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Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone a Berlino 73

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Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone a Berlino 73

Laggiù qualcuno mi ama, il docu-film di Mario Martone omaggio a Massimo Troisi, verrà presentato al 73º Festival Internazionale del Cinema di Berlino nella sezione Berlinale Special.

Laggiù qualcuno mi ama è il viaggio personale di Mario Martone nel cinema di Massimo Troisi. Montando le scene dei suoi film Martone vuole mettere in luce Troisi come grande regista del nostro cinema prima ancora che come grande attore comico, e per farlo delinea la sua parabola artistica dagli inizi alla fine, inquadrandolo nella temperie degli anni in cui si è formato e nella città comune ai due registi, Napoli. Col montaggio dei film si intersecano alcune conversazioni, non con persone che frequentavano Troisi, ma con artisti che lo hanno amato e ne sono stati influenzati, come Francesco Piccolo, Paolo Sorrentino, Ficarra e Picone,  critici che lo hanno studiato, come Goffredo Fofi e la rivista Sentieri selvaggi, e due tra gli artefici della sua opera postuma, Il postino, Michael Radford e Roberto Perpignani. Fa eccezione Anna Pavignano che con Troisi scriveva i suoi film e che Martone vuole incontrare per indagare i processi creativi da cui  essi scaturivano, e che collabora al film mettendo a disposizione dei preziosi materiali inediti

Ruido – Una voce che non si spegne: recensione del film su Netflix

Natalia Beristain si fa corazza per il suo nuovo film Ruido – Una voce che non si spegne. La regista, come lei stessa racconta, decide di affrontare una tematica molto attuale nel Messico, quella dei femminicidi e delle scomparse improvvise. Un fenomeno che a ben guardare sembra non interessi nessuno al di là di quella “frontiera” inesistente che lo separa dall’America del Nord.

Una ribellione, quella della Beristain, che si tramuta in coraggio di portare, seppur sul piccolo schermo di Netflix, una denuncia fatta a gran voce, il cui impatto spera possa creare uno tsunami in grado di travolgere tutto il mondo. La pellicola è stata presentata al Festival di San Sebastian 2022, per poi approdare in piattaforma l’11 gennaio.

Ruido – Una voce che non si spegne, la trama

Julia (Julieta Egurrola) è una madre che ha perso da nove mesi sua figlia, Ger. Mentre la Polizia sembra non interessarsi come dovrebbe al suo caso, e l’ex marito sceglie di arrendersi, la donna decide di iniziare le ricerche da sola, aiutata dalla giornalista Abril (Teresa Ruiz). Seppur provata dal suo dolore, Julia comincia un viaggio per l’America Latina nella speranza di trovare qualche indizio che possa portarla alla figlia.

Mentre Julia cerca la figlia Ger in solitaria, cercando di rimanere in piedi, il suo cammino si intreccia con le storie di coraggio e le lotte delle varie donne che incontra, interfacciandosi con un una forza che neppure lei pensava di conoscere.

Una denuncia contro la criminalità

Non si può vivere nella paura, altrimenti come si riesce a combattere il male? Una domanda che Natalia Beristain si è posta dietro la macchina da presa dopo anni di esitazione per il film, con l’intento di fotografare una realtà di cui poco si parla, quella della criminalità in Messico. La regista decide di portare sullo schermo, forse troppo soffocata dalle inquadrature strette dello streaming, una storia dal taglio amaro in cui amore e sofferenza si fondono per poter marciare in una lotta pericolosa ma necessaria. In Ruido – Una voce che non si spegne, c’è il coraggio prima di tutto di una donna vera, Natalia, che traspone se stessa in Julia, interpretata da una toccante Julieta Egurrola, e poi di una collettività martoriata nel profondo.

Julia, nella pellicola della Beristain, diventa specchio di quelle madri in Messico che da tempo devono sopportare il dolore della scomparsa dei propri familiari a causa di una guerra, quella al narcotraffico, che ha mietuto 90.000 vittime. Una figura, la sua, che seppur ricoperta dal tormento, riesce a protestare contro le ingiustizie, gli abusi e le violenze, e si fa portavoce dell’urlo e della battaglia di tante famiglie che ancora vivono nel lutto della perdita.

Nel portare in scena uno Paese in ginocchio, che funge da cerniera fra le due Americhe, la Beristain si avvale di una regia didascalica, dalle inquadrature spesso fisse, funzionale per un racconto in cui non si vuole architettare una trama complessa e dalle mille digressioni, quanto piuttosto una fotografia della situazione fuori controllo del Messico, in cui l’indifferenza della Polizia e i criminali impuniti producono un rumore molto forte. Ed è proprio alla protagonista che la regista affida il compito di insinuarsi in quel rumore assordante per dare vita a un eco che si espande.

Diventa dunque chiaro che Ruido – Una voce che non si spegne, non si pone al suo pubblico con fare ammaliatore, poiché il suo intento è essere un film di denuncia e non di verità o bellezza estetica. È il grido intimo della regista e del suo popolo, con il messaggio di non abbassare mai la testa e non lasciarsi scavalcare. Perché se nessuno ti ascolta, se nessuno ti vede, se nessuno ti aiuta allora è meglio rimboccarsi le maniche da soli, piuttosto che osservare nell’ombra.

Le vele scarlatte: recensione del film di Pietro Marcello

Le vele scarlatte: recensione del film di Pietro Marcello

Immagini d’archivio relative al giorno dell’armistizio nella Baie de Somme ci introducono nella campagna francese del 1918, offrendo così una ricostruzione di quei luoghi e dell’atmosfera di quel periodo che difficilmente si sarebbe potuta ottenere con immagini realizzate al giorno d’oggi. Si apre così il nuovo film del regista Pietro Marcello dal titolo Le vele scarlatte (L’envol), il suo nuovo progetto di finzione dopo Martin Eden e il primo realizzato in Francia. Liberamente ispirato al romanzo del 1923 Le vele scarlatte, dello scrittore russo Aleksandr Grin, il film comprende al suo interno molteplici anime, dal rapporto tra padre e figlia al conflitto tra tradizione e modernità, dall’esaltazione della natura a quella del femminile.

È proprio Marcello a definire questo come il suo primo film dedicato alla femminilità e che trova in Juliette (Juliette Jouan) la sua protagonista ideale. La ragazza, orfana di madre, cresce in una comune di stampo matriarcale sotto la protezione del padre Raphael (Raphaël Thiéry), un reduce di guerra indurito dalla vita tornato ora a dedicarsi alla sua attività di artigiano del legno. Vivendo come dei reietti, lontani dal paese e ancor di più dalla città, Juliette e suo padre crescono insieme come possono, fino a quando non arriva il momento di prendere delle decisioni non più rimandabili, che cambieranno per sempre le loro vite.

Una fiaba sull’indipendenza

Presentato alla Festa del Cinema di Roma, Le vele scarlatte è stato accostato dal suo regista, e non solo da lui, a Martin Eden. Si tratta però di un accostamento per contrasto, poiché lì dove il protagonista del precedente film di Marcello dava vita ad un vero e proprio tradimento degli affetti per poter diventare altro da ciò che è, la Juliette protagonista del nuovo lungometraggio li protegge invece anche a costo di prendere scelte che ad occhi altrui potrebbero apparire folli. Si ritrova in questa libertà di scelta molto del discorso sul femminile e sull’indipendenza che il regista sceglie di portare avanti con il nuovo film.

La sua protagonista, così come le altre donne che la circondano, non appaiono mai succubi e riescono a costruirsi la propria indipendenza giorno dopo giorno. Per loro Marcello costruisce un contesto dai toni fiabeschi, aiutandosi non solo con le immagini d’archivio, elemento ricorrente in tutti i suoi film, ma anche con la fotografia di Marco Graziaplena. I due danno vita ad immagini poetiche non solo per composizione ma anche per colori ed effetti di luce, i quali donano all’intero film un senso di spensieratezza anche nei momenti più tesi del racconto. L’attenzione per i dettagli di Marcello è ormai cosa nota e Le vele scarlatte non fa eccezione.

Ecco dunque che nel dover descrivere il contesto rurale e arretrato in cui si muovono Juliette e suo padre, egli dà vita ad un’esaltazione della natura e dell’attività umana che è già di per sé uno dei motivi migliori per guardare il film e che sembra citare in più occasioni Il pianeta azzurro, capolavoro del documentario naturalista realizzato nel 1982 da Franco Piavoli. Tra dettagli, piccoli gesti e momenti che sembrano sospesi nel tempo, Marcello concretizza davanti ai nostri occhi un panorama visivo e sonoro in cui spiccano personaggi propri del loro tempo eppure estremamente moderni, i cui valori risultano attuali specialmente per il nostro tempo presente.

L'envol Pietro Marcello

Personaggi tra tradizione e modernità

A contribuire alla bellezza visiva e tematica del film ci pensano in particolar modo anche i due interpreti principali. La scoperta Juliette Jouan ha il volto ideale per comunicare tutto il senso di giovinezza e di curiosità del suo omonimo personaggio, caratterizzandola anche per forza di carattere. A suo modo diverso è invece il discorso da fare relativamente a Raphaël Thiéry, un volto particolarissimo, duro, dietro il quale si muove però una dolcezza rara. Degne di nota sono le sue mani, su cui Marcello indugia comprensibilmente non poco. Sono mani tozze, ruvide, piene di calli. Mani che hanno fatto la guerra ma grazie alle quali prendono forma autentiche bellezze di legno.

Questi due reietti ideati si fanno portatori di quel conflitto tra tradizione e modernità presente anche in altre opere di Marcello, il quale li contrappone qui in particolare all’aviatore Jean (interpretato dal celebre Louis Garrel), rappresentante invece di una modernità che appare però priva di certezze e solidi valori. Attraverso questo contesto fiabesco, in cui si animano personaggi altrettanto fiabeschi, il regista dà dunque forma ad una storia molto semplice, affrontata con un fare documentaristico che non si priva di forti sentimenti, i quali, al termine della visione, avranno lasciato incantato lo spettatore che avrà scelto di aprire il proprio cuore a tale racconto.

Un bel mattino: recensione del film di Mia Hansen-Love

Un bel mattino: recensione del film di Mia Hansen-Love

Mia Hansen-Love torna dietro la macchina da presa con una storia dal grande impatto emotivo, Un bel mattino. Per il suo nuovo racconto impiantato nella sua Parigi, la regista sceglie Léa Seydoux nel ruolo della struggente Sandra, e ne esplora così l’animo in combutta fra una perdita che sempre più si affaccia nella sua vita e un amore appena sbocciato, con il quale dovrà fare i conti.

Come la stessa Hansen-Love afferma, Un bel mattino si ispira alla malattia del padre della regista, iniziando a scriverne la sceneggiatura quando egli era ancora in vita. Il film è stato presentato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes e uscirà nelle sale italiane il 12 gennaio 2023.

Un bel mattino, la trama

Sandra (Léa Seydoux) è una madre single che lavora come interprete e si trova ad affrontare un momento di grande incertezza della sua vita: suo padre è malato e sempre meno autosufficiente, mentre l’incontro casuale con un vecchio amico, Clément (Melvil Poupaud), si trasforma presto in una relazione appassionata.

Clément però è sposato e lei non può abbandonarsi a questo grande amore come vorrebbe. Mentre cerca di venire a capo di quella sua nuova relazione, Sandra deve fare i conti anche con la consapevolezza della perdita del padre che, piano piano, si sta spegnendo davanti ai suoi occhi.

Un bel mattino Lea Seydoux

Il ritratto di una grande forza d’animo

Una sinfonia leggera e dolce, il cui testo nasconde però un significato profondo e sofferente. È questa la sensazione percepibile che si ha scorrendo fra le sequenze di Un bel mattino, mentre la macchina da presa immerge lo spettatore nell’apparente quotidianità tranquilla e ordinaria di Sandra. Ma se in superficie l’apparenza inganna, dando uno sguardo dentro si svela il tumulto di una donna provata dalle condizioni del padre debilitato, il cui ricordo di lei si sta affievolendo proprio come la sua vita, destinata a spegnersi.

La regista compone il racconto ammantandolo di colori pastello, chiari e vividi, con sullo sfondo la cornice di una Parigi che nasce e fiorisce nelle stagioni, per restituire una rappresentazione delicata di una donna che con eleganza, senza deturpare l’immagine di un tempo del padre, vive in anticipo un lutto che presto si consumerà. Lo vive a testa alta, nel silenzio del suo sguardo, in cui molto si focalizzano alcune scene, a volte accompagnate da una musica extradiegetica volta a enfatizzare i momenti di maggior pathos o valore.

Un dolore silenzioso ma presente

Mia Hansen-Love non vuole costruire attimi melodrammatici a livello di sceneggiatura, poiché il vero dolore non urla, non si espone, non parla. Si legge. L’estremo pudore delinea il ritratto di Sandra, elogiandone la sua immensa forza oltre che totale dedizione verso il proprio genitore. E mentre questo stesso dolore alberga nella protagonista, crescendo esponenzialmente e in parallelo con la malattia del padre, un amore improvviso arriva a farle una carezza, pronto a portare un po’ di pace nel suo cuore. Forse l’espediente narrativo della relazione adulterina con Clément poteva evitarsi, ma viene proposto in una modalità così tanto dolceamara da apprezzarla nella sua semplicità di essere un tipico cliché.

Amore e morte, lutto e vita, forza e fragilità, questi i capisaldi di Un bel mattino. Contrasti che si incontrano, spogliati di qualsiasi filtro e restituiti nella loro accezione più realistica, vera, autentica. Una pellicola che non lascia spazio ad altre interpretazioni, che vuole conciliare il bello della vita ma anche le sue sfumature ombrose, un inno ad essa ma anche un atto di consapevolezza verso la morte, l’ultima “compagna” con cui bisogna prima o poi fare i conti.

Jane, svelata la data d’uscita della serie ispirata alla missione della dottoressa Jane Goodall

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Apple TV+ ha annunciato oggi la data d’uscita di Jane, la nuova serie per famiglie e bambini, composta da dieci episodi, ispirata al lavoro della dottoressa Jane Goodall e nata da un’idea del vincitore dell’Emmy JJ Johnson (“Dino Dana”, “Endlings”, “Lo scrittore fantasma”), Sinking Ship Entertainment e il Jane Goodall Institute. “Jane” farà il suo debutto il 14 aprile su Apple TV+.

Ava Louise Murchison (“Reacher”) interpreta Jane Garcia, un’ambientalista in erba di 9 anni che cerca di salvare animali in via di estinzione. Usando la sua potente immaginazione, Jane, insieme ai suoi migliori amici David, interpretato da Mason Blomberg (“Shameless”), e lo scimpanzé Greybeard sarà protagonista di mirabolanti avventure per aiutare a proteggere gli animali selvatici in tutto il mondo perché, secondo il suo idolo, la dottoressa Jane Goodall: “Solo se capiamo, ci importerà. Solo se ci teniamo, li aiuteremo. Solo se li aiutiamo, potranno essere salvati”. Il cast include anche Tamara Almeida (“Secrets at the Inn”), Dan Abramovici (“Wayne”), l’esordiente Jazz Allen e Sam Marra (“Stumptown”).

Sono entusiasta di questa opportunità e del rapporto con Apple e Sinking Ship. Il programma ‘Jane’ infonde un messaggio di speranza e ricorda ai bambini che l’ambiente è qualcosa di cui tutti dobbiamo preoccuparci, ispirandoli insieme ai loro genitori a fare la differenza», ha affermato la dott.ssa Jane Goodall.

Da Sinking Ship Entertainment, Jane, è una serie live-action/CGI ideata da JJ Johnson, che è partner della compagnia e produttore esecutivo insieme a Christin Simms, Blair Powers, Matt Bishop e Andria Teather del Jane Goodall Institute. Jane segna la seconda serie Apple Original prodotta da Sinking Ship Entertainment, unendosi alla serie vincitrice del Daytime Emmy Award “Lo scrittore fantasma”.

La crescente offerta di serie e film originali pluripremiati per bambini e famiglie su Apple TV+ comprende anche straordinarie proposte per tutte le età, come “Supersorda”, “La nostra piccola fattoria”, “Anatra e Oca”, “Pigna e Pony”, “Fraggle Rock: Ritorno alla grotta” e “Professione spia” della Jim Henson Company; la serie vincitrice del Peabody Award e dell’Emmy “Acquasilente”, “Helpsters” di Sesame Workshop, “Wolfboy e la fabbrica del tutto” della HITRECORD di Joseph Gordon-Levitt e Bento Box Entertainment, “I tuoi amici Sago Mini”, il candidato al Children & Family Emmy Award “Ciao, Jack! Che spettacolo la gentilezza” di Jack McBrayer e Angela C. Santomero, “Snoopy nello spazio”, la serie candidata al Daytime Emmy Award, “Le avventure di Snoopy”, “Mettiamoci in moto Otis!”. Tra le proposte live-action ci sono “Ambra Chiaro” di Bonnie Hunt, “Un passo alla volta”, “Le ragazze del Surf” e “La vita secondo Ella”.

Le Vele Scarlatte: intervista a Juliette Jouan e Raphael Thiery

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Le Vele Scarlatte: intervista a Juliette Jouan e Raphael Thiery

In occasione della presentazione alla stampa di Le Vele Scarlatte, abbiamo incontrato Juliette Jouan e Raphael Thiery, protagonisti del film, che hanno parlato della loro esperienza con il film di Pietro Marcello, che ha aperto la Quinzaine des Realisateurs di Cannes 2022. Il film è al cinema dal 12 gennaio distribuito da 01 Distribution.

Le Vele Scarlatte, la trama

Da qualche parte nel nord della Francia, Juliette, giovane orfana di madre, vive con il padre, Raphaël, un soldato sopravvissuto alla prima guerra mondiale. Appassionata di musica e di canto, Juliette ha uno spirito solitario. Un giorno, lungo la riva di un fiume, incontra una maga che le predice che delle vele scarlatte arriveranno per portarla via dal suo villaggio. Juliette non smetterà mai di credere nella profezia. Liberamente ispirato a Le vele scarlatte di Aleksandr Grin, scrittore russo pacifista del XX secolo, il film di Pietro Marcello è un racconto popolare, musicale e storico, al confine con il realismo magico.

Le Vele Scarlatte è un film di PIETRO MARCELLO con JULIETTE JOUAN, RAPHAËL THIÉRY, NOÉMIE LVOVSKY con la partecipazione speciale di LOUIS GARREL e con YOLANDE MOREAU.

Pietro Marcello: intervista al regista di Le Vele Scarlatte

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Pietro Marcello: intervista al regista di Le Vele Scarlatte

In occasione della presentazione alla stampa di Le Vele Scarlatte, abbiamo incontrato il regista, Pietro Marcello, che ha parlato del suo ultimo film che ha aperto la Quinzaine des Realisateurs di Cannes 2022. Il film è al cinema dal 12 gennaio distribuito da 01 Distribution.

Le Vele Scarlatte, la trama

Da qualche parte nel nord della Francia, Juliette, giovane orfana di madre, vive con il padre, Raphaël, un soldato sopravvissuto alla prima guerra mondiale. Appassionata di musica e di canto, Juliette ha uno spirito solitario. Un giorno, lungo la riva di un fiume, incontra una maga che le predice che delle vele scarlatte arriveranno per portarla via dal suo villaggio. Juliette non smetterà mai di credere nella profezia. Liberamente ispirato a Le vele scarlatte di Aleksandr Grin, scrittore russo pacifista del XX secolo, il film di Pietro Marcello è un racconto popolare, musicale e storico, al confine con il realismo magico.

Le Vele Scarlatte è un film di PIETRO MARCELLO con JULIETTE JOUAN, RAPHAËL THIÉRY, NOÉMIE LVOVSKY con la partecipazione speciale di LOUIS GARREL e con YOLANDE MOREAU.

Tutta la bellezza e il dolore, Leone d’oro a Venezia 79, al cinema il 12, 13 e 14 febbraio

Diretto dalla regista premio Oscar® Laura PoitrasTUTTA LA BELLEZZA E IL DOLORE (All the Beauty and the Bloodshed)Leone d’Oro alla 79. Mostra del Cinema di Venezia, è la storia intima ed emozionante di Nan Goldin una delle più influenti fotografe contemporanee e attivista di fama internazionale, a partire dalla sua battaglia contro la potente famiglia Sackler, tra le maggiori responsabili della crisi degli oppioidi che negli ultimi venticinque anni ha causato negli Stati Uniti oltre 100.000 morti per overdose da farmaco.

Laura Poitras (Premio Oscar per CITIZENFOURracconta dunque l’epopea umana e artistica di Nan Goldin, grazie all’utilizzo di fotografie, dialoghi intimi e filmati finora inediti; alterna privato e pubblico con le immagini che raccontano le azioni del gruppo P.A.I.N., fondato da Goldin per togliere lo stigma sulla dipendenza e denunciare la Sackler, la famiglia che da una parte era benefattrice dei principali musei del mondo e dall’altra è stata responsabile della produzione di farmaci che creano dipendenza, fino all’overdose.

Una scandalosa pagina della storia americana che ha fatto epoca che si intreccia con le vicende biografiche di questa artista unica che si è fatta strada nella vita con le unghie e con i denti, fino ad affermarsi come una delle più influenti fotografe contemporanee. Un percorso di vita tumultuoso e appassionante che ha donato a Nan Goldin uno sguardo unico sulla realtà e la capacità di intravedere e sublimare con la sua arte tutta la bellezza del mondo, tutto il suo dolore.

«Ho iniziato a lavorare a questo film con Nan nel 2019 – dice Laura Poitras – due anni dopo che aveva deciso di sfruttare la sua influenza come artista per denunciare la responsabilità penale della ricchissima famiglia Sackler nell’alimentare la crisi da overdose. All’inizio sono stata attratta dalla storia terrificante di una famiglia miliardaria che ha consapevolmente creato un’epidemia e ha successivamente versato denaro ai musei, ottenendo in cambio detrazioni fiscali e la possibilità di dare il proprio nome a qualche galleria. Ma mentre parlavamo, ho capito che questa era solo una parte della storia che volevo raccontare… ».

In sala il 12, 13 e 14 febbraio distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Geena Davis parla del comportamento inappropriato di Bill Murray sul set di Scappiamo col malloppo

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Geena Davis parla del comportamento di Bill Murray sul set di Scappiamo col malloppo, film in cui hanno lavorato insieme nel 1990. L’attore comico, molto amato e conosciuto per il suo periodo in Saturday Night Live e per film come Ghostbusters, ha recentemente subito un calo di reputazione a causa delle lamentele contro il suo comportamento sul set di Being Mortal, che ha causato l’interruzione della produzione. Da allora, nel corso dei mesi successivi, c’è stata una maggiore attenzione sul comportamento di Murray sul set, cosa che ha portato alla luce diversi episodi in cui l’attore non sembra essersi comportato con professionalità. 

Geena Davis è tra coloro che ha raccontato la sua esperienza negativa sul set con Bill Murray. Nel suo libro di memorie Dying of Politeness, l’attrice ha rivelato che Murray l’ha terrorizzata sul set del film Scappiamo col malloppo del 1990, e durante una recente intervista sul podcast, On with Kara Swisher, Davis ha raccontato nel dettagli due episodi da quel set:

“Sono andata a incontrare Bill Murray e il suo co-regista e produttore in una suite d’albergo. Sono entrata e sono andata a sedermi con tutti i presenti. Ma Bill Murray è saltato fuori e ha detto: “Ehi, hai mai provato il thumper (un dispositivo per massaggi, ndr)?” E io ho risposto: “Cosa? No. Che cos’è?” “Bene, vieni a provarlo.” “No, no, no.” “Sdraiati qui. Voglio provarlo su di te.” E io: “No, no, no grazie”. E lui continuava a insistere. E io continuavo a dire “No” al punto in cui avrei dovuto urlargli contro: “Smettila di chiedermelo, cazzo! Non lo farò. Capisci?” Cosa che ero troppo timida per fare. Quindi mi sono appollaiato sull’angolo del letto e l’ho lasciato fare, e lui l’ha fatto per circa un secondo, e poi non ha chiesto se mi piacesse o altro. Quindi ho capito che era solo per vedere se poteva costringermi a fare qualcosa di inappropriato…

Stavamo girando una scena enorme in un incrocio a Manhattan con centinaia di comparse e una troupe gigantesca e tutta quella roba. E mi hanno detto: “Siamo pronti per farti venire sul set”. E ho detto: “Bene, i costumisti mi hanno chiesto di aspettare qui un secondo. Posso farlo o devo venire con te?” Pochi secondi dopo, Bill Murray – in un completo costume da clown, tra l’altro – sbatte contro la roulotte con gli occhi fuori dalle orbite e inizia a urlarmi contro e imprecare contro di me: “Vattene là fuori! Che cazzo stai facendo? Muoviti! Muoviti!” E si è messo dietro di me e mi ha urlato all’orecchio: “Muoviti! Muoviti più veloce! Muoviti!” E siamo arrivati a quell’incrocio dove c’erano centinaia di persone che lo guardavano, e lui continuava così finché non ha detto “Stai lì”, indicando un segno sul marciapiede e iniziando la ripresa. Parlarne in realtà, è ancora molto commovente per me perché mi vergognavo così tanto, sai, pensavo di essere qualcuno che voleva fare le cose per bene. Sai?”

Davis è solo una dei tanti attori che hanno parlato del cattivo comportamento di Murray sul set. In un podcast nel 2021, Lucy Liu ha rivelato che Murray le ha rivolto insulti “imperdonabili e inaccettabili” sul set di Charlie’s Angels, che secondo quanto riferito ha portato a un lungo scontro tra i due sul set del film del 2000. Bill Murray insiste sul fatto che lui e Liu da allora hanno fatto pace, mentre la star di Kill Bill ha detto che non ha rancore nei suoi confronti.

Hunters stagione 2: la recensione

Hunters stagione 2: la recensione

Una delle regole che un giocatore d’azzardo dovrebbe costantemente seguire è abbandonare il tavolo da gioco quando si sta vincendo. È quello che avrebbero in sostanza dovuto fare i creatori e produttori di Hunters 2, poiché ammettiamolo: la scommessa vinta con la prima stagione è stata un mezzo miracolo. Proporre con tale audacia narrativa ed estetica pulp un tema difficile quale l’Olocausto e la caccia ai nazisti sfuggiti dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale era stato un azzardo che aveva convinto principalmente a causa della novità del’approccio e dell’obiettivo divertimento sviluppato da personaggi e situazioni. Esattamente quello che manca in toto in questa seconda stagione.

Hunters 2, la trama

Il regista Phil Abraham e il resto dei creativi dello show tentano di alzare il tiro adottando due strategie narrative [SPOILER ALERT!]: adoperare i flashback per mantenere in scena il personaggio della mente del gruppo  Meyer Offerman (Al Pacino) e introducendo la caccia all’uomo diretta nei confronti del villain per eccellenza Adolf Hitler (Udo Kier). Ebbene, nessuna di queste due soluzioni risulta minimamente efficace, al contrario appare chiaro quanto siano entrambe state ideate per ovviare alla evidente mancanza di idee. Con il passare dei nuovi episodi appare chiaro quanto Hunters Season 2 non abbia davvero nulla da dire, né sia in grado di proporre un approfondimento sui personaggi già conosciuti, riproponendoli in maniera vuota se non addirittura stereotipata.

Ed ecco allora che anche gli attori mostrano i propri limiti quando si trovano a dover interpretare i rispettivi ruoli: se Logan Lerman, Josh Radnor e tutti gli altri protagonisti erano tutto sommato risultati efficaci lavorando costantemente sopra le righe e dipingendo figure “larger than life”, adesso mostrano tutti i propri limiti non riuscendo a dare sostanza a figure che comunque non ne posseggono di propria. Se addirittura un istrione leggendario come Al Pacino fallisce stavolta nel compito di convincere lo spettatore -e certamente non lo aiuta il disgraziato twist che il suo personaggio aveva subito alla fine della prima stagione –  risulta difficile ipotizzare come avrebbero potuto invece eccellere gli altri. A partire dalla new entry Jennifer Jason Leigh, più vicina all’essere costantemente irritante col suo accento fittizio che vagamente credibile. Il culmine viene però raggiunto quando viene messo in scena il rapporto tra Hitler ed Eva Braun (Lena Olin), costruito su scenette di dissidi e ipocrisie quotidiane che non arrivano neppure allo spessore degli sketch tra i compianti Sandra Mondaini e Raimondo Vianello.

Una fragilità endamica

Se infine non bastasse la fragilità endemica su cui Hunters Season 2 è stata costruita, la serie possiede una tetra seriosità che in molti momenti stride con le puntate precedenti. Il problema è che voler rendere drammatici personaggi che fin dall’inizio non lo sono, e che soprattutto non sono stati settati per esserlo, produce un effetto controproducente. In questo modo quelli che avrebbero dovuto essere i momenti maggiormente toccanti delle nuove puntate – su tutti la conclusione del sesto episodio – risultano invece un qualcosa di incoerente, non amalgamato con quanto visto ed espresso in precedenza. E quando si tratta di un tema complesso da gestire come l”Olocausto, si può facilmente immaginare quanto grosso sia il rischio di scivolare nell’involontariamente grottesco…

Difficilmente guardando un’intera stagione di qualsiasi serie televisiva ci si trova di fronte a qualcosa da bocciare completamente. Purtroppo Hunters Season 2 si avvicina pericolosamente a questo non auspicabile traguardo. Se qualcosa da salvare alla fine c’è, e non ne siamo convinti, preghiamo voi lettori di segnalarcelo. In mezzo a tanta pochezza, magari qualcosa a noi potrebbe essere sfuggito…

The Mandalorian: rivelata la data di uscita del trailer della sterza stagione!

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I fan di Star Wars non vedevano l’ora di dare un’occhiata ad alcuni nuovi filmati della terza stagione di The Mandalorian sin da quando quel breve teaser ha debuttato alcuni mesi fa, e ora abbiamo la conferma che un trailer completo è proprio dietro l’angolo. Secondo un comunicato stampa ufficiale di ESPN, un nuovissimo trailer della terza stagione di The Mandalorian debutterà in rete il 16 gennaio durante la partita di Monday Night Football Wild Card tra i Dallas Cowboys e i Tampa Bay Buccaneers, che prenderà il via alle 20:00 ET (1:00 17 gennaio Regno Unito).

La seconda stagione si è conclusa con Din Djarin (Pedro Pascal) che ha detto addio a Grogu e lo ha lasciato alle cure di Luke Skywalker (Mark Hamill), ma abbiamo rivisto i personaggio nella serie The Book of Boba Fett, dove Mando si è riunito con il suo adorabile compagno di viaggio. e partì per il suo pianeta natale di Mandalore. Una sinossi piuttosto vaga della terza stagione e stata diffusa e riporta quanto segue: “I viaggi del Mandalorian attraverso la galassia di Star Wars continuano”, si legge. “Un tempo cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è riunito a Grogu. Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per allontanare la galassia dalla sua oscura storia.” “Il Mandaloriano incontrerà vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu continuano il loro viaggio insieme.”

Questo in realtà non ci dice molto, ma il primo teaser ha confermato che Djarin e Grogu incontreranno di nuovo Bo-Katan Kryze (Katee Sackhoff), quindi diremmo che è probabile un duello per il diritto di impugnare la Darksaber si ripresenterà!

Kingdom of the Planet of the Apes: William H. Macy nel cast

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Kingdom of the Planet of the Apes: William H. Macy nel cast

Dopo avervi rivelato di Eka Darville, oggi arriva la notizia che anche William H. Macy è entrato a far parte del cast dell’annunciato Kingdom of the Planet of the Apes. A confermare la notizia è stato il noto sito americano Deadline che ha confermato il casting di Macy, ma non ha dettagli sul suo ruolo. Owen Teague (It, The Stand) reciterà nel ruolo di “lead ape”, e lo studio ha recentemente annunciato che la produzione inizierà a un certo punto questo mese con Freya Allan (The Witcher), Eka Darville (Jessica Jones) e Peter Macon (The Orville) a bordo nel cast. Wes Ball (The Maze Runner) dirigerà la nuova pellicola che sarà prodotta ancora una volta da 20 Century Studios.

Kingdom of the Planet of the Apes sarà scritto da Josh Friedman, Rick Jaffa e Amanda Silver, l’ultima delle quali è stata anche sceneggiatrice di  Rise of the Planet of the Apes . Il film sarà prodotto da Patrick Aison, Joe Hartwick Jr., Jaffa, Silver e Jason Reed.Il pianeta delle scimmie  è uno dei franchise di fantascienza più iconici e leggendari della storia del cinema, oltre ad essere una parte indelebile dell’eredità del nostro studio”, ha affermato il presidente di 20th Century Studios Steve Asbell. “Con Kingdom of the Planet of the Apes,  abbiamo il privilegio di continuare la tradizione della serie di cinema fantasioso e stimolante e non vediamo l’ora di condividere la straordinaria visione di Wes per questo nuovo capitolo con il pubblico nel 2024″.

L’ultimo film della serie Il pianeta delle scimmie, The War – Il Pianeta delle Scimmie – Film del 2017 , ha visto la conclusione della serie rilanciata dal regista Matt Reeves con L’alba del pianeta delle scimmie con Andy Serkis, Woody Harrelson e Steve Zahn. Il film è stato presentato in anteprima con il plauso della critica e ha incassato quasi $ 500 milioni al botteghino. Ha ottenuto nomination per i migliori effetti visivi e i migliori effetti speciali visivi agli Academy Awards.

Il regista di The Batman Matt Reeves incontra Gunn e Safran per discutere del “piano generale” per il BatVerse

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Il regista di The Batman Matt Reeves ha recentemente rivelato che sta facendo molti progressi sulla sceneggiatura del suo sequel con il co-sceneggiatore Mattson Tomlin, confermando al contempo che il suo “BatVerse” rimarrà separato dal DCU. Una fonte affidabile ha recentemente affermato che i nuovi co-CEO dei DC Studios, James Gunn e Peter Safran, potrebbero avere in programma di mettere insieme entrambi gli universi e rendere Robert Pattinson il Cavaliere Oscuro ufficiale della DCU, ma James Gunn è stato veloce nel smentire questa possibilità.

Quindi, il BatVerse sembra destinato a continuare come se fosse autonomo per ora, ma potrebbe cambiare ad un certo punto? Reeves ha ammesso a Collider che ha intenzione di incontrare James Gunn e Peter Safran per discutere proprio del futuro del franchise.“Loro [Gunn e Safran] sono stati fantastici. […] In realtà dovremmo incontrarci nelle prossime settimane perché vogliono parlarmi del piano generale, e poi vogliono ascoltare il piano BatVerse. Ci stiamo solo riunendo per parlare di tutto questo”.

Al regista è stato chiesto se questo ampio piano potrebbe comportare la fusione degli universi? “Senti, sono entusiasta di sapere cosa faranno”, ha continuato Reeves. “Il BatVerse, come ha detto James, e come ha detto Peter, è una specie di cosa che ci stanno lasciando fare.” Matt Reeves ha anche preso in giro ciò che i fan possono aspettarsi da The Batman 2 e, sebbene non abbia rivelato alcun dettaglio specifico, ha chiarito che il Cavaliere Oscuro di Robert Pattinson rimarrà al centro della storia. “Per me, la cosa che sento davvero è che credo anche che Rob [Pattinson] sia così speciale nel ruolo. Il mio obiettivo è sempre stato quello di realizzare queste storie dal punto di vista che consentano al personaggio di essere sempre il centro emotivo della storia. Perché un sacco di volte quello che succede è che, dopo aver fatto il primo, improvvisamente arrivano altri personaggi della Rogues Gallery, e in un certo senso prendono il sopravvento, e poi Batman prende un posto in secondo piano dal punto di vista del personaggio o emotivamente.

Cosa sappiamo sul Batverse?

Sappiamo che la serie di The Panguin di Colin Farrell tornerà come uno dei cattivi principali dopo gli eventi della sua serie solista HBO Max, ma Matt Reeves introdurrà quasi sicuramente un altro antagonista. Tuttavia, i fan saranno probabilmente lieti di sapere che Batman rimarrà in prima linea.

James Cameron: “Basta streaming, sono stufo di stare seduto sul mio c**o!”

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In occasione dei Golden Globes 2023, dove ha partecipato in rappresentazione di Avatar: la via dell’acqua, nominato in due categorie (Miglior film drammatico e Miglior regia), James Cameron ha avuto modo di dichiarare ancora una volta il suo amore per la sala e la sua avversione per lo streaming.

Parlando con Variety sul red carpet dell’evento che apre la stagione dei premi, James Cameron ha detto che gli incassi di Avatar: la via dell’acqua, secondo lui, sono il segno che la gente vuole tornare in sala e che c’è bisogno della fuga che solo l’esperienza cinematografica può offrire. Il regista ha poi concluso il suo intervento con uno scherzoso ma sicuramente sentito: “Siamo tornati al cinema… basta con lo streaming! Sono stanco di stare seduto sul mio c**o!”.

L’incasso globale di Avatar: la via dell’acqua ha adesso superato i due miliardi, rispetto a quanto si dice nel video sopra. Il film ha dimostrato di poter portare nelle sale il pubblico nazionale e internazionale, in gran parte grazie alla sua reputazione di esperienza cinematografica con straordinari effetti visivi. Dopo anni in cui il pubblico ha evitato i cinema sulla scia della pandemia, Avatar: la via dell’acqua ha seguito l’esempio di Top Gun: Maverick e sta riportando in sala le persone, il che è stato entusiasmante per Cameron, ma anche per chi ama l’esperienza del cinema.

La Passione di Cristo 2: l’esilarante reazione di Twitter alla possibilità che il film possa realmente essere realizzato

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La possibilità che La Passione di Cristo 2 (che in realtà dovrebbe intitolarti The Resurrection) inizi finalmente le riprese principali ha ispirato molti utenti di Twitter a farsi gioco del sequel epico religioso con una serie di titoli falsi. The Passion of the Christ di Mel Gibson è stato distribuito nel 2004 con un’accoglienza polarizzante. Molti l’hanno definita un’esperienza religiosa e santa, mentre altri hanno denunciato l’eccessiva violenza e ciò che vedevano come elementi di antisemitismo.

Tuttavia, il film, interpretato da Jim Caviezel nei panni di Gesù di Nazareth, è stato un successo al botteghino e ha incassato oltre $ 612 milioni in tutto il mondo, di cui oltre $ 370 milioni al botteghino americano, rendendolo il film Rating-R con il maggior incasso di tutti i tempi, titolo che conserva ancora oggi.

Un recente report afferma che le riprese de La Passione di Cristo 2, che secondo Caviezel sarà il “più grande film nella storia del mondo“, inizieranno nei prossimi mesi. Mentre questa notizia entusiasmerà alcuni e frustrerà altri, c’è un grande contingente di spettatori su Twitter che ha colto l’occasione per commentare il sequel e offrire le proprie idee perfettamente prevedibili ma comunque comiche per il titolo del sequel. Eccone alcune:

https://twitter.com/thecardsharp2/status/1613384796461486080?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1613384796461486080%7Ctwgr%5E5e38ddcbf834969dbc332bb48f6219e234101209%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fpassion-christ-2-fan-reactions-fake-titles%2F

https://twitter.com/mkrwrt/status/1613411931276349441?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1613411931276349441%7Ctwgr%5E5e38ddcbf834969dbc332bb48f6219e234101209%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fpassion-christ-2-fan-reactions-fake-titles%2F

https://twitter.com/MrGee54/status/1613533128202817537?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1613533128202817537%7Ctwgr%5E5e38ddcbf834969dbc332bb48f6219e234101209%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fpassion-christ-2-fan-reactions-fake-titles%2F

https://twitter.com/The_Boydster/status/1613365845572423681?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1613365845572423681%7Ctwgr%5E5e38ddcbf834969dbc332bb48f6219e234101209%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fpassion-christ-2-fan-reactions-fake-titles%2F

Black Panther 3: Letitia Wright parla del prossimo film MCU

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Black Panther 3: Letitia Wright parla del prossimo film MCU

Parlando con Variety, alla protagonista di Black Panther: Wakanda Forever, Letitia Wright, è stato chiesto della possibilità che i Marvel Studios diano il via libera a un’altra puntata del franchise standalone basato sull’universo di Black Panther di successo. Letitia Wright ha anticipato che Black Panther 3 potrebbe essere già in lavorazione. Tuttavia, ha presto ammesso che ci sarebbe voluto del tempo prima che il potenziale progetto entrasse in produzione.

Penso che sia già in lavorazione“, ha detto Wright. “Sai, abbiamo appena passato due anni fantastici a farlo uscire e tutti si sono uniti per sostenerlo. Abbiamo bisogno di una piccola pausa, dobbiamo riorganizzarci e Ryan [Coogler] ha bisogno di tornare in laboratorio, quindi ci vorrà un po’ di tempo, ma siamo davvero entusiasti che voi ragazzi lo vedaate.”

Il sequel del MCU ha onorato il defunto Chadwick Boseman mentre ha continuato l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11 novembre 2022.  Basato sui fumetti Marvel di Stan Lee e Jack Kirby, Black Panther: Wakanda Forever ha continuato a esplorare l’incomparabile mondo di Wakanda e tutti i ricchi e vari personaggi introdotti nel primo film. Il film è stato diretto da Ryan Coogler da una sceneggiatura che ha scritto in prima persona insieme a Joe Robert Cole.

Il sequel ha visto il ritorno di Lupita Nyong’o, Danai Gurira, Angela Bassett nei panni di Ramonda, Martin Freeman, Letitia Wright, Winston Duke e Florence Kasumba. A loro si sono uniti i nuovi arrivati ​​in franchising Tenoch Huerta, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.  Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

Deadpool 3: Ryan Reynolds pronto a lasciare l’Universo Ausiliario Marvel per il Marvel Cinematic Universe

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Sebbene ci siano molte domande su come Deadpool 3 si inserirà nell’MCU, nessuno si è davvero fermato a chiedersi cosa succederà effettivamente quando il mercenario chiacchierone condividerà lo schermo con Wolverine nel prossimo film del suo franchise inaugurato alla Fox.

Sulle pagine dei fumetti, i loro incontri sono sempre una gioia per i lettori, ma sappiamo fin troppo bene che ciò che funziona nei fumetti non sempre si traduce efficacemente in live-action. Durante una recente intervista con The Wrap, Ryan Reynolds ha parlato del fatto che Wade Wilson, che rompe la quarta parete, si è incrociato con il Logan molto più serio di Hugh Jackman.

“Penso che sia una camminata sul filo del rasoio”, ammette l’attore. “Voglio dire, la maggior parte di questi film si basano sempre su questo delicato equilibrio per quello che riguarda il tono, quindi in questo caso, però, c’è una collisione di due personaggi piuttosto iconici che esistono nell’Universo Ausiliario Marvel [ride] – siamo nel Marvel Cinematic Universe a questo punto.”

Il riferimento di Reynolds è chiaramente all’universo Fox degli X-Men che adesso è stato assorbito da Disney. Per Reynolds, tuttavia, è fondamentale assicurarsi che il trequel renda giustizia a entrambi i personaggi.

“Lo scopo è davvero trovare un modo per servire entrambi questi personaggi, un modo che possa sembrare straordinariamente autentico per entrambi”, aggiunge, “e penso che questi due errori in realtà faranno una cosa giusta in un modo davvero fantastico”.

Le riprese non sono ancora cominciate, ma non possiamo fare a meno di pensare che ci siano in serbo cose speciali. Secondo alcuni scoop, nel film apparirà persino Mobius di Owen Wilson, mentre dovrebbe apparire anche il cast del film Fantastici Quattro del 2005.

Deadpool 3 è stato scritto da Rhett Reese e Paul Wernick da una bozza precedente del  duo Wendy Molyneux e Lizzie Molyneux-Loeglin di  Bob’s Burgers . Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo renderebbe il primo film dei Marvel Studios ad essere lanciato con tale classificazione solo per adulti.

Deadpool 3 servirà come primo film della  serie di film di Deadpool  ad essere distribuito dopo l’acquisizione da parte della Disney della 20th Century Fox. L’uscita del film è attualmente prevista per l’8 novembre 2024.

Spider-Man: No Way Home, ecco il primo FUNKO POP di Matt Murdock/Daredevil

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Dopo oltre un anno dall’uscita in sala di Spider-Man: No Way Home, FUNKO svela la prima figure di Matt Murdock/Daredevil, così come lo abbiamo visto nel film, che lo ha fatto esordire nel MCU. A questo link potete trovare la prima simpatica statuina FUNKO Pop del personaggio amatissimo dai fan.

Dopo l’avventura su Netflix, il personaggio interpretato da Charlie Cox è apparso nel terzo film di Tom Holland e in She-Hulk: Attorney at Law, mentre lo aspettiamo nella nuova serie che lo vedrà protagonista, Daredevil: Born Again. E’ anche probabile che rivedremo il personaggio in Echo, la serie spin-off di Hawkeye.

Kang il Conquistatore, un rumors lo collega a Darkhold di Scarlet Witch

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania ci presenterà Kang il Conquistatore (Jonathan Majors) e, dopo aver incontrato Colui che rimane nel finale della prima stagione di Loki, speriamo di avere un’idea migliore di cosa aspettarci dal personaggio che sarà il grande cattivo del prossimo ciclo Marvel Universe.

Dopotutto, mentre progetti del calibro di Spider-Man: No Way Home e Doctor Strange nel Multiverso della Follia hanno anticipato il Multiverso, dobbiamo ancora comprendere appieno in che modo le numerose varianti del cattivo influiranno su di esso. Tuttavia, un nuovo rumor condiviso da The Cosmic Circus suggerisce che Kang abbia già, segretamente, avuto un ruolo in almeno un grande sviluppo del MCU. Secondo la fonte del sito, una variante Kang era il vero autore di Darkhold, il libro di magia oscura venuto in possesso di Wanda alla fine di Wandavision.

Non siamo sicuri di cosa significhi per il demone Chthon, ma è possibile che questo non sia mai esistito, o che sia stato manipolato da Kang, o che il viaggiatore del tempo sia stato colui che ha trascritto i le sue parole originali dalle mura del Monte Wundagor.

Cosa giustifica questa teoria? Bene, ci sono molte possibilità (incluso quella che si possa trattare di un primo tentativo per capire come potrebbe controllare il Multiverso), ma dal momento che Scarlet Witch è essenzialmente stata “incastrata” per essere in grado di distruggere tutta la realtà, la sua battaglia con Doctor Strange, la elimina dal quadro.

Wanda fuori dal quadro significa un rivale in meno per Kang, e con Darkhold ora distrutto in tutto il Multiverso, potenzialmente un ostacolo in meno da superare per lui. Ricordiamo che colei che Chthon credeva un giorno avrebbe governato tutta la realtà non solo è creduta morta, ma il libro che le ha dato accesso a quei poteri non esiste più. Questo dovrebbe rendere la vita di Kang molto più semplice, giusto?

Come sottolinea il sito, i disegni nel Darkhhold hanno lo stesso stile delle immagini sia di Loki che del sequel di Doctor Strange, con il tema ricorrente degli anelli che possono anche legare Kang ai braccialetti di Kamala Khan e ai dieci anelli di Shang-Chi.

Si tratta, al momento, di un territorio molto poco conosciuto, con diverse teorie che possono trovare la propria strada mentre aspettiamo che Kang faccia il suo esordio ufficiale nel MCU e ci inviti ufficialmente nella Saga del Multiverso. Se Kang è responsabile della scrittura di Darkhold, tuttavia, un progetto imminente farà sicuramente luce sul come e sul perché della sua manipolazione della storia e di questi vari artefatti per raggiungere il suo obiettivo di conquista.

PGA Awards 2023: tutti i nominati, ci sono quattro sequel

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PGA Awards 2023: tutti i nominati, ci sono quattro sequel

Sono state annunciate le nomination ai PGA Awards 2023, i premi della gilda dei produttori hollywoodiani che in genere preannunciano quelli che saranno i vincitori del premi al Miglior Film agli Oscar. Trai nominati nella categoria principale ci sono ben quattro sequel, oltre ad altri titoli di grande rilevanza in questa season award. Ecco di seguito tutti i nominati:

Darryl F. Zanuck Award for Outstanding Producer of Theatrical Motion Pictures

  • “Avatar: The Way of Water” (20th Century Studios)
  • “The Banshees of Inisherin” (Searchlight Pictures)
  • Black Panther: Wakanda Forever” (Marvel Studios)
  • “Elvis” (Warner Bros.)
  • “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • “The Fabelmans” (Universal Pictures)
  • “Glass Onion: A Knives Out Mystery” (Netflix)
  • “Tár” (Focus Features)
  • “Top Gun: Maverick” (Paramount Pictures)
  • “The Whale” (A24)

Award for Outstanding Producer of Animated Theatrical Motion Pictures

  • “Guillermo del Toro’s Pinocchio” (Netflix)
  • “Marcel the Shell with Shoes On” (A24)
  • “Minions: The Rise of Gru” (Universal Pictures/Illumination)
  • “Puss in Boots: The Last Wish” (DreamWorks Animation)
  • “Turning Red” (Pixar)

Norman Felton Award for Outstanding Producer of Episodic Television – Drama

Danny Thomas Award for Outstanding Producer of Episodic Television – Comedy

  • “Abbott Elementary” (ABC)
  • “Barry” (HBO)
  • “The Bear” (FX)
  • “Hacks” (HBO Max)
  • “Only Murders in the Building” (Hulu)

David L. Wolper Award for Outstanding Producer of Limited or Anthology Series Television

  • “Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story” (Netflix)
  • “The Dropout” (Hulu)
  • “Inventing Anna” (Netflix)
  • Obi-Wan Kenobi” (Disney+)
  • “Pam & Tommy” (Hulu)

Award for Outstanding Producer of Televised or Streamed Motion Pictures

  • “Fire Island” (Hulu)
  • “Hocus Pocus 2” (Disney+)
  • “Pinocchio” (Disney+)
  • “Prey” (Hulu)
  • “Weird: The Al Yankovic Story” (The Roku Channel)

Award for Outstanding Producer of Non-Fiction Television

  • “30 for 30” (ESPN)
  • “60 Minutes” (CBS)
  • “George Carlin’s American Dream” (HBO)
  • “Lucy and Desi” (Amazon Prime Video)
  • “Stanley Tucci: Searching for Italy” (CNN)

Award for Outstanding Producer of Live Entertainment, Variety, Sketch, Standup & Talk Television

  • “The Daily Show with Trevor Noah” (Comedy Central)
  • “Jimmy Kimmel Live!” (ABC)
  • “Last Week Tonight with John Oliver” (HBO)
  • “The Late Show with Stephen Colbert” (CBS)
  • “Saturday Night Live” (NBC)

Award for Outstanding Producer of Game & Competition Television

  • “The Amazing Race” (CBS)
  • “Lizzo’s Watch Out for the Big Grrrls” (Amazon Prime Video)
  • “RuPaul’s Drag Race All Stars” (VH1)
  • “Top Chef” (Bravo)
  • “The Voice” (NBC)

CDG Awards 2023: tutte le nomination

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CDG Awards 2023: tutte le nomination

La Costume Designers Guild ha annunciato le nomination ai CDG Awards 2023. Di seguito trovate tutte le nomination divise per le diverse categorie che concorrono alla conquista dei premi per i migliori costumi del cinema e della televisione negli ultimi 12 mesi:

Excellence in Sci-Fi / Fantasy Film

Excellence in Contemporary Film

  • “Glass Onion: A Knives Out Mystery” – Jenny Eagan
  • “Nope” – Alex Bovaird
  • “Tár” – Bina Daigeler
  • “Top Gun: Maverick” – Marlene Stewart
  • “Women Talking” – Quita Alfred

Excellence in Period Film

  • Babylon” – Mary Zophres
  • “Don’t Worry Darling” – Arianne Phillips
  • “Elvis” – Catherine Martin
  • “Mrs. Harris Goes to Paris” – Jenny Beavan
  • “The Woman King” – Gersha Phillips

Excellence in Sci-Fi / Fantasy Television

  • House of the Dragon: The Heirs of the Dragon” – Jany Temime
  • The Lord of the Rings: The Rings of Power: A Shadow of the Past” – Kate Hawley
  • “Westworld: Generation Loss” – Debra Beebe
  • “What We Do in the Shadows: The Wedding” – Laura Montgomery
  • The Witcher: Blood Origin: Of Mages, Malice, and Monstrous Mayhem” – Lucinda Wright

Excellence in Contemporary Television

  • Emily in Paris: What’s it All About…” – Marylin Fitoussi
  • Euphoria: Trying to Get to Heaven Before They Close the Door” – Heidi Bivens
  • “Hacks: The Captain’s Wife” – Kathleen Felix-Hager
  • “Wednesday: Wednesday’s Child is Full of Woe” – Colleen Atwood & Mark Sutherland
  • The White Lotus: In the Sandbox” – Alex Bovaird

Excellence in Period Television

  • Bridgerton: The Choice” – Sophie Canale
  • The Crown: Ipatiev House” – Amy Roberts
  • The Gilded Age: Let the Tournament Begin” – Kasia Walicka-Maimone
  • “The Marvelous Mrs. Maisel: Maisel vs. Lennon: The Cut Contest” – Donna Zakowska
  • “Pam & Tommy: I Love You, Tommy” – Kameron Lennox

Excellence in Variety, Reality-Competition, Live Television

  • Beauty and the Beast: A 30th Celebration” – Marina Toybina
  • “Dancing with the Stars: Halloween Night” – Daniela Gschwendtner & Steven Norman Lee
  • “Lizzo’s Watch Out for the Big Grrrls: Girl Run That Sh*t Back” – Carrie Cramer & Jason Rembert
  • “RuPaul’s Secret Celebrity Drag Race: RuPaul-A-Palooza!” – Tony Iniguez
  • “Saturday Night Live: Miles Teller/Kendrick Lamar” – Tom Broecker, Ashley Dudek & Cristina Natividad

Excellence in Short Form Design

  • Disney+ Has All the GOATs (Commercial) – Melissa DesRosiers
  • McDonald’s: Black Panther: Wakanda Forever (Commercial) – Sarah Kinsumba
  • Nike: Father Time (Commercial) – Shawna Trpcic (For Jason Momoa)
  • Not Today Flu feat. Jason Alexander (Commercial) – Dawn Ritz
  • Yeah Yeah Yeahs: “Spitting Off the Edge of the World” (Music Video) – Natasha Newman-Thomas

Chasing Waves: la docuserie originale Disney+

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Chasing Waves: la docuserie originale Disney+

Chasing Waves è una docuserie originale Disney+ che accende i riflettori sulla cultura giapponese del surf. Composta da otto episodi è ora disponibile in esclusiva sulla piattaforma streaming.

Sulla scia del debutto del surf alle Olimpiadi di Tokyo del 2020, Chasing Waves descrive le persone e i luoghi che stanno definendo la posizione del Giappone nella cultura globale di questo sport acquatico ed esamina le diverse aree, i personaggi straordinari e il surf senza fine che si può praticare lungo gli oltre 28.000km di costa che rendono il Giappone unico nel suo genere.

La docuserie, che unisce riprese girate con cineprese 4K all’avanguardia e splendido materiale d’archivio in pellicola in 16 mm, segue atleti provenienti da diversi contesti culturali che inseguono i loro sogni, dipingendo un’affascinante quadro della vita giapponese e mostrando ciò che serve per avere successo nell’industria internazionale del surf. Tra i protagonisti di Chasing Waves ci sono i surfisti professionisti Mahina Maeda, Yuma Takanuki, Sara Kohrogi, la medaglia d’argento olimpica 2021 Kanoa Igarashi e il surfista australiano-giapponese Connor O’Leary.

Dalla piscina a onde al coperto chiamata “Ocean Dome” di Miyazaki ai terreni consacrati degli instancabili surfisti nelle acque gelide di Hokkaido, Chasing Waves descrive il mondo della cultura giapponese del surf attraverso coloro che lo vivono in modo magico e nuovo.

Chasing Waves è prodotta da Boardwalk Pictures e Station 10 Media, con Christopher G. Cowen (Cheer, Last Chance U, Decades Series, State of Play) come executive producer e co-regista e Andrew Fried (Cheer, Chef’s Table, Val) come executive producer. Jason Baffa (Singlefin: Yellow, One California Day, Bella Vita, Loopers: The Caddie’s Long) è regista ed executive producer.

Great Freedom in uscita dal 27 gennaio su MUBI

Great Freedom in uscita dal 27 gennaio su MUBI

Great Freedom di Sebastian Meise (2021), selezionato dall’Austria per rappresentarla agli Oscar 2022, è un commovente racconto di libertà collettiva e individuale. Nella Germania del dopoguerra, la liberazione degli Alleati non fu sinonimo di libertà per tutti. Hans Hoffman (Franz Rogowski, Freaks Out) è giudicato colpevole per la sua omosessualità, ritenuta motivo di detenzione ai sensi del comma 175, legge che nella Germania dell’ovest considerava le relazioni omosessuali un crimine e nel corso di decenni verrà spiato e ripetutamente incarcerato. In prigione svilupperà un forte legame con il suo compagno di cella Viktor, condannato per omicidio.

GREAT FREEDOM, finora inedito in Italia, è stato premiato con il Premio della Giuria Un Certain Regard al Festival di Cannes 2021.

MUBI è un servizio di streaming globale, una casa di produzione e di distribuzione di film che ha la missione di valorizzare il grande cinema. MUBI produce, acquisisce, seleziona e promuove film eccezionali, rendendoli accessibili al pubblico di tutto il mondo.

MUBI è un luogo dove scoprire film ambiziosi, sia di registi iconici che di autori emergenti. Ogni giorno arriva sulla piattaforma un nuovo film selezionato con cura dai programmatori di MUBI. Notebook esplora tutti gli aspetti della cultura cinematografica, sia su carta che online. E con MUBI GO, i membri di alcuni paesi possono ottenere un biglietto gratuito ogni settimana per vedere i migliori film in uscita in sala.

Tra le distribuzioni MUBI recenti e prossime ci sono Petite Maman di Céline Sciamma, Aftersun di Charlotte Wells, Pleasure di Ninja Thyberg, Memoria di Apichatpong Weerasethakul, First Cow di Kelly Reichardt e Shiva Baby di Emma Seligman. Le coproduzioni di MUBI includono il prossimo film di Michel Franco, Memory, One Fine Morning di Mia Hansen-Løve, Farewell Amor di Ekwa Msangi (vincitore al Sundance Film Festival) e Our Men di Rachel Lang.

MUBI è la più grande comunità di appassionati di cinema, disponibile in 190 Paesi con oltre 13 milioni di membri in tutto il mondo.Nel gennaio 2022, MUBI ha acquisito le rinomate società di vendita e produzione The Match Factory e Match Factory Productions.

Paolo Sorrentino: il prossimo film sarà sul mito di Partenope

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Paolo Sorrentino: il prossimo film sarà sul mito di Partenope

Arriva da il Mattino l’annuncio che Paolo Sorrentino è al lavoro per dirigere un film sulla sirena Partenope. La pellicola ha già il protagonista: sarà il napoletano Giampiero De Concilio, classe 1999. L’attore ha esordito al cinema nel 2018, recitando sul set della pellicola “Un giorno all’improvviso” di Ciro D’Emilio. Il film sarà un nuovo omaggio alle sue origini e alla sua città, Napoli.

Negli ultimi tempi il capoluogo campano è diventato la location preferita di tante produzioni, sia italiane sia europee che hollywoodiane. A riprova del successo di questa città come scenario di pellicole e prodotti televisivi c’è il recente film Napoli magica di Marco D’Amore, così come le serie televisive Uonderbois su Disney Plus o Equalizer 3 con protagonista Denzel Washington.

Il mito di Partenope dovrebbe raccontare la leggenda che ha dato origine alla stessa Napoli (e per questo l’aggettivo partenopeo si riferisce a questa città). “Il progetto, compreso il titolo, è un work in progress, ma la macchina produttiva ormai è avviata. Le riprese potrebbero partire entro l’estate dell’anno prossimo in città, tra il lungomare, Castel dell’Ovo, borgo Marinari, centro storico, l’università, il Duomo”, si legge su il Mattino. Secondo quanto riferisce il giornale, Giampiero De Concilio è l’attore partenopeo ventenne che si ritroverà a interpretare un quarantenne, motivo per cui dovrà probabilmente essere invecchiato ad arte dai truccatori. Sarà lui quello che avrà a che fare con la sirena Partenope, il mitico personaggio attorno a cui ruoterà tutta la storia.

Sharper: trailer del nuovo film Apple Original con il premio Oscar Julianne Moore

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Oggi Apple ha rilasciato il trailer di Sharper, il nuovo film Apple Original con la vincitrice del premio Oscar Julianne Moore che farà il suo debutto il 17 febbraio su Apple TV+. La trama del film si snoda tra i segreti di New York, dagli attici della Fifth Avenue agli angoli oscuri del Queens. Le motivazioni dei protagonisti sono sempre sospette e le aspettative vengono stravolte quando nulla è come sembra.

Sharper è diretto da Benjamin Caron e presenta un cast stellare guidato da Julianne Moore, Sebastian Stan, Justice Smith, l’esordiente Briana Middleton e John Lithgow. Il film è prodotto da Jessica Switch e Erik Feig di Picturestart, insieme a Julianne Moore, Bart Freundlich, Brian Gatewood e Alessandro Tanaka, che ne hanno anche curato la scrittura. Julia Hammer e Amy Herman sono i produttori esecutivi.

Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 300 vittorie e 1.316 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar come Miglior film di quest’anno “CODA“.

Il patriota: trama e cast del film con Mel Gibson

Il patriota: trama e cast del film con Mel Gibson

Regista di alcuni tra i più celebri film catastrofici di sempre, Roland Emmerich ha diretto nel corso della sua carriera anche film non legati a tale genere. Tra questi, in particolare, spicca Il patriota, lungometraggio del 2000 che segna per Emmerich un incursione nel dramma storico dopo aver diretto Godzilla e prima di dar vita a The Day After Tomorrow. Scritto da Robert Rodat, già autore di Salvate il soldato Ryan e Kursk, questo presenta una storia originale ambientata però nel violento contesto della Guerra di indipendenza americana, toccando dunque tutte le principali tematiche relative a questo brutale scontro.

Per Rodat ed Emmerich, dunque, era fondamentale dar vita ad un racconto che fosse storicamente accurato, così da poter rendere più libero le vicende che invece seguivano sviluppi frutto di fantasia. Nonostante tale volontà, Il patriota divenne particolarmente noto per le numerose controversie circa la rappresentazione di alcuni eventi e personaggi, i quali sembrano avere poco a che fare con la realtà dei fatti. In particolare, il film sembra distorcere il delicato concetto di patriottismo, sfociando in una violenza spesso inaudita. Nonostante tali critiche, il film riuscì ad ottenere un buon risultato al box office.

Il patriota arrivò infatti a guadagnare 215 milioni di dollari, ottenendo anche tre nomination ai premi Oscar per la miglior fotografia, la miglior colonna sonora e il miglior sonoro. Se visto con la consapevolezza dei suoi limiti storici, il film rimane indubbiamente un titolo particolarmente affascinante e coinvolgente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il patriota: la trama del film

La vicenda narrata si svolge nel 1776, nella Carolina del Sud coloniale. Benjamin Martin, un eroe di guerra franco-indiano ossessionato dal suo passato, ora non vuole altro che vivere in pace nella sua piccola piantagione e non intende partecipare a una guerra con la nazione più potente del mondo, la Gran Bretagna. Nel frattempo, però, i suoi due figli maggiori, Gabriel e Thomas, non vedono l’ora di arruolarsi nel neonato Esercito Continentale. Quando la Carolina del Sud decide di unirsi alla ribellione contro l’Inghilterra, Gabriel si iscrive immediatamente per combattere, senza il permesso di suo padre.

Ma quando il colonnello William Tavington, famoso per le sue tattiche brutali, arriva e dà alle fiamme il loro villaggio, la tragedia colpisce duramente Benjamin. Più addolorato che arrabbiato, egli sembra non possedere più alcuno spirito combattivo, ma lasciare che gli inglesi conquistino la sua terra non è concepibile e con grande sforzo Benjamin decide di imbracciare le armi per un’ultima volta. Egli si ritrova dunque rapidamente combattuto tra il dover proteggere la sua famiglia e cercare vendetta, oltre a far parte della nascita di una nuova, giovane e ambiziosa nazione.

Il patriota: il cast del film

Mentre scriveva la sceneggiatura del film, Rodat aveva da subito pensato a Mel Gibson come interprete ideale di Benjamin Martin. Per sottolineare tale volontà, descrisse il personaggio come padre di sei figli, proprio quanti ne aveva realmente Gibson. Quando però all’attore nacque anche il settimo figlio, anche Benjamin ne guadagnò uno in più. Prima di proporre il ruolo al premio Oscar, però, i produttori contattarono Harrison Ford, il quale però rifiutò ritenendo il film troppo violento. Scelto dunque Gibson per il ruolo, egli fu pagato la cifra record di 25 milioni di dollari.

Accanto a lui, nel ruolo della moglie Charlotte, vi è l’attrice Joely Richardson, mentre Gregory Smith interpreta il figlio Thomas Martin. Heath Ledger, qui in uno dei suoi primissimi ruoli di rilievo, interpreta il figlio Gabriel. Tale personaggio ha segnato una svolta nella sua carriera, poiché fino a quel momento egli riceveva solo offerte per ruoli da adolescente. Tra gli altri figli di Benjamin si ritrovano anche Trevor Morgan come Nathan, Logan Lerman come William e Skye McCole Bartusiak come Susan. L’attore Jason Isaacs interpreta lo spietato colonnello William Tavington, mentre Chris Cooper è il colonnello Harry Burwell e Tom Wilkinson il generale Charles Cornwallis, realmente esistito.

Il patriota cast

Il patriota: la vera storia e gli errori presenti nel film

Come accennato, gli eventi principali del film sono frutto dell’immaginazione degli autori, mentre il contesto in cui questi avvengono è assolutamente veritiero, o quasi. Alcuni dei personaggi dell’esercito britannico sono infatti chiaramente ispirati a veri colonnelli e generali. Tavington, ad esempio, ricalca l’ufficiale Banastre Tarleton, tra i più valorosi della cavalleria inglese. Nel film, però, questi è rappresentato come un sadico criminale, mentre nella realtà non era più violento di Francis Marion, l’uomo a cui ci si è ispirati per il protagonista Benjamin. Quest’ultimo era tutt’altro che di animo nobile come il protagonista del film, bensì era noto come schiavista convinto, sempre pronto a terrorizzare la popolazione della Carolina.

Allo stesso modo, nel ritrarre Charles Cornwallis si è data un’immagine di lui quale arrogante ed egocentrico militare. In realtà, Cornwallis si era spesso espresso a favore dei coloni americani, servendo il suo paese in esercito solo per spirito di dovere. Infine, errori si ritrovano anche nella rappresentazione della battaglia finale, che ricalca quella celebre svoltasi a Cowpens. Nella realtà, però, non vi era Cornwallis al comando dei britannici, bensì lo stesso Tarleton, con circa mille uomini contro i quasi duemila rivoluzionari americani. Per l’esercito inglese si trattò di una disfatta particolarmente scottante, ma sul campo di battaglia non vi era traccia di Marion, né questi si scontrò apertamente con Tarleton come avviene nel film.

Il patriota: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il patriota è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 12 gennaio alle ore 21:25 sul canale Nove.

Fonte: IMDb

Somebody I Used To Know con Alison Brie dal 10 febbraio su Prime Video

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Somebody I Used To Know è diretto da Dave Franco (The AfterpartyNow You See Me franchise) e scritto da Franco con Alison Brie (Community, GLOW). Si tratta della quarta collaborazione tra Franco e Brie (The RentalThe Disaster ArtistThe Little Hours). Il cast corale, guidato da Alison Brie e Jay Ellis (Insecure, Top Gun: Maverick), è composto da Kiersey Clemons (DopeSweetheart), Haley Joel Osment (The Sixth SensePay It Forward), Danny Pudi (CommunityKnights of Badassdom) e Julie Hagerty (Freddy Got FingeredAirplane!).

Ally (Alison Brie), produttrice TV maniaca del lavoro, affronta una grande battuta d’arresto professionale che la porta a trovare conforto nella sua cittadina d’origine. Passa una serata frenetica a ricordare il suo primo amore, Sean (Jay Ellis), e inizia a mettere in discussione tutto rispetto alla persona che è diventata. La situazione si fa ancora più confusa quando scopre che Sean si sta per sposare con Cassidy (Kiersey Clemons) la cui sicurezza e creatività ricordano a Ally la persona che era lei stessa un tempo. Diretto da Dave Franco e scritto da Franco & Alison Brie, Sombody I Used To Know è una storia d’amore non convenzionale su tre persone che inaspettatamente si aiutano l’un l’altra a riscoprire chi sono veramente, da dove arrivano e dove stanno andando.

Diretto da Dave Franco Scritto da Dave Franco & Alison Brie Cast Alison Brie, Jay Ellis, Kiersey Clemons, Haley Joel Osment, Danny Pudi, Julie Hagerty, Amy Sedaris

Harry Potter e la pietra filosofale: cast, libro e streaming del film

Con l’arrivo nelle sale di tutto il mondo del film Harry Potter e la pietra filosofale prende vita una delle saghe fantasy più celebri e dal maggior successo di sempre. È il 2001 quando gli spettatori vengono condotti dal regista Chris Columbus alla scoperta di Hogwarts e del magico mondo dei maghi. Un mondo nato dalla penna di J. K. Rowling e che ha negli anni conquistato sempre più fan in ogni parte del mondo per le sue tematiche legate alla crescita, all’amicizia e al coraggio.

Tutto prende vita nel momento in cui la Warner Bros. compra i diritti del libro nel 1999, avviando la produzione della sua trasposizione. Il libro, pubblicato nel 1997, era in breve tempo diventato un vero e proprio caso letterario, tradotto in 77 lingue e con una vendita complessiva di circa 120 milioni di copie. Tale risultato spinse da subito lo studios cinematografico a portare sul grande schermo tale storia, avvalendosi di effetti speciali, scenografie e costumi rimasti nell’immaginario collettivo. Dopo lunghi preparativi, il film fu infine pronto per arrivare in sala e andare incontro ad un pubblico particolare curioso.

Nonostante non tutti fossero convinti del successo assicurato di cui si teorizzava, Harry Potter e la pietra filosofale si affermò da subito come un vero e proprio campione di incassi. A fronte di un budget di circa 125 milioni, il titolo ha infatti incassato oltre un miliardo di dollari a livello globale. Ad oggi è il secondo film dal maggior successo della saga, secondo solo a Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2. Tale risultato permise di far proseguire le avventure cinematografiche del giovane mago, con ulteriori 7 sequel e numerosi altre attività legate al titolo. Ad oggi, quello di Harry Potter è infatti uno dei franchise più redditizi della storia.

Harry Potter e la pietra filosofale: la trama del film

La storia del film si apre sul piccolo Harry Potter, rimasto orfano all’età di un anno viene consegnato agli zii materni, i quali li accolgono malvolentieri e lo fanno crescere in un clima ostile. Crescendo il ragazzo impara a sopportare i soprusi degli zii e di suo cugino Dudley, finché arriva il giorno della sua rivalsa. Alla vigilia del suo undicesimo compleanno, infatti, Harry riceve una misteriosa lettera dalla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Egli si ritrova così ad essere ammesso lì dove i suoi stessi genitori studiarono e si conobbero. Liberatosi degli asfissianti zii, Harry intraprende così il primo vero viaggio della sua vita. Durante questo ha modo di conoscere nuovi amici, come Ron, Hermione e il guardiacaccia Hagrid. Sulla sua strada non mancheranno però anche dei nemici, come il giovane e arrogante Draco Malfoy.

Giunto alla scuola, Harry si ritrova catapultato in un mondo incredibile, ricco di magia, segreti e possibilità. Ben presto, però, egli capirà di essere al centro di qualcosa di più grande. La cicatrice a forma di saetta che porta sulla fronte sin dal giorno in cui i suoi genitori morirono inizia a bruciare più che mai. È un avvertimento, che lo porterà a scoprire che qualcosa di malvagio si aggira per la scuola. Qualcosa che si credeva morto ma che sembra esserlo solo in parte. Harry si troverà così al principio di una battaglia che gli rivelerà il suo oscuro passato, e che potrà vincere soltanto con l’aiuto dei suoi nuovi amici. Se c’è una cosa che infatti il giovane mago comprende durante la sua permanenza ad Hogwarts è che la magia più forte di tutte è l’amicizia.

Harry Potter e la pietra filosofale: il cast del film

Per un film tratto da un romanzo tanto popolare la scelta degli interpreti è fondamentale. I produttori svolsero lunghi casting per cercare gli interpreti più idonei per quei personaggi tanto iconici. Per il ruolo di Harry Potter venne infine scelto Daniel Radcliffe, all’epoca noto solo per alcune partecipazioni televisive. I genitori di questi, tuttavia, erano inizialmente restii a lasciare che il figlio ottenesse la parte, spaventati dalla popolarità che avrebbe ottenuto. Questi si lasciarono però infine convincere, e la stessa Rowling affermò che Radcliffe possedeva proprio il genere di volto che aveva immaginato per il personaggio. Il personaggio di Ron Weasley, migliore amico di Ron, è invece interpretato da Rupert Grint. Grande fan dei libri, questi si ritenne perfetto per la parte essendo rosso di capelli, e dopo aver inviato un video provino venne ricontattato ottenendo infine il ruolo.

Emma Watson venne proposta per la parte di Hermione Granger dalla sua insegnante di teatro. L’attrice sostenne ben cinque provini prima di ottenere il ruolo, e a convincere i produttori fu proprio la fiducia in sé stessa dimostrata. Il ruolo di Rubeus Hagrid è stato invece ricoperto da Robbie Coltrane, a sua volta grande fan dei libri e che si preparò alla parte parlando con l’autrice del passato e del futuro del personaggio. Il celebre preside Albus Silente è invece qui interpretato da Richard Harris. Questi inizialmente aveva rifiutato il ruolo, ma cambiò idea dopo che sua nipote gli disse che non gli avrebbe più parlato se non lo avesse interpretato. Tra i più celebri personaggi della saga, Severus Piton è interpretato dal grande Alan Rickman, il quale accettò entusiasta e lavorò a lungo insieme alla Rowling per caratterizzare il personaggio sia caratterialmente che esteticamente. Infine, Tom Felton è l’interprete di Draco Malfoy, mentre Maggie Smith della professoressa McGranitt.

Harry Potter e la pietra filosofale: le differenze tra il libro e il film

Nell’adattare il romanzo in un film, il regista e lo sceneggiatore hanno definito l’operazione come particolarmente complessa. Molte delle situazioni descritte nel testo risultavano infatti di difficile realizzazione. Altre si preferì tralasciarle poiché ininfluenti ai fini della storia principale. Nel processo di riscrittura, ad ogni modo, la Rowling ebbe modo di supervisionare il lavoro, arrivando ad approvare una sceneggiatura finale che per lei era particolarmente fedele a quanto narrato nel romanzo. Grossomodo, gli autori del film modificarono solo alcuni piccoli dettagli, eliminando personaggi come quello di Pix e alterando alcuni degli incontri tra i principali personaggi. Harry e Draco, ad esempio, nel film si conoscono per la prima volta proprio all’interno di Hogwarts.

Per quanto riguarda la struttura degli eventi, invece, il film mantiene inalterato quanto viene narrato nel film, dimostrandosi effettivamente come un adattamento particolarmente fedele. Inizialmente, però, lo sceneggiatora aveva incluso un particolare dettaglio, mai rivelato, che fu però rimosso su volontà della Rowling. La scrittrice, infatti, affermò che questo entrava in aperto contrasto con una rivelazione che si sarebbe concretizzata soltanto nel quinto libro, al quale stava in quel momento lavorando. L’introduzione di quel dettaglio contraddiceva questo evento futuro, e si preferì dunque rimuoverlo. L’autrice non ha però mai voluto rivelare la natura di questo, lasciando così il dubbio ai suoi numerosi lettori.

Harry Potter e la pietra filosofale: il trailer e dove vedere il film in streaming

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Harry Potter e la pietra filosofale è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 12 gennaio alle ore 21:20 su Canale 5.

Fonte: IMDb

Che Dio ci aiuti, la Suor Angela di Elena Sofia Ricci ancora protagonista

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La settima stagione di Che Dio ci aiuti sarà in prima serata su Rai 1 dal 12 gennaio, ma i prossimi dieci saranno solo gli ultimi episodi – per ora – di una fiction che dal 2011 accompagna e avvince il pubblico italiano. Grazie anche, e soprattutto, alla Suor Angela di Elena Sofia Ricci, ancora una volta protagonista, nonostante questa sia la stagione del passaggio di testimone, come confermato alla presentazione ufficiale della serie diretta da Francesco Vicario e Isabella Leoni.

Più di una serie, più di una Fiction

“Una carezza per l’anima” secondo Luca Bernabei di Fremantle, che sottolinea l’autoironia e la dolcezza del personaggio principale, una chiave per un prodotto che racconta il mondo dei sentimenti con leggerezza, ma anche profondità. E “qualità”, parola chiave per Maria Pia Ammirati, alla base di “un successo ininterrotto da 12 anni nel quale il pubblico si riconosce” anche per la capacità di intercettare “certe realtà”, di rappresentare una “famiglia nuova, inclusiva, ampia, non più da ‘Mulino Bianco’, ma nella quale tutti i protagonisti sono sullo stesso piano”.

Una “favola, ma non una favoletta”, continua la Direttrice di Rai Fiction, nella quale le suore, “giovanissime e più mature, sagge e imprevedibili”, sono coinvolte in “dinamiche nuove”. Originate spesso da personaggi nuovi, che si mescolano agli inevitabili ritorni di volti noti. Come sottolinea il regista, che presenta i volti nuovi di una stagione nella quale vedremo Suor Angela costretta ad allontanarsi temporaneamente dal Convento degli Angeli Custodi, lasciando un vuoto nel cuore di Azzurra. Novizia, che farà di tutto per farla tornare, e che sarà parecchio impegnata con i personaggi di cui seguiremo (dis)avventure, drammi e nuovi amori.

Novità e conferme di Che Dio ci aiuti 7

Come la Sara Luparini di Federica Pagliaroli, esuberante romana in fuga con la passione per le acconciature e il make-up che, dietro unghie laccate e abiti provocanti, cela un’anima ferita e che nel convento scopre “un Universo della sua vita che non conosceva”, come dice Vicario, che ne anticipa “la storia d’amore molto complicata”. E poi Cate Saltalamacchia e Ludovica Perini, di Ileana D’Ambra ed Emma Valenti, l’una – quasi una “mascotte“, “il personaggio più in difficoltà”, “molto comica, ma ci farà commuovere” – col desiderio di cantare e l’altra con la voglia di diventare un’avvocata di successo e in cerca di un alloggio, entrambe ancora ignare che, forse, quello che sognano non è quello di cui hanno realmente bisogno, e che promettono tutte delle parabole di crescita notevoli.

Con loro, il barista Ettore e il piccolo Elia, oltre ovviamente alla Suor Teresa di Fiorenza Pieri, che il regista definisce “bravissima” nel portare “dinamiche molto divertenti” nel suo essere “antagonista”. Un difficile compito di inserirsi in questo contesto come nuova suora, che lei stessa racconta. “E’ stata come una vestizione, davvero – dice. – Non prendo il posto di nessuno, ma sono un nuovo elemento. Inizialmente antipatica, ma di una rigidità costruita, con una armatura che il mio personaggio mette per ripararsi da quel che ha dovuto affrontate nella vita. Un atteggiamento esteriore, che mi ha divertito costruire”.

Su tutte, senza nulla togliere a nessuno, Francesca Chillemi, la Azzurra Leonardi in Corsi Alla quale “non è stato insegnato a essere amata, e amare, – come ricorda. – Qualcosa che ha scoperto nel convento. Ti scalda il cuore pensare che non tutti nasciamo con le stesse potenzialità, anche dal punto di vista affettivo, e Che dio ci aiuti dà quella speranza, di trovarla e costruirla. Quando hai accanto una famiglia cosi scalmanata è quella che ti fa crescere, ed entrare in quel convento è stato come vincere una lotteria”.

Elena Sofia Ricci: Addio a Suor Angela, o forse no…

“L’amore è il protagonista di questa serie, e il pubblico si è sentito investito di tutto questo amore, è questa la grande forza di Che dio ci aiuti – chiosa Elena Sofia Ricci, che torna sul proprio destino all’interno della produzione. – Una serie che non è facile lasciare dopo qualche anno“. Dice ancora, prima di ringraziare “la Rai, Lux Vide del gruppo Fremantle e chi la scrive, per l’attenzione molto forte al femminile che c’è da tanti anni e per i moltissimi casi di femminile e di ragazze in difficoltà raccontati in una televisione che da sempre dà tanto spazio agli attori e nella quale non è facile trovare tutte queste possibilità di interpretare dei ruoli di donne. E’ importante. Grazie per aver dato voce a tutte queste donne”.

“Ma nella serie viene trattato in maniera meravigliosamente umana anche l’aspetto spirituale” – ricorda l’attrice. – Suor Angela è scorretta, una delle più grandi peccatrici della tv italiana, qualcosa che ce la rende umana e ce l’ha fatta tanto amare, come anche la sua capacità di umanamente relazionarsi con il mistico. Sono memorabili i suoi dialoghi con Cristo, con Dio, che a ogni fine puntata ci gettano nel mare degli interrogativi nel quale annaspiamo tutti i giorni. E che qualche volta ci hanno anche permesso di dare qualche risposta, almeno a vedere le testimonianze del pubblico che spesso ci scrive. Che Dio ci aiuti è un po’ un ansiolitico, in questo senso”.

Inevitabile concludere con il tema caldo di quest’anno, quello che era stato presentato come l’addio della protagonista della serie. “Suor Angela quest’anno ci sarà un pochino meno, è cosa nota – dice la Sofia Ricci. – ma la amo talmente che non so cosa sarà nel futuro, si vedrà…“. Parla di un “rigurgito“, sovrapponendo Suor Angela a sé stessa, quando aggiunge di aver avuto la voglia e il bisogno di tornare “a fare teatro, cui era tanto affezionata da ragazza, quando tra una rapina e un’altra faceva uno spettacolo”. Si parla della sua tournée de La dolce ala della giovinezza. “E’ la quinta donna di Tennessee Williams che porto in scena, ma il teatro è da dove vengo, è la mia passione, che ho lasciato per tanti anni, ma siccome sono una attrice fuori di testa ho bisogno di cambiare. Sono allergica alla ripetitività, per questo passo dal cinema alla tv al teatro, anche come regista, devo continuamente mettermi in discussione, per carattere, alzare l’asticella, crescere, cambiare. Sono una donna molto curiosa, più passano gli anni e più lo divento”. “Da Suor Angela però facevo fatica a separarmi, la amo troppo. Ci ricascavo sempre perché mi è entrata nel cuore. In questa serie ci sarò, la chiuderò, poi vedremo nel futuro cosa sarà. Da me ci si può aspettare un po’ di tutto, vai a sapere… Come diceva mio analista: ‘la parola fine nella vita si può mettere, e togliere”.

Quando gli X-Men incontrano l’MCU: come e dove si incontreranno i due universi?

Il primo seme di mutazione è stato impiantato nel MCU, ufficialmente con Mrs Marvel. Il gene degli X-Men è stato impiantato nell’MCU. Il tratto distintivo dei mutanti, il gene-X, è stato ora ufficialmente scoperto dai personaggi del Marvel Cinematic Universe. Ora al franchise non resta che sviluppare i tratti dei personaggi e le loro storie. Come si inserirà il team all’interno di un franchise cinematografico già complesso?

Ecco allora come potrebbero apparire gli X-Men dell’MCU. Queste idee sono tratte principalmente da 3 fonti: dagli eventi che hanno già avuto luogo nell’MCU; dai fumetti della Marvel Comics – sia dentro che fuori da Terra-616 – e dall’articolo qui citato di ComicBookMovie.com.

Le origini del gene X

celestiali mcuPrima di di immergersi nel panorama attuale dell’MCU, è giusto fare un balzo nel passato del franchise. Nell’Universo Cinematografico Marvel, al tempo della creazione dell’umanità una schiera di Celestiali si è recata sulla Terra segnando tutta la storia futura del pianeta. I Celestiali sono conosciuti per la loro capacità di generare vita di tutti i tipi e di manipolare le specie esistenti. I Celestiali sono inoltre in grado di “impiantare” i propri embrioni al centro dei pianeti che visitano. Loro depositano l’embrione celeste e questo rimane sommerso per anni fino a quando non è pronto per nascere. Sappiamo anche che l’embrione celeste emerge, o nasce, in base alla quantità di vita intelligente che abita il pianeta.

Cosa c’entra tutto questo con i mutanti? Nell’MCU, i Celestiali hanno lasciato un embrione anche sulla Terra e, nel corso degli anni, hanno fatto di tutto per proteggere il proprio feto sulla Terra. Prima hanno mandato gli Eterni sul pianeta. Poi è arrivato il turno dei Devianti. Tuttavia, Arishem ha perso il controllo e ha costretto gli Eterni a combattere i Deviantiaffinché questi ultimi non uccidessero troppe persone sulla Terra (cosa che avrebbe messo in pericolo la nascita dell’embrione).

E se il piano messo in campo dai Celestiali fosse più ampio e coinvolgesse anche gli X-Men? E se i Celestiali avessero impiantato un gene in più – o un gene-X – all’interno di una certa percentuale della razza? Questi geni extra potrebbero risvegliarsi man mano che l’umanità si evolve e che il pianeta si avvicina all’emergere dell’embrione celeste. Una volta attivati, i geni potrebbero dare vita a persone potentissime e geneticamente mutate. Un sistema di difesa naturale per la Terra, non solo contro i Devianti, ma contro qualsiasi minaccia.

Che cosa si sa degli X-Men nell’MCU?

Thanos-in-Avengers-Endgame-MCULa serie Diseny+ Ms. Marvel ci ha insegnato due cose molto importanti. La prima è l’esistenza del gene-X nell’MCU, indipendentemente dagli imbrogli multiversali o dallo snap di Thanos. La seconda è che la presenza dei mutanti non è un fatto pubblicamente noto. Non a caso, quando Bruno rivela a Kamala che il suo DNA presenta una “mutazione”, lei non comprende. Questa è una chiara spiegazione: i geni-X hanno appena iniziato ad attivarsi tra gli abitanti della terra e nessuno sa di cosa si tratti. Potrebbe esserci stato qualche esempio di attivazione prematura del geneX. In tal caso, Apocalypse o Selene sarebbero i primissimi casi di un’umanità così evoluta da permettere ai geni di sbloccarsi.

Nel frattempo, mutanti come Logan, Xavier o Magneto sono venuti al mondo, ma pochissime persone sul nostro pianeta ne sono a conoscenza. Il governo americano sa, ma è una questione altamente top secret. Persino il presidente, la SHIELD e le altre potenze sono tenuti all’oscuro, per il timore che le informazioni sui mutanti scatenino una guerra di razza. Il governo potrebbe avere addirittura strutture top secret nascoste in tutto il paese in cui i mutanti vengono sfruttati per la ricerca. Attraverso queste strutture, il governo potrebbe aver scoperto lo stadio evolutivo dei mutanti e, di conseguenza, la velocità con cui i geni X stanno cominciando a manifestarsi tra gli umani. Il tutto avverrebbe perché il gene X, tramandato attraverso le generazioni, si è mescolato nelle riproduzioni tra mutanti (ignari) e non-mutanti.

La scuola di Xavier per Giovani Dotati

xavier schoolXavier è uno dei più vecchi mutanti in vita sulla Terra ad aver manifestato i suoi poteri, ma anche lui ha avuto bisogno di molto tempo per capire cosa gli stava accadendo. Imparare a controllare i propri poteri è stato uno sforzo ancora più grande. Ora, Xavier può sentire i pensieri di chiunque si trovi nelle sue vicinanze in ogni momento. Questo X- Men è così potente che, se si sforza, può cogliere i pensieri di chiunque sulla Terra.

Una volta dominati i propri poteri, il passo successivo per Xavier è stato scoprire quanti altri erano come lui. Usando le sue abilità, Xavier ha raggiunto gli altri mutanti – quasi tutti manofestano il gene-X da adolescenti o da giovani – e ha offerto loro un posto dove stare e dove imparare a controllare le proprie capacità. I suoi primi studenti sono stati Cyclops, Jean Grey, Colossus, Nightcrawler, Storm, Angel, Beast e Wolverine.

La scuola di Xavier è in realtà più di un programma di addestramento: diventa scuola e casa per i giovani mutanti, e per i loro insegnanti. Come potrebbe essere rappresentata nell’MCU la scuola di Xavier? Una grande quantità di personaggi iconici vivono al suo interno, da Iceman a Wolverine. La scuola è un ambiente già apprezzato dall’MCU e, anche in questo caso, potrebbe essere teatro di cameo e collaborazioni interessanti tra personaggi vecchi e nuovi.

La prima apparizione MCU: The Mutants

x-men mcuDetto questo, il progetto MCUThe Mutants” potrebbe essere una nuova serie Disney+ che in ogni episodio si contentra su un X-Men diverso. Il primo episodio potrebbe avere Xavier come protagonista per raccontare come si sono manifestati i suoi poteri, com’è entrato in contatto con gli altri mutanti e, ovviamente, le origini della scuola.

Questa operazione fornirebbe tutte le informazioni necessarie sugli X-Men attraverso un unico prodotto specifico, senza dover per forza introdurre i singoli membri approssimativamente in un film. Allo stesso modo, ogni film con uno o più X-Men potrebbe concentrarsi sull’azione senza dover perder tempo a contestualizzare i vari personaggi.

Proprio come il primo film dei Vendicatori, il primo film degli X-Men dovrebbe mostrare la formazione della squadra a partire dai mutanti nella scuola di Xavier. Sempre come nel primo film dei Vendicatori, non ci dovrebbe essere nessun personaggio con tutti i riflettori puntati su di sé. Il focus sarebbe la nuova squadra MCU. Concludendo il paragone, Wolverine potrebbe essere l’Hulk degli X-Men. E voi siete d’accordo con queste teorie? Come vi immaginate la versione MCU degli X-Men?

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