Testo descrittivo: Primo piano
su una piccola mano che stringe saldamente una mano molto più
grande avvolta in un panno ruvido. Al centro dello schermo appaiono
le parole “Niente è cattivo all’inizio”. Arrondir si trova in una
foresta cupa. Tiene un arco in una mano e allunga la mano per
scoccare una freccia in aria. Galadriel, in armatura completa di
placche d’argento, siede in groppa a un cavallo bianco e guida una
carica di altri guerrieri a cavallo attraverso un campo
lussureggiante. L’alto re Gil-galad fissa il cielo. Una nave si
ferma in un porto sotto un intricato arco di pietra. Lo schermo
diventa nero tranne che per il brillante testo argentato che recita
“Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere. Disponibile dal 2
settembre su Prime Video”
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere uscirà
il 2 settembre 2022 su Prime Video in 240 territori dove è attivo
il servizio. La serie de
Il Signore degli Anelli ha riunito un cast enorme, che
include: Robert Aramayo, Owain Arthur, Nazanin Boniadi, Tom
Budge, Morfydd Clark, Ismael Cruz Córdova, Ema Horvath, Markella
Kavenagh, Joseph Mawle, Tyroe Muhafidin, Sophia Nomvete, Megan
Richards, Dylan Smith , Charlie Vickers e Daniel
Weyman.
La serie
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è
scritta da J.D. Payne e Patrick McKay. Inoltre,
Bryan Cogman di Game of
Thrones ha firmato come produttore consulente del
progetto con J.A. Bayona che ha diretto più
episodi. Oltre a quelli precedentemente annunciati, il team
creativo completo dello show sarà composto da: i produttori
esecutivi Lindsey Weber, Bruce Richmond, Callum Greene e l’ex capo
della programmazione di genere di Amazon Sharon Tal Yguado; lo
scrittore e produttore esecutivo Gennifer Hutchison; lo scrittore e
produttore esecutivo Jason Cahill; lo scrittore e produttore
esecutivo Justin Doble; produttore consulente Stephany Folsom; il
produttore Ron Ames; la scrittrice e co-produttrice Helen Shang; e
consulente di scrittura Glenise Mullins. Bayona sarà anche
produttore esecutivo insieme alla sua partner Belén Atienza. Chris
Newman è co-produttore.
Recentemente sono stati annunciati
due nuovi progetti nel Marvel Cinematic
Universe, tra cui una nuova serie Disney+ su
Wonder Man e il film sui Thunderbolts.
Quest’ultimo progetto si prospetta particolarmente interessante
dato che riunirà cattivi e antieroi di tutto il franchise nella
formazione della squadra e potrebbe dunque configurarsi come il
primo vero crossover dopo Avengers: Endgame.
Al momento, la regia è affidata a
Jake Schreier e la sceneggiatura a Eric
Pearson, mentre le riprese dovrebbero iniziare la prossima
estate, probabilmente verso la fine del 2024. Sia che Thunderbolts faccia
parte della Fase Quattro o della Fase
Cinque, il fulcro di questo progetto rimane invariato: si
tratta di una squadra di villain. Per questo
motivo, dovranno scegliere con cura l’antagonista del film, e
alcuni fan hanno già avanzato qualche proposta su
Reddit…
1Conte Nefaria
Una
tendenza dei fan del MCU
è quella di volere sempre di più, ma non tutto è Avengers: Endgame, e non tutti i cattivi
devono essere catastrofici come Thanos. I Thunderbolts potrebbero avvalersi di un
antagonista potente e pericoloso, ma non è necessario che la posta
in gioco sia la fine del mondo. Potrebbero trovarsi a combattere
contro la malavita – con cui potrebbe essere nato un conflitto, se
stanno cercando di essere apertamente eroici – e quindi contro il
Conte Nefaria, il potente e super potenziato capo
della Maggia.
Al
Redditor U/PapaSteveRocks interesserebbe questa idea, “soprattutto
se stanno anche cercando di reclutarlo, non solo di fermarlo. È
l’equivalente di Superman come boss del crimine, è
perfetto. Inoltre, si introdurrebbe così anche il personaggio di
Madame Masque Giulietta Nefaria“. La
Maggia fa già parte del MCU
grazie ad Agent Carter e Daredevil,
e il film sui Thunderbolts potrebbe farle assumere un
ruolo di rilievo all’interno del franchise, con il Conte
Nefaria e Madame Masque a guidare il clan
contro i Thunderbolts.
Per la sua goffaggine, per le sue
insicurezze e anche per il suo animo ribelle, Ms. Marvel non è troppo diversa da tanti altri
suoi coetanei. Scopriamo quali sono gli aspetti più riconoscibili
dell’eroina!
1Ms. Marvel dubita
costantemente di sé
“La
sindrome dell’impostore” è un tratto familiare per gli eroi
Marvel. Tutti, da Shang-Chi ad America Chavez hanno almeno in parte dubitato delle
proprie capacità. Prima di avere dei superpoteri, Kamala non pensava certo di poter salvare il mondo.
Dopo aver scoperto le sue doti, Ms.
Marvel pensa comunque di non meritare i poteri e di
non essere in grado di gestirli. Per fortuna, Kamala ha un
migliore amico come Bruno che può rassicurarla. È lui a
ricordarle che: “Tu sei Kamala Khan. Se vuoi salvare
il mondo, allora salverai il mondo.“
Arriverà il 6 luglio sul grande
schermo la nuova avventura da solista di Thor, con Thor: Love and Thunder, un
film molto atteso, con una trama anticipata dal ciclo a fumetti di
Aaron. Ovviamente il film non segue la storia di carta e
inchiostro, ma trova la sua strada per sistemarsi al meglio
all’interno del Marvel Cinematic Universe.
A parlare del film, in occasione
della conferenza stampa internazionale, sono intervenuti il
produttore Kevin Feige, il regista e sceneggiatore
(nonché interprete di Korg) Taika Waititi e il
protagonisti Chris
Hemsworth,
Natalie Portman, Tessa
Thompson e
Christian Bale.
Undici anni fa,
Chris
Hemsworth esordiva nel MCU con il personaggio di
Thor, e dopo tanti anni e tante evoluzioni e avventure subite dal
personaggio, si può dire che parte dell’attore è cresciuta insieme
al personaggio. “Dall’immaturo e adolescente personaggio che
era, ne ha passate tante – spiega Hemsworth – e ora è un
nuovo ed eccitante eroe, che adesso abbiamo cercato di rendere più
divertenti, perché è la cosa con cui il pubblico entra maggiormente
in relazione. Forse mi rivedo un po’ di più in Party Thor da What
If…? e sicuramente il personaggio mi ha accompagnato, condividiamo
molto.”
Iron Man e Captain America, i
pilastri del MCU, hanno avuto entrambi una loro trilogia, mentre
Thor è il primo personaggio del franchise che arriva a un quarto
film da solista. Secondo Kevin Feige, il segreto è
proprio nella sintonia che Chris
Hemsworth riesce a stabilire con il pubblico:
“Credo che il pubblico risponda a Chris e a tutto quello che ha
portato alla luce grazie a Taika, ma sono sicuro che fosse già lì.
C’erano dei momenti sul set in cui Chris era davvero esilarante. Ho
visto delle scene di Avengers: Age of Ultron, qualche giorno fa, e
c’era già questa simpatia, questo umorismo del personaggio che
viene dall’attore. E poi Taika è riuscito a unire l’aspetto action
del personaggio, con martello e fulmini, a quella parte più
divertente, e credo che la gente risponda proprio a questa unione.
Abbiamo trascorso moltissimo tempo a cercare di capire come rendere
comprensibile al pubblico un dio nordico, e così ci siamo riusciti,
e siamo arrivati a farne un quarto.”
Tra scherzo e serietà interviene il
regista, Taika Waititi in persona, che specifica:
“È difficile rendere Chris gradevole… (ride) Io e lui siamo
diventati amici. La sua personalità è quello con cui vuoi entrare
in connessione. Puoi fidarti di lui, è una brava persona, sai che
c’è per te, come fosse un supereroe nella vita reale. Ho cercato di
portare le qualità di Chris in Thor.”
Grande curiosità in
Thor: Love and
Thunder è destata dal ritorno di
Natalie Portman nei panni di Jane Foster/Mighty
Thor: “Dopo aver visto Chris con il costume per così tanti
anni, è stato surreale provare il mio, con pettorali e
stivali, per la prima volta. Sono molto grata al cast e a tutti gli
attori che mi hanno dato la possibilità di allenarmi con loro. È
stata una grande sfida per me soprattutto per la parte fisica, ma
ho fatto affidamento su Tessa e Chris, che hanno un sacco di
esperienza in questo tipo di preparazione”.
Interprete d’eccezione
per il ruolo del villain,
Christian Bale è invece Gorr il Macellatore di
Dei, la terribile minaccia contro cui Thor Odinson si deve
cimentare: “Credo che cercassero l’opposto, rispetto a ciò che
è Chris. Cercavano un attore con cui non si entra in relazione, un
po’ solitario, strano, qualcuno con cui non vuoi passare il tempo,
qualcuno il cui sedere nessuno voleva vedere. E così hanno pensato
a me.” Scherza Bale, che poi passa a spiegare quali elementi
di Gorr lo hanno colpito: “È bello interpretare un antagonista
ed è molto più facile, perché tutti sono affascinati dai cattivi
ragazzi, mentre il lavoro che ha fatto Chris è stato molto molto
più difficile. Poi Taika riesce a rendere questi personaggi
tremendamente divertenti, ma anche commoventi. Non so se sia
abbastanza da suscitare la compassione dello spettatore, ma
sicuramente è un personaggio del quale capiamo benissimo le
ragioni. È un mostro, fa cose orribili, ma capiamo perché fa quello
che fa.”
Di ritorno nel ruolo di
Valchiria c’è anche Tessa
Thompson, che questa volta porta in scena un
personaggio che è diventato Re di Nuova Asgard e che si trova ad
avere a che fare con situazioni molto diverse rispetto a quello per
cui è invece stata preparata tutta la vita: “E’ stato molto
divertente, ed è qualcosa che alla Marvel fanno molto bene. Che sia
un villain o un eroe, trovano sempre il modo di connettere il
pubblico con il loro potere o la loro debolezza. C’è sempre una
ragione per cui questi personaggi si comportano in un certo modo.
Ad esempio, quando incontriamo Valchiria in Thor:
Ragnarok, ha deciso di affogare i suoi dolori nell’alcol,
la troviamo completamente ubriaca, dopo che ha perso ogni cosa. Per
me e Taika era importante come presentavamo il personaggio, era una
sepereroina donna e il fatto che facesse quell’entrata in scena
così apparentemente eroica, ma che poi diventa goffa, era
irresistibile. Ci siamo dovuti preparare fisicamente all’essere
degli eroi, ma allo stesso tempo siamo riusciti ad essere anche un
po’ goffi e divertenti. In questo film abbiamo esplorato anche un
altro aspetto: Valchiria è diventata il Re di Asgard, che è un
lavoro che lei ama, ama proteggere la sua gente, ma è stata per
così tanti anni una guerriera professionista che adesso rimanere
bloccata nella burocrazia le sta stretto. Le manca il campo di
battaglia e le mancano le sue compagne di lotta, quindi è stato
bello ricostruire questo aspetto con Natalie.”
Come Ragnarok,
anche Thor: Love and
Thunder è caratterizzato da una colonna sonora
invadente e irresistibile e da una fotografia sgargiante. Così ne
parla Waititi: “Abbiamo speso tutti i soldi che potevamo per
avere il numero maggiore possibile di canzoni dei Guns N’ Roses.
L’estetica del film è sempre stata questa palette che ricorda la
pittura spray degli anni ’80 e le cover rock. Pure il logo del film
ricorda qualcosa che avevo fatto a scuola, avevo passato giorni e
giorni a perfezionare il logo dei Metallica con lo stesso carattere
in cui è scritto il titolo di Thor: Love and Thunder.”
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Dal 28 giugno, torna su
Disney+ il trio di investigatori più
improbabile che la tv abbia mai offerto ai telespettatori amanti
del giallo: Only Murders in the
Building 2 torna per un secondo ciclo,
moltiplicando la suspence, il divertimento, e anche l’intuito di
Charles-Haden Savage (Steve Martin), Oliver Putnam
(Martin Short) e Mabel Mora (Selena
Gomez), i quali si confermano più in forma che
mai.
Only Murders in the Building 2, dove eravamo
rimasti?
Il finale aperto della
prima stagione ci aveva lasciati con il fiato sospeso, con la
scoperta di un nuovo cadavere e con i nostri protagonisti
incastrati a tutti gli effetti. Questa seconda stagione gioca al
rilancio, quindi, perché se da una parte il nostro trio dovrà
risolvere di nuovo un caso di omicidio, dovrà anche tentare di
scagionarsi dall’accusa. L’assassino però sembra essere un passo
avanti a nostri, mettendoli di continuo in difficoltà e dimostrando
di conoscere bene il loro passato e i loro segreti.
È caratteristica di ogni
serie tv che si prolunga
oltre la prima stagione approfondire e sviluppare i personaggi
di cui vediamo raccontate le storie. Only Murders in the
Building 2 non fa eccezione, andando a pescare nel passato
dei protagonisti e contemporaneamente ponendo le basi per storie
future, facendo diventare più robusta la mitologia che circonda
l’Arconia e i suoi inquilini. L’elegante edificio così come i
protagonisti si raccontano, si svelano, attraverso scoperte e
rivelazioni che rendono viva la storia, la arricchiscono e danno
spessore con le loro vicende e i loro aneddoti. In questo modo Only
Murders in Building 2 diventa un racconto corale e denso, che si
fonda su un giallo ma che allo stesso tempo imbastisce anche altre
trame, rinvigorendo un racconto già vincente.
Un trio esplosivo
Martin, Short e Gomez si
confermano tanto affiatati quanto improbabili, persi nei rispettivi
mondi eppure capaci di trovare un linguaggio comune che, come
intravisto nella prima stagione, va ben oltre la superficie delle
indagini e scava dentro queste personalità che, ognuna a modo loro,
soffrono e cercano il conforto di una famiglia che hanno perso per
strada. Il loro podcast, le loro ricerche, le loro domande
diventano un punto fisso, un atto di cura verso gli altri, un
conforto in un mondo che forse non li ha trattati come
meritavano.
Only Murders in
the Building 2 moltiplica anche la quantità di special
guest e di volti illustri. In particolare, in due ruoli molto ben
caratterizzati, troviamo l’icona Shirley MacLaine
che mette al servizio dello show il suo incredibile talento comico,
come aveva fatto anche per Downton Abbey, e Cara Delevigne, che interpreta un personaggio
che sembra molto nelle sue corde e che promette di portare
scompiglio nella vita di Mabel. Dopo il cameo di Sting nella prima
stagione, tocca a Amy Schumer questa volta fare la
parte di se stessa come nuova inquilina dell’Arconia. Il suo
personaggio apre la porta a una serie di rimandi meta-testuali che
rendono la scrittura di Only Murders in Building 2
ancora più brillante e divertita. Valga per tutti quello che Amy
dice a Oliver all’inizio del primo episodio, in cui si dice grande
fan del loro podcast e si propone di girare una serie tv basata
sullo stesso!
Tono leggero e ricchezza di scrittura
La writers room
di Only Murders in the Building 2 si allarga
ulteriormente rispetto alla prima stagione e la ricchezza di punti
di vista diventa un pregio importante della storia, insieme al tono
sempre leggero e ironico che viene dettato dai tre interpreti
principali, carismatici e divertenti, un trio che accoglie i propri
personaggi, li struttura e dà loro una seconda vita aggiungendo
sempre maggiori elementi alla loro costruzione.
Nell’offerta
Disney+, Only Murders
in the Building 2 si conferma un vero e proprio
gioiellino, una serie ironica e intelligente, che coinvolge non
solo con la componente crime thriller, ma anche e soprattutto con
le vite di questi confusi, spezzati eppure straordinari personaggi.
Tutto avendo sempre cura di regalare un sorriso e una battuta
arguta allo spettatore.
Seconda settimana
di programmazione per Cinema al MAXXI, la manifestazione –
organizzata da
Fondazione Cinema per Roma e MAXXI – che porta la settima arte
in uno dei più importanti luoghi dedicati alle espressioni del
contemporaneo.
Giovedì 30 giugno
alle ore 21 presso la Piazza del MAXXI, nell’ambito del programma
di Extra Explore e all’interno della manifestazione Estate al
MAXXI, si terrà la proiezione de Il buco di
Michelangelo Frammartino, Premio Speciale della Giuria alla Mostra
di Venezia. Con il suo nuovo lavoro, il regista milanese – che sarà
protagonista di un incontro con il pubblico condotto da Mario
Sesti, curatore di Cinema al MAXXI – continua a esplorare
un cinema altro, fatto di composizioni mirabili delle
immagini, paesaggi visionari del sublime, humour impalpabile e
pensiero presocratico. Durante il boom economico degli anni ‘60,
l’edificio più alto d’Europa viene costruito nel prospero nord
Italia. All’altra estremità del Paese, nell’agosto del 1961, un
gruppo di giovani speleologi visita l’altopiano calabrese e il suo
incontaminato entroterra immergendosi nel sottosuolo di un
Meridione che tutti stanno abbandonando. Scoprono così, coi suoi
settecento metri di profondità, una delle grotte più profonde del
mondo, l’Abisso del Bifurto nell’altopiano del Pollino, sotto lo
sguardo di un vecchio pastore, unico testimone del territorio
incontaminato.
“Per usare un
termine cinematografico, potremmo dire che le grotte costituiscono
un fuori campo assoluto, anche perché la notte eterna che regna al
loro interno sembrerebbe quanto di più ostile alla macchina da
presa – ha spiegato Michelangelo Frammartino – Eppure, chi ama il
cinema sa bene che il fuori campo, l’invisibile, rappresentano la
sua “sostanza” più profonda. Mi colpisce la coincidenza che
Speleologia, Cinema e Psicoanalisi abbiano il loro battesimo nella
stessa data, il 1895”.
La proiezione del
film sarà preceduta dal cortometraggio La torre
d’avorio, progetto di tesi di Silvia Lamacchia, alumna
NABA.
COME
PARTECIPARE
I biglietti
(al costo di 5 euro) si possono acquistare presso la
biglietteria del MAXXI o su www.maxxi.archeoares.it. In
caso di maltempo le proiezioni si terranno nell’Auditorium
del MAXXI. Il programma potrebbe subire variazioni.
La decima
edizione di Cinema al MAXXI è realizzata
dalla Fondazione Cinema per Roma ed è prodotta con
il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo. La
manifestazione si svolge in collaborazione con Dipartimento di
Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo della Sapienza
Università di Roma, NABA, Nuova Accademia di Belle Arti e SNNCI –
Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Il programma
di Cinema al MAXXI è a cura di Mario
Sesti.
Si è appena
conclusa la 58esima edizione della
Mostra Internazionale del Nuovo Cinema a Pesaro con il
contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema
e Audiovisivo, del Comune di Pesaro e della Regione Marche.
Le tre giurie del
concorso ufficiale hanno decretato i propri vincitori:
la giuria internazionale, composta dall’attore italiano
Tommaso Ragno, la regista portoghese Rita Azevedo Gomes e il
regista spagnolo Carlos Casas ha assegnato il Premio Pesaro
Nuovo Cinema a LES IMAGES QUI VONT SUIVRE N’ONT JAMAIS
EXISTÉ (Francia, 2022) di Noé Grenier con la seguente
motivazione:Il cinema per prima cosa è luce che illumina il
buio: in un mondo che sembra andare verso la sua fine (ed è una
tematica ricorrente nei film proposti in questa selezione) questo
film offre un gesto di resistenza a questo buio, e dà un impulso a
proseguire la memoria e la persistenza delle immagini in movimento
della nostra memoria. Per noi il cinema è quando “gli occhi miei si
chiudono solo a guardarmi dentro” per citare un verso del poeta
Byron, nato un secolo prima della nascita del cinema.
Prima menzione speciale HERBARIA (Argentina/Germania, 2022,
83’) di Leandro Listorti da parte della Giuria
Internazionale
Per la sua concisione e per la sua intelligenza rara nel
lavoro di montaggio, il film da spazio al silenzio, stabilendo una
relazione fra il processo lento e minuzioso della preservazione
della memoria in due campi che sembrano diversi e che diventano
sorprendentemente consanguinei. Per questo, per la sua bellezza e
per la sua sobrietà, abbiamo deciso di dare la prima menzione a
Herbaria di Leandro Listorti.
Seconda menzione speciale FESTINA LENTE (Francia/Tunisia,
2021, 21’) di Baya Medhaffar da parte della Giuria
Internazionale
Per un’opera prima che dà speranza a un cinema a venire e che
intreccia la memoria personale con la memoria del mondo abbiamo
deciso di attribuire la seconda menzione speciale a FESTINA LENTE
di Baya Medhaffar.
la giuria giovani, composta da ventotto studenti
provenienti dalle università di tutta Italia con insegnamenti di
storia del cinema e dalle principali scuole di cinema e accademie
di belle arti, ha scelto TUGGING DIARY (Hong Kong, 2021) di Yan
Wai Yin con la seguente motivazione:per aver restituito con
efficacia il clima di contestazione di Hong-Kong tramite un
linguaggio rivoluzionario, caratterizzato dal connubio immersivo
tra la ruvidità delle immagini e il lirismo del commento
sonoro.
Menzione speciale a ALIZAVA (Lituania, 2021) di Andrius
Žemaitis da parte della Giuria giovani
un film di fantasmi intriso di realismo che concretizza i
sensi nel rito, nelle presenze/assenze che cadono nell’onirico; per
le scelte tecniche evocative di un immaginario sospeso.
la giuria SNCCI, composta da Andreina Di Sanzo, Massimo
Lechi e Simone Soranna, critici del Sindacato Nazionale Critici
Italiani ha premiato Alizava di Andrius Žemaitis con la
seguente motivazione:
Per aver saputo
restituire la complessità del punto di vista infantile attraverso
una messa in scena che, con straordinaria creatività, fa coesistere
armonicamente stili e generi cinematografici differenti.
Il concorso
(Ri)MontaggiIl cinema attraverso le immagini,
composta da Claudio Casazza, Daniele Dottorini, Barbara Sorrentini,
ha assegnato il premio a Prendre conscience / Perdre
connaissance di Occitane Lacurie con la seguente
motivazione:
Per
l’originalità di un percorso che permette di confrontare un film
cardine della modernità come L’anno scorso a Marienbad e una serie
tv come Westworld, illuminando entrambe le opere con un nuovo
sguardo teorico.
Menzione
speciale a Riding Horses, Riding Bikes: Horses, bicycles and
shifting heroes di Edoardo Spallazzi della Giuria
Ri-Montaggi
Per il rigore
nella ricerca, nella scelta e nel montaggio delle immagini,
all’interno di un percorso di analisi suggestivo e acuto, capace di
cavalcare sessanta anni di immaginario del cinema
americano.
La nuova sezione
Vedomusica, dedicata ai videoclip e composta da Ilaria
Feole, Tomas Marcuzzi (Uolli) e Giulio Sangiorgio, premia
AmamAncora – di Nzira diretto da Bianca
Peruzzi con la seguente motivazione:
Per la capacità
di raccontare con sguardo insieme delicato e crudo un universo
fuori dalle norme dei generi, evitando la retorica della diversità
e rifiutandosi al catalogo di moda, con una forma che
rispetta l’imperfezione e sa cercare in essa sentimenti ed
estasi, il premio va a Amam ancora di Nzira diretto da Bianca
Peruzzi, un videoclip che occupa un continuum estetico che va da
Caravaggio a Matthew Barney e accompagna la canzone neomelodica nel
presente sognante e fluido del cinema surrealista di Bertrand
Mandico e Yann Gonzalez.
Anche i più
piccoli hanno decretato il loro vincitore: la giuriaBimbi della sezione Pesaro Film Festival Circus ha premiato
Nahuel Y el libro magico di German
Acuňa, oltre ad avergli dedicato il maggiore
applauso in sala.
Sono stati inoltre
consegnati i riconoscimenti ai vincitori del Premio Lino
Miccichè per la critica cinematografica. La giuria del premio,
composta da Pedro Armocida, Luisa Ceretto, Andrea Miccichè,
Francesco Miccichè, Franco Montini, Cristiana Paternò, Paola
Olivieri, Bruno Torri, ha decretato i seguenti vincitori:
PREMI SEZIONE A
(studenti delle scuole secondarie di secondo grado):
1° Premio a
LORENZO PUGLIA per il saggio su Il Divin Codino di Letizia
Lamartire
2° Premio a
GIUSEPPE FAMULARI per il saggio su A Classic Horror Story di
Roberto De Feo, Paolo Strippoli
3° Premio a
ELETTRA BATTISTEL per il saggio su C’mon, c’mon di Mike Mills
PREMI SEZIONE B
(studenti universitari/associazioni culturali/scuole di
cinema):
1° Premio a DAVIDE
GRAVINA per il saggio su Drive My Car di Ryūsuke Hamaguchi
2° Premio a
LEONARDO STRANO per il saggio su Antidisturbios e il cinema di
Rodrigo Sorogoyen
3° Premio a
BENEDETTA SOFIA RAIMONDI per il saggio su Il potere del cane di
Jane Campion
Il Cinema
Ritrovato è il più antico e importante festival al mondo,
totalmente consacrato alla Storia del Cinema; si svolge a Bologna
dal 25 giugno al 3 luglio e giunge quest’anno alla sua
trentaseiesima edizione. Per la prima volta quest’anno, una
selezione di 18 film restaurati dai maggiori archivi del mondo,
sarà mostrata a Roma al cinema 4 Fontane dall’1 al 12
luglio, in versione originale sottotitolata. Sarà
un’occasione unica per vedere capolavori della storia del cinema,
notissimi, ma anche sconosciuti e ritrovarne, attraverso la qualità
del restauro, tutta l’emozione originaria. Per il manifesto di
quest’anno è stata scelta una delle scene più felici di un film
memorabile, Il conformista, che avvia la seconda stagione creativa
del giovanissimo
Bernardo Bertolucci.
Il primo trailer di un film horror
in arrivo intitolato Barbarian dei
produttori di IT, The
Grudge e The Ring è ora online, e sebbene non
faccia davvero luce su molti dettagli della trama a parte la
generale premessa, sembra sicuramente qualcosa di interessante.
La storia è incentrata su una
giovane donna in viaggio a Detroit per un colloquio di lavoro, che
prenota una casa in affitto. Ma quando arriva a tarda notte,
scopre che la casa è doppia e che uno strano uomo sta già
alloggiando lì. Contro il suo miglior giudizio, decide di
passare la serata, ma scopre presto che c’è molto di più da temere
di un semplice ospite inaspettato.
Il contributo video non ci dà molto
altro su cui parlare, ma vediamo il personaggio di Georgina
Campbell (Black Mirror, Krypton) seguire Bill
Skarsgård (IT) lungo un tunnel lungo e oscuro (mai una
buona idea), e c’è un suggerisce su sorta di forza invisibile che
potrebbe tirare le loro fila.
Negli USA
Barbarian è prodotto da 20th Century
Studios e New Regency, ed è interpretato da Georgina
Campbell, Bill Skarsgård, Justin Long, Matthew Patrick Davis,
Richard Brake, Kurt Braunohler e Jaymes Butler. Il
film è stato scritto e diretto da Zach
Cregger. I produttori sono Arnon Milchan, Roy
Lee, Raphael Margules e JD Lifshitz. Michael Schaefer, Natalie
Lehmann, Danny Chan, Alex Lebovici e Bill Skarsgård sono i
produttori esecutivi del film. Barbarian
negli USA uscirà nelle sale il 31 agosto.
Taika Waititi è un uomo molto
impegnato. Dopo aver recitato in Lightyear
della Pixar, il regista sta ora facendo il giro per
promuovere Thor:
Love and Thunder, un film che ha scritto, diretto
e interpretato nel ruolo di Korg. L’attore ha più progetti in
varie fasi di sviluppo oltre a questa, incluso un misterioso
film diStar Wars che
dovrebbe essere rilasciato il prossimo anno o nel 2024. Prima
di prenderne il comando, tuttavia, sembra che
Waititi si dirigerà in una Galassia molto lontana per The
Mandalorian 3, la prossima terza
stagione di The
Mandalorian.
Le riprese dello show sono già
terminate e siamo sicuri che ricorderete che l’attore e regista ha
diretto il finale della prima stagione e ha
interpretato il cacciatore di taglie preferito dai fan
IG-11. Slash Film ha
recentemente condiviso alcuni commenti di Waititi
sull’interpretazione di Barbanera in Our Flag Means
Death e ha rivelato di aver diretto più episodi della prossima
terza
stagione.
Tuttavia, da allora è stato
chiarito che reciterà in più episodi della serie di successo
Disney+.
Visto che la morte di IG-11 è stata piuttosto definitiva quando si
è fatto esplodere per salvare Din Djarin e compagnia, è difficile
immaginare che il droide tornerà. C’è anche una statua che gli
rende omaggio su Nevarro, qualcosa che i fan hanno notato per la
prima volta durante il “Capitolo 12”. Resta ovviamente da vedere se
Waititi riprenderà il ruolo o ne assumerà un altro, ma questa
notizia è sicuramente divertente e lascia molto spiragli
d’interpretazione.
Per quanto il regista sia
fantastico dietro la macchina da presa, è sempre divertente vederlo
mettersi davanti anche come attore. Indipendentemente dal ruolo che
assumerà, non aspettiamoci di vedere dettagli ufficiali ancora per
un po’.
Lucasfilm ha annunciato alla
Star
Wars Celebration che The
Mandalorian tornerà il prossimo febbraio e, sebbene
sia possibile dare una sbirciatina al Disney+
Day di settembre, è probabile che prima di allora non mostreranno
molto della serie. Sei entusiasta di vedere Waititi nella
stagione
3 di The
Mandalorian?
Eric Kripke è stato lo showrunner
di Supernatural per le sue
prime cinque stagioni e da allora si è occupato della serie di
successo di Prime Video, The
Boys. Il regista si è riunito con Jensen Ackles per la
terza stagione (in cui l’attore interpreta Soldier Boy) e
c’erano state delle voci che avremmo potuto vedere anche Jeffrey Dean Morgan nello show.
Come
sicuramente ricorderete, anche la star di The
Walking Dead faceva parte di Supernatural,
interpretando il padre di Sam e Dean Winchester. Ebbene oggi
parlando con E! News , Kripke
ha rivelato che dopo che Morgan non è stato in grado di unirsi al
divertimento per la stagione in corso di The
Boys, ora i due sono in trattative per un ruolo
nella stagione 4. “Jeffrey
Dean Morgan è un superfan di [The Boys]
, quindi io e lui stiamo parlando”, ha confermato lo
showrunner.
“Stiamo cercando di capire qualcosa per la quarta stagione.
Niente è ancora finalizzato, ma io e lui stiamo chattando e
inviando e-mail e vedendo se possiamo farlo funzionare con il suo
fitto programma. Quindi, resta sintonizzato su
questo”.
Questa è
una notizia entusiasmante, ma lo è anche il fatto che Kripke
potrebbe cercare di assicurarsi un altro allume di Supernaturalper
la serie R-Rated. “Metterei Jared [Padalecki]
nello show in un batter d’occhio”, ha detto
Kripke. “Voglio dire, è davvero impegnato con il suo
impero laggiù ad Austin, ma se fosse disposto a recitare, lo
metterei nello show in un secondo”.
The Boys 4
The Boys 4, la
quarta stagione della serie nominata agli Emmy The
Boys, coprodotta con Sony Pictures Television,
dopo il successo esplosivo della terza stagione. I primi tre
episodi della terza stagione hanno debuttato venerdì 3 giugno, e
nuovi episodi saranno disponibili ogni venerdì, fino all’epico
finale di stagione di venerdì 8 luglio. La stagione di otto episodi
è disponibile in streaming in esclusiva su Prime Video in oltre 240
Paesi e territori nel mondo. Nei primi tre giorni di uscita della
terza stagione, il pubblico mondiale di The
Boys è cresciuto del 17% rispetto alla
seconda stagione e del 234% rispetto alla prima.
“Dalla nostra prima conversazione
con Eric Kripke e il team creativo della terza stagione di The
Boys, sapevamo che lo spettacolo stava diventando
ancora più audace, un’opera impressionante considerando il grande
successo della seconda stagione nominata agli Emmy”, ha affermato
Vernon Sanders, head of global television, Amazon Studios. “The
Boys continua a mettere alla prova i limiti della narrazione,
divertendo e, contemporaneamente, facendo una satira sociale a
tratti fin troppo reale. Questo mondo creato nella serie ha fatto
presa a livello globale in modo incredibile e il numero di
spettatori nel weekend di lancio ne è la prova. Siamo immensamente
orgogliosi del cast e della troupe che hanno dato vita al franchise
per Prime Video e non vediamo l’ora di portare ancora più The
Boys ai nostri spettatori”.
“Parlando per il cast e la troupe,
siamo davvero grati a Sony, Amazon e soprattutto ai fan per aver
amato la serie e averci permesso di fare di più”, ha affermato Eric
Kripke, showrunner di The Boys. “Siamo entusiasti di
continuare la lotta di Butcher e dei The Boyscontro
Homelander e i Seven e allo stesso tempo di poter dire la nostra
sul mondo folle in cui viviamo. Inoltre, questa è la prima volta
nella storia in cui l’esplosione di genitali ha portato ancora più
successo”.
“I produttori e il cast di The
Boys hanno dimostrato anno dopo anno che non c’è limite che
non possano superare”, hanno affermato Jeff Frost e Jason
Clodfelter, rispettivamente presidente e co-presidente della Sony
Pictures Television. “Siamo incredibilmente orgogliosi di questa
brillante e sovversiva serie fuori dai generi. Il nostro rapporto
con Prime Video è molto più di una partnership, è come se fossimo
una famiglia allargata. Tutti qui alla Sony Pictures Television
sono grati di lavorare con Prime Video e Eric Kripke per un’altra
stagione di successo”.
Il canale americano FX ha diffuso il trailer di
What We Do In The Shadows 4, la quarta stagione
della serie tv What We
Do In The Shadows.
What We Do In The Shadows 4
What We Do In The Shadows
4 è l’annunciata quarta stagione della serie comica
What We
Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per
il canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement
e Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten
Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per
centinaia di anni.
In What We Do in the
Shadows 4ritorneranno i
protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the
Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un
soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni
di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da
Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel
ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo.
Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare
“paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di
Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
Mark Hamill ha rivelato il più prezioso
oggetto di Star
Wars che ha tenuto dalle riprese del franchise di
successo. Hamill ha recitato nel suo ruolo iconico di Luke
Skywalker per la prima volta in Star Wars: Episodio IV –
Una nuova speranza nel 1975 e da allora ha ripreso il
ruolo in altri quattro film di Star Wars. Star Wars detiene
attualmente il titolo del secondo franchise cinematografico più
grande di tutti i tempi, rimanendo dietro solo al Marvel Cinematic
Universe.
Non è un segreto che gli attori
spesso conservino ricordi dei film a cui hanno lavorato e il cast
di Star Wars non fa eccezione. Da Adam Driver (Kylo Ren) che ha tenuto il suo
iconico elmo e spada laser, a Diego Luna (Cassian Andor) che ha fatto un
patto con il maestro di scena di Rogue One per tenersi alcune cose, il cast di
Star Wars ha raccolto furtivamente oggetti di scena dai set sin
dagli inizi primo film. Hamill ha avuto l’opportunità di
sgattaiolare via dai set di Star Wars con oggetti di scena per
decenni, e sembra che non abbia sprecato l’opportunità.
In un post su Twitter, Mark Hamill ha rivelato che la cosa più
preziosa che ha conservato di nascosto dai film di Star
Wars sono gli stivali che Luke Skywalker indossava in
Una nuova speranza. Il tweet era in risposta a
Hamill che si lamentava del fatto che avrebbe dovuto conservare il
suo modello X-Wing Fighter dopo che un prop usato nel film del 1975
è stato recentemente venduto all’asta per $ 2,3 milioni, e i fan
hanno iniziato a speculare su ciò che Hamill ha invece tenuto.
Tuttavia, Hamill dice che non conosce il valore degli stivali e non
gli interessa, poiché non ha mai avuto intenzione di venderli.
My boots from the very 1st film. Don't know
their value because I'd never sell them. https://t.co/s2PznV5bED
Un nuovo video pubblicato su
Twitter, mostra Zendaya che gioca a tennis in preparazione per
il suo prossimo film Challengers. Per la star di
Euphoria si tratta del primo
film post-Spider-Man:
No Way Home. L’attrice sarà la protagonista del film
diretto da Luca Guadagnino. Il film è un dramma
sportivo romantico che segue Tashi Donaldson (Zendaya), moglie e
allenatore del famoso tennista Art Donaldson (Mike
Faist). Nonostante Art sia nel bel mezzo di una serie di
sconfitte, Tashi lo iscrive per competere nell’evento Challenger,
solo per scoprire che gareggerà contro un suo ex amante.
Zendaya, oltre a recitare nel film, fa parte
anche della squadra produttiva. L’uscita del film è prevista per
l’11 agosto 2023. Non si sa molto del film a parte la trama e il
casting che comprende anche Josh O’Connor.
Nel frattempo, sempre nel 2023, l’attrice apparirà in Dune 2, la cui uscita è prevista per il 20
ottobre 2023.
Un nuovo video condiviso su Twitter
(tramite @dayaforever_) ha offerto agli spettatori un’anteprima
delle abilità tennistiche di Zendaya in Challengers. Il
video vede l’attrice giocare a tennis sul set del film.
Alanna Nash,
biografa del colonnello Tom Parker, descrive in
dettaglio parti della trama di Elvis
che non sono vere. Il film segue il personaggio principale,
interpretato da Austin Butler, di pari passo con il suo
manager di lunga data, Parker (interpretato da Tom Hanks). Il film è diretto da Baz
Luhrmann, noto per aver portato uno stile fresco ed
esplosivo nell’adattamento di storie famose. Questo spesso include
il mix di musica moderna con film ambientati in vari periodi del
passato, una tendenza che continua con Elvis.
Alanna Nash ha
scritto una biografia di Parker intitolata The Colonel: The
Extraordinary Story of Colonel Tom Parker and Elvis Presley, e
successivamente è diventata una specie di autorità su Parker e
sulla sua vita. Luhrmann non ha letto il libro in preparazione del
film, anche se dice di aver letto gli appunti dei ricercatori sia
del libro di Nash che di molti altri libri su Presley. Parker è
nato nei Paesi Bassi ed era un operaio di un circo prima di
emigrare illegalmente negli Stati Uniti ed entrare nella scena
della promozione musicale.
Ora, parlando con Variety,
Alanna Nash spiega quanto sia stato poco accurato
il ritratto di Parker in Elvis.
“Questa è un nonsense totale e
inequivocabile, un’invenzione completa nel film. Prima di tutto,
quando il colonnello Parker si è arruolato nell’esercito degli
Stati Uniti, si è dichiarato cittadino olandese, con genitori nati
in Olanda. Va bene – abbiamo preso cittadini stranieri – ma doveva
solo giurare che sarebbe diventato cittadino statunitense, cosa che
non ha mai fatto, perché è andato sparito. Ma ha lavorato a stretto
contatto con il Pentagono, pianificando la carriera militare di
Elvis e il concerto post-arruolamento per raccogliere fondi per il
monumento della US Arizona.
“(Elvis) Non l’ha mai licenziato
dal palco, ma c’è stato un incidente a Las Vegas nel 1974 in cui
Elvis ha criticato Barron Hilton dal palco per aver licenziato uno
dei dipendenti preferiti di Elvis. Ciò ha portato a un colossale
scontro in seguito con Parker e a parlare di licenziamento e
abbandono da entrambe le parti, con il colonnello che alla fine ha
presentato un conto che i Presley non potevano pagare. E così le
cose sono riprese come erano sempre state. Elvis non sarebbe mai
stato così poco elegante da licenziare il colonnello dal palco,
mentre si esibiva”.
Al cinema dal 22 giugno, Elvis di
Baz Luhrmann è una rivisitazione della storia del
re del rock e del suo manager, il Colonnello Parker. Nel cast
Tom Hanks e il giovane Austin Butler. Presentato a Cannes 2022, il
film sta avendo un grande successo al box office.
Nel corso del commento audio per
Doctor Strange nel Multiverso della Follia
nella versione home video del film, Richie Palmer,
produttore del film di Sam Raimi, parla di come
potrebbe essere il futuro del MCU. Riafferma ciò che aveva già
anticipato Kevin Feige sul fatto che
Doctor Strange sia l’ancora della Fase 4, ma, cosa
più interessante, aggiunge che Wanda sarà il suo “gioiello nella
corona”.
Palmer ha detto: “Se Doctor
Strange è l’ancora del MCU della Fase 4, allora Wanda Maximoff è il
gioiello nella corona.” La dichiarazione sembra implicare che
la vita di Wanda non sia finita sotto le macerie nel finale del
film, ma che potrebbe comparire ancora nel corso di questa lunga
storia.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
In una nuova intervista con Variety
per Thor: Love and Thunder,
Natalie Portman descrive in dettaglio l’intenso
regime di allenamento che ha attraversato per il suo ruolo nel film
del Marvel Cinematic Universe in cui
torna a dare vita a Jane Foster, rivelando che alla fine ci sono
voluti 10 estenuanti mesi di duro lavoro.
Natalie Portman ha iniziato ad occuparsi del suo
allenatore nell’autunno del 2020, concentrandosi specificamente
sulla costruzione dei muscoli delle braccia e delle spalle. La
stessa Portman dice che sfoggiare un nuovo fisico è stata
un’esperienza rivelatrice, dal momento che l’attrice è sempre stata
abituata a essere percepito come “piccolo”.
“Avere questa reazione ed essere
percepita come grossa, ti rendi conto: ‘Oh, deve essere così
diverso, camminare per il mondo in questo modo. Quando sei piccolo
– e anche, credo, perché ho iniziato da bambina – molte volte mi
sono sentita piccola, un tipo da pacche sulla testa. E mi presento
così anche per questo”.
Con Thor: Love and
Thunder, evidentemente, le cose sono cambiate, e anche la
percezione di sé ha subito qualche modifica.
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Un’immagine condivisa da
Daniel Logan (alias il giovane Boba Fett in
Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni)
su Twitter ci mostra tutte le versioni dell’elmo di Darth Vader nel
corso del franchise di Star
Wars.
L’elmo non è cambiato drasticamente,
a parte il suo aspetto fuso in Star Wars: Il risveglio della Forza del 2015 a
causa del suo omaggio funebre che Luke Skywalker gli porge alla
fine de Il Ritorno dello Jedi. C’è una leggera
differenza tra i caschi di Vader nella trilogia originale di Star
Wars e nei film e in televisione dell’era Disney, così come la
breve apparizione di Vader alla conclusione di La vendetta
dei Sith.
L’elmo di Darth Vader è rimasto
molto coerente in tutti i media di Star Wars, anche se vedere le
sue lievi differenze rende ogni sua apparizione unico. La dedizione
a renderlo così fedele a se stesso la dice lunga sugli sforzi dei
vari team della Lucasfilm che hanno contribuito a dare vita a Vader
insieme agli attori. Sembra che l’elmetto visto in Obi-Wan Kenobi sia un mix dell’elmetto della
trilogia originale di Star Wars che appare più
stretto e dell’elmetto più ampio visto brevemente in Rogue
One, che fonde perfettamente le ere pre e post Disney di
Star Wars. Confrontando tutti i caschi insieme, gli spettatori
ottengono una visione completa di come il personaggio iconico ha
preso vita nel corso degli anni.
A oltre 40 anni dalla prima uscita
nei cinema di I predatori dell’arca perduta, film
che ha inaugurato la carriera cinematografica di Indiana
Jones, lo storico produttore del franchise,
Frank Marshall, riflette sulla sua esperienza
nella realizzazione del film.
Secondo A.Frame, realizzare I predatori
dell’arca perduta è stata “l’esperienza preferita di Marshall nel
campo della realizzazione di un film. “Realizzare I Predatori è
stata davvero, direi, la mia esperienza preferita in merito al
girare un film. Ci sono state molte prime volte in quel film. E
stare con Indy per tutti questi anni lo ha reso un vero piacere.
Poterne fare un altro ora è stato semplicemente
fantastico”.
Cosa sappiamo di Indiana Jones
5
James
Mangold(Logan –
The Wolverine) sarà il regista di Indiana
Jones 5 al posto di Steven
Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri
capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna
invece John Williams, già compositore
dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40
anni. Nel cast, oltre a Harrison
Ford, ci sarà anche Phoebe
Waller-Bridge. Le riprese dovrebbe partire in
primavera.
Prima dell’ingaggio di Mangold, la
sceneggiatura era stata affidata a David
Koepp, he ha poi lasciato il progetto
insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan
Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I
predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le
mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata
posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio
2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9
Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022. L’ultima data d’uscita
utile del film è il 30 giugno 2023.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Paolo (Lillo),
alle prime armi con un app di car pooling, ha messo a disposizione
la sua auto per condividere il viaggio da Roma e Urbino con un
altro passeggero. Quando arriva Elisa (Michela De
Rossi), Paolo è pronto a partire ma, ancora
inesperto con l’app, non ha fermato la prenotazione e si trova
costretto a percorrere il tragitto con due ulteriori passeggeri:
una scorbutica ragazza di nome Anna (Alessandra
Mastronardi) e un taciturno e ombroso ragazzo di nome
Michele (Fabio
Rovazzi).
Durante il tragitto, i tre
passeggeri iniziano a sospettare del loro autista che, essendo al
suo primo viaggio condiviso, non ha nessuna recensione.
L’atteggiamento ”da boomer” di Paolo, insieme ad una
misteriosa corda nel bagagliaio, fanno partire assurde supposizioni
tra i ragazzi, rendendo ogni gesto del conducente sempre più
inquietante. Quali sono le reali intenzioni di Paolo?
Un film non solo ”on the road”, ma
”in the car”
Con chi viaggi,
nella sua intera durata, si svolge all’interno dell’abitacolo
dell’auto di Paolo, un minivan Mercedes
perfetto per mostrare in una sola inquadratura i quattro
passeggeri. Seppur con qualche pausa all’aria aperta, la maggior
parte del film è girato tra quattro portiere: grazie alla messa in
campo di tutti i protagonisti del film, nascono curiose e
divertenti scenette. Mentre un passeggero risponde ad una domanda,
è ironico vedere l’espressione degli altri attorno a lui. Inoltre,
attraverso lo specchietto si creano incroci di sguardi
interessanti. Il punto di vista è particolare e, nonostante il poco
spazio d’azione, il fllm è comunque dinamico. Inoltre, a movimentare
l’azione contribuiscono i messaggini che si scambiano i passeggeri
e che noi vediamo comparire sullo schermo giustapposti alle
immagini. Per quanto essenziale in termini di personaggi e
ambientazioni, Con chi viaggi è un film in grado
di coinvolgere. Al di fuori dell’abitacolo, i paesaggi
contribuiscono alla resa estetica delle immagini: i pochi campi
lunghissimi della macchina che si muove per le strade dell’Umbria,
insieme alle riprese dall’alto, danno ampio respiro nei momenti in
cui la scena d’azione potrebbe farsi claustrofobica.
Una commedia che ambisce ad essere
un thriller
Con chi
viaggi è in fin dei conti una commedia, ma non mancano al suo interno i
momenti di tensione. Non parliamo di un vero e proprio
thriller, tutti gli aspetti noir del film sono
resi in modo ironico e quasi parodico. Tuttavia, la tensione
drammatica è ben costruita e la suspence lascia lo spettatore nel
dubbio fino alla fine: Paolo è davvero un malintenzionato?
L’ironia di Lillo e l’eccentricità
dei suoi compagni di viaggio
Il protagonista principale
di Con chi viaggi è Paolo/Lillo.
Tutta l’attenzione degli altri passeggeri è su di lui, è lui
”quello strano” del gruppo. Le frasi dell’attore e i suoi
atteggiamenti sono emblematici della comicità del personaggio.
Lillo riesce ad essere divertente e inquietante
allo stesso tempo: interpreta perfettamente l’uomo insospettabile,
il bonaccione, quello che non farebbe mai male ad una mosca ma che,
proprio per questo suo aspetto, potrebbe rivelarsi un pazzo serial
killer.
Accanto a Lillo, ci
sono altre tre personalità non indifferenti all’interno del film.
Michela De
Rossi è Elisa, una ragazza solare ed ingenua.
Alessandra Mastronardi (Anna) è chiassosa e
cinica, Fabio
Rovazzi(Michele) è taciturno ma riesce
a lanciare poche frasi decisamente d’effetto. Tutto insieme, il
quartetto funziona e, tra battute, gag ed espressioni divertenti,
accompagna lo spettatore fino alla fine del film.
Da sempre considerato uno dei
migliori film del genere cospirativo, I tre giorni del
Condor è un perfetto thriller che raccoglie
perfettamente al suo interno il grande interesse che questo genere
ha conosciuto nel corso degli anni Settanta. Complici i fatti
sociali e politici dell’epoca, le storie di spionaggio sono
diventate sempre più presenti al cinema, permettendo di dar vita a
capolavori senza tempo come il film appena citato. Diretto da
Sydney Pollack nel 1975, questo si discostò però
dalle convenzioni del genere, ponendo principalmente interrogativi
di tipo politico in un’America profondamente sconvolta dalla guerra
in Vietnam e dallo scandalo Watergate.
Al centro della vicenda narrata
resta infatti la possibilità che i servizi segreti, o una parte di
essi, sfuggano a ogni controllo e agiscano secondo finalità e con
mezzi non corretti, o comunque non approvati. Scritto da
Lorenzo Semple Jr., il film è un adattamento del
romanzo I sei giorni del Condor, scritto nel 1974 da
James Grady. La storia in esso raccontata si
presentò dunque come quella giusta al momento giusto, fotografando
un momento di forte tensione per gli Stati Uniti, sempre più
disillusi circa le attività politiche dell’epoca. Con il tempo,
I tre giorni del Condor ha sempre più acquisito un impatto
non indifferente nella cultura mondiale.
Sono tanti i film che hanno da
questo titolo tratto ispirazione, tra cui anche il cinecomic
Captain America: The Winter
Soldier, che omaggia il film di Pollack proprio nella sua
costruzione della tensione e delle sue tematiche. Per gli amanti
del genere e del cinema, si tratta dunque di un titolo
imprescindibile. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
I tre giorni del Condor: la trama del film
La vicenda del film si apre a
Manhattan, New York, dove un commando di sicari guidati da un
freddo alsaziano di nome Joubert, e da un ex
sergente dell’esercito di nome Lloyd, irrompono in
una sezione impiegatizia della CIA, impegnata in operazioni OSINT.
Queste prevedono la ricerca, la raccolta e le analisi di dati e
notizie d’interesse pubblico provenienti da ogni parte del mondo.
Qui i soldati uccidono brutalmente tutti i presenti, ad eccezione
di Joseph Turner, nome in codice Condor, il quale
era uscito per una commissione. Scoperto l’accaduto, egli non può
non sentirsi in pericolo di vita.
Joseph comprende infatti che
quell’assalto era diretto ad eliminare proprio lui, il quale pochi
giorni prima aveva inviato ai suoi superiori un rapporto
particolarmente delicato, non ricevendo però alcuna risposta.
Trovando protezione e anonimato presso l’abitazione di una giovane
donna di nome Kathy Hale, Joseph si trova a dover
indagare su quanto realmente stia accadendo e su chi vi sia dietro
quello sterminio. Consapevole dei rischi che corre, egli non si
tirerà indietro finché non avrà fatto emergere tutta la verità.
I tre giorni del Condor: il cast del film
Ad interpretare il protagonista
Joseph Turner, vi è il celebre attore Robert Redford.
Questo è stato per lui uno dei due film di genere thriller
spionistico girati nell’arco di due anni. Il secondo titolo è
Tutti gli uomini del presidente, girato nel 1976. Pollack
volle fortemente Redford per il ruolo, considerandolo uno dei suoi
attori feticcio. I due hanno infatti girato insieme ben sette film.
Per interpretare il protagonista, l’attore ebbe modo di avere come
consulente personale l’ex direttore della CIA Richard Helms, che
istruì l’interprete al fine di farlo risultare più realistico. Nei
panni di Kathy Hale, la donna presso cui Turner trova protezione,
vi è l’attrice premio Oscar Faye Dunaway.
Interprete di film come
Chinatown e Quinto potere, lei è una delle
attrici più importanti degli anni Settanta. Nella sua autobiografia
la Dunaway ricordò di aver avuto difficoltà a sentirsi spaventata
dall’esere rapita da Redford nel film. Per permetterle di provare
vera paura, fu Pollack a mimare la scena insieme a lei. L’attore
premio Oscar Cliff Robertson, noto per aver
interpretato anche lo zio Ben nella prima trilogia di Spider-Man, è
qui presente nei panni di Higgins, il vicedirettore di New York.
Nel ruolo dell’alsaziano Joubert vi è invece il celebre attore
svedese Max von Sydow, mentre Addison
Powell è il controverso Leonard Atwood.
I tre giorni del Condor:
le differenze tra il libro e il film
Pur mantenendo inalterate le
tematiche di fondo del romanzo di Grady, gli autori del film danno
vita ad una serie di consistenti differenze e modifiche. La prima
si ritrova già nel titolo. Il protagonista del film ha infatti solo
tre giorni per salvarsi la vita, mentre quello del romanzo sei.
Tale scelta è dovuta ai differenti tempi cinematografici come anche
alla volontà di condensare il racconto per renderlo più teso e
avvincente. Altra differenza è la stagione in cui è ambientato il
racconto. Se nel libro è la primavera, nel film diventa invece
l’inverno. Il clima più rigido e grigio di quest’ultimo diventa
infatti un perfetto specchio della cupa vicenda narrata. Notevole
differenza si ritrova anche nel protagonista.
Nel libro questo si chiama
Ronald Malcom e non ha personalmente scritto il
compromettente rapporto. Nel film viene invece attribuito a lui,
così da renderlo un personaggio più attivo e motivato ad andare a
fondo alla questione. Le discrepanze più rilevanti però riguardano
il rapporto con l’intelligence. Turner si ribella al sistema
corrotto e insalvabile, in grado di commettere crimini al di sopra
della legge. Malcom, invece, dopo aver consumato la sua vendetta,
resta parte integrante del sistema, lasciando intuire che comunque
nella CIA si possono ritrovare uomini per bene. Pollack è dunque
molto più duro nel suo ritratto, che rappresenta appieno la
disillusione di quel periodo.
I tre giorni del Condor:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. I tre giorni del
Condor è infatti disponibile nei cataloghi di
Infinity+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 25
giugno alle ore 21:00 sul canale
Iris.
La puntata finale di Obi-Wan Kenobi, uscita il 22 giugno 2022, ha
deliziato i fan con una serie di elementi fan service e ha portato
a compimento il salvataggio di Leia. Dal momento
che il franchise di Star Wars
si è esteso a vari spin-off, gli eventi di Obi-Wan Kenobi potrebbero dare vita a future
serie tv e film: vediamo insieme quali sono le storyline che
speriamo vengano sviluppate.
1I piani di Qui Gon per
Obi-Wan
Qui-Gon è apparso a
Obi-Wan nei momenti finali della serie,
comunicando al suo ex padawan che avevano ancora una distanza da
percorrere. Anche se è probabile che intendesse solo dire che
avrebbe accompagnato Obi-Wan fino alla sua
destinazione, si può anche supporre che il fantasma della Forza di
Qui-Gon abbia un piano da illustrare al suo
apprendista.
Una
seconda stagione di Obi-Wan Kenobi è possibile, dato l’interesse
del cast a tornare, e l’apparizione di Qui-Gon
rappresenta sicuramente un potenziale punto di partenza per
un’altra avventura del protagonista. Anche l’interazione tra
Qui-Gon e Obi-Wan non è stata
descritta appieno, ma potrà essere esplorata in futuro nei nuovi
progetti di Star
Wars.
Icona indiscutibile
della comicità americana sul grande e piccolo schermo, Maya
Rudolph (Saturday Night Live,
Le amiche della sposa) è la protagonista assoluta di
Loot, serie in dieci puntate prodotta per
Apple
TV+. Il suo ruolo è quello di Molly Novak, la quale
dopo essere stata tradita dal marito magnate dell’informatica si
ritrova un patrimonio di 87 miliardi di dollari in seguito alla
causa di divorzio. Ma che fare della propria vita quando negli
ultimi vent’anni si è soltanto galleggiati nel lusso? La risposta
arriva quando Molly scopre di possedere una società che si occupa
di beneficenza, e decide di conseguenza di mettersi al comando di
essa. Ma il mondo in cui lei vive è ben diverso da quello dei suoi
nuovi dipendenti…
La ricerca dell’identità in
Loot
Creata da Matt
Hubbard e Alan Yang – entrambi vengono
tra le altre sitcom da Parks & Recreation –
Loot propone come tema principale la ricerca di
identità, nello specifico quella di una donna che si è “persa”
all’ombra ingombrante di un uomo di successo. Se la fonte di
ispirazione potrebbe alla lontana essere vista nella vicenda di
Bill Gates e della sua adesso ex-moglie Melinda, il personaggio
principale se ne discosta ben presto per sviluppare i toni e la
trama più adatti alla commedia di costume. Il problema principale
dello show è quello di non riuscire a sfruttare lo spunto di
partenza per proporre al pubblico qualcosa di veramente originale o
anche soltanto ficcante.
Fin dalla prima
sequenza, che dovrebbe rappresentare il momento drammatico
dell’intera vicenda, Loot offre la sensazione di
procedere col freno a mano tirato: il tentativo di bilanciare un
genere che si presta a ritmi sostenuti e trovate audaci come la
commedia, con le ambientazioni raffinate in cui la storia si
dipana, risulta un connubio di difficile gestazione per
sceneggiatori e registi. Questo non significa che in ogni puntata
non ci siano momenti in cui si ride, talvolta anche di gusto:
l’impressione rimane però quella che il tentativo di realizzare una
sitcom “alta” non funzioni del tutto a dovere, e questo nonostante
un cast di attori all’altezza.
Maya Rudolph
perfetta protagonista
Maya
Rudolph possiede quello charm naturale che la rende
credibile nel personaggio di Molly, e sa gestire i tempi comici
delle varie scene piegandoli ai propri, ovvero lavorando su quei
piccoli attimi di attesa che creano uno scarto di senso sottilmente
divertente. È senza dubbio lei il cuore di Loot, e
se alla fine le puntate scorrono via senza annoiare lo si deve
principalmente al suo talento.
Come detto però il
supporto di Nat Faxon – il migliore dei caratteristi a disposizione
– Ron Funches,
Joel Kim Booster e una Michaela Jaé Rodriguez tagliente è davvero
prezioso, in quanto tutti insieme riescono in più di un’occasione
ad elevare il tono comico di storie e situazioni che non presentano
davvero alcuna novità. Se tutto sommato Loot si lascia guardare è
anche grazie al notevole lavoro di set designer e decorator, i
quali hanno ricreato l’universo dorato in cui vive Molly con un mix
riuscitissimo di nuovo e classico: molte delle ambientazioni
principali dello show si lasciano ammirare senza ostentare inutile
opulenza, una caratteristica che senza dubbio sa come intrigare
l’occhio dello spettatore.
Gli ammiratori di
Maya Rudolph troveranno in Loot
esattamente ciò che stanno cercando, ovvero un’attrice di enorme
talento comico che sfrutta al fine di cesellare una figura
femminile surreale, fuori dal mondo (vero), narcisista e pacchiana.
Eppure l’attrice riesce a rendere Molly comunque amabile, facendone
un piccola grande icona/specchio dei nostri tempi. Con un materiale
narrativo di maggiore impatto il personaggio e la serie avrebbero
potuto avere ben altro impatto comico e satirico, mentre il
risultato lascia il sospetto amaro che si sarebbe potuto -e dovuto
– fare qualcosa in più.
Va a Carla Signoris il
‘Premio Manfredi 2022’ promosso dai Giornalisti
Cinematografici Italiani con la famiglia Manfredi per ricordare il
grande Nino. La consegna venerdì prossimo, 1° Luglio sul
palcoscenico del Teatro Antico, nell’ambito della 68.ma edizione
del Taormina Film Fest.
Non solo brava ma ironica come
poche, e non solo in ruoli da commedia, Carla
Signoris è tra le attrici da sempre più amate. Brillante,
inimitabile in una verve che aggiunge sempre qualcosa di
personale ad ogni personaggio che interpreta con un umorismo
contagioso e irriverente, la Signoris è da sempre dalla parte delle
donne che rappresenta anche con dichiarata autoironia. Dal
cinema alla grande serialità ha siglato recentemente una stagione
di grande popolarità mettendo in scena la forza e insieme la
simpatia di personaggi femminili perfettamente in linea con il suo
modo di entrare in scena ma anche di scrivere. Perché guardando le
sue interpretazioni viene in mente proprio – come ci ricorda
sorridendo con il titolo di un suo romanzo – che “dietro ogni uomo
c’è sempre una donna che alza gli occhi al cielo”.
Attrice versatile, scrittrice,
doppiatrice, e cantante per gioco, deve la sua notorietà a una
lunga attività in teatro, in televisione e nel cinema per cui ha
ottenuto prestigiosi riconoscimenti. Ha lavorato fra gli altri con
Marco Sciaccaluga, Elio Petri, Gabriele Salvatores, Carlo
Mazzacurati, Silvio Soldini, Leone Pompucci, Fausto Brizzi, Ferzan
Özpetek, Riccardo Milani. È la voce italiana del pesce Dory, nei
film d’animazione, campioni di incassi della Disney, Alla
ricerca di Nemo e Alla ricerca di Dory. Ha duettato
con la cantautrice Giua in “Feng Shui”, una canzone post moderna
sospesa tra horror e non sense che ritrae le nevrosi del nostro
tempo.
Sarà la Presidente dei Giornalisti
Laura Delli Colli, anche in rappresentanza della famiglia, a
consegnare il riconoscimento, tradizionalmente legato ai Nastri
d’Argento, che ripete da nove anni una piccola celebrazione di Nino
Manfredi proprio sul palcoscenico dove apparve, in una singolare
performance, proprio per l’ultima volta prima di allontanarsi dal
cinema e dallo spettacolo. Era il 2003 e Nino ha salutato il suo
pubblico proprio da Taormina dov’è nata sua moglie Erminia che ha
fortemente voluto questo riconoscimento insieme ai figli ed è da
sempre fiera che il Premio abbia trovato ‘casa’ proprio a Taormina,
la sua città natale.
“Un riconoscimento che viene
assegnato fin dalla prima edizione ad attori e attrici dal talento
nello stile di Manfredi che fu grande nella comicità ma,
soprattutto, capace come tutti i grandi artisti di giocare con la
recitazione, come si dice, a tutto campo” spiega a nome del
Direttivo Nazionale SNGCI che ha appena assegnato i Nastri
d’Argento, la Presidente Laura Delli Colli.
Felice di ritirare il ‘Premio
Manfredi’ Carla Signoris ha commentato: “Per me è
molto emozionante ricevere un riconoscimento che conferma la mia
stima per un grande protagonista di sempre come Nino. Ringrazio i
Giornalisti Cinematografici Italiani, la Presidente Laura Delli
Colli e la famiglia Manfredi che hanno pensato a me per un
riconoscimento speciale che negli anni è stato attribuito ad
autorevoli protagonisti, rendendomi ‘testimonial’ di un Premio che
mi regala quest’anno un motivo in più per essere particolarmente
orgogliosa”.
Nato nell’ambito dei Nastri
d’Argento con una prima edizione celebrativa che ha premiato nel
2009 Giuseppe Fiorello, il Premio viene assegnato stabilmente a
Taormina dal 2014 ed è andato a Marco Giallini, Paola Cortellesi,
Carlo Verdone e Antonio Albanese, Pierfrancesco Favino e
Kasia Smutniak, Claudia Gerini, Stefano Fresi, Claudio
Santamaria e lo scorso anno a Massimo Ghini.
“È un bellissimo palmarès” commenta
Laura Delli Colli a nome del Direttivo dei Giornalisti
Cinematografici “che sigla ancora una volta, quest’anno con Carla
Signoris, una scelta perfettamente in sintonia con la
storia professionale di una protagonista, come tutti gli attori e
le attrici che hanno ricevuto il Premio, capace di unire alla verve
della commedia l’intensità di toni e sfumature che toccano il
cuore degli spettatori. Proprio come sapeva fare, nel
suo tratto speciale, il grande Nino che tutti continuiamo ad
amare”.
Parlando con Total Film
(tramite CBR) per promuovere Thor: Love and Thunder,
Taika Waititi ha discusso del posizionamento del
film nella sequenza temporale del MCU. Sapendo che è passato del
tempo da Endgame, il regista ha cercato di
individuare il numero esatto di anni trascorsi.
“Penso che probabilmente il
numero di anni da quando abbiamo visto [Endgame]. Sono
probabilmente quattro anni. È giusto?”
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Secondo Barry Bas
Idoine, il direttore della fotografia dietro
Thor: Love and
Thunder, il cast e la troupe del film hanno avuto
difficoltà a girare la scena di nudo di Chris
Hemsworth.
Nel decennio in cui Hemsworth si è
esibito nei panni di Thor, il suo fisico è sempre stato un
argomento di conversazione, sia che si trattasse della statura
incredibilmente cesellata e muscolosa di Thor nel suo periodo
migliore, sia che i fan adorassero il look post-Thanos. Love and
Thunder inizia con il Fat Thor di Endgame in missione per tornare
in forma e ricostruire la sua massa muscolare, che finisce per
mostrare in modo più dettagliato di quanto probabilmente
intendesse. Durante una visita a Zeus (Russel
Crowe), il padre degli dei spoglia Thor fino a lasciarlo
completamente nudo nel tentativo di rimuovere un travestimento che
l’eroe indossava.
Mentre discuteva del film con
Deadline alla premiere sul tappeto rosso, Idoine
condivide un aneddoto sulle riprese dell’attesissima scena di nudo
di Thor: Love and
Thunder. Secondo il DP, la figura nuda di Hemsworth
rende incredibilmente difficile concentrarsi su qualsiasi lavoro
possa essere a portata di mano, quindi dice che la troupe è stata
in difficoltà per portare a termine la ripresa. Idoine dice che è
stato “incredibilmente difficile riprendere il sedere di Chris
Hemsworth”, anche se lo dice con un sorriso scherzoso stampato in
faccia.
“È incredibilmente difficile
riprendere il sedere di Chris Hemsworth. Voglio dire, nessuno si
concentra, nessuno fa il proprio lavoro, tutti guardano il sedere,
non guardano quello che dovrebbero fare. Quella era una
sfida.”
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Disney+
conferma nuovi titoli che debutteranno in Italia in esclusiva sulla
piattaforma streaming nel 2022-2023 inclusi nuovi film e
serie tv (clicca
qui per scoprire tutte le serie tv). Tra i nuovi film che
debutteranno quest’anno ci sono The
Princess, con Joey King, che arriverà il 1° luglio,
Not Okay, disponibile dal 29 luglio e
Prey,
una novità assoluta nel franchise di Predator, che
debutterà il 5 agosto, oltre a Rosaline
con Kaitlyn Dever, che arriverà più avanti nel corso dell’anno.
Nei prossimi mesi arriveranno su
Disney+ diversi
film, tra cui The
Princess, targato 20th Century Studios,
disponibile dal 1° luglio, con Joey King nei panni di una bella e
tenace principessa che, rifiutando di sposare il crudele
sociopatico a cui è stata promessa in sposa, viene rapita e
rinchiusa in una remota torre del castello del padre; il film
Searchlight Pictures in arrivo il 29 luglio Not
Okay, una satira che segue un’aspirante scrittrice
senza obiettivi (Zoey Deutch) che finge un viaggio a Parigi a
misura di Instagram nella speranza di aumentare il suo seguito sui
social media, ma cade involontariamente in una bugia più grande di
quanto avesse mai immaginato. Inoltre, il 5 agosto arriverà
Prey, un nuovo film 20th Century Studios
della saga di Predator ambientato nella Nazione Comanche
300 anni fa e diretto da Dan Trachtenberg (The Boys,
10 Cloverfield Lane).
In arrivo su Disney+
anche Rosaline, una nuova commedia su
“Romeo e Giulietta” di Shakespeare, con la classica storia d’amore
raccontata dal punto di vista della cugina di Giulietta, Rosaline,
che si dà il caso sia un precedente amore di Romeo. Il film è
interpretato da Kaitlyn Dever ed è diretto da Karen Maine.
Nel corso della sua lunga carriera
il regista premio Oscar Woody Allen si è
indissolubilmente legato alla città di New York, dove è nato e in
cui ha girato alcuni dei suoi film più famosi. Eppure, nonostante
sia stata a lungo grande protagonista delle sue opere, il nome “New
York” figura soltanto in uno solo dei suoi titoli, il recente
Un giorno di pioggia a New York (qui la recensione). Realizzato
nel 2019, dopo la parentesi europea durante la quale hanno preso
vita titoli come Vicky Cristina Barcelona,
Midnight in Paris e
To Rome with Love, il
film è però principalmente noto per le problematiche relative alla
sua distribuzione.
La produzione del film è infatti
coincisa con l’inizio del movimento Me Too, il quale ha provocato
un risveglio dell’interesse pubblico per la presunta accusa di
aggressione sessuale, risalente al 1992, contro Allen. In seguito a
tali controversie, gli Amazon Studios, produttori del film,
annunciarono l’intenzione di sospendere a tempo indeterminato la
distribuzione del film negli Stati Uniti. Allen ha a quel punto
presentato una causa da 68 milioni di dollari contro Amazon
Studios, ottenendo indietro i diritti per la distribuzione del
film. Il film trova a quel punto distribuzione in diverse parti del
mondo, mentre per vedere la sala negli Stati Uniti dovrà aspettare
il 2020.
L’uscita del film ha dunque infine
consentito ai fan del regista di ammirare la sua nuova ode alla
città di New York, con un racconto vagamente ispirato a Il
giovane Holden. Divertente e leggero, il film merita infatti
di essere ricordato per ben altri motivi rispetto a quelli per cui
è attualmente noto. Prima di intraprenderne una visione, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Un giorno di pioggia a New
York: la trama del film
Il film racconta la storia di una
coppia di giovani innamorati, Gatsby e
Ashleigh, i quali decidono di andare a New York
perché la ragazza è riuscita a ottenere un’intervista con
Roland Pollard, un noto regista ora in profonda
crisi. La coppia ne approfitta per trascorrere un weekend insieme
nella grande città, organizzando visite a luoghi di interesse e
lunghe passeggiate. Giunti a New York, però, il ragazzo lascia la
sua fidanzata all’Hotel Soho per incontrare il regista, con la
promessa che si sarebbero rivisti per pranzare insieme. L’incontro
con Pollard si rivela però una grande occasione per la
giornalista in erba, poiché il cineasta ha in serbo un importante
scoop per lei.
Ashleigh si vede dunque costretta ad
annullare il pranzo con Gatsby e da questo momento in poi tutti i
loro piani andranno in fumo. Senza sapere cosa farsene di quel
tempo, Gatsby inizia dunque a passeggiare per la città,
imbattendosi in vecchi ricordi e piacevoli scoperte. Mentre
Ashleigh incontra sempre più celebrità, tra cui il divo
sudamericano Francisco Vega e lo sceneggiatore
Ted Davidoff, Gatsby si imbatte in una sua vecchia
conoscenza, la seducente Chan, che lo spingerà a
riflettere sul suo rapporto con la sua ragazza. Quello che doveva
essere un weekend con cui coronare il loro amore, diventerà ben
presto per i due fonte di riflessione sulle rispettive vite.
Un giorno di pioggia a New York: il cast del film
Protagonista del film nei panni del
giovane Gatsby è l’attore Timothée
Chalamet. Egli ha poi ripudiato il film nel momento in
cui sono riemerse le accuse contro Allen, decidendo di non lavorare
mai più con lui e di devolvere il suo compenso al movimento Me Too.
Secondo il regista, l’attore ha fatto ciò unicamente per poter
avere più speranze di concorrere per l’Oscar al miglior attore per
Chiamami col tuo nome. Nei panni di Ashleig vi è invece
l’attrice Elle Fanning,
mentre Liev Schreiber
interpreta il regista in crisi Roland Pollard. Ad interpretare
Chan, la ragazza che Gatsby incontra, vi è invece SelenaGomez.
Il film è poi ricco di numerosi
altri celebri attori, da Diego Luna nei
panni del divo Francisco Vega a Jude Law in
quelli di Ted Davidoff. Law è stato uno dei pochi a prendere le
difese di Allen, affermando che quanto stava accadendo al film e al
regista era una vergogna. Rebecca Hall
interpreta la moglie di David, Connie Davidoff. Anche lei, come
Chalamet, ha deciso poi di devolvere il compenso al movimento Me
Too. L’attrice Cherry Jones è la signora Welles,
madre di Gatsby, mentre compaiono poi anche le attrici Kelly Rorhbach
nei panni della escort di lusso Terry e Suki
Waterhouse in quelli di Tiffany.
Un giorno di pioggia a New
York: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di Un
giorno di pioggia a New York grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 24 giugno alle ore 21:20
sul canale Rai 3.
Titanic torna nei cinema in una versione
rimasterizzata. Diretto da James Cameron,
Titanic è uscito nel 1997 e ha rapidamente
stabilito un record al botteghino diventando uno dei film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Basato sulla storia della vita
reale dello sfortunato Titanic nel 1912, il film è
interpretato da Leonardo DiCaprio e Kate Winslet nei panni di Jack e Rose, due
passeggeri di ceti sociali diversi che si innamorano quando si
verifica la tragedia. Nel cast c’erano anche Kathy Bates,
Frances Fisher, Visitor Garber, Billy Zane e Bill
Paxton.
Ora, il film sta per tornare nelle
sale. Secondo Deadline, Titanic riceverà una ridistribuzione in
sala in versione rimasterizzata nel 2023 per celebrare il 25°
anniversario del film. Titanic di Cameron sarà
disponibile nei cinema in 3D 4K HDR e frame rate elevato a partire
dal 10 febbraio 2023. In questo momento, Titanic è attualmente
disponibile per lo streaming su Paramount+. Non sappiamo ancora se questa uscita
riguarderà anche i cinema italiani.