Siamo stati in Russia e poi
in
Cina, e adesso la Fase 4 del Marvel Universe sul grande schermo
ci porta attraverso i secoli all’alba del mondo, fino ai giorni
nostri, con Eternals,
il ventiseiesimo film dei Marvel Studios, diretto
dal premio Oscar Chloe Zhao e che si avvale di un
cast multietnico, inclusivo e molto numeroso.
Le conseguenze di
Anvergers: Endgame hanno portato scompiglio sul
pianeta Terra, dove i Devianti, creature mostruose e feroci, si
sono risvegliati per perpetrare il loro scopo principale, uccidere
gli esseri umani. Di fronte a questa minaccia, gli
Eterni, esseri divini che da secoli vivono sulla Terra, si
riuniscono, per tentare di arginare la minaccia. Lo scopo della
presenza di queste divinità sul Pianeta Azzurro è proprio questo:
creati dal Celestiale Arishem, gli Eterni sono
stati mandati a difendere gli umani dai Devianti.
Dopo averli sconfitti,
secoli fa, sono rimasti a vivere sulla Terra, mimetizzandosi tra
gli uomini, pur mantenendo le loro caratteristiche divine, poteri,
eterna giovinezza e tutto il resto. Il ritorno dei Devianti li
riporterà insieme, anche se presto capiranno che la minaccia che
stano per affrontare è molto più grande, persino più grande di
Thanos stesso, e che solo loro possono salvare il
pianeta dalla distruzione.
Perfettamente inserito
nell’ottica di racconto a episodi, caratteristico dei film Marvel,
Eternals
è anche uno dei pochi titoli della Casa delle Idee che potrebbe
essere anche estrapolato dal contesto seriale. Questo perché si fa
forte di una componente cosmogonia che non solo ne detta il ritmo,
ma lo rende anche quasi del tutto indipendente dalla trama della
Infinity Saga.
Ci sono riferimenti a
Thanos, a Thor o agli altri Vendicatori, ma non sono determinanti,
e questo conferisce al film una indipendenza che fa bene, dopo
tutte quelle storie intrecciate, che alla fine non regalavano la
soddisfazione di aver assistito ad un film ma lasciavano soltanto
il desiderio di sapere “cosa succede dopo” (il che nell’ottica di
Kevin Feige è assolutamente voluto e
ricercato!).
La visione di Chloe Zhao
Chloe
Zhao riesce a imprimere la sua visione all’estetica del
film, e senza rivelare troppo in questa recensione di Eternals,
possiamo dire che la mano della regista si sente soprattutto nel
racconto attraverso i secoli, nella solennità e allo stesso tempo
vicinanza con cui vengono inquadrati i paesaggi, la natura, lo
scorrere del tempo tra le epoche e le imprese dei protagonisti.
A questa impronta
personalissima si associano gli effetti visivi che riescono a
creare suggestioni e immagini davvero affascinanti, soprattutto in
relazione ai personaggi di Thena, Gilgamesh e Phastos. Su tutto
però trionfa l’estetica Marvel riconoscibile e marchio di fabbrica
di Kevin Feige, unico vero Celestiale Onipotente di questo universo
in fieri.
I Marvel Studios sono
celebri per la loro capacità di scegliere gli attori giusti per i
ruoli giusti, anche contro le previsioni dei fan, e questa volta,
sotto la guida della direttrice di casting Sarah
Finn, sfoderano un nutrito ensemble di attori che
riescono, tutti insieme, a radunare il giusto carisma che serve per
portare a termine un film dalla durata così importante (2 ore e 37
minuti).
Il protagonisti di
Eternals
Se da una parte
Richard Madden/Ikaris e
Kit Harington/Dane Whitman (unico “umano” del gruppo,
ma con qualche sorpresa in serbo per gli spettatori) sono già
parecchio fissi nella loro monoespressività, vengono decisamente
battuti da
Angelina Jolie/Thena, che rimane impassibile
quasi in ogni singola situazione in cui si imbatte.
Kumail
Nanjiani/Kingo è l’affidatario della linea comica, che in
questo caso si amalgama molto bene e con grazia ai momenti più
drammatici a cui si assiste, mentre
Salma Hayek/Ajak sembra impacciata sia nei costumi sia
nel ruolo di saggia guida spirituale.
Pollice in su invece per
tutti gli altri interpreti: Lauren
Ridloff/Makkari, prima attrice sordomuta a essere scelta
nel cast di un film Marvel, alla quale vengono affidate le sequenze
di lotta corpo a corpo più spettacolari ed efficaci del film;
Brian Tyree Henry/Phastos, inventore dalla mente
geniale che è riuscito a costruirsi una famiglia, nel suo tempo
sulla Terra, accanto all’uomo che ama, adottando anche un bambino
(a cui sono dedicate le scene più esilaranti del film); l’indomita
e frizzante Lia McHugh/Sprite, che non può
crescere e soffre della sua condizione di eterna adolescente; il
granitico ma efficacissimo e potentissimo manipolatore di menti
Barry Keoghan/Druig; e infine
Gemma Chan/Sersi, non solo incredibilmente bella, ma
la prima ad aver creato un legame affettivo con i terrestri, una
guida a sua insaputa e proprio per questo potentissima e destinata
a grandi imprese.
Zhao dirige con grande
grazia l’ensemble, e il risultato è di perfetto equilibrio trai
momenti dedicati all’uno o all’altro personaggio, nonostante siano
tanti e nonostante ci siano, ovviamente, quelli che hanno una
rilevanza maggiore nelle vicende.
Una cosmogonia del MCU
Eternals
si pone l’obbiettivo di essere una cosmogonia per il Marvel
Cinematic Universe, lo fa con grazie e semplicità, sfruttando al
meglio la potente macchina produttiva a disposizione e proponendo
una galleria per personaggi varia, sicuramente interessante, ma che
funziona solo se inquadrata nell’insieme. È forse questa la più
grande forza e la più grande debolezza del film, che però si
specchia anche in quella che, a volerla cercare, è la morale della
storia: solo con l’amore si riesce, alla fine, a salvare il mondo.
Il che sembra effettivamente quello che succede con le famiglie,
anche quelle più turbolente, nelle quale si trova un punto
d’incontro soltanto grazie all’amore che lega tutti.
Il film è anche questo,
un ambizioso inno all’amore, alla Terra come custode della vita
umana, alla diversità, all’incisività, al genere cinematografico
che volenti o nolenti ha cambiato il profilo del mercato
cinematografico. E forse proprio perché diviso tra tutte queste
anime, Eternals
perde la sua identità.
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