Birds Of Prey un film femminista? Viste le premesse e la presenza massiccia di protagoniste donne è una definizione che calza a pennello per descrivere lo spin-off di Suicide Squad in arrivo nelle sale a Febbraio. Il commento arriva direttamente da uno dei membri del cast, Ewan McGregor, interprete nel film di Maschera Nera (uno dei villain annunciati), che in una recente intervista con Premiere ha parlato del potere femminile del cinecomic e del messaggio che vorrebbe trasmettere:
“Ciò che mi ha interessato di Birds of Prey è il suo essere un film femminista. È scritto in maniera molto sottile, perché nella sceneggiatura c’è uno sguardo vero sulla misoginia di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo essere più consapevoli di come ci comportiamo con il sesso opposto, insegnare a noi stessi come cambiare. E nel film questi misogini sono spesso estremi: violentano, picchiano le donne, ed è legittimo rappresentare persone così, perché esistono e sono ovviamente le peggiori. Ma nei dialoghi di Birds of Prey troverete un accenno alla misoginia quotidiana, a quelle cose che gli uomini dicono senza rendersene conto, cosa che ho trovato geniale“.
Vi ricordiamo che Birds of Prey, diretto da Cathy Yan arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).
McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis. Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham City.
La prima sinossi del film riporta:
Dopo essersi separata da Joker, Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra Cain da un malvagio signore del crimine.
Quentin Beck aka Mysterio è stato il grande antagonista di Peter Parker in Spider-Man: Far From Home in una versione abbastanza fedele all’originale dei fumetti interpretata da Jake Gyllenhaal. Nel film l’illusionista indossa un costume che è il risultato di vari studi sul personaggio e del suo look specifico mostrati in questi concept art inediti rivelati dal responsabile dello sviluppo visivo dei Marvel Studios, Ryan Meinerding. E come noterete qui sotto, il personaggio avrebbe potuto sfoggiare un’armatura molto simile all’Hulkbusterprogettata da Tony Stark in Avengers: Age Of Ultron e successivamente affidata a Bruce Banner in Avengers: Infinity War.
La differenza è nel colore e nella presenza del classico elmetto di Mysterio, senza contare le infinite possibilità che questa uniforme avrebbe dato alla trama del film. Secondo Meinerding, l’Hulkbuster ideata per Beck è stata immaginata come “la perfetta armatura di un marine tosto, brizzolato e spaziale”. Che ne pensate?
Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From home è arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle,Samuel L. Jacksonin quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.
La Warner Bros. è ufficialmente al lavoro per portare sul grande schermo il prequel di Training Day, film uscito nelle sale nel 2001 e diretto da Antoine Fuqua che vedeva protagonisti Denzel Washington e Ethan Hawke. Secondo quanto riportato da Collider, la sceneggiatura è stata affidata a Nick Yarborough e la storia sarà ambientata dieci anni prima dell’originale (più precisamente ad aprile 1992).
Le fonti sostengono che il prequel seguirà da vicino la versione giovane di Alonzo Harris, il personaggio che ha definito la carriera di Washington e che l’ha portato alla vittoria del suo secondo Oscar. All’epoca anche Hawke fu nominato agli Academy Awards ma come miglior attore non protagonista grazie al ruolo del poliziotto della squadra narcotici Jake Hoyt.
Stando ai dettagli, è possibile che lo studio sia intenzionato a scegliere un attore di circa trentasei o trentasette anni, considerando che nel 2001 Washington ne aveva quarantasei. Sarà suo figlio John David, trentacinquenne, a sostituirlo? Al momento l’attore è impegnato con le riprese di Tenet di Christopher Nolan, dove interpreta il protagonista, altra produzione targata Warner Bros.
Ovviamente il progetto è ancora nelle fasi preliminari e non abbiamo alcuna conferma né del cast né del coinvolgimento di Fuqua in qualità di regista o di David Ayer come co-sceneggiatore. per quanto riguarda Yarborough, tra i suoi ultimi crediti si ricordano Letters from Rosemary Kennedy (con Elisabeth Moss che dovrebbe recitare nel film) e The Secret Life of Dr. James Miranda Barry: Victorian England’s Most Eminent Surgeon.
È distribuito da Dreamcatchers Entertainment a partire dal 10 ottobre, per una serie di proiezioni evento, e si intitola Searching Eva. Si tratta del documentario diretto dall’esordiente Pia Hellenthal sulla vita, o meglio, sulla persona di Eva Collé.
Italiana di 27 anni, Eva è modella, attrice, pittrice, scrittrice, sex worker di base a Berlino. Difficile incasellarla e identificarla con una sola professione, tuttavia è chiaro che il suo corpo e il sesso sono la parte che più incuriosisce il pubblico, probabilmente per le ragioni sbagliate. Perché quello della Hellenthal non è uno sguardo pruriginoso nella promiscua vita sociale/sessuale di Eva, né nel suo vendere se stessa per soldi, né una ricerca di gender che coinvolge una ragazza giovane in terra straniera.
Searching Eva è il ritratto di una donna libera, che si autodetermina in ogni sua scelta e in ogni suo passo, senza barriere mentali, senza schermi sociali, senza indirizzo di genere, senza gusti sessuali, ma votata alla ricerca di una determinazione di sé così radicale dal rendere non necessario l’incasellamento in una professione, una casa, un ruolo.
Eva è uno spirito libero, una donna dal corpo esile, che non esita a mostrare, una bambina dal volto delicato, un contrasto violento con la potenza delle sue scelte. Una nave tanto solida da non aver bisogno di un’ancora, in mezzo alla tempesta della vita. Cresciuta in una famiglia operaia, in Italia, Eva fugge non solo da un nucleo di nascita, che non le ha dato i riferimenti che da questa istituzione sociale ci si aspetta, ma scappa anche dal lavoro propriamente inteso, dalla fatica, da tutto ciò che rendeva suo padre insoddisfatto. Va via di casa a 17 anni alla ricerca di una dimensione che trova soltanto nella volontà di coltivare esclusivamente se stessa.
Sembra non sentire nulla, Eva, non il piacere del sesso che pratica, né la gioia di ragazza libera, eppure dimostra una vivacità, una tenerezza che smascherano la sua estrema purezza. Eva può attraversare ogni cosa: può drogarsi, può prostituirsi, può scegliere strade che la morale comune non approverebbe, eppure appare sempre un essere puro nelle sue intenzioni, limpido nel suo discernimento, completamente consapevole del suo posto nel mondo.
Di fronte alla ricchezza della sua protagonista, il documentario della Hellenthal si rivela estremamente inadeguato, nonostante la grande cura nella raccolta dei materiali, durata circa quattro anni, e la razionalizzazione degli stessi attraverso il montaggio.
Di fronte a questa disparità tra forma e contenuto, e data l’innegabile bellezza di alcune immagini (come quella conclusiva, in cui in una luce rosa al neon Eva festeggia il capodanno da sola, seduta sul pavimento della sua casa in affitto, con fuoco d’artificio che si consuma sfrigolando, oppure del suo corpo nudo e candido in contrasto con il buio dell’aperta campagna di notte), Searching Eva è una scatola non adeguatamente preziosa per contenere la sua straordinaria protagonista.
A poche ore dalla diffusione della prima immagine ufficiale di Diabolik, adattamento cinematografico delle storie a fumetti di Angela Giussiani diretto dai Manetti Bros, arrivano online alcuni scatti rubati sul set che mostrano Miriam Leone nei panni di Eva Kant. L’attrice è stata avvistata per le strade di Bologna dove da pochi giorni sono iniziate le riprese del film.
Insieme alla Leone, nel cast, ci saranno Luca Marinelli e Valerio Mastandrea nei rispetti panni di Diabolik e dell’ispettore Ginko. La pellicola è stata sceneggiata da Michelangelo La Neve e Manetti Bros. con Mario Gomboli, ed uscirà nelle nostre sale nel 2020 distribuito da 01 Distribution.
Sebbene i Marvel Studios abbiano fatto un lavoro straordinario nell’adattare l’universo dei fumetti originali con i suoi personaggi al cinema, esistono ancora delle sostanziali differenze tra i due media, come nel caso del franchise di Thor e di Asgard.
Ecco allora tutte le differenze tra film e fumetti scovate nel MCU:
Magia contro Scienza
Una delle maggiori differenze tra la versione originale e quella cinematografica di Asgard è il suo stesso mondo, che nei film sembra più affine alla scienza piuttosto che al regno magico e mitologico. Ovviamente le due facce non si escludono a vicenda, e l’atmosfera restituita nel MCU è sempre rispettosa delle tradizioni della casa di Thor.
Dettagli mancanti
Nel processo di adattamento alcuni dettagli vengono esclusi, soprattutto quelli più difficili da mostrare sullo schermo, come la mancanza di gravità (che su Asgard è più intensa di quella terrestre), e ciò significa che qualsiasi cosa sollevata o costruita qui è intrinsecamente più pesante e più forte.
Creature magiche
Nel MCU abbiamo già avuto un paio di riferimenti alle creature magiche che risiedono su Asgard, ma dato il numero sostanzioso di personaggi esistenti nei fumetti come draghi, potenti destrieri, serpenti marini giganti e molto altro, è possibile che entrino a far parte dei prossimi film sul Dio del Tuono.
I tesori di Odino
Ricorderete sicuramente la famigerata collezione di tesori di Odino il cui il sovrano di Asgard conserva dozzine di artefatti (sia falsi che reali), tuttavia questo caveau non esisteva nella forma che conosciamo nei fumetti. Esiste una grotta del genere ma in un numero più elevato, insieme a tombe e prigioni, e nessuna di queste prende il nome da Odino.
Il ciclo della distruzione
Thor: Ragnarok ci ha mostrato gli esiti della distruzione di Asgard come luogo, ma non come rappresentanza del suo popolo. Non tutti sanno che il regno è stato raso al suolo più volte nel corso dei fumetti, la prima volta grazie a Loki che ha unito le forze con Sutur e la seconda volta per mano di Norman Osborn insieme a Sentry.
Asgardia
Dopo la distruzione di Asgard, il popolo non ebbe altra scelta che fuggire vicino al nostro pianeta, dove Tony Stark aveva costruito una la “fluttuante” Asgardia sopra Broxton, in Oklahoma. Freyja, Gaea e Idunn presero il controllo della nuova civiltà e la nominaronocosì.
Il decimo regno
Nel MCU sono stati menzionati i nove regni (Alfheim, Asgard, Vanaheim, Jotunhein, Midgard, Nidavellir, Svartalfheim, Niflheim e Muspelheim), ma nei fumetti questi regni sono in realtà dieci. Il decimo noto come Paradiso è abitato da una razza guerriera con cui Odino ha un rapporto particolare.
Il congresso dei mondi
Asgardia è stata anche la sede del Congresso dei mondi, riunione organizzata per consentire a ciascuno dei regni di dire la propria e di promuovere la pace tra i dieci regni. Tra i suoi “parlamentari” figurava anche Jane Foster.
Più di una semplice “città”
Molto facile dimenticare che Asgard non è solo una città, una regione o un continente, ma soprattutto un regno diviso in nove realtà principali (Nornheim, Gundersheim, Varinheim, Ringsfjord, Thryjeom, Hindi, Skornheim, Gymirsgard e Nastrond). Questi non vengono mostrati spesso nei fumetti, ma sappiamo che esistono (come ci racconta Thor: The Dark World).
Yggdrasil
Il dettaglio più importante trascurato dal MCU a proposito di Asgard è Yggdrasil, il gigantesco frassino situato nel centro di Asgard che collega tutti i regni tra loro. Senza di esso, ogni regno sarebbe isolato, ed è tagliando un suo ramo che Odino fu in grado di escludere il Cielo dagli altri regni.
Terzo Joker cinematografico dopo le versioni di Jack Nicholson e Heath Ledger, Jared Leto ha vestito i panni del clown principe del crimine in Suicide Squadprima dell’uscita del cinecomic che ne racconta le “origini” interpretato però da Joaquin Phoenix ( vincitore del Leone d’oro a Venezia). E mentre il film di Todd Phillips continua a macinare consensi e incassi al box office, si torna a parlare dell’attore in un articolo pubblicato dall’Hollywood Reporter spiegando che all’epoca dell’annuncio del progetto Leto non era affatto contento dell’idea della Warner Bros di “sostituirlo” con lo standalone.
Secondo quanto riportato, avendo scoperto che il nuovo Joker non si sarebbe collegato al DC Extended Universe – escludendo quindi la star dal ruolo – Leto si sarebbe sentito “alienato e infastidito“. Lo stesso Leto, in un’intervista con Variety, si era detto aperto ad ogni possibilità di tornare a interpretare il clown principe del crimine : “Penso che la DC stia facendo bene… E tornerei sicuramente. Dipende tutto dalla sceneggiatura e dalle circostanze, come sempre […] Sarò in Birds Of Prey? Non credo. Dovreste chiedere a loro…ma vedremo“.
Vi ricordiamo che Leto ha da poco terminato le riprese di Morbius, dove vestirà i panni del villain proveniente dall’universo di Spider-Man, Michael Morbius, meglio conosciuto dai lettori dei fumetti come “il vampiro vivente”, un brillante scienziato affetto da leucemia a cui viene iniettato il sangue di un pipistrello per sopravvivere.
Joker diretto da Todd Phillips vede nel cast Joaquin Phoenix, Zazie Beetz, Frances Conroy, Brett Cullen, Dante Pereira-Olson, Douglas Hodge e Josh Pais ed è arrivato nelle sale il 4 ottobre 2019. Contrariamente alle altre apparizioni del personaggio nei Batman di Tim Burton, nella trilogia del Cavaliero Oscuro di Christopher Nolan e in Suicide Squad, il film è ambientato negli anni Ottanta e racconta l’evoluzione di un uomo ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.
Da sempre solo in mezzo alla folla, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) desidera ardentemente che la luce risplenda su di lui. Cercando di cimentarsi come comico di cabaret, scopre che lo zimbello sembra invece essere proprio lui. Intrappolato in un’esistenza ciclica sempre in bilico tra apatia, crudeltà e, in definitiva, tradimento, Arthur prenderà una decisione sbagliata dopo l’altra, provocando una reazione a catena di eventi.
“Ho amato il Joker di The Dark Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro. “Negli Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie versioni di Joker in futuro.” “Onestamente non riusciamo ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con Variety.
Ancora una volta, Screen Junkies realizza un esilarante trailer onesto per uno dei maggiori successi dell’anno al box Office. Si tratta di Spider-Man: Far From Home, che per l’occasione diventa la storia del ragazzo che conosceva Iron Man, per prendere in giro la centralità del personaggio di Robert Downey Jr. nel film e per spiegare che solo Iron Man è stato capace di motivare davvero i cattivi del MCU!
Di Spider-Man 3 sappiamo davvero poco, tranne che gli sceneggiatori di Homecoming e Far From Home torneranno nel team e che il regista Jon Watts si trova ora in trattative per dirigere anche questo nuovo capitolo. Ovviamente è atteso Tom Holland nei panni di Spidey insieme a tutto il cast “giovane”, da Zendaya a Jacob Batalon.
Kevin Feige ha però dichiarato che il personaggio “attraverserà universi cinematografici”, il che suggerisce che non sono esclusi futuri incontri con le proprietà Sony come Venom, Morbius, Madame Web o gli eroi dello Spider-Verse animato..
Di seguito la sinossi ufficiale di Spider-Man: Far From Home: In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.
L’attore, meglio conosciuto per il suo ruolo in Game Of Thrones per la HBO e per quello in Bodyguardper Netflix, sarà parte del cast del film e interpreterà un personaggio di nome Ikaris. Ecco di seguito le immagini che lo ritraggono:
Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast anche Richard Madden (Ikaris), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite) e Don Lee (Gilgamesh).
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta da Matthew e Ryan Firpo mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6 novembre 2020.
L’uscita nelle sale di Joker accompagnata da diverse polemiche non ha impedito al film di Todd Phillips di registrare incassi stellari al box office di tutto il mondo. Seguendo l’esempio la Warner Bros. potrebbe sviluppare altri progetti interamente dedicati ai villain di casa DC, con nuovi standalone indipendenti dall’universo di Aquaman e Wonder Woman e liberi di scrivere la propria storia per un pubblico meno avvezzo al genere cinecomic.
E allora quali potrebbero essere i personaggi perfetti per questa operazione? Ecco alcuni validi candidati:
Sinestro
Sinestro è uno dei pochi villain della DC Comics che ha iniziato il suo percorso da eroe: nato come uno delle Lanterne Verdi, venne cacciato per i suoi metodi estremi e bandito nell’universo dell’antimateria finendo per creare una delle nemesi più potenti che la squadra abbia mai conosciuto. Sinestro tornò quindi al potere grazie ad un anello giallo alimentato dalla paura.
Lex Luthor
Lex Luthor è uno dei cattivi più brillanti e famosi dell’universo DC, tra i pochi senza superpoteri a mettere in difficoltà Superman, abbastanza popolare da diventare perfino Presidente degli Stati Uniti. Un film sulla sua ascesa alla Casa Bianca sarebbe intrigante, soprattutto se portasse poi ad un grande scontro con il figlio di Krypton.
Bane
Uno dei più grandi rivali di Batman ha già avuto un ottimo adattamento al cinema, grazie alla trilogia sul cavaliere oscuro di Christopher Nolan, tuttavia è evidente – visto il potenziale inespresso del personaggio – che Bane meriti più spazio in uno standalone che racconti le sue origini tra le mura della prigione di Santa Prisca.
Eobard Thawne (Reverse Flash)
Mentre aspettiamo l’arrivo nelle sale dello standalone su Flash (ora affidato alla regia di Andy Muschietti), sembra molto improbabile che nel film vedremo la sua nemesi Eobard Thawne aka Reverse Flash. Nato come grande fan di Barry Allen, il personaggio finisce per viaggiare nel tempo diventando un pericoloso antagonista del suo idolo.
Vandal Savage
Vandal Savage, conosciuto anche come Vandar Adg, è un immortale che dalle origini della storia umana ha seminato crimine e violenza sulla Terra. Questo brillante stratega con immense conoscenze scientifiche è uno dei più ricorrenti villain della DC e il fatto che abbia una linea temporale così ampia potrebbe permettere agli sceneggiatori di inserirlo in qualsiasi periodo.
Darkseid
Tra i vari cinecomic attualmente in sviluppo tratti dai fumetti DC c’è anche New Gods, affidato alla regia di Ava DuVernay che scriverà la sceneggiatura insieme a Tom King (fumetttista conosciuto per i suoi lavori su Mister Miracle, Swamp Thing, Nightwing, The Vision). Non abbiamo ancora nessun dettaglio sulla trama, ma proprio grazie alla regista sappiamo che Darkseid, il principale antagonista del Quarto mondo di Jack Kirby, sarà nell’adattamento. Tuttavia sarebbe ugualmente interessante vedere al cinema uno standalone dedicato slla sua storia di origine che coinvolge drammi familiari, tradimento e fantasia.
Warner Bros ha diffuso due nuovi poster di Doctor Sleep, il seguito della storia di Danny Torrance, a 40 anni dalla sua terrificante permanenza all’Overlook Hotel in Shining. Diretto da Mike Flanagan, Doctor Sleepvede protagonisti Ewan McGregor, Rebecca Ferguson e Kyliegh Curran.
Ancora irrimediabilmente segnato dal trauma che ha vissuto da bambino all’Overlook, Dan Torrance ha combattuto per trovare una parvenza di pace. Ma questa tregua va in frantumi quando incontra Abra, un’adolescente coraggiosa con un potente dono extrasensoriale, noto come la “luccicanza”. Riconoscendo istintivamente che Dan condivide il suo potere, Abra lo contatta, invocando disperatamente il suo aiuto contro la spietata Rose The Hat e i suoi seguaci, i membri del The True Knot, che si nutrono della Luccicanza degli innocenti alla ricerca della loro immortalità.
Formando un’improbabile alleanza, Dan e Abra si impegnano in una brutale lotta tra la vita e la morte contro Rose. L’innocenza di Abra e l’intrepida consapevolezza della sua Luccicanza costringono Dan a invocare i suoi stessi poteri come mai prima d’ora – affrontando immediatamente le sue paure e risvegliando i suoi fantasmi del passato.
Doctor Sleep, il film
Doctor Sleepè interpretato da Ewan McGregor (“Star Wars: Episodi I – La minaccia fantasma, II – L’attacco dei cloni e III – La vendetta dei Sith”, “T2 Trainspotting”) nel ruolo di Dan Torrance, da Rebecca Ferguson (i film “Mission: Impossible”, “The Greatest Showman”) in quello di Rose The Hat, e da Kyliegh Curran, al suo debutto in un lungometraggio, nel ruolo di Abra. Il cast principale include anche Carl Lumbly, Zahn McClarnon, Emily Alyn Lind, Bruce Greenwood, Jocelin Donahue, Alex Essoe e Cliff Curtis. Trevor Macy e Jon Berg sono i produttori del film, mentre Roy Lee, Scott Lumpkin, Akiva Goldsman e Kevin McCormick ne sono i produttori esecutivi. Il team creativo di Flanagan che ha lavorato dietro le quinte è composto dal direttore della fotografia Michael Fimognari (“The Haunting of Hill House”), dagli scenografi Maher Ahmad (“Duri si diventa”) ed Elizabeth Boller (“Terrore del silenzio”), e dalla costumista Terry Anderson (“Nella tana dei lupi”). La colonna sonora è opera dei The Newton Brothers (“The Haunting of Hill House”).
Warner Bros. Pictures presenta una produzione Intrepid Pictures / Vertigo Entertainment, un film di Mike Flanagan, Doctor Sleep, la cui uscita nelle sale italiane è prevista il 31 ottobre 2019, sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros.Pictures.
Dopo Los Angeles e Tokyo, le Wall Wings (ali dipinte sui muri, trend tra i giovani di tutto il mondo) arrivano anche in Italia in versione total black, sono le ali sulle pareti che diventano quelle di Maleficent, in occasione dell’uscita del film il prossimo 17 ottobre.
Sull’onda del trend americano, nato dell’artista di Los Angeles Colette Miller, che nel 2012 ha lanciato il suo Global Angel Wings Project, molti street artist stanno realizzando in Italia, opere simili ma con un’accezione dark, ispirati a Maleficent il villain protagonista della nota saga cinematografica Disney.
Opere interattive che vengono utilizzate dagli utenti per scattare foto e postarle sui loro social.
Un trend già virale tra giovani e lanciato da molti influencers come Luciano Spinelli, Chiara e Angela Nasti, Rosalba, Maryna, Claudia Dionigi, Giulia Latini, Ludovica Olgiati che hanno scattato foto e nelle loro città con hashtag #BeMaleficent.
Le ali di Maleficent, ognuna realizzata con tecnica e stile diverso, ad oggi sono state avvistate a Roma, Milano, Firenze, Bologna, Napoli.
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Maleficent – Signora del Male arriverà il 17 ottobre 2019, continuando a cavalcare l’onda dei live action dei classici Disney. Maleficent – Signora del Male sarà diretto da Joachim Ronning, che collaborerà ancora con Espen Sandberg, come per Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar.
Maleficent – Signora del Male rientra nella nuova politica Disney del revival in live action del classici d’animazione. Dopo il primo capitolo, Cenerentola, La Bella e la Bestia e Il Libro della Giungla, Aladdin, Dumbo e Il Re Leone già arrivati in sala, il film con protagonista la Joliesi aggiunge alla lista di film che riproporranno in carne e ossa i personaggi iconici della Casa di Topolino, insieme a tanti altri confermati e molti che sicuramente arriveranno.
Non succede, ma se succede… è la nuova commedia di Jonathan Levine, già avvezzo al genere leggero, per quanto dedicato ad un buon contenuto (Warm Bodies del 2013 e 50 e 50 del 2011). E questa volta racconta una storia di un amore che, nonostante i livelli sociali differenti e invalicabili, non conosce ostacoli.
Charlotte Field (Charlize Theron) è nientemeno che il Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America che, grazie al presidente uscente, con buone probabilità, potrà persino auspicare ad essere la prima presidentessa donna a guidare la nazione. Da un’altra parte dello stesso stato, Fred Flarsky (Seth Rogen) sta difendendo con le unghie e i denti la propria integrità morale di giornalista – spiantato – difensore della verità ad ogni costo, anche della sua stessa vita. Ciò che farà intersecare le vite di due elementi così apparentemente agli antipodi, sarà – come sempre – il caso galeotto, ma che già molti anni addietro li aveva visti occhi negli occhi.
Come per ogni racconto romantico che si rispetti, quel che fa star bene è pensare che proprio ciò che sia inconciliabile, in realtà, trovi il modo per combinarsi. E, a dire il vero, il racconto di Jonathan Levine, scritto e ideato da Dan Sterling, chiaramente ci riesce bene, oltre il livello narrativo puro e semplice.
Il personaggio di Fred / Seth Rogen si fa latore del messaggio secondo cui è la verità a rendere liberi, non solo in senso personale, ma anche rispetto a chi questa libertà la vive attraverso gli altri che si spogliano delle proprie sovrastrutture e delle proprie preoccupazioni. È delizioso quando il coprotagonista dice alla donna più potente del mondo che non avrebbe alcun problema ad essere la sua Marilyn Monroe, se lei volesse essere il suo JFK.
Perché ciò che rende una commedia tale, è il saper raccontare in modo scanzonato desideri profondi che accomunano le persone altre il loro status. Dunque, il dilemma del personaggio della Theron, di fronte a quest’uomo così sopra le righe e così libero è: quanto si è disposti a rischiare e a liberarsi a propria volta, cercando di rincorrere una versione più pura, giovane e sognatrice di quello che si è diventati?
Evidentemente tanto, soprattutto negli ultimi tempi, nei quali qualche insospettabile sedicenne ci ricorda che le cose che veramente fanno la differenza sono semplici. Ma senza le quali può esserci il rischio di vivere una vita uguale a qualunque altra.
Intervistato da The Wrap prima dell’uscita di Jay and Silent Bob Reboot, Kevin Smith è tornato a parlare di Clerks 3 e dello sviluppo della sceneggiatura modificata in seguito all’attacco di cuore avuto dal regista un anno fa, ispirando così il nuovo percorso del protagonista Randal. A quanto pare il film inizierà con il cinico cassiere di fast food interpretato da Jeff Anderson che, come Smith, ha appena subito un infarto e sta attraversando una crisi di mezza età.
“Randal ha un attacco di cuore, ed essendosi avvicinato così tanto alla morte, capisce che la sua vita non ha significato nulla, nessuno lo ricorderà e non ha famiglia o cose del genere”, ha dichiarato Smith. “E durante la ripresa, mentre si trova sotto effetto di fentanil, giunge alla classica conclusione di un uomo di mezza età che ha lavorato in un videonoleggio per tutta la sua vita e ha visto i film di altre persone: voglio fare il mio film. Ed è qui che Dante e Randal creano Clerks, e questa è la storia di Clerks 3“.
La sceneggiatura quindi sarà influenzata dagli eventi che hanno sconvolto l’ultimo anno della vita del regista, e vedrà Dante e Randal alla scoperta di come trasformare le persone e le storie delle loro esperienze in personaggi.
“Riporterò i miei ragazzi proprio dove mi hanno condotto in questi anni. Lo sto scrivendo, ed è un po’ come se si scrivesse da solo perché l’ho vissuto venticinque anni fa“, ha detto Smith. “È semplicemente rassicurante e fantastico. Lo stanno capendo nello stesso modo in cui l’ho capito io, ma ho il vantaggio di essere in grado di scegliere tutte le mie storie e i momenti preferiti“.
Una scena chiave della battaglia finale di Avengers: Endgameci ha mostrato per la prima volta tutte le supereroine del MCU riunite sullo schermo, da Captain Marvel a Wasp, insieme a Okoye, Scarlet Witch e Valchiria, un momento davvero emozionante che per alcuni avrebbe suggerito l’arrivo al cinema di un film dedicato all’A-Force (il team al femminile dei fumetti). Già durante la promozione di Captain Marvel, primo titolo dell’universo Marvel ad avere una supereroina come protagonista, Brie Larson si era detta disposta al 100% a partecipare ad un progetto collettivo con le altre eroine, così come Tessa Thompson ed Evangeline Lilly si sono sempre mostrate entusiaste all’idea.
Sull’argomento è tornata proprio l’interprete di Carol Danvers confermando che sia lei, sia il gruppo di colleghe, hanno discusso con Kevin Feige sulla possibilità di realizzare un cinecomic collettivo del genere:
“Sicuramente è qualcosa a cui abbiamo pensato, ma non so se posso definirle discussioni vere e proprie…Posso dire che molte donne del cast dei Marvel Studios si sono avvicinate a Kevin spiegando che siamo insieme e che vorremmo farlo, ma davvero non ho idea di come andranno le cose in futuro.”
“Non sono responsabile dei progetti Marvel, ma è qualcosa che ci appassiona e che amiamo“, ha continuato la Larson, “e sento che se un numero sufficiente di persone nel mondo ne parlasse o lo desiderasse quanto noi, forse succederà“.
Sappiamo che lo spazio per le donne non è mai mancato nel corso di questi ultimi dieci anni nel MCU, ed è facile ipotizzare un futuro in cui ne abbiano ancora di più come dichiarato dallo stesso Feige in un’ntervista. “Più della meta dei personaggi che troveremo nelle prossime fasi del MCU saranno donne. E di certo sarebbe fantastico vederle riunite nello stesso film un giorno, e non soltanto uomini come è stato per la maggior parte dei film finora prodotti. Ci stiamo lavorando...”
Questo significa che vedremo finalmente la A-Force nel MCU? Che ne pensate?
Come riportato in esclusiva da Variety, Yahya Abdul-Mateen II è ufficialmente entrato nel cast di Matrix 4 e affiancherà da protagonista Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss nel nuovo capitolo del franchise diretto da Lana Wachowski. Le fonti spiegano che l’incontro tra la regista e l’attore visto di recente in Aquaman è avvenuto in segreto nell’ultima settimana.
Oltre ad interpretare il villain Black Manta nel cinecomic di James Wan per la DC, Abdul-Mateen è apparso quest’anno in Noi di Jordan Peele (era il padre della versione bambina di Lupita Nyong’o), nella nuova stagione di Black Mirror e sarà presto sul piccolo schermo nel nuovo adattamento di Watchmen della HBO vestendo i panni di Cal Abar.
Presto tornerà invece sul set di The Trial of the Chicago 7, biopic sul co-fondatore del movimento delle pantere nere Bobby Seale affidato a Aaron Sorkin e di Candele, prodotto sempre da Peele, che uscirà nel 2020.
Vi ricordiamo che il sequel di Matrix attualmente in sviluppo sarà scritto e diretto ancora una volta da LanaWachowski, e secondo quanto riportato da Justin Kroll di Variety, quello di Reeves non sarà il solo Neo sullo schermo, ma la versione più “anziana”, dal momento che la produzione sarebbe in cerca di un attore più giovane da affiancargli sempre nei panni del protagonista. Altre indiscrezioni suggeriscono invece che Morpheus, il personaggio interpretato nella trilogia originale da Lawrence Fishburne, farà il suo ritorno.
“Non potremmo essere più entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo dell’universo di Matrix“.
La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.
In arrivo al cinema a partire dal 17 ottobre, il film The Informer – Tre secondi per sopravvivere è il nuovo lungometraggio internazionale del regista italiano Andrea Di Stefano, già autore nel 2014 del film Escobar, con protagonista il premio Oscar Benicio Del Toro. Il lungometraggio, basato sul romanzo Tre secondi, di Roslund & Hellström, segue la vicenda di Pete Koslow, interpretato dall’attore Joel Kinnaman, ex soldato specializzato in operazioni speciali, che si trova nella rischiosa posizione di infiltrato per l’FBI con il compito di smantellare il traffico di droga della mafia polacca a New York.
Presentato in anteprima a Roma, il viene raccontato in conferenza stampa proprio dal regista, che racconta i retroscena del progetto e i suoi progetti per il futuro.
“Dopo il successo di Escobar, – esordisce Andrea Di Stefano – mi sono stati proposti numerosi progetti legati alle tematiche della criminalità. Tuttavia non volevo ripetermi senza un valido motivo, cosa che invece ho trovato leggendo la prima sceneggiatura di questo film. Sono rimasto affascinato dal debole confine tra bene e male, e girare per le strade di New York mi avrebbe consentito di accenturare il tono noir della pellicola.”
Di Stefano si apre poi a parlare delle influenze rimutuate all’interno del film, ammettendo di non essere un vero fan del genere. “Ho sempre preferito altri tipi di storie. La mia prima sceneggiatura era una commedia amara. Sono cresciuto guardando i film di Monicelli, Risi, e ho lavorato in più di un’occasione con Bellocchio. Forse è per questo che non è tanto il thriller in sé ad interessarmi, ma il poter ricercare una componente umana all’interno di esso.”
“Non volevo affatto realizzare l’ennessimo thriller con buoni e cattivi, – continua poi il regista – né tantomeno volevo cadere nei cliché del genere. È per questo che abbiamo condotto tantissime ricerche prima delle riprese. Abbiamo visitato i luoghi, abbiamo parlato con le persone. Ho incontrato numerosi agenti dell’FBI e della polizia di New York. I racconti più interessanti sono però arrivati nelle conversazioni con i criminali e i detenuti. Sono loro che mi hanno permesso di arricchire di dettagli questo film, permettendomi di essere più sincero e autentico nelle scelte per la messa in scena.”
Chiamato a parlare del cast di star a disposizione, Di Stefano esordisce tessendo le lodi del suo protagonista. “Kinnaman è stato straordinario. Un attore gentilissimo, generoso. Per il ruolo avevo bisogno di qualcuno che potesse dar vita tanto alla parte più cruda quanto a quella più sentimentale del personaggio. Non tutti gli attori sono in grado di far ciò, ma lui ci è riuscito. Straordinari sono stati anche Common e Rosamund Pike. Per il ruolo del detective Grens avevo bisogno qualcuno che avesse il temperamento del poliziotto, ma che fosse anche in grado di dar voce alla strada, e Common si è rivelato perfetto per la parte. Rosamund era invece legata al progetto ben prima del mio arrivo. È stata sempre molto devota al personaggio, anche nei momenti più complessi del suo arco narrativo.”
Il regista anticipa poi alcuni dei suoi progetti per il futuro, rivelando il suo grande sogno. “Mi piacerebbe realizzare un film in Italia. Sono convinto che le nostre maestranze siano le migliori al mondo. Negli Stati Uniti ci sono i professionisti, questo è indubbio, ma credo che qui sia possibile oltre al professionismo ottenere anche quel pizzico di sentimento che ti permette davvero di toccare le corde dello spettatore. Il mio desiderio è poter realizzare un film con queste premesse. Per il momento tuttavia sono al lavoro sulla prima serie italiana targata Amazon Prime. Sarà sempre ambientata nel mondo della criminalità, ma avrà un tono grottesco che spero di riuscire ad esaltare al meglio. Dal mio punto di vista, puoi essere bravo nella tecnica quanto vuoi, ma se non riesci a cogliere l’emotività del momento hai fallito. Questa è una delle lezioni più preziose che abbia mai appreso.”
Con l’imminente inizio della Fase 4 e gli annunci sulla Fase 5 non si fa che parlare di tutti quei personaggi che potrebbero finalmente arrivare nel Marvel Cinematic Universe. E tra di loro ci fossero alcuni supereroi e villain visti nelle serie di Netflix? Quali vorremmo come nuovi protagonisti del MCU insieme ai Vendicatori?
Ecco qualche valido candidato:
Daredevil
Daredevil è senza dubbio il più riuscito degli adattamenti televisivi di Netflix Matt Murdock uno dei personaggio preferiti dai fan, quindi sembra naturale e obbligato il suo passaggio dal piccolo al grande schermo (dimenticando la prova fallimentare di Ben Affleck) magari introducendolo come legale di Spider-Man per difendersi dalle accuse del Daily Bugle.
Jessica Jones
Un altro personaggio particolarmente riuscito delle serie Netflix è Jessica Jones, eroina noir osannata dalla critica e interpretata con grande carima da Krysten Ritter. Sarebbe davvero una ventata di aria fresca nel MCU, per il suo carattere diverso dagli altri Vendicatori e per l’approccio originale alle missioni.
Luke Cage
Dopo una breve apparizione in Jessica Jones, Luke Cage è diventato protagonista della sua serie standalone prima di unirsi agli altri Difensori, impressionando il pubblico grazie ai poteri senza paragoni, la pelle a prova di proiettile come armatura mentre si aggira per le strade di Harlem. E se mai dovesse arrivare nel MCU, sarebbe interessante vederlo in azione al fianco degli eroi di New York come Spider-Man.
The Punisher
The Punisher, alter ego di Frank Castle (interpretato nello show Netflix da Jon Bernthal) è un villain atipico originariamente membro del Corpo dei Marines degli Stati Uniti e criminale dal carattere molto più dark e violento di tanti personaggi visti finora nel MCU. Senza dubbio da prendere in considerazione per le prossime Fasi dell’universo condiviso…
Elektra
Elektra (Elodie Yung) è già stata portata al cinema nei primi anni Duemila con un film non proprio indimenticabile, ma fedele alle sue origini nei fumetti è tornata protagonista nella serie su Daredevil di Netflix ingannando la morte a più riprese e dimostrando di avere tutte le carte in regola per tornare in grande stile anche nel MCU.
Jeri Hogarth
Il ritratto di Jeri Hogarth di Carrie-Ann Moss visto in Jessica Jones è la prova che i personaggi possono facilmente cambiare il genere originale nei fumetti senza dimenticarne la vera essenza. Questa avvocatessa spietata e intraprendente diventerebbe uno dei pochi personaggi LGBT del MCU, e potrebbe tornare utile come difensore legale dei nostri eroi.
Misty Knight
Misty Knight, interpretata sullo schermo da Simone Missick, è un altro di quei personaggi su cui scommettere per il futuro del MCU, dopo che in Luke Cage, The Defenders e Iron Fist ha sfoggiato le sue doti da detective al fianco di nemici ostici. Combattente nata, ha le abilità giuste per mescolarsi senza problemi nei celebri team dei supereroi.
Kingpin
Arriviamo al pezzo forte delle serie Netflix, ovvero i villain, come il Kilgrave di David Tennant o il Wilson Fisk aka Kingpin di Vincent D’Onofrio, indimenticabile antagonista di Matt Murdock in Daredevil. L’universo cinematografico Marvel ha bisogno di figure come lui che agiscano nelle nuove trame “umane” e lontane dai percorsi cosmici.
Colleen Wing
Colleen Wing (Jessica Henwick) è apparsa nella prima stagione di Luke Cage per poi tornare come regular in Iron Fist. È un abile guerriera ed esperta di arti marziali, molto vicina sentimentalmente a Danny Rand (Iron Fist), e praticamente perfetta per incrociare la sua strada con Shang-Chi, primo vero supereroe asiatico del MCU in arrivo nel 2020.
Claire Temple
Chiudiamo questa lista con uno dei nostri personaggi preferiti delle serie Marvel di Netflix, ovvero Claire Temple (interpretata da Rosario Dawson) apparsa in Daredevil, Jessica Jones, Iron Fist, Luke Cage e The Defenders. L’infermiera si è rivelata sempre utile nell’assistenza dei vigilanti, e sarebbe fantastico rivederla in azione anche nel MCU.
Inserite nel lungo profilo dedicato dal New York Times a Paul Rudd, le dichiarazioni di Kevin Feige sul futuro dell’attore nel MCU lasciano intendere che ci sia ancora molto da raccontare su Scott Lang aka Ant-Man nelle prossime fasi dell’universo cinematografico. Vi ricordiamo che dopo l’assenza “giustificata” in Infinity War, il personaggio è tornato protagonista in Avengers: Endgame.
“I pezzi degli scacchi sono stati disposti in modo preciso dopo Endgame“, ha dichiarato il presidente dei Marvel Studios, “Gli eroi che sono fuori dal tabellone sono anche fuori dal quadro, mentre quelli che sono ancora dentro…beh, non si sai mai.“
Questo significa che Ant-Man è ancora in gioco e che nonostante il mancato annuncio ufficiale del terzo capitolo standalone ci siano ottime possibilità di rivederlo in azione? Il commento di Feige lascia aperta una finestra sulla Fase 5, in cui gli sceneggiatori potrebbero esplorare il rapporto tra Scott e Cassie, la figlia ormai adolescente ritrovata cinque anni dopo la Decimazione…
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L’ultimo film del franchise, Ant-Man and The Wasp, ha visto Scott Lang (Paul Rudd) alle prese con le conseguenze delle proprie scelte come Supereroe e come padre, dopo Captain America: Civil War. Mentre lotta per ritrovare un equilibrio tra la sua vita famigliare e le responsabilità di Ant-Man, viene chiamato da Hope van Dyne e il Dr. Hank Pym per intraprendere una nuova missione: salvare Janet van Dyne persa nel Regno Quantico.
Scott deve quindi indossare di nuovo i panni di Ant-Man e imparare a combattere al fianco di Wasp, pur cercando di rispettare gli arresti domiciliari. Il tutto mentre si impegna a dare una mano all’amico Luis (Michael Peña), tenendosi pronto a combattere un nuovo nemico, Ghost (Hannah John-Kamen), e il suo alleato Bill Foster (Laurence Fishburne).
Negli ultimi mesi si è parlato spesso del possibile arrivo di Nova nel MCU, suggerito anche dalle parole del presidente dei Marvel StudiosKevin Feige a proposito dei piani sul personaggio, e da quanto riportato dal sito MCU Cosmic in via non ufficiale, sembrerebbe tutto pronto per accogliere il razzo umano nella Fase 5 insieme a Blade, Fantastici Quattro e X-Men.
A quanto pare un adattamento interamente dedicato a Richard Rider è in sviluppo da diversi anni, ma le fonti non specificano se si tratterà di un film o di un’altra serie televisiva destinata a Disney +. Per ora sappiamo che l’unico titolo confermato per la prossima Fase dell’universo cinematografico è Black Panther 2, che uscirà nelle sale il 6 maggio 2022.
Vi ricordiamo che un dettaglio presente in una scena di Spider-Man: Far From Homeaveva in qualche modo anticipato il discorso su Nova e sulla sua “esistenza” nel MCU, perché sull’aereo che porta Peter Parker e i compagni a Venezia uno dei documentari selezionabili riportava il nome del personaggio con una locandina che presentava la foto del fisico Erik Selvig (interpretato da Stellan Skarsgård).
Che si trattasse di un semplice easter egg o di un’anticipazione dell’arrivo del film resta un mistero, tuttavia è evidente che i Marvel Studios amano seminare nel corso dei loro cinecomic piccoli indizi su storie e personaggi dei fumetti, alcuni dei quali nemmeno sfruttati in futuro. Tempo fa era stato lo stesso Feige a rivelare che Richard Rider figurava tra i supereroi con il “potenziale più immediato” per via della sua connessione con l’universo dei Guardiani della Galassia e per gli spunti interessanti provenienti dai fumetti originali.
In occasione dei 35 anni dalla sua uscita in sala, I Goonies torna sul grande schermo, anche in Italia, rimasterizzato in 4K. Il film culto per tutta la generazione che oggi ha tra 40 e i 50 anni, torna in sala per sole due date, il 9 e 10 dicembre, distribuito da Warner Bros Pictures.
Il film, nato da un’idea di Steven Spielberg, scritto da Chris Columbus e diretto dal Richard Donnerpost-Superman, è il film d’avventura archetipico di più di una generazione.
Come nelle migliori avventure, i protagonisti, sette ragazzini, sono sulle tracce di un tesoro dei pirati, mentre un gruppo di super cattivi, la Banda Fratelli, li insegue nei sotterranei di una cittadina della provincia americana, Astoria. I protagonisti impiegheranno tutto il loro ingegno e la loro incoscienza per sfuggire alle grinfie dei cattivi e trovare il prezioso tesoro di Willie L’Orbo, in un’avventura che potrebbe essere l’ultima della loro vita.
Nel cast del film, alla loro prima apparizione cinematografica, Josh Brolin, poi diventato un attore ben noto, Sean Astin, che i più conoscono per il suo ruolo di Sam Gamgee nella trilogia de Il Signore degli Anelli. Tra i protagonisti del film anche Corey Feldman, Joe Pantoliano e l’indimenticabile Anne Ramsey, nel ruolo di Mamma Fratelli.
Sono ufficialmente iniziate le riprese di Halloween Kills, primo dei due nuovi film annunciati dalla Universal dopo il successo del capitolo (250 i milioni di dollari incassati) uscito nel 2018 interpretato da Jamie Lee Curtis e diretto da David Gordon Green. A rivelarlo è proprio l’attrice pubblicando uno scatto sul set che la ritrae con l’ormai “classico” look di Laurie Strode pronta a combattere.
Anche Judy Greer e Andi Matichak torneranno nei panni dei rispettivi personaggi come il regista, confermato dietro la macchina da presa per entrambi i titoli. La release è invece fissata al 16 ottobre 2020, mentre per Halloween Ends ci toccherà attendere il 15 ottobre 2021.
Vi ricordiamo che Halloween, sequel diretto de La notte delle streghe del 1978, si concludeva con la cattura di Michael Myers da parte delle tre donne Strode (Laurie, la figlia Karen e la nipote Allyson) e l’esplosione del seminterrato dove l’assassino era stato rinchiuso con una trappola.
Jamie Lee Curtis ha interpretato ancora l’iconico ruolo di Laurie Strode, giungendo allo scontro finale con Michael Myers, l’uomo mascherato che le ha dato la caccia da quando era sfuggita per un soffio alla carneficina della notte di Halloween avvenuta quattro decenni prima.
Il Maestro dell’horror John Carpenter è stato produttore esecutivo e consulente creativo di questo capitolo, e ha unito le forze con il produttore leader della cinematografia horror contemporanea, Jason Blum (Get Out, Split, The Purge, Paranormal Activity). Ispirato da un classico di Carpenter, i registi David Gordon Green e Danny McBride hanno creato una storia che apre una nuova strada rispetto agli eventi del film-pietra miliare del 1978, e Green ne firma anche la regia.
Il canale americano Starz ha diffuso il trailer ufficiale di Outlander 5, l’atteso quinto stagione di Outlander.
I Frasers combatteranno tempo, spazio e storia per proteggere la loro famiglia. La nuova stagione debutterà in aonteprima il 16 febbraio.
Outlander 5
Outlander 5 è la quinta stagione della serie tv Outlander creata da Ronald D. Moore per il canale americano Starz.
Nella quinta stagione di Outlander ritorneranno Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in corso), interpretata daCaitriona Balfe, James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso), interpretato da Bill Paterson, Frank Randall/Jonathan “Black Jack” Randall (stagioni 1-3), interpretato da Tobias Menzies, Janet “Jenny” Fraser Murray (stagione 1-in corso), interpretata da Laura Donnelly, Ian Murray (stagione 1-in corso), interpretato da Steven Cree, Roger Wakefield (stagione 2-in corso), interpretato da Richard Rankin, Brianna “Bree” Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso), interpretata da Sophie Skelton, Lord John William Grey (stagione 3-in corso), interpretato da David Berry, Marsali MacKimmie Fraser (stagione 3-in corso), interpretata da Lauren Lyle,Claudel “Fergus” Fraser (stagione 3-in corso), interpretato da César Domboy e Capitano Raines (stagione 3-in corso), interpretato da Richard Dillane.
Il nuovo percorso dell’universo cinematografico DC iniziato con Joker continuerà nel 2020 grazie all’arrivo nelle sale di Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn), spin-off di Suicide Squad che vede protagonista la squadra di antieroine capitanate da Harley Quinn (Margot Robbie). Tra queste figura Dinah Lance aka Black Canary, interpretata sullo schermo da Jurnee Smollett-Bell, che in una recente intervista ha parlato del personaggio e di ciò che possiamo aspettarci da questo adattamento.
Black Canary è già apparsa ovviamente sulle pagine dei fumetti e in TV, ma quella dell’attrice sarà la prima versione per il cinema, mostrata brevemente nel trailer del film.
“Sarà la Dinah Lance che conosciamo e amiamo dai fumetti, ovvero una feroce combattente di strada. Quando la incontriamo all’inizio della storia è una cantante nel club di Maschera Nera, un po’ esclusa e disconnessa dal mondo. Non vuole avere nulla a che fare con la lotta al crimine o essere una brava ragazza, il che va contro la sua natura perché sappiamo che Dinah ha un gran cuore. Quindi dovrà accettare il suo dono e il suo potere, una dinamica per me molto affascinante da esplorare, come la forza di questa donna che non vuole avere“.
Un piccolo dettaglio del trailer ci ha suggerito che nel film vedremo Black Canary in azione con tutti i suoi poteri, tra cui il celebre “canto” che fa tremare il bicchiere di Martini sul tavolo (causato da una sorta di grido sonico). Sin dagli anni ’60, Dinah ha avuto diverse versioni di “canary cry” usato contro i suoi nemici, e questa abilità è già stata mostrata in Smallville e in alcuni episodi di Arrow.
Vi ricordiamo che Birds of Prey, diretto da Cathy Yan arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya), Ella Jay Basco (Cassandra Cain) e Ewan McGregor (Maschera Nera).
La prima sinossi del film riporta:
Dopo essersi separata da Joker, Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra Cain da un malvagio signore del crimine.
Come riportato in esclusiva da Variety, Daveed Diggs si trova in trattative per interpretare Sebastian nel nuovo live action de La Sirenetta. L’attore è noto al grande pubblico per il doppio ruolo di Thomas Jefferson e del Marchese de Lafayette nel musical pluripremiato Hamilton, ma di recente l’abbiamo visto anche nell’acclamato Blindspotting (da lui sceneggiato) e nella commedia nera Velvet Buzzsaw al fianco di Jake Gyllenhaal.
Per quanto riguarda La Sirenetta, progetto attualmente in sviluppo, sappiamo che vedrà protagonista la giovane Halle Bailey, Javier Bardem (in trattative per interpretare Re Tritone), Melissa McCarthy (nei panni di Ursula, la perfida strega del mare che ruba la voce ad Ariel), Jacob Tremblay (Flounder) e Awkwafina (Scuttle).
Questa versione del classico sarà diretta dal regista di Il Ritorno di Mary Poppins e Into The Woods, Rob Marshall, e includerà sia i brani dell’originale d’animazione del 1989, sia canzoni inedite a cui lavoreranno Alan Menken e Lin-Manuel Miranda.
Harry Styles, contattato dalla Disney per il ruolo del principe Eric, ha rifiutato la parte ma non sono stati specificati i motivi.
Michela Andreozzi, alla sua seconda regia dopo Nove lune e mezza, continua a raccontare il femminile con l’ironia e il divertimento della commedia uniti alla riflessione su temi spesso non facili da trattare, come la maternità surrogata nel precedente lavoro e ora, con Brave ragazze, la condizione di subalternità della donna nella società, fino alla violenza sulle donne, purtroppo di grande attualità.
Tutto finisce, prima o poi, ma la sfiga finisce solo se le dai una mano. Animate da questo motto, quattro amiche disperate decidono di non aspettare più che qualcuno offra loro un’opportunità e danno una svolta alle loro vite, organizzando una rapina in banca travestite da uomini. Siamo a Gaeta, anni ’80. Anna (Ambra Angiolini) è una donna sola con due figli, può contare solo sull’aiuto di sua madre (Stefania Sandrelli) e si ritrova senza lavoro. Maria (Serena Rossi) è devota alla Madonna, succube della famiglia, che vuole da lei un bambino che non arriva, e di Peppe (Massimiliano Vado), marito rozzo e violento. Chicca (Ilenia Pastorelli) è uno spirito ribelle alla ricerca di sé, mentre Caterina (Silvia D’Amico), sua sorella, è seria e responsabile e vorrebbe solo potersi permettere l’università, ma anche lei viene licenziata. La rapina con travestimento balza agli occhi di tutte come la soluzione ai loro problemi. È la prima di una serie, su cui è chiamato ad indagare l’ispettore Morandi (Luca Argentero).
Il soggetto del film, opera della stessa Andreozzi con Alberto Manni e Fiorenza Tessari, è ispirato ad una storia vera, quella di quattro rapinatrici improvvisate, le Amazzoni, così furono chiamate, che nella provincia francese degli anni ’80, private del sussidio di disoccupazione con cui vivevano, misero a segno una mezza dozzina di fortunate rapine prima di cadere vittime di un banale errore. Le Amazzoni riscossero il favore dell’opinione pubblica proprio perché erano quattro donne disperate che, come si vede nel film, non usarono i proventi delle rapine per arricchirsi, ma per pagare spese quotidiane come l’affitto, gli studi, per sostituire una lavatrice rotta.
La regista – e sceneggiatrice con Manni – rielabora la vicenda filtrandola attraverso il suo peculiare punto di vista, ambientandola in Italia, così da poterla innestare sui propri ricordi di giovinezza a Gaeta – ben riuscita la ricostruzione d’epoca – e dando spessore al personaggio di Maria con uno sviluppo del tutto estraneo alla vicenda originaria, che le consente di trattare di violenza sulle donne ben coniugando leggerezza e profondità.
In questo quartetto affiatato, che fa perno sulle diversità e sull’unione, è proprio la storia di Maria la più coinvolgente e toccante, grazie alla sentita interpretazione di Serena Rossi, che dimostra ancora una volta talento e capacità di cambiare registri con disinvoltura. Anche il percorso di Chicca, sfrontata ma a tratti ingenua, che prende corpo grazie a Ilenia Pastorelli, e la sua ricerca d’identità sono interessanti. Mentre più convenzionali appaiono le altre due storie.
Il film vive però della bravura e dell’affiatamento delle quattro attrici, che riescono a dare ognuna il suo accento al film. Pure la componente maschile del cast offre caratterizzazioni valide, dal temibile e violento Peppe di Massimiliano Vado allo spassosissimo parroco Don Backy di Max Tortora, fino alla rassicurante positività dell’ispettore Morandi di Luca Argentero.
La caratteristica peculiare del lavoro ne rappresenta però in parte il limite: la regista scrive di donne, per le donne e non può non parteggiare smaccatamente per loro. Da un lato ciò è inevitabile per un film che vuole essere un inno al potere dirompente della sorellanza, alla capacità di reagire, al coraggio di prendere in mano le redini della propria vita, alla voglia di non farsi schiacciare in una subalternità che purtroppo pesa oggi non meno di allora, sembra dirci la regista.
Dall’altro, per suffragare il proprio punto di vista, la regista forza un po’ la mano: le quattro sono indiscutibilmente brave ragazze, anche la meno ortodossa nasconde un animo dolce e gentile, a tutte capitano una serie di sventure che sembrano portarle quasi inevitabilmente alla decisione estrema della rapina, a vestire i panni di moderne Robin Hood che rubano ai ricchi – le banche – per dare a sé stesse, povere. Per quanto sbagliato, alla fine è difficile non stare dalla parte di queste Brave Ragazze. Gli uomini, invece, salvo due eccezioni, vessano, sminuiscono, approfittano, quando non hanno comportamenti abominevoli.
Se questo schematismo non pesa troppo, e si finisce appunto per parteggiare per questa banda scombinata, è merito, oltre che del cast, del ritmo vivace del film, della comicità di situazione, dei travestimenti e anche dell’evoluzione di cui va dato atto alla regista, che le consente di passare dalla commedia pura all’action/poliziesco e di esplorare anche risvolti drammatici e amari della storia, riuscendo a gestire questo mix sperimentale in modo abbastanza fluido.
Joker è finalmente arrivato nelle nostre sale e la caccia agli easter egg, ai cameo e ai riferimenti presenti nel film è aperta. Scopriamo di seguito tutti quelli scovati nel racconto sulle origini del clown principe del crimine interpretato da Joaquin Phoenix:
Zorro the Gay Blade
Uno dei riferimenti più diretti ai fumetti di Joker arriva nel momento in cui Thomas e Martha Wayne escono da un cinema insieme a Bruce, e scopriamo che la famiglia ha appena visto Zorro the Gay Blade. Si tratta infatti della stessa pellicola vista dai Wayne sulle pagine della DC Comics prima dell’assassinio della coppia, uscita nel 1981 (dato che conferma l’ambientazione di Joker).
Super ratti
All’inizio del film i notiziari in tv parlano dell’invasione di “super topi” per le strade di Gotham City, e sebbene Batman non abbia mai affrontato top giganteschi nei fumetti, esiste effettivamente un villain chiamato Ratcatcher, alter ego di Otis Flannegan, che usa le sue abilità per addestrare i roditori a commettere crimini.
Justin Theroux
Dopo il cameo in Star Wars: Gli Ultimi Jedi, Justin Theroux torna a fare una breve apparizione anche in Joker, e possiamo scorgerlo quando Arthur riguarda una cassetta del Murray Franklin Show con ospite un certo Ethan Chase (interpretato proprio dall’attore).
The Franklin Murray Show
Il font utilizzato per il “Live With Murray Franklin” è lo stesso visto nei titoli di Batman: The Animated Series, ma non si tratta dell’unico riferimento; nello spogliatoio l’armadietto di Arthur è il numero 404, primo capitolo dell’iconico Batman: Anno Uno di Frank Miller e David Mazzucchelli.
Un villain dei fumetti
Il Dr. Benjamin Stoner, responsabile della diagnosi di Penny Fleck, sembra rimandare al Dr. Stone dei fumetti che faceva parte del team dell’Arkham Asylum negli anni ’80 diventando più tardi il villain chiamato Doctor Fate. Un altro possibile easter egg arriva grazie al personaggio del detective Burke, uno degli sbirri che inseguono Arthur, molto simile al Tommy Burke che abbiamo conosciuto sulle pagine di Detective Comics.
Bryan Callen
Uno dei colleghi di Arthur è interpretato da Bryan Callen, l’attore comico che ha vestito i panni di Eddie nella trilogia di Una notte da leoni di Todd Phillips.
Pogo’s Comedy Club
Arthur va in scena con il suo terribile monologo comico sul palco del Pogo’s Comedy Club e c’è una ragione se è chiamato così: Pogo il Clown era l’alias “rispettabile” del serial killer John Wayne Gacy, un indizio oscuro di ciò che accadrà al protagonista.
Tempi moderni
Quando Arthur riesce finalmente a rintracciare Thomas Wayne, nell’edificio va in scena il capolavoro di Charlie Chaplin Tempi Moderni del 1936, film aggiunto nella Library of Congress degli Stati Uniti nel 1989 in quanto ritenuto “culturalmente significativo”.
Il ritorno del cavaliere oscuro
L’apparizione di Joker al talk show di Franklin Murray è molto simile ad un episodio di The Dark Knight Returns, dove il clown commette un atto altrettanto violento. Un altro riferimento arriva con il bacio alla dottoressa Sally (forse citando il ruolo del dottor Ruth Weisenheimer del racconto di Frank Miller).
TW
In una scena, mentre Arthur si sta truccando, il personaggio prende una foto di sua madre da giovane con scritto un messaggio sul retro che recita “Adoro il tuo sorriso, TW“. Questo dettaglio potrebbe confermare la parentela tra Arthur e Thomas Wayne.
La residenza dei Wayne
Arthur arriva al cancello della residenza dei Wayne dove incontra suo “fratello” Bruce Wayne, forse un cenno al momento dei fumetti in cui Joker vede il bambino giocare nel Bat-Pole che è diventato un punto di riferimento della classica serie TV degli anni ’60. Inoltre l’uomo che viene maltrattato da Arthur è Alfred Pennyworth.
Il riferimento al creatore di Batman
All’inizio del film, Arthur incontra la sua assistente sociale Debra Kane. Questo personaggio appare nel romanzo Batman The Ultimate Evil, anche se potrebbe trattarsi di un omaggio al co-creatore di Batman Bob Kane.
Arriva in sala il 10 ottobre Gemini Man, il nuovo film diretto da Ang Lee, con protagonista Will Smith, al fianco di Clive Owen e Mary Elizabeth Winstead. La peculiarità del film pensato e diretto dal regista taiwanese Premio Oscar è che il protagonista ha a che fare con una versione ringiovanita di sé stesso, interamente costruita in computer grafica.
La storia racconta la fine della carriera di un sicario al soldo del governo statunitense, Henry Brogan (Will Smith), che decide di appendere il fucile al chiodo accorgendosi di non avere più i fenomenali riflessi di un tempo. Tutto parrebbe procedere serenamente, anche se con reticenza da parte del suo superiore – visto che Brogan è il miglior tiratore che il governo abbia mai avuto nella sua scuderia –, se non fosse che il protagonista viene contattato da un vecchio amico e collega che gli svela che il suo ultimo assassinio, compiuto con la consueta precisione certosina, non era stato destinato esattamente ad un terrorista.
Nel giro di poco Brogan si rende conto di essere braccato da un cecchino dalla mira incredibilmente simile alla sua, fino ad accorgersi che quel cecchino è un suo clone più giovane di trent’anni. Ang Lee torna alla regia sperimentando effetti visivi più che all’avanguardia. Oltre alla performance di Will Smith che interpreta sé stesso più giovane in motion capture, Gemini Man è stato girato (e proiettato) in High Frame Rate 3D, che conferisce al risultato finale un notevole realismo. Infatti il progetto risale al 1997 da un soggetto di Darren Lemke, che però non aveva mai visto la luce proprio per la necessità di evoluzioni tecnologiche di un certo livello.
Il regista premio Oscar per Vita di Pi (e I Segreti di Brokeback Mountain), visionario e appassionato di sperimentazioni visuali, viene scelto nel 2017 per dare corpo all’idea, e in effetti raggiunge egregiamente il risultato. Certo, il punto di forza di Gemini Man può concludersi con l’aspetto tecnologico, perché il lavoro risente di una accentuata debolezza narrativa che non aiuta l’attenzione dello spettatore, rinvigorita solo dalle roboanti esplosioni. Ma, se ad apprezzare dev’essere più che altro lo sguardo, quello senz’altro non resterà deluso.
Carlo Verdone è il Guest Director della 37.ma edizione del Torino Film Festival (22 – 30 novembre 2019). Il regista, sceneggiatore e attore sarà a Torino nei giorni del festival e presenterà al pubblico “Cinque grandi emozioni”, lasezione da lui curata composta daifilm: Ordetdi Carl Theodor Dreyer, Buon compleanno Mr. Grape di Lasse Hallström, Divorzio all’italianadi Pietro Germi, Oltre il giardinodi Hal Ashby, Viale del tramontodi Billy Wilder.
“Accolgo con vero piacere l’invito di Emanuela Martini ad essere Guest Director per qualche giorno al Festival di Torino” dichiara Carlo Verdone, “e ho scelto di presentare cinque film estremamente diversi fra loro, che resteranno per sempre nella mia memoria di spettatore. Cinque film che mi hanno rapito ed emozionato non solo per le perfette regie, ma soprattutto per le notevoli interpretazioni dei loro protagonisti. Ho visto ognuno di questi film più di tre volte, scoprendo sempre dettagli che mi erano sfuggiti. Potrebbe sembrare strano che tra queste scelte ci sia solo una commedia brillante, ma in prima battuta cerco sempre di scegliere film di contenuti ‘forti’, che mi propongano suggestioni intime, amare, poetiche o malinconiche. Un film che mi lasci o una carezza o un pugno allo stomaco o una riflessione. In un film cerco insomma la poesia.
Vidi Ordet di Carl Theodor Dreyer in un cineclub negli anni ‘70. Ero con tre amici cinefili e ricordo che ne discutemmo tanto dopo la proiezione. La grandezza di questo film è nell’estremo rigore delle immagini in bianco e nero. Un bianco e nero assai contrastato che rispecchia l’austerità della vicenda e la superba direzione di tutti gli attori. Di impronta prettamente teatrale, lo considero un capolavoro assoluto perché pone quesiti oscuri sulla lettura della figura di Cristo e sulle diverse posizioni della religione protestante. Un film che non potrà mai essere dimenticato per le domande che continueremo a porci dopo la visione. Buon Compleanno Mr. Grape è una mia piccola ‘creatura’. Quando dirigevo la programmazione del cinema Roma, una sala di 200 posti a Trastevere, cercavo di dare una fisionomia di qualità al cinema. Frugando nella cantina della Cecchi Gori Group trovai questo film il cui titolo originario era What’s Eating Gilbert Grape. Lo vidi, me ne innamorai per l’immensa poesia, mi inventai questo titolo. Film di grande atmosfera, ci mostrava un Leonardo DiCaprio giovanissimo alle prime armi. Mi sembrò un attore strepitoso, insieme all’ottimo Johnny Depp. Il film ebbe un gran successo e fui orgoglioso di averlo tolto dal dimenticatoio trovandogli un titolo originale per l’Italia. Divorzio all’Italiana resterà il mio film preferito di Pietro Germi. Ho sempre avuto un gran rispetto per questo regista, spesso torturato ingiustamente da una critica altezzosa e troppo politicizzata. Tutto è perfetto in questa pellicola: dal più bel bianco e nero della storia del cinema italiano, alla sceneggiatura (vincitrice dell’Oscar nel 1963), agli interpreti. Mastroianni è in una forma magnifica e ancora oggi, personalmente, lo considero il più grande e completo attore italiano. Oltre il Giardino di Hal Ashby. Poesia pura e interpretazione piena di vera anima da parte di Peter Sellers. Uno dei miei attori preferiti. Viale del Tramonto di Billy Wilder. Tra le migliori opere di Wilder, racconta l’altra faccia di Hollywood. La perdita del successo, gli anni che rendono la tua maschera non più interessante ma patetica, la solitudine dell’artista dimenticato. Fino ad arrivare alla follia finale. Un mondo spietato raccontato con immensa classe. Gloria Swanson è magnifica e l’interpretazione di Erich von Stroheim indimenticabile. Quando vidi questo film restai turbato e incantato. C’è un’atmosfera di morte e solitudine che solo un genio come Billy Wilder poteva allestire. Ecco, queste sono le mie Cinque Emozioni. Immagini che non scompariranno mai dai miei ricordi di spettatore, ignaro che un giorno avrei anche io detto ‘azione!’. Anche se non ho raggiunto e non raggiungerò queste vette, sono felice di aver imparato tanto da questi cinque capolavori che tanta autorevolezza hanno dato al cinema”.
“Carlo Verdone è uno dei pochi autori italiani che hanno accompagnato il passar del tempo della mia generazione: caratteri, aspirazioni, desideri che cambiano, e spesso ti ritrovi che non ti riconosci.” – afferma Emanuela Martini, direttore del Torino Film Festival – “Per questo sono molto affezionata ai suoi film, perché raccontano anche me e i miei amici, da ieri a oggi, per lo più prendendosi (e prendendoci) in giro, in commedia (che è una gran bella cosa). Con gran parte della mia generazione condivide anche la passione cinefila onnivora, il piacere che davanti a un film nasce da stimoli diversi, visivi, sentimentali, razionali o istintivi. La sua selezione per il Torino Film Festival dimostra questa apertura a 360 gradi, questa disponibilità all’emozione che emana dallo schermo. Immagino che avrebbe potuto sceglierne altri cento diversi e che le rinunce siano state faticose; ma apprezzo molto le cinque ‘perle’ che ci propone.”
Anime Factory, etichetta di Koch Media che raccoglie il meglio dell’offerta Anime, ha rilasciato il teaser trailer dell’attesissimo film Lupin III – The First. Il ladro casanova più amato di sempre sta per tornare nelle sale cinematografiche italiane nell’inverno 2020!
Sinossi: Il ladro gentiluomo più famoso del mondo, Lupin III, torna a colpire in una nuova grande avventura alla scoperta dei segreti del Diario di Bresson, legato all’eredità del suo famoso nonno Lupin I.
A proposito di Anime Factory: Anime Factory è l’etichetta di proprietà di Koch Media che racchiude il meglio dell’offerta Anime, cinematografica e home video, della società.
Nato nel maggio 2015 con il nome di Anime al Cinema, il brand ha consolidato nel tempo la sua identità fino ad affermarsi come uno dei punti di riferimento per i fan del genere. A distanza di tre anni, complice un’offerta sempre più ampia e una presenza sul mercato di riferimento sempre più forte, Anime al Cinema cambia casa per diventare vera e propria Factory, fucina di prodotti di altissima qualità.
Anime Factory diventa, così, l’anima orientale di Koch Media, la sua identità legata all’animazione giapponese. I grandi classici del passato che tornano rimasterizzati, che per la prima volta arrivano sul grande schermo o in edizioni limitate e da collezionisti, titoli inediti che non hanno mai raggiunto il grande pubblico italiano pur rappresentando vere e proprie icone in ambito Anime e Manga. Tutto questo, unito alla grande qualità delle lavorazioni, è la mission di Anime Factory.
Sotto l’etichetta Anime Factory, Koch Media si appresta a portare sul mercato cinematografico e home video titoli del calibro di Dragon Ball Super: Broly – Il film, UFO Robot Goldrake, Jeeg Robot d’Acciaio, Mazinga Z e Il Grande Mazinga, Lupin III, Lamù la ragazza dello spazio, Gigi La trottola, Ken il Guerriero, C’era una volta… Pollon.