Pur non proponendo una rosa di
candidate che riserva particolari sorprese, quest’anno l’Academy
Awards ha deciso di compiere una mossa al contempo azzardata ma
prevedibile, viste le precedenti edizioni, quale quella di placare
le polemiche in seguito alla protesta #OscarsSoWhite; la categoria
Migliore Attrice Non Protagonista, in questo specifico caso,
risulta emblematica del cambiamento di rotta dell’Academy.
Road to Oscar 2017: la migliore
attrice non protagonista

Vediamo nel dettaglio perché e
soprattutto quali sono i nomi di questa 89ª edizioni da
considerarsi i favoriti.
Naomie Harris per Moonlight

Definita da molti una prova
toccante e splendida, premiata con una nomination ai BAFTA,
Naomie Harris in Moonlight è
Paula, una madre tossicodipendente e poco presente, in perenne
contrasto con il figlio.
Dotata di una presenza scenica non
indifferente e di un’espressività che emerge prepotentemente dallo
schermo, l’attrice è alla sua prima nomination agli Oscar e la
ricordiamo per i ruoli ben più marginali ma al contempo in parte
significativi che ha ricoperto nel corso della sua carriera, come
la Selena di 28 giorni dopo, l’horror fantascientifico di Danny
Boyle e la sacerdotessa Tia Dalma della celebre saga di Pirati dei
Caraibi.
Grazie a quest’incredibile
performance e forte di un Satellite Awards come miglior attrice non
protagonista, la Harris si presta ad essere un avversaria temibile
e una possibile rivelazione per questi 89th Academy Awards.
Nicole Kidman per Lion

Le nominations ai Golden Globe e ai
BAFTA hanno fatto ben sperare per un ritorno di Nicole
Kidman fra la rosa delle candidate.
L’attrice conquista così la sua
quarta nomination per la performance nei panni di Sue Brierley nel
drammatico Lion – La strada verso casa, regalando
quella che è stata definita da molti come
un’esecuzione toccante e commovente; la Kidman, madre adottiva
come il suo personaggio, offre un’altra sorprendente prova di
recitazione portando sullo schermo una donna combattuta fra un
affetto per il figlio che trascende la relazione etnica e il dramma
nel vederlo progressivamente allontanarsi da lei per ricercare le
sue origini.
La carriera della Kidman è
piuttosto nota: tra i tanti memorabili ruoli ricordiamo la Shannon
Christie di Cuori ribelli, la Satine di
Moulin Rogue, interpretazione che le valse la sua
prima nomination, e infine il difficile ruolo di Virginia Woolf nel
film The Hours riconosciuto con l’Oscar alla
Migliore Attrice Protagonista nel 2003.
Octavia Spencer per Il diritto di
contare

Dopo il successo ottenuto per la
sua interpretazione di Minny Jackson in The Help,
ruolo che le valse un Oscar nella stessa categoria, Octavia
Spencer ottiene una seconda nomination per la sua
interpretazione ne Il diritto di contare
(Hidden Figures), nei panni della abile matematica
Dorothy Vaughan.
Il personaggio portato sullo
schermo dalla Spencer, nella pellicola, è il terzo polo
fondamentale di un trittico che comprende tre scienziate
afroamericane le quali, pur rimanendo dietro le scene – da qui le
“hidden figures” del titolo originale -, hanno avuto un ruolo
determinante per i successi ottenuti dalla Nasa in campo
aerospaziale nel periodo della guerra fredda; la Spencer riesce a
offrire un’interpretazione brillante, ricordandoci di un passato di
discriminazioni e disuguaglianza e di un’importante lezione valida
tutt’oggi, argomento più che mai attuale in questo momento per il
popolo americano. Grazie a questo ruolo, l’attrice ha ricevuto la
nomination rispettivamente ai SAG e ai Globes.
Viola Davis per Barriere

Viola Davis per il
suo ruolo in Barriere (Fences)
diretto ed interpretato da Denzel Washington, si
aggiudica una meritata terza nomination e un nuovo primato, quale
quello di essere l’attrice di colore più volte candidata agli
Academy Awards.
Le precedente, nel 2008, fu nella
stessa categoria per il suo ruolo in Il dubbio, mentre nel 2012
ottenne la candidatura come Miglior Attrice Protagonista con
The Help.
La Davis, la quale
aveva già prestato il volto al personaggio nell’omonima pièce
teatrale del 2010, vincendo il premio Tony come migliore attrice,
parte come favorita nella categoria, forte del Golden Globe per la
sua interpretazione nei panni di Rose, moglie del protagonista e
colonna portante di una famiglia sull’orlo del conflitto.
Le controversie riguardanti la
mancata nomination di attori di colore agli Academy Awards possono
dirsi concluse: il riconoscimento delle doti attoriali della Davis,
particolarmente apprezzate dalla critica per la sua interpretazione
ne Le regole del delitto perfetto, insieme alle rispettive
candidature per Naomie Harris e Octavia
Spencer, suggellano, per il momento, la polemica
serpeggiata durante le precedenti edizioni circa il presunto
razzismo che dilaga all’interno dello star system
hollywoodiano.
Michelle Williams per Manchester
by the Sea

Dopo lo slittamento della Davis
dalla categoria Migliore Attrice Protagonista a quella di
Supporting, le quotazioni di Michelle Williams per
una possibile vittoria in questi 89th Academy Awards scendono a
picco nonostante l’ottima performance offerta nel dramma familiare
Manchester by the Sea e la nomination ai BAFTA e
ai Globes; tuttavia, l’Academy, nota per riservare sorprese in ogni
edizione, potrebbe meritatamente scegliere di premiare la Williams
che, in questa pellicola, sembra avere tutte le carte in regola per
vincere l’ambita statuetta.
Si tratta inoltre della quarta
nomination dell’attrice: l’interpretazione ne I segreti di
Brokeback Mountain le vale la candidatura nella presente
categoria mentre la toccante prova attoriale offerta in
Blue Valentine del 2010 viene ricompensata con la
nomination nella categoria Migliore Attrice Protagonista. Nominata
anche per il biopic su Marilyn Monroe nella categoria
principale.