I film sugli
Avengers sono sempre riusciti a combinare in egual
misura la componente eroica, d’azione ed emotiva. E’ difficile
credere che i film con personaggi dei fumetti protagonisti possano
fare singhiozzare a più riprese, ma è esattamente l’effetto che
hanno generato in migliaia di fan! Oltretutto, ai momenti
strazianti che abbiamo visto sullo schermo, si sono aggiunti anche
dettagli nascosti, 15 dei quali sono stati messi in luce dai
fan.
Iron Man e Vedova Nera sono morti
col sorriso sul volto

Le morti di
Tony Stark e Natasha Romanoff
sono stati due dei momenti più strazianti di
Avengers: Endgame, che hanno scatenato a più
riprese l’indignazione del pubblico. In realtà, sono molti i fan a
sottolineare come si possa notare un sorriso sul volto di entrambi,
prima di esalare l’ultimo respiro; Tony sapeva,
nel profondo, che spettava a lui salvare il mondo dalla distruzione
più assoluta ed è morto senza rimpianti, decidendo di schioccare le
dita lui stesso, contro il consiglio dei suoi amici, ma dimostrando
fino all’ultimo l’eroismo insito al personaggio.
Pepper deve essere stata molto orgogliosa di lui,
che ha deciso più di ogni altra cosa di proteggere la sua famiglia
e i suoi amici, lottando fino alla fine.
Allo stesso modo, il personaggio
interpretato da
Scarlett Johansson si è sacrificato davanti ad
Occhio di Falco, non solo per il bene più
grande dell’umanità, ma assolutamente per i suoi amici, che erano
al centro di tutto.
Bruce voleva un figlio

Nel film
Avengers: Age of Ultron,
Bruce spiega a Natasha che non
può avere figli a causa del rischio per cui, procreando, potrebbe
perdere il controllo e trasformarsi in Hulk.
Inoltre, se avesse dei figli, i nascituri potrebbero assimilare
preventivamente la forza del padre, che potrebbe uccidere il
partner durante o dopo il parto. Nei fumetti, al contrario,
Hulk ha dei figli, chiamati Skaar
e Hiro-Kala, che sono stati concepiti
dall’extraterrestre ormai defunta Caiera
Oldstrong, durante la storyline “Planet
Hulk“.
In
The Avengers, precedentemente a questo
dialogo, vediamo Bruce accarezzare con dolcezza una culla, mentre
pronuncia la frase: “Non posso ottenere sempre ciò che
desidero“; a detta dei fan, si tratta di uno dei momenti più
commoventi dei film, che sottolinea il desiderio di Bruce Banner di
diventare padre.
Spider-Man e Iron Man hanno dovuto assistere alle rispettive
morti

La morte di Tony Stark/Iron
Man in
Avengers: Endgame è uno dei momenti più tristi
dell’intero
MCU, ma la sua perdita è stata particolarmente
dolorosa per Peter Parker/Spider-Man per un motivo
specifico. La relazione tra Tony e Peter è stata adeguatamente
sviluppata dai Marvel Studios nel corso
degli anni, da quando si sono incontrati per la prima volta durante
gli eventi di Captain America: Civil
War.
La loro relazione mentore-allievo è
ulteriormente progredita in Spider-Man:
Homecoming, portando poi agli eventi di
Avengers: Infinity War. La morte di Spider-Man
in Avengers: Infinity War ha
segnato profondamente Tony Stark/Iron Man,
aiutandolo però a sviluppare ulteriormente il rapporto con la
figlia Morgan e rendendolo sicuramente un padre migliore.
Il conflitto interiore di Bruce
Banner

Questa sequenza di
The Avengers mette in luce per la prima volta,
in tutta la sua potenza, il dolore interiore di Bruce
Banner e come si senta a dover convivere con l’altra parte
di sé, Hulk. Esprime chiaramente il fardello che
Banner deve portare: non essere in grado di avere
il pieno controllo sulle proprie capacità, al contrario di
Tony e Reed e sentirsi
intrappolato all’interno del proprio corpo.
In questo frammento, lo sguardo di
Tony parla da sé: sembra entrare in empatia più
che mai con Bruce, accettandolo nella sua complessità e provando un
profondo dolore nel sentire che Bruce odiava così
tanto Hulk da aver pensato di uccidersi.
Captain America ha perso l’amica
più fidata, ma ha guadagnato una vita

La scena in cui Steve
Rogers si rende conto che Natasha se ne è
effettivamente andata per sempre è una delle più strazianti
dell’intero
MCU. Natasha ha, difatti, non
solo rappresentato una delle amicizie più preziose per
Steve, ma anche il rapporto più vicino all’idea di
famiglia che Steve abbia mai sperimentato.
Volge lo sguardo al posto di fianco
a sé occupato in precedenza da Natasha, quando aveva promesso che
si sarebbero rivisti dopo un minuto… E Steve
comprende definitivamente che la persona che più gli è stata
accanto negli ultimi anni se ne è andata, per sempre. Ricordate la
loro prima conversazione in
Avengers: Endgame: “Penso che dovremmo
entrambi farci una vita”, dice Steve a Natasha, che risponde: ”Tu
per primo”. E così è.
Gli Avengers hanno dovuto
sacrificarsi per vincere

Gli Avengers hanno
dovuto subire una terribile sconfitta in
Infinity War perché non erano disposti a
spingersi tanto oltre quanto era richiesto per poter effettivamente
vincere, secondo molti fan. Non avrebbero mai sacrificato delle
vite per ottenere la vittoria, ciò che invece
Thanos era disposto glacialmente a fare, per
assicurarsi il dominio incontrastato.
In
Endgame, abbiamo assistito alle morti
drammatiche di alcuni dei nostri eroi più amati: i Vendicatori
hanno capito che era necessario sacrificarsi per un bene più
grande, lottando eroicamente fino alla fine e portando a compimento
dei grandiosi archi narrativi dei personaggi.
Capitan America e Iron Man hanno
fatto una fine simile ma paradossale

Tony va verso una
direzione e Steve in un’altra, diametralmente
opposta, in
Avengers: Endgame. Nel corso di molti film,
Tony si trasforma da egoista ad altruista;
Steve non è che stia facendo l’opposto, ma di
sicuro ha iniziato come personaggio altruista, imparando poi a
farsi una vita e a interessarsi di più a se stesso. Quando alla
fine decide di tornare indietro nel tempo e di mollare lo scudo,
diventando il soldato che torna dalla guerra, quello è il suo più
grande viaggio.
La conclusione dell’arco di
Steve è quella che avrebbe sempre desiderato ma
non avrebbe mai pensato di ottenere; il percorso di
Tony, invece, si conclude nel modo in cui forse
non avrebbe mai voluto, ma sapeva che era necessario … perché
“parte del viaggio è la fine”.
Pepper è sempre stata orgogliosa
di Tony

Tony e
Pepper hanno un rapporto duraturo, e sapendo
quanto è difficile per Tony fidarsi delle persone,
questo rapporto ci ha sempre riempito il cuore di gioia. Ci hanno
mostrato una relazione equilibrata, con grande rispetto per i
rispettivi ruoli, compassione e sincerità.
Pepper è sempre
stata orgogliosa di Tony, cercando sempre di
tirare fuori il meglio di lui e controllandone l’egocentrismo.
Pepper sa che Tony ha compiuto il
più grande sacrificio in nome di un bene più grande e dell’amore
nei confronti degli affetti a lui cari, confermando quanto sia
fiera di lui fino alla fine.
La Vedova Nera era una brava
persona anche se non pensava di esserlo

Spietata, potente ed
eccezionalmente abile, Natasha si è sempre
distinta per incutere paura nel cuore dei suoi nemici. Anche se un
tempo operava dalla parte del male, il suo innato eroismo le ha
permesso di superare i difetti che voleva lasciarsi alle spalle,
facendole intraprendere un percorso di redenzione durato tutta la
vita.
Natasha ha spesso
pensato di non essere una brava persona, ma la verità è che ha
dimostrato di essere uno dei personaggi più convincenti del
MCU,
che ha lottato in ogni frangente, tra notti insonni, un lavoro per
niente gratificante e gli oneri e le preoccupazioni connesse al
proprio ruolo di eroina.
DUM-E sta aspettando che Tony
torni a casa

Dum-E è un robot
che Tony Stark ha costruito nel laboratorio di suo
padre, ed è forse stato il compagno di vita di Stark. Gli ha
persino salvato la vita, eppure Tony si arrabbia
costantemente con il robot Dum-E, che lo ha aiutato anche a
realizzare le sue iconiche armature.
Ciò che è più commovente è che
Dum-E, inconsapevole degli eventi di
Endgame, sta ancora aspettando che Tony torni
a casa, perfezionando lo smoothie migliore da fargli assaggiare.
Dum-E è stato decisamente molto di più che un semplice robot per il
mitico Tony Stark.
Ant-Man è un padre fantastico

Scott Lang è stato
introdotto nell‘Universo
Marvel come un criminale che, dopo aver fallito come
elettricista, si è cimentato nel furto con scasso, finendo in
prigione. Divenne per la prima volta Ant-Man
usando l’attrezzatura che aveva rubato dal laboratorio di
Hank Pym per salvare l’unico dottore che poteva
curare Cassie (allora bambina) da una malattia
cardiaca.
Da quel momento in poi, Lang fece
tutto ciò che era in suo potere per insegnare a Cassie la
differenza tra giusto e sbagliato, una lezione che sottolineò di
aver dovuto imparare nel modo più duro. Questo sforzo fu ripagato,
poiché Scott riuscì ad instillare in sua figlia forti valori
morali, un senso di responsabilità sociale e la volontà di
impegnare gran parte della sua adolescenza per aiutare gli
sconosciuti.
Le cose erano molto più semplici e
spensierate

Impossibile guardarsi indietro,
ricordare i primi film degli Avengers e non
rimpiangere i tempi “spensierati” – come dicono alcuni fan- in cui
tutti erano felici e, soprattutto, vivi.
L’effetto nostalgia dopo
Infinity War e Endgame è
prepotentemente emerso tra i fan, che ricordano con commozione le
divertenti sequenze di “pigiama party” alla Stark Tower, le
abbuffate da Schwarma, soprattutto dopo la
vittoria sui Chitauri nella Battaglia di New York e la passione di
Thor per le Pop-Tarts, diventata iconica
grazie a una battuta nel primo film di Thor, quando Darcy Lewis gli
chiede: “Come puoi mangiare un’intera scatola di Pop-Tarts e avere
ancora cosi tanta fame?
Tony ha dato il suo cuore a
Steve

Uno dei frangenti più commoventi di
Avengers: Endgame è quando
Tony mette il reattore Arc nelle mani di
Steve, sottolineando figurativamente come
Tony avesse riposto il suo cuore nelle mani di
Steve e questi non ci fosse poi stato per lui (tradendolo con
Bucky) quando ne aveva bisogno.
Si tratta di una scena che mette in
mostra la complessità caratteriale dei due eroi:
Steve stesso ha detto nella sua lettera a CW che
tutti fanno il meglio che possono… Tony, invece, era ferito,
esausto e spaventato e tutto questo è ravvisabile dal come guarda
Steve. Questa accusa implicita è in realtà fondamentalmente un
segno di quanto Steve sia importante per Tony.
Spider-Man è cresciuto

Il Peter Parker di
Tom Holland ha portato in scena la versione di
Peter Parker che abbiamo più di tutte visto
maturare e assumere una maggiore consapevolezza di sé; il suo
percorso è iniziato in Spider-Man:
Homecoming come un novellino, inconsapevole della
portata dei suoi poteri, che apparivano ingestibili.
Nelle sue successive apparizioni
all’interno del MCU
e in
Spider-Man: Far from home lo abbiamo visto
cercare di prendere in mano le redini della situazione, ma era
ancora un adolescente con qualcosa di troppo più grande di lui da
affrontare. No Way Home metterà Peter alla prova
come non ha mai fatto prima: con la rivelazione della sua identità,
tutti i suoi cari sono possibili bersagli, il che aumenta il
rischio a cui l’eroe è esposto mettendolo di fronte a dubbi e
dilemmi che non ha ancora affrontato.