Steve Rogers / Captain America
(Chris Evans) è il nonno di Peter Quill /
Star-Lord (Chris Pratt)? La teoria, abbastanza
“selvaggia” sta impazzando in rete da un bel po’, e parte
dall’osservazione di un fan molto attento che ha intercettato Laura
Haddock in Captain America: Il Primo
Vendicatore.
Andiamo con ordine: un fan del
MCU ha visto che Laura
Haddock, attrice che in Guardiani della
Galassia interpreta Meredith, la mamma di Peter
Quill, compare anche nel primo film di Cap nei panni di una fan del
Super Soldato. Questo ha portato ad alcune speculazioni. La donna
non può essere, per questioni anagrafiche, la mamma di Peter, ma
potrebbe essere sua nonna. E se durante quell’incontro, magari
intimo, con Cap, l’eroe le avesse lasciato in grembo una bambina,
la futura mamma di Peter?
A rispondere sulla questione è
intervenuto James
Gunn, che, dopo lo stop dai social a seguito del licenziamento
da parte di Disney, sta riprendendo la sua intensa attività social,
rispondendo a molte domande dei fan.
Il regista ha smentito la teoria. Su
Twitter ha citato un articolo che riporta la teoria, smentendola. A
sostegno della sua risposta, Gunn cita anche il fatto che abbiamo
effettivamente incontrato il nonno di Peter Quill in entrambi i
film sui Guardiani, interpretato da Gregg Henry.
In effetti, la questione si scontra
anche con ciò che tempo fa Chris Evans disse di
Steve. In un’intervista, l’attore disse che Captain
America potrebbe essere ancora vergine (ai tempi di
The Avengers). Prima della
trasformazione, Steve non era certo un adone, benché avesse un
grande cuore. Dopo la trasformazione, quando le donne cadevano ai
suoi piedi, è stato molto preso da faccende molto importanti e
serie, cosa che forse lo ha tenuto lontano della attenzioni delle
signorine, inoltre l’amore con Peggy non è stato forse mai
consumato prima del suo incidente trai ghiacci. Per cui la stessa
teoria che Cap possa essere il nonno di Peter Quill non sta affatto
in piedi.
Per fortuna, gli eventi di
Endgame hanno rimesso le cose al loro
posto, e Steve ha avuto tutto ciò che avrebbe sempre meritato dalla
vita, una famiglia, dei figli, l’amore della sua vita.
Arriva da Collider la notizia che
Jonathan Groff
(Mindhunter) si è unito al cast di
The
Matrix 4, attualmente in produzione con la regia
di Lana Wachowski.
Il ruolo è al momento segreto ma
sembra che Groff si schiererà con Neil Patrick
Harris, già confermato nel
cast, dalla parte dei nuovi cattivi contro cui si scontreranno
i nuovi eroi di quest’altro capitolo. Vi ricordiamo che nel cast
sono stati già confermati Yahya Abdul-Mateen II,
Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss e
che il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana
Wachowski.
Secondo quanto riportato da
Justin Kroll di Variety, quello di Reeves
non sarà il solo Neo sullo schermo, ma la versione più “anziana”,
dal momento che la produzione sarebbe in cerca di un attore più
giovane da affiancargli sempre nei panni del protagonista. Altre
indiscrezioni suggeriscono invece che Morpheus, il
personaggio interpretato nella trilogia originale da
Lawrence Fishburne, farà il suo ritorno.
“Non potremmo essere più
entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato
Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera
visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che
stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo
dell’universo di Matrix“.
La sceneggiatura del film è stata
firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre
diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei
primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo
esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora
più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi
nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare
ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.
Al recente Brazilian Comic
Con è stato presentato il primo trailer
ufficiale di Wonder Woman 1984, ma la
convention nerd è stata anche una ghiotta occasione per la regista
Patty Jenkins – presente all’evento insieme alla
star Gal Gadot – di parlare del futuro del
franchise sul grande schermo.
Naturalmente, come tutti i grandi
franchise che si rispettino, le avventure di Diana Prince al cinema
potrebbero non terminare con l’uscita di Wonder Woman
1984 e a tal proposito la Jenkins ha rivelato di
avere già una storia pronta per un terzo potenziale film. Queste le
sue dichiarazioni in merito riportate dall’Hollywood
Reporter:
“In realtà conosciamo già
l’intera storia di un terzo possibile film. Si tratta solo di
cambiare alcune idee, soprattutto in merito a quando potremmo
realizzarlo. Di sicuro non vogliamo realizzarlo nell’immediato. È
stato bello realizzare i primi due film quasi back-to-back, ma
credo che adesso ci sia bisogno di una pausa. Mi piacerebbe
dedicarmi ad altri progetti nel mezzo, senza contare che Gal ha
altre cose da fare. Non mi piace prendere decisioni con largo
anticipo. Dobbiamo vedere se entrambe avremo ancora voglia di fare
un altro film: se così sarà, lo faremo quando sarà il
momento.”
Ma un terzo possibile capitolo
dedicato a Wonder Woman non è l’unica progetto
legato al franchise che sembra occupare i pensieri di Patty
Jenkins. Sempre in occasione dell’ultima edizione del
CCXP, la regista ha rivelato che lei e la Warner Bros. hanno
considerato la possibilità di uno spin-off dedicato alle
Amazzoni.
La regista non ha rivelato
particolari dettagli, ma stando a quanto raccontato da un
giornalista di CinePop su Twitter, la
Jenkins dovrebbe essere coinvolta nel progetto solo in qualità di
produttrice esecutiva e non di regista. Se il progetto dovesse
essere confermato, si tratterebbe del secondo spin-off ambientato
nell’Universo DC dopo l’annunciato film dedicato alle Creature della
Fossa viste in Aquaman.
Vi ricordiamo
che Wonder Woman 1984 uscirà
il 6 giugno 2020. Il film è stato definito
dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che
poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso
team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma
che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel
vedrà ancora Gal Gadot nei panni di
Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta
per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno
anche Chris Pine (volto del redidivo
Steve Trevor) e Pedro Pascal.
Dopo l’uscita di Suicide
Squad nelle sale, i fan della DC hanno reclamato a gran
voce un film interamente dedicato al personaggio di Harley
Quinn: quel sogno sembra essersi finalmente concretizzato
con Birds of Prey, che arriverà nelle
sale a febbraio del prossimo anno.
Dovranno ricredersi, però, tutti
quelli che speravano che il cinecomic Birds of
Prey con protagonista Margot Robbie
sarebbe stato un film interamente dedicato alla Mattacchiona (anche
a causa della campagna promozionale che, tra immagini, trailer e
poster, ha privilegiato il personaggio della supercriminale),
perché stando ad alcune recenti dichiarazioni della regista
CathyYan, il film
racconterà sì la storia di Harley Quinn, ma al tempo stesso non
sarà una pellicola interamente dedicata a lei.
“È la storia di Harley, ma è
anche la storia di tutte queste altre donne”, ha spiegato la
regista in una recente intervista con Screen Rant, facendo
riferimento agli altri personaggi che vedremo nel film. “E in
un certo senso la storia di una richiama quella dell’altra. Ecco
perché il sottotitolo ‘The Emancipation of One Harley Quinn’: si
tratta di una storia che viene portata avanti. All’inizio del film
troviamo Harley da sola, senza il Joker: durante il film scoprirà
che non ha bisogno di nessuno se non di se stessa. Non stringerà
per forza amicizia con queste altre donne, ma il loro incontro le
porterà ad intraprendere un vero processo di emancipazione. Mi
piace il fatto che non sia il film di Harley Quinn: è una cosa
sulla quale ho riflettuto tanto quando ho letto la sceneggiatura. È
un film dal respiro molto più ampio: non si può parlare neanche di
un film di squadra per certi versi…”
A detta della regista, quindi,
Birds of Prey avrà modo di concentrarsi
su ogni singolo personaggio femminile che vedremo entrare in azione
al fianco di Harley Quinn: “Le vediamo
insieme, come fossero una squadra. Ma ci sarà anche la possibilità
di trascorrere del tempo con ognuna di loro. Tutte sono le
protagoniste del film e questo aspetto mi piace tantissimo. Credo
che una storia così non sia mai stata raccontata in questo
modo.”
Sempre intervistata da Screen Rant,
CathyYan ha poi parlato del
modo in cui il film affronterà i problemi legati alla salute
mentale di Harley, problemi che saranno strettamente connessi
all’evoluzione del personaggio: “In lei coesiste una profonda
dualità. C’è Harley Quinn, ma c’è ancora la dottoressa Harleen
Quinzel, con tutta la sua intelligenza. E credo che sia proprio
questo che definisca, almeno in parte, il suo superpotere. Al tempo
stesso però è facilmente manipolabile, ha un’autostima molto bassa…
per non parlare di tutti i problemi nati dalla relazione con il
Joker. Insomma, è una grande opportunità per esplorare la donna
dietro Harley Quinn, esplorare quella dualità e approfondire la sua
psiche”.
E a proposito della relazione tra
Harley Quinn e il Joker, già
esplorata in Suicide Squad di David Ayer, la
produttrice Sue Kroll ha invece specificato –
sempre alle pagine di Screen Rant – che
Birds of Prey sarà “un film autonomo,
non collegato a Suicide Squad. Non è un sequel, né una
continuazione di quella storia. Lei e il Joker si sono lasciati.
Birds of Prey sarà il viaggio dell’emancipazione di Harley Quinn e
di tutte queste altre donne.”
Birds of
Prey, diretto
da CathyYan, arriverà
nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast
anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee
Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black
Canary), Rosie Perez (Renee Montoya)
e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).
Ewan McGregor interpreta invece uno dei
due principali villain del film, Maschera
Nera, alter ego di Roman Sionis.
Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi
nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi
del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham
City.
Di seguito la nuova sinossi ufficiale:
“Avete mai sentito la storia del
poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della
principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita
di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa
Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista
di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz,
puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta
per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e
Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra
scelta che allearsi per abbattere Roman.“
I primi character poster di
Wonder Woman 1984 ci hanno
mostrato la prima foto ufficiale alla Barbara Ann Minerva di
Kristen Wiig. Dai fumetti sappiamo che il
personaggio dell’attrice comica si trasformerà ad un certo punto in
Cheetah, avversario di Diana.
Sempre dai testi originali, sappiamo
che il costume di Cheetah è in qualche modo impegnativo perché fa
parte di quegli abiti che, in live action, potrebbero risultare
ridicoli, per cui è probabile che vedremo un costume della villain
adattato alle esigenze del grande schermo, così come capitato
diverse volte nella storia dei costumi dei supereroi.
Da Instagram e da alcune
dichiarazioni che ha rilasciato Patty Jenkins al
CCXP di San Paolo, adesso, abbiamo più informazioni su ciò che sarà
il costume di Cheetah. La Warner Bros ha usato il
social per diffondere i primi character poster del film, in cui
vediamo Diana, Steve, Minerva stessa e Maxwell. Nel poster dedicato
al personaggio della Wiig, vediamo che Minerva indossa abiti a
stampa animalier, che potrebbero rappresentare uno stadio mediano
dello sviluppo del costume, che sarà, secondo le dichiarazioni
della regista, comune fondato su elementi practical. Nessuna tutina
in CGI, dunque!
In merito al costume, Jenkins ha
dichiarato che si tratterà principalmente di effetti pratici,
quindi un costume vero e proprio da indossare, ma che si arriva
“ad un punto in cui sei un po’ oltre ed hai bisogno di
aiuto.”
Vi ricordiamo che Wonder Woman
1984 uscirà il 6 giugno 2020. Il
film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel
“inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio
grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli
eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero
aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima
iterazione della supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel
vedrà ancora Gal Gadot nei panni di
Diana Prince opposta a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris Pine (volto del
redidivo Steve Trevor) e Pedro Pascal.
La Disney e la Lucasfilm ci hanno
ormai abituato alla totale segretezza che vige attorno alla trama
degli episodi di Star
Wars, e naturalmente Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker non sfugge a questa regola, considerato
che si tratta non solo del capitolo finale della trilogia sequel,
ma anche dell’atto finale dell’intera saga degli Skywalker.
Nonostante i numerosi trailer
internazionali, le immagini promozionali, gli spot e le featurette
di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker,
possiamo tranquillamente affermare di non conoscere ancora nel
dettaglio la trama del film di J.J. Abrams: molto
riguardo al film è ancora avvolto nel mistero e siamo certi che non
mancheranno i momenti più emozionanti o le scene “a rischio
convulsioni”, così come i colpi di scena.
E proprio in materia di colpi di
scena e di svolte narrative impreviste che è stato intervistato
Richard E. Grant, tra le new entry di Episodio IX
nei panni del Generale Pryde. Quando – in una recente intervista
con Yahoo – è stato
chiesto al noto attore britannico quale sarà, a suo avviso, il
momento del film che sconvolgerà maggiormente gli spettatori, Grant
ha fatto riferimento ad un grande plot twist che
riguarderà uno dei personaggi principali, affermando:
“Ci sarà un grande plot twist
che riguarderà uno dei personaggi, ed è qualcosa che non mi sarei
mai aspettato di vedere. Ha senso tanto dal punto di vista emotivo
quanto da quello della storia, e ho pensato che fosse qualcosa di
particolarmente intelligente. Credo sia incredibile prendere
qualcosa che è iniziato con il primo film nel 1977 e, dopo nove
episodi, portarlo ad una risoluzione.”
Ovviamente, Richard E.
Grant non ha potuto rivelare il nome del personaggio in
questione. È probabile che questo grande colpo di scena possa
riguardare uno dei nuovi personaggi della trilogia sequel, forse
Rey o Kylo Ren, ma non è escluso che tale svolta narrativa possa
riguardare anche il personaggio di Finn, dal momento che nel film
verranno esplorate le origini dell’ex Stormtrooper; o ancora, è
probabile che il grande plot twist possa essere collegato
al personaggio di Palpatine, il cui ruolo nella storia è stato
tenuto nascosto fin dall’uscita del primo trailer ufficiale.
Per scoprirlo bisognerà attendere il
18 dicembre, quando Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker farà finalmente il suo debutto nelle sale
italiane.
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Tra i nuovi personaggi che verranno
introdotti nell’attesissimo Black Widow, il cinecomic
interamente dedicato al personaggio della Vedova Nera interpretata
nel MCU da Scarlett Johansson, figura anche
Red Guardian, che avrà il volto di David
Harbour, star della serie Stranger Things e del recente reboot di
Hellboy.
Il primo trailer
ufficiale di Black Widow ci ha
permesso di dare un primo sguardo a quello che sarà il look del
Guardiano Rosso, ma adesso è grazie alla Hasbro
che possiamo osservare ancora più nel dettaglio il costume che
sfoggerà l’agente speciale nel cinecomic in arrivo al cinema il
prossimo anno.
La società statunitense che produce
giocattoli, infatti, ha annunciato la nuova linea di action figure
interamente dedicata al cinecomic che darà ufficialmente il via
alla Fase 4 dell’Universo Cinematografico Marvel. È proprio una prima
immagine ufficiale delle bambole giocattolo ad offrirci uno sguardo
completo al costume di Red Guardian, con tanto del
tradizionale scudo che il Difensore brandisce nei fumetti.
Non abbiamo la conferma che anche
nel film vedremo David Harbour entrare in azione
con lo scudo, dal momento che questo tipo di action figure si
basano generalmente su concept art e non sul prodotto finito.
Potete vedere l’immagine delle
action figure di Black Widow, che includo
anche i personaggi di Vedova Nera e di Taskmaster, di seguito:
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden con Captain Marvel) a dirigere un titolo
dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence Pugh,
e Rachel
Weisz.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
Nancy, folgorante
debutto al lungometraggio della sceneggiatrice e regista Christina
Choe premiato al Sundance Film Festival, al
Sitges Film Festival, dopo esser stato presentato
il 15 novembre in anteprima italiana come pellicola d’apertura al
RIFF Rome Independent Film Festival arriverà nelle sale italiane il
12 dicembre grazie a Mariposa Cinematografica e 30 Holding.
Nancy, un teso dramma psicologico
in cui nulla è quello che sembra, vede protagonista la
pluripremiata Andrea Riseborough (Birdman,
Mandy, Morto Stalin Se Ne Fa Un Altro, La Battaglia dei Sessi,
Animali Notturni,
Oblivion) nei panni di una giovane donna tormentata
che decide di presentarsi a quelli che sostiene essere i propri
veri genitori, che la credevano scomparsa da trent’anni.
La Riseborough, interprete dotata e
camaleontica dall’impressionante filmografia, è affiancata da uno
straordinario Steve Buscemi (Fargo, Le Iene, Boardwalk
Empire) e da un gruppo di eccellenti caratteristi del grande
schermo con esperienze di assoluto prestigio nella serialità
televisiva: Ann Dowd (The Handmaid’s Tale, The
Leftovers, Masters of Sex), J. Smith-Cameron
(Succession, Rectify) e John
Leguizamo (John Wick, Bloodline, E.R.). Nancy è un
racconto intimo e perturbante che esplora con sorprendente
originalità il tema dei legami che uniscono le persone tra loro, e
che coglie con grande potenza l’identità di un’epoca nella quale i
confini tra verità e menzogna si confondono continuamente.
Realizzato da un team produttivo
composto all’80% da donne (contro una media di settore del 12%) e
forte di interpretazioni intense e ricche di sfumature, di un ritmo
incalzante e di una colonna sonora ipnotica, Nancy è stato salutato
dalla critica internazionale come uno dei migliori debutti del
2018.
La trama del film Nancy
Nancy (Andrea Riseborough) è una
ragazza di 35 anni dall’indole tormentata e con una vita difficile:
è sola, non ha un impiego stabile, vive con una madre malata e
burbera (Ann Dowd) e non riesce a sfondare come scrittrice. Nel suo
mondo la realtà e la finzione si con- fondono, e nemmeno
l’incontro con un uomo gentile e affranto come lei, Jeb (John
Legui- zamo), sembra poter cambiare le cose. Un giorno però Nancy
si imbatte in una trasmissione televisiva nella quale Leo (Steve
Buscemi) ed Ellen (J. Cameron-Smith), una coppia che aveva visto
sparire nel nulla la propria bambina trent’anni prima, mostrano
come sarebbe oggi il volto della loro figlia, e quel volto somiglia
incredibilmente a quello di Nancy. La ragazza deciderà di
contattare i due spiegando di esser stata rapita da bambina e da
lì inizierà un percorso fatto di verità sofferte, speranza e
diffidenza.
In occasione del lancio del
Morandini 2020 – storico dizionario dei film e
delle serie tv che quest’anno dedica la copertina al film
di Bellocchio “Il Traditore” –
Zanichelli e Il Cinemino lanciano
una singolare iniziativa per tutti gli appassionati cinefili: sulla
pagina ufficiale Facebook della Casa Editrice, dall’11
dicembre 2019 al 20 febbraio 2020, una selezione di film e
serie tv si sfideranno in più confronti ad eliminazione diretta.
Sarà quindi il pubblico a decretare i vincitori del
contest.
Inoltre, il film vincitore sarà
proiettato al Cinemino durante una serata esclusiva il 27 febbraio
2020.
Il nuovo Morandini 2020 edito da Zanichelli
Come da tradizione, anche quest’anno
il Morandini 2020, la storica guida alle
produzioni cinematografiche e televisive, sceglie per la copertina
un film italiano: quello ritenuto il migliore della passata
stagione. Quest’anno la “bibbia dei cinefili” premia l’ultimo
lavoro di Marco Bellocchio Il
Traditore.
Dopo due anni consecutivi di
vittoria, Paolo Virzì passa idealmente il testimone al cineasta più
anticonformista del panorama italiano, Marco
Bellocchio, che conquista la vetta con la sua ultima opera
“Il Traditore”, aggiudicandosi ben 4 stelle.
Premiato con 7 Nastri d’Argento e un
Globo d’Oro, Il Traditore è un
“un’opera politica, civile, di denuncia sociale dove (…)
l’Autore documenta i fatti con una precisione, una puntualità e
un’asciuttezza di linguaggio e di immagini davvero
ammirevoli.”
Francesco Favino, protagonista
poliedrico, padroneggia con lucidità e carisma il ruolo del “boss
dei due mondi” “che sceglie di parlare non per vendetta, ma
perché non si riconosce più in quella che per lui era una sorta di
confraternita, una società di mutuo soccorso con regole e leggi
interne, diventata una banda criminale che scatena guerre insensate
e uccide innocenti, donne e bambini compresi”.
Il Morandini 2020
(16.500 opere censite nella versione cartacea, 27.000 in quella
digitale, dal 1902 all’estate del 2019), promuove altri film
celebri della passata stagione cinematografica: 4 stelle anche per
Domani è un altro giorno di Simone Spada,
con Valerio Mastandrea e Marco Giallini. “È una commedia
drammatica esistenziale di forte impatto emotivo, che offre
leggerezza, ma mai in modo superficiale, diversi spunti di
riflessione.”
Matteo Rovere, con Il
Primo Re, riceve invece 3 stelle; nel suo film
muscoloso e cinetico, fatto di terra e sangue e privo di
sentimento, racconta l’epica tragedia di Romolo e Remo.
“Spudorato, coraggioso, brutale, ambizioso”, si legge
nella guida.
Stesso punteggio per
Dafne di Federico Bondi – un film intenso
e delicato che affronta con sensibilità il rapporto padre-figlia
“senza retorica e senza paternalismo” – e per
Il Grande Spirito di Sergio Rubini.
L’opera n°13 di Rubini è una vera e
propria “dichiarazione d’amore per le proprie radici
contaminate da un discutibile progresso”.
UNA STAGIONE DI GRANDI SERIE
TELEVISIVE
Il Morandini 2020,
oltre ai film, dedica un’ampia appendice alle serie tv italiane ed
estere; nella sua ultima edizione raccoglie oltre 1100 titoli.
Nella guida, una menzione speciale è
riservata alla serie tv Il Commissario
Montalbano: da 13 stagioni intrattiene il pubblico
italiano con le rocambolesche avventure del Commissario Salvo
Montalbano, che con acume e i suoi metodi non sempre del tutto
ortodossi risolve casi complessi e difficili da gestire.
“Dall’ottima penna di Andrea Camilleri, – si legge infatti
nel Morandini – la serie più tipicamente italiana e insieme
meglio riuscita che sia mai stata realizzata nel Belpaese, con un
Luca Zingaretti di una bravura raramente vista in Italia e così
perfetto per il personaggio da dare l’impressione che i libri siano
stati scritti per lui”.
Un grande successo anche per la
serie Gomorra: con taglio
cinematografico, un ottimo cast e splendide musiche, la serie
ispirata al romanzo di Roberto Saviano racconta la lotta per il
mantenimento del potere da parte del clan Savastano di
Secondigliano, in cui spicca il giovane Ciro detto «L’immortale».
“Azione e complotti, sparatorie e tradimenti, per una serie
italiana di ottimo livello, dove la legge sembra impotente e la
narrazione si svolge fra i gruppi criminali che detengono il potere
assoluto sul territorio”.
Saverio Costanzo scrive e dirige la
trasposizione dei romanzi di Elena Ferrante e dà vita alla serie
L’amica geniale, prodotto tv
italo-statunitense acclamato dal pubblico, dalla critica e anche
dal Morandini. La prima stagione si rifà al primo libro, nel quale
si narra il legame fra Elena Greco e Lila Cerullo che crescono
insieme, tra enormi difficoltà, in un quartiere degradato della
Napoli Anni ‘50.
Bocciato invece
Baby, il teen drama tutto
italiano firmato Netflix. Liberamente ispirata allo scandalo romano
delle baby squillo dei Parioli, la serie narra le vicende di due
adolescenti parioline senza problemi economici che per ozio, per
insicurezza e per autolesionismo finiscono per prostituirsi.
“L’ambientazione ammicca troppo a serie americane, abusa di
stereotipi e di dialoghi improbabili. Le validi interpreti
avrebbero meritato una sceneggiatura migliore”, afferma senza
mezzi termini la critica Morandini.
Mentre comincia la stagione dei
premi (Oscar, Golden Globes, David di Donatello, Nastri d’Argento
ecc) e tutti premiano i film, la Rete degli Spettatori lancia il
PREMIO ALLO SPETTATORE, un concorso che dà la possibilità al
pubblico di vincere gli accrediti per i principali festival
italiani.
I film più in vista godono di
distributori potenti e lanci milionari e gli spettatori non hanno
problemi a vederli. Ci sono però dei film quasi invisibili che a
volte valgono molto di più. Ecco l’obiettivo della Rete: scovare
spettatori-esploratori, curiosi, appassionati, che hanno voglia di
condividere i loro pensieri. Spettatori che meritano un premio.
Partecipare al concorso è facile:
basta aver visto uno dei 18 film della rassegna A TUTTO SCHERMO (la
lista completa la trovate a questo link) e
scrivere una recensione attraverso i social: per esempio un post su
Facebook, oppure un tweet o un video per Instagram o YouTube con le
vostre opinioni, ricordando di taggare Rete degli Spettatori.
Le migliori recensioni saranno
pubblicate sui nostri canali e parteciperanno a inizio 2020 alla
premiazione ufficiale del Premio allo Spettatore. Regolamento
completo a questo link.
Si apre nell’immacolato panorama
dei ghiacciai dell’Antartide il nuovo film di Richard
Linklater, intitolato Che fine ha fatto
Bernadette?, trasposizione dell’omonimo romanzo, e
con protagonista assoluta l’attrice premio Oscar Cate
Blanchett. Un luogo, quello mostrato in apertura, che
si rivelerà fondamentale per lo sviluppo del personaggio. Nel
silenzio e nel candore di un luogo così ai confini del mondo, la
protagonista avrà modo di perdersi e ritrovarsi, portando a
compimento tanto la storia quanto la metafora che si porta sulle
spalle. Sfortunatamente, il nuovo lungometraggio dell’autore di
Slacker e Boyhood si
rivela essere un prodotto confusionario, trasposizione poco
riuscita di un omonimo romanzo evidentemente difficile da riportare
in immagini.
La storia è quella di Bernadette
Fox (Cate
Blanchett), leggenda nel campo dell’architettura ma da
tempo ritiratasi a vita privata, e che dietro i grandi occhiali
scuri nasconde modi scostanti e un’abrasiva ironia nei confronti
del mondo e delle persone. Quando come premio per la pagella
perfetta sua figlia Bee chiederà a lei e al padre Elgie un viaggio
in Antartide, Bernadette si preparerà come può all’imminente
viaggio, che sembra scombussolare la sua routine. Incapace di
gestire intoppi e disastri del quotidiano, Bernadette abbandonerà
infine i preparativi, facendo perdere le sue tracce. Sarà a quel
punto proprio Bee, insieme a suo padre, a dover ricomporre il
puzzle e scoprire che fine ha fatto sua madre.
Che fine ha fatto Bernadette?: il
film
Un film di Linklater è facilmente
riconoscibile per il suo approccio alla storia, ai personaggi, per
i temi che animano il racconto e per il suo saperli far emergere
con grande spontaneità. Sono caratteristiche queste che, seppur più
camuffate rispetto ad altre occasioni, si ritrovano anche
in Che fine ha fatto Bernadette?,
nuovo film dell’autore texano. Per permettere di entrare nel mondo,
e nella testa, di Bernadette, Linklater costruisce una prima parte
del film ricca di eccessi, dialoghi, personaggi che si incontrano e
scontrano. Li fa muovere senza fornire grandi spiegazioni sul loro
passato e sulla loro vera natura. L’effetto è, col senno di poi,
funzionale al tema della storia. Partecipando al caos della vita
quotidiana della protagonista, anche lo spettatore ne rimane
frastornato, ritrovandosi incastrato in quello stesso limbo
avvertito da Bernadette, incapace di dar vita a nuovi progetti
artistici.
Nel momento in cui tutti questi
incastri raggiungono l’apice, ecco che si apre una seconda parte di
film dedicata alla ricerca di un nuovo equilibrio, il quale ha
inizio con la fuga che genera la domanda del titolo. Fuggire dalla
Seattle caotica per la pacifica Antartide diventa così
rappresentazione visiva del moto che porta alla possibilità di
uscire da una fase stagnante della propria vita, per dare nuovo
sfogo alla vena creativa. Una grande metafora nella quale chiunque
artista può ritrovarsi, e che stando a quanto affermato dal regista
è proprio ciò che lo ha attratto di più del progetto.
Allo stesso tempo, circondata da
dispositivi elettronici e dalle ultime trovate della tecnologia,
Bernadette sembra trarre un beneficio solo effimero da questi, i
quali vengono a sparire dallo schermo nel momento della fuga in
Antartide. Tale massiccia presenza, seguita poi da totale assenza,
sembra sottolineare ulteriormente come la creazione artistica
dipenda esclusivamente da sé stessi, di fatto non potendo delegare
tale talento alle intelligenze artificiali che oggi ci circondano,
e che sembrano non poter essere di nessun aiuto a riguardo.
Che fine ha fatto Bernadette? è
una trasposizione dal mancato potenziale
Nonostante l’universale e
apprezzabile tematica, il film vive tuttavia di una serie di
incidenti di percorso che lo rendono probabilmente uno dei lavori
meno rilevanti dell’autore. Assegnato a Linklater dalla casa di
produzione Annapurna, il film soffre l’adattamento
di un romanzo epistolare di difficile riproposizione
cinematografica. Ciò si nota in particolare nell’inclusione di una
serie di sotto trame che non trovano adeguato approfondimento,
finendo con l’apparire elementi superflui e poco incisivi. Tra
tutte, quella riguardante i criminali russi è certamente la più
evidente.
Benché funzionale alla metafora, lo
stesso caos generato nella prima parte del film impedisce la
possibilità di entrare facilmente in empatia con la protagonista,
che risulta criptica forse troppo a lungo. Nonostante alla
sceneggiatura vi sia la mano di Linklater, noto per il suo talento
a riguardo, il film appare sbilanciato nella proposizione degli
eventi, generando lunghi periodi di vuoto in cui il film sembra non
partire mai realmente.
Fortunatamente alla regia vi è
Linklater, che pur se non al suo meglio, sa costruire una messa in
scena e una gamma di inquadrature e movimenti di macchina mirati a
raccontare più di quanto non facciano le parole, che dal canto loro
escono senza freni dalle bocche dei personaggi principali. Data la
sua presenza, il film riesce in fin dei conti a non cadere
nell’anonimato. Nella sua interpretazione di Bernadette, invece,
Cate Blanchett si muove, come il film in sé, sul
filo del rasoio, a volte eccedendo nella caratterizzazione, altre
risultando emotivamente coinvolgente, sempre però con la classe che
la contraddistingue.
Difficile negare che
Che fine ha fatto Bernadette? sia un
mezzo passo falso per Linklater, che negli anni ha incantato con
film di ben più alta levatura, e che in questa occasione poco o
nulla aggiunge al suo percorso artistico. Nonostante il suo
impegno, il film manca di sfoggiare il suo potenziale, rimasto
inespresso, dovendosi accontentare di essere una discreta commedia
sul processo artistico e la genitorialità.
ll primo trailer
ufficiale di No Time to Die è stato
ufficialmente rilasciato. Naturalmente, le prime immagini della
nuova avventura di James
Bond – che dovrebbe essere l’ultima per Daniel
Craig – ha lasciato aperte una serie di domande che,
ovviamente, troveranno risposta soltanto quando il film arriverà
nelle sale di tutto il mondo (in Italia uscirà l’8 aprile
2020).
Di seguito abbiamo raccolto le 10
principali domande che ci ha lasciato il trailer del nuovo film
dedicato all’iconica spia britannica, diretto da Cary Joji
Fukunaga e interpretato anche il premio Oscar Rami
Malek:
Quali segreti nasconde la maschera?
Il trailer ci mostra la
famigerata maschera in stile Fantasma dell’Opera usata dal villain
Safin, interpretato da Rami Malek. La maschera
sembra essere in qualche modo connessa anche al passato dalla
fidanzata di Bond, Madeleine Swann. Se per Safin la maschera viene
utilizzata per coprire il volto cicatrizzato, per Madeleine la sua
esistenza sembra essere fonte di dolore e anche di paura.
Molti fan, via Twitter, sembrano
essere già saltati alle conclusioni e hanno ipotizzano un
collegamento tra il personaggio di Safin (o almeno, la sua
maschera!) e il villain Blofeld (Christopher
Waltz). Tra le vecchie pellicole di Bond interpretate da
Daniel Craig è iniziata la cassa a qualsiasi tipo
di collegamento con il tratto distintivo del nuovo villain
interpretato dalla star di Bohemian Rhapsody.
Per quanto tempo Bond si è ritirato?
Internet ci dice che Bond è stato
assente dal MI6 per circa 2 anni, ma il trailer fa sembrare
l’assenza dell’agente segreto dall’agenzia di spionaggio molto più
lunga. Alla fine di Spectre, cinque anni
fa, era chiaro che Bond si era ritirato e si stava preparando ad
abbracciare una nuova vita insieme a Swann. Il trailer non
specifica cosa abbia fatto in tutti questi anni, a parte alcune
brevi immagini che sembrano alludere a quel periodo.
E se Bond fosse diventato un
mercenario? Dov’è stato insieme a Swann per quasi 2 anni? E cosa è
successo in questo lasso di tempo? Ma soprattutto: cosa lo ha
spinto a tornare in azione per aiutare il suo amico Felix Leiter
(Jeffrey Wright)?
Com’è possibile che Bond venga reintegrato dall’MI6?
Nel trailer vediamo Daniel
Craig recitare ancora una volta la battuta più iconica
dell’intera saga – ossia “Bond, James Bond!” – mentre si
introduce all’interno dell’MI6. È chiaro tanto dal materiale
promozionale quanto dal trailer che Bond ha lasciato i servizi
segreti di Sua Maestà per un po’ di tempo…
Ma come fa a rientrarvi, e perché M
lo permetterebbe? In Licenzia di
Uccidere, quando Bond – interpretato all’epoca da
Timothy Dalton – minacciò di lasciare l’MI6, gli
fu detto: “Non siamo un Country Club!”, lasciando
intendere che l’agente poteva andarsene solo quando gli veniva
ordinato. A quanto pare le circostante del reinserimento del Bond
di Craig nell’MI6 saranno un parte fondamentale della storia di
No Time to Die…
Perché Leiter chiede aiuto a Bond?
Supponendo che l’amico di Bond,
Felix Leiter, stia ancora lavorando per la CIA, perché dovrebbe
chiedere aiuto ad un agente che ha deciso di ritirarsi? Nel
trailer, Felix afferma che Bond “è l’unico di cui si può
fidare”, mentre dal materiale promozionale si evince che
Leiter sta cercando aiuto per ritrovare uno scienziato
scomparso.
Nell’universo di Bond, la CIA è
chiaramente ben equipaggiata e pronta a gestire qualsiasi crisi:
molte volte è stata proprio l’organizzazione a tirare fuori dai
guai 007. Inoltre, Leiter è sempre stato un amico leale nei
precedenti film con Craig, quindi è altamente improbabile che
scelga di mettere ‘agente in una posizione che potrebbe
comprometterlo. Perché sia la CIA che Leiter sembrano avere un
disperato bisogno dell’aiuto di Bond?
Che ruolo avrà Blofeld?
È chiaro dal trailer che la cattura
del villain Ernst Stavro Blofeld in
Spectre avrà tutta una serie di
conseguenze in No Time to Die. Bond lo
affronta mentre il cattivo si trova in una cella fatta di vetro,
una cella che ricorda quella usata per imprigionare Silva
(Javier Bardem) in
Skyfall. La breve sequenza assomiglia
molto al celebre incontro tra l’agente Starling e il Dottor Lecter
ne Il Silenzio degli Innocenti, un
momento cult nella storia del cinema che ha generato decine di
topoi simili, sulla scia del “Chiedi all’assassino come trovare un
altro assassino!”.
Ad ogni modo, Blofeld sembra essere
la chiave dell’intricato puzzle al centro della storia di
No Time to Die, ma viene da chiedersi se
non sia lui non a manipolare Bond o, peggio, la Dottoressa Swann. E
ancora: conosce Safin? Lo sta aiutando ad incastrare 007?
Chi è intrappolato sotto il ghiaccio?
Nelle scene del trailer ambientate
sotto la neve, vediamo qualcuno che lotta per tornare in
superficie, intrappolato sotto uno strato di ghiaccio abbastanza
spesso, mentre Safin osserva la scena dall’alto. Chi sta affogando
nell’acqua fredda? Forse Bond? O si tratta dello scienziato
scomparso che abbiamo menzionato in precedenza?
Ci auguriamo che nel film la figura
in questione possa riemergere presto dall’acqua, in modo che la
scena non risulti poco credibile agli occhi del pubblico…
Perché Bond guida una vecchia auto?
Forse non sarà la domanda più
importante di tutte, ma potrebbe risultare comunque interessante.
Con tutti i veicoli che Bond può avere a disposizione, perché nel
trailer lo vediamo alla guida di una Aston Martin D75 del 1964? È
vero che si tratta di un modello modificato, con tanto di
mitragliatrici e vetri antiproiettile…
Potrebbe anche esserci nascosto un
ordigno esplosivo al suo interno, dal momento che Bond ha
minacciato M (Judi Dench) in
Skyfall… ma se ti stai preparando per
tornare in azione, soprattutto nel 21° secolo, una reliquia con 50
anni di storia alle spalle non sembra essere lo strumento più
adatto per vincere uno scontro armato!
Chi è il nuovo Agente Doppio 0?
Com’era già accaduto con la
trasformazione di Michelle Yeoh nel ruolo
dell’agente Wai Lin ne Il Domani Non
Muore Mai, i fan si chiedono adesso chi sia in realtà
il nuovo Agente Doppio 0 interpretato da Lashana
Lynch. Il trailer ci mostra un personaggio carismatico,
sicuro di sé particolarmente abile, proprio come Bond.
Dal materiale promozionale emerge
chiaramente che potrebbe trattarsi della controparte di Bond
all’interno dell’MI6. Il suo ruolo diventa ancora più misterioso
quando la vediamo insieme alla Dottoressa Swann in fondo ad un
lungo corridoio, o quando suggerisce a Bond di “stare al suo
posto!”. È probabile però che una volta che le cose si
complicheranno, aiuterà l’agente nella sua missione.
Chi è il nuovo villain?
In quella che dovrebbe essere
un’altra grande trasformazione da star, l’attore Rami
Malek interpreta il malvagio Safin, un uomo mascherato e
sfigurato che si oppone ai piani di 007 e che tenta disperatamente
di fermarlo. Tuttavia, quali siano i piani di Safin e cosa vuole
non solo da James Bond ma anche dalla Dottoressa Safin, è avvolto
nel mistero…
Lui e Swann sono legati da un oscuro
passato? Swann è figlia del traditore Mr. White, interpretato da
Jesper Christensen in tutti e tre i precedenti
capitoli della saga con Daniel Craig. Esiste una
relazione con Safin? E soprattutto, è Blofeld che in qualche modo
controlla e comanda le azioni di Safin da lontano? Ci auguriamo che
il personaggio sia così sfaccettato e così perfettamente delineato
da coinvolgere il pubblico al pari di altri iconici villain del
passato.
Perché Swann avrebbe tradito Bond?
La più grande domanda arriva a 10
secondi dall’inizio del trailer. Perché l’amore della vita di Bond
dovrebbe tradirlo? Ciò che quel tradimento comporta e quale impatto
avrà sulla loro relazione appare secondario rispetto al fatto che
le loro vite sono nuovamente a rischio. Chiaramente, le azioni
della Dottoressa Swann e il mondo in cui queste influenzeranno gli
altri nuovi personaggi rappresenta uno dei punti cruciali della
storia di No Time to Die.
Le ripercussioni di questo
tradimento, di questo segreto nascosto, risuoneranno probabilmente
lungo tutto l’arco narrativo del film. Perché qualcuno dovrebbe
ingannare Bond e fino a che punto questo qualcuno è disposto a
spingersi per riscattarsi? Se questo film sarà davvero l’ultimo 007
interpretato da Daniel Craig, è probabile che
questo altro tradimento porterà l’agente ad intraprendere percorsi
narrativi inesplorati…
Storia del
matrimonio di Noah Baumbach, uno
sguardo bruciante sulla fine di una relazione, ha ottenuto sei
nomination ai Golden Globes 2020. A produrre il
film c’è Netflix, il gigante dello streaming, che ha investito
miliardi di dollari in contenuti originali negli ultimi anni.
Quello che ormai potremmo definire uno studio a tutti gli effetti,
oltre a primeggiare in campo cinematografico, ha anche guidato le
nomination sul fronte televisivo, segnando quattro nomination a
testa per The
Crown e Unbelievable.
In totale, Netflix ha conquistato 34 nomination ai Golden Globes,
tra televisione e cinema, dominando la concorrenza e superando
qualsiasi altra compagnia di intrattenimento.
Un altro titolo Netflix, l’epopea
di gangster di Martin ScorseseThe Irishman, ha raccolto cinque
nomination ai Globes, pareggiando con C’Era una
volta a Hollywood di Quentin
Tarantino. Chernobyl di
HBO ha pareggiato con i due show Netflix a quattro nomination.
Il risultato delle nomination
annunciate nella mattinata losangelina del 9 dicembre, è un segno
di un nuovo ordine mondiale a Hollywood, che è sempre più dominato
dai servizi di streaming. Insieme a Netflix, Hulu e Amazon Prime
hanno di che festeggiare, con le nomination a
Catch-22 e a La Favolosa
Signora Maisel, mentre Apple raccoglie consensi
per The Morning Show.
Intanto, mentre Disney ha già
lanciato Disney + in Nord America e Olanda, Comcast e WarnerMedia
stanno preparando i loro sfidanti, Peacock e HBOMax.
La corsa alla regia cinematografica
non ha incluso nessuna regista donna, escludendo artisti del
calibro di Greta Gerwig per il suo lavoro in
Piccole donne o Lulu
Wang per The Farewell – Una Bugia Buona. La
categoria vede comunque una serie di nomi di grandissimo prestigio:
Tarantino, Scorsese, Jong-Ho, Mendes e Phillips.
Visto che i Golden Globes
2020 dividono le categorie comedy/musical e drama,
C’era una volta a Hollywood concorrerà
contro Jojo Rabbit, Cena con Delitto,
Dolemite is My Name e Rocketman. Mentre The
Irishman se la vedrà con 1917,
Storia di un Matrimonio, I
due papi e Joker.
La cerimonia annuale, ospitata
dalla Hollywood Foreign
Press Association, è la tappa più divertente della
maratona della stagione dei premi, e non sempre rappresenta uno
specchio di quello che accadrà ali Oscar, vista proprio la
divisione in due categorie dei film che partecipano.
L’edizione 2020 promette di essere
costellata di stelle di altissimo livello, alla luce di una
stagione cinematografica ricca di titoli di grande pregio. Se la
categoria drammatica per il migliore attore vede lo scontro
titanico tra Christian Bale (Le
Mans ’66), Adam Driver
(Storia di un Matrimonio),
Joaquin Phoenix (Joker),Antonio
Banderas (Dolor
y Gloria), insieme al decano Jonathan
Pryce (I due papi), quella per
il migliore attore comico vede Daniel Craig,
improbabile investigatore di Cena con
Delitto, confrontarsi con Leonardo
DiCaprio (C’era una volta a
Hollywood), Taron Egerton
(Rocketman), Eddie
Murphy (Dolemite Is My Name) e
Roman Griffin Davis, il giovane artista che ha
fatto il suo debutto con Jojo Rabbit.
La categoria per la migliore
attrice in una commedia/musical è un bel misto, con
Cate Blanchett (Che fine ha fatto,
Bernadette) ed Emma Thompson
(E poi c’è
Katherine), che si scontrano con le stelle
nascenti Awkwafina (The Farewell – Un
Bugia Buona) Ana de Armas
(Cena con Delitto) e Beanie
Feldstein (Booksmart). La
migliore attrice drammatica, invece, presenta una rosa altrettanto
interessante: Cynthia Erivo (Harriet),Scarlett Johansson
(Storia di un matrimonio),
Saoirse Ronan (Piccole
donne) e due mutaforma Charlize Theron
(Bombshell) e Renée Zellweger
(Judy), qui onorate per le camaleontiche
interpretazioni di Megyn Kelly e Judy Garland.
Trai grandi esclusi, annoveriamo
Robert De Niro e Adam Sandler,
che hanno ottenuto alcune delle migliori recensioni delle loro
carriere per il loro lavoro in The
Irishman e Uncut Gems, ma
non sono riusciti a raggiungere la cinquina. Allo stesso modo,
Sandra Oh, una vincitrice dell’anno scorso per
Killing Eve, è stata esclusa. Forse il
più scioccante è stato il fatto che When They See
Us, di Ava DuVernay sul caso del
jogger di Central Park, è stato completamente ignorato dai
Golden Globes 2020, nonostante il diffuso plauso
della critica.
Nella migliore interpretazione di
un’attrice in una serie televisiva drammatica, Jodie
Comer è in competizione con artisti del calibro di
Jennifer Aniston (The Morning
Show), Olivia Colman
(The
Crown), Nicole Kidman
(Big Little Lies) e Reese
Witherspoon, riconosciuta per il suo ruolo in
The Morning Show. Le concorrenti come
migliore attrice nella categoria di una serie comica sono
Christina Applegate (Dead to
Me), Rachel Brosnahan
(La favolosa signora Maisel),
Kirsten Dunst (On Becoming a God in
Central Florida), Natasha Lyonne
(Russian Doll) e Phoebe
Waller-Bridge (Fleabag).
La categoria miglior attore di una
serie comica comprende attori come Michael Douglas
(The Kominsky Method) e Paul
Rudd (Living with Yourself), che
sono però meglio conosciuti per il loro lavoro sul grande schermo.
Si scontreranno con Bill Hader
(Barry), Ben Platt
(The Politician) e Ramy Youssef
(Ramy). E mentre Game of
Thrones è stato ampiamente trascurato dagli elettori
di Globes, la star Kit Harrington è riuscita a
mettere a segno la nomination come miglior attore drammatico. La
sua competizione sarà con Brian Cox
(Succession), Rami
Malek (Mr. Robot),
Tobias Menzies (The
Crown) e Billy Porter
(Pose).
Oltre ai servizi di streaming, ci
sono studios “tradizionali” che hanno comunque fatto la voce grossa
alle nomination ai Golden Globes 2020, tra questi
c’è Sony Pictures, che ha ottenuto otto nomination, oltre a due
candidature per la divisione artistica Sony Pictures Classics.
Disney e Warner Bros. hanno registrato sei nomination a testa, con
Frozen 2 e
Joker. In campo televisivo, l’unica che
può ambire a far paura a Netflix è solo la HBO, che ha conquistato
quindici nomination con Barry, Chernobyl
e Succession.
Per quanto riguarda le serie, oltre
a Game of Thrones che avrebbe meritato un
posto d’onore, almeno per quanto riguarda il suo posto nella storia
produttiva del mezzo, è vergognosa l’assenza di
Euphoria, una delle migliori pagine di
storia recente della tv mai scritte.
La cerimonia di quest’anno sarà
condotta da Ricky Gervais, il creatore di The
Office, che ha presentato i Golden
Globes altre 4 volte e sostituisce la coppia dello scorso
anno, formata da Andy Samberg e Sandra
Oh. La cerimonia andrà in onda il 5 gennaio su NBC.
Ecco il primo trailer di Ghostbusters:
Legacy (Ghostbusters:
Afterlife in originale).
In versione originale:
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale,
composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson,
Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per
ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della
storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle sale
dall’estate 2020 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner
Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche
Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon,
Paul Rudd.
Sinossi:
Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan Reitman, il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre
single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione
con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata
dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman
& Gil Kenan.
Gli Avengers
possono non aver ancora incrociato le strade con gli Eterni
nell’MCU, ma Kevin
Feige ha rivelato che gli Eterni
sono già consapevoli della presenza degli eroi. Sappiamo che
l’attesissimo film con Angelina Jolie e
Kit Harington è la seconda voce della lista della
Fase 4 della Marvel, ma a parte questo, dettagli
come trama e ambientazione sono tenuti nascosti.
Apparendo al CCXP di quest’anno, i
Marvel Studios hanno mostrato i primi filmati degli
Eterni, insieme ad alcuni nuovi filmati di
Black Window, previsto per il 2020.
Il presidente dei Marvel Studios ha anche spiegato
come gli Eterni si relazionano con i più potenti eroi della Terra,
che sono sicuramente destinati a interagire in qualche punto della
narrazione, per un crossover epico.
Comic Book era
presente a una conferenza stampa al CCXP durante la quale
Kevin Feige ha discusso brevemente del rapporto
tra Vendicatori ed Eterni, oltre ad anticipare l’arrivo dei
Celestiali.
“Gli Eterni sanno dell’esistenza
di I Vendicatori. I Vendicatori non sanno molto di Gli Eterni …
eppure. I Celestiali sono una parte importante del MCU, ne abbiamo visti alcuni in
Guardiani della Galassia. Da nessuna
parte li abbiamo però visti nella loro piena potenza, e questo
accadrà ne Gli Eterni”.
Questi commenti ribadiscono che i
Celestiali svolgono un ruolo vitale nella storia, e abbiamo già
visto una loro concept
art. Non è stato elaborato il modo in cui gli Eterni vedono i
Vendicatori o cosa stavano facendo durante gli eventi di
Avengers: Infinity War e
Avengers: Endgame, quindi
sarà interessante vedere se vengono fornite spiegazioni durante il
film in merito a questo buco.
Gli Eterni,
diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast
Angelina Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit Harington (Black
Knight) Kumail Nanjiani (Kingo),
Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak),
Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan
(Sersi) e Don Lee (Gilgamesh).
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come
Eterni e i
mostruosi Devianti, creati da esseri
cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia
d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e
Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6
novembre 2020.
Il trailer di
Wonder Woman 1984 diffuso ieri in
occasione del CCXP di San Paolo in Brasile ha lasciato molti dubbi,
con tanti fan che già parlano di una versione femminile di Thor: Ragnarok.
Vuoi la scelta della musica e per l’ambientazione anni ’80, vuoi
per una questione cromatica e di look, il film sembra
effettivamente ricordare quello di Taika
Waititi.
Tuttavia, sappiamo che la seconda
collaborazione di Gal Gadot e Patty Jenkins riserverà molte
sorprese, a partire dai segreti nascosti nel trailer che potete
scoprire di seguito:
L’amicizia di Diana
con Cheetah
Il trailer di
Wonder Woman 1984 si apre con
una scena che mostra Diana e la sua amica Barbara Minerva, la donna
che è destinata a diventare il supercattivo Cheetah. Questo
ritratto sembra essere vagamente ispirato alla recente serie di
fumetti di Greg Rucka, in cui si è aggiunta una nota di tragedia
alla storia di Cheetah rivelando che era una delle amiche più care
di Diana prima che cadesse in disgrazia.
Le due donne discutono di amori
perduti e le loro prospettive contrastanti fanno luce sulle loro
differenze. Sembra che Diana non abbia mai superato il tempo
trascorso con Steve Trevor nei fatti raccontati in
Wonder Woman, e piange ancora per la sua
perdita; questo elemento può far parte del suo personaggio o può
semplicemente indicare la differenza tra una figlia degli dei con
una memoria molto lunga e un essere umano.
Maxwell Lord, il villain
Cheetah di Kristin
Wiig è stata anticipata come il cattivo principale di
Wonder Woman 1984, ma il trailer è molto
più interessato al Maxwell Lord di Pedro Pascal.
Nei fumetti, Lord è il figlio di un uomo d’affari ricco e benevolo,
profondamente colpito dalla morte di suo padre, che arriva a
credere che il potere fosse la cosa più importante al mondo. Era
particolarmente preoccupato per la possibilità che supereroi come
Superman e Wonder Woman mancassero della responsabilità adeguata ai
loro poteri, tanto che inizialmente è uno dei finanziatori della
Justice League.
La versione DCEU di Maxwell Lord
sembra essere leggermente diversa. Invece di concentrarsi sul
potere, sembra essere centrato sul capitalismo stesso, e in un
centro commerciale offre alla gente la possibilità di ricevere
“tutto ciò che hai sempre desiderato”. Non è chiaro quale sia il
suo prezzo, ma il trailer di Wonder Woman
1984 mostra rapidamente il fatto che non ha certo
buone intenzioni.
Wonder Woman rompe una telecamera
di sicurezza
Una scena chiave del
trailer di Wonder Woman 1984 mostra Diana
che usa il suo diadema per rompere una telecamera di sicurezza. A
prima vista può sembrare un gesto innocuo, ma in realtà è
abbastanza significativo. Una delle storie più famose di Maxwell
Lord è stata liberamente ispirata dal libro di George
Orwell, 1984, una delle distopie politiche più
importanti di tutti i tempi.
Pubblicato nel 1949, il romanzo di
Orwell è ambientato in un futuro distopico del 1984, in cui si
immagina un mondo caduto vittima di una guerra perpetua, una
sorveglianza pervasiva del governo e una propaganda costante.
Questa scena è il primo suggerimento nel trailer che Diana crede di
operare in uno stato di sorveglianza ed è determinata a fuggire. È
interessante notare che la videosorveglianza si è effettivamente
diffusa negli Stati Uniti negli anni ’80 e in quel momento era
particolarmente focalizzata su aree pubbliche come questo centro
commerciale.
“Pensa finalmente di avere tutto
quello che hai sempre desiderato”
Maxwell Lord sembra offrire
a chiunque stia ascoltando la sua trasmissione l’opportunità di
esaudire il desiderio del proprio cuore. La voce fuori campo è
accompagnata da inquadrature di Diana e Barbara Minerva. Diana sta
fissando un aereo mentre vola in alto, senza dubbio ricordando il
pilota Trevor, il suo amore perduto da tempo.
L’inquadratura di Minerva è molto
meno chiara; sembra essere in un laboratorio di qualche tipo. I
lettori di fumetti si renderanno immediatamente conto che può
trattarsi del momento in cui nasce Chetaah. Un report di giugno
suggeriva che il personaggio avrebbe seguito lo stesso arco di
fumetti in Wonder Woman 1984,
inizialmente emulando Diana ma poi tentando di soppiantarla.
Il misterioso ritorno di Steve
Trevor
Il trailer di
Wonder Woman 1984 mostra il misterioso
ritorno di Steve Trevor. Chris Pine ha esordito
nei panni di Steve Trevor in Wonder Woman
e l’eroico pilota ha sacrificato la sua vita per salvare il mondo.
I poteri di Maxwell Lord sembrano averlo resuscitato dai morti e il
suo ritorno lascia Diana scossa fino al midollo.
È interessante notare che questa
riunione avviene in un luogo pubblico, una sorta di incontro
formale a cui Diana partecipa, forse anche sotto copertura. In tal
caso, la domanda non è solo in merito a come Steve sia stato
riportato indietro dalla morte, ma anche perché si è presentato in
questa situazione specifica.
Brother Eye
L’inquadratura successiva
nel trailer di Wonder Woman 1984 è
cruciale, perché conferma che il film è davvero basato sulla storia
più famosa di Maxwell Lord. Ci viene mostrato il Brother Eye, un
enorme satellite che – nei fumetti – è stato creato dallo stesso
Batman per condurre una sorveglianza clandestina su tutto il
pianeta. È anche in grado di assumere il controllo di alcuni eroi
cibernetici, soppiantando le loro volontà.
Con l’aiuto di Lord, Brother Eye
sviluppa strumenti noti come OMAC – One-Man Army Corps. I nanobot
trasformano uomini e donne innocenti in OMAC, potenti guerrieri che
possono persino affrontare uno contro uno Superman o Lanterna
Verde. Il Brother Eye, ovviamente, prende il nome da “Grande
Fratello” in 1984 di George Orwell, e
questo potrebbe spiegare il titolo del film.
Steve Trevor e Wonder Woman nel jet
invisibile?
Ci sono state voci secondo
cui Wonder Woman 1984 introdurrà il jet
invisibile di Diana, e queste voci sembrano apparentemente
confermate dal trailer, che sembra mostrare Diana e Steve Trevor
che volano su di esso attraverso uno spettacolo pirotecnico.
Il jet invisibile è una delle idee
più strane dei fumetti di Wonder Woman, e originariamente
serviva da allegoria per il modo in cui tradizionalmente ci si
aspettava che le donne fossero invisibili nel mondo degli uomini.
La versione a fumetti dell’aereo è stata costruita su Themyscira e
vola a 40 miglia al secondo, ma la sua origine cinematografica e le
sue capacità sono attualmente sconosciute.
Amazzoni in allenamento (su
Bana-Mighdall?)
Il trailer di
Wonder Woman 1984 passa poi ad una serie
di inquadrature con protagoniste le Amazzoni, che si allenano in
una specie di arena; il costume e la scenografia sembrano
leggermente diversi dalla Themyscira dal primo film, forse perché
queste sono in effetti le Amazzoni della remota nazione egiziana di
Bana-Mighdall.
Nei fumetti, questa realtà fu
fondata da un gruppo di Amazzoni che lasciarono Themyscira circa
tremila anni prima; rinunciarono agli dei dell’Olimpo per cercare
vendetta sugli uomini che avevano così danneggiato la loro razza.
Il film Wonder Woman ha esplorato
sottilmente il tema di come le persone rispondono alla violenza,
con Diana che rifiuta di guardare dall’altra parte mentre il mondo
scende in guerra; sarà affascinante vedere in che modo questa tribù
di amazzoni si scaglia per vendetta contro chi ha usato loro
violenza.
Wonder Woman cavalca il
fulmine
Uno dei momenti più
sorprendenti del trailer di Wonder Woman
1984 vede Diana che usa il suo lazo di verità per
cavalcare fulmini nel cielo. È un’abilità che non è mai stata
mostrata nei fumetti, anche se potrebbe avere senso, dato che Diana
dovrebbe essere la figlia di Zeus.
Mentre questa inquadratura è
sorprendente, solleva un spinoso problema di continuità per il
DCEU; perché Wonder Woman non ha mostrato questo potere in
Batman V Superman: Dawn of
Justice o Justice
League? La verità è che Warner Bros. probabilmente
non è troppo preoccupata della continuity.
La Golden Eagle di Wonder
Woman
Il trailer di
Wonder Woman 1984 termina con uno
splendido shot di Diana nella sua nuova armatura “Golden Eagle”.
Questa armatura fu introdotta nella storia di Elseworlds del 1996,
Kingdom Come, con Diana che la indossava per scendere in
guerra in prima linea.
Da allora è stata incorporato nella
continuity della DC Comics, e Diana la indossa praticamente ogni
volta che sta per andare in guerra. L’armatura dell’Aquila reale è
resistente ed efficace e nei fumetti è stata forgiata dalla madre
di Diana, Ippolita. Il DCEU potrebbe cambiare un po’ le cose, dal
momento che Diana potrebbe aver ottenuto l’armatura dopo la sua
visita a Bana-Mighdall.
Dakota Fanning, Susan
Kelechi Watson e Tim Allen insieme agli
ambasciatori dei Golden Globe Dylan e Paris
Brosnan, il presidente della Hollywood Foreign Press
Association Lorenzo Soria hanno annunciato le
nomination ai Golden Globes 2020.
Ecco tutte le nomination ai Golden Globes
2020
Best Performance by an Actor in a Limited Series or
Motion Picture Made for Television
Christopher Abbott (“Catch-22”)
Sacha Baron Cohen (“The Spy”)
Russell Crowe (“The Loudest Voice”)
Jared Harris (“Chernobyl”)
Sam Rockwell (“Fosse/Verdon”)
Best Performance by an Actress in a Limited Series or
Motion Picture Made for Television
Kaitlyn Dever (“Unbelievable”)
Joey King (“The Act”)
Helen Mirren (“Catherine the Great”)
Merritt Wever (“Unbelievable”)
Michelle Williams (“Fosse/Verdon”)
Best Television Limited Series or Motion Picture Made
for Television
“Catch-22″ (Hulu)
“Chernobyl” (HBO)
“Fosse/Verdon” (FX)
The Loudest Voice (Showtime)
“Unbelievable” (Netflix)
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a
Series, Limited Series or Motion Picture Made for
Television
Alan Arkin (“Kominsky Method”)
Kieran Culkin (“Succession”)
Andrew Scott (“Fleabag”)
Stellan Skarsgård (“Chernobyl”)
Henry Winkler (“Barry”)
Best Television Series – Musical or Comedy
“Barry” (HBO)
“Fleabag” (Amazon)
“The Kominsky Method” (Netflix)
“The Marvelous Mrs. Maisel” (Amazon)
“The Politician” (Netflix)
Best Original Score – Motion Picture
Daniel Pemberton (“Motherless Brooklyn”)
Alexandre Desplat (“Little Women”)
Hildur Guðnadóttir (“Joker”)
Thomas Newman (“1917”)
Randy Newman (“Marriage Story”)
Best Screenplay – Motion Picture
Noah Baumbach (“Marriage
Story”)
Bong Joon-ho and Han Jin-won (“Parasite”)
Anthony McCarten (“The Two Popes”)
Quentin Tarantino (“Once
Upon a Time in Hollywood”)
Steven Zaillian (“The
Irishman”)
Best Original Song – Motion Picture
“Beautiful Ghosts” (“Cats”)
“(I’m Gonna) Love Me Again” (“Rocketman”)
“Into the Unknown” (“Frozen II”)
“Spirit” (“The Lion King”)
“Stand Up” (“Harriet”)
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a
Series, Limited Series or Motion Picture Made for
Television
Patricia Arquette (“The Act”)
Helena Bonham Carter (“The
Crown”)
Toni Collette
Meryl Streep (“Big Little Lies”)
Emily Watson (“Chernobyl”)
Best Performance by an Actor in a Television Series –
Musical or Comedy
Michael Douglas (“The Kominsky Method”)
Bill Hader (“Barry”)
Ben Platt (“The Politician”)
Paul Rudd (“Living with Yourself”)
Ramy Youssef (“Ramy”)
Best Performance by an Actress in a Television Series –
Musical or Comedy
Christina Applegate (“Dead to Me”)
Rachel Brosnahan (“The Marvelous Mrs. Maisel”)
Kirsten Dunst (“On Becoming a God in Central Florida”)
Natasha Lyonne (“Russian Doll”)
Phoebe Waller-Bridge (“Fleabag”)
Best Performance by an Actor in a Television Series –
Drama
Brian Cox (“Succession”)
Kit Harington (“Game of Thrones”)
Rami Malek (“Mr. Robot”)
Tobias Menzies (“The Crown”)
Billy Porter (“Pose”)
Best Performance by an Actress in a Television Series –
Drama
Jennifer Aniston (“The Morning Show”)
Olivia Colman (“The Crown”)
Jodie Comer (“Killing Eve”)
Nicole Kidman (“Big Little Lies”)
Reese Witherspoon (“Big Little Lies”)
Best Actor in a Supporting Role in Any Motion
Picture
Tom Hanks (“A Beautiful Day in the Neighborhood”)
Anthony Hopkins (“The Two Popes”)
Al Pacino (“The
Irishman”)
Joe Pesci (“The Irishman”)
Brad Pitt (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Best Actress in a Supporting Role in Any Motion
Picture
Kathy Bates (“Richard Jewell”)
Annette Bening (“The Report”)
Laura Dern (“Marriage Story”)
Jennifer Lopez (“Hustlers”)
Margot Robbie (“Bombshell”)
Best Actor in a Motion Picture – Musical or
Comedy
Daniel Craig (“Knives Out”)
Roman Griffin Davis (“Jojo Rabbit”)
Leonardo DiCaprio (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Taron Egerton (“Rocketman”)
Eddie Murphy (“Dolemite Is My Name”)
Best Motion Picture – Animated
“Frozen II” (Disney)
“How to Train Your Dragon: The Hidden World” (Universal)
“Missing Link” (United Artists Releasing)
“Toy Story 4” (Disney)
“The Lion King” (Disney)
Best Director – Motion Picture
Bong Joon-ho (“Parasite”)
Sam Mendes (“1917”)
Todd Phillips (“Joker”)
Martin Scorsese (“The Irishman”)
Quentin Tarantino (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Best Actor in a Motion Picture – Drama
Christian Bale (“Ford v Ferrari”)
Antonio Banderas (“Pain and Glory”)
Adam Driver (“Marriage Story”)
Joaquin Phoenix (“Joker”)
Jonathan Pryce (“The Two Popes”)
Best Actress in a Motion Picture – Musical or
Comedy
Awkwafina (“The Farewell”)
Ana de Armas (“Knives Out”)
Cate Blanchett (“Where’d You Go, Bernadette”)
Beanie Feldstein (“Booksmart”)
Emma Thompson (“Late Night”)
Best Television Series – Drama
“Big Little Lies” (HBO)
“The Crown” (Netflix)
“Killing Eve” (BBC America)
“The Morning Show” (Apple TV Plus)
“Succession” (HBO)
Best Actress in a Motion Picture – Drama
Cynthia Erivo (“Harriet”) Scarlett Johansson (“Marriage Story”)
Saoirse Ronan (“Little Women”)
Charlize Theron (“Bombshell”)
Renée Zellweger (“Judy”)
Best Motion Picture – Musical or Comedy
“Once Upon a Time in Hollywood” (Sony)
“Jojo Rabbit” (Fox Searchlight)
“Knives Out” (Lionsgate)
“Rocketman” (Paramount)
“Dolemite Is My Name” (Netflix)
Best Motion Picture – Drama
“The Irishman” (Netflix)
“Marriage Story” (Netflix)
“1917”
(Universal)
“Joker” (Warner Bros.)
“The Two Popes” (Netflix)
È giunta al giro di boa la 29ma
edizione del Noir in Festival che dopo l’esordio a Como si
concluderà a Milano la sera di mercoledì 11
dicembre con l’anteprima de Il mistero Henri
Pick(Le mystère Henri
Pick) (ore 21:30 – IULM 6, Auditorium), in sala dal
19 dicembre per I Wonder Pictures.
Fabrice Luchini e
Camille Cottin sono i protagonisti della pellicola
diretta da Rémi Bezançon, adattamento cinematografico dell’omonimo
romanzo di David Foenkinos, che ruota attorno alla figura di un
misterioso scrittore e del suo romanzo: come ha fatto Henri Pick,
semplice pizzaiolo, a scrivere un libro che in breve tempo diventa
bestseller? Chi si nasconde dietro la sua identità? Una commedia
brillante e sorprendente, piena di colpi di scena e rivelazioni
inaspettate, perfetta conclusione di quel viaggio dalla letteratura
al cinema, dalle parole alle immagini e, viceversa, che quest’anno
il Noir in Festival celebra assieme a SIAE.
Per la mattinata di martedì 10, il
Noir in Festival rende omaggio a due registi che nella loro
carriera si sono ampiamente confrontati, seppur in maniera diversa,
con il genere: il primo è Claudio Bonivento, a cui
quest’anno va il Premio Luca Svizzeretto, che
racconterà la sua esperienza di regista e produttore tra cinema e
televisione (ore 10:00 a IULM 6, sala dei 146). A seguire
Fulci Talks, un incontro con la regista Antonietta
De Lillo e il critico Marcello Garofalo dedicato alla riscoperta di
un maestro del genere come Lucio Fulci (ore 11:00
– IULM 6, sala dei 146).
Per il Premio Caligari scendono in
campo 5 è il numero perfetto, esordio di
Igort dietro la macchina da presa ispirato all’omonima graphic
novel dell’autore, che sarà presentato in sala dall’attore da
Lorenzo Lancellotti (ore 17:00 – IULM 6,
Auditorium), e Gli uomini d’oro,
intrigante noir metropolitano diretto da Vincenzo
Alfieri (presente in sala) ispirato a un fatto di cronaca
accaduto a Torino nel 1996 (ore 22:00 – IULM 6, Auditorium).
Arrivano invece dall’America Latina
i due film del concorso internazionale in programma martedì 10
dicembre: 4X4 di Mariano Cohn (ore 15:00
– IULM 6, Auditorium) è una pellicola avvincente all’interno di un
fuoristrada lussuoso che si trasforma in un bunker da cui è
impossibile fuggire, mentre il brasiliano
Bacurau (ore 19.30 – IULM 6, Auditorium)
racconta dei fatti strani che si verificano in un piccolo villaggio
in seguito alla morte della matriarca.
Infine, a partire dalle ore 18:00
presso la Feltrinelli di Piazza Duomo, Gianrico
Carofiglio (La misura del tempo,
Einaudi) e Antonio Moresco (Canto di
D’Arco, SEM) dialogheranno su letteratura e
generi.
Arriverà al cinema dal 24 Dicembre
distribuito da Bim
DistributionThe Farewell – Una Bugia Buona,
diretto da Lulu Wang e con protagonista
Awkwafina.
Con The Farewell – Una
bugia buona, premio del pubblico al Sundance London e
applaudito all’ultima Festa del Cinema di Roma, la
sceneggiatrice/regista Lulu Wang ha creato un’intima celebrazione
del ruolo che ognuno di noi ha nella famiglia e, insieme, del modo
in cui la viviamo nel profondo, intrecciando con maestria il
ritratto garbatamente ironico della bugia in azione e il racconto
toccante di ciò che nella famiglia può unirci e renderci più forti,
spesso a dispetto di noi stessi.
The Farewell – Una Bugia Buona: trailer
La trama del film The Farewell – Una Bugia Buona
Billi (Awkwafina), nata in Cina e
cresciuta negli Stati Uniti, tornata a malincuore a Changchun,
scopre che in famiglia tutti sanno che alla sua amata nonna restano
solo poche settimane di vita, ma hanno deciso di tenere nascosta la
verità alla diretta interessata.
Per proteggere la sua serenità, si
riuniscono con il festoso espediente di un matrimonio affrettato.
Avventurandosi in un campo minato di aspettative e convenevoli di
famiglia, Billi scopre che, in realtà, ci sono molte cose da
festeggiare: l’occasione di riscoprire il Paese che ha lasciato da
bambina, il meraviglioso spirito di sua nonna e i legami che
continuano ad unire anche quando c’è molto di non detto.
The Farewell – Una Bugia Buona, il film
Tutto inizia quando Bill,
un’aspirante artista di New York che a stento conosce la Cina dove
è nata, si unisce al viaggio dei suoi genitori e dei parenti venuti
da ogni parte del mondo per rendere l’estremo saluto alla matriarca
della famiglia. I dottori li hanno informati che a Nai-Nai
(mandarino per nonna) restano solo pochi mesi di vita, la diretta
interessata ignora però la sua sorte, e la famiglia si adopera
affinché lei ne resti assolutamente all’oscuro. Invece di dirle
come stanno le cose, fingono che vada tutto bene, e spiegano a
Nai-Nai di essersi riuniti tutti non certo per dirle addio, ma per
festeggiare un felice, sebbene alquanto repentino, matrimonio.
Per Bill, imbevuta di cultura e
indipendenza americane, il piano contravviene sicuramente ad ogni
logica e probabilmente anche ad ogni etica. Eppure eccola lasciare
New York, nel peggiore dei momenti, spinta dal bisogno di vedere
Nai-Nai un’ultima volta, ma impossibilitata a spiegarle la ragione
della sua visita improvvisa. I maldestri tentativi di Bill di
tener fede alla bugia, mentre naviga in un mare di differenze
generazionali e culturali, creano momenti di comicità dal gusto
secco e spumeggiante come lo champagne per il brindisi del
matrimonio. Ma c’è anche una corrente più profonda che scorre
sotto la superficie: perché l’espediente del viaggio di Bill ritrae
ciò che le famiglie tengono celato e ciò che invece rivelano, ciò
che la famiglia esige da ognuno, e ciò che ognuno, in cambio, ne
riceve.
Wang tratta il tema con un misto di
leggerezza e gravità che rispecchia le emozioni che si
provano in certe riunioni familiari a cui non si è sicuri di
riuscire a sopravvivere, e che pure restano indimenticabili.
Una nuova anteprima di
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, l’attesissimo episodio finale della
celebre saga fantascientifica, verrà presentata in esclusiva
all’interno di Fortnite.
Dopo aver lanciato la trilogia
sequel nel 2015 con Il Risveglio della Forza,J.J.
Abrams torna dietro la macchina da presa con
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, film
che chiuderà ufficialmente non soltanto la nuova trilogia, ma anche
l’intera saga degli Skywalker, iniziata nel lontano 1977.
Per celebrare l’arrivo nelle sale di
tutto il mondo dell’attesissimo Episodio IX (in Italia dal 18
dicembre), nuove immagini esclusive del film verranno mostrate ai
fan della saga e a tutti gli appassionati di videogame: il prossimo
14 settembre, infatti, basterà accedere all’area “Rapide Rischiose”
del noto videogioco e godere – a partire dalle 20:00 (ora italiana)
– di una scena esclusiva tratta proprio da L’Ascesa di
Skywalker, che verrà introdotta nientemeno che da J.J.
Abrams. Il collegamento partirà dalle 19:30 (ora
italiana).
Non è la prima volta che la casa di
sviluppo di videogiochi Epic Games unisce le forze
con la Disney e la Lucasfilm per
promuovere la saga di Star Wars: già in passato,
una partnership tra la realtà videoludica e il media franchise –
partnership che ha visto sempre il coinvolgimento di
Fortnite – era stata stretta per l’arrivo del
videogioco Star Wars Jedi: Fallen
Order.
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Arriva via Twitter la
conferma che anche Peter Sarsgaard si unisce al
cast di The
Batman. Matt Reeves in persona
ha pubblicato un tweet in cui dà il benvenuto all’attore nel suo
cast.
L’annuncio però non riporta
l’identità del personaggio che Sarsgaard interpreterà; potrebbe
essere il vice commissario Peter Grogan, oppure, come dice THR, si
potrebbe trattare di un poliziotto corrotto di nome Wasserman o un
procuratore distrettuale. In caso dell’ultima ipotesi, è chiaro
che, parlando di procuratore distrettuale, nel mondo di Batman, il
nome che salta alla memoria è Harvey Dent, già visto sul grande
schermo con il volto di Aaron Eckart. Nulla però è
confermato.
Questo non è il primo ruolo di
Sarsgaard in un film DC. In precedenza l’attore figlio e fratello
d’arte ha interpretato Hector Hammond in Lanterna
Verde del 2011.
Il cast di The
Batman è formato da molti volti
noti: Andy Serkis sarà Alfred e Colin
Farrell sarebbe in trattative per interpretare Oswald
Chesterfield aka Pinguino, Zoe Kravitz (la nuova
Catwoman dell’universo DC), Jeffrey Wright
(commissario Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista),
infine John Turturro sarà il boss Carmine
Falcone.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di
Batman v Superman: Dawn of Justice,
Justice League, Wonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita
nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The Batman esplorerà un caso di
detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone
iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere
nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il
mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di
Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Una nuova concept art di
Avengers: Endgame suggerisce
che l’arco narrativo del personaggio di Thanos
sarebbe potuto essere diverso rispetto a quello che abbiamo visto
nel cinecomic di Anthony
e Joe Russo.
Negli ultimi film dedicati ai
Vendicatori – Avengers: Infinity War e
Avengers: Endgame – abbiamo visto due
diversi lati del temibile Titano Pazzo, il Thanos-guerriero in
Endgame e il Thanos-filosofo in Infinity War, e
questo grazie all’espediente narrativo dei viaggi nel tempo, con il
celebre villain che in Endgame proviene direttamente dal
2014.
Le due personalità di Thanos
L’idea alla base della backstory di
Thanos era che il personaggio del 2014 fosse un brutale signore
della guerra. Nei successivi quattro anni sarebbe poi maturato,
assumendo un atteggiamento più filosofico e contemplativo. Una
volta entrato in possesso delle Gemme dell’Infinito, Thanos sarebbe
diventato più fiducioso, tanto da abbandonare l’uso dell’armatura e
della misteriosa spada che avrebbe persino distrutto lo scudo di
Captain America.
Un simile arco narrativo appare però
abbastanza forzato, visto e considerato che le due versioni della
personalità del Titano Pazzo non sembrano coincidere. Inoltre, un
salto temporale di quattro anni non sembra essere un lasso di tempo
abbastanza sufficiente da permettere una trasformazione del
personaggio così drastica.
Un’origine più funzionale per il
Titano Pazzo
Ci sono alcune prove che
suggeriscono che i piani originali della Marvel per il personaggio di Thanos
in Avengers: Endgame avrebbero garantito
un arco narrativo molto più organico e funzionale. La nuova concept
art del film suggerisce che in origine i Vendicatori avrebbero
incontrato una versione precedente di Thanos, quella di un circa un
decennio fa.
La concept art mostra inoltre una
versione precedente di Nebula, recentemente adottata dal Titano
Pazzo. L’artista dietro la concept art, Andy Park, spiega che
questa versione di Nebula è in realtà quella del personaggio prima
che venisse torturato e ricostruito da Thanos.
Ad ogni modo, è importante ricordare
che Thanos aveva già operato delle sperimentazioni su Nebula
durante la sua adolescenza, una sorta di punizione per l’incapacità
della supercriminale aliena di sconfiggere la sorella Gamora
durante i combattimenti.
Il viaggio originale di Thanos in
Avengers: Endgame
La prima versione del Titano Pazzo
sarebbe stata il Thanos-guerriero, ossia il signore della guerra
che distrugge infiniti mondi in tutta la galassia, ma anche colui
che tortura sadicamente le figlie adottate che ha tanto professato
di amare. Probabilmente, nel corso degli anni, il Thanos che
abbiamo visto in Avengers: Endgame avrebbe cominciato a
rimurginare suoi metodi e al fatto che non stessero effettivamente
portando a nulla: al contrario, sentirebbe che nonostante tutti i
suoi sforzi, la crescita della popolazione starebbe raggiungendo
livelli di estinzione cosmica.
Così, Thanos si sarebbe ritirato
dalle sue brutali azioni di sterminio, focalizzando la sua
attenzione e le sue energie sull’acquisizione delle Gemme
dell’Infinito. D’altronde, è proprio quando entra in gioco la
conquista delle Gemme che Thanos si alza dal suo trono e decide di
sconfiggere i Vendicatori. Così, l’intero periodo di tempo fa
sembra il suo arco narrativo qualcosa di molto più naturale, oltre
ad essere molto meno forzato di quello che abbiamo visto sul grande
schermo.
Kevin Feige ha
confermato che il multiverso sarà la chiave per il futuro del
MCU. Concludendo la
Infinity Saga, composta di 23 film, con
Avengers: Endgame
(considerando Spider-Man: Far From Home un
epilogo), il franchise Marvel è sull’orlo della
transizione mentre si preparano a dare il via alla Fase 4, il
prossimo anno, con Black Widow.
Mentre Scarlett Johansson e Cate
Shortland presenteranno al pubblico un film ambientato
sulla Terra, i fan possono aspettarsi che l’universo condiviso
affronti concetti più insoliti mentre progredisce.
L’idea del multiverso non è nuova al
MCU. Far From Home ha introdotto il
concetto, sebbene si sia rivelato nient’altro che uno stratagemma
del cattivo, Mysterio (Jake Gyllenhaal), per
ingannare Peter Parker / Spider-Man (Tom Holland).
Tuttavia, ha preparato il pubblico alla possibilità che il
franchising esplorerà il concetto, ad un certo punto. E se i
recenti commenti di Feige sono un’indicazione, non sarà un’attesa
troppo lunga.
Apparendo al CCXP in Brasile per
presentare i piani dei Marvel Studios per la Fase 4, Feige ha parlato
del multiverso e di come questo sarà il prossimo passo
nell’evoluzione del MCU. Doctor Strange e il
Multiverso della follia giocheranno un ruolo
fondamentale nell’aprire completamente il franchise a tale concetto
e ha persino condiviso il fatto che il film influenzerà alcuni dei
prossimi progetti cinematografici in programma, oltre che delle
serie nel catalogo di Disney +:
“Quando abbiamo iniziato a
costruire il MCU, tutto riguardava Tony Stark.
Presentare al mondo sia Tony che la sua armatura. Poi [abbiamo]
continuato a insegnare alle persone cosa erano gli Asgardiani e
abbiamo insegnato loro a conoscere i super soldati, quindi riunirli
in Avengers. Ho sempre amato i film ambientati nello spazio e ho
sempre amato i grandi racconti intergalattici, motivo per cui
abbiamo fatto Guardiani e il pubblico ci ha seguiti fino a rendere
possibile un film come Endgame. Ho sempre voluto fare viaggi nel
tempo, che alla fine lo abbiamo fatto in Endgame. Il multiverso è
il prossimo passo nell’evoluzione del MCU e Doctor Strange nel
Multiverso della follia lo aprirà in modi che avranno
ripercussioni su una serie Disney + , che non è WandaVision, e sui film successivi in un modo
molto divertente”.
Non sorprende che questa sia la
strada da percorrere per far avanzare l’MCU. Nel corso degli anni, hanno
anticipato e circuito l’idea del multiverso, con Doctor
Strange e con Ant-Man, e ora è il caso di
esplorare questa potenzialità. Inoltre, l’imminente inserimento
degli X-Men nel franchise rende fondamentale
l’utilizzo di uno stratagemma che possa permettere a Feige e al suo
studio di introdurre personaggi e storie senza vanificare il
perfetto funzionamento temporale del primo blocco narrativo del
MCU.
Per quanto riguarda i cambiamenti e
le conseguenze che il multiverso avrà su una serie Disney + in
particolare, possiamo essere quasi certi che si tratterà della
serie dedicata a Loki, già annunciata, e
che in questo modo potrebbe portare il giusto riequilibrio nella
storyline del personaggio che in Endgame ha “un’altra possibilità”
dopo la fuga con il Tesseract (Gemma dello Spazio).
Insieme al primo trailer ufficiale
di Wonder Woman
1984, la Warner Bros. ha presentato al
Brazilian Comic Con anche un gustosissimo filmato
contenente alcune immagini esclusive tratte dai titoli della major
in arrivo il prossimo anno, incluso l’attesissimo
Godzilla vs Kong.
Il filmato è sfortunatamente molto
breve, ma le immagini riguardanti Godzilla vs
Kong ci permettono di dare un primo sguardo ai due
iconici mostri che saranno al centro della storia raccontata da
Adam Wingard: è interessante notare che le
dimensioni del gigante Godzilla sono decisamente più grandi
rispetto alla versione vista nel film Kong: Skull
Island.
Potete vedere il breve filmato, che
racchiude le immagini di Godzilla vs Kong
in cui i due iconici mostri combattono l’uno contro l’altro,
CLICCANDO QUI.
Legendary Pictures, di comune
accordo con Warner Bros., distribuirà il film non più il 13 marzo
2020, ma il 20 novembre 2020. Al timone del progetto figura
Adam Wingard, mentre nel cast figureranno
Julian Dennison, Brian Tyree Henry, Alexander
Skarsgard e Demian Bichir.
L’ultimo capitolo del
franchise, Godzilla: King of
Monsters, è stato diretto da Michael
Dougherty e vede nel cast Millie Bobby
Brown(Stranger Things), Vera
Farmiga(The Conjuring), Bradley
Whitford, Thomas Middleditch, O’Shea Jackson
Jr., Ken
Watanabe e Sally Hawkins.
Dopo il successo globale
di Godzilla e Kong: Skull Island,
Godzilla: King of Monsters è arrivato nei
cinema allargando la trama dell’universo cinematografico nato dalla
collaborazione di Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures. Il
film racconta infatti l’epico scontro tra Godzilla e alcuni dei
mostri più popolari nella storia della cultura pop seguendo gli
eroici sforzi dell’agenzia cripto-zoologica Monarch di combattere
questa batteria di mostri giganteschi.
LEGGI
ANCHE – Godzilla II – King of the Monsters:
la recensione
Secondo della fortunata trilogia
cinematografica tratta dai romanzi di E. L. James,
Cinquanta
sfumature di nero è un film del 2017 per la regia
di James Foley. Con un buon successo al
botteghino, il film si è affermato in breve per essere un degno
sequel del primo film, portando avanti la celebre storia d’amore
tra i due protagonisti ed esplorandone nuovi aspetti.
Ecco 10 cose che non sai di
Cinquanta sfumature di nero.
Cinquanta sfumature di nero: la
trama del film
1. Racconta un nuovo
capitolo della storia tra i due celebri amanti. Christian
Grey, protagonista del film, cerca di persuadere Anastasia a
tornare nella propria vita dopo che questa gli aveva detto addio.
Tuttavia alcune figure misteriose, proveniente dal suo passato,
tentano di ostacolare la loro vita sentimentale, rischiando di
minare le loro speranze di un futuro insieme.
Cinquanta sfumature di nero: il
cast del film
2. Due giovani e celebri
attori hanno il ruolo dei protagonisti. Il ruolo di
Christian Grey è stato nuovamente interpretato dall’attore
Jamie Dornan, mentre nel ruolo di Anastasia vi è
ancora una volta l’attrice Dakota
Johnson. Arricchiscono il cast le attrici Kim
Basinger e Bella Heathcote.
3. Jamie Dornan si è
allenato molto di più per il ruolo. L’attore ha dichiarato
di non essere rimasto entusiasta del suo fisico nel primo film, e
così per questo secondo capitolo ha chiesto più tempo per potersi
allenare e raggiungere la forma desiderata.
4. Entrambi i protagonisti
avevano dei rituali prima di girare le loro scene.
L’attrice Dakota Johnson ha rivelato che prima di
girare le scene di sesso previste nel film, lei era solita bere un
bicchiere di vino, mentre Dornan si esercitava con flessioni e
addominali. Inoltre i due hanno rivelato di aver scambiato lunghe
conversazioni per poter entrare nel mood di tali scene.
5. Secondo alcune voci
Jamie Dornan non sarebbe tornato per il ruolo. Dopo
l’uscita del primo film, alcune rumor sembravano annunciare un
ritiro da parte dell’attore nei confronti del personaggio di
Christian Grey. Prima di iniziare le riprese di questo secondo
capitolo, tuttavia, l’attore stesso ha smentito tali voci,
affermando di essere molto devoto al franchise.
Cinquanta sfumature di nero: è
tratto dall’omonimo libro
6. È la trasposizione
dell’omonimo romanzo. Cinquanta sfumature di nero
è il secondo capitolo della trilogia scritta dall’autrice inglese
E. L. James, pubblicato nel 2012. Il romanzo, di
genere erotico, ha ottenuto un ottimo successo di pubblico,
spingendo la Universal Pictures a confermare la trasposizione ancor
prima che uscisse il primo capitolo cinematografico di tale
trilogia.
Cinquanta sfumature di nero: le
canzoni del film
7. È composto da celebri
brani. Per un film di questo tipo è importante avere la
giusta colonna sonora, che possa costruire un’atmosfera adeguata
agli eventi di cui si narra. In particolare è diventata molto
popolare la canzone interpretata da ZAYN e
Taylor Swift, intitolata I Don’t Wanna Live
Forever. Altri celebri brani sono Not Afraid Anymore
di Halsey, One Woman Man di John
Legend e Bom Bidi Bom di Nick
Jonas e Nicki Minaj.
Cinquanta sfumature di nero: dove
vederlo
8. Il film è presente in
streaming. Per gli appassionati del film, sarà possibile
rivederlo sulle piattaforme in cui questo è presente, ovvero
Rakuten TV, Chili, TIM Vision, Google Play, Infinity e Apple
iTunes. Per guardarlo basterà noleggiare o acquistare il singolo
film, oppure se richiesto sottoscrivere un abbonamento alla
piattaforma.
Cinquanta sfumature di nero: film
simili
9. Esistono diversi film
simili per tematiche. Oltre a 50 sfumature di
nero esistono numerosi film incentrati
sull’amore passionale tra i due protagonisti. Oltre agli altri due
capitoli della trilogia, Cinquanta sfumature
di grigio (2015) e Cinquantasfumature di rosso (2018), si citano anche 9
settimane e ½ (1986), Basic Instinct (1992), Io
prima di te (2016), Addicted (2014), After
(2019), e Unforgettable (2017).
Cinquanta sfumature di nero: le
frasi più belle del film
10. È ricco di frasi
passionali. Tratto da un romanzo erotico, il film non può
che contenere numerose frasi ad effetto, in grado di far trasparire
il desiderio dei protagonisti e scatenare l’immaginazione dello
spettatore. Ecco alcune delle frasi più belle del film.
– Ho paura. Lo so che dici che
io ti basto. Ma ci sono certe cose che sei abituato a ottenere, che
io non sarò mai, mai, mai e poi mai capace di darti. E forse può
andare bene, per ora, ma… (Anastasia)
– Questa volta niente regole,
niente punizioni e… nessun segreto. (Anastasia)
– Voglio che torni da me. Non
sono molto bravo in questo. Non volevo rifare un tentativo.
(Christian Grey)
Giunta negli Stati Uniti in cerca di
successo nel mondo dello spettacolo, l’attrice australiana
Yvonne Strahovski si è in breve affermata grazie
ai suoi ruoli in alcune serie TV di successo, approdando in seguito
anche al cinema. Con il tempo l’attrice ha avuto modo di far
maturare il suo talento, ottenendo il plauso della critica.
Nominata ad importanti premi per il suo ruolo nella serie The
Handsmaid’s Tale, la Strahovski è oggi tra le più richieste
attrici della sua generazione, pronta ad affrontare nuovi ruoli e
generi per provare la sua versatilità.
Ecco 10 cose che non sai su
Yvonne Strahovski.
Yvonne Strahovski: i film e le
serie TV
1. È diventata celebre
grazie ai suoi ruoli televisivi. L’esordio televisivo per
l’attrice avviene nel 2005 con la serie Headland, in
cui recita fino al 2006. Nel 2007 viene scelta per ricoprire il
ruolo di Sarah Walker nella serie Chuck, dove recita fino
al 2012. Successivamente l’attrice appare in diversi episodi della
serie Dexter (2012-2013), dove recita accanto
all’attore Michael C.
Hall, in 24: Live Another Day (2014) e in
The Astronaut Wives Club (2015). Dal 2017 ricopre il ruolo
di Serena Joy nella serie The Handsmaid’s Tale.
2. Ha recitato anche al
cinema. L’attrice esordisce sul grande schermo con il film
Gone – Passaggio per l’inferno (2007), per poi recitare in
The Canyon (2009), So che ci sei (2010), Killer Elite
(2011), Parto con mamma (2012), I, Frankenstein
(2014), Chiudi gli occhi (2016), Manhattan Night
(2016), The Predator
(2018) e Angel of Mine (2019).
Yvonne Strahovski è su
Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 749 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
realizzate in momenti di svago, in compagnia di amici e colleghi.
Non mancano tuttavia anche foto tratte dalle premiere a cui
l’attrice ha preso parte, o immagini promozionali dei suoi progetti
da interprete.
Yvonne Strahovski ha un marito
4. Si è sposata in gran
segreto. Dopo sei anni di relazione sentimentale,
l’attrice ha sposato nel 2017 l’attore Tim Loden.
L’anno seguente i due annunciano tramite i rispettivi account
social di aspettare il loro primo figlio.
Yvonne Strahovski e Zachary
Levi
5. Hanno avuto una
relazione. Stando a quanto riportato da alcuni giornali di
gossip, i due attori avrebbero avuto una relazione durante le prime
due stagioni della serie, per poi lasciarsi tuttavia durante le
riprese della terza.
Yvonne Strahovski in Chuck
6. Fu scelta per la sua
grande chimica con il protagonista. L’attrice fu
sottoposta ad un provino con l’attore Zachary
Levi, e grazie alla grande chimica di coppia la Strahovski
ottenne il ruolo, trasferendosi così stabilmente negli Stati Uniti
per portare avanti la sua carriera.
Yvonne Strahovski in Dexter
7. È stata il più importante
amore del protagonista. Nel corso della serie
Dexter il personaggio protagonista si imbatte in diverse
relazioni, ma nessuna è stata più significativa di quella con
Hannah McKay, interpretata dalla Strahovski. Con lei infatti il
personaggio ha finalmente potuto essere sé stesso, ritrovandosi
veramente innamorato.
8. Ha amato la forza del
personaggio. L’attrice, comparsa nella settima e
nell’ottava stagione della serie, ha dichiarato di essere rimasta
particolarmente entusiasta del ruolo. Di Hannah l’attrice ha
apprezzato la sua crescita emotiva, che l’ha portata ad acquisire
maggior consapevolezza di sé.
Yvonne Strahovski: il suo 2019
9. Ha recitato nuovamente in
televisione. Nel 2019 l’attrice riprende il ruolo di
Serena Joy Waterford nella serie The Handmaid’s Tale. Per tale ruolo
ottiene, nel gennaio di quest’anno, una nomination come miglior
attrice non protagonista ai premi Golden Globe.
Yvonne Strahovski età e
altezza
10. Yvonne Strahovski è nata
a Sydney, Australia, il 30 luglio 1982. L’altezza
complessiva dell’attrice è di 176 centimetri.
L’attore Justin
Theroux si è negli anni affermato come interprete tanto di
commedie quanto di ben altri generi, dimostrando una versatilità
che è sempre stato il suo punto di forza. Attivo tanto al cinema
quanto in televisione, Theroux ha guadagnato con i suoi ruoli il
favore del pubblico e della critica. Personalità dalle mille
abilità, nel corso della sua carriera ha ricoperto anche ruoli come
quello di sceneggiatore, regista, doppiatore e produttore.
Ecco 10 cose che non sai di
Justin Theroux.
Justin Theroux: i suoi film
1. Ha recitato in
lungometraggi di diverso genere. L’attore debutta al
cinema nel 1996 con il film Ho sparato a Andy Warhol.
Negli anni successi ottiene ruoli di rilievo nei film Romy &
Michelle (1997), Party fatale (1997), American
Psycho (2000), Il club dei cuori infranti (2000), per
poi affermarsi con il film Mulholland Drive (2001). Ancor
più popolarità arriva con il film Zoolander (2001).
L’attore partecipa a questo punto a celebri film come Charlie’s
Angels – Più che mai (2003), Duplex – Un appartamento per
tre (2003), Miami Vice (2006), Inland Empire –
L’impero della mente (2006), Sua Maestà (2011),
Zoolander 2
(2016), La ragazza del
treno (2016), dove recita accanto all’attrice Emily
Blunt, Star Wars: Gli ultimi
Jedi (2017), Mute (2018), Il tuo ex non muore
mai (2018) e Una giusta causa (2018).
2. Ha recitato anche in
televisione. Nel corso della sua carriera l’attore si è
affermato anche per diversi ruoli televisivi, recitando in episodi
di serie come Ally McBeal (1998), Sex and the
City (1998-1999), The District (2000-2002),
Alias (2003), Sex Feet Under (2003-2004),
John Adams (2008), Parks and Recreation (2010).
Tra i ruoli per cui è più conosciuto in TV si hanno quello di Kevin
Garvey in The Leftovers (2014-2017) e del dottor James K.
Mantleray in Maniac (2018), dove recita accanto agli
attori Jonah
Hill e Emma
Stone.
3. Si è distinto come
doppiatore. Theroux si è affermato anche nel settore del
doppiaggio, prestando la sua voce per film d’animazione come
Magamind (2010) e LEGO Ninjago – Il film (2017).
L’attore ha inoltre doppiato il personaggio di Dropkick nel film
Bumblebee (2018) e quello di Biagio nella trasposizione
live action del film Lilli e il vagabondo (2019).
4. È anche
sceneggiatore. Tra le sceneggiature più celebri a cui
l’attore ha partecipato vi sono quelle dei film Tropic
Thunder (2008) e Zoolander 2 (2016), entrambi diretti
da Ben Stiller. Theroux ha inoltre collaborato
nella scrittura dei film Iron Man 2 (2010) e Rock of
Ages (2012).
Justin Theroux è su Instagram
5. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 760 mila persone.
All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie
ritraenti momenti di svago in compagnia di amici o colleghi, ma
molto presenti sono anche foto scattate nel dietro le quinte dei
set a cui l’attore prende parte, nonché immagini promozionali dei
suoi progetti da interprete.
Justin Theroux e Jennifer
Aniston
6. È stato sposato con la
celebre attrice di Friends. Nel 2011 l’attore si
fidanza con Jennifer
Aniston, attrice nota per le sue commedie romantiche e
per la serie televisiva Friends. I due si sposano in
seguito nell’agosto del 2015. Nel febbraio del 2018 annunciano
tuttavia la separazione, dopo aver vissuto un periodo di
distanza.
Justin Theroux ha una nuova
fidanzata
7. È impegnato in una nuova
relazione sentimentale. Dopo una serie di rumors, l’attore
è stato visto in compagnia della sua nuova fidanzata, l’attrice e
modella Laura Harrier, già vista nei
film BlackKklansman (2018) e Spider-Man: Homecoming
(2017).
Justin Theroux in Sex and the
City
8. Ha interpretato due
differenti personaggi. L’attore è apparso in due
differenti episodi, nella prima e nella seconda stagione, della
serie Sex and the City, recitando accanto all’attrice
Sarah Jessica
Parker. Per poter ricoprire due ruoli differenti,
l’attore si è sottoposto ad un cambiamento d’aspetto, tagliandosi
drasticamente i capelli.
Justin Theroux in Joker
9. Ha un cameo nel film
DC. L’attore appare in un breve cameo all’interno del film
Joker (2019),
grande successo di critica e pubblico con Joaquin
Phoenix. Qui Theroux interpreta tale Ethan Chase,
ospite presso il Murray Franklin Show, e di cui Arthur Fleck studia
le movenze in previsione della sua partecipazione al programma.
Justin Theroux età e altezza
10. Justin Theroux è nato a
Washington, Stati Uniti, il 10 agosto 1971. L’attore è
alto complessivamente 175 centimetri.
La giovane attrice Freya
Allan è un volto ancora tutto da scoprire, ma che sarà tra
i protagonisti dell’attesa serie The
Witcher. Grazie a questa avrà certamente modo di farsi
notare, ponendo un nuovo tassello nella costruzione della sua
carriera. Già apparsa in televisione, l’attrice ha appena iniziato
a mostrare quello che è un talento pronto a maturare con il
tempo.
Ecco 10 cose che non sai su
Freya Allan.
Freya Allan: i suoi film e le
serie TV
1. È celebre per i ruoli
televisivi. L’attrice debutta sul piccolo schermo con la
serie Into the Badlands (2018), per poi recitare anche in
The War of the Worlds (2019). A fine 2019 esordirà nel suo
primo ruoli di rilievo nella serie The Witcher, per poi
recitare anche nell’attesa serie The Third Day, prevista
per il 2019.
2. Debutterà anche al
cinema. L’attrice non ha ancora compiuto un debutto
cinematografico, che avverrà tuttavia nel 2020 con il film
Gunpowder Milkshake, narrante di un team di serial killer
composto da madre e figlia. Nel film l’attrice reciterà accanto a
Karen Gillan e Carla Gugino.
Freya Allan è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 65,6 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere sue fotografie
ma anche scatti realizzati in momenti di svago. Non mancano
tuttavia anche immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Freya Allan e Hanry Cavill
4. Reciterà accanto
all’attore di Superman. L’attrice avrà un ruolo di rilievo
nella serie The Witcher, dove reciterà accanto all’attore
Hanry
Cavill, celebre per aver interpretato il personaggio
di Superman nei film L’uomo d’acciaio, Batman v Superman e Justice League.
Freya Allan è Ciri in The
Witcher
5. Interpreta una
principessa. Nella serie tratta dai libri di Andrzej
Sapkowski, l’attrice interpreta il personaggio di Ciri, una
principessa minuta, bionda ed etera, che si troverà a stretto
contatto con Gerald, il protagonista della serie. Durante la serie
il suo personaggio cambierà profondamente, prendendo coscienza del
pericoloso mondo circostante.
6. Non si è preparata
troppo al ruolo. Per mantenere un certo grado di
spontaneità l’attrice non ha condotto un gran lavoro di ricerca,
preferendo invece affidarsi alla sceneggiatura. La Allan avvertiva
infatti un buon parallelismo tra sé stessa e il personaggio,
preferendo dunque non costruire qualcosa lontano da sé.
Freya Allan e Anya Chalotra
7. Reciterà insieme ad
un’altra attrice emergente. Nella serie The
Witcher l’attrice si troverà a relazionarsi anche con
l’attrice Anya
Chalotra, la quale ricoprirà il ruolo di Yennefer, una
maga testarda e i costante battaglia con sé stessa.
Freya Allan in Into the
Badlands
8. Ha debuttato in una
serie d’avventura. Nel 2018 l’attrice ottiene il suo primo
ruolo televisivo recitando nel ruolo della giovane Minerva nella
serie Into the Badlands, precisamente nell’episodio 5
della terza stagione, intitolato Chapter XXI: Carry Tiger to
Mountain.
Freya Allan a Lucca
9.È stata
ospite al Lucca Comics. Nel 2019 l’attrice è stata tra gli
ospiti della nota fiera dedicata al fumetto, all’animazione e
all’immaginario fantasy e fantascientifico. In questo contesto
l’attrice ha presentato in anteprima alcuni contenuti della serie
The Witcher, disponibile su Netflix a partire dal 20 dicembre sulla
piattaforma.
Freya Allan età e altezza
10. Freya Allan è nata il 6
settembre 2001, a Oxdfordshire, in Inghilterra. L’altezza
complessiva dell’attrice è di 160 centimetri.
Celebre per essere la dura Rosita
Espinosa nella serie TV The Walking Dead, l’attrice
Christian Serratos si è negli anni ritagliata dei
ruoli di rilievo tanto al cinema quanto in televisione, che le
hanno permesso di affermarsi e ottenere la sua fetta di fan.
L’attrice è attualmente alla ricerca dell’occasione che possa
consacrarne la carriera, permettendole di ottenere i riconoscimenti
tanto del pubblico quanto della critica.
Ecco 10 cose che non sai di
Christian Serratos.
Christian Serratos: i film e le
serie TV
1. Ha recitato nella saga di
Twilight. Il debutto cinematografico dell’attrice
avviene con il film Twilight
(2008), dove ricopre il ruolo di Angela. L’attrice reciterà poi
anche nei successivi capitoli della saga: New Moon (2009),
Eclipse
(2010), Breaking Dawn – Parte
1 (2011) e Breaking Dawn – Parte
2 (2012). L’attrice ha poi recitato nei film 96
Minutes (2011), Lip Service (2013) e Volo
7500 (2014).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. L’attrice esordisce in televisione recitando
in alcune puntate delle serie Zoey 101 (2005), Settimo
cielo (2006) e Hannah Montana (2007). Ottiene poi un
discreto successo con la serie Ned, scuola di
sopravvivenza (2004-2007), dove ricopre il ruolo di Suezie
Crabgrass. Nel 2011 recita nell’episodio pilota della prima
stagione American Horror Story, e ottiene poi il ruolo di
Raven nella serie La vita segreta di una teenager
americana (2011-2012). La grande popolarità arriva nel 2014,
quando viene scelta per interpretare il personaggio di Rosita
Espinosa nella serie The Walking Dead, ruolo che ricopre
ancora oggi. Nel 2020 l’attrice sarà invece protagonista della
serie TV Selena.
Christian Serratos è su
Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 2 milioni di persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o della sua
famiglia. Non mancano tuttavia anche foto realizzate per riviste di
moda, e immagini promozionali dei suoi progetti da attrice.
Christian Serratos è su Listal
4. Ha una pagina a lei
dedicata su Listal. Per restare sempre aggiornati sulle
attività dell’attrice, sul portale Listal è possibile trovare una
pagina a lei dedicata, ricca di foto, video e informazioni
biografiche e sulla sua carriera.
Christian Serratos in American
Horror Story
5. È comparsa nella celebre
serie horror. L’attrice, agli inizi della sua carriera,
compare in una breve scena dell’episodio pilota della prima
stagione di American Horror Story. Qui ricopre il ruolo di
Becca, una delle amiche dei Leah, bulletta del liceo.
Christian Serratos in Ned, scuola
di sopravvivenza
6. È stato il suo primo
ruolo di rilievo. L’attrice ottiene il primo ruolo
significativo della sua carriera recitando nella serie Ned,
scuola di sopravvivenza, dove interpreta il personaggio di
Suzie Crabgrass. Ricorrente nella prima stagione, il personaggio
diventa regolare nella seconda e nella terza. Suzie è una
bravissima studentessa della scuola frequentata dal protagonista,
con il quale avrà poi una relazione sentimentale.
Christian Serratos in Twilight
7. Ha avuto un ruolo
ricorrente nella celebre saga sui vampiri. L’attrice
compare in tutti e cinque i film dedicati alla saga di Twilight,
ricoprendo il ruolo di Angela Webber, la più cara amica di Bella,
interpretata dall’attrice Kristen
Stewart.
Christian Serratos in The Walking
Dead
8. Si è dichiarata pronta ad
un eventuale morte del personaggio. Nella serie a tema
zombie The Walking Dead l’attrice interpreta il
personaggio di Rosita Espinosa, una delle protagoniste più toste e
battagliere. Data la frequente dipartita dei personaggi presenti
nella serie, l’attrice si è dichiarata soddisfatta dell’evoluzione
del personaggio, tanto da sentirsi pronta in caso questo dovesse
morire, riconoscendo di averle reso onore.
Christian Serratos in Selena
9. Reciterà in una nuova
serie Netflix. L’attrice sarà protagonista
assoluta della serie Selena, incentrata sulla cantante
latina Selena Quintanilla Perez, scomparsa a soli 23 anni di età.
Alcune foto dell’attrice truccata e vestita per il ruolo hanno
ricevuto numerosi apprezzamenti da parte dei fan, che lodano la
somiglianza dell’attrice con la cantante.
Christian Serratos età e
altezza
10. Christian Serratos è
nata a Pasedena, in California, Stati Uniti, il 21
settembre 1990. L’altezza complessiva dell’attrice è di 170
centimetri.
Clamoroso successo di pubblico, il
film Cinquantasfumature di grigio è la
trasposizione cinematografica dell’omonimo e celebre romanzo
erotico. Arrivato nelle sale nel 2015 per la regia di Sam
Taylor-Johnson, il film si è avvalso della fama del testo
letterario, attirando l’attenzione di quanti avevano letto delle
avventure sentimentali di Christian Grey e di Anastasia. Dato il
grande successo, sono poi stati realizzati due sequel, tratti
anch’essi dai relativi romanzi.
Ecco 10 cose che non sai
di Cinquantasfumature di
grigio.
Cinquanta sfumature di grigio: la
trama del film
1. Ruota intorno ad un
turbolento rapporto sentimentale. Protagonista del film è
Anastasia Steele, studentessa di letteratura inglese prossima alla
laurea. Per sostituire la sua migliore amica influenzata, la
ragazza si reca ad intervistare il celebre Christian Grey, giovane
e ricco amministratore delegato della Grey Enterprises Holdings.
Tra i due scatta subito un’intesa fortissima ma hanno modi opposti
di vivere le relazioni sentimentali.
Cinquanta sfumature di grigio: il
cast del film
2. Ha per protagonisti due
giovani attori in ascesa. All’epoca delle riprese in pochi
conoscevano gli attori Dakota
Johnson e Jamie Dornan, i quali ricoprono i ruoli dei
due protagonisti, ma dopo l’uscita del film i due sono diventati
delle vere celebrità. Arricchiscono il cast anche gli attori
Luke Grimes, Jennifer Ehle, Rita Ora e
Victor Rasuk.
3. Il ruolo di Christian
Grey era stato affidato ad un altro attore. Il personaggio
del ricco Grey era stato originariamente affidato all’attore
Charlie Hunnam. Tuttavia pochi giorni prima
delle riprese l’attore ha abbandonato la produzione per via di
altri impegni lavorativi.
4. I fan non volevano Jamie
Dornan per il ruolo di Grey. Al posto di Huannam fu scelto
come protagonista l’attore Jamie Dornan, creando tuttavia un forte
scontento nei fan che non lo giudicavano adeguato per il
personaggio, preferendogli invece l’attore Matt Bomer. Dopo aver visto l’interpretazione
di Dornan, tuttavia, il malcontento si spense e tutti lodarono la
sua performance.
5. Emilia Clarke era stata
considerata per il ruolo di Anastasia. Tra i primi nomi
annunciati per ricoprire il ruolo di Anastasia vi era quello
dell’attrice Emilia
Clarke, divenuta celebre per il ruolo di Daenerys
nella serie Il Trono di
Spade. L’attrice tuttavia rifiutò per via delle scene di
nudo, non volendo essere etichettata come un’attrice sempre pronta
a spogliarsi.
6. Le scene di sesso sono
state girate per ultime. Per favorire la chimica tra i due
attori durante le turbolente scene di sesso, queste sono state
girate per ultime, così che i due potessero avere il tempo di
conoscersi e sentirsi a loro agio l’uno con l’altro.
Cinquanta sfumature di grigio: le
canzoni del film
7. Contiene numerose
celebri canzoni. All’interno di un film come questo è
importante avere la giusta colonna sonora, affinché possa generarsi
la giusta atmosfera, che possa attrarre anche gli spettatori.
All’interno del film sono così presenti canzoni come I Put A
Spell On You di Annie Lenox, Earned
It dei The Weekend, Meet Me in the
Middle di Jassie Ware, Haunted di
Beyoncé, e la celebre Love Me Like You
Do della cantante Ellie
Goulding.
Cinquanta sfumature di grigio:
film simili
8. Rientra in un ampia
categoria di film trattanti turbolente relazioni
sentimentali. Simile a questo film vi sono ovviamente i
due sequel Cinquanta sfumature
di nero (2017) e Cinquantasfumature di rosso (2018), ma molti sono nella storia
i film incentrati su complessi rapporti sentimentali, e tra questi
si annoverano After (2019), 9 settimane e ½
(1986), La vita di Adele (2013), Eyes Wide Shut
(1999) e Secretary (2002).
Cinquanta sfumature di grigio è in
streaming
9. È disponibile in
streaming. Per gli appassionati del film, sarà possibile
rivederlo grazie alla sua disponibilità su alcune piattaforme
streaming. Tra queste si annoverano Rakuten TV, Google Play, Apple
iTunes, Amazon Prime Video e Chili. Per riprodurre il
film sarà sufficiente noleggiarlo o sottoscrivere un abbonamento
alla piattaforma di riferimento.
Cinquanta sfumature di grigio: le
frasi più belle del film
10. È ricco di frasi
passionali. Tratto da un romanzo erotico, il film non può
che contenere numerose frasi ad effetto, in grado di far trasparire
il desiderio dei protagonisti e scatenare l’immaginazione dello
spettatore. Ecco alcune delle frasi più belle del film.
– Amo quest’uomo, la sua
passione, l’effetto che ho su di lui. Amo il fatto che abbia
compiuto un viaggio così lungo per vedermi, l’essere importante per
lui, e lo sono. È una scoperta così inattesa, così confortante. Lui
è mio, e io sono sua. (Anastasia)
– Il nostro scopo è il piacere
Miss Steel! (Christian Grey)
– Dentro di me ci sono 50
sfumature di perversione. (Christian Grey)
– Io non faccio l’amore, io
scopo! (Christian Grey)