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Il potere dei soldi: la spiegazione del finale del film

Il potere dei soldi: la spiegazione del finale del film

Il potere dei soldi (qui la recensione) è un thriller tecnologico del 2013 diretto da Robert Luketic, con un cast di grande richiamo che vede protagonisti Liam Hemsworth, Gary Oldman e Harrison Ford. Il film si inserisce nel filone dei corporate thriller, un sottogenere che affonda le sue radici nel cinema statunitense degli anni ’80 e ’90, aggiornandolo ai tempi della guerra tecnologica e delle spietate dinamiche aziendali contemporanee. Ambientato tra i grattacieli e le ombre di una New York dominata da interessi economici e ambizioni senza scrupoli, il film mette in scena una sfida all’ultimo segreto tra due giganti dell’industria tecnologica, con al centro un giovane pedone in balia del sistema.

Oltre al carisma indiscusso dei suoi protagonisti veterani, Il potere dei soldi trova il suo punto di forza anche nella regia ritmata e nell’atmosfera tesa, costruita su un costante gioco di sospetti, tradimenti e colpi di scena. Il film affronta tematiche attuali come l’etica professionale, la sorveglianza digitale, la manipolazione delle informazioni e il prezzo del successo, interrogandosi su quanto sia facile perdere se stessi in un mondo in cui il potere è l’unica vera moneta. In questo senso, il film propone una riflessione non solo sull’ambiente ipercompetitivo delle multinazionali, ma anche sulle fragilità e le illusioni personali che alimentano quel sistema.

Nel corso di questo articolo, ci concentreremo in particolare sul significato e la costruzione del finale, analizzando come le scelte narrative e i destini dei personaggi offrano una sintesi delle tensioni accumulate nel corso del film. L’epilogo di Il potere dei soldi, seppur apparentemente lineare, apre infatti a interpretazioni più profonde legate al concetto di identità, compromesso e riscatto. Proveremo a capire quale messaggio lascia davvero lo scontro tra ambizione e integrità, e cosa resta al termine del gioco quando tutte le carte sono state scoperte.

Harrison Ford e Gary Oldman in Il potere dei soldi
Harrison Ford e Gary Oldman in Il potere dei soldi. Foto di Peter Iovino – © 2012 Paranoia Acquisitions LLC. All rights reserved.

La trama di Il potere dei soldi

Il potere dei soldi segue la storia di Adam Cassidy (Liam Hemsworth), un giovane impiegato di origini umili che lavora per una potente azienda tecnologica guidata dal carismatico ma spietato Nicholas Wyatt (Gary Oldman). Dopo essere stato licenziato per aver commesso un errore, Adam viene ricattato da Wyatt: dovrà infiltrarsi in una compagnia rivale, la Eikon, fondata da Jock Goddard (Harrison Ford), ex mentore di Wyatt, per rubare segreti industriali. Costretto a scegliere tra la galera e una vita di lusso costruita sull’inganno, Adam accetta e si ritrova coinvolto in un gioco ad alto rischio tra due colossi dell’industria hi-tech.

Mentre si insinua nella Eikon e guadagna la fiducia di Goddard, Adam si rende conto di essere diventato una pedina sacrificabile in una guerra senza scrupoli. Le sue relazioni personali iniziano a deteriorarsi, in particolare quella con Emma Jennings (Amber Heard), dirigente di Eikon e suo interesse amoroso, che intuisce che qualcosa non va. Man mano che la tensione cresce e le bugie si moltiplicano, Adam dovrà decidere se continuare a giocare secondo le regole dei potenti o ribellarsi per salvare se stesso e le persone a cui tiene. Il film alterna azione, intrighi aziendali e riflessioni morali su potere, ambizione e integrità personale.

La spiegazione del finale

Nelle scene finali de Il potere dei soldi, Adam riesce a ribaltare la situazione dopo essere stato manipolato da entrambi i magnati della tecnologia, Wyatt e Goddard. Egli sfrutta infatti le competenze tecnologiche e le risorse apprese per mettere in atto un piano che lo libera dall’influenza sia di Wyatt che di Goddard. Grazie all’aiuto del suo team e a una registrazione compromettente, riesce ad incastrare il primo, facendolo arrestare per le sue attività illegali. Allo stesso tempo, riesce a recuperare il controllo sulla sua vita personale e a riconciliarsi con la sua coscienza, scegliendo di non seguire più la strada della corruzione e del potere a ogni costo.

Amber Heard e Liam Hemsworth in Il potere dei soldi
Amber Heard e Liam Hemsworth in Il potere dei soldi. Foto di Peter Iovino – © 2012 Paranoia Acquisitions LLC. All rights reserved.

Il significato di questo epilogo si radica in una riflessione sull’autonomia morale in un sistema dominato dall’opportunismo. Adam, inizialmente attratto dall’idea di “farcela” a ogni costo, scopre a proprie spese quanto sia facile perdere il controllo di sé e dei propri valori quando si è esposti alle logiche predatorie del potere economico. Il finale rappresenta un momento di redenzione, in cui il protagonista sceglie consapevolmente di staccarsi dal meccanismo che rischiava di trasformarlo in una semplice pedina. L’elemento di ribellione non è tanto nella denuncia del sistema, quanto nell’atto di sottrarsi ad esso, rifiutando di perpetuarne la logica.

Tematicamente, Il potere dei soldi propone quindi una critica chiara alla cultura aziendale contemporanea, che premia l’ambizione cieca e la disumanizzazione delle relazioni professionali. Il film mette a confronto due archetipi: il giovane idealista tentato dalla scorciatoia del successo e i vecchi squali dell’industria, pronti a tutto pur di vincere. La scelta di Adam di ribellarsi segna una rottura significativa e simbolica: è il rifiuto di diventare il “nuovo loro”. Il finale suggerisce così che esiste una possibilità di riscatto anche per chi è caduto nelle trame del potere, ma che tale possibilità passa sempre da una presa di coscienza personale.

In conclusione, dunque, il finale chiude il cerchio narrativo su una nota etica, più che spettacolare. Non è la vittoria su un nemico esterno a dare senso alla vicenda, bensì il recupero dell’identità da parte del protagonista, che smette di recitare un ruolo per diventare finalmente se stesso. La lezione finale non è tanto che il potere corrompe, quanto che la vera forza sta nel sapere dire “no” quando tutto spinge a dire “sì”.

Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, Shameik Moore offre un intrigante aggiornamento

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Spider-Man: Beyond the Spider-Verse riceve il suo primo aggiornamento dal doppiatore di Miles Morales, Shameik Moore, da quando è stata annunciata la nuova data di uscita del film. A più di due anni dalla fine di Spider-Man: Across the Spider-Verse, la Sony sta finalmente per concludere la trilogia di Miles Morales, con il prossimo film che è attualmente in produzione. Dopo la conferma che la data di uscita del terzo film è stata ufficialmente fissata al 2027, i fan della Marvel potrebbero finalmente essere vicini a scoprire ulteriori indizi sul finale della trilogia.

Parlando su TikTok con Liam Saul, Moore ha infatti affermato: “Ci sarò! È tutto quello che posso dire!“. Saul ha a quel punto aggiunto “Ci sarà, due volte!”, ma Moore lo ha prontamente corretto con: “Tre volte!“. I commenti di Moore su Spider-Man: Beyond The Spider-Verse sono stati interpretati da alcuni come un indizio sul fatto che interpreterà tre versioni di Miles nel prossimo finale di Spider-Verse. Nel finale del precedente, d’altronde, il Miles che conosciamo dal primo film ha incontrato una versione malvagia di sé. Resta da capire quale potrebbe essere la terza apparizione del personaggio.

Sebbene, data la natura dei film, non sarebbe troppo sorprendente se Moore interpretasse più versioni dell’Uomo Ragno, secondo alcuni fan Moore starebbe semplicemente facendo riferimento al fatto che questo è il terzo film della trilogia, il che significa che ha interpretato Morales in tre episodi separati, compreso il suo prossimo ruolo nella storia di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse. Il fatto che Shameik Moore sia stato relativamente breve nei suoi commenti sul film sottolinea anche quanto esso sia ancora avvolto nel mistero.

Con Spider-Man: Beyond the Spider-Verse in uscita nel 2027, sembra che gli aggiornamenti sul prossimo film dello Spider-Verse rimarranno vaghi almeno per il prossimo futuro, a meno che non emergano piani per creare un hype più a lungo termine per il terzo film in risposta al suo rinvio, rivelando dunque ai fan qualche importante dettaglio su ciò che avverrà o sarà presente nel film.

Di cosa parlerà Spider-Man: Beyond the Spider-Verse?

Il film affronterà le conseguenze del finale cliffhanger di Spider-Man: Across the Spider-Verse, con Miles Morales (Shameik Moore) bloccato in un universo alternativo con una versione più cattiva di se stesso. “Ecco cosa posso promettere, e l’ho detto a proposito del secondo quando eravamo nel mezzo: Phil Lord, Chris Miller, tutti, i produttori di questo film, i registi che porteranno… Quello che hanno fatto nel primo è che tutti i registi sono diventati produttori esecutivi. Quindi continuano ad aggiungersi. Quello che posso promettere è che non si fermeranno finché non sarà eccellente”, ha confermato a ComicBook.com l’attore di Peter B. Parker, Jake Johnson.

 “E se questo significa che ci vuole un po’ più di tempo, se questo significa che è ancora più grande, se questo significa che è più lungo – non giocano secondo le regole di nessuno. Lavorano molto duramente. Come attori, siamo sempre scioccati quando ci chiamano per registrare l’ultimo film. Credo che sia stato un mese prima della proiezione, quando non riuscivamo a credere che stessimo ancora registrando. Quindi non hanno intenzione di mollare fino a quando non sarà grandioso e non ho altro che fiducia in loro. Ma per quanto riguarda la possibilità di svelare qualcosa [sulla storia], non posso farlo”.

Spider-Man: Beyond the Spider-Verse arriverà al cinema il 4 giugno 2027.

Mercoledì – Stagione 2: svelati i characters poster!

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Mercoledì – Stagione 2: svelati i characters poster!

Gli account social di Netflix hanno oggi svelato i characters poster per la Stagione 2 di Mercoledì, fornendo così un’ulteriore assaggio di ciò che ci si può aspettare di vedere nei nuovi episodi. Questi poster presentano infatti alcuni dei protagonisti della prima stagione e che riprenderanno i rispettivi ruoli anche nella seconda, più qualche attesa new entry. Qui di seguito, ecco il post con chacters poster in questione:

Cosa sappiamo di Mercoledì – Stagione 2

Nella seconda stagione di Mercoledì Jenna Ortega riprende le iconiche vesti di Mercoledì Addams, affiancata da Catherine Zeta-Jones, Luis Guzmán e Isaac Ordoneznei nei ruoli rispettivamente di Morticia, Gomez e Pugsley Addams. Tra le novità del cast della seconda stagione vediamo l’ingresso di Steve Buscemi (Il grande Lebowski, Boardwalk Empire – L’impero del crimine) e la partecipazione di Christopher Lloyd (La famiglia Addams, Ritorno al futuro) come guest star della serie.

Le nuove aggiunte comprendono anche Billie Piper (Scoop, I Hate Suzie), Evie Templeton (Return to Silent Hill, Lord of Misrule), Owen Painter (Le piccole cose della vita, The Handmaid’s Tale) e Noah Taylor (Law & Order: Organized Crime, Park Avenue), affiancati da Joanna Lumley (Fool Me Once, Absolutely Fabulous), Thandiwe Newton (Westworld, Crash – contatto fisico), Frances O’Connor (The Missing, The Twelve), Haley Joel Osment (Il metodo Kominsky, Somebody I Used to Know), Heather Matarazzo (Pretty Princess, Scream) e Joonas Suotamo.

Siamo felici che nella seconda stagione la Famiglia Addams tornerà alla Nevermore Academy insieme a un cast da sogno di icone e nuove facce” hanno commentato i creatori, scrittori e showrunners Al Gough e Miles Millar.

Orlando Bloom rivela la sua condizione per tornare come Legolas in The Hunt for Gollum

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Orlando Bloom ha rivelato la sua unica condizione per tornare a interpretare l’elfo dei boschi Legolas in Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum. Sebbene l’ultimo adattamento cinematografico di Peter Jackson delle opere fondamentali di J.R.R. Tolkien sia uscito più di dieci anni fa, la Warner Bros. è pronta a riportare in vita la Terra di Mezzo sul grande schermo. Il risultato è un film che vedrà Andy Serkis sia alla regia che, secondo quanto riferito, nel ruolo di protagonista in uno spin-off della storia originale de Il Signore degli Anelli.

Sebbene non sia ancora stato confermato quando il film sarà ambientato nella linea temporale della Terra di Mezzo, probabilmente avrà luogo vicino a La compagnia dell’anello, con Aragorn e Gandalf alla ricerca di Gollum per impedirgli di rivelare l’ubicazione dell’Unico Anello alle forze di Sauron. Se così fosse, anche altri personaggi e membri del cast familiari potrebbero potenzialmente tornare nella Terra di Mezzo, tra cui Legolas interpretato da Orlando Bloom, un membro fondamentale della compagnia che accompagna Frodo. In un’intervista con MovieWeb, Bloom ha ora rivelato cosa servirebbe per convincerlo a tornare nei panni di Legolas.

Penso che prima di tutto mi piacerebbe vedere [Legolas] della stessa età che aveva [nella trilogia originale]. Mi piacerebbe vederlo agile, spensierato e guerriero, quindi dovrebbe entrare in gioco l’intelligenza artificiale. E penso che se me lo chiedessero, direi: “Assolutamente sì!”. Sarebbe così divertente tornare in Nuova Zelanda e trascorrere lì tutto il tempo che vorranno. Perché, onestamente, se c’è un posto al mondo in cui vorrei essere in questo momento, è proprio la Nuova Zelanda”.

LEGGI ANCHE: Orlando Bloom afferma che Andy Serkis ha in programma di usare l’AI per ringiovanire gli attori in The Hunt of Gollum

Se il Legolas di Bloom dovesse tornare in Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, non sarebbe la prima volta che il personaggio entra a far parte di una storia della Terra di Mezzo di cui originariamente non faceva parte. Gli adattamenti de Lo Hobbit di Jackson sono noti per essere stati ampliati da un singolo libro a una trilogia epica (ma discutibilmente esagerata), aggiungendo elementi narrativi per soddisfare le esigenze di una narrazione più lunga. Sebbene Legolas non avesse un ruolo nel libro di Tolkien, la sua inclusione nei film aveva senso dal punto di vista tecnico, dato che Bilbo (Martin Freeman) e i Nani viaggiavano verso la Foresta Nera e avevano un sinistro alterco con suo padre, il Re degli Elfi Thranduil (Lee Pace).

Se la storia di Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum si svolge davvero in un periodo vicino a quello della trilogia originale, come crediamo e come sembra suggerire Orlando Bloom, allora c’è una possibilità concreta che Legolas torni sul grande schermo. Ringiovanire i personaggi nei film e nelle serie TV utilizzando la CGI e l’intelligenza artificiale non è una novità. Grandi franchise come il Marvel Cinematic Universe e Star Wars hanno utilizzato queste tecniche con vari gradi di successo, così come registi leggendari come Martin Scorsese. L’età di un attore non è più un problema rilevante. La domanda più importante è: la Warner Bros. dovrebbe rivisitare il passato?

Quando si svolgerà Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum?

Il mondo costruito da Tolkien ne Il Signore degli Anelli è vasto e comprensivo, con molte storie lasciate in sospeso attraverso la Prima, la Seconda e la Terza Era. Descrivendo la regia del prossimo film come “un sogno che si avvera“, Andy Serkis ha rivelato che il progetto è quello di raccontare le storie non sfruttate di questo mondo. “Abbiamo iniziato a parlarne circa otto mesi fa“, ha ricordato l’attore. “Dicevano: ‘Andy vogliamo davvero rinvigorire la Terra di Mezzo. Ci sono così tante storie nuove che vogliamo coinvolgere“.

Dato che Gollum incontra la sua fine tra le fiamme del Monte Fato verso la fine de Il ritorno del Re, è lecito aspettarsi che il film si svolgerà prima di quegli eventi, idealmente anche prima che Frodo intraprenda il suo viaggio. Questo suggerisce che personaggi iconici come Aragorn, Boromir, Gandalf e Legolas potrebbero tornare in qualche modo, come suggerisce Serkis. Viggo Mortensen, che ha interpretato Aragorn nella trilogia originale, si è detto interessato se la trama è quella giusta, e anche Ian McKellen si è detto pronto a riprendere il personaggio di Gandalf.

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Danny Boyle a Roma per 28 anni dopo: “La rabbia è diventata la base del nostro temperamento”

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“28 ore dopo continua a essere un film molto amato. Mi capita spessissimo di partecipare a proiezioni con seguito di Q&A, e per molti spettatori il film continua a essere rilevante. Con Alex (Garland) abbiamo parlato spesso di realizzare un sequel, ma solo quando lui è venuto da me con questa idea ambientata in un momento molto lontano nel tempo rispetto all’originale, abbiamo deciso di proseguire. Gli unici paletti erano che avremmo dovuto parlare di Brexit e dei Teletubbies.” Ha esordito così Danny Boyle in conferenza stampa, presentando alla stampa romana il suo ultimo film, 28 anni dopo, co-firmato da Alex Garland e in uscita nelle sale italiane il 18 giugno distribuito da Eagle Pictures.

Il franchise è diventato nel tempo uno dei racconti horror più amati di sempre dagli spettatori. Come si spiega questo amore del pubblico per il genere?

“Il mondo diventa sempre meno comprensibile e l’horror è una risposta a questa confusione. Credo che il motivo che attrae le persone verso l’horror sia proprio l’incomprensibilità del mondo. Quando abbiamo realizzato il primo film, abbiamo pensato che nessuna donna lo avrebbe guardato. Ora i tempi sono cambiati. Sono molte le donne che vanno a vedere gli horror, adesso. Le donne in particolare sono state molto loquaci alle proiezioni di prova di 28 anni dopo, erano molto preparate sul genere e discutevano articolatamente di questo film, che è horror ma anche molte altre storie da raccontare. L’horror ti aiuta a esorcizzare quello che del mondo fa molta paura.”

E come mai oggi le donne guardano più horror, secondo Danny Boyle?

“Credo che ora le donne vogliano vedere i film horror perché ci stiamo liberando del preconcetto di cosa debbano o non debbano fare le donne. Dopotutto, chi meglio delle donne conosce il dolore e la sofferenza?”.

Il film segue le peripezie del dodicenne Spike. Si tratta di un viaggio di formazione o di deformazione, visti tutti gli orrori a cui assiste?

“La nostra idea è di realizzare una trilogia, tre film autonomi, con questo che apre la storia, il secondo è già stato girato, mentre per il terzo stiamo cercando i fondi. Il viaggio di Spike è il viaggio del film. La comunità in cui cresce si aspetta che segua le orme del padre, ma è una comunità che rispecchia l’Inghilterra degli anni ’50, una comunità in cui i ruoli di genere sono ben definiti, ai ragazzi si insegna a cacciare, uccidere e difendere, le ragazze devono fare altro. Invece vediamo che le decisioni di Spike sono informate dal progresso e dall’andare avanti. Sceglie di non tornare a casa proprio perché impara a far fronte a suo padre e a combattere le sue battaglie.”

28 Giorni Dopo / 28 anni dopoIn che modo il Covid e il post-Covid hanno influenzato la storia scritta da Alex Garland e Danny Boyle?

“La scena di Londra deserta che apre il primo film è diventata simbolica, quasi profetica in tempo di lockdown. Rappresentava il pericolo e questo sentimento ha nutrito il nuovo film, ma quello che gli ha davvero dato forma è il modo in cui ci siamo adattati al Covid, perché il film rispecchia proprio quello che è accaduto con il Covid. All’inizio c’era una grande paura di quello che stava accadendo, ma non ci si poteva aspettare che la reazione continuasse a essere di paura e paralisi, come all’inizio. Si è cominciato a correre qualche rischio. Dopo 28 anni che in teoria convivi con l’epidemia di rabbia, cominci a assumerti dei rischi e questo è quello che fanno i sopravvissuti. Portare un dodicenne sulla terra ferma è effettivamente folle, ma si diventa familiari con il rischio. Negli anni anche gli infetti sono cambiati, il virus si è evoluto e ha cominciato a adattarsi, gli infetti imparano a sopravvivere e a cacciare, non muoiono più di fame. Hanno dei leader, gli Alpha, e lavorano in gruppo. Il Covid ha avuto una grande influenza sulla scrittura con Alex Garland.”

Nel primo film avete parlato del virus della rabbia, che oggi sembra invece l’unica reazione possibile a quello che succede nel mondo. Come mai dal punto di vista di narratore?

“Nel primo film abbiamo pensato alla rabbia comune, quella che per esempio esplode quando sei alla guida. Ma le cose sono cambiate. La rabbia comincia a diventare il setting di default del nostro temperamento, non ci sono più vie di mezzo, non ci sono fasi intermedie tra l’essere tranquillo e l’essere arrabbiato. Sono molte le teorie a riguardo. Penso che la tecnologia deve far parte di questo cambiamento, ci ha potenziati come individui, ma la vita non è così, non siamo il centro del mondo. Come il film ricorda, siamo tutti destinati a finire nello stesso posto.”

Dalle storie che racconta, sembra che la sua visione del mondo sia molto pessimista.

“Faccio spesso film molto oscuri, ma la mia natura è ottimista. Sono fortunato perché sono una persona curiosa, dicono che la unica cura per la noia sia la curiosità e che non esiste cura per la curiosità. La curiosità è un’infinita ricerca e un continuo porsi domande. Sono molto fortunato, la mia infezione è la curiosità.”

Aaron Taylor-Johnson e Alfie Williams in 28 anni dopo (2025)
© Cortesia di Sony Pictures

Quali sono le componenti più importanti di 28 anni dopo, secondo Danny Boyle?

“Nel primo film, i protagonisti diventano molto rapidamente una famiglia che affronta le cose, e così anche in questo film volevamo creare una famiglia. Il film è un horror e uno zombie movie, doveva divertire e intrattenere i fan del genere, ma volevamo anche che fosse un film sulla famiglia. Sul modo in cui la famiglia si forma e si frattura, di come il trauma ha un impatto sulla famiglia, volevamo che il protagonista imparasse a tenere testa al padre e che imparasse dalla madre. Che il ragazzino imparasse a seguire la sua strada. Nelle presentazioni al pubblico, la Sony mostra solo i primi 28 minuti del film, dove l’emozione è trattenuta. Volevamo essere ambiziosi e che il film non seguisse solo le regole di un buon sequel, ma che avesse un respiro più ampio e speriamo di esserci riusciti.”

Il film si inserisce fieramente nei progetti realizzati in digitale, come ha lavorato Danny Boyle con questa tecnologia di ripresa?

“Abbiamo usato molte varietà di camera, molti cellulari, le macchine da presa leggere, tante tecnologia, non volevamo lasciare un’impronta pesante, lasciare tracce nella natura in cui ci muovevamo. Molti droni, senza troupe sul campo, ma solo con gli attori, volevamo essere molto leggeri, volevamo che questo aspetto tecnologico rimandasse al primo film (che è stata la prima grande uscita al cinema di un film in digitale, ndr.) e ora la tecnologia è così avanzata, i telefoni ti danno grande possibilità, puoi giurare in 4k, ed è tutto quello che ti serve per il cinema, è un impegno importante ma vale la pena. Il regista fa un film ogni due anni, ma la crew ne fa tanti e così per loro è una sfida lavorare in maniera così diversa dal solito, questo metodo di riprese li ha destabilizzati. Non si tratta di raggiungere la perfezione ma voglio mostrare proprio le crepe delle immagini. Credo che il film abbia un aspetto meraviglioso anche se non perfetto. C’è una scena in cui Aaron Taylor-Johnson che corre con un telefono in mano, si è ripreso da solo e per tanto girato che non era utilizzabile, c’erano quei pochi secondi in cui si vede benissimo, con nessun altro strumeto avremmo potuto realizzare quel tipo di ripresa con quell’effetto. Non sono momenti perfetti, ma si potevano ottenere solo così e ti danno una sensazione unica.”

La trama di 28 anni dopo di Danny Boyle

Il regista premio Oscar® Danny Boyle e lo sceneggiatore Alex Garland, nominato all’Oscar®, si riuniscono per 28 Anni Dopo (28 Years Later), una nuova terrificante storia ambientata nel mondo di 28 Giorni Dopo (28 Days Later). Sono passati quasi tre decenni da quando il virus della rabbia è fuoriuscito da un laboratorio di armi biologiche e ora, ancora in una quarantena forzata e brutale, alcuni sono riusciti a sopravvivere in mezzo agli infetti. Un gruppo di sopravvissuti vive su una piccola isola collegata alla terraferma da un’unica strada rialzata ed estremamente protetta. Quando uno di questi lascia l’isola per una missione diretta nel profondo della terraferma, scoprirà segreti, meraviglie e orrori che hanno mutato non solo gli infetti ma anche gli altri sopravvissuti.

Fondazione: svelato il trailer della terza stagione

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Fondazione: svelato il trailer della terza stagione

Apple TV+ ha svelato oggi il trailer ufficiale della terza stagione di “Fondazione”, l’epica saga di David S. Goyer, in arrivo l’11 luglio. Basata sui pluripremiati racconti di Isaac Asimov e interpretata dagli attori nominati agli Emmy Jared Harris e Lee Pace e da Lou Llobell, la nuova stagione di 10 episodi farà il suo debutto su Apple TV+ con il primo episodio, seguito da nuovi episodi settimanali fino al 12 settembre. La serie Apple Original è prodotta per Apple TV+ da Skydance Television.

“Fondazione” ha affascinato il pubblico con la sua intricata costruzione del mondo, le sue immagini mozzafiato, la sua narrazione audace e le sue interpretazioni avvincenti. La terza stagione continua l’epica cronaca di un gruppo di esuli nel loro viaggio per salvare l’umanità e ricostruire la civiltà in mezzo alla caduta dell’Impero Galattico.

La trama della terza stagione

Ambientata 152 anni dopo gli eventi della seconda stagione, la Fondazione si è affermata ben oltre le sue umili origini, mentre l’Impero della Dinastia Cleonica ha perso potere. Mentre queste due potenze galattiche stringono un’alleanza scomoda, una minaccia per l’intera galassia si presenta nella forma temibile di un signore della guerra noto come “Il Mulo”, il cui obiettivo è governare l’universo con l’uso della forza fisica e militare, oltre che con il controllo della mente. Chi vincerà, chi perderà, chi vivrà e chi morirà non è dato saperlo, mentre Hari Seldon, Gaal Dornick, i Cleon e Demerzel giocano una partita di scacchi intergalattici potenzialmente mortale.

La terza stagione di “Fondazione” introduce nuovi personaggi e star, tra cui Cherry Jones, vincitrice di un Emmy, Brandon P. Bell, Synnøve Karlsen, Cody Fern, Tómas Lemarquis, Alexander Siddig, il premio Oscar® Troy Kotsur e Pilou Asbæk. La serie vede anche il ritorno nel cast di Laura Birn, Cassian Bilton, Terrence Mann e Rowena King.

“Fondazione” è prodotto per Apple da Skydance Television e guidato dallo showrunner e produttore esecutivo David S. Goyer, Bill Bost, David Ellison, Dana Goldberg, Matt Thunell, Robyn Asimov, David Kob, Christopher J. Byrne, Leigh Dana Jackson, Jane Espenson e Roxann Dawson anch’essi produttori esecutivi.

Gli Incredibili 3: trovato il nuovo regista del film!

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Gli Incredibili 3: trovato il nuovo regista del film!

La Pixar ha dato una scossa importante a Gli Incredibili 3 con l’annuncio che Brad Bird non dirigerà il terzo film. Il veterano della Pixar ha fatto scalpore con Gli Incredibili nel 2004 ed è tornato a dirigere il sequel nel 2018, portando alla conferma che stava sviluppando un terzo capitolo per chiudere la trilogia. Disney e Pixar hanno poi annunciato il film al D23 nel 2024. L’annuncio includeva il riconoscimento del coinvolgimento di Bird, che non era specificato in dettaglio, ma che aveva portato a credere che sarebbe tornato a dirigere la famiglia Parr.

Ora è stato però rivelato che Bird non dirigerà Gli Incredibili 3, con la Pixar che ha scelto Peter Sohn di Elemental per dirigere il terzo capitolo, secondo quanto riportato da The Hollywood Reporter. Bird rimarrà coinvolto nel nuovo film, poiché sta attualmente scrivendo la sceneggiatura e ne sarà il produttore. Sebbene non sia stata fornita alcuna motivazione ufficiale per il cambio di regista, THR osserva che Bird è impegnato nella pre-produzione di un nuovo film d’animazione, Ray Gunn, che potrebbe aver causato un conflitto di date. Sohn, dal canto suo, non è nuovo alla serie degli Incredibili, avendo lavorato come animatore nei due film precedenti.

Cosa significa per Gli Incredibili 3 il fatto che Brad Bird non ne sarà il regista

L’annuncio del cambio di regista per Gli Incredibili 3 è un segnale significativo dello stato di avanzamento dello sviluppo del film da parte della Pixar. Il rapporto sottolinea che Bird sta ancora scrivendo la sceneggiatura, quindi al momento non esiste una versione definitiva. Tuttavia, la visione del film è già sufficientemente chiara da consentire l’ingresso di Sohn nel team e garantire la continuazione dello sviluppo, anche se Bird dovesse dedicare la sua attenzione ad altri progetti. La scelta di Sohn indica che il cambio di regista è stato probabilmente una decisione amichevole tra Pixar e Bird, non presa esclusivamente dallo studio.

Si tratta comunque di uno sviluppo significativo per quanto riguarda il calendario di Gli Incredibili 3. La Pixar avrebbe potuto scegliere di aspettare Bird se lui fosse stato convinto di voler dirigere il terzo capitolo. Invece, sembra che questa decisione sia stata presa per far andare avanti il film. Al momento non c’è una data di uscita ufficiale. La sostituzione di Bird con Sohn potrebbe indicare che la Disney vuole che il film esca il prima possibile, ad esempio nel 2027 o nel 2028.

James Gunn si è rifiutato di inserire Thor in Guardiani della Galassia Vol. 3: “Non capisco bene il personaggio”

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James Gunn ha difeso con forza la sua amata serie di film Guardiani della Galassia, anche contro lo studio che l’ha prodotta. In una recente intervista con Entertainment Weekly, Gunn ha dichiarato di essersi opposto alla linea temporale collegata dell’MCU dopo aver visto Thor unirsi ai Guardiani nel finale di “Avengers: Endgame”.

Ho scritto nelle note della sceneggiatura: ‘Non lo inserirò. Non voglio Thor nei Guardiani. Non voglio fare un film con Thor’”, ha spiegato Gunn. “Non capisco molto bene il personaggio. Adoro guardare i suoi film e adoro Chris Hemsworth come persona. Ma non capisco come scrivere quel personaggio”.

Le cose sono però andate bene anche con l’arco narrativo di Thor con i Guardiani. Gunn ha detto che il regista di Thor: Love and Thunder, Taika Waititi, si è assunto l’onere di allontanare Thor dai Guardiani, lasciando così a lui completa libertà creativa per Guardiani della Galassia Vol. 3. “Hanno scelto di inserire quel finale in fase di montaggio”, ha detto Gunn a Rolling Stone all’epoca.

E non pensavo che ci sarebbe stato. ‘Endgame’ è uscito subito dopo che avevo deciso di fare di nuovo ‘Guardiani’. Quindi non ho avuto molta voce in capitolo su ciò che c’era in ‘Endgame’, e poi è uscito e mi sono detto: ‘Che ca**o faccio adesso? È stato allora che il presidente della Marvel Studios Kevin Feige mi ha detto che Taika avrebbe realizzato Thor: Love and Thunder e che ci sarebbero stati i Guardiani. Ho detto: “Grazie a Dio!” … Ad essere sincero, Thor non sarebbe mai stato nel mio film. Taika si è sacrificato per me. Perché io non lo avrei inserito”.

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama e il cast del film diretto da James Gunn

La sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3  recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è disponibile per lo streaming a tutti gli abbonati Disney+.

Yellowjackets – Stagione 4: ci sarà? Tutto quello che sappiamo

Yellowjackets – Stagione 4: ci sarà? Tutto quello che sappiamo

La serie thriller di Showtime Yellowjackets è finalmente tornata con la sua terza stagione nel 2025, ma la serie sarà presto rinnovata per una quarta stagione? Sviluppata per la TV da Ashley Lyle e Bart Nickerson, la serie racconta la storia di una squadra di calcio femminile di liceo il cui aereo precipita nella natura selvaggia del Canada nel 1996. Passando dagli anni ’90 al presente, la serie racconta le conseguenze della loro terribile esperienza e ciò che hanno dovuto fare per sopravvivere. Con alcuni misteri davvero raccapriccianti, tra cui il cannibalismo, Yellowjackets cammina su una corda tesa tra il brivido e l’orrore puro.

La terza stagione vede le cose raggiungere il culmine quando ogni parvenza di civiltà viene spazzata via dalle sopravvissute nel 1996, anche con l’arrivo dell’estate. Nel frattempo, le donne nel 2021 devono lottare per mantenere i loro preziosi segreti, schivando anche minacce mortali che sono tornate a perseguitarle. Nonostante l’attesa, la terza stagione di Yellowjackets è ancora uno dei prodotti più attesi della TV, e questa è una buona notizia per una potenziale quarta stagione. Anche se non c’è ancora nulla di confermato sulla quarta stagione, è altamente probabile che Showtime rinnoverà il thriller sanguinario per un’altra stagione.

  • Gli episodi della terza stagione di Yellowjackets vanno in onda ogni giovedì su Paramount+ con Showtime prima di essere trasmessi su Showtime ogni domenica.

La quarta stagione di Yellowjackets non è stata confermata

Anche se a questo punto sembra una conclusione scontata, Showtime non ha ancora rinnovato Yellowjackets per una quarta stagione. Ciò non dovrebbe sorprendere troppo, considerando la novità della terza stagione, ma probabilmente non ci vorrà molto prima che il destino del thriller venga deciso. Sebbene la lunga attesa possa essere stata fastidiosa, è abbastanza chiaro che l’attesa per l’ultima puntata non è diminuita di una virgola e Yellowjackets ha superato con successo la tempesta. Ciò significa che l’audience sarà probabilmente piuttosto alta per la terza stagione, il che fa ben sperare per una potenziale quarta.

Anche se ci sono piani per concludere presto la storia, Yellowjackets dovrebbe avere almeno un altro giro, anche se è difficile indovinare quando arriverà la notizia. Ogni stagione ha ottenuto ordini di rinnovo sempre più rapidi, ma la terza stagione, colpita dallo sciopero, potrebbe rendere Showtime un po’ più titubante nel muoversi troppo rapidamente. Anche se al momento sembra improbabile un blocco totale del settore, la rete potrebbe aspettare ancora un po’ per prepararsi a eventuali imprevisti nel processo di produzione.

La terza stagione di Yellowjackets è stata trasmessa per la prima volta il 14 febbraio 2025.

Dettagli sul cast della quarta stagione di Yellowjackets

Come hanno dimostrato le numerose morti raccapriccianti in Yellowjackets, nessuno è al sicuro in nessuna delle due linee temporali. Questo rende piuttosto difficile prevedere il cast della quarta stagione, anche se ci sono alcuni personaggi che devono sopravvivere nella linea temporale del 1996 perché le loro controparti adulte fanno parte della storia attuale. Il duo Melanie Lynskey e Sophie Nélisse interpreta rispettivamente Shauna adulta e adolescente, e Nélisse ha almeno la garanzia di sopravvivere. Allo stesso modo, Tawny Cypress e Jasmin Savoy Brown interpretano Taissa adulta e adolescente, mentre Christina Ricci e Samantha Hanratty interpretano Misty adulta e adolescente.

Sebbene la sua controparte adulta muoia nel 2021, Sophie Thatcher tornerà nei panni della versione più giovane di Nat, mentre Simone Kessell (2021) condividerà il ruolo di Lottie con Courtney Eaton (1996). Lauren Ambrose e Liv Hewson interpretano rispettivamente Van adulta e adolescente, mentre Kevin Alves interpreta il giovane Travis, la cui controparte adulta finisce per morire nella linea temporale attuale. Molti altri ritorni sono molto meno certi, e i nuovi arrivati della terza stagione come Hilary Swank e Joel McHale potrebbero anche avere un ruolo nelle stagioni future.

Il cast presunto della quarta stagione di Yellowjackets include:

Dettagli sulla trama della quarta stagione di Yellowjackets

Le cose non potranno che peggiorare nella natura selvaggia

Sebbene l’estate arrivi per il gruppo intrappolato nella natura selvaggia nella terza stagione di Yellowjackets, è chiaro che le cose non potranno mai tornare come prima. Con la tensione sempre presente e misteri come l’identità della ragazza della fossa ancora irrisolti, è probabile che la quarta stagione avrà molto su cui lavorare. Sebbene la trama della terza stagione probabilmente risponderà ad alcune domande, è altrettanto probabile che ne solleverà di nuove. Detto questo, è impossibile indovinare cosa succederà nella quarta stagione di Yellowjackets finché non sarà nota l’intera trama della terza stagione.

La serie thriller di Showtime Yellowjackets è finalmente tornata con la sua terza stagione nel 2025, ma la serie otterrà presto il rinnovo per una quarta stagione? Sviluppata per la TV da Ashley Lyle e Bart Nickerson, la serie racconta la storia di una squadra di calcio femminile di liceo il cui aereo precipita nella natura selvaggia del Canada nel 1996. Passando dagli anni ’90 al presente, la serie racconta le conseguenze della loro straziante esperienza e le conseguenze di ciò che hanno dovuto fare per sopravvivere. Svelando alcuni misteri davvero raccapriccianti, tra cui il cannibalismo, Yellowjackets cammina su una corda tesa tra il brivido e l’orrore puro.

La terza stagione vede le cose raggiungere il culmine quando ogni parvenza di civiltà viene strappata alle sopravvissute nel 1996, anche con l’arrivo dell’estate. Nel frattempo, le donne nel 2021 devono lottare per impedire che i loro preziosi segreti vengano svelati, schivando al contempo le minacce mortali che sono tornate a perseguitarle. Nonostante l’attesa, la terza stagione di Yellowjackets è ancora uno dei prodotti più attesi della TV, e questa è una buona notizia per una potenziale quarta stagione. Anche se non c’è ancora nulla di confermato sulla quarta stagione, è molto probabile che Showtime rinnoverà il thriller sanguinario per un’altra stagione.

The Last of Us – Stagione 3: Neil Druckmann conferma che sarà incentrata su Abby

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Il co-creatore di The Last of Us, Neil Druckmann ha confermato durante il panel FYC che la terza stagione sarà incentrata sul personaggio di Kaitlyn Dever, Abby. Come riportato da Variety, discutendo della libertà creativa concessa dalla HBO alla serie, Druckmann ha dichiarato: “Non riesco a credere che ci abbiano permesso di strutturare la serie in questo modo, ovvero che abbiamo appena concluso la seconda stagione e la terza stagione avrà come protagonista – attenzione spoiler – Kaitlyn”.

La seconda stagione si è infatti conclusa con un cambio di prospettiva dal personaggio di Bella Ramsey, Ellie, ad Abby. Dever, che ha partecipato al panel virtualmente, ha anche parlato dell’interpretazione del personaggio di Abby, considerando che all’inizio della seconda stagione ha ucciso Joel (Pedro Pascal), uno dei personaggi preferiti dai fan. “Credo che le polemiche su Abby non mi abbiano mai preoccupata, vista la mia prima riunione con Craig e Neil e quanto siano meravigliosi e talentuosi”, ha detto.

Non mi sono mai sentita così coinvolta su un set in vita mia”, ha continuato Dever, “So che abbiamo appena visto l’episodio 2, girando quella scena nello chalet… Stavo attraversando un periodo difficile a livello personale, ma è stata una delle esperienze più belle che abbia mai avuto come attrice, proprio perché mi è sembrato davvero un grande lavoro di squadra”. Non resta a questo punto che attendere maggiori dettagli sulla terza stagione di The Last of Us e su cosa verrà raccontato di Abby.

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Di cosa parla The Last of Us

La serie The Last of Us racconta una storia di sopravvivenza che si svolge vent’anni dopo che la civiltà moderna è stata distrutta. Joel, un sopravvissuto, viene ingaggiato per far uscire di nascosto Ellie, una ragazza di 14 anni, da un’opprimente zona di quarantena. Quello che sembrava un incarico di poco conto diventa presto un viaggio brutale e straziante, poiché entrambi dovranno attraversare gli Stati Uniti e dipendere l’uno dall’altro per riuscire a sopravvivere.

The Last of Us è scritto e prodotto esecutivamente da Craig Mazin e Neil Druckmann. La serie è una co-produzione con Sony Pictures Television ed è prodotta esecutivamente da Carolyn Strauss, Jacqueline Lesko, Cecil O’Connor, Asad Qizilbash, Carter Swan e Evan Wells. Società di produzione: PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint e Naughty Dog.

La serie ha per protagonisti Pedro PascalBella RamseyGabriel Luna e Rutina Wesley. I nuovi membri del cast di questa stagione includono Kaitlyn Dever nel ruolo di Abby, Jeffrey Wright nel ruolo di Dixon, Isabela Merced nel ruolo di Dina, Young Mazino nel ruolo di Jesse, Ariela Barer nel ruolo di Mel, Tati Gabrielle nel ruolo di Nora, Spencer Lord nel ruolo di Owen e Danny Ramirez nel ruolo di Manny. Catherine O’Hara è anche una guest star in un ruolo non rivelato.

Una cosa che Mazin e Druckmann non faranno è andare oltre il materiale di partenza esistente, come il dramma di genere della HBO Il Trono di Spade ha fatto dopo aver coperto i cinque romanzi pubblicati della serie di George R.R. Martin; Martin deve ancora finire il sesto e il settimo libro previsti. “Non esiste un mondo in cui vorrei che il nostro show andasse oltre il materiale di partenza che la gente conosce già“, ha detto Mazin.

Chicago Med – Stagione 11: conferma, cast, trama e tutto quello che sappiamo

Il popolare spin-off di One Chicago, Chicago Med, ha già goduto di 10 stagioni in onda e ora la serie medica è stata rinnovata per un’undicesima stagione. Creata dalla leggenda della TV Dick Wolf e Matt Olmstead, Chicago Med racconta le vicende dei medici, degli infermieri e del personale del Gaffney Chicago Medical Center, uno degli ospedali più affollati della metropoli del Midwest. Terzo spin-off dell’universo condiviso di One Chicago, Med segue le orme delle altre serie mediche contemporanee raccontando storie avvincenti di drammi ospedalieri intrecciati alle vite personali dei personaggi.

La stagione televisiva 2023-2024 è stata complicata per il franchise One Chicago, poiché tutte e tre le serie hanno subito importanti ritardi causati dagli scioperi di Hollywood del 2023. Nonostante la serie di Dick Wolf abbia perso la finestra di lancio nell’autunno 2023 e sia stata costretta a andare in onda a metà stagione, nulla ha offuscato la popolarità di One Chicago e Chicago Med in particolare. Mentre le altre serie di One Chicago hanno visto importanti abbandoni nelle ultime stagioni, Chicago Med è rimasta relativamente stabile all’inizio della stagione 10.

Ultime notizie su Chicago Med – Stagione 11

Una nuova stagione è in arrivo con volti familiari

Le ultime notizie sulla stagione 11 di Chicago Med sono che i fan possono aspettarsi l’arrivo della stagione come parte della stagione televisiva 2025. Tutti e tre gli show di One Chicago sono stati rinnovati dalla NBC prima dei loro finali di stagione nel maggio 2025 e torneranno nello stesso blocco di programmazione in autunno.

Insieme alla notizia del rinnovo, arriva anche quella che alcuni volti noti del passato dello show potrebbero tornare nella nuova stagione. Il showrunner Allen MacDonald ha confermato di voler riportare alcuni membri del cast originale che hanno già lasciato la serie:

Ho intenzione di riportare uno o due membri del cast originale, come ho fatto con Sarah Reese, e ci sto lavorando.

Non è ancora chiaro chi intende riportare e per quanto tempo, ma sarà sicuramente una bella sorpresa per i fan di lunga data della serie.

Chicago Med stagione 11 è confermata​​​​​

One Chicago ha dimostrato di essere uno dei franchise più popolari della TV negli ultimi anni e la NBC ha continuato a riscuotere un grande successo con i programmi di Dick Wolf. Ora è stato confermato che Chicago Med tornerà sulla NBC per la stagione televisiva 2025 insieme a Chicago Fire e Chicago P.D. Chicago Med aprirà il blocco One Chicago sul network, continuando ad andare in onda il mercoledì sera per la stagione televisiva 2025-2026. I nuovi episodi saranno trasmessi in anteprima in autunno.

Dettagli sul cast della stagione 11 di Chicago Med

Sebbene non sia ancora stato confermato nulla sul cast della stagione 11 di Chicago Med, non è difficile indovinare chi riprenderà i propri ruoli. S. Epatha Merkerson ha interpretato Sharon Goodwin sin dalla prima stagione ed è molto probabile che riprenderà il ruolo. Lo stesso vale per il veterano della TV Oliver Platt, che tornerà nei panni del dottor Daniel Charles, e Marlyne Barrett nel ruolo di Maggie Lockwood. Sebbene possano verificarsi diversi cambiamenti, il resto del personale familiare dovrebbe tornare, salvo informazioni contrarie.

Sebbene nelle ultime stagioni ci siano stati alcuni cambiamenti nel cast di Chicago Med, la decima stagione ha visto un aumento netto del personale del Gaffney. I nuovi arrivati Sarah Ramos e Darren Barnet sono entrati a far parte del cast nella stagione 10 nei panni della dottoressa Caitlin Lenox e del dottor John Frost, rispettivamente, e probabilmente torneranno anche nella stagione 11.

A causa dei nuovi casi medici in ogni episodio della serie, il pubblico può anche aspettarsi nuovi guest star ogni settimana. Rimane anche la domanda su quali membri del cast originale di Chicago Med potrebbero fare la loro comparsa dopo l’anticipazione dello showrunner sul ritorno di personaggi del passato.

Dettagli sulla trama della stagione 11 di Chicago Med

L’unica cosa certa è che la stagione 11 di Chicago Med vedrà i medici, gli infermieri e il personale del Gaffney usare le loro conoscenze mediche per affrontare una serie di emergenze sanitarie che colpiscono la città.

Prevedere la trama della stagione 11 di Chicago Med è difficile in questo momento perché si sa ancora molto poco sulla prossima stagione. Come il resto dei suoi contemporanei di One Chicago, Med non ha mai evitato trame drammatiche che si diramano da una stagione all’altra, ma molte delle trame della stagione 10 sono state risolte.

Quello che sappiamo della prossima stagione è che ci sono alcuni filoni che dovranno essere ripresi. Hannah ha scoperto di essere incinta, quindi la sua gravidanza e le conseguenze del fatto che Archer potrebbe essere il padre del bambino si faranno sentire quando la serie tornerà. Allo stesso modo, Daniel si è reso conto di non conoscere molto bene le sue figlie dopo la perdita della moglie, quindi anche la sua vita personale avrà probabilmente un ruolo importante nella stagione 11 di Chicago Med.

Tenendo questo a mente, l’unica cosa certa è che la stagione 11 di Chicago Med vedrà i medici, gli infermieri e il personale del Gaffney usare le loro conoscenze mediche per affrontare una serie di emergenze sanitarie che colpiscono la città.

Chicago Fire – Stagione 14: conferma, cast, trama e tutto quello che sappiamo

Chicago Fire ha contribuito al lancio della popolare serie One Chicago sulla NBC, e ora la serie poliziesca sui vigili del fuoco è stata rinnovata per la quattordicesima stagione. Ideata dal guru della televisione Dick Wolf, Chicago Fire segue le vicende degli uomini e delle donne coraggiosi della caserma dei pompieri 51 della città, mentre affrontano i disastri più gravi che la metropoli del Midwest ha da offrire. Rapidamente trasformato in uno spin-off (Chicago P.D. e Chicago Med), Chicago Fire si è subito rivelato un altro successo di Dick Wolf sulla NBC e finora ha goduto di una durata di quasi un decennio e mezzo.

La storica tredicesima stagione della serie è ricca di cambiamenti e Chicago Fire sta entrando in una nuova era dopo l’addio del capo Wallace Boden (interpretato da Eamonn Walker). Il capo Dom Pascal, interpretato da Dermot Mulroney, ha preso il posto di Boden, ma il suo stile di leadership irrita fin da subito la squadra della caserma 51. Questo stato di continuo cambiamento pone la stagione 14 in una posizione unica, ma ci sono ancora molte cose che potrebbero accadere e influenzare il futuro della popolare serie poliziesca.

Ultime notizie su Chicago Fire – Stagione 14

La serie è stata rinnovata insieme alle serie correlate

L’ultima notizia sulla stagione 14 di Chicago Fire è che la stagione 14 arriverà sulla NBC. La NBC ha deciso di rinnovare tutte e tre le serie attuali di One Chicago proprio prima del finale di stagione nel maggio 2025. Tutte e tre faranno parte della stagione televisiva 2025-2026 della NBC e inizieranno ad andare in onda in autunno. Le tre serie saranno trasmesse una dopo l’altra nell’ambito del palinsesto autunnale. Chicago Med aprirà la serata, seguito da Chicago Fire e Chicago P.D. a chiuderla.

  • I nuovi episodi di Chicago Fire andranno nuovamente in onda il mercoledì sulla NBC.

Confermata la stagione 14 di Chicago Fire

La NBC ha rinnovato tutti e tre i programmi di One Chicago per ulteriori stagioni durante la loro breve messa in onda all’inizio del 2024, ed è chiaro che gli scioperi di Hollywood del 2023 non hanno intaccato la popolarità di One Chicago. Con questo in mente, la NBC ha aspettato fino a poco prima del finale di stagione per rinnovare Chicago Fire per la stagione 14. La nuova stagione di tutte e tre le serie di One Chicago è in programma per la stagione televisiva 2025.

Gli scioperi di Hollywood del 2023 hanno ritardato la dodicesima stagione di Chicago Fire, che andrà in onda tra gennaio e maggio 2024 con solo 13 episodi.

Dettagli sul cast di Chicago Fire – Stagione 14

Dopo i tumultuosi cambiamenti nel cast di Chicago Fire tra la dodicesima e la tredicesima stagione, si sperava che le cose potessero rimanere stabili in futuro. Tuttavia, due membri importanti del cast lasceranno la serie dopo la tredicesima stagione: Daniel Kyri (Darren Ritter) e Jake Lockett (Sam Carver) non torneranno per la quattordicesima stagione. D’altra parte, sono attesi molti ritorni, tra cui quello del nuovo arrivato Dermot Mulroney, che è stato scelto per guidare la squadra nel ruolo del capo Dom Pascal. Allo stesso modo, anche il personaggio preferito dai fan Kelly Severide (Taylor Kinney) sarà presente dopo il suo ritorno a sorpresa a tempo pieno nella stagione 12.

La paramedica Lyla Novak, interpretata da Jocelyn Hudon, è stata promossa a personaggio ricorrente nella tredicesima stagione per colmare il vuoto lasciato dalla partenza di Sylvie Brett (Kara Killmer) e probabilmente rimarrà parte della squadra. Lo stesso vale per personaggi come il tenente Christopher Herrmann, interpretato da David Eigenberg, e Stella Kidd, interpretata da Miranda Rae Mayo, che hanno continuato a essere una presenza costante nella serie poliziesca.

Il cast presunto della stagione 14 di Chicago Fire include:

Dettagli sulla trama di Chicago Fire – Stagione 14

Prevedere i dettagli della trama della stagione 14 di Chicago Fire è difficile e facile allo stesso tempo, dato che gli elementi procedurali sono rimasti costanti di anno in anno. Pertanto, la stagione 14 vedrà l’equipaggio della caserma dei pompieri 51 rispondere a varie emergenze potenzialmente letali, cercando di trovare un equilibrio tra la loro vita lavorativa e quella personale. Ci sono, tuttavia, numerosi filoni della stagione 13 di Chicago Fire che si presteranno anche alle trame della stagione 14.

Sebbene Jake Lockett e Daniel Kyri abbiano confermato di lasciare Chicago Fire dopo la stagione 13, il finale di stagione non ha fatto nulla di specifico per eliminare i loro personaggi dalla serie. La stagione 14 dovrà affrontare le ragioni della loro uscita dalla serie e potenzialmente introdurre nuovi personaggi dopo la loro uscita.

Herrmann ha anche accettato una retrocessione per consentire a Mouch di diventare tenente. Questo cambiamento di status professionale avrà probabilmente un’influenza sulle relazioni nella serie in futuro, e la stagione 14 esaminerà sicuramente queste dinamiche in evoluzione.

C’è anche la questione di Severide e Kidd che diventano genitori. Anche se i due hanno cercato di adottare un bambino, il progetto è fallito nella stagione 13. Il finale, tuttavia, ha rivelato che stanno aspettando un bambino, quindi la stagione 14 di Chicago Fire dovrebbe vedere i due dare il benvenuto al loro bambino, a meno che non ci siano tragedie per i personaggi. Il modo in cui l’ampliamento della loro famiglia influenzerà i loro personaggi sarà un filo conduttore della stagione 14.

NCIS: Origins – Stagione 2: conferma e tutto ciò che sappiamo

NCIS: Origins – Stagione 2: conferma e tutto ciò che sappiamo

Il nuovo spin-off NCIS: Origins rappresenta un cambiamento importante per la longeva serie poliziesca, e il prequel incentrato su Gibbs tornerà per la seconda stagione. In uscita alla fine del 2024, NCIS: Origins racconta le vicende del giovane agente Leroy Gibbs (interpretato in origine da Mark Harmon e ora da Austin Stowell) all’inizio della sua carriera a Camp Pendleton nel 1991 sotto la guida del suo mentore, Mike Franks (Kyle Schmid). Esplorando i primi giorni dell’eroe più amato della serie, Origins è il primo spin-off di NCIS ambientato in un periodo precedente alla serie originale e che abbandona il tipico formato procedurale degli altri spin-off.

Sebbene NCIS sia in onda dal 2003, NCIS: Origins segna la prima volta nella storia del franchise che uno spin-off prova qualcosa di nuovo. La narrazione incentrata sui personaggi non solo serve a dare spessore a Gibbs, ma anche a fornire un contesto cruciale per ciò che accadrà molto più avanti nella timeline. Invece dei casi settimanali strettamente focalizzati di NCIS e dei suoi spin-off, Origins (e il prossimo spin-off Tony & Ziva) mostra una strada da seguire per NCIS, che continua a stabilire record televisivi. Detto questo, la seconda stagione di NCIS: Origins è solo il primo passo in una nuova direzione per NCIS.

Ultime notizie su NCIS: Origins – Stagione 2

CBS rinnova Origins per una seconda stagione

Annunciato tra una serie di altri rinnovi, l’ultima notizia conferma che NCIS: Origins stagione 2 è stata rinnovata. La serie prequel non ha faticato a trovare un pubblico importante durante la sua prima uscita, ed era logico che la CBS ordinasse altri episodi. Origins è stata rinnovata insieme alle altre serie del franchise NCIS e NCIS: Sydney, che non hanno ancora terminato le loro stagioni attuali. Questo rinnovo anticipato non è solo un buon segno che NCIS sta prosperando, ma anche che le serie in arrivo come Tony & Ziva non avranno difficoltà a trovare il loro posto.

Tony & Ziva è uno spin-off di NCIS incentrato sui personaggi omonimi che vivono in Europa e cercano di crescere la loro figlia.

Confermata la seconda stagione di NCIS: Origins

Il prequel tornerà presto con nuovi episodi

Con tutto il clamore suscitato dalla prima stagione di NCIS: Origins, la CBS non ha impiegato molto a ordinare una seconda stagione. In arrivo alla fine di febbraio 2025, il network non solo ha rinnovato Origins, ma ha anche riportato in onda la serie di punta per la stagione 23 e NCIS: Sydney per la stagione 3. Sebbene molti dettagli siano ancora sconosciuti sulla seconda stagione di Origins, è altamente probabile che debutterà come parte della stagione autunnale 2025 della CBS.

Dettagli sul cast della seconda stagione di NCIS: Origins

Il cast di NCIS: Origins è pieno zeppo di personaggi familiari, anche se gli attori che li interpretano sono cambiati rispetto ai vecchi tempi di NCIS. Austin Stowell ha ricevuto il difficile compito di interpretare la versione più giovane di Gibbs, e si è calato perfettamente nel ruolo. Dato che è la sua storia delle origini a dare il titolo allo spin-off, è logico che Stowell torni nel ruolo principale insieme a Kyle Schmid, che interpreta il mentore di Gibbs, l’agente Mike Franks. Sorprendentemente, Mark Harmon è tornato a interpretare Gibbs (principalmente come narratore) nella prima stagione, ma non è chiaro se l’attore intenda farlo diventare un ruolo a tempo pieno.

Un altro ritorno atteso è quello di Mariel Molino nei panni dell’agente speciale Lala Dominguez, la cui trama sembra essere cruciale per la trama quanto quella di Gibbs. Allo stesso modo, Tyla Abercrumbie dovrebbe tornare nei panni dell’agente di supporto alle operazioni sul campo Mary Jo Sullivan, e Diany Rodriguez dovrebbe riprendere il ruolo dell’agente speciale Vera Strickland, dato che Strickland è un personaggio originale di NCIS.

Dettagli della trama di NCIS: Origins – Stagione 2

Allo stato attuale, è impossibile indovinare esattamente cosa accadrà nella seconda stagione di NCIS: Origins, dato che il finale della prima stagione non è ancora andato in onda. A differenza delle serie procedurali del resto del franchise, Origins probabilmente utilizzerà narrazioni generali che cresceranno e cambieranno di stagione in stagione. Probabilmente nella prima stagione Gibbs non imparerà tutte le abilità fondamentali che ha messo a frutto in NCIS, e probabilmente ci sono ancora legami importanti che deve stringere.

La trama emotiva di Gibbs potrebbe assumere una nuova dimensione in futuro, man mano che impara ad affrontare il dolore per la perdita della moglie e della figlia, uccise in un omicidio.

Inoltre, la trama emotiva di Gibbs potrebbe assumere una nuova dimensione man mano che impara ad affrontare il dolore per la perdita della moglie e della figlia, uccise in un omicidio. Questo sviluppo probabilmente plasmerà il Gibbs di Stowell nel Gibbs stoico e sicuro che gli spettatori hanno conosciuto nella serie originale, ma NCIS: Origins ha ancora molta strada da fare prima che l’agente affermato possa realizzarsi pienamente.

The Batman – Parte 2: James Gunn fornisce un aggiornamento sul film

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James Gunn ha condiviso un nuovo aggiornamento su The Batman – Parte 2, mentre il sequel DC di Matt Reeves è ancora in lavorazione. Sebbene l’universo DC di Gunn sia una delle maggiori priorità della DC Studios, si stanno ancora esplorando i franchise Elseworlds, tra cui l’universo di The Batman, che continuerà a concentrarsi sulla versione di Reeves del Cavaliere Oscuro. A seguito delle voci secondo cui Reeves non dirigerà il sequel, che Gunn ha poi smentito la cosa, ma sono in molti a chiedersi ancora quale direzione prenderà il sequel.

In una nuova intervista con Entertainment Weekly, Gunn ha nuovamente parlato dello stato di The Batman – Parte 2 con Robert Pattinson, poiché ci sono state molte domande su cosa sta succedendo con il film DC del 2027. Senza fornire troppi dettagli, Gunn ha assicurato che Reeves sta lavorando attivamente al film, affermando: “Ciò che Matt sta facendo è ancora molto importante, nonostante tutte le voci contrarie. Dovremmo vedere la sceneggiatura a breve e non vedo l’ora”.

Cosa significa l’aggiornamento di James Gunn su The Batman – Parte 2

Sono passati più di tre anni da The Batman e quel film del 2022 è stato un enorme successo per lo studio, ma con il modo in cui Reeves opera come regista, è comprensibile che il sequel stia richiedendo più tempo del previsto. Con un seguito, l’obiettivo è quello di aumentare la posta in gioco e rendere la storia più grande, il che giustifica completamente lo sviluppo accurato di The Batman – Parte 2. Dalle sole dichiarazioni di Gunn, è chiaro che l’universo del Cavaliere Oscuro rimane una priorità per loro, indipendentemente dal tempo necessario per realizzare il sequel.

Considerando che Pattinson ha dichiarato all’inizio di quest’anno che le riprese di The Batman – Parte 2 avranno luogo alla fine del 2025 e che, secondo Gunn, la DC Studios riceverà presto la sceneggiatura di Reeves, sembra chiaro che le cose stiano andando nella giusta direzione. Se la sceneggiatura verrà approvata in tempi rapidi, ciò significa che il casting inizierà sicuramente nel corso dell’anno, in vista delle riprese principali. C’è però sempre la possibilità che Reeves apporti alcune modifiche alla sua sceneggiatura, ma solo il tempo potrà dirlo.

Tutto quello che sappiamo su The Batman – Parte 2

Come già sottolineato, The Batman – Parte 2 ha dovuto fare i conti con una serie di rallentamenti sulla produzione. L’inizio delle riprese del sequel era previsto per il novembre 2023, con un’uscita prevista per l’ottobre 2025. Tuttavia, in seguito agli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA del 2023, il tutto era stato rinviato all’ottobre 2026, con le riprese del sequel che avrebbero dovuto avere luogo all’inizio del 2025. Un ennesimo slittamento ha però ora idealmente fissato le riprese sul finire del 2025 e un’uscita in sala fissata all’ottobre 2027.

Lo studio spera naturalmente che il prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo. The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli Oscar. Nel frattempo, Reeves si è dimostrato interessato ad espandere la serie DC Elseworlds, con la serie spin-off di Batman, Il Pinguino, con Colin Farrell nei panni del boss della mafia, che ha ottenuto ottimi riscontri.

L’uscita di The Batman – Parte 2 è prevista per il 1 ottobre 2027. Nel cast, oltre a Robert Pattinson, dovrebbero tornare Zoë KravitzJeffrey WrightAndy SerkisColin Farrell. A questi si aggiungeranno indubbiamente nuovi volti, considerando che non è ancora noto quali villain saranno inclusi nel film.

Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, Andy Serkis fornisce dettagli sulle riprese del film

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Andy Serkis ha finalmente rivelato quando inizieranno le riprese di Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum. Ambientato tra Lo Hobbit e La compagnia dell’anello, il film esplorerà più a fondo il viaggio del personaggio titolare prima dell’incontro con Frodo e della sua fatidica fine ne Il ritorno del re. Con Serkis che riprende il suo iconico ruolo dai film de Il Signore degli Anelli, il pubblico vedrà l’attore interpretare Gollum per la prima volta dal 2012, quando uscì Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato.

Parlando con Collider della realizzazione di The Hunt for Gollum, Andy Serkis ha rivelato che il film è nelle prime fasi di produzione e che le riprese avranno luogo “tra l’inizio e la metà del prossimo anno”. Sebbene Serkis affermi ch si tratta di un “film di notevoli dimensioni”, è entusiasta di iniziare a lavorarci e sostiene che sarà pronto per l’uscita nel dicembre 2027. “Sono incredibilmente entusiasta di tornare a lavorare con i miei amici e la mia famiglia in Nuova Zelanda e di realizzare qualcosa che, credo, sarà sorprendente, ma che allo stesso tempo sarà parte integrante della tradizione e dell’atmosfera della trilogia“, ha affermato l’attore.

La sensibilità del film sarà, credo, simile a quella della trilogia, ma stiamo approfondendo il personaggio precedentemente noto come Smeagol, ma più comunemente conosciuto come Gollum”, ha concluso. Nel complesso, The Hunt for Gollum sembra essere sulla buona strada con il suo programma di produzione. Anche se l’uscita del film su Gollum è stata posticipata di un anno, sembra che il team dietro al progetto sia quasi pronto per iniziare le riprese. Spesso ci vogliono uno o due anni per girare e montare un blockbuster hollywoodiano, quindi iniziare in qualsiasi momento tra gennaio e giugno 2026 dovrebbe dare ai registi abbastanza tempo per finire Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum.

I commenti di Serkis suggeriscono anche che la storia rimarrà fedele alla tradizione e all’estetica della trilogia Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, soprattutto perché le riprese si svolgeranno in Nuova Zelanda, come i precedenti film della serie. Allo stesso modo, Serkis ha lasciato intendere che il film esplorerà il personaggio di Smeagol/Gollum in un modo che nessun altro film ha mai fatto prima. Questo dovrebbe contribuire a rendere Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum uno studio epico e unico di uno dei personaggi più affascinanti della saga.

Quando si svolgerà Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum?

Il mondo costruito da Tolkien ne Il Signore degli Anelli è vasto e comprensivo, con molte storie lasciate in sospeso attraverso la Prima, la Seconda e la Terza Era. Descrivendo la regia del prossimo film come “un sogno che si avvera“, Andy Serkis ha rivelato che il progetto è quello di raccontare le storie non sfruttate di questo mondo. “Abbiamo iniziato a parlarne circa otto mesi fa“, ha ricordato l’attore. “Dicevano: ‘Andy vogliamo davvero rinvigorire la Terra di Mezzo. Ci sono così tante storie nuove che vogliamo coinvolgere“.

Dato che Gollum incontra la sua fine tra le fiamme del Monte Fato verso la fine de Il ritorno del Re, è lecito aspettarsi che il film si svolgerà prima di quegli eventi, idealmente anche prima che Frodo intraprenda il suo viaggio. Questo suggerisce che personaggi iconici come Aragorn, Boromir, Gandalf e Legolas potrebbero tornare in qualche modo, come suggerisce Serkis. Viggo Mortensen, che ha interpretato Aragorn nella trilogia originale, si è detto interessato se la trama è quella giusta, e anche Ian McKellen si è detto pronto a riprendere il personaggio di Gandalf.

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Ballerina, la spiegazione del finale: come la storia di Eve si collega a John Wick e cosa prepara

Dal mondo di John Wick: Ballerina apre un nuovo capitolo della saga di John Wick, che riesce comunque a collegare la missione di Eve, volta a salvare una ragazzina da una setta misteriosa, alla trama già consolidata di John. Ambientato durante gli eventi dei film precedenti della saga di John Wick, Ballerina segue le vicende di un’altra allieva della Roma Ruska, Eve Macarro. Figlia di un assassino professionista morto per proteggerla da una setta misteriosa, Eve è stata cresciuta principalmente dal Direttore, ma sfida gli ordini di indagare sulla setta, rischiando di scatenare una guerra tra le due fazioni.

I personaggi di Ballerina sono tutti avvincenti a modo loro, e si ritagliano un proprio spazio nella trama generale di John Wick. Eve e John si incrociano anche in due occasioni, arrivando alle mani (e collaborando) la seconda volta. Ecco come si svolge la battaglia di Eve Macarro contro la setta in Ballerina, come si intreccia con John Wick: Capitolo 3 – Parabellum e come prepara il futuro di Eve nella serie John Wick.

La setta mette una taglia su Eve Macarro: come si prepara il sequel di Ballerina

Il misterioso culto al centro di From the World of John Wick: Ballerina conclude il film mettendo una taglia enorme su Eve Macarro, mettendo in pericolo la sua vita e preparando le sue prossime avventure. Alla fine di Ballerina, Eve si è fatta strada attraverso la base del Culto a Hallstatt, massacrando tutti i membri del Culto che incontra lungo il percorso. Ha persino eliminato il Cancelliere, apparentemente evitando una guerra con i Ruska Roma (e placando il desiderio del Direttore di vederla morta). Tuttavia, il Culto si vendica offrendo una ricompensa enorme per la sua morte.

Ballerina termina con Eve che si avvia verso un futuro incerto. Eve è ora effettivamente sola, anche se conserva alcuni alleati come Winston. Qualsiasi storia futura che coinvolga Eve potrebbe ruotare attorno ai suoi sforzi per stare un passo avanti agli assassini che la cercano e alle misure che dovrà prendere per evitarli, soprattutto dopo che il suo legame con i Ruska Roma è stato così danneggiato dalla sua sfida al Direttore. Eve potrebbe nascondersi, fuggire o persino passare all’offensiva per combattere il Culto prima che loro la prendano.

John Wick fa il suo lavoro a Hallstatt?

Ballerina keanu Reeves

Quando il Cancelliere minaccia di scatenare una guerra che potrebbe spazzare via i Ruska Roma a causa delle azioni di Eve, il Direttore gli offre i servizi di John Wick per eliminare la giovane agente. John ha poco tempo per ucciderla e inizialmente sembra avere un vantaggio su di lei. Tuttavia, John simpatizza con Eve e alla fine le concede tutto il tempo a sua disposizione per completare la sua missione. Se ci riesce, lui non dovrà portare a termine il proprio compito e ucciderla, ma per preservare i Ruska Roma, la ucciderà se il tempo a sua disposizione finirà.

Nonostante la promessa fatta al direttore di uccidere Eve, John la salva durante la sparatoria con il Culto, offrendole i suoi servizi come cecchino e aiutandola contro alcuni dei soldati più duri del Cancelliere. Alla fine, Eve porta a termine la sua missione e salva la propria vita, mentre John (e di conseguenza i Ruska Roma) sono soddisfatti che il conflitto sia stato risolto. Sebbene John tecnicamente non abbia svolto il suo lavoro durante la missione a Hallstatt, ha comunque raggiunto lo stesso obiettivo (evitando alla Ruska Roma una guerra con il Culto) aiutando Eve a sconfiggerli.

Come la storia di Ballerina si inserisce nella cronologia di John Wick

Ana de Armas in Ballerina
Ana de Armas in Ballerina. Courtesia di Lionsgate – © Lionsgate

Mentre la sequenza iniziale della storia di Eve si svolge molto prima degli eventi dei film di John Wick, gran parte di Ballerina si svolge parallelamente agli eventi di John Wick 3: Parabellum​​​​​​. Durante il suo addestramento con i Ruska Roma, Eve assiste a John che “paga il suo debito” con l’organizzazione per cercare di evitare l’Alto Consiglio. Eve parla anche brevemente con John prima che lui parta per Casablanca per incontrare Sofia. Il film fa poi un piccolo salto in avanti per mostrare Eve sul campo e infine impegnata nella sua missione per sconfiggere il Culto.

Ballerina si svolge in gran parte durante gli eventi di John Wick 3: Parabellum, con il regista che sembra chiedere un favore a John qualche tempo dopo che lui ha “pagato il suo debito”. È difficile collocare questo evento nella cronologia esatta, ma potrebbe essere durante quel breve lasso di tempo dopo che John ha giurato fedeltà all’Anziano, ma prima di disobbedire al suo ordine di uccidere Winston. Questo collocherebbe gran parte di Ballerina nella settimana in cui si svolge la maggior parte del terzo film di John Wick. Ciò suggerisce che un sequel di Ballerina potrebbe riprendere durante o dopo gli eventi di John Wick: Capitolo 4.

Chi è a capo del Culto dopo la morte del Cancelliere?

Il Cancelliere è presentato come l’antagonista principale di Ballerina fin dall’inizio del film, quando arriva per affrontare Javier riguardo alla sua defezione dal Culto insieme a Eve. La sua morte (così come la distruzione totale di Hallstatt) sembrerebbe essere un grave colpo per il Culto. Tuttavia, Ballerina suggerisce che il Culto abbia operato dietro le quinte per secoli, con il finale del film che dimostra che il Culto ha ancora abbastanza influenza e potere da mettere una taglia molto alta su Eve.

In tutto il film Ballerina si accenna al fatto che il Culto sia un’antica cospirazione vecchia quanto l’Alto Tavolo, se non di più.

La nuova leadership del Culto rimane un mistero per il pubblico, sollevando interrogativi su come potrebbe influire sulle trame future della serie John Wick. Il Culto stesso è avvolto nel mistero, tanto che nemmeno il vero nome dell’organizzazione viene rivelato. Con l’Alto Tavolo che sembra fare un passo indietro come antagonista principale nel futuro di John Wick, il mistero della sua nuova leadership e il suo desiderio di vendetta contro Eve e coloro che l’hanno aiutata potrebbero diventare il motore narrativo della serie.

Cosa è successo ai genitori di Eve?

Ana de Armas in Ballerina (2025)
Foto di Murray Close/Lionsgate/Murray Close/Lionsgate – © 2025 Lionsgate

I genitori di Eve sono entrambi personaggi minori ma importanti in Ballerina, anche se il padre non appare nel film. La madre di Eve era membro del Culto e alla fine ha sposato Javier nonostante fosse un “estraneo”.

Accettati nel loro stile di vita, la coppia ha avuto due figlie: Lena ed Eve. Alla fine, stanco della setta e dei suoi metodi, Javier è fuggito portando con sé Eve, ancora innocente. Javier ha lasciato Lena con la setta, temendo che la figlia maggiore fosse troppo indottrinata e potesse minacciare Eve.

Mentre il destino della madre di Eve rimane oscuro, il Cancelliere suggerisce che lei abbia “pagato il prezzo” per la sua defezione. Javier viene ucciso nella prima sequenza di Ballerina, mentre salva Eve dalle grinfie della setta, ma a costo della propria vita. Anche se Javier non c’è più, c’è la possibilità che la madre di Eve e Lena sia ancora là fuori e collegata alla setta, il che potrebbe preparare il terreno per la sua apparizione in un futuro sequel di Ballerina.

Il vero significato di Ballerina

Ballerina è in definitiva un film su una donna che sceglie di essere una guardiana vendicatrice piuttosto che ciò che il mondo vuole da lei. Invece di essere un membro fedele della Roma Ruska o un’innocente come sperava suo padre, Eve sceglie di indagare sulla setta e poi salvare Ella dalle loro grinfie. Eve rifiuta di unirsi al Culto e diventare una delle loro soldatesse, sfidando il Cancelliere semplicemente sopravvivendo ai suoi tentativi di ucciderla. Ballerina è un film divertente che punta più sull’azione creativa che su grandi temi.

Tuttavia, la resilienza di Eve e il suo ruolo di guardiana di fronte al mondo pericoloso che la circonda sono il grande insegnamento morale del film. Eve lavora per onorare suo padre e aiutare un uomo che sta vivendo la stessa esperienza che ha vissuto lui, salvando una bambina dall’essere orfana proprio come lei un tempo. Tutto questo dipende dalle scelte di Eve, una scelta che la separa da sua sorella Lena, che tragicamente non ha mai avuto una scelta del genere prima di diventare un braccio del Culto. Ballerina è in definitiva la storia di una donna che sceglie di essere una guardiana invece che una semplice soldatessa.

MobLand – Stagione 2 si farà? Tutto quello che sappiamo

MobLand – Stagione 2 si farà? Tutto quello che sappiamo

La serie crime drama britannica originale Paramount+ MobLand è diventata un successo per la piattaforma di streaming all’inizio del 2025, ma la serie verrà rinnovata per una seconda stagione? Sviluppata per il piccolo schermo da Ronan Bennett (con Guy Ritchie come produttore), MobLand racconta la storia della famiglia Harrigan, il cui “facilitatore”, Harry Da Souza (Tom Hardy), ha il compito di porre fine alla faida con gli Stevenson. Con un cast stellare composto dai migliori talenti britannici, MobLand continua la tradizione di serie come Peaky Blinders, ma con il ritmo serrato e incisivo di una produzione di Guy Ritchie.

Il percorso di MobLand verso il piccolo schermo è stato insolito, poiché originariamente era stato sviluppato come uno spin-off della popolare serie Showtime, Ray Donovan. Tuttavia, ben presto si è discostato dal concetto originale ed è diventato la serie autonoma che abbiamo visto nella prima stagione. Questo cambiamento ha permesso a MobLand di prosperare e la serie, ancora agli esordi, ha ora la possibilità di costruirsi una propria eredità senza il peso di un franchise già affermato. Ora, con la guerra tra gli Harrigan e gli Stevenson terminata dopo la fine della prima stagione di MobLand, ma con minacce più grandi da affrontare, la storia di Harry è pronta per una seconda stagione.

Ultime notizie su MobLand – Stagione 2

Helen Mirren in MobLand
Cortesia © Paramount+

Tom Hardy ha parlato del potenziale della seconda stagione

Con la prima stagione che continua a regalare episodi emozionanti ogni settimana, le ultime notizie vedono Tom Hardy parlare della seconda stagione di MobLand. Sebbene non sia ancora stato confermato nulla, l’attore ha rivelato che c’è un piano per continuare la storia oltre la prima stagione. Dopo aver confermato che MobLand non è destinato a essere una miniserie, il pluripremiato attore ha iniziato a speculare su cosa potrebbe succedere nella serie poliziesca londinese. “Diventerà internazionale?”, ha riflettuto Hardy, prima di aggiungere: “Ci sono elementi internazionali nel crimine organizzato, che vengono accennati nella prima stagione”.

Sarebbe il passo successivo più logico per la serie, e una serie come MobLand non potrà che aumentare la tensione, senza mai allentarla. Ciò sarebbe in linea con la prima stagione, che ha introdotto Jaime come leader di una gang messicana e l’arrivo dell’americana Kat McAllister, che sembra essere il personaggio più potente dell’intera serie. La storia tra lei e Harry è lungi dall’essere finita, quindi avrebbe senso spingersi ancora più lontano.

Leggi qui sotto il commento completo di Hardy:

Il piano è sicuramente quello di realizzare altre stagioni. La domanda è: diventerà internazionale? Ci sono elementi internazionali nella criminalità organizzata, che sono stati accennati nella prima stagione. Il controllo della droga, delle munizioni, delle armi, delle persone e di ogni genere di cose che passano attraverso l’Europa e dall’Africa al Sud America, al Pakistan… e le merci variabili che circolano in Europa.

In ogni paese europeo ci sono famiglie coinvolte che lottano per il potere e per ottenere lo status che permette loro di movimentare questo tipo di merci. E chi controlla tutto questo e come si inserisce nel contesto mondiale?

La seconda stagione di MobLand non è stata confermata

Paramount+ non ha ancora rinnovato la serie

Nonostante il fatto che MobLand abbia ottenuto finora risultati eccezionali per la piattaforma di streaming, Paramount+ non ha ancora rinnovato la serie. Ciò non è particolarmente sorprendente, soprattutto se si considera la miriade di parametri che determinano il successo o il fallimento delle moderne serie TV in streaming. A differenza delle serie televisive tradizionali, che dipendono in gran parte dagli indici di ascolto in diretta, Paramount+ valuta probabilmente le statistiche a lungo termine per determinare se il pubblico è davvero coinvolto nella serie.

La premiere della prima stagione di MobLand è stata vista da 2,2 milioni di spettatori il giorno della sua uscita, un record per Paramount+.

Tuttavia, MobLand probabilmente non sta faticando in queste categorie, soprattutto grazie al carisma dei suoi protagonisti. I drammi polizieschi stanno spopolando in streaming e MobLand è l’ennesimo esempio della loro popolarità. La piattaforma di streaming non è nuova al genere, con serie come Tulsa King, Mayor of Kingstown e Dexter: Original Sin, che costituiscono alcune delle migliori serie originali di Paramount+. Considerando che la premiere di MobLand ha segnato un debutto record per il servizio e che la serie continua ad avere ottimi risultati, è probabile che la seconda stagione venga confermata.

Dettagli sul cast della seconda stagione di MobLand

Sebbene la prima stagione si concluda con lui pugnalato dalla moglie Jan, è altamente probabile che Harry tornerà come protagonista della seconda stagione di MobLand. Allo stesso modo, anche se potrebbero non avere il pieno controllo del loro impero, Pierce Brosnan e Helen Mirren torneranno probabilmente nei panni di Conrad e Maeve.

Anche la maggior parte degli altri membri della famiglia Harrigan dovrebbe tornare, con ulteriori sviluppi dopo la rivelazione della vera identità dei genitori di Eddie e i piani di Kevin di prendere il controllo dell’azienda.

Anche la maggior parte degli altri membri della famiglia Harrigan dovrebbe tornare, con ulteriori sviluppi dopo la rivelazione della vera identità dei genitori di Eddie e i piani di Kevin di prendere il controllo dell’azienda. Tuttavia, alcuni attori non torneranno dopo diverse morti nel finale della prima stagione di MobLand, in particolare la scomparsa di Richie Stevenson, interpretato da Geoff Bell.

Tom Hardy ha già anticipato un colpo di scena internazionale per una potenziale seconda stagione, il che significa che il cast futuro di MobLand includerà anche un sacco di nuovi nomi. Tuttavia, è impossibile sapere chi saranno questi nuovi attori fino a quando non saranno disponibili ulteriori informazioni.

Dettagli sulla trama della seconda stagione di MobLand

Il finale della prima stagione di MobLand è stato drammatico, con diversi colpi di scena e diverse morti, mentre Harry ha messo fine alla guerra tra Harrigan e Stevenson. Usando O’Hara, che aveva lavorato con Richie, ha incastrato gli Stevenson, che sono caduti nella trappola. Richie e i suoi uomini sono stati tutti eliminati, mentre Harry ha anche ucciso O’Hara per sicurezza.

Harry riuscirà anche a liberare Conrad e Maeve dalla prigione, ma questo non significa che le cose torneranno alla normalità. Il segreto che Eddie è il figlio di Conrad è stato svelato, Eddie stesso ha quasi ucciso Bella, e Kev e Bella sono più uniti che mai, con il primo determinato a prendere il controllo dell’impero.

Dopo aver rifiutato Kat McAllister, [Harry] dovrà ora affrontare qualsiasi vendetta lei abbia in serbo per lui, che potrebbe costituire il fulcro della trama della seconda stagione.

Le cose non sembrano andare bene per Harry all’inizio della seconda stagione di MobLand. Jan ha finalmente deciso di lasciarlo… prima di pugnalarlo accidentalmente al petto, con ciò che accadrà dopo ancora da confermare. Supponendo che non sia fatale, avranno dei problemi seri da risolvere, ma questo non è nemmeno il problema più grande per lui. Dopo aver rifiutato Kat McAllister, dovrà ora affrontare qualsiasi vendetta lei abbia pianificato, che potrebbe costituire il fulcro della trama della seconda stagione.

MobLand – spiegazione del finale della prima stagione: cosa succede a Harry?

Il finale di stagione di MobLand di Ronan Bennett ha visto la guerra tra gli Harrigan e gli Stevenson giungere a una fine improvvisa e violenta, e nel frattempo i membri chiave dell’organizzazione criminale degli Harrigan sono entrati in un mondo più grande e pericoloso. Con Conrad e Maeve dietro le sbarre, Harry Da Souza ha messo in atto il suo colpo da maestro per porre fine alla guerra con gli Stevenson una volta per tutte.

Verso il finale esplosivo, sono stati risolti diversi misteri chiave che circondavano la cerchia ristretta degli Harrigan, in particolare l’identità del traditore che da mesi forniva informazioni a Richie. Harry ha sfruttato la fiducia di Richie nell’avvocato degli Harrigan, O’Hara Delaney, per incastrare il boss della malavita del sud di Londra e tutti i suoi soldati, consentendo a Harry, Kevin, Paul, Zosia e Kiko di eliminarli tutti in un’imboscata simultanea.

Altrove, Kevin rivendica il trono dell’impero criminale degli Harrigan, rifocalizzato dall’esorcismo del suo tormentatore di lunga data, la guardia carceraria Alan Rusby. Dopo aver confermato che Eddie era in realtà il figlio di Conrad e di sua moglie Bella, Kevin ha completamente rinnegato Eddie, designandolo come un problema di Conrad e non suo.

Sebbene molti dei misteri della prima stagione di MobLand siano stati risolti e il conflitto con gli Stevenson sia giunto al termine, il finale ha fatto molto per preparare una seconda stagione ancora non confermata. Gli eventi della prima stagione hanno inavvertitamente trascinato gli Harrigan in un mondo criminale molto più vasto rispetto ai territori londinesi che condividevano con gli Stevenson. Ci sono molte storie da esplorare nella prossima fase di crescita dei membri dell’organizzazione criminale Harrigan, insieme alla prossima serie di nemici che hanno provocato la loro ira.

Harry, interpretato da Tom Hardy, sopravviverà dopo essere stato pugnalato da Jan?

La sua frustrazione si manifesta in un breve momento di violenza

La scena finale della prima stagione di MobLand è stata molto più intima rispetto alle grandi scene d’azione che hanno dominato la parte centrale dell’episodio finale. Harry è tornato da Jan nel rifugio sicuro, dove lei ha finalmente dato sfogo alla sua rabbia, paura e frustrazione per la situazione in cui lei e Gina si trovano, intrappolate nel loro attuale stile di vita pericoloso. Nella sua frustrazione, Jan ha commesso un piccolo lapsus freudiano e ha accidentalmente pugnalato Harry al petto con un coltello da cucina.

Data la prevalenza di Tom Hardy nella serie e la sua reazione calma e misurata alla pugnalata, è quasi certo che non morirà per la ferita (anche se tecnicamente il suo destino è lasciato incerto). Francamente, il cliffhanger è probabilmente una precauzione nel caso in cui Tom Hardy non torni o non possa tornare per un’altra stagione di MobLand. Ora hanno un modo semplice per eliminarlo dalla serie e dare a Jan, interpretata da Joanne Froggatt, un conflitto da risolvere.

Perché i prigionieri acclamano Conrad

MobLand Tom Hardy Pierce Brosnan
Cortesia © Paramount+

Conrad riceve un’accoglienza da eroe in prigione

Alla fine dell’episodio, Conrad esce dalla sua cella, circondato dagli altri detenuti della prigione. Lo accolgono con applausi e acclamazioni, che Conrad assorbe completamente, perché, come è stato chiarito in diverse occasioni, tiene alla sua reputazione più di ogni altra cosa. Come Conrad “100 Guns” Harrigan, era il signore del crimine più temuto di Londra e si era guadagnato senza dubbio il rispetto e l’ammirazione dei criminali di tutta la città. Ora in prigione con tutti gli altri, Conrad viene celebrato per i suoi decenni di famigerata malvagità.

Spiegata la motivazione di Maeve nel corso della serie

Certo, la ragione delle incessanti macchinazioni di Maeve è un po’ inconsistente e sembra quasi che se la sia inventata sul momento. Tuttavia, quando lei e Conrad parlano al telefono che hanno contrabbandato nelle loro celle, Maeve osserva che tutto ciò che ha fatto, compreso aizzare Eddie contro Tommy Stevenson e scatenare una guerra, chiamare anonimamente la polizia per metterli sulle tracce di Harry o fornire la posizione di Seraphina a Richie Stevenson in persona, faceva tutto parte di una sua prova personale. In poche parole, Maeve voleva vedere quali membri della famiglia valevano la pena di costruire un futuro.

Il finale fornisce anche alcune informazioni fondamentali sul perché Maeve fosse così affezionata a Eddie e odiasse Seraphina. Maeve ha sempre saputo che Eddie non era realmente suo nipote e lo ha conquistato quando era ancora un ragazzino. Lo ha praticamente cresciuto come l’erede dell’impero Harrigan, a cui tiene più di ogni altra cosa. Con Eddie al suo posto, Maeve ha anche in mente di diventare la regina del suo regno, in modo da poter continuare a governare per procura; ciò non sarebbe stato possibile con un’adulta Seraphina a capo della famiglia.

Kevin è ora a capo dell’impero Harrigan?

La vita di Kevin Harrigan è stata senza dubbio tragica, essendo cresciuto con Conrad e Maeve come genitori in un’organizzazione criminale. In prigione fin da giovane, è stato violentato molte volte, il che lo ha reso ancora più vulnerabile alla volontà del suo malvagio padre. Kevin è stato ingannato per anni sulla vera identità del suo presunto figlio e ha vissuto con una moglie che alle sue spalle corteggiava il suo migliore amico. Il finale di MobLand ha visto Kevin iniziare a riprendersi ciò che gli spetta di diritto, non solo in termini di controllo sull’organizzazione criminale degli Harrigan, ma anche sulla propria vita.

Il suo cognome lo porterà solo fino a un certo punto; Kevin deve guadagnarsi il controllo dell’impero criminale degli Harrigan.

Con Conrad e Maeve ancora vivi, il percorso di Kevin verso il trono non sarà facile. Ha l’amore e il rispetto di Harry, ma dovrà guadagnarseli da tutti i soldati dell’organizzazione criminale Harrigan se vuole davvero governare l’impero. Non solo, spetterà a Kevin farsi rispettare e temere dai suoi nemici e rivali. Richie potrebbe essere morto, ma Kevin ora ha a che fare con personaggi più importanti come Jaime Lopez e Kat McAllister. Il suo cognome lo porterà solo fino a un certo punto; Kevin dovrà guadagnarsi il controllo dell’impero criminale degli Harrigan.

Il finale di MobLand rivela la vera storia di Bella

Helen Mirren in MobLand
Cortesia © Paramount+

Il suo piano si è rivelato essere una vendetta

La frustrante mancanza di dettagli sul piano di Bella che coinvolgeva suo padre, il ministro dell’Interno, il francese Antoine e il suo cliente (un trafficante d’armi siriano sotto sanzioni) è finalmente stata risolta nel finale di stagione. Attraverso una serie di notizie di cronaca trasmesse sul telefono e sul computer di Bella, abbiamo appreso che suo padre era stato arrestato con l’accusa di ricatto o lobbying illegale. Bella ha organizzato l’incontro con il trafficante d’armi per poter incastrare suo padre con prove video dei suoi affari loschi, tutto per vendicarsi dello stupro e dei tormenti subiti da bambina.

Perché Harry rifiuta Kat e come si vendicherà lei?

Harry si è seduto a tu per tu con Kat nel finale di stagione di MobLand, e come previsto lei ha chiesto a Harry di ripagare il favore che lui le aveva fatto salvando la vita a Seraphina ad Anversa e organizzando l’incontro tra Conrad e Jaime. Sfortunatamente, quel favore consisteva nell’aiutarla a eliminare i restanti Harrigan in modo che Kat potesse prendere il controllo del traffico di droga e armi a Londra. Harry rifiuta categoricamente per pura lealtà verso gli Harrigan in generale, ma in particolare verso il suo migliore amico Kevin, che era nella lista delle persone da uccidere di Kat.

Come è stato stabilito, Kat McAllister è una delle persone più potenti al mondo nel mondo della criminalità, anche se la natura del suo ruolo o delle sue connessioni rimane sconcertante e poco chiara. È stata avanzata l’ipotesi popolare che fosse una sorta di agente segreto della CIA, dell’MI6, ecc., ma il fatto che volesse entrare nel traffico di droga e armi di Londra indica che lei stessa è un’importante signora del crimine. È ormai assodato che essere in debito con lei è un grave errore, ma ora anche Harry si è messo un bersaglio sulla schiena.

È interessante notare che Kat ha contattato Seraphina Harrigan durante il finale di stagione, il che potrebbe essere la sua mossa ora che Harry le ha voltato le spalle. Invece di spazzare via gli Harrigan, Kat potrebbe cercare di mettere Seraphina a capo della famiglia come suo burattino. Seraphina è una donna d’affari intelligente e risoluta, con il cognome giusto e una buona reputazione a Londra, quindi ha perfettamente senso come alleata di Kat. Potrebbe essere lo strumento definitivo di Kat per vendicarsi di Harry, minando l’impero degli Harrigan dall’interno.

Ci sarà una seconda stagione di MobLand?

MobLand è stato un successo in streaming per Paramount+ fin dall’inizio. La settimana della prima ha attirato 8,8 milioni di spettatori (con 2,2 milioni di spettatori il giorno della prima), rendendola il più grande lancio di sempre per una serie sulla piattaforma, superando grandi successi come 1923, Tulsa King e Landman. La serie ha continuato ad accumulare numeri di streaming ogni settimana e, in previsione del finale di stagione, ha conquistato i primi tre posti nella classifica di streaming di Samba TV, secondo Yahoo. I numeri giustificano sicuramente una seconda stagione di questo crudo dramma poliziesco.

Tom Hardy ha dichiarato a The Hollywood Reporter che “il piano è sicuramente quello di vedere altre stagioni”. Il modo in cui finisce la prima stagione indica chiaramente che la narrazione generale è solo all’inizio per i membri della cerchia ristretta di Harrigan, che hanno acquisito un nemico ancora più temibile di Richie Stevenson nella pericolosa Kat McAllister interpretata da Janet McTeer. Sebbene la seconda stagione non sia ancora stata confermata, è prassi comune attendere la fine della stagione televisiva prima di fare annunci del genere, e sembra lecito supporre che sia così anche in questo caso.

1917, la spiegazione del finale

1917, la spiegazione del finale

1917 di Sam Mendes ha una trama relativamente semplice per gran parte della sua durata, ma il finale del film è più complesso di quanto alcuni potrebbero pensare. Il film di Mendes è un’epopea bellica coinvolgente ed emozionante, con lo stile cinematografico in piano sequenza di 1917 che coinvolge il pubblico a un livello più profondo. Anche se il film sembra girato in un’unica ripresa, i tagli segreti di 1917 sono sapientemente nascosti. Questo stile di produzione ha fatto sì che il film di guerra diventasse rapidamente uno dei favoriti ai premi, così come il fantastico cast corale di 1917.

1917 segue due soldati britannici, i caporali Will Schofield (George MacKay) e Tom Blake (Dean-Charles Chapman), incaricati di consegnare un messaggio al Secondo Battaglione del Reggimento del Devonshire. Devono dire al colonnello Mackenzie, interpretato da Benedict Cumberbatch, di annullare un attacco pianificato; i tedeschi non sono fuggiti come si credeva, ma hanno invece effettuato una ritirata tattica, in attesa di tendere un’imboscata alle truppe britanniche. Ispirato a una storia vera, il recente successo online di 1917 ha attirato l’attenzione sul suo finale, un climax emozionante e ricco di significati e temi nascosti più profondi.

Cosa succede nel finale di 1917

Nell’atto finale di 1917, Schofield viene mostrato mentre fugge dall’inseguimento tedesco attraverso un villaggio bombardato dopo aver trovato una giovane donna francese e un bambino piccolo nascosti tra le macerie. Alla fine, trova il Secondo Devons in una foresta vicina, dove un membro del battaglione sta cantando una canzone mentre si preparano a marciare in battaglia. Con suo grande sgomento, Schofield scopre che questa è l’ultima ondata dell’attacco e che deve raggiungere il fronte per arrivare al colonnello Mackenzie prima dell’imminente bagno di sangue.

Schofield si fa strada tra i soldati, spingendo e spintonando nelle trincee, con i 1917‘s secret cuts perfettamente utilizzati in tutto il film. Chiede a diversi soldati dove può trovare il colonnello Mackenzie, ma questi continuano a indicargli di andare sempre più avanti lungo la linea delle trincee. Quando l’attacco ha inizio, Schofield capisce che deve abbandonare la relativa sicurezza delle trincee e correre attraverso il campo di battaglia per avere qualche possibilità di trovare Mackenzie in tempo. Alla fine ci riesce e consegna a Mackenzie gli ordini scritti a mano per annullare l’attacco.

1917 si conclude con un’ultima inquadratura di Schofield seduto in un prato, in un’inquadratura parallela a quella di apertura del film…

Dopo che le cose si sono calmate, Schofield è determinato a trovare il fratello di Blake, Joseph, per assicurarsi che sia in grado di fermare l’attacco prima che Joseph entri in battaglia. Schofield alla fine lo trova, che ascolta con orrore quando viene a sapere che suo fratello è morto. Schofield dà a Joseph alcuni oggetti personali di Blake, tra cui degli anelli e una piastrina di riconoscimento, poi gli chiede di scrivere a sua madre per informarla che Blake è morto da eroe. 1917 si conclude con un’ultima inquadratura di Schofield seduto in un prato, in una ripresa parallela all’inizio del film.

“Come Back To Us”: spiegazione delle foto di famiglia di Schofield in 1917

Uno degli elementi più sorprendenti del finale di 1917 viene rivelato quando Schofield si ritira dopo aver parlato con Joseph. La scena finale vede Schofield che scatta una foto a una donna e dei bambini fuori dalla sua uniforme, accompagnata da una nota che recita “Torna da noi”. Questa scena rivela che Schofield ha una famiglia a casa, cosa che Mendes ha scelto di non rivelare al pubblico fino agli ultimi momenti di 1917. Sebbene questo concluda il film con una nota emotiva, fornisce anche un contesto per diversi momenti chiave del film, rendendo completo l’arco narrativo del personaggio di Schofield.

In una scena precedente, Schofield e Blake discutono della loro recente licenza. In uno dei pochi momenti di lucidità emotiva di Schofield, egli afferma di aver odiato la licenza perché alla fine sarebbe dovuto tornare sul campo di battaglia e mettere nuovamente in pericolo la propria vita. Questo momento diventa molto più complesso quando viene rivelata la famiglia di Schofield. Il concetto di Schofield che odia il tempo trascorso a casa diventa più toccante quando il pubblico si rende conto che dovrebbe godersi il tempo con loro, ma lui riesce a pensare solo a cosa succederà quando tornerà al fronte.

Un altro momento chiave di 1917, che viene cambiato a posteriori dopo la rivelazione della famiglia di Schofield, è la sequenza a Écoust-Saint-Mein. Nella città francese distrutta, Schofield si imbatte in una donna francese che si nasconde dai soldati tedeschi. Lei sta accudendo un neonato e Schofield le dà il cibo in scatola e il latte che ha trovato nella fattoria abbandonata dove è morto Blake. La donna chiede a Schofield di restare con lei, ma lui rifiuta, perché deve proseguire e portare a termine la sua missione.

L’emozione profonda, il dolore e il turbamento che Schofield prova nel dover lasciare la donna e il bambino sono resi molto più toccanti e semplicemente più comprensibili dopo la rivelazione che Schofield ha dei figli a casa.

Questa scena viene completamente ricontestualizzata con l’aggiunta dell’informazione che Schofield ha dei figli. L’emozione profonda, il dolore e il turbamento che Schofield prova nel dover lasciare la donna e suo figlio diventano molto più toccanti e semplicemente più sensati dopo la rivelazione che Schofield ha dei figli a casa. L’istinto paterno di Schofield lo spinge ad aiutare questa donna e suo figlio, ma deve andare avanti, altrimenti moriranno molte altre persone. La scena è ricca di sottigliezze, che rimandano alla rivelazione finale del finale di 1917, e interpretata alla perfezione dal membro del cast George MacKay.

Forse ancora più importante, la rivelazione della famiglia di Schofield aumenta la posta in gioco della missione centrale di 1917. Gli spettatori comprendono le motivazioni di Blake fin dall’inizio di 1917: vuole salvare suo fratello e non si fermerà davanti a nulla per farlo. Schofield sembra più esitante per tutto il film e, dopo aver rischiato di morire a causa del filo spinato nel bunker tedesco, vuole tornare indietro. Sapendo che ha una famiglia che lo aspetta a casa, questo ha molto più senso.

Tuttavia, quando Blake muore, la missione diventa più importante per Schofield a livello personale. Sa che la famiglia Blake ha già perso un figlio e deve riuscire nella sua impresa per salvare l’altro. Questo si ricollega agli ideali della famiglia, collegandosi alla rivelazione finale di Schofield e al suo eroismo, poiché continua nonostante l’immenso costo personale che dovrebbe pagare se gli succedesse qualcosa.

L’ultima inquadratura di Schofield in 1917 è parallela all’inizio del film: cosa significa

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L’inizio di1917 mostra Schofield appoggiato a un albero, prima di essere svegliato da Blake che riceve la missione centrale del film. Dopo la straziante ricerca, 1917 termina con un parallelo diretto, mostrando Schofield appoggiato a un albero per guardare la foto della sua famiglia. In 1917, gli alberi sono un simbolo importante in quanto appaiono solo nei momenti di pace.

La scena iniziale riflette questo aspetto, poiché i personaggi sono beatamente ignari della loro missione. Poco prima del climax, un gruppo di soldati è mostrato sparso in un campo alberato, mentre ascolta un commilitone cantare la canzone Wayfaring Stranger di 1917. Infine, la scena finale mostra un’inquadratura simile di Schofield contro l’albero, una volta che l’attacco è stato annullato e centinaia di vite sono state salvate. Oltre a questi esempi, 1917 mostra principalmente i tragici scenari della Francia devastata dalla guerra, dalle trincee infinite ai villaggi desolati.

Gli alberi potrebbero essere una metafora della resistenza della vita in mezzo alla durezza della guerra…

È interessante notare che gli alberi sono anche oggetto di una conversazione tra Blake e Schofield. All’inizio del loro viaggio, i soldati passano davanti a un campo di ciliegi bruciati e Schofield lamenta la loro distruzione. Tuttavia, Blake spiega che alla fine ricresceranno, più numerosi di prima.

Gli alberi potrebbero essere una metafora della resistenza della vita in mezzo alla durezza della guerra; Schofield vuole la pace, ma capisce che prima deve portare a termine una missione per assicurarsi che ci sia qualcosa per cui vivere dopo che sarà finita. La guerra può essere spietata, ma è una lotta per creare un futuro migliore.

Infine, il fatto che la prima e l’ultima scena di 1917 siano identiche potrebbe essere un commento sull’inutilità della guerra. Alla fine di 1917, Schofield si ritrova esattamente nello stesso posto in cui si trovava all’inizio del film. Nonostante ciò, ha intrapreso un viaggio pieno di morte, distruzione ed eroismo, tutto in nome di una guerra in cui non avrebbe mai voluto combattere. L’inizio e la fine di 1917 sono identici e riflettono questo concetto, poiché il viaggio che ha causato tanto tumulto ha lo stesso punto di partenza e di arrivo.

Cosa ha detto lo sceneggiatore di 1917 sul finale del film

1917 videogioco
George MacKay in 1917. © 2019 Universal Pictures and Storyteller Distribution Co., LLC.

In un’intervista con Collider poco dopo l’uscita di 1917, la co-sceneggiatrice Krysty Wilson-Cairns ha spiegato alcune delle scelte fatte nei momenti finali del film. Dal modo in cui l’ultima inquadratura di 1917 riflette l’inizio e l’evoluzione del personaggio di Schofield, il finale di 1917 è stato incredibilmente importante per gli sceneggiatori nel trasmettere molti dei temi e dei significati più profondi del film. Alla domanda sul perché la rivelazione della famiglia di Schofield sia stata lasciata agli ultimi secondi, Wilson-Cairns ha dichiarato:

“Ha trascorso almeno sei mesi con Blake, quindi non si sveglierà la mattina accanto a Blake nella prima scena e dirà: ‘Oh, mi mancano mia moglie e i miei figli’. Perché non è così che parlano le persone… non è la realtà, non è così che ci comportiamo”.

Come dimostrano le parole di Wilson-Cairns, la scelta di lasciare la famiglia di Schofield fino alla fine del film è legata esclusivamente al realismo. Nel bel mezzo di una guerra con soldati con cui Schofield ha trascorso molti mesi o anni, è improbabile che l’argomento venga fuori in una conversazione. Più realisticamente, Schofield ha pensato alla sua famiglia in un momento di tranquillità dopo la missione, come farebbe qualsiasi persona normale.

Krysty Wilson-Cairns ha scritto anche Last Night in Soho, The Good Nurse e Penny Dreadful.

Un altro elemento su cui ha commentato Wilson-Cairns è l’evoluzione del personaggio di Schofield. La sceneggiatrice di 1917 ha notato che, all’inizio del film, Schofield non è turbato dagli orrori della guerra. Nella sequenza della terra di nessuno, Blake osserva la scena circostante, dai cavalli e dai soldati morti ai corvi e ai ratti che banchettano. Schofield, invece, scruta l’orizzonte, concentrandosi sulla sua missione. Wilson-Cairns ha spiegato che questa scelta è stata fatta per mostrare quanto Schofield sia diventato chiuso al mondo, in contrasto con la sua situazione alla fine di 1917, dove è più simile a Blake:

“Blake diventa parte di lui. Quindi, quando attraversa tutta la seconda metà del film, è più simile a Blake che mai. Corre dei rischi, scappa, fa tutto il possibile perché ha fatto una promessa al suo amico morente. E quindi volevamo che l’ultima scena del film rendesse davvero l’idea che lì è solo un po’ più simile a Blake. Anche se è ancora con le spalle contro l’albero… ora è un uomo cambiato”.

La vera storia di 1917 rivela una triste realtà sul finale di Schofield

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Dean-Charles Chapman e George MacKay in 1917. © 2019 Universal Pictures and Storyteller Distribution Co., LLC.

Un tragico fatto dietro le quinte di 1917 è legato alla cronologia della prima guerra mondiale. Il film è ambientato il 6 aprile 1917 e termina il giorno dopo con Schofield che si ritira sul campo. Sebbene la scena finale del film abbia alcuni temi e messaggi di speranza, la cronologia reale della guerra solleva un fatto straziante e realistico per Schofield. La prima guerra mondiale non finì fino al novembre 1918, oltre 18 mesi dopo la missione di Schofield. Questo mette in luce la straziante realtà che Schofield sarà inevitabilmente inviato in un’altra missione, potenzialmente più pericolosa della precedente.

Sebbene la missione completata nel finale di 1917 sia stata una vittoria personale per Schofield, la guerra intorno a lui infuria e le tragedie di un conflitto del genere sono lungi dall’essere finite. Ciò è simboleggiato dalla prima e dall’ultima inquadratura di 1917, che aggiungono un ulteriore livello di profondità al film. Come accennato, Schofield è tornato nella stessa posizione in cui si trovava all’inizio del film, in attesa di un fugace momento di pace prima di essere inevitabilmente chiamato per un altro incarico.

Il vero significato del finale di 1917

1917 è un film insolitamente teso e mozzafiato che alla fine ruota attorno a un unico obiettivo: fermare un attacco, in un solo giorno, che salverà 1.600 vite. C’è un momento di grande sollievo quando il colonnello Mackenzie ascolta gli ordini e alla fine ferma l’attacco prima che si verifichino vittime importanti. Ma prima che Schofield e Mackenzie si separino, il colonnello dice che, anche se l’imboscata sarà evitata, probabilmente riceverà l’ordine di attaccare di nuovo entro una settimana. Anche se questa missione può essere considerata un successo, è probabile che la pace sarà solo temporanea.

La storia di 1917 può essere stata una vittoria, ma la guerra è lungi dall’essere finita. Si stima che durante la guerra siano morti nove milioni di soldati e, sebbene salvare 1.600 vite non sia un’impresa da poco, è una goccia nel mare di una guerra senza senso.

Mendes e il direttore della fotografia Roger Deakins fanno un lavoro fantastico nel rendere tutto così urgente in questa missione – e lo era sicuramente, all’epoca – ma attraverso i commenti di Mackenzie, è chiaro quante altre persone sono state colpite da questo conflitto e come ognuna delle nove milioni di vite perse avesse una storia proprio come questa.

Diabolik – Ginko all’attacco!, la spiegazione del finale del film

Secondo capitolo della trilogia cinematografica dedicata al celebre personaggio dei fumetti creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani, Diabolik – Ginko all’attacco! (qui la recensione) prosegue il racconto iniziato con Diabolik (2021), espandendo l’universo narrativo e concentrandosi sul conflitto tra il ladro mascherato e l’ispettore Ginko. Diretto ancora una volta dai Manetti Bros., il film conferma l’approccio stilizzato e fedele all’estetica noir del fumetto, con ambientazioni retrò e una forte attenzione alla costruzione visiva. Rispetto al primo capitolo, questa seconda parte sceglie di addentrarsi maggiormente nella psicologia dei personaggi e nel rapporto ambiguo tra legge e crimine.

Il film si ispira direttamente al fumetto Ginko all’attacco! del 1964, quattordicesimo albo della serie originale, che rappresenta una delle prime volte in cui l’ispettore riesce a mettere realmente alle strette Diabolik. Questa scelta non è casuale: il soggetto offre un’occasione perfetta per portare sul grande schermo la tensione e l’intelligenza strategica dei due principali protagonisti maschili, approfondendo il gioco del gatto col topo che li ha sempre contraddistinti. Al contempo, anche Eva Kant, interpretata da Miriam Leone, mantiene un ruolo centrale e autonomo, diventando co-protagonista a tutti gli effetti della narrazione.

Uno degli elementi più discussi dell’uscita è stata la sostituzione del protagonista: al posto di Luca Marinelli, che aveva interpretato Diabolik nel primo film, troviamo Giacomo Gianniotti, noto al pubblico internazionale per la sua partecipazione a Grey’s Anatomy. La scelta, pur rischiosa, si rivela coerente con il tentativo di dare al personaggio una fisicità diversa e un approccio leggermente più spigoloso e freddo. Nel corso dell’articolo, andremo ad analizzare come si conclude questo secondo capitolo della saga e cosa rivela il suo finale sui rapporti tra i personaggi, sulle tematiche del tradimento e della lealtà e su ciò che ci aspetta nel terzo film della trilogia.

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Giacomo Gianniotti in Diabolik – Ginko all’attacco! © Antonello & Montesi

La trama di Diabolik – Ginko all’attacco!

Protagonista del film sono ancora una volta Diabolik e la sua amata complice Eva Kant, impegnati in una nuova avventura. I due sembrano avere un piano apparentemente perfetto per un colpo molto importante, ma non sanno che l’ispettore Ginko è pronto a tendergli una trappola e a mettere a dura prova il loro legame. Nel mentre, l’arrivo di Altea, duchessa di Vallenberg, eterna fidanzata dell’ispettore, nobildonna stravagante e anticonvenzionale, dal carattere forte e dal grande carisma, scombinerà ancor di più le carte in tavola.

La spiegazione del finale del film

Nelle ultime scene di Diabolik – Ginko all’attacco!, il conflitto tra il ladro e l’ispettore giunge a un punto di massima tensione. Dopo un elaborato piano che coinvolge furti, travestimenti e depistaggi, Diabolik riesce ancora una volta a sfuggire alla trappola di Ginko, ma non senza conseguenze. L’ispettore, più determinato che mai, si avvicina pericolosamente al suo nemico, arrivando quasi a catturarlo. Tuttavia, il colpo di scena finale avviene quando si scopre che l’agente Roller era in realtà Diabolik, sostituitosi a lui durante l’assalto alla centrale operativa. A questo punto il criminale si ricongiunge inoltre con Eva.

L’intera vicenda non era quindi che un piano orchestrato dai due per sfuggire a Ginko e successivamente recuperare il bottino. Avevano quindi solo finto di separarsi durante la fuga, con Eva che aveva anche finto di tradire Diabolik che, nei panni di Roller, l’aveva aiutata a scappare e liberarsi del bracciale radioattivo. Così facendo Diabolik aveva potuto prevenire la trappola di Ginko; nel frattempo Eva, nei panni di una truccatrice, rubava la collana del Grifone Nero ad Altea. I due vengono però sorpresi da Elena Vanel, che ferisce Diabolik sparandogli. Eva però la distrae e Diabolik, ripresosi, riesce a neutralizzarla. I due scappano poi indisturbati.

Diabolik - Ginko all'attacco!
Valerio Mastandrea nel ruolo di Ginko in Diabolik – Ginko all’attacco!

La scena si chiude con Diabolik e Eva che, pur feriti e provati, riescono a fuggire insieme, mentre Ginko osserva impotente, ma con uno sguardo che non esprime sconfitta, bensì ostinazione, sapendo che la sua battaglia con Diabolik non avrà mai fine. C’è però il rammarico per non aver pensato a proteggere adeguatamente Altea. La duchessa, ferita da quanto accaduto, saluta Ginko prima di tornare nel Beglait, lasciando però intendere che lo ha perdonato. Questo epilogo ha dunque una doppia funzione narrativa. Da un lato, rafforza il legame tra Diabolik ed Eva, che non è soltanto una complice ma una vera e propria partner in ogni senso, anche morale.

Le azioni conclusive di Diabolik rompono con la sua proverbiale freddezza e rivela una dimensione più umana del personaggio, già suggerita in alcune sequenze precedenti. Dall’altro, consolida la figura di Ginko come antagonista non tanto per rabbia o vendetta, quanto per una concezione personale e rigida della giustizia: è disposto a tutto, persino a violare i limiti imposti dalla legge, pur di fermare chi considera una minaccia all’ordine. Il finale si innesta così nei temi portanti della saga: la moralità ambigua, la lealtà tra criminali, l’inseguimento come dinamica eterna tra i due personaggi principali.

Ma soprattutto, getta le basi per Diabolik – Chi sei?, terzo e ultimo capitolo della trilogia. Il titolo del sequel, che pone direttamente una domanda identitaria, è già suggerito dalle ultime inquadrature di questo film, in cui emerge la sensazione che Ginko sia vicino a scoprire qualcosa di più profondo sul passato del ladro. L’apertura lasciata dal finale non è solo narrativa, ma anche esistenziale: chi è davvero Diabolik, oltre la maschera? Il secondo film introduce dubbi, affondi psicologici e accenni di passato che verranno poi esplorati nel terzo capitolo. La tensione accumulata tra i personaggi principali non si risolve, ma si trasforma in attesa: l’attesa di una verità che potrebbe cambiare tutto.

James Gunn anticipa i piani per un Superman 2

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James Gunn anticipa i piani per un Superman 2

Il primo film del nuovo DC Universe è un reboot dell’Uomo d’Acciaio, Superman. Il film ha riscosso un grande successo online, portando a previsioni ottimistiche sui risultati che potrebbe ottenere al botteghino. A un mese dall’uscita del film di James Gunn, questa fiducia sembra tradursi in una continuazione della storia incentrata su Clark Kent, (interpretato da David Corenswet) almeno in un certo senso, dato che Gunn ha condiviso un entusiasmante aggiornamento sul possibile sequel del film.

Parlando con Entertainment Weekly, Gunn ha anticipato che il suo prossimo film DCU sarà una sorta di sequel di Superman. Il regista aveva già rivelato che stava già facendo quella che lui chiama “pre-sceneggiatura” per il suo prossimo progetto all’interno del Capitolo Uno della DCU. Ora, Gunn conferma che si tratterà di un sequel del film. Tuttavia, a quanto pare non sarà un sequel diretto, poiché Gunn afferma che non sarà necessariamente solo Superman 2. “Quello a cui sto lavorando è in qualche modo… Voglio dire, sì, sì, sì, sì. Ma è un sequel diretto di Superman? Non necessariamente, direi”, sono le parole del regista.

Cosa significano i commenti di James Gunn su un Superman 2

I commenti di Gunn sono sicuramente interessanti. Sulla base della risposta positiva a ogni nuovo trailer e rivelazione del film di Superman, sembra che la DC abbia un successo tra le mani. Ecco perché l’ingresso di Gunn in un sequel di Superman per la DCU sarebbe una mossa logica, anche se potrebbe essere vista come prematura, dato che il film The Brave and the Bold e il film DCU di Wonder Woman recentemente annunciato sono ancora in fase di scrittura. Tuttavia, la formulazione della rivelazione di Gunn potrebbe spiegare perché sta accadendo ora nella timeline dei film DCU.

Sebbene Gunn abbia confermato che il suo prossimo film DCU è un sequel di Superman, potrebbe esserlo più in termini di trama o di inclusione del personaggio principale che di ruotare solo attorno all’Uomo d’Acciaio. In un’altra parte dell’intervista, Gunn ha anticipato che la Justice League fa parte dei suoi piani per il Capitolo Uno della DCU. Anticipando che il suo prossimo progetto non è solo un semplice sequel del film Superman, potrebbe significare che si tratta di un team-up che nasce dal film. Un film sulla Justice League con Superman in un ruolo di primo piano o un World’s Finest con Batman sarebbe perfetto.

1917: la storia vera dietro il film

1917: la storia vera dietro il film

Il film epico sulla Prima guerra mondiale candidato all’Oscar 1917 (qui la recensione) di Sam Mendes racconta una corsa disperata contro il tempo durante la Prima guerra mondiale e, sebbene i dettagli della missione nel film possano non essere del tutto reali, l’intera pellicola è radicata in esperienze reali della Prima guerra mondiale. Il film offre infatti un quadro breve ma realistico della vita in trincea, della terra di nessuno e dei combattimenti reali avvenuti durante la Grande Guerra, ed è chiaro che è stata prestata quanta più attenzione possibile all’accuratezza storica. Il film dimostra così efficacemente la monotonia della guerra di trincea, punteggiata da momenti di estrema violenza.

La missione intrapresa dal caporale Will Schofield, interpretato da George MacKay, e da Tom Blake, interpretato da Dean-Charles Chapman, al centro di 1917 sembra perfettamente realistica, ma in realtà non è avvenuta durante la prima guerra mondiale. Tuttavia, i personaggi coinvolti, le manovre militari al centro della trama e i luoghi raffigurati nel film sono tutti basati su eventi e soldati reali della prima guerra mondiale. Se anche sono stati effettuati cambiamenti rispetto ad alcuni dettagli storici, le storie e le battaglie che hanno ispirato il film non sono state meno strazianti e intense di quelle rappresentate sul grande schermo.

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Will Schofield e Tom Blake non sono persone reali, ma sono ispirati alle esperienze di soldati reali

Secondo TIME, il Blake di Chapman e lo Schofield di MacKay sono personaggi basati sui veri messaggeri della Prima guerra mondiale. Anche se inviare uomini attraverso la terra di nessuno non era cosa frequente a causa della sua bassa probabilità di successo (anche con un esercito nemico in ritirata), l’idea di inviare una coppia di messaggeri era una pratica reale nella Prima guerra mondiale. La minaccia di morte causata dal fuoco dell’artiglieria, dai gas velenosi, dalle mine terrestri e dai cecchini era così alta che venivano inviati due messaggeri in modo che, se uno fosse stato ucciso, l’altro potesse comunque portare a termine la missione.

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Dean-Charles Chapman e George MacKay in 1917. © 2019 Universal Pictures and Storyteller Distribution Co., LLC.

Quel livello di pericolo elevato significava che i messaggeri venivano utilizzati solo nelle circostanze più disperate. La missione al centro di 1917 rientra sicuramente in questa categoria e, come era molto comune che avvenisse per i veri messaggeri della Prima guerra mondiale, uno dei due giovani muore durante la consegna del messaggio. Schofield e Blake non saranno stati soldati reali, ma il viaggio che hanno intrapreso descrive comunque in modo accurato la vera esperienza collettiva dei messaggeri in prima linea durante la Prima guerra mondiale.

Il nonno di Sam Mendes ha ispirato la missione di 1917

Alfred Mendes, il nonno del regista Sam Mendes, era proprio uno di quei “corrieri”, e sono state le sue storie sulla sua esperienza nella Prima guerra mondiale a ispirare Sam Mendes nella realizzazione di 1917. Alfred era un soldato dell’esercito britannico di 19 anni che prestò servizio sul fronte occidentale, dove si svolgono gli eventi del film. Sebbene questo non sia ovviamente un racconto diretto della sua esperienza, frammenti delle storie che Alfred ha raccontato a suo nipote sono serviti da ispirazione per la missione al centro del film.

Alfred, come riportato dal regista, è infatti stato ferito e intossicato dal gas mentre attraversava la terra di nessuno con dei messaggi durante la guerra, ed è chiaro come quell’esperienza abbia influenzato ciò che accade a Blake e Schofield durante il loro viaggio. Secondo la rivista Smithsonian Magazine, l’autobiografia di Alfred Mendes contiene il suo resoconto di una missione simile in cui doveva rintracciare tre compagnie che avevano perso i contatti con la sua, in modo da poter attuare una strategia coerente. Ha partecipato alla vera battaglia di Passchendaele, che ha a sua volta contribuito a ispirare gli eventi di 1917.

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George MacKay in 1917. © 2019 Universal Pictures and Storyteller Distribution Co., LLC.

La spiegazione della vera Operazione Alberich

L’impulso per la missione al centro di 1917 è stata poi una manovra molto astuta dell’esercito tedesco: un ritiro pianificato che sembrava una ritirata, ma in realtà aveva lo scopo di attirare le forze britanniche all’inseguimento come una trappola. Questa strategia deriva da un’operazione tedesca reale avvenuta tra febbraio e marzo del 1917 chiamata Operazione Alberich. Tale operazione includeva un ritiro strategico simile a quello visto nel film, con l’obiettivo finale di accorciare il fronte.

L’esercito tedesco si ritirò in una posizione molto più fortificata, nota come Linea Hindenburg, che consentì loro di accorciare il fronte e concentrare le truppe. Durante la ritirata, devastarono l’area che si lasciavano alle spalle, disseminando mine terrestri e trappole esplosive. La scena del 1917 in cui Blake e Schofield sopravvivono a stento a una trappola esplosiva innescata da un ratto lasciata in una trincea tedesca abbandonata riflette questo elemento dell’Operazione Alberich. Nonostante la cattiva pubblicità che l’esercito tedesco si guadagnò distruggendo la campagna mentre si ritirava, l’operazione sconvolse gravemente i piani degli Alleati nella primavera del 1917.

L’operazione del 1917 si basava sul falso presupposto di una ritirata tedesca

La realtà dell’Operazione Alberich ha quindi chiaramente ispirato l’operazione tedesca in 1917, che prevedeva anch’essa una finta ritirata tedesca. Nel film, viene interpretata come un inganno volto ad attirare le forze britanniche all’inseguimento, in modo che le posizioni tedesche, ora fortemente fortificate, potessero colpire le truppe esposte. Il caporale Schofield riesce a malapena ad arrivare in tempo al fronte con il messaggio del generale Erinmore di annullare l’attacco, ma durante la vera operazione Alberich non c’era tutta questa urgenza. La vera operazione militare era incentrata sulla difesa, non sull’attacco.

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George MacKay in 1917. © 2019 Universal Pictures and Storyteller Distribution Co., LLC.

L’accuratezza  della “Terra di nessuno” rispetto alle vere battaglie della Prima guerra mondiale

Alexander Falbo-Wild, presidente della Western Front Association, ha scritto nella sua recensione del film che 1917 ha riproposto fedelmente molte delle “realtà importanti” della Prima guerra mondiale e menziona specificamente la “Terra di Nessuno” in quella valutazione. La devastazione causata sulla terra dal bombardamento incessante di entrambe le parti, riflette infatti la realtà affrontata da coloro che desideravano attraversare questo tratto di territorio. Chilometri di filo spinato e altri ostacoli, crateri di bombe e doline profonde decine di metri e un mare di fango insondabile sono tutti elementi accurati basati su resoconti storici.

In particolare, la battaglia di Passchendaele, che è stata la vera battaglia principale che ha contribuito a ispirare gli eventi di 1917, era nota per l’eccessivo fango che ricopriva la terra di nessuno e le trincee di entrambe le parti. Dopo che il fuoco dell’artiglieria distrusse praticamente tutta la vegetazione, la vasta distesa di terra arida si trasformò in fango dopo un diluvio di pioggia. Secondo History Crunch, in alcuni punti il fango era così profondo da intrappolare e annegare i soldati, e poteva persino soffocare i proiettili di artiglieria prima che avessero la possibilità di esplodere. A questo proposito, la “Terra di Nessuno” raffigurata in 1917 è quindi estremamente accurata.

Cosa accadde realmente nella Prima guerra mondiale il 6 aprile 1917

La data designata degli eventi descritti in 1917 è intenzionale. La corsa contro il tempo di Schofield in prima linea avvenne la mattina del 6 aprile 1917, una delle date più importanti dell’intera guerra. Dopo quasi tre anni di sforzi per mantenere la neutralità degli Stati Uniti, il 2 aprile il presidente Woodrow Wilson chiese una dichiarazione di guerra alla Germania in una sessione congiunta del Congresso. Quattro giorni dopo, il 6 aprile 1917, gli Stati Uniti entrarono ufficialmente in guerra, dopo che il Congresso e la Camera dei Rappresentanti votarono a stragrande maggioranza a favore. Questo evento permise di accelerare il raggiungimento del termine del conflitto.

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Wonder Woman: James Gunn conferma che un film è in fase di scrittura

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I DC Studios stanno ufficialmente sviluppando un nuovo film su Wonder Woman, presumibilmente come parte dell’universo DC. Attualmente, l’universo DC di James Gunn sta lavorando al Capitolo 1: “Gods and Monsters” con vari film e serie TV in lavorazione basati sugli amati personaggi DC. Tuttavia, un’eroina che molti si stanno chiedendo quando tornerà sullo schermo è Wonder Woman. Con l’arrivo di Superman di David Corenswet a luglio e il reboot di Batman, The Brave and The Bold, in fase di sviluppo, finalmente ci sono grandi novità per l’eroina di Themyscira.

In una nuova intervista con Entertainment Weekly, Gunn ha parlato dello status dell’eroina nel franchise DCU, così come della serie prequel, Paradise Lost, in fase di sviluppo dal 2023. Ora, sembra che un vero e proprio film su Wonder Woman stia finalmente prendendo forma. Gunn ha infatti confermato: “Stiamo lavorando su Wonder Woman. La sceneggiatura di Wonder Woman è in fase di scrittura”. Il co-CEO della DC Studios ha poi fornito un aggiornamento su Paradise Lost, affermando che i progressi sono “lenti, ma ci sono”.

Cosa significa la conferma di James Gunn del film su Wonder Woman

Per quanto sia entusiasmante che un film DCU su Wonder Woman sia nelle prime fasi di sviluppo, ci sono diversi fattori chiave da tenere in considerazione su ciò che questo significa per il franchise DCU. Da quanto Gunn ha condiviso in precedenza, un film non va avanti fino a quando la sceneggiatura non è stata finalizzata, quando hanno una visione creativa chiara di ciò che vogliono fare con il personaggio e la sua storia. Sebbene il progetto sia attualmente in fase di scrittura, al momento non c’è un regista assegnato al progetto, il che significa anche che il casting non avverrà a breve, dato che potrebbero volerci un paio d’anni prima che il film venga realizzato.

Dato che si tratta di uno degli eroi più popolari di tutti i tempi della DC, la DC Studios non affretterà la realizzazione di un film dedicato a lei, soprattutto dopo che molti progetti sui supereroi non sono stati sviluppati adeguatamente durante l’era dei film DCEU. Questo rende l’attesa per il ritorno di Diana sul grande schermo ancora più degna, poiché sarà più gratificante vedere un film forte realizzato appositamente per lei. Tuttavia, è comunque fantastico avere finalmente la conferma da parte di Gunn che un film su Wonder Woman fa parte dei piani della DCU.

Pacific Rim: la spiegazione del finale del film

Pacific Rim: la spiegazione del finale del film

Pacific Rim (qui la recensione) è il film del 2013 diretto da Guillermo del Toro, tratto da una sceneggiatura scritta da del Toro e Travis Beacham, con Charlie Hunnam, Idris Elba, Charlie Day, Ron Pearlman, Rinko Kikuchi e altri. In questo blockbuster dai grandi effetti speciali, i mostri noti come Kaiju hanno iniziato ad attraversare una fenditura nell’Oceano Pacifico attaccando la terra ferma. Questo ha spinto il mondo ad unirsi per creare il Programma Jaeger, costruendo robot giganti per combattere l’avanzata di questi mostri. Nonostante alcuni successi ottenuti con i Jaeger, il programma viene però chiuso a favore della costruzione di un muro di confine, ma un aumento degli attacchi dei Kaiju dimostra che il muro non funzionerà.

Richiamando il pilota di Jaeger in pensione Raleigh Becket (Hunnam), Stacker Pentecost (Elba) spera quindi di dare un’ultima possibilità al programma Jaeger. Gli attacchi dei Kaiju stanno diventando sempre più violenti, quindi Pentecost lancia un piano per sigillare definitivamente la fenditura e fermare i Kaiju per sempre. Alla fine del film, Raleigh Becket e Mako Mori (Kikuchi) impediscono l’apocalisse riuscendo a sigillare la breccia in modo che nessun altro Kaiju possa attraversarla, ma cosa volevano questi giganteschi mostri e come hanno fatto gli umani a capire come fermarli?

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Da dove vengono i Kaiju e cosa vogliono?

Inizialmente sembra che gli attacchi dei Kaiju siano casuali, ma il costante aumento della frequenza di essi come anche delle dimensioni dei Kaiju inizia a sembrare qualcosa di un po’ più sofisticato di semplici mostri che vengono a conquistare il mondo. Dopo che il dottor Gottlieb (Burn Gorman) e il dottor Geiszler (Charlie Day) si sono connessi con la mente di un Kaiju, scoprono che tutto fa parte di un massiccio piano di invasione orchestrato da esseri extradimensionali che va avanti da secoli. Geizler afferma che questi altri esseri sono “coloni” che consumano un mondo dopo l’altro. I dinosauri erano la loro “prova generale”, ma la Terra non era pronta, quindi hanno semplicemente aspettato che l’atmosfera cambiasse abbastanza da lanciare il loro attacco su larga scala.

Pacific Rim trama
Charlie Hunnam e Rinko Kikuchi in Pacific Rim. Foto di Kerry Hayes – © 2012 Warner Bros. Entertainment Inc. and Legendary Pictures Funding, LLC

Una volta che Raleigh porta lo Jaeger Gipsy Danger attraverso la breccia, si intravede brevemente la portata dell’attacco pianificato da questi esseri, con molti altri Kaiju in agguato. Secondo Geiszler, i Kaiju di categoria da I a IV erano “niente”, solo una prima ondata. Egli afferma che l’ondata successiva che avevano pianificato sarebbe stata quella degli “sterminatori”, progettati per “finire il lavoro” prima che i “nuovi inquilini prendessero possesso”. Nella breccia, queste creature sembrano più simili a insetti e solo un po’ più grandi degli esseri umani. Non è chiaro quanto siano pericolosi da soli, ma quando i Kaju fanno il loro sporco lavoro, loro sono poi più che capaci di distruggere il pianeta.

Perché un Jaeger richiede due piloti per “driftare”

A causa dell’enorme “carico neurale” richiesto, i Jaeger necessitano di due piloti, collegati neuralmente attraverso il “drift” per azionare l’emisfero destro e l’emisfero sinistro del cervello. Inoltre, solo alcuni piloti erano “drift compatibili” tra loro, a causa delle diverse esperienze, personalità e temperamenti, il che significa che un abbinamento di successo tra i piloti è essenziale per pilotare un Jaeger, cosa incredibilmente rara. Questo è il motivo per cui Raleigh e suo fratello Yancy hanno pilotato insieme Gipsy Danger e Herc e Chuck Hansen hanno pilotato insieme Striker Eureka, ed è ciò che rende così speciale il legame tra Raleigh e Mako Mori.

Stacker Pentecost e Raleigh Becket sono anche gli unici due ranger ad aver mai pilotato un Jaeger da soli. Mettere l’intero carico neurale su una sola persona è uno sforzo enorme, quindi, oltre al fatto che i Jaeger Mark I avevano una scarsa protezione dalle radiazioni, il fatto che Pentecost abbia trascorso tre ore pilotando da solo nella battaglia di Tokyo lo ha messo a rischio di morte se avesse pilotato di nuovo un Jaeger. La capacità di Stacker e Raleigh di pilotare da soli potrebbe anche spiegare perché sono in grado di entrare in sintonia con più di una persona, anche se Stacker dice anche che “non porta nulla nella sintonia”, il che gli permette di collegarsi con Chuck Hansen per pilotare Strike Eureka nella battaglia finale sopra la breccia.

Pacific Rim kaiju
Uno dei kaiju di Pacific Rim. Foto di Warner Bros. Picture – © 2011 Warner Bros. Entertainment Inc. and Legendary Pictures Funding, LLC

Perché Raleigh e Gipsy Danger hanno dovuto distruggere la breccia al posto di Stacker

Il piano originale per la battaglia finale prevedeva che Stacker Pentecost e Chuck Hansen pilotassero Strike Eureka fino alla breccia e sganciassero una bomba nucleare in essa, mentre Gipsy Danger forniva supporto, ma tutto è andato storto e la vittoria finale si è dovuta configurare in modo diverso. Innanzitutto, mentre inizialmente solo due Kaiju di categoria IV erano passati attraverso la breccia, dopo l’arrivo dei Jaeger, un terzo Kaiju, di categoria V, attraversa la breccia, rendendo la battaglia il primo evento triplo in assoluto e la prima apparizione in assoluto di un Kaiju di categoria V.

In secondo luogo, Strike Eureka subisce danni durante la battaglia che bloccano il sistema di lancio del carico, il che significa che il Jaeger non può comunque lanciare la bomba. In terzo luogo, quando Strike Eureka ha la meglio sul Kaiju di categoria IV, quest’ultimo chiama i rinforzi, bloccando Strike Eureka per il braccio, quindi Stacker decide di far esplodere il carico in modo che Raleigh e Mako autodistruggano invece il reattore nucleare di Gipsy Danger. In quarto luogo, dopo che il dottor Gottlieb e il dottor Geiszler si sono allontanati con il Kaiju, scoprono che la breccia bloccherà tutto ciò che non rileva come Kaiju, il che significa che Pentecost e Hansen non possono semplicemente far sganciare la bomba da Strike Eureka nella breccia come previsto.

Alla fine di Pacific Rim, dopo che Gipsy Danger riesce quindi ad entrare nella breccia camuffandosi cone una carcassa di Kaiju, il sovraccarico del reattore dello Jaeger richiede un’attivazione manuale, il che significa che Raleigh non può espellersi fino a quando non attiva lui stesso il sovraccarico. Prima di farlo, riesce a espellere Mako, ma deve aspettare fino all’ultimo secondo per la propria espulsione, quando è già a un livello critico di ossigeno. Fortunatamente, riesce a espellersi in tempo per uscire dalla breccia prima che Gipsy Danger esploda e sigilli il portale. Riesce così a tornare in superficie e riunirsi a Mako. I due vengono poi raggiunti dai soccorsi, mentre il portale sembra essersi chiuso definitivamente.

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“La Marvel ha preso una direzione diversa”: lo sceneggiatore di Moon Knight conferma che il cattivo originale della serie era Bushman

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Moon Knight ha debuttato su Disney+ nel 2022 e, sebbene la maggior parte dei fan sembrasse apprezzare la serie, a tratti è stata caotica quanto la psiche di Marc Spector. Le scene ambientate nel manicomio non avevano molto senso (forse era proprio questo il punto), e Arthur Harrow di Ethan Hawke era ben lungi dall’essere il miglior cattivo che abbiamo visto nell’MCU.

Il lavoro di Hawke è stato stellare, però, così come quello di Oscar Isaac. Moon Knight si è concluso con l’emergere di una terza personalità, Jake Lockley, ma il personaggio non è più stato visto da allora e al momento non si prevede che venga preso in considerazione in Avengers: Doomsday.

Se la variante di Kang Rama-Tut fosse ancora in gioco, probabilmente lo avrebbe fatto. Tuttavia, i piani cambiano, cosa che Jeremy Slater, sceneggiatore capo di Moon Knight, ha chiarito in una recente intervista con ComicBook.com. A quanto pare, il Moon Knight che ha scritto era molto diverso da quello che abbiamo visto tre anni fa.

“Alla fine, [Marvel] ha preso una direzione diversa e il regista ha messo insieme il suo team di sceneggiatori”, ha spiegato. “Sai quando ti ritrovi a giocare in un mondo così grande che… prendi in prestito i giocattoli di qualcun altro per un breve periodo di tempo e, alla fine, non ti appartengono. Lo sai già, quindi non è stata una sorpresa.”

“L’obiettivo era che se Marc Spector fosse stato l’Avatar di Khonshu, avremmo preso Bushman e lo avremmo trasformato nell’avatar di una divinità egizia diversa, lasciando che se la vedessero”, ha detto lo sceneggiatore a proposito dei piani abbandonati per uno dei nemici più popolari di Moon Knight.

Ha aggiunto: “Il problema che continuavamo a incontrare era che Black Panther era appena uscito e Michael B. Jordan era così dannatamente bravo nei panni di Killmonger in quel film, che proiettava un’ombra così grande… che tutto ciò che scrivevamo finiva per sembrare un po’ derivativo”.

Il personaggio di Bushman era stato accennato in Moon Knight, quindi la porta è aperta alla possibilità che i Marvel Studios rivisitino il personaggio in futuro. Tuttavia, se e quando ciò accadrà, Slater non ha alcuna intenzione di essere coinvolto.

“Se ci sarà un altro Moon Knight, la palla sarà nel campo di Kevin Feige e Oscar Isaac”, ha osservato lo sceneggiatore. “Una volta che Kevin avrà capito il modo migliore per usare quel personaggio, qual è la storia giusta e chi sono i narratori giusti per darle vita, sarei scioccato se non lo rivedessimo a un certo punto”. Ha poi aggiunto che, per ora, è più concentrato sulla regia e non ha intenzione di tornare nell’MCU.

Sebbene molti saranno delusi dall’assenza di Bushman, sembra che Slater non sia riuscito a trovare un nuovo approccio al villain. Questo è probabilmente uno dei motivi per cui è stato reclutato un nuovo team di sceneggiatori, una mossa arrivata in un momento in cui i Marvel Studios stavano ancora cercando di adottare un approccio cinematografico per lo sviluppo della serie.

Tutti glòi episodi di Moon Knight sono disponibili in streaming su Disney+.

Clayface: aggiornamenti sui piani per le riprese

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Clayface: aggiornamenti sui piani per le riprese

Ci sono novità sul periodo di riprese di Clayface. Daniel Richtman ha appreso che Clayface, un’aggiunta inaspettata al programma del DCU, dovrebbe iniziare le riprese a settembre. Questo dopo che gli scambi hanno confermato le voci su Jack O’Connell, Tom Blythe, George MacKay e Leo Woodall in lizza per interpretare il cattivo di Batman.

“Non so cosa stiano facendo con Clayface. Non lo dirigerò io, e quel regista dovrà farlo suo”, ha recentemente dichiarato lo sceneggiatore Mike Flanagan. “So che stanno lavorando alla sceneggiatura. Ora sono impegnato in altre cose, spero davvero che rimanga fedele allo spirito di ciò che volevo che fosse. Ma non è il mio film, quindi sarò tra il pubblico con voi, ansioso di vedere come verrà.”

Dopo che James Gunn si è dilungato sulla visione dei registi che vengono prima di tutto, è un po’ strano sentire che Flanagan si terrà così alla larga da quello che è stato descritto come un progetto appassionante. In ogni caso, scopriremo come si evolverà la situazione quando il film uscirà l’anno prossimo.

Sgt. Rock riceve un aggiornamento promettente dopo la pausa della produzione

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Abbiamo importanti aggiornamenti sui piani di DC Studios per Sgt. Rock, e il film potrebbe non essere così morto come alcuni vorrebbero farci credere. Il mese scorso è emersa la notizia che DC Studios ha deciso di accantonare Sgt. Rock. Si è parlato di riprese del film nel 2026, ma il regista Luca Guadagnino è già passato a un altro progetto, Artificial.

La sua inesperienza nella regia di film ad alto budget è stata indicata come una delle possibili ragioni del rinvio di Sgt. Rock, così come le preoccupazioni per il meteo britannico (le riprese erano previste per l’estate, ma diversi ritardi hanno messo in dubbio la fattibilità). Il co-CEO di DC Studios, James Gunn, non ha ancora rotto il silenzio sull’apparente cancellazione di Sgt. Rock, e i piani per un’uscita per l’anno prossimo sono stati ovviamente accantonati.

L’indiscreto Daniel Richtman è intervenuto oggi, affermando di aver “confermato” che Sgt. Rock si farà ancora… “per ora“. A quanto pare, la produzione rimarrà in pausa fino al prossimo anno, quindi immaginiamo che DC Studios non prenderà decisioni affrettate al riguardo.

Molti fan hanno messo in dubbio la necessità di un film sulla Seconda Guerra Mondiale ambientato nel DCU, soprattutto perché non presenterebbe supereroi e non sembra necessariamente il miglior uso dell’epoca di questo franchise, quando così tanti altri personaggi devono essere introdotti e ambientati ai giorni nostri.

Abbiamo appreso di recente che Sgt. Rock avrebbe seguito la protagonista, Mademoiselle Marie, e la Easy Company mentre combattono i nazisti in una battaglia per recuperare la Lancia del Destino.

Mercy for None, la spiegazione del finale: alla fine Gi-jun muore?

Il kdrama Netflix Mercy for None (originariamente intitolato “Gwang-jang“) traccia un percorso ricco di azione verso vendetta e ritorsione, dove un singolo uomo minaccia di rovesciare due imperi. La serie ruota attorno a Nam Gi-jun, un uomo da tempo in pensione dal mondo criminale di Seul. Tuttavia, è costretto a lasciare il suo esilio quando suo fratello, Gi-seok del gruppo Juwoon, finisce brutalmente assassinato. Di conseguenza, il fratello sopravvissuto si lancia in una sanguinosa furia per rendere giustizia all’assassino del fratello. Inevitabilmente, questo rappresenta un grosso problema per il presidente Ju-woon e il presidente Bongsan, che rischiano di perdere il lavoro di una vita. Tuttavia, mentre Gi-jun viene accecato dalla sua sete di vendetta, si ritrova inconsapevolmente coinvolto in una cospirazione che cova nell’ombra da sempre. Questa storia di regolamenti di conti e segreti protetti rimane ricca di mistero, con un esercito di un solo uomo che ne consegna molti alla loro amara fine.

La trama di Mercy for None

Tutto inizia quando il giovane e maleducato figlio di Bongsan, Gu Jun-mo, insegue uno dei manager del gruppo con sicari assoldati dall’estero. La sua reputazione in azienda è già carente di rispetto. Pertanto, questa palese violazione delle tradizioni e delle regole non promette nulla di buono per lui. Dato che Bong-san non può gestire la situazione direttamente, stringe un accordo con Ju-woon per risolvere la questione al posto suo. A sua volta, l’altro boss criminale assegna la responsabilità al suo fidato successore in formazione, Gi-seok. Nello scontro che segue, Jun-mo si ritrova umiliato e ansioso di vendicarsi dell’erede dell’altra azienda. Poco dopo, il cadavere di Gi-seok viene trovato nel garage della sua galleria d’arte, con un giovane delinquente arrestato per l’omicidio. Tuttavia, il famigerato fratello di Gi-seok, Gi-jun, è riluttante ad accettare la stessa storia.

Gi-jun era una delle armi più temute nell’arsenale di Ju-woon e Bong-san quando lavoravano fianco a fianco sotto la guida del Presidente Oh. Pur avendoli aiutati a organizzare un colpo di stato contro l’altro, nel farlo ha infranto una delle regole cardine dell’azienda. Sebbene la punizione per il suo crimine avrebbe dovuto essere la morte, gli hanno concesso il semplice esilio per tutto ciò che aveva fatto per loro. Ciononostante, uno dei suoi tendini d’Achille è stato tagliato per renderlo inabile come combattente. Ciononostante, sembra che, nonostante la sua postura claudicante, Gi-jun continui a essere un combattente incredibile. Di conseguenza, è in grado di scoprire parte della verità, rintracciando Jun-mo come il benefattore dietro l’attacco che si ritiene abbia ucciso Gi-seok. Inizialmente, si aspetta che Ju-woon e Bong-san rispettino le regole fondamentali della loro azienda e consegnino il giovane alla giusta punizione: una vita per una vita.

Ciò nonostante, Bong-san desidera disperatamente proteggere suo figlio, e il senso di giustizia di Ju-woon è facilmente corruttibile. Ciononostante, Gi-jun non si lascia fermare da questo e decide di intraprendere una crociata personale con Jun-mo come bersaglio. Al contrario, quest’ultimo, privo di esperienza e conoscenza della storia del suo avversario, rimane arrogante. Eppure, per quanti uomini assuma per affrontare Gi-jun, li elimina tutti quanti. Nel frattempo, Bong-san, che rimane scettico sull’idea che un gruppo di delinquenti possa uccidere Gi-seok, indaga più a fondo sulla questione. Di conseguenza, il Presidente scopre che, sebbene gli uomini assoldati da Jun-mo abbiano effettivamente attaccato Gi-seok, qualcun altro ha consegnato l’uomo al suo destino.

Tuttavia, la sua indagine dà i suoi frutti troppo tardi: suo figlio muore per mano del fratello vendicativo. In seguito, Bong-san segue il denaro e scopre un collegamento tra il Gruppo Juwoon e il detective che ha insabbiato la vera causa dell’omicidio di Gi-seok. Questo scatena una guerra aperta tra i due gruppi, in cui il secondo prevale. Tuttavia, non sa che qualcun altro ha mosso i fili da dietro le quinte per tutto il tempo. A quanto pare, la morte dei successori del Gruppo e la guerra totale tra Bongsan e Juwoon sono stati tutti parte di un piano più ampio e complesso. Alla fine, la morte di Gi-jun rimane l’ultimo, impossibile passo da compiere.

Finale di Mercy for None: Gi-jun è morto?

Nel corso della storia, Gi-jun affronta una fine quasi certa in numerose occasioni. Si scontra ripetutamente con un’armata di abili assassini e a un certo punto viene persino creduto morto. Ciononostante, sembra che nessuna forza sia abbastanza potente da uccidere quell’uomo, almeno non prima che abbia portato a termine ciò che si era prefissato di realizzare. Con l’aiuto di Ju-woon, identifica le menti dietro l’intero complotto, iniziato con la morte di Gi-seok. Il signor Kim, un poliziotto corrotto che aiuta la malavita di Seul da decenni, e Geum-Son, il figlio di Ju-woon, diventato pubblico ministero dopo essere stato trascurato come successore nell’azienda del padre, hanno orchestrato tutto dietro le quinte per tutto questo tempo. Proprio come Gi-jun si è scagliato ferocemente contro Jun-mo, anche lui si scaglia contro questi due uomini. Alla fine, si ritrova nell’ufficio di Ju-woon, a fronteggiare Geum-son, armato di pistola. Ciononostante, anche se dovrebbe avere l’avviso

In questo scenario, è ancora lui a dover pagare il prezzo più basso. Pochi istanti prima di questo scontro, il procuratore era al settimo cielo. Aveva superato l’impero del padre e si era fuso con l’unico altro concorrente in città. Pertanto, era pronto a dare il benvenuto alla nuova era della criminalità a Seul, proprio come aveva desiderato fare per tutta la vita. Tuttavia, poco dopo, Gi-jun propone la sua mossa vincente. Alla fine, ottiene la sua vendetta con diversi colpi mortali, tra cui un proiettile schiacciante al petto. Alla fine, Gi-jun si trascina lontano dalle viscere e dal sangue della città e torna al suo campeggio, l’ultimo posto in cui lui e Gi-seok erano stati insieme prima di morire.

Tutta questa lotta per la vendetta non ha certo riportato in vita suo fratello. Eppure, i responsabili della morte di Gi-seok hanno pagato a caro prezzo l’affronto con la vita. Lungo la strada, Gi-jun ha anche inavvertitamente eliminato i peggiori traditori e cospiratori delle bande cittadine. Sebbene la violenza e l’ingiustizia prevarranno inevitabilmente, Gi-jun ha fatto la sua parte e ha cancellato i peccati di coloro che lo accompagnavano. Alla fine, siede nel suo accampamento, insanguinato e ferito, ripensando al ricordo di suo fratello e alla vita che avrebbero potuto avere se fossero fuggiti prima. Muore nello stesso punto, fortunatamente circondato dalla natura piuttosto che dai corridoi e dai vicoli bui dove perirono i suoi nemici.

Chi ha ucciso Gi-Seok? Perché?

L’omicidio di Gi-Seok è il mistero centrale che tiene insieme l’intera storia. Inizialmente, sembra che Jun-mo possa essere facilmente collegato alla sua morte. Aveva un conto in sospeso con l’uomo e lo ha persino assassinato la stessa notte in cui è morto. Pertanto, quando la polizia cattura lo stesso individuo che ha risposto all’ordine di assassinio dell’erede di Bongsan, è facile collegare i puntini. Tuttavia, la scena nasconde molto di più di quanto sembri. Come molti ipotizzano, Gi-seok è effettivamente troppo forte per essere eliminato da un gruppo di giovani criminali. Quando avviene l’attacco, riesce a respingere i suoi aggressori e ad andarsene sano e salvo.

Tuttavia, un altro sicario lo attende dall’altra parte della porta. A quanto pare, la morte di Gi-seok è sempre stata parte di una cospirazione più grande. Il signor Kim ha aiutato i gruppi Juwoon e Bongsan a mantenere i loro affari senza finire nei guai con la legge per molto tempo. Come poliziotto corrotto, è stato in grado di fornire loro informazioni riservate e di mantenere la pace tra i due gruppi in qualità di consulente neutrale. Inevitabilmente, col tempo, è diventato più avido. Allo stesso tempo, anche Geum-son, il figlio di Jwoon, è diventato nervoso all’idea di continuare a vivere ai margini. Suo padre si rifiutò categoricamente di permettergli di partecipare ai suoi affari illegali, nonostante il figlio avesse sempre desiderato essere come lui. Alla fine, questo creò una frattura tra i due, quando Geum-son divenne procuratore e iniziò a provare risentimento nei confronti del padre.

Così, Geum-son e il signor Kim iniziarono a collaborare per far cadere Juwoon e Bongsan e annunciare una nuova era per la malavita di Seul. Eppure, invece di intraprendere direttamente una guerra sconsiderata contro i due capibanda, escogitarono un piano manipolativo. Mossero le cose per creare una rivalità tra Gi-seok e Jun-mo. In seguito, fecero assassinare il primo e usarono il secondo come capro espiatorio. Questo di fatto spinse Gi-jun fuori dai guai per scatenare una furia omicida alimentata dalla vendetta, che eliminò i giocatori chiave del gioco. Di conseguenza, Geum-son riuscì a rilevare l’azienda del padre e a fonderla con il Gruppo Bongsan, rimasto senza leader, per assumere il pieno controllo della città. Ciononostante, i due si trovano ad affrontare la loro trappola quando finalmente Gi-jun deve essere rimosso.

Gi-jun uccide l’assassino di suo fratello?

Il desiderio di vendetta di Gi-jun lo porta a intraprendere un lungo viaggio intriso del sangue dei suoi nemici. Alla fine, lo conduce al signor Kim, a Geum-son e a Shimane, il sicario che ha commesso l’omicidio. Non gli ci vuole molto per eliminare il sicario e il poliziotto, che ricevono entrambi la giusta punizione dalle sue mani. Infine, il procuratore è l’ultimo rimasto. Con l’aiuto di Hae-Beom, fedele subordinata di Gi-seok, fa trapelare le registrazioni delle telefonate tra Geum-son e il signor Kim, recuperate dall’ufficio segreto di quest’ultimo. Queste registrazioni incriminano direttamente il procuratore per cospirazione e favoreggiamento degli omicidi di vari individui.

Di conseguenza, quando Gi-jun si scontra con Geum-son, quest’ultimo ha già perso tutto ciò che gli è caro nella vita. Suo padre è morto a causa dell’operato del suo complice golpista. Inoltre, la sua reputazione è stata per sempre macchiata sia come pubblico ministero che come boss del crimine. Peggio ancora, nonostante abbia ricevuto una pallottola al petto, il suo avversario gli sta ancora di fronte vivo, bruciando dal desiderio di vendetta. Alla fine, Geum-son tenta di togliersi la vita per darsi una morte rapida e facile. Ciononostante, Gi-jun non può permetterlo. Così, usa la sua stessa lama per tagliare il polso del pubblico ministero e il collo, lasciandolo soffocare fino alla morte, tutto solo nell’ufficio del padre defunto.

Perché Gi-jun ha rifiutato la carica di Presidente?

Il nocciolo della questione che spinge Geum-son a complottare la morte del padre deriva dalla riluttanza di Ju-woon a formarlo come suo successore. Per tutta la vita, il figlio aveva solo desiderato seguire le orme del padre. Ciononostante, il boss criminale conosceva la natura impegnativa del suo lavoro. Non voleva che Geum-son portasse i suoi stessi pesi. Piuttosto, voleva che il giovane avesse una vita propria al di fuori del mondo del crimine. Eppure, tutto ciò non fa che creare una distanza incolmabile tra il duo padre-figlio, mentre quest’ultimo cresce nel suo disprezzo per Ju-woon.

Geum-son desidera disperatamente esercitare lo stesso potere e ottenere lo stesso rispetto di suo padre. Ha in programma di rivoluzionare il ventre criminale di Seul e vuole farlo come capo dell’azienda di Ju-woon. Per lo stesso motivo, decide di prendere il titolo con la forza, visto che suo padre si rifiuta di concederglielo volontariamente. In alternativa, questo è anche il motivo per cui nutre rancore nei confronti dei fratelli Nam. Gi-seok era il successore scelto da Ju-woon, ma era ancora riluttante a ricevere il titolo con orgoglio. Anzi, stava pensando di lasciare completamente l’azienda. Allo stesso modo, anche Gi-jun ha rifiutato l’offerta più volte. A differenza di Geum-son, i fratelli conoscevano il vero costo che comportava la carica di presidente. Conoscevano il sangue, il sudore e le lacrime che si celano dietro la guida di un cartello. Pertanto, erano riluttanti a fare questi sacrifici, preferendo piuttosto la vita di un anonimo campeggiatore. Ciononostante, alla fine, nonostante i loro sforzi per evitare un destino crudele, il loro legame con la malavita li porta inevitabilmente a una fine brutale, indipendentemente dalla loro accettazione della carica di presidente. Chi ha davvero ucciso il figlio del presidente Oh?

Uno degli aspetti sospetti dell’omicidio di Gi-seok è la sua somiglianza con un altro omicidio che ha sconvolto la malavita cittadina 11 anni fa. Quando il presidente Oh era a capo della singolare gang che governava Seul, Ju-woon e Bong-san organizzarono un colpo di stato contro di lui. Tuttavia, questa presa di potere derivò da una morte specifica. Oh era incredibilmente affezionato ai suoi due braccio destro, che lo aiutavano a tenere sotto controllo i suoi affari. Pertanto, stava pensando di cedere loro l’azienda una volta in pensione. Naturalmente, la cosa non andò giù a suo figlio, Oh Seung-won.

Di conseguenza, si sparse la voce che stesse progettando di uccidere Ju-woon e Bong-san. Contemporaneamente, Kim, che cercava di ampliare i suoi orizzonti finanziari, fornì delle informazioni errate a Gi-seok. Il poliziotto disse a Gi-seok che anche Seung-won avrebbe preso di mira Gi-jun. Così, il primo finì per uccidere il figlio del Presidente per salvare la vita del fratello. Alla fine, Gi-jun si assunse la responsabilità dell’incidente, non volendo che il fratello pagasse il prezzo brutale del crimine. Di conseguenza, il signor Kim usa i due fratelli per controllare le bande a proprio vantaggio.

Ironheart: il nuovo trailer italiano

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Ironheart: il nuovo trailer italiano

Disney+ ha diffuso un nuovo trailer e un’immagine inedita di Ironheart, la serie Marvel Television che in Italia debutterà il 25 giugno in esclusiva sulla piattaforma streaming.

Ho trovato interessante notare quanto la storia di Riri e il suo ingresso nel Marvel Cinematic Universe fossero diversi rispetto ad altri personaggi” ha dichiarato Dominique Thorne, che veste i panni della giovane e geniale inventrice, Riri Williams. “Dopo aver dato vita a Riri nel mondo del Wakanda, abbiamo avuto la splendida occasione di portare avanti la sua storia con un approfondimento del personaggio, esplorando le sue origini. Non si tratta necessariamente di tornare indietro nel tempo, ma piuttosto di ripercorrere e di vedere che effetto hanno avuto su di lei quei primi momenti cruciali della sua vita, scoprendo come l’abbiano plasmata e che tipo di persona stia cercando di diventare”.

Ambientata dopo gli eventi di Black Panther: Wakanda Forever, la serie Ironheart di Marvel Television mette a confronto la tecnologia con la magia quando Riri Williams (Dominique Thorne), una giovane e geniale inventrice determinata a lasciare il segno nel mondo, torna nella sua città natale, Chicago.

La sua innovativa interpretazione della costruzione di armature di ferro è brillante, ma nel perseguire le sue ambizioni, si ritrova coinvolta con il misterioso ma affascinante Parker Robbins, alias “The Hood” (Anthony Ramos).

La serie vede la partecipazione anche di Lyric Ross, Alden Ehrenreich, Regan Aliyah, Manny Montana, Matthew Elam e Anji White. Chinaka Hodge è la sceneggiatrice e produttrice esecutiva; gli episodi sono diretti da Sam Bailey e Angela Barnes.

I primi tre episodi di Ironheart debutteranno su Disney+ il 24 giugno 2025.

Zerocalcare e Netflix di nuovo insieme per una terza serie

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Zerocalcare e Netflix di nuovo insieme per una terza serie

Da oggi è ufficiale, la collaborazione tra Netflix e Zerocalcare continua con un nuovo progetto, in arrivo nel 2026.

A confermarlo sono proprio loro, Zerocalcare, autore e regista e Valerio Mastandrea, che tornerà a prestare la voce all’Armadillo, l’immancabile coscienza di Zero.

Dopo Strappare lungo i bordi e Questo mondo non mi renderà cattivo, un nuovo viaggio animato nel mondo del fumettista di Rebibbia.

  • Prodotta da: Movimenti Production, parte di Banijay Kids & Family, in collaborazione con BAO Publishing
  • Scritta da: Zerocalcare
  • Diretta da: Zerocalcare
Foto Credits Netflix