Barack Obama ha
stilato la sua Top 10 dei migliori film del 2018.
L’ex Presidente degli Stati Uniti è un cinefilo appassionato e
schietto, quindi non è una sorpresa scoprire che la sua lista dei
migliori film del 2018 comprende ogni genere di film.
Mescolando titoli che si
contenderanno i premi nelle prossime settimane, con i film
indipendenti e qualche blockbuster, la lista di Barack
Obama è anche una fotografia abbastanza omogenea del
panorama cinematografico USA.
Come quasi ogni critico
cinematografico di quest’anno, Obama ha avuto un debole per
Roma, Burning e Un affare di
famiglia, oltre ai documentari Will not Be My
Neighbor? e Minding the Gap.
Nella lista di Obama c’è anche un
po’ di orgoglio etnico, visto che compaiono Black
Panther, BlacKkKlansman e Se la
strada potesse parlare. Ma ci sono anche titoli dal
Sundance e da Netflix, come Eight Grade e
Annientamento.
Ecco la Top 10 di Obama del
2018:
Annientamento
Black Panther
BlacKkKlansman
Blindspotting
Burning
The Death of Stalin
Eighth Grade
If Beale Street Could Talk
Leave No Trace
Minding the Gap
The Rider
Roma
Un affare di famiglia
Support the Girls
Won’t You Be My Neighbor
Pochi giorni fa, Avengers: Infinity War è
approdato su Netflix US, ma la descrizione del film ha
sollevato qualche perplessità. Secondo la piattaforma, infatti,
Thanos è un sociopatico. Ecco come si leggeva all’inizio su Netflix
US: “Superheroes amass to stop intergalactic sociopath Thanos
from acquiring a full set of Infinity Stones and wiping out half of
all life in the universe”.
La polemica è nata dal fatto che
“sociopatico” è effettivamente una patologia che compare
nell’elenco dei Disturbi di Personalità, e sebbene da tutti Thanos
sia noto come il Titano (genericamente) Pazzo, è sembrato eccessivo
accostare al personaggio una patologia grave.
Secondo una segnalazione di CB.com,
la descrizione è stata cambiata con quanto segue: “Invader.
Annihilator. So-called savior. As Thanos moves ever closer to
omnipotence, the fate of the universe rests with the
Avengers”. Invasore e non più sociopatico.Che ne pensate?
Un nuovo rumor proveniente da una
ricerca su Google suggerisce che Hugh Jackman
potrebbe tornare a interpretare Wolverine in Avengers: Endgame. Nonostante si
tratti di una voce difficilmente vera, è interessante saperne di
più.
Secondo alcuni utenti che hanno
condiviso le prove su Twitter, digitare “famosi film di Hugh
Jackman” su Google porta alla luce risultati interessanti.
Oltre a film come The Greatest Showman, The
Prestige e Pan, il motore di ricerca
evidenzierebbe anche Avengers: Endgame. Ecco lo
screen:
Tuttavia, questa non sarebbe la
prima volta che Google ha fatto queasto genere di errori, visto che
già in passato ha accreditato Josh Brolin in
Aquaman, film in cui ovviamente Brolin non
c’è. Inoltre, il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige,
sostiene di non avere ancora piani per gli X-Men o i
Fantastic Four, il che significa che un cameo di Wolverine
non potrebbe proprio sussistere. Infine, Jackman ha ripetutamente
affermato che ha finito di interpretare il canadese artigliato,
quindi non avrebbe molto senso per lui riprendere il ruolo nel
momento in cui gli X-Men, probabilmente, subiranno un recasting
completo per entrare nel Marvel Cinematic Universe
(a tempo debito).
Jackman interpretò per la prima
volta Wolverine negli X-Men del 2000 e da allora è
diventato sinonimo del personaggio. Logan del 2017
è stata probabilmente la sua ultima volta come Wolverine, anche se
la star di Deadpool, Ryan Reynolds, lo vorrebbe
riportare in squadra.
Sembra che sia stato girato un
finale alternativo per The Predator, che avrebbe
legato ulteriormente il film e il franchise al mondo di
Alien. Il responsabile degli effetti speciali del
film, Yuri Everson, ha condiviso una foto su
Instagram indicando
che è stato girato un finale alternativo con un cameo dell’eroina
dei film di Alien, Ellen Ripley, interpretata da
Sigourney Weaver.
Il finale è stato girato ma poi
scartato e prevedeva che Ripley, interpretata dalla stuntwoman
Breanna Watkins, sarebbe dovuta comparire alla
fine del film indossando un apparato di respirazione a forma di un
facehugger.
Da un punto di vista temporale,
questo finale non ha molto senso, anche se è risaputo che i due
franchise condividono lo stesso universo. Gli eventi di Alien con
protagonista Ridley Scott si svolgono in un periodo completamente
diverso, e la presenza di Ripley in The Predator la pone sulla
Terra già adulta, molto prima della nascita del personaggio. A meno
che non sia previsto un viaggio nel tempo, il regista Shane Black
avrebbe avuto qualche spiegazione da dare, se avesse conservato
quel finale.
Everson ha anche rivelato che il
finale con Ripley era uno dei tre previsti per il film.
The Predator, la recensione del film
di Shane Black
Diretto da Shane
Black da una sceneggiatura che ha scritto con Fred
Dekker, The Predator è interpretato da
Boyd Holbrook, Trevate Rhodes, Jacob Tremblay,
Keegan-Michael Key, Olivia Munn, Sterling K. Brown, Alfie Allen,
Thomas Jane, Augusto Aguilera, Jake Busey e Yvonne
Strahovski.
In arrivo domani sui nostri
schermi, Aquaman di James Wan sta
registrando una serie di incassi positivi che corrispondono a
opinioni della critica generalmente favorevoli e a un rinnovato
entusiasmo del pubblico nei confronti dell’universo DC al
cinema.
Dopo il tonfo di Justice League e il solo
Wonder Woman a far registrare ottimi
incassi, la Warner Bros tenta l’ultimo colpo con il film con
Jason Momoa, e ovviamente la rete si schiera. Il
regista James Wan ha preso di recente la parola
sui social per commentare le reazioni del pubblico al suo film e le
conseguenti discussioni.
I toni spesso accessi tra
detrattori e sostenitori del film non sono piaciuti al regista, che
ha detto: “Mi è stato fatto notare
che alcune persone vengono aggredite dai fan di Aquaman. Vi prego,
non lo fate. Non è questo il supporto che voglio. Allo stesso
tempo, va bene se il film non vi è piaciuto, ma non c’è bisogno di
attacchi personali, né di taggarmi nei vostri post di odio.
Pace”.
Com’è giusto che sia, il regista
invita gli spettatori, favorevoli e contrari, a esprimere con
civiltà il proprio gusto personale, senza trascendere nella
violenza e nell’odio.
Aquaman
è stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista
Jason Momoa. Con lui ci sarà
Amber Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II,
Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi Lin e
Willem
Dafoe. Il cinecomic è arrivato al cinema il 1
Gennaio 2019.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
In genere, Netflix non rivela mai le metriche quando si
tratta di rivelare le visualizzazioni per una serie tv e film
originali, ma il servizio di streaming quest’oggi ha fatto
un’eccezione per il suo ultimo film horror Bird
Box.
Infatti il colosso americano ha
annunciato sui social media che Bird
Box con Sandra Bullock ha stabilito
un record di visualizzazioni per il servizio di streaming.Con
45.037.125 account che hanno già visto il film nella sua prima
settimana di rilascio, Bird
Box è diventato “il film più visto di sempre nei
primi 7 giorni di programmazione su Netflix”
Took off my blindfold this morning to
discover that 45,037,125 Netflix accounts have already watched Bird
Box — best first 7 days ever for a Netflix film! pic.twitter.com/uorU3cSzHR
Questa prima volta per
Netflix sorprende un po’ dato che fino ad ora la
piattaforma ha professato una totale mancanza di trasparenza
sui numeri e sul successo dei prodotti; il che ha posto subito dei
dubbi sulla bontà di questi numeri. Molti analisti, infatti si
sono affrettati a sottolineare che in realtà non sappiamo come
Netflix sia arrivato a quel numero dal momento che non sappiamo
come la società qualifichi e conti una visione. Non sappiamo
se questi account hanno guardato intenzionalmente il film o se
Netflix sta contando le visualizzazioni che provengono dall’opzione
di riproduzione automatica. Inoltre, non sappiamo per quanto
tempo un utente deve guardare il film prima che Netflix lo conteggi
effettivamente come valida;
In merito al film, le recensione su Bird
Box sono state generalmente positive e vanta un
impressionante gradimento di pubblico su Rotten Tomatoes, al
momento stabile al 74%.
Bird
Box è disponibile in streaming su Netflix
evede Sandra
Bullock, nei panni di Maloire, lottare contro un’invasione
aliena. La donna, madre di due bambini, farà di tutto per mettere
in salvo i propri figli dalle sinistre creature extraterrestri, che
tramite il contatto visivo causano una furia violenta negli esseri
umani, portandoli alla pazzia. Con gli occhi bendati, la famiglia
dovrà imbarcarsi in un viaggio di sopravvivenza per non soccombere
alla minaccia, che incombe sulla Terra.
Con l’imminente inizio del 2019 i
Marvel Studios hanno diffuso un
nuovo nuovo spot televisivo di Captain Marvel, l’attesissimo film
con protagonista Brie Larson nei panni di Carol
Danvers.
Il nuovo contributo video
sembra indicare che potrebbe esserci un po’ di mistero/
cospirazione al centro del film mentre Carol cerca di scoprire la
verità sulle sue vere origini.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast
ufficiale: Brie Larson, Samuel
L. Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Come
sempre, dietro l’apparenza gioiosa e l’atmosfera di festa data dai
colori della scena, la Disney nasconde presupposti morali da non
sottovalutare e riflessioni sul nostro presente (e futuro) che nel
caso di Ralph Spacca Internet abbracciano un
senso di “preoccupazione” comune rispetto a temi quali l’amicizia,
la solitudine e la paura dell’abbandono ai tempi della vittoria del
virtuale sul reale. Già il primo film del 2012 aveva infranto
questa barriera fisica catapultandoci nell’universo dei videogiochi
per spiegare agli spettatori – grandi e piccoli – che la natura
delle relazioni è sempre la stessa, davanti e dietro lo schermo, ma
è con il sequel che la casa di Topolino centra davvero l’obiettivo
costruendo un racconto ancora più maturo, talvolta grottesco e
spaventoso, e quando vuole tenero e universale (come nella migliore
tradizione dei classici animati) sulla società in cui tutti viviamo
e in cui cresceremo i nostri figli.
Lo fa
decidendo di mostrare “graficamente” cos’è internet, un luogo di
infinite possibilità dove perdersi o ritrovare ciò che ci manca:
proprio questa mancanza stabilisce il grado di pericolo nel quale
ognuno incorre, dall’affetto al bene materiale, ed è un argomento
che trova la giusta risposta a metà fra il cinismo adulto e
l’ottimismo infantile; così mentre il web intrappola come una rete
le speranze di Ralph e un virus si trasforma
nell’incubo dell’abbandono, per la piccola
Vanellope rappresenta la scoperta di sé e un
ventaglio di opportunità che non avrebbe mai potuto sperimentare
dall’altra parte.
Come
dialogano queste due generazioni è un punto fondamentale del film
di Rich Moore e Phil Johnston,
registi dell’ottimo Zootropolis, ed è motivo sia
di scontro che di congedo. Ci sarà una rottura, ma anche un modo
per far sopravvivere un’amicizia (valore sempre più raro e
rarefatto nell’epoca dei social network), e l’insegnamento migliore
che si possa trovare in Ralph Spacca Internet è
davvero la spinta al tentativo, al provarci nonostante le
difficoltà e le distanze fisiche, anagrafiche e
sentimentali.
Internet sa essere un contenitore di paura e perdizione,
eppure in uno slancio di insolita lucidità il film dimostra quanto
ci sia bisogno, oggi più che mai, di vedere le cose dalla
prospettiva dei bambini – campioni nell’arte dell’adattamento – e
accettare la realtà con tutti i suoi mutamenti, positivi e
negativi, cogliendo il meglio dalle sfide che affrontiamo. Tanto la
compagnia di un amico, il calore di un abbraccio, l’euforia di una
corsa e il vento che spettina i capelli sono esperienze che il web
potrà solo imitare, senza lo stesso effetto, e che per fortuna non
scompariranno mai; prima lo si capisce, prima smetteremo di
metterlo a confronto con la vita vera allarmandoci per l’imminente
fine di quest’ultima.
Come ogni anno, quel nome e cognome
nel titolo mi danno un’impressione di autoreferenzialità
immotivata, tuttavia è utile (e risparmia del tempo) a chi non è
interessato alla mia Top 20 2018. Sì, perché
quest’anno non sono proprio riuscita a ridurre la rosa dei film che
ho amato a 10, e così mi sono allargata a 20 titoli.
Il criterio è sempre lo stesso:
sono stati presi in considerazione soltanto i film che sono
usciti nelle sale italiane tra l’1 gennaio 2018 e il 31
dicembre 2018. Nella lista troverete film “intoccabili”,
di quelli che sono piaciuti a tutti; film famosi, che hanno vinto
premi; film che forse ho visto solo io; qualche sorpresa, spero;
ovviamente delle menzioni speciali, perché fare la Top 35 sarebbe
stato poi troppo impegnativo (e anche io sono in vacanza a mezzo
servizio); qualche titolo da recuperare, mi auguro; magari qualche
spunto per un cordiale battibecco.
Nel ribadire la parzialità e anche
la futilità delle classifiche di fine anno, al pari dei bilanci e
dei buoni propositi di gran moda in questi ultimi giorni, ecco i
miei 20 film preferiti degli ultimi 12 mesi. Enjoy.
NB – i titoli non sono stati
catalogati dal più bello al più brutto. Se sono qui è perché,
almeno secondo chi scrive, sono belli tutti, anche se diversi, e
tutti sono presenti nella lista per ragioni diverse. (Qui la Top 10 della
redazione di Cinefilos.it)
Menzioni speciali
Prima di partire con la
Top 20 2018 vera e propria, vi elenco una serie di
titoli che non sono riuscita ad inserire (per scelta) ma che
varrebbe la pena recuperare e che rappresentano impegno, novità,
classicità e bellezza, tutte qualità che il cinema richiede e di
cui lo spettatore dovrebbe essere affamato.
Di questo gruppo fanno parte:
Foxtrot di
Samuel Maoz, una danza che dopo le sue evoluzioni
torna al punto di partenza, un foxtrot, appunto, tra toni dolenti,
onirici e iperrealistici; Loro (1 e
2)
di Paolo Sorrentino, un esempio fulgido di
bellezza formale; il documentario di Michael
Moore, Fahrenheit
11/9, sull’orrore reale, la peggior puntata di
Black Mirror degli ultimi anni, l’elezione di
Trump a Presidente degli Stati Uniti; Ride
di Jacopo Rondinelli, per la capacità e la volontà
di sperimentare, nonostante il fatto che, per riprendermi dalla
visione, ho dovuto guardare per 15 minuti un video dello screensaver
Bezier di Windows 95; L’Isola dei
Cani di Wes Anderson, per la
meraviglia tecnica e la delicatezza narrativa; A quiet
Place di John Krasinski, per la dimensione fortemente
umana di una storia distopica e per la regia impeccabile; Avengers: Infinity
War dei Fratelli Russo, perché
produttivamente rappresenta un unicum, un progetto lungo 10 anni
per una storia “setuppata” attraverso 20 film; Lazzaro
Felice di Alice Rohrwacher, per la
purezza del suo racconto.
The Disaster Artist di James
Franco
La prolifica carriera da
regista di James Franco ci ha regalato quest’anno
The Disaster
Artist, la biografia di Tommy Wiseau,
personaggio misterioso che ha trovato il modo di eccellere e di
intrattenere grazie alla sua completa e totale mancanza di
talento.
Franco però trova il modo di
stratificare il racconto, facendone una riflessione non solo sul
fenomeno dell’intrattenimento trash, ma anche sul valore dellle
doti, delle capacità e soprattutto una confessione: la paura di non
essere all’altezza, di non avere abbastanza talento, di non essere
meritevole di occupare il posto che lui stesso ha nel mondo dello
spettacolo.
Riesce a farci ridere, a farci
alzare gli occhi al cielo, a farci sentire meschinamente migliori
del povero Wiseau e anche, in fondo, a commuoverci.
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
di Martin McDonagh
Presentato a
Venezia 74 e da subito protagonista della scena
cinematografica mondiale, con due Oscar ai suoi attori (la
protagonista Frances McDormand e il non
protagonista Sam Rockwell), il film di McDonagh fa
della scrittura al servizio dei grandi interpreti il suo punto di
forza.
McDonagh fa tendere i suoi
personaggi verso mete irraggiungibili, che esigono il passaggio
attraverso i luoghi più bui dell’anima, lo fa scrivendo un film di
una commovente delicatezza nel raccontare anche le fragilità di
anime in pena, facendolo continuamente attraverso i toni sardonici
e i confronti spietati di umanità allo stadio primordiale.
Tre Manifesti a
Ebbing, Missouri gioca su sguardi, silenzi,
complicità, alla ricerca del meglio dell’essere umano, prendendo
atto del peggio, accogliendolo e perdonandolo.
Un Sogno Chiamato Florida di Sean
Baker
Sean Baker
racconta il suo “sogno americano”, una storia piccola e potente,
attraverso l’energia della protagonista, la pazienza del custode,
la testardaggine della maggiorata in tarda età, che ignora regole e
tempo, e continua a sognare.
A “uno spunto” dal posto in cui i
sogni si realizzano, il Disney World di Orlando, Florida, la
piccola Moone, ride, vive, gioca, e Baker ce la racconta immersa
nella sua dimensione grottesca, un po’ kitsch, fatta di locali a
forma di cibo e di questo condominio lilla, un alveare di vita e di
outcast.
Un Sogno chiamato
Florida è universale, tenero, duro, con uno dei finali più
belli che il cinema ricordi negli ultimi anni.
Spider-Man – Un Nuovo Universo di
Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman
Una delle ultime visioni
dell’anno che entra prepotentemente in classifica; l’unico film
d’animazione/cinecomic che ho ritenuto all’altezza di questa mia
personale Top 20 2018. Racconta di Miles Morales, di Spider-Man, lo
fa con uno stile d’animazione misto, che pungola l’attenzione e la
curiosità dello spettatore, di continuo.
Spider-Man – Un
Nuovo Universo è il primo tentativo di raccontare il
multiverso, un tentativo vivace, divertente, scritto con acume, la
prima volta che, al cinema, l’Uomo Ragno non è (solo) Peter
Parker. Ed è forse la prima volta che il vero spirito del
personaggio di Stan Lee e Steve Ditko (ai quali è
dedicato il film*) viene portato realmente sullo schermo, proprio
perché di Spider-Persone ce ne sono tante. Tutti possono esserlo,
possiamo esserlo.
È questo, Spider-Man: un ragazzo di
colore, una ragazza super cool, un detective noir, un uomo, una
ragazzina, un porcello; come dice Stan Lee, nel
suo ennesimo emozionante e divertente cameo animato, il costume “va
sempre bene, alla fine”, perché può andare a tutti.
*”Quella persona che aiuta gli
altri semplicemente perché dovrebbe o deve farlo, perché è la cosa
giusta da fare, è senza dubbio un vero supereroe. Grazie a Stan Lee
e Steve Ditko, per averci mostrato che non siamo i soli.”
Mektoub My Love: Canto Uno di
Abdellatif Kechiche
Kechiche racconta tutta
l’ebbrezza della giovinezza, l’estate, il sole, le passioni
passeggere, la confusione della quotidianità e la bellezza. Tutto
in un film che sembra un respiro continuo, un abbraccio che
vorresti non finisse mai, un viaggio, un’avventura.
Con questa opera, presentata a
Venezia 74 ed arrivata da noi nel 2018, Kechiche
si fa osservatore e narratore, ci prende per mano, ci presta i suoi
occhi. E sì, i suoi occhi adorano indugiare sulla bellezza dei
corpi, chiaro, ma piace un po’ anche a noi, in fondo, che ci
lasciamo trascinare, consapevoli del fatto che non saremo mai
all’altezza di quella bellezza, ma allo stesso tempo desiderosi di
partecipare.
Mektoub My Love:
Canto Uno è un vibrante e sensuale inno alla
giovinezza gioiosa, prepotente, come la carnalità delle
protagoniste.
La Forma dell’Acqua di Guillermo
Del Toro
La forma
dell’acqua è film più premiato della scorsa stagione,
che ha cominciato la sua gloriosa cavalcata a Venezia
74, con il Leone d’Oro. Il regista messicano ha portato
così al perfetto grado formale la sua apologia del mostruoso,
inteso come prodigio della natura. Il suo re pesce è la creatura
che genera paura e meraviglia, così come la sua Liza, diversa trai
suoi simili, è l’anima prescelta, in grado di accogliere quella
mostruosità.
Un omaggio al cinema horror, al
noir, al cinema erotico, al musical tradizionale, attraverso un
racconto, anche cromatico, che celebra la fiaba classica e si fa
riflessione sul presente. Elementare nella sua struttura, potente e
delicato come ogni storia d’amore, La Forma
dell’Acqua è la fiaba moderna che, nonostante i canoni e
la prevedibilità, entra nel cuore e si fa classico.
Del Toro ha sempre amato i mostri,
con questo film cominceranno ad amarli molti più spettatori.
The Party di Sally Potter
La regista britannica
confeziona una commedia arguta, brillante, cinica. La durata, il
bianco e nero, le battute al vetriolo, ogni elemento si mette al
servizio dello scopo principale del film, farci sentire parte di
questo party con risvolti
esilaranti, a tratti assurdi.
Kristin Scott Thomas,
Timothy Spall, Patricia Clarkson, Bruno Ganz, Cillian
Murphy sono i volti che danno vita agli spiazzanti
dialoghi della Potter, mettendo in scena lo humor inglese al suo
meglio, in ogni suo aspetto, da quello volto all’intrattenimento
puro, a quello che invece si fa timida ma chiara riflessione sulla
società.
Tutti vogliamo partecipare alla sua
festa, e alla fine del film, Sally Potter ci
chiama direttamente in causa, ci accontenta e ci lascia con un
sorriso incredulo, stampato sul viso.
The Post di Steven Spielberg
Non sarà mai detto
abbastanza: Steven Spielberg è uno dei geni del
nostro tempo. Al cinema con due titoli di altissimo profilo*, nel
2018, riesce sempre a tirare il coniglio fuori dal cilindro, senza
mai ripetersi.
Con The
Post, oltre a scegliere la storia “giusta” per il
periodo storico che soprattutto gli Stati Uniti stanno
attraversando, Spielberg ci mostra con disarmante e inequivocabile
semplicità che lui è uno dei migliori. Dire che la regia di
The Post è “da manuale” sarebbe sbagliato, perché
Steven non segue le regole, le fa, come tutti i grandi. E per
questo, nella classicità della storia, nell’impostazione
tradizionale della recitazione, nella struttura canonica del
racconto, The Post è un preziosissimo esempio del
lavoro di un regista che non smette mai di studiare e di
innovarsi.
Da colui che è sempre riuscito a
far commuovere i suoi spettatori, arriva, nel 2018, il film che si
fa inno alla tecnica, alla visione, alla bravura artigianale di
quella persona che sta seduta sulla sedia di regia e “fa“,
davvero, il film.
*Per chi vivesse su Marte a si
trovasse sulla Terra in occasione delle festività, l’altro film è
Ready Player One.
Opera senza autore di Florian
Henckel von Donnersmarck
Scritto e diretto dal
regista premio Oscar per Le vite degli altri, che
io amo chiamare Florean Fortebraccio (come il gelataio di Diagon
Alley), Opera senza autore riappacifica lo
spettatore le storie.
Opera senza
autore è una riflessione sull’arte e sul suo difficile
cammino nel corso del ventesimo secolo, in cui è stata prigioniera
di politiche e ideologie; è anche la restituzione del suo tempo
alla storia, equivalente cinematografico di un bellissimo e
ricchissimo romanzo, con una storia intricata che si prende tutto
il suo tempo per raccontarsi, sotto l’occhio paziente e incantato
dello spettatore/lettore.
Presentato a Venezia
75, Opera senza autore richiede,
necessariamente, la predisposizione a farsi raccontare storie. E
sembra anche mostrare l’esigenza dell’arte di riappropriarsi dei
propri tempi, di riflessioni, di spazi comuni dove lo spettatore
(critico o comune che sia) impara di nuovo ad ascoltare, perché
ormai a parlare siamo tutti bravi e spesso lo facciamo a
sproposito.
Un amore sopra le righe di Nicolas
Bedos
Opera prima dell’attore,
regista e sceneggiatore Nicolas
Bedos, è il primo di tre film*, usciti tutti nel 2018,
in cui il genio è lei e lui è soltanto un ometto dall’ego bisognoso
di sostegno e conferme.
Uscito in Italia con un titolo
banale, che forse ha allontanato dalla sala lo spettatore
potenzialmente interessato e ci ha portato quelli che si
aspettavano una “classica” storia d’amore, Mr & Mme
Adelman (titolo originale) è un racconto travolgente,
arguto, romantico e doloroso di come l’amore trasforma le persone,
di come le persone imparano a convivere con i difetti del partner.
Una storia che nella sua complessità regala uno sguardo inedito
sulle relazioni, su ciò che le tiene in piedi nel tempo, ma anche
sull’ambizione, sull’aspirazione, sugli equilibri che due persone
che si amano sono disposte a mantenere per andare avanti.
Un amore sopra le
righe è commedia, dramma, amore e cattiveria. È
probabilmente il film più sottovalutato del 2018, quindi trovate il
modo di recuperarlo, perché sono certa di essere una delle sole tre
persone che lo hanno visto.
*Gli altri due film che raccontano
la stessa storia sono Wife – Vivere nell’ombra, di
Björn Runge, e Colette, di Wash
Westmoreland.
Chiamami col tuo nome di Luca
Guadagnino
Pur essendo stato trai
protagonisti della stagione cinematografica dello scorso anno
Oltreoceano, Chiamami col tuo
nome è uscito in Italia nel 2018, ed io lo piazzo qui,
trai film più belli dell’anno, un posto che spetta di diritto al
film di Guadagnino (c’era anche
Suspiria, che però esce l’1 gennaio 2019, quindi
ne riparliamo tra 12 mesi).
La storia d’amore per una pesc… per
un uomo più grande, catapulta il giovane e vivace Elio nell’età
adulta, nella voracità del desiderio*, nel dolore che spesso la
passione travolgente e poibita porta con sé. E la delicatezza di
Guadagnino nell’inquadrare questi due ragazzi bellissimi,
Timothée Chalamet e Armie Hammer,
insieme alla preziosa sceneggiatura (premio Oscar) di James
Ivory, ne fanno sicuramente uno dei migliori momenti di
cinema dell’anno.
Cerchiamo sempre di proteggerci, di
proteggere in nostro cuore dalle emozioni troppo forti, ma se non
ci buttiamo non riusciremo mai a “sentire” davvero; lo impara Elio,
glielo spiega suo padre, lo capisce lo spettatore. Alla fine, come
Elio, siamo travolti, scossi nel profondo, fino a quel punto
segreto che si trova in fondo, in mezzo alle viscere.
*(Come si legge nel magnifico
libro di Aciman, da cui è tratto il film: Chi ha detto che
anima e corpo si incontrano nella ghiandola pineale è un cretino. È
il buco del culo, stupido!)
Il filo nascosto di Paul Thomas
Anderson
Nessuna delle meraviglie
che si sono dette sul film di Paul Thomas Anderson
è sufficiente. Il filo
nascosto è un capolavoro diretto da uno dei più grandi
registi viventi e interpretato da uno dei più grandi attori viventi
(forse in pensione), Daniel Day-Lewis.
Elegante e delicato, come i tessuti
che il protagonista utilizza per creare i suoi abiti, il film è un
fulgido esempio di arte cinematografica, che nella sua perfezione
sa essere spietatamente bello, non lascia scampo. Una storia
d’amore di un uomo per se stesso, prima, e una storia d’amore di
una donna per ciò che ama.
Il filo nascosto è
una feroce, terrificante rappresentazione dell’egoismo, nella sua
forma sublimata. Un monito, come ha tentato di farci capire anche
Sofia Coppola ne L’inganno, a
fare attenzione a ciò che mangiamo.
Tonya di Craig Gillespie
Film sportivo, film
biografico, film sul sogno americano infranto, film aspramente
critico verso i media, racconto di un fatto di cronaca. Tonya sarà ricordato
principalmente per la sua straordinaria protagonista,
Margot Robbie, che con uno sforzo incredibile
riesce a farci dimenticare quanto è bella, prendendoci per le
spalle, scrollandoci forte e dicendoci: “Guarda quanto sono
brava!”.
Il film di Gillespie non è però
soltanto la sua protagonista, è un film dal tono mutevole, che si
sposta con agilità dalla commedia nera fino ad assumere i tratti di
un heist movie sbilenco, fondandosi su una scrittura
serrata e un montaggio perfetto. La vicenda sportiva e personale di
Tonya Harding è il cuore del film, ma le sue
arterie lasciano circolare il sangue in moltissime direzioni, e
quel sorriso strappato dalle lacrime, sotto al trucco pesante da
competizione e lo sguardo quasi in macchina di Tonya/Margot, chiama
in causa lo spettatore. La amerete? La odierete?
Il film ci spiega proprio questo.
Le persone, gli spettatori, l’opinione pubblica vuole qualcuno
da amare, vuole qualcuno da odiare, e vuole che sia semplice
farlo.
La terra dell’abbastanza dei
Fratelli D’Innocenzo
Seconda delle tre opere
prime e secondo dei titoli italiani in classifica, La terra
dell’abbastanza è la vera e propria sorpresa dell’anno
nel panorama cinematografico nostrano, un po’ come lo è stato
A Ciambra di Jonas Carpignano
nella passata stagione.
Apprezzatissimo anche all’estero,
il film dei giovani D’Innocenzo racconta di Mirko
e Manolo, che, lentamente, trascinandosi come un pomeriggio estivo,
precipitano, convinti invece di essere sul punto di decollare; si
accontentano di quell’abbastanza che, di fronte al niente, diventa
tantissimo, non importa quale sia il prezzo. E alla fine si
rivelano carenti della cattiveria sufficiente a rimanere a galla in
quel mondo.
Con uno sguardo affettuoso e senza
giudizio, i fratelli D’Innocenzo accarezzano i due
protagonisti, accompagnandoli nella loro parabola discendente,
tragica.
BlacKkKlansman di Spike Lee
Solo i grandi registi sono
capaci di coniugare una posizione politica forte con una storia di
grande intrattenimento e BlacKkKlansman segna il
ritorno in grande stile di uno di questi: Spike
Lee.
Il regista di Fa la cosa
giusta parla di razzismo, prendendo in giro con gusto e
intelligenza i razzisti stessi, in particolare quelli degli anni
Settanta, sostenitori e membri del Ku Klux Klan, che nel film
suonano spaventosamente uguali a quelli di adesso. Li prende in
giro, li sbeffeggia, con una scrittura intelligente, tagliente,
comica e realistica, ma non perde mai di vista la realtà.
I razzisti, di ogni colore, sono
dei cretini da isolare, ma, con una mossa abilissima, Lee ci
ricorda che fanno ancora tanta paura, oggi più che mai.
Un affare di famiglia di Hirokazu
Kore-eda
Da questo momento in poi
siamo dalle parti dei titoli impeccabili, insindacabili direi. Il
film che ha conquistato il cuore della giuria del Festival
di Cannes 2018 (Palma d’Oro) ha conquistato anche il
mio duro e peloso cuore.
Come è ricorrente nelle sue storie,
Hirokazu Kore-eda affronta il tema dei legami
familiari, lo fa con attenzione, delicatezza, poesia, ma anche
tanta consapevolezza. Vita quotidiana di anime sole che si
sostengono con l’affetto reciproco. Il film racconta della bellezza
dello scegliersi, della grandiosa emozione del trovarsi e della
forza necessaria a rimanere insieme, contro ogni difficoltà, contro
il destino che spesso presenta un conto molto salato.
Un affare di
famiglia, sembra ricordarci Kore-eda, non rimane
sempre “di famiglia”, può diventare di Stato, di legge, quella che
non vede oltre il suo naso e segue soltanto le regole, dove
legalità e giustizia si infrangono violentemente l’una contro
l’altra. Imperdibile.
Girl di Lukas Dhont
Terza e ultima opera prima
in classifica, colpo di fulmine cannense che per fortuna abbiamo
visto anche nelle nostre sale. Girl
racconta la storia di una ragazza magnifica, Lara, sedici anni,
ballerina di danza classica e un corpo da uomo.
Dhont racconta, forse per la prima
volta nella storia del cinema, la transessualità con un occhio
“interno”. Non è il mondo intorno a Lara a dover scendere a patti
con il suo desiderio di cambiare sesso, né tantomeno lei,
determinata più che mai. È la sua fretta, la sua stessa
determinazione, la sua esigenza viscerale di scappare da quel corpo
che non è suo e che nemmeno riesce a guardare allo specchio, in un
periodo della vita, l’adolescenza, che è già difficile per una
persona che vive bene con i propri organi genitali. E la
delicatezza con cui il regista racconto tutto cattura, intenerisce,
fa urlare con i pugni chiusi: “Aiutatela!”. Girl è
un messaggio di dolore, di speranza, di umanità, di grande passione
e determinazione.
E il protagonista, Victor
Polster, anche lui alla sua prima interpretazione sul
grande schermo, è da togliere il fiato.
Dogman di Matteo Garrone
Rappresentante
dell’Italia alla selezione per la nomination al Miglior
Film Straniero agli Oscar 2019*, Dogman è una specie di
ritorno alle origini per il regista de
L’Imbalsamatore, che torna in quei luoghi con una
storia di solitudine e desiderio di accettazione, una storia
crudele, ma che nelle sue mani assume i contorni della fiaba.
Parte dalla vicenda del “canaro”,
sbarca su lidi completamente estranei al fatto di cronaca: Garrone
trasfigura la realtà e racconta una storia di supremazia e
sudditanza, di dolcezza e desiderio appartenenza in un non-luogo di
frontiera abbrutita. Il regista elimina tutto ciò che può, dal
colore, alla musica, alla collocazione geografica, consegnandoci il
ritratto di un uomo che si vuole fare eroe della sua comunità, ma
che viene lasciato solo.
Nella bruttezza di ogni elemento
del film, dalle case alle persone, spicca la dolcezza di Marcello
(Fonte), nonostante tutto, e il suo sorriso accennato, malinconico
nel finale del film, ha la potenza distruttiva che riesce ad avere
solo il grande cinema. Nero.
*Il film è stato eliminato alla
seconda selezione; con buona pace degli Oscar 2019, ce ne faremo
una ragione.
Roma di Alfonso Cuaron
Netflix sta uccidendo la sala, Netflix è un modo per
far vedere il cinema a tutti, Netflix ha rapito la nonna di
Thierry Fremont, Netflix vi avvelena il gatto se
andate al cinema a guardare un suo film. Ne abbiamo sentite di
tutti i colori, anche per “colpa” di Roma, l’ultimo film di
Alfonso Cuaron che ha vinto il Festival di Venezia 2018 e che, uscito in
sala per tre giorni (in Italia), è disponibile su Netflix, che lo
ha distribuito.
Mettiamo da parte per un attimo
tutta la faccenda, pure interessante, della piattaforma streaming e
ci concentriamo soltanto sul film. L’opera di Cuaron, il messicano
già premio Oscar per Gravity, è il racconto di tre
“rotture”, quella della domestica Cleo, “sedotta e abbandonata”;
quella della padrona di casa, lasciata dal marito improvvisamente;
quella di un Paese, il Messico, che negli anni ’70 è stato teatro
di rivolte e violenza. In tutto questo, Cuaron riversa la sua vita,
i suo ricordi, la sua infanzia.
Tuttavia, la forza di
Roma (il quartiere di Città del Messico in cui è
ambientato il film) è quella di toccare ognuno di noi: tutti
rinasciamo dall’acqua con Cleo, tra sale, acqua e lacrime.
Cold War di Pawel Pawlikowski
La sua suorina,
Ida, aveva incantato tutto il mondo, anche
l’Academy Awards, e così tutti ne aspettavano il ritorno al cinema.
Con Cold
War, Pawel Pawlikowski fa un grande
regalo a tutti noi, sappiate accoglierlo, andate a vedere il suo
film!
L’amore di Zula e Wiktor, ostacolato dalla
Storia, non si lascia appannare dal tempo, così come non si
affievolisce la potenza del bianco e nero, la bellezza di lei,
l’eleganza di lui, e il sentimento forte che pian piano sono gli
stessi spettatori a provare per i protagonisti. Tutto scorre,
stratificando i protagonisti, cambiandoli, senza mai intaccare il
loro desiderio, il loro amore.
Pawlikowski scrive una poesia e la trasforma in
cinema.
Dopo Il Battesimo di
Ampelio, la prima delle nuove storie de I delitti del Barlume,
arriva a Capodanno il secondo appuntamento con l’ormai familiare e
a volte letale provincia toscana della serie di gialli a tinte
comedy, produzione originale Sky realizzata
con Palomar, ispirata al mondo dei romanzi di Marco Malvaldi editi
da Sellerio Editore. Hasta pronto Viviani, in onda
martedì 1° gennaio alle 21.15 su Sky Cinema Uno
(anche in 4K HDR per i clienti Sky
Q), sarà ambientato per la prima volta lontano dalle
confortevoli strade di Pineta, in un’avventura tra le pampas
argentine, dove i vecchini voleranno in soccorso dell’amico di
sempre Viviani, che è in estremo pericolo… Il film sarà inoltre
disponibile anche su Sky On Demand, in una
collezione dedicata dove è già possibile rivedere tutte le altre
storie del “BarLume”.
Dopo una vita fermi a Pineta, a
settant’anni suonati i vecchini lasciano l’amato BarLume per volare
oltreoceano direzione Buenos Aires. Un viaggio inatteso ma
necessario, alla ricerca del Viviani. E mentre il “quartetto
uretra” parte all’avventura, la sonnacchiosa stagione estiva di
Pineta viene interrotta da un’inspiegabile rapina al BarLume. Una
serie di misteri portano a pensare che ciò che accade a Pineta
potrebbe essere collegato alla sparizione di Viviani in Argentina.
Come al solito, toccherà alla Fusco capirci qualcosa…
I delitti del Barlume, il cast
Invariata la formula narrativa, a
garanzia del divertimento di sempre: fra sparizioni, partite a
carte, risate e quegli elementi da poliziesco sui generis che negli
anni scorsi ne hanno decretato il successo, torna Pineta e con
questa i suoi misteri e i suoi amati toscanacci, dal Viviani ancora
una volta interpretato da Filippo Timi al
Commissario Fusco di Lucia Mascino. Tornano anche
tutti i “bimbi”, gli irresistibili vecchini detective del
“quartetto uretra”, interpretati da Alessandro
Benvenuti, Atos Davini, Marcello
Marziali e Massimo Paganelli. Torna
ovviamente anche la Tizi interpretata da Enrica
Guidi così come, dopo il loro esordio nel cast delle
ultime due storie, ritornano Stefano Fresi e
Corrado Guzzanti, nei panni rispettivamente del
buffo Beppe Battaglia e di Paolo Pasquali, logorroico e truffaldino
assicuratore di origini venete. La regia è di Roan
Johnson.
Anche nei due nuovi film tv, I
DELITTI DEL BARLUME continua il suo originale percorso nel solco
della grande commedia all’italiana. Tra crimini e toni comici,
seguendo la struttura del romanzo giallo, la serie coinvolge per la
sua irresistibile combinazione di suspense e humour, attingendo a
piene mani dalla quella apprezzata tradizione regionale toscana –
che vanta alfieri come Benigni, Virzì, Nuti, Pieraccioni e Veronesi
– che ha contribuito in maniera determinante al successo nazionale
e internazionale della commedia italiana negli ultimi
vent’anni.
Black Panther e
Captain Marvel sono soltanto i primi
due esempi di una ricerca di diversità di genere e nuove storie che
il MCU sta mettendo in atto, come
spiegato nel recente podcast di Variety da Kevin
Feige.
Il presidente dei Marvel Studios ha fatto il bilancio dell’anno
appena trascorso, tra successi annunciati (Avengers: Infinity War) e
inaspettati (il cinecomic di Ryan Coogler
sull’eroe di Wakanda), guardando al futuro con ottimismo:
“Black Panther è stato solo
l’inizio. Ha funzionato nel modo in cui ci ha spinti a dirigerci
nella direzione in cui saremmo andati comunque. Poi guardi quel
film, ed è incredibile, segnale che i Marvel Studios sono cresciuti […]
Porteremo sempre più donne nei prossimi anni e cercheremo di
promuovere la diversità di genere, sia per quanto riguarda i
personaggi che per le persone che lavorano a questi film. Sono
convinto che se hai diverse voci, allora otterrai storie migliori e
sorprendenti.“
In un’altra intervista
con Cinemablend Feige aveva
parlato dei piani futuri dei Marvel Studios e del
modo in cui verranno gestiti i film e il loro sequel, anticipando
che nei prossimi anni vedremo sempre più titoli ogni stagione:
“La
ragione per cui abbiamo deciso di far uscire tre film all’anno è
che così possiamo realizzare i sequel che i fan vogliono, e perché
amiamo raccontare quelle storie sia con personaggi conosciuti, sia
con personaggi di cui nessuno ha mai sentito parlare […] È lo
stesso modo in cui è stata costruita la Fase Uno, poi la Fase Due e
la Fase Tre è stata costruita, e ogni anno ci saranno ancora più
film“.
Feige sembra già proiettato verso il futuro,
come dichiarato durante la promozione di Avengers:
Infinity War:
“Guardiamo sempre in avanti. Proprio quando le persone
pensano di poter inchiodarci, andiamo da qualche altra parte e
questo accadrà di nuovo dopo Infinity War nella costruzione del
prossimo film di Avengers. E abbiamo già pianificato i nostri
progetti fino al 2025.“
Queste le date previste per i sei
progetti (più uno, spostato da agosto 2020 a luglio 2020):
Mentre il destino di Ben Affleck nel
DC
Universe è appeso ad un filo e in molti già scommettono sul suo
addio al personaggio di Batman, c’è chi dall’altra
parte non perde occasione di lodare l’attore e la sua
interpretazione del crociato di Gotham. Parliamo ovviamente di
Zack Snyder, che anni fa lo scelse per vestire i
panni dell’eroe nella nuova versione di Batman V Superman: Dawn of
Justice.
Il regista ha infatti condiviso uno
scatto inedito del set con la didascalia che recita “Ben è il
mio Batman perfetto“. Siete d’accordo con Snyder?
Vi ricordiamo che l’ultima fatica
di Zack Snyder, Justice
League, è disponibile dal 21
Marzo nei formati DVD, Blu-ray,
Blu-ray 3D e in 4k Ultra HD, distribuito
da Warner Bros. Entertainment Italia.
Diretto da Zack
Snyder, il film presenta una invidiabile lineup di
SuperEroi DC: Ben Affleck nei panni di
Batman, Henry Cavill come
Superman, Gal Gadot nel ruolo
dell’irresistibile Wonder Woman, Ezra
Miller come The
Flash, Jason Momoa nei panni di
Aquaman e Ray Fisher come
Cyborg.
I Contenuti
Speciali delle edizioni Blu-ray permetteranno ai
fan di scoprire tutti i segreti della Justice League, conoscere meglio i nuovi
membri, il loro lavoro di squadra e la tecnologia che dà loro una
marcia in più. L’edizione 4k Ultra HD del fim contiene anche il
disco Blu-ray, oltre ad una scena inedita non presente nel film al
cinema.
Con l’allontanamento
di Zack Snyder, il franchise ha perso
l’identità Warner DC che si stava costruendo, una identità non
molto gradita dalla maggioranza dei fan ma che manteneva comunque
una coerenza nella rappresentazione cinematografica dei personaggi.
Adesso gli eroi DC al cinema hanno preso strade complicate e non
sappiamo se mai si riuscirà a vederli di nuovo insieme sul grande
schermo, magari con un esito migliore.
Arrivano da Empire Magazine le
nuove immagini ufficiali di Shazam!,
il cinecomic DC che vedrà protagonista Zachary
Levi nei panni del supereroe. Insieme a lui anche
Mark Strong, che presta il volto al Dottor
Sivana.
Abbiamo tutti
un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per
tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola
parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago.Ancora bambino all’interno di un
corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso
facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri:
divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola?
Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa
imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi
poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr.
Thaddeus Sivana.
Vi ricordiamo che Shazam!
farà parte dell’Universo Cinematografico DC e
seguirà le uscite di Aquaman e Wonder Woman 2, gli altri due
attesi titoli di casa DC.
Shazam!
è atteso per il 2019 e vede nel cast Zachary
Levi, Asher Angel (Billy
Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus
Sivana), Jack Dylan
Grazer (Freddy), Grace
Fulton (Mary), Faithe
Herman (Darla), Ian
Chen (Eugene), Jovan
Armand (Pedro), Cooper
AndrewseMarta
Milans (genitori adorrivi di
Billy, Victor e Rosa Vasquez), Ron Cephas
Jones (Il Mago).
L’annuncio ufficiale della
produzione di Star
Wars: Episodio IX ha rivelato al pubblico che
la Disney e
la Lucasfilm hanno deciso di integrare
il personaggio della principessa Leia con del materiale d’archivio
mai visto, realizzato durante le riprese di Star Wars: Il Risveglio della
Forza da J.J. Abrams, il
quale a sua volta torna a dirigere un film del franchise.
Sull’argomento è tornato a parlare
il fratello dell’attrice, Todd Fisher, in
un’intervista con Good Morning America:
“Ci sono tanti minuti di filmati
inediti, e non intendo solo scene tagliate, ma mataeriale
inutilizzato e nuovi contenuti che potrebbero essere intrecciati
nella trama. Darà ai fan qualcosa di fantastico e sembrerà che il
tempo non sia passato”.
Nel cast del film
tornano Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar
Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas
Suotamo e Billie Lourd. Si
uniranno al cast di Star Wars: Episodio IX Matt Smith,
Naomi Ackie e Richard E. Grant,
insieme ai veterani del franchise Mark Hamill, Anthony
Daniels e Billy Dee Williams,
che riprenderà il ruolo di Lando Calrissian.
SebbeneStar Wars: Gli Ultimi
Jedi sia stato accolto in maniera contrastante,
le recensioni non sono state affatto negative; tuttavia il film ha
intiepidito i fan che non ne hanno determinato il successo
economico travolgente che ci si aspettava. Dato che gli spettatori
considerano molto meglio riuscito Il Risveglio della
Forza, la notizia che J.J.
Abrams sarebbe tornato a dirigere il capitolo è
stata accolta con molto favore.
Stando
a quanto riporta Variety, sembra che Abrams stia
per siglare un accordo importante con uno studio, e tutti gli
indizi puntano alla Disney. Il regista e produttore ha infatti un
ottimo rapporto con Bob Iger, CEO della Casa
di Topolino, e i motivi per legarsi allo studio sono molti, a
partire dal prestigio dell’incarico.
Filmati inediti e interviste
esclusive al cast e ai realizzatori di Captain Marvel sono stati mostrati ad
un pubblico selezionato per preparare l’uscita nelle sale
dell’atteso cinecomic con protagonista Brie
Larson.
Parte del footage,
contenente scene mai viste prima, è stato ripreso da un utente di
Twitter e pubblicato online nelle ultime ore. Potete dargli uno
sguardo qui sotto.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Attenzione: l’articolo contiene spoiler su
Aquaman
A quanto pare l’easter egg relativo
a Man of Steel non è l’unico
riferimento al DC
Extended Universe presente in Aquaman, il
cinecomic con Jason Momoa che arriverà nelle
nostre sale tra pochi giorni. Un utente del forum Reddit ha infatti
individuato un altro “cameo” di un personaggio durante la scena post-credits in cui
vediamo Black Manta insieme al Dr. Stephen Shin.
In secondo piano noterete un
ritaglio di giornale il cui titolo recita “Wonder Woman nega le voci sulla frequentazione
di Aquaman“. Semplice scherzo o realtà? Che ne pensate?
L’inizio della corsa
di Aquaman non poteva essere più
positiva: grazie ai 93.6 milioni di dollari incassati nel
weekend d’apertura al box office cinese, il film
di James Wan diventa il miglior debutto
della storia per quanto riguarda il mercato asiatico e il migliore
di sempre per quanto riguarda i cinecomic DC.
Superato di gran
lunga Ready Player One (che lo
scorso anno ne aveva
registrati 61.6), Aquaman è anche
il quinto miglior opening per un film di supereroi e il quarto per
un titolo americano quest’anno.
Il
filmè stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista Jason
Momoa. Con lui ci sarà Amber
Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi
Lin e Willem Dafoe. Il
cinecomic arriverà al cinema il 21 Dicembre
2018.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
Non avevamo aggiornamenti sullo
standalone di Batgirl da mesi, tuttavia sembra che
i lavori in casa Warner Bros. stiano proseguendo e che la
sceneggiatrice Christina Hodson si stia
dedicando alla stesura dello script. A dichiararlo è lei stessa in
un’intervista con Comic Book Movie.
“Non è qualcosa di cui posso
parlare. Ma sì, mi piace scrivere questa storia, è una gioia totale
e amo il personaggio. Ogni giorno trovo nuove cose da apprezzare
che mi entusiasmano di Batgirl”.
Vi ricordiamo che dopo l’addio
di Joss Whedon, la Warner Bros ha ripreso in
mano il progetto di Batgirl, affidando la
sceneggiatura a Christina Hodson, che ha già
convinto lo studio delle sue doti firmando il primo script
per Birds of
Prey e per Bumblebee.
THR riporta che la Hodson è
stata incaricata di redigere il nuovo script, che sicuramente sarà
differente dalla prima versione firmata Whedon. Sembra chiaro che,
dopo il successo di Wonder Woman, la DC
Films e la Warner
Bros stiano puntando su un franchise al
femminile.
Per quanto riguarda la regia del
film, già quando venne annunciato l’addio di Whedon, si parlò della
volontà di assumere una regista. Ma chi sono le candidate? In
prima linea ci sono Ava
Dunernay e Michelle McLaren, ma
potrebbero essere considerate persino Katheryn
Bigelow e Susanne Bier. Fuori
quota ma sempre papabili, ci sono Reed
Morano e Ana Lily Amirpour.
Insomma, i giochi sono aperti e una
nuova regista presto verrà annunciata per il progetto. Questa nuova
notizia però non fa certo del bene alla Warner
Bros che ancora una volta conferma di non avere
progettualità nella programmazione dei suoi progetti.
Ieri sarebbe stato il compleanno di
Stan Lee, e per celebrare la nascita dello storico
fumettista i Marvel Studios hanno condiviso un suo
bellissimo ritratto su Twitter.
Potete dargli uno sguardo qui
sotto.
On his birthday, join us in remembering Stan
Lee. Happy Birthday, Stan. Thank you for everything. pic.twitter.com/03XmmWOX6O
Stan Lee, il
leggendario sceneggiatore di Marvel Comicsle cui creazioni
lo hanno reso un eroe nella vita reale, si è spento all’età di 95
anni. Lee, che cominciò la sua carriera nel mondo dei fumetti nel
1939, ha contribuito a creare, creando lui stesso da solo, molti
dei più famosi eroi Marvel, che da anni calcano anche
il grande schermo. Tra questi: Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil, Ant-Man.
Il fumettista è morto nella mattina
di Lunedì 12 novembre al Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles, secondo quanto riferisce The Hollywood Reporter.
Gli ultimi anni di Stan Lee sono stati
di grande tumulto. Dopo la morte di sua moglie Joan, che ha
condiviso con lui un matrimonio lungo 69 anni, nel luglio del 2017,
ha fatto causa alla POW! Entertainment per una fronde da un
miliardo di dollari.
Da solo e attraverso il suo lavoro
con i frequenti collaboratori artisti-scrittori Jack Kirby, Steve
Ditko e altri, Lee ha catapultato la Marvel da una piccola avventura
editoriale nell’editore numero 1 al mondo di fumetti, e in seguito
un gigante multimediale.
Una delle sue ultime dichiarazioni
pubbliche era stato un commento a seguito della fusione tra Disney
e Fox, a seguito della quale i supoi X-Men e i Fantastici Quattro
sarebbero tornati “a casa”, in seno alla Marvel.
In occasione della premiere a
Londra di Aquaman abbiamo
avuto il piacere di intervistare James Wan, Amber
Heard, Patrick Wilson e Dolph
Lundgren, protagonisti del film.
Ecco cosa ci hanno raccontato in merito al nuovo film del
DC
Universe al cinema:
Da Warner Bros. Pictures e dal
regista James Wan arriva al cinema Aquaman,
la storia delle origini di Arthur Curry, metà umano e metà
atlantideo, e dell’avventura più grande della sua vita che lo
costringerà non solo ad affrontare chi sia veramente, ma anche a
scoprire se sia degno di essere ciò per cui è nato…un re.
L’avventura ad alto tasso di azione è ambientata nel vasto e
mozzafiato mondo sottomarino dei sette mari e vede protagonista
Jason Momoa nel ruolo che dà il titolo al
film.
Nel film è protagonista anche
Amber Heard nel ruolo di Mera, fiera guerriera
e alleata di Aquaman nel corso dell’avventura; il candidato
all’Oscar Willem Dafoe (“The Florida Project”) in quello
di Vulko, consigliere al trono di Atlantide; Patrick
Wilson nel ruolo di Orm, attuale Re di Atlantide;
Dolph Lundgren in quello di Nereus, Re della tribù
Atlantidiana ribelle Xebel; Yahya Abdul-Mateen II nel ruolo di
Black Manta in cerca di vendetta; e la premio Oscar Nicole Kidman (“The Hours”) nel ruolo della
madre di Arthur, Atlanna. Nel film compare anche Ludi Lin nel ruolo
del Capitano Murk, soldato Atlantideo e Temuera Morrison nel ruolo
del padre di Arthur, Tom Curry.
Aquaman, il film
Wan ha diretto da una sceneggiatura
di David Leslie, Johnson-McGoldrick e Will Beall, un soggetto di
Geoff Johns & James Wan e Will Beall, basato sui
personaggi creati da Paul Norris e Mort Weisinger per la DC. Il
film è prodotto da Peter Safran e Rob Cowan, con Deborah
Snyder, Zack Snyder, Jon Berg, Geoff Johns e
Walter Hamada come produttori esecutivi.
Aquaman
è stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista
Jason Momoa. Con lui ci sarà
Amber Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II,
Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi Lin e
Willem
Dafoe. Il cinecomic è arrivato al cinema il 1
Gennaio 2019.
Il team dietro la macchina da presa
di Wan include suoi collaboratori frequenti, come il direttore
della fotografia candidato all’Oscar Don Burgess (“Forrest Gump”),
il montatore di cinque dei suoi film Kirk Morri, lo scenografo Bill
Brzeski e il supervisore agli effetti visivi Kelvin McIlwain.
A loro si sono uniti la costumista Kym Barrett e il compositore
Rupert Gregson-Williams.
La Warner Bros. Pictures presenta
una produzione di Peter Safran, un film di James Wan,
Aquaman. Il film sarà presentato in 2D, 3D, 4D,
Dolby Cinema e ScreenX nei migliori cinema e IMAX, e sarà
distribuito nel mondo dalla Warner Bros. Pictures. Il film arriverà
nelle sale italiane dal 1° gennaio 2019.
Uno dei
passatemi preferiti dei fan di Star
Wars è formulare teorie su tutto ciò che è
legato alla saga creata da George Lucas,
riflettendo su ogni scena, dettaglio o
battuta dell’universo cinematografico, seriale e
letterario.
Di seguito però trovate le più
assurde e mai realizzate sulla nuova trilogia:
Laura Dern avrebbe interpretato la madre di Rey
Ogni volta che un attore viene
scelto per entrare nel cast di Star
Wars iniziano a piovere supposizioni e rumor sulla
natura del ruolo misterioso: non è sfuggita a questo divertente
gioco nemmeno Laura Dern, scritturata per
Gli Ultimi Jedi, che secondo voci insistenti
avrebbe vestito i panni della madre di Rey.
In realtà l’attrice è apparsa come
volto del Vice Ammiraglio Holdo, una figura
autoritaria ed eroica che si sacrifica sul finale del film per la
Ribellione ed è un fido alleato della Principessa Leia.
La love story tra Poe e Finn
Questa è davvero divertente ma
fondata sui fatti mostrati in Il Risveglio della
Forza: lì la chimica tra Poe Dameron e
Finn era evidente, tanto da lasciar supporre ai
fan che il capitolo successivo, Gli Ultimi Jedi,
avrebbe sviluppato il rapporto tra i due come un vera love
bromance!
Kylo Ren e Rey innamorati in Gli Ultimi Jedi
Un rumor insistente sulla trama di
Gli Ultimi Jedi ipotizzava che il film avrebbe
portato avanti un’improbabile quanto sorprendente love story tra
Rey e Kylo Ren, presentati in
Il Risveglio della Forza come le due facce della
stessa medaglia.
Nel film del 2017 di Rian
Johnson però, Rey si allea brevemente con la sua nemesi
per combattere Snoke, ma i percorsi dei personaggi sembrano ancora
inconciliabili. Inoltre ridurre il viaggio dell’eroina ad una
storia d’amore sarebbe riduttivo oltre che passatista.
BB-8 contro BB-8
Questo rumor nasce dallo studio del
merchandise ufficiale del droide di Snoke, BB-9E,
una sorta di controparte malvagia del tenero BB-8.
Da lì vennero formulate delle teorie sul fatto che il droide
avrebbe combattuto contro BB-9E durante Gli Ultimi
Jedi, mai realizzata sul grande schermo.
Le reali dimensioni di Snoke
Quando abbiamo visto il Leader
Supremo Snoke sotto forma di ologramma in
Il Risveglio della Forza, lo studio delle
dimensioni del personaggio hanno lasciato supporre che fossero
quelle reali e che il villain fosse effettivamente enorme come la
sua controparte digitale.
Alcune voci che seguirono furono
presto smentite grazie alla scena di Gli Ultimi
Jedi in cui Snoke si confronta con Kylo
Ren e Rey .
Domnhall Gleeson avrebbe interpretato il figlio di Luke
Skywalker
Basandosi su un dettaglio
esclusivamente fisico (la sua barba) sfoggiato da Domnhall
Gleeson al Comic-Con, molto simile a quella di
Ewan McGregor nel franchise di Star Wars, i fan
teorizzarono che l’attore avrebbe interpretato il figlio o il
nipote di Obi-Wan Kenobi.
Tuttavia la voce più interessante
diceva che avrebbe vestito i panni del figlio di Luke
Skywalker! Come saprete nulla di tutto ciò si è
realizzato, e Gleeson ha prestato il volto al meno simpatico
generale Hux.
Snoke è il primo Jedi
Sceneggiatori e produttori della
nuova trilogia hanno più volte chiarito che Kylo
Ren e Snoke non hanno alcuna associazione
con i Sith, dunque la voce che insisteva sul fatto
che Snoke fosse in realtà il primo dei Jedi in assoluto risultò
completamente infondata.
Rey è la figlia di Obi-Wan (o la nipote)
Per lungo tempo si è sparsa la voce
che Rey avesse una sorta di relazione con
Obi-Wan Kenobi, sostenuta dal fatto che una
combinazione vocale di Alec Guinness e
EwanMcGregor si sente nella
visione che Rey ha nel seminterrato di Maz
Kanata.
Sappiamo che i suoi genitori non
erano “nessuno di importante” e che l’hanno abbandonata da piccola,
tuttavia alcuni fan continuano a pensare che Kylo Ren abbia mentito
e che la loro identità sarà rivelata in Episodio
IX.
Non tutto ciò che abbiamo visto nel
MCU funziona alla
perfezione, e non tutti gli incastri sono riusciti a questa
macchina ben oliata che da dieci anni consegna al suo pubblico
ottimi prodotti di intrattenimento e cinecomic appassionanti.
Ecco di seguito 10
storyline che hanno sicuramente danneggiato l’universo
condiviso:
Il “falso” Mandarino
Iron
Man 3 verrà ricordato dai fan come il film dei
Marvel Studios con il peggior colpo di scena
possibile: il villain annunciato e atteso per tutta la durata del
cinecomic, il Mandarino, si rivela essere in
realtà un attore pagato per interpretare il terrorista da
un’organizzazione criminale.
Se non fosse stato per la campagna
marketing e la storia originale dei fumetti, in cui il personaggio
viene rappresentato come uno dei migliori e più iconici villain del
corso di Iron Man, forse nessuno avrebbe reagito negativamente alla
sua comparsa.
D’altronde il compito di Mandarino
era fare luce su alcuni interessanti temi del mondo reale e sul
terrorismo politico, dove i leader più temuti sono solo burattini
controllati da un potere più grande, tuttavia non è ciò che il film
ha trasmesso con la sua svolta quasi comica.
War Machine sopravvive in Civil War
La battaglia dell’aeroporto vista
nell’atto finale di Captain America: Civil
War è di certo una delle sequenze più spettacolari
viste nel MCU. Verso la fine però,
War Machine insegue Falcon in volo ma viene
abbattuto e precipita a terra: Tony Stark corre ad
aiutarlo, ma sembra che l’amico sia morto. E invece no…
Questo snodo narrativo che avrebbe
portato Tony a vivere il lutto del collega di tante sventure è
stato presto spento quando l’epilogo del film ha rivelato che
Rhodey è in realtà sopravvissuto alla caduta e non è nemmeno
gravemente ferito. Incidente inutile allora? Che senso ha avuto ai
fini della trama?
Il controllo dello S.H.I.E.L.D. da parte dell’HYDRA
Un colpo di scena ha sconvolto i fan
del MCU: lo
S.H.I.E.L.D. è sempre stato controllato dalle
menti dell’HYDRA, organizzazione terroristica capace di deviare
alcune personalità come quella di Bucky Barnes.
Soltanto più tardi si è compreso
quanto questa storyline servisse – più che altro – per adattarsi
allo stile da thriller politico anni ’70 di Captain America: The Winter
Soldier, e non per un discorso generale di universo
condiviso.
La famiglia di Occhio di Falco
I fan hanno contestato diversi
elementi di Avengers: Age of Ultron, dal
valore del villain alla trama, ma ciò che sembra averli infastiditi
di più è il fatto che Occhio di Falco nascondesse
da sempre una famiglia con moglie e figli.
Ciò non si adattava alla personalità
dell’eroe introdotta nel MCU, né alla storia in sé del film,
dove c’è davvero di tutto e forse anche troppo. I Marvel Studios hanno perso di vista
l’obiettivo creando storyline parallele senza alcun peso emotivo
(vedi l’amore tra Bruce Banner e Natasha Romanoff)?
La relazione di Thor con Jane Foster
Ma un film ha davvero bisogno di una
love story? Senza questa sopravviverebbe? Probabilmente si, ma non
importa quanto superficiale o irrilevante possa essere, perché ogni
spettatore la richiede soprattutto nei grandi blockbuster
d’intrattenimento.
Nel caso del franchise di
Thor, la sotto-trama romantica tra il Dio del
Tuono e Jane Foster risulta davvero
insopportabilmente, senza mordente e poco interessante.
Natalie Portman è
un’attrice formidabile, questo lo sappiamo, ma si è sprecato tutto
il suo talento schiacciandola in un ruolo monodimensionale, più da
damigella in pericolo che in eroina senza poteri qual è.
L’origin story di Doctor Strange
Possiamo dire, dopo averne viste a
decine, che le storie di origini nei cinecomic sono praticamente
tutte uguali. In film come Iron Man,
Thor e Captain America c’era però
il bisogno di introdurre personaggi a cui il pubblico non era
abituato o che non conosceva affatto, dunque l’origin story
sembrava una scelta obbligata, ma superata la Fase 1, che bisogno
c’era di ripetere la stessa formula?
Vedi il caso di Doctor Strange, arrivato nella Fase
Tre, un passo indietro in materia di “originalità” per i Marvel Studios.
Le visioni di Black Panther
Molti spettatori hanno scherzato sul
fatto che la trama di Black Panther fosse molto
simile a quella del Re Leone, dall’ambientazione
africana al viaggio dell’eroe che inizia quando suo padre muore,
finendo con la lotta per il trono contro un membro della famiglia
malvagio.
Tuttavia la cosa che stride i più
nel film, al di là delle similitudini, sono le sequenze in cui
T’Challa ha queste visioni oniriche del padre nella savana,
praticamente identiche alle visioni di Simba nel
classico Disney, arrivando all’iconico albero di Rafiki. Possiamo
ancora chiamarlo cinecomic, o forse è meglio remake?
L’amore tra Visione e Scarlet Witch
Wanda Maximoff e
Visione sarebbero personaggi interessanti, per la
loro storia dei fumetti e i poteri, tuttavia il MCU sembra averli ridotti in eroi
senza personalità destinati a chiudersi all’interno di una storia
d’amore senza picchi e vibrazioni.
Anche Avengers: Infinity War,
nonostante la calca di eroi e storyline, ha dedicato un’intera
sottotrama di circa quindici minuti a questi due amanti in fuga…non
era meglio sorvolare e passare ad altro?
Il rapporto tra Steve Rogers e Sharon Carter
Vedere Steve Rogers
flirtare e baciare Sharon Carter è stato alquanto
strano, conoscendo il passato del personaggio e l’amore per Peggy
Carter. Innamorarsi di una donna che ha lo stesso DNA non rende
questa storyline meno agghiacciante, o meglio, più legittima di
quanto non lo sia.
Inoltre questa sottotrama è stata
inserita in un film, Captain America: Civil War,
la cui storia era già complicata di suo. Non c’era tempo né bisogno
di questa deviazione romantica…
Il Barone Zemo in Civil War
Helmut Zemo è un
grande cattivo nei fumetti, ma è stato completamente sprecato nel
MCU introducendolo in Civil
War con il volto di Daniel Bruhl.
Purtroppo l’epica battaglia tra i Vendicatori e la frattura
intestina del team non gli ha dato abbastanza spazio per
brillare.
Quel che è peggio è che Brühl è un
attore eccezionale e nel breve periodo in cui si è dedicato al suo
personaggio in Civil War è stato un villain più sottile e più
sfumato di quanto potessimo aspettarci.
Sale l’attesa per l’uscita di
Glass,
ultimo lavoro firmato da M. Night
Shyamalan che chiude la trilogia formata
da Unbreakable e Split.
Il film del regista di Philadelphia vedrà
tornare Bruce Willis, Samuel L.
Jackson e James McAvoy nei
panni dei personaggi che hanno già interpretato per Night,
rispettivamente, David Dunn, Elijah Price/L’Uomo di Vetro e
Crumb/La Bestia/L’Orda.
Di seguito potete dare uno sguardo a due nuovi poster
internazionali.
Dunn (Bruce Willis) sta dando
la caccia alla Bestia, controparte sovrumana di Crumb (James
McAvoy), scontrandosi con lui in maniera sempre più aspra. Intanto
Price (Samuel L. Jackson) emerge dall’ombra, nascondendo dei
segreti che si riveleranno pericolosi per entrambi.
Interpretato da
Samuel L. Jackson,
James McAvoy,
Bruce Willis e dall’attrice vincitrice del Golden
Globe
Sarah Paulson, Glass porta
avanti le vicende narrate in Unbreakable – Il
Predestinato (2000) eSplit (2016),
entrambi scritti e diretti dallo stesso Shyamalan. Glass
vede David Dunn all’inseguimento dell’identità sovrumana di Kevin
Wendell Crumb, ovvero la Bestia, in un susseguirsi di incontri
sempre più pericolosi. Elijah Price, noto anche con lo pseudonimo
de “l’Uomo di Vetro”, emergerà dall’ombra in possesso di segreti
decisivi per entrambi gli uomini.
Sono comparse online alcune promo
art leak di Avengers: Endgame che rivelano
l’aspetto degli eroi sopravvissuti alla Decimazione di
Infinity War, i loro costumi e le loro armi, oltre
al villain Thanos che sembrerebbe sfoggiare nel film una spada
nuova di zecca.
Presenti anche Ronin, la versione di
Occhio di Falco che tornerà più agguerrita che mai dopo un
misterioso “lutto”, Bruce Banner trasformato in Hulk, Vedova Nera e
Captain Marvel, l’ultima arrivata nel MCU.
Il multimilionario
accordo
tra Disney e Fox,
che se andrà come previsto vedrà la conseguente cessione dei
diritti cinematografici
di X-Men, Deadpool e Fantastici
Quattro, apre al MCU una serie di
scenari interessanti dal punto di vista della direzione creativa
che i Marvel Studiosintraprenderanno
in futuro. Sull’argomento è tornato Kevin Feige,
parlandone in un podcast di Variety, spiegando che nei prossimi
mesi i Marvel Studios saranno già al
lavoro per introdurre i Mutanti nell’universo condiviso:
“Potremmo iniziare i nostri
progetti già nei primi sei mesi del prossimo anno. L’idea di questo
ritorno a casa dei personaggi è grandiosa, ed è bello quando
un’azienda che li ha creati può avere accesso a tutti quei
personaggi. Sarebbe insolito non farlo“.
In un’intervista
con Cinemablend Feige aveva
parlato dei piani futuri dei Marvel Studios e del
modo in cui verranno gestiti i film e il loro sequel, anticipando
che nei prossimi anni vedremo sempre più titoli ogni stagione:
“La
ragione per cui abbiamo deciso di far uscire tre film all’anno è
che così possiamo realizzare i sequel che i fan vogliono, e perché
amiamo raccontare quelle storie sia con personaggi conosciuti, sia
con personaggi di cui nessuno ha mai sentito parlare […] È lo
stesso modo in cui è stata costruita la Fase Uno, poi la Fase Due e
la Fase Tre è stata costruita, e ogni anno ci saranno ancora più
film“.
Feige sembra già proiettato verso il futuro,
come dichiarato durante la promozione di Avengers: Infinity War:
“Guardiamo sempre in avanti. Proprio quando le persone
pensano di poter inchiodarci, andiamo da qualche altra parte e
questo accadrà di nuovo dopo Infinity War nella costruzione del
prossimo film di Avengers. E abbiamo già pianificato i nostri
progetti fino al 2025.“
Queste le date previste per i sei
progetti (più uno, spostato da agosto 2020 a luglio 2020):
È arrivato online il primo trailer
ufficiale di Teen Spirit, film scritto e diretto
da Max Minghella (qui al suo esordio come regista)
e interpretato da Elle Fanning. Nel cast anche
Rebecca Hall e Zlatko Buric.
Il brano originale della colonna
sonora, “Wildflowers”, è stato composto da Jack Antonoff e Carly
Rae Jepsen.
Violet è una timida adolescente
che vive in una piccola città europea e sogna la celebrità
diventando una cantante pop per fuggire da una situazione familiare
complicata. Con l’aiuto di un improbabile mentore, Violet partecipa
ad una competizione canora internazionale che metterà alla prova il
suo carisma, l’unicità, il coraggio e il talento.
Dopo mesi di speculazioni e rumor,
l’identità segreta del personaggio interpretato da Jude
Law in Captain Marvel è stata finalmente
confermata: l’attore non vestirà i panni di Yon-Rogg, come
ipotizzato nelle scorse settimane grazie ai dettagli delle nuove
Funko Pop relative al film, ma
proprio Mar-Vell, il comandante della squadra Kree
e mentore di Carol Danvers.
La conferma arriva dal database di
Disney Film, dunque possiamo supporre che si tratti di una notizia
ufficiale. Tuttavia ciò non esclude che i Marvel Studios abbiano adattato
pedissequamente la figura di Mar-Vell dei fumetti per il grande
schermo e che Law non sia il risultato di qualche cambiamento
rispetto alla controparte originale.
Nel primo canone dei Marvel comics, questo è il primo personaggio ad
assumere l’identità di Captain Marvel, passando poi il testimone a
Carol dopo averle trasmesso i suoi valori e insegnamenti. In che
modo questa relazione verrà esplorata nel film è ancora un mistero,
ma non ci resta che attendere l’uscita in sala.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Sono passati ormai due anni dalla scomparsa di
Carrie Fisher, l’attrice che ha consegnato al
mondo la Principessa Leia di Star
Wars. A 24 mesi dalla terribile notizia, la figlia di
Carrie, Billie Lourd, che rivedremo nei panni di
Connix in Star Wars: Episodio
IX, ha condiviso un toccante tributo alla memoria
della madre.
“Sono passati due anni dalla
morte di mia madre e ancora non so quale sia la “cosa giusta” da
fare in un anniversario di morte (sono sicuro che molti di voi si
sentono allo stesso modo riguardo ai propri cari). Così ho deciso
di fare qualcosa di un po’ difficile per me, qualcosa che entrambe
amavamo fare insieme – cantare. Questo è il piano che suo padre le
ha regalato e questa era una delle sue canzoni preferite. E come
dice la canzone, dobbiamo “continuare ad andare avanti”. Ho
scoperto che ciò che mi spinge a muovermi è fare cose che mi
rendono felice, lavorare duramente sulle cose che mi appassionano e
circondarmi di persone che amo far sorridere. Spero che questo
incoraggi qualcuno che si sente un po’ giù, o si sente perso, a
“continuare a muoversi”. Come disse una volta la mia Momby, “prendi
il tuo cuore spezzato e trasformalo in arte” – qualunque cosa
quell’arte possa essere per te. ❤️”
In qualche modo, che al momento non
conosciamo ancora, Carrie Fisher tornerà in
Star Wars: Episodio IX, diretto da J.J.
Abrams e previsto per la prossima stagione natalizia.
Sono state diffuse 20 nuove immagini
da Captain Marvel, il film diretto da
Anna Boden e Ryan
Fleck, con Brie Larson nei panni di Carol
Danvers. Nelle foto in HD possiamo vedere non solo l’eroina, ma
abbiamo anche la possibilità di dare uno sguardo al suo gatto
Goose, al Ronan l’Accusatore di Lee Pace, e al
personaggio interpretato da Jude Law.
Ecco di seguito le immagini dal prossimo film
Marvel in uscita l’8 marzo
2019:
Vi ricordiamo che alla regia del film con
protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei
fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
12 pollici (35 cm), fatta di
legno di agrifoglio, contiene una piuma di una fenice, Fanny, per
l’esattezza, che appartiene a Silente. Sono queste le
caratteristiche della bacchetta magica di Harry
Potter, il mago più famoso della storia della
magia.
Ma cosa nascondono le bacchette?
Quali proprietà, quali caratteristiche? Quanto conta la qualità del
legno e la natura del nucleo magico? Ecco di seguito 10 curiosità
sulle bacchette magiche del mondo di Harry
Potter.
La bacchetta sceglie il mago
In Harry Potter e i
Doni della Morte, secondo Garrick Ollivander, il più
grande fabbricante di bacchette del mondo, è la bacchetta che fa la
raccolta.
“La bacchetta sceglie il mago –
spiega Ollivander – Questo è sempre stato chiaro per quelli di noi
che hanno studiato le tradizione delle bacchette… Se sei un mago in
qualche modo sarai in grado di incanalare la tua magia attraverso
quasi tutti gli strumenti. I risultati migliori, tuttavia, devono
sempre arrivare dove c’è la più forte affinità tra mago e
bacchetta: queste connessioni sono complesse, un’attrazione
iniziale, e quindi una ricerca reciproca di esperienza, la
bacchetta impara dal mago, il mago dalla bacchetta”.
La bacchetta incanala le abilità
del mago o della strega
Nell’universo di Harry
Potter, una bacchetta è uno strumento magico quasi senziente,
attraverso il quale una strega o un mago canalizza i suoi poteri
magici. Anche se la magia può essere fatta senza una bacchetta,
questo richiede molta concentrazione e un più alto livello di
abilità e potenza (come ricorderemo dalla difficoltà di lanciare
incantesmi non verbali).
Come un atleta che può avere il
tipo di corpo giusto per uno sport particolare, maghi e streghe
possono avere un particolare “talento” per un certo tipo di magia.
Silente, ad esempio, ammette di non avere talento con la
Divinazione, mentre Harry eccelle in Difesa contro le arti
oscure.
La flessibilità è importante
Molti fan hanno sempre
pensato che tutte le bacchette fossero rigide e diritte, ma a
quanto pare, la flessibilità di una bacchetta fa una grande
differenza! Secondo Ollivander, la flessibilità di una bacchetta
“denota il grado di adattabilità e disponibilità al cambiamento
posseduto dalla coppia bacchetta/proprietario”.
Cosa significa esattamente? Una
bacchetta flessibile si adatta agli incantesimi più rapidamente di
una rigida, ma è anche più rapida a cambiare fedeltà se il
proprietario viene sconfitto. Ad esempio, ricordiamo da Il
Calice di Fuoco, che la bacchetta di Viktor Krum è molto
rigida, mentre quella di Fleur Delacour è flessibile.
La questione delle Bacchette
Gemelle
Anche se non esistono due
bacchette uguali, esistono le “bacchette gemelle” e si definiscono
tali due bacchette condividono un nucleo della stessa fonte. Le
bacchette di Harry e Voldemort, per esempio, avevano ciascuna un
nucleo di piume di fenice preso dalla coda della fenice di
compagnia di Albus Silente, Fanny. Di conseguenza, queste due
bacchette non potevano essere usate con successo in uno
scontro.
Quando Voldemort ha duellato contro
Harry, gli incantesimi di entrambe le bacchette si sono bloccati a
mezz’aria e la bacchetta “perdente” è stata costretta a rigurgitare
gli echi dei precedenti incantesimi che ha eseguito (il fenomeno si
chiama Priori Incantatem). Tuttavia, quando i nuclei di bacchette
gemelle vengono utilizzati in tandem contro un nemico comune, il
loro potere “aumenta di dieci volte”.
La misura conta
Le bacchette sono
disponibili in una diversa gamma di lunghezze, con la bacchetta più
lunga mai fabbricata lunga 18 pollici (circa 45 cm) e appartenente
alla famiglia Malfoy. Sebbene la statura fisica e d’animo sia
spesso associata alla lunghezza della propria bacchetta, Olivander
ci mette in guardia da questa facile associazione.
“Molti creatori di bacchette
semplicemente abbinano la lunghezza della bacchetta alla dimensione
della strega o mago che la userà, ma questa è una misurazione
approssimativa e non tiene conto di molte altre importanti
considerazioni. Nella mia esperienza, le bacchette più lunghe
potrebbero adattarsi a maghi più alti, ma tendono anche ad essere
attratte da personalità più grandi e da uno stile di magia più
ampio e drammatico: le bacchette più ordinarie preferiscono
incantesimi più eleganti e raffinati.”
Le bacchette hanno alleanze
Tradizionalmente, i giovani
maghi e streghe, che si preparano a cominciare la loro istruzione
magica, comprano una bacchetta “vergini”. In Inghilterra, a 11 anni
i maghi e le streghe vanno da Olivander, e vi restano finché non
trovano la bacchetta che darà loro la sua fedeltà.
Sebbene sia possibile procurarsi
una bacchetta “vincendola” dal suo padrone tramite un duello, le
bacchette di solito mantengono una certa fedeltà al proprietario
originale. Alcune bacchette si piegano abbastanza facilmente a un
nuovo mago mentre altre sono ferocemente leali. La Bacchetta di
Sambuco, per esempio, è “completamente non sentimentale” e sarà
fedele solo al mago più forte, che la vincerà forza.
Hanno un nucleo magico
Il nucleo di una bacchetta
è una sostanza magica che viene collocata nella lunghezza del
legno; può essere qualsiasi cosa, dai crini di unicorno, alle fibre
del cuore dil drago o alle piume di Fenice. Le bacchette che
contengono crine di unicorno (come quella di Cedric Diggory e di
Ron Weasley) sono le più difficili da far votare alle Arti Oscure,
le corde del cuore di drago (come quella di Viktor Krum e di
Hermione Granger) sono le più facili.
Le bacchette piuma di Fenice (usate
da Harry
Potter e Lord Voldemort) hanno la più ampia gamma di
magie e sono le più rare. Le sostanze “inferiori” utilizzate per le
bacchette includono baffi di Kneazle, capelli di Kelpie e baffi di
Troll. Sappiamo che la bacchetta di Fleur Delacour ha il nucleo di
capelli di Veela, la nonna della ragazza.
Legni differenti hanno differenti
personalità
Il tipo di legno usato per
una bacchetta spesso riflette il tipo di strega o mago che finirà
per usarlo, poiché si dice che abbiano “personalità”, spesso hanno
strette somiglianze con la persona che scelgono. Le bacchette di
legno di melo, ad esempio, sono adatte a chi ha molto charme e
carisma, le bacchette di prugnolo sono usate per “i guerrieri” e
secondo Ollivander, i proprietari di bacchette ricavate da legno di
cipresso hanno le più alte probabilità di morire di una morte
eroica.
È interessante notare che Lord
Voldemort e Ginny Weasley hanno entrambi delle bacchette di tasso,
che si dice siano a favore sia dei maghi oscuri che dei feroci
protettori degli altri, e le due descrizioni corrispondono bene ai
due soggetti in questione. La bacchetta di Harry è di agrifoglio,
quella di ROn è di salice, mentre quella di Hermione è di vite.
Non tutti i legni sono adatti
Secondo le note di Garrick
Ollivander sui poteri e le proprietà dei vari legni delle
bacchette, non tutti gli alberi sono in grado di produrre bacchette
magiche.
“Solo una minoranza di alberi
può produrre legno di bacchetta (proprio come una minoranza di
esseri umani può produrre magia) – si legge in un passaggio –
Ci vogliono anni di esperienza per dire quale legno ha il dono,
anche se il lavoro è reso più facile se nell’albero in questione si
trovano nidi di Asticelli, perché non abitano mai in alberi
banali”.
Buono a sapersi.
La Bacchetta di Sambuco è
spaciale
Non ci meravigliamo di
certo se la Bacchetta di Sambuco merita un posto tutto suo in
questo elenco di curiosità sulle bacchette magiche del mondo di
Harry Potter. The Elder Wand, la Bacchetta del Destino, o in quale
altro modo la si voglia chiamare, è prima di tutto un manufatto
magico che ha una provenienza unica: è stata fabbricata dalla Morte
in persona da un ramo di sambuco e un crine di Thestral.
Sebbene infatti la fiaba che ne
parla è un racconto per bambini, abbiamo scoperto in Harry
Potter e i Doni della Morte (appunto) che quella fiaba ha
più di un fondo di verità. Prima di tutto la bacchetta è maledetta
da una scia di morte visto che tutti hanno cercato nel tempo di
impadronirsene con la forza, uccidendo e commettendo atti
indicibili. Inoltre, la bacchetta non solo obbedisce a tutte le
regole magiche a cui sono soggette le bacchette, ma ha poteri
impressionanti, e può fare magie che nessun altro può compiere,
come, ad esempio, riparare le altre bacchette rotte, come farà lo
stesso Harry Potter.
Nella storia della Rowling, alla
fine della battaglia di Hogwarts, Harry riporrà la Bacchetta di
Sambuco nella tomba di Silente, dove non porterà più morte, ammesso
che l’ultimo proprietario (Harry) muora di vecchiaia,
imbattuto.
Nonostante i film Marvel abbiano ormai
raggiunto un livello altissimo di segretezza, non è affatto un
segreto che spesso già i trailer forniscono indicazioni
fondamentali sulla trama, spoiler nascosti che diventano
estremamente ovvi dopo aver visto il film.
Ecco di seguito gli SPOILER nascosti
nei trailer dei film Marvel:
Obadiah Stane è Iron Monger (Iron Man)
Non è stato difficile
predire che l’Obadiah Stane di Jeff Bridges
sarebbe stato il cattivo di Iron Man, ma mentre
alcune delle sue sinistre attività erano visibili nei trailer (ne
parleremo più avanti), era facile che questo aspetto sfuggisse.
Era chiaro che Tony Stark avrebbe
combattuto una specie di versione più grande del suo esoscheletro
tecnologicamente avanzato, e se avessimo guardato da vicino una
specifica inquadratura nel trailer, potevamo effettivamente vedere
che dentro l’armatura c’era Stane. Per fortuna, almeno questo
spoiler era difficile da intercettare nel trailer del primo film
Marvel.
M’Baku batte W’Kabi (Black Panther)
Quando è uscito questo
trailer di Black Panther, gli spettatori non
sapevano neanche chi fossero i personaggi di questa immagine. La
scena era drammatica, certo, ma non c’era modo di sapere cosa stava
succedendo. Persino i due attori al centro del fotogramma,
Winston Duke e Daniel Kaluuya,
non erano così famosi come lo sono ora.
Ma come sanno coloro che hanno visto
il film, questa immagine rivela in realtà una storia abbastanza
importante: M’Baku (Duke) sconfigge W’Kabi (Kaluuya) in una
battaglia campale tra le loro tribù. Nel film, la scena si svolge
dopo che la tribù Jabari di M’Baku si allea con l’attacco di
T’Challa al nuovo re di Wakanda, Killmonger. Gli Jabari combattono
la tribù del Confine di W’Kabi, e il risultato dello scontro si
vedeva già nel trailer!
Professor X perde il controllo dei suoi poteri (Logan)
Ci sono molti momenti
memorabili nell’addio di Wolverine diretto da James
Mangold, Logan, ma alcuni dei momenti più
sorprendenti hanno coinvolto Charles Xavier. Il Professor X di
Patrick Stewart è sempre stato un tipo calmo e
pacato, non ha mai perso il controllo dei suoi poteri; ma in Logan
fa proprio questo, bloccando le menti di tutti coloro che sono
vicino a lui nel raggio di un miglio, con immenso dolore.
Sorprendentemente, parte di questa
sequenza sono state inserite nel trailer. È facile non vederlo,
visto che è solo uno shot molto breve in un trailer pieno d’azione,
ma se gli spettatori avessero spulciato il trailer fotogramma per
fotogramma, probabilmente avrebbero potuto rendersi conto che la
scena in questione riguardava proprio Xavier che perdeva il
controllo dei suoi poteri.
T’Challa dà una conferenza alle Nazioni Unite (Black
Panther)
Il trailer di Black
Panther presentava in bella vista alcuni punti importanti
della trama, come le immagini dalla scena in cui T’Challa è di
fronte al congresso delle Nazioni Unite.
È una strana scelta mettere la scena
post-credits o mid-credits nel trailer, ma Black Panther non è il
solo film per cui è stata operata questa scelta. Diversi film
Marvel hanno fatto lo stesso, ma
per fortuna, la maggior parte degli spettatori probabilmente non ha
capito in che contesto potesse essere inserita quella scena, perché
nessuno si aspettava quel finale.
La scena post-credits (Ant-Man and the Wasp)
Il regista di
Ant-Man and The Wasp non ha filmato alcuna scena
appositamente per il post-credits, ma la tradizione fa parte
del Marvel Cinematic Universe, e quindi
è richiesto qualcosa in più dopo i titoli di coda. E così, il
regista ha utilizzato una scena di una formica gigante che suona il
set di batteria di Scott Lang proprio alla fine. Tuttavia, quella
scena non solo è apparsa già durante il film, ma anche nel
trailer!
Questa scena è un po’ deludente, ma
non c’era modo in cui gli spettatori, guardando il trailer,
avrebbero potuto riconoscere il suo significato al momento;
potevano pensare che fosse solo una scena qualsiasi, non la
sorpresa alla fine.
Aldrich Killian è il villain (Iron Man 3)
Proprio come hanno fatto
con Iron Monger nel primo film, il trailer di
Iron
Man 3 ha offerto un accenno alla vera natura cattiva
di Aldrich Killian, proprio sotto al naso degli spettatori. Se si
guarda bene il trailer, infatti si nota cosa dice la voce di
Robert Downey Jr. su un’immagine del volto di
Killian.
Coloro che hanno visto il film sanno
che il leader tecnologico interpretato da Guy Pearce è il vero
cattivo. Il Mandarino di Ben Kingsley viene messo
di fronte a Tony Stark, mentre Aldrich Killian manipola le cose
dall’ombra, è lui il principale antagonista. C’erano indizi di
questa svolta nei trailer, se solo avessimo notato che il Mandarino
non veniva mostrato con nessun superpotere e le apparenze di Pearce
erano tutte minacciose.
Killmonger brucia il giardino dell’erba a forma di cuore (Black
Panther)
Erik Killmonger è il
miglior cattivo che il MCU abbia mai prodotto, in gran
parte perché le sue motivazioni sono comprensibili. Ma la sua
rovina deriva dalla sua natura violenta e dalla sua volontà di
mettere fine e sacrificare tutto. Questa natura violenta delle sue
intenzioni è esemplificata dall’incendio del giardino dell’erba a
forma di cuore, che conferisce alla Pantera Nera il suo potere.
Questo momento è abbastanza
importante per la trama di Black Panther, poiché
l’erba a forma di cuore è centrale per il ruolo del supereroe nella
società dei wakandiani. E quello che può sembrare solo un momento
drammatico nel trailer, in realtà mostra Killmonger che brucia il
giardino. Non potevamo sapere, quardando il trailer, che l’area che
abbiamo visto bruciare tutto intorno al cattivo era così
importante.
I giochi (Deadpool 2)
Il franchise di
Deadpool ha conferito al marketing una grande
importanza, inondando internet con pubblicità convenzionale e
guerrilla. Non ci si aspetta un film su un mercenario violento
quando si ha un trailer red band in cui il personaggio gioca con le
bambole, ma a volte, anche questa cosa così assurda ha un grande
significato.
Il Wade Wilson di Ryan
Reynolds sembra stia perdendo tempo, quando prende due
action figure e le fa combattere, ma dopo aver visto il film, si
noteranno alcune somiglianze con delle scene. Per prima cosa, la
bambola sullo sfondo è uguale a Julian Dennison, il ragazzo che
Deadpool cerca di proteggere nel film. In secondo luogo, un attacco
di Deadpool ai danni di Cable è uguale a quello visto nel film,
quando il Mercenario finisce con il cavallo della tuta sulla faccia
di Cable.
La fedina penale (Guardiani della Galassia)
Il trailer di
Guardiani della Galassia è
uno dei migliori pezzi di marketing dei film Marvel. Da subito coinvolgente e
affascinante, riesce anche a far conoscere al pubblico un cast
indisciplinato di disadattati spaziali che pochissimi fuori dal
nucleo del fandom dei fumetti avevano sentito nominare. E se si
guarda da vicino, c’è una piccola informazione in più da trovare
nelle fedine penali dei condannati.
A parte le informazioni banali come
il peso dei soggetti, impariamo un po’ sulla storia di ogni
personaggio: vengono citati i miglioramenti corporei di Drax e
Gamora, che suggeriscono la loro super forza, la storia di Rocket
Raccoon di esperto evasore dalle carceri spaziali, prefigurando la
grande fuga dalla prigione che vediamo nel film, inoltre, Yondu
Udonta è elencato come il socio di Peter Quill, prima che la
maggior parte delle persone sapesse chi fosse.
Tony combatte con Rhodey (Iron Man 2)
Iron Man 2
era un film disastroso, con un sacco di intrecci che non sono mai
stati davvero un insieme coerente. Quindi, il trailer poteva
offrire una manciata di indizi, diversi spoiler sparsi qui e là,
dalla creazione di un nuovo elemento, alla lotta finale nel
giardino. Ma pensiamo che il più grande spoiler visto nel trailer
sia la scena di Tony e e Rhodes che combattono insieme alla
fine.
Questi momenti sono facili da
perdere in un lungo e rumoroso montaggio action, ma i fan con
l’occhio di falco potrebbero aver notato che Tony stava combattendo
contro il suo stesso costume, nel suo garage. Dato che il film
precedente aveva già nominato Rhodey come titolare di War Machine,
non era impossibile intuire cosa sarebbe successo al suo amico.
Thor distrugge il ponte arcobaleno (Thor)
La battaglia culminante del
primo film di Thor si svolge sul Ponte arcobaleno,
quello che colelga Asgard con il resto dei Nove Regni. Thor
combatte lì contro il suo fratellastro Loki e utilizza il Mjölnir
alla fine per eliminare il ponte e interrompere la connessione e
impedire a Loki di portare a termine il suo piano sinistro.
Questo momento è in realtà nel
secondo trailer di Thor, anche se gli spettatori
non avevano modo di sapere in che punto del film si sarebbe svolta
l’enorme esplosione magica.