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Un figlio all’improvviso, recensione del film

Un figlio all’improvviso

A distanza di diversi mesi dall’uscita del film in terra francese, arriva il 20 settembre, in Italia, Un figlio all’improvviso, basato sull’omonima pièce teatrale di Sebastien Thiery, co-protagonista e co-regista del film. La storia potrebbe essere apparentemente banale: lo scambio di identità. Momo è un ragazzo sordo che, dopo qualche ricerca, è riuscito a risalire alle identità dei suoi presunti genitori biologici che in passato lo abbandonarono all’orfanotrofio a causa della sua disfunzione uditiva.

Tutto parte da una scatola di cereali e da una quotidiana spesa al supermercato di fiducia. Il ragazzo si presenta a una coppia, dando per scontato che lo riconoscano e lo accolgano a braccia aperte: è convinto che i due coniugi (interpretati dal suo Christian ClavierCatherine Frot) che si trova davanti siano davvero i suoi genitori. Al momento del non riconoscimento scatta la rabbia. Del tutto giustificabile: lo avevano abbandonato e, ora che ritorna, non lo riconoscono nemmeno. I coniugi Prioux non hanno mai avuto figli e l’idea di averne uno loro, capitato all’improvviso… crea di certo discussioni di ogni tipo.

Girato in luoghi chiusi e ristretti, di base e di origine esplicitamente teatrale, dove i protagonisti della vicenda (alla quale si aggiunge un’improvvisa futura nuora) sono costretti a confrontarsi tra loro, il film di Thiery, più che indagare il passato del figlio, indaga il futuro della coppia. Una coppia benestante che ha sempre vissuto tenendosi per mano, non facendosi particolari problemi riguardo al fatto di non avere avuto figli; non sono mai arrivati, il destino ha deciso così. E quello stesso destino ha deciso di “dargliene” uno. Un figlio all’improvviso esprime, con numerosi primi piani e un’attenzione ai dettagli, quello che i personaggi cercano in tutti i modi di dire.

Coadiuvato da Vincent Lobelle, Thiery mette in scena un film buffo, straniante, ma pieno di umanità. Il personaggio di Momo nasce da un quesito interessante: i figli sono considerati figli ina base allo stato di famiglia, a un cognome, o sono tali per l’amore che si da loro indipendentemente dall’albero genealogico?

Buffo e anche un po’ piacione (vi è quasi uno sforzo nel mantenere costante la nota di ironia e surrealismo), Un figlio all’improvviso è una vera e propria avventura all’insegna della comprensione, della tolleranza e dell’amore. Certo, si ride spesso e volentieri degli equivoci e dei fraintendimenti e potrebbe risultare apparentemente una commediola leggera: ma il retrogusto amaro che si palesa di li a poco è impossibile ignorarlo, così come diventa impossibile affezionarsi a Momo.

 
 

Bojack Horseman 5: recensione della quinta stagione

Bojack Horseman 5 stagione recensione serie tv

Amanti e detrattori di Netflix a raccolta. Che siate o meno degli estimatori della più famosa piattaforma di streaming online, non potrete evitare di porgerle l’ennesima attenzione. Perché è arrivato Bojack Horseman 5, la quinta stagione di Bojack Horseman, uno dei prodotti originali Netflix più amati di tutti i tempi.

Creata quattro anni fa da Raphael Bob-Waksberg, e disegnata da Lisa Hanawalt, la serie incentrata su un cavallo-attore cinico e alcolizzato è entrata pian piano nel cuore di milioni di spettatori. I riconoscimenti formali non hanno tardato ad arrivare, dalle vittorie ai Critic’s Choice Television Awards fino alle candidature agli Emmy.

Merito soprattutto delle interpretazioni personalissime delle star che prestano la voce ai personaggi animati. A partire da Will Arnett che riesce a rendere la complessità e la cupezza del  protagonista tanto bene da aver affermato che quello di Bojack è forse il ruolo più difficile della propria carriera. Al suo fianco grandi attori come Amy Sedaris, Alison Brie, Aaron Paul e guest star del calibro di Jessica Biel, Zach Braff, Rami Malek, J.K.Simmons e molti altri.

Menzione d’onore, stavolta obbligatoria, per il doppiaggio italiano di Bojack Horseman 5. Dirette da Loris Scaccianoce e Valentina Miccichè, le voci di Francesco Pucci (Bojack), Giò-Giò Rapattoni (Princess Caroline), Chiara Gioncardi (Diane) e Massimo Bitossi (Mr. Peanutbutter) sono perfette, un orgoglio nostrano e un richiamo nostalgico ai tempi d’oro del doppiaggio Simpson.

Quando si vedono le stagioni di Bojack, ognuna rigorosamente composta da 12 episodi, si sale sulle  cosiddette montagne russe delle emozioni. Pare un cliché, ma è inevitabile farsi coinvolgere. Nelle ultime stagioni Bojack, volente o nolente, è annegato negli abissi del suo passato. Seconda e terza serie lo ponevano di fronte alle  proprie mancanze come amico e come figura (pseudo)paterna, errori evidentemente irrecuperabili, proprio come la fine di Sarah-Lynn. Muoiono le persone, in Bojack Horseman 5.

In un panorama di film e serie tv animate dove i protagonisti sembrano (e sono) immortali, dove Bart rimane un mascalzone di otto anni e Brian Griffin può risorgere dopo poche puntate, lo show Netflix se ne frega anche di questi stereotipi e ci pone di fronte alla morte (per cancro, per overdose, per infarto, non certo per idealismo) di persone non perfette, mai belle, ma spaventosamente concrete.

E il conseguente dolore della perdita, l’impossibilità di tornare indietro, si sussumono nella figura sempre più tormentata di Bojack. Che nella quarta stagione fa i conti con le proprie origini, intese come discendenza diretta. La storia di Beatrice Sugarman-Horseman (stagione 4, episodio 2) è forse una delle trame più struggenti mai partorite da una serie tv. Sulle note stupende di “I will always think of you”, sfidiamo chiunque a non versare qualche lacrima nel vedere nonna Sugarman lobotomizzata e Beatrice bambina lasciata a sé stessa.

Tornati ai giorni nostri, la relazione tra Bojack e sua madre sembra evolversi in senso positivo, finché la donna – ormai affetta da demenza senile – non mette a repentaglio la vita della ritrovata sorellastra Hollyhock. E Bojack sprofonda nell’ennesimo abisso di alcol e droghe, in attesa di nuovi sviluppi.

Che sono arrivati. Eccoli, in questa quinta stagione che – ormai da prassi – parte piano, senza apparenti premure. Spariscono i riferimenti, una volta numerosissimi e più o meno divertenti, al vecchio show anni ’90 Horsin’ Around, lasciando che tutto sia assorbito dalla nuova crime-series di cui Bojack è protagonista: Philbert. Il set, come il mood, sono metacinematografici. Devono rispecchiare un “detective spartano, solitario, in equilibrio precario sopra una collina di desolazione”. Più Bojack di così…

BoJack (left, voiced by Will Arnett) in Netflix’s “BoJack Horseman.” Photo courtesy of Netflix.

Bojack Horseman 5 funge poi da definitiva consacrazione di quelli che, già in precedenza, si erano rivelati due mostri sacri: Diane e Princess Caroline. Come già in passato, le due donne rubano più volte la scena (e la puntata) al protagonista. Perfetta incarnazione, ognuna a suo modo, delle donne del nuovo millennio, Diane e Princess Caroline sono in costante lotta con sé stesse e con il mondo che le circonda, neofemminista e ipocrita allo stesso tempo.

Avevamo lasciato Diane con la chiusura del suo matrimonio con Mr. Peanutbutter, e la ritroviamo sola  e con la volontà illusoria di riprodursi nella propria personale versione di “Magia, Prega, Ama”. Ma Diane non è un personaggio fittizio, nel senso che non le bastano un nuovo taglio di capelli e tante buone intenzioni per stare meglio con sé stessa. La sua mancanza di legami con le proprie origini è superata solo dall’incapacità, in qualche modo similare, di crearsi dei rapporti duraturi. E così Diane continua a spezzarsi. Ma sopravvive.

Come tutti in questa serie, dove ogni personaggio porta un bagaglio emozionale tale che alla fine, nel faticoso atto di cadere e rialzarsi, coglie anche l’occasione per mandare lo spettatore a quel paese.

Uno show così crudo e critico come Bojack Horseman, non poteva mancare di dire la sua anche sul movimento “MeToo”e sull’ondata di femminismo hollywoodiana, denunciandone però anzitutto le ambiguità. All’indomani delle denunce sessiste e delle false dichiarazioni/pentimenti che ne sono conseguite, Bojack punta il dito contro il pubblico sovrano che fraintende e santifica, giudica e condanna senza pietà e raziocinio. La morale è sempre in stile Horseman: nessuno si emenda, nessuno si pente davvero.

Allora è inutile scavare troppo a fondo, “il dolore fisico è molto peggio della sofferenza emotiva prolungata”, dice Bojack in uno slancio di sartriano citazionismo. Forse per questo nella serie rimangono invariati, anzi “inanimati”, alcuni personaggi secondari come Todd e Mr. Peanutbutter, emblema di una certa superficialità leggera (che è tale forse anche per stemperare il clima altrimenti troppo serioso di Bojack), e che è tuttavia necessaria per rispecchiare alcuni lati del carattere umano. Se Mr. Peanutbutter rappresenta fin dal principio della serie il lato più positivo e solare di alcune persone, Todd doveva incarnare quel versante più celato dell’animo umano, quello fatto di vizi, dipendenze, e apatia. Ma con il tempo il suo personaggio è arrivato solo ad un’ambivalenza inerte, e persino la trattazione di una tematica tanto nuova e delicata coma la asessualità risulta poco accattivante, se non proprio di cattivo gusto.

Ma si sa, Bojack Horseman gioca scorretto, persino quando sembra stia trasmettendo un messaggio particolarmente educativo. Persino quando si rende conto della propria fama e del successo mondiale che ha riscosso.

Per questo, nel pieno della propria consapevolezza di essere una delle serie tv più amate e in voga del momento, lo show di Raphael Bob-Waksberg ci prende in contropiede. E in questa quinta stagione tinge tutto di un sottile, eppur palpabile ottimismo. Ebbene sì, stavolta il messaggio è positivo. Positivo in stile Bojack, ma pur sempre positivo.

Senza spoilerare un finale che comunque non è affatto come ci si aspettava, la serie non sprofonda più – come invece aveva fatto in passato – nell’oscuro baratro della disperazione, condita di una buona dose di psicofarmaci e autoindulgenza. Stavolta tutto sembra appianarsi, forse non risolversi, ma quanto meno equilibrarsi. E tutto sa di troppo “semplice”.

Se la sofferenza interiore come ci è stata mostrata nell’arco delle prime quattro stagioni è lunga e tortuosa, ma estremamente interessante, la via della guarigione e lo scioglimento di alcuni drammi diventano automaticamente più banali e quindi meno interessanti? Cosa ne è allora dello show empatico, drammatico, lunatico e tanti altri -atico che gli sono stati attribuiti?

Forse niente altro che il puro rifiuto, mai gridato troppo forte, di attribuirsi – o farsi attribuire – le classiche false etichette. Di sfuggire a quella “obsolescenza programmata” che vorrebbe definire forzatamente Bojack Horseman quale prodotto di intrattenimento fine a sé stesso, con un inizio, uno svolgimento e una fine. Nella speranza invece, che uno show del genere possa ambire a qualcosa di più che uno schermo piatto e una piattaforma di streaming.

 
 

Michelangelo – Infinito, la recensione del docu-film

michelangelo - infinito

Torna al cinema un appuntamento ormai consueto, quello con la storia dell’arte. Partito da un’idea di Cosetta Lagani direttore artistico Cinema D’Arte Sky, il progetto di portare nelle sale cinematografiche il nostro meraviglioso patrimonio artistico è cominciato nel 2014, con Musei Vaticani, Firenze e gli Uffizi, San Pietro e le Basiliche Papali di Roma, fino ad approdare ai grandi successi Raffaello – Principe delle Arti(2017) e Caravaggio, l’Anima e il Sangue (2018). Quest’ultimo ha portato in sala una cosa come 175.000 spettatori, ottenendo un successo senza precedenti e diventando un vero e proprio caso cinematografico, essendo il primo film d’arte a classificarsi ai primi posti al botteghino.

Sulla scia di questa felice onda, si è deciso di concentrarsi su Michelangelo – più “Angelo che Michel” come ebbe a sottolineare Ludovico Ariosto – cogliendo la qualità quasi divina del suo portento artistico.       

Se nel 1965 il film con Charlton Heston Il Tormento e l’Estasi, ci aveva messo di fronte ad un Buonarroti estremamente romanzato, inserito in una storia a tutto tondo, in Michelangelo – Infinito si opta per il particolare connubio tra il film documentario e la pièce teatrale.

Per la regia di Emanuele Imbucci, qui anche sceneggiatore assieme a Sara Mosetti e al professore di storia dell’arte Tommaso Strinati, il film prende da subito un’impostazione didattica, facendo salire in cattedra nientepopodimeno che Giorgio Vasari, il primo grande biografo di Michelangelo, nonché suo enorme estimatore. Con le sembianze e l’interpretazione perfetta di Ivano Marescotti, Vasari ci introduce al “pittore, scultore et architecto” toscano tramite le parole delle sue Vite de’ più eccellenti pittori, scultori et architettori (parafrasate per l’occasione, onde essere maggiormente comprensibili).

E si parte con una panoramica diacronica e filologicamente attendibile, che va dalle primissime opere in bottega sino agli immortali capolavori che l’artista toscano fece per le committenze più prestigiose. A dare corpo e voce a Michelangelo un perfetto Enrico Lo Verso, somigliantissimo nelle fattezze (un po’ meno nell’intercalare siciliano che ogni tanto emerge). Lo Verso restituisce un uomo tormentato, arrabbiato e mai soddisfatto, pronunciando le parole esatte che emergono dagli scritti michelangioleschi, Rime e Lettere pervenuteci sino ad oggi.

I due protagonisti sono posti in un’ambientazione particolare, una sorta di “Limbo”, diverso per ciascuno dei due. Se quello del Vasari è rappresentato da un teatro anatomico, in legno, all’interno del quale lo scrittore decanta le lodi di Michelangelo, proprio come si trovasse su un palcoscenico, il Limbo personalissimo dell’artista è un luogo fumoso, pieno di blocchi di marmo e pozze d’acqua, specchio del carattere duro e spigoloso dell’uomo.

Michelangelo – Infinito, la conferenza stampa di presentazione

Ma le vere protagoniste sono le opere, sculture, dipinti, affreschi, che grazie  alla risoluzione in Ultra 4K HDR vengono indagate in tutta la loro consistenza materica.

La fotografia, affidata al bravissimo Maurizio Calvesi ( quattro volte vincitore del David di Donatello), fa scivolare luci e ombre sulle superfici (per lo più scultoree) che – dapprima lisce e rifinite – si fanno via via sempre più scabre, ruvide, taglienti, il cosiddetto “non-finito michelangiolesco” (I Prigioni, La Pietà Rondanini, etc) sintomo del tormento di un animo mai soddisfatto del proprio lavoro.

L’empatia col pubblico, già presupposta dalla magnificenza di immagini tanto belle, è edulcorata dalle musiche di Matteo Curallo, che di volta in volta cambiano a seconda del pezzo che stiamo ammirando, sperimentando persino un accenno di rock nella ripresa del prodigioso Mosè di San Pietro in Vincoli, che nella torsione del busto e nell’atto di alzarsi ci fa davvero venir voglia di urlare “Perché non parli?!”.

La collaborazione dei Musei Vaticani ha permesso a Michelangelo – Infinito di varcare le porte non solo della Cappella Sistina, ma anche di quella Paolina, opera meno conosciuta e ultima fatica che Michelangelo realizzò per Paolo III Farnese. Per quanto riguarda la volta e la parete sistina, il film si avvale della FULL CGI che ha permesso alla troupe, grazie anche all’aiuto di storici dell’arte esperti come il professor Vincenzo Farinella, di ricostruire l’ambiente vaticano prima dell’arrivo di Michelangelo, nel 1508.

Di grande effetto, ça va sans dire, la dettagliata esposizione visiva del Giudizio Universale sulle parole ispirate di Dante.

Michelangelo – Infinito è il sesto prodotto di un progetto votato all’Arte, che troppo spesso, incredibilmente nel nostro Paese viene messa in secondo piano. Ma i risultati positivissimi al botteghino dimostrano come invece ci sia bisogno del “Bello”, di assistere commossi a quei capolavori senza tempo.

Il connubio tra antico e moderno è evidente sin nella scelta del titolo, l’accostamento del nome di Michelangelo a quell’aggettivo che, più di trecento anni dopo, gli verrà attribuito da Rodin quando affermava: “Tutte le opere che Michelangelo fece sono così angosciosamente oppresse che paiono volersi spezzare da sole. Quando divenne vecchio giunse a spezzarle davvero. L’arte non lo appagava più. Voleva l’Infinito”.

Sintomo che la storia dell’arte può legare epoche diverse, uomini e culture differenti esprimendosi in un linguaggio universale che parla dritto al cuore.

 
 

Michelangelo – Infinito, la conferenza stampa di presentazione

michelangelo - infinito

Alla presentazione di Michelangelo – Infinito, docu-film di Emanuele Imbucci sulla vita artistica di Michelangelo Buonarroti, interviene anzitutto Cosetta Lagani, responsabile del soggetto e della direzione artistica del film.

«Siamo al sesto film di un progetto partito cinque anni fa con Sky, creato con la convinzione che la storia dell’arte potesse essere raccontata in modo diverso, coinvolgente e positivo, portando così nei cinema di tutto il mondo il nostro patrimonio artistico, e divulgando la cultura del bello» afferma la direttrice di Sky 3D «I dati tecnici parlano chiaro. A novembre 2014 siamo usciti al cinema con Musei Vaticani 3D, caso cinematografico del primo film d’arte tanto di successo da classificarsi al primo posto al botteghino con 31.000 spettatori.

Nel Febbraio 2018, Caravaggio anima e sangue ha sorpreso tutti, riuscendo a portare 175.000 spettatori nelle sale. È evidente da questi dati che C’è davvero il bisogno del Bello. Di diffondere e far godere l’arte ad un pubblico sempre più vasto ed interessato».

«Con Michelangelo – Infinito ci siamo trovati dinnanzi ad una nuova sfida narrativa» continua Cosetta Lagani «Abbiamo impostato il racconto in un mondo di finzione, senza rinunciare alla storia delle opere, che vengono spiegate attraverso occhi, emozioni e voci dei protagonisti. Non abbiamo però voluto rinunciare all’adesione al dato filologico, avvalendoci di professionisti del settore, come il professor Vincenzo Farinella che ha collaborato con sua consulenza e preziosi documenti alla ricostruzione della Cappella Sistina.

Abbiamo cercato di trovare un rapporto di empatico col pubblico ma allo stesso tempo tutto doveva essere assolutamente documentato e autorevole. Tutti i dialoghi sono ricostruiti traendo citazioni direttamente dalle Rime e Lettere di Michelangelo. Per quanto riguarda  Vasari i monologhi sono una parafrasi attentissima di alcuni stralci tratti da Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori et architettori (nelle varie dizioni giuntina e torrentiniana ndr)».

«È stato un lavoro lungo, e ampi ringraziamenti vanno a  Sara Mosetti,  Claudio Strinati e al regista Emanuele Imbucci che hanno stilato la sceneggiatura» spiega  Cosetta Lagani, e conclude specificando:

«Desidero ringraziare tutte quelle entità,le istituzioni e i musei che hanno collaborato in questo film; nonché le varie eccellenze nel campo cinematografico, come il direttore della fotografia Maurizio Calvesi, il costumista Maurizio Millenotti, lo scenografo Francesco Frigeri, il compositore Matteo Curallo e il responsabile effetti digitali Giuseppe Squillaci.

E poi naturalmente si ringraziano i Musei Varticani e Vatican Media, nonché il Mibac che ha collaborato alle riprese, e la lucky red di Andrea Occhipinti  che ha accolto con entusiasmo questo progetto».

Prende la parola il regista Emanuele Imbucci: «Questo film supera il concetto di documentario d’arte, supera l’idea di portare su schermo la moderna storia dell’arte, e vi immette invece un contenuto certamente autorevole ma mescolandolo alla finzione dei due interpreti. Attraverso le parole di Michelangelo e di Giorgio Vasari parliamo della creazione delle opere d’arte» dice il direttore del film «Abbiamo deciso di porre i due protagonisti entro due ambientazioni differenti, piuttosto irreali, che potessero essere una sorta di “Limbo” personalissimo dell’artista e dello scrittore. Per realizzare il Limbo michelangiolesco, siamo arrivati fino a Carrara, cava di marmo dove lo scultore attingeva enormi blocchi per le sue opere. L’imponenza di quello spettacolo della natura, la sfida che Michelangelo aveva fatto verso questi colossi, doveva essere citata. Quindi nel suo Limbo abbiamo inserito dei blocchi di marmo vero (dal valore inestimabile, pensate che per posizionare alcuni blocchi ci dovevano essere squadre intere che li spostassero con grande cura) in mezzo a pozze d’acqua che fungessero da specchio, nel cui riflesso l’artista evidentemente vedeva l’opera già fatta e finita, come era solito dire». Continua il regista

«La forte emotività trasmessa è coadiuvata da fotografia e musiche che sicuramente collaborano al racconto e si approcciano con dovere al progetto. Coordinati sempre con professor Farinella per essere  filologicamente coerenti, per i musei vaticani e sistina dobbiamo rivolgere un sentito grazie a Giuseppe Squillaci (effetti speciali), col quale ci siamo studiati bene forma cappella e mappa delle giornate di Michelangelo».

«Per quanto riguarda il Limbo di Vasari esso è rappresentato da un teatro anatomico, in legno, semicircolare, avvolgente e accogliente, come accogliente è la figura dello scrittore (mentre al contrario il Limbo michelangiolesco, fatto di materiali duri e ostici, rispecchia il carattere spigoloso e duro dell’artista)».

Intervengono quindi gli unici due attori del film, Enrico Lo Verso, che veste con grande verosimiglianza i panni di Michelangelo, e ringrazia il grande lavoro di preparazione fatto assieme al regista «grazie al quale ho capito quale atteggiamento ci fosse nella preparazione di tutto il film, ricerca ed emozione congiunte che mi hanno permesso di avvicinarmi con molto rispetto per raccontare il percorso creativo di questo genio dell’arte».

Il bravissimo Ivano Marescotti interpreta Vasari, il narratore. «Io conoscevo Vasari così come lo si studiava a scuola, superficialmente, alla stregua di Dante, tanto per prendere un buon voto. Poi da adulto li ho conosciuti meglio entrambi» dice Marescotti «Poi grazie a questo film ho scoperto che mentre il rinascimento finisce definitivamente con Michelangelo, Vasari dà inizio a tutta la critica d’arte contemporanea, stabilendone i modi, i criteri e le fonti. Nel film non ci si limita ad indicare dove si trovano le singole opere d’arte. Ci si basa di più invece sullo stupore che le immagini regalano, una continua meraviglia filmica anche grazie al lavoro fatto da musica e fotografia, che mostra bene la materialità delle opere. Veniamo immersi nel mondo immaginifico del Vasari che afferma semplicemente che Michelangelo è il più grande artista del passato, del presente e del futuro, in eterno».

Il film si basa su ricerca scientifica-artistica molto dettagliata tra bibliografia ed elenco dettagliato delle opere prodotte dal grande artista nel corso della sua carriera.

La consulenza scientifica è stata affidata al Professor Farinella, che si sofferma sui momenti in cui il film mostra l’ingresso in Cappella Sistina, nel tentativo di ricostruire qualcosa che non esiste più, ovvero la decorazione 400esca, quella prima del marzo 1508 quando Michelangelo stravolgerà tutto per sempre.

«Per decisione di Giulio II si volle cancellare  quello che esisteva precedentemente» spiega il professore di Storia dell’arte «attraverso documenti figurativi e fonti, abbiamo tentato una ricostruzione filologica ma anche fantasiosa, perché non abbiamo nessuna immagine che ci restituisca l’aspetto della cappella Sistina così come doveva essere prima del 1508. Sappiamo che la volta era stata decorata da un certo Pier Matteo d’Amelia, nel 1479, ma possiamo ricostruirla solo grazie ad un disegno preparatorio ora conservato agli Uffizi. Nel 1508 a causa di un cedimento, si era venuta a formare una grossa crepa, e questo fu il pretesto di Giulio II per smantellare la vecchia decorazione della  cappella e farne fare una nuova».

«Per ciò che riguarda la parete d’altare, sappiamo che prima del Giudizio di Michelangelo, vi si trovavano – nel  1480 – le decorazioni del  Perugino, tra cui la Pala dell’Assunta, a cui poi è tuttora dedicata cappella. Vi erano inoltre un ritratto di Sisto IV della Rovere e  poi affreschi del Ghirlandaio e Botticelli. Con l’arrivo di Michelangelo Si intervenne pesantemente.

Grazie ad un artista contemporaneo, Marco Romano,  abbiamo reinventato alcuni dipinti di perugino che dovevano trovarsi su quella parete prima che fosse distrutta, per dare un’idea del “pre” Giudizio.

Il Giudizio andava a rompere una composizione completamente armonica creata negli anni precedenti. È una rottura attraverso un mondo metafisico che spezza con l’andamento del resto della cappella».

 

“Al di la di tutto quello che si vede, quello che colpisce di questo film è il ritratto di Michelangelo, un uomo disperatamente critico anche verso se stesso. Nelle lettere ammette la propria durezza e la propria solitudine. L’Aspetto drammatico del personaggio fuoriesce perfettamente nel monologo finale, un Michelangelo sconfitto che si allontana incredulo per non aver potuto raggiungere la perfezione come la voleva lui”.

Il film sarà distribuito in 300 copie da Lucky Red e poi proiettato su Sky Cinema. Michelangelo – Infinito rimarrà nelle sale dal 27 settembre sino al 3 ottobre.

 
 

Emilia Clarke madre dei draghi per sempre, ecco il suo tatuaggio

Emilia Clarke
Emilia Clarke

Emilia Clarke ha celebrato la chiusura di Game of Thrones con un tatuaggio commemorativo che la renderà per sempre la “madre dei draghi“. L’attrice ha condiviso su Instagram una immagine in cui compare sorridente e con il polso destro sollevato, all’interno del polso possiamo vedere un tatuaggio con tre piccoli draghi. La didascalia alla foto dice: Madre dei draghi per sempre. @_dr_woo_ si è accertato che la mamma ricordasse per sempre i suoi piccoli.

L’attrice è stata vista l’ultima volta in pubblico agli Emmy Awards 2018, dove lo show della HBO ha postato a casa ben due prestigiosi premi, quello al migliore attore drammatico, Peter Dinklage, e quello alla migliore serie drammatica.

Emilia Clarke è tra i pochi attori di Game of Thrones ad aver attraversato più o meno indenne tutte le stagioni della serie HBI, insieme a Kit Harington, Sophie Turner, Maisie Williams, Peter Dinklage e pochi altri. L’ottava e conclusiva stagione che andrà in onda nel 2019 vedrà concludersi il percorso del suo personaggio, Daenerys Targaryen, che avevamo lasciato, ignara, tra le braccia del nipote.

Per quanto riguarda il suo futuro cinematografico, l’attrice ha avuto diverse possibilità di uscire dal personaggio, ma nemmeno la partecipazione a Solo: A Star Wars Story sembra averle dato il successo fuori da Westeros (e Essos). Adesso, grazie alla prossima commedia romantica natalizia di Paul Feig, la Clarke tornerà a brillare sul grande schermo.

 
 

Ryan Reynolds pubblica divertente video dal set di Six Underground

Sono tutt’ora in corso le riprese di Six Underground, nuovo film originale Netflix diretto da Michael Bay, protagonista Ryan Reynolds. Proprio l’attore dal set ha postato un divertente video sul sul profilo instagram, in una pausa dalla lavorazione. Nel video Reynolds esalta la pace e la calma che caratterizzano le riprese del film, mentre alle sue spalle accade qualcosa di decisamente poco tranquillo.

 

 
 
 
 
 
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#6Underground @netflix @michaelbay

Un post condiviso da Ryan Reynolds (@vancityreynolds) in data:

Il film che sarà il primo lavoro al di fuori dal franchise di Trasformers sarà su varie location d’italia (da Firenze a Siena, Taranto).

 
 

Venom: la soundtrack rivela un “alleato inaspettato” – spoiler

venom

È stata diffusa la tracklist della colonna sonora originale di Venom, il film SONY in arrivo il 5 ottobre e con protagonista Tom Hardy. Oltre a contenere la nuova canzone di Eminem, la colonna sonora del film è formata da brani musicali originali firmati da Ludwig Göransson, compositore svedese, che ha assegnato a ogni traccia il titolo che indica il rispettivo momento nel film. Proprio per questo c’è da aspettarsi qualche piccolo indizio in merito alla trama del film proprio nell’elenco a seguire. Quindi, se si vogliono evitare spoiler di qualsiasi sorta, è meglio non proseguire con la lettura.

Eccola tracklist della soundtrack di Venom

  • 1. Space Exploration
  • 2. Symbiotes Arrive
  • 3. First Contact
  • 4. Eddie’s Blues
  • 5. Run, Eddie, Run
  • 6. What’s Wrong With Me
  • 7. Panic at the Bistro
  • 8. Humans… Such Poor Design
  • 9. Self Defense
  • 10. Pedal to the Metal
  • 11. Eyes, Lungs, Pancreas
  • 12. You Want Up?
  • 13. Venom Rampage
  • 14. Annie, I’m Scared
  • 15. Parasite
  • 16. Unexpected Ally
  • 17. Battle on the Launch Pad
  • 18. You Belong With Us

Le prime tracce confermano l’origine alinea del simbionte che arriva sulla Terra ma è la traccia numero 16 che comincia a solleticare la fantasia, quel Unexpected Ally (Alleato inaspettato) che potrebbe potenzialmente suggerire un’alleanza tra Venom e un altro simbionte durante il culmine del film. Inoltre sembra molto interessante è anche la traccia che si intitola You Belong to Us (Tu appartieni a noi). Potrebbe essere possibile, stando a queste traccia, che il film finirà con Eddie Brock che rimane legato al simbionte; questa cosa lascerebbe aperte molte vie, nonché le possibilità per un sequel.

Venom, recensione del film con Tom Hardy

Tom Hardy, Michelle Williams, Woody Harrelson, Jenny Slate, Riz Ahmed, Michelle Lee, Reid Scott, Scott Haze, Sam Medina formano il cast di Venom, diretto da Ruben Fleischer e in sala dal 4 ottobre 2018.

Fonte: FilmMusicReporter

 
 

Wes Anderson dirigerà un recente Premio Oscar nel suo musical

Wes Anderson
Foto © Cinefilos.it

Wes Anderson è al lavoro su un musical ambientato a metà del secolo e come protagonista ha scelto un recente attore Premio Oscar, anche se non ne è stato ancora rivelato il nome. Negli ultimi anni molti degli attori che hanno lavorato con Anderson sono arrivati all’Oscar e ce ne sono almeno altrettanti che hanno dimostrato di avere doti adeguate a un musical.

A parte la location, un villaggio fittizio della Francia degli anni ’50, si sa ancora molto poco della commedia musicale che seguirà il grandi successo de L’Isola dei Cani, l’ultimo film in stop motion del regista con cui ha conquistato il premio alla regia all’ultimo festival di Berlino.

Tra i recenti vincitori di un Oscar ci sono infatti Frances McDormand e Cate Blanchett, entrambe amiche e collaboratrici di Wes Anderson, mentre Emma Stone, Eddie Redmayne, Gary Oldman e Brie Larson hanno lavorato in musical o hanno avuto una carriera musicale, come quella della Larson all’inizio degli anni 2000.

Tra questi attori papabili, ricordiamo anche Jean Dujardin che, pur avendo vinto un Oscar senza cantare, ha comunque recitato in un musical, The Artist, appunto, ed è francese, cosa che potrebbe avere qualcosa a che fare con la collocazione geografica della storia che verrà raccontata nel film.

Chi di questi è stato scelto dal regista di The Grand Budapest Hotel?

Fonte: The Playlist

 
 

Once Upon A Time In Hollywood: tutto quello che sappiamo sul nuovo film di Tarantino

once upon a time in hollywood

Proseguono a Los Angeles le riprese di Once Upon A Time in Hollywood, decimo lavoro firmato da Quentin Tarantino che vedrà protagonisti Leonardo DiCaprio e Brad Pitt e sarà ambientato negli anni Sessanta, sullo sfondo degli omicidi di Cielo Drive.

Il film arriverà nelle sale cinematografiche il 9 agosto 2019 e questo è tutto ciò che conosciamo finora sul nuovo progetto del regista americano:

1Le foto dal set

Con l’uscita nelle sale fissata al 9 agosto 2019, proseguono senza sosta a Los Angeles le riprese del film, di cui abbiamo avuto un assaggio grazie alle foto rubate sul set.

Non c’è ancora traccia di Margot Robbie ma soltanto dei due protagonisti Leonardo DiCaprio e Brad Pitt in compagnia del regista Quentin Tarantino, con il quale i due avevano già lavorato rispettivamente in Bastardi senza gloria e Django Unchained.

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Bond 25: Cary Fukunaga primo americano alla regia del franchise

Bond 25 daniel craig

Sarà Cary Fukunaga (True Detective) a dirigere Bond 25. A confermarlo ufficialmente è l’account Twitter del franchise che dà finalmente una buona notizia ai fan che cominciavano a dubitare che la produzione riuscisse a mettere in piedi un film dopo l’abbandono di Danny Boyle.

Michael G. Wilson, Barbara Broccoli e Daniel Craig annunciano oggi che  batterà il primo ciak ai Pinewood Studios il 4 marzo 2019 per la regia di Cary Joji Fukunaga. L’uscita in tutto il mondo è prevista per il 14 febbraio 2020. “Siamo lieti di lavorare con Cary. La sua versatilità e innovazione lo rende una scelta eccellente per la prossima avventura di James Bond” hanno dichiarato Michael G. Wilson and Barbara Broccoli.

Fukunaga è il primo regista nella storia del franchise a non essere britannico, segno che forse per Bond 25 la produzione ha deciso di ampliare gli orizzonti, e forse anche la scelta del prossimo Bond potrebbe cadere su un attore non britannico.

Gli ultimi due film di James Bond sono stati diretti da Sam Mendes che ha incassato con i suoi film rispettivamente 1,1 miliardo di dollari per Skyfall (il Bond di maggior successo di sempre, con un Oscar all’attivo) e 880 milioni con Spectre.

Dato il successo che Mendes ha raggiunto con i film, quando ha annunciato che non avrebbe più diretto un Bond Movie, la EON e la MGM si sono date da fare per cercare un rimpiazzo all’altezza.

Cary Fukunaga ha trovato il successo internazionale grazie a True Detective, serie culto in cui ha dimostrato una grandissima capacità e padronanza del mezzo cinematografico. Dopo la sfumata regia dell’adattamento da Stephen King di IT, passata a Andy Muschietti, Fukunaga aspetta ancora la sua grande occasione per tornare sullo schermo d’argento in grande stile. E parlando dell’agente 007 e della sua nuova avventura, siamo sicuri che lo stile non mancherà.

 
 

A Star Is Born: il trailer parodia con i Muppets

a star is born

Un altro “remake” di A Star Is Born è comparso online nel divertentissimo trailer parodia che vede protagonisti i Muppet Kermit la Rana e Miss Piggy nei panni dei personaggi interpretati sullo schermo da Bradley Cooper e Lady Gaga.

Qui sotto potete dargli uno sguardo. Che ne pensate?

A Star Is Born: la recensione del film di Bradley Cooper

In questa nuova versione di una tormentata storia d’amore, Cooper interpreta il musicista di successo Jackson Maine, che scopre la squattrinata artista Ally e si innamora di lei. Ally ha da poco chiuso in un cassetto il suo sogno di diventare una grande cantante, fino a quando Jack la convince a tornare sotto i riflettori. Ma mentre la carriera di Ally inizia a spiccare il volo, il lato privato della loro relazione perde colpi a causa della battaglia che Jack conduce contro i suoi demoni interiori.

A Star Is Born presenta canzoni originali eseguite dal vivo nel film da Cooper e Lady Gaga, da loro scritte in collaborazione con altri artisti come Lukas Nelson, Jason Isbell e Mark Ronson.  Il cast include anche Andrew Dice Clay, assieme a Dave Chappelle e Sam Elliott.

A Star Is Born è prodotto da Bill Gerber, Jon Peters, Bradley Cooper, Todd Phillips e Lynette Howell Taylor. Ravi Mehta, Basil Iwanyk, Niija Kuykendall, Sue Kroll, Michael Rapino e Heather Parry sono i produttori esecutivi.  La sceneggiatura è di Eric Roth e Bradley Cooper & Will Fetters. A collaborare con Cooper troviamo il direttore della fotografia candidato all’Oscar® Matthew Libatique (Il cigno nero), la scenografa Karen Murphy (It Comes at Night), il montatore tre volte candidato all’Oscar® Jay Cassidy (American Hustle, Il lato positivo, Into the Wild), e la costumista Erin Benach (Drive).  I supervisori delle musiche del film sono Julia Michels (Pitch Perfect) e Julianne Jordan (Edge of Tomorrow).

Warner Bros. Pictures presenta, in associazione con Live Nation Productions, in associazione con Metro Goldwyn Mayer Pictures, una produzione Jon Peters/Bill Gerber/Joint Effort, A Star is Born. Nelle sale dal 5 ottobre 2018, il film sara distribuito nel mondo dalla Warner Bros. Pictures.

Fonte: Twitter
 
 

Starforce: 10 cose da sapere (+ 1 teoria dei fan) sulla squadra di Captain Marvel

starforce

Introdotta nei fumetti nel 1992 come una speciale squadra di villain, la Starforce è un gruppo di guerrieri Kree riuniti dalla Suprema Intelligenza, composto tra gli altri da Ronan l’Accusatore e Korath Il Persecutore.

La sua controparte dei Marvel Comics ha anche sfidato gli Avengers quando gli eroi tentarono di fermare l’avanzata dei Kree, ma cosa sappiamo davvero del team che farà parte del film su Captain Marvel?

Di seguito 10 segreti (e una teoria dei fan che potrebbe esser stata confermata dal trailer ufficiale rilasciato pochi giorni fa):

1Suprema intelligenza

Una forza malvagia ha manipolato la Starforce e l’intera Guerra Kree-Shi’ar: l’Intelligenza Suprema, anche nota come Supremor, un vero e proprio membro funzionante del team nascosto a tutti tranne che a Minn-Erva. Con il suo piano malvagio intendeva annientare la maggior parte dei Kree.

Att-Lass ha cercato di derubare Iron Man

Il personaggio di Att-Lass è comparso per il suo grande ritorno nell’evento crossover “Infinity” del 2014, presentandosi come una nuova versione di Titanium Man e collaborando con alcuni dei più grandi nemici di Iron Man per rapinare la Stark Tower.

La teoria dei fan sulla Starforce

Captain Marvel

Grazie al primo trailer ufficiale di Captain Marvel siamo venuti a conoscenza di un dettaglio fondamentale della trama del film: Carol Danvers torna sulla Terra da disertore e non ricorda nulla della sua vecchia vita se non qualche flash, il che spiegherebbe come ha fatto a lavorare con la squadra malvagia della Starforce.

Secondo alcune teorie, il film potrebbe aver adattato parzialmente un arco dei fumetti in cui l’uso dei suoi poteri scatena in Carol Danvers una fortissima emorragia cerebrale che provoca massiccia perdita di memoria; e se il personaggio di Jude Law si rivelasse effettivamente l’alieno Kree Yon-Rogg, allora si confermerebbe l’ipotesi che questi ha usato la perdita di memoria di Captain Marvel per reclutarla nella guerra Kree-Skrull.

Sarà davvero così?

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Spider-Man: Far From Home, Peter e Michelle di nuovo insieme – foto

Continuano le riprese di Spider-Man: Far From Home, il sequel di Spider-Man: Homecoming, che vedrà svilupparsi ulteriormente il ruolo da nuovo Vendicatore dell’Uomo Ragno interpretato da Tom Holland. Dopo la sua avventura su Titano e la sua disintegrazione, Parker avrà accumulato esperienza necessaria per una nuova avventura in solitaria (previa risurrezione in Avengers 4), e con l’eroe cresce anche il ragazzo, nelle foto dal set di nuovo insieme alla sfuggente Michelle (Zendaja).

Fonte foto

A vedere le foto dal set, la prima osservazione frivola che salta alla mente è che il giovane Peter ha ereditato dal suo mentore Tony Stark lo stesso gusto per le donne, brillanti, spiritose, intelligenti e… più alte di loro! Il “mistero” di Michelle non è ancora stato sciolto, ma sembra sempre più chiaro che si tratta di un personaggio completamente nuovo per l’universo dell’Uomo Ragno che, per caso, si fa chiamare MJ, senza nessun legame con la Mary Jane Watson dei fumetti.

Spider-Man: Far From Home, tutto quello che sappiamo sul film

Spider-Man: Far From Home sarà diretto ancora una volta da Jon Watts ed uscirà nelle sale il 5 luglio 2019. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle.

Il film sarà girato in diverse città europee oltre che a New York. Le fortunate del Vecchio Continente sono Londra, Venezia Praga.

 
 

Captain Marvel e Captain America: esiste una connessione diretta tra loro nel MCU

captain marvel

Si è già detto in diverse occasione che l’arrivo di Captain Marvel nel Marvel Cinematic Universe sarà l’introduzione di un nuovo eroe in grado di guidare e definire le sorti dell’universo condiviso. Questa introduzione di personaggio, sebbene sia stato detto da molti che è avvenuta tardi e che da tempo si sentiva la necessità di una eroina donna, arriva in realtà perfettamente in tempo con il previsto abbandono di uno dei personaggi che hanno dato forma al MCU fino a questo momento: Captain America

Sebbene, infatti, Tony Stark sia senza dubbio il personaggio più carismatico dei film Marvel, Cap ha plasmato la storia del MCU, soprattutto nella seconda parte, con la Guerra Civile e le sue scelte che hanno condizionato gli eventi a seguire. Adesso, un altro capitano arriva a prendere il suo posto (visto che Avengers 4 sarà l’ultimo film di Steve Rogers/Chris Evans), e in comune con lui non avrà soltanto il nome, ma anche una connessione biografica.

Il trailer di Captain Marvel ci ha rivelato che anche Carol Danvers ha avuto un addestramento difficile, e che come Steve era nelle forze armate USA. Come abbiamo appreso nel film del 2011, Steve era un ragazzo di Brooklyn, profondamente patriottico e puro, che voleva servire il Paese e combattere durante la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia era estremamente gracile, fino a che il Dr. Abraham Erskine (Stanley Tucci), riuscendo a vedere il potenziale di Steve, un ragazzo dal cuore buono che non si arrendeva mai, non lo scelse per il suo esperimento del Super Soldato. Il resto è diventato storia.

Captain Marvel: un ospite “nascosto” nel poster ufficiale del film

Con la sponsorizzazione di Erskine, infatti, Rogers venne accettato nell’esercito, seguendo un addestramento di base a Camp Lehigh a Wheaton, nel New Jersey. L’esperienza di Rogers nell’allenamento di base è stato un inferno per il giovane patriota. Sempre l’ultimo in marcia, in difficoltà nel salire sulla corda, cose che lo rendevano un bersaglio perfetto per le altre reclute. Ovviamente, grazie al siero del Super Soldato, Rogers è diventato il perfetto esemplare fisico di Capitan America, ma i ricordi delle sue prove al campo di addestramento sono rimaste sempre con lui.

In Captain Marvel, Carol Danvers si schianta sulla Terra e apparentemente non ha memoria della vita che ha condotto prima di entrare a far parte della squadra d’elite Kree chiamata Starforce. Con l’aiuto di Nick Fury (Samuel L. Jackson), Carol cerca di intraprendere un viaggio alla scoperta di sé e del suo passato sulla Terra. Questo include anche la sua precedente carriera come colonnello nell’Aeronautica degli Stati Uniti, dove il suo socio e gregario era Maria Rambeau (Lashana Lynch).

Il trailer lascia intuire che Carol recuperi piano piano i ricordi di  quando era un pilota da combattimento, e prima di questo, la sua formazione di base per diventare un aviatore. E, come Steve Rogers cinque decenni prima, sembra che Carol non fosse un perfetto soldato fin dall’inizio. Anche lei ha avuto problemi a imparare a salire sulla corda, cadendo rovinosamente nella polvere. La scena che mostra come Carol cade e come si rannicchia in posizione fetale riflette direttamente quello di Steve, durante il suo allenamento. Naturalmente, come Steve, Carol si alza sempre e alla fine ottiene i suoi superpoteri, diventando molto più di un semplice essere umano. Ma entrambi le loro vite eroiche hanno avuto un inizio difficile.

Captain Marvel: tutti i dettagli del trailer che vi siete persi

Con Steve Rogers atteso per l’ultima volta in Avengers 4 e con Carol Danvers che invece debutterà nella contemporaneità del MCU nello stesso film (il suo standalone è ambientato negli anni ’90), i parallelismi trai due personaggi potrebbero essere anche più tragici, con un passaggio di testimone drammatico per Rogers e per i suoi fan. Sono entrambi ex soldati, eroi, patrioti con costumi che richiamano la bandiera americana, sarebbe la scelta più logica per la Marvel al cinema.

Tuttavia, i personaggi restano molto diversi e tanto Steve è stato ligio e deciso, tanto Carol sarà impulsiva e in conflitto con se stessa, il che offre una prospettiva di grande interesse sul futuro del Marvel Cinematic Universe.

Captain Marvel: il primo trailer del film Marvel Studios

Vi ricordiamo che alla regia di Captain Marvel con protagonista Brie Larson, ci sono Anna Boden e Ryan Fleck. Il film invece arriverà al cinema l’8 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.
 
 

Downton Abbey: ecco quando uscirà, la prima vaga trama

downton abbey

Arriva da Entertainment Weekly la conferma della data d’uscita in sala del film basato sulla serie iTv, Downton Abbey. Il film arriverà nelle sale USA il 20 settembre 2019, il 13 in Inghilterra.

“Da quando la serie è finita, i fan di Downton aspettano il prossimo capitolo della famiglia Crawley – ha detto il presidente della Focus Feature (che produce), Peter Kujawski, in una dichiarazione ufficiale – Siamo entusiasti di far parte di questo incredibile gruppo di registi, attori e artigiani, guidati da Julian Fellowes e Gareth Neame, nel riportare il mondo di Downton sul grande schermo il prossimo settembre”.

Anche se i dettagli della trama sono stati scarsi, il produttore esecutivo, Gareth Neame, ha offerto questa descrizione molto vaga della trama: “Il copione di Julian affascina, emoziona e intrattiene e nelle mani di Brian Percival cercherà di offrire al pubblico tutto ciò che desidera da un film su Downton Abbey.”

Downton Abbey: al via le riprese del film – prima foto

Sono confermati nel cast Maggie Smith,  Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Michelle Dockery e Elizabeth McGovern, già star della serie, mentre si aggiungono alla squadra per la trasposizione cinematografica anche Imelda Staunton,  Geraldine James, David Haig, Tuppence Middleton, Simon Jones, Kate Phillips e Stephen Campbell Moore.

La serie, ideata e principalmente scritta dall’attore e scrittore Julian Fellowes, è ambientata fra il 1912 e il 1926, durante il regno di re Giorgio V, nella tenuta fittizia di Downton Abbey nello Yorkshire del Conte e della Contessa di Grantham. La serie segue le vite dell’aristocratica famiglia Crawley e dei loro servitori a partire dal 15 aprile 1912, data di affondamento del RMS Titanic. Alla notizia della tragedia, la famiglia Crawley è sconvolta nell’apprendere che il cugino del conte, James Crawley, e suo figlio Patrick, erede della loro proprietà, nonché della cospicua dote della Contessa Cora, sono deceduti nel naufragio. Nuovo beneficiario diventa il giovane Matthew, cugino di terzo grado della famiglia e avvocato a Manchester. I Crawley, soprattutto la Contessa Madre Violet, inorridiscono al pensiero che ad una persona “che lavora” – senza la minima intenzione di adattarsi alla vita aristocratica da loro condotta – spettino i loro interi averi. Sullo sfondo s’intrecciano le vicende della vita dei numerosi domestici.

Fonte: EW

 
 

Beautiful Boy: il secondo intenso trailer con Steve Carell

Amazon Studios ha diffuso il secondo trailer di Beautiful Boy, il film tratto dai romanzi “Beautiful Boy: A Father’s Journey Through His Son’s Addiction” di David Sheff e da “Tweak: Growing Up on Methamphetamine” del figlio Nic Sheff.

Nel cast del film, insieme ai protagonisti Steve Carell e Timothée Chalamet, anche Maura Tierney e Amy Ryan.

Dati i trascorsi di Carell e Chalamet con l’Academy, è probabile che le loro interpretazioni vengano considerate per una nomination agli Oscar 2019, cosa che non sorprenderebbe affatto. Dopotutto con Chiamami col tuo nome, il giovane attore ha dimostrato di essere un interprete brillante e sensibile, mentre Carell conferma a ogni titolo ormai il suo poliedrico talento.

Scritto da Luke Davies (Lion) e diretto dal belga Felix Van Groeningen (sua la regia di Alabama Monroe), Beautiful Boy vede nel cast Timothée Chalamet, Steve CarellAmy RyanMaura TierneyTimothy HuttonAmy ForsythRicky Low, e Kaitlyn Dever.

L’uscita nelle sale è fissata al 12 ottobre 2018, in tempo per entrare nella corsa della Award Season del prossimo anno.

Beautiful Boy, la recensione del film con Steve Carell

Fonte: Amazon Studios

 
 

Avengers 4: la teoria su Tony Stark che tutti speriamo sia falsa

Avengers 4

Nonostante tutti i dettagli che ormai sono conosciuti e ufficiali, anche in seguito alle riprese aggiuntive, la trama di Avengers 4 è ancora un mistero. È quindi inevitabile che in molti facciano ipotesi, in base alle informazioni ricavate dalle comunicazioni ufficiali e dagli altri film, che possano anticipare gli eventi del film che chiuderà la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Direttamente da GeekTyrant.com arriva una delle teorie più dolorose che circolano in rete, e che tutti speriamo sia assolutamente falsa. Ecco cosa accadrà a Tony Stark secondo questa triste teoria:

“Dopo gli avvenimenti di Infinity War, Tony torna sulla Terra e fa del suo meglio per andare avanti, esaudisce il suo desiderio con Pepper di diventare padre: ha un figlio. Poco dopo però Ant-Man si presenta alla sua porta con la prova che i viaggi nel tempo sono possibili, così, Tony, che non ha mai superato la scomparsa dei suoi amici Vendicatori e soprattutto di Peter Parker, elabora un piano per invertire lo schiocco di Thanos… Questo piano avrà un prezzo altissimo: rinunciare alle linea temporale in cui diventa padre. 

Avengers 4: Jeremy Renner “insanguinato” dopo le riprese aggiuntive

Arrivato su Vormir seguendo le indicazioni di Nebula, verrà chiesto a Tony un sacrificio importante. Teschio Rosso può scrutare nelle anime delle persone che si trova di fronte, e così infatti apprende che il padre di Thanos si chiamava Alars, chiamando il Titano “figlio di Alars”, appunto. Così, l’ex villain di Captian America, scrutando l’animo di Tony, lo mette di fronte a una scelta dolorosissima: sacrificare la linea temporale in cui ha un figlio, per annullare gli effetti dello schiocco di Thanos, oppure lasciare che il mondo continui, tenendosi suoi figlio e la sua famiglia felice, con i suoi compagni Vendicatori morti.”

Considerando il ruolo da leader di Iron Man all’interno del gruppo dei Vendicatori (con buona pace di Steve Rogers), Tony sembra il personaggio giusto a cui chiedere un sacrificio del genere. Tuttavia non sappiamo ancora quando si svolgerà Avengers 4, ovvero se seguirà le vicende di Infinity War in continuità, oppure se comprenderà un gap di qualche anno.

Avengers 4: Tony e Pepper di nuovo in coppia per l’ultima volta

Avengers 4 arriverà al cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

 
 

Il complicato mondo di Nathalie: il trailer e il poster italiani

Arriverà il prossimo 11 ottobre distribuito da Officine UBUIl complicato mondo di Nathalie, la toccante commedia francese diretta da David e Stéphane Foenkinos. Di seguito il trailer italiano del film:

E se quando tutto sembra andare storto, la vita ti chiedesse solo di sorridere un po’ di più? Di questo e molto altro racconta la toccante commedia francese Il complicato mondo di Nathalie, il ritratto sincero e ironico di una donna alle prese con gli improvvisi cambiamenti e le difficoltà di un periodo di passaggio come i 50 anni. Per la regia di David e Stéphane Foenkinos, il film, con il Premio César Karin Viard (La famiglia Bélier, Delicatessen), sarà dall’11 ottobre al cinema con Officine UBU.

Ecco il poster italiano del film:

il complicato mondo di NathalieProtagonista del film è Nathalie, professoressa di lettere divorziata e madre di una giovane ragazza, alle prese con un momento delicato, pieno di insoddisfazione e nostalgia, che la costringerà alla fine a cercare più a fondo le motivazioni del suo malessere. Nel frattempo però, non sempre i suoi comportamenti e il suo sarcasmo saranno ben accolti da familiari, amici e colleghi…  

La storia di una donna schietta e senza peli sulla lingua, ma che si fa amare perché umana, unica, vera, tra appuntamenti stravaganti, una figlia che cresce e incontri che le cambiano la vita. 

“Sono stata immediatamente attratta dal ruolo di Nathalie – dichiara Karin Viard parlando dell’originalità del suo personaggio. Spesso ci vengono raccontate storie di donne che si avvicinano ai cinquant’anni che vogliono andare a letto con uomini più giovani o altre che sono semplicemente alla frutta. Qui invece abbiamo a che fare con un personaggio complesso, come piacciono a me. Un personaggio pieno di sfaccettature.”  

Fonte: Officine UBU

 
 

X-Men: come introdurre i Mutanti Marvel nel MCU

x-men

A seguito dell’accordo fra Disney e Fox, con la prima che ha finalmente acquisito tutte proprietà cinematografiche dell’altra, gli X-Men e i Fantastici Quattro torneranno “a casa” per la gioia dei fan. Questo vuol dire che adesso i Marvel Studios, in seno alla Disney, non solo potranno utilizzare la parola “mutanti”, ma anche avere accesso a tutti quei personaggi che fino a questo momento gli erano preclusi.

Nelle scorse settimane il CEO della Disney, Bob Iger, ha già confermato che i nuovi eroi si uniranno al MCU e se tutto andrà come previsto, nel 2019 l’universo condiviso guadagnerà tutti i personaggi che ben conosciamo.

Ma come potrebbero essere introdotti senza alterare la continuity raggiunta finora? Ecco quattro possibili soluzioni (via ScreenRant):

1Inhumans

Originariamente la Marvel aveva programmato un film su Inhumans prima di Avengers: Infinity War, con la famiglia reale di Attilan che si sarebbe poi unita agli altri supereroi del MCU, ma dal momento che il terzo capitolo sui Vendicatori è stato ispirato per la maggior parte dai fumetti di Infinity del 2013 di Jonathan Hickman, i piani sono cambiati.

È giusto pensare che l’idea iniziale avrebbe portato Thanos ad attaccare la città degli Inuhumans e quindi la fonte di ogni mutazione inumana, provocando un evento cosmico unico nel suo genere, con un rilascio di energia in tutto il mondo che avrebbe innescato geni mutanti latenti.

In un futuro “futuribile” dai Marvel Studios i bambini nascerebbero con geni X attivi, non dormienti, e le loro mutazioni si innescherebbero al raggiungimento della pubertà – proprio come nei fumetti.

Il gene X latente potrebbe diventare la chiave per il MCU

La chiave per introdurre i mutanti potrebbe già essere in uno dei mutanti del MCU. Quando Scarlet Witch e Quicksilver sono stati introdotti al cinema, la Fox deteneva aveva i diritti sui personaggi, motivo per cui Avengers: Age of Ultron ce li ha presentati come due gemelli figli di “miracoli” e sopravvissuti a pericolosi esperimenti con lo scettro di Loki.

Tuttavia il dizionario visivo Marvel ha suggerito che la Gemma della Mente presente nello scettro non ha attribuito poteri a chi non ne aveva, ma che potrebbe aver svegliato qualcosa che già c’era, e che potrebbe essere proprio quel gene mutante che adesso può essere nominato. Non si fa ancora riferimento a una mutazione, ma la direzione sembra segnata.

Nei fumetti, i mutanti “latenti” sono persone nate con un gene X dormiente, e se il gene X viene attivato, solitamente da un potere esterno, la loro mutazione verrà attivata e questi avranno accesso alle loro abilità. Secondo questa teoria, Wanda e suo fratello Pietro potevano semplicemente essere le uniche persone esposte alla Pietra della Mente in possesso dei geni X dormienti, e ciò spiegherebbe perché i poteri di Quicksilver sembrano così stranamente estranei alla Pietra della Mente: gli esperimenti di Strucker hanno innescato poteri latenti che erano già lì.

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Captain Marvel: un ospite “nascosto” nel poster ufficiale del film

captain marvel

Lo scorso luglio una foto pubblicata da Samuel L. Jackson direttamente sul set di Captain Marvel aveva lasciato immaginare che nel film sull’eroina avremmo rivisto un noto “personaggio” dei fumetti originali.

Nello scatto infatti compariva la stampa di una bandiera dove sono erano stati posti i due loghi dello SHIELD e dell’eroina sopra la sagoma di un gatto. Da lì le speculazioni: ci sarà anche Chewie, il gattino di Carol Danvers, nel cinecomic?

Il nome dell’animaletto è un omaggio alla saga di Star Wars, di cui Carol è grande appassionata e che la sua controparte originale venne portata nello spazio dalla padrona. Sarà poi Rocket Raccoon a rivelare che Chewie fa parte di una specie aliena felina conosciuta con il nome di Flerken. Quindi Chewie non è un normale gatto di compagnia, ma un animale dotato di superpoteri come il teletrasporto e la capacità di liberare oggetti mostruosi dalla sua bocca.

Ebbene queste teorie sembrano esser state confermate dal primo poster ufficiale del film, perché se notate in basso a sinistra appare proprio la sagoma di Chewie!

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Captain Marvel: tutti i dettagli del trailer che vi siete persi

Vi ricordiamo che alla regia del cinecomic con protagonista Brie Larson, ci saranno Anna Boden e Ryan Fleck. Il film invece arriverà al cinema l’8 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.

La sinossi:

Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che Captain Marvel interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.

Captain Marvel: il primo trailer del film Marvel Studios

 
 

IT: Capitolo Due, Bill Skarsgard entra nel personaggio – foto dal set

Continuano le riprese di IT: Capitolo Due con la produzione ferma a Port Hope, in Canada, per alcune scene in cui Pennywise compare in tutta la sua familiare e raccapricciante presenza. Nelle foto diffuse da Just Jared, vediamo Bill Skarsgård in costume prepararsi a entrare nel ruolo che gli ha garantito il successo internazionale e un posto di privilegio negli incubi dei più piccoli.

La seconda parte dell’adattamento da Stephen King, diretta da Andy Muschietti, sarà la decisiva. Se la prima parte si era concentrata sui piccoli protagonisti, trasformando lo stratificato e complesso romanzo in una storia per ragazzi alla Stand By Me con qualche jumpscare in più. Nulla da togliere al film come prodotto horror di intrattenimento, ma eravamo molto lontani dalla profondità della letteratura di King.

Adesso, con l’introduzione dei personaggi protagonisti adulti, il prodotto dovrebbe anche cambiare natura, e la scelta di inserire il rito di Chud nel film sembra indicare che questa sarà la direzione che intende percorrere la produzione. Già la conferma che il film prevederà la scena con Adrian Mellon (interpretato da Xavier Dolan) lascia intendere che l’approccio sarà più fedele non solo alla storia, ma anche ai temi originali del romanzo.

Ecco le immagini dal set:

Il cast di protagonisti adulti vedrà James McAvoy nei panni di Bill, Jessica Chastain in quelli di Bev, Jay Ryan sarà Ben, Isaiah Mustafa Mike, Bill Hader Richie, James Ransone Eddie, Andy Bean Stan. Bill Skarsgård tornerà a interpretare Pennywise il Clow Ballerino.

L’uscita nelle sale di IT: Capitolo Due è fissata al 6 settembre 2019.

Fonte: JustJared

 
 

Captain Marvel: la reazione delle star del MCU al trailer

Captain Marvel

Il trailer di Captain Marvel ha confermato che il film con Brie Larson è la “next big thing” da aspettare al cinema, per gli amanti dei cinecomic e dei film d’azione, ma anche per gli estimatori del progetto Marvel Studios.

I fan sono impazziti in rete nel vedere Carol Danvers, i Kree, il giovane Nick Fury e i flashback della vita da pilota della protagonista, ma anche i VIP hanno dimostrato di aver apprezzato molto il filmato promozionale e alcuni di loro, appartenenti alla grande famiglia Marvel, hanno affidato il loro entusiasmo alla rete. 

Captain Marvel: i cambiamenti tra fumetti e Marvel Cinematic Universe

In particolare, sottolineiamo la presenza di Chris Evans tra i commentatori più entusiasti visto che sembra innegabile un parallelismo tra Captain Marvel e Captain America (interpretato proprio da Evans). I due personaggi sembrano destinati a darsi il cambio alla guida del MCU, e mentre Cap è arrivato alla fine del suo contratto con Avengers 4, Carol Danvers è appena all’inizio della sua carriera da supereroe.

Captain Marvel: tutti i dettagli del trailer che vi siete persi

Vi ricordiamo che alla regia del cinecomic con protagonista Brie Larson, ci saranno Anna Boden e Ryan Fleck. Il film invece arriverà al cinema l’8 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.
 
 

Il Grinch: il nuovo trailer dal film con la voce di Alessandro Gassman

Il Canale Youtube della Illumination ha reso disponibile il nuovo trailer di Il Grinch, la nuova avventura animata dello studio di Cattivissimo Me, basata sull’omonimo racconto del Dr. Seuss, Il Grinch e la favola di Natale!. A dare la voce all’antipatico e verde protagonista, nella versione originale, c’è Benedict Cumberbatch, doppiato in italiano da Alessandro Gassman.

Come loro ottavo film interamente animato, la Illumination racconta la storia di un cinico brontolone che decide di rubare il Natale ma alla fine si lascia commuovere dal generoso spirito natalizio di una ragazzina e cambia idea. Divertente, commovente e visivamente sbalorditivo, è una storia universale sullo spirito del Natale e sull’indomabile forza dell’ottimismo.

Leggi la recensione de Il Grinch

Fonte: Illumination

 
 

Emilia Clarke sarà la nuova protagonista di Paul Feig

Dopo il poker di comiche per Ghostbusters e la coppia formata da Blake Lively e Anna Kendrick con cui sta promuovendo A Simple Favor, la sua nuova commedia, Paul Feig ha scelto Emilia Clarke di Game of Thrones come sua nuova “donna cinematografica”.

Il regista è infatti al lavoro su una nuova commedia natalizia che avrà come protagonista femminile la “madre dei draghi”, mentre come controparte maschile è stato scelto Henry Golding, star di Crazy Rich Asians. Il titolo della commedia è Last Christmas.

Sin dal 2011, anno di uscita di Le Amiche della Sposa, Paul Feig ha diretto donne in commedie scritte da donne, cimentandosi delle declinazioni del genere, come la cop comedy, la parodia di James Bond e persino il tanto osteggiato e sottovalutato Ghostbusters, mentre adesso sta promuovendo la comedy/mistery/thriller A Simple Favor, che potrebbe arrivare in Italia la prossima primavera. 

Secondo THR, Clarke e Golding condivideranno lo schermo in questo nuovo sforzo cinematografico di Last Christmas. I dettagli della trama sono scarsi al momento ma si sa che il film si svolgerà a Londra e che sarà ambientato durante una vacanza romantica trai due protagonisti. Emma Thompson ha scritto la sceneggiatura mentre Bryony Kimmings si occuperà della produzione.

Henry Golding è al suo secondo ruolo importante al cinema, mentre Emilia Clarke è attesa da tutto il mondo nell’ultima stagione di Game of Thrones, in cui riprenderà per l’ultima volta il ruolo di Daenerys Targaryen, che l’ha resa celebre in tutto il globo terracqueo. 

Fonte: THR

 
 

Jurassic World: Il Regno Distrutto, il trailer onesto

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Jurassic World: Il Regno Distrutto non è stato il successo che ci si aspettava data l’eredità del primo film diretto da Colin Trevorrow, fatto testimoniato anche dal nuovo avvicendamento alla regia del franchise (per il terzo capitolo tornerà Trevorrow e Juan Antonio Bayona, regista del secondo, lascerà la postazione). 

È normale quindi che Screen Junkies abbia preso il film come il suo target per realizzare un nuovo trailer onesto in cui il sottotitolo del film sembra essere non più “la vita trova una via” ma “lo stupido trova sempre una via”, locuzione altrettanto vera in alcuni degli action pasticciati che arrivano al cinema. Sempre essere stato proprio questo il caso di Il Regno Distrutto.

Ecco di seguito l’esilarante trailer onesto del film:

Jurassic World: il Regno Distrutto, recensione del film con Chris Pratt e Bryce Dallas Howard

Il film è uscito al cinema il 07 giugno 2018Chris Pratt Bryce Dallas Howard tornano nei panni dei protagonisti. Nel cast anche Geraldine Chaplin. Alla regia c’è Juan Antonio Bayona (The Impossible, A Monster Calls). Nel cast anche Daniella Pineda in un ruolo importante, Justice Smith, Toby Jones, James Cromwell e Rafe Spall.

Jurassic World: Il Regno Distrutto si basa su una sceneggiatura di Derek Connolly e Colin Trevorrow. A produrre la pellicola Belén Atienza, Patrick Crowley e Frank Marshall. Produttori esecutivi Steven Spielberg, Colin Trevorrow e Thomas Tull.

 
 

Avengers 4: tutto quello che sappiamo sulle riprese aggiuntive

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Sono ufficialmente iniziate ad Atlanta le riprese aggiuntive di Avengers 4, quarto capitolo sui Vendicatori che chiuderà la Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.

Il film arriverà al cinema ad Aprile 2019, preceduto da Captain Marvel (che vedremo al fianco degli eroi contro Thanos), ed è stato diretto da Anthony e Joe Russo.

Leggi anche – Avengers 4: per Chris Evans sarà “l’ultimo anno di scuola” in casa Marvel

Ecco di seguito tutto ciò che sappiamo finora sui reshoot di Avengers 4:

1Gli attori confermati per il reshoot

avengers infinity war avengers 4

Tra i primi avvistati sul set di Atlanta durante le riprese aggiuntive ci sono Chris Evans (che lo scorso Marzo ha rivelato che Avengers 4 segnerà la fine dei suoi giorni come Captain America), Scarlett Johansson (con il vecchio look di Natasha Romanoff), Paul Rudd, Jeremy Renner e Robert Downey Jr.

Per quanto riguarda i membri del cast di Guardiani della Galassia, Zoe Saldana si è lasciata scappare qualche dettaglio durante la promozione di Avengers: Infinity War rivelando che “tutti torneranno in autunno per finire il quarto episodio sui Vendicatori“.

Alcune riprese aggiuntive sono state effettuate durante la produzione principale

A quanto pare la maggior parte delle riprese aggiuntive sono state realizzate durante la produzione principale del film, diversi mesi fa. Lo suggeriscono le parole di Elizabeth Olsen, che durante l’ACE Comic Con di Seattle ha rivelato che i fratelli Russo tendono a “montare il film mentre giriamo, prevedendo ogni contrattempo e programmando ogni cosa” (riferendosi a Infinity War, ma è probabile che lo stesso procedimento sia stato adottato per Avengers 4).

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Loki e Scarlet Witch avranno le loro serie tv sul servizio streaming di Disney

Come riportato da Variety poche ore fa, la Disney avrebbe incluso alcuni personaggi del Marvel Cinematic Universe – tra cui Loki e Scarlet Witch – nei progetti che andranno a comporre il palinsesto del nuovo servizio streaming in arrivo nel 2019. Si tratterebbe infatti di miniserie da sei o otto episodi dedicate ai supereroi già apparsi negli adattamenti cinematografici nelle quali torneranno gli attori che li hanno interpretati sul grande schermo (in questo caso Tom Hiddleston e Elizabeth Olsen). Insomma dei veri e propri spin-off spalmati su una durata maggiore e divisi in puntate.

Sebbene non sia ancora arrivato un commento ufficiale da parte di Disney e Marvel, Variety scrive che Kevin Feige dovrebbe ricoprire lo stesso ruolo di produttore e supervisore.

Vi ricordiamo che la piattaforma streaming Disney ha già confermato nel suo catalogo una serie inedita su Star Wars ideata da Jon Favreau, un’altra basata sui film di High School Musical e il live action di Lilli e il Vagabondo.

Fonte: Variety

 
 

Captain Marvel: tutti i dettagli del trailer che vi siete persi

Captain Marvel

Il trailer di Captain Marvel diffuso in rete ha mostrato al mondo Brie Larson nei panni di Carol Danvers, nelle sue diverse incarnazioni, nel corso del film diretto da Anna Boden e Ryan Fleck. Da Nick Fury, allo SHIELD, a un negozio Blockbuster, il trailer è ricco di indizi e di dettagli che possono darci suggerimenti sulla trama, le ambientazioni, l’anno di svolgimento dei fatti che vedranno nascere una nuova eroina del grande schermo, la prima protagonista della Casa delle Idee al cinema. Ecco tutti i dettagli che vi siete persi nel trailer di Captain Marvel:

1UNA VITA DI COMBATTIMENTI

Stando al trailer, i caratteri distintivi di Captain Marvel sono semplici; per quante volte cada, si alza sempre. Carol Danvers non è il tipo che si arrende; che sia una bambina che vuole fare la pilota, o un’adulta che combatte durante un allenamento, o un supereroe che si batte per salvare il mondo, la sua vita è fatta di combattimenti. Questa particolare sequenza, mostra Carol rialzarsi, sempre, in ogni fase della sua vita.

UNO SGUARDO AL VERO CATTIVO

Il montaggio termina con Carol che si confronta per la prima volta con un misterioso nemico, ma chi potrebbe mai essere? Il costume sembra identificarlo con un Kree, mentre il colore della pelle sembra suggerire il personaggio di Jude Law. Vuol forse dire che non dovremmo fidarci di quel personaggio? Che sia in realtà Yon-Rogg?

I POTERI DI CAPTAIN MARVEL

captain marvelKevin Feige ha descritto Carol Danvers come il più potente eroe del MCU. “I suoi poteri sono fuori scala – ha dichiarato – e una volta introdotta, sarà il personaggio più forte che abbiamo mai avuto”. Il trailer non anticipa molto in merito ai suoi poteri, tranne che per un paio di scene in cui proietta raggi di energia. La sequenza più affascinante è l’ultima del trailer, in cui vediamo energia infuocata intorno al corpo di Carol. Nei fumetti, Captain Marvel ha il potere di trasformarsi nella forma di Binary, in cui può attingere al potere di un “buco bianco” e manipolare le energie stellari a un livello senza precedenti. E questa scena sembra proprio la trasformazione in Binary.

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Charlie’s Angels: Patrick Stewart sarà un altro Bosley

charlie's angels

Il reboot di Charlie’s Angels vedrà Patrick Stewart co-protagonista, al fianco di una squadra tutta la femminile in un ruolo che pensavano essere già stato assegnato. L’attore inglese interpreterà infatti Bosley, un altro! Il ruolo era già stato assegnato ad Elizabeth Banks, che avrebbe dovuto guidare i nuovi angeli, Kristen Stewart, Naomi ScottElla Balinska, nelle loro avventure, ma adesso THR conferma che anche Stewart interpreterà Bosley.

Il report di The Hollywood Reporter informa però che le tre nuove agenti non avranno due capi ma che Stewart e Bakns saranno lavoratori paralleli, nel senso che mentre la Bosley della Banks lavorerà con le protagoniste, il personaggio di Patrick Stewart lavorerà con una crew diversa, e già questo elemento della trama porta una ventata di novità nel format. Sembra però plausibile che per il premiato attore inglese possa trattarsi di una parte molto piccola, forse poco più di un cameo in un film con un concept tutto da scoprire.

Kristen Stewart, Naomi ScottElla Balinska saranno le protagoniste del reboot di Charlie’s Angels. Il film sarà diretto da Elizabeth Banks e le riprese inizieranno a Berlino a Settembre.

Charlie’s Angels è originariamente una serie televisiva prodotta da Aaron Spelling e Leonard Goldberg, andata in onda dal 1976 al 1981 sul canale statunitense ABC. Ne sono stati trasmessi 118 episodi, preceduti da un film-pilota andato in onda sei mesi prima dell’inizio effettivo della serie (21 marzo 1976). I tre “angeli” della prima stagione sono Sabrina Duncan (interpretata da Kate Jackson), Jill Munroe (Farrah Fawcett) e Kelly Garrett (Jaclyn Smith).

 
 

Rami Malek a Roma per Bohemian Rhapsody: “Come Freddie Mercury, siamo in cerca di identità”

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Tutti conoscono il Freddy Mercury personaggio pubblico, audace, impertinente, ma nessuno è mai riuscito a separarsi dall’idea della natura mitologica di questo artista – Rami Malek, più minuto di quanto ci si aspetti, strabuzza gli occhi mentre spiega com’è stato interpretare una delle figure più importanti della storia della musica in Bohemian Rhapsody, il film diretto da Bryan Singer che uscirà nelle sale a fine Novembre – Ecco perché ogni giorno della lavorazione del film è stato estremamente difficile: interpretare qualcuno che significa così tanto per le persone non era affatto facile, ma dovevo cercare un modo. L’ho trovato scovando l’unico punto in comune che avevo con lui: l’infanzia da emigrato in terra straniera, io che sono americano di prima generazione, la ricerca di un’identità…cose che in fondo ci rendono esseri umani, l’uno uguale all’altro.

L’attore è arrivato a Roma in compagnia del collega Gwylim Lee (che sullo schermo recita la parte di Brian May, il chitarrista dei Queen) discutendo del lungo processo di riprese e del lavoro di interpretazione.

Non penso di poterlo definire un peso o un onere, ma riuscite a  immaginare quanto complesso e pesante sia stato per me entrare nei panni di un mito?“, spiega Malek. “L’importante era rendere giustizia all’eredità lasciata da Mercury e per farlo mi sono completamente immerso in ciò che era, preso lezioni di canto e di pianoforte, studiato con un coach per l’accento e con un coreografo per riprodurre le sue movenze. Tutto pagando di tasca mia, perché quando accettai il ruolo non c’erano nemmeno i finanziamenti per il film.

Della stessa opinione è Lee, la cui somiglianza fisica con May è incredibile, d’accordo con quanto detto dal collega: “La prospettiva di vestire i panni di un personaggio così amato può spaventarti all’inizio, ma ho cercato di concentrarmi su ciò che potevo ottenere. E in tal senso l’aiuto di Brian è stato fondamentale, nel modo in cui mi suggeriva come dovevo suonare e stare sul palco dando l’impressione di farlo senza sforzo. D’altronde ci era stato richiesto di stare sul palco come se quella era la cosa che avevamo fatto per tutta la vita.”

Malek ha poi raccontato quanto sia stato complicato ricreare la sequenza integrale del Live Aid (l’evento benefico che nel 1985 coinvolse i Queen e tantissimi altri artisti musicali in giro per il mondo): “Dovevamo riprodurre la performance cercando immedesimarmi quanto più possibile in Freddy, e nel mentre pensavo a come l’avrebbe vista lui, cosa avrebbe fatto“.La parte più complicata? Ricreare il concerto nella maniera più accurata possibile. Ripetendo le scene all’infinito finché non fossero state perfette, e questo lavoro ci portava via un sacco di energie. Ogni giorno giravamo il frammento di una canzone, prima Bohemian Rhapsody, poi We are the champions…ma è lì che ci siamo resi conto dell’energia, dell’adrenalina che iniziava ad entrarci nelle vene, unendoci non soltanto come gruppo di attori ma anche come band.”

Dall’hacker di Mr.Robot al palcoscenico di Bohemian Rhapsody, Rami Malek sembra non aver smarrito lo stesso spirito che guida le sue scelte professionali in una carriera ormai in ascesa: “Ci sono stati i momenti in cui dovevo accettare un ruolo per pagare le bollette, eppure è sempre subentrata la mia sensibilità personale e ho sempre voluto fare qualcosa che potessi guardare in futuro ed esserne orgoglioso. Ancora oggi non accetto ruoli per consolidare il mio status, o perché altrimenti si dimenticheranno di me. Anzi mi piace la sfida, sottopormi a cose nuove, e come artista cerco di collaborare con chi prova lo stesso. E in questo mi sento simile a Freddy, un uomo che è riuscito ad influenzare così tante persone trasferendo agli altri la sua ricerca di un senso di appartenenza.”

Bohemian Rhapsody, recensione del film con Rami Malek