Collettivo
Chiaroscuro ha promosso
sabato 7 giugno 2025 la nuova edizione di The Art of
Italian Cinematography and Beyond, una giornata di incontri,
riflessioni e dibattiti tenutasi nel contesto del Teatro 10 degli
studi televisivi “De Paolis” e con al centro l’eccellenza tecnica
ed artistica della professione di autrici e autori della
fotografia. Questa seconda edizione dell’evento ha ribadito
l’impegno concreto del Collettivo nel creare un luogo stabile in
cui favorire uno scambio trasversale e democratico delle
esperienze, incentivare il dialogo con le altre professioni del
settore e individuare le sfide che oggi attraversano con urgenza
l’industria cinematografica. L’appuntamento si è distinto per
la numerosa e sentita partecipazione ai molti panel articolati nel
corso della giornata di lavori, introdotti dalla conduttrice,
attrice e autrice radiofonica Martina Martorano e
alla presenza di numerosi ospiti nazionali ed internazionali che
hanno arricchito l’evento condividendo le proprie visioni.
Il panel
“Equal Exposure: Let’s start from differences to work on
rights: parenting, career progression and inclusion”,
moderato dal giornalista Antonio Bracco, ha visto intervenire in
una conversazione aperta Marco Bassano (CCS),
Paolo Carnera (Presidente CCS), Irene
Castrogiovanni (operatrice steadycam), Camilla
Cattabriga (CCS), Eleonora Contessi
(CCS), Daria D’Antonio (Vicepresidente CCS),
Maita De Leonardis (operatrice steadycam),
Giuditta Paolini (assistente operatore),
Sara Purgatorio (CCS), Francesca
Zonars (CCS). Nel condividere le diverse tipologie di
percorso individuale e professionale, dallo scambio sono emerse le
criticità legate all’accesso e alla progressione di carriera dovute
al gap di genere ancora presente nel panorama lavorativo italiano
del settore fotografia. Da qui è stata evidenziata la necessità di
affrontare più lucidamente la questione di tutela della maternità
sul set, con il conseguente bisogno di sviluppare nuove politiche
contrattuali che concernono l’attenzione al diritto alla
genitorialità, ad una più consona distribuzione del monte ore e
delle esigenze umane.
Nella masterclass
“Don’t close the curtains: have a backdrop!”
Alessandro Pesci (CCS) ha illustrato l’importanza
del fondale nel cinema, percorrendo con un’agile panoramica storica
l’evoluzione di questa tecnica nel corso del tempo. Sarah
Horton (Rosco backdrops Creative Specialist) ha quindi
presentato alla platea il lavoro certosino che porta alla creazione
dei fondali nel cinema contemporaneo, vagliandone le sfide tecniche
e lodando la versatilità di uno strumento ad alta efficienza nel
rapporto tra costo e beneficio. A seguire Mauro
Pescetelli(Gaffer) e Giuseppe Riccobene
(CCS) hanno guidato il pubblico a lasciarsi incuriosire da un
esempio pratico di backdrop allestito all’interno del Teatro
10.
Il panel
“The relationship between director and
cinematographer” ha visto in dialogo Daria
D’Antonio (Vicepresidente CCS) con il regista premio Oscar
Paolo Sorrentino (Parthenope, È stata la mano
di Dio, La grande bellezza). Guidati dalla moderazione del
giornalista Malcolm Pagani, i due hanno condiviso
tra aneddoti e ricordi i molti aspetti del rapporto professionale e
personale che li lega da anni, fatto di una complicità sul set
immediata ed istintiva che si traduce in una costante capacità di
tradurre anche il più minimo imprevisto in una forma di stimolo
creativo.
Nella roundtable
“Episodic versus Features: developing stories across
formats” Paolo Carnera (Presidente CCS)
ha conversato assieme alla regista Francesca
Comencini (Il tempo che ci vuole, Amori che non sanno
stare al mondo), al regista Michele Alhaique
(A.C.A.B – La serie, Romulus, Bang Bang Baby), al
direttore della fotografia Vittorio Omodei Zorini
(A.C.A.B. – La serie, Those About to Die, The Good
Mothers), Fabrizio Lucci (CCS) e
Alessandro Pesci (CCS). A moderare Massimo
Intoppa (CCS), che ha condotto i partecipanti in un
dibattito sul rapporto di evoluzione creativa tra l’opera filmica
di origine e la sua iterazione seriale, prendendo in particolare a
modello A.C.A.B.e Gomorra. Si è riflettuto su
come oggi la distanza tra i due media, per resa qualitativa e
pregiudizio sulla forma del racconto, non sia più quella di qualche
anno fa, merito in parte dell’arrivo di nuovi player come le
piattaforme streaming, il cui rovescio è stato tuttavia ravvisato
in un accrescimento della mole di contenuti che stanno diluendo
l’attenzione del pubblico e quindi la capacità di valorizzazione
dei prodotti artistici.
Il panel intitolato
“AI for Filmmakers – The new era” ha affrontato
una delle questioni più calde della contemporaneità.
Alessandro Chiodo(Head of CCS AI study group
LUM_IA) ha moderato un confronto tra il regista Carlo
Lavagna (Shadows, Arianna) con il VFX Supervisor
Max Cipollina (Chromatica) e Valentina
Casale (Chromatica), il colorist Jean Paul
Snider (M74), il VFX supervisor Stefano
Leoni (EDI), durante il quale sono stati proposti
stimolanti angoli di lettura su come considerare oggi il ruolo
dell’intelligenza artificiale generativa all’interno dei workflow
dei reparti fotografia. In uno scenario in rapida evoluzione,
centrale è il bisogno di mantenere a monte le redini sul controllo
creativo nel momento in cui si utilizza questo strumento,
caratterizzato da alte potenzialità ma anche soggetto a suscitare
improprie fascinazioni sul fronte dell’abbattimento dei costi
produttivi.
Ha chiuso la
giornata il Q&A “Focus on international productions:
Ula Pontikos BSC & David McFarland meet CCS”, moderato da
Luca Ciuti (Vicepresidente CCS) alla presenza
dell’autrice della fotografia nominata agli Emmy Ula
Pontikos (BSC. Russian Doll, Weekend) e
dell’autore della fotografia David McFarland
(12 fantastici orfani, Mafak). Ripercorrendo le loro
carriere da professionisti internazionali, Pontikos e McFarland
hanno ragionato su come sia fondamentale mantenere una mentalità
sempre aperta al confronto e al coinvolgimento di tutto il reparto
nel processo di preparazione tecnica, sottolineando l’importanza di
approccio alla visione artistica che deve lasciarsi sempre guidare
dall’indirizzo impresso dal racconto, al di là del volume di budget
considerato per la realizzazione.
Uno spazio tra i
panel è stato riservato a Stefano Paradiso (CCS),
che segue la task force inter-associativa e tutte le riunioni
sindacali e per il rinnovo del contratto, assieme Dario
Indelicato, fondatore e rappresentante del movimento Siamo
ai titoli di coda, formato da lavoratrici e lavoratori del settore
cinematografico in protesta contro lo stallo economico che sta
attraversando l’industria cinematografica. Indelicato ha portato le
sue impressioni riguardo l’incontro del movimento e di altre
associazioni tenuto lo scorso 6 giugno con il Ministro della
Cultura Alessandro Giuli presso il Ministero della Cultura a Roma,
rispetto al quale segnala l’emergere di un passo in avanti per la
costituzione di un nuovo dialogo tra le parti e lo spegnimento di
una polemica di carattere ideologico. Tuttavia i problemi sono
ancora molti, ha detto Indelicato, dove resta urgente la necessità
di continuare ad affrontare la questione nel merito a partire dalla
creazione di una struttura di welfare in grado di tutelare i
professionisti in situazioni di crisi come questa.
La seconda edizione
di The Art of Italian Cinematography and Beyond ha affermato con
successo la volontà del Collettivo Chiaroscuro di costituire una
piattaforma di dialogo concreta sopra la quale instaurare un
dialogo culturale aperto e partecipativo, spazio di riflessione che
articola un flusso organico tra stimolante iniziativa artistica,
approfondita formazione tecnica e attenta condivisione
professionale.
The Art of
Italian Cinematography and Beyond è realizzato grazie al
supporto dei partner e degli sponsor del Collettivo Chiaroscuro:
ADCOM, ANGENIEUX, ARRI, ARTDIGILAND, ASC (Associazione Italiana
Scenografi), BLACKANDLIGHT, CANON ITALIA, CARTONI, CONNECTA,
D-VISION MOVIE PEOPLE, DZO-OPTICS, EVOL SOUND, FILLEX / MOLPASS,
FLAT PARIOLI, FOTO DIEGO, FOWA / NITAL, GODOX, KIWI, LEITZ CINE,
M74, MISSION DIGITAL, PANALIGHT, REC, RED, REEL-ONE, ROSCO, SAMAS,
SONY, STUDIOS DE PAOLIS, TAV, TUTTO DIGITALE.