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Steve Rogers è il nonno di Peter Quill? James Gunn smentisce

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Steve Rogers è il nonno di Peter Quill? James Gunn smentisce

Steve Rogers / Captain America (Chris Evans) è il nonno di Peter Quill / Star-Lord (Chris Pratt)? La teoria, abbastanza “selvaggia” sta impazzando in rete da un bel po’, e parte dall’osservazione di un fan molto attento che ha intercettato Laura Haddock in Captain America: Il Primo Vendicatore.

Andiamo con ordine: un fan del MCU ha visto che Laura Haddock, attrice che in Guardiani della Galassia interpreta Meredith, la mamma di Peter Quill, compare anche nel primo film di Cap nei panni di una fan del Super Soldato. Questo ha portato ad alcune speculazioni. La donna non può essere, per questioni anagrafiche, la mamma di Peter, ma potrebbe essere sua nonna. E se durante quell’incontro, magari intimo, con Cap, l’eroe le avesse lasciato in grembo una bambina, la futura mamma di Peter?

A rispondere sulla questione è intervenuto James Gunn, che, dopo lo stop dai social a seguito del licenziamento da parte di Disney, sta riprendendo la sua intensa attività social, rispondendo a molte domande dei fan.

Il regista ha smentito la teoria. Su Twitter ha citato un articolo che riporta la teoria, smentendola. A sostegno della sua risposta, Gunn cita anche il fatto che abbiamo effettivamente incontrato il nonno di Peter Quill in entrambi i film sui Guardiani, interpretato da Gregg Henry.

https://twitter.com/JamesGunn/status/1203729139267751936?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1203729139267751936&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fcaptain-america-star-lord-grandfather-theory-james-gunn%2F

In effetti, la questione si scontra anche con ciò che tempo fa Chris Evans disse di Steve. In un’intervista, l’attore disse che Captain America potrebbe essere ancora vergine (ai tempi di The Avengers). Prima della trasformazione, Steve non era certo un adone, benché avesse un grande cuore. Dopo la trasformazione, quando le donne cadevano ai suoi piedi, è stato molto preso da faccende molto importanti e serie, cosa che forse lo ha tenuto lontano della attenzioni delle signorine, inoltre l’amore con Peggy non è stato forse mai consumato prima del suo incidente trai ghiacci. Per cui la stessa teoria che Cap possa essere il nonno di Peter Quill non sta affatto in piedi.

Per fortuna, gli eventi di Endgame hanno rimesso le cose al loro posto, e Steve ha avuto tutto ciò che avrebbe sempre meritato dalla vita, una famiglia, dei figli, l’amore della sua vita.

The Matrix 4: Jonathan Groff in un ruolo misterioso

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The Matrix 4: Jonathan Groff in un ruolo misterioso

Arriva da Collider la notizia che Jonathan Groff (Mindhunter) si è unito al cast di The Matrix 4, attualmente in produzione con la regia di Lana Wachowski.

Il ruolo è al momento segreto ma sembra che Groff si schiererà con Neil Patrick Harris, già confermato nel cast, dalla parte dei nuovi cattivi contro cui si scontreranno i nuovi eroi di quest’altro capitolo. Vi ricordiamo che nel cast sono stati già confermati Yahya Abdul-Mateen II, Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss e che il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski.

The Matrix 4: nel film ci saranno Morpheus e un giovane Neo?

Secondo quanto riportato da Justin Kroll di Variety, quello di Reeves non sarà il solo Neo sullo schermo, ma la versione più “anziana”, dal momento che la produzione sarebbe in cerca di un attore più giovane da affiancargli sempre nei panni del protagonista. Altre indiscrezioni suggeriscono invece che Morpheus, il personaggio interpretato nella trilogia originale da Lawrence Fishburne, farà il suo ritorno.

Non potremmo essere più entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo dell’universo di Matrix“.

La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.

Fonte: Collider

Wonder Woman 1984: i piani per sequel e spin-off sulle Amazzoni

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Wonder Woman 1984: i piani per sequel e spin-off sulle Amazzoni

Al recente Brazilian Comic Con è stato presentato il primo trailer ufficiale di Wonder Woman 1984, ma la convention nerd è stata anche una ghiotta occasione per la regista Patty Jenkins – presente all’evento insieme alla star Gal Gadot – di parlare del futuro del franchise sul grande schermo.

Naturalmente, come tutti i grandi franchise che si rispettino, le avventure di Diana Prince al cinema potrebbero non terminare con l’uscita di Wonder Woman 1984 e a tal proposito la Jenkins ha rivelato di avere già una storia pronta per un terzo potenziale film. Queste le sue dichiarazioni in merito riportate dall’Hollywood Reporter:

“In realtà conosciamo già l’intera storia di un terzo possibile film. Si tratta solo di cambiare alcune idee, soprattutto in merito a quando potremmo realizzarlo. Di sicuro non vogliamo realizzarlo nell’immediato. È stato bello realizzare i primi due film quasi back-to-back, ma credo che adesso ci sia bisogno di una pausa. Mi piacerebbe dedicarmi ad altri progetti nel mezzo, senza contare che Gal ha altre cose da fare. Non mi piace prendere decisioni con largo anticipo. Dobbiamo vedere se entrambe avremo ancora voglia di fare un altro film: se così sarà, lo faremo quando sarà il momento.”

Ma un terzo possibile capitolo dedicato a Wonder Woman non è l’unica progetto legato al franchise che sembra occupare i pensieri di Patty Jenkins. Sempre in occasione dell’ultima edizione del  CCXP, la regista ha rivelato che lei e la Warner Bros. hanno considerato la possibilità di uno spin-off dedicato alle Amazzoni.

La regista non ha rivelato particolari dettagli, ma stando a quanto raccontato da un giornalista di CinePop su Twitter, la Jenkins dovrebbe essere coinvolta nel progetto solo in qualità di produttrice esecutiva e non di regista. Se il progetto dovesse essere confermato, si tratterebbe del secondo spin-off ambientato nell’Universo DC dopo l’annunciato film dedicato alle Creature della Fossa viste in Aquaman

LEGGI ANCHE – Wonder Woman 1984: i segreti nascosti nel trailer

Vi ricordiamo che Wonder Woman 1984 uscirà il 6 giugno 2020. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

Il film racconterà un lasso di tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi. Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le corde del cuore.

L’ordine cronologico del personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e Pedro Pascal.

Birds of Prey cambierà Harley Quinn, Suicide Squad sarà completamente ignorato

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Dopo l’uscita di Suicide Squad nelle sale, i fan della DC hanno reclamato a gran voce un film interamente dedicato al personaggio di Harley Quinn: quel sogno sembra essersi finalmente concretizzato con Birds of Prey, che arriverà nelle sale a febbraio del prossimo anno.

Dovranno ricredersi, però, tutti quelli che speravano che il cinecomic Birds of Prey con protagonista Margot Robbie sarebbe stato un film interamente dedicato alla Mattacchiona (anche a causa della campagna promozionale che, tra immagini, trailer e poster, ha privilegiato il personaggio della supercriminale), perché stando ad alcune recenti dichiarazioni della regista Cathy Yan, il film racconterà sì la storia di Harley Quinn, ma al tempo stesso non sarà una pellicola interamente dedicata a lei.

“È la storia di Harley, ma è anche la storia di tutte queste altre donne”, ha spiegato la regista in una recente intervista con Screen Rant, facendo riferimento agli altri personaggi che vedremo nel film. “E in un certo senso la storia di una richiama quella dell’altra. Ecco perché il sottotitolo ‘The Emancipation of One Harley Quinn’: si tratta di una storia che viene portata avanti. All’inizio del film troviamo Harley da sola, senza il Joker: durante il film scoprirà che non ha bisogno di nessuno se non di se stessa. Non stringerà per forza amicizia con queste altre donne, ma il loro incontro le porterà ad intraprendere un vero processo di emancipazione. Mi piace il fatto che non sia il film di Harley Quinn: è una cosa sulla quale ho riflettuto tanto quando ho letto la sceneggiatura. È un film dal respiro molto più ampio: non si può parlare neanche di un film di squadra per certi versi…”

A detta della regista, quindi, Birds of Prey avrà modo di concentrarsi su ogni singolo personaggio femminile che vedremo entrare in azione al fianco di Harley Quinn: “Le vediamo insieme, come fossero una squadra. Ma ci sarà anche la possibilità di trascorrere del tempo con ognuna di loro. Tutte sono le protagoniste del film e questo aspetto mi piace tantissimo. Credo che una storia così non sia mai stata raccontata in questo modo.”

Sempre intervistata da Screen Rant, Cathy Yan ha poi parlato del modo in cui il film affronterà i problemi legati alla salute mentale di Harley, problemi che saranno strettamente connessi all’evoluzione del personaggio: “In lei coesiste una profonda dualità. C’è Harley Quinn, ma c’è ancora la dottoressa Harleen Quinzel, con tutta la sua intelligenza. E credo che sia proprio questo che definisca, almeno in parte, il suo superpotere. Al tempo stesso però è facilmente manipolabile, ha un’autostima molto bassa… per non parlare di tutti i problemi nati dalla relazione con il Joker. Insomma, è una grande opportunità per esplorare la donna dietro Harley Quinn, esplorare quella dualità e approfondire la sua psiche”. 

E a proposito della relazione tra Harley Quinn e il Joker, già esplorata in Suicide Squad di David Ayer, la produttrice Sue Kroll ha invece specificato – sempre alle pagine di Screen Rant – che Birds of Prey sarà “un film autonomo, non collegato a Suicide Squad. Non è un sequel, né una continuazione di quella storia. Lei e il Joker si sono lasciati. Birds of Prey sarà il viaggio dell’emancipazione di Harley Quinn e di tutte queste altre donne.”

LEGGI ANCHE – Birds Of Prey: tutto quello che c’è da sapere sui fumetti

Birds of Prey, diretto da Cathy Yan, arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).

Ewan McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis. Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham City.

Di seguito la nuova sinossi ufficiale:

Avete mai sentito la storia del poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra scelta che allearsi per abbattere Roman.

Wonder Woman 1984: dettagli importanti sul costume di Cheetah

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Wonder Woman 1984: dettagli importanti sul costume di Cheetah

I primi character poster di Wonder Woman 1984 ci hanno mostrato la prima foto ufficiale alla Barbara Ann Minerva di Kristen Wiig. Dai fumetti sappiamo che il personaggio dell’attrice comica si trasformerà ad un certo punto in Cheetah, avversario di Diana.

Sempre dai testi originali, sappiamo che il costume di Cheetah è in qualche modo impegnativo perché fa parte di quegli abiti che, in live action, potrebbero risultare ridicoli, per cui è probabile che vedremo un costume della villain adattato alle esigenze del grande schermo, così come capitato diverse volte nella storia dei costumi dei supereroi.

Da Instagram e da alcune dichiarazioni che ha rilasciato Patty Jenkins al CCXP di San Paolo, adesso, abbiamo più informazioni su ciò che sarà il costume di Cheetah. La Warner Bros ha usato il social per diffondere i primi character poster del film, in cui vediamo Diana, Steve, Minerva stessa e Maxwell. Nel poster dedicato al personaggio della Wiig, vediamo che Minerva indossa abiti a stampa animalier, che potrebbero rappresentare uno stadio mediano dello sviluppo del costume, che sarà, secondo le dichiarazioni della regista, comune fondato su elementi practical. Nessuna tutina in CGI, dunque!

In merito al costume, Jenkins ha dichiarato che si tratterà principalmente di effetti pratici, quindi un costume vero e proprio da indossare, ma che si arriva “ad un punto in cui sei un po’ oltre ed hai bisogno di aiuto.”

Wonder Woman 1984: i segreti nascosti nel trailer

Vi ricordiamo che Wonder Woman 1984 uscirà il 6 giugno 2020. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

Il film racconterà un lasso di tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi. Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le corde del cuore.

L’ordine cronologico del personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e Pedro Pascal.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Richard E. Grant anticipa un grande plot twist

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La Disney e la Lucasfilm ci hanno ormai abituato alla totale segretezza che vige attorno alla trama degli episodi di Star Wars, e naturalmente Star Wars: L’Ascesa di Skywalker non sfugge a questa regola, considerato che si tratta non solo del capitolo finale della trilogia sequel, ma anche dell’atto finale dell’intera saga degli Skywalker.

Nonostante i numerosi trailer internazionali, le immagini promozionali, gli spot e le featurette di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, possiamo tranquillamente affermare di non conoscere ancora nel dettaglio la trama del film di J.J. Abrams: molto riguardo al film è ancora avvolto nel mistero e siamo certi che non mancheranno i momenti più emozionanti o le scene “a rischio convulsioni”, così come i colpi di scena.

E proprio in materia di colpi di scena e di svolte narrative impreviste che è stato intervistato Richard E. Grant, tra le new entry di Episodio IX nei panni del Generale Pryde. Quando – in una recente intervista con Yahoo – è stato chiesto al noto attore britannico quale sarà, a suo avviso, il momento del film che sconvolgerà maggiormente gli spettatori, Grant ha fatto riferimento ad un grande plot twist che riguarderà uno dei personaggi principali, affermando:

“Ci sarà un grande plot twist che riguarderà uno dei personaggi, ed è qualcosa che non mi sarei mai aspettato di vedere. Ha senso tanto dal punto di vista emotivo quanto da quello della storia, e ho pensato che fosse qualcosa di particolarmente intelligente. Credo sia incredibile prendere qualcosa che è iniziato con il primo film nel 1977 e, dopo nove episodi, portarlo ad una risoluzione.”

Ovviamente, Richard E. Grant non ha potuto rivelare il nome del personaggio in questione. È probabile che questo grande colpo di scena possa riguardare uno dei nuovi personaggi della trilogia sequel, forse Rey o Kylo Ren, ma non è escluso che tale svolta narrativa possa riguardare anche il personaggio di Finn, dal momento che nel film verranno esplorate le origini dell’ex Stormtrooper; o ancora, è probabile che il grande plot twist possa essere collegato al personaggio di Palpatine, il cui ruolo nella storia è stato tenuto nascosto fin dall’uscita del primo trailer ufficiale.

Per scoprirlo bisognerà attendere il 18 dicembre, quando Star Wars: L’Ascesa di Skywalker farà finalmente il suo debutto nelle sale italiane.

LEGGI ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, una nuova anteprima del film in Fortnite

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant. 

Fonte: Screen Rant

Black Widow: le action figure rivelano il costume completo di Red Guardian

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Tra i nuovi personaggi che verranno introdotti nell’attesissimo Black Widow, il cinecomic interamente dedicato al personaggio della Vedova Nera interpretata nel MCU da Scarlett Johansson, figura anche Red Guardian, che avrà il volto di David Harbour, star della serie Stranger Things e del recente reboot di Hellboy.

Il primo trailer ufficiale di Black Widow ci ha permesso di dare un primo sguardo a quello che sarà il look del Guardiano Rosso, ma adesso è grazie alla Hasbro che possiamo osservare ancora più nel dettaglio il costume che sfoggerà l’agente speciale nel cinecomic in arrivo al cinema il prossimo anno.

La società statunitense che produce giocattoli, infatti, ha annunciato la nuova linea di action figure interamente dedicata al cinecomic che darà ufficialmente il via alla Fase 4 dell’Universo Cinematografico Marvel. È proprio una prima immagine ufficiale delle bambole giocattolo ad offrirci uno sguardo completo al costume di Red Guardian, con tanto del tradizionale scudo che il Difensore brandisce nei fumetti.

Non abbiamo la conferma che anche nel film vedremo David Harbour entrare in azione con lo scudo, dal momento che questo tipo di action figure si basano generalmente su concept art e non sul prodotto finito.

Potete vedere l’immagine delle action figure di Black Widow, che includo anche i personaggi di Vedova Nera e di Taskmaster, di seguito:

LEGGI ANCHE – Black Widow: il vero motivo dietro al fisico di Red Guardian

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden con Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

Dopo lo straordinario successo di Avengers: Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale di sempre, Scarlett Johansson riprende il suo ruolo di Natasha Romanoff/Black Widow.

Fonte: Screen Rant

Nancy arriva al cinema dal 12 dicembre

Nancy arriva al cinema dal 12 dicembre

Nancy, folgorante debutto al lungometraggio della sceneggiatrice e regista Christina Choe premiato al Sundance Film Festival, al Sitges Film Festival, dopo esser stato presentato il 15 novembre in anteprima italiana come pellicola d’apertura al RIFF Rome Independent Film Festival arriverà nelle sale italiane il 12 dicembre grazie a Mariposa Cinematografica e 30 Holding.

Nancy, un teso dramma psicologico in cui nulla è quello che sembra, vede protagonista la pluripremiata Andrea Riseborough (Birdman, Mandy, Morto Stalin Se Ne Fa Un Altro, La Battaglia dei Sessi, Animali Notturni, Oblivion) nei panni di una giovane donna tormentata che decide di presentarsi a quelli che sostiene essere i propri veri genitori, che la credevano scomparsa da trent’anni.

La Riseborough, interprete dotata e camaleontica dall’impressionante filmografia, è affiancata da uno straordinario Steve Buscemi (Fargo, Le Iene, Boardwalk Empire) e da un gruppo di eccellenti caratteristi del grande schermo con esperienze di assoluto prestigio nella serialità televisiva: Ann Dowd (The Handmaid’s Tale, The Leftovers, Masters of Sex), J. Smith-Cameron (Succession, Rectify) e John Leguizamo (John Wick, Bloodline, E.R.). Nancy è un racconto intimo e perturbante che esplora con sorprendente originalità il tema dei legami che uniscono le persone tra loro, e che coglie con grande potenza l’identità di un’epoca nella quale i confini tra verità e menzogna si confondono continuamente.

Realizzato da un team produttivo composto all’80% da donne (contro una media di settore del 12%) e forte di interpretazioni intense e ricche di sfumature, di un ritmo incalzante e di una colonna sonora ipnotica, Nancy è stato salutato dalla critica internazionale come uno dei migliori debutti del 2018.

La trama del film Nancy

Nancy (Andrea Riseborough) è una ragazza di 35 anni dall’indole tormentata e con una vita difficile: è sola, non ha un impiego stabile, vive con una madre malata e burbera (Ann Dowd) e non riesce a sfondare come scrittrice. Nel suo mondo la realtà e la finzione si con- fondono, e nemmeno l’incontro con un uomo gentile e affranto come lei, Jeb (John Legui- zamo), sembra poter cambiare le cose. Un giorno però Nancy si imbatte in una trasmissione televisiva nella quale Leo (Steve Buscemi) ed Ellen (J. Cameron-Smith), una coppia che aveva visto sparire nel nulla la propria bambina trent’anni prima, mostrano come sarebbe oggi il volto della loro figlia, e quel volto somiglia incredibilmente a quello di Nancy. La ragazza deciderà di contattare i due spiegando di esser stata rapita da bambina e da lì inizierà un percorso fatto di verità sofferte, speranza e diffidenza.

Nancy: trailer

Zanichelli e Il Cinemino insieme per il lancio del Morandini 2020

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In occasione del lancio del Morandini 2020storico dizionario dei film e delle serie tv che quest’anno dedica la copertina al film di Bellocchio “Il Traditore”Zanichelli e Il Cinemino lanciano una singolare iniziativa per tutti gli appassionati cinefili: sulla pagina ufficiale Facebook della Casa Editrice, dall’11 dicembre 2019 al 20 febbraio 2020, una selezione di film e serie tv si sfideranno in più confronti ad eliminazione diretta. Sarà quindi il pubblico a decretare i vincitori del contest.

Inoltre, il film vincitore sarà proiettato al Cinemino durante una serata esclusiva il 27 febbraio 2020.

Il nuovo Morandini 2020 edito da Zanichelli

Come da tradizione, anche quest’anno il Morandini 2020, la storica guida alle produzioni cinematografiche e televisive, sceglie per la copertina un film italiano: quello ritenuto il migliore della passata stagione.  Quest’anno la “bibbia dei cinefili” premia l’ultimo lavoro di Marco Bellocchio Il Traditore.

Dopo due anni consecutivi di vittoria, Paolo Virzì passa idealmente il testimone al cineasta più anticonformista del panorama italiano, Marco Bellocchio, che conquista la vetta con la sua ultima opera “Il Traditore”, aggiudicandosi ben 4 stelle.

Premiato con 7 Nastri d’Argento e un Globo d’Oro, Il Traditore è un “un’opera politica, civile, di denuncia sociale dove (…) l’Autore documenta i fatti con una precisione, una puntualità e un’asciuttezza di linguaggio e di immagini davvero ammirevoli.”

Francesco Favino, protagonista poliedrico, padroneggia con lucidità e carisma il ruolo del “boss dei due mondi” “che sceglie di parlare non per vendetta, ma perché non si riconosce più in quella che per lui era una sorta di confraternita, una società di mutuo soccorso con regole e leggi interne, diventata una banda criminale che scatena guerre insensate e uccide innocenti, donne e bambini compresi”.

Il Morandini 2020 (16.500 opere censite nella versione cartacea, 27.000 in quella digitale, dal 1902 all’estate del 2019), promuove altri film celebri della passata stagione cinematografica: 4 stelle anche per Domani è un altro giorno di Simone Spada, con Valerio Mastandrea e Marco Giallini. “È una commedia drammatica esistenziale di forte impatto emotivo, che offre leggerezza, ma mai in modo superficiale, diversi spunti di riflessione.”

Matteo Rovere, con Il Primo Re, riceve invece 3 stelle; nel suo film muscoloso e cinetico, fatto di terra e sangue e privo di sentimento, racconta l’epica tragedia di Romolo e Remo. “Spudorato, coraggioso, brutale, ambizioso”, si legge nella guida.

Stesso punteggio per Dafne di Federico Bondi – un film intenso e delicato che affronta con sensibilità il rapporto padre-figlia “senza retorica e senza paternalismo” – e per Il Grande Spirito di Sergio Rubini.

L’opera n°13 di Rubini è una vera e propria “dichiarazione d’amore per le proprie radici contaminate da un discutibile progresso”.

UNA STAGIONE DI GRANDI SERIE TELEVISIVE

Il Morandini 2020, oltre ai film, dedica un’ampia appendice alle serie tv italiane ed estere; nella sua ultima edizione raccoglie oltre 1100 titoli.

Nella guida, una menzione speciale è riservata alla serie tv Il Commissario Montalbano: da 13 stagioni intrattiene il pubblico italiano con le rocambolesche avventure del Commissario Salvo Montalbano, che con acume e i suoi metodi non sempre del tutto ortodossi risolve casi complessi e difficili da gestire. “Dall’ottima penna di Andrea Camilleri, – si legge infatti nel Morandini – la serie più tipicamente italiana e insieme meglio riuscita che sia mai stata realizzata nel Belpaese, con un Luca Zingaretti di una bravura raramente vista in Italia e così perfetto per il personaggio da dare l’impressione che i libri siano stati scritti per lui”.

Un grande successo anche per la serie Gomorra: con taglio cinematografico, un ottimo cast e splendide musiche, la serie ispirata al romanzo di Roberto Saviano racconta la lotta per il mantenimento del potere da parte del clan Savastano di Secondigliano, in cui spicca il giovane Ciro detto «L’immortale». “Azione e complotti, sparatorie e tradimenti, per una serie italiana di ottimo livello, dove la legge sembra impotente e la narrazione si svolge fra i gruppi criminali che detengono il potere assoluto sul territorio”.

Saverio Costanzo scrive e dirige la trasposizione dei romanzi di Elena Ferrante e dà vita alla serie L’amica geniale, prodotto tv italo-statunitense acclamato dal pubblico, dalla critica e anche dal Morandini. La prima stagione si rifà al primo libro, nel quale si narra il legame fra Elena Greco e Lila Cerullo che crescono insieme, tra enormi difficoltà, in un quartiere degradato della Napoli Anni ‘50.

Bocciato invece Baby, il teen drama tutto italiano firmato Netflix. Liberamente ispirata allo scandalo romano delle baby squillo dei Parioli, la serie narra le vicende di due adolescenti parioline senza problemi economici che per ozio, per insicurezza e per autolesionismo finiscono per prostituirsi. “L’ambientazione ammicca troppo a serie americane, abusa di stereotipi e di dialoghi improbabili. Le validi interpreti avrebbero meritato una sceneggiatura migliore”, afferma senza mezzi termini la critica Morandini.

Rete degli Spettatori lancia il Premio allo Spettatore

Rete degli Spettatori lancia il Premio allo Spettatore

Mentre comincia la stagione dei premi (Oscar, Golden Globes, David di Donatello, Nastri d’Argento ecc) e tutti premiano i film, la Rete degli Spettatori lancia il PREMIO ALLO SPETTATORE, un concorso che dà la possibilità al pubblico di vincere gli accrediti per i principali festival italiani.

I film più in vista godono di distributori potenti e lanci milionari e gli spettatori non hanno problemi a vederli. Ci sono però dei film quasi invisibili che a volte valgono molto di più. Ecco l’obiettivo della Rete: scovare spettatori-esploratori, curiosi, appassionati, che hanno voglia di condividere i loro pensieri. Spettatori che meritano un premio.

Partecipare al concorso è facile: basta aver visto uno dei 18 film della rassegna A TUTTO SCHERMO (la lista completa la trovate a questo link)  e scrivere una recensione attraverso i social: per esempio un post su Facebook, oppure un tweet o un video per Instagram o YouTube con le vostre opinioni, ricordando di taggare Rete degli Spettatori.

Le migliori recensioni saranno pubblicate sui nostri canali e parteciperanno a inizio 2020 alla premiazione ufficiale del Premio allo Spettatore. Regolamento completo a questo link.

Che fine ha fatto Bernadette?: recensione del film di Richard Linklater

Si apre nell’immacolato panorama dei ghiacciai dell’Antartide il nuovo film di Richard Linklater, intitolato Che fine ha fatto Bernadette?, trasposizione dell’omonimo romanzo, e con protagonista assoluta l’attrice premio Oscar Cate Blanchett. Un luogo, quello mostrato in apertura, che si rivelerà fondamentale per lo sviluppo del personaggio. Nel silenzio e nel candore di un luogo così ai confini del mondo, la protagonista avrà modo di perdersi e ritrovarsi, portando a compimento tanto la storia quanto la metafora che si porta sulle spalle. Sfortunatamente, il nuovo lungometraggio dell’autore di Slacker e Boyhood si rivela essere un prodotto confusionario, trasposizione poco riuscita di un omonimo romanzo evidentemente difficile da riportare in immagini.

La storia è quella di Bernadette Fox (Cate Blanchett), leggenda nel campo dell’architettura ma da tempo ritiratasi a vita privata, e che dietro i grandi occhiali scuri nasconde modi scostanti e un’abrasiva ironia nei confronti del mondo e delle persone. Quando come premio per la pagella perfetta sua figlia Bee chiederà a lei e al padre Elgie un viaggio in Antartide, Bernadette si preparerà come può all’imminente viaggio, che sembra scombussolare la sua routine. Incapace di gestire intoppi e disastri del quotidiano, Bernadette abbandonerà infine i preparativi, facendo perdere le sue tracce. Sarà a quel punto proprio Bee, insieme a suo padre, a dover ricomporre il puzzle e scoprire che fine ha fatto sua madre.

Che fine ha fatto Bernadette?: il film

Un film di Linklater è facilmente riconoscibile per il suo approccio alla storia, ai personaggi, per i temi che animano il racconto e per il suo saperli far emergere con grande spontaneità. Sono caratteristiche queste che, seppur più camuffate rispetto ad altre occasioni, si ritrovano anche in Che fine ha fatto Bernadette?, nuovo film dell’autore texano. Per permettere di entrare nel mondo, e nella testa, di Bernadette, Linklater costruisce una prima parte del film ricca di eccessi, dialoghi, personaggi che si incontrano e scontrano. Li fa muovere senza fornire grandi spiegazioni sul loro passato e sulla loro vera natura. L’effetto è, col senno di poi, funzionale al tema della storia. Partecipando al caos della vita quotidiana della protagonista, anche lo spettatore ne rimane frastornato, ritrovandosi incastrato in quello stesso limbo avvertito da Bernadette, incapace di dar vita a nuovi progetti artistici.

Nel momento in cui tutti questi incastri raggiungono l’apice, ecco che si apre una seconda parte di film dedicata alla ricerca di un nuovo equilibrio, il quale ha inizio con la fuga che genera la domanda del titolo. Fuggire dalla Seattle caotica per la pacifica Antartide diventa così rappresentazione visiva del moto che porta alla possibilità di uscire da una fase stagnante della propria vita, per dare nuovo sfogo alla vena creativa. Una grande metafora nella quale chiunque artista può ritrovarsi, e che stando a quanto affermato dal regista è proprio ciò che lo ha attratto di più del progetto.

Allo stesso tempo, circondata da dispositivi elettronici e dalle ultime trovate della tecnologia, Bernadette sembra trarre un beneficio solo effimero da questi, i quali vengono a sparire dallo schermo nel momento della fuga in Antartide. Tale massiccia presenza, seguita poi da totale assenza, sembra sottolineare ulteriormente come la creazione artistica dipenda esclusivamente da sé stessi, di fatto non potendo delegare tale talento alle intelligenze artificiali che oggi ci circondano, e che sembrano non poter essere di nessun aiuto a riguardo.

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Che fine ha fatto Bernadette? è una trasposizione dal mancato potenziale

Nonostante l’universale e apprezzabile tematica, il film vive tuttavia di una serie di incidenti di percorso che lo rendono probabilmente uno dei lavori meno rilevanti dell’autore. Assegnato a Linklater dalla casa di produzione Annapurna, il film soffre l’adattamento di un romanzo epistolare di difficile riproposizione cinematografica. Ciò si nota in particolare nell’inclusione di una serie di sotto trame che non trovano adeguato approfondimento, finendo con l’apparire elementi superflui e poco incisivi. Tra tutte, quella riguardante i criminali russi è certamente la più evidente.

Benché funzionale alla metafora, lo stesso caos generato nella prima parte del film impedisce la possibilità di entrare facilmente in empatia con la protagonista, che risulta criptica forse troppo a lungo. Nonostante alla sceneggiatura vi sia la mano di Linklater, noto per il suo talento a riguardo, il film appare sbilanciato nella proposizione degli eventi, generando lunghi periodi di vuoto in cui il film sembra non partire mai realmente.

Fortunatamente alla regia vi è Linklater, che pur se non al suo meglio, sa costruire una messa in scena e una gamma di inquadrature e movimenti di macchina mirati a raccontare più di quanto non facciano le parole, che dal canto loro escono senza freni dalle bocche dei personaggi principali. Data la sua presenza, il film riesce in fin dei conti a non cadere nell’anonimato. Nella sua interpretazione di Bernadette, invece, Cate Blanchett si muove, come il film in sé, sul filo del rasoio, a volte eccedendo nella caratterizzazione, altre risultando emotivamente coinvolgente, sempre però con la classe che la contraddistingue.

Difficile negare che Che fine ha fatto Bernadette? sia un mezzo passo falso per Linklater, che negli anni ha incantato con film di ben più alta levatura, e che in questa occasione poco o nulla aggiunge al suo percorso artistico. Nonostante il suo impegno, il film manca di sfoggiare il suo potenziale, rimasto inespresso, dovendosi accontentare di essere una discreta commedia sul processo artistico e la genitorialità.

No Time to Die: 10 domande che ci lascia il trailer di Bond 25

No Time to Die: 10 domande che ci lascia il trailer di Bond 25

ll primo trailer ufficiale di No Time to Die è stato ufficialmente rilasciato. Naturalmente, le prime immagini della nuova avventura di James Bond – che dovrebbe essere l’ultima per Daniel Craig – ha lasciato aperte una serie di domande che, ovviamente, troveranno risposta soltanto quando il film arriverà nelle sale di tutto il mondo (in Italia uscirà l’8 aprile 2020).

Di seguito abbiamo raccolto le 10 principali domande che ci ha lasciato il trailer del nuovo film dedicato all’iconica spia britannica, diretto da Cary Joji Fukunaga e interpretato anche il premio Oscar Rami Malek:

Quali segreti nasconde la maschera?

Il trailer ci mostra la famigerata maschera in stile Fantasma dell’Opera usata dal villain Safin, interpretato da Rami Malek. La maschera sembra essere in qualche modo connessa anche al passato dalla fidanzata di Bond, Madeleine Swann. Se per Safin la maschera viene utilizzata per coprire il volto cicatrizzato, per Madeleine la sua esistenza sembra essere fonte di dolore e anche di paura.

Molti fan, via Twitter, sembrano essere già saltati alle conclusioni e hanno ipotizzano un collegamento tra il personaggio di Safin (o almeno, la sua maschera!) e il villain Blofeld (Christopher Waltz). Tra le vecchie pellicole di Bond interpretate da Daniel Craig è iniziata la cassa a qualsiasi tipo di collegamento con il tratto distintivo del nuovo villain interpretato dalla star di Bohemian Rhapsody.

Per quanto tempo Bond si è ritirato?

Internet ci dice che Bond è stato assente dal MI6 per circa 2 anni, ma il trailer fa sembrare l’assenza dell’agente segreto dall’agenzia di spionaggio molto più lunga. Alla fine di Spectre, cinque anni fa, era chiaro che Bond si era ritirato e si stava preparando ad abbracciare una nuova vita insieme a Swann. Il trailer non specifica cosa abbia fatto in tutti questi anni, a parte alcune brevi immagini che sembrano alludere a quel periodo.

E se Bond fosse diventato un mercenario? Dov’è stato insieme a Swann per quasi 2 anni? E cosa è successo in questo lasso di tempo? Ma soprattutto: cosa lo ha spinto a tornare in azione per aiutare il suo amico Felix Leiter (Jeffrey Wright)?

Com’è possibile che Bond venga reintegrato dall’MI6?

Nel trailer vediamo Daniel Craig recitare ancora una volta la battuta più iconica dell’intera saga – ossia “Bond, James Bond!” – mentre si introduce all’interno dell’MI6. È chiaro tanto dal materiale promozionale quanto dal trailer che Bond ha lasciato i servizi segreti di Sua Maestà per un po’ di tempo…

Ma come fa a rientrarvi, e perché M lo permetterebbe? In Licenzia di Uccidere, quando Bond – interpretato all’epoca da Timothy Dalton – minacciò di lasciare l’MI6, gli fu detto: “Non siamo un Country Club!”, lasciando intendere che l’agente poteva andarsene solo quando gli veniva ordinato. A quanto pare le circostante del reinserimento del Bond di Craig nell’MI6 saranno un parte fondamentale della storia di No Time to Die

Perché Leiter chiede aiuto a Bond?

Supponendo che l’amico di Bond, Felix Leiter, stia ancora lavorando per la CIA, perché dovrebbe chiedere aiuto ad un agente che ha deciso di ritirarsi? Nel trailer, Felix afferma che Bond “è l’unico di cui si può fidare”, mentre dal materiale promozionale si evince che Leiter sta cercando aiuto per ritrovare uno scienziato scomparso.

Nell’universo di Bond, la CIA è chiaramente ben equipaggiata e pronta a gestire qualsiasi crisi: molte volte è stata proprio l’organizzazione a tirare fuori dai guai 007. Inoltre, Leiter è sempre stato un amico leale nei precedenti film con Craig, quindi è altamente improbabile che scelga di mettere ‘agente in una posizione che potrebbe comprometterlo. Perché sia la CIA che Leiter sembrano avere un disperato bisogno dell’aiuto di Bond?

Che ruolo avrà Blofeld?

È chiaro dal trailer che la cattura del villain Ernst Stavro Blofeld in Spectre avrà tutta una serie di conseguenze in No Time to Die. Bond lo affronta mentre il cattivo si trova in una cella fatta di vetro, una cella che ricorda quella usata per imprigionare Silva (Javier Bardem) in Skyfall. La breve sequenza assomiglia molto al celebre incontro tra l’agente Starling e il Dottor Lecter ne Il Silenzio degli Innocenti, un momento cult nella storia del cinema che ha generato decine di topoi simili, sulla scia del “Chiedi all’assassino come trovare un altro assassino!”.

Ad ogni modo, Blofeld sembra essere la chiave dell’intricato puzzle al centro della storia di No Time to Die, ma viene da chiedersi se non sia lui non a manipolare Bond o, peggio, la Dottoressa Swann. E ancora: conosce Safin? Lo sta aiutando ad incastrare 007?

Chi è intrappolato sotto il ghiaccio?

Nelle scene del trailer ambientate sotto la neve, vediamo qualcuno che lotta per tornare in superficie, intrappolato sotto uno strato di ghiaccio abbastanza spesso, mentre Safin osserva la scena dall’alto. Chi sta affogando nell’acqua fredda? Forse Bond? O si tratta dello scienziato scomparso che abbiamo menzionato in precedenza?

Ci auguriamo che nel film la figura in questione possa riemergere presto dall’acqua, in modo che la scena non risulti poco credibile agli occhi del pubblico…

Perché Bond guida una vecchia auto?

Forse non sarà la domanda più importante di tutte, ma potrebbe risultare comunque interessante. Con tutti i veicoli che Bond può avere a disposizione, perché nel trailer lo vediamo alla guida di una Aston Martin D75 del 1964? È vero che si tratta di un modello modificato, con tanto di mitragliatrici e vetri antiproiettile…

Potrebbe anche esserci nascosto un ordigno esplosivo al suo interno, dal momento che Bond ha minacciato M (Judi Dench) in Skyfall… ma se ti stai preparando per tornare in azione, soprattutto nel 21° secolo, una reliquia con 50 anni di storia alle spalle non sembra essere lo strumento più adatto per vincere uno scontro armato!

Chi è il nuovo Agente Doppio 0?

Com’era già accaduto con la trasformazione di Michelle Yeoh nel ruolo dell’agente Wai Lin ne Il Domani Non Muore Mai, i fan si chiedono adesso chi sia in realtà il nuovo Agente Doppio 0 interpretato da Lashana Lynch. Il trailer ci mostra un personaggio carismatico, sicuro di sé particolarmente abile, proprio come Bond.

Dal materiale promozionale emerge chiaramente che potrebbe trattarsi della controparte di Bond all’interno dell’MI6. Il suo ruolo diventa ancora più misterioso quando la vediamo insieme alla Dottoressa Swann in fondo ad un lungo corridoio, o quando suggerisce a Bond di “stare al suo posto!”. È probabile però che una volta che le cose si complicheranno, aiuterà l’agente nella sua missione.

Chi è il nuovo villain?

In quella che dovrebbe essere un’altra grande trasformazione da star, l’attore Rami Malek interpreta il malvagio Safin, un uomo mascherato e sfigurato che si oppone ai piani di 007 e che tenta disperatamente di fermarlo. Tuttavia, quali siano i piani di Safin e cosa vuole non solo da James Bond ma anche dalla Dottoressa Safin, è avvolto nel mistero…

Lui e Swann sono legati da un oscuro passato? Swann è figlia del traditore Mr. White, interpretato da Jesper Christensen in tutti e tre i precedenti capitoli della saga con Daniel Craig. Esiste una relazione con Safin? E soprattutto, è Blofeld che in qualche modo controlla e comanda le azioni di Safin da lontano? Ci auguriamo che il personaggio sia così sfaccettato e così perfettamente delineato da coinvolgere il pubblico al pari di altri iconici villain del passato.

Perché Swann avrebbe tradito Bond?

La più grande domanda arriva a 10 secondi dall’inizio del trailer. Perché l’amore della vita di Bond dovrebbe tradirlo? Ciò che quel tradimento comporta e quale impatto avrà sulla loro relazione appare secondario rispetto al fatto che le loro vite sono nuovamente a rischio. Chiaramente, le azioni della Dottoressa Swann e il mondo in cui queste influenzeranno gli altri nuovi personaggi rappresenta uno dei punti cruciali della storia di No Time to Die.

Le ripercussioni di questo tradimento, di questo segreto nascosto, risuoneranno probabilmente lungo tutto l’arco narrativo del film. Perché qualcuno dovrebbe ingannare Bond e fino a che punto questo qualcuno è disposto a spingersi per riscattarsi? Se questo film sarà davvero l’ultimo 007 interpretato da Daniel Craig, è probabile che questo altro tradimento porterà l’agente ad intraprendere percorsi narrativi inesplorati…

Fonte: Screen Rant

Golden Globes 2020 nomination: Netflix domina le preferenze della HFPA

Storia del matrimonio di Noah Baumbach, uno sguardo bruciante sulla fine di una relazione, ha ottenuto sei nomination ai Golden Globes 2020. A produrre il film c’è Netflix, il gigante dello streaming, che ha investito miliardi di dollari in contenuti originali negli ultimi anni. Quello che ormai potremmo definire uno studio a tutti gli effetti, oltre a primeggiare in campo cinematografico, ha anche guidato le nomination sul fronte televisivo, segnando quattro nomination a testa per The Crown e Unbelievable. In totale, Netflix ha conquistato 34 nomination ai Golden Globes, tra televisione e cinema, dominando la concorrenza e superando qualsiasi altra compagnia di intrattenimento.

Un altro titolo Netflix, l’epopea di gangster di Martin Scorsese The Irishman, ha raccolto cinque nomination ai Globes, pareggiando con C’Era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino. Chernobyl di HBO ha pareggiato con i due show Netflix a quattro nomination.

Il risultato delle nomination annunciate nella mattinata losangelina del 9 dicembre, è un segno di un nuovo ordine mondiale a Hollywood, che è sempre più dominato dai servizi di streaming. Insieme a Netflix, Hulu e Amazon Prime hanno di che festeggiare, con le nomination a Catch-22 e a La Favolosa Signora Maisel, mentre Apple raccoglie consensi per The Morning Show.

Intanto, mentre Disney ha già lanciato Disney + in Nord America e Olanda, Comcast e WarnerMedia stanno preparando i loro sfidanti, Peacock e HBOMax.

La corsa alla regia cinematografica non ha incluso nessuna regista donna, escludendo artisti del calibro di Greta Gerwig per il suo lavoro in Piccole donne o Lulu Wang per The Farewell – Una Bugia Buona. La categoria vede comunque una serie di nomi di grandissimo prestigio: Tarantino, Scorsese, Jong-Ho, Mendes e Phillips.

Visto che i Golden Globes 2020 dividono le categorie comedy/musical e drama, C’era una volta a Hollywood concorrerà contro Jojo Rabbit, Cena con Delitto, Dolemite is My Name e Rocketman. Mentre The Irishman se la vedrà con 1917, Storia di un Matrimonio, I due papi e Joker.

La cerimonia annuale, ospitata dalla Hollywood Foreign Press Association, è la tappa più divertente della maratona della stagione dei premi, e non sempre rappresenta uno specchio di quello che accadrà ali Oscar, vista proprio la divisione in due categorie dei film che partecipano.

L’edizione 2020 promette di essere costellata di stelle di altissimo livello, alla luce di una stagione cinematografica ricca di titoli di grande pregio. Se la categoria drammatica per il migliore attore vede lo scontro titanico tra Christian Bale (Le Mans ’66), Adam Driver (Storia di un Matrimonio), Joaquin Phoenix (Joker), Antonio Banderas (Dolor y Gloria), insieme al decano Jonathan Pryce (I due papi), quella per il migliore attore comico vede Daniel Craig, improbabile investigatore di Cena con Delitto, confrontarsi con Leonardo DiCaprio (C’era una volta a Hollywood), Taron Egerton (Rocketman), Eddie Murphy (Dolemite Is My Name) e Roman Griffin Davis, il giovane artista che ha fatto il suo debutto con Jojo Rabbit.

La categoria per la migliore attrice in una commedia/musical è un bel misto, con  Cate Blanchett (Che fine ha fatto, Bernadette) ed Emma Thompson (E poi c’è Katherine), che si scontrano con le stelle nascenti Awkwafina (The Farewell – Un Bugia Buona) Ana de Armas (Cena con Delitto) e Beanie Feldstein (Booksmart). La migliore attrice drammatica, invece, presenta una rosa altrettanto interessante: Cynthia Erivo (Harriet), Scarlett Johansson (Storia di un matrimonio), Saoirse Ronan (Piccole donne) e due mutaforma Charlize Theron (Bombshell) e Renée Zellweger (Judy), qui onorate per le camaleontiche interpretazioni di Megyn Kelly e Judy Garland.

Golden Globes 2020: tutte le nomination

Trai grandi esclusi, annoveriamo Robert De Niro e Adam Sandler, che hanno ottenuto alcune delle migliori recensioni delle loro carriere per il loro lavoro in The Irishman e Uncut Gems, ma non sono riusciti a raggiungere la cinquina. Allo stesso modo, Sandra Oh, una vincitrice dell’anno scorso per Killing Eve, è stata esclusa. Forse il più scioccante è stato il fatto che When They See Us, di Ava DuVernay sul caso del jogger di Central Park, è stato completamente ignorato dai Golden Globes 2020, nonostante il diffuso plauso della critica.

Nella migliore interpretazione di un’attrice in una serie televisiva drammatica, Jodie Comer è in competizione con artisti del calibro di Jennifer Aniston (The Morning Show), Olivia Colman (The Crown), Nicole Kidman (Big Little Lies) e Reese Witherspoon, riconosciuta per il suo ruolo in The Morning Show. Le concorrenti come migliore attrice nella categoria di una serie comica sono Christina Applegate (Dead to Me), Rachel Brosnahan (La favolosa signora Maisel), Kirsten Dunst (On Becoming a God in Central Florida), Natasha Lyonne (Russian Doll) e Phoebe Waller-Bridge (Fleabag).

La categoria miglior attore di una serie comica comprende attori come Michael Douglas (The Kominsky Method) e Paul Rudd (Living with Yourself), che sono però meglio conosciuti per il loro lavoro sul grande schermo. Si scontreranno con Bill Hader (Barry), Ben Platt (The Politician) e Ramy Youssef (Ramy). E mentre Game of Thrones è stato ampiamente trascurato dagli elettori di Globes, la star Kit Harrington è riuscita a mettere a segno la nomination come miglior attore drammatico. La sua competizione sarà con Brian Cox (Succession), Rami Malek (Mr. Robot), Tobias Menzies (The Crown) e Billy Porter (Pose).

Oltre ai servizi di streaming, ci sono studios “tradizionali” che hanno comunque fatto la voce grossa alle nomination ai Golden Globes 2020, tra questi c’è Sony Pictures, che ha ottenuto otto nomination, oltre a due candidature per la divisione artistica Sony Pictures Classics. Disney e Warner Bros. hanno registrato sei nomination a testa, con Frozen 2 e Joker. In campo televisivo, l’unica che può ambire a far paura a Netflix è solo la HBO, che ha conquistato quindici nomination con Barry, Chernobyl e Succession.

Per quanto riguarda le serie, oltre a Game of Thrones che avrebbe meritato un posto d’onore, almeno per quanto riguarda il suo posto nella storia produttiva del mezzo, è vergognosa l’assenza di Euphoria, una delle migliori pagine di storia recente della tv mai scritte.

La cerimonia di quest’anno sarà condotta da Ricky Gervais, il creatore di The Office, che ha presentato i Golden Globes altre 4 volte e sostituisce la coppia dello scorso anno, formata da Andy Samberg e Sandra Oh. La cerimonia andrà in onda il 5 gennaio su NBC.

Ghostbusters: Legacy, il primo trailer del film di Jason Reitman

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Ghostbusters: Legacy, il primo trailer del film di Jason Reitman

Ecco il primo trailer di Ghostbusters: Legacy (Ghostbusters: Afterlife in originale).

In versione originale:

A più di trent’anni dall’uscita nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale, composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle sale dall’estate 2020 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon, Paul Rudd.

Sinossi: Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason Reitman e prodotto da Ivan Reitman, il nuovo capitolo della saga originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.

Gli Eterni: quale sarà la loro relazione con gli Avengers?

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Gli Eterni: quale sarà la loro relazione con gli Avengers?

Gli Avengers possono non aver ancora incrociato le strade con gli Eterni nell’MCU, ma Kevin Feige ha rivelato che gli Eterni sono già consapevoli della presenza degli eroi. Sappiamo che l’attesissimo film con Angelina Jolie e Kit Harington è la seconda voce della lista della Fase 4 della Marvel, ma a parte questo, dettagli come trama e ambientazione sono tenuti nascosti.

Apparendo al CCXP di quest’anno, i Marvel Studios hanno mostrato i primi filmati degli Eterni, insieme ad alcuni nuovi filmati di Black Window, previsto per il 2020. Il presidente dei Marvel Studios ha anche spiegato come gli Eterni si relazionano con i più potenti eroi della Terra, che sono sicuramente destinati a interagire in qualche punto della narrazione, per un crossover epico.

Comic Book era presente a una conferenza stampa al CCXP durante la quale Kevin Feige ha discusso brevemente del rapporto tra Vendicatori ed Eterni, oltre ad anticipare l’arrivo dei Celestiali.

“Gli Eterni sanno dell’esistenza di I Vendicatori. I Vendicatori non sanno molto di Gli Eterni … eppure. I Celestiali sono una parte importante del MCU, ne abbiamo visti alcuni in Guardiani della Galassia. Da nessuna parte li abbiamo però visti nella loro piena potenza, e questo accadrà ne Gli Eterni”.

Questi commenti ribadiscono che i Celestiali svolgono un ruolo vitale nella storia, e abbiamo già visto una loro concept art. Non è stato elaborato il modo in cui gli Eterni vedono i Vendicatori o cosa stavano facendo durante gli eventi di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, quindi sarà interessante vedere se vengono fornite spiegazioni durante il film in merito a questo buco.

Gli Eterni: al CCPX ha debuttato il primo footage. Ecco la descrizione

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight)  Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh).

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

La sceneggiatura è stata scritta da Matthew e Ryan Firpo mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6 novembre 2020.

Wonder Woman 1984: i segreti nascosti nel trailer

Wonder Woman 1984: i segreti nascosti nel trailer

Il trailer di Wonder Woman 1984 diffuso ieri in occasione del CCXP di San Paolo in Brasile ha lasciato molti dubbi, con tanti fan che già parlano di una versione femminile di Thor: Ragnarok. Vuoi la scelta della musica e per l’ambientazione anni ’80, vuoi per una questione cromatica e di look, il film sembra effettivamente ricordare quello di Taika Waititi.

Tuttavia, sappiamo che la seconda collaborazione di Gal Gadot e Patty Jenkins riserverà molte sorprese, a partire dai segreti nascosti nel trailer che potete scoprire di seguito:

L’amicizia di Diana con Cheetah

Il trailer di Wonder Woman 1984 si apre con una scena che mostra Diana e la sua amica Barbara Minerva, la donna che è destinata a diventare il supercattivo Cheetah. Questo ritratto sembra essere vagamente ispirato alla recente serie di fumetti di Greg Rucka, in cui si è aggiunta una nota di tragedia alla storia di Cheetah rivelando che era una delle amiche più care di Diana prima che cadesse in disgrazia.

Le due donne discutono di amori perduti e le loro prospettive contrastanti fanno luce sulle loro differenze. Sembra che Diana non abbia mai superato il tempo trascorso con Steve Trevor nei fatti raccontati in Wonder Woman, e piange ancora per la sua perdita; questo elemento può far parte del suo personaggio o può semplicemente indicare la differenza tra una figlia degli dei con una memoria molto lunga e un essere umano.

Maxwell Lord, il villain

Cheetah di Kristin Wiig è stata anticipata come il cattivo principale di Wonder Woman 1984, ma il trailer è molto più interessato al Maxwell Lord di Pedro Pascal. Nei fumetti, Lord è il figlio di un uomo d’affari ricco e benevolo, profondamente colpito dalla morte di suo padre, che arriva a credere che il potere fosse la cosa più importante al mondo. Era particolarmente preoccupato per la possibilità che supereroi come Superman e Wonder Woman mancassero della responsabilità adeguata ai loro poteri, tanto che inizialmente è uno dei finanziatori della Justice League.

La versione DCEU di Maxwell Lord sembra essere leggermente diversa. Invece di concentrarsi sul potere, sembra essere centrato sul capitalismo stesso, e in un centro commerciale offre alla gente la possibilità di ricevere “tutto ciò che hai sempre desiderato”. Non è chiaro quale sia il suo prezzo, ma il trailer di Wonder Woman 1984 mostra rapidamente il fatto che non ha certo buone intenzioni.

Wonder Woman rompe una telecamera di sicurezza

Una scena chiave del trailer di Wonder Woman 1984 mostra Diana che usa il suo diadema per rompere una telecamera di sicurezza. A prima vista può sembrare un gesto innocuo, ma in realtà è abbastanza significativo. Una delle storie più famose di Maxwell Lord è stata liberamente ispirata dal libro di George Orwell, 1984, una delle distopie politiche più importanti di tutti i tempi.

Pubblicato nel 1949, il romanzo di Orwell è ambientato in un futuro distopico del 1984, in cui si immagina un mondo caduto vittima di una guerra perpetua, una sorveglianza pervasiva del governo e una propaganda costante. Questa scena è il primo suggerimento nel trailer che Diana crede di operare in uno stato di sorveglianza ed è determinata a fuggire. È interessante notare che la videosorveglianza si è effettivamente diffusa negli Stati Uniti negli anni ’80 e in quel momento era particolarmente focalizzata su aree pubbliche come questo centro commerciale.

“Pensa finalmente di avere tutto quello che hai sempre desiderato”

Maxwell Lord sembra offrire a chiunque stia ascoltando la sua trasmissione l’opportunità di esaudire il desiderio del proprio cuore. La voce fuori campo è accompagnata da inquadrature di Diana e Barbara Minerva. Diana sta fissando un aereo mentre vola in alto, senza dubbio ricordando il pilota Trevor, il suo amore perduto da tempo.

L’inquadratura di Minerva è molto meno chiara; sembra essere in un laboratorio di qualche tipo. I lettori di fumetti si renderanno immediatamente conto che può trattarsi del momento in cui nasce Chetaah. Un report di giugno suggeriva che il personaggio avrebbe seguito lo stesso arco di fumetti in Wonder Woman 1984, inizialmente emulando Diana ma poi tentando di soppiantarla.

Il misterioso ritorno di Steve Trevor

Il trailer di Wonder Woman 1984 mostra il misterioso ritorno di Steve Trevor. Chris Pine ha esordito nei panni di Steve Trevor in Wonder Woman e l’eroico pilota ha sacrificato la sua vita per salvare il mondo. I poteri di Maxwell Lord sembrano averlo resuscitato dai morti e il suo ritorno lascia Diana scossa fino al midollo.

È interessante notare che questa riunione avviene in un luogo pubblico, una sorta di incontro formale a cui Diana partecipa, forse anche sotto copertura. In tal caso, la domanda non è solo in merito a come Steve sia stato riportato indietro dalla morte, ma anche perché si è presentato in questa situazione specifica.

Brother Eye

L’inquadratura successiva nel trailer di Wonder Woman 1984 è cruciale, perché conferma che il film è davvero basato sulla storia più famosa di Maxwell Lord. Ci viene mostrato il Brother Eye, un enorme satellite che – nei fumetti – è stato creato dallo stesso Batman per condurre una sorveglianza clandestina su tutto il pianeta. È anche in grado di assumere il controllo di alcuni eroi cibernetici, soppiantando le loro volontà.

Con l’aiuto di Lord, Brother Eye sviluppa strumenti noti come OMAC – One-Man Army Corps. I nanobot trasformano uomini e donne innocenti in OMAC, potenti guerrieri che possono persino affrontare uno contro uno Superman o Lanterna Verde. Il Brother Eye, ovviamente, prende il nome da “Grande Fratello” in 1984 di George Orwell, e questo potrebbe spiegare il titolo del film.

Steve Trevor e Wonder Woman nel jet invisibile?

Ci sono state voci secondo cui Wonder Woman 1984 introdurrà il jet invisibile di Diana, e queste voci sembrano apparentemente confermate dal trailer, che sembra mostrare Diana e Steve Trevor che volano su di esso attraverso uno spettacolo pirotecnico.

Il jet invisibile è una delle idee più strane dei fumetti di Wonder Woman, e originariamente serviva da allegoria per il modo in cui tradizionalmente ci si aspettava che le donne fossero invisibili nel mondo degli uomini. La versione a fumetti dell’aereo è stata costruita su Themyscira e vola a 40 miglia al secondo, ma la sua origine cinematografica e le sue capacità sono attualmente sconosciute.

Amazzoni in allenamento (su Bana-Mighdall?)

Il trailer di Wonder Woman 1984 passa poi ad una serie di inquadrature con protagoniste le Amazzoni, che si allenano in una specie di arena; il costume e la scenografia sembrano leggermente diversi dalla Themyscira dal primo film, forse perché queste sono in effetti le Amazzoni della remota nazione egiziana di Bana-Mighdall.

Nei fumetti, questa realtà fu fondata da un gruppo di Amazzoni che lasciarono Themyscira circa tremila anni prima; rinunciarono agli dei dell’Olimpo per cercare vendetta sugli uomini che avevano così danneggiato la loro razza. Il film Wonder Woman ha esplorato sottilmente il tema di come le persone rispondono alla violenza, con Diana che rifiuta di guardare dall’altra parte mentre il mondo scende in guerra; sarà affascinante vedere in che modo questa tribù di amazzoni si scaglia per vendetta contro chi ha usato loro violenza.

Wonder Woman cavalca il fulmine

Uno dei momenti più sorprendenti del trailer di Wonder Woman 1984 vede Diana che usa il suo lazo di verità per cavalcare fulmini nel cielo. È un’abilità che non è mai stata mostrata nei fumetti, anche se potrebbe avere senso, dato che Diana dovrebbe essere la figlia di Zeus.

Mentre questa inquadratura è sorprendente, solleva un spinoso problema di continuità per il DCEU; perché Wonder Woman non ha mostrato questo potere in Batman V Superman: Dawn of Justice o Justice League? La verità è che Warner Bros. probabilmente non è troppo preoccupata della continuity.

La Golden Eagle di Wonder Woman

Wonder Woman 1984Il trailer di Wonder Woman 1984 termina con uno splendido shot di Diana nella sua nuova armatura “Golden Eagle”. Questa armatura fu introdotta nella storia di Elseworlds del 1996, Kingdom Come, con Diana che la indossava per scendere in guerra in prima linea.

Da allora è stata incorporato nella continuity della DC Comics, e Diana la indossa praticamente ogni volta che sta per andare in guerra. L’armatura dell’Aquila reale è resistente ed efficace e nei fumetti è stata forgiata dalla madre di Diana, Ippolita. Il DCEU potrebbe cambiare un po’ le cose, dal momento che Diana potrebbe aver ottenuto l’armatura dopo la sua visita a Bana-Mighdall.

Golden Globes 2020: tutte le nomination

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Golden Globes 2020: tutte le nomination

Dakota Fanning, Susan Kelechi Watson e Tim Allen insieme agli ambasciatori dei Golden Globe Dylan e Paris Brosnan, il presidente della Hollywood Foreign Press Association Lorenzo Soria hanno annunciato le nomination ai Golden Globes 2020.

Ecco tutte le nomination ai Golden Globes 2020

Best Performance by an Actor in a Limited Series or Motion Picture Made for Television
Christopher Abbott (“Catch-22”)
Sacha Baron Cohen (“The Spy”)
Russell Crowe (“The Loudest Voice”)
Jared Harris (“Chernobyl”)
Sam Rockwell (“Fosse/Verdon”)

Best Performance by an Actress in a Limited Series or Motion Picture Made for Television
Kaitlyn Dever (“Unbelievable”)
Joey King (“The Act”)
Helen Mirren (“Catherine the Great”)
Merritt Wever (“Unbelievable”)
Michelle Williams (“Fosse/Verdon”)

Best Television Limited Series or Motion Picture Made for Television
“Catch-22″ (Hulu)
“Chernobyl” (HBO)
“Fosse/Verdon” (FX)
The Loudest Voice (Showtime)
“Unbelievable” (Netflix)

Best Motion Picture – Foreign Language
The Farewell” (A24)
Pain and Glory” (Sony)
Portrait of a Lady on Fire” (Pyramide Films)
Parasite” (CJ Entertainment)
“Les Misérables” (BAC Films, Amazon)

Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television
Alan Arkin (“Kominsky Method”)
Kieran Culkin (“Succession”)
Andrew Scott (“Fleabag”)
Stellan Skarsgård (“Chernobyl”)
Henry Winkler (“Barry”)

Best Television Series – Musical or Comedy
“Barry” (HBO)
“Fleabag” (Amazon)
“The Kominsky Method” (Netflix)
“The Marvelous Mrs. Maisel” (Amazon)
“The Politician” (Netflix)

Best Original Score – Motion Picture
Daniel Pemberton (“Motherless Brooklyn”)
Alexandre Desplat (“Little Women”)
Hildur Guðnadóttir (“Joker”)
Thomas Newman (“1917”)
Randy Newman (“Marriage Story”)

Best Screenplay – Motion Picture
Noah Baumbach (“Marriage Story”)
Bong Joon-ho and Han Jin-won (“Parasite”)
Anthony McCarten (“The Two Popes”)
Quentin Tarantino (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Steven Zaillian (“The Irishman”)

Best Original Song – Motion Picture
“Beautiful Ghosts” (“Cats”)
“(I’m Gonna) Love Me Again” (“Rocketman”)
“Into the Unknown” (“Frozen II”)
“Spirit” (“The Lion King”)
“Stand Up” (“Harriet”)

Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television
Patricia Arquette (“The Act”)
Helena Bonham Carter (“The Crown”)
Toni Collette
Meryl Streep (“Big Little Lies”)
Emily Watson (“Chernobyl”)

Best Performance by an Actor in a Television Series – Musical or Comedy
Michael Douglas (“The Kominsky Method”)
Bill Hader (“Barry”)
Ben Platt (“The Politician”)
Paul Rudd (“Living with Yourself”)
Ramy Youssef (“Ramy”)

Best Performance by an Actress in a Television Series – Musical or Comedy
Christina Applegate (“Dead to Me”)
Rachel Brosnahan (“The Marvelous Mrs. Maisel”)
Kirsten Dunst (“On Becoming a God in Central Florida”)
Natasha Lyonne (“Russian Doll”)
Phoebe Waller-Bridge (“Fleabag”)

Best Performance by an Actor in a Television Series – Drama
Brian Cox (“Succession”)
Kit Harington (“Game of Thrones”)
Rami Malek (“Mr. Robot”)
Tobias Menzies (“The Crown”)
Billy Porter (“Pose”)

Best Performance by an Actress in a Television Series – Drama
Jennifer Aniston (“The Morning Show”)
Olivia Colman (“The Crown”)
Jodie Comer (“Killing Eve”)
Nicole Kidman (“Big Little Lies”)
Reese Witherspoon (“Big Little Lies”)

Best Actor in a Supporting Role in Any Motion Picture
Tom Hanks (“A Beautiful Day in the Neighborhood”)
Anthony Hopkins (“The Two Popes”)
Al Pacino (“The Irishman”)
Joe Pesci (“The Irishman”)
Brad Pitt (“Once Upon a Time in Hollywood”)

Best Actress in a Supporting Role in Any Motion Picture
Kathy Bates (“Richard Jewell”)
Annette Bening (“The Report”)
Laura Dern (“Marriage Story”)
Jennifer Lopez (“Hustlers”)
Margot Robbie (“Bombshell”)

Best Actor in a Motion Picture – Musical or Comedy
Daniel Craig (“Knives Out”)
Roman Griffin Davis (“Jojo Rabbit”)
Leonardo DiCaprio (“Once Upon a Time in Hollywood”)
Taron Egerton (“Rocketman”)
Eddie Murphy (“Dolemite Is My Name”)

Best Motion Picture – Animated
“Frozen II” (Disney)
“How to Train Your Dragon: The Hidden World” (Universal)
“Missing Link” (United Artists Releasing)
“Toy Story 4” (Disney)
“The Lion King” (Disney)

Best Director – Motion Picture
Bong Joon-ho (“Parasite”)
Sam Mendes (“1917”)
Todd Phillips (“Joker”)
Martin Scorsese (“The Irishman”)
Quentin Tarantino (“Once Upon a Time in Hollywood”)

Best Actor in a Motion Picture – Drama
Christian Bale (“Ford v Ferrari”)
Antonio Banderas (“Pain and Glory”)
Adam Driver (“Marriage Story”)
Joaquin Phoenix (“Joker”)
Jonathan Pryce (“The Two Popes”)

Best Actress in a Motion Picture – Musical or Comedy
Awkwafina (“The Farewell”)
Ana de Armas (“Knives Out”)
Cate Blanchett (“Where’d You Go, Bernadette”)
Beanie Feldstein (“Booksmart”)
Emma Thompson (“Late Night”)

Best Television Series – Drama
“Big Little Lies” (HBO)
“The Crown” (Netflix)
“Killing Eve” (BBC America)
“The Morning Show” (Apple TV Plus)
“Succession” (HBO)

Best Actress in a Motion Picture – Drama
Cynthia Erivo (“Harriet”)
Scarlett Johansson (“Marriage Story”)
Saoirse Ronan (“Little Women”)
Charlize Theron (“Bombshell”)
Renée Zellweger (“Judy”)

Best Motion Picture – Musical or Comedy
“Once Upon a Time in Hollywood” (Sony)
“Jojo Rabbit” (Fox Searchlight)
“Knives Out” (Lionsgate)
“Rocketman” (Paramount)
“Dolemite Is My Name” (Netflix)

Best Motion Picture – Drama
“The Irishman” (Netflix)
“Marriage Story” (Netflix)
1917” (Universal)
“Joker” (Warner Bros.)
“The Two Popes” (Netflix)

I premi saranno assegnati il prossimo 5 gennaio.

Noir in Festival: Il mistero Henri Pick film di chiusura

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Noir in Festival: Il mistero Henri Pick film di chiusura

È giunta al giro di boa la 29ma edizione del Noir in Festival che dopo l’esordio a Como si concluderà a Milano la sera di mercoledì 11 dicembre con l’anteprima de Il mistero Henri Pick  (Le mystère Henri Pick) (ore 21:30 – IULM 6, Auditorium), in sala dal 19 dicembre per I Wonder Pictures.

Fabrice Luchini e Camille Cottin sono i protagonisti della pellicola diretta da Rémi Bezançon, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di David Foenkinos, che ruota attorno alla figura di un misterioso scrittore e del suo romanzo: come ha fatto Henri Pick, semplice pizzaiolo, a scrivere un libro che in breve tempo diventa bestseller? Chi si nasconde dietro la sua identità? Una commedia brillante e sorprendente, piena di colpi di scena e rivelazioni inaspettate, perfetta conclusione di quel viaggio dalla letteratura al cinema, dalle parole alle immagini e, viceversa, che quest’anno il Noir in Festival celebra assieme a SIAE.

Per la mattinata di martedì 10, il Noir in Festival rende omaggio a due registi che nella loro carriera si sono ampiamente confrontati, seppur in maniera diversa, con il genere: il primo è Claudio Bonivento, a cui quest’anno va il Premio Luca Svizzeretto, che racconterà la sua esperienza di regista e produttore tra cinema e televisione (ore 10:00 a IULM 6, sala dei 146). A seguire Fulci Talks, un incontro con la regista Antonietta De Lillo e il critico Marcello Garofalo dedicato alla riscoperta di un maestro del genere come Lucio Fulci (ore 11:00 – IULM 6, sala dei 146).

Per il Premio Caligari scendono in campo 5 è il numero perfetto, esordio di Igort dietro la macchina da presa ispirato all’omonima graphic novel dell’autore, che sarà presentato in sala dall’attore da Lorenzo Lancellotti (ore 17:00 – IULM 6, Auditorium), e Gli uomini d’oro, intrigante noir metropolitano diretto da Vincenzo Alfieri (presente in sala) ispirato a un fatto di cronaca accaduto a Torino nel 1996 (ore 22:00 – IULM 6, Auditorium).

Arrivano invece dall’America Latina i due film del concorso internazionale in programma martedì 10 dicembre: 4X4 di Mariano Cohn (ore 15:00 – IULM 6, Auditorium) è una pellicola avvincente all’interno di un fuoristrada lussuoso che si trasforma in un bunker da cui è impossibile fuggire, mentre il brasiliano Bacurau (ore 19.30 – IULM 6, Auditorium) racconta dei fatti strani che si verificano in un piccolo villaggio in seguito alla morte della matriarca.

Infine, a partire dalle ore 18:00 presso la Feltrinelli di Piazza Duomo, Gianrico Carofiglio (La misura del tempo, Einaudi) e Antonio Moresco (Canto di D’Arco, SEM) dialogheranno su letteratura e generi.

The Farewell – Una Bugia Buona dal 24 dicembre al cinema

Arriverà al cinema dal 24 Dicembre distribuito da Bim Distribution The Farewell – Una Bugia Buona, diretto da Lulu Wang e con protagonista Awkwafina.

Con The Farewell – Una bugia buona, premio del pubblico al Sundance London e applaudito all’ultima Festa del Cinema di Roma, la sceneggiatrice/regista Lulu Wang ha creato un’intima celebrazione del ruolo che ognuno di noi ha nella famiglia e, insieme, del modo in cui la viviamo nel profondo, intrecciando con maestria il ritratto garbatamente ironico della bugia in azione e il racconto toccante di ciò che nella famiglia può unirci e renderci più forti, spesso a dispetto di noi stessi.

The Farewell – Una Bugia Buona: trailer

La trama del film The Farewell – Una Bugia Buona

Billi (Awkwafina), nata in Cina e cresciuta negli Stati Uniti, tornata a malincuore a Changchun, scopre che in famiglia tutti sanno che alla sua amata nonna restano solo poche settimane di vita, ma hanno deciso di tenere nascosta la verità alla diretta interessata.

Per proteggere la sua serenità, si riuniscono con il festoso espediente di un matrimonio affrettato. Avventurandosi in un campo minato di aspettative e convenevoli di famiglia, Billi scopre che, in realtà, ci sono molte cose da festeggiare: l’occasione di riscoprire il Paese che ha lasciato da bambina, il meraviglioso spirito di sua nonna e i legami che continuano ad unire anche quando c’è molto di non detto.

The Farewell – Una Bugia Buona, il film

Tutto inizia quando Bill, un’aspirante artista di New York che a stento conosce la Cina dove è nata, si unisce al viaggio dei suoi genitori e dei parenti venuti da ogni parte del mondo per rendere l’estremo saluto alla matriarca della famiglia. I dottori li hanno informati che a Nai-Nai (mandarino per nonna) restano solo pochi mesi di vita, la diretta interessata ignora però la sua sorte, e la famiglia si adopera affinché lei ne resti assolutamente all’oscuro. Invece di dirle come stanno le cose, fingono che vada tutto bene, e spiegano a Nai-Nai di essersi riuniti tutti non certo per dirle addio, ma per festeggiare un felice, sebbene alquanto repentino, matrimonio.

Per Bill, imbevuta di cultura e indipendenza americane, il piano contravviene sicuramente ad ogni logica e probabilmente anche ad ogni etica. Eppure eccola lasciare New York, nel peggiore dei momenti, spinta dal bisogno di vedere Nai-Nai un’ultima volta, ma impossibilitata a spiegarle la ragione della sua visita improvvisa.  I maldestri tentativi di Bill di tener fede alla bugia, mentre naviga in un mare di differenze generazionali e culturali, creano momenti di comicità dal gusto secco e spumeggiante come lo champagne per il brindisi del matrimonio. Ma c’è anche una corrente più profonda che  scorre sotto la superficie: perché l’espediente del viaggio di Bill ritrae ciò che le famiglie tengono celato e ciò che invece rivelano, ciò che la famiglia esige da ognuno, e ciò che ognuno, in cambio, ne riceve.

Wang tratta il tema con un misto di leggerezza e gravità che rispecchia  le emozioni che si provano in certe riunioni familiari a cui non si è sicuri di riuscire a sopravvivere, e che pure restano indimenticabili.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, una nuova anteprima del film in Fortnite

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Una nuova anteprima di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’attesissimo episodio finale della celebre saga fantascientifica, verrà presentata in esclusiva all’interno di Fortnite.

Dopo aver lanciato la trilogia sequel nel 2015 con Il Risveglio della Forza, J.J. Abrams torna dietro la macchina da presa con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, film che chiuderà ufficialmente non soltanto la nuova trilogia, ma anche l’intera saga degli Skywalker, iniziata nel lontano 1977.

Per celebrare l’arrivo nelle sale di tutto il mondo dell’attesissimo Episodio IX (in Italia dal 18 dicembre), nuove immagini esclusive del film verranno mostrate ai fan della saga e a tutti gli appassionati di videogame: il prossimo 14 settembre, infatti, basterà accedere all’area “Rapide Rischiose” del noto videogioco e godere – a partire dalle 20:00 (ora italiana) – di una scena esclusiva tratta proprio da L’Ascesa di Skywalker, che verrà introdotta nientemeno che da J.J. Abrams. Il collegamento partirà dalle 19:30 (ora italiana).

Non è la prima volta che la casa di sviluppo di videogiochi Epic Games unisce le forze con la Disney e la Lucasfilm per promuovere la saga di Star Wars: già in passato, una partnership tra la realtà videoludica e il media franchise – partnership che ha visto sempre il coinvolgimento di Fortnite – era stata stretta per l’arrivo del videogioco Star Wars Jedi: Fallen Order.

LEGGI ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, nuove immagini in HD

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant. 

Fonte: Screen Rant

The Batman: Peter Sarsgaard entra nel cast. Sarà Due Facce?

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Arriva via Twitter la conferma che anche Peter Sarsgaard si unisce al cast di The Batman. Matt Reeves in persona ha pubblicato un tweet in cui dà il benvenuto all’attore nel suo cast.

L’annuncio però non riporta l’identità del personaggio che Sarsgaard interpreterà; potrebbe essere il vice commissario Peter Grogan, oppure, come dice THR, si potrebbe trattare di un poliziotto corrotto di nome Wasserman o un procuratore distrettuale. In caso dell’ultima ipotesi, è chiaro che, parlando di procuratore distrettuale, nel mondo di Batman, il nome che salta alla memoria è Harvey Dent, già visto sul grande schermo con il volto di Aaron Eckart. Nulla però è confermato.

Questo non è il primo ruolo di Sarsgaard in un film DC. In precedenza l’attore figlio e fratello d’arte ha interpretato Hector Hammond in Lanterna Verde del 2011.

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: Andy Serkis sarà Alfred e Colin Farrell sarebbe in trattative per interpretare Oswald Chesterfield aka Pinguino, Zoe Kravitz (la nuova Catwoman dell’universo DC), Jeffrey Wright (commissario Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista), infine John Turturro sarà il boss Carmine Falcone.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Avengers: Endgame, le origini di Thanos potevano essere molto diverse

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Una nuova concept art di Avengers: Endgame suggerisce che l’arco narrativo del personaggio di Thanos sarebbe potuto essere diverso rispetto a quello che abbiamo visto nel cinecomic di Anthony e Joe Russo.

Negli ultimi film dedicati ai Vendicatori – Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame – abbiamo visto due diversi lati del temibile Titano Pazzo, il Thanos-guerriero in Endgame e il Thanos-filosofo in Infinity War, e questo grazie all’espediente narrativo dei viaggi nel tempo, con il celebre villain che in Endgame proviene direttamente dal 2014.

Le due personalità di Thanos

L’idea alla base della backstory di Thanos era che il personaggio del 2014 fosse un brutale signore della guerra. Nei successivi quattro anni sarebbe poi maturato, assumendo un atteggiamento più filosofico e contemplativo. Una volta entrato in possesso delle Gemme dell’Infinito, Thanos sarebbe diventato più fiducioso, tanto da abbandonare l’uso dell’armatura e della misteriosa spada che avrebbe persino distrutto lo scudo di Captain America.

Un simile arco narrativo appare però abbastanza forzato, visto e considerato che le due versioni della personalità del Titano Pazzo non sembrano coincidere. Inoltre, un salto temporale di quattro anni non sembra essere un lasso di tempo abbastanza sufficiente da permettere una trasformazione del personaggio così drastica.

Un’origine più funzionale per il Titano Pazzo

Ci sono alcune prove che suggeriscono che i piani originali della Marvel per il personaggio di Thanos in Avengers: Endgame avrebbero garantito un arco narrativo molto più organico e funzionale. La nuova concept art del film suggerisce che in origine i Vendicatori avrebbero incontrato una versione precedente di Thanos, quella di un circa un decennio fa.

La concept art mostra inoltre una versione precedente di Nebula, recentemente adottata dal Titano Pazzo. L’artista dietro la concept art, Andy Park, spiega che questa versione di Nebula è in realtà quella del personaggio prima che venisse torturato e ricostruito da Thanos.

Ad ogni modo, è importante ricordare che Thanos aveva già operato delle sperimentazioni su Nebula durante la sua adolescenza, una sorta di punizione per l’incapacità della supercriminale aliena di sconfiggere la sorella Gamora durante i combattimenti.

Il viaggio originale di Thanos in Avengers: Endgame

La prima versione del Titano Pazzo sarebbe stata il Thanos-guerriero, ossia il signore della guerra che distrugge infiniti mondi in tutta la galassia, ma anche colui che tortura sadicamente le figlie adottate che ha tanto professato di amare. Probabilmente, nel corso degli anni, il Thanos che abbiamo visto in Avengers: Endgame avrebbe cominciato a rimurginare suoi metodi e al fatto che non stessero effettivamente portando a nulla: al contrario, sentirebbe che nonostante tutti i suoi sforzi, la crescita della popolazione starebbe raggiungendo livelli di estinzione cosmica.

Così, Thanos si sarebbe ritirato dalle sue brutali azioni di sterminio, focalizzando la sua attenzione e le sue energie sull’acquisizione delle Gemme dell’Infinito. D’altronde, è proprio quando entra in gioco la conquista delle Gemme che Thanos si alza dal suo trono e decide di sconfiggere i Vendicatori. Così, l’intero periodo di tempo fa sembra il suo arco narrativo qualcosa di molto più naturale, oltre ad essere molto meno forzato di quello che abbiamo visto sul grande schermo.

Fonte: The News Fetcher

Kevin Feige: “Il multiverso è la chiave del futuro del MCU”

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Kevin Feige: “Il multiverso è la chiave del futuro del MCU”

Kevin Feige ha confermato che il multiverso sarà la chiave per il futuro del MCU. Concludendo la Infinity Saga, composta di 23 film, con Avengers: Endgame (considerando Spider-Man: Far From Home un epilogo), il franchise Marvel è sull’orlo della transizione mentre si preparano a dare il via alla Fase 4, il prossimo anno, con Black Widow. Mentre Scarlett Johansson e Cate Shortland presenteranno al pubblico un film ambientato sulla Terra, i fan possono aspettarsi che l’universo condiviso affronti concetti più insoliti mentre progredisce.

L’idea del multiverso non è nuova al MCU. Far From Home ha introdotto il concetto, sebbene si sia rivelato nient’altro che uno stratagemma del cattivo, Mysterio (Jake Gyllenhaal), per ingannare Peter Parker / Spider-Man (Tom Holland). Tuttavia, ha preparato il pubblico alla possibilità che il franchising esplorerà il concetto, ad un certo punto. E se i recenti commenti di Feige sono un’indicazione, non sarà un’attesa troppo lunga.

Apparendo al CCXP in Brasile per presentare i piani dei Marvel Studios per la Fase 4, Feige ha parlato del multiverso e di come questo sarà il prossimo passo nell’evoluzione del MCU. Doctor Strange e il Multiverso della follia giocheranno un ruolo fondamentale nell’aprire completamente il franchise a tale concetto e ha persino condiviso il fatto che il film influenzerà alcuni dei prossimi progetti cinematografici in programma, oltre che delle serie nel catalogo di Disney +:

“Quando abbiamo iniziato a costruire il MCU, tutto riguardava Tony Stark. Presentare al mondo sia Tony che la sua armatura. Poi [abbiamo] continuato a insegnare alle persone cosa erano gli Asgardiani e abbiamo insegnato loro a conoscere i super soldati, quindi riunirli in Avengers. Ho sempre amato i film ambientati nello spazio e ho sempre amato i grandi racconti intergalattici, motivo per cui abbiamo fatto Guardiani e il pubblico ci ha seguiti fino a rendere possibile un film come Endgame. Ho sempre voluto fare viaggi nel tempo, che alla fine lo abbiamo fatto in Endgame. Il multiverso è il prossimo passo nell’evoluzione del MCU e Doctor Strange nel Multiverso della follia lo aprirà in modi che avranno ripercussioni su una serie Disney + , che non è WandaVision, e sui film successivi in un modo molto divertente”.

Doctor Strange in the Multiverse of Madness

Kevin Feige rivela il legame con Ghostbusters di The Avengers

Non sorprende che questa sia la strada da percorrere per far avanzare l’MCU. Nel corso degli anni, hanno anticipato e circuito l’idea del multiverso, con Doctor Strange e con Ant-Man, e ora è il caso di esplorare questa potenzialità. Inoltre, l’imminente inserimento degli X-Men nel franchise rende fondamentale l’utilizzo di uno stratagemma che possa permettere a Feige e al suo studio di introdurre personaggi e storie senza vanificare il perfetto funzionamento temporale del primo blocco narrativo del MCU.

Per quanto riguarda i cambiamenti e le conseguenze che il multiverso avrà su una serie Disney + in particolare, possiamo essere quasi certi che si tratterà della serie dedicata a Loki, già annunciata, e che in questo modo potrebbe portare il giusto riequilibrio nella storyline del personaggio che in Endgame ha “un’altra possibilità” dopo la fuga con il Tesseract (Gemma dello Spazio).

Godzilla vs Kong: uno primissimo sguardo ai due iconici mostri

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Godzilla vs Kong: uno primissimo sguardo ai due iconici mostri

Insieme al primo trailer ufficiale di Wonder Woman 1984, la Warner Bros. ha presentato al Brazilian Comic Con anche un gustosissimo filmato contenente alcune immagini esclusive tratte dai titoli della major in arrivo il prossimo anno, incluso l’attesissimo Godzilla vs Kong

Il filmato è sfortunatamente molto breve, ma le immagini riguardanti Godzilla vs Kong ci permettono di dare un primo sguardo ai due iconici mostri che saranno al centro della storia raccontata da Adam Wingard: è interessante notare che le dimensioni del gigante Godzilla sono decisamente più grandi rispetto alla versione vista nel film Kong: Skull Island.

Potete vedere il breve filmato, che racchiude le immagini di Godzilla vs Kong in cui i due iconici mostri combattono l’uno contro l’altro, CLICCANDO QUI.

LEGGI ANCHE – Godzilla vs Kong: Alexander Skarsgard e Eiza Gonzalez nelle prime foto dal set

Legendary Pictures, di comune accordo con Warner Bros., distribuirà il film non più il 13 marzo 2020, ma il 20 novembre 2020. Al timone del progetto figura Adam Wingard, mentre nel cast figureranno Julian Dennison, Brian Tyree Henry, Alexander Skarsgard e Demian Bichir.

L’ultimo capitolo del franchise, Godzilla: King of Monsters, è stato diretto da Michael Dougherty e vede nel cast Millie Bobby Brown (Stranger Things)Vera Farmiga (The Conjuring), Bradley Whitford, Thomas Middleditch, O’Shea Jackson Jr., Ken Watanabe e Sally Hawkins.

Dopo il successo globale di Godzilla e Kong: Skull Island, Godzilla: King of Monsters è arrivato nei cinema allargando la trama dell’universo cinematografico nato dalla collaborazione di Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures. Il film racconta infatti l’epico scontro tra Godzilla e alcuni dei mostri più popolari nella storia della cultura pop seguendo gli eroici sforzi dell’agenzia cripto-zoologica Monarch di combattere questa batteria di mostri giganteschi.

LEGGI ANCHE – Godzilla II – King of the Monsters: la recensione

Fonte: ComicBookMovie

Cinquanta sfumature di nero: 10 cose che non sai sul film

Cinquanta sfumature di nero: 10 cose che non sai sul film

Secondo della fortunata trilogia cinematografica tratta dai romanzi di E. L. James, Cinquanta sfumature di nero è un film del 2017 per la regia di James Foley. Con un buon successo al botteghino, il film si è affermato in breve per essere un degno sequel del primo film, portando avanti la celebre storia d’amore tra i due protagonisti ed esplorandone nuovi aspetti.

Ecco 10 cose che non sai di Cinquanta sfumature di nero.

Cinquanta sfumature di nero: la trama del film

1. Racconta un nuovo capitolo della storia tra i due celebri amanti. Christian Grey, protagonista del film, cerca di persuadere Anastasia a tornare nella propria vita dopo che questa gli aveva detto addio. Tuttavia alcune figure misteriose, proveniente dal suo passato, tentano di ostacolare la loro vita sentimentale, rischiando di minare le loro speranze di un futuro insieme.

Cinquanta sfumature di nero: il cast del film

2. Due giovani e celebri attori hanno il ruolo dei protagonisti. Il ruolo di Christian Grey è stato nuovamente interpretato dall’attore Jamie Dornan, mentre nel ruolo di Anastasia vi è ancora una volta l’attrice Dakota Johnson. Arricchiscono il cast le attrici Kim Basinger e Bella Heathcote.

3. Jamie Dornan si è allenato molto di più per il ruolo. L’attore ha dichiarato di non essere rimasto entusiasta del suo fisico nel primo film, e così per questo secondo capitolo ha chiesto più tempo per potersi allenare e raggiungere la forma desiderata.

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4. Entrambi i protagonisti avevano dei rituali prima di girare le loro scene. L’attrice Dakota Johnson ha rivelato che prima di girare le scene di sesso previste nel film, lei era solita bere un bicchiere di vino, mentre Dornan si esercitava con flessioni e addominali. Inoltre i due hanno rivelato di aver scambiato lunghe conversazioni per poter entrare nel mood di tali scene.

5. Secondo alcune voci Jamie Dornan non sarebbe tornato per il ruolo. Dopo l’uscita del primo film, alcune rumor sembravano annunciare un ritiro da parte dell’attore nei confronti del personaggio di Christian Grey. Prima di iniziare le riprese di questo secondo capitolo, tuttavia, l’attore stesso ha smentito tali voci, affermando di essere molto devoto al franchise.

Cinquanta sfumature di nero: è tratto dall’omonimo libro

6. È la trasposizione dell’omonimo romanzo. Cinquanta sfumature di nero è il secondo capitolo della trilogia scritta dall’autrice inglese E. L. James, pubblicato nel 2012. Il romanzo, di genere erotico, ha ottenuto un ottimo successo di pubblico, spingendo la Universal Pictures a confermare la trasposizione ancor prima che uscisse il primo capitolo cinematografico di tale trilogia.

Cinquanta sfumature di nero: le canzoni del film

7. È composto da celebri brani. Per un film di questo tipo è importante avere la giusta colonna sonora, che possa costruire un’atmosfera adeguata agli eventi di cui si narra. In particolare è diventata molto popolare la canzone interpretata da ZAYN e Taylor Swift, intitolata I Don’t Wanna Live Forever. Altri celebri brani sono Not Afraid Anymore di Halsey, One Woman Man di John Legend e Bom Bidi Bom di Nick Jonas e Nicki Minaj.

Cinquanta sfumature di nero: dove vederlo

8. Il film è presente in streaming. Per gli appassionati del film, sarà possibile rivederlo sulle piattaforme in cui questo è presente, ovvero Rakuten TV, Chili, TIM Vision, Google Play, Infinity e Apple iTunes. Per guardarlo basterà noleggiare o acquistare il singolo film, oppure se richiesto sottoscrivere un abbonamento alla piattaforma.

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Cinquanta sfumature di nero: film simili

9. Esistono diversi film simili per tematiche. Oltre a 50 sfumature di nero esistono numerosi film incentrati sull’amore passionale tra i due protagonisti. Oltre agli altri due capitoli della trilogia, Cinquanta sfumature di grigio (2015) e Cinquanta sfumature di rosso (2018), si citano anche 9 settimane e ½ (1986), Basic Instinct (1992), Io prima di te (2016), Addicted (2014), After (2019), e Unforgettable (2017).

Cinquanta sfumature di nero: le frasi più belle del film

10. È ricco di frasi passionali. Tratto da un romanzo erotico, il film non può che contenere numerose frasi ad effetto, in grado di far trasparire il desiderio dei protagonisti e scatenare l’immaginazione dello spettatore. Ecco alcune delle frasi più belle del film.

– Ho paura. Lo so che dici che io ti basto. Ma ci sono certe cose che sei abituato a ottenere, che io non sarò mai, mai, mai e poi mai capace di darti. E forse può andare bene, per ora, ma… (Anastasia)

Questa volta niente regole, niente punizioni e… nessun segreto. (Anastasia)

Voglio che torni da me. Non sono molto bravo in questo. Non volevo rifare un tentativo. (Christian Grey)

Fonte: IMDb

 

Yvonne Strahovski: 10 cose che non sai sull’attrice

Yvonne Strahovski: 10 cose che non sai sull’attrice

Giunta negli Stati Uniti in cerca di successo nel mondo dello spettacolo, l’attrice australiana Yvonne Strahovski si è in breve affermata grazie ai suoi ruoli in alcune serie TV di successo, approdando in seguito anche al cinema. Con il tempo l’attrice ha avuto modo di far maturare il suo talento, ottenendo il plauso della critica. Nominata ad importanti premi per il suo ruolo nella serie The Handsmaid’s Tale, la Strahovski è oggi tra le più richieste attrici della sua generazione, pronta ad affrontare nuovi ruoli e generi per provare la sua versatilità.

Ecco 10 cose che non sai su Yvonne Strahovski.

Yvonne Strahovski: i film e le serie TV

1. È diventata celebre grazie ai suoi ruoli televisivi. L’esordio televisivo per l’attrice avviene nel 2005 con la serie Headland, in cui recita fino al 2006. Nel 2007 viene scelta per ricoprire il ruolo di Sarah Walker nella serie Chuck, dove recita fino al 2012. Successivamente l’attrice appare in diversi episodi della serie Dexter (2012-2013), dove recita accanto all’attore Michael C. Hall, in 24: Live Another Day (2014) e in The Astronaut Wives Club (2015). Dal 2017 ricopre il ruolo di Serena Joy nella serie The Handsmaid’s Tale.

2. Ha recitato anche al cinema. L’attrice esordisce sul grande schermo con il film Gone – Passaggio per l’inferno (2007), per poi recitare in The Canyon (2009), So che ci sei (2010), Killer Elite (2011), Parto con mamma (2012), I, Frankenstein (2014), Chiudi gli occhi (2016), Manhattan Night (2016), The Predator (2018) e Angel of Mine (2019).

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Yvonne Strahovski è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 749 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie realizzate in momenti di svago, in compagnia di amici e colleghi. Non mancano tuttavia anche foto tratte dalle premiere a cui l’attrice ha preso parte, o immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Yvonne Strahovski ha un marito

4. Si è sposata in gran segreto. Dopo sei anni di relazione sentimentale, l’attrice ha sposato nel 2017 l’attore Tim Loden. L’anno seguente i due annunciano tramite i rispettivi account social di aspettare il loro primo figlio.

Yvonne Strahovski e Zachary Levi

5. Hanno avuto una relazione. Stando a quanto riportato da alcuni giornali di gossip, i due attori avrebbero avuto una relazione durante le prime due stagioni della serie, per poi lasciarsi tuttavia durante le riprese della terza.

Yvonne Strahovski in Chuck

6. Fu scelta per la sua grande chimica con il protagonista. L’attrice fu sottoposta ad un provino con l’attore Zachary Levi, e grazie alla grande chimica di coppia la Strahovski ottenne il ruolo, trasferendosi così stabilmente negli Stati Uniti per portare avanti la sua carriera.

Yvonne Strahovski in Dexter

7. È stata il più importante amore del protagonista. Nel corso della serie Dexter il personaggio protagonista si imbatte in diverse relazioni, ma nessuna è stata più significativa di quella con Hannah McKay, interpretata dalla Strahovski. Con lei infatti il personaggio ha finalmente potuto essere sé stesso, ritrovandosi veramente innamorato.

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8. Ha amato la forza del personaggio. L’attrice, comparsa nella settima e nell’ottava stagione della serie, ha dichiarato di essere rimasta particolarmente entusiasta del ruolo. Di Hannah l’attrice ha apprezzato la sua crescita emotiva, che l’ha portata ad acquisire maggior consapevolezza di sé.

Yvonne Strahovski: il suo 2019

9. Ha recitato nuovamente in televisione. Nel 2019 l’attrice riprende il ruolo di Serena Joy Waterford nella serie The Handmaid’s Tale. Per tale ruolo ottiene, nel gennaio di quest’anno, una nomination come miglior attrice non protagonista ai premi Golden Globe.

Yvonne Strahovski età e altezza

10. Yvonne Strahovski è nata a Sydney, Australia, il 30 luglio 1982. L’altezza complessiva dell’attrice è di 176 centimetri.

Fonte: IMDb

Justin Theroux: 10 cose che non sai sull’attore

Justin Theroux: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Justin Theroux si è negli anni affermato come interprete tanto di commedie quanto di ben altri generi, dimostrando una versatilità che è sempre stato il suo punto di forza. Attivo tanto al cinema quanto in televisione, Theroux ha guadagnato con i suoi ruoli il favore del pubblico e della critica. Personalità dalle mille abilità, nel corso della sua carriera ha ricoperto anche ruoli come quello di sceneggiatore, regista, doppiatore e produttore.

Ecco 10 cose che non sai di Justin Theroux.

Justin Theroux: i suoi film

1. Ha recitato in lungometraggi di diverso genere. L’attore debutta al cinema nel 1996 con il film Ho sparato a Andy Warhol. Negli anni successi ottiene ruoli di rilievo nei film Romy & Michelle (1997), Party fatale (1997), American Psycho (2000), Il club dei cuori infranti (2000), per poi affermarsi con il film Mulholland Drive (2001). Ancor più popolarità arriva con il film Zoolander (2001). L’attore partecipa a questo punto a celebri film come Charlie’s Angels – Più che mai (2003), Duplex – Un appartamento per tre (2003), Miami Vice (2006), Inland Empire – L’impero della mente (2006), Sua Maestà (2011), Zoolander 2 (2016), La ragazza del treno (2016), dove recita accanto all’attrice Emily Blunt, Star Wars: Gli ultimi Jedi (2017), Mute (2018), Il tuo ex non muore mai (2018) e Una giusta causa (2018).

2. Ha recitato anche in televisione. Nel corso della sua carriera l’attore si è affermato anche per diversi ruoli televisivi, recitando in episodi di serie come Ally McBeal (1998), Sex and the City (1998-1999), The District (2000-2002), Alias (2003), Sex Feet Under (2003-2004), John Adams (2008), Parks and Recreation (2010). Tra i ruoli per cui è più conosciuto in TV si hanno quello di Kevin Garvey in The Leftovers (2014-2017) e del dottor James K. Mantleray in Maniac (2018), dove recita accanto agli attori Jonah Hill e Emma Stone.

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3. Si è distinto come doppiatore. Theroux si è affermato anche nel settore del doppiaggio, prestando la sua voce per film d’animazione come Magamind (2010) e LEGO Ninjago – Il film (2017). L’attore ha inoltre doppiato il personaggio di Dropkick nel film Bumblebee (2018) e quello di Biagio nella trasposizione live action del film Lilli e il vagabondo (2019).

4. È anche sceneggiatore. Tra le sceneggiature più celebri a cui l’attore ha partecipato vi sono quelle dei film Tropic Thunder (2008) e Zoolander 2 (2016), entrambi diretti da Ben Stiller. Theroux ha inoltre collaborato nella scrittura dei film Iron Man 2 (2010) e Rock of Ages (2012).

Justin Theroux è su Instagram

5. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 760 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie ritraenti momenti di svago in compagnia di amici o colleghi, ma molto presenti sono anche foto scattate nel dietro le quinte dei set a cui l’attore prende parte, nonché immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Justin Theroux e Jennifer Aniston

6. È stato sposato con la celebre attrice di Friends. Nel 2011 l’attore si fidanza con Jennifer Aniston, attrice nota per le sue commedie romantiche e per la serie televisiva Friends. I due si sposano in seguito nell’agosto del 2015. Nel febbraio del 2018 annunciano tuttavia la separazione, dopo aver vissuto un periodo di distanza.

Justin Theroux ha una nuova fidanzata

7. È impegnato in una nuova relazione sentimentale. Dopo una serie di rumors, l’attore è stato visto in compagnia della sua nuova fidanzata, l’attrice e modella Laura Harrier, già vista nei film BlackKklansman (2018) e Spider-Man: Homecoming (2017).

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Justin Theroux in Sex and the City

8. Ha interpretato due differenti personaggi. L’attore è apparso in due differenti episodi, nella prima e nella seconda stagione, della serie Sex and the City, recitando accanto all’attrice Sarah Jessica Parker. Per poter ricoprire due ruoli differenti, l’attore si è sottoposto ad un cambiamento d’aspetto, tagliandosi drasticamente i capelli.

Justin Theroux in Joker

9. Ha un cameo nel film DC. L’attore appare in un breve cameo all’interno del film Joker (2019), grande successo di critica e pubblico con Joaquin Phoenix. Qui Theroux interpreta tale Ethan Chase, ospite presso il Murray Franklin Show, e di cui Arthur Fleck studia le movenze in previsione della sua partecipazione al programma.

Justin Theroux età e altezza

10. Justin Theroux è nato a Washington, Stati Uniti, il 10 agosto 1971. L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Freya Allan: 10 cose che non sai sull’attrice

Freya Allan: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane attrice Freya Allan è un volto ancora tutto da scoprire, ma che sarà tra i protagonisti dell’attesa serie The Witcher. Grazie a questa avrà certamente modo di farsi notare, ponendo un nuovo tassello nella costruzione della sua carriera. Già apparsa in televisione, l’attrice ha appena iniziato a mostrare quello che è un talento pronto a maturare con il tempo.

Ecco 10 cose che non sai su Freya Allan.

Freya Allan: i suoi film e le serie TV

1. È celebre per i ruoli televisivi. L’attrice debutta sul piccolo schermo con la serie Into the Badlands (2018), per poi recitare anche in The War of the Worlds (2019). A fine 2019 esordirà nel suo primo ruoli di rilievo nella serie The Witcher, per poi recitare anche nell’attesa serie The Third Day, prevista per il 2019.

2. Debutterà anche al cinema. L’attrice non ha ancora compiuto un debutto cinematografico, che avverrà tuttavia nel 2020 con il film Gunpowder Milkshake, narrante di un team di serial killer composto da madre e figlia. Nel film l’attrice reciterà accanto a Karen Gillan e Carla Gugino.

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Freya Allan è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 65,6 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere sue fotografie ma anche scatti realizzati in momenti di svago. Non mancano tuttavia anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Freya Allan e Hanry Cavill

4. Reciterà accanto all’attore di Superman. L’attrice avrà un ruolo di rilievo nella serie The Witcher, dove reciterà accanto all’attore Hanry Cavill, celebre per aver interpretato il personaggio di Superman nei film L’uomo d’acciaio, Batman v Superman e Justice League.

Freya Allan è Ciri in The Witcher

5. Interpreta una principessa. Nella serie tratta dai libri di Andrzej Sapkowski, l’attrice interpreta il personaggio di Ciri, una principessa minuta, bionda ed etera, che si troverà a stretto contatto con Gerald, il protagonista della serie. Durante la serie il suo personaggio cambierà profondamente, prendendo coscienza del pericoloso mondo circostante.

6. Non si è preparata troppo al ruolo. Per mantenere un certo grado di spontaneità l’attrice non ha condotto un gran lavoro di ricerca, preferendo invece affidarsi alla sceneggiatura. La Allan avvertiva infatti un buon parallelismo tra sé stessa e il personaggio, preferendo dunque non costruire qualcosa lontano da sé.

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Freya Allan e Anya Chalotra

7. Reciterà insieme ad un’altra attrice emergente. Nella serie The Witcher l’attrice si troverà a relazionarsi anche con l’attrice Anya Chalotra, la quale ricoprirà il ruolo di Yennefer, una maga testarda e i costante battaglia con sé stessa.

Freya Allan in Into the Badlands

8. Ha debuttato in una serie d’avventura. Nel 2018 l’attrice ottiene il suo primo ruolo televisivo recitando nel ruolo della giovane Minerva nella serie Into the Badlands, precisamente nell’episodio 5 della terza stagione, intitolato Chapter XXI: Carry Tiger to Mountain.

Freya Allan a Lucca

9. È stata ospite al Lucca Comics. Nel 2019 l’attrice è stata tra gli ospiti della nota fiera dedicata al fumetto, all’animazione e all’immaginario fantasy e fantascientifico. In questo contesto l’attrice ha presentato in anteprima alcuni contenuti della serie The Witcher, disponibile su Netflix a partire dal 20 dicembre sulla piattaforma.

Freya Allan età e altezza

10. Freya Allan è nata il 6 settembre 2001, a Oxdfordshire, in Inghilterra. L’altezza complessiva dell’attrice è di 160 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Christian Serratos: 10 cose che non sai sull’attrice

Christian Serratos: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre per essere la dura Rosita Espinosa nella serie TV The Walking Dead, l’attrice Christian Serratos si è negli anni ritagliata dei ruoli di rilievo tanto al cinema quanto in televisione, che le hanno permesso di affermarsi e ottenere la sua fetta di fan. L’attrice è attualmente alla ricerca dell’occasione che possa consacrarne la carriera, permettendole di ottenere i riconoscimenti tanto del pubblico quanto della critica.

Ecco 10 cose che non sai di Christian Serratos.

Christian Serratos: i film e le serie TV

1. Ha recitato nella saga di Twilight. Il debutto cinematografico dell’attrice avviene con il film Twilight (2008), dove ricopre il ruolo di Angela. L’attrice reciterà poi anche nei successivi capitoli della saga: New Moon (2009), Eclipse (2010), Breaking Dawn – Parte 1 (2011) e Breaking Dawn – Parte 2 (2012). L’attrice ha poi recitato nei film 96 Minutes (2011), Lip Service (2013) e Volo 7500 (2014).

2. È celebre per i ruoli televisivi. L’attrice esordisce in televisione recitando in alcune puntate delle serie Zoey 101 (2005), Settimo cielo (2006) e Hannah Montana (2007). Ottiene poi un discreto successo con la serie Ned, scuola di sopravvivenza (2004-2007), dove ricopre il ruolo di Suezie Crabgrass. Nel 2011 recita nell’episodio pilota della prima stagione American Horror Story, e ottiene poi il ruolo di Raven nella serie La vita segreta di una teenager americana (2011-2012). La grande popolarità arriva nel 2014, quando viene scelta per interpretare il personaggio di Rosita Espinosa nella serie The Walking Dead, ruolo che ricopre ancora oggi. Nel 2020 l’attrice sarà invece protagonista della serie TV Selena.

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Christian Serratos è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 2 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o della sua famiglia. Non mancano tuttavia anche foto realizzate per riviste di moda, e immagini promozionali dei suoi progetti da attrice.

Christian Serratos è su Listal

4. Ha una pagina a lei dedicata su Listal. Per restare sempre aggiornati sulle attività dell’attrice, sul portale Listal è possibile trovare una pagina a lei dedicata, ricca di foto, video e informazioni biografiche e sulla sua carriera.

Christian Serratos in American Horror Story

5. È comparsa nella celebre serie horror. L’attrice, agli inizi della sua carriera, compare in una breve scena dell’episodio pilota della prima stagione di American Horror Story. Qui ricopre il ruolo di Becca, una delle amiche dei Leah, bulletta del liceo.

Christian Serratos in Ned, scuola di sopravvivenza

6. È stato il suo primo ruolo di rilievo. L’attrice ottiene il primo ruolo significativo della sua carriera recitando nella serie Ned, scuola di sopravvivenza, dove interpreta il personaggio di Suzie Crabgrass. Ricorrente nella prima stagione, il personaggio diventa regolare nella seconda e nella terza. Suzie è una bravissima studentessa della scuola frequentata dal protagonista, con il quale avrà poi una relazione sentimentale.

Christian Serratos in Twilight

7. Ha avuto un ruolo ricorrente nella celebre saga sui vampiri. L’attrice compare in tutti e cinque i film dedicati alla saga di Twilight, ricoprendo il ruolo di Angela Webber, la più cara amica di Bella, interpretata dall’attrice Kristen Stewart.

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Christian Serratos in The Walking Dead

8. Si è dichiarata pronta ad un eventuale morte del personaggio. Nella serie a tema zombie The Walking Dead l’attrice interpreta il personaggio di Rosita Espinosa, una delle protagoniste più toste e battagliere. Data la frequente dipartita dei personaggi presenti nella serie, l’attrice si è dichiarata soddisfatta dell’evoluzione del personaggio, tanto da sentirsi pronta in caso questo dovesse morire, riconoscendo di averle reso onore.

Christian Serratos in Selena

9. Reciterà in una nuova serie Netflix. L’attrice sarà protagonista assoluta della serie Selena, incentrata sulla cantante latina Selena Quintanilla Perez, scomparsa a soli 23 anni di età. Alcune foto dell’attrice truccata e vestita per il ruolo hanno ricevuto numerosi apprezzamenti da parte dei fan, che lodano la somiglianza dell’attrice con la cantante.

Christian Serratos età e altezza

10. Christian Serratos è nata a Pasedena, in California, Stati Uniti, il 21 settembre 1990. L’altezza complessiva dell’attrice è di 170 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Cinquanta sfumature di grigio: 10 cose che non sai sul film

Cinquanta sfumature di grigio: 10 cose che non sai sul film

Clamoroso successo di pubblico, il film Cinquanta sfumature di grigio è la trasposizione cinematografica dell’omonimo e celebre romanzo erotico. Arrivato nelle sale nel 2015 per la regia di Sam Taylor-Johnson, il film si è avvalso della fama del testo letterario, attirando l’attenzione di quanti avevano letto delle avventure sentimentali di Christian Grey e di Anastasia. Dato il grande successo, sono poi stati realizzati due sequel, tratti anch’essi dai relativi romanzi.

Ecco 10 cose che non sai di Cinquanta sfumature di grigio.

Cinquanta sfumature di grigio: la trama del film

1. Ruota intorno ad un turbolento rapporto sentimentale. Protagonista del film è Anastasia Steele, studentessa di letteratura inglese prossima alla laurea. Per sostituire la sua migliore amica influenzata, la ragazza si reca ad intervistare il celebre Christian Grey, giovane e ricco amministratore delegato della Grey Enterprises Holdings. Tra i due scatta subito un’intesa fortissima ma hanno modi opposti di vivere le relazioni sentimentali.

Cinquanta sfumature di grigio: il cast del film

2. Ha per protagonisti due giovani attori in ascesa. All’epoca delle riprese in pochi conoscevano gli attori Dakota Johnson e Jamie Dornan, i quali ricoprono i ruoli dei due protagonisti, ma dopo l’uscita del film i due sono diventati delle vere celebrità. Arricchiscono il cast anche gli attori Luke Grimes, Jennifer Ehle, Rita Ora e Victor Rasuk.

3. Il ruolo di Christian Grey era stato affidato ad un altro attore. Il personaggio del ricco Grey era stato originariamente affidato all’attore Charlie Hunnam. Tuttavia pochi giorni prima delle riprese l’attore ha abbandonato la produzione per via di altri impegni lavorativi.

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4. I fan non volevano Jamie Dornan per il ruolo di Grey. Al posto di Huannam fu scelto come protagonista l’attore Jamie Dornan, creando tuttavia un forte scontento nei fan che non lo giudicavano adeguato per il personaggio, preferendogli invece l’attore Matt Bomer. Dopo aver visto l’interpretazione di Dornan, tuttavia, il malcontento si spense e tutti lodarono la sua performance.

5. Emilia Clarke era stata considerata per il ruolo di Anastasia. Tra i primi nomi annunciati per ricoprire il ruolo di Anastasia vi era quello dell’attrice Emilia Clarke, divenuta celebre per il ruolo di Daenerys nella serie Il Trono di Spade. L’attrice tuttavia rifiutò per via delle scene di nudo, non volendo essere etichettata come un’attrice sempre pronta a spogliarsi.

6. Le scene di sesso sono state girate per ultime. Per favorire la chimica tra i due attori durante le turbolente scene di sesso, queste sono state girate per ultime, così che i due potessero avere il tempo di conoscersi e sentirsi a loro agio l’uno con l’altro.

Cinquanta sfumature di grigio: le canzoni del film

7. Contiene numerose celebri canzoni. All’interno di un film come questo è importante avere la giusta colonna sonora, affinché possa generarsi la giusta atmosfera, che possa attrarre anche gli spettatori. All’interno del film sono così presenti canzoni come I Put A Spell On You di Annie Lenox, Earned It dei The Weekend, Meet Me in the Middle di Jassie Ware, Haunted di Beyoncé, e la celebre Love Me Like You Do della cantante Ellie Goulding.

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Cinquanta sfumature di grigio: film simili

8. Rientra in un ampia categoria di film trattanti turbolente relazioni sentimentali. Simile a questo film vi sono ovviamente i due sequel Cinquanta sfumature di nero (2017) e Cinquanta sfumature di rosso (2018), ma molti sono nella storia i film incentrati su complessi rapporti sentimentali, e tra questi si annoverano After (2019), 9 settimane e ½ (1986), La vita di Adele (2013), Eyes Wide Shut (1999) e Secretary (2002).

Cinquanta sfumature di grigio è in streaming

9. È disponibile in streaming. Per gli appassionati del film, sarà possibile rivederlo grazie alla sua disponibilità su alcune piattaforme streaming. Tra queste si annoverano Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Chili. Per riprodurre il film sarà sufficiente noleggiarlo o sottoscrivere un abbonamento alla piattaforma di riferimento.

Cinquanta sfumature di grigio: le frasi più belle del film

10. È ricco di frasi passionali. Tratto da un romanzo erotico, il film non può che contenere numerose frasi ad effetto, in grado di far trasparire il desiderio dei protagonisti e scatenare l’immaginazione dello spettatore. Ecco alcune delle frasi più belle del film.

Amo quest’uomo, la sua passione, l’effetto che ho su di lui. Amo il fatto che abbia compiuto un viaggio così lungo per vedermi, l’essere importante per lui, e lo sono. È una scoperta così inattesa, così confortante. Lui è mio, e io sono sua. (Anastasia)

Il nostro scopo è il piacere Miss Steel! (Christian Grey)

Dentro di me ci sono 50 sfumature di perversione. (Christian Grey)

Io non faccio l’amore, io scopo! (Christian Grey)

Fonte: IMDb

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