figlia più giovane, in età da college, del mafioso newyorkese John “Johnny Sack” Sacrimoni e di sua moglie Ginny. Milioti ha attribuito all’attore/regista Steve Buscemi il merito di averle procurato il suo primo lavoro ufficiale di attrice nello show.

Josh Radnor How I met your mother
Josh Radnor e Cristin Milioti in How I met your mother. Foto di Ron P. Jaffe – © 2014 Fox Television. All rights reserved

Cristin Milioti ha recitato in The Wolf of Wall Street

4. Ha interpretato la prima moglie di Leonardo DiCaprio. I suoi fan l’avranno senz’altro riconosciuta anche in The Wolf of Wall Street, dove ha ricoperto il ruuolo di Teresa Petrillo, la prima moglie di Jordan Belfort, personaggio interpretato da Leonardo DiCaprio. Viene poi lasciata per Naomi LaPaglia, interpretata da Margot Robbie e da quel momento Milioti non compare più all’interno del film.

Cristin Milioti è la Madre in How I Met Your Mother

5. Non aveva mai visto la serie. Il più grande mistero di How I Met Your Mother è proprio l’identità della donna che diverrà la madre dei figli di Ted. Gli autori della serie sapevano sin da subito una cosa: il ruolo non sarebbe stato ricoperto da un’attrice troppo nota. Milioti è stata a quel punto scelta dopo essere stata vista in 30 Rock e Once e le sue abilità musicali hanno favorito il suo casting. Quando ha girato la sua prima scena, non aveva mai visto la serie ed è venuta a conoscenza dell’importanza del personaggio solo dopo aver recuperato le precedenti stagioni.

Cristin Milioti è Sofia Falcon in The Penguin

6. Partecipando alla serie ha realizzato un suo sogno. Nella serie The Penguin l’attrice interpreta il ruolo di Sofia Falcone, cosa che le ha permesso di realizzare un proprio desiderio. Milioti sognava infatti di interpretare un villain di Batman sin da quando aveva deciso di diventare attrice. Il primo film di Batman che ha visto al cinema è stato proprio Batman – Il ritorno del 1992, dove il cattivo principale era il Pinguino. Avendo sei anni all’epoca, trovò molte immagini terrificanti.

Cristin Milioti ha origini italiane

7. Ha origini italiane da parte del padre. L’attrice è figlia di Catherine e Clark Milioti. Suo padre ha origini italiane (siciliane e calabresi) e belghe. La madre ha invece origini slovacche, irlandesi, scozzesi e inglesi. Milioti può essere un cognome greco, ma in questo caso è italiano. Ad essere puramente italiani erano i suoi bisnonni, Vincenzo Milioti e Antonia Repaci. Lui era di Messina, in Sicilia, mentre Antonia era di Melito di Porto Salvo, Reggio di Calabria, Calabria.

Colin Farrell e Cristin Milioti in The Penguin (2024)
Colin Farrell e Cristin Milioti in The Penguin © 2024 – MAX/HBO

Cristin Milioti ha un marito e dei figli?

8. È molto riservata. L’attrice si è sempre dimostrata poco disposta a condividere pubblicamente dettagli sulla propria vita privata. Ad oggi, tuttavia, si può affermare che non è sposata e non ha figli. Sappiamo però anche che nel 2013 ha avuto una relazione con Jesse Hooker, ma non è noto quando – e se – questa si sia conclusa.

Cristin Milioti è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 386 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare appena 4 post. Questi sono legati alla sua partecipazione alla serie The Penguin, con immagini promozionali e interviste svolte a riguardo. È lecito immaginare che nel tempo questo profilo si arricchirà, fornendo sempre maggiori novità sulle attività dell’attrice.

L’età e l’altezza dell’attrice

10. Cristin Milioti è nata il 16 agosto del 1985 a Cherry Hill, New Jersey, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,58 metri.

Fonti: IMDb, Instagram, Elle, Ethnicelebs

Jake Schreier su come Thunderbolts* lo abbia preparato agli X-Men (se dovesse essere confermato alla regia)

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Thunderbolts* è uno dei film dei Marvel Studios con le migliori recensioni, una storia emozionante e potente sulla solitudine e la depressione che, guarda caso, introduce anche i Nuovi Vendicatori dell’MCU, firmata da Jake Schreier.

Dopo aver dato prova di sé con Thunderbolts*, le fonti riportano che il regista è stato scelto per dirigere l’attesissimo reboot degli X-Men dei Marvel Studios. Una decisione accolta con grande entusiasmo dai fan, ansiosi di vedere il contributo del regista alla squadra di supereroi mutanti.

CBM ha parlato con Schreier all’inizio di questa settimana e gli ha chiesto in che modo lavorare a un film come Thunderbolts* lo abbia preparato a dirigere potenzialmente il film sugli X-Men, o qualsiasi altro blockbuster di dimensioni simili. Ha scelto le parole con cura, ma questo atteggiamento è ciò che probabilmente lo rende perfetto per continuare a raccontare storie nell’MCU.

“Penso che, sai, per non parlare del futuro, ma solo questo film e quello che ho imparato da esso… guarda, mi è piaciuto molto lavorarci”, dice Schreier nel video qui sotto. “E mi è piaciuto molto lavorare con tutti alla Marvel. Penso che la lezione del film sia anche la lezione nel realizzare il film, ovvero che non puoi, e voglio dire, è abbastanza ovvio realizzarlo, che non puoi farlo da solo. Penso che Thunderbolts* sia il prodotto di un’enorme quantità di lavoro.”

Cosa sappiamo sul film Marvel Studios degli X-Men?

Jake Schreier ha dimostrato di saper raccontare una storia con un gruppo di personaggi disadattati (Thunderbolts* potrebbe aver avuto un incasso inferiore al previsto, ma è stato ben accolto da fan e critica), ma sembra comunque essere una scelta un po’ controversa per questo progetto.

Si dice che il casting inizierà molto presto (se non lo è già stato) e si dice che attori del calibro di Harris Dickinson, Margaret Qualley e Julia Butters siano nel mirino dello studio (si dice che fossero in lizza per interpretare Ciclope, Rogue e Kitty Pryde, ma non sappiamo se sia ancora così), insieme alla star di Alien: Romulus, David Jonsson, e Trinity Bliss, che potrebbe essere in lizza per interpretare Jubilee.

Altri nomi che sono emersi tra i rumor includono Hunter Schafer (Mystica), Ayo Edebiri (Tempesta) e Javier Bardem (Mr. Sinister). Ecco cosa ha detto Kevin Feige del suo “piano decennale” per la Saga dei Mutanti in una recente intervista.

“Penso che vedrete che continuerà nei nostri prossimi film con alcuni attori degli X-Men che potreste riconoscere. Subito dopo, l’intera storia di Secret Wars ci porta davvero in una nuova era di mutanti e degli X-Men. Di nuovo, [è] uno di quei sogni che si avverano. Finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men.”

Michael Lesslie, sceneggiatore di Macbeth (2015), Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente (2023) e Assassin’s Creed (2016), ha scritto la sceneggiatura, ma non ci sorprenderemmo se un altro sceneggiatore (o due) venisse coinvolto per dargli un’altra occhiata prima che il film entri in produzione.

Venezia 82: svelate le giurie del Concorso, di Orizzonti e delle altre sezioni

È stata svelata la giuria internazionale completa per la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia 82.

La giuria, che si si accompagnerà al già annunciato Presidente del Concorso Alexander Payne, è composta da: l’attrice e scrittrice brasiliana candidata all’Oscar Fernanda Torres (“Io sono ancora qui“), l’eminente regista iraniano Mohammad Rasoulof (“Il seme del fico sacro“), il regista, sceneggiatore e produttore rumeno vincitore della Palma d’Oro Cristian Mungiu (“4 mesi, 3 settimane e 2 giorni”), il regista francese Stéphane Brizé (“Fuori stagione”), la regista italiana Maura Delpero (“Vermiglio”) e l’attore e produttore cinese Zhao Tao (“Intrappolato dalle maree”).

Oltre ad assegnare il Leone d’Oro per il miglior film, la giuria del concorso assegnerà anche il Leone d’Argento, il Leone d’Argento per la miglior regia, la Coppa Volpi per la migliore attrice protagonista, la Coppa Volpi per il miglior attore, il premio speciale della giuria, la migliore sceneggiatura originale e il Premio Marcello Mastroianni per un giovane attore o attrice emergente.

La regista francese Julia Ducournau (“Titane”), vincitrice della Palma d’Oro e tornata a Cannes quest’anno con “Alpha“, presiederà la sezione Orizzonti, dedicata alle opere più innovative. La giuria di Orizzonti comprenderà anche il regista e videoartista italiano Yuri Ancarani (“The Challenge”, “Atlantide”), il critico cinematografico argentino Fernando Enrique Juan Lima, la regista australiana Shannon Murphy (“Babyteeth”) e l’artista e regista americano RaMell Ross (“Nickel Boys”).

Inoltre, la regista scozzese Charlotte Wells (“Aftersun”) presiederà la giuria del Premio Luigi de Laurentiis per la migliore opera prima in tutte le sezioni di Venezia, del valore di 100.000 dollari.

Alla giuria di Venezia per la migliore opera prima si uniscono a Wells, la regista e produttrice franco-tunisina Erige Sehiri (“Promised Sky”), membro fondatore del collettivo Rawiyat – Sisters in Film che sostiene le registe arabe, e il regista italiano Silvio Soldini.

L’82a edizione di Venezia si terrà dal 27 agosto al 6 settembre. Il programma sarà annunciato il 22 luglio.

Captain Planet: Netflix sta lavorando alla serie live action

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Captain Planet: Netflix sta lavorando alla serie live action

L’attesissimo adattamento live-action di Captain Planet and the Planeteers sta finalmente procedendo nella fase di pre-produzione, con un colpo di scena importante. In un contesto competitivo, Netflix ha avviato lo sviluppo di Captain Planet, una serie live-action basata sulla serie animata cult, secondo quanto riportato da Deadline. La serie è prodotta dalla Berlanti Productions di Greg Berlanti, da Appian Way di Leonardo DiCaprio e da Warner Bros. Television, dove ha sede Berlanti Prods.

La co-creatrice/produttrice esecutiva di Mrs. Davis, Tara Hernandez, scriverà l’adattamento della serie animata di supereroi ambientali del 1990 Captain Planet and the Planeteers, trasmessa su TBS e in syndication per sei stagioni, trasmesso in Italia inizialmente sulle reti RAI, dalla fine degli anni ’80, e successivamente riproposto su Boomerang a partire dal 2004, con repliche su Boing dal 2005.

Appian Way aveva già guidato la produzione di un film live-action di Captain Planet. Originariamente avviato dalla Paramount Pictures nel 2016 con Glen Powell come sceneggiatore e Jono Matt, e potenzialmente protagonista, il progetto non si è mai concretizzato, con i diritti che sono poi tornati alla Warner Bros. Discovery.

DiCaprio e Jennifer Davisson di Appian Way sono i produttori esecutivi della serie live-action di Captain Planet, insieme a Berlanti Prods, Sarah Schechter e Leigh London Redman. Powell non è coinvolto, ma Matt è un produttore, secondo alcune fonti.

Ideata da Ted Turner, Captain Planet and the Planeteers segue cinque adolescenti che affrontano disastri ambientali con l’aiuto di un supereroe, Captain Planet. La serie animata è stata prodotta da DIC Enterprises (stagioni 1-3) e Hanna-Barbera Cartoons (stagioni 4-6).

Berlanti non è estraneo al genere dei supereroi: ha costruito un vasto universo DC con la CW. Questo segna il secondo adattamento live-action di alto profilo di un’amata proprietà animata della WBD per Netflix da parte di Berlanti Prods., dopo l’imminente serie sulle origini di Scooby-Doo. Presso Netflix, la società ha anche curato la serie thriller drammatica di successo You, co-creata da Berlanti.

Il programma attuale di Berlanti Prods. include Brilliant Minds della NBC e All American della CW. La pipeline della società include anche il thriller horror Stillwater, basato sui fumetti di Skybound, la cui serie è stata ordinata da Amazon con l’adattamento di Berlanti e Carly Wray; il giallo Foster Dade in lavorazione per Hulu; Dilettante, con Jeff Daniels, in lavorazione per Apple; e un dramma familiare per HBO Max.

Le cause ambientali sono state al centro della produzione di documentari di Appian Way, con progetti come The Path Of the Panther, vincitore di un Emmy, We Are Guardians, Virunga, And We Go Green, Fin, The Loneliest Whale e Ice On Fire, oltre alla serie animata per bambini Ozi: Voice of the Forest.

Dopo un decennio come sceneggiatrice e produttrice di The Big Bang Theory e dello spin-off Young Sheldon, Hernandez ha co-creato con Damon Lindelof e ha ricoperto il ruolo di produttrice esecutiva e showrunner della miniserie a tema intelligenza artificiale di Peacock, Mrs. Davis. È rappresentata da WME. Berlanti Prods. è rappresentata da CAA; Appian Way da LBI.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, ecco la prima immagine di Paul Walter Hauser nel film

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È stata finalmente svelata la prima immagine di Paul Walter Hauser in I Fantastici Quattro: Gli Inizi, in vista del suo debutto nel Marvel Cinematic Universe. Mentre la famiglia protagonista avrà a che fare con Galactus come antagonista principale, sappiamo ormai film esplorerà anche altri nemici che la squadra ha affrontato durante il suo soggiorno su questa Terra alternativa nel multiverso MCU (tra questi doveva essersi anche il Red Ghost di John Malkovich, poi tagliato).

Con l’arrivo del film la prossima settimana, i fan hanno ora finalmente potuto dare un’occhiata a uno dei classici nemici dei Fantastici Quattro che vedremo dunque nel film e che farà così il suo debutto nell’MCU. USA Today ha infatti condiviso la prima immagine ufficiale di Hauser nei panni di Harvey Elder, alias l’Uomo Talpa dei fumetti Marvel, in una foto che lo ritrae insieme a diversi lavoratori sotterranei. Ecco qui di seguito la foto:

 

Hauser e il regista Matt Shakman hanno anche parlato di questa interpretazione dell’Uomo Talpa, descritto come un “capo sindacale” piuttosto che un cattivo tradizionale. USA Today descrive anche l’“opposizione” tra il villain e i Fantastici Quattro come “di natura politica”, con Hauser e Shakman che condividono quanto segue: “Harvey Elder dell’MCU è più un capo sindacale che un supercattivo. Si preoccupa solo della comunità, ed è per questo che Sue e Harvey hanno un buon rapporto e vanno d’accordo. Si capiscono a vicenda“, ha affermato Shakman.

La versione a fumetti è crudele, efferata e implacabile. Vive nell’ombra come farebbe un cattivo, ma si prende anche cura di un’intera razza di persone e cerca di vivere la sua vita senza essere disturbato. È una lotta di potere, ma all’interno di essa ci sono compromessi e alleanze”, ha aggiunto Hauser. Dato che l’Uomo Talpa non è mai apparso in un film live-action in precedenza, la rivelazione del ruolo di Hauser mostra come la Marvel Studios stia davvero puntando sulla più ampia mitologia Marvel dei Fantastici Quattro.

Il personaggiio di Hauser è anche un personaggio che viene esplorato nel fumetto prequel The Fantastic Four: First Steps, il che potrebbe significare che avrà un ruolo cruciale nel film, anche se Galactus rimane indubbiamente il nemico centrale. I commenti di Shakman e Hauser chiariscono anche che stanno contribuendo a modernizzare l’Uomo Talpa per l’MCU, dato che è uno dei più antichi cattivi della Prima Famiglia Marvel dei fumetti. Da questa prima immagine che ci conferma un aspetto simile a quello dei fumetti, sarà affascinante vedere come verrà esplorato il conflitto politico tra lui e la squadra in I Fantastici Quattro: Gli Inizi.

LEGGI ANCHE: I Fantastici Quattro: Gli Inizi, le 9 rivelazioni più importanti del trailer finale

La trama e il cast di I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film Marvel StudiosI Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner).

E se il piano di Galactus di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una questione molto personale. Il film è interpretato anche da Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Sarah Niles. I Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer. Il film sarà al cinema dal 23 luglio.

Alien: Pianeta Terra, il nuovo trailer della serie sci-fi di FX

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Alien: Pianeta Terra, il nuovo trailer della serie sci-fi di FX

Disney+ ha svelato il secondo, avvincente trailer di Alien: Pianeta Terra, la serie drama fantascientifica di FX dal produttore vincitore dell’Emmy® Award Noah Hawley. La nuova serie, basata sull’acclamato franchise, debutterà in Italia mercoledì 13 agosto con i primi due degli otto episodi disponibili, seguiti da uno a settimana ogni mercoledì.

Nella serie FX Alien: Pianeta Terraquando la misteriosa nave di ricerca spaziale USCSS Maginot si schianta sulla Terra, “Wendy” (Sydney Chandler) e un improvvisato gruppo di soldati fanno una scoperta fatale che li mette di fronte alla più grande minaccia del pianeta.

Nel 2120, la Terra è governata da cinque compagnie: Prodigy, Weyland-Yutani, Lynch, Dynamic e Threshold. In questa Era Corporativa, i cyborg (esseri umani con parti sia biologiche che artificiali) e i sintetici (robot umanoidi con intelligenza artificiale) convivono con gli esseri umani. Ma le regole del gioco cambiano quando il giovane prodigio Fondatore e CEO della Prodigy Corporation svela un nuovo progresso tecnologico: gli ibridi (robot umanoidi con coscienza umana). Il primo prototipo di ibrido, chiamato “Wendy”, segna una nuova alba nella corsa verso l’immortalità. Dopo che l’astronave della compagnia Weyland-Yutani si schianta su Prodigy City, “Wendy” e gli altri ibridi affrontano misteriose forme di vita, più terrificanti di quanto chiunque avrebbe mai potuto immaginare.

La serie, con protagonista Sydney Chandler, presenta un cast internazionale che comprende Timothy Olyphant (“Kirsh”), Alex Lawther (“Hermit”), Samuel Blenkin (“Boy Kavalier”), Babou Ceesay (“Morrow”), Adrian Edmondson (“Atom Eins”), David Rysdahl (“Arthur Sylvia”), Essie Davis (“Dame Sylvia”), Lily Newmark (“Nibs”), Erana James (“Curly”), Adarsh Gourav (“Slightly”), Jonathan Ajayi (“Smee”), Kit Young (“Tootles”), Diêm Camille (“Siberian”), Moe Bar-El (“Rashidi”) e Sandra Yi Sencindiver (“Yutani”).

La serie FX Alien: Pianeta Terra è creata da Noah Hawley, vincitore dei premi Peabody ed Emmy®, che è anche l’executive producer. Ridley Scott, David W. Zucker, Joseph Iberti, Dana Gonzales e Clayton Krueger sono gli altri executive producer. Alien: Pianeta Terra è prodotta da FX Productions.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

The Punisher: le foto dal set svelano il primo sguardo al brizzolato Frank Castle di Jon Bernthal

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Just Jared ha condiviso ancora più foto dal set della prossima The Punisher Special Presentation dei Marvel Studios, offrendo un primo sguardo al ritorno del Frank Castle di Jon Bernthal, con un aspetto notevolmente diverso e molto più brizzolato rispetto all’ultima volta che lo abbiamo visto.

L’ultima volta che abbiamo visto Frank Castle, era evaso dalla prigione improvvisata di Kingpin (Vincent D’Onofrio) ed era presumibilmente in fuga in seguito all’attuazione del mandato Anti-Vigilante di Fisk. Mentre le voci suggeriscono una sua possibile apparizione nella seconda stagione di Daredevil: Rinascita, recentemente conclusa, in arrivo a marzo 2026, nulla è stato confermato ufficialmente, quindi ci sono buone probabilità che la prossima presentazione speciale possa essere quella in cui lo ritroveremo – e una cosa è chiara: il tempo non è stato clemente con il buon vecchio Frank.

Le ultime foto mostrano Bernthal con una lunga barba, un po’ malconcio, e apparentemente in basso profilo. Sebbene stia probabilmente sorvegliando una posizione sospetta, solleva anche la questione se la presentazione speciale possa sovrapporsi agli eventi della seconda stagione di Rinascita, dato che Castle sembra ancora in fuga.

Sono emerse foto dal set che hanno praticamente confermato che la principale antagonista della presentazione speciale è Isabella “Ma” Gnucci, una delle nemiche più formidabili di Castle nei fumetti. Dopo che lui ha ucciso i suoi tre figli e il fratello, Gnucci si è lanciata contro The Punisher con tutto il suo arsenale. Tuttavia, le cose non sono andate per il verso giusto quando Castle l’ha superata in astuzia e l’ha intrappolata con un orso polare, che ha proceduto a sbranarla, lasciandola senza arti. Sorprendentemente, la donna sopravvive allo scontro e continua la sua vendetta, ma Castle alla fine la rintraccia nella sua villa, la incendia e, in uno dei momenti più cupi e iconici della trama di “Bentornato, Frank”, la getta tra le fiamme, ponendo di fatto fine al suo regno.

L’attrice che interpreta il famigerato gangster rimane segreta, ma probabilmente scopriremo la sua identità nei prossimi giorni, mentre le riprese continuano a New York.

Dopo la sua apparizione in The Punisher Special Presentation, Jon Bernthal riprenderà il suo ruolo in Spider-Man: Brand New Day di Destin Daniel Cretton, dove reciterà al fianco di Tom Holland e – se le indiscrezioni sono fondate – i due faranno squadra per affrontare L’incredibile Hulk di Mark Ruffalo!

Guarda le nuove foto dal set al link incorporato qui sotto:

Clayface sarà molto diverso rispetto a Superman, James Gunn: “Non vogliamo che la gente si annoi”

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Il tono ottimista e luminoso di Superman ha preoccupato quei fan della DC che apprezzano maggiormente i toni cupi di alcuni personaggi dei fumetti; è questo il caso di Clayface che come personaggio è decisamente più oscuro rispetto all’Ultimo figlio di Krypton. James Gunn ha ora sottolineato che quei fan possono stare tranquilli, e che l’Universo DC punterà a offrire un’ampia varietà di stili narrativi, garantendo che ogni film sia unico.

Ha chiarito che, sebbene il nuovo Superman definisca il tono del mondo di quel personaggio, non dovrebbe essere visto come un modello per ogni progetto dei DC Studios. Ci si aspetta che ogni capitolo del DCU sia autonomo, portando qualcosa di nuovo e distintivo.

Gunn ha dichiarato: “Abbiamo Clayface, che è una cosa completamente diversa. Pur essendo ambientato nello stesso universo, è un film horror completo. È una delle cose che vogliamo fare: non c’è uno stile aziendale. Non è che ogni film sarà come Superman. Gli artisti, i registi e gli sceneggiatori, ognuno darà il proprio contributo… è questo che vogliamo dare ai film perché non vogliamo che il pubblico si annoi.”

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Pochi dettagli sulla trama di Clayface

Sono stati rivelati pochi dettagli sulla trama, ma abbiamo appreso che Matt Hagen sarà al centro dell’attenzione. Nei fumetti, era il secondo Clayface, un avventuriero che si è trasformato in un mostro dopo aver incontrato una pozza radioattiva di protoplasma.

Questo è cambiato in Batman: The Animated Series, dove è stato ritratto come un attore che usava una crema anti-età per sembrare più giovane. Dopo essersi scontrato con il suo creatore, Roland Daggett, Hagen viene immerso in una vasca di quella sostanza e diventa il “classico” Clayface che tutti conoscete dai fumetti.

Tom Rhys Harries interpreterà il personaggio principale di Clayface, il film dei DC Studios. Il film è basato su una storia di Mike Flanagan, attore di La caduta della casa degli Usher (l’ultima bozza è stata firmata da Hossein Amini, sceneggiatore di Drive), con James Watkins, regista di Speak No Evil, alla regia.

Clayface è attualmente previsto per l’arrivo nelle sale l’11 settembre 2026.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, finalmente è stato svelato il volto di Galactus… dalle action figure!

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Hot Toys ha finalmente svelato la sua interpretazione di Galactus, l’imponente nemico di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, interpretato dalla star di Nosferatu, Ralph Ineson.

Abbiamo visto un’immagine promozionale del villain, ma questa è senza dubbio la migliore immagine che abbiamo finora del Divoratore di Mondi. Galactus è chiaramente antico e, dal punto di vista del design, sembra avere molto in comune con i Celestiali che abbiamo incontrato per la prima volta in Eternals. Anche le linee sulla parte scoperta della sua bocca sono intriganti e suggeriscono che forse è più di un semplice uomo gigante in costume, pur mantenendo chiaramente i tratti somatici di Ineson.

Nonostante qualche accenno qua e là, i Marvel Studios non hanno ancora rivelato completamente Galactus nei trailer e negli spot televisivi di I Fantastici Quattro: Gli Inizi.

Questa action figure include versioni in miniatura della Prima Famiglia Marvel e di Silver Surfer, il che significa che Hot Toys ha previsto la possibilità di ricreare la battaglia tra la squadra e questi cattivi cosmici nella tua collezione.

“È una necessità”, ha detto Ineson di Galactus, un personaggio che descrive come un giardiniere cosmico. “Mantiene l’universo in equilibrio. I sentimenti e i pensieri dei mortali di qualsiasi pianeta stia divorando non hanno alcuna importanza per lui.”

L’attore ha anche anticipato un suono unico per il Divoratore di Mondi. “Ho una voce naturalmente profonda”, ha detto. “Ma questo personaggio mi ha dato la possibilità di spingermi ancora più in profondità, di far sembrare Galactus un essere che non parla da milioni di anni, come se stesse lottando per riprendersi, con una qualità ruvida, stanca e profonda che riflette il lungo silenzio e l’immensa età di Galactus.”

I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film Marvel Studios I Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una questione molto personale.

Il film è interpretato anche da Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Sarah Niles. I Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.

Taika Waititi alla regia di un film sul Giudice Dredd

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Taika Waititi alla regia di un film sul Giudice Dredd

Taika Waititi, il regista premio Oscar di Jojo Rabbit e di due dei film di Thor, ha già in mente il suo prossimo progetto. Come confermato da Variety, dirigerà, un nuovo adattamento di Giudice Dredd, il celebre personaggio dei fumetti britannici. Drew Pearce, noto per The Fall Guy e Mission: Impossible – Rogue Nation, adatterà la sceneggiatura. Il progetto non ha però ancora uno studio associato e sta cercando acquirenti a Hollywood.

Per Waititi questo va dunque aggiungersi ad una ricca agenda di impegni. Reduce dalla recente commedia sportiva Chi segna vince, il regista è attualmente impegnato nell’adattamento del romanzo “Klara e il Sole” in un lungometraggio con Jenna Ortega e Amy Adams per la Sony Pictures. Si sta poi occupando di sviluppare un proprio progetto legato alla saga di Star Wars, sul quale al momento non vi sono però informazioni. Avrebbe dovuto realizzare anche un live action di Akira, ma il progetto è stato accantonato e, a questo punto, sostituito dal Giudice Dredd.

Chi è Giudice Dredd?

Creato negli anni ’70 dallo scrittore John Wagner e dall’artista Carlos Ezquerra, Giudice Dredd è un ufficiale di polizia e magistrato nella metropoli distopica di Mega-City One. Spesso satira della cultura americana e britannica, il personaggio ha occhi bionici ed è autorizzato a fungere da giudice, giuria e boia allo stesso tempo in una società fascista. È apparso per la prima volta sulle pagine dell’antologia settimanale britannica “2000 AD”.

Il personaggio ha fatto il suo debutto sul grande schermo nel 1995 nel film ad alto budget “Dredd – La legge sono io”, con Sylvester Stallone. Il personaggio è poi apparso di nuovo nel 2012 nel reboot con Karl Urban, “Dredd – Il giudice dell’apocalisse”, che ha però avuto scarso successo al botteghino nonostante le recensioni positive. È apparso anche in diversi adattamenti di videogiochi. Non resta ora che attendere maggiori informazioni sul progetto di Taika Waititi per scoprire che forma e tono avrà rispetto alle precedenti versioni.

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