Come finalmente confermato dalla
Warner Bros. dopo anni di incertezze, un sequel di
Beetlejuice – Spiritello
porcello ci sarà! 35 anni dopo, dunque, Michael Keaton
riprenderà il ruolo del protagonista nel film attualmente
intitolato semplicemente Beetlejuice 2.
Nonostante questo sequel fosse molto atteso, alcuni fan hanno
espresso tramite i social il proprio scetticismo sul ritorno di
Keaton nel ruolo dopo così tanti anni. In difesa dell’attore è però
giunto il compositore DannyElfman, storico collaboratore di Tim Burton, che
ha inoltre confermato che si occuperà egli stesso della colonna
sonora del nuovo film.
In un’intervista con Deadline, Elfman ha infatti
sostenuto il ritorno di Keaton offrendo un spunto di riflessione
particolarmente valido. Elfman, che ha ammesso di aver sentito le
preoccupazioni sull’età di Keaton, ha assicurato i fan affermando
che probabilmente non noteranno molta differenza nell’aspetto del
personaggio. “Non sembrerà nemmeno molto diverso. Questa è la
bellezza del trucco di Beetlejuice. Sembrava già che avesse 150
anni nel primo film“. Considerando il pesante trucco che
caratterizza il volto del personaggio, potrebbe effettivamente
essere difficile notare la differenza d’età del suo interprete.
Non resta dunche che attendere di
poter vedere il film, che oltre a vantare il ritorno di Keaton ed
Elfman, potrà contare anche su quello di Burton, che dirigerà il
tutto. Inoltre, Grahame-Smith, Michael
McDowell e David Katzenberg formeranno il
team di sceneggiatori di Beetlejuice 2. Al momento non si
hanno dettagli né sulla trama né sul cast, anche se alcune
indiscrezioni vorrebbero l’attrice Jenna Ortega,
che ha già collaborato con Burton per la serie Mercoledì, far parte
del progetto. Secondo alcune fonti, potrebbe interpretare la figlia
di Lydia Deetz, ruolo per cui si attende il ritorno di Winona
Ryder.
Ora che riprenderà, brevemente, il
ruolo di Batman per l’ultima volta in The
Flash, Ben Affleck ha
rivelato i piani che aveva in mente per il
personaggio Deathstroke nel suo ormai
scartato film sul cavaliere oscuro. Intervistato da The Direct, Affleck ha infatti
condiviso la sua visione su quello che doveva essere il suo
progetto autonomo su Batman e il dettaglio più significativo da lui
svelato è stata l’inclusione di una versione più complessaa del
Deathstroke di Joe
Manganiello.
“C’erano diversi personaggi che
stavo esplorando e i piani erano quelli di dargli vita in modo
interessante, affinché fossero sfumati e complessi, in particolare
con Deathstroke“, ha detto Affleck. “Penso che o
costruisci un unico cattivo così formidabile che non puoi
immaginare come il tuo protagonista sarà in grado di superarlo,
oppure devi davvero dar vita ad una specie di gruppo di cattivi e
dunque con personaggi diversi“. “Quindi all’epoca stavo
davvero cercando di concentrarmi su quel personaggio e
approfondirlo per farlo sembrare impressionante, come sentivo che
ci fosse l’opportunità di fare“, ha concluso Affleck.
Con la fine del DCEU, però, tanto i
piani per il film di Affleck quanto quelli per Deathstroke sono
stati accantonati. Joe Manganiello, l’attore scelto per tale ruolo,
ha potuto indossare l’armatura del personaggio solo nei titoli di
coda della Justice League del 2017, dove viene
reclutato da Lex Luthor per unirsi alla Legion of Doom.
Attualmente il personaggio non sembra essere previsto per il nuovo
DCU di James
Gunn e Peter Safran, ma non è escluso
che possa in futuro tornare sul grande
schermo, ottenendo maggiore dignità.
Con Guardiani della Galassia Vol. 3 arrivato in
sala, è importante arrivare preparati alla sala. Dal momento che i
personaggi del film sono in circolazione ormai dal 2014 e hanno
vissuto molte avventure sul grande schermo, bisogna tirare le somme
e capire a che punto sono, in questo momento della loro storia, i
Guardiani cinematografici.
Dopo l’avventura contro Ronan
l’Accusatore, Ego il Pianeta Vivente e Thanos il Titano Pazzo, ecco
tutto ciò che c’è da sapere su Star Lord, Gamora, Drax, Mantis,
Rocket, Groot e Nebula prima che affrontino l’Alto
Evoluzionario.
Star-Lord è stato prelevato dalla
Terra da bambino
Per quanto riguarda
Star-Lord/Peter Quill, una delle cose principali da sapere sul suo
personaggio è che è nato sulla Terra. Nel primo
Guardiani della Galassia, Quill viene mostrato nel
1988 come figlio di Meredith Quill, nel momento in cui la donna
purtroppo sta morendo a causa di un cancro.
Subito dopo la morte di Meredith,
Peter viene catturato da una nave aliena guidata da Yondu Udonta.
Yondu è stato assoldato per portare Quill dal padre di
quest’ultimo, Ego, ma sceglie di non consegnarlo perché si è
affezionato al ragazzo e lo cresce, come può. Da allora, Star-Lord
è tornato sulla Terra solo una volta in Avengers:
Endgame.
Gamora è una versione del 2014 di
se stessa
Il punto della trama che
sarà importante per il personaggio di Gamora in Guardiani della Galassia Vol. 3 è che lei
è adesso una versione di se stessa da una linea temporale
alternativa. In Avengers:
Infinity War, la Gamora introdotta nel primo capitolo
dei Guardiani è stata uccisa da suo padre Thanos. Avengers:
Endgame ha poi introdotto una nuova versione di Gamora
dal 2014, prima che incontrasse Peter o gli altri Guardiani. Questa
versione di Gamora ha viaggiato nel presente per ricongiungersi con
i Guardiani, solo che non conserva alcun ricordo di chi fossero o
della loro connessione con lei.
Questa versione di Gamora sarà
quella trai protagonisti di
Guardiani della Galassia Vol. 3. Da quello che si
capisce dal marketing del film, è probabile che nel film Peter farà
di tutto per far breccia (di nuovo) nel cuore di Gamora, nonostante
quest’ultima, pur sapendo che una sua versione alternativa era
innamorata di lui, non sappia chi sia. Questo probabilmente servirà
come base per l’arco emotivo di Gamora e Quill in Guardiani della Galassia Vol. 3 come un modo
per concludere il viaggio del suo personaggio.
Nebula è stata torturata da suo
padre Thanos
Anche la sorella di
Gamora, Nebula, farà parte della squadra in Guardiani della Galassia Vol. 3. Il percorso
di Nebula iniziò come quello di una spietata guerriera, dedita a
guadagnare l’approvazione di Thanos con ogni mezzo necessario. Nel
primo film, Nebula ha servito Ronan come risultato, aiutando
quest’ultimo a ottenere la Gemma del Potere e aiutandolo nel suo
tentativo di distruggere Xandar. Tuttavia, Guardiani della Galassia Vol. 2 ha fortemente
umanizzato il personaggio, rivelando che il suo desiderio di
approvazione di suo padre deriva dagli anni di abusi e torture che
le ha inflitto, a causa del fatto che non era forte o capace come
Gamora.
Ciò ha portato Gamora e Nebula a
riconciliarsi, un concetto molto presente in Avengers:
Infinity War e Avengers:
Endgame. Così come accade a Quill, il rapporto con
Gamora è probabilmente parte dell’arco emotivo di Nebula in
Guardiani della Galassia Vol. 3. Inoltre, il
viaggio di Nebula potrebbe includere come si sente ora che suo
padre è stato sconfitto, dopo gli anni di traumi che ha subito per
mano di Thanos prima.
Star-Lord e Mantis sono fratello e
sorella
Indubbiamente la più grande
rivelazione della storia dei Guardiani della Galassia Holiday Special è
stata che Mantis e Star-Lord sono fratelli. Il padre di Quill era
Ego, un Celestiale che generò bambini in tutta la galassia nella
speranza di dare alla luce un bambino con poteri come i suoi.
Questo obbiettivo lo raggiunse solo con il concepimento di Quill,
che nel secondo film della trilogia sgomina il suo piano malvagio
con l’aiuto di Yondu e degli altri Guardiani.
Tuttavia, è stato rivelato nello Speciale delle Vacanze di Natale
che uno di questi tanti bambini che Ego aveva generato era la
stessa Mantis. A differenza del resto dei suoi figli che ha ucciso
perché li riteneva indegni, Mantis è stata tenuta in vita a causa
alle sue capacità empatiche che hanno permesso a Ego di dormire e
riposare la mente. Mantis lo ha rivelato a Quill proprio nello
speciale, in una scena commovente in cui i due si
abbracciano come fratello e sorella. Questo punto della trama sarà
sicuramente affrontato in Guardiani della Galassia Vol. 3, probabilmente
come un altro modo per mantenere alta la posta in gioco emotiva del
film.
La famiglia di Drax è stata uccisa
da Ronan
Un punto importante della
trama che ruota attorno a Drax è che la sua famiglia è stata
assassinata da Ronan. Prima degli eventi di
Guardiani della Galassia Vol. 1, la famiglia di Drax è
stata uccisa da Ronan che era alla ricerca della Gemma del Potere
per conto di Thanos.
Questo ha spinto Drax a cercare
vendetta, cosa che è riuscito a ottenere alla fine del primo film
dei Guardiani. Nell’aiutare i Vendicatori a sconfiggere Thanos,
Drax ha finalmente posto fine alla sua faida e ora dovrà trovare il
suo posto nell’ordine del suo nuovo mondo.
Rocket ha un passato oscuro
Sappiamo che Guardiani della Galassia Vol. 3 si concentrerà
principalmente sul personaggio di Rocket, che dai trailer e dal
materiale promozionale abbiamo scoperto essere legato al cattivo
della storia: l’Alto Evoluzionario.
Il film presenterà il cattivo della
Marvel Comics come suo antagonista,
collegandosi alle origini del Rocket del MCU. Nei primi Guardiani, Quill
nota i miglioramenti cibernetici di Rocket sulla schiena del
procione, prima che Rocket stesso – più avanti nel film – affermi
in preda all’alcol di non aver mai chiesto di venire realizzato in
laboratorio. Il terzo film di Guardiani descriveranno in dettaglio
l’origine di Rocket e come è stato creato e abusato dall’Alto
Evoluzionario.
Groot è rinato alla fine del primo
film
Uno degli elementi della
trama più interessanti dei Guardiani è incentrato su Groot e sul
fatto che in realtà ci siano state due versioni separate del
personaggio nell’MCU. Alla fine di
Guardians Vol. 1, Groot si sacrifica per salvare la
sua nuova famiglia.
Rocket quindi fa ricrescere Groot
dai rametti che erano rimasti dopo l’esplosione del suo amico, e
questo dà origine a Baby Groot, poi all’adolescente Groot e al
giovane adulto Groot rispettivamente in Guardiani 2, Avengers
3 e 4
e Guardiani della Galassia Vol. 3. Dopo il primo
film, Groot è rinato con nuovi ricordi e una nuova personalità, il
che significa che il Groot originale è stato ucciso nel primo
film.
Drax e Mantis hanno uno stretto
legame sin dal loro primo incontro
A parte il nuovo legame
familiare condiviso con Quill, Mantis è la più vicino a Drax tra i
membri del gruppo. Dal vol. 2, Drax e Mantis hanno dimostrato da
subito di essere connessi e di aver formato uno stretto
legame.
Dal rapporto basato sugli aspetti buffi delle loro personalità, al
loro legame intimo e commovente, i due personaggi hanno legato
tantissimo dal loro primo incontro fino allo Speciale di Natale. La
dinamica tra Drax e Mantis sarà probabilmente centrale nel terzo
volume.
I Guardiani hanno ricostruito
Ovunque come loro base dopo Endgame
Un altro elemento della
storia rivelato durante The Guardians of the Galaxy Holiday Special è
stato che la loro base è ora su Ovunque. Il pianeta fungeva da
struttura mineraria che ospitava attività e stabilimenti squallidi,
di proprietà del Collezionista.
Dopo che Thanos fu sconfitto, i
Guardiani acquistarono Ovunque dal Collezionista e iniziarono a
ricostruirlo, permettendogli di funzionare come loro quartier
generale. Questa posizione sarà probabilmente fondamentale in
Guardiani della Galassia Vol.
3.
I Sovereign hanno inviato Adam
Warlock contro i Guardiani
Basandoci sul marketing
del film, Guardiani della Galassia Vol.
3 affronterà anche le conseguenze di quanto
accaduto nel Volume 2. In una delle scene post credits di quel
film, vediamo Ayesha, leader dei Sovereign, covare
vendetta verso i Guardiani, promettendo l’avvento di suo figlio, il
potentissimo Adam.
Si tratta di Adam Warlock, che sarà
interpretato da Will Poulter e che probabilmente sarà un altro dei
cattivi contro cui i Guardiani si dovranno confrontare in questo
Volume 3.
I nuovi membri dei Guardiani:
Kraglin e Cosmo
Oltre ai membri principali
dei Guardiani Star-Lord, Gamora, Drax, Mantis, Rocket, Groot e
Nebula, il team ha due nuovi membri adesso. Questi si presentano
sotto forma di Cosmo e Kraglin.
Kraglin era un membro dei Ravagers
con i quali Quill è cresciuto, erede di Yondu. Cosmo, d’altra
parte, è un cane telepatico che faceva parte della collezione del
Collezionista e che è stato poi liberato dai Guardiani quando hanno
preso possesso di Ovunque.
Nebula e Rocket hanno lavorato con
gli Avengers
Infine, uno degli ultimi
elementi del passato dei Guardiani che potrebbe essere importante
per Guardiani della Galassia Vol. 3 è che
Rocket e Nebula sono sopravvissuti allo schiocco di Thanos. Alla
fine di Infinity
War, Thanos ha usato il Guanto dell’Infinito per
cancellare metà di tutta la vita nell’universo, e Rocket e Nebula
sono stati gli unici Guardiani a sopravvivere.
Questo ha portato il duo a lavorare
a stretto contatto con i Vendicatori durante il Blip di cinque
anni, prima di riuscire a far rivivere gli altri membri dei
Guardiani in Endgame.
Questa storia con i Vendicatori potrebbero servire come punto della
trama in Guardiani della Galassia Vol. 3, soprattutto
considerando il focus del film su Rocket.
I registi di Avengers: Endgame,
Anthony e Joe Russo, intenti ora
nella promozione della serie Citadel da loro
prodotta, hanno recentemente rivelato di aver in passato incontrato
il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige,
per parlare del suo film di Star
Wars. Durante un’intervista rilasciato al podcast
Smartless di Will Arnett, i due registi
hanno infatti rivelato che ci sono state delle “prime
conversazioni” a partire dalle quali i due avrebbero poi
assunto la regia del progetto.
“Adoriamo Star Wars e sì ci sono
state alcune prime conversazioni con noi“, ha detto Joe Russo.
“Kevin Feige è un grande fan di Star Wars e aveva
effettivamente parlato con noi circa la possibilità di collaborare
per il suo film“. Come noto, infatti, nel settembre del 2019 è
emersa la notizia che Feige avrebbe ideato e prodotto un suo film
per la saga di Star Wars. Tuttavia, dopo aver trascorso
poco più di tre anni in una fase embrionale di sviluppo, Lucasfilm
ha definitivamente staccato la spina a tale progetto nell’aprile
2023, accantonandolo insieme a Rogue
Squadron di Patty Jenkins.
Secondo la presidentessa di
Lucasfilm Kathleen Kennedy, inoltre, il progetto di Feige non sarebbe mai
effettivamente stato confermato. Con l’annuncio dei nuovi film in programma, oltre
alle tante nuove serie annunciate, la saga sembra dunque pronta per
andare avanti anche senza il progetto di Feige. Considerando le
capacità tecniche dei Russo, però, alla luce delle loro
dichiarazioni risulta difficile non chiedersi come sarebbe potuto
essere un film di Star Wars da loro diretto. A questa
domanda, sfortunatamente, non vi sarà mai risposta, salvo
ripensamenti futuri sia da parte della Lucasfilm che di Feige.
Il nuovo film della
Pixar, Elemental, svela qualcosa di
più su di sé grazie ad un nuovo poster. Nel nuovo film del regista
di The Good DinosaurPeter Sohn, la
storia è ambientata in una città in cui i residenti composti dai
quattro elementi (fuoco, acqua, terra e aria) convivono. Qui la
giovane, arguta e focosa Ember Lumen (Leah Lewis
di Nancy Drew) fa amicizia con lo sdolcinata ragazzo
d’acqua Wade Ripple (Mamoudou Athie di The Get
Down), sfidando con il loro rapporto le convinzioni del mondo
in cui vivono.
Il nuovo poster trasporta ora gli
spettatori a Element City, come la
Zootopia della Disney ma per gli elementi naturali. Quando
Ember lascia la sua zona di comfort nella sua nativa Firetown, si
avventura infatti in quella che la Pixar descrive come una città
vivente “ispirata dalle grandi città di tutto il mondo e che
abbraccia i contributi teorizzati di ogni comunità elementare – da
giganteschi edifici simili a pini e grattacieli a cascata verso
un’arena a forma di tornado chiamata Cyclone Stadium“.
Elemental sarà presentato al Festival
di Cannes, dove sarà il film di chiusura nonché quarto
lungometraggio dei Pixar Animation Studios ad essere presentato
nella Selezione Ufficiale, dopo Up,
Inside
Out e Soul.
Oltre ai due doppiatori poc’anzi citati, il film presenta anche le
voci di Ronnie del Carmen (Inside Out)
nei panni del padre di Ember, Bernie, che presto andrà in pensione;
Shila Ommi (Teheran) nei panni della
mamma in cerca d’amore di Ember, Cinder; e Catherine
O’Hara (Schitt’s Creek) nei panni della mamma
accogliente di Wade, Brook. Elemental della Pixar uscirà solo nelle
sale il 16 giugno 2023.
Hulu ha
rilasciato il trailer ufficiale di The
Clearing, il thriller psicologico di prossima uscita con
protagonista Teresa Palmer nei panni di una donna che
deve affrontare i suoi demoni per salvare bambini
innocenti. La serie negli USA uscirà in streaming il 24 maggio
2023 con i primi due episodi. Sarà poi seguito da nuovi episodi
ogni mercoledì. In genere i contenuti HULU arrivano in Italia su
Star, canale per contenuti per adulti di Disney+. Dai un’occhiata al
trailer di The Clearing qui sotto:
Cosa aspettarsi in The Clearing?
Basato sull’omonimo romanzo
poliziesco bestseller di JP Pomare, The
Clearing è stato creato e scritto da Elise
McCredie e Matt Cameron. In realtà è ispirato ai
culti della vita reale in Australia e in tutto il
mondo. La serie è interpretata da Teresa Palmer (Warm
Bodies), Miranda Otto (Le
terrificanti avventure di Sabrina) e Guy Pearce (Mare of
Easttown), Hazem Shammas (Safe Harbour),
Mark Coles-Smith (Mystery Road), Kate
Mulvany (The Twelve) e l’astro nascente Julia
Savage (Mr Inbetween).
“È un thriller emotivo e
psicologico che segue gli incubi di una setta e di una donna che è
costretta ad affrontare i demoni del suo passato per fermare il
rapimento e la coercizione di bambini innocenti in futuro“, si
legge nella sinossi. “La serie scava sotto la pelle e
dentro la mente, offuscando i confini tra passato e presente,
realtà e incubo in un modo davvero inquietante.” La serie è
diretta da Jeffrey Walker e Grace Otto, con Osamah
Sami che funge anche da sceneggiatore. I produttori
esecutivi sono Walker, McCredit, Cameron, Elizabeth
Bradley, Alexandra Cameron, Richard Finlayson e Jude
Troy.
Nonostante
James Gunn abbia iniziato a lavorare
al suo film su
Supermanin mezzo a un cambiamento
totale nell’universo
DC, il
film Black Superman della DC è
ancora in
lavorazione. Tuttavia, come anticipato a più riprese non
farà parte del DC
Universe principale.Parlando
con io9, il regista e co-CEO dei DC
Studios James Gunn è stato interrogato sul film Black
Superman. Si dice che il progetto provenga dallo scrittore
Ta-Nehisi Coates e dal produttore J.J. Abrams. Secondo Gunn, tuttavia, il
progetto non è affatto correlato al suo
prossimo Superman:
Legacy. A seconda di come appare la
sceneggiatura, dice, il film potrebbe ancora essere un progetto di
Elseworlds.
“Queste due cose sono
totalmente indipendenti“, ha detto James Gunn. “È un film
emozionante. So che Chantal Nong, che è l’esecutivo di quel
progetto, ne è estremamente entusiasta. Quindi, se arriva ed è
fantastico, di cui non ho letto la sceneggiatura, e se il tempismo
è giusto, potrebbe assolutamente accadere. Questo è totalmente
estraneo. Sarebbe una storia di Elseworlds come
Joker.
Cos’è Elseworlds di DC?
Per chi non lo sapesse,
Elseworlds era un etichetta di pubblicazione della
DC Comics incentrata su storie accadute al di fuori della
continuità principale. Ciò ha consentito una narrazione più
creativa e ha portato ad alcune delle storie più grandi e famose di
sempre della DC, tra cui l’amato Kingdom Come del
1996.
Quando James Gunn e Peter Safran hanno assunto la
guida dei DC Studios e hanno rivelato la loro
lista di film a gennaio, la coppia ha detto che i film che non
rientrano nell’universo DC condiviso saranno classificati come
progetti “Elseworlds“. Questi includono film
comeJokere il suo sequel direttoFolie à
Deux, oltre a The
Batmane il suo futuro sequel The
Batman – Parte 2.
Un rapporto
di The
Hollywood Reporterha affermato che l’obiettivo è
che un Black Superman venga introdotto in un film che non
si svolge nel DCU. In effetti, si dice che Coates sia stato
ispirato dai fumetti originali. Il protagonista di Coates
“verrà da Krypton e verrà sulla Terra” e potrebbe essere
un “pezzo d’epoca del 20° secolo“. La DC ha già avuto
un Black Superman di nome Calvin Ellis, ma non è
noto se quel nome verrà usato in questo progetto in
sviluppo.
Un attore che è
stato suggerito dai fanè la
star diCreedMichael B. Jordan. In effetti, un film di
Black Superman è stata un’idea che Jordan ha cercato di presentare allo studio
nel 2019, ma non è mai presa in considerazione. Con questo
progetto ora in produzione, questo potrebbe essere l’occasione per
Michael B. Jordan recitare nel prossimo film
di successo. Tuttavia, parlando con ETall’inizio di quest’anno, l’attore ha rivelato di non aver
sentito nulla del genere finora. “Essere
invitato nel DC
Extended Universe da Warner Bros., DC Films e Bad Robot è un
onore“, ha detto Coates a proposito del film in uscita quando
è stato annunciato per la prima volta. “Non vedo l’ora di
aggiungere in modo significativo all’eredità dell’eroe mitico più
iconico d’America.”
Mentre J.J. Abrams ha commentato: “C’è una nuova,
potente e commovente storia di Superman ancora da
raccontare.Non potremmo essere più
entusiasti di lavorare con il brillante Mr. Coates per aiutare a
portare quella storia sul grande schermo, e siamo oltremodo grati
al team della Warner Bros. per l’opportunità.
Venerdì 12 maggio alle ore 15.30,
l’Aula Magna di Giurisprudenza presso l’Università Roma Tre,
ospiterà un’imperdibile appuntamento per tutti gli appassionati di
scienza e arte: “Sullo Spazio. Scienza e
Bellezza”, incontro in ricordo dello scrittore e
giornalista Pietro Greco – faro per la
comunicazione della scienza in Italia – organizzato
dall’Associazione culturale Amore e Psiche e dall’
Associazione di promozione sociale La Scuola che
verrà.
Giunto al terzo appuntamento, il
tema di quest’anno ruoterà intorno al concetto di spazio, inteso
come spazio cosmico, fisico, ambientale rappresentativo di ciò che
viviamo e ci circonda, interiore.
L’incontro è realizzato in
collaborazione con il Dipartimento di Matematica e Fisica
dell’Università Roma Tre, il Master La Scienza nella pratica
giornalistica, Netforpp, (Network europeo per la psichiatria
psicodinamica), l’Associazione culturale L’Arte della Memoria e con
il patrocinio della Fondazione Roma Sapienza.
Tra scoperte scientifiche
rivoluzionarie e appassionanti riflessioni umanistiche, i relatori
racconteranno lo spazio attraverso la propria disciplina,
percorrendo la strada dell’interdisciplinarità che Pietro Greco ha
indicato e strenuamente sostenuto durante la sua lunga carriera di
divulgazione scientifica. In un dialogo dove passione e riflessione
si intrecciano, l’obiettivo è quello di mostrare come arte e
scienza non possano in realtà essere separate perché entrambe
frutto delle capacità propriamente umane di intuire, riflettere e
immaginare.
Ovviamente ci sarà spazio
anche per il punto di vista cinematografico sull’argomento
principale dell’incontro. Portavoce della settima arte nel corso
dell’evento
Daniela Ceselli, sceneggiatrice: Lo spazio e
il cinema, un’avventura che inizia dentro un luogo chiuso, immerso
nella penombra: la sala cinematografica. Si proiettano delle
immagini in movimento, le persone vi assistono; il cuore batte, lo
stupore domina. Ogni corpo spettatoriale occupa il suo spazio e
guarda altri corpi, volti, spazi, cieli e città, condividendone
l’illusione di realtà; un’esperienza diversa dalla quotidianità, in
condizione di ipermotricità ed iperattenzione; emozione più
intrattenimento. Una fabbrica, un treno, un viaggio sulla luna, una
nave che si stacca dal porto, un inseguimento forsennato, il mare
in tempesta e la Monument Valley: la macchina da presa fa i conti
con lo spazio, lo misura, lo ritaglia, lo inventa, lo scandisce:
l’inquadratura ed il campo, le grandezze scalari, l’angolo di
ripresa, la luce. La relazione spaziale tra ciò che è ripreso e la
posizione della camera nel momento in cui riprende, ma anche il
profilmico della messa in scena, la profondità di campo, i limiti
del quadro. Ciò che vediamo e ciò che non vediamo sullo schermo,
fuori campo, ma intuiamo o immaginiamo.
L’incontro sarà moderato da Maria
Nicolaci, Fisica e sociologa della scienza presso l’Università di
Milano Bicocca, che dialogherà con Elena Pettinelli, Fisica presso
l’Università Roma Tre, Paola Vittorioso, Biologa molecolare
dell’Università Sapienza, Lorenzo Ciccarese, Responsabile Area
conservazione biodiversità terrestre dell’ ISPRA, Franco
d’Agostino, Assiriologo ,direttore del dipartimento degli Studi
Orientali della Sapienza, Annelore Homberg, Psichiatra e
psicoterapeuta presso Netforpp Europa, Camilla Ariani, Architetto e
Urbanista presso la Sapienza, Daniela Ceselli, sceneggiatrice e
docente presso Roma Tre, Giuseppe Benedetti, insegnante di lettere
presso il Liceo Classico Tasso e infine Federica Di Folco, Storica
dell’arte presso l’ Accademia Italiana Roma.
La
cantante Yana_C, la
doppiatrice Sara Labidi e l’attrice,
cantante, doppiatrice e docente di doppiaggio Simona
Patitucci sono le voci della versione italiana del nuovo
film Disney La
Sirenetta.
Yana_C e
Sara Labidi presteranno le proprie voci,
rispettivamente nelle canzoni e nei dialoghi, alla sirena
Ariel, mentre Simona Patitucci,
che aveva doppiato la protagonista nel classico d’animazione, sarà
la voce della malvagia strega del mare Ursula. Tra le voci italiane
del film, che arriverà il 24 maggio nelle sale italiane, anche
l’autore e cantante stimato nella scena italiana e internazionale
Mahmood nel ruolo dell’iconico personaggio di Sebastian.
Il singolo “La
Sirenetta” interpretato da Yana_C è ora disponibile sulle piattaforme
digitali. La colonna sonora del film Disney La
Sirenetta sarà disponibile dal 19 maggio.
Yana_C, Sara Labidi e Simona
Patitucci sono state inoltre protagoniste di uno speciale
shooting fotografico realizzato presso Villa Borromeo Visconti
Litta di Lainate.
La
Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una
bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la
figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera
scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la
superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle
sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il
suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare,
Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla
terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di
suo padre.
Il film è interpretato dalla
cantante e attrice Halle Bailey (grown-ish) nel ruolo di
Ariel; Jonah Hauer-King (Un viaggio a quattro
zampe) nel ruolo del principe Eric; Noma
Dumezweni (Il Ritorno di Mary Poppins) nel ruolo
della regina Selina; Art Malik (Homeland –
Caccia alla spia) nel ruolo di Sir Grimsby; con il vincitore
del premio Oscar®
Javier Bardem (Non è un paese per vecchi) nel
ruolo di Re Tritone; e con la due volte candidata all’Academy
Award®
Melissa McCarthy (Copia originale, Le amiche
della sposa) nel ruolo di Ursula.
La
Sirenetta è diretto dal candidato all’Oscar®
Rob Marshall (Chicago, Il Ritorno di Mary
Poppins), con una sceneggiatura del due volte candidato
all’Oscar David Magee (Vita di Pi, Neverland – Un sogno
per la vita). Le musiche delle canzoni sono composte dal
pluripremiato agli Academy Award® Alan Menken (La Bella e la
Bestia, Aladdin), con i testi di Howard Ashman e i
nuovi testi del tre volte vincitore del Tony
Award® Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte
vincitore dell’Emmy® Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in
Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due
volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An
American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver
(Il Re Leone) è il produttore esecutivo.
In un comunicato stampa della
Disney (tramite Comic
Book Movie), è stato confermato che i
Marvel Studios hanno arruolato la
pluripremiata doppiatrice Tara
Strong come nuova voce di Mainframe
nell’imminente Guardiani della Galassia Vol.
3. Questo
rappresenta il secondo ruolo di Strong nel Marvel Cinematic
Universe, dopo aver prestato la sua voce a
Miss Minutes nella serie Disney+Loki .
Strong sostituisce la
candidata ai Grammy Miley Cyrus, che originariamente aveva
doppiato Mainframe nel sequel del 2017. Il suddetto
personaggio è stato introdotto come parte del team originale dei
Guardiani della Galassia di Yondu,
che comprendeva anche Martinex di Michael
Rosenbaum e Aleta Ogord di Michelle Yeoh.
Cosa aspettarsi in Guardiani della Galassia
Vol. 3?
In attesa di poter vedere il film,
anche alla luce di questi pareri, ricordiamo che la sinossi
ufficiale per Guardiani della Galassia Vol.
3 recita quanto segue: “in
Guardiani della Galassia Vol.
3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’
diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora,
deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo
oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non
completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani
così come li conosciamo.“
L’idea di un
potenziale crossover di film tra
Marvel e DC è un desiderio
che i fan coltivano ormai già da molto tempo, soprattutto coloro
che hanno apprezzato il crossover che è già accaduto sulle pagine
dei fumetti. Tuttavia, secondo i recenti commenti del regista e
co-CEO dei DC Studios James
Gunn, siamo ancora lontani dalla realizzazione da quel
potenziale crossover.
Parlando con Deadline alla prima
mondiale del suo prossimo film Guardiani
della Galassia Vol. 3, a James Gunn è stato chiesto ancora una volta
del potenziale per un crossover tra Marvel e DC. Il regista,
sceneggiatore e produttore detto che sarebbe stato “cool”, ma non
pensa che accadrà per almeno altri 10 anni. “Penso che
sembrerebbe qualcosa che accadrà tra circa 10 anni“, ha
dichiarato Gunn. “Non oggi, perché abbiamo un sacco di
altri film DC che dobbiamo raccontare. Ma sì, penso che
potrebbe essere bello”.
I commenti di James
Gunn fanno eco a quelli che ha fatto di
recente. Parlando con Empire Magazine, al
co-CEO è stato chiesto di un crossover tra Marvel e DC e ha detto che
sarebbero passati “molti anni” prima che accadesse qualcosa del
genere. Gunn ha anche sollevato il fatto che la DC doveva
prima stabilirsi nel proprio universo, ma che le discussioni erano
effettivamente avvenute, anche se “molto leggere”.
In attesa di poter vedere il film,
anche alla luce di questi pareri, ricordiamo che la sinossi
ufficiale per Guardiani della Galassia Vol.
3 recita quanto segue: “in
Guardiani della Galassia Vol.
3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’
diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora,
deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo
oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non
completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani
così come li conosciamo.“
The
Flash è il più grande film di DC
Studios e Warner Bros. Discovery fino ad oggi. Le aspettative
per il debutto sul grande schermo del supereroe sono ai massimi
storici. Fortunatamente, un recente rapporto ha suggerito
che la Warner
Bros.ha una grande fiducia nel progetto ed è
stato confermato che il film ha un costo di produzione piuttosto elevato.
Qual è il budget di The
Flash?
L’imminente film The
Flash – destinato a creare un legame con l’era
precedente dell’Universo DC e ciò che i nuovi co-CEO James
Gunn e Peter Safran hanno in serbo – è sempre stato un grande
progetto.Secondo un recente rapporto diCBC, il budget del film è di 220 milioni di
dollari, il che lo metterebbe al di sopra di alcuni recenti film
dei DC Studios comeWonder
Woman 1984 ($200 milioni)
e quello che era il costo iniziale del budget diBlack Adam($ 190 milioni, prima di salire a
260 milioni di dollari a causa del prolungarsi delle
riprese).
In un’intervista con Paul
Austerberry, lo scenografo definisce il film “un
grosso problema per la Warner Bros.” Il rapporto menziona
anche che il film è stato trattenuto dall’uscita nel 2020 e nel
2021 a causa della pandemia di COVID-19 e che la Warner Bros.
Discovery ha voluto fortemente che questo film fosse visto sul
grande schermo. “Stiamo progettando queste cose e
progettando il film per il grande schermo; questa è
un’esperienza cinematografica da grande schermo“, ha detto
Austerberry. “Spero che la maggior parte delle persone lo
veda sul grande schermo… Questo tipo di film è fatto per il
multiplex. È fatto per il grande spettacolo”.
The Flash, il film
In The
Flashi mondi si incontreranno quando Barry userà
i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli
eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua
famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In
definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al
futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la
sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per
resettare l’universo?
The Flashè prodotto da Barbara Muschietti (i
film “IT”, “La Madre”) e Michael Disco (“Rampage –
Furia Animale”, “San Andreas”). La sceneggiatura è di Christina
Hodson (“Birds of Prey”, “Bumblebee”), con una screen story di
John Francis Daley e Jonathan Goldstein (“Dungeons
& Dragons: L’onore dei ladri”, “Spider-Man: Homecoming”) e
Joby Harold (“Transformers: Il risveglio”, “Army
of the Dead”), basato sui personaggi dell’Universo DC. I produttori
esecutivi sono Toby Emmerich, Walter Hamada, Galen Vaisman e
Marianne Jenkins.
Ad affiancare il regista Muschietti
dietro la macchina da presa è il team composto dal direttore della
fotografia Henry Braham (“Guardiani della Galassia Vol.
3”, “The Suicide Squad”), lo scenografo Paul Denham
Austerberry (“IT Capitolo 2”, “La forma dell’acqua”), i montatori
Jason Ballantine (i film “IT”,“Il grande Gatsby”) e Paul Machliss (“The
Gentlemen”, “Baby Driver – Il genio della fuga”) e la costumista
Alexandra Byrne (“Doctor Strange”, “Guardiani della Galassia”).
La colonna sonora è di Benjamin Wallfisch (“L’uomo invisibile”, i
film “IT”).
L’ultima volta che l’attrice
Emma Watson è
stata vista sul grande schermo è stato per il film Piccole donne, diretto
da Greta Gerwig nel 2019. Da quel momento, l’ex
Hermione Granger di Harry Potter non ha più preso parte a
nessun progetto, né cinematografico né televisivo. Dopo anni di
assenza, la Watson ha ora rivelato il perché di questo
allontanamento, affermando di essersi sentita come imbavagliata
durante tutta la sua carriera di attrice, accennando anche alla
mancanza di motivazione per promuovere progetti su cui “non
aveva molto controllo“.
“Non ero molto felice, se devo
essere onesta“, ha raccontato l’attrice. “Penso di essermi
sentita un po’ in gabbia. La cosa che ho trovato davvero difficile
è stata che dovevo uscire e promuovere qualcosa su cui non avevo
molto controllo. Stare di fronte a un film e avere ogni giornalista
che ti chiede: “In che modo questo è in linea con il tuo punto di
vista?” È stato molto difficile essere il volto e il portavoce di
cose in cui non sono stata coinvolta nel processo“.
Gradualmente, dunque, l’attrice è diventata disillusa nei confronti
di tale settore.
“Sono stata ritenuta
responsabile in un modo che ho iniziato a trovare davvero
frustrante, perché non avevo voce, non avevo voce in capitolo. E ho
iniziato a rendermi conto che volevo essere accostata solo a cose
dove se qualcuno mi avrebbe criticato, avrei potuto dire: ‘Sì, ho
fatto un casino, è stata una mia decisione, avrei dovuto fare di
meglio.‘”, ha concluso poi l’attrice. Ad ora sembra dunque che
la pausa dalla recitazione dell’attrice sia destinata a continuare
finché non troverà un nuovo progetto dove potersi sentire coinvolta
dall’inizio alla fine.
Potrebbe per lei essere l’occasione,
trovando la giusta storia, per passare dietro la macchina da presa,
come in più occasioni dall’attrice stessa contemplato. Nel 2022,
infatti, l’attrice ha compiuto un piccolo debutto alla regia
dirigendo lo spot Prada Paradoxe per Prada.
Nell’attesa dunque di scoprire se e quando Emma Watson tornerà al
cinema e in quale ruolo, ricordiamo che oltre ad aver recitato
nella saga di Harry Potter, si è distinta anche per i film
Noi siamo infinito, Bling Ring, Noah, Regression, Colonia, The Circle e, in
particolare, La bella e la bestia,
dove ha interpretato una versione moderna della protagonista Belle,
sulla cui costruzione ha notoriamente avuto maggior voce in
capitolo.
Arriva da Deadline, la notizia
che Xilam Animation ha ufficialmente stretto una partnership con
Netflix
per la produzione della prossima serie anime originale di
Zack SnyderTwilight of the
Gods. Xilam ricoprirà il ruolo di
studio di animazione del dramma d’azione 2D, gestendo il layout, la
grafica di sfondo, l’animazione e il compositing.
“Siamo così orgogliosi di
lavorare con il team di Stone Quarry, incluso l’iconico creatore e
regista Zack Snyder. E siamo anche profondamente
grati a Netflix per essersi fidato di noi per dare vita alla
sua spettacolare visione“, ha dichiarato in una nota il
fondatore e CEO di Xilam Animation, Marc du Pontavice.
“Useremo lo stato dell’arte dell’animazione 2D in tutta la
serie, che includerà battaglie spettacolari ed effetti speciali
nello stile distintivo che ha caratterizzato il lavoro di Zack nel
corso della sua illustre carriera. Questo progetto segna anche
un significativo passo avanti nelle nostre ambizioni di portare la
nostra esperienza nel mondo delle serie d’azione per adulti per un
pubblico globale“.
Cosa sappiamo su Twilight of the Gods?
Twilight of the
Gods è stato creato da Zack
Snyder , Jay Olivia ed Eric
Carrasco, con Snyder che sarà lo
showrunner. Ambientato nel mondo della mitologia norrena, l’anime
sarà caratterizzato dalle voci di Sylvia Hoeks
come Sigrid, Stuart Martin come Leif,
Pilou Asbaek come Thor, John
Noble come Odino, Paterson Joseph come
Loki, Rahul Kohli come Egill, Jamie
Clayton come The Seid. -Kona, Kristopher
Hivju come Andvari, Peter Stormare come
Ulfr, Jamie Chung come Hel, Lauren Cohan come Inge, Corey Stoll come Hrafnkel. I produttori
esecutivi sono Zack Snyder, Deborah Snyder e Wesley
Coller, con la produzione di Carrasco. Il progetto è una
produzione di The Stone Quarry. ZackSnyder e Jay
Olivia dirigeranno l’anime.
Oltre a Twilight of the Gods,
Zack Snyder è anche impegnato a lavorare su altri
suoi progetti con Netflix, tra cui l’imminente
film epico di fantascienza Rebel
Moon e la serie animata prequel Army of
the Dead: Lost Vegas.
Dopo molte
speculazioni, Kevin
Costner è apparentemente pronto a lasciare Yellowstone dopo
la
quinta stagione della popolare serie drammatica. Entertainment Tonight
ha riferito che fonti vicine alla produzione dello show affermano
che la star non tornerà nella serie madre Yellowstone
di Taylor Sheridan dopo la conclusione della
quinta stagione. La notizia arriva dopo le segnalazioni di presunti
conflitti tra la star della serie Paramount e il co-creatore Taylor
Sheridan sugli impegni dell’attore nelle riprese degli episodi
rimanenti della stagione in corso.
Il sito ha anche affermato che
fonti riferiscono che il cast e la troupe di Yellowstone non
sono ancora sicuri di quando riprenderanno le riprese dei restanti
episodi che rimangono da girare della
quinta stagione nel Montana, particolare che sta portando
a “molta confusione e frustrazione”. A febbraio, ET ha incontrato
il reporter di Puck News, Matthew Belloni, che è stato il primo a
riferire dei problemi sul set che, secondo quanto riferito, hanno
afflitto lo show durante la lavorazione della sua quinta stagione.
“Yellowstone è davvero nel limbo in questo momento
fino a quando non riusciranno a capire se Kevin
Costner tornerà o, più probabilmente, se verrà escluso
dallo show“, ha spiegato Belloni. “Una volta presa questa
decisione, possono finire di scrivere la seconda metà di questa
stagione, girarla e probabilmente andrà in onda in
autunno“.
In mezzo a tutto questo, l’avvocato
dell’attore, Marty Singer, ha risposto alle accuse in una
dichiarazione a ET. “L’idea che Kevin fosse disposto a
lavorare solo una settimana nella seconda metà della stagione 5
di Yellowstone è una bugia
assoluta. È ridicolo – e chiunque lo suggerisca non
dovrebbe essere creduto per un secondo“, ha detto l’avvocato.
Ha aggiunto: “Come sanno bene tutti quelli che sanno qualcosa
di Kevin, è incredibilmente appassionato e legato alla serie ed è
sempre andato ben oltre per assicurarne il successo“. I
conflitti di programmazione sono legati alla lavorazione di
Horizon: An American Saga, un progetto a
cui l’attore e regista ha lavorato per oltre un decennio e che la
prima parte è già in post-produzione. Horizon: An
American Saga sarà un film in quattro parti prodotto
da New Line e Warner Bros Discovery.
La notizia dell’uscita di Costner
dallo show arriva il giorno dopo che è stato rivelato sua moglie
con il quale è sposato da 18 anni, Christine Costner, ha chiesto il
divorzio. “È con grande tristezza che sono emerse
circostanze al di fuori del suo controllo che hanno portato il
signor Costner a dover partecipare a un’azione di scioglimento del
matrimonio“, ha detto lunedì a ET il rappresentante di
Costner. “Chiediamo che la privacy sua, di Christine e dei
loro figli sia rispettata mentre affrontano questo momento
difficile“. A febbraio è stato riferito che
Kevin Costner potrebbe aver ridotto il suo
programma di riprese per il resto della quinta stagione e che uno
spin-off di Yellowstone guidato da
Matthew McConaughey era in lavorazione.
Yellowstone
è stato creato da Taylor Sheridan e John Linson. Nel
cast oltre al protagonista, troviamo Luke Grimes,
Kelly Reilly, Wes Bentley, Cole Hauser, Kelsey Asbille, Brecken
Merrill, Jefferson White, Forrie Smith, Denim Richards, Ian Bohen,
Finn Little, Ryan Bingham, Gil Birmingham, Jen Landon e Kathryn
Kelly. “La serie racconta la famiglia Dutton, guidata
da John Dutton, che controlla il più grande ranch contiguo negli
Stati Uniti“, si legge nella sinossi. “Tra alleanze
mutevoli, omicidi irrisolti, ferite aperte e rispetto meritato – il
ranch è in costante conflitto con quelli con cui confina – una
città in espansione, una riserva indiana e il primo parco nazionale
d’America“.
Il
28 febbraioRuben Östlund è stato nominato
presidente della giuria del Festival
di Cannes 76. In questa nuova edizione che segue il
75° anniversario, il Festival di Cannes desidera accogliere una
nuova generazione di artisti che dirigono, recitano, cantano e
scrivono. Oltre al Presidente, due volte insignito della Palma
d’oro, la giuria comprende la regista marocchina Maryam
Touzani, l’attore francese Denis
Ménochet, lo sceneggiatore e regista anglo-zambiano
Rungano Nyoni, l’attrice e regista americana
Brie Larson, l’attore americano Paul Dano, l’autore afghano Atiq
Rahimi, il regista e sceneggiatore argentino
Damián Szifrón e la regista francese Julia
Ducournau che ha vinto
il primo premio nel 2021.
La Giuria avrà il compito di
assegnare la Palma d’oro a uno dei 21 film annunciati in Concorso.
I premi saranno rivelati il 27 maggio durante la cerimonia di
chiusura che sarà trasmessa in diretta da France Télévisions in
Francia e da Brut, su scala internazionale. Seguirà l’ultima
proiezione del Festival: Elemental, il film
d’animazione di Peter Sohn.
Alla luce dello sciopero della
Writers Guild of America, sono ora stati rivelati
nuovi aggiornamenti sul film Superman:
Legacy di James
Gunn. Con il DCEU pronto ad arrivare alla sua
conclusione con il film The Flash, lasciando così il posto ad un
nuovo DC
Universe sotto la guida di Gunn e Peter
Safran, il primo grande progetto sarà proprio
Superman: Legacy, che fungerà da riavvio dell’icona DC e
si concentrerà su un giovane Clark Kent. Il film, come ormai noto,
sarà scritto e diretto dallo stesso Gunn.
Lo sciopero degli sceneggiatori
attualmente in corso influenzerà ora ovviamente una serie di
produzioni sia televisive che cinematografiche. Tuttavia, stando ad
un nuovo rapporto di The Wrap, il film Superman: Legacy di Gunn non
dovrebbe rientrare tra quelli colpiti da questa situazione. Gunn
avrebbe infatti consegnato la sua bozza della sceneggiatura la
scorsa settimana, prima che lo sciopero della WGA entrasse in
vigore. Inoltre, si riferisce che Gunn è in procinto di scegliere
il nuovo attore protagonista per Superman: Legacy, con
la produzione che inizierà dunque
nel 2024.
Se dunque sembra che Superman: Legacy abbia buone
probabilità di rispettare la sua uscita in sala attualmente fissata
all’11 luglio 2025, lo stesso non si può dire per
gli altri progetti del DCU. A seconda della durata dello sciopero, i DC
Studios potrebbero infatti dover ritardare vari progetti e
riprogrammare determinati film e show. Solo il tempo svelerà se e
come i progetti attualmente in programma subiranno modifiche,
soprattutto in base a se lo sciopero si protrarrà più a lungo di
quello del 2007-2008. Ma per ora, appunto, Superman: Legacy sta andando
avanti e si attendono ora comunicazioni relative al
casting.
Sony
Pictures ha diffuso un nuovo trailer internazionale del
tanto atteso sequel Spider-Man: Across the Spider-Verse. Il nuovo
contributo presenta molti filmati inediti ricchi di
azione che prendono in giro i poteri unici di Spider-Man
2099 e la forte disapprovazione per Miles Morales che si
unisce alla Spider-Force.
Il video evidenzia il dilemma
morale che affliggerà Miles nel film in uscita.
Mentre Spider-Man
2099 (alias Miguel O’Hara) e altri Spider-Men
lo affrontano per accettare che tutti gli Spider-Men debbano fare
un sacrificio per il bene superiore, Miles resiste a causa
del suo desiderio di salvare tutti.Dai un’occhiata al
trailer internazionale di Spider-Man: Across the Spider-Verse qui
sotto:
Spider-Man: Across the Spider-Verse introdurrà
però non solo La Macchia, doppiato da Jason
Schwartzman, ma anche oltre 200 varie iterazioni dell’eroe
titolare. Miller ha dichiarato nell’aprile 2022 che “in mezzo a
questo multiverso ci sono 240 personaggi unici … ma sono per lo più
personaggi minori o secondari“. Tra questi ci sarà
Miguel O’Hara, alias Spider-Man
2099, doppiato da Oscar Isaac. Isaac sarà affiancato da un cast
corale che include Brian Tyree Henry nei panni di
Jefferson Davis, Luna Lauren
Vélez nei panni di Rio Morales e
Issa Rae nei panni di Jessica
Drew, alias Spider-Woman. Spider-Man: Across the Spider-Verse, come
noto, arriverà nei cinema il 2 giugno.
“Miles Morales ritorna per il
prossimo capitolo della saga di Spider-Verse, Spider-Man: Across the Spider-Verse“, si legge
nella sinossi. “Dopo essersi riunito con Gwen Stacy,
l’amichevole Spider-Man di quartiere di Brooklyn viene catapultato
attraverso il Multiverso, dove incontra una squadra di
Spider-People incaricata di proteggere la sua stessa
esistenza. Ma quando gli eroi si scontrano su come gestire una
nuova minaccia, Miles si ritrova a confrontarsi con gli altri
Spider e deve ridefinire cosa significa essere un eroe in modo da
poter salvare le persone che ama di più.
Il film è diretto da
Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K.
Thompson. Nel cast Shameik Moore nei
panni di Miles Morales, Hailee Steinfeld nei panni di Gwen Stacy,
Jake Johnson nei panni di Peter B. Parker,
Issa Rae nei panni di Spider-Woman, Daniel
Kaluuya Spider-Punk, Karan Soni nei panni
di Spider-Man India, Oscar Isaac nei panni di
Spider-Man 2099, Jason Schwartzman nei panni di
The Spot, Brian Tyree Henry nei panni di Jefferson
Davis, Luna Lauren Velez nei panni di Rio Morales,
Greta Lee nei panni di Lyla. Nel cast vocale
originale ancheAndy
Samberg , Rachel Dratch, Jorma Taccone,
Shea Whigham e altri.
Spider-Man: Across the Spider-Verse è prodotto
da Phil Lord, Chris Miller, Amy Pascal, Avi Arad e Christina
Steinberg con Alonzo Ruvalcaba. Aditya Sood e il
regista del primo film, Peter Ramsey, sono i
produttori esecutivi.
L’attore e musicista Jamie Foxx ha pubblicato un aggiornamento
di stato su Instagram dopo il
suo ricovero in ospedale il mese scorso. Nel nuovo
post su Instagram ,
Foxx ha scritto: “Apprezzo tutto
l’amore!!! Sentirsi benedetti“, seguito da una serie di
emoji. Molte altre celebrità hanno commentato il post, tra cui
Ludacris, DJ Khaled e AJ McLean, augurandogli il
meglio.
Jamie Foxx è stato ricoverato per la prima
volta il 12 aprile dopo aver sofferto di quella che la sua famiglia
ha descritto come una “complicazione medica“. Sebbene
si sappia poco su ciò che è accaduto, si dice che Jamie Foxx stesse in compagna della sua
famiglia al momento del suo ricovero.L’attore ha
recentemente recitato nel film d’azione sui
vampiri Day Shiftal fianco
diDave Franco. Lo vedremo
presto inThey Cloned Tyronee
doppiarà un cane nella commediaStrays. Ha
inoltre già girato ad Atlanta il fil Back in Action che vedrà il ritorno sul
grande schermo di
Cameron Diaz .
Jamie Foxx ha vinto il premio Oscar come
miglior attore grazie alla sua interpretazione in Ray ed è
stato in numerosi film di successo, tra cui Dreamgirls,
Django Unchained e Spider-Man: No Way
Home, oltre a pubblicare diversi album
musicali.
Popolare commedia romantica del
2009, La dura verità (qui la recensione) è diretto da
Robert Luketic, già autore di titoli simili come
La rivincita delle bionde e Quel mostro di
suocera. Per questo suo nuovo film egli porta in scena la
storia di due personalità dello spettacolo estremamente differenti
nel carattere, nelle convinzioni e nei modi. Attraverso di loro si
snoda una comica vicenda incentrata sulle relazioni tra donne e
uomini, portando a galla quella che il titolo del film afferma
essere una dura verità. Il film è però ben lungi dal
cinismo, rivelandosi invece come un appassionata e appassionante
storia d’amore.
Ricca di riferimenti ad altre
pellicole simili, tra cui si possono annoverare Harry, ti presento
Sally… e Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy,
il film vanta la presenza di noti interpreti di Hollywood, che si
mettono qui alla prova con ruoli particolarmente sopra le righe. È
infatti la presenza di Gerard
Butler e Katherine
Heigl a rendere il tutto più piccante e interessante,
con i due che danno vita ad una riuscita coppia comica. Al momento
del suo arrivo in sala il film non è in realtà stato ben accolto
dalla critica, ma decisamente diversa è stata la reazione del
pubblico.
A fronte di un budget di 38 milioni
di dollari, il film è infatti arrivato ad incassarne ben 205 in
tutto il mondo. Tale risultato ha permesso a La dura
verità di affermarsi come una delle commedie di maggior
successo dell’anno. Prima di lanciarsi in una visione di questa, ci
sono diverse curiosità da scoprire, molte delle quali legate
proprio agli attori protagonisti. Proseguendo nella lettura sarà
possibile scoprire queste come anche su quali piattaforme è
possibile ritrovare il film in streaming per una comoda visione
casalinga.
La dura verità: la trama
del film
La vicenda del film si svolge a
Sacramento, in California, dove Abby Richter è
un’affermata produttrice di uno show televisivo. Altrettanto di
successo non è però la sua vita sentimentale, costellata di
appuntamenti senza un lieto fine. Dopo l’ennesimo di questi, la
donna sembra pronta a gettare la spugna. È a questo punto che si
imbatte nel programma intitolato La dura verità, condotto
dal cinico e irriverente Mike Chadway. Nel suo
show questi dà vita ad una serie di spregiudicate opinioni sui
rapporti sentimentali, e proprio il modo in cui ne parla spinge
Abby a telefonare in diretta per offrire il suo punto di vista,
quello di una donna che ancora crede nell’amore vero e nei suoi
miracoli.
Inaspettatamente, lo scontro con
Mike si rivela solo il primo di una lunga serie. Abby viene infatti
a sapere che gli ascolti del suo programma sono in calo, e il
network ha assunto proprio il cinico conduttore per tentare di
risollevare le sorti dello show. Il rapporto tra Mike ed Abby si
conferma particolarmente teso, con numerosi episodi di scontri
verbali causati da divergenze creative. Tutto prende però una piega
inaspettata nel momento in cui la donna sviluppa una cotta per il
suo vicino di casa, Colin. È e quel punto che Mike
la spinge a seguire i suoi consigli, stringendo con lei un patto.
Se Abby riuscirà a conquistare Colin, allora i due tenteranno di
lavorare in armonia, altrimenti Mike avrebbe rassegnato le
dimissioni.
La dura verità: il cast
del film
Come anticipato, protagonisti
assoluti del film sono gli attori Katherine Heigl
e Gerard Butler. La prima veste i panni di Abby
Richter, ruolo per il quale si è preparata informandosi
sull’attività delle donne produttrici nel mondo dello spettacolo.
Tale ricerca le ha permesso di poter risultare ulteriormente
realistica, mentre per l’aspetto più personale del personaggio la
Heigl si è lasciata ispirare dalle grandi figure femminili del
genere sentimentale. Butler è invece presente nel ruolo
dell’irriverente Mike Chadway. Tale personaggio è liberamente
ispirato al conduttore Adam Carolla, e per entrare in quella
mentalità l’attore ha speso diverso tempo a guardare il The
Adam Carolla show, osservando il modo di comportarsi, di
muoversi e di parlare del conduttore.
Accanto a loro, nel film, si
ritrovano poi attori meno noti ma ugualmente validi nei rispettivi
ruoli. Eric Winter, celebre per la soap opera
Il tempo della nostra vita, interpreta qui l’ortopedico
Colin, l’uomo di cui Abby si infatua. L’attore Nick
Searcy è invece Stuart, il boss di Mike e Abby e colui che
cerca di farli andare d’accordo sul posto di lavoro. Bree
Turner, celebre per la serie Grimm, dà vita al
personaggio di Joy Haim, assistente e amica di Abby e come lei in
cerca del vero amore. Gli attori John Michael
Higgins e Cheryl Hines, invece, recitano
nei ruoli di Larry Williams e Georgia Bordeney, i due conduttori
dello show mattutino e sposati tra di loro.
La dura verità: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
La dura verità è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Now TV. Per vederlo, basterà sottoscrivere un
abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un
determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 3
maggio alle ore 21:25 sul canale
Nove.
Si è
spento a 68 anni Alessandro D’Alatri, il regista
romano che era malato da tempo. Nel 1991 aveva vinto il David di
Donatello come migliore regista esordiente per Americano
Rosso, ma nel corso della sua carriera ha firmato altri
lavori di alto profilo come La Febbre, e fiction tv come I
bastardi di Pizzofalcone, Il Commissario
Ricciardi e Il Professore, oltre a
videoclip musicali e tantissimi spot pubblicitari.
Nato a Roma il 24 febbraio del
1955, Alessandro
D’Alatri comincia la sua carriera come attore, in una
piccola parte in Il Giardino dei Finzi Contini
diretto da Vittorio De Sica. Negli Anni ’80
ottiene molti riconoscimenti per la regia di spot televisivi e
pubblicità. Nel 1991 esordisce alla regia con Americano
Rosso, il film che gli è valso il David per il migliore
esordio e poi, nel 1993, dirige Senza pelle che
gareggia alla Quinzaine des Realisateurs del Festival
di Cannes.
Negli anni 2000 dirige
Casomai,La febbre,
Commediasexi. Nel 2017 gira quello che si rivelerà
il suo ultimo film, The Startup. L’ultima parte
della sua carriera si è concentrata principalmente sulla serialità
televisiva. Ha firmatoI bastardi di Pizzofalcone, Il
Commissario Ricciardi e Il
Professore.
Che gioiosa e ispirata
ventata di follia è Mrs. Davis,
nuovo show targato Peacock! un tripudio di idee,
trovate, rimandi cinefili che rappresenta senz’ombra di dubbio il
primo, soddisfacente “guilty pleasure” del 2023, almeno a livello
seriale. I creator Tara Hernandez e Damon
Lindelof hanno evidentemente dato sfogo alla propria
creatività senza troppo preoccuparsi di insospettire, sconcertare o
addirittura offendere un determinato tipo di pubblico. E tale
libertà di pensiero non fa che impreziosire il risultato
finale.
Mrs. Davis e una trama impossibile
da raccontare
Dove cominciare per
tentare di raccontare la trama di Mrs. Davis?
Impossibile trovare un punto di partenza che renda giustizia al
mirabolante caos narrativo rappresentato dalle varie puntate.
Diciamo che soltanto nel corso del pilot troverete suore combattive
e motorizzate alla ricerca del Sacro Graal, neonazisti rapitori,
un’intelligenza artificiale che controlla ormai il pensiero comune,
una banda di ribelli tutt’altro che organizzati, padri
prestigiatori, madri che non hanno paura di adoperare frecce,
fegati in disuso, il deserto del Nevada, la Francia medievale e lo
sterminio dei Cavalieri Templari. Nel corso degli episodi
successivi si aggiungono alla speziata ricetta anche altri
personaggi e situazioni che preferiamo non svelare, visto che tanto
rimane troppo arduo inserirli in una sintesi logica di quanto
succede nella storia.
Una serie che non è mai
pretenziosa
Molto questo tipo di
prodotto-contenitore predisposto a esporre ogni tipo di fantasia da
parte degli autori finisce per diventare irritante, soprattutto
quando riproposto sotto forma seriale. Mrs. Davis
riesce al contrario a risultare frizzante e mai pretenzioso col
passare di ogni puntata – fatta forse eccezione per la quarta che
offre una progressione narrativa e dei personaggi più fragile
rispetto alle altre. Il segreto della serie è quello di riuscire a
rendere leggero, in alcuni momenti addirittura vanesio, ogni
aspetto di quanto raccontato. Sotto questo punto di vista la scelta
di Betty Gilpin come protagonista assoluta è la
vera carta vincente: l’attrice che aveva già dato prova delle sue
doti comiche nel riuscito Glow per Netflix, in Mrs. Davis si lascia
andare a una prova di soave leggerezza, costruendo un personaggio
eccentrico eppure avvicinabile, cinico e insieme dolcissimo.
Un’interpretazione comica
di spessore indiscutibile, la quale conferma il carisma della
Gilpin oltre che la sua indubbia presenza scenica. I tempi comici
del tutto personali che sa rendere coerenti con la fisionomia del
ruolo di Lizzy/Simone sono la chiave perché Mrs.
Davis risulti spassoso nel suo vitale caos organizzato. Lo
spettatore rimane così incollato allo show chiedendosi
inconsciamente cos’altro sta per succedere di folle e insensato.
Accanto a loro si dimostrano efficaci comprimari Elizabeth
Marvel, David Arquette, Tom
Wlaschiha e soprattutto un Jake McDorman
il quale, dopo la convincente prova fornita in
Dopesick, sta dimostrando una versatilità e una
crescita come attore piuttosto insospettate.
Il miglior modo per
gustare Mrs. Davis è senz’altro quello di
lasciarsi andare e accettare di salire su una giostra a puntate
come non se ne vedevano da qualche tempo. Siamo di fronte a un
progetto artistico che fa della libertà di espressione e
dell’inventiva le sue ragioni d’essere, mescolando avventura,
commedia surreale, commento sociale e ovviamente fantasy con
audacia e gusto dello sberleffo. Il gioco di prestigio messo in
piedi dalla Hernandez e da Lindelof funziona soprattutto perché ad
offrirlo al pubblico troviamo una Betty Gilpin scatenata ed ispiratissima,
ammirevole mattatrice che abbraccia il nonsense del
progetto con un senso dell’ironia rimarchevole. La carne al fuoco
messa dalla serie è davvero molta, e il rischio di bruciarla –
oppure rimanerne bruciati – era davvero alto, soprattutto quando
Mrs. Davis ha cominciato seriamente a rielaborare
senza paura molti dogmi religiosi.
Un poderoso assaggio
Qualcuno rimarrà probabilmente sconcertato da alcune scelte, dalla
direzione con cui si è scelto di presentare determinati personaggi
di supporto. Conviene allora ribadire ancora una volta che questo
vuole essere un contenitore strabordante e giocoso di fascinazioni
in grado di svariare attraverso molte delle questioni fondamentali
del nostro presente. Accettate un consiglio spassionato: non
fermatevi su un aspetto piuttosto che un’altro vedendo
Mrs. Davis,
non concentratevi su un pregio che vi ha sorpreso o un difetto che
vi ha invece irritato. Gustatene tutti i sapori e tutti in un
unico, poderoso assaggio, e siamo (quasi) certi che no ve ne
pentirete…
La
magia del cinema diDavid
Yatesapproda
a Torino. IlMuseo
Nazionale del Cinemarende
omaggio all’acclamato regista britannico che ha contribuito
significativamente al successo della fortunata serie di film
diHarry
PottereAnimali
Fantastici, venendo associato in modo indelebile il proprio
nome alWizarding
Worldcreato
daJ.K. Rowling.
Regista, produttore e
sceneggiatore, il due volte vincitore del BAFTA e del Britannia
Award per l’eccellenza artistica nella regia incontrerà il
pubblicomartedì
23 maggio 2023 alle ore 18:30nell’Aula
del Tempio dellaMole
Antonellianae,
alle20:30alCinema
Massimo(Sala
Uno), introdurrà la visione diHarry Potter e i Doni
della Morte – Parte 2(2011),
emozionante e spettacolare ultimo capitolo della saga, che ha
portato il franchise da record a un’epica conclusione.
In dialogo con il direttore
del MuseoDomenico
De Gaetano, il regista sarà protagonista di un’attesissima
Masterclass, un’occasione per ripercorrere le tappe più importanti
della propria carriera, dagli esordi televisivi fino alle ultime
produzioni.
Prima dell’incontro, David
Yates riceverà laStella
della Mole, quale riconoscimento per aver contribuito allo
sviluppo dell’arte cinematografica con acclamati successi che sono
definitivamente entrati a far parte dell’immaginario collettivo
delle giovani generazioni.
“Sono molto onorato ed emozionato di recarmi a
Torino per condividere la mia esperienza cinematografica nella
magnifica Mole Antonelliana, un luogo dall’aspetto magico che
sarebbe la location ideale per uno dei miei
film–
raccontaDavid
Yates–Non
posso immaginare uno spazio più evocativo e stimolante per parlare
del mio percorso come film-maker, dai modesti inizi dei
cortometraggi in Super8 millimetri, passando per le fiction
televisive per la BBC, fino a realizzare finalmente il sogno di
fare film per un pubblico globale”.
“David Yates è un grande
regista, capace di far sognare, di ricreare quella magia che solo
il cinema sa dare–
affermaEnzo
Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema –quella
stessa magia che noi cerchiamo di trasmettere ai visitatori del
nostro museo. Siamo molto contenti di averlo qui alla Mole
Antonelliana e sono sicuro che saprà affascinarci e ammaliarci come
sa ben fare nei suoi film”.
“David Yates entra nell’immaginario di tutti
attraverso la serie di film di Harry Potter e travolge le
aspettative con il suo sguardo dark e la sua capacità di creare
atmosfere inquietanti e misteriose–
sottolineaDomenico
De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema
–È
il miglior traduttore in immagini del complesso Wizarding World di
J. K. Rowling, cupo ed elegante al tempo stesso, sobrio e giocoso.
I suoi film sono fenomeni culturali che divertono e allo stesso
tempo fanno pensare generazioni diverse di spettatori. Ma come i
grandi maestri della storia del cinema, Yates è un profondo
conoscitore dell’arte cinematografica e la masterclass sarà
un’occasione unica per ripercorrere la sua straordinaria carriera,
gli esordi, i successi e le sfide che lo attendono”.
A pochi giorni dalle prime immagini ufficiali e ad un
giorno dal poster, ecco ora che la
Warner Bros. svela il primo trailer
ufficiale di Dune: Parte
Due, che si può qui vedere, analizzare e scoprire
in tutta la sua epicità. Questa seconda parte dell’adattamento del
romanzo di fantascienza di Frank Herbert, diretto
dal visionario regista Denis Villeneuve, vanta un
cast composto da Timothée Chalamet
(Chiamami col mionome), nei panni di Paul
Atreides, e Zendaya (Spider-Man: No
Way Home), in quelli di Chani.
Fanno inoltre il loro ingresso nel
sequel Dune: Parte
Due anche Austin Butler
(Elvis, C’era una volta… a Hollywood) nei panni del
famigerato Feyd Rautha e il premio Oscar Christopher
Walken (Il cacciatore, Prova a prendermi) nei
panni dell’Imperatore. Florence
Pugh (Black Widow, Piccole donne),
Léa
Seydoux (Crimes of the Future) e
Souheila Yacoub (la serie No Man’s
Land, Climax) completano infine l’ampio cast nei
panni rispettivamente della principessa Irulan, figlia
dell’Imperatore, Lady Margot, amica stretta di quest’ultimo, e
Shishakli, guerriera dei Fremen.
Dune: Parte Due, la trama
del film
Dopo gli eventi del primo capitolo, Dune: Parte
Due ritrova Paul Atreides, unitosi ora a Chani e
ai Fremen e in cerca di vendetta contro i cospiratori che hanno
distrutto la sua famiglia e tutto ciò che conosceva del suo mondo.
Una guerra contro il malvagio barone Vladimir Harkonnen, e di
conseguenza contro l’imperatore Shaddam IV, è dunque inevitabile.
In preparazione a questa, Paul rafforzerà il suo rapporto con
Chani, farà la conoscenza della principessa Irulan Corrino, figlia
dell’Imperatore, e conoscerà profondamente lo spirito del deserto
proseguendo la sua strada come “Mahdi” il messia profetizzato dal
popolo del deserto, andando dunque incontro al proprio destino.
Il film arriverà nei cinema
italiani dal 1 novembre e porterà dunque a
compimento il racconto intrapreso con il primo film.
Succession 4×06 è andato in onda e ha
lasciato in sospeso moltissimi colpi di scena e rivelazioni. Questa
quarta stagione di Succession
è già stata una corsa selvaggia, con lo show si è spinto molto
avanti lasciando lo spettatore con il fiato in sospeso. L’ultimo
episodio non fa altro che rendere le cose più eccitanti, poiché
cambierà il futuro di Succession in diversi modi
importanti.
La stagione 4 di
Succession è l’ultima stagione dell’amata serie
comico-drammatica della HBO, che conclude la storia della
famiglia Roy e del loro enorme impero
multimediale, Waystar Royco. Fino a questo
momento, la quarta stagione di Succession ha visto l’uscita di
scena di Logan Roy, il principale antagonista della
serie, lasciando vacante la posizione di CEO. Kendall e Roman Roy
sono ora co-amministratori delegati della società e le cose non
stanno andando bene. Succession 4×06 riprende da
Kendall e Roman che cercano ancora di gestire l’accordo con la
GoJo e di affrontare il primo incontro con gli
investitori.
Kendall presenta Living+
Il conflitto principale di
Succession 4×06 è Living+, un nuovo progetto
immobiliare gestito da Waystar Royco. Kendall lo descrive come una combinazione di
sicurezza, intrattenimento e salute, esagerando con l’idea che la
nuova impresa sia ovviamente impossibile. L’idea alla base di
Living+ non è quella di lanciare effettivamente il prodotto, ma di
far salire il prezzo delle azioni di
Waystar Royco. L’azienda sta per essere acquistata da
Lukas
Matsson, CEO di GoJo, accordo dal quale
Kendall vuole uscire. Con il lancio
Kendall spera di far salire il prezzo delle azioni
e di indurre Matsson a tirarsi indietro,
annullando l’accordo.
Lukas Matsson capisce il piano di
Kendall e dice a Shiv che non è
interessato allo sviluppo immobiliare. Tuttavia,
Kendall va comunque avanti, anche se non si
conoscono ancora gli effetti delle azioni di Waystar Royco. È
evidente che Kendall non sta prestando attenzione
all’impatto del suo piano sulla Waystar, che
potrebbe causare gravi danni in futuro. Kendall mente sui desideri
del padre e aumenta le proiezioni finanziarie fino a renderle quasi
impossibili da rispettare, causando conflitti all’interno
dell’azienda. In Succession 4×06 siamo all’inizio
del disastro.
Shiv divisa tra Tom e Matsson
La relazione tra Shiv e Tom è stata in difficoltà dopo il tradimento
di Tom nella terza stagione di Succession, ma sembra che le cose
stiano cambiando. La coppia si è avvicinata molto in
Succession 4×06, cosa che non accadeva da tempo. I
due sembrano essere ritornati all’inizio della loro relazione e
sembrano aver rimesso in piedi il loro matrimonio, ma c’è un
problema: Lukas Matsson.
Shiv e
Matsson hanno iniziato a sviluppare una relazione
già negli scorsi episodi. Una relazione che per il momento sembra
essere non corrisposta a livello amoroso da parte di Shiv ma che
potrebbe portarle dei vantaggi economici considerevoli. Shiv ha
forti ragioni romantiche e lavorative per scegliere tra
Tom e Matsson, cosa che
continuerà a influenzare il futuro della serie oltre
Succession 4×06.
Roman licenzia Joy e Gerri
Il potere della posizione di co-CEO
sta iniziando a dare alla testa a Roman, facendogli prende alcune
decisioni importanti in Succession 4×06. La prima
decisione di Roman è quella di licenziare Joy, uno dei
responsabili dei Waystar Studios, la divisione
cinematografica e televisiva della Waystar Royco. Questo
licenziamento diventa rapidamente disastroso, con Joy che si oppone
dopo aver ricevuto la notizia.
Le cose peggiorano solo quando Gerri
inizia a prendersela con Roman per il licenziamento di Joy,
inducendo Roman a licenziare
Gerri per ritorsione. Roman chiede poi a Kendall
di ritirare il licenziamento, ma Kendall rifiuta, sostenendo anzi
l’idea che i nuovi co-CEO debbano fare piazza pulita delle
posizioni dirigenziali.
Il tweet di Matsson
Nonostante sia chiaramente una
cattiva idea, Living+ di Kendall
riceve un’accoglienza sorprendentemente calorosa durante l’incontro
con gli investitori. Tuttavia, le cose prendono rapidamente una
brutta piega quando Hugo vede la risposta di Lukas
Matsson all’annuncio su Twitter. Accanto a all’immagine
promozionale del prodotto, Matsson scrive nella didascalia
“Doderick Macht Frei”, derivata dallo slogan che si trovava sul
cancello d’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz.
Sembra che Matsson
volesse scherzosamente paragonare le città dell’azienda Waystar
Royco ai campi di concentramento, ma questo Tweet ha avuto un esito
orrendo. Kendall ha immediatamente denunciato il
tweet dal palco, rendendosi conto che poteva mettere a rischio
l’accordo Waystar-GoJo e sicuramente danneggiare
la reputazione di Lukas Matsson.
Logan Roy: il ritorno in Succession
4×06
L’uscita di scena di Logan Roy potrebbe essere permanente nel
futuro della serie ma questo non significa che vedremo meno il
personaggio di Brian Cox. All’inizio di Succession
4×06 il team della Waystar esamina alcuni
filmati d’archivio di Logan durante la preparazione dell’incontro
con gli investitori.
Più avanti nell’episodio, si scopre
che Kendall ha inserito segretamente questo
filmato nella sua presentazione, utilizzando spezzoni montati e
manomessi del padre per pubblicizzare Living+. Sebbene il pubblico
sembri aver gradito, Shiv, Roman
e il resto dei dipendenti Waystar pensano che sia piuttosto
disgustoso, il che significa che Kendall probabilmente dovrà
affrontare qualche contraccolpo.
Il futuro dopo Succession 4×06
Succession 4×06
potrebbe non essere così importante come gli episodi precedenti, ma
in realtà cambia significativamente il futuro dello show. Le
conseguenze dell’incontro con gli investitori e il tweet di
Lukas Matsson potrebbero danneggiare in modo
significativo non solo l’affare GoJo, ma anche la
Waystar Royco. Il licenziamento di
Joy e Gerri e il nuovo litigio di
Kendall con Karl, il direttore
finanziario di Waystar Royco, non saranno di certo
d’aiuto.
Inoltre, i problemi della
Waystar stanno iniziando a provocare una
spaccatura tra i tre fratelli Roy. La decisione di
non concludere l’affare ha già provocato un conflitto tra
Kendall, Roman e
Shiv, raddoppiando la loro già tesa lotta per il
potere. I tentativi di Kendall e Roman di applicare il metodo di
gestione del padre non fanno che peggiorare le cose, con i fratelli
Roy che potrebbero far crollare l’impero di Logan
Roy entro la fine della quarta stagione di
Succession.
Michael Douglas riceverà la Palma d’oro al
Festival
di Cannes 76, in riconoscimento della sua brillante
carriera e del suo impegno per il cinema. Il Festival di Cannes gli
renderà omaggio durante la cerimonia di apertura trasmessa in
diretta su France 2 e all’estero su Brut, martedì 16 maggio. Negli
ultimi anni, il Festival di Cannes ha assegnato il riconoscimento a
Forest Whitaker, Agnès Varda, Jean-Pierre Léaud, Jodie
Foster e Manoel de Oliveira.
“È sempre una boccata d’aria
fresca essere a Cannes, che è stata a lungo una meravigliosa
piattaforma per creatori audaci, audacia artistica ed eccellenza
nella narrazione. Dalla mia prima volta qui nel 1979 per The China
Syndrome alla mia più recente premiere per Behind the Candelabra
nel 2013, il Festival mi ha sempre ricordato che la magia del
cinema non è solo in ciò che vediamo sullo schermo, ma nella sua
capacità di influenzare le persone intorno il mondo. Dopo oltre 50
anni di attività, è un onore tornare sulla Croisette per aprire il
Festival e abbracciare il nostro linguaggio cinematografico globale
condiviso.”
Distribuito da 01
Distribution e in sala dal 25 maggio, il
nuovo film di Marco Bellocchio dal titolo
Rapito si fa ora ammirare grazie al suo
trailer ufficiale. Nel nuovo lungometraggio del regista, che sarà
presentato in concorso al Festival di
Cannes, si racconta del casoEdgardo Mortara. Siamo nel 1858, nel quartiere
ebraico di Bologna, dove i soldati del Papa irrompono nella casa
della famiglia Mortara. Per ordine del cardinale, sono andati a
prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni. Secondo le
dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte, a sei
mesi, il bambino era stato segretamente battezzato.
La legge papale è inappellabile:
deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori di Edgardo,
sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio. Sostenuta
dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la
battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica. Ma il
Papa non accetta di restituire il bambino. Mentre Edgardo cresce
nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al
tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.
Liberamente ispirato al libro di
Daniele ScaliseIl caso Mortara. La vera storia
del bambino ebreo rapito dal papa (1996), il film scritto da
Bellocchio insieme a Susanna Nicchiarelli con la
collaborazione di Edoardo Albinati e
Daniela Ceselli e la consulenza storica di
Pina Totaro, rappresenta dunque un nuovo capitolo
nell’analisi della storia novecentesca d’Italia portata avanti da
Bellocchio con il suo cinema, dopo i recenti casi di Il traditore ed
Esterno notte. Nel film
recitano gli attori Paolo Pierobon, Fausto Russo
Alesi, Enea Sala, Barbara Ronchi, Filippo Timi, Fabrizio Gifuni, Andrea
Gherpelli, Samuele Teneggi, Corrado Invernizzi, Paolo
Calabresi.
Ha trovato una distribuzione
irrisoria qui a New York il nuovo film dell’argentino Damiàn Szifron, quello
che qualche anno addietro aveva sorpreso il pubblico internazionale
con il surreale e corrosivo Wild Tale. Un solo spettacolo
al giorno in un multiplex vicino Times Square. Dopo essere andati a
vederlo non è stato affatto difficile comprendere il motivo per cui
To Catch a Killer abbia ottenuto talmente
poca pubblicità e considerazione dall’industria cinematografica
americana. Non soltanto si tratta di un thriller sulla caccia a un
“mass shooter”, figura purtroppo oggi più che mai attuale
negli Stati Uniti; nello sviluppare la trama la sceneggiatura
scritta dallo stesso Szifron insieme a Jonathan
Wakeham illustra anche con pienezza l’idea come una mente
deviata possa essere anche il frutto di una società sempre più
alienante.
Fortemente voluto dalla protagonista
e produttrice Shailene
Woodley, il film vede la giovane e problematica
poliziotta Eleanor Falco trovarsi nel bel mezzo di
un massacro compiuto da un assassino appostato col suo fucile di
precisione in un palazzo di Baltimora. A condurre le indagini e la
caccia all’uomo viene messo il detective dell’FBIGeoffrey Lammark (Ben
Mendelsohn), il quale sceglie di far entrare in
squadra Eleanor nonostante i suoi evidenti problemi. Insieme la
coppia inizia un’indagine che la porterà a testare i propri limiti
fisici ma soprattutto psicologici.
To Catch a Killer è
un’opera con commento sociale dietro la confezione di genere
L’impianto narrativo e l’idea di
messa in scena di To Catch a Killer
rispondono pienamente agli stilemi del cinema di genere. La
rappresentazione della metropoli innevata e malinconica rimanda
nella propria, interna coerenza estetica ad altre ambientazioni
molto apprezzate dagli appassionati di cinema mainstream. Abbiamo
infatti pensato alle strade piovose e anonime di Se7en di
David Fincher, e insieme anche ai viali eleganti
ma anche spaventosi de Il cavaliere oscuro di
Christopher Nolan. Ma sia chiaro fin da subito,
quello di Szifron non è assolutamente un lungometraggio derivativo:
semplicemente sa adoperare i mezzi che ha a disposizione per
immergere lo spettatore in un universo filmico che sa restituire
con potenza la forza emotiva di storia e personaggi.
E qui entra poi in gioco la volontà
precisa di introdurre un commento sociale dietro la confezione di
genere: nel seguire le tracce che dovranno portare alla cattura
dell’assassino i due protagonisti si trovano a indagare le pieghe
nascoste di un sistema che fabbrica mostri, in ogni strato sociale
che attraversa. Lammark e Falco in un percorso a tappe organizzato
in maniera sorprendente si trovano faccia a faccia con una verità
quanto mai sconcertante: l’uomo che stanno cercando non rappresenta
una “deviazione” quanto piuttosto una cellula incancrenita dentro
un organismo malato.
Un’opera violenta, specchio del nostro presente
Senza voler raccontare troppo per
evitare spoiler non necessari, possiamo comunque affermare che
To Catch a Killer si prende con enorme coraggio grossi
rischi a livello sia estetico che contenutistico: la violenza messa
in scena da Szifron è brutale, lontana dalla spettacolarizzazione
del genere. La progressione delle indagini viene spesso rallentata
da figure che rappresentano metaforicamente quanto sia marcio il
sistema americano: agenti che fanno politica molto più di quanto
non tengano a catturare il colpevole; l’estremismo conservatore che
approfitta della tragedia per spargere terrore; un discorso chiaro
e radicale sull’istituzione del self-made man e del suo diritto
alla propria autodifesa.
To Catch a Killer propone
tutto questo e insieme riflette in maniera estremamente forte su
quanto mette in scena. Il risultato è tanto appassionante a livello
di fruizione spettacolare quanto doloroso nel momento in cui si
comincia a ragionarci sopra. Non stiamo parlando di un film
perfetto, tutt’altro: alcune ovvietà nella trama e qualche
backstory non del tutto necessaria portano con sé una certa dose di
retorica. Difetti che comunque scalfiscono soltanto in minima parte
la potenza di un thriller nichilista, quasi livido
nell’esposizione. Non sembra essere arrivato al momento giusto,
To Catch a Killer. E questo lo rende probabilmente un
oggetto cinematografico ancor piú affascinante e complesso da
metabolizzare. Quando il cinema di genere diventa lo specchio
deformante (e deformato) del nostro presente, non è mai facile da
accettare…
I Guardiani della Galassia
affronteranno un nemico davvero malvagio durante la loro ultima
avventura insieme. Riunitosi con James Gunn dopo aver interpretato Clemson Munn
nella fortunata serie HBO Max del regista, Peacemaker,Chukwudi
Iwuji è pronto a seminare il terrore nei panni
dell’Alto Evoluzionario. I filmati precedenti hanno anticipato
quanto sia spregevole questo individuo superpotente e come
minaccerà direttamente i Guardiani insieme all’Adam Warlock di
Will Poulter. In occasione dell’arrivo del film in
sala, Iwuji ha voluto sottolineare che non c’è confine che l’Alto
Evoluzionario non varcherà nel tentativo di creare la specie
perfetta.
Perri Nemiroff di
Collider ha parlato con il cast
e il team dietro il film, incluso Chukwudi Iwuji,
che ha suggerito che l’Alto Evoluzionario potrebbe essere più
spaventoso di Thanos, un paragone nobile considerando quanto fosse
memorabile il signore della guerra interpretato da Josh
Brolin durante la sua apparizione in Avengers:
Infinity
War e Endgame.
“Ho in qualche modo menzionato
la parola fanatismo, e non credo ci sia un confine che non
attraverserà se crede che ti porterà lì. Crede di essere l’unico
che può portare la civiltà al livello successivo e salvarla. È
molto simile a Thanos, ma in un modo molto spaventoso. Quindi non
penso che ci sia un confine per lui. E questa è stata la gioia di
interpretarlo. Questo ragazzo è completamente inquietante ed è
stato assolutamente delizioso interpretarlo.”
Chi ha già visto il film può
certamente confermare che l’Alto Evoluzionario è un personaggio
carismatico e splendidamente interpretato, chi lo andrà a vedere da
oggi in sala potrà dire presto la sua.
Guardiani della Galassia Vol.
3 sarà dunque l’ultima occasione di vedere Gunn coinvolto
con il Marvel Cinematic Universe. La
sinossi del film recita: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la
nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso.
Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve
radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre
che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata
con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li
conosciamo.“
Dopo le retrospettive dedicate negli
anni passati a Maestri del Fumetto italiano come Guido
Crepax, Attilio
Micheluzzi e Gianni De Luca,
solcando la stessa linea editoriale, ARF!
insieme al Municipio Roma IX e con la
co-curatela della APS Artigiani delle Nuvole, presenta una nuova
mostra antologica dedicata al grandissimo Sergio
Toppi.
L’opera riconosciuta, pluripremiata
e pubblicata in tutto il mondo, Geografie dell’Avventura racconterà l’attraversamento dei continenti e dei confini
narrativi tramite i luoghi, le epoche e le culture che tracciano
una “mappa” dell’opera di questo autore immenso.
La mostra, che verrà inaugurata
venerdì 5 maggio alle ore 18, presenta decine di tavole
originali e alcune stampe tratte dalle sue storie a fumetti più
celebri, da Il
Collezionista a Sharaz-De,
da Blues e Little
Big Horn 1875 a Una spada per
Komura, San Isidro Maxtlacingo
1850 e Kas-Cej (opere
che – negli anni – sono approdate su riviste che hanno segnato la
storia del Fumetto italiano, come Corto
Maltese, Alter Alter, Comic
Art, L’Eterrnauta e Orient
Express), da ambientazioni
puramente western a
suggestioni mediorientali che rimandano
a Le mille e una notte,
dal Giappone al Messico,
dalle steppe
russe agli altipiani aztechi. E
oltre, fino ad alcune riproduzioni di illustrazioni
oramai introvabili, a testimonianza delle tante
collaborazioni che Toppi ha intessuto
con alcune delle più prestigiose case editrici italiane e
straniere, da Sergio Bonelli
Editore alla Marvel Comics.
«Quando, da perfetto
sconosciuto quale sono, grazie al cielo, al di fuori del piccolo
mondo fumettistico italiano, mi presento a qualche manifestazione
dedicata ai comics (a New York come a Buenos Aires, a Barcellona
come ad Angoulême), mi basta una semplice dichiarazione per
suscitare l’interesse e la stima dei miei
interlocutori:“Mi chiamo
Sergio Bonelli, pubblico fumetti in Italia e sono l’editore di Sergio Toppi.”» Sergio Bonelli.
Questa mostra rappresenta la prima
collaborazione di ARF! Festival con La Vaccheria,
il nuovo spazio culturale ed espositivo dell’EUR, in via Giovanni l’Eltore, uno splendido casale storico di circa 1.800
mq. appena ristrutturato e rigenerato, a cavallo tra il Pratone
delle Valli e il Parco Volusia, in gestione al Municipio Roma
IX.
Nello stesso spazio verranno esposte
le opere di VALO, al secolo Valentina Patete,
fumettista e illustratrice di Isernia, vincitrice del Premio
Bartoli 2022, riconoscimento che ogni anno ARF! Festival, in
collaborazione con Stay Nerd, assegna alla “Miglior promessa del
fumetto italiano”. Il Premio – intitolato alla memoria
dell’impareggiabile scopritore di talenti Lorenzo Bartoli – oltre a
offrite l’opportunità di esporre le proprie opere accanto a quelle
di un grande nome del Fumetto italiano riconosce anche un premio in
denaro offerto da Stay Nerd.