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Marvel Cinematic Universe, gli 85 momenti più iconici in un video celebrativo

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La Marvel Comics ha recentemente festeggiato il suo 85° anniversario e, per celebrare l’occasione, i Marvel Studios hanno pubblicato una compilation che evidenzia gli 85 momenti più iconici del Marvel Cinematic Universe finora.

Il video dura quasi un’ora (puoi sempre saltarlo se hai poco tempo) e presenta scene di praticamente tutti i film MCU e serie Disney+ che sono stati distribuiti, da Iron Man fino a Echo.

Molti di questi momenti sono davvero iconici: Capitan America che raccoglie Mjölnir in Avengers: Endgame, “Io sono Iron Man” di Tony Stark (entrambe le volte che lo dice!), ecc., ma possiamo vederne altri, come il “dance off” di Peter Quill con Ronan l’Accusatore nel primo Guardiani della Galassia e scene tratte da Ant-Man and the Wasp: Quantumania, tanto per essere un po’ più controversi e scegliere icone che la maggior parte del pubblico non condivide.

Questo video tributo fa seguito a un altro montaggio che mette in luce alcuni progetti imminenti, che ci ha dato un primo sguardo ufficiale a titoli come Thunderbolts*, Ironheart e Daredevil: Born Again. “Spesso ripenso agli anni ’60 e al famoso Bullpen Marvel con Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko che creavano Spider-Man, The Avengers, The X-Men e The Fantastic Four”, ha detto il capo dei Marvel Studios Kevin Feige nel video, riflettendo sulla storia del marchio. “‘La Casa delle Idee’: si chiama così per un motivo”.

Le clip sono state montate in ordine cronologico sulla timeline, iniziando con Captain America: The First Avenger e terminando con la stagione 2 di Loki. Guarda il video qui sotto (quando ne hai la possibilità!) e facci sapere se pensi che abbiano perso qualche momento iconico, così come quali non ritieni meritevoli di essere inclusi.

Gli 85 momenti più iconici del Marvel Cinematic Universe

“Il 31 agosto 1939, l’uscita di MARVEL COMICS (1939) n. 1 ha dato vita a qualcosa di speciale: l’Universo Marvel. Dalle strade di New York ai confini del Multiverso, l’Universo Marvel ha aperto i lettori a innumerevoli storie strane e viaggi nel mistero con i suoi eroi e cattivi. Fin dai suoi primi giorni come Timely Comics e Atlas Comics, la Casa delle Idee ha raccontato le avventure del sensazionale, dell’inquietante e dello stupefacente”.

“Per celebrare l’85° anniversario della Marvel, segui la cronologia del Marvel Cinematic Universe da Captain America: Il primo Vendicatore alla seconda stagione di Loki in 85 momenti indimenticabili, tutti disponibili in streaming su Disney+.”

Spider-Man 4: Destin Daniel Cretton di Shang-Chi in trattative per dirigere

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Spider-Man 4 di Tom Holland continuerà a dondolare nel Marvel Cinematic Universe, con il regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli Destin Daniel Cretton nelle prime trattative per dirigere il film. Oltre a “Shang-Chi” con Simu Liu, gli altri crediti di Cretton sono “Short Term 12” del 2013, “The Glass Castle” del 2017 e “Just Mercy” del 2019.

Il finale di Spider-Man: No Way Home del 2021 ha visto il Dottor Strange di Benedict Cumberbatch lanciare un incantesimo che ha fatto dimenticare al mondo intero che Peter Parker era stato Spider-Man, che includeva anche i suoi due più cari amici MJ (Zendaya) e Ned (Jacob Batalon). Questo ha concluso la trilogia di tre film diretta dal regista Jon Watts, che ha realizzato il film originale con Holland “Spider-Man: Homecoming” nel 2017 e “Spider-Man: Far From Home nel 2019.

Non sono stati ancora rivelati ulteriori dettagli sul quarto film della serie, ma la notizia conferma che Holland è pronto per un altro tentativo nei panni dell’amichevole Spider-Man di quartiere, dopo che durante le interviste alla stampa prima di “No Way Home” aveva dichiarato di avere delle riserve sull’interpretazione del personaggio a lungo termine, soprattutto quando si avvicinava ai 30 anni.

Il rapporto tra Marvel Studios e Sony Pictures Entertainment è stato a volte tumultuoso. C’è stato due entità hanno raggiunto un punto morto sul futuro del personaggio nell’MCU e il loro accordo è stato temporaneamente annullato. Sono giunti a una risoluzione poco dopo, seguita dall’extravaganza del crossover “No Way Home” che ha portato i precedenti Spider-Men Tobey Maguire e Andrew Garfield nell’MCU.

Sony e Marvel non hanno rilasciato dichiarazioni. The Hollywood Reporter è stato il primo a riportare la notizia di Cretton.

James Earl Jones: muore a 93 anni la voce di Darth Vader e Mufasa

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James Earl Jones, il prolifico attore di cinema, televisione e teatro il cui baritono risonante e inconfondibile era noto soprattutto come voce del cattivo di Star Wars, Darth Vader, è morto lunedì mattina nella sua casa di Dutchess County, a New York, come ha confermato il suo rappresentante a Variety. Aveva 93 anni.

Dopo aver superato una profonda balbuzie da bambino, Jones si è affermato come uno degli attori neri pionieri della sua generazione, accumulando una carriera ricca e versatile che si estende per oltre 60 anni, dal suo debutto a Broadway nel 1958 al Cort Theatre – ribattezzato James Earl Jones Theatre nel 2022 – alla sua più recente interpretazione in “Il principe cerca figlio” del 2021. Per questo film, Jones ha ripreso il suo ruolo di Re Jaffe Joffer dalla commedia di Eddie Murphy del 1988 “Il principe cerca moglie – uno dei numerosi ruoli, insieme a quello di Darth Vader, che Jones ha rivisitato, tra cui la voce di Re Mustafa nel lungometraggio animato Disney “Il Re Leone” del 1994, nel sequel direct-to-video del 1998 e nel remake del 2019.

È stato il vice direttore della CIA, il viceammiraglio James Greer, in tre film di Jack Ryan, “Caccia a Ottobre Rosso” del 1990, “Giochi di potere” del 1992 e “Sotto il segno del pericolo” del 1994. Per quanto riguarda il suo ruolo più famoso, quello di Darth Vader, Jones fu pagato settemila dollari per prestare la voce al personaggio in “Star Wars IV: Una nuova speranza” del 1977, ma rifiutò i crediti per quel film e per il suo seguito, Star Wars V: L’impero colpisce ancora” del 1980, per rispetto all’attore che interpretò il ruolo sullo schermo, David Prowse.

Nel 1983, con Star Wars VI: Il ritorno dello Jedi”, Jones è diventato sinonimo di uno dei villain più memorabili e terrificanti della storia del cinema e ha finalmente ricevuto il riconoscimento per il suo lavoro. È poi tornato a prestare la voce di Fener per “Star Wars III – La vendetta dei Sith” del 2005 e “Rogue One: A Star Wars Story” del 2016.

Tra i suoi oltre 80 film, Jones ha interpretato il ruolo di un bombardiere B-52 nella satira sulla Guerra Fredda di Stanley Kubrick del 1964, “Dr. Stranamore” (il suo debutto nel lungometraggio), nel ruolo del primo presidente nero degli Stati Uniti in “The Man” del 1972, nel ruolo del temibile cattivo in “Conan il barbaro” del 1982, nel ruolo di uno scrittore solitario in L’uomo dei sogni del 1989 e nel ruolo di una ex star del baseball cieca in “The Sandlot” del 1993.

Harry Potter, aperti i casting delle serie: “Ci impegniamo per un casting inclusivo e diversificato”

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La ricerca dei prossimi Harry, Ron e Hermione per la serie Harry Potter è iniziata. HBO ha aperto un casting call per le tre star principali della storia. I fan hanno notato il casting call circolare online lunedì e HBO ne ha confermato l’autenticità a Variety.

Il casting call è alla ricerca di bambini che avranno un’età compresa tra 9 e 11 anni nell’aprile 2025 e che siano residenti nel Regno Unito e in Irlanda. L’avviso afferma inoltre che il casting sarà inclusivo per tutte le etnie e identità di genere.

“Ci impegniamo per un casting inclusivo e diversificato”, si legge. “Per ogni ruolo, si prega di inviare artisti qualificati, senza riguardo a etnia, sesso, disabilità, razza, orientamento sessuale, identità di genere o qualsiasi altra base protetta dalla legge, salvo diversa indicazione specifica”.

La domanda richiede agli attori di inviare due brevi video autobiografici, tra cui una breve poesia o un racconto, ma niente da “Harry Potter“.

“Prepara una breve poesia o un racconto a tua scelta. Può essere dal tuo libro preferito, una poesia che ami, un monologo da un’opera teatrale o qualcosa che hai creato tu stesso. Per favore, niente da “Harry Potter”. Usa il tuo accento. Massimo 30 secondi!” dice il casting call. Il secondo video autobiografico è “un breve video che ci racconta un po’ di te, inclusa la tua data di nascita, altezza e dove vivi. Inoltre, descrivi qualsiasi familiare, amico o animale domestico a cui sei particolarmente legato. Usa il tuo accento. Massimo un minuto”.

The Penguin: lo showrunner spiega perché il BATMAN di Robert Pattinson non apparirà nella serie

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Nonostante fonti attendibili sostengano che Robert Pattinson farà la sua apparizione nei panni del Cavaliere Oscuro nella serie spin-off The Penguin, Matt Reeves e la showrunner Lauren LeFranc hanno recentemente smentito queste voci, spiegando che semplicemente non sentivano il bisogno di far sentire la presenza del protettore di Gotham.

Ora, la LeFranc ha spiegato perché non hanno ritenuto una buona idea far incontrare Batman con “Oz Cobb” (Colin Farrell) dopo gli eventi del film, ed è in parte dovuto al fatto che il Crociato incappucciato non vede Oz come una minaccia abbastanza grande da preoccuparsi di tenerlo d’occhio!

È interessante, perché Matt (Reeves) e io abbiamo sempre parlato del fatto che, in verità, la sua versione di Gotham City è molto radicata. Batman non è ovunque“, racconta a CinemaBlend. “È una grande città! Inoltre, nel film è stato stabilito che non presta molta attenzione a Oz. Non pensa che valga la pena di prestargli attenzione, da questo punto di vista. Quindi, onestamente, non abbiamo pensato all’idea che Batman potesse guardare. Eravamo solo più concentrati a seguire i nostri personaggi nel nostro show“.

Anche se siamo sicuri che Oz non sarebbe d’accordo, questo ha senso. In The Batman, l’interpretazione di Colin Farrell del classico cattivo della DC Comics non viene presa molto sul serio da Bruce Wayne, Jim Gordon o dalla maggior parte dei suoi soci criminali, ed è per questo che The Penguin si concentrerà sulla scalata del personaggio che cerca di dimostrare di essere qualcuno che non avrebbero mai dovuto sottovalutare.

Ci sono molte speculazioni sulla presenza di Batman, in ogni caso, e questo è solo un tentativo di depistare i fan.

https://twitter.com/totalfilm/status/1833128521587114306?s=46&t=0JLy0uD3cBOpU1aGnWLQUQ

Cosa aspettarsi da The Penguin?

La serie riprenderà subito dopo gli eventi di The Batman, c’è un vuoto di potere a Gotham dopo l’arresto di Falcone e Oz sta cercando di riempire questo spazio. Mentre il film ci dà una buona visione delle motivazioni del Pinguino, la serie in arrivo approfondirà aspetti che non abbiamo potuto vedere nel film, dai flashback della sua infanzia al suo attuale rapporto con la madre mentalmente disturbata (Deirdre O’Connell).

Mi è piaciuto molto fare la parte nel film di Batman e l’idea che saremmo stati viziati dall’avere otto ore per approfondire la psicologia e la storia di questo personaggio”, ha detto Farrell. “I retroscena hanno un ruolo importante nella serie televisiva”.

Un’altra parte importante della sua storia sarà Sofia di Milioti, anche se non si sa molto del suo personaggio, Farrell ha rivelato: “Sono due sopravvissuti che sono stati immersi in mondi di doppiezza, sconfitta e violenza”, e ha aggiunto: “Sono molto sospettosi. Hanno anche un passato molto personale”. Sarà molto interessante vedere come si svilupperà questa storia.

Il diavolo veste Prada: 10 cose che forse non sai sul film

Il diavolo veste Prada: 10 cose che forse non sai sul film

Tra le tante commedie con protagoniste femminili realizzate nei primi anni Duemila, Il diavolo Veste Prada è probabilmente la più iconica, nonché quella che più solleva anche riflessioni non così spensierate su temi come il lavoro, lo stress e la salute mentale. Tra glamour, alta moda e vite rivoluzionate, questo film fa sì sorridere, ma anche riflettere su che tipo di persona si vuole diventare. A distanza di anni, è ancora un titolo amatissimo, complice anche le eccezionali attrici che compongono il cast.

Ecco dieci cose da sapere su Il diavolo veste Prada.

La trama di Il diavolo veste Prada

Protagonista del film è Andy, la quale dopo la laurea ottiene il lavoro da sogno per il quale “un milione di ragazze ucciderebbe”: essere l’assistente di Miranda, la direttrice di Runway, la rivista di moda più venduta del settore. Si tratta di un lavoro destinato ad accelerare la sua carriera giornalistica, se solo riuscirà a sopravvivere a un anno di lavoro per l’esigente boss. Andy, che non ha alcun senso della moda, si vede dunque catapultata in uno stile di vita pieno di ritmi frenetici, tacco minimo di tre pollici e abuso di coca cola e caffè. Ben presto, però, si accorgerà di come quella vita la sta allontanando da ciò che davvero conta e da ciò che realmente vuole diventare.

Il libro da cui è tratto il film

1. Il film si basa sul libro omonimo. Il romanzo su cui si basa il film è stato scritto da Lauren Weisberger nel 2003. Sebbene abbia tenuto a sottolineare che i personaggi siano di pura fantasia, senza nessun riferimento ad Anne Wintour, storica direttrice di Vogue, ci sono delle somiglianze e delle descrizioni che sembrano proprio farne un ritratto o quantomeno ispirarsi fortemente alla personalità della Wintour. Tra il 1999 ed il 2000, l’autrice del romanzo è infatti stata l’assistente di Wintour e sembra che l’esperienza della giovane Andy sia, in realtà, una versione romanzata della sua. La direttrice di Vogue ha poi rivelato di essere rimasta piacevolmente colpita dal film, a dispetto dello scetticismo di partenza.

Il cast del film

2. Anne Hathaway ha studiato molto per la sua parte. Dopo aver saputo di aver ottenuto il ruolo di Andy, l’attrice si è preparata per la parte offrendosi volontaria per una settimana come assistente in una casa d’aste. Ha così potuto imparare i ritmi e i compiti di tale ruolo, così da poter poi essere più realistica al momento delle riprese.

il diavolo veste prada cast

3. Meryl Streep si è presentata ad Anne Hathaway in modo molto… particolare. Come rivelato in seguito, il primo giorno di riprese, Meryl Streep ha incontrato per la prima volta Anne Hathaway, rivolgendole le seguenti parole: “Penso che tu sia perfetta per questo ruolo. Sono così felice che lavoreremo insieme“. Poi ha fatto una pausa e ha aggiunto: “Questa è l’ultima cosa carina che ti dirò“. E così è stato. Steep è a quel punto entrata nel personaggio di Miranda, mantenendo una certa freddezza nei confronti della Hathaway, così da rendere più autentico il loro conflitto.

4. È stato il primo ruolo importante di Emily Blunt. Oggi tra le attrici più apprezzate della sua generazione e candidata agli Oscar per Oppenheimer, al tempo di Il diavolo veste Prada, però, aveva alle spalle giusto qualche ruolo secondario. Fu poi scoperta dopo aver fatto un’audizione per Eragon (2006), ma era stata rifiutata dopo molteplici richiami. Un produttore di Il diavolo veste Prada decise a quel punto di inserirla in un nastro di audizione. Più di 100 attrici furono prese in considerazione per la parte e la Blunt era tornata in Inghilterra per riprendersi quando i dirigenti della Fox le proposero un’altra audizione, questa volta chiedendole di vestirsi in modo più simile al suo personaggio. Nella videoregistrazione, indossava jeans e infradito. Ottenne subito il ruolo.

5. Valentino ha voluto apparire nel film. Tra i tanti stilisti contattati per chiedere loro di partecipare al film, solo Valentino Garavani ha scelto di fare un’apparizione nel lungometraggio nei panni di sé stesso. Inoltre, egli stesso ha disegnato l’abito nero che viene indossato da Meryl Streep nella scena ambientata al museo.

Le candidature agli Oscar del film

6. Ha ricevuto due nomination agli Oscar. Il film, tra i più nominati e premiati del suo anno, è poi arrivato anche agli Oscar 2007, dove figurava nelle categorie Migliori costumi e Miglior attrice protagonista con Meryl Streep. In entrambi i casi il premio non andò a Il diavolo veste Prada, in quanto a vincere come Migliori costumi fu Marie Antoinette e a vincere come Miglior attrice fu Helen Mirren per il film The Queen.

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Qual è il significato del titolo e del film?

7. Il film lancia un messaggio ben preciso. Per quanto riguarda il titolo del film, Il diavolo veste Prada, questo fa riferimento al personaggio interpretato dalla Streep, Miranda, la quale si comporta con tale severità da risultare un vero e proprio Diavolo. Ma, lavorando nel settore della moda, è un Diavolo molto elegante, che veste Prada. Per quanto riguarda il significato generale del film, invece, questo riflette sui pericoli di una società basata sull’apparire, sul voler diventare qualcuno e su come le emozioni vengano talvolta messe da parte per poter restare in tale ambiente molto competitivo. Il film, dunque, parla di un ambiente lavorativo tossico ben prima che questo concetto divenisse popolare come lo è oggi.

Altre curiosità sul film

8. Scegliere i costumi è stato un investimento. Nonostante i molteplici prestiti dei designer, Patricia Field ha speso oltre un milione di dollari in costumi. È proprio con questo film, tra l’altro, che – come già riportato – ha ricevuto la sua prima nomination agli Oscar per i Miglior costumi. Tutti i costumi utilizzati sono stati in seguito messi all’asta per finanziare una ricerca sul cancro al seno. Tra i vari acquirenti, c’era anche Anne Hathaway, che ha acquistato il vestito verde che viene indossato dal suo personaggio nel corso del film.

9. La sceneggiatura originale era stata scritta tempo prima. Prima che il romanzo fosse pubblicato, quattro sceneggiatori avevano già provveduto a realizzare la prima sceneggiatura del film. Questo è stato possibile sulla base di un’acquisizione dei diritti precedente alla pubblicazione. Tuttavia, la prima versione si discostava molto da quanto raccontato dal romanzo, essendo questo ancora grossomodo inedito, è la storia che avrebbe dovuto essere trasposta in film sembrava un ricalco di Zoolander. Quando il romanzo è diventato poi un bestseller, si è provveduto a cambiare lo script.

Emily Blunt Il diavolo veste Prada

Un sequel del film è in fase di sviluppo!

10. Verrà realizzato un sequel. Il 4 giugno 2013 è uscito negli Stati Uniti Revenge Wears Prada: The Devil Returns (La vendetta veste Prada: Il ritorno del diavolo) ambientato dieci anni dopo il fortunato primo capitolo. Andy Sachs è divenuta editore capo di una sua rivista, The Plunge, dedicata ai matrimoni la cui Public Relation è la ex nemesi di Andrea, Emily Charlton (che nel precedente capitolo era l’assistente senior di Miranda), ora sua migliore amica. La protagonista sta organizzando il suo matrimonio con un rampollo di una delle migliori famiglie di Manhattan e reincontrerà la sua temuta mentore Miranda Pristley.

Nel luglio 2024 è arrivata la notizia che La Disney sta sviluppando un sequel del film. La sceneggiatrice del film originale Aline Brosh McKenna è in trattative per tornare a scrivere il prossimo capitolo. Non è chiaro chi del cast originale ritornerà, ma secondo quanto riferito la trama segue Priestly mentre naviga nella sua carriera in mezzo al declino dell’editoria di riviste tradizionali e affronta il personaggio di Blunt, ora un dirigente di potere per un gruppo di lusso con soldi destinati alla pubblicità di cui Miranda ha estremo bisogno.

Dove vedere il film in streaming

Il film è disponibile in streaming digitale. È possibile fruire di Il diavolo veste Prada grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonti: IMDb, Aforismi

Greenland: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film

Greenland: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film

Tra gli eventi più affascinanti da vedere al cinema vi è senza ombra di dubbio quello relativo alla fine del mondo così come noto. I film dedicati a tale catastrofe hanno sempre catturato l’attenzione del pubblico, a cui viene data l’occasione di vedere qualcosa a cui si spera di non dover mai essere diretti testimoni nella realtà. Oltre a The Day After Tomorrow, 2012 o Left Behind, uno dei film più recenti che ha portato la fine del mondo sul grande schermo è Greenland (qui la recensione).

 A dirigerlo vi è , anche regista si Snitch – L’infiltrato e Attacco al potere 3 – Angel Has Fallen. In questo caso, la distruzione del pianeta non è data da conseguenze del cambiamento climatico o da antiche profezie, bensì dallo scontro della Terra con una serie di meteoriti apparentemente inarrestabili. Allo stesso tempo, in mezzo a questa devastazione, il film presenta una forte componente umana, portando lo spettatore a seguire i tentativi del protagonista di difendere in tutti i modi la propria famiglia.

Ancora una volta l’unico modo per superare una crisi, grande o piccola che sia, sembra essere il fare ricorso alla propria umanità, riscoprendo il sentimento che ci lega a quanti ci circondano. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Greenland. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale e all’annunciato sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Greenland sequel

La trama e il cast di Greenland

Un asteroide soprannominato Clarke sta per passare molto vicino alla Terra, tanto da essere visibile a occhio nudo. Purtroppo durante il passaggio la cometa si frantuma in mille pezzi con conseguenze catastrofiche sulla superficie dell’intero pianeta. L’impatto di un enorme frammento di roccia provocherà infatti morte e distruzione, destabilizzando interi paesi dal punto di vista politico, sociale ed economico. In questo clima di panico e confusione seguiamo Jeff, un uomo il cui obiettivo sarà quello di portare in salvo sua moglie e suo figlioverso l’unico posto sicuro, in una lotta contro i tempo.

Ad interpretare John Garrity vi è Gerard Butler, che solo tre anni prima aveva recitato in un altro film catastrofico simile quale Geostorm. Nel ruolo di sua moglie Allison vi è invece l’attrice Morena Baccarin, celebre per il personaggio di Vanessa nella trilogia di Deadpool. Roger Dale Floyd interpreta il figlio Nathan Garrity, mentre a completare il cast si ritrovano David Denman nel ruolo di Ralph Vento, Hope Davis in quelli di Judy Vento e Andrew Bachelor in quelli di Colin. Sam Elliott aveva quasi ottenuto il ruolo di Dale, ma le trattative si sono interrotte e al suo posto è stato scelto Scott Glenn.

Per quanto riguarda la cometa, questa viene chiamata “Clarke” in omaggio allo scomparso Arthur C. Clarke, autore del romanzo del 1993 “Martello di Dio”, che descrive l’impatto sulla Terra di un asteroide che distrugge l’intero pianeta. Il romanzo è precedente ai film Armageddon – Giudizio finale (1998) e Deep Impact (1998), che trattano di eventi simili, i quali si sono dunque anche solo parzialmente ispirati a quanto narrato dallo scrittore. Dinamiche che vengono poi appunto riprese anche in Greenland.

Greenland finale

Il finale del film e il sequel Greenland: Migration

Nel finale di Greenland, la famiglia Garrity riesce ad arrivare in tempo nel bunker in Groenlandia, proprio mentre il frammento più grande dell’asteroide entra nell’atmosfera e colpisce la Terra, devastando la civiltà. Nove mesi dopo, il bunker è in grado di mettersi in contatto radio con altri sopravvissuti in tutto il mondo. I Garrity e gli altri occupanti escono dal rifugio, mentre arrivano notizie che l’atmosfera si sta finalmente liberando, dando ai sopravvissuti la possibilità di rimettere in piedi la Terra.

Sulla scia di questo finale, nel giugno del 2021 è stato annunciato che un sequel intitolato Greenland: Migration è in fase di sviluppo e, secondo quanto riferito, sarà incentrato sul viaggio dei Garrity attraverso una landa ghiacciata europea per trovare una nuova casa. Questo sequel dovrebbe arrivare in sala nel corso del 2025 e stando a quanto descritto dovrebbe fornire un’esperienza globale di ciò che è accaduto in varie parti del mondo a seguito dello schianto dell’asteroide.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 7 giugno alle ore 21:20 sul canale Italia 1. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Mediaset Infinity, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Blood Creek: la spiegazione del finale del film con Henry Cavill

Blood Creek: la spiegazione del finale del film con Henry Cavill

Il regista Joel Schumacher è principalmente ricordato per film come Batman Forever e Batman & Robin, grandi insuccessi che ne hanno macchiato la carriera. Eppure, nella sua filmografia si ritrovano titoli che mostrano le grandi doti di questo regista. Tra St. Elmo’s Fire, Linea mortale, Un giorno di ordinaria follia o Number 23 sono solo alcuni tra i più noti. Se il suo ultimo film prima della scomparsa risale al 2011, ed è intitolato Trespass, solo due anni prima Schumacher aveva realizzato uno dei suoi progetti più folli: Blood Creek.

Si tratta di un film che mescola storia e orrore, andando a concentrarsi su un particolare aspetto dell’attività nazista, ovvero quello della ricerca sull’occulto e il paranormale. In più occasioni il cinema ha affrontato questo aspetto, come in Hellboy di Guillermo del ToroOverlord. Anche in questo caso, dunque, ci si confronta con un contesto di questo genere, che ben presto vira prepotentemente verso il sovrannaturale per caratterizzare Blood Creek come un film horror a tutti gli effetti.

Per gli appassionati del genere, si tratta dunque di un titolo da non perdere, specialmente considerato che fino ad oggi è rimasto inedito in Italia e che è ora finalmente possibile recuperarlo grazie al passaggio televisivo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Blood Creek. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Blood Creek Henry Cavill
Henry Cavill in Town Creek. © Lions Gate Home Entertainment. All rights reserved.

La trama e il cast di Blood Creek

La vicenda si svolge in due epoche diverse. Nel 1936, ci troviamo in West Virginia dove vive la famiglia di emigrati tedeschi Wollner. Quando al capo famiglia, Otto Wollner, viene offerta un’ingente somma di denaro per ospitare lo studioso Richard Wirth al servizio del Terzo Reich, l’uomo non può rifiutare. Wirth, incaricato di compiere alcune ricerche sulla comunità tedesca negli Stati Uniti, è in realtà alla ricerca delle pietre runiche presenti nel terreno dei Wollner. L’uomo ha intenzione di praticare dei riti occulti e ben presto la famiglia diventa vittima delle sue oscure pratiche.

Quando il racconto si sposta ai giorni nostri, vede protagonista il poliziotto Evan Marshall. L’uomo si sente responsabile per la misteriosa scomparsa del fratello Victor avvenuta due anni prima in un campeggio vicino a Town Creek. Ora vive col vecchio padre invalido di cui si prende cura e che nutre i suoi senso di colpa. Fino a quando una notte, Victor ricompare vivo chiedendo al fratello di aiutarlo a sconfiggere i demoni che si trovano a Town Creek.

Ad interpretare Evan Marshall vi è l’attore Henry Cavill, che di lì a qualche anno sarebbe diventato celebre per il ruolo di Superman in L’uomo d’acciaio. Suo fratello Victor è interpretato dall’attore Dominic Purcell, noto per il ruolo di Lincoln Burrows in Prison Break. L’attore Michael Fassbender, all’epoca ancora poco conosciuto, interpreta invece Richard Wirth. Completano il cast gli attori Emma Booth nel ruolo di Liese Wollner, Rainer Winkelvoss in quello di Otto Wollner e Shea Whigham in quello di Luke.

Blood Creek Michael Fassbender

La spiegazione del finale del film

Nel corso del film, i due fratelli Marshall si recano alla fattoria indicata da Victor e affrontano i Wollner. Questi ultimi, a loro volta, mettono però in guardia i fratelli da Wirth. I due non li ascoltano finché Wirth non esce dalla cantina e dà vita al terrore. Wirth rivela infatti che il motivo per cui Victor è riuscito a fuggire è che sapeva che Victor sarebbe tornato alla fattoria per vendicarsi e che alla fine lo avrebbe liberato dai Wollner, quindi ha lasciato andare Victor di proposito.

Wirth, infatti, non può attraversare le rune con cui la famiglia Wollner ha dipinto le finestre e le porte. Non può nemmeno attraversare la recinzione esterna, anch’essa decorata con rune dai Wollner. Wirth, inoltre, non può rivoltarsi contro il “suo stesso sangue”. Aveva un’armatura ricavata dalle ossa della sua famiglia che usava per i rituali. Liese Wollner rubò l’armatura d’ossa di Wirth e la chiuse nel fienile dietro una porta dipinta con rune.

Wirth si nutre dunque di sangue per aumentare il suo potere in modo da aprire il terzo occhio e diventare onnipotente. Tuttavia, nutrirsi del “suo stesso” sangue è come un veleno per Wirth. Evan Marshall sbriciola dunque alcune ossa dell’armatura di Wirth e le fa spalmare da Liese nelle ferite aperte sulla schiena per indebolire Wirth. Il nazista riesce però a consumare abbastanza sangue non contaminato per iniziare ad aprire il suo terzo occhio.

Tuttavia, a quel punto Evan Marshall usa un pezzo rotto dell’armatura d’osso per pugnalarlo direttamente nel terzo occhio, indebolendolo abbastanza da permettere a Victor Marshall di decapitarlo. Il risultato è però che i Wollner invecchiano rapidamente e muoiono. Prima che la più giovane muoia, dice a Evan che il leader delle SS Heinrich Himmler ha inviato altri otto agenti nazisti in diverse fattorie. Evan trova una mappa grazie alla quale scopre dove si trovano. Mentre Victor torna a casa dalla sua famiglia, Evan decide dunque di recarsi nelle altre fattorie per fermare i nazisti.

Il trailer di Blood Creek e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 7 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

KAOS, la spiegazione del finale: Che cosa o chi è il Kaos?

KAOS, la spiegazione del finale: Che cosa o chi è il Kaos?

Netflix potrebbe aver trovato la sua minaccia di livello TVA per l’umanità in KAOS di Charlie Covell, un racconto contemporaneo di mitologie greche intrecciate. Jeff Goldblum guida la serie nei panni di Zeus, una divinità egoista e assetata di potere la cui presa sul controllo dell’universo sta iniziando a scivolare. Ma secondo il narratore della storia, Prometeo (Stephen Dillane), “c’è un piano per abbatterlo”. Tre esseri umani, Euridice, o “Riddy” (Aurora Perrineau), Caeneus (Misia Butler) e Ariadne, o “Ari” (Leila Farzad), hanno ricevuto una profezia identica: “Una linea appare, l’ordine tramonta, la famiglia cade e il kaos regna”. Per coincidenza, anche il re degli dei ha ricevuto la stessa profezia. I tentativi paranoici di Zeus di impedire che la sua profezia si realizzi lo portano a intromettersi nei destini degli esseri umani e a sconvolgere le vite di coloro che lo circondano. La profezia si è avverata per ognuno di loro e le loro storie si concludono con una serie di KAOS alla fine della stagione.

In KAOS, tutto inizia con una battuta

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Credit © Netflix

Una “linea” nella profezia ricorrente di KAOS significa tensione; uno strappo nell’arazzo, un’increspatura sull’acqua ferma, una crepa nel muro. Zeus scopre una linea fisica sotto forma di una nuova ruga sulla fronte. Zeus ha ricevuto una profezia dalle Parche, cosa che solo gli uomini ricevono. Dopo essersi trasformato in un dio assorbendo anime umane, si è abituato a sentirsi invincibile. Quel minuscolo segno di invecchiamento diventa un grosso problema per lui, che intende mantenere la sua immortalità. La sua urgenza di dimostrare che una profezia (ma soprattutto la sua) può essere infranta lo porta a prendere di mira la profezia del devoto presidente di Krete, il presidente Minos (Stanley Townsend). La sua ambizione di impedire che la sua stessa profezia si realizzi lo porta a sconvolgere i confini sociali e politici e ad attraversare le linee che un tempo separavano i mortali, gli dei e tutti coloro che si trovavano nel mezzo.

Per i personaggi umani di KAOS, le linee che appaiono sono un po’ meno fisiche. Riddy ha deciso di disinnamorarsi di Orpheus (Killian Scott), ma la loro storia non è come si svolge convenzionalmente. Sono amanti incrociati il cui amore è destinato a durare per sempre. La battuta di Riddy è la consapevolezza che il suo amore per Orfeo si sta esaurendo. Precedentemente conosciuto come Caenis, Caeneus è nato in una tribù di Amazzoni, che sono tradizionalmente una tribù di donne guerriere. Fu costretto ad andarsene quando sua madre ritenne che il suo corpo non fosse adatto a diventare un’Amazzone. Riteneva che la sua riassegnazione di genere, in seguito alla profezia della madre, segnasse la linea della sua profezia. La linea di Ari appare quando scopre di non essere responsabile della morte del fratello durante la loro infanzia. Questa epifania incrina il suo senso di sé, lasciando una crepa nello specchio metaforico che ha tenuto aperto a se stessa per tutta la vita.

L’ordine svanisce prima che Kaos regni in KAOS

kaos orpheus dionysus cave
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Dioniso (Nabhaan Rizwan), il dio del piacere, della follia e della frenesia selvaggia, tenta di uscire dal suo compito e di fare qualcosa di più significativo con il suo potere. Scopre che l’amore è importante per lui e sceglie di aiutare Orfeo a vincere la battaglia tra amore e morte permettendogli di recuperare Riddy dagli Inferi. Permettere a un umano di riportare qualcuno dagli Inferi è una violazione dell’ordine dell’universo stesso. Ma quando sembra che il piano possa funzionare, Poseidone (Cliff Curtis) avverte che se Zeus scopre il successo di Orfeo, le conseguenze potrebbero essere più pericolose di quanto Dioniso si aspetti.

Ade (David Thewlis), il dio della morte, con sua moglie Persefone (Rakie Ayola), regina degli Inferi, avverte Zeus che il sistema della Tela sta sovraccaricando il Nulla. Gli esseri umani che muoiono sono portati a passare attraverso la Cornice con la scusa che le loro anime saranno rinnovate. Ma si scopre che Zeus aveva in realtà ordinato ad Ade di guidare i morti attraverso la Cornice, in modo che gli dei potessero sfruttare le loro anime per rimanere immortali. Proprio come il Telaio Temporale in Loki della Marvel, il sistema della Cornice è diventato insostenibile e Ade fa pressione per cambiare l’ordine.

Ari ha una rivelazione che ristabilisce l’ordine del potere politico nella sua famiglia. La profezia di suo padre recita: “La tua fine inizia nel letto matrimoniale: Il primo figlio che esalerà il respiro ti ucciderà”. La donna fa un collegamento con il fatto che, anche se suo fratello gemello Glauco (Fady Elsayed) è stato il primo a nascere, lei è stata quella che “è uscita urlando”. Uccide il padre per averle mentito per tutta la vita e per aver ucciso Glauco secondo il volere degli dei. Vendicando il fratello, capovolge l’ordine politico assumendo il ruolo di nuovo leader di Krete, sfidando la volontà degli dei. Il caso più evidente di declino dell’ordine (meglio dire di combustione) in KAOS è quando Zeus distrugge le Parche. Dopo che la profezia del presidente Minosse fallisce, beh, fallisce, Zeus decide di dare fuoco alle Parche. Se le Parche sono responsabili della scrittura e della conservazione di tutte le profezie, allora distruggerle deve essere la risposta al suo problema.

Le famiglie in KAOS sono destinate a disgregarsi

Ognuno degli umani di KAOS subisce una frattura nei propri legami familiari. Sulla carta, Riddy e Orpheus sono destinati a essere una famiglia, ma lo sviluppo dei sentimenti di Riddy verso Orpheus rompe il loro rapporto. La madre di Caeneo lo ha allontanato dalla sua tribù in gioventù, ma il suo rispetto per lei viene meno quando viene a sapere che è stata lei a venderlo e a farlo uccidere dalle Amazzoni. Ari credeva nel meglio di suo padre, Minosse, e confidava che lui amasse e vivesse per lei. Le Erinni dimostrano ad Ari che non era responsabile della morte del fratello gemello e lei scopre in seguito che Minosse lo imprigionò da bambino, facendo crollare la sua fiducia nel padre.

Il trattamento riservato da Zeus alla sua famiglia nell’Olimpo porta tutti a rivoltarsi contro di lui nel momento di maggiore insicurezza. Dioniso fatica già a stabilire un legame emotivo con Zeus, che si rivela un padre piuttosto meschino e indifferente. Ma il rifiuto di Zeus di concedergli maggiori poteri lo spinge a comportarsi in modo violento (anche se con gentilezza) nel tentativo di farsi rispettare da lui. Era (Janet McTeer), moglie di Zeus (e anche sua sorella), cerca di impedirgli di creare altri semidei, mentre nasconde attivamente una relazione con Poseidone (che è il loro fratello). Stremato dall’infedeltà di Era, Zeus si oppone ai tentativi di controllare le azioni della moglie. Insoddisfatto anche del governo di Krete da parte di Poseidone, trama per annientare la città alle spalle del fratello. Dopo essere stato avvertito di rivolgersi al Nulla, Zeus minaccia Ade di non alterare il sistema fulminandolo. Era convoca una riunione di famiglia tra lei, Zeus, Dioniso, Poseidone e Persofone, che fa le veci del marito. Ma la riunione è soprattutto un intervento per mettere Zeus di fronte al suo comportamento distruttivo, e lui non fa altro che raddoppiare la sua crudeltà (addio al dolce e irreprensibile Dennis).

Cosa succede nel finale di KAOS?

kaos prometheus finale
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Le linee sono apparse metaforicamente e fisicamente, l’ordine è stato capovolto e le famiglie umane e divine sono completamente crollate. Se la prossima parte della profezia deve realizzarsi, allora il kaos deve regnare. Ma cosa (o chi) è esattamente il “kaos”? Il “caos” ha già dilagato nel regno umano e, francamente, anche sul Monte Olimpo. Quindi la definizione di kaos si riferisce solo alla mancanza di controllo di Zeus sul modo in cui ritiene opportuno gestire le cose, o il kaos si riferisce a un personaggio? Nel finale di stagione, Caeneus e sua madre passano attraverso la Cornice e il Nulla, ma Caeneus improvvisamente rianima e rinnova sua madre. La prima cosa che lei dice, dopo aver ritrovato la vita, è “Kaos”. Caeneus tenta di riorientare i suoi sensi ricordandole che il suo nome è Caeneus, ma lei lo guarda e persiste: “Kaos”. Sempre nel finale, Prometeo viene liberato dalla sua eterna tortura e si ritrova seduto sul trono di Zeus mentre indossa la veste di Zeus, che gli dichiara: “Kaos sta arrivando”. In questo senso, “Kaos” potrebbe essere un nuovo nome per Caeneo o Prometeo, come la fine di un’era di Zeus e l’inizio di un’era di Kaos.

Alla fine, i personaggi si concentrano sull’abbattimento di Zeus e dei suoi presunti sistemi di grazia. Gli umani decidono di sfidare gli dei dopo aver capito che agli dei non importa nulla di loro, Prometeo aveva avvertito e da allora aspettava che il potere di Zeus vacillasse, Dioniso lotta per l’amore di fronte alla generale meschinità di Zeus nei suoi confronti, Era lascia l’Olimpo e chiama un discendente non rivelato per radunare le truppe e Ade inizia a lavorare per rinnovare effettivamente le vite umane invece di assorbirle per rimanere immortale. La seconda stagione è stata programmata per vedere Ari ricostruire Troia come nuovo presidente di Krete, Riddy liberare i vivi dal servire ciecamente gli dei, Caeneus combattere per aiutare Ade a rinnovare le anime e Prometeo avere libero regno sull’Olimpo.

The Perfect Couple, la spiegazione del finale: Chi è il serial killer?

Nota: questo articolo contiene spoiler sul finale di “The Perfect Couple”.

The Perfect Couple, serie originale di Netflix offre ai telespettatori uno sguardo su una famiglia dell’alta borghesia di Nantucket, in cui tutto è perfetto – fino a quando non lo è più.

Poche ore prima che Greer Garrison Winbury (Nicole Kidman) organizzi uno stravagante matrimonio per suo figlio Benji (Billy Howle) e la sua fidanzata Amelia (Eve Hewson), la futura sposa trova il corpo senza vita della sua migliore amica, Merritt (Meghann Fahy). Il luogo del matrimonio si trasforma rapidamente in una scena del crimine, mentre la polizia avvia un’indagine sulla morte di Merritt.

Con la scioccante rivelazione che Merritt è incinta del figlio non ancora nato di Tag (Liev Schreiber), sono diversi i sospetti sul tavolo, ma l’episodio 6 ha rivelato il colpevole. Continuate a leggere per sapere chi ha ucciso Merritt neThe Perfect Couple e se la serie di Netflix si è conclusa nello stesso modo del libro.

Come è morta Merritt?

Nel finale, Greer rivela ad Amelia che Merritt aveva un alto livello di barbiturici nell’organismo, cosa che Amelia condivide con i suoi genitori. La madre di Amelia inizia a cercare nella sua valigetta delle pillole e rivela alla polizia di aver portato con sé tre pillole che, se assunte insieme, avrebbero causato l’eutanasia, ma una di esse mancava. L’unica pillola non avrebbe ucciso nessuno, ma avrebbe steso qualcuno. Si scopre che Thomas (Jack Reynor) ha preso una delle pillole come parte del suo gioco alla roulette delle prescrizioni.

La puntata torna indietro alla sera prima del matrimonio, dopo che Thomas e Isabel (Isabelle Adjani) erano già partiti insieme, e mostra Abby (Dakota Fanning) mentre osserva Merritt da sola in spiaggia e calpesta dei vetri. Abby ha preso la pillola dal cassetto di Thomas ed è andata in cucina per sminuzzarla e mescolarla al succo di frutta in un bicchiere. Poi porta il succo a Merritt sulla spiaggia e lo incoraggia a fare una nuotata nell’oceano.

Quando Merritt inizia a perdere conoscenza una volta entrata in acqua, Abby tiene ferma la testa di Merritt nell’oceano, lasciandola annegare e lasciandola morta.

Chi ha ucciso Merritt?

Anche se Thomas potrebbe aver contribuito a procurarsi la pillola che l’ha stordita, è innegabile che Abby sia responsabile della morte di Merritt.

Perché Abby ha ucciso Merritt?

In breve, per soldi. I termini del fondo fiduciario di Tag per i figli Winbury stabiliscono che il denaro non può essere rilasciato fino a quando l’ultimo figlio Winbury non compie 18 anni, il che sarebbe avvenuto tra qualche mese, con Will (Sam Nivola) in procinto di raggiungere questo importante traguardo. Ma se Merritt avesse dato alla luce il figlio che aspettava, l’orologio si sarebbe spostato di altri 18 anni.

The Perfect Couple | In foto le attrici Eve Hewson, Nicole Kidman e Dakota Fanning, e gli attori Samuel Nivola, Billy Howle, Liev Schreiber e Jack Reynor.

Cosa succede all’assassino?

Abby è stata arrestata e schedata nel finale, lasciando presupporre che abbia affrontato conseguenze legali per l’omicidio.

L’assassino è lo stesso del libro?

Sì e no. Abby è ancora l’assassina dell’omonimo libro di Elin Hilderbrand, ma la morte è un incidente piuttosto che un piano intenzionale. Nel libro, Abby ha frantumato la stessa pillola e l’ha messa in un drink, ma questa volta il drink era destinato al personaggio di Isabel nello show (nel libro il personaggio si chiama Featherleigh). La pillola è destinata a mettere fuori combattimento Featherleigh per evitare che vada a letto con il marito Thomas, ma Merritt finisce erroneamente per consumarla e annega nell’acqua dopo essere svenuta.

Denis Villeneuve offre un eccitante aggiornamento su Dune: Messiah

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Dune: Parte 2 di Denis Villeneuve è uscito quest’anno alzando l’asticella per altri film di genere fantascientifico. Con Timothée Chalamet e Zendaya insieme a una serie di attori di altissimo profilo, il film è stato un successo stellare al botteghino e ha raccolto grandi lodi dalla critica.

Naturalmente, l’attesa per la terza parte Dune: Messiah è alta. Mentre la maggior parte dei dettagli sul progetto sono tenuti strettamente nascosti, il regista ha recentemente fornito un aggiornamento sulla sceneggiatura del prossimo film.

Dune: Parte 2 ha visto Paul Atreides (Chalamet) dichiarare una guerra santa all’universo dopo essere salito al trono mentre Chani (Zendaya) intraprende la sua strada. Il prossimo film sarà ambientato dopo questi eventi. Di recente, quando gli è stato chiesto se la sceneggiatura di Dune: Messiah fosse già terminata, Villeneuve ha rivelato che è ancora in fase di sviluppo. “È in lavorazione, ecco perché non resterò [a questo evento] per molto tempo”, ha scherzato Villeneuve durante il TIFF.

Il regista ha anche parlato del clamore e dell’amore per il film uscito all’inizio di quest’anno, rivelando che la prima parte è uscita alla fine della pandemia, quindi non ha avuto la possibilità di entrare in contatto con il pubblico, “Quindi quando abbiamo fatto il tour per la seconda parte, e poi abbiamo sentito la gioia e l’appetito per il secondo film, mi è davvero andato dritto al cuore vedere quanto le persone aspettassero il film e fossero pronte ad amarlo”.

Dune - Parte Due in streamingDenis Villeneuve vuole la migliore sceneggiatura per Dune: Messiah

“Voglio solo assicurarmi che se facciamo Dune: Messiah, abbiamo la migliore sceneggiatura sul tavolo” ha dichiarato Denis Villeneuve, aggiungendo: “Voglio prendermi il tempo per farlo. E penso che sarebbe salutare non tornare necessariamente nel deserto subito, farei una piccola deviazione, forse. Ma onestamente, non so quale sia il mio futuro in questo momento, cosa che adoro perché ho lavorato senza sosta negli ultimi sei anni. È una benedizione, ma ne ho bisogno. Sarebbe bello assicurarmi che se facciamo Dune: Messiah, voglio fare il miglior film di sempre, quindi voglio semplicemente prendermi il mio tempo”.

The Boys: Valorie Curry, denuncia il fan che ha oltrepassato il limite al recente Comic-Con

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La recente quarta stagione di The Boys ha visto Patriota reclutare due nuovi membri dei Sette, uno dei quali si è rivelato essere il conduttore televisivo di alt-right Firecracker: un cliente apertamente razzista, omofobo e in tutto e per tutto sgradevole che ce l’ha con Annie January, alias Starlight (Erin Moriarty).

Nel corso della stagione, Firecracker trova il modo di farsi perdonare da Patriota assumendo una serie di farmaci che le permettono di avere la lattazione. Se conoscete il leader dei Sette, gravemente disturbato, capirete senza dubbio perché questo sia di grande interesse per lui.

L’attrice di Firecracker Valorie Curry ha recentemente partecipato al Comic-Con dell’Irlanda del Nord e, pur sottolineando di aver avuto un’esperienza per lo più molto piacevole, ha condiviso un video su Instagram in cui affronta un incontro particolarmente “scomodo” con un fan che ha oltrepassato il limite mentre era in fila per incontrarla.

So che le persone hanno visto un personaggio che ho interpretato fare cose davvero estreme in The Boys, e non mi interessa se sei in costume, non mi interessa se sei nel personaggio… non va bene e non è divertente pretendere queste cose da me di persona al mio stand”, ha detto Curry nel video. “Francamente, alla persona che l’ha fatto ripetutamente oggi, ho detto chiaramente che non andava bene, e questo sembrava solo far arrabbiare questa persona e il suo amico. Non pensavo ci fosse bisogno di spiegarlo, ma ero profondamente a disagio. Era abbastanza chiaro che non mi sentivo a mio agio. Ancora una volta, non so quale sia la reazione che stavate cercando: nessuno stava ridendo”.

 

Curry non è entrato nel dettaglio di ciò che è successo esattamente, ma in base allo scenario che abbiamo delineato sopra, si può probabilmente indovinare! Durante una recente intervista con THR, la Curry ha detto chiaramente che non vuole che il suo personaggio sopravviva agli eventi della quinta e ultima stagione.

“Spero che muoia. Se l’è cercata da molte persone. È terribile. È orribile. Spero che muoia. Spero che non sia a causa dei farmaci, perché mi sembra troppo facile”, ha detto. “Dovrebbe essere Sage (Susan Heyward), giusto? Dovrebbe essere Sage, e poi dovrebbe sopravvivere e avere uno spinoff. Spero che muoia”.

La trama della quarta stagione di The Boys

Nella quarta stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di Becca sia il suo ruolo di leader dei The Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie. La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo tardi.

Il cast di The Boys vede protagonisti Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T. Usher, Laz Alonso, Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie, Claudia Doumit e Cameron Crovetti. Si uniranno per la quarta stagione anche Susan Heyward, Valorie Curry e Jeffrey Dean Morgan.

The Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive producer e showrunner Eric Kripke. The Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Original Film e Point Grey Pictures. E’ disponibile su Prime Video.

Brendan Gleeson ufficialmente nel cast di Spider-Noir

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Brendan Gleeson ufficialmente nel cast di Spider-Noir

È ufficiale, Brendan Gleeson è pronto per un ruolo importante nella prossima serie live-action Spider-Noir di Prime Video. Variety aveva già riferito in esclusiva a luglio che Gleeson avrebbe preso parte allo show, ma il suo ruolo è stato ora confermato. I dettagli esatti sul personaggio di Gleeson sono tenuti segreti, ma si ritiene che interpreterà il cattivo principale.

Brendan Gleeson reciterà insieme al protagonista della serie Nicolas Cage nello show, che al momento è intitolato Spider-Noir. Altri membri del cast includono Lamorne Morris, Abraham Popoola e Li Jun Li.

Secondo la sinossi ufficiale, lo show “racconta la storia di un investigatore privato anziano e sfortunato (Cage) nella New York degli anni ’30, che è costretto a confrontarsi con la sua vita passata come unico supereroe della città”.

Tutto quello che sappiamo sulla serie Spider-Noir

Spider-Noir è prodotto da Oren Uziel e Steve Lightfoot, che fungeranno anche da co-showrunner e produttori esecutivi. Hanno sviluppato la serie con il team di Spider-Man: Un nuovo universo composto da Phil Lord, Christopher Miller e Amy Pascal, che saranno anche produttori esecutivi. Harry Bradbeer sarà il produttore esecutivo e dirigerà i primi due episodi. Pascal è produttore esecutivo tramite Pascal Pictures. La serie è prodotta da Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios, con Lord e Miller attualmente sotto un accordo generale con Sony.

Confermati nel cast Nicolas Cage, Brendan Gleeson e Lamorne Morris. Spider-Noir è stato il secondo spettacolo annunciato nell’ambito di una partnership tra Amazon e Sony per sviluppare progetti sui personaggi Marvel associati a Spider-Man controllati da Sony. Il primo è stato “Silk: Spider Society”, a cui è stato originariamente dato il via libera nel 2022, ma è stato riferito a maggio che il progetto non sarebbe andato avanti.

A Complete Unknown: trailer del film su Bob Dylan con Timothée Chalamet

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Guarda il primo trailer e il poster in italiano del nuovo film di James Mangold A Complete Unknown che arriverà il 23 gennaio 2025 nelle sale italiane. Il film è interpretato da Timothée Chalamet nel ruolo di ‘Bob Dylan’, insieme a Elle Fanning, Edward Norton e Monica Barbaro.

La trama del film A Complete Unknown

New York, primi anni ’60. Sullo sfondo di una vibrante scena musicale e di tumultuosi sconvolgimenti culturali, un enigmatico diciannovenne del Minnesota arriva nel West Village con la sua chitarra e un talento rivoluzionario, destinato a cambiare il corso della musica americana.  Mentre stringe i suoi legami più profondi durante l’ascesa verso la fama, cresce la sua irrequietezza nei confronti del movimento folk e, rifiutando di essere etichettato, compie una scelta controversa che risuona culturalmente in tutto il mondo. Timothée Chalamet interpreta e dà voce a Bob Dylan in A Complete Unknown di James Mangold, l’elettrizzante storia vera dietro l’ascesa di uno dei cantautori più iconici della storia.

Searchlight Pictures presenta A Complete Unknown, diretto dal candidato all’Oscar James Mangold (Quando l’amore brucia l’anima – Walk the LineLe Mans ’66 – La grande sfida). Il film è interpretato dal candidato all’Oscar® e al BAFTA Timothée Chalamet insieme al candidato all’Oscar e al BAFTA Edward Norton (Fight ClubBirdman), Elle Fanning (The GreatMaleficent), Monica Barbaro (Top Gun: Maverick), Boyd Holbrook (Logan – The WolverineThe Bikeriders), Dan Fogler (Animali fantastici e dove trovarliThe Walking Dead), Norbert Leo Buzt (L’amore secondo Dan) e Scoot McNairy (Argo12 anni schiavo).

Rebel Ridge, la spiegazione del finale del film Netflix

Rebel Ridge, la spiegazione del finale del film Netflix

Attenzione! Questo articolo contiene importanti spoiler su Rebel Ridge di Netflix

Sebbene Terry Richmond faccia fatica a trovare giustizia per tutta la durata di Rebel Ridge, il film di Netflix si conclude con una nota di speranza in cui il protagonista vince contro il sistema legale corrotto. Diretto da Jeremy Saulnier, Rebel Ridge inizia con l’ex marine Terry Richmond che arriva nella piccola città di Shelby Springs per pagare la cauzione per suo cugino, Mike. Tuttavia, pochi istanti dopo essere entrato in città, un veicolo della polizia sperona la sua bici e due poliziotti sequestrano ingiustamente i soldi della sua cauzione in nome della confisca dei beni civili.

Nonostante sappia come la polizia gli abbia ingiustamente sottratto i soldi, Richmond tiene la testa bassa e cerca di stare lontano dai guai. Con suo sgomento, non importa cosa faccia, non ottiene indietro i soldi della cauzione, il che gli impedisce di salvare suo cugino. Verso gli ultimi momenti del film d’azione di Netflix, Richmond raggiunge lo stremo delle forze dell’ordine quando muore suo cugino e la polizia cerca di fare del male a Summer, l’unica persona in città che osa aiutarlo. Di conseguenza, scatena la sua furia contro le forze dell’ordine di Shelby Springs e si propone di denunciare le loro attività criminali.

Perché Terry, Evan e Summer ottengono una scorta della polizia nel finale di Rebel Ridge

La polizia si rende conto che il capo Sandy Burnne si sbagliava

Nell’arco finale di Rebel Ridge, Richmond (Aaron Pierre) si ritrova circondato da agenti di polizia fuori dalla stazione di polizia di Shelby Springs mentre cerca di eseguire il suo piano finale per denunciarli. Tuttavia, le cose prendono una piega cupa quando l’agente Steve Lann (Emory Cohen) droga Summer (AnnaSophia Robb) e decide di uccidere Richmond in quel momento per impedirgli di causare ulteriori danni. Fortunatamente per Richmond, l’agente Evan Marston (David Denman) si schiera dalla sua parte, il che porta a un conflitto tra Marston e Lann.

Sebbene il capo Sandy (Don Johnson) spari alla gamba di Marston, Richmond porta in salvo l’agente di polizia ferito e si mette in viaggio per annientare da solo la polizia usando le armi non letali dal deposito di Sandy. Riesce persino a scappare in un’auto della polizia con Marston e Summer. Tuttavia, uno pneumatico esploso rallenta il suo veicolo, consentendo agli agenti di polizia di raggiungerlo. Con sua sorpresa, invece di seguire gli ordini del capo Sandy, l’agente Jessica Sims (Zsane Jhe) fa deragliare il capo Sandy e va al suo veicolo per arrestarlo.

Nel frattempo, gli altri agenti di polizia gli hanno dato una scorta invece di aggredirlo. Ciò dimostra che, nonostante la polizia cittadina fosse a conoscenza delle pratiche criminali di Sandy Burnne, era sempre più frustrata dal dover pagare le conseguenze delle sue azioni. Pertanto, quando Sandy ha sparato a un agente di polizia leale come Evan Marston, la polizia ha capito che non meritava il loro supporto. Hanno anche notato che Terry stava mettendo a rischio la sua vita solo per portare Evan Marston in ospedale. Di conseguenza, hanno sfidato gli ordini del capo Sandy e hanno dato una scorta alla macchina di Terry.

Il vero motivo per cui la polizia ha sequestrato i soldi della cauzione di Terry

Stavano usando i soldi per finanziare la città e il loro dipartimento

Sebbene Summer e Terry inizialmente facciano fatica a comprendere i veri motivi della polizia locale, sospettano che stiano tramando qualcosa di poco buono sulla base di alcuni indizi. Ad esempio, Summer nota che tutte le condanne per reati minori durano 90 giorni, nonostante la città sia troppo povera per tenere i criminali in prigione per così tanto tempo. Le cose hanno molto più senso quando Terry Richmond nota montagne di denaro e fasci di armi non letali nella stazione di polizia del capo Sandy.

Quando Sandy tenta di “de-escalare” la situazione con Terry, gli dice persino che tutto il denaro nella stazione è stato sequestrato legalmente per finanziare il dipartimento di polizia e rispedito alla comunità. Terry, tuttavia, non crede alle sue affermazioni. Il capo aggiunge inoltre che le armi che ha visto alla stazione li aiutano a sostenersi perché lo stato non li finanzia. Dice che esternalizzano le armi non letali ad altri dipartimenti di polizia, il che li aiuta a ricavare profitti. Tuttavia, questo non rivela ancora perché il dipartimento di polizia e la città stanno andando in bancarotta.

Verso l’arco finale di Rebel Ridge, Summer e Terry fanno visita al giudice della città, che finalmente racconta loro la verità su ciò che sta accadendo. Il giudice rivela che una perquisizione illegale orchestrata dal capo Sandy ha avuto un’enorme portata e ha portato a una morte ingiusta. Dopo che il capo è stato personalmente accusato del crimine, l’accordo ha portato alla bancarotta della città.

Rebel Ridge non è così cruento come gli altri film di Jeremy Saulnier, ma il potenziale per la violenza incombe su ogni scena, il che contribuisce ad aumentare la tensione del suo dramma.

Senza un imputato pubblico in città per contestare la cauzione, gli individui arrestati rimangono nel limbo per 90 giorni, che è il periodo di detenzione per possesso di reato minore. Ciò offre al dipartimento di polizia una situazione vantaggiosa per tutti in cui riducono al minimo il rischio di intervento esterno ed esercitano il controllo sullo stato finanziario della città. Purtroppo per Richmond, lui e suo cugino sono rimasti invischiati nella complicata rete legale e politica che circonda Shelby Springs.

La spiegazione del piano di Terry e Summer per smascherare Sandy Burnne

Trovano il filmato dell’arresto di Mike

Nella scena in cui l’agente Steve ritrova Terry in città nonostante lo abbia avvertito di stare lontano, Steve rivela che evitano di accendere le luci dell’auto perché accendono automaticamente le loro dashcam. Questo impedisce loro di registrare i loro atti illeciti. Quando il duo incontra il giudice, questi rivela che l’arresto di Mike è stato registrato da una delle telecamere ed è stato abbastanza problematico da mettere nei guai gli agenti di polizia. Pertanto, Terry e Summer si dirigono alle catacombe della città, dove è archiviato il drive contenente il filmato.

Mentre il destino del capo Sandy rimane sconosciuto dopo che l’agente Jessica lo ha arrestato, è probabile che gli sia stata data una lunga pena detentiva dopo che il filmato della dashcam dimostra che ha aggredito un collega agente di polizia.

Sebbene gli agenti di polizia cerchino di anticiparli bruciando le catacombe, Terry e Summer ottengono il drive di archiviazione appena in tempo. Sfortunatamente, verso la fine del film, Steve prende l’auto da Terry e la rompe prima di poter denunciare i crimini del dipartimento di polizia. Negli ultimi momenti di Rebel Ridge, l’agente Evan chiede a Terry di accendere la dashcam del suo veicolo della polizia, rivelando che ha una funzione di registrazione che consente di registrare due minuti prima di essere attivata. Gli chiede di farlo per assicurarsi che la dashcam contenga filmati del capo Sandy che gli spara alla gamba.

Mentre il destino del capo Sandy rimane sconosciuto dopo che l’agente Jessica lo arresta, è probabile che gli sia stata data una lunga pena detentiva dopo che il filmato della dashcam dimostra che ha aggredito un collega poliziotto. Anche gli altri membri del dipartimento di polizia probabilmente confesseranno contro di lui, dato il modo in cui supportano Terry negli ultimi momenti del film. Questo, sfortunatamente, non riporta in vita il cugino di Terry, ma gli dà una parvenza di giustizia.

Perché Terry inizialmente accetta di “de-escalate” le cose con il capo Sandy

Crede nella retrogradazione tattica

Nonostante abbia perso il cugino, Terry accetta di fare un passo indietro dal suo conflitto con il capo quando gli offre 26.000 $ e gli assicura persino che riavrà indietro il suo camion. Quando Summer cerca di chiedergli perché si sta tirando indietro, spiega che ciò che sta facendo si chiama retrogradazione tattica, un ritiro deliberato nel contesto militare in cui una parte si muove lentamente all’indietro per evitare una minaccia più significativa. Si rende conto che agire d’impulso dopo la morte del cugino lo porterà solo in guai più seri. Tuttavia, poco dopo, è costretto a cambiare idea.

Chi ha ucciso il cugino di Terry, Mike, a Rebel Ridge?

Il capo Sandy Burnne era responsabile dell’omicidio di Mike

Durante la sua prima interazione con Summer, Terry rivela che molto prima che suo cugino venisse arrestato per possesso di droga, era stato un testimone collaboratore di un’accusa di omicidio capitale. Poiché l’uomo che ha aiutato a mettere in prigione era uno dei membri principali di una gang, andare nella struttura statale avrebbe immediatamente messo un bersaglio sulla sua schiena. Ecco perché Terry voleva tirarlo fuori dalla cauzione prima che venisse trasferito nella prigione di stato. Sfortunatamente, dopo che i suoi soldi sono stati ingiustamente sequestrati, Terry non è riuscito a tirarlo fuori dalla cauzione, portando Mike ad essere attaccato dai membri della gang che aveva aiutato a mettere in prigione.

Perché Marston fa squadra con Terry nel finale di Rebel Ridge

Marston capisce che l’agente Steve sta esagerando

In Rebel Ridge, Summer lascia intendere di avere una pista segreta nella polizia che l’ha aiutata a capire cosa stava succedendo in città. Dal momento che non rivela il suo nome, Terry lo chiama in codice “Serpico”. Quando l’agente Evan Marston fa di tutto per proteggere Summer e Terry nell’arco finale del film, Terry capisce che lui è “Serpico”. La rivelazione è sorprendente perché Marston ha speronato la bicicletta di Terry nei momenti iniziali di Rebel Ridge prima di sequestrare i suoi soldi.

Il fatto che lo protegga verso la fine suggerisce che è sempre stato diviso tra il fare ciò che è eticamente giusto e seguire i metodi illegali del capo Sandy. Sebbene volesse proteggere cittadini innocenti come Summer, anche lui era leggermente attratto dall’idea di acquisire maggiori profitti mantenendo la sua posizione in un sistema corrotto. Tuttavia, quando l’agente Steve ha esagerato drogando Summer e quasi uccidendo Terry, ha deciso di prendere posizione.

In che modo il finale di Rebel Ridge prepara la storia per un sequel

Rebel Ridge 2 può realizzarsi

Rebel Ridge ha un finale conclusivo, che lascia poco o nessun spazio per un sequel. Tuttavia, il sequel del film potrebbe prendere la strada di Jack Reacher, ovvero una storia in cui Terry Richmond si ritrova in una città completamente nuova e si mette in viaggio per affrontare una nuova serie di ingiustizie e attività criminali. Con la sua impressionante presenza sullo schermo in Rebel Ridge, Aaron Pierre dimostra di poter guidare un franchise d’azione a tutti gli effetti.

La Scommessa – Una notte in corsia: al cinema gratis con Cinefilos. Scopri come!

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Arriva al cinema dal 12 settembre con I Wonder Pictures La Scommessa – Una notte in corsia, il nuovo film di Giovanni Dota con Carlo Buccirosso e Lino Musella. Grazie a Cinefilos.it avete la possibilità di partecipare gratuitamente a una proiezione del film con il cast presente in sala.

Leggi la recensione di La Scommessa

E’ possibile richiedere un ingresso gratuito per due persone scrivendo una e-mail all’indirizzo cerimoniale@theculturebusiness.it inserendo in oggetto “CINEFILOS – LA SCOMMESSA – CITTA’”.

Nel corpo dell’e-mail inserite CINEFILOS + LA SCOMMESSA + NOME + COGNOME + CITTÀ di riferimento e il numero di biglietti. Le e-mail mancanti di una di queste componenti non saranno prese in considerazione.

I biglietti omaggio saranno ritirabili, nel limite dei posti disponibili, segnalando il proprio nominativo alle casse del cinema il giorno stesso della proiezione. I biglietti omaggio sono ritirabili e garantiti fino a 30 minuti prima l’inizio della proiezione.

Di seguito trovate l’elenco dei cinema che partecipano all’iniziativa:

GIORNO      DATA           CINEMA                    ORARIO     OSPITI

GIOVEDI 12/09/24 ROMA ADRIANO 21:00 DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
GIOVEDI 12/09/24 ROMA ANDROMEDA 20:30
SOLO INTRO
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
VENERDI 13/09/24 NAPOLI THE SPACE 20:30
SOLO INTRO
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
VENERDI 13/09/24 NAPOLI MODERNISSIMO 21:15
solo Q&A
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
VENERDI 13/09/24 METROPOLITAN 21:30
solo INTRO
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
SABATO 14/09/24 UCI CINEPOLIS MARCIANISE 20:00
SOLO INTRO
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
SABATO 14/09/24 UCI CASORIA 21:00
SOLO INTRO
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast
SABATO 14/09/24 AFRAGOLA HAPPY 21:30
SOLO INTRO
DOTA + LINO MUSELLA + BUCCIROSSO + il cast  

 

In aggiunta a queste date, sono disponibili anche le seguenti proiezioni con ospiti CARLO BUCCIROSSO e ELVIRA ZINGONE:

  • LUNEDì 16/09/24 – UCI MATERA – h.20.15
  • MARTEDì 17/09/24 –  UCI GIOIA DEL COLLE – h.20.15

 La Scommessa – Una notte in corsia, ecco l’intervista ai protagonisti

Endless Love: tutto quello che ci aspettiamo dalla seconda stagione

Kara sevda tradotto significa amore nero. Ma, andando oltre la traduzione letterale, questo termine ingloba l’essenza di un amore lacerante, impossibile, pericoloso, tragico. Un amore di questa intensità lega Nihan e Kemal, protagonisti della nuova dizi turca Endless Love (titolo originale Kara Sevda, per l’appunto), in onda su Canale 5 e disponibile su Mediaset Infinity. Lo show mette in scena una love story tormentata e ostacolata, in cui la felicità è solo un orizzonte irragiungibile, e a questo aggancia altri fili tematici di grande rilevanza attuale quali la manipolazione psicologica e l’abuso di potere, sia sociale che relazionale.

A interpretare i personaggi principali i bravissimi Burak Özçivit e Neslihan Atagül, qui alla loro prova attoriale migliore, affiancati da comprimari di tutto rispetto quali Kaan Urgancıoğlu (attualmente protagonista di Segreti di Famiglia, sempre in onda su Canale 5), Hazal Filiz Kucukkose, Melissa Asli Pamuk, Zerrin Tekindor, Ruzgar Aksoy, Baris Alpaykut e Nese Baykent. La prima stagione si è da poco conclusa, lasciando dietro di sé una scia di interrogativi e cliffhanger che hanno fatto da trampolino per la seconda stagione, caratterizzata da un salto temporale di circa un anno. Dopo una serie di plot twist, che hanno visto l’uscita di scena di alcuni personaggi chiave, e sviluppi narrativi determinanti, la domanda è inevitabile: cosa ci riserverà la final season?

Dove eravamo rimasti alla fine della prima stagione di Endless Love?

Le ultime sequenze della prima stagione hanno sollevato diversi dubbi e aperto la strada a ipotesi e congetture sul destino dei personaggi principali. Ozan è stato incastrato da Emir per l’omicidio commesso nei primi episodi, venendo arrestato mentre tenta la fuga con Zeynep. Una volta in carcere, qualcuno gli ha mandato delle foto che ritraggono Zeynep ed Emir sulla barca a scambiarsi dei baci. In preda alla collera ha avuto un malore, ma una volta ricoverato in ospedale è morto inaspettatamente. Il caso viene archiviato come suicidio. Nel frattempo, Nihan ha scoperto di essere incinta di Kemal, ma lo ha accusato della morte del fratello, ritenendolo responsabile per averlo denunciato in passato. Come se non bastasse, lo ha incolpato anche della morte del padre, Onder, il quale ha avuto un infarto dopo aver appreso del suicidio del figlio. Sconvolta, Nihan decide di fuggire e, un anno dopo, la ritroviamo a Londra, dove ha dato alla luce una bambina di nome Deniz.

Endlesse Love serie

Cosa succederà nella seconda stagione?

Dopo aver scoperto il nascondiglio della moglie, Emir riesce a rapire Deniz, riportandola a Istanbul e ricattando Nihan: se non tornerà da lui, non rivedrà più sua figlia. Determinato a ricostruire la famiglia, pur sapendo che Nihan non lo amerà mai, Emir insiste affinché ricomincino da capo. Nihan, devastata dal lutto e dal dolore, alla fine cerca disperatamente l’aiuto di Kemal, ma quest’ultimo, convinto che Deniz sia davvero figlia di Emir, la respinge, mosso dalla delusione. Come ultima risorsa, Nihan si rivolge al poliziotto Hakan, ma anche i suoi tentativi falliscono, portandola ad arrendersi a Emir con l’obiettivo segreto di vendicarsi, sia del marito che di Kemal.

Kemal, che ha trascorso un anno in carcere per aver sparato a Emir alla fine della prima stagione, è deciso a vendicarsi di tutti coloro che lo hanno ferito, inclusa la donna che ama. La seconda stagione si preannuncia perciò come quella in cui finalmente tutti i nodi verranno al pettine e nella quale la maggior parte dei personaggi subisce drastici cambiamenti. Kemal, ancora ignaro della sua paternità, sembra davvero pronto a sposare Asu, con la quale si è fidanzato alla fine della prima stagione. Rivela questo a Nihan quando lei gli chiede aiuto, pur non sapendo ancora che Asu è in realtà la sorella segreta di Emir, il suo nemico giurato, “dettaglio” che ci aspettiamo scopra nelle prossime puntate e che potrebbe impedire che convolino a nozze.

Le anticipazioni nel frattempo suggeriscono che Kemal inizierà a sospettare sulla vera paternità di Deniz, e un test del DNA dovrebbe confermare la verità, portandolo a un confronto diretto con Nihan. Intanto, quest’ultima sta preparando la sua vendetta contro Emir, manipolandolo con un contratto matrimoniale con l’obiettivo di liberarsi da oppressione e ricatti e vivere finalmente libera con la figlia. La seconda stagione svelerà se la donna riuscirà davvero a portare a termine il suo piano, o se, più verosimilmente, verrà ostacolata da nuovi e subdoli ricatti. Sul fronte delle indagini, invece, Hakan continua a scavare nella morte di Ozan, cercando di capire se si tratti davvero di suicidio o di un omicidio orchestrato per farlo tacere. Nonostante il mistero non sia ancora stato svelato, tutti gli indizi sembrano puntare a un omicidio mascherato, poiché Ozan non mostrava segni di squilibrio al momento del decesso, ma anzi era più che determinato a fargliela pagare sia alla moglie adultera che ad Emir.

Il destino di Zeynep, intanto, resta in bilico. Determinata a conquistare Emir, è la principale sospettata per la morte di Ozan, e nessuno, tranne Asu, Nihan e Kemal, è a conoscenza della sua relazione clandestina con Emir. Questo segreto rischia di travolgerla, e ci si aspetta che innescherà una catena di eventi che la metteranno ancora una volta in pericolo. Da un lato, infatti, deve fare i conti con una famiglia già provata dalle scelte compiute nella prima stagione, come il matrimonio segreto con Ozan, che non perdonerebbe mai un simile tradimento; dall’altro c’è Emir, che continua a minacciarla di rovinarle la vita se dovesse insistere nel cercare il suo amore. Il suo destino si compirà in questa stagione finale, e la scelta di Zeynep su come affrontare la sua situazione – se continuare a correre rischi esponendosi pubblicamente o cercare di ricominciare da zero – sarà cruciale per la sua sopravvivenza.

Con complotti, inganni e vendette che si intrecciano in questa stagione carica di tensione, la domanda finale è inevitabile: chi avrà la meglio tra Emir e Kemal? La resa dei conti è vicina.

Endless Love: cosa faresti per salvare chi ami?

Tra le soap turche degli ultimi anni, Endless Love si impone come una delle più intense e crude, sia per le tematiche trattate che per la messa in scena. La regia di Hilal Saral, sostenuta da una sceneggiatura densa e straziante firmata da Ozlem Yilmaz e Burcu Gorgun, trascina il pubblico negli abissi della fragilità umana, della perdizione, del trauma e degli abusi psicologici. Al centro della narrazione vi è un amore condannato, da cui si dipanano trame universali che interrogano i valori di un individuo, la moralità e la tolleranza di fronte a ingiustizie e prevaricazioni. Fino a che punto si può arrivare per proteggere chi si ama? E quanto si è disposti a rischiare per conquistare la propria libertà?

Endlesse LoveIl tema del “Maschio Dominante” è sempre stato il cuore pulsante di Endless Love, e va ad aprire uno squarcio su una realtà terribilmente concreta: quella dell’ossessione amorosa, della possessività e dei sentimenti tossici che inevitabilmente sfociano in violenza e soprusi. La lotta per liberarsi da queste catene, anche a costo della propria vita, diventa una metafora potente della battaglia delle donne contro ogni tipo di violenza, che non è solo di natura fisica, ma anzi ha molte sfumature. La dinamica tra Emir e Nihan è emblematica di questo percorso: dalle iniziali sensazioni di colpa e disagio (in questo caso provate verso il fratello Ozan, vittima strumentalizzata dell’abuso), si passa alla rassegnazione e, infine, a quel punto di svolta decisivo ed essenziale che infuoca la lotta per la propria dignità, che vediamo concretizzarsi proprio nella seconda stagione.

L’amore tormentato tra Kemal e Nihan, pur essendo il fulcro narrativo, si trasforma quasi in un pretesto per esplorare temi più ampi, come l’oscurità e la corruzione che permeano la nostra società. Endless Love denuncia l’amore malsano, in cui il potere e il controllo dominano, e l’unica arma per trattenere chi si ama sembra essere la manipolazione, ma anche quanto possa essere pericoloso il potere nelle mani sbagliate e quanto il denaro non solo compri il silenzio delle persone, ma sia capace di eludere la legge stessa. La storia, inoltre, ci dimostra quanto sia ancora drammatica l’assenza di un’educazione emotiva e la mancata cura dei traumi, che spesso generano comportamenti distruttivi e patologici, i quali corrodono non solo la propria esistenza ma anche quella degli altri.

Questo perciò non è solo uno show che parla dell’impossibilità di viversi l’amore desiderato, ma è un invito a riflettere bene sulle proprie scelte, perché non sempre ciò che crediamo giusto lo è davvero e può essere realmente salvifico per le persone a cui teniamo. Ma soprattutto è un monito a non lasciarsi piegare e soggiogare, perché niente vale più della giustizia e di se stessi. Nessun ricatto, nessuna somma di denaro, nessun sentimento plateale può giustificare un abuso e una violenza. Bisogna sempre essere pronti a scendere sul campo per affermare i propri diritti e la propria libertà.

Don Cheadle reagisce al ritorno di Robert Downey Jr. nel MCU: “Ma che c****”

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Durante una recente intervista al Toronto International Film Festival, durante la promozione del suo ultimo film Unstoppable, Don Cheadle ha parlato con Steve Weintraub di Collider e ha fatto un po’ di luce sul ritorno di Robert Downey Jr. nell’MCU. Nella conversazione, a Cheadle è stato chiesto della recente notizia che Downey è stato scelto per il ruolo di Dottor Doom, una mossa che ha causato un bel po’ di scalpore tra i fan della Marvel. Downey, che ha interpretato Tony Stark/Iron Man in nove film dell’MCU, ora interpreterà il ruolo del cattivo Victor von Doom nei prossimi film di Avengers, a partire da Avengers: Doomsday e continuando con Avengers: Secret Wars.

L’annuncio è stato fatto durante il panel della Hall H della Marvel al San Diego Comic-Con 2024, sorprendendo i fan con il casting di Downey per il ruolo dell’iconico avversario dei Fantastici Quattro, Victor Von Doom. Downey stesso si è rivolto alla folla con la battuta giocosa: “Nuova maschera, stesso compito. Cosa vi avevo detto, mi piace interpretare personaggi complicati”, come ha detto al suo adorante pubblico in uno degli annunci di casting più scioccanti della storia recente.

Quando Weintraub ha chiesto se ci fossero impegni futuri per Secret Wars, Cheadle ha scherzato, “Non so di cosa stai parlando”. Ha continuato a giocare con la segretezza della Marvel, aggiungendo, “Ho sentito parlare di un fratello Russo. Ce ne sono due?” Con una risata, ha sottolineato, “Sai che non posso parlare di queste cose”.

Don Cheadle mantiene il silenzio in merito a Secret Wars

Tuttavia, quando è stato incalzato sulla sua reazione al casting di Robert Downey Jr. per il ruolo dell’iconico cattivo dei Fantastici Quattro, Don Cheadle ha rivelato i suoi pensieri iniziali, esclamando, “Ero tipo, ‘Che cazzo?'” Ha elaborato, affermando che tutto nell’MCU è ancora fluido: “Stanno riscrivendo, stanno rielaborando, e quindi onestamente non posso nemmeno anticipare nulla”.

Cheadle ha anche accennato al fatto che la produzione di Secret Wars è ancora in divenire, con sceneggiature riscritte e programmi in movimento. Nel suo scherzoso scambio di battute con Weintraub, Don Cheadle ha osservato, “Tu sai più di me. Mi stai dando informazioni”, quando Weintraub ha sottolineato che Joe Russo è impegnato a lavorare sulla seconda stagione di Citadel.

Sebbene Cheadle non abbia potuto confermare nulla sul suo coinvolgimento in Secret Wars, la sua reazione al casting di Downey per il ruolo di Dottor Destino riflette la stessa sorpresa ed eccitazione che provano molti fan. I piani della Marvel per Secret Wars sono ancora segreti, ma è chiaro che sia i fan che i membri del cast attendono con ansia cosa succederà nell’MCU.

GEN: l’ARF Festival! a Genova, dal 13 al 15 settembre ai Giardini Luzzati

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A Genova, il 13, 14 e 15 settembre 2024 arriva GEN, il nuovo evento interamente dedicato al Fumetto, una full immersion di 3 giorni di mostre esclusive, grandi ospiti dall’Italia e dall’estero, live performance e laboratori KIDS, una SELF Area dedicata all’autoproduzione e alla microeditoria indipendente, un bookshop con i firmacopie non-stop di tutte le autrici e gli autori presenti al Festival, tutto interamente a ingresso gratuito!

La prima edizione di GEN, con la direzione artistica di ARF Festival! è prodotta da CDM Lab insieme a Giardini Luzzati (il Ce.Sto) e si terrà durante lo svolgimento dell’ottava edizione di M.U.R.A. (Movimento Urbano Reti Artisti) che quest’anno prende il sottotitolo “Comics Edition”.

Camminando per i caruggi del Sestiere del Molo, da Porta Soprana alla Chiesa medievale di San Donato, nello spazio multifunzionale e archeologico dei Giardini Luzzati, straordinario punto di riferimento della partecipazione pubblica e della creatività della città, troveremo autrici e autori, protagonisti assoluti della kermesse, insieme alle loro storie, ai personaggi, ai libri e soprattutto a lettori e appassionati che – sin da questa prima edizione – potranno vivere un’esperienza immersiva di incontro e confronto «dalla parte del Fumetto» in ogni suo genere, formato, in ogni sua possibile declinazione.

L’apertura è affidata alla spettacolare performance dell’artista croato Danijel Žežel– illustratore, fumettista e graphic designer pubblicato in tutto il mondo da editori come DC Comics, Marvel, Image, Dark Horse, DSTLRY, Dargaud e Mosquito e da testate internazionali come il The New York Times, il San Francsico Guardian o il The Washington Chronicle – che salirà sul palco esterno dei Giardini Luzzati per realizzare un gigantesco live painting, accompagnato dalle musiche dal vivo del trombettista Ramon Moro (a cui Žeželj realizzò la copertina dell’album Offering nel 2020), per una serata di suggestioni sonore e visive di rara intensità.

Il manifesto della prima edizione, così come la prima delle due mostre che verranno allestite all’interno dell’area archeologicica dei Giardini Luzzati, è firmato dalla fumettista e illustratrice Agnese Innocente, già vincitrice del prestigioso Premio Andersen 2021 come “Miglior libro a fumetti dell’anno” con Girotondo, scritto da Sergio Rossi. La giovane autrice toscana (classe 1994), amatissima da pubblico e critica, vanta già numerose pubblicazioni con Piemme, Mondadori, Einaudi Ragazzi, Erickson, Rizzoli, Disney, Papercutz, Space Between Entertainment, Il Castoro, Il Battello a Vapore, De Agostini, Giunti e Glénat Editions. Dell’autrice nel corso del 2024 sono usciti due nuovi graphic novel: Heartbreak Hotel (il Castoro) sui testi di Micol Arianna Beltramini e, per il mercato francese, Audrey Hepburn – Un ange aux yeux de faon (Glénat) sui testi di Jean-Luc Cornette, le cui tavole ancora inedite stanno esposte, grazie a GEN, per la prima volta.

GEN: il poster di Agnese Innocenti

Gen Arf festivalA giungere da Oltralpe saranno anche lo sceneggiatore Martin Quenehen e il disegnatore Bastien Vivès, che hanno reinterpretato un’icona mondiale come Corto Maltese grazie a una loro versione “aggiornata e ringiovanita” del celebre marinaio, traghettandolo nel XXI Secolo con i due libri Oceano Nero e La Regina di Babilonia (pubblicati in Italia da Cong Edizioni) senza tradirne la sua natura romantica, scanzonata e disincantata, anarchicamente leale. I due autori saranno ospiti di GEN e la mostra Il Corto di Martin e Bastien, a Genova in anteprima assoluta, – realizzata in collaborazione con la Cong stessa – esporrà sia alcune tra le migliori tavole digitali tratte dai due libri che alcuni bellissimi disegni originali realizzati in china e acquerello da Vivès in occasione di due esposizioni alla Galleria Manjari & Partners di Parigi.

La terza esposizione in programma, la mostra “diffusa” The Genoeser Unleashedè un’antologica che ha l’obiettivo di accendere un riflettore sull’illustrazione e le arti visive attraverso le copertine di una rivista immaginaria, per raccontare bellezze e contraddizioni di Genova. The Genoeser – omaggio alla storica rivista The New Yorker a alle sue celebri copertine – è «un progetto artistico collettivo, una finestra sulle storie di chi vive il capoluogo ligure ogni giorno, di chi l’ha lasciata e mai dimenticata, di chi – seppur di passaggio – ha potuto viverla in tutte le sue sfaccettature».

Ricchissimo il programma della Sala Talk, luogo di incontro e confronto tra autrici, autori e pubblico, che, nell’arco del weekend, vedrà la presenza di tantissimi protagonisti del fumetto e dell’illustrazione ma anche della cultura e dello sport, come l’attuale Vicepresidente vicario del CONI Silvia Salis e il giornalista e scrittore Federico Traversa. Con loro un roster da grandi occasioni: da Ivo Milazzo – con un’attesissima Lectio Magistralis moderata da Lu Vieira – a Paolo Bacilieri, che condividerà il palco con Danijel Zezelj sul tema delle “geometrie cittadine”; da Claudio Calia e il suo graphic novel dedicato alla vita di Don Andrea Gallo agli autori Disney (ma non solo) Davide Aicardi, Sergio Badino, Francesco DIppolito, Andrea Ferraris e Giorgio Salati; dalla scrittrice Micol Arianna Beltramini con Agnese Innocente a Simona Binni (dove si parlerà anche di Resistenza e antifascismo); dal bestseller Davide Costa a Manfredi Toraldo (attuale Direttore della Scuola Internazionale di Comics di Genova), a Matteo Penna, Andrea Tridico, Alessandro Ripane, Enrico Macchiavello, Giulia Masia, Ste Tirasso, Francesca Sperti e Corinna Trucco di The Genoeser, fino ai super ospiti francesi Quenehen e Vivés che verranno moderati dal giornalista, critico e storico dell’immagine, Ferruccio Giromini.

Importante: l’accesso alla Sala Talk è gratuito e prevede un numero massimo di persone (circa 70). Per parteciparvi farà fede la formula «fino ad esaurimento posti» con una precedenza ai possessori della tessera dei Giardini Luzzati – il cui costo è di 10 euro e che, pur non essendo obbligatoria, garantisce suddetta priorità.

Ogni autrice e autore che si avvicenderà nella Sala Talk di GEN, non appena terminato il proprio panel, si sposterà al bookshop del Festival – gestito dalla Libreria Sulla Strada di Genova – per session di dediche e firmacopie.

In questa prima edizione di GEN non poteva mancare la coloratissima Area KIDS, lo spazio con i laboratori creativi (a iscrizione gratuita tramite Eventbrite) che conterà sulle docenze di alcune tra le migliori firme italiane dell’editoria per bambini e ragazzi che verranno condotti lungo i percorsi della creatività e dell’immaginazione, tra pastelli, pennarelli, personaggi e storie da inventare. Laboratori per tutti i gusti e per tutte le fasce di età, con Ste Tirasso, Enrico Macchiavello, Giorgio Salati e Christian Cornia, Simona Binni, Chiaretta della Lucca Manga School, Sergio Olivotti, Sualzo, Vinci Cardona e Gud.

Ultima ma non ultima, l’esuberante e «festosamente chiassosa» SELF Area di GEN – un vero e proprio Festival nel Festival – che proporrà una ricca selezione tra le migliori realtà italiane dell’autoproduzione e della microeditoria indipendente, rappresentate nel 2024 da Amianto Comics, Attaccapanni Press, Bangarang Comics!, BMR Production, Bonny Zed, Frankenstein Magazine, Emanuele Giacopetti, Inuit, Lök Zine, MalEdizioni, Mammaiuto, Nalsco, Renape, Tofu & Teppismo. La SELF Area sarà inoltre arricchita da «uno stravagante percorso visivo», tre grandi illustrazioni inedite – Ponente, Centro e Levante – dedicate alla città di Genova realizzate dall’artista Alessandro Ripane.

GEN è una produzione CDM Lab insieme a il Ce.Sto, con la direzione artistica di ARF! Festival e le partnership di M.U.R.A., Sestiere del Molo, Scuola Internazionale di Comics di Genova, la Libreria Sulla Strada, Cong Edizioni Srl, The Genoeser e Koh-I-Noor. Media partner: StayNerd + Gli Audaci + Good Morning Genova.

Orari: Venerdì 13 settembre dalle 17:00 alle 23:00
Sabato 14 settembre dalle 10:00 alle 20:00 (con GEN Party serale).
Domenica 15 settembre dalle 10:00 alle 20:00.

L’accesso a tutte le aree di GEN è gratuito.

The Perfect Couple: recensione della serie thriller di Netflix

The Perfect Couple: recensione della serie thriller di Netflix

Lei è alta, bella, elegante e di grande talento: una celebre scrittrice, una madre premurosa e una moglie profondamente amata. Lui, invece, è affascinante, misterioso e schifosamente ricco. Agli occhi di tutti, formano la coppia perfetta, quella che sembra uscita da un romanzo rosa di Nicholas Sparks… se non fosse per un piccolo scheletro nell’armadio, o meglio, un cadavere riaffiorato dal mare, che trasforma la storia in un intricato giallo alla Agatha Christie.

The Perfect Couple è la nuova miniserie thriller con protagonista la star hollywoodiana Nicole Kidman, fresca vincitrice della Coppa Volpi per la Miglior Interpretazione Femminile in Babygirl (qui la recensione). Disponibile su Netflix dal 5 settembre, la serie – tratta dall’omonimo bestseller di Elin Hilderbrand e diretta dal premio Oscar Susanne Bier (In un mondo migliore, Bird Box) – ha rapidamente raggiunto la vetta della Top 10 delle serie TV più viste in Italia.

Composta da sei episodi di circa un’ora ciascuno, The Perfect Couple vanta un cast stellare, che include Liev Schreiber (Ray Donovan, Salt, X-Men), la modella e attrice Dakota Fanning, Eve Hewson (Dietro i suoi occhi), Isabelle Adjani e Jack Reynor (Midsommar, Inverso). A questi volti noti si aggiunge anche Meghann Fahy (The Bold Type, The White Lotus), che interpreta l’influencer Merritt Monaco, il personaggio che innescherà una tragica serie di eventi, destinati a far cadere le maschere di una famiglia solo apparentemente perfetta.

Il cast di The Perfect Couple durante il ballo della colonna sonora sulle note del brano “Criminals” di Meghan Trainor. Cr. Hilary Bronwyn Gayle/Netflix © 2024

The Perfect Couple è un “murder party” di lusso

Nell’intro, ballano tutti felici e spensierati sulle note di “Criminals” della pop star Meghan Trainor, ma la storia dei Winbury cela in realtà una serie di oscuri segreti che lascia poco spazio a un lieto fine. Partiamo dal principio: nella loro esclusiva e splendida villa sull’isola di Nantucket, nel Massachusetts, la ricca e popolare famiglia Winbury si riunisce per il weekend del 4 luglio in occasione del matrimonio dell’anno. La dolce e modesta Amelia Sacks (Eve Hewson) sta per sposare lo scapolo ereditiero Benji (Billy Howle). I preparativi sono orchestrati dalla futura suocera, l’elegante ed esigente Greer Garrison Winbury (Nicole Kidman), una famosa scrittrice di romanzi gialli, sposata da 29 anni con l’affascinante Tag (Liev Schreiber). Insieme, agli occhi di tutti, formano la “coppia perfetta,” l’emblema dell’amore e… i “Beckham” del mondo dell’editoria.

Greer e Tag Winbury hanno tre figli: oltre al secondogenito Benji, ci sono il ribelle e sfrontato Thomas (Jack Reynor), sempre accompagnato dalla moglie Abby (Dakota Fanning), e il timido adolescente Will (Sam Nivola). Quando alla villa arrivano anche i migliori amici degli sposi, Shooter (Ishaan Khatter) e Merritt (Meghann Fahy), l’amica francese di famiglia Isabel (Isabelle Adjani), e i genitori della sposa, tutto sembra pronto per il grande giorno. Tuttavia, la tranquillità viene brutalmente infranta quando, all’alba del matrimonio, un corpo senza vita affiora dalle acque che circondano la villa. Da quel momento, si scatena una turbinosa e assillante indagine – seguita dalla detective Nikki Henry (Donna Lynne Champlin) e dal capitano Dan Carter (Michael Beach) – che trasforma la paradisiaca residenza estiva dei Winbury in un campo di battaglia psicologico, dove ogni membro della famiglia e ogni ospite diventa un potenziale sospettato. Chi è l’assassino e perché ha ucciso?

The Perfect Couple | In foto le attrici Eve Hewson (Amelia Sacks) e Meghann Fahy (Merritt Monaco). Cr. Hilary Bronwyn Gayle Netflix © 2024

A poco a poco si scoprono gli altarini

Solo cinque minuti di festeggiamenti, poi l’omicidio sconvolgente. Il primo episodio di The Perfect Couple immerge immediatamente il pubblico nei preparativi di uno sfarzoso matrimonio, per poi catapultarlo in una misteriosa indagine solo pochi minuti dopo l’inizio. La serie sfrutta sin dalle prime battute tutti gli artifici e i cliché del classico giallo poliziesco, costruendo un’atmosfera di crescente suspense e mistero. Episodio dopo episodio, gli spettatori vengono dunque coinvolti sempre più profondamente nel caso, partecipando insieme alla polizia alla ricostruzione di quella notte fatidica, degli alibi e dei segreti dei vari personaggi, per quanto oscuri e compromettenti possano essere.

In questo contesto, i ruoli della detective Nikki Henry e del capitano Dan Carter diventano cruciali, non solo per la risoluzione del caso, ma anche perché finiscono per divenire lo specchio dello sguardo e del pensiero critico dello spettatore. In particolare, la detective Henry si distingue come l’unico personaggio che, fin dall’inizio, non si lascia intimidire dalla fama e dall’oro dei Winbury, esprimendo liberamente commenti pungenti e privi di deferenza.

Proprio come il celebre quadro di Dorian Gray, che nasconde sotto la sua superficie le nefandezze del protagonista, anche l’immagine idilliaca della famiglia viene progressivamente macchiata dai loro peccati, rivelazione dopo rivelazione. C’è chi abusa di alcol e fumo, chi ruba pasticche per puro divertimento, chi tradisce la propria moglie e chi cela un passato da escort. Sebbene la vicenda ruoti attorno a un solo assassino e a una sola vittima, alla fine della storia emerge che tutti sono complici di una grande menzogna, partecipi di una finzione collettiva che ha tenuto insieme la fragile facciata di perfezione della famiglia.

The Perfect Couple | In foto le attrici Eve Hewson, Nicole Kidman e Dakota Fanning, e gli attori Samuel Nivola, Billy Howle, Liev Schreiber e Jack Reynor. Cr. Hilary Bronwyn Gayle/Netflix © 2024

Il crime adatto a un binge watching

Tra satira sociale, famiglie disfunzionali, giochi di potere, suspense e un sottile dark humor, The Perfect Couple si presenta su Netflix come il crime poliziesco ideale da guardare in un pomeriggio di pioggia, senza però troppe aspettative. Con un ritmo sostenuto e una struttura ben calibrata in sei episodi (sei ore risultano più che sufficienti), la serie utilizza flashback e ricordi per ricostruire quella tragica notte, mantenendo alta l’attenzione del pubblico e spingendolo a scoprire chi si cela dietro il misfatto di questo bizzarro racconto corale.

Il talentuoso cast contribuisce senza dubbio al coinvolgimento degli spettatori, anche se la maggior parte dei personaggi finisce per risultare poco caratterizzata e incompleta (come, per esempio, lo stesso personaggio di Billy Howle che risulta pressoché inutile allo sviluppo della vicenda). Nonostante queste pecche e qualche momento di noia che potrebbe assalire di tanto in tanto il pubblico, il thriller diretto da Susanne Bier riesce a farsi apprezzare per la sua semplicità e leggerezza. Inoltre, a tutto ciò si aggiunge la garanzia di poter contare sulla presenza della grande regina della drammaticità, Nicole Kidman, che porta sicuramente la serie a un livello maggiore.

Peacemaker 2 arriverà nel 2025, ma dopo Superman!

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Peacemaker 2 arriverà nel 2025, ma dopo Superman!

Lo sceneggiatore/regista di Peacemaker, James Gunn, ha confermato che la serie spin-off di The Suicide Squad tornerà sui nostri schermi l’anno prossimo. Quando gli è stato chiesto un aggiornamento sulla seconda stagione su Threads, Gunn ha detto che John Cena e la banda torneranno per altre oltraggiose avventure nel 2025, “dopo Superman“.

Il reboot DCU uscirà nei cinema a luglio, il che significa che possiamo aspettarci la seconda stagione di Peacemaker verso la fine dell’anno. Gunn si è recentemente rivolto ai social media per rivelare un primo sguardo ufficiale al nuovo casco che Christopher Smith, interpretato da John Cena, indosserà quando farà il suo ritorno. La foto mostrava solo il casco visto da dietro, ma è chiaramente un nuovo design, forse ispirato alla versione “Future State” del personaggio.

Sebbene la foto sia stata rimossa, di recente è stato avvistato sul set un murale raffigurante Peacemaker, interpretato da John Cena (che indossa un costume leggermente diverso), suo padre con il suo costume da Drago Bianco e un misterioso terzo personaggio che molti credono si rivelerà essere il fratello di Christopher Smith, Keith.

Peacemaker, cosa sappiamo sulla seconda stagione

Peacemaker esplora la storia del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore esecutivo James Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla!”. I dettagli sulla trama della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker di suo figlio Rick Jr. (Joel Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.

Gunn, Peter Safran e Matt Miller sono i produttori esecutivi di Peacemaker. Anche il produttore esecutivo John Cena e il produttore consulente Stacy Littlejohn sono coinvolti nella produzione dello show. Nel cast si ritrovano anche Sol Rodríguez nei panni di Sasha Bordeaux, Tim Meadows nei panni di Langston Fleury e David Denman in un ruolo misterioso. La serie arriverà nella seconda metà del 2025.

Orlando Bloom afferma che Andy Serkis ha in programma di usare l’AI per ringiovanire gli attori in The Hunt of Gollum

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Sir Ian McKellen ha confermato di recente di essere stato contattato per tornare a interpretare Gandalf in Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, e ora anche Orlando Bloom, che nella trilogia originale ha interpretato Legolas, ha detto di aver già parlato con Andy Serkis di un’eventuale ripresa del ruolo.

Bloom ha interpretato l’arciere elfico nella trilogia originale di Peter Jackson e nei film Lo Hobbit, dove un po’ di tecnologia digitale è stata utilizzata per togliere qualche anno all’attore, dopotutto gli elfi sono sempre giovani e immortali.

Alla star di Pirati dei Caraibi è stato chiesto per la prima volta se fosse interessato a far parte dei nuovi film del LOTR durante un’intervista con Variety. “Oh, amico, quelle cose sono incredibili. Sì. Non so come ci riuscirebbero. Immagino che con l’intelligenza artificiale si possa fare qualsiasi cosa al giorno d’oggi. Ma se Pete [Peter Jackson] dice salta, io dico, ‘quanto in alto?’ Voglio dire, ha iniziato tutta la mia carriera.”

Orlando BloomOrlando Bloom ha continuato dicendo che ha parlato con Serkis del prossimo progetto, e il regista gli ha detto che l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata, presumibilmente per far sembrare più giovani i personaggi che tornano. “Non so davvero cosa [stanno pianificando]. Ho parlato con Andy [Serkis] e ha detto che stavano pensando a come fare le cose. Ho pensato, ‘Come potrebbe funzionare?’ E lui ha risposto, ‘Beh, l’intelligenza artificiale!’ e io ho risposto, ‘Oh, OK!’ È stato un periodo piuttosto magico della mia vita, ed è una di quelle cose in cui non c’è un lato negativo.”

La pratica del de-aging è stata già usata diverse volte, tuttavia non è che l’effetto sia sempre ideale. Questa pratica è altamente disapprovata e sempre più persone ne parlano mentre certi alti vertici del settore tentano di influenzare l’opinione pubblica. Non siamo sicuri di quanto Serkis fosse serio, ma sembra proprio che usare l’IA per The Hunt for Gollum sia qualcosa che sta prendendo in considerazione.

Quando si svolgerà Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum?

Il mondo costruito da Tolkien ne Il Signore degli Anelli è vasto e comprensivo, con molte storie lasciate in sospeso attraverso la Prima, la Seconda e la Terza Era. Descrivendo la regia del prossimo film come “un sogno che si avvera“, Andy Serkis ha rivelato che il progetto è quello di raccontare le storie non sfruttate di questo mondo. “Abbiamo iniziato a parlarne circa otto mesi fa“, ha ricordato l’attore. “Dicevano: ‘Andy vogliamo davvero rinvigorire la Terra di Mezzo. Ci sono così tante storie nuove che vogliamo coinvolgere“.

Dato che Gollum incontra la sua fine tra le fiamme del Monte Fato verso la fine de Il ritorno del Re, è lecito aspettarsi che il film si svolgerà prima di quegli eventi, idealmente anche prima che Frodo intraprenda il suo viaggio. Questo suggerisce che personaggi iconici come Aragorn, Boromir, Gandalf e Legolas potrebbero tornare in qualche modo, come suggerisce Serkis. Viggo Mortensen, che ha interpretato Aragorn nella trilogia originale, si è detto interessato se la trama è quella giusta, e anche Ian McKellen si è detto pronto a riprendere il personaggio di Gandalf.

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IF – Gli amici immaginari, il film di John Krasinski in home video

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Paramount Home Entertainment e Plaion Pictures annunciano che IF – Gli amici immaginari  è da ora disponibile in DVD, Blu-Ray e 4K UHD + Blu-Ray. Dopo il successo al cinema, questa magica avventura per tutta la famiglia diretta e interpretata da John Krasinski (A Quiet Place) arriva in tre imperdibili edizioni Home Video che includono anche un fantastico activity kit. Grazie a quest’ultimo i più piccini potranno divertirsi con tanti giochi e disegni da colorare a tema IF!

IF – Gli amici immaginari è interpretato da Cailey Fleming (Star Wars: L’ ascesa di Skywalker), Ryan Reynolds (Deadpool), Krasinski e Fiona Shaw (Harry Potter saga) insieme a una miriade di doppiatori di alto livello, tra cui Phoebe Waller-Bridge (Fleabag), Louis Gossett Jr. (Il colore viola) e Steve Carell (The Office, Cattivissimo Me), che danno vita a una bizzarra serie di amici immaginari.

Grazie alle edizioni Home Video DVD e 4K UHD + Blu-Ray, gli spettatori avranno accesso a oltre 40 minuti di contenuti bonus dietro le quinte per esplorare lo stravagante mondo degli amici immaginari. Potranno scoprire come ogni IF ha preso vita, ascoltare come i registi hanno reso reale l’immaginario, andare in giro per New York, da Brooklyn Heights a Coney Island, e molto altro!

Scritto e diretto da John Krasinski, IF – Gli amici immaginari è l’incredibile e magica storia di una bambina e della sua capacità di vedere gli IF, cioè gli amici immaginari di tutte le persone. Grazie a questo suo insolito superpotere, si imbarcherà in una magica avventura per ricongiungere gli IF dimenticati con i loro bambini.

I dischi DVD e 4K contengono i seguenti extra e contenuti bonus*:

  • La realizzazione di IF – Gli Amici Immaginari
  • Creare gli amici immaginari
  • Dare voce agli IF
  • Un mix di realtà e immaginazione
  • Tina Turner Forever!
  • Il mondo immaginario di IF
  • Papere
  • Come disegnare Blue (solo sul disco 4K)

IF – GLI AMICI IMMAGINARI arriva oggi in DVD, Blu-Ray e 4K UHD + Blu-Ray.

Andrew Garfield sul suo ritorno come Spider-Man: “Ci sono tante storie da raccontare!”

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Andrew Garfield ha interpretato per la prima volta Peter Parker in The Amazing Spider-Man del 2012. L’attore britannico si è dimostrato un degno successore di Tobey Maguire e, nonostante il film non sia stato proprio amato dal pubblico, il suo personaggio era davvero un’ottima iterazione del Peter Parker a fumetti.

L’hacking della Sony ha mostrato delle comunicazioni private tra Kevin Feige e Amy Pascal trapelate online, che hanno confermato che c’erano state discussioni per portare l’arrampicamuri nell’MCU. I fan hanno espresso questa volontà e alla fine è stata presa la decisione di riavviare l’eroe in Captain America: Civil War del 2016 (una decisione aiutata dal fatto che il sequel di The Amazing Spider-Man non aveva prodotto profitti significativi). Sfortunatamente per Garfield, ciò ha significato dire addio al ruolo e ai piani per The Amazing Spider-Man 3 e Sinister Six.

Tuttavia, dopo aver condiviso lo schermo con Tobey Maguire e Tom Holland in Spider-Man: No Way Home del 2021, Garfield non chiude la porta alla possibilità di riprendere il ruolo… anche se non promette che accadrà o che dovrebbe accadere. “Penso che le possibilità siano infinite, riguardo a quello che si può fare con quel personaggio”, ammette durante un’intervista a Screen Rant. “Non sto dicendo che dovremmo; né che lo faremo, ma puoi sempre trovare un’altra storia da raccontare, sì”.

Questo dopo che gli è stato chiesto delle voci secondo cui apparirà in Spider-Man 4 dei Marvel Studios. Alla domanda, ha detto: “Voglio dire, tipo Internet è un posto grande. Penso che ci siano molte persone che direbbero qualsiasi cosa per ottenere clic. Quindi potresti essere stato ingannato, temo”. Ma dopotutto Andrew Garfield è stato più che bravo a mantenere i segreti di Spider-Man: No Way Home!

Viola come il mare 2: recensione delle ultime puntate della fiction con Can Yaman e Francesca Chillemi

La strategia di Mediaset di introdurre Viola come il mare 2 facendola passare prima in streaming su Infinity e poi in prime time, è stata vincente. Lo hanno dimostrato i numeri: quasi 3 milioni di telespettatori hanno visionato il prodotto per la prima puntata su Canale 5 (nonostante la concorrenza dei David di Donatello su Rai 1), arrivando al 16,70% di share, mentre sulla piattaforma è stato il contenuto on demand più fruito. Un successo ripetutosi con i medesimi numeri la settimana successiva con la seconda puntata, e che sono andati a dimostrare quanto non solo ci sia un pubblico affezzionato e fedele, ma che le fiction targate Lux Vide funzionano sempre. Merito, lo abbiamo già detto, di essere trasversali quanto interessanti.

Sanno a chi rivolgersi, sanno come farlo. Divertono, intrattengono, fanno riflettere. E c’è una morale. Non è una sorpresa, perciò, se Viola come il mare abbia ottenuto un certo tipo di fama, merito anche dei suoi protagonisti, Viola e Francesco, indubbiamente ben scritti per essere un serial televisivo, ma anche ben interpretati da Francesca Chillemi e Can Yaman, e che nella seconda season sono più approfonditi. E così, da qui, Mediaset ha deciso di compiere un ulteriore passo: ha offerto ai propri utenti le ultime tre puntate della stagione sulla piattaforma. Ma non c’è da temere: la messa in onda settimanale resta. La seconda tranche di episodi (ricordiamo che sono 6 per 3 puntate) è andata a chiudere alcune storyline, risolvendo parte dei misteri che ci avevano accompagnati sin dalla prima stagione. E come vedremo nella recensione, dobbiamo ammettere che c’è stato un ultieriore miglioramento molto apprezzato.

La trama delle ultime puntate di Viola come il mare 2

Mentre Francesco sta cercando di capire chi ha provato a uccidere la madre, deve fare i conti con un nuovo cambiamento nella propria vita. Farah, la ragazza coinvolta nel traffico di esseri umani che nella precedente stagione aveva aiutato, si è presentata a casa sua incinta. Il padre della futura nascitura è però scomparso, lasciandole un messaggio in cui dice di non voler più avere a che fare con loro. A quel punto, Francesco decide di riconoscere la bambina, per permettere a Farah di rimanere in Italia. Ciò che però non si aspetta è di dover prendersene cura da solo. Viola, che ha sempre desiderato una famiglia, comincia ad aiutarlo, rendendosi conto di quanto quel sogno sia per lei importante da realizzare. Deve però fare i conti con la sua malattia, che non sa dove potrà portarla. Nel frattempo, scopre chi è il padre. Appurata la sua condizione, la donna cade nello sconforto più totale, e quando è ad un passo dall’ iniziare la sua storia d’amore con Francesco, decide di tirarsi indietro.

Viola come il mare 2

Lo sviluppo coerente dei personaggi di Viola e Francesco

Viola come il mare 2 è senza dubbio partito con il piede giusto. Lo avevamo già scritto nella nostra recensione delle prime tre puntate (le trovate qui), e lo possiamo ribadire. In tal caso, però, è da notare che gli ultimi sei episodi hanno una marcia in più, sotto tanti punti di vista. Alcuni dei casi crime della fiction sono più avvincenti, e si legano direttamente ai loro main characters. Insieme ad alcune sub-trame, come l’arrivo di Farah e la nascita di Johanna, spingono Francesco e Viola a confrontarsi con le loro paure e a riflettere su se stessi. La loro evoluzione è coerente e funzionale al percorso fin qui affrontato, con la seconda parte che ne conferma la loro ben studiata e solida caratterizzazione. Si imbattono in nuove sfide, esplorano nuovi lati caratteriali, affrontano insicurezze e fragilità, e si calano in nuovi panni senza però snaturarsi o distaccarsi mai veramente dal loro baricentro etico e morale, per quanto a volte tentanti. Il glow up, che va di pari passo con la scoperta di nuovi indizi riguardanti le loro famiglie, è graduale, non avventato, rendendo Viola e Francesco credibili e onesti nei confronti del pubblico.

Individui in cui può essere facile riconoscersi, proprio perché imperfetti, al di là della loro bellezza estetica. Francesca Chillemi e Can Yaman incarnano bene i loro personaggi, dimostrando di essere fortemente legati a essi tanto da riuscire a esprimere i loro turbamenti principalmente con gli occhi, poiché ne hanno asorbito stati d’animo e sentimenti. È infatti nei loro sguardi che si misura l’intensità delle emozioni che stanno provando, e proprio per questo risultano essere bravi tanto nelle sequenze comiche quanto in quelle drammatiche. Inoltre, sono i canali preferenziali attraverso cui vengono esplicitate delicate tematiche quali la famiglia e l’importanza di non arrendersi seppur sia disfunzionale, o il concetto di malattia, spesso legato all’incapacità di poter sognare un futuro. I due attori avevano perciò un compito, dimostrarsi sinceri in quello che si stava raccontando e mai caricaturali o fuori posto, per non rischiare di perderne il valore. E ci sono riusciti.

Una nota di merito per la regia

Arrivati alla fine, è doveroso concludere con una considerazione tecnica. Anche in questa seconda parte, ma in generale in tutta la stagione, a colpire di più – confrontandola con altre fiction e la stessa prima stagione di Viola come il mare – è la regia. Se a livello di sceneggiatura è facile cadere in alcuni didascalismi e luoghi comuni, caratteristica riscontrata in particolare nei dialoghi, l’operazione dietro la macchina da presa è decisamente superiore.

Palermo, teatro naturale delle vicende della serie, è catturata da suggestive inquadrature, che siano panoramiche o campi lunghi, in cui uno dei protagonisti principali è il mare con le sue acque cristalline; le scene di inseguimento sono ancor più adrenaliniche ed efficaci, segno che c’è stato un maggiore impegno nella loro preparazione, al fine di ottenere più coinvolgimento; c’è più energia e ritmo nei cambi di scena, e di conseguenza si elevano tensione, trasporto e attenzione. La regia è dunque valida, e contribusice a non far essere Viola come il mare 2 monotono, cosa che invece accade spesso nelle opere destinate alla televisione, e da cui bisognerebbe smarcarsi.

Viola come il mare 2 è disponibile su Netflix

James Spader potrebbe interpretare un Ultron UMANO nella serie Vision?

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Il mese scorso, abbiamo appreso che la star di Avengers: Age of Ultron James Spader riprenderà il suo ruolo di Ultron nella prossima serie Vision di Marvel Studios e Disney+.

All’epoca, Deadline aveva detto che “il ruolo di [Spader] in Vision potrebbe non essere la voce narrante, a quanto abbiamo sentito”. Come risultato di questa affermazione, presto hanno iniziato a diffondersi le speculazioni sul fatto che Spader avrebbe potuto interpretare Ultron nella sua forma “umana”, simile a quanto accaduto nei fumetti quando si è fuso con Hank Pym.

James Spader è stato Ultron nel 2015

Nel sequel di The Avengers, James Spader ha unterpretato Ultron con motion capture, quindi ci siamo chiesti se il report di Deadline potesse fare riferimento a quello. Ora, però, The Hollywood Reporter ha gettato ulteriore benzina sul fuoco. “Spader riprenderà il suo ruolo di Ultron, un essere senziente creato da Tony Stark, alias Iron Man, per agire come un programma di difesa ma che invece si è rivoltato contro l’umanità, come si è visto nel film Avengers: Age of Ultron”, nota il rapporto del sito sull’ingresso di Todd Stashwick nel cast. “Ultron ha poi avuto un ruolo nella creazione di Vision, suo ‘figlio’, per così dire. Non è chiaro se Ultron tornerà come robot o in forma umana”.

Questo tipo di incertezza da parte degli operatori di Hollywood suggerisce che hanno sentito informazioni contrastanti, soprattutto perché si poteva dare per scontato che Spader avrebbe interpretato l’androide malvagio nello stesso modo in cui ha fatto nel 2015.

Non abbiamo mai visto Ultron morire per mano di suo figlio e Spider-Man: Homecoming ha fortemente lasciato intendere che potrebbe essere ancora attivo quando Peter Parker si è imbattuto nella testa luminosa di uno dei suoi droni.

Cosa sappiamo su Vision?

Vision, la cui produzione dovrebbe iniziare in Inghilterra nel 2025, è il primo nuovo show live-action della Marvel in quasi due anni. Brad Winderbaum, responsabile di Marvel per lo streaming, la televisione e l’animazione, ha dichiarato a Variety a maggio che l’azienda ha iniziato a passare a un “approccio più tradizionale” alla produzione televisiva dopo il lancio iniziale dei suoi contenuti in streaming, che lo studio ha realizzato secondo un modello a caratteristiche.

All’inizio di quest’anno abbiamo scoperto che la serie è stata resa ufficiale e che il produttore esecutivo di Star Trek: Picard, Terry Matalas, è stato nominato showrunner. La serie è attualmente in programma per il 2026. Paul Bettany riprenderà il suo ruolo di tragico sintetizzatore del MCU e la storia dovrebbe essere incentrata su “Visione fantasma che esplora il suo nuovo scopo nella vita”.

Il finale di WandaVision ha rivelato che il Visione con cui abbiamo passato il tempo nel corso della stagione era in realtà uno dei costrutti di Wanda, ma il vero “Visione Bianco” era stato ricostruito dallo S.W.O.R.D. e programmato per rintracciare e uccidere Scarlet Witch. Questa versione del personaggio si allontana verso parti sconosciute verso la fine dell’episodio dopo aver dichiarato di essere la “vera Visione”.

Viola come il mare 2: recensione delle prime 3 puntate con Can Yaman

Acqua cristallina, sole caldo e una Sicilia vivace ma macchiata da alcuni omicidi. A più di un anno e mezzo di distanza, nel corso del quale altri prodotti sono sbarcati su Mediaset, arriva Viola come il mare 2, molto attesa e reclamata a gran voce dal pubblico dopo il successo della prima stagione. Prodotta da Luca Bernabei e Lux Vide, la nuova season ha al timone di regia Alexis Sweet, un passaggio del testimone avvenuto con Francesco Vicario, direttore precedente. Siamo di nuovo a Palermo, terra, cuore e sfondo delle vicende poliziesche e amorose che vedono coinvolti Violata Vitale (Francesca Chillemi), giornalista di cronaca nera dalla spiccata sensibilità e intuizione grazie alla sinestesia, e Francesco Demir (Can Yaman), Ispettore Capo tutto istinto e indecifrabilità.

Le prime tre puntate (quindi i primi 6 episodi) sono state lanciate in anteprima su Mediaset Infinity, strategia commerciale seguita anche dalla concorrente Rai, e avranno la loro trasmissione ufficiale in prima serata su Canale 5 dal 3 maggio. Le atmosfere in cui Viola come il mare 2 fa tuffare i suoi spettatori sono quest’anno molto più intricate e scottanti, merito in particolare del cliffhanger con cui il finale della prima stagione ci aveva salutati, il quale va immediatamente aggacciandosi ai nuovi episodi disponibili sulla piattaforma che fremono di raccontarci come sono proseguite le vite di quei personaggi a cui si è iniziato a voler bene. E come alcune scoperte potrebbero scombussolare loro la esistenza, mettendoli in crisi.

La trama dei 3 episodi di Viola come il mare 2

Riallacciamoci quindi al finale della prima stagione, che ci aveva lasciati innestando un dubbio: Viola e Francesco sono fratelli? Entrambi, da quanto si era fatto intendere, sembrerebbero condividere lo stesso padre, ma nessuno dei due lo sa. Si ricomincia da qui. Sonia, la madre di Francesco, che aveva avvisato precedentemente Viola del fatto che suo padre è un altro uomo, è arrivata a Palermo per parlare con il figlio. Un incidente, però, la imprigiona in un coma da cui non riesce a svegliarsi. Intanto a Sicilia Web News c’è una nuova caporedattrice di Milano, Vita Stabili, una donna tutta d’un pezzo che cerca di essere il più affabile possibile con i suoi giornalisti nonostante in lei si annidino alcuni pregiudizi, specie nei confronti di Viola, che ritiene raccomandata in quanto di bella presenza.

Nel frattempo alla giornalista di cronaca nera viene affidato un nuovo compito: un podcast in cui lei, a modo suo, possa raccontare le sue indagini e le storie dietro gli omicidi perpetrati in città. Una soluzione che ben si adatta alla struttura narrativa, trasformando il voice over di Viola, a cui eravamo abituati, in un vero e proprio elemento della diegesi, poiché le sue parole, che introducevano e accompagnavano tutta la puntata, si traducono nel podcast radio, diventandone parte integrante. Ogni episodio, al netto della trama verticale inerente il rapporto complicato fra Viola e Francesco e la ricerca della verità dei loro rispettivi genitori, cerca poi di affrontare diverse tematiche: dal significato dell’amore, al rapporto fra fratelli, a cosa voglia dire essere malati, fino all’essere se stessi facendo cadere le maschere.

Viola come il mare 2

La seconda stagione si conferma una coccola confortevole

Il format di Viola come il mare, che ritroviamo nella nuova stagione, resta simile – in termini di pattern narrativo – alle altre serie televisive poliziesco-romantiche prodotte da Lux Vide, come Che Dio Ci Aiuti, Un passo dal cielo, Don Matteo, Blanca, per citarne alcuni. È una sorta di tratto distintivo, che ne fa riconoscere subito l’identità produttiva, efficace e immediata, come un serial televisivo in fondo richiede. Anche la cifra stilistica è comune agli altri prodotti fondati su questo genere: c’è la fotografia dai colori vispi e accesi che esalta la regia e le immagini, ci sono le riprese panoramiche della città in cui si svolgono gli eventi e c’è la promozione del territorio-cartolina in cui si sviscera la storia.

Un approccio classico e preciso, che comunque non sottrae alla fiction la sua identità: come avviene negli altri casi, per differenziare le fiction, si sceglie di far particolare leva sui protagonisti più che sulla storyline, che sono il vero cuore della narrazione, dando loro definite sfaccettature e una buona caratterizzazione. Can Yaman e Francesca Chillemi si confermano in tal senso capaci, attenti a garantire più gallerie d’espressioni del viso per essere a servizio della scena girata e permettere una maggiore portata emotiva, ed è evidente la loro alchimia rodata, la quale permette naturalezza nelle loro interazioni, anche in quelle più “piccanti”. Soprattutto, però, i due attori risultano ancor più integrati negli incastri del racconto, di natura trasversale, il quale funziona bene per il target della rete generalista e si premura di essere in primis confortevole.

A volte ingenuo nella scelta di alcune situazioni-cliché e dialogi in cui si palesa un po’ di forzatura che non sempre lo fa essere fluido, ma che in ogni caso sa racchiudere sia momenti di divertimento, in cui riesce a strappare una risata, sia frangenti più seri, che stimolano e invogliano a una riflessione più approfondita. La fiction, dunque, ribadisce il suo essere una coccola da gustarsi sul divano di casa, e fa in modo che lo spettatore si lasci trasportare da una parte dalla curiosità legata alle indagini, che mantengono il tono poliziesco/crime regalando momenti action in cui l’attore turco fa sfoggio della sua fisicità, dall’altra dal piacere visivo messo in moto dal lato romantico, con simpatiche gag, equivoci d’amore e sguardi smaliziati che Francesco e Viola non smettono di scambiarsi.

Can Yaman e Francesca Chillemi si impegnano a superare i pregiudizi

Arrivati a questo punto è inutile negarlo: carta vincente di Viola come il mare 2 restano i suoi main characters, Viola e Francesco, dietro ai quali Francesca Chillemi e Can Yaman mostrano di saper capire e cogliere le esigenze e le particolarità dei loro rispettivi personaggi. Chillemi è oramai un’attrice matura, pronta sempre a nuove sfide. Si diverte sul set e questo si nota. Riesce a trovare la chiave e il canale giusto per comunicare prima lei con il suo personaggio e poi quest’ultimo con il pubblico, risultando autentica. Nel panorama televisivo italiano è uno dei volti più apprezzati e non stupisce. Esattamente come la sua Viola, Francesca Chillemi ha saputo poi abbattere il preconcetto e luogo comune del “bella ma non balla”, dimostrando capacità, bravura e impegno con ottimi risultati. Un chiaro segno che si diventa davvero qualcuno non perché aiutato dal proprio aspetto fisico (che sì contribuisce, ma è solo una minima parte), ma per lo studio e la dedizione verso quello che si fa, che sono i primi ingredienti che permettono al proprio percorso lavorativo di essere costellato di successi. E soprattutto di proseguire con dignità.

Un discorso che si applica al suo partner su schermo, Can Yaman, che, grazie alla fama ottenuta con le dizi turche acquistate da Mediaset in cui era protagonista, parliamo di Bitter Sweet, Mr. Wrong, Daydreamer, ha saputo guadagnarsi un posto in prima fila nelle produzioni nostrane. Lo dimostra la sua presenza in Viola come il mare, ma anche l’essere diventato protagonista di Sandokan, serie evento internazionale della Lux Vide le cui riprese sono attualmente in corso nei teatri di posa di Formello. Eppure, anche Yaman – pur corazzato dall’amore dei suoi fan – si è trascinato dietro l’etichetta del “fortunato” e “privilegiato” per l’aspetto fisico, per la sua bellezza vista quasi come una colpa, come se al di là della componente estetica non ci fosse altro. Invece, in barba a chi non credeva nella sua preparazione, l’attore ha dimostrato di valere, di poter accogliere e vincere le sfide che gli si presentavano lungo il cammino. Ricordiamo, per esempio, che Yaman ha preso lezioni di italiano per migliorare la sua pronuncia e non sbagliare i termini della nostra lingua italiana, nel rispetto sia del prodotto che del suo pubblico d’appartenenza. In questa stagione si notano i suoi miglioramenti e la sua maggiore scioltezza e dimistichezza rispetto alla prima stagione, anche se poi in realtà è proprio il suo Francesco Demir ad acquisire più verità, proprio perché diverso anche nel timbro di voce e negli accenti.

In conclusione, chiunque cerchi un momento di leggerezza, per staccare la spina dai propri impegni e magari sognare l’estate, non può perdersi la seconda stagione di Viola come il mare. Un serial che non vuole costruirsi su chissà quali pretese, ma che si pone come un comfort show con l’intenzione di chiudere in una bolla di relax, per un paio d’ore, il suo pubblico. E va benissimo così.

Supergirl: Woman of Tomorrow, Sasha Calle dà un consiglio a Milly Alcock

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Supergirl: Woman of Tomorrow dovrebbe essere il secondo titolo DCU distribuito dai DC Studios e il regista di Crudelia, Craig Gillespie, è stato scelto per dirigere il film.

Ana Nogueira (The Vampire Diaries) ha scritto la sceneggiatura, dopo aver collaborato al film mai realizzato che doveva vedere protagonista Sasha Calle (vista in The Flash), mentre Milly Alcock, che abbiamo imparato a conoscere e amare nella prima stagione di House of the Dragon è ufficialmente il volto della nuova “donna del domani”.

Tuttavia, è difficile non provare un pizzico di rammarico per Calle, poiché il ruolo sembrava essere quello che avrebbe definito la sua carriera. Non ci sono rancori da parte dell’attrice, tuttavia, poiché ha condiviso alcuni consigli entusiasti per Alcock in una nuova intervista. “Oh mio Dio, divertiti tanto. E poi sembrerai così tosta. Mi piace. Divertiti.” Ha dichiarato ai microfoni di Indiewire.

milly alcock supergirlQuando Calle è stata scelta per il ruolo di Supergirl in The Flash, ha assunto quello che nella storia a fumetti Flashpoint era il ruolo di Superman. Tuttavia, prima che i DC Studios venissero fondati, il viaggio nel tempo di Barry Allen avrebbe creato un nuovo DCEU in cui Michael Keaton era Batman (spiegando il suo ruolo nel film dedicato a Batgirl) e Calle sarebbe stata una Supergirl che sostituiva il Superman di Henry Cavill.

LEGGI ANCHE – Milly Alcock debutta con il suo look da SUPERGIRL mentre Woman of Tomorrow si prepara per le riprese di gennaio

I piani sono stati però continuamente modificati mentre la Warner Bros. subiva cambiamenti di regime apparentemente infiniti, con tanto di ritorno provvisorio di Cavill in Black Adam che ha portato a un finale rigirato per The Flash in cui si vedeva Superman unirsi a Supergirl e al Batman di Keaton per affrontare il Velocista Scarlatto.

I DC Studios hanno scartato anche questa soluzione, preferendo il cameo di George Clooney, il che ha significato che non siamo riusciti a vedere Cavill e Calle condividere lo schermo come gli iconici cugini. E James Gunn, che ha definito The Flash uno dei più grandi film di supereroi mai realizzati, ha poi deciso che Calle non era adatta per la sua versione di Kara della DCU.

Supergirl: Woman of Tomorrow, la trama

Secondo una breve sinossi, questa storia seguirà Kara mentre “viaggia attraverso la galassia per festeggiare il suo 21° compleanno con Krypto il Supercane. Lungo la strada, incontra una giovane donna di nome Ruthye e finisce per intraprendere una ricerca omicida di vendetta”. L’attrice e drammaturga Ana Nogueira sta attualmente lavorando alla sceneggiatura di Supergirl: Woman of Tomorrow.

Spider-Man: Across the Spider-Verse, parla “l’altro” Miles, Jharrel Jerome

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L’atto finale di Spider-Man: Across the Spider-Verse ci ha lasciati senza fiato: Miles Morales torna a casa sua per affrontare il fato e salvare suo padre dalla morte, cosa che dovrebbe rappresentare il suo “evento canone”.

Durante una conversazione con sua madre, sia il ragazzo che il pubblico capiscono che qualcosa non è proprio andata nel verso giusto. L’arrampicamuri è finito in un universo sbagliato e questo viene confermato quando suo zio Aaron, che ricordiamo è morto in Into the Spider-Verse, entra in casa. Le cose si complicano quando scopriamo che il Miles G. Morlaes di questa Terra è in realtà Prowler.

Il film si chiude su un cliffhanger e mentre in molti hanno immaginato che Shameik Moore potesse interpretare entrambe le versioni di Miles, in realtà è Jharrel Jerome a prestare la voce a Miles/ Prowler di Terra-42 (l’Universo che non ha mai avuto uno Spider-Man).

Jharrel Jerome è il doppiatore di Miles Morales su Terra-42

Parlando con Collider, l’attore ha rotto il silenzio sul ruolo quando ha detto, “È stato un sogno fin da quando ero bambino, far parte di quel mondo in qualsiasi modo. Miles Morales è un personaggio specifico, in quanto dominicano di New York, che ho sempre sognato di incarnare e interpretare.”

Jerome ha aggiunto, “Quindi, anche solo interpretarne la voce nel mondo che stanno creando è incredibile perché ciò che il personaggio sta facendo per la mia gente e per la nostra gente a New York (dominicani, portoricani) sta davvero cambiando la nostra percezione nella cultura mainstream in termini di animazione e genere dei supereroi. Per me farne parte è un onore.”

L’attore, che potreste aver visto in Moonlight e When They See Us, ha anche condiviso elogi e entusiasmo per il franchise e sembra non veda l’ora di ampliare il suo ruolo quando Spider-Man: Beyond the Spider-Verse uscirà (purtroppo, non siamo ancora in grado di sapere quando ciò accadrà e il 2025 sembra sempre più improbabile).

“Sì, sono anche film fantastici. Inoltre, alcune persone dicono, ‘Mio figlio ti ama’, o, ‘Mia figlia ti ama’. La maggior parte delle cose che ho fatto sono state molto tristi e per adulti, quindi è bello espandere un po’ la base di fan e avere bambini che dicono, ‘Oh mio dio, ti amo!’ Anche se mentono perché non hanno visto la mia faccia.”

Spider-Man: Across the Spider-VerseIn Spider-Man: Across the Spider-Verse, dopo essersi riunito a Gwen Stacy, l’amichevole Spider-Man di quartiere a tempo pieno di Brooklyn viene catapultato attraverso il Multiverso, dove incontra una squadra di Spider-People incaricata di proteggerne l’esistenza.

Ma quando gli eroi si scontrano su come gestire una nuova minaccia, Miles si ritrova a dover affrontare gli altri Spider e deve ridefinire cosa significa essere un eroe in modo da poter salvare le persone che ama di più.

Spider-Man: Accross the Spider-verse è su Prime Video

Sony Pictures Animation ha ingaggiato Joaquim Dos Santos (Voltron: Legendary Defender, La leggenda di Korra), il candidato all’Oscar Kemp Powers (Soul) e Justin K. Thompson (Piovono polpette) per dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil Lord e Chris Miller (che tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione con David Callaham (Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci AnelliWonder Woman 1984).

Non è stato ancora confermato, ma sia Shameik Moore che la candidata all’Oscar Hailee Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro voci nel primo film, tra cui Jake Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, John Mulaney, Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason Schwartzman.

La storia vera di Braveheart e tutto ciò che il film di Mel Gibson ha di giusto e di sbagliato

Braveheart è un film emozionante, ma è uno dei film meno accurati dal punto di vista storico mai realizzati. “Potranno toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà!“. Il discorso di William Wallace è uno dei più famosi della storia del cinema. Per una generazione di spettatori, il film Braveheart di Mel Gibson ha cementato il posto di William Wallace come uno dei più grandi leader militari di tutti i tempi. Il film di Gibson ritrae William Wallace come un eroe riluttante che sfodera la spada per vendicarsi dopo l’assassinio dell’amata moglie. Il film racconta la storia della sua vita, esplorando alcune delle sue battaglie più importanti, e alla fine si conclude con una nota tragica: Wallace viene tradito e messo a morte dagli inglesi. La conclusione di Braveheart è tuttavia ottimista, in quanto presenta il protagonista come l’ispiratore di Robert the Bruce, che alla fine avrebbe condotto la Scozia alla libertà.

Purtroppo, per quanto il film possa essere emozionante, in realtà è generalmente considerato uno dei film meno accurati dal punto di vista storico. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che il regista e protagonista di Braveheart, Mel Gibson, si è basato sul racconto di un bardo di nome Blind Harry, un narratore che sosteneva di aver utilizzato fonti primarie per scrivere il suo resoconto su Wallace, ma probabilmente non lo fece. Blind Harry scrisse di William Wallace circa 100 anni dopo che gli eventi della sua vita si erano verificati, e non si sa quanto dei suoi resoconti fosse reale. Tutto ciò significa che Braveheart deve essere visto come un film basato su un racconto di fantasia liberamente ispirato a eventi storici, e non sorprende che il film sia storicamente inaccurato.

William Wallace non era affatto “Braveheart

Mel Gibson come William Wallace in Bravehearth
© 1995 Paramount Pictures

Braveheart si rallegra delle sue imprecisioni, e le possiede fin dall’inizio, perché persino il titolo è sbagliato. La maggior parte degli spettatori penserà naturalmente che “Braveheart” si riferisca a William Wallace, ma in realtà il nome è associato a Robert the Bruce. Secondo lo scrittore del XIV secolo John Barbour, Robert the Bruce si pentì sempre di non aver partecipato a una crociata. Fece giurare a uno dei suoi cavalieri di portare il suo cuore in Spagna in un astuccio d’argento dopo la sua morte, in modo da trovare un modo per partecipare a una crociata. Nella foga della battaglia, questo cavaliere lanciò l’urna contenente il cuore contro l’esercito avversario, gridando: “Avanti cuore coraggioso, ti seguirò!”. Il titolo di Braveheart non ha nulla a che fare con William Wallace, né il motivo del nome viene mai mostrato nel film (per fortuna).

È interessante notare che anche altre scene che coinvolgono Robert the Bruce nel film sono storicamente inaccurate. Robert the Bruce viene ritratto come un nobile che tradisce William Wallace più di una volta nelle sue battaglie contro gli inglesi, ma ciò non accadde. Questo è dovuto soprattutto al fatto che Robert the Bruce inizialmente non era affatto coinvolto nella ribellione scozzese contro gli inglesi. Il clan Bruce aveva una legittima pretesa al trono scozzese, ma il Paese era talmente in subbuglio che non fece pressioni per rivendicare il trono, ma attese fino a quando non ci fu un sufficiente sostegno scozzese per la ribellione. Per questo si dice che Robert the Bruce sia stato “ispirato” da Wallace e che abbia sposato la causa dopo la morte di quest’ultimo.

La storia di William Wallace in Braveheart è completamente inventata

Mel Gibson interpreta bene il ruolo di William Wallace, aprendo con un racconto degli anni formativi di Wallace pensato per renderlo simpatico. Purtroppo, si tratta di un racconto in gran parte astorico, perché in realtà Wallace era un nobile minore; suo padre e suo fratello non sono certo morti in battaglia contro gli inglesi. Infatti, quando il conflitto con gli inglesi giunse al culmine, William Wallace era già adulto, non un bambino che guardava i suoi familiari più anziani andare in battaglia.

Sebbene Blind Harry racconti della morte della moglie di Wallace in circostanze simili a quelle del film, la sua versione di Wallace è già un leader sanguinario. È interessante notare che Blind Harry non sembra aver mai nominato la moglie di Wallace: il nome “Miranda” è stato aggiunto da studiosi successivi che hanno copiato i suoi manoscritti e “Marion” è stato usato da altri, ma non viene utilizzato nel film per non sembrare simile alla leggenda di Robin Hood. Braveheart sceglie un nome più tradizionale: Murron.

Braveheart inventa il motivo della guerra di William Wallace contro gli inglesi

Mel Gibson e Catherine McCormack in Braveheart - Cuore impavido (1995)
© 1995 Paramount Pictures

La guerra di William Wallace contro gli inglesi non aveva nulla a che fare con la vendetta nel mondo reale e di certo non aveva a che fare con il “diritto nobiliare” dello Jus Primae Noctis, il diritto di un nobile di andare a letto con una sposa locale durante la prima notte di nozze. Sebbene le testimonianze sullo Jus Primae Noctis risalgano all’Epopea di Gilgamesh di circa 4.000 anni fa, in realtà non ci sono prove storiche che sia mai stato praticato in nessuna parte del mondo, compresa la Scozia medievale. Il motivo di Wallace era infatti politico: si opponeva all’invasione della Scozia da parte di Edoardo I dopo la morte del re scozzese Alessandro III. Il primo atto di ribellione noto di Wallace fu l’assassinio di un alto sceriffo inglese nel 1297, ben prima della leggendaria morte della moglie.

Braveheart ignora l’abbigliamento e le armi dell’epoca di William Wallace

Braveheart non è più storicamente accurato quando si tratta di rappresentare l’abbigliamento e le armi degli scozzesi o degli inglesi. I soldati inglesi non avrebbero indossato per secoli il tipo di uniformi standardizzate che si vedono in Braveheart di Mel Gibson, mentre i kilt degli scozzesi sono altrettanto antistorici. I tartan di famiglia sarebbero stati stabiliti, ma i kilt con cintura non sarebbero stati usati in battaglia per altre centinaia di anni. Wallace non avrebbe mai indossato una vernice blu per il viso; è associata ai Picti. “Picti” è il nome che i soldati romani davano ai soldati tribali scozzesi con cui si scontravano quando cercavano di invadere la Scozia. La pittura facciale blu sarebbe passata di moda circa 1.000 anni prima del suo tempo.

Anche la leggendaria lama di William Wallace è sbagliata, sebbene ispirata alla Wallace Sword esposta nel National Wallace Monument di Stirling. Come ha dichiarato lo storico David Caldwell alla BBC:

La cosiddetta Spada di Wallace è in realtà un tipo di spada scozzese che risale alla fine del XVI secolo. Questa spada fu vista al Castello di Dumbarton dal famoso poeta William Wordsworth e da sua sorella Dorothy quando visitarono la Scozia nel 1803. Uno dei soldati della guarnigione disse loro che era quella di Wallace. È la prima volta che la spada viene associata all’eroe scozzese: il soldato stava deliberatamente raccontando una storia ai visitatori inglesi?

In realtà, però, questo particolare elemento di imprecisione storica è del tutto comprensibile. La Spada di Wallace può anche non essere autentica, ma ha un’enorme importanza simbolica.

Il film Braveheart di Mel Gibson sbaglia persino le sue battaglie

Braveheart sbaglia persino le battaglie. La più eclatante è la battaglia di Stirling Bridge; per prima cosa, nel film non c’è traccia di un ponte. Nel mondo reale, la genialità delle tattiche di William Wallace non risiedeva nell’uso di lunghe lance – una tattica comune – ma piuttosto nella scelta del campo di battaglia. L’esercito di Wallace era posizionato su un lato di un ponte e gli inglesi erano costretti ad attraversarlo. Il ponte fungeva da imbuto, neutralizzando la superiorità numerica. Ironia della sorte, questa non fu la strategia di Wallace, ma è accreditata ad Andrew de Moray, un altro capo militare scozzese che morì poco dopo la battaglia di Stirling Bridge a causa delle ferite riportate sul posto. Questa figura non compare mai in Braveheart, ma il suo contributo alla ribellione scozzese contro gli inglesi fu altrettanto importante di quello di Wallace.

La battaglia di Falkirk è invece più interessante, con alcuni dettagli che corrispondono a quelli di Braveheart. La cavalleria scozzese ha effettivamente disertato durante questo conflitto inaspettato, ma non ci sono prove che i nobili siano stati corrotti; piuttosto, è probabile che siano stati demoralizzati e abbiano semplicemente abbandonato la battaglia piuttosto che affrontare l’inevitabile sconfitta.

La morte di William Wallace

mel gibson Braveheart

La morte di William Wallace è una delle parti più storicamente accurate di Braveheart, anche se resa molto meno macabra. Gibson sceglie di accennare soltanto agli orrori che Wallace subisce: viene impiccato, poi sventrato fuori campo, prima di essere decapitato. Alcuni aspetti più raccapriccianti della tortura, come l’intestino di Wallace che viene bruciato davanti a lui, sono comprensibilmente tagliati. Tuttavia, è strano che un film come Braveheart, che non è particolarmente apprezzato per la sua accuratezza storica, gestisca le scene di morte in modo abbastanza accurato.

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