Il
Ritorno di Mary Poppins è stato uno dei film che hanno
accompagnato le vacanze natalizie dei fan Disney in tutto il mondo.
Pur non raccogliendo pareri unanimi, il film con Emily
Blunt ha riportato sul grande schermo la magia della tata
più famosa del mondo, andando a ingrassare le casse della Casa di
Topolino.
Il
Ritorno di Mary Poppins è stato promosso al meglio
dallo Studio, ma in Pakistan, i proprietari di un cinema locale,
hanno scelto un modo tutto particolare di promuovere il film,
ovvero, utilizzando l’immagine di Yondu, il personaggio
interpretato da Michael Rooker in Guardiani della Galassia e nel Vol.
2.
Ma cosa c’entra il Ravager con il
personaggio di Pamela L. Travers? La risposta si
trova nel secondo film sui Guardiani, quando, nel finale, Star Lord paragona Yondu,
suo padre adottivo, a Mary Poppins. Ebbene, questo cinema ha
deciso di sfruttare il successo di quella battuta del film, che ha
fatto scatenare l’internet
all’epoca dell’uscita in sala.
Ecco cosa ha condiviso su
Reddit un utente:
Il Ritorno di Mary
Poppins racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati
adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in
casa Mary Poppins. Attraverso le sue
doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la
famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno
abbandonato le loro vite.
Nel cast del
film Emily
Blunt, nel ruolo che fu di Julie
Andrews, Lin-Manuel Miranda,
creatore del musical di grandissimo
successo Hamilton, e la tre volte premio
Oscar Meryl
Streep, che interpreterà il ruolo della cugina
Topsy. Ben
Whishaw (Spectre, The Zero Theorem,
Paddington) interpreterà invece Michael Banks da
adulto e Emily Mortimer sarà Jane.
Infine ci saranno anche Dick Van
Dyke e Angela Lansbury.
La sceneggiatura sarà scritta
da David Magee; per quanto riguarda la
colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato
al premio Oscar Marc Shaiman si
occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony
Award Scott Wittman scriverà nuove
canzoni originali.
A dirigere il film è stato chiamato
un esperto di musical, Rob Marshall.
L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla
Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande
Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie
di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins
e la famiglia Banks.
Di seguito, ecco una clip dal film
in cui vediamo Susie, interpretata da Dakota
Johnson, eseguire i suoi esercizi per l’ammissione alla
prestigiosa scuola di danza, scena del film.
Il candidato all’Oscar Luca
Guadagnino (Chiamami col tuo nome) dirige una versione inquietante
e visionaria del classico horror del 1977, Suspiria. In questo
scioccante horror psicologico, l’ambiziosa danzatrice americana
Susie Bannion arriva a Berlino negli anni ’70 con la speranza di
entrare nella rinomata Compagnia di Danza Helena Markos. Già dalla
prima prova, Susie, col suo talento, sbalordisce la famosa
coreografa Madame Blanc, guadagnandosi il ruolo da prima. Olga ha
un crollo emotivo e accusa le “Madri” che dirigono la compagnia, di
essere delle streghe.
Prima che possa fuggir via, però,
viene catturata e torturata da una forza misteriosa, legata in
qualche modo alla danza di Susie… Durante le prove per l’esibizione
finale “Volk”, Susie e Madame Blanc si avvicinano sempre di più,
rivelando come l’interesse di Susie per la compagnia vada oltre la
danza. Nel frattempo un anziano psicoterapeuta, il dottor
Klemperer, cerca di svelare i segreti più oscuri della compagnia
con l’aiuto di Sara, un’altra ballerina, che esplorerà i
sotterranei della scuola dove l’attenderanno atroci scoperte…
Suspiria
ha un cast internazionale di grandissimo livello, tra cui
Dakota Johnson,
Tilda Swinton, Mia Goth, Lutz Ebersdorf, Jessica Harper,
Chloë Grace Moretz, Angela Winkler, Sylvie Testud, Renee’
Soutendijk, Ingrid Caven, Malgorzata Bela.
Come annunciato nelle scorse
settimane, i Marvel Studios produrranno per la nuova
piattaforma streaming Disney + (di
proprietà della casa di topolino e in arrivo nel 2019) diverse
serie tv dedicate ai personaggi del MCU, tra cui una
su Loki. Il Dio dell’Inganno tornerà quindi
protagonista anche sul “piccolo” schermo dopo essere apparso in
numerosi capitoli cinematografici dell’universo Marvel, e sarà interpretato ancora
dall’idolo dei fan Tom Hiddleston.
Nel
frattempo, sul sito ufficiale della Marvel è comparsa una biografia aggiornata che, se analizzata da
vicino, potrebbe chiarire alcuni dubbi riguardanti le azioni
dell’antieroe in The Avengers, film che l’ha visto
in azione opposto ai Vendicatori.
Secondo il testo infatti, Thanos ha offerto a Loki
il dominio della Terra in cambio del Tesseract,
che sappiamo corrispondere alla gemma dello spazio; con lo scettro,
contenente la gemma della mente, Loki è stato capace di controllare
la mente di personaggi come Occhio di Falco, non sapendo che questa
arma lo stava influenzando e alimentava il suo odio per il fratello
Thor e gli abitanti della Terra.
Questa
descrizione getta così nuova luce sulle motivazioni di Loki in
The Avengers, confermando che Loki non è mai stato
direttamente responsabile delle sue azioni perché corrotto dalla
gemma della mente. È dunque appurato che questo prezioso oggetto
abbia esacerbato i sentimenti e le ambizioni più oscure del
personaggio rendendolo più malvagio di quanto lo sia in
realtà.
Vi ricordiamo che gli altri titoli
in sviluppo, come riportato nelle ultime
settimane, saranno dedicati a Scarlet
Witch, Falcon e Soldato
d’Inverno, ed è probabile che vengano confermati (insieme
agli attori coinvolti) già nei prossimi giorni.
Creato da Stan Lee,
Jack Kirby e Larry
Lieber, Loki è uno
dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo cinematografico
Marvel ed è apparso in ben cinque
cinecomic dei Marvel Studios (se contiamo anche
l’imminente Avengers: Infinity
War). Noto come “Il Dio
dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero
apprezzati dai fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a
tinte shakespeariane di Tom
Hiddleston, l’attore che ne veste i panni
da Thor (2011).
La piattaforma streaming Disney ha
già ordinato nel suo catalogo una serie inedita
su Star Wars ideata da Jon
Favreau, un’altra basata sui film di High
School Musical e il live action di Lilli
e il Vagabondo.
A settembre diverse fonti avevano
riportato il rumor sullo sviluppo, da parte
dei Marvel Studios, di un film dedicato ai
personaggi di Captain Britain e Black
Knight e sul possibile regista del progetto, il cui nome
corrispondeva a Guy Ritchie. Da allora non
abbiamo avuto più notizie fino ad oggi, quando Jeremy Conrad di
MCU Cosmic ha diffuso alcune
informazioni in merito sul suo profilo twitter.
Nel tweet si parla infatti di
Black Knight e della sua introduzione
nell’universo condiviso, che a quanto pare passerà attraverso il
Regno Quantico e un diretto
collegamento con la dimensione esplorata nel franchise di
Ant-Man e prossimamente, con molte probabilità,
anche in Avengers: Endgame.
Sarà davvero così e i Marvel Studios annunceranno a breve
il cinecomic?
Vi ricordiamo che Captain
Britain, alter ego di Brian Braddock e
personaggio creato da Chris Claremont nel 1976. Fratello della
mutante Psylocke, l’eroe è un essere umano a cui sono stati
magicamente donati speciali poteri e venne introdotto nel mercato
dei fumetti come la versione britannica di Captain America. Black
Knight è il suo storico e ricorrente rivale.
Qualsiasi fan dei Marvel Studios sa che
il Regno
Quantico diventerà un fattore importante per il
futuro del Marvel Cinematic Universe,
stando a quanto visto finora nei due film su Ant-Man (e soprattutto
in vista di Avengers 4, dal momento che Scott
Lang vi è rimasto intrappolato proprio durante lo schiocco delle
dita di Thanos).
Sull’argomento è tornato a
parlare Kevin Feige in una recente
intervista e questo è stato il suo commento:
“Alla fine di Ant-Man abbiamo
seguito Scott Lang mentre entra nel Regno Quantico per la prima
volta, ed è come se avessimo iniziato a sfogliare i diversi strati
di qualcosa che poi sarebbe stato completamente cancellato dal
Doctor Strange mentre si accedeva al
multiverso. Ma ora Regno Quantico è un altro territorio con cui
possiamo giocare per raccontare le nostre storie, un luogo molto
più grande di quanto avessimo mai immaginato, e dove poter
ambientare tutti i tipi di avventure che vogliamo. Magari una di
queste sarà esplorata in un nuovo film, chissà…“
Il 2019 sarà senza dubbio l’anno di
Captain Marvel, prima supereroina
protagonista di uno standalone targato Marvel Studios interpretata sul grande schermo
dal premio oscar Brie Larson.
L’immagine di Carol Danvers
troneggia anche nel nuovo poster animato diffuso poche ore fa sui
canali social ufficiali del film e potete dargli uno sguardo qui
sotto. Che ne pensate?
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Due attori potrebbero fare la loro
comparsa in Zombieland
2, sequel della pellicola cult diretta
da Ruben Fleischer che vedeva
protagonisti Emma Stone, Woody
Harrelson, Jesse
Eisenberg e Abigail
Breslin.
A quanto pare ci sono ottime
possibilità che Bill Murray (che nel primo film
aveva interpretato la parte di se stesso nella sequenza ambientata
nella sua casa hollywoodiana, finendo ucciso dal personaggio di
Columbus perché scambiato per un vero zombie) e Dan
Aykroyd figurino nel cast.
Murray potrebbe tornare nei panni
di un vero morto vivente, mentre per il collega di
Ghostbusters le teorie si moltiplicano. Come
verranno introdotti nella trama? Si tratta soltanto di un rumor?
Staremo a vedere.
Nel frattempo vi ricordiamo che
anche Zoey Deutch (Tutti vogliono
qualcosa, Prima di domani) si è unita al cast e interpreterà
il nuovo amore del personaggio di Columbus (Eisenberg).
le riprese partiranno a
gennaio 2019, con l’uscita nelle sale fissata ad ottobre e il
ritorno di tutti gli attori. Anche Ruben
Fleischer, quest’anno impegnato
con Venom, tornerà dietro la macchina da
presa. Il film sarà ambientato dieci anni dopo gli eventi del primo
capitolo e riprenderà le sorti dei quattro protagonisti che oggi
vivono in un mondo in cui l’apocalisse zombie si è evoluta.
Il mondo è stato già
invaso dagli zombie, la popolazione è stata già quasi totalmente
decimata se non ridotta in stato di morto vivente e i pochi
superstiti faticano a rimanere tali. Columbus in particolare ha
messo a punto una serie di regole da seguire scrupolosamente che
sembrano mantenerlo in vita nonostante l’aspetto non certo da uomo
d’azione. Chi invece con l’azione ci va a nozze è Tallhassee (tutti
quanti si chiamano con il nome della città di provenienza come in
guerra), cowboy fuori dal tempo esaltato dall’atmosfera da fine del
mondo e fiero massacratore di zombie. Sul loro percorso verso un
ovest presumibilmente libero da zombie troveranno Little Rock e
Wichita, due sorelle tutt’altro che indifese anch’esse allo
sbando.
Netflix annuncia
che Stranger Things 3, l’attesissima terza
stagione di Stranger
Things, debutterà il 4 luglio
2019 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo, e in
questo primo giorno del 2019 ha diffuso un nuovo contributo
video.
Accanto ai vecchi amici della prime
due stagioni –
Millie Bobbie Brown, Finn Wolfhard, Caleb McLaughlin, Sadie
Sink, Gaten Matarazzo, Noah Schnapp, Dacre Montgomery, Charlie
Heaton, Natalia Dyer, Joe Keery, Cara Buono, Winona Ryder e David
Harbour – si sono aggiunti Maya Hawke, Jake Busey e Cary Elwes.
I fratelli Duffer, insieme
all’intero cast, sono di nuovo all’opera per raccontare una nuova e
grande avventura.
Stranger Things 3, la trama
Stranger
Things è la serie TV originale Netflix creata dai
Duffer Brothers. La produzione esecutiva è curata dai Duffer
Brothers, Shawn Levy, Dan Cohen di 21 Laps, e Iain Paterson.
Stranger Things 3
è la terza stagione della serie tv
Stranger Thingscreata da Matt e Ross
Duffer e prodotta da Camp Hero Productions e 21 Laps
Entertainment per la piattaforma di streaming Netflix.
Stranger Things 3
In Stranger
Things 3 ritorneranno i protagonisti Joyce Byers
(stagione 1-in corso), interpretata da Winona Ryder, Jim Hopper
(stagione 1-in corso), interpretato da David Harbour, Michael
“Mike” Wheeler (stagione 1-in corso), interpretato da Finn
Wolfhard, Undici” / Jane Ives / Jane Hopper (stagione 1-in
corso), interpretata da Millie Bobby Brown, Dustin Henderson
(stagione 1-in corso), interpretato da Gaten Matarazzo, Lucas
Sinclair (stagione 1-in corso), interpretato da Caleb McLaughlin,
Nancy Wheeler (stagione 1-in corso), interpretata da Natalia Dyer,
Jonathan Byers (stagione 1-in corso), interpretato da Charlie
Heaton, Karen Wheeler (stagione 1-in corso), interpretata da Cara
Buono, William “Will” Byers (ricorrente stagione 1, stagione
2-in corso), interpretato da Noah Schnapp, Maxine “Max” Mayfield /
“Madmax” (stagione 2-in corso), interpretata da Sadie Sink, Steve
Harrington (ricorrente stagione 1, stagione 2-in corso),
interpretato da Joe Keery, Billy Hargrove (stagione 2-in
corso), interpretato da Dacre Montgomery, Dr. Sam Owens (stagione
2-in corso), interpretato da Paul Reiser, Robin (stagione 3-in
corso), interpretata da Maya Hawke.
Il
Ritorno di Mary Poppins vince l’ultimo
weekend dell’anno al box office italiano. Il musical cresce
rispetto all’esordio incassando 3,2 milioni di euro e arriva a
quota 9,2 milioni di euro.
La Befana vien di notte apre in
seconda posizione con 2,7 milioni di euro. Uscito in 502 sale, il
film con Paola Cortellesi ottiene una strepitosa media per sala
pari a 5400 euro.
Bohemian Rhapsody continua a
macinare incassi, rivelandosi un fenomeno al botteghino. Con 1,9
milioni di euro raccolti alla sua quinta settimana di
programmazione, il biopic sui Queen arriva alla bellezza di 20,8
milioni totali e diventa il film con l’incasso più alto dell’anno,
dopo aver superato i 18,7 milioni a fine corsa di Avengers: Infinity War.
Amici come
prima scende al quarto posto con 1,8 milioni di euro
e giunge a quota 6,5 milioni.
Moschettieri del Re debutta in quinta
posizione con 1,6 milioni incassati in 402 sale, registrando
un’ottima media per sala pari a 4200 euro.
Spider-Man: Un Nuovo
Universo esordisce con 1 milione di euro,
mentre Bumblebee
raccoglie altri 848.000 euro e totalizza 2,6 milioni.
Ben is Back guadagna di una posizione
rispetto all’esordio con altri 503.000 euro con cui arriva a 1,3
milioni complessivi.
In coda alla top10
troviamo Un
piccolo favore (283.000 euro) e Il
Testimone invisibile (268.000 euro), giunti
rispettivamente a 2 milioni totali e 1,9 milioni globali.
Arriva anche in Italia
Aquaman, il nuovo capitolo dello sgangherato
universo condiviso della DC Comics al cinema, che
vede alla regia James Wan, maestro delle saghe di
successo, e protagonista Jason Momoa, che aveva
già esordito nei panni del personaggio in un breve cameo in
Batman v Superman: Dawn
of Justice e in Justice
League.
In questo film, che segna
ufficialmente la presentazione del personaggio creato da
Mort Weisinger (testi) e Paul
Norris (disegni) nel 1941, Arthur Curry è una creatura di
mezzo. Nato dall’amore clandestino tra un guardiano di un faro e
una regina di Atlantide, non sente di appartenere al mondo marino,
che crede responsabile della morte della madre, Atlanna, ma sente
anche che il suo posto sulla terra ferma è incompleto. Come
Superman, alieno nel mondo in cui è cresciuto, e
Wonder Woman, estranea al mondo che si
sente chiamata a salvare e proteggere, anche
Aquaman è una divinità divisa tra due nature, due
mondi e due necessità: nel suo caso da una parte l’esigenza di
scappare e di rimanere invisibile, dall’altra quella di prendere il
posto che gli spetta sul trono di Atlantide, riunendo i Sette Mari
e spodestando l’usurpatore Orm. In questa impresa
verrà guidato dalla devota Mera, ribelle al trono,
e da Vulko, mentore, alleato e maestro.
Nonostante i nobili sottotesti che
vanno dalle problematiche legate all’inquinamento marino, fino
all’armonia tra diverse etnie, il personaggio interpretato da Momoa
rimane in superficie, travolto (come lo spettatore) da una serie di
eventi che si ammassano a grande velocità nel corso di un film
lunghissimo (143 minuti). E per fortuna, perché, nonostante la
possibilità di andare in profondità, Wan resta a pelo d’acqua, è il
caso di dire, su quella superficie che si increspa e si agita,
senza pretendere coinvolgimento emotivo o intelletivo.
All’interno del panorama
cinematografico Warner Bros/DC, Aquaman
rappresenta il tentativo della produzione di allinearsi ai gusti
del pubblico, cercando di replicare il successo di Wonder
Woman e nascondendo sotto al tappeto i flop di
Justice League e Batman v Superman. Le direzioni
percorse sono senza dubbio quelle dell’allegerimento dei toni e
della garanzia di spettacolo, senza implicazioni concettuali
forzate.
L’Aquaman di Momoa
è uno spaccone, è simpatico, anche un po’ tonto, ma quando si
tratta di combattere è eroico e spettacolare, più che un supereroe,
il protagonista di un fantasy che amplia un mondo fantastico,
mostrandoci le meraviglie sottomarine, realizzate con uno stile
visivo sontuoso e dettagliato. La fauna della profondità degli
abissi è varia, particolare, un bestiario acquatico inedito che
arricchisce il mondo costruito da Wan.
Le scene d’azione, le location,
persino i toni si ammassano e si susseguono e nei momenti in cui si
pova a scendere in profondità, il film perde completamente la sua
spinta, il suo valore di intrattenimento, smascherandosi per quello
che è: una scatola ben decorata e vuota.
Il merito di James
Wan è stato quello di tenere insieme una quantità di
materiale davvero ingente e di farne comunque un film divertente,
con eccessi e sbavature, ma pur sempre un prodotto dal buon valore
commerciale che potrebbe rendere felici gli spettatori senza troppe
pretese.
Marvel Studios annuncia che
all’inizio del 2019 saranno resi disponibili nuovi contenuti di
Captain Marvel. Il film avrà un posto
di prestigio durante l’NCAA National Championship match, che si
svolgerà il 7 gennaio prossimo sul canale sportivo ESPN.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Sembra che la prima immagine, anche
se non ufficiale, di Frozen
2 sia finalmente arrivata on line. Si tratta della
foto di un calendario russo dedicato al film, un oggetto di
merchandising che dovrebbe ritrerre le due protagoniste del film,
la Regina Elsa e la Principessa Anna, che saranno di nuovo al
centro dell’azione.
Ecco di seguito l’immagine:
Si sa ancora molto poco del film,
innanzitutto che il numero 2, così come per Ralph Spacca
Internet, non sarà nel titolo e che è stata considerata
l’ipotesi di dare una fidanzata a Elsa.
Vi ricordiamo che Frozen
2 arriverà al cinema il 27 novembre
2019.
Sulla scia di Spider-Man: Un Nuovo
Universo, secondo cui tutti, ma proprio tutti, possono
essere Spider-Man, anche Brie Larson si candida a
prossimo spara-ragnatele. Ovviamente l’attrice è ironica nel
presentare in questo modo il suo ultimo video su Instagram, in cui si cimenta in un free
climbing.
L’attrice premio oscar per
Room, che intepreterà Carol Danvers in
Captain Marvel, in arrivo l’8 marzo
2019, è da tempo dedita all’attività fisica in maniera continuativa
e intensiva, proprio per prepararsi al meglio al suo ruolo di prima
supereroina Marvel del grande schermo.
Spider-Man: Far From
Homeè stato diretto ancora una volta
da Jon Watts ed uscirà nelle sale
il 5 luglio 2019.
Confermati nel cast del film il
protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di Michelle.
Secondo IMDb, nel cast sono presenti
anche Jake Gyllenhaal, Michael Keaton, Samuel L.
Jackson e Cobie Smulders.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle
(Zendaya). Naturalmente il film vedrà tornare
anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned
Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di
scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali
teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron Spider.
vista in Avengers: Infinity War.
Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli
occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo
perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova
maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano,
durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Barack Obama ha
stilato la sua Top 10 dei migliori film del 2018.
L’ex Presidente degli Stati Uniti è un cinefilo appassionato e
schietto, quindi non è una sorpresa scoprire che la sua lista dei
migliori film del 2018 comprende ogni genere di film.
Mescolando titoli che si
contenderanno i premi nelle prossime settimane, con i film
indipendenti e qualche blockbuster, la lista di Barack
Obama è anche una fotografia abbastanza omogenea del
panorama cinematografico USA.
Come quasi ogni critico
cinematografico di quest’anno, Obama ha avuto un debole per
Roma, Burning e Un affare di
famiglia, oltre ai documentari Will not Be My
Neighbor? e Minding the Gap.
Nella lista di Obama c’è anche un
po’ di orgoglio etnico, visto che compaiono Black
Panther, BlacKkKlansman e Se la
strada potesse parlare. Ma ci sono anche titoli dal
Sundance e da Netflix, come Eight Grade e
Annientamento.
Ecco la Top 10 di Obama del
2018:
Annientamento
Black Panther
BlacKkKlansman
Blindspotting
Burning
The Death of Stalin
Eighth Grade
If Beale Street Could Talk
Leave No Trace
Minding the Gap
The Rider
Roma
Un affare di famiglia
Support the Girls
Won’t You Be My Neighbor
Pochi giorni fa, Avengers: Infinity War è
approdato su Netflix US, ma la descrizione del film ha
sollevato qualche perplessità. Secondo la piattaforma, infatti,
Thanos è un sociopatico. Ecco come si leggeva all’inizio su Netflix
US: “Superheroes amass to stop intergalactic sociopath Thanos
from acquiring a full set of Infinity Stones and wiping out half of
all life in the universe”.
La polemica è nata dal fatto che
“sociopatico” è effettivamente una patologia che compare
nell’elenco dei Disturbi di Personalità, e sebbene da tutti Thanos
sia noto come il Titano (genericamente) Pazzo, è sembrato eccessivo
accostare al personaggio una patologia grave.
Secondo una segnalazione di CB.com,
la descrizione è stata cambiata con quanto segue: “Invader.
Annihilator. So-called savior. As Thanos moves ever closer to
omnipotence, the fate of the universe rests with the
Avengers”. Invasore e non più sociopatico.Che ne pensate?
Un nuovo rumor proveniente da una
ricerca su Google suggerisce che Hugh Jackman
potrebbe tornare a interpretare Wolverine in Avengers: Endgame. Nonostante si
tratti di una voce difficilmente vera, è interessante saperne di
più.
Secondo alcuni utenti che hanno
condiviso le prove su Twitter, digitare “famosi film di Hugh
Jackman” su Google porta alla luce risultati interessanti.
Oltre a film come The Greatest Showman, The
Prestige e Pan, il motore di ricerca
evidenzierebbe anche Avengers: Endgame. Ecco lo
screen:
Tuttavia, questa non sarebbe la
prima volta che Google ha fatto queasto genere di errori, visto che
già in passato ha accreditato Josh Brolin in
Aquaman, film in cui ovviamente Brolin non
c’è. Inoltre, il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige,
sostiene di non avere ancora piani per gli X-Men o i
Fantastic Four, il che significa che un cameo di Wolverine
non potrebbe proprio sussistere. Infine, Jackman ha ripetutamente
affermato che ha finito di interpretare il canadese artigliato,
quindi non avrebbe molto senso per lui riprendere il ruolo nel
momento in cui gli X-Men, probabilmente, subiranno un recasting
completo per entrare nel Marvel Cinematic Universe
(a tempo debito).
Jackman interpretò per la prima
volta Wolverine negli X-Men del 2000 e da allora è
diventato sinonimo del personaggio. Logan del 2017
è stata probabilmente la sua ultima volta come Wolverine, anche se
la star di Deadpool, Ryan Reynolds, lo vorrebbe
riportare in squadra.
Sembra che sia stato girato un
finale alternativo per The Predator, che avrebbe
legato ulteriormente il film e il franchise al mondo di
Alien. Il responsabile degli effetti speciali del
film, Yuri Everson, ha condiviso una foto su
Instagram indicando
che è stato girato un finale alternativo con un cameo dell’eroina
dei film di Alien, Ellen Ripley, interpretata da
Sigourney Weaver.
Il finale è stato girato ma poi
scartato e prevedeva che Ripley, interpretata dalla stuntwoman
Breanna Watkins, sarebbe dovuta comparire alla
fine del film indossando un apparato di respirazione a forma di un
facehugger.
Da un punto di vista temporale,
questo finale non ha molto senso, anche se è risaputo che i due
franchise condividono lo stesso universo. Gli eventi di Alien con
protagonista Ridley Scott si svolgono in un periodo completamente
diverso, e la presenza di Ripley in The Predator la pone sulla
Terra già adulta, molto prima della nascita del personaggio. A meno
che non sia previsto un viaggio nel tempo, il regista Shane Black
avrebbe avuto qualche spiegazione da dare, se avesse conservato
quel finale.
Everson ha anche rivelato che il
finale con Ripley era uno dei tre previsti per il film.
The Predator, la recensione del film
di Shane Black
Diretto da Shane
Black da una sceneggiatura che ha scritto con Fred
Dekker, The Predator è interpretato da
Boyd Holbrook, Trevate Rhodes, Jacob Tremblay,
Keegan-Michael Key, Olivia Munn, Sterling K. Brown, Alfie Allen,
Thomas Jane, Augusto Aguilera, Jake Busey e Yvonne
Strahovski.
In arrivo domani sui nostri
schermi, Aquaman di James Wan sta
registrando una serie di incassi positivi che corrispondono a
opinioni della critica generalmente favorevoli e a un rinnovato
entusiasmo del pubblico nei confronti dell’universo DC al
cinema.
Dopo il tonfo di Justice League e il solo
Wonder Woman a far registrare ottimi
incassi, la Warner Bros tenta l’ultimo colpo con il film con
Jason Momoa, e ovviamente la rete si schiera. Il
regista James Wan ha preso di recente la parola
sui social per commentare le reazioni del pubblico al suo film e le
conseguenti discussioni.
I toni spesso accessi tra
detrattori e sostenitori del film non sono piaciuti al regista, che
ha detto: “Mi è stato fatto notare
che alcune persone vengono aggredite dai fan di Aquaman. Vi prego,
non lo fate. Non è questo il supporto che voglio. Allo stesso
tempo, va bene se il film non vi è piaciuto, ma non c’è bisogno di
attacchi personali, né di taggarmi nei vostri post di odio.
Pace”.
Com’è giusto che sia, il regista
invita gli spettatori, favorevoli e contrari, a esprimere con
civiltà il proprio gusto personale, senza trascendere nella
violenza e nell’odio.
Aquaman
è stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista
Jason Momoa. Con lui ci sarà
Amber Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II,
Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi Lin e
Willem
Dafoe. Il cinecomic è arrivato al cinema il 1
Gennaio 2019.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
In genere, Netflix non rivela mai le metriche quando si
tratta di rivelare le visualizzazioni per una serie tv e film
originali, ma il servizio di streaming quest’oggi ha fatto
un’eccezione per il suo ultimo film horror Bird
Box.
Infatti il colosso americano ha
annunciato sui social media che Bird
Box con Sandra Bullock ha stabilito
un record di visualizzazioni per il servizio di streaming.Con
45.037.125 account che hanno già visto il film nella sua prima
settimana di rilascio, Bird
Box è diventato “il film più visto di sempre nei
primi 7 giorni di programmazione su Netflix”
Took off my blindfold this morning to
discover that 45,037,125 Netflix accounts have already watched Bird
Box — best first 7 days ever for a Netflix film! pic.twitter.com/uorU3cSzHR
Questa prima volta per
Netflix sorprende un po’ dato che fino ad ora la
piattaforma ha professato una totale mancanza di trasparenza
sui numeri e sul successo dei prodotti; il che ha posto subito dei
dubbi sulla bontà di questi numeri. Molti analisti, infatti si
sono affrettati a sottolineare che in realtà non sappiamo come
Netflix sia arrivato a quel numero dal momento che non sappiamo
come la società qualifichi e conti una visione. Non sappiamo
se questi account hanno guardato intenzionalmente il film o se
Netflix sta contando le visualizzazioni che provengono dall’opzione
di riproduzione automatica. Inoltre, non sappiamo per quanto
tempo un utente deve guardare il film prima che Netflix lo conteggi
effettivamente come valida;
In merito al film, le recensione su Bird
Box sono state generalmente positive e vanta un
impressionante gradimento di pubblico su Rotten Tomatoes, al
momento stabile al 74%.
Bird
Box è disponibile in streaming su Netflix
evede Sandra
Bullock, nei panni di Maloire, lottare contro un’invasione
aliena. La donna, madre di due bambini, farà di tutto per mettere
in salvo i propri figli dalle sinistre creature extraterrestri, che
tramite il contatto visivo causano una furia violenta negli esseri
umani, portandoli alla pazzia. Con gli occhi bendati, la famiglia
dovrà imbarcarsi in un viaggio di sopravvivenza per non soccombere
alla minaccia, che incombe sulla Terra.
Con l’imminente inizio del 2019 i
Marvel Studios hanno diffuso un
nuovo nuovo spot televisivo di Captain Marvel, l’attesissimo film
con protagonista Brie Larson nei panni di Carol
Danvers.
Il nuovo contributo video
sembra indicare che potrebbe esserci un po’ di mistero/
cospirazione al centro del film mentre Carol cerca di scoprire la
verità sulle sue vere origini.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast
ufficiale: Brie Larson, Samuel
L. Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Come
sempre, dietro l’apparenza gioiosa e l’atmosfera di festa data dai
colori della scena, la Disney nasconde presupposti morali da non
sottovalutare e riflessioni sul nostro presente (e futuro) che nel
caso di Ralph Spacca Internet abbracciano un
senso di “preoccupazione” comune rispetto a temi quali l’amicizia,
la solitudine e la paura dell’abbandono ai tempi della vittoria del
virtuale sul reale. Già il primo film del 2012 aveva infranto
questa barriera fisica catapultandoci nell’universo dei videogiochi
per spiegare agli spettatori – grandi e piccoli – che la natura
delle relazioni è sempre la stessa, davanti e dietro lo schermo, ma
è con il sequel che la casa di Topolino centra davvero l’obiettivo
costruendo un racconto ancora più maturo, talvolta grottesco e
spaventoso, e quando vuole tenero e universale (come nella migliore
tradizione dei classici animati) sulla società in cui tutti viviamo
e in cui cresceremo i nostri figli.
Lo fa
decidendo di mostrare “graficamente” cos’è internet, un luogo di
infinite possibilità dove perdersi o ritrovare ciò che ci manca:
proprio questa mancanza stabilisce il grado di pericolo nel quale
ognuno incorre, dall’affetto al bene materiale, ed è un argomento
che trova la giusta risposta a metà fra il cinismo adulto e
l’ottimismo infantile; così mentre il web intrappola come una rete
le speranze di Ralph e un virus si trasforma
nell’incubo dell’abbandono, per la piccola
Vanellope rappresenta la scoperta di sé e un
ventaglio di opportunità che non avrebbe mai potuto sperimentare
dall’altra parte.
Come
dialogano queste due generazioni è un punto fondamentale del film
di Rich Moore e Phil Johnston,
registi dell’ottimo Zootropolis, ed è motivo sia
di scontro che di congedo. Ci sarà una rottura, ma anche un modo
per far sopravvivere un’amicizia (valore sempre più raro e
rarefatto nell’epoca dei social network), e l’insegnamento migliore
che si possa trovare in Ralph Spacca Internet è
davvero la spinta al tentativo, al provarci nonostante le
difficoltà e le distanze fisiche, anagrafiche e
sentimentali.
Internet sa essere un contenitore di paura e perdizione,
eppure in uno slancio di insolita lucidità il film dimostra quanto
ci sia bisogno, oggi più che mai, di vedere le cose dalla
prospettiva dei bambini – campioni nell’arte dell’adattamento – e
accettare la realtà con tutti i suoi mutamenti, positivi e
negativi, cogliendo il meglio dalle sfide che affrontiamo. Tanto la
compagnia di un amico, il calore di un abbraccio, l’euforia di una
corsa e il vento che spettina i capelli sono esperienze che il web
potrà solo imitare, senza lo stesso effetto, e che per fortuna non
scompariranno mai; prima lo si capisce, prima smetteremo di
metterlo a confronto con la vita vera allarmandoci per l’imminente
fine di quest’ultima.
Come ogni anno, quel nome e cognome
nel titolo mi danno un’impressione di autoreferenzialità
immotivata, tuttavia è utile (e risparmia del tempo) a chi non è
interessato alla mia Top 20 2018. Sì, perché
quest’anno non sono proprio riuscita a ridurre la rosa dei film che
ho amato a 10, e così mi sono allargata a 20 titoli.
Il criterio è sempre lo stesso:
sono stati presi in considerazione soltanto i film che sono
usciti nelle sale italiane tra l’1 gennaio 2018 e il 31
dicembre 2018. Nella lista troverete film “intoccabili”,
di quelli che sono piaciuti a tutti; film famosi, che hanno vinto
premi; film che forse ho visto solo io; qualche sorpresa, spero;
ovviamente delle menzioni speciali, perché fare la Top 35 sarebbe
stato poi troppo impegnativo (e anche io sono in vacanza a mezzo
servizio); qualche titolo da recuperare, mi auguro; magari qualche
spunto per un cordiale battibecco.
Nel ribadire la parzialità e anche
la futilità delle classifiche di fine anno, al pari dei bilanci e
dei buoni propositi di gran moda in questi ultimi giorni, ecco i
miei 20 film preferiti degli ultimi 12 mesi. Enjoy.
NB – i titoli non sono stati
catalogati dal più bello al più brutto. Se sono qui è perché,
almeno secondo chi scrive, sono belli tutti, anche se diversi, e
tutti sono presenti nella lista per ragioni diverse. (Qui la Top 10 della
redazione di Cinefilos.it)
Menzioni speciali
Prima di partire con la
Top 20 2018 vera e propria, vi elenco una serie di
titoli che non sono riuscita ad inserire (per scelta) ma che
varrebbe la pena recuperare e che rappresentano impegno, novità,
classicità e bellezza, tutte qualità che il cinema richiede e di
cui lo spettatore dovrebbe essere affamato.
Di questo gruppo fanno parte:
Foxtrot di
Samuel Maoz, una danza che dopo le sue evoluzioni
torna al punto di partenza, un foxtrot, appunto, tra toni dolenti,
onirici e iperrealistici; Loro (1 e
2)
di Paolo Sorrentino, un esempio fulgido di
bellezza formale; il documentario di Michael
Moore, Fahrenheit
11/9, sull’orrore reale, la peggior puntata di
Black Mirror degli ultimi anni, l’elezione di
Trump a Presidente degli Stati Uniti; Ride
di Jacopo Rondinelli, per la capacità e la volontà
di sperimentare, nonostante il fatto che, per riprendermi dalla
visione, ho dovuto guardare per 15 minuti un video dello screensaver
Bezier di Windows 95; L’Isola dei
Cani di Wes Anderson, per la
meraviglia tecnica e la delicatezza narrativa; A quiet
Place di John Krasinski, per la dimensione fortemente
umana di una storia distopica e per la regia impeccabile; Avengers: Infinity
War dei Fratelli Russo, perché
produttivamente rappresenta un unicum, un progetto lungo 10 anni
per una storia “setuppata” attraverso 20 film; Lazzaro
Felice di Alice Rohrwacher, per la
purezza del suo racconto.
The Disaster Artist di James
Franco
La prolifica carriera da
regista di James Franco ci ha regalato quest’anno
The Disaster
Artist, la biografia di Tommy Wiseau,
personaggio misterioso che ha trovato il modo di eccellere e di
intrattenere grazie alla sua completa e totale mancanza di
talento.
Franco però trova il modo di
stratificare il racconto, facendone una riflessione non solo sul
fenomeno dell’intrattenimento trash, ma anche sul valore dellle
doti, delle capacità e soprattutto una confessione: la paura di non
essere all’altezza, di non avere abbastanza talento, di non essere
meritevole di occupare il posto che lui stesso ha nel mondo dello
spettacolo.
Riesce a farci ridere, a farci
alzare gli occhi al cielo, a farci sentire meschinamente migliori
del povero Wiseau e anche, in fondo, a commuoverci.
Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
di Martin McDonagh
Presentato a
Venezia 74 e da subito protagonista della scena
cinematografica mondiale, con due Oscar ai suoi attori (la
protagonista Frances McDormand e il non
protagonista Sam Rockwell), il film di McDonagh fa
della scrittura al servizio dei grandi interpreti il suo punto di
forza.
McDonagh fa tendere i suoi
personaggi verso mete irraggiungibili, che esigono il passaggio
attraverso i luoghi più bui dell’anima, lo fa scrivendo un film di
una commovente delicatezza nel raccontare anche le fragilità di
anime in pena, facendolo continuamente attraverso i toni sardonici
e i confronti spietati di umanità allo stadio primordiale.
Tre Manifesti a
Ebbing, Missouri gioca su sguardi, silenzi,
complicità, alla ricerca del meglio dell’essere umano, prendendo
atto del peggio, accogliendolo e perdonandolo.
Un Sogno Chiamato Florida di Sean
Baker
Sean Baker
racconta il suo “sogno americano”, una storia piccola e potente,
attraverso l’energia della protagonista, la pazienza del custode,
la testardaggine della maggiorata in tarda età, che ignora regole e
tempo, e continua a sognare.
A “uno spunto” dal posto in cui i
sogni si realizzano, il Disney World di Orlando, Florida, la
piccola Moone, ride, vive, gioca, e Baker ce la racconta immersa
nella sua dimensione grottesca, un po’ kitsch, fatta di locali a
forma di cibo e di questo condominio lilla, un alveare di vita e di
outcast.
Un Sogno chiamato
Florida è universale, tenero, duro, con uno dei finali più
belli che il cinema ricordi negli ultimi anni.
Spider-Man – Un Nuovo Universo di
Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman
Una delle ultime visioni
dell’anno che entra prepotentemente in classifica; l’unico film
d’animazione/cinecomic che ho ritenuto all’altezza di questa mia
personale Top 20 2018. Racconta di Miles Morales, di Spider-Man, lo
fa con uno stile d’animazione misto, che pungola l’attenzione e la
curiosità dello spettatore, di continuo.
Spider-Man – Un
Nuovo Universo è il primo tentativo di raccontare il
multiverso, un tentativo vivace, divertente, scritto con acume, la
prima volta che, al cinema, l’Uomo Ragno non è (solo) Peter
Parker. Ed è forse la prima volta che il vero spirito del
personaggio di Stan Lee e Steve Ditko (ai quali è
dedicato il film*) viene portato realmente sullo schermo, proprio
perché di Spider-Persone ce ne sono tante. Tutti possono esserlo,
possiamo esserlo.
È questo, Spider-Man: un ragazzo di
colore, una ragazza super cool, un detective noir, un uomo, una
ragazzina, un porcello; come dice Stan Lee, nel
suo ennesimo emozionante e divertente cameo animato, il costume “va
sempre bene, alla fine”, perché può andare a tutti.
*”Quella persona che aiuta gli
altri semplicemente perché dovrebbe o deve farlo, perché è la cosa
giusta da fare, è senza dubbio un vero supereroe. Grazie a Stan Lee
e Steve Ditko, per averci mostrato che non siamo i soli.”
Mektoub My Love: Canto Uno di
Abdellatif Kechiche
Kechiche racconta tutta
l’ebbrezza della giovinezza, l’estate, il sole, le passioni
passeggere, la confusione della quotidianità e la bellezza. Tutto
in un film che sembra un respiro continuo, un abbraccio che
vorresti non finisse mai, un viaggio, un’avventura.
Con questa opera, presentata a
Venezia 74 ed arrivata da noi nel 2018, Kechiche
si fa osservatore e narratore, ci prende per mano, ci presta i suoi
occhi. E sì, i suoi occhi adorano indugiare sulla bellezza dei
corpi, chiaro, ma piace un po’ anche a noi, in fondo, che ci
lasciamo trascinare, consapevoli del fatto che non saremo mai
all’altezza di quella bellezza, ma allo stesso tempo desiderosi di
partecipare.
Mektoub My Love:
Canto Uno è un vibrante e sensuale inno alla
giovinezza gioiosa, prepotente, come la carnalità delle
protagoniste.
La Forma dell’Acqua di Guillermo
Del Toro
La forma
dell’acqua è film più premiato della scorsa stagione,
che ha cominciato la sua gloriosa cavalcata a Venezia
74, con il Leone d’Oro. Il regista messicano ha portato
così al perfetto grado formale la sua apologia del mostruoso,
inteso come prodigio della natura. Il suo re pesce è la creatura
che genera paura e meraviglia, così come la sua Liza, diversa trai
suoi simili, è l’anima prescelta, in grado di accogliere quella
mostruosità.
Un omaggio al cinema horror, al
noir, al cinema erotico, al musical tradizionale, attraverso un
racconto, anche cromatico, che celebra la fiaba classica e si fa
riflessione sul presente. Elementare nella sua struttura, potente e
delicato come ogni storia d’amore, La Forma
dell’Acqua è la fiaba moderna che, nonostante i canoni e
la prevedibilità, entra nel cuore e si fa classico.
Del Toro ha sempre amato i mostri,
con questo film cominceranno ad amarli molti più spettatori.
The Party di Sally Potter
La regista britannica
confeziona una commedia arguta, brillante, cinica. La durata, il
bianco e nero, le battute al vetriolo, ogni elemento si mette al
servizio dello scopo principale del film, farci sentire parte di
questo party con risvolti
esilaranti, a tratti assurdi.
Kristin Scott Thomas,
Timothy Spall, Patricia Clarkson, Bruno Ganz, Cillian
Murphy sono i volti che danno vita agli spiazzanti
dialoghi della Potter, mettendo in scena lo humor inglese al suo
meglio, in ogni suo aspetto, da quello volto all’intrattenimento
puro, a quello che invece si fa timida ma chiara riflessione sulla
società.
Tutti vogliamo partecipare alla sua
festa, e alla fine del film, Sally Potter ci
chiama direttamente in causa, ci accontenta e ci lascia con un
sorriso incredulo, stampato sul viso.
The Post di Steven Spielberg
Non sarà mai detto
abbastanza: Steven Spielberg è uno dei geni del
nostro tempo. Al cinema con due titoli di altissimo profilo*, nel
2018, riesce sempre a tirare il coniglio fuori dal cilindro, senza
mai ripetersi.
Con The
Post, oltre a scegliere la storia “giusta” per il
periodo storico che soprattutto gli Stati Uniti stanno
attraversando, Spielberg ci mostra con disarmante e inequivocabile
semplicità che lui è uno dei migliori. Dire che la regia di
The Post è “da manuale” sarebbe sbagliato, perché
Steven non segue le regole, le fa, come tutti i grandi. E per
questo, nella classicità della storia, nell’impostazione
tradizionale della recitazione, nella struttura canonica del
racconto, The Post è un preziosissimo esempio del
lavoro di un regista che non smette mai di studiare e di
innovarsi.
Da colui che è sempre riuscito a
far commuovere i suoi spettatori, arriva, nel 2018, il film che si
fa inno alla tecnica, alla visione, alla bravura artigianale di
quella persona che sta seduta sulla sedia di regia e “fa“,
davvero, il film.
*Per chi vivesse su Marte a si
trovasse sulla Terra in occasione delle festività, l’altro film è
Ready Player One.
Opera senza autore di Florian
Henckel von Donnersmarck
Scritto e diretto dal
regista premio Oscar per Le vite degli altri, che
io amo chiamare Florean Fortebraccio (come il gelataio di Diagon
Alley), Opera senza autore riappacifica lo
spettatore le storie.
Opera senza
autore è una riflessione sull’arte e sul suo difficile
cammino nel corso del ventesimo secolo, in cui è stata prigioniera
di politiche e ideologie; è anche la restituzione del suo tempo
alla storia, equivalente cinematografico di un bellissimo e
ricchissimo romanzo, con una storia intricata che si prende tutto
il suo tempo per raccontarsi, sotto l’occhio paziente e incantato
dello spettatore/lettore.
Presentato a Venezia
75, Opera senza autore richiede,
necessariamente, la predisposizione a farsi raccontare storie. E
sembra anche mostrare l’esigenza dell’arte di riappropriarsi dei
propri tempi, di riflessioni, di spazi comuni dove lo spettatore
(critico o comune che sia) impara di nuovo ad ascoltare, perché
ormai a parlare siamo tutti bravi e spesso lo facciamo a
sproposito.
Un amore sopra le righe di Nicolas
Bedos
Opera prima dell’attore,
regista e sceneggiatore Nicolas
Bedos, è il primo di tre film*, usciti tutti nel 2018,
in cui il genio è lei e lui è soltanto un ometto dall’ego bisognoso
di sostegno e conferme.
Uscito in Italia con un titolo
banale, che forse ha allontanato dalla sala lo spettatore
potenzialmente interessato e ci ha portato quelli che si
aspettavano una “classica” storia d’amore, Mr & Mme
Adelman (titolo originale) è un racconto travolgente,
arguto, romantico e doloroso di come l’amore trasforma le persone,
di come le persone imparano a convivere con i difetti del partner.
Una storia che nella sua complessità regala uno sguardo inedito
sulle relazioni, su ciò che le tiene in piedi nel tempo, ma anche
sull’ambizione, sull’aspirazione, sugli equilibri che due persone
che si amano sono disposte a mantenere per andare avanti.
Un amore sopra le
righe è commedia, dramma, amore e cattiveria. È
probabilmente il film più sottovalutato del 2018, quindi trovate il
modo di recuperarlo, perché sono certa di essere una delle sole tre
persone che lo hanno visto.
*Gli altri due film che raccontano
la stessa storia sono Wife – Vivere nell’ombra, di
Björn Runge, e Colette, di Wash
Westmoreland.
Chiamami col tuo nome di Luca
Guadagnino
Pur essendo stato trai
protagonisti della stagione cinematografica dello scorso anno
Oltreoceano, Chiamami col tuo
nome è uscito in Italia nel 2018, ed io lo piazzo qui,
trai film più belli dell’anno, un posto che spetta di diritto al
film di Guadagnino (c’era anche
Suspiria, che però esce l’1 gennaio 2019, quindi
ne riparliamo tra 12 mesi).
La storia d’amore per una pesc… per
un uomo più grande, catapulta il giovane e vivace Elio nell’età
adulta, nella voracità del desiderio*, nel dolore che spesso la
passione travolgente e poibita porta con sé. E la delicatezza di
Guadagnino nell’inquadrare questi due ragazzi bellissimi,
Timothée Chalamet e Armie Hammer,
insieme alla preziosa sceneggiatura (premio Oscar) di James
Ivory, ne fanno sicuramente uno dei migliori momenti di
cinema dell’anno.
Cerchiamo sempre di proteggerci, di
proteggere in nostro cuore dalle emozioni troppo forti, ma se non
ci buttiamo non riusciremo mai a “sentire” davvero; lo impara Elio,
glielo spiega suo padre, lo capisce lo spettatore. Alla fine, come
Elio, siamo travolti, scossi nel profondo, fino a quel punto
segreto che si trova in fondo, in mezzo alle viscere.
*(Come si legge nel magnifico
libro di Aciman, da cui è tratto il film: Chi ha detto che
anima e corpo si incontrano nella ghiandola pineale è un cretino. È
il buco del culo, stupido!)
Il filo nascosto di Paul Thomas
Anderson
Nessuna delle meraviglie
che si sono dette sul film di Paul Thomas Anderson
è sufficiente. Il filo
nascosto è un capolavoro diretto da uno dei più grandi
registi viventi e interpretato da uno dei più grandi attori viventi
(forse in pensione), Daniel Day-Lewis.
Elegante e delicato, come i tessuti
che il protagonista utilizza per creare i suoi abiti, il film è un
fulgido esempio di arte cinematografica, che nella sua perfezione
sa essere spietatamente bello, non lascia scampo. Una storia
d’amore di un uomo per se stesso, prima, e una storia d’amore di
una donna per ciò che ama.
Il filo nascosto è
una feroce, terrificante rappresentazione dell’egoismo, nella sua
forma sublimata. Un monito, come ha tentato di farci capire anche
Sofia Coppola ne L’inganno, a
fare attenzione a ciò che mangiamo.
Tonya di Craig Gillespie
Film sportivo, film
biografico, film sul sogno americano infranto, film aspramente
critico verso i media, racconto di un fatto di cronaca. Tonya sarà ricordato
principalmente per la sua straordinaria protagonista,
Margot Robbie, che con uno sforzo incredibile
riesce a farci dimenticare quanto è bella, prendendoci per le
spalle, scrollandoci forte e dicendoci: “Guarda quanto sono
brava!”.
Il film di Gillespie non è però
soltanto la sua protagonista, è un film dal tono mutevole, che si
sposta con agilità dalla commedia nera fino ad assumere i tratti di
un heist movie sbilenco, fondandosi su una scrittura
serrata e un montaggio perfetto. La vicenda sportiva e personale di
Tonya Harding è il cuore del film, ma le sue
arterie lasciano circolare il sangue in moltissime direzioni, e
quel sorriso strappato dalle lacrime, sotto al trucco pesante da
competizione e lo sguardo quasi in macchina di Tonya/Margot, chiama
in causa lo spettatore. La amerete? La odierete?
Il film ci spiega proprio questo.
Le persone, gli spettatori, l’opinione pubblica vuole qualcuno
da amare, vuole qualcuno da odiare, e vuole che sia semplice
farlo.
La terra dell’abbastanza dei
Fratelli D’Innocenzo
Seconda delle tre opere
prime e secondo dei titoli italiani in classifica, La terra
dell’abbastanza è la vera e propria sorpresa dell’anno
nel panorama cinematografico nostrano, un po’ come lo è stato
A Ciambra di Jonas Carpignano
nella passata stagione.
Apprezzatissimo anche all’estero,
il film dei giovani D’Innocenzo racconta di Mirko
e Manolo, che, lentamente, trascinandosi come un pomeriggio estivo,
precipitano, convinti invece di essere sul punto di decollare; si
accontentano di quell’abbastanza che, di fronte al niente, diventa
tantissimo, non importa quale sia il prezzo. E alla fine si
rivelano carenti della cattiveria sufficiente a rimanere a galla in
quel mondo.
Con uno sguardo affettuoso e senza
giudizio, i fratelli D’Innocenzo accarezzano i due
protagonisti, accompagnandoli nella loro parabola discendente,
tragica.
BlacKkKlansman di Spike Lee
Solo i grandi registi sono
capaci di coniugare una posizione politica forte con una storia di
grande intrattenimento e BlacKkKlansman segna il
ritorno in grande stile di uno di questi: Spike
Lee.
Il regista di Fa la cosa
giusta parla di razzismo, prendendo in giro con gusto e
intelligenza i razzisti stessi, in particolare quelli degli anni
Settanta, sostenitori e membri del Ku Klux Klan, che nel film
suonano spaventosamente uguali a quelli di adesso. Li prende in
giro, li sbeffeggia, con una scrittura intelligente, tagliente,
comica e realistica, ma non perde mai di vista la realtà.
I razzisti, di ogni colore, sono
dei cretini da isolare, ma, con una mossa abilissima, Lee ci
ricorda che fanno ancora tanta paura, oggi più che mai.
Un affare di famiglia di Hirokazu
Kore-eda
Da questo momento in poi
siamo dalle parti dei titoli impeccabili, insindacabili direi. Il
film che ha conquistato il cuore della giuria del Festival
di Cannes 2018 (Palma d’Oro) ha conquistato anche il
mio duro e peloso cuore.
Come è ricorrente nelle sue storie,
Hirokazu Kore-eda affronta il tema dei legami
familiari, lo fa con attenzione, delicatezza, poesia, ma anche
tanta consapevolezza. Vita quotidiana di anime sole che si
sostengono con l’affetto reciproco. Il film racconta della bellezza
dello scegliersi, della grandiosa emozione del trovarsi e della
forza necessaria a rimanere insieme, contro ogni difficoltà, contro
il destino che spesso presenta un conto molto salato.
Un affare di
famiglia, sembra ricordarci Kore-eda, non rimane
sempre “di famiglia”, può diventare di Stato, di legge, quella che
non vede oltre il suo naso e segue soltanto le regole, dove
legalità e giustizia si infrangono violentemente l’una contro
l’altra. Imperdibile.
Girl di Lukas Dhont
Terza e ultima opera prima
in classifica, colpo di fulmine cannense che per fortuna abbiamo
visto anche nelle nostre sale. Girl
racconta la storia di una ragazza magnifica, Lara, sedici anni,
ballerina di danza classica e un corpo da uomo.
Dhont racconta, forse per la prima
volta nella storia del cinema, la transessualità con un occhio
“interno”. Non è il mondo intorno a Lara a dover scendere a patti
con il suo desiderio di cambiare sesso, né tantomeno lei,
determinata più che mai. È la sua fretta, la sua stessa
determinazione, la sua esigenza viscerale di scappare da quel corpo
che non è suo e che nemmeno riesce a guardare allo specchio, in un
periodo della vita, l’adolescenza, che è già difficile per una
persona che vive bene con i propri organi genitali. E la
delicatezza con cui il regista racconto tutto cattura, intenerisce,
fa urlare con i pugni chiusi: “Aiutatela!”. Girl è
un messaggio di dolore, di speranza, di umanità, di grande passione
e determinazione.
E il protagonista, Victor
Polster, anche lui alla sua prima interpretazione sul
grande schermo, è da togliere il fiato.
Dogman di Matteo Garrone
Rappresentante
dell’Italia alla selezione per la nomination al Miglior
Film Straniero agli Oscar 2019*, Dogman è una specie di
ritorno alle origini per il regista de
L’Imbalsamatore, che torna in quei luoghi con una
storia di solitudine e desiderio di accettazione, una storia
crudele, ma che nelle sue mani assume i contorni della fiaba.
Parte dalla vicenda del “canaro”,
sbarca su lidi completamente estranei al fatto di cronaca: Garrone
trasfigura la realtà e racconta una storia di supremazia e
sudditanza, di dolcezza e desiderio appartenenza in un non-luogo di
frontiera abbrutita. Il regista elimina tutto ciò che può, dal
colore, alla musica, alla collocazione geografica, consegnandoci il
ritratto di un uomo che si vuole fare eroe della sua comunità, ma
che viene lasciato solo.
Nella bruttezza di ogni elemento
del film, dalle case alle persone, spicca la dolcezza di Marcello
(Fonte), nonostante tutto, e il suo sorriso accennato, malinconico
nel finale del film, ha la potenza distruttiva che riesce ad avere
solo il grande cinema. Nero.
*Il film è stato eliminato alla
seconda selezione; con buona pace degli Oscar 2019, ce ne faremo
una ragione.
Roma di Alfonso Cuaron
Netflix sta uccidendo la sala, Netflix è un modo per
far vedere il cinema a tutti, Netflix ha rapito la nonna di
Thierry Fremont, Netflix vi avvelena il gatto se
andate al cinema a guardare un suo film. Ne abbiamo sentite di
tutti i colori, anche per “colpa” di Roma, l’ultimo film di
Alfonso Cuaron che ha vinto il Festival di Venezia 2018 e che, uscito in
sala per tre giorni (in Italia), è disponibile su Netflix, che lo
ha distribuito.
Mettiamo da parte per un attimo
tutta la faccenda, pure interessante, della piattaforma streaming e
ci concentriamo soltanto sul film. L’opera di Cuaron, il messicano
già premio Oscar per Gravity, è il racconto di tre
“rotture”, quella della domestica Cleo, “sedotta e abbandonata”;
quella della padrona di casa, lasciata dal marito improvvisamente;
quella di un Paese, il Messico, che negli anni ’70 è stato teatro
di rivolte e violenza. In tutto questo, Cuaron riversa la sua vita,
i suo ricordi, la sua infanzia.
Tuttavia, la forza di
Roma (il quartiere di Città del Messico in cui è
ambientato il film) è quella di toccare ognuno di noi: tutti
rinasciamo dall’acqua con Cleo, tra sale, acqua e lacrime.
Cold War di Pawel Pawlikowski
La sua suorina,
Ida, aveva incantato tutto il mondo, anche
l’Academy Awards, e così tutti ne aspettavano il ritorno al cinema.
Con Cold
War, Pawel Pawlikowski fa un grande
regalo a tutti noi, sappiate accoglierlo, andate a vedere il suo
film!
L’amore di Zula e Wiktor, ostacolato dalla
Storia, non si lascia appannare dal tempo, così come non si
affievolisce la potenza del bianco e nero, la bellezza di lei,
l’eleganza di lui, e il sentimento forte che pian piano sono gli
stessi spettatori a provare per i protagonisti. Tutto scorre,
stratificando i protagonisti, cambiandoli, senza mai intaccare il
loro desiderio, il loro amore.
Pawlikowski scrive una poesia e la trasforma in
cinema.
Dopo Il Battesimo di
Ampelio, la prima delle nuove storie de I delitti del Barlume,
arriva a Capodanno il secondo appuntamento con l’ormai familiare e
a volte letale provincia toscana della serie di gialli a tinte
comedy, produzione originale Sky realizzata
con Palomar, ispirata al mondo dei romanzi di Marco Malvaldi editi
da Sellerio Editore. Hasta pronto Viviani, in onda
martedì 1° gennaio alle 21.15 su Sky Cinema Uno
(anche in 4K HDR per i clienti Sky
Q), sarà ambientato per la prima volta lontano dalle
confortevoli strade di Pineta, in un’avventura tra le pampas
argentine, dove i vecchini voleranno in soccorso dell’amico di
sempre Viviani, che è in estremo pericolo… Il film sarà inoltre
disponibile anche su Sky On Demand, in una
collezione dedicata dove è già possibile rivedere tutte le altre
storie del “BarLume”.
Dopo una vita fermi a Pineta, a
settant’anni suonati i vecchini lasciano l’amato BarLume per volare
oltreoceano direzione Buenos Aires. Un viaggio inatteso ma
necessario, alla ricerca del Viviani. E mentre il “quartetto
uretra” parte all’avventura, la sonnacchiosa stagione estiva di
Pineta viene interrotta da un’inspiegabile rapina al BarLume. Una
serie di misteri portano a pensare che ciò che accade a Pineta
potrebbe essere collegato alla sparizione di Viviani in Argentina.
Come al solito, toccherà alla Fusco capirci qualcosa…
I delitti del Barlume, il cast
Invariata la formula narrativa, a
garanzia del divertimento di sempre: fra sparizioni, partite a
carte, risate e quegli elementi da poliziesco sui generis che negli
anni scorsi ne hanno decretato il successo, torna Pineta e con
questa i suoi misteri e i suoi amati toscanacci, dal Viviani ancora
una volta interpretato da Filippo Timi al
Commissario Fusco di Lucia Mascino. Tornano anche
tutti i “bimbi”, gli irresistibili vecchini detective del
“quartetto uretra”, interpretati da Alessandro
Benvenuti, Atos Davini, Marcello
Marziali e Massimo Paganelli. Torna
ovviamente anche la Tizi interpretata da Enrica
Guidi così come, dopo il loro esordio nel cast delle
ultime due storie, ritornano Stefano Fresi e
Corrado Guzzanti, nei panni rispettivamente del
buffo Beppe Battaglia e di Paolo Pasquali, logorroico e truffaldino
assicuratore di origini venete. La regia è di Roan
Johnson.
Anche nei due nuovi film tv, I
DELITTI DEL BARLUME continua il suo originale percorso nel solco
della grande commedia all’italiana. Tra crimini e toni comici,
seguendo la struttura del romanzo giallo, la serie coinvolge per la
sua irresistibile combinazione di suspense e humour, attingendo a
piene mani dalla quella apprezzata tradizione regionale toscana –
che vanta alfieri come Benigni, Virzì, Nuti, Pieraccioni e Veronesi
– che ha contribuito in maniera determinante al successo nazionale
e internazionale della commedia italiana negli ultimi
vent’anni.
Black Panther e
Captain Marvel sono soltanto i primi
due esempi di una ricerca di diversità di genere e nuove storie che
il MCU sta mettendo in atto, come
spiegato nel recente podcast di Variety da Kevin
Feige.
Il presidente dei Marvel Studios ha fatto il bilancio dell’anno
appena trascorso, tra successi annunciati (Avengers: Infinity War) e
inaspettati (il cinecomic di Ryan Coogler
sull’eroe di Wakanda), guardando al futuro con ottimismo:
“Black Panther è stato solo
l’inizio. Ha funzionato nel modo in cui ci ha spinti a dirigerci
nella direzione in cui saremmo andati comunque. Poi guardi quel
film, ed è incredibile, segnale che i Marvel Studios sono cresciuti […]
Porteremo sempre più donne nei prossimi anni e cercheremo di
promuovere la diversità di genere, sia per quanto riguarda i
personaggi che per le persone che lavorano a questi film. Sono
convinto che se hai diverse voci, allora otterrai storie migliori e
sorprendenti.“
In un’altra intervista
con Cinemablend Feige aveva
parlato dei piani futuri dei Marvel Studios e del
modo in cui verranno gestiti i film e il loro sequel, anticipando
che nei prossimi anni vedremo sempre più titoli ogni stagione:
“La
ragione per cui abbiamo deciso di far uscire tre film all’anno è
che così possiamo realizzare i sequel che i fan vogliono, e perché
amiamo raccontare quelle storie sia con personaggi conosciuti, sia
con personaggi di cui nessuno ha mai sentito parlare […] È lo
stesso modo in cui è stata costruita la Fase Uno, poi la Fase Due e
la Fase Tre è stata costruita, e ogni anno ci saranno ancora più
film“.
Feige sembra già proiettato verso il futuro,
come dichiarato durante la promozione di Avengers:
Infinity War:
“Guardiamo sempre in avanti. Proprio quando le persone
pensano di poter inchiodarci, andiamo da qualche altra parte e
questo accadrà di nuovo dopo Infinity War nella costruzione del
prossimo film di Avengers. E abbiamo già pianificato i nostri
progetti fino al 2025.“
Queste le date previste per i sei
progetti (più uno, spostato da agosto 2020 a luglio 2020):
Mentre il destino di Ben Affleck nel
DC
Universe è appeso ad un filo e in molti già scommettono sul suo
addio al personaggio di Batman, c’è chi dall’altra
parte non perde occasione di lodare l’attore e la sua
interpretazione del crociato di Gotham. Parliamo ovviamente di
Zack Snyder, che anni fa lo scelse per vestire i
panni dell’eroe nella nuova versione di Batman V Superman: Dawn of
Justice.
Il regista ha infatti condiviso uno
scatto inedito del set con la didascalia che recita “Ben è il
mio Batman perfetto“. Siete d’accordo con Snyder?
Vi ricordiamo che l’ultima fatica
di Zack Snyder, Justice
League, è disponibile dal 21
Marzo nei formati DVD, Blu-ray,
Blu-ray 3D e in 4k Ultra HD, distribuito
da Warner Bros. Entertainment Italia.
Diretto da Zack
Snyder, il film presenta una invidiabile lineup di
SuperEroi DC: Ben Affleck nei panni di
Batman, Henry Cavill come
Superman, Gal Gadot nel ruolo
dell’irresistibile Wonder Woman, Ezra
Miller come The
Flash, Jason Momoa nei panni di
Aquaman e Ray Fisher come
Cyborg.
I Contenuti
Speciali delle edizioni Blu-ray permetteranno ai
fan di scoprire tutti i segreti della Justice League, conoscere meglio i nuovi
membri, il loro lavoro di squadra e la tecnologia che dà loro una
marcia in più. L’edizione 4k Ultra HD del fim contiene anche il
disco Blu-ray, oltre ad una scena inedita non presente nel film al
cinema.
Con l’allontanamento
di Zack Snyder, il franchise ha perso
l’identità Warner DC che si stava costruendo, una identità non
molto gradita dalla maggioranza dei fan ma che manteneva comunque
una coerenza nella rappresentazione cinematografica dei personaggi.
Adesso gli eroi DC al cinema hanno preso strade complicate e non
sappiamo se mai si riuscirà a vederli di nuovo insieme sul grande
schermo, magari con un esito migliore.
Arrivano da Empire Magazine le
nuove immagini ufficiali di Shazam!,
il cinecomic DC che vedrà protagonista Zachary
Levi nei panni del supereroe. Insieme a lui anche
Mark Strong, che presta il volto al Dottor
Sivana.
Abbiamo tutti
un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per
tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola
parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago.Ancora bambino all’interno di un
corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso
facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri:
divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola?
Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa
imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi
poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr.
Thaddeus Sivana.
Vi ricordiamo che Shazam!
farà parte dell’Universo Cinematografico DC e
seguirà le uscite di Aquaman e Wonder Woman 2, gli altri due
attesi titoli di casa DC.
Shazam!
è atteso per il 2019 e vede nel cast Zachary
Levi, Asher Angel (Billy
Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus
Sivana), Jack Dylan
Grazer (Freddy), Grace
Fulton (Mary), Faithe
Herman (Darla), Ian
Chen (Eugene), Jovan
Armand (Pedro), Cooper
AndrewseMarta
Milans (genitori adorrivi di
Billy, Victor e Rosa Vasquez), Ron Cephas
Jones (Il Mago).
L’annuncio ufficiale della
produzione di Star
Wars: Episodio IX ha rivelato al pubblico che
la Disney e
la Lucasfilm hanno deciso di integrare
il personaggio della principessa Leia con del materiale d’archivio
mai visto, realizzato durante le riprese di Star Wars: Il Risveglio della
Forza da J.J. Abrams, il
quale a sua volta torna a dirigere un film del franchise.
Sull’argomento è tornato a parlare
il fratello dell’attrice, Todd Fisher, in
un’intervista con Good Morning America:
“Ci sono tanti minuti di filmati
inediti, e non intendo solo scene tagliate, ma mataeriale
inutilizzato e nuovi contenuti che potrebbero essere intrecciati
nella trama. Darà ai fan qualcosa di fantastico e sembrerà che il
tempo non sia passato”.
Nel cast del film
tornano Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar
Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas
Suotamo e Billie Lourd. Si
uniranno al cast di Star Wars: Episodio IX Matt Smith,
Naomi Ackie e Richard E. Grant,
insieme ai veterani del franchise Mark Hamill, Anthony
Daniels e Billy Dee Williams,
che riprenderà il ruolo di Lando Calrissian.
SebbeneStar Wars: Gli Ultimi
Jedi sia stato accolto in maniera contrastante,
le recensioni non sono state affatto negative; tuttavia il film ha
intiepidito i fan che non ne hanno determinato il successo
economico travolgente che ci si aspettava. Dato che gli spettatori
considerano molto meglio riuscito Il Risveglio della
Forza, la notizia che J.J.
Abrams sarebbe tornato a dirigere il capitolo è
stata accolta con molto favore.
Stando
a quanto riporta Variety, sembra che Abrams stia
per siglare un accordo importante con uno studio, e tutti gli
indizi puntano alla Disney. Il regista e produttore ha infatti un
ottimo rapporto con Bob Iger, CEO della Casa
di Topolino, e i motivi per legarsi allo studio sono molti, a
partire dal prestigio dell’incarico.
Filmati inediti e interviste
esclusive al cast e ai realizzatori di Captain Marvel sono stati mostrati ad
un pubblico selezionato per preparare l’uscita nelle sale
dell’atteso cinecomic con protagonista Brie
Larson.
Parte del footage,
contenente scene mai viste prima, è stato ripreso da un utente di
Twitter e pubblicato online nelle ultime ore. Potete dargli uno
sguardo qui sotto.
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema il
6 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta
nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi
più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una
guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina
interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura
tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia
dell’universo cinematografico Marvel.
Attenzione: l’articolo contiene spoiler su
Aquaman
A quanto pare l’easter egg relativo
a Man of Steel non è l’unico
riferimento al DC
Extended Universe presente in Aquaman, il
cinecomic con Jason Momoa che arriverà nelle
nostre sale tra pochi giorni. Un utente del forum Reddit ha infatti
individuato un altro “cameo” di un personaggio durante la scena post-credits in cui
vediamo Black Manta insieme al Dr. Stephen Shin.
In secondo piano noterete un
ritaglio di giornale il cui titolo recita “Wonder Woman nega le voci sulla frequentazione
di Aquaman“. Semplice scherzo o realtà? Che ne pensate?
L’inizio della corsa
di Aquaman non poteva essere più
positiva: grazie ai 93.6 milioni di dollari incassati nel
weekend d’apertura al box office cinese, il film
di James Wan diventa il miglior debutto
della storia per quanto riguarda il mercato asiatico e il migliore
di sempre per quanto riguarda i cinecomic DC.
Superato di gran
lunga Ready Player One (che lo
scorso anno ne aveva
registrati 61.6), Aquaman è anche
il quinto miglior opening per un film di supereroi e il quarto per
un titolo americano quest’anno.
Il
filmè stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista Jason
Momoa. Con lui ci sarà Amber
Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi
Lin e Willem Dafoe. Il
cinecomic arriverà al cinema il 21 Dicembre
2018.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
Non avevamo aggiornamenti sullo
standalone di Batgirl da mesi, tuttavia sembra che
i lavori in casa Warner Bros. stiano proseguendo e che la
sceneggiatrice Christina Hodson si stia
dedicando alla stesura dello script. A dichiararlo è lei stessa in
un’intervista con Comic Book Movie.
“Non è qualcosa di cui posso
parlare. Ma sì, mi piace scrivere questa storia, è una gioia totale
e amo il personaggio. Ogni giorno trovo nuove cose da apprezzare
che mi entusiasmano di Batgirl”.
Vi ricordiamo che dopo l’addio
di Joss Whedon, la Warner Bros ha ripreso in
mano il progetto di Batgirl, affidando la
sceneggiatura a Christina Hodson, che ha già
convinto lo studio delle sue doti firmando il primo script
per Birds of
Prey e per Bumblebee.
THR riporta che la Hodson è
stata incaricata di redigere il nuovo script, che sicuramente sarà
differente dalla prima versione firmata Whedon. Sembra chiaro che,
dopo il successo di Wonder Woman, la DC
Films e la Warner
Bros stiano puntando su un franchise al
femminile.
Per quanto riguarda la regia del
film, già quando venne annunciato l’addio di Whedon, si parlò della
volontà di assumere una regista. Ma chi sono le candidate? In
prima linea ci sono Ava
Dunernay e Michelle McLaren, ma
potrebbero essere considerate persino Katheryn
Bigelow e Susanne Bier. Fuori
quota ma sempre papabili, ci sono Reed
Morano e Ana Lily Amirpour.
Insomma, i giochi sono aperti e una
nuova regista presto verrà annunciata per il progetto. Questa nuova
notizia però non fa certo del bene alla Warner
Bros che ancora una volta conferma di non avere
progettualità nella programmazione dei suoi progetti.
Ieri sarebbe stato il compleanno di
Stan Lee, e per celebrare la nascita dello storico
fumettista i Marvel Studios hanno condiviso un suo
bellissimo ritratto su Twitter.
Potete dargli uno sguardo qui
sotto.
On his birthday, join us in remembering Stan
Lee. Happy Birthday, Stan. Thank you for everything. pic.twitter.com/03XmmWOX6O
Stan Lee, il
leggendario sceneggiatore di Marvel Comicsle cui creazioni
lo hanno reso un eroe nella vita reale, si è spento all’età di 95
anni. Lee, che cominciò la sua carriera nel mondo dei fumetti nel
1939, ha contribuito a creare, creando lui stesso da solo, molti
dei più famosi eroi Marvel, che da anni calcano anche
il grande schermo. Tra questi: Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil, Ant-Man.
Il fumettista è morto nella mattina
di Lunedì 12 novembre al Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles, secondo quanto riferisce The Hollywood Reporter.
Gli ultimi anni di Stan Lee sono stati
di grande tumulto. Dopo la morte di sua moglie Joan, che ha
condiviso con lui un matrimonio lungo 69 anni, nel luglio del 2017,
ha fatto causa alla POW! Entertainment per una fronde da un
miliardo di dollari.
Da solo e attraverso il suo lavoro
con i frequenti collaboratori artisti-scrittori Jack Kirby, Steve
Ditko e altri, Lee ha catapultato la Marvel da una piccola avventura
editoriale nell’editore numero 1 al mondo di fumetti, e in seguito
un gigante multimediale.
Una delle sue ultime dichiarazioni
pubbliche era stato un commento a seguito della fusione tra Disney
e Fox, a seguito della quale i supoi X-Men e i Fantastici Quattro
sarebbero tornati “a casa”, in seno alla Marvel.