Netflix ha pubblicato un nuovo trailer di
Monster: The Ed Gein Story, che punta
dritto al pubblico rivelando una nuova stagione raccapricciante.
La
serie antologica è stata creata da Ryan
Murphy e nelle due precedenti stagioni ha affrontato i
famosi assassini Jeffrey Dahmer e i fratelli Menendez. La nuova
stagione Monster: The Ed Gein Story uscirà su Netflix il 3
ottobre.
La terza stagione della serie
antologica sarà incentrata sui crimini dell’assassino Ed Gein,
interpretato da Charlie Hunnam, nella campagna del
Wisconsin degli anni ’50. I suoi omicidi hanno ispirato film famosi
come Psycho, Non aprite quella porta e Il silenzio degli
innocenti.
Ora Netflix ha pubblicato il
trailer completo di Monster: The Ed Gein Story. Il trailer mostra
la star di Sons of Anarchy Hunnam irriconoscibile nei panni del
famigerato serial killer. Il trailer mostra alcune scene dei
crimini commessi da Gein, mentre il personaggio interpretato da
Hunnam afferma: “Sei tu quello che non riesce a distogliere lo
sguardo”, guardando direttamente nella telecamera. Guarda il
trailer qui sotto:
La trama di Monster: La
storia di Ed Gein
Serial killer.
Profanatore di tombe. Psicopatico. Nelle gelide campagne del
Wisconsin degli anni ‘50, un uomo solitario, all’apparenza cordiale
e dai modi gentili di nome Eddie Gein vive tranquillamente in una
fattoria fatiscente, nascondendo una casa degli orrori così
raccapricciante da ridefinire l’incubo americano. Spinto
dall’isolamento, dalla psicosi e da una completa ossessione per la
madre, i crimini perversi di Gein hanno dato vita a un nuovo tipo
di mostro destinato a tormentare Hollywood per decenni. Da Psyco a
Non aprite quella porta, fino a Il silenzio degli innocenti, la
macabra eredità di Gein ha dato vita a mostri immaginari modellati
sulla sua immagine, alimentando un’ossessione culturale per la
perversione criminale. Ed Gein non ha solo influenzato un genere,
ma è diventato un modello per l’horror moderno.
La rivoluzionaria serie
antologica di Ryan Murphy e Ian Brennan torna per la sua terza
stagione, la più agghiacciante finora. Monster: La storia di Ed
Gein racconta come un uomo semplice di Plainfield, nel Wisconsin,
sia diventato il più grande mostro della storia, rivelando al mondo
la verità più orribile di tutte: i mostri non nascono, ma sono
creati… da noi.
Con
La Valle dei Sorrisi, al cinema dal
17 settembre 2025,
Paolo Strippoli
torna a confrontarsi con il cinema di genere dopo A Classic Horror Story e Piove. Il film,
interpretato da Michele Riondino,
Romana Maggiora Vergano e
Giulio Feltri,
porta sul grande schermo la storia di un paese isolato tra le
montagne, i cui abitanti vivono in una felicità innaturale grazie
al “dono” di un ragazzo capace di assorbire il dolore degli altri.
Ma dietro la serenità apparente si nasconde un rituale inquietante
e un conflitto profondo sui limiti del sacrificio.
Abbiamo incontrato il regista per parlare delle origini del
progetto, dei personaggi e dei temi che animano questo horror
italiano pronto a scuotere lo spettatore.
L’origine della storia
Che cosa ti ha spinto a
scrivere e dirigere questa storia e che cosa ti stava a cuore
raccontare?
«L’idea del film è nata insieme ai due sceneggiatori, Milo
Tissone e Jacopo del Giudice, alla fine del nostro percorso al
Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Abbiamo iniziato a
scriverla nel 2017, in un momento di passaggio tra la fine degli
studi e l’ingresso nell’età adulta. Volevamo riflettere su come gli
esseri umani cerchino in ogni modo di scrollarsi di dosso il
dolore: attraverso pratiche olistiche, droghe, psicofarmaci o
religioni.
In La Valle dei Sorrisi ho voluto costruire
una comunità che fosse essa stessa un personaggio, in cui non
esistono buoni e cattivi assoluti ma persone che si spostano
continuamente da un lato o dall’altro in base al bisogno di
liberarsi dalla sofferenza. Prima ancora che un film di genere, è
un coming of age a doppio punto di vista: quello di
Sergio (Michele
Riondino), un uomo che vuole ritrovare la possibilità di essere
padre, e quello di Matteo
Corbin (Giulio Feltri), un adolescente che cerca la
propria identità mentre incarna il meccanismo di compensazione di
un’intera comunità».
Il confine tra bene e male
I confini tra bene e male
sono molto labili?
«Non credo che nella vita reale esistano buoni e cattivi assoluti.
Nel film, i personaggi sono vittime anche di sé stessi, e questo
porta lo spettatore a chiedersi costantemente da chi difendersi e
per chi tifare.
Mi
piacciono le storie in cui i protagonisti attraversano una ricerca
identitaria che li porta a oscillare tra ruoli opposti. Penso a
Thelma di Joachim Trier,
a Carrie di Brian De
Palma o a Lasciami
entrare di Tomas Alfredson.
Così accade a Matteo, che decide di liberarsi dalle catene imposte
dalla comunità, e a Sergio, che nel suo bisogno di ritrovare un
figlio è disposto a distruggere un equilibrio intero. Sono due
anime che si cercano: Matteo ha bisogno di una guida, Sergio di un
figlio. Il loro incontro è un’esplosione destinata a travolgere
tutti».
Michela, un ponte verso l’esterno
Come entra in scena
Michela, interpretata da Romana Maggiora Vergano?
«Michela ha subito un trauma da bambina che l’ha radicata alla
comunità. È giovane, con il futuro negli occhi, ma non può lasciare
Remis. Quando arriva Sergio, lei vede in lui uno spiraglio verso il
mondo esterno e lo introduce al segreto del paese. Lo fa anche per
tenerlo vicino, per non perdere quel legame con qualcosa che da
tempo desiderava».
Parlavi di uno scenario
pseudo-idilliaco in cui ci si difende dal dolore con la rimozione:
in che senso?
«Attraverso il personaggio di Pichler (Sergio Romano) il film
afferma che un essere umano compiuto è chi riesce a convivere con
il dolore, trasformandolo in occasione di crescita. A Remis,
invece, il dolore viene rimosso. Gli abitanti hanno dimenticato
come si soffre e, privati del loro dispositivo di compensazione,
sono disposti a compiere atti estremi. È questo che volevo
raccontare: cosa succede quando una comunità intera non sa più
affrontare la sofferenza».
L’ombra dell’Anticristo
Come vi siete documentati
per scrivere la sceneggiatura?
«Abbiamo consultato diversi testi sacri e ci siamo concentrati
sull’idea dell’Anticristo come figura che tenta con la promessa di
rimuovere il dolore. Matteo può essere visto così, o come un angelo
salvatore: dipende dallo sguardo di chi lo osserva.
Il
riferimento esplicito è al capitolo 13 dell’Apocalisse. Il gioco
del film è proprio questo: costruire una comunità con un
personaggio al centro e lasciare che lo spettatore decida cosa
rappresenta. Non è importante chi sia Matteo, ma cosa diventiamo
noi se ci troviamo di fronte a una figura simile».
Un horror che parla al presente
Con La Valle dei
Sorrisi, Strippoli firma un film che mescola horror e parabola
sociale, giocando sul doppio registro del folklore e della
riflessione contemporanea. In Sergio e Matteo, in Michela e negli
abitanti di Remis, non c’è solo un racconto dell’orrore ma anche
una domanda urgente: cosa succede a una società che rifiuta il
dolore e cerca disperatamente di cancellarlo?
Dal 17 settembre
2025 nelle sale, il film invita a immergersi in un viaggio
perturbante dentro la natura più fragile e contraddittoria
dell’essere umano.
Diretto da
Clint Eastwood, Giurato
numero 2 (Juror #2) racconta la storia di un uomo
che scopre di far parte della giuria di un caso con cui ha un
legame scioccante. Il protagonista è Justin Kemp, interpretato da
Nicholas Hoult, chiamato a far parte della giuria
nel caso di una donna uccisa un anno prima, il cui accusato è il
suo fidanzato. Justin non sa nulla del caso, ma nel momento in cui
i dettagli gli vengono esposti il primo giorno del processo,
capisce che il fidanzato è innocente e che lui stesso è
l’assassino.
La domanda ora è: Justin dovrebbe
confessare o lasciare che la giustizia faccia il suo corso e che un
uomo innocente si prenda la colpa? Il film tocca elementi molto
umani attraverso un personaggio che sembra qualcuno che potrebbe
vivere proprio nella porta accanto. È interessante notare che
l’idea per il film è nata da una situazione reale.
Giurato numero
2 trae ispirazione dalle esperienze vissute in
un’aula di tribunale reale
Giurato numero 2 (Juror
#2) è una storia interamente immaginaria concepita dalla
fantasia creativa di Jonathan Abrams. Lo scrittore ha rivelato di
aver avuto l’idea in un tribunale reale. Spiegando le origini del
film, ha parlato di un suo caro amico, che ora è giudice in
California e prima lavorava come pubblico ministero. Circa dieci
anni fa, si trovava a seguire un caso che sembrava destinato a una
sconfitta certa. L’unico modo in cui pensava di poter salvare la
situazione era presentare un’arringa finale convincente, e per
questo chiamò Abrams. Gli avvocati chiesero al suo amico di
scrivere qualcosa di così potente da poter commuovere la giuria.
Non gli importava che Abrams includesse elementi che sembravano
funzionare solo nei film perché, a quel punto, non aveva molto da
perdere. Abrams fece la sua magia e, sorprendentemente, l’arringa
finale ribaltò la situazione e vinse la causa.
Toni Collette e Nicholas Hoult in Giurato numero 2
La vittoria impressionò così tanto
l’amico di Abrams che chiese allo scrittore di assistere ai
processi con lui. Un giorno, lo scrittore partecipò all’esame
preliminare della giuria, dove trovò persone che cercavano di
inventare scuse per sottrarsi al dovere di giurato. Il giudice,
tuttavia, non ne voleva sapere. Questo portò Abrams a pensare alla
cosa migliore che si potesse dire in una situazione del genere per
convincere il giudice a lasciarli andare, e gli venne in mente
un’idea interessante. E se una persona dicesse che non poteva far
parte della giuria perché era stata lei a commettere il crimine?
Questo fu il gancio della storia, e la parte sulle persone che
cercavano scuse trovò posto nel film.
Una volta capito di cosa trattava
la storia, Abrams iniziò a lavorarci. Parlò con i suoi amici
avvocati per renderla il più autentica possibile dal punto di vista
legale. Quando il film entrò in produzione, anche il regista
Clint Eastwood chiese consiglio ai giudici e agli
avvocati che lavoravano nel tribunale dove era stato girato il
film. Abrams ha rivelato che Giurato numero 2 (Juror
#2) è influenzato da 12 Angry Men, ma è stato
Mystic River di Eastwood a ispirarlo nella
definizione del tono e del finale della storia. Fortunatamente, è
riuscito a convincere lo stesso Eastwood a dirigere il film, e lo
sceneggiatore ne è stato molto felice.
Lo sceneggiatore e il regista
volevano che Justin e James fossero imperfetti ma
identificabili
Mentre scriveva la storia, Jonathan
Abrams sapeva che non voleva che il protagonista fosse qualcuno che
il pubblico avrebbe odiato. Voleva che Justin Kemp fosse solo un
uomo normale con cui il pubblico potesse identificarsi. Non doveva
essere un cattivo che voleva mandare in prigione una persona
innocente per salvarsi. All’inizio, almeno, il pubblico doveva
vedere Justin come un ragazzo normale coinvolto in una situazione
straordinaria e capire perché aveva preso certe decisioni.
L’umanità del personaggio era il fulcro della storia, e Clint
Eastwood era d’accordo. Quando quest’ultimo lesse la sceneggiatura,
apprezzò il fatto che la storia fosse incentrata più sulla persona
che sul crimine. Come dimostrano le sue opere, l’attore-regista ama
adottare un approccio minimalista, in cui l’attenzione è
interamente concentrata sui personaggi. Desiderava lo stesso per
Justin.
Abrams ha rivelato che Eastwood gli
ha persino chiesto di eliminare gli aspetti superficiali e di
concentrarsi sul dilemma di Justin e sul suo desiderio di salvarsi,
ma anche di non far pagare a una persona innocente i suoi crimini.
Allo stesso modo, volevano che James Sythe fosse un personaggio
apparentemente cattivo con cui gli spettatori potessero empatizzare
nonostante il suo passato turbolento. Ha fornito il contrasto di un
cattivo innocente rispetto al buono colpevole di Justin, rendendo
la trama più coinvolgente. Il regista riteneva che il pubblico
dovesse essere in grado di mettersi nei panni di Justin e allo
stesso tempo comprendere la difficile situazione di James, il che
conferisce maggiore profondità al dilemma morale molto reale che la
storia e i personaggi di Giurato numero 2 (Juror
#2) , anche se fittizi, presentano agli spettatori.
Springsteen: Liberami dal Nulla segue la
realizzazione dell’album “Nebraska” di Bruce Springsteen del 1982.
Inciso con un registratore a quattro piste nella sua camera da
letto in New Jersey, l’album segnò un momento di svolta nella sua
vita ed è considerato una delle sue opere più durature: un album
acustico puro e tormentato, popolato da anime perse in cerca di una
ragione per credere.
“‘Nebraska’ è il momento in cui
Bruce ha scelto la verità al posto delle aspettative, una scelta
che ancora oggi risuona in tutto ciò che ha scritto da allora. A
quel bivio, avrebbe potuto inseguire le luci e il frastuono delle
arene, invece ha scelto di guardarsi dentro, armato solo del
silenzio, di un registratore a quattro piste e del coraggio di
confrontarsi con sé stesso. Il fatto che mi abbia affidato il
compito di raccontare quella storia, il capitolo più vulnerabile
della sua vita, è il più grande onore che abbia mai ricevuto come
regista”, afferma Cooper.
“Questo film prende un paio
d’anni della mia vita e li analizza molto da vicino, il periodo in
cui ho realizzato ‘Nebraska’ e ho attraversato alcune difficoltà
personali”, afferma Springsteen. “Sono molto grato a
Jeremy Allen White e all’intero cast per le
loro interpretazioni meravigliose e commoventi, e a Scott Cooper,
uno dei collaboratori più generosi con cui abbia mai
lavorato”.
Il film, con Jeremy Allen White nel ruolo di Bruce
Springsteen, è diretto da Scott Cooper e tratto
dall’omonimo libro di Warren Zanes. Springsteen: Liberami dal
Nulla vede anche Jeremy Strong nel ruolo di Jon Landau,
storico manager e confidente di Springsteen; Paul Walter
Hauser nei panni del tecnico di chitarre Mike Batlan;
Odessa Young nel ruolo di Faye; Stephen
Graham in quelli di Doug, padre di Springsteen;
Gaby Hoffman in quello di Adele, madre di
Springsteen e David Krumholtz in quelle di Al
Teller, Columbia executive.
Il film è prodotto da Cooper, Ellen
Goldsmith-Vein, Eric Robinson e Scott Stuber. Tracey Landon, Jon F.
Vein e Zanes sono i produttori esecutivi. Il film include la
colonna sonora originale del compositore Jeremiah Fraites, la
fotografia di Masanobu Takayanagi, la scenografia di Stefania
Cella, i costumi di Kasia Walicka-Maimone e il montaggio di Pamela
Martin.
Springsteen: Liberami dal Nulla, dopo l’ottima
accoglienza ricevuta al Telluride Film Festival, arriverà nelle
sale italiane il 23 ottobre 2025.
Alien: Pianeta
Terra (qui
la nostra recensione) è stato pubblicamente elogiato da
Stephen King. La serie, un prequel di Alien
del 1979 e si concentra su ciò che accade quando gli Xenomorfi, i
Facehugger e altre creature aliene atterrano sulla Terra dopo che
un’astronave si è schiantata sul pianeta. La serie si concentra
anche su un gruppo di bambini morenti la cui coscienza viene
trasferita in corpi sintetici adulti. Si costruisce così un
racconto che, oltre all’orrore, propone profonde questioni etiche,
riflettendo ampiamente sul concetto di umanità.
Dopo aver ricevuto elogi da ogni
dove, la serie ha dunque ora ricevuto anche quello di King, che ha
pubblicato sul suo account Threads quanto gli sia piaciuta
la serie. In particolare, l’autore ha scritto che la serie
“potrebbe” essere la sua “preferita”. Il leggendario scrittore ha
anche elogiato gli effetti speciali e i dialoghi dello show, oltre
a riflettere sul vero cattivo della serie. “Penso che Alien: Pianeta Terra potrebbe essere la mia
preferita. Gli effetti speciali sono incredibili (per non dire
raccapriccianti) e i dialoghi sono incisivi. I veri mostri sembrano
essere le 5 corporazioni che si sono spartite il pianeta”.
Il fatto che King abbia apertamente
elogiato Alien: Pianeta Terra influisce sulla
serie in due modi principali. Il primo modo in cui la serie, creata
da Noah Hawley, è influenzata dall’elogio
dell’autore riguarda l’eredità della serie, mentre il secondo è
importante dal punto di vista commerciale. L’approvazione di King
nei confronti di questo prodotto probabilmente attirerà infatti un
numero maggiore di spettatori verso la serie.
La trama e il cast di Alien: Pianeta
Terra
Alien: Pianeta
Terra è ambientata nell’anno 2120, quando la Terra è
governata da cinque corporazioni: Prodigy, Weyland-Yutani, Lynch,
Dynamic e Threshold. In questa era corporativa, i cyborg (esseri
umani con parti biologiche e artificiali) e i sintetici (robot
umanoidi con intelligenza artificiale) coesistono con gli esseri
umani. Ma le carte in tavola cambiano quando il geniale fondatore e
amministratore delegato della Prodigy Corporation sblocca una nuova
innovazione tecnologica: gli ibridi (robot umanoidi dotati di
coscienza umana).
Il primo prototipo ibrido chiamato
“Wendy” (Sydney Chandler) segna una nuova alba
nella corsa all’immortalità. Dopo che un astronave della
Weyland-Yutani si schianta contro Prodigy City, “Wendy” e gli altri
ibridi incontrano però misteriose forme di vita più terrificanti di
quanto si potesse immaginare. Avrà così inizio una nuova lotta per
la supremazia tra specie.
Alien: Pianeta
Terra è stata creata da Noah Hawley e
vede protagonisti Sydney Chandler, Alex Lawther, Essie
Davis, Samuel Blenkin, Babou Ceesay, Adarsh Gourav, Erana James,
Lily Newmark, Jonathan Ajayi, David Rysdahl, Diêm Camille, Moe
Bar-El, Adrian Edmondson e Timothy Olyphant.
Nel suo primo week-end di
programmazione Demon
Slayer: Kimetsu no Yaiba Il Castello
dell’Infinito ha fatto registrare uno
straordinario risultato al box-office italiano: il film prodotto da
Crunchyroll e distribuito nelle sale italiane da Eagle
Pictures ha conquistato il primo posto con 2 milioni e 650.000
euro, mantenendo sempre la prima posizione dalla sua uscita in sala
e registrando l’opening day più alto di sempre per un anime in
Italia.
Demon Slayer:
Kimetsu no Yaiba Il Castello dell’Infinito raggiunge
così anche in Italia il successo ottenuto al box-office giapponese
dove con oltre 210 milioni di dollari è diventato uno dei
maggiori successi della storia del cinema in Giappone, e a quello
americano dove ha incassato 70 milioni di dollari e ha registrato
la miglior apertura di sempre per un film d’animazione giapponese
negli Stati Uniti, confermandosi come uno degli eventi
cinematografici più attesi dell’anno.
Il film, diretto da Haruo
Sotozaki (regista della saga di Demon Slayer), è il primo
capitolo della trilogia cinematografica che rappresenta l’arco
finale e il culmine della popolare serie anime shonen che segue la
storia di Tanjiro Kamado, un ragazzo la cui famiglia è stata
uccisa da un demone e che decide di unirsi al Demon Slayer Corps
per far tornare umana la sorella minore Nezuko, dopo che questa è
stata trasformata in un demone.
Demon Slayer, campione
d’incassi in tutto il mondo, è basato sul manga di Koyoharu Gotoge,
che con oltre 150 milioni di copie è tra i primi dieci più venduti
della storia
Mentre James Gunn sta lavorando al
Capitolo 1: “Dei e Mostri” per il franchise DC
Universe, anche Matt Reeves sta ampliando il
suo Elseworlds con la sua versione del Cavaliere Oscuro iniziata
nel 2022. Per il 2024, la serie TV The
Penguin ha arricchito il suo universo, lasciando il
mondo in attesa del ritorno del Cavaliere Oscuro. Sebbene il sequel
sia in fase di sviluppo da diversi anni, le cose stanno finalmente
iniziando a prendere forma per l’attesissimo capitolo di Reeves,
The
Batman – Parte II, previsto per il 2027.
In una nuova intervista con Variety, al regista DC è stato chiesto se avesse
qualche aggiornamento da condividere sul suo prossimo film, dato
che la sceneggiatura è stata completata all’inizio di quest’anno.
Non solo ha condiviso un nuovo aggiornamento su quando inizieranno
le riprese nel 2026, ma Reeves ha anche rivelato il pensiero di
Robert Pattinson sulla
sceneggiatura: “Inizieremo le riprese in primavera,
probabilmente verso la fine di aprile o l’inizio di maggio. È stato
un lungo percorso, ma sono incredibilmente entusiasta”, ha
affermato Reeves.
“Sono davvero orgoglioso della
sceneggiatura che io e Mattson Tomlin abbiamo scritto e abbiamo
iniziato a condividerla con Robert Pattinson. Rob era super
entusiasta, sono davvero entusiasta dell’idea che sarà, che
sentiamo di poter arrivare più lontano e fare ancora di più di
quanto abbiamo fatto nel primo. E sono davvero entusiasta di
ritrovare tutti quelli con cui abbiamo realizzato il film, sarà
divertente. Abbiamo messo la sceneggiatura in una busta segreta che
ha letteralmente un lucchetto con un codice. Pattinson era a New
York in quel momento, e tutto è altamente protetto. Ci fidiamo
davvero di Rob, perché è il migliore“, ha concluso il
regista.
Cosa significa l’aggiornamento di
Matt Reeves su The Batman – Parte II
Man mano che sempre più membri del
cast di The
Batman – Parte II ricevono la sceneggiatura, il sequel
entra nella fase di pre-produzione, il che significa diverse cose
entusiasmanti per il pubblico. Non solo permette alle star che
tornano di prepararsi ulteriormente, ma alla fine darà il via al
processo di casting per i nuovi personaggi che entreranno nella
storia. A seconda di come andrà la ricerca, è possibile che gli
annunci di casting per il sequel inizino ad arrivare in autunno o
verso la fine del 2025.
Ciò dovrebbe anche rivelare
ulteriori indizi sulla trama di The Batman – Parte
II, dato che finora si sa molto poco sul film in uscita
nel 2027. Ciò include elementi come chi sarà il prossimo cattivo DC
nell’arco narrativo di Bruce Wayne, così come i personaggi
secondari che potrebbero apparire dal più ampio canone dei fumetti.
Ma, dato l’aggiornamento del regista, evidentemente si sta cercando
di alzare l’asticella per il nuovo film.
Tutto quello che sappiamo su
The Batman – Parte II
The
Batman – Parte II è uno dei film più attesi del nuovo
panorama DC, ma il suo percorso produttivo non è stato privo di
ostacoli. Inizialmente previsto per ottobre 2025, il sequel diretto
da Matt Reeves è stato rinviato al 1°
ottobre 2027. I ritardi sono stati giustificati da
esigenze legate alla scrittura della sceneggiatura e al calendario
riorganizzato della DC sotto la nuova guida di James Gunn e Peter Safran,
che stanno ristrutturando l’intero universo narrativo. Nonostante
ciò, Reeves ha confermato che
le riprese inizieranno nella primavera
2026 e Gunn ha recentemente letto la
sceneggiatura, definendola “grandiosa”, un segnale incoraggiante
per i fan.
Sul fronte del cast, è confermato il
ritorno di Robert Pattinson nei panni di Bruce
Wayne/Batman, all’interno dell’universo narrativo alternativo noto
come “Elseworlds”, separato dal DCU principale. Dovrebbero tornare
anche Jeffrey Wright come il commissario Gordon e
Andy Serkis nel ruolo di Alfred. I rumor più
insistenti ruotano attorno alla possibile introduzione di
Harvey Dent/Due Facce e Clayface (che avrà inoltre un film tutto suo)
come villain principali, anche se nulla è stato ancora
ufficializzato. C’è chi ipotizza un ampliamento del focus sulla
corruzione sistemica di Gotham, riprendendo i toni noir e
investigativi del primo capitolo, con Batman sempre più immerso in
un mondo in cui la linea tra giustizia e vendetta si fa
sottile.
Per quanto riguarda la
trama, le indiscrezioni suggeriscono un’evoluzione
psicologica per Bruce Wayne, alle prese con le conseguenze delle
sue azioni e un Gotham sempre più caotica, anche dopo gli eventi
della serie spin-off The Penguin con Colin Farrell (anche lui probabile membro del
cast). Alcune fonti parlano di un possibile scontro morale con
Harvey Dent, figura ambigua per eccellenza, o di un Batman
costretto a confrontarsi con i limiti del suo metodo. Al momento,
tutto è però ancora avvolto nel riserbo, ma la conferma della
sceneggiatura completa e approvata lascia ben sperare per l’inizio
delle riprese entro l’autunno e per un sequel che promette di
essere ancora più cupo, ambizioso e introspettivo.
Reeves spera naturalmente che il suo
prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo.
The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance
al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il
mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste
recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione
dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli
Oscar. Nel frattempo, Reeves ha espanso la serie DC
Elseworld con la già citata serie spin-off di Batman,
The Penguin, disponibile su Sky e NOW, per
l’Italia.
Ospiti
specialissimi, sconvolgenti cambiamenti, grandi sfide personali e
una minaccia che rischia di far deflagrare la loro straordinaria
famiglia disfunzionale: sono pronti ad affrontare una nuova,
scoppiettante stagione gli agenti di CALL MY AGENT –
ITALIA, la serie Sky
Original remake del cult Dix pour
cent sul dietro le quinte dello showbusiness italiano,
che torna con i nuovi episodi da
novembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su
NOW e che si mostra oggi nelle prime immagini dei teaser trailer
appena rilasciati.
Sempre prodotta da Sky Studios e da
Palomar (a Mediawan Company), la terza stagione della
serie è diretta da Simone
Spada (Hotel Gagarin, Studio
Battaglia, Rocco Schiavone) e scritta
da Federico Baccomo (Call My Agent –
Italia, Improvvisamente Natale,Studio
Battaglia), autore del soggetto di serie e dei soggetti di
puntata, con Camilla Buizza (ep. 2 e 5)
e Tommaso Renzoni (ep. 4).
Affiancati anche
quest’anno da tanti sorprendenti camei, tornano i protagonisti
delle prime due stagioni: Michele Di
Mauro, Sara
Drago e Maurizio
Lastrico ancora nei ruoli di Vittorio, Lea e
Gabriele, talentuosi, instancabili e appassionati agenti di alcuni
fra i più grandi protagonisti del mondo dello spettacolo italiano.
E i loro assistenti: Monica, interpretata da Sara
Lazzaro, Pierpaolo (Francesco Russo) e
Camilla (Paola Buratto). Nei nuovi episodi
ritornano anche Kaze nel ruolo di
Sofia, Emanuela Fanelli in quello di
Luana Pericoli e Corrado Guzzanti.
A complicare la
vita degli agenti e, di conseguenza, quella dei loro assistenti,
anche nei nuovi episodi tanti nuovi nomi di primissimo piano, guest
di ciascuna puntata nei panni di se stessi: Luca Argentero, Michelle
Hunziker e Aurora
Ramazzotti, Stefania
Sandrelli,il cast
di“Romanzo Criminale – La serie”
(Marco Bocci, Vinicio
Marchioni, Francesco
Montanari, Edoardo
Pesce, Alessandro
Roia, Daniela
Virgilio), Miriam Leone, Ficarra &
Picone. Nella terza stagione
anche Nicolas Maupas nei panni
di se stesso e Gianmarco Saurino.
Col consueto tono
brillante e autoironico, i nuovi episodi racconteranno l’inizio di
una nuova era per la CMA, l’importante agenzia di spettacolo
al centro della serie, celebrando ancora una volta il nostro star
system. Sullo sfondo di una Roma ritratta nelle sue location più
esclusive e rappresentative del jet set, gli agenti e i loro
assistenti tornano quindi per una nuova emozionante stagione,
pronti ad affrontare un nuovo anno esplosivo.
La trama di CALL MY AGENT –
ITALIA Stagione 3
Ora che non c’è più
Elvira, gli equilibri alla CMA sono destinati a mutare, anche
perché UBA, la più grande agenzia mondiale, si sta apprestando a
sbarcare sul suolo italiano, decisa a spazzare via la concorrenza.
Vittorio, Lea e Gabriele sono determinati e pronti a raccogliere la
sfida, ma non si tratta di una battaglia facile, soprattutto ora
che la vita privata dei tre spariglia le carte in tavola. Tra amori
che nascono, relazioni che finiscono e contrattempi imprevedibili,
i nostri tre agenti, insieme ai loro fedeli assistenti,
affronteranno una vera e propria lotta contro il tempo per salvare
il futuro della CMA.
CALL MY
AGENT – ITALIA | Da novembre in esclusiva su Sky e in streaming
solo su NOW
Incoraggiato dal successo di
Fallout,
Amazon Prime Video sta sviluppando
attivamente diversi altri adattamenti di videogiochi, tra cui
progetti basati su Mass Effect,
Wolfenstein, Warhammer
40.000 e una seconda stagione della sua serie
antologica animata Secret Level. All’SDCC 2025 dello scorso
luglio, Ronald D. Moore, showrunner della prossima
serie TV God of War, ha invece rivelato che
intende iniziare la produzione dell’adattamento non prima del
2026.
Tenendo conto di questa tempistica,
è certamente possibile che il casting sia già in corso, e recenti
notizie suggeriscono che ci sia una rosa di dieci attori presi in
considerazione per il ruolo principale di Kratos.
John Campea, ex conduttore di AMC Movie News e
Collider Movie Talk, e attuale conduttore del podcast John
Campea Show, ha affermato che la lista
include i seguenti nomi:
Cavill è già protagonista di diversi
progetti Amazon, tra cui l’ambiziosa serie live-action
Warhammer 40.000, un film live-action su
Voltron e un remake di Highlander
che recentemente è passato dalla Lionsgate alla Amazon MGM. Sebbene
Amazon abbia chiaramente fiducia in Cavill per i franchise più
importanti, sembra improbabile che gli venga affidato il compito di
recitare in un altro film allo stesso tempo.
Sebbene poi Christopher
Judge sia la voce di Kratos nei giochi, è improbabile che
possa ottenere questo ruolo fisicamente impegnativo a causa della
sua età e dei suoi precedenti infortuni. Tra i fan di God
of War, i favoriti sembrano essere Joe
Manganiello e Jason Momoa, entrambi dotati della
statura fisica e della presenza imponente necessarie per
interpretare il Fantasma di Sparta.
Moore ha confermato che la serie
salterà l’era greca dei giochi God of War e si
concentrerà invece sulla più recente trama della mitologia norrena
dei giochi esclusivi per PlayStation. Riguardo all’adattamento,
Moore ha dichiarato: “Siamo nella fase delle sceneggiature, ci
stiamo ancora lavorando. Sta andando molto bene, abbiamo un ottimo
team. È stato affascinante immergermi in questo progetto… più mi ci
dedicavo, più rimanevo impressionato dall’ampiezza e dalla
profondità della mitologia coinvolta in questo
videogioco“.
Ha anche confermato che Amazon si è
già impegnata per due stagioni, la prima delle quali composta da
dieci episodi. Moore ha sottolineato che sta lavorando a stretto
contatto con il direttore del gioco Cory Barlog
per garantire che la serie rimanga fedele alla storia originale e
alla sua mitologia.
Giurato
numero 2(qui la recensione) termina con
un finale sospeso che lascia alcune domande senza risposta. Il
film, diretto da Clint Eastwood su una sceneggiatura di
Jonathan A. Abrams, vede il personaggio di
Nicholas Hoult, Justin Kemp,
chiamato a far parte di una giuria, solo per rendersi conto di
essere stato al bar la notte in cui James Michael
Sythe avrebbe ucciso la sua ragazza
Kendall. La memoria di Justin inizia a mostrare al
pubblico che forse non ha investito un cervo come si credeva in
precedenza, ma proprio Kendall. Justin è tormentato dal senso di
colpa per tutto il film di Eastwood e fa di tutto per assicurarsi
di non essere implicato nell’omicidio, cercando di provare
l’innocenza di James.
Dopo che la giuria ha deciso il
verdetto di colpevolezza, il giudice condanna James all’ergastolo.
Anche Faith Killebrew, ora procuratore
distrettuale, è presente e ha dei sospetti sul caso dopo un
incontro con Harold. Sospettando che Justin abbia
più cose da nascondere di quanto si credesse inizialmente, Faith lo
affronta fuori dal tribunale. Justin lascia intendere
indirettamente che la notte in cui potrebbe aver investito Kendall
è stato un incidente e che sia lui che Faith avevano persone da
proteggere. Justin suggerisce che Faith perderebbe il lavoro e
sarebbe perseguitata dalla stampa. Poco dopo, però, Faith si
presenta alla porta di Justin.
Cosa succede a Justin Kemp alla
fine di Giurato numero 2
Justin aveva appena venduto l’auto
con cui avrebbe investito Kendall un anno prima e, dopo la sentenza
di James, si credeva libero dal caso, anche se apparentemente si
sentiva ancora in colpa. Ma Justin potrebbe non vivere la vita
felice che aveva immaginato per sé e la sua famiglia. L’arrivo di
Faith è ambiguo, poiché lei non dice nulla a Justin quando arriva a
casa sua, ma il finale di Giurato numero 2
suggerisce che il caso è lungi dall’essere chiuso. Faith, fedele al
suo nome, stava attraversando una crisi di fede dopo aver capito
che la morte di Kendall poteva essere stata causata da un incidente
con omissione di soccorso.
Potrebbe essere stata lì per
convincere Justin a costituirsi o per dirgli che ora è sospettato
nel caso. Questo riaprirà le indagini. Potrebbe aver registrato la
loro conversazione per spingerlo a rivelare la verità su quella
notte. Faith non sembra aver preso alla leggera gli avvertimenti
subdoli di Justin sul suo lavoro. In ogni caso, lui si trova in una
posizione vulnerabile. Justin alla fine si considera un uomo buono
in una situazione difficile che sceglie di proteggere la sua
famiglia. L’arrivo di Faith a casa sua potrebbe fargli cambiare
idea sul fare qualcosa.
Faith potrebbe anche costringerlo ad
agire perché ora sa che James potrebbe non aver ucciso Kendall,
dopotutto. Justin probabilmente dovrà affrontare direttamente le
conseguenze delle sue azioni. Allo stesso tempo, il fatto che Faith
non si sia presentata con la polizia indica che Justin non è ancora
stato arrestato. Indipendentemente dall’esito, Faith probabilmente
non lascerà Justin andare così facilmente. Avrebbe potuto andarsene
e chiudere il caso per sempre, ma non l’ha fatto e Justin, in un
modo o nell’altro, dovrà affrontare le conseguenze delle sue
azioni.
Nicholas Hoult in Giurato numero 2. Cortesia di Warner
Bros.
La spiegazione del verdetto di
colpevolezza e la sentenza di James
James è stato giudicato colpevole di
omicidio doloso, considerato la forma più grave di omicidio in
Georgia, dove è ambientato Giurato numero 2. Il
giudice ha condannato James all’ergastolo senza possibilità di
libertà condizionale. Questo esito è stato un sollievo per Justin
perché significava che era fuori dai guai. Con il caso chiuso e il
verdetto emesso, James probabilmente non potrà essere processato
nuovamente per lo stesso reato in base alla legge sul doppio
giudizio. Tuttavia, se ci sono prove significative che indicano
l’innocenza di James e un nuovo sospettato in Justin, è possibile
che la condanna di James possa portare a un nuovo processo.
Tuttavia, le nuove prove devono
indicare Justin come sospettato in modo così forte da gettare un
ragionevole dubbio su James come assassino e minare il suo processo
originale. Il fatto che Justin fosse al bar e potesse persino
essere considerato un testimone mentre faceva parte della giuria
chiamata a decidere il destino di James potrebbe essere sufficiente
a mettere in dubbio che James sia l’assassino di Kendall. Tuttavia,
il verdetto di colpevolezza e la condanna di James potrebbero
prolungare il percorso verso un nuovo processo e un appello,
rendendo le cose più complicate e strazianti per entrambe le parti
coinvolte.
Justin ha davvero investito Kendall
con la sua auto?
Giurato numero 2
mantiene i dettagli della notte in cui Kendall è morto abbastanza
vaghi da far sorgere nel pubblico un ragionevole dubbio su ciò che
è accaduto. Justin ha dei flashback dei ricordi di quella notte:
lui al bar, con un drink in mano ma senza bere, che sale in
macchina e poi vede il cartello con il cervo dopo aver colpito
qualcosa con la sua auto. Ma il fatto che il film non confermi mai
effettivamente che Justin abbia investito Kendall, o che James
abbia fatto qualcosa dopo aver seguito la sua ragazza lungo la
strada, suggerisce dubbi e lacune nella verità, lasciando gli
spettatori nell’incertezza.
I ricordi di Justin sono corretti?
Stava mentendo sul fatto di non aver bevuto? Queste domande non
forniscono risposte chiare e, che siano inventate o meno, uno degli
ultimi flashback di Giurato numero 2 mostra James
che fa inversione con la sua auto su Quarry Road prima che Justin
passi di lì. Questo porta anche a chiedersi se James stesse dicendo
la verità sul fatto di non aver seguito Kendall lungo la strada con
la sua auto. Allo stesso tempo, il dramma in aula non descrive in
dettaglio Justin che vede il corpo di Kendall sugli scogli
sottostanti, anche se lui sembra abbastanza sicuro di averla
investita durante tutto il film. Tutto sommato, le prove sono
inconcludenti e aperte all’interpretazione.
Toni Collette e Nicholas Hoult in Giurato numero 2
Perché Justin ha smesso di cercare
di convincere la giuria dell’innocenza di James Sythe
Justin voleva che James fosse
liberato a causa del proprio senso di colpa. Non sopportava l’idea
che un uomo scontasse una pena detentiva e fosse condannato come
assassino quando c’era la possibilità che James non avesse commesso
il crimine di cui era accusato. Tuttavia, Justin si rese conto che
se la giuria non avesse preso una decisione, si sarebbe arrivati a
un annullamento del processo e James avrebbe dovuto affrontare di
nuovo tutto questo oppure l’accusa avrebbe cercato un altro
sospettato. Quel sospettato sarebbe stato probabilmente Justin,
soprattutto dopo che la teoria dell’incidente con omissione di
soccorso aveva iniziato a guadagnare terreno tra gli altri
giurati.
Justin smise di cercare di
convincere la giuria dell’innocenza di James Sythe perché sapeva
che avrebbe perso molto di più se non l’avesse fatto: la sua
famiglia, la sua vita, la sua credibilità. Il processo era
diventato più complicato di quanto Justin avesse previsto quando
aveva scoperto per la prima volta di aver forse investito Kendall
quella fatidica notte. Tra la presenza in giuria di un ex
detective, interpretato da J. K. Simmons,
che fa parte del cast stellare di Giurato numero
2, e Faith che non era più convinta al 100% della
colpevolezza di James, Justin aveva molte cose contro di lui ed è
stato continuamente messo alle strette per tutto il film.
Il vero significato di
Giurato numero 2
Quello che potrebbe essere l’ultimo
film di Clint Eastwood è essenzialmente un
dilemma morale ed etico, poiché riflette su cosa significhi essere
un uomo buono che fa la cosa giusta, sulle piccole azioni che
portano a conseguenze più grandi, sui pregiudizi e sul senso di
colpa. Justin, credendo sinceramente di aver investito un cervo la
notte in cui Kendall è morto, pensava di aiutare James a essere
assolto. Era un’idea sbagliata ed egoista, ma Giurato
numero 2 chiede al pubblico, che a suo modo è la giuria,
di riflettere sulle implicazioni morali delle azioni di Justin e,
in alcuni casi, della sua inazione.
Il film è anche una leggera critica
al sistema giudiziario imperfetto. In vari punti del film, i
personaggi discutono del pregiudizio di conferma, dell’odio della
polizia per le scartoffie e del rifiuto di indagare su altri
sospetti per il caso, nonché della riluttanza della giuria (almeno
all’inizio) a riflettere sulle argomentazioni ascoltate durante il
processo prima di prendere una decisione. Il sistema giudiziario, e
tutti coloro che ne fanno parte, stavano decidendo il destino di
James, e il fatto che sia finito in prigione come uomo
potenzialmente innocente sottolinea le imperfezioni del
sistema.
La star di Daredevil:
Rinascita,
Vincent D’Onofrio, ha espresso a gran voce il suo
desiderio di interpretare Swamp
Thing nel DCU di James
Gunn per oltre un anno, e sembra che non abbia
intenzione di arrendersi tanto presto. Un film su Swamp
Thing è stato uno dei primi progetti annunciati quando
James Gunn ha svelato il cast di film e serie TV
di Chapter 1: Gods and Monsters per il DCU. Ma come molti
altri progetti in quella lista, il film Swamp Thing
sembra aver fatto pochissimi progressi da quando la DC Comics ha
caricato il video di Gunn su YouTube nel gennaio 2023.
James Mangold
(Logan, Quando l’amore brucia l’anima) è stato
incaricato di scrivere e dirigere il film, ma Gunn ha recentemente
ammesso che, sebbene il progetto non sia stato cancellato, Mangold
è diventato troppo impegnato con altri progetti per concentrarsi su
Swamp Thing. Ora, quasi tre anni dopo,
sembra che Mangold si stia finalmente concentrando sull’Avatar di
The Green.
Durante il suo tour stampa per
Superman, Gunn ha
aggiornato lo stato di Swamp
Thing, affermando: “Abbiamo parlato con James
l’altro giorno. No, non ha ancora consegnato una sceneggiatura. È
stato distratto dal suo miliardo di film. Ma ne stiamo parlando di
nuovo.”
L’attore che si è battuto per
interpretare Alec Holland praticamente fin dall’annuncio del
progetto è
Vincent D’Onofrio, che nel MCU interpreta Kingpin. E
di recente ha espresso nuovamente il suo desiderio sui social
media. È un’indicazione che lo sviluppo di Swamp Thing sta
per decollare sul serio? Dovremo aspettare per saperlo.
Il film di David
Lynch, Velluto blu, è una storia surreale e da
incubo che rappresenta gli
anni ’80, ma il suo finale lascia molte domande senza risposta.
Uscito nel 1986, il film segnò il ritorno di Lynch alla ribalta
dopo il passo falso dell’adattamento cinematografico di Dune del 1984. Il film rifletteva in modo inquietante
la realtà delle piccole città americane, mostrando il lato oscuro
che si nascondeva sotto la superficie. Sebbene sia stato un po’ un
fallimento al botteghino, incassando solo 8,5 milioni di dollari, è
stato accolto positivamente dalla critica e ha persino valso a
David Lynch la sua seconda nomination all’Oscar come miglior
regista.
A differenza degli altri film di
Lynch che approfondivano interamente il surreale, Velluto
blu era ancora una storia molto misteriosa, intervallata dalla
visione ultraterrena tipica del regista. Queste caratteristiche lo
hanno reso uno dei film più accessibili di Lynch, ma anche uno dei
più rivedibili, e la sua popolarità è cresciuta nei decenni
successivi alla sua uscita. Velluto blu ha continuato la
collaborazione di David Lynch con l’attore Kyle
MacLachlan e ha anche introdotto Laura Dern nella scuderia di attori abituali
del regista. Anche se i film successivi avrebbero offerto un Lynch
più schietto, questo è stato il connubio perfetto tra il surreale e
il cinematografico.
Cosa succede nel finale di Blue Velvet?
Dopo che Dorothy,
ferita, è stata lasciata nel giardino di Jeffrey
dai teppisti di Frank Booth, ha abbracciato
Jeffrey e lo ha definito il suo “amante segreto”. Anche se questa
rivelazione ha spinto Sandy a schiaffeggiare Jeffrey per la sua
infedeltà, lui ha poi chiesto a Sandy di raccontare a suo padre, un
agente di polizia, tutte le prove che avevano scoperto. Su
segnalazione di Jeffrey, la polizia fa irruzione nella proprietà di
Booth e uccide molti dei suoi uomini. Poi, in una delle scene più
cupe di un film di Lynch, Jeffrey torna nell’appartamento di
Dorothy e trova il marito di lei e l’uomo con la giacca gialla
morti. Frank arriva travestito e Jeffrey lo aggredisce con una
pistola.
Sandy e Jeffrey si
sono riuniti dopo la sua straziante esperienza nell’appartamento di
Dorothy e i due si sono abbracciati nonostante il loro precedente
litigio. La scena poi sfuma nel bianco e rivela Jeffrey,
presumibilmente in un futuro prossimo, che si rilassa nel suo
giardino fino a quando Sandy lo chiama in casa. Una volta dentro,
Jeffrey, Sandy e la zia di Jeffrey osservano un uccello appollaiato
sul davanzale della finestra e la zia di Jeffrey esclama disgustata
mentre l’uccello mangia un insetto. Dorothy è stata poi vista
mentre guardava suo figlio giocare nel parco e lo ha abbracciato
felicemente.
Isabella Rossellini in Velluto blu
Chi erano gli uomini morti
nell’appartamento di Dorothy?
Durante il climax, il film ha
fornito molte informazioni senza necessariamente spiegarle, e
l’identità degli uomini nell’appartamento di Dorothy non è stata
esplicitamente rivelata. Velluto blu presenta molti tratti
distintivi di Lynch e la sua propensione per il tableau è
esemplificata durante lo scontro finale culminante. L’uomo morto
legato alla sedia era in realtà il marito di Dorothy e, sebbene nel
corso del film fosse stato mostrato poco di lui, il fatto che fosse
legato era l’unico indizio fornito. Frank aveva tenuto in ostaggio
il marito di Dorothy per assicurarsi la sua fedeltà e il modo
brutale in cui aveva incontrato la morte non faceva che rendere
Frank ancora più malvagio.
L’identità dell’altro uomo era un
po’ più ovvia, e la sua giacca giallo brillante rivelava che si
trattava del misterioso uomo con la giacca gialla che era stato
visto collaborare con Frank. L’uomo con la giacca gialla era un
membro delle forze di polizia di Lumberton, e Jeffrey lo aveva
effettivamente visto nella stazione di polizia quando era andato a
presentare le sue scoperte al padre di Sandy. Velluto blu è
stato il capolavoro di Lynch perché ha dimostrato che era in grado
di creare un’atmosfera surreale con la stessa abilità con cui
sapeva intrecciare un intrigante mistero che ricordava i migliori
film noir classici.
Cosa è successo a Dorothy alla fine
di Velluto blu?
Il finale letterale di Dorothy, come
si vede nel film, era un misto di felicità e tristezza, poiché si
era ricongiunta con suo figlio, ma suo marito era stato ucciso. In
senso più figurato, Dorothy ha subito il peso maggiore della
punizione del film, poiché sembrava che personaggi come Jeffrey e
Sandy ne fossero usciti indenni. Il finale ha anche rivelato che il
padre di Jeffrey si era ripreso dal suo problema di salute
all’inizio del film e che Jeff ha avuto il suo lieto fine. Anche se
Velluto blu non è stato uno dei film più strani di Lynch, è
stato il più moralista, ed era chiaro che Dorothy non si adattava
all’immagine pittoresca della piccola città di Lumberton.
Nel corso del film vengono fatti
frequenti riferimenti agli uccelli. In una scena, Sandy descrive un
sogno in cui vedeva un mondo avvolto dall’oscurità, e l’improvviso
arrivo di migliaia di pettirossi che portavano luce e amore in quel
luogo desolato. I pettirossi rappresentavano l’amore per la giovane
e ingenua Sandy, e in particolare rappresentavano la sua relazione
nascente con Jeffrey. Nel mondo di Velluto blu, i pettirossi
diventano il simbolo della bontà incorruttibile che si ricollega
all’immagine incontaminata di Lumberton (come si vede all’inizio e
alla fine).
La scena iniziale rivela che milioni
di insetti striscianti vivono appena sotto la superficie, e
l’inquadratura finale di un pettirosso che mangia l’insetto sembra
suggerire che la bontà ha prevalso sul male. Lungi dall’essere un
dettaglio nascosto in Velluto blu, gli uccelli erano una
delle immagini più evidenti del film e questo era molto
probabilmente fatto apposta. Lynch ha sempre dato ai suoi film
significati multipli, e il semplice messaggio del bene contro il
male era solo un sotterfugio per la narrazione molto più complessa
che veniva raccontata in altre parti del film. Semmai, gli uccelli
erano solo un simbolo per Jeffrey e Sandy e non per Dorothy.
Il vero significato del finale di
Blue Velvet
Velluto blu era sia uno
sguardo moralistico sulle piccole città e sull’influenza
corruttrice del mondo esterno, sia una satira intelligente delle
classiche idee alla Norman Rockwell su quelle
piccole comunità. Le immagini delle staccionate bianche e dei
pompieri che salutavano non erano necessariamente letterali, ma
rappresentavano la visione cliché di quella che era una vita
ideale. Oltre ad essere uno dei migliori film gialli di tutti i
tempi, Velluto blu aveva anche molto da dire sulla
direzione politica che il mondo stava prendendo negli anni ’80, in
particolare la sua svolta verso una visione più tradizionale della
comunità.
I politici e la società in generale
cominciarono a guardare agli anni ’50 come a un’età dell’oro, ma
Blue Velvet di Lynch servì a ricordare che non tutto era perfetto
in quei giorni santificati. Sebbene Jeffrey fosse l’eroe del film,
il finale mostrava che lui era riuscito a cavarsela indenne nella
sua immacolata vita suburbana, mentre era ovvio che Dorothy non ci
fosse riuscita. Il desiderio di avventura del giovane lo portò a
scontrarsi con il mondo reale, e lui riuscì a fissare
quell’oscurità senza doverci vivere dentro. Jeffrey affrontò Frank
Booth solo perché questi minacciava l’immagine idilliaca,
altrimenti le cose sarebbero continuate come prima.
Una breve sinossi di The
Mandalorian & Grogu è stata pubblicata
nell’ambito del Walt Disney Studios Marketing Expo di Shanghai, e
indica che il Bambino avrà un ruolo chiave nella galassia lontana
lontana.
The Mandalorian è
stata la prima serie TV di Star
Wars e la serie che la Disney ha promosso in occasione
del lancio della sua nuova piattaforma streaming, Disney+, nel 2019. Tutte e tre
le stagioni sono state ben accolte (la prima stagione ha stabilito
un traguardo elevato, che la seconda e la terza serie di episodi
non hanno raggiunto agli occhi di alcuni fan), e la storia dei
protagonisti continuerà come film, The
Mandalorian & Grogu.
Il piano originale prevedeva una
quarta stagione per The Mandalorian, ma, come per
Oceania 2, quella storia è stata condensata in un
film, dato che la Disney sta spostando la sua attenzione sugli
incassi al botteghino piuttosto che sul numero di abbonati.
La speranza di
Lucasfilm è che il prossimo blockbuster dia vita a
un nuovo franchise di Star Wars per il grande
schermo. I fan, nel frattempo, vogliono solo vedere lo
studio fare la cosa giusta con questi personaggi prima che
l’eventuale film crossover di Dave Filoni prenda
forma. Si prevede che quel progetto chiuderà questa era di
narrazione post-Il Ritorno dello Jedi.
Una sorta di sinossi per
The
Mandalorian & Grogu è stata ora rivelata al
Walt Disney Studios Marketing Expo di Shanghai: “Erede
della Forza nella galassia e compagno adorabile del Mandaloriano,
Grogu ha conquistato il mondo con il suo fascino malizioso e
accattivante fin dal suo debutto”, si legge. “Presto
saranno disponibili prodotti a tema Grogu per tutti i canali,
categorie e fasce d’età: la tempesta Grogu sta per
scatenarsi!”
Ovviamente non è molto su cui
basarci, ma descrivere Grogu come “l’erede della Forza nella
galassia” indica che quel personaggio avrà un ruolo importante
nel futuro di Star Wars. Considerando la lentezza con cui
invecchia, saremmo sorpresi se il Bambino non venisse in qualche
modo preso in considerazione nei film ambientati dopo
L’Ascesa di Skywalker.
All’inizio di quest’anno,
Pedro Pascal ha affermato che è “incredibile
dover far parte di qualcosa che ha avuto un’influenza così
incredibile su di me da bambino. Era un mio desiderio segreto fin
dall’inizio, per quanto fosse sofisticato dal punto di vista
cinematografico”.
“Posso dirvi che quello che
realizzeranno [The Mandalorian e Grogu], li supererà
come registi, ed è un’esperienza fantastica, un’esperienza
meravigliosa ed emozionante”, ha aggiunto prima di condividere
il suo entusiasmo per la possibilità di condividere lo schermo con
Sigourney Weaver. “Sentite, non so da dove
cominciare quando si parla di Sigourney Weaver. È una delle mie
attrici preferite. È un’icona per me”.
“Lei, più di chiunque altro nella
mia educazione, ha interpretato tutti i generi: commedia,
fantascienza, azione, horror drammatico, biografico”, ha continuato
Pascal. “L’ho vista sul palcoscenico, in piccoli film e in grandi
film, quindi questo è probabilmente uno dei momenti più importanti
per me e uno dei più grandi onori della mia carriera.”
Per molti fan di Superman,
la “gentilezza è il nuovo Punk Rock” dell’iconico supereroe DC
Comics introdotta nel recente reboot di James
Gunn era esattamente ciò che si aspettavano da questa
ultima interpretazione cinematografica del personaggio. Per altri,
la prospettiva più ottimista dell’Uomo d’Acciaio e le sue buffonate
salva-scoiattoli sono sembrate un po’ troppo banali e
antiquate.
Con O’Neill, che ha
interpretato il capo del GCPD Mackenzie Bock in
The Batman di Matt Reeves e nella
serie The Penguin della HBO, era un grande fan di
Superman e ha risposto
in modo diretto a chi criticava la rappresentazione dell’Uomo di
Domani nel film. A O’Neill è stato chiesto del film dei DC Studios
durante un panel all’Oz Comic Con di Brisbane (tramite
FeatureFirst.net).
“Ha elogiato la rappresentazione
dell’umanità di Superman e la promozione della gentilezza,
rafforzando la sua tesi sulla sua enorme importanza nella società
odierna come mezzo per combattere il vetriolo e la retorica
dell’odio. Ha anche condannato i pochi utenti online che non sono
d’accordo con il sentimento rappresentato nel film.” “‘Ci sono
persone che pensano che Superman non dovrebbe essere gentile in
quel modo. Fanculo quelle persone.'”
A O’Neill è stato anche chiesto se
avrebbe preso parte alla serie spin-off di Gotham
PD prima che venisse accantonata, e quando e dove avremmo
potuto rivedere Bock (probabilmente apparirà in The Batman
– Parte II, ma questo deve ancora essere confermato).
“Te lo direi, ma poi dovrei
ucciderti”, ha scherzato la star. “Adoro Bock. Matt Reeves
e la mente di Matt Reeves sono senza dubbio uno dei luoghi più
straordinari in cui sia mai stato invitato. Quindi, ovunque
pensassi o pensassi che Bock dovesse essere, non sarà mai quello
che sarà. Quindi mi affiderei semplicemente al genio di Matt
Reeves. Voglio dire… quest’uomo è un fottuto genio. Se non avete
visto gli altri film di Matt Reeves… Guardateli! Sono fottutamente
fantastici.”
All’inizio di questo fine settimana,
una sinossi di Avengers:
Doomsday ha rivelato che “Dottor Destino è
ufficialmente arrivato nell’MCU. Questo cattivo, maestro di
scienza all’avanguardia e magia potente, scatenerà una crisi a
cascata in tutto il Multiverso“.
Si sta facendo riferimento, almeno
da quanto riporta CBM, a Rabum Alal. Tutto, dal
costume alla descrizione di cui sopra, presenta Victor Von Doom
come un personaggio abbastanza forte da cambiare il corso del
destino del Multiverso. Durante le serie Avengers e New Avengers di
Jonathan Hickman, Destino capì che l’Uomo Molecola
poteva essere usato per contrastare la causa delle incursioni e
dell’inevitabile decadimento del Multiverso.
Mentre viaggiavano insieme indietro
nel tempo, venne rivelato che gli Beyonder avevano creato l’Uomo
Molecola come una singolarità in ogni singolo universo,
trasformandolo in una “bomba” che avrebbero potuto usare per
distruggere l’intero Multiverso in un colpo solo. Se fosse morto,
l’intero universo sarebbe morto con lui, quindi se fossero stati
“fatti esplodere” contemporaneamente, ogni realtà si sarebbe
sgretolata nel nulla.
L’unico modo per contrastare questo
piano era che Destino trascorresse anni a uccidere prematuramente
ogni singolo Uomo Molecola prima che potessero esplodere
completamente in 25 anni. Sfortunatamente, ciascuna delle loro
morti causava comunque piccole contrazioni nel Multiverso, come
previsto dal piano degli Beyonder, che diede inizio alle
incursioni.
La migliore versione a fumetti di
Dottor Destino per Avengers:
Doomsday
Dopo aver ucciso migliaia di
Varianti di Molecule Man, Destino incontrò una giovane donna che
sarebbe stata la prima dei suoi Cigni Neri, una setta che avrebbe
fondato attorno al concetto religioso di sé stesso, sotto
l’identità di “Rabum Alal” (il “Grande Distruttore”). Furono
incaricati di distruggere uno dei due mondi coinvolti in
un’incursione, poiché ciò significava guadagnare tempo per altre
realtà.
In seguito, il criminale cambiò idea
e raccolse le Varianti di Molecule Man per usarle come bomba contro
gli Beyonder. In un ultimo disperato tentativo di salvare il
Multiverso, Destino portò il Dottor Strange e gli innumerevoli
Molecule Man catturati ad affrontare gli Beyonder, distruggendoli
al costo di migliaia di universi. Quindi rubò il loro potere,
divenne Dio Destino e creò Battleworld, una realtà composta da
frammenti di altri mondi su cui governava.
Doom, Strange e Molecule Man erano
gli unici a ricordare il mondo com’era prima, anche se una manciata
di sopravvissuti della Terra 616 e 1610 riuscirono a sfuggire alla
distruzione di queste ultime due realtà.
Alla luce di questa storia, siamo
sicuri che questo potrebbe ispirare ciò che i Fratelli Russo hanno
pianificato per Avengers: Doomsday e
Avengers: Secret Wars.
Elementi importanti saranno modificati (Franklin Richards e
Loki giocheranno sicuramente ruoli chiave) e Kang potrebbe
ancora entrare in gioco, ma adattando questa versione di Doom,
possiamo essere certi che i Marvel Studios e
Robert Downey Jr. forniranno la versione
definitiva di Victor.
Il regista di SuicideSquad (qui la recensione),
David Ayer, rimane irremovibile sul fatto che la
sua versione inedita del film sia di gran lunga superiore a quella
uscita nelle sale quasi un decennio fa. Non è difficile
immaginarlo, visto che quel film si è rivelato un blockbuster degno
del mostro di Frankenstein, ma i DC Studios
pubblicheranno mai la versione #ReleaseTheAyerCut? Noi lo
escludiamo.
Una scena controversa dell’uscita
del 2016 vedeva Batman catturare violentemente Deadshot di fronte
alla sua giovane figlia. Sembrava fuori dal personaggio del
Crociato Incappucciato, ed è un momento che ancora oggi crea
scontento.
Rivolgendosi a un fan sui social
media, David Ayer ha finalmente condiviso la sua
opinione sulla scena (e sì, ha ancora una volta accennato a una
versione migliore presente nella “versione Ayer” di Suicide Squad). “Vorrei che si potesse
vedere la scena così com’è stata girata. C’è molto da
raccontare”, ha detto il regista. “È ricca ed emozionante.
Forse arrestando suo padre, Batman crede di risparmiarle il trauma
peggiore. O forse, con il suo passato traumatico, Batman sta
facendo quello che fanno molte persone ferite: si lascia dietro di
sé un disastro senza rendersene conto.”
“Batman ha sempre agito al
limite. Combatte e arresta i cattivi per proteggere il suo bambino
interiore ferito? Sta semplicemente rievocando il passato da una
prospettiva malsana? Adoro questo tipo di dibattito”, ha
aggiunto Ayer. È una giustificazione interessante, anche se sembra
suggerire che David Ayer non avesse ben chiaro
cosa spinge Batman a comportarsi in questo modo.
Prima che Gunn dirigesse
The Suicide Squad del 2021,
Gavin O’Connor (Warrior, The Accountant) stava
scrivendo una versione di Suicide Squad
2 che, a quanto pare, avrebbe dovuto mettere a
confronto la Task Force X con Black
Adam. “Hanno bussato alla porta, ed era il nuovo
presidente della DC”, ha rivelato O’Connor ad aprile. “Ha
detto: ‘Allora, a che punto sei con la sceneggiatura?’. Ho detto:
‘È quasi finita’, e lui ha chiesto: ‘Posso leggerla?’. E io: ‘Beh,
puoi leggerla quando sarà finita’. Un paio di settimane dopo,
gliel’ho data e lui ha chiesto: ‘Puoi farne una
commedia?'”.
“E io ho detto: ‘Non è quello
che ho scritto, e non è l’accordo che ho con lo studio’. Voleva che
la trasformassi in una commedia, e io ho pensato, va bene, credo
che non lavorerò più qui”, ha continuato. “Era in realtà
una storia padre-figlia con Deadshot e sua figlia.”
Anche Suicide Squad
presentava una storia padre-figlia, anche se sembrava che Deadshot
fosse stato sostituito da Bloodsport quando Will
Smith decise di non tornare per un sequel.
Enchantress è stata recentemente menzionata nella
seconda stagione di Peacemaker, ma non sembra che le storie
di nessun personaggio di Suicide Squad
continueranno nel DCU.
Tra le personalità più esplosive,
trasformiste e anticonformiste di Hollywood vi è sicuramente
Seth Rogen. Negli anni l’attore si è distinto per
le sue brillanti interpretazioni in film di successo, ma anche per
essersi distinto come doppiatore, sceneggiatore, regista e
produttore. Grazie al suo carisma Rogen ha sempre saputo
conquistare il pubblico e la critica, affermandosi come un
intelligente e lucido intrattenitore.
Ecco 10 cose che non sai di
Seth Rogen.
Seth Rogen film e carriera
1. Ha recitato in
lungometraggi di successo. Il debutto cinematografico
dell’attore avviene nel 2001, quando ottiene una piccola parte nel
film Donnie Darko, accanto a Jake
Gyllenhaal. Successivamente arrivano i primi successi
con Anchorman – La leggenda di ron Burgundy (2004), 40
anni vergine (2005), Tu, io e Dupree (2006) e
Molto incinta (2007). Una volta consolidata la fama,
l’attore appare in sempre più film di successo, tra cui si
annoverano Suxbad – Tre menti sopra il pelo (2007),
Strafumati (2008), Zack & Miri – Amore a… primo
sesso (2008), Funny People (2009), 50 e 50
(2011), Facciamola
finita (2013), Cattivi
vicini (2014), The Interview (2014), Steve Jobs
(2015), The Disaster
Artist (2017) e Non succede, ma se succede…
(2019), in cui recita al fianco di Charlize Theron.
Seth Rogen debutta al cinema nel
2001 con una piccola parte in Donnie Darko accanto a Jake Gyllenhaal. Da lì arriva il
successo con Anchorman – La
leggenda di Ron Burgundy (2004), 40 anni vergine (2005), Tu, io e Dupree (2006) e Molto incinta (2007). Negli anni consolida la
fama grazie a titoli come Suxbad – Tre menti sopra il pelo (2007), Strafumati (2008), Zack & Miri – Amore a… primo sesso (2008),
Funny People (2009),
50 e 50 (2011),
Facciamola
finita (2013), Cattivi
vicini (2014), The Interview (2014), Steve Jobs
(2015), The Disaster
Artist (2017) e Non
succede, ma se succede… (2019). Più di recente è tornato
protagonista con la commedia satirica The Studio (Apple
TV+), diventata
nel 2025 la serie più premiata agli Emmy con 13 vittorie,
incluso il premio come miglior attore in una serie comica.
2. È noto come
doppiatore. Oltre alla recitazione, Rogen ha costruito una
solida carriera nel doppiaggio. È la voce originale di Po in
Kung Fu Panda e nei suoi
sequel, oltre ad aver doppiato personaggi in Mostri contro alieni (2009) e nella
dissacrante animazione Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia (2016).
Nel 2019 presta la voce a Pumbaa nel live action Disney de Il re
leone e nel 2024 ha annunciato un sequel seriale
animato di Sausage Party
su Prime Video, di cui è anche produttore.
3. Ha scritto e prodotto
molti dei suoi film. Rogen non è solo attore ma anche
sceneggiatore e produttore. Tra i titoli che ha co-scritto figurano
Suxbad – Tre menti sopra il
pelo, Strafumati,
Facciamola finita,
The Interview e
Sausage Party. Come
produttore ha firmato film di successo come 40 anni vergine, Molto incinta, Suxbad, Strafumati, 50 e
50, Facciamola
finita, The
Interview, Sausage
Party, The Disaster
Artist e Non succede, ma
se succede…. Negli ultimi anni ha esteso questa attività alle
serie, tra cui The Boys
(Prime Video) e la stessa The
Studio, di cui è anche co-creatore, entrando nella storia
degli Emmy 2025 per il record di premi vinti.
Seth Rogen: moglie e vita
privata
4. Ha conosciuto sua moglie
sul set. Nel 2004 l’attore è tra gli autori della serie TV
Da Ali G Show. Qui conosce l’attrice e scrittrice Lauren
Miller, con la quale intraprende una relazione. I due si sposano
poi nell’ottobre del 2011 in California.
Seth Rogen su Instagram
5. Ha un profilo
personale. L’attore è attivo su Instagram con un profilo
personale che conta oltre 7
milioni di follower. Qui condivide curiosità, momenti di
vita quotidiana, foto dei suoi progetti e immagini dietro le quinte
delle produzioni. Il feed alterna contenuti promozionali alle sue
passioni, come la ceramica e i suoi progetti benefici.
Seth Rogen e James Franco
6. Sono grandi
amici. Tra le coppie cinematografiche più brillanti degli
ultimi anni si annoverano senza dubbio Rogen e l’attore James
Franco. Grandi amici, i due hanno più volte
collaborato insieme, conoscendosi sul set della serie TV Freaks
& Geeks. I due recitano poi nuovamente insieme in Molto
incinta, Strafumati, Facciamola finita, The Interview e
The Disaster Artist.
Seth Rogen e The Studio
7. Scrittore, protagonista
e produttore di The Studio. Nel 2024 Seth Rogen ha
debuttato come protagonista e co-creatore della serie satirica
The Studio,
prodotta da Apple TV+. Lo show prende di mira i meccanismi
dell’industria hollywoodiana con toni irriverenti e
meta-cinematografici, mostrando dietro le quinte di un fittizio
colosso dell’intrattenimento. Rogen non solo interpreta il ruolo
principale, ma firma anche la sceneggiatura e la produzione
esecutiva insieme al suo storico collaboratore Evan Goldberg. Al
debutto nel 2025 la serie è diventata un fenomeno di critica e
pubblico, stabilendo un record agli Emmy Awards con
13 vittorie, tra
cui miglior serie comica e
miglior attore in una serie
comica proprio a Rogen. Un successo che ne ha rafforzato
l’immagine di autore e attore capace di innovare il genere.
Seth Rogen e Charlize Theron
8. Recitano insieme per la
prima volta. Nella commedia Non succede, ma se
succede… Rogen recita per la prima volta insieme all’attrice
Charlize Theron. Nel film lei interpreta un
segretario di Stato dal carattere forte e indipendente e
pronta a candidarsi alla Casa Bianca. Rogen è invece un giornalista
dal cuore buono e bravissimo nel cacciarsi nei guai. Quest’ultimo
verrà chiamato a curare la campagna elettorale della donna, con
numerosi imprevisti comici.
Seth Rogen in Donnie Darko
9. È stato il suo esordio
cinematografico. Sul finire degli anni novanta l’attore è
stato protagonista della serie Freaks & Geeks. Qui viene
notato e scelto per un piccolo ruolo nel film Donnie
Darko, dove interpreta Ken Miller, studente del liceo dove si
svolgono molte delle vicende del film.
Seth Rogen età e altezza
10. Seth Rogen è nato a
Vancouver, in Canada, il 15 aprile 1982. L’altezza
complessiva dell’attore è di 180 centimetri.
La
77ª edizione degli Emmy
Awards si è chiusa consacrando “The Studio” come il grande trionfatore
dell’anno. La satira hollywoodiana targata Apple
TV+ è diventata la serie più premiata del 2025, con
13 Emmy
complessivi tra Primetime e Creative Arts, compreso quello
per la migliore serie
comica. Alla vigilia della serata aveva già raccolto nove
statuette ai Creative Arts Emmy e, durante la diretta, ha
continuato a fare incetta di premi: Seth Rogen ha
vinto come miglior attore in
una serie comica e, insieme al suo storico collaboratore
Evan Goldberg, è
tornato sul palco per ritirare il premio alla miglior regia. Con questo risultato
The Studio ha battuto il
record di Emmy vinti da una comedy al debutto.
Rogen e Goldberg, insieme a Peter Huyck, Alex Gregory e Frida Perez, hanno poi conquistato l’Emmy per la
miglior sceneggiatura di una
commedia, trasformando The Studio nella serie comica più premiata in un solo
anno nella storia della manifestazione. Per Rogen è stato anche un
primato personale: ha eguagliato il record di statuette vinte da un
singolo individuo in una sola notte, al pari di Moira Demos (2016),
Amy Sherman-Palladino
(2018) e Dan
Levy (2020).
Fra le limited series, il titolo più premiato è stato
“Adolescence”,
che ha ottenuto otto
Emmy, inclusi quelli per miglior serie limitata e per le interpretazioni di
Stephen Graham
(attore protagonista), Owen Cooper (attore non protagonista) ed
Erin Doherty
(attrice non protagonista). Jack Thorne e Graham hanno vinto anche il premio
per la miglior sceneggiatura
di una serie limitata.
“The
Penguin”, forte di otto Emmy ai Creative Arts, si è
aggiudicata la statuetta per miglior attrice protagonista in una miniserie,
assegnata a Cristin
Miloti.
Sul fronte drama ha sorpreso l’esordiente “The
Pitt”, che ha vinto come miglior serie drammatica. Il protagonista
Noah Wyle è
stato premiato come miglior
attore in una serie drammatica, mentre la co-protagonista
Katherine LaNasa
ha conquistato l’Emmy come miglior attrice non protagonista. In totale, la serie
ha portato a casa cinque
Emmy.
Per la prima volta “The
Late Show With Stephen Colbert” ha vinto l’Emmy come
miglior talk show,
accolto da una standing ovation del pubblico che scandiva
“Stephen!” dopo l’annuncio della fine del programma nel 2026.
La cerimonia, condotta da Nate Bargatze, ha provato a dare un tocco ironico
alla gestione dei tempi: il conduttore aveva promesso di detrarre
denaro da una donazione di 100.000 dollari al Boys and Girls Club
per ogni secondo di discorso fuori tempo. Quella che era iniziata
come una gag è diventata presto surreale, con il “debito” che a un
certo punto ha raggiunto i –50.000 dollari. Alla fine, Bargatze e
la CBS hanno annunciato una donazione totale di 350.000 dollari all’organizzazione,
chiudendo così la serata con un gesto concreto di solidarietà.
Mio padre è un sicario (The
Retirement Plan), diretto da Tim Brown, è
un film d’azione e poliziesco uscito nel 2023. Il cast stellare
include
Nicolas Cage,
Ashley Greene, Ron Perlman, Jackie Earle Harly, Ernie Hudson,
Joel David Moore, Lynn Whitefield, Grace Byers e altri
ancora. La trama del film ruota attorno a Matt (Nicholas Cage), che
viene suo malgrado risucchiato in una vita che aveva lasciato alle
spalle molti anni prima per proteggere sua figlia e sua nipote. La
figlia di Matt, Ashley, possiede un hard disk di importanza
cruciale, che la rende il bersaglio del più temibile boss della
droga di Miami. Matt e Ashley si ritrovano coinvolti in una
situazione ad alto rischio man mano che la storia si svolge.
Trame del film Mio
padre è un sicario
Il film inizia con una scena
intensa e avvincente, in cui vediamo Jimmy (Jordan Johnson-Hinds) e
Mitch ferito che spingono con urgenza verso il loro veicolo di
fuga. Ashley (Ashley Greene), la moglie di Jimmy, è al volante e
esorta Jimmy a portare Mitch in ospedale per ricevere aiuto. Mitch
soccombe alle ferite, gettando tragicamente Ashley in un vortice di
emozioni terrificanti. Jimmy, cercando di mantenere la calma,
ordina ad Ashley di guidare fino al molo. Una volta lì, le dice di
salire sulla barca di Mitch mentre lui si allontana per fare una
telefonata veloce. Durante la telefonata, Jimmy informa la persona
all’altro capo del telefono che il lavoro è stato completato e che
ha il disco rigido. Mitch chiede anche protezione per sé e per sua
moglie. La suspense aumenta quando si scopre che Mitch ha rubato un
disco rigido a Donnie.
Il giorno seguente, Donnie (Jackie
Earle Haley) prende il comando e ordina alla sua squadra di
rintracciare Jimmy. Nel frattempo, seguendo il consiglio di Jimmy,
Ashely manda la loro figlia, Sarah (Thalia Campbell), da suo padre,
Matt Robbins (Nicholas Cage). Matt è un vecchio scontroso che ama
affogare i suoi dispiaceri nel whisky e nelle avventure sulla
spiaggia, svegliandosi spesso un po’ spettinato. Sarah incontra
Matt e gli rivela di essere sua nipote.
Tornato a Miami, Donnie interroga
Ashley e Jimmy sulla posizione dell’hard disk. Ma Ashley e Jimmy
rimangono in silenzio, rifiutandosi di condividere qualsiasi
informazione. La rete di intelligence di Donnie entra in azione e
scopre che Sarah si trova alle Isole Cayman. Senza perdere un
secondo, Donnie manda General e Bobo in missione per recuperare
Sarah. Aggiungendo un colpo di scena, incarica Bobo di trovare
l’hard disk e di occuparsi di Ashley e Sarah una volta
recuperato.
Qual era il vero lavoro di
Matt?
Ashley atterra alle Isole Cayman
con Bobo (Ron Perlman) e General (Ronnie James Hughes), tutti
pronti a recuperare l’hard disk. Tuttavia, la fortuna non sembra
essere dalla sua parte: Matt e Sarah sono introvabili. Il rapporto
teso tra Matt e Ashley viene alla luce. Nel corso degli anni hanno
perso i contatti e la dedizione di Matt al suo lavoro per conto del
governo ha lasciato poco spazio a un legame padre-figlia di
qualità. Infatti, Ashley era arrivata al punto di dire a Sarah che
suo nonno non era più vivo, dimostrando quanto fosse profondo il
divario tra loro. Questa mancanza di legame e di sostegno emotivo
ha portato Ashley a tagliare i ponti e a trasferirsi a Miami, alla
ricerca di un nuovo inizio.
D’altra parte, dopo il
pensionamento anticipato, Matt ha cercato conforto nella
tranquillità delle Isole Cayman. Matt torna a casa sua e si trova
di fronte General, che gli chiede dove sia l’hard disk. Confuso,
Matt nega di sapere nulla dell’hard disk, aumentando la
frustrazione di General. La situazione degenera rapidamente e
General punta la pistola contro Ashley. Tuttavia, cogliendo
l’occasione, Matt elimina rapidamente General, salvando sua figlia.
Successivamente, Bobo attacca Matt, ingaggiando una feroce lotta.
Per fortuna, Ashley raccoglie la pistola caduta al Generale e
scatena una raffica di proiettili, costringendo Bobo a fuggire con
il furgone di Matt. Con loro grande sorpresa, Sarah si nasconde nel
furgone e Bobo si rende conto di avere ancora un asso nella
manica.
Il Generale aveva gravemente
sottovalutato Matt, ritenendolo nient’altro che un vecchio
ubriacone scontroso. Non sapeva che Matt era un assassino in
pensione ma ancora molto abile, con un curriculum impressionante.
Matt non era un normale appaltatore del governo, era un killer
esperto con centinaia di omicidi riusciti alle spalle. Il suo
errore di valutazione gli costa caro, causandogli la morte. Matt
contatta il suo vecchio amico Drisdale (Lynn Whitfield), un
contatto dei suoi giorni al servizio del governo federale.
Sa che in una situazione come
questa ha bisogno di tutte le informazioni disponibili su Donnie e
i suoi uomini. I ricordi della loro storia comune cominciano a
riaffiorare. Scopriamo che Drisdale era il responsabile di Matt
durante il periodo in cui lavorava in missioni segrete in tutto il
mondo. Nel frattempo, Donnie non ha intenzione di arrendersi. Manda
altri suoi uomini spietati, determinati a eliminare sia Ashley che
Matt e a recuperare il prezioso hard disk.
I sicari rintracciano i due nella
loro camera d’albergo, minacciando di fare del male a Sarah. Ma
prima che possano dire altro, Matt li elimina tutti. Allo stesso
tempo, Ashley fatica a elaborare il fatto che suo padre, un uomo di
65 anni, abbia appena eliminato due volte diversi sicari senza
alcuno sforzo.
Ashley finalmente scopre la verità
sul vero lavoro di suo padre. Matt non ha mai avuto un normale
lavoro dalle 9 alle 17. Al contrario, ha viaggiato in tutto il
mondo eliminando le minacce al governo. Nel frattempo, Donnie
diventa sempre più agitato dopo aver scoperto che Matt continua a
uccidere gli uomini che lui manda alle Isole Cayman per recuperare
il disco.
Il finale del film Mio
padre è un sicario spiegato:
Matt è riuscito a salvare
Ashley e Sarah?
Matt fa visita al suo vecchio amico
e confidente nel gioco d’azzardo, Joseph (Ernie Hudson),
chiedendogli aiuto per criptare l’hard disk. La tensione palpabile
nei loro sguardi suggerisce che il contenuto del disco sia
incredibilmente prezioso e estremamente pericoloso. Alla ricerca di
risposte, Matt contatta nuovamente Drysdale e la risposta che
riceve dipinge un ritratto agghiacciante di Donnie Iger. Donnie non
è solo un altro criminale, ma un personaggio di spicco nel mondo
del crimine organizzato.
La sua influenza si estende come
tentacoli oscuri in vari ambiti illeciti, dal riciclaggio di denaro
sporco ai rapimenti, agli omicidi, al traffico di droga e alla
tratta di esseri umani. Tuttavia, Donnie Iger non è che un
ingranaggio di una macchina molto più grande e sinistra. La vera
burattinaia dietro questa rete di criminalità è Hector Garcia
(Grace Byer), una donna famigerata e spietata che non si fida di
nessuno.
La sua diffidenza si estende anche
a coloro che fanno parte della sua cerchia ristretta, soprattutto
quando si tratta di questioni di denaro. Una volta ha affogato il
marito del suo commercialista, tutto per un furto di soli 16.000
dollari. Voleva mandare un messaggio a tutti coloro che osavano
attraversare la sua strada: Hector Garcia non era da sottovalutare
o da prendere alla leggera. Donnie e la sua squadra localizzano
Matt e Ashley sulla barca di Joseph. Ordina ai suoi uomini di
circondare la barca, catturare Matt e Ashley senza far loro del
male e recuperare l’hard disk.
Matt si accorge che gli uomini di
Donnie si stanno avvicinando e nasconde Ashley nella barca. Donnie
dichiara che li lascerà vivere se gli consegneranno l’hard disk.
Matt risponde rifiutando qualsiasi accordo finché Donnie non
rilascerà Sarah. Scoppia una colluttazione e uno degli uomini di
Donnie fa esplodere una granata vicino alla barca. L’acqua inizia a
inondare l’imbarcazione con Ashley ancora all’interno. Nel
frattempo, Sarah inganna Bobo e riesce a localizzare Matt.
Con Sarah ormai al sicuro, Danny
attinge alle sue abilità di assassino e neutralizza rapidamente la
maggior parte degli uomini di Donnie. Sarah arriva appena in tempo
per salvare Ashley, trascinandola in salvo prima che anneghi.
Tuttavia, Donnie alla fine cattura sia la madre che la figlia e
fugge con loro sulla sua barca.
Hector contatta Fitzsimmons (Joel
David Moore), il suo contatto all’interno del governo federale, e
gli lancia un severo ultimatum: o facilita l’uscita dall’isola di
Donnie e della sua squadra, o lei lo esporrà a conseguenze
devastanti. Lo avverte anche delle terribili ripercussioni che
seguirebbero se il contenuto dell’hard disk fosse reso pubblico,
destabilizzando potenzialmente il suo intero impero. Non avendo
altre opzioni valide, Fitzsimmons organizza un aereo cargo ed
evacua con successo Donnie e la sua squadra dall’isola.
Drisdale informa anche Matt che
Donnie è in viaggio verso Miami. All’insaputa degli altri, Drisdale
ha un suo piano. Da anni dà la caccia a Hector, frustrata dal fatto
che lui sembri sempre essere un passo avanti a lei. Tuttavia, ora
Drisdale ha una carta vincente che potrebbe eliminare Hector e
smantellare il suo impero criminale. Matt si infiltra nel complesso
di Hector e inizia a eliminare i suoi uomini come mosche.
D’altra parte, Ashley e Sarah
riescono a fuggire dai loro rapitori. Donnie le cattura nuovamente
e decide di usarle come merce di scambio. Donnie dimostra anche la
sua efficacia catturando Matt e riuscendo a recuperare il suo hard
disk. Con un colpo di scena scioccante, Donnie spara e uccide
Hector dopo aver ottenuto l’hard disk. Tuttavia, l’hard disk di
Matt è falso e lui ha ancora quello vero.
Credendo di avere l’hard disk in
suo possesso, Donnie punta la pistola contro Matt. Ma Drisdale
arriva e uccide Donnie. Drisdale spara anche al suo socio
Fitzsimmons, che lavorava anch’egli per Hector. Una volta eliminati
i cattivi e messe al sicuro Ashey e Sarah, Matt si impossessa della
barca di Hector e se ne va per continuare a vivere il suo piano di
pensionamento.
Cosa c’era sul disco
rigido?
Verso la fine di Mio padre
è un sicario (The Retirement Plan), il mistero che da
tempo circondava il contenuto del disco rigido, che aveva tenuto
Hector e Donnie con il fiato sospeso, viene finalmente svelato. In
realtà, il governo aveva perseguito senza sosta l’organizzazione
criminale di Hector per anni, ma Hector era sempre riuscita a
sfuggire alla giustizia. Hector si era infiltrata in ogni angolo
del governo, assicurandosi di avere sempre il sopravvento quando si
trattava di forze dell’ordine.
Uno di questi traditori che
lavoravano per Hector era Fitzsimmons, che le forniva informazioni
privilegiate cruciali sulle operazioni dell’agenzia. Per quanto
riguarda il contenuto dell’hard disk, probabilmente conteneva prove
incriminanti in grado di smantellare l’impero criminale di Hector.
Alla fine, durante una conversazione tra Christopher e Matt,
quest’ultimo rivela che l’hard disk conteneva informazioni che
avrebbero potuto compromettere la carriera di numerosi politici. È
plausibile che l’hard disk contenesse i nomi e le prove dei
politici che avevano accettato tangenti da Hector in cambio di
chiudere un occhio sulle sue attività criminali.
Hamnet – Nel
Nome del Figlio di Chloé Zhao si è
aggiudicato l’ambito premio del pubblico del Toronto
International Film Festival, rafforzando le sue
possibilità di candidarsi agli Oscar. Inoltre, Zhao è la prima
regista a vincere il premio due volte, dopo la vittoria del 2020
per Nomadland.
Da quando l’Academy ha ampliato il
campo del miglior film nel 2009, i vincitori del TIFF Audience
Award sono diventati affidabili indicatori degli Oscar. Film come
Green Book (2018) e
Nomadland (2020) hanno continuato a vincere
il primo premio, mentre altri come The Fabelmans
(2022) hanno avuto un ruolo importante nella stagione dei premi.
Solo un vincitore, Where Do We Go
Now? (2011), non è riuscito a ottenere una nomination
come miglior film.
Tutti gli altri vincitori hanno
vinto almeno un Oscar. Il vincitore dello scorso anno, The
Life of Chuck, la cui uscita è stata posticipata al 2025
da Neon, quest’anno dovrà lottare duramente per mantenere la serie
di successi, visto che è arrivato nelle sale USA a giugno.
La categoria “Scelta del pubblico” è stata creata nel 1978. Sette
film hanno vinto il premio come miglior film agli Oscar, cinque dei
quali negli ultimi due decenni.
Frankenstein di
Guillermo del Toro si è classificato secondo nella
categoria canadese, seguito da Wake Up Dead Man: A Knives
Out Mystery di Rian Johnson al terzo
posto. Il vincitore dell’International People’s Choice è stato il
thriller satirico sudcoreano “No Other Choice” di Park
Chan-wook, davanti al secondo classificato
“Sentimental Value” del regista norvegese
Joachim Trier.
La 50a edizione del Toronto Film
Festival è stata una delle più brillanti degli ultimi anni. E anche
se non ha registrato gli strepitosi incassi per cui il TIFF era
famoso, diversi film sono comunque riusciti a ottenere una
distribuzione, tra cui “The Christophers” di
Steven Soderbergh, “The Testament of Ann
Lee” di Mona Fastvold e
“Tuner” di Daniel Roher, che ha
ricevuto elogi dalla critica.
Tutti i vincitori del Toronto Film Festival
TIFF People’s Choice Award: “Hamnet”
TIFF People’s Choice International Award: “No
Other Choice”
TIFF People’s Choice Midnight Madness Award:
“Nirvanna the Band the Show the Movie”
TIFF People’s Choice Documentary Award: “The Road
Between Us: The Ultimate Rescue”
Netflix ha pubblicato il primo sguardo a The
WitcherStagione
4, la serie fantasy drammatica adattata dal franchise
di videogiochi di CD Projekt Red e dagli omonimi romanzi di
Andrzej Sapkowski. La stagione di otto episodi
arriverà su Netflix il 30 ottobre.
Sebbene il protagonista dai capelli
bianchi Geralt sia stato interpretato da
Henry Cavill nelle prime tre stagioni della serie
Netflix, Cavill ha annunciato su Instagram nell’ottobre 2022 che
avrebbe lasciato la serie e che Liam Hemsworth avrebbe assunto il ruolo del
witcher titolare. La terza stagione, pubblicata in due parti a
giugno e luglio 2023, è stata l’ultima apparizione di Cavill nei
panni del personaggio.
Cosa c’è da sapere su
The Witcher Stagione 4
L’attore si unisce a Liam Hemsworth,
Anya Chalotra,
Freya Allan, Joey Batey, Sharlto Copley, James Purefoy e Danny
Woodburn in quella che sarà la penultima stagione dello
show (recentemente abbiamo saputo che la serie si concluderà con la
quinta stagione).
Dopo gli scioccanti eventi che hanno
sconvolto il Continente e che hanno chiuso la terza stagione, la
nuova stagione segue Geralt, Yennefer e Ciri che si
trovano a dover attraversare il Continente devastato dalla guerra e
i suoi numerosi demoni, separati l’uno dall’altro. Se riusciranno
ad abbracciare e guidare i gruppi di disadattati in cui si trovano,
avranno la possibilità di sopravvivere al battesimo del fuoco e di
ritrovarsi.
“Come fan del Witcher, sono al
settimo cielo per l’opportunità di interpretare Geralt di
Rivia”, ha dichiarato Hemsworth poco dopo essere stato scelto
come nuovo protagonista dello show. “Henry
Cavill è stato un Geralt incredibile, e sono onorato che mi
passi le redini e mi permetta di imbracciare le lame del Lupo
Bianco per il prossimo capitolo della sua avventura“.
“Henry,
sono un tuo fan da anni e sono stato ispirato da ciò che hai
portato a questo amato personaggio. Avrò anche degli stivali grandi
da riempire, ma sono davvero entusiasta di entrare nel mondo di
The
Witcher“. Non abbiamo una data di debutto confermata, ma
la serie The
Witcher tornerà su Netflix il 30
ottobre 2025.
Dopo che alcune nuove foto dal set
di Clayface
hanno suggerito che il Batman di Robert Pattinson faccia parte del franchise
DC
Universe, James
Gunn ha commentato le immagini che hanno creato
confusione. Sono diversi i progetti in cantiere per
il Capitolo 1 della DCU: “Gods and Monsters”, uno dei quali
include un film dedicato a un cattivo della DC in uscita nel
2026.
Il film Clayface è attualmente in produzione e
porterà Matt Hagen nel franchise di Gunn, segnando anche il suo
debutto dal vivo. Da quando il film diretto da James Watkins ha
iniziato le riprese principali, sono emersi diversi emozionanti
easter egg DC da varie foto e video dal set della più ampia
mitologia del Cavaliere Oscuro.
Tuttavia, una nuova immagine dal
set che ha recentemente guadagnato popolarità mostra il logo di
Batman di Pattinson su un bidone della spazzatura del set, il
che ha scatenato teorie secondo cui il suo Bruce Wayne entrerà a
far parte della continuity principale della DC Studios. Ma come ha
chiesto un membro del pubblico a Gunn su
Threads, il co-CEO ha affrontato la situazione nel seguente
post:
James Gunn:Anche
se il cestino dei rifiuti proviene dal set,mi è
difficile credere che il pipistrello sia stato messo lì dal reparto
artistico,ma se così fosse, non è mai arrivato sulla
mia scrivania (non ho tempo di approvare ogni singolo elemento
dell’allestimento del set).
Sono circolate teorie sul fatto che
l’attore sembri unirsi a questo franchise perché Clayface è stato
girato nelle stesse location di The Batman del 2022. La star
britannica della DC è pronta a riprendere il ruolo nel film The
Batman 2 nel 2027, con le riprese principali che inizieranno
nell’aprile 2026.
Cosa significano i commenti
di James Gunn su Batman
Per quanto il pubblico desideri che
i due universi siano uno solo, Gunn ha dichiarato più volte che
l’universo di Batman rimarrà una proprietà di Elseworlds.
Nonostante le speculazioni e le voci che circolano, l’immagine
del set è chiaramente solo una situazione in cui il logo è stato
apposto senza l’autorizzazione della DC Studios.
È anche fondamentale tenere conto
del fatto che ci sono diversi cattivi di Batman nella DCU che non
sono e non sarebbero adatti al franchise di Matt Reeves, data la
sua visione più realistica della mitologia. Attraverso le foto e i
video del set emersi finora, è diventato ancora più chiaro che
la proprietà basata su Elseworlds non si adatta alla DCU.
Non tutti i film rispondono a tutte
le domande che sollevano, ma The
Conjuring – Il rito finalene ha
lasciate molte senza risposta. Basato su una storia vera, il nuovo
film mostra Ed, Lorraine e Judy Warren mentre indagano sui fenomeni
paranormali che affliggono la famiglia Smurl nel 1986. Alla
fine di The Conjuring – Il rito finale, il film
fornisce alcune risposte concrete su ciò che accade alla famiglia
Warren nella vita reale dopo gli eventi narrati.
Tuttavia, Il rito
finale non riesce a rispondere ad alcune grandi domande
sulla sua storia, in particolare sul misterioso demonio che
perseguita i Warren e gli Smurl. È particolarmente evidente che il
film non abbia risposto a tali domande, dato che dovrebbe essere il
finale della
principale serie di film Conjuring.
Poiché Last Rites è un film
horror, a volte può funzionare meglio mantenendo le cose ambigue,
lasciando il terrore all’immaginazione del pubblico. Nonostante
ciò, Last Rites avrebbe potuto dedicare più tempo ad
approfondire alcuni dei suoi molteplici e spaventosi misteri per
fornire una conclusione più chiara e concreta alla storia dei
Warren.
Chi è il demone?
Mentre alcuni dei demoni principali
dell’universo di The Conjuring, tra cui Valak e Malthus, hanno
visto rivelati i loro nomi, l’identità del
demone dello specchio rimane sconosciuta in The Conjuring – Il
rito finale. La vera forma del demone è difficilmente
visibile nel film, poiché spesso viene mostrato in agguato
nell’ombra, nascosto alla vista. Al contrario, il demone assume
solitamente la forma di altri fantasmi o della stessa Judy.
Non è nemmeno noto come il
demone sia rimasto legato allo specchio maledetto prima
dell’inizio della storia. Si presume che, come Malthus con la
bambola Annabelle, il demone abbia scelto lo specchio come suo
contenitore per poter rimanere nel mondo umano e agire attraverso
di esso. È possibile che il creatore dello specchio abbia dato al
demone il permesso di abitarlo, poiché si suppone che sia uno
“specchio evocativo”.
Perché il demone voleva
Judy?
Mia Tomlinson in The Conjuring – Il rito finale
Non è esplicitamente dichiarato
perché il demone dello specchio volesse possedere e uccidere Judy.
Ha preso di mira Judy per la prima volta quando ha costretto la
giovane Lorraine a partorirla all’inizio, causando la morte
della prima. Poiché Judy è stata poi resuscitata e ha continuato a
vivere una vita lunga e felice, il demone probabilmente voleva
finire ciò che aveva iniziato tanti anni fa in Last
Rites.
Il demone potrebbe aver preso di
mira Judy per diffondere morte e disperazione, in modo da
dimostrare che nessuno poteva sfuggire alla sua ira. Tuttavia,
poiché la chiesa sperava di inviare i Warren a indagare sul caso
Smurl, il demone potrebbe aver tormentato Judy per scoraggiare lei
o i suoi genitori dal visitare gli Smurl.
Il demone ha avuto più di 20 anni
per perseguire nuovamente Judy. Sembra che lei non fosse il suo
unico obiettivo. Probabilmente stava cercando di nascondersi dai
Warren dopo il loro primo incontro, sapendo che potevano
sconfiggerlo, e aveva scelto di usare la loro figlia contro di
loro in modo da poter continuare a perseguitare gli Smurl senza
essere scoraggiato.
Perché i Warren non avevano
bisogno del nome del demone per sconfiggerlo?
Nell’universo di The Conjuring è
stato stabilito che qualcuno deve conoscere il nome di un demone
per esorcizzarlo e rimandarlo all’inferno. Questo è stato mostrato
in The Conjuring 2, quando Lorraine ha scoperto il nome di
Valak e lo ha usato nella sua preghiera per sconfiggerlo. Tuttavia,
in The Conjuring – Il rito finale, i Warren non scoprono mai
il nome del demone dello specchio.
Eppure, in qualche modo, i Warren
sono riusciti a espellere il demone dallo specchio con le loro
preghiere alla fine di Last Rites. Questo potrebbe essere
semplicemente un buco nella trama del film, ma il demone
potrebbe anche essere diventato troppo debole per combattere. Il
fatto che il vetro dello specchio si sia frantumato implica che
abbia perso la sua forza durante il climax del film e che continui
a vagare nel mondo umano.
Cosa è successo ai
fantasmi?
Patrick Wilson e Vera Farmiga in The Conjuring – Il rito
finale
Simile a
Valak in The Conjuring 2, il demone dello specchio prende il
controllo di un trio di spiriti: un uomo, sua moglie e sua madre.
Lorraine rivela che questi fantasmi erano un tempo una famiglia di
contadini che viveva sulla terra degli Smurl, con l’uomo che uccise
sua moglie e sua madre dopo aver scoperto la relazione
extraconiugale della moglie.
Il demone usa questi spiriti per
nascondersi dai suoi bersagli in Il rito finale.
Tuttavia, non si sa cosa sia successo ai tre spiriti dopo che i
Warren hanno sconfitto il demone dello specchio. I film The
Conjuring non mostrano effettivamente cosa ne sia stato degli
spiriti manipolati dai loro principali antagonisti.
È possibile che gli spiriti in
Il rito finale siano stati espulsi insieme al demone dello
specchio dai Warren. Tuttavia, è anche probabile che questi
fantasmi continuino a vagare sulla terra degli Smurl senza
interferire con le loro vite. Dato che non tormentavano gli Smurl
prima che questi ultimi acquistassero lo specchio maledetto, sembra
che preferiscano lasciare in pace questa famiglia.
Cosa è successo al demone dopo
la nascita di Judy?
The Conjuring – Il rito
finale inizia con i giovani Ed e Lorraine che incontrano lo
specchio maledetto in uno dei loro primi casi. Dopo che il demone
ha costretto Lorraine a partorire, lei ed Ed si sono precipitati in
ospedale e della donna che possedeva lo specchio all’epoca non si è
più saputo nulla.
Si sa poco di ciò che il demone ha
fatto dopo la nascita di Judy. È probabile che il demone abbia
posseduto la donna proprietaria dello specchio e l’abbia spinta
a togliersi la vita impiccandosi, poiché questo sembra essere il
suo modus operandi.
Dopo di che, è anche probabile che
lo specchio sia stato passato di mano in mano a varie persone negli
anni successivi alla morte della donna, con il demone che forse
tormentava e uccideva i suoi proprietari. Il proprietario dello
specchio prima degli Smurl aveva probabilmente sperimentato in
prima persona l’ira del demone e stava cercando di trasferire la
maledizione a qualcun altro.
Come è sopravvissuta la piccola
Judy all’inizio?
Si dice che Judy fosse morta per un
minuto dopo che Lorraine aveva partorito all’inizio del film. Il
fatto che sia viva e in buona salute al giorno d’oggi è a dir poco
un miracolo. Non si sa come o perché la piccola Judy sia
sopravvissuta all’attacco del demone dello specchio in The
Conjuring – Il rito finale.
Data la capacità di Lorraine di
parlare con gli spiriti e il fatto che implorasse Dio di riportare
in vita sua figlia, si deduce che le preghiere di Lorraine siano
state esaudite da un potere superiore. Judy potrebbe essere stata
riportata in vita da Dio o da uno dei suoi angeli, dando ai Warren
un sostegno ancora maggiore nella loro epica guerra contro il
demone malvagio.
Annabelle ha davvero attaccato
Judy verso la fine?
La bambola posseduta Annabelle è
stata un terrore ricorrente nella vita di Judy nella serie
Conjuring. Judy ha persino avuto una visione di lei seduta su una
sedia a dondolo all’inizio di Last Rites, dimostrando che
può ancora perseguitarla dall’interno della sua teca di vetro.
Tuttavia, la sinistra bambola appare più tardi a casa degli Smurl,
trasformandosi in una versione gigante di se stessa e attaccando
Judy.
Non è chiaro se Annabelle fosse
davvero lì o se fosse un’illusione creata dal demone dello
specchio per spaventare Judy. Annabelle è nota per aver collaborato
con altri cattivi nell’universo di The Conjuring, in particolare
con la strega Bathsheba nel primo film.
Tuttavia, sembra improbabile che la
bambola potesse apparire così lontano dalla casa dei Warren mentre
era intrappolata nella sua teca di vetro. È probabile che il
demone dello specchio abbia sfruttato la paura che Judy nutriva
da tempo nei confronti della bambola assumendone le sembianze per
spaventarla. Si tratta di una teoria plausibile, ma che avrebbe
potuto essere approfondita ulteriormente in The Conjuring – Il
rito finale.
Dopo otto stagioni che
hanno raccontato l’epica storia d’amore tra Jamie e Claire Fraser,
l’universo di Outlander si amplia con un nuovo,
emozionante capitolo: Outlander: Blood of my Blood. L’attesissimo
prequel della serie cult arriva in esclusiva su Sky e in streaming
solo su NOW dal 15 settembre.
Firmata dallo showrunner
e produttore esecutivo Matthew B. Roberts, Outlander: Blood of
my Blood ci riporta indietro nel tempo, alla vigilia di una
precedente ribellione giacobita, per raccontare le origini delle
due famiglie destinate a cambiare il corso della storia: i Fraser e
i Beauchamp.
Protagonisti sono Ellen
MacKenzie e Brian Fraser, i genitori di Jamie, e Julia e Henry
Beauchamp, futuri genitori di Claire. Due coppie, due storie
d’amore intense e travolgenti, che si scontrano con i limiti
imposti dalla politica, dalla società e persino dal tempo stesso.
Quando il capo clan dei MacKenzie, Red Jacob, muore
improvvisamente, Ellen e Brian lottano contro tutto e tutti per
restare insieme. Da un lato, i giochi di potere della famiglia di
lei; dall’altro, le ambizioni manipolatrici del padre di Brian, il
potente Lord Lovat, deciso a usare il legame del figlio con Ellen
per consolidare la posizione dei Fraser.
Parallelamente, durante
un viaggio nelle Highlands scozzesi, Julia e Henry Beauchamp
vengono separati dopo aver attraversato accidentalmente i
misteriosi cerchi di pietre. Smarriti in un’epoca lontana, i due
dovranno affrontare sfide e pericoli per ritrovarsi e tornare nel
ventesimo secolo, dove li attende la loro figlia di cinque anni,
Claire.
La trama e il cast della
prima stagione di Outlander: Blood of my Blood
In questa prima stagione,
Outlander: Blood of my Blood esplora il potere dell’amore,
del destino e del sacrificio. Dai campi di battaglia della Prima
Guerra Mondiale alle brulle terre scozzesi del XVIII secolo, ogni
episodio intreccia passioni, intrighi e rivelazioni sorprendenti.
Con un cast completamente rinnovato, nuovi personaggi e storie
inedite, la serie è pensata per conquistare sia il pubblico che si
avvicina per la prima volta all’universo di Outlander, sia i fan di
lunga data, offrendo uno sguardo nuovo e affascinante sulle origini
dei protagonisti più amati della saga.
Fanno parte del cast
della serie: Harriet Slater (Ellen MacKenzie), Jamie Roy (Brian
Fraser), Hermione Corfield (Julia Moriston), Jeremy Irvine (Henry
Beauchamp), Tony Curran (Simon Fraser, Lord Lovat), Rory Alexander
(Murtagh Fitzgibbons Fraser), Séamus McLean Ross (Colum MacKenzie),
Sam Retford (Dougal MacKenzie) e Conor MacNeill (Ned Gowan).
Matthew B. Roberts è
showrunner e produttore esecutivo della serie, affiancato da Ronald
D. Moore, Maril Davis e Jim Kohlberg in veste di produttori
esecutivi. Outlander: Blood of my Blood è prodotta da Sony
Pictures Television.
The
International (2009) di Tom Tykwer è uno di
quei film che mescolano azione, politica e finanza globale.
Interpretato da Clive Owen e Naomi Watts, il film racconta un intrigo
internazionale incentrato su una potente banca che finanzia
traffici illeciti, rivoluzioni e guerre. Un racconto che affonda le
radici nella realtà e che porta sullo schermo un tema sempre
attuale: il potere delle istituzioni finanziarie e la difficoltà di
fermarle.
The International si distingue per
il ritmo serrato e per alcune sequenze iconiche, come la sparatoria
al Guggenheim Museum di New York, che hanno contribuito a farne un
piccolo cult per gli amanti del genere. La regia di Tom Tykwer
utilizza una fotografia fredda e architetture monumentali per
trasmettere il senso di oppressione e complotto che circonda i
protagonisti.
finale del film ambiguo e aperto a
interpretazioni. Cosa significa davvero l’epilogo? E perché i
protagonisti sembrano non ottenere una vera vittoria? In questo
articolo analizziamo la conclusione di The International per chiarirne il senso e il
messaggio che lascia allo spettatore.
Trama di The International
Il film segue l’agente
dell’Interpol Louis Salinger (Clive
Owen) e l’assistente procuratore di Manhattan
Eleanor Whitman
(Naomi Watts), impegnati in un’indagine che li porta a scoprire i
legami tra la potente banca International Bank of Business and Credit (IBBC) e
traffici illeciti di armi, corruzione politica e destabilizzazione
di interi governi. Salinger e Whitman sono convinti che l’istituto
finanziario agisca come un vero e proprio broker del crimine
globale, ma ogni volta che cercano di raccogliere prove o
testimonianze assistono a omicidi sospetti e depistaggi.
Le loro ricerche li conducono da
Berlino a
Lussemburgo, da
Milano a
New York, fino a
Istanbul, in un
crescendo di tensione e colpi di scena. Emblematica è la lunga
sequenza al Guggenheim
Museum di New York, in cui Salinger e un suo informatore
vengono presi d’assalto da sicari della banca: un momento
spettacolare che mostra come il potere dell’IBBC possa arrivare
ovunque.
entre l’indagine si allarga,
Salinger comprende che il problema non è solo un gruppo di
dirigenti corrotti, ma l’intero sistema finanziario che permette a
una banca di diventare arbitro di guerre e rivoluzioni. L’agente
vede morire alleati e informatori, fino a restare isolato e
ossessionato dall’idea di fermare l’IBBC a ogni costo. La trama,
scandita da location monumentali e atmosfere fredde e geometriche,
accompagna lo spettatore dentro una spirale di intrighi
internazionali in cui la verità sembra sempre sfuggire e la
giustizia legale mostra tutti i suoi limiti.
Spiegazione del finale di
The International
Nel
finale di The
International l’agente dell’Interpol Louis Salinger (Clive Owen) arriva a una
dolorosa consapevolezza: la IBBC, la banca che sta indagando da anni, è troppo
potente per essere fermata attraverso i canali legali. Dopo aver
visto morire testimoni chiave e fallire ogni tentativo di
incriminazione, capisce che l’unico modo per ottenere giustizia è
agire fuori dal sistema.
Guidato dal suo contatto Wilhelm
Wexler, Salinger rintraccia il presidente della banca,
Jonas Skarssen,
durante una partita di Go con il figlio a Istanbul. La scena è
volutamente intima e simbolica: il gioco di strategia rappresenta
il potere e la pianificazione fredda della IBBC. In un atto
estremo, Salinger uccide Skarssen, realizzando la sua vendetta
personale ma segnando anche il punto di non ritorno nella sua
missione.
La sequenza dei titoli di coda
mostra una serie di prime
pagine di giornale: grazie alle informazioni raccolte e
consegnate alla stampa, le attività criminali della IBBC diventano
di dominio pubblico. La banca sopravvive ma è ora sottoposta a
un’indagine del Senato USA e a un’ondata di controlli che ne minano
il prestigio. Tuttavia, un nuovo e più aggressivo presidente prende
il posto di Skarssen, suggerendo che l’istituto continuerà le sue
pratiche corruttive.
Il senso dell’epilogo è amaro:
Salinger ottiene il suo obiettivo immediato ma non cambia davvero
il sistema. Il film suggerisce che la giustizia tradizionale è insufficiente contro
poteri globali e intoccabili e che, quando “il fine
giustifica i mezzi”, la vittoria rischia di essere solo
un trionfo di
Pirro. L’investigatore si libera del suo nemico ma resta
un mondo instabile e corrotto, lasciando lo spettatore con un senso
di frustrazione e riflessione sul prezzo morale delle azioni
radicali.
Significato del finale
Il
finale di The
International porta con sé un forte significato tematico. Il
film mostra i limiti del
sistema legale e politico nel perseguire organizzazioni
finanziarie globali come la IBBC: anche quando emergono prove e
scandali, il potere dell’istituto resta intatto e si rigenera sotto
nuovi vertici.
Salinger, costretto a operare fuori dalla legge dopo aver visto
fallire ogni tentativo istituzionale, sceglie la vendetta personale
sacrificando i propri ideali. È l’applicazione del principio
“il fine giustifica i
mezzi”: la sua azione ottiene un risultato concreto, ma al
prezzo di rinunciare al percorso legale e rischiando di alimentare
un mondo più instabile e caotico.
Questa conclusione lascia allo
spettatore un senso di vittoria di Pirro. La IBBC continua a esistere,
sotto inchiesta ma ancora attiva, mentre le cause strutturali della
corruzione globale rimangono irrisolte. In questo modo
The International non
offre un epilogo rassicurante ma uno spunto di riflessione sul potere delle
istituzioni e sull’efficacia – o inefficacia – delle regole quando
si affrontano forze enormemente più grandi del singolo
individuo.
Il cinema horror italiano torna a
far parlare di sé con La Valle dei Sorrisi, il nuovo
lungometraggio diretto da Paolo Strippoli, già autore di A Classic Horror Story e Piove. Classe 1993, il regista continua a
esplorare le inquietudini del genere con un’opera che mescola
atmosfere folkloriche e inquietudini contemporanee, portando lo
spettatore in un luogo sospeso tra realtà e leggenda.
Ambientato a Remis, un paesino isolato tra le
montagne dove gli abitanti sembrano vivere in una felicità
innaturale, il film segue le vicende di Sergio Rossetti (Michele Riondino), nuovo insegnante di
educazione fisica con un passato tormentato. L’incontro con Michela
(Romana Maggiora Vergano), la giovane
locandiera, lo conduce a scoprire l’oscuro segreto del paese: un
rituale settimanale che ruota attorno a Matteo Corbin (Giulio Feltri), adolescente
in grado di assorbire il dolore altrui, venerato come “l’angelo di
Remis”. Il tentativo di salvarlo scatenerà le forze più oscure
della comunità.
Perché è il film di genere che i cinefili italiani chiedono a gran
voce
Da
anni il pubblico e la critica invocano un ritorno deciso del cinema
di genere in Italia, soprattutto dell’horror, tradizione gloriosa
che ha regalato al mondo autori come Mario Bava e Dario Argento.
Con La Valle dei Sorrisi (la
nostra recensione), Paolo Strippoli raccoglie questa
eredità e la rilancia, dimostrando che anche oggi si possono
realizzare opere capaci di parlare a un pubblico internazionale
senza rinunciare all’identità italiana. Per chi ama il brivido sul
grande schermo, questo è già un motivo sufficiente per non perdere
l’uscita del film il 17
settembre 2025.
Per
la bravura di Michele Riondino e Romana Maggiora Vergano
Michele Riondino e Romana Maggiora Vergano in La Valle dei
Sorrisi
Il
cast de La Valle dei
Sorrisi è guidato da Michele Riondino, attore tra i più versatili della
scena italiana, capace di passare dal dramma intimista al thriller
con intensità e misura. Al suo fianco c’è Romana Maggiora Vergano, giovane promessa
del cinema italiano già apprezzata per sensibilità e naturalezza.
La loro alchimia sullo schermo dà forza emotiva alla storia,
rendendo ancora più coinvolgente il mistero che avvolge il paese di
Remis.
Per
l’ambientazione suggestiva e inquietante
Giulio Feltri ne La Valle dei Sorrisi
Il
paesino di Remis,
incastonato tra le montagne, è molto più di uno sfondo: diventa un
personaggio a sé, con le sue strade silenziose, la natura che isola
e protegge, e quell’atmosfera sospesa che alimenta il senso di
mistero. Paolo Strippoli utilizza l’ambientazione come strumento
narrativo, trasformando la valle in un luogo carico di tensione e
simbolismo. Un contesto che rende l’esperienza in sala ancora più
immersiva e perturbante.
Per
il rituale inquietante che mescola folklore e horror
Al
centro della trama c’è un rituale oscuro: una volta a settimana,
gli abitanti di Remis si radunano per abbracciare
Matteo Corbin,
l’adolescente capace di assorbire il dolore degli altri. Questa
pratica, tanto affascinante quanto disturbante, richiama le
atmosfere del folklore popolare e le innesta in una narrazione
horror contemporanea. Un’idea narrativa potente, che offre allo
spettatore il brivido dell’ignoto e la suggestione di un mito
moderno.
Per
una grande produzione tutta italiana e l’uscita in sala
La Valle dei Sorrisi è
sostenuto da una produzione solida che vede coinvolti
Fandango, Vision
Distribution, Nightswim, Spok e la collaborazione di
Sky, con il
contributo del MIC e delle Film Commission regionali. Una filiera
produttiva che dimostra come il cinema di genere possa avere radici
forti anche in Italia. Non si tratta di un’uscita limitata: il film
sarà distribuito da Vision
Distribution in tutti i cinema italiani a partire dal
17 settembre 2025,
offrendo al pubblico l’occasione di vivere l’esperienza horror come
merita, sul grande schermo.
Con
la regia di Paolo Strippoli, un cast guidato da Michele Riondino e
Romana Maggiora Vergano, un’ambientazione che trasforma il paesino
di Remis in un luogo di puro mistero e un rituale capace di
mescolare folklore e paura, La
Valle dei Sorrisi si presenta come un appuntamento imperdibile
per gli amanti dell’horror italiano. La forza della produzione e la
distribuzione nazionale garantiscono un’esperienza cinematografica
di grande impatto. Dal 17
settembre 2025, l’appuntamento è al buio della sala: la
valle vi aspetta.
L’universo
di John Wick si espande con il suo primo spin-off
cinematografico, e l’introduzione di Ana
de Armas nel ruolo di Eve Macarro preannuncia un futuro
entusiasmante, che potrebbe lasciare gli spettatori con la
curiosità di vedere la scena post-crediti di Ballerina.
Il quinto film della serie d’azione vede il ritorno di Keanu Reeves nei panni di John Wick, ma questa
volta solo in un ruolo secondario. Ballerina è la storia delle origini di Eve
Macarro, una guardia del corpo dei Ruska Roma che intraprende un
viaggio per vendicarsi del Cancelliere e della sua setta per il
loro ruolo nella morte dei suoi genitori.
Con il film che si inserisce nella
John Wick timeline tra il terzo e il quarto capitolo
della serie principale, lo spin-off contribuisce a colmare le
lacune tra le precedenti produzioni con Keanu Reeves. Tuttavia,
Ballerina non è appesantito dai collegamenti con il
franchise né eccessivamente preoccupato di preparare il terreno per
John Wick: Chapter 4. È più concentrato sul raccontare la
storia di Eve e lasciarla in un punto in cui il pubblico potrebbe
vedere il personaggio di Ana de Armas tornare in film futuri. Dato
l’uso hollywoodiano delle scene dopo i titoli di coda, che nemmeno
John Wick ha ignorato, c’era la possibilità che
Ballerina ne avesse una.
È confermato che non ci sono scene
dopo i titoli di coda in Ballerina. Il film termina senza
l’inserimento di scene durante o dopo i titoli di coda. Mentre
molti spin-off e sequel di franchise hanno utilizzato scene dopo i
titoli di coda per concludere una trama in sospeso, inserire una
gag divertente o preparare il terreno per futuri capitoli, i
registi e i produttori di Ballerina hanno deciso che in
questo caso era meglio non includerne una.
Ciò significa che chiunque guardi
Ballerina al cinema o in streaming non deve preoccuparsi di
perdersi una scena fondamentale nascosta nei titoli di coda.
Tuttavia, è comunque consigliabile rimanere seduti fino alla fine.
È un ottimo modo per vedere i nomi di tutti coloro che hanno
lavorato duramente al film. I titoli di coda includono anche una
canzone originale intitolata “Hand That Feeds” di Halsey e Amy
Lee, la cantante degli Evanescence. Questo è un motivo
sufficiente per rimanere fino alla fine dei titoli di coda di
Ballerina.
La decisione di Ballerina di
non inserire scene dopo i titoli di coda è in linea con la maggior
parte del franchise
John Wick ha già inserito scene
dopo i titoli di coda
L’assenza di scene dopo i titoli di
coda in Ballerina non è così sorprendente, vista la storia
del franchise. I primi tre film di John Wick non includevano
scene aggiuntive dopo il finale. Ballerina diventa ora il
quarto dei cinque film di John Wick a non includere una
scena dopo i titoli di coda. L’unico film della serie a farlo è
stato il quarto. La scena dopo i titoli di coda di John Wick
4 prepara il terreno per il prossimo spin-off su Caine con
Donnie Yen.
John Wick 4 ha fatto
sembrare più probabile che Ballerina potesse includere una
scena dopo i titoli di coda. Con la serie che finalmente si è
avventurata in queste acque, il pubblico ora sa che uno di questi
tag è possibile in questa serie. Questo film avrebbe potuto
utilizzare una scena post-crediti per stuzzicare ulteriormente il
futuro di Ana de Armas nella serie, preparare un altro film
spin-off per uno dei membri del cast di Ballerina, o anche suggerire cosa potrebbe accadere in
John Wick 5.
Perché Ballerina ha fatto bene
a non includere una scena dopo i titoli di coda
Il finale è
sufficiente
Ci sono diversi buoni motivi per
cui Ballerina non include una scena dopo i titoli di coda.
Lionsgate e i produttori del franchise sperano che questo possa
dare il via a un nuovo franchise all’interno della saga di John
Wick, ma i piani per un sequel non sono ancora
confermati, anche se Keanu Reeves ha delle idee. Includere una
scena dopo i titoli di coda potrebbe ritorcersi contro se il
franchise non dovesse avere successo. È meglio per tutti vedere
come si comporta Ballerina da solo e prendere una decisione
sul sequel da lì. Qualunque cosa accada in seguito, non c’è il
rischio che il pubblico si senta tradito.
Vale anche la pena notare che
la fine di Ballerina è praticamente una scena
post-crediti. Senza entrare in spoiler su come si conclude la
storia di Eve, ci sono molti indizi sul futuro. Una scena
post-crediti adeguata avrebbe potuto sembrare superflua. Il
pubblico dovrebbe già avere una chiara comprensione di ciò che
accadrà in seguito senza che il finale di Ballerina
risulti incompleto. È un’ottima posizione per il franchise,
soprattutto perché elimina la possibilità che gli spettatori si
perdano qualcosa di importante.
I film e gli spin-off di
John Wick hanno una linea temporale unica, con la serie TV
The Continental ambientata 40 anni prima di John
Wick.
Il retroscena di John Wick
rivela la sua infanzia, il suo addestramento e come è diventato
Baba Yaga, mentre i primi tre film si svolgono nell’arco di una
settimana.
Lo spin-off Ballerina è ambientato tra John Wick:
Capitolo 3 e Capitolo 4, con Ana
de Armas che si allena per diventare un’assassina al fianco di
John Wick.
I film della serie John Wick e i loro spin-off sono stati
distribuiti nell’arco di un decennio in ordine cronologico, ma la
linea temporale all’interno dell’universo narrativo è molto
diversa. La saga d’azione di Chad Stahelski, che include lo
spin-off televisivo The Continental e il film Ballerina,
con Ana de Armas, in uscita prossimamente, ha
conquistato il mondo nel 2014 e ha riportato Keanu Reeves ai livelli di fama di una
superstar nei panni dell’assassino d’élite John Wick. Ogni episodio
si è basato sulla complessa tradizione e sulla costruzione del
mondo che hanno reso la serie così unica, tra cui oscure cricche,
l’Alto Consiglio e i suoi membri segreti, nonché The Continental e
hotel simili per killer a pagamento.
Con le voci che John Wick Chapter 5 sarà realizzato con Reeves, i film
di John Wick potrebbero continuare per diversi anni.
Stahelski ha idee per almeno 9 film di John Wick,
dimostrando che il franchise ha materiale forte per storie che
vanno oltre il piano di vendetta di John Wick contro l’Alto
Consiglio, che si pensava fosse stato risolto in John Wick:
Capitolo 4. Ecco la cronologia presentata nei film e negli
spin-off, sia in ordine cronologico, sia in relazione agli sviluppi
narrativi che si svolgono nella ricerca di vendetta di Baba Yaga e
nella conservazione della memoria di sua moglie.
Film e spin-off di John Wick in
ordine cronologico
Come guardare lo svolgersi
della storia di John Wick
Guardare la serie John Wick
in ordine cronologico è piuttosto semplice, almeno per quanto
riguarda i quattro film principali della serie. John Wick
fino a John Wick Chapter 4 sono tutti ambientati più o meno
nello stesso anno, che non viene mai specificato ma che si ritiene
essere il 2014 o il 2015, in correlazione con l’uscita del primo
film.
La timeline della serie e
l’ordine cronologico di visione iniziano a diventare più complessi
con gli spin-off attuali e quelli in programma.
La timeline della serie e l’ordine
cronologico di visione iniziano a diventare più complessi con gli
spin-off attuali e quelli in programma. La serie TV spin-off
prequel, The Continental: From The World Of John Wick, è
stata pubblicata nel 2023, ma è ambientata negli anni ’70 e
racconta la storia di Winston e di come è diventato l’uomo che
vediamo nei film principali. Il prossimo spin-off John Wick
Presents: Ballerina è previsto per il 2025, ma sarà ambientato
tra John Wick Chapter 3: Parabellum e John Wick: Chapter
4.
La serie TV The Continental è
ambientata negli anni ’70
La prima serie TV di John Wick
è ambientata decenni prima dei film
Per quanto riguarda la posizione di
The Continental nella John Wick timeline,
lo spin-off è ambientato oltre 40 anni prima degli eventi di
John Wick, quando Winston Scott è un giovane che va in
guerra contro Cormac (Mel Gibson) per la morte di suo fratello e
alla fine prende il controllo di The Continental. Situato in un
contesto di scioperi, ondate di criminalità e corruzione dilagante
nelle strade di New York City, l’hotel degli assassini non è così
affascinante come nei film di John Wick, ma la storia delle
origini ridefinisce il retroscena dell’Alto Tavolo di Winston e
mostra come l’hotel sia diventato il Continental più potente del
mondo.
Il passato di John Wick:
l’addestramento da mercenario e come ha lasciato
La sua vita di violenza è
iniziata nell’Unione Sovietica
Secondo le informazioni raccolte
da John, Winston e il Direttore nei film, John è nato come Jardani
Jovonovich nella Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa
dell’Unione Sovietica. È rimasto orfano in giovane età e ha
lasciato il suo villaggio di Padhorje per andare a vivere con
Winston, un vecchio amico di suo padre. Alla fine, ha preso il suo
posto nella Ruska Roma, una potente organizzazione criminale
controllata dal Direttore. La serie a fumetti John Wick
rivela che ha anche trascorso un periodo significativo a El Sauzel,
in Messico, durante la sua adolescenza.
Anche se erano passati anni
dall’ultima volta che aveva dovuto usare le sue abilità, dopo
l’uccisione del cucciolo, John Wick ha dimostrato il suo status
leggendario tornando subito in azione come se il tempo non fosse
mai passato.
Sotto l’occhio vigile del
Direttore, John ha imparato le arti marziali, l’uso di varie armi,
il combattimento corpo a corpo, lo spionaggio, la guida tattica e
tutto ciò che è necessario per diventare un killer di livello
mondiale. Alla fine, entrò in conflitto con il Direttore, commise
un crimine non specificato e fu imprigionato. Dopo il suo rilascio,
divenne uno dei principali esecutori del sindacato criminale russo
a New York, e fu in questo periodo che si guadagnò il soprannome
di “Baba Yaga”. Gli fu concesso di abbandonare quello stile di
vita e di sposare una giovane donna di nome Helen solo dopo aver
completato un “compito impossibile” assegnatogli dal capo del
sindacato.
John riuscì a portare a termine
questo compito con l’aiuto di Santino D’Antonio della Camorra, ed è
così che gli rimase debitore del marchio di sangue che si vede in
John Wick: Chapter 2. John visse con Helen nel New Jersey
per circa cinque anni prima che lei morisse a causa di una grave
malattia, e in quel momento lei gli regalò un cucciolo per
ricordarla e per ricordare i momenti felici. Anche se erano passati
anni dall’ultima volta che aveva dovuto usare le sue abilità, dopo
che il cucciolo fu ucciso, John Wick dimostrò il suo status
leggendario tornando subito in azione come se il tempo non fosse
mai passato.
John Wick 1, 2 e 3 si svolgono
nell’arco di una settimana
Il tempo passa molto lentamente
nella trilogia iniziale di John Wick
Secondo Collider, Staheski ha spiegato che la linea temporale di
John Wick per i primi tre film è incredibilmente breve, con
solo una o due settimane che passano tra l’inizio di John
Wick e la
fine di
John Wick: Chapter 3 – Parabellum:
“Beh, abbiamo pensato che i
primi tre film si svolgessero quasi tutti in una settimana, una
settimana e mezzo, più o meno”.
John Wick inizia con Iosef Tarasov
(Alfie Allen), il figlio del precedente datore di lavoro di John
Wick, che uccide un cucciolo regalato a John dopo la morte di sua
moglie, il che innesca una serie di eventi che portano “Baba
Yaga” a uscire dal pensionamento e a dare la caccia a Viggo Tarasov
(Michael Nyqvist) e alla sua intera banda, mentre sulla sua
testa pende una grossa taglia.
Gli eventi frenetici che si
susseguono in un arco di tempo così breve creano un senso di
urgenza e tensione.
Dopo aver ucciso Tarasov, John si
ritrova a cercare aiuto da Winston (Ian McShane), il direttore
dell’hotel per assassini noto come The Continental in John Wick:
Chapter 2, che gli ricorda il codice di condotta inerente al loro
mondo criminale. Il pensionamento continua a sfuggire a John
quando Santino D’Antonio, ansioso di ottenere un posto all’Alto
Tavolo, gli chiede un favore con un marker d’oro, che lo obbliga a
recarsi a Roma per assassinare sua sorella, leader
dell’organizzazione criminale Camorra. Questa decisione rende
John Wick “scomunicato” e porta la misteriosa gilda degli assassini
a mettere una taglia di 14 milioni di dollari sulla sua testa.
Con tutti i principali assassini
allertati, John deve trovare un modo per sopravvivere contro di
loro in una serie di combattimenti che lo porteranno in giro per
New York City. Quando l’Arbitro, un ambasciatore dell’Alto
Consiglio, ritiene che sia Winston che John abbiano agito contro
gli standard dell’organizzazione, i due vengono minacciati di
morte. Fingendo la propria morte, John fugge da New York City e
viaggia all’estero per rovesciare l’Alto Consiglio una volta per
tutte.
L’assenza di un salto temporale
significativo mantiene lo slancio dei film e, anche se John
intraprende un’avventura intorno al mondo, tutti gli eventi
frenetici che si susseguono in un lasso di tempo così breve creano
un senso di urgenza e tensione.
Il film spin-off di John
Wick, Ballerina, è ambientato tra il terzo e il quarto
capitolo
Il prossimo film incentrato
su Rooney sarà sia un sequel che un prequel
Il prossimo spin-off di John
Wick, John Wick Presents: Ballerina, si colloca tra John Wick:
Chapter 3 – Parabellum e John Wick: Chapter 4. Segue
Rooney, interpretata da Ana de Armas, la ballerina titolare
(originariamente interpretata da Unity Phelan in John Wick 3) che
si allena per diventare un’assassina proprio come Baba Yaga, con
una piccola parte per la famigerata assassina che la guida nel suo
viaggio. Secondo
Entertainment Weekly, Reeves ha deciso quando si sarebbe
svolto lo spin-off di John Wick, determinando non solo come il
personaggio di Armas si sarebbe inserito nella timeline di John
Wick, ma anche quanto la star del franchise sarebbe stata coinvolta
e in che veste.
Armas si è allenata
intensamente per le sue scene d’azione, che senza dubbio
rivaleggeranno con quelle del film originale.
È possibile che Reeves
volesse apparire nel film in un ruolo non d’azione e concentrarsi
maggiormente su alcune scene chiave con Armas. “Ho avuto
modo di lavorare con Ana de Armas e il regista Len Wiseman, e
avevano una sceneggiatura fantastica”, ha dichiarato Reeves,
indicando che la collaborazione potrebbe aver riguardato più gli
elementi drammatici della trama che le eleganti coreografie dei
combattimenti. Naturalmente, i fan possono comunque aspettarsi
molto di tutto ciò, dato che Armas si è allenata intensamente per
le sue scene d’azione che senza dubbio rivaleggeranno con quelle
del film originale.
John Wick: Chapter 4 si
svolge sei mesi dopo John Wick 3
Il quarto film presenta il
primo salto temporale della serie
Mentre la maggior parte dei film di
John Wick si svolge in un arco di tempo relativamente breve,
John Wick: Capitolo 4 si svolge ben sei mesi dopo John Wick:
Capitolo 3 – Parabellum. Dopo aver combattuto con le forze
speciali dell’Alto Consiglio sul territorio del Continental ed
essere stato “colpito” da Winston, John Wick deve riprendersi con
l’aiuto del Bowery King prima di cercare vendetta.
Era opportuno sottolineare che
anche John Wick ha bisogno di riprendersi e riflettere sulla sua
prossima mossa contro l’Alto Consiglio.
È a questo punto che decide di
scatenare tutta la sua vendetta contro l’Alto Consiglio, e
l’organizzazione decide di sostenere il marchese Vincent de Gramont
(Bill Skarsgård) in un duello contro Baba Yaga
che, se perderà, permetterà a John di essere libero per sempre.
I film di John Wick sono noti per essere eccessivamente
violenti e iper-stilizzati, con il loro eroe titolare che
sopravvive a pugni, calci e colpi di pistola ripetuti, ma che
continua comunque a perseguire senza sosta la sua preda. Era
opportuno sottolineare che anche John Wick ha bisogno di
riprendersi e riflettere sulla sua prossima mossa contro l’Alto
Consiglio.
John Wick: Chapter 4 ha mostrato un
significativo ritorno alla traiettoria del film originale, quando
John cercava attivamente vendetta piuttosto che passare il tempo a
essere braccato per essersi opposto ai suoi superiori e aver
smantellato attivamente le regole sociali e le relazioni che
governano la loro peculiare società criminale.
Ci sono ancora altre storie
dal mondo di John Wick in arrivo
Nonostante la morte di John Wick
alla fine di John Wick: Capitolo 4, ci sono ancora diversi
film e potenziali spin-off televisivi in programma per l’universo
di John Wick. Tuttavia, mentre alcuni sono confermati, altri
sono ancora nelle prime fasi di sviluppo o sono stati anticipati ma
non hanno ancora ricevuto il via libera. Il prossimo film noto di
John Wick è, ovviamente, John Wick Presents: Ballerina, che è già
in fase avanzata e uscirà nel 2025. Ballerina è entrato in
post-produzione all’inizio del 2023, anche se nel 2024 sono state
lavorate alcune sequenze extra.
Il prossimo film confermato dopo
Ballerina sarà John Wick: Chapter 5, che ha avuto un percorso
di sviluppo incredibilmente interessante. Inizialmente era stato
confermato nel 2020, ma sia Keanu Reeves che il produttore Chad
Stahelski hanno poi inviato segnali contrastanti sulla sua
effettiva realizzazione, soprattutto dopo il finale scioccante di
John Wick: Chapter 4. Ora sembra però che il progetto stia
definitivamente andando avanti, dato che Lionsgate ha confermato
che il lavoro sulla sceneggiatura è ripreso dopo la risoluzione
degli scioperi SAG-AFTRA e WGA del 2023.
Ci sono diversi progetti che
sono stati anticipati come potenziali nuovi film o serie TV di John
Wick.
Oltre a questo, ci sono diversi
progetti che sono stati anticipati come potenziali nuovi film o
serie TV di John Wick. La Lionsgate ha confermato che sono in fase
di sviluppo altri spin-off, anche se finora i dettagli al riguardo
sono stati tenuti segreti. Questi potrebbero includere potenziali
crossover con i film Atomic Blonde e Nobody (anche se questi sono
improbabili, nonostante le menti creative dietro di essi sembrino
interessate).
Poiché Ballerina è il primo John
Wick spin-off incentrato su un personaggio introdotto nei quattro
film principali, i futuri spin-off seguiranno probabilmente lo
stesso percorso. Alcuni di quelli che sono stati anticipati
includono un film su Sofia, basato sul personaggio di
Halle Berry in John Wick 3, un film su Bowery King di Laurence
Fishburne e un film potenzialmente intitolato Akira and Caine, che
fornirebbe maggiori dettagli sul passato della coppia protagonista.
Tuttavia, fino a quando questi non saranno confermati, non è chiaro
dove si inserirebbero nella cronologia di John Wick.
Sebbene non compaia in
Ballerina,
la madre di Eve Macarro riveste un ruolo importante nella trama del
film. All’inizio del film, Eve e suo padre conducono una vita
tranquilla dopo essere fuggiti dalla
Setta, i principali antagonisti di Ballerina. Tuttavia, la loro pace viene presto
interrotta quando la Setta li rintraccia. Nonostante opponga una
strenua resistenza, il padre di Eve muore all’inizio del film.
Fortunatamente, però, Eve non viene catturata dalla Setta, ma
diventa invece membro della Ruska Roma.
Dodici anni dopo, Eve decide di
intraprendere una missione per vendicare la morte di suo padre.
Durante questa missione, Eve incontra sua sorella, che suo padre
aveva deciso di non portare con sé durante la fuga perché era
troppo integrata nella Setta. Inoltre, anche la madre di Eve viene
menzionata in Ballerina, ma la sua sorte rimane sconosciuta.
Alla fine di
Ballerina, Eve uccide il Cancelliere, ma il Culto
potrebbe ancora svolgere un ruolo importante nei futuri film di
John Wick. Pertanto, la madre di Eve potrebbe
potenzialmente apparire in un possibile sequel di
Ballerina.
Il Cancelliere sostiene che la
madre di Eve sia stata uccisa dal Culto
Il Cancelliere mente sul
destino della madre di Eve in Ballerina?
Secondo il Cancelliere, che guida
il Culto, la madre di Eve è morta. Tuttavia, le sue parole non
dovrebbero essere prese per vere, motivo per cui vale ancora la
pena esaminare cosa sia realmente accaduto alla madre di Eve. In
Ballerina, il Cancelliere sostiene che la madre di Eve
“ha pagato il prezzo” per la diserzione di suo padre.
Ovviamente, questo fa sembrare che sia stata uccisa dopo la fuga di
Eve e suo padre, ma è possibile che sia stata punita in modo
diverso.
È più probabile che la madre
di Eve fosse in realtà completamente fedele al Culto, motivo per
cui suo padre non è fuggito con tutta la famiglia.
Sebbene non si sappia molto della
madre di Eve, sembra che fosse un membro importante del Culto.
Pertanto, sarebbe sorprendente se il Cancelliere avesse deciso
di ucciderla o anche solo di punirla. È più probabile che la
madre di Eve fosse in realtà completamente fedele al Culto, motivo
per cui suo padre non è fuggito con tutta la famiglia. Se così
fosse, allora l’affermazione del Cancelliere secondo cui la madre
di Eve “ha pagato il prezzo” in Ballerina è
probabilmente solo una bugia.
La madre di Eve Macarro
potrebbe essere ancora viva?
Poiché non viene mai confermato
che la madre di Eve sia morta in Ballerina, è molto
probabile che sia ancora viva. Dopotutto, l’inizio del film fa
anche pensare al pubblico che la sorella di Eve sia morta, prima
che venga rivelato che in realtà si tratta di Lena. Il fatto che
Lena sia un membro importante del Culto è un altro motivo per cui
anche la madre di Eve è probabilmente completamente fedele al
gruppo. In Ballerina, Lena e il Cancelliere hanno
chiaramente un buon rapporto di lavoro.
Prima della sua morte, sembra che
il Cancelliere si fidi di Lena più di molti altri membri della
setta. Ordina ai suoi uomini di ucciderla solo perché Eve avrebbe
ovviamente complicato il loro rapporto. Pertanto, il ruolo di Lena
nel film suggerisce che anche la madre di Eve sia un membro
importante del Culto. Anche se apparentemente non è nella città in
Ballerina, potrebbe rintracciare Eve in un potenziale
sequel. Nel complesso, sulla base di tutti gli indizi, sarebbe
sorprendente se il Cancelliere avesse effettivamente ucciso la
madre di Eve.
Il finale di Ballerina potrebbe
nascondere un legame segreto con la madre di Eve
Il regista di Ballerina vuole
che la madre di Eve sia viva
Oltre agli indizi nel film, anche i
commenti del regista di Ballerina, Len Wiseman, sulla
madre di Eve suggeriscono che in realtà non sia morta. Wiseman
ha rivelato che Eve aveva effettivamente incontrato sua madre in
una prima bozza della sceneggiatura. Anche se la versione finale
del film suggerisce che sia morta, lo stesso regista ha ammesso che
non si può mai sapere chi sia davvero morto nella serie di John
Wick. Inoltre, Wiseman ha ipotizzato che la madre di Eve possa aver
messo una taglia su di lei alla fine di Ballerina. Ha
detto:
A un certo
punto avevo scritto [nella sceneggiatura] che lei incontra sua
madre, ma non ci siamo mai arrivati. Forse avremmo girato la scena,
ma è sempre qualcosa che sentiamo dire, che sua madre è morta, ma
in questo mondo non si sa mai chi è davvero morto. C’era un
elemento per cui, quando Eve riceve la taglia alla fine, non
sappiamo necessariamente chi l’abbia messa. E se quella strada ha
portato a questo, forse è stata sua madre [a metterla sotto tiro].
Sarebbe brutale.
Sua madre
dovrà comunque tornare in quel villaggio e vederlo decimato, e sua
figlia uccisa. Quindi le ramificazioni possono assumere molte forme
diverse.
Sulla base dei commenti di Wiseman,
sarebbe scioccante se la madre di Eve non apparisse in un futuro
progetto della John Wick franchise. Se venisse realizzato un
sequel di Ballerina, avrebbe perfettamente senso che la madre
di Eve avesse un ruolo di primo piano. Forse diventerà la nuova
leader della setta e darà la caccia a Eve. Pertanto, anche se il
pubblico è portato a credere che la madre di Eve sia morta in
Ballerina, è molto probabile che sia ancora viva.
Nel classico stile di John
Wick, Eve Macarro, interpretata da Ana
de Armas, affronta molti, molti nemici in Ballerina.
La maggior parte di questi nemici fa parte di un gruppo chiamato
Cult, che ha un rapporto unico con le famiglie che servono sotto
l’Alto Consiglio. Alla
fine di Ballerina, Eve ha effettivamente bisogno
dell’aiuto di John Wick per portare a termine con successo
la sua missione di vendetta. Le difficoltà di Eve nel film lo
distinguono dagli altri John Wick, poiché lei non è chiaramente abile come
l’iconico personaggio interpretato da Keanu Reeves.
Dopo aver visto il talentuoso John
Wick sconfiggere centinaia di nemici in quattro film, questo è un
cambiamento rinfrescante per la serie. Di conseguenza, le
recensioni di Ballerina sono state piuttosto
positive.
Il ruolo del Culto in Ballerina
e chi ne fa parte
Il padre, la madre e la sorella
di Eve erano tutti membri del Culto
Il Culto viene presentato proprio
all’inizio di Ballerina, quando Eve è ancora una bambina.
Durante il prologo del film, viene rivelato che il padre di Eve
ha lasciato il Culto e l’ha portata con sé. Sembra che abbiano
vissuto una vita tranquilla per un po’ di tempo, ma il Culto,
guidato dal Cancelliere interpretato da Gabriel Byrne, alla fine li
rintraccia. Una notte, diversi membri del Culto irrompono nella
loro casa e attaccano il padre di Eve. Lui combatte valorosamente
e, con l’aiuto di Eve, elimina tutti gli assassini mandati per
ucciderlo.
Tuttavia, il padre di Eve rimane
ferito nella lotta e alla fine soccombe alle ferite. Dopo questa
tragica morte, il film fa un salto in avanti di 12 anni e mostra
Eve che si allena con i Ruska Roma. Per anni, la direttrice
interpretata da Anjelica Huston ha scelto di proposito di non dire
a Eve del gruppo di cui faceva parte suo padre, ma lei è ovviamente
curiosa. Dopo aver notato una “X” sul polso di qualcuno che la
attacca e averla ricollegata alla notte in cui suo padre è morto,
Eve decide di mettersi in viaggio da sola per rintracciare la setta
e ucciderne il leader.
La caccia di Eve alla setta la
porta in una città di montagna in Europa. Dopo essere arrivata
nella città coperta di neve, scopre rapidamente che tutti i
residenti sono membri della setta. Nella seconda metà del film, Eve
deve continuamente combattere per farsi strada attraverso la città
mentre cerca il Cancelliere. Questo porta alla rivelazione che la
sorella maggiore di Eve, Lena, è ancora viva ed è stata per anni un
membro fedele della setta. Dopo essersi riunite, il Cancelliere
ordina spietatamente ai suoi uomini di ucciderle entrambe.
Poco prima, Lena rivela che il
padre di Eve non l’ha portata via dalla setta perché era già stata
addestrata come assassina e aveva ucciso qualcuno. Sfortunatamente,
il tempo che Eve trascorre con sua sorella è breve, poiché Lena
muore quando gli uomini del Cancelliere lanciano delle granate
nella casa in cui stavano parlando. Dopo questo episodio, durante
il climax del film, Eve continua a uccidere i membri del Culto, con
l’aiuto di John Wick, fino a quando non trova e uccide il
Cancelliere, una decisione che sconvolgerà sicuramente la struttura
di potere del gruppo.
Il Culto esiste da 1.000 anni
nell’universo di John Wick
Poiché Ballerina si
concentra principalmente sull’attuale missione di vendetta di Eve
contro il Culto, nel film non vengono rivelati molti dettagli sulla
storia del gruppo. Tuttavia, è chiaro che il Culto esiste da molto,
molto tempo. Questo gruppo esiste nel mondo di John Wick da
circa 1000 anni, il che significa che è antico quanto l’Alto
Tavolo. Ciò significa che, proprio come l’Alto Tavolo, il Culto
esisteva già ai tempi dell’Impero Romano ed è sopravvissuto
attraverso diverse altre epoche significative della storia.
Anche se il Cancelliere viene
ucciso da Eve, il Culto rimarrà probabilmente un gruppo
unificato.
Il fatto che il Culto esista da
così tanto tempo rende ancora più impressionante il fatto che Eve
sia riuscita a farsi strada attraverso la città e uccidere il
Cancelliere. Anche se il Cancelliere viene ucciso da Eve, il Culto
rimarrà probabilmente un gruppo unito. Pertanto, dato che ha una
storia che risale all’Alto Tavolo, i membri rimanenti del gruppo
troveranno probabilmente un modo per riconquistare la forza del
Culto. Ciò significa che il gruppo potrebbe tornare in un sequel di
Ballerina o in un futuro progetto di John Wick.
Come il Culto è collegato
all’Alto Tavolo
Il Culto non segue le regole
dell’Alto Tavolo
Poiché il Culto esiste praticamente
da quando esiste l’Alto Tavolo, è logico che le due organizzazioni
abbiano un rapporto di collaborazione. Anche se il Culto non
serve l’Alto Tavolo e i suoi membri non seguono le stesse
regole, sono comunque i benvenuti negli hotel Continental di
tutto il mondo. Come spiega Winston a Eve prima che lei parta per
la sua missione di vendetta, le organizzazioni che servono l’Alto
Tavolo accolgono i membri del Culto a braccia aperte in modo da
poter tenere sotto controllo le azioni di questo gruppo
imprevedibile.
Come si vede verso la fine di
Ballerina, anche il Direttore, che gestisce la Ruska Roma,
conosce il Cancelliere. Durante una conversazione telefonica, il
Cancelliere minaccia addirittura di dichiarare guerra alla Ruska
Roma. Questo è qualcosa che il Direttore vuole evitare, il che
dimostra che le famiglie che servono l’Alto Consiglio hanno ancora
molta paura del Culto. Pertanto, sebbene il Culto sia associato
all’Alto Tavolo e alle numerose organizzazioni criminali che lo
servono, il gruppo opera in modo molto diverso e ha una propria
serie di regole, il che lo rende molto pericoloso.
Il futuro del Culto in John
Wick dopo Ballerina
Il Culto tornerà dopo
Ballerina?
Dopo aver ucciso il Cancelliere,
Eve prende Ella e lascia la città del Culto. Dopo essersi
assicurata che Ella si ricongiunga con suo padre alla fine di
Ballerina, Eve torna a New York. Nel film, riesce a
vendicare la morte di suo padre e sua sorella, ma viene suggerito
che il Culto continuerà a darle la caccia. Pertanto, se verrà
realizzato un sequel di Ballerina, è probabile che il Culto
avrà ancora una volta un ruolo di primo piano.
Sulla base di questo accenno alla
fine del film, è possibile che Eve continuerà a combattere il
Culto nei futuri film di Ballerina, proprio come John
Wick ha combattuto contro l’Alto Consiglio nei film principali
della serie. Ora che Eve ha una taglia sulla sua testa, i
membri del Culto saranno ancora più motivati a darle la caccia e
cercare di ucciderla. Pertanto, sembra che il Culto tornerà se
verrà realizzato un sequel di Ballerina, il che
significa che nei film futuri potrebbero essere rivelati ulteriori
dettagli sulla storia del gruppo.