Continuano ad emergere dettagli
nascosti e easter egg di Avengers:
Endgame, soprattutto ora che i fan possono
sbizzarrirsi nella ricerca guardando il film comodamente sul divano
di casa, ma questo pubblicato sul forum Reddit relativo ai viaggi
nel tempo suggerisce un’interessante teoria alla quale non avevamo
pensato.
Secondo l’utente, un indizio
all’interno della scena sembrerebbe confermare che uno degli eroi –
o una squadra – abbia raggiunto il 2988 (precisamente a gennaio,
come mostra l’immagine qui sotto). È del tutto possibile che i
Vendicatori o Thanos stesso si siano spinti nel futuro, eppure
quella data fa eco alla prima battaglia di Svartalfheim che ebbe
luogo proprio nel 2988 a.C. come raccontato durante gli eventi
Thor: The Dark World.
Se ricordate bene, in quello scontro
Bor era in possesso dell’etere e combatté contro
Malekith e i suoi Elfi Oscuri. Forse gli eroi
protagonisti hanno pensato di tornare in quell’anno preciso per
recuperare la gemma dell’infinito prima di rendersi conto che
sarebbe stato molto più facile palesarsi nel 2013? Ipotesi
plausibile, ma è altrettanto facile che si tratti di una sequenza
eliminata (o almeno di un dettaglio) dal montaggio finale.
Quanti di voi avevano notato
l’easter egg nella scena? Che ne pensate?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
È online la nuova immagine ufficiale
di Lilli e il Vagabondo, versione fotorealistica
in live action del classico d’animazione che sarà disponibile in
autunno su Disney +, la piattaforma streaming interamente dedicata
ai titoli originali della casa di Topolino.
Nel film i due protagonisti sono
doppiati dalla star di Men in Black: International e Thor: RagnarokTessa Thompson
e Justin Theroux, mentre nel cast vocale figurano
anche Sam Elliot (Fido), Janelle
Monáe (Peg), Ashley Jensen (Jock) e
Benedict Wong (Bull).
Diretto da Charlie
Bean, già regista di The Lego Nijago
Movie, Lilli e il vagabondo arriva dal team di produzione
che aveva lavorato ai nuovi adattamenti de Il re
leone, Il libro della giungla e ad
altri progetti Disney come Tomorrowland e Pirati dei Caraibi.
Arrivano nuovi aggiornamenti su
Shang-Chi and The Legend Of The Ten Rings,
terzo titolo della Fase 4 del MCU che porterà al cinema il primo
supereroe asiatico dell’universo condiviso Marvel, e stavolta le indiscrezioni
riguardano il misterioso personaggio affidato ad
Awkwafina.
A quanto pare infatti l’attrice
interpreterà un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il
villain del film sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono
ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee.
Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo
e che il suo superpotere è l’ipnosi.
Altri rumor suggeriscono invece che
Clive Reston farà la sua comparsa nel cinecomic
vestendo i panni di una spia dell’MI-6, oltre che stretto alleato
di Shang-Chi, e se ciò dovesse rivelarsi un dettaglio fondato,
allora è altrettanto probabile che sullo schermo vedremo anche
Leiko Wu, agente segreto e interesse amoroso del
protagonista.
Vi ricordiamo che Shang-Chi and The Legend Of The Ten Rings
uscirà il 12 febbraio 2021, e le riprese
dovrebbero iniziare a breve in quel di Sydney, in Australia. Questa
location dovrebbe ospitare anche la produzione di Thor: Love
and Thunder (che però uscirà alla fine del 2021).
Il protagonista di Shang-Chi sarà
interpretato dall’attore canadese Simu Liu, visto
di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a lui,
nel cast, figureranno anche Tony LeungChiu-wai nei panni del Mandarino.
Destin Daniel
Cretton, acclamato regista di Short Term 12 e
The Glass Castle (prossimamente uscirà il suo ultimo
lavoro Just Mercy, con Michael B. Jordan, Jamie Foxx, e
Brie Larson) è stato scelto per dirigere il film
che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham
(The Expendables, Godzilla, Doom e Wonder Woman 1984).
Creato da Steve Englehart e Jim
Starlin, Shang-Chi esordisce sui fumetti Marvel nel 1973 in quella che è
considerata l’età del bronzo della produzione editoriale. L’eroe è
un noto esperto di arti marziali e numerosi stili di combattimento
oltre che futuro membro dei Vendicatori. All’inizio della sua
storia era considerato il figlio di Fu Manchu, e non è chiaro se
questa connessione verrà riadattata nei film o se è qualcosa che lo
studio eviterà del tutto.
Leggi anche – Shang-Chi And The
Legend Of The Ten Rings: tutto quello che sappiamo sul film
Universal Pictures ha da poco
diffuso il trailer ufficiale di Last Christmas, la
nuova commedia romantica diretta da Paul Feig
(Le amiche della sposa, Ghostbusters, Un piccolo favore)
che vede protagonisti la star di Game of Thrones Emilia
Clarke, Henry Golding (Crazy Rich
Asians) e Emma Thompson.
Atteso nelle sale il 15
novembre 2019, il presenterà nella colonna sonora alcuni
brani di George Michael.
La storia è quella di Kate,
interpretata dalla Clarke, una giovane ragazza londinese che si
guadagna da vivere vestendo i panni di un elfo natalizio in un
negozio della città. L’incontro con Tom l’aiuterà a rimettersi in
gioco dando senso alla sua vita e ponendola di fronte a nuove
consapevolezze su se stessa e i propri obiettivi.
È l’Hollywood Reporter a confermare
che le trattative della Disney con Harry Styles
non hanno avuto esito positivo e che il cantante britannico non
interpreterà il principe Eric nel nuovo adattamento in live action
de La
Sirenetta. Contrariamente alle aspettative, sembra che
l’ex membro degli One Direction abbia rifiutato la parte, ma non
vengono specificati i motivi di questa scelta.
Di recente Stiles era entrato nella
rosa di candidati al ruolo di Elvis Presley per il prossimo film di
Baz Luhrmann, personaggio che invece avrà il volto di Austin
Butler.
Per quanto riguarda La Sirenetta,
progetto attualmente in sviluppo, sappiamo che vedrà protagonista
la giovane Halle Bailey, Javier
Bardem (in trattative per interpretare Re Tritone),
Melissa McCarthy (nei panni di Ursula, la perfida
strega del mare che ruba la voce ad Ariel), Jacob
Tremblay (Flounder) e Awkwafina
(Scuttle).
Questa versione del classico sarà
diretta dal regista di Il Ritorno di Mary Poppins
e Into The Woods, Rob Marshall, e
includerà sia i brani dell’originale d’animazione del 1989, sia
canzoni inedite a cui lavoreranno Alan Menken e Lin-Manuel
Miranda.
Sony Pictures ha pubblicato il
primo trailer ufficiale di Piccole Donne, nuovo
adattamento dell’omonimo romanzo di Louisa May Alcott scritto e
diretto da Greta Gerwig che arriverà in sala il 25
dicembre 2019.
Nel cast figurano Emma
Watson, che sarà Meg March, mentre le altre sorelle sono
state interpretate da Saoirse
Ronan (Jo), Florence
Pugh (Amy) e Eliza Scanlen
(Beth). Con loro, in scena, anche Meryl
Streep nei panni di zia March, Timothee
Chalamet in quelli di Theodore “Laurie” Lawrence
e Laura Dern che sarà invece Marmee
March.
“È come se fosse la mia
autobiografia”, ha dichiarato la Gerwig a Vanity Fair.
“Succede quando vivi attraverso un libro e quello diventa il
paesaggio della tua vita interiore. Diventa parte di te, in un modo
profondo.“
Il primo romanzo di Piccole Donne
racconta la storia delle quattro sorelle March – Meg, Jo, Beth e
Amy Alcott. Loro padre è un sacerdote partito per il fronte come
cappellano durante la Guerra di Secessione
americana, lasciando a casa le figlie e la moglie a cura della
casa. Le ragazze, con i loro pregi e i loro difetti, pur essendo
povere e con i problemi tipici dell’adolescenza, imparano a
crescere e diventare ragazze responsabili e pronte a difendersi da
qualsiasi vicissitudine.
Uno degli ultimi adattamenti dal
romanzo era stato firmato da Gillian
Armstrong e vantava un cast di attori e attrici di
grande rilievo, con Winona Ryder, Susan Sarandon,
Claire Danes e Kirsten
Dunst, ma anche Christian
Bale e Gabriel Burne.
Il misterioso video pubblicato sulla
pagina Facebook di TBS, il network di proprietà di Warner Bros.,
sembrava preannunciare l’arrivo di gradite sorprese per festeggiare
il 25° anniversario della messa in onda del primo episodio di
Friends, ricorrenza che cade il 22 settembre 2019.
Così è stato, e dopo l’annuncio di una mostra a tema che si terrà a
New York e dell’edizione speciale dei LEGO arriva
un’altra gradita notizia: il 23 e 28 settembre e il 2
ottobre verranno proiettati dodici degli episodi più amati
della sit-com in oltre 1,000 sale cinematografiche
statunitensi.
La serie cult creata da
David Crane e Marta
Kauffman che vede protagonisti David
Schwimmer, Courteney
Cox, Matthew
Perry, Lisa
Kudrow, Matt
LeBlanc e Jennifer Aniston
rivivrà in questa occasione unica per i fan dove saranno proiettati
non soltanto le puntate prescelte, ma anche diversi contenuti
inediti, interviste al cast e scene dal dietro le quinte.
“L’impatto culturale
che Friends continua ad avere, 25 anni dopo la messa in onda
del primo episodio, è sorprendente” ha dichiarato la
presidente e capo marketing di Warner Bros. Television Group Lisa
Gregorian in un comunicato ufficiale. “Si tratta di una vera
testimonianza del genio di Marta Kauffman, David Crane, Kevin
Bright e del cast ed è davvero bello vedere che la serie continua a
riunire persone di tutte le età. Non potremmo essere più entusiasti
di offrire questi episodi rimasterizzati digitalmente al cinema –
per la prima volta in assoluto – affinché tutti i suoi fan più
fedeli, insieme, in un’esperienza condivisa, possano godersi alcune
delle loro scene preferite di Friends in modo nuovo“.
Personaggio carismatico e non privo
di contraddizioni, l’Iron Man ritratto da
Robert Downey
Jr. nel MCU è stato il leader indiscusso
delle prime tre fasi dell’universo cinematografico. il suo
carattere, l’acume e il potere economico l’hanno reso un eroe da
amare e ammirare, anche se quelle sue stesse caratteristiche, unite
a parecchia presunzione, lo hanno spinto, qualche volta, troppo
lontano, fino a fargli compiere azioni non proprio nobili.
Ecco perché ci sono almeno
10 motivi che potrebbero renderlo il vero “cattivo
del MCU. Scopriamo di seguito
quali:
L’incidente dell’Helicarrier
The
Avengers è stato il primo film collettivo ad essere
prodotto dai Marvel Studios, presentando al pubblico la
squadra dei supereroi come fronte di difesa della terra contro
l’attacco di Loki e del suo esercito.
Ma sappiamo che le
cose non sono sempre filate lisce per i Vendicatori: nel film
infatti vediamo Tony mentre continua a “provocare” Bruce
Banner, così da ottenere da lui la trasformazione in
Hulk.E considerando
quanto siano incredibilmente distruttivi i poteri del gigante
verde, non è stata proprio la mossa più intelligente.
Il tradimento di Tony
Sempre durante The
Avengers assistiamo al primo vero atto di tradimento di
Tony, quando il personaggio arriva sull’Helicarrier per iniziare a
lavorare con lo S.H.I.E.L.D. e i Vendicatori. Poco dopo inizia a
introdursi nei sistemi di controllo governando la tecnologia e
hackerando i file governativi sicuri.
Così facendo riesce a scoprire i
piani oscuri di Nick Fury legati al Tesseract, ma si tratta
comunque di un palese inganno con conseguenze importanti.
Le dipendenze
Bere e mettersi al
volante può mettere in pericolo se stessi e gli altri, ma cosa
succede se alzare troppo il gomito viene associato ad una delle
“qualità” di un supereroe, ovvero il volo?
Questo è
esattamente ciò che fa Tony in Iron Man 2: avrebbe
potuto schiantarsi causando danni irreparabili a se stesso, o
avrebbe potuto perdere il controllo della armatura, e dare fuoco a
persone o edifici perché si sentiva un po’ brillo…
La creazione di A.I.M.
Iron
Man 3 ha mostrato le conseguenze del passato di
Tony Stark e le cattive scelte di comportamento
nei confronti di un ex collega, ora trasformatosi nel ricco e
potente Aldrich Killian.
In effetti, da ciò
che ci veniva raccontato nel film, il villain del film è stato
vittima di bullismo da parte di Stark, e anche se non possiamo
affermare che Killian sia totalmente innocente, Tony appare crudele
senza motivo…insomma, dopo Ultron un altro antagonista “creato” dal
protagonista.
Ultron
L’atto
forse peggiore che Tony Stark abbia mai compiuto,
qualcosa che lo fa avvicinare pericolosamente al “rivale” Thanos, è
sicuramente l’aver creato Ultron.
Se
ricordiamo bene, in Avengers: Age of Ultron
Bruce Banner era apparso alquanto titubante riguardo il progetto,
con Tony invece sicuro di sé e determinato ad andare a fondo.
Certo, la vita dell’androide non è stata così determinante per il
futuro dell’umanità e i Vendicatori sono riusciti ad evitare la
catastrofe, ma cosa sarebbe successo in caso contrario?
Il reclutamento di Spider-Man
Un parte dei fan
della Marvel era entusiasta all’idea di
vedere Tony Stark che portava nel suo team
Spider-Man per combattere la Guerra Civile contro
Captain America. Per altri invece si è trattata di
una scelta sconsiderata, dal momento che Peter
Parker è soltanto un adolescente che non ha mai affrontato
responsabilità del genere.
Così, l’atteso
ritorno dell’uomo ragno “a casa” nella sua prima vera apparizione
nel MCU, è stata accompagnata da
commenti più che positivi e al tempo stesso contraddittori.Se poi pensiamo cheTom
Holland ha davvero un volto immacolato, quasi
infantile, il fatto che Tony lo abbia reclutato per gettarsi nel
bel mezzo di una guerra è davvero assurdo.
La vendetta contro Bucky
Civil War non ha
sicuramente messo in mostra il meglio di Tony Stark, costretto a
prendere una serie di decisioni discutibili nel film a causa del
suo bisogno di vendetta contro Bucky Barnes, l’assassino dei
genitori e attentatore dell’amico Rhodey.
Non solo si lancia su Falcon dopo
che l’eroe alato aveva schivato un attacco di Visione, lasciando
paralizzato War Machine, ma il suo tentativo di uccidere Bucky (e
Cap) potrebbe apparire un atto tutt’altro che eroico.
L’etica delle Stark Industries
Il primo
film su Iron Man si apre proprio con Tony che
capisce quanto sia sbagliata la filosofia dell’azienda Stark e
decide successivamente di smantellare tutto il sistema per favorire
invece lo sviluppo di nuove tecnologie.
Non
dimentichiamo che la Stark Industries ha ricavato
la sua fortuna fabbricando armi incredibilmente distruttive
vendendole al miglior offerente, spesso usate in guerra. Si
potrebbe comunque pensare che Tony abbia soltanto “ereditato” il
business di famiglia e che non fosse a conoscenza della distruzione
che la società (e Obadiah Stane) stava
causando.
C’è da
dire che, anche se fosse stato così, Stark ha continuato ad
incassare le conseguenze di un patrimonio inestimabile, sperperando
denaro, organizzando feste, e solamente quando è diventato Iron Man
ha intrapreso la strada verso la redenzione.
Il caso Mysterio
Jake Gyllenhaal is Mysterio in Columbia Pictures’ SPIDER-MAN: FAR
FROM HOME.
Diversamente dai fumetti, il Quentin
Beck di Far From
Home non è solo un esperto di effetti speciali che ha
sposato il “lato oscuro”, ma uno dei tanti inventori che lavorarono
con Tony Stark alla creazione della tecnologia
BARF (la cui dimostrazione veniva fornita
all’inizio di Captain America:
Civil War).
In realtà, ci dice il film, fu
proprio Beck a ultimare gli studi sugli ologrammi e non Stark, e il
fatto che il Vendicatore si sia preso i meriti di qualcun altro
sembra aver scatenato la sua rabbia tanto da essere licenziato per
il carattere “instabile”. Da qui il piano escogitato per rubare la
gloria di Tony dopo la sua morte in Avengers:
Endgame.
Un cattivo mentore?
Tony
Stark è stato a tutti gli effetti un padre putativo e un
mentore per il pupillo Spider-Man nel MCU. Eppure certe sue azioni
lasciano intendere il contrario, o almeno, che sia in realtà un
pessimo insegnante per il ragazzo.
Lascia che Peter
torni a New York dopo la Guerra Civile e si ripresenta solo per
rimproverarlo, non ha un piano per la sua “fuga” dalla battaglia,
lo getta nella mischia senza considerare gli alti rischi…e flirta
senza vergogna con sua zia!
Da quando esiste l’universo
cinematografico DC, concetto in fase di cambiamento che sembra aver
abbandonato l’idea di intreccio tra un film e l’altro,
Batman è apparso in tre titoli del franchise,
ovvero Batman v Superman: Dawn Of
Justice, Justice League e Suicide Squad. In quest’ultimo
Ben Affleck recitava in un piccolo cameo
inseguendo Joker e Harley Quinn tra le strade di Gotham City, e c’è
chi si chiede già se il personaggio tornerà in azione anche nel
sequel, intitolato The Suicide Squad,
affidato a James
Gunn.
La risposta, seppur vaga, arriva
proprio dal regista e sceneggiatore del film, chiamato dalla Warner
Bros. a risollevare le sorti della squadra dopo il tentativo di
David Ayer non molto apprezzato dalla critica: “Potrete dare
un’occhiata a Batman in The
Batman, che esce nel giugno 2021. The Suicide Squad presenterà
principalmente il team della Suicide Squad.“, scrive Gunn su
Instagram commentando le domande dei fan.
A quanto pare infatti non rientra
nei piani dello studio né del regista inserire un altro cameo di
Bruce Wayne nel sequel/reboot, mentre l’attenzione si sposterà
unicamente sui personaggi del team, vecchi e nuovi, lasciando che
sia il cinecomic di Matt Reeves con Robert
Pattinson a trattare le avventure del crociato di
Gotham.
Vi ricordiamo che nel cast di
The
Suicide Squad è stato confermato il ritorno nel cast
di Viola Davis (che interpreterà di nuovo
Amanda Waller) insieme a Joel
Kinnaman, che riprenderà il ruolo di Rick Flag (il
leader della task force), così come Jai
Courtney sarà ancora Captain Boomerang
e Margot
Robbie Harley Quinn, anche solo per un piccolo cameo.
Parlando invece delle novità, Variety fa sapere che Idris Elba, contrariamente alle notizie delle
ultime settimane, non sostituirà Will
Smith per interpretare Deadshot ma che la
produzione ha eliminato il personaggio e ne affiderà un altro (per
ora ignoto) all’attore.
Sempre sul reboot Justin Kroll di
Variety fa sapere, basandosi su alcune voci piuttosto attendibili,
che Dave Bautista non parteciperà al progetto come
ipotizzato nei mesi scorsi a causa di un’agenda di lavoro troppo
piena e impossibile da conciliare con gli impegni sul set del
cinecomic. A quanto pare Cena dovrebbe sostituire proprio Bautista
nel posto lasciato vacante, e i primi rumor suggeriscono che si
tratti di Peacemaker, alter-ego di Christopher
Smith.
Secondo quanto riferito nelle
ultime settimane, la lineup dei personaggi del cinecomic non subirà
molti stravolgimenti rispetto all’originale, ma è chiaro che il
riavvio del franchise abbia comunque bisogno di nuove figure da
introdurre in linea con la visione di Gunn e con le run originali
dei fumetti a cui si ispira.
Dopo la prima immagine
ufficiale che raffigurava tutto il cast, Zack
Snyder ha diffuso una foto dal backstage di Army
of the Dead, il suo nuovo zombie movie che lo vedrà
tornare dietro alla macchina da presa dopo le turbolente vicende
legate a Justice League.
Nella foto, pubblicata sull’account
Twitter di Zack Snyder, il regista è seduto sul
retro di quella che sembra essere un’auto guasta. Girando in pieno
giorno e circondato da apparecchiature per le riprese, il regista
non sembra badare ai due cadaveri decomposti nel sedile anteriore.
Il tweet è tra i primi relativi ad Army Of The
Dead, che arriverà su Netflix nel corso del 2020.
Il film sarà uno
zombie-horror-thriller prodotto insieme alla moglie,
Deborah Snyder, e alla neonata compagnia
The Stone Quarry.
Nel frattempo è trapelata in rete la
prima sinossi ufficiale, che a quanto pare prende le distanze
dall’idea della sceneggiatura originale (lì i protagonisti erano
uomini zombie che violentavano le donne umane per generare degli
eredi) presentata nel 2008 come remake di The
Thing di Matthijs van Heijningen Jr:
“L’avventura è ambientata
durante un’epidemia di morti viventi a Las Vegas, quando un uomo
decide di radunare un gruppo di mercenari per compiere un ultimo
grande colpo nella zona di quarantena e mettere a segno la più
grande rapina mai tentata.“
Nel cast del film ci sono
Dave Bautista, Ella Purnell, Garret Dillahunt, Ana de la
Reguera, Theo Rossi, Nora Arnezeder e Chris
D’Elia.
A poche settimane dall’inizio delle
riprese di A
Quiet Place 2, sequel del caso cinematografico della
scorsa stagione, Deadline conferma che Djimon
Hounsou sostituirà nel cast Brian Tyree
Henry. La star della serie Atlanta è stato
costretto ad abbandonare la produzione a causa di altri impegni
lavorativi lasciando spazio all’attore visto di recente in
Shazam!, Captain Marvel e
Serenity.
Vi ricordiamo che nel film
torneranno Emily
Blunt, Millicent Simmonds e
Noah Jupe, mentre secondo le ultime indiscrezioni
Cillian
Murphy dovrebbe vestire i panni di un misterioso
personaggio con cattive intenzioni che si unirà al clan familiare
sopravvissuto agli eventi del primo film.
“Una piccola idea è diventata
più grande, e mentre la maggior parte dei sequel parla del ritorno
di un cattivo o del ritorno di un eroe, non volevo che il mio
andasse in questa direzione.” ha spiegato Krasinski in
un’intervista. “Di A
Quiet Place 2 abbiamo un mondo, e il resto
della popolazione che sta attraversando esattamente quella stessa
esperienza. Ci sono altri sopravvissuti? Cosa possiamo esplorare
ancora? Cosa accadrà dopo?“.
A Quiet Place Part
II (questo il titolo ufficiale) è atteso nelle sale il
15 Maggio 2020.
Le vicende del primo capitolo
seguivano il viaggio di una famiglia costretta a vivere nel
silenzio per non cadere vittima di misteriose creature che vengono
attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni
minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily Blunt) e Lee (John
Krasinski) sono determinati a trovare un modo per proteggere i loro
figli mentre tentano disperatamente di contrattaccare.
All’inizio di settembre arriva al
cinema IT: Capitolo Due e così Pennywise tornerà
sul grande schermo a terrorizzare gli spettatori. Sappiamo però che
il suo primo obbiettivo sono i Perdenti, che nel primo film,
arrivato in sala nell’autunno 2017, lo hanno affrontato e battuto,
ma non sconfitto.
Questo nuovo spot televisivo ci dà
un’idea agghiacciante di come il malefico clown intende procedere,
contro i ragazzini, ora adulti, di Derry. Sebbene la maggior
parte dello spot sia tratto dal clip del trailer recentemente
pubblicato, ci sono anche alcuni nuovi momenti che mostrano il
pagliaccio demoniaco che insegue la sua preda – inclusa
un’anteprima di una scena in cui Bev (Jessica
Chastain) incontra Pennywise (Bill
Skarsgård) nella sua forma “umana”.
Vi ricordiamo che l’uscita
nelle sale di IT: Capitolo
Due è fissata al 6 settembre
2019. Nel cast figurano, oltre a McAvoy,Jessica Chastain nei panni di Bev, mentre
Jay Ryan sarà
Ben, Isaiah
Mustafa Mike, Bill
Hader Richie, James
Ransone Eddie, Andy Bean Stan,
e Bill Skarsgård tornerà a interpretare
Pennywise il Clown Ballerino.
Amazon Studios ha diffuso il
trailer ufficiale di Honey
Boy, il film biografico ispirato alla vita di
Shia LaBeouf dove l’attore vestirà i panni di
suo padre. Al suo fianco, nel ruolo del protagonista, ci sarà
Lucas Hedges (Manchester By The Sea, Lady Bird,
Tre manifesti a Ebbing, Missouri).
LaBeouf ha firmato la sceneggiatura
basandosi sulle sue esperienze di vita, dall’infanzia turbolenta
alla carriera che l’ha visto debuttare giovanissimo e crescere sul
grande schermo, arrivando al cuore del racconto, il rapporto con il
padre e i problemi di salute mentale.
Diretto dalla pluripremiata regista
Alma Har’el (Bombay Beach, LoveTrue), Honey Boy
vede nel cast anche Noah Jupe (A Quiet Place) e
arriverà nelle sale americane il prossimo 8 novembre.
Nuovi possibili spoiler su
Star Wars: L’Ascesa Di
Skywalker, tra cui la durata del film, potrebbero
esser stati rivelati da Don Williams, direttore
d’orchestra, compositore e percussionista che ha lavorato
regolarmente nel corso degli anni con suo fratello Jon durante un
panel dedicato a Jurassic Park lo scorso weekend.
“Jon sta lavorando al nuovo Star
Wars“, ha spiegato il musicista, “Anzi, siamo appena
entrati nella nostra ultima settimana. Deve comporre ben 135 minuti
di musica per il film, quindi questo dettaglio potrebbe anticiparvi
la durata [ride]. Finora abbiamo preparato circa 34 minuti, ci
saranno nuovi temi musicali, ovviamente, e in quest’ultima colonna
sonora sarà presente ogni tema che avete sentito nella saga. Da
quello di Leia, a quello di Yoda, Darth Vader, etc“.
“E come in ogni
lavoro di John, questi temi saranno “nascosti” ha continuato
Williams. “Dovrete cercarli, anche se non sarà difficile
trovarli, vedrete il film scorrere e sentirete due battute di un
tema facendovi trascinare lontano. È qualcosa che mi capita spesso
con la sua musica, mi distraggo da quello che dovrei fare, che è
contare, tenere il tempo e intervenire al momento giusto. Ha
un’energia incredibile, e ha 87 anni ed è ancora in grado di
resistere sei ore di fila dirigendo l’orchestra.”
L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nelle sale a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa sarà
interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del
girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, le teorie sul significato del titolo
Captain Marvel ha
sicuramente segnato un momento importantissimo nella storia dei
Marvel Studios e in quella del
blockbuster di supereroi, ancora di gran voga, nonostante quella
che sembra una saturazione del mercato.
Come per ogni film di questo genere,
il processo creativo che ha portato i personaggi del fumetto sul
grande schermo è stato lungo, e ha visto molti passaggi intermedi
nelle decisioni relative a look, costumi e personaggi. E così,
grazie ai concept art scartati di metà lavorazione, possiamo dare
uno sguardo a quelle che potevano essere altre possibilità di
rappresentazione per i protagonisti del film:
Captain Marvel, la spettacolare
avventura che, grazie a ai super poteri della protagonista Carol
Danvers, ha elettrizzato e ispirato il pubblico di tutto il mondo
superando il miliardo di dollari al box office globale è
disponibile sulle piattaforme digitali
(Itunes,GooglePlay,Chili,RakuteneTimVision)
enei migliori negozi fisici e online in DVD,
Blu-ray, Blu-ray 4K Ultra-HD e SteelBook Blu-ray 3D.
Moltissimi i contenuti extra che
includono featurette sul percorso di crescita e trasformazione di
Brie Larson (Captain Marvel) e sull’impatto che il suo
personaggio ha avuto sugli spettatori. Non mancheranno focus
sull’influenza di Nicky Fury (Samuel
L. Jackson) all’interno del Marvel Cinematic
Universe, sull’intesa perfetta tra i registi Anna
Boden & Ryan Fleck, il conflitto sempre acceso tra Skrull e Kree e
l’incredibile talento felino del gatto che interpreta Goose.
Imperdibili anche le sei scene tagliate, i commenti dei registi, i
titoli di coda con divertenti sorprese, i bloopers e le creatività
mai viste prima insieme a foto di produzione inedite.
Quentin Tarantino
sale in cattedra e difende la sua personale versione di Bruce Lee mostrata in C’era una volta a
Hollywood dopo le polemiche avanzate dalla
figlia dell’attore, Shannon Lee relativamente
al ritratto infelice del padre nel film. Sullo schermo, lo stuntman
interpretato da Brad Pitt, Cliff Booth, ha uno
scambio di battute e insulti con Lee (che ha il volto di Mike Moh),
e i due concordano di sfidarsi sul set dello show televisivo “The
Green Hornet”.
Da qui il commento dell’erede di
Lee, che di recente aveva descritto la scena “scoraggiante” per il
modo in cui viene rappresentato il personaggio, ovvero un
“arrogante sbruffone, e in verità, mio padre era un
asiatico-americano nella Hollywood degli anni ’60 che ha dovuto
lavorare molto più duramente degli altri per riuscire a guadagnarsi
il rispetto“.
Tarantino ha poi replicato in
un’intervista con Indiewire, motivando le sue scelte in merito alla
rappresentazione della star: “Bruce
Lee era una specie di ragazzo arrogante. Il
modo in cui parla nel film non l’ho inventato, anzi, molto proviene
da ciò che gli ho sentito dire. Se chiedi alla gente, quella ti
risponderà che Lee ha affermato di poter picchiare Muhammad Ali.
Non solo lo ha detto, ma sua moglie, Linda Lee, l’ha confermato
nella sua prima biografia che ho letto“.
E sulla scena dello scontro tra Lee
e il personaggio di Pitt, il regista ha spiegato: “Cliff
potrebbe battere Bruce Lee? Brad di sicuro non sarebbe in grado
di farlo, ma Cliff si. Se mi chiedi chi vincerebbe in un
combattimento tra Bruce Lee e Dracula, il concetto sarebbe lo
stesso. Si tratta di un personaggio immaginario, e se penso che
Cliff possa sconfiggere Bruce Lee, è del tutto frutto di fantasia. Ma
la realtà del film è questa: Cliff è un veterano, ha ucciso molti
uomini nella seconda guerra mondiale in combattimenti corpo a
corpo, e Lee ammira i guerrieri.“
L’uscita nelle sale
di C’era
una volta a Hollywood è fissata al 18
settembre 2019. Di seguito la prima sinossi:
La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al
culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due
protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una
serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth
(Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood
che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto
famoso…Sharon Tate.
Nel cast di C’era una volta a Hollywood anche
Damian Lewis, Dakota
Fanning, Nicholas
Hammond,Emile
Hirsch, Luke
Perry, Clifton Collins
Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael
Madsen. Rumer Willis, Dreama
Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley,
Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon Herriman sarà
Charles Manson. Il film segnerà anche l’ultima apparizione
cinematografica di Luke
Perry, morto lo scorso 4 marzo.
“Ho lavorato alla sceneggiatura
per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran
parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette
anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di
poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non
esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due
attori protagonisti.“
A quanto pare lo straordinario
risultato registrato al box office da Aladdin,
nuova versione in live action del classico d’animazione, avrebbe
convinto i vertici della Walt Disney Pictures a considerare l’idea
di un sequel (proprio come nella serie animata), anche in vista del
potenziale lasciato in sospeso alla fine del film. Il futuro del
franchise è ancora tutto da scrivere e ad accennarne qualcosa è il
produttore Dan Lin intervistato da Comicbook
sull’argomento:
“Ora abbiamo delle idee.
Sicuramente quando abbiamo lavorato al primo film l’obiettivo era
realizzare il miglior live action possibile per il pubblico, che
però lo lasciasse con la voglia di averne ancora. E direi che la
risposta è stata positiva. Le persone hanno visto Aladdin più
volte, abbiamo letto molte lettere di fan che sono tornati a
vederlo portando i loro amici e le loro famiglie. Quindi sentiamo
che c’è più di una storia da raccontare e che ogni cosa sarà
trattata allo stesso modo in cui abbiamo trattato il film
originale. Posso dire che, senza dire troppo, stiamo sicuramente
capendo dove possiamo andare con questo franchise“.
Vi ricordiamo che Aladdin è
stato diretto da Guy Ritchie e ha visto
Mena Massoud nel ruolo dell’affascinante furfante
Aladdin, Naomi Scott nel ruolo della
bellissima e indipendente principessa Jasmine e Will
Smith nei panni dell’incredibile Genio con il potere di
esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua
lampada magica.
Aladdin
vanta una colonna sonora composta dall’otto volte Premio Oscar
Alan Menken(La Bella e la
Bestia, La
Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani
originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori
dell’Oscar, Howard Ashman (La
Piccola Bottega degli Orrori) e Tim
Rice (Il Re Leone), oltre a due brani
inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori
dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e Justin
Paul (La
La Land, Dear Evan Hansen).
Il cast di Aladdin vede
inoltre la presenza di Marwan
Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar,
mentre Navid Negahban veste i panni del
Sultano, preoccupato per il futuro di sua
figlia; Nasim Pedrad è Dalia,
la migliore amica e confidente della principessa
Jasmine, Billy Magnussen interpreta il
principe Anders, il bellissimo e arrogante pretendente di Jasmine,
e Numan Acar è Hakim, braccio destro di Jafar
e capitano delle guardie del palazzo.
Arriva in sala il 22 agosto
Il Signor Diavolo, il nuovo film di Pupi
Avati con cui il regista non solo torna alla regia per il
cinema a cinque anni da Un ragazzo d’oro ma torna anche ai toni
dell’horror che hanno caratterizzato molta della sua produzione più
interessante.
Autunno 1952. Nel nord est è in
corso l’istruttoria di un processo sull’omicidio di un adolescente,
considerato dalla fantasia popolare indemoniato. Furio Momentè,
ispettore del Ministero, parte per Venezia leggendo i verbali degli
interrogatori. Carlo, l’omicida, è un quattordicenne che ha per
amico Paolino. La loro vita è serena fino all’arrivo di Emilio, un
essere deforme figlio unico di una possidente terriera che avrebbe
sbranato a morsi la sorellina. Paolino, per farsi bello, lo umilia
pubblicamente suscitando la sua ira: Emilio, furioso, mette in
mostra una dentatura da fiera. Durante la cerimonia delle Prime
Comunioni, Paolino nel momento di ricevere l’ostia, viene
spintonato da Emilio. La particola cade al suolo costringendo
Paolino a pestarla. Di qui l’inizio di una serie di eventi
sconvolgenti.
Con Il Signor
Diavolo, Pupi Avati mette in scena uno
scontro tanto tradizionale quanto ancora oggi vivo e valido, quello
tra fede e superstizione, ambientando il film in un anno ben
preciso ma regalando al racconto una patina di astrattismo che
slega la storia dal tempo, facendola diventare estranea alle
indicazioni cronologiche e geografiche, nonostante le implicazioni
politiche che sono parte integrante della trama e dell’innesco
dell’indagine.
Il registro di Avati si mantiene
sull’ambiguità di tutto ciò che viene mostrato, sembra anzi che lo
spettatore sia portato ad identificarsi con il personaggio di Furio
Momentè, che cerca di mantenere lucida la sua indagine, il suo
occhio imparziale e lontano da qualsiasi ombra di superstizione.
Tuttavia, i toni sono così inquietanti e l’atmosfera così nebbiosa,
proprio come il paesaggio padano, che i dubbi si insinuano nel
personaggio come nello spettatore.
Avati si conferma un profondo
indagatore dell’animo umano, e un preciso critico del mondo
ecclesiastico e delle brutture che ha causato nel tempo, rendendo
comunque attuale il confronto tra ciò che è reale e ciò che lo
diventa per convinzione collettiva.
Il Signor Diavolo è
un prezioso esempio di questa dote di analisi del regista, che nel
finale aperto turba più che mai lo spettatore, impedendogli di
rimanere distaccato rispetto alla sua storia e ai suoi
personaggi.
Niente entusiasma il pubblico in
sala come un’ottima sequenza di inseguimento, e in questi ultimi
undici anni i Marvel Studios sono stati abili nel creare
momenti d’azione indimenticabili da spalmare in tutto il
MCU.
Ma quali sono le migliori viste finora? Ecco qualche
suggerimento:
Spider-Man insegue il furgone degli
aiutanti di Avvoltoio
Lasciata la festa a casa di Liz,
Peter Parker fa di tutto per impedire il losco
affare di armi in mano agli aiutanti di Avvoltoio,
e mentre i nemici procedono spediti a bordo del loro furgone,
Spidey gli corre dietro utilizzando anche le porte del mezzo come
tavola da surf per la strada. E tra un omaggio a Ferris Bueller e
spettacolari momenti d’azione, la scena si conclude con Shocker che
quasi spazza via l’eroe con un lanciarazzi alieno.
I Sovereign inseguono i Guardiani
della Galassia
Guardiani della Galassia Vol.
2 segna un passo importante nello sviluppo del
personaggio di Rocket, e all’inizio del film
vediamo il personaggio che ruba alcune batterie dalla scorta dei
Sovereign mentre la flotta di veicoli spaziali insegue il Benatar.
I nostri eroi ne escono vivi per miracolo, ma la sequenza è
visivamente incredibile e dal ritmo sorprendente.
Gli agenti dell’HYDRA inseguono
Nick Fury
Captain America: The Winter
Soldier è probabilmente uno degli episodi action più
interessanti del MCU, e la regia dei fratelli Russo
ha spostato il cinefumetto verso atmosfere da thriller politico
degli anni ’70 all’interno di una cospirazione tra S.H.I.E.L.D. e
HYDRA. Proprio quest’ultima si mette alla caccia di Nick
Fury nel primo atto del film, e la scena si tramuta in un
elettrizzante inseguimento da cardiopalma.
I jet inseguono Iron Man
Nel suo primo film solista
Tony Stark si ritrova in una situazione difficile
dopo aver perfezionato l’armatura, dirigendosi all’estero per
vendicarsi di alcuni terroristi e pentirsi degli anni trascorsi a
trarre profitto dalla Guerra. Ma non essendo ancora noto al mondo,
i militari statunitensi lo considerano una minaccia straniera e
Rhodey inconsapevolmente spedisce un paio di aerei
da combattimento per far saltare in aria il suo migliore amico. La
scena è oltremodo entusiasmante sotto ogni punto di vista.
L’inseguimento a New York di Doctor
Strange
L’unica cosa più eccitante di una
sequenza di inseguimento per le strade di New York è una sequenza
che inizia nella città e poi sfreccia attraverso un mucchio di
dimensioni diverse, aprendo portali pieghevoli con i personaggi a
cavallo dell’uno e dell’altro. Accade in Doctor Strange, una sorta di
Inception per il MCU, dove Stephen Strange si lancia
alla rincorsa di un treno ritrovandosi faccia a faccia con Stan
Lee.
Captain Marvel insegue uno Skrull
nella metro
Ciò che rende iconica la scena di
inseguimento in Captain Marvel, dove seguiamo Carol
Danvers in corsa per acchiappare uno Skrull, è
proprio la capacità degli alieni di cambiare forma e di rimescolare
le carte in gioco. L’eroina si confonde e arriva a picchiare anche
una vecchia signora, incontrando sulla metro Stan Lee e lanciandosi
alla volta del tetto con grande agilità e sfoderando i suoi pugni
fotonici.
Black Panther insegue Ulysses Klaue
nella Corea del Sud
Lasciato momentaneamente il Wakanda,
re T’Challa si reca in Corea del Sud, dove tenta
di incastrare Ulysses Klaue in un casinò aiutato
da altre spie sotto copertura. Si tratta di una delle scene più
entusiasmanti del MCU, con una fotografia mozzafiato
ed effetti speciali incredibili realizzati su strade illuminate al
neon.
Nebula insegue Gamora sul pianeta
di Ego
Questa scena particolare di
Guardiani della Galassia Vol. 2 mostra quanto sia
tosta Nebula e quanto sia complicato il rapporto
con la sorella Gamora: l’eroina aveva
precedentemente promesso che sarebbe fuggita per poi ucciderla
rimanendo fedele alla sua parola, e per farlo collabora con i
Ravager volando sul pianeta di Ego. Qui insegue a bordo della sua
nave Gamora in una sequenza indimenticabile.
L’inseguimento in auto di
Ant-Man
Il secondo film di
Ant-Man era strutturato sulla base dei classici
heist movie americani, solo travestito da cinecomic, con il regista
Peyton Reed bravo nel rendere sullo schermo tutte le
caratteristiche del genere. C’è poi quel bellissimo inseguimento in
auto che coinvolge il duo del titolo, Luis e i ragazzi della banda,
Sonny Burch e la sua squadra difficile da dimenticare, tra le
strade di San Francisco. Elettrizzante è dir poco!
Captain America insegue Black
Panther (e Bucky)
Questo inseguimento a tre visto in
Captain America: Civil
War è già un classico del MCU e vede protagonista Steve
Rogers, T’Challa e Bucky Barnes rincorrersi tra le strade ognuno
mosso da motivazioni differenti. Cap salta su una macchina, la
supera, rotola avanti ad essa, in una sequenza di eventi
spettacolari prima di essere fermati da War Machine.
Sapevate che per creare alcuni dei
più iconici personaggi della Disney gli animatori
si sono ispirati alle fattezze e agli atteggiamenti di alcune
persone dello star system e non solo? Prendendo spunto dalla
versione in carne e ossa, ecco i casi più famosi individuati nel
corso della storia dell’animazione:
Mortimer Mouse – Walt Disney
Il rivale in amore di Topolino si
ispira nientemeno che al papà di Mickey Mouse, Walt
Disney. La leggenda narra che durante una sessione di
storyboard, uno degli animatori disegnò una caricatura di Disney in
forma di topo e fu lui ad approvarla visto che adorava il design,
presentandolo poi come avversario di Topolino nel cortometraggio
Mickey’s Rival.
Chernabog – Bela Lugosi
La sequenza di Fantasia che vede
protagonista il demone Chernabog è uno dei momenti
più oscuri e iconici della storia dell’animazione, e per dare forma
a questa identità che chiama a sé gli spiriti degli inferi la
Disney si ispirò a Bela Lugosi, l’attore ungherese
celebre per aver interpretato Dracula nel 1931.
Edna Mode – Edith Head
Edna Mode è
diventata in breve tempo uno dei personaggi più amati dal pubblico,
oltre che un’icona dell’universo Pixar, e la fonte di ispirazione
maggiore è stata Edith Head, costumista
pluripremiata nell’età d’oro di Hollywood, che ha disegnato abiti
per star del calibro di Mae West, Bette Davis e Julie Andrews.
Christopher Robin – Christopher
Robin Milne
Christopher Robin,
uno dei personaggi della serie di Winnie the Pooh,
si basa sul figlio dell’autore, Milne, e sui giochi con cui si
intratteneva insieme ai suoi famosi animali di peluche. Contrario
alla commercializzazione della sua immagine, l’uomo rifiutò persino
i diritti di proprietà di suo padre a favore di altri
interessi.
Scat Cat – Louis Armstrong/Scatman
Crothers
Scat Cat, il gatto
musicista jazz degli Aristogatti, trae ispirazione
da Louis Armstrong e dal doppiatore
Scatman Crothers, che ha avuto un ruolo anche
nello sviluppo del personaggio. Il ruolo doveva essere inizialmente
doppiato dallo stesso Armstrong, ma la malattia glielo impedì
favorendo l’ingresso di Crothers.
Uku e Lele – Israel e Marlene
Kamakawiwo’ole
Una delle più belle storie d’amore
della Pixar viene raccontata nel corto Lava dove
due vulcani, Uku e Lele, cantano in pieno stile hawaiano come le
due star a cui si ispirano, Israele “Iz”
Kamakawiwo’ole e sua moglie Marlene.
Avvoltoi – Beatles
La Disney è stata ad un passo
dall’avere i Beatles in un proprio film
d’animazione: in origine infatti, John, Paul, George e Ringo
avrebbero dovuto doppiare e cantare nel ruolo degli Avvoltoio nel
Libro della Giungla del 1966, ma a causa di
conflitti di programmazione, Lennon declinò l’offerta per la band.
Il design dei personaggi però rimane quello dei Fab Four!
Mr. Big – Marlon Brando
Questo parallelismo è abbastanza
ovvio, ma è giusto menzionare che Mr. Big, il boss
mafioso di Zootropolis, è stato ispirato da Don Vito Corleone, il
personaggio interpretato da Marlon Brando ne
Il Padrino. Avevate riconosciuto le tipiche
sopracciglia folte e la calata italoamericana nel tono di voce?
Genio – Robin Williams
Saprete sicuramente che il ruolo del
Genio venne specificamente progettato sul modello
di Robin Williams, e ancor prima che il casting fosse deciso,
l’animatore Eric Goldberg diresse l’animazione di
prova del personaggio basandosi sulle movenze dell’attore. Inoltre
quasi tutte le battute, i riferimenti e le battute provengono dalla
star, così come la struttura del viso e le espressioni.
Aladdin – Tom Cruise
Concludiamo la lista ancora con
Aladdin, il cui protagonista è stato modellato su
un’icona di Hollywood: Tom Cruise. Gli animatori
Disney hanno dato all’eroe la sua stessa spavalderia, gli occhi, i
capelli e il grande sorriso da un milione di dollari che da anni
caratterizzano l’attore.
Interpretare un supereroe è un
privilegio e una responsabilità, ma non è da trascurare il potere
che questa scelta esercita sul futuro professionale delle star. E
se alcune di loro sono entrate nel meraviglioso mondo dei cinecomic
Marvel quando erano poco
più che sconosciuti, e altri si sono risollevati dopo anni di
anonimato, c’è chi invece ha scelto deliberatamente di non farne
parte come Amanda
Seyfried.
L’attrice, intervistata da MTV in
occasione dell’uscita di The Art of Racing in the
Rain (film che la vede protagonista al fianco di
Milo Ventimiglia) ha infatti confessato di essere
stata contattata anni fa da Kevin Feige e che il ruolo offertole –
quello di Gamora in Guardiani della Galassia
Vol.1 – fu rifiutato per diverse ragioni:
“Una volta rifiutai una parte in
un film di supereroi e da allora non mi hanno più richiamata. Ed è
stato un grande successo. Non me ne pento perché non volevo essere
verde per sei mesi ogni anno. Hollywood sa raccontare bellissime
storie attraverso i supereroi, e ora mia figlia è davvero
ossessionata da questi personaggi quindi una parte di me vorrebbe
aver accettato quella parte, mentre l’altra parte di me ha
preferito vivere la mia vita felicemente.”
Il personaggio, come saprete, è
stato poi affidato a Zoe Saldana, che interpreta
l’eroina dal primo film dei Guardiani e che tornerà, molto
probabilmente, anche nel terzo capitolo annunciato del franchise
ora in fase di sviluppo.
Gli ultimi aggiornamenti su
Supergirl e Batgirl, progetti
messi in cantiere dalla Warner Bros. per espandere il proprio
universo cinematografico, risalgono rispettivamente a settembre
2018 e giugno 2019, con le prime indiscrezioni relative
alla trama del film e del possibile casting di
Daisy Ridley. Ora è invece è Heroic Hollywood a riportare che –
secondo diverse voci – il film su Barbara Gordon è diventato la
priorità assoluta dello studio, attualmente impegnato nella ricerca
di un nuovo regista dopo l’abbandono di Joss Whedon.
Il sito riporta inoltre che la
produzione di Supergirl potrebbe iniziare già all’inizio del 2020,
non prima che vengano sviluppati e terminati i lavori su
Batgirl. Sappiamo che esiste già una sceneggiatura
firmata da Christina Hodson (che di recente ha
firmato e Birds of Prey, altro spin-off della DC
con Margot Robbie in uscita a gennaio 2020) e che
la Warner sarà impegnata nei prossimi mesi con lo standalone su
The
Flash, Green Lantern Corps,
Black Adam e New Gods, pellicola
affidata a Ava DuVernay, ma a quanto qualsiasi titolo verrà
scavalcato in ordine di riprese da quello meno quotato, almeno
finora.
Diverse fonti hanno riportato che lo
studio sarebbe ormai prossimo ad annunciare il casting della
protagonista di Batgirl, e che Daisy
Ridley (Rey nel franchise di Star
Wars) è tra le candidate al ruolo insieme a Katherine
Langford. Ovviamente si tratta soltanto di rumor non
ufficiali, quindi vi invitiamo a prendere la notizia con la dovuta
cautela.
Vi ricordiamo che la versione della
Hodson sarà sicuramente sarà differente dalla prima stesura firmata
Whedon. Inoltre sembra chiaro che, dopo il successo di
Wonder Woman, la DC
Films e la Warner Bros stiano
puntando su un franchise al femminile con vari spin-off.
Per quanto riguarda la regia del
film, già quando venne annunciato l’addio di Whedon, si parlò della
volontà di assumere una regista. Ma chi sono le candidate? In prima
linea ci sono Michelle McLaren,
Katheryn Bigelow e Susanne
Bier. Fuori quota ma sempre papabili, ci
sono Reed Morano e Ana Lily
Amirpour.
La sceneggiatura, ultimata da Taika
Waititi (che dirigerà anche il film), dovrebbe coinvolgere gli
eventi relativi alla run di Mighty Thor scritta da
Jason Aaron in cui l’eroina impugna il Mjolnir
rivelando una sé inedita nell’universo Marvel. Ma in che modo i Marvel Studios potrebbero “rivitalizzare” il
personaggio? Ecco qualche suggerimento:
Seguire i fumetti originali
Nel caso in cui venissero seguiti
pedissequamente i fumetti originali, il percorso intrapreso da
Jane Foster è sicuramente interessante, oltre che
tragico. tragica. Chi ha letto la run saprà che il personaggio si
ammala di cancro e inizia una dura battaglia contro la malattia,
sostenuta da Thor durante le sessioni di chemioterapia. Più tardi
il Dio del Tuono perderà la dignità di impugnare il Mjolnir lasciando spazio
a Jane.
Inizialmente l’eroina mantiene
segrete le sue nuove abilità, e l’utilizzo dei poteri entra in
conflitto con la malattia, poiché il cancro viene considerato
velenoso e tossico per il sistema. Di conseguenza, man mano che
Jane diventa più forte, la donna si indebolisce ulteriormente a
causa della malattia.
Difficile, a questo punto della
produzione, prevedere in che direzione andrà il film di Waititi.
Ragnarok aveva un tono scanzonato e autoironico,
quindi conciliare quel tono con il tema del cancro sarebbe
complicato (ma non impossibile). Forse Thor tornerà ad Asgard dopo
il viaggio con i Guardiani per aiutare l’ex amata, donandole i suoi
poteri nel tentativo di salvarla…
La vendetta contro Thor
L’ultimo accenno a Jane
Foster risale alla frase pronunciata da Loki in cui si
parlava di una “rottura”. Non è chiaro cosa abbia causato questa
separazione, ma è altrettanto evidente che le cose tra i due ex
amanti non hanno avuto un esito particolarmente positivo. Visti gli
eventi degli ultimi due film di Vendicatori e di Thor: Ragnarok, e il
totale disinteresse alla storyline di Jane Foster, forse sarà
proprio Love and
Thunder a chiarire il loro rapporto?
Il Dio del Tuono è attualmente
impegnato nello spazio con i Guardiani della Galassia, ma le sue
avventure lontano da Asgard termineranno in qualche modo
riportandolo nel regno dove Valchiria svolge il
ruolo di sovrana. Va considerata però l’ipotesi che sia proprio la
guerriera interpretata da Tessa Thompson a richiamarlo a casa,
oppure a cercarlo personalmente…
Qualunque cosa abbia causato la
separazione tra Thor e Jane potrebbe inoltre fomentare una sorta di
vendetta da parte della scienziata, che nel frattempo avrà
scatenato i suoi nuovi poteri. Che sia la base per un’inaspettata
quanto intrigante svolta narrativa? Magari Jane sarà il villain del
film?
Thor cede i suoi poteri a Jane
Durante gli eventi di
Thor: Ragnarok l’eroe del titolo ha
subito una serie di traumi importanti come la perdita della sua
casa, della sua famiglia e del suo orgoglio (senza contare i
capelli e l’occhio!). In Avengers: Infinity War e
Avengers: Endgame quel sentimento
represso si è trasformato in depressione e disillusione, salvo poi
ritrovarsi alla fine della battaglia contro Thanos più sicuro di sé
e pronto a ripartire alla volta di nuove avventure con i Guardiani
della Galassia.
Ora, se i Marvel Studios vorranno continuare
a seguire questa traccia, possiamo immaginare che il vecchio Thor
sia solamente un ricordo lontano e che non ci sia spazio per
rivangare il passato. Non è più il supereroe arrogante ma il più
umano degli Dei, e vista la scadenza del
contratto di Hemsworth è probabile
che l’attore lascerà il MCU insieme al personaggio
appendendo il martello al chiodo. In questo caso sarà proprio Jane
a raccogliere l’eredità diventando il nuovo Thor dell’universo
cinematografico.
Dicendo addio al Mjolnir, il Dio del
Tuono troverà nel suo ex amore la persona più adatta ad assumere
questo complicato ruolo, rendendosi conto che lei è sempre stata la
forza di cui aveva bisogno e ricompensandola di tutto ciò che aveva
fatto per lui.
Tra i vari progetti che
impegneranno Guillermo Del Toro nei prossimi mesi
c’è anche il nuovo adattamento di Pinocchio
prodotto da Netflix (l’altro in programma, in live action, è
stato diretto da Matteo Garrone e uscirà a
Natale), annunciato come un musical in stop motion e scritto dallo
stesso regista premio oscar.
Ma che versione del classico di
Collodi possiamo aspettarci? Quali saranno le atmosfere e il tono
del film? A rispondere è Del Toro in una lunga e interessante
intervista con Variety:
“Per me Pinocchio è sempre
stato molto simile a Frankenstein: è una tela bianca su cui
dipingere tutto ciò che rappresenta il mondo e ciò che è l’essere
umano. Questo è ciò che mi attrae in termini di racconto e
tematicamente non voglio rovinare ciò di cui parla il film, che è
qualcosa di presente in tutti i miei lavori. Però quello di
Pinocchio è un tema che mi sta molto a cuore e credo che le
versioni precedenti, così come l’originale storia di Collodi in
particolare, siano molto repressive. Voglio pensare che sia
essenzialmente una favola molto brutale su cosa significhi
disobbedire al peccato. E penso che la disobbedienza sia solo
l’inizio della volontà e l’inizio della scelta. E se la
disobbedienza diventasse una virtù? Sarebbe sicuramente
interessante da vedere…“
Vi ricordiamo che Del Toro è al
lavoro anche su Nightmare Alley, il film che vedrà
nel cast Bradley
Cooper e Cate
Blanchett .
La pellicola sarà un adattamento
del romanzo omonimo di William Lindsay Gresham dal quale è già
stato tratta la pellicola del 1947 con Tyrone Power nei panni di un
ambizioso e giovane truffatore che stringe un’alleanza con una
psichiatra femmina ancora più corrotta di lui. Prima i due si
godono il successo rovinando le persone a livello mentale, poi i
tradimenti tra di loro rischiano di compromettere un delicato
equilibrio.
Uscito nelle sale americane lo
scorso 19 luglio, Il Re
Leone ha già messo a segno il primo di una serie
di record preannunciati diventando il film d’animazione con il più
alto incasso di sempre. Detronizzato quindi
Frozen, fermo a 1,276,480,335 milioni di dollari
in tutto il mondo (e mancano ancora i risultati di alcuni paesi
europei) e scavalcati Gli Incredibili
2 (1.242 milioni), Minions (1.15
milioni), Toy Story 3, Cattivissimo
Me 3, Alla Ricerca di Dory
e Zootropolis.
Finora l’adattamento fotorealistico
del classico ha incassato 473,1 milioni di dollari al botteghino
domestico e ben 861,5 milioni di dollari all’estero. In Cina, che
come saprete è il secondo mercato più grande e importante del
globo, si registrano invece numeri da capogiro (118 milioni), senza
contare che che il film è riuscito a guadagnare ben 50 milioni in
Brasile e Francia e oltre 60 milioni nel Regno Unito.
Vi ricordiamo che Il Re
Leone arriverà nelle nostre sale il 21
Agosto.
Basato su una sceneggiatura scritta
da Jeff Nathanson, il film è stato
realizzato con le stesse tecniche di animazione computerizzata
utilizzare per portare alla luce Il Libro della
Giungla (2016). Jon
Favreau, che dirige anche questo secondo live
action Disney, dovrà questa volta affrontare
una sfida in più, visto che in questo caso non ci sarà nessun
personaggio umano su cui basare le inquadrature e le scene.
Nel cast de Il Re
Leone figurano, oltre a Glover,
anche James Earl Jones, che torna a
essere Mufasa. Seth
Rogen e Billy
Eichner doppieranno Pumba e Timon.
Nel cast anche John Kani, visto in Civil War,
che darà voce
a Rafiki e Alfre
Woodard, che
sarà Sarabi. Chiwetel
Ejiofor sarà Scar.
Di seguito la sinossi ufficiale:
Simba, il figlio di
Mufasa e principe delle Terre del Branco, spera di seguire le orme
del padre. Il fratello minore di Mufasa, Scar, complotta per
tradire Mufasa e conquistare le Terre del Branco, costringendo
Simba all’esilio, dove incontra Timon e Pumbaa. Simba deve
stringere un’alleanza e ricostruirsi completamente per prendere ciò
che è giustamente suo.
La morte di due dei personaggi
storici del MCU – Tony Stark e Natasha Romanoff
– avrà sicuramente fatto commuovere la maggior parte del pubblico
durante la proiezione di Avengers:
Endgame, tuttavia sembra che il presidente dei
Marvel StudiosKevin Feige
non sia totalmente d’accordo nella scelta della scena più triste
del film. Complice la nostalgia del rivedere gli ultimi dieci anni
di lavoro concretizzati sul grande schermo, la mente dietro il
successo dell’universo condiviso ha confessato in un’intervista con
Empire qual è il suo momento preferito e più emozionante non
soltanto di Endgame ma dell’intero MCU:
“Quasi tutte le versioni del
film, a partire dalle sequenze in green screen, solo gli attori che
corrono lungo una rampa verde, mi hanno commosso. Ogni volta. Più
di qualsiasi altra morte. Ad un certo punto sai che non sono
davvero morti, e che gli attori non sono morti, e che quello che
stai vedendo non è reale. Ma quel momento in cui tutti tornano in
vita occupa un posto speciale nel mio cuore perché per me va ancora
più in profondità. Abbiamo presentato tutti questi attori nel corso
degli anni, abbiamo girato tanti film con loro…Insomma, è qualcosa
che mi tocca nel profondo“.
Ovviamente Feige si riferisce alla
scena più importante, oltre che attesa, del terzo atto del
cinecomic, in cui Captain America, Thor e Iron Man stremati e senza
forze vengono raggiunti dagli eroi vittime dello schiocco ritornate
grazie ai portali di Doctor Strange. Difficile dimenticare momenti
di questa portata emotiva, soprattutto se consideriamo il tempo
necessario per arrivarci: undici anni e ventidue film, un’epopea
del cinefumetto senza precedenti che merita un posto nella
storia.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Ecco alcuni concept inediti di
Avengers: Endgame, in cui possiamo
sbirciare una versione alternativa della macchina per il viaggio
nel tempo, ma anche alcune soluzioni inedite relative al monumento
ai caduti e altri luoghi che incontriamo nel film dei Fratelli
Russo.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Ci è voluto un po’ di tempo in più
rispetto al previsto, ma gli artisti di BossLogic
hanno sfornato un magnifico fan poster di Thor: Love and
Tunder, che prevede che sarà Natalie
Portman a impugnare il martello e a vestire i panni di
Thor.
Il poster, magnifico come ogni fan
art di BossLogic, mostra tutto quello di cui abbiamo bisogno: una
potente Thor in tutto il suo splendore, un Thor barbuto e possente,
una Jane Foster malata e il potere del fulmine che aleggia su
entrambi.
Thor: Love
and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir
stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie
Portman, come confermato sabato durante il panel dei
Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waititi
tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.
Si è spento a 92 anni Piero
Tosi, il costumista italiano nominato cinque volte al
premio Oscar e vincitore del riconoscimento alla carriera nel
2014.
“Ci ha lasciato oggi Piero Tosi,
amico di una vita del Maestro e suo collaboratore fin dagli esordi
della sua carriera. L’Oscar alla carriera del 2014 corona una vita
di collaborazioni con i più grandi registi del cinema italiano.
Sarà seppellito nella tomba di famiglia di Franco Zeffirelli,
accanto al Maestro e a Anna Anni, suoi amici di sempre dai tempi
dell’Istituto d’arte di Porta Romana”. A diffondere il comunicato è
stata la Fondazione Franco Zeffirelli.
Piero Tosi ha lavorato nell’epoca
d’oro del cinema italiano, collaborando con Zeffirelli, Luchino
Visconti e Vittorio De Sica, tra gli altri. Ha firmato, tra gli
altri, i costumi di Senso, Il Gattopardo, Ieri, oggi domani, La
Traviata e Storia di una Capinera.
Vi ricordiamo che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche nel
sequel di Venom, progetto già in
sviluppo dopo l’inaspettato successo al box office dello scorso
autunno, e a confermarlo è stata la produttrice Amy
Pascal in una recente intervista dove si è parlato, tra le
altre cose, anche del possibile crossover con Spider-Man e del
futuro di Miles Morales.
“Posso dire che Tom Hardy ci
sarà, ma d’altronde aveva interpretato magnificamente quel
personaggio nel primo film. Credo che il trionfo al botteghino sia
stato determinato da un paio di fattori, uno dei quali è l’ottimo
lavoro svolto dalla Sony nel creare quel franchise con una vita e
un mondo tutto suo. Il secondo è ovviamente Tom Hardy. Quando pensi
a Venom, non riusciresti a immaginare nessuno, tranne lui, seduto
in quella vasca di aragoste.“
E sul possibile incontro tra
Spider-Man e Venom al cinema, la
Pascal è sembrata più cauta, spiegando che “l’importante è
assicurarsi che questi franchise funzionino individualmente, ma
siamo ben consapevoli dell’interesse dei fan in merito e a tutti
piacerebbe vedere un crossover. Mai dire mai, magari potrebbe
succedere…“