Home Blog Pagina 448

Il grande carro: recensione del film con Louis Garrel

0
Il grande carro: recensione del film con Louis Garrel

Nato dal lavoro di collaborazione del regista Philippe Garrel con i figli Louis (The dreamers, piccole donne), Esther (Chiamami col tuo nome) e Lena, Il grande carro è una pellicola drammatica franco svizzera. Il film è stato proiettato per la prima volta alla settantatreesima edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino, dove partecipò per l’Orso d’Oro. Nel cast si ritrovano anche Aurélien Recoing nel ruolo del padre, Francine Bergé nei panni della nonna e Damien Mongin come Pieter.

Il grande carro: un dramma familiare

Louis, Martha e Lena gestiscono insieme al padre un teatro di burattini fin dalla tenera età. Nonostante la morte della madre, la famiglia si mantiene unita grazie alla passione comune che li porta ad esibirsi insieme; altro elemento di legame è sicuramente la nonna, a cui specialmente Martha è molto legata. Al quadro familiare si aggiunge Pieter, artista squattrinato che decide di abbandonare momentaneamente la pittura per entrare a far parte della compagnia di burattinai. Questa situazione di apparente perfetto equilibrio viene rotta dalla improvvisa morte del padre: da questo momento in poi nulla potrà essere come prima, il filo invisibile che li teneva insieme sembra essersi rotto.

All’inizio, Louis cerca di mantenere unita la compagnia, dando inizio ad una nuova tournee, ma si insinua dentro di lui un sentimento di insoddisfazione verso gli spettacoli di burattini e la propria vita così com’era. Contemporaneamente, Pieter lascia Helene, con cui nel frattempo ha avuto un figlio, per stare con Laura e riscoprire la sua passione per la pittura, mentre Louis vuole dare una svolta alla sua vita con il teatro. Il destino del teatro di burattini di famiglia sembra essere segnato da un inevitabile declino.

il grande carro

Un intreccio di lentezza e silenzio

Ne Il grande carro non sono presenti grandi picchi nello scorrimento delle vicende: i pochi eventi emblematici per la trama vengono presentati allo spettatore in maniera alquanto piatta, tale da non instaurare alcun sentimento di empatia nel pubblico verso i personaggi. Gli stessi dialoghi vengono interpretati dagli attori con toni abbastanza piatti. Un esempio è la separazione tra Helene e Pieter: un padre decide di lasciare, la propria compagna, madre del proprio figlio, subito dopo la nascita del bambino. Si dovrebbe trattare di un momento denso di rabbia da parte di Helene, abbandonata, ma nessuna emozione viene mostrata sullo schermo.

L’unico caso in cui viene trasmesso più pathos allo spettatore è la morte del padre: questa avviene durante uno spettacolo, vengono mostrate allo spettatore le marionette che di punto in bianco cadono di colpo, con il sipario che viene poi chiuso dopo pochi secondi.

A contribuire a questa condizione di monotonia del film c’è anche la quasi totale assenza di musica. La colonna sonora o comunque delle forme di background musicale possono contribuire a trasmettere uno specifico stato d’animo allo spettatore; l’assenza di questo elemento rende la pellicola ancora più inespressiva.

Nonostante una trama interessante e abbastanza originale, Il grande carro finisce per non mantenere interamente l’attenzione del pubblico per la mancanza di elementi che possano coinvolgere lo spettatore.

Un inizio comune, tanti finali divisi

Il grande carro è caratterizzato dalla presenza di tanti personaggi, tutti molto diversi tra loro. Pur partendo da una situazione iniziale comune, ovvero il teatro dei burattini, nel momento in cui le loro strade si dividono mostrano le loro personali peculiarità caratteriali. Se con il padre in vita tutti i figli e Pieter erano un collettivo comune, una compagnia in cui contava l’insieme più che il singolo soggetto, con la morte del padre ognuno prende strade differenti e separate, facendo emergere le loro reali passioni.

Un esempio di ciò è sicuramente Louis: quando il padre è in vita lui non ha problemi a lavorare nella compagnia, perché naturalmente era bello e gratificante potersi esibire insieme alla propria famiglia e contribuire a ciò che il padre aveva creato. Con la sua morte però i burattini diventano qualcosa di soffocante per Louis: si rende conto che ciò che rendeva gli spettacoli di burattini così entusiasmanti per lui era la famiglia al completo, ma oramai quella magia sembra svanita. A questo punto Louis scopre la sua vera passione, il teatro, dove riesce a farsi strada e ad ottenere un grande successo.

Al contrario, Lena e Martha continuano ad aggrapparsi al teatro dei burattini, vedendola come una sorta di eredità del padre. Le due cercano in ogni modo di portare avanti la compagnia da sole, senza però ottenere il successo degli anni passati.

The Equalizer 3 – Senza tregua: intervista a Bruno Bilotta

0
The Equalizer 3 – Senza tregua: intervista a Bruno Bilotta

In occasione dell’uscita in Italia di The Equalizer 3 – Senza Tregua, il 30 agosto distribuito da Eagle Pictures, abbiamo intervistato Bruno Bilotta, che fa parte del nutrito cast italiano del film con protagonista Denzel Washington e diretto da Antoine Fuqua.

The Equalizer 3 – Senza tregua, la recensione

The Equalizer 3 – Senza Tregua, il nuovo thriller d’azione di Sony Pictures diretto da Antoine Fuqua con Denzel Washington. L’attore premio Oscar torna a interpretare l’ex agente governativo Robert McCall nell’ultimo capitolo della saga dell’inflessibile giustiziere. Il film, scritto da Richard Wenk (Jack Reacher – Punto di non ritorno, The Equalizer 2 – Senza perdono) e ispirato alla serie TV anni ‘80 Un giustiziere a New-York, vede tra i protagonisti anche Dakota Fanning e David Denman. The Equalizer 3 – Senza Tregua sarà solo al cinema dal 30 agosto prodotto da Sony Pictures e Eagle Pictures, distribuito da Eagle Pictures.

Da quando ha abbandonato la sua vita di assassino governativo, Robert McCall (Denzel Washington) ha lottato per rimediare alle orribili azioni compiute in passato e trova una strana consolazione nel perseguire la giustizia in favore degli oppressi. Sentendosi inaspettatamente a casa nel Sud Italia, scopre che i suoi nuovi amici sono sotto il controllo dei boss della criminalità locale. Quando gli eventi precipitano, McCall sa cosa dovrà fare: difendere i suoi amici e sfidare la mafia.

La guerra dei mondi: trama, cast e differenze con il libro

La guerra dei mondi: trama, cast e differenze con il libro

Da sempre appassionato di fantascienza, il regista Steven Spielberg è tornato a raccontare della presenza aliena sulla terra con il film La guerra dei mondi, distribuito in sala nel 2005. Su sceneggiatura del fidato David Koepp, questo è la trasposizione dell’omonimo, e famosissimo, romanzo di H. G. Wells, pubblicato a puntate nel 1897, e già divenuto film nel 1953 (qui la recensione). Consapevole della notorietà della storia, il regista si assicurò che nessuna notizia riguardante il film divenisse pubblica prima del tempo. Ciò permise di rendere l’atmosfera, e soprattutto l’aspetto degli alieni, un vero e proprio mistero, risoltosi soltanto con l’arrivo in sala del titolo.

Interpretato da Tom Cruise, il quale aveva giù lavorato precedentemente con Spielberg per Minority Report, il film vanta una grande cura negli effetti speciali, vero cuore del film. Questi, sotto l’attenta supervisione del regista, risultarono particolarmente stupefacenti, e il team di realizzatori ottenne anche una nomination al premio Oscar. Particolarmente favorevole fu anche il giudizio del pubblico, che accorse a vedere il film al momento della sua uscita. Con un budget attestato intorno ai 132 milioni di dollari, La guerra dei mondi arrivò a guadagnarne circa 603 in tutto il mondo, classificandosi come il quarto film più visto dell’anno.

Particolare elemento di attrattiva sono ovviamente gli alieni presenti nel film. Questi, in realtà, appaiono in forma diretta soltanto in poche scene. Molto più presenti sono i mezzi grazie a cui si muovono, chiamati Tripodi. Questi vennero realizzati con un aspetto che il regista ha definito “elegante”, e ispirato alle forme di vita acquatiche. Il suo obiettivo era di rendere talmente tanto affascinanti e minacciose queste macchine, che gli spettatori si sarebbero interessati più ad esse che non agli alieni al loro interno. Il risultato fu proprio quello sperato, e ancora oggi questi esemplari sono ben presenti nella memoria di chi ha apprezzato il film.

La guerra dei mondi: la trama del film

Protagonista del film è Ray Ferrier, operaio portuale divorziato e intento a dividersi tra il lavoro e la cura dei suoi due figli, Rachel e Robbie. Questi vengono a trovarlo un weekend al mese, ed è proprio durante questo che Ray si accorge che qualcosa non va. Nel cielo si è infatti formata una grande nube, dalla quale si scagliano una serie di impressionanti fulmini. Questi sembrano colpire il suolo senza apparenti danni. Riunitosi nel centro cittadino insieme al resto della popolazione, Ray cerca di capire cosa stia succedendo, preoccupato anche dalla presenza dei figli. Improvvisamente, da sotto il suolo un imponente macchina robotica si erge nella città. Le sue intenzioni diventano chiare nel momento in cui inizia a sterminare i presenti, seminando il terrore.

Riuscito a sfuggire, Ray torna rapidamente a casa e presi i figli inizia una disperata fuga senza meta. Il panico generatosi è però fonte di ostacoli, e così l’uomo si vedrà costretto a proteggere i figli tanto dagli alieni quanto dagli altri umani. Consapevole di trovarsi in una situazione disperata, in una vera e propria invasione aliena, Ray sembra non avere altre possibilità che scappare. Ma ciò non sarà sempre una possibilità percorribile, e rispondere all’attacco sarà l’unico modo di poter recuperare la pace persa. Mentre tenta di studiare le pericolose macchine, alla ricerca di un punto debole, Ray dovrà però fare i conti anche con il suo ruolo di genitore, e con i nascenti conflitti con i propri figli.

https://www.cinefilos.it/personaggi/dakota-fanning-film-twilight-instagram-394446

La guerra dei mondi: il cast del film

Fu proprio Tom Cruise a proporre a Spielberg l’idea per il film. L’attore desiderava infatti lavorare nuovamente con il regista e gli suggerì tre storie da poter adattare sul grande schermo. Il regista scelse tra queste La guerra dei mondi, affascinato dai temi e dal potenziale. Cruise ricoprì così il ruolo del protagonista, e si preparò studiando il genere fantascientifico attraverso noti film e romanzi. Ciò lo aiutò a calarsi ulteriormente nell’atmosfera generale, da lui descritta come particolarmente cupa. Il film si è poi rivelato l’ennesimo grande successo per lui, ed è stato il suo sesto titolo consecutivo a superare i 100 milioni di dollari di incassi, nonché il tredicesimo in tutta la sua carriera.

Per il ruolo di Rachel, la figlia del protagonista, Spielberg scelse l’attrice Dakota Fanning, conosciuta grazie alla serie fantascientifica Taken, da lui prodotta. Grazie a questo ruolo l’attrice ebbe modo di affermarsi ulteriormente, ottenendo un altro grande successo cinematografico. L’attore Justin Chatwin, noto anche per il film Dragonball Evolution, ricopre invece il ruolo di Robbie, l’altro figlio del protagonista. Il premio Oscar Tim Robbins interpreta invece Harlan Ogilvy, un ex guidatore di ambulanze che dà riparo a Ray e i suoi figli. L’uomo, però, rivelerà un profondo desiderio di vendetta contro gli alieni, colpevoli di aver ucciso la sua famiglia. L’attrice Miranda Otto, infine, ricopre il ruolo di Mary Ann Ferrier, ex moglie di Ray. L’interprete è particolarmente nota per il personaggio di Éowyn nella trilogia di Il Signore degli Anelli.

La guerra dei mondi: le differenze con il libro

Nell’adattare il celebre romanzo di fantascienza, Spielberg richiese agli sceneggiatori di mantenere l’idea di base ma di tralasciare tutti quei dettagli ritenuti stereotipati o datati. Koepp, dunque, diede vita a degli inevitabili tradimenti nei confronti del testo letterario. Innanzitutto, egli decise di servirsi di una voce narrante, un personaggio esterno agli eventi che potesse aprire e concludere il film. All’interno di questo egli costruì una storia di resistenza incarnata dal padre Ray e dai due suoi figli. Per Spielberg, questo elemento si rivelò fondamentale. Non solo, infatti, egli vi ritrovava elementi della sua vita privata, ma anche quelle insicurezze che si potevano ritrovare nel popolo americano in seguito agli attentati dell’11 settembre 2001.

Allo stesso modo, però, si evitò di ricorrere all’espediente dell’arrivo degli alieni tramite astronave. Spielberg e Koepp decisero di scostarsi da questo elemento del romanzo preferendo una trovata più innovativa, che è poi quella riscontrabile nel film. Le stesse modalità con cui gli alieni conquistano la terra differiscono dal libro al film, come anche le motivazioni a riguardo. Centrale è stata poi la decisione di evitare una serie di elementi eccessivamente riportati al cinema, come la distruzione di monumenti storici da parte degli alieni. Oltre a ciò, alcuni eventi sono stati ovviamente ridotti o condensati, così da poter narrare quanto più possibile di quanto descritto nel libro.

A cambiare è la stessa ambientazione. Tra il libro e il film passa infatti più di un secolo, e per questo vennero adottate particolari soluzioni. Lo sceneggiatore, infatti, mantenne la contemporaneità del nuovo millennio con tutte le sue caratteristiche, ma costringendo i personaggi a muoversi in un contesto sprovvisto di energie elettrice e sistemi di comunicazione li riportò praticamente all’Ottocento. Per quanto riguarda il finale, invece, si operarono decise differenze rispetto al romanzo. Spielberg però ammise di non essere rimasto soddisfatto da questo, poiché pur tentando altre strade non riuscì a trovare un modo migliore per terminare la storia.

La guerra dei mondi: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. La guerra dei mondi è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per lunedì 28 agosto alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Argo: la trama, il cast e la storia vera dietro il film di Ben Affleck

Giunto alla sua terza regia cinematografica, l’attore Ben Affleck dimostra tutto il suo talento realizzando il film Argo, ispirato dal romanzo di memorie Master of Disguise: My Secret Life in the Cia, di Tony Mendez e dall’articolo di Wired intitolato The Great Escape: How the CIA Used a Fake Sci-Fi Flick to Rescue Americans from Tehran. La storia dietro a queste fonti è vera, e si riferisce alla cosiddetta Canadian Caper, ovvero l’operazione segreta che portò alla liberazione di sei cittadini americani nell’ambito della crisi degli ostaggi in Iran.

Nel 2007, basandosi su tali testimonianze, Chris Terrio scrisse la sceneggiatura del film, che venne inserita nella Black List dei migliori script ancora privi di una produzione. Non passò molto però che il premio Oscar George Clooney si interessasse alla storia, acquisendone i diritti. Assunto il ruolo di produttore, con la sua Smokehouse Pictures, egli affidò la regia ad Affleck. In breve, il film prese vita, grazie anche al sostegno della Warner Bros. e alla partecipazione di noti attori come John Goodman e Alan Arkin.

Al momento della sua uscita, il film si rivelò un grandissimo successo. La critica lo indicò come uno dei migliori film dell’anno, lodando in particolare la regia di Affleck. Al box office il film arrivò a guadagnare più di 232 milioni di dollari in tutto il mondo, a fronte di un budget di 44,5, confermando anche il grande apprezzamento di pubblico. Argo ottenne infine ben 7 nomination ai premi Oscar, trionfando nelle categorie del miglior montaggio, miglior sceneggiatura non originale e miglio film.

Argo: la trama del film

La vicenda del film ha inizio il 4 novembre del 1979, quando gli islamisti iraniani assaltano l’ambasciata americana a Teheran come rappresaglia contro il presidente Jimmy Carter. Qui vengono presi in ostaggio 52 diplomatici, mentre sei funzionari riescono invece a scappare e trovare rifugio presso l’ambasciata canadese. La loro presenza lì mette però a rischio coloro che li hanno ospitati, e più passa il tempo più la situazione rischia di precipitare. È a questo punto che l’agente della CIA Tony Mendez viene convocato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che gli affida l’incarico di recuperare i sei uomini.

Mendez, specialista in operazioni sotto copertura, non riesce però a trovare un piano che possa funzionare. Improvvisamente, l’ispirazione lo coglie. I sei uomini dovranno fingere di essere una troupe cinematografica canadese alla ricerca delle location per un nuovo film di fantascienza intitolato Argo. Deciso a portare a termine il piano, Mendez e il suo supervisore Jack O’Donnell contattano John Chambers, truccatore di Hollywood, il quale li mette in contatto con il produttore Lester Siegel. Il gruppo riesce così ad ottenere il consenso per sviluppare Argo, dando poi vita ad una società di produzione e ad una sceneggiatura, il tutto per rendere credibile la copertura.

Fingendosi il produttore di Argo, Mendez riesce ad atterrare a Teheran, dove raggiunge i diplomatici. Forniti loro dei documenti falsi, ha inizio la complicata operazione di estrazione. Il minimo passò falso può portarli tutti alla morte, e per loro sarà dunque vitale seguire scrupolosamente il copione prefissato. In mezzo alla rivolta, però, riuscire a lasciare il paese sarà più complesso del previsto, specialmente nel momento in cui l’operazione viene cancellata all’improvviso.

Argo cast

Argo: il cast del film

Oltre che regista, Affleck è anche il protagonista del film. Egli decise infatti di ricoprire il ruolo dell’agente Tony Mendez. Una scelta, questa, da molti criticata, in quanto il vero Mendez ha origini ispaniche, assenti in Affleck. Il vero agente, tuttavia, non si è mai lamentato a riguardo, e anzi ha sostenuto l’attore dichiarandosi entusiasta della sua interpretazione. Egli si incontrò inoltre più volte con Affleck, il quale desiderava conoscerlo per capire meglio la storia e potersi calare in modo realistico nei suoi panni. Mendez, inoltre, lo aiutò ad ottenere permessi speciali per poter girare nei veri quartier generali della CIA.

Il primo attore ad entrare a far parte del cast è stato però il premio Oscar Alan Arkin. Questi ricopre il ruolo del produttore Lester Siegel. Per la sua interpretazione, tuttavia, l’attore ha raccontato di essersi ispirato al celebre Jack L. Warner, che insieme ai suoi fratelli fondò lo studios Warner Bros. Questi, a sua detta, aveva infatti la personalità più idonea al tipo di personaggio che occorreva per il film. La sua è stata una delle performance più lodate di tutto il film, e ha permesso all’attore di guadagnare una nuova nomination all’Oscar come non protagonista.

Vi è poi l’attore John Goodman, il quale interpreta il celebre truccatore John Chambers, noto per aver realizzato il make-up del film Il pianeta delle scimmie. Nel cast sono poi presenti anche altri noti attori di Hollywood. Il primo di questi è Bryan Cranston, che interpreta Jack O’Donnell, supervisore dell’operazione ideata da Mendez. Vi è poi Kyle Chandler, nel ruolo del funzionario di governo Hamilton Jordan. Nel ruolo dei sei diplomatici da liberare vi sono invece gli attori Tate Donovan, Scoot McNairy, Kerry Bishé, Christopher Denham, Clea DuVall e Rory Cochrane.

Argo: la vera storia dietro al film

Per quanto il film si attenga grossomodo alla realtà degli eventi, vennero tuttavia operati una serie di significativi cambiamenti. Questi erano giustificati dalla ricerca di una maggior drammaticità per gli eventi, come anche di una costruzione che fosse più vicina ai canoni cinematografici. Nel realizzare ciò, la principale accusa poi mossa al film di Affleck è quella che indica come particolarmente ridotto il reale ruolo che l’ambasciata canadese ebbe nella fuga dei sei americani. A loro si è infatti dovuto molto della buona riuscita dell’operazione. Questa stessa, contrariamente a quanto mostrato nel film, non incontrò particolari ostacoli. Molto del dramma si era infatti già svolto prima dell’arrivo di Mendez a Teheran.

Ad ogni modo, come mostrato nel film, è vero che fu Mendez ad avere l’idea del finto film come copertura per l’operazione. Egli era infatti da tempo legato all’industria cinematografica, ed aveva realmente avuto contatti con il truccatore John Chambers. Grazie alle pressioni di Mendez, la CIA fondò davvero lo Studio Six Productions, i cui uffici furono collocati nella zona di Hollywood. Mendez, poi, si occupò di selezionare una reale sceneggiatura per dare credibilità al tutto. La scelta ricadde su Lord of Light, di genere fantascientifico, risultata perfetta per la sua complessa trama. Egli scelse poi il titolo Argo in riferimento alla nave che, nel mito greco, portò Giasone e gli Argonauti alla conquista del vello d’oro.

Intanto a Teheran, contrariamente a quanto raccontato nel film, il gruppo di diplomatici si trovò a cambiare furtivamente location per cinque volte nell’arco di sei giorni. Questi, infine, riuscirono ad entrare in contatto con l’ambasciatore canadese Ken Taylor. Il gruppo, a quel punto, si divise, continuando a mantenere la clandestinità. La mattina del 27 gennaio del 1980, Mendez e i sei diplomatici passarono facilmente i controlli di sicurezza all’Aeroporto internazionale di Teheran, mostrando i loro documenti falsi. Il gruppo si trasferì dunque in Svizzera, giungendo infine negli Stati Uniti tre giorni dopo.

Argo: dove vedere il film in streaming

Per gli amanti del film, o per chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Argo è infatti presente nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, e Apple iTunes. È inoltre disponibile all’interno delle piattaforme Infinity, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 28 agosto alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb, HistoryVsHollywood

Demeter: Il Risveglio di Dracula, la recensione

Demeter: Il Risveglio di Dracula, la recensione

Ancora una volta la Universal ricorre alla celeberrima squadra di “mostri” che ne hanno fatto la fortuna al botteghino lungo un arco ammirevole di decenni. Con Demeter: Il Risveglio di Dracula tocca ancora una volta a Dracula, più precisamente a quello che il vampiro ha fatto all’equipaggio della nave che lo ha trasportato dalla Transilvania a Londra, come racconta anche il romanzo originale di Bram Stoker.

Demeter: Il Risveglio di Dracula, l’idea

L’idea di partenza di questa nuova prospettiva non è affatto male: relegare il mostro e le sue azioni all’interno di un’unità di luogo ben precisa e soprattutto costruita a livello estetico con evidente coerenza. Il veliero dove si svolge il 99% dell’azione dell’horror di André Øvredal – di lui avevamo ammirato il notevole the Autopsy of Jane Doe, imbastito secondo la stessa idea di unità di setting – è a conti fatti un altro protagonista del film, con i suoi angoli oscuri e le assi di legno scricchiolanti. Qui si consuma un gioco al massacro perpetrato dal vampiro che, al contrario dell’ambientazione, poco o nulla possiede di efficace.

La sceneggiatura si rivela infatti la parte nettamente più fragile dell’operazione, in quanto affianca ad alcuni spunti potenzialmente interessanti una serie quasi sterminata di banalità intrinseche al genere stesso, gettando i protagonisti/vittime in un costante labirinto di scelte insensate ed errori di valutazione che proprio non sembrano appartenere a figure delineate con saggezza e presenza di spirito. Per rendere credibili personaggi che mai o quasi sembrano pensare a fare la cosa maggiormente sensata servivano attori in grado di eclissare tale mancanza, e il cast di Demeter: Il Risveglio di Dracula non è a questo livello, pur contando su almeno un paio di caratteristi di livello come Liam Cunningham e David Dastmalchian. Meglio si muove Corey Hawkins dentro i panni dell’antagonista principale di Dracula, ovvero il dottor Clemens, anche perché il suo ruolo viene costruito su una backstory maggiormente sviluppata e in grado di sposare i discorsi che il film propone.

Qual è il problema dell’horror contemporaneo?

Passiamo ora ad analizzare un punto dolente dell’horror contemporaneo, un errore di valutazione oppure una strategia scelerata che questo genere sta troppo spesso adoperando, ovvero la rappresentazione del “mostro” come bestia che agisce prevalentemente seguendo i propri istinti violenti e animaleschi. Perché anche Dracula, uno dei personaggi più affascinanti, seducenti e per questo ancor più terrificanti, viene in questo caso ridotto a un pipistrello succhiasangue dalle fattezze vagamente antropomorfe? Cosa sta succedendo alla versione del “mostro” come rappresentazione metaforica delle zone oscure dell’essere umano, un “altro” che non si rivela poi così distante da noi stessi?

L’horror come specchio deformante della realtà e delle sue zone d’ombra ha sempre posseduto una potenza ideologica e metaforica che si rischia di perdere se non si torna a ridurre la distanza concettuale tra le parti in causa, se non si riprende a mostrare che buono e cattivo possono anche essere due facce della stessa medaglia. I contorni sfumati per un genere come questo sono terreno fertile per discorsi tutt’altro che retorici sul nostro presente…

Questa storia zeppa di ovvietà e insensatezze rovina un film la cui messa in scena è invece notevole: Øvredal conferma di avere un occhio per nulla scontato per l’horror, riuscendo a trovare l’eleganza della forma nello sfruttamento quasi ossessivo dell’ambientazione. Il risultato diventa visivamente ricercato, un fattore che riesce ad entrare lo spettatore nel film anche a discapito della pochezza della trama. Anche il finale poi merita di essere promosso, nonostante sia in fin dei conti una riproposizione (decisamente meno riuscita) di quanto ammirato nella serie Netflix Midnight Mass, di gran  lunga la miglior produzione vista in questi anni quando si tratta di vampiri. Mentre per quanto riguarda Demeter: Il Risveglio di Dracula, potrebbe meritare la visione soltanto a patto di un enorme sforzo di sospensione dell’incredulità. Lo spettacolo meramente cinematografico c’è. E con esso poco altro…

TÁR con Cate Blanchett in prima tv su SKY e NOW

0
TÁR con Cate Blanchett in prima tv su SKY e NOW

Arriva la storia della controversa compositrice e direttrice d’orchestra Lydia Tár: TÁR, pellicola firmata da Todd Field con protagonista una strepitosa Cate Blanchett sarà in prima tv domenica 3 settembre alle 21.15 su Sky Cinema Due (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Drama), in streaming su NOW e disponibile on demand. 

Premiato con la Coppa Volpi 2022 per la Migliore Interpretazione Femminile e il Golden Globe 2023 per la Miglior Attrice in un Film Drammatico – entrambi a Cate Blanchett – e candidato a sei Premi Oscar, tra cui quelli per Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attrice Protagonista, il film vede nel cast anche Noémie Merlant, Nina Hoss, Sophie Kauer, Julian Glover, Allan Corduner e Mark Strong.

La trama TÁR

Dal regista, scrittore e produttore Todd Field arriva TÁR, con Cate Blanchett nel ruolo di Lydia Tár, la rivoluzionaria direttrice di una delle principali orchestre tedesche. Incontriamo Tár all’apice della sua carriera, impegnata sia nella presentazione di un libro che in un’attesissima esibizione dal vivo della Quinta Sinfonia di Mahler. Nel corso delle settimane che seguono, la sua vita comincia a disfarsi di fronte alle problematiche attuali. Il risultato è uno scottante esame del potere, del suo impatto e della sua solidità nella società odierna.

TÁR fa parte anche della programmazione speciale FILM DA LEONI, che, in occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si svolgerà dal 30 agosto al 9 settembre, proporrà in prima e seconda serata su Sky Cinema Due, negli stessi giorni,16 film premiati nelle precedenti edizioni. Oltre a TÁR sarà proposto SPENCER, presentato in concorso a Venezia 78, in onda giovedì 31 agosto alle 21.15, per rendere omaggio a Lady Diana nel giorno della scomparsa.

Inoltre, l’adattamento del romanzo di Jack London MARTIN EDEN; PADRENOSTRO, storia ispirata alla vita del regista Claudio Noce, con Luca Marinelli, premiato con la Coppa Volpi nel 2019, e con Pierfrancesco Favino, anche lui vincitore della Coppa Volpi nel 2020; e ancora la pellicola che ha fatto ottenere al regista Luca Guadagnino il Leone d’argento 2023, BONES AND ALL con la vincitrice del Premio Mastroianni 2023 Taylor Russell, Timothée Chalamet e Mark Rylance; il film di Roman Polanski, vincitore del Gran Premio della Giuria 2019, L’UFFICIALE E LA SPIA con Jean Dujardin e Louis Garrel; il musical di Damien Chazelle LA LA LAND con Ryan Gosling ed Emma Stone, premiata con la Coppa Volpi 2016 e vincitore di sei Oscar®; il film di Darren Aronofsky, Leone d’oro a Venezia 2008, THE WRESTLER con Mickey Rourke; PIETÀ, il dramma di Kim Ki-duk, vincitore del Leone d’oro 2012; e SOMEWHERE di Sofia Coppola (Leone d’oro 2010).

E poi PHILOMENA con Judi Dench (miglior sceneggiatura 2013); THE MASTER (Leone d’argento 2012 a Paul Thomas Anderson e Coppa Volpi a Joaquin Phoenix); I FIGLI DEGLI UOMINI di Alfonso Cuarón (premio Osella 2006 per la miglior fotografia); L’ASSASSINIO DI JESSE JAMES PER MANO DEL CODARDO ROBERT FORD (Coppa Volpi 2007 a Brad Pitt); MARE DENTRO (Leone d’argento 2004 e Coppa Volpi a Javier Bardem); IL PAPÀ DI GIOVANNA (Coppa Volpi 2008 a Silvio Orlando); e QUEI BRAVI RAGAZZI (Leone d’argento 1990 a Martin Scorsese).

The Ferragnez: Sanremo Special, il trailer

0
The Ferragnez: Sanremo Special, il trailer

Prime Video ha annunciato oggi la data di uscita e svelato il trailer ufficiale dello show non-fiction Original italiano The Ferragnez: Sanremo Special, un episodio speciale che segue l’imprenditrice digitale e icona della moda Chiara Ferragni nella sua avventura come co-conduttrice al 73° Festival di Sanremo, tra lezioni di public speaking, fitting d’alta moda, nuove esperienze e paura da palcoscenico. The Ferragnez: Sanremo Special è prodotto da Banijay Italia per Amazon Studios e debutterà in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo il prossimo 14 settembre.

The Ferragnez: Sanremo Special, il trailer

La settimana del Festival di Sanremo sta per cominciare. Chiara, dopo essersi preparata per mesi, è pronta per la sua prima esperienza come co-conduttrice televisiva del Festival di Sanremo. L’imprenditrice racconta i lunghi mesi di lavoro necessari per calcare un palco così importante. Anche Fedez è nella “città dei fiori”, il seguitissimo podcast Muschio Selvaggio approda a Sanremo, ma non è l’unico impegno lavorativo che lo vede coinvolto durante la settimana del Festival. Infine, un inaspettato colpo di scena scombina l’equilibrio della coppia che si confronta su passato e futuro. L’unico modo per scoprire davvero il dietro le quinte della vicenda sarà vedere l’episodio speciale.

La giovane coppia più celebre del panorama contemporaneo, ribattezzata i Ferragnez, è seguita da milioni di follower su Instagram. Chiara Ferragni è imprenditrice digitale e icona della moda con oltre 29 milioni di follower su Instagram, incoronata da Forbes “Most Powerful Fashion Influencer” a livello globale; Fedez è un imprenditore e artista poliedrico con all’attivo oltre 86 dischi di platino e più di 14,7 milioni di follower su Instagram, già protagonista di Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo S1 e host del grande successo LOL: Chi ride è fuori. Grazie alle due stagioni dello show docu-reality Original The Ferragnez – La serie, pubblico e fan hanno imparato a conoscerli oltre i social, grazie ad un accesso esclusivo al dietro le quinte della loro quotidianità in un periodo speciale e straordinario della loro vita insieme.

Maïwenn, i tre volti della regista di Jeanne du Barry – La favorita del Re

Maïwenn ha lasciato un segno indelebile nel mondo del cinema francese. Anche se la maggior parte del pubblico e dell’industria americana l’ha conosciuta prevalentemente nel ruolo della seducente aliena canterina, Diva Plavalaguna, nel film di Luc Besson Il quinto elemento (1997), i suoi successivi sforzi come attrice, regista e sceneggiatrice hanno indiscutibilmente eclissato questo piccolo ruolo interpretato da adolescente. Negli ultimi dieci anni, ha diretto e sceneggiato un cortometraggio e ben quattro lungometraggi. La duttilità che Maïwenn ha messo al servizio della Settima Arte ne hanno messo in evidenza il talento e la sua intuizione per la creazione di storie e sequenze magistrali, dove ritmo narrativo e fluidità dell’immagine si intersecano.

Tra i suoi film più recenti, Polisse (2011) e Mon roi – il mio re (2016) le sono valsi il plauso della critica e una moltitudine di candidature molto ambite, tra cui il Gran premio della giuria al Festival di Cannes, il César per il miglior film, la migliore regia e la migliore sceneggiatura. Con il suo ultimo film, Jeanne du Barry – La Favorita del Re in uscita nelle sale italiane dal 30 agosto grazie a Notorious Pictures, ripercorriamo la carriera di Maïwenn, i momenti fondanti del suo percorso artistico e la svolta che l’ha vista dedicarsi anche alla sceneggiatura e alla regia.

ATTRICE

Maïwenn è stata sotto i riflettori per la maggior parte della sua vita: la sua infanzia è stata segnata dalla presenza della madre, l’attrice e giornalista di origine cabila Catherine Belkhodja, che spingeva affinché la figlia diventasse una star del cinema: “non aveva fatto carriera e la voleva attrice a tutti i costi”, ricorda l’agente Myriam Bru. Nel 1981, all’età di 5 anni, fa la sua prima apparizione sul grande schermo in L’anno prossimo se tutto va bene (1981) di Jean-Loup Hubert. A 7 anni, interpreta il ruolo di Isabelle Adjani da bambina in L’estate assassina (1983) di Jean Becker. In Lacenaire (1990), accanto a Daniel Auteuil, interpreta Hermione, personaggio che condivide con la sorella minore Isild Le Besco. Il primo ruolo importante di Maïwenn è stato in La Gamine, in cui ha interpretato un’adolescente turbolenta, al fianco di Johnny Hallyday nel 1992. A 15 anni incontra il regista Luc Besson, con cui si fidanza e che la inserisce nel cast di Léon e Il quinto elemento (1996). Maïwenn, all’epoca appena sedicenne, rimane incinta e il fatto suscita non poche polemiche in Francia. Dopo la fine del matrimonio con Besson, abbandona momentaneamente la carriera di attrice. Durante questo periodo, è apparsa solo in un ruolo di supporto in The Perfect Killer (1994). Incoraggiata dalla sua insegnante di teatro Corine Blue a fare un’improvvisazione su sua madre durante una lezione, si è imbarcata poi nella scrittura di un one-woman show in gran parte autobiografico, Le Pois chiche, che ha portato in scena al Café de la Gare e il cui successo tra pubblico e critica ne sancisce il ritorno anche sul grande schermo. Nel 2023, Maïwenn è finalmente pronta a tornare al cinema, interpretando una delle eroine dell’acclamato film horror Alta tensione di Alexandre Aja, accanto a Cécile de France. Sedotto dalla sua forte personalità, Claude Lelouch le affida uno dei ruoli principali nel suo Les Parisiens (2004) e nel sequel dell’anno successivo, Le Courage d’aimer.

REGISTA

Seguito del suo one-woman show e del suo cortometraggio I’m an actress (in cui ha diretto la propria figlia Shanna Besson nel 2004), Pardonnez-moi, il primo lungometraggio di Maïwenn, è uscito nel 2006. In questo ritratto di famiglia, che ha tutte le caratteristiche di un Festen – Festa in famiglia (1998) alla francese, l’attrice-regista confonde maliziosamente i confini tra realtà e fantasia.  Il film le ha fatto guadagnare il premio come miglior promessa femminile e la migliore opera prima ai César 2007. In un’ottica altrettanto personale, nel 2009 realizza il suo secondo lungometraggio, Le Bal des actrices, una riflessione divertente e anticonformista sulle attrici e sui vari significati che la loro figura assume, commedia musicale che evidenzia l’eleganza di Maïwenn come regista. Il suo terzo film, quello che la consacra definitivamente come artista a tutto tondo è Polisse, in cui recita con Karin Viard, Marina Foïs e Joey Starr: un film sospeso tra documentario e fiction, resoconto molto realistico della vita quotidiana di una Brigade de Protection des Mineurs (Brigata di Protezione dei Minori) di Parigi. Con questo film, si è aggiudicata il Premio della Giuria al Festival di Cannes 2011 e il plauso del pubblico, dato che è stato un grande successo nei cinema francesi. Alla fine del 2015, esce il suo quarto film da regista, Mon Roi – il mio re, con Emmanuelle Bercot (premiata come migliore attrice al Festival di Cannes) e Vincent Cassel nei ruoli principali, che segue una tumultuosa storia d’amore tra due personaggi che si amano e si distruggono a vicenda. In seguito, è tornata davanti e dietro la macchina da presa per DNA – le radici dell’amore (2020), in cui interpreta Neige, una madre divorziata di tre figli che va regolarmente a trovare Émir, suo nonno algerino che vive in una casa di riposo. Neige adora e ammira questo pilastro della famiglia, che l’ha cresciuta e soprattutto protetta dalla tossicità dei suoi genitori: ma i rapporti tra i numerosi membri della famiglia sono complicati e ci sono molti rancori. Infine, nel 2023, esce il suo sesto film, Jeanne du Barry – La favorita del Re, che ha l’onore di essere presentato all’apertura del Festival di Cannes. Questa prima incursione di Maïwenn nel film in costume racconta la storia vera di Jeanne, una giovane proletaria divenuta la favorita del re Luigi XV, interpretato da Johnny Depp e la scandalosa relazione tra i due.

SCENEGGIATRICE

La carriera da sceneggiatrice di Maïwenn è iniziata parallelamente a quella di regista: è stata, infatti, sceneggiatrice del suo cortometraggio e di tutti i suoi film, più un’aggiunta seriale “Paris, etc” e il film Les Miens (2022), diretto da Roschdy Zem e in cui recita anche. Già dal corto I’m an actrice (2004) e dall’esordio al lungometraggio Pardonner-moi inizia a emergere la tendenza di Maïwenn a intendere l’auto-fiction come veicolo prediletto per l’autoanalisi, tramite cornici da psicodrammi incredibilmente affascinanti. Il nucleo familiare diviene colonna portante della sua scrittura, dagli albori fino all’appena citato Les Miens, presentato in concorso al Festival di Venezia 2022. Un film praticamente agli antipodi rispetto all’esplorazione sopra le righe del trauma infantile e allo studio sul personaggio di un’attrice narcisista: qui, Maiwenn si avvale di una penna chiara e sobria, che si concentra in modo particolare e appropriato sugli attori e sulle loro emozioni, permettendo agli spettatori di entrare direttamente in empatia con i personaggi e al film di avere un impatto intimo sul pubblico.

Importante menzione è poi la serie televisiva Paris, etc., creata da Zabou Breitman nel 2017 per Canal+, ritratto al contempo divertente ed emozionante di cinque donne che vivono nella Parigi di oggi: Marianne, Mathilde, Nora, Allison e Gil e che testimonia l’attenzione di Maïwenn per il punto di vista, incontrovertibilmente femminile. Lavoro, quello sulla prospettiva femminile molteplice ed esaminata in tutte le sue varianti e variabili già da Le Bal des actrices esperimento dialogico e metacinematografico, in cui lo spettatore viene messo alla prova intellettualmente cercando di capire i diversi punti di vista, oggettivi e soggettivi, utilizzati dalla regista. Dalla sperimentazione formale e di scrittura, Maïwenn è passata allo spaccato di realismo efficacemente drammatizzato di Polisse, che cattura le brutture delle squadra di protezione dei minori della polizia di Parigi, mantenendo un certo grado di libertà nel racconto, prediligendo un tipo di narrazione essenzialmente patchwork, seppur molto precisa. Con il suo naturalismo crudo e grintoso e la sua immediatezza, rifugge dalle formule stantie dei procedural televisivi: la struttura episodica sciolta, il vivido mix di personaggi e il realismo in stile cinema verité hanno conquistato gran parte della critica. Infine, Maïwenn si è buttata a capofitto in due storie d’amore, una ambientata nel passato e l’altra che si snoda nel presente. Con Mon Roi – il mio re ha abbracciato il  dramma relazionale, imbastendo un discorso molto rilevante sul ribaltamento dei ruoli di genere oggigiorno. Il film è imprevedibile, caotico e familiare, proprio come i personaggi che ospita, proprio come l’amore e la vita che consumano Tony e Georgio. Infine, con Jeanne du Barry – La favorita del re, la penna di Maïwenn rielabora il dramma storico per consegnare al pubblico il ritratto di un’eroina femminista, sulla stregua del Maria Antonietta di Sofia Coppola.

Sick of myself: il trailer del film in sala dal 28 settembre

0
Sick of myself: il trailer del film in sala dal 28 settembre

WANTED CINEMA porterà nelle sale italiane dal 28 settembre il film Sick of myself, il folgorante lungometraggio d’esordio scritto, diretto e montato dall’artista norvegese Kristoffer Borgli (che in seguito ha realizzato anche Dream Scenario).

Dopo l’anteprima mondiale nella sezione Un Certain Regard all’ultimo festival di Cannes, Sick of myself, an unromantic comedy, propone al pubblico italiano una commedia sentimentale particolare, con un concept elegante ed estremo allo stesso tempo. Un film atipico e originale che ha destato interesse di pubblico e critica, completamente girato in 35 mm. La talentuosa protagonista, Kristine Kujath Thorp – nota per film e serie tv come Fanny (2018), Ninja Baby (2021), The North Sea(2021) The Promised Land (2023) – interpreta il personaggio di Signe, un’anonima cameriera che non esita a utilizzare un mezzo molto pericoloso per farsi notare dal mondo.

Il film è una anti-storia d’amore, tossica e disfunzionale, un’illuminante parabola contemporanea permeata di temi senza tempo quali il narcisismo e l’invidia. “Volevo realizzare una storia spiacevole nel modo più bello possibile”, racconta il regista, il tutto si è fortunatamente tradotto in un bellissimo ritratto di cose terribili”.

Sick of myself, la trama

Signe e Thomas vivono una relazione malsana, in costante competizione tra loro. Il tutto si incrina ancora di più quando Thomas inizia ad affermarsi come artista contemporaneo. In tutta risposta, Signe si lancia in un disperato tentativo di attirare l’attenzione su di sé, anche a costo della sua salute.

Sick of myself sarà nei cinema dal 28 settembre con WANTED CINEMA.

Tutto chiede salvezza: al via le riprese della seconda stagione

0
Tutto chiede salvezza: al via le riprese della seconda stagione

Netflix annuncia l’inizio delle riprese della seconda stagione di Tutto chiede salvezza, la serie prodotta da Picomedia e diretta da Francesco Bruni, con protagonisti Federico Cesari (Daniele) e Fotinì Peluso (Nina). Grandi new entry come Drusilla Foer (Matilde), Valentina Romani (Angelica), Vittorio Viviani (Armando), a cui si aggiungono Samuel Di Napoli (Rachid) e Marco Todisco (Paolo).

Dopo il successo della prima stagione, liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, questa seconda stagione, in 5 episodi, offrirà un seguito inedito al romanzo, continuando a seguire le vite dei personaggi già conosciuti che si intrecceranno a quelle dei nuovi, tra il reparto di psichiatria e il mondo esterno.

Scritta da Francesco Bruni, Daniele Mencarelli e Daniela Gambaro, la serie vedrà il ritorno nel cast, oltre che di Federico Cesari (Daniele) e Fotinì Peluso (Nina), anche di Andrea Pennacchi (Mario), Vincenzo Crea (Gianluca), Lorenzo Renzi (Giorgio), Vincenzo Nemolato (Madonnina) e Alessandro Pacioni (Alessandro), che nella prima stagione condividevano la stanza nel reparto di psichiatria insieme a Daniele. Ricky Memphis (Pino), Bianca Nappi (Rossana) e Flaure BB Kabore (Alessia) tornano nei ruoli dell’infermiere e delle infermiere del reparto, mentre Filippo Nigro (Dott. Mancino) e Raffaella Lebboroni (Dott.ssa Cimaroli) in quelli dei medici della clinica. Lorenza Indovina (Anna), Michele La Ginestra (Angelo), Arianna Mattioli (Antonella), Giacomo Mattia (Giovanni), madre, padre, sorella e fratello di Daniele. Carolina Crescentini (Giorgia) è la mamma di Nina.

Tutto chiede salvezza: recensione della serie Netflix con Federico Cesari

Venezia 80: il Leoncino d’Oro arriva alla 35° edizione

Venezia 80: il Leoncino d’Oro arriva alla 35° edizione

Giunto alla 35ma edizione torna anche quest’anno, nell’ambito dell’80ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il LEONCINO D’ORO, uno dei Premi Collaterali più significativi.

Saranno tredici i giovani studenti, provenienti da diverse regioni d’Italia e selezionati grazie al lavoro annuale del “David Giovani”, chiamati a decretare il loro film preferito tra quelli presentati in Mostra che sarà assegnato l’8 settembre.

Per la loro attività di giurati, i giovani studenti appassionati di cinema oltre alla visione dei film durante la Mostra incontreranno di persona registi e attori con cui avranno la possibilità di confrontarsi e discutere direttamente.

Giunto alla sua 35ma edizione, il LEONCINO D’ORO è una delle attività promosse da AGISCUOLA per perseguire l’importante obiettivo di avvicinare i giovani al cinema, stimolando la partecipazione diretta di questo gruppo di giovani appassionati che potrà vivere “dal di dentro” l’esperienza di una delle manifestazioni cinematografiche più prestigiose.

Le associazioni coinvolte nel progetto Leoncino d’Oro lavorano nel corso dell’intero anno per offrire cultura visiva e cinematografica agli studenti italiani, il pubblico del futuro, e supportano l’idea di un sempre maggiore impegno, anche pubblico, nell’ambito educational e formativo.

Gli oceani sono i veri continenti gratis al cinema con Cinefilos.it

0

Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema, gratis, GLI OCEANI SONO I VERI CONTINENTI, presentato alle Giornate degli Autori 2023 e diretto da Tommaso Santambrogio, in uscita il 31 agosto distribuito in Italia da Fandango.

Ecco le città in cui sarà possibile partecipare alle anteprime:

ROMA 
 
CINEMA GREENWICH
giovedì 31 agosto – 10 biglietti
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
 
CINEMA LUX
giovedì 31 agosto – 10 biglietti
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
 
BOLOGNA
 
CINEMA ROMA
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
 
MILANO
 
CINEMA ARIOSTO
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
 
ANTEO PALAZZO DEL CINEMA
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti

I biglietti saranno validi per qualsiasi spettacolo dal 28 al 31 agosto e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando una email a [email protected]in cui andranno specificati il giorno in cui si intende utilizzare i biglietti e un secondo giorno alternativo nel caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di posto.

I biglietti dovranno essere richiesti improrogabilmente entro e non oltre il 31 agosto e non saranno prese in considerazioni eventuali richieste formulate successivamente alla suddetta data. L’oggetto della e-mail deve contenere il titolo del film.

NB: riceveranno risposta solo gli assegnatari dei biglietti.

Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui siti dei cinema.

È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.

I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un documento di identità.

Guarda il trailer di Gli oceani sono i veri continenti

Box office: Oppenheimer vince su Barbie!

0
Box office: Oppenheimer vince su Barbie!

Il box office del fine settimana appena concluso vede un ribaltamento della classifica, ormai molto stabile nell’ultimo mese: Barbie, primo da più di quattro settimane, scende a favore di Oppenheimer, nuovo primo classificato! La pellicola diretta dal noto regista Christopher Nolan (Tenet, Inception), un dramma storico focalizzato sulla figura di Oppenheimer stesso, è stata negli ultimi mesi oggetto di un grande dibattito mediatico insieme a Barbie. I due film, totalmente opposti come stile e tematiche, sono stati presentati nei cinema americani lo stesso giorno. Qui in Italia sembra che la sfida Barbeheimer la stia vincendo il dramma di Nolan, con un incasso di €2.061.328 nel suo primo week-end, a fronte di un totale di quasi 9 milioni di euro dalla sua prima uscita nelle sale italiane il 23 agosto.

Al secondo posto ritroviamo La casa dei fantasmi, riadattamento della nota commedia con Eddie Murphy del 2003, con un incasso di €315.491, su un totale di poco più di 1 milione di euro dalla sua uscita il 23 agosto.

Come terzo classificato ritroviamo Barbie, diretto da Greta Gerwig con Margot Robbie e Ryan Gosling nei panni dei protagonisti. La commedia, dopo più di un mese nei cinema, mantiene dei buoni risultati al box office, con un incasso di €234.112, su un totale che ha superato i 30 milioni di euro

Box office: il resto della classifica

Quarto e quinto classificato sono Shark 2- l’abisso, action movie che incassa €84.225 nel fine settimana, su un totale di 5 milioni dalla sua uscita il 3 agosto, e Blu Beetle, pellicola basata sul personaggio della DC Comics, con un guadagno di €70.909.

Al sesto e settimo posto ritroviamo Elemental, cartone Disney Pixar nei cinema dal 21 giugno, e Mastaney, pellicola indiana. Elemental incassa €59.489 su un totale che supera i 6 milioni e mezzo di euro, mentre Mastaney raggiunge un guadagno di €35.400. Si stabilisce all’ottavo posto I peggiori giorni, pellicola italiana diretta da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno, con un incasso di €30.245 nel week end.

Si stabiliscono negli ultimi due posti della classifica Box office Si alza il vento, pellicola animata prodotta dallo studio Ghibli, e La bella estate, film adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo dello scrittore Cesare Pavese. Si alza il vento incassa €28.847 nel fine settimana, mentre La bella estate raggiunge un guadagno di €21.829.

Paramount+ annuncia l’arrivo della terza stagione di DRAG RACE ITALIA

0

Paramount+ ha annunciato oggi la data di rilascio della terza stagione del contest per drag queen DRAG RACE ITALIA che sarà disponibile in esclusiva in Italia su Paramount+ e in tutti gli altri paesi su WOW Presents Plus da venerdì 13 ottobre e ha presentato la key art con protagonisti i 4 giudici: la cantante Paola Iezzi e l’attore Paolo Camilli saranno i nuovi componenti della giuria che si aggiungeranno all’attrice Chiara Francini e alla Drag Queen Priscilla – anche conduttrice del programma – che tornano entrambe come giudici per questa attesissima stagione.

In DRAG RACE ITALIA le drag queen più agguerrite del Paese sono pronte a mettere alla prova il loro carisma, la loro unicità e il loro talento nella gara per essere incoronate “Italia’s Next Drag Superstar “.

RuPaul’s Drag Race, il reality show più popolare della storia con 27 Emmy® Awards, è prodotto da MTV Entertainment Studios e dalla media company World of Wonder Production, vincitrice di un Emmy Award. La nuova stagione della versione italiana sarà prodotta da Ballandi.

La terza stagione di DRAG RACE ITALIA è l’ultima versione internazionale del franchise di successo DRAG RACE in anteprima quest’anno, dopo l’innovativo lancio di DRAG RACE MEXICO all’inizio di quest’anno. DRAG RACE BRASIL debutterà il 30 agosto su Paramount+, e più tardi lo stesso giorno su MTV in Brasile e America Latina. Il titolo sarà anche presentato in anteprima su WOW Presents Plus in tutto il mondo. I fan possono anche guardare in streaming DRAG RACE GERMANY il 5 settembre su Paramount+ in Germania, Austria e Svizzera e a livello globale su WOW Presents Plus in tutti gli altri paesi. Tutte le serie saranno prossimamente disponibili per lo streaming su Paramount+ anche negli Stati Uniti.

Il gladiatore 2: Paul Mescal conferma che il film renderà omaggio all’originale e a Russell Crowe

0

L’attesissimo Il gladiatore 2 di Ridley Scott è una delle tante produzioni attualmente sospese a causa degli scioperi di WGA e SAG. Il film avrà come protagonista Paul Mescal, che assumerà il ruolo di Lucius, mentre gli attori originali di Il gladiatore Connie Nielsen (Lucilla) e Djimon Hounsou (Juba) riprenderanno i rispettivi ruoli. Naturalmente, in quanto morto alla fine del precedente film il Massimo di Russell Crowe non farà parte del film. Tuttavia, Mescal ha recentemente parlato con Esquire e ha anticipato che il film renderà omaggio al primo film e all’attore nonostante non abbia ancora avuto modo di parlare con Crowe.

Non so di cosa parleremmo. Ad esempio, mi piacerebbe ascoltare le sue storie dalle riprese, ma il personaggio è, come, totalmente separato“, ha spiegato Mescal. “Non posso parlarne”, ha poi risposto Mescal quando gli è stato chiesto se Lucius fosse un gladiatore nel film. “Non posso dirvi quanto sia stressante parlare di quel film in particolare, perché è sicuramente il più grande che abbia mai fatto. Mi sento davvero emozionato, ma è difficile allontanarsi un po’ dall’eredità del film originale. Penso che sia davvero ben scritto e renda omaggio al primo, ma è davvero qualcosa in cui penso di poter entrare e sentirmi a mio agio“.

Il gladiatore 2, tutto quello che sappiamo sul film

Come ormai noto, un sequel di Il gladiatore (attualmente noto solo come Il gladiatore 2) è a tutti gli effetti in lavorazione, con Ridley Scott che torna alla regia del film che vedrà protagonista Paul Mescal nei panni di Lucius, ma anche il ritorno di Connie Nielsen nei panni di Lucilla e Djimon Hounsou in quelli di Juba. Vi sono però anche gli ingressi del premio Oscar Denzel Washington, la star di The Mandalorian Pedro Pascal e l’attore di Stranger Things Joseph Quinn. Fred Hechinger ricopre invece il ruolo dell’imperatore Gela, ottenuto dopo che Barry Keoghan ha dovuto rinunciarvi per via di altri impegni. Fanno poi parte del cast anche la star di Moon Knight, May Calamawy e Derek Jacobi, che riprenderà il ruolo di Gracchus dal primo film.

Al momento non sono noti dettagli sulla trama, ma è possibile immaginare che tra Lucius, il figlio dell’amante di Massimo, Lucilla, e Geta possa generarsi uno scontro al pari di quello tra Massimo e Commodo visto nel primo film. Non resta dunque che attendere che le riprese di Il gladiatore 2 abbiano inizio, così da poter ricevere maggiori dettagli a riguardo come anche le prime foto in costume dei protagonisti. Ricordiamo che Russell Crowe non sembra essere coinvolto in alcun modo nel progetto, specialmente alla luce del fatto che il suo Massimo moriva al termine del primo film. Ad ora, questo sequel è atteso in sala per il 2024.

Fantastici Quattro: Ebon Moss-Bachrach potrebbe interpretare La Cosa!

0

I Marvel Studios devono ancora fare un annuncio riguardo al cast del film Fantastici Quattro, ma si ritiene che, anche se non ci sono le conferme ufficiali, almeno un paio di ruoli principali siano stati ufficialmente assegnati. L’ultima volta che sono emerse novità a riguardo, Vanessa Kirby (Mission: Impossible – Dead Reckoning) è stata data come certa come Sue Storm, mentre si dice che Joseph Quinn (Stranger Things) sia vicino a firmare per interpretare suo fratello Johnny Storm.

Ci sono invece notizie contrastanti sugli attori in lizza per Reed Richards (Adam Driver potrebbe essere ancora un favorito), mentre arrivano alcune nuove informazioni su una (potenziale) scelta del cast per La Cosa. Precedenti rapporti avevano indicato che la Marvel stava cercando una precisa tipologia di attore per interpretare Ben Grimm, ovvero un uomo bianco sovrappeso. Nell’episodio di questa settimana del podcast Hot Mic, il co-conduttore Jeff Sneider ha affermato che la sua fonte potrebbe aver basato questo su vecchi concept art, mentre ora il favorito sarebbe Ebon Moss-Bachrach.

Sneider sembra abbastanza certo che la star della serie The Bear si sia unito al cast o lo potrebbe fare prossimamente. Con l’attuale sciopero degli attori, infatti, i casting sono al momento bloccati e ogni tipo di contrattazione è al momento sospesa. Bisognerà attendere che la soluzione si sblocchi prima di poter avere qualche certezza riguardo a FFantastici Quattro. Ad ora sappiamo solo che il film sarà diretto da Matt Shakman e scritto da Michael McCullers e Shane McGoey. Ad ora, il film è previsto al cinema per il 2 maggio 2025.

Rapunzel: la Disney vorrebbe Baz Luhrmann come regista dell’adattamento live action

0

Il lungometraggio d’animazione del 2010 Rapunzel – L’intreccio della torre, basato sulla fiaba tedesca Raperonzolo dei fratelli Grimm, è il 50° Classico Disney, nonché il 7º ad aver incassato di più nella storia, con un incasso totale di 591 milioni di dollari, ed è inoltre il film più costoso nella storia dei Classici Disney con un budget di 260 milioni. Si tratta dunque di uno dei più importanti film realizzati nello scorso decennio dalla Disney e non sorprende che lo studio voglia ora realizzarne un adattamento in live action, sulla base di quanto realizzato negli ultimi anni con molti altri dei propri Classici d’animazione.

Anche se non ci sono stati annunci ufficiali (e probabilmente non ci saranno finché gli scioperi non finiranno), nelle ultime settimane si è sentito parlare parecchio dei potenziali piani della Disney per tale remake e un nuovo rumor suggerisce ora il regista che lo studio vorrebbe alla guida del progetto. Secondo l’insider Daniel Richtman, niente meno che Baz Luhrmann (Elvis, Il grande Gatsby, Moulin Rouge) sarebbe il regista in cima alla lista delle preferenze. Richtman ha inoltre ribadito anche una recente voce secondo cui Florence Pugh sarebbe la favorita ad interpretare il ruolo principale di Rapunzel.

Sebbene Richtman sia solitamente una fonte abbastanza affidabile, è però bene notare che la sua dichiarazione è stata smentita da un altro noto insider del settore, Jeff Sneider, il quale sostiene che Luhrmann non sarà il regista del film. Vale però la pena notare che Richtman non ha mai detto che Luhrmann avesse effettivamente firmato per dirigere, ma solo che la Disney lo sta tenendo in considerazione per tale compito. Non è dunque da escludere che, con un colpo di scena, l’accordo possa effettivamente concretizzarsi, portando Luhrmann alla regia del film, che potrebbe nelle sue mani assumere un’aspetto inedito e ben distinto rispetto agli altri remake in live action della Disney.

Dune: Parte Tre, Denis Villeneuve vuole realizzare un terzo film

0
Dune: Parte Tre, Denis Villeneuve vuole realizzare un terzo film

Mentre è ufficiale che Dune: Parte Due uscirà non più a novembre di quest’anno bensì nel marzo del 2024, il regista Denis Villeneuve sta riflettendo sui piani futuri per l’universo di Dune dopo che questo nuovo film sarà uscito in sala. Dopo il trionfo di Dune del 2021, l’acclamato regista aveva infatti rivelato la sua aspirazione a portare più storie dell’universo di Frank Herbert sul grande schermo. In un’intervista con Empire Magazine, il regista ha ora nuovamente lasciato intendere che la possibilità di un Dune: Parte Tre, terzo capitolo della sua epica saga di adattamento di Dune, non è del tutto fuori discussione.

Se avessero luogo ulteriori sviluppi, il potenziale progetto sarebbe basato su Dune Messiah, il seguito diretto del romanzo originale di Herbert. Discutendo la potenziale trama, Villeneuve ha osservato: “Dune Messiah è stato scritto in reazione al fatto che le persone percepivano Paul Atreides come un eroe, che non era quello che voleva fare. Il mio adattamento è più vicino alla sua idea che in realtà sia un avvertimento”. Citando un calo della qualità dei romanzi successivi, ha chiarito che se Dune: Parte Tre dovesse realizzarsi, segnerà sicuramente la fine della trilogia prevista: “Dopodiché i libri diventano più… esoterici”.

Il co-sceneggiatore di Dune: Parte Due Jon Spaihts aveva anche menzionato nel marzo 2022 che Villeneuve aveva piani per un terzo film e una serie spin-off televisiva. Sebbene la visione del regista sia entusiasmante, la realizzazione di un terzo film dipenderà dell’accoglienza al botteghino di Dune: Parte Due, così come dalla società di produzione, Warner Bros. Pictures, di procedere o meno con il progetto. Al di là del grande schermo, anche i piani per una serie HBO Max, Dune: The Sisterhood, rimangono incerti. Non resta dunque che attendere l’arrivo di Dune: Parte Due per scoprire se realmente Villeneuve riuscirà a portare a termine la trilogia che ha in mente.

Dune: Parte Due, tutto quello che sappiamo sul film

Dopo gli eventi del primo capitolo, Dune: Parte Due ritrova Paul Atreides, unitosi ora a Chani e ai Fremen e in cerca di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia e tutto ciò che conosceva del suo mondo. Una guerra contro il malvagio barone Vladimir Harkonnen, e di conseguenza contro l’imperatore Shaddam IV, è dunque inevitabile. In preparazione a questa, Paul rafforzerà il suo rapporto con Chani, farà la conoscenza della principessa Irulan Corrino, figlia dell’Imperatore, e conoscerà profondamente lo spirito del deserto proseguendo la sua strada come “Mahdi” il messia profetizzato dal popolo del deserto, andando dunque incontro al proprio destino.

Diretto dal visionario regista Denis VilleneuveDune: Parte Due vanta un cast composto da Timothée Chalamet (Chiamami col mio nome), nei panni di Paul Atreides, e Zendaya (Spider-Man: No Way Home), in quelli di Chani.Oltre ai due attori poc’anzi citati, nel film recitano anche Rebecca Ferguson (Mission: Impossible – Dead Reckoning), il premio Oscar Javier Bardem (No Country for Old Men, Being the Ricardos), il candidato all’Oscar Josh Brolin (Avengers: Endgame), Stellan Skarsgård (Avengers: Age of Ultron) e Dave Bautista (Thor: Love and Thunder).

Fanno inoltre il loro ingresso nel sequel Dune: Parte Due anche Austin Butler (Elvis, C’era una volta… a Hollywood) nei panni del famigerato Feyd Rautha e il premio Oscar Christopher Walken (Il cacciatore, Prova a prendermi) nei panni dell’Imperatore. Florence Pugh (Black Widow, Piccole donne), Léa Seydoux (Crimes of the Future) e Souheila Yacoub (la serie No Man’s Land, Climax) completano infine l’ampio cast nei panni rispettivamente della principessa Irulan, figlia dell’Imperatore, Lady Margot, amica stretta di quest’ultimo, e Shishakli, guerriera dei Fremen.

Oppenheimer: i dettagli più sorprendenti del dietro le quinte del film

Uno degli aspetti più affascinanti della produzione di un film sono i dettagli che si celano nei dietro le quinte. È lì che si ha la dimostrazione della bravura e dell’impegno svolto da tutti i comparti tecnici, ivi compreso il regista. Nel caso dell’Oppenheimer di Christopher Nolan sono tante le curiosità riguardanti i behind the scenes che meritano di essere svelate, e molte ruotano attorno alla costruzione di alcune scene straordinarie, come ad esempio quella della detonazione della bomba, che dimostrano come il regista londinese, ancora una volta, riesca a sfidare le convenzioni e gli standard cinematografici, sottolineando così l’eccellenza del suo lavoro. Scopriamo perciò insieme quali sono i particolari più interessanti del dietro le quinte di Oppenheimer.

La detonazione della bomba è reale

Oppenheimer

Una delle sequenze più suggestive e al contempo spaventose di Oppenheimer è la detonazione della bomba atomica, che avviene durante il Test Trinity. Quello è fra i momenti più significativi del film, nel quale lo spettatore si rende conto delle conseguenze che tale ordigno provocherà. Christopher Nolan, che in questo suo nuovo lavoro si è spinto davvero oltre il limite, ci teneva che l’esplosione fosse ripresa senza CGI, per poter essere bella e terrificiante allo stesso modo. Ecco perché, per ottenere tale effetto, il regista londinese ha scelto di farne esplodere una reale, solo più piccola, usando una miscela di benzina, petrolio, polvere di alluminio e razzi di magnesio per produrre la luce accecante, il fuoco e l’effetto fungo tipico di una bomba atomica, il tutto sfruttando la prospettiva forzata per dare alla detonazione un senso di scala.

Nessuna ripresa in CGI

Oppenheimer Cillian Murphy

Quando Oppenheimer ha cominciato ad essere promosso, fra le cose più sorprendenti che si sono sentite, in particolar modo attraverso interviste a Nolan, è il fatto che non ci siano riprese in CGI . La notizia ha suscitato una – scontata – sorpresa, tanto che il pubblico ne ha aspettato l’uscita proprio per poterne vedere il risultato. Attenzione: non significa, però, che il film non ne contenga affatto, ma che invece non c’è una sola inquadratura che sia interamente realizzata in CGI. Ad ogni modo, questa scelta non è stata per niente facile, se si considera che è molto più semplice la visualizzazione, ad esempio, delle particelle atomiche con l’uso della computer grafica. Nella produzione del film, sono state create grazie ad una commistione di VFX e riprese pratiche che conferiscono ai momenti un peso reale.

David Bowie ha ispirato il look di Oppenheimer

cillian-murphy-oppenheimer-

Una delle carte vincenti di Oppenheimer, come è stato detto più volte, è il cast. Cillian Murphy, che interpreta il padre della bomba atomica, ha regalato al pubblico una performance impeccabile, per non dire da brividi. La sua presenza si sente tutta, e a contribuire al suo fascino c’è il look scelto per lui, che lo fa distinguere da tutti gli altri fisici presenti nel film (che sono tanti). Da quel che si apprende, Nolan ha usato David Bowie come fonte di ispirazione per l’aspetto dello scienziato e, in base a quanto riporta Vulture, il regista inviava a Murphy foto della rockstar negli anni ’70, “quando era così magro e un po’ emaciato ma aveva questi meravigliosi abiti su misura con i pantaloni, che erano la silhouette di Oppenheimer“.

Attori e… tagli di stipendi

Robert Downey Jr. in Oppenheimer

Una situazione molto curiosa dei behind the scenes di Oppenheimer è quella che hanno vissuto Emily Blunt, Robert Downey Jr. e Matt Damon. Nonostante per il film siano stati investiti ben 100 milioni di dollari, i soldi non sono bastati per pagare a dovere ed equamente un cast di quella portata. I tre sopracitati, si sa, sono attori di un certo livello, e il loro cachet è sempre stato molto alto in altre produzioni. Nonostante questo, si apprende da Variety che il desiderio di lavorare con Christopher Nolan ha incoraggiato queste star a ridurre il loro stipendio. L’importante era… esserci. E alla fine possiamo dire che hanno fatto bene.

Una nuova pellicola IMAX

Oppenheimer set Christopher Nolan
Cillian Murphy e Christopher Nolan sul set di OPPENHEIMER. © Universal Pictures.

Quando pensiamo a Christopher Nolan e alla sua recente filmografia, una delle prime cose che ci vengono in mente è il suo utilizzare la tecnologia IMAX. In questo modo lo spettatore ha una visione davvero molto ampia del minuzioso lavoro svolto dal regista, il che ne alza anche di molto l’asticella. Nel caso di Oppenheimer questa tecnologia nelle scene in bianco e nero non si poteva utilizzare, in quanto le pellicole IMAX per il b/n non esistevano. Nolan, però, non voleva scendere a compromessi, perché uno di questi sarebbe stato rinunciare o all’IMAX o alla scala di grigi, e così, secondo quanto riporta Collider, ha chiesto al produttore di pellicole Kodak di sviluppare la prima pellicola in bianco e nero per IMAX. Con questo, Christopher Nolan ci conferma di essere uno dei più grandi registi che la storia del cinema abbia mai avuto.

Oppenheimer e la copia IMAX più grande mai realizzata

Oppenheimer Christopher Nolan
Christopher Nolan sul set di OPPENHEIMER. © Universal Pictures.

Se ancora non è chiaro, continuiamo a ribadirlo: Christopher Nolan, per Oppenheimer, si è spinto davvero al limite, realizzando l’impossibile. Quando il film è uscito, il regista ha voluto mostrare sul web la copia IMAX di Oppenheimer, che risulta essere la più grande mai realizzata. La bobina è lunga quasi 13 chilometri e pesa circa 300 chilogrammi, e questo ovviamente fa sì che la risoluzione delle immagini sia altissima, oltre ad avere chiarezza e profondità eccellenti. Secondo quanto riporta Collider, Nolan ha detto che il proiettore ha raggiunto il suo limite assoluto con Oppenheimer, poiché il suo braccio non può fisicamente sopportare altro peso.

La battuta non scritta sull’attentato a Kyoto

Oppenheimer

Oppenheimer è costellato di momenti tristi, riflessivi e anche strazianti. Uno di questi è racchiuso in un momento fuori campo, con un commento da parte di un personaggio secondario. Si tratta della scena in cui il Segretario alla Guerra degli Stati Uniti Stimson discute su quali città giapponesi sganciare la bomba e, prima di arrivare a Hiroshima e Nagasaki, questi esclude Kyoto dalla lista, poiché – dice – esserci stato in luna di miele con la moglie. Questo stralcio è uno dei più agghiaccianti, e ciò che fa raggelare il sangue è il fatto che sia davvero accaduto nella realtà. Nolan ha in seguito affermato che la battuta è stata suggerita dall’attore che interpretava il Segretario, il quale era venuto a conoscenza di questa infelice espressione mentre faceva alcune ricerce sul personaggio che avrebbe dovuto interpretare.

Robert Pattinson ha ispirato Oppenheimer

Robert Pattinson film

All’inizio non si sapeva cosa avesse spinto Christopher Nolan a sviluppare un film sul padre della bomba atomica. Adesso, invece, lo sappiamo. A quanto pare il regista londinese si è lasciato ispirare da Robert Pattinson, il quale gli regalò un libro di discorsi di Oppenheimer verso la fine della produzione di Tenet, pellicola in cui l’attore partecipò. Attraverso quelle letture, Nolan fu colpito dalla figura di Oppenheimer talmente tanto, che iniziò a farsi strada l’idea di produrne un biopic. Alla fine, pur volendo inserire Pattinson nel film poiché era grazie a lui che il progetto stava nascendo, il regista non è riuscito a farlo partecipare, in quanto l’attore era al periodo molto richiesto.

Gran parte della sceneggiatura è in prima persona

Oppenheimer Cillian Murphy

Un’altra rivelazione affascinante, di cui si ha notizia tramite la rivista The Hollywood Reporter, riguarda la stesura della sceneggiatura di Oppenheimer. A quanto pare, Nolan ha infranto l’ennesima convenzione, questa volta inerente allo script: molti blocchi sono scritti in prima persona. La spiegazione non ha tardato ad arrivare: il regista ha infatti spiegato che l’ha usata per aiutare a differenziare le linee temporali della sceneggiatura, e perciò tutto ciò che nel film si svolge dalla prospettiva di Oppenheimer è raccontato così. Nel film, tale distinzione è palesata attraverso la gradazione dei colori. Ricordiamo che le scene in bianco e nero non sono dalla prospettiva del fisico.

Cillian Murphy ha quasi interpretato il fisico in uno show

Oppenheimer

Lo abbiamo detto all’inizio: Cillian Murphy, con Oppenheimer, si è davvero superato. Non sorprende perciò che abbia ricevuto molte critiche positive e una serie di elogi. Oltre ad avvicinarsi molto a livello fisico al padre della bomba atomica, l’attore è riuscito anche, in maniera magistrale, a trasmettere tutto il pathos e i sensi di colpa che in vita il fisico provò, e che si racchiudono nella frase che lui stesso pronunciò ad un certo punto, ossia l’essere diventato il distruttore di mondi. C’è però un dettaglio che probabilmente molti non sanno: non è la prima volta che Murphy viene preso in considerazione per interpretare Oppenheimer. Nel 2014, la serie Manhattan, la quale parlava della creazione della bomba atomica, presentava lo scienziato nucleare come personaggio secondario. Secondo il creatore della serie, Sam Shaw “Volevamo che Oppenheimer […] si sentisse alieno, o altro, in qualche modo. Al mille per cento, Cillian Murphy era su quella lista“.

Gears of War, Zack Snyder è interessato a dirigere il film per Netflix

0

Il regista Zack Snyder ha rivelato il suo interesse nel realizzare un film su Gears of War, ma il creatore originale ha posto una condizione. I piani per un adattamento live-action del popolarissimo franchise di videogiochi Gears of War, il quale ha avuto inizio con il gioco originale del 2006, erano iniziati già nel 2007, quando New Line Cinema fu la prima ad acquistare i diritti del gioco. Dopo essere passato per più mani, Netflix è stato l’ultimo a puntare a trasformare i videogiochi in un film, annunciando che lo sceneggiatore di Dune Jon Spaihts avrebbe scritto la sceneggiatura all’inizio di quest’anno.

Durante una recente intervista con IGN, Snyder ha ora rivelato il suo potenziale interesse a dirigere un film su Gears of War o Halo, sebbene quest’ultimo abbia già avuto un adattamento in una serie televisiva Paramount+. Dopo aver appreso questa notizia, il creatore del gioco originale di Gears of War, Cliff Bleszinski, si è rivolto a Twitter per esprimere la sua approvazione, ma solo a condizione che Dave Bautista interpreti il personaggio centrale Marcus. Per fortuna, sembra non sia impossibile convincere Bautista ad accettare il ruolo, avendo egli già espresso il suo interesse a far parte del progetto.

Ecco invece quanto affermato da Snyder: “Beh, ce ne sono molti [di videogiochi]. Voglio dire, abbiamo parlato di un sacco di… Sai, Gears è sempre venuto fuori, più o meno nel nostro tipo di cerchia. Quindi, ero un fan del gioco, quindi, a pensarci bene, quello. Sono stato anche sempre interessato al franchise di Halo… Ovviamente lo hanno già realizzato, ma è stato qualcosa che ho sempre pensato potesse essere incredibile“. Dato che Netflix sta ora lavorando al progetto e che Snyder ha proprio con lo streamer un buon rapporto, per il quale ha già realizzato Army of the Dead e l’imminente Rebel Moon, è dunque molto probabile che venga scelto proprio lui a dirigere Gears of War.

District 10: Neill Blomkamp aggiorna sul sequel di District 9

0
District 10: Neill Blomkamp aggiorna sul sequel di District 9

In un’intervista con The Hollywood Reporter, a Neill Blomkamp è stato chiesto se la Sony sarebbe ancora legata al progetto District 10 se questo film accadrà prima o poi. Il regista ha confermato che la Sony sarà coinvolta, ma ha sottolineato di non sapere se il film verrà realizzato o meno, anche se ha ipotizzato che “probabilmente” verrà realizzato ad un certo punto. Sì, sarebbero legati a questo”, ha confermato Blomkamp. “Non so se verrà realizzato o meno. Non so nemmeno se voglio farlo adesso, ma prima o poi probabilmente verrà realizzato.

Quando l’intervistatore ha affermato che la risposta di Gran Turismo probabilmente aiuterà la possibilità che venga realizzato District 10, il regista ha concordato, affermando: “Sì, ha senso“. District 9 è uscito per la prima volta nel 2009 con un’accoglienza ampiamente positiva e ha finito per essere nominato per diversi premi. Un seguito era stato accennato più volte nel corso degli anni, con Neill Blomkamp e Sharlto Copley che avevano entrambi apparentemente scritto bozze per un potenziale District 10. Tuttavia da allora nulla si è mosso concretamente. Dunque non resta che aspettare ulteriori sviluppi.

In District 9 In Sudafrica, gli extraterrestri di un’astronave in avaria sono stati confinati in un ghetto gestito dalla criminalità. Quando un uomo, vicino ai piani alti, viene contagiato da un virus, esplode la guerra per ottenere il suo DNA.

Rebel Moon: tutti gli attori del DCU e MCU nel film di Zack Snyder

L’ultima epopea fantascientifica di Zack Snyder, Rebel Moon, vanta un cast all-star, con un sano mix di star del cinema e caratteristi che sono apparsi nell’universo dei supereroi Marvel o DC – o, in alcuni casi, in entrambi. Netflix ha rilasciato il primo trailer di Rebel Moon, il suo imponente film evento in due parti, e con esso ha fornito il primo sguardo al cast in azione. Data la portata di questa produzione, anche molti dei ruoli minori sono interpretati da volti riconoscibili del DCU e MCU: scopriamoli assieme!

Djimon Hounsou

REBEL MOON: (L-R) Sofia Boutella as Kora and Djimon Hounsou as Titus in Rebel Moon. Cr. Clay Enos/Netflix © 2023

Djimon Hounsou ha avuto diversi ruoli in film tratti da fumetti sia della Marvel che della DC ed è, di fatto, uno dei pochi attori a vantare partecipazione in più franchise da un miliardo di dollari. Nel MCU, ha interpretato il soldato Kree Korath in Guardiani della Galassia, What If…? e Captain Marvel, mentre nel multiverso DC ha avuto molteplici ruoli. Ha interpretato il Mago nei film di Shazam! e Black Adam e ha avuto piccole parti in Aquaman, Push e Constantine. Sorprendentemente, Rebel Moon rappresenterà la prima volta che Hounsou lavora con Snyder. Interpreterà il Generale Titus, un ex guerriero dell’Imperium che ora combatte contro gli oppressori.

Anthony Hopkins

Anthony HopkinsIl premio Oscar Anthony Hopkins non ha bisogno di presentazioni: è una leggenda del palcoscenico e dello schermo. Conosciuto soprattutto per i suoi ruoli più drammatici, come Hannibal Lecter e il personaggio principale di The Father, Hopkins ha avuto un ruolo memorabile nel MCU come padre di Thor, Odino. Ha partecipato anche a Red 2, basato su un fumetto della DC. Hopkins dà voce a un robot di nome Jimmy in Rebel Moon e non appare fisicamente nel film. Attraverso la sua voce fuori campo nel trailer, è evidente che Hopkins apporta al progetto una certa gravitas e intensità, ed è emozionante vedere cosa farà nelle mani di Zack Snyder.

Dominic Burgess

Non si sa molto del personaggio di Dominic Burgess di Rebel Moon, a parte il fatto che interpreta un certo Dash Thif. Si tratta di un nome piuttosto interessante e, sebbene Burgess non sia un volto molto riconoscibile, ha trascorso una discreta quantità di tempo nel mondo dei supereroi. Ha avuto un arco in The Flash della CW, dove ha interpretato il cattivo Killgore, e anche piccoli ruoli in Agents of Shields della Marvel e Batman Begins della DC. Non è chiaro quale ruolo avrà Dash Thif in Rebel Moon , ma con un nome del genere in un film di Zack Snyder, il suo personaggio è destinato ad avere quantomeno un design incredibile.

Jena Malone

Too-Old-to-Die-Young-Jena-MaloneIn Rebel Moon, Jena Malone avrà un breve ruolo come Harmada, un alieno mezzo ragno e mezzo umano. La Malone è un’attrice sottovalutata, nota soprattutto per il suo ruolo di Johanna nei sequel di Hunger Games, ma ha fatto un incredibile lavoro sui personaggi in film come The Neon Demon, Vizio di forma e Animali Notturni. La Malone è una pupilla di Snyder, visto che ha recitato in Sucker Punch e nell’edizione estesa di Batman v Superman: Dawn of Justice. Già dai brevi scorci di Harmada nel trailer, è chiaro che la sua presenza sarà un punto di forza del film.

Staz Nair

Rebel Moon
REBEL MOON: Staz Nair as Tarak in Rebel Moon. Cr. Chris Strother/Netflix © 2023

Tarak, interpretato da Staz Nair, avrà un ruolo importante in Rebel Moon e Zack Snyder considera il suo ruolo il più divertente del film. Nair è noto soprattutto per il suo lavoro in TV, dove ha interpretato Qhono, un guerriero Dothraki, in Game of Thrones, ma è stato anche uno dei protagonisti delle ultime due stagioni di Supergirl con il su personaggio di William Dey. Ha inoltre fatto una breve apparizione nel prequel di Superman, Krypton, che ha avuto vita breve. Rebel Moon è il primo ruolo cinematografico importante di Nair e, a giudicare dai brevi scorci di lui a cavallo di un Grifone nel trailer, sarà sicuramente memorabile.

Corey Stoll

Corey StollNon si sa praticamente nulla del ruolo di Corey Stoll in Rebel Moon. Non è stato reso noto il nome del suo personaggio e il trailer non offre alcuno sguardo chiaro sull’attore di Billions. Non è la prima volta che un trailer nasconde la partecipazione di Stoll: all’inizio dell’anno, Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha nascosto il ritorno di Stoll nel MCU come Darren Cross/MODOK. Sebbene Stoll abbia partecipato al film Push del 2009, basato sulla miniserie della DC, il suo ruolo più riconoscibile nei fumetti è quello del cattivo nel primo film di Ant-Man e di uno degli antagonisti del threequel di quest’anno.

Ingvar Sigurdsson

In Justice League di Zack Snyder, Ingvar Sigurdsson ha avuto un breve ruolo come sindaco della città di mare dove Aquaman risiedeva all’inizio del film. Snyder sfrutterà l’attore islandese per un effetto simile, poiché vestirà i panni di Hagen, un contadino di Veldt. Più conosciuto in patria, Sigurdsson ha il look necessario per emergere in un film di Snyder, quindi non c’è da stupirsi che i due abbiano deciso di collaborare di nuovo.

Ed Skrein

REBEL MOON: Ed Skrein as Atticus Noble in Rebel Moon. Cr. Justin Lubin/Netflix © 2023

Già solo dal costume e dal volto, Ed Skrein rappresenta una pericolosa minaccia per il personaggio dell’Ammiraglio Noble. Sebbene il ruolo di Skrein in Rebel Moon fosse originariamente destinato a Rupert Friend, il primo è entrato nella parte poco prima dell’inizio delle riprese. Skrein non è nuovo al ruolo dei cattivi: è conosciuto soprattutto per aver interpretato Ajax nel primo film di Deadpool. È stato un ottimo avversario per il simpatico Mercenario chiacchierone e non dovrebbe avere problemi a interpretare un ruolo simile in un film molto più serio.

Cary Elwes

La storia fantasticaCome per il ruolo di Corey Stoll, anche per il personaggio di Cary Elwes in Rebel Moon sono disponibili pochissime informazioni. La star de La storia fantastica è apparsa in numerosi franchise, da Saw a Mission: Impossible, ma in qualche modo è riuscito a non apparire mai in un film di supereroi in live action. Tuttavia, è stato il cattivo del pilot di Wonder Woman con Adrianne Palicki, che non si è mai realizzato. La maggior parte delle persone non ha visto questo episodio pilota perché non è mai stato rilasciato ufficialmente al pubblico. Elwes ha comunque prestato la voce ad Aquaman nel film d’animazione Justice League: The Flashpoint Paradox.

Ray Fisher

Ray Fisher è un attore incredibile che si è fatto conoscere soprattutto grazie al suo lavoro sul palcoscenico prima che Zack Snyder gli affidasse il ruolo di Cyborg in Justice League. Anche se il suo futuro con la DC sembra incerto, è incoraggiante sapere che Snyder lo ha portato in Rebel Moon nel ruolo di Darrian Bloodaxe. Il personaggio è un combattente ribelle con un nome interessante e armi ancora più affascinanti. Fisher è stato il cuore e l’anima della Justice League di Zack Snyder, quindi ogni scusa per farli lavorare insieme è degna di nota.

Oppenheimer: i 10 migliori momenti del film di Christopher Nolan

Oppenheimer: i 10 migliori momenti del film di Christopher Nolan

Se c’era un regista in grado di sviluppare un film tecnicamente magistrale ed emotivamente impattante su J. Robert Oppenheimer, quello non poteva che essere Christopher Nolan. Con il suo arrivo in sala, il cinema si è davvero arricchito, potendo sfoggiare un’opera maestosa, in cui non solo sono presenti sequenze spettacolari – realizzate fra l’altro con speciali lenti IMAX e nessuno uso della CGI – ma anche tematiche estremamente attuali e spaventose, come le armi nucleari, di cui ancora oggi il mondo intero si preoccupa. Per realizzare Oppenheimer, Nolan si è servito di un budget di 100 milioni di dollari e neppure un soldo è stato sprecato, soprattutto se si considera la presenza di effetti speciali di grande spessore e lo schieramento di un cast stellare. Tutto il film, perciò, è costellato di momenti staordinari, ma ce ne sono alcuni proprio indimenticabili. Di seguito, vediamo quali sono i migliori inserti di Oppenheimer.

Strauss umiliato dal suo assistente

robert-downey-jr-as-lewis-strauss-seated-and-looking-serious-in-oppenheimer

Oppenheimer è scandagliato da alcuni momenti estremamente importanti, che definiscono il percorso travagliato del fisico statunitense. Fra questi vi è la rivalità con Lewis Strauss, interpretato da Robert Downey Jr., il quale ad un certo punto tenta di sporcare il suo nome dopo che questi lo ha umiliato più di una volta. Tuttavia, quando Strauss rivela di aver orchestrato l’udienza di Oppenheimer al punto da scegliere il consulente speciale, nemmeno il suo assistente al Senato vuole appoggiarlo. Questi, poi, dopo la convinzione di Strauss di essere stato oggetto di argomento nella conversazione fra Oppenheimer ed Einstein, gli dice, con estrema soddisfazione, che i due fisici non hanno alcun interesse per il presidente dell’AEC. Alla fine del film, quando lo spettatore scopre ciò di cui effettivamente stavano parlando, le sue parole trovano conferma di quanto affermato, ed è lì che Strauss si rende conto, per la prima volta, che il suo narcisismo ha avuto la meglio su di lui.

Oppenheimer VS Pash

cillian-murphy-oppenheimer-2-1

Per tutto il film sembra che Oppenheimer non sia mai intimidito da nessuno, tranne che da una figura specifica: Boris Pash, un ufficiale dei servizi segreti dell’esercito USA, interpretato da Casey Affleck per un breve ma significativo momento. Nei suoi interrogatori a Los Alamos, il fisico sembra sempre a “proprio agio” e sceglie con estrema cura e attenzione le risposte da dare. Tuttavia, Pash è l’unico ufficiale dell’esercito americano in grado di metterlo in difficoltà e farlo essere sotto pressione, e la dimostrazione di quanto detto proviene dalla scena in cui l’ufficiale lo interroga sul suo legame con il Partito Comunista. Questo si rivela essere uno degli inserti più intensi dell’intero film.

L’incontro con Truman

Oppenheimer

Alcune scene di Oppenheimer sono tanto potenti quanto spettacolari, merito della presenza di alcuni attori che, nonostante compaiano in un piccolo segmento, riescono a trasmettere tutto il vigore del momento, alzando di parecchio il livello drammaturgico dell’opera. Come il caso di Gary Oldman, che nel film interpreta Harry S. Truman. La sequenza di cui si parla è quella realizzata nello Studio Ovale, quando il Presidente dà ad Oppenheimer del piagnucolone, mandandolo poi via. Oldman regala una performance davvero impattante e forte e, se il film non ne fosse già molto ricco, con dei lavori attoriali davvero avvincenti e dalla durata più lunga, questa sarebbe una delle interpretazioni da premiare assolutamente.

Oppenheimer e la mela avvelenata

oppenheimer

All’inizio di Oppenheimer, il pubblico si immerge nella vita universitaria del futuro padre della bomba atomica. È in questa occasione che Oppenheimer decide di avvelenare la mela del suo professore con delle sostanze chimiche, dimostrandoci quanto il fisico riesca a prendere con estrema facilità delle decisioni importanti ma al tempo stesso pericolose. L’episodio costruito da Nolan è davvero accaduto nella realtà e provocò uno scandalo grosso nell’Università in cui Oppenheimer studiava. Nel film la mela alla fine finisce nelle mani di Niels Bohr, fisico in visita a Cambridge e idolo di Oppenheimer stesso. Bohr sta quasi per mangiare il frutto quando il suo “ammiratore” riesce a toglierglielo di mano con uno schiaffo e impedire un disastro.

L’incontro con Leslie Groves

Oppenheimer Cillian Murphy

Fra i rapporti più particolari e al contempo accattivanti di Oppenheimer, va poi menzionata la relazione fra il fisico e Leslie Groves, il responsabile militare del famigerato Progetto Manhattan, che porta alla nascita di un’improbabile coppia comica sullo schermo. Nelle scene in cui sono insieme, i personaggi si scambiano spesso battute di spirito l’uno verso l’altro, e ogni loro dialogo ha il potenziale per diventare una citazione classica. L’introduzione del generale Groves, interpretato da un ottimo Matt Damon, risulta essere davvero simpatica, in quanto si vedono sin da subito le loro due forti personalità ed esperienze di vita e lavorative mettersi a confronto, sottolineando una chimica molto interessante da sciorinare e decisamente affascinante da vedere.

Il discorso di Oppenheimer dopo Hiroshima e Nagasaki

Oppenheimer
© Universal Pictures

Oppenheimer non si impegna solo a raccontare la storia di colui che ad un certo punto si definì il distruttore di mondi, ma cerca anche di mettere in risalto quanto spaventosa sia stata questa invenzione umana, soprattutto se si considera che ad oggi il nucleare è ancora una minaccia. C’è una scena in particolare che mette in rilievo le atrocità derivanti dalla bomba atomica e il peso che Oppenheimer si è poi dovuto portare sulle spalle in seguito allo sganciamento dell’ordigno. Il segmento di cui si parla è racchiuso nel discorso condotto dal fisico dopo Hiroshima e Nagasaki. C’è infatti una sequenza in cui Oppenheimer, mentre parla, immagina le vittime dei bombardamenti, e i frame sono terrificanti. Questo orrore, unito al senso di colpa provato dal fisico in quel frangente, rende il momento uno dei più strazianti del film.

L’intervista della moglie Kitty

Emily-Blunt-Oppenheimer

I film di Christopher Nolan di solito vacillano un po’ su uno specifico punto: i personaggi femminili. Nelle sue opere, questi sono o cattivi, o vengono uccisi o addirittura non ci sono proprio. Nel caso di Oppenheimer assistiamo invece ad una vera e propria evoluzione a riguardo, essendo Kitty, moglie del fisico interpretata da Emily Blunt, uno dei character più forti. La scena più potente nella quale la vediamo in azione è quella inserita durante l’udienza di Oppenheimer, in cui Roger Robb, nel tentativo di manipolarla affinché gli dia le risposte che vuole sentire, è davvero spietato nel porle domande sul marito. Kitty però va all’udienza preparata, pronta ad affrontare a testa alta quella dura battaglia, tanto che alla fine ribalta la situazione con Robb, lasciando quest’ultimo senza parole con il suo indimenticabile monologo.

La conversazione fra Oppenheimer ed Einstein

oppenheimer-facing-away-from-the-camera

Uno degli inserti di cui Oppenheimer fa all’inizio mistero è quello che comprende uno specifico dialogo fra Oppenheimer ed Einstein. La conversazione di cui si parla è la stessa che fa diventare paranoico Strauss, poiché pensa che i due stiano disquisendo di lui. Ma è solo nelle battute finali del film che lo spettatore scopre cosa effettivamente i due fisici si stavano dicendo: tematica centrale è il conflitto interiore di Oppenheimer, il quale rivela ad Einstein di essere preoccupato che la creazione della bomba atomica possa aver innescato una reazione a catena. Oppenheimer potrebbe aver battuto i nazisti su questo fronte, ma si rende conto che, nel farlo, ha accelerato la corsa agli armamenti nucleari in tutto il mondo, generando un pericolo enorme.

Oppenheimer e quel finale del mondo che… brucia

Oppenheimer

Dopo la conversazione fra Oppenheimer ed Einstein, Nolan inserisce una scena che, a livello emotivo e visivo, è forse quella più impattante. In una costruzione intensa di immagini, il pubblico assiste ad un flash forward delle armi nucleari attivate in tutto il mondo, a dimostrazione che il Progetto Manhattan ha davvero innescato una reazione a catena. Dopodiché tutto il pianeta viene inghiottito dalle fiamme, mostrando quanto siano terrificanti le preoccupazioni di Oppenheimer e quanto la sua invenzione costituisca una minaccia davvero immensa. E non solo. Quei frame concretizzano anche ciò che il fisico ha realmente detto nella realtà, ossia l’essere diventato il distruttore di mondi.

Il Test Trinity

Oppenheimer-Cillian-Murphy
Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer.

Concludiamo con un’altra scena registicamente stupefacente, che si sviluppa attorno al famoso Test Trinity. Un segmento costruito in maniera superba, nel quale vediamo gli scienziati prepararsi all’esplosione, e che sfoggia un ottimo sound design. Il pubblico non si aspetta di sentire un suono così forte, intenso e sbalorditivo, e l’effetto stupore avviene grazie soprattutto al fatto che Christopher Nolan riesce a farlo aspettare per lungo tempo, prima di sentire il boato. Un boato, fra l’altro, imparagonabile ad altre esplosioni avvenute precedentemente a quel momento. Ecco perché, quando finalmente c’è quel rumore, è di un livello talmente elevato che nessuno spettatore sarebbe stato preparato ad affrontarlo.

The Crown 6 racconterà la morte della principessa Diana con “enorme sensibilità”

0

The Crown 6 che sarà l’ultima stagione di The Crown dramma storico di NETFLIX offrirà finalmente quello che potrebbe essere considerato il momento più atteso ma controverso dello show. I produttori della serie Andy Harries e Suzanne Mackie hanno assicurato agli spettatori che la sesta stagione racconterà attentamente la tragica morte della principessa Diana con “enorme sensibilità”. L’incidente mortale di Diana a Parigi nel 1997 è stato uno degli eventi più cruciali e dolorosi nella storia del Regno Unito. Per questo motivo, le aspettative che la serie di successo Netflix riesca a consegnare con successo la sequenza sono significativamente più alte. Durante un forum del Festival televisivo di Edimburgo (tramite Deadline), i produttori dello show hanno parlato di come la sesta e ultima stagione catturerà la morte dell’amata principessa del Galles con profondo rispetto e sensibilità.

Lo spettacolo potrebbe essere grande e rumoroso, ma noi non lo siamo. Siamo persone premurose e siamo persone sensibili. Ci sono state conversazioni molto attente e lunghe su come avremmo fatto“, ha detto Mackie. “Il pubblico alla fine lo giudicherà, ma penso che sia stato ricreato con delicatezza e attenzione. Elizabeth Debicki è un’attrice straordinaria ed è stata così premurosa e premurosa. Amava Diana. C’è un enorme rispetto da parte di tutti noi, spero che sia evidente”. Nel frattempo, Harries ha affermato che la morte della regina Elisabetta II – morta di “vecchiaia” l’8 settembre 2022 – non ha cambiato in alcun modo la storia di The Crown, ma ha “influito” notevolmente sui creativi dietro lo spettacolo. “La scomparsa di Sua Maestà ha avuto un impatto su tutti noi… Non ha cambiato [la storia] fondamentalmente, ma in un certo senso l’ha cambiata. Quando lo vedrai, penso che capirai cosa intendo”, ha aggiunto Harries. “È un film molto potente e un episodio di grande rispetto“, ha detto Harries. 

Quando uscirà The Crown 6? 

Non ci sono ancora dettagli sulla data di uscita esatta della sesta stagione di The Crown, anche se lo spettacolo dovrebbe tornare entro la fine dell’anno. Nonostante altri dettagli rimangano nascosti, non ci sono segni di ritardi nemmeno al momento, poiché l’account X ufficiale dello show (precedentemente chiamato Twitter) ha condiviso che l’ultima stagione di The Crown “arriverà nel 2023”.

Jennifer Aniston non è una fan del Cancel Culture

0
Jennifer Aniston non è una fan del Cancel Culture

Il tema del Cancel Culture tieni ancora banco ad Hollywood e non solo. La pratica di annullare o cancellare, o tentare di cancellare qualcosa o qualcuno, è uno dei movimenti di protesta che si è sviluppato con insistenza negli ultimi anni. A parlare di questo fenomeno oggi è stata Jennifer Aniston, l’attrice in merito alla “cultura dell’annullamento” ha detto che “probabilmente è stata appena cancellata” menzionandola. Tuttavia, si è chiesta se le persone meritano o meno la redenzione. Sono così stanco della cultura dell’annullamento“, ha detto la Aniston. “Probabilmente sono stato semplicemente cancellato dicendo questo. Semplicemente non capisco cosa significhi… Non c’è redenzione? Non lo so. Non metto tutti nel paniere di Harvey Weinstein.

Quando si è trattato del produttore ormai tristemente caduto in disgrazia, Jennifer Aniston ha detto di non avere buoni ricordi di Weinstein. Invece, ha detto l’attrice, le persone spesso avevano paura di parlare con lui. “Non è un ragazzo, sei tipo, ‘Dio, non vedo l’ora di uscire con Harvey.’ Mai. In realtà eri tipo, ‘Oh, Dio, OK, succhialo‘”, ha detto Aniston. “Ricordo che in realtà è venuto a trovarmi durante un film per propormi un film. E ricordo consapevolmente di aver avuto una persona nella mia roulotte. Le osservazioni di Aniston sulla cultura dell’annullamento arrivano dopo che lei stessa ha affrontato la sua controversia all’inizio di questo mese. L’attrice di Friends è andata su Instagram all’inizio del mese per denunciare un post di Jamie Foxx che molti utenti sostenevano fosse antisemita. Foxx si è poi scusato sul momento, spiegando come le sue parole fossero solo un malinteso. 

Charlize Theron sulle voci sul lifting: “M—-, sto solo invecchiando!”

0

In una recente intervista con Allure, alla bellissima Charlize Theron è stato chiesto di documentare il suo processo di invecchiamento a causa della sua fama. L’attrice – che è uno dei volti di Dior dal 2004 – ha detto che ama che il suo viso stia “sta cambiando e invecchiando”, e poi ha respinto le voci secondo cui si sarebbe sottoposta a un intervento di chirurgia plastica. “Il mio viso sta cambiando e mi piace che il mio viso stia cambiando e invecchiando“, ha detto Theron. Ma “la gente pensa che mi sia fatto un restyling. Dicono, ‘Che cosa ha fatto alla sua faccia?’ Dico, ‘M—-, sto solo invecchiando! Ciò non significa che ho subito un brutto intervento di chirurgia plastica. Questo è proprio quello che succede.”

Charlize Theron ha continuato criticando quelli che secondo lei sono doppi standard nel modo in cui gli uomini e le donne vengono messi discussi quando invecchiano. Per Theron, disprezza il concetto secondo cui le donne invecchiano male mentre gli uomini invecchiano bene. “Ho sempre avuto problemi con il fatto che agli uomini invecchiati piacciono i vini pregiati e alle donne i fiori recisi“, ha detto Theron. “Disprezzo questo concetto e voglio combatterlo, ma penso anche che le donne vogliano invecchiare nel modo che ritengono giusto. Penso che dobbiamo essere un po’ più empatici nei confronti del modo in cui tutti noi affrontiamo il nostro viaggio. Il mio viaggio nel dover vedere la mia faccia su un cartellone pubblicitario è piuttosto divertente adesso”.

Charlize Theron è apparso di recente in Fast X del 2023 e apparirà prossimamente in The Old Guard 2, un sequel del film di supereroi del 2020 che vedeva Theron come membro di una squadra di mercenari immortali.

Talk To Me: trailer dell’horror, al cinema dal 28 settembre

0
Talk To Me: trailer dell’horror, al cinema dal 28 settembre

Midnight Factory, etichetta di Plaion Pictures, ha diffuso il trailer italiano del nuovo teen horror soprannaturale Talk To Me, in arrivo nei cinema italiani dal prossimo 28 settembre.

Nel trailer vediamo Mia (Sophie Wilde) e il suo gruppo di amici venire a conoscenza di un pericoloso quanto accattivante gioco che sta spopolando sui social e tra le loro conoscenze: attraverso una mano imbalsamata che funge da portale tra i due mondi e un semplice rituale, si avvia una seduta spiritica per entrare in contatto con l’aldilà e vivere sulla propria pelle l’esperienza della possessione. Per passare una serata diversa e all’insegna del brivido, il gruppo di adolescenti decide di cimentarsi nella prova di coraggio, evocando gli spiriti e accettando di sfidarsi a turno ad aprire il varco che collega vivi e morti fino a perdere il controllo e infrangere le regole del gioco. Il ritmo incalzante del trailer va di pari passo con lo scatenarsi delle terribili forze soprannaturali sprigionate dal rituale e le inevitabili conseguenze che ricadono sul gruppo di amici, intrappolato in un crescente vortice di tensione e terrore che li condurrà per mano dritti all’inferno.

Dai produttori di Babadook, Talk To Me vede tra i protagonisti anche la star internazionale de Il Signore degli Anelli Miranda Otto e segna il debutto alla regia dell’emergente duo australiano composto dai gemelli Danny e Michael Philippou, noto tra i più giovani per il loro controverso canale YouTube, RackaRacka, che ha già generato oltre 1 miliardo di visualizzazioni.

In stile Ouija, il film risponde ai canoni classici dell’horror seguendo il filone delle possessioni demoniache. Accolto dalla critica mondiale come uno dei casi horror più interessanti e convincenti di quest’anno e certificato Fresh 94% su Rotten Tomatoes, Talk To Me è attualmente l’horror con il rating più alto del 2023, definito da Vice come “uno dei film più spaventosi del decennio”.

Talk To Me è una discesa all’inferno che ha inizio quando un gruppo di giovani ragazzi – interpretati da Sophie Wilde (Bird), Alexandra Jensen (Beat), Joe Bird (Rabbit), Otis Dhanji (Aquaman) – si imbattono in una serie di video virali che ritraggono gli effetti sconvolgenti di un gioco al limite del soprannaturale: una seduta spiritica in cui il soggetto entra in contatto con gli spiriti dell’aldilà attraverso una mano imbalsamata che funge da portale tra i due mondi. In cerca di una distrazione nell’anniversario della morte di sua madre, l’adolescente Mia (Sophie Wilde) e il suo gruppo di amici decidono di cimentarsi in questa prova di coraggio, seguendo il rituale. Presto però la situazione sfugge di mano: in un pericoloso gioco al rilancio, accettando a turno di sfidarsi ad aprire il varco che collega vivi e morti, finiscono per superare i 90 secondi di durata massima di evocazione degli spiriti infrangendo la regola principale del rituale. I giovani amici vivranno un’esperienza sconvolgente che condurrà lo spettatore in uno stato di terrore mai provato prima.

Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival del 2023 e dopo il grande successo raccolto nella prima settimana d’uscita negli Stati Uniti (secondo miglior debutto horror dopo Hereditary nella storia di A24, la nota casa di produzione e distribuzione che ha trionfato agli Oscar 2023 con Everything Everywhere All at Once e The Whale, e ha lanciato alcuni fra gli horror più iconici degli ultimi anni, tra cui X – A Sexy Horror Story ePearl), Talk To Me uscirà nelle sale italiane il 28 settembre con Midnight Factory, etichetta horror di Plaion Pictures.

La trama del film

Un gruppo di giovani amici scopre come evocare i demoni facendo uso di un’antica mano imbalsamata, finché uno di loro si spinge troppo oltre aprendo irrimediabilmente le porte al mondo degli spiriti. Perseguitato così da visioni soprannaturali, il gruppo si trova inconsapevolmente al centro di una possessione devastante che porterà a porsi una domanda importante: meglio fidarsi dei vivi o dei morti?

Star Wars: Ahsoka, nuova featurette “Ciurma Ribelle”

0
Star Wars: Ahsoka, nuova featurette “Ciurma Ribelle”

Disney+ ha diffuso “Ciurma Ribelle”, una nuova entusiasmante featurette, per celebrare il debutto della serie originale targata Lucasfilm Star Wars: Ahsoka (recensione), ora disponibile in esclusiva sulla piattaforma streaming con i primi due episodi. Ambientata dopo la caduta dell’Impero, Star Wars: Ahsoka segue l’ex cavaliere Jedi Ahsoka Tano mentre indaga su una minaccia nascente in una galassia ormai vulnerabile.

Ahsoka è interpretata da Rosario Dawson, Natasha Liu Bordizzo, Mary Elizabeth Winstead, Ray Stevenson, Ivanna Sakhno, Diana Lee Inosanto, David Tennant, Lars Mikkelsen ed Eman Esfandi. Gli episodi sono diretti da Dave Filoni, Steph Green, Peter Ramsey, Jennifer Getzinger, Geeta Vasant Patel and Rick Famuyiwa. Dave Filoni è il capo sceneggiatore e produttore esecutivo insieme a Jon Favreau, Kathleen Kennedy, Colin Wilson e Carrie Beck. Karen Gilchrist è la co-produttrice esecutiva.

Detective Marlowe con Liam Neeson in esclusiva su SKY e NOW

0
Detective Marlowe con Liam Neeson in esclusiva su SKY e NOW

Arriva in esclusiva su Sky Cinema e NOW il film targato Sky Original Detective Marlowe, con protagonista Liam Neeson e diretto dal Premio Oscar Neil Jordan, dal 28 agosto alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 su Sky Cinema Collection – Liam Neeson Mania) e in streaming su NOW. Su Sky il film sarà disponibile on demand, anche in 4K.

In questo thriller poliziesco neo-noir, Neeson – che qui interpreta il suo centesimo film – veste i panni dell’iconico detective nato dalla penna di Raymond Chandler, Phillip Marlowe, assieme a un cast stellare con attori del calibro di Diane Kruger (Clare Cavendish), Jessica Lange (Dorothy Quincannon), Adewale Akinnuoye-Agbaje (Cedric), e con Danny Huston (Floyd Hanson) e Alan Cumming (Lou Hendricks). La sceneggiatura è del Premio Oscar William Monahan ed è basata sul romanzo di John Banville La bionda dagli occhi neri: Un’indagine di Philip Marlowe, vincitore del Premio Booker.

E in occasione della prima tv di DETECTIVE MARLOWE Sky Cinema Collection si trasforma in SKY CINEMA COLLECTION – LIAM NEESON MANIA, con una settimana di programmazione interamente dedicata all’attore britannico, da lunedì 28 agosto a domenica 3 settembre al canale 303 di Sky e in streaming su NOW (i titoli saranno disponibili anche on demand).

Tra i 17 titoli previsti, saranno proposti altri due film targati Sky Original: l’adrenalinico HONEST THIEF e BLACKLIGHT con Aidan Quinn. Inoltre il kolossal di Steven Spielberg, premiato con 7 Oscar, SCHINDLER’S LIST; il dittico fantasy che attinge alla mitologia greca SCONTRO TRA TITANI e LA FURIA DEI TITANI con Sam Worthington e Ralph Fiennes; e gli action thriller LA PREDA PERFETTA con Dan Stevens, RUN ALL NIGHT – UNA NOTTE PER SOPRAVVIVERE con Ed Harris, L’UOMO SUL TRENO – THE COMMUTER con Vera Farmiga e UNKNOWN – SENZA IDENTITÀ con Diane Kruger e Bruno Ganz.

La trama 

È il 1939. A Los Angeles, il detective privato Philip Marlowe (Liam Neeson) è irrequieto e solo come sempre e gli affari vanno un po’ a rilento. Quand’ecco che arriva una nuova cliente: giovane, bella e ben vestita, Clare Cavendish (Diane Kruger) è la figlia dell’attrice di Hollywood e icona del cinema Dorothy Quincannon (Jessica Lange) e vuole che Marlowe trovi il suo ex amante, un piccolo spacciatore e dongiovanni di nome Nico Peterson. L’indagine di Marlowe lo porta al Corbata Club, punto di riferimento esclusivo e covo di iniquità per i ricchi e potenti di Los Angeles, gestito da Floyd Hanson (Danny Huston), apparentemente cittadino modello, ma custode dello squallido mondo sotterraneo che si nasconde all’interno.

Si diffonde la storia della “morte accidentale” di Nico, ma Marlowe è tutt’altro che convinto. Emerge che la morte è stata inscenata – Nico è ancora vivo – e presto Marlowe si ritrova non solo sotto l’incantesimo della seducente Ms Cavendish, ma anche alle prese con il ventre scandaloso del fiorente business cinematografico di Hollywood, assieme ai membri di una delle famiglie più ricche di Bay City, sviluppando al contempo un singolare apprezzamento per quanto sono disposti a fare per proteggere la loro fortuna…

Prime Video svela il teaser trailer della serie thriller Wilderness: Fuori Controllo

0

Prime Video ha diffuso il teaser trailer di serie thriller Original britannica Wilderness: Fuori Controllo che vede protagonisti Jenna Coleman e Oliver Jackson-Cohen. La versione ri-registrata di ‘Look What You Made Me Do’, viene svelata per la prima volta nel teaser trailer di Wilderness: Fuori Controllo. La canzone di Taylor Swift “Look What You Made Me Do (Taylor’s Version)” sarà la traccia che accompagnerà i titoli di testa della serie thriller Original britannica Wilderness: Fuori Controllo. Il brano ri-registrato dell’album Reputation fa il suo debutto globale nel teaser trailer della serie. Wilderness: Fuori Controllo sarà disponibile in tutto il mondo su Prime Video dal 15 settembre.

La sprezzante ‘Look What You Made Me Do (Taylor’s Version)’ riflette la trasformazione di Liv (Jenna Coleman, Doctor Who) dopo che il suo apparentemente “per sempre felici e contenti” si trasforma velocemente in un vero incubo quando scopre che suo marito Will (Oliver Jackson-Cohen) la sta tradendo.

https://www.youtube.com/watch?v=2ktNvKDksss&pp=ygUbV2lsZGVybmVzczogRnVvcmkgQ29udHJvbGxv

La trama di Wilderness: Fuori Controllo

Liv, dopo aver scoperto il tradimento, diventa la protagonista dei brutti sogni di Will quando lo strazio lascia presto spazio a un’altra emozione: la furia. La coppia parte per il viaggio on the road attraverso gli Stati Uniti su cui Liv ha fantasticato fin da piccola: dalla Monument Valley al Grand Canyon, passando per Yosemite, per finire con un weekend edonistico a Las Vegas dove liberarsi da polvere e sudore. Per Will è un’occasione per fare ammenda, mentre per Liv si apre uno scenario ben diverso: un paesaggio dove gli incidenti accadono di continuo. Il luogo perfetto per vendicarsi. Guarda che cosa le hai fatto fare…

La traccia di Taylor Swift ‘Look What You Made Me Do (Taylor’s Version)’ è l’ultima novità per questo thriller psicologico guidato da un team tutto al femminile: la serie è creata da Marnie Dickens, basata sul romanzo di B.E. Jones, diretta da So Yong Kim e ha per executive producer Elizabeth Kilgarriff.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità