Valmyn in
collaborazione con Wanted Cinema è lieta di presentare nei cinema a
partire dal 26 agosto
JODOROWSKY’S DUNE di Frank Pravich, l’affascinante
documentario che esplora la genesi di una delle più grandi epopee
del cinema mai esistita: l’adattamento del regista di culto
Alejandro Jodorowsky del romanzo di fantascienza Dune di
Frank Herbert, un film epico, la prima versione in assoluto su
grande schermo del romanzo che avrebbe segnato un punto di svolta
per il mondo cinematografico, ma che purtroppo non vide mai la luce
e restò incompiuto.
JODOROWSKY’S DUNE documenta
le peripezie e i retroscena di questo ambizioso progetto
cinematografico fantascientifico tramite il racconto e i ricordi
dello stesso Jodorowsky e l’animazione dei disegni preparatori
originali del film realizzati da un gruppo artistico d’élite tra
cui l’artista di fumetti francese Jean “Moebius” Giraud che ha
illustrato gli storyboard, lo sceneggiatore Dan O’Bannon (Dark
Star, Alien), l’artista HR Giger (Alien) e
l’illustratore tascabile di fantascienza Chris Foss.
Anche se il progetto non vedrà mai
la piena realizzazione, il film resterà un vivido sogno
nell’immaginazione dei suoi creatori e sarà di ispirazione per
molti altri registi, ultimo in ordine di arrivo il regista candese
Denis Villeneuve con la sua versione dell’omonimo film che verrà
presentata fuori concorso alla 78a Mostra del Cinema di
Venezia.
JODOROWSKY’S DUNE celebra il
trionfo dell’arte e dell’immaginazione e dei sogni creativi di
Jodorowsky. JODOROWSKY’S DUNE di Frank Pravich
arriverà nei cinema italiani dal 26 agosto distribuito da
Valmyn in collaborazione con Wanted Cinema e verrà
presentato in anteprima nazionale alle Notti Bianche del
Cinema del 2 e 3 luglioa Roma al Farnese Arthouse.
SINOSSI – Nel 1975, dopo il successo
di El Topo e La montagna sacra, Alejandro Jodorowsky
era il cineasta intellettuale più ricercato del mondo, aveva carta
bianca e quello che voleva era realizzare il film più importante
della storia del cinema, traendo spunto dai romanzi della saga di
Dune di Frank Herbert. Il suo Dune doveva essere un
film rivoluzionario in grado di cambiare la mentalità delle giovani
generazioni fornendo nuovi modelli di riferimento. Per fare questo
il regista aveva coinvolto un team incredibile che comprendeva i
designer H.R. Giger, Moebius e Chris Foss, oltre all’esperto di
effetti speciali Dan O’Bannon, le musiche dei Pink Floyd e attori
come David Carradine, Mick Jagger, Salvador Dalì e Orson
Welles.
Tre anni fa,
A Quiet Place arrivava silenzioso nei cinema di tutto il mondo
per issarsi poco dopo nell’olimpo dei migliori horror degli ultimi
anni. Un monster movie che si basava su una trovata a prima
impressione già vista, un Tremors in superficie,
più cattivo e senza risate, ma che si rivelò capace di costruire
una tensione narrativa di ferro, poggiata sulle spalle di attori in
grado di ampliarla grazie ad un’alchimia tra loro tangibile. A
fronte di un budget di 17 milioni di dollari, il film ne incassò
globalmente 340 e, a questo punto, un sequel era cosa più ovvia che
scontata ed ecco arrivare finalmente A Quiet Place 2.
Squadra che vince non si cambia e in
A Quiet Place 2 tutti tornano ai propri posti, a
conferma di quanto fosse personale per
John Krasinski proteggere la/le sua/sue creature e non
deludere le aspettative. Nonostante questo, il giusto snobismo nei
confronti dei sequel, la regola del “il primo è sempre più bello”,
poteva far presagire il peggio da questa seconda parte che invece
va proprio a finire lì, tra le eccezioni, tra quei pochi sequel
belli quanto, o addirittura migliori del primo film.
A Quiet Place 2, la
trama
A distanza di tre anni, di cui uno
in stato di fermo a causa della pandemia,
Krasinski riprendere le redini del suo, ormai,
cult esattamente da dove ci aveva lasciati. Dopo un breve ma
ferocissimo flashback, in A Quiet Place 2
ritroviamo i superstiti del primo film intenti a lasciarsi alle
spalle la tragedia appena compiutasi. Evelyn e prole al seguito,
ormai una squadra ammazzamostri apparentemente imbattibile, si
dirige verso un avamposto in cerca di cibo e riparo ma finisce per
cadere vittima delle trappole di Emmet, un vecchio amico di
famiglia che è riuscito a sopravvivere barricandosi dentro una ex
fonderia. Il posto sembra tranquillo, fin troppo. Ci pensa infatti
la giovane Regan a complicare le cose, convinta di aver
interpretato una canzone di Bobby Darin, captata da una frequenza
radiofonica, come un segnale per raggiungere un’isola felice libera
dai mostri, la ragazzina se ne va di soppiatto per verificare di
persona l’esistenza di questo posto, gettando nel panico la madre
che implora Emmet di mettersi sulle sue tracce.
Lasciato il ruolo del
co-protagonista, ma rimasto fisso in quelli del regista e dello
sceneggiatore, a Krasinski bastano pochi minuti
per gettare nel panico con una sequenza d’apertura da cardiopalma
dove assistiamo al nefasto “giorno 1”, ovvero quando le creature
sono piombate sulla terra e hanno iniziato a farne scempio. I
mostri li conosciamo, li abbiamo già visti ma nonostante questo
riescono ancora a terrorizzare, o meglio,
Krasinski si riconferma abile nel renderli ancora
terrificanti grazie a un montaggio sonoro che stringe la gola,
soprattutto quando la giovane Regan si ritrova per pochi istanti
senza apparecchio acustico.
Lasciato il ruolo del padre eroe,
affida alla moglie
Emily Blunt il compito di salvaguardare vita dei figli
(che in un paio di occasioni faranno il possibile per finire tra
gli artigli delle creature dell’altro mondo) e, apparentemente,
alla new entry
Cillian Murphy quello della controparte eroica
maschile. Apparentemente perché in realtà il personaggio di Emmett
si rivelerà fortunatamente disinteressato al ruolo dell’eroe, dando
credibilità ad un personaggio così semplice ma così umano. La vera
rivelazione del film, o meglio, la conferma, si dimostrano essere
Millicent Simmonds e, seppur in misura minore, Noah Jupe, i figli.
Sono loro che, ricalcando i ruoli dei genitori, si rendono i veri
protagonisti delle parti migliori del film. Due giovanissimi
diretti magnificamente sui cui volti il dolore, la disperazione, la
determinazione e la rabbia assumono connotati quanto mai verosimili
creando quell’empatia così necessaria nel cinema dell’orrore che
pochissimi film di genere riescono a dare.
Un film delicato e
claustrofobiche
A Quiet Place ci aveva introdotti in un mondo
spietato, dove davvero nessuno era al sicuro, nemmeno i sacrosanti
bambini. Questa seconda parte si riconferma tale, i protagonisti si
trascinano dietro il peso del lutto e del ricordo e il tutto è
scritto così bene e senza patetismi che ogni delicata emozione
trova il giusto spazio tra soffocanti sequenze claustrofobiche o
disperati fuggi fuggi di massa.
Un aspetto interessante che riguarda
la parte finale del film, è come
John Krasinski si sia già sbarazzato di due topos
tipici dei film post-apocalittici. Senza fare spoiler, ci sono
serie tv o saghe cinematografiche che hanno impiegato stagioni o
film interi per svolgere l’azione attorno a determinate situazioni.
Qui invece sono bastati pochi minuti, l’essenziale per non
incagliarsi in situazioni già viste, e questo fa pensare che
Krasinski abbia ben in mente in che direzione
portare la sua storia che, con un finale così, non può certo finire
qui.
Il celebre attore Pierce Brosnan (noto soprattutto per aver
interpretato James Bond sul grande schermo dal 1995 al 2002) farà
parte del cast dell’attesissimo Black
Adam nei panni di Kent Nelson, meglio conosciuto
come Doctor Fate.
Ora, l’attore ha parlato per la
prima volta del suo coinvolgimento nel cinecomic DC. Brosnan ha
parlato con suo figlio durante un’intervista realizzata per conto
di People e, senza entrare troppo nel dettaglio per evitare
spoiler, ha confermato di dover indossare una tuta per il mo-cap
per interpretare l’eroe mistico.
L’attore ha ironizzato sulla
questione dicendo: “Devo indossare la tuta per il mo-cap, che è
già di per sé una sfida di recitazione, ma fortunatamente sono
cresciuta a teatro, quindi so come indossare i collant.”
Quando si tratta di produzioni su
larga scala come può essere Black
Adam, motion capture, schermo verde e CGI sono parte
integrante del processo di realizzazione del film. Nel corso degli
anni, in particolare nei film di supereroi basati sui fumetti, sono
apparse ripetutamente tute per il mo-cap necessarie per dare dare
vita ai personaggi sul grande schermo.
Tutto quello che sappiamo su Black
Adam
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a
non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo.
Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le
cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio.
L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio
2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
Quando l’esercito imperiale
giapponese assediò un innocuo magazzino nella battaglia di Shanghai
del 1937, la schermaglia alla fine divenne il punto di rottura che
galvanizzò una nazione. La Cina perse quella battaglia ma vinse la
guerra, e la resistenza degli Ottocento eroi guadagnò lo status
leggendario che conserva ancora oggi. Il film 800
eroi è la rivisitazione di quel momento della storia
cinese contemporanea da parte del regista Guan
Hu.
Primo lungometraggio cinese girato
interamente in Imax, il film vanta un budget senza precedenti di 80
milioni di dollari. In aggiunta vi è un cast tentacolare e una
produzione degna di un kolossal hollywoodiano; il film è stato un
grandioso successo, diventando il film con maggiori incassi del
2020.
800 eroi: la trama
La storia si svolge poco dopo
l’inizio della seconda guerra sino-giapponese. Sotto assedio per
circa cinque giorni, un 524º reggimento dell’NRA, ampiamente in
inferiorità numerica, difese il magazzino di Sihang, situato in
posizione strategica, per fornire copertura alle forze in ritirata
e fungere da cuscinetto per le concessioni straniere di Shanghai
attraverso il fiume Suzhou. L’eterogeneo equipaggio di soldati
veterani, civili e cosiddetti disertori ammonta a poco più di 400,
invece degli 800 che lasciano credere a tutti. I numeri
diminuiscono man mano che l’assedio prosegue e i soldati vengono
falciati dai giapponesi.
Il 25 ottobre, Shanghai è caduta in
mano ai giapponesi dopo quasi tre mesi di strenua resistenza. Il
generale Chiang Kai Shek ha ordinato ad alcune
truppe di rimanere indietro come retroguardia e di dimostrare che i
cinesi non si arrenderanno nella speranza di ottenere simpatia alla
prossima conferenza delle nove potenze a Bruxelles. Così il 542°
Reggimento dell’88a Divisione d’élite dell’Esercito di Resistenza
Cinese (NRA) fu inviato a sorvegliare il forte nel Sihang Warehouse
(noto anche come China Mint Warehouse), un edificio di sei piani di
proprietà delle quattro principali banche di Shanghai. Raggiunti da
corpi di sicurezza meno addestrati di Hubei, Hunan e Zhejiang,
questi 411 uomini si scontrarono con la Terza Divisione giapponese,
il più alto livello dell’esercito imperiale. Sebbene il loro scopo
fosse puramente simbolico, ci si aspettava che gli uomini morissero
difendendo il magazzino. Hanno resistito invece per quattro
giorni.
A loro vantaggio, il magazzino era
situato nell’area di Zhabei, di fronte alla concessione britannica
(nota anche come International Settlement), divisa dal Suzhou Creek
ma unita dal New Lese Bridge. Nonostante le loro disposizioni
superiori, i giapponesi hanno dovuto astenersi dal bombardare o
dispiegare l’artiglieria pesante nel caso in cui avesse sparato
male nella zona neutra, causando così ricadute diplomatiche.
L’incidente ha fatto notizia in tutto il mondo, sollevando il
morale nazionale e raccogliendo il sostegno straniero.
I protagonisti del film sono il
tredicenne Xiao Hubei (il nuovo arrivato
Zhang Junyi) e suo fratello Duan
Wu (Ou Hao, The Captain); il codardo
Lao Tie (il fratello di Jiang
Wen, Jiang Wu) e il suo pseudo-amico
Yang Guai (Wang Qiangyuan,
Shadow); e i comandanti Xie Jinyuan
(attore televisivo Du Chun) e Lao
Hulu (Huang Zhizhong, Our Time
Will Come). Il resto degli uomini (ci sono una mezza
dozzina di donne, nessuna con dialoghi sostanziali) sono schizzi
funzionali pensati per i momenti chiave della battaglia.
800 eroi: una produzione da
kolossal straordinaria
800 eroi rivaleggia
con Dunkerque e 1917 per il raccapricciante impianto intriso
di fango e sangue che ci si aspetta da un’epopea di guerra, in
parte realizzata con l’assistenza di pezzi grossi internazionali.
Gli effetti visivi sono stati curati da Tim
Crosbie (X-Men: Apocalypse) e
Jason Troughton (A Bigger
Splash), e il veterano coordinatore dell’azione
Glenn Boswell (Lo Hobbit) è
intervenuto coreografando la battaglia. Il britannico
Rupert Gregson-Williams (Wonder
Woman) ha scritto il tema per completare la colonna sonora
di Andrew Kawczynski (un collaboratore
dell’imminente Top Gun: Maverick).
Dalla sua uscita in Cina
continentale il 21 agosto, la mega-produzione da $ 80 milioni del
grande studio Huayi Brothers ha conquistato $ 165 milioni al
botteghino, rendendolo un campione di incassi mondiale nell’era
della pandemia. Sarà considerato una svolta non solo come il primo
film asiatico girato interamente con telecamere Imax, ma anche per
la sua audacia nel gestire un capitolo storico sensibile a entrambi
i lati dello Stretto in una luce relativamente neutra e
coinvolgente. Promosso per aprire lo Shanghai Film
Festival nel giugno 2019, il film è stato ritirato per
“motivi tecnici” ed è riemerso 14 mesi dopo con una durata di 13
minuti in meno.
Il direttore della fotografia
Cao Yu (che ha esperienza di riprese di un altro
film di guerra della seconda guerra mondiale, “City of Love
and Death“) evita deliberatamente le trame granulose
comuni nel genere per una qualità dell’immagine raffinata e vivida,
con quasi tanti primi piani quanto ampi scatti. Lo scenografo
Lin Mu ha lavorato con set modellati 1:1 per
ricreare lo splendore dell’architettura di concessione europea, in
contrasto con il magazzino grigio ma robusto.
800 eroi: una tela d’epoca straordinariamente strutturata
Il film bilancia abilmente il
combattimento frenetico con chiarezza – i personaggi possono
sembrare anonimi, ma sappiamo sempre cosa sta succedendo – e il
direttore della fotografia Cao Yu lavora con
precisione le immagini di una Pechino desolata e devastata dalla
guerra. Le calme praterie e il grigio/seppia di macerie delle città
livellate sono superate solo dal contrasto tra il neon nella
concessione straniera e la sordina polverosa del magazzino che
crolla.
Paragonata dai media cinesi a
Dunkirk molto prima della sua uscita, la saga
condivide sentimenti simili di sopravvivenza, grinta e trionfo
nella sconfitta. La regia di Guan potrebbe essere meno radicale o
propulsiva di quella di Nolan, ma immerge anche il
pubblico nell’intimità e nella grandezza del brutale spettacolo di
guerra mentre si configura come una tela d’epoca straordinariamente
strutturata.
L’ottavo lungometraggio di Guan è
senza dubbio il suo più onnipresente. La visione centrale che
attraversa tutte le sue opere – della sopravvivenza, del destino e
degli elementi – è proiettata su un crogiolo umano panoramico. I
personaggi di 800 eroi sono costantemente
costretti a fare delle scelte e a forgiare i propri codici di
moralità: gli ufficiali devono decidere di obbedire agli ordini o
fare la cosa onorevole, i codardi sono combattuti tra il darsi alla
fuga o avvisare i compagni del pericolo, i civili devono scegliere
tra portare aiuti al magazzino o stare lontani dal fuoco
incrociato.
La sceneggiatura di Guan e Ge Rui
scandisce ogni giorno con un climax drammatico. Il primo giorno è
l’ora più bella del film, poiché i giapponesi lanciano il loro
primo assalto con efficiente ferocia. Coreografato e montato a
velocità vertiginosa, la carneficina che esplode dentro e fuori il
sito è incessante e propulsiva e cattura il disorientamento
stordito dei principianti in un modo sensoriale crudo.
Non mancano scene emotivamente
intense, come quando gli uomini stanno nudi in fila per fare il
loro ultimo bagno. Il film è anche intriso di alcuni degli elementi
estetici preferiti di Guan, come l’opera di Pechino, l’immaginario
animale e la cultura popolare come i burattini delle ombre, che
danno agli scenari cupi un aumento di colore e poesia.
Gli scatti dei soldati-protagonisti,
si alternano continuamente anche a quelli dell’altra sponda. Guan è
quasi didatticamente impegnato nel tracciare la conversione dei
residenti della concessione da spettatori indifferenti a
sostenitori acclamati. L’immagine di due mondi separati da un
fiume, uno intriso di sangue, l’altro lussureggiante nell’impunità
diplomatica è un simbolo tempestivo delle divisioni sociali.
Tutti sanno che i rapporti tra
Vin
Diesel e
Dwayne Johnson sono sempre stati piuttosto tesi
durante la lavorazione di Fast
and Furious 8, tant’è che The Rock avrebbe poi scelto
di recitare in uno spin-off tutto suo (Hobbs
and Shaw) e di non apparire più nei film della saga
principale.
In una recente intervista con
Men’s Health in occasione della promozione dell’attesissimo
Fast
and Furious 9, è stato proprio Diesel a parlare del
clima di tensione che si era creato sul set dell’ottavo capitolo
della saga, spiegando di aver avuto un determinato atteggiamento
per cercare di spingere il collega ad offrire la migliore
performance possibile. Diesel ha spiegato che è stata una vera sfida mantenere quella linea in
modo professionale, al fine di ottenere i risultati
sperati.
“È stato un personaggio
difficile a cui dare forma, quello di Hobbs. All’epoca il mio
approccio fu quello di usare le maniere forti per cercare di
portare la sua interpretazione esattamente dove doveva essere.Da produttore mi sentivo costretto a prendere Dwayne Johnson,
associato al wrestling, e farlo immergere in questo mondo senza
dare al pubblico l’impressione di conoscere già il suo
personaggio.”
Poi ha aggiunto: “Hobbs ti
colpisce come un muro di mattoni. Sono molto fiero del risultato
finale, ma è servito tanto lavoro. Siamo dovuti arrivare a
quell’obiettivo e a volte è stato necessario ricorrere alle maniere
forti. Non parlo in senso felliniano, ma farei di tutto per
ottenere le interpretazioni che voglio nelle cose che
produco.”
Il cast di Fast and Furious 9 e il
capitolo finale della saga
WandaVision si è conclusa con Wanda Maximoff
che ha abbracciato il suo nuovo ruolo di Scarlet Witch, anche se
l’ex Avenger non è rimasta nei dintorni di Westview abbastanza a
lungo da rispondere alle autorità per ciò che aveva fatto passare
alla città. Una scena post-crediti ha anticipato che, quasi
sicuramente, si metterà sulle tracce dei figli Billy e Tommy in
Doctor Strange in
the Multiverse of Madness, ma cos’altro ci sarà in
serbo per Wanda?
Durante una recente intervista
all’interno del podcast “Little Gold Men” di
Vanity Fair, Elizabeth Olsen ha condiviso i suoi
pensieri su quei momenti conclusivi di WandaVision e su
come quanto abbiamo visto influenzerà l’arco narrativo del
personaggio. “Alla fine della serie stanno arrivando tutti
questi camion e questi militari per valutare la situazione, ma
Wanda vola via. Ha bisogno di scappare o finirà nei guai, e lei non
vuole finirci nei guai. Se n’è andata con il suo dolore e la sua
vergogna. Ora è in pace ma non penso che resterà in quella casa sul
lago nascosta per il resto della sua vita…”
L’attrice ha continuato spiegando
meglio dove andrà Wanda e come il suo nuovo status di “criminale”
influenzerà il suo viaggio. “Ha appena fatto qualcosa che la
rende una criminale. Quindi, per come la vedo io, il prossimo passo
nella sua vita è questo nuovo senso di identità, di comprendere gli
atti che ha commesso e il suo grado di responsabilità.”
Resta da vedere se Scarlet Witch si
assumerà la responsabilità delle sue azioni in Doctor Strange in
the Multiverse of Madness, soprattutto perché potrebbe
finire per farsi strada attraverso il Multiverso nel tentativo di
riunirsi con i suoi gemelli dopo averli persi quando l’Hex intorno
a Westview è scomparso. Ad ogni modo, il tempo di Wanda come eroe
nel MCU sembra essere ormai giunto alla
fine…
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
Insieme agli iconici supereroi per
cui i fan amano fare il tifo, il MCU ha portato sul grande schermo anche alcuni
grandi cattivi, come Loki, John Walker, Killmonger e, naturalmente,
Thanos. Quando si tratta dei villain, la maggior parte
dell’attenzione è rivolta a tutti quei grandi nomi che minacciano
il mondo e, insieme, i Vendicatori. Tuttavia, ci sono stati alcuni
cattivi che, essenzialmente sono passati inosservati.
Screen Rant ha raccolto 10 cattivi di basso profilo che sono
stati trascurati:
1Odino
Odino è uno
degli esseri più potenti dell’universo e, a parte alcuni problemi
con i suoi figli, è sempre stato considerato un eroe. Ha governato
Asgard con gentilezza e compassione verso il suo popolo e ha
persino protetto Midgard dalla distruzione.
Tuttavia, in Thor: Ragnarok, Hela espone come Odino
sia diventato il sovrano dei Nove Regni, portando alla luce un lato
della sua personalità decisamente poco eroica: ha infatti usato
Hela per conquistare tutti, uccidendo innumerevoli persone nel
mezzo. Sebbene sia diventato un re migliore col tempo, ha imposto
il suo dominio sulle persone attraverso la paura e
l’intimidazione.
La serie Loki è attualmente disponibile su Disney+ con un nuovo episodio ogni
mercoledì. È difficile credere che sia passato più di un decennio
da quando il primo Thor,
il film in cui Tom Hiddleston ha debuttato nei panni del Dio
dell’Inganno, è uscito nelle sale.
Quel film ha chiaramente regalato
all’attore britannico la fama a livello internazionale e in una
recente intervista con GQ
è stato proprio Hiddleston ad ammettere che il ruolo dell’iconico
cattivo ha rappresentato un momento rivoluzionario nella sua
carriera.
“Sono stati quattro mesi di
audizioni, credo… nel 2009. È stato un grande salto per me. Facevo
film molto piccoli nel Regno Unito e lavoravo in teatro, e
all’improvviso mi sono ritrovato nel cast del prossimo film dei
Marvel Studios. È stato un momento
di rivoluzione. Mi sono sentito come se avessi vinto alla lotteria.
Il tutto aveva un’atmosfera molto speciale.”
“Avevo già lavorato con Kenneth
Branagh in passato: avevamo recitato in una serie televisiva della
BBC chiamata Wallander, e avevamo anche recitato insieme sul palco
a Londra in una commedia di Cechov, Ivanov. Era la prima volta,
però, che venivo diretto da lui, ma avevamo un grande feeling
attoriale e gli sarò sempre grato per aver in qualche modo
supportato il mio casting con lo studio.”
Tom Hiddleston sul legame tra Odino, Thor e Loki
Prima di ottenere il ruolo di Loki,
Tom Hiddleston aveva sostenuto un provino per
interpretare Thor. A tal proposito, ha detto: “Quando ho letto
la sceneggiatura la prima volta, mi sono subito reso conto che, in
realtà, quel film raccontava due storie. Ovvio, c’era Asgard,
questo universo a metà tra il mito e la leggenda, e sapevamo quale
doveva essere la portata del film. Ma la verità è che si trattava
anche di un dramma familiare, del legame tra un padre ed i suoi due
figli. Questo triangolo formato da Odino, Thor e Loki è stato molto
interessante da esplorare da un punto di vista
psicologico.”
Nelle ultime ore è arrivato online
il
nuovo trailer ufficiale di The Suicide
Squad, l’attesissimo nuovo film dedicato alla Task
Force X che arriverà nelle sale italiane il 5 agosto. In seguito
alla release delle nuove immagini ufficiali, il regista e
sceneggiatore James Gunn ha parlato su Twitter di quello che è già
diventato uno dei momenti più discussi del trailer.
A pochi secondo dall’inizio,
sentiamo Amanda Waller (Viola
Davis) rivelare che Bloodsport (Idris Elba)
è in realtà in prigione per aver sparato a Superman con un
proiettile di kryptonite. Anche se l’Uomo d’Acciaio è
sopravvissuto, è comunque finito in terapia intensiva, quindi
l’attacco ha avuto degli effetti collaterali abbastanza importanti.
Sebbene ci siano dei precedenti nei fumetti, l’idea che Superman
sia stato gravemente ferito non sembra essere stata accolta
particolarmente bene da alcuni fan. Non abbiamo idea del perché, ma
alcuni sembrano averlo preso come l’ennesimo affronto a Henry Cavill (che non dovrebbe comunque
riprendere il ruolo dell’iconico eroe nel DCEU).
Quando un fan ha chiesto a Gunn se
Superman si fosse ripreso dall’incontro, il regista e sceneggiatore
ha risposto (scherzando) che ora al supereroe manca la milza.
Inoltre, ha condiviso le tavole dei fumetti DC in cui viene proprio
mostrato che Bloodsport ha spedito Superman in terapia intensiva
(il fatto è avvenuto in “Superman Vol.2 #4″ di John Byrne,
anche se non sappiamo ancora come tutto questo verrà “giustificato”
da un punto di vista cinematografico).
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant,
King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di
tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Sono iniziate a Roma le riprese del
film Vote for Santa, progetto
internazionale prodotto da Santo Versace e
Gianluca Curti per Minerva
Pictures in collaborazione con Iervolino
Entertainment, che proseguirà le avventure dei film
di Natale precedentemente prodotti dalla società, mescolando sempre
live action e animazione.
Tra i protagonisti Lance
Henriksen e Natasha Henstridge nei panni di Santa Claus e
Jenna, insieme a Leonardo Cecchi (Alex &
Co). Si aggiungono al cast Natalie Shinnick, Nicolò
Bramante, Jay Paul Bullard e Michael
Fitzpatrick. La regia è di Francesco Cinquemani.
“Quando sua sorella Ella si
mette in testa di ammodernare la Fabbrica del Natale contro la
volontà di Babbo Natale stesso, Mike, che lavora come assistente
proprio del vecchio Santa Claus, dovrà decidere da che parte stare.
Ad aiutarlo nella scelta e dunque nella sua maturazione come
individuo arriveranno i personaggi animati del mondo di Arctic
Friends che condurranno la storia in una direzione
imprevista”.
La caratteristica del film è
il ritorno a quel genere filmico, divenuto cult negli anni ‘90,
creato dall’interazione del mondo animato, con quello degli essere
umani e la sperimentazione di un linguaggio di cinema per i bambini
che alterni una parte di live action, che in questo caso si ispira
alla pellicola natalizia Mamma ho perso l’aereo, a quella
di vera a propria animazione, dove i protagonisti della storia
diventano i personaggi animati della web series Arcitc
Friends e Puffins, prodotta
da Iervolino Entertainment e già distribuita in 90 paesi su Apple
Tv e Amazon Prime.
Gianluca Curti ha
commentato: “Siamo alla seconda produzione in collaborazione con
IE, e siamo sicuri che sarà un successo…”
Andrea Iervolino
ha commentato: “Il mercato dei film di Natale in America è una vera
e propria Industry. Ci sono società che producono fino a 30 film a
tema natalizio all’anno. Pertanto, per noi che seguiamo un business
model in linea con le realtà di produzione hollywoodiane, siamo
consapevoli che questo sia un genere da sfruttare sicuramente. Sono
felice di aver portato in questi progetti anche un elemento
innovativo, dato che il cinema indipendente hollywoodiano non ha
ancora sperimentato, per i film natalizi, questo connubio tra live
action e animazione che sono certo possa essere un genere molto
apprezzato dalle famiglie e non solo.”
Come apprendiamo grazie a
ComicBookMovie, durante un evento ufficiale il regista
Steven Caple Jr. (Creed
II) ha annunciato che il nuovo capitolo della saga di
Transformers si intitolerà Transformers: Rise of the Beasts e
introdurrà ufficialmente nel longevo franchise di successo i robot
appartenenti ai gruppi Maximals, Predacons e Terrorcon.
Caple ha anche rivelato che il film
sarà ambientato nel 1994, senza andare a sovrapporsi, quindi, ai
precedenti sei capitoli, e che l’azione si svolgerà principalmente
a New York City, in particolare a Brooklyn. Tuttavia, alcuni eventi
condurranno i robot ad agire in incognito a Machu Picchu, in
Perù.
Optimus Prime sarà l’eroe/robot
principale del film, e questa volta sfoggerà un design G1
totalmente inedito. Peter Cullen tornerà a
prestare la voce al personaggio. Rise of the Beasts sarà
una sorta di origin story di Optimus, dal momento che
esplorerà la sua prima vera avventura sulla Terra: grazie al film,
infatti, scopriremo come è riuscito a diventare il leggendario
leader che tutti conosciamo e amiamo.
Anche Bumblebee tornerà nel film,
con un nuovo design che sarà una variante Camaro del suo
tradizionale look. Rise of the Beasts sarà ambientato
diversi anni dopo gli eventi dello spin-off a lui dedicato, ma la
fine di quel film alimenterà direttamente l’inizio di questo nuovo
capitolo.
Ci saranno anche tutta una serie di
nuovi robot, tra cui Mirage, che si trasformerà in una Porsche 911,
Arcee, che si trasformerà in una Ducati 916, e Nightbird, che si
trasformerà invece in una Nissan GTR nera e viola. Scourge sarà il
cattivo principale del film, un enorme Decepticon nero e
arancione.
Per quanto riguarda le “bestie” del
titolo, invece, dovrebbero apparire nel film Airazor (un falco),
Rhinox (un rinoceronte) e Optimus Primal (un gorilla), che avranno
tutti un ruolo chiave da svolgere all’interno della storia, anche
se al momento non è stato rivelato di più.
Il nuovo Transformers al cinema nel 2022
Anthony Ramos
(Hamilton, In the Heights) e Dominique
Fishback (Project Power, Judas and the Black
Messiah) saranno i protagonisti umani del film. Ramos
interpreterà un ex militare di nome Noah, mentre Fishback
interpreterà Elena, una ricercatrice di musei. Il film uscirà nelle
sale americane il 24 giugno 2022. Le riprese sono ufficialmente
partite. In Italia il titolo ufficiale sarà Transformers: Il risveglio.
Lo scorso agosto abbiamo appreso che
l’attrice e regista Olivia Wilde era stata ingaggiata da Sony
Pictures per dirigere un nuovo misterioso film targato Marvel. Sul film in questione non
sono mai stati rivelati dettagli, ma da quando la notizia è stata
riportata, si è sempre parlato della possibilità che il personaggio
al centro del progetto fosse Spider-Woman.
Ora, grazie a
The Illuminerdi, arrivano alcuni aggiornamenti in merito.
Secondo la fonte, il film si focalizzerà su Jessica Drew,
l’originale incarnazione del supereroe, ossia il primo personaggio,
nei fumetti, ad indossare il mantello di Donna Ragno. Il film, che
sarà scritto dalla stessa Wilde insieme a Katie
Silberman (con cui aveva firmato anche il suo esordio
dietro la macchina da presa, La rivincita delle sfigate),
dovrebbe essere fedele alle origini di Jessica raccontate nei
fumetti (fatta eccezione, probabilmente, per il coinvolgimento
dell’Hydra).
Al momento non sappiamo se lo studio
abbia già incontrato potenziali aspiranti al ruolo, ma si dice che
sia alla ricerca di un’attrice tra i 25 e i 35 anni. Per ora,
quindi, ancora nessun aggiornamento importante, ma è comunque bello
sapere che il film non è caduto nel dimenticatoio, considerata la
quantità di progetti legati all’universo di Spider-Man che la Sony ha in cantiere in
questo momento.
I progetti di Olivia Wilde oltre
Spider-Woman
Il film su
Spider-Woman diretto da Olivia Wilde sarà prodotto da Amy Pascal,
mentre Rachel O’Connor figurerà come produttrice esecutiva. Prima
di dirigere il misterioso cinecomic, Wilde lavorerà ad un “film di
Natale” sempre in collaborazione con Silberman e Pascal, di cui
però non si conoscono ancora i dettagli.
Di recente l’attrice e regista
è stata impegnata con la produzione di Don’t Worry
Darling, thriller psicologico commissionato da New Line
Cinema che vedrà nel cast Florence
Pugh, Chris
Pine, Dakota
Johnsone Harry Styles.
In merito al futuro dello
Spider-Verse, ricordiamo che il prossimo cinecomic Sony ad arrivare
al cinema sarà Venom: La
furia di Carnage, previsto per settembre, seguito poi
da
Spider-Man: No Way Home, in arrivo a dicembre. A
gennaio 2022, invece, sarà finalmente il turno dell’attesissimo
Morbius.
Dallo sceneggiatore / regista
James Gunn, arriva l’avventura d’azione di
supereroi della Warner Bros. Pictures, The
Suicide Squad – Missione Suicida, con lo schieramento
dei delinquenti più degenerati della DC. Benvenuti all’inferno,
cioè a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità
degli Stati Uniti, dove sono rinchiusi i peggiori supercriminali,
che faranno di tutto per uscirne – anche unirsi alla super segreta
e oscura Task Force X. Il motto del giorno è ‘O la va o la spacca’:
si riuniscano una serie di truffatori, tra cui Bloodsport,
Peacemaker, Capitan Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, Re Squalo,
Blackguard, Javelin e la psicopatica più amata di tutti, Harley
Quinn. Quindi si armino pesantemente e si lascino cadere
(letteralmente) sulla remota isola di Corto Maltese, piena di
nemici. Avventurandosi in una giungla brulicante di avversari
militanti e forze di guerriglia, la Squadra sarà coinvolta in una
missione di ricerca e distruzione, sotto la guida sul territorio
del colonnello Rick Flag… e le direttive degli esperti tecnologici
del governo di Amanda Waller nelle orecchie, che seguono ogni loro
movimento. E come sempre, ad ogni mossa falsa rischiano la morte
(per mano dei loro avversari, di un compagno di squadra o della
stessa Waller). A voler scommetterci, la vincita è a loro sfavore –
contro ognuno di loro.
The
Suicide Squad – Missione Suicida è interpretato da
Margot Robbie (“Birds of Prey”, “Bombshell – La
Voce dello Scandalo”), Idris Elba (“Avengers:
Infinity War”), John Cena (l’imminente serie HBO
Max “Peacemaker”, “Bumblebee”), Joel Kinnaman
(“Suicide Squad”), Jai Courtney (il franchise
“Divergent”), Peter Capaldi (“World War Z”,
“Doctor Who” della BBC), David Dastmalchian
(l’imminente “Dune”, “Ant-Man and the Wasp”), Daniela
Melchior (“Parque Mayer”), Michael Rooker
(i film “Guardiani della Galassia”), Alice Braga
(“Elysium”), Pete Davidson (“Il Re di Staten
Island”, “Saturday Night Live”), Joaquín Cosio
(“Spider-Man: Un nuovo universo”, “Narcos: Messico”), Juan
Diego Botto (“The Europeans”), Storm Reid (“L’uomo
invisibile”, “Nelle pieghe del tempo”, “Euphoria”), Nathan Fillion
(“Guardiani della Galassia”, “The Rookie” in TV), Steve Agee
(“L’Angelo del male – Brightburn”, “Guardiani della Galassia Vol
2”), Sean Gunn (i film “Guardiani della Galassia”, e “Avengers”),
Mayling Ng (“Wonder Woman”), Flula Borg (“Ralph spacca Internet”),
Jennifer Holland (“L’Angelo del male – Brightburn”, l’imminente
serie HBO Max “Peacemaker”) e Tinashe Kajese (le
serie TV “Valor”, “The Inspectors”), con Sylvester
Stallone (i franchise di “Rocky”, “Rambo” e “I Mercenari –
The Expendables”) e Viola Davis (“Ma Rainey’s
Black Bottom”, “Suicide Squad”).
Gunn (i film “Guardiani della
Galassia”) ha diretto The
Suicide Squad – Missione Suicida da una sua
sceneggiatura, basata sui personaggi della DC. Il film è prodotto
da Charles Roven e Peter Safran, con Zack
Snyder, Deborah Snyder, Walter Hamada, Chantal Nong Vo, Nikolas
Korda e Richard Suckle come produttori esecutivi. La
squadra creativa di Gunn include il direttore della fotografia
Henry Braham (“Guardiani della Galassia Vol. 2”), la scenografa
Beth Mickle (“Captain Marvel”), i montatori Fred Raskin
(“Guardiani della Galassia Vol. 2”, “C’era una volta … a
Hollywood”) e Christian Wagner (i film “Fast & Furious”), e la
costumista nominata all’Oscar Judianna Makovsky (“Guardiani della
Galassia Vol. 2”, “Avengers: Endgame”, “Harry Potter e la pietra
filosofale”). Musiche di John Murphy (“Kick-Ass”). Warner Bros.
Pictures presenta una produzione Atlas Entertainment / Peter
Safran, un film di James Gunn, “The Suicide Squad – Missione
Suicida”. Il film sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner
Bros. Pictures.
Quella della commedia romantica di
carattere fantasy è un tipo di film particolarmente popolare nel
cinema statunitense. Titoli come Ghost Town e Se solo
fosse vero sono solo due tra i più recenti e apprezzati tra
questi. Un altro film particolarmente noto che gioca tra la
commedia e gli elementi fantastici è 30 anni in 1
secondo, scritto da Cathy Yuspa e
Josh Goldsmith e diretto da Gary
Winick, quest’ultimo autore di altre apprezzate commedie
come La tela di Carlotta e Bride Wars – La mia
migliore nemica. Questo uscito nel 2004, però, è stato il suo
primo film ad alto budget.
All’interno di questa, in
particolare, si gioca sul concetto di viaggio nel tempo, come anche
sulla fantastica possibilità di svegliarsi e ritrovarsi con un’età
diversa dalla propria. A partire da qui si costruisce dunque una
vicenda che porta a riflettere sui tempi di ogni età, su come
ognuna di queste abbia i propri pro, contro, le proprie regole e i
propri limiti. Allo stesso tempo, 30 anni in 1 secondo si
svela essere un film capace di far riflettere sul proprio posto nel
mondo, spingendo ad essere la miglior versione di sé senza il
bisogno di trucchi speciali.
Acclamato da critica e pubblico,
30 anni in 1 secondo si affermò come un grandissimo
successo, sfiorando i cento milioni di guadagno mondiale. Questo
contribuì a consolidare la carriera dei suoi protagonisti, oggi
particolarmente noti e qui distintisi per le loro capacità comiche.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
30 anni in 1 secondo: la trama del
film
Protagonista del film è
Jenna Rink, una timida tredicenne alle prese con i
più tipici drammi dell’adolescenza. In particolare, ad affliggere
la ragazza vi è il fatto di non far parte del “Sestetto”, il gruppo
delle ragazze più popolari della scuola, capitanato da Lucy
Wyman, come anche l’amore non corrisposto per
Chris Grandy. L’unica persona su cui Jenna può
contare sembra essere il suo migliore amico Matt
Flamhaff, il quale però nutre una cotta segreta proprio
per lei. Più scontenta che mai, Jenna sta però per vedere la sua
vita stravolta da un evento inaspettato. Il giorno del suo
tredicesimo compleanno, infatti, Jenna subisce una profonda
umiliazione da parte di Lucy e delle sue amiche.
Ormai esasperata, la festeggiata si
trova così a desiderare di non avere più 13 anni. Come per magia,
il mattino dopo Jenna si risveglia nel corpo di una bellissima
trentenne, con tutti i pregi del caso. Oltre a lei, infatti, tutto
il suo mondo sembra aver compiuto un salto in avanti di anni. Jenna
è ora caporedattrice di una stimata rivista, Lucy è la sua migliore
amica e il suo fidanzato Alex è un atleta sportivo
particolarmente famoso. Ben presto, però, i problemi inizieranno a
sorgere più di prima e Jenna dovrà trovare il modo di tornare alla
sua vita di prima, che a confronto non sembrava così male.
30 anni in 1 secondo: il cast del
film
Per il ruolo della protagonista
Jenna Rink, la prima scelta dei produttori è stata l’attrice
Jennifer Garner,
diventata celebre in quegli anni per aver interpretato l’agente
della CIA Sydney Bristow nella serie Alias. Per prepararsi
al ruolo, di una trentenne con una mentalità da tredicenne,
l’attrice ha speso diverso tempo in compagnia di vere adolescenti.
Così facendo ha potuto ricordarsi come ci si comporta e si pensa a
quell’età. Ad interpretare Jenna a tredici anni, vi è la giovane
Christa B. Allen. La Garner fu particolarmente
felice della sua scelta, poiché le ricordava di lei alla sua
età.
Ad interpretare il migliore amico di
Jenna, Matt Flamhaff, vi è l’attore Mark Ruffalo, oggi
particolarmente noto per il ruolo di Hulk nel Marvel Cinematic Universe. A lui,
il regista ha dato libertà di interpretazione, lasciandogli così
esprimere la sua vena comica. Ad interpretare Matt da adolescente
vi è invece Sean Marquette. Judy
Greer è invece Lucy Wyman, mentre Alexandra
Kyle è Lucy a 13 anni. Sono poi presenti Alex
Black nei panni di Chris Grandy e Samuel
Ball in quelli di Alex Carlson. Andy Serkis, il mago
della motion capture è il capo editore di Jenna, Richard Kneeland.
Nel film, infine, compare anche la oggi premio Oscar
Brie Larson, nei panni
di una delle ragazze del sestetto.
30 anni in 1 secondo: il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. 30 anni in 1
secondo è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di martedì 22 giugno alle
ore 21:10 sul canale Paramount
Channel.
Il regista Wim
Wenders è uno dei massimi esponenti del Nuovo cinema
tedesco, affermatosi a livello internazionale con capolavori come
Paris, Texas e Il cielo sopra Berlino. Negli
ultimi anni impegnatosi nella realizzazione di documentari quali
Pina e Il sale della terra, il suo
ultimo film di fiction risale al 2017 ed è intitolato
Subemergence. Questo, scritto da
Erin Dignam, si inserisce perfettamente nella
poetica delle ultime opere del regista, da sempre votato ad una
ricerca introspettiva e psicologica dell’animo umano. Con questo
suo, attualmente ultimo film di fiction, Wenders si spinge dunque
più in là, ricercando nuovi territori dell’animo.
Il lungometraggio non è però frutto
di un’idea originale, bensì è l’adattamento dell’omonimo romanzo
scritto da J. M. Ledgard nel 2013. Questo è stato
acclamato come uno dei romanzi più importanti del decennio,
presentando in sé una considerevole varietà di generi. La storia si
alterna infatti tra una love story e una spy
story, includendo anche una serie di descrizioni
dell’esplorazione dell’oceano che diventano ulteriori metafore per
l’animo umano. Già per questi elementi, l’opera si presentava
perfetta per Wenders, che finì infatti con l’interessarsene.
Presentato al Festival di Toronto, il film non ha però riscontrato
il successo sperato.
Subemergence ottenne
infatti scarsi risultati al box office, finendo con il passare
rapidamente in secondo piano. A distanza di qualche anno, però, si
tratta di un film meritevole di essere riscoperto, che svela la
capacità del suo autore di dire ancora qualcosa di profondo
sull’animo umano. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Subemergence: la trama del
film
Protagonista del film è
James More, un ingegnere in vacanza in un piccolo
comune della Normandia. Il soggiorno per lui si anima quando, in
spiaggia, incontra Danielle Flinders, una
bellissima biomatematica che si occupa di studiare le profondità
degli oceani. James resta immediatamente colpito da lei e nei
giorni seguenti i due iniziano a frequentarsi. A lui, lei confida
poi il desiderio di esplorare gli abissi del Mar Glaciale Artico
per vedere cosa si cela nei suoi fondali e quali forme di vita
abitino quell’ecosistema. Finito il soggiorno, invece, James deve
partire per la Somalia, dove costruirà dei pozzi all’interno di un
grande sistema idrico.
Almeno questo è ciò che l’uomo
racconta. In realtà, egli è un agente segreto inglese incaricato di
intercettare un gruppo di terroristi di provenienza islamica per
traffico di ordigni in Europa. Continuando a mantenere la
copertura, i due si salutano con la promessa di rincontrarsi presto
e di rimanere in contatto. Danielle, tuttavia, non riceverà alcuna
telefonata da lui, scoprendo poi quasi per caso la verità su James
e sul fatto che la sua scomparsa è data dal suo essere stato
catturato dai jihadisti ed è sottoposto a terribili torture. Per i
due ha inizio un’incredibile e pericolosa avventura prima di
potersi rivedere.
Subemergence: il cast e le location
del film
Per il ruolo dei due protagonisti,
Wenders ha scelto due attori particolarmente noti nell’attuale
panorama cinematografico. Il primo di questi, presente nei panni di
James More, è l’attore James McAvoy, noto per
essere Charles Xavier nei film prequel degli X-Men. Nei panni di
Danielle Flinders, invece, vi è l’attrice svedese premio Oscar
Alicia Vikander.
L’attrice è stata scelta nonostante nel libro il personaggio di
Danielle è descritta come una donna con origini australiane e della
Martinica, un’isola delle Antille. Nel film sono poi presenti gli
attori Reda Kateb nei panni di Saif,
Jannik Schumann in quelli di Paul e
Alexander Siddig nel ruolo del dottor Shadid.
Oltre ad un cast internazionale,
Wenders si è avvalso per il suo film anche di una serie di location
esotiche particolarmente affascinanti. Oltre ad essersi svolte in
varie località della Francia, della Germania e della Spagna, le
riprese si sono svolte in particolare nelle isole
Gibuti e Fær Øer, anche note come
le Isole Faroe. Le prime appartengono allo stato
africano Repubblica di Gibuti, posto all’estremità meridionale del
Mar Rosso. Le Faroe, invece, sono 18 isole che formano un
arcipelago situato al largo delle coste settentrionali dell’Europa,
dipendenti dalla Danimarca.
Subemergence: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete.
Subemergence è infatti disponibile nel
catalogo di Chili, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di martedì 22 giugno alle
ore 21:10 sul canale Rai
Movie.
Anche la vedremo prossimamente nel
ruolo di Maria in West
Side Story di Steven Spielberg, Rachel
Zegler ha appena inanellato un altro ruolo iconico. Si
tratta di Biancaneve per il prossimo adattamento in live action
della Disney. Marc Webb dirigerà il film, con Marc Platt alla
produzione. La produzione dovrebbe iniziare nel 2022.
“Le straordinarie capacità
vocali di Rachel sono solo l’inizio delle sue doti. La sua forza,
intelligenza e ottimismo diventeranno parte integrante della
riscoperta della gioia in questa classica favola Disney”, ha
detto Webb.
Il cartone animato originale di
Biancaneve e i sette nani, basato sulla fiaba dei fratelli Grimm, è
stato pubblicato per la prima volta nel 1938. È stato il primo
lungometraggio animato della Disney ed è diventato un enorme
successo per lo studio. Gli addetti ai lavori dicono che questo
film amplierà la storia e la musica dell’originale. Benj
Pasek e Justin Paul, il duo dietro La La
Land, The Greatest Showman e
Dear Evan Hansen, scriveranno nuove canzoni per il
film. Uno dei motivi principali per cui lo studio si è preso il
tempo necessario per questo adattamento è assicurarsi di ottenere
la musica giusta, e gli addetti ai lavori aggiungono che i vertici
Disney sono entusiasti di ciò che Pasek e Paul hanno escogitato
dopo le prime prove.
Sono ufficialmente aperte le
prevendite dei biglietti per l’attesissimo lungometraggio Marvel StudiosBlack
Widow con protagonista Scarlett Johansson, che arriverà il 7
luglio nelle sale italiane. Diretto da Cate
Shortland e prodotto da Kevin Feige, il
film sarà inoltre disponibile in streaming su Disney+ con Accesso VIP dal 9
luglio.
Nel film targato Marvel Studios
Black
Widow, quando viene alla luce un pericoloso complotto,
Natasha Romanoff alias Black Widow (Vedova Nera) si trova ad
affrontare il lato più oscuro del suo passato. Inseguita da una
forza che non si fermerà di fronte a nulla per distruggerla,
Natasha dovrà fare i conti con il suo passato da spia e con le
relazioni che ha lasciato dietro di sé molto prima di diventare un
Avenger.
Scarlett Johansson
torna a interpretare Natasha/Black
Widow (Vedova Nera),
Florence Pugh interpreta Yelena, David Harbour è Alexei/The Red Guardian e
Rachel Weisz è Melina. Black
Widow, il primo film della Fase Quattro dell’Universo
Cinematografico Marvel, è diretto da Cate
Shortland e prodotto da Kevin Feige.
Guarda il trailer di
Free Guy – Eroe per gioco, dall’11 agosto solo al
cinema la commedia d’azione con
Ryan Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery, Lil Rel Howery, Utkarsh
Ambudkar e Taika Waititi, diretta da Shawn Levy.
La nuova entusiasmante commedia
d’azione targata Twentieth Century Studios
Free Guy – Eroe per gioco, diretta da Shawn Levy e
interpretata da Ryan Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery, Lil Rel
Howery, Utkarsh Ambudkar e
Taika Waititi arriverà l’11 agosto nelle sale italiane.
In
Free Guy – Eroe per gioco, un impiegato di banca che
scopre di essere un personaggio all’interno di un videogioco open
world decide di diventare l’eroe della propria storia e di
riscrivere il suo personaggio. In un mondo senza limiti, il
protagonista è determinato a diventare colui che salverà il suo
mondo a modo proprio…prima che sia troppo tardi.
Interpretato da
Ryan Reynolds, Jodie Comer, Lil Rel Howery, Joe Keery,
Utkarsh Ambudkar e Taika Waititi, Free Guy – Eroe per
Gioco è diretto da Shawn Levy da una sceneggiatura di Matt
Lieberman e Zak Penn e un soggetto di Lieberman. Il film è prodotto
da Ryan Reynolds, p.g.a., Shawn Levy, p.g.a., Sarah Schechter, Greg
Berlanti e Adam Kolbrenner. Mary McLaglen, Josh McLaglen, George
Dewey, Dan Levine e Michael Riley McGrath sono i produttori
esecutivi.
Alcune delle figure più influenti nel mondo dei videogiochi
interpretano un cameo in
Free Guy – Eroe per gioco, tra cui: Imane “Pokimane”
Anys, Lannan “LazarBeam” Eacott, Seán William “Jacksepticeye”
McLoughlin, Tyler “Ninja” Blevins e Daniel “DanTDM” Middleton.
Il film Amazon Original francese
Le Bal des Folles sarà disponibile su
Amazon Prime
Video in Italia e in tutto il mondo dal 17 settembre
Le Bal des Folles è il nuovo film diretto e
interpretato da
Mélanie Laurent.
Amazon Prime
Video ha annunciato oggi che il film Amazon Original
di produzione francese Le Bal des Folles sarà disponibile
a partire da venerdì 17 settembre in Italia e in oltre 240 Paesi e
territori nel mondo. L’attrice, regista e scrittrice
Mélanie Laurent (Inglorious
Basterds,Respire,La
Rafle,Je vais bien, ne t’en fais pas)
dirige e interpreta il film scritto con Christophe Deslandes.
Le Bal des Folles, la trama
Le Bal des Folles racconta
la storia di Eugénie, una donna giovane, radiosa e piena di vita,
che vive alla fine del XIX secolo. Da giovane Eugénie scopre di
avere un potere speciale: può sentire i morti. Dopo che la sua
famiglia scopre il suo segreto, viene portata all’ospedale La Pitié
Salpétrière senza alcuna possibilità di sottrarsi al suo destino.
L’ospedale è una clinica neurologica parigina diretta dal famoso
professore e pioniere della neurologia Dr. Charcot, a cui vengono
affidate donne con diagnosi di isteria, “pazzia”, egomania,
epilessia e altri tipi di disturbi fisici o mentali. Il destino di
Eugénie si lega a quello di Geneviève, un’infermiera dell’ospedale
dalla vita monotona. Il loro incontro cambierà il destino di
entrambe, mentre si preparano per l’annuale “Bal des folles”
organizzato all’ospedale dal Dr. Charcot.
Nel cast anche Lou de Laâge, Emmanuelle Bercot, Benjamin Voisin,
Cédric Khan, Christophe Montenez, Lomane De Dietrich e Grégoire
Bonnet. Basato sull’omonimo romanzo di Victoria Mas “Il ballo delle
pazze” (edito in Italia da e/o), Le Bal des Folles è
prodotto da Alain Goldman e coprodotto da Axelle Boucaï della
Légende Films.
Person of Interest
è una di quelle serie che hanno contribuito a cambiare il panorama
seriale grazie alla sua struttura narrativa e visiva, senza contare
le incredibili interpretazioni degli attori protagonisti. Questa
serie ha accompagnato il proprio pubblico per ben cinque stagioni,
diventando una delle più viste e delle più apprezzate in tutto il
mondo.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Person of Interest.
Person of Interest, la serie
tv
1. C’è un omaggio a un
personaggio di Batman. Lo pseudo mino del misterioso John
Reese è un omaggio all’Enigmista di Batman, dato il fatto che Mr.
Reese sembra costruito per dargli il suono mysteries. Questo tipo
di suono è stato usato sin dall’inizio dei primi show televisivi.
Tra l’altro, sembra proprio che la serie sia stata uno spunto
dettato dalla sceneggiatura de
Il cavaliere oscuro, scritta insieme a suo fratello
Christopher Nolan.
2. Uno dei personaggi
doveva diventare regolare. Il personaggio di
Sameen Shaw è stato pensato proprio per questo ed
è diventato regular solo perché è stato ben accolto dal pubblico e
i produttori sono stati contenti della performance di Sarah
Shahi.
3. Uno dei personaggi ha un
motivo musicale. L’ideatore della serie Jonathan Nolan ha detto che il team di
sceneggiatori ha deciso di rendere Root un personaggio di spicco
della serie soprattutto per il fatto che il compositore musicale
Ramin Djawadi ha scritto un tema musicale per
lei.
Person of Interest episodi
4. Una serie lunga cinque
stagioni.Person of Interest è una serie che si è
sviluppata per ben cinque stagioni, per un totale di 103 episodi di
45 minuti ciascuno. Nel nostro paese, la serie è andata in onda dal
27 aprile del 2012 fino all’11 dicembre del 2016, raccogliendo un
ampio consenso.
5. Ogni episodio ha una
particolarità. La sequenza di apertura di ogni puntata
contiene una o due scene dell’episodio corrente. Di solito, tutto
questo accade nel momento in cui Finch dice “… vittima o
perpetratore, se il tuo numero è scaduto, noi ti troveremo”.
Person of Interest streaming
6. È disponibile in
streaming digitale. Chi volesse rivedere Person of
Interest, oppure approcciarvisi per la prima volta, è
possibile visionare l’intera serie grazie alla sua presenza sulla
piattaforma di streaming digitale legale di Prime Video.
Person of Interest cast
7. Un attore famoso ha
rinunciato a un ruolo importante. Prima che il ruolo del
protagonista andasse a Jim Caviezel, era stato contattato un altro
attore. Infatti, a Kyle Chandler era stato offerto il ruolo di
John Reese, ma lo ha rifiutato per ragione non molto chiare.
8. Una coppia interpreta
una coppia. Nella serie, la fidanzata di Harold Finch è
Grace Hendricks, ed è un personaggio ricorrente che appare nelle
stagioni 1, 2, 3 e 5. La particolarità sta nel fatto che gli attori
che interpretano la coppia sul piccolo schermo, Michael Emerson e Carrie
Preston, sono realmente fidanzati.
9. C’è un attore
d’eccezione. Il personaggio di John Green è interpretato
da John Nolan e il nome non è casuale. Egli,
infatti, non è altri che lo zio dell’ideatore e produttore Jonathan
Nolan, a sua volta fratello del famoso Christopher Nolan.
Person of Interest
10. Ha vinto diversi
premi. Nel corso di tutte e cinque le stagioni, Person
of Interest ha avuto molte nomination in diversi premi,
aggiudicandosene un buon numero. Infatti, la serie ha vinto nel
2012 un People’s Choice Award per la sezione Favorite New TV Drama,
nel 2014 un NAACP Image Awards a
Taraji P. Henson per la Miglior attrice non
protagonista in una serie drammatica, mentre nel 2016 ha vinto un
IGN per la Miglior serie tv d’azione e un People’s Choice Awards
per la Miglior serie tv drammatica. Inoltre, nel 2017 ha vinto
anche il Globes de Cristal Award come Miglior serie tv
straniera.
Quante volte ci siamo
chiesti cosa ci fosse dentro la testa di Arthur Fleck in
Joker? Quanto spesso abbiamo pensato alle
difficoltà sul lavoro di Andy Sachs ne Il Diavolo Veste
Prada? In che modo il viaggio di Wanda Maximoff è diverso
da quello dei suoi colleghi eroi in WandaVision?
Con quanta intensità abbiamo odiato il fidanzato di Dani in
Midsommar?
Il cinema racconta la
vita in tutte le sue sfumature, racconta i viaggi e le esperienze e
tutto ciò che ha a che fare con l’esperienza umana. Parlare di
cinema è un’esperienza condivisa, un momento di gioia collettiva
che con Cinema e…, podcast che nasce sotto l’egida
dell’etichetta editoriale Bakemono Lab, si prova a offrire una
nuova prospettiva sui film della nostra vita con un discorso
critico.
Cinema e… il podcast sul cinema prodotto da
Bakemono Lab
Cinema
e… si avvale di esperti per raccontare un film (o anche
una serie) attraverso un filtro e una chiave di lettura insolita.
La psicologia, la moda, il teatro, il giornalismo, la politica, la
religione sono alcuni degli aspetti che vengono esposti dai film, e
il format mira proprio a sviscerare quei temi, ad intercettare quei
fili dentro al tessuto di un film in maniera inedita e
approfondita.
Nato da un’idea e
realizzato da Cecilia Strazza, Davide Cantire e
Chiara Guida, Cinema e… è
disponibile su Spotify da giovedì 24 giugno, con i primi tre
episodi e con un episodio a settimana fino a fine luglio 2021. Con
l’augurio e il desiderio di ritrovarci a settembre con nuove storie
da raccontare.
Al cinema delle donne i Nastri
d’Argento 75: con Miss
Marx film dell’anno ben cinque premi vanno a
Le sorelle Macaluso di Emma
Dante, premiato anche per la migliore regia e la miglior
produzione. Grande successo anche per L’incredibile storia dell’Isola delle
Rose di Sydney Sibilia, migliore
commedia, premiata anche per l’interpretazione di Elio
Germano: vince in quattro categorie, e porta a casa un
quinto Nastro da quest’anno anche per il produttore della commedia.
Pietro Castellitto con I predatori,
premiato anche per l’attore non protagonista Massimo
Popolizio, si conferma miglior esordiente. Per Cosa
sarà di Francesco Bruni, Nastro alla
sceneggiatura e a Kim Rossi Stuart, miglior attore
protagonista.
Sorpresa tra le attrici con i Nastri
per Teresa Saponangelo, migliore attrice
protagonista per Il buco in testa e Sara
Serraiocco, migliore non protagonista per Non
odiare. Premiate in ex aequo per la commedia,
Miriam Leone (L’amore a domicilio) e
Valentina Lodovini (10 giorni con Babbo
Natale). Platino per Sophia Loren, protagonista deLa vita
davanti a sé di Edoardo Ponti premiato con Laura
Pausini (Io sì/Seen) per la migliore canzone
originale già vincitrice del Golden Globe e candidata all’Oscar®,
scritta nella versione italiana con Niccolò
Agliardi che ritira il Nastro come coautore.
Nastro di Platino a Sophia Loren, che regalerà
al pubblico uno speciale saluto in video, Nastro speciale a
Renato Pozzetto, Europeo a Colin
Firth che ringrazia da un set americano e, dalla musica al
cinema, premi per la migliore colonna sonora a Stefano
Bollani (Carosello Carosone) e per il ‘cameo
dell’anno’ a Giuliano Sangiorgi, per la prima
volta sullo schermo in Tutti per 1 – 1 per tutti di
Giovanni Veronesi. ‘Film dell’anno’ è Miss Marx di
Susanna Nicchiarelli, un premio all’eccellenza a
un’autrice fra le più innovative e interessanti e alla squadra
vincente di un film internazionale, originale e diverso:
Nastri alla regista, alla produzione Vivo Film
con Rai Cinema, ai costumi di Massimo Cantini Parrini e per
le musiche ai Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo.
Nastri d’Argento 75 – i vincitori
Molto cinema giovane tra i
riconoscimenti dei Giornalisti: con il Nastro per il miglior
soggetto a Claudio Noce e Enrico
Audenino per Padrenostro, il ventennale del
‘Premio Guglielmo Biraghi’ per gli esordienti segnala Ludovica
Francesconi (Sul più bello), Alice Pagani (Non mi
uccidere) e il trio di protagonisti di Est – Dittatura
Last Minute, Jacopo Costantini, Matteo Gatta, Lodo
Guenzi. A Ginevra Francesconi per le due
interpretazioni di Genitori Vs Influencer e
Regina, invece, il ’battesimo’ del ‘Premio Graziella
Bonacchi’ che ricorda un’agente molto amata, scomparsa troppo
presto. Ed è giovane quest’anno anche il Premio Nastri
d’Argento ‘Persol-Personaggio dell’anno’ che segnala per
Morrison di Federico Zampaglione la performance di
Lorenzo Zurzolo.
In questa 75.ma edizione, realizzata come
sempre con il sostegno del MIC Ministero della Cultura
– Direzione generale per il Cinema, main sponsor BNL, Gruppo Bnp
Paribas, stili e generazioni diverse e molte sorprese in un’annata
che, soprattutto tra gli esordi e le autrici, registe e
sceneggiatrici, segna, dalle candidature al voto dei Giornalisti,
una svolta di novità e di cambiamento anche tra i ‘grandi’
nell’ultima stagione, a dispetto delle grandi difficoltà che anche
il cinema continua a vivere in questo periodo.
“Ricordiamo che quest’edizione, con
un numero mai tanto contenuto di nomination (al massimo sette) il
Direttivo del Sindacato ha lavorato anche su moltissimi titoli
usciti in piattaforma, segnalando alla fine 45 film, 16 dei quali
anche con una sola nomination, con grande attenzione anche a molte
opere low budget” sottolinea la Presidente Laura Delli
Colli.
E nella svolta dei ‘primi’ 75 anni, i Nastri hanno
modificato il regolamento: il miglior film premia da
quest’anno anche il miglior produttore.
Nelle ‘cinquine’ in quest’anno
speciale con tanto cinema prevalentemente uscito in piattaforma,
sono stati inseriti in selezione per la prima volta anche due
tv movie d’autore: con La bambina che non voleva
cantare di Costanza Quatriglio e Carosello Carosone
di Lucio Pellegrini che ha vinto per la musica di Carosone
‘riletta’ nell’adattamento di Stefano Bollani, e
per il casting director a Francesca Borromeo (che vince anche per
L’incredibile storia dell’isola delle Rose) con Federica
Baglioni. Tra i riconoscimenti il Premio “Nastri – Nuovo Imaie”
destinato anche quest’anno al doppiaggio ha premiato due voci
storiche: Dario Penne per Anthony Hopkins e
Ida Sansone per Olivia Colman, entrambi
protagonisti di The Father – Nulla è come sembra, premiati
dai Giornalisti con il Presidente di Nuovo Imaie, Andrea
Miccichè.
Oltre ai Nastri, chiude questa
sessione il Premio Nino Manfredi che sarà
consegnato, come tradizione, quest’anno sul palcoscenico del
Taormina Film Fest che si apre domenica prossima 27
Giugno. E a Napoli il 18 e 19 Settembre Nastri per le
Grandi Serie Internazionali, prima edizione finalmente ‘in
presenza’ condivisa con la Fondazione Film Commission Regione
Campania, con un battesimo speciale nella premiazione romana che ha
lanciato anche il restyling del Premio, esclusivamente per le
Serie, nella ‘rilettura’ dell’orafo dei grandi premi, Michele
Affidato.
Un ringraziamento, quest’anno al
supporto prezioso dei partner istituzionali e degli sponsor fra i
quali entra LEXUS, auto ufficiale, e come sempre al sostegno ormai
consolidato di BNL – Gruppo BNL Bnp Paribas, Fondazione Claudio
Nobis, Nuovo Imaie, MAXXI Museo Nazionale delle arti del XXI
secolo. Sponsor 2021 GE Gruppo Eventi, Persol, Wella. Media partner
RAI MOVIE, tv ufficiale dei Nastri, che trasmetterà il 30
Giugno lo Speciale televisivo dedicato a quest’edizione.
Le “cinquine” dei candidati, anche
su segnalazione degli iscritti al SNGCI, sono state scelte
quest’anno, come i premi speciali, dal Direttivo presieduto da
Laura Delli Colli e composto da Fulvia Caprara (Vicepresidente),
Oscar Cosulich, Paolo Sommaruga, Stefania Ulivi, Romano Milani
(Segretario generale) e Franco Mariotti (Sindaco). Li affiancano
nel Consiglio Nazionale con Titta Fiore e Maurizio Turrioni
(rispettivamente delegati per l’area Sud e Nord del Sngci),
Maurizio Di Rienzo, delegato per documentari e cortometraggi, Fabio
Falzone e Susanna Rotunno (tv) e Miriam Mauti (web). Del Consiglio
fanno parte l’ex presidente Mario Di Francesco e un rappresentante
della FNSI. Circa 100 i giornalisti che hanno votato i vincitori
2021.
Emilia Clarke is Qi'ra and
Alden Ehrenreich is Han Solo
Emilia Clarke ha condiviso le sue idee per una serie
spin-off basata sul suo personaggio di
Solo: A Star Wars Story. L’attrice ha all’attivo già
diversi franchise, da Game of Thrones a Terminator (con minore
successo), passando per il MCU, al quale si unisce con la
partecipazione alla serie Secret Invasion, e ha partecipato alla
saga di Star
Wars nello spin-off dedicato alla giovinezza di Han Solo, nei
panni di Qi’ra.
Durante un’intervista con THR,
Clarke ha parlato del suo desiderio di tornare al ruolo di Qi’ra
nell’universo di Star Wars. Clarke ha riflettuto molto sul
retroscena di Qi’ra e su dove sarebbe andata a finire la sua
storia, e sente anche che c’è molto da raccontare a proposito tanto
che ha ipotizzato la realizzazione di una serie spin-off su
Disney+.
“È il personaggio che ha l’arco
narrativo più incompiuto… Avevo davvero pagine e pagine su com’era
la sua vita e come sarebbe stata dopo. Ma temo di non aver sentito
nulla dalla Disney che manifestasse volontà di realizzarne storie,
per cui credo che lo scriverò io e che andrò da loro a proporgli le
mie idee!” ha dichiarato l’attrice.
Solo: A Star Wars Story è un film del 2018
diretto da Ron
Howard con Alden
Ehrenreich, Woody
Harrelson, Emilia
Clarke, Donald
Glovere Thandie
Newton. Attraverso una serie di audaci bravate nel
profondo di un mondo criminale oscuro e pericoloso, Han Solo fa
amicizia con il suo futuro possente copilota Chewbacca e incontra
il famigerato giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio
che determinerà il futuro di uno degli eroi più improbabili della
saga di Star Wars.
È un documentario personale
profondamente commovente e doloroso quello che Marco
Bellocchio presenterà in Selezione Ufficiale a Cannes
2021. Attraverso questo film dal titolo enigmatico (Marx
può aspettare), il cineasta italiano cerca di capire,
umilmente e retrospettivamente, il suicidio del fratello gemello
all’età di 29 anni. Una tragedia familiare da cui non si è mai
veramente ripreso, fonte sia di colpa e che di ispirazione.
Mescolando estratti dei suoi film e conversazioni con persone a lui
vicine, Bellocchio indaga su questa figura fraterna che non smette
mai di ossessionare la sua filmografia.
Dopo aver diretto un film cult con
il suo primo lungometraggio, I pugni in tasca
(1965), che ha inaugurato una nuova era del cinema italiano
allontanandosi dai codici del neorealismo, Marco
Bellocchio, voce ancora eterna di dissenso all’età di 81
anni, ha girato Salto nel vuoto, che ha vinto i
premi come miglior attore per Michel Piccoli e
Anouk Aimée a Cannes nel 1980. Successivamente è
stato regolarmente selezionato in Concorso a Cannes, con
Enrico IV nel 1984, Il principe di
Hombourg nel 1997, La Balia nel 1999,
L’ora di religione – Il sorriso di mia madre nel
2002, Vincere nel 2009 e Il Traditore nel 2019.
Pierre Lescure,
Presidente del Festival di Cannes, dichiara: “Marco ha sempre
messo in discussione le istituzioni, le tradizioni, la storia
personale e collettiva. In ciascuna delle sue opere, quasi
involontariamente, o almeno nel modo più naturale possibile,
rivoluziona l’ordine costituito”.Thierry
Frémaux, Delegato Generale, aggiunge: “Siamo
orgogliosi di premiare Marco Bellocchio, uno dei grandi maestri del
cinema italiano dopo 56 anni di affascinante lavoro, in successione
ai suoi amici registi Bernardo Bertolucci, Manoel de Oliveira e
Agnès Varda. È un regista, un autore e un poeta. Onorarlo con la
Palma d’oro alla carriera è ovvio per tutti coloro che ammirano il
suo lavoro”.
In occasione del compleanno di
Chris Pratt, James Gunn ha
condiviso un video di auguri per l’amico e collega in cui
l’interprete di Star Lord mangia un insetto. Eccolo di seguito!
Regista e attore sono molto amici,
hanno lavorato insieme nei primi due film di Guardiani
della Galassia, in cui Gunn scrive e dirige e Pratt
interpreta il protagonista, Peter Quill/Star Lord, appunto. In
questa occasione possiamo anche godere a pieno dell’insana
goliardia dei due, anche dietro le quinte delle loro collaborazioni
cinematografiche, che già si distinguono per il loro essere
ironiche e divertenti.
Julie Delpy,
attrice e sceneggiatrice molto amata, che interpreta Celine nella
trilogia Before di Richard Linklater, ha declinato
la possibilità di realizzare un quarto film della serie. I primi
tre film la vedono accanto a Ethan Hawke nei panni di una coppia che si
incontra in stadi diversi della vita e in momenti diversi della
loro relazione, che comincia nel primo film.
Durante un’intervista con il
magazine francese Telerama, Delpy
ha spiegato la sua riluttanza a girare un’altro
Before a causa della fatica che ha fatto per
realizzare il suo proprio film. Ha condiviso che ha quasi lasciato
la recitazione per la frustrazione che le aveva trasmesso
l’industria del cinema. Ha detto: “Ci penso spesso… un anno e
mezzo fa non ero molto lontana da questa decisione. L’inferno che
ho attraversato per produrre il mio film mi ha esaurita. Ho detto
no a Richard Linklater per la quarta parte dei film Before. Ho
pensato che potevo tornare a scuola. Potrei essere un bravo
dottore! Datemi tre sintomi e vi dirò cosa avete… ma mi piace
creare, raccontare storie, è più forte di me.”
La trilogia Before consiste in tre
film diretti da Richard Linklater. Cominciata con
Before Sunrise nel 1995, ha avuto un sequel nel
2004, Before Sunset, e un terzo capitolo
(conclusivo) nel 2013, Before Midnight. Il primo film fu scritto da
Linklater insieme a Kim Krizan, e i sequel invece sono scritti a
sei mai, dal regista con Ethan Hawke e Julie Delpy,
che interpretano anche i protagonisti dei film, Jesse e Celine.
Su Entertainment
Weekly è apparsa la prima foto ufficiale di Shazam! Fury
of the Gods in cui vediamo i sei eroi che vedremo in
azione nel film sfoggiare i loro costumi da supereroi. La foto è
comparsa per la prima volta sull’account Instagram del regista del
film, David F. Sandberg. Ecco di seguito
l’immagine:
Shazam! Fury
of the Gods sarà diretto ancora una volta
da David F. Sandberg e vedrà il ritorno
di Zachary
Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film
uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno
di Asher Angel e di Jack Dylan
Grazer, mentre i villain saranno interpretati dalle new
entry Helen Mirren, Rachel
Zegler e Lucy
Liu. Mark
Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana,
mentre Djimon
Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo
film è uscito nelle sale ad aprile 2019.
È stato assegnato a Matteo
Martari il premio Beatrice Bracco alla
migliore rivelazione dell’anno nell’ambito del Figari Film
Festival. L’attore ha parlato con noi della sua carriera e
del significato di questo premio.
Matteo Martari ha
ormai una lunga e solida carriera televisiva, ha partecipato a
I Medici, è stato Luigi Tenco nel film
Fabrizio De Andrè – Principe Libero, fa parte del
cast de “I bastardi di Pizzofalcone” e “Non uccidere”.
Quest’anno lo vedremo nel film di Daniele Vicari Il Giorno
e la Notte.
Creato nel 2011, il Figari Film Fest
è una manifestazione dedicata al cinema giovane ed indipendente, ai
cortometraggi ed agli esordi cinematografici di giovani
registi.
Negli anni è diventato un festival di riferimento per la
cinematografia internazionale. Il festival, oltre a valorizzare la
cinematografia internazionale, mira allo sviluppo dell’attività
filmica dell’isola e alla valorizzazione della Sardegna sotto ogni
suo profilo: ambientale, storico, culturale e di costume.
I reali di Inghilterra suscitano da
sempre grande fascino e interesse. Se oggi tutte le attenzioni sono
per la serie The
Crown e il suo racconto dell’attuale regina, sul finire
degli anni Novanta fu la prima Elisabetta ad ottenere un proprio
posto sul grande schermo. A raccontarla è stato il film del 1998
Elizabeth, diretto da Shekhar
Kapur. Questo si concentrava sui primi anni del regno di
Elisabetta e nel 2007 ha avuto un sequel che va invece a raccontare
il periodo successivo. Il film è Elizabeth – The Golden
Age, e come il suo predecessore ha a sua volta goduto
di ampi consensi.
Anche in questo caso il film non si
propone come una fedele rappresentazione dei fatti realmente
avvenuti, presentando invece diverse inesattezze storiche. Queste,
ad esempio, sono rintracciabili in diverse rappresentazioni dei
personaggi principali, qui resi più o meno centrali ai fini
narrativi. Tutto ciò è naturalmente stavo voluto al fine di poter
dar vita ad un film più aderente ai canoni cinematografici, che
avesse come fine principale quello di narrare l’indipendenza che la
regina Elisabetta ha inseguito con il suo regno e delle battaglie
affrontate in nome di questa.
Visivamente ricco, tra sfarzosi
costumi premiati all’Oscar e sontuose scenografie, Elizabeth –
The Golden Age si pone in stretto rapporto con il suo
precedente, manifestando però allo stesso tempo l’evoluzione tanto
della sovrana quanto del suo regno. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di attori. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Elizabeth – The Golden Age: la
trama del film
Il film si svolge a partire dal
1585, quando Filippo II di Spagna, sovrano del
Regno più potente del mondo, brama di conquistare anche
l’Inghilterra spodestando la regina Elisabetta e
ponendo a guida del paese sua figlia Isabella.
Ormai sul trono da trent’anni, la sovrana ha però consolidato il
predominio della religione protestante, dichiarandosi nemica della
Spagna cattolica. La regina deve però non solo fare i conti con i
nemici fuori dal Paese, bensì anche con diverse problematiche
interne alla sua corte. Il fido consigliere Francis
Walsingham insiste infatti affinché Elisabetta si sposi e
dia all’Inghilterra un erede.
Se la regina dovesse infatti
morire, al suo posto diventerebbe sovrana sua cugina Mary
Stuart, attuale regina di Scozia, da molti considerata la
vera guida del popolo inglese. Trovandosi così stretta tra queste
questioni, la regina sembra trovare un iniziale conforto nel
corsaro Walter Raleigh, il quale riaccende in lei
emozioni a lungo sopite. Abbandonarsi a queste potrebbe però
rivelarsi quantomai fatale per la regina, sempre più costretta a
non fidarsi di nessuno. Nel momento in cui una serie di diretti
attentati inizieranno a concretizzarsi nei suoi confronti, la
regina si vedrà costretta a difendere il suo regno con ogni mezzo
possibile.
Elizabeth – The Golden Age: il
cast del film
Ad interpretare nuovamente la
regina Elisabetta vi è l’attrice premio Oscar Cate Blanchett.
Per interpretare la sovrana, la Blanchett approfondì molto la sua
vita e il suo operato, come anche il profondo impatto che il suo
regno ebbe nell’Inghilterra dell’epoca. Anche in questo caso,
l’attrice ottenne una nomination all’Oscar per la sua intensa
performance. Ciò la portò a stabilire un importante primato,
essendo la prima attrice a ricevere più di una nomination per
l’interpretazione di uno stesso personaggio. Accanto a lei, nei
panni del consigliere Francis Walsingham, vi è il premio Oscar
Geoffrey Rush. Questi avrebbe poi nuovamente
interpretato un personaggio vicino ad un sovrano inglese in Il
discorso del re.
Si ritrovano poi nel film diversi
noti attori inglesi o internazionali. Appartenente a questi ultimi
è lo spagnolo Jordi Mollà, presente nei panni di
re Filippo II di Spagna. Per prepararsi al ruolo, l’attore ha
naturalmente approfondito molte delle gesta del sovrano, cercando
di dedurne il comportamento e la mentalità. Si annoverano poi
Samantha Morton nei panni di Mary Stuard, mentre
Eddie Redmayne
è Anthony Babington, tra gli organizzatori dell’attentato alla
regina. Abbie Cornish
interpreta invece Bess Throckmorton, una delle principali
nobildonne della corte di Elisabetta. Infine, ad interpretare il
corsaro Walter Raleigh vi è l’attore Clive Owen, il
quale ha accettato subito il ruolo essendo un grande fan del primo
film.
Elizabeth – The Golden Age: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Elizabeth – The Golden
Age è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google
Play, Apple iTunes e
Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma
di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di lunedì 21
giugno alle ore 21:00 su
Iris.
Giunto al suo terzo film dopo
J’ai tué ma mère e
Les Amours Imaginaires,
il regista canadese Xavier Dolan dà
vita alla sua opera più ambiziosa e impegnativa, che lo consacra
come un talento cinematografico particolarmente raro. Nel 2012
presenta al Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard, il
film Laurence Anyways, da lui scritto,
diretto, prodotto, montato e per cui ha anche curato i costumi. Si
tratta di una vera e propria opera della maturità, che nelle sue
circa tre ore di durata va ad affrontare tematiche delicate e
ricorrenti nel suo cinema, dall’identità di genere al rifiuto degli
asfissianti canoni borghesi.
Dolan fu ispirato nella scrittura
di Laurence Anyways dopo essersi imbattuto nella storia di
Luce Baillargé, nata Luc. Ha così deciso di
raccontare con la delicatezza e la sensibilità che lo
contraddistinguono una storia che, a partire dalla transessualità
del protagonista, parla di cambiamento, di rivoluzione personale e
sociale. A produrre il film, tra gli altri, vi è anche Lyse
Lafontaine, rivelatasi essere stata proprio la ragazza di
Baillargé, con la quale aveva avuto un figlio. Durante le riprese,
tuttavia, Luce è venuta a mancare in seguito ad un infarto. Il
film, dedicato a lei, si costruì dunque ancor di più come un inno
al coraggio di mettersi in discussione e cambiare, proprio come
aveva fatto lei.
Vincitore della Queer Palm a
Cannes, Laurence Anyways è ancora oggi uno dei più
importanti film di Dolan, di quelli che meglio esprimono la sua
poetica tematica e stilistica. Tra sequenze di grande impatto,
accompagnate da una colonna sonora pop altrettanto tipica nei film
di Dolan, e sincere emozioni che danno vita a profonde riflessioni,
è questo un film davvero importante e imperdibile. Prima di
intraprendere una sua visione, però, sarà bene scoprire qualcosa di
più sulla sua trama, sul cast di
attori e sulle piattaforme streaming dove
è possibile ritrovarlo.
Laurence Anyways: la trama del
film
La vicenda si svolge negli anni
Novanta, ed ha per protagonista Laurence Alia, di
professione docente, che nel giorno del suo trentacinquesimo
compleanno esprime per la prima volta il suo desiderio di diventare
una donna. La sua ragazza, Frédérique Bellair,
detta Fred, pur rimanendo sconvolta, accetta poi di rimanere al suo
fianco, aiutandolo nel suo compiere il percorso di transizione.
Passa un anno e Laurence torna a lavorare come professore di
letteratura, ma questa volta veste i panni di una donna, sentendosi
finalmente libero di esprimere ciò che sente essere il vero sé
stesso.
Inizia così una nuova vita, ma il
peso dello stigma sociale, il rifiuto della famiglia e
l’incompatibilità della coppia comincia a diventare un problema
insormontabile. Licenziato dalla scuola dove lavorava, Laurence
entra sempre più in un periodo di depressione, che lo porta a
compromettere forse per sempre i rapporti con Fred. Riflettendo
sulla loro relazione, i due finiscono con l’allontanarsi. Il
trascorrere del tempo li porta a prendere percorsi diversi, a
diventare persone diverse, fino al giorno in cui finalmente si
rincontrano. Gli anni Novanta stanno finendo ormai, eppure il loro
amore non sembra essere mutato affatto.
Laurence Anyways: il cast del
film
Contrariamente ai suoi due
precedenti film, Dolan sceglie qui di non comparire come
protagonista. Egli è comunque presente con un breve cameo nei panni
di un ragazzo ad un party. Ad interpretare il protagonista,
Laurence Alia, doveva inizialmente essere Louis Garrell,
già comparso alla fine del precedente film del regista. Questi
dovette però rinunciare a causa di altri impegni e ad ottenere il
ruolo fu l’attore Melvin Poupaud. Divenuto celebre
per film come La fille de 15 ans e Un ragazzo, tre
ragazze, egli si disse da subito particolarmente interessato a
recitare per Dolan, affermando di essere un fan del suo cinema. Per
lui, Poupaud ha dato vita ad un ruolo inedito nella sua carriera,
per il quale si è preparato con grande dedizione.
Nel ruolo di Frédérique Bellair,
protagonista femminile del film, vi è invece l’attrice canadese
Suzanne Clément. Già presente nel primo film di
Dolan, questa ha ottenuto proprio con Laurence Anyways una
grande popolarità internazionale. È infatti anche arrivata a
vincere il premio come miglior attrice nella sezione Un Certain
Regard. La Clément sarebbe poi tornata a recitare per Dolan
anche in Mommy. L’attrice
Nathalie Baye è presente nei panni di Julienne
Alia, la madre di Laurence. Monia Chokri, già
protagonista per Dolan in Gli amori immaginari, interpreta
qui Stéfanie Bellair, sorella di Frédérique. Nel film si ritrovano
poi anche Anne Dorval, attrice ricorrente nel
cinema del giovane regista e Antoine Olivier
Pilon, nei panni di un adolescente. Questi ultimi due
attori sarebbe poi stati protagonisti nel ruolo di madre e figlio
in Mommy.
Laurence Anyways: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Laurence
Anyways è infatti disponibile nel catalogo di
Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente,
in prima TV assoluta, nel palinsesto
televisivo di lunedì 14 giugno alle
ore 21:15 sul canale Cielo.