Durante una puntata di “Directors on
Directors” per Variety, James Cameron ha parlato
con il regista di DuneDenis
Villeneuve delle loro esperienze condivise nella
realizzazione di film ad alto budget, nonché di come sarà il futuro
per il mezzo cinema.
Villeneuve chiede il punto di vista
di Cameron sullo streaming e se ha paura di come si stanno
evolvendo le cose. Cameron risponde dicendo che “non ha paura” e
che gli piace quando le cose sono “caotiche”. Il regista quindi
delinea il suo desiderio di utilizzare lo streaming in modi che
“non sono mai stati fatti prima”, dicendo:
“Penso che quello che possiamo
vedere sia una forma espansa di cinema. Voglio fare un film che
duri sei ore e due ore e mezza allo stesso tempo. Lo stesso film.
Puoi trasmetterlo in streaming per sei ore, oppure puoi goderti la
versione condensata, sulle montagne russe e coinvolgente di
quell’esperienza in un cinema. Stesso film. Solo, uno è il romanzo
e uno è il film. Perché no? Usiamo queste piattaforme in modi che
non sono mai stati fatti prima.”
Come suo solito, Cameron è un
visionario e va molto d’accordo con la tecnologia che gli
permetterebbe un lavoro del genere. Chissà se il mercato potrà
assecondarlo.
Avatar
2debutterà
il 16 dicembre 2022, seguito dal terzo
capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 18 dicembre 2026 e 22
dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Josh Brolin è uno
di quegli attori che ha dato vita a ruoli memorabili che resteranno
a lungo nella storia del cinema. Un attore che si è sempre dato
molto da fare e che ha lavorato sodo per costruirsi una carriera
solida e concreta. Brolin non ha mai fatto leva sul fatto di essere
figlio d’arte (il padre non è altri che l’attore James Brolin e la
sua matrigna è Barbra Streisand) e si è costruito una gavetta che è
degna d’invidia.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Josh Brolin.
Josh Brolin: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. Josh Brolin inizia la sua carriera debuttando al
cinema, nel 1985, con un film diventato poi un cult: I
Goonies. Dopo questo film la sua carriera si divide tra il
piccolo e grande schermo: Brolin lavora, infatti, per alcune serie
come Jack, investigatore privato (1987-1988), 21 Jump
Street (1987), I ragazzi della prateria (1989-1992) e
Winnetka Road (1994), e in diversi film come Thrashin’
– Corsa al massacro (1986), Amori e disastri (1996),
Nightwatch – Il guardiano di notte (1997) e Mimic
(1997). Successivamente, Brolin prende parte ai film L’uomo
senza ombra (2000), Melinda e Melinda (2004),
Grindhouse – Planet Terror (2007), American
Gangster (2007), Non è un paese per
vecchi (2007), W. (2008) e Milk (2008).
Dal 2010, l’attore americano lavora in Incontrerai l’uomo dei tuoi
sogni (2010), Jonah Hex (2010),
Il Grinta
(2010), Man in Black 3 (2012), Oldboy
(2013), Gangster Squad(2013),
Un giorno come tanti (2013), Sin City – Una donna per cui
uccidere (2014), Vizio di forma (2014),
Sicario (2015),
Everest
(2015), Ave,
Cesare! (2016) mentre gli ultimi suoi lavori sono
Avengers: Infinity War
(2018), Deadpool 2 (2018),
Soldado (2018),
Avengers: Endgame
(2019), Dune (2021) e Flag
Day (2021).
2. Josh Brolin è anche
produttore, regista e sceneggiatore. Nel corso della sua
carriera, Josh Brolin ha esplorato diversi ambiti del cinema,
vestendo i panni del produttore, del regista e dello sceneggiatore.
L’attore, infatti, è stato produttore per i documentari The
People Speak (2009), The People Speak UK (2010),
30 for 30 (2013) e Unchained: The Untold Story of
Freestyle Motocross (2016). Per il resto, Brolin è stato
regista, sceneggiatore e produttore del corto X (2008) e
vestirà questi stessi panni per il suo nuovo progetto, una serie
per ora intitolata The Untitled Josh Brolin Project.
Josh Brolin è Thanos
3. Josh Brolin ha accettato
il ruolo di Thanos grazie a Benedict Cumberbatch.
Accettare un ruolo come quello di Thanos non è cosa facile e Josh
Brolin lo ha confermato. L’attore americano, infatti, ha ammesso di
essere stato in dubbio dall’accettare il ruolo e di essersene
convinto grazia a Benedict
Cumberbatch. Brolin aveva visto cosa il suo collega
aveva fatto per interpretare Smaug il Drago in Lo Hobbit
‹‹Ho visto i video su YouTube, quando stavo valutando l’offerta
per Thanos, era in questo magazzino, che si trascinava come un
serpente, facendo uscire la lingua e facendo un’esibizione
incredibile, nella tuta da mo-cap… L’ho visto e ho deciso che
quello sarebbe stato il livello che volevo raggiungere; si tratta
di qualcosa in cui devi affondare i denti: convinzione, imbarazzo,
tutte queste cose. E così ho deciso, sì.››
4. Vorrebbe tornare nei
panni di
Thanos. Per Josh Brolin, interpretare Thanos è
un’esperienza del tutto particolare ed unica e l’attore ha rivelato
di volerlo interpretare nuovamente in futuro. Brolin ha ammesso,
infatti, di non essere mai stato coinvolto in alcuni film sequel
prima di Avengers e adorare il fatto di lavorare con i suoi
colleghi nel film Marvel e con i fratelli
Russo. Considerando che i film Marvel si stanno
ora aprendo al multiverso, non è assurdo pensare che Thanos possa
un giorno ricomparire in tutta la sua possenza sul grande
schermo.
Josh Brolin in I
Goonies
5. Josh Brolin rovinò un
ciak ne I Goonies. C’è un momento, ne I Goonies, in cui i ragazzi vanno alla scoperta della
nave pirata di Willy l’Orbo. Ebbene, di questa scena ne ha parlato
Josh Brolin con un post su Instagram, nel quale ha rivelato che
mentre avevano cominciato a girare, dopo essere riemersi
dall’acqua, Brolin se ne è uscito con un’imprecazione, rovinando la
ripresa. Nulla di cui preoccuparsene, dato che la nave era davvero
enorme, come il sogno di un bambino diventato realtà.
6. Ha rivestito i panni di
Brand Walsh. I tuffi nel passato non li fanno solo i
comuni mortali: anche Josh Brolin, infatti, ci è cascato. Con un
post su Instagram, l’attore che ha rivelato di essere stato
invitato ad una festa di compleanno con gli anni ’80 come tema e di
non sapere come vestirsi finché, su consiglio della moglie, non ha
scelto di tornare a vestire i panni di Brandon “Brand” Walsh.
Josh Brolin in
Oldboy
7. Josh Brolin trasformista
per Oldboy. Nel 2013 uscì in tutti i cinema il remake di
Oldboy, diretto da Spike Lee. Per
interpretare Joe Doucett, il protagonista, Brolin ha dovuto
sottostare ad una trasformazione fisica non da poco: chi ha
condiviso con lui il set, ha raccontato un Brolin con una forma
fisica impressionante, in grado di assumere 15 kg in una settimana
e di perderne 8 in quella successiva. L’attore si è infatti
sottoposto ad un continuo allenamento fisico, unito a diete molto
speciali. Naturalmente, per riuscire in ciò, è stato seguito da
esperti che hanno monitorato la sua salute.
8. Potrebbe tornare nel
sequel. In Dune Brolin interpreta Gurney Halleck e l’ultima volta
che lo si vede è durante la battaglia tra gli Atreidi e gli
Harkonnes. Il destino del personaggio non viene però chiarito, e
sono in molti a pensare che egli possa in realtà essere
sopravvissuto allo scontro. Nel libro, in effetti, Gurney tornerà
nella seconda parte, profondamente cambiato rispetto a come lo si
era conosciuto. Con Dune: parte
II confermato, è dunque lecito aspettarsi che Brolin
riprenda i panni di Gurney, ma l’attore non ha ancora né confermato
né smentito la cosa.
Josh Brolin: chi è sua moglie
9. Si è sposato tre
volte. La vita sentimentale di Josh Brolin è sempre stata
un po’ turbolenta, contraddistinta da tre matrimoni e un
fidanzamento non andato a buon fine. L’attore infatti, è stato
sposato con la collega Alice Adair dal 1988 al
1994, da cui sono nati i figli Trevor Mansur (nel
1988) ed Eden (nel 1994). All’inizio degli anni
Duemila, Brolin aveva annunciato il fidanzamento con l’attrice
Minnie Driver, ma che non andò a buon fine,
annullandolo dopo pochi mesi. Il suo secondo matrimonio risale
all’agosto del 2004, quando Brolin sposa Diane Lane e i due rimangono marito e moglie
fino al febbraio del 2013.
10. Josh Brolin è sposato
con la sua ex assistente. Non sempre le storie d’amore di
un attore nascono con un altro collega sui set di qualche film.
Josh Brolin, infatti, ha conosciuto Kathryn Boyd
sul lavoro, ma lei era la sua assistente. Pare che la storia tra i
due sia iniziata nel 2014 e le prime conferme ufficiali sono
arrivate sempre tramite Instagram, quando l’attore condivise un
tenero scatto effettuato a Roma. Insomma, la loro storia è
proseguita a gonfie vele, tanto da sposarsi il 25 settembre del
2016. Dall’amore dei due, il 4 novembre 2018 è nata una bambina,
Westlyn Reign Brolin.
Paul Rudd è uno di
quegli attori che ha fatto la storia della commedia cinematografica
recente. Con tanti diversi film da lui interpretati, l’attore ha
saputo farsi amare dal pubblico con il suo talento recitativo, il
suo sarcasmo e la sua ironia e anche con il suo volto espressivo.
La sua è stata una gavetta lunga ed impegnativa, che lo ha portato
a costruirsi una carriera valida e concreta, fatta di tanti film
commedia, ma non solo.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Paul Rudd.
Paul Rudd: i suoi film
1. Ha recitato in noti
film. La carriera di Paul Rudd inizia grazie a film come
Ragazze a Beverly Hills (1995) e Halloween 6 – La
maledizione di Michael Myers (1995). Recita poi in Romeo +
Giulietta di William Shakespeare (1996), L’oggetto del mio
desiderio (1998), Le regole della casa del sidro
(1999), Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy (2004) e
in 40 anni vergine (2005). Successivamente recita
in Una notte al museo (2006), Molto
incinta (2007), Non mi scaricare (2008), A cena
con un cretino (2010), Nudi e felici (2012),
Questi sono i 40 (2012), Facciamola
finita(2013), Anchorman 2 – Fotti la
notizia (2013) e Ant-Man (2015). Tra i
suoi ultimi film, vi sono Captain America: Civil
War (2016), Fun Mom Dinner (2017), Mute
(2018), A Modern Family (2018), Ant-Man and the Wasp
(2018), Avengers: Endgame
(2019) e Ghostbusters: Legacy
(2021).
2. È anche sceneggiatore,
produttore e doppiatore. Nel corso della sua carriera Paul
Rudd ha esplorato diversi ambiti del cinema, portandolo a vestire i
panni dello sceneggiatore, del produttore e del doppiatore.
L’attore, infatti, ha co-sceneggiato alcuni episodi della serie
Party Down (2009-2010) e i film Role Models
(2008), Ant-Man e Ant-Man and the Wasp, mentre è
stato produttore dei film The Ten (2007), Nudi e
felici e The Catcher Was a Spy (2018), oltre che
della serie Party Down. In quanto a doppiatore, Rudd ha
partecipato al doppiaggio di Robot Chicken (2006),
Mostri contro alieni (2009), I Simpson (2011),
Il piccolo principe
(2015), Sausage Party – Vita segreta di
una salsiccia (2016) e Nerdland (2016).
Paul Rudd in Friends
3. Ha recitato nella serie
tv Friends. Tra gli anni ’90 e i primi del Duemila la
serie tv Friends andava molto forte in America e nel resto
del mondo, tanto da dare vita a ben 10 stagioni. Paul Rudd ha avuto
l’occasione di entrare nel cast con la nona stagione, nel ruolo di
Michael “Mike” Hannigan, fidanzato e futuro marito di Phoebe. Nella
serie interpreta un ex avvocato che ha rinunciato alla sua carriera
per poter diventare musicista, cosa che ha sempre sognato di
fare.
4. Viene riconosciuto per il
suo ruolo in Friends. Paul Rudd ha recentemente rivelato
che solitamente le persone lo riconoscono come Mike Hannigan, uno
dei personaggi di Friends. Nonostante venga anche
riconosciuto per strada come Ant-Man, quello di Friends è il
personaggio che gli è rimasto più addosso, tanto da sentirsi spesso
chiedere “Come sta Phoebe?”.
Paul Rudd è Ant-Man
5. Si è allenato
intensamente per interpretare Ant-Man. Dare vita ad un
personaggio Marvel non è cosa facile e questo
discorso ha toccato da vicino anche Rudd quando ha dovuto
interpretare Ant-Man. Per poter dare vita ad una versione più
realistica possibile del personaggio, l’attore americano si è
dovuto sottoporre ad un programma di allenamento molto intenso. La
sua massa muscolare è talmente aumentata che si è dovuto modificare
il costume che, dopo averlo provato prima delle riprese, gli andava
un tantino stretto.
6. Si è guadagnato la stima
del figlio. La prima volta che Paul Rudd ha interpretato
Ant-Man era il 2015 e suo figlio maggiore non aveva neanche nove
anni quando il padre gli rivelò che sarebbe stato un supereroe. Per
tutta risposta, il figlio ha cominciato a prenderlo un po’ in giro,
dichiarando “Wow, non vedo l’ora di vedere quanto stupido possa
essere”. Alla fine, però, dopo averlo portato sul set, il
bambino si è divertito un mondo, amando il personaggio e stimando
molto il padre.
Paul Rudd: chi è sua moglie
7. Paul Rudd è sposato da
più di quindici anni. Paul Rudd ha conosciuto la sua
futura moglie, Julie Yaeger, nella metà degli anni
’90 e praticamente per caso. Sembra, infatti, che l’attore fosse
arrivato a New York per incontrarsi con il suo publicist, ma arrivò
in ritardo e ad accoglierlo ci fu proprio lei. Inoltre, Rudd aveva
anche un provino poco dopo e lei si offrì di portare il suo
bagaglio a casa un di amico di lui. Per sdebitarsi, Rudd offrì a
Julie il pranzo e da lì hanno cominciato a frequentarsi, per poi
sposarsi nel 2003.
8. Ha due figli.
Dopo alcuni anni di fidanzamento e il matrimonio nel 2003, Paul
Rudd e Julie Yaeger ha avuto due figli: Jack
Sullivan (nato nel 2006) e Darby (nata
nel 2010). L’attore è un genitore molto protettivo e quando va in
giro con loro esiste una sola regola: no foto e autografi con i
fan: questo perché una volta, quando sua figlia era più piccola,
Rudd venne fermato da un piccolo gruppo di fan che voleva una foto
e la bambina si spaventò molto.
Paul Rudd e Jennifer Aniston
9. Tra Paul Rudd e Jennifer
Aniston c’è un’alchimia speciale. Paul Rudd e Jennifer
Aniston hanno lavorato più volte insieme, a partire da
Friends, passando per i film L’oggetto del mio
desiderio e Nudi e felici. I due hanno sempre ammesso
di essere molto in sintonia e di essere molto amici tanto che
questo tipo di rapporto è sempre stato frainteso come una specie di
relazione clandestina tra i due attori.
Paul Rudd: oggi
10. Paul Rudd ha diversi
progetti tra le mani. Paul Rudd è uno di quegli attori che
si è sempre dato da fare per costruirsi una carriera solida e
concreta.
La stagione 2022 degli anime
al cinema, un progetto esclusivo di Nexo
Digital distribuito in collaborazione con
Dynit, si apre con un titolo che ha infranto ogni
record al botteghino: DEMON SLAYER – THE MOVIE: IL TRENO
MUGEN, in arrivo nei cinema italiani dal 17 al 19 gennaio (elenco
sale a breve suwww.nexodigital.it)
dopo lo straordinario successo internazionale.
Prodotto dallo studio di animazione
ufotable, DEMON SLAYER – THE MOVIE: IL TRENO MUGEN
è un vero e proprio punto di riferimento dell’animazione mondiale
tratto dal manga più venduto degli ultimi 5 anni. In Giappone ha
battuto il record di incassi de “La Città Incantata”, “Titanic” e
“Frozen” e si prepara ora a incontrare il pubblico nelle sale
italiane.
La storia ci racconta di Tanjiro e i
suoi compagni che, completata la riabilitazione presso la Villa
delle Farfalle, ricevono dal corvo del legame (una specie di
ricetrasmittente per ricevere gli incarichi) la loro prossima
missione: devono raggiungere il treno Mugen, dove oltre 40 persone
sembrano essere scomparse in un brevissimo lasso di tempo. Tanjiro
e Nezuko, insieme a Zenitsu e Inosuke, si uniscono a uno dei più
potenti spadaccini della squadra ammazzademoni, il Pilastro delle
Fiamme Rengoku Kyojuro. Il gruppo si troverà ad affrontare il
demone a bordo del treno Mugen, lanciato a folle velocità sui
binari della disperazione più assoluta precipitando così in un
sogno infinito.
Dopo DEMON SLAYER – THE
MOVIE: IL TRENO MUGEN gli appuntamenti con gli Anime al
cinema proseguiranno con SWORD ART ONLINE PROGRESSIVE THE
MOVIE, ARIA OF A STARLESS NIGHT (28 febbraio, 1 e 2 marzo
2022), LA FORTUNA DI NIKUKO (4, 5, 6 aprile
2022).
La Stagione degli Anime al Cinema è
un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione
con Dynit e col sostegno dei media partner MYmovies.it, Lucca Comics & Games e VVVVID.
Mentre Spider-Man:
No Way Home già imperversa nelle sale italiane da
ieri, Tom
Holland continua la promozione del film insieme
al resto del cast. In una recente intervista con
Yahoo! Entertainment, Holland ha parlato dell’eventualità di
comprendere scene di sesso nei film di Spider-Man.
In particolare, l’attore 25enne (che sullo schermo interpreta un
liceale) ha commentato:
“Non penso che sia appropriato
per il franchise di Spider-Man”, ha detto Holland. “Siamo
ancora molto giovani. Se ci fosse un futuro per questo personaggio,
forse un giorno lo esploreremo. Ma al momento, questo è un film
sulla celebrazione delle amicizie e dell’amore giovanile”.
La co-protagonista di Holland e la
fidanzata nella vita reale,
Zendaya ha continuato dicendo: “Peter Parker
è come un fratellino”, a cui Holland ha convenuto:
“Nessuno vuole vedere Peter Parker fare sesso! Sarebbe
orribile”.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER DA SPIDER-MAN: NO WAY HOME E HAWKEYE
L’uscita di
Spider-Man: No Way Home ha portato finalmente
tantissime persone al cinema, i botteghini stanno prendendo fiato,
dopo mesi difficilissimi e soprattutto i fan stanno accogliendo con
grande esultanza il film con Tom Holland che
restituisce all’Uomo Ragno la sua dimensione da fumetto.
Parallelamente a
No Way Home, su Disney+ è arrivato anche l’episodio
numero 5 di Hawkeye, la serie con Jeremy
Renner che vedrà la sua conclusione il prossimo mercoledì.
Alla fine della scorsa puntata abbiamo visto Yelena Belova
(Florence Pugh) che aspettavamo dalla scena post
credits di BlackWidow. Alla fine
di questa puntata, invece, abbiamo visto finalmente Big Guy,
Kingpin, interpretato da Vincent D’Onofrio.
L’arrivo di quel personaggio era
stato anticipato, ma non si sapeva se ad interpretarlo sarebbe
stato richiamato D’Onofrio, che lo aveva incarnato per Netflix.
Parallelamente, in una breve scena all’inizio di
No Way Home, abbiamo visto anche Matt Murdock,
interpretato di nuovo da Charlie Cox, nel momento
in cui Peter e zia May hanno avuto la necessità di rivolgersi a un
avvocato.
Il fatto che per diversi mesi le
serie Marvel siano state trasmesse senza che al cinema arrivassero
film in contemporanea ci ha fatto dimenticare che i Marvel Studios hanno spesso fatto
questo genere di collegamenti in passato, tessendo una rete molto
stretta e coerente tra le varie storie che hanno raccontato. Dal
momento che Hawkeye è ambientato poco dopo gli eventi di No Way
Home, possiamo dire che Kingpin è tornato in scena nel MCU poco
dopo Daredevil, e entrambi sembrano ancora intenzionati a rimanere
in giro per una New York che ha appena acquisito un nuovo abitante:
Peter Parker.
Grandi emozioni ci aspettano
nel futuro prossimo di questi amati personaggi!
È stato presentata
l’anteprima del nuovo film di Alessandro Genovesi,
7 Donne e
un mistero, con un cast interamente al femminile, come
si deduce facilmente dal titolo, e che è una versione meno cupa e
più ridanciana rispetto alla sua ispirazione del 2002 diretta da
François Ozon che di donne, però, ne aveva una in
più. Il film di Ozon è tra l’altro a sua volta
tratto dalla pièce teatrale Huit Femmes di
Robert Thomas del 1958.
Il cast quasi interamente
riunito di fronte ai giornalisti, insieme al regista, la
sceneggiatrice e i produttori, avvolge tutta la sala di charme e
parecchie risate. Genovesi, praticamente unico uomo del gruppo,
viene subito preso di mira.
«Penso che per il
povero Alessandro non sia stato facile lavorare con un cast di sole
donne. Sette, per giunta», ride
Luisa Ranieri, che nel film interpreta la
domestica partenopea e affascinante: «Si rifugiava nello
sgabuzzino, scappava», continua Micaela
Ramazzotti.
«Be’, ci sono cose
più facili», sorride sornione il regista, che ammette che sia
stato uno dei film più belli da lui girati fino ad oggi.
«Ho cercato di
concentrare tutta l’essenza del film nei colori, le pettinature e
la comicità delle protagoniste», prosegue Genovesi, che poi
passa la parola alla sceneggiatrice Lisa Nur
Sultan: «Desideravamo fare un film di Natale, che
quindi facesse venire voglia d’immergersi in un’atmosfera domestica
pittoresca, ricca di suggestioni appartenenti a un mondo di
festività d’altri tempi». E lo scopo è stato sicuramente
raggiunto, considerando anche la complicità giocosa che si respira
tra le attrici.
8 donne e un
mistero, quello francese di Ozon, aveva un’aria quasi morboso,
per alcuni aspetti, come spiega sempre Sultan: «Era un testo
scritto negli anni 50, noi l’abbiamo voluto modernizzare, usando un
linguaggio più fresco».
Di tutto il nutrito cast
inizia a prendere la parola Sabrina Impacciatore,
raccontando che l’esperienza vissuta è stata anzitutto umana:
«Ero terrorizzata. Mi chiedevo come sarebbe potuta andare su un
set con tutte queste donne. Ma poi mi sono resa conto che noi donne
riusciamo a raggiungere una complicità molto più elevata di quanto
riesca un gruppo di uomini». E anche
Margherita Buy è dello stesso avviso: «È
stata un’occasione per osservare il lavoro delle altre. Cosa
insolita anche per me, che sto spesso per i cavoli miei»,
ride.
Luisa Ranieri, più pacata, dichiara che non fosse
affatto spaventata: «Perché è normale che in un set all’inizio
ci si annusi», ma a sua volta racconta dell’arricchimento
innanzitutto umano che è stato il gruppo, nel quale ognuna si
confrontava con l’altra quando sedevano la mattina al trucco.
E al coro si uniscono
Micaela Ramazzotti e Benedetta
Porcaroli, la “piccina” del gruppo: «Per me è stato
più un onore che altro!», dice.
Il discorso lo riprende
Alessandro Genovesi: «Per me è stato molto
importante generare questa dinamica goliardica tra loro, perché
volevo girare un giallo, ma che fosse inquinato dalla commedia, che
è la cosa che penso mi riesca meglio. Ho deciso di eliminare
l’elemento musicale che è stata una scelta specifica di Ozon, così
come l’ottava donna del cast, che rappresentava una sorta di tata.
Luisa Raniera era più che sufficiente per la parte della
governante».
Il regista si lascia poi
andare ad uno scherzoso pronostico: «Se dovessi immaginarmi uno
spin-off sarebbe in una versione coatta in romanesco».
In ogni caso, uscire con
un film così familiare sotto Natale, può far stimolare tanti
interrogativi. Come ad esempio come muoversi e che posizione
prendere di fronte al desiderio di vendetta: «Non penso che
questo sia un film sulla vendetta», interviene Ranieri,
«Piuttosto si parla degli altarini che si nascondono in ogni
famiglia».
«Aprire i vasi di
Pandora in famiglia non è mai una passeggiata», continua
Benedetta Porcaroli, «Ma farlo così ha
tutt’altro sapore!».
Il regista australiano Peter Weir ha
dato vita nel corso della sua carriera ad autentici capolavori
cinematografici. Titoli come L’attimo fuggente, Picnic ad
Hanging Rock e Witness – Il
testimonesono ancora oggi dei classici del loro
genere, capaci di parlare anche alle odierne generazioni di
spettatori. Nei suoi film, Weir ha sempre posto i suoi personaggi
in trappole più o meno metaforiche, spingendoli a cercare la
libertà e la possibilità di esprimere sé stessi al massimo del loro
potenziale. Un altro dei suoi titoli più amati e che presenta una
situazione analoga, è The Truman Show,
film del 1998 interpretato da Jim Carrey.
Scritto da Andrew
Niccol (noto anche come regista dei fantascientifici
Gattaca e In Time), il film fa
confluire al suo interno una serie di spunti e riflessioni
contemporanee, spingendole però all’estremo. The Truman
Show è infatti una brillante satira politica sull’allora
nascente moda di raccontare la vita in televisione attraverso i
reality show. Weir dà così vita ad un’opera che riflette
sull’invadenza dei media, sull’annullamento del confine tra realtà
e finzione e sulle scelte che ognuno può fare a riguardo,
ricercando sempre la verità e la libertà. Pur essendo uscito oltre
vent’anni fa, è questo film spaventosamente attuale anche oggi.
Acclamato dalla critica e dal
pubblico, The Truman Show ottenne poi tre nomination
ai premi Oscar e venne indicato come uno dei film più importanti
del decennio. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Si tratta infatti di un film ricco di
dettagli, alcuni più evidenti di altri, che contribuiscono al
racconto. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e al suo
significato. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
The Truman Show: la trama del film
Protagonista del film è
Truman Burbank, un uomo qualunque intento a vivere
la sua ordinaria esistenza nella tranquilla cittadina di Seahaven.
Nonostante egli abbia tutto ciò di cui un uomo può avere bisogno,
si sente profondamente insofferente verso l’assenza di vere e
proprie novità, che possano dare una scossa alla sua routine. Nel
momento in cui una serie di circostanze particolarmente atipiche si
verificheranno, Truman inizierà a dubitare di tutti, dalla moglie
Meryl all’amico Marlon. Ciò che
lo circonda, improvvisamente, sembra perdere di senso,
manifestandosi più come qualcosa di finto e costruito che non come
vero e naturale. Scavando nel suo passato e spingendosi più in là
di quanto avesse mai fatto, egli scoprirà una verità
scioccante.
The Truman Show: il significato del
film
Non è esagerato dire che The
Truman Show fu un film a dir poco profetico. Quello che sul
finire degli anni era solo un nascente interesse nei confronti dei
reality e dell’invadenza nella vita privata delle celebrità, oggi è
una pratica all’ordine del giorno. Grazie anche ai social network,
si è sempre più proiettati sul seguire in modo costante ciò che gli
altri compiono nel corso del loro quotidiano. Con il film, dunque,
Weir e Niccol operano una profonda critica nei confronti di quel
mezzo televisivo che punta sempre più sull’abbattimento del confine
tra reale e finzione, ma anche nei confronti degli spettatori.
Questi sono veri e propri complici, assuefatti da quanto la
televisione offre loro senza porsi domande etiche nei confronti di
ciò che guardano.
Oltre a questa critica al mondo dei
media, The TrumanShow riflette però anche su
tematiche come la libertà e la verità. La costante ricerca di
quest’ultima da parte di Truman lo porterà ad ottenere la prima,
dimostrando dunque che l’obiettivo dell’essere umano deve essere il
suo tendere a questi due valori, infrangendo le gabbie, di
qualunque tipo esse siano, che gli vengono poste intorno. Quello in
cui Truman vive, infatti, è un mondo sicuro, dove nulla di male può
succedergli. Venuto a conoscenza di ciò, tuttavia, egli preferisce
rinunciare a questa sicurezza pilotata in nome di un insicurezza
che sia esclusivamente frutto delle sue scelte. Lo stesso nome del
protagonista, Truman, è un gioco di parole tra True (vero) e Man
(uomo). Si ribadisce così la sua necessità di ricercare
l’autenticità, una necessità che deve estendersi all’umanità
intera.
The Truman Show: il cast del
film
Dopo averlo visto in Ace Ventura –
L’acchiappanimali, Weir si convinse che Jim Carrey
sarebbe stato l’interprete perfetto per Truman Burbank. L’attore,
tuttavia, era impegnato in quel periodo con i film Il
rompiscatole e Bugiardo bugiardo.
Piuttosto che cercare un altro interprete, Weir preferì però
aspettarlo, ritardando le riprese di un anno. Carrey gliene fu
estremamente grato, poiché aveva apprezzato moltissimo la storia di
Truman e desiderava ardentemente recitare in questo progetto. Per
farlo, egli acconsentì a ridurre il suo compenso da 20 a 12 milioni
di dollari. Con The Truman Show, inoltre, Carrey ebbe
finalmente modo di cimentarsi con un ruolo drammatico, grazie al
quale ottenne ulteriori lodi e vinse il Golden Globe come miglior
attore in un film drammatico.
Accanto a lui, nel ruolo della
moglie Maryl Burbank vi è l’attrice Laura Linney,
la quale lavorò molto per sottolineare in modo implicito come il
suo personaggio non sia altro che un’attrice. Ciò emerge dalle pose
spesso irrealistiche che la Linney assume nelle scene in cui è
presente. Ad interpretare l’amico Marlon vi è invece Noah
Emmerich, mentre Natascha McElhone è
Sylvia, una vecchia fiamma di Truman. Holland
Taylor e Brian Delate sono invece Angela
e Kirk, la madre e il padre di Truman. Paul Giamatti è
il direttore della sala di controllo, lì dove si costruisce
tecnicamente il reality sulla vita di Truman. A dirigere il tutto
vi è Christof, interpretato da Ed Harris,
attore che grazie a questo struggente personaggio ottenne una
nomination all’Oscar.
The Truman Show: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
The Truman Show grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 15 dicembre alle ore
21:10 sul canale Paramount
Channel.
Sony Pictures
Italia ha diffuso il poster ufficiale di Uncharted,
l’attesissimo film adattamento dell’omonimo videogioco che vedrà
protagonista Tom
Holland nei panni di Nathan Drake. Diretto da
Ruben FleischerUncharted
arriverà al cinema il 24 febbraio 2022. Fanno parte del cast oltre
a Tom
Holland ancheMark Wahlberg, Sophia
Ali, Tati Gabrielle e Antonio Banderas.Basato su una delle serie di videogiochi più vendute e
acclamate dalla critica,Uncharted
presenta al pubblico il giovane e furbo Nathan Drake (Tom Holland)
nella sua prima avventura alla ricerca del tesoro con l’arguto
partner Victor “Sully” Sullivan (Mark Wahlberg). In un’epica
avventura piena di azione che attraversa il mondo intero, i due
protagonisti partono alla pericolosa ricerca del “più grande tesoro
mai trovato”, inseguendo indizi che potrebbero condurli al fratello
di Nathan, scomparso da tempo.
Tutto quello che sappiamo su
Uncharted
In Uncharted, Tom
Holland sarà Nathan Drake, mentre Mark
Wahlberg vestirà i panni di Sully Sullivan. Non
tutti sanno che, inizialmente, Wahlberg avrebbe dovuto interpretare
l’eroe del titolo anni fa quando David O.
Russell era coinvolto nel progetto, mentre negli
anni la Sony ha deciso di sviluppare il film come
una origin story.
La sceneggiatura del film, che
arriverà al cinema l’11 febbraio 2022, è stata firmata
da Art Marcum, Matt
Holloway e Rafe Judkins, e
racconterà le avventure del protagonista Nathan Drake nei suoi anni
giovanili mentre diventa il cacciatore di tesori che tutti
conosciamo.
Vi ricordiamo che Uncharted sarà
la prima produzione cinematografica di Sony PlayStation
Productions, divisione interna della Sony fondata lo scorso anno da
Asad Qizilbash e Carter Swan in collaborazione con PlayStation
Productions, Chuck Roven, Avi Arad, Alex Gartner e Ari Arad.
Calcinculo,
secondo film diretto da Chiara Bellosi, scritto da
Maria Teresa Venditti e Luca De Bei,è nella
selezione ufficiale del 72. Festival
di Berlino, in concorso nella
sezione Panorama. Ritorno alla
Berlinale per la regista Chiara Bellosi, già in gara nel 2020,
sezione Generation, con l’acclamata opera prima “Palazzo di
Giustizia“
Nel
cast: Gaia Di Pietro (al suo
esordio), Andrea Carpenzano (“La
Terra Dell’Abbastanza“, “Il Campione“)
e Barbara
Chichiarelli (“Favolacce“,
“Suburra“), Giandomenico Cupaiuolo, Alessio Praticò e
Francesca Antonelli.
“Calcinculo
era un film difficile da fare, delicato ed importante –
dichiara Carlo Cresto-Dina (che ha prodotto il film per tempesta
con Valeria Jamonte e Manuela Melissano) – A partire dalla già
bellissima sceneggiatura di Maria Teresa Venditti e Luca De
Bei, Chiara Bellosi ha realizzato un film profondo e unico.
Dopo l’esordio a Generation 14+, siamo particolarmente felici di
tornare con Chiara a Berlino, questa volta a Panorama.”
La trama
Forse è vero che si
cresce anche a calci in culo. Ed è vero che quando la
giostra gira veloce ci sembra di volare e non vorremmo scendere
mai. E’ questo che succede a Benedetta quando incontra
Amanda e decide di seguirla nel suo
mondo randagio.
Chiara
Bellosi
Chiara Bellosi
(1973) si diploma in drammaturgia alla Civica Scuola d’Arte
Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Realizza un episodio
all’interno del film corale “Checosamanca” prodotto
da Carlo Cresto-Dina per Eskimosa e Rai
Cinema. Partecipa al master “Filmmaker – Il documentario come
sguardo” organizzato da IED-Venezia e lavora ad alcuni
documentari. “Palazzo di Giustizia”, il suo primo
lungometraggio di finzione, è stato presentato nella sezione
Generation 14+ di Berlinale 2020.
Calcinculo
è il suo secondo lungometraggio di finzione. Calcinculo è
una
produzione tempesta con Rai
Cinema in coproduzione con Tellfilm (CH), RSI
Radiotelevisione svizzera e sostenuto da MIC – Direzione
Generale Cinema e Audiovisivo, Ufficio Federale della Cultura
(UFC) e Regione Lazio. Il Film sarà distribuito in Italia
da Luce Cinecittà.
I film sugli
Avengers sono sempre riusciti a combinare in egual
misura la componente eroica, d’azione ed emotiva. E’ difficile
credere che i film con personaggi dei fumetti protagonisti possano
fare singhiozzare a più riprese, ma è esattamente l’effetto che
hanno generato in migliaia di fan! Oltretutto, ai momenti
strazianti che abbiamo visto sullo schermo, si sono aggiunti anche
dettagli nascosti, 15 dei quali sono stati messi in luce dai
fan.
1Spider-Man è cresciuto
Il
Peter Parker di Tom Holland ha portato in scena la versione di
Peter Parker che abbiamo più di tutte visto
maturare e assumere una maggiore consapevolezza di sé; il suo
percorso è iniziato in Spider-Man:
Homecoming come un novellino, inconsapevole della
portata dei suoi poteri, che apparivano ingestibili.
Nelle sue successive apparizioni all’interno
del MCU
e in
Spider-Man: Far from home lo abbiamo visto
cercare di prendere in mano le redini della situazione, ma era
ancora un adolescente con qualcosa di troppo più grande di lui da
affrontare. No Way Home metterà Peter alla prova
come non ha mai fatto prima: con la rivelazione della sua identità,
tutti i suoi cari sono possibili bersagli, il che aumenta il
rischio a cui l’eroe è esposto mettendolo di fronte a dubbi e
dilemmi che non ha ancora affrontato.
Zoe Saldana è
un’attrice versatile, talentuosa e molto capace. Ha saputo
conquistare mezzo mondo grazie alla sua bellezza esotica e alle sue
abilità di attrice, dando vita a personaggi che resteranno nella
memoria degli spettatori.
In principio fu ballerina, ma la
passione per la recitazione ha avuto il sopravvento e, in oltre 20
anni di carriera, ha messo tanto impegno e costanza per arrivare ai
livelli in cui si trova oggi.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Zoe Saldana.
2. È anche doppiatrice e
produttrice. Nel corso della sua carriera, Zoe Saldana ha
deciso di sperimentare diversi ambiti del cinema: oltre ad aver
lavorato in un paio di corti, come The Legend of Red Hand
(2018) di Stefano Sollima per Campari, ed essere
comparsa nel videoclip Free Me di Sia
(2017), Zoe è anche doppiatrice e produttrice. L’attrice, infatti,
ha partecipato al doppiaggio dei film Il libro della vita
(2014), My Little Pony: Il film (2017),
Mister Link (2019) e Vivo (2021), mentre sempre
nel 2021 è stata doppiatrice della serie Maya e i tre
guerrieri. come produttrice ha prodotto la miniserie
Rosemary’s Baby, la serie Zoe Saldana Presents My
Hero (2014) e il film The Honor List (2018).
Zoe Saldana in
Colombiana
3. Si è sottoposta a un duro
allenamento per Colombiana. Nel 2011 uscì nei cinema il
film Colombiana (in Italia arrivò direttamente in tv), un
film diretto da Olivier Megaton, co-prodotto e
scritto da Luc Besson, basato sulla sceneggiatura
del sequel di Léon. Per poter interpretare Cataleya
Restepo, la giovane protagonista in cerca di vendetta per
l’assassinio della sua famiglia, l’attrice si è dovuta sottoporre
ad un duro allenamento fisico, così da girare le scene senza
necessitare di una controfigura. Ha infatti avuto modo di
apprendere le principali tecniche di combattimento sia con che
senza armi.
Zoe Saldana in Avatar
4. Per prepararsi al ruolo,
Zoe Saldana ha passato diversi giorni alle Hawaii. Nel
2009 uscì nei cinema di tutto il mondo quello che rimarrà uno dei
più grandi film della storia del cinema: Avatar. Per poter
interpretare i personaggi, il cast del film (tra cui Zoe Saldana
che ha dato vita alla principessa Neytiri) ha fatto un una specie
di gita fuoriporta alle Hawaii, in cui i membri del cast e della
troupe hanno passato alcuni giorni della foresta, accampandosi e
cucinando pesce, cercando di vivere in maniera tribale. Tutto ciò è
servito soprattutto agli attori (che hanno girato il film con la
motion capture) che necessitavano di capire come si vivesse in un
mondo composto da giungle.
5. Zoe Saldana ha finito di
girare Avatar 2 e 3. Già da qualche anno di parla
insistentemente dei quattro seguiti di Avatar che James
Cameron vorrebbe girare. Per ora si conosce l’esistenza dei primi
due seguiti e si sa che Zoe Saldana, che tornerà ad interpretare
Neytiri, ha finito le riprese di questi due film nel giugno 2018.
Il primo dei sequel, atteso per il natale del 2022, vedrà dunque
l’attrice tornare ad interpretare uno dei suoi personaggi più amati
che, stanto a quanto da lei dichiarato, si mostrerà in una forma
ancor più straordinaria di quanto visto con il primo film.
Zoe Saldana: chi è suo marito
6. Zoe Saldana è sposata con
un artista italiano. Nel 2013, dopo alcuni mesi di
frequentazione, Zoe Saldana ha sposato l’artista italiano
Marco Perego. Lui è un artista di successo, sia
per quanto riguarda la realizzazione di quadri, che di performance
artistiche, anche se ha un passato da calciatore che, per un
problema di salute ha rinunciato alla carriera e alla serie A. I
due sono sempre molto affiatati e dal loro amore sono nati tre
figli: i gemelli Aridio e Bowie Ezio nel 2014 e il
piccolo Zen, arrivato nel febbraio 2017.
7. È stata fidanzata con
Bradley Cooper. Zoe Saldana ha conosciuto suo marito Marco
Perego nel 2013 e si sono sposati nello stesso anno, quando lei
usciva da poco da una storia piuttosto travagliata con Bradley Cooper.
I due attori si erano conosciuti sul set di The Words e si
erano messi insieme nel all’inizio del 2012, salvo lasciarsi nel
marzo successivo, per poi riprendersi nell’autunno dello stesso
anno, ma senza arrivare al 2013. Casualmente, i due si sono poi
ritrovati a lavorare insieme in Guardiani della Galassia,
dove Cooper dà voce a Rocket. Essendo il suo solo un doppiaggio,
però, ha permesso a i due di non incrociarsi troppo durante i
set.
Zoe Saldana è Gamora in
Guardiani della Galassia
8. Per interpretare Gamora,
deve stare 4 ore al trucco. Dare vita a Gamora, la celebre
aliena dalla pelle verde di Guardiani della Galassia,
non è un processo facile: Zoe Saldana, infatti, deve sottostare a
ben 4 ore di trucco ogni giorno di riprese, al fine di farsi
applicare la speciale colorazione e tutte le altre particolarità
del personaggio. Zoe ha anche rivelato di aver avuto un orecchio
verde per un mese e di essersene accorta soltanto durante una
vacanza.
9. Ha saputo molto prima
della storia di Gamora. In occasione di Avengers:
Infinity War, Zoe Saldana ha rivelato di aver conosciuto il
sacrificio del suo personaggio ben prima e di non essere stata
pronta ad una rivelazione del genere. La notizia l’ha infatti
scossa non poco e le ci è voluto un po’ per comprendere che si
trattava di una conclusione naturale dell’arco narrativo di quel
personaggio. Ha infatti poi ammesso di aver amato il fatto di
essere stata parte del percorso che è servito per raccontare
Thanos.
Zoe Saldana: età e altezza dell’attrice
10. Zoe Saldana è nata il 19
giugno del 1978 a Passaic, nel New Jersey, Stati Uniti.
L’attrice è alta complessivamente 1.70 metri.
In attesa del trailer arrivano le
prime immagini della commedia d’azione e avventura The
Lost City conSandra
Bullock,
Channing Tatum e Daniel Radcliffe. Diretto da Adam Nee e Aaron
Nee e scritto Oren Uziel e Dana
Fox e Adam Nee e Aaron Nee, The
Lost City si basa sulla storia di Seth
Gordon. Prodotto da Liza Chasin, Sandra
Bullock,Seth Gordon. Nel cast
protagonisti sono
Sandra Bullock,
Channing Tatum,
Daniel Radcliffe, Da’Vine Joy Randolph, Oscar Nuñez, Patti
Harrison e Bowen Yang.
1 di 3
La trama
The Lost City
racconta la storia di un’autrice di romanzi rosa (Sandra Bullock),
molto schiva e abituata a vivere in solitudine. Un bel giorno la
donna è costretta a un tour promozionale con il modello (Channing
Tatum) che appare sulle copertine dei suoi libri. I due verranno
coinvolti in un tentativo di rapimento che li trascinerà in piena
giungla e finiranno così per vivere realmente un’avventura
romantica e bizzarra proprio come quelle narrate dalla scrittrice
nei suoi romanzi.
In contemporanea con
l’uscita ufficiale nelle sale italiane The Space Cinema
propone la proiezione di Spider-Man:
No Way Home, l’ultimo capitolo della saga basata
sull’omonimo personaggio dei fumetti Marvel diretta da Jon Watts,
in lingua originale.
Spider-Man:
No Way Homeriprende la narrazione dopo i fatti
accaduti nel film “Spider-Man: Far From Home” in cui il
villain Mysterio rileva al mondo la vera identità di
Spider-Man. Ora che tutti i cittadini di New York
hanno scoperto chi si nascondedietro la maschera
del supereroe di quartiere, il giovane Peter
Parker (Tom Holland) deve fare i conti con
l’opinione pubblica e con la consapevolezza che non potrà
mai più separare la propria vita privata da quella di eroe. Tra
dubbi interiori e insicurezze il protagonista chiede al
collega Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) di
far dimenticare a tutto il mondo il suo segreto.
Il potente incantesimo lanciato dal Doctor Strange
provoca una frattura nel multiverso che ha
liberato i più potenti nemici mai affrontati da uno
Spider-Man in qualsiasi universo; toccherà al giovane
Peter Parker affrontare la sua più grande sfida e salvare il
futuro.
I multisala selezionati per questo
appuntamento sono quelli di Milano Odeon,
Firenze(Novoli),
Limena, Bologna,
Trieste, Vimercate,
Silea, ParmaCentro, Roma (Parco de Medici),
Napoli e Torino (Beinasco). Per
conoscere la programmazione di “Spider-Man: No Way
Home” e rimanere aggiornati sui prossimi titoli in
versione originale basta visitare la sezione dedicata alla rassegna
Hear My Voice.
Svelato il primo trailer di
Backstage – Dietro le quinte, dance movie
prodotto da Eagle Pictures e diretto
da Cosimo Alemà (La
santa e Zeta, Una storia hip-hop e
regista di innumerevoli video musicali di artisti del calibro di
Tiziano Ferro, Ligabue, Noemi e
Marco Mengoni), nelle sale cinematografiche
ad aprile 2022.
Backstage – Dietro le quinte, girato interamente a
Roma (tra le location principali anche il Teatro Sistina), racconta
di un gruppo di talentuosi e giovani artisti che si sfidano a colpi
di canto e danza per entrare a far parte del cast di un importante
spettacolo. Ad interpretarli, nove attori alla loro prima
esperienza cinematografica, scelti nel corso di oltre 1400 casting
in tutta Italia: Giuseppe Futia, Beatrice Dellacasa,
Riccardo Suarez, Geneme Tonini, Aurora Moroni, Ilaria Nestovito,
Gianmarco Galati, Yuri Pascale, Matteo Giunchi. A
completare il cast, Giulio Pampiglione, Giulio Forges
Davanzati, Irene Ferri, Jane Alexander e Adolfo
Margiotta.
La colonna sonora, vera anima del
film, conterrà due brani inediti e oltre trenta tra le più celebri
canzoni della musica italiana, tutte rigorosamente cantate dal
vivo. Nessun playback, solo le straordinarie voci dei protagonisti.
Scritto da Roberto Proia (Come Non
Detto e laTrilogia Sul più
bello), il film arriverà nelle sale ad aprile 2022
distribuito da Eagle Pictures.
111 ragazzi dai 16 ai 25 anni
si presentano alle audizioni di un nuovo spettacolo che debutterà
al Teatro Sistina di Roma. Hanno talento, determinazione e hanno
tutti lo stesso sogno: diventare artisti di successo. Vengono
scelti in nove ma l’emozione dura poco perché i ruoli disponibili
sono soltanto quattro. Inizia così per loro una settimana di
audizioni e prove senza sosta, una settimana per dimostrare al
cinico regista James D’Onofrio chi davvero merita di far parte
dello show. Canteranno fino a perdere la voce e balleranno fino
allo sfinimento. Si sfideranno, saranno rivali, ma anche amici e
complici nel percorso che li condurrà alla realizzazione del loro
più grande desiderio. Qualunque cosa accadrà, le loro vite
cambieranno per sempre.
Spider-Man: No Way
Home potrebbe mostrarci un Peter Parker
diverso, più cupo ed emotivo. In occasione di
un’intervista a CBR, il volto di Spider-Man, Tom
Holland, ha rivelato che il film in uscita nelle
sale italiane a metà dicembre mostrerà il lato oscuro del
nostro eroe.
Sebbene non abbia potuto fornire
dettagli sulla trama del film, l’attore, assieme alla
co-protagonista Zendaya, ha parlato dei diversi
lati di Peter che verranno mostrati nel sequel. Ricordiamo che
nello scorso film l’identità di Spider-Man è diventata di
dominio pubblico, dunque Peter dovrà affrontare una
pressione che mai si sarebbe aspettato; ciò determinerà l’emergere
di alcuni aspetti “oscuri” del suo carattere.
Alla domanda del giornalista di CBR
sulla possibilità di vedere altri lati del carattere di Peter che
non fossero l’ironia e il senso di giustizia, l’attore
risponde:
“Sì, compreso il lato cattivo
di Peter Parker. C’è qualcosa che accade in questo film, e penso
che i fan rimarranno abbastanza scioccati… Il che è davvero
eccitante. Sinceramente é qualcosa che ho adorato portare sullo
schermo”.
Il lato oscuro di
Spider-Man spiazzerà tutti
Lo stesso poster promozionale di
Spider-Man: No Way Home ci
mostra un Peter di spalle, con il capo chino, intento a
guardare una New York che ha perso la fiducia nei suoi
confronti. Tanti i cartelloni che lo dipingono come
cattivo, nemico pubblico, e lo invitano a lasciare la città.
Fortunatamente, l’Uomo Ragno avrà
qualcuno su cui contare. Parliamo di
Strange, il quale assumerà un ruolo diverso:
mentore, padre, amico. Tale
rapporto verrà poi ulteriormente approfondito in Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, film in uscita nel
2022, nel quale lo Stregone Supremo combatterà al fianco di
Scarlet Witch.
Fra l’altro, qualora non abbiate
visto WandaVision, vi ricordiamo che la serie è disponibile su
Disney Plus, sia in italiano, sia in lingua originale –
quest’ultima fortemente consigliata qualora vogliate studiare
l’inglese o qualsiasi altra lingua straniera. È risaputo,
infatti, che un ottimo modo per imparare una lingua straniera sia
quello di potenziare l’ascolto, attraverso la visione di film e
serie tv. La versione in lingua originale di un prodotto
cinematografico o televisivo, facilita l’apprendimento del lessico
e dell’accento.
Tornando a No Way Home, il sequel
di Spider-Man è spesso citato per la potenziale presenza di più
versioni alternative dell’eroe, provenienti dagli universi
paralleli del MCU. Un
qualcosa già visto nel trailer di Spider-Man: Accross
the Spider-verse – Part One.
L’obiettivo del film però è un
altro, ovvero rendere protagonista la psiche di
Peter, già profondamente turbata dalla morte di Stark.
L’eroe dovrà poi affrontare una crisi di identità che potrebbe
portarlo anche sulla via del male, come confermato dallo stesso
Holland.
Ma cosa potrà aver scatenato questo
cambiamento? Le teorie sono tante, e tra queste ce n’è una davvero
interessante e, per certi versi, piuttosto credibile: la
morte di May, l’amata zia di Peter.
No Way Home: uno sguardo
alla psiche di Peter
Dalle anticipazioni emerse nel
corso di queste settimane dallo stesso attore, infatti, Spider-Man
si rivolgerà al Dottor Strange per chiedere un incantesimo che
faccia dimenticare a tutti la sua vera identità.
Il tentativo fallisce, e purtroppo il multiverso presenterà il
prezzo: riappariranno tutti i vecchi nemici dell’Uomo Ragno, pronti
a fargliela pagare per le sconfitte subite. Strange aiuterà Peter a
combattere la minaccia che incombe su New York, ma in cambio dovrà
perdere qualcosa di molto prezioso.
Detto questo, avere la possibilità
di vedere un Peter diverso, più umano è
decisamente intrigante. Questo perché siamo sempre stati abituati a
tifare per supereroi perfetti, buoni, caratterizzati da una
integrità morale senza compromessi. In Spider-Man: No Way
Home ci troveremo davanti un nuovo approccio, che siamo
sicuri renderà il personaggio ancora più avvincente e
vicino a noi fan.
Disney+ ha
annunciato che sono disponibili le nuove Disney+
Cards, delle carte fisiche che permettono di
acquistare e regalare un anno di abbonamento a Disney+ a 89,90€. Le Disney+ Cards si possono trovare nei
punti vendita selezionati dove, insieme alla card, al cliente verrà
fornito alla cassa un codice che darà diritto ad 1 anno di Disney+.
Questo codice dovrà essere utilizzato al momento dell’iscrizione
sulla paginadisneyplus.com/redeem. L’abbonamento potrà essere
riscattato solo dai nuovi abbonati o da coloro che riattiveranno la
sottoscrizione a Disney+. Per chi ha già un abbonamento
attivo, non sarà possibile utilizzare l’importo della carta per
ricaricare il proprio abbonamento, almeno fino a quando
l’abbonamento stesso non sarà scaduto e si sarà disattivato il
proprio metodo di pagamento. Le Disney+ Cards sono
un’ottima idea regalo, attivabili in qualsiasi momento
dall’acquisto e senza limiti di tempo.
Disney+ è la casa dedicata allo
streaming di film e spettacoli di Disney, Pixar, Marvel, Star
Wars e National Geographic, insieme ai Simpson e molto altro.
In alcuni mercati internazionali, il servizio include anche il
nuovo brand di contenuti di intrattenimento generale, Star.
Servizio di streaming direct-to-consumer di punta di The Walt
Disney Company, Disney+ fa parte del segmento Disney
Media & Entertainment Distribution e offre streaming senza
pubblicità insieme a un catalogo in continua crescita di prodotti
originali esclusivi, tra cui lungometraggi, documentari, serie
animate e live-action e cortometraggi. Oltre a proporre un accesso
senza precedenti allo sterminato archivio cinematografico e
televisivo di Disney, Disney+ è il servizio di streaming dove
trovare le ultime uscite cinematografiche distribuite da The Walt
Disney Studios. E attraverso Star, offre le ultime novità di 20th
Century Studios, Disney Television Studios, FX, Searchlight
Pictures e altro ancora. Per saperne di più, visita disneyplus.com, o trova l’app Disney+ sulla maggior parte dei
dispositivi mobili e TV connessi.
Spider-Man: No Way
Home ha già
battutoAvengers:
Endgame in termini di
prevendita dei biglietti, quindi anche nell'”era della pandemia” in
cui ci troviamo, questo film sarà un successo al
botteghino. Inevitabilmente, alcuni aspetteranno le recensioni
prima di decidere se dare un’occhiata al terzo capitolo di Spidey
prima del Natale, ed è ovviamente qui che entra in gioco Rotten
Tomatoes. Se lo si ama o lo si odia non interessa particolarmente,
ma non si può negare chel’aggregatore di recensioni e
quei importantissimi punteggi di Tomatometer rimangano cruciali per
blockbuster come questo. Gli studios americano usano quel badge
“Certified Fresh” come una parte fondamentale del marketing di un
film, e molti analisti al botteghino credono cheEternalsavrebbe ottenuto risultati finanziari migliori se non fosse
precipitato in quel temuto status di “Rotten”.
Ebbene indipendentemente da ciò,Spider-Man: No Way Homeha avuto un
ottimo inizio con un punteggio perfetto del 100% basato su 46
recensioni battendo
Avengers: Endgame anche in questa particolare classifica per il
momento! Inutile dire che più verdetti verranno
conteggiati nel corso della giornata e ci aspettiamo che venga
rivelato un punteggio più definitivo nel corso della settimana. In
attesa facciamo un recap della sagaSpider-Man: Homecomingha un punteggio del 92%, Spider-Man:
Far From Homeha ottenuto il 90%
dopo una settimana,
mentre Spider-Man: Into the
Spider-Verse ha un quasi perfetto
97%.
Da molto tempo ormai non ricevevamo
aggiornamenti su Fast and Furious 10, l’atteso e annunciato
decimo capitolo del franchise
Fast and Furious. Ebbene oggi però arriva una notizia
che potrebbe rattristire i fan della saga con protagonista
Vin
Diesel. Infatti secondo le ultime notizie ufficiali il
film che sarebbe dovuto arrivare nelle sale il 7 aprile 2023 è
stato posticipato e dunque arriverà nei cinema americani il 19
maggio 2023. Al momento non sappiamo se la data sarà la medesima
anche in Italia dunque non resta che aspettare ulteriori sviluppi
ma come spesso capita per questo genere di film le uscire sono
sempre legate.
Il film Fast and Furious 10
Vi ricordiamo che Fast
and Furious 10 sarà diretto da Justin
Lin e sarà scritto da Gary Scott Thompson. Confermati nel
cast al momento ci sono Nathalie Emmanuel nei panni di
Ramsey, Vin
Diesel come Dominic Toretto, Michelle Rodriguez che riprende i panni di
Letty Ortiz, Tyrese Gibson, Ludacris, e
Sung Kang che riprende il suo ruolo di Han.
Mentre molto registi famosi nel
recente passato hanno dimostrato insofferenza verso i CinecomicsMarvel e DC, ad onor del vero
soprattutto per i film della Marvel, oggi uno di questo,
l’acclamato Paul Thomas Anderson ha invece
rivelato di essere estremamente contento dell’uscita di
Spider-Man:
No Way Home. Le sue dichiarazioni che, sorprendono,
anche per l’onestà intellettuale arrivano dal
The New Yorker e ipotizzano l’importanza che il film possa
avere per far tornare le persone al cinema! Infatti ci sentiamo di
concordare con il regista che seppur un’autore che rivolge le sue
opere ad una nicchia di pubblico, comprende la necessità di avere
quel tipo di film, sottolineando tutti gli addetti ai lavori
dovrebbero essere contenti che un blockbuster come Spider-Man:
No Way Homepossa debuttare in sala. Di
seguito le sue parole:
Quando sento l’arrivo
di questi film mi si scalda il cuore all’idea che posso dirti che
sono più felice che mai di lavorare in questo settore. Ho il mio
piccolo angolo del cortile e collaboro con persone che ammiro, come
quelle della MGM. Sono incredibilmente felice. Ma ovviamente parlo
solo per me perché non credo ci sarà davvero mai fine a quelle
discussioni pessimistiche su quello che accadrà all’industria.
Discussione complicata ancora di più dall’avvento dello dello
streaming e della sovrabbondanza di film coi supereroi, ma sono
discorsi che non prendo troppo seriamente. C’è questa
preoccupazione verso questa tipologia di pellicole. A me piacciono.
Ed è una posizione popolare quella di chi afferma che siano loro ad
aver rovinato il cinema e robe del genere. Ma per me non è così.
Cioè dai, guardate a tutto il nervosismo che c’è sul riportare le
persone al cinema. Ma lo sai cosa riporterà davvero la gente in
sala? Spider-Man. E dovremmo esserne felici.
Che dire, non potremmo che essere
più d’accordo con il regista di film enormi come Il
Petroliere, Magnolia, The master e l’imminente
Licorice Pizza!
Ci
sono state molte discussioni su Joker online nelle ultime settimane dopo che
le voci secondo cui l’ attore di EternalsBarry Keoghan sarebbe stato scelto come
l’iconico cattivo in The
Batmandi
Matt Reeves e oggi Zack
Snyder sembra aver colto l’occasione per condividere un
nuovo guarda di Jared Leto nei panni del Clown principe del
crimine apparso nella sua Zack Snyder’s Justice
League.La star dell’imminente House of Gucci
ha interpretato il cattivo squilibrato
in Suicide
Squad di David
Ayer, prima di riprendere il ruolo per una breve, ma
memorabile apparizione nell’epilogo diZack Snyder’s Justice
League. Resta da vedere se
vedremo mai di nuovo Leto nei panni del Joker, ma con la Warner
Bros. che sembra allontanarsi dall’era “Snyderverse” del DCEU,
probabilmente non lo rivedremo mai dunque gustiamoci questa nuova
foto che trovate di seguito!
A
proposito di Mr. Joker, ci sono state alcune speculazioni sul fatto
che il personaggio sia stato preso in giro nel trailer internazionale di The
Batman della scorsa
notte . In uno scatto, le foto di Bruce
Wayne e della sua famiglia con gli occhi sbiancati possono
essere viste nel nascondiglio dell’Enigmista, e alcuni sono
convinti che la figura sorridente in agguato sullo sfondo dovrebbe
essere il Joker.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
E’ stato diffuso finalmente il
divertente trailer di The Unbearable
Weight of Massive Talent, l’annunciata commedia
d’azione che vedrà Nicolas Cage interpretare uno dei suo ruoli
più divertenti: “Nick Cage“. La Lionsgate ha
finalmente rilasciato un trailer per l’imminente commedia d’azione,
che vedrà il vincitore dell’Academy Award interpretare una versione
iper-romanzata di se stesso. Parlando con Entertainment
Weekly l’attore ha speigato che “[Nick
Cage] è una versione inventata di Nicolas Cage. Il personaggio si
sente insoddisfatto e lotta con il rifiuto che può capitare così
spesso nella piccola città che è Hollywood. Non sono io. Mi sento
abbastanza bene riguardo alle cose“.
Nella pellicola Nicolas Cageinterpreterà
due ruoli “Nick” e “Nicky”, che è una versione più giovane
dell’attore e frutto della sua stessa immaginazione.
“Ha i capelli lunghi e allampanati; è solo
costantemente in giro con Nick riguardo alle sue scelte di
carriera. Non ero troppo entusiasta all’idea di interpretare me
stesso, ma quando Tom mi ha inviato questa sceneggiatura, Nicky mi
ha ricordato un po’ Buddy Love di Jerry Lewis. ne Il professore
matto. Ho sempre ammirato quello che ha fatto con quel film. Per
me, Nicky ruba la scena
“. Oltre a Cage, il cast includerà
Pedro Pascal (The Mandalorian; Game of
Thrones), Neil Patrick Harris (The Matrix Resurrections;
Harold & Kumar), Sharon Horgan (Catastrophe ;
Together), l’esordiente Lily Sheen e
Tiffany Haddish (Bad Trip).
Mentre cresce l’attesa per il
debutto di Spider-Man:
No Way Home nelle sale italiane oggi arriva
un’interessante intervista rilasciata dal protagonista Tom
Holland che ha parlato delle sue ispirazioni al
personaggio ammettendo di essersi ispirato alle performance del
passato date da interpreti del calibro di Tobey Maguire e Andrew Garfield. Come molti di voi ormai
sapranno negli ultimi mesi si sono ricorse diverse voci che danno
per certo la presenza di ben tre Peter Parker nel film e
in attesa di scoprirlo, gustiamoci questa rivelazione di Tom che
ammette di essersi ispirato molto al lavoro di questi due attori
del passato che hanno rappresentato il personaggio al cinema:
“Oh, assolutamente.
Assolutamente sì” risponde con entusiasmo Tom
Holland alla domanda se si fosse ispirato a
Tobey Maguire e Andrew Garfield. “Penso che prima
di iniziare a girare Spider-Man: No Way Home, prima del primo
giorno, avevo riguardato tutti i loro film. Penso di averlo fatto
per tutti i miei film di Spider-Man. I loro film sono così
fantastici e così ricchi di dettagli che, sai, mi sono perso in
passato, quindi torno indietro e li guardo e rubo piccole cose qua
e là che amo. Ho sicuramente rivisitato i loro film”.
È bello sapere che l’attore non solo ha studiato il lavoro di
Tobey Maguire e gli Spider-Men di Andrew Garfield per questo film, ma anche le
sue precedenti apparizioni nel MCU. Ci sarà sicuramente qualche
ispirazione da ricercare quando rivedremo le sue interpretazioni,
specialmente con Peter che affronta cattivi familiari come
Green Goblin, Electro, Doctor Octopus e
The Lizard.
Alla fine le Giurie hanno espresso
il loro verdetto. Quella del Concorso Internazionale, composta da
Raúl Arévalo, Silvia D’Amico e
Jerzy Oskar Stuhr ha attribuito
il Black Panther 2021 per il miglior
film al canadese Les oiseaux ivres
di Ivan Grbovic, con la seguente motivazione:
“Les Oiseaux Ivres è un
viaggio di speranza e libertà. Un noir che arriva a contraddire il
genere lasciando un messaggio positivo mentre si nutre di poesia,
metafore e tecniche di altri mondi narrativi. Un film sul cammino
di un uomo raccontato attraverso la fotografia della cruda realtà e
le suggestioni del mistero. Un’opera intrigante e
universale.”
Marlena vive in Messico ed è la
giovane moglie di un uomo molto ricco e potente. Willy è il suo
amante. Temendo il peggio, i due fuggono e prendono direzioni
diverse con la speranza di ritrovarsi in un luogo più sicuro. Willy
pensa che Marlena si nasconda a Montreal, così prende la via del
Quebec dove viene assunto come contadino stagionale alla fattoria
Bécotte. Mentre tra i lavoratori stranieri nascono delle amicizie,
crescono i dissidi tra i componenti della famiglia Bécotte.
Oltretutto, senza volerlo, Willy suscita un forte desiderio in
Julie, la moglie del proprietario. La situazione avrà delle serie
conseguenze.
Inoltre la Giuria ha deciso di
segnalare con una Menzione
speciale, De uskyldige – The
Innocents di Eskil Vogt, con la seguente
motivazione:
“Per la capacità di offrire allo
spettatore un punto di vista nuovo: quello intimo, spontaneo e
autentico degli innocenti. Un riconoscimento alla capacità di
stimolare le sensazionali interpretazioni dei suoi
attori-bambini.”
Il film segue quattro bambini che
diventano amici durante le vacanze estive. Fuori dalla vista degli
adulti, scoprono di avere poteri nascosti. Mentre esplorano le loro
nuove abilità nelle foreste e nei parchi, il loro gioco innocente
prende una piega oscura e cominciano ad accadere cose strane.
Parallelamente il Premio
Caligari per il miglior film noir italiano dell’anno
è stato assegnato a La
terra dei figli di Claudio Cupellini, il
film più votato dalla Giuria del Premio, composta da 80 tra
studenti IULM e appassionati di cinema affiancati
da Maurizio Di
Rienzo, Alessandro
Gamma e Anna Maria Pasetti. Sul
podio salgono anche Isabella Sandri con Un confine
incerto e Rohan Roan Johnson con State a
casa.
La fine della civiltà è arrivata.
Non sappiamo come. Un padre e suo figlio, un ragazzino di
quattordici anni, sono tra i pochi superstiti: la loro esistenza,
su una palafitta in riva a un lago, è ridotta a lotta per la
sopravvivenza. Non c’è più società, ogni incontro con gli altri
uomini è pericoloso. In questo mondo regredito, il padre affida a
un quaderno i propri pensieri, ma quelle parole per suo figlio sono
segni indecifrabili. Alla morte del padre, il ragazzo decide di
intraprendere un viaggio verso l’ignoto alla ricerca di qualcuno
che possa svelargli il senso di quelle pagine misteriose. Solo così
potrà forse scoprire i veri sentimenti del padre e un passato che
non conosce.
È stata la mano di Dio, il nuovo film
del regista e sceneggiatore premio Oscar Paolo
Sorrentino, sarà disponibile da domani, mercoledì
15 dicembre, su Netflix in Italia e in
tutti i 190 paesi nei quali è disponibile il servizio. È stata la mano di Dio ha vinto il
Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria e il Premio Marcello
Mastroianni (a Filippo Scotti, come migliore attore emergente) alla
78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ed è il
film scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar.
Il film è candidato come Miglior
Film in Lingua Straniera ai Critics Choice Awards e ai Golden
Globes, come Miglior Film Internazionale agli IPA Satellite Awards,
ed è presente nelle liste dei migliori film dell’anno di diverse
testate internazionali. Filippo Scotti è nella lista di Variety,
10 Actors to Watch for 2021 e Daria D’Antonio è nella
lista di Variety, 10 Cinematographers to Watch for
2021.
È stata la mano di
Dio
Dal regista e sceneggiatore Premio
Oscar Paolo Sorrentino (Il Divo, La grande bellezza,
The Young Pope) la storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli
degli anni Ottanta. Una vicenda costellata da gioie inattese, come
l’arrivo della leggenda del calcio Diego Maradona, e una tragedia
altrettanto inattesa. Ma il destino trama dietro le quinte e gioia
e tragedia s’intrecciano, indicando la strada per il futuro di
Fabietto. Sorrentino torna nella sua città natale per raccontare la
sua storia più personale, un racconto di destino e famiglia, sport
e cinema, amore e perdita.
“Da un grande
potere, derivano grandi responsabilità”. È questo quello che
ci hanno insegnato i fumetti di Spider-Man ed è
questo che anche il cinema ci ha sempre provato a raccontare: un
supereroe con i superproblemi, un ragazzo apparentemente normale,
che sceglie sempre di fare ciò che è giusto, anche a discapito di
quello che il suo cuore vorrebbe.
Cosa racconta Spider-Man:
No Way Home?
È questo
che raccontaSpider-Man: No Way Home,
l’avventura del Peter Parker di Tom
Holland che diventa grande, che lascia le superiori
per affacciarsi al mondo degli adulti e che questa volta deve
affrontare una minaccia davvero grande, completamente da solo. O
meglio, non da solo, visto che quello che ha in più questo
Spider-Man rispetto a quelli che lo hanno preceduto è una coppia di
amici in gamba, che nonostante non abbiano superpoteri, hanno
coraggio da vendere, una bella dose di faccia tosta e soprattutto
un totale, puro e travolgente amore verso il nostro amichevole
supereroe di quartiere.
C’è anche un Avengers
senior ad affiancare Peter/Spidey, il Doctor Strange di Benedict Cumberbatch, ma non si tratta certo
di un mentore come lo era
Tony Stark. E così, di fronte ad un pericolo che minaccia di
distruggere l’intero multiverso e di far collassare su se stesse
tutte le esistenze, Peter Parker si troverà di fronte alla
battaglia che cambierà per sempre la sua vita.
Tom Holland completa la sua
trilogia
Terzo
film da solista di Tom
Holland nei panni dell’arrampicamuri,
Spider-Man: No Way Home è la perfetta conclusione
di una trilogia che ha visto Peter Parker crescere sempre di più,
come uomo e come eroe. Certo, nel mezzo ci sono state un paio di
avventure con gli Avengers e 5 anni di blip, ma è chiaro
che il gioco di parole dei tre titoli dei film SONY/Marvel,
Homecoming, Far
From Home e No Way Home,
alludevano proprio a questa parabola completa, questo arco
narrativo che comincia a scuola, si espande con la prima volta del
nostro eroe lontano da New York e si conclude, come un volteggio
trai grattacieli della città, tra una ragnatela a l’altra.
Un trio carismatico
Ovviamente torna
Tom
Holland, alla sua performance più difficile come Peter
Parker, perché se da un lato Spider-Man diverte di più rispetto al
suo alter ego un po’ imbranato ed è molto aiutato dalla computer
grafica nella realizzazione delle sue acrobazie sempre più
impegnative e spettacolari, il ragazzo Peter è il vero cuore del
personaggio: niente maschera, niente VFX, solo un giovane
interprete che si conferma, questa volta più che mai, capace di
emozionare e di emozionarsi, forte anche della grande alchimia con
i bravissimi comprimari, Jacob Batalon/Ned e
Zendaya/MJ.
Una regia ispirata e
spettacolare
Alla ricchezza di questi
personaggi che abbiamo visto crescere, sia nei loro panni di
personaggi che in quelli di attori, si unisce una regia, ancora di
Jon Watts, particolarmente ispirata nel mettere in
scena le scene acrobatiche, elemento fondamentale per questo genere
di film che, ne siamo certi, trascinerà al cinema frotte di fan, di
appassionati, o anche solo di curiosi. Perché, non neghiamolo,
intorno a questo film si è creata un’aspettativa enorme, un
hype senza precedenti, per quello che si sa, per quello
che non si sa, per quello che si spera accadrà, per quello che il
film rappresenta per molti.
Ma anche perché in fondo
Spider-Man è davvero l’eroe preferito di sempre, quello che
chiunque può essere, perché, come diceva il disegno animato di
Stan Lee in Spider-Man: Un Nuovo Universo, “alla fine il
costume entra sempre” (“It always fits, eventually”),
qualunque sia il colore, l’età, il sesso di chi vuole essere l’Uomo
Ragno.
Una sceneggiatura
bilanciata
Chris
McKenna e Erik Sommers firmano una storia
equilibrata, in cui tutti i personaggi (che sono tanti) trovano il
loro spazio, il loro momento per splendere, la loro ragione di
essere in quel posto in quel momento. Lo fanno con grande rispetto
per ciò che è venuto prima nella storia dell’Uomo Ragno al cinema,
ma senza mai dimenticare che lo Spidey di Tom
Holland è un personaggio che non si è mai visto
prima.
Il “bimbo ragno” diventa
uomo sotto gli occhi dei suoi spettatori, grazie ad una scrittura
leggera ma mai superficiale, capace, in più di un momento, di
toccare corde profonde, senza quasi nessuna sbavatura e traghettare
la storia verso un finale dove tutto va al posto giusto.
Spider-Man: No Way Home è un’esperienza
esaltante.
Spider-Man: No Way Home cambia le
carte in tavola
Cosa riserva al
personaggio il mondo del cinema non è certo, tra sequel, crossover,
reboot e remake sempre dietro l’angolo, quello che però si può dire
con certezza, è che questo Spider-Man: No Way
Home ha cambiato le carte in tavola e ha portato al
cinema uno spettacolo che nessuno immaginava e in pochi speravano
di poter vedere, ma in cui una sola persona ha creduto,
Kevin Feige ovviamente.
Spider-Man: No
Way Home rappresenta il cambiamento, è proprio vero che
non c’è strada del ritorno a casa e che ora Peter è diventato
grande, che ha preso la sua prima vera decisione da Spider-Man e ha
abbracciato a pieno le sue responsabilità.
Un misterioso rapinatore
dall’identità segreta fa tremare l’alta società americana. Eva
Kant, in visita dal Sud Africa, viene subito messa in allerta:
possiede il Diamante Rosa, gioiello che potrebbe fare gola al
ladro. Bella, ricca, vedova ed esotica, la donna cade nella
trappola instaurata da Diabolik, ma da vittima
diventa presto complice, non solo delle trame criminali, ma anche
in amore. I piani dei due vengono però subito ostacolati:
l’ispettore Ginko trova il covo di
Diabolik e riesce ad arrestare l’uomo che si
nasconde sotto la tuta nera. Che cosa ne sarà dell’oscuro
ladro?
Diabolik, dalla carta allo
schermo
Non è la prima volta che viene fatta
una trasposizione cinematografica del fumetto: nel 1968
Mario Bava porta sullo schermo il suo
Diabolik. Un film stimatissimo negli anni Sessanta e a
seguire, visto come simbolo della cultura pop. I Manetti ritentano l’impresa, dopo più di
cinquant’anni e in un contesto del tutto diverso.
Il fumetto di Angela e Luciana
Giussani è ancora conosciutissimo in Italia: la tuta nera di
Diabolik, gli occhi verdi di Eva Kant, la
Citroen DS bianca di Ginko sono immagini impresse nella
mente di grandi e piccoli appassionati dei fumetti sui criminali e
sugli eroi tenebrosi.
L’abilità con cui
Marco e Antonio Manetti ricreano
l’universo del fumetto è indiscutibile. La precisione nella
ricostruzione dei disegni originari e dei mitici anni Sessanta in
cui la storia è ambientata affascinano ogni lettore, anche
occasionale, di Diabolik. L’attenzione ai dettagli
è essenziale quando si ha a che fare con un personaggio già iconico
e apprezzato da fan incalliti. I Manetti mettono
la loro impronta ma non ambiscono a stravolgere o a modernizzare
Clareville e i suoi abitanti. E, a dirla tutta, va bene così.
Una recitazione trattenuta
I Manetti Bros.
scelgono un’impronta ben definita per la recitazione. I dialoghi
risultano molto costruiti, del tutto privi di spontaneità. Ad
arricchire la teatralità, si aggiungono i sospiri, gli sguardi nel
vuoto, i volti estremamente impostati. Una recitazione ”molto
italiana”, direbbe Stanis La Rochelle di Boris.
Una scelta sicuramente legata al mondo della fiction e della
televisione pubblica caro ai registi.
Va aggiunto però che questo tipo di
recitazione è a suo modo fumettistica. In Diabolik
c’è una fedele ripresa dei dialoghi del fumetto: bidimensionali,
fatti di frasi veloci ed enfatiche, senza troppi giri di parole o
approfondimenti psicologici. Vista in questi termini, la scelta di
una sceneggiatura quasi da soap opera o da film hollywoodiano anni
Cinquanta, acquisisce senso.
Il cast di Diabolik
I
nomi che ritroviamo nel cast di Diabolik sono
rappresentativi del cinema italiano del nostro tempo. Accanto a
loro però, tutti gli altri personaggi sono figure abbastanza
anonime.
Valerio
Mastrandrea (Fai bei
sogni) è l’ispettore Ginko:
un uomo logorato dalla caccia al criminale, potente ma mai
abbastanza. Serena Rossi veste i panni di
Elisabeth. La compagna di Walter Dorian, è
lo stereotipo della donna anni Sessanta, ricca, diveggiante e un
po’ svampita. Stereotipati – e divertenti nei loro tratti forzati –
sono anche i personaggi di Claudia Gerini, ricca
ereditiera e Alessandro Roja nei panni di
Caron.
Il protagonista
(Diabolik alias Walter Dorian) è
interpretato da Luca Marinelli (La
solitudine dei numeri primi,
Lo chiamavano Jeeg Robot, Martin Eden).
Figura spettrale, entità tenebrosa e affascinante, il
Diabolik di Marinelli funziona
per sottrazione: il personaggio si esprime al massimo grado quando
è nell’ombra o quando è nei panni (e nella pelle) di qualcun altro.
A Marinelli, in fin dei conti, sono riservate
poche battute, ma l’attore dà molta forza al suo personaggio
lavorando con il suo sguardo potente e con il corpo.
Eva Kant è la vera
protagonista?
La vera protagonista del film è
Lady Eva Kant. Il fascino del personaggio dei fumetti è
reso in modo incredibile da Miriam Leone (Marilyn
ha gli occhi neri). La figura sinuosa negli abiti
aderenti, il collo lunghissimo enfatizzato dai biondi capelli
raccolti, gli occhi smeraldo luminosi come i diamanti di cui
Eva si ricopre: tutta l’essenza della femme fatale che ha
fatto sognare gli amanti di Diabolik viene
conservata e amplificata dalle immagini a colori sullo schermo.
Nel mondo patinato dei ricchi,
Eva spicca: non solo per la sua bellezza. È una donna sola
e indipendente, non ha nessuna ambizione a fare la brava
mogliettina di un uomo importante. Vuole il brivido. Per questo, è
affascinata da Diabolik prima ancora di
conoscerlo. Eva è il personaggio che più viene indagato
nel film. Vediamo il suo cambiamento, il suo passaggio al lato
oscuro, le varie sfaccettature della sua identità.
In Diabolik quindi,
i veri protagonisti sono Eva Kant e la travolgente storia
d’amore tra lei e il criminale. La passione è sicuramente
arricchita da una buona dose di inseguimenti e colpi di scena
polizieschi, che però restano in secondo piano rispetto alle
vicende sentimentali.
Come da tradizione, ogni Natale
cinematografico italiano ha il suo Babbo di riferimento. Se l’anno
scorso il celebre personaggio era stato interpretato da
Diego Abatantuono in 10 giorni con Babbo
Natale, quest’anno tocca a Christian De Sica ricoprire tali
vesti. L’occasione è il nuovo film di AlessandroSiani dal titolo Chi ha incastrato
Babbo Natale?, in arrivo in sala a partire dal 16
dicembre. Qui al suo quinto lavoro come regista, dopo titoli di
buon successo come Si accettano miracoli e
Il giorno più bello del
mondo, Siani continua dunque a lavorare sulla favola,
arricchendola di immancabili elementi della tradizione napoletana,
i quali emergono naturalmente a partire dalla sua verve comica.
In questo suo nuovo lungometraggio,
infatti, Siani interpreta Genny Catalano, definito
il “re dei pacchi”, dove i pacchi non sono però quelli da
consegnare bensì le fregature che egli è solito rifilare. Proprio
in virtù di questo suo discutibile talento, egli viene assoldato
dall’elfo Romeo affinché metta i bastoni tra le
ruote proprio a Babbo Natale. Romeo, infatti, ha
stretto un’alleanza segreta con la Wonderfast, una società privata
che commercializza e consegna ogni cosa in poche ore. L’obiettivo è
quello di neutralizzare il vecchio Babbo, il quale
involontariamente farebbe una concorrenza sleale alla società.
L’arrivo di Genny nella fabbrica di giocattoli in Lapponia sarà
dunque l’inizio di un’imprevedibile catena di eventi comici.
Alessandro Siani e la sua fiaba di Natale
Se già il precedente film da regista
e interprete di Siani, Il giorno più bello del mondo,
dialogava apertamente con il fantasy, tra magia e folklore
napoletano, con Chi ha incastrato Babbo Natale? egli entra
apertamente nel campo della fiaba per grandi e piccini. Grazie a
questo genere egli ha non solo modo di dar vita ad un racconto
(scritto insieme a Gianluca Ansanelli e
Tito Bufalini) attraverso cui esplorare la magia
del Natale, ma anche portare in scena una serie di riflessioni sul
nostro contemporaneo. Con la Wonderfast, il richiamo è ovviamente
al colosso Amazon, strumento grazie a cui ormai il concetto di
regalo e consegna è profondamente cambiato.
Allo stesso tempo, quello del film è
un Babbo Natale in evidente difficoltà nel soddisfare la sempre
crescente richiesta di regali tecnologici. Tutto sembra dunque
puntare a raccontare un panorama nuovo, veloce, che trova fin
troppe corrispondenze nella nostra realtà. Si tratta di riflessioni
certamente non originali ma già affrontate altrove e in altre
modalità. Coniugarle al mondo di Babbo Natale permette però di
donare al tutto un sapore più nostalgico, di quando i regali erano
opera di artigianato e stimolavano davvero la creatività e la
fantasia, di quando l’attesa della consegna era a suo modo un
momento altrettanto magico.
In ultimo, si riconosce al film
anche la volontà di parlare di quanto oggi le differenze sociali
portino certi i regali di Natale ad essere un’esclusiva soltanto di
alcuni bambini. Tale argomento, qui incarnato dal piccolo scugnizzo
Checco (interpretato da Martin Francisco Montero
Baez) porta fin dentro il mondo della criminalità, lì dove
sembra possibile ottenere anche ciò che non si potrebbe. Si tratta
di un argomento particolarmente delicato, che nel finale del film
non trova probabilmente il suo pieno compimento.
Chi ha incastrato Babbo
Natale?: la recensione del film
Questi sono dunque gli aspetti più
interessanti del film, il quale cerca di lasciare un insegnamento a
riguardo strappando qualche risata. Il tutto viene infatti condito
da una serie continua di gag ed eventi comici, i quali però
finiscono piano piano con lo svelare il principale problema del
film, ovvero l’assenza di una storia all’altezza delle premesse. Il
talento da mattatore di Siani e il carisma di De Sica non bastano
infatti a dar valore ad una vicenda fin troppo semplice, che si
risolve in modo poco significativo. Le tematiche messe in gioco e
poc’anzi descritte finiscono così con il passare in secondo
piano.
Una serie di implausibilità e
forzature narrative portano dunque il film a richiedere una
sospensione della credulità maggiore, che non sempre potrà però
essere accordata. Sulla carta, tra scenografie, colori ed effetti
speciali, Chi ha incastrato Babbo Natale? si affermerà
certamente come un valido film natalizio italiano. Innegabile però
che, date le riflessioni che si volevano suscitare, sarebbe stato
necessario rinunciare a certi eccessi “da favola”, per calarsi un
po’ di più nel reale. Un equilibrio certamente difficile da
raggiungere, ma che è quello che fa la differenza.
Nessuno ha mai fallito così tanto
nel cercare di essere buono come i Troppo
Cattivi. Nella nuova commedia d’azione della
DreamWorks Animation, basata sulla serie di libri
più venduti del New York Times, una banda criminale di animali sta
per tentare la sua truffa più impegnativa: diventare cittadini
modello. Nel cast italiano del film anche Paola Michelini che dà la
voce alla Governatrice Foxington. Basato sulla serie di libri di
successo di Aaron Blabey, Troppo Cattivi è diretto da Pierre
Perifel (animatore di Kung Fu Panda), al suo debutto alla regia. Il
film è prodotto da Damon Ross (produttore di Trolls, The Boss Baby,
coproduttore di Nacho Libre) e Rebecca Huntley (produttore
associato di The Boss Baby). I produttori esecutivi sono Aaron
Blabey, Etan Cohen e Patrick Hughes.
Non ci sono mai stati cinque amici
così noti come i Troppo
Cattivi – l’affascinante borseggiatore Mister
Wolf (Andrea Perroni), Mister Snake lo scassinatore che le ha viste
tutte (Edoardo Ferrario), il gelido maestro del travestimento
Mister Shark (Francesco De Carlo), il “muscoloso” Mister Piranha
(Valerio Lundini) e l’hacker esperta dalla lingua tagliente Miss
Tarantula (Margherita Vicario), alias “Web”. Ma quando, dopo anni
di innumerevoli rapine ed essendo i criminali più ricercati al
mondo, la banda viene finalmente catturata, Mister Wolf decide di
fare un patto (che non ha intenzione di mantenere) per salvarli
tutti dalla prigione: i Troppo Cattivi diventeranno buoni. Sotto la
guida del loro mentore, il professor Marmalade (Saverio Raimondo),
un arrogante (ma adorabile!) porcellino d’india, i Troppo Cattivi
fingeranno davanti al mondo di essersi trasformati in buoni. Lungo
la strada però, Mister Wolf inizia a capire che fare del bene per
davvero può dargli ciò che ha sempre segretamente desiderato:
l’accettazione. Così quando in città arriva un nuovo cattivo,
riuscirà Mister Wolf a convincere gli altri membri della banda a
diventare… Buoni?
Si chiude nel segno
di Diabolik la
31ma edizione del Noir in Festival, che per la
giornata di mercoledì 15 dicembre regala
al pubblico due imperdibili appuntamenti dedicati al re del
terrore. Marco e Antonio Manetti, registi del
nuovo, attesissimo Diabolik,
saranno protagonisti alle ore 15.00, nell’Auditorium di IULM 6, di
un imperdibile incontro dedicato al personaggio iconico creato
dalle sorelle Giussani, in cui dialogheranno insieme
a Chiara Tagliaferri, autrice del
podcast Les diaboliques.
L’anteprima del film dei Manetti bros., in
sala per 01 Distribution dal 16 dicembre, sarà
invece l’evento di chiusura del Noir
2021, grazie al sostegno di Mompracem, Rai Cinema e 01 Distribution
in collaborazione con Astorina. Durante la serata i
Manetti bros. e i protagonisti presenteranno il film
in sala e saluteranno il pubblico del festival.
L’incontro sarà preceduto
dall’annuncio dei vincitori del Premio Caligari e
del Black Panther Award 2021, che saranno poi
festeggiati in sala nel corso della serata di chiusura. Ospite
della giornata sarà anche un autore che ha molto spesso collaborato
con ai Manetti bros. ovvero Carlo Lucarelli, che
presenterà il suo ultimo romanzo Léon edito da
Einaudi (ore 18.00, Rizzoli Galleria). Infine Gabriele
Acerbo e Roberto
Pisoni presenteranno il volume Kill baby
kill! Il cinema di Mario Bava (Bietti), moderati da Piera
Detassis (ore 11.30, IULM – Sala dei 146).