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Jurassic World – La rinascita: Il regista conferma le teorie dei fan sul D-Rex

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Jurassic World – La rinascita (qui la nostra recensione) è finalmente arrivato al cinema e il regista Gareth Edwards ha appena confermato una delle principali teorie dei fan sul nuovo dinosauro più importante del film, il Distortus rexParlando con Liam Crowley di Screen Rant, il regista ha accennato ad alcune delle ispirazioni del nuovo dinosauro mutante, confermando che lo Xenomorfo di Alien e il Rancor di Star Wars sono stati due importanti fonti di ispirazione.

Edwards è così entrato nei dettagli su come sono stati decisi i movimenti e il comportamento del D-Rex e su come le origini mutanti della creatura abbiano influito su queste decisioni. “Quando costruisci questi modelli di creature, sono tutti molto statici. Si chiama T-pose o una sorta di posa predefinita. E hanno un aspetto terribile. E prendono vita solo quando vengono messi in posa e assumono un certo atteggiamento. E così gli animatori hanno detto: “Beh, qual è l’atteggiamento? Qual è il carattere?”. Hanno dovuto pensarci un attimo.

“A quel punto ho detto loro: “Ok, andate a rivedere The Elephant Man di David Lynch”. Mi piaceva l’idea di qualcuno che non aveva scelto di essere come è”, ha spiegato Edwards.  “Potresti aver paura di loro e volere che se ne vadano, ma piano piani inizi a provare un po’ di empatia. Hanno difficoltà respiratorie, non riescono a camminare bene e cose del genere. E mi piace questo conflitto interiore tra il fatto che sia un mostro e io voglia liberarmene, ma allo stesso tempo mi dispiace un po’ per lui“.

Rivedremo il D-Rex in un sequel di Jurassic World – La rinascita?

L’utilizzo dello Xenomorfo e del Rancor come fonte di ispirazione per il D-Rex indica la direzione che potrebbe prendere questa nuova saga di Jurassic World. Nonostante le storie siano più realistiche, i dinosauri sono più alieni che mai. Questi dinosauri mutanti sono aggiunte terrificanti al franchise ed è possibile che i film futuri possano attingere da altri alieni cinematografici se Jurassic World – La rinascita avrà un sequel. D’altronde, il D-Rex è ancora lì fuori in liberta, per cui non è da escludere che lo rivedremo ancora sullo schermo.

Tuttavia, l’ispirazione dai cattivi cinematografici non è una novità per i dinosauri di Jurassic World. Il regista di Jurassic World – Il dominio, Colin Trevorrow, ha notoriamente paragonato il Giganotosaurus del film al Joker della DC Comics, poiché il dinosauro “vuole solo vedere il mondo andare in fiamme”. L’ispirazione dai mostri alieni potrebbe essere più adatta a un personaggio dinosauro, ma dimostra che questa tendenza del franchise continua e possiamo aspettarci che prosegua con ulteriori possibili film.

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Tutta colpa del rock: dal 28 agosto al cinema, anteprime in tutta Italia il 9 e 10 agosto

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Un ex rocker, una promessa da mantenere, una band improbabile… e una sola occasione per riscattarsi. “Tutta colpa del rock” arriva al cinema dal 28 agosto, con anteprime in tutta Italia il 9 e 10 agosto, distribuito da PiperFilm.

Diretto da Andrea Jublin e prodotto da Mattia Guerra, il film è una produzione Be Water Film e PiperFilm, in collaborazione con Netflix, ed è interpretato da Lillo Petrolo, Maurizio Lastrico, Elio, Naska – per la prima volta sul grande schermo – Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo, Agnese Claisse, Massimo Cagnina con Carolina Crescentini.

Tutta colpa del rock” è molto più di una commedia, è un omaggio sincero al potere salvifico, travolgente e identitario della musica.

La trama di Tutta colpa del rock

Bruno (Lillo) è un ex chitarrista rock in caduta libera: bugiardo, narcisista, padre assente. Finisce in carcere dopo una lunga serie di scelte sbagliate. Quando tutto sembra perduto, un’occasione inaspettata si presenta: formare una band con altri detenuti per partecipare al Roma Rock Contest. In palio, i soldi necessari per mantenere la promessa fatta alla figlia Tina: portarla in America per un leggendario “Rock Tour”. Al suo fianco, una “formazione” tanto improbabile quanto irresistibile: Roberto (Maurizio Lastrico), coinquilino di cella; il Professore (Elio), cinico e silenzioso; Eva (Agnese Claisse), una batterista dal carattere esplosivo; Osso (Massimo Cagnina), un gigante dal cuore fragile; e K-Bone (Naska), ex trapper con un’anima da poeta. Tra scontri, musica e legami inaspettati, la band troverà nell’arte un’occasione di rinascita. Completano il cast Carolina Crescentini, Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo e Massimo Cagnina.

La colonna sonora originale è firmata da Motta, che cura anche la supervisione musicale. Il brano inedito “Nato nel posto sbagliato”, interpretato da Naska, unisce le sonorità di Motta, Cor Veleno e Danno, in una contaminazione autentica e potente. Con la partecipazione di chi la musica la conosce nel profondo, il film porta sul grande schermo un’energia musicale inaspettata, facendo del rock un simbolo di libertà, identità e ribellione. Tutta colpa del rock è il racconto di chi, anche nel luogo più chiuso che esista, riesce a ritrovare se stesso grazie al potere della musica.

Erin Brockovich – Forte come la verità: le principali differenze tra il film e la storia vera

Quella di Erin Brockovich – Forte come la verità è una storia potente che racconta l’indagine di un avvocato sul grave insabbiamento del caso dell’acqua contaminata di una comunità locale. Una storia che è valsa alla sua protagonista, Julia Roberts, il premio Oscar come migliore attrice protagonista. Ma il film apporta diverse modifiche alla vera storia di Erin Brockovich e alla sua ricerca di giustizia. Dopo aver ottenuto un lavoro presso lo stesso studio legale che si occupava del suo caso di incidente stradale, Brockovich, madre single divorziata, scoprì delle cartelle cliniche nascoste tra i fascicoli immobiliari che indicavano malattie gravi causate dall’acqua potabile di Hinkley contaminata dalla PG&E.

La battaglia di Brockovich contro la società di servizi pubblici fece scalpore a livello nazionale alla fine degli anni ’90. Quando Roberts ha interpretato il ruolo della tenace assistente legale, il caso era ancora di grande attualità e, grazie allo streaming e alle memorabili citazioni del film, nuovi fan stanno ora scoprendo il lavoro intrepido di Brockovich tre decenni dopo. Sebbene le biografie drammatiche come questa raccontino un’avvincente storia alla Davide e Golia e il film si attenga principalmente al caso reale, ci sono alcune cose che Erin Brockovich omette o modifica sui fatti. Le libertà creative rendono il thriller più melodrammatico e commovente, ma il finale non è stato così felice come vorrebbero far credere agli spettatori.

Ed Masry non ha mai rappresentato Erin Brockovich

Edward L. Masry (Albert Finney) viene mostrato mentre rappresenta Erin Brockovich dopo che lei è rimasta ferita in un incidente d’auto e sta lottando con la disoccupazione. Quando finiscono per perdere la causa, Erin è scioccata e convince Masry ad assumerla nel suo studio legale, dopo aver riposto in lui fiducia. Il vero Masry non ha però mai rappresentato la Brockovich: questo compito è spettato al suo socio, Jim Vititoe. Tuttavia, dal punto di vista drammatico ha senso dare ai due personaggi un rapido legame che dimostri le loro rispettive qualità combattive e altruistiche.

La vera Erin Brockovich ha subito un avvelenamento da cromo

Durante le sue indagini sull’approvvigionamento idrico di Hinkley, Erin Brockovich stessa ha subito un avvelenamento da cromo, e una scena in ospedale con Julia Roberts è stata girata per includere questo episodio. Tuttavia, il regista Steven Soderbergh ha deciso di non includere la scena nel montaggio finale del film, in quanto riteneva che “sarebbe diventato uno di quei film in cui il protagonista si ammala in modo terminale e diventa un martire”. Il regista ha fatto una scelta insolita, decidendo di non giocare troppo sulla compassione del pubblico con una scena strappalacrime e concentrandosi invece sull’etica del lavoro di Brockovich. È una scelta coraggiosa, dato che molti film biografici avrebbero sfruttato questa trama in modo massiccio.

Julia Roberts e Albert Finney in Erin Brockovich - Forte come la verità
Julia Roberts e Albert Finney in Erin Brockovich – Forte come la verità. Foto di Universal Studios – © 2000 – Universal Pictures, Inc.

Donna Jensen non esiste

Donna Jensen (Marg Helgenberger) è parte del grande caso contro la PG&E, che mostra il livello di inganno dell’azienda. Rivela di avere diversi tumori e che anche suo marito è malato di linfoma di Hodgkin, ma la PG&E ha pagato un medico per visitarli, volendo passare come compassionevole nonostante la loro negligenza abbia portato alla malattia. Diventa fondamentale per Erin nell’avvio del suo caso, ma non esiste una persona del genere. È invece un personaggio composito che riunisce diverse persone coinvolte nel caso reale, in particolare Roberta Walker, che è stata la principale fonte di ispirazione e ha goduto di una parte del risarcimento molto consistente che la società di servizi pubblici è stata costretta a pagare nell’accordo.

Il risarcimento alle vittime di Hinkley non ha sempre avuto un lieto fine

Ci sono diversi film con un lieto fine che non è durato a lungo, e Erin Brockovich – Forte come la verità è uno di questi. Sebbene le vittime dell’avvelenamento da cromo abbiano ricevuto un risarcimento per i loro problemi di salute, il finale è in gran parte frutto della magia del cinema hollywoodiano. Nonostante la vittoria, le vere vittime del caso non sono state ricompensate nel modo in cui il film vorrebbe far credere al pubblico. L’enorme somma di 333 milioni di dollari, il risarcimento più alto mai pagato negli Stati Uniti per una causa legale diretta, non è stata distribuita in base ai problemi di salute di ciascuna famiglia colpita, e molti di coloro che pensavano di ricevere una somma consistente per coprire le spese mediche hanno ricevuto somme irrisorie.

Hinkley non ha mai avuto tassi di cancro più elevati

Le esperienze strazianti vissute dalle vittime di questo caso sono uno dei modi più efficaci per convincere il pubblico a sostenere la causa. Tuttavia, sebbene la gravità delle malattie di queste vittime non debba essere sottovalutata, la realtà è diversa da quella suggerita dal film. Il cromo esavalente che è diventato il fulcro delle indagini di Erin a Hinkley era considerato all’epoca un noto agente cancerogeno. Gli studi pubblicati dopo l’uscita del film hanno dimostrato che nessuno nella città ha sofferto di tassi di cancro più elevati rispetto ad altre zone della regione. Secondo il California Cancer Registry, i tassi di cancro sono rimasti nella media dal 1988 al 2008, periodo in cui è stato perseguito il caso.

Julia Roberts in Erin Brockovich - Forte come la verità
Julia Roberts in Erin Brockovich – Forte come la verità. Foto di Universal Studios – © 2000 – Universal Pictures, Inc.

Il risarcimento milionario di Erin Brockovich è stato di oltre 2 milioni di dollari

La scena in cui Ed consegna a Erin l’assegno del bonus è uno dei grandi depistaggi del film, perché non include l’importo in dollari di cui hanno discusso. Lei presume che sia inferiore a quanto concordato dal modo in cui lui si riferisce alla somma, ma in realtà è più di quanto entrambi immaginassero: l’incredibile cifra di 2 milioni di dollari. Questa vittoria personale rende il finale soddisfacente del film ancora migliore. In realtà, il risarcimento dato alla vera Erin Brockovich è stato ancora più alto, pari a 2,5 milioni di dollari, il che ha messo in evidenza la sua audacia, intraprendenza e determinazione come outsider che ha sfidato una grande società.

Erin Brockovich non ha tratto vantaggio dal suo corpo

La vera Erin Brockovich indossava abiti provocanti in ufficio e in tribunale per esprimere se stessa. Tuttavia, a differenza di alcuni scenari del film, non ha usato il suo corpo per manipolare o influenzare le persone intorno a lei nello stesso modo in cui ha fatto Roberts per ottenere le informazioni e i dati necessari per costruire il suo caso. Queste scene hanno uno scopo comico e mostrano la determinazione di Erin nell’ottenere ciò di cui ha bisogno per il caso. Parte del motivo per cui la vera Erin Brockovich ha avuto così tanto successo è che non le importava cosa pensassero di lei, le importava solo arrivare alla verità.

L’ex fidanzato di Erin Brockovich era la sua tata

Nel film, Aaron Eckhart interpreta George, il fidanzato di Erin Brockovich, un personaggio basato sul fidanzato motociclista ispanico della vera Brockovich, Jorge. Nel film, George mette da parte la sua vita da motociclista per aiutare a prendersi cura dei figli di Erin quando lei è molto impegnata con il lavoro, anche se alla fine sente il bisogno di riavere un po’ della sua libertà passata. A differenza del film, però, dopo che Erin e il suo fidanzato si sono lasciati, lui è stato assunto come tata dei suoi figli per anni dallo studio legale, in modo che lei potesse dedicare più tempo al suo lavoro.

Aaron Eckhart in Erin Brockovich - Forte come la verità
Aaron Eckhart in Erin Brockovich – Forte come la verità. Foto di Universal Studios – © 2000 – Universal Pictures, Inc.

L’acqua di Hinkley è stata servita agli avvocati in aula

In una delle scene migliori di Erin Brockovich – Forte come la verità, Erin ed Ed siedono di fronte agli avvocati della difesa che rappresentano la PG&E e negoziano un risarcimento più consistente per i loro clienti di Hinkley. Dopo aver recitato un elenco esaustivo dei disturbi delle vittime, Erin chiede agli avvocati di considerare la somma più morale. Quando uno degli avvocati sta per bere un sorso d’acqua, lei li informa che proviene dai pozzi di Hinkley, costringendoli ad ammettere che nemmeno loro si fidano di quell’acqua. Questo è il tipo di scena stravagante ma di grande impatto che sembrerebbe essere stata inventata da Hollywood, ma che in realtà è basata su un momento reale.

La vera Erin Brockovich è dislessica

Il film riesce egregiamente a trasformare Erin in una delle grandi eroine cinematografiche sfavorite sotto diversi aspetti. Proviene da una famiglia modesta, non ha una formazione giuridica superiore, non viene presa sul serio da nessuno in quella professione e si scontra con una grande azienda che può permettersi un team legale molto più esperto. Tuttavia, il film ha anche scelto di omettere che la vera Erin Brockovich è dislessica, il che le rende difficile la lettura del gergo legale. Forse non lavorava velocemente come alcuni dei suoi colleghi paralegali e spesso veniva rimproverata per la sua lentezza, ma non si può negare che fosse altrettanto metodica.

L’incredibile memoria di Erin Brockovich

Un altro ottimo esempio della qualità di Erin come outsider si trova nella scena in cui le viene suggerito di passare le sue responsabilità ad avvocati più esperti. Quando Erin viene accusata di non essere abbastanza accurata nelle sue ricerche, come dimostrano alcuni numeri di telefono mancanti, è in grado di snocciolare prontamente non solo i numeri, ma anche i nomi, gli indirizzi, la storia clinica e i familiari di ciascuno dei suoi clienti. È una scena impressionante, che contribuisce a definire il suo personaggio come più competente di quanto chiunque possa immaginare. È però discutibile se una scena del genere sia realmente accaduta con lo stesso stile cinematografico.

Jessica Jones riceverà un “trattamento” simile a quello di The Punisher alla Marvel Television?

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Si parla del debutto ufficiale della star di Jessica Jones, Krysten Ritter, nel MCU da almeno tre o quattro anni. Tuttavia, solo lo scorso maggio è stata confermata la sua presenza nel suo ruolo più iconico nella seconda stagione di Daredevil: Rinascita.

She-Hulk: Attorney at Law e Echo sembravano probabili candidati per un cameo in Jessica Jones, ed era stato ampiamente riportato che Ritter fosse stata vicina a girare un cameo per quest’ultima. Sfortunatamente, l’idea è stata accantonata quando la serie è diventata una serie indipendente “Marvel Spotlight“, un marchio da cui i Marvel Studios sembrano essersi ormai allontanati.

In ogni caso, dopo la seconda e la terza stagione di Jessica Jones, a dir poco deludenti, i fan sono entusiasti di vedere la Ritter avere un’altra possibilità grazie ai Marvel Studios. Tuttavia, il suo futuro nell’MCU potrebbe avere molto di più di un ruolo secondario in Daredevil: Rinascita.

Di recente abbiamo condiviso un’indiscrezione su possibili piani per una serie revival di Jessica Jones, ma Daniel Richtman ha ora condiviso un aggiornamento. Afferma: “La Marvel sta valutando la possibilità di realizzare Jessica Jones come serie TV o come speciale a sé stante”. Con la Marvel Television che si concentra su serie multi-stagione, immaginiamo che lo studio stia cercando di capire se ha abbastanza storia per qualche anno di televisione o se, come The Punisher, uno Speciale a sé stante sia più adatto all’investigatore privato.

Diremmo che quest’ultima è probabilmente l’opzione migliore. Tuttavia, allo stesso tempo, potrebbe essere divertente il ritorno di una versione potenziata di Jessica Jones, che magari aiuta vari supereroi di strada e persino qualche Vendicatore.

Qualunque sia la sorte del personaggio interpretato da Krysten Ritter, la vedremo sicuramente al fianco di Matt Murdock in Daredevil: Rinascita – Seconda Stagione.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, svelato ufficialmente il ruolo di Paul Walter Hauser

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Mercoledì prossimo, la Marvel Comics pubblicherà The Fantastic Four: First Steps #1, un fumetto tie-in che svela la storia delle origini del gruppo nel MCU, e che vedfremo in azione sul grande schermo in I Fantastici Quattro: Gli Inizi.

Assisteremo anche alla loro prima battaglia nelle vesti di squadra di supereroi e, come nelle loro controparti dei fumetti, se la vedranno contro l’Uomo Talpa. Anche il cattivo apparirà nel film, ma i Marvel Studios hanno mantenuto il riserbo su Harvey Elder e sull’attore che lo interpreta.

Questo non sorprende, dato che il cast di supporto di I Fantastici Quattro: Gli Inizi è per lo più un mistero; i personaggi interpretati da Paul Walter Hauser, Natasha Lyonne e Sarah Niles sono tutti sconosciuti o non confermati al momento (si pensa che John Malkovich sia Red Ghost, ma potrebbe essere stato tagliato dal montaggio finale del reboot).

Una tavola del suddetto fumetto tie-in è apparso oggi sui social media, confermando che Hauser interpreterà effettivamente l’Uomo Talpa dell’MCU. L’immagine dell’attore è stata utilizzata per il villain dall’artista Mark Buckingham, e diremmo che si tratta di un ottimo casting per la parte del regista Matt Shakman.

“Penso, da quello che ho visto, e ovviamente non posso dire molto al riguardo, ma posso dire che nel breve tempo che ho trascorso sul set, amico, stanno facendo un film fantastico, amico”, ha detto Paul Walter Hauser a proposito del film all’inizio di quest’anno. “Questo è un film Marvel intelligente ed elegante che si concentra molto sulla famiglia come parte del tema. E credo che ci si innamori davvero di quei personaggi.”

“E questo è ciò che manca: a volte, se non ti innamori di questi personaggi e continui a metterli in pericolo, non ci importa davvero”, ha continuato l’attore, condividendo la sua opinione su ciò che ha danneggiato i recenti titoli dell’MCU. “Sai, devi prima farci interessare. E penso che la Marvel stia tornando a interessarsi in parte a questo.”

I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film Marvel Studios I Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una questione molto personale.

Il film è interpretato anche da Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Sarah Niles. I Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.

James Gunn si aspetta di leggere due sceneggiature su Batman entro la fine dell’anno

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James Gunn, co-presidente dei DC Studios, ha recentemente rivelato che prevede di leggere due diverse sceneggiature di Batman entro la fine del 2025. Si può affermare con certezza che una delle sceneggiature sopra menzionate dovrebbe essere per The Batman Part II (per saperne di più), ma per quanto riguarda la seconda, si tratta della seconda sceneggiatura per The Brave and the Bold o di un film di World’s Finest?

A gennaio 2023, Gunn annunciò The Brave and the Bold come parte della prima ondata di film DCU sotto l’egida del Capitolo 1: Dei e Mostri. Andy Muschietti, regista di The Flash, è stato confermato alla regia, ma non è stato reso pubblico il nome dello sceneggiatore.

James Gunn ha più volte affermato che Batman è il suo personaggio preferito, e si vocifera sempre più che il prossimo film del DCU dopo Superman potrebbe essere un film di grande successo, con Superman e Batman insieme. Se ciò fosse vero, è possibile che la nuova versione di Batman del DCU faccia il suo debutto in quel film, anche prima di The Brave and the Bold.

Con The Batman Part II che prosegue la trama realistica di Matt Reeves e il DCU che si prepara a presentare la sua versione del Crociato Incappucciato, sembra che i fan avranno presto due Batman molto diversi da seguire sul grande schermo.

Ironheart: un easter egg finale ci suggerisce il futuro dell’anima di Riri dopo il patto con Mefisto

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Il finale di Ironheart ha finalmente introdotto la versione MCU di Mefisto, interpretato da Sacha Baron Cohen. Come la sua controparte nei fumetti, il cattivo sembra avere l’abitudine di fare accordi in cambio dell’anima di qualcuno.

Nel caso di Parker Robbins, ciò significava cedergli The Hood affinché potesse ottenere tutto ciò che desiderava. Per quanto riguarda Riri Williams (Dominique Thorne), lei ha rinunciato alla sua anima ed è stata ricompensata con la resurrezione della sua migliore amica, Natalie.

Tuttavia, Ironheart è stato anche un po’ ambiguo riguardo a cosa significhi effettivamente vendere un’anima per qualcuno. Riri è destinata a diventare sempre più demoniaca come Parker prima di lei (almeno fino alla separazione dal cappuccio), e si è trattato di un’interazione isolata o dell’inizio di una nuova collaborazione?

Dominique Thorne in Ironheart
Dominique Thorne in Ironheart. Foto di Jalen Marlowe/Jalen Marlowe – © 2024 MARVEL. All Rights Reserved.

Un fan con la vista d’aquila ha notato che, sullo sfondo della scena finale della serie, si vede The Hood avvolto sull’armatura di Riri. Questo ci lascia con più domande che risposte, ma si tratta di una possibilità interessante che altera drasticamente lo status quo di questo personaggio nel MCU. Il fatto che Riri abbia ancora The Hood spiega anche perché fosse impegnata in ricerche su quelle che sembravano equazioni magiche prima di riunirsi alla vera Natalie.

Non sappiamo cosa avessero pianificato i Marvel Studios per Armor Wars, ma il fatto che Riri sia un personaggio radicato nell’angolo soprannaturale di questo mondo sembra ormai scontato. Sembra anche sempre più probabile che possa inconsapevolmente intraprendere una strada malvagia, con l’aumentare dell’influenza di Mefisto su di lei.

Molti fan si sono affrettati a sottolineare che The Hood drappeggiato sopra l’armatura di Riri ricorda il “Famigerato Iron Man“. Dopo Secret Wars, Victor Von Doom si è travestito per un certo periodo da “eroe” corazzato e moralmente ambiguo, indossando il suo mantello. Ironheart potrebbe finire per diventare più famigerato che iconico? Bisognerà aspettare e vedere.

Ironheart è disponibile su Disney+.

Hawkgirl e Lanterna Verde? Isabela Merced favorevole alla storia d’amore al cinema trai due eroi DC

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Mentre nei fumetti Hawkgirl è tradizionalmente legata sentimentalmente a Hawkman, i cartoni animati Justice League e Justice League Unlimited hanno introdotto una relazione tra Hawkgirl e la Lanterna Verde John Stewart che ha avuto la sua buona dose di sostenitori.

L’attrice Isabela Merced, che interpreta Hawkgirl nel prossimo film di Superman di James Gunn, sembra essere una fan di quella versione del personaggio, in particolare della storia d’amore tra Hawkgirl e Lanterna Verde che è stata rappresentata in diverse stagioni. In una recente intervista con Nerdist, ha espresso interesse nell’esplorare una trama simile nell’Universo DC, se questa è la direzione che il team creativo deciderà di dare al suo personaggio.

“Adoro l’idea, ed è per questo che adoro la storia d’amore tra Lois e Clark, quella tra alieni e umani. C’è qualcosa di così romantico in questo, per me. È come dire: ‘Dovremmo, ma non dovremmo’. E questo mi ha davvero colpito nel cuore da bambina, mi ha spezzato il cuore quando alla fine ha abbandonato la squadra: il tradimento. “Un tradimento folle”, ha detto Merced, indicando chiaramente di essere una grande fan della serie.

Ha continuato aggiungendo: “Ma il mio amore per il personaggio che Maria ha portato nella serie si è sicuramente trasferito a questa versione, che non è Shayera, è Kendra, ma ha tutti i ricordi della sua vita passata. Quindi sono decisamente una grande fan della sua storia e non vedo l’ora di vedere come si evolverà o se ci sarà anche un aspetto romantico, perché sono una romantica nell’anima, di sicuro”.

La Lanterna Verde John Stewart debutterà nella prossima serie HBO Lanterns, interpretato da Aaron Pierre. Dato che non ci sono segnali di un Hawkman in arrivo nel DCU, i fan potrebbero essere deliziati da una rivisitazione live-action della storia d’amore tra John e Shayera?

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, Sue e Reed sono “in ritardo” per la cena, nella nuova clip

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A poco meno di un mese dall’uscita, i Marvel Studios hanno finalmente pubblicato la clip completa di “Sunday Dinner” da I Fantastici Quattro: Gli Inizi, offrendo uno sguardo più approfondito alla grande notizia di Sue e Reed!

Dopo mesi di anticipazioni sulle loro cene domenicali in famiglia, i Marvel Studios hanno finalmente pubblicato la clip completa che mostra la cena domenicale più importante del film, in cui Sue (Vanessa Kirby) e Reed (Pedro Pascal) sono un po’ in ritardo dopo aver ricevuto una notizia entusiasmante. I due vengono accolti da Ben (Ebon Moss-Bachrach) e Johnny (Joseph Quinn), che dopo un po’ di allegria familiare, iniziano a congratularsi con i futuri neo-genitori.

Dato che il film non uscirà prima di qualche settimana, al momento le previsioni non sono del tutto affidabili, ma i primi numeri sugli incassi sembrano promettenti, con gli esperti che indicano un potenziale weekend di apertura nazionale tra i 125 e i 155 milioni di dollari, il che rappresenterebbe una vittoria colossale per i Marvel Studios, nel tentativo di ricalibrare il Marvel Cinematic Universe in vista del blockbuster invernale del prossimo anno, Avengers: Doomsday.

Con il tour stampa globale che dovrebbe iniziare la prossima settimana, ci aspettiamo molte altre fantastiche notizie in arrivo in un futuro non troppo lontano, anche se conoscendo Feige e soci, immaginiamo che non ci saranno molti spoiler.

Il film Marvel Studios I Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una questione molto personale.

Il film è interpretato anche da Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Sarah Niles. I Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.

Superman: David Corenswet rivela i “consigli” ricevuti da Henry Cavill e Tyler Hoechlin

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David Corenswet, che vestirà i panni di Superman nel film di James Gunn, ha rivelato di aver ricevuto il sostegno dei precedenti interpreti dell’Uomo d’Acciaio. L’attore ha recentemente condiviso le parole “molto incoraggianti” che ha ricevuto da Henry Cavill, protagonista di L’Uomo d’Acciaio (2013), Batman v. Superman: Dawn of Justice (2016) e Justice League (2017), nonché da Tyler Hoechlin della serie Superman & Lois della CW, riguardo all’assumere il ruolo del supereroe della DC Comics sul grande schermo. “Ho avuto il piacere di scambiare delle lettere con due precedenti Superman, Henry Cavill e Tyler Hoechlin.

Sono stati molto incoraggianti e abbiamo avuto uno scambio molto piacevole. Sono entusiasta all’idea di incontrarli un giorno. Sarà fantastico quando potremo ritrovarci tutti insieme in una stanza”, ha detto a Heart. “È interessante notare che entrambi hanno detto, a modo loro, ‘Non cercherò di darti alcun consiglio’. E penso che questo sia molto da Superman“. Corenswet ha aggiunto: “Mi hanno semplicemente trasmesso incoraggiamento e la sensazione di divertirmi. Penso che anche Superman farebbe lo stesso”.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

Ringo Starr ha chiesto delle modifiche alla sceneggiatura del biopic sui Beatles di Sam Mendes

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Con i cinema che si preparano alla “British Invasion” in vista dell’evento cinematografico dedicato ai Beatles nel 2028 (quattro film, uno per ogni membro della band), Ringo Starr ha fatto sapere di star facendo in modo che i film siano quanto più accurati possibile. Dopo essere volato a Londra ad aprile per incontrare il regista Sam Mendes, il batterista dei Beatles ha rivelato di avere avuto delle riserve su come è stato descritto il suo primo matrimonio con Maureen Starkey Tigrett nella sceneggiatura del biopic, scritto da Jez Butterworth, Peter Straughan e Jack Thorne.

Aveva uno sceneggiatore molto bravo, con un’ottima reputazione, che ha scritto una sceneggiatura fantastica, ma che non aveva nulla a che vedere con Maureen e me”, ha spiegato Starr al New York Times. “Non era così che stavamo. Ho detto: ‘Non avremmo mai fatto così’”. Starr si è ora detto soddisfatto della sua rappresentazione nella sceneggiatura, ma rimane scettico su come Mendes girerà quattro film contemporaneamente. “Ma lui farà quello che deve fare, e io gli auguro pace e amore”, ha aggiunto.

Barry Keoghan interpreterà Ringo Starr nei biopic su Beatles

Sappiamo ormai che gli attori Harris Dickinson, Paul Mescal, Barry KeoghanJoseph Quinn sono ufficialmente stati scelti per interpretare rispettivamente John LennonPaul McCartneyRingo StarrGeorge Harrison nei quattro biopic che racconteranno la storia dei Beatles ognuno dal punto di vista di uno dei membri della band. Keoghan, che è stato scelto per interpretare Starr, ha raccontato in precedenza il suo incontro “assolutamente incantevole” con il vero percussionista, che “ha suonato la batteria per me”, ricordandolo come “uno di quei momenti in cui rimani semplicemente a bocca aperta e ti blocchi”.

Con l’uscita dei quattro film attualmente fissata al 2028, è ancora presto per avere maggiori novità su questo ambizioso progetto. La curiosità di scoprire come il regista premio Oscar porterà al cinema la storia dell’iconica band è però già alle stelle.

Michael Douglas parla del suo ritiro dalla recitazione: “Mi sono reso conto che dovevo smettere”

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Dopo una carriera cinematografica durata quasi 60 anni, i giorni da protagonista di Michael Douglas potrebbero essere ormai alle sue spalle. Al Festival Internazionale del Cinema di Karlovy Vary, il due volte vincitore dell’Oscar ha recentemente affermato che, a meno che non gli venga offerto “qualcosa di speciale” da interpretare, non ha “alcuna intenzione” di tornare a recitare in futuro.

Ho avuto una carriera molto intensa. Ora non lavoro più dal 2022 perché ho capito che dovevo smettere”, ha aggiunto. “Ho lavorato duramente per quasi 60 anni e non volevo essere una di quelle persone che muoiono sul set. Non ho alcuna intenzione di tornare. Non dico che sono in pensione, perché se si presentasse qualcosa di speciale tornerei, ma altrimenti no”.

Douglas ha poi detto di avere “un piccolo film indipendente” per il quale sta “cercando di ottenere una buona sceneggiatura”, ma ha concluso affermando che, “nello spirito di mantenere un buon matrimonio”, per ora è “felice di interpretare la moglie” della sua compagna di lunga data, Catherine Zeta-Jones.

All’attuale allontanamento dal mondo della recitazione da parte di Michael Douglas si accosta anche una forte preoccupazione dell’attore per la situazione politica nel suo Paese. Il vincitore dell’Oscar ha infatti affermato che la nazione sta attualmente “flirtando con l’autocrazia”. “In generale, lo vedo come un modo per sottolineare quanto sia preziosa la democrazia, quanto sia vulnerabile e quanto debba essere sempre protetta”, ha spiegato.

Spero che ciò con cui stiamo lottando in questo momento sia un promemoria di tutto il duro lavoro che i cechi hanno fatto per ottenere la loro libertà e indipendenza. La politica ora sembra essere finalizzata al profitto. Il denaro è entrato nella democrazia come centro di profitto. Le persone entrano in politica ora per fare soldi. Negli Stati Uniti abbiamo mantenuto un ideale, un idealismo che ora non esiste più”.

Superman: per James Gunn è un film politico su un “immigrato proveniente da altri luoghi”

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James Gunn parla apertamente di ciò che rappresenta realmente il suo Superman. Nella sua intervista di domenica al Times di Londra, il capo della DC Studios ha approfondito i temi e le idee alla base del suo attesissimo nuovo film e ha spiegato che l’epopea del supereroe racchiude “la storia dell’America” e, a un livello fondamentale, parla di un uomo alla ricerca di una vita migliore lontano dalla sua casa d’origine.

Voglio dire, ‘Superman’ è la storia dell’America”, ha spiegato Gunn. “Un immigrato che è arrivato da altri luoghi e ha popolato il Paese, ma per me è soprattutto una storia che dice che la gentilezza umana di base è un valore e qualcosa che abbiamo perso”. Gunn ha riconosciuto che i temi del film possono essere interpretati in modo diverso dai vari gruppi politici, soprattutto considerando l’attuale agitazione a livello nazionale sul tema dell’immigrazione.

Tuttavia, Gunn sostiene gli ideali contenuti in Superman e ha aggiunto che non gli importa se qualcuno si offende. “Sì, può essere interpretato in modo diverso, ma parla della gentilezza umana e ovviamente ci saranno degli idioti che non sono gentili e lo troveranno offensivo solo perché parla di gentilezza. Ma che si fottano“, ha detto. Ha poi aggiunto: “Sì, riguarda la politica. Ma a un altro livello riguarda la moralità. Non uccidere mai, qualunque cosa accada, come crede Superman, o trovare un equilibrio, come crede Lois? Riguarda davvero la loro relazione e il modo in cui opinioni diverse su credenze morali fondamentali possono separare due persone”.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

Jurassic World – La Rinascita supera le previsioni con un debutto da record al Box Office

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Jurassic World – La Rinascita ha superato le previsioni iniziali durante il suo primo weekend nelle sale. Il nuovo film, settimo capitolo della saga Jurassic, è stato diretto da Gareth Edwards e interpretato da Scarlett Johansson, Mahershala Ali e Jonathan Bailey.

L’uscita di Jurassic World – La Rinascita è iniziata mercoledì, prima della festività del 4 luglio negli Stati Uniti, sulla scia del film di Brad Pitt F1 – Il film, uscito il 27 giugno con il debutto più redditizio di sempre per Apple Studios.

Secondo Deadline, domenica mattina Jurassic World Rebirth dovrebbe chiudere il suo weekend di debutto con un incasso nazionale di 91,5 milioni di dollari in tre giorni e di 147,3 milioni di dollari in cinque giorni, superando le previsioni iniziali di 81,7 milioni e 137,5 milioni di dollari rispettivamente. Questo risultato è più che sufficiente per superare F1 – Il film e conquistare il primo posto. In Italia Jurassic World – La Rinascita ha totalizzato oltre 4 milioni do euro.

Inoltre, ha battuto il record al botteghino ottenendo il miglior incasso nazionale in un solo giorno del 4 luglio degli anni 2020, superando i precedenti titoli al primo posto, che erano Relic del 2020 (48.259 dollari), F9 del 2021 (5,2 milioni di dollari), Minions: The Rise of Gru (16 milioni di dollari), Sound of Freedom del 2023 (14,2 milioni di dollari) e Despicable Me 4 del 2024 (20,3 milioni di dollari).

Per la maggior parte, il fatto che Jurassic World Rebirth sia in cima alla classifica ha fatto scendere di una posizione ciascuno i film che occupavano i primi cinque posti nel weekend precedente. Ad esempio, F1 The Movie è sceso al secondo posto con un calo previsto del 54% nel suo secondo weekend, mentre How to Train Your Dragon sta scivolando al terzo posto con un calo più contenuto del 44%.

Inoltre, anche Elio della Pixar sta tenendo bene con un calo del 45% nel suo terzo weekend, anche se non mostra ancora segni di poter recuperare il budget di 150 milioni di dollari. L’unica anomalia è il sequel horror 28 Years Later, che ha mantenuto il quinto posto con un calo del 53%.

Il merito di questo risultato va al fatto che, anche nel suo terzo weekend, 28 Years Later ha registrato un tasso di fidelizzazione del pubblico molto più alto rispetto al sequel dello stesso genere M3GAN 2.0, che aveva debuttato il weekend precedente con un deludente incasso di 10,2 milioni di dollari, contro i 30,4 milioni del film originale diventato virale nel 2023.

M3GAN 2.0 ha un punteggio di Rotten Tomatoes del 57%, rispetto al 93% di Certified Fresh dell’originale.

M3GAN 2.0 è sceso al sesto posto con un incasso previsto di 3,8 milioni di dollari in tre giorni, che lo vede calare del 63%. Non è necessariamente un risultato catastrofico, dato che il genere horror registra tipicamente un calo tra il 50 e il 65% nel secondo weekend. Infatti, il calo registrato da 28 Years Later nel suo secondo weekend è stato del 67,5%.

L’MCU ha appena creato il prossimo Iron Monger?

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L’MCU ha appena creato il prossimo Iron Monger?

Ironheart della Marvel ha introdotto una manciata di nuovi cattivi nell’MCU. Tuttavia, uno in particolare ha il potenziale per diventare un cattivo chiave come il prossimo Iron Monger. Sebbene fosse originariamente destinato a debuttare nell’MCU anni fa, Ezekiel Stane è finalmente approdato nel grande universo cinematografico (e si spera che sia solo l’inizio).

Interpretato da Alden Ehrenreich, Zeke Stane viene presentato per la prima volta come “Joe”, un esperto di etica tecnologica/trafficante di tecnologia sul mercato nero che Riri Williams incontra mentre cerca di ricostruire la sua armatura. Tuttavia, alla fine viene rivelata la verità: Zeke è il figlio di Obidiah Stane, il primo cattivo dell’MCU, alias “The Iron Monger” del film Iron Man del 2008.

Pertanto, gli episodi finali di Ironheart sembrano preparare il terreno per un futuro più oscuro per Zeke, in cui erediterà pienamente l’eredità di suo padre.

Gli episodi finali di Ironheart hanno visto Zeke Stane rispecchiare in modo significativo i fumetti

Migliorando se stesso con varie protesi bioniche

Nei fumetti originali, Ezekiel Stane decodifica la tecnologia di Tony Stark sotto forma di potenziamenti cibernetici e bionici. Cercando vendetta su Iron Man per ciò che è successo a suo padre, Ezekiel ha setacciato il mercato nero alla ricerca della tecnologia Stark prima di sperimentarla su se stesso, continuando l’eredità di suo padre. Non è quindi difficile vedere le ispirazioni in Ironheart dell’MCU.

Zeke Stane dell’MCU conosceva la verità su come era morto suo padre e su come aveva cercato di uccidere Stark. Pertanto, non sembra nutrire alcun tipo di rancore nei confronti di Iron Man (che è già morto nell’MCU). Allo stesso modo, Zeke e la sua collezione di tecnologia del mercato nero non erano alimentati dalla vendetta, almeno fino a quando la sua identità non è stata rivelata.CorrelatiIl MCU fa un intelligente riferimento all’iconico cattivo dei Fantastici Quattro: 33 Easter egg e riferimenti Marvel negli episodi 4-6 di Ironheart spiegatiGli episodi 4-6 di Ironheart sono arrivati con un’impressionante collezione di Easter egg, riferimenti e collegamenti al più ampio MCU, sia tecnologici che mistici

Dopo essere stato incriminato per aver aiutato Riri con la sua armatura, Zeke è stato fatto evadere di prigione da Parker Robbins’ Hood. Dopo aver potenziato il proprio corpo con bio-innesti, Zeke ha inizialmente accettato di uccidere Riri per Parker. Usando i suoi nuovi poteri cibernetici, Zeke ha sconfitto Riri, ma non è riuscito a ucciderla, costringendo Parker a usare un comando segreto che ha trasformato Zeke nel suo burattino.

Alla fine, Riri ha aiutato Zeke a riprendere il controllo del proprio corpo, liberandolo dal controllo di Hood. Detto questo, il finale di Ironheart chiarisce che Zeke non ha ancora chiuso con Williams per quello che lei gli ha fatto. Pertanto, si suggerisce fortemente che Zeke è destinato a diventare un nuovo cattivo dell’MCU in futuro, potenzialmente ereditando persino l’eredità di Iron Monger di suo padre.

Zeke Stane diventerà finalmente il nuovo Iron Monger dell’MCU?

Finalmente sulle orme di suo padre

La cosa più affascinante di Zeke Stane è che il suo debutto nell’MCU si è fatto attendere a lungo. Nelle bozze originali di Avengers del 2012, Zeke Stane doveva essere un alleato di Loki. Aiutando il Dio dell’Inganno nella sua invasione, Zeke avrebbe ottenuto la promessa di vendicarsi di Iron Man.

Allo stesso modo, è stato recentemente rivelato che quando Ironheart doveva uscire prima di Captain America: Brave New World, Zeke sarebbe stato il fondatore della Serpent Society. Tuttavia, questo era quando l’organizzazione criminale era stata concepita come un gruppo di cyborg. A seguito di vari ritardi per entrambi i progetti e delle successive riprese del quarto film di Captain America, il piano è stato modificato.

Nonostante i cambiamenti nel corso degli anni, Zeke Stane è finalmente entrato a far parte dell’MCU grazie a Ironheart. Con un po’ di fortuna, Zeke è solo all’inizio e lo rivedremo presto come Iron Monger di nuova generazione.

Supponendo che il progetto Armor Wars dell’MCU sia ancora in lavorazione con War Machine a proteggere la tecnologia e l’eredità di Iron Man, si potrebbe facilmente immaginare Zeke come antagonista chiave.

Tutti gli episodi di Marvel’s Ironheart sono ora disponibili in streaming su Disney+.

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Come la seconda stagione di The Sandman di Netflix cambia il mito greco più famoso di tutti i tempi

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The Sandman porta sullo schermo una delle tragedie più amate della mitologia greca, ma aggiunge un tocco personale alla storia classica, rendendola perfetta per l’universo dark fantasy. L’adattamento Netflix dell’influente serie DC Comics segue Dream (Tom Sturridge), membro dei misteriosi Endless, esseri che sono la personificazione dei concetti fondamentali dell’universo.

L’arco narrativo di Dream nel primo volume della seconda stagione di The Sandman lo ha già portato a contatto con molti nuovi personaggi provenienti da diversi regni. Dopo aver riparato i danni causati dalla sua prigionia nella prima stagione, il secondo e ultimo capitolo vede Dream intraprendere un viaggio per rimediare a una delle sue peggiori azioni liberando Nada (Umulisa Nahiga).

Oltre all’introduzione di nuovi membri della famiglia Endless con Delirium (Esme Creed-Miles) e Destiny (Adrian Lester), Dream riceve la visita di varie figure mitologiche, tra cui gli dei nordici Odino, Loki e Thor (rispettivamente Clive Russell, Freddie Fox e Laurence O’Fuarain). Tuttavia, viene anche esplorata la relazione molto più stretta di Dream con una certa mitologia chiave.

La seconda stagione di The Sandman cambia il classico mito greco di Orfeo ed Euridice

I due amanti sono personaggi iconici della mitologia greca

Il cast della seconda stagione di The Sandman include Orfeo (Ruairi O’Connor), il bardo e poeta tracio che viaggiò a bordo dell’Argo e divenne l’amante di Euridice. Come nel mito, la serie vede la loro storia d’amore finire tragicamente quando Euridice (Ella Rumpf) calpesta una vipera, che la morde e la infetta con un veleno che le toglie la vita.

Nel mondo di The Sandman, Orfeo è il figlio di Dream.

Tra il dolore e il lutto, l’amore di Orfeo persiste e lo spinge a immergersi negli Inferi, nella speranza di convincere gli dei a restituirgli Euridice. Grazie al suo talento musicale, Orfeo conquista il cuore del dio greco della morte, Ade (Garry Cooper), e di sua moglie, Persefone (Antonia Desplat), che gli permettono di tornare nel regno dei mortali con Euridice.CorrelatiLa seconda stagione di The Sandman debutta con un ottimo punteggio su Rotten Tomatoes: riuscirà a mantenere il successo?Sono passati tre anni da quando la serie fantasy basata sui fumetti di Neil Gaiman è stata pubblicata su Netflix. La seconda stagione riuscirà a mantenere l’ottimo punteggio su RT?

Tuttavia, a Orfeo viene imposta una condizione: deve fare da guida e non può voltarsi indietro finché entrambi non avranno varcato la soglia degli Inferi. In un momento di scarsa lucidità, Orfeo si volta indietro per guardare sua moglie prima che lei possa mettere piede nel regno dei mortali, condannandola così a rimanere per sempre negli Inferi.

Cosa succede a Orfeo nella rivisitazione del mito greco in The Sandman

The Sandman - Stagione 2 Orfeo
The Sandman – Stagione 2 – foto di Ed Miller – Cortesia di Netflix

Orfeo è una delle grandi vergogne di Dream

Nel mondo di The Sandman, Orfeo è il figlio di Sogno. Nonostante il suo legame con gli Eterni, la vita di Orfeo procede per lo più normalmente per un mortale, fino alla sua fatidica avventura negli Inferi per salvare Euridice. Per questo, chiede l’aiuto di sua zia, Morte (Kirby Howell-Baptiste), che gli concede l’immortalità per sopravvivere al viaggio.

Quando Orfeo commette l’errore fatale di voltarsi indietro, però, la sua vita prende una piega molto più oscura. Orfeo viene decapitato dopo il suo tentativo di salvare Euridice, ma poiché possiede ancora il dono dell’immortalità di sua zia, continua a vivere in questo stato, rimanendo intrappolato per secoli.

Durante l’era della Rivoluzione francese, Dream recluta Johanna Constantine (Jenna Coleman) per salvare suo figlio dalla prigionia. Alla fine, nella linea temporale attuale, Dream sceglie di porre fine alla vita di suo figlio per dargli pace, anche se questo infrange le antiche leggi degli Endless, concludendo la stagione 2, volume 1, di The Sandman con un finale sospeso.

Departure è basata su una storia vera di scomparsa di un volo?

Departure è basata su una storia vera di scomparsa di un volo?

Departure è una miniserie drammatica che segue l’investigatrice Kendra Malley e la sua squadra mentre cercano di scoprire il mistero dietro la scomparsa del volo 716 sopra l’Oceano Atlantico. Tutti sanno che Kendra è la persona più adatta per questo lavoro. Ma gli ostacoli posti dai suoi superiori e i problemi personali riusciranno a impedirle di portare alla luce la cospirazione? Casi di voli misteriosamente scomparsi in volo non sono inauditi nella vita reale, il che ci fa chiedere se la storia sia ispirata a un evento realmente accaduto. Scopriamolo.

Departure è una storia di fantasia, ma ha echi del volo MH370 della Malaysia Airlines

Departure non è basato su una storia vera, ma è vagamente ispirato a uno dei più terribili incidenti aerei della storia recente. Se leggendo la trama vi è venuta subito in mente la tragedia del volo MH 370 della Malaysian Airlines, non siete i soli. Secondo il tweet riportato di seguito, l’incidente ha ispirato lo scrittore e creatore Vince Shiao.

Il volo MH 370 era un volo commerciale che avrebbe dovuto trasportare 239 passeggeri dall’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur all’aeroporto internazionale di Pechino il 8 marzo 2014. Ma 38 minuti dopo il decollo, si è verificata l’ultima interazione tra il controllo del traffico aereo e l’equipaggio a bordo. L’aereo era ancora tracciato da un radar militare quando ha deviato verso ovest dalla sua rotta originale. La causa dell’incidente, che è stato uno dei più mortali nella storia dell’aviazione, è ancora sconosciuta. Sono stati ritrovati alcuni detriti dell’aereo, ma ad oggi non c’è ancora consenso su cosa sia realmente accaduto a bordo.

Tuttavia, secondo il Consiglio nazionale per la sicurezza degli Stati Uniti, dal punto di vista statistico l’aviazione è ancora considerata il mezzo di trasporto più sicuro. Nel 2018, la probabilità che un passeggero perdesse la vita era di 1 su 205.552. Ciò è dovuto ai progressi tecnologici e alle pratiche ben regolamentate del settore. L’attrice protagonista, vincitrice di un Emmy, ha anche affermato: “È il peggior incubo di tutti avere un familiare o una persona cara su un volo che scompare. E penso che ci sia questo tipo di paura e fascino universale nei confronti del volo”.

Archie ha aggiunto che, sebbene la serie possa suscitare queste paure in alcuni spettatori, è necessario tenere presente quanto sia effettivamente sicuro volare. Ha anche ricordato come si è preparata per la serie: “Ho parlato con un vero investigatore dell’aviazione che ha riassunto brillantemente come esaminano ogni singolo indizio con grande rigore e senza pregiudizi, in modo da non giungere mai a conclusioni affrettate. Ma sono rimasta sorpresa da quanto sia complesso e da quanto queste persone ne siano coinvolte. Provo grande simpatia per loro perché portano molto di questo lavoro a casa”.

La serie prende in esame i soliti sospetti dei disastri aerei: malfunzionamenti delle apparecchiature, piloti in difficoltà, cospirazioni governative e, naturalmente, terrorismo. Steve Patscheck, vicepresidente esecutivo per la programmazione globale di NBC Universal International Networks, ha detto questo della serie: “La trama avvincente di Departure, ricca di cospirazioni, mistero e personaggi intriganti, si adatta perfettamente ai nostri canali internazionali e terrà i nostri spettatori con il fiato sospeso”.

Tuttavia, mentre l’incidente mortale crea sicuramente un mistero interessante, la serie esplora anche in modo straordinario le relazioni tra i personaggi. Infatti, le donne di solito non lavorano come investigatrici di incidenti, e questo è qualcosa che ha attirato l’attrice verso il personaggio. Archie era piuttosto presa dalla storia quando le sono state inviate le sceneggiature di tutti e sei gli episodi.

Il suo personaggio è una vedova che torna al lavoro su richiesta del suo mentore, Howard Lawson, interpretato dal premio Oscar Christopher Plummer. Departure approfondisce il rapporto tra Kendra e il suo figliastro, AJ, dopo la morte del marito. Esplora anche le dinamiche tra i diversi membri del team e come, a volte, per arrivare al fondo delle cose, possano essere costretti a infrangere le regole.

Archie ha detto: “Adoro i parallelismi tra i personaggi. Da un lato, stanno cercando di scoprire cosa ha causato la scomparsa del volo 716, che è una storia incredibilmente interessante, ma penso che sia brillantemente punteggiata da brevi scorci sul passato di Kendra attraverso il suo rapporto con i colleghi di lavoro e la sua vita personale. Penso che ci si potrebbe facilmente lasciar trasportare dall’elemento giallo, senza lasciare spazio alle relazioni personali, ma credo che questo avrebbe compromesso la serie“.

Purtroppo, nessuno sa se e quando il mistero dietro l’incidente della Malaysian Airlines sarà risolto. Tuttavia, gli spettatori di questa serie ottengono una sorta di chiusura, poiché la trama li conduce attraverso innumerevoli teorie sulla scomparsa del volo 716 e offre loro una soluzione definitiva.

Departure: spiegazione del finale della serie tv britannica

Departure: spiegazione del finale della serie tv britannica

Departure è una miniserie drammatica che ha debuttato su Netflix che affronta la scomparsa del volo 716 sopra l’Oceano Atlantico. Sebbene lo stile narrativo ricordi quello di una serie degli anni 2000, in realtà cattura in modo eccezionale l’essenza delle indagini su un incidente aereo mortale. Archie Punjabi interpreta Kendra Malley, un’eccellente investigatrice che affronta le sue relazioni personali e professionali per arrivare al fondo del mistero.

Cosa succede in Departure

Il volo 716 decolla da New York City, ma purtroppo non atterra mai a destinazione, Londra. È allora che Kendra Malley, recentemente vedova, viene contattata dal suo mentore, Howard Lawson (Christopher Plummer), per partecipare alle indagini come investigatrice capo. Il suo team al TSIB deve affrontare molti ostacoli lungo il percorso, dalla ricerca dell’unico sopravvissuto agli impedimenti dell’agente dell’MI-5, Janet.

La pressione aumenta mentre la squadra corre contro il tempo per trovare il colpevole, il tutto mentre deve affrontare molti ostacoli sul fronte professionale e su quello familiare.

La spiegazione del finale di Departure

Kendra e Theo mettono Ethan sull’aereo di prova e raccontano gli eventi che hanno portato al fatale incidente. Il sistema di intrattenimento di bordo chiamato NAVI aveva in realtà un enorme difetto nella porta di intrattenimento. Un hacker poteva accedere a tutti i sistemi elettrici dell’aereo, compresa la cabina di pilotaggio, sovrascrivendo di fatto i comandi del pilota. Daniel Hoffman era stato colui che aveva scoperto questo difetto e, nonostante lo avesse segnalato al CEO Ethan Moreau, non era stata presa alcuna misura per risolvere il problema, poiché il costo del fermo della flotta aerea sarebbe stato esorbitante. Daniel non era soddisfatto di questa prospettiva. Quel giorno, decise di dimostrare in modo sicuro all’amministratore delegato quanto fosse pericoloso attraverso il suo codice MOSIS, ma questo gli si ritorse contro, provocando un incidente colossale.

Ethan è accusato di aver collaborato con Janet per sostenere la teoria del suicidio del pilota. Kendra lo accusa quindi di aver collaborato con Howard per dimostrare che l’incidente è stato un atto terroristico. Ethan Moreau è piuttosto arrogante in questo momento, ma si arrende quando gli investigatori cercano di ricreare l’incidente con lui a bordo. Tornato alla struttura della TSIB, Howard viene messo al corrente dell’intera conversazione e si rende conto che non c’è via d’uscita, accettando quindi di discutere i termini della sua resa.

Dom va a casa di Kendra e dice ad AJ che potrebbe dover fare dei lavori socialmente utili per le sue aggressioni a Bartok, ma che avrà la fedina penale pulita. AJ chiede scusa a Bartok, che gli dice che sapeva che Kendra avrebbe risolto il caso se avesse seguito la pista di Hoffman. AJ racconta alla sua matrigna della sua conversazione con Bartok, e lei capisce subito che sono stati ingannati.

In realtà, è stato l’uomo d’affari a orchestrare tutto. Kendra e Dom indagano sul passato degli investitori che sono intervenuti per salvare gli aerei problematici e scoprono che tutti hanno qualche legame con Bartok. A quanto pare, all’astuto uomo d’affari è costato pochissimo rispetto a quanto avrebbe dovuto pagare per rilevare la compagnia aerea.

Kendra nota anche che Stefon Tark è apparso all’improvviso, e solo dopo questo hanno scoperto il piano di Hoffman. Inoltre, sottolinea che Hoffman non avrebbe dovuto perdere il controllo del sistema quel giorno, soprattutto perché lo aveva provato più volte in precedenza. Lei ritiene che sia stato Bartok a convincerlo a salire a bordo del volo 716, e le riprese delle telecamere di sicurezza mostrano che è stato Tark a dare a Hoffman un laptop infettato da un virus. Inoltre, Tark ha anche ricevuto una grossa somma su un conto offshore il giorno dell’incidente. Si scopre che Tark e Bartok sono vecchi colleghi che si conoscono dai tempi in cui erano ingegneri aerospaziali.

Quando Kendra va a confrontarsi con Bartok, lui si limita a dire che non gli piace perdere. Lei gli dice che la sua squadra è ancora impegnata a decifrare i file criptati sul computer di Hoffman e, dopo avergli detto educatamente di stare attento, lui se ne va. In una svolta più leggera, Madelyn e Ali si sposano e la squadra di Kendra è presente alla cerimonia.

Kendra riuscirà a incastrare Bartok per il crimine?

La serie non ci dà una risposta definitiva a questa domanda. Sebbene l’intenzione sia chiaramente quella, vediamo Kendra con aria solenne su un ponte, mentre fissa lo skyline di Londra. Dopo questo, la vediamo per l’ultima volta al matrimonio. Quindi, naturalmente, si è curiosi di sapere se ha mai fatto progressi nell’arrestare Bartok.

Beh, prima di tutto, valutiamo la personalità di Bartok. Più volte viene sottolineato il suo spirito competitivo e il fatto che non gli piace perdere. Inoltre, a causa di un’indagine precedente, Bartok aveva già avuto dei problemi con Kendra, che gli era costata milioni. Si potrebbe anche essere inclini a dargli il beneficio del dubbio, dato che sono state le sue risorse a permettere il recupero delle scatole nere dal fondo dell’oceano. Ma allo stesso tempo, se non avesse contribuito alle ricerche, non avrebbe potuto acquistare la flotta di aerei a un prezzo più conveniente. Sembra che il terribile “incidente” sia stato semplicemente una mossa d’affari da parte sua.

Il mio primo pensiero è stato che forse la seconda stagione (sì, preparatevi!) avrebbe affrontato la questione. Tuttavia, dopo ulteriori ricerche, sembra che la trama finisca qui. Se le notizie sono attendibili, la nuova stagione tratterà in realtà di un incidente ferroviario. Considerando queste informazioni, sembra che, purtroppo, la libertà di Bartok continuerà a tormentare Kendra ancora per un po’.

Infinite: la spiegazione della confusa timeline del film

Infinite: la spiegazione della confusa timeline del film

I fan dei film sui guerrieri immortali come The Old Guard, Highlander e Marvel’s Eternals potrebbero trovare Infinite un po’ confuso, poiché non è lo stesso personaggio fisico a continuare nel tempo, ma solo le loro anime in nuovi corpi, che richiedono attori diversi per interpretarli una volta reincarnati. Infinite può anche essere fonte di confusione per il modo in cui il film presenta le vite dei personaggi principali e il momento in cui si svolgono gli eventi.

Sebbene ci siano occasionali scorci delle vite passate di Treadway, Bathurst e Nora, la storia principale di Infinite è ambientata in tre diversi momenti temporali. Il prologo che coinvolge Treadway, Abel e la precedente incarnazione di Nora, Leona (Joana Ribiero), che combatte contro Bathurst (Rupert Friend) a Città del Messico, è ambientato nel 1985. Infinite‘s main story takes place in 2020, which means that since Treadway and Leona died the same night in 1985, both Evan McCauley and Nora Brightman are 35. La cosa si fa ancora più confusa poiché non è stato chiarito se Bathurst 1985 sia morto anch’egli quell’anno, ma Bathurst 2020, interpretato da Chiwetel Ejiofor, sembra più vecchio di 35 anni, ma ha la stessa età o potrebbe persino essere più giovane di Evan McCauley. Infine, le scene finali di Infinite sono un flashforward ambientato almeno 15 anni dopo, dato che Treadway, Nora e Abel reincarnati sono adolescenti, quindi deve essere ambientato intorno al 2035, come dimostra anche l’invecchiamento di Artisan.

Come è stata modificata la mitologia di Infinite rispetto al libro

Infinite è basato su un romanzo di fantascienza intitolato The Reincarnationist Papers di D. Eric Maikranz, ma i realizzatori del film hanno modificato notevolmente il libro per trasformarlo in un film d’azione hollywoodiano. In The Reincarnationist Papers, il protagonista, Evan Michaels, non sa di essere reincarnato ed è tormentato dai ricordi delle sue due vite passate. Questo è stato trasformato in Evan McCauley che viene ricoverato in un istituto psichiatrico come schizofrenico nella trama di Infinite. Nel libro, Evan incontra una donna reincarnata di nome Poppy, che nel film è stata trasformata in Nora Brightman, anche se Poppy ricorda solo sette vite mentre Nora ne ha avute dozzine.

Come in Infinite, Poppy invita Evan a entrare in una società segreta composta da altre 28 persone reincarnate chiamata Cognomina. Infinite ha ampliato la portata del concetto, aumentando il numero degli Infiniti a centinaia e trasformando la Cognomina in una guerra tra fazioni: i Credenti, che vogliono usare le loro abilità per migliorare l’umanità, e i Nichilisti, che vogliono porre fine al mondo. Mentre il romanzo esplora a fondo le gioie e i pericoli del rivivere continuamente le proprie vite passate, Infinite ha solo sfiorato questi temi, concentrandosi sull’azione, i duelli con la spada, le sparatorie e la trama standard di un eroe che cerca di salvare il mondo da un supercattivo.

Infinite: la spiegazione del finale del film con Mark Wahlberg

Infinite: la spiegazione del finale del film con Mark Wahlberg

Infinite si conclude con l’eroe d’azione reincarnato Evan McCauley che salva il mondo, ma apre anche la strada a un sequel che potrebbe espandere l’universo senza Mark Wahlberg. Diretto da Antoine Fuqua, Infinite è un film di fantascienza e azione che racconta la storia di una razza umana chiamata Infiniti, che si reincarna nel corso della storia conservando tutti i ricordi delle vite precedenti. Evan si unisce alla fazione eroica degli Infiniti chiamata i Credenti per impedire ai Nichilisti, guidati dal maniaco Bathurst (Chiwetel Ejiofor), di uccidere tutti gli abitanti del mondo.

Nell’atto finale di Infinite, Bathurst conquista la base segreta dei Believers, The Hub, e recupera la fonte di energia per la sua arma apocalittica, l’Uovo, dal cadavere di Heinrich Treadway (Dylan O’Brien), che era la vita precedente di Evan McCauley. I nichilisti attaccano anche il rifugio di Artisan (Jason Mantzoukas), dove Bathurst spara a Evan alla testa con il suo Dethroner, una pistola che spara proiettili speciali in grado di estrarre l’anima da un Infinite, impedendogli di reincarnarsi. Tuttavia, Evan sopravvive e segue la sua alleata, Nora Brightman (Sophie Cookson), nella tenuta di Bathurst in Scozia. Con l’Uovo completato, Bathurst era finalmente pronto a realizzare il suo obiettivo di genocidio di massa per liberarsi dalla “maledizione” della reincarnazione perpetua. Ciò ha portato a uno scontro ricco di azione tra i Credenti Evan e Nora contro Bathurst e la sua scagnozza nichilista, l’agente Shin (Wallis Day), con in gioco il destino del mondo e la vita di tutti gli Infiniti.

Infinite ha introdotto alcuni concetti stimolanti e ha presentato idee intriganti su cosa significherebbe se una persona potesse reincarnarsi in un nuovo corpo mantenendo tutti i propri ricordi. Tuttavia, essendo un film d’azione fantascientifico ad alto budget, le riflessioni di Infinite sulla reincarnazione sono passate in secondo piano rispetto ai cliché dei film d’azione e alla trama stereotipata dei buoni che cercano di impedire ai cattivi di distruggere il mondo.

Ecco un’analisi del finale di Infinite, di come prepara il terreno per un altro film e del vasto mondo introdotto da questo film fantasy.

Come Evan ha fermato il piano di Bathurst per distruggere il mondo

Il piano di Bathurst era quello di volare dalla sua tenuta a Glasgow per far esplodere l’Uovo, che avrebbe poi provocato una reazione a catena in tutto il mondo, uccidendo sempre più persone. In realtà, l’Uovo è così letale che ucciderebbe anche tutte le piante e gli animali del mondo, mentre Thanos (Josh Brolin) voleva uccidere metà di tutte le forme di vita nell’universo in Avengers: Infinity War. Bathurst era così folle che, anche se uccidendo tutti gli esseri umani avrebbe raggiunto il suo obiettivo di non lasciare nessuno in cui reincarnarsi a Infinite, voleva comunque che ogni forma di vita sulla Terra fosse estinta.

Tuttavia, Evan è riuscito a guidare una moto giù da una scogliera e ad atterrare sull’ala dell’aereo di Bathurst, dove ha usato la sua spada da samurai per evitare di essere scaraventato dal veicolo. Tuttavia, grazie al serbatoio di memoria di Artisan, Evan ha finalmente sbloccato tutti i suoi ricordi, soprattutto quelli di Heinrich Treadway. Evan è anche sopravvissuto al colpo alla testa di Bathurst con il Dethroner perché aveva una placca d’acciaio nella testa a causa di un incidente d’auto avvenuto in gioventù. Ora che aveva pieno accesso ai ricordi di Treadway, Evan ha anche scaricato i poteri soprannaturali che Treadway aveva imparato, tra cui la capacità di influenzare il mondo che lo circondava per sfidare le leggi della fisica. McCauley è riuscito a camminare sull’ala dell’aereo senza essere spazzato via ed è entrato nell’aereo per combattere Bathurst. Ora che Evan era diventato Treadway, era anche in grado di tagliare i proiettili di Bathurst a mezz’aria con la sua spada.

L’aereo fu danneggiato dalla battaglia tra Evan e Bathurst e l’Uovo fu espulso dall’abitacolo. Entrambi gli Infiniti si lanciarono all’inseguimento e combatterono a mezz’aria, ma Evan riuscì a disarmare il dispositivo. Per finire Bathurst, Evan lo trapassò con la sua katana, prese il Dethroner e sparò a Bathurst alla testa, uccidendo il cattivo e impedendogli di reincarnarsi. Quindi, in un certo senso, Bathurst ottenne comunque ciò che voleva, poiché finalmente si liberò della maledizione della vita eterna. Tuttavia, Evan non sopravvisse alla caduta nell’oceano, ma morì eroicamente salvando il mondo e fermando Bathurst.

Nora liberò le anime infinite intrappolate per riunirle con Abel

Mentre Evan fermava Bathurst, il compito di Nora era quello di liberare il muro di anime infinite che Bathurst aveva accumulato. Bathurst ha trascorso innumerevoli anni sparando ai Credenti con il suo Dethroner e l’anima di ogni persona uccisa con i suoi proiettili speciali veniva scaricata in un microchip che il cattivo esponeva su una parete della sua tenuta in Scozia. Una delle anime nel muro apparteneva ad Abel Trask (Tom Hughes), l’amante di Nora nelle loro numerose vite insieme.

Fortunatamente, per liberare le 200 anime infinite raccolte da Bathurst è bastato usare degli esplosivi per distruggere il muro. Tuttavia, Nora è rimasta ferita mortalmente nella lotta per raggiungere la villa di Bathurst, quindi ha detto ad Artisan di andarsene mentre lei rimaneva indietro per far esplodere il muro e liberare le anime degli Infiniti. Nora è morta nell’esplosione, ma era felice di poter ricongiungersi con Abel nella loro prossima vita. Inoltre, dato che Bathurst è stato colpito dal Dethroner di Evan, il cattivo potrebbe essere l’unico Infinito ora definitivamente morto, poiché Nora ha distrutto l’unità di conservazione delle anime e non c’era nessun microchip sopravvissuto in cui l’anima di Bathurst potesse essere scaricata.

Infinite prepara un sequel senza Mark Wahlberg

Con l’Uovo distrutto e le 200 anime liberate, tutti gli Infiniti (eccetto Bathurst) sono stati in grado di reincarnarsi e sono tornati in vita contemporaneamente in tutto il mondo sotto forma di neonati. Infinite mostra un flashforward di alcuni anni nel futuro, in cui un Artigiano più anziano trova Treadway/Evan reincarnato a Giacarta, in Indonesia. (L’Artigiano lo chiama “Treadway” perché lo conosceva come Treadway, mentre con Evan McCauley aveva avuto solo un incontro relativamente breve). Dopo aver dato al padre del rinato Treadway il suo biglietto da visita Infinite, restituisce la spada samurai di Treadway al suo giovane proprietario. Tuttavia, il nuovo Treadway non solo ha tutte le sue abilità precedenti, ma ha anche tutti i suoi ricordi, poiché chiede ad Artisan: “Perché ci hai messo così tanto?”

Nel frattempo, l’eterna storia d’amore tra Nora e Abel continuava e gli amanti reincarnati si ritrovarono ancora una volta nel “Principio”, ovvero Angkor Wat in Cambogia, il loro tradizionale luogo d’incontro. La rinata Nora e Abel sembravano adolescenti, ma avevano tutti i loro ricordi e si riconobbero immediatamente nonostante avessero nuovi corpi. Stranamente, Abel si riferiva al suo amore come “Nora”, nonostante non la conoscesse con quell’identità perché era rimasto intrappolato nel muro dell’anima di Bathurst durante tutta la sua vita come Nora Brightman. Probabilmente questo era solo per il pubblico, per chiarire a chiunque fosse confuso che si trattava della reincarnazione di Abel e Nora, ma sembra comunque un buco nella trama.

Il finale di Infinite chiarisce anche che i personaggi specifici interpretati da Mark Wahlberg e Sophie Cookson sono morti, quindi gli attori non sarebbero tornati per un sequel sul nuovo Treadway e Nora. Dovrebbero essere nuovi attori a interpretare i loro ruoli reincarnati, compreso un protagonista maschile asiatico nel ruolo di Treadway in Infinite 2. In alternativa, Infinite ha tutta la storia da utilizzare per un prequel, ma anche in questo caso non potrebbe recitare Mark Wahlberg, dato che ha scoperto di essere un Infinite solo nel corso del film. Un’altra possibilità sarebbe quella di espandere l’universo di Infinite e realizzare un altro film con personaggi completamente diversi, ma utilizzando comunque Artisan come collegamento tra i film.

Squid Game: la star affronta il più grande mistero dietro la decisione finale del frontman

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La star di Squid Game Lee Byung-hun affronta finalmente uno dei più grandi misteri dietro la decisione del Front Man. Netflix ha finalmente chiuso il suo spettacolo di maggior successo, rivelando il destino di personaggi come Gi-hun (Lee Jung-jae) e il Front Man. Mentre Gi-hun sacrifica la sua vita nel finale della terza stagione di Squid Game, il Front Man prende il bambino di Jun-hee (Jo Yu-ri) una volta che la posizione dei giochi viene esposta.

Il Front Man ha tenuto la bambina per sei mesi, ma alla fine l’ha affidata al fratello Jun-ho (Wi Ha-joon) perché se ne prendesse cura. Inoltre, ha lasciato anche il premio in denaro della bambina, pari a 4,56 miliardi di won, prima che l’antagonista dello show incontrasse la figlia di Gi-hun per consegnarle anche le vincite della prima stagione.

Parlando con The Hollywood Reporter, Byung-hun ha finalmente spiegato perché il Front Man ha deciso di cedere il bambino al fratello. La star ritiene che all’antagonista dello show non rimanessero molte opzioni, soprattutto dopo essersi stancato al termine dei giochi. Tuttavia, il Front Man ha continuato a seguire le regole e ha confidato che il fratello avrebbe protetto la bambina e fatto in modo che i soldi andassero a lei.

Dopo tutto quello che ha passato, penso che il Front Man sia un po’ stufo di testare le persone o di metterle in prova a questo punto. Penso che l’impulso possa essere andato via dopo la fine del Gioco, specialmente dopo tutto ciò che ha passato nel suo confronto con Gi-hun e dopo aver assistito al sacrificio di Gi-hun. Quindi penso che abbia lasciato il bambino con suo fratello principalmente perché non ha molte opzioni. Soprattutto, come sempre, vuole seguire le regole. Il bambino ha vinto la partita, quindi i soldi dovrebbero andare al bambino. Suo fratello è di famiglia e sa molto profondamente che suo fratello è una persona affidabile e degna di fiducia, e che proteggerà il bambino e si assicurerà che nessuno prenda i soldi del bambino. Le regole dicono che i soldi vanno al bambino, e suo fratello può aiutare a garantirlo.

Perché era importante capire la decisione del front man nella terza stagione di Squid Game

Mentre ci sono così pochi dettagli sul Front Man, c’erano molte ipotesi sull’antagonista. È noto che il Front Man, noto anche come In-ho, ha precedentemente gareggiato nei giochi nel 2015, quando aveva bisogno di soldi per salvare la moglie incinta malata e il figlio non ancora nato. Sfortunatamente, non ce l’hanno fatta, e il test finale di In-ho nell’uccidere i concorrenti rimanenti lo ha reso il Front Man.

Dopo il sacrificio di Gi-hun nel round finale, il bambino di Jun-hee alla fine è diventato il vincitore. Con il filmato della terza stagione che mostra il Front Man che reclama il bambino, molti spettatori hanno ipotizzato che l’avrebbe adottata per rimensare per aver perso suo figlio quasi un decennio fa. Tuttavia, la decisione di rinunciare alla bambina sei mesi dopo ha lasciato molti spettatori confusi sul motivo per cui non l’ha tenuta.

L’ultima risposta di Byung-hun fornisce una certa risoluzione alla decisione del Front Man e al suo processo di pensiero. Nonostante il loro allontanamento, sembra che Front Man stia, almeno, riscaldando a Jun-ho, anche se significa ancora mantenere un po’ di distanza. In altre parti dell’intervista, l’attore ha anche lasciato intendere che l’antagonista sembrava ammorbidire leggermente la sua posizione brutale nei confronti degli umani a causa dell’altruismo di Gi-hun.

Perché non ci sarà la terza stagione di The Sandman

Perché non ci sarà la terza stagione di The Sandman

La serie Netflix The Sandman, che sta per concludersi con la seconda stagione, la cui prima metà è stata pubblicata questa settimana su Netflix, suscita speculazioni a causa delle circostanze delicate che hanno circondato la sua produzione. La prima stagione copre le trame dei primi due volumi dei fumetti The Sandman, intitolati Preludi e Notturni e La casa delle bambole.

Sebbene esistano diversi altri volumi della serie principale di fumetti e dei suoi spin-off, è stato deciso di coprire le storie più importanti in una stagione finale. Il cast della seconda stagione di The Sandman, che vede il ritorno di tutti gli Endless e di Vanesu Samunyai nel ruolo di Rose Walker, indica quali trame saranno adattate.

Netflix ha annunciato che The Sandman – stagione 2 sarebbe stata l’ultima puntata nei mesi successivi alle accuse di violenza sessuale mosse contro il coautore del materiale originale, Neil Gaiman. Da allora, le persone coinvolte nella serie hanno rivelato ulteriori dettagli sui loro piani narrativi generali.

The Sandman era destinato a finire dopo la seconda stagione

La serie ha deciso il suo finale già nel 2022

Secondo quanto riferito, il team creativo di The Sandmanha deciso che la seconda stagione sarebbe stata l’ultima all’incirca nel periodo in cui è stata rilasciata la prima stagione. Secondo Deadline, “Era stato deciso prima dell’inizio delle riprese della seconda stagione che sarebbe stata la conclusione della serie.” Lo showrunner Allan Heinberg ha anche dichiarato in un post su X:

La serie The Sandman si è sempre concentrata esclusivamente sulla storia di Dream e, nel 2022, quando abbiamo esaminato il materiale rimanente dei fumetti, sapevamo che avevamo abbastanza storia solo per un’altra stagione.

In un’altra intervista con Entertainment Weekly, Heinberg sottolinea la presenza limitata di Dream in alcuni volumi del materiale originale della serie. Sebbene The Sandman presenti molti personaggi secondari affascinanti, si basa sul personaggio di Dream, interpretato da Tom Sturridge, noto anche come Morpheus o Sandman, come punto di riferimento.

L’episodio bonus della seconda stagione di The Sandman toccherà trame che non ruotano attorno a Dream. L’episodio finale della serie, “Death: The High Cost of Living”, sarà incentrato sulla sorella di Dream, Death (Kirby Howell-Baptiste), che sostituirà il personaggio centrale per un periodo limitato.CorrelatiIl trailer della seconda stagione di The Sandman rivela la riunione degli Endless e la data di uscita degli episodi finaliLa data di uscita della seconda stagione di The Sandman rivela che sarà divisa in due parti, insieme a nuove immagini che mostrano Dream e gli altri Endless.

In un’economia caratterizzata dalla cancellazione delle serie TV fantasy in streaming, condensare il materiale originale rimanente in una stagione finale compatta è stata una mossa più intelligente che allungarlo in modo plausibile in una terza stagione. A differenza delle popolari serie fantasy che sono state cancellate troppo presto, The Sandman avrà presumibilmente un finale molto più soddisfacente.

The Sandman non è stato cancellato a causa delle accuse a Neil Gaiman

I creativi della serie rivelano a che punto erano con la produzione quando è scoppiato lo scandalo

La tempistica, tuttavia, ha fatto riflettere su come le accuse a Neil Gaiman possano aver influito sul futuro di The Sandman, soprattutto considerando che altri adattamenti delle sue opere sono stati bloccati. Diverse donne hanno denunciato Gaiman per la prima volta nel luglio 2024, mentre l’articolo di Vulture con le loro interviste dettagliate è stato pubblicato nel gennaio 2025, lo stesso mese in cui è stata confermata l’ultima stagione di The Sandman.

Heinberg ha affermato (tramite EW) che le accuse non sono state la ragione della fine di The Sandman, definendola “una tempistica sfortunata, senza dubbio”, dato che il cast e la troupe avevano quasi terminato la produzione in quel momento. Anche il co-creatore della serie David S. Goyer ha recentemente fornito una versione simile a IndieWire:

Quando sono emerse le accuse, penso che mancassero tre settimane alla fine delle riprese della seconda stagione, quindi eravamo molto, molto avanti con il lavoro. […] So che Netflix, all’epoca, pensava: “Dio, abbiamo passato due anni a realizzare questa cosa. Ci sono tutti questi attori, sceneggiatori e registi coinvolti che, se non la trasmettessimo, non sarebbero ricompensati adeguatamente”. E così abbiamo deciso di lasciare che fosse il lavoro a parlare da solo. Ma sarei pazzo a dire che non è stato strano.

Goyer ha anche rivelato che Gaiman “non è stato coinvolto nella seconda stagione come […] nella prima”, apparentemente anche per circostanze casuali. Gaiman è accreditato come co-creatore e produttore esecutivo della serie TV. Indipendentemente da queste notizie, l’ultima stagione di The Sandman sarà probabilmente ancora influenzata dalle accuse che Gaiman ha negato.

Fonte: Deadline, X, Entertainment Weekly, Vulture, IndieWire

Stranizza d’amuri: la storia vera dietro il film

Stranizza d’amuri: la storia vera dietro il film

Stranizza d’amuri (qui la recensione) segna l’esordio alla regia cinematografica di Giuseppe Fiorello, che dopo una lunga carriera da attore decide di mettersi dietro la macchina da presa per raccontare una storia intima, potente e profondamente radicata nel territorio siciliano. Il film, uscito nel 2023, rappresenta una scelta coraggiosa e personale: Fiorello non solo dirige, ma firma anche la sceneggiatura, dimostrando una sensibilità rara nel tratteggiare l’adolescenza, l’identità e l’amore in un contesto sociale difficile. Il titolo, ispirato all’omonima canzone di Franco Battiato, evoca fin da subito un senso di dolcezza malinconica e di ribellione emotiva.

Per realizzare il film, Fiorello ha dunque scelto un linguaggio delicato e poetico, capace di affrontare tematiche complesse come l’omosessualità, l’omofobia e la violenza in una Sicilia rurale degli anni ’80, senza mai cadere nella retorica o nel pietismo. La narrazione si concentra sul rapporto tra due ragazzi, Nino e Gianni, le cui vite si intrecciano in un percorso di scoperta e di dolore. L’ambientazione accurata, la fotografia calda e l’uso della lingua e della musica siciliana contribuiscono poi a costruire un’atmosfera autentica, sospesa tra nostalgia e denuncia sociale. Il lavoro con i giovani interpreti ha infine dato vita a performance intense e credibili, che hanno emozionato pubblico e critica.

Accolto con entusiasmo al debutto, Stranizza d’amuri ha dunque ottenuto diversi riconoscimenti e ha saputo imporsi nel panorama del cinema italiano per la sua forza narrativa e il coraggio tematico. Ma il film è tutt’altro che una storia inventata: affonda invece le radici in un fatto di cronaca realmente accaduto, che ha segnato la Sicilia e l’Italia degli anni ’80. Nel prosieguo dell’articolo, approfondiremo quindi la vicenda che ha ispirato Fiorello e il modo in cui il regista ha saputo trasformare quella tragedia dimenticata in un’opera cinematografica di grande impatto emotivo.

LEGGI ANCHE: Stranizza d’amuri, Beppe Fiorello e il cast presentano il film

Gabriele Pizzurro e Samuele Segreto in Stranizza d'amuri
Gabriele Pizzurro e Samuele Segreto in Stranizza d’amuri

 

La trama di Stranizza d’amuri

Giugno 1982, in una calda Sicilia che freme per la Nazionale Italiana ai Mondiali di calcio, due adolescenti, Gianni e Nino, si scontrano con i rispettivi motorini lungo una strada di campagna. Dallo scontro nasce una profonda amicizia, ma anche qualcosa di più, qualcosa che non viene visto di buon occhio dalle famiglie e dai ragazzi del paese. Coraggiosi e affamati di vita, Gianni e Nino non si curano dei pregiudizi, delle dicerie e vivono liberamente. Una libertà che gli altri però non comprendono e non sono disposti ad accettare.

La storia vera dietro il film

La storia vera che ha ispirato Stranizza d’amuri affonda le sue radici in un tragico fatto di cronaca avvenuto nel 1980 a Giarre, un comune della provincia di Catania, in Sicilia. Il 31 ottobre di quell’anno, due ragazzi, Giorgio Agatino Giammona (25 anni) e Antonio Galatola, detto “Toni” (15 anni), furono trovati morti, abbracciati, in un terreno ai margini della cittadina. Entrambi erano stati uccisi con un colpo d’arma da fuoco alla testa. Accanto ai loro corpi, un bigliettino lasciava intuire il legame affettivo che li univa, e che proprio questo legame era alla base della tragedia. I due ragazzi erano omosessuali, e la loro relazione era malvista e perseguitata nel contesto sociale del tempo.

Il caso fece scalpore, ma al tempo stesso fu rapidamente silenziato. Le indagini si chiusero con l’arresto e la confessione del cugino quindicenne di Antonio, che si accusò del duplice omicidio. Tuttavia, molti dubbi restarono aperti, alimentati da una generale reticenza sociale e da un’omertà che sembrava voler proteggere l’onore delle famiglie più che fare giustizia. Alcuni sospettarono che il giovane si fosse assunto la colpa per proteggere adulti coinvolti o per “salvare la faccia” della famiglia, in un contesto ancora profondamente patriarcale e omofobo. Il caso fu presto archiviato e, per anni, dimenticato dall’opinione pubblica.

Samuele Segreto e Gabriele Pizzurro in Stranizza d'amuri
Samuele Segreto e Gabriele Pizzurro in Stranizza d’amuri

Eppure, la morte di Giorgio e Antonio diventò con il tempo un simbolo. Negli anni successivi, il loro nome è stato progressivamente recuperato dalla memoria collettiva come emblema della lotta contro l’omofobia. L’associazione Arcigay, fondata a Palermo proprio pochi anni dopo, nel 1985, nasce anche sull’onda emotiva di quella tragedia: fu infatti inizialmente chiamata Arcigay Giarre, proprio in omaggio ai due giovani. Il loro sacrificio, nato dall’amore e soffocato dalla violenza, è diventato uno dei primi casi di cronaca a rendere visibile l’omofobia sistemica nell’Italia del tempo.

Stranizza d’amuri si ispira dunque a quella vicenda senza mai nominarla direttamente, ma ne conserva l’anima profonda. Giuseppe Fiorello ha scelto di ambientare il film in una Sicilia calda e sospesa, senza tempo, che fa da sfondo al fiorire di un amore giovanile puro e tenero. Il film rilegge quella tragedia con gli strumenti del cinema, ricostruendo con sensibilità il contesto oppressivo in cui i due protagonisti si muovono, costretti a nascondersi, temendo il giudizio, le voci, la violenza. Le figure degli adulti appaiono incapaci di comprendere, mentre il paesaggio, spesso soleggiato ma inquieto, riflette l’invisibile tensione che conduce al dramma.

Nel raccontare questa storia, Fiorello rende omaggio non solo a Giorgio e Antonio, ma a tutti coloro che hanno vissuto amori nascosti, silenzi imposti, ferite invisibili. Il film restituisce dignità e luce a una vicenda rimossa, trasformandola in un canto dolente e poetico. In questo modo, Stranizza d’amuri non è solo un’opera prima, ma un gesto civile, una dichiarazione d’amore e memoria, un invito a non dimenticare e a continuare a raccontare ciò che troppo spesso è stato messo a tacere.

Il fuggitivo: la spiegazione del finale del film

Il fuggitivo: la spiegazione del finale del film

Uscito nel 1993, Il fuggitivo è uno dei thriller più emblematici del cinema americano degli anni ’90, capace di coniugare tensione narrativa, ritmo incalzante e profondità psicologica in un’opera dallo stile asciutto ma coinvolgente. Diretto da Andrew Davis, il film si inserisce in un filone molto prolifico per il genere, caratterizzato da storie di uomini comuni coinvolti in ingranaggi più grandi di loro, e lo fa distinguendosi per l’abilità nel costruire un racconto che alterna azione, mistero e dramma personale con grande equilibrio. La trama, ispirata all’omonima serie televisiva degli anni ’60, è diventata un riferimento del genere, anche grazie a una messa in scena tesa e credibile, e a un’interpretazione memorabile del protagonista.

Per Harrison Ford, Il fuggitivo rappresenta una tappa fondamentale della sua carriera, confermandolo non solo come star dei blockbuster d’azione e delle saghe hollywoodiane (da Indiana Jones a Star Wars), ma anche come interprete credibile e intenso in ruoli più drammatici. Nel film veste i panni del dottor Richard Kimble, un chirurgo ingiustamente accusato dell’omicidio della moglie, che riesce a fuggire durante un trasferimento in prigione e si lancia in una corsa contro il tempo per provare la propria innocenza. Il personaggio di Kimble è l’archetipo dell’uomo giusto costretto alla fuga, e Ford gli dà corpo con una performance misurata, empatica e piena di tensione interiore.

Il film fu un successo clamoroso al botteghino, incassando oltre 350 milioni di dollari a livello globale, e ottenne sette nomination agli Oscar, vincendo quello per il miglior attore non protagonista grazie all’interpretazione di Tommy Lee Jones nei panni del tenace agente federale Samuel Gerard. Ma Il fuggitivo è ricordato anche per il suo finale teso e risolutivo, che chiude il cerchio narrativo con efficacia. Nei prossimi paragrafi, analizzeremo nel dettaglio proprio questa parte del film e il suo significato.

Il fuggitivo film

La trama di Il fuggitivo

Protagonista del film è il chirurgo di fama nazionale Richard Kimble, il quale tornato a casa dopo un’intensa giornata di lavoro trova sua moglie Helen ferita a morte da un uomo con un braccio solo. Incapace di regire, Kimble si ritrova improvvisamente ad essere il principale sospettato di tale omicidio. A suo sfavore depongono la scomparsa del vero assassino, la mancanza di prove dell’irruzione in casa e una lucrosa polizza assicurativa sulla vita della moglie. Condannato alla pena capitale, Kimble riesce però a fuggire, divenendo a tutti gli effetti un ricercato.

Sulle sue tracce si pone l’esperto Sam Gerard, il quale con la sua squadra intraprende una vera e propria caccia all’uomo. Kimble si trova così a dover sfuggire dalla polizia e dimostrare di non essere il vero omicida, sventando il complotto nei suoi confronti. Riuscirci non sarà facile, ma grazie alle sue conoscenze e alla volontà di scoprire chi ha organizzato tutto questo contro di lui, Kimble si dimostrerà risoluto e determinato, anche quando le sue ricerche lo porteranno a far emergere verità in cui non avrebbe mai creduto di imbattersi.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto de Il fuggitivo, la narrazione entra dunque nel vivo della sua risoluzione quando il dottor Kimble, dopo una lunga fuga, riesce a ricollegare tutti gli indizi che ha raccolto fino a quel momento. La sua ricerca della verità lo conduce a scoprire che l’omicidio della moglie non è stato un crimine passionale o casuale, ma l’esito di un complotto più ampio legato a una casa farmaceutica. Kimble riesce a dimostrare che la vera causa del delitto è da ricercare in un farmaco sperimentale, il Provasic, approvato nonostante effetti collaterali gravi.

Il fuggitivo cast

L’azienda, con la complicità di un medico amico di Kimble, il dottor Charles Nichols, ha orchestrato tutto per proteggere i propri interessi economici. La verità viene dunque a galla durante una grande conferenza pubblica a Chicago, dove Kimble irrompe per affrontare Nichols. Con l’aiuto di documenti e testimonianze raccolte nel corso del film, smaschera il collega di fronte alla comunità scientifica. Parallelamente, l’agente federale Sam Gerard, inizialmente determinato a catturare Kimble come un fuggitivo pericoloso, comincia a mettere in dubbio la versione ufficiale e a osservare con attenzione il comportamento dell’uomo.

Quando le prove contro Nichols diventano inconfutabili, Gerard capisce che Kimble è innocente e lo aiuta a chiudere il cerchio. Il finale del film si svolge dunque in un momento di alta tensione all’interno dell’hotel dove si tiene la conferenza. Dopo un inseguimento tra Kimble e Nichols, quest’ultimo viene arrestato proprio da Gerard, che ormai ha compreso la verità. Kimble, invece, esce finalmente dalla condizione di uomo in fuga: la sua innocenza è ristabilita, e il sistema che lo aveva condannato ingiustamente è costretto a fare i conti con i propri errori. Il gesto di Gerard, che rimuove le manette a Kimble e lo accompagna fuori in silenzio, è un segno di rispetto e redenzione.

La risoluzione del mistero non solo porta quindi giustizia alla vicenda, ma conferma il tema centrale del film: la tenacia di un uomo che, nonostante sia braccato e tradito, non rinuncia a cercare la verità. Kimble riesce a smascherare un’intera struttura corrotta, usando intelligenza, coraggio e integrità morale. Il finale di Il fuggitivo è quindi tanto un epilogo narrativo quanto una dichiarazione etica: in un mondo complesso e ambiguo, la verità può ancora emergere, e l’innocenza può ancora essere salvata.

Nuotando nella follia: la spiegazione del finale del film

Nuotando nella follia: la spiegazione del finale del film

Nuotando nella follia, diretto da Doug Campbell, è un thriller psicologico prodotto per la televisione e distribuito da Lifetime, che si inserisce pienamente nel solco dei film ad alta tensione emotiva incentrati su ossessioni, gelosie e pericoli nascosti dietro relazioni apparentemente innocue. Appartenente a quel filone ormai consolidato dei thriller domestici o ossessivi, il film costruisce una narrazione che mescola dramma familiare e suspense, con una protagonista minacciata da una figura esterna sempre più invasiva. Ambientato in un contesto apparentemente rassicurante, il film riesce così a trasformare un ambiente quotidiano in un luogo di pericolo e tensione.

La regia di Campbell, veterano dei thriller televisivi, adotta uno stile funzionale e diretto, puntando su ritmi serrati e colpi di scena calibrati, in linea con altri prodotti Lifetime come Lo stalker della stanza accanto o L’incubo di Maggie. A emergere è soprattutto la dinamica tra le due figure femminili centrali: la madre protettiva da un lato e l’istruttrice carismatica e manipolatrice dall’altro. Il film si concentra sul tema dell’invasione della sfera domestica, della fiducia mal riposta e del pericolo nascosto dietro il fascino e la disponibilità apparente.

A questi si aggiungono sottotesti legati alla maternità, al senso di colpa e alla rivalità tra donne, che rendono la vicenda più complessa di quanto non appaia in superficie. Nel corso dell’articolo analizzeremo il finale di Nuotando nella follia, svelando la verità dietro le azioni dell’antagonista e spiegando come la protagonista riesca infine a liberarsi della minaccia. Un finale che, pur restando fedele alle regole del genere, riesce a chiudere la narrazione con una certa tensione emotiva e una risoluzione che punta sulla forza interiore della protagonista.

La trama di Nuotando nella follia

La piccola Ashley, una bambina di circa dieci anni, ha una forte paura dell’acqua e rifiuta di imparare a nuotare. Su consiglio degli amici e con le migliori intenzioni, suo padre Parker decide di assumere una nuova istruttrice di nuoto, Sabrina, sperando che con pazienza e sensibilità possa aiutare la figlia a superare il suo blocco. Inizialmente gentile e premurosa, Sabrina sembra l’insegnante ideale, ma ben presto rivela un comportamento inquietante e un’ossessione crescente nei confronti della bambina, trasformando la situazione in un incubo imprevedibile.

Cj Hammond e Shellie Sterling in Nuotando nella follia
Cj Hammond e Shellie Sterling in Nuotando nella follia

La spiegazione del finale

Nel terzo atto emergono con forza i veri intenti di Sabrina, l’istruttrice di nuoto apparentemente carismatica ma ormai totalmente ossessionata da Parker e la sua famiglia. Dopo aver addormentato Ellen, moglie di Parker, con biscotti drogati e aver ucciso la nuova istruttrice Donna, Sabrina riesce a inserirsi completamente nella quotidianità della famiglia, convincendo Parker a lasciarla prendersi cura della figlia Ashley mentre lui è via. La tensione cresce ulteriormente quando Ellen, ripresasi, scopre casualmente che la coach non era morta e che Sabrina l’ha quasi annegata durante la gara in piscina.

A questo punto, tutte le tessere del mosaico si ricompongono: Sabrina è una psicopatica determinata a conquistare Parker e a eliminare chiunque osi ostacolarla. Il conflitto arriva al culmine quando Parker, allertato da Ellen, affronta Sabrina svelandole di conoscere tutta la verità. A seguito di questa confessione, Sabrina tenta di eliminare anche l’uomo, trascinandolo in acqua con l’intento di annegarlo. In quel momento, però, Ellen irrompe in scena armata di una chiave inglese e colpisce Sabrina con forza, salvando Parker e impedendone l’annegamento. Sabrina viene poi arrestata, cosa che pone fine all’incubo.

Il finale ribadisce dunque il tema centrale del film: la pericolosità di fidarsi delle apparenze. Sabrina, sotto il velo rassicurante della figura professionale, si rivela un pericolo letale, capace di manipolare e uccidere con freddezza. La scelta di far intervenire Ellen con un oggetto di uso domestico — elemento reale e potente — pone invece in primo piano la forza della protagonista, una madre allarmata che non si riconosce più nella sicurezza della propria casa e reagisce con determinazione estrema.

Il finale si riallaccia così idealmente ai temi del thriller domestico e del doppio: Sabrina rappresenta l’intruso, la minaccia nella routine quotidiana, mentre Ellen incarna la madre protettiva che scopre il suo coraggio solo quando l’innocenza della figlia è a rischio. L’acqua, elemento della rinascita, diventa dunque strettamente connesso alla donna, la quale affronta i propri traumi passati e riesce infine a superarli abbattendo l’ultimo ostacolo, Sabrina, che si frapponeva sul suo percorso di guarigione.

Questo contrasto tra apparenza rassicurante e devastazione interna delinea dunque il ritratto più ampio di Nuotando nella follia: un thriller che parla di fiducia tradita, di forze oscure che si annidano sotto scenari idilliaci e della potenza dell’istinto materno nel ribaltare le dinamiche del pericolo. Si tratta di elementi che, nel loro tornare in modo forte e chiaro, ribadiscono il focus del film, profondamente incentrato sulla famiglia e il salvarla ritrovando il controllo di sè.

Comic-Con di San Diego: come mai Marvel Studios, DC Studios, Lucasfilm e altri non saranno presenti?

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DC Studios ha saltato il Comic-Con di San Diego dello scorso anno, ma Superman era nel bel mezzo delle riprese e solo Creature Commandos era in produzione. Questo ha permesso ai Marvel Studios di rubare la scena con un panel sensazionale, conclusosi con la rivelazione che Robert Downey Jr. avrebbe interpretato il Dottor Destino del MCU nei prossimi film di Avengers.

Anche Captain America: Brave New World e Thunderbolts* sono stati menzionati, ma entrambi hanno avuto risultati inferiori alle aspettative, una volta usciti in sala all’inizio dell’anno. Questo solleva una domanda importante: vale la pena per uno studio investire tempo e denaro per farsi notare nella Hall H?

The Wrap riporta che Marvel Studios, Lucasfilm, Warner Bros./DC Studios, Legendary, Sony, Lionsgate e Paramount hanno deciso di rinunciare a organizzare panel cinematografici a San Diego alla fine di questo mese. Non sorprende che tutto dipenda da tempistiche e denaro.

Superman e I Fantastici Quattro: Gli Inizi arriveranno entrambi nelle sale prima del Comic-Con, e né i Marvel Studios né i DC Studios hanno in programma un altro film importante prima della seconda metà del 2026. Pertanto, non ha molto senso promuoverli nella Hall H.

“Penso che sia costoso andarci e che per i film sia difficile sfondare lì e fare un passo avanti”, ha detto un dirigente di alto livello del marketing al settore. “Prima sembrava un obbligo.” Una presentazione base nella Hall H, con filmati esclusivi e apparizioni di attori e registi, può costare “centinaia di migliaia di dollari“, secondo una fonte interna, soprattutto se si considerano i compensi per i talenti, i viaggi, gli alloggi e le spese di produzione.

Quando si tratta di un enorme panel dei Marvel Studios con diverse star di prima categoria, queste cifre aumentano significativamente. “Per le star più importanti, diventa davvero, davvero costoso”, ha detto un secondo responsabile marketing, spiegando che acconciatura, trucco, styling e alloggi di prima classe possono aggiungere centinaia di migliaia di dollari in più al conto.

DC Studios porterà la seconda stagione di Peacemaker all’evento, ma come osserva il report, è una decisione “sconcertante” non dare risalto al DCU più ampio, data la fase iniziale del franchise reboot. Tuttavia, il sito ha appreso che Supergirl sarà presentata a una convention autunnale, probabilmente il New York Comic Con, a ottobre. Ci saranno delle chicche per i fan. Universal Pictures porterà due film nella Hall H, e Amazon MGM Studios prevede di puntare i riflettori su Project Hail Mary. Disney e 20th Century Studios, nel frattempo, terranno dei panel su TRON: Ares e Predator: Badlands.

Per quel che conta, gli organizzatori del Comic-Con non sono troppo preoccupati che questa sia un’altra edizione dell’evento annuale che difficilmente farà notizia. “Sebbene speriamo che ogni studio o network possa partecipare ogni anno, sappiamo che non può essere sempre così”, ha dichiarato David Glanzer, responsabile delle comunicazioni e della strategia della San Diego Comic-Con. “E se qualcuno non potrà partecipare quest’anno, saremo qui nel 2026 e attenderemo con impazienza il suo ritorno.”

Ci aspettiamo grandi novità dal Comic-Con, quindi assicuratevi di continuare a controllare qui per gli ultimi aggiornamenti.

Jurassic World – La Rinascita: ecco come sarebbe dovuto finire in origine

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Jurassic World – La Rinascita è finalmente arrivato in sala e, nonostante i pareri divisi della critica, tutti gli indizi indicano che il film sarà un successo al botteghino per la Universal Pictures in questo lungo weekend del 4 luglio. La prossima settimana, però, dovrà vedersela con Superman.

A seconda di come si evolveranno le cose nelle prossime settimane, Jurassic World – La Rinascita sarà un’avventura indipendente o l’inizio di una nuova trilogia per la longeva saga. Se un seguito verrà realizzato, dovrebbe essere d’aiuto il fatto che i protagonisti del film, interpretati da Scarlett Johansson, Jonathan Bailey e Mahershala Ali, sopravvivano per combattere un altro giorno.

Nella versione del film che vediamo al cinema, Duncan Kincaid, interpretato da Ali, sembra sacrificarsi mentre distrae il D-rex per permettere ai suoi amici di fuggire. Pochi istanti dopo, un razzo di segnalazione si alza in cielo e lui viene salvato.

Parlando con Variety, il regista di Jurassic World – La Rinascita, Gareth Edwards, ha spiegato come si è evoluto il finale e ha rivelato qual era il piano originale per Kincaid. “È cambiato più volte. Nella prima bozza che ho letto, è morto, e ho pensato: ‘Fantastico!’. Abbiamo iniziato a dare la caccia a Mahershala, e per qualche motivo, ci siamo resi conto che, beh, se vogliamo prenderlo, dobbiamo tenerlo in vita, giusto? Ma poi Mahershala ha letto la bozza, e la sua unica nota principale era: ‘Possiamo ucciderlo?’. Ho accettato, così mi sono unito al Team Mahershala e abbiamo entrambi insistito per farlo uccidere; la sceneggiatura è tornata a mostrarlo morente.”

“Mentre giravamo, lo studio mi ha detto: ‘Guardate, non abbiamo tempo per fare riprese di recupero o riprese aggiuntive. Per sicurezza, procuratevi del materiale, nel caso in cui avessimo bisogno che lui viva’. Nella mia mente, so come funziona; qualsiasi cosa giriamo finirà nel film, quindi bisogna stare attenti. Ho pensato: ‘Se possiamo fare questo, voglio che sia la versione davvero elegante con cui posso convivere’, così ho iniziato a immaginarla e a immaginare alcune inquadrature. Gli attori hanno dato una performance straordinaria per questa piccola parte, e mi è piaciuta molto.”

“Ma, quando abbiamo montato il film e fatto il director’s cut, ho finito per inviare la versione in cui lui moriva. È andata bene, ma lo studio ha detto: ‘Oh, è fantastica. Ma possiamo vedere solo la versione in cui vive?’ Non l’avevamo ancora montata, quindi siamo tornati indietro e l’abbiamo montata, e tutti hanno detto: ‘Deve essere così’. Abbiamo fatto due proiezioni di prova e, visto che lo abbiamo visto vivo, tutti sono stati molto più contenti.”

La Universal sta chiaramente pensando a Johansson, Bailey e Ali come i nuovi volti del franchise di Jurassic World. Eppure, a giudicare da quello che dice Edwards, nessuno lo ha contattato per dirigere un sequel. Almeno, non ancora. “La verità è che non ne abbiamo parlato con nessuno: né con lo studio, né con i produttori, né con David né con Steven”, ha rivelato. “Nessuno ha detto una parola. Credo sia perché non vogliamo portare sfortuna. Personalmente, penso che il contributo degli attori sia straordinario. Ho adorato quello che ha scritto David, quindi penso che andrà tutto bene. Sono molto contento.”

Vi piacerebbe vedere un secondo capitolo di questa nuova (potenziale) trilogia con Scarlett Johansson, Jonathan Bailey e Mahershala Ali, diretto da Gareth Edwards.

Pom Klementieff sarebbe in lizza per interpretare il personaggio di Cacciatrice nel DCU

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James Gunn ha confermato che sono in lavorazione diversi progetti internazionali del DCU, uno dei quali si ritiene sia un film in lingua coreana su Cacciatrice con Pom Klementieff. Gunn, ha rivelato che sono attualmente in fase di sviluppo “progetti DCU provenienti da Corea, Giappone e Brasile“. Sebbene non abbia fornito ulteriori dettagli, si presumeva generalmente che il progetto coreano a cui si riferiva fosse il film su Cacciatrice di cui abbiamo sentito parlare per la prima volta nel 2023.

All’epoca, alcune indiscrezioni indicavano che il film stava procedendo con la scrittura e la regia del regista e sceneggiatore sudcoreano Jung Byung-gil (Action Boys, The Villainess, Afterburn), e circolava voce che Pom Klementieff potrebbe essere in trattativa per il ruolo principale.

Nexus Point News ha ora condiviso alcuni nuovi dettagli su questi progetti internazionali e il sito ritiene che Klementieff, di origini coreane, sia ancora in lizza per interpretare Helena Bertinelli, che sarà “rappresentata come metà coreana e metà italiana“.

Se la conoscete solo per i film di GOTG, Pom Klementieff potrebbe sembrare una scelta strana per il ruolo di Cacciatrice, ma è esperta in ruoli più drammatici e ricchi d’azione (vedi gli ultimi film di Mission: Impossible).

Cacciatrice era stata precedentemente interpretata da Mary Elizabeth Winstead in Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn), ma non sembra probabile che l’attrice possa di nuovo interpretare il personaggio nel DCU.

Vale la pena notare che il film su Cacciatrice non è mai stato annunciato ufficialmente, ma Gunn è un grande fan del lavoro di Byung-gil e ha condiviso quanto segue sul suo account Instagram durante una visita a Seul per promuovere Guardiani della Galassia Vol. 3.

Secondo NPN: “Gli elementi chiave che compongono Cacciatrice saranno presenti in molti altri progetti in fase di sviluppo nell’ambito del catalogo internazionale dei DC Studios. Questi elementi includono un’ambientazione internazionale, la serie scritta e parlata nella lingua del paese in questione e un cast composto da attori provenienti da quel paese”. A quanto pare, il piano prevede che i personaggi presenti nei progetti “appaiano in altri progetti recitati in inglese”.

I Peccatori di Ryan Coogler ha usato i costumi per il film Marvel di Blade mai realizzato

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C’è stato un tempo in cui Blade era un film in costume, e uno dei produttori di I Peccatori di Ryan Coogler ha rivelato che l’acclamato film sui vampiri utilizzava molti costumi pensati per il reboot del MCU, a lungo rimandato.

Quando è stato pubblicato il primo trailer di I Peccatori, diretto da Ryan Coogler, regista di Black Panther, molti hanno sottolineato che, in un certo senso, aveva lasciato inutilizzato delle eccedenze del film dedicato a Blade dei Marvel Studios, a lungo rimandato.

L’epico horror di Coogler è stato un successo a sorpresa, incassando 364 milioni di dollari in tutto il mondo e ricevendo ampi consensi dalla critica. Tuttavia, il fatto che fosse un film sui vampiri con protagonista un attore nero (ambientato negli anni ’20) non era l’unica cosa che aveva in comune con Blade.

Durante un’intervista con ScreenCrush, il produttore di I Peccatori, Sev Ohanian, ha condiviso un “divertente easter egg Marvel” quando ha rivelato che molti dei costumi utilizzati dalle comparse nel film erano stati originariamente previsti per Blade, quando il film era in fase di sviluppo come film in costume.

“[La costumista] Ruth Carter stava lavorando al film di Blade che poi non è stato girato”, ha rivelato. “A un certo punto quel film avrebbe dovuto affrontare il passato, e lei ne aveva già parlato, più o meno nello stesso periodo di ‘I Peccatori’.” “Aveva un magazzino pieno di abiti d’epoca, e ci ha detto, ‘Ehi, possiamo girare questo film domani'”, ha continuato Ohanian. “E la Marvel è stata così generosa e gentile da permetterci di acquistarlo praticamente a prezzo scontato.” In seguito ha chiarito che, mentre “molti degli attori secondari” indossavano gli abiti realizzati per Blade, le star del film avevano costumi originali e di nuova creazione.

I Marvel Studios hanno ripetutamente fallito nel far decollare Blade, ma questa versione del film è stata quella che è arrivata quasi alle riprese. Ambientato negli anni ’20, il film è diretto dal regista Yann Demange e ha scelto Mia Goth per il ruolo di Lilith, un’antica dea demone-vampiro che desiderava il sangue della figlia di Blade. Un enorme set ferroviario è stato costruito, ma mai utilizzato, e i piani per un Blade ambientato negli anni ’20 sono stati da allora accantonati.

Il film su Blade è stato annunciato al Comic-Con di San Diego nel 2019, quando il premio Oscar Mahershala Ali si è unito al presidente dei Marvel Studios Kevin Feige sul palco per annunciare il suo ingresso nell’MCU come Daywalker. Il film non ha ancora una data precisa e non siamo ancora vicini a sapere quando, o addirittura se, vedremo mai il Blade di Ali in azione. “Chiama la Marvel”, ha detto l’attore alla première di Jurassic World – La Rinascita. “Sono pronto. Fategli sapere che sono pronto.”

Ironheart: la spiegazione della scena post credits

Ironheart: la spiegazione della scena post credits

La miniserie in sei episodi di Disney+Ironheart” segue due personaggi, Riri Williams e Parker Robbins, ciascuno alla ricerca della propria grandezza. Sebbene i due abbiano obiettivi finali diversi nella vita, le loro strade finiscono per incrociarsi. Quella che inizia come una collaborazione reciprocamente vantaggiosa degenera rapidamente in una rivalità accanita, con entrambe le parti che affilano le armi in preparazione del prossimo scontro. Nel frattempo, un’entità misteriosa si nasconde nell’ombra, valutando il potenziale di entrambi prima di scegliere. Mentre la storia di Riri introduce la possibilità di una speranza, Parker si ritrova solo e indifeso, spingendolo a compiere un gesto disperato che trova spazio nella scena post-crediti dell’ultimo episodio della stagione, aggiungendo un ultimo colpo di scena a una narrazione che solleva più domande che risposte. SPOILER IN ARRIVO.

Parker è pronto ad avventurarsi nei regni più oscuri della magia

Nella scena post-crediti, Parker vaga per le strade di Chicago prima di entrare da Stanton’s Sweets Reads and More, un negozio di caramelle gestito da Madeline, un’amica della madre di Riri ed ex Maestra delle Arti Mistiche. Tuttavia, non è lei che incontra, ma sua figlia Zelma, una nuova amica di Riri che in precedenza l’ha aiutata a infondere nel suo vestito la magia oscura estratta da Dormammu. Ancora segnato dalle cicatrici causate dall’uso del Cappuccio, Parker chiede un po’ di “magia pesante”, una richiesta che la giovane strega non sembra comprendere, finché lui non equipara le sue esigenze al livello di Stregone Supremo, alias Doctor Strange, suggerendole di chiamare qualcuno con più esperienza per mostrargli il retro del negozio. Quando Zelma sembra interessata, lui le chiede scherzosamente di accontentarlo, e la scena si conclude con un colpo di scena.

Sebbene la scena sia breve, è ricca di dettagli, riferimenti e easter egg, molti dei quali sono talmente veloci da sfuggire se non si presta attenzione. Il cartellone pubblicitario davanti al negozio di Stanton ospita una pubblicità della TNNL, una società che la banda di Parker prende di mira nell’episodio 2 della serie. Hackerando il loro sistema e interrompendo le loro reti di trasporto, il capo della banda ottiene un vantaggio sufficiente per negoziare un accordo di proprietà anonima con il loro amministratore delegato, Sheila Zarate. È probabile che Parker abbia il controllo completo dell’azienda, poiché il cartellone pubblicitario la indica come una filiale della ArtWork Technology, una società precedentemente di proprietà di suo padre, Arthur Robbins, che ora controlla dopo aver stipulato un accordo simile. Inoltre, lo slogan della loro campagna pubblicitaria suggerisce un passaggio allo sviluppo ecologico, indicando che queste società operano secondo i valori di Parker.

Tuttavia, nonostante abbia raggiunto l’apice del benessere materiale, Parker si sente ancora vuoto, poiché ora si rende conto che diventare “ricco sfondato”, come dice lui, non è mai stata la sua vera motivazione. Il potere del Cappuccio sembra essere la chiave del suo desiderio, poiché gli fornisce un potere soprannaturale inimitabile che lo spinge ad andare avanti. Ora che il Cappuccio è fuori dalla sua portata, sembra aver perso il suo legame con Mefisto e quindi cerca poteri magici di livello simile. Le sue azioni sono anche guidate dal senso di colpa, poiché si sente personalmente responsabile della morte di suo cugino John, soprattutto dopo aver fallito nel vendicarlo. Pertanto, nonostante abbia sperimentato in prima persona la malvagità degli esseri soprannaturali, sembra decidere di dare un’altra possibilità alle sue ambizioni.

Stanton’s potrebbe diventare il nuovo Desperitos per Parker

Il retro di Stanton’s di cui parla Parker non è esattamente sul retro. Si tratta invece di un piano parallelo della realtà chiamato Western Cortex of Neverish che Madeline evoca grazie ai suoi poteri. Il piano assomiglia più a un magazzino magico e probabilmente funge da centro principale di ricerca e attività delle streghe. Anche se è improbabile che Parker trovi qualcosa di significativo all’interno del Western Cortex, data la reazione spaventata di Madeline al solo accenno di magia dimensionale oscura nel pezzo strappato del suo cappuccio, l’ambientazione potrebbe fungere da porta d’accesso a un’esplorazione più approfondita dei regni magici. Parker aggiunge spesso nuovi membri alla sua squadra grazie al suo carisma, un aspetto della sua personalità che emerge chiaramente dal modo in cui parla con Zelma. Data la sua tendenza a praticare la magia oscura, severamente proibita da sua madre, Zelma potrebbe finire per diventare la principale sostenitrice delle sue imprese.

Sebbene la serie rimanga ambigua sulla decisione finale di Riri riguardo al suo accordo con Mefisto, resta il fatto che lei è la sua nuova ossessione. L’essere soprannaturale arriva persino a descrivere il suo potenziale, secondo i suoi criteri, come superiore a quello di chiunque altro negli ultimi mille anni. Pertanto, l’inimicizia di Riri con Parker acquista una dimensione aggiuntiva, poiché lei diventa anche il suo principale ostacolo nel riconquistare l’attenzione di Mefisto. È anche possibile che Parker stia perseguendo un essere completamente diverso, che porterebbe con sé, insieme a un grande potere, una serie di condizioni e conseguenze. Parker sembra determinato a rimettere piede nel mondo delle arti mistiche, con l’intenzione di usare la magia per scoprire i suoi desideri più profondi. Tuttavia, la stagione si conclude con una nota curiosa, con l’ex leader della banda che sembra pianificare qualcosa di grande, andando incontro a uno scontro con Riri.