L’astro in ascesa Amir El-Masry, attore egiziano noto per
Limbo, è entrato a far parte del cast di The
Crown, ed interpreterà il giovane Mohamed al-Fayed, l’ex proprietario di Harrods. A rivelare la notizia è stato
Variety, che ha trovato conferma presso Netflix. La
piattaforma, tuttavia, non ha fatto ulteriori
commenti.
Sappiamo anche che Salim Daw
(“Oslo”) è stato scelto per interpretare un’incarnazione più adulta
di Mohamed al-Fayed, padre di Dodi al-Fayed e compagno della
Principessa Diana fino al giorno della loro morte. I due verranno
interpretati da Khalid Abdalla
e Elizabeth Debicki.
Anche se Netflix e i produttori di
The
Crown non hanno rilasciato dichiarazioni, la
scelta di due attori di età diverse per interpretare Mohamed al-Fayed suggerisce che, oltre a uno sguardo negli
ultimi mesi di vita di Diana, gli spettatori vedranno anche una
parte importante della backstory del businessman egiziano, oggi di
93 anni, che nel 2008 accusò pubblicamente la Regina e il Principe
Carlo di aver ordinato ai servizi segreti britannici di uccidere la
Principessa per impedirle di sposare un uomo musulmano e di avere
suo figlio.
Nella quinta
stagione di The
Crown Imelda Staunton entra nel ruolo della regina
Elisabetta II. L’attrice britannica raccoglierà l’eredita lasciata
da Claire Foy o
Olivia Colman. La quinta stagione è prevista per il
2022. Nel cast ci saranno anche Jonathan Pryce nei panni del
Principe Filippo, Lesley Manville in quelli della principessa
Margaret e Jonny Lee Miller come John Major. Elizabeth
Debicki sarà Diana mentre Dominic
West interpreterà Carlo.
«We’re caught in a trap, I can’t
walk out, because I love you too much baby». Basterebbero
questi versi di Suspicious Minds, uno dei brani più
celebri di Elvis Presley, a raccontare il film che
il regista Baz Luhrmann ha
dedicato al re del rock ‘n roll. Il suo Elvis non è infatti solo lo
showman per eccellenza né il sex symbol senza tempo che tutti
conosciamo. Oltre ciò, egli è prima di tutto un ragazzo smarrito,
continuamente alla ricerca della via verso casa, mentre intorno a
lui si solidifica una gabbia dorata dalla quale, come noto, è stato
sempre più difficile sfuggire.
Tornato alla regia a nove anni da
Il grande Gatsby,
Luhrmann realizza con Elvis un film che
proprio come il suo protagonista vuole essere larger than
life. Un film che va oltre la stretta etichetta di
biopic e che racconta il celebre cantante e showman con un
fare eccessivo ma allo stesso tempo intimo, sgargiante ma anche
profondamente cupo, il tutto guidato naturalmente da quelle
emozioni forti alla base di tutto il cinema del regista
australiano. Proprio come Romeo e Giulietta, come Satine e
Christian e come Jay Gatsby, anche Elvis è prima di tutto un uomo
al costante inseguimento dell’amore.
La sua storia è qui vista attraverso
il prisma della complicata relazione con l’enigmatico manager, il
colonnello Tom Parker. Vengono dunque approfondite
le complesse dinamiche tra i due nell’arco temporale di 20 anni,
coprendo dagli esordi alla fama di Presley, dal rapporto di lui con
la famiglia a quello con la moglie Priscilla,
dalla formazione del suo mito sino al suo inarrestabile declino. Il
tutto proprio mentre gli Stati Uniti e il mondo cambiavano per
sempre, perdendo la loro innocenza e dando luogo a rivoluzioni
culturali e sociali senza precedenti.
Austin Butler nei panni di Elvis Presley in una scena del
film.
Are you lonesome,
Elvis?
Elvis Presley è stato già raccontato
altre volte sul piccolo e grande schermo (in particolare si ricorda
il film del 1979 Elvis, il re del rock, diretto da
John Carpenter e interpretato da Kurt Russell),
ma per rendergli davvero giustizia occorreva un regista che non
avesse paura di osare e pochi potevano essere indicati per tale
operazione quanto lo è Luhrmann. Il suo cinema, caratterizzato
dallo sfarzo e dall’abbondanza, dalle imponenti scenografie e dai
costumi sgargianti, si sposa alla perfezione con la vita e
l’attività di Elvis. Ancor di più, tutto ciò contribuisce qui a
racchiudere il protagonista in quella prigione dorata (ma pur
sempre prigione) che era diventata la sua vita.
Luhrmann, pur coprendo con questo
film praticamente tutta la carriera di Elvis, compie delle precise
scelte su cosa narrare e cosa lasciar fuori dal racconto. Mancano
certamente episodi importanti della vita del cantante e diverse
sono le libertà prese nei confronti di quella che è la sua vera
storia, ma è in questo che Elvis si sgancia dal film
biografico per andare oltre. Proprio come Gatsby venne prelevato
dal romanzo di Fitzgerald per essere ricontestualizzato in una
versione post-moderna di quello stesso racconto, così Luhrmann
inserisce Elvis in un film che tra effetti speciali, virtuosismi e
luci espressionistiche mira a farne emergere l’anima prima che la
storia personale.
Elvis ragiona dunque
primariamente per episodi, ognuno dei quali ci ribadisce il suo
senso di smarrimento e la sua insofferenza verso le imposizioni
provenienti dall’esterno o, il più delle volte, proprio da quello
stesso colonnello Parker a cui il cantante deve molto, tanto nel
bene quanto nel male. E proprio riguardo a Parker, Luhrmann non
sembra avere dubbi sul suo ruolo di “cattivo” in questa vicenda,
mentre Elvis non può che essere il buono, il supereroe il cui
potere è la musica. Un supereroe il cui desiderio era esprimere sé
stesso, portare via la sua famiglia dalla povertà e vivere
dell’amore incondizionato dei suoi fan. Un amore che si è però
rivelato tanto letale quanto lo è la kriptonite per Superman.
Austin Butler e Tom Hanks in una scena del film.
Un film abbagliante e colmo di buon
cuore come lo era Elvis
Una delle critiche più ricorrenti
mosse a Il grande Gatsby è quella di essere un film
esteticamente ricco ma privo di cuore. Luhrmann sembra aver fatto
tesoro di quella lezione, coniugando in Elvis tutte le sue
principali caratteristiche stilistiche ad un cuore che non solo è
vivo, ma batte anche ad un ritmo forsennato. Un ritmo contagioso
dato dall’uso di split screen e di un montaggio frenetico e che già
dalle prime scene dimostra la volontà di questo film di non essere
solo un film, bensì un’esperienza visiva e sonora unica. Basta la
sequenza dove si alternano la folgorazione per la musica di Elvis e
la sua prima esibizione in abito rosa a far schizzare alle stelle
l’entusiasmo.
Buona parte di questo cuore che
contraddistingue Elvis è inoltre dato dalle
interpretazioni dei due protagonisti, chiamati a dare corpo, anima
e voce a personaggi che con la loro forza guidano la storia
piuttosto che farsi guidare da essa. Se Tom Hanks è eccezionale
nel caratterizzare il colonnello Parker ora come figura paterna ora
come diabolico architetto delle fortune del suo pupillo,
Austin Butler nei panni
di Elvis è un’autentica rivelazione. L’attore assume un compito
gravoso, trionfando però nel non dar vita ad un’ennesima imitazione
del re del rock, bensì una propria interpretazione del suo modo di
parlare, di fare, di muoversi. Ogni scetticismo si dilegua e Butler
appare la miglior scelta possibile per questo ruolo.
Con soluzioni di messa in scena di
questo tipo, con interpretazioni di questo livello e con quel
coraggio di osare che ormai sembra proprio di ben pochi autori, si
possono perdonare ad Elvis alcune incertezze narrative e
alcune particolari prese di posizione sulla vicenda narrata. Ciò
che ancor di più conta, però, è come Luhrmann riesca ad utilizzare
tutte queste componenti a vantaggio delle intenzioni del film, il
quale non sarà un biopic nel senso classico del genere, ma è
un’opera ancor più vicina alla vera essenza di Elvis (o almeno
quella che il regista ritiene essere la sua vera essenza). Insomma,
un film che molto probabilmente Elvis avrebbe adorato vedere e in
cui i suoi fan possono ritrovare tante calorose emozioni e un non
indifferente velo di malinconia.
L’estate è arrivata e il trailer di
LEGO®
Star Wars Summer Vacation scalderà gli animi. Il
nuovissimo speciale animato targato Lucasfilm e LEGO Group, ultima
novità della serie di racconti legati alla popolare saga, iniziata
con LEGO Star
Wars Holiday Special e proseguita con LEGO Star Wars
Terrifying Tales, debutterà il 5 agosto 2022 in esclusiva su
Disney+.
LEGO Star Wars Summer
Vacation, ambientato poco dopo gli eventi di Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, vede nella versione originale le voci di
“Weird Al” Yankovic, Yvette Nicole Brown, Kelly Marie Tran, Anthony
Daniels, Billy Dee Williams oltre a quelle dei membri del cast che
ritornano dai precedenti speciali di LEGO Star Wars e
include la nuova canzone originale “Scarif Beach Party”
interpretata da “Weird
Al” Yankovic.
Alla ricerca di una pausa dagli
stormtrooper e dai caccia TIE, Finn organizza una vacanza a
sorpresa per i suoi amici Rey, Poe, Rose, Chewie, BB-8, R2-D2 e
C-3PO, a bordo del lussuosissimo Starcruiser galattico, Halcyon. Ma
il piano di Finn di vivere un’ultima avventura insieme va
rapidamente a monte quando viene separato dal gruppo. Mentre cerca
i suoi amici, incontra tre Fantasmi di Forza: Obi-Wan Kenobi,
Anakin Skywalker e Leia Organa, che condividono le loro storie
inaspettate di vacanze andate male, aiutandolo a capire che le
vacanze non sono solo divertimento. Nella versione originale di
LEGO Star Wars Summer Vacation il cast delle voci
comprende: “Weird Al” Yankovic nel ruolo di Vic Vankoh; Yvette
Nicole Brown in quello di Colvett Valeria; Thomas Lennon nei panni
di Wick Cooper; Paul F. Tompkins in quelli di Rad; Dee Bradley
Baker presta la sua voce a Boba Fett; Ashly Burch al Droide Tour;
Kyliegh Curran a Sidero; Anthony Daniels a C-3PO; Trevor Devall
all’Imperatore Palpatine; Allie Feder al Sy Snootles; Jake Green a
Poe Dameron; Matt Lanter ad Anakin Skywalker; Ross Marquand ad Han
Solo; Omar Miller a Finn; Kevin Michael Richardson a Jabba the
Hutt; Matt Sloan a Darth Vader; James Arnold Taylor a Obi-Wan
Kenobi; Kelly Marie Tran a Rose; Helen Sadler a Rey Skywalker;
Billy Dee Williams a Lando (Holovid); Matthew Wood a Ben Solo; e
Shelby Young a Leia Organa.
David Shayne è sceneggiatore e
produttore esecutivo, mentre il regista è Ken Cunningham. James
Waugh, Josh Rimes, Jacqui Lopez, Jill Wilfert, Jason Cosler, Keith
Malone e Jennifer Twiner Mccarron sono i produttori esecutivi.
Prodotto in collaborazione con Atomic Cartoons.
Continuano i casting per The
Hunger Games: The Ballad of Songbirds and Snakes, film
prequel della saga di Hunger Games, basato
sull’omonimo romanzo.
Nick Benson
interpreterà Jessup, il tributo del Distretto 12 insieme a Lucy
Grey Baird (Rachel
Zegler); Laurel Marsden interpreterà
Mayfair Lipp, che mette il nome di Baird in lizza per il decimo
Hunger Games; Lilly Cooper interpreterà Arachne
Crane, mentore di un tributo del Distretto 10; Luna
Steeples interpreterà Dill, tributo del Distretto 11; e
Hiroki Berrecloth interpreterà Treech, tributo del
Distretto 7.
La trama: Anni prima di
diventare il tirannico presidente di Panem, il diciottenne
Coriolanus Snow è l’ultima speranza per il suo lignaggio in via di
estinzione, una famiglia un tempo orgogliosa che è caduta in
disgrazia nella Capitale del dopoguerra. Con l’avvicinarsi della
decima edizione di Hunger Games, il giovane Snow è allarmato quando
gli viene assegnato l’incarico di essere mentore di Lucy Grey
Baird, la ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma, dopo che
Lucy Grey attira tutta l’attenzione di Panem sfidando tutti durante
la cerimonia della mietitura, Snow pensa che potrebbe essere in
grado di ribaltare le probabilità a loro favore. Unendo i loro
istinti per lo spettacolo e la ritrovata competenza politica, la
corsa di Snow e Lucy contro il tempo per sopravvivere rivelerà alla
fine chi è un usignolo e chi è un serpente.
Distribuito nel 2020, il romanzo
ruota attorno a un giovane Coriolanus Snow (interpretato da
Donald Sutherland nei film), il cattivo principale
di The Hunger Games. Anche prima che il libro
arrivasse sugli scaffali, Lionsgate ha annunciato che era in fase
di sviluppo un adattamento cinematografico. Francis
Lawrence, il regista che ha firmato il secondo,
terzo e
quarto film della saga, tornerà per questo film.
Durante la sua presentazione al
CinemaCon, Lionsgate ha annunciato (tramite Deadline) che
The Ballad of Songbirds and Snakes sta procedendo
nella sua distribuzione. Sebbene rimanga senza un cast, ha una data
di uscita: 17 novembre 2023. The Ballad of
Songbirds and Snakes seguirà la stessa trama del libro,
che vede il 18enne Snow mentore di un tributo al Distretto 12 nel
10° Hunger Games.
Tom Blyth e
Rachel Zegler interpreteranno rispettivamente
Coriolanus Snow e Lucy Gray, Jerome
Lance interpreterà Marcus, il tributo del Distretto
2. Ashley Liao interpreterà Clemensia Dovecote,
una delle amiche più care di Coriolanus e mentore di un tributo del
Distretto 11. Knox Gibson interpreterà Bobbin,
tributo del Distretto 8; Mackenzie Lansing
interpreterà Coral, tributo del Distretto 4; mentre Aamer
Husain interpreterà Felix Ravinstill, il mentore di un
tributo del Distretto 11; Nick Benson interpreterà
Jessup, il tributo del Distretto 12 insieme a Lucy Grey Baird
(Rachel Zegler); Laurel Marsden
interpreterà Mayfair Lipp, che mette il nome di Baird in lizza per
il decimo Hunger Games; Lilly Cooper interpreterà
Arachne Crane, mentore di un tributo del Distretto 10; Luna
Steeples interpreterà Dill, tributo del Distretto 11;
Hiroki Berrecloth interpreterà Treech, tributo del
Distretto 7.
Sarà un weekend nel segno
dell’intrattenimento pop quello di sabato 25 e
domenica 26 giugno a Milano grazie
a Best Movie Comics & Games, manifestazione
organizzata da Duesse Communication per festeggiare il 20°
compleanno di Best Movie, rivista di riferimento per il cinema e
l’entertainment.
Nel cuore della città, presso gli
spazi di Superstudio, Best Movie Comics & Games offrirà una due
giorni di cinema, con tante anteprime nazionali, ma anche serie tv,
fumetti, action figures, cosplay, games, alla presenza di
tantissimi ospiti che racconteranno al pubblico le proprie
esperienze e passioni. Panel, incontri, meet & greet, proiezioni,
un’area stand ricca di novità, per circa 10 ore di programmazione
giornaliera a ingresso gratuito.
Attori, registi, doppiatori,
illustratori, creators, cosplayer e gamers: saranno gli ospiti il
vero motore di Best Movie Comics & Games. Da
Zerocalcare che, in dialogo con il
responsabile editoriale di Best Movie Giorgio Viaro, si cimenterà
nell’analisi dei titoli del Marvel Cinematic Universe dando
anche i voti ai film in un panel dal titolo “Zerocalcare e
i film Marvel: scontro finale” (domenica 26 giugno ore
19.00) a Roberto Recchioni, protagonista
della notte horror di sabato 25 nel corso della quale presenterà
alcune immagini esclusive di Carne Fredda, il suo
primo film da regista prodotto da Adler Entertainment e Red On
Productions (sabato 25 giugno ore 19.30). E poi
ancora Matilde
Gioli, volto amato del cinema e della serialità
nazionale, che si racconterà nel talk “Matilde Gioli – La
mia vita con DOC”, un omaggio alla serie Rai di
successo DOC – Nelle tue mani cui seguirà un
dibattito sul potere delle serie tv nell’esperienza dello
spettatore contemporaneo con interventi di Zerocalcare e Roberto
Recchioni (domenica 26 giugno ore 15.00), e Alberto
Malanchino, tra i protagonisti
di DOC accanto a Matilde Gioli
e Summertime, che porta a Best Movie Comics & Games
la sua esperienza di doppiatore dopo aver prestato la voce al
personaggio di Buzz Lightyear nel nuovo film targato Disney e
Pixar Lightyear – La vera storia di
Buzz (domenica 26 giugno ore 18.00). Un’altra iconica
doppiatrice incontrerà il pubblico della manifestazione,
ovvero Emanuela Pacotto, voce
di anime di culto come Dragon
Ball, One
Piece e Naruto (sabato 25 giugno ore
15.00). Si parlerà anche del fascino del cosplay
con Himorta, tra le più note cosplayer a
livello internazionale con oltre un milione di follower (sabato 25
giugno ore 18.30), e di games con Moonryde,
lo streamer e gamer che si svelerà nel talk dal titolo “Il
cecchino di San Cesareo si racconta” (domenica 26 giugno ore
11.00).
Best Movie Comics & Games regalerà
al pubblico anche tre strepitose anteprime: si
parte con l’animazione di The Deer King – Il Re
dei Cervi, epopea fantasy diretta da Masashi
Ando e Masayuki Miyaji in sala per Koch Media dal 27 al 29 giugno
(sabato 25 giugno ore 16.00); sempre targata Koch Media è
l’attesissima anteprima
nazionale di X
– A Sexy Horror Story, nuovo film di Ti West
interpretato da Mia Goth, slasher in uscita il prossimo 14 luglio
per Midnight Factory, etichetta di proprietà di Koch Films dedicata
al cinema di genere, che renderà la prima serata dell’evento una
vera e propria notte da brividi (sabato 25 giugno ore 20.30). Altra
grande anteprima nazionale sarà quella
di Gold, survival thriller diretto
da Anthony Hayes e interpretato da un insolito Zac Efron nei panni
di un uomo che lotta per la propria sopravvivenza, abbandonato nel
deserto, nel tentativo di estrarre la più grande pepita d’oro mai
rinvenuta (domenica 26 giugno ore 16.00). Il film arriverà nelle
sale italiane il 30 giugno per Adler Entertainment.
Best Movie Comics & Games ospiterà
inoltre un’area stand in cui tutti gli
appassionati potranno acquistare fumetti, card da gioco, action
figures… Ma ci sarà anche spazio per i giochi da
tavolo con una serie di tavoli dimostrativi
accessibili a tutto il pubblico a cura di La tana dei
Goblin di Milano, oltre a un’area espositiva di LEGO,
organizzata da Brianza LEGO Users Group, e di personaggi del mondo
Disney in scala 1:1.
Grazie alla collaborazione con la
Scuola del Fumetto di Milano, oltre alla possibilità di far
realizzare dei disegni su commissione presso lo stand agli studenti
della scuola, ci saranno anche dei contest a tema “Disegna il tuo
personaggio preferito di un film o di un videogioco”, in
collaborazione con SuperGulp. La Scuola del Fumetto di Milano
organizzerà inoltre due workshop, il primo
dedicato alla figura del character design nei videogiochi
con Andrea Priore (sabato 25 giugno ore
17.00), e il secondo sull’animazione 2d per videogiochi in
compagnia di Fabiano Caputo (domenica 26 giugno ore 14.00). Non
potrà mancare inoltre un’area green per il food & beverage nello
spazio esterno di Superstudio.
Parlando con
A.frame, il produttore di lunga data di Indiana
Jones, Frank Marshall, ha parlato del
prossimo Indiana Jones 5. Marshall ha esaltato i
personaggi e la sceneggiatura del film scritto da James
Mangold, Jez Butterworth e John
Henry-Butterworth (che ha scritto la sceneggiatura di
Ford v Ferrari). Marshall ha
promesso che il prossimo Indiana Jones 5 sarà
tutto ciò che il pubblico potrebbe desiderare da un film di
Indiana Jones. Ecco la sua dichiarazione:
“È una grande storia, è un
grande personaggio e penso che sarai molto felice di questo film. È
tutto ciò che si può volere da un film di Indiana Jones”.
Cosa sappiamo di Indiana Jones
5
James
Mangold(Logan –
The Wolverine) sarà il regista di Indiana
Jones 5 al posto di Steven
Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri
capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna
invece John Williams, già compositore
dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40
anni. Nel cast, oltre a Harrison
Ford, ci sarà anche Phoebe
Waller-Bridge. Le riprese dovrebbe partire in
primavera.
Prima dell’ingaggio di Mangold, la
sceneggiatura era stata affidata a David
Koepp, he ha poi lasciato il progetto
insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan
Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I
predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le
mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata
posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio
2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9
Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022. L’ultima data d’uscita
utile del film è il 30 giugno 2023.
Durante un’intervista con CartoonBrew insieme ai suoi co-registi
Joaquim Dos Santos e Justin K.
Thompson, Powers ha notato un dettaglio interessante
sull’aspetto di Macchia. L’aspetto bizzarro del cattivo non è
dovuto a un costume, ma alla sua vera pelle, che è completamente
bianca con macchie scure dalla testa ai piedi che potenziano le sue
abilità.
“Fin dall’inizio sembrava avere
un potenziale infinito, sia per ciò che riguarda l’aspetto visivo
che per quanto concerne l’arco narrativo del personaggio. Perché
sai tra l’altro che non è un costume, quella è la sua pelle. Dal
modo in cui lo indossa, sai che non è un ragazzo con un abito a
pois. In realtà è la sua pelle. Quindi sai, l’arco narrativo di Dr.
Ohnn/Macchia è davvero complementare, senza rivelare la storia,
completa davvero bene il viaggio di Miles in questo film.”
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per dirigere
Spider-Man: Accross the Spider-verse,
utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil
Lord e Chris Miller (che
tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e
Christina Steinberg) in collaborazione con David
Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La
voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason
Schwartzman.
Rivelato per la prima volta
all’evento virtuale LEGO’S LEGO-CON 2022 prima di
essere messo in catalogo nel negozio ufficiale LEGO, ecco un set
dedicato a Doctor Strange nel Multiverso della Follia,
che raffigura il “Sanctum Sanctorum” e che sarà disponibile dal 1°
agosto, con un prezzo di $ 249,99.
Con le dimensioni di 32 cm di
altezza, 31 cm di larghezza e 26 cm di profondità, il Sanctum
Sanctorum è un set considerevole. Non solo presenta Strange,
Sinister Strange e Dead Strange (ciascuno interpretato da
Benedict Cumberbatch), Wong (Benedict
Wong), Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) e
Mordo (Chiwetel Ejiofor) per ricreare momenti di
Multiverse of Madness, ma presenta anche Iron Man (Robert
Downey Jr.), Spider-Man (Tom Holland) e
Ebony Maw (Tom Vaughan-Lawlor) per ricreare le
scene di apertura di Avengers: Infinity War. Oltre
a una replica altamente dettagliata del Sanctum, il set presenta
anche portali mobili, supporti di volo e piccoli cenni al MCU più ampio come i graffiti del
logo dei Dieci Anelli.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
al cinema dal 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
La star di Il Mio Grosso
Grasso Matrimonio Greco 3 Nia Vardalos offre un importante
aggiornamento sulle riprese del film. Scritto da Vardalos al suo
debutto alla sceneggiatura, il primo episodio della serie di
commedie romantiche è stato distribuito nel 2002 ed è diventato un
successo travolgente. Nominato all’Oscar per la migliore
sceneggiatura originale, Il mio grosso grasso matrimonio
greco ha spinto la carriera comica di Vardalos a nuovi
livelli ed è diventata una delle commedie romantiche con il maggior
incasso di tutti i tempi.
Diretto da Joel
Zwick, Il mio grosso grasso matrimonio
greco segue Fotoula “Toula” Portokalos (Vardalos), una
giovane donna greco-americana che si innamora del non greco Ian
Miller (John Corbett). Caratterizzato da un cast
di supporto stellare che include il defunto Michael
Constantine nei panni del padre di Toula Windex, Gus e
Lainie Kazan nei panni della madre di Toula,
Maria, l’affascinante film ha generato una serie TV sequel di breve
durata e un sequel del 2016,
Il mio grosso grasso matrimonio greco 2. L’anno
scorso, Vardalos ha rivelato che altre avventure della famiglia
Portokalos erano all’orizzonte con l’annuncio di Il Mio
Grosso Grasso Matrimonio Greco 3. Vardalos aveva scritto
la sceneggiatura e stava cercando finanziamenti nel corso del 2021;
ora sembra che il film sia andato avanti considerevolmente.
Nel suo ultimo aggiornamento sulla
terza puntata, Nia Vardalos è andata sui social
media per annunciare che le riprese di Il Mio Grosso Grasso
Matrimonio Greco 3 sono iniziate ad Atene, in Grecia. Nel
video, Vardalos rivela di essere la regista del film e offre una
rapida occhiata al set dalla finestra della sua camera
d’albergo.
Durante il famoso format di
interviste con i cuccioli di Buzzfeed, a
Chris Evans sono state poste una serie di
domande, tra cui quale attore vorrebbe vedere in un biopic sulla
sua vita nel compito di interpretare lui e suo fratello Scott (al
quale l’attore è molto legato).
L’attore ha offerto una risposta
piuttosto inaspettata per chi potesse interpretarlo, citando
immediatamente Adam Driver come sua prima scelta e
scherzando “[vediamo] cosa fa”. Per quanto riguarda suo
fratello, Evans ha scherzato dicendo che “solo Scott può
interpretare Scott”.
“Che si scelga Adam Driver,
vediamo cosa fa! Per per Scott… questa è un’ottima domanda… ma
credo che solo Scott possa interpretare Scott.”
Lightyear
– La vera storia di Buzz, il lungometraggio
originale Disney e Pixar che segue il leggendario Space Ranger in
un’avventura intergalattica, arriverà il 15 giugno nelle sale
italiane. La nuova avventura d’azione racconta le origini di Buzz
Lightyear, l’eroe che ha ispirato il giocattolo di Toy
Story.
Lightyear
– La vera storia di Buzz è diretto da Angus
MacLane, regista vincitore dell’Annie Award e animatore veterano di
Pixar che ha co-diretto Alla
Ricerca di Dory del 2016, ed è prodotto da Galyn Susman
(il corto Toy Story: Tutto un altro mondo).
Il premiato compositore Michael
Giacchino, che ha firmato le musiche di The Batman e Spider-Man: No Way Home, comporrà la colonna sonora di
Lightyear – La vera storia di Buzz. Giacchino ha un
rapporto di lunga data con Pixar: ha vinto un Oscar, un Golden
Globe e un GRAMMY per la colonna sonora originale di Up.
Inoltre, la sua filmografia Pixar include, tra gli altri, Gli
Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi,
Ratatouille, Cars 2, Inside Out,
Coco e Gli Incredibili 2.
Margot Robbiebarbie compare completamente
abbigliata in rosa shocking nelle foto rubate dal set di Barbie,
il film diretto da Greta Gerwig che la vede
protagonista accanto a Ryan Gosling/Ken. Robbie, oltre a essere la
protagonista del film, si occupa anche della produzione del
progetto. Ecco di seguito le immagini:
Diretto da Greta
Gerwig, che ha
co-firmato la sceneggiatura con Noah Baumbach,
il film è attualmente in fase di produzione, per una collaborazione
tra la Mattel Film e Warner Bros.
I piani per adattare la storia di
Barbie
per il grande schermo hanno subìto alcune battute d’arresto negli
ultimi anni, ma quando Robbie, Gerwig e Baumbach si sono imbarcati
nel progetto rispettivamente nel 2018 e nel 2019, le cose sono
andate a gonfie vele.
Durante un’intervista per la
promozione di Thor: Love and
Thunder con Total Film (tramite Games Radar),
Christian Bale ha confessato di non avere
“assolutamente” nessun scrupolo ad accettare un ruolo in un film di
fumetti dopo aver interpretato Batman per tre film, dicendo che non
gli era nemmeno passato per la testa l’idea di rifiutare perché era
già stato un altro personaggio dei fumetti.
Bale ha continuato spiegando che
aveva letto le reazioni della gente riguardo al suo casting nel
film e che i fan celebravano il suo ingresso nel MCU, ma che non
aveva idea di cosa fosse. Come molti fan sanno, MCU è
l’abbreviazione di Marvel Cinematic Universe, ma
Christian Bale non ne aveva idea: “Lo leggevo e la gente
diceva: ‘Oh, guarda questo! È entrato nel MCU!’ E io dicevo: ‘Ho
fatto cosa? Non sono entrato in nessuna m***a, grazie mille.’ Sono
tipo, ‘L’MCU?’ Ho dovuto chiedere cosa fosse.”
thor:Oltre a questa sorprendente
rivelazione, nella stessa occasione,
Christian Bale rivela alcune influenze
sorprendenti per il suo cattivo, Gorr, che includono
Nosferatu e un video musicale della band
Aphex Twin. Bale spiega che lui e il regista
Taika Waititi volevano persino che Gorr avesse una
sorta di sequenza di ballo in Thor: Love and Thunder, che
sarebbe stato ispirato dalla musica della cantautrice Kate
Bush.
“Per lo più ascoltando i
pensieri di Taika [Waititi, regista] sul personaggio. C’è
ovviamente una sorta di atteggiamento leggero da Nosferatu. Taika e
io volevamo fare un intero ballo, cosa che non siamo riusciti a
fare, ma avevamo tutto questo tipo roba alla Kate Bush su cui
abbiamo lavorato. Ma penso che si sia appena reso conto che non gli
sarebbe mai stato permesso di inserirlo nel film finale. Direi che
la cosa che stavo prendendo a riferimento era il video di “Come To
Daddy” di Aphex Twin. Ma non so nemmeno se sarà nel film
finale”.
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Dopo il successo di Tutte
le volte che ho scritto ti amo (2018),
adattamento di un suo romanzo nonché uno dei recenti film originali
Netflix più
riusciti, la talentuosissima scrittrice Jenny Han
firma una nuova produzione: si tratta della serie tv
L’estate nei tuoi occhi, ora disponibile su
Amazon Prime
Video, e trasposizione su schermo del romanzo
The Summer I turned pretty. Nel cast della serie,
Lola Tung, Jackie Chung
(Coming Home Again), Rachel
Blanchard (Deep
Water), Christopher Briney,
Gavin Casalegno (I Am Gabriel),
Sean Kaufman, Alfredo Narciso
(Demolition)
e Minnie Mills.
Primi colpi di fulmine sotto il sole di Cousins Beach
Si tratta di una storia di
formazione che racconta il primo amore, i colpi di fulmine e la
magia di un’estate perfetta. Come sempre, è una protagonista
carismatica e adorabile (la nuova promessa Lola
Tung), e soprattutto “canonica” nel senso migliore del
termine, che veicola il senso e l’entusiasmo di una storia d’amore
da film, perfetta per la maratona del fine settimana.
La trama di L’estate nei
tuoi occhi segue Isabel
(Tung), che tutti chiamano Belly,
adolescente che trascorre ogni estate a Cousins Beach, durante il
suo periodo preferito dell’anno. Come dice lei stessa nel primo
episodio, la sua agenda si organizza intorno a questi due mesi – il
motivo? Non si tratta tanto di fare castelli di sabbia sulla
spiaggia quanto di passare del tempo con Conrad
(Briney) e Jeremiah
(Casalegno), i figli della proprietaria di Cousins
Susannah (Rachel Blanchard),
nonché migliore amica della madre di Belly, Laurel
(Jackie Chung).
Le due famiglie, accomunate da un
grande affetto ma anche da evidenti tensioni sociali ed economiche,
sono abituate a trascorrere l’estate insieme, ma quest’anno sarà
tutto diverso, soprattutto perché Belly non è più
una ragazza con gli occhiali e l’apparecchio per i denti, bensì una
giovane donna che sta per compiere 16 anni e che inizia a
manifestare un forte bisogno di indipendenza dalla madre. E’ cosi
che la protagonista cercherà di rompere le barriere che la separano
dal mondo degli adulti, in un classico coming-of-age dalla forte
componente romantica ma, e questa è una delle scelte narrative
migliori del prodotto, non si dimentica mai che
Belly “non è il centro dell’universo“, e
che intorno a lei possono esserci drammi più seri della prima
ubriacatura, dal punto di vista degli adulti.
L’estate negli occhi, e nel cuore, di Belly
Questo contrasto tra l’adolescenza
e il mondo degli adulti, il carisma della sua entusiasta
protagonista e la sua playlist deliziosamente pop (non può
ovviamente mancare “thank u, next” di
Ariana Grande) la rendono davvero divertente, pur
con qualche ostacolo narrativo che sarebbe bene non incontrare in
una seconda stagione. L’estate nei tuoi occhi
gioca con la giusta combinazione di freschezza e divertimento,
senza mai tralasciare la malinconia e la tristezza, stati d’animo
spesso evocati non solo dalla calura estiva ma anche da un periodo
di transizione delicato come quello dell’adolescenza.
Team Conrad o Team
Jeremiah? Questo sarà il dibattito probabilmente
più in voga sui social nelle prossime settimane.
Christopher Briney e Jeremiah Gavin
Casalegno sono fatti della materia dei classici rubacuori
del cinema adolescenziale: Conrad è lunatico fino
all’arroganza e Jeremiah si diverte a infastidire
chiunque. L’estate nei tuoi occhi, di fronte a
questo dilemma romantico, decide di mettere da parte gli orpelli
dell’interesse amoroso in favore di una crescita significativa del
personaggio. Si tratta di una scelta funzionale solo a metà, nel
senso che fa sicuramente bene all’arco di Belly,
ma non altrettanto alla chimica tra i personaggi, che fatica a
carburare e che è invece un elemento cruciale delle vivide memorie
dell’autrice nei libri.
Anche se la storia si prenda il suo
tempo per costruire il triangolo amoroso, che prende forma solo a
stagione inoltrata, lo schema relazionale è un po’ problematico:
Jeremiah è un personaggio affascinante, ma il suo
ingresso nella vita sentimentale di Belly sembra
più un modo per creare problemi al fratello Conrad
che la prova di un sentimento sincero, e la direzione del’episodio
finale dimostra di non riuscire a sviscerare completamente la
questione. Nonostante i suoi aspetti meno convincenti,
L’estate nei tuoi occhi continuerà con nuovi
episodi (già confermati da Prime Video) e
non vediamo l’ora di vedere se Jenny Han riuscirà
a far rivivere i fuochi d’artificio non solo nel cielo di Cousins,
ma anche nelle relazioni tra i suoi protagonisti.
Sebbene L’estate nei tuoi
occhi non reinventi esattamente il genere seriale della
teen summer, con la sua prima stagione riesce a
consolidarsi come un discreto prodotto di intrattenimento, molto
abile nel delineare l’arco della sua simpaticissima protagonista,
ma non altrettanto a fissare la cornice dei rapporti
interpersonali.
Esiste un luogo in cui alcuni
detenuti vengono usati come cavie per testare farmaci. Steve
Abnesti (Chris
Hemsworth), genio della scienza farmaceutica, ha
creato un sistema all’avanguardia per testare i medicinali. In un
carcere di massima sicurezza molto simile ad un centro di ricerca,
ai prigionieri vengono somministrate sostanze in grado di
influenzare le loro emozioni.
Dati i vantaggi offerti da questa
particolare prigione – cibo buono, spazi aperti e notevole libertà
– Jeff (Miles
Teller), Lizzy (Jurnee
Smollett), Heather (Tess
Haubrich) e altri pregiudicati accettano di sopportare gli
esperimenti compiuti da Steve a dal suo collega
Mark. Portato allo sfinimento dai test dei due
scienziati, Jeff inizia però a insospettirsi sulla
legalità di quello che accade nel carcere, mettendo in discussione
la veridicità del progetto di Steve.
Chris Hemsworth in un personaggio
dalla doppia identità
Il luogo in cui si svolge
Spiderhead è fittizio ma verosimile. Gli spazi del
carcere sono allo stesso tempo freddi e moderni: ricordano le case
di design e, nella loro austerità, sono in grado di generare un
senso di angoscia. Tutto è squadrato e pulito,
proprio come il protagonista Steve. Dietro
all’apparente perfezione e ordine del luogo e del personaggio si
nascondono però un sistema e un individuo moralmente
imperfetti.
Chris
Hemsworth ben interpreta il suo personaggio. L’attore,
di bell’aspetto e curato, sorprende gli altri personaggi e lo
spettatore con il suo atteggiamento, apparendo inizialmente
rassicurante e via via sempre più inquietante.
Scienza e tecnologia si uniscono in
Spiderhead
Steve è il demiurgo di
Spiderhead. Nonostante abbia un aiutante, è
lui l’unico in grado di capire il complesso meccanismo della
prigione: è scienziato, matematico, e anche esperto di legge.
Steve non solo conosce le sostanze che inietta, ma dal suo
smartphone usa un app per controllarne i livelli e, come se non
bastasse, gestisce anche gli aspetti burocratici.
La logicità del sistema è chiara
soltanto a Steve. Questo dettaglio è utile ai fini della
trama, ma sicuramente crea confusione nello spettatore: un
film di fantascienza con meccanismi illogici o
troppo complessi è indubbiamente meno coinvolgente.
Il sottile confine tra le vittime e
i carnefici
Spiderhead
gioca molto con la moralità. Il regista segue da vicino i
prigionieri, portando lo spettatore ad empatizzare per loro e a
provare compassione per gli esperimenti che essi subiscono.
Steve è invece osservato sempre da un punto di vista
distaccato: è il capo potente, l’uomo alpha che gestisce tutto il
carcere e non mostra quasi mai le sue fragilità. Pur sapendo che
Jeff, Tess e gli altri prigionieri sono
colpevoli, diventa difficile non vedere essi come le vittime di un
meccanismo in cui Steve domina tutti.
La scelta narrativa di
Kosinski è interessante, ma depotenzia alcuni
colpi di scena che s’incontrano lungo il film. In generale,
Spiderhead non è un film troppo emozionante:
nonostante l’idea alla base sia originale, la resa a livello di
trama e soprattutto di dialoghi non convince fino in fondo. Il film
non si distingue troppo da tanti altri action già visti e resta un
lungometraggio Netflix carino ma non
entusiasmante.
Léa
Seydoux si è unita a Dune 2 nel ruolo
critico di Lady Margot, un alleato fondamentale di Paul Atreides
(Timothée Chalamet) nella sua guerra con la Casata
di Harkonnen. Il regista Denis Villeneuve inizierà
le riprese del sequel di Dune entro la fine
dell’anno, con Chalamet, Zendaya,
Rebecca Ferguson, Josh Brolin, Javier Bardem, Stellan
Skarsgard e Dave Bautista che
riprenderanno i loro ruoli. A loro si uniranno i nuovi attori
Austin Butler (nel ruolo di Feyd-Rautha Harkonnen,
erede della Casata di Harkonnen), Christopher
Walken (nel ruolo dell’imperatore Shaddam IV) e
Florence Pugh (nel ruolo della figlia
dell’imperatore, la principessa Irulan).
Nel romanzo di Frank
Herbert, Lady Margot entra nella storia all’inizio, quando
lascia un avvertimento critico alla madre di Paul, Lady Jessica
(Ferguson) sul tradimento che li attende su Arrakis dopo che la
Casa Atreides prende il posto della Casa Harkonnen. Quella sequenza
non è finita nel film di Villeneuve, ma come membro del Bene
Gesserit, Lady Margot ha un ruolo importante da svolgere nella
seconda metà della storia, coinvolgendo Feyd-Rautha e suo marito,
il conte Fenring (ruolo per cui non è stato ancora scelto
l’attore).
Viaggio mitico ed emozionante di un
eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides,
giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a
un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere
il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro
alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvage combattono
per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul
pianeta — una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della
mente umana — solo coloro i quali sapranno sconfiggere le proprie
paure sopravviveranno.
Denis
Villeneuve ha diretto Dune
e ha scritto la sceneggiatura insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth,
basata sul romanzo omonimo scritto da Frank Herbert. Il film è
prodotto da Mary Parent, Denis Villeneuve, Cale Boyter e Joe
Caracciolo, Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua
Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert,
Byron Merritt e Kim Herbert.
Il cinema, come noto, attraverso le
sue storie mira anche a proporre importanti riflessioni su
tematiche su cui è sempre bene tenere aperto un discorso. Rientrano
in questa tipologia di opere quei film incentrati sulla droga e
sull’effetto che questa ha sui giovani. Da un film divenuto ormai
un classico di questo filone come Christian F. – I ragazzi
dello zoo di Berlino fino a Ritorno dal nulla, con
Leonardo DiCaprio, fino al più recente Ben is Back, sono tanti
i titoli che si occupano di questa problematica. Rientra tra questi
anche Beautiful Boy (qui la recensione).
Diretto nel 2018 dal belga
Felix van Groeningen, celebre per il film
candidato all’Oscar Alabama Monroe – Una storia
d’amore, Beautiful Boy è tratto da una storia
vera, riportata nelle autobiografie Beautiful Boy: A Father’s
Journey Through His Son’s Addiction, scritta da David
Sheff, e Tweak: Growing Up on Methamphetamines,
scritta dal figlio di David, Nicolas. La vicenda si concentra
dunque sul difficile rapporto tra un padre e i suoi disperati
tentativi di salvare la vita del figlio tossicodipendente, cercando
di ricostruire il loro rapporto nel corso di questo processo.
Apprezzato per il suo realismo e per
il suo tenere sempre alla base l’amore tra padre e figlio,
Beautiful Boy ha dunque raccontato con tatto una difficile
storia vera, ricordando l’importanza della sensibilizzazione su
tale tema. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
vera storia. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Beautiful Boy: la trama e
il cast del film
Protagonista del film è
Nicolas Sheff, bravo studente di 18 anni che
scrive per il giornale della scuola, recita nello spettacolo
teatrale di fine anno e fa parte della squadra di pallanuoto. Nic
ama leggere e possiede una spiccata sensibilità artistica. Da
quando ha 12 anni però, ama sperimentare le droghe e in breve da
semplice adolescente che fa uso sporadico di stupefacenti, si
trasforma in un vero e proprio tossicodipendente. Venuto a
conoscenza della disperata situazione di suo figlio,
David cercherà di accompagnare con tutte le sue
forze il figlio nella difficile lotta contro l’assuefazione, nel
tentativo di salvargli la vita.
Ad interpretare Nicolas vi è l’ormai
celebre Thimothée
Chalamet, protagonista di Chiamami col tuo
nome e Dune. Per dar vita ad un credibile ragazzo
tossicodipendente, l’attore ha dovuto perdere circa 8 chili. Sul
set aveva anche un consulente e un medico per assicurarsi che la
sua recitazione fosse realistica e autentica. Nei panni di suo
padre vi è invece l’attore Steve Carell,
il quale ha nuovamente dimostrato le sue doti drammatiche. Nel film
sono poi presenti le attrici Maura Tierney nei
panni di Karen Sheff e Amy Ryan in quelli di Vicky
Sheff. Andre Royo è invece Spencer, lo sponsor di
Nic.
Beautiful Boy: la vera
storia dietro al film
Pubblicato nel 2008, il libro
scritto da David Sheff ripercorre il difficile processo di
disintossicazione di Nic dalla droga e le azioni che il padre ha
compiuto per aiutarlo in tale percorso. Pur operando alcuni
cambiamenti e omissioni al momento di dover rendere questa storia
un film, gli autori si sono preoccupati di rimanere quanto più
possibile fedeli alla vera vicenda di Nic e David. Partendo
dall’inizio, è vero che Nic iniziò a far uso di droghe all’età di
12 anni e all’età di 18 provò la metanfetamina. A spingerlo verso
le droghe fu in particolare il divorzio dei genitori, avvenuto
quando egli aveva solo 4. Un evento mai realmente superato a
livello emotivo.
Inizialmente i suoi genitori
negarono la possibilità che il figlio fosse un tossicodipendente,
almeno fino al momento in cui non fu più possibile negare né
nascondere la cosa. Come viene narrato nel film, anche David ammise
di aver fatto uso di droghe in gioventù, sostenendo inoltre che se
ne avesse parlato con suo figlio magari avrebbe potuto aiutarlo ad
evitare questo tipo di sostanze pericolose. Ormai schiavo della
droga, nei momenti di maggior declino mentale e fisico Nic arrivò
anche a fuggire di casa e a prostituirsi per strada pur di poter
comprare dell’altra droga. Per farlo, arrivò anche a rubare dei
soldi al suo fratellino di 7 anni.
Come mostrato nel film, inoltre, più
volte David si trovò a dover chiamare gli ospedali nel tentativo di
sapere se suo figlio era ricoverato in overdose presso di loro. La
situazione di Nic era così critica che egli rischiò quasi di
perdere un braccio dopo essersi bucato con una siringa infetta. Un
evento non mostrato nel film. Egli accettò infine di andare in
rehab, riuscendo dopo numerose fatiche ad uscire dal tunnel della
droga. Sia lui che suo padre hanno poi pubblicato dei libri a
riguardo, che fungono anche da monito nei confronti dei pericoli
della droga.
Beautiful Boy: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Beautiful Boy grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 21 giugno alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Volto inconfondibile del
cinema italiano, “attore, autore e essere umano” come lui stesso si
definisce, Nicola Nocella è stato il presidente di
Giuria dell’edizione 2022 di
Cinemambiente, che si è svolto dal 13 al 21 giugno ad Avezzano,
in Abruzzo.
Lo abbiamo raggiunto al
telefono e ci ha raccontato come ci si trova a stare dalla parte di
chi “giudica”, lui che da attore e creativo è più a suo agio nella
parte di colui che invece è giudicato.
“Giudicare è sempre
sbagliato – esordisce Nocella – partiamo dall’idea che non
si possono mettere sullo stesso piano dei film molto diversi per
budget, per motivazioni e intenti, per argomento. E poi c’è la
differenza fondamentale tra gusto e sapore, se qualcosa ha un
determinato sapore, lo sai e sai perfettamente a cosa corrisponde.
Invece il gusto è sempre molto soggettivo. È un compito complesso,
ma per fortuna non lo faccio da solo, c’è la giuria popolare, una
giuria di esperti, c’è il direttore artistico del festival, Paolo
Santamaria, che prende parte alle decisioni con la sua opinione. In
qualità di presidente di giuria io sono quello che conteggia più
che giudicare, e il mio parere vale esattamente come quello di
tutti gli altri. Le giurie sono meravigliose perché creano
situazioni divertenti, si discute, si parla di cinema, diventano
una scusa per entrare nello specifico del cinema.”
La biografia di Nicola
Nocella sul sito di
Cinemambiente Avezzano recita: “Radicato come un ulivo,
stagliato come un ulivo, produttivo come un ulivo (…) attore e
autore con le radici nella terra e i rami verso il cielo.” Ma cosa
tiene Nicola Nocella radicato e cosa lo fa crescere verso
l’alto?
“Ancestralmente, mi
tiene radicato la terra. È sempre complesso spiccare il volo,
perché sai, io peso 130 chili però tendo ad andare verso l’alto
perché ho scoperto la leggerezza. Tendo a librarmi come una
mongolfiera, che è enorme, sicuramente è pesante, però vola perché
è alimentata da un fuoco. Ecco, io pur essendo molto grosso, sono
alimentato dal fuoco, e dalla passione, che mi fa tendere verso il
cielo. Quello che invece mi tiene radicato è il mio passato, non in
senso nostalgico ma nel senso di imparare da quello che è successo.
Tutte le volte che ho provato a spiccare il volo senza rimanere ben
piantato a terra è stato un disastro. Se ti dimentichi che cosa
sei, se tradisci te stesso, è quello il momento in cui non riesci a
librarti in aria. Non tradire se stessi vuol dire rimanere
radicati. E poi, come dice Ibrahimovic, puoi
togliere il ragazzo dalla Puglia, ma non puoi togliere la Puglia
dal ragazzo.”
In che momento
della tua carriera hai capito che quella dell’attore poteva essere
la strada giusta, quando hai capito che ce la potevi
fare?
“Alla fine del primo
giorno di riprese di Il Figlio più Piccolo. Quel giorno ho capito
che ce la potevo fare. Ci avevo messo quattro anni per entrare al
Centro Sperimentale, poi ho seguito il corso di tre anni, poi
ancora la gavetta, le piccole cose, e poi
Pupi Avati mi ha ribaltato la vita. Alla fine di quel primo
giorno di riprese, tornando a casa, ero in macchina con mio padre,
ci siamo guardati e io ho detto ‘Ok, allora è vero, si può fare’
come fossi in Frankenstein Junior! Fu un giorno faticoso,
anche emotivamente, ma l’abbraccio di Pupi a fine giornata, il suo
‘ci vediamo domani’, mi ha fatto capire che ce la potevo fare,
molto di più rispetto a quando poi sono arrivati i premi. Quando è
arrivato il primo Nastro d’Argento, che era una menzione come
miglior attore esordiente, di sicuro non poteva che essere un punto
di partenza. Quando poi è arrivato, l’anno dopo, un altro Nastro
per il migliore attore in un corto, ho capito che ogni volta che ti
fermi sei fregato. Il sogno della mia vita è vincere il David di
Donatello, quando sono stato nominato ma non ho vinto (ha vinto
Carpentieri, che è quello che avrei votato anche
io), ho capito che l’obbiettivo non poteva essere solo vincerlo, ma
continuare a fare dei bei film.”
Nicola Nocella e John
Belushi
Nicola Nocella ha
legato il suo nome a quello di John Belushi, non solo per una
spiccata somiglianza fisica, ma anche perché lo ha interpretato a
teatro e perché tra rubriche di cinema e account social, il suo
nick name è sempre BelushiVive. Cosa ti lega
all’attore americano?
“Io detesto il mondo
che dimentica le cose. Credo sia bello che invece le azioni e i
pensieri rimangano, anche quando le persone non ci sono più, come
nel caso di Belushi. È bello che qualcuno porti avanti il suo
ricordo. Nel 2000, quando ho cominciato al Centro Sperimentale, fu
il mio tutor, Giannini, a chiamarmi per la prima volta Belushi, e
io non sapevo neanche chi fosse. Poi, il 23 dicembre vidi per la
prima volta Blues Brothers e quella sera stessa scoprii che mi
avevano preso al Centro Sperimentale, l’ho preso come un segno.
Quando ho cominciato, cercare un attore con la mia fisicità che
facesse dei ruoli da protagonista, in Italia, era impossibile.
Quindi per avere un riferimento dovevo guardare all’estero, così
facendo ho trovato lui e da lui ho imparato tantissimo. Oltre che
un riferimento culturale, per me è stato un riferimento attoriale,
perché era un attore con i contro fiocchi, eccezionale. Quando ho
compiuto 34 anni, ho scritto a sua moglie su Twitter, e le ho detto
che avevo fatto l’unica cosa che mi poteva riuscire meglio rispetto
a lui, ovvero compiere 34 anni (dal momento che Belushi si è spento
a 33, ndr). E lei mi ha risposto ‘Si vede che sei stato più bravo a
fare la spesa nei negozi di liquori’. La verità è che ora sono
sempre più simile al Belushi che invecchia, e sto scoprendo tanti
momenti di calma, che forse lui non ha conosciuto. Io devo fare i
conti con il fatto che sto invecchiando.”
Nicola Nocella
sogna, un giorno, di passare dall’altro lato della macchina da
presa?
“Io penso che per
fare l’attore bisogna studiare tantissimo, e per fare il regista
bisogna studiare ancora di più. In tutti questi anni, ogni volta
che non ero sul set, ho studiato sia sceneggiatura che regia, come
un matto. Per adesso, usciranno un paio di progetti co-scritti da
me. Per quanto riguarda la regia, invece, diciamo che fino ad ora
ho aspettato la storia giusta, e forse è arrivata. Se dovessi
esordire oggi alla regia, sicuramente non lo farei in un film in
cui sono anche protagonista, perché ho scoperto che farsi dirigere
è, come direbbe Jerry Calà, una
libidine.”
Se avessi la possibilità
di parlare con te stesso da bambino, cosa gli diresti?
“Non ho mai subito
bullismo, ma da piccolo ero innegabilmente il ciccione, quello che
si sentiva brutto. Ho scoperto, negli anni, che vieni percepito
dagli altri esattamente come ti senti. Ecco, una cosa che ho
imparato da John Belusci è lo stare bene con se stessi, nonostante
i tumulti e i travagli. Io mi sento costantemente inadeguato e
inadatto, però alla fine rimani da solo con te stesso. Quindi al me
ragazzino direi di non preoccuparsi, perché arriverà un momento in
cui si sentirai bene con se stesso. Mi consiglierei di fare scelte
più ponderate a inizio carriera, di non sentirmi mai arrivato. E
soprattutto di fidarmi del mio agente, Massimiliano Vitullo,
insieme al quale discuto delle mie scelte professionali, perché di
natura sono curioso. Ho fatto il film con Zalone perché volevo
vedere da vicino come lavora un genio della comicità. Ho fatto
tutta una serie di scelte per soddisfare la mia curiosità.
Giannini dice sempre
che il nostro lavoro in inglese si dice play e in francese jouer,
se smetto di divertirmi non ha più senso nulla. Se devo dare conto
solo a me stesso, allora che mi diverta. La mia libertà ha un
grande prezzo, la solitudine, ma mi permette anche di rifiutare
ruoli molto ben pagati per progetti che mi incuriosiscono di più.
Al me bambino direi anche questo, di continuare a essere curioso,
di non smettere mai di crederci, perché sono tantissime le volte in
cui vorresti mollare, di imparare a capire di chi fidarsi, e gli
direi anche basta con tutti questi carboidrati a 16
anni!”.
Molto spesso al cinema vengono
raccontate invenzioni o scoperte scientifiche che hanno cambiato
per sempre la vita del genere umano. L’oggetto al centro del film
Hysteria (qui la recensione), diretto nel
2011 da da Tanya Wexler, può a suo modo rientrare
perfettamente in tale categoria. In esso si racconta infatti la
soluzione che nella Londra del XIX secolo venne adottata per curare
l’isteria: il vibratore. Attraverso una commedia maliziosa, si
snoda così in modo in parte romanzo in parte fedele a quanto
realmente avvenuto, una vicenda poco nota che spesso rappresenta
anche un tabù.
Nell’Ottocento, infatti, l’isteria
era considerato un problema psichiatrico di più o meno grave
entità. Questa prevedeva sintomi quali attacchi nevrotici,
convulsioni, annebbiamento della vista, e simili. Per cercare un
rimedio a tale malattia, si cercò e sperimentò una cura consistente
nel raggiungimento del parossismo tramite stimolazione. Le donne
affette da tale disturbo trovavano aiuto in ciò proprio grazie
all’oggetto oggi noto come vibratore.
Proprio per questo aspetto, il film
faticò non poco a trovare finanziatori. La sceneggiatrice
Jonah Lisa Dyer ha impiegato infatti oltre 7 anni
per trovare qualcuno che credesse in tale storia, riuscendo infine
nella sua impresa. Grazie anche al coinvolgimento di celebri
attori, Hysteria ha poi goduto di un’ampia promozione e
distribuzione. Accolto con pareri generalmente favorevoli dalla
critica, che ne elogiava il tono e il sarcasmo, il film ha poi
guadagnato circa 9 milioni di dollari al box office, affermandosi
come un discreto successo.
Hysteria: la trama del
film
La storia del film si apre sulla
Londra del 1880, dove il giovane medico Mortimer
Granville si fa conoscere grazie ai suoi metodi bizzarri e
alle teorie rivoluzionarie, le quali però entrano in contrasto con
quanto professato sino a quel momento in materia. Per questo
motivo, egli finisce con l’essere allontanato dalle varie strutture
ospedaliere presso cui opera. Alla disperata ricerca di un nuovo
impiego, egli si rivolge al dottor Dalrymple, il
quale è intento nella ricerca di una cura per l’isteria. Un sempre
maggior numero di donne si dichiara affetta da tale malattia,
spingendo le autorità mediche a studiare un rimedio a riguardo. Per
Dalrymple la soluzione è una soltanto: un lungo massaggio manuale
alle parti intime.
Granville si getta così nell’impresa
di dimostrare, insieme al suo datore di lavoro, l’efficacia di tale
teoria. Praticare tali massaggi, però, risulta estremamente
faticoso, e non passa molto prima che il giovane medico inizi ad
accusare un dolore alla mano, ritrovandosi così a non poter
proseguire nel suo esercizio. Grazie al fratellastro inventore
Edmund, egli inizia a sperimentare la possibilità
di far eseguire il massaggio ad uno strumento elettrico. La
scoperta si rivela sorprendente, e permetterà al giovane di entrare
nelle grazie di Dalrymple. Stando a più stretto contatto con
questi, Granville avrà modo di conoscere la sua bella figlia
Charlotte, di cui si innamorerà profondamente.
Prima di poter cantare vittoria, però, egli dovrà fare i conti con
l’opposizione incontrata dal nuovo oggetto.
Hysteria: il cast del
film
Per favorire un buon richiamo di
pubblico al film, regista e produttori si sono assicurati la
partecipazione di diversi celebri attori. Ad interpretare il
protagonista Mortimer Gra\nville è infatti Hugh
Dancy, noto per il film I Love Shopping e per
la serie Hannibal. Accanto a lui, nel ruolo del dottor
Dalrymple vi è invece Jonathan Pryce, recentemente
nominato all’Oscar per il suo ruolo nel film I due papi. Le due figlie di
questo, Emily e Charlotte, sono interpretate da Felicity
Jones, nota per La teoria del
tutto, e Maggie
Gyllenhaal, celebre per Il cavaliere oscuro.
L’attore Rupert Everett, invece, interpreta
Edmund, fratellastro di Mortimer. Questi è di recente tornato al
cinema con il film The Happy Prince –
L’ultimo ritratto di Oscar Wilde, da lui diretto e
interpretato.
Hysteria: la vera storia
dietro al film
Tutt’oggi c’è molta confusione circa
la vera storia dietro all’invenzione del vibratore. Quella proposta
nel film è infatti una storia particolarmente romanzata, che tenta
di dare unità ad una vicenda particolarmente frammentata e priva di
reali prove storiche. La sceneggiatura di Hysteria è
liberamente basata sul saggio storico The Technology of
Orgasm, all’interno del quale si afferma che la pratica del
massaggio genitale era particolarmente diffusa in medicina.
Tuttavia, tale idea è stata in seguito smentita da diversi studi
circa le reali pratiche dell’epoca. Il principale motivo dietro
tale mancanza di credibilità è in particolare l’assenza di fonti
certe a riguardo.
Il dottor Joseph Mortimer Granville,
ad ogni modo, è una figura realmente esistita. Questi è vissuto tra
il 1833 e il 1990, e intorno al 1880 inventò realmente quello che
oggi è noto come il vibratore elettrico. Al momento della sua
realizzazione, però, questo veniva utilizzato da Mortimer per
curare dei semplici disordini muscolari. In seguito, l’oggetto
iniziò ad essere utilizzato da altri medici per curare l’isteria,
ma Mortimer si dissociò sempre da tale utilizzo. In un suo libro a
riguardo, dove si spiegava il corretto funzionamento dell’oggetto,
egli affermò infatti di non aver mai utilizzato tale pratica su una
paziente donna, e anzi sconsigliava tale pratica, ritenendola
inadatta alla cura di tale disturbo.
Hysteria: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili.
Hysteria è infatti presente su
Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e
Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per martedì 21giugno alle ore 21:15 sul
canale Cielo.
Netflix rilascia
il trailer dell’epico finale della quarta stagionedi Stranger
Things. Il volume 2 include gli
episodi 8 e 9 (scritti e diretti dai Duffer
Brothers), e sarà disponibile in tutti i Paesi in cui il
servizio è attivo il 1° luglio.
Sono passati sei mesi dalla
battaglia di Starcourt che ha portato terrore e distruzione a
Hawkins. Mentre affrontano le conseguenze di quanto successo
i protagonisti si separano per la prima volta, e le
difficoltà del liceo non facilitano le cose. In questo periodo
particolarmente vulnerabile arriva una nuova e orribile minaccia
soprannaturale assieme a un mistero cruento che, una volta risolto,
potrebbe mettere fine agli orrori del Sottosopra.
Creata dai Duffer
Brothers, Stranger Things è prodotta da Monkey Massacre Productions
e 21 Laps Entertainment con i Duffer Brothers come produttori
esecutivi, insieme a Shawn Levy e Dan Cohen di 21 Laps
Entertainment, Ian Paterson e Curtis Gwinn.
Cast: Winona Ryder (Joyce
Byers), David Harbour (Jim Hopper), Millie Bobby Brown (Undici),
Finn Wolfhard (Mike Wheeler), Gaten Matarazzo (Dustin Henderson),
Caleb McLaughlin (Lucas Sinclair), Noah Schnapp (Will Byers), Sadie
Sink (Max Mayfield), Natalia Dyer (Nancy Wheeler), Charlie Heaton
(Jonathan Byers), Joe Keery (Steve Harrington), Maya Hawke (Robin
Buckley), Priah Ferguson (Erica Sinclair), Brett Gelman (Murray),
Cara Buono (Karen Wheeler) e Matthew Modine (Dott. Brenner).
Ogni generazione ha i propri
cartoni animati di riferimento. Titoli con cui è cresciuta e che
hanno saputo insegnare importanti valori attraverso un
intrattenimento il più universale possibile. Questo tipo di opere,
spesso sottovalutate, rimangono però nel cuore degli spettatori,
indicando periodi della propria vita in cui bastava guardare
qualche puntata del proprio cartone preferito per sentirsi felici.
Molti dei protagonisti di questi prodotti sono spesso considerati
veri e propri amici, dai quali è sempre bello tornare. Per chi è
cresciuto nei primi anni Novanta, ecco allora un elenco dei
migliori cartoni animati anni ’90, da recuperare e
riscoprire!
Cartoni animati anni ’90: la lista
dei migliori titoli da vedere
Negli anni ’90 i cartoni animati in
televisione si sono moltiplicati, permettendo l’arrivo di titoli
provenienti da ogni parte del mondo. Se il Giappone è ovviamente
stato in prima linea in ciò, offrendo alcuni dei cartoni più
iconici e popolari di sempre, anche la Disney ha avuto il suo
ruolo nella diffusione di nuovi cartoni animati. Che siano tratti
da suoi precedenti lungometraggi o storie inedite, molti di questi
si sono affermati come titoli estremamente popolari ancora a
distanza di anni dalla loro distribuzione. Ecco di seguito i titoli
da non perdere!
Cartoni animati anni ’90 della Disney
Gli anni ’90 sono stati molto
importanti per la Disney, che oltre a rilanciarsi nel campo
dell’animazione cinematografica grazie ad alcuni dei suoi maggiori
successi di sempre, diede vita a nuove fortunate serie animate.
Molte di queste sono spin-off basati proprio su alcuni suoi
lungometraggi, come La
sirenetta, Aladdin e La carica dei 101, ma vi
sono anche titoli originali che hanno dato prova della volontà
dello studios di sperimentare e dar vita a progetti anche
rischiosi.
Darkwing Duck.
Spin-off di DuckTales – Avventure di paperi, la serie è
basata sulle avventure di un papero mascherato, Darkwing Duck, una
specie di vigilante notturno. La serie, composta da 91 episodi,
ebbe un grande successo e diede vita a numerose altre opere
derivate come fumetti e videogiochi.
Ecco Pippo! Si
tratta di una serie di animazione statunitense prodotta dalla Walt
Disney Company, che riprende la figura del simpatico e maldestro
Pippo, il quale viene calato nei panni di genitore di Max, un
ragazzino di undici anni vivace e attivo ma anche sveglio (a
differenza del padre) e sempre attento alla moda, ma anche
scatenato nel compiere le sue furbizie contro Pietro Gambadilegno,
il quale è molto disonesto, sfortunato e alquanto diffidente nella
serie.
La Sirenetta – Le nuove
avventure marine di Ariel. La serie racconta altre
fantastiche avventure della sirenetta Ariel, principessa del regno
sommerso di Atlantica e dei suoi simpatici e frizzanti amici.
Composta da 31 episodi, gli eventi qui raccontati sono precedenti
al lungometraggio per il cinema e presentano dunque una Ariel più
giovane alla scoperta dei segreti dell’oceano.
Bonkers – Gatto
combinaguai.Bonkers – Gatto combinaguai è una
serie televisiva d’animazione prodotta dalla Walt Disney Television
Animation, spin-off della precedente Raw Toonage. Andò in
onda con successo in 65 episodi dal 28 febbraio 1993 al 23 febbraio
1994. La serie si basa su una premessa simile a quella del film
Chi ha incastrato Roger Rabbit, essendo una buddy comedy con
protagonisti un cartone animato e un essere umano di carattere
opposto che indagano su casi riguardanti il mondo dei cartoni.
Aladdin.Aladdin è una serie televisiva animata basata sull’omonimo
film del 1992, prodotto anch’esso dalla The Walt Disney Company e
andata in onda nel triennio 1994-1996. Composta da 86 episodi, la
serie mantiene gli stessi personaggi e ambientazioni, seppure gli
stessi sono sostanzialmente più scanzonati e le storie meno cupe e
complesse per renderli adatti ad un pubblico infantile, e si
colloca cronologicamente dopo la pellicola originale.
Gargoyles – Il risveglio
degli eroi. Un gruppo di Gargoyles, dopo aver dormito per
mille anni a causa di un incantesimo, si risvegliano nel mondo
moderno, nella città di New York, e dopo una serie di vicissitudini
decidono di difenderla dal crimine. Particolarmente celebre e
apprezzato, è questo uno dei più ambiziosi progetti della Disney:
una serie dai toni cupi, con storie strutturate su ampi archi
narrativi e sotto trame di lunga portata.
Timon e Pumbaa.
L’adorabile cinghiale Pumbaa e il suo amico suricato Timon
conducono un divertente stile di vita “hakuna matata“, che
spesso li mette nei guai nella giungla. Altra serie spin-off legata
ad uno dei classici della Disney, ovvero Il re leone, questa
serie animata andata in onda tra il 1995 e il 1999 offre numerose
nuove avventure insieme a due dei più simpatici personaggi Disney
di sempre.
La carica dei 101 – La
serie. La serie è basata sul film d’animazione della
Disney La carica dei cento e uno
e anche sul rifacimento live-action del 1996. È caratterizzata da
una serie di nuovi personaggi, e ha come protagonisti alcuni figli
di Pongo e Peggy più una gallina per amica, Spot. In ogni episodio,
i numerosi cuccioli si cacciano sempre in nuove avventure e
guai.
Pepper Ann. Pepper
Ann Pearson è una ragazza di 12 anni, con una personalità peculiare
ed una mente creativa. Da studentessa delle superiori, è combattuta
tra l’accettazione da parte del gruppo e il bisogno di continuare
ad essere se stessa. 65 episodi divisi in cinque stagioni formano
una delle più celebri e amate serie animate della Disney degli anni
Novanta.
Ricreazione. TJ,
Mikey, Gus, Spinelli, Gretchen e Vince, frequentano una scuola
elementare mal gestita e scarsamente finanziata. I sei bambini,
cercano di far fronte alle difficoltà che la crescita richiede.
Composta da 6 stagioni per un totale di 65 episodi, questo cartone
animato trasmesso per la prima volta nel 1997 è stato uno dei
maggiori successi seriali per la Disney. L’estrema popolarità
acquisita spinse a realizzarne diversi spin-off tra cui tre film
per la TV e uno per il cinema.
Cartoni animati anni ’90 giapponesi
Il Giappone è noto per le sue opere
d’animazione, conosciute con il nome di Anime. Oltre ai tanti
lungometraggi, negli anni sono tantissime le serie anime arrivate
in Italia, contribuendo a formare intere generazioni di spettatori.
Tra titoli estremamente popolari e altri meno noti ma altrettanto
validi, ecco un elenco di cartoni da recuperare assolutamente.
Sailor Moon. La
giovane Usagi Tsukino acquisisce grazie ad una spilla il potere di
trasformarsi in Sailor Moon, la guerriera dell’amore e della
giustizia, vestita alla marinara e protetta dalla Luna. Il suo
compito sarà quello di difendere gli abitanti della Terra dai
continui attacchi del Dark Kingdom, nonché di ritrovare le sue
compagne per rintracciare la misteriosa Principessa della
Luna. Composto da soli 46 episodi, anche questo è uno dei
cartoni animati più celebri di sempre
Che campioni Holly e
Benji!!!. Oliver Hutton, detto Holly, è un giovane
calciatore di talento che sogna di giocare nella nazionale
giapponese e vincere i mondiali. Entra dunque nella squadra della
città sotto la guida di Roberto, ex calciatore brasiliano e suo
mentore. Composto da 47 episodi, questo cartone è la versione
animata della seconda serie del manga, un must per tutti gli
appassionati di calcio.
Neon Genesis
Evangelion. Quando degli esseri misteriosi scendono sul
pianeta Terra per distruggere l’intera umanità, un quattordicenne
viene reclutato in una piccola squadra incaricata di combattere la
minaccia. Caratterizzato da una trama particolarmente emozionante,
elementi post-apocalittici e una forte introspezione dei
personaggi, è questo uno degli anime più influenti degli ultimi
anni.
Detective Conan.
Una delle più longeve serie animate di sempre, con oltre mille
episodi. Trasmessa per la prima volta nel 1996, questa ha per
protagonista Shinichi Kudo un liceale estremamente intelligente e
appassionato di investigazione. Quando finisce coinvolto in un caso
particolarmente losco, dei misteriosi criminali gli somministrano
un farmaco che lo ringiovanisce di dieci anni. Assumendo l’identità
di Conan, egli pur essendo un bambino di soli 7 anni inizia ad
affermarsi come detective, alla ricerca di un antidoto per tornare
normale.
Dragon Ball GT.
Questa serie è il seguito di Dragon Ball Z, ambientato
dieci anni dopo la fine della serie: Goku, Pan e Trunks affrontano
nuove avventure. Nei 64 episodi che compongono questa nuova serie
Goku, tornato bambino per errore, deve radunare le sette sfere del
drago, sparse nell’Universo, per impedire la distruzione della
Terra. Contro di lui si porranno però nuovi pericolosi nemici.
Pokémon. Pokémon è una delle serie
televisive anime più celebri di sempre, basata sull’omonima saga
videoludica. Trasmessa per la prima volta nel 1997, questa vanta
oggi oltre mille e duecento episodi oltre ad un influenza culturale
unica. La storia è quella di Ash, un giovane con il sogno di
diventare maestro Pokémon, che per riuscirci affronta incredibili
sfide e cerca di conquistare le medaglie sconfiggendo i capi
palestra della regione di Kalos.
Cowboy Bebop.
L’anime si concentra sulle avventure di un gruppo di cacciatori di
taglie che viaggiano nel sistema solare. Tra una missione e
l’altra, però, la serie oltre a caratterizzarsi per il suo genere
fantascientifico, affronta anche svariate tematiche con un tono a
tratti quasi filosofico. Questo anime di soli 26 episodi è
considerato tra i più belli di sempre.
Flint a spasso nel
tempo. La storia è incentrata su Flint Hammerhead, un
ragazzo proveniente dalla preistoria resuscitato grazie ad un
fossile. Insieme a due ragazzini, Sarah e Tony Goodman, ha il
compito di viaggiare attraverso le varie epoche storiche ed
allearsi con delle creature, i cambia-tempo, per proteggere il
naturale decorso degli avvenimenti. Composto da 39 episodi, è
questo un altro dei più celebri cartoni animati giapponesi degli
anni ’90.
Digimon
Adventure. Si tratta della prima stagione della serie
anime Digimon, andata in onda nel 1999. La storia comincia
con un gruppo di ragazzi e ragazze che viene improvvisamente
trasportato in una dimensione parallela, di nome Digiworld. Il
gruppo, composto da cinque ragazzi e due ragazze, è stato
trasportato lì per diventare dei Digiprescelti, bambini speciali
con il compito di salvare Digiworld dalle forze malvagie che
minacciano di distruggerlo. Ad aiutarli, vi saranno delle creature
chiamate Digimon. Inizia così uno dei più popolari cartoni animati
degli ultimi decenni, che ha dato vita ad un ricco franchise.
One Piece. Il
giovane Monkey D. Rufy vuole diventare Re dei pirati, e, con un
variegato gruppo di compagni, ognuno dei quali possiede abilità
particolari e uniche, affronta viaggi e pericoli di ogni genere.
Basata sull’omonimo manga, One Piece vanta ad oggi oltre
mille episodi, che ne fanno una delle serie animate più lunghe di
sempre e ancora lontana dalla sua conclusione. Un vero e proprio
cult la cui prima puntata è andata in onda nel 1999.
Cartoni animati anni ’90: le sigle più belle
Oltre ai titoli fin qui elencati, i
quali presentano tutti delle sigle particolarmente celebri per
quanto riguarda i cartoni animati degli anni ’90, qui di seguito si
riportano quelle serie divenute celebri proprio grazie alla loro
sigla. Come si potrà notare, la maggior parte di queste sono state
cantate da Cristina D’Avena, vera e propria voce
ammaliatrice di un’intera generazione di giovani spettatori.
Tazmania. Il
famelico diavoletto della Tasmania, uno dei più celebri personaggi
dei Looney Tunes, è sempre alla ricerca di cibo e divertimento. È
il più scatenato adolescente del mondo, ma animato da buone
intenzioni. La serie, composta da 65 episodi, è in particolare
ricordata per la sigla italiana, la quale è stata scritta da
Alessandra Valeri Manera e da Carmelo Carucci, ed è stata cantata
da Cristina D’Avena.
Insuperabili
X-Men. Il professor Charles Xavier e la sua banda di
coraggiosi mutanti, attaccano le agenzie governative corrotte
mentre proteggono il mondo dalle forze del male guidate dal mutante
Magneto. La serie, basata sui celebri mutanti della Marvel, è ricordata anche per la
sua sigla, che contribuì ad attrarre un ampio pubblico di
giovani.
Batman. Batman è
una serie televisiva animata statunitense dedicata al personaggio
della DC Comics Batman. Prodotta dalla Warner Bros. Animation e
creata da Bruce Timm e Eric Radomski, è andata in onda su Fox Kids
dal 1992 al 1995 per un totale di 85 episodi. La sigla italiana
“Batman” è stata scritta da Alessandra Valeri Manera, con
musica di Carmelo Carucci, ed è stata cantata da Cristina
D’Avena.
Street Shark: Quattro pinne
all’orizzonte. La serie ha per protagonisti quattro
ragazzi trasformati squali umanoidi dalla grande forza fisica. I
quattro fratelli decidono di formare un team chiamato Street
Sharks intento a combattere il crudele dottor Paradigm per
impedirne i piani di conquista e recuperare le loro sembianze
umane. La canzone della sigla, particolarmente orecchiabile anche
grazie alle sue rime, è cantata da Enzo Draghi.
Action Man. Action
Man è una serie televisiva a cartoni animati prodotta da DIC
Productions, L.P. e Bohbot Entertainment nel 1995 e basata sui
giocattoli Gig e Hasbro Action Man. La sua celebre sigla italiana
“Action man” è cantata da Marco Destro, che ha contribuito
a rendere particolarmente popolare anche la serie stessa.
Mignolo col Prof.
Le avventure di tue topi modificati geneticamente a causa di un
esperimento di laboratorio: uno è diventato un genio, l’altro un
po’ più goffo. Anche in questo caso a rendere popolare la serie è
stata prima di tutto la sua celebre sigla, con una canzone
orecchiabile divenuta un vero e proprio “tormentone”.
Il mistero della pietra
azzurra. Le avventure di Nadia, giovane acrobata circense
ignara delle sue origini, e Jean, un ragazzo francese con la
passione per l’ingegneria. I due devono proteggere una pietra
azzurra dai poteri magici. La sigla italiana “Il mistero della
pietra azzurra” è stata scritta da Alessandra Valeri Manera e
da Carmelo Carucci, ed è cantata da Cristina D’Avena.
Un incantesimo dischiuso
tra i petali del tempo. Rina Inverse è una giovane maga
che, affiancata dallo spadaccino Gourry Gabriev, affronta numerose
avventure a colpi di incantesimi all’interno della lotta tra i
poteri cosmici che reggono il suo mondo. Il cartone si affermò in
Italia anche grazie alla sua splendida sigla, dove la canzone è
cantata da Cristina D’Avena.
Piccoli problemi di
cuore. Incentrata sulle prime esperienze amorose della
protagonista, questa serie anime è tra le più popolari degli anni
’90, composta da 76 episodi. Particolarmente celebre è la sigla
italiana “Piccoli problemi di cuore”, la quale è stata
scritta da Alessandra Valeri Manera e da Franco Fasano, ed è
cantata da Cristina D’Avena.
Magica Doremì. La
serie segue le avventure vissute da un gruppo di bambine delle
elementari diventate apprendiste streghe nel loro percorso verso il
conseguimento del titolo di strega. Celebri sono le sigle che
caratterizzano le varie stagioni: “Magica Doremi“, per la
prima, “Ma che magie Doremi“, per la seconda e la quarta,
“Doredò Doremì” per la terza. La prima sigla è scritta da
Alessandra Valeri Manera, musica di Giorgio Vanni e Max longhi,
cantata da Cristina D’Avena.
Sky annuncia le
riprese di Beata Te, la nuova commedia Sky
Original prodotta per Sky da
Cinemaundicie Vision Distribution
che affronta, con toni leggeri ma mai banali, il delicato tema
della maternità e dell’autodeterminazione femminile. Il set è in
corso a Roma.
Prodotto da Olivia
Musini, con la regia di Paola Randi
(La Befana vien di notte – Le origini) e la sceneggiatura
di Lisa Nur Sultan e Carlotta
Corradi, il film è liberamente tratto dall’opera teatrale
“Farsi Fuori” di Luisa Merloni e vede protagonista Serena Rossi (Ammore e malavita, Song ‘e
Napule, La tristezza ha il sonno leggero).Accanto a lei
Fabio Balsamo ((Im)perfetti criminali,
Generazione 56 k).
Nel cast anche Paola
Tiziana Cruciani, Gianni Ferreri, Valentina Correani, Elisa Di
Eusanio, Corrado Fortuna, Emiliano Masala, Alessandro
Riceci e con la piccola Caterina
Bernardi.
La trama
Marta (Serena Rossi) è una regista
di teatro, single e bene o male soddisfatta della sua vita, a un
passo dal debutto del suo Amleto. Al suo 40esimo compleanno riceve
una visita inaspettata: l’Arcangelo Gabriele (Fabio Balsamo), che
vorrebbe annunciarle la nascita di un figlio. Ma Marta non è sicura
di volere un figlio “in dono” e chiede tempo per pensarci. Preso
alla sprovvista da questa richiesta, costretto a fermarsi sulla
Terra più del previsto, Gabriele si trasferirà a casa sua e le
starà accanto per le due settimane che a Marta serviranno per
capire cosa vuole per sé stessa e per essere felice.
La regista Paola
Randi ha dichiarato: Quando Lisa Nur Sultan mi ha
parlato dell’idea di ‘Beata te’ l’ho trovata folgorante. Una donna
che compie quarant’anni e vede materializzarsi davanti ai suoi
occhi il famigerato orologio biologico nei panni dell’Arcangelo
Gabriele. La sceneggiatura, da lei scritta insieme a Carlotta
Corradi, ha fatto il resto. La commedia italiana di grande
tradizione incontra qui un sapore contemporaneo, internazionale,
metropolitano, che sa essere graffiante, ma caldo e
coinvolgente.
È stato impossibile non farsi
coinvolgere da un progetto come questo che mi dà, tra l’altro,
l’opportunità di lavorare con una squadra di donne straordinarie
che stimo molto come Lisa, Carlotta e la produttrice Olivia Musini,
e con uno splendido cast, capitanato dalla protagonista Serena
Rossi e da Fabio Balsamo nei panni dell’Arcangelo. E sono felice di
fare questo film con Sky e Vision.
Mi ha conquistata anche
l’occasione di affrontare un tema importante come quello del
diritto delle donne di scegliere se avere o meno un figlio, con
leggerezza e al contempo profondità.Perché, come ci
insegnano le maestre e i maestri, la commedia è libertà.
Il film Sky Original BEATA
TE arriverà in prima assoluta prossimamente su
Sky e NOW.
Circeo è
l’annunciata serie tv prodotta da Cattleya in
collaborazione con VIS, Paramount+ e RAI Fiction. La
serie, tratta da un’idea di Flaminia Gressi e da un soggetto di
serie di Flaminia Gressi e di Lisa Nur Sultan, è scritta dalle due
autrici insieme a Viola Rispoli e diretta da Andrea Molaioli.
Circeo: quando esce e dove
vederla in streaming
Circeo in
streaming debutterà nel corso del 2022 su
Paramount+
Circeo: trama e
cast
Circeo ripercorre
tutte le fasi del processo seguito al terribile caso di cronaca del
1975, raccontando quanto abbia cambiato radicalmente la società
italiana dell’epoca e contribuito alla lotta per i diritti delle
donne.
Circeo ha come
protagonista Greta Scarano nei panni di Teresa Capogrossi,
un avvocato che si batte con convinzione per la riforma della legge
sulla violenza sessuale e che prenderà le difese di Donatella
Colasanti, (interpretata dalla giovanissima Ambrosia
Caldarelli), cercando non soltanto di vincere il processo ma anche
di cambiare la legge. Vede, tra i suoi interpreti, anche
Angelo Spagnoletti, Pia Lanciotti, Enrico Ianniello, Francesca
Antonelli, Benedetta Cimatti e
Guglielmo Poggi.
È il 1975, quartiere popolare della
Montagnola: Donatella Colasanti (Ambrosia Caldarelli) e Rosaria
Lopez (Adalgisa Manfrida), due adolescenti piene di vita e di
sogni, si preparano per uscire con dei ragazzi della Roma bene, da
poco conosciuti. Quando accettano di accompagnarli a una festa al
mare, non si immaginano che quella gita presto diventerà un incubo:
sequestrate, picchiate e violentate per ore in una villa al Circeo,
verranno infine rinchiuse nel bagagliaio di una macchina perché
credute morte. La mattina del 1° ottobre, i giornali, le
televisioni, le radio aprono tutti con la stessa notizia: in
un’auto a viale Pola sono state trovate due ragazze. Nude. Avvolte
nelle coperte. Una è morta. L’altra è viva: Donatella.
Il delitto del Circeo scuote
l’Italia. Il processo che ne segue viene raccontato quotidianamente
da tutti i giornali nazionali. Donne da ogni angolo del Paese si
presentano al tribunale di Latina per sostenere Donatella e
assicurarsi che gli assassini siano condannati all’ergastolo.
Quello che però la ragazza ancora non sa è che d’ora in poi non
potrà mai più essere semplicemente Donatella, ma sempre e solo “la
sopravvissuta del Circeo”. Da quel momento, infatti, Donatella
diventerà un simbolo del movimento femminista.
Perché in gioco non c’è solo il
desiderio di farla pagare ai suoi aguzzini e agli assassini di
Rosaria, ma ci sono anche i diritti di tutte le donne. La posta in
gioco è alta: cambiare la mentalità di un Paese in cui lo stupro
non è considerato un crimine contro la persona, ma un’offesa alla
pubblica morale. A difendere Donatella c’è Teresa Capogrossi
(personaggio di fantasia interpretato da Greta Scarano), la giovane
e ambiziosa avvocata che lavora prima per il noto penalista Fausto
Tarsitano (personaggio realmente esistito interpretato da Enrico
Ianniello), e poi per Tina Lagostena Bassi (personaggio realmente
esistito e interpretato da Pia Lanciotti), l’“avvocato delle
donne”, impegnata in prima linea per la riforma della legge sulla
violenza sessuale.
Teresa è una donna idealista e
appassionata con forte sete di giustizia che, come una sorella
maggiore, imparerà a prendersi cura di Donatella dimostrando che
può vincere il processo e cambiare la legge. A ogni costo. In
questo lungo viaggio verso la giustizia, le due donne impareranno
molto l’una dall’altra, in una ricerca costante della propria
identità e del proprio ruolo nel mondo.
Circeo è una storia privata e
pubblica insieme. La storia del dramma e della rinascita di una
donna, ma anche la storia di un evento destinato a cambiare la
società italiana per sempre. “Il massacro del Circeo”, infatti, non
è soltanto una delle pagine più tristemente note della nostra
cronaca nera, ma rappresenta anche uno spartiacque nel cammino di
emancipazione delle donne italiane. Il caso, che ha saputo scuotere
profondamente l’opinione pubblica dell’epoca, è diventato la miccia
per il movimento femminista per pretendere la revisione della legge
sulla violenza sessuale, considerata allora come un reato contro la
morale e non contro la persona.
In Circeo si racconta per la prima
volta questa storia dalla parte delle donne: le vittime, la
sopravvissuta e i loro avvocati. Il dramma, ma ancora di più il
processo, la battaglia, la rabbia e la speranza di una
sopravvissuta e di tutte le donne. Niente in Italia, dopo quei
giorni, sarà più come prima. La serie affronta i passaggi cruciali
del percorso di Donatella Colasanti: da anonima ragazzina di
periferia a vittima illustre che occupa le prime pagine di tutti i
giornali e vive la celebrità lampo della cronaca nera. Da icona del
movimento femminista (e come tale controllata, tenuta a bada,
perché un’icona non può sbagliare) a donna finalmente consapevole
che rivendica la libertà di essere soltanto sé stessa, errori
compresi.
Ma Circeo è anche una storia di
amicizia e di solidarietà femminile. I punti di vista di Donatella
e di Teresa, un personaggio di invenzione che racchiude le tante
donne che furono a fianco di Donatella, ci guidano lungo le varie
fasi della storia: due realtà diverse e parziali – quella della
ragazza sopravvissuta al massacro e quella della sua avvocata –
messe in continua relazione tra loro, che episodio dopo episodio
sanno restituire una visione sfaccettata e complessa del loro
rapporto e della vicenda.
La serie copre l’arco temporale che
va dal giorno che precede il delitto (29 settembre 1975) fino al
processo di secondo grado (ottobre 1980) e comprende molti momenti
salienti per la politica e la società italiana dell’epoca:
l’omicidio Pasolini, la nube tossica di Seveso, l’occupazione di
Palazzo Nardini a via del Governo Vecchio, Processo per stupro, la
battaglia per l’aborto. La televisione e i giornali fanno da sfondo
e da megafono alla storia per raccontare le mode, i gusti, gli
eventi che costellano l’epoca.
Le canzoni più famose, i locali
dove si andava a ballare, i fotoromanzi, quel che resta di Via
Veneto e della Dolce Vita: il rigore e la crudezza del massacro e
del processo si scontrano con la voglia di vita e di leggerezza di
una ragazzina che non si arrende a essere solo una vittima, vuole
vivere, ascoltare musica, ballare e innamorarsi come le sue
coetanee. Circeo è una serie di liberazione, di libertà femminile
in senso personale. Libertà da sé stesse in primis. Perché nessuno
può dire a una donna chi deve essere o come si deve comportare.
Nemmeno un’altra donna.
Il Lifetime Achievement Award,
l’omaggio del Locarno Film Festival alle personalità
cinematografiche con una carriera straordinaria, sarà assegnato
all’attore statunitense Matt Dillon. La premiazione di giovedì 4
agosto in Piazza Grande sarà accompagnata dalla proiezione
di Drugstore
Cowboy (Gus
VanSant, 1989)
e Cityof
Ghosts (Matt Dillon, 2002), e
da un incontro con il pubblico venerdì 5 agosto al Forum @Spazio
Cinema.
Dal suo debutto a 14 anni nel
classico di culto Over the Edge (Jonathan
Kaplan, 1979), Matt Dillon ha saputo attraversare numerosi
territori cinematografici, grazie a incontri come quello con
Francis Ford Coppola – a cui si devono The
Outsiders (1983), Rumble Fish (1983)
–, a film di genere divenuti veri e propri cult – Wild
Things (John McNaughton, 1998), There’s
Something About Mary (Bobby Farrelly, Peter Farrelly,
1998) –, sino a incursioni nel cinema d’autore europeo
– The House That Jack Built (2018) di Lars von
Trier e Nimic (2019) di Yorgos Lanthimos. A
questo percorso attoriale condotto sempre nel segno della libertà e
della ricerca, il Locarno Film Festival ha deciso di assegnare
il Lifetime Achievement Award, il premio dedicato alle
carriere cinematografiche straordinarie.
“Matt Dillon incarna con suprema
libertà un’idea di artista e di cinema americano che amiamo
profondamente. L’inquietudine della giovinezza e la libertà della
maturità. Un interprete che ha saputo costruire un successo
duraturo e transgenerazionale senza mai rinunciare a esplorare
nuove sfide e linguaggi. Attore e regista sorprendente, Dillon
rappresenta il meglio di un’idea di cinema statunitense nata negli
anni Settanta e allo stesso tempo celebra il coraggio delle scelte
non convenzionali. Siamo onorati di celebrare con lui il 75esimo
anniversario del Locarno Film Festival.”
– Giona A. Nazzaro, direttore
artistico
Il programma
dell’omaggio
In occasione del premio, consegnato a Matt Dillon la sera
di giovedì 4 agosto in Piazza Grande,
verranno proposti nei giorni seguenti due titoli rivelatori
dell’eclettismo dell’attore e regista:
Drugstore Cowboy, Gus Van Sant –
Stati Uniti – 1989 – presentato nella sezione Histoire(s) du
cinéma
City of Ghosts, Matt Dillon – Stati
Uniti – 2002 – presentato nella sezione Histoire(s) du cinéma
Venerdì 5 agosto,
inoltre, Matt Dillon incontrerà il pubblico del Festival durante
una conversazione che si terrà al Forum @Spazio
Cinema.
Il Lifetime Achievement Award è stato istituito nel 2011. Negli
scorsi anni è stato consegnato a leggende del cinema quali Harrison
Ford (2011), Alain Delon (2012), Jacqueline Bisset (2013), Harvey
Keitel (2016) e, nel 2021, Dario Argento.
Dopo essere stato presentato al
Festival di Cannes, al TIFF Festival Internazionale del Film di
Toronto, al BFI London Film Festival e alla Festa del Cinema di
Roma, Secret
Love(tit.
orig.Mothering Sunday), film di
Eva Husson con protagonisti Odessa
Young, la star della serie tv The
CrownJosh O’ Connor, il Premio Oscar
Olivia Colman, il Premio Oscar Colin
Firth e il Premio Oscar Glenda Jackson,
arriva al cinema dal 20 luglio con Lucky Red. Il film è tratto
dal romanzo Mothering Sunday di
Graham Swift (edito in Italia da Neri Pozza con il
titolo Un giorno di festa).
Secret Love, la
trama
In una calda giornata di primavera
del 1924, la giovane domestica Jane Fairchild (Odessa Young) si
ritrova da sola a festeggiare la Festa della Mamma. I suoi
datori di lavoro, i coniugi Niven (Colin Firth e Olivia Colman) non
sono in casa e lei ha la rara possibilità di trascorrere del tempo
con il suo amante segreto, Paul (Josh O’Connor), il figlio dei
vicini. Jane è da tempo innamorata di Paul, nonostante lui sia
fidanzato con un’altra donna, amica d’infanzia e figlia di amici
dei suoi genitori. Una serie di eventi imprevedibili per i due
amanti cambierà però per sempre il corso della vita di Jane.
Grazie a Total Film possiamo
vedere nuove foto di Thor: Love and
Thunder in cui vediamo i protagonisti del film.
Tra le cose migliori mostrate dalle foto, possiamo dare uno sguardo
ravvicinato all’armatura di Jane Foster/Mighty Thor e uno sguardo a
Star Lord e Mantis dei Guardiani della
Galassia.
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Il presidente dei Marvel Studios, Kevin
Feige, afferma che la storia della Fase 4 dell’MCU
diventerà più chiara nei prossimi mesi. Anche se la prima stagione
di Loki ha stabilito l’esistenza di Kang
(Jonathan Majors), il cattivo della Marvel che
viaggia nel tempo e nel multiverso che dovrebbe essere la prossima
minaccia a livello di Thanos per l’MCU, è stato spiegato molto poco
di quello che sarà il percorso della Fase 4.
Parlando con Total
Film (tramite Games Radar), Kevin
Feige dei Marvel Studios ha affermato che le cose stanno
per diventare più chiare in merito alla direzione della storia
della Fase 4, dicendo: “Mentre ci stiamo avvicinando alla fine
della Fase 4, penso che le persone cominceranno a vedere dove sta
andando con la prossima saga”. Feige ha continuato dicendo che
molti indizi sono già disponibili, ma che un piano più diretto sarà
rivelato nei “prossimi mesi”.
“Penso che ci siano già stati
molti indizi, che almeno per me sono evidenti, su dove sta andando
tutta questa saga. Ma nei prossimi mesi saremo un po’ più diretti
al riguardo, per stabilire un piano, in modo che il pubblico che
vuole vedere il quadro più ampio possa vedere un minuscolo,
minuscolo, minuscolo pezzo in più della tabella di
marcia.”
Come spesso capita, Kevin
Feige dice tutto senza però dire niente, e forse da una
parte è anche meglio così, perché la sua maniera di anticipare e
suggerire eventi e situazioni ha condotto il pubblico a una
fidelizzazione totale verso il suo universo condiviso.
Dopo il successo di
Odio l’EstateAldo, Giovanni e
Giacomo tornano al cinema con una nuova commedia corale,
in uscita a Natale prossimo, con Il più bel giorno della nostra vita per la
regia di Massimo Venier.
Nel cast del film Il più bel giorno della nostra vita, troviamo
anche Antonella Attili, Elena Lietti, Lucia Mascino,
Margherita Mannino, Giovanni Anzaldo, Pietro Ragusa e
Roberto Citran.
Il più bel giorno della nostra vita, la
trama
In una grande villa sul lago di Como tutto è pronto per
celebrare il matrimonio di Elio e Caterina. Sarà il giorno più
bello della loro vita e anche di quella dei loro genitori,
soprattutto dei rispettivi padri, Giacomo e Giovanni. I due si
conoscono dai tempi della scuola e hanno condiviso tutto: l’azienda
di famiglia – la Segrate Arredi – gli affetti, le vacanze… Il
matrimonio dei figli rappresenta il suggello più emozionante alla
loro fraterna, indissolubile amicizia. Per questo non hanno badato
a spese: tre giorni di festeggiamenti, un Cardinale a celebrare le
nozze, vini di pregio, chef stellati… E a dirigere il tutto, un
costosissimo maître che si fa chiamare “il Riccardo Muti del
catering”.
Peccato che insieme a Margherita,
l’ex moglie di Giovanni nonché madre della sposa, arrivi al
matrimonio anche Aldo, il suo nuovo compagno. Simpatico, espansivo
e soprattutto casinista in sommo grado, il nuovo arrivato si
abbatte sul matrimonio come un tornado, infilando una serie di
gaffes e incidenti esilaranti ma soprattutto costosissimi. Giacomo
e Giovanni provano ad arginarlo in tutti i modi, ma sotto i colpi
di Aldo si aprono delle crepe da cui affiora un malessere nascosto,
destinato a mettere in discussione l’amicizia tra Giovanni e
Giacomo, i loro matrimoni e non solo. E che costringerà tutti a
fare i conti con i propri dubbi e con il coraggio che ci vuole per
concedersi la felicità.
Soggetto e sceneggiatura
DAVIDE LANTIERI, MICHELE
PELLEGRINI, MASSIMO VENIER, ALDO GIOVANNI e
GIACOMO, una produzione AGIDI DUE in
associazione con MEDUSA FILM realizzata da
AGIDI DUE , distribuzione MEDUSA
FILM.
Paramount+, il servizio streaming di
Paramount Global (NASDAQ: PARA, PARAA) arriverà in Italia il
prossimo settembre. L’espansione del servizio SVOD
non si ferma all’Italia ma coinvolgerà anche Francia, Germania,
Svizzera, e Austria dove Paramount+ arriverà a dicembre.
“Siamo entusiasti di annunciare
l’arrivo di Paramount+, il nostro servizio streaming, in Italia. E
siamo orgogliosi di presentare al pubblico l’offerta di titoli
disponibili, un’integrazione perfetta tra contenuti globali, quali
Scream e il franchise Star Trek, e contenuti locali disponibili al
lancio come Circeo, 14 giorni, Corpo Libero e più avanti Miss
Fallaci. Un’offerta forte e strutturata composta di cinema, serie,
prodotti originali di MTV, grandi titoli per bambini e famiglie che
fanno capo a Nickelodeon e documentari che si rivolge a un pubblico
vasto ed eterogeneo facendo leva su prestigiosi Paramount+ Original
tra cui The Offer, The First Lady e Tulsa King” – commenta
Jaime Ondarza, EVP & South EMEA Hub Leader, Head of Streaming
Southern Europe, Latin America, MIddle East & Africa – “Il
lancio di Paramount+ in Italia rafforza il nostro posizionamento
nel segmento dello streaming, arricchendo e completando il nostro
vasto ecosistema che vanta così due piattaforme OTT e i nostri
canali lineari, pay e FTA”.
Oltre 8.000 ore saranno disponibili
al lancio e molte novità e contenuti esclusivi, con il meglio
dell’intrattenimento internazionale e delle produzioni italiane
originali: grazie a Paramount+, a partire da settembre gli utenti
italiani avranno una porta di accesso privilegiata ad una libreria
illimitata di contenuti premium di respiro internazionale pur con
una forte connotazione locale; tra nuove grandi produzioni in
anteprima e film e serie tv tra i più attesi, Paramount+ arriverà
per assecondare davvero tutti i gusti, con contenuti adatti a tutta
la famiglia.
Una MONTAGNA di produzioni di
altissima qualità
Dal prossimo settembre è in arrivo
una montagna di produzioni di altissima qualità dal mondo cinema a
quello delle serie tv, con contenuti scripted e unscripted, serie
di animazione, show d’intrattenimento e documentari: grandi
esclusive italiane, dagli Stati Uniti e dal mondo, ma anche film
cinematografici in anteprima e in esclusiva SVOD.
Tra gli attesissimi titoli italiani
in arrivo, Circeo: la serie prodotta da
Cattleya in collaborazione con VIS, Paramount+ e RAI Fiction che
ripercorre tutte le fasi del processo seguito al terribile caso di
cronaca del 1975, raccontando quanto abbia cambiato radicalmente la
società italiana dell’epoca e contribuito alla lotta per i diritti
delle donne. La serie ha come protagonista Greta
Scarano nei panni di Teresa Capogrossi, un avvocato che si
batte con convinzione per la riforma della legge sulla violenza
sessuale e che prenderà le difese di Donatella Colasanti,
(interpretata dalla giovanissima Ambrosia
Caldarelli), cercando non soltanto di vincere il processo
ma anche di cambiare la legge. La serie, tratta da un’idea di
Flaminia Gressi e da un soggetto di serie di Flaminia Gressi e di
Lisa Nur Sultan, è scritta dalle due autrici insieme a Viola
Rispoli e diretta da Andrea Molaioli. Vede, tra i
suoi interpreti, anche Angelo Spagnoletti, Pia Lanciotti,
Enrico Ianniello, Francesca Antonelli, Benedetta Cimatti e
Guglielmo Poggi.
In arrivo anche le esclusive
produzioni italiane firmate Paramount+ Original,
come la commedia romantica
14 giorni, scritta e diretta da Ivan Cotroneo,
presentata in anteprima all’ultimo Torino Film
Festival, che racconta la storia di una coppia, Marta
(Carlotta Natoli) e Lorenzo (Thomas Trabacchi): una casa, una crisi
esplosiva e due settimane di clausura forzata.
La serie Corpo
Libero, una coproduzione Indigo Film e Network Movie, in
coproduzione con ZDFneo, in collaborazione con Rai Fiction e
Paramount+, in associazione con All3Media International Limited:
l’avvincente thriller tratto dall’omonimo libro di Ilaria
Bernardini e scritta con Chiara Barzini, Ludovica
Rampoldi e Giordana Mari, segna l’esordio alla regia di
fiction di Cosima Spender e Valerio Bonelli, gli
autori della docuserie SanPa. Ambientata nel mondo della ginnastica
artistica, la serie si inserisce perfettamente nel genere teen
drama, portando innovazione, originalità e alta qualità.
Nel 2023, prodotta da
VIS e Minerva Pictures in
associazione con Red String, arriverà Miss
Fallaci, la serie Paramount+ Original dedicata ad una
delle più grandi protagoniste del giornalismo italiano e
internazionale, che racconterà con ironia e irriverenza le
esperienze della giovane reporter Oriana Fallaci nelle New
York e Hollywood di fine anni ’50, prima che diventasse la prima
donna italiana inviata di guerra e una famosa scrittrice conosciuta
in tutto il mondo, con più di 20 milioni di copie vendute
globalmente.
Anche Bosé sarà
disponibile su Paramount+: la nuova serie biopic in sei puntate
sulla vita del cantante e attore spagnolo prodotta da Shine
Iberia, Banijay Iberia ed Elefantec Global per VIS.
Le stelle INTERNAZIONALI del
firmamento Paramount arrivano in Italia
Le stelle più luminose brillano nel
cielo di Paramount+: gli attori più acclamati, gli show di maggior
successo, i contenuti più esclusivi Paramount+
Original e le produzioni internazionali di
SHOWTIME, Paramount Pictures, Comedy Central, MTV,
Nickelodeon, NickJr e Smithsonian. Tutti in unico posto.
Il nuovo servizio di streaming di Paramount renderà disponibili al
proprio pubblico alcuni dei più celebri franchise al mondo come
Star Trek, South Park e gli
MTV Shores, gli show preferiti dai bambini (e dalle
loro famiglie) come SpongeBob SquarePants, PAW Patrol e tanti nuovi
Original basati sui personaggi più amati di Nickelodeon.
Paramount+ Original
Da settembre arrivano finalmente in
Italia i tanto attesi contenuti internazionali targati
Paramount+ Original. Sulla nuova piattaforma
saranno disponibili titoli imperdibili come The
Offer, la miniserie statunitense con Miles
Teller e Juno Temple che porterà gli spettatori nel dietro
le quinte del cult Il Padrino e
Jerry & Marge Go Large la commedia con
protagonisti Bryan Cranston e Annette Bening. Tra
le tante altre novità previste, 1883,
nuova serie western ideata da Taylor Sheridan e
prequel di Yellowstone e
Grease: Rise of the Pink Ladies, il
prequel dei celebri film di Grease, basato sull’omonimo musical di
Jim Jacobs e Warren Casey. In arrivo anche due nuove serie
dall’universo Star Trek: Star Trek: Strange New Worlds e
Star Trek: Prodigy, la nuova serie Paramount+ Original in
3D animation dedicata al pubblico più giovane.
Nel corso dell’autunno, arriveranno
su Paramount+ anche l’imperdibile spy drama in 8 episodi
Rabbit Hole, con protagonista Kiefer
Sutherland, che interpreta un maestro dell’inganno nel
mondo dello spionaggio aziendale, incastrato per omicidio da forze
potenti con la capacità di controllare la popolazione; e Tulsa
King, il crime drama con Sylvester
Stallone nel ruolo di un boss mafioso. Sarà poi la volta
di un’altra serie ideata da Taylor Sheridan,
1932: prodotta da MTV Entertainment Studios e 101
Studios, la serie sarà incentrata sulla famiglia Dutton durante il
periodo dell’espansione occidentale, il proibizionismo e la Grande
Depressione e avrà come protagonisti Helen Mirren e
Harrison Ford.
Nell’autunno di Paramount+ è
previsto finalmente anche l’arrivo delle nuove esclusive produzioni
firmate SHOWTIME
In aggiunta ai contenuti Paramount+
Original sulla piattaforma saranno disponibili anche le nuove
esclusive produzioni firmate SHOWTIME come First
Lady, l’emozionante serie dedicata a tre iconiche
first lady della storia degli Stati Uniti, con un cast davvero
d’eccezione. Protagoniste della serie saranno infatti Viola
Davis, già premio Oscar come miglior attrice non
protagonista per il suo ruolo in Barriere, nei panni di Michelle
Obama, Michelle Pfeiffer, attrice di fama
internazionale che interpreterà Betty Ford e
Gillian Anderson che invece vestirà i panni di
Eleanor Roosevelt. Tra gli altri contenuti in arrivo
firmati SHOWTIME anche American Gigolò la
serie basata sull’omonimo film, Super Pumped: The Battle for Uber,
con Joseph Gordon-Levitt e Uma Thurman, e
The Man Who Fell to Earth, attesissima serie TV
tratta al romanzo di Walter Tevis che ha già dato vita all’omonimo
film del 1976 con David Bowie. Tra le novità del genere comedy, non
mancherà I Love That for You.
Tra gli altri titoli SHOWTIME
presenti su Paramount+ anche la serie TV super acclamata
HALO, con la star di American Gods Pablo
Schreiber, Natascha McElhone’s e Kiki Wolfkill.
Kids & Family
Su Paramount+ l’intrattenimento per
bambini e famiglie è garantito e illimitato: tante produzioni
dedicate ai più piccoli per intrattenerli, farli divertire e
apprendere al tempo stesso, con alcuni dei titoli più in voga del
momento e nuove produzioni inedite. Da settembre in arrivo: il
revival della serie iCarly con l’attrice Miranda Cosgrove, la nuova
serie animata Big Nate, il reboot dei Rugrats e Due Fantagenitori:
ancora più fanta, una nuova serie in tecnica mista, live action e
animazione, tratta dalla storica serie animata di Nickelodeon. Ad
arricchire l’offerta anche i film dedicati a tutta la famiglia come
PAW Patrol: Il film, diretto da Cal Brunker, il secondo
lungometraggio che vede protagonisti i cuccioli dotati di
superpoteri dell’omonima serie TV per bambini, ma anche Clifford –
Il grande cane rosso, Rumble e prossimamente anche Sonic 2.
Film Blockbuster
Con Paramount+, gli utenti avranno
accesso illimitato ai film che hanno fatto la storia del cinema e
ai titoli più recenti che dopo il grande successo di pubblico in
sala saranno in esclusiva sulla piattaforma: tra le pellicole in
programma nei prossimi mesi anche Scream 5 e molte altre. Non
mancheranno inoltre grandi classici iconici come Grease, Il
Padrino, e le saghe di Star Trek, Top Gun e Transformers.
International Originals
Paramount+ ha
anche annunciato oggi il suo investimento in contenuti
internazionali con una serie di Original che debutteranno in tutto
il mondo, un primo passo verso il piano dello streamer di
commissionare 150 contenuti originali internazionali entro il
2025.
Oltre ai suoi contenuti globali,
infatti, Paramount+ offre una vasta gamma di programmi premium di
origine locale per rivolgersi a ogni tipologia di pubblico in tutti
quei mercati in cui il servizio è disponibile. Tutti i contenuti
locali di forte impatto potranno così debuttare anche negli altri
paesi, a testimonianza della forte connotazione glocal della nuova
piattaforma. Gli Original saranno prodotti in collaborazione con
VIS, lo studio internazionale di Paramount, una divisione della
vasta rete mondiale di studios che si estende in più di 20
paesi.
Tra i contenuti locali di altri
paesi che debutteranno in tutti i Paesi, inclusa l’Italia, troviamo
i seguenti titoli: Murder of God’s Banker (internazionale):
docuserie prodotta da Creative Chaos in associazione con VIS
racconta l’omicidio del banchiere italiano Roberto Calvi, il cui
corpo viene trovato appeso a un ponte di Londra. Inizialmente
dichiarato un suicidio, si scopre in seguito che molti volevano la
morte di Calvi, che aveva presieduto al crollo di una grande banca
italiana il cui maggiore azionista era il Vaticano. Debutterà in
esclusiva su tutte le piattaforme internazionali
MASK: Marie Antoinette Serial
Killer (Francia): è una serie thriller fantasy per ragazzi (8 ore
complessive) creata e realizzata dagli sceneggiatori Beth Tapper e
Mitch Watson. Leila Smith (Lockout, Hitman, Find Me in Paris) è
anche produttrice esecutiva della serie. Basata sul romanzo “Marie
Antoinette Serial Killer” (2013) dell’autrice Katie Alender, la
serie è incentrata su quattro giovani ragazze di Toledo, Ohio, in
vacanza a Parigi. Mentre esplorano il lato più pericoloso della
città, si ritrovano coinvolte personalmente in una misteriosa serie
di omicidi. L’assassino potrebbe essere il fantasma della defunta
regina Maria Antonietta? Attualmente in fase avanzata di
realizzazione, la serie è prodotta dalla Cottonwood Media (David
Michel, Cécile Lauritano e Zoé Carrera Allaix) e da VIS. Debutterà
in esclusiva su Paramount+ in Francia e su tutti gli altri mercati
internazionali.
A Thin Line – Una linea sottile
(Germania): le sorelle gemelle “hacktiviste” Anna (Saskia
Rosendahl) e Benni (Hanna Hilsdorf) hanno un unico scopo, quello di
denunciare le malefatte ambientali con ogni mezzo. Ma quando il
loro hacking in un server governativo porta a un raid della
polizia, Anna viene catturata e Benni scompare nella clandestinità
iniziando a prestare le sue forze a un nuovo gruppo terroristico
radicale che non lesina azioni violente contro lo Stato e le
aziende. Le sorelle si ritrovano quindi su fronti opposti. Prodotto
da Weydemann Bros. Serial Drama in associazione con VIS. Debutterà
in esclusiva su tutte le piattaforme internazionali
The Sheikh (Der Scheich)
(Germania): The Sheikh racconta la storia vera di un artista della
truffa. Ringo (Björn Meyer), un uomo ridicolizzato come lo scemo
del villaggio nella sua città, si reinventa erede di una fortuna
araba e porta il sistema politico ed economico della Svizzera
sull’orlo di una crisi nazionale. La serie è prodotta da X Filme
Creative Pool e VIS per Paramount+, creata e scritta dal regista
Dani Levy e ha come protagonisti Petra Schmidt-Schaller, Sylvester
Groth, Carol Schuler, Philippe Graber e Pasquale Aleardi. Debutterà
in esclusiva su tutte le piattaforme internazionali.
Sinaloa’s First Lady (Messico): con
protagonista e prodotto da John Leguizamo con Frida Torresblanco
anche alla produzione, questa serie narrativa racconterà la vita
affascinante ma instabile della famigerata Beauty Queen Bride di El
Chapo, Emma Coronel – un’innocente contadina diventata un’icona
feroce che diventa la moglie criminale più formidabile del Messico.
Una storia di amore, sesso, droga e pericolo. Prodotta da VIS in
associazione con Braven Films, la serie ha ricevuto il greenlit per
lo sviluppo e debutterà in esclusiva su Paramount+ in America
Latina e in tutti i mercati internazionali.
One Must Die (Messico): Un film thriller incentrato su sette
persone che vengono rapite e si ritrovano improvvisamente a far
parte di un gioco mortale. Mentre il tempo scorre, per sopravvivere
i sette partecipanti devono sceglierne uno che muoia e il prescelto
dovrà essere d’accordo. Con il talentuoso Manolo Cardona, Maribel
Verdú, Carla Adell, Juan Carlos Remolina, Adriana Paz, Dagoberto
Gama, Fernando Becerril e il regista Manolo Cardona. Prodotto da
VIS in associazione con 11:11 FILMS debutterà in esclusiva in tutti
i mercati internazionali.
The Chemistry of Death (Simon
Becketts Die Chemie des Todes) (Germania): avvincente serie crime
psicologica basata sui bestseller di Simon Beckett che avrà come
protagonista Harry Treadaway (Penny Dreadful, Mr. Mercedes, Star
Trek: Picard) nei panni dell’antropologo forense Dr. David Hunter,
insieme a Katie Leung (The Peripheral, The Wheel of Time), Nick
Blood (Close to Me, Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D.),
Amy Nuttall (Why Didn’t They Ask Evans?, Downton Abbey), David
Hayman (Fisherman’s Friends, Top Boy) e Hardy Krüger Jr (Uppercut,
Stauffenberg). Debutterà in esclusiva su tutte le piattaforme
internazionali
Paramount+ sarà disponibile on line
su https://paramountplus.it/, su mobile via app iOS e Android, SKY
Q e Smart TV. Grazie alla partnership con SKY, inoltre gli abbonati
a Sky Cinema potranno avere accesso a Paramount+ senza costi
aggiuntivi.
Ewan McGregor rivela i commenti “rudi” che il
regista Terry Gilliam gli ha fatto, criticando la
sua carriera di attore mentre si approcciava a lui per un ruolo nel
film notoriamente travagliato, L’uomo che uccise Don Chisciotte. L’attore
scozzese è noto soprattutto per la sua interpretazione dell’iconico
Maestro Jedi, Obi-Wan Kenobi, un ruolo decisivo in
cui McGregor è tornato di recente per la serie Disney+, 17 anni dopo la fine della
trilogia prequel.
Al di fuori di Star
Wars, McGregor è noto principalmente per il suo ruolo
dell’eroinomane Mark Renton in Trainspotting del
1996, mentre di recente ha anche vinto un Emmy Award per la sua
interpretazione del famoso stilista nella miniserie di Netflix
Halston.
Oltre un decennio fa, McGregor è
stato incaricato di sostituire Johnny Depp in
L’uomo che uccise Don Chisciotte di
Terry Gilliam, un film su un dirigente
pubblicitario di nome Toby Grummett che viaggia indietro nel tempo
nella Spagna del XVII secolo e incontra Don Chisciotte. Il primo
tentativo di Gilliam di realizzare il film con Depp come
protagonista è andato in pezzi perché era fuori budget. Per il suo
secondo tentativo, Gilliam si è rivolto a McGregor e lo ha scelto
per il ruolo principale, ma il progetto è fallito ancora una volta
per vari motivi.
Ora, più di un decennio dopo,
McGregor ha descritto in dettaglio cosa è successo davvero dietro
le quinte di L’uomo che uccise Don Chisciotte. Durante
un’intervista con GQ, l’attore di Obi-Wan
Kenobi ha discusso del momento in cui Gilliam gli si è
avvicinato per il ruolo principale di Toby Grummett. Il regista ha
sbattuto in faccia a Ewan McGregor la sua carriera di attore, anche
se ammette che Gilliam lo ha in un certo senso sfidato in un modo
che è rimasto con lui.
“[Gilliam] mi ha detto: “Che
cazzo hai fatto per tutto questo tempo? Hai sottovalutato tutto.
Cosa è successo al ragazzo in Trainspotting? Cosa è successo a quel
ragazzo?!” È stato piuttosto scortese. È raro che qualcuno ti
sfidi. Ma mi è rimasto impresso.”
Alla fine Gilliam ha realizzato
L’uomo che uccise Don Chisciotte con Adam
Driver, mentre Ewan McGregor ha continuato per la sua strada
di attore, arrivando poi, come detto, a conquistare un Golden
Globe.
Un ex avvocato dei Marvel Studios rivela cosa
succede effettivamente quando un attore condivide gli spoiler del
MCU. La serie di supereroi iniziata con Iron Man
nel 2008 è diventata uno dei franchise mediatici più remunerativi
al mondo, con la sua narrativa interconnessa, senza dubbio uno dei
segreti del suo successo. La premessa di base che ciò che accade
nelle avventure da solista di un eroe può avere un impatto su tutti
gli altri significa che alcuni archi narrativi vengono pianificati
in anticipo e che un progetto che viene realizzato potrebbe
potenzialmente basarsi su punti della trama che il pubblico ha
appreso in altri film.
Ciò ha notoriamente portato lo
studio a diventare estremamente protettivo nei confronti delle sue
sceneggiature, con vari attori che hanno confermato l’intensità dei
controlli di segretezza dell’MCU della Marvel. Con la presenza
della sicurezza che blocca le cose sul set, gli artisti affrontano
le loro prove più grandi mentre sono impegnati con la stampa,
quando spesso devono promuovere un progetto senza poterne davvero
parlare. Alcune star del MCU hanno accolto bene questo requisito,
mentre altri hanno lottato per mantenere tali informazioni
interamente per sé. L’esempio più famoso è ovviamente quello di
Tom Holland.
Ora, i fan che si sono chiesti a
lungo quali siano le effettive conseguenze di un attore che viola
gli NDA e fa spoiler dei film Marvel. Durante un
Reddit AMA, l’ex avvocato di produzione principale dei Marvel
Studios Paul Sarker ha affermato che rivelare
segreti sarebbe una violazione del contratto, che potrebbe
sottoporre gli attori a una causa per danni. Mentre l’importo
esatto in dollari sarebbe difficile da definire senza specifiche
del mondo reale, dice Sarker, sarebbe senza dubbio un enorme patata
bollente da gestire.
“Sì, sarebbe come violare un
contratto, e ti potrebbero fare causa, i danni sarebbero difficili
da quantificare ma sarebbe qualcosa di molto molto stressante con
cui avere a che fare”… Tom Holland pensaci bene!