Il design originale di Steppenwolf
era troppo spaventoso, ecco perché il personaggio è stato tagliato
da Justice
League. A più di tre anni dall’uscita della versione
cinematografica nelle sale, il regista
Zack Snyder è pronto a lanciare la sua visione del
cinecomic uscita al cinema nel 2017. La Snyder
Cut, in arrivo il prossimo anno su HBO Max, ci
presenterà finalmente il modo in cui il regista voleva raccontare
da un punto di vista anche visivo la storia, drasticamente cambiata
dopo che Joss Whedon ha assunto le redini del
progetto.
A parte i dettagli narrativi
incoerenti tra la Justice
League di Snyder e ciò che è arrivato sul grande
schermo nel 2017, una delle indicazioni più ovvie dei grandi
cambiamenti apportati al film è stata senza dubbio la sua estetica.
Snyder si è fatto un nome grazie ai suoi film visivamente
sbalorditivi e nel corso degli anni ha dimostrato di sapere come
voleva che fossero i suoi progetti. Sfortunatamente, il suo modo di
concepire e dirigere un film è molto diverso dall’approccio di
Whedon. A parte l’orrenda debacle sui baffi di Superman e il filtro arancione
nella battaglia finale, anche il design del villain Steppenwolf è
stato oggetto di numerose critiche.
Alla luce della distribuzione
dell’ultimo
teaser trailer di Justice
League in cui abbiamo visto un look rinnovato per
Steppenwolf,
Zack Snyder ha analizzato il nuovo filmato sul
canale YouTube di
Vero (via
Screen Rant). Il regista ha parlato dell’aspetto
significativamente cambiato del cattivo, che risulta essere il suo
design originale per il personaggio. Snyder ha detto che è stato
cambiato nella versione cinematografica a causa del feedback della
Warner Bros., secondo cui era troppo spaventoso.
“Ci sono state molte
discussioni e molti tira e molla sul nuovo design e sulla creazione
di questo nuovo design. Penso che all’inizio si credeva che fosse
un po’ troppo spaventoso, un po’ troppo alieno e un po’ troppo
intenso. Personalmente, ho sempre pensato che fosse fantastico e
che rappresentasse una vera minaccia. D’altronde, rappresenta una
vera minaccia, non solo per la Justice League, ma per l’intero pianeta. Penso
che sia fantastico e che la squadra abbia fatto un ottimo
lavoro.”
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Dopo aver parlato delle nuove
generazioni di attori e di alcune serie di successo come Elite e
Outer
Banks, concentriamoci adesso sulla non-troppo-vecchia
guardia. Oggi vi parliamo infatti di Juliette
Roudet, attrice francese attiva in tv, al cinema e in
teatro sin dal 2003, passata alla ribalta grazie alla serie tv
Profiling.
Scopriamo quindi insieme
tutto quello che c’è da sapere su Juliette Roudet,
curiosità sulla sua vita privata e sulla sua lunga e variegata
carriera.
Juliette Roudet biografia: gli
inizi della sua carriera
Juliette Roudet, età 39
anni, nata il 14 marzo del 1981 in
Francia, comincia la sua formazione professionale non come attrice
ma bensì come ballerina. La bella Juliette studia
infatti prima al Conservatoire Supérieur de Danse di
Parigi per poi completare il suo percorso al Centre National de
Danse Contemporaine.
Il suo incredibile talento per la
danza, la porta verso alcune collaborazione celebri come quella per
le Compagnie l’Esquisse e la Compagnie Fata
Morgana. Grazie alla sua istruzione e all’esperienza
accumulata nel corso degli anni, nel 1999 Juliette
Roudet rappresenta la Francia all’Eurovision Young
Dancers. Questo programma tv, molto conosciuto dal
pubblico nella sua versione canora, in passato ha avuto anche una
sezione dedicata al ballo. Purtroppo però, nel 2018, l’Eurovision
Young Dancers è stato cancellato a causa della mancanza di una
città ospitante e di un’emittente disposta a mandare in onda la
trasmissione.
Archiviata la parentesi Eurovision,
Juliette nel 2003 continua il suo percorso di studi e entra al
Conservatoire National Supérieur d’Art Dramatique de
Paris. Qui, oltre a concentrarsi sulla danza,
comincia a studiare anche teatro e
recitazione ed ha la possibilità di lavorare con
attori, attrici, registi e coreografi famosi come Andrzej Seweryn,
Daniel Mesguich, Michel Fau, Dominique Valadié, Muriel Mayette,
Lukas Hemleb, Caroline Marcadé e Arpad Schilling.
Juliette Roudet film e serie tv:
dal palcoscenico allo schermo
Nonostante si sia concentrata sullo
studio della danza per moltissimi anni, grazie alla sua formazione
al Conservatoire National Supérieur d’Art Dramatique de
Paris, Juliette si avvicina sempre di più al mondo della
recitazione. Nel 2003, infatti, debutta sul piccolo schermo nel
film Procès de famille (Family
Trial), diretto da Alain Tasma. Dopo
questa prima esperienza, la collaborazione con Tasma si rinnova
l’anno successivo e Juliette prende parte al film À cran
deux ans après (2004). Nel 2005 per
la Roudet arriva il primo ruolo in una serie tv,
Engrenages, e anche il primo ruolo in un film sul
grande schermo, dal titolo Au Suivant!.
Tuttavia, la parentesi
cinematografico-televisiva viene accantonata momentaneamente da
Juliette che dal 2007 al 2016 decide di tornare al suo primo amore,
la danza e il palcoscenico. In questi anni partecipa a produzioni
di grandi classico come I Giganti della Montagna
di Pirandello,Romeo e Giulietta
di Shakespeare e molti altri ancora.
Soltanto nel 2009,
Julitte Roudet decide di tornare al cinema e lo fa scegliendo il
film Bella, La Guerre et le Soldat Rousseau,
diretto da Manuel Flèche. L’anno successivo, oltre
al film Les Méchantes (2010) di Philippe
Monnier, l’attrice francese è impegnata con la miniserie
Les Vivants et Les Morts (2010).
Juliette Roudet in Profiling
Solo nel 2013, tuttavia, arriva per
Juliette la grande occasione. In quell’anno infatti viene scelta
per entrare a far parte del cast di una nuova serie tv
Profilage (Profiling), ideata da
Fanny Robert e Sophie Lebarbier.
Come si evince dal titolo, anche Profiling è una serie crime che
racconta dei casi affrontati dalla Polizia parigina e dalla sua
criminologa più promettente, Chloé Saint-Laurent.
Ci troviamo nella bellissima e
trafficatissima Parigi quando la criminologa Chloé Saint-Laurent
(Odile Vuillemin) viene assegnata alla nuova
squadra investigativa della polizia criminale, guidata da Matthieu
Pérac (Guillaume Cramoisan). A questa divisione
sono affidati i casi d’omicidio più cruenti e complessi e Chloé si
trova a dover fare i conti con un capo a cui è estremamente
difficile rapportarsi.
Mentre Matthieu è assi schematico e
metodico nelle sue investigazioni, Chloè tende ad approcciarsi alle
indagini in maniera differente. La criminologa riesce,
estraniandosi dal gruppo, ad entrare nella testa dell’assassino,
riuscendo a interpretare le sue scelte criminali e a volte ad
anticipare le sue mosse. Inutile dire che non tutti i suoi colleghi
siano proprio entusiasti di questo metodo così poco ortodosso.
Ma se Matthieu non sembra
condividere la sua passione per l’attività di profiling,
Chloé ha il sostegno di tanti nella squadra. Tra questi c’è il
Comandante Thomas Rocher (Philippe Bas), il
classico poliziotto pragmatico che odia le chiacchiere e predilige
l’azione. Nonostante sia parecchio irascibili e brontolone,
l’ispettore è uno dei sostenitori dell’attività di Chloè, rintenuta
fondamentale per la risoluzione del casi.
La serie, in onda dal 2009 al 2018,
è andata avanti per ben 10 stagioni e 102
episodi, non senza stravolgimenti di cast. Durante la
settima stagione, Chloè viene trasferita e la nuova protagonista
diventa Adèle
Delettre, interpretata da Juliette
Roudet, che a sua volta resta fino alla nona stagione.
Juliette Roudet lascia
Profiling
Nonostante la popolarità acquisita
grazie ai suoi progetti televisivi, cinematografici e teatrali,
Juliette Roudet resta una persona molto riservata.
Non conosciamo quasi nessun dettaglio della sua vita sentimentale
ma sappiamo che la sua decisione di lasciare la serie
Profiling è stata molto probabilmente influenzata
da due avvenimenti importanti.
Nel 2017,
l’attrice ha messo al mondo un figlio, avvenimento
che ha necessariamente interferito con le riprese della nona
stagione di Profiling, l’ultima che l’avrebbe
vista come protagonista. La maternità è un’esperienza impegnativa e
probabilmente per la Roudet, la vita frenetica dell’attrice
televisiva non si sposava con quella ancor più complessa di madre.
Inoltre, nel 2016, Juliette è diventata
insegnate di danza al Conservatoire National
Supérieur d’Art Dramatique de Paris, la scuola che lei stessa
aveva frequentato anni prima.
L’attrice non ha mai veramente
spiegato perché abbia deciso di abbandonare la serie ma, il 5
settembre del 2018, ha pubblicato su Instagram un posto,
ringraziando i suoi fan dell’affetto dimostratole nel corso degli
anni.
“È una scelta difficile perché
provo un grande affetto per le persone che scrivono questa serie e
per coloro che la ‘costruiscono’ giorno dopo giorno. Ma è una
scelta sincera, alimentata dalla sensazione di lasciare questo
progetto al momento giusto per me. Dopo queste tre stagioni di
totale impegno per il personaggio di Adèle, voglio dedicarmi a
nuovi progetti, nuovi ruoli, nuove sfide”.
E in effetti le nuove sfide per Juliette sono arrivate. Nel 2020
l’attrice ha partecipato alla miniserie crime thriller francese
Peur Sur Le Lac (Fear of the
Lake), di una sola stagione e sei episodi. Creata da
Jerome Cornuau , Nicolas Douay , Didier Le
Pêcheur, Yann Brione Laurent Burtin,
la serie è andata in onda a gennaio di quest’anno sul canale
francesce TF1.
Juliette Roudet su Instagram
Per essere sempre aggiornati sulle
nuove avventure professionali di Juliette Roudet,
vi consigliamo di seguire il suo account Instagram
ufficiale.
Con l’inizio del nuovo millennio i
film dedicati ai supereroi dei fumetti, in particolare Marvel e DC Comics, sono diventati
una realtà particolarmente solida dell’attuale panorama
cinematografico mondiale. Veri e propri dominatori del box office,
questi hanno negli anni guadagnato sempre più consenso. Ci sono
però alcuni titoli particolarmente più apprezzati di altri, e tra
questi figura certamente Logan – The
Wolverine. Uscito in sala nel 2017, il film è il
terzo capitolo della trilogia spin-off dedicata al più celebre
degli X-Men. Diretto da JamesMangold, tale lungometraggio è in breve tempo
diventato uno dei più apprezzati film di supereroi fino ad oggi
realizzati.
A distinguerlo da tutti gli altri
vi è un tono particolarmente crepuscolare, un ambientazione
post-apocalittica e un personaggio ormai vecchio, pieno di
acciacchi e rimorsi. Con questo film si giunge infatti alla
conclusione dell’arco narrativo di Wolverine, nuovamente
interpretato dall’attore Hugh Jackman. La
storia qui raccontata è liberamente ispirata alla serie di fumetti
intitolata Vecchio Logan, riprendendone l’ambientazione e
l’evoluzione del personaggio. Per dar vita a tutto ciò, il regista
e gli sceneggiatori si sono basati in particolar modo
sull’immaginario western e noir, permettendo al film di assumere i
connotati che oggi lo contraddistinguono.
Arrivato in sala, Logan – The
Wolverine confermò ancora una volta il grande interesse degli
spettatori nei confronti del personaggio. Allo stesso tempo,
particolarmente apprezzate furono le novità introdotte nel film,
tra cui il suo stesso tono cupo. Tutto ciò portò il film ad
affermarsi come un campione di incassi, guadagnando circa 619
milioni di dollari a fronte di un budget di circa 100. Per tale
titolo questo fu però solo il primo dei traguardi ottenuti,
arrivando poco dopo a stabilire anche altri prestigiosi primati e
record. Per scoprire quali, come anche altre curiosità legate al
film, basterà proseguire nella lettura.
Logan – The Wolverine: la trama
del film
La storia del film ha luogo nel
2029, in un mondo dove i mutanti sono sull’orlo dell’estinzione. Da
25 anni, infatti, nessun bambino con poteri speciali è più nati, e
i supereroi in circolazione sono ad uno ad uno stati abbattuti da
un gruppo criminale anti-mutanti noto come Reavers. Tra i pochi
superstiti vi è Logan, il quale però è notevolmente invecchiato da
quando il suo fattore rigenerante si è indebolito. Il mutante
trascorre ora le sue giornate lavorando come autista, mettendo da
parte i soldi guadagnati per potersi prendere cura di un ormai
novantenne Charles Xavier, il quale è gravemente affetto da una
malattia neurologica degenerativa. L’esistenza di Logan sembra
dunque destinata a finire nell’anonimato, ma un inaspettato
incontro cambierà le sue sorti.
Tramite l’infermiera Gabriela,
infatti, egli si ritrova a doversi prendere cura dell’undicenne
Laura Kinney, promettendo di condurla in un luogo considerato
sicuro. Nel momento in cui accetta tale missione, però, Logan si
ritrova inseguito dai Reavers, che desiderano ucciderlo e prendere
con sé la bambina. Fuggito con questa e Xavier, egli si ritroverà
testimone della più inaspettata delle scoperte. La piccola Kinney,
infatti, è una mutante, dello stesso tipo di Logan. Rappresentando
una speranza per il genere, questa va protetta ad ogni costo. La
battaglia diventa allora personale, e per lui è ora di tirare
nuovamente fuori gli artigli e tornare ad essere il pericoloso
Wolverine.
Logan – The Wolverine: il cast del
film
Con questo nuovo film dedicato al
personaggio, l’attore Hugh
Jackman ha stabilito un importante record. Egli ha
infatti non solo interpretato il noto mutante per ben nove volte,
ma anche per una durata di tempo maggiore rispetto a chiunque
altro. È infatti stato Wolverine per un totale di 16 anni e 228
giorni. Jackman raccontò di aver accettato di vestire nuovamente
tali panni solo a condizione che sarebbe stata l’ultima volta e
richiedendo personalmente un tono diverso rispetto ai precedenti
film. L’attore si impegnò così per dar vita ad un Logan più
sofferente e segnato dal tempo, sottoponendosi ad una dieta che gli
consentisse di ottenere un aspetto particolarmente emaciato. Per
lui questo si è trattato del film dedicato a Wolverine più
complesso per il quale si sia dovuto preparare.
Accanto a lui nel film si ritrova
anche Patrick
Stewart, che riprende nuovamente il personaggio di
Charles Xavier. Per poter apparire anche lui più invecchiato di
quanto realmente sia, l’attore arrivò a perdere poco più di 10
chili. Vera star del film è la giovanissima Dafne
Keen. Presentatasi per il ruolo di Laura, l’attrice
chiese al regista di poter improvvisare alcune battute. Dopo che
Jackman iniziò a recitare la sua parte, la Keen lo interruppe
urlandogli contro in spagnolo. Il regista e l’attore furono colpiti
dalla grinta della giovane attrice, decidendo di affidarle il
ruolo. Nel film si ritrovano poi anche gli attori Richard E.
Grant nei panni del dottor Zander Rice, e Boyd
Holbrook in quelli di Donald Pierce. Questi sono i due
villain principali del film. Stephen Merchant è
invece Calibano.
Logan – The Wolverine: i premi, il
trailer e dove vedere il film in streaming
Logan – The Wolverine si
affermò da subito come uno dei film più acclamati del suo anno da
parte della critica e dell’industria. Ciò lo portò ad essere
indicato come un serio contendente durante la stagione dei premi.
Dopo essere stato nominato dalla National Board of Review come uno
dei dieci migliori film dell’anno, questo arrivò infatti ad
ottenere una candidatura al prestigioso premio Oscar nella
categoria della miglior sceneggiatura non originale. Questo
risultato portò il film ad essere il primo cinecomic ad ottenere
tale onore, e anche se poi il premio non venne vinto ciò fu la
dimostrazione di come anche i film di supereroi possono essere
dotati di grandi e memorabili sceneggiature.
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Logan
– The Wolverine è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV,Chili Cinema, Google Play,
Infinity, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 23
novembre alle ore 21:15 sul canale
Italia 1.
Il co-creatore de La Regina
degli Scacchi, Allan Scott, ha ottenuto i
diritti del libro e ha iniziato a scrivere una sceneggiatura per la
serie Netflix quasi trent’anni fa, e sembra che il suo
incontro con Heath Ledger fu un momento fondamentale per il
progetto. Scott infatti scelse proprio Ledger come regista per il
film, che avrebbe dovuto essere quindi l’esordio alla regia
dell’attore e avrebbe dovuto avere Ellen Page nei panni della
protagonista.
“[Heath Ledger] ne era
appassionato; era un giovane intenso e interessato e fui subito
attratto da lui. Abbiamo parlato e parlato del progetto al
telefono, e poi alla fine siamo riusciti a incontrarci.” ha
dichiarato Scott.
Secondo The Independent, il
piano originale prevedeva che l’attore facesse il suo debutto alla
regia alla fine del 2008 con The Queen’s Gambit.
Sarebbe stato un progetto intrigante e di alto profilo per Heath Ledger dopo la sua interpretazione di
Joker ne Il Cavaliere Oscuro. Come sappiamo, purtroppo, le cose
sono andate diversamente, visto che Heath Ledger si è spento a
gennaio del 2008.
Il film mai realizzato su La Regina degli
Scacchi
“Ho scritto bozza dopo bozza e
lui ha dato il suo contributo – ha continuato Scott – ci siamo
incontrati diverse volte a New York e qui, dove trascorreva molto
del suo tempo. Eravamo arrivati al punto in cui avevamo inviato
la sceneggiatura a Ellen (Page). Heath era pieno di idee per il
resto del cast, principalmente dalla sua lista di amici attori.
Avevamo intenzione di fare un film alla fine del 2008.”
Come sappiamo il film non è stato
mai realizzato, ma la miniserie sta avendo un successo travolgente
su Netflix, dove detiene il primo posto dei titoli più visti da
oltre un mese.
Insieme a Mank, a
Il processo dei Chicago 7 e ad altri titoli
che arriveranno a breve sulle piattaforme dell’on demand,
Elegia Americana di Ron Howard è
trai titoli che più di tutti stanno mirando alla stagione dei premi
2021, che, per ragioni “pandemiche”, è stata spostata alla
primavera del prossimo anno invece che al tradizionale periodo di
fine inverno. Dunque, anche il film di Howard, adattamento
dell’omonimo romanzo autobiografico, arriva direttamente nelle
nostre case, su Netflix, a partire del 24 novembre.
La storia è raccontata da J.D.
Vance, secondogenito di Bev, donna sola e problematica, che cerca
di crescere alla bell’e meglio i due figli, con J.D. c’è Lindsay,
una ragazza intelligente e concreta, più grande di lui. Ad aiutare
Bev con il suo carattere turbolento, la tendenza a fare le scelte
sbagliate e i due figli, c’è Mamaw Vance, madre della donna
difficile e nonna burbera ma che profonde un solido e testardo
impegno nella salvaguardia dei ragazzi dalla sua stessa figlia. La
storia ripercorre a ritroso l’adolescenza di J.D., la sua lotta
personale per sollevarsi e staccarsi dall’eredità della famiglia,
la sua ferma volontà di laurearsi a Yale, uno dei college più
prestigiosi d’America, e l’ambizione di diventare avvocato. Tutto
nell’arco di una sola giornata in cui è costretto a tornare a casa
perché la madre è andata in overdose ed è in ospedale.
L’Elegia Americana che ha fatto
flop negli USA
Accompagnato da una scia di critiche
negative che arrivano da Oltreoceano, Elegia Americana è un realtà
un bel film, una storia di riscatto solida, un racconto che fila
dritto senza colpi di scena, un affresco familiare lungo tre
generazioni, tutto raccontato dal punto di vista del protagonista e
autore del romanzo da cui il film è tratto. Ma allora perché dagli
USA si sono levate voci contrarie? Semplicemente perché Ron Howard,
e con lui la sceneggiatrice Vanessa Taylor, mette
da parte tutto l’aspetto sociale del romanzo originale e si
concentra solo su quello intimo e personale, per cui il pubblico
europeo è meglio disposto a raccogliere un racconto che si
concentra su sentimenti universali e lascia da parte l’analisi
sociale di un Paese straniero.
Il titolo stesso del film (e del
romanzo) ci dà la chiave di lettura del racconto originale, ovvero
Hillbilly Elegy: A Memory of a Family and a Culture in
Crisis. Hillbilly è il nomignolo dispregiativo con cui in
gergo si indicano le popolazioni originarie degli Appalachi, e
Vance è un figlio delle montagne del Kentuchy, che per luogo comune
sono considerate il luogo più arretrato di tutti gli Stati Uniti.
Ebbene, il romanzo dà molta importanza quindi non solo al riscatto
sociale di J.D. ma anche all’aspetto sociologico della sua presenza
in un college di prestigio, con il suo retaggio familiare e
culturale, aspetto che nel film è stato liquidato semplicemente da
una battuta all’inizio della storia.
Con buona pace di J.D.,
interpretato da Gabriel Basso, che è il
protagonista e la voce narrante, il film si fonda principalmente
sulle interpretazioni di Glenn Close e Amy Adams. Le due grandi attrici sono alle
prese con due ruoli duri e difficili, sopra le righe, sono entrambe
imbruttite, rese goffe dal personaggio che incarnano, messe alla
prova da un ruolo gridato, in cui alzare la voce, picchiare duro,
essere sgradevoli è quanto richiesto dalla storia. E nonostante
entrambe siano in grado di dare vita a grandi interpretazioni
misurate ed eleganti, anche di fronte alla ferocia delle due donne
che interpretano, non fanno una piega e consegnano allo spettatore
uno spettacolo di altissima qualità artistica.
L’apporto di Ron
Howard è come al solito “invisibile”, il regista si mette
completamente al servizio della storia, sceglie in molti momenti,
soprattutto in alcune delle sequenze di colluttazioni, che sono
anche le più dolorose emotivamente, di rimanere vicinissimo ai
personaggi, ai loro volti feriti, alla loro sofferenza, risultato
di un disagio sociale che però non viene mai davvero raccontato. Ad
impreziosire questo lavoro discreto e impeccabile c’è Hans
Zimmer, che per una volta mette da parte le sue musiche
trionfali e, insieme a David Fleming, accompagna
con delicatezza tutta la storia di J.D., la sua tenacia, il suo
riscatto, la sua forza di volontà nello staccarsi e guardare avanti
per non affogare e per darsi una possibilità.
Elegia Americana
racconta gli affetti, la famiglia, nella sua declinazione
problematica e turbolenta, ma allo stesso tempo racconta il
coraggio di lottare per se stessi, nonostante quella famiglia, la
forza che ci vuole a costruirsi una vita tutta nuova per sé, a
realizzare un sogno, senza rinnegare se stessi ma lottando per
quello in cui si crede.
Il conto alla rovescia per i nuovi
episodi di Grey’s
Anatomy 17 è cominciato. La
serie medical drama più amata e seguita ritorna con
l’attesissima 17esima stagione dal 24 novembre alle 21.00
su FOX (Sky, 112) con un doppio episodio
che, con un salto temporale, proietterà i medici del GreySloan Memorial Hospital nel pieno dell’emergenza sanitaria
con la pandemia COVID-19 che ha sconvolto le vite dei chirurghi
dell’ospedale.
La premiere della stagione 17 di
Grey’s
Anatomy, definita da Ellen Pompeo come “una delle
nostre migliori stagioni”, riprende un mese dopo l’inizio
della pandemia, quando Meredith, Bailey e il resto dei medici si
trovano in prima linea in un mondo completamente diverso. La
stagione tratterà quindi anche il tema della pandemia dove, insieme
alla stretta attualità, troveranno spazio anche le vicende
personali dei medici con le loro storie, che avranno il compito di
alleggerire una trama resa drammatica dalla volontà di omaggiare
gli eroi della lotta al Coronavirus.
Le storyline principali di
Grey’s
Anatomy seguiranno DeLuca (Giacomo
Gianniotti) con il suo problema di salute mentale, i
triangoli amorosi Meredith (Ellen
Pompeo)-DeLuca-Hayes (Richard Flood)
e Tom (Gregory Andrew Germann)-Teddy (Kim
Raver)-Owen (Kevin
McKidd), la fresca e coinvolgente storia tra Amelia
(Caterina
Scorsone) e Link (Chris Carmack) con
il loro bambino e Jo (Camilla Luddington), che
dovrà affrontare un futuro aperto alle novità dopo l’addio di Alex.
Nel cast un nuovo ingresso: l’attrice Mackenzie
Marsh (Charmed, Will
& Grace) interpreterà sarà Val Ashton, una donna sola ma
intelligente, con un buon senso dell’umorismo e che lavora nel
settore dell’editoria.
Sarà Dan
Trachtenberg, regista di 10
Cloverfield Lane, a dirgere il nuovo capitolo della saga
di Predator, la celebre saga
horrro/fantascientifica iniziata nel 1987 con l’omonimo film
interpretato da
Arnold Schwarzenegger. La notizia è stata riportata da
Deadline.
Già lo scorso dicembre era stato
riferito che Trachtenberg stava sviluppando un film per i 20th
Century Studios intitolato Skulls, scritto da
Patrick Aison e prodotto dallo storico produttore
di franchise di Predator,John Davis.
All’epoca si vociferava che Skulls avrebbe seguito la
storia di una donna Comanche che si ribellava alle norme e alle
tradizioni di genere per diventare una guerriera.
Ora,
AVP Galaxy riporta che i due progetti – ossia Skulls e
il nuovo film della saga di Predator – sono in realtà la
stessa cosa. Apparentemente, “Predator 5 sarà ambientato nel
passato (finalmente!). Si concentrerà sui nativi americani prima
che i territori fossero presi dai coloni americani, con un cast
delle Prime Nazioni”.
Questa non sarà la
prima volta che il franchise esplora la cultura dei nativi
americani, poiché in passato era già stato fatto dalla serie di
fumetti (e dal romanzo) “Predator: Big Game”. È
sicuramente una premessa interessante ed eccitante per il franchise
cinematografico, soprattutto dopo l’insuccesso del riavvio del
2018, The
Predator, diretto da Shane Black.
Grazie a piattaforme streaming come
Netflix e Amazon Prime Video,
negli ultimi tempi sono sempre di più i contenuti disponibili agli
utenti. Ogni mese spuntano nuovi film e serie tv, contenuti
originali di ogni genere adatti a tutti. La sovrabbondanza di nuovi
contenuti, oltre ad arricchire i cataloghi delle piattaforme,
permette agli utenti di spaziare tra i generi e scoprire anche
nuovi talenti della recitazione. Grazie, ad esempio, alla nuova
serie tv targata Netflix dal titolo Outer
Banks, molti attori semisconosciuti sono diventati
delle piccole celebrità. Tra questi c’è di sicuro la bella e
giovanissima Madison Bailey.
Se ancora non avete visto
Outer Banks e non sapete di chi stiamo
parlando, venite con noi a scoprire tutto quello che c’è da
sapere su Madison Bailey e la sua fulminea scalata al
successo.
Madison Bailey film e serie tv:
gli inizi della sua carriera
Madison Bailey,
età 21 anni, nata il 29 gennaio del
1999 a Kernersville, in North Carolina,
comincia la sua carriera di attrice relativamente presto. Risale
infatti al 2015 – anno in cui Madison aveva solo
sedici anni – la sua prima apparizione sul piccolo schermo in un
episodio della serie Constantine. Non conosciamo
bene tutti i retroscena della sua istruzione ma sappiamo che per
Madison la vita non è sempre stata tutta rosa e fiori.
La ragazza infatti soffre di
disturbo borderline di personalità, una condizione
medico psichiatrica che influenza il comportamento di una persona.
Tra le caratteristiche di questa patologia ci sono paura del
rifiuto e dell’abbandono, instabilità nelle relazioni
interpersonali e instabilità anche nella percezione di sé e del
proprio comportamento. Le persone affette da questo disturbo
presentano anche repentini cambi d’umore con conseguenti scatti
d’ira seguiti da un terribile stato depressivo. In aggiunta,
inoltre, a questi comportamenti si possono manifestare
autolesionismo, manie suicide, disordini sessuali e abuso di
sostanze. [fonte:
Wiki]
Nonostante tutto, con il
trattamento farmaceutico giusto, il disturbo borderline di
personalità è controllabile. La malattia, infatti, negli anni non
ha impedito a Madison di vivere una vita normale e di inseguire il
suo sogno di diventare un’attrice.
Dopo la sua prima esperienza in tv
con Constantine, la Bailey partecipa a tanti altri
progetti televisivi e cinematografici. La vediamo, infatti,
interpretare piccoli ruoli nelle serie tv Swamp
Murders (2015), Murder Chose Me (2017),
Mr. Mercedes (2017), Two Roads
(2018) e nel film Nightclub Secrets (2018). Tra i
progetti più recenti ai quali Madison partecipa, ci sono le serie
tv Black
Lightning (2018-2019), Creepshow
(2019), Council of Dads (2020) e il film
Impractical Jokers: The Movie (2020).
Madison Bailey in Black
Lightning
Prima di approdare
all’acclamatissima serie Outer Banks, Madison Bailey viene
scelta per entrare a far parte del cast di Black
Lightning, il suo primo progetto televisivo più
importante e duraturo. Ideata da Salim Akil per la
CW, la serie è basata sul personaggio di
Fulmine Nero, uno dei protagonisti dei fumetti
della DC Comics.
La serie racconta la storia di
Jefferson Pierce (Cress
Williams) che, dopo aver usato i suoi superpoteri per
proteggere Freeland, ha deciso di ritirarsi per proteggere sé
stesso e la sua famiglia. Jefferson finisce quindi a lavorare come
preside di una piccolo liceo e a vivere una vita normale e un po’
noiosa.
A turbare la sua quiete e quella
dei suoi cari è l’arrivo dei The Hundred in città,
una nuova gang di criminali senza scrupolo. Nonostante i numerosi
sforzi, le autorità non riescono a fermare i nuovi arrivati che
ormai hanno il controllo della città. Per proteggere quindi la sua
famiglia e in particolare sua figlia, Jefferson torna a indossare i
panni di Black Lightning (Fulmine Nero).
Nella serie, Madison
Bailey interpreta Wendy Hernandez una
meta-umana con poteri straordinari che compare a partire dalla
seconda stagione di Black
Lightning.
Sono gli anni ottanta, Wendy Herdandez si è
appena diplomata e sta preparando la sua lettera di ammissione per
la scuola di infermiere. Ma mentre la ragazza programma il suo
futuro, c’è qualcuno che ha per le degli altri programma.
Identificata come meta-umana da Peter
Gambi, uno dei ‘cacciatori’ dell’ASA
(American Security Agency), Wendy viene rapita e posta in una sorta
di capsula d’ibernazione. Durante la sua permanenza nella capsula,
il tempo passa, la vita procede e i genitori della ragazza
muoiono.
Decenni più tardi, a causa di un
incidente con un altro meta-umano intrappolato, Wendy riesce a
liberarsi e scappa dalle prigioni dell’ASA. Arrabbiata,
disorientata e spaventata, la ragazza cerca di ritracciare i suoi
genitori. Quando però si rende conto che tutto attorno a lei è
cambiato e che nessuna delle persone che conosce è più in vita,
Wendy scatena sulla città i suoi incredibili poteri. La ragazza,
come molti meta-umani, è dotata di straordinari poteri che le
permettono di controllare l’aria e il vento usandoli come una vera
e propria arma, riuscendo anche a creare terribili tempeste e
uragani. Riuscirà Jefferson aka Fulmine Nero a fermare la follia
distruttiva di Wendy? [fonte:
Fandom]
Al momento Black
Lightning conta al suo attivo 3
stagioni e 46 episodi. Tuttavia, la serie
è stata rinnovata dalla CW per una quarta
stagione che verrà trasmessa a partire dall’8
febbraio 2021.
Madison Bailey in Outer Banks
Nel 2019, per
Madison Bailey arriva una nuova grande opportunità. L’attrice viene
scelta per il cast di una nuova serie, ideata da Josh
Pate, Jonas
Pate e Shannon
Burke per Netflix, dal
titoloOuter Banks.
La serie è ambientata nella
località balneare di Outer Banks, ovvero una
lunga striscia di terra e sabbia che si estende lungo tutta la
costa del North Carolina. In questa zona la società è spaccata in
due e nel tempo si sono andati a creare due blocchi contrapposti.
Da un lato abbiamo i Kooks, i ricchi di Outer
Banks che vivono una vita fatta di lusso e divertimento; mentre
dall’altro lato abbiamo i Pogues, la classe
lavoratrice, la parte più povera e disagiata della società.
I protagonisti della serie sono un
gruppo di adolescente che abita questa zona quasi di confine, e
rappresenta la parte più povera e disagiata della società. Chiamati
i Pogues, questi ragazzi vivono ai limiti della legalità e
rispondono a John B (Chase Stokes), leader del
gruppo. Tra le fila dei Pogues ci sono anche Pope (Jonathan
Daviss), JJ (Rudy Pankow) e Kiara
(Madison Bailey), detta Kie. Al gruppo,
successivamente si unisce anche Sarah Cameron (Madelyn
Cline), figlia del ricco imprenditore locale Ward
Cameron. Nonostante sia una Kook, il carattere ribelle della
ragazza e il suo interesse sentimentale verso John B la avvicinano
sempre di più al mondo dei Pogues.
Quando il padre il John B scompare
misteriosamente, i ragazzi si mettono sulle sue tracce e cominciano
a trovare strani indizi che sembrerebbero portare ad un tesoro
nascosto. Il bottino di diversi milioni di dollari, tuttavia, non
fa gola solo ai Pogues che si troveranno quindi a dover affrontare
una lunga serie di pericolosi attacchi.
Nella serie Madison
Bailey interpreta Kiara
Carrera, figlia di un famoso ristoratore locale.
Nonostante le sue origini la rendano parte una Kooks dalla nascita,
la ragazza ha sempre preferito stare con i Pagues e per questo è
mal vista dai rampolli di Outer Stokes.
La serie Outer
Banks, disponibile
su Netflix, è stata rilasciata a
febbraio del 2020 e ad oggi conta al suo attivo solo una stagione
di 10 episodi. Tuttavia, grazie al successo
ottenuto nei primi mesi sulla piattaforma, qualche giorno fa
Netflix ha deciso di
rinnovare la serie per una seconda
stagione che, presumibilmente, andrà in onda nel
2021.
Madison Bailey e Rudy Pankow:
un’amicizia nata sul set
La serie Outer
Banks è stata un grande successo e gli spettatori,
soprattutto quelli più giovani, si sono affezionati ai nuovi
personaggi e attori. Grazie a Netflix il
pubblico ha conosciuto nuovi talenti della recitazione e gli stessi
attori si sono ritrovati tra le mani un’inaspettata popolarità.
Sul set della serie, inoltre, sono
nati molti amori e amicizie tra i protagonisti. Oltre all’ormai
famosa coppia, sia in tv che nella vita reale, formata da Madelyn Cline e
Chase Stokes, ci sono anche altre due persone
diventate inseparabili. Grazie ai tanti mesi di lavoro spalla a
spalla, anche Madison Bailey e Rudy Pankow pare
abbiano stretto un’amicizia davvero speciale.
Proprio come i loro rispettivi
personaggi, Kiara e JJ, i ragazzi passano molto tempo insieme come
testimoniano anche i tantissimi scatti che entrambi postano su
Instagram.[fonte:
Popsugar]
Ma nonostante le teorie romantiche
dei loro rispettivi gruppi di fan, tra Madison e Rudy non c’è nulla
di romantico, la loro resta una semplice amicizia. Tra l’altro,
Madison, dichiaratasi pansessuale, è attualmente
impegnata in una relazione con Mariah Linney, una
famosa star del basket femminile della North Carolina
University.
Madison Bailey Instagram
Per essere sempre aggiornati sulle
avventure professionali e sentimentali di Madison
Bailey, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram e, perché no?,
anche quello di Rudy Pankow
e degli altri membri del cast di Outer Banks.
Continua come sempre il nostro
viaggio tre le nuove generazioni di attori e attrici. Dopo avervi
parlato di Madelyn
Cline, Madison Bailey, Aron
Piper e molti altri ancora, oggi è la volta di una
giovanissima dai capelli rossi. La piccola Amybeth
McNulty, protagonista di Chiamatemi
Anna, la serie Netflix
ispirata al romanzo Anna dai Capelli Rossi, è
riuscita a conquistare il cuore degli spettatoti di tutto il
mondo.
Se non avete ancora avuto modo di
innamorarvi della nuova piccola Anna dai capelli rosssi targata
Netflix e della sua giovane interprete, qui troverete
tutto quello che c’è da sapere su Amybeth
McNulty.
Amybeth McNulty film e serie tv:
gli inizi della sua carriera
Amybeth McNulty, età 19
anni, nata il 7 novembre del 2001 a
Donegal Town, in Irlanda, è un’attrice di origini
miste, con padre irlandese e madre
canadese. Grazie ai suoi genitori, Amybeth ha la
doppia cittadinanza irlandese e canadese ed ha potuto quindi
esplorare a fondo le culture di entrambi i paesi.
Data la sua giovane età, della sua
vita privata e della sua istruzione si conosce ancora poco. Da
quello che sappiamo, la sua carriera comincia relativamente presto,
quando Amybeth ha appena tredici anni. La sua prima esperienza
cinematografica risale infatti al 2014 quando
prende parte al film A Risky Undertaking, diretto
da Ariadne Pleasant.
Negli anni successivi la vediamo
anche alle prese con piccoli ruoli in alcune serie tv come
Agatha Raison (2014), Clean Break
(2015) e The Sparticle Mystery (2015). Il progetto
cinematografico più importante al quale partecipa, tuttavia, arriva
nel 2016 quando Amybeth viene scelta per un piccolo ruolo nel film
Morgan, diretto da Luke Scott,
figlio del celebre Ridley Scott.
Ambientata in in futuro prossimo e
sconosciuto, il film racconta la storia di Morgan, uno sorta di
sofisticatissimo robot dalle sembianze umane, creato in laboratorio
per essere impiegato in campo militare e non solo. Grazie alle
modifiche apportare dagli scienziati del progetto, Morgan è dotata
di un’intelligenza senza precedenti, di abilità militari e
deduttive straordinari e inoltre sembra in grado di comprendere e
replicare ogni emozione umana.
Trattata come un semplice robot, un
esperimento di laboratorio, Morgan viene tenuta rinchiusa in una
cella dove, insieme alla sua età, cresce anche la sua rabbia e la
sua voglia di vendetta e libertà. Nel film diverse attrici
interpretano il ruolo della protagonista, ovvero, Courtney
Caldwell (Morgan a 5 anni), Amybeth
McNulty (Morgan a 10 anni) e Anya
Taylor-Joy.
Amybeth McNulty in Chiamatemi
Anna: la serie evento di Netflix
La prima vera occasione per
Amybeth McNulty, tuttavia, arriva nel
2017 quando viene scelta per interpretare il ruolo
della protagonista nella nuova serie Netflix dal
titolo Chiamatemi
Anna. Tratta dal celebre romanzo di formazione
Anna dai Capelli Rossi di Lucy Maud
Montgomery, la serie racconta delle avventure della
piccola Anna e della sua difficile infanzia.
Alla fine del XIX secolo, il 23
marzo nella piccola cittadina di Bolingbroke, nella Nuova Scozia,
nasce la piccola Anna Shirley, figlia di Walter e Bertha Sherley,
sue insegnanti di scuola superiore. A tre mesi dalla nascita di
Anna, i due purtroppo vengono a mancare a causa di una grave
malattia infettiva e la piccola si trova improvvisamente sola al
mondo. Anna viene quindi affidata alla vicina, la Signora Thomas, e
alla sua famiglia. La donna però si rivela essere una madre
adottiva completamente inadatta; oltre ad avere un marito violento
e alcolizzato che picchia Anna, la donna costringe la ragazzina a
occuparsi dei suoi figli.
Un giorno però, mentre il signor
Thomas sta picchiando Anna, l’uomo ha un infarto e stramazza al
suolo. Distrutta dalla morte del marito e in collera con la
bambina, la signora Thomas manda via Anna che, all’età di otto
anni, viene affidata alla signora Hammond, moglie e madre di ben
otto figli. L’intera famiglia vive in una casa fatiscente in riva a
un fiume e cerca di sopravvivere come meglio può. Anche Anna, nel
suo piccolo, cerca di aiutare prendendosi cura dei suoi fratellini
adottivi.
Tuttavia, anche la sua permanenza
dagli Hammond ha vita breve. Due anni dopo, infatti, a causa della
morte del signor Hammdon, Anna è costreta a cambiare nuovamente
casa e finisce nell’orfanotrofio di Hopetown. Qui la piccola resta
per soli quattro mesi durante i quali cerca in tutti i modi di
mantenere un atteggiamento positivo.
Nonostante infatti Anna sia ormai
rimasta sola al mondo e nessuno sembri disposto ad accoglierla in
famiglia, la piccola fa leva sulla sua incredibile immaginazione
per sfuggire alla tristezza che la circonda. Anna è un’anima
gentile e sognatrice intrappolata in un modo di pragmatica
rassegnazione.
Nella prima stagione della serie,
Anna viene affidata dall’orfanotrofio a due anziani fratelli,
Marilla (Geraldine James) e Matthew Cuthbert
(R.H. Thomson). I due, entrambi senza moglie,
marito né figli, gestiscono una fattoria chiamata Green Gables
nella città di Avonlea, in Canada ed hanno bisogno di qualcuno che
li aiuti per mandare avanti l’attività. Matthew, ormai vecchio e
malato di cuore, decide di comune accordo con la sorella di
adottare un ragazzo dall’orfanotrofio affinché li aiuti col lavoro
nei campi.
Dalla Nuova Scozia, tuttavia, viene
inviata la piccola Anna, ormai tredicenne, contenta di aver
finalmente trovato una famiglia. Ma Anna non è esattamente ciò che
i Cuthbert si aspettano. Nonostante la delusione iniziale, Matthew
e Marilla restano colpiti dalla triste storia della ragazzina e
decidono di tenerla con loro.
La serie Chiamatemi
Anna, disponibile in streaming su Netflix, ad oggi
conta al suo attivo ben 3 stagioni e 27
episodi. Nonostante il successo ottenuto dalla serie,
proprio pochi giorni dopo l’uscita della terza stagione, Netflix ha
annunciato la cancellazione di Chiamatemi
Anna.
Amybeth McNulty 2020: i nuovi
progetti
Grazie alla sua incredibile
interpretazione nella serie Chiamatemi Anna, la popolarità della
piccola Amybeth McNulty è cresciuta a dismisura.
Dopo la cancellazione della serie, infatti, Amybeth ha subito
cominciato a lavorare su due nuovi progetti che ad oggi, a causa
della pandemia da Coronavirus, sono fermi in fase di
post-produzione.
Il primo dei due film bloccati
dalla pandemia è Maternal, diretto da
Megan Follow. Il film racconta la storia di
Charlie McLoad (Amybeth McNulty), una sedicenne
che, in macchina per raggiungere il matrimonio del padre, resta
coinvolta in un gravissimo incidente. Durante la corsa in ospedale
e i tentativi di rianimazione dei medici, per qualche breve
istante, Charlie muore sul tavolo operatorio.
Durante questi secondi cruciali, la
ragazza vive un’esperienza di pre-morte e il suo spirito si
ricongiunge con quello della defunta madre Claire (Megan
Follow). Quest’incontro inaspettato, a metà strada tra lad
vita e la morte, renderà la loro imminente separazione ancor più
dolorosa. Riuscirà Charlie a tornare indietro verso la vita? Ma
soprattutto, riuscirà Claire a dire di nuovo addio alla sua
bambina?
Il secondo film in attesa è
Black Medicine, scritto e diretto da Colum
Eastwood. In questa seconda pellicola, un thriller in
piena regola, ci troviamo immersi nel mondo della criminalità
organizzata. Bernadette (Orla Brady) è un medico
che lavora per il mercato nero, prestando i suoi servigi ai
criminali più feroci e violenti. Durante una delle sue operazioni
illecite per conto dei suoi loschi capi, Bernadette incontra Áine
(Amybeth McNulty), una giovane ragazza in fuga
proprio dai suoi datori di lavoro. La donna dovrà quindi decidere
se aiutare Áine onorando il suo giuramento medico o rischiare di
compromettere la sua posizione all’interno dell’organizzazione
criminale.
Amybeth McNulty su Instagram
Nonostante Amybeth sia molto attiva
sui social e in particolar modo su Instagram e Twitter, ad oggi
sappiamo ancora poco della vita privata dell’attrice. In molti,
negli ultimi anni, si sono chiesti se la McNulty avesse o meno una
storia segreta con Lucas Jade Zumann, suo collega
e interprete del personaggio di Gilbert Blythe nella serie
Chiamatemi Anna.
In occasione del mese del Pride
2020, l’attrice ha utilizzato il suo profilo Twitter per fare
coming out. La dolce Anna dai capelli rossi – o meglio, biondi! -,
ha dichiarato di esser bisessuale, notizia che è stata accolta con
grande entusiasmo dai suoi fan che l’hanno supportata e riempita di
messaggi incoraggianti sui social.
Per restare sempre aggiornati sulle
avventure professionali e provate di Amybeth
McNulty, vi consigliamo di seguire i suoi account
ufficiali Instagram e Twitter.
Con l’uscita di Black Widow, il MCU risolverà finalmente il mistero
che circonda la vecchia missione di Natasha Romanoff e Clint Barton
a Budapest. Scarlett
Johansson è pronta a riprendere il ruolo di
Vedova Nera nel primo film in solitaria del personaggio. Ambientato
tra gli eventi di Captain
America: Civil War e Avengers:
Infinity War, Black Widow seguirà Nat in
fuga mentre si riunisce con le figure chiave della sua vita prima
di diventare un agente dello SHIELD. Dopo quasi un decennio, sembra
che il MCU finalmente colmerà gli spazi vuoti riguardo al
significato di Budapest, dal momento che i fan più attenti avevano
già notato nel trailer scene ambientate proprio in quella
location.
Cosa sappiamo su Budapest
Il primo riferimento a Budapest nel
MCU è arrivato in The Avengers del 2012. Il film è stato il primo
team-up dell’universo condiviso, con Iron Man, Hulk, Captain
America, Thor, Vedova Nera e Occhio di Falco impegnati a proteggere
New York da Loki e dall’esercito Chitauri. Anche se Vedova Nera ha
fatto il suo debutto in Iron
Man 2, il suo più stretto alleato, Occhio di Falco, è
arrivato soltanto nella successiva puntata del franchise, con
Thor
del 2011. Entrambi i personaggi erano legati da una profonda ed
interessante storia nei fumetti. Oltre ad essere un amico intimo, è
stato Clint a convincere Nat a diventare un angete dello SHIELD in
seguito al suo tragico passato legato alla Stanza Rossa e al
programma sovietico Black Widow.
Il mistero su ciò che è realmente
accaduto a Nat e Clint a Budapest è stato velatamente approfondito
nel corso delle varie apparizioni dei personaggi nel MCU. Dopo anni
di domande, è stato confermato che Black Widow fornirà finalmente
ai fan le tanto attese risposte in merito alla missione segreta e
agli eventi che si sono verificati. Qualunque cosa sia successa in
Ungheria, molti fan hanno ipotizzato che debba avere connotazioni
negative. Ecco – via
Screen Rant – le teorie più popolari su Budapest che potrebbero
trovare un riscontro nel cinecomic in arrivo nel 2021.
Vedova Nera e Occhio di Falco hanno
combattuto contro Taskmaster a Budapest
Una delle teorie più
popolari che circondano gli eventi della città suggerisce che
Natasha e Clint fossero a Budapest quando hanno combattuto per la
prima volta Taskmaster. Il misterioso cattivo interpreterà il
principale antagonista di Black Widow, ma è
possibile che abbia avuto scontri con Vedova Nera molto prima di
questo film. Dal momento che nel trailer Nat afferma: “Dobbiamo
tornare al momento in cui tutto è iniziato”, non può essere
una coincidenza che una parte importante del film si svolga nella
città ungherese. Con l’impostazione di Budapest, la presenza di
Taskmaster potrebbe essere facilmente collegata allo S.H.I.E.L.D.,
operazione a cui Nat e Clint sono stati inviati ben prima che
venissero presentati nel MCU e collegati agli eventi di The Avengers.
La breve apparizione di Taskmaster
nei trailer di Black Widow fornisce ulteriori
prove a sostegno di questa particolare teoria. Non solo il cattivo
sembra avere tutte le carte in regola per affrontare Natasha, ma
condivide anche con Occhio di Falco le abilità di tiro con l’arco.
Il cattivo dei fumetti è sempre stato noto per la sua memoria
fotografica, che gli ha permesso di imitare qualsiasi cosa di cui
fosse testimone. Che si tratti di abilità di combattimento o di
armi, Taskmaster sarebbe stato in grado di replicare le azioni di
Vedova Nera e Occhio di Falco se li avesse incontrati in
precedenza. Sebbene questa teoria sia molto plausibile, potrebbe
richiedere l’apparizione di Clint, almeno in un flashback, per
legare totalmente le questioni in sospeso al mistero di
Budapest.
Nick Fury ha inviato Nat e Clint a
Budapest per fermare una minaccia in corso
Anche se la maggior parte
dei riferimenti a Budapest provenivano da Natasha o da Clint, non è
stato sempre così nel MCU. In Captain
Marvel, Nick Fury ha fatto riferimento alla città quando
stava chiacchierando con Carol Danvers in un bar. Mentre parlava
del suo passato con la CIA, Fury ha detto a Carol di essere stato
inviato in varie località durante la Guerra Fredda, tra cui
Belgrado, Belfast, Bucarest e Budapest. Questa potrebbe essere
stata una connessione intelligente per aggiungere un elemento in
più al grande mistero che circonda l’Ungheria nel MCU, ma potrebbe
anche aver aggiunto un nuovo livello alla missione segreta di Nat e
Clint.
Fury non era un agente dello
S.H.I.E.L.D. quando ha partecipato ad un’operazione a Budapest, ma
era comunque il direttore quando Nat e Clint sono stati mandati in
missione. Era già noto che l’HYDRA aveva orchestrato gran parte
delle azioni dei sovietici durante la Guerra Fredda. Se le
relazioni con l’ex Unione Sovietica non fossero state all’altezza
dei gusti dello S.H.I.E.L.D., l’organizzazione potrebbe aver
inviato due dei suoi migliori agenti per contrastare una minaccia.
Durante la Guerra Fredda, l’Ungheria era sotto il controllo
sovietico. Dal momento che Nat ha un chiaro legame con i sovietici
e la Russia, avrebbe potuto tentare di placare una sorta di
tensione tra le nazioni. Sebbene sia possibile che abbia qualcosa a
che fare con il passato di Fury, c’è anche la possibilità che Nat e
Clint siano stati mandati a Budapest per coprire qualcosa che il
loro direttore aveva fatto nella città, quindi non riconducibile
all’intera organizzazione dello SHIELD .
Natasha ha fatto qualcosa di orribile a Budapest
C’è
un’altra teoria alquanto convincente che suggerisce che Vedova Nera
e Occhio di Falco hanno fallito nella loro missione a Budapest,
uccidendo persone innocenti. Poco prima che Natasha affermasse che
la battaglia di New York era “proprio come quella di
Budapest”, Clint è stato visto mentre aiutava cittadini
innocenti a scappare da un autobus. Il paragone di Nat è stato
evidenziato dal loro confronto con il travolgente esercito di
Chitauri, ma potrebbe essere stato un riferimento all’intera catena
di eventi, inclusa la protezione dei cittadini ungheresi. Sembrava
che Nat e Clint avessero un controllo sui nemici alieni a New York,
ma considerando che Occhio di Falco affermava di ricordare Budapest
in modo diverso, potrebbe non essere stato il caso della loro
missione a Budapest.
La rivelazione che Nata ha “la
nota rossa sul registro” è stata una dichiarazione persistente
nel MCU. Durante il suo arco narrativo, il personaggio sembrava
sempre dover rimediare a qualcosa. Alexander Pierce ha persino
minacciato di rivelare la verità sul periodo di Vedova Nera a
Budapest durante una sequenza in
Captain America: The Winter Soldier. Qualunque cosa sia
accaduto lì, sembra essere stata negativa, insinuando che la verità
doveva rimanere nascosta. Una missione fallita che ha portato a
vittime innocenti sarebbe sicuramente qualcosa che ha continuato a
perseguitare Nat. O forse, la missione di Budapest fa riferimento a
quando Clint è stato inviato per uccidere Nata prima che venisse
ingaggiata come agente dello S.H.I.E.L.D. Potrebbe aver fatto
qualcosa di terribile per conto dei russi prima che Clint la
prendesse sotto la sua ala. Questo potrebbe spiegare anche perché
Nata ha sentito il bisogno di sacrificarsi per ottenere la Gemma
dell’Anima su Vormir in Avengers:
Endgame.
Nat e Clint hanno avuto una storia a Budapest
Vedova Nera
e Occhio di Falco erano noti per avere una relazione romantica nei
fumetti, ma ciò non è mai avvenuto nel MCU. Al contrario, hanno
costruito un legame platonico estremamente forte che è durato fino
al tragico sacrificio di Nat. Anche con i sentimenti di Nat per
Bruce Banner, l’eroina è comunque rimasta impegnata e concentrata
nel suo lavoro. Clint, nel frattempo, aveva una moglie e dei figli
a cui teneva molto. Nonostante le rispettive trame, non tutti i fan
erano convinti, credendo che Vedova Nera e Occhio di Falco
potessero aver avuto comunque una relazione romantica in
passato.
Se fosse questo il caso, la loro
avventura romantica potrebbe essere avvenuta nel periodo della
missione di Budapest. Mentre Nat ricordava l’operazione speciale,
Clint potrebbe averla collegata a quella fase confusa della loro
relazione (da qui il suo commento in The Avengers). Sebbene sia del tutto
possibile che Vedova Nera e Occhio di Falco fossero più che
semplici amici ad un certo punto, la rivelazione di Black Widow sarebbe un
disservizio per l’accumulo di anni relativi al mistero di Budapest.
La rivelazione ricadrebbe anche nello stanco tropo che uomini e
donne non possono avere un forte legame senza che finiscano
necessariamente per innamorarsi.
La storia di Natasha Romanoff si è
conclusa in Avengers:
Endgame, ma Scarlett
Johansson avrà l’opportunità di raccontare ancora
una volta le gesta del suo iconico personaggio quando finalmente
l’attesissimo Black Widow arriverà
nelle sale di tutto il mondo.
Ambientato tra gli eventi di
Captain America: Civil War e quelli di Avengers:
Infinity War, la speranza tra i fan è che lo spin-off
ponga le basi affinché Yelena Belova assuma il ruolo di
protagonista nel futuro del MCU. Soltanto il tempo potrà
fornici una risposta, ovviamente, ma nel libro di recente
pubblicazione “Black Widow: The Official Movie Special Book” (via
CBM), l’attrice Florence
Pugh ha rivelato maggiori dettagli sul suo
personaggio e su dove la troveremo quando si riunirà finalmente con
sua “sorella”.
“È la sorellina fastidiosa che
dice tutto ciò che le passa per la mente senza conseguenze. Quando
la incontriamo, sta appena scoprendo il mondo sotto una nuova
luce”, spiega Pugh. “È ferita. È una ragazza molto
complicata e si comporta di conseguenza. Quando incontra il
personaggio di Scarlett, Natasha, Yelena sta riscoprendo chi è dopo
essere stata nella Stanza Rossa per tanto, tantissimo
tempo.”
Florence Pugh sul rapporto tra
Natasha e Yelena in Black Widow
“Insieme si rendono conto che
stanno soffrendo entrambe in modi molto simili. Si instaurerà
un’amicizia adorabile e unica tra loro due, perché in definitiva
sono come due sorelle che non si vedono da tempo. Si aiuteranno
l’una con l’altra, e soprattutto aiuteranno a tappare determinati
buchi nelle loro vite. Il cuore di tutto è questo viaggio a tratti
brutale che intraprendono per capire chi sono. In realtà, alla base
del film c’è una storia molto triste.”
Sicuramente non sembra che Yelena
sarà cattiva come la sua controparte dei fumetti, ma le due donne
avranno chiaramente una relazione assai complicata. Sembrerebbe un
po’ ridondante per lei rivoltarsi contro Natasha, ma il fatto che
l’eroina indossi il giubbotto di Yelena quando si unisce ai Secret
Avengers di Captain America, potrebbe indicare un triste destino
per il personaggio.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson(The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Christopher Nolan ha spiegato che la libertà
creativa di cui ha goduto quando ha realizzato la trilogia de
Il Cavaliere Oscuro non potrebbe più esistere oggi. A
otti anni dalla sua conclusione, la trilogia di Nolan è ampiamente
considerata una delle più grandi trilogie cinematografiche mai
realizzate. Batman Begins del 2005 ha dato il via alla trilogia e
rimane probabilmente il film sul Crociato di Gotham più psicologico
e introspettivo.
In una recente intervista con
92Y
riportata da
IndieWire proprio in merito al successo della trilogia de
Il Cavaliere Oscuro, Christopher Nolan ha sottolineato quanto sia
stato importante avere l’opportunità di raccontare una storia su
Batman molto diversa, esplorando per la prima volta le origini del
vigilante sul grande schermo. Come spiegato dal regista: “La
versione di ciò che era accaduto a Batman non era mai stata
raccontata. Stavamo guardando al primo film come alla possibilità
di raccontare la storia di una figura straordinaria in un mondo
ordinario.”
Tuttavia, Nolan ha aggiunto:
“L’altro vantaggio che avevamo era che allora poteva passare
più tempo tra i sequel. Quando abbiamo fatto Batman Begins, non
sapevamo che ne avremmo fatto uno. Ci sono voluti tre anni per
farlo e poi quattro prima del successivo. Abbiamo avuto il lusso
del tempo. Non sembrava una macchina, un motore del commercio per
lo studio. A mano a mano che il genere ha acquisito così tanto
successo, quelle pressioni sono diventate sempre maggiori. Era il
momento giusto.”
Christopher Nolan e il “problema” della libertà creativa
Nonostante le osservazioni di
Christopher Nolan possano essere tanto
comprensibili quanto condivisibili, sappiamo anche quanto il
regista goda di un certo prestigio nell’attuale panorama
cinematografico hollywoodiano e quanto la Warner Bros. sia sempre
stato disposta a concedergli un margine d’azione e di decisione
molto più ampio rispetto a tantissimi altri suoi colleghi. Basti
pensare ai budget che normalmente vengono stanziati per i suoi film
o al fatto che, nonostante la pandemia globale, la sua ultima
fatica, Tenet, sia comunque uscita al cinema la scorsa
estate, proprio sotto insistenza dello stesso regista.
Un fan di Iron Man
ha realizzato degli occhiali EDITH funzionanti, che abbiamo visto
in Spider-Man: Far
From Home e che rappresentano l’eredità fisica di Tony
a Peter Parker. JLaservideo ha mostrato da un po’
di tempo il suo lavoro sulla sua piattaforma, e adesso è pronto ad
offrire ai suoi follower un assaggio del lavoro svolto.
Il video mostra un lavoro certosino
e instancabile, svolto con grande precisione: montare tutta quella
tecnologia in un paio di occhiali da sole è un compito molto
difficile, dati i mezzi medii a disposizione di tutti. Ma il
produttore ha fatto tutto come si deve e le opinioni parlano da
sole in questo caso. A differenza della tecnologia sbalorditiva di
Spider-Man: Far From Home, l’utente ha bisogno di
un telefono cellulare da abbinare a questi occhiali per attivare le
funzioni da remoto.
Spider-Man: Far
From Home è stato l’ultimo film dei Marvel Studios (e SONY) a vedere la
sala. La pandemia di coronavirus ha bloccato l’uscita di Black
Widow e rimandato la produzione di molti altri film dello studio.
Intanto Spider-Man 3, sequel diretto di Far From Home, è appena
entrato in produzione.
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si
sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
La HBO ha dato un ordine per la
serie televisiva The Last of
Us, annunciato oggi da Francesca Orsi, Executive Vice
President, HBO Programming. Craig Mazin (“Chernobyl” della HBO),
Neil Druckmann (i franchise di videogiochi “The Last of
Us” e “Uncharted”) e Carolyn Strauss (“Chernobyl” e
“Game of Thrones” della HBO) sono produttori esecutivi insieme a
Evan di Naughty Dog Asad Qizilbash e Carter Swan di Wells e
PlayStation Productions. Scritta da Mazin e Druckmann, la serie è
una co-produzione con Sony Pictures Television. Produzioni
PlayStation, Giochi di parole e Naughty Dog producono.
“Craig e Neil sono visionari in un
campionato a parte”, ha detto Orsi. “Con loro al timone insieme
all’incomparabile Carolyn Strauss, questa serie risuonerà
sicuramente sia con i fan accaniti dei giochi di ‘The Last of
Us‘ sia con i nuovi arrivati di questa saga che
definisce il genere. Siamo lieti di collaborare con Naughty Dog,
Word Games, Sony e PlayStation per adattare questa storia epica e
fortemente coinvolgente “.
“Siamo entusiasti di lavorare con
HBO e questo fantastico team creativo per dare vita alla serie
‘The
Last of Us‘”, ha dichiarato Jeff Frost, Presidente di
Sony Pictures Television Studios e Asad Qizilbash, capo di
PlayStation Productions. “L’innovativa narrazione e l’ingegnosità
di PlayStation sono un naturale complemento dell’attenzione
creativa di SPT. La nostra collaborazione è un ottimo esempio della
nostra filosofia di lavoro “One Sony”. Non vediamo l’ora di
sviluppare in futuro l’IP di gioco ancora più iconico. “
Basato sul videogioco acclamato
dalla critica “The Last of
Us“, sviluppato da Naughty Dog esclusivamente per le
piattaforme PlayStation, la storia si svolge vent’anni dopo che la
civiltà moderna è stata distrutta. Joel, un sopravvissuto
incallito, viene assunto per far uscire di nascosto Ellie, una
ragazza di 14 anni, da un’oppressiva zona di quarantena. Quello che
inizia come un piccolo lavoro diventa presto un viaggio brutale e
straziante, poiché entrambi devono attraversare gli Stati Uniti e
dipendono l’uno dall’altro per la sopravvivenza. The Last of
Us sarà disponibile su HBO e in streaming su HBO
Max.
The Hollywood Reporter ha condiviso un aggiornamento sui piani
dei Marvel Studios per il 2021, ed è
chiaro che Thor: Love and
Thunder di
Taika Waititi sarà un titolo molto più grande di
quanto i fan si aspettano. Anche se non è un segreto che il sequel
introdurrà ufficialmente la versione Mighty Thor di Jane Foster, le
recente conferme che sia Chris Pratt che Vin Diesel appariranno nel film, ha già
fatto sorgere una serie di speculazioni sull’apparizione dei
Guardiani della Galassia.
Secondo la fonte: “Le riprese
di Thor: Love and Thunder inizieranno a
breve in Australia, con un vasto cast che si riunirà per quello che
un insider sta già paragonando ad una sorta di film in stile
Avengers 5.”
Non è la prima volta che sentiamo
questo confronto con
Avengers 5 per un film dei Marvel Studios in
uscita, poiché si ritiene che anche Captain
Marvel 2 sia di dimensioni altrettanto grandi. Questi film
pieni zeppi di team-up potrebbero spiegare perché non abbiamo
ancora avuto alcuna conferma ufficialmente in merito ad un nuovo
film degli Avengers: almeno per ora, sembra che la Marvel sia
intenzionata a trovare altri modi per far convivere gli eroi sul
grande schermo (come già fatto in Captain
America: Civil War del 2016).
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il
Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è
fissata invece al 11 febbraio 2022.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Secondo un nuovo report di
Screen Rant, Sam Wilson sarebbe la scelta
migliore per succedere a Steve Rogers nei panni di
Captain America, dal momento che la sua storia rispecchierebbe
quella di Steve meglio di Bucky Barnes. Con la
dipartita di Chris Evans dal MCU, molti fan hanno iniziato a
chiedersi quale degli stretti alleati di Steve avrebbe preso il suo
posto, poiché sia Sam che Bucky avevano precedentemente condiviso
l’onore nei fumetti. Alla fine, gli ultimi minuti di Avengers:
Endgame hanno rivelato la decisione di Steve di
consegnare lo scudo a Sam, indipendentemente dalla sua amicizia di
lunga data con Bucky.
Sia Sam che Bucky interpretano ruoli
estremamente influenti nella vita e nel viaggio cinematografico di
Steve. Bucky Barnes è stato introdotto per la prima volta in
Captain America: Il primo vendicatore come un
giovane militare, nonché amico e protettore di lunga data di Roger.
Dopo la trasformazione di Steve nell’eroe a stelle e strisce, lui e
Bucky si riuniscono, ma Bucky viene apparentemente ucciso in
missione. Il personaggio torna in gioco in Captain America: The Winter Soldier,
interpretando uno degli antagonisti dell’eroe, vittima del lavaggio
del cervello. È in questo film che Sam Wilson, un ex aviatore di
paracadutisti, entra per la prima volta in scena, diventando un
nuovo alleato di Cap. Mostrando grande compassione mentre aiuta i
soldati che soffrono di disturbo da stress post-traumatico, Sam si
confida presto con Steve, rivelando che anche il suo
wingman, Riley, è stato ucciso in battaglia.
Presentato come un
giovane minuto e malaticcio, Steve Rogers rifiuta di lasciarsi
scoraggiare dai suoi limiti fisici, aspirando a unirsi all’esercito
e proteggere il mondo dai “bulli”. Allo stesso modo, Sam affronta
coraggiosamente gli infiltrati nello S.H.I.E.L.D. da parte
dell’HYDRa e Thanos, senza l’aiuto di superpoteri. Quella
determinazione dimostra quanto il personaggio abbia molto in comune
con Steve, che non ha mai lasciato che i suoi limiti fisici si
intromettessero con il suo desiderio di diventare un eroe. Allo
stesso modo, Sam è stato una specie di underdog durante il
suo mandato con i Vendicatori (una squadra popolata di super
soldati, persone geneticamente potenziate e un dio asgardiano), ma
non ha mai lasciato che questo ostacolasse il suo cammino. In
breve, sia Sam che Steve hanno archi narrativi all’interno del MCU
che consentono loro di superare la loro relativa “normalità” per
diventare eroi.
Al contrario, la super forza e il
braccio bionico di Bucky nei panni del Soldato d’Inverno (entrambi
acquisiti dopo la tortura e la sperimentazione per mano dell’HYDRA)
lo hanno messo alla pari con i suoi compagni più potenti, a
differenza di Sam e di uno Steve pre-siero del supersoldato. E
anche se Sam avrebbe potuto condurre una vita normale e non da
supereroe, quella di Bucky è stata in qualche modo limitata dalle
sue tragiche circostanze. Essendo stati i suoi legami con la sua
vita precedente irrimediabilmente recisi, Bucky era diventato un
ricercato senza nessun altro posto dove andare, finché non venne
“guarito” a Wakanda. Mentre il viaggio di Bucky è stato dettato dal
suo considerevole trauma, Sam e Steve hanno avuto più libertà
d’azione nel determinare il loro destino finale.
Sam Wilson sarà un degno successore
di Captain America nel MCU
Fondamentalmente, sia Sam che Steve
non hanno paura di andare contro lo status quo mentre perseguono i
loro obiettivi, anche se le loro azioni entrano in conflitto con
“l’establishment”, una prospettiva interessante per i personaggi
avvolti nell’iconografia e nel simbolismo americani. In Captain America: The Winter Soldier, il duo
sfida gli ordini di marcia dopo aver appreso che l’HYDRA si è
infiltrato nello S.H.I.E.L.D. Quindi, in
Captain America: Civil War, Sam si unisce a Steve nel
rifiutare gli accordi di Sokovia, nonostante le richieste del
governo. Bucky, d’altra parte, è stato a lungo lontano dalle sue
origini americane, avendo trascorso decenni conducendo un’esistenza
più nomade come Soldato d’Inverno e agendo in modo molto più
discreto.
Con l’arrivo su Disney+ della serie The Falcon and the Winter Soldier, è possibile
che i due eroi del titolo avranno molto da dirsi sulla decisione di
Steve di passare lo scudo di vibranio a Sam e non a Bucky. Ma
considerato il velato cenno di approvazione di quest’ultimo prima
della decisione finale di Steve in Avengers:
Endgame, è chiaro che anche il Soldato d’Inverno
concordi sul fatto che Sam sia un degno successore. È quindi più
giusto che Bucky continui ad essere il braccio destro di Captain
America nell’entusiasmante nuova era del MCU.
Di recente George Clooney ha concesso una lunga
intervista a GQ
in cui è tornato a parlare della sua esperienza nei panni dell’Uomo
Pipistrello sul set di Batman & Robin del 1997. Il
film di Joel Schumacher è da molti considerato la
peggiore iterazione del Cavaliere Oscuro mai apparsa sul grande
schermo, e lo stesso Clooney non hai evitato di riconoscerne i
numerosi difetti nel corso degli anni.
“L’unico modo in cui si può
onestamente parlare di alcune cose è quello di includere se stessi
e le proprie mancanze nel discorso”, ha spiegato l’attore.
“Ecco perché quando dico che Batman & Robin è un film
terribile, specifico sempre che la mia performance in quel film era
terribile”. Clooney sembra quindi assumersi la maggior parte
delle colpe relative al fallimento del film, cosa che a quanto pare
gli permette di poter parlare in maniera del tutto serena di
quell’esperienza. “Assumersi la responsabilità e ammettere di
aver fallito, ti dà anche la possibilità di poter parlare anche di
tutti gli altri elementi che non hanno funzionato, come alcune
pessime battute come “Freeze, Freeze!”
Anche se Batman &
Robin è spesso odiato dalla maggior parte dei fan del
Crociato di Gotham, una parte del fandom ha imparato ad apprezzarlo
nel corso degli anni, arrivando ad elogiarlo per aver abbracciato
quello stile camp tipico della serie tv degli anni ’60 e
per essere, sostanzialmente, un film di Batman adatto forse ad un
pubblico più giovane: a livello di merchandising e di toys,
infatti, il film generò enormi profitti per la Warner Bros. alla
fine degli anni ’90.
Uscito nelle sale nel 1997 e diretto
da Joel
Schumacher, Batman &
Robin venne introdotto come sequel di Batman
Forever (segnando, di fatto, la fine del franchise e
del personaggio al cinema prima che Christopher
Nolan lo riavviasse con Batman
Begins nel 2005) e presentò ai fan la nuova versione
dell’Uomo Pipistrello interpretato da Clooney, allora celebre
soprattutto per il ruolo del dottor Doug Ross nella serie E.R.
– Medici in prima linea.
La carriera di George Clooney dopo Batman & Robin
Sicuramente, George Clooney deve aver imparato molto dalla
sua esperienza nei panni di Batman. Archiviata l’esperienza con i
film di supereroi, l’attore ha sempre alternato cinema commerciale
a prodotti di nicchia più autoriali, arrivando addirittura a
vincere due premi Oscar: nel 2006 come migliore attore non
protagonista per il film Syriana e nel 2013 come miglior
film per Argo, in cui figura tra i produttori insieme a
Ben
Affleck e Grant Heslov.
Dopo i rumor delle scorso ottobre,
Michael Giacchino, celebre compositore premio
Oscar, ha finalmente confermato che tornerà ad occuparsi della
colonna sonora di Spider-Man 3, la terza avventura
cinematografica dell’Uomo Ragno interpretato da Tom
Holland e collegata al MCU, che arriverà nelle sale
americane il 17 dicembre 2021.
Giacchino ha infatti postato
attraverso il suo account Twitter
la stessa foto dal set condivisa qualche settimana fa da Tom
Holland: si tratta della
prima foto ufficiale dal set di Spider-Man 3, in cui vediamo
Holland in azione con il costume dell’Uomo Ragno e la mascherina
per prevenire il contagio da Covid-19. Nella didascalia che ha
accompagnato l’immagine, Giacchino ha scritto: “Felice di
Tornare a casa!”.
Ricordiamo che Michael
Giacchino, oltre ad aver curato la colonna sonora sia
di Spider-Man:
Homecoming che di Spider-Man: Far
From Home, ha composto anche le musiche
di film come JoJo Rabbit, Coco, Doctor Strange, Inside
Out, Jurassic World e Mission Impossible –
Protocollo Fantasma. Nel 2010 ha vinto l’Oscar grazie al
film d’animazione Up. Il celebre compositore si
occuperà anche della colonna sonora di Doctor Strange in the Multiverse of
Madness.
A proposito del sequel di Sam Raimi, sappiamo che Benedict Cumberbatch tornerà a vestire i panni
di Stephen Strange in Spider-Man 3. Al momento non
sappiamo in che modo i due eroi continueranno a combattere il male
fianco a fianco, ma secondo una delle teorie più accreditate,
Strange potrebbe diventare il nuovo mentore di Peter Parker e
raccogliere quindi l’eredità di Tony Stark/Iron Man, morto alla
fine di Avengers:
Endgame.
Cosa sappiamo di Spider-Man 3?
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si
sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter
Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave
all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film
dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di
restare nel MCU per ancora un altro film
a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man
3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
Sembra che i Marvel Studios abbiano finalmente
iniziato a stilare i loro piano in merito a Black
Panther 2, il sequel del cinecomic di Ryan Coogler che, sfortunatamente, sarà orfano
del suo meraviglioso protagonista, Chadwick Boseman, scomparso tragicamente lo
scorso agosto. Secondo un report di
THR, infatti, le riprese del sequel partiranno a luglio 2021 e
si terranno ad Atlanta, in Georgia.
Secondo la fonte, la produzione del
film durerà sei mesi. La data di uscita nelle sale americane resta
confermata per il 6 maggio 2022. Per quanto riguarda il cast del
film, THR ci informa che Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei
panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. È
da tempo che si parla della possibilità che il personaggio di Suri
interpretato da Wright possa avere un ruolo di maggior rilievo nel
nuovo film: in passato, la stessa attrice aveva dichiarato che
accetterebbe volentieri la sfida qualora la sorella di T’Challa
dovesse mai assumere il ruolo di Pantera Nera.
Per quanto riguarda, invece, le new
entry del sequel, è sempre THR ad informarci che l’attore
Tenoch Huerta sarebbe in trattative con i Marvel
Studios per interpretare il villain principale di Black
Panther 2. Huerta è noto per il ruol odi Rafale Caro
Quintero nella serie Narcos: Mexico; il prossimo anno sarà
tra i protagonisti di The Forever Purge, quinto e ultimo
capitolo del celebre franchise horror/distopico. Al momento i
dettagli sul ruolo dell’attore nel sequel di
Black Panther non sono stati svelati.
Chadwick Boseman non verrà ricreato
digitalmente in Black Panther 2
Al momento non sappiamo ancora in
che modo la storia di Black
Panther 2 farà fronte alla tragica scomparsa di
Chadwick Boseman; quel che è certo è che
l’attore non sarà ricreato digitalmente. A confermarlo è stata, di
recente, Victoria Alonso, Executive dei Marvel Studios. “No.
C’è un solo Chadwick e non è con noi”, aveva dichiarato
via
The Wrap. “Il nostro re, purtroppo, è morto nella vita
reale, non solo nella finzione, e ci stiamo prendendo un po’ di
tempo per vedere in che modo tornare alla storia e cosa faremo per
onorare questo capitolo di ciò che ci è accaduto, inaspettato,
doloroso, e terribile.”
Ci sono storie così straordinarie
da superare a volte anche le più assurde trovate strappalacrime
cinematografiche o televisive. Ma spesso e volentieri capita anche
che siano proprio racconti reali a ispirare il lavoro di tanti
autori e registi illuminati. Realtà e finzione si incontrano spesso
sul grande o piccolo schermo, in storie che nel bene o nel male
lasciano un segno. Proprio come la storia di Elisa
Girotto che ha ispirato uno dei film più chiacchierati
degli ultimi tempi.
Elisa non era una persona famosa,
né una sportiva, una influencer, una cantante ma una
semplice mamma, strappata alla vita e alla sua famiglia troppo
presto. Il film a lei dedicato, dal titolo 18
Regali, ripercorre tutta la sua vita, purtroppo breve,
ma piena d’amore.
Elisa Girotto, una storia
vera
Elisa è una donna
comune, come tante altre, che vive una vita serena e semplice in
provincia di Treviso. Impiegata in banca e da poco sposata con
Alessio, alla soglia dei quarant’anni, Elisa
scopre di aspettare una bambina. La sua gravidanza procede senza
intoppi ma, proprio dopo la nascita della figlia, la donna scopre
di essere affetta da una forma assai aggressiva di cancro
al seno.
E’ proprio qui che comincia il
dramma di Elisa, costretta in qualche modo a fare i conti non solo
con la malattia ma con l’idea di dover un giorno abbandonare sua
figlia. Però una mamma, sapere di non avere la possibilità di veder
crescere la propria figlia è una sensazione orribile, paralizzante.
Ma Elisa non riesce a rassegnarsi all’idea di non essere presente
nella vita della sua bambina, così escogita un sistema per restarle
accanto anche quando non ci sarà più.
Dopo aver tentato ogni possibile
cura e aver interpellato qualunque specialista, Elisa è ormai
rassegnata al suo destino e decide quindi di mettere in moto il suo
piano. Prima di andarsene Elisa lascia alla figlia 18
regali, uno per ogni compleanno, che la sua piccola
Anna dovrà scartare e che, dovrebbero farle
sentire la sua vicinanza. I regali sono quindi il simbolo
dell’amore di una madre che non si spegne mai e che non arretra
nemmeno davanti alla malattia.
Il viaggio di Elisa
Girotto si interrompe purtroppo il 29 settembre
del 2017, quando la donna ha appena 40
anni e sua figlia, Anna, ha festeggiato solo il suo primo
compleanno. La morte di Elisa lascia un vuoto profondissimo nella
sua famiglia ma il suo ultimo gesto, quei 18 regali, potranno in
qualche modo colmare la distanza tra lei e la sua bambina.
Elisa Girotto e 18 Regali: tra
realtà e finzione
La storia di Elisa
Girotto e dei suoi diciotto regali ha fatto il giro del
web, incuriosendo e commuovendo, generando un acceso dibattito su
vita e morte, sulle ultime volontà e l’importanza del ricordo. Per
molti la decisione della Girotto di lasciare alla sua bambina una
testimonianza tangibile del suo affetto, è stata interpretata come
un ultimo atto d’amore. Eppure c’è chi si chiede se questo
appuntamento annuale non faccia altro che affondare il coltello in
una ferita che non riesce mai a rimarginarsi.
Quella di Elisa e di Anna è senza
dubbio una storia eccezionale, speciale, che non poteva passare
inosservata. Per questo motivo, a distanza di tre anni dalla
scomparsa di Elisa, il regista Francesco Amato ha
deciso di raccontare la storia di questa incredibile donna. Il 2
gennaio del 2020, infatti, è uscito in tutte le sale italiane, il
film dal titolo 18 Regali che racconta di questa vicenda
dall’inedito punto di vista della figlia.
Il film segue una linea temporale
leggermente differente dalla reale storia di Elisa. Tutto comincia
infatti nel 2001, anno in cui la trentacinquenne Elisa (Vittoria
Puccini) muore di cancro al seno subito dopo la
nascita della sua bambina. Per tenere sempre vivo nella piccola
Anna il suo ricordo, Elisa lascia alla figlia 18 regali che dovrà
scartare ad ogni compleanno fino alla maggiore età.
Gli anni passano e Anna (Benedetta
Porcaroli) continua a tenere viva la tradizione dei
regali non senza grande disagio. I regali e le lettere della madre,
nonostante siano piene d’amore e ricordi preziosi, non sembrano in
grado di colmare il vuoto che sente per la mancanza della madre
nella sua vita. Questa inquietudine che sente crescere a ogni
compleanno, spinge la ragazza a disertare l’apertura del suo ultimo
regalo.
Nel giorno del suo diciottesimo
compleanno, Anna decide di scappare di casa, evitando la solita
triste cerimonia del regalo e respingendo per una volta tutta la
tristezza legata a quell’evento. Durante la sua folle fuga, Anna
però viene investita da un’auto e portata al pronto soccorso. Dopo
essersela cavata solo con un leggero trauma, la ragazza scopre che
alla guida della vettura che l’ha investita c’è proprio sua madre,
incinta di lei.
Questa svolta un po’
fantascientifica, darà finalmente la possibilità alla ragazza di
conoscere sua madre e di colmare quell’incredibile vuoto che per
diciotto anni l’ha accompagnata.
Il film, distribuito anche su
Netflix, è riuscito a
raggiungere e commuovere tantissimi spettatori compreso il vedovo
di Elisa, Alessio Vincenzotto. L’uomo, che per
mesi ha respinto proposte per adattamenti cinematografici arrivate
anche dall’estero, ha deciso di accettare la proposta finale di
Francesco Amato. Il regista, coadiuvato dagli
sceneggiatori Massimo Gaudioso e Davide
Lantieri, è riuscito a toccare le corde giuste e a rendere
al meglio la storia di Elisa. In una recente intervista rilascia a
Il Fatto
Quotidiano, Alessio Vincenzotto ha dichiarato:
“E’ venuto da noi in punta di
piedi, pronto ad ascoltarci prima di proporsi […] Sono venuti tutti
a trovarmi, hanno letto le lettere di Elisa, hanno cercato di
andare in profondità, commuovendosi come è naturale che sia. [Con
Edoardo
Leo, interprete di Vincenzotto nel film] sono
diventato addirittura amico”.
Il film è disponibili con
abbonamento sulle piattaforme streaming di Netflix e
Amazon Prime Video.
Inoltre è possibile acquistare la copia digitale di 18
Regali su Youtube.
Se c’è un film che ha saputo far
nuovamente puntare i riflettori di tutto il mondo sul cinema
italiano, quello è La
grandebellezza. Capolavoro
artistico del regista Paolo Sorrentino, questo
presenta al suo interno un appassionato ritratto dell’esistenza
umana, divisa tra le sue gioie e la sua decadenza. L’immortale
Roma, qui presente in tutto il suo splendore, incornicia il
racconto e il suo senso. Divenuto di diritto uno dei film più
importanti del panorama italiano recente, nonché dell’intera storia
del nostro cinema, tale lungometraggio ha saputo conquistare
spettatori di ogni dove, dimostrando la capacità di parlare a
tutti, suscitando curiosità, dubbi, mistero.
L’ispirazione per la storia venne a
Sorrentino a partire dalla celebre affermazione di Flaubert di
voler scrivere un romanzo sul nulla. Il regista era infatti
interessato a sua volta a dar vita al “nulla”, che nel film si
ritrova nei discorsi vuoti, nei personaggi deprecabili e nei loro
vizi di breve durata. La grande bellezza si configura così
come un film sul vuoto che caratterizza le esistenze di molti,
buoni solo a perder tempo e con questo anche il senso della vita.
Nel processo di sviluppo del film, però, il titolo doveva
originariamente essere L’apparato umano, che è anche il
titolo del romanzo scritto dal protagonista. Sorrentino decise però
di cambiarlo, trovando in La grande bellezza il contrasto
perfetto rispetto a quanto narrato nella trama.
Avvolto da un’aura di grande
mistero e fascino, il film ottenne un’anteprima al Festival di Cannes, per poi arrivare nei
cinema italiani e affermarsi come un grande successo. Al box office
nazionale questo raggiunse infatti l’importante cifra di oltre 7
milioni di dollari, divenuti poi circa 24 a livello mondiale. Tale
risultato permise al film di superare di gran lunga il suo budget
di 9 milioni, divenendo uno dei film italiani di maggior successo
di sempre. Proseguendo nella lettura si potranno scoprire ulteriori
curiosità legate a questo, dal cast ai numerosi premi vinti, dalle
sue frasi più belle alle piattaforme dove è possibile ritrovarlo in
streaming.
La grande bellezza: la trama del
film
Ambientato a Roma, il film ha per
protagonista Jep Gambardella, affermato giornalista e
intellettuale. Questi è ora giunto a compiere 65 anni, e proprio
tale traguardo lo spinge ad una riflessione sulla sua vita, su
quella che è, su quella che è stata e su quella che sarà.
Attanagliato da ricordi e rimorsi, Jep non può fare a meno che
dondolarsi tra una vita fatta di feste, incontri con personalità
dell’alta classe e fugaci amori. Tutto ciò, però, non fa che
sottolineargli l’inconsistenza di quanto lo circonda. Alla ricerca
di nuovi stimoli, Jep troverà nel ricordo di un passato amore
l’ultima cosa vera vissuta nella sua vita. A partire da qui ha
inizio un percorso interiore che lo porterà a maturare una
convinzione nuova, da cui potrebbe sbocciare nuova vita.
La grande bellezza: il cast del film
Protagonista assoluto del film è
l’attore Toni
Servillo, qui nei panni di Jep Gambardella. Già
frequente collaboratore di Sorrentino, l’attore ha raccontato di
aver ricevuto la sceneggiatura di La grande bellezza di
punto in bianco, senza alcun preavviso. In essa Servillo ha
raccontato di aver ritrovato la metafora di un paese che perde
costantemente opportunità, perdendosi nel nulla. Attratto dalla
storia e dal suo potenziale, l’attore si è subito dichiarato
disponibile a interpretare il personaggio, poi divenuto uno dei
suoi più iconici. Accanto a lui si ritrovano alcuni degli
interpreti più celebri dell’attuale panorama cinematografico
italiano, come Carlo Verdone nei panni del
drammaturgo Romano e Sabrina
Ferilli in quelli di Ramona. Carlo
Buccirosso è l’imprenditore Lello Cava, personaggio
particolarmente ricorrente nel film.
Giorgio
Pasotti è Stefano, il misterioso possessore delle
chiavi dei più bei palazzi di Roma, per il quale l’attore ha curato
personalmente lo stravagante look. Il noto attore Roberto
Herlitzka è invece presente nei panni del Cardinale
Bellucci, personalità poco incline alla spiritualità e molto alla
cucina. Herlitzka ha raccontato di non aver ricevuto molte
indicazioni sul personaggio, basando dunque la sua personalità su
alcuni personaggi della chiesa spesso ospiti in TV. Massimo
Popolizio interpreta invece Alfio Bracco, mentre un
giovane e ancora poco noto Luca
Marinelli è il problematico Andrea. L’attrice Isabella
Ferrari è presente invece nel ruolo di Orietta, una
delle donne innamorate di Jep e pronte a tutto per lui. L’attrice
Giusi Merli è l’interprete di Suor Maria detta “La
Santa”, uno dei personaggi più emblematici e importanti dell’intero
film.
La grande bellezza: i premi del
film, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Il più grande e noto riconoscimento
ricevuto dal film è ovviamente il premio Oscar vinto nella
categoria Miglior film straniero, la stessa in cui aveva già
trionfato poco prima ai Golden Globe. Ma numerosi altri sono i
riconoscimenti ricevuti dal film, tutti di grande prestigio. La
grande bellezza ha infatti vinto ben quattro European Film
Award, tra cui miglior film, e ben 9 David di Donatello su 18
candidature. Ad oggi, il film di Sorrentino viene in particolare
ricordato per aver riportato in Italia il premio Oscar, vinto
l’ultima volta soltanto nel 1999 da La vita è bella. Dopo
di lui, nessun film italiano è più riuscito ad entrare nell’ambita
cinquina del film straniero.
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. La
grande bellezza è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili Cinema, Infinity, Netflix, Tim Vision, Now TV e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 20
novembre alle ore 21:00 sul canale
Iris.
La grande bellezza: le frasi del
film
La Grande Bellezza è un
film destinato a rimanere un cult nel corso degli anni, grazie
anche al fatto che possiede della frasi memorabili. Ecco qualche
esempio:
La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo
aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo
a fare cose che non mi va di fare. (Jep
Gambardella)
Quando sono arrivato a Roma, a 26 anni, sono precipitato
abbastanza presto, quasi senza rendermene conto, in quello che
potrebbe essere definito “il vortice della mondanità”. Ma Io non
volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re dei
mondani. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il
potere di farle fallire. (Jep
Gambardella)
Ma cosa avete contro la nostalgia? È l’unico svago che
resta a chi è diffidente verso il futuro.
(Romano)
A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la
stessa risposta: “La fessa”. Io, invece, rispondevo: “L’odore delle
case dei vecchi”. La domanda era: “Che cosa ti piace di più
veramente nella vita?” Ero destinato alla sensibilità, a destinato
a diventare uno scrittore. Ero destinato a diventare Jep
Gambardella. (Jep Gambardella)
Saoirse Ronan,
Sam Rockwell e David Oyelowo hanno
firmato per recitare in un nuovo thriller poliziesco ancora senza
titolo in produzione alla Searchlight Pictures. A dirigere il film
è stato chiamato Tom George che lavorerà su una sceneggiatura di
Mark Chappell. Il produttore di Iron Lady, Damian
Jones, si occuperà della produzione, dopo aver già collaborato con
Searchlight in film come Belle e
Absolutely Fabulous: The Movie.
La storia è ambientata nella Londra
degli anni ’50, dove un disperato produttore cinematografico di
Hollywood si propone di trasformare una popolare commedia del West
End in un film. Quando i membri della produzione vengono
assassinati, l’ispettore Stoppard (Rockwell) stanco del mondo e la
matricola troppo zelante Constable Stalker (Ronan) si trovano nel
bel mezzo di un mistero all’interno dell’affascinante Theatreland e
della sordida metropolitana di Londra.
Non è ancora stata fissata una data
di inizio della produzione. Katie Goodson-Thomas, responsabile
dello sviluppo e della produzione per Searchlight Pictures UK,
supervisionerà lo studio insieme al direttore della produzione
Richard Ruiz e al dirigente dello sviluppo senior Pete Spencer.
Dopo il successo con Piccole Donne
nella scorsa stagione, Saoirse Ronan è tornata alla ribalta
quest’anno grazie ad
Ammonite, che la vedrà di nuovo protagonista della
corsa all’Oscar. Intanto la vedremo anche in The French Dispatch di Wes Anderson.
Sam Rockwell, reduce dal successo e dall’Emmy
con Fosse / Verdon, in cui ha interpretato il
leggendario coreografo e regista Bob Fosse, e dalla partecipazione
al film di Clint Eastwood, Richard Jewell, ha anche recentemente prestato
la voce al personaggio del titolo in The One and Only
Ivan della Disney.
David Oyelowo è
apparso di recente nel dramma Come Away con
Angelina Jolie. Ha una manciata di film in uscita
negli USA nei prossimi mesi, tra cui l’atteso film di NetflixMidnight Sky in cui recita al fianco di
George Clooney.
Mentre la Disney sta segretamente
riordinando le idee per i prossimi investimenti sui franchise Fox
venuti in suo possesso, sembra che una delle proprietà
intellettuali del grande mazzo passatogli in mano stia per
cominciare a vedere la luce. Si tratta di Deadpool3 al quale sono appena stati legati degli
sceneggiatori.
Via
Deadline, scopriamo che Wendy Molyneux e Lizzie
Molyneux-Loeglin sono state scelte per sceneggiare il film
in cui Ryan Reynolds riprenderà il ruolo del
mercenario chiacchierone.
Wendy Molyneux e Lizzie
Molyneux-Loeglin sc eneggiatrici di Deadpool 3
Gli incontri con gli sceneggiatori
si sono tenuti nell’ultimo mese alla presenza di Reynolds che ha
ascoltato le loro proposte per la prossima puntata. Alla fine, lo
studio e Reynolds hanno scelto la visione proposta dalle sorelle
Molyneux come la soluzione perfetta per ciò che volevano. Il film
rimane in fase di sviluppo iniziale, ma l’assunzione di
Wendy Molyneux e Lizzie Molyneux-Loeglin segna il
primo grande passo verso la produzione del prossimo film di
Deadpool.
Questa sarà la prima volta in cui il
personaggio verrà raccontato da Reynolds e il suo team di concerto
con i Marvel Studios. I fan saranno
sicuramente entusiasti del
coinvolgimento del presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, dopo aver visto come ha
contribuito a rinnovare il franchise di
Spider-Man, anche se i film di
Deadpool erano “in salute” anche prima della
fusione di Fox con Disney.
Joe Manganiello
conferma via social la sua partecipazione a
Justice League Snyder Cut con una suggestiva
fotografia in bianco e nero, pubblicata sul suo account Twitter, in
cui compare come Deathstroke.
L’attore era apparso in quel ruolo
nella scena post credits di Justice League, in quanto sarebbe
dovuto essere il villain del Batman di Ben
Affleck. Nella scena c’era anche Jesse
Eisenberg nei panni di un finalmente calvo Lex Luthor.
Ecco di seguito la foto di
Manganiello/Deathstroke:
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Amazon Studios ha acquisito da
Paramount Pictures i diritti globali di Coming 2
America, attesissimo sequel dell’iconica commedia
Il principe cerca moglie.Coming
2 America sarà disponibile su Prime Video in tutto il mondo in più di 240 paesi
e territori il 5 Marzo 2021.
Nel rigoglioso regno di Zamunda, Re
Akeem (Eddie Murphy) è appena stato incoronato e con il suo fidato
consigliere Semmi (Arsenio Hall) intraprende una nuova ed
esilarante avventura che li porta ad attraversare il globo partendo
dalla loro meravigliosa nazione africana fino al Queens, il
quartiere di New York dove tutto è iniziato. Il cast originale de
Il principe cerca moglie (Coming to America)
ritorna sullo schermo con King Jaffe Joffer (James Earl Jones),
Queen Lisa (Shari Headley), Cleo McDowell (John Amos), Maurice
(Louie Anderson) assieme al variopinto gruppo del barbiere del
quartiere. A questo cast ricco di star si uniscono anche Wesley
Snipes, Leslie Jones, Tracy Morgan, Jermaine Fowler, Bella Murphy,
Rotimi, KiKi Layne, Nomzamo Mbatha e Teyana Taylor, facendo di
Coming 2 America la commedia più attesa dell’anno.
“Il principe cerca moglie
(Coming to America) è stato un vero fenomeno culturale,
una delle commedie più amate e acclamate di tutti i tempi” ha
dichiarato Jennifer Salke, Head of Amazon Studios. “Grazie al genio
comico di Eddie Murphy, con un eccezionale team di filmmakers e
sceneggiatori, e un cast favoloso, non potremmo essere più
entusiasti di celebrare questa nuova avventura. Siamo sicuri che il
pubblico in tutto il mondo si innamorerà di questo film divertente
e gioioso destinato a diventare un classico senza tempo”.
Coming 2 America arriva su Amazon
Prime Video
“Che cosa potrebbe esserci di meglio
che un ritorno a Zamunda? Siamo felicissimi che gli Amazon Studios
portino Eddie Murphy e Coming 2 America a un pubblico
mondiale che potrà ridere nuovamente con i personaggi che ama da
trent’anni, e conoscerne di nuovi che amerà negli anni a venire”,
ha affermato il produttore Kevin Misher.
Coming 2
America è diretto da Craig Brewer, di Paramount
Pictures in collaborazione con New Republic Pictures, e prodotto da
Eddie Murphy Productions e Misher Films. La sceneggiatura è scritta
da Kenya Barris, Barry W. Blaustein e David Sheffield, su soggetto
di Barry W. Blaustein, David Sheffield e Justin Kanew e basata sui
personaggi creati da Eddie Murphy. I produttori sono Kevin Misher e
Eddie Murphy, produttori esecutivi sono Brian Oliver, Bradley
Fischer, Valerii An, Kenya Barris, Charisse Hewitt-Webster, Michele
Imperato Stabile e Andy Berman.
Il principe cerca moglie (Coming to America)
debuttò al cinema nel 1988 diventando un successo al box office con
oltre 288 milioni di dollari di incassi in tutto il mondo. La
commedia venne tradotta in più di 25 lingue nel mondo e conosciuta
negli altri paesi con titoli come Un Prince à New York in
Francia, Der Prinz aus Zamunda in Germania, Un
Príncipe en Nueva York in America Latina e molti altri – per
poi diventare il film iconico che tutti conosciamo e amiamo. Al di
là del suo successo commerciale, il film, che rappresentava lo
spirito e la cultura del suo tempo, ha saputo diventare non solo un
evergreen ma anche un classico della grande commedia americana
capace ancora oggi di parlare a tutte le generazioni. I personaggi
memorabili e la storia di un “pesce fuor d’acqua” in cui ognuno può
riconoscersi hanno conquistato il pubblico di tutto il mondo
rendendo questo film un cult da vedere e rivedere negli anni.
Amazon Studios:
Amazon Studios è la “home for talent”, crea e produce film e serie
televisive originali per un pubblico globale. Tutte le serie
originali sono in anteprima esclusiva su Amazon Prime Video,
disponibili in oltre 200 Paesi e Territori. Le serie di successo
Amazon Originals includono le commedie vincitrici dell’Emmy Award
Fleabag, creata e interpretata dalla vincitrice dell’Emmy
Award Phoebe Waller-Bridge, e The Marvelous Mrs. Maisel
creata da Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino premiati agli
Emmy, nonché la serie action thriller Tom Clancy’s Jack
Ryan con John Krasinski, l’irriverente serie sui supereroi
The Boys, Upload di Greg Daniels, Hunters di
Jordan Peele con Al Pacino e Logan Lerman; e il fantasy
Carnival Row con Orlando Bloom e Cara Delevingne; gli
Amazon Originals includono anche contenuti su argomenti
culturalmente rilevanti come l’evento di musica e moda di Rihanna
Savage X Fenty, Guava Island di Donald Glover e
Chasing Happiness, un documentario sulle superstar del pop
Jonas Brothers.
Per quanto riguarda i film, Amazon Studios produce e acquisisce
film originali per l’uscita nei cinema o in esclusiva su Amazon
Prime Video. Nel 2017, Amazon Studios è stato il primo servizio di
streaming a vincere l’Oscar con Manchester by the Sea e
The Salesman. Le recenti uscite degli Amazon Studios
includono la commedia eversiva Borat: seguito di film
cinema con Sacha Baron Cohen, Troop Zero con Viola
Davis e Allison Janney; The Aeronauts di Tom Harper con
Felicity Jones e Eddie Redmayne; The Report di Scott Z.
Burns con Adam Driver e Annette Bening; Honey Boy della
regista Alma Har’el; e Les Misérables dal regista Ladj Ly
nominato all’Oscar. Tra i film del 2020, ci sono la commedia per
famiglie My Spy con Dave Bautista e Chloe Coleman,
Chemical Hearts con Lili Reinhart, Sound of Metal
con Riz Ahmed, Sylvie’s Love con Tessa Thompson e Nnamdi
Asomugha, Uncle Frank di Alan Ball con Paul Bettany e
Sophia Lillis, I’m Your Woman prodotto e interpretato da
Rachel Brosnahan e molti altri. Inoltre, la lista di film originali
include numerose pellicole di filmmaker emergenti come Blow the
Man Down diretto da Danielle Krudy e Bridget Savage Cole,
Selah and The Spades dalla regista Tayarisha Poe, The
Vast of Night diretto da Andrew Patterson e 7500 con
la regia di Patrick Vollrath.
“Pinocchio è una delle storie
più care, amata dalle famiglie di tutto il mondo. Siamo
rimasti colpiti dalla bellezza del mondo sovrannaturale e dalla
geniale narrazione del film di Matteo, e siamo entusiasti di
portare al pubblico vecchio e nuovo un’avventura così fresca,
maliziosa ed emozionante”, dicono Howard
Cohen e Eric d’Arbeloff, co-presidenti di
Roadside Attractions.
Matteo Garrone
aggiunge: “Sono molto felice e orgoglioso che
Pinocchio possa finalmente incontrare il pubblico americano
grazie a una distribuzione così prestigiosa come la Roadside
Attractions. Spero che, come già successo in Italia, Pinocchio
riunisca davanti al grande schermo famiglie e spettatori di tutte
le età, facendoli evadere dalla realtà e portandoli in un mondo
parallelo, dove il reale si confonde con il magico dando vita a una
delle fiabe più belle e spettacolari al mondo”
Roberto Benigni
dichiara: “Sono veramente felice che la distribuzione
americana Roadside Attractions abbia amato il Pinocchio
di Matteo Garrone e lo distribuirà nelle sale degli Stati
Uniti. È un’ottima notizia per il nostro cinema e
per questo film che ancheio amo molto . Un film
pieno di fantasia e speranza, così meravigliosamente italiano, una
storia che da più di un secolo incanta, diverte e commuove le
persone di ogni età in tutto il mondo”
Per Jeremy Thomas
“è fantastico che Howard Cohen e il suo gruppo abbiano avuto
l’intuizione di portare questa versione più originale di
Pinocchio ai bambini e agli adulti americani, per i quali è
stato magistralmente realizzato il doppiaggio in
inglese”.
Paolo Del Brocco,
amministratore delegato di Rai Cinema aggiunge: “Pinocchio è
forse la favola italiana più conosciuta nel mondo. Siamo molto
orgogliosi che una distribuzione importante come la Roadside
Attractions abbia deciso di offrire al pubblico americano la
meravigliosa versione di Matteo Garrone, interpretata da un cast
straordinario. Un film che è un inno al talento e alle bellezze
dell’Italia”.
L’accordo è stato negoziato da Cohen
di Roadside e Gabrielle Stewart di HanWay Films.
PINOCCHIO,
una coproduzione Italia/Francia. Prodotto da ARCHIMEDE e RAI
CINEMA, LE PACTE e RECORDED PICTURE COMPANY, in associazione con
LEONE FILM GROUP, in associazione con BPER BANCA, con il contributo
di MIBACT – DIREZIONE GENERALE CINEMA E AUDIOVISIVO e di EURIMAGES,
con il contributo della REGIONE LAZIO – Avviso pubblico Attrazione
produzioni cinematografiche (POR FESR LAZIO 2014-2020) Progetto
Cofinanziato dall’Unione Europea e Regione Lazio Fondo Regionale
per il Cinema e l’Audiovisivo, con il contributo della REGIONE
PUGLIA (POR Puglia FESR-FSE 2014/2020) Fondazione Apulia Film Commission e della REGIONE
TOSCANA – Toscana Promozioni, con il contributo di CANAL + e CINE
+.
ROADSIDE
ATTRACTIONS
Dalla sua fondazione nel 2003, i
film della Roadside Attractions hanno incassato oltre 300 milioni
di dollari e ottenuto 21 nomination agli Academy Award®. Le recenti
uscite di Roadside Attractions includono il film premio Oscar®
Judy, interpretato da Renée Zellweger, e il film
indipendente primo incasso dell’estate 2019, The Peanut Butter
Falcon. Una Canzone per Mio Padre, a sfondo religioso, è stato
il film indipendente n. 1 del 2018 con un incasso lordo di 83,5
milioni di dollari. La società ha distribuito successi di critica e
commerciali come Manchester by the Sea, Ben Is Back, Beatriz a
Dinner, Whitney, Stronger, Love & Friendship, Hello, My Name Is
Doris, Mr. Holmes, Love & Mercy, A Most Wanted Man, Cara gente
bianca, I gemelli scheletro, All Is Lost, Fango, Winter’s Bone, The
Cove, Arbitrage, Margin Call e Super Size Me.
Netflix annuncia oggi new entry nel cast della quarta
stagione di Stranger
Things. Di seguito i nomi degli attori e i relativi
ruoli, che si aggiungono al celebre cast della serie.
Jamie Campbell Bower
(Shadowhunters – Città di ossa, Sweeney Todd – Il
diabolico barbiere di Fleet Street) interpreterà Peter
Ballard, un uomo premuroso che lavora come inserviente in un
ospedale psichiatrico. Stanco della brutalità di cui è testimone
giorno dopo giorno, riuscirà finalmente a prendere una
posizione?
Eduardo Franco (La rivincita
delle sfigate, The Binge) interpreterà Argyle, il
nuovo migliore amico di Jonathan. Amante del divertimento in tutte
le sue forme, consegna deliziose pizze per Surfer Boy Pizza.
Joseph Quinn (Caterina la
Grande, Casa Howard) interpreterà Eddie Munson, un
audace metallaro degli anni ’80 che gestisce The Hellfire Club, il
club ufficiale di Dungeon & Dragons della Hawkins High. Odiato da
chi non lo capisce – e amato da chi lo capisce – Eddie si troverà
nel terrificante epicentro del mistero di questa stagione.
Sherman Augustus (Into the
Badlands, Westworld – Dove tutto è concesso)
interpreterà il tenente colonnello Sullivan, un uomo intelligente e
senza fronzoli che crede di sapere come fermare il male ad Hawkins
una volta per tutte…
Mason Dye (Bosch, The
Goldbergs) interpreterà Jason Carver. Jason sembra avere tutto
nella vita: è bello, è ricco, è una star dello sport ed esce con la
ragazza più popolare della scuola. Ma quando un nuovo male minaccia
Hawkins, il mondo perfetto di Jason inizia a sgretolarsi…
Nikola Djurko (Genius,
Nella terra del sangue e del miele) interpreterà Yuri, uno
squallido e imprevedibile contrabbandiere russo che ama le pessime
battute, il denaro e il burro di arachidi croccante.
Robert Englund (Saga di
Nightmare, V) interpreterà Victor Creel, un uomo
disturbato e intimidatorio che è stato rinchiuso in un ospedale
psichiatrico per un raccapricciante omicidio negli anni ’50.
Tom Wlaschiha (Il Trono di
Spade, Jack Ryan) interpreterà Dmitri, una guardia
carceraria russa che fa amicizia con Hopper. Dmitri è intelligente,
astuto e affascinante… ma ci si può fidare di lui?
Sinossi
Nato come una lettera d’amore verso
quei film degli anni ‘80 che hanno affascinato un’intera
generazione, Stranger
Things è un dramma emozionante ambientato nella città
apparentemente normale del Midwest di Hawkins, nell’Indiana. Dopo
che un ragazzo è svanito nel nulla, il suo affiatato gruppo di
amici e familiari cerca risposte e viene trascinato in una serie di
eventi mortali e ad alto rischio. Sotto la superficie della loro
città si nasconde uno straordinario mistero soprannaturale, insieme
ad esperimenti governativi top-secret e una pericolosa porta che
collega il nostro mondo a un regno potente ma sinistro. Le amicizie
saranno messe alla prova e le vite saranno alterate poiché ciò che
scopriranno cambierà Hawkins e forse il mondo per sempre.
Il thriller psicologico italiano
Weekend, diretto da Riccardo Grandi,
arriverà invece su Amazon Prime Video il 17 dicembre, con
un cast composto da alcuni dei giovani interpreti più amati del
panorama cinematografico italiano contemporaneo:
Alessio Lapice (Il primo re, “Imma Tataranni
– Sostituto Procuratore”, Nato a Casal di Principe),
Eugenio Franceschini (Sconnessi, Una vita
spericolata), Jacopo Olmo Antinori (“I Medici”, Una
questione privata, La ragazza nella nebbia),
Filippo Scicchitano (Allacciate le
cinture,Non è un paese per giovani, Croce e
delizia), Lorenzo Zurzolo (“Sotto il sole di
Riccione”, “Baby”), e la modella Greta Ferro (“Made in Italy”).
In Weekend quattro amici,
isolati in un rifugio di montagna, hanno un’unica possibilità di
salvezza: scoprire chi tra loro è il colpevole di un terribile
crimine del passato. Un intreccio ricco di elementi noir e colpi di
scena, con continui rimandi tra presente e passato che mettono a
nudo ognuno dei personaggi mostrandone la parte più “animale”.
“In questo film ho voluto ridurre
all’essenziale gli elementi in gioco, con una rappresentazione
asciutta e primordiale sia nelle relazioni tra i personaggi che
nell’assetto narrativo – ha raccontato il regista Grandi -. L’arco
temporale breve, i pochi attori in scena e un’ambientazione
circoscritta sono la sfida che ho lanciato a me stesso. È una sfida
anche quella che il film lancia allo spettatore, specialmente se
attento ai comportamenti dei protagonisti e ai dettagli”.
Weekend è una coproduzione internazionale Italia – Albania
– prodotta per l’Italia da Camaleo, Twister Film, Showlab e per
l’Albania A. B. film.
Antebellum, l’atteso horror prodotto da
Sean McKittrick (Get out, BlackKklansman,
Noi e Donnie Darko), diretto dal duo
Bush+Renz (Gerard Bush e Christoper Renz) sarà
disponibile dal 14 dicembre su Amazon Prime
Video, la pellicola è interpretata da Janaelle Monáe,
l’attrice e cantautrice americana originaria del Kansas apprezzata
per i suoi ruoli in Hidden Figures (Il
diritto di contare) e nel film Premio Oscar Moonlight.
Antebellum racconta di
Veronica, autrice di libri di successo ed esperta di diritti civili
dei neri, che inconsapevolmente si ritroverà intrappolata in una
realtà parallela orribile che la mette in connessione con una
schiava che lavora nei campi di cotone mentre la Guerra Civile
infuria intorno a lei. Attraverso diversi mondi ed epoche, Eden e
Veronica si trovano coinvolte in circostanze che cambieranno la
loro vita. Per evitare di rimanere imprigionata per sempre in
questo mondo d’orrore e panico, la protagonista dovrà comprendere
prima che sia tardi il folle e antico mistero che si nasconde
dietro tutta questa angoscia.
“Quando abbiamo iniziato a lavorare
al film non avevamo immaginato, né potevamo immaginare il modo in
cui il razzismo avrebbe preso il sopravvento nella storia, e nelle
conversazioni. Ma ce n’era uno sfrenato bisogno – ha spiegato Bush
– Volevamo che il film costringesse il pubblico a guardare l’orrore
reale del razzismo attraverso la lente dell’orrore cinematografico.
Il nostro obiettivo era ed è stimolare il pubblico affinché parli e
affronti l’argomento”.
In un mondo pieno di studi e
multinazionali che indirizzano le loro produzioni agli adulti, la
Disney ha sempre mirato, invece, a bambini e
famiglie. Tuttavia, è abbastanza sorprendente quante volte la Casa
di Topolino abbia provato, intenzionalmente, a terrorizzare i
propri spettatori. Screen
Rant ha raccolto i 10 momenti più spaventosi mai visti in una
produzione Disney, tra film d’animazione e live action:
La foresta di Biancaneve
Biancaneve e i sette nani,
il primo di una lunga serie di capolavori animati firmata Walt
Disney Pictures, ha conquistato subito il cuore degli spettatori e,
come ogni buona favola che si rispetti, aveva una storia intrisa di
buoni sentimenti. Tuttavia, non ha rinunciato ad una componente
sorprendentemente horror…
La scena con gli alberi che prendono
vita, i coccodrilli dalle enormi fauci e le legioni di occhi
illuminati nella foresta infestata era sicuramente qualcosa che non
ci si aspettava da Walt Disney. Una scena che, all’epoca, è servita
a mostrare cosa si poteva ottenere mescolando un po’ di inchiostro
e di vernice.
L’ira di Paperino
Parlando di momenti
decisamente poco disneyiani, Paperino è davvero esilarante quando
si arrabbia, dal momento che risulta come un bambino che fa i
capricci. Eppure, quando si arrabbia è capace di ferire le
persone.
La rabbia e la fame sono due
emozioni che non dovrebbero mai mescolarsi e Paperino lo ha più
volte dimostrato. In Topolino e il fagiolo magico, il
baratro della fame quasi lo spinge ad uccidere con l’ascia una
mucca innocente. Grazie a Walt, Topolino e Pippo alla fine riescono
a placare la sua ira.
Le leggenda della valle addormentata
C’è un certo stigma
sull’adattamento delle opere letterarie della Disney, ma il
segmento “La leggenda della valle addormentata” tratto da Le
avventure di Ichabod e Mr. Toad è sorprendentemente fedele al
libro. Ciò include anche l’apparizione del Cavaliere senza testa
nel terzo atto.
Il culmine del racconto spettrale è
uno dei momenti più spaventosi di tutta la storia della Disney.
Dalle immagini inquietanti alla risata terrificante del Cavaliere,
è un vero e proprio incubo animato.
Mombi
La Disney
Animation non è l’unico posto in cui trovare qualche spavento degno
di nota. Nei regni del live-action, Nel fantastico mondo di
Oz è spesso considerato il più spavento della Disney. C’è una
lunga lista di ragioni per considerare questo film alquanto
spaventoso, ma poche cose sono davvero terrificanti come la
principessa Mombi.
Una strega cattiva
con una collezione di teste intercambiabili viventi, perfetta per
un film ambientato nella “Merry Old Land” di Oz, ma forse qualcosa
che la maggior parte dei fan non si aspetterebbe mai di trovare
lungo il sentiero dorato...
Gli occhi del parco
Ricordate quando la Disney
ha realizzato un film dell’orrore? Per quanto strano possa
sembrare, è vero! La Disney ha realizzato volontariamente un film
horror a tutti gli effetti: si tratta de Gli occhi del parco,
datato 1980.
Anche se non è esattamente Non
aprite quella porta, l’idea di spiriti maligni che
perseguitano e spaventano una famiglia che si trasferisce in una
misteriosa vecchia casa di campagna suona come la trama di un film
di Evil Dead. Sicuramente un’esperienza macabra targata
Disney.
La maledizione della prima luna
“È meglio che inizi a
credere alle storie di fantasmi, signorina Turner…”. Chi
avrebbe mai immaginato che un film ispirato ad un’attrazione dei
Parchi Disney sarebbe stato così perfettamente stravagante?
I pirati che si trasformano in
scheletri di zombi al chiaro di luna potrebbero sembrare sciocchi
all’inizio, ma la realtà è che non sono soltanto dei mucchi d’ossa
sul grande schermo. Con un’avventura così elettrizzante e a tratti
spaventosa, c’è da meravigliarsi che la serie sia decollata in quel
modo?
Phantom Manor
Nemmeno i parchi a tema
sono al sicuro dagli appetiti macabri della Disney. Mentre
l’originale Haunted Mansion è sì spettrale ma un tantino sciocca,
Phantom Manor situata a Disneyland Paris è da tutti riconosciuta
come davvero spaventosa.
Phantom Manor presenta diverse
somiglianze con il cugino americano; tuttavia, aumenta la paura
tramite una maledizione familiare, un mistero di omicidio e un
tunnel pieno di zombie. I fantasmi che fanno l’autostop sono
l’ultima delle preoccupazioni in questa versione…
Una notte sul Monte Calvo
Fantasia è stato
probabilmente il primo film Disney realizzato più per gli adulti
che per i bambini. Ciononostante, il segmento “Una Notte sul Monte
Calvo” è ancora oggi qualcosa che lascia increduli molti fan.
L’immagine di Chernabog (chiamato
Satana nel film) che si alza dalla cima della montagna ed evoca i
suoi servi dell’oscurità dalle profondità infuocate degli inferi
non è certamente una rappresentazione sana che si assocerebbe in
generale alla multinazionale…
Fiamme dell’inferno
Parlare di un piccolo
problema con il camino è usare sicuramente un eufemismo. Se c’è un
momento in un film d’animazione Disney che ha terrorizzato i
bambini degli anni ’90, è “Fiamme dell’inferno”, forse la
canzone più memorabile de Il gobbo di Notre Dame.
Si tratta di un’espressione musicale
di lussuria, peccato e dannazione eterna, e tutto sotto il nome
della Casa di Topolino. In che modo questo film è riuscito ad
ottenuto di nuovo un rating G?
La pentola magica
Immaginate un film
d’animazione Disney così spaventoso da meritare quasi un divieto ai
moniri. Era così lontano dal repertorio della Disney, che ha quasi
mandato in fallimento lo studio.
Forse non ci sarà mai più un cattivo
così terrificante come Re Cornelius o una forza del male così
spaventosa come l’Esercito di Morti. Ciononostante, ci sono ancora
oggi tantissimi motivi per amare ed esseri fieri di Taron e la
pentola magica.