In una lunga intervista video con Entertainment Tonight, Anthony Mackie ha avuto modo di parlare di Avengers: Infinity War, il cinecomic che lo vedrà tra i protagonisti nei panni di Falcon, del futuro del MCU e di ciò che dovremo aspettarci in questo epico cinecomic.
“Infinity War sarà completamente diverso dai film precedenti, e ci saranno molti momenti scioccanti. Credo che i fan otterranno più di quanto si aspettano da tutti i personaggi, d’altronde penso che questo sia il più umano di tutti i film del MCU. Vi sorprenderà vedere quanto possono essere normali questi supereroi.“
Sempre nell’intervista, Mackie ha anche ipotizzato un possibile spin-off con protagonisti Falcon e Bucky.
La sinossi: Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.
Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.
Dopo l’11 settembre, il primo atto di guerra sul suolo americano dai tempi di Pearl Harbor, il terrorismo è sempre stato un tema caldo e allo stesso tempo dolente per i narratori statunitensi. Fiction e giornalismo si sono scontrati (o incontrati, a seconda dei punti di vista) innumerevoli volte e in alcuni casi hanno dato vita a opere seriali di alto livello. “24” è stato il primo esempio di serie di nuova generazione a tema terroristico, andato in onda fra l’altro proprio nel periodo del 9/11. L’agente del CTU, l’unità anti-terroristica, Jack Bauer che in tempo reale nel corso di 24 ore risolve casi di terrorismo internazionale è però un’estremizzazione dello storytelling (Bauer si avvicina a un’supereroe del presente).
E’ invece Homeland la serie che, sempre con i limiti della fiction, è stata capace di catturare e ricreare il clima di incertezza che ha regnato negli USA dopo l’attentato alle Twin Towers e poi nell’era Isis. Il tv show sviluppato da Howard Gordon e Alex Gansa sulla base di “Prisoners of War” di Gideon Raff. Con The Looming Tower (disponibile su Amazon Prime Video) viene scritto un nuovo capitolo sul terrorismo. La miniserie in 10 episodi basata sull’omonimo libro Premio Pulitzer di Lawrence Wright (che ha partecipato come autore) mette in scena l’ascesa di Al-Qaeda e Osama Bin Laden alla fine degli anni ’90 che ha portato poi all’11 settembre. Fondato su reali accadimenti (con inevitabili parti di fiction), The Looming Tower punta i riflettori su FBI e CIA che, per difendere i propri interessi, hanno perso di vista l’obiettivo finale, lasciando che accadesse il peggio. Protagonista è John Neill (Jeff Daniels) capo della squadra anti-terrorismo dell’FBI, la persona che per prima sospetta il pericolo di un’escalation nell’odio da parte degli estremisti islamici. Suo alter-ego nella CIA è l’analista Martin Schmidt (Peter Sarsgaard) orientato solo a portare vantaggi all’Agenzia, occultando dati al Bureau che sarebbero stati fondamentali per scoprire la minaccia incombente.
The Looming Tower
The Looming Tower mostra gli accadimenti, ma in particolare mette in luce i giochi di potere fra FBI e CIA che, apparentemente, hanno impedito di prevedere l’attentato alle torri. Perché se la fine è nota, e tutti hanno ancora in mente quelle immagini, nessun uomo comune poteva insinuarsi negli uffici, nelle scartoffie, nelle riunioni, nelle conversazioni che giravano intorno a quel pericolo imminente.
La storia è un backstage disastroso, un dietro alle quinte inesorabile, silenzioso ai più. Ognuno dichiara di “fare tutto per l’America” ma è solo per difendere la posizione (come accade in politica la maggior parte delle volte). Neill è l’unico che si mette in gioco, rendendosi conto benissimo quanto sia difficile il suo percorso. Un viaggio lungo il quale è più facile essere colpito da fuoco amico. Ma anche lui compie degli errori. Fatali.
Lawrence Wright, Alex Gibney eDan Futterman sono autori di una miniserie che si avvicina a “Tutti gli uomini del Presidente” dove il sistema va in frantumi attimo dopo attimo. Non ci sono spettacolarizzazioni inutili ma solo piccole mosse, azioni nascoste, perché le decisioni, quelle vere, non vengono mai prese di fronte a tutti.
Screen Junkies ha realizzato un trailer onesto dedicato a tutti i film di Wes Anderson, per dimostrare che l’impronta narrativa e formale del regista è così forte che tutti i suoi film sono praticamente lo stesso.
Ecco il trailer onesto dei film di Wes Anderson:
Anderson è reduce dalla vittoria al Festival di Berlino per la migliore regia, assegnata a L’Isola dei Cani, il suo nuovo lavoro in stop motion che arriverà nelle sale italiane il 1° maggio.
L’Isola dei Cani, recensione del film di Wes Anderson
Trai vari attori che presteranno il loro contributo per la realizzazione del film ci sono Edward Norton, che compare anche nel video, Bill Murray, Jeff Goldblum, Bob Balaban, Bryan Cranston, Scarlett Johansson, Tilda Swinton e Greta Gerwig tra gli altri.
L’ultimo film del regista, The Grand Budapest Hotel, ha riscosso un enorme successo, sia al box office, diventando il maggior successo economico di Anderson, che presso la critica, oltre ad essere stato trai principali protagonisti della stagione dei premi 2015, arrivando a conquistare quattro premi Oscar per il reparto tecnico (costumi, trucco, colonna sonora e scenografia). Con Isle of Dogs, il regista si mette di nuovo in gioco con una tecnica che ha imparato a padroneggiare molto bene e che non pone limiti alla sua creatività così vivida.
Continuano ad arrivare in rete nuovi dettagli su Solo: A Star WarsStory, secondo spin-off del franchise di Star Wars in arrivo nelle sale il prossimo maggio.
Secondo alcune voci infatti, riportate da The Sun, il film tornerà sulle ragioni che hanno portatoHan Solo a indebitarsi con il malavitoso Jabba the Hutt. Da questa affermazione, non ancora confermata, si deduce che probabilmente Jabba farà la sua comparsa; inoltre tempo fa uno dei responsabili degli effetti speciali, Ben Morris, aveva confessato che il personaggio sarebbe stata la soluzione perfetta per collegare lo spin-off alla trilogia originale.
In casa Disney tutto tace ma vi terremo aggiornati.
Ricordiamo che lo spin-off sarà ambientato dieci anni prima degli avvenimenti di Una Nuova Speranza. Nel film ci sarà anche Chewbacca. Alden Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu di Harrison Ford. Nel cast anche Emilia Clarke,Donald Glover e Woody Harrelson.
Solo: A Star Wars Story è previsto per il 25 maggio 2018 e dopo il licenziamento dei registi Phil Lord e Christopher Miller, registi di 21 Jump Street e The LEGO Movie, è stato incaricato Ron Howard di completare l’opera. La sceneggiatura porterà la firma di Lawrence Kasdan e di suo figlio Jon Kasdan.
Sali sul Millennium Falcon e viaggia nella galassia lontana lontana in Solo: A Star Wars Story, un’avventura completamente nuova con il farabutto più amato della galassia. Attraverso una serie di audaci fughe nel profondo, oscuro e pericoloso mondo criminale, Han Solo incontra il suo potente futuro copilota, Chewbacca e anche il famoso giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che racconterà l’inizio di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.
Dopo mesi di polemiche, scherzi e parodie del web, Henry Cavill dice addio ai suoi “amati” baffi sfoggiati durante gli ultimi mesi pubblicando un simpatico video.
Prima dell’uscita del cinecomic infatti, l’attore era tornato sul set per girare qualche scena aggiuntiva ma la Paramount (che produce Mission Impossibile) lo ha categoricamente obbligato a non radersi i baffi.
All’indomani dell’arrivo in sala di Thor: Ragnarok, Mark Ruffalo dichiarò che il viaggio di Bruce Banner/Hulk sarebbe continuato in Avengers: Infinity War e in Avengers 4 come in una specie di trilogia, dal momento che per ragioni contrattuali i Marvel Studios non possono realizzare un film sul Gigante di Giada.
Il personaggio, forse più di tutti gli eroi Marvel, porta con sé un pesante conflitto, quello tra Banner e Hulk, che nei fumetti originali è un’idea fondamentale. A prima vista, il Marvel Cinematic Universe è tradizionalmente convinta che l’Altro rappresenti l’emozione repressa di Bruce: fa le cose che Bruce non può, ma desidera fare.
<<Sono sempre arrabbiato>>
In The Incredible Hulk, qualsiasi esperienza intensa – anche il sesso – può scatenare l’Altro. In The Avengers, Banner dice a Captain America che ha un solo segreto: “Sono sempre arrabbiato”.
Bruce sembra sempre ad un passo dal trasformarsi in Hulk, cercando disperatamente di controllare le sue emozioni. (È da notare che entrambi condividono la stessa attrazione per Betty Ross e Vedova Nera, suggerendo che condividono più di quanto vorrebbe ammettere Bruce.) Ma anche in questa fase iniziale, ci sono suggerimenti che c’è di più nella dinamica che nella repressione o nella realizzazione del desiderio.
La fuga in Age of Ultron
In The Avengers, Bruce capisce che Hulk non danneggerà gli innocenti, e così si lascia trasformare. Per la prima volta, ha accettato l’altra parte di lui… ma che anche lui fa parte di Hulk. E questo sembra aver cambiato in maniera sottile la sua psicologia. Con Age of Ultron e Thor: Ragnarok, è chiaro che la versione MCU di Hulk non è più l'”altra” identità di Bruce Banner. È presentato come un’analogia per la rabbia di Bruce Banner, o come un riflesso incontrollabile di se stesso.
Stando ad Age of Ultron, Bruce non ha memoria di quello che fa mentre è trasformato. È come se fosse una persona diversa; uno che pur condividendo i tratti con Bruce, è distinto. Thor: Ragnarok fa un ulteriore passo avanti. Colpito dal suo rapporto con Vedova Nera, Hulk fugge dai Vendicatori e prende il controllo. Incredibilmente, Bruce rimane nella forma dell’Altro per almeno due anni, e Hulk diventa una persona distinta.
La fine di Thor: Ragnarok
Ci vuole l’arrivo di Thor per riportare Bruce in superficie, e rimane scosso dall’esperienza. Banner si trova di fronte alla verità inquietante che il Gigante di Giada potrebbe essere più forte di lui, e che alla fine la sua identità potrebbe essere cancellata. Nonostante ciò, in un singolo momento eroico, Bruce sceglie di cambiare un’ultima volta. Thor: Ragnarok si chiude con Bruce trasformato.
Fondamentalmente, però, il trailer di Infinity War ha già dimostrato che il personaggio sarà proiettato sulla Terra. Presumibilmente sconfitto da Thanos, tornerà alla forma di Bruce Banner. Ci sono alcune prove che Banner inizialmente resisterà alla tentazione di tornare indietro, anche pilotando l’armatura di Iron Man, Hulkbuster, piuttosto che trasformarsi nell’Altro. Senza dubbio il personaggio di Banner sarà rafforzato dalla sua riunione con Vedova Nera, e Scarlett Johansson ha già accennato a una reunion dei due. Ruffalo ha anche accennato al fatto che la Marvel potrebbe considerare di adattare “World War Hulk“, o qualcosa di simile, ad un certo punto (ma non nell’immediato futuro).
World War Hulk
Nei fumetti, “World War Hulk” vede il personaggio di Hulk prendere il pieno controllo per un po’ e cercare una vendetta brutale sugli eroi della Terra. Hulk in realtà ha guidato un’invasione planetaria e ha messo in ginocchio la maggior parte dei Vendicatori, degli X-Men e dei Fantastici Quattro.
Viene sconfitto solo dal potere cosmico di Sentry, tornando finalmente Bruce Banner. La Marvel ha già incorporato la storia di “Planet Hulk”, precursore di “World War Hulk”, in Thor: Ragnarok. Quindi è certamente possibile che possano scegliere di aggiungere anche elementi di “World War Hulk” nel mix di Infinity War, alla luce della dichiarazione di una trilogia del Gigante di Giada.
Hulk vs Bruce Banner: la “soluzione”
In definitiva, però, ci sono solo due possibili conclusioni a arco del personaggio. O una personalità viene distrutta per sempre, o le due si fondono e creano qualcosa di nuovo. Quest’ultimo è stato l’approccio adottato da Peter David nei fumetti, e ha portato a un periodo in cui i due erano unificati. Il Gigante di Giada si dimostrò più formidabile che mai, un essere terrificante e potente che manteneva il genio di Bruce Banner. Naturalmente, questi sono fumetti e lo status quo adattato non è durato oltre le run di David; ma sarebbe certamente una direzione appropriata da portare sul grande schermo.
Qualunque sia il destino di Bruce Banner/Hulk, ci aspettiamo di vederlo raccontato in Avengers: Infinity War e in Avengers 4.
Le reazioni della rete al primo trailer di Venom non sono state del tutto positive: il fatto che le immagini abbiano mostrato soltanto Eddie Brock in carne e ossa, e praticamente nulla del simbionte, hanno lasciato perplessi molti fan del personaggio.
Alcuni rumors dell’ultima ora però sembrerebbero confermare che Venom sarà in scena per poco più di due minuti, lasciando spazio a Tom Hardy senza trucco o interventi di cgi.
Secondo queste fonti infatti, il simbionte si manifesterà sotto forma di vene nere sulle braccia del personaggio durante una sequenza action di un inseguimento in auto. Dovremo dunque attendere la fine del film prima di vedere l’effettiva trasformazione di Eddie Brock nell’alieno Venom; una soluzione che consoliderebbe la distanza dichiarata del film dai fumetti originali (ma trattandosi di un “adattamento” è più che comprensibile).
La pellicola arriverà al cinema il 5 ottobre 2018 con la regia di Ruben Fleischer (Zombieland, Gangster Squad). Tom Hardy interpreterà il protagonista Eddie Brock. Nel cast anche Matt Smith, Pedro Pascal, Riz Ahmed, Jenny Slate, Scott Haze e Michelle Williams.
Il personaggio è stato già portato sul grande schermo da Sam Raimi in Spider-Man 3 con Topher Grace nei panni di Eddie Brock.
Intervistato da Empire, il regista di Ant-Man and The WaspPeyton Reed ha avuto modo di parlare del film e del personaggio interpretato da Evangeline Lilly, già descritto da Paul Rudd come un vero “partner in crime” del protagonista.
“Al contrario di quanto si possa immaginare, film non è una commedia romantica. Certo, un’idea del genere potrebbe bussare alla testa di Hope: ha davvero bisogno di Scott Lang nella sua vita?“, ha specificato Reed.
“Per me era importante che, come suggerisce il titolo Ant-Man e The Wasp, lei non fosse un personaggio secondario, ma principale.”, continua il regista, “Un eroe alla stessa altezza di Scott e pienamente in controllo delle sue capacità“.
Hope van Dyne era già apparsa nel primo Ant-Man come spalla dell’eroe, e la rivedremo presto nel secondo capitolo e probabilmente anche in Avengers: Infinity War.
Dal Marvel Cinematic Universe, arriva Ant-Man and the Wasp, un nuovo capitolo del MCU con protagonisti i due eroi con la straordinaria abilità di cambiare dimensione. A seguito degli eventi di Captain America: Civil War, Scott Lang deve scendere a patti con le conseguenze della sua scelta sia come super eroe che come padre. Lotta per trovare un nuovo equilibrio tra la sua vita a casa e le sue responsabilità in quanto Ant-Man, deve confrontarsi con Hope van Dyne e suo padre, Hank Pym, per una missione urgente. Scott deve indossare di nuovo la sua tuta e imparare a combattere al fianco di Wasp come compagna di squadra per collaborare e svelare dei mistero del passato.
Ant-Man and the Wasp,arriverà al cinema il 6 luglio 2018. È diretto da Peyton Reed, mentre alla sceneggiatura ci sono Chris McKenna & Erik Sommers, Paul Rudd, Andrew Barrer & Gabriel Ferrari. Nel cast sono stati confermati i protagonisti Paul Rudd e Evangeline Lilly.
Confermati nel cast Michael Douglas, Michael Pena e David Dastmalchian. Si sono uniti al cast anche Michelle Pfeifferche interpreta Janet Van Dyne,Hannah John-Kamen è Ghost, Randall Park è Agent Jimmy Woo, Laurence Fishburne è Dr. Bill Foster, aka Goliath.
Alla produzione ci sono Kevin Feige con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Stephen Broussard, Charles Newirth e Stan Lee nei panni di executive producers.
Sono ufficialmente iniziate a Los Angeles le riprese di Captain Marvel, il primo cinecomic al femminile dei Marvel Studios che vede il premio oscar Brie Larson interpretare l’eroina Carol Danvers.
Nel frattempo, grazie alle foto e ai video pubblicati sui canali social dedicati all’attrice, possiamo dare uno sguardo ravvicinato al costume e al set.
Qui sotto trovate moltissime immagini e una breve clip della Larson in azione.
Stando a quanto confermato finora, Captain Marvel non sarà in Avengers: Infinity War perché il suo ruolo semplicemente non si adatta al tipo di storia del film, oppure perché la sua introduzione nel MCU è stata rinviata al suo standalone.
Vi ricordiamo che alla regia di Captain Marvel, con protagonista Brie Larson, ci saranno Anna Boden e Ryan Fleck. La pellicola sarà ambientata durante gli anni ’90 e vedrà la partecipazione diSamuel L. Jacksonche torna nei panni di Nick Fury. Nel cast ci sono anche DeWanda Wise, Jude Lawe Ben Mendelson.
Insieme all’annuncio di una live che si terrà oggi direttamente dal set del film, Entertainment Weekly ha rivelato un poster di Shazam! contenente anche quello che potrebbe diventare il primo logo del nuovo cinecomic DC.
Potete dargli un’occhiata qui sotto. Durante la live il cast e il regista risponderanno alle domande inviate dai fan, magari svelando ulteriori dettagli sulle riprese e la realizzazione.
We're going LIVE on Facebook with the @ShazamMovie cast on Wednesday! Reply to this tweet with your questions, and they may be answered on air.
Vi ricordiamo che il film farà ovviamente parte dell’Universo Cinematografico DC e seguirà le uscite di Aquaman e Wonder Woman 2, gli altri due attesi titoli di casa DC.
Sinossi: Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, gli basta gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni possa trasformarsi nel Supereroe Shazam per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.
Nel cast Zachary Levi (Shazam!), Asher Angel (Billy Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus Sivana), Jack Dylan Grazer (Freddy), Grace Fulton (Mary), Faithe Herman (Darla), Ian Chen (Eugene), Jovan Armand (Pedro), Cooper AndrewseMarta Milans (genitori adorrivi di Billy, Victor e Rosa Vasquez), Ron Cephas Jones (Il Mago).
Le cover, che mostrano gli eroi Marvel e il villain del film, Thanos, danno anche la possibilità ai fan di vedere per la prima volta, per questo film, Nebula (Karen Gillan), fino a questo momento esclusa dai video promozionali:
Avengers: Infinity War, il secondo trailer del film Marvel Studios
Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.
Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.
Avengers: Infinity War, tutto quello che sappiamo sul film – SPOILER
Nel cast torneranno tutti gli eroi protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel Marvel Cinematic Universe, da Iron Man (2008) e Black Panther (2018).
Avengers: Infinity War, chi ha indossato il Guanto dell’Infinito prima di Thanos?
Steven Spielberg ha in programma si cominciare le riprese di Indiana Jones 5 per la Disney nel 2019 nel Regno Unito. Lui stesso lo ha dichiarato domenica scorsa alla Rakuten TV Empire Awards, durante i quali ha ricevuto il premio alla carriera Legend of Our Lifetime. In questa circostanza, Spielberg ha parlato dei suoi collaboratori dell’industria britannica.
Ready Player One, recensione del film di Steven Spielberg
“Vale sempre la pena il viaggio quando devo lavorare con i talenti di questo paese. Gli attori, i tecnici, gli autisti, tutti quelli che mi hanno aiutato a fare un film qui, e che continueranno ad aiutarmi anche il prossimo aprile 2019, quando tornerò per Indiana Jones 5.”
Durante il suo discorso, Spielberg ha anche elogiato il movimento Time’s Up. “Grazie Time’s Up – ha detto – eravamo a bordo dall’inizio, mia moglie Kate e io. Questo ci riguarda più di quanto riusciamo a capire. Credo che tra 10 anni ci guarderemo indietro e capiremo che momento spartiacque è stato questo che stiamo vivendo insieme, dal 2017 al 2018. È straordinario quello che sta succedendo adesso (…) Questa è la fine del modo in cui erano le cose, del modo in cui non dovranno essere mai più.”
Indiana Jones 5 dovrebbe arrivare al cinema il 19 luglio del 2020. Steven Spielberg che ha diretto i precedente quattro film della saga sarà di nuovo alla regia del progetto che vedrà tornare anche il leggendario protagonista, Harrison Ford. I veterani del franchise, Kathleen Kennedy e Frank Marshall, si occuperanno della produzione.
Alan Horn, Presidente dei Walt Disney Studios, ha dichiarato: “Indiana Jones è uno dei più grandi eroi della storia del cinema. È raro avere una tale perfetta combinazione di regista, produttori, attore e personaggi e noi non potevamo essere più eccitati di avere quest’altra avventura con Harrison e Steven.”
La storia del cinecomic degli ultimi vent’anni conta ormai tantissime occasioni perse e progetti prima annunciati e poi mai realizzati. Film che i fan avrebbero desiderato vedere sul grande schermo che non hanno mai trovato la via della sala, spesso coinvolgendo grandi autori ma che sono invece naufragati nella dimenticanza.
Tra questi, recentemente ricorderete il quarto Spider-Man di Sam Raimi o il progetto sui Sinistri Sei della Sony anticipato da una scena post-credits alla fine di The Amazing Spider-Man 2. Insomma gli esempi sono davvero tanti.
Secondo ScreenRant questi sono gli 8 sequel di cinecomic mai realizzati che non sarebbero stati all’altezza delle aspettative:
Batman 3 di Tim Burton
Il primo Batman di Tim Burton ha segnato la storia moderna del cinecomic e il suo sequel, più dark e inquietante, Batman Returns, è stato meno incisivo al box office. Privo di idee per il futuro, Burton decise di abbandonare il progetto su un terzo Batman.
The Amazing Spider-Man 3
Se The Amazing Spider-Man era apparso come un cinecomic privo di verve e del tocco autoriale di Sam Raimi, e The Amazing Spider-Man 2 aveva mostrato quanto fosse triste sacrificare lo narrazione in favore dell’espansione del franchide, un terzo film avrebbe sicuramente peggiorato la situazione. Per questo la Sony ha abortito il progetto e lasciato ai Marvel Studios l’arduo compito di riportare sullo schermo Spider-Man.
The Punisher 2
Non si può certo dire che The Punisher sia un cinecomic pienamente riuscito: la versione di Thomas Castle di Thomas Jane avrà certo la sua schiera di fan, ma il film mostrava diversi difetti grossolani tra cui un cattivo veramente ridicolo interpretato da John Travolta. Reduce da risultati insoddisfacenti al box office, The Punisher doveva avere un sequel poi abbandonato a favore di un reboot, Punisher: War Zone del 2007, e nel 2017 con la serie Netflix.
Spider-Man 4
Dopo il successo della trilogia su Spider-Man, Sam Raimi era tornato al lavoro sul quarto capitolo del franchise, scrivendo una sceneggiatura e buttando già idee sul casting: John Malkovich e Anne Hathaway erano le prime scelte per interpretare l’Avvoltoio e Black Cat, tuttavia la Sony accelerò i tempi costringendo Raimi a produrre il film entro l’estate del 2011. Quando il regista si è chiamato fuori per ragioni di tempo, la Sony ha deciso di riavviare il personaggio con The Amazing Spider-Man.
Spawn 2
A metà degli anni ’90 Spawn impazzava nel mondo dei fumetti, forse il personaggio ultra violento di maggior successo nella storia della Image Comics (un’alternativa più dark di DC e Marvel). Nel 1997 venne tratto dai fumetti un film con Martin Sheen e successivamente du Todd MacFarlane a spingere per un sequel che non si è mai concretizzato.
Sinister Six
Dopo il successo di The Amazing Spider-Man la Sony ha pensato di avviare una sorta di universo condiviso in cui inserire altri personaggi, un po’ come i Marvel Studios. Tuttavia l’azienda aveva intascato soltanto i diritti di Spider-Man, quindi non era chiara la direzione da prendere fino al 2013, quando venne annunciato lo spinoff sui Sinister Six. Nel frattempo però The Amazing Spider-Man 2 ha deluso le aspettative, costringendo la Sony ad abbandonare le proprie idee e a cedere i diritti di Spidey al MCU.
Batman Unchained
Alla fine degli anni Novanta la Warner Bros aveva in mano le redini del franchise su Batman, un marchio apparentemente redditizio e sicuro. Batman Forever era stato un grande successo nel 1995 e dopo l’addio di Val Kilmer, George Clooney fu ingaggiato sulla scia della popolarità di E.R. Joel Schumacher iniziò quindi a lavorare su un quinto film, intitolato Batman Unchained, che avrebbe introdotto lo Spaventapasseri come il principale villain (che poteva essere interpretato da Nicholas Cage); tuttavia il precedente Batman e Robin si rivelò un disastro, e la Warner Bros. lasciò le redini di Batman fino all’arrivo di Christopher Nolan.
Hulk 2 di Ang Lee
L’Hulk di Ang Lee è stato uno dei primi film di supereroi in cui il conflitto spirituale di Bruce Banner (Eric Bana) è stato realmente al centro e in cui era chiaro il tentativo del regista di raccontare una storia profonda e stimolante. Il progetto di produrre un sequel era in cantiere, ma i risultati poco incoraggianti al botteghino e le recensioni negative del film hanno portato la Marvel a riavviare il personaggio prima nel film solista L’incredibile Hulk, interpretato da Edward Norton, poi con The Avengers, interpretato da Mark Ruffalo.
Nella giornata di lunedì 19 marzo la Weinsten Company ha ufficialmente dichiarato bancarotta. La società di produzione e distribuzione cinematografica fondata dai fratelli Bob e Harvey Weinsten chiude così un periodo di lunghe trattative, proposte di vendita mai concretizzate e, come ultima spiaggia, una richiesta di fallimento che risale a fine Febbraio.
I guai sono sopraggiunti dopo le accuse di abusi sessuali contro il co-fondatore Harvey Weinstein lo scorso autunno. Da allora quasi tutte le uscite previste sono state posticipate a data da destinarsi.
Secondo quanto scritto da Variety (sul sito trovate maggiori dettagli), che ha riportato la notizia e il comunicato ufficiale, la compagnia potrebbe ancora essere in grado di riorganizzare e continuare a produrre programmi televisivi e film sotto le direttive di una nuova proprietà.
Inoltre la società ha anche annunciato di aver liberato i suoi dipendenti dagli accordi di non divulgazione, come parte di una trattativa in corso con il Procuratore Generale di New York, Eric Schneiderman.
Prende forma il cast del nuovo progetto di Pablo Larraín, intitolato The True American: Tracking Board ha infatti confermato che saranno Kumail Nanjiani (The Big Sick) e Mark Ruffalo i due protagonisti del film, adattamento cinematografico del romanzo “The True American: Murder and Mercy in Texas“.
Pubblicato nel 2014, il libro di Anand Giridharadasracconta la storia di Raisuddin Bhuiyan, un ufficiale dell’aeronautica del Bangladesh che sogna di emigrare in America e di lavorare nel campo tecnologico. Pochi giorni dopo l’11 settembre però, un dichiarato “terrorista americano” di nome Mark Stroman, in cerca di vendetta, entra nel minimarket di Dallas dove Bhuiyan ha trovato un impiego temporaneo e gli spara, mutilandolo e lasciandolo in fin di vita.
Si tratta del secondo film in lingua inglese per il regista di Neruda e El Club, che due anni fa aveva varcato le porte di Hollywood con il biopic Jackie. Originariamente The True American era stato affidato a KathrynBigelow, con Tom Hardy e Riz Ahmed nei rispettivi ruoli di Stroman e Bhuiyan.
Reduce da due nomination agli Oscar con The Post, Steven Spielberg è pronto per tornare in sala con Ready Player One, una nuova avventura fantascientifica tratta dal romanzo cult omonimo di Ernest Cline, al cinema dal 28 marzo. Proprio l’autore, insieme allo sceneggiatore Zak Penn (The Avengers), si è messo al servizio del regista, realizzando una storia che si distacca dall’originale, mantenendone lo spirito, e si trasforma in pura narrazione spielberghiana.
il vincitore acquisirà il possesso di OASIS e l’eredità di Halliday
Nell’anno 2045, la vita sulla Terra è compromessa dalla sovrapopolazione e dall’inquinamento. Come via di fuga dalle loro vite nelle città decadenti, le persone si immergono nel mondo virtuale di OASIS, dove possono essere tutto ciò che vogliono. Wade Watts, un giovane da Columbus che frequenta OASIS, tenta di vincere le sfide create dall’ideatore di OASIS, J.D. Halliday, per raggiungere l’Easter Egg: il vincitore acquisirà il possesso di OASIS e l’eredità miliardaria di Halliday. Ma Wade non è il solo che aspira a vincere il gioco: la multinazionale IOI, guidata da Nolan Sorrento, impiega un gruppo di giocatori per risalire al tesoro prima che lo facciano Wade o altri contendenti, allo scopo di prendere il controllo di OASIS.
Perfetto padrone del linguaggio cinematografico tecnico e elargitore di avventure diventate leggendarie, Steven Spielberg era l’unico regista che potesse ambire, con buone possibilità di successo, a portare al cinema un romanzo così amato e rappresentativo come quello di Cline. Il risultato è, ovviamente, incredibile. Ready Player One strizza l’occhio ai fan, compiacendoli con le citazioni e i riferimenti pop, ma non rinuncia alla sua anima che, in fondo, non ha un sapore tanto distante da quella de I Goonies, nonostante la caccia al tesoro sia così diversa (la prima ambientata nei sotterranei di Astoria, Oregon, la seconda nell’etere di OASIS).
Ready Player One, recensione del film di Steven Spielberg
Spielberg mostra la differenza che c’è tra lui, animo avventuriero inventore di storie, e i suoi fan accademici: se il regista si perde nell’avventura, pur avendone il perfetto controllo formale e tecnico, il fan medio vorrà cogliere ogni dettaglio, ogni citazione, vorrà scuoiare la bellissima creatura del regista per vivisezionarla e elencare, come in una scientifica analisi razionale, tutti i personaggi e le citazioni del film. Nessuna operazione può essere più fredda e fine a se stessa.
Steven Spielberg spinge lo spettatore a tuffarsi nella storia
Steven Spielberg, ancora una volta, spinge lo spettatore a tuffarsi nella storia, a occhi ben spalancati, non per scorgere la DeLorean o le Tartarughe Ninja, ma per farsi investire dalla passione per il racconto, per accogliere un messaggio, per sognare.
Il protagonista, da solitario cercatore di tesori che non si associa con nessuno, riesce a passare a una considerazione più inclusiva della realtà, fa il “salto” di qualità (la scelta di parole non è casuale) e comincia a sentire l’appartenenza a un gruppo che la società gli aveva negato ma che la sua avventura e la sua predisposizione umana gli hanno regalato.
In Ready Player One, Wade è pronto ad accogliere questa umanità, l’unico vero filo che unisce tutti i film di Steven Spielberg, da Incontri ravvicinati del terzo tipo a Salvate il Soldato Ryan, passando per Indiana Jones e Schindler’s List. È lo stesso regista a dire che quella cultura pop, che lui stesso ha contribuito a costruire negli anni ’80 e ’90, è solo uno strumento “virtuale”; lui stesso mette in guardia lo spettatore contro la sterile conoscenza maniacale di tale cultura, lui a scoraggiare la materialistica accumulazione compulsiva di gadget, cimeli, t-shirt. La corsa all’oggetto raro, che sia l’Easter Egg della storia o la limited edition della riproduzione della fedora del Professor Jones, diventa una futile ansia di possesso che spesso allontana dal sentire davvero l’avventura e le connessione che Steven ha sempre raccontato nei suoi film.
Così, armato di una storia potente e degli strumenti per stimolare l’attenzione del pubblico, Spielberg diventa J. D. Halliday e lancia la sua “quest eroica”, trasforma tutti gli spettatori in Egg Hunter (i cacciatori dell’uovo nascosto, in OASIS) e li accompagna in milioni di mondi virtuali. Quanti saranno in grado di capire che l’oasi creata da Halliday/Spielberg è un’espediente che deve aiutare a sopportare la realtà senza sostituirla?
non un omaggio ma un vero e proprio film degli anni ’80
Con Ready Player One, Steven Spielberg non realizza un omaggio agli anni ’80 ma un vero e proprio film degli anni ’80, che cede alla modernità nel ritmo e negli effetti, ma che racconta esattamente la stessa storia vista in tanti altri classici per ragazzi, svelando il vero cuore del suo cinema. Il regista di Cincinnati sembra così chiudere i conti con l’infanzia, scegliendo consapevolmente la realtà e invitando gli spettatori a fare lo stesso.
Pronto a tornare almeno un’altra volta nei panni di Tony Stark/Iron Man, Robert Downey Jr. ha discusso a lungo sul suo futuro nel MCU e sul rapporto del personaggio con la sua ex spalla Captain America, rivale in Civil War e ora disperso nel mondo sotto copertura.
“Ho imparato che non si può prevedere il futuro, e che ogni calcolo sul domani è uno spreco di tempo.“, ha raccontato l’attore riferendosi ai suoi piani per i prossimi anni insieme ai Marvel Studios.
Sulla delicata relazione tra Tony e Steve, Downey Jr. sembra però avere una personale teoria:
“Per quanto mi riguarda, la grande domanda di Tony in questo film è la seguente: potrò mai riallacciare i rapporti con Captain America dopo quello che è successo in Civil War, soprattutto dopo aver saputo che è stato il Sodato d’Inverno ad uccidere i miei genitori?“
“Sento che il mio istinto mi direbbe di spaccargli la mascella. Tutto quello che so è che c’è qualcosa di speciale quando sono in scena con Chris [Evans]. Odio dirlo, ma non so cosa farò quando lui smetterà di essere Cap. Lo guardo e penso che questa sia la più vera e triste rappresentazione della psicologia umana e della morale che abbia mai visto. Poi la scena termina e Chris ti invita a cena… Lo amo“.
La sinossi: Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.
La Disney ha finalmente trovato il regista per il suo nuovo live action: sarà infatti Charlie Bean (The Lego Nijago Movie) a dirigere Lilli e Il Vagabondo, come confermato nelle ultime ore dall’Hollywood Reporter.
Brigham Taylor, che aveva già lavorato alla trasposizione de Il Libro della Giungla di Jon Favreau e di altri progetti Disney (tra cui Tomorrowland e Pirati dei Caraibi), produrrà il film.
Uscito nelle sale nel 1995, Lilli e il Vagabondo raccontava la storia d’amore tra un Cocker Spaniel e un bastardino di strada.
Sarà Netflix a produrre il nuovo film di J.C.Chandor (Margin Call, All Is Lost, A Most Violent Year) Triple Frontier, che ha confermato nel cast Ben Affleck, Oscar Isaac, CharlieHunnam, PedroPascal, GarrettHedlund, e AdriaArjona.
Si conclude così l’epopea di un progetto iniziato anni fa e che aveva visto prima la rinuncia dello stesso Affleck per motivazioni legate alla sua dipendenza da alcool. All’epoca erano stati proposti i nomi di Casey Affleck e Mahershala Ali, anche loro allontanatasi dalla produzione.
Gli attori sono stati avvistati nei giorni scorsi sulle spiagge di Oahu, un’isola delle Hawaii, e le riprese inizieranno il prossimo 26 Marzo tra la Colombia e la California.
La lealtà viene messa alla prova quando cinque amici si riuniscono per sconfiggere un signore della droga sudamericano, scatenando una catena di eventi non intenzionali.
L’attrice premio oscar è stata scovata sul set insieme alla sua stuntman (entrambe infatti indossano il tanto chiacchierato costume verde che ha fatto allarmare i fan).
Stando a quanto confermato finora, Captain Marvel non sarà in Avengers: Infinity War perché il suo ruolo semplicemente non si adatta al tipo di storia del film, oppure perché la sua introduzione nel MCU è stata rinviata al suo standalone.
Vi ricordiamo che alla regia di Captain Marvel, con protagonista Brie Larson, ci saranno Anna Boden e Ryan Fleck. La pellicola sarà ambientata durante gli anni ’90 e vedrà la partecipazione diSamuel L. Jacksonche torna nei panni di Nick Fury. Nel cast ci sono anche DeWanda Wise, Jude Lawe Ben Mendelson.
Black Label Media e Thunder Road Pictures hanno svelato il nuovo titolo ufficiale e il secondo trailer del sequel di Sicario: si chiamerà infatti Soldado il film diretto da Stefano Sollima, subentrato a Denis Villeneuve in regia.
Oltre al trailer, potete dare uno sguardo a quattro immagini inedite della pellicola che, con molte probabilità, sarà presentata in anteprima al prossimo Festival di Cannes.
Di seguito la sinossi ufficiale: La lotta al narcotraffico fra Stati Uniti e Messico si è inasprita da quando i cartelli hanno iniziato a trasportare terroristi attraverso il confine americano. Per combattere questa guerra, l’agente federale Matt Graver (Josh Brolin) dovrà unire le forze con il misterioso e impenetrabile Alejandro (Benicio Del Toro).
Soldado uscirà nelle sale americane il 29 giugno, su una sceneggiatura di Taylor Sheridan (Sicario, Hell Or High Water, Wind River) e vede nel cast Benicio Del Toro, Josh Brolin, Isabela Moner, Jeffrey Donovan, Manuel Garcia-Rulfo e Catherine Keener.
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Soldado, la recensione del film di Stefano Sollima
Sam Wilson/Falcon e Bucky Barnes sono ormai parte integrante del MCU e torneranno in aiuto del team Marvel anche in Avengers: Infinity War, l’atteso cinecomic in uscita tra qualche settimana.
Di recente però, parlando a Entertainment Tonight, Anthony Mackie ha manifestato tutto il suo affetto nei confronti del collega Sebastian Stan e il desiderio di vedere i due personaggi insieme sullo schermo in uno spin-off:
“Sebastian è un attore dannatamente bravo ed è anche un buon amico, ma sullo schermo il nostro rapporto funziona così bene perché c’è un rispetto reciproco […] Quindi l’idea di uno spinoff su Falcon e Bucky sarebbe fantastico, un po’ come Nick Nolte e Eddie Murphy in 48 Hours: finirebbe con noi che ci picchiamo a vicenda tre o quattro volte, lo so.“
Della stessa opinione è sembrato Sebastian Stan:
“Possiamo farlo, assolutamente. Abbiamo le persone giuste per realizzarlo proprio a due passi da noi.“
Voi che ne pensate? Vi piacerebbe vedere Falcon e Bucky protagonisti di un cinecomic?
Avengers: Infinity War trailer ufficiale – i Vendicatori contro Thanos
La sinossi: Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.
Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.
I dati sono ufficiali: con i suoi 657.9 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, Justice League diventa il film con il minore incasso nella storia del DCEU. Un risultato che non sorprende affatto e che rappresenta un piccolo fallimento per l’azienda, qui al suo primo vero progetto collettivo.
Il “flop” era stato in qualche modo preannunciato dall’incasso del weekend d’apertura lo scorso novembre (93.8 milioni), e le speranze di ripresa non si sono realizzate.
Vi ricordiamo cheJustice League, sarà disponibile dal 21 Marzo nei formati DVD, Blu-ray, Blu-ray 3D e in 4k Ultra HD, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.
Diretto da Zack Snyder, il film presenta una invidiabile lineup di SuperEroi DC: Ben Affleck nei panni di Batman, Henry Cavill come Superman, Gal Gadot nel ruolo dell’irresistibile Wonder Woman, Ezra Miller come The Flash, Jason Momoa nei panni di Aquaman e Ray Fisher come Cyborg.
I Contenuti Speciali delle edizioni Blu-ray permetteranno ai fan di scoprire tutti i segreti della Justice League, conoscere meglio i nuovi membri, il loro lavoro di squadra e la tecnologia che dà loro una marcia in più. L’edizione 4k Ultra HD del fim contiene anche il disco Blu-ray, oltre ad una scena inedita non presente nel film al cinema.
Il canale americano della Showtimedopo il promo e la trama ha diffuso una clip di Billions 3×01, il primo atteso episodio della terza stagione di Billions.
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Billions 3×01 debutterà il 25 Marzo 2018 sulla Showtime.
Billions 3×01
Nella terza stagione di Billions Chuck e Axe sono i protagonisti di una lunghissima, estenuante, appassionante partita a scacchi, giocata tra battute memorabili e svolte inaspettate; compiono azioni spietate, finalizzate solo ed esclusivamente al proprio guadagno personale, utilizzando strategie contorte e imprevedibili.
Nel cast di Billions 3 oltre al grande Paul Giamatti (Sideways; La versione di Barney) e Damian Lewis (Homeland) uno degli attori più versatili e carismatici in circolazione, si rivelano fondamentali e di spessore anche i ruoli femminili. Maggie Siff (Wendy Rhoades), attrice che i cultori di Mad Men e Sons of Anarchy ricordano nei ruoli, rispettivamente, di Rachel Menken e Tara Knowles, e che in Billions ha un ruolo chiave: è la moglie di Chuck e lavora come psicologa nella compagnia di Axe, una situazione che contribuisce inevitabilmente ad aggravare il contrasto tra i due uomini. Malin Âkerman (Watchmen) è Lara Axelrod, moglie di Axe, bellissima e senza scrupoli, madre e moglie fedelissima, sostiene il marito in maniera incondizionata ed è pronta a tutto per difendere la sua famiglia e il loro patrimonio.
Sebbene i personaggi della serie non siano reali, Billions si ispira vagamente al lavoro del procuratore Preet Bharara e in particolare alla sua crociata contro i reati finanziari nel Southern District di New York.Inoltre, Andrew Ross Sorkin, uno dei co-ideatori, oltre ad essere un giornalista finanziario del New York Times, è noto per avere scritto sulla crisi economica del 2008-15 il bestseller “Il crollo: Too Big to Fail”, dal quale è stato tratto nel 2011 il film di HBO Too Big to Fail: Il crollo dei giganti.
Ecco 11 nuove foto ai protagonisti di Avengers: Infinity War in cui vediamo i protagonisti del MCU nel film dei fratelli Russo, dal 25 aprile sul grande schermo.
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Avengers: Infinity War, il secondo trailer del film Marvel Studios
Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.
Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.
Avengers: Infinity War, tutto quello che sappiamo sul film – SPOILER
Nel cast torneranno tutti gli eroi protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel Marvel Cinematic Universe, da Iron Man (2008) e Black Panther (2018).
Avengers: Infinity War, chi ha indossato il Guanto dell’Infinito prima di Thanos?
Se vi dicessi di pensare ad una ragazza riccia e spettinata che cammina spaesata per le strade di una città affollata e noncurante di lei, con un tutù e un body rosa pallido, a chi pensereste? Ovviamente a lei, Carrie Bradshaw e questo vale anche per i maschi, perché la sigla di Sex and the City è rimasta indelebile nella nostra memoria, come la sua musichetta e sopratutto il logo finale che apriva la puntata, ovvero quello della HBO.
La storica emittente televisiva americana ha da sempre una particolare attenzione per il mondo femminile, producendo e mandando in onda serie come appunto quella delle quattro “ragazze” di New York, o più recentemente Big Little Lies, Veep o Insecure, tralasciando il Trono di Spade conosciuto in tutto il mondo e che nelle ultime stagioni ha visto il trionfo dei personaggi femminili, sia tra le file dei cattivi che tra quelle dei buoni.
Leading Ladies a Londra con HBO
Per celebrare la giornata internazionale della donna, l’8 marzo, a Londra, HBO ha organizzato la Leading Ladies, una serata tutta al femminile in un lussuosissimo albergo di Knisbridge raggruppando giornaliste e influencer all’insegna del girl power! (Persino la fotografa e la DJ erano donne).
La serata prevedeva la visione delle prime puntate di Insecure (da recuperare assolutamente) e la ormai famosa Big Little Lies. Al termine della visione si è tenuto un panel sul ruolo della donna all’interno dei media, a moderare l’incontro Clara Amfo di BBC Radio 1 che ha invitato sul palco la Award Winning Blogger Chidera, Gena Mour Barrett, scrittrice a Buzzfeed e, Natalie Jamieson, giornalista di Entertainment.
Tutte donne forti, che occupano un ruolo di primo piano nell’industria audiovisiva e della comunicazione e che lottano tutti i giorni per la loro posizione in un mondo in cui, come dichiarato dalla Jamieson, “se fai un figlio ti chiedono se sai a cosa vai incontro o se sei impazzita”, un universo lavorativo ancora molto maschilista e discriminante nel quale il gioco di squadra vince sempre. Un incontro interessante, divertente, fatto di confronto, glamour e tanti incredibili gadget nella splendida HBO bag in regalo.
Un’iniziativa che ha posto l’accento su un tema di attualità delicato e pieno di punti di vista, come quello del ruolo della donna nel mondo lavorativo dei media; con tutti i movimenti a sostegno femminile che sono nati dopo lo scandalo Weinstein, affrontare l’argomento con intelligenza, ironia e, perché no, bellissime serie tv, è uno dei modi migliori e HBO lo sa fare molto bene.
Fine settimana piuttosto fiacco al box office italiano, che registra un calo degli incassi. Infatti a Tomb Raider bastano 1,6 milioni di euro per esordire in testa alla classifica.
Metti la nonna in freezer apre in seconda posizione con 1,3 milioni incassati in 430 sale a disposizione.
Il terzo gradino del podio è occupato dal pluripremiato La Forma dell’Acqua, che raccoglie altri 858.000 euro e arriva a quota 7,6 milioni di euro.
Maria Maddalena debutta al quarto posto con 602.000 euro ed è seguito da Red Sparrow, che con altri 436.000 euro sfiora i 3 milioni complessivi.
E’ arrivato il broncio conferma la sesta posizione della scorsa settimana con altri 339.000 euro con cui arriva a 1,5 milioni.
Il Giustiziere della Notte precipita in settima posizione con altri 327.000 euro per un globale di 1,2 milioni.
Il filo nascosto raccoglie altri 291.000 euro e totalizza 3,4 milioni.
Chiudono la top10 Puoi baciare lo sposo (261.000 euro) e Lady Bird (252.000 euro), giunti rispettivamente a 2,2 milioni totali e 1,4 milioni complessivi.
È stata diffusa la prima immagine di Judy, il biopic sugli ultimi anni di vita di Judy Garland in cui sarà Renée Zellweger interpreterà l’iconica voce di Hollywood arrivata al successo grazie a Il Mago di Oz, nel ruolo di Dorothy.
Ecco di seguito la prima immagine del film diretto da Rupert Goold, nominato per il Premio Tony e due volte vincitore del Premio Olivier.
Inverno 1968. La leggenda dello showbiz Judy Garland arriva nella Swinging London per esibirsi alla Talk of the Town. Sono passati trent’anni dalla sua interpretazione ne Il mago di Oz. La sua voce è debole ma la sua intensità drammatica è cresciuta. Mentre si prepara per lo show, tra management, affascinati musicisti, amici e fan adoranti, il suo calore svanisce. Quando Mickey Deans, il suo futuro marito cinquantenne, comincia a corteggiarla, tutti i suoi sogni di una storia romantica non sembrano svanire. Judy è fragile. Dopo aver lavorato per 45 anni, all’età di 47 anni è esausta: i ricordi di un’infanzia perduta per Hollywood e il desiderio di tornare a casa dai suoi bambini la tormentano. Avrà la forza di superare tutto?
Con i suoi brani più famosi, il film celebra la sua voce e la sua capacità di amare. La sceneggiatura è scritta da Tom Edge (The Crown), prodotto dal vincitore del Premio BAFTA per il film Pride David Livingstone. Pathé distribuirà il film nel Regno Unito, in Francia, in Svizzera e nel resto del mondo.
Alla fine di Episodio VII: Il Risveglio Della Forza chiunque, compreso il suo interprete Domhnall Gleeson, avrebbe scommesso sulla morte del Generale Hux, braccio destro del Leader Supremo Snoke nella lotta ai ribelli. Tuttavia il personaggio è sopravvissuto contro ogni previsione, come raccontato dall’attore in una recente intervista, e non è chiaro se lo rivedremo anche nel prossimo capitolo di Star Wars.
In ogni caso uno degli aspetti più riusciti e apprezzati di Star Wars: Gli Ultimi Jedi risiede nella svolta comedy di Hux, protagonista di alcune scene davvero esilaranti. Queste le dichiarazioni in merito di Gleeson e qualche speranza per il futuro:
“Non mi aspettavo affatto questa sfumatura comica del mio personaggio in Gli Ultimi Jedi, mi ha davvero sorpreso. Non direi che ho recitato con l’intenzione di far ridere, piuttosto credo che la sceneggiatura era stata scritta per divertire. Ora non ho idea di quale direzione prenderà J.J.Abrams, o se ci sarò ancora. Sperando di esserci, vorrei più scene comiche per Hux.“
Star Wars: Episodio IX sarà diretto da J.J. Abrams e scritto da Chris Terrio. Il film arriverà in sala il 20 dicembre 2019.
Confermati nel cast Daisy Ridley, John Boyega, Adam Driver e Oscar Isaac. Il film mostrerà anche come la produzione avrà risolto il paradosso narrativo della Principessa/Generale Leia.
John Bailey, presidente dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’associazione che assegna i premi Oscar, è sotto inchiesta per cattiva condotta sessuale. Bailey, di 75 anni, ha sostituito lo scorso agosto Cheryl Boone-Isaacs alla guida dell’Academy, la quale aveva dato inizio a un piano di diversificazione dei membri, tra sesso ed etnia.
A dare per primo la notizia è Variety che ha riportato le accuse contro Bailey. Mercoledì scorso, l’Academy ha ricevuto tre lettere di lamentele sul presidente e immediatamente è stata aperta un’inchiesta. Le accuse sono arrivate a seguito del nuovo codice di condotta introdotto a fine 2017 che protegge i membri da ogni tipo di “abuso, molestie o discriminazione in base al sesso, orientamento sessuale, razza, etnia, disabilità, età, religione o nazionalità”. Le accuse contro Bailey sono state ritenute abbastanza serie da giustificare l’apertura delle indagini.
I dettagli in merito alle accuse, al momento, sono riservati, ma di seguito ecco una parte del comunicato ufficiale dell’Academy:
“L’Academy si occupa di questi reclami in modo confidenziale per proteggere tutte le parti. Il Comitato di appartenenza esamina tutti i reclami presentati contro i membri dell’Academy secondo il nostro processo di Standards of Conduct, e dopo aver completato le valutazioni, riferisce al Board of Governors. Non faremo ulteriori commenti su tali questioni fino al completamento della revisione completa.”
In attesa della risoluzione della vicenda, sembra interessante vedere come il movimento Time’s Up stia già portando ad alcuni risultati, sperando che si muova sempre più su un binario della coscienziosa tutela delle parti e del posto di lavoro.