Netflix ha diffuso il secondo trailer
ufficiale di Outlaw King – Il Re Fuorilegge,
il film con protagonista Chris Pine (già
insieme in Hell or High Water), che recita accanto a
Aaron Taylor-Johnson, Florence Pugh e Billy Howle.
Outlaw King – Il Re Fuorilegge debutterà come
film d’apertura del Toronto International Film Festival giovedì 6
settembre 2018.
Outlaw King – Il Re Fuorilegge, trama e
cast
Outlaw King – Il Re
Fuorilegge racconta la vera storia di Robert the Bruce, o
Roberto I di Scozia, che nel corso di un anno straordinario passa
da nobile sconfitto a re riluttante e poi a eroe fuorilegge durante
l’opprimente regime di occupazione di Edoardo I d’Inghilterra in
Scozia. Robert conquista la corona scozzese e raduna un
appassionato gruppo di uomini per lottare contro la potete armata
del re tiranno e del suo irascibile figlio, il Principe di
Galles.
Interamente girato in Scozia,
Outlaw King – Il Re Fuorilegge è stato
scritto da Bash Doran, James MacInnes e David Mackenzie e
riunisce il regista David Mackenzie con la star Chris
Pine (già insieme in Hell or High Water), che recita accanto a Aaron Taylor-Johnson, Florence Pugh e Billy
Howle.
Chiara Francia
torna in Italia dopo la strepitosa accoglienza ricevuta al parco
divertimenti di Mirabilandia e al Giffoni Film Festival. La giovane e
promettente interprete di Heidi Bienvenida sarà infatti tra
gli ospiti del Lucca Comics and Games, nella sezione junior
dedicata ai più piccoli e alle famiglie. Per la gioia di tutte le
fan che la aspettano con trepidazione quando torna in Italia,
Chiara si esibirà in un mini live show presso il teatro
del terzo chiostro: due momenti imperdibili, uno alle 12.00 e
l’altro alle 16.00, all’insegna della musica e delle coreografie
originali della serie tv che sta spopolando su Rai Gulp,
in onda tutti i giorni alle 19.15. Prima dei due live, nello
stand di Panini, sarà organizzata, per la gioia di tutte le
ragazzine, una coloratissima sfilata con i cappellini
originali che Heidi indossa nella serie tv: tutte le ‘modelle
per un giorno’ avranno un photoshooting dedicato e le più fortunate
prenderanno parte della seconda uscita del magazine di Heidi
Bienvenida edito da Panini!
Le sorprese non sono finite:
l’altro imperdibile appuntamento con Heidi si terrà a conclusione
dei due live, sempre nello stand Panini, e vedrà Chiara impegnata
nella firma copie dello sticker album e del magazine – con
interviste esclusive ai protagonisti, giochi e test divertenti- ,
oltre che della terza uscita edita da Mondadori, la novel
“Amici, musica e magia” .
Proprio nella prestigiosa cornice
del Lucca Comics and games saranno lanciati i nuovi prodotti editi
da Panini e Mondadori che hanno sposato il progetto
alla serie tv firmata da Marcela Citterio che sta stregando milioni
di ragazzine raccontando con gioia e leggerezza l’amicizia, la
musica e i primi amori. Dal 14 settembre, con la collaborazione di
Sony Music Italia, è invece disponibile nei migliori store e
online – al link https://lnk.to/Heidibienvenida-music-“Nel posto
che vorrai”, il primo album di Heidi Bienvenida con 25 canzoni
originali della serie, compresa la sigla nella sua versione
completa “Nel posto che vorrai”, corredata dal testo italiano e
cantata dalla talentuosa Deborah Iurato.
In occasione dell’uscita al cinema
di Uno di Famiglia, abbiamo avuto il piacere
di intervistare il cast del film, composto da Pietro
Sermonti, Lucia Ocone, Sarah Felberbaum, Nino Frassica e Moisé
Curia. Con loro anche il regista del film, Alessio
Maria Federici:
Uno di Famiglia, trama e cast
Il film racconta la storia di un
quarantatreenne mite che insegna dizione. Un giorno, per caso,
salva la vita a un suo allievo, che si scopre essere il rampollo di
una potente famiglia malavitosa calabrese, che ora è in debito con
lui. Diventerà “uno di famiglia” con tutte le conseguenza che
comporta, tra fraintendimenti e avvenimenti tragicomici.
Nel cast del film scritto da
da Alessio Maria Federici, Andrea Garello, Giacomo Ciarrapico
anche Massimo De Lorenzo, Neri Marcorè, Anna Della Rosa, Giampiero
Judica, Massimo Olcese e Giuseppe Ansaldi. Prodotto da
Cinemaundici, Warner Bros. Ent. Italia, con il
sostegno di Regione Lazio, Uno di famiglia è distribuito da Warner
Bros Italia.
Uno di Famiglia, il film
Uno di Famiglia è
il sesto lungometraggio di finzione di Alessio Maria Federici, che
ha esordito con il mediometraggio Dove dormono gli aeroplani dopo
aver fatto l’aiuto regista per Piovono Mucche, Eccomi qua e Nessun
messaggio in segreteria. Il suo primo lungometraggio è invece
Lezioni di cioccolato 2, interpretato da un Luca Argentero diretto
anche in Fratelli unici e che è uno dei suoi quattro
“attori-feticcio” insieme ad Enrico Brignano (protagonista di Tutte
lo vogliono e Stai lontana da me), Ambra Angiolini (voluta per Stai
lontana da me e Terapia di coppia per amanti) e Pietro Sermonti
(interprete principale maschile di Terapia di coppia per amanti e,
appunto, di Uno di famiglia).
Nel più assoluto riserbo e
silenzio, continuano le riprese di Star
Wars: Episodio IX. J.J. Abrams
porterà a termine il lavoro che lui stesso ha cominciato con
Il Risveglio della Forza. Del film non si sa
ancora nulla, se non che sarà il primo senza nessuno degli attori
della trilogia originale, almeno non in carne e ossa, visto che
mentre Han Solo è morto definitivamente in
Episodio VII, quello che vedremo di Leia qui sarà
materiale “d’archivio”, mentre Luke potrebbe tornare ma solo sotto
forma di Fantasma di Forza.
La nuova generazione di eroi ha
quindi preso il controllo del franchise e la Saga degli Skywalker
si concluderà a breve. Ma mentre si fanno teorie e congetture su
ciò che potrebbe accadere, arriva dal set del film una nuova foto
che ci suggerisce un altro pianeta, nel film, o almeno un’altra
location.
Su imgur è comparsa una foto
dal set di Star Wars: Episodio IX in cui vediamo
delle rovine immerse in quello che sembra un bosco. Che location
sarà? Sarebbe facile teorizzare che si possa trattare di
Naboo, Yavin o Takodana. I pianeti con
caratteristiche simili sono frequenti nel mondo di Star Wars, tanto
che quando cominciarono a trapelare le immagini de Il
Risveglio della Forza, tutti pensavano che quello che poi
si è rivelato essere Jakku, fosse in realtà
Tatooine.
Nel cast del film
tornano Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar
Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas
Suotamo e Billie Lourd. Si uniranno al
cast di Star Wars: Episodio IX Naomi Ackie e
Richard E. Grant, insieme ai veterani del
franchise Mark Hamill, Anthony Daniels e
Billy Dee Williams, che riprenderà il ruolo di
Lando Calrissian.
Dopo esser
aver aperto la XIII edizione della
Festa del Cinema di Roma, 7 Sconosciuti a El
Royale arriva nelle sale italiane. Il sensazionale
thriller diretto diretto dal candidato al Premio
OscarDrew
Goddard (sceneggiatore di
Sopravvissuto – The Martian, regista di
Quella casa nel Bosco) segue le vicende, nell’arco di una
notte, degli ospiti dell’hotel El Royale, al confine tra California
e Nevada. 7 misteriosi sconosciuti, ognuno con un passato da
svelare, interpretati da un cast stellare che include anche il
Premio Oscar Jeff Bridges (Il
Grinta) e Chris Hemsworth (Rush,
Avengers: Infinity War).
“Billy Lee è imprevedibile e incredibilmente istintivo”: così
Chris Hemsworth descrive il suo personaggio, affascinante quanto
pericoloso e che porterà ulteriore scompiglio a El Royale. Jeff
Bridges è invece Padre Flynn: ma El Royale non è propriamente un
posto per preti e la sua presenza suscita più di una perplessità
negli altri ospiti.
Insieme a Hemsowrth e Bridges,
7 sconosciuti ad El Royale vanta le eccezionali
performance di Jon Hamm (Mad Men, Baby Driver
– Il genio della fuga), Cynthia Erivo
(Widows – Eredità criminale), Cailee
Spaeny (Pacific Rim: Uprising),
Lewis Pullman (La battaglia dei
sessi).
Sette estranei, ognuno con un
passato da seppellire, si incontrano nel fatiscente El Royale, un
hotel a Lake Tahoe sul confine tra California e Nevada. Nel corso
di una notte, ognuno di loro avrà un’ultima possibilità per
redimersi, prima che vada tutto in malora.
Alcune delle storie straordinarie
dei fumetti Marvel sono state adattate
per il grande schermo nel corso degli ultimi vent’anni, tuttavia ce
ne sono ancora diverse che meriterebbero di essere portate al
cinema vista l’importanza e il valore riconosciuto dai loro
lettori. Sul destino del MCU dopo la
fine della Fase 3 e
l’accordo tra Disney e Fox che
farebbe passare nelle mani dei Marvel Studios i diritti su X-Men,
Fantastici 4 e Deadpool, sappiamo
ancora poco, ma il ventaglio di possibilità per gli sceneggiatori e
produttori è così ampio da far morire d’invidia i competitors
DC.
Dunque il dubbio rimane: quali
storie dei fumetti andrebbero trasformate in adattamenti
cinematografici? Qui sotto alcune proposte:
INHUMANS vs X-MEN
Uno dei fumetti più importanti della
Marvel Comics vede protagonisti
X-Men e Inhumans, e in
un epico scontro razziale con un ottimo messaggio e grandi
combattimenti che sarebbero incredibili da vedere al cinema. Sia
per far ricredere tutte quelle persone che dubitavano dei poteri
degli Inumani e che li scambiavano per una versione meno cool dei
Mutanti, sia perché fornirebbe ai Marvel Studios e alla Disney un
potenziale scenario inedito per il MCU.
L’ULTIMA CACCIA DI KRAVEN
A quanto pare tra i piani futuri
della Sony c’è anche il progetto di portare sul grande schermo il
noto villain di Spider-Man Kraven, che nei
fumetti cerca spesso di dare la caccia ed eliminare Spidey fallendo
ogni volta. Stufo delle sue sconfitte, il personaggio sceglie di
andare più lontano di quanto avesse mai fatto, diventando lui
stesso l’Uomo Ragno. L’ultima notizia relativa allo spin-off
su Kraven risale ormai a giugno 2017,
quando la Sony aveva annunciato di voler produrre un adattamento
cinematografico sul personaggio dell’universo di Spider-Man.
All’epoca Tom Rothman, chairman
alla Sony, aveva discusso dei progetti
dello Studio, nominando anche un paio di film
su Mysterio e,
appunto, Kraven the Hunter, entrambi legati
nei fumetti all’Uomo Ragno.
WORLD WAR HULK
World War Hulk è
forse la trama più improbabile dei fumetti originali che Marvel Studios potrebbero adattare
al cinema, e i motivi risiedono nella caratterizzazione specifica
di Hulk in questo
arco narrativo. Da molti ritenuta come minore rispetto alle altre,
vede il Gigante di Giada abbracciare il lato oscuro e diventare un
temibile villain quando viene spedito dai
Vendicatori sul suo pianeta tornando con il
desiderio di far migrare tutta la sua gente.
VECCHIO LOGAN
Anche se Logan di
James Mangold
ha parzialmente adattato questa trama, non è detto che la Disney
non possa ispirarsi alle vicende di Old Logan per riavviare il
personaggio nel MCU (dopo l’acquisizione dei
diritti Fox).Nei fumetti ci troviamo in un futuro senza mutanti
dove una ragazza simile a Logan è viva e ha bisogno di arrivare a
nord. Occhio di Falco
vuole portarla lì, ma ha bisogno di aiuto e recluta
Wolverine, offrendogli del denaro in cambio.
ORIGINAL SIN
Crossover pubblicato dalla Marvel Comics nel 2014, Original
Sin racconta sostanzialmente la morte di Uatu
l’Osservatore (The Watcher), un essere supremo che ha
il compito di osservare tutto ciò che viene compiuto nell’universo
senza però interferire sugli avvenimenti. Il personaggio non può
quindi evitare che le cose accadano o viceversa, così i supereroi
decidono di indagare sul delitto per scoprire chi abbia ucciso
l’Osservatore.
Una trama intrigante in vista delle
prossime fasi del MCU, visto anche il
possibile crossover tra Vendicatori e
X-Men.
ULTIMATE CARNAGE
Carnage è stato
spesso utilizzato negli archi narrativi in cui
Spider-Man e Venom si
alleavano per fermare questo violentissimo simbionte, e i
fumetti raccontano come tecnicamente sia il “figlio” di Venom
nato dall’incontro tra Eddie Brock e Cassidy. La “carneficina” si
scatenò a tal punto da voler eliminare qualsiasi cosa, con Peter
che fece la promessa di non vestire più i panni di Spidey ma che fu
costretto a tornare sui suoi passi proprio per trovare
Carnage sfuggito alla custodia.
Con la Disney che acquisirà a breve
i diritti sui personaggi Marvel della Fox, un
villain come Galactus potrebbe portare nel
MCU uno degli archi narrativi più
importanti nella storia della Marvel Comics. Innanzitutto si tratta del primo
vero nemico cosmico, che ha esordito nel 1966, noto per essere un
“mangiatore di mondi”. E quando Galactus è in procinto di trovare
nuove prede, i Fantastici Quattro interverranno
per salvare la situazione.
LA MORTE DI SPIDER-MAN
Questo scenario andrebbe immaginato
dopo l’uscita di Spider-Man: Far From
Home nel 2019, e in seguito ai nuovi piani di Disney e
Sony sul personaggio, tuttavia è indubbio che l’arco narrativo
della Morte di Spidey è straordinario per come riesce a coinvolgere
un sacco di personaggi; un sacrificio senza precedenti che sarebbe
interessante da applicare all’universo del MCU.
SCISMA
Scisma è un arco
narrativo sviluppatosi per cinque numeri sulle pagine dell’omonima
miniserie tra il luglio e l’ottobre 2011, pubblicata dalla Marvel Comics, e la trama racconta
l’arrivo dell’ennesima minaccia presso le coste di Utopia e i
diversi metodi per contrastarla messi in atto dagli X-Men che
porteranno in ultimo alla divisione in due fazioni guidate
rispettivamente Ciclope e Wolverine.
SECRET WARS
Tutto muore. Ricordate
questa frase di Secret Wars, la miniserie a
fumetti crossover pubblicata nel 2015 che conclude la storia dei
Fantastici
Quattro come Jonathan Hickman l’aveva concepita
durante il suo periodo di scrittura? La trama è interessante e vede
gli ultimi due universi sopravvissuti al fenomeno conosciuto come
“Incursioni”, Marvel e
Ultimate scontrarsi e distruggersi, venendo poi
trasportati nel Battleworld (un pianeta diviso in molti
territori, ciascuno combinazioni di vari universi).
ANNIHILATION
Un’evasione di massa alle Kyln, le
prigioni intergalattiche più antiche del Big Bang, e
l’universo entra nel caos, complice anche la distruzione di
Xandar (il pianeta natale dei Nova Corps), ma c’è
un sopravvissuto: Richard Rider, ovvero Nova Primo. Successivamente
si formerà un fronte unito composto da Nova,
Gamora, Drax,
Star-lord, Badoon, Skrull,
Kree, Ronan, il
Super-skrull e Praxagora che
combatterà contro Thanos.
Che sia davvero una possibile prossima trama per il MCU?
HOUSE OF M
L’arco narrativo di House of
M ruota attorno a Scarlet Witch,
che quando vede morire tutti i suoi cari e Visione entra in uno
stato depressivo e questo la induce a creare una sua realtà,
talmente pericolosa da scatenare la reazione dei Vendicatori.
Intenzionati a fermarla, gli eroi credono che eliminare Wanda sia
necessario prima che possa fare più danni all’umanità, e ciò che ne
scaturisce è una vera e propria guerra intestina.
Si è svolta nell’ambito della
Festa del Cinema di Roma la premiere mondiale di
Millennium – Quello che non uccide, il nuovo film
diretto da Fede Alvarez e basato sul quarto
romanzo postumo di Millennium, l’opera letteraria di Stieg
Larsson.
In occasione dell’importante
serata, hanno sfilato sul tappeto rosso
dell’Auditorium Sverrir Gudnason, Sylvia Hoeks, Claire
Foy, Fede Alvarez, Synnove Macody Lund e Andreja
Pejic. Ecco le Foto di Aurora Leone per Cinefilos.it
Il canale Youtube
di Kirk Deveyck ha pubblicato un
esilarante video in cui il titolare del canale e un suo amico
esigono dalla Marvel l’uscita del trailer di
Avengers 4, o almeno di conoscere
il titolo del film!
Un video divertente e folle che dà
voce a tutti i fan intorno al mondo che non aspettano altro che
tornare al cinema per scoprire quale sarà la sorte dei Vendicatori
e se
Thanos sarà mai sconfitto.
Eccolo di seguito!
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del
Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch,
Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth
Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave
Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner,
Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
È stata annunciata la shortlist di
candidati per la corsa alla nomination agli Oscar 2019 nella
categoria miglior film d’animazione. Stando a quanto riporta
Deadline, i titoli sono 25 e tra pellicole più o
meno ricercate, spiccano i titoli di grande richiamo quali,
ovviamente, Gli Incredibili 2, Hotel
Transylvania, Ralph Spacca Internet, ma
anche pellicole d’animazione più ricercate e fuori dal coro, come
il bellissimo L’Isola dei Cani di Wes
Anderson, già Orso d’Argento a Berlino.
Non sappiamo se anche quest’anno la
Pixar confermerà il suo strapotere, ma sembra che la concorrenza
sia molto debole e che, come è accaduto anche nel passato recente,
l’Academy non sia ancora pronta ad accogliere strumenti
linguistici, nel campo dell’animazione, che si distanziano anche
poco dal solco profondo scavato da Disney e Pixar negli anni.
Di seguito la lista completa:
“Ana y Bruno”
“Il Grinch”
“I Primitivi”
“Fireworks”
“Have a Nice Day”
“Hotel Transylvania 3: Summer Vacation”
“Gli Incredibili 2”
“L’isola dei cani”
“The Laws of the Universe – Part I”
“Liz and the Blue Bird”
“Lu over the Wall”
“MFKZ”
“Maquia: When the Promised Flower Blooms”
“Mirai”
“The Night Is Short, Walk on Girl”
“On Happiness Road”
“Ralph Breaks the Internet”
“Ruben Brandt, Collector”
“Sgt. Stubby: An American Hero”
“Sherlock Gnomes”
“Smallfoot”
“Spider-Man: Into the Spider-Verse”
“Tall Tales”
“Teen Titans Go! To the Movies”
“Tito and the Birds”
Oscar 2019: 87
Paesi nella corsa alla nomination al Miglior Film Straniero
Le nomination saranno annunciate ufficialmente il 22 gennaio
2019, mentre la cerimonia di assegnazione dei 91° Academy
Awards si svolgerà il 24 febbraio al Dolby Theatre.
Leonardo DiCaprio
tornerà a recitare per Martin Scorsese in un film
tratto da
Killers of the Flower Moon, libro uscito nel 2017 dal
giornalista del New Yorker, David
Grann. Alla produzione del film c’è la Imperative
Entertainment, che giocò d’anticipo e acquistò i diritti prima
ancora che uscisse il libro. A firmare la sceneggiatura, invece,
c’è Eric Roth, già premio Oscar per Forrest Gump,
e autore cinematografico molto riconosciuto ad altissimi
livelli.
Ecco cosa ha dichiarato
Martin Scorsese: “Quando ho letto il libro di
Grann, ho subito iniziato a vederlo – le persone, gli ambienti,
l’azione – e sapevo che avrei dovuto farne un film”. Il libro
è in Oklahoma negli anni Venti: parla di un gruppo di nativi
americani che scoprirono di avere del petrolio nelle loro terre,
diventarono ricchi e furono poi uccisi uno a uno. Fu il primo
grande caso di cui dovette occuparsi l’FBI,
creata da poco.
Per attore e regista, entrambi
premi Oscar, si tratta della sesta collaborazione, dopo
Gangs of New York, The Aviator, The Departed, Shutter
Island e The Wolf of Wall Street.
Dopo i concept di Batman e Flash,
Zack Snyder si è fatto di nuovo sentire dai suoi
fan in merito a Justice League, questa volta
commentando quello che doveva essere il finale originale del film.
L’argomento in questione, questa volta, riguarda il finale del film
e l’originale idea che aveva il regista, idea che non ha potuto
portare a termine a causa del suo allontanamento dal progetto.
Un fan su Vero ha
postato un fermo immagine di Justice League che
mostrava la squadra completamente radunata mentre guardava verso
l’alto. A giudicare dalla grande quantità di schermo verde, la
scena doveva essere relativa al terzo atto del film, quello che più
di tutti ha previsto un massiccio utilizzo di CGI. Il fan ha se il
regista poteva commentare in qualche modo la foto che lui aveva
postato sul social, e Zack Snyder non lo ha per
niente deluso. Così, Snyder ha rivelato che l’immagine è tratta dal
finale della Justice League, in cui, nel suo
disegno iniziale, la squadra attraversava un boomdotto.
Zack Snyder voleva uccidere Batman in uno dei
sequel di Justice League
Il boomdotto è un portale
immaginario del mondo dei fumetti DC Comics creato da Jack Kirby, e
a quanto pare Snyder avrebbe voluto inserirlo nel film per (forse)
sviluppare in futuro l’idea e sfruttarla per i suoi altri due
film.
Con l’allontanamento di Zack
Snyder, il franchise ha perso l’identità che si stava
costruendo, una identità non molto gradita dalla maggioranza dei
fan ma che manteneva comunque una coerenza nella rappresentazione
cinematografica dei personaggi. Adesso gli eroi DC al cinema hanno
preso strade complicate e non sappiamo se mai si riuscirà a vederli
di nuovo insieme sul grande schermo, magari con un esito
migliore.
Le anticipazioni delle nuove puntate
di Beautiful, la saop che va in
onda alle ore 13.40 su Canale 5. Di seguito le
anticipazioni di oggi Giovedì 25 ottobre 2018.
Nella puntata di
oggi Hope rivela
a Steffy il nome dell’albergo in
cui Liam sta
alloggiando. Steffy, senza esitare, corre
subito da lui decisa ad implorare per l’ennesima volta il suo
perdono. Nel frattempo anche Wyatt è
andato a trovare Liam. Il giovane spera di
convincere il fratellastro a non rinunciare al matrimonio con
Steffy solo per un errore. Wyatt gli chiederà di perdonarla in nome
del bambino che porta in grembo.
Beautiful Anticipazioni
Beautiful(The
Bold and the Beautiful) è una soap
opera statunitense, creata da William J. Bell e Lee Phillip
Bell per la CBS, che va in onda
dal 23 marzo 1987.
La soap viene trasmessa in circa
100 paesi ed è seguita da 300 milioni di spettatori in tutto il
mondo ogni giorno con punte di 500 milioni, ed è la soap opera più
seguita al mondo. Ha vinto negli anni 31 Daytime Emmy
Awards di cui 3 consecutivi come Miglior serie
drammatica del daytime (nel 2009,
nel 2010 e nel 2011).
In Italia la soap è
trasmessa dal 4 giugno 1990, prima su Rai 2 ed
in seguito, dal 5 aprile 1994, su Canale 5.
Nell’ultima stagione, del cast
iniziale del 1987 sono rimasti solo due attori: John
McCook (Eric Forrester) e Katherine Kelly
Lang (Brooke Logan, il personaggio più presente nella storia
della soap). Altri attori che hanno fatto parte del cast sin dalla
prima puntata per molto tempo sono stati Susan
Flannery (Stephanie Douglas Forrester) e Ronn
Moss (Ridge Forrester), entrambi hanno però lasciato il cast
nel 2012 (il personaggio di Ridge è poi ritornato
nel 2013, ma interpretato da un nuovo attore, Thorsten
Kaye); altre attrici che hanno partecipato a gran parte degli
episodi della soap sono state Darlene Conley (Sally
Spectra) nel cast fisso dal 1989 al 2007 (anno
di morte dell’attrice) e Hunter Tylo (Taylor Hamilton)
nel cast fisso dal 1990 al 2002 e
dal 2005 al 2013, con apparizioni da guest star
nel 2014.
Nuove news su Il
Segreto che va in onda alle ore 18.45. su
Canale 5. Di seguito le anticipazioni di oggi giovedì
25 ottobre 2018.
Nella
puntata Emilia e Alfonso,
accusati senza prove valide dal Generale del tentato omicidio
di Fe, sono segregati in un carcere
abbandonato, dove sono ormai da giorni costretti a subire la
violenza psicologica del loro aguzzino che, non contento, ha deciso
di accusarli di essere traditori della patria.
Emilia ed Alfonso, in
prigione, subiscono le tremende minacce del Generale
Perez de Ayala.
A Raimundo e Matias è
impedito fargli visita, così come a Don
Berengario e Don
Anselmo. Mauricio, intanto, è al
capezzale di Fe e spera che la donna si
riprenda al più presto così da testimoniare in favore
diEmilia ed
Alfonso. Prudencio mette in atto il suo
piano e si introduce, di nascosto, nell’abitazione
di Julieta e mentre lei dorme, avvelena
il cibo. Matias, provocato dal Generale, lo
affronta con coraggio pretendendo di poter far visita a Emilia ed
Alfonso. Il Generale non rifiuta, ma chiede un giorno per
rifletterci.
Anticipazioni Il Segreto
Il
segreto(El secreto de Puente Viejo) è
una soap
opera spagnola prodotta da Boomerang TV e
creata da Aurora Guerra, che viene trasmessa dal 23 febbraio 2011
sulla rete televisiva Antena 3. In Italia va in onda dal 10 giugno
2013 su Canale 5.
La
serie ruota attorno alle vicissitudini della ricca stirpe
dei Montenegro, una famiglia dell’alta borghesia che vive in un
piccolo paese del nord della Spagna, con la perfida matriarca Donna
Francisca Montenegro, vedova di Salvador Castro, che trama
costantemente contro coloro che osano affrontare il suo potere.
Il
segreto – La storia inizia nel 1902 con
l’arrivo, a Puente Viejo, della levatrice Pepa Balmes. Pepa
continua a vivere con difficoltà dato che, anni prima, il padrone
della casa in cui prestava servizio, Carlos Castro, figliastro di
Francisca, e fratellastro di Efren, Soledad, e Tristan l’aveva
sedotta facendola rimanere incinta, e le aveva poi portato via il
figlio per consegnarlo alla legittima moglie che aveva appena avuto
un aborto. Pepa conoscerà e si innamorerà di Tristan, figlio di
Raimundo e Donna Francisca e fratello di Efren, Sebastian ed
Emilia, e Soledad che vive alla Villa con sua sorella, sua moglie
Angustias e loro figlio Martin.
Dopo la morte di Angustias, Pepa
scopre che Martin è in realtà il figlio che le era stato rubato
anni prima. Nonostante gli sforzi di Francisca e del malvagio Olmo
Mesia, fratellastro di Pepa, Tristan (figlio illegittimo di
Francisca e Raimundo Ulloa) finisce per consumare il suo amore con
Pepa. I due poi si sposano e Pepa partorisce i gemelli Aurora e
Bosco. Intanto Bosco viene sequestrato da una misteriosa ragazza e
Pepa muore subito dopo il parto.
Portare al cinema i
supereroi Marvel rappresenta
una sfida per produttori, registi e sceneggiatori e non è un lavoro
da poco, visto che il processo di adattamento comporta decisioni
importanti. Il personaggio deve assomigliare esattamente a
quello del fumetto, o è meglio che il MCU lasci la propria
impronta? Alcuni sono stati cambiati in modo tale da rendere i film
più realistici, aggiornando eroi un po’ troppo retrò e stereotipi
oramai superati. Alcuni, invece, non hanno avuto bisogno di
modifiche, e l’universo cinematografico Marvel li ha rappresentati
alla perfezione.
Quali sono stati però i cambiamenti
più riusciti? Ecco i 10 personaggi Marvel che il cinema ha reso
migliori rispetto alla controparte dei fumetti:
GAMORA
Non si può negare che la maggior
parte dei personaggi femminili (sia eroi che villain) siano
ritratti nei fumetti Marvel con costumi fin
troppo “rivelatori” e spesso succinti perché filtrati dal punto di
vista maschile. La storia di questa arte ci insegna che questo
aspetto è dovuto principalmente al fatto che la maggior parte dei
fan sono uomini, dunque gli editori vogliono fare appello al loro
pubblico il più possibile.
Gamora è allora
un perfetto esempio di come il look del personaggio possa essere
completamente cambiato rispetto all’originale sul grande schermo:
la sua controparte indossava due cinture e un paio di stivali alti
fino alla coscia, e occasionalmente un body attillato. L’eroina di
Guardiani della
Galassia interpretata da Zoe Saldana
ha invece svariati completi in pelle che le coprono quasi tutto il
corpo, dandole un look da vera badass.
Tuttavia bisogna riconoscere che la
versione del MCU di questo villain è una delle
migliori mai adattate per il grande schermo, a partire dal
costume con quel disegno dell’osso trasformato in vernice spray
sulla sua armatura.
L’originale dei fumetti venne creato
alla fine degli anni ’80/primi anni ’90 con un design che includeva
il simbolo del teschio sul petto.
FALCON
Falcon è un
personaggio importante – se non fondamentale – nella storia dei
fumetti di Captain America
e degli Avengers, motivo per cui si è guadagnato
un posto d’onore anche nell’universo dei Marvel Studios. E per adattarlo sul grande
schermo registi e produttori hanno cercato di cambiare tutto ciò
che non funzionava nel costume originale, giudicato da molti
“orribile”.
Gli addetti ai lavori hanno così
trasformato l’uniforme del supereroe in una tuta militare high-tech
che fosse sia un omaggio alla fonte, sia moderno e aggiornato alle
nuove tecnologie.
ULYSSES KLAW
Andy Serkis è
un attore eccezionale che ha fatto spesso ricorso alla performance
capture nella sua carriera, tuttavia nemmeno le tecnologie più
avanzate lo avrebbero salvato se avesse dovuto indossare il costume
originale di Ulysses Klaw in Black Panther.
Fortunatamente la versione è stata modificata per l’adattamento dei
Marvel Studios.
La controparte dei fumetti di Klaw
aveva un’uniforme rossa attillata con mutande viola più un grosso
artiglio metallico come mano. Insomma qualcosa di difficilmente
replicabile.
STAR-LORD
Star-Lord ha
debuttato sulle pagine della Marvel comics nel 1976, diventando un
personaggio di spicco soltanto nel crossover di
Annientamento, quando l’universo Marvel venne invaso da Annihilus e
tutti gli eroi cosmici dovettero collaborare per fermarlo.
All’epoca l’outfit indossato da Peter Quill sembrava ispirarsi ad
un design gotico Raygun, somigliante alle uniformi di una
futuristica polizia con aggiunto un elmetto d’oro.
Molto diverso, e sicuramente più
funzionale il costume dell’adattamento cinematografico, che ricorda
da lontano il look di Han Solo in
Star
Wars.
ZEMO
La versione del Barone Zemo
apparsa in Captain America: Civil
War ha sovvertito ciò che il pubblico immaginava per
il personaggio pensando alla controparte dei fumetti. Sullo schermo
Helmut Zemo ha quasi sconfitto i Vendicatori senza usare
superpoteri o gadget, poiché tutto ciò di cui aveva bisogno era la
sua intelligenza e la sua sete di vendetta.
L’originale invece indossava un
abito a strisce nero e viola e un passamontagna con placche dorate
sulla testa, accantonato dai produttori e gli artisti dei Marvel Studios
(fortunatamente).
YONDU
Se Michael Rooker
fosse stato obbligato a indossare lo stesso costume di Yondu dei
fumetti, allora ci sarebbe stata una sovrapposizione con un altro
look di un altro personaggio dei Guardiani della
Galassia, la cui controparte aveva un’uniforme
essenzialmente uguale. Stiamo parlando di Gamora,
già menzionata prima nell’articolo, e del fatto che il suo outfit
somigli in modo impressionante a quello di Yondu: due cinture ed
enormi imbottiture per le spalle e un paio di stivali associati ad
una massiccia cintura dorata.
AVVOLTOIO
I produttori di Spider-Man:
Homecoming sono stati facilitati nella creazione del
look di Avvoltoio
poiché era davvero difficile fare peggio dell’originale. La
controparte dei fumetti non aveva il fantastico design da pilota
della Seconda Guerra Mondiale (poi migliorata con gadget
high-tech), e inoltre faceva sembrare il villain molto meno
minaccioso di quanto lo sia stato Michael Keaton
nel film.
SCARLET WITCH
Quando i fan hanno scoperto che
Scarlet Witch
sarebbe apparsa nel MCU leggermente “revisionata”
rispetto all’originale, non avevano idea dei cambiamenti radicali
che la produzione aveva effettuato sul costume della supereroina.
Vi ricordiamo che nei fumetti Wanda Maximoff
indossa poco più che un costume da bagno o corsetto rosso, un paio
di stivali rossi luminosi e un copricapo con le corna.
Per fortuna la versione
cinematografica di Scarlet Witch ha tolto quasi tutto, lasciando la
giacca di pelle rossa come segno distintivo, con una combinazione
di gonna e stivali o di pantaloni.
OCCHIO DI FALCO
Sperando di rivederlo in azione e
protagonista in Avengers 4,
Occhio di Falco è stato il grande assente di
Infinity War e meriterebbe lo spazio che
merita nonostante non sia supportato da superpoteri e origini
cosmiche. L’unico modo in cui i produttori del MCU hanno finora dimostrato il loro
amore per il personaggio è dandogli un costume più bello di quello
dei fumetti che ha reso omaggio all’originale mantenendo il colore
viola.
Una nuova foto dal backstage di
The Avengers di Joss Whedon
(2012) rivela uno sguardo ravvicinato al Thanos
che abbiamo visto nella scena post-credits di quel film. La
Fase 1 del Marvel Cinematic
Universe è stata dedicata a introdurre al pubblico una
nuova Era di supereroi, culminando poi nella prima riunione dei
Vendicatori, per difendere New York dall’attacco di Loki. Tuttavia,
alla fine del film, è diventato chiaro come Loki fosse soltanto una
mera pedina nel gioco di un più abile e potente giocatore: il
Titano Pazzo.
La sua prima apparizione risale alla
scena mid-credits di The Avengers, ma abbiamo
dovuto aspettare altri due anni per vederlo per la prima volta sul
grande schermo in tutto il suo splendore. Nel 2014,
Guardiani della Galassia di
James
Gunn lo ha reso il villain contro cui i protagonisti
si sono battuta, con Ronan l’Accusatore come ennesima marionetta,
come era accaduto con Loki. Il personaggio è poi comparso nella
scena post credits di Avengers: Age of Ultron, e infine in Infinity
War, con Josh Brolin alle prese con un ruolo a
tutto tondo, cosa che ha reso il Thanos il vero e proprio
protagonista del film.
Adesso Ironhead
Studios ci fa fare un balzo indietro nel tempo, a quando
Thanos è comparso per la prima volta sul grande schermo, in quella
brevissima e inquietante scena, di cui si ricorda soprattutto il
sorriso maligno del personaggio. Nella foto pubblicata su
Instagram, vediamo Damion Poitier, primo
interprete del personaggio, con il trucco prostetico, realizzato da
Jose Fernandez nel 2011. Nel corso degli anni si è
creduto che quella scena di Thanos fosse completamente in CGI,
invece adesso abbiamo la conferma che il trucco era effettivamente
practical e che Poitier indossava davvero un trucco
pesantissimo.
Qualche tempo dopo l’uscita del
film, Poitier ha rivelato in un’intervista che non sapeva che
avrebbe interpretato Thanos. Dal momento che all’epoca si riteneva
che sarebbero stati gli
Skrull a comparire nel film, l’attore pensava che avrebbe
interpretato uno di loro, se non proprio Super
Skrull. Tutto è cambiato, ovviamente, quando ha cominciato
a lavorare al trucco del personaggio. Nonostante il suo lavoro con
Thanos sia stato breve, Poitier ha il merito di aver introdotto sul
grande schermo uno dei cattivi che la storia del cinema
ricorderà.
Ecco la foto:
Il testimone è poi passato a
Josh Brolin, che ha interpretato il Titano Pazzo
nelle altre occasioni e che tornerà a impersonarlo anche in
Avengers 4, prossimo film in cui
lo vedremo alle prese con le conseguenze del suo successo di
Infinity War.
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del
Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch,
Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth
Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave
Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner,
Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
John C. Reilly e
Steve Coogan hanno portato alla Festa del Cinema
di Roma Stan & Ollie, il nuovo film che li vede
protagonisti nei panni dei due comici Stan
Lauren e Oliver Hardy.
Di seguito, le foto dal red carpet
su cui hanno sfilato gli attori, in compagnia del
regista Jon S. Baird.
Finita l’epoca d’oro che li ha
visti re della comicità, vanno incontro a un futuro incerto. Il
pubblico delle esibizioni è tristemente esiguo, ma i due sanno
ancora divertirsi insieme, l’incanto della loro arte continua a
risplendere nelle risate degli spettatori, e così rinasce il legame
con schiere di fan adoranti. Il tour si rivela un successo, ma
Laurel e Hardy non riescono a staccarsi dall’ombra dei loro
personaggi, e fantasmi da tempo sepolti, uniti alla delicata salute
di Oliver, minacciano il loro sodalizio. I due, vicini al loro
canto del cigno, riscopriranno l’importanza della loro
amicizia.
Stanlio e
Ollio, recensione del film con John C.
Reilly e Steve Coogan
Volto iconico del cinema, donna
bellissima, spirito vivace, Sigourney Weaver è
stata l’ospite d’onore alla Festa del Cinema di
Roma nella serata di mercoledì 24. L’attrice ha incontrato
il pubblico di fan e ad accompagnarla, sul tappeto rosso
dell’Auditorium, c’erano ovviamente gli Acchiappafantasmi, una
compagine di fan perfettamente mascherati, a omaggiare uno dei
tanti film di culto in cui ha recitato Sigourney.
La Festa del Cinema celebra uno
degli autori più amati e premiati del cinema italiano: domani,
giovedì 25 ottobre alle ore 18 presso la Sala Petrassi
dell’Auditorium Parco della Musica, Giuseppe
Tornatore sarà protagonista di un Incontro Ravvicinato con
il pubblico. Il regista siciliano è stato in grado di produrre un
linguaggio universale a partire da uno stile assolutamente
personale, firmando storie che hanno spesso varcato i confini
nazionali: dall’Oscar® con Nuovo Cinema Paradiso alla
nomination per L’uomo delle stelle, da Malèna a
Baarìa, da La leggenda del pianista sull’oceano a
La sconosciuta, da La migliore offerta a La
corrispondenza. Alla Festa, Tornatore approfondirà con il
pubblico la sua passione per il noir, fra cinema e letteratura.
Tre i film in programma nella
Selezione Ufficiale.
Alle ore 20, sempre in Sala
Petrassi, si terrà l’anteprima del documentario in due parti,
Corleone, il potere e il sangue e Corleone, la
caduta di Mosco Levi Boucault. “Ho cominciato a ripercorrere
la strada di Salvatore Riina. E del solo Riina, per avere un’unità
narrativa dalla sua sanguinaria ascesa al potere fino alla sua
caduta – ha detto il regista – Un Riina raccontato dai protagonisti
che l’hanno
affrontato (il procuratore Ayala,
il poliziotto Accordino) e da quelli che l’hanno assecondato (i
suoi sicari Brusca, Marchese, Anzelmo, Mutolo). Da fuori e da
dentro. E attraverso quelli che l’hanno assecondato, dare un’idea
di che cosa è l’essere mafioso, la mafiosità”.
Alle ore 19.30 la Sala Sinopoli
ospiterà Monsters and Men di Reinaldo Marcus Green. A
Brooklyn, un uomo di colore disarmato viene ucciso dopo una lite
con le forze dell’ordine. L’episodio è il punto di partenza di una
complessa indagine, che vede coinvolto un distretto di polizia e un
quartiere dove vive una comunità di persone strettamente unite tra
loro. Nella vicenda sono implicati anche un testimone oculare che
ha ripreso l’aggressione con il suo smartphone, un ufficiale di
polizia e un giovane studente promessa del baseball. Attraverso i
loro occhi, arriveremo a comprendere in profondità una comunità in
fermento a causa di tensioni razziali, che lotta per un futuro
migliore.
Las niñas bien di
Alejandra Márquez Abella sarà proiettato alle ore 21.30 presso il
Teatro Studio Gianni Borgna Sala Siae. I protagonisti del film sono
Sofía e Fernando, coppia della medio-alta borghesia: i due hanno
tutto ciò che si può desiderare, denaro, belle case, domestici.
Fernando ha ereditato tutte le sue ricchezze da suo padre, che le
ha conquistate grazie all’aiuto dello zio Javier. Ma una sera, a
cena, Javier annuncia che ha deciso di farsi da parte. Nubi oscure
e minacciose si addensano all’orizzonte: una grave crisi economica
si sta abbattendo sul Messico. Inizialmente il mondo di Sofía e
Fernando sembra conservarsi intatto, ma gradualmente compaiono
delle crepe nelle loro vite, mentre l’ordine economico e sociale
sembra crollare intorno a loro. Sofía si vedrà costretta a salvare
le apparenze, ma la sua caduta sarà ineluttabile.
Uno dei
passatemi preferiti dei fan di Star Wars è
formulare teorie su tutto ciò che è legato alla saga creata da
George Lucas, riflettendo su
ogni scena, dettaglio o battuta
dell’universo cinematografico, seriale e letterario.
Qualsiasi informazione si
trasforma così in materiale ghiotto per ipotizzare scenari o
scovare easter egg che sfuggono anche agli occhi
più attenti; molte di queste teorie si sono addirittura rivelate
corrette, mentre altre sono state presto smentite dai film, o dalle
serie prodotte in questi anni.
Ma quali di queste si sono
effettivamente rivelate fondate? Ecco le più importanti:
La morte di Boba Fett
Questa teoria serpeggia da ormai
trent’anni, da quando i fan si sono rifiutati di accettare che il
cacciatore di taglie più temuto nella galassia fosse sparito: come
confermato più tardi inftati, Boba Fett è
scampato alla morte in Episodio VI: Il ritorno dello
Jedi, dopo essere caduto nella fossa di Sarlacc.
L’ipotesi sulla sua sopravvivenza
era scaturita dalla frase di C-3PO che sottolineava come la fossa
avesse “un sistema digestivo lento”, così i fan hanno pensato che
Boba Fett fosse fuggito in tempo. Grazie poi allo storico di
Star
WarsJ.W. Rinzler è stato ufficializzato che
il cacciatore di taglie è vivo, non è detto che lo sia nel nuovo
canone, ma è sopravvissuto.
Vi ricordiamo che la produzione
dello spin-off su Boba Fett, annunciato dalla
Lucasfilm nei mesi scorsi e ora affidato a James
Mangold (Logan), non partirà
prima del 2020. Il personaggio fu introdotto
in l’Impero colpisce ancora e riapparse
in Il Ritorno dello Jedi come mercenario
che consegna a Jabba the Hutt il
prigioniero Han Solo.
I nuovi poteri di Luke Skywalker
Luke Skywalker ha iniziato a
familiarizzare con la Forza in Una Nuova Speranza,
divetando in seguito uno dei cavalieri Jedi più potenti della
galassia. Questo non significa che anche nella sua vecchiaia non
abbia scoperto poteri a lui sconosciuti incrementando le sue
qualità sensitive.
La teoria è stata confermata da
Gli Ultimi
Jedi, dove il personaggio mostra qualcosa di mai visto
prima: mentre sta meditando Luke riesce infatti a essere in due
posti contemporaneamente, e una parte è un ologramma che può
interagire con altri personaggi.
Kylo Ren tradisce Snoke
Sin dall’inizio i fan avevano
predetto che Kylo Ren avrebbe
tradito il leader supremo Snoke, teorizzando
che l’ex allievo di Luke Skywalker avrebbe scelto il lato buono
della Forza. E chi pensava che questo cambio di direzione sarebbe
avvenuto alla fine de Gli Ultimi Jedi
è stato accontentato.
Il legame fra Rey e Kylo Ren
Un fan e scrittore di fan fiction su
Star Wars aveva predetto che esisteva un legame nella Forza tra
Kylo Ren e Rey, formulata dopo
l’uscita di Il Risveglio della
Forza ed effettivamente confermata in Gli Ultimi
Jedi, dove i due sono in grado di comunicare anche da
parti diverse della galassia.
Luke è il maestro di Kylo Ren
Ben Solo sognava di
poter seguire le orme di suo nonno, Darth Vader, e
per farlo si è rivolto al lato oscuro della Forza diventando
il malvagio Signore dei Sith Kylo Ren. Il
che gli ha conferito poteri straordinari, ma alcuni di questi erano
già stati acquisiti durante il suo addestramento con Luke
Skywalker.
Tuttavia Il risveglio della
Forza non offre a Kylo alcun retroscena, ed inizia
direttamente con il villain che sta provocando il caos nella
galassia, mentre Luke è nascosto altrove. Da qui la teoria dei fan
che aveva predetto che il ragazzo era stato allenato e istruito
nientemeno che dallo zio e che quest’ultimo si sentiva talmente
responsabile delle sue azioni da scegliere l’esilio.
Il ruolo di Darth Vader in Rogue One
Nonostante sia un personaggio
centrale del franchise, Darth Vader non è mai
comparso nella nuova trilogia di Star Wars. I fan
però avevano predetto che sarebbe comparso invece negli spin-off
prequel, precisamente in Rogue One (che
è il primo film dell’antologia).
Gli eventi li conosciamo, e sono
antecedenti a quelli di Una nuova speranza, e raccontano la
missione dei ribelli per rubare i piani della Morte Nera, e
una scena in particolare ha
confermato la presenza del minaccioso personaggio.
I genitori di Rey non erano “nessuno”
I fan hanno avuto ragione per
l’ennesima volta anche sul mistero che li ha consumati per mesi:
chi sono i genitori di
Rey? A quanto pare le origini umili
dell’orfana eroina erano state suggerite ben prima che Gli
Ultimi Jedi uscisse nelle sale, confermando ciò
che Kylo dice alla ragazza, ovvero che
provenisse da persone per nulla speciali.
Effettivamente questo venire dal
nulla di Rey la rende l’esatto opposto di Kylo: lei vuole un nome,
un’eredità e un posto nella storia che vive; Kylo, dal canto suo,
fa di tutto per liberarsi della sua eredità, del suo nome, che
sostituisce, e infine anche di quella figura misteriosa e potente
del nonno, che sembrava voler emulare, per diventare una nuova
versione di sé, svincolata da ogni legame familiare.
La giacca di Poe
Dall’annuncio di Il Risveglio della
Forza all’arrivo nelle sale i fan non hanno mai smesso
di fantasticare sulla trama del film, analizzando da cima a fondo
tutte le scene del trailer. Una di questa compariva il nome di
Poe Dameron
scritto sulla giacca di Finn, un indizio sul fatto che il
personaggio avrebbe avuto un ruolo importantissimo nel nuovo
capitolo della saga. La teoria si è rivelata evidentemente
fondata.
Da questo dettaglio gli appassionati
hanno teorizzato che il Primo Ordine avrebbe catturato Poe e che
Finn lo avrebbe aiutato a fuggire, ed effettivamente durante questa
fuga Finn finisce per indossare la giacca di Poe. Insomma, i fan
avevano previsto la missione e l’incontro del pilota con l’ex
guardia imperiale.
Leia è sensibile alla Forza
Principessa, generale, leader e
guerriera, Leia è uno dei
personaggi più complessi e interessanti del franchise di
Star Wars, ma per decenni i fan si sono chiesti se
fosse anche essere sensibile alla Forza come suo padre e suo
fratello. Questa teoria è emersa per la prima volta all’inizio
degli anni ’80, e la risposta è arrivata solo con Gli
Ultimi Jedi dove vediamo Leia percepire Luke e
sapeva dov’era. Che sia in realtà un Jedi molto più potente di
quanto sembri?
I cavalieri Ren sono i padawan di Luke
In Il Risveglio della
Forza Rey ha un incubo e vede Kylo
Ren guidare i Cavalieri di Ren in battaglia. Da qui i fan
hanno sospettato che questi personaggi potessero essere collegati
in qualche modo a Luke Skywalker, e che fossero in
realtà gli ex discepoli dello jedi.
Soltanto grazie a Gli Ultimi
Jedi abbiamo scoperto che Kylo ha tradito suo zio e
rivoltato i suoi studenti contro di lui, confermando l’ipotesi
degli appassionati.
Jar Jar Binks è un lord dei Sith
Jar Jar Binks è
uno dei personaggi che ha polarizzato maggiormente la schiera dei
fan di Star Wars. Su di lui sono stati avanzati
commenti molto negativi ma anche teorie sul fatto che fosse in
realtà un lord dei Sith Lord e non il buffone imbranato che abbiamo
visto nei film.
Le voci iniziarono a circolare dopo
aver ascoltato il discorso che Jar Jar tiene per convincere il
Senato a conferire al Cancelliere Palpatine poteri di emergenza.
Questo ebbe una conseguenza sulla nascita dell’Impero rafforzando
così le ipotesi dei fan.
Obi Wan Kenobi si ricorda di R2-D2 e C-3PO
Il 1977 segna l’uscita di
Episodio IV: Una nuova speranza, film che ha ha
cambiato la storia del cinema per sempre, ma anche il momento in
cui sono iniziate le prime teorie dei fan sul franchise.
Il capitolo cinematografico vedeva
il droide R2-D2 recapitare un messaggio a Obi-Wan Kenobi,
eppure il cavaliere Jedi afferma di non sapere chi sia. Mentiva per
proteggere Luke? Ebbene così è stato.
Il nuovo canone ha infatti
confermato la teoria secondo cui Obi-Wan si ricordava benissimo di
R2-D2 e C-3PO, e ci riferiamo al
romanzo Star Wars – New Hope: The Princess, The Scoundrel and
Farm, dove Kenobi riconosce tranquillamente la sua amicizia
passata con i droidi.
Darth Maul non è morto
Darth Maul ha
debuttato nella saga di Star Wars in Episodio I: La
minaccia fantasma, deludendo le aspettative dei fan: la
vita sullo schermo del villain è stata infatti brevissima e da
allora sono iniziate a circolare diverse teorie sul fatto che il
sith fosse ancora vivo da qualche parte.
Effettivamente, come confermato
dalla serie animata Clone Wars, Maul è
sopravvissuto finendo sul pianeta delle discariche Lotho Minor e
costruendo due gambe meccaniche con cui sostituire quelle tagliate
da Obi-Wan Kenobi. Successivamente è tornato in
grande stile nella scena conclusiva di Solo: A
Star Wars Story.
Sei
anni dopo l’ultimo capitolo della saga e il primo made in USA,
Millennium –
Quello che non uccide mostra inesorabilmente tutti i
limiti e i punti di non ritorno di un’operazione dettata da
esigenze commerciali esplicite, priva dell’intervento salvifico di
un autore con idee vere (vedi David Fincher sulla
riduzione di Uomini che odiano le donne) e di
un’interprete che abbracci con verosimiglianza il carattere
disturbante e spigoloso della protagonista Lisbeth Salander, a cui
avevano già prestato il volto Noomi Rapace e Rooney Mara. Claire
Foy, perfetta Regina Elisabetta in The
Crown, è un’attrice dotata, volenterosa e
serissima nell’approccio, tuttavia non riesce mai a sciogliere
quell’impressione di inadeguatezza al ruolo in senso lato che si
percepisce durante il film, e quel suo essere fin troppo amorevole
(nello sguardo, nella fisicità, perfino nei colori) e inoffensiva
per un personaggio così specifico.
Fede
Alvarez, regista più vezzo all’horror, non ha la
personalità di Fincher (che invece aveva in qualche modo
legittimato il rifacimento del 2012), né soluzioni d’autore
(pensate al montaggio alternato o alle sequenze di flashback di
Uomini che odiano le donne), così decide di fare ricorso alle
formule più classiche dei generi di riferimento, thriller e noir,
finendo per mettere in piedi la solita spy story in stile
supereroistico dove il personaggio principale è una donna fragile
ma tosta, la cui infanzia spezzata torna a farle visita e che si
riconcilierà con un quadro familiare mai risolto.
Davanti
la macchina da presa la Foy si impegna, corre nella neve, incupisce
i suoi occhi infantili, ma cammina sempre sul velluto come
d’altronde ogni reparto tecnico/artistico; non perché sia incapace
di mostrare le varie sfumature della rabbia (qui pare piuttosto
monocromatica rispetto alle precedenti versioni), ma semplicemente
perché costretta in un abito sbagliato, che le sta male. Rifiuta
con il momento storico del Me Too e delle rivendicazioni
femminili l’etichetta di “eroina” quando la realtà del film e il
percorso della sceneggiatura vanno proprio in quella direzione, più
superficiale del previsto e soprattutto infantile.
Di
Millennium, della “vecchia” Lisbeth, della
tensione anche sessuale che l’adattamento di Fincher aveva
imbastito sei anni fa rimane soltanto l’etichetta posta davanti al
titolo e il ricordo quasi evanescente di un cinema che preferisce
seguire l’idea, non la politica, il rischio, non la
difesa.
Tutti amano i personaggi del
Marvel Cinematic Universe e gli
attori che li interpretano, tuttavia sta diventando sempre più
chiaro che i volti dietro la telecamera sono altrettanto amati dai
fan dei quell’universo cinematografico.
James
Gunn si è dimostrato un pilastro dello studio con i suoi
adorabili personaggi dei Guardiani della Galassia, arrivando
addirittura a scrivere una sceneggiatura speciale di Groot per
trasmettere i pensieri e le emozioni di tutti gli alberi.
Ovviamente poi le cose, per lui, non sono andate come previsto.
Taika Waititi,
regista di Thor: Ragnarok, potrebbe addirittura
arrivare a oscurare la fama e l’ammirazione degli attori del film,
grazie alla sua esuberante personalità, dimostrata anche durante
l’ultimo Festival di Venezia, dove ha preso parte
alla Giuria Internazionale.
Questi registi hanno creato
personaggi memorabili che sono immediatamente riconoscibili, e gli
sceneggiatori di Infinity War, Christopher Markus e Stephen
McFeeley, ne erano consapevoli.
Per garantire che i personaggi
fossero coerenti in tutto il MCU, Markus e McFeeley sono rimasti
in stretto contatto con Gunn e Waititi, per assicurarsi che il loro
lavoro fosse fedele a quanto costruito nei film “solisti”. Questo
ha permesso ad Infinity War di conservare le caratteristiche
fondamentali dei personaggi più esuberanti.
Mark Ruffalo ha spoilerato la fine
un anno prima
I social media sono il peggior
nemico dei malati di spoiler. Per cercare di arginare questa
constante e incontrollata fuga di notizie e di dettagli, i Marvel Studios architettano ogni tipo di
stratagemma, da contratti blindati a false sceneggiature, per
cercare di confondere le acque. E i segreti di Infinity War sono
stati custoditi esattamente nello stesso modo.
Tuttavia, c’è sempre la “pedina
impazzita”. Durante un’intervista l’anno scorso, Mark Ruffalo,
attore che interpreta Bruce Banner / Hulk,
si è lasciato sfuggire un enorme spoiler, confessando che “alla
fine tutti muoiono”.
Il suo co-protagonista, Don
Cheadle, che interpreta James Rhodes / War Machine, è
rimasto visibilmente scioccato da questa dichiarazione pubblica,
come si vede chiaramente nel
video dell’intervista. Ruffalo ha cercato di fare marcia
indietro, sostenendo che solo la metà del cast che è poi
effettivamente morto nel film.
Come ora sappiamo, molti personaggi
hanno perso la vita in Infinity War. Tuttavia, questi sono
personaggi dei fumetti e quindi il loro trapasso è spesso non
definitivo.
Robert Downey Jr. ha riscritto le
sue scene
Alla gente piace scherzare sul fatto
che Robert Downey Jr. non reciti realmente quando
ritrae l’alter ego di Iron Man, Tony Stark, specialmente quando si
tratta di assumere quell’atteggiamento compiaciuto e vagamente
arrogante. I fan paragonano la spavalderia di Stark a quella
di Downey Jr. stesso e pensano costantemente che le somiglianze
siano troppo ovvie per essere ignorate. Sembra che in parte ci sia
un fondo di verità.
Scopriamo adesso che Downey Jr.
scrive spesso le sue battute. I registi di Infinity War, i Russo,
erano ben consapevoli del fatto che l’attore avesse molta
familiarità con il personaggio, cosa che loro non avrebbero mai
potuto raggiungere. Data l’importanza di Iron Man nella costruzione
del MCU, i registi hanno ritenuto
che fosse estremamente importante che il personaggio fosse
rappresentato correttamente. Così i Russo si sono incontrati con
l’attore prima di girare le scene, lasciandolo libero di dire ciò
che voleva.
Joe Russo ha descritto l’atmosfera
sul set di Infinity War come un’esperienza “altamente
collaborativa”. Sia i registi che gli sceneggiatori erano molto
impegnati nel ritrarre correttamente i personaggi e non non stati
affatto orgogliosi, andando a chiedere consiglio a chi era stato
più a lungo nel MCU.
La lettera di rifiuto di
Deadpool
Così come Deadpool è capace di
prendere in giro i suoi colleghi supereroi, allo stesso modo
Ryan Reynold è il migliore a prendersi gioco dei
suoi colleghi attori. Quindi, invece di congratularsi con il
cast di Infinity War per il loro film da record,
Reynolds ha fatto quello che sa fare meglio e ha deriso con
simpatia i colleghi.
Reynolds si è congratulato con il
cast per il loro successo. Ha elogiato la loro tenacia e
perseveranza. Ha poi detto che erano il tipo di persone che non si
arrendono mai, ma nemmeno lui si arrende. Il Tweet in cui si
complimentava, era accompagnato da una foto di una lettera di
rifiuto piuttosto brutale indirizzata a Deadpool,
nientemeno che dallo stesso Tony Stark. Nella lettera, Stark
rifiuta in modo molto semplice e conciso di accettare Deadpool
nella squadra dei Vendicatori.
Elizabeth Olsen ha odiato il suo
costume scollato
Per la maggior parte, l’MCU fa un buon lavoro assicurandosi
che le loro eroine siano ben coperti. Tuttavia, Elizabeth
Olsen, Scarlet Witch / Wanda Maximoff, non ha potuto fare
a meno di notare una differenza fondamentale tra il suo costume e i
suoi compagni. Scarlet Witch ha mostrato un po’ più di pelle
rispetto al resto della donne negli Avengers, e la Olsen non ne è
stata molto contenta.
Elizabeth ha rivelato che
desiderava che il suo super-completo fosse un po’ meno
scollato, cosa che ha messo la Olsen a disagio, dati
soprattutto i costumi molto casti dei suoi colleghi. L’attrice
ha ammesso di aver notato che le sue colleghe, Tessa Thompson e
Scarlett Johannson, avevano costumi che non
sfoggiavano la scollatura quanto il suo, e desiderava che le fosse
stato offerto lo stesso lusso.
Tuttavia, Olsen ha anche notato che
la versione a fumetti del suo personaggio, un body rosso brillante
con una “W” rovesciata sulla fronte, era “veramente orribile”.
L’attrice ha apprezzato il fatto che lei almeno non abbia dovuto
indossare quell’abito.
Robert Downey Jr. si è rifiutato di
indossare una tuta per la mocap
Quando sei Robert Downey Jr., puoi
fare quello che vuoi. Non è un’iperbole, è un dato di
fatto. Molti fan del Marvel Cinematic Universe
attribuiscono a Iron Man il suo successo del multi-franchising, e
molti fan di Iron Man attribuiscono a Downey Jr. il merito di aver
reso Tony Stark l’icona della cultura pop che è oggi.
Quindi non ci meravigliamo se
l’attore sfrutta un po’ di questo amore del pubblico per fare
quello che gli va e dettare le regole. A quanto pare, RDJ si è
rifiutato di indossare la tuta per la motion capture che doveva
essere utilizzata per ricostruire l’armatura in alcune scene.
Mentre i suoi co-protagonisti, come
Tom Holland che interpreta Peter Parker / Spider-Man, o Mark
Ruffalo per Hulk, si sono prestati senza problemi, Downey Jr.
indossava semplicemente la metà superiore della sua tuta di Iron
Man, mentre i suoi pantaloni sono stati poi aggiunti i post
produzione.
Gli
orrori di photoshop
La maggior parte degli attori ha a
che fare con i loro corpi photoshoppati. È purtroppo una procedura
standard nel settore, anche quando non ce ne sarebbe necessità. I
busti sono ingranditi, i muscoli sono più definiti, le rughe, le
smagliature e le borse sotto gli occhi vengono rimossi. Per fortuna
sempre più star si rifiutano di approvare questa attività.
Alcuni, per manifestare contro la
pratica, arrivano addirittura a mostrare i loro corpi reali insieme
alla versione photoshoppata. Elizabeth Olsen di Infinity War ha
visto la sua faccia
orribilmente photoshoppata. La Olsen è apparsa in una serie di
cover di Empire Magazine per Infinity War con un volto
irriconoscibile.
L’attrice ha notato la bizzarra
somiglianza e ha pubblicato la copertina sui social media,
chiedendo ai fan se il risultato foto-ritoccato le assomigliasse
davvero. I follower della Olsen hanno concordato sul fatto che la
Scarlet Witch presente sulla rivista non aveva assolutamente
nessuna somiglianza con l’immagine dell’attrice.
Empire negò il ritocco, e la Olsen
dopo un po’ eliminò le immagini, ma è palese che photoshop è stato
utilizzato con molta approssimazione!
Gli attori non conoscevano tutta la
trama del film
La Marvel è disposta a fare di tutto
per evitare gli spoiler, anche se questo significa tenere il cast
all’oscuro. Tutto il cast, i nuovi attori e le star di lunga
data, sono stati tenuti all’oscuro sui colpi di scena di Infinity
War. E gli attori hanno reagito in modi contrastanti,
naturalmente.
Per Don Cheadle, il mistero era
tutto parte del divertimento. L’attore ha rivelato che in realtà
preferiva non sapere cosa sarebbe successo nella sceneggiatura. Gli
piaceva conoscere i punti chiave della trama guardando il film,
come fosse un fan.
Tuttavia questi passaggi erano
necessari a causa di alcuni attori che nel tempo si sono dimostrati
incapaci di mantenere i segreti.
A Holland non è stato dato l’accesso
all’intera sceneggiatura durante le riprese e non era nemmeno a
conoscenza della più grande scena del suo personaggio fino a quando
non è arrivato il momento di girarla.
Joe Russo ha detto che era
impossibile inserire i Difensori in un crossover
La Marvel ha praticamente deciso che
non avrebbero fatto incontrare i loro programmi TV con i loro film.
Certo, c’è qualche riferimento occasionale, ma mai un vero e
proprio incontro trai personaggi. Secondo il regista di Infinity
War, Joe Russo, questo è l’unico collegamento che possono avere i
due mondi. Russo ha ammesso che era stato preso in considerazione
un crossover tra i Defender di Netflix e i Vendicatori della MCU.
Tuttavia, il regista ha ritenuto che
fosse già abbastanza difficile mantenere la comunicazione tra tutti
i diversi registi della Marvel senza aggiungere gli
showrunner della TV al mix. Alla fine, Russo ha deciso che un
crossover tra i personaggi televisivi e i personaggi di Infinity
War era “praticamente impossibile” e ha deciso di concentrarsi sui
personaggi del film.
Chris Hemsworth aveva paura che
Thor sarebbe ritornato a essere serio
Quando Chris
Hemsworth per la prima volta ha portato sullo schermo
Thor, il personaggio era molto molto serio. Il Dio del Tuono era un
pesce fuori dall’acqua che non capiva i costumi, i metodi o le
battute degli Avengers.
In Thor: Ragnarok,
il dio ha imparato il senso dell’umorismo. Certamente ha fatto
molta strada, ed è esattamente il motivo per cui Hemsworth era così
protettivo del suo alter ego mentre girava Infinity War. Prima
di presentarsi sul set, Hemsworth si è assicurato di fare una
richiesta molto importante dei fratelli Russo: ha chiesto loro di
non rendere di nuovo Thor serio.
Hemsworth ha detto ai suoi nuovi
registi che voleva mantenere Thor leggero e divertente, così come
era stato interpretato in Ragnarok grazie allo spumeggiante senso
dell’umorismo del regista Taika Waititi.
A questo punto è sembrato abbastanza
ovvio che i Russo siano stati più che felici di acconsentire, visto
come sono andati avanti e hanno convinto Waititi per sviluppare i
suoi personaggi per la loro sceneggiatura.
The Hate U Give
del regista GeorgeTillmanJr. presentato alla FestadelCinemadiRoma, ci dipinge in modo
chiaro e fresco il quadro attuale, senza mezzi termini e in modo
potente. E per farlo sceglie la giusta “voce”: quella di Starr,
sedicenne di Garden Heights in Georgia, eroina dell’omonimo libro
scritto da AngieThomas, uscito
solo due anni fa e nato proprio sotto l’ombrell del movimento
BlackLivesMatter.
The Hate U Give, la trama
Trayvon Martin 17 anni, Jordan
Edwards 15 Anni, Michael Brown 18 Anni, Oscar Grant 22 anni,
Philando Castile 32 Anni: sono solo alcuni nomi di ragazzi uccisi
dalla polizia americana negli ultimi anni. Non sono nomi di
personaggi inventati, avevano una vita, una famiglia, erano persone
prima di tutto. La loro colpa? Il colore della loro pelle. Sentiamo
queste news in modo distratto alla TV o Qui in Italia quasi non
arrivano, così che questa realtà sembra così lontana da noi.
Eppure, per la maggior parte dei ragazzi afroamericani, è la
quotidianità.
The Hate U Give, il film
Starr (AmandaStenberg) è una ragazza come tante, ama le sue
scarpe da ginnastica, l’hip-hop anni ’90 e il Principe di Bel Air.
Ha una bella famiglia, due genitori che si amano e due fratelli che
le vogliono bene. Ma Starr ha anche una doppia vita: quando è a
casa, nella sua comunità, tra la gente che l’ha vista crescere, è
quella di sempre. Sa come comportarsi, conosce bene chi gestisce la
gang locale perché suo padre ne faceva parte e sa badare a se
stessa. Ma quando è a scuola, una privata dall’altra parte della
città, diventa una versione “più bianca” di se: cerca di non usare
lo slang, evita i conflitti e riga dritto, per non essere
identificata come una del ghetto. Ma la particolarità di Starr è
che è entrambe queste versioni di sé e capisce e conosce entrambi i
mondi. Una sera per caso incontra il suo amico di infanzia
Khalil (AlgeeSmith) e in una escalation di
eventi diventa unica testimone della morte dell’amico per mano di
un poliziotto. Da questo punto il film poteva prendere le direzioni
più disparate, concentrarsi sugli eventi o sui perché, come in
FruitvaleStation, film di debutto di RyanCoogler del 2014 che raccontava la vera
storia di Oscar Grant. Ma The Hate U Give trova la sua forza
nel punto di vista che ci offre sulla tragedia: quello di
Starr.
Una ragazza giovane, intelligente,
che si fa domande, che non ci sta alle ingiustizie ma allo stesso
tempo non sa cosa fare, che non è invincibile, che non ha sempre
ragione e che non giudica le cose a priori. La perfetta performance
di Amandla Stenberg poi aiuta molto, rieuscendi a veicolare
tutte le emozioni della protagonista attraverso sguardi e primi
piani che a volte fanno davvero tanto male, soprattutto se ci si
ferma a pensare che tutto questo non sia finzione.
GeorgeTillmanJr. trova la Giusta lente sotto la quale sviluppare questa
storia in modo da farla diventare perfetta per il pubblico più
giovane: sceglie un linguaggio visivo accattivante, degli attori
idoli dei teenager ( KJApa star di Riverdale e SabrinaCarpenter
direttamente da DisneyChannel), riferimenti di
pop-culture tra una battuta e l’altra e una colonna sonora che
spazia da KendrickLamar a Tupac. E il titolo
del film proviene proprio da un idea di Tupac, che negli anni 90
coniò il termine THUG LIFE: non è nulla di gangster ma
semplicemente l’acronimo della frase “The Hate U Give Little
Infants F—s Everybody” ovvero che quello dell’odio è un circolo
vizioso, l’odio genera odio e se noi mostriamo ai bambini l’odio
loro impareranno solo ad odiare e non amare. Spesso si dice che un
film è “necessario” e The Hate U Give era proprio il film
necessario in questo preciso momento storico, in particolare in
America.
Forse non era il prodotto giusto
per un circuito da festival: troppo “pop”, “poco artistico” magari…
Ma questo non è di certo un film da “critici”. È un film fatto per
le persone, fatto per i ragazzi, protagonisti assoluti e
involontari di questa tragedia. E l’importante è che The Hate U
Give trovi la giusta collocazione anche nelle sale italiane perché
è una di quelle storie raccontate così bene e in modo
così forte e
diretto da entrarti dentro e non uscirne più.
Presentato in anteprima mondiale
alla tredicesima Festa del Cinema di Roma, The Girl in
the Spider’s Web (Millennium: Quello che non
uccide) è il nuovo capitolo della saga dedicata al
personaggio Lisbeth Salander e adattamento del del primo romanzo
della serie scritto da David
Lagercrantz (edito in Italia da Marsilio Editori),
che ha raccolto il testimone di Stieg
Larsson.
Presenti alla rassegna capitolina
per incontrare la stampa il regista Fede Álvarez,
la protagonista Claire Foy (che a breve rivedremo al cinema in
First Man di Damien Chazelle) e gli altri
interpreti Sverrir Gudnason, Sylvia
Hoeks e Synnøve Macody Lund.
A
rompere il ghiaccio è il regista: “Quando ti approcci ad un
progetto simile ma soprattutto ad una serie di cui è sono stati già
prodotti diversi adattamenti il punto non diventa fare meglio di
chi ti ha preceduto, ma fare ciò che pensi sia giusto per la
storia. E se hai uno stile e un punto di vista originale è un
valore aggiunto che renderà il film diverso dagli altri. D’altronde
stiamo raccontando un mondo e dei personaggi che si sono evoluti
nel tempo e nei romanzi, quindi era giusto cambiare insieme a loro
e spingere sulle sfumature più noir, come se fosse un capitolo di
007“.
Quello che non uccide è il terzo
lungometraggio di Alvarez dopo i due horror Evil
Dead e Man in The Dark, due lavori che
sembrano aver influenzato il suo approccio alla saga di
Millennium: “La matrice dell’orrore mi ha aiutato
senza dubbio, perché questo progetto si legava allo stesso tono
delle altre cose che ho girato. A cominciare dalla costruzione
della suspense e finendo con ciò che ritengo da sempre il mio
obiettivo principale: realizzare due film contemporaneamente, uno
per me e uno per il subconscio. C’è qualcosa che vedi sullo
schermo, letterale, e qualcosa che cerchi di suggerire utilizzando
la musica, la messa in scena, insomma tutti gli elementi del
genere. Facendo come diceva Hitchcock, ovvero girando scene d’amore
come quelle di morte, contraddire insomma ciò che mostri con
qualcos’altro.”
Gli occhi della sala però sono
tutti puntati verso la “Regina”, Claire Foy, nuova
Lisbeth Salander dopo Rooney Mara nella pellicola
diretta da David Fincher. Per lei calarsi nei
panni questo personaggio è stato interessante perché “Lei non è la classica protagonista, non è piacevole e non
vuole piacere per ovvie ragioni. Non cerca di essere attraente in
ogni modo, è complessa e difficile, con una profondità d’animo
incredibile. Abbiamo fiducia nel fatto che il pubblico possa
accogliere qualcuno come lei di cui non si fida e pian piano
entrare nella sua testa…perché magari è proprio questo che cercano
e che cerchiamo, qualcuno di non convenzionale, vediamo in loro
qualcosa che ammiriamo.”
E a dispetto dell’apparenza,
Lisbeth non voleva sembrare l’ultima
delle supereroine invincibili del grande schermo:
“Non ho mai pensato che lo fosse, ma
ne ho sempre ammirato il forte spirito di sopravvivenza e il modo
di pensare e agire più velocemente di chiunque. Si nasconde dietro
uno scudo di sicurezza che nasconde una grande fragilità, come se
Davide e Golia convivessero nella stessa persona.“
A chi
invece chiede se ci sia una differenza d’approccio tra persone
realmente esistite e persone frutto di finzione, l’attrice spiega
che “il processo è uguale ogni volta, scegli il
personaggio perché vuoi esplorare parti di te stessa nuove. O
perché c’è qualcosa che riconosci che vuoi comunicare. Quando il
personaggio è realmente esistito bisogna partire dal presupposto
che qualsiasi cosa tu faccia sarà sempre sbagliato, e che non sarai
mai quella persona; puoi solo pensare di poter portare te stesso e
la tua esperienza nel ruolo. Un modo di lavorare liberatorio,
istintivo, che implica un’immensa fiducia in te stessa e nel
regista“.
Ma c’è
qualche punto di contatto tra la hacker di Millennium e la
Regina Elisabetta interpretata nelle prime due
stagioni di The
Crown? “Non direi che abbiano molto in comune.
Tranne il fatto che per ragioni diverse provengono da un background
in cui era vietato esprimere le proprie emozioni. Lisbeth pensa che
le emozioni la rendano fragile, come quando nel primo libro capisce
di essere innamorata di Mikael Blomkvist e questa cosa la
terrorizza. Elizabeth invece è stata costretta in posizione sociale
dove le emozioni non aiutano, almeno in pubblico.“
Vi ricordiamo che Quello che non
uccide arriverà in sala il 31 ottobre.
La notte del giudizio è il
primo film che ha dato vita all’omonima saga. Da un’idea di
James DeMonaco, La notte del giudizio è
ambientato in futuro distopico neanche troppo lontano, durante il
quale, nella notte tra il 21 e il 22 marzo, ogni azione criminale
viene ritenuta legale. Questo film e la sua saga sono state
prodotte da Jason Blum, fondatore della
Blumhouse Production (Split,
Scappa – Get Out,
Halloween). Da questa serie di film è stata la serie
televisiva The Purge, uscita sulla piattaforma Amazon Prime Video dal 5 settembre. Il tema della
serie è lo stesso de La notte del giudizio: più che altro la serie
si divide in quattro trame che seguono alcune persone che vivono
l’epurazione.
La notte del giudizio
1. L’idea per realizzare
La notte del giudizio venne da un incidente.
James DeMonaco, sceneggiatore e regista del film
ebbe l’idea del film dopo che la moglie rischiò la vita in un
incidente d’auto fortunatamente evitato. DeMonaco, uscito dall’auto
completamente avvolto dall’ira, ha cercato di affrontare l’altro
conducente, ma la moglie lo ha fermato in tempo. Una volta risaliti
in macchina, la moglie espresse l’idea del fatto che sarebbe bello
se ci si potesse sfogare liberamente una volta l’anno. Qualche anno
dopo, mentre DeMonaco era a Toronto per un film, si accorse che i
fatti di cronaca che sentiva o leggeva dai telegiornali e stampa
locale erano molto meno violenti di quelli che avvenivano in
America. Da questi due fatti è nato La notte del giudizio.
2. La notte del giudizio ha
una storia simile a quella di Yuli Daniel. Daniel ha
scritto una storia simile in un racconto intitolato This is
Moscow Speaking. Daniel era un dissidente con libertà limitata
nello scrivere storie critiche rivolte al governo sovietico. In
ogni caso, quando Leonid Brezhnev salì al potere, nel 1965, Daniel
venne arrestato insieme al suo compagno Andrei
Sinayevskii, per aver scritto This is Moscow
Speaking e altre storie scritte sempre da Daniel durante le
purghe staliniane. L’anno successivo i due uomini vennero ritenuti
colpevoli e mandati a lavorare in Siberia. Questo segnò la fine
della libertà dei dissidenti del movimento durante l’Unione
Sovietica.
3. In La notte del
giudizio, le maschere avevano un significato preciso. Il
principio di utilizzare delle maschere era quello di rievocare i
costumi di Halloween, una metafora del fatto che alcune persone
vedono la notte del giudizio come un giorno di celebrazione. Tra le
altre cose, la scelta delle giornate del 21 e 22 marzo non è stata
casuale: infatti, nei paesi anglofoni, il 21 marzo viene indicato
come 3/21 nella forma abbreviata. Il fatto che il mese 3 e il
giorno 21 possano essere letti come un conto alla rovescia, sta a
significare l’arrivo di un evento particolare, quello della
rinascita. Stando al calendario gregoriano, il 21 marzo cade nel
giorno dell’equinozio di primavera, momento della rinascita e del
risveglio.
La notte del giudizio – Election
Year
4. La notte del giudizio –
Election Year era stato concepito diversamente.
Originariamente,
La notte del giudizio – Election Year (2016) sarebbe
dovuto essere un prequel, un film che raccontasse la storia della
prima vera purga. L’idea è stata messa da parte quando
Frank Grillo accettò l’offerta di James DeMonaco
di riprendere il personaggio del sergente Leo Barnes. L’idea del
prequel è stata usata per il film successivo della serie, La prima notte del giudizio (2018).
5. Il franchise de La notte
del giudizio è un universo espanso. Il primo film si
svolge in una casa, il secondo nelle strade e il terzo al governo.
Ogni film della saga viene visto attraverso diversi punti di vista.
Il primo film da parte dei ricchi, il secondo da parte dei poveri e
il terzo da parte della politica.
6. Election Year si svolge
due anni dopo Anarchia – La notte del giudizio. Alcune
fonti hanno erroneamente riportato che il film si ambientava tra i
15 e i 17 anni passati da questo film e Anarchia – La notte del
giudizio, ma gli attori Frank Grillo e Edwin Hodge, che sono
presenti in entrambi i film, hanno dichiarato di non essere
d’accordo. La confusone si è creata dal fatto che ci sono 18 anni
tra il prologo e il resto del film, ma il prologo ha luogo 15 anni
prima de La notte del giudizio.
Anarchia – La notte del
giudizio
7. In Anarchia – La notte
del giudizio, alcune cose rimangono illegali. Come detto
nel primo film della serie, nelle 12 ore di purga, ogni tipo di
criminalità diventa legale, anche l’omicidio. Tuttavia, in Anarchia – La notte del giudizio (2014), alcune cose
rimangono illegali, come l’uso di alcuni esplosivi, ad esempio il
C4, granate o dinamite. Politici e uomini del governo al di sopra
di un certo livello sono esenti dalla notte del giudizio.
8. In Anarchia, il nome del
sergente è Leo Barnes. Il nome non viene mai
esplicitamente detto nel film e la maggior parte dei dialoghi, che
includevano la sua storia, sono stati tagliati in fase di
post-produzione. Il personaggio riappare il La notte del
giudizio – Election Year.
9. Nella saga de La notte
del giudizio sono pochi i ruoli ricorrenti.Edwin
Hodge, Tyler Osterkamp e Nathan Clarkson
sono gli unici attori che hanno ruoli ricorrenti dal primo film
della saga de La notte del giudizio.
La notte del giudizio:
streaming
10. Questi tre film si
trovano in streaming su Chili. Per chi volesse rivedere
l’intera saga (La notte del giudizio, Anarchia – La notte del
giudizio e La notte del giudizio – Election Year),
includendo anche il prequel La prima notte del giudizio
(2018) è possibile farlo accedendo alla piattaforma online di
Chili.
Arriva da domani nelle
sale EUFORIA
di Valeria Golino con Riccardo Scamarcio,
Valerio Mastandrea, Isabella Ferrari, Valentina Cervi e con Jasmine
Trinca.
Nel film Matteo
(Riccardo Scamarcio) è un giovane imprenditore di
successo, spregiudicato, affascinante e dinamico. Suo fratello
Ettore (Valerio
Mastandrea) vive ancora nella piccola cittadina di
provincia dove entrambi sono nati e insegna alle scuole medie. È un
uomo cauto, integro, che per non sbagliare si è sempre tenuto un
passo indietro, nell’ombra. Sono due persone all’apparenza
lontanissime. La vita però li obbliga a riavvicinarsi e una
situazione difficile diventa per i due fratelli l’occasione per
conoscersi e scoprirsi, in un vortice di fragilità ed euforia.
Euforia, il film
Euforia è quella
sensazione bella e pericolosa che coglie i subacquei a grandi
profondità: sentirsi pienamente felici e totalmente liberi. È la
sensazione a cui deve seguire l’immediata decisione della risalita
prima che sia troppo tardi, prima di perdersi per sempre in
profondità. Matteo ed Ettore, sono due uomini che hanno deciso in
qualche modo di perdersi. Matteo guarda il mondo dall’alto del suo
attico. È un narcisista che coltiva la distrazione e lo fa con il
denaro, la droga, il sesso, il successo e il culto del corpo.
Ettore, invece, nasconde i propri fallimenti personali, la propria
insoddisfazione, la mancanza di coraggio dietro una maschera di
disillusione e sarcasmo. Le loro reciproche certezze entrano in
crisi quando Matteo scopre che il fratello è malato e decide di
nascondergli la verità.
Mentre Ettore sceglie di lasciarsi
andare, di farsi guidare, di credere al fratello e alla sua hybris
che lo spinge a pensare di poter controllare, vincere ogni cosa.
Ispirandomi a fatti accaduti a persone a me care, mi sono
avvicinata, insieme alle sceneggiatrici Francesca Marciano, Valia
Santella e con la collaborazione di Walter Siti, a questa storia
come ad un oggetto fragile e prezioso, nel tentativo di
tratteggiare, insieme ai protagonisti, anche la nostra
contemporaneità. Un presente che sembra negare, rimuovere
costantemente la transitorietà e irrazionalità proprie della
condizione umana, spingendoci illusoriamente a credere di avere il
controllo assoluto sulle nostre vite, sui nostri corpi, di poter
vincere il tempo, fuggire il dolore.
La malattia è, invece, proprio il
luogo della fragilità, della caducità, ci mette di fronte ai limiti
della nostra esperienza umana ma anche a quanto di più profondo e
prezioso essa custodisce. E in questo senso porta i protagonisti a
fare i conti con le proprie ipocrisie e a riconoscersi. Ettore e
Matteo scelgono di non rimandare più il momento della
consapevolezza, scelgono di tornare in superficie.
Già regista di discreti successi
come il remake de La Casa e Man in the
Dark, Fede Alvarez sta ora presentando in
giro per il mondo Quello che non
uccide, pellicola tratta dal quarto romanzo della
saga ‘Millennium’, il primo della serie scritto
dallo scrittore e giornalista svedese David
Lagercrantz (edito in Italia da Marsilio Editori), che ha
raccolto il testimone di Stieg Larsson – autore
dei primi tre romanzi.
Durante la tappa romana, nell’ambito
della Festa del Cinema 2018, il regista ha commentato l’ipotesi di
considerare la sua Lizbeth Salander, interpretata da Claire Foy,
come una specie di supereroe. Ma la sua risposta è stata
inaspettata:
“È introdotta come se fosse
il classico supereroe, anche se non era intenzionale, non mi
piacciono i supereroi, mi opprimono, trovo il loro immaginario
profondamente opprimente. So che dovrebbero ispirarti, a partire da
ciò che dicono…come quando vedi Captain America sullo schermo…ma
riesco solo a pensare che non sarò mai come lui. E’ così. Mi
deprime non poter essere così. Capisco che Hollywood sia una
macchina incredibile capace di raggiungere persone in tutto il
mondo, ma penso anche che siamo arrivati a due livello di
saturazione.
Nel caso del film la
introduciamo come se fosse un supereroe, e poi inizia a dubitare e
far dubitare il pubblico. Mi piace prendere un personaggio e
distruggerlo, le tiro addosso ogni sorta di impedimento per
raccontare la loro verità. Ed è ciò con cui riesco a identificarmi
meglio. Perché penso che, forse, ho qualche chance di essere come
loro.”
La decisione della Warner Bros di
posticipare di diversi mesi l’uscita di Wonder Woman 1984 ha riconfigurato il
calendario autunnale completamente differente per il 2019. Gli
altri titoli in uscita si stanno adesso tutti spostando in
prossimità della data che era “appartenuta” al film di
Patty Jenkins, giustamente considerato
l’avversario da battere al box office.
L’annuncio è stato fatto da
Gal Gadot via Twitter, e adesso, attraverso lo
stesso canale social, anche la regista Jenkins commenta piena di
entusiasmo lo spostamento dell’uscita in sala del sequel targato
WB/DC Comics. Patty ha spiegato che non vede l’ora di far
vedere a tutto il mondo il lavoro che sta portando avanti con la
sua troupe e il suo bellissimo cast.
Con la produzione ancora in corso,
questo ritardo garantirà a Patty Jenkins e alla
sua squadra tanto tempo in più per lavorare al film, con più spazio
per riprese aggiuntive e post-produzione. Per quanto riguarda le
prossime uscite
DC al cinema, sono in programma Shazam!,
già girato, e Birds of Prey con Margot
Robbie e Joker con Joaquin
Phoenix.
Il film vedrà ancora come
protagonista Gal Gadot opposta
a Kristen Wiig, scelta per interpretare la
villain Cheetah. L’ultimo acquisto del cast è Pedro
Pascal, di cui non è stato ancora confermato il
personaggio. Il film sarà ambientato durante la Guerra Fredda e la
sceneggiatura è stata curata da Goeff
Johns e Patty Jenkins.
Continuano le teorie e le
speculazioni su Avengers 4 e ieri sera, una foto
trapelata dal set del film, potrebbe aver confermato un’idea a
lungo immaginata dai fan. L’immagine in questione vede
Gwyneth Paltrow indossare una specie di armatura, un costume
molto simile a quelli indossati da Ant-Man e
Wasp.
Sembra molto probabile, quindi, che
ci sarà un bel po’ d’azione anche per Pepper Potts
che si trova, secondo le teorie, di fronte a un bivio. Da una parte
c’è chi pensa che potrebbe trattarsi di una tuta per il viaggio nel
tempo attraverso i vortici temporali nel Regno Quantico. Magari
Pepper potrebbe finalmente prendere parte attiva nella lotta contro
i cattivi, come accaduto in Iron Man 3.
L’altra teoria sembra invece più attendibile e vedrebbe la compagna
di Iron Man trasformarsi in Rescue, un nuovo eroe
al femminile che andrebbe ad affiancare Captain Marvel nella lista di new
entry nel film dei Fratelli Russo.
Se questo dovesse essere vero,
l’immagine vista ieri sarebbe il primissimo sguardo
alla Mark 1616, l’armatura di Potts, molto
diversa per spirito e funzionalità, a quella di Iron
Man, che si adatta alle doti che Pepper assume dopo
l’impianto del Reattore Arc. A sostegno di questa
teoria, ecco una foto in cui compare una miniatura di quella che
sembra esattamente Rescue!
Potete vedere il personaggio in foto, in basso a destra.
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del
Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch,
Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth
Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave
Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner,
Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
La Paramount Pictures ha spostato
l’uscita di Terminator 6 nello slot appena lasciato
libero da Wonder Woman
1984. Così adesso il film che vede tornare
Linda Hamilton e Arnold
Schwarzenegger nei ruoli di Sarah Connor e del T-800
arriverà all’inizio di novembre 2019. Il film era previsto
inizialmente per il luglio 2019, ma con lo spostamento del film con
Gal Gadot e Chris Pine, diretto
da Patty Jenkins, a giugno del 2020, si è liberato
uno slot molto propizio alla fine dell’autunno.
Terminator 6
arriverà in sala il 15 novembre 2019, e questa data d’uscita lo
pone in concorrenza con il reboot di Charlie’s
Angels, al momento in fase di produzione.
Il film “fingerà” che Terminator 3, 4 e
5 non siano mai esistiti e continuerà la storia
da Terminator 2: Il Giorno del Giudizio.
Nel cast del film
tornano Arnold
Schwarzenegger e Linda
Hamilton. Completano il cast Mackenzie Davis,
Diego Boneta e Gabriel
Luna.
Alla regia
di Terminator 6 è stato
confermato Tim Miller. Il film sarà un sequel
del secondo capitolo e vedrà Linda Hamilton tornare nei panni
dell’eroica Sarah Connor.
La Warner Bros ha
scelto Dante Pereira-Olson per interpretare
un Bruce Wayne, e Douglas Hodge come nuovo Alfred
Pennyworth cinematografico, attori che si uniscono al cast di
Joker, il film attualmente in fase di riprese con
Joaquin Phoenix nel ruolo del titolo e diretto da
Todd Phillips.
Dopo il parziale fallimento
dell’ultima incarnazione di Joker da parte di Jared Leto in
Suicide Squad, la WB ha scelto di fare spazio a
un progetto più originale, che racconterà l’origine del Clown
Principe del Cirmine e non dubitiamo che il film sarà una ventata
d’aria fresca nel panorama degli odierni cinecomic e che forse
potrebbe operare delle scelte molto particolari. A sostegno di
queste “scelte particolari” sta prendendo piede una teoria, in
rete, che vorrebbe Phillips omaggiare Tim Burton e il suo racconto
cinematografico di Batman.
Sappiamo che nel film ci saranno
Martha e Thomas Wayne, e
sappiamo ora che anche il piccolo Bruce e Alfred saranno presenti
(anche se non possiamo immaginare in che modo saranno inseriti
nella storia). Insomma, gli elementi del mondo di Batman ci
saranno, ma si avanza l’ipotesi che l’omaggio a Burton sarà far
ammazzare i genitori di Bruce da Arthur Fleck, così come il regista
aveva fatto uccidere i Wayne da Jack Napier/Joker e non da un
criminale qualsiasi come nei fumetti.
Se questa teoria dovesse essere
confermata, potrebbe rappresentare un ottimo gancio per il lancio
di un nuovo corso degli eventi, alla Warner Bros/DC Comics, in cui
un universo condiviso potrebbe essere ripensato e ricostruito dalle
fondamenta.
Joker arriverà nelle sale
il 4 ottobre 2019, come ufficializzato nelle
ultime ore dalla Warner
Bros e sarà diretto da Todd
Phillips (Una notte da leoni).
Il film sarà ambientato nel
1980, e racconterà l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua
trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.
Ufficiali nel cast del
film Joaquin Phoenix, Zazie Beetz, Robert De
Niro, Frances Conroy, Marc Maron.