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La vedova Winchester, recensione del film con Helen Mirren

Un’altra casa, proprio come in madre! di Darren Aronofsky, diventa l’oggetto del mistero per La vedova Winchester, ghost story dove questa diventa contenitore fisico di un racconto a metà tra il realistico e il paranormale.

Le due dimensioni si sfiorano, senza mai veramente toccarsi, nell’impianto pressoché perfetto del film orchestrato con maestria da Michael e Peter Spierig (i due fratelli australiani reduci dal debole Saw Legacy e dal deludente Predestination), a cui poi spetta le benedizione di una protagonista sempre eccezionale che risponde al nome di Helen Mirren.

L’attrice, coperta di veli neri e determinazione, entra nei panni di un personaggio realmente esistito, la Sarah Winchester scomparsa nei primi anni del Novecento che dal secolo precedente ereditò dal defunto marito William la società Winchester Repeating Arms Company, celebre produttrice di fucili, e un patrimonio inestimabile. Di certo la fortuna non le favorì un’esistenza più lieta, e dopo la morte della figlioletta la donna si trasferì a San Josè, in piena campagna, lontana dai rumori della città, per mettere in piedi una dimora che nascondesse la sua anima fragile e conservasse i sensi di colpa di una vita trascorsa a vendere morte alle persone nella forma di armi.

La Vedova Winchester: intervista a Helen Mirren

Realtà e illusione, fantasmi, visioni, mostri e incubi, insomma niente di nuovo all’ombra di un genere che sembra non volersi rinnovare più di tanto ma che insegue la strada della tradizione con molta sicurezza nei propri mezzi: è il caso qui de La vedova Winchester, pellicola ben giostrata sull’architettura di un set – ricostruito per intero in Australia e ispirato alla casa originale oggi meta di turisti da tutto il mondo – che si presta a lunghi percorsi di smarrimento e terrore, quelli di cui sono completamente schiavi i protagonisti, e che alimentano il senso di claustrofobia, la necessità di uscire e l’obbligo a rimanere lì dentro per risolvere l’enigma ornamentale.

La Vedova WinchesterSi, perché in fondo la storia degli spiriti che comunicano con Sarah Winchester e che la spingono ad espiare i suoi peccati attraverso la ossessiva costruzione di questa enorme dimora non è che un pretesto, un’opportunità di far passare sotto lo sguardo dello spettatore una riflessione diversa: la produzione di oggetti mortali in serie, la vendita di armi a scopi bellici, nasconde in sé il piacere dell’industriale moderno che trae piacere e ricchezza da un attività disdicevole. Un discorso che potremmo allargare facilmente all’America della guerra in Iraq, all’imperialismo mascherato da colonialismo democratico, alla piaga dello smercio di armi legale nel paese, alle tragedie nelle scuole e via dicendo.

Tutti temi molto attuali che La vedova Winchester dei fratelli Spierig guardano attraverso la lente dell’intrattenimento e che, con la performance esemplare della Mirren, fanno gravitare un’opera dal voto sufficiente al discreto. Con lode.

Quanto Basta: il primo trailer del film con Vinicio Marchioni

Ecco il primo trailer ufficiale di Quanto Basta, il nuovo film con protagonista Vinicio Marchioni nei panni di uno chef. Con lui nel cast ci sono anche Valeria Solarino e Luigi Fedele.

Il film, diretto da Francesco Falaschi, arriverà al cinema il 5 Aprile distribuito da Notorius Pictures.

Quanto Basta: il primo trailer

Arturo è uno chef talentuoso, finito dentro per rissa, deve scontare la pena ai servizi sociali tenendo un corso di cucina in un centro per ragazzi autistici dove lavora Anna. Guido ha la sindrome di Asperger e una grande passione per la cucina. L’improbabile amicizia tra i due aiuterà Arturo a cambiare vita.

“Quando ho letto la sceneggiatura mi ha colpito l’evoluzione di quest’amicizia che si sviluppa lungo tutto il racconto, problematico, cinico, disilluso, troppo bravo per i ristoranti scarsi e troppo sputtanato per quelli fighi”. 

“Questa storia dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, che dalla diversità si può solo imparare. Il contatto con chi viene considerato ‘diverso’ arricchisce le persone cosiddette ‘normali'” ha dichiarato Marchioni a Repubblica.

Road to Oscar 2018: Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Tra i tanti film presentati all’ultima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia lo scorso settembre, ci fu una pellicola in particolare che attirò molta attenzione su di se: Tre Manifesti a Ebbing, Missouri. Un titolo lunghissimo e specifico per l’ultima fatica di Martin McDonagh, che gli fece meritare una standing ovation da parte della stampa e meritare il Premio per la Miglior Sceneggiatura Originale: ma quello fu solo l’inizio.

L’inglese Martin McDonagh ha lavorato alla sceneggiatura di Tre Manifesti a Ebbing, Missouri per ben otto anni e sebbene possa sembrare una storia vera, è tutto frutto della sua fantasia (compresa la cittadina di Ebbing, che non esiste in nessuna carta). L’ispirazione gli venne mentre era su un classico bus Greyhound in direzione del Texas per assaporare la vera America rurale, quando vide tre cartelloni in mezzo ad un campo, totalmente isolati e con delle frasi provocatorie contro la polizia che non stava facendo nulla riguardo un crimine. Questa immagine gli rimase così impressa che iniziò a sviluppare una sua idea di cosa avesse portato alla vita quei cartelloni pieni di rabbia e dolore e sopratutto chi li avesse commissionati, così che arrivò alla creazione del personaggio di Mildred Hayes.

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri racconta la storia di una madre esasperata dal fatto che la polizia se ne stia con le mani in mano e abbia messo da parte le investigazioni per scoprire cosa sia successo alla figlia, stuprata ed uccisa sette mesi prima. Talmente depressa, stanca e arrabbiata, decide di affittare tre manifesti fuori dalla cittadina di Ebbing, facendoci scrivere sopra in nero su sfondo rosso: “RAPED WHILE DYING”, “AND STILL NO ARRESTS?”, and “HOW COME, CHIEF WILLOUGHBY?” ovvero “Stuprata mentre moriva”, “E ancora nessun arresto?”, e  “Come mai Sceriffo Willoughby?”. La provocazione e il senso di grave disrispetto nei confronti delle autorità equivale in fastidio ma anche comprensione da parte dello Sceriffo Willoughby, mentre nel poliziotto Jason Dixon scatena una cieca rabbia, che sfocia in atteggiamenti abusivi verso gay, neri e fondamentalmente chiunque non gli stia a genio, tollerati e nascosti dallo sceriffo amico. La perseveranza di Mildred porterà ad una sequenza di eventi inaspettati, un duro specchio dell’America di oggi.

Sebbene non sia una storia vera, lo potrebbe essere benissimo in quest’epoca ma anche anni fa ed è forse stato questo il segreto del successo del film di McDonagh. O forse il suo vero segreto sono stati gli attori scelti per interpretare i ruoli principali. Nel ruolo di Mildred Haynes troviamo Frances McDormand, “l’unica donna per me per quel ruolo” a detta del regista, perfetta per l’humor asciutto, l’espressività e la determinazione. L’unica che non avrebbe rovinato il personaggio con inutili sentimentalismi ma reso giustizia ad una madre del genere. Woody Harrelson dà autorità ma anche familiarità ad un personaggio come quello dello Sceriffo Willoughby, ma la rivelazione di Tre Manifesti è sicuramente Sam Rockwell nei panni del “poliziotto cattivo” Dixon, anche lui un personaggio scritto da McDonagh con in mente già l’attore. Nel cast anche uno dei giovani più interessanti degli ultimi anni, Lucas Hedges nei panni del figlio di Mildred, Robbie, già visto in Manchester By The Sea e il Tyrion Lannister di Game of Thrones, Peter Dinklage.

Come anticipato, l’avventura di Tre Manifesti a Ebbing, Missouri iniziata a Venezia 74, era solo all’inizio. La pellicola è infatti stata nominata dall’Academy nelle sette seguenti categorie: Miglior Film, Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Film Editing (Jo Gregory), Miglior Colonna Sonora Originale (Carter Burwell), Miglior Attrice per Frances McDormand e Miglior Attore Non Protagonista sia per Woody Harrelson che per Sam Rockwell. Ma prima della notte più importante nel mondo del cinema, il film si è già preso la sua bella parte di premi.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri recensione del film con Frances McDormand

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

Accolto dalla critica benissimo a Venezia, Tre Manifesti ha poi conquistato il pubblico vincendo il People’s Choice Award al Toronto International Film Festival e l’Audience Award al San Sebastián International Film Festival, con un debutto in sala che è stato reputato il quarto migliore dell’anno 2017, con numeri che continuano a salire in tutto il mondo grazie alle nomination importanti e sopratutto i premi già vinti. Nonostante diverse controversie sul modo in cui il poliziotto Dixon viene rappresentato e soprattutto affronti un suo percorso di redenzione nonostante le violenze omofone, razziste e misogine, il pubblico sembra apprezzare molto il modo crudo e diretto con cui viene affrontato un tema così importante e attuale.

Con oltre 150 nomination in tutto il mondo, il film ha vinto come Miglior Film nel genere Drama, Miglior Sceneggiatura, Miglior Attrice e Miglior Attore non Protagonista (Sam Rockwell) ai Golden Globe Awards, sempre Frances McDormand, Sam Rockwell e tutto il cast hanno vinto anche ai SAG Awards e sceneggiatura e film ai Satellite Awards, fino ad arrivare ai più recenti BAFTAs dove Tre Manifesti ha dominato in quasi tutte le categorie principali.

Da sempre Globes, Sag, BAFTA e altri awards da gennaio in poi ci mostrano l’andamento dei premi e rendono le previsioni per la lunga notte degli Oscar quasi prevedibili, anche se l’Academy negli ultimi anni ci ha sorpreso per qualche sua scelta (vedi caso La La Land). Possiamo però dire che, Frances McDormand ha la statuetta quasi tra le sue mani, con solo Sally Hawkins di The Shape Of Water e la vincente Meryl Streep con The Post che le stanno con il fiato sul collo, ma anche Sam Rockwell ha tantissime chance di vittoria. Più difficile prevedere le altre categorie, dove tra McDonagh e Del Toro c’è una continua lotta in questa award season e dove potrebbe esserci l’osannato Nolan con il suo Dunkirk alla ricerca della sua prima vittoria.

Non ci resta che aspettare la notte del 4 Marzo per sapere se questo film che parla di ingiustizie, violenza e attualità e che ha messo d’accordo pubblico e critica si porterà a casa qualche statuetta.

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Black Panther: spoiler, Easter Eggs, cameo e riferimenti

Mentre Black Panther promette di battere ogni record di incassi al cinema, in Italia e nel mondo, grazie a CBM vi offriamo, a seguire, una panoramica di spoiler, Easter Eggs, cameo e riferimenti nascosti nel film di Ryan Coogler.

Ovviamente l’articolo contiene dettagli della trama e spoiler, per cui se non lo avete ancora visto, siete avvertiti: SPOILER!

Black Panther – leggi la recensione

Dal classico cameo di Stan Lee ai riferimenti alla cultura pop contemporanea, fino a, ovviamente, i legami con gli altri film del Marvel Cinematic Universe. Ecco tutto quello che vi è sfuggito in Black Panther:

Re T’Chaka

La versione giovane di Re T’Chaka, che vediamo nel flashback in apertura del film, è interpretata da Atandwa Kani, che non è altri che il figlio di John Kani, che interpretava T’Chaka in Captain America: Civil War. Un tocco di classe nel casting del film e un buon modo di dare continuità ai personaggi.

Il Mago di Oz

Dopo che Shuri ha salvato Everett Ross, l’agente della CIA si sveglia e chiede di sapere cosa accade e soprattutto dove si trova: è o no nel Wakanda? Lei sarcasticamente risponde “No, è il Kansas”, un riferimento al classico americano.

Ritorno al Futuro

Shuri non è affatto una fan dei sandali di T’Challa, calzatura “tradizionale” che il fratello sceglie per il suo primo giorno da re. Così gli offre un tipo di calzature tecnologiche e silenziose, perfette. Dice che l’idea di quelle scarpe le è venuta guardando un vecchio film americano che suo padre le mostrò quando era piccola. Il riferimento è chiaramente alle sneakers di Ritorno al Futuro.

Oakland

La sequenza di apertura di Black Panther è ambientata a Oakland, in California, ed è difficile credere che si possa trattare di una coincidenza. Ryan Coogler, il regista, è nato e cresciuto lì e la città è anche la sede del movimento della Pantera Nera, un gruppo che avrebbe potuto giocare un ruolo nel radicalismo di N’Jobu.

La scena a metà dei titoli di coda

Si tratta della scena in cui T’Challa annuncia alle Nazioni Unite che il Wakanda si aprirà al mondo, mettendo in comune le forze e le risorse per il bene comune. Quando uno dei presenti gli chiede in che modo una nazione del terzo mondo può aiutare l’umanità, T’Challa sorride a Ross, che ricambia: in questo momento sappiamo che il Marvel Cinematic Universe cambierà per sempre.

Una visita a Djalia

Il film porge il suo omaggio alle origini di T’Challa in molti modi, inclusa la presenza dell’erba a forma di cuore, che gli dà i poteri. Uno dei riferimenti più belli al fumetto, però, è la dimensione dei sogni, Djalia, luogo mistico creato dalla memoria dei wakandiani e in cui l’eroe viene trasportato e in cui entra in contatto con gli antenati. Quando tocca a Killmonger diventare re, vediamo che lui viene trasportato nell’appartamento dove il padre è morto, tuttavia all’esterno, dalle finestre, si vede chiaramente la luce del Djalia.

I rinoceronti del Wakanda

L’aggiunta dei rinoceronti, nella battaglia finale, non è una scelta casuale. Gli animali fanno realmente parte delle storie a fumetti. T’Challa li ha affrontati in una serie limitata degli anni ’80. Non sappiamo in che misura il film si sia ispirato a quelle storie, ma è sicuro che non si tratta di animali scelti a caso.

Public Enemy

Nell’appartamento di N’Jobu, si può vedere un poster di Public Enemy. Il gruppo presenta una serie di riferimenti con il film e le parole delle loro canzoni sono straordinariamente allineate con le convinzioni del disgraziato fratello di Re T’Chaka.

Monte Bashina

In Black Panther, il monte Bashina è la miniera di vibranio su cui sorge il Wakanda e dove, al suo interno, risiede il laboratorio di Shuri. Nei fumetti, la montagna prende il nome dalla prima Pantera Nera della storia, Bashina.

“Che sono quelle?”

Abbiamo già menzionato il cambio di scarpe di T’Challa grazie alla tecnologia di SHuri. La principessa si rivolge al fratello indicando i sandali e dicendo: “Che sono quelle?”. Si tratta di un riferimento a un video diventato virale che potete vedere qui.

Il legame con Captain America: Civil War

 

Il film è ambientato pochi giorni dopo gli eventi di Civil War. Lo sappiamo perché all’inizio del film vediamo un notiziario che dà ulteriori informazioni sulla morte del re del Wakanda. Il notiziario menziona anche Zemo, nominato anche da Ross in seguito nel film. L’agente CIA conferma che Zemo è ancora in custodia, il che vuol dire che Bucky è stato completamente scagionato dalle accuse.

Il cameo di Stan Lee

Puntuale e attesissimo, anche in Black Panther c’è il cameo di Lee. The Man in persona compare nei panni di uno scommettitore incallito alla roulette, durante la scena del casino. Il personaggio di Lee scambia anche qualche battuta con l’Everet Ross di Martin Freeman.

 

Bast

Nel corso del film sono fatti diversi riferimenti a Bast, la Dea Gatto che è stata determinante nell’investitura della prima Pantera Nera. La Dea è menzionata nei fumetti e nella mitologia egizia. Questi riferimenti conferiscono alla storia più profondità e autenticità.

Il vibranio

Chiaramente non è la prima volta che ne sentiamo parlare. In Avengers: Age of Ultron in particolare, il villain utilizzerà quello rubato da Ulysses Klaue per crearsi un corpo indistruttibile. Nel film apprendiamo che T’Chaka ha detto al mondo che Klaue ha rubato tutto il vibranio del Wakanda, cosa naturalmente falsa.

 

Le battaglia della Cascata del Guerriero

La scena di combattimento tra T’Challa e Killmonger alla Cascata del Guerriero è brutale ed è il primo posto, nei fumetti, dove i due personaggi vengono alle mani. Accade nella storia degli anni ’70, Panther’s Rage, e la battaglia finisce con il villain che lancia oltre il bordo della cascata l’eroe. Si tratta di un bell’omaggio ai fumetti.

 

Man-Ape

Anche se in Black Panther non ci si riferisce mai a M’Baku come a Man-Ape, ci sono moltissimi riferimenti. Il personaggio indossa una maschera da gorilla, per cominciare e la sua picca, durante lo scontro per diventare Re, è molto simile a quelle che Killmonger vorrebbe mandare in tutto il mondo per armare i suoi fratelli contro l’uomo bianco.

Il braccio di Ulysses Klaue

Nonostante muoia per mano di Killmonger, lo vediamo sfoggiare il suo braccio cibernetico, un bell’omaggio ai fumetti. Klaue dice che è un vecchio attrezzo wakandiano per scavare, trasformato un cannone sonico, un chiaro riferimento alla sua controparte del fumetto, che ha poteri sonici.

 

Il costume di Erik Killmonger

Durante le run di Christopher Priest, Killmonger fa esattamente la stessa cosa che fa nel film: indossa un costume simile a quello di Black Panther, simile a un leopardo. Nei fumetti Erik ne ha infatti uno come animale domestico. Le sfumature dorate sul costume, sono un ulteriore omaggio a quel leopardo.

La maschera di Killmonger

Prima del costume però, Killmonger indossa una maschera che sembra essere stata scelta random dal museo che rapina con Klaue. Tuttavia, nei fumetti ne indossa una uguale; un altro omaggio alla fonte.

La scena post credits

 

La scena alla fine dei titoli di coda ci mostra Shuri che dice a tre bambini di lasciare in pace il Lupo Bianco. Scopriamo che è Bucky. Sembra che la principessa scienziata sia riuscita a curare il militare dal lavaggio del cervello dell’Hydra e che lo vedremo di nuovo in sé in Avengers: Infinity War.

Il cameo del protagonista di Moonlight

Alla fine del film, T’Challa è avvicinato da un giovanotto che gli chiede chi sia. L’eroe sorride e la scena taglia nel nero, il film finisce. Il giovane attore in questione altri non è che Alex Hibbert, protagonista di Moonlight, il vincitore dell’Oscar a Migliro film nel 2017.

Le Gemme dell’Infinito

In Black Panther non c’è riferimento alle Gemme ma ci sono certamente posti che possono ricondurle in Avengers: Infinity War. Abbiamo appreso che il Vibranio è arrivato sulla Terra sotto forma di asteroide, mentre quell’erba a forma di cuore prodigiosa può benissimo essere alimentata dai poteri della Gemma dell’Anima.

Aquaman: ecco perché King Nereus sarà completamente diverso dal fumetto

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Il Re di Atlantide Nereus che vedremo in Aquaman, il cinecomic diretto da James Wan, sarà completamente diverso dal personaggio originale dei fumetti, o almeno è ciò che si evince dalle parole dell’attore che lo ha interpretato: Dolph Lundgren.

In particolare, Lundgren ha posto l’accento su quanto distante sarà la relazione fra Nereus e Mera, rispetto alla controparte su carta:

È bello essere re. Fondamentalmente, cerco di mantenere la pace ad Atlantine insieme ad Amber Heard, che interpreta mia figlia. Il suo personaggio sta cercando di convincermi a unirsi al lato buono…Inoltre abbiamo Nicole Kidman nel ruolo della madre madre di Aquaman e stiamo cercando di evitare una guerra tra la terra e il popolo di Atlantide.

Dunque, invece che essere una coppia di amanti come nei fumetti, Nereus e Mera verranno introdotti nel DCEU nei rispettivi ruoli di padre e figlia. Che ne pensate? Sarà stata una scelta saggia o troppo coraggiosa?

Aquaman: Jason Momoa indosserà un costume più simile ai fumetti?

Prima di apparire come assoluto protagonista in Aquaman, il personaggio di Jason Momoa è stato protagonista di Justice League, diretto da Zack Snyder, al fianco di Ben Affleck (Batman), Gal Gadot (Wonder Woman), Henry Cavill (Superman), Ezra Miller (Flash) e Ray Fisher (Cyborg).

Aquaman è stato diretto da James Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring, Fast and Furious 7) e vede protagonista Jason Momoa. Con lui ci sarà Amber Heard nei panni di Mera, Yahya Abdul-Mateen II, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi Lin e  Willem Dafoe. Il cinecomic arriverà al cinema il 21 Dicembre 2018.

Aquaman è il re dei Sette Mari. Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di proteggere il mondo intero.

Aquaman: un’armatura atlantidea in una nuova foto

Fonte: Las Vegas Review Journal

La Battaglia di Hacksaw Ridge in streaming su NOW TV: 10 curiosità sul ritorno al cinema di Mel Gibson

Dopo aver segnato il ritorno trionfale alla regia di Mel Gibson, è disponibile in streaming senza contratto su NOW TV La Battaglia di Hacksaw Ridge, basato sull’incredibile vicenda di Desmond T. Doss. Di seguito 10 curiosità dalla produzione del film.

Presentato nel Fuori Concorso durante la 73° Mostra d’arte internazionale del cinema di Venezia, La Battaglia di Hacksaw Ridge è stato uno dei film protagonisti della scorsa stagione cinematografica a Hollywood, ed è ora disponibile in streaming senza contratto su NOW TV.

Il film segna il ritorno alla regia di Mel Gibson, che si era preso una lunghissima pausa dopo “Apocalypto”, la sua ultima fatica dietro la macchina da presa, datata 2006. Presentato al Lido, il film è arrivato fino al Dolby Theatre, durante la Notte degli Oscar 2017, dove ha portato a casa due premi (Miglior Montaggio e Miglior Missaggio Sonoro) su sei nomination (Miglior Film, Miglior Regia, Miglior attore protagonista Andrew Garfield e Miglior Montaggio Sonoro).

Il film racconta la storia vera di Desmond T. Doss, obiettore di coscienza per motivi religiosi e figlio di un veterano della Prima Guerra Mondiale, che decide di arruolarsi. Dopo l’ addestramento, viene designato come soccorritore nella cruenta battaglia di Okinawa. Senza mai impugnare un’arma, Doss dimostrerà a tutti di essere un eroe, salvando la vita a 75 uomini e diventando il primo obiettore insignito della Medaglia d’Onore del Congresso, la più alta onorificenza militare Americana.

La battaglia di Hacksaw RidgeLa storia che racconta il film è ormai nota a tutti, ma di seguito vi raccontiamo dieci piccoli segreti e curiosità relative alla sua produzione e ai suoi protagonisti.

  • Stando a quanto ha dichiarato il regista Mel Gibson, il figlio di Desmond T. Doss, Desmond Jr., ha partecipato a una proiezione e si è commosso di fronte all’accurata interpretazione di Andrew Garfield di suo padre.
  • In molti hanno provato a “comprare” questa storia di eroismo per il cinema. Hal D. Wallis negli anni ’50 aveva provato ad acquistare i diritti della storia di Doss per farne un film con protagonista Audie Murphy. Tuttavia Doss si è sempre rifiutato di concedere i diritti della sua storia per evitare che se ne facesse un tipico film di Hollywood.
  • Mel Gibson ha dichiarato che le scene di battaglia sono state influenzate dagli incubi che aveva durante l’infanzia, quando suo padre, Hutton Gibson, veterano della Seconda Guerra Mondiale che prestò servizio a Guadalcanal, nel Pacifico, gli raccontava gli orrori a cui assistette come storie della buonanotte.
  • Le riprese del film sono durate in tutto 59 giorni, con 19 giorni dedicati soltanto alle scene della battaglia. Si tratta del ritorno alla regia di Mel Gibson dopo dieci anni esatti. Il suo ultimo film era infatti stato “Apocalypto”, del 2006.
  • La sequenza del campo di battaglia, supervisionata da Mic Rodgers, stunt double di Mel Gibson per molti anni, è stata girata in un terreno molto piccolo, 100 metri quadrati di una cascina vicino Sidney in Australia. I camion del fumo hanno circondato tutto il perimetro del set, per evitare che qualsiasi elemento del paesaggio che non fosse adatto a un campo di battaglia di Okinawa, durante la Seconda Guerra Mondiale, comparisse nelle inquadrature.
  • Il film venne presentato al Festival di Venezia del 2016 e durante la serata della premier, ebbe un’accoglienza trionfale, una standing ovation di 9 minuti e 48 secondi, cronometrata dallo stesso regista presente in sala.
  • Quando Dorothy dà a Desmond una bibbia, prima che lui parta per il campo di addestramento, il segnalibro nel testo sacro segna il libro di Samuele 1,17. Si tratta del passo del Vecchio Testamento che racconta dello scontro tra Davide e Golia. L’episodio biblico ha molto a che fare con la vicenda di Desmond Doss, si possono fare molti parallelismi.
  • Il film segna il debutto sul grande schermo di Milo Gibson, figlio di Mel. SI tratta della prima collaborazione tra padre e figlio.
  • Teresa Palmer, che nel film interpreta Dorothy, voleva così tanto la parte che ha sostenuto il provino registrando un video con il suo iPhone, inviando la registrazione a Gibson. Non ha ricevuto nessuna risposta per tre mesi, fino a che il regista non l’ha chiamata per dirle, via Skype, che si era guadagnata il ruolo.
  • James Horner doveva comporre la Colonna Sonora del film. Aveva già lavorato con Gibson in “L’uomo senza volto” (1993), “Braveheart – Cuore impavido” (1995) e “Apocalypto” (2006). Purtroppo Horner è morto prematuramente e non ha potuto completare il lavoro. Gibson ha così assunto John Debney, che aveva lavorato con lui nel 2004, ne La Passione di Cristo. Tuttavia il lavoro compiuto dal compositore venne bocciato, e alla fine, la colonna sonora del film è stata firmata da Rupert Gregson-Williams.

Oltre a Andrew Garfield, nel ruolo di Doss, e a Teresa Palmer, in quello di Dorothy sua moglie, nel cast del film ci sono altri volti molto noti del panorama cinematografico hollywoodiano tra cui Vince Vaughn, Sam Worthington e Hugo Weaving. La Battaglia di Hacksaw Ridge è disponibile in streaming senza contratto su NOW TV.

Call of Duty: Stefano Sollima vuole Tom Hardy e Chris Pine

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Stefano Sollima, con molte probabilità, dirigerà il primo capitolo dell’universo cinematografico ispirato a Call of Duty prodotto dalla Activision Blizzard Studios. Si tratterebbe del secondo progetto internazionale per il regista romano, dopo Soldado (sequel di Sicario), in uscita nei prossimi mesi.

E per quanto riguarda un eventuale cast, Sollima sembra avere le idee chiare come dichiarato ieri a Metro UK durante la presentazione del corto girato per Campari:

“Vorrei Tom Hardy, perché mi piacciono quasi tutti i film in cui ha recitato e aspetto con ansia di vedere il suo Venom. Anche in Mad Max, è stato fantastico.

Oppure Chris Pine, che è un tipo tosto, ma anche intelligente e può avere senso dell’umorismo e senso del dramma. Mi piace quando senti che qualcuno può recitare con sfumature e toni diversi perché questo significa che è un buon attore“.

Che ne pensate?

Call of Duty: in arrivo un Universo Cinematografico sul modello Marvel

Fonte: Metro UK

Solo: A Star Wars Story, i remake LEGO per i character poster

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I character poster di Solo: A Star Wars Story sono stati rifatti in versione LEGO, con Han(Alden Ehrenreich), Lando (Donald Glover), Chewie (Joonas Suotamo) e Qi’Ra (Emilia Clarke) trasformati in omini gialli. Potete vederli di seguito:

Solo: A Star Wars Story, il primo trailer

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Ricordiamo che lo spin-off sarà ambientato dieci anni prima degli avvenimenti di Una Nuova Speranza. Nel film ci sarà anche ChewbaccaAlden Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu di Harrison Ford. Nel cast anche Emilia Clarke, Donald Glover e Woody Harrelson.

Solo: A Star Wars Story è previsto per il 25 maggio 2018 e dopo il licenziamento dei registi Phil Lord e Christopher Miller, registi di 21 Jump Street e The LEGO Movie, è stato incaricato Ron Howard di completare l’opera. La sceneggiatura porterà la firma di Lawrence Kasdan e di suo figlio Jon Kasdan.

The Batman: J.K.Simmons non ha ancora incontrato Matt Reeves

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J.K.Simmons ha confessato in una recente intervista a Collider che la produzione di The Batman non è ancora ufficialmente iniziata e che l’incontro con il regista del film, Matt Reeves, non è ancora avvenuto. Niente per cui preoccuparsi, ma l’attore ci tiene a far sapere che il suo entusiasmo è alle stelle:

Supponendo che andremo avanti, nel modo in cui pensiamo sia giusto, non vedo davvero l’ora di mettermi al lavoro. Spero che il film sia divertente e che il personaggio di Gordon avrà più spazio…Certo avrò più cose di cui occuparmi rispetto a Justice League. Immagino che sia questo il motivo per cui non ho ancora incontrato Matt Revves, ma quando succederà avremo modo di confrontarci e lavorare“.

Simmons aveva debuttato nei panni del commissario Gordon in qualche scena di Justice League, il cinecomic uscito nelle sale lo scorso novembre.

The Batman: Jake Gyllenhaal sostituirà davvero Ben Affleck?

The Batman sarà prodotto da Ben Affleck Geoff Johns che firmano anche la sceneggiatura. Nel cast anche Joe Manganiello mentre si attende conferma sulla presenza o meno di Affleck come Batman. Tra i nomi dei papabili sostituti è spuntata quello di Jake Gyllenhaal.

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The Batman potrebbe essere esterno all’Universo Condiviso DC

Fonte: Collider

Black Panther: ecco Shuri in versione Pantera Nera – concept

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Arriva da Imgur il concept inedito di Black Panther in cui vediamo una versione molto interessante dell’eroe. Si tratta del modello di tuta che potrebbe indossare Shuri (Letitia Wright) come nuova Pantera Nera. Nei fumetti, infatti, la giovane principessa sostituisce ad un certo punto il fratello nelle vesti di protettore del Wakanda e indossa il costume.

Ecco come potrebbe essere una Black Panther di Shuri:

Come possiamo vedere dall’immagine, il costume è grosso modo simile a quello di T’Challa, tranne che per i guanti dello stesso. La Pantera Nera che vediamo al cinema ha come caratteristica gli artigli di vibranio, mentre Shuri avrebbe a disposizione le sue armi su misura.

Black Panther recensione

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Black Panther, la trama del film

Di seguito la prima sinossi del film: Black Panther segue T’Challa che, dopo gli eventi di Captain America Civil War, torna a casa, nell’isolata e tcnologicamente ultra avanzata nazione africana, Wakanda, per prendere il suo posto in qualità di nuovo re. Tuttavia, un vecchio nemico ricompare sui radar e il doppio ruolo di T’Challa di sovrano e di Black Panther è messo alla prova, quando viene trascinato in un conflitto che mette l’intero fato di Wakanda e del mondo in pericolo.

Chadwick Boseman interpreta il protagonista, T’Challa, già visto in Captain America Civil War. Nei ruoli principali del film ci saranno, oltre a Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest Whitaker e Andy Serkis. Nei ruoli di comprimari compariranno invece Letitia Wright, Winston Duke, Florence Kasumba, Sterling K. Brown e John Kani.

Black Panther trailer ufficiale

Blade Runner 2049: Rutger Hauer non è fan del film

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Oltre a Harrison Ford, che è tornato in Blade Runner 2049 nel ruolo di Rick Deckard, non è il solo volto simbolico del film di Ridley Scott del 1982. L’altro personaggio che più di tutti gli altri il pubblico ricorda è il Roy Batty di Rutger Hauer, il replicante che pronuncia il leggendario discorso: “Ho visto cose…”.

Ford è stato entusiasta di partecipare al film di Denis Villeneuve, o almeno così è sembrato, data la disponibilità in sede di promozione, mentre sembra che il suo collega Hauer, che non compare nel film, non sia stato affatto compiaciuto dal film.

Leggi la recensione di Blade Runner 2049

Parlando con THRRutger Hauer ha dichiarato: “Gli ho dato uno sguardo. Sembra bello, ma mi chiedo a cosa sia servito. Credo solo che se qualcosa è così bella, dovresti semplicemente lasciarla in pace e fare altre cose, altri film.”

L’attore certamente non deve aver gradito il riportare sul grande schermo una storia e dei personaggi che proprio nel loro destino indefinito avevano il loro fascino. Certo, ai detrattori di Blade Runner 2049 si chiarisce che, non importa quanti sequel ci saranno del film originale, nulla mai intaccherà la bellezza dell’originale.

Blade Runner 2049 è stato nominato a 5 premi Oscar e con molta probabilità porterà a casa il premio alla migliore fotografia di Roger Deakins, alla sua quattordicesima nomination in carriera.

Oscar 2018 nomination: ecco tutti i candidati ai 90° Academy Awards

Black Panther: Michelle Obama ha amato il film

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L’ex first lady americana Michelle Obama si aggiunge alla lista di personaggi famosi che hanno lodato l’ultimo cinecomic dei Marvel Studios Black Panther, campione di incassi in patria. Qui sotto potete leggere il suo messaggio pubblicato su Twitter nelle scorse ore:

Congratulazioni all’intero team di Black Panther! Grazie a voi, i giovani potranno finalmente vedere i supereroi che sono come loro sul grande schermo. Ho adorato questo film e so che ispirerà persone di ogni estrazione a scavare in profondità e trovare il coraggio di essere gli eroi delle loro storie.

Black Panther incassi: il film è record, potrebbe battere The Avengers

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Di seguito la prima sinossi del film: Black Panther segue T’Challa che, dopo gli eventi di Captain America Civil War, torna a casa, nell’isolata e tecnologicamente ultra avanzata nazione africana, Wakanda, per prendere il suo posto in qualità di nuovo re. Tuttavia, un vecchio nemico ricompare sui radar e il doppio ruolo di T’Challa di sovrano e di Black Panther è messo alla prova, quando viene trascinato in un conflitto che mette l’intero fato di Wakanda e del mondo in pericolo.

Chadwick Boseman interpreta il protagonista, T’Challa, già visto in Captain America Civil War. Nei ruoli principali del film ci saranno, oltre a Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest Whitaker e Andy Serkis. Nei ruoli di comprimari compariranno invece Letitia Wright, Winston Duke, Florence Kasumba, Sterling K. Brown e John Kani.

Black Panther: che conseguenze avranno le scene post credits sul MCU

Nightwing: il regista Chris McKay vuole la maschera bianca

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Chris McKay è tornato a parlare di Nightwing, il personaggio che porterà sul grande schermo nel nuovo cinecomic targato DC, rispondendo ad un tweet di un fan.

Il regista si è detto d’accordo sul desiderio di vedere il supereroe con l’iconica maschera bianca, accessorio fedele allo stile visto nei fumetti. Non sempre, nella storia recente dei cinecomic del DCEU, i personaggi hanno seguito pedissequamente il look originale, apportando qualche piccolo cambiamento su costumi e accessori.

La maschera con lenti bianche a cui fa riferimento McKay è stata brevemente introdotta nell’universo cinematografico DC da Zack Snyder in Batman V Superman: Dawn of Justice, durante il combattimento fra Batman e Superman.

Nightwing: il regista chiede ai fan di trovare l’attore perfetto per il ruolo

In merito al progetto su Nightwing, il regista aveva elogiato l’approccio della WB: “Warner Bros è lo studio più attento al processo creativo di qualsiasi altro studio in cui io vorrai lavorare. Basta guardare il ruolo di registi di classe mondiale che hanno lavorato alla Warner Bros e l’hanno resa quella che è adesso. Questo è esattamente il modo di come gestiscono questi film”.

Nightwing: da Maze Runner una proposta per il protagonista

Christopher Nolan categorico: non dirigerà il prossimo Bond

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Nonostante tutte le voci di corridoio sempre più insistenti, Christopher Nolan non dirigerà il film numero venticinque della saga di James Bond. A scongiurare ogni possibile ipotesi ci ha pensato il regista stesso in una recente intervista con la BBC One, riportata da Digital Spy, in cui le risposte sono apparse categoriche:

Non sarò io a dirigere il nuovo Bond. Ogni volta che si parla di un nuovo regista, fanno il mio nome […] Mi piacerebbe girare un film di James Bond, e penso che i produttori, Barbara e Michael, abbiano svolto un lavoro egregio, e che Sam Mendes abbia fatto un lavoro eccezionale negli ultimi due film, quindi non penso che abbiano bisogno di me.

Christopher Nolan ricorda Heath Ledger: “era terrificante”

Adoro il personaggio, adoro i film, sono stato molto ispirato dalla saga come chiunque” ha continuato Nolan “ma sarei salito a bordo del progetto solo se avessi potuto portare qualcosa di completamente nuovo. E penso che al momento stanno lavorando bene anche senza di me.

Bond 25 resta in cerca di un regista. Voi chi vorreste al timone?

Christopher Nolan sui cinecomic recenti: si è perso il lusso del “tempo”

Fonte: Digital Spy

Black Panther: Ryan Coogler analizza la scena del Casino – video

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Il pubblico americano è letteralmente impazzito per Black Panther, e mentre il nuovo cinecomic targato Marvel Studios continua a macinare incassi al botteghino, Vanity Fair ha diffuso questo interessante video in cui il regista e sceneggiatore Ryan Coogler analizza una delle sequenze più suggestive del film: il combattimento al Casino.

Nel video Coogler ripercorre fotogramma dopo fotogramma la scena in cui Nakia (Lupita Nyong’o), Okoye (Danai Gurira) e T’Challa (Chadwick Boseman) stanno per essere attaccati dagli uomini di Ulysses Klaue (Andy Serkis), illustrandone tutti i simbolismi e il significato contenuti.

Black Panther: ecco tutto il vibranio nel Marvel Cinematic Universe

Di seguito la sinossi del film:

Dopo gli eventi di Captain America Civil War, T’Challa torna a casa, nell’isolata e tecnologicamente ultra avanzata nazione africana, Wakanda, per prendere il suo posto in qualità di nuovo re. Tuttavia, un vecchio nemico ricompare sui radar e il doppio ruolo di T’Challa di sovrano e di Black Panther è messo alla prova, quando viene trascinato in un conflitto che mette l’intero fato di Wakanda e del mondo in pericolo.

Black Panther è stato diretto da Ryan Coogler e vede nel cast Chadwick BosemanMichael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest Whitaker e Andy Serkis.

Black Panther: un cinema americano proietta per sbaglio 50 sfumature di rosso

Fonte: Vanity Fair

Star Wars: la chiatta di Jabba è il più grande giocattolo mai realizzato – foto

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La Hasbro ha appena annunciato la produzione del più grande giocattolo mai realizzato per il franchise di Star Wars: come potete vedere nell’immagine qui sotto, si tratta della nota chiatta a vela di Jabba The Hutt, l’iconico mezzo di trasporto aereo che fa la sua comparsa nell’incipit di Episodio VI: Il Ritorno dello Jedi.

Star Wars: 15 cose accadute fra Episodio IV e V che non conoscete

Il modello è stato esposto alla New York Toy Fair per essere ammirato da tutti i fan della saga come parte dell’iniziativa HasLab, in collaborazione tra Lucasfilm e l’azienda statunitense che produce giocattoli.

star wars

Per intenderci, la Hasbro realizzerà questo meraviglioso giocattolo soltanto se si raggiungerà un minimo di 5.000 sostenitori disposti a pagarlo 499,99 dollari. Una sorta di crowdfunding che aiuta a testare l’interesse per il merchandise di Star Wars di grandi dimensioni. Al momento già 1.109 persone hanno sostenuto l’iniziativa, ma i fan entusiasti avranno tempo fino al 3 aprile per fare la loro offerta.

Star Wars: un pattinatore si esibisce sulle note della Cantina Song

Fonte: ScreenRant

Avengers: Infinity War, anche Tobey Maguire nel trailer “strano”

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Il canale Yotube Aldo Jones ha diffuso un nuovo “weird trailer”, un trailer strano che questa volta prende di mira Avengers: Infinity War. Per l’occasione, Jones ha coinvolto nel film Marvel Studios anche Tobey Maguire, probabilmente lo Spider-Man preferito dal pubblico dei cinecomics.

Ecco lo strambo e divertente trailer:

https://www.youtube.com/watch?v=sG6uekF1xpo

Avengers: Infinity War – la trama

Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.

Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal 25 aprile in Italia.

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Avengers: Infinity War trailer ufficiale – i Vendicatori contro Thanos

Nel cast torneranno tutti gli eroi protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel Marvel Cinematic Universe, da Iron Man (2008) e Black Panther (2018).

Avengers: Infinity War, chi ha indossato il Guanto dell’Infinito prima di Thanos?

Black Panther box office: già superato l’incasso domestico di Justice League

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Mentre batte diversi record di incassi, Black Panther ha anche già superato al box office domestico, in pochissimi giorni di programmazione, alcuni dei più famosi cinecomics degli anni passati. In particolare il film Marvel ha già superato Justice League.

Con un giorno d’apertura gli ha fruttato oltre 201 milioni e un’aggiunta di 169 milioni dagli altri mercati, Black Panther ha già incassato 371 milioni di dollari in tutto il mondo nel weekend di apertura. Si tratta della quindicesima apertura più ricca di sempre, dietro a Iron Man 3 (372,5 milioni) e davanti a La Bella e la Bestia (357 milioni).

Una grande soddisfazione per Ryan Coogler, regista del film, che lo ha anche scritto insieme a Joe Robert Cole. L’operazione Marvel ha portato sul grande schermo un progetto che era nei desideri dei produttori da oltre 20 anni.

L’incasso previsto per i primi quattro giorni di programmazione è di 235 milioni, e questo risultato metterebbe il film dietro soltanto a Star Wars: Il Risveglio della Forza (288 milioni) e a Star Wars: Gli Ultimi Jedi (241.5 milioni). Ma il risultato incredibile è che con i suoi 371 milioni, Black Panther ha già superato tutti gli incassi che Justice League ha portato a casa nell’intero periodo della sua programmazione (via Box Office Mojo).

Black Panther recensione

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Black Panther, la trama del film

Di seguito la prima sinossi del film: Black Panther segue T’Challa che, dopo gli eventi di Captain America Civil War, torna a casa, nell’isolata e tcnologicamente ultra avanzata nazione africana, Wakanda, per prendere il suo posto in qualità di nuovo re. Tuttavia, un vecchio nemico ricompare sui radar e il doppio ruolo di T’Challa di sovrano e di Black Panther è messo alla prova, quando viene trascinato in un conflitto che mette l’intero fato di Wakanda e del mondo in pericolo.

Chadwick Boseman interpreta il protagonista, T’Challa, già visto in Captain America Civil War. Nei ruoli principali del film ci saranno, oltre a Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest Whitaker e Andy Serkis. Nei ruoli di comprimari compariranno invece Letitia Wright, Winston Duke, Florence Kasumba, Sterling K. Brown e John Kani.

Black Panther trailer ufficiale

Il Filo Nascosto, recensione del film di Paul Thomas Anderson con Daniel Day-Lewis

Si sono dette e si diranno tante meraviglie de Il Filo Nascosto, e non ci sono parole per descrivere l’eleganza e la bellezza con cui Paul Thomas Anderson ha diretto, pare per l’ultima volta, Daniel Day-Lewis, qui al coronamento di una carriera straordinaria. Il film sembra riassumere la dialettica dei rapporti di forza del cinema di Anderson, trasportando la brutalità dello scontro in amore, sensualità, passione, persino corteggiamento, per un breve momento. Il Filo Nascosto è una storia d’amore, prima di tutto, ma allo stesso tempo si complica nelle lieve mescolanza trai generi e nella scelta, così personale, di raccontare una vicenda che ha tantissimo di femminile, nonostante la mascolinità così netta del protagonista.

Day-Lewis interpreta Reynolds Woodstock, un sarto della Londra degli anni ’50. Con i suoi abiti veste nobildonne, reali e ricche londinesi, clienti preziose che vanno da lui alla ricerca di un vestito che possa rappresentarle, ma anche definirle, in quanto donne, nell’arco della loro vita e delle tappe importanti del loro cammino. Così Reynolds cuce insieme le insicurezze e le speranze di queste donne, padrone assoluto del suo atelier, che divide con le sue silenziose operai, ossequiose donne che conosce per nome e che saluta con affetto, con sua sorella Cyril (Lesley Manville), granitica presenza in una vita fatta di abitudini, e con il fantasma della madre, morta tanti anni prima eppure sempre vivida nella sua quotidianità, presenza rassicurante nei gesti delicati e precisi che lei stessa gli ha insegnato a percorrere su quei preziosi tessuti.

Alma, la donna che “tira” Il Filo Nascosto

A queste costanti, Reynolds alterna una donna, un’ispirazione, una compagna che di volta in volta esaurisce la sua curiosità e viene “scartata”, sostituita con la prossima, fino a che non arriva Alma (Vicky Krieps). Dolce, goffa, con un corpo che si scosta dai canoni della moda per l’artista dell’ago e filo, la donna fa breccia nella testa del nostro, che la innalza immediatamente a sua musa. La ragazza però si rivelerà molto diversa della altre donne della sua vita. Con docile trasporto prima e con ferrea volontà poi, Alma si aggrappa a questo amore che si fa spazio, inaspettatamente, anche in lui e riesce a scacciare per un attimo il fantasma, le sartine, persino Cyril.

Attraverso la voce di Alma ci viene raccontata la storia del film, un punto di vista privilegiato al fianco di Reynolds. C’è un filo nascosto in un particolare tipo di cucitura che realizzano le macchine automatiche; tirando quel filo, la cucitura intera si sfalda, il tessuto si apre, in vestito si crepa. Alma è la mano che tira quel filo, interrompendo la routine, chiedendo attenzione, sfaldando la routine, difendendo Reynolds da se stesso, dalla bellezza del suo lavoro eppure costringendolo a farsi riamare.

Anderson costruisce un dialogo tra luoghi e manie, città e campagna, spazi aperti e scale della grande e immacolata casa del protagonista, teso a dare spazio al suo dramma che cede persino al thriller in alcuni frangenti, per poi tornare dolce, volto completamente alla decostruzione di Reynolds, così come lo abbiamo conosciuto. Alma è colei che scaccia il fantasma rassicurante vestito da sposa della madre, quella che finalmente lo rende debole e che si rende indispensabile.

La rappresentazione feroce dell’egoismo

Dal canto suo, il sarto da cui tutte le donne di Londra vogliono essere vestite e rassicurate, si abbandona consapevolmente a questo veleno d’amore, tra le braccia dell’unica che sia riuscita ad entrare nelle maglie della sua vita, tra una cucitura e l’altra.

Si sono dette e si diranno tante meraviglie de Il Filo Nascosto, tutte vere, ma in fondo il film di Paul Thomas Anderson è una feroce, terrificante rappresentazione dell’egoismo, nella sua forma sublimata.

Thy Kingdom Come: trailer del film dagli “avanzi” di To the Wonder di Terrence Malick

The Film Stage ha diffuso il trailer di Thy Kingdom Come, il mediometraggio del fotogiornalista Eugene Richards con protagonista Javier Bardem. Il film ha una genesi molto particolare strettamente legata a To the Wonder, il film di Terrence Malick in cui Bardem interpreta un prete.

Nel 2010, Richards venne assunto da Malick in persona per effettuare delle interviste a Bartlesville, Oklahoma con Javier Bardem nei panni del prete che interpreta nel film. Nel corso di queste riprese, sono stati intervistati tantissimi abitanti del posto, tutti con storie molto serie e dolorose, in alcuni casi.

Mentre qualche frammento di queste interviste è finito nel film con Ben Affleck, il resto delle interviste sono state messe da parte, come è tipico di Malick, noto per tagliare moltissimo dell’abbondante girato che produce, addirittura realizzando diversi montaggi dei suoi stessi film.

In questo caso, il materiale avanzato da To the Wonder ha dato vita davvero a un altro film. Il fotogiornalista Richards ha riottenuto i diritti delle riprese effettuate da lui con Javier Bardem, e il risultato è questo film, Thy Kingdom Come, che sarà presentato al prossimo SXSW Film Festival insieme al prossimo progetto di Terrence Malick, la sua VR experience Together.

“Molte persone lo conoscevano per il ruolo dell’assassino in Non è un Paese per Vecchi – ha dichiarato Richards in merito a Javier Bardem e alla reazione degli intervistati alla presenza dell’attore – qualcun’altro lo conosceva come il marito di Penelope Cruz. Altri non sapevano chi fosse. Assolutamente a nessuno è importato alla fine chi fosse lui, interessava soltanto che lui fosse lì per ascoltare.”

Di seguito il trailer di Thy Kingdom Come:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=94&v=wTmYWk7kerU

Non è insolito per un film di Terrence Malick lasciare tanto materiale sul pavimento della saga di montaggio. Ci sono diversi casi di processi di assemblamento del film infiniti, casi in cui le due versioni del film sono completamente differenti (The New World), altri invece in cui il cinema, a seconda dei supporti, ha proiettato versioni differenti dello stesso film (Voyage of Time).

Il questa occasione il processo produttivo di Malick ha dato origine a un altro film.

A Quiet Place: al cinema dall’1 Maggio

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Arriverà al cinema l’1 Maggio 2018 A Quiet Place, il film diretto e interpretato da John Krasinski con Emily Blunt, Noah Jupe Millicent Simmonds, e scritto da Bryan Woods Scott Beck.

Per il suo terzo film da regista, l’attore sceglie di esplorare e mescolare due registri narrativi, come l’Horror e il Thriller, che si fondono mostrando l’unico comune denominatore: il soprannaturale.

Krasinski, oltre ad essere sceneggiatore, regista e interprete del film, dirige per la prima volta la moglie (nel film e nella vita reale) Emily Blunt.

A Quiet Place: il trailer italiano del film con Emily Blunt

Sinossi: Una famiglia vive un’esistenza isolata nel silenzio più assoluto, per paura di una minaccia sconosciuta che segue solo il suono e attacca a qualsiasi rumore.

The Disaster Artist: il trailer del film di e con James Franco

Arriverà il 22 Febbraio in sala The Disaster Artist, il nuovo film diretto da James Franco in cui l’attore interpreta Tommy Wiseau, regista del cult del trash The Room. Il film di Franco racconta proprio la realizzazione di questo assurdo film, attraverso gli occhi di un giovane aspirante attore, interpretato da Dave Franco, fratello del regista e attore. Dopo aver fatto parlare di sé nel festival di tutto il mondo, il film arriva in sala in Italia. Ecco il trailer:

https://www.facebook.com/cinefilos.it/videos/1840924702584534/

Leggi la recensione di The Disaster Artist

Le immagini dal film:

In The Disaster Artist, il regista James Franco (As I Lay Dying, Child of God) dirige la tragicomica storia vera dell’aspirante regista e famoso outsider di Hollywood, Tommy Wiseau – artista la cui passione era genuina tanto quanto discutibili erano i suoi metodi – offrendo una celebrazione dell’amicizia, dell’espressione artistica e dell’inseguimento dei sogni contro ogni pronostico. Basato sul best seller di Greg Sestero – The Room (“Il Più Grande Peggior Film Mai Realizzato”) che rivela tutti i retroscena sulla realizzazione del “disastroso” cult di Tommy Wiseau – The Disaster Artist ci ricorda con ironia che non ci sono limiti a quello che si può ottenere (anche quando non si ha assolutamente idea di cosa si stia facendo) e che esiste più di un modo per diventare una leggenda.

Diretto da James Franco, The Disaster Artist vede protagonisti Dave Franco (Cattivi vicini, Now You See Me – I maghi del crimine) nel ruolo di Greg Sestero, James Franco (candidato all’Oscar per 127 ore, The Deuce in TV) in quello di Tommy Wiseau, Seth Rogen (i film delle serie di Cattivi vicini e Kung Fu Panda) nel ruolo di Sandy Schklair, Alison Brie (Mad Men, GLOW) è Amber, Ari Graynor (Le Squillo della Porta Accanto) è Juliette Danielle, Josh Hutcherson (La saga di The Hunger Games) è Philip Haldiman e la candidata all’Oscar Jacki Weaver (Animal Kingdom, Il lato positivo – Silver Linings Playbook) nel ruolo di Carolyn Minnott.

La sceneggiatura è di Scott Neustadter & Michael H. Weber ((500) giorni insieme, Colpa delle stelle) tratta dal libro The Disaster Artist: My Life Inside the Room, The Greatest Bad Movie Ever Made di Greg Sestero e Tom Bissell. Il film è prodotto da James Franco, Vince Jolivette, Evan Goldberg, Seth Rogen e James Weaver. I produttori esecutivi sono Scott Neustadter, Michael H. Weber, Toby Emmerich, Richard Brener, Michael Disco, Dave Neustadter, Alexandria McAtee, Roy Lee, John Powers Middelton, Nathan Kahane, Joe Drake, Erin Westerman, Kelli Konop e Hans Ritter. Il team creativo dietro la cinepresa è stato guidato dal direttore della fotografia Brandon Trost (Cattivi vicini, The Interview), lo scenografo Chris Spellman (Strafumati, Facciamola finita), la montatrice Stacey Schroeder (Vite da popstar) e la costumista Brenda Abbandandolo (I Am Michael, Le verità sospese). Dave Porter (Breaking Bad) ha composto la colonna sonora.

Caravaggio – l’anima e il sangue, recensione del documentario su Michelangelo Merisi

Il 19, 20 e 21 Febbraio la sala cinematografica diventa museo e offre la possibilità agli spettatori di ammirare Caravaggio – l’anima e il sangue, distribuito da Nexo Digital in 340 sale. Il film documentario, prodotto da Sky con Magnitudo Film, racconta la vita di Michelangelo Merisi da Caravaggio, dagli inizi a bottega, fino alla turbolenta vita romana e alla misteriosa morte sulle coste campane.

Nel raccontare una biografia tradizionale, il regista Jesus Garces Lambert sceglie di integrare testimonianze di studiosi e riprese d’archivio con momenti performativi interpretati dall’attore Emanuele Marigliano, il corpo di Caravaggio, e altri invece recitativi, letture intense ed evocative di Manuel Agnelli, che invece è la voce del pittore.

Il personaggio Caravaggio è un uomo “cinematografico” nel senso che la sua stessa vita si presta al racconto e al romanzo, data la tempra fumantina e passionale che caratterizzavano il soggetto. Tuttavia, a questo temperamento umorale, il pittore accostava una fortissima poetica tesa a rappresentare il reale, nella sua più brutale verità. La concentrazione massima per il soggetto ha dato vita agli sfondi caravaggeschi deserti, piatti, in cui la figura balzava quasi da un pozzo oscuro sul primo piano del quadro.

A questo concetto si associa anche la manipolazione della luce, lo studio in cui Caravaggio realizzava le sue opere, l’occhio completamente nuovo, moderno, con cui il grande artista si approcciava al lavoro su tela, una tela che nella sua idea doveva diventare sempre più grande.

Per realizzare Caravaggio – l’anima e il sangue, Lambert ha avuto a disposizione tutta la migliore tecnologia cinematografica in circolazione; le riprese sono state infatti effettuate in 8k (7680×4320 pixel) con il formato Cinemascope 2:40. Il risultato consente di ammirare i quadri in tutta la loro estensione, consentendo alle forme caravaggesche di balzare fuori dallo schermo, assumendo profondità. Proprio dai dettagli partono le analisi, i racconti, i singoli “capitoli” del film su ognuno dei grandi quadri del pittore. Solo dopo aver raccontato nel dettagli, da vicino, l’obbiettivo di allontana e mostra allo schermo e allo spettatore l’immagine tanto nota del quadro di volta in volta oggetto dell’analisi.

caravaggioQuesto metodo consente allo spettatore di cogliere qualcosa di nuovo in pitture che fanno parte del tessuto culturale comune, come la Testa di Medusa, celebre dipinto su uno scudo e immagine scelta per il manifesto del film, forse per l’assonanza di quell’espressione feroce e sofferente con la vita del Caravaggio stesso.

Il racconto geografico di Michelangelo Merisi, dalla nascita, a Roma, Napoli e poi la Sicilia e di nuovo Napoli, verso Roma, si sposa e si alterna con il corpo scultoreo di Marigliano e la voce roca e affascinante di Agnelli. Nella sua classicità, il documentario Caravaggio – l’anima e il sangue restituisce una rappresentazione articolata della vita del pittore, tesa da una parte al nozionismo e al racconto puro, elemento tipico del genere documentaristico, e dall’altra impegnato nella drammatizzazione di una vita eccezionale, fatta di anima e sangue.

Box Office ITA: A casa tutti bene debutta in testa

Cambio al vertice del box office italiano, con A Casa Tutti Bene che apre in testa, seguito da Cinquanta Sfumature di Rosso e Black Panther.

box office

Questo weekend riserva qualche sorpresa al botteghino italiano, con A casa tutti bene che scalza le Sfumature dalla prima posizione.

Infatti il film di Gabriele Muccino apre in testa con 3,4 milioni di euro incassati in 533 copie, registrando una strepitosa media per sala pari a 6300 euro e sfiorando il tetto dei 4 milioni, visto che è uscito mercoledì.

Così Cinquanta Sfumature di Rosso scende al secondo posto con 3 milioni incassati al suo secondo fine settimana, arrivando alla bellezza di 11,6 milioni.

Black Panther esordisce sul terzo gradino del podio con 2,3 milioni di euro, mentre l’acclamato La Forma dell’Acqua, candidato a 13 Premi Oscar, si aggiudica il quarto posto con 1,4 milioni di euro e un’ottima media per sala pari a 4600 euro (1,6 milioni nei cinque giorni).

The Post scende in quinta posizione con altri 833.000 euro per un totale di 5,4 milioni, seguito da Ore 15:17 – Attacco al treno che arriva a quota 2,2 milioni con altri 727.000 euro.

I Primitivi conferma il settimo posto dell’esordio raccogliendo altri 423.000 euro e giungendo a un globale di 938.000 euro.

Seguono Maze Runner: La Rivelazione (239.000 euro) e Sono tornato (188.000 euro), arrivati rispettivamente a 2,4 milioni totali e 2,2 milioni complessivi.

Chiude la top10 L’uomo sul treno che totalizza 3,1 milioni con altri 181.000 euro.

Berlino 68: grande successo per Figlia mia di Laura Bispuri

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Variety (Jessica Kiang) osanna Figlia Mia di Laura Bispuri, con Valeria Golino e Alba Rohrwacher, in concorso al Festival di Berlino, accolto con grandi applausi e commozione alla berlinale ieri, 18 febbraio (in uscita il 22 febbraio con 01 Distribution).

Così Variety: “Un’esplorazione della maternità che guadagna autenticità ed emozione grazie a un cast superbo… Un mirabile sguardo che esplora con passione opposte idee di maternità”. E continua Variety: “È passato tempo dallo splendore del melodramma italiano, da quando Anna Magnani riparava i suoi occhi dal riflesso abbagliante del mare luccicante nell’oscurità, o da quando Ingrid Bergman barcollava salendo su Stromboli. Ma anche allora sarebbe stato raro imbattersi in un film in cui la contesa d’amore non coinvolge un uomo ma una bambina dai capelli rossi e le due donne che chiama Mamma”. Anche Screen International esalta la Bispuri e le due straordinarie attrici che offrono un “esempio perfetto di conflitto” così come Hollywood Reporter che loda la “recitazione coinvolgente” delle due attrici.

Figlia Mia, il poster del nuovo film di Laura Bispuri

Figlia Mia è una produzione Vivo Film e Colorado Film con Rai Cinema.

Prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa per Vivo film e Maurizio Totti e Alessandro Usai per Colorado Film, è una coproduzione internazionale con la tedesca Match Factory Productions e la svizzera Bord Cadre Films, in coproduzione con ZDF/arte e RSI Radiotelevisione svizzera.  Il film ha ottenuto il sostegno di Eurimages, del MibacT – Direzione Generale Cinema, della Regione Sardegna e della Fondazione Sardegna Film Commission.

Vengo Anch’io: il trailer del film distribuito da Medusa

Medusa Film ha diffuso il primo trailer di Vengo Anch’io, il nuovo film di Maria de Biase e Corrado Nuzzo, anche nei panni dei protagonisti protagonisti, al fianco di Gabriele Dentoni e Cristel Caccetta.

Ecco il trailer di Engo Anch’io

Questa è la storia di un aspirante suicida, di un’ex carcerata, di un ragazzo con la sindrome di Asperger e di una giovane atleta salentina.

Bastonati dalla vita, e stanchi di mettersi in gioco perché oramai assuefatti alla sconfitta, per uno strano scherzo del destino saranno costretti a intraprendere un viaggio insieme che li porterà a confrontarsi con il proprio passato, a lottare con i propri demoni e a uscire dalle proprie solitudini.

Una banale gara di canottaggio amatoriale li renderà un gruppo coeso, desideroso di un riscatto a tutti i costi. Per vincere bareranno e perderanno in malo modo, ma non sarà una vera sconfitta, perché intanto scopriranno di essere diventati una famiglia che è in grado di trasformare in successo la somma delle loro sconfitte individuali.

Una singolare, eccentrica, ma invidiabile famiglia che tutti vorremmo avere come vicini di casa.

Metti la nonna in freezer: trailer del film con Fabio De Luigi e Miriam Leone

01 Distribution ha diffuso il primo trailer di Metti la nonna in freezer, il nuovo film con Fabio De Luigi e Miriam Leone in arrivo nelle sale italiane del prossimo 15 marzo.

Diretto da Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, il film vede nel cast anche Lucia Ocone, Marina Rocco, Eros Pagni e Barbara Bouchet.

Metti la nonna in freezer – trailer

https://www.youtube.com/watch?v=Dg2oMpxkNoU&feature=youtu.be

Ecco la trama del film:

Il più incorruttibile e maldestro dei finanzieri, Simone Recchia (Fabio De Luigi), si innamora perdutamente di Claudia (Miriam Leone), una giovane restauratrice che vive grazie alla pensione della nonna (Barbara Bouchet).

Quando la nonna improvvisamente muore, per evitare la bancarotta, Claudia, con la complicità delle sue amiche (Lucia Ocone e Marina Rocco), pianifica una truffa per continuare ad incassare la pensione…

Travestimenti, equivoci ed ingegnose bugie sono gli ingredienti per questa nuova ed irriverente commedia sulla difficoltà di sbarcare il lunario ai tempi della crisi, firmata dai giovani Giancarlo Fontana e Giuseppe G.Stasi.

Black Panther: ecco tutto il vibranio nel Marvel Cinematic Universe

Con l’arrivo in sala di Black Panther, l’Universo Cinematografico Marvel ha finalmente la canonizzazione del vibranio. Dai tempi di Captain America: Il Primo Vendicatore sappiamo che esiste questo metallo, e ovviamente i lettori dei fumetti ne sanno molto, ma per chi segue soltanto le vicende cinematografiche degli eori Marvel il film di Ryan Coogler offre chiarimenti e spiegazioni in merito a questo metallo.

Black Panther – leggi la recensione

Il vibranio è arrivato sulla Tera milioni di anni fa, sotto forma di asteroide, schiantatosi nell’Africa centro orientale, dove è sorta la nazione del Wakanda. Il vibranio è più resistente dell’acciaio, quasi indistruttibile; inoltre assorbe l’energia cinetica e rifletterla, inoltre assorbe le vibrazioni. I wakandiani lo hanno manipolato e utilizzato da sempre, per armi, veicoli ed edifici, manache abiti e gioielli.

Pur essendo il metallo più raro della Terra, perché si trova soltanto in Wakanda, lì ce n’è in abbondanza, e da sempre le politiche della nazione sono state di tenere nascosta la loro vera natura e i loro giacimenti.

Nonostante gli sforzi di tenerlo al sicuro e sconosciuto al Mondo, prima della grande decisione di re T’Challa, il metallo era già conosciuto. Ecco un elenco dei posti in cui il vibranio è già presente, o è stato presente, nel Marvel Cinematic Universe!

Wakanda

Ovviamente la nazione africana. Per secoli, i wakandiani hanno minato l’enorme montagna di vibranio, costruendo intorno ad essa la loro cultura e tecnologia. La stessa montagna affonda in tutto il sottosuolo della nazione, dove Shuri, la principessa, è a capo dei laboratori di sviluppo tecnologico, grazie ai quali ogni aspetto della vita della nazione è tecnologicamente avanzatissimo e permette un altissimo tenore di qualità della vita.

Abiti, gioielli, accessori, armi, veicoli, strutture ed edifici, ogni cosa nel Wakanda è perfezionata con l’aggiunta di vibranio. Soprattutto il costume di Black Panther è la quintessenza della tecnologia legata al metallo. Gli artigli del suo costume, in particolare, sono di vibranio puro.

L’erba a forma di cuore

Legata saldamente alle miniere di vibranio, nel Wakanda cresce l’erba a forma di cuore, unico posto sulla Terra a possedere questa prodigiosa pianta che conferisce a Black Panther i suoi superpoteri. Zuri, la guida spirituale della Nazione, cura i giardini di erba a forma di cuore, ma incendiati, nel corso del film da Killmonger.

Resta un mistero in che modo le sacerdotesse di Zuri riusciranno a far rinascere la pianta dopo l’atto sacrilego del cattivo del film.

Lo scudo di Cap

Si tratta dell’oggetto di vibranio più famoso del MCU. Nel 1940, Howard Stark acquistò una limitata scorta di vibranio dal “profondo dell’Africa” per gli Stati Uniti. Tutto il metallo acquistato venne utilizzato per costruire lo scudo che sarebbe stato affidato al Super Soldato, risultato dell’esperimento a cui si sottopose Steve Rogers.

Lo scudo divvenne poi il marchio di Captain America. Sebbene uno scudo così viene mostrato in Iron Man 2, l’oggetto e Cap stesso vennero “tolti dal ghiaccio” nel 21° secolo. In Civil War, Steve ha abbandonato lo scudo e il titolo di Captain America. COn ogni probabilità lo scudo è tornato a essere proprietà degli Stati Uniti.

Il vibranio allo SHIELD

Come Howard Stark, anche lo SHIELD è entrato in possesso di ridotte quantità di vibranio. Nick Fury l’ha utilizzato per costruire The Bus, l’originale mezzo di trasporto della squadra di Coulson e che contiene una stanza rivestita del metallo, ideata per tenere in custodia prigionieri con superpoteri.

Anche la Toolbox è fatta di vibranio. Si tratta di una scatola dei segreti più reconditi dello SHIELD, che Nick Fury affida a Coulson quando lo nomina direttore.

Il vibranio rubato da Ulysses Klaue

Ulysses Klaue, noto venditore e compratore sul mercato nero su scala mondiale, conosce i segreti di Wakanda sin dagli anni ’90, quando ha lavorato con il principe di Wakanda, N’Jobu, per rubare del vibranio e portarlo negli Stati Uniti. Nel corso degli anni, Klaue ha continuato a rubare vibranio con altissimi rischi personali. In Avengers: Age of Ultron scopriamo che Ulysses era riuscito a rubare una grossa quantità di vibranio, di cui poi entra in possesso Ultron.

Il suo braccio artificiale, con tanto di cannone sonico, è fatto di vibranio.

Ultron

Nel film a lui dedicato, il villain Marvel ruba il metallo a Klaue perché ha bisogno di un materiale all’altezza della formazione del suo corpo perfetto. Per costruirsi il corpo, Ultron ha utilizzato la tecnologia Cradel della dottoressa Helen Cho, poi ha utilizzato il vibranio combinato con la tecnologia aliena dei chitauri, e con lo stesso processo ha ideato il congegno che ha sollevato l’intera Sokovia dal suolo. Nonostante gli Avengers abbiano salvato il mondo dalla distruzione e sconfitto Ultron, è probabile che alcune tracce di vibranio si trovino adesso in Sokovia.

Visione

Il corpo di Visione è fatto di vibranio sintetico, la sua intelligenza è quella di Jarvis, mentre i suoi poteri derivano dalla Gemma della Mente. Oltre a essere uno degli Avengers più potenti, Visione è anche la sede della più grande riserva di vibranio sulla Terra, esterna al territorio di Wakanda, nel MCU.

Il braccio di Bucky

Mentre non si conosce la natura del braccio artificiale del Soldato d’Inverno, è probabile invece che, ricoverato nel Wakanda e rimesso a posto da Shuri, Bucky possa essere dotato di un nuovo braccio artificiale, costruito in vibranio e con la tecnologia wakandiana a disposizione.

La scena post credits di Black Panther ci ha mostrato un Bucky ritornato in sé ma ancora senza un braccio. Riuscirà Shuri a guarire nel corpo e nella mente il miglior amico di Steve Rogers in tempo per gli eventi di Avengers: infinity War?

The Last Thing He Wanted: Anne Hathaway nel nuovo film di Dee Rees

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Dopo Mudbound, candidato a quattro premi oscar (tra cui Miglior Attrice non protagonista e Miglior Sceneggiatura Non Originale), la regista Dee Reese tornerà dietro la macchina da presa adattando per il grande schermo uno dei romanzi più belli di Joan Didion (The White Album, L’anno del pensiero magico) The Last Thing He Wanted. Nel ruolo principale, molto probabilmente, ci sarà Anne Hathaway.

L’attrice interpreterà Elena McMahon, giornalista del Washington Post che nel 1984 seguì le primarie americane e lo scandalo del coinvolgimento politico nel commercio di armi. Il romanzo omonimo è stato pubblicato nel 1996.

Per la Rees si tratta del secondo lungometraggio in carriera, dopo aver prodotto una serie di cortometraggi e aver esordito con Mudbound lo scorso anno (distribuito da Netflix). Rivedremo invece la Hathaway prossimamente in Ocean’s 8 al fianco di Sandra Bullock e Cate Blanchett.

Ocean’s 8: Sandra Bullock e Cate Blanchett formano la squadra nel primo trailer

Fonte: Indiewire

Il Re Leone: nel live action solo quattro canzoni del cartone Disney

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Solamente quattro dei brani originali del film d’animazione Disney saranno presenti anche nel live action de Il Re Leone, la cui uscita è fissata al 2019 con la regia di Jon Favreau.

A confermare la notizia è il compositore Tim Rise in un’intervista a The Sun, mentre continua a lavorare sulla colonna sonora ufficiale. Le canzoni che sentiremo nella pellicola saranno dunque “Can You Feel The Love Tonight?,” “Hakuna Matata,” “I Just Can’t Wait To Be King” e “Circle of Life”, forse le più iconiche del classico Disney.

Il Re Leone: cresce il cast vocale del film

Basato su una sceneggiatura scritta da Jeff NathansonIl Re Leone sarà realizzato con le stesse tecniche di animazione computerizzata utilizzare per portare alla luce Il Libro della Giungla (2016).

Nel cast dei doppiatori, al momento, sono stati confermati Donald Glover, nel ruolo di Simba, e James Earl Jones, che torna a essere MufasaSeth Rogen e Billy Eichner doppieranno Pumba e Timon. Nel cast anche John Kani, che darà voce a Rafiki e Alfre Woodard, che sarà Sarabi. Chiwetel Ejiofor sarà Scar.

Il Re Leone: Chiwetel Ejiofor in trattative per Scar

Fonte: Collider