Giusto ieri vi abbiamo riportato
le dichiarazioni di
Kevin Feige in merito al tono che avrà
Doctor Strange in the
Multiverse of Madness, attesissimo sequel del
cinecomic Marvel con Benedict
Cumberbatch uscito ormai 5 anni fa. Ospite d’onore della
New York Film
Academy, il boss dei Marvel Studios ha spiegato che il nuovo film
dedicato alle avventure dello Stregone Supremo non sarà
necessariamente un “horror”, ma piuttosto “un grande
film ambientato nel MCU con una serie di sequenze
davvero spaventose.”
Adesso, sempre in occasione della
medesima chiacchierata avvenuta nella prestigiosa accademia
cinematografica americana, Feige ha anche anticipato che nel sequel
di Doctor Strange verranno introdotti una
serie di personaggi del MCU assolutamente inattesi.
“A volte scegli l’eroe del
titolo, scegli il personaggio principale o il team principale che
vuoi portare sullo schermo e molto spesso, proprio mentre sviluppo
e realizzi il film, ti ritrovi a pensare: ‘Chi farà il suo debutto
adesso?’, oppure: ‘Chi si adatterà a tutto ciò’?”, ha spiegato
Kevin Feige.
“Nel prossimo Doctor Strange, ad
esempio, ci saranno alcuni nuovi personaggio del MCU che faranno il loro debutto sul
grande schermo e che non ti aspetti o non immagineresti mai di
vedere. Abbiamo trovato un modo davvero incredibile per far
funzionare la cosa, perché il nostro obiettivo è realizzare un
particolare tipo di film e c’era questo personaggio che abbiamo
sempre voluto utilizzare e che si incastrerà perfettamente con la
storia.”
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange
2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà
anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision. Le riprese
dovrebbero cominciare nella prima metà del 2020.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita
dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con
Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda
Swinton, Chiwetel
Ejiofor e Rachel McAdams.
Abbiamo rivisto Strange in Infinity
Ware
inEndgame.
La battaglia finale di
Avengers: Endgame è uno dei
momenti dell’intero MCU che probabilmente resteranno
per sempre nel cuore dei fan, dal momento che i fratelli
Russo sono stati in grado di regalare al pubblico uno
spettacolo epico, incredibile da vedere. Uno dei momenti chiave
della battaglia è ovviamente quello in cui Captain
America, contuso e insanguinato, giace ai piedi di
Thanos e del suo imponente esercito di alieni.
Nelle ultime ore, l’artista
Ryan Meinerding ha diffuso attraverso il suo
account Instagram alcuni
concept art inediti realizzati proprio per Avengers:
Endgame che ritraggono, oltre Captain America e
Thanos insieme ai suoi “figli” sul campo di battaglia, anche Iron
Man.
“Contro ogni previsione!”,
ha scritto Meinerding su Instagram. “Cap in piedi pronto ad
affrontare l’esercito di Thanos! Un’esperienza straordinaria
lavorare a questo film per conto dei fratelli Russo e di Kevin
Feige.”
Ricordiamo
che Avengers: Endgame è il film
di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei
Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Film evento del decennio, è riuscito
in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso
narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande
schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno
premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima
alla classifica Avatar di James
Cameron.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris
Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict
Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman,
Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian
Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh
Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon
Favreau, Paul Rudd e Brie
Larson.
Sembra davvero non esserci pace per
l’adattamento cinematografico di Uncharted ad
opera della Sony Pictures. Dopo la dipartita dei precedenti registi
associati al progetto, ossia Shawn Levy e
Dan Trachtenberg, il progetto subisce un’ulteriore
battuta d’arresto a causa di un altro importante
allontanamento.
Come riportato da The Hollywood
Reporter, infatti, Travis Knight (Bumblebee) – che solo
lo scorso settembre era stato annunciato come nuovo regista del
film – abbandonerà Uncharted a
causa di un problema puramente organizzativo: a causa degli impegni
di Tom Holland con le riprese del terzo Spider-Man fissate per
la prossima estate, la produzione del film basato sul celebre
videogioco Naughty Dog è stata ufficialmente posticipata; proprio
per questo motivo, Knight sarebbe impossibilitato ad occuparsi
ancora della regia.
A questo punto è altamente
improbabile che Unchartedriesca
ad essere pronto per il 18 dicembre 2020, data inizialmente fissata
dalla Sony per la release del film. Tom Holland
resta collegato al progetto nei panni di Nathan Drake, così come
Mark Wahlberg in quelli di Sully Sullivan.
Non tutti sanno che, inizialmente,
Mark
Wahlberg avrebbe dovuto interpretare l’eroe del titolo
anni fa quando David O. Russell era coinvolto nel
progetto, mentre negli anni la Sony ha deciso di sviluppare il film
come una origin story. La sceneggiatura è stata firmata da
Art Marcum, Matt Holloway e Rafe Judkins, e racconterà le avventure
del protagonista Nathan Drake nei suoi anni giovanili mentre
diventa il cacciatore di tesori che tutti conosciamo.
Vi ricordiamo che
Uncharted sarà la prima
produzione cinematografica di Sony PlayStation Productions,
divisione interna della Sony fondata lo scorso anno da Asad
Qizilbash e Carter Swan in collaborazione con PlayStation
Productions, Chuck Roven, Avi Arad, Alex Gartner e Ari Arad.
La scorsa settimana avevamo appreso
che a gennaio sarebbe arrivato il nuovo trailer ufficiale di
New Mutants, il travagliatissimo
cinecomic di Josh Boone dedicato ai Nuovi
Mutanti, che nel corso della sua storia produttiva è stato soggetto
a riprese aggiuntive e a numerosi slittamenti di release.
Adesso che il film è ufficialmente
tornato in carreggiata, il regista Josh Boone ha
annunciato attraverso il suo account Instagram che il nuovo trailer
ufficiale di New Mutants arriverà online
il prossimo 6 gennaio e che il film sarà il suo debutto nelle sale
americane il prossimo 3 aprile.
Di recente,
l’artista Bill Sienkiewicz – che ha
lavorato col fumettista Chris Claremont al
film – aveva spiegato che il tredicesimo episodio dell’X-Universe
ha finalmente ricevuto l’approvazione dei Marvel Studios:
“Due giorni fa ho sentito Josh
Boone, il regista. Mi ha mandato il nuovo trailer. Ci stanno
lavorando già da un po’: è fenomenale! Ho avuto i brividi. Dopo
l’accordo Disney/Fox, che non voglio chiamare fusione o altro…
sembra che adesso il film abbia l’approvazione della Marvel. E sembra molto più una
pellicola Marvel in base a ciò che stanno
facendo, ma ci sono comunque tutti i suoi elementi horror. Ciò che
ho visto è davvero stellare.”
Di seguito il post condiviso da Boone via Instagram:
Nell’attesa di maggiori
informazioni, vi ricordiamo che il film è diretto
da Josh Boone, e ha nel
cast Anya Taylor-Joy, Maisie Williams, Charlie Heaton,
Alice Braga, Henry Zaga, Blu Hunt e Jon
Hamm.
La trama verterà intorno ad un
gruppo di cinque giovani mutanti, i quali scoperte le loro
incredibili capacità mentre si trovano confinati in una struttura
segreta contro la loro volontà, cercheranno di combattere per
sfuggire al luogo e alle colpe del loro passato, salvando sé
stessi.
Apprezzato attore comico,
Martin Lawrence si è negli anni costruito una
carriera partecipando a film di grande impatto, svelando buone doti
attoriali in generi sempre diversi e talvolta opposti alla
commedia. Nell’ultimo periodo la sua carriera sembrava essere stata
oscurata, ma l’attore si è fatto trovare pronto nel momento in cui
un vecchio e celebre ruolo del passato ha richiesto nuovamente la
sua presenza. Lawrence è così prossimo ad una nuova incursione
cinematografica, che potrà far riscoprire le sue abilità.
Ecco 10 cose che non sai su
Martin Lawrence.
Martin Lawrence: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore ha esordito al cinema con il film
Fa’ la cosa giusta (1989), per poi recitare nei film
House Party (1990), House Party 2 (1991), Il
principe delle donne (1992) e Bad Boys (1995), dove
recita accanto all’attore Will
Smith e ottiene una buona popolarità. Negli anni
seguenti recita in La linea sottile tra odio e amore
(1996), Life (1999), Da ladro a poliziotto
(1999), Big Mama (2000) e Bad Boys II
(2003). Tra gli ultimi film interpretati dall’attore si
annoverano FBI:
Operazione tata (2006), Svalvolati on the road
(2007), In viaggio per il college (2008), Il funerale
è servito (2010) e Big Mama – Tale padre, tale figlio
(2011). Nel 2019 l’attore torna a recitare al cinema nei film
The Beach Bum (2019) e Bad Boys for Life (2020),
nuovo capitolo della trilogia comedy-action.
2. Ha recitato anche in
televisione. L’attore intraprende la propria carriera
recitando in televisione nella serie What’s Happening Now!
(1987-1988). Successivamente recita nei film per la TV A Little
Bit Strange (1989), Hammer, Slammer, & Slade (1990) e
Private Times (1991). Ottiene poi grande popolarità
recitando da protagonista nella serie Martin (1992-1997).
Lawrence torna poi a recitare in televisione nel 2014 nella serie
Partners.
3. Si è affermato come
produttore. Nel corso degli anni l’attore ha svolto anche
il ruolo di produttore, in particolare per progetti in cui era
coinvolto anche come interprete. Tra questi si annoverano i film
La linea sottile tra odio e amore, e Big Mama, FBI:
Operazione tata, come anche le serie TV Martin, 1st
Amendement Stand Up e Partners.
Martin Lawrence è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 6,3 milioni di
persone. All’interno di questo Lawrence è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o
colleghi. Non mancano inoltre immagini promozionali dei suoi
progetti da interprete, o foto tratte dagli eventi mondani a cui
l’attore prende parte.
Martin Lawrence: l’incidente avuto
dall’attore
5. Ha avuto problemi di
salute. Mentre si preparava per le riprese del film
Big Mama, l’attore decise di fare una corsa per mantenersi
in movimento. Sfortunatamente però, Lawrence scelse una calda
giornata estiva, che lo gettò in uno stato di disidratazione tale
da perdere i sensi e rimanere in coma per tre giorni. A salvarlo fu
l’intervento tempestivo dei medici.
Martin Lawrence in Bad Boys
6. Ha improvvisato molte
scene. Il regista Michael Bay si era
dichiarato scontento della sceneggiatura del film, chiedendo perciò
ai due attori protagonisti di improvvisare buona parte delle scene.
Il successo del film venne così dalla grande chimica di coppia
sfoggiata a riguardo tra Lawrence e Smith.
7. Non credeva si sarebbe
realizzato un terzo film. Nel 2017 l’annunciato terzo
capitolo della serie fu privato, da parte della casa di produzione,
di una data ufficiale di rilascio. Questa notizia portò Lawrence a
convincersi che il film non si sarebbe mai realizzato, anche per
via dei numerosi altri impegni dell’attore Will
Smith. Tuttavia, infine, il film ottenne una nuova data di
distribuzione, e fu ufficialmente confermato dai due
interpreti.
Martin Lawrence in Big Mama
8. Il suo vestito è stato
ripensato in seguito al suo incidente. Dopo aver superato
l’incidente che lo gettò in alcuni giorni di coma, dovuto ad un
eccessivo colpo di calore, si pensò di riadattare il pesante
costume che l’attore avrebbe dovuto indossare in Big Mama.
Questo fu infatti reso più leggero e traspirante, così da evitare a
Lawrence eventuali nuovi problemi di salute.
Martin Lawrence: il suo 2019
9. È pronto a tornare al
cinema. Nel 2019 l’attore ha annunciato il suo ritorno sul
grande schermo con il film Bad Boys for life, che lo vede
riunirsi accanto a Will Smith, riprendendo il
ruolo del detective Marcus Burnett.
Martin Lawrence età e altezza
10. Martin Lawrence è nato a
Francoforte sul Meno, in Germania, il 16 aprile 1965.
L’attore è alto complessivamente 171 centimetri.
Quando un nuovo anno
cinematografico si conclude, e arriva il momento di tirare le
somme, ci si accorge che, in mezzo ai grandi film visti, capaci di
emozionare e sorprendere, inevitabilmente ci sono anche diverse
opere poco o per nulla riuscite. Le peggiori di queste sono state
elencate dalla rivista «The Hollywood Reporter», che ha chiesto ai
propri critici di indicare quelli che sono i peggiori film visti
sul grande schermo nel corso del 2019.
Il risultato di questo sondaggio è
stato piuttosto variegato, includendo film horror, d’animazione,
cinecomic, in aggiunta ai classici remake, reboot o sequel privi di
concreta inventiva. Non mancano inoltre film d’autore rivelatisi
deludenti manifestazioni di personalità non più all’apice del
proprio potenziale.
Di seguito, ecco i dieci peggiori
film del 2019 secondo i critici del The Hollywood Reporter.
Artic Dogs
Film d’animazione diretto da
Aaron Woodley, Artic
Dogs è stato distribuito nei cinema statunitensi il 1
novembre 2019, rivelandosi un clamoroso flop con un incasso di soli
8 milioni di dollari a fronte di un budget di 50.
Il film, trai cui doppiatori si
annoverano Jeremy Renner,
James Franco, Michael
Madsen, Omar Sy, Anjelica Huston e Alec
Baldwin, è stato inoltre male accolto dalla critica,
ottenendo sull’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes una
percentuale del 14%.
Cats
Nonostante sia stato diretto dal
premio Oscar Tom Hooper, e vanti attori del
calibro di Judi Dench, Ian McKellen,
Jennifer Hudson,
Idris Elba,
e Rebel Wilson, nonché la cantante Taylor
Swift, il film Cats è stato
accolto con pareri particolarmente negativi da parte della
critica.
Ispirato all’omonimo musical di
Andrew Lloyd Webber, ha trovato nell’umanizzazione dei gatti
protagonisti il suo elemento più criticato. Tali effetti speciali
sono infatti stati definiti “disturbanti” e “eccessivi”, mai
affascinanti. Secondo i critici del celebre magazine, il film è
l’esempio perfetto di come non si dovrebbe fare una trasposizione
di un testo preesistente al cinema.
Dark Phoenix
L’ultimo film degli X-Men
realizzato prima dell’acquisto della Fox da parte della Disney si è
rivelato anche il più fallimentare della saga. Rallentato dai
numerosi problemi legati alla sua produzione, il film che segna
l’esordio alla regia per Simon Kinberg non ha poi
trovato il favore della critica, indicando una dilagante mancanza
di intrattenimento o di concreta drammaticità a quanto narrato.
Una delle più scottanti delusioni
dell’anno è quella legata a Domino, il
nuovo film di Brian De Palma. L’autore, che nel
corso della sua carriera ha dato vita ad opere memorabili, torna
dietro la macchina da presa dopo diversi anni di silenzio. Il suo
nuovo lungometraggio è stato tuttavia sfortunato sin dai primi
giorni di produzione, trovandosi in più occasioni manomesso dai
produttori e rimodellato senza il permesso del suo regista, che ha
finito con il prendere le distanze dal progetto.
In questo suo nuovo thriller è
possibile ritrovare le principali caratteristiche del suo cinema,
dallo stile virtuoso agli intrecci narrativi ad effetto. Manca
tuttavia, secondo i critici, un’organicità al tutto che possa
rendere il film degno di far parte della filmografia del suo
autore.
The Fanatic
Tra i più deludenti risultati al
botteghino dell’anno si annovera il film The
Fanatic, interpretato dall’attore John
Travolta. Accolto particolarmente male dai critici,
che lo hanno da subito indicato come uno dei film peggiori
dell’anno, il lungometraggio è la storia di un fanatico desideroso
di incontrare la sua star cinematografica del cuore, a tal punto da
diventare un vero e proprio stalker.
I critici del magazine ne hanno
ampiamente criticato la mancanza di suspense, nonché la non
convincente rappresentazione del tema dell’ossessione. Per molti,
quella nel film, è inoltre la peggior interpretazione nella
carriera di Travolta.
The Haunting of Sharon Tate
Nell’anno che la vede interpretata
al cinema da Margot
Robbie in C’era una
volta a… Hollywood, l’attrice Sharon
Tate, tragicamente scomparsa cinquanta anni fa, è al
centro anche del film The Haunting of Sharon
Tate, horror diretto da Daniel
Ferrands con Hillary Duff nel ruolo della
celebre attrice.
Indicato come uno sterile film che
non fa altro che riproporre i tragici eventi di Cielo Drive in
chiave horror, il lungometraggio, inedito in Italia, è stato
inoltre criticato per il non rendere affatto giustizia ad una
storia tristemente vera.
A Million Little Pieces
Basato sulla biografia di James
Frey, pubblicata nel 2003, il film diretto da Sam
Taylor-Johnson e interpretato dal marito Aaron
Taylor-Johnson conquista un posto in classifica per il suo
affermarsi come una nuova banale opera trattante i drammi della
dipendenza da droghe.
Ciò che manca nel film, secondo i
critici, è un vero e proprio coinvolgimento emotivo, che manca di
verificarsi nel momento in cui il personaggio intraprende il
proprio personale percorso di redenzione. Privo di una propria
originalità, la pellicola non è così riuscita a replicare il
successo di ben più noti film su tali temi.
Rambo: Last Blood
Il nuovo film dedicato al
leggendario personaggio di John Rambo, il nuovo film interpretato
da Sylvester
Stallone si è rivelato uno stanco sequel privo del
mordente sfoggiato dai primi capitoli della serie. Le nuove
avventure del reduce dal Vietnam, ambientate ora nell’attuale
contesto sociale e politico degli Stati Uniti, lo vedono infatti
fronteggiarsi contro un gruppo di pericolosi criminali
messicani.
Ciò che più di ogni altra cosa in
Rambo: Last
Blood sembra aver turbato i critici, è la fragile
sceneggiatura, che non accenna a volersi distaccare da facili
stereotipi, percorrendo strade che hanno portato il personaggio ad
un’evoluzione che poco aggiunge alla sua mitologia.
Serenity
In molti si sono chiesti come sia
possibile che dopo aver scritto e diretto un gioiello come Locke, il
regista Steven Knight abbia dato vita ad uno film
considerato tra i peggiori dell’anno: Serenity.
Interpretato dagli attori Matthew
McConaughey e Anne
Hathaway, il film è un thriller incentrato sulla
richiesta di una donna all’ex marito di aiutarla a liberarsi del
suo nuovo violento compagno.
Nonostante le premesse, i critici
ne hanno bocciato la messa in scena, giudicandola priva di fascino.
In particolare sono state giudicate insufficienti le prove
attoriali dei due protagonisti, apparentemente non a loro agio nei
rispettivi ruoli.
Trading Paint
Ancora un film con John
Travolta nella classifica stilata dal magazine, stavolta
con il film Trading Paint. Qui l’attore
ricopre il ruolo di un ex pilota desideroso di tramandare il
proprio mestiere al figlio.
La storia prometteva del
potenziale, che però non sembra essere stato espresso al meglio in
fase di scrittura. Secondo i critici, le motivazioni del
personaggio e il suo contesto rimangono inesplorate, passando senza
grande continuità da una scena all’altra, facendosi percepire il
film più lungo di quanto in realtà non sia. Tutte queste
motivazioni gli hanno fatto guadagnare un posto nella classifica
dei peggiori film del 2019.
Joker
è stato uno dei migliori film del 2019, applaudito tanto dalla
critica quanto dal pubblico. Con il suo tono così oscuro, crudo e
realistico, ha mostrato ai fan un lato diverso del genere
supereroistico, mentre l’incarnazione del Clown Principe del
Crimine offerta da
Joaquin Phoenix è stata tanto magistrale quanto
spaventosa. Ecco perché i fan non vedono l’ora che la Warner Bros.
annunci ufficialmente il sequel.
Per ingannare l’attesa, abbiamo
raccolto di seguito 5 cose che vorremmo vedere in un eventuale
sequel di Joker
e 5 cose che invece ci auguriamo di non vedere. Un sequel può
essere davvero difficile da realizzare, soprattutto quando si
tratta di un film che ha ricevuto così tanti consensi come l’opera
realizzata da Todd Phillips. In attesa di capire quali
saranno i piani della Warner Bros. e della DC Films, ecco di
seguito cosa bisognerebbe aspettarsi da un prosieguo della storia
di Arthur Fleck e cosa no:
Cosa dovrebbe fare: approfondire
la personalità di Arthur Fleck
Prima di assumere l’identità del
Joker,
il personaggio di
Joaquin Phoenix è Arthur Fleck. L’intero film è
raccontato attraverso il suo punto di vista, ma sembra che poco o
nulla in realtà ci venga spiegato a proposito della sua storia.
Sappiamo che è un amante della comicità, che adora Murray Franklin
e che si prende cura di sua madre, ma non sappiamo davvero cosa gli
piaccia e cosa non gli piaccia.
Da questo punto di vista, un sequel
potrebbe fare ancora più luce sulla personalità di Arthur:
potrebbero emergere lati del suo carattere ancora più inquietanti,
così come potrebbero emergere lati decisamente meno conturbanti.
Potremmo riuscire a capire cosa pensa di Gotham City e dei suoi
abitanti…
Cosa non dovrebbe fare: sviscerare
il mistero di Thomas Wayne
Per gran parte del film, Arthur
Fleck è alla ricerca di risposte in merito al suo turbolento
passato. Non sa per certo se sia il figlio di Thomas Wayne, e
quindi il fratello di Bruce. E questo aspetto della trama è
indubbiamente affascinante.
Il fatto che non si conosca la
verità sulla storia famigliare di Arthur contribuisce alla sua
discesa nella follia, a fare di lui il futuro Joker: a questo punto
è il pubblico a dover trarre le sue conclusioni in merito al grado
di parentela tra Arthur e Thomas. Se un sequel dovesse fornire
eventuali risposte in merito, parte del mistero, dell’intrigo e
dell’interesse che ruotano attorno al passato di Arthur andrebbero
certamente perduti.
Cosa dovrebbe fare: mostrare i
seguaci del Joker in azione
Alla fine del film, Arthur Fleck
sembra aver raggiunto il proprio scopo. Ha ucciso Murray Franklin e
il Joker
sembra essere ufficialmente nato, con l’intera Gotham City che lo
vede ormai come un eroe, cosa che alimenta ulteriormente la sua
follia e il suo egocentrismo.
Sembra però che non tutti siano
ancora disposti ad ascoltare Arthur. Aver ucciso qualcuno in
diretta tv non fa di lui un essere così speciale, soprattutto in
una città così allo sbando e corrotta come Gotham. Sarebbe dunque
interessante vedere in un eventuale sequel come Arthur riuscirebbe
a sfidare l’autorità e a convincere gli altri a seguire le sue
nefandezze.
Cosa non dovrebbe fare: inserire Batman nella storia
Sono passati molti anni ormai da
quando abbiamo visto un film in cui Joker
e Batman appaiono l’uno di fianco all’altro: Suicide
Squad non conta, dal momento che Il
Cavaliere Oscuro appare nel film solo brevemente e
l’interpretazione del Clown Principe del Crimine ad opera di Jared
Lato ha lasciato davvero molto a desiderare. Ecco perché Todd Phillips potrebbe essere tentato
all’idea di inserire in un eventuale sequel il personaggio del
Crociato di Gotham contro lo stesso Joker.
Eppure, ciò non dovrebbe accadere.
Si tratta di un espediente da riservare per un eventuale terzo
film. Un sequel di Joker dovrebbe
essere ambientato subito dopo il primo film, con Bruce Wayne ancora
bambino. È innegabile che un nuovo faccia a faccia tra Joker e
Batman farebbe la gioia di tutti i fan, ma gli eventuali ed enormi
buchi che la cosa lascerebbe all’interno della narrazione non
possono essere sottovalutati.
Cosa dovrebbe fare: mostrare il processo di Joker
Sfortunatamente, ne
Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno del 2012 non
abbiamo mai visto il Joker di Heath Ledger essere processato per i crimini
commessi, e questo principalmente a causa della prematura scomparsa
dell’attore. Se il sequel di Joker dovesse
effettivamente essere ambientato subito dopo gli eventi del film
uscito quest’anno, è probabile allora che la DC decida di mostrare
ai fan il processo ai danni del Clown Principe del Crimine.
Si tratterebbe di qualcosa di molto
fedele ai fumetti: Joker è sempre sotto processo, viene
perennemente confinato ad Arkham, a Blackgate o in qualsiasi altro
penitenziario, nonostante alla fine riesca sempre a scappare.
Inoltre, un processo potrebbe mostrare cosa gli abitanti di Gotham
pensano di Arthur dopo l’omicidio di Murray Franklin.
Cosa non dovrebbe fare: mantenere
lo stesso tono
Tutti hanno amato il tono del primo
film. È stato eccezionale vedere come una grande storia non
necessiti per forza di effetti speciali o di grandi personaggi
secondari, ma possa fondarsi unicamente sulla straordinaria
recitazione dell’interprete principale e sui tormenti interiori del
personaggio. Ecco perché Joker è
probabilmente uno dei film di supereroi più oscuri che siano mai
stati realizzati.
Un eventuale sequel che però
riproporrebbe atteggiamenti, situazioni e dinamiche molto simili al
primo film toglierebbe unicità allo stesso. Dare vita a qualcosa di
nuovo e completamente diverso potrebbe essere una strada da
percorrere molto saggia per Todd Phillips. In fin dei conti, i fumetti ci
insegnano che lo stesso personaggio del Joker adora le cose sempre
diverse e imprevedibili. Indubbiamente, cambiare il tono del film
rappresenta un rischio… un rischio che forse vale la pena correre
se si vuole puntare a replicare un successo pari a quello del primo
film.
Cosa dovrebbe fare: introdurre un
interesse amoroso
In Suicide
Squad abbiamo visto per le prima volta le
incarnazioni live action del Joker e di Harley Quinn entrare in
azione fianco a fianco. Se da un lato il film non ha soddisfatto
pienamente le aspettative dei fan, dall’altro è innegabile quanto
l’interpretazione di Margot Robbie nei panni della Mattacchiona sia
una delle cose più riuscite.
Un eventuale interesse amoroso
rappresenta una prospettiva narrativa degna di particolare
interesse se pensata in riferimento all’interpretazione di
Joaquin Phoenix. Il personaggio di Sophie interpretato
da Zazie Beetz potrebbe sicuramente funzionare in
tal senso. Dalla sceneggiatura
originale del film emersa online di recente sappiamo che Arthur
non l’ha uccisa: se il personaggio dovesse tornare in un ipotetico
sequel, sarà sicuramente importante scoprire qual è adesso
l’opinione della ragazza in merito al suo “vicino di casa”…
Cosa non dovrebbe fare: lasciare
lo spettatore con più domande che risposte
Il finale di Joker è
brillante ma allo stesso tempo anche molto esasperante. Sta infatti
allo spettatore decidere se tutto ciò che ha visto sullo schermo
corrisponde a realtà o è soltanto frutto dell’immaginazione di
Arthur Fleck. E ciò, da un punto di vista drammaturgico, non è
necessariamente una cosa negativa.
Bisogna però anche ammettere che un
finale del genere ha inevitabilmente comportato la nascita infinita
di speculazioni, teorie, domande senza risposta che hanno mandato i
fan in profonda crisi. Se il sequel di Joker dovesse
davvero vedere la luce, ci auguriamo che la storia possa essere
meno ambigua di quella del primo film…
Cosa dovrebbe fare: chiarire se
Arthu Fleck è davvero il Joker
Nel film,
Joaquin Phoenix crede di interpretare il Joker e non
un’emulazione del “vero” Clown Principe del Crimine. Ciò è
naturalmente plausibile, dal momento che risulta difficile
immaginare che una determinata incarnazione del Joker possa basarsi
su una figura già esistente.
Joker è unico nel suo genere: ecco
perché molti fan sono andati su tutte le furie quando, dopo
l’uscita del film, è iniziata ad impazzare sul web la teoria che
Arthur fosse soltanto una figura d’ispirazione per colui che poi
diventerà il “vero” Joker. Un sequel dovrebbe inevitabilmente fare
chiarezza su questa questione: è davvero possibile che Mr. J. abbia
avuto origine da qualcosa di diverso se non dalla follia
stessa?
Cosa non dovrebbe fare: escludere
totalmente il personaggio di Bruce dalla storia
Abbiamo già detto che uno scontro
tra Joker e Batman in un eventuale sequel non è qualcosa di
auspicabile. Il fatto che non sia ancora il momento di mostrare il
Cavaliere Oscuro, non implica però che sia necessario celare anche
Bruce Wayne.
Sarebbe interessante per lo
spettatore vedere la reazione di Bruce alla morte dei suoi
genitori, senza contare che sarebbe altrettanto interessante vedere
come il giovane si inizia a trasformare in qualcosa di più, in
qualcosa di unico e speciale. Non sarebbe giusto che un eventuale
sequel di Joker non offra la possibilità di scoprire
maggiori dettagli su ciò che Arthur Fleck è destinato a creare…
Di recente abbiamo appreso che
Quentin Tarantino nutrirebbe alcuni dubbi in
merito alla realizzazione del suo chiacchieratissimo film di
Star Trek, progetto che il regista di
pellicole cult come Le Iene e Pulp Fiction
avrebbe sviluppato insieme a J.J. Abrams.
A proposito del nuovo capitolo della
celebre saga fantascientifica, Tarantino aveva
spiegato: “Potrei prendere la distanza dal progetto, ma
vedremo. Non ho ancora veramente deciso, né ho parlato con chi è
coinvolto nella cosa. Non c’è ancora nulla di ufficiale.”
Adesso, come si apprende da alcune
recenti dichiarazioni di Simon Pegg, interprete di
Montgomery Scott nella trilogia reboot della saga di
Star Trek, sembrerebbe esserci ancora
speranza per il film. Come si legge su ComicBook, infatti,
Pegg avrebbe dichiarato: “Per quanto ne so, l’idea di uno Star
Trek ad opera di Quentin Tarantino non è stata ancora accantonata.
Tutto dipende da Quentin e da cosa avrà intenzione di fare in
futuro.”
Le dichiarazioni di Pegg fanno
ovviamente riferimento a voci che gli sono arrivate e non a
commenti ufficiali dello stesso Tarantino, dal momento che l’attore
non è in alcun modo coinvolto nel progetto.
A proposito della saga di
Star Trek, ricordiamo che di recente la Paramount
Pictures ha affidato la realizzazione di un nuovo capitolo –
totalmente slegato dal progetto di Tarantino – a Noah
Hawley, creatore delle serie tv Legion e
Fargo. Alla produzione tornerà J.J. Abrams con la sua Bad
Robot, mentre è atteso il ritorno del cast degli ultimi tre film
originali, tra cui Chris Pine, Zachary Quinto, Zoe Saldana,
Karl Urban e lo stesso Simon Pegg.
Per quanto riguarda Quentin
Tarantino, il suo ultimo film C’era una
volta a Hollywoodha ricevuto 5
nomination ai Golden Globes 2020, incluso
Miglior Film (Musical o Commedia), Miglior Regia, Miglior Attore
Protagonista (Musical o Commedia) per Leonardo
DiCaprio e Miglior Attore Non Protagonista
per Brad Pitt. Il film ha ottenuto anche 4
candidature ai SAG Awards 2020 e 12
candidature ai Critics’ Choice Awards
2020.
Dopo il primo trailer
ufficiale, è in arrivo un “nuovo sguardo” all’attesissimo
Black Widow, il cinecomic
che darà ufficialmente il via alla Fase 4 del MCU, con Scarlett Johansson finalmente
protagonista di un film interamente dedicato al personaggio di
Vedova Nera.
Come riportato da MCUCosmic (via
ScreenRant), nuove
immagini ufficiali del film diretto da Cate
Shortland arriveranno il prossimo 13 gennaio: non sappiamo
al momento se si tratterà di uno “special look”, di uno spot o
addirittura di un nuovo trailer ufficiale; quel che è certo è che
le nuove immagini del cinecomic debutteranno in occasione della
prossima partita del College Football Playoff National
Championship.
Erano anni che i Marvel Studios stavano accarezzando l’idea di
un film interamente dedicato a Vedova Nera.
Nonostante il personaggio interpretato da Scarlett Johansson sia
entrato a far parte del MCU nel 2010 (con Iron Man 2), solo
nel 2018 la Marvel ha deciso di dare
ufficialmente il via libera al film, sulla scia del successo di
Captain Marvel con Brie Larson e
dei larghi consensi ottenuti dall’apparizione della A-Force in
Avengers: Endgame.
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo
dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence Pugh,
e Rachel
Weisz.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
Dopo il grande successo ottenuto con
la serie Mr. Robot e con il biopic Bohemian
Rhapsody, grazie al quale è riuscito a conquistare l’Oscar
come miglior attore protagonista lo scorso anno, Rami
Malek si prepara a raccogliere una nuova entusiasmante
sfida recitativa: come sappiamo da tempo ormai, l’attore americano
di origini egiziane sarà il principale villain di No
Time to Die, il venticinquesimo episodio della
longeva saga di James
Bond.
In una recente intervista concessa
ad Empire Magazine,
Rami Malek ha parlato proprio del suo ruolo in
No Time to Die, dove interpreterà il
misterioso villain mascherato Safin. Nel corso
dell’intervista, Malek ha spiegato che quando ha accettato la
parte, non ha voluto ispirarsi a nessuno degli attori che in
precedenza hanno ricoperto il ruolo di un cattivo nella saga di
007, ma regalare al pubblico un personaggio che fosse completamente
inedito; Malek ha spiegato di essersi approcciato al ruolo in
maniera totalmente originale, un processo molto simile a quello
messo in atto per interpretare l’iconico Freddie
Mercury nel biopic campione d’incassi Bohemian
Rhapsody:
“Se fossi andato sul set e
avessi provato a fare una copia carbone di una precedente
performance, che gioia o divertimento sarebbe stato per gli altri?
Credo che questa sia una lezione che ho imparato quando ho
interpretato Mr. Mercury. Se non è qualcosa di originale, allora
perché preoccuparsi? Ho preso alcuni dettagli da alcuni dei miei
personaggi preferiti, ma ogni giorno ho provato ad infondere in
questo personaggio qualcosa che pensavo potesse avere un senso per
lui, e allo stesso tempo qualcosa che potesse risultare scioccante
e snervante.”
Per il ruolo di Safin, Rami
Malek ha lavorato nuovamente con il dialogue coach
William Conacher, che lo aveva già aiutato ad
impostare la voce e i dialoghi di Mercury nel biopic di
Bryan Singer. L’attore ha spiegato che il loro
intento è stato realizzare qualcosa di unico e di non facilmente
riconoscibile.
Ricordiamo che Safin non sarà
l’unico villain che apparirà in No Time to
Die, dal momento che nel film vedremo anche il
ritorno del Blofeld di Christoph
Waltz, già interpretato dall’attore due volte premio Oscar
in Spectre.
Il film, atteso nelle sale l’8
aprile 2020, vede nel cast Daniel
Craig (James Bond), Ralph
Fiennes (M), NaomieHarris (Eve
Moneypenny), Ben
Whishaw (Q), Rory
Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey
Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono
invece Rami
Malek, Billy Magnussen, Lashana
Lynch e Ana de Armas.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe Waller-Bridge per
“ravvivare” lo script di Bond 25 sotto
speciale richiesta di Craig, grande fan
di Fleabag e Killing
Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal
1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr.
No e From Russia With Love) che la casa di
produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del
franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.
In No Time To
Die, Bond si gode una vita tranquilla in
Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto
vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un
vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Il primo film dedicato a
Doctor Strange è arrivato nelle sale
alla fine del 2016. Il sequel arriverà al cinema nel 2021, a ben
cinque anni di distanza dal predecessore. Stando alle prime
indiscrezioni, il seguito dovrebbe essere il primo film “horror”
dell’Universo Cinematografico Marvel, con il personaggio di
Incubo che sarà il principale villain della nuova
avventura con protagonista lo Stregone Supremo.
“Il sequel di Doctor Strange è
il più grande titolo al quale abbiamo mai pensato”, ha
dichiarato Feige. “È una delle cose più eccitanti se penso a
quel film. Non direi che si tratta necessariamente di un film
horror, ma… sarà sicuramente un grande film ambientato nel MCU con una serie di sequenze
davvero spaventose.”
Poi ha aggiunto: “Ne I Predatori
dell’Arca Perduta ci sono sequenze terrificanti e ricordo di aver
chiuso gli occhi quando l’ho visto da bambino. Lo stesso è successo
con Il Tempio Maledetto o con altre film quali Gremlins o
Poltergeist. Si tratta dei primi film ad aver ricevuto una
classificazione PG-13. Erano vietati ai minori, ma col tempo hanno
avuto bisogno di un ulteriore rating. Era divertente, perché era
divertente avere paura in quel modo: non un modo orribile e
tortuoso, ma un modo che era legittimamente spaventoso. Scott
Derrickson è molto bravo in questo… rendere le cose spaventose per
generare un’emozione esaltante.”
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange
2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà
anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision. Le riprese
dovrebbero cominciare nella prima metà del 2020.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita
dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con
Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda
Swinton,Chiwetel Ejiofor e
Rachel McAdams. Abbiamo rivisto Strange
in Infinity Ware
inEndgame.
I fan della Suicide Squad devono aver
particolarmente apprezzato la notizia di un nuovo film dedicato
alla squadra di supercattivi dei fumetti DC Comics, soprattutto a
causa delle critiche che sono state riservate al film del 2016
diretto da David Ayer. Nonostante la discreta
affluenza al botteghino, l’accoglienza riservata al film –
soprattutto da parte della critica – non è stata delle migliori,
rendendo ancora più difficile una possibilità di riscatto per il
DCEU dopo gli scenari poco rassicuranti aperti da
L’Uomo d’Acciaio e
Batman v Superman: Dawn of
Justice.
Approfittando dei problemi sorti
tra il regista James
Gunn e la Disney e della conseguente disponibilità del
regista e sceneggiatore di Guardiani della Galassia 1 e
2, la Warner Bros. è riuscita ad accaparrarsi Gunn e ad
affidargli il riavvio delle avventure della Task Force X sul grande
schermo, commissionandogli l’attesissimo The Suicide
Squad che arriverà al cinema ad agosto 2021.
Gunn è attualmente impegnato con le
riprese del film, che vedrà il ritorno di Margot Robbie,
Joel Kinnaman, Jai Courtney e Viola Davis
al fianco delle new entry John Cena, Pete Davidson, David
Dastmalchian, Sean Gunn, Michael Rooker, Idris Elba, Storm Reid,
Peter Capaldi, Nathan Fillion e Taika Waititi.
La scorsa settimana abbiamo appreso dallo stesso David Ayer che il
nuovo film non sarà un sequel della sua pellicola e che James Gunn
sta “reinventando” l’universo
ed i suoi personaggi.
Probabilmente, ciò consentirà veri
e propri crossover tra le nuove versioni di questi
personaggi e quelle degli stessi viste all’interno del DCEU, come
accadrà ad esempio con Harley Quinn, che sarà la
protagonista di Birds of
Prey in arrivo a febbraio 2021: la versione del
personaggio che vedremo in quel film potrebbe non essere quella
vista in Suicide Squad di Ayer, ma magari anticiperà
quella che vedremo invece nella pellicola di Gunn. La cosa potrebbe
creare un po’ di confusione, ma è innegabile quanto la Warner Bros.
e la DC puntino sulla visione creativa di un regista come James
Gunn per rilanciare le proprie storie e i propri personaggi.
Nelle ultime ore è emerso online un
collegamento tra il film del 2016 e Justice
League di Zack Snyder,
collegamento che è stato poi tagliato in fase di scrittura: via
Twitter, infatti, il regista David Ayer
ha confermato che il personaggio di Incantatrice
interpretato da Cara Delevingne avrebbe dovuto
essere sotto il controllo di una Scatola Madre, ma che all’ultimo
minuto i collegamenti con Apokalyps, il Boom Tube e la Justice League sono stati completamente
riscritti.
Il cast ufficiale
di The Suicide Squad comprende
i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry
Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean
Gunn, David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena.
Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin
Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz,
Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità.
Altri nomi circolati nelle ultime
settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
Nonostante abbia giocato un ruolo
fondamentale ne Gli Ultimi Jedi, il personaggio di
Rose Tico interpretato dall’attrice Kelly Marie
Tran è stato fortemente ridotto in
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, tanto che nel film la vediamo in scena
“soltanto” per 76 secondi. Ricordiamo che proprio a causa del
personaggio, che i fan non hanno particolarmente apprezzato,
l’attrice è stata vittima di numerosi attacchi e di episodi di
bullismo sui social, un tipico esempio di quanto il fandom
di determinati franchise di successo possa essere in alcuni casi
davvero nocivo.
Adesso, in una recente intervista, è
stato il co-sceneggiatore di Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, Chris Terrio, a chiarire
in merito al minutaggio riservato al personaggio di Rose Tico nel
film di J.J. Abrams, spiegando come mai il ruolo
sia stato così ridotto rispetto al film di Rian
Johnson e rivelando che il motivo è strettamente
connesso al materiale inedito a disposizione utile alla
realizzazione delle scene con Carrie Fisher:
“Uno dei motivi per cui Rose ha
meno scene di quelle che ci sarebbe piaciuto inserire con lei è
perché abbiamo avuto alcune difficoltà nell’utilizzo delle scene di
Carrie Fisher nel modo in cui volevamo usarle”, ha spiegato
Chris Terrio in una recente intervista con
Awards
Daily.
“Volevamo che Rose fosse
l’ancora alla base ribelle che era con Leia”, ha aggiunto
Terrio. “Pensavamo che non potevamo lasciare Leia da sola alla
base senza neanche uno dei personaggi principali che amiamo, così
Leia e Rose avrebbero lavorato insieme. A mano a mano che il
processo si è evoluto, poche delle scene che avevamo scritto con
Rose e Leia si sono rivelate non conformi agli standard
fotorealistici che ci eravamo prefissati. L’ultima cosa che
volevamo fare era mettere deliberatamente da parte Rose!”
LEGGI
ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker,la recensione
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Come parte della campagna
promozionale in vista della prossima edizione degli Oscar, la
Warner Bros. ha diffuso online la sceneggiatura completa di
Joker, il cinecomic DC diretto da
Todd Phillips e interpretato da Joaquin Phoenix. La sceneggiatura permette di
fare luce una volta per tutte su due delle questioni che, fin
dall’uscita del film nelle sale, sono state tra le più dibattute:
il collegamento con il DCEU e il destino del personaggio di
Sophie
Dumond, interpretato da Zazie Beetz.
L’introduzione della sceneggiatura
chiarisce ufficialmente quando è ambientata la storia e conferma
che il film di Phillips non ha alcun tipo di collegamento con gli
altri adattamenti cinematografici dei fumetti DC Comics:
“Questa storia è ambientata in
un universo indipendente. Non ha alcun collegamento con i film DC
usciti in precedenza. Lo consideriamo un classico film della Warner
Bros. Grintoso, intimo e curiosamente divertente. I personaggi
vivono nel mondo reale e in gioco ci sono questioni personali.
Anche se nel film non viene mai menzionato, questa storia è
ambientata nel passato. Diciamo pure nel 1981. È un periodo
turbolento. La criminalità a Gotham impazza. Un’emergenza rifiuti
ha paralizzato la città nelle ultime sei settimane. Il divario tra
i “ricchi” e i “poveri” è diventato palpabile. I sogni non sono
alla portata di tutti e scivolano sempre più
nell’illusione.”
Nel film non viene chiarito quale
sia il destino di Sophie
Dumond, il personaggio interpretato da Zazie Beetz. Ad un certo punto scopriamo che
la relazione tra la ragazza e Arthur Fleck non era altro che il
frutto dell’immaginazione dell’uomo, ma che fine ha fatto Sophie? È
rimasta vittima della follia di Arthur? La sceneggiatura chiarisce
che non è così e che la ragazza è sopravvissuta all’ultimo incontro
con Arthur, quando torna a casa e lo trova nel suo
appartamento:
“Dalla cucina dell’appartamento
di Penny, Arthur scrive un bigliettino pieno di errori di
grammatica: ‘Sarò da Murray Franklin stasera. Per favore,
guardalo!’. Arthur infila il bigliettino in una busta indirizzata a
Sophie. Nell’ingresso, seguiamo Arthur mentre si avvia verso
l’appartamento di Sophie. I suoi capelli verdi adesso sono stati
lucidati alla perfezione……Arthur infila la busta sotto la
porta di Sophie, poi tira fuori qualcosa dalla tasta – non vediamo
cosa sia perché il suo corpo ostruisce la vita – e la mette a terra
davanti alla porta. Poi se ne va. Mentre percorre il corridoio,
vediamo cosa ha lasciato davanti alla porta di Sophie: la sua
bacchetta magica con i fiori.”
Più avanti, sempre nella
sceneggiatura, scopriamo che Sophie ha assistito alla terrificante
morte di Franklin per mano di Arthur Fleck direttamente dalla tv
del suo appartamento:
“Sophie urla e salta in piedi,
terrorizzata! GiGi si sveglia e inizia a piangere non appena vede
cosa c’è in televisione – viene inquadrata la tv, Joker si alza e
cammina verso la telecamera: il sangue cola sul suo volto dipinto.
Sentiamo il pubblico in sala che sta ancora urlando. Il caos lo
circonda.”
Potete leggere la sceneggiatura completa di
Joker cliccando qui.
Joker
vede nel cast Joaquin Phoenix, Zazie
Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais ed è
arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019.
Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e
racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione
nel criminale che tutti conosciamo.
Da sempre solo in mezzo alla folla,
Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda
su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre
che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in
un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in
definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata
dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.
Si è spenta a 73 anni Sue
Lyon, l’indimenticabile Lolita
dell’omonimo film di Stanley Kubrick. Da tempo
aveva problemi di salute e a dare la notizia della sua morte, lo
scorso giovedì, è stato il suo caro amico Phil
Syracopoulos.
La sua carriera, lanciata proprio
dal film di Kubrick e dal Golden GLobe vinto per l’interpretazione,
la portò a lavorare al cinema e in tv. Ha partecipato, tra gli
altri, a La notte dell’iguana di John Huston, Missione in Manciuria
di John Ford e L’investigatore, con Frank Sinatra.
In tv ha lavorato in Fantasilandia,
Sulle strade della California e Love, American Style. La sua ultima
apparizione sullo schermo risale al 1980, con Alligator.
La sua vita privata è stata
particolarmente travagliata, si è sposata cinque volte.
Questo che sta per concludersi è
stato un anno singolare per quello che riguarda il grande cinema e
i titoli che hanno catturato l’immaginario collettivo, per cui
stilare una classifica de i migliori film migliori del
2019 risulta estremamente limitativo.
L’aspetto divertente della
classifica dei migliori film dell’anno è che è totalmente
discrezionale, non ci sono regole predefinite, se non quelle che
decide di seguire colui o colei che stila la classifica di volta in
volta: in questo caso si tratta di me (e persino l’utilizzo della
prima persona in un articolo mi dà un senso di ribellione alla
classica impostazione di news, articoli, recensioni e
approfondimenti).
Per questo, invece di una Top 10
strutturata e classica, ho scelto di indicare i migliori 20 film
distribuiti in Italia negli ultimi 12 mesi, per importanza,
spessore e, sì, gusto personale. Così, facendo appello sempre
all’anarchia con cui mi approccio a stilare questo elenco, cercherò
di sorprendere e anche segnalare qualche film che forse non ha
avuto la visibilità che avrebbe meritato, oltre a raccontarvi le
mie preferenze in questi ultimi 12 mesi di cinema.
Avengers: Endgame
Uscito lo scorso aprile,
Avengers:
Endgame ha rappresentato una tappa fondamentale
per il cinema degli ultimi dieci anni, il completamento di un
percorso produttivo e anche drammaturgico cominciato nel 2008 e
portato a termine con un successo di pubblico davvero travolgente,
tanto che il film ha velocemente scalato le vette delle classifiche
dei maggiori incassi dell’anno, record su record. A questo si
aggiunge una buona gestione della storia, dei tanti personaggi,
degli elementi comici e tragici e soprattutto un utilizzo degli
effetti visivi di livello altissimo.
Alla fine del film, il pubblico di
tutto il mondo si è trovato orfano di una saga che lo ha
accompagnato per un decennio. Nerd fumettari sono diventati uomini,
magari padri, guardando quei film, e forse hanno persino cominciato
a guardarli con i figli. Non proprio l’arco di una generazione, ma
una buona porzione di vita di ognuno di noi.
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker
Quello che è accaduto con
Endgame, si è replicato, con le dovute differenze, con
Star
Wars. I fan della saga, alla fine di L’Ascesa di
Skywalker, hanno detto per sempre addio a dei
personaggio che hanno accompagnato il loro immaginario per ben 42
anni. Con maldestre svolte narrative, il film ha cercato di tirare
tutte le fila della saga rimaste in sospeso.
Il risultato non è certamente
perfetto, ma restituisce intatta l’emozione che lo spettatore di
lunga data vuole trovare in questo film conclusivo e soprattutto
nella nuova trilogia, che si è aperta e si è chiusa all’insegna
della nostalgia. In questo caso, come in quello del film Marvel, più che il film in sé è
importante il fenomeno, l’esperienza collettiva che questi
spettacoli sono riusciti a creare.
Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità
Dimenticato dai più, è
arrivato nel 2019 anche questo film, una specie di esperimento
biografico di Julian Schnabel, un film
“sull’arte e su un artista, Van Gogh, realizzato da un artista
contemporaneo e condotto con una freschezza e una necessità
d’indagine espressiva rara da trovare oggi in un prodotto
cinematografico.”come scrive
Stefano Bessoni su Cinefilos.it.
Ed è semplice capire perché questo
film si trova in questo elenco. Van Gogh – Sulla soglia
dell’eternità è la storia del pittore così come lui
l’avrebbe raccontata per immagini, per visioni, ma soprattutto per
impressioni cromatiche. I blu e i gialli del film sono così intensi
e comunicativi che spingono lo spettatore all’interno di un quadro
di Van Gogh stesso. Un’esperienza sensoriale rara e una ricerca
espressiva importante.
La famosa invasione degli Orsi in
Sicilia
Nonostante sia stato
presentato sia al Festival
di Cannes in Un Certain Regard e alla
Festa di Roma in Alice nella Città, con
tanto di masterclass del regista (esordiente), il maestro
Lorenzo Mattotti, il film d’animazione ha
avuto davvero poca visibilità, nonostante si sia cercato di
spingerlo in molti percorsi collaterali, estranei allo
sfruttamento classico della sala, tanto che il film ha
trovato spazio anche nel programma Movie del Lucca Comics 2019.
La purezza del tratto,
l’immediatezza della scrittura, la freschezza dell’animazione,
fanno de La famosa invasione degli Orsi in
Sicilia un piccolo gioiello del nostro cinema, nonché
un modo immediato di riscoprire il bellissimo romanzo di
Dino Buzzati.
La casa di Jack
Si può tranquillamente
dire che Lars Von Trier rappresenta il Lato Oscuro
del cinema, ormai più per quella specie di personaggio scomodo che
si trova ad interpretare che per una vera e propria indole
iconoclasta che ha caratterizzato i primi anni della sua
produzione. Tuttavia, con La casa di
Jack, il regista danese ha regalato al suo
pubblico una nuova opera, disturbante e macabra, ma anche
rappresentativa della sua visione sull’arte e sul mestiere di
creatore di storie.
Il Jack del film, interpretato da un
ottimo Matt Dillon, non è nessun altri che lui,
alle prese con le sue turbe e i suoi fantasmi che in qualche modo
esorcizza con il cinema e che rappresenta a schermo attraverso le
scene più raccapriccianti che gli spettatori abbiano visto in sala
quest’anno. E, una volta superato il naturale distacco e disprezzo
verso le gesta di Jack, il film permette allo spettatore preparato
di divertirsi anche parecchio, nonostante la crudeltà di ciò che
sta guardando.
La favorita
Nell’anno che ha visto al
cinema i primi veri frutti del #MeToo e del movimento di promozione
femminile nel mondo dello spettacolo, La
Favorita di Yorgos Lanthimos
(già presentato a Venezia 2018) racconta di un gioco di potere tra
tre protagoniste agguerrite che declinano, con ogni arma a loro
disposizione, la propria forza, in questa battaglia fisica e
psicologica che mira alla sottomissione dell’altra.
E oltre alle grandiose
interpretazioni delle tre protagonista, Olivia Colman,
Rachel Weisz e Emma Stone, il regista
Lanthimos si avvale di un linguaggio estremamente riconoscibile,
soprattutto attraverso l’uso di lenti grandangolari deformanti che
accentuano l’aspetto surreale delle gesta messe in scena. Le
protagoniste non hanno timore di far scorrere il sangue delle
avversarie, ricorrendo a violenza e seduzione, arguzia e forza
bruta.
Noi
Replicare il successo
della sua opera prima non era semplice, dato il grande impatto che
ha avuto Scappa – Get Out su pubblico e
giurie di premi cinematografici, e così Jordan
Peele ha cambiato direzione, mettendo insieme un film
molto meno “sicuro” in quanto a formula e contenuto, rischiando di
risultare incompreso, pur di portare sullo schermo la sua metafora
sulla contemporaneità americana.
Con le spalle larghe di un successo
di pubblico e critica, Peele ha confermato, anche in questa nuova storia, che il
suo utilizzo del cinema horror si rivela principalmente una lente
che serve a raccontare la società, a criticarla. Insomma, il cinema
di Peele si conferma politico, nonostante il suo linguaggio si
complichi rispetto alla sua prima incursione cinematografica nel
genere.
La Belle Epoquè
Non replica la bellezza
fresca e travolgente della sua opera prima, ma con La Belle
EpoquèNicolas Bedos riesce a
mettere in scena la dolcezza della malinconia, l’amore attraverso i
decenni, la voglia di evasione ma anche il desiderio di recuperare
quel sentimento e quella complicità che caratterizzano l’inizio di
ogni grande storia d’amore.
Forte di un cast straordinario,
Bedos immerge lo spettatore in un’atmosfera dorata che affonda i
suoi toni proprio nei ricordi del protagonista, trascinando in
questo sogno ad occhi aperti anche lo spettatore, che si ritrova un
po’ desiderare che la complessa messa in scena del film, possa
essere ricreata nella vita reale, per avere ancora un giorno,
ancora una possibilità di essere giovani.
Midsommar – il villaggio dei
dannati
Come è già detto per
Jordan Peele, anche Ari Aster ha
esordito, muovendosi sempre nel campo del genere horror, con un
film narrativamente e strutturalmente “rassicurante”. Sebbene
Hereditary sia di fatto spaventoso,
rientra in una forma cinematografica solida e chiusa. Con Midsommar, il
regista newyorkese sfida le regole del genere e porta la sua storia
dell’orrore alla luce del sole, in un viaggio allucinato dentro la
testa di una donna traumatizzata, ferita, che ha paura di essere
abbandonata.
Ari Aster sembra
adottare per il suo film la forma del dolore, nel senso che
abbandona le strutture narrative tradizionali e realizza un
racconto che resta fermo, nell’immobilità della luce accecante,
nella perfezione delle simmetrie sulle quali indugia, sulla ricerca
linguistica di una simbologia che racconta di credenze, riti e
incantesimi che non vengono mai spiegati, ma costantemente
suggeriti, ad aumentare la sensazione di inquietudine.
Il traditore
Uno dei migliori film
italiani dell’anno, scelto per rappresentare l’Italia nella corsa
all’Oscar per il miglior film internazionale, il nuovo film di
Bellocchio racconta una pagina cardine della storia d’Italia.
Il regista poggia tutto il suo film sulle spalle di
Pierfrancesco Favino e lo fa senza prendere
posizione rispetto al Tommaso Buscetta che l’attore romano mette in
scena. Il suo lavoro di mimesi è notevole, tuttavia Bellocchio non
sceglie il suo punto di vista, ma mostra con fare quasi
documentaristico, agendo solo sui tempi e sulla suspance, i fatti
così come sono avvenuti.
Ed è proprio in quei frangenti che
il film diventa documento storiografico e artistico nelle mani di
uno dei grandi maestri contemporanei del nostro cinema, che riesce
a fare grande arte anche di fronte al racconto fedele di una delle
pagine più nere della nostra Storia.
La paranza dei bambini
La delicatezza con cui
Giovannesi parte dal testo e racconta la realtà, trasfigurata
attraverso il romanzo, tratteggia delle figure di piccoli
avventurieri che desiderano portare avanti la loro vita, il loro
mondo, così come lo conoscono, cercando di sostituirsi agli adulti,
fatalmente eliminati dalla gerarchia criminale del loro
microcosmo.
Il regista affronta il racconto di
formazione con grande tenerezza, senza per questo risultare
paternalistico, ma rimanendo accanto ai giovani protagonisti ed
entrando nelle loro vite, nelle loro case, raccontandoci
circostanze tanto assurde quanto reali per chi, nella Napoli di
vicoli, rioni e quartieri, vive tutti i giorni quella vita.
La mafia non è più quella di una
volta
Folgorante. Il nuovo documentario di
Franco Maresco sembra la messa in scena
completamente folle di un mondo che non c’è, tuttavia è
estremamente lucido per l’approccio attento e tagliente con cui
racconta i fatti, mentre è accompagnato da una protagonista
d’eccezione, la fotografa Letizia Battaglia,
sguardo vigile e razionale su manifestazioni di umanità
grottesche.
Sulla scia di
Belluscone, Maresco realizza un altro
documento importante ed estremamente attuale per il nostro tempo,
nonostante a volte, guardando le immagini, le persone, la varia
umanità mostrataci sullo schermo (citiamo per tutti Ciccio Mira),
ci sembra di guardare in una realtà parallela. Si ride con grande
amarezza e consapevolezza.
Dolore e Gloria
A tre anni da
Julieta, Almodovar torna al cinema con
uno dei film più
belli, vitali, dolenti e luminosi che la sala abbia visto
quest’anno. Non si tratta soltanto di uno dei migliori film degli
ultimi anni del regista di Madrid, ma si tratta di una delle vette
della sua opera omnia. A guidarlo in questo viaggio
(autobiografico) tra i dolori di un corpo che cede al tempo e la
gloria di un passato lontano ma ancora vivido nella sua memoria,
c’è Antonio Banderas, alla sua migliore
interpretazione in carriera.
Torbido e vitale, come la maggior
parte dei migliori film di Almodovar, Dolore e
Gloria riflette sulla vita dell’artista, sul suo
passato, sulla figura della madre (Penelope Cruz),
sempre un angelo carnale, il tutto in un ambientazione satura di
colori, in un continuo rimando a ciò che continua a pulsare tutto
intorno ai suoi personaggi, per quanto fermi, lenti, sofferenti
possano essere. E così, Pedro Almodovar si
conferma un regista amante della vita e delle sue passioni.
Storia di un matrimonio
Di nuovo un film
autobiografico, questa volta però che racconta la fine di una
storia d’amore. Noah Baumbach ha dichiaratamente
preso spunto dalla fine del suo matrimonio per raccontare questa
storia di dolore e trasformazione, con un tocco delicato ed
estremamente realistico, tratteggiando due personaggi distrutti da
quello che stanno vivendo eppure intenzionati ad andare avanti con
la propria vita, al meglio delle loro possibilità.
Storia di un
matrimonio racconta la trasformazione di ciò che
si credeva fosse un “per sempre” in un nuovo e misterioso “non
più”, misterioso prima per la coppia che affronta la separazione, e
poi per il loro figlio, che si ritrova nel mezzo ma che è anche
l’unico elemento che permette ai due di ricordare quanto si sono
amati in passato. Doloroso quanto reale, il film di Baumbach è una
vera e propria esperienza emotiva dentro una realtà che, seppure
non tocca personalmente lo spettatore, viene raccontata con empatia
e tragico realismo. Ancora disponibile su Netflix.
L’ufficiale e la spia
“Un grido potente e
determinato contro l’ingiustizia, l’abuso di potere, la
persecuzione e la discriminazione” così, Stefano
Bessonidefinisce l’ultimo
film di Roman Polanski, arrivato in sala in un
clima ostile alla libera espressione artistica ma soprattutto
ostile al regista, egli stesso perseguitato da un passato e da una
vita estremamente dolorosa.
Nel film che racconta L’Affaire
Dreyfus, Polanski sembra riversare anche
un po’ della sua storia, una parte delle sue sofferenze, del suo
essere perseguitato, in diverse epoche e continenti. E nonostante
l’alto livello di coinvolgimento (palese seppure non dichiarato),
il regista polacco non rinuncia a mettere in scena tutte le sue
doti artistiche, che ne fanno uno degli autori più grandi di tutti
i tempi.
C’era una volta a Hollywood
Per quanto riguarda
Tarantino, ogni volta che il regista arriva al cinema si crea
sempre un piccolo evento, e quest’anno, con il suo film più maturo e
malinconico, Quentin ha decisamente lasciato il segno, un segno
che potrebbe riempire le mensole di casa Pitt di premi e
riconoscimenti nel corso della stagione dei premi che si sta
aprendo.
Il suo sguardo adorante sulla
Hollywood che fu è senza dubbio quello che rimane attaccato ai
ricordi dello spettatore, una volta lasciata la sala, e poco
importa che quel finale splatter ci riporta con la mente al
“solito” Tarantino, il film è un attestato di maturità da parte
dell’autore.
The Irishman
The
Irishman ha portato con sé una scia di polemica
incredibile, a seguito delle dichiarazioni di Martin
Scorsese sui cinecomic Marvel, sull’importanza di tutelare
film come il suo in sala e di insegnare ai giovani spettatori cosa
sia il cinema in realtà. Dichiarazioni di un regista che, sul viale
del tramonto anagrafico, si rivela ancora affamato di storie e di
grande e ambizioso cinema.
Questo film è senza dubbio, da una
parte, una sorta di capriccio del grande autore che fa di tutto per
fare un film con i suoi amici, ma dall’altra è anche la perfetta
testimonianza dell’istinto cinematografico del regista newyorkese,
che gestisce un film di tre ore con un equilibrio impeccabile,
dosando, raccontando e parlando, inevitabilmente e sinceramente,
anche di sé.
Joker
Joker di
Todd Phillips è forse il film più discusso
dell’anno, ha creato fazioni, schieramenti, ma è innegabilmente
un’opera importante, cruda e ambiziosa, che occupa a buon diritto
il suo posto di questa classifica dei migliori film del 2019. Nato
come un progetto rischiosissimo sulla carta, il film non solo ha
vinto la Mostra di Venezia, segnando la storia del cinema, ma ha
anche registrato il record di incassi in tutto il mondo per un film
vietato.
Una boccata d’aria per la Warner Bros, per i
film a marchio DC ma soprattutto uno spunto produttivo interessante
che mostra un altro modo di approcciarsi al materiale pop che tanto
viene sfruttato dal cinema in questi anni.
Parasite
Parasite di
Bong Joon-ho, forse il vero capolavoro dell’anno,
Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes, è uno dei pochi film
orientali (sud-coreano) che ha registrato incassi altissimi negli
Stati Uniti, a ragione, dal momento che si tratta di una critica
sociale affilata e intelligente che non rinuncia alla bellezza,
puramente estetica e fine a se stessa, del mezzo
cinematografico.
È chiaro che l’interesse del
regista, come aveva già dimostrato nella sua passata filmografia e
anche nella sua prima incursione americana,
Snowpiercer, è quello di rappresentare
l’impossibilità di una comunicazione tra le classi, tra gli strati
della società, una comunicazione che avviene solo nell’ambito del
rapporto padrone-servo, un rapporto che si sgretola non appena il
povero si dimostra più ingordo che furbo e il ricco più stupido che
colto.
Border – Creature di confine
Si tratta dell’opera più
sorprendente che sia arrivata in sala quest’anno e che senza dubbio
mantiene, anche a diversi mesi dalla visione, un fascino e una
freschezza di racconto davvero rari. Il film, che si muove
sul limite tra thriller e fantasy, racconta la fiaba con toni
realistici, senza sospendere mai, nemmeno per un attimo, la
credibilità del racconto.
Nel raccontare la diversità con un
occhio così vigile ed originale, il regista Ali
Abbasi ci offre un’avventura che da malinconica diventa
gioiosa e poi tetra e lugubre, infine addirittura tenera, rimanendo
sempre su quel confine (del titolo) tra natura e cultura, tra bene
e male, tra ciò che è e ciò che appare, ma soprattutto tra ciò che
scegliamo di essere e ciò che siamo per natura.
ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER
Star Wars: l’Ascesa di
Skywalker è in sala e sta spopolando presso il
pubblico di tutto il mondo, ma cosa ci è piaciuto davvero di questo
nuovo ed ultimo capitolo della saga Lucasfilm ideata da
George Lucas? Ecco la risposta:
Babu Frik ruba la scena
Star Wars è sempre stato
pieno di alieni, mostri e creature, ma molti di questi sono sempre
stati adorabili. Pochi di loro però sono stati così piccoli,
adorabili e decisamente divertenti come il fabbro del mercato nero
di Kijimi, Babu Frik.
Sebbene questo piccolo Anzellan
abbia a malapena due minuti di scena, è il protagonista di uno dei
momenti salienti del film. Minuscolo, tenero e simpatico, Babu è un
piccolo amico che tutti vorremmo avere.
Il ritorno di Lando
Star Wars: l’Ascesa di
Skywalker è sicuramente stato riempito di
riferimenti e scene nostalgiche, sia con l’inserimento di
personaggi come Wedge Antilles sia con callback autoreferenziali.
Ma uno dei pochi casi di nostalgia e servizio dei fan che ha
funzionato davvero è stato il ritorno del Lando Calrissian di
Billy Dee Williams.
Un po’ imbolsito ma sicuramente
ancora affascinante, Lando è esattamente il personaggio che abbiamo
sempre conosciuto e amato. Inoltre, durante i suoi pochi minuti di
screentime, ha avuto molti momenti eroici, dimostrando di essersi
più che guadagnato la sua eredità di eroe galattico.
Han e Ben fanno pace
Alla base, Star Wars è una
saga di famiglia. Per decenni, è stata la saga della famiglia
Skywalker in particolare. E mentre Kylo Ren è il vero ultimo
Skywalker, è la sua metà di Solo che si distingue come uno dei
momenti più forti del film.
In una delle scene più inaspettate e
profondamente commoventi, un Kylo Ren più in conflitto che mai si
ritrova visitato dal ricordo di suo padre, Han Solo. Nella scena toccante, padre
e figlio alla fine fanno ammenda per i torti che sono stati fatti,
poiché hanno la possibilità di riscrivere il loro ultimo momento
insieme, così come sarebbe dovuto essere. È attraverso l’amore di
Han, che la redenzione è finalmente possibile.
Ben Solo si libera dal Lato
Oscuro
Come viene stabilito dal momento che
Han e Kylo Ren condividono, Ben Solo accetta la luce dentro di lui
una volta per tutte e ritorna sul lato chiaro della Forza in uno
dei momenti più sorprendenti non solo nel film, ma nel complesso
della saga. Il comportamento stesso del suo personaggio è cambiato,
così come il suo costume, e Adam Driver offre una vera lezione di
recitazione muta mentre guardiamo il suo riscatto.
Ben Solo è assolutamente selvaggio,
imperterrito e disposto a rinunciare a qualsiasi cosa per fare
ammenda e salvare coloro a cui tiene di più, inclusa Rey che era
stata la sua nemesi negli episodi precedenti. Si dedica
completamente al proposito di salvare la galassia, così come
avevano fatto i suoi genitori prima di lui.
Reylo esiste!
Da anni ormai, la natura
della relazione tra l’eroina Rey e l’ex cattivo Kylo Ren è stata
oggetto di un grande dibattito. Ma per tutto quel tempo, un certo
gruppo di fan ha predicato quella che si è rivelata la verità:
questi due non sono solo inesorabilmente collegati tra loro, ma
sono fatti l’uno per l’altro, innamorati l’uno dell’altro e quello
che più si avvicina all’esistenza di anime gemelle all’interno
della saga.
Il modo in cui combattono insieme
nell’atto finale del film è di grande bellezza, così come la scelta
altruista di Ben di curare Rey e riportarla in vita. Soprattutto,
il loro bacio oltremodo toccante, unito alla loro dolce intimità e
ai loro sorrisi, restituisce al film uno dei suoi momenti più
toccanti e umani.
Il 2010 è stato un decennio
particolarmente vorticoso, con tutta una serie di cambiamenti in
ambito sia sociale sia culturale che hanno avuto un impatto senza
precedenti sull’industria cinematografica hollywoodiana. A conti
fatti, tutti questi cambiamenti sono stati accolti nelle forme e
nei modi più disparati possibili dai registi di tutto il mondo.
Molto spesso, lo stesso sguardo dei
cineasti più in voga e in maggiore attività durante tutto l’arco di
questo decennio hanno testimoniato attraverso le loro “creature” le
dirette conseguenze di questi cambiamenti, che nella maggior parte
dei casi avevano a che fare con il modo di osservare la realtà e
gli altri, il modo di percepire la bellezza che ci circonda e il
modo di accogliere le conseguenze di avvenimenti più o meno degni
di nota.
Di seguito abbiamo raccolto i 10
avvenimenti più importanti che – nel bene o nel male – riflettono i
cambiamenti con i quali ha dovuto fare i conti il mondo del cinema
negli ultimi 10 anni.
L’attacco a Sony Pictures
Nel 2014, una pletora di dati
riguardanti la Sony Pictures (incluse informazioni sui dipendenti,
discussioni tra i dirigenti in merito a progetti futuri e persino
anteprime video dei film non ancora usciti al cinema) è trapelata
su Internet grazie ai “Guardiani della Pace”, un’organizzazione
anonima di hacker immorali.
Se all’inizio l’attacco è stato
collegato a controversie politiche (gli stessi “Guardiani” si sono
sentiti offesi dalla commedia The
Interview di Seth Rogen, che mostrava la morte di un
leader nordcoreano), col tempo è stato sempre più legato a
questioni di carattere più generale, come la protezioni dei dati
attraverso la rete, dal momento che l’attacco ha dato la
possibilità al mondo intero di vedere cosa degli hacker
professionisti sono in grado di fare, aumentando in maniera
esponenziale le paure e le paranoie del popolo del web.
Un’animazione ancora più dettagliata e
mozzafiato
Fin dall’uscita di Toy
Story nel lontano 1995, la CGI ha giocato un ruolo
fondamentale nel campo dell’animazione, diventando nel corso
dell’ultimo decennio la tecnologia che più di tutte le altre si è
sviluppata a livelli sbalorditivi.
Quasi tutti i film di oggi si basano
su effetti speciali generati al computer che siano in grado di
trasportare il pubblico all’interno dell’azione: film come Spider:Man – Un Nuovo
Universo o Frozen 2 – Il Segreto
di Arendelle non hanno fatto altro che confermare il
livello qualitativo raggiunto dall’animazione nel corso degli anni.
Una messa in scena maestosa, combinata ad elementi visivi ancora
più dettagliati, hanno trasformato ancora di più l’animazione in un
genere dal potenziale sconfinato e sorprendente attraverso il quale
poter raccontare una storia.
Gli Oscar iniziano a perdere la loro
importanza
Gli Oscar hanno sempre rappresentato
un riferimento culturale importante, non soltanto a livello
cinematografico. Nell’ultimo decennio, però, varie controversie
legate all’illustre cerimonia di premiazione hanno fatto sì che
quello che è universalmente riconosciuto come il premio
cinematografico più importante di tutti perdesse un tantino di
valore.
Se nel corso degli anni l’Academy è
riuscita ad evitare le tradizionali accuse di corruzione e
monetizzazione di massa che generalmente affliggono quasi tutte le
cerimonie di premiazione, di recente l’Academy è stata spesso
accusata di non rappresentare in maniera adeguata ed egualitaria le
minoranze e di puntare invece sui film di maggiore rappresentanza
nella stagione corrente. E stando agli indici di ascolto, l’Academy
si trova di fronte ad una situazione dalla quale non sembra sia
così facile tornare indietro…
Netflix inaugura l’ascesa dei servizi a
pagamento
Anche se è difficile da credere,
Netflix ha lanciato il suo rivoluzionario servizio di
streaming nel lontano 2010: un fenomeno divenuto negli anni senza
precedenti. Nonostante servizi come Hulu fossero in circolazione
già dalla fine degli anni ’00, il modello di business e di layout
dei contenuti introdotto da Netflix era un’assoluta novità,
spingendo molte altre aziende a lanciare i propri servizi di
streaming sulla scia di un successo planetario e di un nuovo modo
di fruire il prodotto audiovisivo.
Con una così vasta gamma di modi per
guardare film e serie tv tra i quali i consumatori possono
scegliere al giorno d’oggi, è già un traguardo altissimo che i
cinema non siano del tutto scomparsi.
L’invasione di sequel, remake e reboot
Ammettiamolo: i concept originali,
nuove idee sulle quali basare sceneggiature e realizzare film, sono
sempre difficili da elaborare. Rispolverare vecchi successi si è
rivelato un metodo molto più affidabile per Hollywood per dare vita
a successi al box office garantiti, finanziando ancor di più un
impero che nel corso dell’ultimo decennio è divenuto ancora di più
redditizio.
Basta guardare ai successi ottenuti
da tutti i remake live action dei classici d’animazione Disney, che
arrivano ormai al cinema con cadenza annuale, o ai continui reboot
di storici franchise cinematografici: impastellare vecchie storie
si è rivelato negli ultimi anni molto più affidabile, in termini
meramente economici, che puntare su un’idea originale. Nonostante
nell’ultimo decennio ci siano stati enormi successi originali come
Inception o Frozen – Il Regno di Ghiaccio, i
grandi studios continuano a puntare sui revival di grandi classici,
un tendenza che probabilmente resterà in vita per ancora un altro
decennio.
I supereroi diventano imbattibili
I film di supereroi sono in realtà
sempre esistiti: è soltanto a partire dall’ultimo decennio che si
sono trasformati in vere e proprie macchine da soldi, con la
creazione di universi cinematografici e di continuity che
dimostrano come tutte le storie siano interconnesse le une con le
altre. Film come Spider-Man e Il Cavaliere Oscuro
hanno dato una potente scossa agli incassi agli inizi degli anni
’00, ma è solo a partire dal 2010 che il box office mondiale si è
trasformato in un vero e proprio campo di battaglia pronto ad
accogliere scontri fra titani.
La questione se questi film siano
effettivamente cinema è improvvisamente diventata il fulcro di un
accesso dibattito, ma con Black
Panther che è riuscito a conquistare una nomination agli
Oscar come miglior film e Avengers: Endgame che è diventato il
più grande incasso nella storia del cinema, sembra che per la
critica e il pubblico sia proprio così.
La più grande decade di sempre per la
Disney
Nel corso del 2010, la Walt Disney
Company – lanciato come studio d’animazione nei lontani anni ’20 –
ha vissuto senza alcun dubbio il suo decennio di maggior successo.
La Disney ha acquistato la Lucasfilm e il franchise di Star
Wars, ha continuato a godere dello strabiliante successo
dell’Universo Cinematografico Marvel, ha acquistato tutte le
proprietà della 20th Century Fox per oltre 50 miliardi di dollari,
ha distribuito 23 film che hanno incassato oltre un miliardo di
dollari al box office e ha ufficialmente lanciato il suo servizio
di streaming. Cosa ci riserverà in futuro la Casa di Topolino?
Soltanto il tempo ce lo dirà…
Il movimento #MeToo
Una volta Harvey Weinstein –
co-fondatore della Miramax e della Weinstein Company – era
considerato il più potente produttore cinematografico di Hollywood.
Tutto è cambiato nell’ottobre del 2017, quando hanno iniziato a
circolare una serie di pesanti accuse di violenza sessuale ai danni
del titano dello star system. Da qui, la nascita del movimento
passato alla storia come #MeToo, nato in seguito all’ondata di
denunce ai danni non solo di Weinstein ma di tantissime altre
personalità del mondo del cinema.
Il movimento #MeToo ha risvegliato
le coscienze, cambiato la prospettiva nei confronti della
comprensione della verità e restituito giustizia ad un intera
generazione di attrici, senza considerare l’impatto che lo stesso
movimento ha avuto sulle aziende a livello globale in merito alle
precauzioni da prendere in materia di comportamenti più o meno
idonei sui luoghi di lavoro. Che si tratti di una cosa positiva
oppure no, tutto è partito da Hollywood!
Diversità e inclusione come mai prima
d’ora…
Il vero significato di concetti come
diversità, inclusione e accettazioni sono stati a lungo dibattuti
da studiosi ed esperti teologi. In molti concordano sul fatto che,
alla fine, tutto si riduce ad una semplicissima regola d’oro:
trattare tutte le persone allo stesso modo. Scappa – Get
Out del 2017 ha sviscerato il razzismo e le cause alla
base di questo terribile fenomeno; Won’t You Be Neighbor?
del 2018 ha incoraggiato il pubblico ad essere più gentile nei
confronti del prossimo.
Film come Crazy & Rich e
Coco hanno cambiato la prospettiva del pubblico
occidentale nei confronti di culture ricche ed uniche, alla quali
probabilmente non avevano mai prestato troppa attenzione. Molti
film dal 2010 ad oggi hanno offerto una sguardo personale e sempre
toccante al tema del cameratismo e all’importanza di lavorare e/o
agire in armonia con gli altri.
…anche se c’è ancora molta strada da fare!
Se da un lato la diversità e
l’accettazione sono entrare sempre di più a far parte della
narrativa cinematografica dell’ultimo decennio, è innegabile quanta
strada ci sia ancora da fare. Il colore della pelle, ad esempio,
sembra rappresentare ancora un problema, soprattutto quando in
ruoli storicamente non bianchi vengono ingaggiati attori bianchi
(si pensi a Ghost in the Shell o Doctor Strange). La Marvel ha introdotto il suo primo
personaggio apertamente gay in Avengers:
Endgame, ma si è trattato di un semplicissimo cameo.
Hollywood deve ancora intensificare il suo ruolo all’interno di
determinate tematiche. Speriamo che il nuovo decennio sia
l’occasione giusta per ingranare la marcia in tal senso.
Kevin Smith rivela
finalmente il suo cameo in Star Wars: l’Ascesa di
Skywalker. Il regista è noto soprattutto per il
suo View Askewniverse, un universo condiviso in cui
coesistono tutti i suoi film e nei quali, in molti casi, ha
recitato. Naturalmente, Smith è un fanatico dei fumetti e un fan
sfegatato di Star Wars.
Con la popolarità del franchise di
Star Wars, tutti vorrebbero l’opportunità di avere un ruolo anche
piccolo nei film. La maggior parte dei film di Star Wars hanno
diversi cameo di celebrità. Ad esempio, Simon Pegg
era irriconoscibile come Unkar Plutt in Star Wars: Il Risveglio della
Forza, così come Joseph
Gordon-Levitt come Slowen Lo in Star Wars: Gli Ultimi
Jedi.
Star Wars: l’Ascesa di
Skywalker ha continuato a nascondere cameo famosi,
come Harry Styles e Ed Sheeran che sono stati degli Stormtroopers,
e Lin-Manuel Miranda nei panni di un combattente per la Resistenza.
Anche il compositore John Williams ha avuto finalmente il suo
momento, interpretando Oma Tres, mentre il regista J.J. Abrams ha
doppiato l’amabile droide D-O.
Ora, Smith afferma di essere apparso
davvero nel film e ha recentemente confermato su Facebook che
interpreta un “locale mascherato” che sta camminando con un cyborg
sul pianeta Kijimi. Smith spiega che quando J.J. Abrams gli ha
offerto la possibilità di partecipare a un film di Star Wars con un
cameo, lui era stato appena colpito da un attacco di cuore, e ha
risposto al regista che se fosse sopravvissuto, lo avrebbe fatto.
Infatti, Kevin Smith è riuscito a rimettersi dopo il tremendo
spavento:
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le
forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una
galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica
saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo
la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film comprende
Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Nel giorno di Santo Stefano, per
tradizione uno dei più ricchi dell’intero box office italiano,
Pinocchio di Matteo
Garrone è primo al botteghino, sfiorando 1,9 milioni di
euro e superando così i 6,5 milioni di incasso complessivo.
Un dato eccezionale che, unito a quello altrettanto
positivo del 25 dicembre (oltre 1 milione di euro), fa di Pinocchio
il maggiore risultato del Natale 2019.
Dichiara Matteo Garrone: “Che emozione
sapere che il film è stato visto da tanti spettatori, grandi e
piccoli. Vogliamo ringraziare tutto il pubblico che ha scelto
Pinocchio e che si è lasciato trasportare per un paio di ore in un
mondo magico, dove il reale si mescola al fantastico“.
PINOCCHIO, una
coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da
ARCHIMEDE con RAI CINEMA e
LE PACTE, con RECORDED PICTURE
COMPANY, in associazione con LEONE FILM
GROUP, in associazione con BPER BANCA,
con il contributo del MIBACT – DIREZIONE GENERALE CINEMA E
AUDIOVISIVO e di EURIMAGES, con il
sostegno della REGIONE LAZIO – Avviso pubblico Attrazione
produzioni cinematografiche (POR FESR LAZIO 2014-2020) Progetto
Cofinanziato dall’Unione Europea e Regione Lazio Fondo Regionale
per il Cinema e l’Audiovisivo, con il contributo della
REGIONE PUGLIA (POR Puglia FESR-FSE 2014/2020) Fondazione
Apulia Film Commission e della REGIONE TOSCANA –
Toscana Promozioni, con il contributo di CANAL
+ e di CINE +. Vendite internazionali:
HANWAY FILMS. Distribuzione italiana: 01
DISTRIBUTION.
Da quando è stato confermato che il
film dedicato a Black
Adam introdurrà ufficialmente la Justice
Society of America nel DCEU, i rumor circa i possibili
personaggi che vedremo all’interno del cinecomic con protagonista
Dwayne Johnson si sprecano.
Un nuovo report di Murphy’s
Multiverse (via ComicBookMovie),
suggerisce che nel film in arrivo al cinema nel 2021 farà il suo
debutto anche Hawkgirl, personaggio creato da
Gardner Fox (testi) e Sheldon Moldoff (disegni).
Secondo la fonte, la Warner Bros. e
la New Line Cinema starebbero cercando un’attrice tra i 20 e i 30
anni alla quale affidare la parte. Ulteriori dettagli non sono
stati rivelati, ma a questo punto non è da escludere che anche
Hawkman possa apprire nel film e che entrambi i
personaggi, un giorno, possano diventare i protagonisti di futuri
spin-off. Altri supereroi che dovrebbero apparire in
Black
Adam sono Atom Smasher, Stargirl,
Isis e Doctor Fate.
Black
Adam, affidato alla regia di Jaume
Collet-Serra (Run all night, The Shallows),
arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021, con
le riprese che partiranno a Luglio 2020, come confermato nei mesi
scorsi dallo stesso Johnson.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra
il supereroe e la sua nemesi,Black
Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi,
i piani per portare al cinema uno standalone con Johnson sono ancora
vivi, e a quanto pare il film dovrebbe ispirarsi ai lavori
di Geoff Johns dei primi anni
Duemila.
“Questo progetto ha comportato
dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due
origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e
la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black
Adam.” aveva raccontato l’attore in un
video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non
vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è
nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un
anno e non potrei essere più eccitato all’idea“.
Ecco Baby
Sonic nel nuovo spot tv dedicato al film che porta al
cinema il famoso personaggio dei videogames.
Arriva a tutta velocità il nuovo
trailer di Sonic – Il Film, avventura live action che ha
come protagonista il famosissimo riccio blu dotato di velocità
supersonica, diventato celebre grazie alla serie di videogiochi
SEGA nata nei primi anni Novanta tra le più famose ed
apprezzate.
Sonic per le sue singolari
caratteristiche e l’incredibile appeal stabilito verso i propri
fan, si è guadagnato l’inserimento nella “World Video Game Hall of
Fame” ricavandosi di recente uno spazio presso “The Strong National
Museum of Play di Rochester” di New York. I titoli della serie
hanno venduto in totale oltre 360 milioni di unità.
Sonic – Il Film, diretto Jeff
Fowler, magnificherà nel lungometraggio le caratteristiche
dell’alieno blu come supervelocità e la sua capacità di saltare
molto in alto producendo energia cinetica, caratteristica questa
molto cara al ‘super cattivo’, il Dr. Ivo Robotni (Jim
Carrey) che farà di tutto per mettere questo potere al
suo servizio con l’obiettivo di dominare il mondo intero. Ma tra le
caratteristiche di Sonic c’è anche l’intelligenza e soprattutto un
prezioso amico, lo sceriffo di Green Hills Tom Wachowski (James
Marsden) che intuirà le buone intenzioni di Sonic
mettendosi dalla sua parte, con l’obiettivo di salvare il mondo
dalla terribile minaccia dello scienziato folle.
Sonic – Il Film: la trama
Basato sul famosissimo franchise
videoludico Sega, Sonic – Il Film racconta la
storia del riccio più veloce del mondo e della sua incredibile
avventura nella sua ‘nuova casa’, la Terra. Nel film, Sonic e il
suo nuovo migliore amico Tom (James Marsden) si uniscono per
difendere il pianeta dal genio malvagio, il Dr. Robotnik (Jim
Carrey) e dai suoi diabolici piani per il dominio del mondo. Il
film, pensato per ragazzi e famiglie vede tra gli altri la
partecipazione di Tika Sumpter nei panni di Annie Wachowski, moglie
dello sceriffo Tom.
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker ha sollevato tutta una serie di
interrogativi in merito all’intera saga degli Skywalker. Nonostante
si tratti del capitolo che ha chiuso un arco narrativo iniziato ben
42 anni fa, alcune domande sulla celebre saga sono rimaste ancora
senza una risposta. Adesso però, uno dei quesiti più antichi e
discussi all’interno del fandom di Guerre Stellari, sembra
aver finalmente trovato una soluzione.
L’Imperatore
Palpatine è davvero il padre di Anakin
Skywalker? La nascista di Anakin è stata soltanto il
frutto dell’ennesimo utilizzo improprio della Forza da parte di
Darth Sidious? Un membro dello story group della Lucasfilm,
Matt Martin, è intervenuto in merito alla
questione e, via Twitter, in risposta
ad un fan, ha dichiarato quanto segue:
“Posso dirti con certezza, in
qualità di persona che ha lavorato al fumetto, che al 100% non c’è
alcun tipo di implicazione. Non sto dicendo che non ci sia un
errore di interpretazione logico al quale i fan stiano approdando.
Sto solo affermando con certezza che non è corretto.”
Di seguito potete leggere lo scambio
di battute tra Matt Martin e il fan. Se non siete
degli esperti della saga, vi riassumiamo brevemente a cosa fanno
riferimento le parole di Martin: un fumetto collegato alla saga e
pubblicato alcuni anni fa, “Darth Vader 25”, mostrava Sidious
manipolare l’utero di Shmi Skywalker, la mamma di Anakin. I fan
hanno sempre pensato che ciò confermasse in qualche modo che il
Signore dei Sith avesse effettivamente “creato” Anakin Skywalker e
dato così iniziato al suo piano.
Adesso Matt Martin
e lo scrittore Charles Soule, autore del fumetto,
hanno demolito questa teoria. Martin ha affermato che “quella
scena avviene solo nella testa di Anakin”, mentre Soule ha
dichiarato che “il Lato Oscuro della Forza non è un narratore
affidabile”. Allo stato attuale delle cose, i fan si sono
divisi: alcuni credono alle parole di Martin e Soule, altri
continuano a sostenere la loro teoria. Voi cose ne pensate? Se è
vero che Sidious non ha creato Anakin, come pensate che Darth Vader
sia venuto alla luce senza una figura paterna?
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Mentre ci apprestiamo a chiudere
un’altra stagione per quanto riguarda il cinema, il quesito
lanciato dal cineasta statunitense Martin
Scorsese, su che cos’è il cinema, ci offre una occasione
ghiotta per compilare una personale classifica sui cinque
principali generi cinematografici più famosi al mondo fino al
2019.
Facciamo una premessa d’obbligo:
nonostante la popolarità e il successo planetario, abbiamo scelto
solo i cinque generi più importanti, in termini di blasone, titoli,
e importante per quanto concerne la settima arte.
Per questo motivo abbiamo
effettuato una scelta di merito, privilegiando generi come la
fantascienza e il cinema d’azione, a discapito di sottogeneri come
il thriller e l’horror, che sono sempre più in voga, al pari dei
cinecomics e della Space Opera, genere di cui ad
esempio fa parte la saga di Star Wars.
In effetti ci siamo rifatti a un
criterio di valutazione classico, che tende ad accorpare tutti
questi sottogeneri, all’interno dei generi principali come
l’azione, l’avventura, la fantascienza
(classica e non) il dramma e naturalmente la
commedia.
Avventura
Un film di avventura è un genere
che tra le caratteristiche peculiari contiene al suo interno quelle
di un mondo eroico dove si fondono al suo interno scene epiche di
battaglie e di avventura.
Proprio per questo motivo in questa
categoria di film gli elementi basilari sono quelli che riguardano
l’intensità delle scene d’azione e i valori tradizionali della
cavalleria.
Si tratta di un genere molto
famoso, sia in passato che al presente, che al suo interno contiene
un sottogenere che fu molto in voga durante il periodo della
Hollywood classica: i cosiddetti film di cappa e spada.
Un esempio moderno di film
d’avventura è quello della saga ideata da Steven Spielberg e George Lucas che hanno come
protagonista il celebre personaggio di Indiana Jones.
La cui prima storia è stata portata
sullo schermo con enorme successo nel film I predatori dell’arca
perduta, diretto dallo stesso Spielberg nel 1981.
Film e genere che negli anni
ottanta, grazie a innovazioni e saghe fortunate, è tornato in voga
e persiste ancora oggi in pellicole come Jumanji –
Benvenuti nella giungla o nella saga de La
mummia con Brandan Fraser (1999).
Azione
I film d’azione tendono a
presentare un eroe intraprendente che lotta contro probabilità
incredibili, tra cui situazioni potenzialmente letali, un cattivo o
un inseguimento che di solito si conclude con la vittoria
dell’eroe.
Alcuni dei sottogeneri d’azione più
popolari includono:
L’avventura d’azione, un esempio su tutti è rappresentato dal
film pluripremiato Il Gladiatore, del cineasta
britannico Ridley Scott,
La commedia d’azione, dove ricordiamo la famosa saga
diArma Letale, con la coppia di
poliziotti composta dal formidabile duo: Mel Gibson/Danny
Glover,
I film dedicati alle arti marziali, uno su tutti, I 3
dell’Operazione Drago con il leggendario Bruce Lee,
I film spionaggio come uno degli ultimi 007,
Skyfall, interpretato dal britannico Daniel Craig,
e infine
i film sul gioco d’azzardo; tra i quali
ricordiamo alcuni classici come The Gambler,
pellicola del 1974 diretta da Karel Reitz e interpretato da James
Caan e Paul Sorvino; film che secondo il critico Toback è stata una
delle più interessanti e belle sceneggiature del suo decennio, con
Caan alle prese con un ruolo difficile su un insegnante di inglese
newyorkese che conduce una doppia vita, tra la dipendenza dal gioco
e la sua professione di docente.
Di questo film è stato realizzato
un remake nel 2014 con Mark Wahlberg, riscritto per l’occasione dal
premio Oscar William Monahan.
Altri film d’azione dedicati al
gioco sono invece pellicole di culto come Rounders
– il giocatore, del 1998, con un cast all stars dove spiccano Matt
Damon, Edward Norton e un inarrivabile John Malkovich nel ruolo di
KGB Teddy.
Tra gli appassionati del genere
action, questa pellicola è un vero e proprio film di culto, sia per
le sequenze di gioco, sia per la recitazione del terzetto
Damon-Norton-Malkovich.
Commedia
Naturalmente il genere di film
commedia, che pone l’accento su una struttura basata sull’umorismo,
trae ispirazione dal teatro, che fonda le sue radici sui classici
degli Antichi Greci, passando per l’epoca romana fino al teatro
rinascimentale e a quello elisabettiano, quando William Shakespeare
ripropone alcuni schemi classici, legati appunto agli standard
della commedia.
Nel cinema, specialmente in quello
statunitense e hollywoodiano, tale elemento risulta essere
portante, specialmente per quanto riguarda la commedia di costume,
la quale svolge un ruolo di derisione di difetti insiti nella
natura umana. Tra i grandi autori bisogna citare almeno Billy
Wilder, Ernst Lubitsch, Frank Capra e Howard Hawks.
Contemporaneamente nasce anche in
Italia il genere detto appunto di commedia all’italiana, dove i
grandi maestri come Monicelli,
Risi, Germi,
Steno e De Sica, per citarne
alcuni dei maggiori, seppero dare lustro e visibilità alla commedia
italiana, che di fatto contribuì a plasmare la cosiddetta commedia
moderna, genere ancora oggi in voga, per quanto riguarda Hollywood
e il cinema di cassetta.
Drammatico
Al pari della commedia, anche i
film di genere drammatico, vanta una struttura e delle basi che si
fondano sui classici stilemi dei drammi di epoche passate. Oggi il
genere viene fuso in quello che tutti conoscono come cinema di
genere emotional.
Così come per la commedia, anche il
drammatico è un genere molto strutturato e basato su schemi
classici, che possono essere elusi, oppure rispettati.
Tuttavia dovendo per forza darne
una definizione concisa, si può sostenere che il film drammatico,
per come lo si intende in Europa e nel Nord America è
caratterizzato da toni seri e mai leggeri, salvo rare eccezioni,
dove i sentimenti fungono da vero e proprio fulcro, per la
struttura narrativa e tematica del plot.
I sentimenti devono quindi
essere centrali e non far prevalere l’azione, l’intreccio
o la burla. Altro elemento fondamentale, che ritroviamo poi in
altri sottogeneri, è quello legato alle aspettative del pubblico,
il quale tenderà a identificarsi e a sperimentare gli stati d’animo
dei protagonisti sullo schermo.
Fantascienza
Erroneamente considerato un genere
cinematografico moderno, in realtà la fantascienza, detta anche
genere fantascientifico, fu uno degli elementi presenti fin dagli
esordi della settima arte.
Non è un caso se uno dei primi film
in assoluto che venne realizzato nel 1902, fu
proprio quel Viaggio nella Luna del cineasta
francese Georges Melies, considerato uno dei primi film di finzione
in assoluto e sicuramente tra i dieci film più famosi di tutti i
tempi. Il genere fantascientifico è senza dubbio uno dei più
popolari e amati dal pubblico cinematografico.
Pur essendo considerato dai più
come un genere commerciale, bisogna sottolineare come spesso
cineasti di fama mondiale come Stanley Kubrick, Ridley Scott e il
sovietico Andrej Tarkovskij, furono capaci di realizzare autentici
capolavori, attraverso sperimentazione, sfide produttive e
realizzative, che sono ancora oggi citate come esempi massimi
dell’arte cinematografica mondiale.
La giovane Priscilla
Quintana ha da poco iniziato ad affacciarsi nel mondo
dello spettacolo, prendendo parte ad alcune serie che le hanno
permesso di sfoggiare delle buone doti interpretative.
Prossimamente sarà possibile vederla per la prima volta nelle vesti
di protagonista, dove avrà l’occasione di farsi conoscere al grande
pubblico e mostrare ulteriormente il proprio talento.
Ecco 10 cose che non sai di
Priscilla Quintana.
Priscilla Quintana: i suoi
film
1. Ha recitato in un recente
film horror. L’attrice inizia la propria carriera con
piccoli ruoli nei film The Gambler (2014) e Fast &
Furious 7 (2015). Successivamente ottiene un ruolo di maggior
rilievo nel film Traffik (2018), per poi raggiungere una
più ampia popolarità con il film horror Polaroid (2019),
dove recita accanto all’attrice Madelaine
Petsch.
2. Ha recitato in diverse
serie TV. La Quintana intraprende anche la carriera
televisiva, recitando nelle serie Web Atlas (2015), VR
Startup (2016), Master of Sex (2016), Training
Day (2017) e Lethal Weapon (2018). Nel 2019 è stata
protagonista della serie Pandora, di scenere sci-fi,
incentrata su una donna che, senza più nulla da perdere, decide di
iscriversi alla Earth’s Space Training Academy, dove imparerà a
difendere la galassia da minacce intergalattiche.
Priscilla Quintana è su
Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, dove possiede un profilo seguito da 21,6 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere foto scattate
in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano
tuttavia anche immagini tratte dalle premiere a cui la Quintana ha
preso parte, o ancora immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Priscilla Quintana: la vita privata
dell’attrice
4. Ha una relazione
sentimentale. L’attrice è attualmente impegnata in una
relazione con Keenan Tracey, attore televisivo e musicista. Non è
risaputo quando i due abbiano iniziato a frequentarsi, ma la loro
prima foto insieme è stata pubblicata da lui, sul proprio account
Instagram, nel marzo del 2017. Sempre sui social, i due attori sono
soliti condividere alcuni dei loro momenti insieme.
Priscilla Quintana in Polaroid
5. Ha avuto un ruolo di
rilievo. Nel film horror Polaroid l’attrice
ricopre il ruolo di Mina, amica della protagonista. Come la sua
amica, anche lei si ritroverà coinvolta in una spirale di brutali
omicidi, i quali hanno per vittime coloro che erano precedentemente
stati immortalati in una foto polaroid.
Priscilla Quintana in Traffik
6. È la protagonista del
film. Nel 2018 l’attrice ottiene il ruolo da protagonista
nel film Traffik, dove dà vita al personaggio di
Christine. La vicenda del film ruota intorno ad una coppia che, in
viaggio per un weekend romantico sulle montagne, si ritrova
inseguita da una gang di biker intenzionati a nascondere il loro
segreto presente in quei luoghi.
Priscilla Quintana in Pandora
7. È stata scelta come
protagonista della serie. La Quintana è stata scelta per
ricoprire il ruolo di Jax, nella serie Pandora. Il suo
personaggio è una donna super intelligente e dallo spirito acuto.
In seguito alla morte dei genitori, la donna entrerà a far parte di
un mondo ben più grande e pericoloso di quello che credeva.
8. Considera molto
importante il suo ruolo. L’attrice ha dichiarato che aver
ottenuto tale ruolo è un segno che la sua carriera sta prendendo la
piega sperata. La Quintana si è dichiarata entusiasta di un
personaggio così lontano dagli stereotipi, che permetta di dar vita
ad un nuovo personaggio femminile di potere.
9. Non sa come si concluderà
la serie. La Quintana si è dichiarata all’oscuro di quale
piega prenderanno gli eventi, e non è a conoscenza neanche dello
sviluppo dell’arco narrativo del suo personaggio.
Priscilla Quintana età e
altezza
10. Priscilla Quintana non
ha reso noto il suo luogo di nascita, né la data, per cui
non è possibile indicare l’età dell’attrice. È tuttavia noto che la
sua altezza corrisponde a 165 centimetri.
È da molto tempo ormai che si parla
di Michael B. Jordan come possibile erede di
Henry Cavill nei panni di
Superman. Proprio di recente, un nuovo report di
Variety aveva portato
alla luce un’indiscrezione secondo la quale la star di
Creed e Black
Panther non sarebbe pronta ad impegnarsi in un progetto a
lungo termine, dal momento che le riprese del nuovo film dedicato
al supereroe kryptoniano non sarebbero imminenti.
In attesa di scoprire se il progetto
in questione vedrà mai la luce, durante una recente intervista con
MTV News in occasione
della promozione de Il Diritto di
Opporsi, Michael B. Jordan ha parlato
proprio della possibilità di interpretare L’Uomo d’Acciaio, sottolineando quanto in un
progetto del genere la fedeltà ai fumetti sia un elemento per lui
imprescindibile.
“Tutto i progetti nei quali
vengo coinvolto devono essere fatti nel modo giusto”, ha
dichiarato Michael B. Jordan. “Sapete, sono un
fan dei fumetti e capisco quando i fan si arrabbiano. Capisco
quando pensano: ‘Oh no, perché stanno facendo così, perché stanno
cambiando le cose?’. Mi sentirei esattamente come loro se dovessi
vedere certe cose. Quindi, semmai dovessi prendere parte a
qualcosa, dovrebbe essere qualcosa di autentico e qualcosa che
sento che il pubblico sosterrebbe davvero.”
Il film di Superman in cui dovrebbe
recitare Michael B. Jordan rappresenta un progetto
nel quale sarebbe coinvolto anche J.J. Abrams
insieme alla sua Bad Robot Productions. Sempre nel report di
Variety menzionato in
apertura di articolo, veniva specificato che un nuovo film di
Superman prima del 2023 è altamente improbabile, dal momento che
non ci sono ancora né una sceneggiatura né un regista.
Non è la prima volta che
Michael B. Jordan si trova a commentare la
possibilità di interpretare Superman sul grande schermo. In
passato, la star del disastroso Fantastic 4 – I
Fantastici Quattro aveva dichiarato: “
“Soltanto essere al centro di
queste discussioni mi onora. Mi piacerebbe essere Superman? Beh, è
dura… odio essere un uomo d’affari e devo capire entrambi i lati
della situazione. C’è un enorme vantaggio nel partecipare a questi
film, ma essere sotto quel microscopio, essere scelti e confrontati
con così tante diverse versioni di Superman… ecco, forse preferirei
fare qualcosa di originale. Magari interpretare Calvin
Ellis.”
ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER
Non è raro che nella saga di
Star
Wars, tra un film e l’altro, ci siano rimandi e
citazioni, anche ripetizioni di battute, che esulano dalla trama
principale. Ne è un esempio la celebre frase “ho un bruttissimo
presentimento”, ripetuta in tutti i film, ma ce ne sono molti di
esempi come questo.
Con Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker la tradizione non cambia, e infatti c’è
un momento molto commovente, a metà film, in cui viene citato
direttamente L’Impero Colpisce Ancora. La
scena è quella che vede Ben Solo confrontarsi con il ricordo di suo
padre e con il rimorso per aver ucciso. Il ragazzo, rinsavito
grazie all’intercessione di Rey, guarda alle sue spalle, a ciò che
ha fatto, e vede Han Solo, pronto a perdonarlo per il
suo terribile gesto.
Dopo la riconciliazione, il figlio
chiama il padre: “Padre…” dice, cercando di trovare la
forza di esprimere il suo amore verso di lui. E Han, come era
accaduto in Episodio V di fronte alla confessione dell’amore di
Leia, risponde: “Lo so…”. Un piccolo callback da brividi
che J.J. Abrams è stato bravissimo ad inserire in
quel momento così significativo del film.
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le
forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una
galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica
saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo
la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film comprende
Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
La figlia di Martin Scorsese, Francesca, ha voluto
prendersi gioco del padre e lo ha fatto in maniera decisamente
sarcastica. In che modo? Incartando i suoi regali di Natale con
della carta a tema Marvel!
Siamo tutti a conoscenza della
lunga controversia iniziata quando il leggendario regista di
Taxi Driver e Toro Scatenato ha condiviso la sua
opinione in merito ai film della Casa delle Idee, etichettandoli
come “non cinema”. Controversia che ha visto coinvolti
anche altri importanti esponenti dell’industria cinematografica
hollywoodiana e che si è poi appianata con una lungo editoriale
scritto dallo stesso Scorsese e pubblicato sulle pagine del
New York Times, in
cui il regista di The
Irishman ha chiarito la sua posizione in merito
una volta per tutte.
Adesso, una delle persone che
sicuramente conosce Martin Scorsese meglio di chiunque altro, ha
aspettato il momento giusto per offrire a tutti coloro che si sono
appassionati alla vicenda la miglior replica possibile, rispondendo
alla “diatriba” con l’arma più potente di tutte: l’ironia.
Francesca
Scorsese, giovane attrice apparsa in numerosi
cortometraggi e anche in alcuni film di suo padre (tra cui The
Aviator e The Departed), è attualmente impegnata sul
set con Luca Guadagnino per le riprese della miniserie We Are Who We
Are. Come portato all’attenzione da un utente di Twitter, Francesca ha
condiviso una storia su Instagram nella quale ha mostrato i regali
comprati per papà Martin in occasione delle festività natalizie,
coperti con carta da regalo a tema Marvel.
Come avrà reagito Martin Scorsese? Si sarà divertito a strappare
via le immagini di Iron Man, Captain America e Hulk? Sarebbe stato
interessante e sicuramente divertente vedere anche la sua
reazione…
Di sicuro, in famiglia sembrano non
prendere le cose troppo sul serio e, soprattutto, sanno come
mantenere vivo lo spirito del Natale! Di seguito uno screenshot
della storia che testimonia l’originalissima idea messa in pratica
da Francesca:
Billie Lourd,
tornata nei panni del Tenente Connix in Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, ha condiviso attraverso il suo account
Instagram una bellissima immagine per celebrare sua madre
Carrie Fisher e sua nonna Debbie
Reynolds, entrambe scomparse nel 2016 a pochissimi giorni
di distanza l’una dall’altra.
Billie Lourd è
l’unica figlia della compianta Carrie Fisher,
interprete dell’iconica Principessa Leia nella saga di
Star Wars, nonché nipote della leggenda
di Hollywood Debbie Reynolds. Il mondo intero è
stato scosso dalla notizia della tragica scomparsa della Fisher
avvenuta il 27 dicembre 2016, a causa di un infarto durante un volo
transatlantico da Londra a Los Angeles; a solo un giorno di
distanza la madre della Fisher, la Reynolds, è stata colpita da un
ictus proprio mentre organizzava i funerali della figlia.
Attraverso il suo account Instagram, Billie Lourd
ha voluto rendere omaggio alla memoria della madre e della nonna a
tre anni dalla loro triste dipartita pubblicando un tenerissimo
scatto in cui una piccola Loud appare circondata dalle due
celeberrime attrici. La condivisione dell’immagine – come spesso
accade sui social – è stata per Billie un’occasione per mandare un
messaggio di amore e speranza a tutti coloro che hanno perso una o
più persone care e che si trovano a dover convivere – soprattutto
in occasione delle festività – con la loro assenza.
Su Instagram, l’attrice ha scritto
parole molte sentite e commoventi: “Mando tutto il mio amore a
chiunque abbia perso qualcuno che amava e che oggi senti ancora di
più quella mancanza. Vi vedo. Va bene anche se le cose non
sono sempre tutte allegre e luminose. Può essere anche un mix
di tutto questo. E va bene lo stesso. Vivete a fondo tutte le
vostre emozioni, sia quelle belle che quelle meno belle. Non
affrontate il dolore in silenzio. Non siete soli.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza.“Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
Better Call Saul 5
è la quinta stagione della serie spin-off Better
Call Saul, prequel della pluripremiata serie
Breaking
Bad. Il creatore Vince Gilligan e lo
sceneggiatore e produttore Peter Goul hanno lavorato anche in
qualità di co-produttori. Il cast vede la partecipazione di
Bob Odenkirk, Jonathan Banks, Michael McKean, Rhea Seahorn,
Patrick Fabian, Michael Mando rispettivamente nei ruoli di
Jimmy McGill, Mike Ehrmantraut, Chuck McGill, Kim Wexler,
Howard Hamlin e Nacho Varga.
Better Call Saul 5 è scritta ancora una volta
da Vince Gilligan e Peter Gould che
sono anche produttori esecutivi insieme a Mark Johnson
(Breaking Bad, Diner,
Rain Man), Melissa Bernstein (Breaking
Bad, Rectify, Halt and Catch
Fire) e Thomas Schnauz.
Nella quarta stagione
diBetter Call
Saul, la morte di Chuck catalizza la trasformazione di Jimmy
McGill (Odenkirk) in Saul Goodman. Sulla scia della sua
perdita, Jimmy prende provvedimenti nel mondo criminale che metterà
il suo futuro come avvocato – e il suo rapporto con Kim (Rhea
Seehorn) – a rischio. La morte di Chuck (Michael McKean)
colpisce profondamente gli ex colleghi Howard (Patrick Fabian) e
Kim, rimettendo i due ancora sui due lati opposti di una battaglia
scatenata dai fratelli McGill.
Nel frattempo, Mike
Ehrmantraut assume un ruolo più attivo come il più recente (e più
completo) consulente di sicurezza di Madrigal
Electromotive. E’ un momento molto delicato per essere in
servizio a Gus Fring, dato che il crollo di Hector manda segnali in
tutto il mondo sotterraneo di Albuquerque e getta il cartello nel
caos – facendo a pezzi i piani ben strutturati di Gus e
Nacho. Mentre Gus cambia rotta, Nacho si ritrova nel mirino di
forze nemiche.