Better Call Saul 5
è la quinta stagione della serie spin-off Better
Call Saul, prequel della pluripremiata serie
Breaking
Bad. Il creatore Vince Gilligan e lo
sceneggiatore e produttore Peter Goul hanno lavorato anche in
qualità di co-produttori. Il cast vede la partecipazione di
Bob Odenkirk, Jonathan Banks, Michael McKean, Rhea Seahorn,
Patrick Fabian, Michael Mando rispettivamente nei ruoli di
Jimmy McGill, Mike Ehrmantraut, Chuck McGill, Kim Wexler,
Howard Hamlin e Nacho Varga.
Better Call Saul 5 è scritta ancora una volta
da Vince Gilligan e Peter Gould che
sono anche produttori esecutivi insieme a Mark Johnson
(Breaking Bad, Diner,
Rain Man), Melissa Bernstein (Breaking
Bad, Rectify, Halt and Catch
Fire) e Thomas Schnauz.
Nella quarta stagione
diBetter Call
Saul, la morte di Chuck catalizza la trasformazione di Jimmy
McGill (Odenkirk) in Saul Goodman. Sulla scia della sua
perdita, Jimmy prende provvedimenti nel mondo criminale che metterà
il suo futuro come avvocato – e il suo rapporto con Kim (Rhea
Seehorn) – a rischio. La morte di Chuck (Michael McKean)
colpisce profondamente gli ex colleghi Howard (Patrick Fabian) e
Kim, rimettendo i due ancora sui due lati opposti di una battaglia
scatenata dai fratelli McGill.
Nel frattempo, Mike
Ehrmantraut assume un ruolo più attivo come il più recente (e più
completo) consulente di sicurezza di Madrigal
Electromotive. E’ un momento molto delicato per essere in
servizio a Gus Fring, dato che il crollo di Hector manda segnali in
tutto il mondo sotterraneo di Albuquerque e getta il cartello nel
caos – facendo a pezzi i piani ben strutturati di Gus e
Nacho. Mentre Gus cambia rotta, Nacho si ritrova nel mirino di
forze nemiche.
Dai produttori di
Green Book e Il caso
Spotlight, arriva il 20 febbraio nelle sale
italiane, CATTIVE ACQUE, l’ultimo film
dell’acclamato regista Todd Haynes, con
un cast d’eccezione composto da Mark Ruffalo,
Anne Hathaway, William Jackson
Harper, Bill Pullman e Tim
Robbins.
La pellicola è basata su una vicenda
realmente accaduta e che ha portato alla luce un’importante
problematica legata alla salute pubblica.
Un caso di corruzione ad altissimi
livelli, una battaglia che ha avuto la sua risonanza nel gennaio
del 2016 a seguito della pubblicazione da parte del New York Times
di un articolo firmato da Nathaniel Rich, che descriveva nel
dettaglio l’operato dell’avvocato di Cincinnati Rob Bilott.
Billot socio dello studio legale
Taft Stettinius & Hollister LLP, è diventato un improbabile
attivista, denunciando i pericoli causati da una sostanza chimica
che stava contaminando da anni una comunità rurale.
L’inchiesta è arrivata a colpire un
gigante industriale responsabile di aver promosso commercialmente
l’uso della sostanza incriminata.
Cattive Acque – la
SINOSSI
Questa è la vera storia di Robert
Bilott (Mark Ruffalo) l’avvocato ambientalista protagonista di una
estenuante battaglia legale durata ben 19 anni contro il colosso
chimico DuPont e di come, da uomo tenace e combattivo, ha
rappresentato 70mila cittadini dell’Ohio e della Virginia, la cui
acqua potabile era stata contaminata dallo sversamento
incontrollato di PFOA (acido perfluorooctanico). Grazie ad uno
studio tossicologico sulle vittime, Bilott riuscirà a dimostrare i
rischi per la salute associati alla contaminazione delle acque e
otterrà per loro un importante risarcimento.
Dopo aver mostrato Henry
Cavill con il costume nero di
Superman, Zack Snyder ha
approfittato della vacanze di Natale per condividere con i suoi fan
– sempre attraverso il suo account Vero – una serie di nuovi scatti inediti
dalla #SnyderCut di Justice League.
Le immagini ci mostrano, oltre
all’Uomo d’Acciaio prima e dopo la resurrezione, anche gli altri
membri del team, tra cui Batman, The
Flash e Cyborg: in particolare, la didascalia che ha
accompagnato l’immagine del personaggio interpretato nel film da
Ray Fisher, lascia intendere che Victor Stone
sarebbe potuto cadere sotto il controllo di Darkseid o
Steppenwolf.
Interagendo con i suoi fan
attraverso il social network, Zack Snyder ha
rivelato di non aver ancora visto la versione cinematografica del
film, sotto consiglio di alcune persone a lui molte care che hanno
avuto modo di vedere entrambe le versioni, dal momento che le
riprese aggiuntive svoltesi sotto l’egida di Joss
Whedon pare abbiano cambiato in maniera massiccia il
contenuto del film così come Snyder lo aveva inizialmente
pensato.
Potete ammirare tutte le nuove immagini di seguito:
1 di 7
Secondo una recente campagna di
beneficenza lanciata da Zack Snyder, il titolo
ufficiale della #SnyderCut – nome affibbiato al
progetto dai fan – dovrebbe essere Zack Snyder’s Justice
League, come dimostra una felpa realizzata
proprio in occasione della campagna sostenuta dall’organizzazione
American Foundation for Suicide Prevention, fondata dallo stesso
Snyder dopo il suicidio della figlia maggiore.
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata”
di Justice League, con Snyder che ha
spiegato che i cambiamenti apportati in itinere sono stati causati
da varie interferenze con lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e questo ha avuto un
effetto anche sul film successivo. La mia versione originale del
film, che avevo scritto insieme a Chris Terrio, non è mai stata
girata. L’idea reale, difficile, e spaventosa, non è mai stata
realizzata per le paure dello studio, e io e miei collaboratori
eravamo insicuri proprio a causa della reazione scatenata da Batman
v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano
in quel mondo combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e
Flash tornava indietro nel tempo per dire qualcosa a
Bruce…“
Alcuni mesi fa abbiamo appreso che
Yahya Abdul-Mateen II, noto per aver interpretato
Black Manta in Aquaman di
James Wan, si è ufficialmente unito al cast di Matrix
4, il nuovo capitolo della celebre saga
sci-fi che sarà diretto ancora una volta da Lana
Wachowski. Il ruolo che l’attore statunitense avrebbe
interpretato nel film non era mai stato rivelato, almeno fino ad
oggi…
Un nuovo report di The Illuminerdi (via
ScreenRant), infatti,
suggerisce che Yahya Abdul-Mateen II avrà il ruolo
del giovane Morpheus in Matrix
4, atteso nelle sale per il prossimo anno.
Voci della possibile presenza del personaggio di Morpheus nel nuovo
capitolo della saga erano già trapelate ancora prima dell’annuncio
ufficiale del casting di Yahya Abdul-Mateen II: una volta
confermata la presenza dell’attore nel film, in molti hanno
iniziato a ipotizzare che lo stesso avrebbe potuto interpretare
proprio il capitano della città di Zion, già interpretato da
Laurence Fishburne in tutte e tre i capitoli
precedenti. Resta da capire se Laurence
Fishburne tornerà in qualche modo, nonostante il
recasting del suo personaggio. Al momento la trama del film è
avvolta nel totale mistero.
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu
Reeves, Carrie-Ann Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris,
Jonathan Groff, Jessica Henwick e Toby
Onwumere.
Il nuovo capitolo del franchise
sarà diretto da Lana Wachowski. La
sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar
Hemon e David Mitchell, mentre diverse fonti sostengono che le
riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2020. “Molte
delle idee che Lilly ed io abbiamo esplorato vent’anni fa a
proposito della nostra realtà sono ancora più rilevanti ora. Sono
molto felice di avere questi personaggi nella mia vita e sono grata
per questa possibilità di lavorare ancora con i miei brillanti
amici“, ha detto la Wachowski.
“Non potremmo essere più
entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato
Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera
visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che
stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo
dell’universo di Matrix“.
Il canale americano Starz dopo
la prima clip ha diffuso la sigla d’apertura di
Outlander 5, l’attesissima quinto stagione
di Outlander.
Outlander
5×01
Outlander 5 è la quinta stagione della serie tv
Outlander
creata da Ronald D. Moore per il canale
americano Starz.
Nella quinta stagione di
Outlander ritorneranno
Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in
corso), interpretata da Caitriona
Balfe, James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie
Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam
Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso),
interpretato da Bill Paterson, Frank
Randall/Jonathan “Black Jack” Randall (stagioni 1-3), interpretato
da Tobias Menzies, Janet “Jenny” Fraser
Murray (stagione 1-in corso), interpretata da Laura
Donnelly, Ian Murray (stagione 1-in corso),
interpretato da Steven Cree, Roger
Wakefield (stagione 2-in corso), interpretato
da Richard Rankin, Brianna “Bree”
Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso), interpretata
da Sophie Skelton, Lord John William
Grey (stagione 3-in corso), interpretato da David
Berry, Marsali MacKimmie Fraser (stagione 3-in
corso), interpretata da Lauren Lyle,Claudel
“Fergus” Fraser (stagione 3-in corso), interpretato
da César Domboy e Capitano Raines
(stagione 3-in corso), interpretato da Richard
Dillane.
Colin Firth è
tra i più apprezzati interpreti attualmente in attività, dotato di
un fascino unico che gli ha permesso di vedersi spianata la strada
verso il successo. Negli anni si è dimostrato valido interprete
tanto di commedie quanto di film più drammatici, senza disdegnare
ruoli in celebri film action. Premiato con l’Oscar, Firth continua
ancora oggi a regalare grandi soddisfazioni ai suoi fan, con la
critica ne ha in più occasioni apprezzato la versatilità.
Ecco 10 cose che non sai di
Colin Firth.
Colin Firth: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore ha debuttato al cinema nel 1984
con il film Another Country, per poi recitare in
Valmont (1989) Il paziente inglese (1996), con
cui ottiene una prima notorietà. Nel 1998 recita in Shakespeare
in Love, che gli permette di ottenere una più ampia fama, per
poi consacrarsi con il film Il diario di Bridget Jones
(2001). Da quel momento recita in film come La ragazza con
l’orecchino di perla (2003), Love Actually – L’amore
davvero (2003), Che pasticcio, Bridget Jones! (2004),
Nanny McPhee – Tata Matilda (2005), Un marito di
troppo (2008), Mamma Mia! (2008), Dorian
Gray (2009) e A Single Man (2009), con cui ottiene la
sua prima nomination agli Oscar. Nell’ultimo decennio l’attore ha
poi recitato in celebri film come A Christmas Carol
(2009), Il discorso del
re (2010), La talpa
(2011), Gambit – Una truffa a
regola d’arte (2012), Magic in the
Moonlight (2014), Kingsman – Secret
Service (2014), Genius
(2016), Bridget Jones’s
Baby (2016), Kingsman – Il cerchio
d’oro (2017), Il ritorno di Mary
Poppins (2018), Kursk (2018)
e 1917 (2019).
2. Ha recitato anche in
televisione. Nel corso della sua carriera l’attore ha
partecipato da interprete a diversi film per la televisione, tra
cui Tumbledown (1988), Conspiracy – Soluzione
finale (2001), Born Equal (2006) e
Celebration (2007). Ha inoltre partecipato anche alla
miniserie Orgoglio e pregiudizio (1995).
3. Si è distinto come
produttore. Nel corso della sua carriera l’attore ha
inoltre prodotto diversi documentari come In Prison My Whole
Life (2007) e The People Speak Up (2010), nonché dei
film Il diritto di uccidere (2015), Loving (2016)
e The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde
(2018).
Colin Firth: la vita privata
dell’attore
4. Ha avuto diverse
relazioni. Sul set del film Valmont l’attore
conosce l’attrice Meg Tilly, con la quale avrà una
relazione dal 1989 al 1994 e un figlio nato nel 1990.
Successivamente ha una relazione con l’attrice Jennifer
Ehle, conosciuta sul set della serie Orgoglio e
pregiudizio.
5. Si è sposato.
Nel 1997 l’attore ha sposato la produttrice e regista italiana
Livia Giuggioli, con cui ha due figli, nati
rispettivamente nel 2001 e nel 2003. I due, tuttavia, annunciano la
separazione nel dicembre del 2019.
Colin Firth e i premi Oscar
6. Ha vinto l’ambito
premio. L’attore riceve nel 2010 la sua prima nomination
come miglior attore protagonista ai premi Oscar per il film A
Single Man, senza tuttavia riportare la vittoria. L’anno
successivo, tuttavia, l’attore viene nuovamente nominato come
miglior attore protagonista, per il film Il discorso del
re, vincendo in questo caso il prestigioso premio.
Colin Firth è cittadino
italiano
7. Ha ricevuto la
cittadinanza. L’attore, sposato per molti anni con una
donna italiana, ha da sempre reso noto il suo amore per il Bel
Paese. Nel 2017 riceve la cittadinanza italiana, avendola chiesta
per i venti anni di matrimonio con la moglie. Inoltre, Firth parla
correntemente l’italiano.
Colin Firth in Orgoglio e
pregiudizio
8. Ha recitato nella celebre
serie televisiva. Nel 1995 l’attore acquista maggior
popolarità recitando nel ruolo di Fitzwilliam Darcy, nella serie TV
Orgoglio e pregiudizio. La serie fu particolarmente
apprezzata per la sua fedeltà al testo della Austen, e mise
nuovamente in mostra le doti attoriali di Firth.
Colin Firth: il suo 2019
9. Ha nuovi progetti in
programma. Nel 2019 l’attore svolge un ruolo di rilievo
nell’apprezzato film di Sam Mendes, 1917.
Allo stesso tempo ha preso parte alle riprese dei film Il
giardino segreto e Supernova, entrambi previsti per il
2020.
Colin Firth età e altezza
10. Colin Firth è nato a
Grayshott, in Inghilterra, il 10 settembre 1960. L’altezza
complessiva dell’attore è di 187 centimetri.
La giovane attrice e cantante
Zoë Kravitz è pronta a conquistare i fan con il
ruolo di Selina Kyle, alias Catwoman, nell’annunciato nuovo film su
Batman. Ma la Kravitz ha già una lunga carriera tanto al cinema
quanto in televisione, dove ha saputo affermarsi per la sua
versatilità. L’attrice ha infatti partecipato ad alcuni dei
principali blockbuster degli ultimi anni, ma anche a film più
indipendenti, che le hanno permesso di ottenere il favore della
critica.
2. Ha avuto ruoli in celebri
serie TV. La Kravitz ha recitato nel 2011 in alcuni
episodi della serie Californication, ricoprendo il ruolo
di Pearl. Nel 2017 ottiene invece il ruolo di Bonnie Carlson, nella
serie Big Little Lies, dove recita fino al 2019. Nel 2020
sarà invece tra i protagonisti della serie High
Fidelity.
3. Si è distinta come
doppiatrice. L’attrice esordisce come doppiatrice per il
film Lego Batman – Il film (2017), per poi dare voce al
personaggio di Mary Jane nel film Spider-Man: Un nuovo
universo (2018), vincitore del premio Oscar come miglior film
d’animazione.
Zoë Kravitz ha un marito
4. È sposata. La
Kravitz si è sposata il 29 giugno del 2019 con l’attore Karl
Glusman, con cui era fidanzata ufficialmente dal 2018 dopo una
frequentazione iniziata nel 2016. La cerimonia si è svolta a
Parigi, nella villa del padre di lei, Lenny
Kravitz. Tra gli invitati c’erano anche gli attori
Jason Momoa, Reese Witherspoon,
Shailene
Woodley e Denzel
Washington.
Zoë Kravitz: i suoi genitori
5. È figlia d’arte.
L’attrice è figlia del celebre cantante Lenny
Kravitz, tra i più premiati in ambito musicale, e
dell’attrice Lisa Bonet, celebre per aver recitato
nella serie I Robinson. I due genitori sono stati sposati
dal 1987 al 1993.
Zoë Kravitz: i suoi tatuaggi
6. Ha numerosi
tatuaggi. La Kravitz ha rivelato di avere ben 55 tatuaggi,
in diverse parti del proprio corpo. Il più di questi sono piccoli
segni sulle mani o sulle braccia. Ognuno di questi tatuaggi ha un
preciso significato, e sul Web è possibile ritrovare un elenco
completo a riguardo.
Zoë Kravitz è Catwoman
7. Ha già interpretato il
celebre personaggio. L’attrice è stata scelta per
ricoprire il ruolo di Catwoman nel film The
Batman, previsto per il 2020. Tuttavia l’attrice ha già
dato voce a tale personaggio, doppiandolo nel film LEGO Batman
– Il film.
8. Ha ricevuto importanti
consigli. Quando fu resa pubblica la notizia secondo cui
l’attrice avrebbe interpretato Catwoman, la Kravitz ha subito
ricevuto importanti consigli dalle due attrici che avevano già
ricoperto tale ruolo al cinema. Michelle
Pfeiffer le ha infatti suggerito di assicurarsi che il
suo costume le permetta di andare in bagno, mentre Anne
Hathaway le ha suggerito di divertirsi il più
possibile ad interpretare un ruolo tanto importante.
Zoë Kravitz e Yves Saint
Laurent
9. Ha collaborato con la
celebra casa di moda. L’attrice ha dato vita, in
collaborazione con Yves Saint Laurent, ad una collezione a suo nome
che prevede sei nuove sfumature del rossetto Rouge Pur Couture.
Ognuna di queste sfumature è adatta ad occasioni e momenti diversi
del giorno.
Zoë Kravitz età e altezza
10. Zoë Kravitz è nata a Los
Angeles, California, Stati Uniti, il 1 dicembre 1988.
L’attrice è alta complessivamente 157 centimetri.
Il 2019 è stato un anno
particolarmente ricco per il cinema, con grandi blockbuster e
importanti film d’autore che hanno calcato le sale cinematografiche
di tutto il mondo. Inoltre, anche quest’anno il genere horror ha
potuto fregiarsi di diversi film di successo, che hanno ribadito
l’importanza di tale categoria nel panorama cinematografico.
Degli horror usciti quest’anno in
sala, diversi sono quelli che hanno portato nuova vita al genere.
Alcuni lo hanno utilizzato per raccontare la società contemporanea,
altri per parlare di specifici aspetti della vita quotidiana,
mentre altri ancora si sono rivelati delle buone trasposizioni da
celebri romanzi dell’orrore.
Ecco i 10 migliori film
horror del 2019.
Noi
Noi è il
secondo lungometraggio diretto dal regista Jordan
Peele, divenuto celebre con il film Scappa – Get
Out. Questo suo nuovo horror ha per protagonista l’attrice
premio Oscar Lupita
Nyong’o, e vede una famiglia afroamericana, in vacanza
a Santa Cruz, ritrovarsi attaccata dai propri doppelgänger. Nel
susseguirsi di macabri eventi, la famiglia si ritroverà a
confrontarsi con qualcosa che va ben oltre la loro
immaginazione.
Il film si è rivelato un vero e
proprio successo al box office, incassando globalmente 255 milioni
di dollari a fronte di un budget di 20 milioni. Accolto
positivamente dalla critica, il film è stato lodato per la
sceneggiatura e la regia, nonché per la colonna sonora e
l’interpretazione della Nyong’o.
Midsommar
Il 2019 vede tornare al cinema
anche il regista Ari Aster, che con Midsommar –
Il villaggio dei dannati realizza un’opera
seconda particolarmente apprezzata. Interpretata dagli attori
Florence Pugh, Jack
Reynor e Will Poulter, il film vede un
gruppo di ragazzi in viaggio verso la Svezia, dove si recheranno in
vacanza in un villaggio sperduto. Gli abitanti del luogo sveleranno
ben presto delle strane usanze esiste, uniche nel loro genere, e le
cose inizieranno ad andare sempre per il peggio.
Il film è stato indicato come uno
dei miglior horror dell’anno, lodato per la sua regia e le idee
messe in scena da Aster. Lo stesso regista è stato indicato come
uno dei nomi da tenere d’occhio per il futuro di tale genere.
Scary Stories to Tell in the
Dark
Adattamento cinematografico
dell’omonima serie di libri per ragazzi, Scary Stories to Tell in the Dark è
uscito in sala in tempo per Halloween, spaventando i numerosi
spettatori accorsi a vederlo. Diretto da André
∅vredal, il film ha per protagonisti un gruppo di ragazzi,
i quali si imbatteranno in un antico libro di favole horror. Man
mano che vanno avanti nella lettura, i ragazzi si renderanno conto
che non si tratta solo di favole.
Il film è stato prodotto dal
regista premio Oscar Guillermo del Toro, e ha
unito un’estetica di film horror per ragazzi a toni particolarmente
macabri, dando vita ad un prodotto adatto pensato tanto per i
giovani quanto per gli adulti.
It – Capitolo Due
Dopo lo straordinario successo di
pubblico ottenuto dal primo capitolo, uscito nel 2017, il regista
Andy Muschietti ha portato nelle sale il sequel
It – Capitolo
Due. Il film è la seconda parte della
trasposizione dedicata al più celebre romanzo dello scrittore
Stephen King, un’opera monumentale che ha stregato
e spaventato milioni di spettatori nel corso degli anni.
Protagonisti del film sono, tra gli
altri, gli attori James McAvoy,
Jessica Chastain,
Bill Hader, Jay Ryan, Bill
skarsgård, Jaeden Martell, Sophia Lillis e Finn
Wolfhard. Il gruppo di ragazzi che credeva di aver
sconfitto il terribile pagliaccio Pennywise è ora costretto a
riunirsi a distanza di 27 anni, dopo aver saputo del ritorno della
malvagia creatura. Ormai diventati adulti, i vecchi amici dovranno
dar vita ad un antico rito per tentare di sconfiggere
definitivamente il mostro che infesta la città di Derry.
Finché morte non ci separi
Diretto da Matt
Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, il film
Finché morte non ci separi è un film a
metà tra la commedia nera e l’horror, con protagonisti gli attori
Samara Weaving, Adam
Brody e Mark O’Brien. Apprezzato da
critica e pubblico, il lungometraggio si è rivelato una delle
maggiori sorprese del genere.
Il film è la storia di Grace,
giovane sposa unitasi in matrimonio con Alex, erede di una ricca
dinastia fondatrice dell’impero dei giochi da tavola. Durante la
sua prima notte di nozze, la ragazza viene invitata a partecipare a
una tradizione familiare: il nuovo arrivato deve prendere parte a
un gioco contro il resto della casata. Ben presto, tuttavia, il
rito si rivelerà essere una terrificante caccia all’uomo.
Polaroid
Basato su di un omonimo
cortometraggio, Polaroid è uno dei più
interessanti film horror del 2019. Diretto da Lars
Klevberg, il film ha per protagonista la giovane Bird, che
riceve in dono una vecchia polaroid comprata ad un mercatino.
L’oggetto tuttavia non è ciò che sembra, e nasconde una terribile
maledizione, che perseguiterà la ragazza e chiunque venga
fotografato.
Il film è una nuova riflessione del
genere su oggetti ormai in disuso, che acquistano valore metaforico
all’interno del nuovo panorama mediale. La tecnostalgia messa in
gioco dal film sarà motivo di riflessione, in chiave horror, su
quello che è un oggetto vintage dall’indiscutibile fascino.
Countdown
Un altro affascinante film horror
uscito nelle sale nel 2019 è Countdown,
diretto da Justin Dec con gli attori
Elizabeth Lail,
Peter
Facinelli e Talitha Bateman. Nel
film, tutto ruota intorno ad una misteriosa app che, scaricata sul
proprio cellulare, è in grado di indicare, attraverso un minaccioso
countdown, quanto tempo manca alla propria morte.
L’horror si pone così nuovamente a
servizio della tecnologia oggi alla portata di tutti. Attraverso un
app in grado di indicare il tempo rimanente prima di morire, il
film attua una riflessione sui moderni media che circondano la vita
di ognuno di noi, ripensandoli attraverso una metaforica chiave
macabra.
Doctor Sleep
Tratto dall’omonimo romanzo di
Stephen
King, Doctor
Sleepè il sequel del
celebre Shining. Diretto da Mike Flanagan
con l’attore Ewan
McGregor, la storia si concentra su di un ormai adulto
Dan Torrance che, traumatizzato dai celebri eventi svoltisi anni
prima all’interno dell’Overlook Hotel, si ritrova a combattere con
l’alcolismo e i suoi poteri psichici.
Il film è stato accolto
positivamente dal pubblico e dalla critica, che ne hanno apprezzato
la trasposizione fedele e l’interpretazione del protagonista. Lo
stesso King lo ha definito uno dei migliori adattamenti tratti dai
suoi romanzi.
L’angelo del male –
Brightburn
Prodotto da James
Gunn, L’angelo del male –
Brightburn è un film horror diretto
da David Yarovesky con protagonista
l’attrice Elizabeth
Banks. Il film offre un’interessante rovesciamento di
prospettiva rispetto al mito di Superman, provando a immaginare
cosa accadrebbe se un bambino caduto dallo spazio, e adottato da
una coppia, rivelasse incredibili poteri e una super malvagità.
Basato su quest’affascinante idea,
il film ha ottenuto un buon riscontro di pubblico, che ne ha
apprezzato tanto la messa in scena quanto la violenza. La
componente horror in chiave supereroistica ha inoltre contribuito
ad aumentare la popolarità del film.
Il Signor Diavolo
Il Signor
Diavolo è il ritorno al genere horror per il
regista Pupi Avati, che porta al cinema una nuova
storia intrisa di atmosfere gotiche e possessioni demoniache.
Tratto dall’omonimo romanzo scritto dallo stesso Avati, il quale
desiderava raccontare una storia lugubre, di quelle che si
raccontavano un tempo nelle case di campagna intorno al fuoco.
Ambientato nel 1952, il film segue
le vicende circa il processo sull’omicidio di un adolescente,
considerato indemoniato. Inviato un ispettore del Ministero a
verificare quanto accaduto, questi si troverà di fronte ad una
serie di eventi sconvolgenti, su cui si agita la credenza popolare
circa la presenza del demonio.
La redazione di Cinefilos.it si è
espressa e, partendo dalle dieci preferenze di ogni redattore, è
stata stabilita una classifica che rispecchia per buona parte le
scelte, i gusti e le preferenze di redattori.
Come per ogni classifica, restano
esclusi alcuni titoli importanti, che però sono stati scelti almeno
da un redattore. Tra questi ci sono Ricordi? di
Valerio Mieli, Midsommar –
Il Villaggio dei Dannati di Ari
Aster, ma anche Martin
Eden, Se la strada
potesse parlare,
Booksmart e tanti altri titoli che per
una mera questione di calcolo non sono stati inseriti.
In un anno estremamente ricco di
film che hanno imposto al pubblico la loro presenza e la loro
bellezza, ecco la Top 10 dei migliori dieci film del
2019 secondo la redazione di
Cinefilos.it:
Dolore e Gloria
Ha conquistato il cuore
della stampa (e del pubblico, visto che è in sala in Italia dal 17
maggio) Dolor y Gloria, il nuovo film di
Pedro Almodovar che torna a lavorare con
Antonio Banderas e Penelope Cruz
e realizza uno dei migliori film della sua carriera.
Dalla trasgressione dei primi film,
fino al tono meditabondo delle pellicole della sua produzione più
recente, il regista non ha mai rinunciato a raccontare la grande
vitalità dell’essere umano, anche di quello più sofferente,
derelitto e solitario.
Il travolgente successo
della sua opera prima, con tanto di Oscar alla sceneggiatura
originale, ha proiettato Jordan Peele nel cono
di interesse dei cinefili e di coloro che hanno apprezzato Scappa – Get
Out, ma anche di quelli che, scettici, lo stanno
aspettando “al varco”. Con Noi, in sala dal 4
aprile, il regista, sceneggiatore e produttore si mette di nuovo
alla prova, allargando i suoi orizzonti e quelli della sua storia,
uscendo dai confini che aveva dimostrato di padroneggiare e
allungando il getto della sua ambizione.
Noi racconta la storia di una giovane donna,
Adelaide, che, tornata nella casa delle vacanze della sua infanzia,
con il marito e i suoi due bambini, si trova a fronteggiare una
circostanza spaventosa: delle persone li prendono in ostaggio e li
minacciano, persone che sono le loro copie, un po’ più rozze,
feroci e selvagge, ma esattamente come loro… come noi.
Dopo il delizioso esordio
con Un amore
sopra le righe, Nicolas Bedos
torna a dirigere (e scrivere) per il cinema e realizza
La belle
époque, una commedia nostalgica e tanto romantica,
interpretata da Daniel Auteuil, Fanny Ardant, Guillaume
Canet e Doria Tillier.
La storia è quella di Victor, un
uomo all’antica che odia la tecnologia, il digitale, il presente,
l’innovazione. Sua moglie, Marianne, non potrebbe essere più
diversa: ancora molto affascinante, è curiosa di ogni novità, e
questo suo atteggiamento la allontana dal marito. Quando un
eccentrico imprenditore propone a Victor di rivivere un giorno del
passato, l’uomo non ha dubbi, sceglia di rivivere il giorno in cui
ha conosciuto la donna della sua vita: proprio Marianne.
Marco
Bellocchio torna a raccontare la storia dell’Italia, e
lo fa presentando in concorso al Festival di Cannes 2019
il film Il
Traditore, basato sulla figura di Tommaso Buscetta,
l’uomo che ha permesso di sferrare uno dei più duri colpi alla
mafia che si ricordi. Il film, costruito sulle forti spalle di
Pierfrancesco Favino, presenta un ritratto fedele
e non indulgente sugli eventi che si snodano tra gli anni ottanta e
i primi 2000, sulla figura di una personalità ambigua e di un paese
diviso internamente.
Ha inizio nei primi anni ’80 il
racconto, nel bel mezzo di una vera e propria guerra tra i boss
della mafia siciliana. Tommaso Buscetta (Pierfrancesco
Favino), conosciuto come il “boss dei due mondi”,
fugge per nascondersi in Brasile. Qui viene però arrestato ed
estradato in Italia dalla polizia. Buscetta si trova a questo punto
davanti ad un scelta, e deciderà di incontrare il giudice Giovanni
Falcone e tradire l’eterno voto fatto a Cosa Nostra.
Approda a Venezia un
affresco barocco intrigante, che occhieggia alla pittura del tardo
seicento con uno sguardo totalmente personale, moderno e
dissacrante. Si tratta del nuovo film di Yorgos
Lanthimos: La Favorita.
La storia è ambientata
nell’Inghilterra del XVIII secolo, dove la triste Regina Anna
decide le sorti del suo popolo protetta dalla sua reggia isolata
nel cuore della campagna inglese. La sua corte, popolata di nobili,
servi e consiglieri, sembra giocare freddamente con la vita e la
morte della povera gente, in maniera distaccata e annoiata, dando
più importanza ai banchetti, alle corse di anatre, alle tresche e
al tiro a volo, piuttosto che alle inevitabili conseguenze belliche
di quel conflitto sanguinoso con la Francia, che si protrae
ormai da lungo tempo.
C’è un momento ben preciso
in C’era una volta
a… Hollywood, dove Quentin Tarantino
sembra racchiudere il cuore del suo film. Avviene quando la
Sharon Tate interpretata con grande grazia da
Margot Robbie, si
reca al cinema per guardare The Wrecking
Crew, film del 1969 con la stessa Tate tra i
protagonisti. Nel buio della sala, osserviamo la copia ammirare
l’originale, in un gioco di doppi che ha un che di straniante e
ammaliante allo stesso tempo. In questa breve scena il regista fa
esplodere, silenziosamente, la differenza tra ciò che è e ciò che
appare, la quale connota non solo il film ma l’intera arte
cinematografica e che una volta compresa apre una scissione che evidenzia ancor di più il momento di
passaggio, storico e cinematografico, che la pellicola va a
ritrarre.
Siamo nel 1969, un periodo di
grandi cambiamenti ad Hollywood. L’attore Rick
Dalton, interpretato da Leonardo DiCaprio,
sta attraversando una fase discendente della sua carriera, dopo
numerosi ruoli da protagonista tra western e gangster movie. Come
lui, la sua fidata controfigura Cliff Booth,
interpretato da Brad
Pitt, cerca di non cadere nell’anonimato. Circondati
da un’industria a loro sempre più estranea, i due si troveranno a
fare i conti con novità impreviste, come la nuova vicina di casa di
Dalton, l’attrice Sharon Tate.
È l’evento
cinematografico dell’anno, il nuovo film di Martin
Scorsese, vecchio maestro della settima arte, che però si
rivolge a Netflix, simbolo della modernità del cinema, per
realizzare la sua visione: The
Irishman è attesissimo, e a buon diritto!
La storia tocca il mondo della
mafia italo-americana, ambiente caro allo Scorsese cinematografico,
e si concentra sulla vita di Frank Sheeran (a sua volta raccontata
nel libro I Heard You Paint Houses scritto da
Charles Brandt). Frank è un veterano di guerra,
che ha imparato ad uccidere nella campagna in Italia e che riesce
ad entrare nelle grazie dei vertici della mafia, diventando “l’uomo
che imbianca case”, ovvero il killer deputato a fare pulizia.
Efficace, preciso, servizievole, Frank è l’impiegato modello, che
esegue gli ordini e non fa domande, un vero soldato.
Andare a vedere un film
di Noah Baumbach presuppone una certa dose di
certezze, come con tutti gli autori che mostrano sempre con grande
chiarezza quali sono i loro punti di forza e il loro modo di
affrontare le storie. Il regista di Brooklyn, presentando
Storia di un Matrimonio a Venezia
76, in Concorso, conferma questo assunto, offrendo al
pubblico un quadro realistico, attento e prepotentemente
emozionante di una storia d’amore che viene fotografata sul suo
concludersi.
Nicole e Charlie sono una giovane
coppia che dopo anni di matrimonio, un figlio, e progetti comuni
importanti (sono regista e attrice principale di una compagnia di
teatro di New York), si separano, affrontando così il dolore, ma
anche le dinamiche pratiche, i compromessi, le assurdità, che la
separazione e il divorzio comportano.
È stato proiettato in
concorso uno dei film più attesi della 76° Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia, Joker di
Todd Phillip, interpretato da un superlativo
Joaquin Phoenix, nei panni del noto, quanto
ilare, acerrimo nemico di Batman.
Nei film di supereroi, ma anche nei
fumetti o nella letteratura, i nemici e i cattivi destano da sempre
empatia e fascino, tanto da surclassare spesso le meste figure, che
bardandosi con la bandiera del bene e dell’ordine pubblico, si
prodigano per combatterli. Joker è di certo uno dei più
popolari di questi antieroi e il ritratto che ne costruisce
Todd Phillips contribuisce a donargli spessore,
umanità e motivazioni. Il suo oscuro affresco metropolitano fa
comprendere che il male non è sempre dalla stessa parte e che molte
volte i paladini della giustizia combattono contro chi ha invece
ragione da vendere. Joker è intriso di tanta disperazione
e forse avrebbe anche più diritti rispetto a chi lo combatte e deve
mantenere il controllo della legalità.
La recensione di
Parasite non può non partire dalla
riflessione generale sul lavoro del suo regista, quel Bong
Joon-Ho che, dopo aver lavorato in USA, producendo
Snowpiercer e
Okja, torna nella sua Corea del Sud, per
affrontare di nuovo il conflitto di classe. Lo fa con un film dalla
precisione geometrica e dall’animo tumultuoso, una storia che nel
suo schema perfetto incasella ambizioni, appetiti, brutture,
bassezze umane.
La storia ruota intorno al rapporto
in parte inconsapevole tra due famiglie. Da una parte, in un
seminterrato umido, c’è la famiglia Ki-taek, dall’altro invece, in
cima a una collina, nella zona residenziale della città, in una
villa luminosa ed elegante, c’è la famiglia Park, che possiede ed
ottiene tutto ciò che i soldi possono comprare. Due famiglie a loro
modo felici, ma complementari l’una all’altra.
In occasione dell’attività stampa
dedicata a 6
Underground, il nuovo film di Michael
Bay su Netflix, abbiamo intervistato uno dei protagonisti
del film, Ben Hardy, e un membro degli
Storror, il gruppo di parkour che ha lavorato al
film.
6 Underground è disponibile su
Netflix.
Gli sceneggiatori di
Deadpool, Rhett Reese e
Paul Wernick, hanno scritto 6
Underground, e Ryan Reynolds è il
protagonista accanto a Ben Hardy, Dave Franco, Adria
Arjona, Manuel Garcia-Rulfo e Corey
Hawkins. All’inizio di questo mese, Reynolds ha pubblicato
un video dietro le quinte in cui ha scherzosamente parlato di
quanto adori i momenti “tranquilli” dei film di Bay… mentre, alle
sue spalle, si “svolgeva” un epico incidente automobilistico.
Michael Bay è meglio conosciuto come il regista
della saga di Transformers ed è famoso per il suo
amore per esplosioni e scene d’azione che distruggono la maggior
parte del panorama del film.
All’inizio della sua carriera, Bay
si era dedicato principalmente a film action, ricordiamo Bad Boys e
The Rock, e in un nuovo video pubblicato su Instagram descrive 6
Underground come un ritorno alle sue radici.
6
Underground introduce un nuovo modello di eroe
d’azione. Sei individui provenienti da tutto il mondo, ognuno il
migliore nel proprio campo, sono stati scelti non solo per le loro
abilità, ma per il desiderio comune di cancellare il loro passato
per cambiare il futuro. La squadra è riunita da un enigmatico
leader (Ryan Reynolds), la cui unica missione nella vita è
garantire che, mentre lui e i suoi compagni non saranno mai
ricordati, le loro azioni lo saranno sicuramente.
Diretto da:
Michael Bay Scritto da: Paul Wernick & Rhett Reese Prodotto da: David Ellison, Don Granger,
Dana Goldberg, Ian Bryce
Co-prodotto da: Jonathan Hook, Michael Kase
Produttore esecutivo: Matthew Cohan Cast: Ryan Reynolds, Mélanie Laurent, Corey
Hawkins, Adria Arjona, Manuel Garcia-Rulfo, Ben Hardy Lior Raz,
Payman Maadi e Dave Franco.
Pur con una filmografia esigua,
l’attrice Perdita Weeks ha nel corso degli anni
partecipato a diverse serie TV di successo, accrescendo la propria
popolarità e ottenendo le attenzioni di critica e pubblico.
Recentemente l’attrice ha ampliato anche la propria presenza al
cinema, partecipando ad un film di grande successo. Ora che inizia
ad ottenere sempre più ruoli, la Weeks sembra essere a caccia di
quello che possa consacrarne la carriera.
Ecco 10 cose che non sai di
Perdita Weeks.
Perdita Weeks: i suoi film
1. Ha recitato nel film di
un celebre regista. L’attrice debutta sul grande schermo
nel 1996 con il film Hamlet, per poi recitare in Spice
Girls – Il film (1997). L’attrice attraversa in seguito una
fase di lunga assenza al cinema, impegnata in altri lavori. Nel
2013 torna in sala con il film The Invisible Woman, e nel
2014 è tra i protagonisti di Necropolis – La città dei
morti. Nel 2018 ottiene poi un ruolo di rilievo nel film
Ready Player
One, del regista Steven Spielberg.
2. È nota per i ruoli
televisivi. Ben più ricca è la sua carriera in
televisione. Nel corso degli anni l’attrice è infatti comparsa
nelle serie TV Stig of the Dump (2002), I Tudors
(2007-2008), Lost in Austen (2008), Four Seasons
(2008-2009), The Promise (2011), Grandi speranze
(2011), Titanic (2012), The Great Fire (2014),
Rebellion (2016), Penny Dreadful (2016) e
Magnum P.I. (2018-2020), dove ricopre il ruolo di Juliett
Higgins.
Perdita Weeks è su
Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 45,2 mila persone. All’interno
di questo la Weeks è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago, ma anche dietro le quinte dei sei a cui prende
parte e immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Perdita Weeks e Kit
Frederiksen
4. È sposata.
Nell’ottobre del 2012 l’attrice ha sposato Kit Frederiksen, e da
quel momento la coppia ha tenuto particolarmente riservata la
propria vita sentimentale, non rivelando nulla circa il loro
incontro né sugli sviluppi del loro matrimonio. L’attrice pubblica
raramente loro foto sui propri social network, mentre lui sembra
proprio esserne sprovvisto.
Perdita Weeks in Penny
Dreadful
5. Ha avuto un ruolo nella
serie horror. L’attrice è comparsa nella terza stagione
della serie Penny Dreadful, dove recita tra gli altri
l’attrice Eva
Green. Qui la Weeks ha ricoperto il ruolo di Catriona
Hartdegan, una studiosa del soprannaturale, del quale ha una
profonda conoscenza.
Perdita Weeks in I Tudors
6. Ha ricoperto un ruolo
importante. Nella serie I Tudors l’attrice ha
interpretato il personaggio di Maria Bolena, presente nelle prime
due stagioni. Questa è la sorella della celebre Anna Bolena,
interpretata dall’attrice Natalie Dormer.
Perdita Weeks in Magnum P.I.
7. Il suo personaggio era
originariamente un uomo. Nella serie Magnum P.I.,
reboot dell’omonima serie celebre negli anni ottanta, l’attrice
ricopre il ruolo di Juliet Higgins. Nella serie originale, Higgins
era in realtà un personaggio maschile.
8. Reciterà in un’altra
serie dello stesso universo narrativo. Nel 2020 l’attrice
riprenderà il ruolo di Juliett Higgins anche nel reboot della serie
Hawaii Five-0, ambientata nello stesso universo
narrativo.
Perdita Weeks: il suo fisico
9. Ha sfoggiato un fisico
molto curato. Per prendere parte alla serie Magnum
P.I., l’attrice si è allenata a lungo per ottenere una forma
smagliante. Le numerose sequenze d’azione richiedevano infatti una
buona preparazione fisica, che l’attrice ha prontamente raggiunto e
sfoggiato con successo.
Perdita Weeks età e altezza
10. Perdita Weeksè nata a Cardiff, nel Galles, il 25 dicembre 1985.
L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.
Dopo aver esordito in alcune celebri
commedie per il cinema, l’attore Jason Bateman ha
in seguito dimostrato una buona versatilità, che lo ha portato a
dar vita anche a ruoli drammatici, per i quali è stato
particolarmente lodato da critica e pubblico. Impegnato tanto al
cinema quanto in televisione, Bateman si è rivelato una personalità
poliedrica, in grado di ricoprire con successo ben più di un
ruolo.
Ecco 10 cose che non sai di
Jason Bateman.
Jason Bateman: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. L’attore esordisce al cinema nel 1987, come
protagonista del film Voglia di vincere 2. Durante gli
anni novanta recita prevalentemente in televisione, per poi tornare
al cinema con film come La cosa più dolce… (2002),
Starsky & Hutch (2004), Palle al balzo –
Dodgeball (2004), Ti odio, ti lascio, ti…
(2006), The Kingdom (2007) e Juno (2007),
con cui ottiene nuova popolarità. Successivamente recita in celebri
film come Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie
(2007), Non mi scaricare (2008), Hancock (2008),
Tra le nuvole (2009), L’isola delle coppie
(2009), Due cuori e una provetta (2010), Come ammazzare il
capo… e vivere felici (2011), Disconnect
(2012), Bad Words (2013), Come ammazzare il capo
2 (2014), Regali da uno sconosciuto (2015),
La famiglia Fang
(2015), Una spia e
mezzo (2016) e Game Night – Indovina
chi muore stasera? (2018).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. L’attore diventa celebre quando da bambino
recita nella serie La casa nella serie (1981-1982) e
successivamente in Il mio amico Ricky (1982-1984). Bateman
ottiene poi nuova popolarità grazie alle serie La famiglia
Hogan (1986-1991),
Simon (1995-1996), Chicago
Sons (1997) e George & Leo (1997-1998). Nel
2003 è tra i protagonisti della serie Arrested
Development, ruolo che ricopre fino al 2006 e poi nuovamente
dal 2013 al 2019. Dal 2017 è protagonista della serie NetflixOzark. Nel 2020 sarà invece
protagonista della serie The Outsider.
3. Si è distinto come
regista. Nel corso della sua carriera, Bateman ha in più
occasioni ricoperto il ruolo di regista. La sua prima volta è per
alcuni episodi della serie La famiglia Hogan, e in seguito
per Arrested Development. Le sue regie più celebri sono
tuttavia quelle realizzate per diversi episodi della
serie Ozark. Bateman ha inoltre diretto i film
Bad Words e La famiglia Fang.
4. Ha ricoperto il ruolo di
produttore. Dopo aver prodotto la serie Growing Up
Fisher (2014), Bateman ha nuovamente svolto il ruolo di
produttore per i film La famiglia Fang e Game Night –
Indovina chi muore stasera?. Si è inoltre distinto per essere
il produttore delle serie Ozark,The
Outsider e A Teacher (2020).
Jason Bateman: i suoi telefilm
5. Ha recitato in diverse
occasioni in televisione. Nel corso della sua carriera
Bateman ha recitato anche in più di un telefilm, tra cui The
Fantastic World of D.C. Collins (1984), Il motel della
paura (1987), Sotto stretta protezione (1988),
Fuori dal giro (1988) e Il sapore dell’omicidio
(1992). Dopo questa data l’attore reciterà esclusivamente in film
per il cinema o serie televisive.
Jason Bateman: la sua gioventù
6. Recita sin da
giovanissimo. La carriera dell’attore ha inizio all’età di
dodici anni con la serie La casa nella prateria (1981),
dove ricopre il ruolo di James Cooper Ingalls. Successivamente
diventa celebre recitando in Il mio amico
Ricky (1982) e Lafamiglia Hogan
(1986), con cui diventa un idolo per i teenagers.
Jason Bateman ha una moglie
7. È sposato. Dal
2001 Bateman è sposato con Amanda Anka, figlia del cantante Paul
Anka. La coppia ha avuto due figlie: Francesca Nora, nata nel 2006,
e Maple, nata nel 2012. Negli anni la coppia si è mantenuta
piuttosto riservata, lontana dai riflettori dei social network,
dove compaiono raramente.
Jason Bateman: i premi Emmy
8. Ha vinto un Emmy
Awards. Dopo essere stato nel 2018 come miglior attore e
miglior regista per la serie Ozark, Bateman viene nominato
nuovamente nelle stesse categorie nel 2019, trionfando come
migliore regista per l’episodio Reparations. Bateman ha
suscitato clamore vincendo il premio contro i registi della celebre
serie Il Trono di
Spade.
Jason Bateman è diventato un
meme
9. È involontariamente
diventato un meme. Per la sua reazione incredula alla
notizia di aver vinto un Emmy, Bateman è diventato popolare come
meme sul Web. La sua espressione è infatti stata utilizzata per
descrivere tutte quelle situazioni in cui ci si trova letteralmente
senza parole.
Jason Bateman età e altezza
10. Jason Bateman è nato a
Rye, in New York, Stati Uniti, il 14 gennaio 1969.
L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.
Tra i più apprezzati e richiesti
attori degli ultimi anni, vi è Marco Giallini.
Divenuto celebre grazie ad alcune popolari commedie italiane,
Giallini si è distinto anche per ruoli drammatici, dando prova di
essere un attore completo e pronto a ruoli anche fuori dalla norma.
La critica ha più volte riconosciuto il suo talento, tributandogli
numerosi premi nel corso degli ultimi anni.
Ecco 10 cose che non sai di
Marco Giallini.
Marco Giallini: i suoi film
1. Ha recitato in film
italiani molto popolari. L’attore debutta al cinema nel
1986 con il film Grandi magazzini, per poi recitare in
film come L’odore della notte (1998), Non ti
muovere (2004), L’amico di famiglia (2006) e Io,
loro e Lara (2009), con cui ottiene una buona popolarità.
L’attore inizia a questo punto ad intensificare la sua presenza sul
grande schermo, recitando in film come ACAB – All Cops Are
Bastards (2012), Posti in piedi in
paradiso (2012), Una famiglia perfetta (2012) e
Tutta colpa di
Freud (2014), con cui consacra la sua carriera e dove
recita insieme ad AlessandroGassmann. Negli ultimi anni l’attore ha poi
recitato in film come Se Dio Vuole
(2015), Loro chi?
(2015), dove recita accanto all’attore Edoardo
Leo, Perfetti
sconosciuti (2016), Beata
ignoranza (2017), The Place
(2017), Io sono Tempesta (2018), Rimetti a noi i
nostri debiti (2018), Non ci resta che il
crimine (2019) e Domani è un altro giorno
(2019).
2. Ha recitato anche in
televisione. Nel corso della sua carriera l’attore è
comparso anche in diversi film televisivi come Infiltrato
(1996), Operazione Odissea (1999), Gli insoliti
ignoti (2002), Grandi domani (2005), e nelle serie
Buttafuori (2006), Medicina generale (2007) e
Romanzo criminale – La serie (2008-2010), con cui ottiene
maggior popolarità. Recita poi anche nella terza stagione di
Boris (2010).
3. È il protagonista di una
celebre serie TV. Dal 2016 l’attore ricopre il ruolo del
burbero poliziotto protagonista nella serie Rocco
Schiavone (2016-in corso), basato sulle opere letterarie di
Antonio Manzini. La serie viene trasmessa sul canale televisivo Rai
2.
Marco Giallini è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 267 mila persone.
All’interno di questo Giallini è solito condividere fotografie
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano inoltre i dietro le quinte dai set a cui prende parte, come
anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Marco Giallini e la moglie
5. È stato sposato.
L’attore sposa nel 1993 Loredana, con la quale intraprenderà una
lunga storia d’amore e dalla quale ha avuto due figli,
rispettivamente nel 1998 e nel 2004. Purtroppo la donna è in
seguito venuta a mancare nel 2011.
Marco Giallini in Rocco
Schiavone
6. È il volto del celebre
poliziotto. Dal 2016 l’attore interpreta il ruolo del
poliziotto Rocco Schiavone nell’omonima serie. Questi ha un
carattere borderline, particolarmente burbero e irascibile, a cui
l’attore ha saputo perfettamente dar vita, facendone il punto
d’attrattiva della serie.
7. Si riconosce molto nel
personaggio. L’attore ha dichiarato di essersi
particolarmente affezionato al personaggio, al quale pensa di
assomigliare non poco. Giallini, come Schiavone, si è infatti
dichiarato refrattario alle imposizioni, seguendo sempre la sua
volontà.
Marco Giallini: dove abita
l’attore
8. Non ama vivere in
città. In alcune interviste l’attore ha dichiarato di non
apprezzare particolarmente il caos della città, preferendo per
tanto vivere fuori da Roma, dove è nato. Giallini avrebbe infatti
residenza nelle campagne circostanti la capitale.
Marco Giallini: i suoi premi
9. Ha ricevuto importanti
riconoscimenti. Nel corso della sua carriera l’attore è
stato più volte premiato o nominato per le sue interpretazioni.
Giallini è infatti stato nominato per ben sei volte al premio David
di Donatello, sia come attore non protagonista per i film Io,
Loro e Lara, ACAB – All Cops Are Bastards e Buongiorno
papà, sia come miglior attore protagonista per Posti
in piedi in paradiso, Se Dio vuole e Perfetti
sconosciuti.
Marco Giallini età e altezza
10. Marco Giallini è nato a
Roma, il 4 aprile 1963. L’attore è alto complessivamente
185 centimetri.
Il primo trailer
ufficiale di Wonder Woman 1984 ha
debuttato un paio di settimane fa in occasione del Brazilian Comic
Con, e adesso è arrivata online – grazie ad Empire
Magazine – una nuova immagine ufficiale del sequel in
arrivo a giugno del prossimo anno.
L’immagine ci mostra Gal
Gadot nei panni della supereroina del titolo usare il suo
Lazo della Verità – che diventerà la sua arma primaria ora che
Diana non avrà più a disposizione la sua spada e il suo
scudo – per raggiungere la vetta di un centro commerciale.
Vi ricordiamo
che Wonder Woman 1984 uscirà
il 6 giugno 2020. Il film è stato definito
dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che
poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso
team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma
che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel
vedrà ancora Gal Gadot nei panni di
Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta
per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno
anche Chris Pine (volto del redidivo
Steve Trevor) e Pedro Pascal.
La scomparsa di Stan
Lee avvenuta a novembre dello scorso anno ha lasciato un
vuoto incolmabile nei cuori di tutti i fan dei fumetti Marvel e dei film del
MCU. Lo status di icona di
Lee era divenuto ancora più elevato dopo l’innumerevole quantità di
cameo che hanno visto protagonista “The Man” all’interno
dell’Universo Cinematografico Marvel.
Dal primo
X-Men del 2000 fino al più recente
Avengers: Endgame,Stan Lee è apparso in tutti i film basati sulle
storie degli eroi partoriti dalla sua fervida immaginazione,
prendendo parte alle numerose pellicole – non solo appartenenti al
MCU – sempre con grande
entusiasmo.
A causa della sua scomparsa all’età
di 95 anni, Stan Lee non ha potuto prendere parte
a Spider-Man: Far From
Home (anche se in realtà la sua apparizione nel
film non era prevista) e
da allora i fan non fanno altro che chiedersi se da ora in avanti i
Marvel Studios decideranno di
sostituire i suoi celebri cameo in qualche modo.
Ovviamente, non sarà così! In una
recente intervista Victoria Alonso, vicepresidente
esecutivo di produzione della Marvel, ha confermato che
Stan Lee e i suoi cameo non verranno mai
sostituiti. Queste le sue parole:
“Stan Lee era una leggenda
vivente. Non so a chi sia passato per la testa di sostituirlo o di
assumere un attore per interpretarlo o addirittura di ricrearlo
digitalmente. Stan Lee è insostituibile. Non ci proveremo mai. Era
una leggenda. Era ‘The Man’. Non proveremo mai a sostituire Stan
Lee.”
Stan Lee, che
cominciò la sua carriera nel mondo dei fumetti nel 1939, ha
contribuito a creare, creando lui stesso da solo, molti dei più
famosi eroi Marvel, che da anni calcano anche
il grande schermo. Tra questi: Black Panther,
Spider-Man, X-Men, Thor, Iron Man, I Fantastici Quattro,
L’Incredibile Hulk, Daredevil e
Ant-Man.
Il fumettista è morto nella mattina
di Lunedì 12 novembre al Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles, secondo quanto ha riferito The Hollywood
Reporter. Gli ultimi anni di Stan
Lee sono stati di grande tumulto. Dopo la morte di
sua moglie Joan, che ha condiviso con lui un matrimonio lungo 69
anni, nel luglio del 2017, ha fatto causa alla POW! Entertainment
per una fronde da un miliardo di dollari.
Da solo e attraverso il suo lavoro
con i frequenti collaboratori artisti-scrittori Jack Kirby, Steve
Ditko e altri, Lee ha catapultato la Marvel da una piccola avventura
editoriale nell’editore numero 1 al mondo di fumetti, e in seguito
un gigante multimediale.
Una delle sue ultime dichiarazioni
pubbliche era stato un commento a seguito della fusione tra Disney
e Fox, a seguito della quale i supoi X-Men e i Fantastici Quattro
sarebbero tornati “a casa”, in seno alla Marvel.
Con il volgere al termine del 2019,
è giunto il momento di fare qualche bilancio, e anche quest’anno
numerose serie TV hanno conquistato le attenzioni
degli spettatori e della critica. Tanti sono infatti i prodotti che
hanno fatto parlare di sé, affermandosi per le loro storie, i loro
personaggi o le innovazioni stilistiche.
Tra i numerosi episodi che hanno
calcato gli schermi televisivi o le piattaforme streaming durante
questo 2019, molti si sono affermati come vere e proprie opere in
grado di rendere sempre più labile il confine tra cinema e
televisione, ma solo alcuni hanno saputo risplendere sopra tutti
gli altri, rendendosi memorabili durante quest’anno.
Ecco i 10 migliori episodi
delle serie TV del 2019.
Barry: “ronny/lily”
Diretto e interpretato da
Bill Hader, l’episodio ronny/lily della serie
Barry è un vero e proprio film di mezz’ora, che manifesta
un’incisiva deviazione rispetto a quanto fino a quel punto visto
nella serie. Per la sua magistrale regia, l’episodio rievoca i
primi lavori dei fratelli Coen, con quel pizzico di anarchia e
sensibilità a rendere il tutto particolarmente cupo e buffo, ricco
di risate ma anche di violenza scioccante.
Baskets: “Grandma’s Day”
Nella serie Baskets,
l’attore Zach Galifianakis interpreta ben due
personaggi differenti. Tuttavia l’episodio fondamentale della
quarta stagione, realizzata nel 2019, risulta
essere Grandma’s Day, che ha per protagonista il
personaggio di Christine Baskets, interpretata dall’attore
Louie Anderson. La puntata è incentrata su
Christine e sua nipote Crystal, le quali compiono un giro nella
città di Bakersfield riflettendo sulle origini della propria
famiglia. Grandma’s Day è ricco di umorismo, ma anche di
forte empatia e sensibilità.
Bojack Horseman: “Surprise”
Normalmente ad essere riconosciuti
della serie animata Bojack Horseman sono gli episodi dalle
tematiche più esistenzialiste o drammatiche. Nella nuova stagione,
invece, svetta la puntata intitolata “Surprise”, che
dimostra quanto sia possibile spingersi oltre con la farsa quando
si lavora nei confini dell’animazione. La puntata è particolarmente
brillante e innovativa nel mostrare i tentativi di Todd nel
pianificare un matrimonio per una coppia di suoi amici.
Broad City: “Stories”
Tra gli elementi di successo della
serie Broad City, vi è la chimica tra le due attrici
protagoniste: Abbi Jacobson e Ilana
Glazer. Il loro rapporto è perfettamente esaltato anche
nella puntata Stories, che nel raccontare il trentesimo
compleanno di Abbie in giro per Manhattan, segue in modo brillante
la grammatica dei social network e dello streaming, dando vita ad
un risultato divertente e originale.
David Makes Man: “David’s
Sky”
La serie di genere coming-of-age
David Makes Man ha conquistato in molti quando ha
debuttato nell’estate del 2019. Il primo episodio, David’s
Sky, presenta la vita del giovane quattordicenne protagonista
con una sensibilità rara, permettendo allo spettatore di vedere il
mondo attraverso i suoi occhi. La puntata si è rivelata
esteticamente ambiziosa, tanto da guadagnarsi le attenzioni di
molti e portando popolarità all’intera serie.
Documentary Now!: “Original Cast
Album: Co-Op”
Serie TV di genere mockumentary,
Documentary Now! vede tra i suoi ideatori l’attore
Bill Hader e il conduttore televisivo Seth
Meyers. Nell’episodio della terza stagione, Original
Cast Album: Co-Op, il cast di una sfortunata cooperativa
musicale di Broadway fanno di tutto per riuscire a registrare un
album basato sullo spettacolo. Dissacrante e particolarmente
comico, l’episodio è un vero gioiello di regia, scrittura e
interpretazioni.
Fleabag: “Episodio 1” della
seconda stagione
Tra le più apprezzate serie del
2019 vi è Fleabag, che ha per protagonista l’attrice
Phoebe Waller-Bridge. Nell’episodio 1 della
seconda stagione, Fleabag è costretta a partecipare ad una cena in
onore del fidanzamento ufficiale di suo padre con la sua madrina.
Durante la serata numerosi saranno gli eventi comici e bizzarri
pronti a verificarsi. L’episodio è così capace di dar vita a
numerosi momenti particolarmente comici, ma anche ad una tensione
non indifferente data dal rapporto tra i vari personaggi.
Ramy: “Cairo Cowboy”
Distribuita sulla piattaforma Hulu,
la serie Ramy è stata ideata da Ramy
Youssef, e segue le vicende di un americano di religione
mussulmana nel corso di un suo viaggio spirituale. Nell’ultimo
episodio della prima stagione, Cairo Cowboy, Ramy decide
di fare visita a suo nonno, intraprendendo così un viaggio nella
sua direzione. L’episodio, girato in Egitto in condizioni
evidentemente complicate, è un affascinante esplorazione delle
origini di una famiglia, trattata con tatto e umorismo.
Tuca & Bertie: “I laghi di
gelatina”
Nonostante sia stata cancellata
dopo solo una stagione, la serie animata NetflixTuca & Bertie ha trovato
l’apprezzamento di critica e pubblico, che ne hanno apprezzato lo
stile simile a Bojack Horseman, con il quale condivide i
produttori. Nel penultimo episodio della serie, I laghi di
gelatina, le due protagoniste raggiungono i suddetti laghi
dopo un improvvisato viaggio di riappacificazione. Qui tuttavia
Bertie sarà costretta a fare i conti con una brutta esperienza
della sua infanzia. L’episodio ha, come tutti gli altri, una
comicità particolarmente brillante, ma non si tira indietro nel
narrare anche eventi tutt’altro che piacevoli.
Watchmen: “Una leggera paura dei
fulmini”
Watchmen è la serie TV che più di ogni altra ha
conquistato le attenzioni di critica e pubblico nel corso di
quest’anno. Ispirata all’omonima graphic novel di Alan
Moore, la storia si pone come un vero e proprio sequel a
quanto lì raccontato, portando avanti la storia, rendendola
particolarmente aderente all’attuale contesto sociale degli Stati
Uniti. Uno degli episodi più apprezzati è stato Una leggera paura dei
fulmini, che propone un focus sul personaggio di Wade,
interpretato dall’attore Tim Blake Nelson. A
partire da qui iniziano a svelarsi molti degli interrogativi posti
nei primi episodi della stagione.
Lo scorso weekend, il regista
James Wan ha celebrato un anno dall’uscita di
Aquaman,
il cinecomic che grazie ai suoi incredibili incassi al box office è
diventato uno dei più grande successi nella storia della DC
Films.
Wan ha celebrato l’anniversario
della sua prima incursione nel mondo dei cinecomic – incursione che
ha fruttato 335 milioni di dollari soltanto negli Stati Uniti e ben
1,14 miliardi di dollari in tutto il mondo – con una serie di
scatti inediti dal backstage del film, opera dello stesso
regista.
Su Instagram, Wan ha scritto: “Buon
anniversario Aquaman. Non riesco a credere che il tempo voli così
in fretta. Ecco alcuni dei miei scatti personali realizzati sul set
del film. Chi è già pronto per il prossimo capitolo?”
Le immagini hanno come protagonisti
Jason Momoa (Arthur Curry/Aquaman),
Patrick Wilson (Orm/Ocean Master), Yahya
Abdul-Mateen II (David Kane/Black Manta), Kekoa
Kekumano (Arthur Curry a 16 anni), Ludi
Lin (Captain Murk), Michael Beach (Jesse
Kane) e Willem Dafoe (Nuidis Vulko).
Potete vedere tutti gli scatti inediti di seguito:
Vi ricordiamo che Aquaman
2 uscirà al cinema il 16
dicembre 2022. Lo studio ha annunciato ufficialmente il
sequel del film con Jason
Momoa all’inizio di questo mese, confermando
che David Leslie
Johnson-McGoldrick scriverà la sceneggiatura.
Attualmente l’incasso del film lo
ha fatto classificare al 20° posto della classifica mondiale di
tutti i tempi. Johns-McGoldrick ha
collaborato con Will Beall alla
sceneggiatura. Johnson-McGoldrick ha
iniziato a lavorare sulla sceneggiatura tre anni fa dopo aver letto
i fumetti di Aquaman mentre era sul set
di The Conjuring 2 di Wan.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE IMPORTANTI SPOILER
SUL FILM
In Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker ci viene rivelato che Rey è la nipote
dell’Imperatore Palpatine e che il Sith aveva incaricato i suoi
uomini di ucciderla quando era solo una bambina per assicurarsi che
la piccola, una volta cresciuta, non avesse sviluppato i suoi
poteri e non fosse così diventata più potente di lui.
Si tratta di una rivelazione
decisamente inattesa, soprattutto in riferimento al fatto che ne
Gli Ultimi Jedi di Rian
Johnson veniva specificato che i genitori di Rey non
erano “nessuno”, ma soltanto degli “sporchi fabbricanti di
rottami”.
Una rivelazione che ha sicuramente
rovesciato in maniera sorprendente la trama del capitolo finale
della Saga degli Skywalker e il che regista del film J.J.
Abrams ha avuto modo di spiegare in una recente
intervista con Vanity Fair. A
proposito della scelta delle origini di Rey e del suo legame con
Palpatine, Abrams ha dichiarato:
“Uno dei temi del film è che
tutti possono essere chi vogliono indipendentemente dal luogo dal
quale provengono. Non so se questo è un qualcosa con il quale tutti
si possono identificare, ma credo che ci siano alcune persone che
apprezzano quest’idea di non venire da un luogo o da una situazione
di cui si è particolarmente entusiasti o orgogliosi.”
Il regista ha poi aggiunto: “Per
quanto possa comprendere quanto sia devastante essere la figlia di
‘nessuno’, per me ciò che poteva essere ancora più doloroso e
scioccante era l’idea di provenire dal peggiore dei luoghi. Quella
cosa che tu senti dentro di te, che ti sta perseguitando… e se
fosse quello il tuo destino? L’idea che ci siano cose più potenti
del sangue, come dice Luke. Tutte queste sensazioni erano davvero
importanti per noi da trasmettere.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nei cinema a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia
Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie
Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza.“Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
Guarda il trailer ufficiale di
LUPIN III
– The First, il film che porterà per la prima
volta al cinema in Computer Grafica, il ladro gentiluomo che ha
rubato il cuore di milioni e milioni di fan in tutto il mondo,
diventando un vero cult dell’animazione.
Con LUPIN
III – The First, ritorna l’incorreggibile personaggio
creato dalla matita di Monkey Punch in una nuova, scoppiettante e
adrenalinica avventura in giro per il mondo, da Parigi al Brasile,
inseguito, come sempre, dall’ostinato Ispettore Zenigata.
Insieme a lui i fedeli compagni di sempre Goemon, Jigen e la bella
e scaltra Fujiko. Per tutti loro, un vero e proprio ritorno in
grande stile, dal momento che nella versione italiana del film, i
personaggi saranno doppiati dalle voci storiche della serie animata
che ha accompagnato varie generazioni. Diretto da Takashi
Yamazaki (Doraemon- Il film,Dragon Guest:
Your Story) LUPIN III – The First arriverà
nelle sale italiane dal 27 febbraio distribuitodaAnime Factory, etichetta di
proprietà di Koch Media.
Lupin III ritorna in una colossale
rapina in giro per il mondo per rubare il misterioso Diario di
Bresson: l’unico oggetto che suo nonno non è stato in grado di
trafugare. Il Diario racchiuderebbe oscuri segreti di grandissimo
interesse anche per una malvagia organizzazione contro cui Lupin,
Jigen, Goemon, Fujiko e perfino Zenigata, dovranno scontrarsi per
impossessarsi delle enigmatiche memorie di Bresson. Da Parigi al
Brasile, Lupin e la sua banda, insieme alla loro nuova complice
Laetitia, una giovane aspirante archeologa, vivranno un’epica
avventura mai vista prima!
Nonostante Black
Panther sia riuscito a mettere d’accordo tanto la
critica quanto il pubblico, giocando un ruolo di assoluto rilievo
nella rappresentazione della cultura afroamericana e diventando il
primo cinecomic della storia ad essere candidato all’Oscar per il
miglior film, non tutti sembrano aver apprezzato la pellicola di
Ryan Coogler.
Proprio quando la polemica tra
Martin
Scorsese e i Marvel Studios sembrava stesse
diventando un lontano ricordo, ecco che arrivano le nuove
dichiarazioni di un altro grande maestro della settima arte a
portare nuovamente l’attenzione sull’acceso dibattito. Stiamo
parlando di Terry Gilliam, che in una lunga
intervista concessa a Indiewire (via
ScreenRant) ha
etichettato il cinecomic come ipocritca e portatore di un messaggio
molto pericoloso.
“Ho odiato Black Panther”,
ha dichiarato Terry Gilliam. “Mi ha fatto
arrabbiare. Trasmette ai giovani di colore l’idea che quello che
vediamo nel film sia qualcosa in cui credere. È una str*****a! Una
colossale str*****a! Penso che le persone che lo hanno realizzato
non siano mai state in Africa. Magari sono andate lì e hanno preso
spunto per le loro scenografie e i loro costumi. Ho odiato il film,
soprattutto per l’attenzione che i media gli hanno
riservato.”
Le dichiarazioni di Gilliam su
Black Panther arrivano in un momento
estremamente delicato in cui gran parte dell’industria
cinematografica internazionale si è schierata contro i film
Marvel, ponendo sotto accusa il
predominio dei cinecomic a discapito delle opere degli autori e dei
registi indipendenti.
Nel corso della medesima intervista
Terry Gilliam ha commentato duramente anche la
narrativa nei film Marvel, sostenendo che pellicole
del genere eliminano totalmente l’elemento gravità rendendo tutto
possibile. Il regista ha spiegato: “Sono i limiti che rendono
la vita interessante. Il tuo costume va in fiamme, allora ne
ottieni subito un altro perché sei Tony Stark. Non mi piace che
dominino così tanto.”
Successo planetario capace di
incassare 1,3 miliardi in tutto il mondo, secondo film Marvel con il maggior risultato
domestico di sempre secondo solo ad Avengers: Endgame e vincitore di
tre premi Oscar, Black
Panther tornerà con un nuovo capitolo
– Black Panther
2 – inserito nella Fase 5 del MCU, come confermato da Kevin
Feige.
Ryan Coogler è
stato confermato a capo del sequel per
il quale curerà sia regia che sceneggiatura. Intervistato da
Indiewire, il filmaker americano ha confessato di non sentire
alcuna pressione per questo nuovo progetto e spiegato cosa intende
raggiungere con la prossima avventura di T’Challa:
“Credo che la pressione sarà
sempre lì ad aspettarmi. Ho avuto la possibilità di realizzare tre
lungometraggi, ognuno dei quali aveva il suo specifico tipo di
pressione e sui quali gravavano aspettative diverse […] Ma
qui si tratterà di girare un sequel, il che è qualcosa che non
ho mai fatto prima, ed è un sequel di un film che ho diretto,
quindi penso che ci sarà molta pressione e per questo cercherò di
concentrarmi sul lavoro come sempre. Giorno dopo giorno, un passo
alla volta, eliminando l’ansia intorno a noi, per creare una storia
che abbia un qualche tipo di significato.“
Nonostante abbia giocato un ruolo
piccolo ma cruciale in Avengers: Endgame, l’impatto
del personaggio di Captain Marvel nella battaglia finale
del film di Anthony e Joe Russo è
stato di innegabile risonanza. Durante la scena in questione,
infatti, Carol Danvers abbatte la nave di Thanos e assembla la
A-Force, un incredibile gruppo di supereroine che i fan non vedono
l’ora di rivedere sul grande schermo.
Adesso, l’artista Andy
Park che ha lavorato al film dei Marvel Studios ha condiviso una concept art
inedita della pellicola che ci mostra Captain Marvel entrare in azione
con il suo celebre elmetto; una versione completamente diversa
rispetto al look sfoggiato dal personaggio nel cinecomic campione
d’incassi.
“Ecco l’elmetto di Captain
Marvel che ho realizzato e che
doveva finire in Avengers: Endgame”, ha speigato Park su
Twitter. “I fratelli Russo volevano
qualcosa di molto diverso rispetto al look che il personaggio aveva
mostrato nel suo film in solitaria, in modo da rendere palese che
era trascorso del tempo. Mi sono divertito molto ad inventare
questo look”.
Ricordiamo
che Avengers: Endgame è il film
di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei
Marvel Studios, che con l’avventura
diretta da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Film evento del decennio, è riuscito
in un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso
narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man, riunendo sul grande
schermo tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno
premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima
alla classifica Avatar di James
Cameron.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris
Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict
Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman,
Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian
Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh
Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon
Favreau, Paul Rudd e Brie
Larson.
Da quando The
Suicide Squad è stato annunciato, molti fan
continuano a chiedersi se il film che James
Gunn scriverà e dirigerà per conto della Warner Bros.
sarà un sequel della pellicola di David Ayer
uscita nelle sale nel 2016 o se sarà a tutti gli effetti un riavvio
cinematografico dei personaggi dei fumetti.
Adesso, a chiarire una volta per
tutte la natura del nuovo progetto dedicato alla Squadra Suicida
affidato alle mani del “papà” di Guardiani della
Galassia, è stato lo stesso David Ayer
attraverso il suo account Twitter: il regista
ha infatti risposto ad alcune domande dei fan proprio in merito al
film che arriverà al cinema nel 2021.
Ayer ha specificato che The
Suicide Squad“non è un sequel, ma una
reinvenzione. James Gunn farà un lavoro eccezionale, da assoluto
fuoriclasse quale è. Sto incoraggiando il progetto in ogni sua
fase. Alcuni elementi e personaggi del mio film verranno usati, ma
James Gunn sta reinventando l’universo. Tutti riconoscono l’immenso
potenziale di questo franchise.”
Il cast ufficiale
di The Suicide
Squadcomprende i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris
Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità.
Altri nomi circolati nelle ultime
settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
01 Distribution ha diffuso
il trailer ufficiale di 1917,
il nuovo film di Sam Mendes, in uscita in Italia
il prossimo 23 gennaio.
Sam Mendes, il regista premio
Oscar® di Skyfall, Spectre e American Beauty, porta al cinema la
sua singolare visione dell’anno cruciale della prima guerra
mondiale, il 1917, ed ottiene le nomination per MIGLIOR
FILM, MIGLIOR REGIA e MIGLIOR COLONNA
SONORA ai GOLDEN GLOBE 2020.
La trama di 1917
Al culmine della prima guerra
mondiale, due giovani soldati britannici, Schofield
(George
MacKay di Captain Fantastic) e Blake (Dean-Charles
Chapman di Game of Thrones) ricevono una missione apparentemente
impossibile. In una corsa contro il tempo, devono attraversare il
territorio nemico e consegnare un messaggio che arresterà un
attacco mortale contro centinaia di soldati, tra cui il fratello di
Blake.
1917
è diretto da Sam Mendes, che ha scritto la sceneggiatura con Krysty
Wilson-Cairns (Penny Dreadful di Showtime). Il film è prodotto da
Mendes e Pippa Harris (Revolutionary Road, Away We Go) per le loro
produzioni Neal Street, Jayne-Ann Tenggren (produttore associato,
Spectre), Callum McDougall (produttore esecutivo, Mary Poppins
Returns, Skyfall) e Brian Oliver (Rocketman, Black Swan).
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER
Star Wars: L’Ascesa
di Skywalker è arrivato in sala lo scorso 18
dicembre, e come tutti i capitoli della saga, soprattutto quelli
usciti di recente, nasconde moltissimi riferimenti, citazioni,
cameo e segreti, le cosiddette Easter
Eggs, che impreziosiscono la visione del film per tutti i fan
che sanno coglierli.
Per chi invece fosse più distratto o
magari non fosse così appassionato della saga, ecco un compendio di
Easter Eggs di Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker:
Il discorso dell’Imperatore alla
galassia
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker rivela che Palpatine ha appena annunciato il suo ritorno
nella galassia. Con una strana decisione di marketing, il messaggio
sembra essere stato riservato ai giocatori di Fortnite. Il 14
dicembre, i giocatori hanno ricevuto una clip esclusiva dal film e
un messaggio dallo stesso imperatore Palpatine. “Finalmente il
lavoro delle generazioni passate è completo – proclama
l’imperatore nel messaggio – Il grande errore è stato corretto.
Il giorno della vittoria è vicino. Il giorno della vendetta. Il
giorno dei Sith.”
Benvenuti su Mustafar
Kylo Ren inizia la sua
ricerca di Palpatine dirigendosi verso il pianeta infuocato di
Mustafar. Forte nel lato oscuro della Forza, Mustafar era il luogo
in cui Anakin Skywalker viene gravemente ferito. Poi ne fece la sua
casa e abbiamo rivisto la Torre di Vader in Rogue One: A Star Wars
Story. Dalla caduta dell’Impero, Mustafar è
diventato una calamita per gli adoratori del lato oscuro, che vi si
recano in pellegrinaggio. Inutile dire che Kylo Ren lascia dietro
di sé una striscia di sangue prima di recuperare un Wayfinder
nascosto proprio su quel pianeta. Presumibilmente questo era il
Wayfinder di Darth Vader.
Il tempio Sith di Exegol è molto
familiare
La caccia di Kylo Ren a
Palpatine lo porta sul pianeta Sith di Exegol, che è una location
completamente nuova in Star Wars. Il Tempio Sith, tuttavia, sarà
familiare a chiunque abbia visto Star Wars Rebels: il design
ricorda un altro Tempio Sith, scoperto sul pianeta Malachor. A
guardare bene da vicino le statue dell’antico sito Sith, si nota
che una di loro porta riconoscibilmente la maschera di Darth
Nihilus, un grande cattivo nel classico gioco (non canonico)
Knights of the Old Republic II: The Sith Lords.
Il trono dell’imperatore su
Exegol
Kylo Ren scopre presto
che Palpatine è davvero vivo e che l’Oscuro Signore è responsabile
della creazione di un numero di cloni di Snoke; in effetti, si vede
bene che un altro clone dell’ex Leader Supremo è in procinto di
essere creato, per ragioni sconosciute. Ma le scene su Exegol sono
dominate da un antico trono Sith, che si basa su schizzi
dell’artista Ralph MacQuarrie, quando stava mettendo insieme idee
per la Sala del Trono dell’Imperatore in occasione della produzione
de Il Ritorno dello Jedi.
La tragedia di Darth Plagueis Il
Saggio
Sorprendentemente,
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker tace su
come Palpatine sia tornato dai morti. L’unica spiegazione
dell’Imperatore è affermare che “il lato oscuro della Forza è un
percorso verso molte abilità che alcuni considerano innaturali”.
Quella frase è una citazione da Star Wars: Episodio III
– La Vendetta dei Sith, in cui Palpatine raccontò ad
Anakin Skywalker della tragedia di Darth Plagueis il Saggio. Si
supponeva che Plagueis avesse imparato a manipolare i Midichloriani
per conquistare la morte, quindi potrebbe essere quello che
Palpatine ha fatto.
L’allenamento Jedi di Rey
La storia di Rey riprende
con il suo addestramento guidato da Leia, con il Generale che
raddoppia il suo ruolo e diventa anche Maestro Jedi. Il suo
addestramento ricorda in modo divertente quello di Luke nel primo
film di Star Wars, dal momento che la ragazza indossa un elmetto
con il visore che le impedisce la vista di un drone di allenamento,
i cui colpi deve parare e schivare.
Rey ha nuove visioni e dimostra di
avere un nuovo potere
Rey sperimenta un’altra
serie di visioni datele dalla Forza, rivivendo per lo più momenti
che sembrano i flashback de Il Risveglio della Forza. Quando vede
la battaglia tra Luke Skywalker e Darth Vader su Bespin ne L’Impero
colpisce ancora, c’è persino un dialogo dal film sullo sfondo.
Questa abilità, detta del Forceback, sembra essere una delle
abilità speciali di Rey, ed è collegata ad un altro potere della
Forza poco noto, la psicometria, che consente a un Jedi di
percepire il passato di un oggetto quando lo tocca. Ciò ha avuto un
ruolo di spicco nel gioco Jedi: Fallen Order e nel romanzo
di Kevin Shinick, Force Collector, e Rey lo dimostra quando sente
la storia del pugnale Sith.
Gli ‘oloscacchi’ a bordo del
Millennium Falcon
Dejarik (o gli oloscacchi)
è sempre stato un gioco popolare a bordo del Millennium Falcon. È
interessante notare che sembra che Chewbacca si sia allenato, dato
che in precedenza era lui a perdere, mentre adesso non perde una
partita contro Poe e Finn, ma può anche darsi che si tratti di una
partita truccata e che il Wokie bari.
La celebrazione su Pasaana, ogni 42
anni
Gli eroi protagonisti
inseguono il Sith Wayfinder sul pianeta Pasaana e sono scioccati
nello scoprire che sul pianeta si sta svolgendo una celebrazione
che si svolge, in genere, ogni 42 anni. Questo, ovviamente, è un
tocco meta testuale molto divertente; il primo film di Star Wars
uscito nel 1977, ovvero 42 anni fa. Gli spettatori attenti
noteranno che la colonna sonora diventa molto familiare nelle scene
di Pasaana, facendo eco alla musica che sentiamo su Endor in
Il Ritorno dello Jedi. La squadra non
impiega molto a incontrare il Lando Calrissian di Billy Dee
Williams, che inizialmente nasconde la sua identità con un
elmetto particolare, facendo nuovamente eco a Il
Ritorno dello Jedi.
La guarigione con la Forza è un
nuovo potere
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker sviluppa il nuovo potere della guarigione
con la Forza, che era un comune potere Jedi nel vecchio universo
espanso, ma che ha subito dei cambiamenti. La versione canonica
Disney prevede un trasferimento di energia vitale da una persona
all’altra. Rey usa questo per curare un pitone, quindi per impedire
a Kylo Ren di morire per una grave ferita che le stessa gli aveva
inflitto. Alla fine, Kylo Ren usa questo potere per riportare in
vita Rey, sacrificando se stesso per realizzare questa impresa. In
un lavoro encomiabile di sinergia, questo potere della Forza è
stato introdotto nel canone di Star Wars nell’Era Disney
nell’episodio 7 di Mandalorian, quando Baby Yoda ha dimostrato la
stessa abilità.
D-O ha una voce molto
familiare
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker introduce un nuovo simpatico droide, D-O,
che si rivela essenziale per la storia perché i suoi banchi di
memoria in realtà contengono tutti i segreti di Exegol. Purtroppo
nella versione italiana non possiamo ammirarlo, ma in quella
originale sappiamo che D-O è doppiato da J.J. Abrams stesso, che si
è ritagliato un cameo molto divertente, ma anche fondamentale per
la trama.
Rey e Kylo Ren giocano a tiro alla
fune con un’astronave
Rey è inorridita
nell’apprendere che Chewbacca è stato catturato e tenta di usare la
Forza per trascinare giù il trasporto che lo sta portando via. Kylo
Ren la vede, e i due si impegnano in una strana versione di tiro
alla fune con la Forza. L’idea – e persino la grafica – sono state
mutuate dal gioco di Star Wars del 2008 The Force
Unleashed, in cui il protagonista Starkiller abbatte un
Imperial Star Destroyer. È interessante notare che il romanzo di
Ken LiuThe Legends of Luke Skywalker
suggerisce che – nel canone Disney – Luke è stato colui che ha
usato la Forza per abbattere un ISD.
John Williams finalmente in un
cameo di Star Wars
Se qualcuno merita
un cameo di Star Wars, è John Williams, il
compositore responsabile di gran parte della musica più iconica del
franchise. Il musicista leggendario si presenta come un barista sul
pianeta Kijimi, e giustamente si chiama Oma Tres; è un anagramma
della parola “maestro”. Purtroppo, Oma Tres probabilmente non ce la
fa a sopravvivere, ma vederlo lì, per pochi secondi, ha fatto
sorridere i fan attenti.
Un droide da battaglia di Clone
Wars
Gli eroi della Resistenza
si dirigono verso Babu Frik, un “meccanico” di droidi, che sperano
sarà in grado di hackerare C-3PO per tradurre il linguaggio
proibito dei Sith. È facile non vederlo, ma sullo sfondo del
laboratorio di Babu Frik c’è un vecchio Battle Droid di Clone Wars.
A pensarci bene, ha molto senso che Babu abbia in laboratorio pezzi
di molti droidi, da ogni angolo della galassia!
Il relitto della Morte Nera è molto
familiare
La ricerca di Rey la porta
sulla luna oceanica di Kef Bir, presumibilmente uno dei pianeti
vicini a Endor, visto che il relitto della Seconda Morte Nera è
atterrato lì invece di provocare l’estinzione sulla Luna boscosa
abitata dagli Ewok, come doveva accadere ne Il Ritorno dello Jedi.
Guardando attentamente le scene in cui Rey si arrampica sul
relitto; c’è un pilastro identico a quello che Obi-Wan Kenobi scavalca nel primo Star Wars.
Quindi si dirige nella Sala del Trono dell’Imperatore per
localizzare il Sith Wayfinder.
Dark Rey è una citazione de
L’Impero colpisce ancora
Rey sperimenta una
visione ossessionante, che prende il via con il motivo a specchio
che ha caratterizzato le sue esperienze mistiche ne Gli Ultimi
Jedi. Si ritrova quindi a confrontarsi con un’immagine contorta del
suo possibile futuro, una Rey oscura che si è impegnata nella causa
dei Sith e brandisce una spada laser rossa a doppia lama. Ciò
ricorda chiaramente la visione di Luke nella grotta di Dagobah in
L’Impero colpisce ancora.
Luke chiede a Rey di mostrare molto
più rispetto per la sua spada laser
Una volta avuta la visione
di Dark Rey, la ragazza, spaventata da quello che può essere la sua
scelta, decide di andare in esilio, così come aveva fatto Luke
Skywalker, viaggiando sul pianeta di Ahch-To e tentando di rimanere
bloccata lì. Con sua sorpresa, quando tenta di gettare la vecchia
spada laser di Luke Skywalker tra le fiamme del TIE-fighter che
aveva rubato per raggiungere l’isola e che dà alle fiamme, il
Fantasma di Forza di Luke si manifesta e prende la spada al volo.
Luke la ammonisce che una spada laser dovrebbe essere trattata con
molto più rispetto. È un riferimento consapevole a
Star Wars: Gli Ultimi
Jedi, in cui Luke ha trattato una spada laser
allo stesso modo, ma sembra anche un commento critico ad alcune
scelte del film di Rian Johnson.
Rey guida l’X-Wing di Luke
Skywalker
Rey potrebbe rimanere
bloccata su Ahch-To, ma il fantasma della Forza del Maestro
Skywalker sa che c’è ancora una via d’uscita dal pianeta. Fa
levitare dalle profondità dell’oceano, intorno all’isola, il suo
vecchio X-Wing, in maniera speculare a come aveva fatto il Maestro
Yoda nelle paludi di Dagobah in L’Impero Colpisce
Ancora. Quando Rey trasmette le coordinate di Exegol
alla Resistenza, inizialmente i generali sono confusi perché
leggono che i segnali vengono inviati da “Red Five” – il vecchio
segnale di chiamata di Luke Skywalker nel primo film di Star
Wars.
La resistenza contempla la manovra
di Holdo
La Resistenza tenta
disperatamente di pianificare come eliminare i Cacciatorpediniere
della Morte Nera dell’Ordine Finale, e uno dei suggerimenti che
viene proposto è la manovra di Holdo. Si tratta del
riferimento alla strategia attuata dal Vice Ammiraglio Holdo in
Star Wars: Gli Ultimi Jedi, quando usò un
salto alla velocità della luce per distruggere la Supremacy. Alla
Resistenza viene detto che questo non funzionerebbe mai, perché
ogni tentativo è “una possibilità su un milione”. Questo spiega
perché la tattica non è mai stata usata prima ed è improbabile che
venga riutilizzata.
Il figlio dell’ammiraglio Ackbar
appare sul grande schermo
L’ammiraglio Ackbar
potrebbe essere morto in Star Wars: Gli Ultimi
Jedi, ma ha un’eredità in Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker. Suo figlio Aftab Ackbar è
stato presentato nella miniserie di Star Wars: Allegiance
e nel film è doppiato dallo stesso sceneggiatore Chris
Terrio. Abbastanza opportunamente, quando Aftab in seguito
si unisce alla battaglia di Exegol, vola con un’ala B. Nel vecchio
universo espanso, fu proprio suo padre a progettare quel
particolare velivolo da combattimento.
Snap Wexley è tornato e si
sacrifica per la resistenza
A J.J. Abrams è sempre
piaciuto far recitare i suoi amici, e Greg Gunberg
ha interpretato il personaggio di “Snap” Wexley durante la trilogia
del sequel. Il personaggio torna per poche scene in
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker e
partecipa alla battaglia di Exegol. Tragicamente, Snap viene
abbattuto, ed è la sua morte che per un breve momento scoraggia
completamente il generale Poe Dameron. Snap è un personaggio
importante, che collega i film al altre storie più ampie; recita un
ruolo di primo piano sia nella trilogia
Aftermath di Chuck
Wendig che in Resistance Reborn
di Rebecca Roanhorse.
La galassia si riunisce per
sconfiggere l’imperatore
Il Millennium Falcon
guida una flotta di fortuna per dare sostegno alla Resistenza. La
maggior parte della flotta della Resistenza è composta da navi
riutilizzate della Guerra Civile Galattica, che vanno da X-Wings a
Bunker Busters, ma i rinforzi sono molto più diversi e
includono:
Un mercantile leggero modificato VCX-100, che potrebbe anche
essere il fantasma di Star Wars Rebels.
Il Crucible, un’antica nave da addestramento Jedi che risale a
oltre mille anni prima ed è stata vista in The Clone Wars.
Shadow Caster, un inseguitore di classe Lancer usato dal
cacciatore di taglie Ketsu Onyo.
The Outrider, un Corellian YT-2400 che ha avuto un ruolo di
primo piano nell’universo espanso; era legato a un trafficante
chiamato Dash Rendar.
The Colossus, la piattaforma mobile vista in Star Wars
Resistance.
Diversi incrociatori di classe consolare e cacciatorpediniere
stellari di classe Venator, risalenti alle Guerre dei cloni; c’è
anche una fregata di classe Pelta, che di solito veniva usata per
il trasporto di truppe.
Un Lucrehulk Droid Control Ship, del tipo che ha bloccato Naboo
in Star Wars: Episode I – La Minaccia
Fantasma.
Per inciso, il Millennium Falcon ha
abbandonato il piatto sensore rettangolare dell’era sequel a favore
di quello tradizionale circolare. Lando ha reclutato Nien Nunb come
copilota, il che è appropriato dato che il piccolo Sullustan ha
ricoperto lo stesso ruolo in Il Ritorno dello
Jedi.
Il ritorno di Wedge Antilles
Il Millennium Falcon ha
anche un nuovo / vecchio cannoniere; Wedge Antilles, interpretato
da Denis Lawson, che fu uno dei piloti chiave
della trilogia originale. Wedge si è unito alla Resistenza nel
libro di Rebecca Roanhorse, Resistance Reborn.
I fantasmi della forza Jedi si
riuniscono per sostenere Rey
Durante lo scontro finale,
Rey sembra essere sopraffatta da Palpatine, ma fortunatamente
riceve un aiuto inaspettato quando una legione di Fantasmi della
Forza Jedi le parla con parole incoraggianti. Questo esercito di
Jedi include moltissimi cavalieri che hanno partecipato alla saga,
tra questi:
Mark Hamill nel ruolo di Luke
Skywalker
Hayden Christensen nel ruolo di Anakin Skywalker
Olivia D’Abo nel ruolo di Luminara Unduli
Ashley Eckstein nel ruolo di Ahsoka Tano
Jennifer Hale nel ruolo di Aayla Secura
Samuel L. Jackson nel ruolo di Mace Windu
Ewan McGregor e Alec Guinness nei panni di Obi-Wan Kenobi
Frank Oz nel ruolo di Yoda
Angelique Perrin nel ruolo di Adi Galia
Freddie Prinze Jr. nel ruolo di Kanan Jarrus
Liam Neeson nel ruolo di Qui-Gon Jinn
Non è chiaro come alcuni di questi
abbiano imparato a diventare Fantasmi di Forza, dato che questa è
un’abilità che si apprende. Il più interessante è il cameo vocale
di Ashley Eckstein, perché questo conferma che Ahsoka è morta al
tempo della trilogia del sequel.
Rey usa un trucco familiare per
sconfiggere Palpatine
Rey prende in prestito un
trucco da un Maestro Jedi da lungo tempo morto per sconfiggere
finalmente Palpatine. In Star Wars: Episodio III – La
Vendetta dei Sith, Mace Windu ha usato la sua spada
laser per deviare il fulmine di Palpatine sul Signore dei Sith, e
l’energia del suo attacco ha causato danni permanenti
all’Imperatore. Rey usa la stessa tattica, prima bloccando e poi
deviando la Forza dell’Imperatore contro di lui. Questa volta, non
c’è nessuno che intervenga per conto dell’Imperatore, che,
finalmente, si distrugge.
Chewbacca ottiene finalmente una
medaglia
Memory of Victory’s Past in STAR WARS: EPISODE IX.
Una delle controversie più antiche
in Star Wars è il fatto che Chewbacca non abbia ottenuto una
medaglia alla fine del primo film. “Le medaglie non significano
molto per i Wookiees”, ha spiegato Lucas. “In realtà non hanno
troppa credibilità presso quel popolo. Hanno diversi tipi di
cerimonie.” I fumetti Tie-in hanno rivelato che Chewe ha
effettivamente ricevuto una medaglia, ma che l’ha regalata. Sembra
che Maz Kanata sia riuscita a rintracciarla e recuperarla, ed è lei
che la consegna al peloso amico. Questa volta sembra preoccuparsene
un po’ di più, forse perché gli ricorda Han.
Celebrazioni attraverso la
galassia
Le edizioni speciali di
George Lucas di Star Wars hanno aggiunto l’idea
che l’intera galassia celebra la sconfitta dell’Imperatore in
Il ritorno dello Jedi. In
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker Abrams
sceglie di replicare quell’idea e mette in mostra Bespin, Endor e
Jakku. Endor è riconoscibile perché c’è una breve inquadratura di
Wicket, il leader di Ewok in Episodio VI, che è ancora una volta
interpretato da Warwick Davis.
Rey va su Tatooine
Star Wars chiude il
cerchio, con Rey che si considera una Skywalker invece che una
Palpatine. Rey si stabilisce su Tatooine, in una sequenza piena di
inquadrature nostalgiche, si dirige verso la fattoria dei Lars,
dove Luke è cresciuto. Comincia il processo di recupero
dell’edificio e scivola sulla sabbia esattamente nello stesso modo
in cui ha fatto su Jakku in Star Wars: Il Risveglio
della Forza. Ma, sebbene Rey abbia apparentemente
scelto una vita abbastanza solitaria, evidentemente si considera
ancora una Jedi; Rey ha costruito la sua spada laser, dimostrando
così che è un cavaliere Jedi e che il suo addestramento è concluso.
La sua lama è gialla, che nel vecchio Universo Espanso sta ad
indicare un Jedi che alterna la sua vita tra il combattimento e le
ricerche accademiche.
Vengono ripetute molte battute
chiave
Non sarebbe Star Wars senza
ripetizioni di alcune battute classiche. In effetti, la
conversazione tra Kylo Ren e la memoria di suo padre implica un
dialogo ripreso direttamente dalla loro fatidica chiacchierata
finale in Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “So cosa devo fare”, afferma Kylo Ren, “ma non
so se ho la forza di farlo.” Questa volta, la scena termina con Ben
che tenta di dire che ama suo padre e Han lo interrompe con il suo
marchio “Lo so”.
Mentre questo è uno dei momenti più
emozionanti, ci sono anche altri esempi importanti, che
includono:
C-3PO ha delle battute molto familiari: “Questa è follia” e
“Siamo condannati!” Ripete persino la sua prima battuta da Star
Wars; “L’hai sentito?”
Questa volta, è Lando ad avere una brutta sensazione nelle
scene di Pasaana.
Lando si riferisce a Chewie come al suo “vecchio amico”, lo
stesso saluto che ha usato per Han in L’Impero Colpisce
Ancora.
Perfino uno Stormtrooper ripete una battuta quando va di porta
in porta. “La porta è chiusa”, afferma, “passa a quello
successivo”. La battuta viene dal primo Star Wars, quando gli
Stormtroopers stavano cercando due droidi molto particolari.
Rey si lamenta che Poe dovrebbe stare attento con il Millennium
Falcon a causa di un compressore hyperdrive. Si tratta di un pezzo
di cui hanno già parlato in Il RIsveglio della Forza.
Kylo Ren, ovviamente, pronuncia un urlante “dov’è?”.
E Palpatine ripete il suo “Bene” distintivo, oltre ad un “Solo
tu hai il potere di salvarli”.
I cameo di Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker
Oltre a dialoghi
ripetuti, ci sono anche alcuni cameo importanti in Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker. Lin-Manuel
Miranda compare nei panni di un ribelle. Ed
Sheeran interpreta uno Stormtrooper, la star di Killing
Eve Jodie Comer è la mamma di Rey e Billy
Howle di Dunkirk è suo padre. La figlia di
Carrie Fisher, Billie Lourd,
riprende il ruolo di una dei leader della Resistenza, il tenente
Kaydel Ko Connix, con pettinatura e costume che sono un omaggio
alla madre defunta.
Dopo tutto Anakin Skywalker avrebbe
potuto salvare Padmé
C’è un affascinante
parallelo tra la risurrezione di Rey a opera di Ben Solo in
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker e il
desiderio di Anakin Skywalker di mantenere in vita la sua amata
Padmé in Star Wars: Episodio III – La Vendetta dei
Sith. In quest’ultimo caso, Palpatine sedusse Anakin
portandolo al lato oscuro, promettendo che questo era l’unico modo
per vincere la morte. Le azioni di Ben dimostrano che Palpatine
stava mentendo, perché è attraverso il lato chiaro che è in grado
di usare il potere di Guarigione della Forza e offrire la propria
vita per salvare Rey. Naturalmente, questo evidenzia anche il
contrasto tra il vero amore di Ben per Rey e la relazione ossessiva
e possessiva di Anakin con Padmé; Anakin sarebbe stato incapace di
sacrificarsi, troppo consumato dall’ego e dal desiderio.
Il primo trailer di
Tenet, prossimo film di Christopher
Nolan, ci ha regalato un piccolo e parziale sguardo a
quello che sarà l’ambizioso progetto con protagonista John
David Washington. Naturalmente, com’è prassi del regista
britannico, la trama del film è tenuta sotto il più stretto
riserbo, e anche l’uscita del trailer non ha dato molto materiale
su cui ragionare.
In prima battuta, sembrava che il
film potesse essere una storia d’amore, argomento insolito per
Nolan, poi però si è fatta avanti prepotentemente l’idea che si
potesse trattare di un film che si ricollegasse in qualche modo
all’universo distorto di Inception.
Tuttavia, qualche indizio, sempre
alla luce del trailer del film, può darcelo il titolo,
Tenet.
Il significato di tale titolo non è chiaro e non ci sono
dichiarazioni specifiche di Nolan in merito, né ce ne aspettiamo
prima dell’uscita in sala del film, nell’estate 2020. Tuttavia si
possono fare delle congetture legate al suo significato, per
rintracciare al suo interno elementi della trama.
TENET, il Quadrato Magico SATOR
La parola TENET
costituisce il centro del Quadrato Magico SATOR, una iscrizione
misteriosa, ricorrente in reperti archeologici ma anche in
costruzioni cristiane, sotto forma di incisione o graffito. Il
quadrato in questione rappresenta la combinazione di lettere, 5×5,
in cui cinque parole formano una frase palindroma. Si tratta di
SATOR, AREPO, TENET,
OPERA, ROTAS, disposte in questo modo:
Lette da sinistra a destra e
dall’alto in basso, oppure da destra verso sinistra e dal basso
verso l’altro, le parole non cambiano di significato, e lo schema,
presentato come nell’immagine, vede la parola TENET a fare da
cuore a questo mistico gioco di lettere e forma una croce
palindromica.
Il significato
letterale, ammesso che si tratti di parole latine, si riferisce
a metafore religiose mutuate dalla vita dei campi:
Iddio (SATOR, il creatore) – domina e regge (TENET) – le opere
del creato (ROTAS OPERA) e quanto la terra produce (AREPO,
aratro).
Il seminatore (SATOR) sul suo carro (AREPO è parola di origine
celtica il cui significato è simile a carro) dirige (TENET) con
perizia (OPERA) le ruote (ROTAS, qui le ruote stanno a significare
le orbite dei corpi celesti).
Il Seminatore (Dio creatore) Areopago (che giudica) dirige con
cura le ruote (le sfere celesti e le orbite dei pianeti)
Ascrivere però questo quadrato
magico ad un contesto religioso cristiano, come sembra derivare
dalle traduzioni più accreditate, sembra impreciso, dal momento che
tale iscrizione è stata rinvenuta non solo, ad esempio, a Pompei,
ma anche in Mesopotania, addirittura, per cui sembra più
ascrivibile ad una simbologia arcaica cabalistica.
La simbologia Templare
L’impronta cristiana è stata
affibbiata al Quadrato magico in quanto l’iscrizione si trova in
moltissimi siti che furono luoghi di culto e di riunione dei
cavalieri Templari, tanto che proprio la croce palindroma di TENET
ha la forma simmetrica di una croce templare. In più, le parole,
scritte in una data sequenza, formano PATER NOSTER, con una A e una
O che “avanzano” ad indicare l’alpha e l’omega, il principio e la
fine, proprio quello che Cristo/Dio rappresenta per la fede
cristiana “protetta” dai Templari:
Le interpretazioni e i significati
del Quadrato Magico SATOR sono numerosissime, nessuno però migliore
o più attendibile dell’altro, dal momento che si tratta di un
simbolo che si radica a fondo nella Storia dell’uomo, dai più
recenti ritrovamenti alle sue variazioni numeriche alle versioni
“gemelle” sparse in tutto il mondo, dalla Cina Imperiale alle
tavole che si trovano sulle pareti della Sagrada Familia a
Barcellona.
TENET sarà una “questione di
tempo”
Tornando al TENET a cui si
riferisce Nolan, siamo di fronte ad una parola palindroma che
rappresenta il cuore simbolico del quadrato. Stando poi a ciò che
vediamo nel trailer, sembra che la parola bifronte stia ad indicare
la non linearità dello scorrere del tempo. Negli ultimi secondi del
video, infatti, vediamo che i due protagonisti (Washington e Robert
Pattinson) dicono di trovarsi in una situazione che non è ancora
avvenuta.
Dopo il tempo che si riavvolge in
Memento, il tempo che si
dilata e si inspessisce su più piani narrativi in
Inception, il tempo che si contrae e si
espande in Interstellar, il tempo di aria,
mare e terra in Dunkirk, ancora una volta
Christopher
Nolan sembra intenzionato a giocare con la dimensione,
rendendola questa volta “bifronte”.
Il tempo e la sua variabilità,
ancora una volta, saranno quasi certamente il cuore del film di
Nolan, il perno intorno a cui ruoterà la sua nuova e complessa
architettura narrativa. Uno scorrere non lineare, né circolare, ma
a doppia direzione, proprio come il suo titolo, il palindromo
Tenet.
In attesa dell’arrivo nelle sale di
Black Widow, è arrivato il
momento di passare in rassegna tutti i migliori villain che sono
stati affrontati da Vedova Nera nel
MCU. Il personaggio interpretato da
Scarlett Johansson è apparso
regolarmente sul grande schermo a partire da Iron Man 2, film
in cui Natasha Romanoff è stata introdotta al grande pubblico come
assistente personale di Tony Stark, prima di rivelare la sua
identità segreta di abile spia sovietica.
Nel MCU, Vedova Nera è stata
protagonista di innumerevoli combattimenti e battaglie. Di seguito
ecco una classifica dei miglior villain che Natasha ha dovuto
affrontare, in attesa della sua prima avventura in solitaria:
Ivan Vanko
In occasione del suo ingresso nel
MCU, Black Widow ha avuto il
compito di aiutare Iron Man e Nick Fury a sconfiggere Ivan Vanko,
in cerca di vendetta dopo la morte della sua famiglia come diretta
conseguenza delle azioni di Tony Stark. Vedova Nera, Iron Man e
Nick Fury hanno avuto la meglio anche grazie all’aiuto di War
Machine, ma la battaglia è stata tutt’altro che semplice.
Vanko è un ottimo cattivo e sicuramente il suo attacco a Stark
al Gran Prix di Monte Carlo verrà ricordato da tutti i fan del
MCU: rispetto agli altri villain
che incontreremo più avanti, però, è sicuramente il più debole di
tutti.
Baron Zemo
In Captain America: Civil War,
la maggior parte dei Vendicatori si ritrova divisa in due fazioni a
causa di una rottura nel rapporto tra Iron Man e Captain America.
Tale conflitto è stata opera del Barone Zemo, che ha preparato la
sua vendetta dopo la morte della sua famiglia a Sokovia.
Non c’è niente di speciale in Zemo,
per stessa ammissione del personaggio. Sa di non possedere gli
strumenti necessari per affrontare un combattimento ad armi pari:
ecco perché si trasforma in un grande manipolatore, mettendo Iron
Man e Cap l’uno contro l’altro, usando il Soldato d’Inverno come
pedina all’interno del suo losco progetto. Si tratta di un
personaggio comunque affascinante, che non vediamo l’ora di
rivedere nell’attesa serie The Falcon and the Winter
Soldier, dal momento che il personaggio ha lasciato sulla
sua scia una serie di questioni irrisolte…
Alexander Pierce
Come capo dello SHIELD, all’inizio
di Captain America: The Winter
SoldierAlexander Pierce si presenta come il classico
bravo ragazzo. Alla fine del film, però, si scoprirà che è un
agente dell’Hydra che lavora per distruggere lo SHIELD
dall’interno.
Pierce è un personaggio ripugnante,
attento a non farsi prendere e, soprattutto, senza alcuno scrupolo
nell’uccidere le sue vittime. È lui ad ordinare il colpo su Nick
Fury, ma l’agente riesce a sopravvivere e il suo piano viene infine
sventato dai Vendicatori appena in tempo, grazie anche
all’intervento di Black Widow. Sicuramente però, ci sono dei
cattivi ancora più temibili di lui che scopriremo a breve…
Il Soldato d’Inverno
Alexander Pierce non è l’unico
villain presente in Captain America: The Winter Soldier,
dal momento che il principale antagonista del film è proprio il
personaggio del ttiolo. Dotato di velocità e di notevoli capacità
nell’arte del combattimento, Bucky Barnes si dimostra un nemico
estremamente difficile da sconfiggere, anche per un supereroe dalla
forza sconfinata come Steve Rogers.
Naturalmente, nonostante i suoi
trascorsi con Steve testimoniano che Cap non ha mai provato a
batterlo; piuttosto, a trascorso la maggior parte del suo tempo a
concentrarsi su un modo per cercare di impedire a Bucky di ferire
gli altri. Il personaggio di Chris Evans quasi muore alla fine, ma
Bucky lo salva, tornando sui suoi passi all’ultimo minuto. È la
complessità della loro relazione a renderli due personaggi
estremamente intriganti, soprattutto se messi l’uno contro
l’altro.
Ultron
I tentativi di Tony Stark di
trasformarsi in una sorta di Dio spettacolare nel secondo film
dedicato ai Vendicatori sono noti a tutti, quando la sua creazione,
Ultron, decide di scagliarsi contro di lui. Lo fa dove aver
affinato le sue conoscenza sul mondo e arrivando alla conclusione
che un mondo con i robot sarebbe un posto decisamente migliore.
Ultron è inarrestabile nel suo
obiettivo, persino quando coinvolge nella sua causa personaggi del
calibro di Wana e Pietro Maximoff. È responsabile della morte di
migliaia di persone innocente, ma la sua natura assetata di sangue
avrà presto i giorni contati, quando gli stessi Wanda e Pietro
capiranno che è arrivato il momento di porre fine al suo regno del
terrore.
Loki
Il Dio dell’Inganno, Loki, è
sicuramente un villain all’altezza del suo nome. Vedova Nera
incontra il personaggio interpretata da Tom Hiddleston in numerose
occasioni durante le sue avventure ambientate nel MCU, e il più delle volte i due si
ritrovano sempre schierati l’uno contro l’altro sul campo di
battaglia.
Ciò che rende Loki così pericoloso è
la sua capacità di ingannare oltre ogni limite possibile, senza
considerare l’imprevedibilità alla base di ogni sua azione. Un
minuto può essere buono, il minuto successivo può trasformarsi nel
più grande cattivo mai esistito. È stato ucciso in Avengers: Infinity War dopo aver
tentato di ingannare Thanos, ma siamo certi che tornerà in tutto il
suo splendore nell’annunciata serie a lui dedicata che debutterà
nel 2021 su Disney+.
Thanos (Avengers: Infinity War)
Non potevamo chiudere questa
classifica se non con le due differenti versioni di Thanos che
abbiamo visto in Infinity War e in Endgame. A
conquistare la medaglia d’argento di questa classifica è la
versione del film uscito nelle sale nel 2018, quella che riesce a
conquistare tutte e sei le Gemme dell’Infinito e a dimezzare metà
della popolazione mondiale con il famoso “schiocco della dita”.
In Infinity War, Thanos non
è così assetato di sangue come apparirà poi in Endgame. Ed
è ciò a renderlo così pericoloso. Crede che ciò che sta facendo sia
misericordioso: un punto di non ritorno dovuto ad una mente
particolarmente contorta. Il modo in cui si rivolge ai Vendicatori
mentre ha la meglio su di loro è uno dei momenti migliori del film:
non sorprende che Thor abbia trascorso anni a cercare di scacciare
dalla sua mente il pensiero del Titano Pazzo.
Thanos (Avengers: Endgame)
Dopo aver visto la testa di Thanos
staccarsi all’inizio di Endgame, sapevamo che da quel
momento avremmo visto una versione più giovane del Titano Pazzo,
soprattutto a causa del viaggio nel tempo al centro della storia.
Tuttavia, ciò che nessuno si aspettava era quanto in realtà
questa precedente versione fosse diversa.
A questo punto, il raggiungimento
del suo obiettivo deve ancora compiersi. Durante tutto il film è
arrabbiato e si scaglia contro ogni membro della squadra dei
Vendicatori, con l’obiettivo di uccidere tutti colo che aveva
mancato anni prima. Nel film vediamo quanto sia incredibile quando
lotta, e quanto appaia ancora più forte con una spada rispetto a
quando si serve delle Gemme dell’Infinito. Josh Brolin è supero e
anche se alla fine muore, speriamo tutti che possa ancora apparire
nel futuro del MCU.
Nella Fase 5 del
MCU, vedremo molti film
dell’Universo Cinematografico Marvel che sono già stati
annunciati. Anche se non sappiamo ancora molto circa le trame e il
cast di questi titoli, è stato confermato che il loro debutto
avverrà nelle sale di tutto il mondo tra il 2022 e il 2023.
A partire dal 2021, i Marvel
Studios hanno confermato l’uscita di quattro film del
MCU all’anno, con l’aggiunta di ben
tre serie collegate all’Universo Cinematografico che ogni anno
debutteranno su Disney+.
Cominciamo a farci un’idea dei
possibili film della Fase 5 del MCU che arriveranno tra il
2022 e il 2023, ipotizzando una serie di possibili date di
uscita:
18 Febbraio 2022: Deadpool 3
Sono in molti quelli pronti a
scommettere che Deadpool 3 arriverà al cinema il 18 Febbraio
2022. E questo perché il primo film del franchise venne lanciato
nello stesso mese, riscuotendo un successo senza precedenti,
soprattutto se consideriamo il fatto che si tratta di un film di
supereroi vietato ai minori.
È importante notare che Deadpool
3 sarà il primo film personaggio Marvel di proprietà della Fox a
fare il suo ingresso nel MCU dopo l’accordo tra la major e
la Disney. Il 18 Febbraio 2022 appare una data perfetta anche per
dare il via all’introduzione di tutti gli altri personaggi della
Fox nell’Universo Cinematografico dei Marvel Studios.
6 Maggio 2022: Black Panther 2
Si tratta dell’unico titolo della
Fase 5 ad avere già una data di uscita ufficiale: 6 Maggio 2022. Il
film vedrà il ritorno di Ryan Coogler dietro
la macchina da presa. Inoltre, Chadwick Boseman e gran parte del
cast del primo film sarà nuovamente coinvolto. Diversi rumor
suggeriscono che Namor potrebbe essere il villain del sequel.
La data di uscita di Black Panther 2 è stata
rivelata da Kevin Feige in occasione dell’ultima edizione della D23
Expo. Le riprese del sequel dovrebbero partire il prossimo
gennaio.
29 Luglio 2022: Ant-Man 3
Il 29 Luglio 2022 sembra
essere una data perfetta per il sequel di Ant-Man and the
Wasp, la cui produzione dovrebbe partire il prossimo gennaio.
Entrambi i precedenti film dedicati ad Ant-Man hanno fatto il loro
debutto nelle sale durante il mese di luglio dei rispettivi anni di
uscita. Ecco perché è molto probabile che il terzo capitolo porti
avanti quella che sembrerebbe essere ormai una vera e propria
tradizione…
7 Ottobre 2022: Blade
È molto probabile che il 7 Ottobre
2022 sarà la data che i Marvel Studios hanno scelto per il
debutto sul grande schermo di Blade con il de volte premio
Oscar Mahershala Ali. Una
proprietà originale che sembrerebbe perfetta per una release ad
ottobre, considerato che il film potrebbe riservare ai fan una
buona dose di horror perfetta per festeggiare
Halloween.
Abbiamo scoperto che Mahershala Ali
era stato scelto per il ruolo del cacciatore di vampiri all’ultima
edizione del Comic-Con di San Diego.
17 Febbraio 2023: Fantastic Four
Quando si parla del 2023, il primo
mese disponibile per la release di un nuovo film del MCU sembrerebbe essere Febbraio:
forse, finalmente, sarà proprio in questo periodo che assisteremo
all’ingresso dei Fantastici Quattro nell’Universo Cinematografico
dei Marvel Studios. Nulla esclude che
possa esserci uno scambio di date e che alla fine Deadpool
3 venga destinato proprio al 2023, oppure mantenere la data
stabilita dalla Fox prima dell’accordo con la Disney.
I fan non vedono l’ora di vedere
Doctor Doom in
azione, dal momento che il personaggio sembrerebbe avere tutti le
caratteristiche per diventare il nuovo Thanos del MCU.
5 Maggio 2023: Guardiani della Galassia Vol. 3
Questa è la data che potrebbe essere
destinata a Guardiani della Galassia Vol.
3. Una data più che plausibile, dal momento che
permetterebbe a James
Gunn di terminare in tutta tranquillità i lavori su The Suicide
Squad. Il film sarebbe dovuto entrare in produzione già lo
scorso anno: tutta via, il licenziamento di Gunn e il successivo
reinserimento del regista alla Disney hanno inevitabilmente
rallentato tutto.
Il primo film di Guardiani della
Galassia è arrivato al cinema nell’agosto 2014, mentre il
secondo è uscito a maggio 2017. Tradizionalmente, a maggio sono
sempre arrivati nelle sale i titoli più attesi della Fase in corso
del MCU: ecco perché è più che
ipotizzabile che il terzo GOTG possa arrivare proprio in quel mese.
Sarà interessante vedere a che punto ritroveremo i personaggi, chi
sarà presente e, soprattutto, in che modo Thor sarà coinvolto nella
nuova avventura dei Guardiani.
28 Luglio 2023: Captain Marvel 2
Il sequel di Captain Marvel potrebbe tranquillamente
arrivare a Luglio del 2023, a meno che lo studio non decida di
anticipare l’arrivo al cinema delle nuove avventure di Carol
Danvers. Se ciò dovesse accadere, è probabile che il sequel possa
arrivare a maggio 2023.
Sarà interessante capire quando
Captain Marvel 2 arriverà al cinema: ancora
più interessante sarà scoprire se i film, nella finzione filmica,
saranno ambientati nello stesso anno in cui arriveranno nelle
sale.
23 Novembre 2023: Nova
Per concludere, questa è la data in
cui i Marvel Studios potrebbero
finalmente decidere di portare al cinema il tanto chiacchierato
film dedicato a Nova. Già a partire dal 2017, Kevin Feige aveva
dichiarato che il personaggio di Nova aveva tutte le carte in
regola ed il potenziale per apparire nel MCU.
La storia delle origini di Nova
risale alla distruzione di Xandar: quindi, perché la Marvel non dovrebbe chiudere la
Fase 5 collegandosi direttamente con la fine della Fase 3? Inoltre,
un film interamente dedicato a Sam Alexander potrebbe riempire il
vuoto lasciato da Spider-Man.
Tutti sappiamo che inizialmente
Ant-Man doveva essere diretto da
Edgar Wright e tutti sono più o meno consapevoli
che forse, sotto l’ediga del regista della “Trilogia del Cornetto”
e di Baby Driver, il cinecomic con Paul
Rudd nei panni di Scott Lang sarebbe potuto essere
molto diverso.
Nonostante il film di Peyton
Reed sia stato accolto molto bene da pubblico e critica,
diversi fan continuano a pensare alla versione di
Ant-Man firmata da Edgar
Wright sulla quale – in realtà – non sono mai emersi molti
dettagli. Adesso, una serie di nuovi concept del film emersi online
nelle ultime ore, potrebbero aver svelato qualche dettaglio in più
sulla prima versione del film arrivato nelle sale nel 2015.
Non è chiaro chi fosse al comando
del progetto quando i concept sono stati commissionati, ma gli
stessi rivelano che nella pellicola avrebbe dovuto fare il suo
ritorno il dottor Arnim Zola interpretato da
Toby Jones e apparso in Captain America: Il
primo vendicatore e Captain America: The Winter
Soldier. I concept rivelano inoltre una versione
alternativa della scena della morte di
Yellowjacket e un look alternativo per i
costumi di Scott Lang e Janet Van Dyne.
I Marvel Studios sono al lavoro su
Ant-Man 3 con
Peyton Reed che tornerà dietro la macchina da
presa dopo aver diretto i primi due capitoli del franchise.
Ovviamente è atteso nei panni di Scott Lang Paul
Rudd, qui alla sua quinta partecipazione nell’universo
cinematografico di Kevin Feige, mentre si ipotizza che
anche Evangeline
Lilly e Michael Douglas vestano
ancora i panni di Hope Van Dyne aka Wasp e Hank Pym.
Non abbiamo ancora dettagli
ufficiali sulla data di uscita del film, ma diverse fonti
sostengono che il piano è quello di iniziare le riprese alla fine
del 2020 o all’inizio del 2021 uscendo poi nelle sale nel 2022 dopo
Doctor Strange in The
Multiverse of Madness e Thor: Love and
Thunder.
ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU
STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER
L’uscita del capitolo finale della
saga degli Skywalker ha riportato alla luce la Profezia del
Prescelto nell’universo di Star
Wars. Non che il film ne faccia menzione, tuttavia è innegabile
che, alla luce di ciò che avviene nel film di J.J.
Abrams, si possa dare alla misteriosa e imprecisa profezia
un nuovo valore.
E proprio a questo deve aver pensato
Pino Nista, fan di Star Wars News, che
ha esposto la sua teoria di lettura della profezia, accostando,
senza neanche troppa fatica, la metafora cristologica ai personaggi
di Star Wars. Ecco cosa scrive l’attendo fan della saga:
“Il Prescelto è e resterà sempre
Anakin Skywalker. Non si discute. In Episodio IX la sua discendenza
ha soltanto ampliato il concetto di Prescelto. Il suo sangue e i
suoi figli, il suo stesso nipote ascendono in questo film. Portano
la questione su un altro livello, un livello altissimo. Lui da
Prescelto decise di uccidere Palpatine, ma la sua discendenza fa
qualcosa di più importante: gli Skywalker decidono di salvare una
Palpatine. E’ il concetto cristiano di amare il prossimo, anche il
proprio nemico quello alla base della pellicola e qui si esprime a
livelli massimi. Luke, da un certo punto di vista, pur sapendo chi
è realmente Rey è disposto ad addestrarla ancora, persino Leia
l’addestra. Ben Solo addirittura fa qualcosa che eleva del tutto il
significato degli “Skywalker”: dà la sua vita per una Palpatine. E
questa è la chiave del tutto, la chiave della saga. Rey ha compreso
l’importanza unica dei loro sacrifici e scegliendo di essere una
Skywalker dà ancora più valore a tutta la loro esistenza.”
In questo modo, così come Padme, sul
letto di morte, aveva dichiarato che c’era ancora del buono in
Anakin, così anche gli Skywalker, Luke e Leia che addestrano Rey,
Ben Solo che le salva la vita, vedono che c’è del buono in una
Palpatine. Certo, la mitologia di Star Wars ha una
certa ciclicità che si ripropone sempre e con costanza, tuttavia il
film in sala ci dà anche un senso soddisfacente di conclusione e
fine. Almeno fino al prossimo episodio!
Lucasfilm e il regista J.J. Abrams
uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in
un epico viaggio verso una galassia lontana lontana
con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film comprende Carrie
Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar
Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E.
Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian McDiarmid e Billy Dee Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
No Time to
Die, il nuovo capitolo della saga di James
Bond in arrivo nelle sale il prossimo anno, segnerà l’ultima
apparizione cinematografica di Daniel Craig nei
panni dell’iconico agente segreto. In diverse occasioni, infatti,
l’attore britannico ha confermato che il venticinquesimo episodio
di una della saga più longeve della storia del cinema rappresenterà
la sua ultima volta sul grande schermo come 007.
Adesso, in una nuova intervista con
Empire Magazine, che
proprio a No Time to Die ha dedicato la
copertina del suo prossimo numero, Daniel Craig ha
spiegato i motivi che lo hanno spinto ad accettare di tornare nei
panni di James Bond per l’ultima volta, dal momento che il ritiro
dell’attore dal franchise era già atteso nel 2015, ai tempi
dell’uscita nelle sale di Spectre.
“Se avessi lasciato il franchise
dopo Spectre, il mondo sarebbe andato tranquillamente avanti e io
mi sarei sentito comunque soddisfatto”, ha spiegato Craig.
“Eppure, sembrava che avessimo bisogno di finire qualcosa. Se
avessi lasciato il franchise dopo Spectre, sono certo che una
vocina nella mia testa avrebbe continuato a dire: ‘Vorrei averne
fatto ancora un altro’.”
Daniel Craig ha poi
spiegato che aveva una sua idea di come la storia di Bond dovesse
proseguire, soprattutto per via dei tanti collegamenti presenti
all’interno dei film della saga nei quali ha recitato: “Ho
sempre avuto una sorta di idea segreta su tutta la storia e in che
direzione mi sarebbe piaciuto portarla”, ha spiegato l’attore.
Craig ha poi aggiunto che, dal suo punto di vista, No
Time to Die renderà giustizia al personaggio e
all’arco narrativo che lo ha visto protagonista, cosa che invece
non era riuscita a fare Spectre.
Il film, atteso nelle sale l’8
aprile 2020, vede nel cast Daniel
Craig (James Bond), Ralph
Fiennes (M), NaomieHarris (Eve
Moneypenny), Ben
Whishaw (Q), Rory
Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey
Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono
invece Rami
Malek, Billy Magnussen, Lashana
Lynch e Ana de Armas.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe Waller-Bridge per
“ravvivare” lo script di Bond 25 sotto
speciale richiesta di Craig, grande fan
di Fleabag e Killing
Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal
1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr.
No e From Russia With Love) che la casa di
produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del
franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.
In No Time To
Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica
dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere
viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio
amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.