Amazon Prime Video ha diffuso il trailer
ufficiale di One Night in Miami, il film che segna
l’esordio alla regia dell’attrice Premio Oscar Regina King, presentato lo scorso settembre
alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il
film arriverà il 15 genaio su Prime Video.
One Night in Miami
è diretto da Regina King e scritto da Kemp
Powers, basato sul suo spettacolo teatrale “One Night In
Miami …”, è prodotto da Jess Wu Calder, Keith Calder, Jody
Klein e vede protagonisti Kingsley Ben-Adir, Eli
Goree, Aldis Hodge, Leslie Odom Jr., Joaquina Kalukango, Nicolette
Robinson con Beau Bridges e Lance
Reddick.
La trama di One Night in
Miami
In un’incredibile notte del 1964,
quattro icone di sport, musica e attivismo si sono riunite per
celebrare uno dei più grandi sconvolgimenti nella storia della
boxe. Quando lo sfidante Cassius Clay, che presto si chiamerà
Muhammad Ali (Eli Goree), sconfisse il campione
dei pesi massimi Sonny Liston alla Miami Convention Hall, Clay
commemorò l’evento con tre dei suoi amici: Malcolm X
(Kingsley Ben-Adir), Sam Cooke (Leslie
Odom Jr.) e Jim Brown (Aldis Hodge).
Basato sull’omonima opera teatrale
pluripremiata e diretto da
Regina King, One Night In Miami è un racconto
di fantasia ispirato alla notte storica trascorsa insieme da queste
quattro formidabili figure. Esamina le lotte che questi uomini
hanno affrontato e il ruolo vitale che ciascuno di loro ha svolto
nel movimento per i diritti civili e nello sconvolgimento culturale
degli anni ’60. Più di 40 anni dopo, le loro conversazioni
sull’ingiustizia razziale, la religione e la responsabilità
personale risuonano ancora.
Il cofanetto sarà edito in
formato DVD (con all’interno 4 dischi) e Blu-ray (4
dischi), entrambi contenenti un disco interamente dedicato
a contenuti extra inediti e una card da
collezione.
Al centro della saga la celebre
banda dei ricercatori ricercatori universitari che tentano di
uscire dall’impasse lavorativa ed esistenziale della
precarietà cronica, producendo e spacciando smart drugs.
Una delle commedie italiane più amate e divertenti di sempre, con
un cast stellare composto da Edoardo Leo, Valerio
Aprea, Paolo Calabresi, Libero de Rienzo, Stefano Fresi,
Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Marco Bonini,
Rosario Lisma, Giampaolo Morelli, e con Peppe Barra, Greta
Scarano, Luigi Lo Cascio, Valeria Solarino e con Neri Marcorè.
George Lucas ha pubblicamente difeso una delle
parti più controverse della trama di Star Wars: La minaccia fantasma. Uscito nel
1999, Episodio I ha segnato il tanto atteso ritorno sul
grande schermo dell’amato universo cinematografico iniziato nel
1977. Sebbene il film abbia incassato ben 1.027 miliardi di
dollari, nel corso degli anni i fan e la critica lo hanno spesso
etichettato come uno dei titoli più deludenti del franchise,
soprattutto per la sua incapacità di essere all’altezza
dell’eredità di
Star Wars.
In cima alla lunga lista di
lamentele c’è l’inclusione di Jar Jar Binks, un
personaggio realizzato totalmente al computer, la cui maldestra
comicità è stata criticata per essere totalmente fuori luogo in un
film della saga. Molti hanno anche sollevato obiezioni al fatto che
il protagonista del film fosse un ragazzino, poiché nel film Lucas
ha provato a ritrarre i primi anni del futuro Signore dei Sith,
Anakin Skywalker. Inoltre, il film viene spesso criticato per il
massiccio impiego di effetti speciali e per la trama insensata, che
si impantana in dettagli mal sviluppati.
Lo sceneggiatore e regista de
La minaccia fantasma,George Lucas, ha trascorso due decenni a
difendere la sua trilogia prequel tanto diffamata, offrendo
spiegazioni per le molte scelte controverse che ha fatto. Con
l’uscita del nuovo libro “The Star
Wars Archives: 1999-2005”, che include anche una lunga
intervista a Lucas, il regista ha avuto un’altra possibilità per
difendersi dalle legioni di nemici dei prequel.
George Lucas su La Minaccia
Fantasma: “Mi sono semplicemente attenuto alla realtà.”
In riferimento alle accuse secondo
cui il film aveva una trama inutilmente complicata che coinvolgeva
dettagli arcani circa la politica galattica, nel nuovo libro Lucas
insiste, sostenendo che si stava semplicemente attenendo alla
realtà di come le popolazioni umane cadono in conflitto. “È
così che iniziano le guerre”, dice Lucas a proposito della
disputa che ha dato il via a tutte le critiche relative alla storia
(via
Polygon).
George Lucas difende anche l’arco tragico
della trilogia prequel, che coinvolge la caduta della Repubblica e
l’ascesa dell’Impero (parallelamente al passaggio di Anakin
Skywalker al lato oscuro della Forza) e l’enfasi sull’aspetto
politico della storia. Ha dichiarato: “Non c’è colpo di stato,
non c’è ribellione, non c’è niente. Lo votano, che è ciò che accade
nella vita reale.”
Non c’è dubbio che la storia sia
piena di esempi di democrazie che cadono a causa di macchinazioni
politiche e guerre che iniziano a causa di dispute commerciali. La
domanda, però, è se tali eventi funzionali all’interno di un film
d’avventura fantascientifico apparentemente rivolti ai bambini
(Lucas ha sempre insistito sul fatto che vedeva
La minaccia fantasma come un film per bambini).
I film originali di Star Wars non sono stati certamente coinvolti
nella politica galattica, mantenendo quell’aspetto della storia
lontano, sullo sfondo, enfatizzando maggiormente l’azione. Anche i
prequel, ovviamente, hanno la loro buona dose di azione, anche se
molti hanno comunque diffamato la serie di battaglie con le spada
laser esasperate dai film, proprio perché privi di una reale
tensione drammatica.
Martedì 24 novembre alle ore
20.30 nuovo imperdibile appuntamento
firmato #iorestoinSALA,
il circuito digitale cui
aderiscono più di 50 cinema italiani: il
regista Antonio Padovan,
l’attore Stefano Fresi e il
fumettista Leo Ortolani presenteranno in
diretta streaming la divertente commedia lunare IL
GRANDE PASSO! A introdurre
l’incontro Antonio Capellupo per
#iorestoinSALA, modera Andrea Plazzi, editor,
traduttore e curatore del progetto di divulgazione scientifica
“Comics&Science” del CNR – Consiglio Nazionale delle
Ricerche.
Durante la presentazione online –
che ricordiamo sarà visibile anche sulle pagine Facebook di ognuna
delle oltre 50 sale del circuito www.iorestoinsala.it – si parlerà di
cinema ma anche e soprattutto dell’amore per lo
“spazio” e dell’adorazione per la
“luna”, fedele compagna di tante notti e avamposto
stellare di sogni e miraggi.
Il fumettista Leo Ortolani, autore
di due volumi che trattano proprio di queste due passioni, non
poteva che essere l’interlocutore ideale! In “C’è spazio per tutti”
(Panini Comics) e “Luna 2069” (Feltrinelli Comics), Ortolani
racconta viaggi “interstellari” e itinerari spaziali, disegnando
personaggi inevitabilmente e fatalmente attratti dalla luna. Della
stessa magnifica ossessione soffre Giuseppe Battiston nei panni di
Dario, fratello Mario (Stefano Fresi) nella commedia
surreale IL
GRANDE PASSO.
Due inediti “fratelli
cinematografici” che, al di là delle apparenze, non potrebbero
essere più diversi: impetuoso e geniale il primo, ossessionato
dall’idea di raggiungere dal Nordest Italiano la luna a bordo di un
razzo, e placido e divertito il secondo, che gestisce un negozio di
ferramenta nella capitale. Tutto funziona bene, finché le loro
strade non s’incrociano…
«Raccontando questa storia –
commenta Padovan – ho voluto rendere
omaggio a due mondi del cinema che amo e che vivono dentro di me.
Quello americano, un po’ infantile e sentimentalista, con cui sono
cresciuto da bambino: il cinema di sognatori
come Steven Spielberg. E quello
silenzioso e sincero, il cinema della mia terra, creato
da artigiani come Carlo Mazzacurati. Questi
due mondi s’incontrano e si scontrano in una storia che parla del
sogno di andare sulla luna, e di due fratelli che imparano a
conoscersi».
Red Guardian è un personaggio dei
fumetti con una storia alquanto complicata e contorta: è morto ed è
risorto in più occasioni, e originariamente è stato presentato come
ex marito di Natasha Romanoff. Nel film Black Widow, servirà come
figura paterna nei confronti dell’eroina, ma sembrerà anche una
sorta di aspirante Captain America.
Nel libro di recente pubblicazione
“Black Widow: The Official Movie Special Book” (via
CBM), l’attore David
Harbour ha condiviso diversi nuovi dettagli su
ciò che i fan dovranno aspettarsi da Alexei Shostakoff. “È
cresciuto nell’Unione Sovietica durante la corsa agli armamenti.
Era un soldato. È stato scelto per questo programma poiché gli
americani stavano sviluppando armi e, ovviamente, Capitan
America”, rivela l’attore. “I russi sono stati più lenti,
ma volevano contrattaccare con la loro versione di Captain America.
È stato colpito con un siero che gli ha donato una super-forza ed è
stato addestrato in un certo modo. Ma non è diventato famoso come
Captain America. Nessuno sa veramente chi sia.”
“Il legame tra lui e Black Widow
è che sono stati istituiti come una famiglia di spie nell’America
degli anni ’90. Quindi, la Melina di Rachel Weisz era una specie di
mamma, Alexei era il papà, e Natasha e Yelena erano i loro figli.
Lo vediamo all’inizio del film: funzionano come una famiglia. Si
conoscevano da molto tempo e poi hanno perso i contatti per quasi
vent’anni. L’ha portata via dalla Stanza Rossa ma l’ha anche
rimessa nella Stanza Rossa perché credeva in quella
causa.”
Harbour avrebbe poi aggiunto che Red
Guardian ha tenuto d’occhio Natasha attraverso i giornali e sa che
alla fine è diventata un membro dei Vendicatori. Ha anche
anticipato una potente riunione tra di loro, sottolineando ancora
una volta come le dinamiche familiari saranno una parte importante
di Black
Widow.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Kevin Williamson,
l’ideatore e produttore esecutivo del celebre franchise Scream,
ha annunciato sui suoi canali social il titolo del prossimo film
della saga che arriverà al cinema nel 2022. Si legge sui suoi
profili social: “Si chiude oggi il set di Scream, e sono
entusiasta di annunciare che sarà proprio questo il titolo
ufficiale del film! Quasi 25 anni fa, quando ho scritto Scream e Wes Craven lo ha
portato in vita, non avrei potuto immaginare l’impatto duraturo che
avrebbe avuto su di voi, suoi fan. Sono felice di riportarvi a
Woodsboro e spaventarvi ancora.
Credo che Wes sarebbe stato
orgoglioso del film che stanno realizzando Matt e Tyler. Sono
felice di riunirmi con Neve, Courtney, David e Marley e di lavorare
a fianco di un nuovo team di registi e di un incredibile cast di
nuovi arrivati che si sono uniti per dare seguito all’eredità di
Wes con l’imminente rilancio del franchise, che mi sta così tanto a
cuore. Ci vediamo nelle sale nel 2022”.
Scream sarà
distribuito al cinema nel 2022 da Eagle Pictures.
Secondo quanto riferito, la Disney
sta considerando di far uscire gli annunciati live action di
Cruella,
Peter
Pan & Wendy e Pinocchio direttamente
su Disney+. La Casa di Topolino ha
lanciato il suo servizio di streaming alla fine dello scorso anno,
riscuotendo da subito un grandissimo successo. È stato recentemente
confermato che Disney+ ha raggiunto oltre 70 milioni
di abbonati in tutto il mondo, grazie soprattutto alla
distribuzione in esclusiva di titoli come Hamilton e Mulan e all’arrivo della seconda stagione di
The
Mandalorian.
A causa della pandemia di Covid-19,
c’è stato un aumento di contenuti originali arrivati in esclusiva
su Disney+: basti pensare ad Artemis Fowl, arrivato lo scorso giugno dopo
la chiusura dei cinema, e a
Soul, il nuovo film d’animazione Disney e Pixar che
debutterà direttamente sulla piattaforma a Natale. Nell’ultimo
periodo si è discusso molto su quali altri film Disney potrebbero
arrivare direttamente in streaming nei mesi a venire, anche se è
stato confermato che l’uscita di blockbuster come Black Widow resterà
ancorate alla sala.
Secondo un nuovo report di
Deadline, la Disney starebbe esaminando una lista di ipotetici
film che potrebbe saltare la sala e arrivare direttamente in
streaming a causa della pandemia. Il report rivela che tra questi
film ci sarebbero anche tre live action molto attesi:
Pinocchio di
Robert Zemeckis, con
Tom Hanks nei panni di Geppetto; Peter
Pan & Wendy, con
Yara Shahidi nei panni di Campanellino; Cruella,
il prequel de La carica dei 101 con
Emma Stone nei panni dell’iconica Crudelia de Mon.
Alcuni titoli Disney destinati a “migrare” su Disney+?
L’idea della Disney di far uscire
Pinocchio, Peter Pan &
Wendy e Cruella direttamente
su Disney+ non è altro che un ulteriore
conferma delle intenzioni dello studio di concentrarsi maggiormente
sulla piattaforma di streaming, cercando di incrementarne sempre
più la fruizione. Anche se allo stato attuale la Disney è più o
meno certa che il Coronavirus non sarà più un problema entro la
prossima estate, lo studio potrebbe continuare a limitare
ulteriormente l’uscita in sala di storie che, dalla sua
prospettiva, non sono degne di essere raccontate sul grande
schermo.
I titoli del
MCU, di
Star Wars e altri importanti franchise dovrebbero continuare ad
essere destinati alla sala, ma è possibile che i contenuti rivolti
ad un pubblico più giovane possano migrare definitivamente su
Disney+.
Molti lo conoscono per essere un
ottimo autore di serie tv – Six Feeet
Under e True Blood sono due
suoi successi. Altri per aver vinto un Oscar per
la sceneggiatura originale di American
Beauty, ma Alan Ball è anche un
regista di cinema. Tredici anni fa diresse il suo esordio sul
grande schermo Niente velo per Jasira, e
oggi che le sale sono interdette a causa della situazione
sanitaria, fa arrivare nelle case grazie ad Amazon
il suo secondo lungometraggio, Uncle Frank.
La trama di Uncle
Frank
1969, Beth, Sophia Lillis, è una quattordicenne della
provincia americana che nutre una sconfinata ammirazione per lo zio
Frank, Paul Bettany, insegnante a New York. Frank è
colto, le dà attenzione, sa ascoltare e la capisce, cosa che non
accade con gli altri componenti della famiglia. La invita ad essere
sé stessa ed inseguire i propri sogni. Quattro anni dopo, Beth,
ormai diciottenne, ha raggiunto lo zio a New York per studiare nel
suo college, quando arriva la notizia della morte del padre di
Frank, Stephen Root, nonno di Beth. Frank, che non
ha mai fatto coming out in famiglia e vive da dieci anni con il
compagno Wally, Peter Macdissi, si confida con
Beth e insieme partono alla volta di Creekville, Carolina del Sud.
Il viaggio che zio e nipote intraprendono per recarsi al funerale e
l’incontro con la famiglia riportano Frank indietro nel tempo, a
ripercorrere la sua adolescenza e il suo burrascoso rapporto col
padre, oltre a far riemergere un evento tragico che ha segnato
indelebilmente la sua vita. Sono però anche un’occasione per
voltare finalmente pagina.
Le intenzioni del regista e
i temi a lui cari in Uncle Frank
Alan Ball ha
dichiarato in una recente intervista di aver utilizzato questo film
come mezzo per elaborare un proprio trauma e ha sottolineato come
al centro del lavoro vi sia proprio la volontà di mostrare come sia
possibile superare i traumi e andare avanti nel proprio percorso di
vita. Questo è stato il primo spunto del film, scritto e prodotto
dal regista stesso. Il senso di colpa di Frank per la morte di Sam,
suo primo amore adolescenziale, lo ossessiona da sempre e lo
spettatore segue il percorso che lo porterà a liberarsene. Accanto
a ciò, si pongono altri temi cari al regista, come la
sensibilizzazione sui diritti civili delle persone LGBT – la
vicenda mostra come fosse difficile essere omosessuali nella
provincia americana cattolica degli anni ’70, ma anche come ad
altre latitudini si rischiasse la vita per voler esprimere
liberamente sé stessi, come sottolineato dal personaggio di
Wally.
Il viaggio di zio Frank,
intimo e lineare
Il tutto è trattato in modo molto
semplice e lineare, la vicenda si dipana tra road movie e dramma
incentrato sulle relazioni, alla maniera classica, senza sorprese.
Il registro scelto è quello della delicatezza, dei toni pacati.
Delicati, curati e luminosi sono gli ambienti in cui si svolge la
narrazione, soprattutto la casa di famiglia col giardino e il
portico, in cui dominano la luce, il bianco e i colori tenui
negli arredi, in un’atmosfera resa avvolgente dalla fotografia di
Khalid Mohtaseb. Sono questi i luoghi delle lunghe
chiacchierate complici tra zio e nipote, della riconciliazione e
del perdono, della speranza e di un nuovo, più luminoso inizio. Qui
Ball lascia da parte la sua capacità di
sorprendere con l’irriverenza, l’ironia, la trasgressione e
l’anticonformismo che gli sono propri, rinunciando all’originalità,
in favore di un racconto intimo, godibile ma non strabiliante.
Il cast di Uncle
Frank
Il film è sorretto da buone
interpretazioni, tra cui spicca quella del protagonista,
Paul Bettany (Master & Commander – Sfida
ai confini del mare, Il codice Da Vinci, Avengers:
Infinity War,
Solo: A Star Wars Story), efficace nel rendere i
tormenti dell’animo di Frank. Anche la giovane Sophia
Lillis (It, It – Capitolo
2) nel ruolo di Beth, offre una buona prova.
All’attore libanese Peter Macdissi (Six
Feet Under, Niente velo per Jasira),
compagno del regista e anche produttore del film, tocca affiancare
il protagonista interpretando il suo compagno Wally, il personaggio
più saggio e risolto della coppia, che con pazienza e gentilezza
assieme alla nipote, gli fa da angelo custode, guidandolo verso la
giusta direzione. Nel cast anche Steve Zahan, nel
ruolo del fratello di Frank, Mike, Stephen Root e
Margo Martindale, i genitori di Frank.
Uncle Frank, dove vederlo
in streaming
Uncle Frank, prodotto da Amazon
Studios, Miramax, Your face goes
here, Cota Films e Parts &
Labor, arriva su Amazon Prime Video dal 25 novembre.
Ecco perché i fan non dovrebbero
aspettarsi un lieto fine per la maggior parte dei personaggi del
MCU. La Saga dell’Infinito si è conclusa nel
2019 con Avengers:
Endgame, anche se
Spider-Man: Far From Home ha assolto la funzione di
epilogo. Anche se gli eroi sono emersi vittoriosi contro Thanos, ci
sono comunque stati una serie di sacrifici significativi, su tutti
Iron Man e Vedova Nera, che hanno dovuto rinunciare alle loro vite
in onore della causa.
Prima di Endgame,
il
MCU è stato spesso criticato per la mancanza di posta in gioco
derivante dalla riluttanza ad uccidere i personaggi principali.
Ciononostante, la decisione di uccidere uno dei personaggi più
amati dai fan, ossia Iron Man, è stata accolta con numerose riserve
da parte degli stessi. Di recente, il co-regista di Endgame,Joe Russo, ha spiegato durante la tappa di
Chicago del “We Love You 3000 Tour” (via Screen
Rant) perché Tony è dovuto morire e perché è probabile che non
sarà l’ultimo grande eroe del MCU a sperimentare una tragica fine
una volta terminato il suo arco narrativo.
“Penso che, in un certo senso,
Tony Stark fosse stato destinato a morire da sempre. Ed ecco la
cosa interessante della nostra cultura. Molte persone si arrabbiano
per questo, quando dico questa cosa. Ma quando sei un eroe, il tuo
lavoro è morire. Questo è il tuo lavoro da eroe: sacrificarti per
un bene più grande. Ed è quello che stiamo cercando di insegnare
alle persone nei film è che o ci sei dentro per te stesso o ci sei
per la comunità. E Tony è stato per la comunità.”
Le dichiarazioni di Russo non
significano, tuttavia, che ogni eroe del MCU vedrà terminare il suo
viaggio come è successo ad Iron Man. Come visto con Captain
America, ci sono le dovute eccezioni alla regola; dopotutto,
sarebbe troppo dark, per non dire ripetitivo, se davvero morissero
tutti. È solo che, considerando il lavoro che svolgono, un lieto
fine è da considerarsi un evento sempre più raro, poiché ogni
singolo Vendicatore si è assunto volontariamente la responsabilità
di essere un supereroe.
Avengers:
Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile
2019. Nel cast del film Robert
Downey Jr., Chris
Evans, Mark
Ruffalo, Chris
Hemsworth e Scarlett
Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers:
Infinity War, l’universo è in rovina a causa
degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati
rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi
ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Bullet
Train è stato scritto da Zak Olkewicz
ed è basato sul romanzo giapponese “Maria Beetle” di Kotaro
Isaka. Nella storia, cinque assassini si ritrovano su un
treno ad alta velocità da Tokyo a Morioka, che fa poche fermate
intermedie. Durante il viaggio, i cinque scoprono che le loro
missioni sono collegate tra loro e che forse ognuno deve uccidere
l’altro. Chi uscirà dal treno vivo e cosa li attende alla stazione
terminal?
Il cast di Bullet
Train annovera già
Brad Pitt,
Joey King,
Aaron Taylor Johnson, Brian Tyree Henry, Andrew Koji, Zazie
Beetz e Michael Shannon. Al momento non è chiaro se
Lady Gaga interpreterà uno degli assassini al centro della storia,
anche se la fonte sottolinea che il suo potrebbe essere un ruolo
minore e non da protagonista.
David Leitch e la
Sony Pictures, che si occuperà della distribuzione del film, stanno
cercando di dare il via ai lavori questo autunno a Los Angeles, con
la speranza che la natura più contenuta della storia possa aiutare
con i protocolli di sicurezza legati al Covid-19, dato che il film
non dovrà diffondere il suo cast e la sua troupe in molte
location.
La carriera da attrice di Lady Gaga
Lady Gaga ha iniziato a recitare comparendo
brevemente in film quali Machete Kills (2013) e Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), entrambi
diretti da Robert Rodriguez. Nel 2015 ha interpretato la
protagonista di Hotel, la quinta stagione della serie
antologica American Horror Story ideata da Ryan Murphy,
vincendo un Golden Globe come migliore attrice in una miniserie o
film per la televisione.
Il debutto da protagonista assoluta
sul grande schermo è avvenuto nel 2018 con il sopracitato A Star
Is Born di Bradley Cooper, grazie al quale ha ricevuto
una nomination agli Oscar come migliore attrice protagonista. Tra i
suoi prossimi progetti cinematografici figura anche Gucci, il nuovo biopic di Ridley Scott che racconterà il delitto
di Maurizio Gucci, nipote del fondatore della casa di moda
italiana.
Scarlett
Johansson è entrata a far parte del MCU con l’uscita in sala di
Iron Man 2 del 2010: questo significa che
Vedova Nera ha preceduto l’arrivo sul grande schermo di personaggi
come Thor e Captain America. Presentata come Natalie Rushman, la
sua vera identità è stata rivelata durante l’atto finale del film,
quando il suo collegamento con lo S.H.I.E.L.D. è venuto alla
luce.
Nel libro di recente pubblicazione
“The Black Widow: The Official Movie Special Book” (via
CBM), Scarlett
Johansson ha spiegato perché è ora il momento
giusto per un film interamente dedicato a Vedova Nera, e perché
sarebbe stato il contrario subito dopo il suo debutto nel
MCU.“Se all’epoca avessimo realizzato uno standalone dedicato a
Vedova Nera, sarebbe stato un film totalmente diverso da questo. Il
sacrificio di Natasha in Avengers: Endgame mi ha dato una
prospettiva completamente diversa su chi è”, spiega l’attrice.
“Prima, non credo che sarei stata in grado di mostrare alle
persone chi è veramente Natasha, di mostrare il suo nucleo emotivo
e, soprattutto, cosa la guida”.
“Non credo che saremmo stati in
grado di andare così in profondità allora. Probabilmente sarebbe
stato molto più di un semplice thriller di spionaggio… forse
sarebbe stato molto più appariscente, in un modo diverso, ma
avremmo semplicemente grattato la superficie di ciò che invece
facciamo in questo film”. Le parole di Johansson hanno
indubbiamente senso, ma sarebbe stato comunque divertente vedere
come un film di Vedova Nera si sarebbe adattato ai primissimi piani
delle Fasi 2 o 3 del MCU. Dopotutto, sono ormai anni che i fan
chiedono ossessivamente un film dedicato a Natasha;
sfortunatamente, a causa della pandemia, dovremmo aspettare fino al
prossimo maggio per vedere cosa ci riserverà la storia di
Black
Widow.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson(The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Zack Snyder ha ammesso che nonostante il suo
amore per il franchise, non pensa che la sua visione da regista
potrebbe adattarsi all’attuale universo di Star Wars. Snyder è noto per aver diretto film
di supereroi dai toni dark, spesso vietati ai minori: prima ha
diretto l’adattamento della graphic novel Watchmen nel 2009; poi ha diretto una trilogia di film
che hanno contribuito a lanciare il DCEU, a partire da L’uomo d’acciaio del 2013. Il suo ultimo progetto per
la DC, ossia la Snyder Cut di Justice
League, uscirà direttamente su HBO Max nel 2021: un
nuovo trailer del progetto, pubblicato nel terzo anniversario
dell’uscita della versione cinematografica, ha debuttato lo scorso
martedì.
Considerato il suo record da regista
di film appartenenti a franchise di successo, molti si sono chiesti
se Zack Snyder fosse interessato a dirigere un
film dell’universo di Star Wars, soprattutto da quando nel 2013 ha
iniziato a diffondersi una voce che lo vedeva collegato ad un
progetto della saga autonomo in stile I sette samurai, che
si sarebbe concentrato su una squadra di Jedi Cavalieri. Alla fine
quel progetto non si è mai concretizzato; da allora l’universo di
Star Wars ha prodotto la trilogia sequel della Saga
degli Skywalker, due spin-off e la serie Disney+ di grande successo The
Mandalorian. Snyder, nel frattempo, ha prodotto una serie
di altri progetti e sta attualmente lavorando a una serie di film
zombie per conto di Netflix, oltre naturalmente al suo attesissimo taglio
di Justice
League.
Ora a Zack Snyder è stato chiesto ancora una volta
se sarebbe disposto a dirigere un film di
Star Wars. Il tutto è avvenuto durante un’intervista
con The
Film Junkee (via
Screen Rant). La risposta di Snyder, sebbene diplomatica,
chiarisce essenzialmente che non ritiene che il suo approccio si
adatterebbe all’attuale visione dell’universo della Disney. Il
regista ha ammesso di essere un grande fan della saga, dato che lo
ha anche ispirato ad iniziare a girare film, ma ha anche ammesso di
non sapere più “cosa sia” e di percepire ormai il
franchise come qualcosa di molto “lontano da
lui”.
“Penso di averne già parlato un
po’ in passato. Sono un grande fan di Star
Wars. Il motivo per cui ho iniziato a fare film quando avevo 11
anni è stato proprio Star Wars. Sicuramente ha avuto un’enorme
influenza su di me e mi ha davvero portato ad intraprendere questa
strada, con l’interpretazione di Joseph Campbellian degli archetipi
e della narrazione. Sì, Star Wars è questo per me. Nutro da sempre
un forte interesse nei confronti della saga. Non credo di avere una
storia pronta ora che… non saprei più inserirmi nell’universo di
Star Wars. Non credo di sapere più cosa sia. È una cosa che amo, ma
non so se… forse si è troppo allontanata da me. Anche se adorerò
sempre il franchise. Ho spade laser ovunque in casa.”
Disney+ ha diffuso il trailer
di Fata
Madrina Cercasi, la nuovissima e magica commedia di
Natale con Isla Fisher e Jillian Bell,
che debutterà in esclusiva sulla piattaforma di streaming venerdì 4
dicembre 2020.
Ambientata nel periodo natalizio,
Fata Madrina Cercasi è una commedia con protagonista
Eleanor, una giovane e inesperta fata madrina in formazione
(Jillian Bell) che, dopo aver sentito che la professione da lei
scelta rischia l’estinzione, decide di mostrare al mondo che le
persone hanno ancora bisogno delle fate madrine. Dopo aver trovato
una lettera smarrita di una bambina di 10 anni in difficoltà,
Eleanor la rintraccia e scopre che la bambina, Mackenzie, è ora una
mamma single di 40 anni (Isla Fisher) che lavora in un notiziario
di Boston. Avendo perso il marito molti anni prima, Mackenzie ha
quasi rinunciato all’idea del “Per sempre felici e contenti”, ma
Eleanor è fermamente decisa a dare a Mackenzie una svolta di
felicità, che a lei piaccia o no.
Fata Madrina
Cercasi è diretto da Sharon Maguire
(Il diario di Bridget Jones, Bridget Jones’s
Baby) e prodotto da Justin Springer (Dumbo).
Diane L. Sabatini (Lilli e il vagabondo),
Tom Pollock (Ghostbusters: Legacy), Ivan Reitman
(Ghostbusters – Acchiappafantasmi) e Amie Karp
(Ghostbusters: Legacy) sono i produttori esecutivi.
Fata Madrina Cercasi vede nel cast anche la presenza di
Santiago Cabrera, Mary Elizabeth Ellis, Jane Curtin, June
Squibb, Jillian Shea Spaeder, Willa Skye, Artemis Pebdani, Utkarsh
Ambudkar e Stephnie Weir.
Per celebrare
la 30a edizione, in programma
a Milano dal 1 al 6 marzo 2021, il Noir
in Festival sceglie quest’anno il talento di Mario
Alberti, disegnatore e illustratore triestino di fama
internazionale, con al suo attivo collaborazioni con Sergio Bonelli
Editore, Panini Comics, Star Comics, Delcourt, Glenat, DC Comics,
Marvel e IDW, autore dal 2013 al
2015 delle locandine del Trieste Science+Fiction.
Dopo gli zombie reinterpretati
da Gigi Cavenago nel 2018 e le cupe
atmosfere metropolitane dell’immagine firmata
da Lorenzo De Felici nel 2019, un altro
maestro del fumetto si unisce alla galleria del Noir (che annovera,
tra gli altri, nomi del calibro di Hugo Pratt, Lorenzo Mattotti,
Bill Plympton, Charles Schultz e Mojmir Jezek), festeggiando
l’anniversario del festival con un’immagine che ripercorre
l’iconografia di un genere. Da Sherlock Holmes a Tarantino passando
per Lucarelli e Margaret Atwood (e molti altri che vi sfidiamo a
riconoscere), Alberti ha omaggiato il genere con una locandina
corale che tra le filature di un vetro incrinato mostra,
evanescenti, alcune delle icone che hanno reso il Noir una
manifestazione del cinema e della letteratura in grado di resistere
al tempo e di raccontare la realtà con sguardo lucido e
disincantato.
“Non solo un omaggio, un gioco citazionistico, una
celebrazione” spiegano i curatori della comunicazione del
festival, “quest’immagine è soprattutto una grande
metafora di un genere nel quale milioni di spettatori si sono
specchiati nel corso di un secolo ma anche di una frammentazione
che è propria della postmodernità e che il Noir ha sempre
magistralmente raccontato. Quest’anno, in particolare, la
frammentarietà diventerà il leitmotiv di un’edizione per forza di
cose “speciale”: frammentato ed espanso sarà il programma, che
vivrà a tappe nel corso di tre mesi; frammentate saranno le
modalità di fruizione, a cavallo tra la presenzialità e il
virtuale; frammentati saranno i temi affrontati, che
ripercorreranno la storia del festival, riattualizzando grandi
interrogativi del passato.”
“L’esplosiva immagine di Mario
Alberti”, dichiarano i direttori Giorgio
Gosetti e Marina
Fabbri, “oltre che un magnifico tributo a tanto
cinema e letteratura che ha fatto la storia e che noi tutti amiamo,
racconta con mirabile tempismo il senso di precarietà di questi
tempi complessi, le “crepe” che vediamo quotidianamente; d’altro
canto ci sembra che, come in un vaso kintsugi, l’arte possa,
soprattutto oggi, contribuire a saldare la cesura tra lo spettatore
e il mondo che lo circonda, ricostruendo una rappresentazione che
interpreti la realtà. È esattamente ciò che desideriamo fare nel
corso di questa trentesima edizione, che se da un lato guarderà al
nostro passato dall’altro sarà convintamente proiettata verso il
futuro.”
Posticipato ai primi di marzo a causa dell’emergenza sanitaria
in corso, il programma del 30° Noir in Festival sarà quest’anno
distribuito lungo tre mesi, con interviste e incontri sui social
network, iniziative online e un nuovo sito internet che raccoglierà
al suo interno un inedito “Archivio del Noir”. Gli appuntamenti sul
web sono già cominciati nel segno del
tradizionale Premio Giorgio Scerbanenco: alle
votazioni del pubblico dei 17 libri semi-finalisti (ancora aperte
su www.noirfest.com/2020/scerbanenco.asp),
seguiranno 5 imperdibili incontri con i finalisti, fino
all’annuncio del vincitore, il 4 dicembre.
Mario Alberti è disegnatore, illustratore
e sceneggiatore. Esordisce nel 1992 su Fumo di China
con Holly Connick. Dallo stesso anno collabora con
“L’Intrepido” e nel 1993 entra a far parte dello staff
di “Nathan Never” per la Sergio Bonelli Editore. Nel 2002 inizia a
lavorare per il mercato Francese con la serie “Morgana”, pubblicata
da Les Humanoides Associés a cui seguiranno la serie “Redhand”,
“Mortemer” per Soleil, “Les chroniques de legion” per Glenat. Dal
2007 realizza diverse copertine per DC Comics, Marvel e IDW, nel
2009 pubblica per Marvel la miniserie “Spider Man & X Men”, a cui
seguirà la mini “Spider Man & The Fantastic Four”. Nel 2009,
collabora al numero 600 di Amazing Spider Man. Dal 2013 esce in
Francia la serie “Cutting Edge”, sceneggiata da Francesco Dimitri e
per i tipi di Delcourt, conclusa in 4 volumi e pubblicata in Italia
da Panini. Alterna ai fumetti diverse illustrazioni per Ducati,
Trieste Science + Fiction Festival e Cross Cult tra gli altri. Nel
2016 vince la “ILM Art Department Challenge” su artstation.com e
nel 2017 il premio “Giacomo Pueroni” per il miglior disegnatore di
fantascienza. Nel 2017 disegna il primo albo della nuova collana
“Bandasenzanima”, spin-off della serie “Dragonero” di Luca Enoch e
Stefano Vietti, nuovamente con Stefano Vietti realizza il primo
albo della nuova serie “Angie Digitwin” per Panini Comics. Nel 2018
esce “Tex – Cinnamon Wells” su testi Chuck Dixon e partecipa la
progetto Panini “Angie Digitwin” disegnandone il numero zero e le
copertine. Nel 2020 Glenat pubblica in Francia il primo volume de
“Le Mur”, scritto e disegnato da Alberti su un’idea di Antoine
Charreiron, edito in Italia da Star Comics, che ha pubblicato a
ottobre il secondo volume dell’opera, Homo homini
deus.
Netflix Italia ha diffuso il trailer
ufficiale di La Belva, il nuovo film divenuto
originale Netflix prodotto da Matteo Rovere e con
protagonista
Fabrizio Gifuni. Dal 27 novembre su Netflix.
Diventare un nemico pubblico per amore. Questa è la storia ad
alta tensione de La Belva, il film di Ludovico di
Martino. Per dare la caccia ai rapitori della figlia e
salvarla, un veterano instabile delle Forze Speciali libera la
belva che alberga in lui, diventando a sua volta un sospetto.
La Belva: la trama
Leonida Riva (Fabrizio Gifuni) è un
reduce di guerra cupo e solitario, con un passato da Primo Capitano
nelle Forze Speciali dell’Esercito. La vita e il lavoro hanno
portato Riva sempre più lontano dalla famiglia. Suo figlio
maggiore, Mattia, non lo ha mai perdonato, mentre la figlia Teresa
lo adora incondizionatamente. Ma un tragico evento costringerà
Leonida a trasformarsi nuovamente in qualcosa che credeva ormai
sepolto nel suo passato. Una storia ad alta tensione emotiva che
mescola sentimenti e azione in un crescendo che porterà un uomo a
trasformarsi, per amore, in un vero nemico pubblico
Star Wars di George Lucas ha regalato al pubblico alcuni
dei personaggi più iconici mai creati, con il regista che è
riuscito a trovare gli attori perfetti per interpretare quei ruoli.
Harrison Ford aveva il carisma necessario per
incarnare davvero Han Solo, mentre Carrie Fisher aveva l’arguzia comica e
l’adorabile energia per dare vita a Leia Organa. Tuttavia, entrambi
erano lontani dai primissimi attori considerati per interpretare il
contrabbandiere armato e il suo interesse amoroso.
Screen Rant ha raccolto tutte le grandi star che, in origine,
erano state prese in considerazione per i ruoli di Han e Leia.
Al Pacino
Fresco delle sue
interpretazioni da star assoluta nei primi due capitoli della
trilogia de Il Padrino, ad
Al Pacino è stato offerto il ruolo di Han Solo in Star
Wars. Tuttavia, ha rifiutato, quindi i produttori hanno
aperto le audizioni.
Quando gli è stato chiesto il perché
del rifiuto, Pacino ha detto che non aveva capito la sceneggiatura
e che il ruolo gli era stato offerto solo a causa del successo –
all’epoca straordinario – de Il Padrino.
Jodie Foster
In origine, la scelta per
il ruolo della Principessa Leia era
Jodie Foster, che all’epoca era molto più giovane di Carrie
Fisher, che aveva 19 anni quando ha interpretato Leia, mentre
Foster ne aveva solo 12 quando è stata considerata per il
ruolo.
Tuttavia, quando le è stato offerto
il ruolo di Leia, Foster ha dovuto rifiutare a causa di un
conflitto con le riprese di Taxi Driver di Martin
Scorsese, in cui interpretava una prostituta pre-adolescente di New
York che, inconsapevolmente, ha ispirato un attentato a Ronald
Reagan.
Kurt Russell
Prima che Harrison Ford venisse scelto per interpretare
Han Solo, la rosa di attori per il ruolo era ridotta a
Kurt Russell, Nick Nolte e Christopher Walken.
Russell avrebbe potuto facilmente
aggiungere Solo a un elenco di ruoli iconici che avrebbero poi
incluso Snake Plissken, R.J. MacReady e John “the Hangman” Ruth.
Nolte probabilmente avrebbe interpretato un Han ancora più
scontroso e più “adulto” di Ford, mentre il modo in cui Walken
avrebbe interpretato la parte probabilmente sarebbe stato
radicalmente diverso.
Glenn Close
Glenn
Close è stata una delle tanti attrici che hanno fatto
un’audizione per interpretare Leia Organa prima del casting di
Carrie Fisher. Mancavano ancora una decina d’anni ai ruoli che
consacrarono ufficialmente Close, come Attrazione fatale e
Le relazioni pericolose.
Anche se ha per lo più evitato film
ad alto budget come Star Wars durante la sua carriera,
Close ha interpretato Nova Prime in Guardiani della
Galassia di James
Gunn.
Bill Murray
Sorprendentemente,
Bill Murray era uno degli attori considerati per interpretare
Han Solo. Anche se Murray avrebbe reso sicuramente giustizia
all’arguzia di Solo, potrebbe non aver catturato la sua freddezza
in modo convincente come Harrison Ford.
Murray non è stato l’unico attore
comico considerato per il ruolo. Anche Chevy Chase, co-protagonista
di Palla da golf con Steve Martin e lo stesso Murray,
erano nel radar dello studio per la parte.
Sigourney Weaver
Prima che Carrie Fisher
fosse scelta per il ruolo di Leia,
Sigourney Weaver ha sostenuto un provino per il ruolo. Anche se
non ha ottenuto la parte, la Weaver ha comunque interpretato
un’altra icona del genere sci-fi due anni dopo che Star
Wars ha reso i film di fantascienza una vera e propria
tendenza: l’innovativa eroina femminista Ellen Ripley in
Alien di Ridley Scott.
Anche Margot Kidder ha sostenuto un
provino per interpretare Leia e anche lei, come la Weaver, ha
interpretato un altro ruolo iconico dopo che Star Wars è
uscito nei cinema: Lois Lane nel franchise di Superman.
Billy Dee Williams
Anche se ha sempre negato
di aver sostenuto un provino per il ruolo,
Billy Dee Williams era stato considerato per interpretare Han
Solo prima che Harrison Ford venisse scelto. Naturalmente, avrebbe
poi interpretato il vecchio nemico/amico di Han Lando, Calrissian,
ne L’Impero colpisce ancora e Il ritorno dello
Jedi.
Williams ha anche interpretato
Harvey Dent in Batman di Tim Burton, anche se è stato
sostituito con Tommy Lee Jones quando Dent si è trasformato in Due
Facce. Grazie a LEGO Batman – Il film, Williams alla fine
è riuscito ad interpretare il villain.
Meryl Streep
Universalmente considerata
come una delle più grandi attrici esistenti,
Meryl Streep ha interpretato un sacco di ruoli iconici nel
corso degli anni: Sophie Zawistowski, Joanna Kramer, Karen
Silkwood, Miranda Priestly, Aunt March, Margaret Thatcher… la lista
potrebbe continuare all’infinito.
Ma c’è un ruolo importante che,
tuttavia, ha perso. La Streep ha fatto un provino per interpretare
la Principessa Leia in Star Wars, ma i produttori alla
fine hanno deciso di non sceglierla.
Sylvester Stallone
Molto prima di diventare
uno dei più riconoscibili interpreti del genere d’azione,
Sylvester Stallone ha fatto un’audizione per interpretare Han
Solo. Non ottenere il ruolo, ma tuttavia aveva già raggiunto il
successo grazie al ruolo del protagonista nel capolavoro
Rocky.
Anche Robert Englund (meglio
conosciuto come interprete di Freddy Krueger), John Travolta e
James Woods sono stati considerati per interpretare Han, mentre
James Caan, Robert De Niro, Jack Nicholson, Burt Reynolds e Tom
Selleck hanno ricevuto la parte come offerta ma poi hanno
rifiutato.
Farrah Fawcett
Farrah Fawcett ha fatto un
provino per il ruolo di Leia ma non ha ottenuto la parte. Nel
periodo in cui Star Wars era in produzione, l’iconico
poster del costume da bagno rosso di Fawcett è stato pubblicato e
ha venduto sei milioni di copie in un anno, quindi non aveva
bisogno del ruolo di Leia per aumentare il suo potere da star.
Christine Baranski, Kim Basinger,
Geena Davis, Melanie Griffith, Anjelica Huston, Amy Irving, Jessica
Lange, Bernadette Peters, Jane Seymour, Kathleen Turner, Dianne
Wiest e Debra Winger hanno tutte sostenuto un’audizione per il
ruolo prima che Carrie Fisher venisse scelta.
Natasha Romanoff è morta in Avengers:
Endgame. I Marvel Studios hanno chiarito tempo
fa che il film Black Widow sarà
ambientato tra gli eventi di Captain
America: Civil War e quelli di Avengers:
Infinity War. Oltre ad esplorare il passato del
personaggio, la speranza è che il nuovo film getterà le basi anche
per nuove storie future attraverso l’introduzione di personaggi
come Yelena Belova e Taskmaster.
Nel libro di recente pubblicazione
“The Black Widow: The Official Movie Special Book” (via
CBM), il co-produttore Brian Chapek ha
condiviso alcuni dettagli in più sull’ambientazione del film,
rivelando alcune in quale momento specifico della storia
ritroveremo Natasha. “Black Widow è ambientato subito dopo
Captain America: Civil War”, ha confermato. “Quel film
finiva con Tony Stark che diceva a Natasha: ‘Stanno arrivando per
te’. Ciò significa che ha appena infranto gli accordi di Sokovia. È
andata contro il Generale Ross. Gli Avengers si sono sciolti e lei
non ha più nessuno. È qui che la troviamo all’inizio del
film.”
“Ha un disperato bisogno di
fuggire dal suolo americano. Quando sfugge a Ross ha quasi
l’opportunità di ricominciare da capo. Ma si rende presto conto che
ci sono forze più oscure là fuori, nel mondo, che potrebbero aver
aspettato proprio questa opportunità, e ciò la costringe a tornare
in azione. Sfortunatamente, non può andare in pensione, che
probabilmente è qualcosa che avrebbe voluto fare.”
Sulla base di ciò che Chapek ha
dichiarato, sembra che Natasha riesca a fuggire dal Generale
Thunderbolt Ross e a trovare la pace prima di essere costretta ad
indossare i panni di Vedova Nera e a tornare all’azione. Qualunque
cosa accada dopo, è chiaramente ciò che porterà l’eroina ad unirsi
a Captain America e ai suoi Secret Avengers.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson(The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Il regista Zack Snyder ha confermato perché Darkseid
invade la Terra nella Snyder
Cut di Justice
League. La versione di Snyder del cinecokmic DC verrà
finalmente distribuita il prossimo anno su HBO Max e sarà
completamente diversa da quella cinematografica. In effetti, Snyder
ha confermato che il suo taglio non includerà nulla di quanto
girato da Joss Whedon.
Ci sono innumerevoli differenze tra
la versione di Justice
League di Snyder e quella di Whedon, dai
personaggi secondari alla storia a cui prendono parte. Uno dei
cambiamenti più importanti è l’inclusione del cattivo Darkseid
(Ray
Porter), che Snyder ha sempre inteso essere la mente
del film. Anche se Steppenwolf è il cattivo più importante, è
comunque controllato da Darkseid, che ha invaso la Terra anni prima
dell’inizio del film. I fan sono ansiosi di saperne di più su
Darkseid e sul suo ruolo all’interno della
Snyder Cut, e ora Snyder ha finalmente svelato
qualcosa sugli obiettivi del villain.
Durante la sua analisi
dell’ultimo
trailer di Justice
League in diretta su Vero (via
Screen Rant), Snyder ha confermato la ragione principale per
cui Darkseid ha invaso la Terra. È venuto alla ricerca
dell’equazione dell’Anti-Vita, che i fan della DC sanno essere
essenzialmente un’arma per dare a qualcuno il controllo completo
sugli esseri senzienti. Snyder lo ha rivelato mentre mostrava la
prima inquadratura del trailer di Darkseid, spiegando che il
cattivo “ha scavato la Terra perché sentiva che l’equazione
dell’Anti-Vita fosse proprio lì. Ha poi dovuto pestare la Terra per
rivelare l’equazione dell’Anti-Vita, che noi, nel film, vediamo
come forma fisica, ovvero attraverso quei modelli di lava che
esistono sul terreno”. Snyder ha poi specificato che i modelli
dovranno essere decifrati per elaborare l’equazione.
Nella versione cinematografica di
Justice
League, questa sequenza è avvenuta con Steppenwolf e
non è stato confermato che l’invasione sia avvenuta a causa
dell’equazione dell’Anti-Vita. Tuttavia, molti fan sono stati in
grado di carpire che i simboli infuocati appartenevano proprio
all’equazione. Zack Snyder aveva anticipato il ruolo
dell’equazione dell’Anti-Vita nella sua versione di Justice League ormai da anni, ma ora è
chiaro che Darkseid la stia cercando, proprio come ha fatto nei
fumetti.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
La Warner Bros ha
diffuso il nuovo main trailer originale di Wonder Woman
1984 che annuncia
l’arrivo del film negli USA su HBO MAX e nelle sale.
Al momento non sappiamo cosa accadrà in Italia.
Distribuire Wonder
Woman 1984direttamente su HBO
Max aiuterà sicuramente la Warner Bros. in diversi modi. Quello che
perdono in potenziali incassi al botteghino, potrebbero guadagnarlo
attraverso nuovi iscritti alla piattaforma. Sebbene quest’ultima
non sia in difficoltà, non ha neanche mai ottenuto il successo di
Netflix, Prime Video o Disney+. Con la Snyder Cut di Justice
League destinata ad arrivare sulla piattaforma nel
2021, WW84 potrebbe essere il modo perfetto per attirare i
fan DC che erano riluttanti ad iscriversi.
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del
personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata
introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Mel Gibson ha confermato che Richard
Donner, che ha diretto tutti e quattro i precedenti film
del franchise, sta attualmente lavorando ad Arma Letale
5. Gibson e Danny Glover hanno
interpretato i detective Riggs e Murtaugh nella saga prodotta tra
il 1987 e il 1998. Il primo film, scritto da Shane Black(Iron Man 3, The Nice Guys,
The Predator), è stato un successo al botteghino e ha
rapidamente generato il sequel del 1989, entrambi considerati due
classici del genere poliziesco. Joe Pesci si è unito al cast di Arma
Letale 3 nel 1992, mentre Chris Rock è stato tra i co-protagonisti di
Arma Letale 4 del 1998.
Da allora non ci sono stati altri
film, ma Arma Letale 5 è stato finalmente
confermato a gennaio di quest’anno. Quel primo report affermava che
Gibson, Glover e Donner si sarebbero riuniti per il tanto atteso
nuovo capitolo, anche se all’epoca non venne rivelato chi si
sarebbe occupato della sceneggiatura, né se attori come Pesci, Rock
o altri membri del cast originale come Rene Russo
avrebbero fatto ritorno. In molti nutrivano la speranza che Black
tornasse a scrivere il film per chiudere il franchise che aveva
iniziato più di 30 anni fa, ma non ci sono mai state notizie sul
suo possibili coinvolgimento. Ora, Gibson ha confermato che Arma
Letale 5 è ancora in sviluppo e che il progetto è più vivo che
mai.
Parlando con
Good Morning America (via
Screen Rant) in occasione della promozione del film
Fatman, a Mel Gibson è stato chiesto di parlare dello
stato di Arma Letale 5. Gibson ha confermato che
il film è attualmente in lavorazione grazie a Donner, sfruttando
l’opportunità per definire il regista “una leggenda”. Non
è stata fatta alcuna menzione ai suoi co-protagonisti o al
possibile sceneggiatore, anche se i commenti di Gibson in merito al
progetto sono stati parecchio entusiasti, dimostrando che prima o
poi il nuovo film vedrà finalmente la luce.
“Si, Arma Letale 5 è in
lavorazione! E Richard Donner, l’uomo che è sempre stato dietro il
franchise, l’uomo che lo ha portato sullo schermo e gli ha dato
tutto, incluse tutte le sue chicche, ci sta lavorando proprio ora.
È una leggenda”, ha dichiarato Gibson.
Dati i commenti positivi di Gibson,
si può presumere che Glover sia ancora collegato al progetto,
soprattutto se Donner sta lavorando al film. Sarà affascinante
vedere come il quinto capitolo affronta l’età avanzata di entrambe
le star. Glover, il cui personaggio nella saga stava già parlando
di pensionamento quando il primo film ha debuttato 33 anni fa, ha
attualmente 74 anni, mentre Gibson ha 64 anni. Si spera che alla
coppia non venga richiesto di correre troppo, e che Arma
Letale 5 trovi un modo per introdurre personaggi più
giovani per le sequenze più action.
Il successo della saga di Arma
Letale
Creata da Shane
Black, la saga di Arma
Letale ha debuttato nel 1987 con il primo film
diretto da Richard Donner. Il film seguiva le
vicende del sergente della Omicidi Roger Murtaugh (Glover) che
veniva messo in coppia con il sergente Martin Riggs (Gibson),
trasferito dalla narcotici. A fronte di un budget di 15 milioni di
dollari, all’epoca dell’uscita in sala il film ne incassò 120
milioni, dando vita ad un franchise composto da tre sequel (sempre
con protagonisti la coppia Glover/Gibson) e anche ad una serie tv
con Damon
Wayans e Clayne
Crawford andata in onda su Fox per tre stagioni.
L’uomo d’acciaio, uscito nel 2013, ha
introdotto ufficialmente la nuova iterazione di Superman ad opera di Henry Cavill e ha gettato le basi per ciò che
sarebbe seguito nell’universo condiviso basato sui personaggi DC.
Il film ha avuto un successo moderato e ha ricevuto pareri
contrastanti da parte della critica, ma per molti fan rimane uno
dei titoli più forti del franchise.
La domanda che ora tutti si pongono
è se Zack Snyder sia disposto a prendere in
considerazione la possibilità di rivisitare L’uomo d’acciaio per aggiungere alcuni
contenuti extra e dare vita ad una “Director’s Cut”. A quanto pare
non accadrà mai, dal momento che lo stesso regista ha rivelato di
essere assolutamente soddisfatto della versione cinematografica del
cinecomic.
“C’erano solo poche scene che
abbiamo eliminato. Non credo che cambiassero il film”, ha
spiegato il regista durante un’intervista con
Film Junkee (via
CBM). “Quel film è più o meno… è quello che è, e lo adoro.
È esattamente delle dimensioni che volevo che fosse.”
Il futuro de L’uomo d’acciaio dopo il film del 2013
Sono anni che si parla della
possibilità di un sequel de L’uomo d’acciaio. Nonostante lo scorso maggio
sia arrivata la
notizia che Henry Cavill tornerà a vestire i panni di
Superman in un altro film del DCEU, la Warner Bros. non ha in
cantiere lo sviluppo del sequel. A questo punto, l’ipotesi più
accreditata è che Cavill torni a vestire i panni dell’eroe
kryptoniano o in Shazam!
2 al fianco di Zachary
Levi o in Black
Adamal fianco di Dwayne
Johnson.
Mads Mikkelsen ha smentito le voci secondo cui
interpreterà Gellert Grindelwald nella saga di
Animali Fantastici al posto di Johnny Depp. L’attore, che si trova ormai da
anni al centro di una battaglia legale con l’ex moglie
Amber Heard,
è stato di recente licenziato dal popolare franchise. I guai
con la Heard hanno offuscato la reputazione di Depp, con la Warner
Bros. preoccupata tanto per l’immagine pubblica dell’attore quanto
per le possibili ripercussioni sulle performance della saga al
botteghino (già abbastanza precarie e lontanissime dai consensi
raccolti dal franchise originale, ossia quello di
Harry Potter).
Animali Fantastici
3 è in lavorazione ormai da parecchio tempo. Dopo la
disastrosa accoglienza riservata al secondo film, sia dalla critica
che dal pubblico, la Warner Bros. ha dovuto ponderare in che modo
far proseguire la storia. Con un totale di cinque film in
programma, il franchise ha ancora molta strada da fare prima della
sua epica conclusione. Animali Fantastici 3 è sempre stato
pubblicizzato come un film incentrato in egual misura sui
personaggi interpretati da Eddie Redmayne (Newt Scamander), Jude Law (Albus Silente) e
Johnny Depp (Gellert
Grindelwald).
Parlando con
IGN, Mads Mikkelsen ha negato le voci sul
casting che sono circolate di recente. La star di Hannibal e Doctor
Strange ha detto che al momento si tratta soltanto di un
rumor. L’attore ha affermato di saperne tanto quanto ne sanno i
giornali che hanno iniziato to a far circolare questa storia,
rimanendo piuttosto evasivo. I vari report in circolazione hanno
sottolineato che il regista David Yates ha sempre
pensato a Mikkelsen come sostituto ideale di
Depp. “Ne so quanto te. L’ho appreso anche io dai
giornali”, ha commentato l’attore. “Che dire: aspetto
quella telefonata!”
Molti credono che Mads Mikkelsen sarebbe la scelta perfetta
per il ruolo. Le sue dichiarazioni in merito potrebbero anche
derivare dall’essere ancora impossibilitato a parlare del suo
coinvolgimento nel franchise, come spesso accade quando si tratta
di casting relativi a grandi produzioni.
Animali Fantastici 3 risponderà ai
misteri insoluti del precedente episodio?
Ricordiamo che Animali Fantastici: I crimini di Grindelwald,
l’ultimo film della saga ad essere arrivato nelle sale, si è
concluso con diversi cliffhanger, inclusa la
rivelazione che Credence Barebone (Ezra
Miller) è in realtà Aurelius Dumbledore, il fratello
perduto da tempo di Albus. Proprio per questo, i fan non vedono
l’ora di scoprire in che modo la trama del terzo film risponderà ai
misteri insoluti del precedente episodio.
Anche se l’arco narrativo di Rey
sembrava essersi conclusi in maniera abbastanza definitiva alla
fine di Star War: L’Ascesa di Skywalker, dopo che la
stessa si è autoproclamata “Rey Skywalker”, ci sono state alcune
voci secondo cui il personaggio potrebbe apparire in film o serie
tv futuri ambientati nella galassia lontana, lontana.
Tuttavia, anche se Lucasfilm dovesse
avere l’intenzione di rivisitare il popolare personaggio prima o
poi, non sembra che Daisy Ridley sia interessata ad
interpretarlo ancora. Durante un’intervista con
IGN in occasione della promozione del film
Chaos Walking, all’attrice è stato proprio chiesto della
possibilità di riprendere il ruolo un giorno.
“Per me, la bellezza di Episodio
IX sia proprio il modo in cui finisce, con così tanta speranza e
con così tanto potenziale. Sento che sia stato il finale perfetto
per Rey. La grande battaglia era negli episodi VII, VIII e
IX”, ha risposto Ridley. “Credo davvero che,
probabilmente, stia correndo per la foresta da qualche parte,
divertendosi.”
“Sono totalmente soddisfatta di
com’è finita quella storia, davvero. Non so cos’altro avrebbe
potuto fare che io non avessi già fatto”, ha continuato.
“Inoltre, ci sono così tanti personaggi fantastici in Star
Wars, e questa è una cosa incredibile. Stavo guardando il nuovo
episodio di The Mandalorian e ti fa capire che il franchise ha
ancora tantissimi posti da esplorare. È una possibilità veramente
eccitante.”
Daisy Ridley è una grande fan di The Mandalorian!
Sì, Ridley è una fan di
The Mandalorian, e ha anche soppesato la recente
controversia che circonda Baby Yoda, per la scena in cui
sgranocchia alcune delle uova di Frog Lady. “No, io sono a
sostegno della teoria: ‘Yoda, fai le tue cose’. La creatura doveva
essere dove doveva essere con le uova. Va tutto bene. È stato
bellissimo.”
Sappiamo che la Marvel è al lavoro ormai da un bel
po’ su Ant-Man 3; tuttavia, l’attore Bobby
Cannavale non è ancora sicuro se apparirà di nuovo nel
franchise. All’interno del MCU, Cannavale è noto per aver
interpretato il personaggio di Jim Paxton, un agente di polizia
sposato con l’ex moglie di Scott Lang, Maggie, e patrigno di sua
figlia Cassie.
Dopo il relativo
successo di Ant-Man
and The Wasp, è diventato chiaro che la Marvel avrebbe
prodotto un terzo film del franchise, anche se i dettagli di questa
nuova avventura non sono ancora stati rivelati. Al di là delle
sequenze d’azione, i film di Ant-Man
tendono a trattare grandi temi familiari, ed è così che Jim Paxton
e il resto della famiglia di Scott Lang vengono coinvolti nella
storia. Nell’ultimo film, la relazione tra Jim e Scott è diventata
più amichevole, il che significa che Jim ha avuto modo di svolgere
un ruolo più significativo ai fini della trama.
Durante un’intervista con
Fandom, Bobby Cannavale ha rivelato che
sebbene sappia alcune cose su Ant-Man 3, non sa ancora se apparirà nei panni
di Jim Paxton. L’attore ha dichiarato che la produzione del film
dovrebbe partire ufficialmente il prossimo anno, ma allo stato
attualmente nessuno lo avrebbe ancora contattato. Tuttavia,
Cannavale sembra fiducioso che farà almeno una piccola apparizione.
“Penso che le riprese di Ant-Man 3 inizieranno il prossimo
anno. Spero di esserci. È meglio che ne faccia parte. In realtà,
dovrei prendere il telefono e chiamare Paul Rudd adesso…”, ha
dichiarato l’attore.
Un nuova “versione” dell’agente
Jim Paxton in Ant-Man 3?
Anche se Jim Paxton potrebbe
tornare come personaggio in Ant-Man 3, il ruolo
che interpreterà non è ancora del tutto chiaro. Nei film
precedenti, Jim ha interpretato un agente di polizia, ma in seguito
allo scoppio del movimento #BlackLivesMatter, il rapporto degli
spettatori nei confronti di queste figure è decisamente cambiato.
Molti film e programmi televisivi, infatti, hanno dovuto ripensare
al modo in cui hanno sempre presentato i personaggi degli agenti di
polizia al pubblico. Per quanto riguarda Ant-Man 3, anche
la caratterizzazione di Jim Paxton potrebbe subire un cambiamento
drastico.
Alla fine, la Warner Bros. ha preso
la sua decisione. Lo studio ha infatti annunciato che Wonder
Woman 1984 arriverà nelle sale il 25 dicembre e,
in contemporanea, lo stesso giorno, su HBO Max. Sulla piattaforma
di streaming il film sarà disponibile senza alcun costo aggiuntivo.
Al momento non sappiamo la divisione italiana della WB cosa ha
deciso in merito all’uscita, che ad oggi rimane fissata per il 14
gennaio 2021, esclusivamente in sala (ricordiamo che, in Italia,
HBO Max non è disponibile).
In seguito all’annuncio della nuova
“doppia” release di Wonder
Woman 1984, la regista Patty Jenkins ha rilasciato un breve
comunicato ufficiale attraverso il suo profilo
Twitter. “Il momento è arrivato. Ad un certo punto arriva
il momento in cui bisogna scegliere di condividere tutto l’amore e
la gioia che hai da dare, al di là di tutto. Amiamo il nostro film
tanto quanto amiamo i nostri fan, quindi speriamo veramente che
durante queste vacanze natalizie il nostro film possa portarvi
gioia e sollievo. Guardatelo al cinema, dove vige la totale
sicurezza (i cinema hanno fatto un grande lavoro sotto questo punto
di vista!). Guardatelo a casa, sempre in totale sicurezza, dove
purtroppo i cinema sono ancora chiusi. Buone vacanze di Natale a
tutti. Speriamo che vi divertiate a guardare il nostro film
esattamente come ci siamo divertiti noi a realizzarlo.”
Distribuire Wonder
Woman 1984direttamente su HBO
Max aiuterà sicuramente la Warner Bros. in diversi modi. Quello che
perdono in potenziali incassi al botteghino, potrebbero guadagnarlo
attraverso nuovi iscritti alla piattaforma. Sebbene quest’ultima
non sia in difficoltà, non ha neanche mai ottenuto il successo di
Netflix, Prime Video o Disney+. Con la Snyder Cut di Justice
League destinata ad arrivare sulla piattaforma nel
2021, WW84 potrebbe essere il modo perfetto per attirare i
fan DC che erano riluttanti ad iscriversi.
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Hollywood è piena di bambini
prodigio. Negli ultimi anni sono, infatti, sempre di più gli attori
che, da giovanissimi, riescono a incantare autori, registi e anche
spettatori. Un esempio lampante di questo straordinario rinnovo
generazionale è l’attrice di Stranger
Things, Millie Bobby
Brown che, all’età di soli sedici anni, è ormai già
diventata una star. Ma dalla stessa serie targata Netflix
è sbocciato anche un altro talento della recitazione. Stiamo
parlando di Madelyn Cline che, anche se per poco
tempo, ha fatto parte del cast di Stranger Things.
Scopriamo quindi insieme
tutto quello che c’è da sapere su Madelyn Cline,
una delle talentuose attrice della nuova generazione televisiva e
cinematografica americana
Madelyn Cline film e serie tv: gli
inizi della sua carriera
L’attrice Madelyn
Cline, età 23 anni, nata a
Charleston, in North Carolina, il 21
dicembre del 1997, ha sempre avuto una grande passione per
la recitazione. Fin da piccola, con il supporto
dei suoi genitori, coltiva il suo talento e partecipa a diversi
spettacoli e spot pubblicitari.
Ma per Madalyn le cose cominciano a farsi serie quando, dopo aver
accumulato un po’ d’esperienza, la ragazza riesce a trovare un
agente.
Comincia quindi a lavorare con più
frequenza, spostandosi spesso da Charleston a New York. Solo dal
2011 in poi, tuttavia, inizia la sua vera scalata
del piccolo e grande schermo. Tra i suoi film ricordiamo
23rd Psalm: Redemption (2011), Savanna
Sunrise (2016), Boy Erased – Vite
Cancellate (2018) e The Giant
(2019).
Il film racconta la storia di Jared
(Lucas
Hedges), un diciannovenne, figli di un pastore
battista che, dopo aver fatto coming out, viene costretto
dai genitori a cominciare una terapia di conversione. Questo
processo, secondo il terapista, dovrebbe ‘guarire’ l’omosessualità
di Jared, facendolo tornare ‘normale’. Il ragazzo è quindi
costretto a lasciare la sua famiglia e i suoi amici per
rinchiudersi in questo campo di conversione, gestito dal suo
terapeuta, Victor (Joel
Edgerton), a capo anche del programma Love In
Action.
Nel film, il primo per Madelyn con
un cast così ricco di grandi nomi del cinema, interpreta
Chloe, la ex fidanzatina del liceo di Jared.
Madelyn Cline in Outer Banks
La carriera di Madelyn, tuttavia,
non si limita solo al cinema. Parallelamente, infatti, l’attrice
comincia a dedicarsi anche alla televisione. Dal 2016 partecipa a
diversi progetti tra cui il film tv The Jury
(2016) e le serie tv Vice Principals (2016-2017),
The Originals (2017) e Stranger
Things (2017).
Dopo essersi fatta le ossa
ricoprendo piccoli ruoli in serie tv di successo, finalmente nel
2020 arriva per Madelyn la prima vera grande occasione. L’attrice
viene scelta per il cast di una nuova serie, ideata da Josh
Pate, Jonas Pate e Shannon
Burke per Netflix, dal titolo Outer Banks.
La serie è ambientata nella
località balneare di Outer Banks, ovvero una lunga
striscia di terra e sabbia che si estende lungo tutta la costa del
North Carolina. In questa zona la società è spaccata in due e nel
tempo si sono andati a creare due blocchi contrapposti. Da un lato
abbiamo i Kooks, i ricchi di Outer Banks che
vivono una vita fatta di lusso e divertimento; mentre dall’altro
lato abbiamo i Pogues, la classe lavoratrice, la
parte più povera e disagiata della società.
I protagonisti della serie sono un
gruppo di adolescente che abita questa zona quasi di confine, e
rappresenta la parte più povera e disagiata della società. Chiamati
i Pogues, questi ragazzi vivono ai limiti della legalità e
rispondono a John B (Chase Stokes), leader del
gruppo. Tra le fila dei Pogues ci sono anche Pope (Jonathan
Daviss), JJ (Rudy Pankow) e Kiara
(Madison Bailey). Quest’ultima, nonostante sia la
figlia di un famoso ristoratore locale e quindi parte dei Kooks, ha
sempre amato stare con i Pogues e per questo è mal vista dai
rampolli di Outer Stokes.
Quando il padre il John B scompare
misteriosamente, i ragazzi si mettono sulle sue tracce e cominciano
a trovare strani indizi che sembrerebbero portare ad un tesoro
nascosto. Il bottino di diversi milioni di dollari, tuttavia, non
fa gola solo ai Pogues che si troveranno quindi a dover affrontare
una lunga serie di pericolosi attacchi.
Nella serie Madelyn
Cline interpreta Sarah Cameron, figlia
del ricco imprenditore locale Ward Cameron. Nonostante Sarah sia
una Kook, il suo carattere ribelle e il suo interesse sentimentale
vero John B la avvicinano sempre di più al mondo dei Pogues.
La serie Outer
Banks, disponibile su Netflix, è stata
rilasciata a febbraio del 2020 e ad oggi conta al suo attivo solo
una stagione di 10 episodi. Tuttavia, grazie al
successo ottenuto nei primi mesi sulla piattaforma, qualche giorno
fa Netflix ha deciso di rinnovare la serie per una seconda
stagione che, presumibilmente, andrà in onda nel 2021.
Madelyn Cline e Chase Stokes: un
amore sul set
Come spesso accade a molti attori e
attrici, anche Madelyn è caduta tra le braccia di un suo collega,
proprio sul set di Outer Banks. Nella serie Madelyn Cline e
Chase Stokes avevano fatto impazzire i loro fan con
l’incredibile storia d’amore di John B e Sarah Cameron. Ebbene,
sembra proprio che i due attori abbiano fatto gli straordinari e
che oggi siano una coppia anche nella vita reale.
A dare la notizia ufficiale è Chase
che dal suo account Instagram pubblica una
foto con una caption inequivocabile…
“Cats outta the bag”,
letteralmente “Il gatto è fuori dal sacco”, che indica una
notizia ormai di dominio pubblico.
La foto pubblicata da Stokes e
commentata dalla stessa Madelyn pochi secondo dopo, è solo la
conferma delle voci che nei primi mesi del 2020 sono girate sul
conto della coppia. Ad aprile, People aveva diffuso una notizia che
aveva mandato in visibilio i fan della coppia. Chase
Stokes aveva dichiarato di essere in quarantena a
Los Angeles proprio insieme a Madalyn
Cline e ad altre star della serie Outer Banks,
Drew Starkey e Rudy Pankow.
[fonte: People]
” Siamo tutti insieme in
quarantena […] la stessa amicizia e onestà che vedete tra noi sullo
schermo c’è anche a telecamere spente”.
Nonostante Madelyn e Chase non
fossero soli, c’era chi non si era bevuto del tutto la storia della
quarantena in amicizia. Inoltre, ad agosto, è uscito il nuovo video
musicale di Kygo, una versione remixata del
classico Hot Stuff di Donna
Summer, che ha come protagonisti proprio i nostri giovani
quasi-amanti. [fonte: Popsugar]
Per questi e tanti altri motivi, la
notizia dell’ufficializzazione della relazione tra Madalyn Cline e
Chase Stokes non ha del tutto sorpreso i fan che, dopo mesi di fake
news, finalmente hanno avuto la loro conferma.
Madelyn Cline su Instagram
Per essere sempre aggiornati sulle
avventure professionali e sentimentali di Madelyn Cline, vi
consigliamo di seguire il suo account Instagram e, perché no?,
anche quello di Chase
Stokes.
Soul,
il nuovo lungometraggio d’animazione Disney e Pixar di Natale
diretto dal premio Oscar® Pete Docter, co-diretto
da Kemp Powers e prodotto dalla nominata
all’Academy Award® Dana Murray, sarà disponibile in
esclusiva su Disney+ dal 25 dicembre 2020.
Che cosa vi rende davvero voi
stessi? Il nuovo lungometraggio targato Pixar Animation
Studios Soul presenta
Joe Gardner, un insegnante di musica di scuola media che ha
l’occasione unica di suonare nel migliore locale jazz della
città. Ma un piccolo passo falso lo porterà dalle strade della
città di New York all’Ante-Mondo, un luogo fantastico dove le nuove
anime sviluppano personalità, interessi e manie prima di
andare sulla Terra. Determinato a ritornare alla propria vita,
Joe si allea con 22, un’anima precoce che non ha mai capito il
fascino dell’esperienza umana. Mentre Joe cerca disperatamente di
mostrare a 22 cosa renda la vita così speciale, troverà le risposte
alle domande più importanti sull’esistenza.
“Tutto ha avuto inizio con mio
figlio che ora ha 23 anni. Nell’istante in cui è nato, mi sono reso
conto che aveva già una sua personalità”, ha affermato il
regista e Chief Creative Officer di Pixar Animation Studios, Pete
Docter. “Da dove era arrivata? Credevo che la personalità si
sviluppasse attraverso l’interazione con il mondo. Eppure era
piuttosto chiaro che tutti noi nasciamo con una percezione unica e
specifica di ciò che siamo. Nella nostra storia”, prosegue,
“tutti nascono con un’anima. E queste anime non arrivano
impreparate: vengono formate e ricevono una personalità e degli
interessi”.
Nella versione italiana del film,
il cast di voci include gli attori Paola Cortellesi (22) e Neri
Marcorè (Joe Gardner); l’attore e compositore Jonis Bascir (il
barbiere di Joe, Dez); la pallavolista Paola Egonu (Sognaluna);
l’artista musicale David Blank (cantante nella metropolitana); la
modella e influencer Paola Turani (Maria Antonietta); e le
influencer Marta Losito (Rachel) e Giulia Penna (Juliet).
Il nuovo trailer di SOUL
Soul è diretto dal
premio Oscar® Pete Docter (Inside Out, Up) e
prodotto dalla candidata all’Academy Award® Dana Murray,
p.g.a. (il corto Pixar Lou). Kemp Powers (One
Night in Miami) è il co-regista del film, mentre il soggetto e
la sceneggiatura sono firmati da Docter, Mike Jones e Powers. Dan
Scanlon e Kiri Hart sono i produttori esecutivi. Le composizioni e
gli arrangiamenti jazz sono firmati dal musicista di fama mondiale
e candidato ai GRAMMY® Jon Batiste, mentre i vincitori
dell’Oscar® Trent Reznor e Atticus
Ross (The Social Network) dei Nine Inch Nails hanno
composto una colonna sonora originale.
I personaggi dei fumetti sono ruoli
spesso difficili da interpretare nei cinecomics di Hollywood, perché si tratta di
personalità a tutto tondo che la controparte cartacea ha spesso già
ben consolidato. Inoltre, per la maggior parte dei lettori, molto
spesso gli attori che vengono scelti per un determinato ruolo non
sono mai all’altezza del personaggio che viene loro affidato. Per
ogni ruolo da supereroe decisamente azzeccato (basti pensare a
Robert Downey, Jr. nei panni di Tony Stark, o
a Gal Gadot nei panni di Wonder Woman, o a
Chadwick Boseman in quella di Black Panther),
ce ne sono altrettanti inidonei. L’attore sbagliato può arrivare a
rovinare un film, o almeno quel personaggio all’interno di quel
film, come sostenuto da una nuova classifica di
Screen Rant:
Non idoneo: Jesse Eisenberg nei panni di Lex Luthor
Lex Luthor è uno dei
supercriminali più iconici mai creati, ma è stato completamente
massacrato a causa della sua caratterizzazione in Batman v Superman: Dawn of Justice di Zack Snyder.
Ciò, almeno in parte, è avvenuto a
causa della sceneggiatura, che ha fornito un ritratto piuttosto
forviante del villain; la restante parte di colpa – purtroppo –
appartiene all’interpretazione di
Jesse Eisenberg, una pallida imitazione del Joker di Heath
Ledger e non un autentico ritratto del perfido Lex.
Idoneo: Jude Law nei panni di Lex Luthor
Quando si tratta di
nominare attori che potrebbero interpretare un grande Lex Luthor, i
fan di solito scelgono attori notoriamente calvi, come Corey Stoll,
o attori che hanno interpretato famosi personaggi calvi, come Bryan
Cranston.
Ma qualsiasi attore può radersi la
testa. Interpretare Lex richiede più che una semplice rasatura.
Jude Law ha quello sguardo affascinante e disinvolto necessario
per interpretare al meglio Luthor, così come la capacità di
diventare oscuro e perfido in un batter d’occhio.
Non idoneo: Topher Grace nei panni di Venom
Il ruolo di Venom in
Spider-Man 3 è solo un disastro dall’inizio alla fine,
e Avi Arad se ne è assunto la responsabilità. Sam Raimi non era
molto interessato al personaggio, ma Arad ha costretto il regista
ad includerlo al solo scopo di inserire un po’ di fan service. Di
conseguenza, il film è pieno di cattivi e sottotrame, con Eddie
Brock non assomiglia per niente alla sua controparte dei
fumetti.
Perfino lo stesso
Topher Grace pensava che il personaggio fosse stato
maltrattato. Quando ha ricevuto la conferma che avrebbe
interpretato Venom in
Spider-Man 3, ha anche ammesso che era sorpreso che lo
volessero per la parte.
Idoneo: Aaron Paul nei panni di Venom
Quando la Sony ha
annunciato il suo film dedicato a Venom,
Aaron Paul era uno dei nomi favoriti dai fan per il ruolo del
protagonista. Sebbene l’eccentrica interpretazione di Tom Hardy
fosse perfetta per quel film, Paul avrebbe potuto essere più adatto
alla versione di
Spider-Man 3.
Essendo
Spider-Man 3 uscito nei cinema prima di Breaking
Bad, forse Paul potrebbe essere stato considerato troppo
giovane per il ruolo in quel momento, ma finché la versione di
Eddie Brock in quel film sarebbe stata un fotografo di successo,
rivale del protagonista, Aaron avrebbe potuto essere comunque
perfetto.
Non idoneo: Ryan Reynolds nei panni di Lanterna Verde
Ryan
Reynolds sembra concordare sia sul fatto che è stato sbagliato
sceglierlo come protagonista di
Lanterna Verde, sia sul fatto che il film sia davvero brutto,
considerando non ha smesso di prenderlo in giro da quando è stato
distribuito ormai dieci anni fa.
Hal Jordan è uno degli eroi più
iconici della DC e una pietra miliare della Justice League. Warner Bros. non sembrava
interessata a scegliere qualcuno che fosse giusto per la parte:
sembrava, piuttosto, che stessero solo cercando una star del cinema
da mettere in primo piano e al centro di un poster.
Idoneo: Nathan Fillion nei panni di Lanterna Verde
Nonostante
sia amato dai fan di tutto il mondo,
Nathan Fillion non ha mai ottenuto molti ruoli importanti. Al
di là del suo ruolo da protagonista in Firefly e nel suo
successivo adattamento cinematografico Serenity, Fillion è
stato sempre sottovalutato.
Ed è un vero
peccato, perché il suo fascino malizioso lo avrebbe reso perfetto
per una serie di ruoli da nerd, come quello di Nathan Drake di
Uncharted e, in effetti, anche come Hal Jordan di
Lanterna Verde.
Non idoneo: George Clooney nei panni di Batman
Negli anni trascorsi da
quando Batman & Robin è uscito nei cinema ed è stato subito
considerato come uno dei peggiori film mai realizzati,
George Clooney si è scusato ripetutamente per averlo
realizzato. A quanto pare, c’è stato un periodo in cui Clooney
avrebbe persino rimborsato il prezzo del biglietto alle persone, se
gli avessero detto che avevano pagato per vedere
Batman & Robin.
Clooney non è un cattivo attore,
ovviamente, ma è stato un errore affidargli il ruolo di Bruce
Wayne, e per di più, l’assurdo film di Joel Schumacher è stato un
vero e proprio insulto alla ricca storia dei fumetti di Batman. Il
film ha influenzato il franchise in maniera talmente negativa che
c’è stato bisogno dell’intervento di Christopher Nolan per risollevarlo da un
apparente baratro.
Ideo: Alec Baldwin nei panni di Batman
Una delle scelte perfette per il
ruolo di Bruce Wayne negli anni ’90 sarebbe stata
Alec Baldwin. Non funzionerebbe oggi – oggi, Baldwin sarebbe
più adatto per il ruolo di Thomas Wayne, che avrebbe anche dovuto
interpretare nel Joker di
Todd Phillips – ma negli anni ’90 aveva la dolcezza, la fisicità e
l’età adatta.
Ovviamente, Clooney ha ottenuto la
parte e Baldwin ha invece interpretato un diverso vigilante
miliardario ne L’uomo ombra. È interessante notare che
Baldwin era in corsa per il ruolo di Batman nel film di Tim Burton
del 1989, prima che Michael Keaton venisse scelto.
Non idoneo: Ben Affleck nei panni di Daredevil
Ben
Affleck ha sempre considerato il ruolo principale in Daredevil come un premio di consolazione, perché
pensava che non sarebbe mai riuscito ad interpretare Batman e
voleva almeno interpretare un combattente del crimine mascherato
più o meno simile. Il fallimento di Daredevil ha portato Affleck a rinunciare per sempre
ai ruoli tratti dai fumetti. Ha ovviamente infranto questa politica
quando, ironia della sorte, gli è stato offerto proprio il ruolo di
Batman.
Apparentemente, la versione
originale di Daredevil era molto più oscura, ma il successo di
Spider-Man di Sam Raimi ha spinto lo studio a rimodellare
il film e renderlo più spensierato. Ad ogni modo, la performance di
Affleck nei panni di Matt Murdock è stata davvero terribile!
Idoneo: Jake Gyllenhaal nei panni di Daredevil
Ogni volta che si parla di
casting per film tratti da fumetti, viene sempre fuori il nome di
Jake Gyllenhaal, perché è uno dei migliori attori che lavorano
oggi e potrebbe interpretare praticamente chiunque. Ma il suo
talento ed il suo fascino lo avrebbe certamente reso la scelta
ideale per interpretare l’uomo senza paura.
Gyllenhaal ha quasi interpretato
Peter Parker in Spider-Man 2 perché Tobey Maguire si era ferito
gravemente durante le riprese di Seabiscuit e la Sony era
così ansiosa di fare uscire il sequel che era anche disposta a
sostituire l’attore. Fortunatamente, Maguire è guarito in tempo per
mantenere intatta la continuity.
In Avengers: Ago of
Ultron, scopriamo che Tony Stark e Bruce Banner hanno
lavorato al progetto “Veronica”, che non è altro che il nome in
codice per identificare Hulkbuster, una grande
armatura di “contenimento” di Hulk che i due scienziati hanno
progettato perché sono consapevoli della pericolosità del Gigante
di Giada.
Stando a quando ha dichiarato
Joss Whedon, il nome deriva da un omaggio ad
Archie Comics e alle storie di Archie Andrews, che
divideva il suo amore tra due ragazze, Betty e Veronica. Whedon ha
detto: “Sai, ho deciso di chiamarlo Veronica perché Bruce era
innamorato di una donna di nome Betty, e Veronica è esattamente il
suo opposto.” Riferendosi chiaramente alle Betty e Veronica
che competono per l’amore di Archie Andrews in Archie.
This comic image released by Archie Comics shows Veronica, left,
Archie, center, and Betty, characters from the Archie’s comic book
series. Archie Comics announced Thursday that Warner Bros. will
produce a live-action film based on the comic’s characters,
including Archie, Betty, Veronica and Jughead. It will be the first
feature film for the 72-year-old comic. (AP Photo/Archie
Comics)
Diretto da Joss
Whedon nel 2015, Avengers: Age of Ultron
è il secondo team-up dei Vendicatori, film in cui viene introdotto
il personaggio di Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen)
che presto vedremo nella serie Diseny + WandaVision. Nel cast oltre
a Johansson ed Evans, anche
Robert Downey Jr,
Mark Ruffalo,
Chris Hemsworth, Jeremy Renner, Scarlett Johansson e James
Spader nei panni del villain Ultron.
In origine Gli Eterni sarebbe
dovuto arrivare nelle sale all’inizio di questo mese, ma a causa
della pandemia di Covid-19, i Marvel Studios hanno rimandato
l’uscita del film a novembre 2021. Lo scorso giugno si sarebbero
dovute tenere le riprese aggiuntive del cinecomic, ma nulla si è
più saputo al riguardo.
Adesso, è stata l’attrice
Lauren Ridloff, che nel film interpreterà Makkari,
a confermare che i reshoot hanno, in realtà, già avuto luogo.
Ridloff ne ha parlato con
HeyUGuys (via
CBM) in occasione della sua candidatura ai BAFTA come migliore
attrice emergente. “Ho appena finito il mio secondo giorno di
riprese per un film Marvel”, ha spiegato. “In realtà,
stiamo facendo delle nuove riprese. Abbiamo appena finito il
secondo giorno di riprese. Ricordo di aver pensato: ‘È davvero una
buona settimana. È stato fantastico tornare a lavorare sul set ed è
stato fantastico ricevere quella notizia.”
Lauren Ridloff ha
anche elogiato la sua co-protagonista, Angelina
Jolie, e il ruolo che ha interpretato, aiutando il
cast sul set. “Devo dire che Angie è una donna forte e gentile.
Ero veramente grata e riconoscente per il fatto di averla lì con
noi, perché credo sia davvero molto consapevole di quali potrebbero
essere i nostri bisogni. Pensa sempre al cast. Faceva domande che
molti di noi si ponevano. È lei che si è fatta avanti e ha posto
quelle domande.”
“Stavo cercando disperatamente
di trovare uno spunto per una scena specifica e non riuscivo a
capire cosa volesse da me la regista”, ha aggiunto l’attrice.
“Quindi, è stato un po’ imbarazzante, ma attraverso le
conversazioni con Angie ho capito il modo migliore per far
funzionare quella scena e portarla a casa. Angie ha un cuore
veramente grande. È stata disposta a condividere le sue esperienze
con noi.”
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.