La commedia drammatica di Bradley CooperIs
This Thing On? sarà presentata in anteprima mondiale
al New York Film Festival, dove sarà il film di
chiusura il 10 ottobre all’Alice Tully Hall del Lincoln Center.
Ispirato alla vita del comico britannico John
Bishop, il film racconta la storia della separazione di
una coppia sposata, interpretata da Will Arnett e
Laura Dern, che sta crescendo due figli. Il
marito, Alex, decide di dare una svolta radicale alla sua carriera
per diventare un comico professionista nel West Village di New York
City. Nella prima immagine appena rivelata, il personaggio di
Arnett è ritratto in piedi con aria malinconica in un comedy
club.
Searchlight
Pictures si occupa della distribuzione del film, ma non ha
ancora rivelato la data di uscita nelle sale. Sappiamo però che
Andra Day, Christine Ebersole,
Ciarán Hinds, Sean Hayes,
Peyton Manning e Amy Sedaris
completano il cast del film.
“Siamo onorati e grati di
presentare il nostro film in anteprima al New York Film
Festival”, ha dichiarato Cooper. “All’inizio di quest’anno
abbiamo avuto la meravigliosa opportunità di girare questa storia
in tutta la città, quindi è molto emozionante presentarla nella
serata di chiusura del festival. New York infonde un’energia in
ogni aspetto della realizzazione di un film che è semplicemente
irripetibile”. Is This Thing On? è il terzo
lavoro da regista di Cooper dopo “A Star Is
Born” e “Maestro“.
Davanti alla telecamera, l’attore è noto soprattutto per “Una
notte da leoni”, “Il
lato positivo – Silver Linings Playbook”, “American
Hustle” e “American
Sniper”.
“Siamo entusiasti di chiudere
il festival con il delizioso terzo lungometraggio di Bradley
Cooper”, ha dichiarato Dennis Lim, direttore
artistico del New York Film Festival. “‘Is This Thing On?’ è un
film dalle molteplici dimensioni e sorprese: un affettuoso omaggio
alla scena comica di New York City, uno studio sensibile
dell’insoddisfazione della mezza età e una commedia moderna sul
secondo matrimonio, perfettamente equilibrata tra umorismo e
sentimento”.
Jim Parsons (The Big Bang Theory) è
una new entry nel cast di The Leader, il thriller
poliziesco ispirato alla storia del famigerato gruppo religioso
Heaven’s Gate, attualmente in produzione. I
dettagli sui personaggi sono ancora segreti. Parsons si unisce a un
cast guidato da Tim Blake Nelson e Vera
Farmiga.
Scritto e diretto da Michael
Gallagher, The Leader racconta
l’incredibile storia vera dei leader della setta UFO Marshall Herff
Applewhite (Nelson) e Bonnie Lu Nettles (Farmiga), che hanno
ispirato centinaia di persone ad abbandonare le proprie famiglie, a
uscire dalla società e a prepararsi a evacuare il pianeta Terra.
Heaven’s Gate, il gruppo che ha ispirato il film, ha commesso il
più grande suicidio di massa mai avvenuto sul suolo
statunitense.
Altri attori del cast includono
Simon Rex, Grace Caroline Currey, Matthew Glave, William
Mapother, JB Yowell, Kelly Lynn Reiter, Danielle Vasinova, Blake
Robbins, Jana Gallagher, Paten Hughes, Molly Robbins e
Jill Winternitz.
“L’interpretazione ipnotica e
spettacolare di Jim Parsons lascerà il pubblico a bocca
aperta”, ha dichiarato Gallagher. “Siamo estremamente
grati di avere Jim nel nostro fenomenale cast di attori
pluripremiati in questa straordinaria interpretazione
drammatica”.
I produttori di The
Leader sono Jana Gallagher, Michael Wormser, Michael
Gallagher, Joel David Moore e Matt Murphie. Tra i produttori
esecutivi figurano Eric Gozlan, Nelson, Farmiga, Parsons, Rex, Evan
Silverberg, Daniel Taborga, Rishi Bajaj, James Cullen Bressack,
Stacy Kemp, Vasinova, Dominick La Ruffa Jr, Kelly Lynn Reiter, Kim
DeLonghi, Lee Broda, ALG Films, Karen KK Gregor, Justin Nesbitt,
Dan Reardon, Justin Steele, Micah Molinari, David Wachs, Ojan
Missaghi e Andy Grombacher. The Exchange/Voltage si occupa delle
vendite.
Noto per il suo ruolo da
protagonista, vincitore di un Emmy e di un Golden Globe, in The Big
Bang Theory della CBS,
Jim Parsons è apparso l’ultima volta a Broadway in Our
Town, candidato al Tony Award. È rappresentato da CAA, Principal
Entertainment LA e Gang, Tyre, Ramer.
L’attesa per la quarta stagione di
From
si allunga, secondo quanto dichiarato dalla star Catalina Sandino
Moreno. Anche se il
finale della terza stagione di From è andato in onda su
MGM+ quasi un anno fa, debuttando nel novembre 2024 e concludendosi
con la morte di un personaggio importante, gli spettatori sono
stati lasciati a speculare su cosa succederà dopo a causa della
lunga pausa tra gli episodi.
In un’intervista con The
Direct, Sandino Moreno ha confermato che l’attesa per
From – stagione 4 sarà un po’ più lunga. L’attrice
candidata all’Oscar, che interpreta Tabitha Matthews nella serie
horror fantascientifica, ha detto che le riprese dovrebbero
concludersi a novembre e che i nuovi episodi potrebbero arrivare
all’inizio del prossimo anno.
Penso che il prossimo anno,
penso che la fine dell’anno sia una svolta piuttosto rapida, perché
sento che finiremo [a] novembre. Quindi, non ho grandi speranze per
la fine dell’anno, ma il prossimo anno, all’inizio del prossimo
anno, arriverà.
Cosa significa questo per la
quarta stagione di From
From – stagione 4 dovranno affrontare alcuni
importanti colpi di scena. Il terzo episodio rivela che Tabitha e
Jay sono ricreazioni di persone legate al luogo misterioso in cui
sono tutti intrappolati. Questo coincide con il fatto che Jim,
il marito di Tabitha, viene brutalmente assassinato da un mostro
con una camicia gialla. Tuttavia, c’è il suggerimento che la
morte potrebbe essere annullata dal viaggio nel tempo.
Nella stessa intervista, Sandino
Moreno è stato chiesto di fornire alcune anticipazioni sui prossimi
episodi. L’attrice, che ha ricevuto una nomination all’Oscar per il
suo ruolo da protagonista nel film del 2005 Maria Full of Grace,
ha dichiarato di “non aver ancora letto la prima
sceneggiatura”. In ogni caso, gli spettatori avranno molte
domande su dove il creatore John Griffin e il team di produzione
intendono portare la storia.
La nuova serie crime drama di
Prime Video, Countdown,
è nel bel mezzo della messa in onda della sua prima stagione e ora
il creatore Derek Haas ha espresso alcuni pensieri positivi su una
potenziale seconda stagione. Interpretata da Jensen Ackles, la serie d’azione è incentrata
sul detective Mark Meachum, chiamato a indagare sull’omicidio di un
agente del DHS. Dopo che i primi tre episodi della prima stagione
sono stati pubblicati su Prime Video il 25 giugno, Countdown
ha conquistato un vasto pubblico nonostante le recensioni poco
entusiastiche della critica, diventando il secondo programma o film
più visto sulla piattaforma al momento del suo debutto.
A poco più di metà della prima
stagione, Haas è stato intervistato da TV Insider sulle sue opinioni riguardo alla possibilità
che Countdown venga rinnovato per una seconda stagione da
Prime Video. Dichiarandosi “ottimista” sulle possibilità, ha
anche sottolineato che la piattaforma di streaming si concentrerà
più sull’analisi degli ascolti che sull’effettivo gradimento della
serie, cosa che trova più incoraggiante vista la sua continua
buona performance. Ecco cosa ha detto Haas:
Mi sento ottimista. Non ho mai
lavorato in streaming prima d’ora, quindi tutte le analisi sono una
novità per me. È diverso da quando lavoravo in televisione, dove la
mattina dopo sapevi già come era andata la serata. Ma sono
entusiasta perché mi sembra che stiamo continuando ad aumentare il
numero di spettatori ogni settimana e questo mi rende molto
felice.
Guardando al futuro della serie
oltre una potenziale seconda stagione, Haas ha riflettuto sul suo
periodo in Chicago Fire, in cui non
immaginava che la serie poliziesca sarebbe durata così a lungo,
ma ha assicurato che finché i fan continueranno a essere
interessati alla serie, lui continuerà a realizzare Countdown.
Leggi il resto delle dichiarazioni di Haas qui sotto:
L’ho già detto in passato a
proposito di Chicago Fire. Ho detto che finché la gente continuerà
a seguirlo, continueremo a farlo. Pensavo che sarebbe durato 14
anni? Non ne avevo idea. Quindi dirò la stessa cosa anche in questo
caso: finché la gente continuerà a guardarlo e ad apprezzarlo,
continueremo a farlo.
Cosa significano le
dichiarazioni di Haas per le possibilità di una seconda stagione di
Countdown
Dato che Haas crede che il futuro
di questa serie dipenda dagli spettatori, c’è una buona possibilità
che Countdown venga rinnovato per una seconda stagione. Come
ha detto, la serie continua a occupare un posto nella classifica
delle 10 serie più viste di Prime Video, insieme allo acclamato
spin-off di Bosch, Ballard,
anch’esso in attesa di un potenziale rinnovo per una seconda
stagione, e alla serie Summer I Turned Pretty, recentemente
tornata con la terza stagione che conclude il dramma romantico per
adolescenti.9:42
Oltre ai dati di ascolto, anche i
punteggi di Rotten Tomatoes di Countdown dimostrano che il
pubblico sta chiaramente apprezzando la serie più della critica. La
serie d’azione ha ottenuto un impressionante punteggio del 73% da
parte del pubblico, molto più alto del 33% dei critici. Sulla base
di questo alto tasso di approvazione da parte del pubblico su un
sito di rilievo, sembra probabile che Countdown abbia una
base di fan sufficientemente ampia da giustificare il via libera
alla seconda stagione.
James Cameron, il regista di Terminator, Titanic e Avatar,
compirà 71 anni ad agosto e attualmente ha cinque film in cantiere
in diverse fasi di sviluppo, tra cui l’attesissimo Avatar:Fuoco e Cenere che arriverà nelle sale
cinematografiche a dicembre. Nel frattempo, Avatar
4 è previsto per il 2029 e Avatar 5
per il 2031. Oltre ai pesanti impegni legati al franchise, Cameron
ha anche confermato che adatterà il romanzo di Joe
AbercrombieThe Devils, nonché The Last Train
From Hiroshima e Ghosts of Hiroshima di
Charles R. Pellegrino.
Durante un’intervista con Empire, Cameron ha dunque
affrontato la questione se intende ancora dirigere Avatar
4 e Avatar 5, dichiarando che “non
c’è motivo per non farlo. Attualmente sono in buona salute, sono
pronto”. Alla domanda se ha pensato di affidare la regia degli
ultimi due capitoli ad un altro regista ha però affermato: “Non
lo escludo. Voglio dire, devo farlo in modo vigoroso, per gestire
il volume e l’energia del lavoro per altri sei o sette anni. Capite
cosa intendo? Potrei non essere in grado di farlo.
“Ho avuto un ottimo rapporto di
lavoro – e lo sto usando come esempio, non come risposta – con
Robert Rodriguez su Alita. Ha rispettato ciò che avevo scritto.
Abbiamo lavorato in modo molto collaborativo. Ma se posso, lo farò
io”, ha concluso il regista. Va sottolineato che, al momento,
buona parte di Avatar 4 è già stata
girata subito dopo Avatar:Fuoco e Cenere, in modo da garantire la
coerenza nell’età dei giovani attori. Al momento, dunque, gli
resterebbe da completare questo progetto e poi tutto il quinto film
per concludere la saga e passare ai prossimi impegni.
La tempistica esatta di Cameron per
le riprese di The Last Train From Hiroshima non è chiara,
ma potrebbe cercare di realizzarlo tra il terzo e il quarto film di
Avatar o dopo la conclusione della saga. In ogni caso, è
“determinato” a dirigere questo film per mantenere una promessa
fatta a un sopravvissuto ai bombardamenti atomici di Hiroshima e
Nagasaki prima della sua morte. Non resta dunque che avere fiducia
nel regista e augurargli di poter portare a compimento tutti questi
progetti, consapevoli della qualità a cui ha ormai abituato i
propri spettatori, riuscendo però a sorprenderli ulteriormente ogni
volta.
Avatar: Fuoco e
Cenere è il prossimo capitolo della saga
di James Cameron
Con Avatar: Fuoco
e Cenere, James Cameron riporta il pubblico su Pandora
in una nuova avventura coinvolgente con Jake Sully
(Sam
Worthington), marine diventato leader dei Na’vi, la
guerriera Na’vi Neytiri (Zoe
Saldaña) e la famiglia Sully. Il film, con
sceneggiatura di Cameron, Rick Jaffa e
Amanda Silver e soggetto di Cameron, Jaffa,
Silver, Josh Friedman e Shane
Salerno, vede anche la partecipazione di Sigourney Weaver, Stephen
Lang, Oona Chaplin, Cliff
Curtis, Britain Dalton, Trinity
Bliss, Jack Champion, Bailey
Bass e Kate Winslet.
Si dice che il film rappresenterà
un’evoluzione importante della storia avviata con Avatar
(2009) e proseguita con
Avatar – La via dell’acqua (2022), espandendo
ulteriormente l’universo narrativo di Pandora e introducendo nuove
aree geografiche e culture Na’vi, con toni più cupi rispetto ai
precedenti capitoli. Cameron ha dichiarato inoltre che questo terzo
episodio segnerà un punto di svolta tematico per l’intera saga. Uno
degli aspetti più attesi riguarda l’introduzione del Popolo della
Cenere, una tribù Na’vi legata all’elemento del fuoco.
A differenza delle popolazioni Na’vi
viste finora, questi sono caratterizzati da una visione più
aggressiva e conflittuale del mondo, portando per la prima volta un
punto di vista Na’vi antagonistico. Questo consentirà alla saga di
esplorare dinamiche interne al mondo indigeno di Pandora,
complicando la tradizionale dicotomia tra Na’vi pacifici e umani
colonizzatori. Leader di questo popolo è la
temuta Varang, interpretata
da Oona Chaplin e di cui negli scorsi
giorni era state diffuse alcune
immagini ufficiali.
Cameron ha anche anticipato che
Avatar: Fuoco e
Cenereconterrà un importante sviluppo narrativo
che ricollegherà alcuni eventi ai futuri capitoli già in
lavorazione. La tecnologia continuerà a giocare un ruolo centrale:
Cameron ha promesso nuove innovazioni visive, in particolare nella
resa degli ambienti vulcanici e nelle sequenze incentrate sul
fuoco. Questo terzo film si preannuncia dunque come un capitolo
chiave per l’espansione tematica, politica e visiva dell’universo
di Avatar.
Avatar: Fuoco e
Cenere sarà al cinema il 19 dicembre
2025.
Al Comic-Con di San Diego, la star
di Voltron, Sterling K. Brown, ha
dato ai fan un aggiornamento tanto atteso sul prossimo reboot
live-action dell’amata serie animata degli anni ’80. Pur mantenendo
il riserbo sui dettagli della trama, Brown non ha potuto fare a
meno di anticipare alcuni dettagli intriganti, tra cui il ruolo del
suo famoso co-protagonista, Henry Cavill.
“È un sogno”, ha detto
Sterling K. Brown con un sorriso durante il panel
di Paradise. “È tutto quello che dirò”.
Ma non si è fermato qui. Descrivendo il film come
“sentimentale… grande, audace e dinamico”, il vincitore
dell’Emmy ha spiegato che la post-produzione del progetto è così
ambiziosa che ci vorranno ben 48 settimane per completarla.
Questa tempistica predisporrebbe
Voltron a una probabile uscita nella primavera del
2026, in linea con le precedenti indiscrezioni secondo cui Amazon
MGM Studios avrebbe inserito il blockbuster nel suo programma di
uscite cinematografiche per il 2026. Sebbene Brown abbia avvertito
che il numero di settimane potrebbe variare, ha sottolineato che la
tempistica estesa riflette la portata di ciò che il team creativo
sta realizzando.
Chi è coinvolto in
Voltron?
Diretto da Rawson Marshall
Thurber (Skyscraper, Red Notice), il
live-action Voltron ha terminato la produzione a
maggio e segna un altro importante passo avanti per Amazon MGM dopo
Road House, The Ministry of Ungentlemanly
Warfare e Il Signore degli Anelli: La Guerra dei
Rohirrim. Insieme a Brown e Cavill nel cast c’è
Rita Ora, il cui ruolo, come gli altri, rimane
segreto. Sterling K. Brown ha ammesso di
interpretare qualcuno proveniente dalla “serie originale”,
suggerendo un personaggio tratto direttamente dalla serie degli
anni ’80 Voltron: Defender of the Universe, che seguiva
cinque giovani piloti che si uniscono per formare il potente robot
Voltron e proteggere la galassia. Alla domanda se sarebbe stato
disponibile a tornare per un sequel, Brown si è mostrato piuttosto
entusiasta: “Se Dio vuole, avremo la possibilità di farne un
altro”.
Questo tipo di fiducia potrebbe non
significare ancora il via libera, ma certamente allude alle
aspirazioni del franchise. Per ora, il ruolo di Cavill rimane un
mistero. Ma le anticipazioni di Sterling K. Brown
e la segretezza dello studio suggeriscono un ruolo fondamentale per
l’ex attore di Superman.
Il problema dei 3 corpi di Netflix ha appena acquisito due nuovi membri
del cast principale. La
prima stagione di Il problema dei 3 corpi (3 Body
Problem), sebbene criticata in Cina per le modifiche apportate
al romanzo, è stata ben accolta dalla critica e dal pubblico
nordamericano, guadagnandosi persino una nomination agli Emmy per
la migliore serie drammatica nel 2024, insieme ad altre cinque
nomination agli Emmy. La serie è basata sull’omonimo romanzo
cinese di successo internazionale di Liu Cixin ed è stata
pubblicata il 21 marzo 2024.
Netflix ha annunciato che i nuovi membri del cast che si
uniranno alla seconda stagione di Il problema dei 3 corpi (3 Body
Problem)sono Claudia Doumit ed Ellie de
Lange. Doumit interpreterà il capitano Van Rijn, mentre de
Lange vestirà i panni del personaggio di Ayla. Non sono ancora
stati rivelati molti dettagli su questi nuovi personaggi. Doumit è
nota per aver interpretato la corrotta Victoria Neuman in The
Boys, serie Prime Video, e sarà presto sul grande schermo nel
film SOULM8TE, spin-off di M3GAN della Blumhouse,
mentre de Lange è nota al pubblico Netflix per la serie
The Serpent.
Cosa significa questo casting
per la seconda stagione di 3 Body Problem?
La prima stagione di 3 Body
Problem, con Jovan Adepo, Eiza González, John Bradley,
Rosalind Chao, Liam Cunningham, Benedict Wong e Jonathan
Pryce, raccontava la storia di una donna la cui decisione
cruciale negli anni ’60 avrebbe causato conseguenze catastrofiche
che avrebbero attraversato i secoli. Non è chiaro quale sarà il
ruolo del capitano Van Rijn e di Ayla nella seconda stagione di
questa serie fantascientifica che sfida i confini, ma molto
probabilmente la seconda stagione coprirà il secondo libro della
trilogia di Cixin “Remembrance of Earth’s Past”, The Dark
Forest. The Dark Forest dovrebbe avere come protagonista una
flotta di astronavi, il che spiega il personaggio del capitano
interpretato da Doumit.
Il creatore David Benioff ha
espresso il suo interesse ad adattare tutti e tre i libri della
trilogia di Cixin per la serie, un’impresa enorme, ma qualcosa
a cui Netflix si è impegnata dopo i timori che la serie potesse
terminare prematuramente. Benioff ha dichiarato a Indiewire nel 2024:
“Sono entusiasta che potremo finire la storia, che potremo
realizzare una seconda stagione per coprire il secondo libro e una
terza stagione per coprire il terzo libro.”
ABC ha annunciato le nuove date di
debutto autunnale per tre delle sue serie drammatiche di successo.
Insieme alla longeva serie medica Grey’s
Anatomy, anche la serie di punta 9-1-1
e il suo ultimo spin-off, 9-1-1: Nashville, sono stati anticipati
nel palinsesto autunnale. Le tre serie drammatiche della ABC
sono state anticipate di circa una settimana rispetto alla
data inizialmente prevista.
Secondo il comunicato stampa della
rete, le nuove premiere della stagione hanno segnato i loro nuovi
appuntamenti sul calendario e ora andranno in onda giovedì 9
ottobre. Inizialmente, le tre serie erano previste per
giovedì 16 ottobre. Le sitcom della ABC, Shifting
Gears e Abbott
Elementary, non sono state interessate dai cambiamenti e
manterranno le loro premiere all’inizio di ottobre.
La serie principale, 9-1-1,
torna per la sua nona stagione e inizierà il giovedì sera alle
20:00, seguita dalla sua nuova versione, 9-1-1: Nashville,
alle 21:00. Grey’s Anatomy torna per la stagione 22 e
chiude la serata alle 22:00. 9-1-1: Nashville avrà 10
episodi per la sua stagione di debutto, mentre gli altri dovrebbero
andare in onda con 18 episodi.
Cosa significa il cambiamento
del palinsesto autunnale della ABC per il franchise di 9-1-1 e
Grey’s Anatomy
9-1-1 continua a essere il
cavallo di battaglia della ABC
A ottobre, 9-1-1 inizierà la
sua terza stagione su ABC e la nona stagione complessiva. La serie
è stata precedentemente trasmessa su Fox per circa sei stagioni
prima di passare a un altro network, ma da allora ABC ha dimostrato
che la sua decisione di riprendere il prodotto scartato da Fox è
stata intelligente, dato che è stato un successo per il network e
il passaggio dimostra quanta fiducia abbia nella serie.
Nel frattempo, la mossa dimostra
anche quanta fiducia la ABC riponga nel nuovo spin-off di
9-1-1 ambientato a Nashville. Guidato da veterani come Chris
O’Donnell, LeAnn Rimes, Jessica Capshaw e Kimberly
Williams-Paisley, 9-1-1: Nashville dovrebbe concentrarsi
tanto sulla scena musicale quanto sui primi soccorritori,
rendendolo un prodotto di spicco nell’ambito del franchise di
9-1-1.
Grey’s Anatomy continua a
mantenere il suo pubblico, nonostante abbia perso Ellen Pompeo (Good American Family)
come protagonista della serie. In qualità di guest star, Pompeo ha
ripreso il ruolo di Meredith Grey per sette episodi della stagione
21. Si prevede che apparirà nello stesso numero di puntate nella
nuova stagione.
Sono stati rivelati i primi
dettagli sulla seconda stagione di Landman,
che confermano Tommy come amministratore delegato della MTex Oil e
anticipano cosa riserva il futuro a Cooper. Landman – Stagione 2 riprenderà la storia da dove era
stata interrotta nella prima stagione, con Tommy che diventa
amministratore delegato della MTex dopo la morte di Monty, mentre
Cooper cerca di costruire un impero petrolifero tutto suo.
Ora, TVLine ha confermato nuovi dettagli sulla trama
della seconda stagione di Landman. Secondo il co-creatore e
produttore esecutivo della serie Christian Wallace, Tommy avrà
bisogno di tempo per adattarsi al suo nuovo ruolo di amministratore
delegato, cercando ancora di trovare un equilibrio tra le sue
due vite. Ciò include uno scontro tra i suoi ruoli formali e il suo
approccio pratico:
Beh, il fatto è che Tommy ama i
ragazzi. Gli piace essere coinvolto nelle operazioni quotidiane,
almeno in una certa misura. Ci sono giorni in cui penso che
vorrebbe non vedere mai più un altro pompante. Ma fa anche parte di
ciò che ha nel sangue e che lo spinge ad alzarsi ogni
giorno.
Nel suo nuovo ruolo, dovrà
chiaramente passare più tempo nelle sale riunioni e alle cene
eleganti. Penso che si possa allontanare Tommy dal campo, ma non
completamente.
Tommy non potrà mai liberarsi
del landman che è in lui. Insomma, è quello che è. Non vuole essere
un dirigente. Non credo che voglia indossare un completo, ma credo
che farà tutto il necessario.
Per quanto riguarda Cooper, sta
ancora costruendo un rapporto con Ariana, con un amore che
Wallace conferma essere vero, ma che evolverà con il passare del
tempo. Wallace accenna anche a un possibile conflitto tra il duo
padre-figlio protagonista della serie, dato che Cooper inizia a
costruire una propria attività nel settore petrolifero. Ecco alcune
delle dichiarazioni di Wallace:
Quel livello di ambivalenza non
è dovuto alla mancanza di emozioni o di legame. È solo che le loro
circostanze sono davvero difficili. È evidente che c’è un amore
profondo e un legame forte, nonostante il poco tempo che questi due
si conoscono. Se la loro relazione durerà, se riusciranno a
superare quelle circostanze, è ancora da vedere.
Il mondo dell’esplorazione
petrolifera e del gas è sempre spietato. Ricordo che quando
lavoravo nel campo petrolifero, il mio supervisore portava con sé
un binocolo, saliva sul suo camion e guardava quali altre
piattaforme stavano lavorando intorno a noi e di quale compagnia
fossero. [Il lavoro] non è super segreto, ma tutti si tengono
sempre d’occhio a vicenda e sono sempre alla ricerca della prossima
novità o di cosa potrebbero fare gli altri.
Quello che Cooper sta facendo
in questo momento è semplicemente andare di porta in porta alla
ricerca di piccoli appezzamenti di terreno, piccoli contratti di
locazione che nemmeno una società delle dimensioni di MTech – che è
una società indipendente più piccola rispetto alle BP, Exxon,
Chevron del mondo – si preoccuperebbe di acquisire, dato che è più
una società di medio livello. Almeno per ora.
Landman – stagione 1 si è conclusa con molti cambiamenti
in serbo per Tommy e suo figlio. Mentre il primo viene incaricato
di gestire un’azienda petrolifera, il secondo sta cercando di
avviare un’attività in proprio. Con i dettagli della stagione 2
che confermano come la serie affronterà entrambe le trame,
queste prospettive diverse ma simili saranno al centro
dell’attenzione.CorrelatiLa nuova serie di Sam Elliott e Taylor
Sheridan mette in luce i due più grandi cambiamenti del western
negli ultimi 10 anniIl genere western è cambiato dal 2015 e il
casting di Sam Elliott nella seconda stagione di Landman di Taylor
Sheridan mette in luce due delle differenze più significative.
Per Tommy non sarà facile
adattarsi a una stanza piena di completi e cravatte, qualcosa a
cui dovrà abituarsi nel suo ruolo più importante. La spavalderia
che mostra agli altri personaggi di Landman potrebbe
fargli guadagnare dei nemici, soprattutto se questi non lo
rispettano per il suo precedente ruolo pratico nell’azienda.
Per quanto riguarda Cooper, le sue
sfide sono duplici: non solo sta costruendo un’azienda, ma sta
anche cercando di prendersi cura di Ariana e di suo figlio. Le
loro circostanze non saranno facili, né miglioreranno se lui si
farà dei nemici tra le altre aziende. Anche se non è chiaro se i
due personaggi principali entreranno in conflitto, le parole di
Wallace indicano che è possibile.
Nelle ultime settimane sono
circolate numerose speculazioni su Internet riguardo a chi
interpreterà una delle combattenti più agguerrite di George
R.R. Martin nella terza stagione di House
of the Dragon. Deadline riporta ora che
l’attrice australiano-britannica Annie Shapero
interpreterà Alysanne Blackwood nella prossima
stagione,
le cui riprese sono iniziate alcuni mesi fa nel Regno
Unito.
Conosciuta come Black
Aly, Blackwood ha un ruolo chiave nel romanzo “Fuoco e
Sangue” di Martin. L’impavida guerriera è la zia di Lord
Benjicot Blackwood e combatte per la regina
Rhaenyra Targaryen (Emma
D’Arcy) nella Danza dei Draghi prima di sposare Lord
Cregan Stark, interpretato da Tom
Taylor. Diventa una figura leggendaria nella tradizione
della Casa Stark e la sua storia sembra destinata a essere
raccontata nella terza stagione di House
of the Dragon.
Blackwood non è un personaggio fisso
della serie, ma è stato riportato che apparirà in cinque degli otto
episodi della terza stagione, che uscirà il prossimo anno. Prima di
questo ruolo, Shapero ha interpretato la giornalista americana
Jenny in Red Skies, la serie televisiva israeliana
vincitrice del Series Mania Award sulla Seconda Intifada, co-creata
da Ron Leshem di Euphoria. Ha anche recitato nel pilot
della FX The Border, in The Narrow Road to the Deep
North con Jacob Elordi ed è stata scritturata nel
prossimo film horror australiano Saccharine al fianco di
Midori Francis.
House
of the Dragon è l’amatissima saga ambientata 200
anni prima degli eventi citati nella serie dei record “Il Trono di
Spade”. Tratta dal romanzo “Fuoco e Sangue” di
George R.R. Martin, questa racconta la storia
della leggendaria Casa Targaryen.
La terza stagione vedrà nel cast il
ritorno di:
Matt Smith, Emma D’Arcy,
Olivia Cooke, Steve Toussaint,
Rhys Ifans, Fabien Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney,
Sonoya Mizuno, Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe Campbell,
Phia Saban, Jefferson Hall, Matthew Needham, Tom Bennett, Kieran
Bew, Kurt Egyiawan, Freddie Fox, Clinton Liberty, Gayle
Rankin e Abubakar Salim.
Si sono poi uniti al
cast Tommy Flanagan nel ruolo di Ser Roderick
Dustin, Dan Fogler nel ruolo di Ser Torrhen
Manderly, e James Norton nel ruolo di Ormund
Hightower. Le registe e i registi della terza stagione sono:
Clare Kilner, Nina Lopez-Corrado,
Andrij Parekh e Loni
Peristere.
La serie TV sequel di Smallville con
Tom Welling e Michael Rosenbaum riceve un nuovo
aggiornamento DC dall’ex attore di Superman. Mentre il cast
di Smallville ha terminato la sua corsa nel lontano 2011 su
The CW, il dramma incentrato su Clark Kent sta valutando una
potenziale resurrezione, dato che Welling e Rosenbaum stanno
sviluppando un sequel animato, con l’obiettivo di far doppiare i
rispettivi personaggi DC dagli attori originali.
Tuttavia, dato che il sequel di
Smallville è in fase di sviluppo da diversi anni, il
progetto deve ancora essere esaminato dalla Warner Bros. Discovery,
poiché la DC Studios si sta concentrando sul lancio del franchise
DC
Universe di James
Gunn, che include l’uscita del film Superman nel 2025. Ma un nuovo aggiornamento da parte di
Welling potrebbe significare guai per la possibile rinascita di
Smallville.
Welling è stato recentemente ospite
del podcast di Rosenbaum, Inside of You with Michael Rosenbaum, dove l’attore che
interpreta Lex Luthor ha chiesto al suo co-protagonista di
Smallville, nonché co-conduttore di TalkVille Podcast
(il loro programma dedicato alla rivisitazione di
Smallville), se pensa che la serie tornerà mai, dato che si
è discusso di reboot e sequel televisivi. Tuttavia, Welling non era
del tutto sicuro che Smallville avrebbe avuto questa
possibilità. Leggi qui sotto lo scambio di battute tra Rosenbaum e
Welling:
Michael Rosenbaum: Pensi che sia troppo azzardato che Al
[Gough] e Miles [Millar, i creatori di Smallville] dicano:
“Facciamo un episodio o un film?” Tom Welling: Non mi sembra che la
nostra serie sia il tipo di serie in cui potrebbe succedere una
cosa del genere. Sorrido e dico che probabilmente non succederà
mai. Ma l’idea mi piace molto!
Cosa significa
l’aggiornamento di Tom Welling su Smallville
Il sequel di Smallville non
è necessariamente morto
Sebbene l’ultimo aggiornamento di
Welling sul reboot di Smallville sia destinato a preoccupare i fan
di lunga data, non significa necessariamente che un sequel sia
completamente fuori discussione. Nell’intervista con ScreenRant
a Rosenbaum nel 2024, la star di Smallville ha sottolineato che il
tempismo è un fattore fondamentale per le possibilità di un sequel
animato, il che è sicuramente rilevante nel 2025. Rosenbaum ha
dichiarato quanto segue a ScreenRant nel 2024:
Michael Rosenbaum: Tutto quello
che posso dire è che è un’ottima idea. Abbiamo Al e Miles, i
creatori di Smallville, che ci sostengono. Quando sarà il momento
giusto, vorremmo andare avanti e presentarlo alla Warner Bros. Deve
essere il momento giusto, e questo non lo è. C’è stato lo sciopero,
c’è stato un cambio di dirigenti alla DC, uno dei quali era uno dei
miei migliori amici al mondo, James Gunn. Quando sarà il momento
giusto, penso che sarà una cosa scontata, a meno che non abbiano
altre idee. Ci piacerebbe farlo, tutto il cast vorrebbe farlo.
Dopoi darebbero voce ai propri personaggi della serie e abbiamo già
un’idea di come sarà.
Riportare Smallville in
animazione sarebbe più facile e più conveniente, rispetto a
un’ipotetica stagione 11 in formato live-action. Girare un altro
show di Smallville in live-action potrebbe essere qualcosa che lo
studio è meno disposto a fare, ma con l’animazione c’è molta più
libertà di narrazione, soprattutto con lo stile di animazione
giusto, dato che il mezzo si è costantemente evoluto negli ultimi
due decenni.
È anche fondamentale ricordare che
l’aggiornamento di Welling su Smallville non dice categoricamente
che non accadrà mai, ma solo che non è sicuro che la serie TV
della DC sia una di quelle che avranno un sequel. A questo
punto, i commenti di Welling sul sequel di Smallville possono
essere facilmente interpretati come un modo per mantenere una mente
aperta, pur avendo aspettative caute.
The
Pitt stagione 2 ha aggiunto il suo primo nuovo membro del cast,
il cui personaggio anticipa una storia d’amore per un medico mentre
continua la produzione dei prossimi episodi. The Pitt – stagione 2 si svolge molti mesi dopo la
stagione 1 e si concentra sui casi trattati ora per ora dal centro
traumatologico durante il 4 luglio. Questi importanti casi festivi
saranno al centro dell’attenzione.
Ora, Deadline ha rivelato che Lawrence Robinson si
unirà al cast di The
Pittstagione 2 con un ruolo ricorrente.
Interpreterà Brian Hancock, descritto come un paziente
“affascinante” e gentile che instaura una possibile
relazione romantica con un medico dopo essere stato ricoverato per
un infortunio di calcio. Sebbene l’identità del medico sia
sconosciuta, lo sviluppo ora per ora della loro relazione sembra
garantito.
Cosa significa il casting di
Robinson per la seconda stagione di The Pitt
Lawrence Robinson è noto
soprattutto per il suo ruolo nella commedia di Hulu Three
Ways, dove interpreta Dante. Tra i suoi ruoli più recenti
figurano Trent nel film originale di Tubi Robbin e la
partecipazione come guest star nel ruolo di West Abrams nella serie
TV del 2024 Angel. Entrando a far parte del cast di
The
Pitt, interpreterà un ruolo nei turni di un medico.
CorrelatiThe Pitt è finalmente
sulla strada giusta per riscattare il deludente record di Noah Wyle
nella sua serie medica di 31 anniThe Pitt ha ricevuto diverse
nomination agli Emmy, e una di queste offre a Noah Wyle la
possibilità di fare qualcosa che nemmeno il suo ruolo in ER è
riuscito a realizzare.
Accanto a Robinson, il cast
ricorrente della seconda stagione di The Pitt includerà
Charles Baker, Irene Choi, Laëtitia Hollard e Lucas Iverson.
Anche se non è chiaro quale sarà il ruolo di ogni personaggio
ricorrente nella serie, sembra che, essendo nuovi arrivati, avranno
un certo protagonismo durante il turno festivo.
La seconda stagione porterà anche
alcune decisioni inaspettate dopo la fine
della prima stagione di The Pitt, tra cui l’assenza
del dottor Collins interpretato da Tracy Ifeachor. Se da un
lato questo apre la porta a più storie come quella di Brian
interpretato da Robinson, che avrà più spazio sullo schermo,
dall’altro sottolinea come questi cambiamenti si intrecciano con le
nuove aggiunte alla trama.
Il nuovo trailer e il poster di
Zootropolis
2, la nuova avventura targata Walt Disney
Animation Studios, che arriverà nelle sale italiane il 26
novembre.
Dopo aver risolto il caso più
importante della storia di Zootropolis, i poliziotti alle prime
armi Judy Hopps e Nick Wilde scoprono che la loro collaborazione
non è così solida come pensavano quando il capo Bogo ordina loro di
unirsi al programma di consulenza “colleghi in crisi”. Nel momento
in cui si ritrovano sulle tracce di un mistero legato all’arrivo di
un serpente velenoso nella metropoli animale, non ci vuole molto
perché la loro collaborazione venga messa alla prova.
Ecco il nuovo poster di Zootropolis 2
Zootropolis
2 introduce Gary De’Snake, Nibbles e la terapeuta animale
Dott.ssa Fuzzby oltre a dare il bentornato anche a una serie di
personaggi che hanno fatto il loro debutto nel film premio
Oscar® Zootropolis.
Dal team vincitore dell’Oscar®
composto da Jared Bush e Byron Howard (registi) e Yvett Merino
(produttore), Zootropolis 2 è il 64° film
d’animazione dei Walt Disney Animation Studios.
Odeh Hathalin,
alias Awdah Hathaleen, importante attivista
palestinese e leader della comunità, consulente del documentario
premio Oscar No Other Land, è stato ucciso a colpi
d’arma da fuoco da un colono israeliano nella Cisgiordania occupata
lunedì.
L’incidente è stato riportato per la
prima volta dal co-regista del film, il giornalista israeliano
Yuval Abraham, che ha affermato che Hathalin era
in condizioni critiche dopo essere stato colpito “ai polmoni”. La
sua morte per le ferite riportate è stata successivamente
confermata dal Ministero della Salute palestinese. Secondo il
regista sui social media, i residenti avevano identificato
l’assassino come Yinon Levi, un colono appartenente a un gruppo
originariamente sanzionato dal presidente Joe
Biden, nonché dal Regno Unito e dall’Unione Europea,
sebbene tali sanzioni siano state successivamente revocate
dall’amministrazione di Donald Trump.
In particolare, Hathalin è stato
colpito nel villaggio di Umm al-Khair, nella comunità di Masafer
Yatta, dove si concentrava No Other Land. Il
documentario racconta la violenza e la distruzione all’interno
della comunità causate da soldati e coloni israeliani mentre gli
attivisti palestinesi si oppongono allo sfollamento forzato. La
polizia israeliana ha dichiarato che le forze erano sul posto e
avevano arrestato un cittadino israeliano che non hanno
identificato al momento, sebbene i media abbiano successivamente
riferito lunedì che Levi è stato arrestato perché sospettato
dell’omicidio di Hathalin. È stato poi rilasciato agli arresti
domiciliari martedì, mentre le indagini proseguivano. Nel post di
Abraham su X, il regista ha anche condiviso un video di Levi che
“sparava come un matto”, sebbene non sia stato chiarito se questo
fosse direttamente correlato all’incidente in cui l’attivista è
stato ucciso.
Awdah Hathaleen ha contribuito alla
realizzazione di No Other Land
Oltre al suo attivismo all’interno
di Umm al-Khair, Hathalin era padre di tre figli e lavorava come
insegnante di inglese nella zona. Per il collettivo
israelo-palestinese che ha creato No Other Land, è
stato fondamentale per il loro lavoro, dato il suo sostegno ai
giornalisti che lavoravano nella zona. Avrebbe anche partecipato
direttamente alle riprese del documentario, che avrebbe poi vinto
l’Oscar per il miglior documentario all’inizio di quest’anno.
Abraham lo ha descritto come “un attivista straordinario“,
mentre un altro dei registi del film, il regista palestinese
Basel Adra, lo ha definito un “caro
amico” in un suo post sui social media. “Non riesco quasi
a crederci“, ha scritto. “Il mio caro amico Awdah è stato
massacrato questa sera. Era in piedi davanti al centro comunitario
del suo villaggio quando un colono ha sparato un proiettile che gli
ha trafitto il petto e gli ha tolto la vita. È così che Israele ci
cancella: una vita alla volta“.
Dopo quasi un mese dall’uscita nelle
sale di tutto il mondo, Jurassic
World – La rinascita si è affermato come un vero e
proprio blockbuster. Il film non ha ricevuto recensioni
entusiastiche, ma non è stato nemmeno stroncato come il suo
predecessore, Jurassic World Il Dominio. Quel film
è uscito solo un paio d’anni fa e, sebbene La
rinascita continui la stessa trama, è stato definito
un soft-reboot del franchise d’azione e avventura. Diretto da
Gareth Edwards, La
rinascita potrebbe faticare a raggiungere
l’ambito traguardo di 1 miliardo di dollari al botteghino globale
come tutti e tre i suoi predecessori, ma ora ha superato uno dei
film del franchise più amati degli ultimi due decenni.
Il leone, la strega e
l’armadio è stato seguito da due sequel: Le
cronache di Narnia: Il principe Caspian e Le
cronache di Narnia: Il viaggio del veliero. Entrambi i
film hanno incassato oltre 400 milioni di dollari in tutto il
mondo. Era stato annunciato un quarto film, ma non ha mai visto la
luce. Il franchise di Narnia sarà riavviato dalla regista
Greta Gerwig, che ha firmato un accordo
per due film con Netflix. Sfruttando ogni goccia di prestigio
accumulata grazie al successo di Barbie, ha convinto Netflix a deviare dalla
sua procedura operativa standard e garantire un’esclusiva
distribuzione cinematografica IMAX per il primo film di
Narnia il prossimo anno. Il casting è ancora in corso e
Meryl Streep sarà la voce del leone Aslan.
Will, una piccola capra con
grandi sogni, all’improvviso ha l’occasione di entrare nella lega
professionistica di “pallaruggente”, uno sport ad alto tasso di
adrenalina, dominato dagli animali più veloci e feroci del pianeta.
I suoi nuovi compagni non sono esattamente entusiasti all’idea di
avere una capretta in squadra, ma Will è deciso a cambiare le
regole del gioco e dimostrare, una volta per tutte, che anche i
“piccoli” sanno lasciare il segno.
GOAT: Sogna in
grande è prodotto da Stephen Curry e arriverà al
cinema il 12 febbraio 2026 distribuito da Eagle
Pictures.
Tra ritiri precampionato e
l’uscita del listone, arriva finalmente il primo appuntamento
imperdibile della stagione: è disponibile ora il trailer di
“Ogni Maledetto Fantacalcio”, il film comedy di 90
minuti (incluso recupero) – diretto da Alessio Maria Federici e
prodotto da QMI, in arrivo solo su Netflix dal 27
agosto.
Dedicato a tutti i
fantallenatori, il film è con Giacomo Ferrara, Silvia D’Amico,
Francesco Russo, Enrico Borello, Antonio Bannò e Caterina Guzzanti,
con la partecipazione di Diletta Leotta, Pierluigi Pardo, Giuseppe
Pastore, Daniele Orsato, Riccardo Gentile, Valeria Angione e
Leonardo Pavoletti.
Fino a che punto ci si può
spingere per vincere al Fantacalcio? È questa l’insolita domanda
che si deve porre una giudice dal sarcasmo tagliente (Caterina
Guzzanti), mentre interroga Simone (Giacomo Ferrara), spensierato
trentenne, sceneggiatore più libero che professionista, nonché
improbabile sospettato per la misteriosa scomparsa di Gianni
(Enrico Borello).
La trama di Ogni
Maledetto Fantacalcio
Gianni non è solo il suo
migliore amico, è anche il campione in carica della Lega
Fantacalcio “Mai una gioia” nella quale da anni si riunisce un
gruppo di amici tanto storici quanto assurdi. Il giorno del suo
matrimonio – e dell’ultima, decisiva giornata di campionato –
Gianni però non si è presentato all’altare e, ancora più strano,
non ha messo la formazione. Le surreali indagini coinvolgono tutta
la folle comitiva, inclusa Andrea (Silvia D’Amico), l’ultima
arrivata, che forse nasconde più di un segreto. Dalla chat di
gruppo si scatena il delirio: insulti, accuse, screen
compromettenti… e una quantità sospetta di minacce di morte. È
possibile che qualcuno abbia davvero fatto del male a Gianni?
Perché a volte, il Fantacalcio non è solo un gioco. È una questione
di vita, bonus… e vendetta.
Nel cast del film, scritto
da Giulio Carrieri e Michele Bertini
Malgarini, che vede la collaborazione di Fantacalcio (un
marchio di Quadronica), anche Francesco Giordano,
Giacomo Bottoni e Francesca
Agostini.
Prime Video svela il trailer e il poster ufficiali di
Holiday Crush, il nuovo reality
show Original italiano con l’esilarante commento dei
The Jackal, Fabio
Balsamo, Gianluca Fru, Aurora Leone, Ciro Priello che,
direttamente dal loro divano, guarderanno con ironia e senza
filtri la vacanza da sogno di un gruppo di ragazzi.
Diretto da Tommaso
Deboni, scritto da Lorenzo Campagnari, Andrea
Teodori, Claudia Melis ed Elisabetta
Valori, Holiday Crush è prodotto da Casta Diva
per Amazon MGM Studios e sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in tutto il mondo dal 4 settembre in
6 episodi.
La trama di Holiday Crush
I The Jackal (Fabio
Balsamo, Gianluca Fru, Aurora Leone e Ciro Priello), direttamente
dal loro divano, stanno per vedere e commentare in maniera schietta
e dissacrante la vacanza da sogno di un gruppo di ragazzi. Per
questi giovani protagonisti, sarà il viaggio più importante della
loro vita, dove oltre a divertirsi e dare sfogo alle proprie
fantasie, potranno anche riflettere e capire di più su loro stessi.
Grazie all’aiuto di un travel planner (Jacopo Becchetti) e una
spiritual coach (Jessica Venturi), verranno messi di fronte ai
propri limiti, incontreranno nel percorso diversi imprevisti e si
troveranno a dover condividere spazi ed emozioni. I The Jackal,
insieme ai loro ospiti, (Emma Galeotti, La Pina & Diego, Cristina
D’Avena) seguiranno i ragazzi passo dopo passo, commentando in
maniera ironica e sorprendente ogni loro mossa e ogni loro
reazione, trovandosi così immersi in un mix veramente
esplosivo.
La Biennale di Venezia e Cartier
annunciano che è stato attribuito all’artista e regista
statunitense Julian Schnabel (Van Gogh – Sulla soglia
dell’eternità, Lo scafandro e la farfalla, Basquiat) il premio
Cartier Glory to the Filmmaker dell’82. Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica (27 agosto – 6 settembre 2025), dedicato a
una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale
il cinema contemporaneo.
La consegna del premio Cartier Glory
to the Filmmaker a Julian Schnabel avrà luogo mercoledì 3 settembre in Sala Grande (Palazzo del
Cinema) alle ore 21.30, prima della proiezione Fuori Concorso del
suo nuovo film, In the Hand of Dante (USA/Italia, 150′) con Oscar
Isaac, Gal
Gadot, Gerard Butler, Al Pacino, John Malkovich, Martin
Scorsese, Jason Momoa, Louis Cancelmi e Franco Nero.
Julian Schnabel nell’accettare la
proposta, ha dichiarato: “Sono stato la prima volta a Venezia nel
novembre del 1976. All’epoca mi recai in Veneto per vedere la
Cappella degli Scrovegni di Giotto e in seguito la pittura
veneziana. Non avrei mai immaginato di diventare un regista, e
tantomeno di essere onorato con questo premio, venendo incluso tra
tanti registi che ammiro, perché in realtà sono un pittore. Ma
penso di essere anche un regista. Sono quasi 30 anni che proietto i
miei film alla Mostra del Cinema di Venezia e ricevere il premio
Glory to the Filmmaker per la prima mondiale del mio nuovo film In
the Hand of Dante, significa molto per me, poiché il percorso di
Dante e di Nick Tosches in questo film in qualche modo rispecchia
la mia vita. Grazie, non potrei essere più felice.”
A proposito di questo
riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto Barbera afferma:
“Ogni film di Julian Schnabel è un mondo a sé. Nessuno è uguale al
precedente o al successivo. Eppure, non è una coincidenza che la
maggior parte di essi siano ritratti di artisti e rappresentazioni
appassionate del processo artistico. Tanto generosa quanto
selvaggiamente fantasiosa, la produzione cinematografica di
Schnabel è un dono al cinema, articolato attraverso un linguaggio
del tutto originale. Il suo nuovo film, In the Hand of Dante,
è il suo progetto più ambizioso. Come ha detto Martin Scorsese
quando gli è stato chiesto di descriverli, i film di Schnabel sono
«abbondanti, traboccanti e vibranti di vita, di pulsazioni.
Nell’inquadratura c’è sempre un di più da vedere, da sperimentare e
da sentire».”
Arnaud Carrez, Senior Vice President
Chief Marketing Officer di Cartier International, ha dichiarato:
“La Maison è lieta di consegnare il premio Glory to the Filmmaker
di quest’anno a Julian Schnabel, in onore al suo contributo
originale all’industria cinematografica. La creatività sfrenata di
ciascuno dei suoi film ci introduce a mondi affascinanti attraverso
la sensibilità e il linguaggio visivo di un pittore. Questo
incontro tra sensibilità artistica e dedizione alla creazione
rappresenta un prezioso unicum caro alla Maison”.
Diretto da Julian
Schnabel, In the Hand of Dante è prodotto da DreamCrew
Entertainment, MeMo Films, TWIN Productions e Artofficial
Productions. Distribuzione internazionale: WME Independent.
Su In the Hand of Dante di
Julian Schnabel
Basato sull’omonimo romanzo di Nick
Tosches e adattato per lo schemro da Louise Kugelberg insieme a
Julian Schnabel, è la storia di un manoscritto autografo della
Divina Commedia di Dante Alighieri che viaggia dalle mani di un
prete a quelle di un boss mafioso di New York City, dove viene poi
portato a Nick Tosches con la richiesta di verificarne
l’autenticità.
Come sappiamo, Joe e Anthony
Russo hanno diretto la scena a metà dei titoli di coda di
I
Fantastici Quattro: Gli Inizi, che segna il
debutto nel MCU di un personaggio che sarà
fondamentale in Avengers: Doomsday.
Come probabilmente avrete già
sentito, la scena si conclude con l’introduzione del Dottor
Destino, anche se non ne vediamo il volto (qui
il nostro approfondimento sulle scene post-credits). Dopo un
flashforward di quattro anni, vediamo Sue Storm (Vanessa
Kirby) leggere una storia a suo figlio,
Franklin Richards, nel Baxter Building. Quando Sue esce per
scegliere un altro libro, sente un suono provenire dal soggiorno,
che la ricarica mentre torna per affrontare qualsiasi pericolo
possa attenderla.
La Donna Invisibile trova Victor Von
Doom accovacciato a parlare con Franklin. Il cattivo sembra
sussurrare qualcosa al bambino, ma il suo volto è nascosto dal
cappuccio del mantello. L’unica indicazione che abbiamo che si
tratti effettivamente di Doom (Robert Downey Jr.) è una rapida
occhiata alla maschera argentata che tiene in mano (e la parte
inferiore è coperta dalle dita).
Nonostante si sia potuto intravedere
solo brevemente il personaggio, la scena ha entusiasmato molto i
fan, e Joe e Anthony Russo hanno ora condiviso
alcune reazioni del pubblico su Instagram.
Nella
nostra recensione abbiamo scritto: “I Fantastici
Quattro: Gli Inizi conferma ciò che già si pensava in
seguito alla diffusione dei materiali promozionali: è un progetto
ben pensato, ben diretto, che sa dosare l’intimità e l’azione, che
grazie ai suoi variegati protagonisti si rivolge ad un pubblico
ampio, dai più giovani fino ai padri e alle madri.”.
Il film Marvel Studios I
Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima
famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic
(Pedro
Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa
Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph
Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon
Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile
mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la
forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la
Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus
(Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver
Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus
di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già
abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una
questione molto personale.
Il film è interpretato anche da
Paul Walter Hauser, Natasha Lyonne e Sarah
Niles. I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da
Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant
Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.
Dopo che le voci secondo cui sarebbe
apparso come Fantasma della Forza nella trilogia sequel di
Star
Wars non si sono concretizzate, Hayden Christensen ha comunque fatto il suo
tanto atteso ritorno nella saga nei panni di Anakin
Skywalker/Darth Vader in Obi-Wan
Kenobi. L’attore, che è nel tempo diventato una figura
amata dai fan di Star Wars, ha poi ripreso il ruolo in
Ahsoka
sia come Fantasma della Forza che come ologramma. Il
finale della prima stagione si è poi concluso preparando il
terreno per un ruolo molto più importante di Anakin su Peridia,
quando la serie tornerà con la seconda stagione.
Attualmente è in corso la
lavorazione della seconda serie di episodi di
Ahsoka e, come abbiamo riportato da Comicbookmovie, un paio di
apparizioni cancellate alle convention hanno convinto i fan che
Christensen avrà molto più da fare nello show, quando questo
tornerà su Disney+ il prossimo anno. Tutto è
iniziato quando Spacecon San Antonio ha scritto sui social media:
“Abbiamo cercato di far tornare Hayden Christensen per apparire
con l’Imperatore ‘Ian McDiarmid’… ma Hayden sta ancora girando la
prossima stagione di Ahsoka e non può impegnarsi”.
Successivamente, Comic Con
Manchester ha dichiarato che l’attore ha dovuto cancellare la sua
apparizione per loro a luglio a causa delle “riprese
notturne”. Come suggerito dal finale, scommetteremmo che
Anakin guiderà Ahsoka Tano e Sabine
Wren nel loro viaggio attraverso Peridea come Fantasma
della Forza (i fan di The Clone Wars sapranno che è anche
strettamente legato agli dei di Mortis). Solo il tempo dirà quanto
di Anakin – o Vader – di Christensen vedremo nella seconda stagione
di Ahsoka, ma sembra probabile che l’attore avrà
un ruolo più importante.
Le prime foto dal set di
Spider-Man: Brand New Day a Glasgow, in Scozia, sono
state pubblicate online e sembrano rivelano quando il film si
colloca nella timeline del Marvel Cinematic Universe. Come si
può vedere nella foto qui riportata, sono stati
affissi cartelli che indicano che sono in corso lavori di
costruzione su un edificio a New York che dovrebbe essere
completato nel “dicembre 2027”. Gli eventi di Captain America: Brave New
World si sono svolti tra il 2026 e il 2027, mentre
Thunderbolts* è
ambientato nel 2027.
La
scena post-credits di quest’ultimo film si ricollega agli
eventi di Avengers:
Doomsday con un cartellino recante la scritta “14 mesi
dopo”, collocando il film nel 2028/2029. Tenendo presente questo,
Spider-Man: Brand New Day
sarebbe ambientato quasi prima del prossimo film degli Avengers, e
non tra Doomsday e Avengers:
Secret Wars come alcuni avevano ipotizzato in
precedenza. Se questo dettaglio fosse confermato, è comunque
estremamente probabile che il film possa contenere ulteriori
dettagli che anticipano l’arrivo della grande battaglia contro
Dottor Destino.
Quello che sappiamo
su Spider-Man: Brand New Day
Ad oggi, una sinossi generica del
film è emersa all’inizio di quest’anno, anche se non è chiaro
quanto sia accurata.
Dopo gli eventi di Doomsday,
Peter Parker è determinato a condurre una vita normale e a
concentrarsi sul college, allontanandosi dalle sue responsabilità
di Spider-Man. Tuttavia, la pace è di breve durata quando emerge
una nuova minaccia mortale, che mette in pericolo i suoi amici e
costringe Peter a riconsiderare la sua promessa. Con la posta in
gioco più alta che mai, Peter torna a malincuore alla sua identità
di Spider-Man e si ritrova a dover collaborare con un improbabile
alleato per proteggere coloro che ama.
L’improbabile alleato potrebbe
dunque essere il The Punisher di Jon Bernthal –
recentemente annunciato come parte del film – in una situazione
già vista in precedenti film Marvel dove gli eroi si vedono
inizialmente come antagonisti l’uno dell’altro salvo poi allearsi
contro la vera minaccia di turno.
Di certo c’è che Spider-Man: Brand New Day
condivide il titolo con un’epoca narrativa controversa, che ha
visto la Marvel Comics dare all’arrampicamuri un nuovo
inizio, ponendo però fine al suo matrimonio con Mary Jane Watson e
rendendo di nuovo segreta la sua identità. In quel periodo ha
dovuto affrontare molti nuovi sinistri nemici ed era circondato da
un cast di supporto rinnovato, tra cui un resuscitato Harry
Osborn.
Spider-Man: Brand New Day è stato recentemente
posticipato di una settimana dal 24 luglio 2026 al 31 luglio 2026.
Destin Daniel Cretton, regista di
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli,
dirigerà il film da una sceneggiatura di Chris McKenna ed Erik
Sommers. Tom Holland guida un cast che include
anche Zendaya, Sadie Sink e Liza Colón-Zayas
e Jon Bernthal. Michael Mando è
stato confermato mentre per ora sono solo rumors il coinvolgimento
di Steven Yeun, Charlie
Cox e di Mark Ruffalo.
Spider-Man: Brand New Day uscirà nelle sale il
31 luglio 2026.
In occasione dell’uscita al cinema
di Bring Her
Back – Torna da me, da mercoledì 30 luglio in sala, distribuito da Eagle
Pictures, noi di Cinefilos.it abbiamo intervistato i
registiDanny e Michael Philippou
(Talk
to Me).
Nel cast Billy Barratt (Crater),
Sora Wong, Jonah Wren Phillips
(How to Make Gravy), Sally-Anne Upton
(Five Bedrooms), Stephen Phillips,
Mischa Heywood e Sally Hawkins
(La forma dell’acqua – The Shape of Water).
La trama breve di Bring Her
Back
Dopo il successo della loro unione
per il film horror del 2023 Talk to Me, A24 e i coniugi Philippous hanno
deciso di riunirsi per altri progetti, soprattutto se si considera
che Talk to Me è stato il titolo horror di A24 che
ha ottenuto il miglior risultato sul mercato nazionale.
Sally Hawkins non
è estranea al cinema di genere, avendo recitato in La forma dell’acqua di Guillermo Del
Toro e
Godzilla: King of the Monsters di Michael Dougherty. È nota
soprattutto per i ruoli drammatici in film come
Spencer, Submarine, Un’educazione,
Happy-Go-Lucky.
Nella recensione di Agnese
Albertini su Cinefilos.it si legge: “La vera
forza del film risiede nella performance diSally Hawkins, inedita nel ruolo di una donna
capace di rassicurare e inquietare allo stesso tempo. Il suo
personaggio non è scritto come una villain, ma come una madre che
si è persa nel proprio dolore: è proprio questa umanità ferita,
trattenuta e spesso distorta, a renderla tanto efficace. Laura non
è mossa dalla malvagità, ma dall’ossessione, e Hawkins riesce a
rendere credibile questa deriva psicologica con un’intensità rara.
Anche il cast giovanile attorno a lei funziona: Sora
Wong colpisce per la naturalezza e la delicatezza con cui
incarna Piper, mentre Billy Barratt restituisce
con efficacia il disagio e la fragilità di Andy, ragazzo ancora
troppo giovane per sostenere il peso di un ruolo da
adulto.”
Sony Pictures Classics ha presentato
il primo trailer di Blue Moon, il film drammatico
sul mondo dei cantautori che segna la nona collaborazione tra il
regista Richard Linklater e l’attore Ethan Hawke, in uscita nelle sale di Los
Angeles e New York il 17 ottobre, prima di arrivare in tutto il
Paese il 24 ottobre (al momento in cui scriviamo non è noto quando
il film uscirà in Italia).
Scritto da Robert
Kaplow, autore del romanzo Me and Orson Welles –
che ha ispirato l’omonimo film di Linklater – Blue
Moon racconta gli ultimi giorni di Lorenz
Hart (Hawke), membro del famoso duo di cantautori
Rodgers & Hart. Il film è ambientato
principalmente al ristorante Sardi’s il 31 marzo 1943, la sera
della prima di Oklahoma!, che ha segnato la prima
collaborazione di Rodgers con Oscar Hammerstein II
in sostituzione di Hart.
Con anche Margaret Qualley (The
Substance), Bobby Cannavale
(Ezra) e Andrew Scott (Estranei),
il film è stato presentato in anteprima al Festival di
Berlino di quest’anno, dove Scott ha vinto l’Orso
d’argento come miglior attore non protagonista per la sua
interpretazione di Rodgers. Blue Moon è
dunque un nuovo film di Richard
Linklater molto atteso, che fa seguito al recente e
fortunato Hit Man.
Linklater ha però anche un altro film in arrivo in sala nei
prossimi mesi, ovvero Nouvelle Vague, presentato
sempre quest’anno al Festival di Cannes.
Dopo l’uscita del
trailer del film di Avatar: Fuoco
e Cenere, sono state diffuse numerose notizie che
rivelano nuovi dettagli sulla trama del nuovo capitolo della saga,
tra cui un nuovo alleato nel mondo di Pandora, la Tribù del
Vento. James Cameron ha affermato che quelli di
questo gruppo “sono ancora al 100% Na’vi, ma non sono legati a
un luogo specifico”, il che li rende diversi dai clan
precedenti di Avatar. È interessante notare che Cameron
cita IlPadrino come fonte di ispirazione per il
suo “viaggio epico e romanzesco”, sottolineando
l’importanza dei “dettagli procedurali” nella costruzione
del mondo, con il regista che promette: “Dovrete aspettare, ma
ne varrà la pena”.
A capo di questo gruppo c’è
Peylak, il capo della Tribù del Vento interpretato
da David Thewlis. Il personaggio era stato
presentato in precedenza con un concept art nel febbraio 2025, ma
era notevolmente assente dal recente trailer. Ora, grazie ad
Empire, abbiamo una prima immagine del personaggio (la si può vedere qui). Sia lui che la sua Tribù del
Vento avranno ruoli importanti nei prossimi film, ovvero
Avatar
4e Avatar 5. L’introduzione di ben due
tribù nel nuovo film è interessante perché significa che il
franchise si sta espandendo piuttosto rapidamente. Inoltre, sembra
che alcuni di questi personaggi saranno presenti a lungo
termine.
Rispetto al film originale di
Avatar
del 2009, che accennava solo brevemente ai vari clan nativi di
Pandora, nella fase precedente alla battaglia contro il Popolo del
Cielo,
Avatar – La via dell’acqua ha introdotto un nuovo mondo
pieno di personaggi. Alcuni di questi diventeranno fondamentali nei
prossimi capitoli, come Ronal e Tonowari, come ha affermato
Cameron. Tuttavia, Avatar: Fuoco
e Cenere compie un ulteriore passo in avanti rispetto
ai film precedenti introducendo due clan importanti
contemporaneamente, il che significa che ci sarà un numero maggiore
di nuovi personaggi. Di conseguenza, si aprirà indubbiamente la
strada a nuove storie nel franchise.
Avatar: Fuoco e
Cenere è il prossimo capitolo della saga
Con Avatar: Fuoco
e Cenere, James Cameron riporta il pubblico su Pandora
in una nuova avventura coinvolgente con Jake Sully
(Sam
Worthington), marine diventato leader dei Na’vi, la
guerriera Na’vi Neytiri (Zoe
Saldaña) e la famiglia Sully. Il film, con
sceneggiatura di Cameron, Rick Jaffa e
Amanda Silver e soggetto di Cameron, Jaffa,
Silver, Josh Friedman e Shane
Salerno, vede anche la partecipazione di Sigourney Weaver, Stephen
Lang, Oona Chaplin, Cliff
Curtis, Britain Dalton, Trinity
Bliss, Jack Champion, Bailey
Bass e Kate Winslet.
Si dice che il film rappresenterà
un’evoluzione importante della storia avviata con Avatar
(2009) e proseguita con
Avatar – La via dell’acqua (2022), espandendo
ulteriormente l’universo narrativo di Pandora e introducendo nuove
aree geografiche e culture Na’vi, con toni più cupi rispetto ai
precedenti capitoli. Cameron ha dichiarato inoltre che questo terzo
episodio segnerà un punto di svolta tematico per l’intera saga. Uno
degli aspetti più attesi riguarda l’introduzione del Popolo della
Cenere, una tribù Na’vi legata all’elemento del fuoco.
A differenza delle popolazioni
Na’vi viste finora, questi sono caratterizzati da una visione più
aggressiva e conflittuale del mondo, portando per la prima volta un
punto di vista Na’vi antagonistico. Questo consentirà alla saga di
esplorare dinamiche interne al mondo indigeno di Pandora,
complicando la tradizionale dicotomia tra Na’vi pacifici e umani
colonizzatori. Leader di questo popolo è la
temuta Varang, interpretata
da Oona Chaplin e di cui negli scorsi
giorni era state diffuse alcune
immagini ufficiali.
Cameron ha anche anticipato che
Avatar: Fuoco e
Cenereconterrà un importante sviluppo narrativo
che ricollegherà alcuni eventi ai futuri capitoli già in
lavorazione. La tecnologia continuerà a giocare un ruolo centrale:
Cameron ha promesso nuove innovazioni visive, in particolare nella
resa degli ambienti vulcanici e nelle sequenze incentrate sul
fuoco. Questo terzo film si preannuncia dunque come un capitolo
chiave per l’espansione tematica, politica e visiva dell’universo
di Avatar.
Avatar: Fuoco e
Cenere sarà al cinema il 19 dicembre
2025.
Eppure, la
scena post-credits di Thunderbolts*,
all’inizio di quest’anno, ha stuzzicato il pubblico sull’arrivo dei
Fantastici Quattro su Terra-616. La cosa, però, non è poi stato
menzionata nel film a loro dedicato. Ora, il regista
MattShakman ha rivelato il
motivo di questo mancato collegamento.
“No, no, no, perché anche la
scena dopo i titoli di coda di Thunderbolts* è stata ideata relativamente tardi
nel mio processo, quindi non era qualcosa che conoscevo bene perché
non era stata creata quando stavo lavorando alla mia sceneggiatura,
capisci?”, ha detto il regista a CinemaBlend.
Ha continuato: “Uso spesso la
metafora della staffetta, sapete? Passate il testimone, correte la
vostra parte il più velocemente possibile, fate del vostro meglio
con la vostra versione dei Fantastici Quattro – Terra 828, questo
mondo – e poi passate il testimone, in questo caso ai fratelli
Russo”.
Sebbene I Fantastici
Quattro: Gli Inizi non abbia anticipato l’arrivo della
famiglia Marvel nell’universo principale, Shakman ha accennato a
dove l’MCU porterà i supereroi in futuro. In una scena dopo i
titoli di coda, il Dottor Destino interpretato da Robert Downey
Jr. appare e interagisce con Franklin Richards, il figlio di Sue Storm
(Kirby) e Reed Richards (Pascal). Non si avrà dunque avuto un
collegamento con Thunderbolts*,
ma lo si ha indubbiamente avuto con Avengers:
Doomsday.
Leggi qui i nostri approfondimenti su I Fantastici
Quattro: Gli Inizi:
La Sony Pictures sta lavorando alla
realizzazione di un sequel della commedia romantica con Julia Roberts dal titolo Il matrimonio del mio
migliore amico. Come riportato da Collider, lo studio ha
ingaggiato la sceneggiatrice e regista di Material
Love e Past
LivesCeline Song per scrivere la
sceneggiatura del progetto, anche se al momento non è ancora stata
confermata la sua partecipazione come regista del film.
La notizia arriva poco dopo che
Dermot Mulroney, che ha recitato al fianco della
Roberts nell’originale del 1997 diretto da P.J.
Hogan, ha rivelato al New York Post che “si parla di
un sequel”. L’attore stava promuovendo la sua nuova serie
Netflix “The Hunting Wives” quando gli è
stato chiesto del possibile seguito, rispondendo: “Non ne so
nulla. L’ultima cosa che ho sentito è che gli avvocati ne stavano
discutendo“.
Song ha appena presentato il suo
secondo lavoro da regista, Material
Love, in Italia al cinema dal 4 settembre. La commedia
romantica sul triangolo amoroso, con Dakota Johnson, Chris Evans e Pedro Pascal, ha incassato 50 milioni di
dollari al botteghino mondiale. Il suo film d’esordio, Past
Lives, ha invece incassato 42 milioni di dollari in tutto
il mondo e ha ottenuto nomination agli Oscar per la sceneggiatura
originale e il miglior film.
Cosa sapere di Il matrimonio del migliore
amico
L’originale Il matrimonio del mio
migliore amico vedeva Julia Roberts nei panni di una critica
gastronomica che scopre che il suo amico di lunga data,
interpretato da Dermot Mulroney, sta per sposarsi.
I due avevano giurato di sposarsi l’uno con l’altra se fossero
rimasti single fino alla “veneranda” età di 28 anni. Rendendosi
conto di essere innamorata, il personaggio di Roberts decide così
di sabotare l’evento. Il film vedeva anche la partecipazione di
Cameron Diaz e Rupert
Everett.
Il film è stato un successo al
botteghino al momento dell’uscita nell’estate del 1997, incassando
127 milioni di dollari in Nord America e classificandosi al nono
posto tra i film di maggior incasso dell’anno. Ha poi ottenuto tre
nomination ai Golden Globe – come miglior musical e commedia e per
la recitazione di Roberts ed Everett – ed è rimasto uno dei titoli
più amati della serie di
commedie romantiche interpretate da Roberts negli anni ’90. Nel
2022, Variety lo ha classificato come uno dei 100 migliori film di
tutti i tempi.
A
sorpresa, Brad Pitt è dunque tornato a vestire i panni
di Cliff Booth, lo stuntman taciturno e spavaldo che aveva
conquistato il pubblico in C’era una volta a… Hollywood. Le prime immagini dal set
del sequel, trapelate nelle ultime ore, mostrano l’attore premio
Oscar impegnato in nuove acrobazie e scene d’azione ambientate
negli anni Settanta, segno che Leavventure di Cliff Booth sono tutt’altro che
finite.
Cosa sappiamo sul film Le
avventure di Cliff Booth?
Il
progetto, ancora avvolto nel mistero, sembra essere una sorta di
spin-off/sequel dedicato al personaggio interpretato da Pitt, che
nel film originale di Quentin Tarantino era al fianco di Rick
Dalton (Leonardo DiCaprio). La pellicola
esplorava il mondo del cinema e della controcultura americana alla
fine degli anni Sessanta, culminando in una reinterpretazione pulp
degli omicidi Manson. Ora, secondo fonti vicine alla produzione,
questa nuova avventura si concentrerà interamente su Cliff e sul
suo passato da eroe di guerra e uomo d’azione.
Le riprese sono in corso in California, tra Los Angeles e il
deserto del Mojave, e dalle prime indiscrezioni sembrerebbe che il
film adotterà uno stile da buddy-movie solitario, tra western urbano e noir
crepuscolare. Non è ancora chiaro se Quentin Tarantino sia
direttamente coinvolto nel progetto, ma il tono e la fotografia
sembrano perfettamente coerenti con l’universo narrativo da lui
creato.
Le avventure di Cliff Booth è attualmente il titolo
provvisorio del film, che potrebbe arrivare nelle sale nel corso
del 2026. Nel frattempo, i fan di C’era una volta a… Hollywood possono già esultare:
Brad
Pitt è tornato, e Cliff Booth ha ancora molto da
raccontare.
Con il film del 2022 Dead
for a Dollar (qui
la recensione), Walter Hill torna
dietro la macchina da presa con un western asciutto e crepuscolare
che rinnova i temi tipici del genere. Ambientato nel 1897, il film
segue il cacciatore di taglie Max Borlund
(interpretato da Christoph Waltz) nel suo incarico
apparentemente semplice: riportare a casa la moglie di un uomo
facoltoso. Ma come spesso accade nei western firmati Hill, niente è
davvero come sembra. In questo approfondimento analizziamo la
trama, i nodi centrali della storia e soprattutto il significato
del suo finale, riflettendo su come il film si inserisce nel
percorso autoriale del regista di I guerrieri della notte
e Johnny il Bello.
Un passato irrisolto: chi è davvero
Joe Cribbens?
La storia prende il via con
Max Borlund, esperto cacciatore di taglie e
funzionario al servizio del governo degli Stati Uniti, che visita
la prigione di Albuquerque per incontrare un vecchio nemico:
Joe Cribbens (Willem
Dafoe). I due condividono un passato turbolento.
Borlund aveva arrestato Joe anni prima per rapina in banca e furto
di cavalli, ma ora Cribbens sta per uscire. Secondo alcune voci,
l’uomo avrebbe intenzione di vendicarsi. Sebbene Joe affermi di
volersi solo ritirare in Messico a giocare a carte e divertirsi, lo
sguardo sfuggente e i modi ambigui non convincono Borlund, che lo
mette in guardia: qualunque tentativo di seguirlo o fargli del male
sarà ricambiato con la stessa moneta.
Poco dopo, Borlund riceve una nuova
missione: Martin Kidd, un ricco imprenditore,
sostiene che sua moglie Rachel (Rachel
Brosnahan) sia stata rapita da un disertore
dell’esercito, Elijah Jones (Brandon
Scott), e chiede che venga riportata indietro. In realtà,
il riscatto è già stato chiesto, ma Martin preferisce pagare
Borlund — 500 dollari in anticipo — per salvare la reputazione sua
e della moglie. Ad accompagnare il cacciatore c’è il sergente
Poe (Warren Burke),
apparentemente loquace e cordiale, ma non privo di sorprese. La
missione li porta così verso la regione desertica di Roca Rosa, nel
Chihuahua, dove le certezze iniziano a sgretolarsi.
Christoph Waltz, Rachel Brosnahan e Warren Burke in Dead for a
Dollar. Foto di Lewis Jacobs.
Una fuga d’amore sotto accusa
Il viaggio si complica quando Poe
rivela di conoscere Elijah e sostiene che questi non avrebbe mai
potuto rapire una donna. Anzi, afferma che Rachel è fuggita
volontariamente con lui. I due si sarebbero rifugiati presso una
baita di proprietà di un uomo di nome Hannon,
legato a vari traffici illeciti e sospettato di avere legami con
Joe Cribbens. Elijah aveva lasciato a Poe una mappa per
raggiungerli, sperando proprio che l’amico lo raggiungesse. La
verità inizia così a delinearsi: quello con cui Max ha a che fare
non è un rapimento, ma una fuga consensuale.
Nel frattempo, Rachel e Elijah
vengono raggiunti da Romero, emissario del potente
gangster Tiberio (Benjamin
Bratt). Hannon, per saldare un debito di gioco con il
criminale, aveva pattuito con lui la consegna dei due fuggiaschi in
cambio di parte del riscatto. Elijah e Rachel accettano a
malincuore il piano di essere condotti a Veracruz per poi
imbarcarsi per Cuba, nonostante i dubbi sulla lealtà del gangster.
Poco dopo, Tiberio e i suoi uomini incontrano Borlund e Poe,
pretendendo un pagamento per il “diritto” di passaggio su quel
territorio. La tensione è palpabile, ma Borlund non si lascia
intimidire.
Borlund e Poe raggiungono infine la
baita di Hannon. Il criminale punta un’arma contro Rachel, ma viene
prontamente ucciso da Borlund. Mentre Elijah seppellisce il
corpo, Rachel — ancora diffidente verso Borlund — lo minaccia con
una pistola, salvo poi abbassare l’arma dopo che lui le dichiara le
sue reali intenzioni: rispettare la legge, sì, ma non a scapito
della verità. È il primo segnale che Max sta iniziando a mettere in
discussione le apparenze del caso.
Willem Dafoe in Dead for a Dollar. Foto di Lewis
Jacobs
La verità su Martin Kidd e il
motivo della fuga
Nel frattempo, Joe Cribbens è ormai
libero e si stabilisce a Pueblo de Guadalupe. Si presenta come
semplice giocatore d’azzardo, ma i guai lo trovano subito. Dopo una
partita con Palmer, socio inglese di Tiberio, la
tensione esplode: Palmer lo minaccia con un’arma e Joe lo uccide.
Romero a quel punto lo raggiunge per informarlo che Tiberio vuole
incontrarlo. In un incontro successivo, Tiberio propone a Joe un
nuovo “lavoro”: eliminare Borlund. Joe accetta, ma il tentativo
fallisce grazie a Poe e Rachel, che lo disarmano. Dopo
l’umiliazione, Cribbens viene scaricato anche da Tiberio.
Borlund, nel frattempo, comincia a
capire che le versioni ufficiali non reggono. Rachel gli racconta
la sua storia: da giovane donna ribelle, si era sposata con Martin
dopo poche settimane di corteggiamento. L’uomo si era poi rivelato
un truffatore e un donnaiolo, che la trattava come una proprietà.
Elijah, studente della scuola in cui lei lavorava, era stato quindi
per lei un’ancora di salvezza. La loro fuga era un tentativo di
sottrarsi al controllo e alla violenza di Martin. Con questa nuova
consapevolezza, Borlund accetta la situazione e le restituisce la
pistola per difendersi.
Quando infine Martin Kidd arriva
finalmente a Ciudad de Trinidad Maria, non cerca nemmeno di vedere
sua moglie: si reca direttamente alla prigione e uccide Elijah.
Corrompe poi le guardie per coprire l’assassinio. Rachel,
distrutta, si vendica a quel punto uccidendo a sua volta il marito.
In seguito, tenta il suicidio, ma cambia idea. Comprende che ora ha
il potere di scegliere come vivere. Tiberio, però, non ha ancora
detto l’ultima parola.
Rachel Brosnahan in Dead for a Dollar
Il significato del finale di Dead for a
Dollar
Tiberio lancia a quel punto un
attacco contro l’hotel in cui si trova Rachel. I suoi uomini
vengono fermati anche grazie al coraggio della receptionist, ma
Rachel rimane ferita al volto. In quel momento arriva Joe Cribbens,
che uccide Tiberio, convinto che il gangster gli abbia rovinato la
vendetta contro Borlund. Infine, lo stesso Cribbens affronta
Borlund in un duello, ma ha ancora una volta la peggio e viene
ucciso. Poe invece, seppur ferito, sopravvive e fa ritorno
all’esercito.
Nel finale, Rachel – senza più nulla
che la leghi a quei luoghi – lascia il Messico e si unisce al
movimento suffragista a Filadelfia. La cicatrice sul volto diventa
il simbolo della sua rinascita e del suo diritto
all’autodeterminazione. Max Borlund, invece, torna alla sua
attività di cacciatore di taglie, ma qualcosa in lui è cambiato. Se
all’inizio era una figura fredda, quasi burocratica, nel corso
della storia matura una coscienza morale. Invece di seguire alla
lettera ordini sbagliati, impara a distinguere tra giustizia e
legge. Quando restituisce la pistola a Rachel, fa molto più che
proteggerla: le riconosce finalmente la libertà di decidere per
sé.
Diretto dal montatore e regista
francese Camille Delamarre al suo debutto
cinematografico, con una sceneggiatura scritta da Luc
Besson, Robert Mark Kamen, Ryan
Amon e Bibi Naceri, Brick
Mansions (qui
la recensione) è un thriller d’azione ambientato nei quartieri
poveri con una buona dose di inseguimenti, sparatorie e acrobazie
mozzafiato. Il film del 2014 prende inoltre spunto dal precedente
successo francese District B13. Per quanto riguarda la
trama, è piuttosto standard: un eroe rispettoso della legge fa
squadra con un altro (a cui non importa nulla) per salvare un
ghetto dalla sua imminente rovina.
Il
film rientra nel genere del cinema d’azione urbano e distopico, con
evidenti richiami a titoli come
1997: Fuga da New York di John Carpenter
o The Raid di
Gareth Evans, per l’ambientazione chiusa e
l’impianto narrativo che ruota attorno a una scalata letterale e
metaforica verso un nemico comune. Ma Brick
Mansions si distingue per l’impiego esteso del parkour,
coreografato e interpretato dallo stesso David Belle, fondatore
della disciplina. Questa componente dinamica conferisce al film
un’identità visiva energica e contemporanea, anche se la narrazione
riprende archetipi classici: la città come gabbia, la redenzione
personale, la lotta contro la corruzione istituzionale.
Oltre all’azione,
Brick Mansions affronta però anche temi legati
all’emarginazione sociale, al degrado urbano e alla manipolazione
del potere. Il film assume anche un valore simbolico, poiché
rappresenta uno degli ultimi ruoli interpretati da Paul Walker, famoso per Fast & Furious, prima della sua morte. Nel resto
dell’articolo ci concentreremo però in particolare sul fornire una
spiegazione dettagliata del finale, chiarendo gli eventi conclusivi
e il loro significato rispetto ai temi centrali della
pellicola.
Il film è ambientato in una Detroit
del futuro, corrotta, violenta e in mano alla malavita. Un intero
quartiere popolare e semi-apocalittico funge da dimora per i
criminali più violenti della città. La polizia per circoscrivere il
pericolo e proteggere il resto degli abitanti, decide di costruire
un muro di cinta controllando tutti i movimenti di entrata e di
uscita. Nella zona chiusa ribattezzata come “Brick
Mansions” sopravvivono solo i più forti e il crimine si
rafforza di giorno in giorno. L’intero quartiere è controllato da
Tremaine (RZA), padrone
indisturbato e re della droga. Lungo la sua strada Tremaine
incontreràl’agente Damien
Collier (Paul
Walker) e l’ex galeotto Lino
(David Belle).
Damien è un poliziotto sotto
copertura, che dopo la morte del padre, dedica la sua vita alla
lotta contro il crimine e la corruzione. Lino invece abita
all’interno del quartiere e ogni giorno si batte per vivere una
vita onesta cercando di combattere per il bene di tutta la
comunità. Damien e Lino provengono da mondi totalmente differenti,
hanno due vite diverse ma un nemico in comune: Tremaine. Il
rapimento della ragazza di Lino da parte di Tremaine, provocherà
una serie di adrenalinici avvenimenti che porteranno i due ad
allearsi. Insieme cercheranno di mandare a monte un pericoloso
piano che potrebbe abbattere l’intera città.
La minaccia della bomba
La tensione raggiunge dunque il
culmine quando Tremaine si dichiara in possesso di una testata
nucleare e minaccia di lanciarla su Detroit se non riceverà un
riscatto. Damien e Lino devono dunque collaborare per la
disattivazione dell’ordigno. Quando Damien e Lino si recano alla
base di Tremaine in una missione suicida, Tremaine fa un’offerta a
Damien. Il boss mafioso mostra loro da lontano la bomba, che è
collegata a un missile russo puntato sul centro della città. Da
vero uomo d’affari, Tremaine vuole vendere la bomba per una somma
forfettaria di 30 milioni, a 10 dollari a persona. Si tratta forse
di una cifra ragionevole, e Damien chiama i suoi superiori per
chiedere loro di effettuare il trasferimento.
La città non dispone però di una
somma del genere e l’affare non va in porto. Damien, tuttavia,
continua comunque a stare al gioco, fingendo che i superiori stiano
effettuando il trasferimento come richiesto. La banca segreta non
aprirà prima di altri 25 minuti e Damien e Lino vengono portati in
una cella ad aspettare che il denaro venga trasferito. Tuttavia,
Damien rivela a Lino la verità: sono soli. Lino finge di stare
male, mettono fuori combattimento la guardia e gli eroi scappano
per salvarsi la vita. Dopo alcune altre sontuose sequenze di
parkour, Lino e Damien eliminano i teppisti. Ma un cecchino
continua a sparare loro dal tetto, finché i due raggiungono il
tetto per eliminarlo.
Tremaine scopre a questo punto che
Damien ha mentito riguardo all’autorità che avrebbe inviato il
denaro. Inoltre, stanno liquidando il denaro che si trova sul conto
di Tremaine. Tremaine, infuriato, sta per attivare la bomba, ma
Damien spara al ricevitore del segnale e il missile non lascia il
supporto. Sul tetto, Tremaine cambia idea riguardo all’idea di far
saltare in aria la città, ma Rayzah cerca di prendere il controllo
del dispositivo, solo che Lola lo spinge giù dal tetto. Damien
ottiene a quel punto il codice per disattivare la bomba, ma
questo è casualmente identico al codice postale della zona. Mentre
la bomba non esplode, Damien, Lino, Tremaine e tutti i suoi
scagnozzi mafiosi si recano nell’ufficio del sindaco per un
confronto.
La spiegazione del finale del film
Si comprende così che Tremaine non
aveva mai avuto intenzione di lanciarla: la vera minaccia era un
piano orchestrato dal sindaco per distruggere Brick Mansions e
liberare l’area dalla criminalità e favorire le speculazioni
edilizie. Brick Mansions presenta così una visione
cupa del problema della gentrificazione. In un mondo distopico, un
sindaco al di sopra della legge pensa che eliminare le persone
sfortunate fermerebbe i crimini in un quartiere povero. Quello che
il sindaco non sa è che questa sua confessione è stata riprese a
diffusa ai media, smascherandolo prima che potesse essere troppo
tardi.
Damien, a questo punto, decide di
lasciare il suo lavoro. Mentre Tremaine e Lino cercano di farlo
ragionare, l’agente getta via il distintivo in un gesto impulsivo.
Egli era stato coinvolto dopo che gli era stato fatto credere che
suo padre era stato ucciso da Tremaine, ma la verità è che sono
state le forze dell’ordine corrotte ad eliminarlo. Damien non vuole
dunque più lavorare per questo ambiente marcio. Alla fine, la pace
nel quartiere viene ripristinata e Tremaine si candida alle
elezioni per la carica di sindaco. Le scuole e gli ospedali
riaprono e, dato che alla fine del film Damien fa delle commissioni
nel ghetto, crediamo che sia ancora lo sceriffo non ufficiale del
quartiere.
Il finale di Brick
Mansions ribalta così le aspettative: non è il criminale
di quartiere il vero nemico, ma il potere corrotto delle
istituzioni. Il film decostruisce la classica dicotomia buoni
contro cattivi, mostrando che la vera violenza è quella del potere
che marginalizza e sfrutta. La testata nucleare diventa metafora
dell’abbandono sistematico delle periferie, e Brick Mansions
rappresenta tutti quei luoghi dimenticati, ridotti a ghetti per
interessi politici ed economici. Il gesto di Damien, che tradisce i
suoi superiori per la verità, evidenzia un cambiamento profondo: la
giustizia non può esistere senza coscienza.
Infine, la rielezione di Tremaine a
sindaco è una chiusura provocatoria ma coerente: l’ex criminale,
ora simbolo di riscatto e rappresentante degli emarginati, si
propone come voce autentica della città. Brick
Mansions non si limita a intrattenere, ma propone un
messaggio sociale: la violenza, spesso rappresentata da esplosioni
e inseguimenti, ha radici profonde nelle disuguaglianze e nella
corruzione. La nuova amicizia tra Damien e Lino incarna una
possibile riconciliazione tra forze opposte, unite dalla verità e
dalla volontà di cambiare davvero le cose.