La Warner bros ha diffuso il
trailer ufficiale di Richard Jewell, il film di
Clint Eastwood basato su fatti realmente accaduti, con
Sam Rockwell, Kathy Bates, Jon Hamm, Olivia Wilde e Paul Walter
Hauser, in uscita nelle sale italiane nel 2020
Diretto da Clint Eastwood e basato
su fatti realmente accaduti, Richard Jewell è la
storia di ciò che può accadere quando quel che viene riportato
oscura la verità.
Richard Jewell, il film
“C’è una bomba al Centennial Park.
Avete solo trenta minuti di tempo”. Il mondo viene così a
conoscenza di Richard Jewell, una guardia di sicurezza che
riferisce di aver trovato il dispositivo dell’attentato dinamitardo
di Atlanta del 1996. Il suo tempestivo intervento salva numerose
vite, rendendolo un eroe. Ma in pochi giorni, l’aspirante alle
forze dell’ordine diventa il sospettato numero uno dell’FBI,
diffamato sia dalla stampa che dalla popolazione, assistendo al
crollo della sua vita. Rivoltosi all’avvocato indipendente e contro
il sistema Watson Bryant, Jewell professa con fermezza la sua
innocenza. Ma Bryant scopre di doversi scontrare con i poteri
combinati dell’FBI, del GBI e dell’APD per scagionare il suo
cliente, e tenta di impedire a Richard di fidarsi delle stesse
persone che cercano di distruggerlo.
Richard Jewell è interpretato dai
premi Oscar Sam Rockwell (“Tre
manifesti a Ebbing, Missouri“) nei panni di Watson
Bryant, e Kathy Bates (“Misery non deve morire”,
“American Horror Story” in TV) in quelli di Bobi, la madre di
Richard; mentre Jon Hamm (“Baby Driver – Il genio della fuga”) è
l’investigatore capo dell’FBI; Olivia Wilde (“La
vita in un attimo”) ritrae Kathy Scruggs la giornalista dell’
Atlanta Journal-Constitution, e Paul Walter Hauser (“Tonya”)
interpreta Richard Jewell.
Il premio Oscar Clint
Eastwood ha diretto il film da una sceneggiatura del
candidato all’Oscar Billy Ray (“Captain
Phillips – Attacco in mare aperto“), basata
sull’articolo di Vanity Fair “American Nightmare — The Ballad of
Richard Jewell” di Marie Brenner. Eastwood ha anche prodotto il
film con la sua Malpaso, insieme a Tim Moore, Jessica Meier, Kevin
Misher, Leonardo DiCaprio, Jennifer Davisson e
Jonah Hill.
Il team creativo di Eastwood
comprende il direttore della fotografia Yves Bélanger e lo
scenografo Kevin Ishioka, insieme alla sua consueta costumista
Deborah Hopper e al montatore premio Oscar Joel Cox (“Gli
spietati”), che nel corso degli anni ha collaborato con Eastwood su
numerosi progetti. Musiche di Arturo Sandoval, lo stesso
compositore di “Il corriere – The Mule” del 2018.
Warner Bros. Pictures presenta una
produzione Malpaso, Appian Way / Misher Films / 75 Year Plan Plan
Production, “Richard Jewell”. Il film sarà distribuito in tutto il
mondo dalla Warner Bros. Pictures e arriverà nelle sale italiane
nel 2020.
Tra le grandi anteprime
dell’Area Movie, a cura di QMI
Sturdust arriva a Lucca Comics & GamesTerminator: Destino Oscuro, nelle
sale italiane dal 31 ottobre distribuito da 20th Century
Fox.
Diretto da Tim
Miller e prodotto da James Cameron e David
Ellison, nel cast ritroviamo Linda
Hamilton e Arnold Schwarzenegger, accanto
a Mackenzie Davis, Natalia Reyes,
Gabriel Luna, Diego Boneta.
A Lucca Comics &
Games, il 30 ottobre, in occasione
dell’anteprima di Terminator: Destino
Oscuro, ultimo capitolo della celebre saga,
20th Century Fox e Qmi
allestiranno un laser show in piazza San
Michele (ore 19.00), che permetterà al pubblico di vivere
una straordinaria esperienza immersiva. Cuore dello spettacolo sarà
l’endoscheletro del cyborg più famoso del mondo, da cui prenderanno
vita gli effetti speciali, accompagnati da musica e voice over
coinvolgenti e creati ad hoc per l’occasione.
Terminator: Destino
Oscuro – Sono ormai passati più di 20 anni da quando
Sarah Connor ha sventato la fine del mondo, cambiato il futuro e
riscritto il destino del genere umano. Dani Ramos (Natalia Reyes),
vive una vita tranquilla a Città del Messico insieme al fratello
(Diego Boneta) e al padre quando un Terminator di nuova generazione
programmato per uccidere – un Rev-9 interpretato da Gabriel Luna –
compie un viaggio a ritroso nel tempo per darle la caccia e
ucciderla. La sopravvivenza di Dani dipende dalla sua alleanza con
altre due guerriere: Grace (Mackenzie Davis), una donna cyborg
proveniente dal futuro, e un’agguerrita Sarah Connor (Linda
Hamilton). Mentre il Rev-9 stermina senza pietà chiunque si
frapponga tra lui e Dani, le tre si faranno aiutare da un T-800
((Arnold Schwarzenegger), proveniente dal passato di Sarah, che
potrebbe essere la loro ultima speranza.
Il film sarà presentato in
anteprima italiana nell’Area Movie di Lucca Comics & Games,
mercoledì 30 ottobre, alle ore 20.30 presso il
Cinema Astra. Ingresso libero fino ad esaurimento
posti.
Un’ipotesi, scaturita dopo la
visione dei due trailer di Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker, sta facendo letteralmente impazzire
i fan: nel film vedremo la versione “Dark” di Rey, l’eroina
interpretata da Daisy
Ridley? Sarà lei a schierarsi contro la Resistenza,
tradendo i suoi amici e gli insegnamenti di Luke?
Ecco 10 indizi che provano questa
teoria:
La spada laser
Nel primo teaser di
Episodio IX abbiamo visto Rey brandire
una spada laser con doppia lama che i fan di Star
Wars conoscono come l’elemento caratteristico dei cavalieri
Sith. Questo dettaglio prova il suo passaggio al lato oscuro? Ma
soprattutto, come ha ottenuto l’arma? C’entra qualcosa
Darth Maul?
Il costume
Oltre alla spada laser, un altro
segnale che confermerebbe l’arrivo di Dark Rey è il nuovo costume
sfoggiato nel trailer composto da una tunica nera e grigia con
cappuccio molto simile a quello di Palpatine. Per la maggior parte
dei Jedi, il passaggio al Lato Oscuro è coinciso con un cambio di
guardaroba (vedi Anakin
Skywalker)…
Combatte al fianco di Kylo Ren
Rey e Kylo Ren si rendono
protagonisti di un momento entusiasmante del trailer finale con i
due che si scagliano contro quello che sembra un manichino di
Darth
Vader e distruggono la maschera a colpi di spada
laser. Forse è questa la chiave dei piani dell’Imperatore
Palpatine? Cosa significa e a cosa porterà questo gesto? Magari Rey
deciderà di unirsi a lui “lasciando morire il
passato“…
La presenza dell’imperatore
Palpatine
Il mistero che circonda le origini
di Rey e i suoi genitori potrebbe essere
finalmente risolto in Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, perché stando alle indiscrezioni riportate
dal sito MakingStarWars (sempre attendibile in materia di rumors)
il film svelerà un legame importante tra il personaggio e
l’ImperatorePalpatine, atteso
ritorno anticipato dalla risata che abbiamo sentito nel
trailer.
Secondo le fonti infatti Rey sarebbe
la nipote del villain, e questo giustificherebbe l’immagine della
ragazza che brandisce la spada laser rossa in Episodio IX. Il sito
fa sapere che sarà proprio Kylo Ren a rivelarle questo oscuro
segreto, con Palpatine che “risorgerà” da una grotta sotterranea
avvolta dalla lava e con un trono di ferro (questa supposizione si
basa su un concept art di Ralph McQuarrie realizzato per
Il Ritorno dello Jedi).
Non è nelle scene con la
Resistenza
Durante l’ultimo trailer, in nessuna
delle scene che coinvolgono la Resistenza compare Rey. Ci sono
invece Poe, Finn e Lando su un misterioso pianeta di ghiaccio e più
tardi in un attacco contro il Primo Ordine, ma dell’eroina nessuna
traccia. Forse questo è un altro invito a leggere Episodio
IX come il film di rottura tra Rey e la sua buona
condotta?
La ricerca della Morte Nera
Da quando raccoglieva rottami su
Jakku, Rey ha saputo farsi strada diventando uno
dei migliori piloti della flotta ribelle, ma è possibile che queste
capacità vengano sfruttate proprio da Palpatine che riemergerà
dalle ceneri della Morte Nera. Nel trailer il personaggio sembra
aver localizzato la sala del trono con Finn, sconvolto, che le urla
di non entrare. Il lato oscuro sta chiamando?
Kylo Ren sceglierà la luce e Rey il
lato oscuro?
Seguendo l’esempio di Darth
Vader che alla fine de Il ritorno dello Jedi
riusciva a riscattarsi salvando suo figlio, Kylo
Ren potrebbe fare lo stesso nel corso di
L’Ascesa di Skywalker: tra Episodio VII e
VIII sì è diviso tra bene e male, prima aspirante Jedi e studente
di Luke Skywalker e poi assassino di Han Solo, quindi se il
parallelismo continuerà ci sono ottime chance di vederlo
redimersi…
Affinché Kylo Ren scelga la luce,
forse la Forza avrà bisogno di un equilibrio, il che potrebbe
portare Rey a scegliere la parte opposta…
Una frase del trailer
Una frase ci ha particolarmente
colpiti nell’ultimo trailer, e a pronunciarla è proprio Rey:
“Le persone continuano a dirmi che mi conoscono…“,
suggerendo che tutto ciò che abbiamo pensato finora riguardo il
personaggio sta per essere ribaltato…Forse l’eroina è stanca delle
costanti pressioni di essere all’altezza di un ideale, e una
possibile svolta verso il Lato Oscuro le permetterebbe una maggiore
indipendenza…
Le parole di Palpatine
Dopo quelle di Rey, passiamo alle
parole di Palpatine, sempre più minaccioso nei due
trailer di Episodio IX: mentre Kylo Ren e
l’eroina vengono mostrati entrambi nella stessa posizione, sentiamo
il villain esclamare: “Ho aspettato a lungo, il tuo incontro
sarà la tua rovina“. A cosa si starà riferendo?
Un clone di Rey?
I fan di Star Wars
sanno che l’Imperatore Palpatine aveva sviluppato un’avanzata
struttura di clonazione costruita esplicitamente con lo scopo di
trasferire la sua essenza in un nuovo corpo nel caso fosse stato
ucciso. Così facendo il villain è stato trasferito con successo nei
cloni, una soluzione non sempre piacevole che gli permetteva di
continuare a vivere a tempo indeterminato, cercando di riguadagnare
il suo potere precedente. Forse è questo il modo in cui Rey entrerà
in contatto con Palpatine? Dark Rey sarà solo una
replica del personaggio?
Leggi anche – Star Wars: L’ascesa
di Skywalker, le previsioni per il destino dei personaggi
Dal 19 Dicembre IT –
Capitolo Due arriva in Digitale e in DVD, Blu-rayTM e
4K UHD. Il male riaffiora a Derry quando il regista Andy
Muschietti riunisce il Club dei Perdenti per tornare al
punto in cui tutto è iniziato con IT – Capitolo
Due, la conclusione del film horror di maggior incasso di
tutti i tempi.
Il film è il seguito di “IT” del
2017, il successo acclamato sia dalla critica che dal pubblico, che
ha incassato al Box Office oltre 700 milioni di dollari in tutto il
mondo. Ridefinendo e trascendendo il genere, “IT” è ormai un vero
e proprio cult.
I preordini di “IT Capitolo Due” sono già disponibili in
formato Digitale su Apple TV al link https://apple.co/2MCAnEW e in
DVD, Blu-rayTM e 4K UHD su Amazon al link https://amzn.to/2qweRJo
.
It – Capitolo due, la trama
Dopo 27 anni, IT è tornato. Quando le persone iniziano a
scomparire a Derry, Mike chiede agli altri membri del Club dei
Perdenti di tornare a casa per distruggere IT una volta per tutte.
Segnati dal passato, i Perdenti devono superare le loro paure più
profonde per sconfiggere Pennywise… che ora è più letale che
mai.
“IT Capitolo Due” IN DIGITALE
Dal 19 Dicembre “IT Capitolo Due” sarà disponibile per
l’acquisto ed il noleggio su tutte le piattaforme digitali: iTunes,
Youtube, Google Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, PlayStation
Store, Microsoft Film & TV e a noleggio su Infinity e SKY
Primafila.
“IT Capitolo Due” in DVD , BLU-RAY TM e 4K UHD
CONTENUTI SPECIALI E CARATTERISTICHE TECNICHE:
L’edizione DVD include i seguenti contenuti speciali:
Featurette Dietro le quinte: Finding the Deadlights
Lingue : Dolby Digital: Italiano 5.1, Inglese 5.1, Francese 5.1,
Tedesco 5.1. Sottotitoli: Francese, Olandese. Non Udenti: Italiano,
Inglese, Tedesco.
Sottotitoli: Francese, Olandese. Non Udenti: Italiano, Inglese,
Tedesco. Video: 16×9 2.39:1
L’edizione BLU-RAY TM include i seguenti contenuti speciali:
Documentari: The Summers of IT: Chapter One, You’ll Float Too e
Chapter Two, IT Ends
Featurette Dietro le Quinte: This Meeting of the Losers’ Club
Has Officially Begun – Pennywise Lives Again! – Finding the
Deadlights.
-Video Blu-rayTM:1080p High Definition 16×9 2.39:1
Per i più appassionati, “IT Capitolo Due” è disponibile anche
in versione STEELBOOK da collezione in Blu-rayTM con disco bonus in
un prezioso packaging da collezione
It – Capitolo due, IL FILM
It – Capitolo due
è interpretato da
James McAvoy (i film di “X-Men”, “Split”, “Glass”) nel
ruolo di Bill, la nominata all’Oscar
Jessica Chastain (“Zero Dark Thirty”, “Mama”, “Molly’s
Game”) nel ruolo di Beverly, Bill Hader (“Barry”,
“The Skeleton Twins”) come Richie, Isaiah Mustafa
(“Shadowhunters: The Mortal Instruments” – TV) come Mike, Jay Ryan (“Mary Kills People”, “La bella e la
bestia” – TV ” ) nel ruolo di Ben, James Ransone
(nel film “The Wire”, “Sinister”) nel ruolo di Eddie e Andy
Bean (“Swamp Thing”, “Allegiant”) nel ruolo di
Stanley.
A interpretare i membri originali
del Club dei Perdenti Jaeden Martell (“St. Vincent”, “Speciale
mezzanotte”) nei panni di Bill, Wyatt Oleff (“Guardiani della
Galassia”, “Guardiani della Galassia Vol. 2”) come Stanley, Jack
Dylan Grazer (“Shazam”, “Me, Myself and I” – TV) come Eddie, Finn
Wolfhard (“Stranger Things”, “Carmen Sandiego”) come Richie, Sophia
Lillis (“Nancy Drew and the Hidden Staircase” , “Sharp Objects” –
TV) come Beverly, Chosen Jacobs (“Hawaii Five-O”, “Castle Rock”
-TV) come Mike e Jeremy Ray Taylor (“Goosebumps 2: Haunted
Halloween”) come Ben. Bill Skarsgård (“Deadpool 2”, “Allegiant”)
ritorna nel ruolo da protagonista di Pennywise.
Muschietti ha diretto It –
Capitolo due da una sceneggiatura di Gary Dauberman (“IT”,
i film “Annabelle”) basato sul romanzo “IT” di Stephen King.
Barbara Muschietti, Dan Lin e Roy Lee hanno prodotto il film, con
Richard Brener, Dave Neustadter, Dauberman, Marty Ewing, Seth
Grahame-Smith e David Katzenberg come produttori esecutivi.
Il team creativo dietro le quinte
comprende il direttore della fotografia Checco Varese (“The 33”),
lo scenografo vincitore dell’Oscar Paul Denham Austerberry (“La
Forma dell’acqua”), l’editor Jason Ballantine (“IT”, “Mad Max: Fury
Road ”) e la costumista nominata all’Oscar Luis Sequeira (“ La
forma dell’acqua ”,“ Mamma ”). La musica è di Benjamin Wallfisch
(“Shazam!”, “Blade Runner 2049”, “IT”). New Line Cinema presenta ,
“IT Capitolo Due”, un film di Andy Muschietti, una produzione
Double Dream / Vertigo Entertainment / Rideback.
It – Capitolo due Durata 169 minuti/ Vietato ai
minori di 14 anni.
Thor: Ragnarok ha nascosto in
piena vista un riferimento a The Incredible
Hulk con Edward Norton, che è venuto
a galla soltanto grazie a un fan con la vista particolarmente
affilata, che ha condiviso la sua scoperta su Reddit.
The Incredible
Hulk è considerato la pecora nera del film Marvel ed è molto raro che i film
successivi facciano riferimento alla pellicola che ha visto Norton
scontrarsi con Tim Roth nei panni di Abominio.
Taika Waititi ha
invece colto alcuni dettagli del film del 2008 ed ha cercato di
rendergli omaggio quanto possibile nella sua folle avventura con
protagonista Chris Hemsworth. L’Easter
Egg che è venuto alla luce riguarda una cicatrice sul petto di
Hulk in Thor: Ragnarok che richiama la
ferita che Abominio infligge al Gigante di Giada nel finale del
film di Louis Leterrier.
Comincia domani, martedì
29 ottobre, la 19° edizione del Trieste Science+Fiction
Festival, in programma fino a domenica 3 novembre.
Appuntamento nel capoluogo giuliano con la principale
manifestazione italiana dedicata alla fantascienza, tra anteprime,
eventi e ospiti internazionali.
La giornata inaugurale
del festival triestino comincia alle 10.00 presso la Mediateca, con
il Fantastic Film Forum: un programma di tre giorni denso di
incontri specialistici, eventi di networking e workshop ad alta
formazione professionale.
Alle 17.00 appuntamento
al Politeama Rossetti con la proiezione in versione restaurata del
film “Alien” (1979), capolavoro di Ridley Scott e fortunatissimo cult
fantascientifico che quest’anno compie i suoi primi 40 anni.
Alle 19.00 sempre al
Rossetti inaugura la mostra “L’ingenua curiosità di Jacopo
Starace”, esposizione dedicata alle opere visionarie
dell’illustratore e fumettista italiano Jacopo Starace, autore
dell’immaginifico poster 2019 del trieste Science+Fiction Festival.
Sempre al Rossetti alle ore 20.00 si terrà la cerimonia d’apertura
del festival, a cui seguirà la proiezione in anteprima italiana del
film “Little Big Joe” di Jessica Hausner, una versione ipnotica e
visivamente affascinante del cult “L’invasione degli
ultracorpi”.
Alle 22.30 la serata prosegue con l’anteprima italiana
di “Depraved” del regista e attore di culto Larry Fessenden, qui
alle prese con una riflessiva rivisitazione del Frankenstein di
Mary Shelley.
Trieste Science+Fiction Festival
Trieste
Science+Fiction Festival è il più importante evento
italiano dedicato ai mondi della fantascienza e del fantastico.
Cinema, televisione, new media, letteratura, fumetti, musica, arti
visive e performative compongono l’esplorazione delle meraviglie
del possibile. Fondato a Trieste nell’anno 2000 ha raccolto
l’eredità dello storico Festival Internazionale del Film di
Fantascienza di Trieste svoltosi dal 1963 al 1982, la prima
manifestazione dedicata al cinema di genere in Italia e tra le
prime in Europa.
La selezione ufficiale
del Trieste Science+Fiction Festival presenta tre
concorsi internazionali: il Premio Asteroide, competizione
internazionale per il miglior film di fantascienza di registi
emergenti a livello mondiale, e i due Premi Méliès d’argento della
Méliès International Festivals Federation per il miglior
lungometraggio e cortometraggio di genere fantastico europeo. La
sezione Spazio Italia ospita il meglio della produzione nazionale.
Immancabili, infine, gli Incontri di Futurologia dedicati alla
scienza e alla letteratura, in collaborazione con le istituzioni
scientifiche del Sistema Trieste, e la consegna del premio alla
carriera ad un maestro del fantastico.
Trieste
Science+Fiction Festival è organizzato da La Cappella
Underground, storico cineclub triestino fondato nel 1969. La
manifestazione si avvale del contributo, collaborazione e sostegno
dei seguenti enti promotori: MiBAC – Direzione Generale Cinema,
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Trieste, Fondazione CRTrieste, Fondazione Benefica Kathleen
Foreman Casali, ARPA FVG LaREA, Università degli Studi di Trieste,
e dei principali enti scientifici del territorio, AREA Science
Park, ICGEB, ICTP, INAF – Osservatorio Astronomico di Trieste, IS
Immaginario Scientifico – Science Centre, SISSA, Università
Popolare di Trieste.
Trieste Science+Fiction
Festival è membro ufficiale del board della Méliès International
Festivals Federation e fa parte dell’AFIC – Associazione Festival
Italiani di Cinema. Il Festival è riconosciuto dalla Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia tra i progetti triennali di
rilevanza regionale di interesse internazionale in campo
cinematografico. La manifestazione si avvale del patrocinio dei
principali enti scientifici del territorio e partecipa al programma
proESOF in vista di ESOF2020 – Euroscience Open Forum Trieste.
Tra i titoli protagonisti
dell’edizione 2019 di Lucca Comics & Games, la
nuova serie
originaleNetflixThe
Witcher, ispirata all’omonimo best-seller fantasy,
parteciperà al festival con diversi appuntamenti, tra cui la mostra
Le vesti del Continente, un viaggio alla
scoperta dei costumi della serie. Realizzata in collaborazione con
Lucca Comics & Games, questa esposizione è il
risultato di un sodalizio che ha dato vita ad un’attività inedita,
legata ad una delle serie più attese del momento.
Dal 30 ottobre al 3
novembre infatti, presso Baluardo San
Pietro, i visitatori potranno toccare con mano il making
of dell’iconica serie, dagli eleganti abiti alle possenti armature,
dai tessuti pregiati alle armi realizzate da artigiani. Attraverso
il racconto delle tecniche utilizzate e di alcuni aneddoti legati
alla produzione dei costumi, i visitatori avranno l’opportunità di
dare un primo sguardo dietro le quinte di The Witcher,
scoprendo l’importanza di ogni singolo costume nella definizione di
ciascun personaggio.
THE WITCHER al LUCCA
COMICS & GAMES
Tutti gli appuntamenti dedicati a
The
Witcher a Lucca Comics & Games
2019:
30 ottobre: apertura della mostra Le vesti
del continente.
31 ottobre: due panel dedicati alla
serie, il primo con la showrunner e produttrice esecutiva
Lauren Schmidt Hissrich e lo scrittore del libro
da cui è tratta la serie Andrzej Sapkowski, il
secondo sempre con Lauren Schmidt Hissrich, questa
volta accompagnata dalle attrici protagoniste Anya Chalotra
e Freya Allan. Tra un panel e l’altro sarà mostrato in
anteprima mondiale il trailer.
1 novembre: il produttore esecutivo
Tomek Baginski, il costume designer Tim
Aslam e il production designer Andrew
Laws racconteranno al pubblico aneddoti e curiosità sulla
creazione della serie.
Inoltre, per tutta la durata del
Festival, la città di Lucca diventerà il
Continente, iconica ambientazione della serie, e il
Sotterraneo San Paolino il suo ingresso principale, per
un’esperienza immersiva nel suggestivo mondo di The
Witcher.
The Witcher, trama e cast della serie originale Netflix
Ispirata al best-seller fantasy,
The
Witcher è una fiaba epica. Geralt di Rivia, un
solitario cacciatore di mostri, lotta per trovare il suo posto in
un mondo in cui le persone spesso si dimostrano più malvagie delle
bestie. Ma quando il destino lo spinge verso una potente strega e
una giovane principessa con un pericoloso segreto, i tre devono
imparare a convivere per affrontare insieme un viaggio. Nel cast
della serie: Henry Cavill (Geralt di Rivia), Freya
Allan (Ciri, la principessa di Cintra), Anya
Chalotra (la maga Yennefer), Jodhi May
(la Regina Calanthe), Björn Hlynur Haraldsson (il
cavaliere Eist), Adam Levy (il druido
Saccoditopo), MyAnna Buring (Tissaia), Mimi
Ndiweni (Fringilla), Therica Wilson-Read (Sabrina)
e Millie Brady (la Principessa Renfri).
Quattro episodi, tra cui il primo,
saranno diretti da Alik Sakharov (House of
Cards, Il Trono di Spade), mentre Alex Garcia
Lopez (Marvel – Luke Cage, Utopia),
Charlotte Brändström(Outlander – L’ultimo vichingo, Counterpart e
Disparue) eMarc Jobst(Tin
Star, Marvel’s The Punisher) dirigeranno due episodi ciascuno.
Inaugurato nel 2008 da Iron Man, il MCU ha costruito un pezzo
importante della storia del cinema battendo qualsiasi record
(l’ultimo, con Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso di sempre). Tuttavia
questo successo non ha escluso qualche controversia…
Ecco
allora di seguito i momenti che hanno diviso i fan nell’intero
franchise:
Steve Rogers e il flirt con Sharon
Carter
Iniziamo con quella che è a tutti
gli effetti l’intreccio amoroso più improbabile e controverso del
MCU: Steve Rogers e Sharon
Carter, che gli scrittori di Captain America: Civil
War hanno inspiegabilmente deciso di rendere una “coppia”
senza una base concreta. Durante la seconda guerra mondiale
infatti, Cap si era innamorato di Peggy, e il fatto che flirtasse
con sua nipote baciandola dopo il funerale della zia è sembrato
alquanto strano…Forse l’attrazione per il dna ha preso il
sopravvento?
Star-Lord e l’errore contro
Thanos
Una buona fetta di fan ha
rivolto critiche piuttosto aspre alle azioni di
Star-Lord in Avengers: Infinity War
sostenendo che il personaggio fosse la causa principale della
sconfitta degli eroi contro Thanos. Prima della
battaglia finale nel Wakanda infatti, Vendicatori e Guardiani della
Galassia si trovano su Titano e stanno per sfilare il guanto
dell’infinito dalla mano del Titano Pazzo quando quest’ultimo,
rivolgendosi a Peter Quill , confessa di aver
ucciso Gamora. La reazione del ragazzo è così
violenta da permettere a Thanos di liberarsi dalla presa e
fuggire.
Sulla questione sono
tornati anche i fratelli Russo, spiegando
che “Si, è stata colpa sua ma pensate che quel momento è
il punto di svolta di quella scena. Stiamo pur sempre parlando di
esseri umani imperfetti che fanno scelte emotive, anzi, scelte
umane. Se Peter non l’avesse fatto, il film avrebbe potuto finire
lì il suo corso…“
Il casting di Tilda Swinton
I Marvel Studios sono stati
ampiamente criticati anche dopo il casting di Tilda
Swinton in Doctor Strange, dove
avrebbe ricoperto il ruolo dell’Antico, e non soltanto a causa del
gender swap, ma anche per il fatto che non si trattasse di un
attore asiatico. Nei fumetti il personaggio è nato nelle zone
dell’Himalaya, mentre la scelta fu giustificata dicendo che
l’obiettivo era evitare qualsiasi stereotipo razziale favorendo la
versione della Swinton e il suo innegabile talento.
La sostituzione di Terrence
Howard
Dopo la lavorazione di Iron
Man, Terrence Howard ha lasciato il ruolo di
James Rhodes a Don Cheadle in Iron Man 2
con grande delusione dei fan, scelta motivata in seguito da
problemi di natura economica (a quanto pare l’attore aveva chiesto
più soldi). Tuttavia questa non è la versione integrale dei fatti:
Howard, che aveva aiutato Robert Downey
Jr. ad ottenere la parte nel 2007, fu “privato” di una
porzione di stipendio promessa dallo studio e finita nella busta
paga del collega!
Il ritorno di Coulson
Phil Coulson viene
ucciso da Loki nel corso di The Avengers, momento
straziante che ispira gli eroi più potenti della Terra a lavorare
insieme e salvare il pianeta dall’attacco alieno, ma per il
personaggio la vita continua: Coulson resuscita infatti più tardi
nella serie Agents of S.H.I.E.L.D. e non è più stato
menzionato nei film (tranne in Captain Marvel, che però è
ambientato negli anni novanta). Per quanto ne sappiamo, i
Vendicatori pensano ancora che sia morto, così come i fan reclamano
a gran voce una spiegazione di questo strano evento…
La scena eliminata di
Valchiria
Durante la produzione di
Thor: Ragnarok, Tessa
Thompson ha suggerito al regista Taika
Waititi di includere una scena in cui avremmo
visto una donna lasciare la camera da letto di Valchiria,
confermando così la sua bisessualità come canone nel MCU. Waititi
ha persino girato la scena, ma a quanto pare i Marvel Studios sono
intervenuti per eliminarla dal montaggio finale. Il motivo? Avrebbe
rallentato il ritmo del film. Peccato, perché sarebbe stata
un’opportunità per ampliare il discorso LGBT…
La morte di Vedova Nera
L’endgame è stato letterale per due
dei membri originali dei Vendicatori nel quarto capitolo sugli
Avengers, in cui i fan hanno dovuto salutare Iron Man e Vedova
Nera. Ma se per Tony Stark la fine dei giochi è
sembrata la giusta conclusione del suo arco narrativo, lo stesso
non si può dire per l’eroina di Scarlett
Johansson. Si, la morte di Natasha Romanoff è stata
epica e commovente, ma totalmente inaspettata…
Il falso Mandarino
Arriviamo alla più grande delusione
di tutto il franchise e al momento che ha maggiormente deluso buona
parte dei fan: la rivelazione, in Iron Man 3, del “falso”
Mandarino e dell’assenza del reale leader
terrorista e iconica nemesi di Tony Stark nei fumetti nel MCU.
Questo attore di nome Trevor Slattery ha infatti recitato il ruolo
nel terzo capitolo del franchise, rimandando l’ingresso del
personaggio al film su Shang-Chi.
Contro ogni previsione, il film di
Downton
Abbey che ha portato sul grande schermo le storie
e i personaggi creati da Julian Fellowes, si è rivelato un
incredibile successo al box office americano (e non solo),
confermando non soltanto l’affetto dei fan ma anche un innegabile
potenziale per quanto riguarda lo sviluppo di un sequel.
Il pubblico vuole vedere un’altra
“puntata” dedicata alla famiglia Crawley, e a quanto pare le cose
si stanno giù muovendo nella giusta direzione.
A dichiararlo è uno dei produttori
esecutivi di Downton Abbey, Gareth Neame, suggerendo la
data di inizio riprese in un’intervista con Forbes: “Ovviamente
siamo ancora nelle fasi iniziali del progetto, ma stiamo andando
avanti con il nostro pensiero su quale sarebbe la prossima storia e
quando potremo essere in grado di realizzarla. Non abbiamo il
semaforo verde, non è confermato, ma il film è stato fatto così
bene che credo che tutti, compresi gli attori, tornerebbero sul set
con piacere. Quindi cercheremo sicuramente di andare avanti e,
speriamo, entro il prossimo o due anni, ne faremo un
altro.“
Downton
Abbey – Il film segna il ritorno della “saga”
familiare dei Crawley e del personale al loro servizio, esplorata
già nell’omonima serie tv e ambientata nel suggestivo contesto
della loro casa in stile edoardiano situata nella campagna inglese.
Nel corso delle sei stagioni, lo show ha ottenuto 3 Golden Globes,
15 Emmy, 69 candidature complessive agli Emmy, diventando il
programma televisivo non-americano più nominato nella storia degli
Emmy.
Tornano nel cast Maggie
Smith, Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Michelle Dockery e
Elizabeth McGovern più alcune new entry come
Tuppance Middleton, Simon Jones e Imelda Staunton.
Scritto da Julian Fellowes, il creatore dello show,
Downton Abbey – Il Film è stato diretto
da Michael Engler. Di seguito trovate il trailer in lingua
originale.
Con l’inizio della produzione di
Shang-Chi e The Legend of the Ten Rings,
iniziano a girare alcune voci molto interessanti sul casting.
Mentre il Mandarino è, ovviamente, il cattivo principale del film,
si dice ora che la Marvel sia interessata ad
aggiungere al film nuovi personaggi, antagonisti dell’eroe (tramite
MCU Cosmic).
Il primo è Steel Claw e l’attore che
lo interpreta dovrà conoscere le arti marziali. Nei fumetti non c’è
personaggio con questo nome ma potrebbe trattarsi di un nome in
codice per Tiger-Claw. Poi ci sono Moving Shadow, Razor-Fist e
Ghostmaker. Questo trio si è scontrato con Shang-Chi molte volte
nel corso degli anni e sembra che l’eroe avrà un bel da fare.
È interessante notare che il sito
riporta anche “che il film potrebbe comprendere un torneo di
combattimento sotterraneo in stile Bloodsport”. Questo
spiegherebbe perché ci sono così tanti possibili cattivi.
Secondo ulteriori dettagli, Steel
Claw dovrebbe essere una sorta di maestro, un martial artist
prodigio, fuggito da suo padre, il Mandarino, e questo potrebbe
implicare seri sviluppi narrativi per il nostro eroe.
Il film si intitolerà Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings e
vedrà protagonisti Awkwafina e Tony
Leung nei panni del Mandarino. Il regista, Destin
Daniel Cretton, ha parlato dell’essere cresciuto alle
Hawaii: “È grandioso che Kevin Feige stia facendo film che riflettono bei
color in questa sala”.
Il protagonista è interpretato da
Simu Liu. Del suo casting, Liu ha commentato:
“Mi sento come se fossi un esperimento sociale della Marvel che
prende un ragazzo normale di Toronto per un suo
film.”
Dal titolo ufficiale del film
immaginiamo che Shang-Chi renderà giustizia al Mandarino e
all’organizzazione dei Dieci Cerchi, vista in
Iron Man e in Ant-Man.
Vi ricordiamo che il fumetto
originale è stato creato da Steve Englehart e Jim Starlin nel 1973,
e come “Maestro del Kung-Fu” Shang-Chi si serve della sua
straordinaria abilità nelle arti marziali per combattere il male e
in particolare suo padre Zheng Zu. Si unirà perfino ai Vendicatori,
ottenendo il potere di creare innumerevoli duplicati di se
stesso.
Arriva in esclusiva dal sito
Showbiz411 il rumor definitivo su Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova
trilogia che arriverà nelle nostre sale tra meno di due mesi.
Secondo il report Hayden Christensen tornerà a
sorpresa nei panni di Anakin Skywalker sotto forma di fantasma
della forza, proprio come accaduto con Yoda nel finale di
Gli Ultimi Jedi; a quanto pare l’attore avrebbe girato le
sue scene in gran segreto lo scorso anno.
Da mesi si specula sul possibile
ritorno del
personaggio nel franchise dopo l’ultima apparizione in Episodio
III: La vendetta dei Sith, anche alla luce delle numerose
occasioni in cui Christensen si è fatto
vedere in pubblico in compagnia di McDiarmid. Di recente il video
diffuso da KUTV (via Comicbook.com) che mostrava i due attori
durante la visita all’ospedale pediatrico di Salt Lake City in
concomitanza con il Fan Comic Convention di Salt Lake, sembrava
suggerire l’inizio di una studiata strategia di marketing prima
dell’improvvisa cancellazione del panel da parte della Disney.
Ma non finisce qui: un’altra voce
riporta che Harrison Ford potrebbe indossare per
l’ultima volta i panni di Han Solo. Sarà davvero così?
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nelle sale a dicembre 2019. Nel
cast Daisy Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa sarà
interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del
girato mai visto prima da Star
Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo
disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams
– Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli
Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra
attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica.
Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo
trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia
in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato
insieme per Episodio VII.”
Gli sceneggiatori di
Avengers: Endgame,
Christopher Markus e Stephen
McFeely, si sono recentemente seduti a parlare con
Cinema Blend
per discutere del film. La conversazione ha ovviamente riproposto
molte informazioni che ormai conosciamo bene, ma tra queste c’è
anche una rivelazione: il personaggio di Arnim Zola sarebbe dovuto
ritornare.
“Torno sempre al me stesso
ragazzo quando penso a ciò che voglio vedere sullo schermo, e ho
pensato a MODOK – ha spiegato Markus – Inoltre, parte di
me avrebbe voluto… dunque, è difficile dire se fosse stato
ufficialmente distrutto o no, ma non mi dispiacerebbe vedere una
terza incarnazione di Zola. Ora in un corpo robotico. Siamo partiti
che era un essere umano, e poi lo abbiamo visto come immagine su
uno schermo, magari adesso è impiantato in un robot! Non posso dire
che succederà, ma sarebbe divertente.”
MODOK è un personaggio dei fumetti
che i fan avrebbero voluto vedere in azione da molto tempo, ma che
data la sua natura e forma, è complicato da rendere a schermo in
maniera credibile. Per quanto riguarda Arnim Zola, invece, sarebbe
molto divertente vederlo interagire ora con Bucky e con Cap!
Film evento del decennio,
Avengers: Endgame è riuscito in un’impresa che
sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato
nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo tutti i personaggi
del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di
Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima
alla classifica Avatar di James Cameron.
Sono state rubate nuove foto dal set
de Gli
Eterni, uno dei prossimi appuntamenti con gli
eroi Marvel al cinema. Ricordiamo che
nel cast del film ci sono anche Angelina Jolie e
Kit Harington.
Le immagini trapelate non mostrano
nuovi personaggi ma fanno luce sul tipo di ambientazioni antiche
che possiamo aspettarci di vedere nel film. È stato detto che il
debutto sul grande schermo del team coprirà un arco narrativo di
migliaia di anni, e questo lo rende certamente uno dei progetti più
ambiziosi mai realizzati dai Marvel Studios.
Ecco le immagini:
Novas imagens exclusivas do set de filmagens
de “Os Eternos” mostram mais alguns cenários da enorme réplica de
construções da Babilônia. (1/2) pic.twitter.com/343bAPu6pS
Il film, diretto da Chloe Zhao,
vedrà nel cast anche Richard Madden
(Ikaris), Kumail Nanjiani (Kingo),
Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak),
Lia McHugh (Sprite) e Don Lee
(Gilgamesh).
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come
Eterni e i
mostruosi Devianti, creati da esseri
cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia
d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e
Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo mentre l’uscita nelle sale de Gli
Eterni è stata fissata al 6 novembre
2020.
Le recenti dichiarazioni di
Martin Scorsese sui film Marvel hanno scatenato una serie di
reazioni polemiche (molte delle quali animate dalla totale mancanza
di comprensione del vero significato di quelle parole) e spinto
diverse personalità legate al mondo dei cinecomic a rispondere con
toni molto più pacati (vedi Bob Iger o James
Gunn). Gli ultimi a commentare sono stati gli
sceneggiatori di Avengers: Endgame sul red
carpet dei Governors Awards ieri sera, difendendo i progetti a cui
hanno lavorato per quasi dieci anni.
“Tutti hanno diritto alla loro
opinione” hanno spiegato Christopher Markus e
StephenMcFeely a Variety,
“Chiaramente questo film – Endgame – ha raggiunto un gran
numero di persone e ne ha soddisfatte altrettante, e questo in un
modo che non si vedeva da tempo. Se questo non è cinema…È
un’esperienza collettiva, emotiva, che abbraccia tutto il mondo.
Inoltre Hollywood è una realtà inclusiva per varie persone e c’è
spazio per ogni genere di film o pubblico.“
Martin Scorsese e i cinecomic:
ecco la verità
“Questi blockbuster, i
cinecomic, sono parchi a tema, anche se molti sono realizzati
davvero bene“, aveva dichiarato il regista in una recente
intervista con Entertainment Weekly, chiarendo una volta per tutte
la sua posizione per nulla “ostile” contro questa tipologia di
prodotto. “È una forma differente di cinema o una nuova forma.
Speriamo ci siano cinema che mostrino anche film che non siano di
quel genere“.
Interessante anche il pensiero di
Olivier Assayas, espresso pochi giorni fa durante
la Festa del cinema di Roma, che ha posto l’accento sulle
differenze tra fonte originale e film e offerto un punto di vista
alternativo a quello di Martin Scorsese: “Penso che i film Marvel, e lo dico da
lettore e appassionato di fumetti, abbiano smarrito tutto quello
che mi piaceva di quelle storie, dalla violenza al sesso, dalla
vita all’originalità, che non vedo mai in queste produzioni. Non mi
piacciono perché artisticamente e visivamente mi sembrano molto
poveri, si assomigliano tutti e ho difficoltà a identificarmi con
personaggi come Captain America o Thor”.
La morte di Iron
Man in Avengers: Endgame è il
coronamento di un’esperienza cinematografica lunga dieci anni, il
sigillo sulla vita di un eroe che ha faticato a diventarlo e che
poi ha dato tutto per il bene del mondo. Insomma, con il sacrificio
di Tony Stark per battere Thanos, siamo dalle parte del momento
iconico.
Secondo Jeff Ford,
il montatore del film, la scena finale è passata attraverso
numerose versioni, prima di diventare quella definitiva che abbiamo
visto in sala. Parlando con Collider ha
detto: “Quando stavamo mettendo insieme la fine del film,
quando abbiamo girato l’ultimo momento di Tony, abbiamo girato un
sacco di opzioni alternative. Robert aveva idee diverse … Gli
abbiamo dato spazio per farlo. Joe e Anthony sono molto bravi ad
improvvisare e così abbiamo girato diverse volte la scena con
alternative, alcune delle quali davvero folli. Alcune non le
vedremo mai.” Ha spiegato.
Ha continuato dicendo che la sua
versione preferita prevedeva che Thanos e Iron Man non dicessero
nulla e si scambiassero invece solo uno sguardo, prima della fine.
Tuttavia, è stato deciso che il Titano Pazzo aveva bisogno che il
tema dell’ineluttabilità, che si era portato dietro per tutto
Avengers: Infinity War,
trovasse un posto anche nella sua ultima scena.
Per fortuna questa decisione ci ha
dato modo di assistere a quel “Io sono Iron Man” che tanto ci ha
fatti piangere ed emozionare.
Film evento del decennio,
Avengers: Endgame è riuscito in un’impresa che
sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato
nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo tutti i personaggi
del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di
Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima
alla classifica Avatar di James Cameron.
Si apre con una favola della
buonanotte il film Light of My Light,
scritto, diretto e interpretato dal premio Oscar Casey Affleck. Una favola raccontata ancor
prima che venga svelato il contesto in cui ci troviamo e chi siano
i due protagonisti che vediamo sullo schermo. All’interno di questo
racconto, apparentemente banale, che un padre fa al figlio, si
racchiude il senso del film. E ben presto scopriamo che quel figlio
è in realtà una figlia, forse l’ultima femmina rimasta sulla
terra.
Presentato nella sezione “Panorama
Internazionale” di Alice nella Città, durante la
Festa del Cinema di Roma, il film è l’esordio alla
regia di un film di fiction dell’attore. Già autore del
mockumentary Joaquin
Phoenix – Io sono qui!, Affleck stavolta si
confronta con una storia dal sapore intimo, ambientata nella cupa
atmosfera di un mondo post-pandemico, dove una pestilenza ha
sterminato in maniera quasi totale il genere femminile. Un padre
(Casey
Affleck) e una figlia di nome Rag (Anna
Pniowsky) cercano allora di sopravvivere nascondendosi nei
boschi, lontano dagli uomini divenuti ormai esseri pericolosi.
Proteggere sua figlia da questo contesto è l’unico obiettivo
dell’amorevole papà.
Light of My Life, un film
sul delicato rapporto tra padre e figlia
Le prime inquadrature, fisse, del
film si protraggono per diversi minuti, dilatando un tempo che
viene completamente riempito dalla parola e dalla presenza dei due
attori protagonisti. Attraverso questa scelta stilistica Affleck
sembra anticipare la sua intenzione di non realizzare un classico
survival movie, bensì un film che sfrutta la sua ambientazione come
un pretesto per raccontare una storia intima come quella del
rapporto tra un padre e sua figlia. Ognuna delle peripezie vissute
dai due appaiono infatti come dei processi di crescita, che portano
a maturare il loro rapporto all’interno della narrazione.
Non ci si imbatte dunque in
sequenze d’azione o in momenti particolarmente incisivi, bensì nel
solidificarsi di un rapporto in un suo delicato momento di
passaggio. Dai tentativi del padre di intrattenere la figlia fino
ai primi discorsi sul sesso e sulle mestruazioni, si esplora in
modo spontaneo, e di conseguenza impacciato, la natura di questo
legame, che all’occorrenza può tingersi anche di sangue. Nei
momenti di maggior crisi, infatti, il padre protagonista non
esiterà a passare dalla tenerezza alla violenza, dimostrando un
innato istinto di protezione nei confronti della propria
bambina.
Ed è proprio nel momento in cui
entra in gioco la lotta per la sopravvivenza che Affleck rivolta il
punto di vista adottato fino ad ora dal film. Richiamando la favola
raccontata ad inizio film, dove originariamente il protagonista era
un personaggio femminile poi posto in secondo piano da uno
maschile, ci si rende conto che Light of My
Life non è la storia di un padre che protegge la
figlia, bensì della figlia che diventa grande a tal punto da
diventare in grado di prendersi cura del proprio padre. Un risvolto
emozionante, che trova nello sguardo duro e amorevole della giovane
Anna Pniowsky la sua miglior conclusione.
Una metafora sul ruolo della
donna
La sceneggiatura scritta da Affleck
si dimostra più elaborata di quello che potrebbe apparire. La messa
in scena fatta di tempi distesi e riflessivi non deve infatti
ingannare. Se da una parte si tende a costruire il già citato
rapporto tra padre e figlia, dall’altro emerge inaspettatamente una
riflessione sul ruolo della donna. Sempre racchiusa nella favola
raccontata ad inizio film, vi è infatti l’usurpazione da parte
dell’uomo di una storia originariamente pensata per una donna.
Affleck sembra sottolineare, attraverso questa metafora, di come la
predominanza dell’uomo sia ormai divenuta pericolosamente tossica.
Non è dunque un caso il contesto del film, dove il genere femminile
è completamente scomparso o esistente solo nel fuori campo
dell’inquadratura.
Potrebbe sembrare un discorso
buonista, ma la bravura di Affleck sta nel non ostentarlo. Questo
raggiunge lo spettatore in modo indiretto, sulla base di
riflessioni riguardanti la natura del film e la sua costruzione. Un
film non privo delle classiche tappe del genere, che rischiano di
rendere ripetitiva e appesantita la narrazione, ma che riesce a dar
vita ad una propria originalità. Come già evidenziato, non è ciò
che accade in torno ai personaggi ciò che realmente conta, quanto
ciò che accade dentro di loro e tra di loro.
È stata Viola Davis
il super ospite che ha chiuso, nella serata di sabato, la
Festa del Cinema di Roma 2019, l’edizione numero
14 della kermesse capitolina dedicata al cinema e agli
spettatori.
Ecco le immagini dal red carpet su
cui la Davis ha sfilato per ritirare il suo premio alla carriera e
incontrare il pubblico dell’Auditorium:
Figura portante della sesta
generazione del cinema cinese, il regista Jia
Zhang-Ke è stato protagonista, insieme alla moglie e
attrice Zhao Tao, di un incontro ravvicinato con
il pubblico all’interno della Festa del Cinema di
Roma. Per questa occasione, la coppia è stata intervistata
riguardo gli esordi nell’industria cinematografica, arrivando poi a
parlare nel dettaglio dei film che li hanno resi celebri.
“Dall’inizio degli anni novanta
mi sono avvicinato al mondo del cinema. – esordisce
Jia Zhang-Ke – A quel tempo c’era un grande
fervore all’interno dell’industria cinematografica cinese. In quel
periodo, attraverso le opere della quinta generazione di registi,
mi resi conto di come il cinema poteva essere un strumento di
incredibile valore. Decisi così di dedicarmi a quest’arte, ma c’era
solo un modo per farlo, ovvero entrare all’accademia del cinema di
Pechino.”
“Sono nato alla fine della
rivoluzione culturale che si diffuse in Cina tra gli anni sessanta
e settanta. – continua il regista – Questo ha permesso
l’arrivo nel Paese di alcuni film stranieri che mi segnarono
profondamente. Il primo fu senz’altro Ladri di Biciclette, di
Vittorio De Sica. Non mi era mai capitato di vedere protagonisti di
un film dei ladruncoli, come quelli che potevo incontrare
abitualmente per le strade della mia città. Erano personaggi di
vita quotidiana, e pur appartenenti ad una cultura diversa li
sentivo a me particolarmente vicini.”
Il regista passa poi a raccontare
delle prime difficoltà incontrate nel realizzare i suoi primi film.
Più di una volta infatti si è trovato ostacolato dalla censura
ancora vigente negli anni novanta. “All’epoca in Cina c’erano
soltanto sedici studi cinematografici, ed erano tutti a gestione
pubblica. Pertanto era difficile che questi permettessero di
raccontare storie di ladri, di gente ai margini, insomma storie di
vita quotidiana. Mi resi conto che fare i film che volevo era più
difficile del previsto. Perciò intrapresi la strada dei film
indipendenti, trovando i mezzi e i metodi per esprimere le mie
idee.”
Jia Zhang-Ke passa poi a raccontare
dell’incontro con Zhao Tao, divenuta attrice dei
suoi film, musa ispiratrice e sua moglie. “Il mio secondo film
si intitolava Platform. Per poter girare questo film mi occorreva
un’attrice protagonista che corrispondesse ai miei criteri.
Occorreva infatti che sapesse parlare il dialetto della provincia
di cui sono originario, perché desideravo girare lì il film. Dopo
alcune ricerche, incontrai proprio Zhao Tao.”
“Capii che era perfetta per i
miei film quando durante il set decisi di non seguire più il
copione, che non trovavo più soddisfacente, e di proseguire sulla
base di un improvvisazione il più spontanea possibile. La
spontaneità per me è tutto. Tao seppe adattarsi senza problemi a
tutto ciò, anzi in più di un’occasione mi aiutò a gestire e
indirizzare il film sulla strada giusta.”
È poi proprio l’attrice a raccontare
dal proprio punto di vista l’incontro che le cambiò la vita:
“Ero terrorizzata quando Jia mi scelse per il suo film. Non
avevo mai recitato prima, non sapevo cosa mi aspettasse. Però
decisi di provare, ed evidentemente il mio non essere
professionista si sposò a meraviglia con la sua ricerca di
spontaneità. La collaborazione si rivelò così un
successo.”
Il regista spiega poi la sua
attrazione per gli attori non professionisti, particolarmente
ricorrenti all’interno dei suoi film. “Ci sono diversi motivi
per cui preferisco lavorare con attori non professionisti. Il primo
è che voglio che recitino in dialetto. La Cina è un paese
grandissimo, con numerosissimi dialetti. Si tendeva però a recitare
esclusivamente in cinese mandarino così da poter essere compresi in
ogni angolo del Paese.”
“Questo però non faceva per me,
io volevo che si usassero i dialetti e le loro sottili sfumature.
Ciò poteva essere ottenuto solo con attori non professionisti. Un
altro motivo è che questi sanno essere spontanei, sono dotati di
una naturalezza tipica della vita quotidiana. Con loro posso poi
sapere se la sceneggiatura è sufficientemente realistica o se ha
bisogno di essere modificata. Anche i movimenti di macchina sono
dipendenti dai loro movimenti naturali, non il contrario. Tutto
deve mirare ad una sincera fedeltà della vita a cui si assiste ogni
giorno per strada.”
A prendere la parola è poi
nuovamente Zhao Tao, che racconta dell’esperienza avuta sul set
italiano del film Io sono lì, girato nel
2011 dal regista Andrea Segre. Per la sua
interpretazione nel film l’attrice ha vinto un David di Donatello
come miglior attrice protagonista. “Fino a quel momento le mie
esperienze cinematografiche si limitavano ai film di Jia, e lui
raramente lavora con una sceneggiatura. Per cui ero spaventata dal
dovermi confrontare con un metodo diverso di regia.”
“Con Andrea facemmo prove per un
mese intero. Era un lavoro completamente diverso da quello a cui
ero abituata, ma mi permise di entrare in stretto contatto con gli
altri attori, finendo con il sentirmi sempre meno una straniera.
Alla fine quel mese di prove, unito alla recitazione spontanea a
cui ero abituata, si combinarono particolarmente bene e riuscì a
dar vita ad un mio metodo, fatto di preparazione ma allo stesso
tempo di naturalezza.”
Per concludere l’incontro, l’autore
cinese parla di uno dei temi più ricorrenti nel suo cinema: quello
del silenzio. “Il silenzio per me è la lingua che contiene il
maggior numero di informazioni. Questo è legato anche ad una
caratteristica tipica del popolo cinese e di come esprimono o meno
i propri sentimenti. L’abitudine, nel parlare di questi, è quella
di rimanere in silenzio, e fare in modo che siano gli altri a
cercare di comprenderne il contenuto. Quello che tento di fare è
portare sullo schermo questo particolare modo di esprimersi. Il non
detto è fondamentale, permette agli altri, agli spettatori, di
cercare una spiegazione tramite le proprie emozioni. Solo così può
crearsi un’interazione attiva con il film.”
Santa
subito di Alessandro Piva si
aggiudica il “Premio del Pubblico BNL” alla quattordicesima
edizione della Festa del Cinema di Roma.
Il “Premio del Pubblico BNL”, in
collaborazione con il Main Partner della Festa del Cinema, BNL
Gruppo BNP Paribas, è stato assegnato dagli spettatori che hanno
espresso il proprio voto sui film in programma nella Selezione
Ufficiale utilizzando myCicero (attraverso l’app ufficiale della
Festa del Cinema, Rome Film Fest, realizzata da Pluservice), e sul
sito della Festa.
SINOSSI
Bari, fine anni ‘80. Santa ha poco
meno di vent’anni e come ogni ragazza custodisce sogni e
apprensioni, che affida al suo diario. Nel suo cuore ardono fede
cristiana e fame di vita: è ferma nel voler assecondare la sua
vocazione spirituale, non prima però di aver conseguito la laurea,
come ha concordato con i suoi. Qualcuno però si intromette tra
Santa e le sue aspirazioni. Un uomo incrociato per caso negli
ambienti parrocchiali prende a farle appostamenti, a inviarle
lettere deliranti, a pedinarla ovunque per tre lunghi anni,
proseguendo di fatto indisturbato nonostante le ripetute denunce.
Il 15 marzo del 1991 tredici coltellate mettono fine alla vita di
Santa. Si sarebbe potuto evitare un epilogo come questo?
NOTE DI REGIA
Sono venuto a conoscenza della
vicenda di Santa Scorese nel corso di un evento pubblico al quale
era intervenuta Rosa Maria, sua sorella, della quale mi aveva
colpito soprattutto la riflessione conclusiva: Santa non è stata
l’unica vittima di quella tragedia. In un’ammirevole presa d’atto,
Rosa Maria notava come il persecutore di sua sorella poteva essere
messo per tempo in condizione di non nuocere agli altri e a se
stesso. Le istituzioni dell’epoca si fecero però trovare
impreparate ad affrontare temi quali la violenza di genere e lo
stalking, lasciando di fatto spazio a un finale già scritto. Ho
deciso così di raccontare questa storia attraverso le voci di amici
e parenti di Santa, chiedendo loro di parlarne come fosse ancora in
vita, tornando agli anni in cui progettava il suo futuro. Il
racconto vira di tono nel momento in cui irrompe la figura del
persecutore e il racconto dei protagonisti si fa dolente e
partecipe. Questa storia è dedicata proprio a chi rimane solo con
il suo dolore, dopo lo sgomento di un lutto subitaneo e assurdo.
Tra femminicidio e martirio, Santa subito racconta la
storia di un destino annunciato. Paradigma di troppe altre storie
dallo stesso finale: il mio piccolo, personale appello affinché le
donne siano lasciate meno sole, quando si ritrovano in balìa di una
psicosi travestita da amore.
BIOGRAFIA
Alessandro Piva arriva alla regia
attraverso un percorso da fotografo, montatore e sceneggiatore. Per
i suoi lavori come documentarista gli sono stati riconosciuti il
Premio Libero Bizzarri e una Menzione Speciale Premio Fedic a
Venezia, insieme a una nomination ai David di Donatello. Come
regista di cinema ha all’attivo quattro lungometraggi:
LaCapaGira, presentato al Festival di Berlino, vincitore
di numerosi premi tra i quali il David di Donatello e il Ciak d’Oro
2000; Mio cognato, presentato al Festival di Locarno, tre
candidature ai Nastri d’Argento 2004; Henry, presentato al
Festival di Torino 2010, Premio del Pubblico; Milionari,
presentato alla Festa del Cinema di Roma, una candidatura ai Nastri
d’Argento 2016.
Manca ormai poco più di un mese
all’uscita di Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker e i tempi sono maturi per fare
qualche previsione sul film che chiuderà la saga familiare e sui
protagonisti. Quale sarà il loro destino al termine di Episodio IX?
Cosa possiamo aspettarci?
Ecco le teorie:
Lando Calrissian
Iniziamo con Lando
Calrissian, uno dei personaggi preferiti dei fan della
saga, oltre che uno degli ultimi baluardi della vecchia guardia:
non c’è traccia della sua storyline nei trailer, quindi è possibile
che gli sceneggiatori gli abbiano riservato un finale aperto o
comunque in linea con gli altri “veterani”. Forse lo vedremo
ricongiungersi con la sua famiglia e volare verso nuove
avventure?
Leia Organa
Sappiamo che Carrie
Fisher sarà in Episodio IX grazie a filmati
d’archivio scartati dal precedente capitolo, il che implica
chiaramente che l’attrice avrà un limitato numero di scene. Forse
le verrà affidato un momento chiave nella storia, oppure una morte
dignitosa fuori dallo schermo, anche se c’è chi pensa che un lieto
fine, per la principessa Leia, sia ancora possibile…
Imperatore Palpatine
Il ritorno di
Palpatine è stato il più grande shock del
primo teaser trailer, e non è chiaro in che modo il personaggio sia
stato reintegrato nella storia. A cosa alludeva la sua risata
malvagia e come è possibile che sia sopravvissuto agli eventi di
Episodio VI? Tutto è possibile nel mondo di Star
Wars, ed è evidente che qualsiasi sia il piano del villain, non
porterà nulla di buono…
C-3PO
L’immagine ufficiale di un nuovo personaggio
che conosceremo nel corso di Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker sembra aver confermato una delle
teorie riguardo il destino di C-3PO, il droide che
nel trailer del film appariva con due misteriosi occhi rossi, dando
così adito a chi sostiene che subirà nel prossimo capitolo un
“cambio di look” grazie alla ri-programmazione delle sue funzioni.
E se fosse proprio Babu Frik, la misteriosa
creatura che vediamo nella foto, l’autore di questo upgrade?
Finn
Introdotto come FN-2187,
Finn ha lasciato il Primo Ordine e si è unito alla
Resistenza e come suggerito dai trailer, in Episodio IX si
imbarcherà in importanti missioni con altri leader del team come
Poe. Ma per quanto riguarda il suo futuro, cosa possiamo
aspettarci? Supponendo una vittoria dei ribelli, Finn potrebbe
continuare la sua storia d’amore con Rose e viaggiare per la
galassia…
Poe Dameron
Poe Dameron è ormai
pronto per assumere un ruolo importante all’interno della
Resistenza, e come Finn, non è chiaro cosa accadrà quando la guerra
con il Primo Ordine sarà finita. Magari guiderà un nuovo plotone di
allievi insegnandogli a volare oppure proseguirà una carriera
politico-militare sulla scia di Leia.
Chewbacca
Chewbacca è uno dei
personaggi più amati della saga, con e senza Han Solo, diventando
un mentore per Rey e partecipando ad alcuni dei momenti più eroici.
Forse L’Ascesa di Skywalker riuscirà a mettere davvero in pericolo
il destino del wookie? C’è spazio per una nuova generazione di
Chewie nella prossima trilogia? Noi speriamo di si.
Rose Tico
Criticata dalla frangia più ostile
dei fan, Rose Tico è stata una gradita e felice
aggiunta al cast di Star Wars iniziando come umile meccanico della
Resistenza e proseguendo come vera eroina senza paura al fianco di
Finn. Sappiamo che il suo ruolo è cambiato, e che ora è un
comandante, ma cosa possiamo aspettarci da lei? Un matrimonio con
Finn o la guida del nuovo gruppo politico?
Kylo Ren
Personaggio complesso e
contraddittorio, Kylo
Ren ha ottenuto probabilmente l’arco narrativo più
interessante di tutti i nuovi personaggi della trilogia. Figlio
delle leggende Han Solo e Leia Organa, il ragazzo una volta noto
come Ben Solo ha scelto il lato oscuro tradendo gli insegnamenti
dello zio Luke Skywalker, e ora sembra che sia pronto a servire un
altro potente villain: Palpatine. Quale sarà allora il suo
endgame? Riscoprirà il bene e tornerà a combattere per un
giusto scopo?
Rey
Da quando l’abbiamo incontrata in
Il Risveglio della Forza, Rey ha subito
una notevole trasformazione: la ragazza figlia di nessuno, abitante
vagabonda del pianeta Jakku, è ora la figura più importante della
Resistenza e ultimo e unico Jedi della galassia, per quanto ne
sappiamo. Nel trailer di Episodio IX la vediamo lottare
con tutta se stessa…forse il lato oscuro riuscirà a corteggiarla, o
forse questa eroina è davvero destinata alla luce…non lo sapremo
fino a dicembre!
Esiste
una legge invisibile tra gli adolescenti di oggi ritratti in
Share di Pippa Bianco,
che se da una parte giustifica ogni azione, soprattutto le più
disdicevoli, dall’altra stipula in loro una sorta di tacito accordo
per cui chi parla è un traditore. Mandy (Rhianne
Barreto) ha sedici anni e si risveglia sul vialetto di
casa senza ricordare nulla della sera precedente, ma le abrasioni
che trova sul suo corpo e un video inviatole dai compagni di scuola
sono la testimonianza di un abuso incosciente; decide così di
confessare l’accaduto ai genitori, e avendo “tradito” quel patto si
trasforma nella colpevole da perseguitare. Questo vuol dire che nel
momento in cui diventi l’eccezione, sei fregata. Non è forse la più
grande contraddizione del nostro tempo, l’omologazione nel senso
più malato e negativo?
Nel
2019 il cinema documenta la vita che a sua volta viene già
documentata da telefoni cellulari in nome di una condivisione
ossessiva, svuotata di significato, come lo erano le immagini
riprese dalle telecamere di sicurezza dei giovani ladri di Bling Ring di Sofia Coppola: la verità è ormai un’idea da
plasmare a seconda del momento e delle necessità, e sta all’arte –
attraverso lo sguardo degli autori – trovare una guida nel buio. E’
ciò che riesce abbastanza bene alla giovane regista ampliando il
tema dell’omonimo cortometraggio con un ritmo riflessivo, per
niente martellante, dove la tensione drammatica non viene mai
suggerita da esplosioni verbali o scene madri quanto invece dal
dialogo tra personaggi e lunghi silenzi. Il tono sembra volutamente
dimesso nel film della Bianco, che fin dalla prima scena induce lo
spettatore a perdere l’orientamento: chi ha lasciato la ragazza in
quello stato, cosa è successo, chi guida la macchina, chi è
l’autore dei video virali?
Share: il potere dello
sguardo e il vuoto della generazione Z
Ma
questa è anche un’opera in grado di contemplare, evitando il
giudizio, il vuoto pneumatico della generazione z poco consapevole
delle proprie scelte, che spesso non prende sul serio alcune
decisioni (giuste o sbagliate), riflettendo al tempo stesso
sull’idea di voyeurismo e sul consumo che ne deriva, accessibile a
tutti tramite dispositivi di uso quotidiano e incontrollato.
E in contrasto con la normale programmazione di
HBO – che produce insieme a A24 e che di recente ha lanciato
Euphoria, il suo teen drama formalmente
provocatorio e artisticamente rilevante per un’infinità di ragioni
(la Bianco ha diretto un episodio), Share è un
oggetto di studio contenuto, quasi minimale per le scelte
fotografiche e scenografiche. Niente viene esplicitato (la violenza
ripresa dagli smartphone, il sesso fuori campo) ma reso espressivo
attraverso l’agonia interiore della sua protagonista.
Interessante il modo in cui vengono mostrati i genitori, che
non sono archetipi dell’universo teen, o peggio, dei conservatori
eredi di un cinema d’altri tempi: il padre non riesce a comprendere
pienamente il comportamento di sua figlia, come quando le dice
“Non credi di essere uscita abbastanza?” mentre più tardi
si riscatterà con grande tatto; la madre invece riassume in poche
frasi il peso del trauma alludendo ad abusi subiti e denunciando
come in passato le donne non avessero tutti i mezzi necessari per
ribellarsi e denunciare il sistema.L’ultima inquadratura, a detta della Bianco, è aperta a
interpretazioni: forse è vero che la maggior parte delle
aggressioni a quell’età sono compiute con le migliori intenzioni, o
almeno non consapevolmente, ma di certo gesta del genere non devono
restare impunite. Ognuno ha le sue colpe e le sue responsabilità, e
c’è un mondo intorno che potrebbe testimoniare il vero (cellulari,
persone, memoria), eppure Share sceglie di
mostrare solo quello “interno” alla mente di Mandy, di cui
otteniamo la sua verità, i suoi pensieri, la sua anima.Share andrà in onda in prima tv su Sky Cinema Due
il prossimo 6 novembre alle 21.15.
Nonostante siano passati diversi
mesi dall’uscita in sala di Avengers: Endgame, il film
evento per i Marvel Studios e per
milioni di fan in tutti il mondo non ha ancora svelato tutti i suoi
segreti.
In un’intervista con ComicBook.com, uno
dei due sceneggiatori del film,
Christopher Markus ha rivelato il potenziale
cambio di ruolo di Rhodey / War Machine nei progetti iniziali del
film:
“L’abbiamo eliminato perché non
aveva peso per la storia, ma credo che durante una bozza, nel salto
di cinque anni, Rhodey sia diventato vicepresidente.” Ha anche
spiegato che nessuna delle decisioni prese in Infinity
War o Endgame è stata presa
in modo da rendere un servizio alle storie future dell’MCU,
spiegando quindi che per loro Endgame è stato davvero un punto di
arrivo, e che il futuro è tutto da scrivere.
Un anno dopo la folle corsa agli
Oscar di Black Panther (il
primo cinecomic della storia ad essere candidato nella categoria
Miglior Film capace di conquistare ben tre statuette) Disney e
Marvel Studios lanciano ufficialmente la campagna a sostegno di
Avengers:
Endgame.
Film evento del decennio,
Avengers: Endgame è riuscito in un’impresa che
sembrava impossibile: ricapitolare un discorso narrativo iniziato
nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo tutti i personaggi
del Marvel Universe. Gli incassi hanno premiato lo studio di
Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima
alla classifica Avatar di James Cameron.
Sono stati consegnati oggi i premi
di Alice nella città 2019 che quest’anno ha
registrato una crescita esponenziale dei numeri: + 26 % di
biglietti emessi a fronte dell’aumento della capienza delle sale
che dai 199 posti del 2018 ha raggiunto i 456 posti del 2019 (380
posti per la Sala Alice TIMVISION e 126 posti per la Sala Raffaella
Fioretta). Un aumento sostanziale dell’affluenza del pubblico di
Alice che ha registrato il tutto esaurito a quasi tutti gli eventi
in programma.
La giuria di Alice ha decretato i
vincitori di questa edizione annunciando oggi il Premio al Miglior
Film, alla Miglior Regia e il Premio Speciale della giuria.
Il premio per il MIGLIOR FILM è
andato a “THE DAZZLED” di Sarah Suco con la seguente motivazione:
“per la capacità di raccontare una storia cruda e coinvolgente,
attenta ai dettagli di una realtà tragica, cogliendo al tempo
stesso in modo intelligente le sfumature comiche di una vita
imprigionata. Un film travolgente che emoziona e fa riflettere su
un contesto lasciato spesso in ombra, qui descritto dalla luce
accecante di una lotta interiore verso la salvezza”.
Vince il PREMIO ALLA MIGLIOR REGIA a
Lorenzo Mattotti per “LA FAMOSA INVASIONE DEGLI
ORSI IN SICILIA “con la seguente motivazione: “una favola
senza tempo destinata ad adulti e bambini raccontata con efficacia,
delicatezza e maturità. Una regia che eredita lo straordinario
talento compositivo delle illustrazioni di Lorenzo Mattotti ed
immerge lo spettatore nella magica Sicilia di Buzzati”.
Il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA è
andato a “SON-MOTHER” di Mahnaz Mohammadi “per la messa in
scena lucida e partecipe di emozioni profonde e coinvolgenti,
calate in una dimensione di denuncia culturale, sociale e politica.
Un film in cui l’assenza di parole è un urlo alla libertà
d’espressione”.
Il PREMIO TIMVISION è andato a
“CLEO” di Eva Cools che sarà possibile vedere in esclusiva sulla
piattaforma. Questa la motivazione: “Cleo è un film drammatico e
autentico che sceglie la strada più difficile per raccontare
l’elaborazione del lutto e il senso di colpa incrociando sullo
stesso piano la vittima e il carnefice. Le atmosfere malinconiche
di Bruxelles scandite dalla musica di Segej Rachmaninov
contribuiscono a rendere il tutto ancora più sospeso e
introspettivo”.
TUTTI I PREMI DI ALICE NELLA CITTA’:
MIGLIOR FILM
The Dazzled di Sarah Suco
MIGLIOR REGIA
Lorenzo Mattotti per La Famosa Invasione degli Orsi in Sicilia
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
Son-Mother di Mahnaz Mohammadi
PREMIO RAFFAELLA FIORETTA PER IL CINEMA ITALIANO – ROMA LAZIO
FILM COMMISSION
Buio di Emanuela Rossi
PREMIO TIMVISION
Cleo di Eva Cools
PREMIO RBCASTING
Beatrice Grannò per Mi chiedo quando ti mancherò di Francesco
Fei
PREMIO DO RISING STAR AWARD
Anna Franziska Jaeger per Cleo
MENZIONE SPECIALE PER L’INTERPRETAZIONE
Nora Stassi per L’Agnello
PREMIO PIETRO COCCIA PER LA FOTOGRAFIA
Tullio Trotta
PREMIO INSTANT STORIES CINEMOTORE ALLA SCENEGGIATURA
Marcello Giovani per Bang Bang
PREMIO LOTUS AL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
3 sleeps di Christopher Holt
C’è una biografia non autorizzata di
Carrie Fisher che il padre di Billie
Lourd, Bryan Lourd, non approva. Fisher è morta il 27
dicembre 2016, quattro giorni dopo essere stata colpita da un
infarto mentre viaggiava da Londra a Los Angeles.
Carrie Fisher ha
lottato tutta la sua vita adulta con le dipendenze da sostanze, e
questa sua lotta privata la formata anche caratterialmente, tanto
che era nota ed è ricordata anche per il suo carattere pungente e
il suo modo di fare molto schietto.
Onestà e gentilezza l’hanno resa una
delle persone più amate di Hollywood e l’hanno consolidata come una
sorta di modello per le persone alle prese con problemi simili. La
biografia non autorizzata di Bryan Lourd ha ora
acceso i riflettori sulla vita privata di Carrie
Fisher, di nuovo, in un modo che secondo Billie, sua
figlia, la madre non avrebbe approvato.
Bryan Lourd ha
affermato di non dell’esistenza di Carrie Fisher: Life on the
Edge di Sheila Weller fino a quando non ne ha
letto in un articolo del Los Angeles Magazine. Ha rilasciato una
dichiarazione a Deadline con la quale
disconosce il contenuto del libro:
Una persona di nome Sheila
Weller si è impegnata a vendere e scrivere una biografia non
autorizzata basata sulla madre di mia figlia, Carrie Fisher. Non
conosco la signora Weller. Billie non conosce la signora Weller. E,
per quanto ne so, Carrie non la conosceva. La signora Weller ha
venduto questo libro da sola senza il nostro
coinvolgimento.
Per tutti i fan e gli amici di
Carrie, ho pensato che fosse necessario che si conoscessero queste
informazioni prima di decidere di acquistare questo libro o di
considerare ciò che verrà detto nelle prossime interviste con la
stampa che Weller farà mentre cerca di venderlo. Per essere chiari,
non ho letto il libro. Gli unici libri su Carrie Fisher che vale la
pena leggere sono quelli scritti da Carrie. Ci ha detto
perfettamente tutto ciò che dovevamo sapere.
Da parte sua, Weller ha risposto
alla dichiarazione di Lourd dicendo al Los Angeles Times che aveva
contattato il rappresentante della famiglia Fisher per informarli
del libro e ottenerne l’approvazione, e che “era stata respinta
– ma in un email gentile – la prima volta, e poi re-inviata più
tardi. I miei due tentativi non hanno avuto risposta.”
La prossima e ultima apparizione di
Carrie Fisher al cinema sarà con
Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, in cui la
principessa/generale Leia tornerà con del materiale d’archivio
girato da J.J. Abrams in occasione delle riprese
di Episodio VII. Nessuno ha mai avuto il desiderio di ricostruire
in digitale il volto e le espressioni di Carrie
Fisher, per cui sarà interessante vedere in che modo il
materiale d’archivio sia stato modellato per la storia.
In molti ancora non si capacitano
che i Marvel Studios abbiano
accettato di affidare a Taika Waititi il terzo
capitolo della storia cinematografica del Dio del Tuono, ma sembra
che Thor: Love and Thunder
rappresenterà uno step successivo, ancora più selvaggio e
irriverente.
A dichiararlo è Taika
Waititi in persona, alle prese con la promozione del suo
ultimo film, la satira anti-nazista Jojo
Rabbit. Il regista ha parlato con Wired del
suo coinvolgimento nel progetto Marvel Studios, dopo il successo
delle precedenti collaborazioni, e ha dichiarato:
“Sarà più grande, più rumoroso e
più esplosivo. Per me è interessante solo se la posta in gioco è
raddoppiata, rispetto a quanto fosse già pazzo Ragnarok.”
Sappiamo quindi che dovremo aspettarci grandi cose.
Per quanto riguarda invece chi ha
timore che Waititi possa snaturare troppo la storia dei fumetti che
vede invece Jane Foster alle prese con un tumore
al seno, possiamo mettere sul tavolo il fatto che le recensioni di
Jojo Rabbit parlano di un film
irriverente e folle, ma anche molto dolce e commovente, elementi
che quindi il regista si dimostra capace di maneggiare.
Thor: Love
and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il
Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da
Natalie
Portman, come confermato sabato durante il panel dei
Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waititi
tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.
Si sono ufficialmente concluse le
riprese di No Time to Die, il
Bond 25 che segna l’ultima volta di
Daniel Craig nei panni di James
Bond.
A comunicare ufficialmente la
notizia è stato l’account Twitter ufficiale del film che ha
pubblicato una foto che ritrae il protagonista Craig, accanto al
regista, Cary Fukunaga, che ha assunto la regia
del film dopo l’abandono di Danny Boyle. Fukunaga
è, ad oggi, l’unico regista non britannico ad aver diretto un film
della serie.
Il film, atteso nelle sale l’8
aprile 2020, vede nel cast ancheRalph Fiennes(M),NaomieHarris(Eve Moneypenny),Ben Whishaw(Q),Rory Kinnear(Bill Tanner) eJeffrey Wright(Felix Leiter). Le new entry del cast sono
inveceRami
Malek,Billy Magnussen, Lashana
Lynch eAna de
Armas.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe Waller-Bridge per “ravvivare” lo
script di Bond 25
sotto speciale richiesta di Craig, grande fan di
Fleabag e Killing Eve, le due
serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu
Johanna Hardwood con Dr. No e From Russia With
Love) che la casa di produzione non assumeva una donna per
dare voce ai personaggi del franchise, una scelta oggi più che mai
“rilevante”.
Leggi anche – Bond 25 – No Time to
Die: Christoph Waltz tornerà nei panni di Blofeld
Ci è voluta un’intervista di
Entertainment
Weekly e parecchi giorni di sterile polemica per
permettere a Martin Scorsese di trovare “giustizia” e di
far sì che tutti capissimo qual è il cuore della questione intorno
alle sue dichiarazioni relative al cinecomic Marvel.
Il regista ha infatti rilasciato
una lunga intervista al magazine in cui spiega chiaramente la sua
posizione, che era manifesta sin dall’inizio ma che il “gioco del
telefono” che spesso si fa on-line ha fatto passare per battute e
parole differenti, naturalmente estrapolate dal contesto.
“Questi blockbuster, i
cinecomic, sono parco giochi, anche se molti di questi sono fatti
molto bene. È una forma differente
di cinema o una nuova forma. Speriamo ci siano cinema che mostrino
anche film che non siano di quel genere.E se non lo fanno, i
registi devono rivolgersi allo streaming: cambia sicuramente
l’esperienza, ma l’alternativa è che tra due-tre anni non si
facciano più film come il mio. Un bravo regista che viene
dall’Italia o dalla Francia che va all’estero non può fare nessun
film all’infuori di un franchise”.
La posizione è chiara: non si
tratta di un moto contro quei film, ma un monito all’industria e
alla sala, alla distribuzione, affinché il cinema possa essere
preservato anche nella sua forma tradizionale, ovvero quella legata
allo storytelling.
Il regista era stato molto chiaro
già alla Festa del Cinema di Roma 2019, dove aveva
parlato effettivamente di un problema di distribuzione e di spazio,
giustificando così il suo stesso rivolgersi a Netflix per la produzione di The
Irishman (qui il resoconto
dell’incontro).
La diatriba “grandi registi contro
cinecomic Marvel” dunque non sussiste in questi termini ma è
senz’altro un discorso interessante da affrontare da un punto di
vista industriale e distributivo, senza che l’esistenza dei
blockbuster Marvel minacci quella dei film di narrazione e d’autore
e senza che le due categorie di cinema (diversissime tra loro) si
ostacolino e si annullino a vicenda.
Presentato in anteprima alla
quattordicesima edizione Festa del Cinema di Roma, sabato
16 novembre alle 21.15 arriva in prima visione assoluta su
Sky ArteVery Ralph, il
documentario HBO realizzato sullo stilista Ralph Lauren, inventore
di un marchio che ha definito lo stile americano.
Prodotto e diretto da Susan
Lacy, vincitrice di Emmy e produttrice di titoli come
Jane Fonda in Five Acts e Spielberg, Very Ralph cerca di
raccontare l’uomo che si cela dietro l’icona della moda e uno dei
più grandi brand di successo nella storia della fashion industry.
Con un’innata abilità di convertire i suoi sogni in realtà,
Ralph
Lauren ha trasformato le sue aspirazioni in un impero
mondiale e multimilionario, diventando la prova vivente
dell’ottimismo americano e dell’American Dream. Per più di
cinquant’anni egli ha celebrato l’iconografia dell’America
ridefinendone lo stile, traducendo la sua visione e la sua
ispirazione in uno dei brand più conosciuti al mondo.
Very Ralph: il documentario
Nel documentario Very
Ralph, alla vigilia del suo sessantesimo anno di attività,
Lauren riflette sul suo viaggio da quando era un giovane ragazzo
del Bronx che non sapeva cosa fosse uno stilista, fino a diventare
l’emblema dello stile americano in tutto il mondo. Nel corso del
film condivide alcuni aspetti inediti della sua vita e del suo
lavoro e racconta, durante diverse interviste, la sua infanzia, i
suoi cinquant’anni di matrimonio, gli albori della sua società di
moda, le sue reazioni alle critiche, le sue creative campagne
pubblicitarie e la sua visione pioneristica della moda. Lauren è
stato infatti il primo stilista a creare una linea completa
dedicata alla vita di tutti i giorni e a portarla nelle case; uno
dei primi a sapersi contraddistinguere nel mondo della moda e in
quello della pubblicità e infine il primo stilista ad aver creato
delle catene di abbigliamento all’avanguardia capaci di trasformare
l’esperienza stessa dello shopping.
Il documentario offre inoltre una
vera e propria full immersion nell’archivio del marchio, con
interviste alla sua famiglia, ai colleghi di vecchia data e agli
esponenti più influenti del fashion biz come Anna Wintour, Karl
Lagerfeld, André Leon Talley, Hillary Clinton, Jason Wu, Naomi
Campbell, Martha Stewart, Calvin Klein, Diane von Furstenberg,
Tyson Beckford, Tina Brown, Jessica Chastain, Vanessa Friedman e
Paul Goldberger.
Very Ralph è un
documentario prodotto e diretto da Susan Lacy;
trasmesso da HBO arriva in Italia in esclusiva su
Sky Arte (canale 120 e 400 di Sky) sabato 16
novembre alle 21.15 ed è disponibile on demand su Sky e NOW TV.
Joker è
ufficialmente il film con un rating R che ha incassato di più nella
storia del cinema. Il film con Joaquin Phoenix ha
stabilito un nuovo record mondiale, battendo sia
Deadpool, che deteneva quel record, sia
Deadpool 2, che seguiva.
Il film di Todd
Phillips è arrivato a circa 771 milioni in tutto il mondo,
una cifra davvero incredibile per un film vietato alla fascia di
pubblico più giovane, che costituisce a tutti gli effetti la linfa
vitale del film in sala.
In risposta a questo successo
economico del film, che molto probabilmente corrisponderà a un
successo anche nella prossima stagione dei premi, Ryan
Reynolds, protagonista dei due film su
Deadpool e noto a tutti per il suo
spirito provocatorio e irriverente, ha “ringraziato” il film
Joker da parte di tutti i protagonisti di
film campioni di incassi e con un Rating R.
Ecco di seguito il tweet di
Reynolds che scomoda, oltre al “suo”
Deadpool, anche Neo di
Matrix,Pennywise il Clown di
IT, Hugh Jackman
per Logan, il Branco in riferimento a
Una notte da Leoni Parte II, persino il
Gesù de La passione di Cristo, ma anche
Mr. Grey di Cinquanta sfumature e
l’orsacchiotto Ted, dell’omonimo film.
Joker
diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin Phoenix, Zazie
Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais ed è
arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019.
Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e
racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione
nel criminale che tutti conosciamo.
Da sempre solo in mezzo alla folla,
Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda
su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre
che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in
un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in
definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata
dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.
“Ho amato il Joker di The Dark
Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide
Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack
Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei
possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del
crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro. “Negli
Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono
varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie
versioni di Joker in futuro.” “Onestamente non riusciamo
ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per
realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con
Variety.
La notizia viene riportata in
esclusiva dall’Hollywood Reporter: il riavvio del franchise di
Pirati dei Caraibi è ufficiale e a
scrivere il nuovo capitolo saranno il “veterano” Ted Elliott e il
creatore della pluripremiata serie
Chernobyl Craig Mazin. Lo scorso febbraio
era stato confermato l’addio al progetto,
che vi ricordiamo sarà orfano di Jack Sparrow, dei due
sceneggiatori Rhett Reese e Paul
Wernick.
Mesi fa era stato lo stesso Bailey a
dichiarare sempre all’Hollywood Reporter che l’idea dello studio
era quella di “Portare nuova energia e
vitalitàal pubblico”. Del reboot sappiamo che è
stata esclusa la presenza di Johnny Depp, e che quindi il personaggio
di Sparrow potrebbe essere sostituito in cabina di comando da una
piratessa che ne possa ricalcare lo stile e la fama. Il suo nome,
secondo alcune voci, corrisponderebbe a Reed,
l’ultimo arrivo nel parco a tema di Disneyworld.
Jerry Bruckheimer dovrebbe tornare
al timone come produttore. Elliott ha già firmato la storia di
La maledizione della prima luna e delle tre successive
pellicole Dead Man’s Chest, At World’s End e On Stranger
Tides con l’allora partner Terry Rossio.