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Non odiare: la vera storia dietro il film con Alessandro Gassmann

Presentato anteprima nel corso della Settimana internazionale della critica alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film Non odiare (qui la recensionequi la recensione) ha rappresentato il debutto alla regia di un lungometraggio per Mauro Mancini, che nel 2009 si era già distinto per aver diretto uno degli episodi di Feisbum – Il film. Non odiare è però stato anche un titolo italiano particolarmente importante all’interno della sua stagione cinematografica, proponendo una storia con forti implicazioni politiche ed etiche, che chiamano direttamente lo spettatore ad una partecipazione attiva.

Basato su un reale caso di cronaca, il film va infatti a riflettere sulle estensioni dell’odio, sulle forme in cui esso si tramanda e si manifesta e sulle possibili “armi” con cui sconfiggerlo. Un’opera ricca di dolore, rabbia, ma anche di necessità di perdono e con personaggi alla ricerca di redenzione, uscita in un periodo in cui temi affrontati risultano ancor più urgenti e attuali. Si è infatti parlato a lungo di Non odiare, che nonostante alcune ingenuità tipiche delle opere prime riesce a trovare il modo di portare avanti allo stesso tempo racconto e riflessioni sociali.

A distanza di qualche anno dalla sua uscita (il film è del 2020), Non odiare continua ad essere un film particolarmente importante, la cui storia continua a suscitare dibattiti e considerazioni di tipo etico e morale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia che ha ispirato il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Non odiare, la trama e il cast del film

Il film ha per protagonista il chirurgo Simone Segre, che durante una notte si ritrova a dover prestare i primi soccorsi a un uomo coinvolto in un incidente automobilistico. Nonostante il guidatore sia gravemente ferito, Simone fa fatica ad assisterlo quando vede tatuata sul torace dell’uomo una svastica. Il chirurgo, infatti, è di origine ebraica e finisce con il rifiutarsi di prestare soccorso all’uomo, che dunque muore senza altri testimoni. Nei giorni successivi, però, prevalgono i sensi di colpa e Simone decide di rintracciare la famiglia dell’uomo, composta dalla figlia maggiore Marica, il piccolo Paolo e l’adolescente Marcello, un fervente neonazista.

Ad interpretare Simone Segre vi è Alessandro Gassmann, il quale ha dichiarato di aver accettato il ruolo in quanto interessato a raccontare al cinema il tema dell’intolleranza. L’attore, nell’assumere il ruolo, ha ammesso di essersi chiesto come avrebbe agito lui al posto del suo personaggio, arrivando però a conclusioni diverse da quelle prese dal suo Simone. Proprio da questa divergenza ha avuto inizio il suo lavoro, che lo ha visto chiamato a confrontarsi con un modo di pensare e agire opposto a quello che gli è proprio. Accanto a lui, nel ruolo di Marica, si ritrova l’attrice Sara Serraiocco, mentre Marcello è interpretato da Luka Zunic.

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Non odiare, la vera storia a cui si ispira il film

Come anticipato, quella raccontata in Non odiare è una storia originale ma che prende spunto da un singolare caso di cronaca. Nella città di Paderborn, in Germania, ha avuto luogo nel 2010 il caso di un medico rimasto anonimo che si è rifiutato di operare un camionista 36enne, in quanto quest’ultimo sfoggiava un tatuaggio rappresentante un’aquila imperiale appollaiata sopra una svastica e circondata da corone d’alloro. Il chirurgo avrebbe a quel punto affermato di non poter operare quell’uomo per via del sua fede ebraica. Il paziente, già anestetizzato, è dunque stato lasciato nelle mani di un altro medico.

Ad aver impedito di portare avanti l’operazione vi sarebbe dunque stata, come affermato dal diretto interessato, la sua coscienza, la quale gli ha fatto decidere di non aiutare un soggetto con simili simpatie La decisione del medico di sottrarsi all’operazione ha generato un ampio dibattito in Germania (ma non solo), circa la condotta etica che i medici possono o non possono avere in questa tipologia di situazioni. La famiglia del paziente, che si è poi ripreso completamente, ha chiesto la cancellazione dall’albo del medico, sostenendo che uscendo dalla sala operatoria non ha rispettato il giuramento di Ippocrate.

Anche buona parte della comunità ha poi espresso il proprio disappunto, sottolineando che tutte le persone meritano cure, indipendentemente dalle loro opinioni politiche. Altri, invece, si sono mobilitati in difesa del medico. A partire dunque da tale caso e dalle sue implicazioni morali e storiche, si sono dunque ispirati Mancini e Davide Lisino nella scrittura di un racconto che approfondisse le possibili conseguenze di questa vicenda, portandola ovviamente su territori più estremi e dunque costringendo lo spettatore ad urgenti riflessioni a riguardo.

Il trailer di Non odiare e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Non odiare grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5 maggio alle ore 21:45 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb, TheTelegraph

Guardiani della Galassia Vol. 3: recensione del film di James Gunn

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Dal 3 maggio arriva al cinema Guardiani della Galassia Vol. 3, il secondo film della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, nonché capitolo conclusivo della trilogia degli sgangherati eroi galattici guidati da Peter Quill e da James Gunn, anche lui, dopo qualche inconveniente (leggi: momentaneo licenziamento da parte di Mamma Disney), arrivato al capolinea della sua collaborazione con Marvel Studios. Il futuro, per il regista e sceneggiatore, è roseo e vede pronta una sedia di comando a capo del prossimo DCU sotto l’ala della Warner Bros, ma per ora fermiamoci a questa ultima, divertente e commovente avventura che ha scritto e diretto sotto l’occhio vigile di Kevin Feige e Lou D’Esposito.

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama

Nove anni sono trascorsi da quando “Come and Get Your Love” di Redbone risuonava nelle caverne del pianeta abbandonato di Morag, imprimendo un segno profondo nell’immaginario collettivo del pubblico del MCU. Protagonista della scena un allora sconosciuto Peter Quill danzerino e molto lontano dall’immagine di eroe che quell’universo condiviso aveva proposto fino a quel momento.

I Guardiani hanno cambiato forma, dopo i tragici eventi di Infinity War e Endgame, e dopo una parentesi di coabitazione con Thor, Star-Lord e compagnia si sono stabiliti a Ovunque, dov’è ora il loro Quartier Generale. Mentre ognuno di loro cerca di ritrovare il ritmo dopo la morte della loro Gamora originale (quella che circola nell’universo, adesso, è solo una versione di lei che viene dal passato), sul pianeta irrompe una forza inarrestabile e misteriosa che sembra voler rapire Rocket. Riesce però soltanto a ferirlo molto gravemente e così scappa, lasciando dietro di sé i Guardiani scombussolati e spaventati: il loro amico è in fin di vita e così loro decidono di imbarcarsi in una difficilissima missione pur di salvarlo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 recensione
Photo courtesy of Marvel Studios. © 2023 MARVEL.

Guardiani della Galassia Vol. 3 si propone come una parte finale di una parabola di crescita e sviluppo cominciata in quella caverna di Morag. Quello che James Gunn è stato in grado di fare con i suoi personaggi è stato proprio questo, un viaggio preciso, razionale e coerente nella formazione di questi eroi, per cui tutto il senso di fine, di conclusione che si porta dietro il film coincide anche con una sensazione di compiutezza e soddisfazione, dal momento che ogni pezzo va al suo giusto posto, anche se non è esattamente quello che avevamo immaginato sin dall’inizio. Da reietti disperati e soli, i Guardiani si ritrovano come una vera e propria famiglia elettiva, imparano a esserlo e infine capiscono quanto è importante accettare se stessi e gli altri come sono, per poter camminare sulle proprie gambe.

Quello che nessun eroe Marvel ha mai avuto

Quello che contraddistingue i Guardiani rispetto a tutti gli altri personaggi del MCU è che sono raccontati sempre dalla stessa testa e quindi questa parabola narrativa è stata possibile meglio che in altri casi. Nessuno degli eroi Marvel che ha beneficiato di una proprio trilogia ha avuto la stessa opportunità di raccontarsi in maniera così organica, da un punto di vista narrativo e stilistico, proprio grazie alla presenza costante di James Gunn che si muove con grande destrezza dentro ai confini che gli ha tracciato intorno Feige.

Il risultato è un film che mescola e calibra alla perfezione i momenti di azione sfrenata con quelli distensivi e riflessivi, l’ironia tagliente e orami sempre più sboccata con i momenti davvero toccanti, su tutti quelli dedicati al passati di Rocket, la componente eroica con quella cialtrona. E ovviamente la musica, presente, invadente, una componente fondamentale per il film e per l’immaginario che gli spettatori hanno costruito intorno a questi personaggi. L’effetto è immediato: Guardiani della Galassia Vol. 3 è effettivamente il miglior film Marvel dai tempi di Endgame, perché ripropone sullo schermo un pezzetto di quello che tutti gli spettatori hanno amato delle prime 3 Fasi, insieme alla novità che il film stesso propone.

Photo courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL.

Alto Evoluzionario si fa un Dio frustrato in Guardiani della Galassia Vol. 3

La sviluppo narrativo vero e proprio che ci propone Gunn, legato all’Alto Evoluzionario, super villain di questo capitolo, si rivela però quasi pretestuoso, affinché si possa poi giungere alle conclusioni giuste per ognuno dei membri della squadra. Questo non significa che il cattivo in questione sia solo uno strumento, anzi: Chukwudi Iwuji veste i panni di un personaggio dalla statura shakespeariana, un uomo che tende alla perfezione utopica di un mondo buono, disposto a qualsiasi orrore pur di raggiungere il suo obbiettivo. “Non esiste nessun Dio, per questo mi sono fatto avanti” dirà ad un certo punto l’Alto Evoluzionario, eppure il suo tentativo di mettersi al posto di Dio fallisce di fronte alla sua incapacità di progettare e realizzare la scintilla creativa, tipica delle civiltà migliori. E così, con poche e semplici battute, Gunn ci restituisce anche una tridimensionalità frustrata di un cattivo che dovrà fare i conti con il suo passato, nella figura di un procione arrabbiato che grida vendetta.

L’equilibrio della scrittura di James Gunn permette a ogni personaggio di brillare, ogni membro della squadra riesce a trovare il suo posto, la sua utilità, la sua vocazione, portando avanti con fierezza il messaggio più importante del film, l’accettazione di sé. E proprio nell’insistenza del messaggio da recapitare al pubblico il film inciampa: continuando a portare avanti la missione di ottundere la capacità di decodifica dello spettatore della Disney, il film spiega per diverse volte che ognuno di noi “va bene così com’è”, detto a chiare lettere. Un messaggio nobile e giusto ma che assume i disarmanti contorni di una Pubblicità Progresso quando è spiattellato con questa pedante chiarezza. Dopotutto è un problema che la Disney continua a presentare nei suoi film recenti in maniera trasversale, dalla Walt Disney Animation con Strange World, passando per la Pixar con Red, fino ad arrivare, come in questo caso, ai Marvel Studios.

Grazie, James Gunn
Photo courtesy of Marvel Studios. © 2023 MARVEL.

Grazie, James Gunn

Tuttavia non concluderemo questa recensione di Guardiani della Galassia Vol. 3 su una nota dolente, perché la sensazione di pienezza e soddisfazione, unita a commozione e divertimento, che lascia il film alla fine (restate seduti, ci sono due scene post credits!) sono davvero merce rara nel cinema blockbuster degli ultimi anni, e per questo dobbiamo ringraziare James Gunn, che mentre prepara le valigie e comincia un’altra straordinaria avventura con i personaggio DC Comics, ha fatto quest’ultimo grande regalo ai fan Marvel.

Sulle note di “Badlands” di Bruce Springsteen si conclude il viaggio dei Guardiani della Galassia (così come li consociamo, almeno) sul grande schermo. Le avventure da vivere e raccontare saranno ancora tantissime, ma dovremo imparare a viverle senza Rocket, Gamora, Drax, Nebula, Santis, Groot e Star Lord al nostro fianco.

Cenerentola, perché è la storia più adattata di tutti i tempi?

Cenerentola, perché è la storia più adattata di tutti i tempi?

Una zucca che si trasforma in una sfavillante carrozza; una fata madrina pronta a far diventare i sogni, i desideri… realtà; una scarpetta in grado di ricongiungere la misteriosa fanciulla con il principe azzurro. La storia di Cenerentola è la fiaba che più di tutte ha trovato spazio su piccolo e grande schermo. Nel corso del tempo, questa incredibile storia è stata riadattata e declinata in diverse forme e medium: dal classico Disney del 1950, all’‘omonimo remake del 2015 di Kenneth Branagh a quello del 2021 con Camila Cabello, passando per A Cinderella Story e Another Cinderella Story, arrivando persino al musical Cinderella di Rodgers e Hammerstein.

Ma perché Cenerentola è la storia più rivisitata e apprezzata? Il motivo è molto semplice: possiede una narrazione capace di modellarsi con facilità e adattarsi ai tempi che corrono con naturalezza, poiché sempre in grado di mostrarsi sotto una luce inedita senza mai perderne il fascino. Ma ancor di più per la sua eroina, simpatica e amorevole, il cui messaggio di speranza trasmesso ne rende il racconto molto comprensibile. Arrivati a questo punto, cerchiamo di capire meglio cosa rende Cenerentola un classico immortale e degno d’essere continuamente adattato.

Cenerentola ha una trama che si adatta facilmente

Alla base di Cenerentola vi è la trasformazione lampante di una ragazza che da povera diventa principessa. Il salto di status sociale fatto dalla protagonista è semplice da rimodellare, poiché è una condizione adattabile anche alla contemporaneità. Basta semplicemente cambiare le motivazioni e gli elementi che sospingono tale cambiamento. Non conta dunque il finale, conta il passaggio emblematico: se prendiamo come esempio Another Cinderella Story, qui l’eroina riesce a raggiungere la fama, partendo da una posizione svantaggiata e di margine.

Quello che conta in Cenerentola, e che quindi può essere rappresentato in diversi modi, è la sua metamorfosi e come questa viene recepita. Mantenendo intatta, in tal modo, l’integrità della storia. Essendo questa l’ossatura del racconto, privarlo della sua magia diventa semplice, perché non va a snaturarlo. Eliminare la fata madrina non è un problema, nella controparte “reale” ci sono soluzioni che colmano tale assenza risultando ugualmente credibili. E questo non è un lusso che hanno tutte le fiabe. Basti pensare a tutte quelle fiabe che hanno a che fare con maledizioni e incantesimi!

Il pubblico simpatizza con l’eroina

Lo abbiamo detto in apertura e adesso lo approfondiamo meglio. Cenerentola è un’eroina con la quale si riesce a trovare subito una connessione. È un personaggio molto simpatico, onesto, dal buon cuore e una gentilezza innata che la distingue dagli altri. Questa specifica caratterizzazione può essere adattata e arricchita in base al personaggio che si sta costruendo per quel determinato racconto e al pubblico di riferimento.

Un esempio è l’aggiunta dell’ironia nella Mary di Selenza Gomez in Another Cinderella Story, oppure l’enfatizzazione del coraggio della Cenerentola di Lily James (live action del 2015). Per questo, seppur ogni Cenerentola abbia sfumature diverse, il suo lato gentile e generoso rimane, e rimane nonostante sia maltrattata da tutti, ivi comprese le sorellastre e la matrigna (che compaiono sempre). È questo, alla fine, che crea un ponte fra lo spettatore e la protagonista, simpatizzando ed empatizzando con lei e spingendo il pubblico a volere di più per la sua beniamina.

Il messaggio di speranza in Cenerentola

Cenerentola una storia estremamente classica. Ed è proprio questa la chiave del suo successo perché, il messaggio di speranza, si respira dall’inizio alla fine. La protagonista riesce, dopo una serie di difficoltà, a rendere concreti i suoi desideri: trova l’amore, diventa ricca e potente. Si sveste degli stracci per indossare veri abiti, dando letteralmente un calcio alla sua spiacevole situazione. È questo che attrae del racconto, il cui sottotesto è chiarissimo: c’è sempre speranza, anche se ci si trova in condizioni disperate come quelle di Cenerentola.

Ma il lieto fine è raggiungibile, tangibile. Basta avere fiducia e non arrendersi mai. La pazienza, come dice il detto, è la virtù dei forti, e Cenerentola ne incarna alla perfezione il concetto tanto che, al termine della favola, le accadono cose belle. È la gentilezza a venir premiata. È questo che lo spettatore vuole che sia vero, per continuare a credere nel bene. Ed è questo che rende intramontabile la sua storia, poiché sempre attuale e pronta a dialogare con il suo spettatore.

Guardiani della Galassia Vol 3, la spiegazione del finale

Guardiani della Galassia Vol 3, la spiegazione del finale

Dopo una lunga attesa il capitolo finale de Guardiani della Galassia Vol 3 è finalmente disponibile nelle sale. Sono passati sei anni dall’ultimo film che ha visto il team riunito in un film stand-alone e nel frattempo sono successe molte cose: il gruppo di eroi ha avuto un ruolo importante in Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Questo è già stato confermato come l’ultimo capitolo della saga dedicata ai Guardiani che segna un duplice addio, quello di James Gunn come regista del MCU. Il regista chiude l’arco narrativo dei personaggi che ha preso per mano nel 2014. C’è molto da spiegare in Guardiani della Galassia Vol 3: la storia di Rocket e l’arco conclusivo di ogni membro della squadra.

L’attacco a Ovunque

Knowhere Guardiani della Galassia Vol 3

Guardiani della Galassia Vol. 3 inizia come avevamo lasciato in Guardiani della Galassia Holiday Special: i Guardiani hanno trasformato Knowhere nel loro quartier generale. Mentre la squadra si è affermata come protettrice dell’universo, il Capitano Peter Quill (Chris Pratt) è ancora in crisi dopo la “morte” di Gamora (Zoe Saldaña). Certo, c’è una Gamora viva nell’universo, proveniente da una linea temporale diversa, ma conduce una vita diversa e non vuole avere nulla a che fare con i Guardiani o con Peter.

Il duro lavoro di ricostruzione di Ovunque e la sua trasformazione in un rifugio sicuro per i bisognosi viene improvvisamente interrotto quando Adam Warlock (Will Poulter) attacca la base per rapire Rocket. Adam è l’essere perfetto creato dall’Alta Sacerdotessa della civiltà dei Sovrani (Elizabeth Debicki), di cui si è parlato nella scena finale del Vol. 2. Tuttavia, come rivela questo film, i Sovrani stessi sono creazioni dell’Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji), uno scienziato talmente ossessionato dalla creazione della specie perfetta da non preoccuparsi di quante vite distrugga nel processo.

Guardiani della Galassia Vol 3: salvare Rocket

Rocket Racoon

L’Alto Evoluzionario vuole recuperare Rocket, l’unica delle sue creazioni che si è dimostrata capace di pensiero creativo al di là della programmazione originale. E poiché i Sovereign sono al servizio dell’Alto Evoluzionario, l’Alta Sacerdotessa manda Adam a compiere il rapimento. Un dispositivo installato sul cuore di Rocket impedirà a chiunque di rubare i suoi segreti scientifici. Pertanto, ogni tentativo di curarlo, dopo l’aggressione di Warlock, lo avvicina alla morte. Per questo motivo i Guardiani decidono di rischiare tutto per salvare il loro compagno.

Non sapendo nulla del suo passato, si limitano a seguire gli indizi che hanno e a fare irruzione nella Orgo-Corp, una società di dimensioni planetarie interamente composta da tessuti organici, con a capo Alto Evoluzionario. Le avventure dei Guardiani nella Orgo-Corp non forniscono loro la chiave per disattivare il failsafe di Rocket. Ma motivati a salvare la vita del loro amico seguono le coordinate per la base dell’Alto Evoluzionario a Contro-Terra, uno strano pianeta popolato da animali antropomorfi.

Rocket non è l’unico che deve essere salvato

Guardiani della Galassia Vol 3

Quando i Guardiani arrivano sulla Contro-Terra, si dividono. Mantis (Pom Klementieff) e Drax (Dave Bautista) sono incaricati di rimanere sulla nave per proteggere Rocket. Nel frattempo, Nebula, Star-Lord e Groot (doppiato da Vin Diesel) si recano al quartier generale dell’Alto Evoluzionario. Sfortunatamente, Nebula deve aspettare fuori poiché l’Alto Evoluzionario non le permette di entrare a causa delle sue armi cibernetiche impiantate. Inoltre, Drax decide di ignorare Quill e porta Mantis alla base dell’Alto Evoluzionario.

Star-Lord e Groot affrontano il nemico, che rivela di aver chiuso con la Contro-Terra perché questa civiltà si è dimostrata imperfetta. Peter e Groot escono dalla torre dell’astronave proprio mentre il cattivo decide di abbandonare il mondo che ha creato, distruggendo tutto e uccidendo miliardi di persone. Mentre Peter e Groot cercano di salvare Rocket, Gamora combatte contro War Pig (doppiato da Judy Greer). Tutti cercano di rapire il procione per compiacere l’Alto Evoluzionario. Salvato Rocket la squadra si rimette in sesto per aiutare Drax, Mantis e Nebula. Rimasti soli sull’astronave del nemico rovano centinaia di bambini intrappolati. L’Alto Evoluzionario cattura Drax, Mantis e Nebula, usandoli come esca per Rocket e il resto dei Guardiani. La posta in gioco è più alta che mai durante la resa dei conti finale di Guardiani della Galassia Vol 3.

La resa dei conti finale di Guardiani della Galassia Vol 3

(L-R): Miriam Shor as Recorder Vim, Chukwudi Iwuji as The High Evolutionary, and Nico Santos as Recorder Theel in Marvel Studios’ Guardians of the Galaxy Vol. 3. Photo by Jessica Miglio. © 2023 MARVEL.

Nella resa dei conti finale di Guardiani della Galassia Vol 3, Star-Lord chiede a Cosmo e Kraglin di volare su Knowhere alle loro coordinate, utilizzando la gigantesca stazione spaziale per abbattere la nave dell’Alto Evoluzionario. Nel frattempo, Drax, Mantis e Nebula affrontano tre potenti creature che l’Alto Evoluzionario conserva per distruggere i suoi nemici. Mantis usa i suoi poteri di empatia per ottenere il favore delle creature e presto tutti i Guardiani sono di nuovo riuniti. Ma non è ancora finita. Non appena tutti sanno che l’Alto Evoluzionario tiene i bambini nel seminterrato, i Guardiani uniscono le forze per liberare tutti i prigionieri. Allo stesso tempo, l’Alto Evoluzionario scatena un esercito di creature a Knowhere, costringendo Kraglin a padroneggiare – finalmente – la freccia volante lasciatagli da Yondu (Michael Rooker). Insieme, Kraglin e Cosmo combattono gli invasori e proteggono gli abitanti di Knowhere. Al termine dei combattimenti, i Guardiani spingono la nave vicino a Knowhere per creare una via di fuga sicura per tutti. I bambini riescono a fuggire e anche Adam viene salvato da Groot.

L’Alto Evoluzionario e Rocket hanno il confronto tanto atteso. I due combattono finché i Guardiani non intervengono in soccorso dell’amico. Una volta sottomesso il cattivo, Rocket decide di non giustiziarlo, poiché ritiene che non sarebbe il modo giusto di agire per un Guardiano. Tuttavia, Rocket convince i suoi compagni di squadra che tutti gli animali devono essere salvati e li conduce in una corsa contro il tempo per portare tutti fuori dalla nave dell’Alto Evoluzionario prima che esploda. Quando il cattivo principale viene sconfitto, siamo tutti sorpresi di vedere che tutti i Guardiani sono sopravvissuti alla prova. Tuttavia, James Gunn ha creato un ultimo spavento per i fan di Guardiani della Galassia Vol 3. Mentre tutti scappano, Peter fa cadere il suo lettore e non riesce a raggiungere la Knowhere cadendo nello spazio. Sembra che questa possa essere la fine di Star-Lord, ma Adam Warlock lo salva all’ultimo momento, commosso dalle parole di Groot. Così i Guardiani escono vittoriosi, anche se la squadra non sarà più la stessa.

I Guardiani della Galassia vivranno per sempre

Guardiani della Galassia Vol. 3

Questa ultima avventura ha cambiato per sempre i Guardiani che decidono di sciogliere la formazione originale. Peter pensa che sia giunto il momento di tornare sulla Terra e affrontare la famiglia umana che si è lasciato alle spalle, quindi lascia il comando dei Guardiani e del suo lettore a Rocket. Mantis si rende conto che anche lei deve capire chi vuole essere e decide di partire da sola per un viaggio alla scoperta di se stessa, accompagnata dai suoi nuovi amici. Nebula si ritira dai Guardiani, decisa a prendersi cura dei bambini che hanno salvato insieme a Drax, il cui istinto paterno è essenziale per crescere una nuova generazione di persone. Infine, Gamora si riunisce ai Ravagers, anche se ora ha un rapporto amichevole con i Guardiani.

Gli unici membri dei Guardiani della Galassia ancora impegnati a proteggere l’universo sono Rocket e Groot. Tuttavia, come mostra una scena di fine di Guardiani della Galassia Vol 3, presto troveranno un rinforzo. Cosmo e Kraglin diventano membri ufficiali della squadra dopo le loro azioni eroiche a Knowhere. Anche Adam Warlock si unisce ai ranghi, determinato a diventare una persona migliore. Infine, la nuova squadra dei Guardiani conta anche Phylla, uno dei bambini salvati dalla nave. In questo modo, James Gunn ha dato a tutti i personaggi che ha introdotto nel MCU un finale appropriato, lasciando anche abbastanza storie aperte per i Marvel Studios da seguire in futuro.

Guardiani della Galassia Vol. 3: tutti i cameo del film Marvel

Guardiani della Galassia Vol. 3: tutti i cameo del film Marvel

Guardiani della Galassia Vol. 3, ultimo film della trilogia Marvel di James Gunn, si concentra prettamente sulle vicende della squadra titolare, mostrandola alle prese con gli eventi di Avengers: Endgame e mettendo in evidenza come alcuni personaggi affrontano i demoni del loro passato. Sebbene i riflettori siano ovviamente puntati sui membri principali, il film contiene più di qualche cameo, alcuni dei quali sono piuttosto difficili da individuare alla prima visione.

I camei a sorpresa non sono certo una novità per il Marvel Cinematic Universe. Dopotutto, si tratta di un franchise in continua espansione che introduce nuovi personaggi nel suo vasto e variegato universo. Se volete un riepilogo dei volti noti che fanno una breve apparizione nell’ultimo film del MCU, ecco tutti i camei di celebrità (che siamo riusciti a scovare) in Guardiani della Galassia Vol. 3.

Nathan Fillion

Molti dei cammei del film vedono tornare in scena persone che hanno fatto parte del passato di James Gunn, e questo vale anche per Nathan Fillion, collaboratore di lunga data del regista. Poco dopo che Fillion è diventato un’icona nterpretando il Capitano Malcolm Reynolds in Firefly, ha recitato nel film di debutto alla regia di James Gunn, Slither.

Da allora, Fillion è apparso in quasi tutti i film dell’acclamato regista. Tra questi c’è il film originale Guardiani della Galassia, in cui Fillion ha avuto un cameo come voce fuori campo nel ruolo di un grande prigioniero blu che il gruppo incontra quando viene inviato alla prigione di Kyln. Fillion sarebbe dovuto apparire anche in Guardiani della Galassia Vol. 2 in un ruolo molto più significativo, interpretando il personaggio di Wonder Man nel suo debutto nel MCU. Sfortunatamente, la scena è stata tagliata dal film, così come la versione di Fillion del personaggio, e ora il personaggio di Wonder Man è stato reinserito nel MCU attraverso una serie Disney+ con protagonista Yahya Abdul-Mateen II (anche se Fillion avrebbe poi avuto la possibilità di interpretare Wonder Man in M.O.D.O.K. di Hulu).

Guardiani della Galassia Vol. 3 vede Fillion interpretare un altro nuovo personaggio, questa volta una sentinella della corporazione Orgocorp. Mentre è impegnato a rimproverare una nuova sentinella e a dargli dell’imbecille, i Guardiani si introducono nella struttura di ricerca per ottenere la tecnologia necessaria a salvare Rocket (Bradley Cooper). Vedere Nathan Fillion in qualsiasi cosa è sempre un piacere, ma non è l’unico cameo che vediamo durante la rapina alla Orgocorp.

Jennifer Holland

James Gunn non solo ha collaborato con Jennifer Holland in ambito cinematografico, ma i due sono anche partner nella vita reale: si sono sposati nel 2022. La Holland è indubbiamente conosciuta per il suo ruolo nel DCEU come Emilia Harcourt ed è apparsa in tutti i film DC recenti.

Tra questi, ricordiamo la sua introduzione in Suicide Squad, il suo ruolo di protagonista in Peacemaker e le brevi apparizioni di Harcourt in Black Adam e Shazam: Furia degli Dei. Come Fillion, anche il personaggio della Harcourt è un’impiegata della sicurezza della Orgocorp ma, al posto di essere una sentinella, è lei a monitorare le telecamere della base e a controllare eventuali intrusi indesiderati.

Daniela Melchior

Daniela Melchior è l’unico attore che sapevamo sarebbe stato presente in Guardiani della Galassia Vol. 3 ancor prima dell’uscita del film. È un po’ deludente che abbia avuto semplicemente un ruolo secondario, ma è comunque bello vederlo ancora lavorare con James Gunn.

La Melchior ha lavorato per la prima volta con Gunn anche in Suicide Squad, interpretando Ratcatcher 2, la figlia assonnata del Ratcatcher originale (Taika Waititi) e l’attrice ha sicuramente l’intenzione di rimanere nel genere d’azione per un bel po’ di tempo, dato che reciterà a Fast X e al remake di Road House. Melchior è la terza e ultima persona che interpreta un dipendente della Orgocorp corp, che lavora come receptionist e che Peter Quill (Chris Pratt) cerca di affascinare. Il carisma di Peter (più o meno) funziona, dato che il personaggio di Melchior accetta con riluttanza di aiutare Peter a salvare i suoi amici dalle sentinelle.

Judy Greer

Anche se Judy Greer non è un’attrice pupilla di James Gunn, l’abbiamo già vista nel MCU: ha infatto interpretato Maggie, l’ex moglie di Scott Lang (Paul Rudd) sia in Ant-Man che in Ant-Man and the Wasp. In Guardiani della Galassia Vol. 3, Greer interpreta un personaggio completamente diverso.

Invece di una madre amorevole e ben intenzionata, si è dovuta calare nei panni del mostruoso cyborg suino War Pig, fedele scagnozzo dell’Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji). Ha una piccola discussione con Gamora (Zoe Saldaña), ma si fa rapidamente staccare la testa da Adam Warlock (Will Poulter).

Seth Green

Seth Green è universalmente conosciuto come uno dei doppiatori in I Griffin, Robot Chicken e altri film e, anche con questo cameo, sfrutta le sue abilità da doppiatore per dare vita a uno dei personaggi più odiati della Marvel di tutti i tempi.

Che ci crediate o no, uno dei primi personaggi Marvel ad essere stato adattato al cinema è stato Howard il Papero: da allora, il personaggio è diventato una sorta di gag ricorrente, e lo è ancora. Howard ha fatto il suo debutto sul grande schermo nella scena dei titoli di coda del primo Guardiani della Galassia, dove lo vediamo come una delle tante forme di vita imprigionate dal Collezionista (Benicio Del Toro). Il papero alcolizzato ricompare molto brevemente in Guardiani della Galassia Vol. 2 e partecipa persino alla battaglia finale di Avengers: Endgame.

Vediamo Howard il Papero (doppiato ancora una volta da Seth Green) partecipare a una partita di poker con Kraglin (Sean Gunn), Cosmo (Maria Bakalova) e alcuni altri volti familiari.

Christopher Fairbank

Anche Christopher Fairbank ha un inaspettato ma gradito ritorno nel franchise. Alla partita di poker partecipa anche il personaggio noto come Il Broker, che nel primo Guardiani della Galassia aveva cercato di acquistare un misterioso artefatto (l’Orb contenente la Gemma del Potere) da Peter Quill.

Si tira indietro quando viene a sapere che anche Ronan l’Accusatore (Lee Pace) vuole l’artefatto, ma è bello vedere che lui e i Guardiani si sono riconciliati con una partita di poker (o qualunque sia la versione spaziale del poker a cui stanno giocando).

Rhett Miller

Nel caso in cui non lo sapeste già, lo speciale natalizio dei Guardiani della Galassia non è solo parte del canone del MCU, ma ne costituisce quasi un tassello fondamentale. Lo dimostra il terzo membro della partita di poker, il capo della band aliena dello speciale Disney+.

L’alieno appassionato di musica è interpretato da Rhett Miller, il cantante della band country rock Old 97’s. Gli altri suoi compagni di band interpretano gli altri membri della band fittizia vista nello speciale, mentre cercano invano di creare la loro canzone di Natale nonostante non sappiano davvero cosa sia il Natale. Al di là della sua inaccuratezza, la canzone è comunque molto orecchiabile.

Michael Rooker

Infine, nessun film di James Gunn sarebbe completo senza un’apparizione di Michael Rooker, ma è comunque una sorpresa vedere Yondu apparire di nuovo. Rooker è, a tutti gli effetti, il talismano portafortuna di James Gunn, in quanto è apparso in ogni singolo film diretto dal regista. Slither, Super, entrambi i film di Guardiani della Galassia e Suicide Squad vedono Rooker in tutto il suo splendore. Il personaggio di Yondu in Guardiani della Galassia rappresenta probabilmente il ruolo più significativo dell’attore in un film di Gunn, che parte come un antagonista minore rozzo e burbero e si evolve in una figura paterna incompresa. La sua morte in Guardiani della Galassia Vol. 2 regna sovrana come una delle sequenze più emozionanti e d’impatto di tutto il MCU.

La morte di Yondu nel precedente film dei Guardiani sembrava indicare che Rooker sarebbe rimasto fuori dal Vol. 3 ma, quando Kraglin sta per provare a usare ancora una volta la fidata freccia di Yondu, il Ravager blu appare al suo compagno in una visione, per dare all’aspirante eroe una spinta di fiducia.

Guardiani della Galassia Vol. 3: tutti gli Easter Egg del film Marvel

In un certo senso, i film di Guardiani della Galassia di James Gunn, hanno sempre dato l’impressione di appartenere a un angolo a sè stante dell’universo Marvel, dunque, non soprende che il film conclusivo della trilogia, Guardiani della Galassia Vol. 3, non presenti una valanga di Easter Egg o riferimenti al franchise in generale.

In effetti, il molto più breve Guardiani della Galassia Holiday Special ne aveva di più. Tuttavia, se siete super fan dei Guardiani, avrete sicuramente notato alcuni riferimenti alle precedenti avventure dei Guardiani disseminati nel film. Ecco tutti gli Easter Egg che sono stati individuati in Guardiani della Galassia Vol. 3!

Howard il papero

Howard il papero guardiani della galassia vol.3I camei di vecchie conoscenze del passato dei Guardiani sono ridotte al minimo nel Vol. 3 e concentrate in un’unica souzione. Nel corso del film, Gunn dedica una sequenza a Kraglin (Sean Gunn) e Cosmo (Maria Bakalova), che vediamo impegnati in una versione extra-spaziale del poker contro una serie di personaggi dei film passati dei Guardiani. Tra i giocatori ci sono Howard il Papero (Seth Green); Bzermikitokolok, il frontman rock ‘n’ roll decisamente non umano interpretato da Rhett Miller degli Old 97 nell’Holiday Special; il mentore di Gunn, il cofondatore della Troma Entertainment Lloyd Kaufman, che appare brevemente come prigioniero (che pare si chiami Gridlemop!) in Guardiani della Galassia; e il Broker (Christopher Fairbank), visto per l’ultima volta su Xandar in quello stesso film.

Nel film c’è anche un altro cameo di un personaggio ben piazzato. Dopo tutto, cos’è un film dei Guardiani senza Yondu? Anche se il personaggio di Michael Rooker è morto nel Vol. 2, ritorna brevemente nella forma di una visione che Kraglin ha poco prima di capire come maneggiare correttamente la vecchia freccia psichica di Yondu.

Alcuni membri familiari del cast dei Guardiani

guardiani della galassia vol. 3Come molti registi, Gunn tende a riproporre nei suoi film gli attori con cui ama lavorare, quindi se notate un volto (o una voce) familiare in Guardiani della Galassia Vol. 3 e vi chiedete dove l’avete già visto o sentito, la risposta è: in un altro film di Gunn! Gregg Henry, che ha lavorato con Gunn in Slither e negli altri film dei Guardiani, torna a interpretare il nonno di Peter. Nathan Fillion (Slither, Super), Jennifer Holland (The Suicide Squad, Peacemaker) e Daniela Melchior (The Suicide Squad) sono presenti in ruoli di supporto e si possono vedere tutti durante la sequenza ambientata nel quartier generale della Orgocorp.

Nel frattempo, Pete Davison (The Suicide Squad), Judy Greer (The Specials, scritto da Gunn) e Linda Cardellini (Scooby-Doo e Scooby-Doo: Monsters Unleashed) contribuiscono a dare voce ai personaggi in computer grafica. È interessante notare che questo conferisce a Greer e Cardellini, che hanno interpretato rispettivamente l’ex moglie di Ant-Man e la moglie di Occhio di Falco, il loro secondo ruolo nel MCU, facendole entrare in un club estremamente esclusivo.

Un omaggio a Kevin Bacon e uno sguardo al futuro dei Guardiani

Bisogna aspettare fino all’ultima scena dei titoli di coda per trovare l’Easter egg più divertente del terzo volume. Mentre fa colazione, il nonno di Peter legge un giornale con il titolo “Rapimento alieno: Kevin Bacon racconta tutto!“, che è un riferimento all’attore preferito di Peter che viene rapito da Drax (Dave Bautista) e Mantis (Pom Klementieff) nello Speciale natalizio dei Guardiani. (L’altra scena post-credits fa riferimento a un potenziale futuro membro della squadra dei Guardiani, che farà la gioia dei fan della Marvel Comics.

Dopo un breve salto temporale, la scena introduce una nuova formazione dei Guardiani composta da Rocket, Groot, Kraglin, Cosmo, Adam Warlock e una delle giovani ragazze aliene che la squadra salva durante il film. Il nome della ragazza? Phyla… il che significa che è quasi certamente Phyla-Vell, un personaggio dei fumetti che ha debuttato nel 2004 e ha avuto stretti legami sia con i Guardiani che con i gruppi di personaggi di Captain Marvel. A volte si fa chiamare anche Quasar.

Insegne eccentriche di Ovunque

Le ultime due Easter Egg di  Guardiani della Galassia Vol. 3 provengono dalla segnaletica di Ovunque, che ora funge da base dei Guardiani. A un certo punto, si vedono alcuni personaggi appendere un cartello in una lingua aliena, ma che riproduce chiaramente il logo del film Guardiani della Galassia.

Nel frattempo, c’è un’insegna al neon appesa in un bar di Ovunque che è solo l’immagine di una gamba dalla forma strana. I fan hanno pensato che potesse essere un riferimento alla protesi della gamba che Rocket ha chiesto a Quill di rubare nel primo film!

Guardiani della Galassia, 15 più grandi cambiamenti apportati dal MCU

James Gunn ha apportato diverse modifiche importanti ai Guardiani della Galassia rispetto ai fumetti. Nonostante l’impressionante grado di accuratezza dei fumetti che il Marvel Cinematic Universe ha dimostrato nel corso degli anni, i cambiamenti negli adattamenti live-action dei supereroi sono inevitabili. A volte queste modifiche sono temporanee, come il fluido organico della ragnatela di Spider-Man nella trilogia di Sam Raimi; ma a volte questi cambiamenti sono così ben accolti che finiscono per influenzare il materiale di partenza.

È il caso dei Guardiani della Galassia. Sebbene fossero una squadra di supereroi ben nota ai fan della Marvel prima del MCU, è stato solo con Guardiani della Galassia di James Gunn che sono diventati una proprietà di primo piano. Diversi aspetti della squadra e di ogni singolo membro sono sopravvissuti all’evoluzione del team, ma altre caratteristiche fanno sì che gli attuali Guardiani sembrino un gruppo completamente diverso da quello dei fumetti.

Le origini dei Guardiani della Galassia sono diverse nei fumetti Marvel

Origini Guardiani della Galassia

I Guardiani della Galassia del MCU sono un gruppo di criminali spaziali che si sono uniti dopo essere stati mandati nel Kyln, una prigione spaziale piena di creature pericolose proprio come loro. Con una vendetta comune contro Ronan e Thanos, i membri del team sono rimasti uniti dopo la loro prima battaglia e sono diventati molto amici.

Nel materiale di partenza, i primi Guardiani della Galassia erano una squadra di eroi del futuro che difendevano il sistema solare. Anni dopo, la squadra è stata reintrodotta in un universo diverso: Peter Quill, alias Star-Lord, ha reclutato gli attuali Guardiani per proteggere la galassia dopo l’invasione della Falange da parte dei Kree.

Il team dei Guardiani della Galassia è cambiato molto

Drax il Distruttore

I Guardiani della Galassia originali, che sono stati reintrodotti sulla Terra-691, erano composti da Vance Astro, dal pluviano Martinex, dal jupiteriano Charlie-27, dall’arturiano Starhawk, dal mercuriano Nikki e dal centauriano Yondu. Oltre alle controparti fumettistiche della squadra di Star-Lord nel MCU, altri eroi che si sono uniti ai moderni Guardiani della Galassia.

La figlia di Drax, Moondragon, Bug, Jack Flag, Yellowjacket, Beta Ray Bill, l’agente Venom e persino Iron Man, La Cosa e Punitore posseduto dallo Spirito della Vendetta. A un certo punto, la colonna portante degli X-Men, Kitty Pryde, ha brevemente sostituito Peter Quill come leader dei Guardiani della Galassia.

Groot parlava normalmente prima dei film del MCU

Groot Guardiani della Galassia

Il Groot di Vin Diesel è uno dei Guardiani della Galassia che è cambiato di più rispetto al personaggio originale della Marvel. Il Groot originale ha debuttato nel 1960 come cattivo che viaggiava sulla Terra con l’obiettivo di rapire gli esseri umani. Il “Mostro del Pianeta X” parlava normalmente e ha lasciato il suo passato di cattivo alle spalle.

Dopo la storyline Annihilation: Conquest del 2007, tuttavia, il vocabolario di Groot si è limitato a “Io sono Groot” e i film dei Guardiani della Galassia hanno adottato questa caratteristica per l’eroe dal cuore gentile.

Le origini di Drax e Mantis

Mantis

Drax il Distruttore e Mantis sono altri membri dei Guardiani della Galassia le cui origini sono cambiate drasticamente nel passaggio dai fumetti ai film. Nei fumetti Marvel Comics, il Drax originale è un agente immobiliare umano di nome Arthur Douglas, che muore insieme alla moglie quando Thanos arriva sulla Terra.

Il padre di Thanos, Mentor, crea un nuovo corpo per la coscienza di Douglas e lascia in memoria solo la sua sete di vendetta, creando il guerriero spaziale Drax Il Distruttore. La versione originale di Mantis nei fumetti è un’artista marziale metà vietnamita e metà tedesca, cresciuta da una setta Kree che la venera come una Madonna Celeste, destinata a dare alla luce un messia intergalattico.

Il ruolo dell’Alto Evoluzionario nella storia delle origini di Rocket

Alto Evoluzionario

The Incredible Hulk #271 del 1982 stabilì che Rocket è un animale parlante proveniente da Halfworld, un sistema stellare del Quadrante Keystone abitato da automi senzienti che hanno conferito agli animali una maggiore intelligenza. Nel MCU, è l’Alto Evoluzionario di Chukwudi Iwuji a conferire a Rocket Raccoon e ai suoi amici animali le loro abilità.

Il processo sembra essere molto più doloroso dal punto di vista fisico e psicologico. L’Alto Evoluzionario sperimenta con animali superintelligenti nel materiale di partenza, tra cui Quicksilver e la madre adottiva di Scarlet Witch. Tuttavia, non ha alcun rapporto diretto con Rocket Raccoon.

I Ravagers non esistevano nei fumetti Marvel

Ravangers Guardiani della Galassia

I Ravagers del MCU sono un gruppo di pirati spaziali divisi in decine di fazioni diverse, ma collegate tra loro da alcuni codici d’onore. Una di queste fazioni è guidata da Starhawk (interpretato da Sylvester Stallone) e un’altra da Yondu Udonta. I Ravagers sono un’invenzione originale di James Gunn per il MCU, poiché non esistevano nei fumetti Marvel Comics prima dei film di Guardiani della Galassia.

Nel materiale di partenza, la squadra di Starhawk è la versione originale dei Guardiani, mentre i pirati spaziali più popolari che esplorano la galassia sono gli Starjammers, guidati da Christopher Summers alias Corsaro, padre di Ciclope.

Le origini di Star-Lord

Peter Quill

Il padre assente di Star-Lord è una parte fondamentale del suo personaggio sia nei fumetti che nel MCU, ma l’identità di questa misteriosa figura è diversa. Nei fumetti, il padre di Peter Quill è J’son, erede al trono di Spartax, che si innamorò di Meredith Quill prima di tornare a difendere il suo impero.

Lo stesso che poi mette una taglia su Star-Lord con lo pseudonimo di “Mister Knife”. Nel MCU, il padre di Star-Lord è l’Ego Celeste, che ha messo incinta Meredith Quill solo per diffondere i suoi geni nell’universo e ha invitato Star-Lord a unirsi a lui.

La relazione tra Gamora e Peter

Peter e Gamora relazione

La storia d’amore tra Star-Lord e Gamora è centrale nei film di Guardiani della Galassia, ma è anche un’aggiunta originale rispetto ai fumetti. Nei fumetti Marvel Comics, Gamora era coinvolta sentimentalmente con Nova e Adam Warlock, mentre Star-Lord aveva relazioni sentimentali con Mantis e Kitty Pryde.

L’unico momento in cui Star-Lord e Gamora hanno potuto sviluppare sentimenti l’uno per l’altra nei fumetti è stato interrotto quando Star-Lord è stato mandato in una realtà diversa, questo li ha separati impedendogli di continuare la relazione. Anche se per motivi diversi, sembra che la storia d’amore tra Star-Lord e Gamora sia destinata a fallire nella maggior parte degli universi.

I Guardiani della Galassia hanno battuto Thanos

Thanos Guardiani della Galassia

Thanos è stato uno dei cattivi più difficili del MCU, ma è morto più volte nei fumetti. In una di queste occasioni, Drax il Distruttore realizza finalmente il suo obiettivo di sempre: uccidere il Titano Pazzo durante la storyline Marvel Annihilation, dove Thanos e Annihilus si alleano per usare Galactus come bomba universale.

Dopo che la figlia di Drax, Moondragon, viene fatta prigioniera, Drax strappa il cuore di Thanos a mani nude. Ma come di consueto con il Titano Pazzo, Thanos alla fine risorge. In seguito, i Guardiani tentano di usare Thanos come arma per distruggere il Cancerverse, dove Drax e Thanos si uccidono a vicenda, per poi tornare in vita subito dopo.

Nebula ha commesso l’errore di Star-Lord in Infinity War nei fumetti

Nebula fumetti

Il famigerato errore di Star-Lord in Avengers: Infinity War è stato un momento cruciale nella Saga dell’Infinito del MCU, in quanto ha permesso a Thanos di portare avanti il suo piano di cancellare metà della vita nell’universo. Star-Lord non ha un ruolo nella storia del guanto con le Gemme dell’Infinito della Marvel e nelle sue conseguenze, posto che invece spetta a Nebula nei fumetti.

Il personaggio lascia che la sua rabbia prenda il sopravvento nel bel mezzo del conflitto, quando si impadronisce del guanto, facendo sì che Thanos e Adam Warlock uniscano le forze per fermarla. Solo quando Nebula viene gravemente ferita durante questi eventi, nei fumetti necessita di potenziamenti cibernetici.

Adam Warlock è una figura centrale nella storia dei Guardiani della Galassia

Adam Warlock Guardiani della Galassia

L’Adam Warlock di Will Poulter fa il suo debutto nella Fase 5 di Guardiani della Galassia, proprio quando i Guardiani originali del MCU si stanno sciogliendo. Nei fumetti, Adam Warlock è uno dei personaggi cosmici che sostengono la creazione dei Guardiani a causa della minaccia incombente di un altro evento come l’Onda dell’Annientamento.

Il suo rapporto già consolidato con Gamora e Drax rende questi due Guardiani dei candidati adeguati per la squadra di Star-Lord. In seguito, Adam Warlock ha aiutato e ricevuto aiuto dai Guardiani della Galassia in diverse occasioni.

Yondu Udonta era in origine un membro fondatore dei Guardiani

 

Prima dei film di Guardiani della Galassia del MCU, Yondu Udonta era un membro fondatore della squadra originale dei Guardiani. Yondu non conosceva Star-Lord ed era più un eroe dal cuore puro che un cinico pirata spaziale.

Dopo che Guardiani della Galassia Vol. 1 e Vol. 2 di James Gunn hanno stabilito un agrodolce rapporto padre-figlio adottivo tra i due, tuttavia, i fumetti Yondu svolge anche un ruolo chiave nella storia delle origini del supereroe Peter Quill.

L’infanzia di Star-Lord è diversa nei fumetti Marvel

Star-Lord

Oltre all’identità del padre di Peter Quill, anche la storia delle origini di Star-Lord è molto diversa nel materiale di partenza. Invece di essere rapito dagli alieni mentre scappava dopo aver visto la madre morire di cancro, la versione a fumetti di Peter Quill è particolarmente interessata allo spazio molto prima di lasciare la Terra.

E invece della musica, la più grande passione di Peter è il viaggio nello spazio. Dopo aver assistito all’omicidio della madre da parte di due alieni, si unisce alla NASA e ruba un’astronave che usa per lasciare definitivamente la Terra.

Cosmo ha fatto di Knowhere la base dei Guardiani nei fumetti

Come Adam Warlock, Cosmo il cane spaziale è uno stretto alleato dei Guardiani della Galassia che solo ora sta ricevendo un ruolo importante nella Fase 5 del MCU. Nel materiale di partenza, Cosmo (che nei fumetti è un labrador maschio) è il capo della sicurezza di Knowhere.

Con il supporto di Nova, Cosmo permette ai Guardiani di stabilire la loro base a Knowhere e li aiuta anche a trovare un nome per questa squadra.

I Guardiani della Galassia hanno un rapporto diverso con Ronan e i Nova Corps

Nova Corps Guardiani della Galassia

I Guardiani della Galassia del MCU devono le loro origini ai Nova Corps, che li catturarono e li spedirono insieme nel Kyln a causa della loro fedina penale, ma dopo aver sconfitto Ronan l’Accusatore e aver difeso Xandar, i Nova Corps perdonarono i Guardiani.

Nei fumetti, i Nova Corps non esitano ad aiutare i Guardiani della Galassia fin dall’inizio e, anche se sono spesso in contrasto, non considerano mai i Guardiani dei criminali degni di essere catturati. Ronan, invece, è stato più volte un cattivo nei fumetti, ma si è redento ed è persino diventato un membro dei Guardiani della Galassia per un breve periodo.

James Gunn: l’odio tra Marvel e DC è una “credenza bizzarra”

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James Gunn: l’odio tra Marvel e DC è una “credenza bizzarra”

Mentre l’ultimo film Marvel di James Gunn è arrivato al cinema, il regista sceneggiatore e produttore si affretta a chiarire una volta per tutte che non esiste rivalità tra Marvel e DC. Gunn ha messo piede in entrambi gli studi da un po’ di tempo. La sua corsa alla Marvel è durata 11 anni e tre film Guardiani della Galassia, mentre ha fatto il suo debutto in DC con The Suicide Squad del 2021 ed è ora co-responsabile dei DC Studios, con Peter Safran, dove sta scrivendo e dirigendo Superman: Legacy.

“Non è strano. Non è affatto strano, non per me”, ha sottolineato Gunn a Yahoo Entertainment quando gli è stato chiesto com’è stato destreggiarsi tra Guardiani della Galassia Vol. 3 e i suoi nuovi doveri ai DC Studios. “Capisco come appare, sono solo molto occupato perché sto facendo due lavori contemporaneamente. Ma non è strano.”

James Gunn: un crossover tra film Marvel e DC potrebbe accadere “tra 10 anni”

“Le persone hanno questa strana convinzione che Marvel e DC si odino a vicenda o che in qualche modo siano agli antipodi”, ha continuato Gunn, “Ma non è la verità. Voglio dire, il nostro lavoro è lo stesso. Vogliamo portare la gente nei cinema a vedere i film. Questo è ciò che conta. E penso che lavoriamo insieme per farlo. E più buoni sono i film Marvel, meglio è per i film DC. Più buoni sono i film DC, meglio è per i film Marvel”.

Gunn ha detto che non è che Marvel e DC si oppongono come fossero delle squadra sportive rivali, come i New York Yankees e i Boston Red Sox. “Non c’è un solo vincitore”, ha detto Gunn. “Possono esserci due vincitori perché è importante chi va a vedere i tuoi film e chi li apprezza”.

“Non solo amo Kevin [Feige], è stata la prima persona a cui l’ho detto dopo aver concluso l’accordo con la DC (John Cena è stato il secondo)”, ha scritto Gunn. “Contrariamente alla credenza popolare, un dollaro in meno per la Marvel non è un dollaro in più per la DC. DC e Marvel hanno l’obiettivo comune di mantenere l’esperienza teatrale vibrante e viva!”

Brad Pitt guiderà al Gran Premio di Silverstone per delle riprese sul suo film sulla Formula Uno

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Brad Pitt entrerà nell’abitacolo di una vera macchina da corsa per il suo prossimo film sulla Formula 1, secondo il regista Joseph Kosinski e il produttore Jerry Bruckheimer. Durante un panel sul film, ancora senza titolo, al F1 Accelerate Summit di Miami, Kosinski e Bruckheimer hanno condiviso i dettagli di produzione del film degli Apple Studios, che ha come protagonista Pitt e annovera tra i suoi produttori il sette volte campione di Formula 1 Lewis Hamilton.

Secondo il moderatore del panel Will Buxton, Kosinksi e Bruckheimer stanno “creando un’undicesima squadra che filmerà in pista e all’evento da Silverstone fino alla fine dell’anno”. Silverstone è la pista dove si svolge il Gran Premio di Gran Bretagna. Quest’anno l’evento si terrà il 9 luglio.

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Buxton ha affermato che il team del film ha creato “la più piccola telecamera 6k mobile mai progettata per portare lo spettatore nell’abitacolo”, dove le star del film guideranno effettivamente le auto da corsa. “Giusto. Brad Pitt alla guida di un’auto di F1 da Silverstone in poi”, ha aggiunto Buxton. Anche ESPN F1 ha confermato la notizia in un tweet. Tuttavia, Variety chiarisce che Pitt non gareggerà contro altri piloti in pista e che l’auto da corsa che guida sarà molto probabilmente una versione modificata di un’auto junior di F2 o F3.

Durante una sessione di domande e risposte con gli investitori ad aprile (tramite Sports Illustrated), il CEO di F1 Stefano Domenicali ha affermato che il film sarà “abbastanza invasivo in termini di produzione. È qualcosa che dobbiamo controllare, in un certo senso, ma sarà un altro modo per dimostrare che la Formula 1 non si ferma mai”. Buxton ha anche condiviso che l’auto da corsa utilizzata nel film è stata progettata da Mercedes, e Hamilton “sta consigliando trama e sceneggiatura per garantire che sia il film di corse più accurato mai realizzato”.

Secondo la trama ufficiale del film, Brad Pitt interpreta “un pilota che esce dalla pensione per competere al fianco di un pilota alle prime armi contro i titani di questo sport”. Damson Idris è co-protagonista e il co-sceneggiatore di Top Gun: Maverick Ehren Kruger sta scrivendo la sceneggiatura. I produttori includono Hamilton, Kosinski, Bruckheimer e Chad Oman di Jerry Bruckheimer Films e la Plan B Entertainment di Brad Pitt. Il CEO di Copper, Penni Thow, è il produttore esecutivo.

Carrie Fisher, Mark Hamill per la cerimonia sulla Walk of Fame: “Era la nostra principessa, dannazione!”

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Mark Hamill era presente alla cerimonia della Hollywood Walk of Fame di Carrie Fisher e ha portato con sé la nota che ha scritto sei anni fa all’indomani della sua tragica morte. Fisher aveva solo 60 anni quando è morta alla fine di dicembre 2016. Le carriere di Hamill e Fisher sono intrecciate per sempre grazie ai loro ruoli iconici come Luke Skywalker e Principessa Leia nel franchise di Star Wars.

Durante il suo discorso sulla Walk of Fame, Hamill ha osservato che era “davvero difficile trovare parole per rendere giustizia a Carrie”. Inizialmente “ha tirato fuori un taccuino per annotare alcuni dei miei pensieri”, ma poi ha trovato una nota che ha scritto su Fisher poco dopo la sua morte. “Ho pensato che fosse rilevante oggi come lo era quando l’ho scritto”, ha detto Hamill riguardo alla nota.

“Carrie era unica nel suo genere. Apparteneva a tutti noi, che ci piacesse o no”, si legge nella nota di Hamill. “Era la nostra principessa, dannazione! E l’attrice che l’ha interpretata si è sfumata in una donna meravigliosa, senza paura indipendente, ferocemente divertente, che ha preso il comando, che ci ha tolto il fiato. Determinata e dura, ma con una vulnerabilità che ti faceva tifare per lei e desiderare che avesse successo e fosse felice. Ha svolto un ruolo così cruciale nella mia vita professionale e personale. Entrambe sarebbero stati molto più vuoti senza di lei. Era una difficile? Complicata da gestire? Senza dubbio”, continua la nota. “Ma ogni cosa sarebbe stata così scialba e meno interessante se non fosse stata l’amica che era. Non smetterò mai di sentire la sua mancanza, ma sono così grato che l’abbiamo avuta per tutto il tempo che abbiamo avuto. Sono grato per le risate, la saggezza, la gentilezza e persino per la merda autoindulgente con cui la mia amata gemella spaziale mi ha fatto impazzire nel corso degli anni. Quindi grazie, Carrie. Ti voglio bene.”

In un’intervista con Variety prima della cerimonia della Walk of Fame, Hamill ha ricordato com’è stato incontrare Carrie Fisher per la prima volta. Aveva 24 anni all’epoca, mentre lei ne aveva solo 19. “Ero completamente impreparato per la persona che ho incontrato, che era semplicemente travolgente, nel senso che sembrava molto più saggia dei suoi anni”, ha detto Hamill. “Molto divertente, molto spontanea, molto spiritosa.”

La cerimonia sulla Hollywood Walk of Fame si è svolta il 4 maggio, lo Star Wars Day.

Venezia 80: Damien Chazelle presidente di giuria

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Venezia 80: Damien Chazelle presidente di giuria

Il regista statunitense Damien Chazelle, la regista francese Alice Diop e il regista italiano Jonas Carpignano, sono le tre personalità chiamate a presiedere le giurie internazionali rispettivamente di Venezia 80, del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” e della sezione Orizzonti dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2023). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la proposta del Direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera.

Damien Chazelle, nell’accettare il ruolo di presidente della giuria internazionale di Venezia 80, ha dichiarato: “Per dieci giorni, ogni anno, questa città dell’arte, di Tintoretto, Tiziano e Veronese, si trasforma in una città di cinema, e sono lusingato e onorato di essere invitato a guidare la giuria di quest’anno. Non vedo l’ora di scoprire questa nuova selezione di grandi film all’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica”.

Damien Chazelle ha aperto con un suo film due volte la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, nel 2016 con La La Land e nel 2018 con First Man. La La Land ha ottenuto 14 nomination agli Oscar®, vincendone sei, incluso quello per il miglior regista. Damien Chazelle è stato il più giovane regista di sempre a ricevere questo premio. First Man ha ottenuto 4 nomination agli Oscar®, vincendone uno. La sua opera prima, Whiplash (2014), ha ricevuto cinque nomination agli Oscar®, vincendone tre. Il suo recente film Babylon (2022) ha ricevuto tre nomination agli Oscar®.

Nell’accettare la nomina, Alice Diop ha dichiarato: “È un grande onore e una grande gioia essere chiamata a presiedere la giuria del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” alla  Mostra di Venezia, un festival che mi ha accolto e mi ha donato tanto lo scorso anno. Sarò felice di passare il testimone quest’anno, e di lavorare per scoprire nuove voci emergenti nel panorama cinematografico che la Mostra ha sempre avuto a cuore di rinnovare”.

Col suo debutto nel lungometraggio di finzione, Saint Omer, Alice Diop ha vinto nel 2022 alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica sia il Leone d’argento – Gran Premio della Giuria, sia il Leone del futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”. Il film, candidato per la Francia agli Oscar®, ha vinto in seguito numerosi riconoscimenti internazionali, fra i quali il premio César per la migliore opera prima, e il premio Jean Vigo. Con Nous (2020) ha ottenuto il premio per il miglior documentario e per il miglior film nella sezione Incontri, del Festival di Berlino.

Nell’accettare di presiedere la giuria di Orizzonti, Jonas Carpignano ha dichiarato: “È un grandissimo onore per me guidare la giuria di Orizzonti quest’anno e sono molto grato alla Mostra di Venezia per questo privilegio. Anno dopo anno, la ricca e coraggiosa selezione di Orizzonti ci regala un’immersione profonda nel mondo cinematografico. Non vedo l’ora di vivere le emozioni ed entrare in contatto con le realtà che andremo a conoscere nelle sale del Lido. Avere la possibilità di vedere alcuni dei film più belli dell’anno, in uno dei contesti più belli del mondo,  è qualcosa di molto speciale”.

Jonas Carpignano ha debuttato con Mediterranea (2015), presentato alla Semaine de la Critique a Cannes, in seguito nominato per tre Spirit Awards e premiato come migliore opera prima ai Gotham Awards. Due anni dopo A Ciambra (2017), premiato a Cannes, viene selezionato per rappresentare l’Italia agli Oscar®. A Ciambra ottiene sette nomination ai David di Donatello e vince il premio per la migliore regia. Nel 2021 A Chiara, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes, vince il premio Europa Cinemas Label, ottiene sei nomination ai David e vince il premio per la migliore attrice protagonista.

Nicole Kidman e Zoe Saldana nel nuovo thriller di Taylor Sheridan: la prima foto

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Ecco il primo sguardo a Special Ops: Lioness, il thriller di spionaggio che verrà trasmesso in streaming su Paramount+ dal creatore di Yellowstone Taylor Sheridan. Lioness è basato su un vero programma della CIA e seguirà Cruz Manuelos (Laysla De Oliveira), un giovane marine che viene reclutato per unirsi al Lioness Engagement Team della CIA nel tentativo di abbattere un’organizzazione terroristica dall’interno.

De Oliveira è affiancata da star di primo livello: Zoe Saldaña, reduce dal successo di Avatar: la via dell’acqua e ora in sala con Guardiani della Galassia Vol. 3, appare come Joe, il capo stazione del programma che ha il compito di addestrare, gestire, e alla guida della sua squadra d’élite di agenti sotto copertura. La vincitrice dell’Oscar Nicole Kidman è stata inizialmente assegnata alla produzione esecutiva, ma l’attrice apparirà anche sullo schermo.

Ecco la prima foto dal film:

 

MUTI: clip esclusiva del nuovo film con Morgan Freeman

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MUTI: clip esclusiva del nuovo film con Morgan Freeman

Ecco una clip esclusiva di Muti, action thriller prodotto da Iervolino & Lady Bacardi Entertainment, co-diretto da George Gallo, Francesco Cinquemani e Luca Giliberto e con il Premio Oscar® Morgan Freeman nei panni di un esperto antropologo coinvolto nelle indagini su un serial killer che uccide secondo un arcaico rituale africano.

Nel cast anche Cole Hauser, Peter Stormare, Vernon Davis e l’italiano Giuseppe Zeno. Il film, distribuito da RS Productions in collaborazione con Mirari Vos, arriva in sala l’11 maggio.

https://www.youtube.com/watch?v=TfSbA4eO3y8

Il titolo del film prende il nome dall’omonima parola che in Swahili significa medicina ma ha anche un significato più oscuro. Il rituale MUTI è una forma di sacrificio umano diffuso tra alcune tribù africane, in cui l’uccisione viene eseguita dopo che parti del corpo sono state rimosse con precisione mentre la vittima è ancora viva, affinché le grida possano evocare le divinità. Questi riti vengono macabramente celebrati e commissionati agli sciamani per ottenere maggiore successo, potere, energia o fortuna.

MUTI non è solo un action thriller che racconta di un inseguimento a uno spietato quanto fanatico serial killer, ma è anche la storia di due persone che si uniscono per uno scopo comune ma non rivelano mai chi sono veramente e custodiscono oscuri segreti che portano dentro di sé.

Muti, la trama

Incapace di processare il lutto per la morte della figlia il Detective Boyd (Hauser), a pochi giorni dalla pensione, si lancia nella drammatica caccia ad un serial killer misterioso che uccide secondo un brutale rituale tribale: il Muti. L’unico che può aiutare Boyd è il Professor Mackles (Freeman), antropologo di origine africana che nasconde un inconfessabile segreto.

The Boogeyman, un nuovo spaventoso teaser

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The Boogeyman, un nuovo spaventoso teaser

20th Century Studios e 21 Laps hanno diffuso un nuovo teaser di The Boogeyman, horror-thriller nato dalla mente dell’autore di best-seller Stephen King, che arriverà il 1° giugno nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

La liceale Sadie Harper e sua sorella minore Sawyer sono sconvolte dalla recente morte della madre e non ricevono molto supporto dal padre, Will, un terapista che sta a sua volta affrontando il proprio dolore. Quando un paziente disperato si presenta inaspettatamente a casa loro in cerca di aiuto, lascia dietro di sé una terrificante entità soprannaturale che va a caccia di famiglie e si nutre della sofferenza delle sue vittime.

The Boogeyman è diretto da Rob Savage (Host), con una sceneggiatura di Scott Beck & Bryan Woods (A Quiet Place – Un posto tranquillo) e Mark Heyman (Il cigno nero), e un soggetto di Scott Beck & Bryan Woods basato sul racconto di Stephen King. Il film è interpretato da Sophie Thatcher (Yellowjackets), Chris Messina (Air – La storia del grande salto), Vivien Lyra Blair (Obi-Wan Kenobi), Marin Ireland (The Umbrella Academy), Madison Hu (Bizaardvark), LisaGay Hamilton (Vice – L’uomo nell’ombra) e David Dastmalchian (Lo strangolatore di Boston). The Boogeyman è prodotto da Shawn Levy (Stranger Things), Dan Levine (Arrival) e Dan Cohen (The Adam Project), mentre John H. Starke (Sicario), Emily Morris (Rosaline), Scott Beck, Bryan Woods, Ryan Cunningham, Adam Kolbrenner (La guerra di domani) e Robyn Meisinger sono i produttori esecutivi.

“The Boogeyman è un classico film dell’orrore sullo stampo di Poltergeist – Demoniache presenze, che incute paura e fa emozionare allo stesso modo”, afferma il regista Rob Savage. “Ricordo vividamente il terrore che ho provato leggendo il racconto di Stephen King da bambino, ed è proprio questa sensazione di paura tipica dell’infanzia che volevo suscitare nel pubblico cinematografico di tutto il mondo. Questo film è stato realizzato in collaborazione con un team creativo di incredibile talento e interpretato in modo meraviglioso e intenso dal nostro fantastico cast. Mi hanno tutti davvero incantato. Siamo incredibilmente orgogliosi di questo film e non vediamo l’ora di dare a tutti voi un motivo per avere di nuovo paura del buio”.

Gli Anelli del Potere concluderà le riprese della seconda stagione, nonostante lo sciopero WGA

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Mentre molti show e serie tv stanno fermando i motori a causa dello sciopero degli sceneggiatori WGA, è stato riportato da Variety che Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere di Prime Video rimarrà in produzione, con 19 giorni di riprese rimanenti.

I produttori esecutivi dello show J.D. Payne e Patrick McKay tuttavia, non saranno presenti sul set. I produttori non continueranno a lavorare alla prossima stagione a causa delle regole sullo sciopero della Writers Guild of America, che vietano agli sceneggiatori-produttori di lavorare in ruoli basati sulla scrittura per tutta la durata dello sciopero. I produttori e i registi che non scriveranno invece dirigeranno le riprese per la restante durata delle riprese, e saranno responsabili di eventuali decisioni creative prese sul set in assenza degli showrunner.

WGA ha già scioperato nel 2007 per 100 giorni, concludendo la protesta nel 2008, durante quel periodo molti show e film hanno dovuto affrontare decisioni simili, in merito all’opportunità di ritardare o annullare le produzioni o continuare ad andare avanti a prescindere. Un notevole esempio di una serie che ha preso la decisione di continuare la produzione è Heroes, serie supereroistica divenuta di culto, che con la sua prima stagione ha ottenuto ampi consensi dalla critica. Tuttavia, poiché la stagione 2, molto più breve della prima in termini di durata, è stata distribuita a seguito di una produzione colpita dallo sciopero, la stagione ha visto un netto calo della qualità e delle valutazioni.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere deve sfidare se stessa, perché Prime Video vuole mantenere affezionato il pubblico per tutto l’arco della stagione e non vedere accadere una replica di quanto successo per il primo ciclo, per il quale solo il 37 percento dei 25 milioni di spettatori della sua premiere ha superato il finale dello show. Prime Video farà tutto il possibile per garantire alla stagione 2 un ritorno al suo apice, soprattutto considerando il costo della serie. Si stima che la prima stagione sia costata circa 462 milioni di dollari, con lo studio pronto a spendere oltre 1 miliardo di dollari per le stagioni future.

Le riprese della seconda stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere sono iniziate il 3 ottobre 2022, con la produzione della serie di otto episodi trasferita nel Regno Unito dalla Nuova Zelanda. Sebbene non sia stata ancora ufficializzata una data di uscita per la prossima stagione, i fan possono sperare di vederla tornare nel 2024.

Guardiani della Galassia Vol. 3: la spiegazione delle scene post credits

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ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU Guardiani della Galassia Vol. 3

Come da tradizione Marvel Studios, anche Guardiani della Galassia Vol. 3 si presta alle scene post credits, anche se, in questo caso, più che un gancio con quello che verrà sono un tentativo di allungare un po’ la permanenza sul grande schermo di quei personaggi che abbiamo amato e ai quali non vogliamo dire addio.

Le scene mostrano infatti il futuro dei Guardiani, sia di quelli che partono sia di quelli che restano, offrendoci un piccolo sguardo su quello che sarà il loro avvenire lontano dagli schermi, dopo la grande avventura vissuta nel film.

La maggior parte dei Guardiani della Galassia decide di ritirarsi

Il marketing del film aveva dato l’idea che almeno uno, se non due membri della squadra potessero morire nel corso della storia. Tuttavia, per fortuna, sappiamo che non è così, anche se Star Lord (Chris Pratt) ci va molto vicino, se non fosse stato per l’intervento di Adam Warlock (Will Poulter).

Alla fine, nonostante Rocket sia stato salvato e l’equipaggio si sia riunito, diversi membri del team decidono che è ora di ritirarsi dai Guardiani della Galassia. Il primo è Star-Lord, che decide di essere rimasto lontano dalla Terra per troppo tempo e pensa che sia giunto il momento di riunirsi con il nonno (Gregg Henry). Quindi, Mantis (Pom Klementieff) sente di dover trovare il proprio posto nella galassia ed esplorare il cosmo, portando con sé il suo trio di amichevoli Abilisk. Alla fine, Nebula (Karen Gillan) e Drax (Dave Bautista) scelgono di rimanere su Ovunque per aiutare a ricostruire, con Nebula che promette di condurre l’insediamento verso una nuova era di prosperità. Allo stesso tempo, Drax sarà una figura paterna per i bambini che sono stati salvati dall’Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji).

E mentre scopriamo che negli ultimi anni del MCU la Gamora (Zoe Saldana) del passato è diventata una di famiglia trai Ravagers, dai quali lei stessa decide di tornare, ci rendiamo conto che soltanto Rocket (Bradley Cooper) e Groot (Vin Diesel) sono i membri della vecchia squadra di Guardiani che rimangono. Sicuramente si tratta della fine dei Guardiani così come li conosciamo, ma quando Star-Lord regala a Rocket il suo amato player di Zune, dichiara anche Rocket il nuovo leader dei Guardiani della Galassia.

Incontriamo i nuovi Guardiani della Galassia

Anche se la banda di eroi abbia preso strade separate, la scena post credits di Guardiani della Galassia Vol. 3 mostra che i Guardiani della Galassia sono tutt’altro che scomparsi. La scena si apre su un desolato, arido pianeta alieno e vediamo una nuova squadra di Guardiani (ognuno dei quali indossa le classiche uniformi blu e rosse che vediamo nei fumetti e che hanno debuttato in precedenza nel film) incaricata di proteggere tutta la vita innocente nell’universo.

Come previsto, Rocket è colui che guida questa nuova generazione di disadattati, completando la sua evoluzione da egoista cacciatore di taglie nel primo film al nobile capitano che vediamo ora. Ovviamente, Rocket non andrebbe da nessuna parte senza il suo fidato migliore amico Groot, che sta attraversando un’altra fase di crescita ed è ora un enorme gigante delle dimensioni di Hulk impegnato a fare un pisolino mentre i suoi compagni di squadra parlano. Ad unirsi a Rocket e Groot nel team ci sono quattro nuovi membri. Il primo è Kraglin (Sean Gunn), che è diventato un combattente formidabile ora che ha imparato a usare l’onnipotente freccia di Yondu (Michael Rooker). Insieme a Kraglin c’è il suo compagno canino Cosmo (Maria Bakalova), il cane spaziale con poteri psichici che ha passato la maggior parte del film a rimproverare Kraglin per averla definita un cane cattivo. Infine, Adam Warlock dimostra che il suo salvataggio di Star-Lord non è stato un colpo di fortuna, poiché ha ufficialmente voltato pagina e si è unito alla squadra di eroi.

Il sesto e ultimo membro è il più misterioso del gruppo, si tratta di una delle giovani donne salvate dai Guardiani dalle grinfie dell’Alto Evoluzionario. Apprendiamo rapidamente che il suo nome è Phyla, indicando potenzialmente che questo nuovo personaggio non è altri che un giovane Phyla-Vell, un importante Guardiano della Galassia dei fumetti. Sebbene la sua origine nell’MCU sembri direttamente legata all’Alto Evoluzionario, nei fumetti, Phyla è la figlia dell’originale Captain Marvel, Mar-Vell, cosa che tecnicamente la rende la prossima in linea di successione per diventare il successore di Mar-Vell. Se questo personaggio è la Phyla-Vell che conosciamo dai fumetti, significa potenzialmente che l’MCU ha introdotto l’ennesimo candidato per Young Avenger.

Mentre la nuova squadra ha una conversazione rilassata nel paesaggio desertico che si descriveva prima, in lontananza arriva un’orda di creature aggressive che corrono verso di loro. Kraglin è fiducioso di poterli eliminare tutti con la sua freccia, ma ciò priverebbe la squadra di tutto il divertimento. Subito prima di lanciarsi in battaglia, Rocket tira fuori il suo Zune e manda in play “Come and Get Your Love” di Redbone, la prima canzone che abbiamo sentito nella trilogia dei Guardiani della Galassia e che rappresenta una perfetta chiusura, ma anche un nuovo inizio per la serie.

“Il leggendario Star-Lord tornerà”

Star-LordLa seconda scena post credits vede semplicemente Peter che fa colazione e ha una conversazione tranquilla con il nonno che non vede da decenni, con i due che parlano solo di cose umane quotidiane. Sul giornale che nonno Quill sta leggendo si legge: “Rapimento alieno: Kevin Bacon racconta tutto“, un chiaro riferimento agli eventi di The Guardians of the Galaxy Holiday Special.

Tuttavia, quando il film si chiude, vediamo un titolo che recita “Il leggendario Star-Lord tornerà”. Si tratta della conferma che Peter Quill sarà protagonista del suo film da solista? O che lo vedremo tornare in uno show televisivo? O forse, ancora, in uno dei prossimi film collettivi dei Vendicatori?

The first Slam Dunk: recensione del film di Takehiko Inoue

The first Slam Dunk: recensione del film di Takehiko Inoue

“Ok te lo spiego io. Slam Dunk vuol dire essere una stella del basket. Significa saper giocare in modo da eccitare il pubblico e quando la paura dell’avversario fa concentrare tutta l’energia in un canestro quello si chiama Slam Dunk”.

Sono trascorsi trent’anni dalla messa in onda di quel primo episodio dell’anime. Oggi, il mangaka giapponese Takehiko Inoue firma The first Slam Dunk, quinta trasposizione filmica di uno dei brand più amati dal pubblico orientale e di tutto il mondo; donando nuova linfa al microcosmo della pallacanestro liceale che Hanamichi Sakuragi e compagni hanno contribuito a rendere celebre.

Una produzione Toei Animation, un film in tecnica mista (tra CGI e disegno a mano); un’occasione unica per rispolverare la divisa rosso fuoco dello Shohoku e scendere nuovamente in campo.

The first Slam Dunk: una nuova partita

Riparte da lontano The first Slam Dunk, da un campetto nella città di Okinawa, da un uno contro uno tra fratelli. A calcare il cemento e ritagliarsi un ruolo da protagonista non è però il solito Hanamichi, bensì un giovanissimo Ryōta Miyagi, futuro playmaker dello storico quintetto base dello Shohoku. Lo sguardo del numero 7, innamoratosi della pallacanestro grazie al fratello maggiore Sota, scomparso prematuramente a causa di un incidente in mare, è il filtro selezionato da Inoue per elaborare il proprio racconto. Un racconto che ai flash del passato e del tormentato percorso di crescita di Ryōta, alterna l’impeto del presente narrativo, palcoscenico dell’adrenalinico incontro-scontro fra i team Shohoku e Sannoh.
Contro ogni pronostico, la squadra di Ryōta si è infatti guadagnata la possibilità di rappresentare la Prefettura di Kanagawa al torneo nazionale di basket. E il match contro “l’imbattibile” Sannoh, campione in carica, rappresenta un turning point decisivo per la competizione.

Convergenza tra due mondi

Quella raccolta da The first Slam Dunk è un’eredità pesante. Un’eredità che affonda le proprie radici nell’ottobre del 1990, nel primo dei trentuno volumi che di lì a pochi anni ci avrebbero consegnato uno degli shōnen più iconici dell’epoca. Da quel giorno, indelebile nella storia della narrazione sportiva giapponese, il brand Slam Dunk si è arricchito di un anime di centouno episodi (1993-1996) e quattro film animati (tra il 1994 e il 1995), ispirando al contempo una ricca produzione di videogiochi tratti dalla serie.
Parlare di The first Slam Dunk significa allora, innanzitutto, dialogare con il suo citazionismo, coglierne i numerosi rimandi interni, apprezzarne gli scorci temporali su di un passato che è memoria, leggenda, catalogo di un immaginario collettivo. Senza naturalmente tralasciare l’importanza di un connaturato omaggio all’NBA, da sempre faro di ispirazione per l’autore nipponico.

Ed è con il pensiero al massimo campionato di basket statunitense che il rilascio di The first Slam Dunk, a poche settimane da Air – La storia del grande salto, sembra suggerire un confronto tra due prodotti che, seppur manifesto di ragionamenti antitetici sulla pallacanestro, scaturiscono da una medesima scintilla. Perché se è vero che il film di Inoue eleva la purezza sportiva del gioco, a discapito di una dimensione – quella proposta da Affleck – improntata al merchandising e alla realizzazione del sogno americano, è altresì innegabile il comune valore sociale – e la comune bruciante passione – che sottende la visione del basket di entrambe le opere. Un basket che è creatore di icone, di attimi interminabili, di fiati sospesi e storie che infondano la voglia di volare.

Un campo, una vita

Ma il campo da basket, come spesso accade negli “spokon” (da Judo Boy a L’uomo Tigre, da Mila e Shiro a Holly e Benji), è solo l’intrigante pretesto che The first Slam Dunk sfrutta come contenitore di spunti. Come centro propulsore per una narrazione di più ampio respiro.
Il racconto di Inoue è storia di perdita, di lacrime e dolore; ma l’iniziale focus su Ryōta, sinfonia di sottofondo all’intero film, si allarga ben presto a includere i principali componenti della squadra, a suggerire incomprensioni, debolezze o punti di forza del gruppo. Così che i diversi momenti della partita contro il Sannoh divengano link d’accesso a ricordi e vecchi incontri; essenziali attimi di rilettura che dal campo invadono la vita e dalla vita traggono la forza necessaria per lottare sul campo.
Fino all’istante in cui, proprio sulla sirena, il pallone si stacca dalle mani di un campione, nel vuoto pneumatico di un’attesa che sembra non terminare mai.

I magnifici 7: la trama e il cast del film con Denzel Washington

I magnifici 7: la trama e il cast del film con Denzel Washington

Considerato uno dei grandi classici del cinema western, il film del 1960 I magnifici sette è il simbolo di quelle narrazioni legate alla frontiera americana, in cui si possono ritrovare temi universali come l’onore, l’amicizia e l’opposizione nei confronti delle ingiustizie. Tutto ciò ha trovato nuova vita nel 2016, nel momento in cui è arrivato al cinema il remake I magnifici 7 (qui la recensione), diretto da Antoine Fuqua, regista di celebri titoli come Training Day e Southpaw. Vengono così riportate sul grande schermo le avventure del gruppo di vendicatori più noto del genere western, i cui ideali sono sempre attuali.

Ed è stata proprio la possibilità di raccontare una storia ancora valida nel mondo contemporaneo a convincere Fuqua a realizzare il film. Egli, da sempre grande appassionato di western, si era dichiarato inizialmente restìo a realizzare un remake del celebre classico, ma la possibilità di personalizzarlo è stato l’elemento deciso per gettarsi in questa avventura. Fuqua, però, non ha voluto rendere omaggio solo al film di John Sturges, bensì anche a I sette samurai di Akira Kurosawa, l’opera che aveva a sua volta ispirato anche il western del 1960.

Con un cast ricco di grandi attori di Hollywood, una sceneggiatura scritta dall’apprezzato Nick Pizzolato, e la colonna sonora composta dal grande James Horner, I magnifici 7 si affermò infine come un buon successo alla sua uscita in sala. A fronte di un budget di circa 90 milioni di dollari, questo è infatti arrivato ad incassarne oltre 162 in tutto il mondo. Prima di procedere nella visione del film, però, sarà certamente utile approfondire ulteriori aspetti legati ad esso. Proseguendo qui nella lettura si potranno infatti ritrovare dettagli relativi alla trama e ai retroscena del cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel loro catalogo.

I magnifici 7: la trama del film

La vicenda narrata si svolge nel 1879, in California. Rose Creek, un remoto villaggio di frontiera, si trova al centro di un importante bacino minerario. Ciò attira le mire di Bartholomew Bogue, un affarista spietato e senza scrupoli. Questi propone agli abitanti del luogo di vendergli i loro appezzamenti di terreno per pochi dollari, per poi cacciarli malamente. Coloro che tentano di opporsi, vengono perseguitati dai suoi sicari, pronti anche ad uccidere quanti non si dimostreranno disposti a cedere. È questa la sorte che tocca a Matthew Cullen, che ha osato tenere testa a Bogue. Sconvolta dall’accaduto, la vedova Emma Cullen decide di recarsi nella città più vicina in cerca di qualcuno che possa aiutarla.

Qui trova Sam Chisolm, un delegato di giustizia afroamericano con una lunga carriera alle spalle. Inizialmente questi si dimostra contrario a farsi coinvolgere nella vicenda, ma quando scopre che a violentare Rose Creek è Bogue in persona, decide di accettare. Per contrastare l’esercito dello spietato affarista avrà però bisogno di una squadra di uomini esperti e pronti a morire per la giustizia. Entrano così in scena il pistolero Joshua Faraday, il fuorilegge messicano Vasquez, e l’ex cecchino Goodnight Robicheaux. A loro si uniranno poi anche l’esperto di coltelli Billy Rocks, il cacciatore Jack Horne, e l’arciere Red Harvest. I magnifici sette sono così pronti a dar vita ad una carneficina pur di difendere i più bisognosi.

I magnifici 7 cast

I magnifici 7: il cast del film

La volontà del regista era quella di dar vita ad un cast di attori quanto più variegato possibile, passando attraverso varie nazionalità e rifuggendo ogni possibile stereotipo. Per il ruolo del protagonista, Sam Chisolm, Fuqua scelse il premio Oscar Denzel Washington, con il quale aveva già lavorato diverse volte. Per l’attore si è trattato del primo film western della sua lunga carriera. Egli ha però dichiarato di non essere un grande amante del genere, e di non aver guardato il film originale per non esserne influenzato. Accanto a lui si ritrova poi Chris Pratt, nei panni di Josh Faraday. Anche per lui si è trattato del primo western, ed ha ottenuto il ruolo dopo aver cantato il popolare brano Oh Shenandoah al regista. L’attore sudcoreano Lee Byung-hun, noto per il western Il buono, il matto, il cattivo, dà vita a Billy Rocks.

L’attore Ethan Hawke è invece il malinconico Goodnight Robicheaux. Egli è stato il primo attore ad entrare a far parte del cast, tornando così a collaborare per la terza volta con Fuqua. Hawke ha in seguito dichiarato di essersi ispirato al personaggio di Nick Chevotarevich nel film Il cacciatore. Vincent D’Onofrio interpreta invece Jack Horn, per il quale ha dato vita ad una voce particolarmente selvaggia, che accentuasse la brutalità del personaggio. Manuel Garcia-Rulfo è invece l’interprete di Vasquez, mentre Martin Sensmeier è Red Harvest. A dar vita allo spietato Bartholomew Bogue è l’attore Peter Sarsgaard, mentre Haley Bennett è la vedova Emma Cullen. Tutti gli attori del film, prima delle riprese, si sono dovuti sottoporre a diverse settimane di addestramento per cowboy, al fine di acquisire le competenze richieste.

I magnifici 7: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di I magnifici 7 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 4 maggio alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Fonte: IMDb

L’eliminatore – Eraser: trama e cast del film con Arnold Schwarzenegger

Nel corso della sua lunga carriera l’attore Arnold Schwarzenegger ha dato vita a numerosi film d’azione entrati di diritto nella storia del genere e del cinema. Da Terminator a Predator, da Atto di forza a Last Action Hero, egli è oggi parte dell’immaginario culturale. Oltre ai titoli qui citati se ne annoverano ovviamente molti altri, tra cui anche il grande successo del 1996 L’eliminatore – Eraser. Diretto da Chuck Russell, noto per film come The Mask – Da zero a mito e La mossa del diavolo, tale lungometraggio si è affermato come uno dei più grandi successi del suo anno, garantendo tanta adrenalina e tensione.

Il progetto si concretizzò grazie all’interessamento di Schwarzenegger e Russell, i quali desideravano da tempo dar vita ad un progetto insieme. Il film scritto da Tony Puryear e Walon Green sembrò perfetto a riguardo, presentando un personaggio bigger than life proprio come lo è Schwarzenegger. Ottenendo un budget di 100 milioni, una cifra ancora particolarmente elevata per quegli anni, Russell ebbe così modo di dar sfogo a tutta la sua creatività, ideando sequenze d’azione particolarmente complesse e rischiose, che hanno richiesto tutta la preparazione possibile da parte degli attori e delle loro controfigure.

L’impegno profuso nel dar vita ad un grande film d’azione venne ripagata da recensioni entusiaste ed un guadagno al box office di oltre 242 milioni di dollari. L’eliminatore – Eraser arrivò inoltre a guadagnare una nomination all’Oscar per la categoria al miglior montaggio sonoro. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

L’eliminatore – Eraser: la trama del film

Protagonista del film è John Kruger, Us Marshal impegnato a lavorare in un Programma di protezione della sicurezza dei testimoni. Egli è il migliore nel suo campo, specializzato nella cancellazione dei testimoni di alto profilo, fingendo cioè la loro morte per tenerli al sicuro da quanti vorrebbero ucciderli davvero. Il nuovo caso a cui John viene ora affidato è quello di Lee Cullen, dirigente per l’appalto della difesa Cyrez Corporation. La donna ha infatti informato l’FBI che il suo datore di lavoro, William Donohue, il corrotto CEO di Cyrez, ha intenzione di vendere un elettronico top secret fucile a impulsi sul mercato nero.

Lee si dimostra però contraria all’entrare nel programma di protezione, convinta di non averne bisogno. Ciò si dimostrerà errato nel momento in cui un gruppo di uomini armati irromperà di notte nel suo appartamento per ucciderla. Per sua fortuna, John riuscirà a salvarla in tempo. Nel tentativo di proteggerla, l’agente comprenderà come all’interno dello stesso programma di protezione vi è chi ha interesse a far fuori la donna. Il caso, dunque, si ingigantisce, manifestando un complotto più pericoloso del previsto. Smascherare chi vi è dietro sarà l’unico modo per salvare la situazione.

L'eliminatore - Eraser cast

L’eliminatore – Eraser: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il ruol del protagonista John Kruger vi è l’attore Arnold Schwarzenegger. Sin da subito unico interprete consideraato per il ruolo, questi decise di interpretare personalmente quante più scene possibile, senza ricorrere a controfigure. In particolare, per un’acrobazia aerea Arnold si è trovato a dover cadere da circa 20 metri in discesa verticale ed eseguire un back flip a metà volo. La scena ha richiesto ben sette riprese perché si ottenesse il risultato giusto. Il noto attore James Coburn è invece presente nei panni di Arthur Beller, direttore dell’unità Protezione testimoni. James Crowmell è presente nel ruolo di William Donohue, il controverso direttore della Cyrez Corporation.

Vanessa Williams è stata scelta come protagonista femminile nel ruolo di Lee Cullen, la testimone chiave che John deve proteggere. I produttori la scelsero dopo che la moglie di Schwarzenegger, Maria Shriver, la suggirì per il ruolo. La Williams, apprezzata anche come cantante, ha inciso il brano che si sente durante i titoli di coda, chiamato Where Do We Go From Here. Nel ruolo di Robert Deguerin, collega e mentore di Kruger, vi è l’attore James Caan. Per lui si è trattato di uno dei suoi primi blockbuster, affermando di aver accettato il ruolo poiché rimasto entusiasta dalla sceneggiatura. Sono poi presenti Robert Pastorelli nei panni di Johnny Casteleone e Andy Romano in quelli del Segretario della Difesa Daniel Harper. Compare anche l’attore John Slattery, noto per la serie Mad Men, nei panni dell’agente Corman.

L’eliminatore – Eraser: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. L’eliminatore – Eraser è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 4 maggio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

One Piece: il Maestro Eiichiro Oda scrive una lettera ai fan

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One Piece: il Maestro Eiichiro Oda scrive una lettera ai fan

Netflix e Shueisha condividono una lettera del Maestro Eiichiro Oda, che aggiorna i fan di tutto il mondo sull’uscita della serie live-action One Piece, tratta dall’omonimo manga fenomeno mondiale di cui è autore e creatore. La serie sarà disponibile nel 2023 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo, e sarà composta da 8 episodi.

Eiichiro Oda ha scritto questa lettera in occasione del compleanno del suo amato personaggio Monkey D. Luffy, il protagonista che si imbarca in un’epica avventura col sogno di diventare il Re dei Pirati.

La serie Netflix è il primo adattamento live-action del franchise, e comincia proprio all’inizio della storia di Luffy, introducendo sia i fan che i nuovi spettatori alle versioni live-action degli iconici personaggi, antagonisti e luoghi del manga. Per dare vita alla sua opera in questa collaborazione, Oda sottolinea il “periodo di duro lavoro” che ha portato tutte le parti coinvolte a trovarsi “in piena armonia”, in una produzione che ha dimostrato “un amore sconfinato per ONE PIECE” e che è giunta “alla fase finale” prima dell’uscita.

One Piece, la trama

Basato sulla serie manga più venduta di sempre in Giappone creata da Eiichiro Oda, One Piece è una leggendaria avventura di mare come nessun’altra. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero che ha sempre sognato una vita di libertà. Luffy parte dal suo piccolo villaggio per affrontare un pericoloso viaggio alla ricerca di un leggendario tesoro, il ONE PIECE, per diventare il Re dei Pirati. Ma, per trovare il bottino, Luffy dovrà riunire l’equipaggio che ha sempre desiderato e trovare una nave su cui salpare, perlustrando ogni centimetro dei vasti mari, scampando ai Marines, e superando in astuzia pericolosi rivali ad ogni occasione.

A comporre la ciurma saranno Iñaki Godoy nei panni del capitano Monkey D. Luffy, Mackenyu (Roronoa Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero Gibson (Usopp) e Taz Skylar (Sanji). Faranno parte del cast anche McKinley Belcher III, Morgan Davies, Aidan Scott, Vincent Regan, Jeff Ward, Craig Fairbrass, Langley Kirkwood, Celeste Loots, Alexander Maniatis, Ilia Isorelýs Paulino, Chioma Umeala e Steven Ward. In partnership con Shueisha, ONE PIECE è prodotta da Tomorrow Studios e Netflix. Matt Owens e Steve Maeda sono gli sceneggiatori, produttori esecutivi e showrunners. Eiichiro Oda, Marty Adelstein e Becky Clements sono produttori esecutivi.

Sanctuary, recensione della serie Netflix

Sanctuary, recensione della serie Netflix

Dal 04 maggio è disponibile su Netflix la serie tv di produzione giapponese Sanctuary, una serie drammatica che esplora il mondo poco conosciuto del sumo professionistico, rivelando le ambizioni, le lotte e la determinazione di giovani che lottano per fama, denaro e potere. Presentando una nuova prospettiva su uno sport tradizionale giapponese che ha più di 1500 anni, la serie si propone di infrangere i tabù su quest’arte sportiva e mettere in luce lo spirito combattivo di questi atleti di talento.

Diretto da Kan Eguchi (“The Fable“) e scritto da Tomoki Kanazawa (“Sabakan“), la serie si assume l’ambizioso compito di rappresentare questo sport a livello professionale. Come vedremo in questa recensione di Sanctuary, la serie vanta un reparto tecnico di tutto livello, come molti originali giapponesi dello streamer, ma ne condivide anche i più comuni difetti narrativi e strutturali.

Sanctuary, una storia di sacrificio e rinascita

La trama di Sanctuary vede un ragazzo duro e disperato – Kiyoshi Oze, interpretato da Wataru Ichinose – diventare un lottatore di sumo, affascinando i fan con il suo atteggiamento spavaldo e sconvolgendo un’industria intrisa di tradizione. La scrittura di questo progetto vuole dimostrare come il sumo, pur essendo conosciuto in tutto il mondo come parte della cultura tradizionale giapponese e come rituale religioso tramandato per oltre 1.500 anni, rimane un mondo velato di segretezza. Il dohyo, il ring dove si disputano gli incontri di sumo, è davvero un santuario costruito sulle fondamenta di questo mondo insolito.

Kiyoshi Oze proviene da una famiglia problematica e ha fatto parte del mondo del crimine per tutta la vita. Avendo bisogno di soldi, quando viene a sapere che un lottatore di sumo può guadagnare molto denaro, inizia a pensare che con il suo corpo e le sue abilità di combattimento possa affrontare chiunque. Tuttavia, testardo fino al midollo e fin troppo sicuro delle sue capacità, Oze spesso salta gli allenamenti e sfida i lottatori più esperti, indole che finisce per etichettarlo come un “caso disperato”. Continua a fare di testa sua, fino a quando non si scontra con un sumo di nome Frankenstein, che lo sconvinge brutalmente. Proprio a questo punto, sconfitto e praticamente cacciato dal mondo del sumo, capisce che è ora di cambiare prospettiva. Allenandosi duramente secondo le regole e le tradizioni, Oze decide di farsi un nome: Sumo Enno. Oltre alla sua storia ispiratrice, la serie tv si concentra anche su tutte le personalità che si avvicinano al mondo del sumo e che lottano per trovare la loro strada nella vita.

Tra questi, ci vengono presentate le vicende di altri lottatori, come Shimizu (interpretato da Shota Sometani), che ama questo sport ma non è dotato di un fisico ideale, e Kunishima (interpretato da Shioli Kutsuna), un giornalista che viene relegato a occuparsi di sumo. Come in tutti gli altri sport, anche in questo caso accadono cose sottobanco, che potrebbero essere smascherate da Kunishima e persino aiutare il viaggio di Oze.

Una serie per immergersi nella cultura giapponese

Sanctuary potrebbe essere la proposta perfetta per quella fascia di pubblico interessata alle tradizioni, cultura e società giapponese e come si siano evoluti gli usi e i costumi nipponici nel corso degli anni. In questo senso, la produzione ha fatto un ottimo lavoro di ricerca storica sull’arte del sumo e riesce a spiegarne in maniera chiara e mai troppo distante le regole, la struttura del torneo, il modo di vestire dei lottatori e altri aspetti. Viene posto l’accento anche sui valori necessari per intraprendere una carriera in questo mondo, tra cui l’umiltà, il rispetto per gli avversari e la dedizione alla pratica e all’allenamento intensivo. Da questo punto di vista, Sanctuary è un’emozionante vetrina della passione e dello spirito combattivo caratteristici dei lottatori di sumo.

Il sumo è uno degli sport più visivamente affascinanti e che meglio si presterebbe alla drammaturgia: gl intrighi, le alleanze mutevoli che vi stanno alla base e i suoi 2.000 anni di storia rivaleggiano con quelli di qualsiasi epopea fantasy. Eppure, in qualche modo, il sumo non è mai stato rappresentato accuratamente al cinema, né alcuna serie o film ha mai reso giustizia alle emozioni, agli strazi, alla gioia, al dolore e alla sofferenza che si trovano sul ring e nelle scuderie. Purtroppo, la mancanza di autenticità sullo schermo è un problema che grava da tempo sul sumo. Probabilmente la migliore rappresentazione di questo sport è il pluripremiato film di Masayuki Suo del 1992, “Shiko Funjatta“, distribuito all’estero con il titolo “Sumo Do, Sumo Don’t“, che si tratta tuttavia perlopiù di una commedia stilizzata, incentrata sul sumo collegiale piuttosto che su quello professionistico.

Veri lottatori di sumo sul “ring” di Sanctuary

Sanctuary NetflixAltra nota di merito di Sanctuary sono sicuramente le performance attoriali. Va specificato che, per prepararsi al meglio al ruolo dei lottatori di sumo, gli attori hanno trascorso circa un anno di intenso allenamento fisico sotto la supervisione di esperti di Hollywood e di un allenatore olimpico che li ha seguiti dal punto di vista nutrizionale. Per oltre sei mesi, si sono allenati nel sumo per rendere giustizia alla realtà di questo sport.

Il personaggio principale, Saruzakura, è interpretato da Wataru Ichinose (Weaker Beast), un ex artista marziale professionista. Saruzakura si unisce a una scuderia di sumo come giovane discepolo, ma le sue motivazioni hanno più a che fare con il denaro che con lo sport in sé. Il cast comprende anche Pierre Taki nel ruolo del maestro della scuderia, Koyuki nel ruolo della moglie del maestro e Shota Sometani nel ruolo dell’amico di Saruzakura, Shimizu.

Con la sua violenza esagerata, l’ambientazione quasi da realtà alternativa e personaggi che assomigliano più a caricature, Sanctuary vive di un’atmosfera alla Quentin Tarantino e potrebbe rivelarsi una serie divertente e di successo.

Un ritmo non sempre coinvolgente

Lo sviluppo narrativo di Sanctuary non è propriamente organico: diverse storyline impiegano più tempo del necessario per dipanarsi e il tono del racconto che la serie mantiene, in gran parte duro e aggressivo, non rende particolarmente facile agli spettatori il navigare in questa storia. Gran parte dei primi quattro episodi sono spesi a crogiolarsi nelle buffonate di Kiyoshi ed è solo quando il nostro protagonista inizia finalmente a prendere sul serio lo sport, Sanctuary diventa più coinvolgente. Tuttavia, gli episodi successivi sembrano affrettati e il finale di stagione tronca la storia in maniera poco chiara. Molteplici sottotrame vengono abbandonate, mentre la serie si orienta verso un tipo di narrazione più sentimentale e, a tratti, stucchevole: quella del loser, il perdente che deve redimersi.

Come dicevamo, se il fatto di avere nel proprio cast lottatori di sumo professionisti rende tutte le sequenze di allenamento e dei tornei particolarmente ritmate e dolorose da guardare, l’arco complessivo di Sanctuary assomiglia più a un incontro di sumo anticlimatico, non di certo quello che ci era stato prospettato dalle premesse della serie.

Dylan Dog: Barbara Baraldi è la nuova curatrice di testata

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Dylan Dog: Barbara Baraldi è la nuova curatrice di testata

Barbara Baraldi, emiliana, classe 1975, autrice di thriller e sceneggiature di fumetti, diventa la nuova curatrice di Dylan Dog, naturalmente con la supervisione del creatore del personaggio, Tiziano Sclavi.

Spiega il Direttore Editoriale di Sergio Bonelli Editore Michele Masiero: “Barbara Baraldi scrive storie di Dylan Dog da più di dieci anni, portando una forte visione personale senza mai rinnegare le caratteristiche fondamentali del personaggio creato da Tiziano Sclavi. Come Casa editrice è venuto dunque naturale pensare a lei per accompagnare il nostro Dylan nel suo percorso. Da oggi inizia una nuova entusiasmante sfida: costruire insieme il futuro dell’Indagatore dell’Incubo”.

Aggiunge Barbara Baraldi, che ha firmato decine di storie di Dylan Dog tra cui Jenny, ispirata alla canzone di Vasco Rossi, Casca il mondo e La ninna nanna dell’ultima notte: “Sono molto emozionata di iniziare questa nuova avventura. Tornerà in primo piano l’orrore, il genere che più di ogni altro ci permette di elaborare le paure, di rapportarci con l’inconscio e il rimosso. Ma sarà un orrore contemporaneo, sospeso tra onirico e simbolico. Del resto, essere “dylaniati” è per sempre. Parleremo quindi di mostri e nuovi incubi e ci saranno ritorni “eccellenti”. Sulla pista tracciata da Tiziano Sclavi, daremo spazio anche a storie autoconclusive collegate da una tematica comune, sperimentazioni grafiche e narrative e interpretazioni autoriali”.

I romanzi di Barbara Baraldi, pubblicati da alcuni dei maggiori editori italiani (fra i quali Giunti, Einaudi e Mondadori), sono tradotti in vari paesi, tra cui Germania, Olanda, Inghilterra e Stati Uniti. L’autrice è stata scelta dalla BBC per Italian Noir, il documentario sui maggiori esponenti del nero italiano. Con la serie «Aurora Scalviati Profiler del Buio» ha ottenuto un importante successo di critica e di pubblico, superando le 100.000 copie vendute. Ha lavorato come consulente creativa per Disney e pubblicato graphic novel indipendenti in Italia, e in Francia con l’editore Soleil. È docente presso la Scuola Romana dei Fumetti e collabora con l’inserto culturale TuttoLibri del quotidiano La Stampa. Scrive per Dylan Dog dal 2012, ma ne è ossessionata dagli anni Novanta.

James Wan insieme a Bonelli Editore per una nuova serie tv su Dylan Dog

Transformer – Il risveglio introdurrà il villain più temibile visto finora nel franchise

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Al cinema dal 7 giugno, il film Transformer – Il risveglio riporterà i celebri robot Hasbro sul grande schermo, a sei anni di distanza dal precedente capitolo, Transformers – L’ultimo cavaliere. Stando a quanto ora dichiarato dalla star del film, Anthony Ramos, questo nuovo lungometraggio introdurrà “il più grande cattivo che abbiamo mai visto” nel franchise. Transformers – Il risveglio vedrà infatti Optimus Prime e i suoi Autobot di nuovo in azione insieme ai Maximal appena introdotti, per cercare di sconfiggere una minaccia potenzialmente mortale.

Il trailer più recente di questo nuovo capitolo della saga ha infatti rivelato la presenza di Unicron, un iconico cattivo di Transformers, che prospera consumando pianeti. La presenza di Unicron lascia dunque immaginare ad uno scontro quanto mai epico, che ora più che mai sembra metterà in seria difficoltà i protagonisti. “Ero entusiasta che i nuovi personaggi stesso prendendo vita e che le persone li avrebbero incontrati, – ha affermato Ramos – come Mirage e Rhinox e Cheetor e Optimus Primal. E il nuovo cattivo, Unicron, che penso sia il più grande che abbiamo mai visto fino ad ora“.

Per i fan, come le persone che amano davvero Transformers, questo significa molto. Hanno atteso di poter vedere questi personaggi, in particolare Unicron, per anni“, ha poi concluso Ramos. Dichiarazioni che non fanno dunche che aumentare l’interesse nei confronti del film, chiamato a rilanciare il franchise al cinema dopo i non entusiasmanti risultati dei precedenti film. Con la conferma che sarà Unicron il villain di questo nuovo capitolo, in molti si attendono ora un blockbuster particolarmente avvincente, con un minaccia concreta ed effettivamente motivo di preoccupazione.

Tutto quello che sappiamo su Transformers – Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts)

Diretto da Steven Caple Jr., Transformers – Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts) si baserà su una sceneggiatura scritta da Joby Harold, Darnell Metayer, Josh Peters, Erich Hoeber e Jon Hoeber, e basato su una storia di Joby Harold. Il film è inoltre ispirato sempre alle action figure Transformers di Hasbro. Della produzione si occupano Lorenzo di Bonaventura, Tom DeSanto e Don Murphy, Michael Bay, Mark Vahradian, Duncan Henderson. Con  Steven Spielberg, Brian Goldner, David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Brian Oliver, Bradley J. Fischer e Valerii An che figurano come produttori esecutivi.

Protagonisti di Transformers – Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts) sono Anthony Ramos, Dominique Fishback, Tobe Nwigwe, Peter Cullen, Ron Perlman Peter Dinklage, Michelle Yeoh, Liza Koshy, John DiMaggio, David Sobolov, Michaela Jae Rodriguez, Pete Davidson, Cristo Fernández. Il fim sarà distribuito in Italia da Eagle Pictures.

Fonte: ScreenRant

Guardiani della Galassia: Chris Pratt rivela cosa lo farebbe tornare nei panni di Star Lord

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Guardiani della Galassia Vol. 3 (qui la recensione) è finalmente arrivato in sala e mentre alcuni membri del cast hanno confermato di aver chiuso con la Marvel, altri hanno invece espresso l’interesse a tornare in altri film, dell’universo cinematografico Marvel. Tra questi vi è Chris Pratt, anche se l’attore ha affermato di avere un requisito specifico da soddisfare se affinché possa riprendere il ruolo del leggendario Star Lord. Parlando con Variety, Pratt ha infatti ammesso che sarebbe “strano” continuare la storia senza il regista James Gunn al timone, anche se sarà possibile qualora la nuova storia da raccontare non solo abbia un senso, ma renda anche omaggio a quanto da lui realizzato con i film di Guardiani della Galassia.

Sarebbe strano continuare la storia di Star Lord senza James“, ha detto Pratt. “Ha svolto un lavoro così magistrale nei primi tre film. Abbiamo davvero trovato la voce di Peter Quill insieme e senza di lui, ovviamente, non avrei mai avuto questa opportunità. Gunn scrive, dirige, sogna la musica e la sua immaginazione prende vita sullo schermo. Quindi, per continuare a raccontare la storia, sarebbe davvero importante onorare ciò che ha fatto nei primi tre film e onorare ciò che i fan hanno imparato ad amare del personaggio e non farlo solo perché potrebbe essere un ulteriore fonte di guadagno.

L’attore ha poi aggiunto: “Non voglio essere cinico nell’approccio e se è così, semplicemente non lo farei affatto. Quindi forse lungo la strada, se qualcosa avrà senso, lo farò, ma dovrebbe davvero essere una storia che spunta molte delle caselle giuste.” Pratt, dunque, si dice sostanzialmente aperto ad un suo ritorno nel Marvel Cinematic Universe. Considerando l’epica battaglia prevista per i film conclusivi della Fase 6, quello sarebbe un buon momento per lui per tornare. Ad ora, però, l’attore non è confermato per altri progetti Marvel e dunque non resta che attendere per scoprire se e quando tornerà.

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama e il cast del film

Guardiani della Galassia Vol. 3 sarà dunque l’ultima occasione di vedere Gunn coinvolto con il Marvel Cinematic Universe. La sinossi del film recita: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.“

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 3 maggio.

AIR – La storia del grande salto di Ben Affleck dal 12 Maggio su Prime Video

AIR – La storia del grande salto di Ben Affleck, prodotto da Amazon Studios, Skydance Sports, Mandalay Pictures e primo progetto di Artists Equity dello stesso Affleck e Matt Damon, sarà disponibile in streaming su Prime Video a partire dal 12 maggio in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. Dopo la sua uscita nelle sale di tutto il mondo, AIR – La storia del grande salto è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

AIR – La storia del grande salto è stato elogiato da critica e pubblico e, attualmente, su Rotten Tomatoes vanta un Tomatometer del 92%, diventando ufficialmente “Certified Fresh”, e un punteggio del pubblico verificato che ha raggiunto il 98%, insieme a una “A” su CinemaScore.

Dal pluripremiato regista Ben Affleck, AIR – La storia del grande salto rivela l’incredibile partnership tra un Michael Jordan allora alle prime armi e la neonata divisione basket della Nike, che ha rivoluzionato il mondo dello sport e la cultura contemporanea con il marchio Air Jordan. Questa storia commovente segue l’azzardo di una squadra non convenzionale con tutto in gioco, la visione intransigente di una madre che conosce il valore dell’immenso talento del figlio e il fenomeno del basket che sarebbe diventato il più grande di tutti i tempi.

Matt Demon interpreta Sonny Vaccaro, il dirigente anticonformista di Nike, e Affleck veste i panni del co-fondatore Nike, Phil Knight, con Jason Bateman nel ruolo di Rob Strasser, Chris Messina nei panni di David Falk, Matthew Maher nel ruolo di Peter Moore, Marlon Wayans che interpreta George Raveling, Chris Tucker nel ruolo di Howard White, Viola Davis nei panni di Deloris Jordan e Gustaf Skarsgård che interpreta Horst Dassler, tra gli altri.

Per Ben Affleck questa è la prima volta alla regia di un film insieme a Matt Damon. Con una sceneggiatura scritta da Alex Convery, AIR – La storia del grande salto è prodotto da David Ellison, Jesse Sisgold, Jon Weinbach, Affleck, Damon, Madison Ainley, Jeff Robinov, Peter Guber e Jason Michael Berman. Gli executive producer sono Dana Goldberg, Don Granger, Kevin Halloran, Michael Joe, Drew Vinton, John Graham, Peter E. Strauss e Jordan Moldo.

L’indimenticabile colonna sonora del film con i successi degli anni ‘80 – firmati da Bruce Springsteen, Cyndi Lauper, REO Speedwagon, The Clash, Night Ranger, Dire Straits, Grandmaster Flash & The Furious Five, Squeeze e molti altri – è ora disponibile in digitale per Legacy Recordings, la divisione Catalogo di Sony Music Entertainment.

La regina Carlotta: una storia di Bridgerton, recensione della nuova serie Shondaland

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Dopo il successo travolgente di Bridgerton, non ha sorpreso nessuno che Netflix, mentre si appresta a realizzare altre sei stagioni della serie “regolare” tratta dai romanzi di Julia Quinn, abbia deciso di espandere l’universo della serie ucronica con uno spin off ambientato nel passato, e che racconta le origini de la Regina Carlotta.

Uno spin-off prequel che fa luce sulla serie regolare

Il punto di maggiore curiosità e interesse della serie originale era proprio la ricchezza etnica dell’alta società inglese nel periodo della Reggenza. I più attenti, ricorderanno che, nella prima stagione, il personaggio di Lady Danbury faceva un commento sibillino in merito al fatto che “quelli come lei”, ovvero quelli di un etnia diversa da quella caucasica, dovevano i loro privilegi alla scelta del re di sposare proprio Charlotte, una donna di colore. Ebbene, il cuore di La regina Carlotta: una storia di Bridgerton è proprio questo, ovvero una spiegazione delle ragioni che hanno portato al matrimonio reale e le motivazioni che hanno spinto la giovane e ribelle Carlotta ad abbracciare il suo ruolo di Regina e di moglie.

La regina Carlotta: una storia di Bridgerton, la trama

La storia, dunque, si svolge prima degli eventi della serie regolare e ci presenta una giovanissima Carlotta, nobile delle colonie, che viene portata alla corte di Re Giorgio per sposare l’erede al trono e diventare la nuova Regina. La regina madre, però, mette subito in chiaro una cosa: questo matrimonio è un grande esperimento sociale di cui la Corona ha bisogno per tenere legato a sé tutto il Regno e tutti i suoi abitanti. Un matrimonio politico dunque, al quale Carlotta è costretta a sottostare. Quello che però la giovane donna non sa è che dietro alla mossa politica, che le è ben chiara, c’è un altro grande e oscuro segreto che la Corona tiene nascosto a tutto il Regno e che, se dovesse essere portato alla luce, causerebbe il crollo dell’Impero britannico.

La volubilità delle PI

La regina Carlotta - una storia di Bridgerton
Queen Charlotte: A Bridgerton Story. India Amarteifio as Young Queen Charlotte in episode 101 of Queen Charlotte: A Bridgerton Story. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2023

La regina Carlotta: una storia di Bridgerton è un altro, l’ennesimo in questi anni, esempio di come le Proprietà Intellettuali possano viaggiare da forma a medium, conservando la loro anima e di come un mondo si possa espandere, forzando i confini del mezzo con cui viene raccontato. Se con Bridgerton, Shonda Rhimes ha preso il lavoro di Julia Quinn e lo ha trasformato in una serie di sicuro successo, con la serie spin-off prequel, il processo è contrario: immaginata e scritta da Rhimes, la storia diventerà un libro firmato sempre da Quinn che arricchirà, anche in campo letterario, il mondo di Bridgerton.

E in effetti non si tratta soltanto di un arricchimento in meri aspetti di trama e di storie che vengono raccontate, ma La regina Carlotta: una storia di Bridgerton costituisce anche una nuance in più sulla palette delicata, romantica, appassionata e divertente di Bridgerton. La nuova serie si concede infatti anche dei toni più oscuri e degli argomenti molto importanti e attuali che vengono affrontati con serietà anche se mantenendo al centro un cuore romantico e commosso, che non tradisce la tradizione di Shondaland. Rhimes si dimostra infatti una grande narratrice che riesce a modellare la soap opera come nessun altra. Complice anche uno svolgimento narrativo coeso, essenziale, sviluppato su due piani temporali nell’arco di sei episodi ricchi e densi che non potranno fare altro che tenere altissima l’attenzione degli spettatori che avevano già amato Bridgerton.

La regina Carlotta: una storia di Bridgerton, il cast

Oltre a Golda Rosheuvel, Adjoa Anode e Ruth Gemmen che riprendono i ruoli rispettivamente della Regina Carlotta adulta, di Lady Danbury adulta e di Lady Bridgerton, che si muovono nella linea temporale del futuro (il presente della serie regolare), La regina Carlotta: una storia di Bridgerton vede protagonisti India Amarteifio, nei panni della giovane Carlotta, Corey Mylchreest in quelli di Re Giorgio, Arsema Thomas, nel ruolo di una irresistibile giovane Lady Danbury e soprattutto Michelle Fairley nei panni austeri della Principessa Augusta, madre del Re e decisa a proteggere suo figlio a tutti i costi.

La serie paga il giusto prezzo a tutto ciò che in questo momento storico va raccontato: dall’attenzione alla malattia mentale, all’integrazione etnica, al ruolo della donna rispetto al patriarcato e soprattutto a come la donna sia, anche in condizioni avverse, una creatura piena di risorse e di capacità, tali che le permettono di sopravvivere in qualsiasi situazione. La regina Carlotta: una storia di Bridgerton è anche però un genuino omaggio all’amore che trionfa su tutto e a come la dedizione e la forza di volontà possano, fino a un certo punto, vincerete qualsiasi difficoltà. Lo spin-off di Bridgerton si rivela, proprio come le due stagioni già disponibili della serie regolare, una storia d’amore che nasce da presupposti insoliti e ostili e che, in maniera forse troppo ingenua, trionfa, con un finale emozionante e buffo allo stesso tempo.

Beetlejuice 2, Danny Elfman sostiene il ritorno di Michael Keaton nel sequel

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Come finalmente confermato dalla Warner Bros. dopo anni di incertezze, un sequel di Beetlejuice – Spiritello porcello ci sarà! 35 anni dopo, dunque, Michael Keaton riprenderà il ruolo del protagonista nel film attualmente intitolato semplicemente Beetlejuice 2. Nonostante questo sequel fosse molto atteso, alcuni fan hanno espresso tramite i social il proprio scetticismo sul ritorno di Keaton nel ruolo dopo così tanti anni. In difesa dell’attore è però giunto il compositore Danny Elfman, storico collaboratore di Tim Burton, che ha inoltre confermato che si occuperà egli stesso della colonna sonora del nuovo film.

In un’intervista con Deadline, Elfman ha infatti sostenuto il ritorno di Keaton offrendo un spunto di riflessione particolarmente valido. Elfman, che ha ammesso di aver sentito le preoccupazioni sull’età di Keaton, ha assicurato i fan affermando che probabilmente non noteranno molta differenza nell’aspetto del personaggio. “Non sembrerà nemmeno molto diverso. Questa è la bellezza del trucco di Beetlejuice. Sembrava già che avesse 150 anni nel primo film“. Considerando il pesante trucco che caratterizza il volto del personaggio, potrebbe effettivamente essere difficile notare la differenza d’età del suo interprete.

Non resta dunche che attendere di poter vedere il film, che oltre a vantare il ritorno di Keaton ed Elfman, potrà contare anche su quello di Burton, che dirigerà il tutto. Inoltre, Grahame-Smith, Michael McDowell e David Katzenberg formeranno il team di sceneggiatori di Beetlejuice 2. Al momento non si hanno dettagli né sulla trama né sul cast, anche se alcune indiscrezioni vorrebbero l’attrice Jenna Ortega, che ha già collaborato con Burton per la serie Mercoledì, far parte del progetto. Secondo alcune fonti, potrebbe interpretare la figlia di Lydia Deetz, ruolo per cui si attende il ritorno di Winona Ryder.

Ben Affleck svela i piani originali per Deathstroke nel suo film scartato su Batman

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Ora che riprenderà, brevemente, il ruolo di Batman per l’ultima volta in The Flash, Ben Affleck ha rivelato i piani che aveva in mente per il personaggio Deathstroke nel suo ormai scartato film sul cavaliere oscuro. Intervistato da The Direct, Affleck ha infatti condiviso la sua visione su quello che doveva essere il suo progetto autonomo su Batman e il dettaglio più significativo da lui svelato è stata l’inclusione di una versione più complessaa del Deathstroke di Joe Manganiello.

C’erano diversi personaggi che stavo esplorando e i piani erano quelli di dargli vita in modo interessante, affinché fossero sfumati e complessi, in particolare con Deathstroke“, ha detto Affleck. “Penso che o costruisci un unico cattivo così formidabile che non puoi immaginare come il tuo protagonista sarà in grado di superarlo, oppure devi davvero dar vita ad una specie di gruppo di cattivi e dunque con personaggi diversi“. “Quindi all’epoca stavo davvero cercando di concentrarmi su quel personaggio e approfondirlo per farlo sembrare impressionante, come sentivo che ci fosse l’opportunità di fare“, ha concluso Affleck.

Con la fine del DCEU, però, tanto i piani per il film di Affleck quanto quelli per Deathstroke sono stati accantonati. Joe Manganiello, l’attore scelto per tale ruolo, ha potuto indossare l’armatura del personaggio solo nei titoli di coda della Justice League del 2017, dove viene reclutato da Lex Luthor per unirsi alla Legion of Doom. Attualmente il personaggio non sembra essere previsto per il nuovo DCU di James Gunn e Peter Safran, ma non è escluso che possa in futuro tornare sul grande schermo, ottenendo maggiore dignità.

Guardiani della Galassia Vol. 3: tutto quello che c’è da sapere prima di vedere il film

Con Guardiani della Galassia Vol. 3 arrivato in sala, è importante arrivare preparati alla sala. Dal momento che i personaggi del film sono in circolazione ormai dal 2014 e hanno vissuto molte avventure sul grande schermo, bisogna tirare le somme e capire a che punto sono, in questo momento della loro storia, i Guardiani cinematografici.

Dopo l’avventura contro Ronan l’Accusatore, Ego il Pianeta Vivente e Thanos il Titano Pazzo, ecco tutto ciò che c’è da sapere su Star Lord, Gamora, Drax, Mantis, Rocket, Groot e Nebula prima che affrontino l’Alto Evoluzionario.

Star-Lord è stato prelevato dalla Terra da bambino

Star-LordPer quanto riguarda Star-Lord/Peter Quill, una delle cose principali da sapere sul suo personaggio è che è nato sulla Terra. Nel primo Guardiani della Galassia, Quill viene mostrato nel 1988 come figlio di Meredith Quill, nel momento in cui la donna purtroppo sta morendo a causa di un cancro.

Subito dopo la morte di Meredith, Peter viene catturato da una nave aliena guidata da Yondu Udonta. Yondu è stato assoldato per portare Quill dal padre di quest’ultimo, Ego, ma sceglie di non consegnarlo perché si è affezionato al ragazzo e lo cresce, come può. Da allora, Star-Lord è tornato sulla Terra solo una volta in Avengers: Endgame.

Gamora è una versione del 2014 di se stessa

Guardiani della Galassia Vol. 3Il punto della trama che sarà importante per il personaggio di Gamora in Guardiani della Galassia Vol. 3 è che lei è adesso una versione di se stessa da una linea temporale alternativa. In Avengers: Infinity War, la Gamora introdotta nel primo capitolo dei Guardiani è stata uccisa da suo padre Thanos. Avengers: Endgame ha poi introdotto una nuova versione di Gamora dal 2014, prima che incontrasse Peter o gli altri Guardiani. Questa versione di Gamora ha viaggiato nel presente per ricongiungersi con i Guardiani, solo che non conserva alcun ricordo di chi fossero o della loro connessione con lei.

Questa versione di Gamora sarà quella trai protagonisti di Guardiani della Galassia Vol. 3. Da quello che si capisce dal marketing del film, è probabile che nel film Peter farà di tutto per far breccia (di nuovo) nel cuore di Gamora, nonostante quest’ultima, pur sapendo che una sua versione alternativa era innamorata di lui, non sappia chi sia. Questo probabilmente servirà come base per l’arco emotivo di Gamora e Quill in Guardiani della Galassia Vol. 3 come un modo per concludere il viaggio del suo personaggio.

Nebula è stata torturata da suo padre Thanos

Nebula MCUAnche la sorella di Gamora, Nebula, farà parte della squadra in Guardiani della Galassia Vol. 3. Il percorso di Nebula iniziò come quello di una spietata guerriera, dedita a guadagnare l’approvazione di Thanos con ogni mezzo necessario. Nel primo film, Nebula ha servito Ronan come risultato, aiutando quest’ultimo a ottenere la Gemma del Potere e aiutandolo nel suo tentativo di distruggere Xandar. Tuttavia, Guardiani della Galassia Vol. 2 ha fortemente umanizzato il personaggio, rivelando che il suo desiderio di approvazione di suo padre deriva dagli anni di abusi e torture che le ha inflitto, a causa del fatto che non era forte o capace come Gamora.

Ciò ha portato Gamora e Nebula a riconciliarsi, un concetto molto presente in Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Così come accade a Quill, il rapporto con Gamora è probabilmente parte dell’arco emotivo di Nebula in Guardiani della Galassia Vol. 3. Inoltre, il viaggio di Nebula potrebbe includere come si sente ora che suo padre è stato sconfitto, dopo gli anni di traumi che ha subito per mano di Thanos prima.

Star-Lord e Mantis sono fratello e sorella

Indubbiamente la più grande rivelazione della storia dei Guardiani della Galassia Holiday Special è stata che Mantis e Star-Lord sono fratelli. Il padre di Quill era Ego, un Celestiale che generò bambini in tutta la galassia nella speranza di dare alla luce un bambino con poteri come i suoi. Questo obbiettivo lo raggiunse solo con il concepimento di Quill, che nel secondo film della trilogia sgomina il suo piano malvagio con l’aiuto di Yondu e degli altri Guardiani.

Tuttavia, è stato rivelato nello Speciale delle Vacanze di Natale che uno di questi tanti bambini che Ego aveva generato era la stessa Mantis. A differenza del resto dei suoi figli che ha ucciso perché li riteneva indegni, Mantis è stata tenuta in vita a causa alle sue capacità empatiche che hanno permesso a Ego di dormire e riposare la mente. Mantis lo ha rivelato a Quill proprio nello speciale, in una scena commovente in cui i due si abbracciano come fratello e sorella. Questo punto della trama sarà sicuramente affrontato in Guardiani della Galassia Vol. 3, probabilmente come un altro modo per mantenere alta la posta in gioco emotiva del film.

La famiglia di Drax è stata uccisa da Ronan

Un punto importante della trama che ruota attorno a Drax è che la sua famiglia è stata assassinata da Ronan. Prima degli eventi di Guardiani della Galassia Vol. 1, la famiglia di Drax è stata uccisa da Ronan che era alla ricerca della Gemma del Potere per conto di Thanos.

Questo ha spinto Drax a cercare vendetta, cosa che è riuscito a ottenere alla fine del primo film dei Guardiani. Nell’aiutare i Vendicatori a sconfiggere Thanos, Drax ha finalmente posto fine alla sua faida e ora dovrà trovare il suo posto nell’ordine del suo nuovo mondo.

Rocket ha un passato oscuro

Sappiamo che Guardiani della Galassia Vol. 3 si concentrerà principalmente sul personaggio di Rocket, che dai trailer e dal materiale promozionale abbiamo scoperto essere legato al cattivo della storia: l’Alto Evoluzionario.

Il film presenterà il cattivo della Marvel Comics come suo antagonista, collegandosi alle origini del Rocket del MCU. Nei primi Guardiani, Quill nota i miglioramenti cibernetici di Rocket sulla schiena del procione, prima che Rocket stesso – più avanti nel film – affermi in preda all’alcol di non aver mai chiesto di venire realizzato in laboratorio. Il terzo film di Guardiani descriveranno in dettaglio l’origine di Rocket e come è stato creato e abusato dall’Alto Evoluzionario.

Groot è rinato alla fine del primo film

Uno degli elementi della trama più interessanti dei Guardiani è incentrato su Groot e sul fatto che in realtà ci siano state due versioni separate del personaggio nell’MCU. Alla fine di Guardians Vol. 1, Groot si sacrifica per salvare la sua nuova famiglia.

Rocket quindi fa ricrescere Groot dai rametti che erano rimasti dopo l’esplosione del suo amico, e questo dà origine a Baby Groot, poi all’adolescente Groot e al giovane adulto Groot rispettivamente in Guardiani 2, Avengers 3 e 4 e Guardiani della Galassia Vol. 3. Dopo il primo film, Groot è rinato con nuovi ricordi e una nuova personalità, il che significa che il Groot originale è stato ucciso nel primo film.

Drax e Mantis hanno uno stretto legame sin dal loro primo incontro

A parte il nuovo legame familiare condiviso con Quill, Mantis è la più vicino a Drax tra i membri del gruppo. Dal vol. 2, Drax e Mantis hanno dimostrato da subito di essere connessi e di aver formato uno stretto legame.

Dal rapporto basato sugli aspetti buffi delle loro personalità, al loro legame intimo e commovente, i due personaggi hanno legato tantissimo dal loro primo incontro fino allo Speciale di Natale. La dinamica tra Drax e Mantis sarà probabilmente centrale nel terzo volume.

I Guardiani hanno ricostruito Ovunque come loro base dopo Endgame

Un altro elemento della storia rivelato durante The Guardians of the Galaxy Holiday Special è stato che la loro base è ora su Ovunque. Il pianeta fungeva da struttura mineraria che ospitava attività e stabilimenti squallidi, di proprietà del Collezionista.

Dopo che Thanos fu sconfitto, i Guardiani acquistarono Ovunque dal Collezionista e iniziarono a ricostruirlo, permettendogli di funzionare come loro quartier generale. Questa posizione sarà probabilmente fondamentale in Guardiani della Galassia Vol. 3.

I Sovereign hanno inviato Adam Warlock contro i Guardiani

Adam WarlockBasandoci sul marketing del film, Guardiani della Galassia Vol. 3 affronterà anche le conseguenze di quanto accaduto nel Volume 2. In una delle scene post credits di quel film, vediamo Ayesha, leader dei Sovereign, covare vendetta verso i Guardiani, promettendo l’avvento di suo figlio, il potentissimo Adam.

Si tratta di Adam Warlock, che sarà interpretato da Will Poulter e che probabilmente sarà un altro dei cattivi contro cui i Guardiani si dovranno confrontare in questo Volume 3.

I nuovi membri dei Guardiani: Kraglin e Cosmo

Oltre ai membri principali dei Guardiani Star-Lord, Gamora, Drax, Mantis, Rocket, Groot e Nebula, il team ha due nuovi membri adesso. Questi si presentano sotto forma di Cosmo e Kraglin.

Kraglin era un membro dei Ravagers con i quali Quill è cresciuto, erede di Yondu. Cosmo, d’altra parte, è un cane telepatico che faceva parte della collezione del Collezionista e che è stato poi liberato dai Guardiani quando hanno preso possesso di Ovunque.

Nebula e Rocket hanno lavorato con gli Avengers

Nebula attriceInfine, uno degli ultimi elementi del passato dei Guardiani che potrebbe essere importante per Guardiani della Galassia Vol. 3 è che Rocket e Nebula sono sopravvissuti allo schiocco di Thanos. Alla fine di Infinity War, Thanos ha usato il Guanto dell’Infinito per cancellare metà di tutta la vita nell’universo, e Rocket e Nebula sono stati gli unici Guardiani a sopravvivere.

Questo ha portato il duo a lavorare a stretto contatto con i Vendicatori durante il Blip di cinque anni, prima di riuscire a far rivivere gli altri membri dei Guardiani in Endgame. Questa storia con i Vendicatori potrebbero servire come punto della trama in Guardiani della Galassia Vol. 3, soprattutto considerando il focus del film su Rocket.

Star Wars: i fratelli Russo erano in trattative per dirigere il film ideato da Kevin Feige

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I registi di Avengers: Endgame, Anthony e Joe Russo, intenti ora nella promozione della serie Citadel da loro prodotta, hanno recentemente rivelato di aver in passato incontrato il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, per parlare del suo film di Star Wars. Durante un’intervista rilasciato al podcast Smartless di Will Arnett, i due registi hanno infatti rivelato che ci sono state delle “prime conversazioni” a partire dalle quali i due avrebbero poi assunto la regia del progetto.

Adoriamo Star Wars e sì ci sono state alcune prime conversazioni con noi“, ha detto Joe Russo. “Kevin Feige è un grande fan di Star Wars e aveva effettivamente parlato con noi circa la possibilità di collaborare per il suo film“. Come noto, infatti, nel settembre del 2019 è emersa la notizia che Feige avrebbe ideato e prodotto un suo film per la saga di Star Wars. Tuttavia, dopo aver trascorso poco più di tre anni in una fase embrionale di sviluppo, Lucasfilm ha definitivamente staccato la spina a tale progetto nell’aprile 2023, accantonandolo insieme a Rogue Squadron di Patty Jenkins.

Secondo la presidentessa di Lucasfilm Kathleen Kennedy, inoltre, il progetto di Feige non sarebbe mai effettivamente stato confermato. Con l’annuncio dei nuovi film in programma, oltre alle tante nuove serie annunciate, la saga sembra dunque pronta per andare avanti anche senza il progetto di Feige. Considerando le capacità tecniche dei Russo, però, alla luce delle loro dichiarazioni risulta difficile non chiedersi come sarebbe potuto essere un film di Star Wars da loro diretto. A questa domanda, sfortunatamente, non vi sarà mai risposta, salvo ripensamenti futuri sia da parte della Lucasfilm che di Feige.

Fonte: CBR

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