Il 24 febbraio l’Academy assegnerà
i premi degli Oscar 2019 e ci
sono ottime chance di vittoria per Lady Gaga,
candidata come Miglior Attrice Protagonista grazie alla sua
toccante performance in A Star Is Born. La sua
reazione alla nomination è stata
raccolta dal Los Angeles Times: “Ho saputo della nomination
tardi, appena tornata a casa…di solito è Christian [Carino, agente
e fidanzato di Gaga] a lasciarmi un messaggio la mattina, eppure
ieri mi sono svegliata e non c’era nessuna nota ad aspettarmi. Ho
pensato di non aver ricevuto la nomination, o che il film in
generale fosse stato snobbato. Così ho chiamato il mio manager
Bobby, bravissimo a comunicare le cattive notizie, per capire cosa
stava succedendo. E poi mi ha detto di tutte quelle nomination, e
ho iniziato a piangere.“
Vi ricordiamo che dopo aver
vinto il Golden
Globe nella categoria “Miglior canzone originale”
per “Shallow”, il
film ha ottenuto otto nomination agli Oscar,
nelle categorie Miglior film, Miglior attore protagonista per
Bradley Cooper, Miglior attrice protagonista per Lady Gaga, Miglior
attore non protagonista per Sam Elliott, Migliore sceneggiatura non
originale, Miglior fotografia, Miglior canzone originale per
“Shallow” e Miglior missaggio sonoro.
Debutterà dal 12 Febbraio
in DVD, Blu-ray e 4K UHD A Star Is
Born, film nominato a
ben 8
Premi Oscar. Bradley Cooper, per la
prima volta alla regia, e la stella del
pop Lady Gaga uniscono i loro notevoli
talenti per narrare la travolgente e appassionante storia di Jack e
Ally: due anime destinate all’arte e ad incontrarsi sul palco come
nella vita. Tra i contenuti speciali, ci sarà anche
un bonus di circa 10 minuti con
delle inedite performance
musicali di Bradley Cooper e Lady
Gaga, inclusi i brani “Baby What You Want Me To Do,”
“Midnight Special” e “Is That Alright.”.
A Star is
Born sarà disponibile anche in un’edizione Steelbook
Blu-ray e in un cofanetto ad
edizione limitata contenente il DVD, l’album della
colonna sonora ed un booklet con le immagini del
film: il perfetto regalo di San Valentino per rivivere insieme le
emozioni di questo grande film.
La sinossi: In questa nuova rivisitazione della leggendaria
e tormentata storia d’amore, Cooper interpreta il musicista di
successo Jackson Maine che scopre, e si innamora
della squattrinata artista Ally. Lei ha da poco chiuso in un
cassetto il suo sogno di diventare una grande cantante… fin quando
Jack la convince a tornare sul palcoscenico. Ma mentre la carriera
di Ally inizia a spiccare il volo, il lato privato della loro
relazione sta perdendo colpi a causa della battaglia che Jack
conduce contro i suoi demoni interiori.
Il mese scorso era stato Zachary
Levi, rispondendo ad un fan su Twitter, ad anticipare
che Shazam! non avrebbe avuto nessun legame specifico con
il DCEU, spiegando che
“Il film potrebbe funzionare da solo, anche se ci saranno un
sacco di piccoli accenni, omaggi e easter eggs che vi divertiranno
e che si riferiranno all’universo DC.“
Ora è invece il regista
David F. Sandberg a confermare questa tesi, come
riporta Comicbook nel suo resoconto della set visit:
“Ci siamo occupati
principalmente dell’introduzione di Billy Batson e Shazam, cercando
di spiegare chi è e come è nato. Il film si svolge nell’universo DC
dove esistono tutti questi eroi, ma rimane una storia autonoma pure
se fa parte di qualcosa di più grande […] Il bello è che non sarà
necessario aver visto gli altri capitoli del DCEU per comprendere
Shazam!…è indipendente ma fa comunque parte di un mondo“.
Lo stesso approccio si è visto di
recente in Aquaman, e si è rivelato
un assoluto successo di pubblico. Sarà davvero questa la strada
giusta da percorrere in casa Warner Bros.?
Abbiamo tutti
un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per
tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola
parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si
trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago.Ancora bambino all’interno di un
corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso
facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri:
divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola?
Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa
imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi
poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr.
Thaddeus Sivana.
Vi ricordiamo che Shazam!
farà parte dell’Universo Cinematografico DC e
uscirà ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel (Billy
Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus
Sivana), Jack Dylan
Grazer (Freddy), Grace
Fulton (Mary), Faithe
Herman (Darla), Ian
Chen (Eugene), Jovan
Armand (Pedro), Cooper
AndrewseMarta
Milans (genitori adottivi di
Billy, Victor e Rosa Vasquez), Ron Cephas
Jones (Il Mago).
Il sodalizio tra Lin-Manuel
Miranda e la Disney continua, dopo i
successi di Oceania e Il Ritorno di Mary
Poppins, e secondo le ultime indiscrezioni l’attore,
cantante e compositore sarebbe già al lavoro per portare sul grande
schermo la prima principessa ispanica della storia dei film
d’animazione.
A rivelarlo è stato suo padre, Luis
Miranda, in una recente intervista: “Sta parlando con la Disney
per un eventuale sequel di Oceania, ma la pellicola avrà come
protagonista una principessa latina“.
Le parole di Miranda senior fanno
però sorgere qualche dubbio: la casa di Topolino vorrebbe produrre
un solo progetto o due? Uno dei quali sarebbe il secondo capitolo
delle avventure di Vaiana e l’altro un titolo del tutto nuovo,
entrambi affidati alla direzione creativa di Lin-Manuel Miranda?
Per Page Six la Disney avrebbe contattato l’artista per un degno
“successore” di Oceania che non abbia niente a che
vedere con l’originale uscito nelle sale nel 2016.
Vi ricordiamo che è già in
programma il sequel de Il Ritorno di
Mary Poppins, sempre con Rob Marshall
alla regia e Emily Blunt nei panni della
protagonista. Scontata, a questo punto, anche la conferma di
Miranda nel cast.
Diretto dal celebre duo
formato da Ron Clements e John
Musker (La
Sirenetta, Aladdin, La Principessa e il
Ranocchio), Oceania è stato prodotto
da Osnat Shurer (Stu – Anche un Alieno può
Sbagliare, One Man Band), con le musiche
di Lin-ManuelMiranda, Mark
Mancina e Opetaia Foa‘I.
Candidato nel 2017 a 2
premi Oscar tra cui miglior film
d’animazione e miglior canzone originale, il
film ha riscosso successo di pubblico ed è stato acclamato
all’unanimità dalla critica. Nella versione italiana, il
cantautore Raphael Gualazzi presta la voce al
granchio Tamatoa e l’attrice Angela Finocchiaro al
personaggio di Nonna Tala, mentre la giovane
cantante Chiara Grispo interpreta le canzoni di
Vaiana. La cover in italiano “Prego” (nella versione originale “You
Are Welcome”), presente nei titoli di coda del film, è interpretata
da Sergio Sylvestre e Rocco Hunt.
La sinossi:
Durante il suo
viaggio, Vaiana s’imbatterà nel semidio in disgrazia Maui che la
guiderà nella sua ricerca per diventare una grande esploratrice.
Insieme, i due attraverseranno l’oceano in un viaggio pieno
d’azione, che li porterà ad affrontare enormi creature feroci e
ostacoli impossibili e, lungo il percorso, Vaiana porterà a
compimento l’antica ricerca dei suoi antenati e troverà l’unica
cosa che ha sempre desiderato: la propria identità.
Ci
troviamo davanti al volume “Capitan Marvel: Ms. Marvel Smascherata”,
raccolta dei primi dodici capitoli scritti da Kelly Sue
DeConnick e Christopher Sebela con
i disegni di Dexter Soy, Emma
Rios e Filipe Andrade,
pubblicata in Italia da Panini Comics lo scorso Maggio.
Carol Danvers, l’eroina che debutterà a Marzo
nel MCU, ha finalmente deciso di
assumere l’identità di Captain Marvel – il suo vecchio
“mentore” Mar-Vell – dal quale ha assimilato tutti
i poteri; come convive con questa nuova responsabilità è il cuore e
la spinta narrativa delle storie della DeConnick, dal 2012 al
timone della serie e principale fonte di ispirazione per il film
con Brie
Larson.
Nei due
trailer ufficiali (qui
1 e
2, più uno
special look) diffusi dagli Studios le immagini, seppur
eloquenti, non hanno fatto trasparire alcun dettaglio specifico
della trama, né svelato il nome dei personaggi che mancano
all’appello. Ma più di ogni altra cosa, hanno creato un fondo di
mistero: dov’era Captain Marvel quando sulla Terra infuriava la
guerra fra i Vendicatori e Thanos? Perché è
tornata sul nostro pianeta? Chi interpreterà Annette
Bening? Il potere di viaggiare nel tempo avrà delle
conseguenze sul futuro dell’universo condiviso (già a partire da
Avengers:
Endgame)?
Proviamo a fare chiarezza con gli
strumenti fornitoci dai fumetti citati sopra:
L’eredità di Mar-Vell e l’incidente
con lo psico-magnetrone
Prima di
addentrarci nelle nostre supposizioni, è giusto fare un passo
indietro e ripartire dalle origini: Carol
Danvers diventa una supereroina quando rimane
coinvolta nell’esplosione di uno psico-magnetrone alieno, il cui
bombardamento di particelle ha innestato nel suo DNA la struttura
genetica del guerriero Kree Mar-Vell (il
vecchio Captain Marvel). “Lavoravo con un
uomo, un brav’uomo coraggioso, che si rivelò… non di questo mondo.
Cercava di proteggere un’arma pericolosa proveniente dal suo […] Mi
rese potente ed era come una macchina dei desideri ma progettata
per la guerra”.
Non ci
sono tracce specifiche dello Psiche–Magnetron nei trailer, tuttavia è
presente almeno una scena molto simile al momento dell”esplosione
di cui parla Carol. La ragazza si trova al centro di una voragine
provocata – forse – dallo scontro tra il suo aereo e un prowler
Kree (anche se noterete che dal naso le scorre
sangue verde), ma non sappiamo in che modo il film racconterà la
trasformazione nella supereroina del titolo e l’intervento di
Mar-Vell; è possibile che,
proprio come nei fumetti della DeConnick, l’alieno si sia recato
sulla Terra per trovare Carol (in tal caso acquisirebbe i suoi
poteri prima di volare su Hala, la casa dei Kree); oppure, altra
ipotesi plausibile, Carol si ritroverà vittima di un attacco
Skrull mentre
sta volando a bordo del suo aereo e Mar-Vell deciderà di portarla
con sé dopo l’incidente.
Helen Cobb, la vera ispirazione di
Carol Danvers
Il
misterioso personaggio di Annette Bening
ha fatto la sua comparsa nel secondo trailer di Captain
Marvel diffuso lo scorso Dicembre:
potrebbe trattarsi, visto il tono solenne della voce e l’aspetto,
di una figura di alto rango dei Kree, la popolazione
aliena che farà “rinascere” Carol con i suoi superpoteri, oppure
del sovrintendente dello Starforce; c’è
chi crede che la donna sia la rappresentazione umana
dell’Intelligenza Suprema, entità cosmica che che ha governato
l’Impero Kree per quasi un milione di anni. È lei a raccontare
fuori campo le sorti dell’ex pilota e il processo di cancellazione
della memoria a cui si è sottoposta per sopravvivere, tuttavia il
dubbio rimane. Chi è? Qual è il suo ruolo nel film?
Noi
un’idea ce la siamo fatti: la Bening sarebbe il volto perfetto di
Helen Cobb, pilota, figura di riferimento e vera
ispirazione per Carol. “Sono stata una bambina fortunata perché
avevo due eroi: mio padre e una pilota di nome Helen Cobb […] Lei
avrebbe dato tutto quel che aveva per riuscire a raggiungere e
toccare il bordo dello spazio”, sono le parole pronunciate
dalla supereroina in “Ms. Marvel Unmasked!” del
2012, prima di assumere l’identità di Captain Marvel. Carol conosce Helen in un
bar di Friendswood, Texas, e le chiede di volare
insieme e
“duellare nel cielo”. Più tardi, nel ricordo del suo funerale,
vediamo la protagonista fluttuare nello spazio e spargere le ceneri
della sua mentore, ma è proprio durante quel folle volo oltre i
37.000 piedi che l’aereo va in cortocircuito e Carol si ritrova,
inspiegabilmente, nel 1943.
A questo
punto vi starete chiedendo come sia possibile che il personaggio
del trailer sia Helen Cobb se i Marvel Studios ce l’hanno mostrata in tutto il
suo “splendore” Kree: la risposta arriva nel prossimo
punto.
Viaggi nel tempo
Le tante
teorie formulate per capire
come funzionerà la trama di Avengers:
Endgamesembrano portare avanti l’idea che il
Regno Quantico offrirà ai
Vendicatori la soluzione per tornare indietro nel tempo e impedire
così lo schiocco di Thanos – meglio conosciuto con il nome di
Decimazione – tuttavia le recenti dichiarazioni di Samuel
L. Jackson ci hanno portato a credere che sarà invece
Captain Marvel a determinare la
guerra contro Thanos scardinando la linea temporale tramite i suoi
poteri.
Si,
perché tra le varie e incredibili abilità dell’eroina c’è anche
quella di saper passare da un’epoca all’altra, e spesso questo si
verifica in concomitanza con una forte esplosione. È ciò che accade
nelle nuove storie a fumetti, dove prima si risveglia durante gli
anni della Seconda Guerra Mondiale in una località sconosciuta (e
incontra i soldati dell’esercito giapponese), poi “vola” negli anni
Sessanta insieme ad una giovane Helen per recuperare un vecchio
detrito di tecnologia Kree; proprio in questa seconda trama la
donna viene esposta al potere dello psico-magnetrone e diventa lei
stessa una supereroina come Captain Marvel.
A questo
punto accade un evento fondamentale, una vera svolta all’interno
del percorso di ricerca della protagonista: ritorna da una
dimensione passata (o futura?) il T6, lo storico aereo pilotato da
Helen, che Carol scopre essere la chiave dei viaggi nel tempo. Ogni
volta che c’è stato un salto, il T6 era lì. L’aereo raccoglieva
infatti frammenti del magnitron uscendo dal flusso temporale, e se
Carol rivorrà indietro la sua vita dovrà entrarci dentro mentre
Helen rimarrà indietro.
Cosa ci
dice sul film? Sarebbe interessante scoprire che il personaggio
della Bening è in realtà un concentrato del carattere di Helen
Cobb, di cui conserva lo spirito e l’influenza nei confronti della
sua allieva, ma anche un modo con il quale i Marvel Studios sono riusciti a
inserirla nella narrazione di questo adattamento. Magari la pilota
è arrivata nel regno dei Kree, vi si è stabilizzata e ne ha
acquisito i poteri prima di accogliere Carol
Danvers?
La storia di Rocky ci ha insegnato
che se sei lo sfidante, quello che arriva dal basso, quello che ha
tutto da perdere, sei paradossalmente favorito: hai più fame, hai
più voglia di vincere, il tuo trionfo è più grandioso. E questo che
accade anche in Creed II, dove lo sfidante vince,
sempre.
Dopo il grande successo di Creed – Nato per
combattere, che ha raccolto un vasto consenso di
pubblico e una nomination all’Oscar per Stallone nel ruolo di un
Rocky malato di cancro, il sequel della battaglia sportiva di
Adonis Creed non si fa attendere e la sfida, questa volta, assume
le fattezze di Viktor Drago. Proprio così, dopo quelli di Balboa e
Creed, torna a risuonare sul grande schermo un altro nome che gli
appassionati della saga cinematografica dello “stallone italiano”
conoscono bene.
Come in Rocky IV,
sarà di nuovo Creed contro Drago, con Balboa
all’angolo e una storia tutta da scrivere. Perché a differenza di
quello che si può immaginare, Creed II non si
limita ad essere un sequel per il primo film con Michael B. Jordan, ma è anche un perfetto
sequel per il quarto episodio della serie originale, un
completamento della saga di Apollo, in cui suo figlio costruisce la
sua personale eredità.
Tornano il poderoso Jordan e
l’inossidabile Stallone, ma torna anche Tessa
Thompson, nei panni della donna di Adonis: lunghi
dall’essere solo la figura femminile accanto al protagonista,
Bianca è la casa di Donnie, la sua compagna, il suo team, il motivo
per cui decide di combattere e per cui lotta e vince. Perché in
Creed II l’affermazione personale, la vendetta, il
sangue dell’avversario, tutto passa attraverso il cuore e
l’emozione, e dal cuore, dall’amore e della famiglia, viene
sopraffatto.
Torna, da un passato diverso e
lontano, Ivan Drago (Dolph Lundgren), e al suo
fianco c’è Viktor (interpretato dal tedesco Florian
Munteanu), suo figlio, la sua eredità, la sua possibilità
di riscatto. “Cresciuto nell’odio” dicono di lui e davvero Viktor
sembra un fascio di muscoli e cattiveria, pronto a restituire al
nome Drago il prestigio che la sconfitta del padre gli aveva tolto
tanti anni prima.
Lo stesso Ivan Drago è lontano
dalla rappresentazione bionica di Rocky IV e si
dimostra un uomo ferito e abbandonato da tutti, che desidera la
vendetta, che vede una possibilità per ottenerla nel figlio, ma che
ha anche un cuore, un limite. Non è più solo quello che “spiezza in
due” l’avversario, ma quello che spinge il figlio a fare meglio, a
dare il massimo e a capire, da padre e da allenatore, qual è il
merito e il massimo del suo atleta/figlio.
In mezzo ai due giovani affamati di
affermazione, Rocky si erge come figura paterna, sì, ma anche come
avversario e come uomo alle prese con i fantasmi del suo passato,
con un dolore e una ferita, nel cuore della sua famiglia, che
sembra non riuscire a ricucire. Si tratta probabilmente dell’addio
al personaggio per Stallone, questa volta definitivo perché il
testimone è stato consegnato al suo successore, al suo futuro
ideale e reale.
Creed II è un film
popolare dal grande cuore, una storia universale e solida, un
racconto eroico che mette i personaggi di fronte alle loro
debolezze, ai loro limiti, e li spinge a superarli, siano essi
limiti fisici, mentali o affettivi. Soprattutto li spinge a capire
per cosa si combatte e si trova, sempre, la forza di rialzarsi una
volta al tappeto, sul ring, come nella vita.
Creed II è una
storia di lascito, di eredità, di passaggi di testimone, di padri
che incontrano figli, di figli che si riconoscono nei padri,
soprattutto una storia di riconciliazione.
È stato diffuso il secondo trailer vietato di
The Beach Bum, nelle sale americane il prossimo 22
marzo e sesto lungometraggio firmato da Harmony
Korine a circa sette anni dal suo ultimo film,
quelloSpring
Breakers che infiammò la Mostra del Cinema di
Venezia.
Il film vede protagonista
Matthew McConaughey nei panni di Moondog, una
specie di vagabondo, ribelle ma amabile che vive la sua vita senza
confini e che finisce con l’incappare in quelle che vengono
definite “esilaranti disavventure”. Insieme all’attore Zac
Efron, Isla Fisher e il rapper
Snoop Dog.
Arturo è un gallerista rinomato di
Buenos Aires. Ha attenzione soprattutto per gli
autori contemporanei, ma è legato da un’indistricabile amicizia a
Renzo Nervi, un artista argentino molto famoso
negli anni ’80 ora pressocchè dimenticato, forse a causa del suo
carattera burbero.
Il caso, le coincidenze e un colpo
di genio, porteranno questa storia, e questa amicizia, a un livello
differente.
Presentato in selezione ufficiale
alla 75a Mostra del cinema di Venezia, Il mio capolavoro
– Mi obara maestra, secondo lavoro di Gaston
Duprat che arriva nelle nostre sale dopo il
divertente e premiatissimo (anche a Venezia: Coppa Volpi)
El Ciudadano Ilustre, ritorna sul selciato della
commedia cinica e nera, mettendo in scena l’ipocrisia dell’arte
degli artisti e soprattutto di chi l’arte la guarda, senza,
probabilmente, capirci nulla.
Renzo è un pittore arrivato agli 80
anni, ha vissuto e goduto la sua vita da artista a modo suo, e i
suo lavori sono stati apprezzati e venduti, per tutti gli anni ’80.
Era ricco, ora abita in una casa diroccata in affitto, con la
possibilità di essere cacciato.
Arturo si è invece tenuto al passo
con i tempi: gallerista di fiducia di Renzo, ha tenuto la mente
aperta per i cambiamenti dell’arte e delle persone che comprano
l’arte, senza mai perdere di vista il suo migliore amico.
Arturo ha un carattere complementare
a Renzo e i due sono indivisibili. Nonostante le distanze e le
differenze, per quanto si allontanino, tornano sempre insieme.
Duprat realizza un film sull’arte e
sulla percezione della stessa, su come tutto questo sia volatile e
suscettibile a variazioni imprevedibili che sicuramente non hanno a
che fare con l’opera stessa.
Il film è pieno di arte vera:
Carlos Gorrianera è il vero pittore dietro alle
opere di Renzo, e Carlo Herrera è un artista
argentino esistente. Il mio capolavoro, come
The square, indaga l’arte, la sua illusione e il
mondo che le sta intorno, ma anche l’amicizia che va oltre ogni
valutazione.
Quindi il
capolavoro del titolo è la vita stessa, nel suo
compimento e nella sua varietà. Non è il lavoro, non è la fama, non
sono i soldi, è la variabile quotidiana che ci troviamo di fronte.
Si è vivi, secondo quello che sembra pensare Renzo, nel momento in
cui si decide di non essere morti.
Il mio capolavoro è
ambientato prevalentemente a Buenos Aires, ma ha due altre location
di eccezione: Rio de Janeiro e la provincia di Jujuy terra della
montagna dai 7 colori che aggiunge un elemento onirico soprattutto
alla parte finale del film.
Debutterà dal 12 Febbraio
in DVD, Blu-ray e 4K UHD A Star
Is Born, film
nominato a ben
8 Premi Oscar. Bradley Cooper, per la
prima volta alla regia, e la stella del pop
Lady Gaga uniscono i loro notevoli talenti
per narrare la travolgente e appassionante storia di Jack e Ally:
due anime destinate all’arte e ad incontrarsi sul palco come nella
vita. Tra i contenuti speciali, ci sarà anche un bonus di
circa 10 minuti con delle inedite performance
musicali di Bradley Cooper e Lady Gaga,
inclusi i brani “Baby What You Want Me To Do,” “Midnight Special” e
“Is That Alright.”.
Dopo aver vinto il Golden Globe nella categoria “Miglior canzone
originale” per “Shallow”, cantata da Lady Gaga e Bradley Cooper,
A Star
Is Born ha ottenuto otto nomination agli
Oscar, nelle categorie Miglior film, Miglior
attore protagonista per Bradley Cooper, Miglior attrice
protagonista per Lady Gaga, Miglior attore non protagonista per Sam
Elliott, Migliore sceneggiatura non originale, Miglior fotografia,
Miglior canzone originale per “Shallow” e Miglior missaggio
sonoro.
A Star
Is Born sarà disponibile anche in un’edizione
Steelbook Blu-ray e in un cofanetto ad edizione
limitata contenente il DVD, l’album della colonna sonora ed
un booklet con le immagini del film: il perfetto regalo di
San Valentino per rivivere insieme le emozioni di questo grande
film.
Salutato da Rolling Stone America
come “impenetrabilmente perfetto”, la colonna sonora di A Star
Is Bornè stata pubblicata il 5
ottobre in tutto il mondo. Il doppio album certificato Oro
in Italia contiene brani originali firmati da Lady Gaga (6
Grammy Award all’attivo) e Bradley Cooper (4 nomination
all’Oscar). Il primo singolo estratto dal disco è stato
“SHALLOW”, brano scritto da Lady
Gaga,Mark
Ronson, Anthony Rossomando,
e Andrew Wyatt e che ha trionfato nella
categoria Miglior Canzone Originale ai Golden Globe 2019. In
Italia, dove il singolo “Shallow”è stato
certificato disco di Platino, la colonna sonora ha debuttato nella
Top10 dei dischi più venduti nel nostro paese dopo essere arrivata
in vetta alla classifica iTunes e nella Top3 delle vendite di
Amazon Italia.
In questa nuova interpretazione dell’iconica e classica storia
d’amore Bradley Cooper, nominato cinque volte agli
Oscar, fa il suo debutto alla regia e condivide la scena con la
pluri-premiata superstar della musica e candidata all’Oscar
Lady Gaga, nel suo primo ruolo da protagonista in
un film.
Il film vede anche il debutto alla
regia per Cooper. In questa nuova rivisitazione della leggendaria e
tormentata storia d’amore, Cooper interpreta il musicista di
successo Jackson Maine che scopre, e si innamora
della squattrinata artista Ally. Lei ha da poco
chiuso in un cassetto il suo sogno di diventare una grande
cantante… fin quando Jack la convince a tornare sul palcoscenico.
Ma mentre la carriera di Ally inizia a spiccare il volo, il lato
privato della loro relazione sta perdendo colpi a causa della
battaglia che Jack conduce contro i suoi demoni interiori.
Il film vede nel cast anche
Andrew Dice Clay, con Dave
Chappelle e il candidato all’Oscar Sam
Elliott. Oltre a interpretare Ally, Gaga
esegue le canzoni originali del film insieme a Bradley Cooper,
brani che hanno scritto assieme a una squadra di artisti tra cui
Lukas Nelson, Jason Isbell e
Mark Ronson. La musica è scritta apposta per il
film e tutte le parti vocali sono state registrare live durante le
riprese.
Il 4K Ultra HD di A Star Is
Born supporterà il Dolby Vision HDR che espande
sensibilmente la palette di colori, la gamma di contrasto e
utilizza metadata dinamici per ottimizzare automaticamente
l’immagine, adattandola a ogni schermo, fotogramma per
fotogramma.
Sono iniziate a Roma le riprese
di Shortcut, ad annunciarlo la
società di produzione Play Entertainment, guidata
da Simona Ferri e Marco Tempera,
in co-produzione con Camaleo e Sternenberg
Films.
Shortcut sarà diretto da
Alessio Liguori e scritto da Daniele
Cosci, entrambi co-fondatori di Mad Rocket
Entertainment insieme ad Alessandro
Risuleo e Simone Bracci, produttori
esecutivi del film.
Si tratta di un
adventure-fantasy-horror e racconta la storia di cinque cinque
ragazzi rimangono intrappolati all’interno dello scuolabus che li
sta riportando a casa, dopo che un essere misterioso ha invaso la
carreggiata e li ha costretti a barricarsi all’interno. È notte e
sono soli in mezzo a una strada di campagna deserta. Mentre il
tempo scorre, dovranno unire le loro forze per cercare di sempre di
sopravvivere a quell’entità sconosciuta.
Shortcut
narra una storia d’amicizia e coraggio che si svolge nella delicata
fase adolescenziale in cui l’immaginazione e le paure più
ancestrali stanno per lasciare spazio a un mondo concreto fatto di
responsabilità, relazioni e valori indissolubili.
Il protagonista di
Shortcut è il giovane attore Jack
Kane, nome che verrà presto ricordato dal pubblico
italiano in quanto interprete principale del quinto capitolo della
saga di Dragonheart, diretto da Ivan Silvestrini e
prodotto da Raffaella De Laurentiis per Universal Studio
Entertainment.
Ad affiancarlo un cast
internazionale che vede anche attori italiani come
Mino e Teo Caprio (I Medici – 2°
stagione), Zak Sutcliffe, noto per la
serie Casualty per BBC,
e David Keyes, presente nel cast di Pirati
dei Caraibi – La Maledizione del forziere
fantasma. Oltre a loro, spiccano i nomi dei giovani
Sophie Oliver, Molly Dew, Zanda Emlano e
dell’attore Terence Anderson.
Anche la Francia ha annunciato i
nominati ai prestigiosi premi nazionali, equivalente degli Oscar,
che coronano la stagione di cinema appena trascorsa, i
César 2019, e di seguito ecco le nomination. Il
premio viene tradizionalmente consegnato nella stessa settimana
degli Oscar, in genere durante il fine settimana precedente.
Ecco i nominati ai César 2019
MIGLIOR FILM
La Douleur
En Liberté
Les Frères Sister
Le Grand Bain
Guy
Jusqu’à la garde
Pupille
MIGLIOR ATTRICE
Elodie Bouchez, Pupille
Cécile de France, Mademoiselle de Joncquières
Léa Drucker, Jusqu’à la garde
Virginie Efira, Un amour impossible
Adèle Haenel, En liberté!
Sandrine Kiberlain, Pupille
Mélanie Thierry, La douleur
MIGLIOR ATTORE
Edouard Baer, Mademoiselle de Joncquières
Romain Duris, Nos Batailles
Vincent Lacoste, Amanda
Gilles Lellouche, Pupille
Alex Lutz, Guy
Pio Marmaï, En liberté!
Denis Ménochet, Jusqu’à la garde
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Isabelle Adjani, Le monde est à toi
Leila Bekhti, Le grand bain
Virginie Efira, Le grand bain
Audrey Tautou, En liberté!
Karin Viard, Les chatouilles
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Jean-Hugues Anglade, Le grand bain
Damien Bonnard, En liberté!
Clovis Cornillac, Les chatouilles
Philippe Katerine, Le grand bain
Denis Podalydès, Plaire, aimer et courir vite
MIGLIOR REGIA
Emmanuel Finkiel, La Douleur
Pierre Salvadori, En liberté
Jacques Audiard, Les Frères Sisters
Gilles Lellouche, Le Grand Bain
Alex Lutz, Guy
Xavier Legrand, Jusqu’à la Garde
Jeanne Herry, Pupille
MIGLIOR OPERA PRIMA
L’amour flou di Romane Bohringer e Philippe Rebbot
Jusqu’à la garde di Xavier Legrand
Les chatouilles di Andréa Bescond e Éric Métayer
Sauvage di Camille Vidal-Naquet
Shéhérazade di Jean-Bernard Marlin
MIGLIOR DOCUMENTARIO
America
De chaque instant
Le grand bal
Ni juge ni soumise
Le procès contre mandela et les autres
MIGLIOR FOTOGRAFIA
La Douleur
Les Frères sister
Le Grand Bain
Jusqu’à la garde
Mademoiselle de Joncquières
MIGLIOR FILM STRANIERO
Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Capharnaüm
Cold War
Girl
Hannah
Our Struggles
Un affare di famiglia
MIGLIOR ADATTAMENTO
André Bescond e Eric Métayer per Les Chatouilles
Emmanuel Finkiel per La douleur
Jacques Audiard, Thomas Bidegain per Les frères Sisters
Emmanuel Mouret per Mademoiselle de Joncquières
Catherine Corsini e Laurette Polmanss per Un amour impossible
MIGLIORI COSTUMI
Anaïs Romand, Sergio Ballo, La douleur
Pierre-Yves Gayraud, L’empereur de Paris
Miléna Canonero, Les frères Sisters
Pierre-Jean Larroque, Mademoiselle de Joncquières
Anaïs Romand, Un peuple et son roi
MIGLIOR SCENOGRAFIA
La douleur
L’empereur de Paris
Les frères Sisters
Mademoiselle de Joncquières
Un peuple et son roi
Manca meno di un anno all’uscita di
Frozen 2 (fissata per
il 27 novembre 2019), atteso sequel delle
avventure di Elsa e
Anna di cui sappiamo poco o niente. Per questo
motivo i fan hanno iniziato a formulare da soli alcune teorie sulla
trama del film.
Vi riportiamo qui sotto le più intriganti:
Olaf troverà l’amore
Qualcosa potrebbe sciogliersi nel
freddo regno di Arendelle, e non stiamo parlando del paesaggio
innevato ma del cuore di Olaf: il
simpatico pupazzo di neve troverà finalmente la sua dolce metà nel
sequel di Frozen? Possibile, secondo alcuni
fan.
Per ora non abbiamo nessun indizio
ufficiale, dunque ci si basa unicamente sulla fantasia; forse
la nuova fidanzatina di Olaf sarà un altro pupazzo, oppure una
ragazza in carne e ossa? O forse un troll, tanto per solleticare
l’attenzione degli spettatori?
Il matrimonio reale
Non si può dire che il percorso
sentimentale della principessa Anna sia iniziato
con il piede giusto, tuttavia una volta scoperte le vere intenzioni
di Hans, la ragazza ha trovato l’amore nell’amico
d’infanzia Kristoff.
Il personaggio rappresenta tutto
ciò che si può desiderare in un futuro marito: gentilezza,
simpatia, forza. E sappiamo quanto la Disney ami mettere in piedi
epici matrimoni reali… ne avremo un assaggio già nel sequel di
Frozen? Sven
sarebbe il testimone perfetto e Olaf potrebbe officiare la
cerimonia!
Fuoco e ghiaccio
Ogni eroe (o eroina) della Disney
ha bisogno di un nemico da superare per giungere ad una piena
consapevolezza di sè, ma in Frozen è stato
raccontato che la più grande battaglia da combattere, almeno per
Elsa, è quella
con se stessa.
Ora che la regina di ghiaccio ha
ottenuto il pieno controllo del suo potere e delle sue emozioni, un
nuovo cattivo dovrebbe arrivare in città. I fan pensano che sarà
una donna e che sarà rappresentata dall’elemento del fuoco…
Il ritorno di Hans
Il principe Hans è
stata la grande sorpresa di Frozen, passato dal
sembrare il principe dei sogni a uno dei maggiori antagonisti delle
due sorelle. Sono in molti a credere che tornerà nel sequel, non più cattivo ma con
un’intenzione diversa.
Le teorie ipotizzano che Hans farà
ritorno ad Arendelle come uomo cambiato e salverà le protagoniste
dalla prossima minaccia. Altri pensano che conquisterà il cuore
della regina Elsa (assai improbabile visti gli eventi del primo
film)…
La “sorella” estate
Arrivare a controllare i propri
poteri è stato il punto cruciale della trama di Frozen e
dell’esperienza personale di Elsa, dunque è
possibile che nel sequel vedremo Anna passare
attraverso lo stesso sviluppo.
Elsa è nata come figlia del
ghiaccio, mentre sua sorella potrebbe essere nata sotto il segno
dell’estate, quindi avere poteri relativi alla stagione più
calda.
In Spider-Man: Un nuovo universo, gli esperimenti
di Wilson Fisk con un acceleratore di particelle e universi
paralleli si traducono in Miles Morales che incontra una varietà di
Spider-Persone, tra cui un Peter Parker più anziano che guida e
insegna a Miles come essere Spider-Man.
“Ho scritto una scena che li
aveva tutti, c’erano Tom Holland e Andrew Garfield e Tobey Maguire
nella stessa scena – ha detto Rothman a The Q &
A con Jeff Goldsmith– Non voglio
scendere nei dettagli, ma ho scritto quella scena”.
Tobey Maguire ha
interpretato Spider-Man nella trilogia di film diretti da
Sam Raimi, la sua ultima interpretazione è stata
nel 2007. Andrew Garfield è stato invece
Spider-Man nei film The Amazing Spider-Man (1 e
2) di Marc Webb, la sua ultima apparizione è del
2014. Tom Holland è l’attore in carica per il
ruolo di Spider-Man e riprenderà il personaggio in Avengers: Endgame e
Spider-Man: Far From
Home.
Con il successo di Un nuovo
universo, non dovrebbero meravigliare eventuali sequel, e sarebbe
molto bello se in uno di questi questa scena trovasse la sua via
per arrivare sul grande schermo!
Diretto da Bob Persichetti,
Peter Ramsey e Rodney Rothman, Spider-Man: Un
nuovo universo vede protagonisti, nel cast vocale
originale, Shameik Moore, Brian Tyree Henry, Jake Johnson,
Mahershala Ali, Hailee Steinfeld, Liev Schreiber, Luna Lauren
Velez, Lily Tomlin, Nicolas Cage, John Mulaney e
Kimiko Glenn.
Colin Farrell fa
parte del cast del live action di Dumbo,
il prossimo film prodotto dalla Disney e che sarà diretto da
Tim Burton. L’attore irlandese colleziona così una
nuova collaborazione prestigiosa, dal momento che Burton è
l’ennesimo grande regista che lo sceglie per un suo film.
Forte di una seconda giovinezza
nella sua carriera, Farrell interpreterà il cuore drammatico del
film, il padre dei due bambini protagonisti che cercheranno di
difendere il piccolo elefantino volante dalle mire del perfido
Michael Keaton.
Parlando con Empire del suo ruolo
e del lavoro con Tim Burton, Colin
Farrell ha dichiarato: “Tim ha il sospetto che le cose
possano diventare troppo sdolcinate”. La star, che interpreta
il ruolo di Holt Farrier, un veterano di guerra ingaggiato per
prendersi cura del giovane elefante, aggiunge che il regista è un
ragazzino nel suo elemento. “Quando Tim viene da te per darti i
suoi suggerimenti e le sue note, è un uomo di 60 anni. Ma quando
guarda il suo monitor, è come un bambino. È stato bello vedere quel
livello di coinvolgimento”.
Sempre Empire, diffonde una nuova
immagine dal film, che mostra l’elefantino protagonista spiccare il
volo sotto al tendone del circo:
La trama di Dumbo
Il proprietario del circo Max
Medici (Danny DeVito) arruola l’ex star Holt Farrier (Colin
Farrell) e i suoi figli Milly (Nico Parker) e Joe (Finley Hobbins)
per prendersi cura di un elefante appena nato le cui orecchie
enormi lo rendono un’attrazione, in un circo già in difficoltà. Ma
quando scoprono che Dumbo può volare, tutto il circo trae
giovamento da questo fenomeno, attirando l’imprenditore V.A.
Vandevere (Michael Keaton), che recluta lo strano pachiderma per la
sua più nuova, grandiosa avventura per l’intrattenimento,
Dreamland. Dumbo sale a nuove vette accanto a un’affascinante e
spettacolare artista aerea, Colette Marchant (Eva Green), finché
Holt scopre che sotto la sua patina lucida, Dreamland è piena di
oscuri segreti.
Nel cast umano di Dumbo
protagonisti Eva Green, Michael Keaton, Colin
Farrell, Danny DeVito, Alan
Arkin e DeObia
Oparei. Prodotto da Justin
Springer (Tron: Legacy, Oblivion) il film è un misto di
CGI e Live Action.
Nella giornata di ieri sono state
annunciate le nomination
agli Oscar 2019, giunti alla loro
novantunesima edizione, la cui cerimonia di premiazione si terrà il
prossimo 24 febbraio.
Di seguito le reazioni delle star, registi, attori e produttore
nominati:
Rachel Weisz (La Favorita)
“C’è voluto molto coraggio per
realizzare questo film che vede tre protagoniste
femminili davvero complicate. Solitamente siamo abituati a vedere
storie sul dominio maschile, e per ben vent’anni si è rincorsa la
possibilità di raccontare un altro punto di vista.“
Spike Lee (BlacKkKlansman)
“Non sono affatto nervoso. Ho
girato il film, sono stato nella mia casa
in campagna, mi sono stretto la mano, ho baciato i bambini, ho
fatto tutte le cose che dovevo fare. Ero in pace con me stesso. Se
sei in giro da 30 anni, non sai mai cosa succederà. Ma ho capito
che il tempismo è tutto. E questo era il momento giusto per
raccontare questa storia che parla direttamente al potere, un
potere che oggi ha 800.000 americani disoccupati.“
Regina King (Se la strada potesse parlare)
“Wow, wow, wow. Non ho altro da
dire se non che sono orgogliosa. Orgogliosa del nostro cast, della
troupe e del lavoro che abbiamo fatto per raccontarvi questa storia
fantastica, e ancora attuale. Sono grata a Barry Jenkins per aver
creato questo bellissimo ruolo che nasce dalle grandi parole di
James Baldwin. Lavorare con
Barry è stato un momento importante della mia carriera e questo
riconoscimento è la ciliegina sulla torta”.
Barry Jenkins (Se la strada potesse parlare)
“È un onore essere in compagnia
di coetanei e leggende che ammiro. E ancora di più, mi riempie il
cuore vedere il nome e il lavoro di James Baldwin associati agli
Oscar. A nome della famiglia di Beale Street, i miei infiniti
ringraziamenti all’Academy per avermi riconosciuto ancora una
volta“.
Sam Elliott (A Star Is Born)
“Sono sorpreso. E felice di far
parte di questo grande film. Non lo paragonerò a
nessuno, ma posso dirvi che Bradley Cooper è un regista brillante.
La sua attenzione ai dettagli è immacolata e ed è stato incredibile
lavorare insieme.“
Emma Stone (La Favorita)
“Lavorare al fianco delle mie
brillanti amiche Olivia Colman e Rachel Weisz insieme all’intero
cast è stato a dir poco incredibile. Ero grata ogni giorno e sono
onorata di questa nomination. Yorgos ha creato un palazzo in cui
tutti ci siamo divertiti a giocare. Sarà per sempre in debito con
lui e con tutta la squadra che ha portato questa visione folle alla
vita.”
Rami Malek (Bohemian Rhapsody)
“Il film è il risultato di un
lavoro collettivo, e queste nomination non solo sono elettrizzanti
ma gratificano quanto fatto. Volevo che quella di Bohemian Rhapsody fosse una
storia con cui le persone potessero identificarsi, e ci siamo
concentrati prima sulla vita di Freddie Mercury e poi sulla
musica.“
Yalitza Aparicio (Roma)
“Il mio viaggio in Roma è stato straordinario. Come
figlia di una lavoratrice domestica e di una donna indigena, mi
rende orgogliosa pensare che questo film aiuterà quelli di noi che
si sentono invisibili a essere visti. Congratulazioni ad Alfonso,
all’intero cast e alla troupe e alla mia cara amica Marina De
Tavira“.
Bradley Cooper (A Star Is Born)
“Tutti quelli che hanno lavorato
a questo film hanno rischiato, mettendosi
in gioco, nella speranza di connettersi alle persone in un modo
profondo e intimo. Proprio come è successo a me fin da piccolo con
il cinema. Quando ho capito di avere questa opportunità l’ho colta
subito, e essere qui è un onore e una responsabilità. L’idea che
abbiamo bisogno l’uno dell’altro, il fatto che venga riconosciuta
dall’Academy, riconoscere che stamattina, mi rende grato“.
“Tutto ciò che ha a che fare con
questo film è per me sinonimo di gioia. Bjorn Runge è un grande
regista e Jonathan Pryce un partner di lavoro ispirato. Sono così
orgogliosa di essere in un piccolo film che ha avuto una così
grande risonanza, e sono altrettanto fiera di aver condiviso la
creazione di questo personaggio con la mia amata figlia
Annie.“
Richard E. Grant (Can you ever forgive me?)
“Non avevo idea di come il
pubblico avrebbe reagito al film, perché sulla carta stavamo
parlando di persone che stanno fallendo insieme. Sapevamo di aver
aftto qualcosa di speciale guardando al modo in cui le persone
rispondevano in sala.”
Amy Adams (Vice)
“Grazie mille all’Academy per
questo riconoscimento. È un onore essere nominata per un film che ho amato. Sono grata a
Adam McKay per aver scritto una sceneggiatura così ricca e per aver
creato un ambiente di lavoro così meraviglioso. Voglio anche
congratularmi con gli altri candidati, i miei colleghi del cast, la
troupe e tutti coloro che hanno lavorato così duramente per questo
film!“
Sam Rockwell (Vice)
“Dannazione! Sono davvero
onorato di essere riconosciuto quest’anno dall’Academy. Vice è un film così speciale e
importante e sono felice per Adam McKay, Christian Bale, Amy Adams
e Hank Corwin”
Alfonso Cuaron (Roma)
“Sono molto contento. Ma la cosa
che mi rende più felice sono le nomination per Yalitza Aparicio e
Marina de Tavira. Sono veramente il cuore del film. Se Roma è entrato in contatto con
il pubblico, è grazie a loro.“
Willem Dafoe (At Eternity’s Gate)
“Julian Schnabel ha avuto una
visione davvero forte del personaggio, ispirato da tutto ciò che
aveva intorno, e vedendo come ha lavorato in studio mi sono sentito
come un materiale per lui, la sua tavolozza, e ho adorato trovarmi
in quella posizione. “
Yorgos Lanthimos (La Favorita)
“Desidero ringraziare l’Academy
per aver onorato La Favorita in un modo così
generoso. Dopotutto mi sento ancora un estraneo a Hollywood,
ma queste nomination mi sembrano un omaggio significativo a ogni
persona coinvolta nella realizzazione del film.
Brad Bird (Gli Incredibili 2)
“Abbiamo perso uno dei nostri
animatori durante la lavorazione del film, Adam Burke, che aveva
lavorato ad ogni mio film d’animazione. È toccante ripensarci dopo
questa nomination, perché credo che il suo contributo vivrà per
sempre“.
Kevin Feige (Black Panther)
“La parola che continua a
venirmi in mente è orgoglio, perché sono orgoglioso di tutti coloro
che sono stati coinvolti nel film. Stiamo parlando
del riconoscimento più importante che un film possa ricevere nel
nostro settore, ed qualcosa che ci gratifica immensamente
[…] Penso che Black Panther sia un film unico
raccontato da un regista unico in un momento storico particolare, e
grazie al nostro straordinario cast e alla troupe siamo riusciti a
dire qualcosa di importante. Ripensando allo scorso anno e
all’impatto culturale che questo film ha avuto in tutto il mondo,
mi sembra che riconoscimento dell’Academy sia solo l’apice di tutto
ciò.”
Rodney Rothman (Spider-Man: Into the Spiderverse)
“L’ottimismo è sempre stato al
centro del film, perché speriamo che le
persone, qualunque sia l’età, sentano di poter realizzare qualcosa
di grande. Questo è il cuore del film, una storia piena di
speranza, umanità e ottimismo“.
Netflix scrive (ancora) una pagina
importante nella storia dell’audiovisivo: come riportato
dall’Hollywood Reporter, l’impresa entrerà ufficialmente a far
parte della Motion Picture Association of America
insieme ai sei principali studios di Hollywood (Disney, Fox,
Paramount, Sony, Universal e Warner Bros). Si tratta della prima
società di streaming capace di ottenere questo importante
riconoscimento.
Non ci sono infatti precedenti, e la
notizia arriva in concomitanza con la prima nomination agli
Oscar2019
come miglior film per un prodotto originale Netflix, ovvero
Roma di
Alfonso Cuaron, già Leone d’oro alla recente
Mostra del cinema di Venezia.
“A nome della MPAA e delle sue
aziende associate, sono lieto di dare il benvenuto a Netflix come
partner“, ha dichiarato il CEO Charles Rivkin Rivkin in una
nota. “Tutti i nostri membri si impegnano per far progredire
l’industria cinematografica e televisiva, in entrambi i modi in cui
raccontiamo storie e cerchiamo di raggiungere il pubblico.
L’inclusione di Netflix ci consentirà di difendere ancora più
efficacemente la comunità globale dei narratori creativi e non vedo
l’ora di vedere cosa possiamo ottenere insieme. “
Netflix nella storia – farà parte
della Motion Picture Association of America
Arriva anche la replica di Ted
Sarandos, chief content officer di Netflix, che aggiunge:
“Essere parte della Motion Picture Association rappresenta un
ulteriore esempio del nostro impegno a garantire la vitalità di
queste industrie creative e delle molte persone di talento che
lavorano in tutto il mondo.“
Vi ricordiamo che l’azienda ha
appena ottenuto ben 15 nomination agli Oscar 2019 (potete leggerle qui nel nostro
articolo). Dopo le polemiche scatenate dai commenti del
direttore del Festival
di CannesThierry Frémauxe le continue
lotte tra sostenitori dell’esperienza tradizionale della sala
contro i servizi on demand, questa sembra la conferma di un
possibile dialogo tra le parti.
Il successo di Aquaman e le
prossime uscite del 2019 (Shazam! e
Wonder Woman
1984) potrebbero risollevare la situazione “infelice”
dell’universo DC al cinema che la direzione Zack
Snyder non era riuscita a gestire nel migliore dei modi.
Tuttavia, se escludiamo i progetti già in fase di produzione come
Birds of Prey e
Joker, sembra
che ci siano ancora problemi legati allo standalone di riavvio del
personaggio di Batman affidato a Matt
Reeves.
Secondo gli ultimi rumor, riportati
da Daniel Richtman di SuperBroMovies, il film non avrebbe nemmeno
un titolo ufficiale. Dunque non è The
Batman il nome definitivo del cinecomic?
Eppure qualche settimana da Umberto
Gonzalez di The Wrap aveva riportato
che la prima sceneggiatura era stata consegnata sulle scrivanie
della Warner Bros., pronta per essere trasformata in un adattamento
cinematografico. Anche su quelle pagine risultava scritto “Untitled
Batman Project”?
Alcune fonti però sostengono che il
film arriverà nelle sale non prima del 2021, il che significa che
abbiamo aspettare ancora 2-3 anni prima di vedere di nuovo sul
grande schermo il Cavaliere
Oscuro difensore di Gotham, almeno per quello che
riguarda questo progetto.
Non sappiamo se Ben
Affleck tornerà a indossare mantello e cappuccio,
soprattutto a seguito dei report contrastanti che sembrano fioccare
a seguito dei recenti problemi personali dell’attore, che hanno
messo in discussione il suo futuro nel franchise DC
Comics, ma anche dell’esito poco felice delle sue recenti
apparizioni su grande schermo. Sembra anche doveroso sottolineare
che questi continui buzz in rete stanno intorbidendo le acque
intorno al film, lasciandoci con una grande confusione e
nient’altro.
Il futuro cinematografico di Batman
è molto incerto, al momento. Dopo il successo della trilogia
di Christopher Nolan, è arrivato il reboot a
opera della coppia Zack Snyder/Ben
Affleck che ha destato parecchie perplessità sia
in Batman v Superman che nel
naufragio di Justice League.
LEGO ha presentato un nuovo set di
mattoncini realizzato in occasione dell’uscita di The
LegoMovie 2. Una volta costruito, il
set, che conta 1.825 pezzi, raffigura l’astronave usata da
Rex Dangervest, un eroe intergalattico che viene
in aiuto al capomastro Emmet, nel film. L’astronave si chiama
Rexcelsior, che è un sottile omaggio all’icona Marvel ComicsStan Lee,
scomparso lo scorso
novembre.
L’astronave ha un booster, un
doppio cockpit microfigure, un interno dettagliato in microscala
con varie stanze e compartimenti, porte apribili e un tetto
removibile per la facilità di gioco. Il set ha anche una maniglia
con un grilletto per sparare e un tiratore a sei-missili a tiro
rapido, a molla, e il deposito di munizioni con sei missili in più.
Oltre a Rex ed Emmet, il set comprende la casa di Emmet, un
muletto, due interuttori e una navetta.
Rexcelsior è un gioco di parole sul
famoso “excelsior” usato da Lee per tutta la sua vita. Il
co-creatore di molti personaggi iconici della Marvel, Lee, ha anche trovato
ulteriore fama e riconoscimento per i suoi cameo nei film e negli
spettacoli televisivi della Marvel. LO vedremo di nuovo in
Avengers:
Endgame e in Captain Marvel,
probabilmente anche in Spider-Man: Far
From Home, mentre il suo ultimo cameo sul grande
schermo, a oggi, è quello animato in Spider-Man: Un
nuovo universo.
Ricordiamo che nella versione
originale di The
LegoMovie 2, a dare la voce a Emmet
è Chris Pratt, che nel Marvel Cinematic
Universe interpreta Star Lord. Nel 2014, The
LEGO Movie divenne un enorme successo, con recensioni
prevalentemente positive e un incasso di 469 milioni su un budget
di 60, quello che si definisce un vero successo. A scrivere e
dirigere c’erano Phil Lord e Chris Miller. Il
film ha generato subito un universo condiviso, con altri film del
genere usciti nel corso di questi 4 anni: The LEGO Movie
Batman e The LEGO Ninjago Movie.
Il titolo completo sarà The
LegoMovie 2e
c’è da aspettarsi che riprenderà la formula del primo film, con
citazioni dall’universo LEGO, con tutti i
personaggi della cultura pop di cui i mattoncini colorati detengono
i diritti. Chris Pratt, Elizabeth Banks, Will
Arnett, Nick Offerman, Alison Brie, Charlie
Day e Tiffany Haddish. Inoltre
Jonah Hill è Lanterna Verde, Channing
Tatum è Superman.
Il film da solista di Vedova
Nera rientra tra i quattro candidati
all’uscita di Maggio 2020 fissata dai Marvel Studios, dunque sarebbe scontato
pensare che le riprese inizieranno nel corso dei prossimi
mesi. Ipotesi confermata dall’ultimo report di GeekWorldWide,
secondo cui la produzione del cinecomic partirà il 28 Febbraio tra
Europa (Croazia) e Stati Uniti (Florida).
La sceneggiatura, affidata
a Jac Schaeffer (già autrice
di TiMER, Nasty Woman, Frozen – Le avventure di Olaf)
è pronta da mesi, e alla regia è stata già
confermata Cate Shortland. Nessun
aggiornamento sul cast ufficiale che affiancherà Scarlett Johansson in quello che è a tutti
gli effetti un altro viaggio nel “passato” del MCU (come Captain
Marvel, ambientato in un’epoca mai esplorata
all’interno dell’universo condiviso).
Lo standalone riprenderà le sorti di Natasha
Romanoff quindici anni dopo la caduta dell’Unione
Sovietica negli Stati Uniti. Detto ciò, è evidente che il film si
piazzerà in un momento della timeline antecedente
a Iron Man 2 (dove Vedova Nera debuttava
ufficialmente). Probabile quindi
un’ambientazione a metà degli anni 2000, una posizione storica che
potrebbe ammettere la tanto sperata reunion tra Natasha e Clint
Barton (Occhio di Falco) mentre collaborano a
Budapest, oppure il primo incontro fra l’eroina e
il Soldato d’Inverno.
Il villain del film
su Vedova Nera sarà quasi sicuramente un
uomo, descritto come un individuo “entusiasmante” e di etnia non
identificata, ma che si aggira intorno ai quarant’anni. Sfogliando
la storia dell’eroina nei fumetti, un personaggio che corrisponde a
questa descrizione è il Guardiano Rosso,
soldato russo tra i più amati dai fan; oppure potrebbe trattarsi
di Taskmaster, supercriminale mercenario
capace di duplicare perfettamente i movimenti di chiunque e
infiltrato nello SHIELD. Possibile, vista l’ambientazione in
Europa, anche la presenza di Night Raven,
apparso nella graphic novel Fury / Black Widow: Death Duty. Viene inoltre
menzionato che gli studios sono in cerca di un’attrice di 50 anni
che possa interpretare un villain secondario.
L’annuncio di un
Ghostbusters 3 con il cast originale, per di più
diretto da Jason Reitman, figlio di Ivan che
diresse i film degli anni ’80, ha scosso i fan del franchise, che
finalmente avranno il loro terzo “originale” film sugli
Acciappafantasmi.
Chi non ha gradito affatto
l’annuncio è stata Leslie Jones, comedian del
Saturday Night Live che ha partecipato al film del 2016 diretto da
Paul Feig. L’attrice ha scritto su Twitter: “Che
insulto! Andate a f*****o. È quello che farebbe Trump. (Con la voce
di Trump) “Si rifarà Ghostbusters, meglio con uomini, sarà
grandioso. Quelle donne non sono Ghostbusters” così fastidioso! Una
mossa da s****i. E non me ne frega un c***o di star dicendo queste
cose.”
Da una parte la rabbia della Jones è
comprensibile, visto che Ghostbusters 3 non
comprenderà nella sua mitologia il film a cui lei ha partecipato,
“cancellandolo” in qualche modo dalla timeline del franchise.
Dall’altra però il suo è uno sfogo di rabbia davvero senza senso,
dato che un film del genere era nell’arria da anni.
Adesso, Paul Feig è
intervenuto in difesa della Jones, sulla quale si è abbattuta,
ovviamente, la bufera a seguito di quanto dichiarato. Intervenendo
su Twitter, il regista del Ghostbusters del 2016 ha dichiarato:
“Leslie ha detto la sua verità e io la
sostengo. Sono molto aperto alla nuova versione di Ghostbusters di
Jason, ma sono anche triste che il nostro team del 2016 non riesca
più a riunirsi. Lo siamo tutti. Siamo sempre orgogliosi del nostro
film.”
Il film del 2016 è stato un
insuccesso clamoroso, e la maggior parte dei commenti negativi, c’è
da specificarlo, si sono abbattuti sul film anche previa visione,
guidati solo dal pregiudizio che l’operazione stessa ha generato.
Lo stesso discorso, uguale e contrario, si sta scatenando per il
progetto di Jason Reitman, che è sostenuto a
priori dai fan del film con Bill Murray.
Entertainment Weekly ha appreso in
esclusiva che Jason Reitman dirigerà e co-scriverà
il film: “Ho sempre pensato a me stesso come il primo fan di
Ghostbusters, quando avevo 6 anni ero a visitare il set. Volevo
fare un film per tutti gli altri fan. Questo è il prossimo capitolo
della serie originale. Non è un riavvio. Quello che è successo
negli anni ’80 è accaduto negli anni ’80, e questo è ambientato nel
presente.”
Sony Pictures ha stabilito l’uscita
del film per l’estate 2020, con l’intenzione di iniziare le riprese
entro pochi mesi.
Prima di tornare sul set di
Wonder Woman 1984Patty
Jenkins si è dedicata ad un altro progetto per il piccolo
schermo, la serie I Am The Night, dove ha lavorato
nuovamente con Chris Pine.
Come saprete, l’attore tornerà nei panni di Steve Trevor nel sequel
in arrivo a Luglio e non c’è modo di scoprire come verrà spiegata
la sua “resurrezione”.
Sull’argomento misterioso è stata la
stessa Jenkins a dichiarare che “Il ritorno di Steve avrà
perfettamente senso. Ho pensato a lungo a cosa dovevamo raccontare
nel film e questo personaggio era incredibilmente importante per la
storia. Per ora è tutto ciò che posso dirvi“.
Secondo una recente teoria, la
Warner Bros. avrebbe introdotto nell’universo cinematografico un
nuovo villain che riporterà in vita l’eroe in cambio di un favore
chiesto a Diana Prince. Questo personaggio avrà il volto
di Pedro Pascal e corrisponderà
a Maxwell Lord, intento a raccogliere
qualsiasi manufatto antico che lo renderanno “potente come un
dio“. La voce riporta inoltre che Lord lavorerà al fianco
di Barbara Ann Minserva, aka Cheetha, l’altro antagonista di Wonder
Woman interpretato da Kristen Wiig.
“Per me, questa versione del
personaggio è un po’ diversa – aveva dichiarato in
un’intervista Chris Pine– I tavoli
sono girati, e io sono un cervo nella luce dei fari (due
espressioni da urban dictionary che indicano che il suo personaggio
si trova in una situazione completamente nuova e che è pervaso da
uno stato di eccitazione misto ad ansia e paura)”.
In altre parole, sembra che adesso
Steve Trevor non sarà più il leader del gruppo, ma sarà poco più di
una spalla per Diana, che ormai, a settant’anni dal suo “debutto”
nei panni di eroina, è molto più abile a muoversi nel mondo degli
uomini. Purtroppo non abbiamo ancora indizi su come Trevor tornerà
in vita.
È stato confermato
dalla Jenkins che Wonder
Woman 1984 sarà ambientato negli anni Ottanta,
rivelando al pubblico un’altra epoca iconica in cui svolgere le
avventure di Diana.
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v Superman: Dawn of
Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman.
Wonder Woman
1984 vedrà ancora come protagonista Gal
Gadot opposta a Kristen Wiig,
scelta per interpretare la villain Cheetah. L’ultimo acquisto del
cast è Pedro Pascal, di cui non è stato ancora confermato il
personaggio. Il film sarà ambientato durante la Guerra Fredda e la
sceneggiatura è stata curata da Goeff
Johns e Patty Jenkins.
Fa bene a festeggiare Kevin
Feige: ieri Black Panther,
produzione Marvel Studios, ha scritto un’altra pagina
importante nella storia dei cinecomic conquistando ben sette
nomination agli Oscar 2019
(film, scenografia, colonna sonora, canzone originale, costumi,
montaggio sonoro e missaggio sonoro). Un risultato impensabile fino
a qualche anno fa, quando il genere supereroistico veniva tenuto a
debita distanza dalla stagione dei premi perché considerato – in
fondo – categoria minore.
“La parola che continua a
venirmi in mente è orgoglio, perché sono orgoglioso di tutti coloro
che sono stati coinvolti nel film“, ha spiegato il produttore
commentando a caldo le nomination. “Stiamo parlando del
riconoscimento più importante che un film possa ricevere nel nostro
settore, ed qualcosa che ci gratifica immensamente […] Penso
che Black Panther sia un film unico raccontato da un regista unico
in un momento storico particolare, e grazie al nostro straordinario
cast e alla troupe siamo riusciti a dire qualcosa di importante.
Ripensando allo scorso anno e all’impatto culturale che questo film
ha avuto in tutto il mondo, mi sembra che riconoscimento
dell’Academy sia solo l’apice di tutto ciò.”
Black Panther
2 al momento è in fase di pre-produzione ai Mavel
Studios.
La sinossi del primo film:
Dopo la morte di suo padre,
mostrata in Captain America: Civil War, il
giovane principe T’Challa torna a casa
per salire sul trono di Wakanda, un’immaginaria nazione nel
continente africano, isolata ma tecnologicamente avanzata, e ricca
di giacimenti di vibranio. Quando due pericolosi nemici cospirano
per portare il regno alla distruzione, T’Challa è pronto a
raccogliere l’eredità di suo padre e a indossare gli artigli
di Black Panther. Non è la prima volta che il
giovane re usa l’identità segreta per fare giustizia: nell’epica
battaglia tra lo sprezzante Stark e il cocciuto Rogers, aveva già
messo le sue abilità al servizio di Iron Man, in cerca dello
scontro diretto con il Soldato d’Inverno. Questa volta, invece
della fragile alleanza con la parte più facoltosa dei
Vendicatori, T’Challa fa squadra con l’agente della
CIA Everett K. Ross, completamente ignaro
delle ricchezze locali, e con il corpo speciale wakandiano delle
Dora Milaje, tra le quali figura anche
l’amata Nakia. Come Freeman, apparso in Civil
War, anche Andy Serkis torna nei panni del trafficante d’armi
Ulysses Klaue, conosciuto in Avengers: Age of Ultron.
Chadwick Bosemanha
interpretato il protagonista, T’Challa, già visto
in Captain America Civil War. Nei ruoli
principali del film hanno recitato, oltre a Boseman,
Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman,
Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest
Whitaker e Andy Serkis. Nei
ruoli di comprimari sono comparsi invece Letitia
Wright, Winston Duke, Florence Kasumba, Sterling K.
Brown e John Kani.
Sappiamo che Mark Hamill potrebbe apparire in
Star
Wars: Episodio IX sotto forma di fantasma di Forza,
visto che nell’episodio precedente, Gli Ultimi
Jedi, ha lasciato fisicamente il mondo dopo l’incredibile
battaglia contro suo nipote Ben Solo/Kylo Ren.
L’attore, indissolubilmente legato
alla saga, si troverà quindi ad affrontare definitivamente il suo
ultimo film del franchise, e lo farà con tutto il cast di giovani
attori che hanno ricevuto il testimone da lui, dalla sua gemella
spaziale, la compianta Carrie Fisher, e
dall’inossidabile Harrison Ford.
In occasione dell’annuncio delle
nomination agli
Oscar 2019, Mark Hamill si è
congratulato con Adam Driver, interprete di Kylo
Ren, per la sua candidatura come migliore non protagonista in
BlackkKlansman, il film di
Spike Lee tratto da una storia vera. Per il film,
Lee ha ricevuto anche la sua prima candidatura in carriera alla
regia e al miglior film, ma Hamill si è giustamente concentrato sul
giovane Driver, congratulandosi a modo suo.
Su Instagram, l’attore interprete di
Luke Skywalker ha condiviso una immagine che
ritrae un Driver sorridente e il poster del film di Lee, con la
seguente didascalia: “Congratulazioni ad Adam per la tua
meritata nomination agli Oscar per BlackkKlansman, in cui
interpreti un brav’uomo che finge di essere cattivo! (hashtag, solo
per dire)”.
Che quell’hashtag possa essere un
indizio su come si evolverà il percorso di Kylo Ren? Non possiamo
saperlo, ma potrebbe senza dubbio essere anche solo un modo di
Hamill perprendere in giro i suoi fan!
Nel cast del film
tornano Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar
Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas
Suotamo e Billie Lourd. Si uniranno al
cast di Star Wars: Episodio IX Matt Smith, Naomi
Ackie e Richard E. Grant, insieme ai
veterani del franchise Mark Hamill, Anthony
Daniels e Billy Dee Williams, che
riprenderà il ruolo di Lando Calrissian.
Un’altra importante anticipazione
della trama di Shazam! potrebbe
essere stata rivelata nientemeno che dalla collezione di Funko Pop
relativa al cinecomic con Zachary Levi. E a quanto
pare il supereroe del titolo non sarà l’unico a possedere poteri
straordinari…
Come potete vedere nelle immagini
qui sotto, Eugene e Darla Batson
, i genitori adottivi di Billy Batson, compaiono
nei loro costumi da eroi (con tanto di mantello) molto simili al
design dell’uniforme del protagonista. Questo significa che nel
film compariranno anche gli alter ego dei due personaggi, così da
introdurre sul grande schermo l’intera famiglia Shazam?
La sinossi ufficiale di Shazam! :
Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci
vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy
Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago.Ancora bambino all’interno di un
corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso
facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri:
divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola?
Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa
imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi
poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr.
Thaddeus Sivana.
Vi ricordiamo che Shazam!
farà parte dell’Universo Cinematografico DC e
uscirà ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel (Billy
Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus
Sivana), Jack Dylan
Grazer (Freddy), Grace
Fulton (Mary), Faithe
Herman (Darla), Ian
Chen (Eugene), Jovan
Armand (Pedro), Cooper
AndrewseMarta
Milans (genitori adottivi di
Billy, Victor e Rosa Vasquez), Ron Cephas
Jones (Il Mago).
L’eredità di Tony Soprano passa
di padre in figlio: sarà infatti Michael
Gandolfini, figlio di James Gandolfini, a
interpretare il boss italoamericano nel film prequel della serie
I Soprano intitolato The Many Saints
of Newark, produzione New Line Cinema che ha già
trovato in Alessandro Nivola, Vera
Farmiga, Jon Bernthal, Billy
Magnussen e Corey Stoll i suoi
protagonisti.
Vi ricordiamo che la sceneggiatura
verrà curata da David Chase, già ideatore e
co-creatore dello show capolavoro andato in onda per sei stagioni
dal 1999 al 2007 su HBO. Alan
Taylor firmerà invece la regia.
Gandolfini Jr. ha recitato di
recente nella serie The Deuce, sempre produzione
HBO. Addetti ai lavori hanno spiegato che la sua presenza sullo
schermo e la padronanza dei manierismi di Tony Soprano, uniti alla
somiglianza con il padre lo hanno reso la scelta migliore (se non
obbligata) per il ruolo.
Sulla trama ufficiale della
pellicola non ci sono molti dettagli, tranne che sarà ambientata
durante le rivolte di Newark negli anni ’60 tra afroamericani
e italiani. La storia si concentrerà su Dickie Moltisanti, mentore
di Tony, e sulla sua associazione criminale.
Mia e il Leone
Bianco debutta in testa al box office italiano,
seguito da Glass e Non ci resta che il crimine. La new
entry Mia e il Leone Bianco apre in testa
al box office italiano con 1,9 milioni di euro incassati in 402
sale. Invece Glass debutta in seconda posizione
con 1,8 milioni di euro. Non ci resta che il crimine scende al
terzo posto con 1,2 milioni con cui arriva a quota 3,6 milioni di
euro.
Bohemian Rhapsody conferma la
quarta posizione e raccoglie altri 964.000 euro con cui arriva a
ben 26,4 milioni di euro. L’Agenzia dei Bugiardi esordisce al
quinto posto con 893.000 euro, mentre Aquaman supera il tetto dei 10 milioni con
altri 864.000 euro. Segue Ralph Spacca Internet che giunge a
quota 10 milioni raccogliendo altri 844.000 euro.
Candidato a due Premi Oscar,
Maria Regina di Scozia apre
all’ottavo posto con 767.000 euro incassati in 322 sale. Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità
precipita in nona posizione con altri 558.000 euro per un globale
di 3,4 milioni. Chiude la top10 City of Lies che arriva a 1,2 milion
complessivi raccogliendo altri 338.000 euro.
L’uomo dal cuore di
ferro è il titolo del racconto biografico che parla
dell’ascesa politica e della morte di Reinhard
Heydrich, il gerarca nazista principale fautore della
“soluzione finale”, la sistematizzazione dello sterminio degli
ebrei durante il regime di Hitler. Il film, diretto dal regista
Cedric Jimenez, è basato sul romanzo
HHhH di Laurent Binet che
racconta un episodio della storia della Seconda Guerra Mondiale non
troppo noto.
Sviluppandosi nell’intero corso
dell’ascesa politica di Heydrich, L’uomo dal cuore di
ferro culmina nell’attentato ai suoi danni da parte di
partigiani cecoslovacchi. L’attentato riuscì, dal momento che
Heydrich perse la vita a causa delle ferite riportate durante
l’esplosione della sua automobile, e l’attentato fu l’unico
riuscito ai danni di ufficiali e gerarchi SS nel corso della
Guerra. La sua morte sancì l’inizio di grandi disordini che
contribuirono allo sgretolamento del terzo Reich. Jimenez racconta
la storia da due punti di vista differenti, separando nettamente il
punto di vista di Heydrich e di sua moglie, l’algida Lina, e quello
invece che si offre sui partigiani che organizzarono l’attacco. Il
film è spaccato lungo una linea che lo divide precisamente a metà e
solo dalla seconda parte in poi incontreremo i coraggiosi che si
sacrificarono per eliminare il terribile gerarca.
L’uomo dal cuore di ferro, il film
La parte che sembra funzionare di
più, in un film tutto traballante e con pochissima personalità, è
quella dedicata all’ascesa di Heydrich: coinvolto in alcuni
scandali ed allontanato dall’esercito, l’uomo venne rimesso in
senso da Lina, che poi divenne sua moglie. La donna lo introdusse
all’ideologia nazista e lo presentò ai vertici delle SS, presso i
quali lui si fece notare subito per l’approccio pratico e lo
spirito risoluto, nonché per il “cuore di ferro”. Fu lui a guidare
alcune delle più grandi repressioni a danno dei dissidenti del
regime, tanto che nel 1941 venne nominato da Adolf
Hitler governatore del Protettorato di Boemia e Moravia,
dove mise in atto sanguinosi “rimedi” per annientare la resistenza
anti-tedesca. Fu lui la mente principale dietro la stesora del
piano che portò alla soluzione finale.
Questo aspetto pubblico e politico
estremamente funzionale viene messo a confronto con la vita privata
di Reinhard, che diventa man mano più arido. Innamorato e devoto
alla moglie, padre premuroso e amante della musica, l’uomo di
estranea sempre di più dagli affetti familiari per dedicarsi al
lavoro, assecondando la sua ambizione. A interpretarlo c’è Jason Clarke, che troppo spesso non viene
abbastanza messo in luce per il suo talento. L’attore dalla grande
personalità e l’ottima presenza scenica si sacrifica in una storia
senza troppa personalità, al fianco di
Rosamund Pike. Entrambi sono molto adatti ai ruoli a
loro affidati ma entrambi sembrano uno spreco di talento in un film
sembra una fredda cronistoria di un fatto storico poco noto.
Trattamento peggiore viene
riservato agli attori che interpretano i due partigiani autori
dell’attentato.
Jack Reynore Jack
O’Connell, che compaiono a metà film, portano avanti lo
stereotipo dell’uomo che lotta per la libertà, senza che la
scrittura o la regia dimostrino il benché minimo guizzo di dignità
per coloro che hanno davvero portato a compimento un attentato
suicida. L’uomo dal cuore di ferro è il racconto,
senza nessun tipo di ambizione, di un fatto storico poco
conosciuto, che può avere esclusivamente un valore informativo, non
certo qualche velleità artistica.
L’ultimo samurai è
un film del 2003, diretto da Edward Zwick, che ha
reso onore, ancora una volta, alle tradizioni e ai valori dei
samurai, un mondo che ormai non esiste più (anche i codici morali
sono sopravvissuti nella società giapponese moderna).
Candidato a ben quattro Premi Oscar
(tra cui quello del Miglior Attore non Protagonista a Ken Watanabe)
e a tre Golden Globe, il film racconta in maniera mediata e
romanzata la Ribellione di Satsuma e la guerra
Boshin. Ecco quello che non sapevate su L’ultimo
samurai.
L’ultimo samurai: Streaming
Chi desiderasse rivedere il film
L’ultimo samurai in streaming, film diretto da Edward Zwick con Tom Cruise, oppure volesse cimentarsi per una
prima visione, è possibile farlo grazie alle diverse piattaforme di
streaming digitali che rendono possibile la visione di questo
titolo. Nella fattispecie, L’ultimo samurai è visibile su Infinity,
Premium Play, Chili, Rakuten Tv, Google Play, iTunes e Tim
Vision.
Ultimo Samurai
L’ultimo Samurai è un film
diretto da Edward Zwick (Vento
di Passioni, Blood Diamond – Diamanti di sangue, Amori & altri
rimedi) ambientato nel Giappone che ha vissuto la Ribellione
di Satsuma e che vede, tra i protagonisti, Tom Cruise, Ken Watanabe, Shin Koyamada e
Tony Goldwin. Uscito in Italia il 9 gennaio del
2014, L’ultimo samurai racconta la storia di un ex
capitano dell’esercito americano, tale Nathan
Algren (Tom Cruise) che, nel 1876, viene chiamato ed
incaricato di addestrare l’esercito dell’imperatore giapponese
Meiji.
Lo scopo è solo uno: eliminare in
maniera definitiva i samurai ribelli all’impero. Algren è
sostanzialmente un uomo alla deriva che ha rischiato la vita per
essere fedele al suo paese che è cambiato di molto dagli anni della
guerra civile. L’incarico da parte dell’Impero giapponese per lui
non è che un modo per fuggire dai ricordi che lo attanagliano,
dalla disillusione, dalle angosce, oltre che essere una via
“facile” per fare soldi.
Eppure, dopo essere arrivato in
Giappone e aver capito ciò che succede davvero, riuscirà a
concepire la filosofia, lo stile di vita e la cultura millenaria
dei samurai, che a loro volta rimangono sorpresi ed incantati dalla
tenacia di Algren. Il comandante un tempo avversario ed ora suo
mentore, Katsumoto (Ken Watanabe),è incuriosito
dalla cultura esistente al di fuori della sua e così lo sono gli
altri samurai ribelli che cominceranno a trattare il capitano
Algren come un loro pari, senza perdere di vista il loro obiettivo:
difendere le tradizioni, i valori e i codici dal quel progresso ne
minaccia l’esistenza.
L’ultimo samurai si basa, in essere su una storia vera,
quella di Jules Brunet, un capitano ed istruttore
d’artiglieria che sottostava agli ordini di Napoleone III, inviato
in Giappone per insegnare le tattiche innovative militari: una
volta arrivato nel paese del Sol Levante, sposa la causa ribelle,
dopo essererimasto invischiato nella guerra Boshin.
Film Samurai
Nel corso della storia del cinema
mondiale, di film samurai ne sono stati realizzati a iosa, per la
maggior parte appartenenti alle cinematografia giapponese. Tra i
primi film che trattano la storia di questi militari del Giappone
feudale, totalmente fedeli alla trazioni, che fanno della guerra
un’arte e facenti parte di una casta colta, c’è sicuramente uno dei
capolavori di Akira Kurosawa, I sette Samurai,
girato nel 1954, cioè 4 anni dopo il successo di Rashomon (film che racconta la storia di un samurai
ucciso tramite diverse testimonianze e diversi punti di vista).
Il film, che vede la presenza di
Toshirō Mifune, è ambientato nell’Era Sengoku
e narra la storia di un villaggio abitato da contadini che assume
dei Rōnin (cioè i samurai rimasti senza padrone, dei guerrieri
erranti) per potersi difendere dai saccheggi quotidiani di un
gruppo di briganti. Ma Kurosawa, nel 1961, girò un altro film sui
samurai, La sfida del samurai (sempre con Mifune) che
racconta la storia un rōnin che arriva in una città divisa da due
bande di criminali e che decide di metterle una contro l’altra per
liberare la città.
The Last Samurai
The Last Samurai, titolo
in lingua originale de L’ultimo samurai, non si riferisce
solo al film del 2003 con Tom Cruise. Infatti, questo titolo è
stato utilizzato molte volte per realizzare film diversi ma sempre
concernenti al mondo dei samurai.
Se L’ultimo samurai è
stato l’ultimo film a narrare tradizioni e valori di questo mondo,
in precedenza ne furono realizzati altri: andando a
cronologicamente a ritroso, nel 1988 venne realizzato un film,
The Last Samurai, diretto da Paul
Mayersberg. Anche se la data di produzione è risalente al
1988, in realtà il poi uscì negli Stati Uniti solo all’inizio del
1997, dopo due premiere svoltesi negli anni precedenti in Germania
e sempre negli Usa.
Il film racconta la storia di due
uomini d’affari giapponesi in cerca di una realizzazione spirituale
che, seguendo le orme di un antenato samurai, arrivano fino in
Africa con un gruppo di turisti, per essere poi rapiti dal leader
della guerriglia locale e sarà un duro mercenario a doverli
salvare.
Andando ancora indietro, si arriva
al 1974, quando venne realizzato Okami yo Rakujitsu o
kire, un film di Kenji Misumi, uscito negli
Usa tre anni dopo con il titolo di The Last Samurai. Il
racconta la storia di Toranosuke Sugi, un coraggioso e leale
samurai, che combatte per praticare e preservare gli insegnamenti
del suo maestro durante una guerra civile. Ma Sugi ha amici da
entrambe le fazioni e non saprà se cadere nella tentazione o
evitare di farlo per i suoi princìpi e per la libertà.
Film sui Samurai
Oltre ai primi film sui samurai,
nel corso negli anni, vennero realizzati molte pellicole
interessanti, come Il trono di sangue (1957, regia di
Kurosawa), L’ultimo samurai (1967, regia di Masaki
Kobayashi), Kagemusha – L’ombra del guerriero (1980, regia
di Kurosawa), e Il crepuscolo del samurai (2002, regia di
Yôji Yamada).
Ma si ricordano anche titoli come
Zatôichi di Takeshi Kitano del 2003, 13 assassini
di Takashi Miike del 2010 e 47 Ronin di Carl Rinsch, con Keanu Reeves, del 2013.
Uno dei fatti interessanti, che riguardano la realizzazione di film
sui samurai, è avvenuto con l’animazione: infatti, tra il 2001 e il
2004 è stata realizzata una serie tv intitolata Samurai
Jack: la serie animata statunitense, che ha avuto immediato
successo tra le giovani generazioni, ha avuto un revival nel 2017
con una quinta stagione.
Katsumoto
Nel film L’ultimo samurai,
che riprende ed unifica, in forma romanzata due eventi storici
giapponesi, la guerra Boshin e la Ribellione di Satsuma, compare il
personaggio di Katsumoto, interpretato in maniera magistrale da Ken
Watanabe (che venne candidato all’Oscar).
Katsumoto è un personaggio che si
rifà al militare giapponese Saigō Takamori,
samurai del feudo di Satsuma che trovò la morte nella battaglia di
Shiroyama. Takamori incarnò la crisi d’identità della sua nazione,
divisa tra l’accoglienza del modernismo e la difesa degli antichi
valori samurai: Takamori guidò i samurai, come il Katsumoto nel
film del 2003, cercando di combattere quel modernismo che si faceva
ormai incombente, tentando di essere federe e di difendere fino
all’ultimo tradizioni e valori di un mondo, quello samurai, che
correva il rischio di scomparire, diventando uno dei grandi eroi
nazionali del Giappone.
Il 24 febbraio saranno annunciati i
vincitori dei 91° Academy Awards, gli Oscar 2019. L’edizione di
quest’anno si presenta già particolare, vista l’assenza di un
presentatore ufficiale, dopo il rifiuto di Kevin
Hart. Ma siamo sicuri che l’Academy riuscirà a fare a
meno dell’ospite, soprattutto con un programma che vedrà
risplendere principalmente i nominati, che sono i veri protagonisti
della serata.
E proprio oggi sono stati
annunciati i fortunati nominati nelle 24 categorie ufficiali e, non
troppo a sorpresa, Roma di
Alfonso Cuaron guida la classifica dei film più
nominati con 10 candidature, a pari merito con La
Favorita di Yorgos Lanthimos, risultato,
questo, decisamente più sorprendente.
E difficilmente si era vista una
lista di nominati così esterofila, con il regista messicano alla
carica, favorito anche per la categoria Miglior Film, mentre
Pawel Pawlikowski, regista polacco già premio
Oscar per Ida, nella categoria Miglior film
Straniero, porta a casa anche una nominatio alla regia, vera
sorpresa degli annunci della mattinata. Il film è il bellissimo
Cold War.
Resta invece a bocca asciutto
Bradley Cooper, per la regia, categoria in cui è
stato finalmente riconosciuto un posto a Spike Lee
(che compare per la prima volta anche nella categoria principale)
per il bellissimo BlackkKlansman. Il film di Lee ha conquistato
ben 6 nomination, due in meno di A star is born (che concorre per 8 categorie),
ma senza dubbio una vera “scossa” nel panorama cinematografico
americano di quest’anno.
Altro schiaffo al pubblico USA è
Vice, di Adam McKay, che
conquista 8 nomination, mentre a fare la storia, letteralmente, è
Black Panther. Il film, sicuramente trascinato
dagli incassi esorbitanti e dall’altissimo gradimento di cui ha
goduto, ha messo a segno un colpo storico: 7 nomination agli Oscar
2019 per il cinecomic. Mai nessun film dello stesso genere era
arrivato a tanto, comparendo anche nella categoria Miglior Film. Ci
era andato vicino soltanto Logan, con la nomination per la migliore
sceneggiatura.
Molte soprese anche tra le
nomination agli attori. Le due protagoniste di Roma sono entrambe arrivate nella cinquina
(Yalitzia Aparicio come protagonista e
Marina De Tavira come non protagonista), mentre
Willem Dafoe è il vero outsider nella categoria
dei protagonisti, con la sua magnifica interpretazione di Van Gogh
in Sulla soglia dell’eternità. Per La
Favorita tripletta di nominate, con la regina
Colman nella categoria principale, e con le due
“bitches”, Rachel Weisz e Emma
Stone, in quella secondaria.
Barry Jenkins ha
ottenuto 3 nomination con Se la strada potesse parlare, così come i
Fratelli Coen, per il loro film a episodi su
Netflix, La ballata di
Buster Scruggs. Si è fermato a tre anche Cold War, che però compare in tra categorie
prestigiosissime: Film Straniero, Fotografia e Regia, una vera e
propria attestazione di stima da parte dell’Academy che ha invece
concesso “solo” 5 candidature a
Green Book, il film che sembrava essere il favorito
alla corsa per gli Oscar 2019.
Certo, non sempre l’alto numero di
nomination è garanzia di vittoria, ma sicuramente aumenta le
probabilità. Ma chi invece è stato lasciato completamente fuori
dalle nomination? Sicuramente ci sono diversi attori che potevano
ambire a un posto, a partire da Nicole Kidman, che
gareggiava con Distroyer e con Beautiful
Boy, ma anche il giovane Timotheé
Chalamet, che piace tanto al pubblico americano. Anche i
fan di Toni Colette e Emily Blunt
avrebbero qualcosa da dire, tuttavia l’inclusione a sorpresa di
Melissa McCarthy e Yalitzia
Aparicio nella cinquina ha scombinato i pronostici.
Fuori dai giochi dei grandi
Il primo uomo di Damien
Chazelle che non è riuscito a conquistare nemmeno un posto
nella categoria musicale, che tanto gli è stata cara nel suo lavoro
precedente. Mentre è sempre lì, misteriosamente, Bohemian Rhapsody, con 5 nomination e diverse
buone chance di vittoria.
Tra le nomination notevoli cìè
senza dubbio quella a Paul Schrader per la
sceneggiatura originale di First Reformed, un riconoscimento obbligato a
un film che forse avrebbe potuto dire la sua tra le migliori
interpretazioni (Ethan Hawke).
Con la netta sensazione che Roma
possa conquistare quasi tutti i premi per cui è candidato,
l’appuntamento è al 24 febbraio quando, nell’autogestione di
Hollywood, al Dolby Theatre, verranno assegnati i 91° Academy
Awards.
The Vanishing – Il
mistero del faro è un thriller psicologico ispirato a
una leggenda reale, ancora irrisolta: il mistero del faro delle
isole Flannan.
Il film, diretto dal
pluripremiato regista danese Kristoffer Nyholm
(Taboo, The Killing) e interpretato dagli attori
scozzesi Peter Mullan (Tirannosauro,
War Horse, Trainspotting) e Gerard
Butler (Attacco
al potere, Dragon Trainer, Coriolano,
300), e l’esordiente Connor Swindells,
uscirà nelle sale italiane il 28 febbraio distribuito da
Notorious Pictures.
The Vanishing – Il mistero del faro, la trama
Tre guardiani di un faro si apprestano ad
assumere servizio per le solite sei settimane su una piccola e
remota isola al largo della Scozia.
Tutto prosegue con normalità fino a
quando i tre non scoprono un baule pieno d’oro, portato sull’isola
da un naufrago in fuga. Saranno costretti a uccidere dapprima per
difendersi, poi per trattenere l’oro e infine continueranno a farlo
accecati dall’odio e dalle paranoie, fino a quando rimarrà un solo
sopravvissuto.
Black Panther
aveva già fatto registrare moltissimi record nel corso della sua
storia nel mondo, a partire dagli eosrbitanti incassi, ma adesso il
film diretto da Ryan Coogler entra nella storia
dei cinecomics
per essere stato il primo film di quel genere ad essere nominato
nella categoria Miglior Film agli Oscar 2019.
Il film, prodotto da Kevin
Feige, con Chadwick Boseman,
Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin
Freeman, Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest
Whitaker e Andy Serkis, è nominato a ben sette
premi Oscar: film, scenografia, colonna sonora, canzone originale,
costumi, montaggio sonoro e missaggio sonoro.
Fino a questo momento, il cinecomic
che era andato più vicino a questo risultato era Logan, di
James Mangold, che aveva portato a casa la
prestigiosa nomination per la migliore sceneggiatura non
originale.
Black Panther 2 al
momento è in fase di pre-produzione ai Mavel Studios.
Dopo la morte di suo padre,
mostrata in Captain America: Civil War, il
giovane principe T’Challa torna a casa per
salire sul trono di Wakanda, un’immaginaria nazione nel continente
africano, isolata ma tecnologicamente avanzata, e ricca di
giacimenti di vibranio. Quando due pericolosi nemici cospirano per
portare il regno alla distruzione, T’Challa è pronto a raccogliere
l’eredità di suo padre e a indossare gli artigli
di Black Panther. Non è la prima volta che il
giovane re usa l’identità segreta per fare giustizia: nell’epica
battaglia tra lo sprezzante Stark e il cocciuto Rogers, aveva già
messo le sue abilità al servizio di Iron Man, in cerca dello
scontro diretto con il Soldato d’Inverno. Questa volta, invece
della fragile alleanza con la parte più facoltosa dei
Vendicatori, T’Challa fa squadra con l’agente della
CIA Everett K. Ross, completamente ignaro
delle ricchezze locali, e con il corpo speciale wakandiano delle
Dora Milaje, tra le quali figura anche
l’amata Nakia. Come Freeman, apparso in Civil
War, anche Andy Serkis torna nei panni del trafficante d’armi
Ulysses Klaue, conosciuto in Avengers: Age of Ultron.