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I Am Groot: rivelata l’ambientazione nella linea temporale del MCU

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La prossima serie animata di I Am Groot che arriverà su Disney+ presenterà i primi giorni di crescita di Groot, e anche se fino ad oggi non era chiaro l’arco temporale della serie, oggi finalmente è stato rivelato il periodo di tempo esatto nel quale sarà ambientata nella timeline complessiva nel Marvel Cinematic Universe. Parlando con ComicBook , Brian Winderbaum, Head of Streaming, Television and Animation dei Marvel Studios, ha rivelato che la prossima serie di cinque episodi si svolgerà tra la fine di Guardiani della Galassia Vol. 2 e la scena post-crediti del secondo film che mostra Groot che è già invecchiato in una versione di se stesso da adolescente.

«È una finestra stretta, giusto? Si svolge effettivamente tra la fine di Guardiani della Galassia Vol. 2 e prima della scena del in cui lo vediamo adolescente. Quindi, è in questa stretta finestra che Groot [si trova] in quel tipo di fase di sviluppo post-bambino”, ha detto Winderbaum. “Ed è stato qualcosa che ha davvero eccitato, James [Gunn] che conosceva il lavoro di [Kirsten Lepore] ed era anche entusiasta di lavorare con lei”.

Ovviamente, poiché la finestra temporale in cui Groot è piccolo come in I Am Groot e i Guardiani che non sono coinvolti in nessun evento del MCU è piccola, il team dietro la serie ha dovuto trovare la finestra perfetta in cui inserire la serie, e sembra che ci siano riusciti! La sinossi ufficiale racconta che I Am Groot parlerà dei “giorni di gloria di Baby Groot mentre cresce e si mette nei guai tra le stelle”. Lepore, nota per il suo lavoro di animazione e cortometraggi, sarà la regista e la produttrice esecutiva della serie tv.

I am Groot: recensione della serie di cortometraggi Disney+

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I am Groot: recensione della serie di cortometraggi Disney+

Arriva come un uragano di dolcezza e simpatia, il 10 agosto su Disney+, I am Groot, la nuova serie Marvel per la piattaforma che va ad arricchire l’offerta che la Casa delle Idee regala agli abbonati. La serie ci riporta al tempo in cui l’albero senziente è ancora un bambino, anche se probabilmente si tratta di un progetto fuori-canone, come ha dichiarato lo stesso James Gunn. La serie vede diversi ritorni, non solo quello di Vin Diesel che dà la voce al protagonista e di Bradley Cooper che torna brevemente a doppiare Rocket Raccoon, ma è lo stesso Groot che torna nel suo pianeta d’origine, dove non lo abbiamo mai visto!

La serie è formata da 5 episodi, di circa dieci minuti, piccoli cortometraggi, pillole di divertimento e tenerezza che vedono il nostro ramoscello impegnato a esplorare la galassia, a fare i conti con l’ambiente circostante e a farsi rispettare dalle altre creature che incontra sul suo cammino, indipendentemente dalla taglia! Sicuramente queste avventure lo formeranno fino a trasformalo nell’albero che abbiamo conosciuto all’inizio di Guardiani della Galassia e che si sacrificherà per salvare la sua famiglia.

I Am Groot, la nuova serie animata Marvel

Anche in questo prodotto, indirizzato chiaramente ai più piccoli, Groot si dimostra particolarmente a suo agio nel combinare pasticci, con buona pace di Rocket Raccoon, che non può fare a meno di adorare il suo piccolo amico, anche se cerca in tutti i modi di essere severo e limitarne l’entusiasmo infantile.

Con I Am Groot, lo stile del MCU si arricchisce ulteriormente, perché per la prima volta entra in gioco l’animazione fotorealistica, che sebbene sia la più diffusa nel panorama contemporaneo dell’animazione, è una prima volta per lo studio di Kevin Feige. Si potrebbe quindi ipotizzare che si sta aprendo una nuova strada espressiva e linguistica per la Casa delle Idee e I am Groot fa da apripista, soprattutto perché è già stato confermato un secondo ciclo di cortometraggi. Questa novità non ha però impedito a Feige di affidarsi a mani note e fidate. A firmare i cinque episodi c’è infatti Ryan Little, che aveva già seguito What If…? e che è stato confermato per questa nuova avventura.

A dispetto delle recenti polemiche in merito alla scarsa qualità della computer grafica dei recenti prodotti MCU, è evidente che I am Groot si avvale della tecnica più raffinata per mettere in campo al meglio l’amatissimo protagonista, che risplende in tutta la sua dolcezza in tutti e cinque i cortometraggi disponibili su Disney+ dal 10 agosto.

I Am Groot: James Gunn aggiorna sulla seconda stagione

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I Am Groot: James Gunn aggiorna sulla seconda stagione

La serie animata Disney+ del 2022 I Am Groot è stata un successo tra i fan e, di recente, il regista James Gunn ha affermato che potrebbe arrivare una seconda stagione di I Am Groot, ma non con lui coinvolto. In risposta alla domanda di un fan su Twitter, a James Gunn è stato chiesto se i fan possono aspettarsi la seconda stagione di I Am Groot  e se lui sarò coinvolto nei nuovi episodi della serie. Gunn ha detto che pensa che arriveranno altri episodi per la serie animata, ma ha confermato che non lui non sarà coinvolgo nella seconda stagione.

Questa notizia arriva proprio mentre James Gunn ha debuttato al cinema con il suo ultmo film per i Marvel Studios, Guardiani della Galassia Vol. 3, per il momento. Ora, il regista supervisionerà la creazione del nuovo DC Universe, poiché lui e Peter Safran sono stati nominati co-CEO dei DC Studios alla fine dell’anno scorso.

I Am Groot era una serie animata di cinque episodi ambientata tra la fine di Guardiani della Galassia Vol. 2 e la scena post-crediti del secondo film e per lo più ha raccontato la storia della crescita di Groot. La serie ha visto il personaggio entrare in vari dirottamenti, con il personaggio nella sua fase “Baby Groot” del secondo film. 

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama e il cast del film

La sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3 recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 5 maggio.

I Am Groot, rivelata la data di uscita della serie di cortometraggi

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I Marvel Studios hanno annunciato che I Am Groot sarà presentato in anteprima esclusivamente su Disney+ mercoledì 10 agosto, ovvero solo una settimana prima del lancio della loro prossima serie live-action She-Hulk con Tatiana Maslany e Mark Ruffalo.  La prossima serie di cortometraggi originali I Am Groot seguirà le avventure di Baby Groot, presumibilmente doppiato da Vin Diesel (Fast XGuardians of the Galaxy), mentre si ritrova nei guai mentre cresce a bordo della Milano. Non ci sono molti dettagli in questo momento, ma dal momento che la serie animata si svolgerà tra gli eventi di  Guardiani della Galassia Vol. 2  e  Avengers: Infinity War, c’è una discreta possibilità che potremmo vedere alcuni volti familiari apparire nel corso della serie.

Kirsten Lepore ha diretto la serie con Ryan Little nelle vesti di showrunner. Kevin Feige e James Gunn sono produttori esecutivi, quindi c’è sempre la possibilità che la serie possa potenzialmente avere legami con l’imminente Guardians of the Galaxy Vol. 3.

La serie di cortometraggi originali, che segue i giorni di gloria di Baby Groot, crescendo e mettendosi nei guai tra le stelle, debutterà il 10 agosto in esclusiva su Disney+. Dai un’occhiata al nuovissimo poster della serie sopra, con un piccolo Baby Groot molto rilassato che si sta rilassando con i suoi brani preferiti.

I Am Groot, la recensione della seconda stagione della serie dedicata al personaggio del MCU

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Debuttano il 6 settembre su Disney+ i nuovi 5 cortometraggi che formano la seconda stagione di I Am Groot, la serie d’animazione in CGI ambientata nel Marvel Cinematic Universe che ci mostra la vita del piccolo alberello alle prese con le sfide di tutti i giorni in una galassia bizzarra, piena di animali buffi, situazioni insolite e piccoli ostacoli da superare.

Proprio come la prima stagione, anche in questo caso Kirsten Lepore, sceneggiatrice e regista della prima stagione, ritorna nella stessa veste per raccontare le nuove avventura di Baby Groot, che questa volta agisce completamente in solitaria, senza interagire con nessuno dei personaggi del MCU che conosciamo, con l’eccezione per dell’Osservatore, di nuovo doppiato da Jeffrey Wright, come accaduto in What If…?, oltre ovviamente a Vin Diesel, ormai indissolubile dalla sua controparte arborea animata.

Il viaggio di Groot questa volta tocca 5 luoghi (o situazioni) molto diverse che trovano sempre il modo di mostrare un aspetto diverso della colorata personalità del personaggio. Dall’amicizia con un pulcino di una strana specie pennuta, fino al tentativo di comprare del gelato nello spazio, passando per un pianeta innevato, un’esperienza olfattiva molto intensa e un’avventura in stile Indiana Jones, il piccolo alberello che fa parte della squadra ufficiale di Guardiani della Galassia dovrà affrontare molte avventure, potendo contare solo sulle sue forze.

I Am Groot, la recensione della seconda stagione

Divertenti e con un protagonista irrimediabilmente simpatico, data la mescolanza tra dolcezza e furbizia con cui agisce in ogni circostanza, i cortometraggi riscuoteranno sicuramente grande successo, specialmente di fronte al pubblico dei più piccoli, che sono poi anche i principali destinatari dell’infinita fabbrica di merchandise che questo personaggio genera.

Con un preciso pubblico di riferimento, le pillole di I Am Groot si inseriscono senza fatica in un quadro più ampio e complesso che fino a questo momento è stato il Marvel Cinematic Universe. Da una parte confermando la potenza delle storie, che vanno sulle proprie gambe anche divincolate da limiti e argini di continuity, dall’altra smascherando in maniera impietosa la necessità disumana della piattaforma di realizzare contenuti per un pubblico ormai bulimico, sempre in cerca di nuovi prodotti e imbarazzato di fronte alla scelta infinita proposta dagli streamer, I Am Groot sembra un fiacco esercizio di stile, senza nessun guizzo né ricercatezza tecnica, fallendo anche nella possibilità di rappresentare un banco di prova per affinare e arricchire gli strumenti che sono a disposizione dei Marvel Studios.

Oltre a Kirsten Lepore, che scrive e dirige, lo staff di I Am Groot è composto anche dal supervising producer, Danielle Costa; i produttori, Craig Rittenbaum e Alex Scharf; i produttori esecutivi, Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso e Kirsten Lepore, e Dana Vasquez-Eberhardt che ricopre il ruolo di co-produttrice esecutiva. I Am Groot sarà disponibile su Disney+ dal 6 settembre.

I am Groot, il trailer della seconda stagione della serie Marvel!

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Disney+ ha annunciato che cinque nuovi corti di I Am Groot debutteranno sulla piattaforma streaming a partire dal 6 settembre. Sono stati diffusi anche il trailer, la key art e le immagini.

L’alberello dispettoso torna a combinare guai nella seconda stagione di I Am Groot. Questa volta, Baby Groot, a bordo delle astronavi dei Guardiani, si ritrova a esplorare l’universo e oltre, trovandosi faccia a faccia – o naso a naso – con nuove e colorate creature e ambienti. Vin Diesel torna a dare la voce a Groot, nella versione originale, in cinque nuovissimi cortometraggi.

Kirsten Lepore, sceneggiatrice/regista della prima stagione, ritorna nella stessa veste per la seconda. Il supervising producer è Danielle Costa; i produttori sono Craig Rittenbaum e Alex Scharf; i produttori esecutivi sono Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso e Kirsten Lepore. Dana Vasquez-Eberhardt è co-produttrice esecutiva.

I am Greta, dal 14 novembre su MioCinema

I am Greta, dal 14 novembre su MioCinema

Arriva su MioCinema dal 14 novembre I am Greta, distribuito da Koch Media. In seguito all’ultimo DPCM che ha decretato la chiusura delle sale cinematografiche, la distribuzione ha deciso di rendere disponibile il film on demand,  scegliendo, tra le altre, la piattaforma MioCinema che rappresenta una parte dell’esercizio a cui questo film era destinato.

Presentato con grande successo di critica alla 77^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e al Toronto International Film Festival, il documentario è diretto dal regista svedese Nathan Grossman che, dopo esserle stato accanto in ogni sua attività per più di un anno, racconta la storia e le emozioni dell’adolescente attivista per il clima Greta Thunberg.

Nell’agosto del 2018, Greta, una studentessa svedese di quindici anni, davanti al Parlamento svedese comincia uno sciopero per manifestare contro il cambiamento climatico, che nel giro di qualche mese si trasforma in un movimento globale, rendendola un’attivista di fama mondiale. Il documentario segue Greta dal suo primissimo giorno di protesta fino all’incredibile viaggio in barca a vela verso New York per presenziare al Summit sul clima dell’ONU.

I am Greta in on demand dal 14 novembre

I am Greta in on demand dal 14 novembre

In seguito all’ultimo DPCM, che ha decretato la chiusura delle sale cinematografiche, Koch Media annuncia oggi che I am Greta sarà disponibile sulle principali piattaforme on demand a partire dal 14 novembre. Il documentario diretto dal regista svedese Nathan Grossman, che racconta la storia dell’adolescente attivista per il clima Greta Thunberg, è stato presentato con grande successo di critica alla 77^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e al Toronto International Film Festival.

I am Greta sarà disponibile sulle piattaforme digitali Sky Primafila, Google Play, Infinity, Timvision, Chili, Rakuten TV, oltre a MioCinema e IoRestoInSala che rappresentano, in gran parte, l’universo dell’esercizio a cui questo film era destinato.

Nell’agosto del 2018, Greta, una studentessa svedese di quindici anni, davanti al Parlamento svedese comincia uno sciopero per manifestare contro il cambiamento climatico, che nel giro di qualche mese si trasforma in un movimento globale, rendendola un’attivista di fama mondiale. Il documentario segue Greta dal suo primissimo giorno di protesta fino all’incredibile viaggio in barca a vela verso New York per presenziare al Summit sul clima dell’ONU.

I am Greta di Nathan Grossman al cinema il 2, 3 e 4 novembre

I am Greta di Nathan Grossman al cinema il 2, 3 e 4 novembre

Dopo essere stato presentato con grande successo di critica alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e al Toronto International Film Festival, arriva nelle sale italiane I am Greta, documentario diretto dal regista svedese Nathan Grossman, che racconta la storia dell’adolescente attivista per il clima Greta Thunberg. Nell’agosto del 2018, Greta, una studentessa svedese di quindici anni, davanti al Parlamento svedese comincia uno sciopero per manifestare contro il cambiamento climatico, che nel giro di qualche mese si trasforma in un movimento globale, rendendola un’attivista di fama mondiale.

Il documentario segue Greta dal suo primissimo giorno di protesta fino all’incredibile viaggio in barca a vela verso New York per presenziare al Summit sul clima dell’ONU. I am Greta avrà un’uscita evento nelle nostre sale il 2, 3 e 4 novembre distribuito da Koch Media.

I am Greta, la trama

Un intimo documentario, il primo lungometraggio, che racconta la storia dell’adolescente attivista per il clima Greta Thunberg attraverso filmati avvincenti e mai visti prima, diretto dal regista svedese Nathan Grossman. A partire dallo sciopero scolastico solitario per una giustizia climatica fuori dal parlamento svedese, Grossman segue Greta – una timida studentessa con la sindrome di Asperger – nella sua ascesa alla ribalta e nel suo impatto globale galvanizzante che ha scatenato scioperi scolastici in tutto il mondo. Il film culmina con il suo incredibile viaggio nel 2019 in barca a vela nell’Oceano Atlantico per raggiungere New York e parlare all’ONU durante il Summit sul clima.

I Am Ali: il docufilm sul pugile arriva in Italia in DVD

I Am Ali: il docufilm sul pugile arriva in Italia in DVD

I Am AliL’8 Ottobre, è andata in scena la Première mondiale del docufilm I Am Ali, pellicola che racconta la vita dentro e fuori dal ring del pugile che ha fatto la storia di questo sport. All’evento, che ha avuto luogo all’Arclight Cinema di Hollywood, hanno preso parte la regista Claire Lewins, tanti testimoni della vita del pugile presenti anche nel film come la ex moglie Veronica le sorelle Hana e Maryum, il suo Business manager storico Gene Kilroy e celebrità come Tom Jones.

I Am Ali arriverà in Italia direttamente in DVD e sarà disponibile dal 12 NOVEMBRE distribuito da UNIVERSAL PICTURES ITALIA. Il docufilm, diretto da Claire Lewins ci racconterà la vita di Ali fuori dal ring ed in particolare come uomo, padre e figlio e sarà arricchito da numerose testimonianze di persone da sempre vicine allo storico puglie tra cui la ex moglie, le sorelle, il business manager ed alcune celebrità del calibro di Tom Jones e Mike Tyson.

I Am Ali trailer del documentario sul leggendario pugile

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Universal rilascio online il primo trailer di I Am Ali, il documentario sulla vita del leggendario Muhammad Ali diretto da Clare Lewins che guarderà oltre le incredibili gesta sportive del pugile dando uno sguardo alla vita da marito, padre e fratello del fu Cassius Clay.
La regista infatti ha avuto accesso a materiali audio e foto esclusive oltre a nuove testimonianze da parte di familiari e colleghi quali Mike Tyson, Gene Kilroy e George Foreman.
I Am Ali uscirà in Italia solo in home video a partire dal 12 novembre, di seguito potete vedere il trailer.

 

I 9 psicopatici cinematografici che fanno davvero paura

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Ecco una carrellata di 9 psicopatici da cinema che, interpretati in maniera magistrale dai loro interpreti, fanno davvero paura anche nella vita reale. [nggallery id=490]

9 psicopaticiSpesso capita che il cinema regali ritratti davvero impressionanti di personaggi che in qualche modo rimangono con lo spettatore per molto tempo, anche dopo l’uscita in sala. Altre volte invece i personaggi ci perseguitano talmente sono realistiche le interpretazioni che gli attori ci regalano nelle vesti di questo o quel carattere. E’ il caso di questi nove grandi attori che in qualche modo sono entrati nella cultura pop dello spettatore medio e che farebbe davvero paura incontrare per strada.

Non a caso tutti i film in cui questi personaggi compaiono sono diretti da grandi maestri dei cinema, che volenti o nolenti hanno messo molto di sè nei loro film e nei loro personaggi, anche i peggiori (o migliori, a seconda dei punti di vista!).

I 9 migliori trailer da vedere questa settimana

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I 9 migliori trailer da vedere questa settimana

Questa è stata una settimana ricca di trailer, anche perché è stata la settimana del Comic Con a New York. Molti dei nuovi contributi video presentati riguardano supereroi ma ci sono altri titolo per cui vale la pena guardare:

Rocketman

Rocketman, è il film che ripercorre la vita e la gioventù di Elton John, la nota pop star. La regia del biopic  è stata affidata a Dexter Fletcher, che lo scorso anno ha sostituito Bryan Singer sul set di Bohemian Rhapsody (pellicola dedicata alla vita di Freddy Mercury con Rami Malek) dopo l’improvviso licenziamento da parte della produzione. Lee Hall, autore di Billy Elliott, si è invece occupato della sceneggiatura.

Il film ripercorrerà le fasi cruciali della vita pubblica e privata di Elton John, dagli inizi come grande talento al pianoforte alla consacrazione come artista internazionale, passando per gli eccessi e il periodo in cui collaborò con il compositore Bernie Taupin pubblicando i suoi più grandi successi.

SHE-RA AND THE PRINCESSES OF POWER

E’ stato pubblicato finalmente il reboot di She-Ra, che sembra essere con una tecnica d’animazione degna. Inoltre la scelta di optare per un racconto seriale sembra dare la giusta porzione di tempo per raccontare tutti i personaggi. She-Ra uscirà il 16 novembre negli USA.

Spider-Man: Into the Spider-Verse (Spider-Man: Un nuovo universo)

Il nuovo trailer di Spider-Man: Into the Spider-Verse è davvero spettacolare e mostra tutto la bellezza e il fascino della tecnica d’animazione utilizzata per dar vita all’incredibile New York nel film d’animazione. Senza dimenticare che le prime recensioni sono state entusiasmanti. Per coloro che andranno a vedere Venom in queste settimane, vi suggeriamo di non alzarvi dalla poltrona perché la seconda scena post credits darà un lungo assaggio al film.

Phil Lord e Christopher Miller, le menti creative dietro a The Lego Movie e 21 Jump Street, mettono il loro talento al servizio di una nuova versione di un diverso universo di Spider-Man, con uno stile visivo innovativo, primo nel suo genere. Spider-Man: Into the Spider-Verse introduce Brooklyn e l’adolescente Miles Morales, e le possibilità senza limiti dello Spider-Verse, dove più di uno può indossare la maschera.

VICE

il primo trailer di Vice, il nuovo film di Adam McKay che ha messo Christian Bale di fronte a una nuova prova di immedesimazione fisica impressionante. L’attore premio Oscar è stato chiamato questa volta a interpretare Dick Cheney, vicepresidente degli Stati Uniti durante l’amministrazione Bush.

Al suo fianco, come si vede dal trailer, ci sono Sam Rockwell nei panni di Bush figlio e Amy Adams in quelli della moglie di Cheney. Alla regia c’è Adam McKay, che dopo La Grande Scommessa, torna a dirigere Bale e si porta dietro anche Steve Carell, nei panni di Donald Rumsfeld.

Been so Long

L’attrice di Black Mirror e di altre numerose serie britanniche, Michaela Coel, è la protagonista di Been so Long, la rivisitazione in chiave moderna di un musical a Londra, incentrata su una madre single e un ragazzo affascinante che sta cercando di andare avanti dopo una condanna. Il film arriverà il 26 ottobre.

Le terrificanti avventure di Sabrina

https://www.youtube.com/watch?v=1Fmm8AkDuHQ&feature=youtu.be

Interpretata da Kirnan Shipka, nel ruolo di Sabrina, la serie racconta le avventure della celebre strega amatissima in tutto il mondo, stavolta in una chiave dark, tendente all’horror. Nella stessa atmosfera di Rosemary’s Baby e L’esorcista, questo adattamento racconta la storia di Sabrina, che tenta di riconciliare la sua doppia natura metà umana, metà strega, mentre cerca di combattere le forze maligne che minacciano lei, la sua famiglia e il mondo degli umani.

La sceneggiatura della serie porta la firma di Roberto Aguirre-Sacasa, lo showrunner di Riverdale, ma anche chief creative officer di Archie Comics. Aguirre-Sacasa, inoltre, ha lavorato alla serie in qualità di produttore esecutivo insieme ad altri collaboratori di Riverdale: Greg Berlanti, Sarah Schechter, il fondatore di Archie Comics Jon Goldwater e Lee Toland Krieger.

Oltre a Kiernan Shipka, il cast include: Miranda Otto, Lucy Davis, Ross Lynch, Michelle Gomez, Chance Perdomo, Jaz Sinclair, Richard Coyle, Tati Gabrielle, Adeline Rudolph, Abigail Cowen, Lachlan Watson, Bronson Pinchot e Gavin Leatherwood.

On the Basis of Sex

Felicity Jones è la protagonista di On the Basis of Sex, film che racconta la storia di Ruth Bader Ginsburg, la prima donna ebrea a ricoprire il ruolo di giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti. Ecco il primo trailer del film diretto da Mimi Leder e scritto dall’esordiente Daniel Stiepleman diffuso da Focus Features.

Ruth Joan Bader Ginsburg (Brooklyn, 15 marzo 1933) è una magistrata statunitense, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti. La Ginsburg fu nominata dal Presidente Clinton nel 1993; è quindi la seconda donna a ricoprire questo ruolo (dopo Sandra Day O’Connor) e la prima di religione ebraica. Per gran parte della sua carriera, la Ginsburg si è occupata dei diritti delle donne, promuovendo la parità dei sessi. Ha inoltre collaborato come volontaria con l’ACLU. Nel 2009 è stata inserita da Forbes fra le 100 donne più potenti.

TITANS

Titans è la serie tv prodotta dalla DC Entertainmet e  creata da Akiva Goldsman, Geoff Johns, e Greg Berlanti.  La serie vede protagonista Brenton Thwaites come Dick Grayson / Robin, leader dei Titans.

Titans vede come produttori esecutivi Akiva Goldsman, Geoff Johns, Greg Berlanti e Sarah Schechter. La prima stagione Titans debutterà nel 2018 sul nuovo servizio digitale per la DC Universe, gestito da Warner Bros. Digital Networks. Nel nostro paese invece la serie debutterà su Netflix.

I 76° Hunger Games nella nuova clip con Jennifer Lawrence

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I 76° Hunger Games nella nuova clip con Jennifer Lawrence

Ecco una nuova clip di Hunger Games il Canto della Rivolta Parte 2 in cui Katniss (Jennifer Lawrence), Gale (Liam Hemsworth) e Finnick (Sam Claflin), insieme agli altri ribelli, si armano per la loro missione durante la presa di Capitol City.

CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO

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Hunger Games il Canto della Rivolta Parte 2 arriverà al cinema il 19 novembre 2015. Il film è diretto da Francis Lawrence e vede nel cast Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Jeffrey Wright, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Toby Jones, Sam Claflin, Jena Malone.

Katniss è a capo di una rivolta contro una Capitol City sempre più determinata ad ucciderla e Peeta, salvato dalle grinfie del Presidente Snow dopo le torture subite, sembra essere ormai una persona diversa.

I 7 peccati capitali della principesse Disney

I 7 peccati capitali della principesse Disney

Le principesse Disney sono tutte belle e virtuose. Certo tra le più moderne ce ne sono di disobbiedienti, avventate e impertinenti, ma se ognuna di loro fosse affetta da uno dei sette peccati capitali?

L’utente chostopher di DeviantArt ha associato infatti ogni peccato capitale a una delle Principesse Disney. Ecco di seguito gli accostamenti, siete d’accordo?

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7 peccati capitali principesse disney

Leggi anche: Principesse Disney a Hogwarts: ecco le loro Case

Rap Battle: Biancaneve vs Elsa

Gli abiti da sposa ispirati alle Principesse Disney

Finali tragici per i personaggi Disney

Quando le Principesse sbagliano film

Se le Principesse fossero reali

Le sexy Principesse di J. Scott Campbell

Le principesse vestite come i loro innamorati

Le Principesse diventano Guerriere Sailor!

Anelli di fidanzamento? Ecco quelli delle Principesse

Twisted Princesses: le principesse diventano cattive

Se le principesse Disney fossero interpretate da vere attrici?

I 7 costumi più costosi della storia del cinema

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Sabato è stato venduto all’asta il vestito che Vivien Leigh ha indossato in Via Col Vento. La cifra d’asta è stata di 137,000 dollari e per quanto possa sembrare una cifra alta, è interessante sapere che il vestito poteva invece essere buttato se non fosse stato per l’intervento di James Tumblin che ha lavorato nel reparto di trucco e parrucco della Universal Studios.

Il vestito però non è costato quasi nulla in confronto a queste sette magnifici e famosi costumi che, battuti all’asta, hanno raggiunto i prezzi più alti della storia.

I 50 sequel di maggior successo al box office [FOTO]

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I 50 sequel di maggior successo al box office [FOTO]

Ecco una gallery fotografica dei 50 sequel cinematografici di maggior successo al botteghino. I film che vedrete nella nostra gallery non sono i sequel più belli, ma quelli che hanno guadagnato di più. In calce alla foto trovate la percentuale di guadagno che il film ha totalizzato in più rispetto al primo film del franchise di riferimento. I risultati vi sorprenderanno! [nggallery id=473]

50 sequel di maggior successoIn coda alla classifica troviamo Pirati dei Caraibi – La Maledizione del forziere Fantasma, che guadagna un ‘misero’ 39% in più sugli incassi rispetto ai film precedente, mentre in vetta troviamo il misconosciuto in Italia The Boondock Saints 2 – Il giorno di Ognissanti uscito da noi solo in DVD e che ha guadagnato il 33,248% in più rispetto al primo episodio, che vedeva sempre protagonisti Norman Reedus e Sean Patrick Flanery nei panni di fratelli gemelli.

Nella classifica ci sono ovviamente anche grandi successi riconosciuti, cone Il Cavaliere Oscuro (+147% rispetto a Batman Begins) o Toy Story 3 (+68% rispetto ai primi due capitoli). Sfglia tutta la gallery per scoprire i 50 sequel di maggior successo al box office.

Nota a margine: l’autore della raccolta di titoli ha chiosato l’articolo su TF dichairando che se la classifica fosse stata sui 50 migliori sequel, il primo posto sarebbe stato occupato da Il Cavaliere Oscuro. Siete d’accordo?

I 50 indimenticabili nudi cinematografici [FOTO]

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I 50 indimenticabili nudi cinematografici [FOTO]

A brevissimo, il 3 aprile, arriverà al cinema Nymphomaniac Vol. I, film che si presenta già con una lunga storia di critica e polemica alle spalle. La nudità, lo sappiamo, sarà una componente del film, e in questa sede vogliamo mostrarvi 50 indimenticabili nudi cinemaografici, tra cui anche quello di Shia LaBeouf e Stacy Martin, trai protagonisti del film di Lars Von Trier: [nggallery id=503]

indimenticabili nudi cinematografici Come potete vedere, nella gallery non ci sono i nudi più belli o quelli più sensuali del cinema, ma quelli che difficilmente dimenticheremo, alcuni proprio per la loro bellezza, come la Nicole Kidman di Eyes Wide Shut, altri invece per la loro bruttezza, come il nudo di Borat, altri ancora perchè fanno parte davvero della grande storia del cinema, come quello di Kate Winslet in Titanic.

Qualche altro nudo è particolarmente divertente, come quello di Mister Chao in Una Notte da Leoni Parte II, altri invece sono inaspettati e proprio per questo bellissimi come quello di Diane Keaton di fronte ad un sorpreso Jack Nicholson in Tutto può succedere.

Nel nostro elenco inoltre ci sono anche eroi action, come Sylvester Stallone, nudo in Demolition Man, e Arnold Schwarzenegger, che compare come mamma l’ha fatto il Terminator. O ancora il nudo di Bart Simpson, che, all’epoca dell’uscita di The Simpson Movie, fece simpaticamente parlare di sè.

Quali sono gli indimenticabili nudi cinematografici della vostra videoteca personale?

I 5 momenti peggiori del 2017 per essere fan dei supereroi

I 5 momenti peggiori del 2017 per essere fan dei supereroi

Il 2017 è stato un anno ricchissimo per i fan dei supereroi al cinema e in tv, tuttavia è stato anche un anno difficili per tutti quelli che hanno riposto le proprie speranze in questo tipo di progetti.

La Warner ha incontrato di nuovo lo scontento del pubblico con Justice League, i Power Rangers hanno generalmente deluso tutti, mentre la Marvel, in tv, ha fatto due buchi nell’acqua con Inumani e Iron Fist.

Ecco quali sono stati nel 2017 i cinque momenti peggiori per essere fan dei supereroi.

Quando abbiamo visto la CGI sulla bocca di Henry Cavill

Che si voglia incolpare la Paramount per non aver permesso a Henry Cavill di tagliarsi i baffi, o la Warner Bros per non aver spostato l’uscita del film, il risultato non cambia. Le riprese di Superman in Justice League sono a dir poco orribili, con un effetto straniante che incide su tutto il volto del bell’attore ma soprattutto sulla credibilità che lo stesso ha nel film e nella sua lotta contro Steppenwolf.

Quando realizzi che non vedrai più Hugh Jackman nei panni di Wolverine

Il film di James Mangold ha affrontato il personaggio in una maniera completamente nuova, regalando ai fan di Wolverine e di Hugh Jackman il miglior film in assoluto della serie, ma forse anche il miglior cinecomic da molti anni a questa parte.

Uscire dalla sala con la consapevolezza che l’attore australiano non interpreterà mai più il mutante con gli artigli di Adamantio ha fatto decisamente male a chi lo ha amato tanto nel corso dei 16 anni che ha trascorso a interpretare Logan.

Tutto quello che riguarda gli Inumani

La serie ABC era un progetto ambizioso, che nato al cinema si è spostato in tv e si è sviluppato nell’assoluta segretezza, coinvolgendo nella realizzazione anche diversi elementi produttivi tecnici che ne hanno dettato la distribuzione e la promozione in maniera decisiva.

Tuttavia lo show è stato giudicato all’unanimità sbagliato, nei toni, nelle scelte, dando vita al peggior prodotto della storia della Marvel, al cinema e in tv.

Quando ti accorgi che le recensioni di Iron First erano state troppo buone

Le prime recensioni di Iron Fist, quarta serie Netflix/Marvel, non sono state certo entusiaste, ma sembravano salvare un protagonista simpatico e una storia accettabile.

Tuttavia, la realtà si è rivelata essere un’altra: Iron Fist non solo è la peggiore delle serie Marvel con Netflix, ma non riesce a raccontare nemmeno un po’ del fascino del personaggio protagonista, oltre ad avere personaggi e storia di scarsissimo appeal.

Quando cominciano a uscire le recensioni di Justice League

Dopo le critiche riservate a Batman v Superman e il disastro Suicide Squad, la Warner Bros ha raccolto lodi e consensi con Wonder Woman. Justice League era un passaggio obbligato, un titolo che doveva confermare la buona riuscita di Wonder Woman oppure decretare che il film di Patty Jenkins era soltanto un felice caso all’interno di uno Studio che proprio non riesce a raccontare come si deve i supereroi DC.

Il risultato al box office, seppure non disastroso, non ha raggiunto le aspettative e le recensioni miste, oltre allo scontento dei fan, hanno sancito la fama negativa intorno al film.

I 5 minuti migliori dei 10 film DC più odiati in assoluto

I 5 minuti migliori dei 10 film DC più odiati in assoluto

L’uscita nelle sale di Acquaman e il Regno Perduto metterà un punto al DCEU così come lo conosciamo, che passerà in quell’occasione il testimone al nuovo Universo DC di James Gunn e Peter Safran, già in opera per Superman: Legacy. L’era del DCEU sta perciò tramontando e, se si dà una breve occhiata a quel che è stato, compreso lo Snyderverse, purtroppo molto del successo che si sperava di ottenere da queste produzioni non si è mai concretizzato con film d’eccellenza. Nonostante i prodotti del franchise siano stati spesso oggetto di controversia, sono comunque stati portatori di alcuni momenti davvero buoni, i quali ne hanno incrementato (seppur di poco) il valore. Parliamo di scene, di minuti in cui si è potuto assistere a qualcosa di avvincente e determinante, di inserti in cui tutto funziona, e molti di questi in realtà sono presenti nei film DC più odiati. Ma quali sono?

Suicide Squad

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Uno dei film che ha reso meno contenti i fan della DC, tanto che poi James Gunn ha dovuto rimetterci mano nel 2021, è stato Suicide Squad, uscito nel 2016 sotto la regia di David Ayer. Nonostante non sia fra i migliori prodotti del franchise, la pellicola presenta comunque una sequenza molto accattivante, in cui vediamo il team di supercattivi sentirsi finalmente una squadra. In quell’occasione la Suicide Squad si unisce per difendere Rick Flag affinché non venga ucciso da Amanda Waller; è proprio lì che ci viene mostrato un autentico lavoro di squadra, di un gruppo che può unire ufficialmente le forze e affrontare diversi nemici.

Lanterna Verde

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Se qualcuno ancora si domanda quale sia uno dei peggiori film nati dai fumetti DC, la risposta è una: Lanterna Verde. Lo stesso Ryan Reynolds, che interpreta Hal Jordan, alias Lanterna Verde, ha ammesso non essere poi un così valido prodotto. Nonostante questo, la pellicola ha una scena molto valida al suo interno, ed è quella che vede protagonista un combattimento fra l’eroe e Parallax. La battaglia fra i due inizia sulla Terra prima di passare allo spazio, dove poi le cose diventano molto fumettistiche. Lanterna Verde usa il sole per distruggere Parallax, attaccando a sé due getti fatti di costrutti energetici per sfuggire all’attrazione gravitazionale della stella in fiamme. Alla fine sferra un gigantesco pugno di energia verde che spedisce il villain dritto nel sole. Un momento memorabile.

Wonder Woman 1984

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Fra i personaggi più amati della DC va menzionata Diana Prince, alias Wonder Woman. Se il primo film sull’amazzone è stato apprezzato dal pubblico, il secondo, Wonder Woman 1984, non ha purtroppo avuto la stessa fortuna. Molte sono state le critiche mosse al film, dalla storia in sé fino alla “resurrezione” di Chris Pine nei panni di Steve Trevor. Nonostante questo, obiettivamente la pellicola presenta anche dei momenti avvincenti, ma il migliore fra questi è il combattimento con Cheetah. La scena dello scontro sembra uscire proprio dalle pagine del fumetto, enfatizzata in particolar modo dall’armatura dorata dell’eroina, che aggiunge emozione alla sequenza.

Shazam! Furia degli dei

Shazam! Furia degli Dei

Un altro film non particolarmente acclamato come invece ci si aspettava è stato Shazam! Furia degli dei. Su questo, però, ci sono due correnti: la prima è quella di chi pensa sia il film più divertente tratto da un fumetto della DC, la seconda è di chi crede che l’interpretazione di Zachary Levi sia troppo sciocca, tanto da abbassarne la qualità. Nonostante questo, in Shazam! Furia degli dei, il combattimento tra Shazam e Kalypso, con il suo drago, è il motivo principale per cui vale la pena vederlo. Dopo un intenso tira e molla, Shazam vola dritto contro il drago con il bastone del mago, invocando un grande tuono magico. Nel salvare la situazione, però, muore Billy Batson, che viene poi rianimato da… Wonder Woman!

Birds Of Prey

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Margot Robbie nei panni di Harley Quinn è stata più che formidabile, non si può negare. Con Birds of Prey, film che la vede (finalmente) protagonista, il DCEU è riuscito a introdurre personaggi femminili iconici dei fumetti DC, lei compresa s’intende, portando una ventata di divertimento. Nonostante avesse del potenziale, la classificazione R del film e la sua uscita in concomitanza con la pandemia hanno finito per influenzare la sua corsa al botteghino, gettando la pellicola nel dimenticatoio. Seppur quindi non abbia avuto la visibilità che gli spettava, non possiamo comunque dimenticare alcune delle emozionanti action scene presenti in Birds of Prey. Un esempio? Lo scontro di Harley Quinn alla stazione di polizia. Nella sequenza vediamo la protagonista salvare da sola Cassandra Cain in un’avvincente coreografia di combattimento, accompagnata da una smagliante fotografia.

Black Adam

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Black Adam, film del 2022 diretto da Jaume Collet-Serra, doveva presentarsi come un grande successo. Così però non è stato, pur contenendo, nella scena post-credits, il grosso cameo di Superman, il quale aveva fatto pensare a un futuro più roseo. Nonostante il film non abbia eccelso, al suo interno si possono contare alcune scene meritanti attenzione. Una fra queste riguarda lo scontro di Black Adam con la Justice Society of America. La sua lotta contro i membri della JSA, Doctor Fate, Hawkman, Cyclone e Atom Smasher ha permesso al pubblico di vedere la Justice Society of America lavorare come una squadra, con i loro poteri che si completano a vicenda per tentare di sconfiggerlo.

The Flash

The Flash 10 implicazioni finale film

Quando a giugno è uscito The Flash, il film non è stato accolto da tutti allo stesso modo: una delle ragioni risiedeva nelle vicende legali che vedevano coinvolto il suo protagonista principale, Ezra Miller, mentre altre riguardavano la grande quantità di cameo presenti, soprattutto alla fine nella SpeedForce, di cui non si è apprezzata la resa in CGI. Nonostante questo, The Flash non può dirsi una pellicola non riuscita, anzi, rispetto a tante altre è una di quelle più solide sotto tanti punti di vista. Pur avendo perciò delle sbavature, il film presenta una scena molto suggestiva e ben fatta: parliamo dello scontro fra l’Eroe Scarlatto, la sua versione alternativa, Batman e Supergirl contro il Generale Zod e il suo esercito. Ci sono molti momenti emozionanti durante la battaglia, ma le morti improvvise di Batman e Supergirl mettono in ombra tutto il resto per il loro essere tragiche e scioccanti.

Superman Returns

Superman Returns film

Nel corso del tempo, sono tanti gli attori che hanno dato volto e fisicità a Superman cinematograficamente, e fra questi non si può dimenticare Brandon Routh in Superman Returns. Nonostante il film non possa considerarsi fra i più graditi, vanta una scena che potrebbe in realtà essere la migliore dell’eroe DC in live-action e riguarda la scena di salvataggio dell’aereo. L’azione è molto simile a quella descritta nei fumetti, e il senso di urgenza permea in ogni beat, fino al momento in cui Superman non riesce a gestire finalmente la situazione e mettere il velivolo in sicurezza, parlando poi con calma ai passeggeri che ha appena tratto in salvo.

Justice League

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Il DCEU è stato, come ben sappiamo, un franchise molto travagliato e sfortunato. Uno dei film che più ne ha risentito è Justice League. Zack Snyder lasciò il progetto in seguito alla morte della figlia, e i dirigenti della DC scelsero Joss Whedon per subentrare e fare alcuni reshoots. Questo portò all’eliminazione di gran parte della visione di Snyder, che poi si è potuta vedere in Justice League di Zack Snyder del 2021, nettamente migliore. Nonostante la pellicola ne abbia risentito, non eccellendo come avrebbe dovuto, presenta alcuni momenti significativi. Il più memorabile riguarda il combattimento fra Superman e la Justice League, nel quale si palesa tutta la potenza dell’eroe kryptoniano che, in quel momento, non si sta più trattenendo. Una delle scene più impattanti ed emozionanti, che, seppur brevemente, hanno alzato l’asticella dell’intero film.

Batman v Superman: Dawn of Justice

Batman v superman film a fumetti

Arriviamo al film probabilmente meno ben accolto da pubblico e fan, dal quale il DCEU ha poi tentato un cambio di rotta salvo poi arenarsi definitivamente. Si tratta di Batman v Superman: Dawn of Justice il quale, a causa dei suoi problemi interni, ha scatenato diverse reazioni a catena, le quali hanno portato alla nascita del nuovo Universo DC. Pur essendo il più malvisto, contiene comunque una scena degna di nota, con protagonista Batman che uccide diversi mercenari nel violento combattimento nel magazzino. Seppur assistere all’uccisione di qualcuno da parte di un eroe come Batman sia tutto fuorché normale (quelle immagini sono state definite anche fra le più inquietanti e dark del franchise), la sequenza ha fatto diventare il Batman di Ben Affleck il miglior combattente nella storia del Cavaliere Oscuro in live-action. E per essere stato un film travagliato e controverso, non è una cosa da poco.

I 5 migliori nuovi film su Netflix a dicembre 2023

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I 5 migliori nuovi film su Netflix a dicembre 2023

Mese dopo mese, secondo Statista, Netflix domina tutte le altre piattaforme di streaming in termini di numero di abbonati, e uno dei suoi maggiori fattori trainanti è l’enorme quantità di contenuti che rilascia mensilmente. C’è così tanto che a volte può essere travolgente cercare di tenere il passo con le novità. Fortunatamente, è qui che entriamo in gioco noi. Dicembre ha un elenco particolarmente entusiasmante di titoli completamente nuovi, nonché nuovi enorme franchise in arrivo. C’è il ritorno di un’animazione  amata, un nuovo incredibile film biografico e altro ancora. Ci sono moltissimi contenuti da guardare e, con le festività natalizie in arrivo, potresti ritrovarti a guardare tutte e cinque le migliori uscite Netflix in arrivo.

Il mondo dietro di te, l’8 Dicembre 2023

Il mondo dietro di te film 2023

Una vacanza di famiglia è sconvolta da due estranei sopraggiunti nel cuore della notte per sfuggire a un cyberattacco che diventa sempre più terrificante, obbligando tutti a venire a patti con il proprio ruolo in un mondo prossimo al collasso.

In questo thriller apocalittico dal premiato sceneggiatore e regista Sam Esmail (Mr. Robot), Amanda (la premio Oscar Julia Roberts) e il marito Clay (il candidato agli Oscar Ethan Hawke) affittano una casa di lusso per un fine settimana con i figli Archie (Charlie Evans) e Rose (Farrah Mackenzie). La vacanza è subito sconvolta dall’arrivo di notte di due sconosciuti: G.H. (il premio Oscar Mahershala Ali) e la figlia Ruth (Myha’la), che li informano di un misterioso cyberattacco e vogliono rifugiarsi nella casa di cui dicono di essere i proprietari. Le due famiglie fanno il punto del disastro che incombe e che diventa sempre più terrificante, obbligandoli a venire a patti con il loro ruolo in un mondo prossimo al collasso. Il film è tratto dal romanzo candidato ai National Book Award di Rumaan Alam, Il mondo dietro di te, ed è prodotto da Esmail Corp e Red Om Films. La produzione esecutiva è di Higher Ground Productions.

Galline in fuga: L’alba dei nugget, dal 15 dicembre

Galline in fuga: L'alba dei nugget

La società di animazione Aardman, pluripremiata agli Oscar e ai BAFTA (Interviste mai viste, Wallace e Gromit Shaun, vita da pecora) in collaborazione con il regista premio Oscar e candidato ai BAFTA Sam Fell (ParaNorman e Giù per il tubo) presentano Galline in fuga: L’alba dei nugget, il tanto atteso sequel del popolare film in stop motion con i maggiori incassi di sempre, Galline in fuga. 

Essendo riuscita a fuggire per il rotto della cuffia dalla fattoria dei Tweedy, Gaia ha finalmente trovato un posto da sogno: un tranquillo rifugio su un’isola per l’intero pollaio, lontano dai pericoli causati dall’uomo. Quando lei e Rocky danno alla luce una pulcina di nome Molly, il lieto fine sembra vicino. Ma sulla terraferma, l’intera razza dei gallinacei deve affrontare una nuova e terribile minaccia. Per Gaia e la sua gang la tanto agognata libertà potrebbe essere a rischio, ma questa volta non si fermeranno davanti a nulla!

Faccia a faccia con l’ETA: conversazioni con un terrorista

Faccia a faccia con l’ETA: conversazioni con un terrorista offre un’intervista esclusiva con una delle figure chiave dell’ETA: Josu Urrutikoetxea, noto anche come Josu Ternera. Questo documentario presentato da Jordi Évole indaga sull’organizzazione terroristica ed esplora alcuni dei momenti più significativi fino al suo smantellamento nel 2018. A quasi 50 anni da un attacco, questa conversazione aiuta a fornire risposte a una delle vittime del gruppo terroristico.

Maestro, dal 20 Dicembre

maestro

Maestro è un’imponente e impavida storia d’amore che ripercorre la relazione durata una vita tra Leonard Bernstein e Felicia Montealegre Cohn Bernstein. Maestro non è solo una dichiarazione d’amore alla vita e all’arte, ma essenzialmente una rappresentazione emotivamente epica di famiglia e amore.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, dal 22 Dicembre

Zack Snyder sul set di Rebel Moon
Zack Snyder sul set di Rebel Moon Cr. Clay Enos/Netflix © 2023

Dopo un atterraggio di fortuna su una luna ai confini dell’universo, la forestiera dal passato misterioso Kora (Sofia Boutella) inizia una nuova vita in un tranquillo insediamento di agricoltori. Presto diventa l’unica speranza di sopravvivenza della comunità quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra Fee) e il suo crudele emissario, l’Ammiraglio Noble (Ed Skrein) scoprono che i contadini hanno inconsapevolmente venduto i raccolti ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray Fisher), leader di un agguerrito gruppo di insorti perseguitati dal Mondo Madre. Insieme a Gunnar (Michiel Huisman), un contadino dal cuore tenero che non conosce la realtà della guerra, Kora parte in missione alla ricerca di combattenti disposti a rischiare la vita per difendere il popolo di Veldt.

Viaggiando in mondi diversi alla ricerca dei Bloodaxe, i due radunano una manciata di guerrieri accomunati dal bisogno di redimersi: il pilota e mercenario Kai (Charlie Hunnam), il leggendario comandante Generale Titus (Djimon Hounsou), la maestra di spada Nemesis (Doona Bae), il prigioniero dal passato regale Tarak (Staz Nair) e il combattente della resistenza Milius (E. Duffy). Jimmy (doppiato da Anthony Hopkins nella versione originale), un antico protettore meccanizzato nascosto dietro le quinte, si risveglia su Veldt con un nuovo scopo. Ma i neorivoluzionari devono imparare a fidarsi l’uno dell’altro e a combattere insieme prima che gli eserciti del Mondo Madre arrivino a distruggerli tutti.

I 5 film che hanno anticipato Star Wars il Risveglio della Forza

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I 5 film che hanno anticipato Star Wars il Risveglio della Forza

Ecco 5 film che, pur non avendo apparentemente nulla in comune, sono stati tutti preparatori della visione di Star Wars il Risveglio della Forza, che il mondo attende con trepidazione:

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Regista, scenegiatore, attori sono già stati messi alla prova dallo sci-fi, con Star Wars il Risveglio della Forza li vedremo tutti all’opera nello stesso epico film. Siete pronti a tornare in una galassia lontana lontana?

I 5 baci più inopportuni della storia del cinema

I 5 baci più inopportuni della storia del cinema

Non sempre il romanticismo è adatto a tutti i momenti della vita, nella realtà, così come al cinema. Dovrebbero saperlo bene quelle coppie cinematografiche che, nelle situazioni meno opportune, decidono di scambiarsi effusioni. Di seguito trovate i 5 baci più inopportuni della storia del cinema:

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I 400 giorni – Funamboli e Maestri: recensione del docu-film di Emanuele Napolitano e Emanuele Sana

“Ogni fotogramma de I 400 giorni è uno spaccato di vita; una testimonianza che offre al pubblico sia l’effetto del luccichio dei riflettori, sia il lato intimo e introspettivo di una professione che richiede impegno e dedizione. Da pittore ritrattista, a guidarmi nel progetto è stata la possibilità di filmare veri e propri ritratti in tempo reale. Attraverso i sorrisi, gli sguardi e la totalità dei volti di ogni personaggio (nei filmati d’archivio o nelle riprese realizzate per l’occasione), ho voluto realizzare un grande dipinto del mestiere dell’attore: un ponte ideale tra la fissità della tela e il dinamismo dell’immagine-movimento” (E. Napolitano).

Presentato al 41° Torino Film Festival nella sezione “Fuori Concorso – Ritratti e Paesaggi” e diretto dal duo registico composto da Emanuele Napolitano e Emanuele Sana – con la collaborazione del talent manager Daniele Orazi I 400 giorni – Funamboli e Maestri è un film di genere documentario della durata di 70 minuti.

Un viaggio alla scoperta del significato di essere attori e del voler dedicare la propria esistenza all’attività artistica; un viaggio dietro le quinte tra volti giovani e sognanti, per scavare nell’intimità dell’animo umano e scoperchiare speranze e delusioni che da sempre ci accomunano.

I 400 giorni – Funamboli e Maestri: la trama

I 400 giorni – Funamboli e Maestri nasce al termine del progetto DO Tour Casting intrapreso nel novembre del 2021 e si configura come il tentativo di assemblare e dunque raccontare il grande lavoro di ricerca svolto dall’agenzia DO Cinema per radunare talenti da tutto il territorio nazionale. Le lunghe peregrinazioni di Orazi e colleghi, costantemente in viaggio tra Milano, Torino, Firenze, Roma, Napoli e Maratea, trovano sfogo in una serie di video testimonianze all’interno delle quali il manager non è però che una comparsa o, talvolta, una voce fuori campo. I veri protagonisti sono ventiquattro aspiranti attori che, a partire dal giorno del fortunato provino, si sono imbarcati in un’avventura che ha permesso loro di mettersi alla prova con il più grande sogno professionale e di vita di ciascuno. Un’avventura che Napolitano e Sana hanno provato a restituire attraverso l’allestimento di un vero e proprio mosaico generazionale che parla di paura, di emozione, di voglia di farsi vedere e ascoltare. Perché oltre l’artista possa emergere la persona, con tutte le sue fragilità, con i suoi mille e più volti e con l’ambizione di dare forma a un’esigenza che muove da dentro.

Una lettera d’amore al mestiere di attore

D’altro canto dove nasce una passione? In quale momento della nostra vita scegliamo quella che ci auguriamo diventi la nostra strada? Napolitano, Sana ed Orazi non conoscono ogni risposta. Ed infatti, I I 400 giorni – Funamboli e Maestri non è concepito come guida o mappa d’orientamento per muovere i primi passi nel mondo dell’arte. Il docu-film è piuttosto una lettera d’amore alla professione attoriale in quanto tale, al suo significato più profondo e al contempo inafferrabile.

Delicatamente montato a comporre un affresco di visi e voci da ogni parte d’Italia, l’opera – temporalmente e cronologicamente suddivisa – documenta così ogni fase del progetto DO Tour Casting, mostrando le prime scremature dettate dallo scouting, il recruiting definitivo e la conseguente tappa accademica; arrivando infine a inquadrare gli aspiranti artisti in occasione del loro primo red carpet veneziano. E così come numerose sono le giovani facce chiamate ad alternarsi rapidamente sullo schermo, altrettanti sono i personaggi che, estrapolati da vecchie interviste e materiale d’archivio, tornano “in vita” e arricchiscono il presente. In un coinvolgente ping pong tra ieri e oggi creato per richiamare l’universalità di un mestiere che non conosce epoca. Né tantomeno si piega a logica e razionalità.

i 400 giorni

I 400 giorni – Funamboli e Maestri: lo stra-ordinario quotidiano

In un gioco audio-visivo di continue sostituzioni e sovrapposizioni, il film vaga trasportato dalle metafore che ne compongono il ritmo. Così che la vita del divo e del teatrante diventino un’onda di continue possibilità, l’audizione un romantico primo appuntamento e la condizione d’attore – impregnata di una sensazione di costante precarietà – continui a oscillare tra morte e rinascita.

Rimane lo spazio per alcuni consigli, per i microfoni affidati a chi già ci è passato e ora guarda quasi con malinconia alle orme lasciate sulla sabbia. C’è tempo persino per feste e foto ricordo, inserite nella magnifica e iconica cornice del Lido. Eppure, quel che davvero sopravvive de I 400 giorni – Funamboli e Maestri, è la consacrazione di ciò che per sua natura è stra-ordinario, di ciò che è e sempre rimarrà inutile, di quanto è misterioso e insieme così maledettamente chiaro.

Perché per rubare le parole di Alberto Sordi poste in incipit al film: “Interessante eh questo nostro mondo cinematografico. Il nostro cinema, il cinema italiano; un cinema del quale si dicono tante cose. Lasciamo pure che le dicano, noi continuiamo a lavorare nel nostro piccolo”.

I 400 Giorni – Funamboli e Maestri, intervista ai registi, Emanuele Napolitano e Emanuele Sana, e alla sceneggiatrice Vittoria Spaccapietra

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Si intitola I 400 Giorni – Funamboli e Maestri il documentario presentato al 41° Festival di Torino e diretto da Emanuele Napolitano e Emanuele Sana, in collaborazione con Daniele Orazi, il talent manager che con questo progetto ha voluto raccontare il dietro le quinte della sua giovane “scuderia”. Nuovi volti, talenti giovanissimi, aspiranti attori seguiti nel corso di 400 giorni della loro vita, tra provini, speranze, delusioni, intimità. Un ritratto insolito e differente del ruolo dell’attore.

In occasione della presentazione al TFF 41°, abbiamo raggiunto telefonicamente i registi e alla sceneggiatrice Vittoria Spaccapietra. Ecco cosa ci hanno raccontato.

-Come entrate in contatto con Daniele Orazi e come nasce questa collaborazione?

Emanuele Napolitano: Io nasco come artista visivo e pittore. Ho realizzato in passato anche documentari su opere di videoarte, e avevo già girato dei documentari dedicati ad artisti che provenivano da zone percepite come difficili, tipo Israele o Albania. Sono entrato in contatto con Daniele attraverso una serie di amicizie comuni e gli abbiamo presentato questa serie di documentari che gli era piaciuta molto. Dopo questo incontro, si è creata l’opportunità di lavorare a questo progetto soprattutto perché Daniele lavora come talent manager da tanti anni. L’idea di partenza era quella di approcciare questo materiale con un tono sperimentale, non patinato.

Emanuele Sana: Io e Daniele ci conosciamo da parecchi anni. Abbiamo sempre condiviso un approccio carico di ironia alla vita e abbiamo nel tempo parlato di cinema con grande libertà e onestà. C’è sempre stata una grande stima reciproca e quando lui ha chiuso la grande esperienza di Officina Artistiche e intrapreso la nuova sfida di DO Agency, abbiamo deciso di scommettere lui sulle mie idee e il mio stile registico, io sulla sua conoscenza profonda del mercato e soprattutto sui consigli che è in grado di dare ai suoi artisti. E quando è nato progetto sono stato molto felice di costruirlo insieme a lui.

Vittoria Spaccapietra: Dopo gli studi di sceneggiatura ho iniziato a cercare lavoro a Roma. Ho incontrato Daniele a Milano per un colloquio per lavorare come script reader nella sua agenzia. Ero completamente disorientata, ma poche settimane dopo sono entrata nella DO Cinema. Crescere lì mi ha permesso di conoscere l’industria in ogni sua forma e entità dandomi degli strumenti che ho capito essere fondamentali solo quando ho provato poi camminare con le mie gambe. Questo inizio di percorso mi ha fatto capire che non esiste una strada programmata, che tutto è in costante evoluzione, che la determinazione è ugualmente importante al lasciare che le cose accadono. L’appoggio di Daniele per me ha fatto e sta facendo la differenza.

Emanuele Napolitano

-Il titolo cita i 400 giorni in cui avete accompagnato il gruppo di attori protagonisti, ma rievoca anche un capolavoro del cinema che ha per protagonista un giovanissimo pieno di belle speranze e deciso a conquistarsi il suo posto nella vita. È un’assonanza a cui avevate pensato?

Emanuele Napolitano: L’assonanza è in parte casuale e in parte voluta. Abbiamo effettivamente passato 400 giorni in compagnia di questi ragazzi, ma il film è idealmente un romanzo di formazione, quindi concettualmente si associa alla storia di Antoine Doinel, protagonista de I 400 colpi. Certo la storia non è la stessa, ma idealmente c’è un’assonanza.

Emanuele Sana: Devo confessare che sono stati tantissimi i titoli ai quali abbiamo pensato nei mesi delle lavorazioni tanto che a un certo punto era diventato un gioco. Eppure quando Daniele ha proposto “I 400 giorni”, abbiamo capito che era arrivato il titolo perfetto. Un’assonanza chiaramente ma se pensiamo al finale de “I 400 colpi”, uno dei più importanti e forti sguardi in macchina del cinema, e al tema del giovane che affronta il suo futuro, è facile creare il parallelo con le interviste che compongono il nostro film e che muovono proprio dalla stessa inquadratura.

-I documentario è estremamente ricco di punti di interesse e di voci. C’è l’on the road, c’è il talent show, c’è la componente personale legata all’intimità dei protagonisti. Come si costruisce una storia con così tante anime e con così tanti protagonisti?

Emanuele Napolitano: E’ stata una storia che si è formata da sé perché pur essendoci una sceneggiatura, era impossibile controllare delle cose che si svolgevano nel divenire. Pur avendo una pianificazione, alcuni momenti erano difficili da prevedere. Ad esempio eravamo sui set in occasione dei provini per raccogliere le impressioni a caldo. Ecco, la difficoltà è stata esserci sempre in questi momenti per tutti questi giorni. Abbiamo cercato di registrare un momento sospeso che mette in relazione questi ragazzi con i grandi maestri del passato.

Emanuele Sana: Ricordo che qualche settimana fa, quando ho salvato il progetto de “I 400 giorni” con il nome final cut mi sono commosso. A parte gli scherzi: il materiale di partenza era composto da centinaia di ore di girato alle quali si sommava il materiale dell’Archvio Luce da scovare e visionare. La selezione è stata quindi l’operazione fondamentale e la più complessa: volevo creare un flusso di coscienza che legasse attori e artisti appartenenti a quattro generazioni diverse e per fare questo ho isolato alcuni grandi temi per poi scegliere di volta in volta le frasi più forti o quelle che insieme formassero un dialogo piacevole da ascoltare e carico di emozioni.

Vittoria Spaccapietra: Trovando un filo conduttore narrativo che sia universale e applicandolo poi alla specificità di ogni storia personale. Che questa sarebbe stata la sfida più grande per lo sviluppo della storia ci è stato chiaro fin da subito. Ma il motore dell’impresa resta il talento e le sue declinazioni ed è lì che siamo tornati per costruire tutto. Le storie si aggrappano a questo perno centrale, che accomuna ogni voce non solo nel film, ma anche nella vita di chiunque si approcci a questo percorso. A quel punto si tratta di cucire tutte le voci intorno a questa struttura guida tematica.

-Il film si impreziosisce anche di interventi di attori famosi, già affermati, come sono stati scelti e da regista, è più semplice avere materiale umano inesperto e malleabile oppure avere a che fare con degli attori consumati, quindi magari più capaci ma anche con le loro regole e il loro metodo già strutturato?

Emanuele Napolitano: L’attore consumato sa anche come ridiventare ingenuo! Ma in realtà non ho preferenza, però è logico che ci sia una maggiore curiosità verso ciò che è spontaneo. Quindi l’attore che si deve formare ancora è più malleabile, più spontaneo, appunto. Il film poi è stato girato con mezzi di fortuna quasi, magari a volte con il cellulare perché ti trovi a testimoniare un momento che vale la pena catturare.

Emanuele Sana

Emanuele Sana: Daniele è un grande scopritore di talenti e gli attori che ha chiamato per questo documentario non solo hanno accettato di partecipare ma si sono aperti con una tale sincerità e professionalità che ho avuto molto spesso l’impressione di avere di fronte insieme all’attore navigato anche quello di anni fa in cerca del suo futuro. Come regista devo dire che amo dirigere sia attori alle prime armi che attori consumati ma non è questione di malleabilità o di struttura, credo fermamente sia sempre questione di intelligenza artistica, cioè quella grande capacità di comprendere il progetto e sapere che il film vince sempre sull’individualità.

-Come si lavora a uno script quando ci sono così tanti personaggi coinvolti e una buona dose di “realtà” all’interno del film?

Vittoria Spaccapietra: La bellezza e la difficoltà di lavorare a una storia unscripted è sicuramente l’imprevedibilità e l’evoluzione della scrittura. Devi bilanciarti tra il guidare il contenuto per far si che il prodotto resti in linea con l’idea principale e l’accogliere ciò che accade nella realtà, che è imprevedibile. Circa a metà di questi quattrocento giorni abbiamo iniziato a plasmare una struttura più precisa, alla quale però non devi aggrapparti con totale devozione perché il reale è sempre lì pronto a farti deviare, e allora si continua a scrivere affidandoci a ciò che accade.

-Com’è stato il lavoro con Daniele Orazi?

Emanuele Napolitano: E’ stata un’esperienza molto bella, principalmente perché Daniele ha delle intuizioni davvero brillanti. Ha avuto molte idee che sono state sviluppate e girate. Come una sceneggiatura estemporanea, ha offerto diverse soluzioni che poi sono state realizzate. Pur non essendoci una sceneggiatura strutturata, il suo lavoro è stato anche quello e abbiamo creato delle situazioni proprio per vedere poi cosa succedeva.

Emanuele Sana: Daniele ha avuto una visione precisa, l’ha inseguita e ha fatto quello che sa fare meglio: lavorare con le persone per il bene del progetto. È stato un produttore preciso, molto attento nel valorizzare il materiale umano che compone il documentario perché lui ama profondamente gli attori e loro sono sempre stati la sua prima preoccupazione. Abbiamo litigato? Non direi, discusso spesso certo, ma anche perché siamo entrambi testardi. Ma è anche per questo che “I 400 giorni” è il film che potete vedere.

Vittoria Spaccapietra: Lavorare creativamente con Daniele è molto simile al processo di cui parlavamo di “ascolto” della realtà: ogni momento del suo lavoro da produttore e da agente si trasforma per lui in stimolo creativo che sottopone ai suoi collaboratori in scrittura. La parte più stimolante è vedere trasformare i momenti dell’ordinaria quotidianità lavorativa (che ordinaria veramente poi non è mai) diventare straordinari punti di partenza per nuove idee da sviluppare in scrittura. Del resto è così che è nato i 400 giorni.

-Qual è nelle vostre intenzioni il fine ultimo di un film pensato e realizzato così, che racconta queste storie in particolare?

Emanuele Napolitano: L’intenzione può essere quella di far capire cosa prova un attore. Ci sono tanti film sul cinema, ma meno sulla figura dell’attore, in cui non lavora, non recita, è questo genera delle paure. Questo aspetto non sempre è messo in luce e mi interessava capire cosa prova l’attore sia all’inizio della carriera, sia di livello avanza quando gli si pongono davanti dei problemi, e raccontarlo al pubblico che è più abituato all’aspetto patinato della vita dell’attore.

Emanuele Sana: “I 400 giorni” è un documentario ma ancora di più un documento. Ritrarre il momento è un privilegio e penso che questo film invecchierà bene come un buon vino: fra qualche anno rivedere le interviste dei ragazzi sarà emozionante e restituirà il senso di un’operazione di scoperta come quella che Daniele realizza con il casting. Un ultimo pensiero: credo che aver avvicinato quattro generazioni di attori sia servito a capire che possono passare gli anni, possono avvicendarsi diverse ere cinematografiche ma i sogni, i desideri, i dispiaceri e i sorrisi di chi vuole vivere di cinema sono sempre identici.

Vittoria Spaccapietra: Da sempre le filmografie sono ricche di biografie di grandi artisti. Ha perfettamente senso considerato che se c’è qualcuno al quale vogliamo ispirarci sono coloro che hanno avuto successo. Nelle storie che mostriamo però c’è la verità del primo salto, la voce di chi ancora prova le sensazioni che racconta. È come chiedere a un bambino cosa si provi a essere un bambino. Un adulto si ricorda, può farlo, ma è inevitabilmente filtrato dalla sua esperienza e dal tempo. Lo stesso accade con le voci che sentiamo ne I 400 giorni: i ragazzi stanno vivendo in questo momento ciò che ci raccontano e questa è una risorsa preziosa da mettere a disposizione per chi vuole affrontare questo mestiere. Sarebbe bello se il film diventasse una piccola guida tecnica ed emotiva per chi si approccia a questo mondo, una sorta di mappa per farsi guidare attraverso le voci dei maestri per trafugare i segreti della loro esperienza, ma rispecchiandosi nell’autenticità dei sentimenti e delle paure che invece si provano quando camminiamo ancora sospesi su un filo.

Presentato il 27 novembre al 41° Torino Film Festival nella sezione fuori concorso Ritratti e paesaggi I 400 Giorni – Funamboli e maestri, il documentario prodotto dalla DO Cinema del talent manager Daniele Orazi con il patrocinio di Roma Lazio Film Commission ed il sostegno del Ministero della Cultura.

I 400 Giorni – Funamboli e maestri è un racconto corale dedicato al mestiere dell’attore, diretto da Emanuele Napolitano e Emanuele Sana e scritto da Vittoria Spaccapietra e Daniele Orazi.

Di seguito, ecco le illustrazioni inedite realizzate da Druid (Emanuele Napolitano) per i protagonisti del film:

I 40 anni di Ritratto di donna velata

I 40 anni di Ritratto di donna velata

Gli anni ’70 furono un decennio estremamente prolifico ed interessante per il settore televisivo, in particolare in Italia, dove, nel giro di appena una decade, gli ormai attenti ed esigenti spettatori nazionali ebbero modo di entrare in contatto con film, serie a puntate e sceneggiati di qualità sempre maggiore e dalle trovate ingegnose e avvincenti. Per questo motivo furono gli stessi spettatori italiani a rimanere a dir poco sorpresi e disorientati quando, dal 31 luglio al 14 settembre 1975, solo due anni prima che le prime trasmissioni a colori facessero la loro comparsa sugli schermi nostrani, la Programmazione Nazionale (conosciuta in seguito come Rai 1), mise in onda le 5 puntante da 60 minuti ciascuna di un nuovo e perturbante sceneggiato televisivo dal misterioso titolo di “Ritratto di donna velata”.

Ufficialmente etichettato come appartenete al genere del giallo (equivalente spurio del mystery francese), questo nuovo sensazionale prodotto televisivo targato RAI venne girato in un evocativo bianco e nero per la regia di Flaminio Bollini (ex attore e autore televisivo di grandi titoli come Il cenerentolo e I mostri sacri) e sceneggiato da Gianfranco Caligarich e Paolo Levi, i quali impiegarono tutto il loro estro e le loro capacità drammatiche per dare origine ad una narrazione sospesa fra le tinte del gotico all’inglese e le più consolidate linee del thrilling poliziesco. La storia stessa difatti si presenta come una vera commistione di toni, che spaziano dalla pura suspance verso atmosfere cupe e intriganti, il tutto condito con una sana dose di melodramma da piccolo schermo e un’interessante catena di personaggi e di misteri da svelare.

La vicenda si svolge prevalentemente in Toscana, tra Firenze e Volterra, e ha per protagonista un giovane scansafatiche di nome Luigi Certaldo (Nino Castelnuovo), il quale, dopo aver fatto l’improvvisa e piacevole conoscenza di una misteriosa studentessa di arte chiamata Elisa (Daria Nicolodi), si trova nel mezzo di strani avvenimenti e misteriose apparizioni sovrannaturali che hanno come punto focale un’antica urna funeraria etrusca che sembra nascondere un oscuro segreto, il tutto proprio mentre in cui Luigi si trova a fare la conoscenza di personaggi bizzarri e appare sempre più convinto che Elsa sia la reincarnazione di una strana donna ritratta in un quadro del ‘700.

Apparso sugli schermi italiani in un’epoca in cui lo sceneggiato storico in costume e i drammi familiari tratti dal teatro facevano da padroni, Ritratto di donna velata venne subito percepito dai contemporanei come qualcosa di assolutamente unico e anticonvenzionale, anche se i più esperti non mancarono già all’epoca di far notare la somiglianza di temi ed atmosfere con altri celebri sceneggiati dal sapore misterioso e sperimentale, come ad esempio i già affermati Il segno del comando (1971), A come Andromeda (1972) e ESP (1973), oltre al fantascientifico e contemporaneo Gamma (1975), fino a spianare la strada per visionarie produzioni successive del calibro di Il fauno di marmo (1977).

Malgrado il mistero e la fantascienza non fossero certo temi nuovi nelle sceneggiature per la televisione, sicuramente Ritratto di donna velata contribuì a concretizzare una perfetta miscela di diversi elementi espressivi e narrativi, tutti incentrati sulla commistione fra ambientazioni suggestive e spettrali, intrichi misteriosi fra personaggi e situazioni bizzarre e soluzioni visive perturbati e pervase da un clima di tensione perenne, complice in prima linea le evocative locations toscane, permeate di antichi misteri e terribili segreti esoterici. Fin dalla neutra sigla di apertura infatti, nella quale compare l’ inquietante e filiforme silhouette della famosa statua etrusca dell’Ombra della sera, lo spettatore veniva catapultato in una dimensione onirica e destabilizzante al sapore delle atmosfere metafisiche dei quadri di De Chirico, una dimensione ricca di suggestione e carica di interesse nel seguire i peregrinagli dei protagonisti in mezzo a diroccati manieri antichi e grotte ancestrali, gran parte del tempo sotto la plumbea ed abbacinante luce del sole.

Nino Castelnuovo, apprezzato attore cinematografico già noto per ruoli di prestigio in film come Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti, Il giorno più corto (1963) di Sergio Corrucci e Rose rosse per il fürer (1968) di Fernando di Leo, viene chiamato a cimentarsi nuovamente in un’apparizione televisiva dopo il grande successo dello sceneggiato de I promessi sposi (1967) e numerose altre produzioni, riuscendo a far trasparire la sua magistrale preparazione teatrale al servizio del personaggio di Luigi, uno squattrinato scansafatiche improvvisatosi detective nel mezzo di intrighi e misteri dal sapore arcaico ed esoterico. Daria Nicolodi, raffinata primadonna nella compagnia teatrale di Garinei & Giovannini e reduce dal clamoroso successo di Profondo Rosso di Dario Argento (in realtà lo sceneggiato era stato realizzato un anno prima che iniziassero le riprese del film), veste con disinvoltura (forse troppa!) i panni di un’eterea e trasognata studentessa di arti antiche, una ragazza timida, nervosa ed insicura che pare costantemente in stato di trance e pallido riflesso di un’antica donna ormai defunta, una parte interpretata in maniera talmente particolare da non suscitare all’epoca le reazioni favorevoli di gran parte del pubblico.

Il microcosmo si completa grazie a personaggi talmente stravaganti da essere riusciti a meritarsi una piccola nicchia nella memoria televisiva degli spettatori; come non ricordare ad esempio il sublime Corrado Gaipa che con le sue teatrali movenze e la sua voce profonda diede vita al tenebroso “Nebbia”, oppure l’ottimo Mico Cundari nelle pompose vesti del velenoso cugino Alberto, passando poi per la grottesca interpretazione di Oliviero Dinelli alias Fosco e la gigionesca parlantina di Andrea Aureli nei sozzi abiti dell’oste della locanda. I suggestivi e lattiginosi bianchi e neri della splendida fotografia di Massimo Sallusti ebbero modo di dare all’intero progetto un’aura di mistero e la giusta atmosfera per incutere paura e suspance, riuscendo a sfruttare al meglio gli evocativi giochi di luce e le nebbie notturne per occhieggiare in più occasioni alle strutture gotiche e morbose dell’estetica anglosassone, senza disdegnare la realizzazione di vere e proprie sequenze cult, come ad esempio la spettrale apparizione della figura velata a cavallo del primo episodio (plasmata sull’iconografia del celebre cavaliere senza testa), oppure lo sgrammaticato omicidio nello jact dal sapore spionistico alla James Bond, senza poi citare l’ormai iconico bambino sulla sedia a dondolo posseduto dalla medianica voce cavernosa di un vecchio (presenza inquietante seppur erede di tante tradizioni horror).

Citiamo per dovere di cronaca anche l’etereo ritratto di donna che da il titolo alla serie, un quadro che diviene ben presto simbolo di un tremendo passato che ritorna e si protende nei secoli, quasi a solcare la tradizione di molti film di Mario Bava. Gli stupendi costumi di Laura Zampacavallo, in perfetta armonia fra il moderno anni’70 e le polverose mise settecentesche, danno un tocco di raffinatezza ad un prodotto di carattere televisivo, così come la colonna sonora di Ritz Ortolani riesce a creare una straordinaria armonia fra misteriose armonie dissonanti e pezzi dal carattere leggero e generico. Malgrado la produzione, disponendo di un budget molto consistente, riuscì a dar vita ad un ottimo risultato commerciale, ricco e complesso in ogni suo aspetto (tenendo conto degli standard italiani del periodo), purtroppo Ritratto di donna velata ottenne giudizi alquanto discordanti; in generale gli spettatori televisivi apprezzarono molto, così come gli esperti del settore, la messa in scena e la scrittura ricca di intrighi e complessa nella sua costruzione, ma i più ebbero da obiettare riguardo alla poca cura riguardo ai dialoghi e alla recitazione troppo spesso forzata ed eccessivamente sperimentale (soprattutto quella della Nicolodi), senza poi contare il fatto che gran parte dei critici e degli stessi spettatori non sapevano bene in che genere specifico inscrivere un’opera tanto eterogenea ed innovativa. Le ambientazioni e le atmosfere, così come le suggestioni visive, facevano pensare più al mystery e al thriller gotico, mentre gli intrecci e gli intrighi fra personaggi e situazioni erano chiaramente di matrice del giallo poliziesco.

In più non mancavano sporadici e grotteschi intermezzi pseudo-comici conditi con sollecitazioni melodrammatiche da rappresentazione in costume. Insomma, uno sceneggiato a dir poco inclassificabile forse non recepito con la giusta considerazione dai contemporanei, tanto da essere ben presto caduto in un lento e progressivo oblio dal quale però le menti degli spettatori con almeno quarant’anni d’età hanno saputo difendersi e dare a tale fenomeno il giusto valore anche a distanza di anni. Oggi, a quarant’anni dalla sua messa in onda, Ritratto di donna velata appare ai giovani pubblici come qualcosa di sconosciuto, un esperimento che forse oggi fa sorridere ma che nei ricordi dei nostri genitori qualche piccolo brivido di paura fa ancora tornare volentieri.

I 301 migliori film della storia – Parte III (100-1)

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Ecco la parte conclusiva della classifica di Empire, la TOP 100 dei 301 migliori film mai realizzati nella storia del cinema. Di seguito le prime 100 posizioni: [nggallery id=782]

301 migliori filmIl franchise di Star Wars e quello de Il Signore degli Anelli hanno sicuramente guadagnato una posizione di tutto rispetto, ma sembra che, a parte Spielberg, il regista con un maggiore rapporto tra film realizzati e film presenti in classifica sia Christopher Nolan, che non solo piazza tutti e tre i suoi Batman, ma aggiunge anche Inception, The Prestige e Memento.

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I 301 migliori film della storia – Parte II

Empire è una rivista mensile britannica dedicata al mondo del cinema e pubblicata da Bauer Media Group. Il primo numero, diretto da Barry McIlheney, fu pubblicato nel luglio 1989 da EMAP, che ne fu la casa editrice fino al 2008. Empire organizza annualmente gli Empire Awards, sponsorizzati fino al 2008 da Sony Ericsson, dall’edizione 2009 invece da Jameson. Nel 2008 la rivista pubblicò la lista dei 500 migliori film della storia, frutto di un sondaggio fatto a ben 10000 lettori, a 100 esperti holliwoodiani e a 50 critici cinematografici mondiali supervisionato da registi cult come Quentin Tarantino e Mike Leigh.

I 301 migliori film della storia – Parte II (200-101)

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Empire ha stilato, tramite il voto dei suoi lettori, una classifica dei 301 migliori film della storia del cinema. Qui di seguito vi proponiamo la seconda parte della classifica, che comprende i titoli dal 200 al 101: [nggallery id=778]

301 migliori filmLa classifica conta principalmente film americani, ma c’è spazio anche per alcuni film stranieri che hanno innegabilmente stregato il mondo. Tra questi, per gli italiani, sono presenti 8 1/2 eNuovo Cinema Paradiso. Anche l’animazione fa la sua bella figura conFrozen eLa Bella e la Bestia.

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I 301 migliori film della storia – Parte III

Empire è una rivista mensile britannica dedicata al mondo del cinema e pubblicata da Bauer Media Group. Il primo numero, diretto da Barry McIlheney, fu pubblicato nel luglio 1989 da EMAP, che ne fu la casa editrice fino al 2008. Empire organizza annualmente gli Empire Awards, sponsorizzati fino al 2008 da Sony Ericsson, dall’edizione 2009 invece da Jameson. Nel 2008 la rivista pubblicò la lista dei 500 migliori film della storia, frutto di un sondaggio fatto a ben 10000 lettori, a 100 esperti holliwoodiani e a 50 critici cinematografici mondiali supervisionato da registi cult come Quentin Tarantino e Mike Leigh.

I 301 migliori film della storia – Parte I (301-201)

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Empire ha stilato, tramite il voto dei suoi lettori, una classifica dei 301 migliori film della storia del cinema. Qui di seguito vi proponiamo la prima parte della classifica, che comprende i titoli dal 301 al 201:

ììLa classifica conta principalmente film americani, ma c’è spazio anche per alcuni film stranieri che hanno innegabilmente stregato il mondo. Tra questi, per gli italiani, sono presenti Ladri di Biciclette e La Vita è Bella.

Cosa ne pensate?

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I 301 migliori film della storia – Parte III

Empire è una rivista mensile britannica dedicata al mondo del cinema e pubblicata da Bauer Media Group. Il primo numero, diretto da Barry McIlheney, fu pubblicato nel luglio 1989 da EMAP, che ne fu la casa editrice fino al 2008. Empire organizza annualmente gli Empire Awards, sponsorizzati fino al 2008 da Sony Ericsson, dall’edizione 2009 invece da Jameson. Nel 2008 la rivista pubblicò la lista dei 500 migliori film della storia, frutto di un sondaggio fatto a ben 10000 lettori, a 100 esperti holliwoodiani e a 50 critici cinematografici mondiali supervisionato da registi cult come Quentin Tarantino e Mike Leigh.

I 30 migliori film thriller psicologici e dove vederli in streaming

Uno dei generi cinematografici di maggiore appeal sul grande pubblico è senza dubbio il thriller psicologico. Questi film richiedono un coinvolgimento totale da parte del pubblico che spesso si lancia in congetture e ipotesi su come i thriller psicologici possano evolversi nel corso del loro svolgimento.

Trai film thriller psicologici da vedere, ci sono senza dubbio titoli recenti come Oppenheimer di Christopher Nolan che ha vinto ben 7 Oscar alla recente cerimonia di premiazione o il film più piccolo L’Uomo Invisibile con Elizabeth Moss, ma anche titoli più datati, che hanno vinto la prova del tempo, come l’intramontabile Che fine ha fatto Baby Jane? di Robert Aldrich con la straordinaria e inquietante Bette Davis.

Nell’elenco di seguito troverete i migliori thriller psicologici che abbiamo visto al cinema nel corso del tempo, e sfogliando l’articolo avrete la possibilità di avere sottomano un elenco di film psicologici da vedere comodamente a casa. La lista è in ordine di anno di uscita e non di importanza.

Oppenheimer (2023)

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Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer.

Film epico biografico thriller drammatico scritto, diretto e prodotto da Christopher Nolan. Segue la vita di J. Robert Oppenheimer, il fisico teorico americano che contribuì a sviluppare le prime armi nucleari durante la Seconda Guerra Mondiale. Basato sulla biografia American Prometheus di Kai Bird e Martin J. Sherwin del 2005, il film racconta gli studi di Oppenheimer, la sua direzione del Laboratorio di Los Alamos e la sua udienza di sicurezza del 1954.

Cillian Murphy interpreta Oppenheimer, insieme a Robert Downey Jr. nel ruolo di Lewis Strauss, membro della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti. Il cast di supporto comprende Emily Blunt, Matt Damon, Florence Pugh, Josh Hartnett, Casey Affleck, Rami Malek e Kenneth Branagh.

Oppenheimer ha ricevuto il plauso della critica, che ha lodato quasi unanimemente l’accuratezza storica, la fotografia, la colonna sonora, la regia e la sceneggiatura di Nolan e le interpretazioni del cast, in particolare quelle di Murphy, Downey e Blunt. Destinatario di numerosi riconoscimenti, Oppenheimer ha vinto sette premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regista per Nolan, miglior attore per Murphy e miglior attore non protagonista per Downey. Ha vinto anche cinque Golden Globe (tra cui quello per il miglior film drammatico) e sette British Academy Film Awards (tra cui quello per il miglior film) ed è stato nominato tra i dieci migliori film del 2023 dal National Board of Review e dall’American Film Institute.

Oppenheimer in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Killers of the Flower Moon (2023)

Leonardo DiCaprio Robert De Niro Killers of the Flower Moon
Gentile concessione di © 01 Distribution

Film epico western drammatico e criminale co-scritto, prodotto e diretto da Martin Scorsese. Eric Roth e Scorsese hanno basato la loro sceneggiatura sul libro di David Grann del 2017. Ambientato nell’Oklahoma degli anni ’20, il film è incentrato su una serie di omicidi di membri e parenti della Nazione Osage dopo la scoperta del petrolio sul territorio tribale. I membri della tribù avevano mantenuto i diritti minerari sulla loro riserva, ma un boss politico locale corrotto aveva cercato di rubare la ricchezza.

Killers of the Flower Moon in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Titane (2021)

Titane Julia Docurnau

La coproduzione franco-belga ha come protagonista Agathe Rousselle, al suo debutto nel lungometraggio, nel ruolo di Alexia, una donna che, dopo essere rimasta ferita da bambina in un incidente d’auto, si fa applicare una placca di titanio sulla testa. In età adulta, Alexia diventa una modella assassina con una fascinazione erotica per le automobili, che porta a un bizzarro incontro sessuale che dà il via a una serie di eventi sempre più stravaganti. Nel cast anche Vincent Lindon, Garance Marillier e Laïs Salameh.

Il film Titane è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes il 13 luglio 2021, dove Ducournau è diventata la seconda regista donna a vincere la Palma d’Oro, il massimo riconoscimento del festival, nonché la prima regista donna a vincere da sola. Il film ha ricevuto il plauso della critica ed è stato selezionato come candidato francese per il miglior lungometraggio internazionale alla 94ª edizione dei Premi Oscar, ma non è entrato nella rosa dei candidati. Alla 47ª edizione dei Premi César, il film è stato candidato a quattro premi, tra cui quello per la miglior regia a Ducournau e quello per l’attrice più promettente a Rousselle. Alla 75ª edizione dei British Academy Film Awards, Ducournau ha ricevuto una nomination come miglior regista. All’11° Premio Magritte, Titane ha ricevuto cinque nomination e ha vinto due premi, tra cui quello per il miglior film straniero.

Titane in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

L’uomo Invisibile di Leigh Whannell (2020)

L'uomo invisibile

Trai migliori film thriller psicologici del 2020 L’uomo Invisibile è il film scritto e diretto da Leigh Whannell e adattamento moderno del romanzo L’uomo invisibile di H. G. Wells, nonché reboot dell’omonimo adattamento del 1933, vero e proprio fil culto. Nel film ntrappolata in una relazione violenta e manipolatrice con un ricco e brillante scienziato, Cecilia Kass (Moss) scappa nel cuore della notte facendo perdere le sue tracce, con l’aiuto di sua sorella (Harriet Dyer), di un loro amico d’infanzia (Aldis Hodge) e dalla figlia adolescente di quest’ultimo (Storm Reid).

Ma quando il violento ex di Cecilia (Oliver Jackson-Cohen) si suicida e le lascia in eredità una parte cospicua della sua vasta fortuna, Cecilia sospetta che la sua morte sia solo una messa in scena. Mentre una serie di inquietanti coincidenze diventano letali e minacciano la vita di coloro che ama, la sanità mentale di Cecilia inizia a vacillare, nel suo disperato tentativo di dimostrare di essere braccata da qualcuno che nessuno può vedere.

L’uomo Invisibile in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

The Lighthouse di Robert Egger (2019)

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Uno dei titolo più discussi di recente, certamente uno dei film thriller psicologici del 2019 più interessanti è The Lighthouse scritto e diretto da Robert Egger, già regista dell’apprezzatissimo horror The Witch. Presentato il 19 maggio 2019 alla 72ª edizione del Festival di Cannes, nella Quinzaine des Réalisateurs la pellicola racconta di Ephraim Winslow che si reca su un’isola remota al largo delle coste del New England per lavorare un mese come guardiano del faro, sotto la supervisione dell’anziano e irascibile custode, Thomas Wake. Nei suoi alloggi, Winslow scopre nascosta la statuetta di una sirena che decide di tenere per sé. Wake assegna al giovane lavori pesanti e gli vietandogli però categoricamente di accedere alla cima, da dove proviene la luce.

The Lighthouse in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Il gioco di Gerald di Mike Flanagan (2017)

Il gioco di Gerald di Mike Flanagan

Trai migliori film thriller psicologici su Netflix Il gioco di Gerald di Mike Flanagan è uscito nel 2017 diretto da Mike Flanagan, noto regista del genere, infatti sono suoi film thriller/horror di discreto successo come Oculus – Il riflesso del male, Hush – Il terrore del silenzio e la serie Ouija. Ha inoltre creato e diretto la prima stagione di The Haunting of Hill House, la serie Netflix di enorme successo. Distribuito in tutto il mondo dal colosso dello streaming il il 29 settembre 2017 Il gioco di Gerald racconta di Jessie che mentre cerca di ravvivare il loro matrimonio nella loro remota casa sul lago, deve combattere per sopravvivere quando suo marito muore inaspettatamente, lasciandola ammanettata al telaio del letto. Protagonisti del film sono Carla Gugino e Bruce Greenwood.

Il gioco di Gerald in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Il sacrificio del cervo sacro di Yorgos Lanthimos (2017)

Il sacrificio del cervo sacro cast

Accaldatissimp nel 2017 al Festival di Cannes dove ha vinto il Prix du scénario (premio per la Migliore Sceneggiatura), Il sacrificio del cervo sacro è un film che riprende elementi del mito greco del sacrificio di Ifigenia. Nel film Steven (Colin Farrell) è un famoso chirurgo cardiotoracico. Insieme alla moglie Anna (Nicole Kidman) e ai loro due figli, Kim (Raffey Cassidy) e Bob (Sunny Suljic), vive una vita felice e ricca di soddisfazioni.

Un giorno Steven stringe amicizia con Martin (Barry Keoghan), un sedicenne solitario che ha da poco perso il padre, e decide di prenderlo sotto la sua ala protettrice. Quando il ragazzo viene presentato alla famiglia, tutto ad un tratto, cominciano a verificarsi eventi sempre più inquietanti, che progressivamente mettono in subbuglio tutto il loro mondo, costringendo Steven a compiere un sacrificio sconvolgente per non correre il rischio di perdere tutto.

Il sacrificio del cervo sacro in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Scappa – Get Out di Jordan Peele (2017)

scappa - get out Daniel Kaluuya Allison Williams

Forse il film thriller piscologico di maggior successo degli ultimi anni, sia di pubblico che di critica, è Scappa – Get Out scritto, diretto e co-prodotto da Jordan Peele. Opera prima che è riuscita ad ottenere nel 2017 ben quattro candidature all’Oscar, ha incassato più di 175 milioni nei soli Stati Uniti e quasi 77 milioni nel resto del mondo, per un totale di più di 252 milioni di dollari.

In Scappa – Get Out della Universal Pictures un giovane afro-americano visita la tenuta di famiglia della sua fidanzata bianca dove si scontra con il vero motivo che si cela dietro l’invito. Ora che Chris (Daniel Kaluuya) e la sua ragazza, Rose (Allison Williams), sono arrivati al fatidico incontro con i suoceri, lei lo invita a trascorrere un fine settimana al nord con Missy (Catherine Keener) e Dean (Bradley Whitford). In un primo momento, Chris legge il comportamento eccessivamente accomodante della famiglia, come un tentativo di gestire il loro imbarazzo verso il rapporto interrazziale della figlia; ma con il passare del tempo, fa una serie di scoperte sempre più inquietanti, che lo portano ad una verità che non avrebbe mai potuto immaginare.

Scappa – Get Out in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Animali notturni di Tom Ford (2016)

Animali Notturni

Lo stilista di successo Tom Ford torna nel 2016 dietro la macchina da presa con Animali notturni, secondo film dopo A Single Man. Presentato alla 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel film racconta  la storia di una donna (Amy Adams) di nome Susan che riceve un manoscritto dal suo ex-marito, un uomo che ha lasciato 20 anni prima, chiedendo la sua opinione.

Il libro segue poi due storie: la storia nel romanzo, dal titolo Nocturnal Animal, che racconta di un uomo (Jake Gyllenhaal) la cui vacanza in famiglia diventa violenta e mortale; e la storia di Susan, che si ritrova a ricordare il suo primo matrimonio e ad affrontare alcune oscure verità riguardo se stessa.

Animali notturni in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Green Room di Jeremy Saulnier (2015)

Uscito nel 2015 e diretto da Jeremy Saulnier, Green Room è stato presentato nella sezione Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes. Una band punk sfortunata accetta l’offerta di suonare in un club rurale dell’Oregon prima di chiudere il tour. Quando arrivano sul luogo, sono turbati dalla grande presenza neonazista, ma decidono comunque di andare avanti con il loro concerto.

A fine performance si ritirano nella stanza del backstage, ma dietro le quinte scoprono  il cadavere di una giovane donna sul pavimento e dai neonazisti in piedi sopra di lei. Temendo che la band possa contattare le autorità, la banda li tiene in ostaggio mentre il loro leader (Patrick Stewart) cerca di pensare a una soluzione a questa situazione difficile.

Green Room in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Gone Girl – l’amore bugiardo di David Fincher (2014)

L'amore bugiardo - Gone Girl
ph: Merrick Morton/TM & copyright ©20th Century Fox Film Corp. All rights reserved/courtesy Everett Collection

Altro Titolo del regista David Fincher, già presente in questa lista con Seven. Il film è basato sul romanzo omonimo di Gillian Flynn, che cura anche la sceneggiatura del film. Gone Girl – l’amore bugiardo racconta un viaggio convulso attraverso la moderna cultura dei media e lungo le profonde, oscure linee di frattura di un matrimonio americano, con tutte le sue false promesse, gli inganni inevitabili e l’umorismo cupo.

Al centro della storia troviamo l‘ex scrittore newyorkese Nick Dunne e la moglie ed ex ragazza dei suoi desideri Amy, che cercano di sbarcare il lunario nel Midwest americano in piena recessione. La loro storia traccia la sinuosa silhouette della vita di una coppia contemporanea felicemente sposata. Ma il giorno del quinto anniversario di matrimonio, Amy scompare e quella silhouette si sgretola in un labirinto di crepe. Nick, avvolto in una nebbia di comportamenti ambigui, diventa il principale indiziato, mentre la ricerca di Amy segue il suo corso in una crescente frenesia mediatica, davanti agli occhi di un mondo assetato di rivelazioni.

Gone Girl – l’amore bugiardo in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Ex Machina (2014)

Ex Machina

Dalla mente sempre intrigante di Alex Garland, Ex Machina è un thriller fantascientifico profondamente contemplativo che sfrutta il suo piccolo ma spettacolare cast e la sua storia emozionante e concentrata. Domhnall Gleeson interpreta Caleb Smith, un programmatore che vince un concorso d’ufficio per visitare la remota tenuta dell’eccentrico CEO dell’azienda, Nathan Bateman (Oscar Isaac).

Durante la visita, Caleb partecipa a un esperimento che lo vede valutare le capacità di un sistema avanzato di intelligenza artificiale, Ava (Alicia Vikander), interagendo con il robot femminile. Come molte delle più grandi storie di fantascienza di tutti i tempi, Ex Machina si impegna direttamente a mettere in discussione il significato di essere umano. I

l thriller fantascientifico, scarno ma cerebrale, costruisce gradualmente la tensione mentre la storia si svolge lentamente e con suspense. Mentre la manipolazione di Caleb e Nathan da parte di Ava è esilarante da vedere, l’attrazione contrastata di Caleb per il robot conferisce al film un’irresistibile sfumatura di romanticismo, tragicamente sincero o pericolosamente ingannevole.

Ex Machina in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Prisoners di Denis Villeneuve (2013)

Prisoners

Il film che ha posto l’attenzione mondiale sul regista Denis Villeneuve, Prisoners è la pellicola di ottimo successo al box office e vede protagonisti Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal. Nel film Keller Dover (Hugh Jackman) si trova ad affrontare il peggiore incubo per un genitore. Sua figlia di sei anni, Anna, scompare insieme alla sua amica Joy e mentre i minuti diventano ore, il panico prende il sopravvento. A capo dell’investigazione c’è il Detective Loki (Jake Gyllenhaal) che arresta il proprietario di un camper sospetto. Tuttavia, la mancanza di prove lo costringe al suo rilascio. Mentre la polizia segue diverse piste, la pressione cresce e sapendo che è in gioco la vita di sua figlia, Dover, ormai fuori di sè, decide di non avere altra scelta che quella di prendere in mano la situazione.

Prisoners in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Millennium – Uomini che odiano le donne (2011)

Millennium Uomini che odiano le donne film

Come i film svedesi che l’hanno preceduto, Millennium – Uomini che odiano le donne (The Girl with the Dragon Tattoo) di David Fincher è un adattamento ricco di atmosfera, ossessionante e assolutamente coinvolgente del celebre romanzo poliziesco di Steig Larsson.

Il film segue Mikael Blomkvist (Daniel Craig), un giornalista caduto in disgrazia che viene assunto da un ricco industriale svedese per risolvere l’omicidio di sua nipote avvenuto 40 anni prima. Mentre inizia la sua indagine, Mikael assume Lisbeth Salander (Rooney Mara), un’ingegnosa investigatrice e hacker informatica con una predisposizione diffidente.

Sinistro e inquietante, il film esemplifica Fincher al suo meglio, freddo e insensibile, ma anche stilisticamente assertivo e tecnicamente magistrale. Lo svelamento del mistero centrale è gestito con perizia, così come le sottotrame dei personaggi principali e l’evoluzione del loro rapporto. Tuttavia, la storia d’amore che sboccia tra Mikael e Lisbeth è un elemento sottovalutato del film, che crea una dinamica affascinante tra i due personaggi e giunge a un finale agrodolce ma interessante.

Millennium – Uomini che odiano le donne in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Shutter Island di Martin Scorsese (2010)

Shutter Island

La pellicola è il thriller del 2010 diretto dal premio Oscar Martin Scorsese ed è basato sul romanzo del 2003 L’isola della paura (Shutter Island) di Dennis Lehane. Nel film Nel 1954, un maresciallo americano indaga sulla scomparsa di un assassino scappato da un ospedale per pazzi criminali. Nel cast protagonisti Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Emily Mortimer e Max von Sydow. La spiegazione del finale di Shutter Island

Shutter Island in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Il segreto dei suoi occhi di Juan José Campanella (2009)

Il segreto dei suoi occhi

Il segreto dei suoi occhi noto con il nome originale El secreto de sus ojos è il film artentino del 2009 di enorme successo che ha vinto il premio come miglior film straniero agli Oscar 2010. Il film racconta di un consulente legale in pensione  che scrive un romanzo sperando di trovare una conclusione per uno dei suoi precedenti casi di omicidio irrisolti e per il suo amore incondizionato con il suo superiore, entrambi i quali lo perseguitano ancora decenni dopo.

Il segreto dei suoi occhi in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

L’uomo senza sonno con Christina Bale (2004)

L'uomo senza sonno

Diretto da Brad Anderson The Machinist, il titolo originale del film L’uomo senza sonno è la pellicola che segna una delle più incredibili performance attoriali di Christian Bale. Per questo film Bale si è profondamente trasformato nel fisico, perdendo circa venticinque chili di peso e arrivando a pesarne solo cinquantaquattro. Nel film Un operaio industriale che non dorme da un anno inizia a dubitare della propria sanità mentale.

L’uomo senza sonno in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Old Boy di Park Chan-Wook (2003)

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Badato sull’omonimo manga di di Nobuaki Minegishi e Garon Tsuchiya il film ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes ed è parte della trilogia della vendetta del regista, iniziata nel 2002 da Mr. Vendetta e conclusa nel 2005 da Lady Vendetta. In Old Boy Oh Dae-su nel giorno del quarto compleanno di sua figlia, dopo essere stato rilasciato dalla polizia (che lo aveva arrestato per ubriachezza molesta), viene rapito. L’uomo si risveglia e scopre di essere rinchiuso in una piccola e squallida cella-appartamento, dalla quale è impossibile fuggire: è dotata di un letto, un bagno ed una vecchia TV con pochi canali.

Old Boy in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

The Bourne Identity (2002)

The Bourne Identity film

Uno dei thriller spionistici più importanti dei primi anni 2000, che si colloca tra i più grandi film del genere, The Bourne Identity è ricordato per la sua grinta e il suo senso di suspense e azione. Tuttavia, contiene anche una storia d’amore un po’ sottovalutata tra il protagonista Jason Bourne (Matt Damon) e Marie Kreutz (Franka Potente).

The Bourne Identity segue Bourne, un agente segreto americano d’élite che, dopo un lavoro andato male, si risveglia su un peschereccio italiano senza ricordare il suo passato. Mettendo a frutto le sue avanzate capacità di combattimento e il suo talento nello spionaggio, si mette alla ricerca di chi è con l’aiuto di Marie, una donna tedesca che rimane coinvolta nel mistero quando Bourne la paga per portarlo a Parigi. Non è la storia d’amore più convenzionale, ma il rapporto tra Bourne e Marie è sincero ed efficace e definisce la progressione di Bourne nei sequel.

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Strade perdute di David Lynch (1997)

Strade perdute

Uno dei film di maggior successo di David Lynch Strade perdute è il crime story surreali scritto dal regista assieme a Barry Gifford. Nel Videocassette anonime presagiscono la condanna per omicidio di un musicista e la ragazza di un gangster porta fuori strada un meccanico.

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Se7en di David Fincher (1995)

Seven

Uscito nel 1995 Seven è il film cult diretto da David Fincher e che vede protagonisti un cast d’eccezione composto da Brad Pitt, Morgan Freeman, Gwyneth Paltrow e Kevin Spacey. La pellicola è considerata da molto un vero masterpiece del genere e racconta la storia William Somerset è un saggio e anziano poliziotto che a circa una settimana dalla pensione, viene affiancato dal giovane impulsivo e istintivo David Mills, destinato a sostituirlo. I due in quei giorni finiscono per imbattersi in un efferato delitto, infatti sono chiamati sulla scena di un efferato crimine, che ha come vittima n uomo obeso che è stato costretto a mangiare oltre misura fino alla morte. Somerset dalle caratteristiche del delitto intuisce di trovarsi di fronte a un caso fuori dall’ordinario che li porterà ad inseguire uno spietato serial killer.

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I soliti sospetti di Bryan Singer (1995)

I soliti sospetti

Vincitore di ben due Oscar nel 1996 I Soliti Sospetti è la pellicola diretta dall’allora giovane Bryan Singer, considerato uno dei migliori thriller di tutti i tempi. Il film fu presentato fuori concorso al 48º Festival di Cannes. Nel film l’unico sopravvissuto di una ambigua vicenta racconta gli eventi tortuosi che hanno portato ad un orribile scontro a fuoco su una barca, iniziato quando cinque criminali si imbattono in un manipolo di poliziotti in maniera apparentemente casuale.

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Una vita al massimo (1993)

Un thriller poliziesco con un nucleo romantico intriso di stile e violenza, Una vita al massimo (True Romance) è un’esperienza di visione ambiziosa e contagiosa che rappresenta un perfetto connubio tra il fascino narrativo di Quentin Tarantino e la potenza registica di Tony Scott. Il film segue lo sbocciare della storia d’amore tra un nerd dei fumetti e una prostituta che si mettono in viaggio per sfuggire alla mafia dopo che Clarence (Christian Slater) ha ucciso il pappone di Alabama (Patricia Arquette) ed è scappato con una scorta di droga.

Il film è in grado di destreggiarsi con disinvoltura tra i generi, mostrando un dramma criminale, una commedia, una storia d’amore, un’azione e un sacco di emozioni mentre segue gli sforzi speranzosi di Clarence e Alabama per trovare una vita migliore. La litania di interpretazioni stravaganti rende la tensione e la comicità particolarmente evidenti, ma Slater e Arquette sfruttano il tono stravagante per trovare una sincerità e una dolcezza nell’improbabile storia d’amore dei loro personaggi.

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La moglie del soldato (The Crying Game, 1992)

Un altro thriller con i piedi per terra, La moglie del soldato (The Crying Game) può essere conosciuto da molti per il suo scioccante colpo di scena, ma in realtà prospera come dramma politico criminale con un’attenzione intrinseca ai suoi personaggi principali e ai loro valori. Fergus (Stephen Rea) è un soldato dell’IRA che stringe un’improbabile amicizia con Jody (Forest Whitaker), il soldato britannico che ha il compito di sorvegliare. Quando Jody chiede a Fergus di andare a trovare la sua ragazza a Londra, si ritrova attratto dall’enigmatica Dil (Jaye Davidson).

Con le sue ambizioni tematiche, The Crying Game esplora ogni aspetto, dal senso di colpa al cameratismo, fino alle complicate nozioni di romanticismo, che sono ancora attuali e urgenti. Questo thriller riflessivo rimane uno dei film più celebri e significativi dei primi anni ’90, che sfrutta le sue sfumature romantiche in modo eccellente.

La moglie del soldato in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

Blood Simple – Sangue facile (1988)

Blood Simple - Sangue facile

I fratelli Coen non sono certo estranei alla commistione di generi, intrecciando toni e tropi per creare film originali, tanto unici quanto avvincenti. Il loro film d’esordio, Blood Simple, non fa eccezione, seguendo gli eventi che si susseguono quando un barista scappa con la moglie del suo capo, spingendo il proprietario del bar ad assumere un detective privato per indagare sulla relazione della moglie prima di pagarlo per uccidere la nuova coppia di innamorati, un colpo che porta a risultati inaspettati.

Al suo meglio, Blood Simple è un palpitante neo-noir al cardiopalma che trasmette l’appetito dei registi per le narrazioni non convenzionali ma avvincenti che avrebbero appassionato il pubblico per gli anni a venire. Al centro della suspense ci sono il tradimento e l’angoscia romantica che definiscono le dinamiche caratteriali dei protagonisti. Il film è ancora oggi un’opera emozionante ma sottovalutata dei celebri registi.

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Il maratoneta (1977)

Il maratoneta

Con una sceneggiatura dinamica e le eccellenti interpretazioni di Dustin Hoffman e Laurence Olivier, Il Maratoneta è un film che non molla mai. In contrasto con altri film degli anni ’70 che a volte avevano un ritmo più lento, questo film su un uomo che viene coinvolto in una bizzarra e contorta cospirazione vi farà rimanere senza fiato come se steste correndo una vera maratona. Alcuni potrebbero affermare che il genere dà il meglio di sé quando è più stressante, e Marathon Man è davvero un film stressante da far tremare le unghie.

Ci sono anche momenti in cui Il Maratoneta si avvicina pericolosamente a diventare un film dell’orrore macabro, e probabilmente farà temere agli spettatori un viaggio dal dentista ancora più di quanto avrebbero potuto fare prima. In ogni caso, si tratta di un buon film, sufficientemente emozionante per coloro che desiderano qualcosa che acceleri il battito cardiaco.

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Frank Costello faccia d’angelo (1967)

Frank Costello faccia d'angelo (Le Samouraï)

Essere un assassino non è mai stato così cool come in Frank Costello faccia d’angelo (Le Samouraï), va detto. Sebbene il film non glamorizzi la vita del suo protagonista, né suggerisca che il suo lavoro sia facile in alcun modo, Le Samouraï è ridicolmente elegante e semplicemente soave senza sforzo, grazie al suo ritmo deliberato, all’estetica visiva e all’interpretazione principale di Alain Delon.

È stato anche uno dei migliori film usciti nel 1967, che è stato un anno molto fresco e radicale per il cinema, sotto molti aspetti. Racconta la semplice storia di un assassino che lotta per la sua vita dopo un colpo andato male, e lo fa in un modo senza tempo e molto efficace che fa di Frank Costello faccia d’angelo (Le Samouraï) un singolare film poliziesco/thriller, un classico intramontabile del cinema francese e un fulgido esempio di quanto possano essere buoni i film polizieschi d’essai.

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Che fine ha fatto Baby Jane? di Robert Aldrich (1962)

Che fine ha fatto Baby Jane?

Thriller psicologico del 1962 diretto da Robert Aldrich e basato sul romanzo What Ever Happened to Baby Jane? di Henry Farrell (1960) presentato in concorso al Festival di Cannes del 1963 e candidato a cinque Premio Oscar. Fa parte al 63º posto della lista AFI’s 100 Years… 100 Thrills istituita dall’American Film Institute.

La pellicola racconta della piccola Jane Hudson, una bambina prodigio che, grazie alla sua bellezza e alle doti canore, si esibisce nei teatri di vaudeville degli Stati Uniti d’America insieme a suo padre, il quale, oltre a farle da manager, l’accompagna come pianista sul palcoscenico. Il successo è tale che viene addirittura creata la bambola in porcellana Baby Jane Hudson; le bambole vanno a ruba e Baby Jane assume ben presto atteggiamenti da star viziata e capricciosa trattando tutti, e particolarmente la timida sorella maggiore Blanche, in modo altezzoso e sprezzante.

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Intrigo internazionale (1959)

Intrigo internazionale film

Definito il maestro della suspense per la sua eccellenza nel creare thriller iconici e immortali, Alfred Hitchcock rimane una figura hollywoodiana apprezzata per i suoi numerosi e brillanti film. Tra i suoi migliori c’è Intrigo internazionale, che vede Cary Grant nel ruolo di Roger Thornhill, un pubblicitario che deve darsi alla fuga quando delle spie straniere lo scambiano per un agente governativo. Sulla strada, incontra l’enigmatica e incantevole Eve Kendall (Eva Marie Saint) e comincia a innamorarsi di lei nonostante dubiti della sua lealtà.

Capolavoro spionistico dalla suspense implacabile e avventura visivamente sorprendente, Intrigo internazionale rappresenta Hitchcock al suo massimo splendore. Come molti dei capolavori del regista, è invecchiato superbamente nel corso dei decenni, grazie soprattutto alle eccezionali interpretazioni di Grant e della Saint, che realizzano perfettamente la suspense romantica del film.

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La finestra sul cortile (1954)

La finestra sul cortile

Un altro classico di Hitchcock che funziona esclusivamente come thriller avvincente, ma che ha anche una forte componente romantica, La finestra sul cortile è considerato da molti il più grande thriller misterioso di tutti i tempi. Il film segue L. B. Jeffries (Jimmy Stewart), un fotografo costretto su una sedia a rotelle a causa di una gamba rotta, che passa il tempo spiando i vicini con la sua macchina fotografica. Ben presto, però, diventa ossessionato quando crede di aver assistito a un omicidio e si affida all’aiuto della moglie e dell’infermiera per confermare i suoi sospetti.

Incredibilmente intenso e inesorabilmente eccitante, La finestra sul cortile vede Hitchcock operare in piena regola, con una storia che si dipana in modo così fluido e senza interruzioni che è impossibile non rimanere affascinati. Con Grace Kelly come co-protagonista nel ruolo della moglie di Jeffries, Lisa Fremont, il thriller classico presenta un fascino romantico e un’arguzia comica che non fanno che accrescere il suo valore di intrattenimento.

La finestra sul cortile in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

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