In attesa degli Oscar
2018, i premi assegnati ai film dell’industria
hollywoodiana, sono stati assegnati gli Independent
Spirit Awards 2018, che invece premiano il cinema
indipendente. Mai come quest’anno, i titoli in concorso nelle due
macro-categorie coincidono, con Get Out, Lady Bird,
Chiamami col tuo nome e Tre Manifesti a Ebbing,
Missouri che saranno trai protagonisti anche della notte
degli Oscar, tra poche ore.
Di seguito, tutti i vincitori
degli Independent Spirit Awards 2018
MIGLIOR FILM “Get Out” (WINNER)
MIGLIOR FILM D’ESORDIO “Ingrid Goes West” (WINNER)
JOHN CASSAVETES AWARD “Life and Nothing More” (WINNER)
MIGLIOR REGISTA Jordan Peele, “Get Out” (WINNER)
MIGLIOR SCENEGGIATURA Greta Gerwig, “Lady Bird” (WINNER)
MIGLIORE SCENEGGIATURA D’ESORDIO Emily V. Gordon, Kumail Nanjiani, “The Big Sick”
(WINNER)
MIGLIOR FOTOGRAFIA Sayombhu Mukdeeprom, “Call Me by Your Name”
(WINNER)
MIGLIOR MONTAGGIO Tatiana S. Riegel, “I, Tonya” (WINNER)
MIGLIOR ATTORE Timothée Chalamet, “Call Me by Your Name”
(WINNER)
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA Allison Janney, “I, Tonya” (WINNER)
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA Sam Rockwell, “Three Billboards Outside Ebbing, Missouri”
(WINNER)
ROBERT ALTMAN AWARD “Faces Places,” directed by Agnés Varda, JR, produced by
Rosalie Varda (WINNER)MIGLIOR FILM
INTERNAZIONALE “A Fantastic Woman,” Sebastián Lelio, Chile
(WINNER)
BONNIE AWARD Chloé Zhao (WINNER)
JEEP TRUER THAN FICTION AWARD Jonathan Olshefski, Director of “Quest”
(WINNER)
KIEHL’S SOMEONE TO WATCH AWARD Justin Chon, Director of “Gook” (WINNER)
PIAGET PRODUCERS AWARD
Giulia Caruso & Ki Jin Kim
Ben LeClair
Summer Shelton
Si è svolta la cerimonia di
premiazione dei Razzie Awards 2018, i “premi” di
cinema più irriverenti, divertenti e forse attesi dell’anno. Alla
vigilia degli Oscar 2018, il
Razzie, il lampone dorato, viene assegnato al peggior cinema
dell’industria hollywoodiana.
Dopo il successo travolgente di
Non sposate le mie figlie, torna nelle sale
italiane Philippe de Chauveron con
Benvenuti a casa mia e, dopo i neri, gli
ebrei, gli arabi e gli asiatici, prende a soggetti del suo nuovo
racconto i Rom. Un’altra comunità nella Francia di oggi utilizzata
come veicolo narrativo per raccontare una storia che, dietro
l’intenzione di voler smascherare vizi e virtù della borghesia
francese, sembra virare netamente verso una direzione politica
precisa.
Jean-Etienne Fougerole,
intellettuale di sinistra, sedicente progressista e di vedute ampie
e comunitarie, promuove in televisione il suo ultimo libro (“A
braccia aperte”). Durante il dibattito in diretta nazionale,
incalzato dalla provocazione del suo rivale, un giovane candidato
(anche lui scrittore) di destra, Fougerole afferma che, in linea
con le sue ideologie, sarebbe disposto ad accogliere in casa sua
una famiglia Rom se questa fosse venuta a bussare. La famiglia di
Babik, simpatico Rom con tanto di madre, moglie figli e nipoti,
riunita intorno al televisore, raccoglie l’invito e si presenta
alla porta della lussuosa villa dell’intellettuale. Questi, per non
venir meno alla parola data davanti alla nazione, invita la
famiglia Rom ad accomodarsi in giardino, con roulotte, automobili
sgangherate e animale domestico, un maiale.
Philippe de
Chauveron ha un approccio buonista e divertito, sia nei
confronti della borghesia intellettuale di sinistra, aperta ma non
troppo all’accoglienza dell’altro, sia nei confronti della rumorosa
famiglia Rom. A nessuna delle due parti si risparmiano cliché
fastidiosi, come l’esigenza di Fougerole di essere un intellettuale
attivo nella vita reale, che si scontra con la naturale avversione
nei confronti del diverso e colorito popolo Rom. Dall’altro lato
però Babik e famiglia sono un riassunto sgradevole dei luoghi
comuni legati ai Rom: misogini, ladri, sporchi, sgradevoli, con
denti di metallo e cattive abitudini igieniche.
Insomma, se con Non sposate
le mie figlie de Chauveron realizzò una commedia sul
pregiudizio “fatta in casa”, pur con le sue implicazioni sociali,
con questo film dice male dei Rom, della sinistra intellettuale
francese, sembra schierarsi, risolvendo le questioni prettamente
narrative e cinematografiche con soluzioni populiste e
semplicistiche.
Tuttavia Benvenuti a casa
mia riesce a far sorridere, specialmente quando le vicende
assumono pieghe surreali ma nel complesso è un lavoro poco
ispirato, strutturato su cliché.
Molte delle aspettative dei fan del
MCU cadono sulla
rappresentazione più o meno degna dei villain: da
quando l’universo cinematografico dei Marvel Studios ha esordito, sono
diversi gli antagonisti che si sono dati il cambio portando aria
fresca nei film e talvolta superando addirittura la figura del
supereroe “buono”.
Ma quali, fra tutti i villain finora
mostrati, sono realmente i più riusciti? E quali non hanno deluso
le aspettative? CBR ha stilato la sua personale lista di 8
candidati:
Avvoltoio
L’Avvoltoio interpretato da Michael
Keaton in Spider-Man:
Homecoming viene introdotto sullo schermo come
uomo semplice con una famiglia di cui occuparsi. Subito dopo perde
il lavoro e viene catapultato in una inedita situazione di
malvagità a causa della disperazione: insomma sviluppa un arco
narrativo coerente che ci fa comprendere le sue ragioni, senza mai
sminuire il ruolo dell’eroe Peter Parker.
Nebula
Comparsa per la prima volta
sullo schermo inGuardiani della
Galassia, Nebula è la sorella
“cattiva” di Gamora e figlia sprezzante di Thanos. Come saprete, il
personaggio doveva morire alla fine del film ma è tornata in
Guardiani della Galassia Vol.2
ampliando la sua storia e approfondendo le sue ragioni di odio per
Gamora.
Loki
I fan del
MCU amano Loki, un
po’ per l’interpretazione di Tom Hiddleston, un
po’ per il modo in cui è stato introdotto e trattato il personaggio
dal primo Thor ad Avengers. In
questo soggetto sociopatico c’è in realtà un’anima in cerca di
appartenenza e affetto, e proprio come molti esseri umani, Loki è
emotivamente confuso.
Elektra
La serie
NetflixDaredevil ci ha
regalato una degna e fantastica rappresentazione di
Elektra, dimostrando che il personaggio poteva
essere sia detestabile che affascinante. Elektra Natchios una
macchina da guerra che lotta per diventare qualcosa di meglio,
versatile e interessante quando interagisce con Murdock.
Kingpin
Definrie
Kingpin come un semplice boss della mafia è
riduttivo: fortunatamente nella serie Daredevil il
personaggio appare come un villain splendidamente concepito e
scritto, forse uno dei più complessi visti nel MCU.
Alexander Pierce
Alexander Pierce potrebbe essere definito uno
dei cattivi meno interessanti nel MCU, tuttavia non è così. O almeno,
è un ottimo villain per film di spionaggio, come visto in
Captan America: The Winter Soldier (che è
infatti molto più di un semplice film di supereroi).
Billy Russo
Billy Russo non esordisce nella serie
The Punisher come classico villain, ma nel tempo
dventa sempre più avido e la sua frustrazione lo porta a sviluppare
un altro lato di sé. Inoltre è riuscito ad intavolare una
forte discussione su importanti argomenti quali l’assistenza
sanitaria mentale e il supporto per i veterani di guerra. Un
antieroe perfetto.
Killmonger
È ormai consolidata l’idea
che Killmonger sia uno dei
migliori villain della storia del MCU. Come antagonista, sfida l’eroe
e gli ideali di Black Panther,
ma va anche oltre. Ci costringe a riconsiderare i nostri valori in
materia dii società e identità. Ecco perché Killmonger è
affascinante: il personaggio va oltre una semplice storia di
vendetta, ed è era parte integrante della storia di
Wakanda.
Domhnall Gleeson è il protagonista di
Peter Rabbit, nuovo film in live action in arrivo
nelle nostre sale dal 22 marzo. Di seguito, ecco una clip dal
film:
Peter Rabbit,
l’eroe dispettoso e audace che ha affascinato intere generazioni di
lettori, ora è il protagonista di una grintosa e irriverente
commedia di ambientazione contemporanea.
Nel live action, in Italia in uscita il
22 Marzo, l’ostilità tra Peter e Mr. McGregor (Domhnall
Gleeson) si intensifica più che mai, quando arrivano a
contendersi l’affetto della loro vicina di casa, una ragazza
adorabile e amante degli animali (Rose
Byrne).
Domhnall Gleeson è
stato visto di recente al cinema in Star Wars: Gli Ultimi
Jedi, in cui interpreta per la seconda volta, dopo Il
Risveglio della Forza, il generale del Primo Ordine Hux. È
stato anche protagonista, nei panni dello scrittore di
Winnie the Pooh, in Vi presento
Christopher Robin e ha avuto una piccola parte in
madre! di Darren
Aronofski.
In Star Wars: Gli Ultimi
Jedi abbiamo visto Luke Skywalker
trasmettere i suoi ultimi insegnamenti all’allieva
Rey sul pianeta Ahch-To. Un
po’ come aveva fatto nella vecchia trilogia il maestro
Yoda.
Tuttavia le recenti dichiarazioni di
Rian Johnson hanno rivelato una scena tagliata dal
montaggio finale in cui Luke insegnava a Rey
una preziosa lezione su come i Jedi non possano coinvolgersi in
ogni conflitto.
Nella scena vediamo infatti
l’eroina arrivare al cospetto di Skywalker
mentre osserva l’orizzonte dalla costa di Ahch-To: notando una
serie di luci sul mare, si dirige verso il villaggio dove vivono i
Caretakers. Luke poi informa Rey che quelle luci provengono da una
tribù che è solita razziare il villaggio, così Rey non perde tempo
e afferra la sua spada laser per correre ad aiutare i
Caretakers.
Tuttavia l’entusiasmo di Rey viene
subito frenato dall’anziano Jedi: anche se in
quel momento il suo aiuto avrebbe potuto risolvere la situazione,
quella tribù sarebbe tornata poche settimane dopo per seminare
altre violenze.
In effetti originariamente si era
parlato di tre grandi lezioni che Luke trasmette a Rey, ma solo due
di queste erano state assolte nel film. Secondo Rian Johnson però,
il consiglio a “non agire” non sarebbe la lezione mancante:
“All’inizio l’avevamo pensato
come un rottura per lei. Della serie ‘Ok, Skywalker è andato troppo
lontano’. Poi è diventato più un pensiero come ‘Okay, se non vuole
aiutare, allora ho perso troppo tempo qui.“
Per Johnson inoltre, la frustrazione
di Rey nei confronti del maestro era una mossa narrativa necessaria
per condurla a Kylo Ren e agli scontri mentali con la Forza che
sono protagonisti assoluti del film.
Star Wars: Gli Ultimi
Jedi, il nuovo capitolo pieno
d’azione della famosa saga, dopo essere stato acclamato dalla
critica e aver conquistato il primo posto nella classifica dei film
con i maggiori incassi del 2017 in tutto il mondo,
arriva dall’11 aprile in home video in
tutti i migliori negozi, sulle piattaforme e-commerce e
digitali.
Star Wars Gli ultimi
Jedi è il primo film distribuito da Disney
Italia ad essere disponibile anche nel formato 4K
Ultra HD oltre che nei classici Blu-Ray
3D, Blu- Ray, DVD e nella
versione Steelbook da
collezione con un’iconica copertina in
metallo.
Ecco una nuova ondata di poster per
Avengers: Infinity War in cui
vediamo i protagonisti da vicino. Possiamo notare alcune dettagli
verdi della nuova tuta di Vedova Nera, la tuta di
Iron Spider, l’espressione da adolescente
contrariato di Teen Groot, ma soprattutto vediamo
bene i componenti dell’Ordine Nero, i comandanti
delle legioni di Thanos, suoi figli adottivi e
condottieri che guideranno l’invasione della Terra da parte del
Titano Pazzo.
Avengers: Infinity War – la trama
Un viaggio cinematografico senza
precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe,
Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il
definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro
alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel
tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco
improvviso di devastazione e rovina metta fine
all’universo.
Anthony e Joe
Russo dirigono il film, che è prodotto da
Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria
Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono
produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen
McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers:
Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal
25 aprile in Italia.
Avengers: Infinity War trailer ufficiale – i
Vendicatori contro Thanos
Nel cast torneranno tutti gli eroi
protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel
Marvel Cinematic Universe,
da Iron Man (2008) e Black
Panther (2018).
Avengers: Infinity
War, chi ha indossato il Guanto
dell’Infinito prima di Thanos?
Medusa Film Official ha diffuso il
primo trailer di Una festa esagerata, il nuovo
film di e con Vincenzo Salemme, tratto
dall’omonimo spettacolo teatrale dell’attore napoletano.
Il film arriverà in sala a partire
dal 22 Marzo e vedrà protagonisti lo stesso Salemme al fianco
di Massimiliano Gallo, Tosca D’Aquino, Iaia
Forte con la partecipazione di Nando
Paone e con Francesco Paolantoni.
Di seguito il poster del film:
Ecco la trama:
Napoli. A casa Parascandolo fervono
i preparativi per una magnifica festa sulla splendida terrazza dove
il capofamiglia, l’ingenuo Gennaro, geometra e piccolo imprenditore
edile, vive con Teresa, famelica moglie dalla feroce ambizione di
salire sempre più in alto nella scala sociale. Per il diciottesimo
compleanno della figlia Mirea, Teresa ha deciso di fare le cose in
grande e non ha badato a spese, dal catering agli arredi, ha
persino scritturato un cameriere indiano relegando in cucina la
vecchia domestica non ritenuta abbastanza esotica per una festa
così importante! Gennaro, pur di accontentare le donne della sua
vita e con l’aiuto di Lello, l’invadente aiutante del portiere,
continua ad assecondare ogni loro capriccio e a spendere una
fortuna per una festa che lui stesso definisce “esagerata”. Tutto
sembra perfetto, gli invitati iniziano ad arrivare, ma
un’inaspettata notizia giunge dal piano di sotto, da casa
Scamardella, dove abitano un padre molto anziano e la figlia
zitella: la sfortuna ha deciso che il signor Scamardella doveva
morire proprio il giorno della festa. Cosa fare? Come si fa una
festa con un morto sotto casa?
L’artista Olly Gibbs ha immaginato i nove
candidati agli Oscar 2018 per il Miglior Film come
fossero le statuette dorate ambite dal popolo del cinema.
Di seguito ecco Dunkirk, Get Out, The Post, L’Ora più Buia, La forma
dell’acqua, Il Filo Nascosto, Tre Manifesti a Ebbing, Missouri,
Lady Bird e Chiamami col tuo
nome.
Appuntamento con i libri a
Grosseto. Domenica 4 marzo alle 18.30 alla sede di
Kansassiti (via Porciatti, 10), associazione che si occupa di
attività culturali e che nel nome ricorda come
Luciano Bianciardi aveva definito il capoluogo
maremmano, è in programma la presentazione del libro
“Chi si accontenta, Goldrake!” di Andrea
Guglielmino, giornalista e critico cinematografico. Si
tratta di un libro di aforismi 2.0 in cui status da social network
diventano strumento di satira della quotidianità grazie
all’inventiva dell’autore. Ad introdurre l’autore sarà Federico
Raponi, noto per la trasmissione “Visionari” di Radio Onda
Rossa.
Il testo è edito da Edizioni
Progetto Cultura ed è disponibile in due varianti con le copertine
dei fumettisti Tuono Pettinato e Sudario
Brando. È una raccolta di frasi scelte dall’autore tra
dieci anni di riflessioni su Facebook, per lo più ironiche,
sarcastiche e satiriche ma anche in grado di far riflettere sul
momento storico che stiamo vivendo. Prefazione e post-fazione
portano la firma rispettivamente di Valentina
Pettinato e Francesco Alò, critici e
giornalisti cinematografici.
Sebbene l’atmosfera in casa
DC Films non sia delle migliori (anche in vista
del recente addio di Joss
Whedon dal progetto su Batgirl e i
dubbi sul futuro del franchise), Matt Reeves ha
voluto smentire qualsiasi voce circa un suo allontanamento dal film
su The
Batman che circolava in questi giorni.
L’ha fatto attraverso un Tweet, in
risposta ad un fan che supplicava Reeves di non abbandonare la
nave:
Come sapete il regista è ancora al
lavoro sulla storia da portare sul grande schermo, che potrebbe
addirittura essere esterna al DCEU rilanciando così il personaggio
sotto una veste inedita.
The
Batman sarà prodotto da Ben
Affleck e Geoff Johns che
firmano anche la sceneggiatura. Nel
cast ancheJoe
Manganiello mentre si attende conferma sulla
presenza o meno di Affleck come Batman. Tra i nomi dei papabili
sostituti è spuntata quello di Jake
Gyllenhaal.
È stato diffuso da Universal
Pictures un nuovo virale che promuove Jurassic
World – Il Regno Distrutto. Il video mostra Claire
(Bryce Dallas Howard) che si impegna a favore
della protezione dei dinosauri; il film infatti si concentrerà sul
problema dell’estinzione dei dinosauri sull’isola Nublar, dove
sono stati lasciati alla fine del primo film.
Claire, che ha completamente
cambiato il suo approccio verso le creature preistoriche riportate
in vita dalla scienza, adesso è diventata una provetta animalista,
unendosi al coro di #WeCanSameThem (possiamo
salvarli).
Meraviglie, avventure e brividi
hanno reso questo franchise uno dei più famosi e di successo nella
storia del cinema, il nuovissimo evento cinematografico vede il
ritorno degli amati personaggi e dinosauri, insieme a nuove specie
più imponenti e terrificanti che mai. Benvenuto in Jurassic World: Il Regno Distrutto.
Di seguito la sinossi: Sono
passati quattro anni da quando il resort di lusso Jurassic World è
stato distrutto da dinosauri fuori controllo. Isla Nabur è ora
abbandonata dagli umani mentre i dinosauri sopravvissuti sono
liberi nella giungla.Quando il vulcano dormiente
dell’isola comincia a ruggire, Owen (Chris
Pratt) e Claire (Bryce
Dallas Howard) montano una campagna per salvare i
dinosauri rimasti sull’isola da un evento che potrebbe farli
estinguere. Oqwen è spinto nell’impresa dal desiderio di trovare
Blue, il suo raptor che è ancora perso nella foresta, e Claire ha
intanto sviluppato un animo animalista nei confronti delle
creature, e quindi adesso vuole salvarle.
Arrivati sull’isola instabile,
mentre la lava comincia a cadere dal cielo, la loro spedizione
viene messa di fronte a una minaccia che potrebbe compromettere
l’intero pianeta, in una catastrofe mai vista prima dall’era
preistorica.Con tutta la meraviglia, il brivido,
l’avventura, sinonimi di questo famosissimo franchise, questo nuovo
film evento vede tornare sullo schermo personaggi amati e i
dinosauri, insieme a nuove razze, ancora più meravigliose e
terrificanti di prima.
Come da tradizione, il venerdì prima
della Notte degli Oscar, la Francia assegna i suoi
premi al cinema e di seguito trovate la lista dei principali
vincitori dei César 2018.
A conquistare la maggior parte dei
premi 120 battiti al minuto di Robin
Campillo.
Di seguito i vincitori dei César 2018
Miglior film: 120 battiti al minuto
Miglior attore: Swann Arlaud per 120 batti
al minuto
Miglior attrice: Jeanne Balibar per Barbara
Miglior regista: Albert Dupontel per Au revoir
là-haut
Miglior attore non protagonista: Antoine
Reinartz per 120 battiti al minuto
Miglior attrice non protagonista: Sara
Giraudeau per Petit paysan
Miglior speranza maschile: Nahuel Perez
Biscayart per 120 battiti al minuto
Miglior speranza femminile: Camelia Jordana per
Le Brio
Miglior montaggio: Robin Campillo per 120
battiti al minuto
Miglior fotografia: Vincent Mathias per Au
revoir là-haut
Miglior colonna sonora: Arnaud Rebotini per 120
battiti al minuto
Miglior film d’animazione: Le Grand méchant
Renard et autres contes di Benjamin Renner e Patrick Imbert
Miglior sceneggiatura non originale: Albert
Dupontel e Pierre Lemaitre per Au revoir là-haut
Miglior sceneggiatura originale: Robin Campillo
per 120 battiti al minuto
Miglior film straniero. Loveless di Andrey
Zvyagintsev
Miglior documentario: I am not your negro di
Raoul Peck
Miglior opera prima: Petit paysan di Hubert
Charuel
Sono stati fotografati
da Diskingdom i
primi giocattoli di Avengers: Infinity War
dedicati a Occhio di Falco. Il personaggio, che
tornerà nel film dei Fratelli Russo, non è stato
ancora visto nel materiale promozionale né nei trailer e spot
diffusi ad oggi.
Sappiamo che l’Agente Clint
Barton si sarebbe dovuto ritirare dopo gli avvenimenti di
Avengers: Age of Ultron, ma
che si è lasciato coinvolgere dalla Civil War,
dalla parte di Cap. Questo ha fatto di lui un “fuorilegge”. Che ne
sarà stato di Clint e della sua famiglia? Si suppone che Occhio di
Falco sarà uno degli elementi più interessanti per la storia e che
svelare adesso il suo look possa essere compromettente per la trama
del film.
Ecco arco e frecce di Occhio di
Falco, l’unica cosa inerente al personaggio che è stata resa nota
fino a questo momento.
L’unica immagine di Jeremy
Renner nei panni di Occhio di Falco per Avengers:
Infinity War risale al servizio fotografico di Vanity Fair dello scorso
novembre.
Avengers: Infinity War – la trama
Un viaggio cinematografico senza
precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe,
Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il
definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro
alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel
tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco
improvviso di devastazione e rovina metta fine
all’universo.
Anthony e Joe
Russo dirigono il film, che è prodotto da
Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria
Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono
produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen
McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers:
Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal
25 aprile in Italia.
Avengers: Infinity War trailer ufficiale – i
Vendicatori contro Thanos
Nel cast torneranno tutti gli eroi
protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel
Marvel Cinematic Universe,
da Iron Man (2008) e Black
Panther (2018).
Avengers: Infinity
War, chi ha indossato il Guanto
dell’Infinito prima di Thanos?
Mentre proseguono le
riprese di Shazam!, il nuovo cinecomic targato DC, una
testimonianza dal set fa sapere che molte delle scene finora girate
si sono svolte all’interno di un negozio di giocattoli.
Un dato che non può
sorprendere visto che uno dei protagonisti del film, l’alter-ego
umano del supereroe Shazam!, è un adolescente di
nome Billy Batson, Tuttavia questo dettaglio ha
assunto ancora più rilevanza dal momento che le foto rubate dal set
mostrano le versioni giocattolo di personaggi dei fumetti DC come
Batman, Wonder Woman,
Harley Quinn e Superman.
Sembrerebbe
quindi nel DCEU, proprio come accaduto in Justice League,
i bambini siano consapevoli dell’esistenza di questi supereroi e li
idolatrino anche in forma di merchandise. Lo stesso veniva mostrato
nel MCU, con ragazzini travestiti da
Iron Man o Spider-Man.
Dobbiamo aspettarci un
cameo in formato ridotto di Gal Gadot,
Margot Robbie, Henry Cavill e
Ben Affleck? Staremo a vedere.
Vi ricordiamo che il film farà
ovviamente parte dell’Universo Cinematografico
DC e seguirà le uscite di Aquaman e Wonder Woman 2, gli altri due
attesi titoli di casa DC.
Sinossi: Abbiamo tutti un
supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo
fuori. Nel caso di Billy Batson, gli basta gridare una sola parola
– SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni possa
trasformarsi nel Supereroe Shazam per gentile concessione di un
antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam
si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che
qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi!
Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole
testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un
bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per
combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana.
Nel cast Zachary
Levi (Shazam!), Asher
Angel (Billy Batson), Mark
Strong (Dr. Thaddeus
Sivana), Jack Dylan
Grazer (Freddy), Grace
Fulton (Mary), Faithe
Herman (Darla), Ian
Chen (Eugene), Jovan
Armand (Pedro), Cooper
AndrewseMarta
Milans (genitori adorrivi di
Billy, Victor e Rosa Vasquez), Ron Cephas
Jones (Il Mago).
Sony Pictures ha finalmente
annunciato la data di uscita ufficiale del remake de Il
Corvo, che vedrà Jason Momoa nei panni
del protagonista Eric Draven.
Il film arriverà nelle sale
l’11 Ottobre 2019, dunque si presume che la
produzione avrà inizio nel corso di quest’anno.
Corin Hardy,
regista di The Nun, è stato scelto per dirigere la
pellicola.
Il corvo – The
Crow (The Crow) è un film del 1994 diretto da
Alex Proyas, tratto dall’omonimo fumetto di James O’Barr. Il film
segna l’ultima e più famosa interpretazione cinematografica di
Brandon Lee, morto accidentalmente a causa di un colpo di pistola
durante le riprese del film.
Proyas dovette ricorrere a trucchi
digitali e a controfigure per poter terminare l’opera,
raddoppiandone di fatto i costi. Lo strepitoso successo del film
ripagò più che abbondantemente le somme investite, arrivando ad
incassare in tutto il mondo la somma complessiva di circa 170
milioni. Vennero successivamente girati tre sequel: Il
corvo 2 – La città degli angeli (unico film a collegarsi
al primo), Il corvo 3 – Salvation e Il
corvo – Preghiera maledetta, che però non hanno mai raggiunto
il successo del primo capitolo.
Dovrebbero iniziare il 18
aprile a Budapest le riprese del reboot di Charlie’s
Angels, che sarà diretto da Elizabeth
Banks (Pitch Perfect 2). La produzione
però è ancora alla ricerca delle tre attrici protagoniste che
prenderanno il posto di Cameron
Diaz, Lucy
Liu e Drew Barrymore (gli
angeli del film originale), e pare che una delle papabili,
Kristen Stewart, sia davvero interessata al
progetto.
Durante una recente
intervista infatti, la Stewart ha dichiarato:
“Mi
piacerebbe farlo e spero che ciò si realizzi. Purtoppo non sai mai
veramente che sarai in un film finché non sei fisicamente sul set.
Sono un grande fan di Elizabeth Banks e penso che sia la persona
perfetta per raccontare questa storia in questo
periodo“.
Tempo fa, quando addirittura la
Banks si era ritirata dalla regia (per poi tornare nuovamente), i
nomi di Kristen Stewart e Lupita Nyong’o erano in
lizza per interpretare gli agenti segreti nel reboot. Da allora
nessuna conferma o smentita ufficiale è arrivata da parte della
produzione. Per ora sappiamo che la sceneggiatura sarà scritta
da David Auburn e che l’uscita del film è fissata al 7
Giugno 2019.
Charlie’s
Angels nasce come una serie televisiva prodotta
da Aaron Spelling e Leonard
Goldberg, ed è andata in onda dal 1976 al 1981 sul canale
statunitense ABC. Ne sono stati trasmessi 118 episodi, preceduti da
un film-pilota andato in onda sei mesi prima dell’inizio effettivo
della serie (21 marzo 1976). I tre “angeli” della prima stagione
sono Sabrina Duncan (interpretata da Kate
Jackson), Jill Munroe (Farrah Fawcett) e
Kelly Garrett (Jaclyn Smith).
Dal telefilm sono stati già tratti
due lungometraggi: Charlie’s
Angels (2000) e Charlie’s Angels – Più
che mai (2003), entrambi diretti da McG, in cui
le attrici scelte per il ruolo degli “angeli”
sono Cameron
Diaz, Drew
Barrymoree Lucy
Liu, nei ruoli rispettivamente di Natalie, Dylan ed
Alex, a cui si aggiunse Demi
Moore nel ruolo dell’angelo “caduto” Madison per
il sequel. I lungometraggi hanno suscitato pareri abbastanza
controversi tra i fans del telefilm originale, e non
sappiamo in che modo il pubblico accoglierà questo nuovo
adattamento.
Variety fa sapere a sostituirlo
sul palco del Kodak Theatre saranno Jodie Foster e
Jennifer Lawrence.
Il clima intorno ad Affleck era già
teso lo scorso anno, prima che le battaglie sociali del movimento
Time’s Up contro gli abusi e le violenze sulle
donne esplodessero ad Hollywood: durante la cerimonia degli Oscar
2017 infatti, quando Brie Larson lo
premiò come Migliore attore protagonista per Manchester By the
Sea, mostrò freddezza nel consegnargli la
statuetta.
L’attrice si era fatta portavoce di
un dissenso comune relativo ai fatti avvenuti nel 2010, quando
Affleck venne denunciato da Magdalena
Górka e Amanda White, due
donne che lavoravano al film I’m still here con
protagonista Joaquin Phoenix.
Per ora non è arrivato alcun commento da parte dell’escluso.
Ecco delle foto di una magnifica
nuova armatura che Iron Man indosserà in Avengers: Infinity War. Le
immagini raffigurano l’eroe in ogni dettaglio: un’armatura piena di
nuovi gadget che sicuramente lo metteranno in condizione di
combattere al meglio contro Thanos!
Un viaggio cinematografico senza
precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe,
Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il
definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro
alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel
tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco
improvviso di devastazione e rovina metta fine
all’universo.
Anthony e Joe
Russo dirigono il film, che è prodotto da
Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria
Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono
produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen
McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers:
Infinity War arriverà nei cinema USA il 4 maggio, dal
25 aprile in Italia.
Avengers: Infinity War trailer ufficiale – i
Vendicatori contro Thanos
Nel cast torneranno tutti gli eroi
protagonisti degli ultimi dieci anni di film ambientati nel
Marvel Cinematic Universe,
da Iron Man (2008) e Black
Panther (2018).
Avengers: Infinity
War, chi ha indossato il Guanto
dell’Infinito prima di Thanos?
Il film dei Marvel StudiosThor: Ragnarok, terzo capitolo
dedicato al dio del Tuono all’interno dell’Universo Cinematografico
Marvel, ha elettrizzato il pubblico e la critica incassando più
di 845 milioni di dollari al botteghino globale. Ora, questa
coloratissima avventura cosmica piena di azione, umorismo, momenti
drammatici e scene spettacolari arriverà in Blu-Ray 3D,
Blu-Ray e DVD dal 7 marzo insieme a
un prezioso cofanetto che racchiude tutte e tre le avventure del
supereroe con il martello.
Gli esclusivi e inediti contenuti
speciali nelle versioni in alta definizione comprendono scene
eliminate. Il Gran Maestro è sicuramente uno dei
personaggi che il pubblico ha più amato. Scopriamo 2 Scene
eliminate che lo vedono protagonista:
Gli altri bonus comprendono
esilaranti papere sul set; un cortometraggio esclusivo intitolato
Team Darryl, terzo capitolo del documentario fittizio
Team Thor, incentrato su un nuovo ed eccentrico
coinquilino; un contenuto dedicato all’evoluzione degli eroi
dell’Universo Cinematografico Marvel che giungerà al culmine in
Avengers: Infinity
War. Oltre a numerosi dietro le quinte che esplorano
la visione unica del regista Taika Waititi, Ie inarrestabili donne
del film, il carismatico Korg, il tirannico Gran Maestro, dittatore
di Sakaar, e i fumetti Marvel che hanno dato origine al
film; un commento audio di Waititi; e molto altro.
CONTENUTI
SPECIALI
Blu-ray:
Introduzione del regista
Scene eliminate e estese – Scene Eliminate: Lo Stregone
Supremo, Skurge trova Heimdall, Hulk insegue Thor attraverso
Sakaar, e Scene Estese: Thor incontra il Gran Maestro, Avenger
Stupido contro Avenger Piccolo, Il Gran Maestro e Topaz
Papere sul set – Divertiti a guardare questa collezione
di errori, gaffe e scivoloni commessi dal cast del film
Cortometraggio esclusivo/Team Darryl –
Subito dopo essere stato spodestato come sovrano di Sakaar, il Gran
Maestro arriva sulla Terra per iniziare una nuova vita. È passato
più di un anno da quando Thor ha lasciato l’Australia e Darryl sta
faticando a pagare l’affitto. Ora Darryl ha bisogno di un nuovo
coinquilino che lo aiuti nei pagamenti mensili: sfortunatamente per
Darryl, l’unico a rispondere al suo annuncio “Cercasi Coinquilino”
è il Gran Maestro, che si trasferisce a casa sua con risultati
esilaranti.
Marvel Studios: I Primi Dieci Anni –
L’Evoluzione degli Eroi – L’Universo Marvel è vastissimo e trascende i
limiti del tempo e dello spazio. In questo contenuto, esamineremo
l’Universo Cinematografico Marvel nella sua interezza e
scopriremo dove si trova ciascun eroe all’interno dell’attuale
linea temporale dell’Universo Cinematografico, dato che tutte le
loro storie culmineranno in un grande evento: Avengers: Infinity War.
Entrare in contatto con il proprio Thor interiore –
Taika Waititi, regista di Thor: Ragnarok, ha portato la sua
sensibilità e il suo senso dell’umorismo unico all’interno del film
in maniera grandiosa, ma è soprattutto l’evoluzione del senso
dell’umorismo di Thor a emergere di più nel nuovo film. Questo
contenuto esplora il contributo di Chris Hemsworth allo sviluppo
del suo amatissimo personaggio e celebra il potente cast artistico
e tecnico del film, che vi racconterà il duro lavoro necessario per
dare vita agli eccentrici comprimari di Thor, ma anche i momenti
più divertenti vissuti durante la realizzazione.
Donne Inarrestabili: Hela e Valchiria – Questo
documentario esplora la forza dei personaggi femminili di Thor:
Ragnarok, la loro importanza all’interno del MCU, le incredibili attrici che le
hanno interpretate e le loro epiche origini fumettistiche.
Alla Ricerca di Korg – Una spassosa intervista con Taika
incentrata sul casting di Korg. Il regista racconta la difficile
ricerca dell’aspetto migliore per Korg e descrive le sfumature di
questo personaggio, divenuto subito iconico all’interno del
MCU. Durante questa conversazione,
il regista approfondirà anche gli straordinari effetti visivi che
hanno dato vita a Korg, a Sakaar e agli altri mondi di Thor:
Ragnarok.
Sakaar: Ai Confini del Conosciuto e dell’Ignoto – Sakaar
è il luogo in cui vanno a finire tutte le cose perse e trascurate.
Questo documentario risponderà a tutte le vostre domande conosciute
e sconosciute, ed esplorerà allo stesso tempo il duro lavoro e la
creatività necessari per creare l’aspetto e l’atmosfera di Sakaar.
Dalle scenografie ispirate alle celebri opere di Jack Kirby fino
all’impegno mostrato dal team addetto allo sviluppo visivo nella
creazione di straordinari set reali e digitali, vedrete questo
mondo distante prendere vita.
Viaggio nel mistero – Un esauriente documentario con gli
sceneggiatori, con il regista e con il produttore Kevin Feige
incentrato sui fumetti Marvel che hanno ispirato Thor:
Ragnarok. Il documentario si concentra principalmente sulla
serie limitata dedicata allo scontro dei campioni, in cui il Gran
Maestro metteva i nostri eroi preferiti l’uno contro l’altro
proprio come accade nel film. Inoltre, il documentario esplora
ulteriormente le origini fumettistiche di Thor e le sue storie
classiche attraverso alcune interviste con alcuni dei più
importanti creatori di fumetti, come Walt Simonson e Jack
Kirby.
Scene in 8bit – La battaglia finale sul ponte + La battaglia
sull’astronave attraverso Sakaar. Alcuni scene
fondamentali, presentate nello stile di un videogioco vintage.
Commento del regista
Esclusive
digitali:
L’evoluzione dell’amicizia tra Thor e Hulk – Esamineremo
questa amicizia tra supereroi, sviluppatasi nell’arco di svariati
film Marvel. Dal loro primo
combattimento sull’Helicarrier fino all’ormai iconico pugno di Hulk
nel primo Avengers, scoprite come i più potenti supereroi
della Marvel siano diventati i più
straordinari superamici.
Scene eliminate aggiuntive – Viaggio ad Asgard, Corsa
verso il wormhole
Con il suo carico di adrenalina,
divertimento e azione Thor:Ragnarok
arriva in home video dal 7 marzo per trasportare
il pubblico in un viaggio inedito viaggio attraverso
l’universo!
Anche gli Oscar
2018 causeranno qualche scontento, come ogni anno, come
ogni premio. Ma a soli due giorni dalla cerimonia numero
90 per il prestigioso riconoscimento al cinema
hollywoodiano, sono immancabili le previsioni sui vincitori, anche
per uno show che negli ultimi anni ha riservato pochissime
sorprese, a meno che non si sia trattato di cambi di busta
involontari.
Di seguito ecco le nostre previsioni
ai vincitori e, con piccola licenza, chi invece vorremmo vincesse
la statuetta.
Oscar 2018 – le nostre previsioni
Miglior Film: Tre Manifesti a
Ebbing, Missouri/Chiamami col tuo nome
Parla di vendetta, ma parla
anche di perdono, due sentimenti molto differenti. Il primo
condivisibile, l’altro auspicabile. Tre Manifesti
è buon cinema, realizzato da solidi professionisti, da attori
capaci, ancora di più è il film che meglio rappresenta i tempi di
Hollywood. Una donna sola alza la voce contro il potere per trovare
la giustizia che cerca. Tutto cade estremamente a pennello sulla
situazione politica contemporanea che sta scuotendo Hollywood. Il
film vincerà per motivi chiaramente socio-politici, perché “è
giusto” che sia così, questo però non ne diminuisce il grande
valore artistico.
C’è una ragione se Chiamami
col tuo nome di Luca Guadagnino è
riuscito a conquistare il cuore di tutti, fin dalla sua prima
proiezione quasi un anno fa al Sundance Film Festival: il racconto
universale sulla scoperta del desiderio e sull’accettazione del
dolore incontra il linguaggio del cinema come unica via possibile
per trasmettere certe emozioni, anche solo sussurrate. E quella
scena finale (insieme al dialogo in coda tra padre e figlio) sono
la testimonianza di un regalo del regista a noi, e a chi verrà dopo
di noi. Un’opera di inestimabile bellezza che meriterebbe
certamente questo premio.
Miglior Regia: Guillermo del
Toro/Paul Thomas Anderson
A parte Greta
Gerwig, autrice di un film piccolo ma prezioso, la
cinquina di categoria mostra nomi con una forte idea di regia, per
quanto, in alcuni casi (Jordan Peele) acerba.
Guillermo del Toro è sulla scena da anni e questa
volta ricompare in tutta la sua simpatica mole da protagonista nel
panorama di Hollywood. L’Academy ha mostrato di amare il Messico,
negli ultimi anni, e del Toro può continuare la tradizione. Lo fa
forte di un film che riassume le sue idee di cinema, omaggiando i
generi più vari, dal cinema erotico al musical passando per
l’horror, con una grande coerenza. Il premio sarà suo.
Si, Guillermo del
Toro è il favorito di questa stagione ed ha già portato a
casa diversi premi (tra cui un Golden Globe e un Bafta), tuttavia
crediamo sia altrettanto degno di un riconoscimento Paul
Thomas Anderson per questa lettera d’amore al cinema e al
suo attore feticcio Daniel Day Lewis, la vera luce
all’interno di un film già di suo risplendente come Il Filo
Nascosto. La concezione dell’immagine unita alla visione
eterea, senza eguali nel panorama contemporaneo, fanno di questo
straordinario autore il più innovativo dai tempi della New
Hollywood. Un oscar, dopo quei capolavori de Il
petroliere e The Master, sarebbe più che
meritato.
Miglior Attore Protagonista: Gary
Oldamn/Timothée Chalamet
Non perché sia la sua migliore
performance in assoluto, ma perché è arrivato il suo momento. Come
capitato con Leonardo DiCaprio, con Martin
Scorsese e con altri mostri sacri di Hollywood, l’Oscar
quanto arriva arriva, anche se non dovesse essere per la migliore
performance (o per il miglior film) in carriera. Così Gary
Oldman porterà a casa il premio per una perfomance
filologica e precisa, ma forse priva di quell’anima così ribelle e
allo stesso tempo elegante di cui l’attore inglese riempie ogni suo
personaggio. L’abbondante make up inoltre aiuta. L’Academy ama le
trasformazioni.
La maschera di Gary
Oldman (perfetto nei panni del Primo Ministro Winston
Churchill in L’ora più buia) ha già fatto incetta di premi, ma non
sembra poterci lasciare traccia come l’interpretazione del
giovanissimo Timothée Chalamet in Chiamami
col tuo nome di Luca Guadagnino. Il
ragazzo ci sa fare, ed è meraviglioso tanto quanto doloroso
guardarlo struggersi per un amore che non sa controllare, quello
che si prova per la prima volta e che ci distrugge l’anima. In
molte scene Chalamet dimostra più maturità dei suoi anni,
soprattutto in quell’inquadratura fissa lunga 7 minuti sul finale
del film che ancora oggi fatica a togliersi dalla nostra testa.
Ha sbaragliato la concorrenza di
contendenti giovani e rampanti e nel corso di tutta la stagione dei
premi ha fatto sentire la sua voce fuori dal coro, priva di
orpelli, essenziale e sempre memorabile, come la sua Mildred di
Tre Manifesti. Adesso, a tanti anni da
Fargo, Frances McDormand è pronta
per il suo secondo Oscar e, scommettiamo, per un discorso che
lascerà il segno. Nel caso di Frances non si tratta soltanto di un
premio all’artista, ma anche alla struggente performance.
Il sudore, la determinazione, il
coraggio, la sfacciataggine, l’ironia: c’è tutto (e anche di più)
nell’interpretazione di Margot Robbie in
I, Tonya. L’attrice è l’anima del film,
autoprodotto e fortemente voluto, l’ennesima prova di un talento
che avevamo già intravisto in The Wolf of Wall Street e
Suicide Squad e che qui esplode in
tutta la sua incredibile ferocia. Irresistibile, semplicemente
favolosa, la Robbie meriterebbe davvero questa benedetta statuetta
(con tutto il rispetto e l’ammirazione per un’icona come
Frances McDormand).
Miglior Attrice Non Protagonista:
Allison Janney/Laurie Metcalf
Sono stati tanti gli attori che
hanno interpretato nella loro carriera personaggi sgradevoli. Ma
una madre sgradevole verso la propria figlia è davvero un ruolo
complesso da mettere in scena e nonostante Laurie
Metcalf, diretta concorrente, sia stata una magnifica
madre con cui entrare in conflitto in Lady Bird,
Allison Janney è la genitrice da odiare, per
la figlia (Margot Robbie) e per il pubblico). Una
superba interpretazione che merita il riconoscimento, anche per una
carriera sempre al top ricca di piccoli e preziosi ruoli.
Questa delle attrici non
protagoniste è la categoria più tosta dell’anno: non sapremmo chi
scegliere tra l’istrionica Allison Janney di
I, Tonya, la materna e silenziosa Mary J.
Blige di Mudbound o la spassosissima
Octavia Spencer di La forma
dell’acqua. Eppure una preferita ce l’abbiamo, ed è
Laurie Metcalf. La mamma di Lady
Bird è uno di quei personaggi che di raro si vedono sul
grande schermo, ma grazie alla scrittura di Greta
Gerwig e all’interpretazione della Metcalf, questa figura
tradizionale del cinema viene trasportata in una dimensione nuova,
ancora più fragile ma forte e complessa. Da oscar, è il caso di
dirlo.
Miglior Attore Non Protagonista:
Sam Rockwell/Richard Jenkins
Da sempre portatore sano di
follia per tutti i personaggi sopra le righe che ha interpretato,
Sam Rockwell è il favori e quasi sicuramente il
vincitore di questo premio. Il suo personaggio mette in scena
moltissimi umori e condizioni, grazie alla fine scrittura di
Martin McDonagh e all’evoluzione psicologica del
personaggio stesso, che mette in condizioni Rockwell di consegnarci
la sua migliore performance nella vita.
È facile far rumore alzando la voce,
ma entrare nello spettatore in punta di piedi, nei panni di un uomo
solo e silenzioso è l’impresa che è riuscita a Richard
Jenkins in The Shape of Water. Il suo
personaggio non è coraggioso, né particolarmente brillante, né
temerario, ma si prodiga per l’unica amica che ha, con i mezzi che
possiede, e regala al film una tenerezza immensa. Se il mondo si
fermasse ad apprezzare la lentezza e la delicatezza, Jenkins
sarebbe il vincitore.
Miglior Fotografia: Blade Runner
2049
Ex Aequo con se stessp senza ombra
di dubbio: Roger Deakins deve vincere il suo primo Oscar e vorremmo
che lo vincesse lui. Dopo ben quattordici candidature, è ora che il
maestro della fotografia porti a casa il riconoscimento che vale
una vita di capolavori (ultimo fra questi Blade Runner
2049).
Miglior Sceneggiatura Originale:
Tre Manifesti a Ebbing/ Lady Bird
Martin McDonaugh, inglese
trapiantato nell’America di periferia di Tre manifesti a
Ebbing, Missouri, ha cercato di proporre la sua lettura di
certi stereotipi e piaghe sociali che affliggono il paese a stelle
e strisce: ne è venuta fuori una sceneggiatura sarcastica, cinica e
sorprendentemente commovente, dai toni quasi tragici, che
rappresenta in tutto e per tutto la vera gemma del film.
Che Greta Gerwig
fosse una scrittrice sopraffina ne avevamo già avuto prova vedendo
Frances Ha e Mistress America, le
due pellicole da lei sceneggiate insieme a Noah
Baumbach. Con Lady Bird, che ha anche
diretto, è venuta fuori la sua vena più intimista che raccoglie le
memorie del passato e traduce nel linguaggio dell’arte (e cioè
della finzione, della proiezione su personaggi fittizi a cui
vorremmo somigliare) quei ricordi di un’adolescenza comune. Potrà
anche sembrare banale, eppure le trame tessute dalla Gerwig sono
millimetriche, precise, e la storia circolare, insomma perfetta.
Non c’è via di scampo, tra lacrime e grandi sorrisi. perché
Lady Bird vola alto e sarebbe bello premiarlo con
questa statuetta.
Migliore sceneggiatura non
originale: Chiamami col tuo nome/Logan – The Wolverine
A 90 anni, James
Ivory potrebbe diventare il premiato dall’Academy più
anziano di sempre. Il regista e sceneggiatore di Chiamami
col tuo nome si è brillantemente cimentato
nell’adattamento dell’opera di Andre Aciman che ha
fatto la fortuna di Luca Guadagnino. L’adattamento
delicato e puntuale della storia, al netto delle differenze con il
romanzo, mostra delle doti che l’autore non deve certo dimostrare
ma che saranno senz’altro riconosciute da chi assegna i premi.
Scott Frank, Michael
Green e James Mangold (anche regista)
hanno scritto la storia. Logan è il primo
cinecomic a ricevere una nomination in questa categoria così
importante, un riconoscimento che arriva in vece di tutti quelli,
magari ai migliori attori, che non sono arrivati per il film che ha
segnato in qualche modo la storia del genere ad oggi più celebre e
redditizio dell’industria. Sarebbe bello che Logan
vincesse per le categorie in cui non è stato nominato, per
consacrare la rivoluzione che ha segnato, soprattutto perché ha
reso comune e normale, umano, un personaggio che siamo abituati a
vedere, al cinema e nei fumetti, come un supereroe. Prima di ogni
altre cosa però, il premio andrebbe a un coraggiosissimo e compiuto
lavoro di adattamento.
Migliore scenografia: Blade Runner 2049/The Shape of Water
Dennis
Gassner e Alessandra Querzola hanno
riportato in vita il mondo di Ridley Scott, questa
volta affidato alle mani di Denis Villeneuve. La
costruzione degli ambienti, dai più piccoli ai più grandi e
maestosi trasmettono il senso di decadimento, ma anche di esigenza
di umanità del protagonista. Un lavoro da Oscar, senza dubbio, per
un film che purtroppo non è stato considerato nelle categorie
principali.
Il lavoro di squadra
di Paul Denham Austerberry, Shane Vieau e
Jeff Melvin ha permesso alla scenografia di
The Shape of Water di essere narrante. Dalle sale
fredde del laboratorio di ricerca, alla casa di Elisa, piccola e
accogliente, persino per un dio pesce. Se il film fosse muto, come
la sua protagonista, potrebbe senz’altro parlare con i suoi luoghi
e i suoi oggetti. Una favola raccontata prima di tutto dalle
stanze, dalle ambientazioni dove si svolgono le vicende dei
protagonisti.
Miglior Colonna Sonora: The Shape
of Water/Il Filo Nascosto
Magica e senza tempo, la
musica composta da Alexandre Desplat per
La forma dell’acqua ha il fascino dei classici che
non invecchieranno mai. Nemmeno tra cent’anni, quando la favola di
Guillermo Del Toro verrà mostrata alle generazioni
dopo di noi e poi ai loro figli, per tramandare i messaggi
universali dell’amore e del valore della diversità. Un ottimo
lavoro di egregia fattura sicuramente candidato numero uno al
premio.
La quota alternativa della categoria
è lui, componente dei Radiohead e collaboratore di lunga data di
Paul Thomas Anderson: Jonny
Greenwood, un genio nel vero senso della parola, musicista
ricco di contaminazioni e sfumature sperimentali che non smetterà
mai di stupirci. Nemmeno con la magnetica colonna sonora composta
per Il filo nascosto, autentico capolavoro che si
sposa perfettamente ad un’opera altrettanto perfetta.
Miglior Canzone Originale:
Coco/Chiamami col tuo nome
Remember Me di
Coco (film d’animazione Pixar candidato
quest’anno) è il collante sonoro dell’ennesimo gioiello della casa
di produzione, un omaggio alla tradizione musicale messicana
popolare che riassume in pochi versi e semplici accordi lo spirito
della storia e il messaggio finale.
Vedere trionfare nella categoria
miglior canzone originale Mystery of Love di
Sufjan Stevens sarebbe un sogno, ma forse anche
un’utopia. L’artista indipendente ha composto il brano
appositamente per Chiamami col tuo nome,
modellando le parole all’estate del desiderio di Elio, il
protagonista del film. Il risultato è un brano commovente, quasi
evanescente, come è ormai solito abituare i suoi fan il cantautore
di Detroit.
Miglior film d’animazione:
Coco/Loving Vincent
La Pixar è una cara vecchia
amica dell’Academy e Coco è un gioiello della produzione Pixar.
Sembra che i giochi siano già fatti e che il film possa portare a
casa l’ennesimo Oscar per la casa di Produzione della Lampada. Come
sempre il premio sarebbe meritato, basta aver visto le avventure di
Miguel per essere d’accordo.
Un occhio all’arte e al fascino di
un uomo tormentato realizzato con originalità. Loving
Vincent potrebbe essere il film giusto per portare una
ventata di novità nei premi Oscar 2018, anche se non sembra questo
il campo in cui l’Academy vuole innovarsi, almeno per
quest’anno.
In attesa degli Oscar
2018, che si svolgeranno al Dolby Theatre il prossimo 4
Marzo, ecco di seguito alcuni dei momenti, nel corso degli ultimi
89 anni, che hanno segnato la storia
dei premi Oscar.
Nel corso degli anni sono stati
abbattuti muri etnici, superati momenti imbarazzanti e segnate
anche alcune delle pagine più “misteriose” della storia dei
prestigiosi premi.
Ecco i 15 momenti che hanno fatto
la storia degli Oscar
1940: Hattie McDaniel è il primo
premio Oscar afroamericano
Soltanto nel 1940 l’Academy Awards
assegnò un premio Oscar a un’attrice di colore. La prescelta fu
Hattie McDaniel per Via Col Vento, nella categoria migliore non
protagonista. Tuttavia, nonostante il suo status di vincitrice, non
è stata risparmiata dall’umiliazione di sedersi separatamente
rispetto agli altri membri del cast e da feroci critiche. Sarebbero
passati altri 51 anni per replicare il risultato,
Whoopi Goldberg che vinse per il suo ruolo di supporto
in Ghost. Nel 1964 Sidney Poitier vinse il premio per il Migliore
attore protagonista, primo uomo di colore nella storia, per il film
I gigli del campo. Dopo 38 anni, Denzel Washington ha replicato il
risultato con Training Day. Per il primo Oscar alla migliore
attrice assegnato ad una interprete di colore, abbiamo aspettato
invece fino al 2002, quando Halle Berry vinse la statuetta per
Monster’s Ball. Non c’è ancora stata un’altra afroamericana a
vincere lo stesso premio, anche se lo scorso anno Viola Davis portò
a casa un meritatissimo Oscar da non protagonista.
1969: Barbra Streisand e Katharine
Hepburn pareggiano
Per quanto possano sembrare
scontati, i sistemi del voto agli Oscar hanno dato spesso risultati
inaspettati e nel 1969 è capitato che il risultato fosse un
pareggio. Katharine Hepburn e Barbra Streisand vinsero entrambe il
premio per la migliore attrice protagonista. La presentatrice
Ingrid Bergman rimase scioccata quando aprì la busta. Il pareggio è
stato reso meno imbarazzante dal fatto che la Hepburn, che vinse
per Il Leone d’Inverno, per sua abitudine, non partecipò alla
premiazione, lasciando la Streisand a festeggiare nel momento della
sua prima vittoria agli Oscar per Funny Girl.
1973: Sacheen Littlefeather
rifiuta un Oscar a nome di Marlon Brando
Marlon Brando è stato premiato come
miglior attore per il suo ruolo ne Il Padrino. Quindi, quando
l’attrice e attivista dei nativi americani Sacheen Littlefeather si
è presentata agli Oscar al suo posto è stata una grande sorpresa.
Quello che aveva da dire era ancora più sorprendente. “Stasera
rappresento Marlon Brando – disse Littlefeather – e
mi ha chiesto di dirvi… che purtroppo non può accettare questo
premio molto generoso, la ragione della sua scelta è il trattamento
che li indiani d’America oggi subiscono nell’industria
cinematografica.” Il suo discorso venne accolto da un misto di
fischi e applausi; poco tempo dopo Littlefeather dichiarò: “John
Wayne era sul retro, pronto a farmi andar via dal palco.”
1974: Robert Opel nudo sul
palcoscenico degli Oscar
Proprio mentre l’attore David Niven
stava per presentare Elizabeth Taylor, Robert Opel ha attraversato
il palco completamente nudo. Niven riuscì a replicare freddamente
all’apparizione: “Non è affascinante pensare che probabilmente
l’unica risata che l’uomo riuscirà a ricevere mai nella sua vita
sarà stata spogliandosi e mostrando i suoi difetti?”. Fu forse più
scioccante il fatto che Opel non venne arrestato o addirittura
cacciato dallo spettacolo. Infatti, ha tenuto una conferenza
stampa, dicendo ai giornalisti: “La gente non dovrebbe vergognarsi
di essere nuda in pubblico. Inoltre, è un modo infernale per
iniziare una carriera”.
1993: Susan Sarandon, Tim Robbins
e Richard Gere sono banditi a vita… più o meno
Susan Sarandon, Tim Robbins e
Richard Gere hanno usato la loro presenza sul palcoscenico degli
Oscar per parlare delle cause politiche care ai loro cuori.
(Sarandon e Robbins hanno parlato del trattamento degli haitiani
sieropositivi, mentre Richard Gere ha denunciato l’invasione del
Tibet da parte della Cina). Il clamore suscitato dalla
politicizzazione degli Academy Awards ha fatto sì che tutti e tre
fossero banditi a vita dallo spettacolo. Questo divieto è
scomparso, tuttavia, quando Sarandon ha vinto per la migliore
attrice nel 1996 per Dead Man Walking, seguita dalla vittoria di
Robbins come miglior attore non protagonista nel 2004 per Mystic
River. Nessuna notizia sul fatto che il divieto di Richard Gere sia
stato misteriosamente rimosso…
1993: Marisa Tomei vince l’Oscar
come migliore attrice non protagonista
Marisa Tomei era una contendente
nella corsa agli Oscar del 1993; ha interpretato la sfacciata,
rumorosa Mona Lisa Vito nella commedia Mio cugino Vincenzo, che non
è esattamente il tipico film da Oscar. Inoltre, si trovava di
fronte a potenze teatrali come Judy Davis, Vanessa Redgrave e
Miranda Richardson. Sembrava impossibile per lei vincere, eppure fu
proprio il suo nome che venne annunciato da Jack Palance. La
vittoria di Tomei fu così inaspettata che ci furono voci insistenti
sul fatto che Palance avesse sbagliato nome, ma l’Academy e persino
gli esigenti contabili che verificano i risultati negarono con
veemenza.
1999: Shakespeare in Love batte
Salvare il soldato Ryan come miglior film
Uno dei più grandi sconvolgimenti
della storia degli Oscar fu la vittoria del premio a Miglior film
di Shakespeare in Love, il film storico/romantico interpretato da
Gwyneth Paltrow (anche lei vincitrice, contro la Cate Blanchett di
Elizabeth)e Joseph Fiennes. Il film riuscì a portare a casa il
premio più importante, quando in gara c’erano Elizabeth, Salvate il
soldato Ryan, La sottile linea rossa e La vita è bella. Un mistero
per tutti ancora oggi.
1999: Roberto Benigni salta sulle
sedie e sale sul palco
L’attore-regista italiano Benigni
ha portato a casa il premio al miglior film in lingua straniera per
il suo lavoro nello straziante La vita è bella, oltre a quello come
migliore attore protagonista. Benigni era così eccitato quando
Sophia Loren lo annunciò come il vincitore che (con un piccolo
aiuto da Steven Spielberg) si alzò in piedi sulla sua
sedia e agitò le mani come manifestazione di pura gioia. Saltando a
pie’ pari i gradini del palco, è poi corso ad abbracciare la
Loren.
2006: Crash batte I segreti di
Brokeback Mountain
I Segreti di Brokeback Mountain era
il favorito agli Oscar 2006, ma Crash di Paul Haggis vinse a
sorpresa il premio al Miglior Film. Certo, Ang Lee vinse per la
regia, ma il volto storidito di Jack Nicholson che annuncia la
vittoria del film di Haggis non ha prezzo. A oggi Crash è ricordato
come il peggior film film ad essere mai arrivato sul tetto di
Hollywood.
2009: Heath Ledger vince un Oscar
postumo
È stato un momento agrodolce
l’annuncio della vittoria di Heath Ledger come migliore non
protagonista agli Oscar 2009. L’attore ha conquistato il premio per
la sua interpretazione del Joker ne Il Cavaliere Oscuro. Il premio
venne ritirato dai genitori e dalla sorella al posto della figlia
Matilda, detentrice adesso del premio, che all’epoca aveva solo tre
anni.
2010: La prima Migliore
regista
Kathryn Bigelow è stata la prima
donna nella storia degli Oscar e vincere la statuetta come migliore
regista. La prima in 80 anni di premio, su appena quattro nominate:
Lina Wertmuller nel 1977 per Pasqualino Settebellezze; Jane Campion
nel 1994 per Lezioni di piano; Sofia Coppola nel 2004 per Lost in
Translation; e appunto Kathryn Bigelow nel 2010 per The Hurt
Locker. Quest’anno si unisce al ristretto club anche Greta Gerwing
per Lady Bird. Nel 2010 la Bigelow ha battuto la concorrenza di
James Cameron per Avatar, Quentin Tarantino per Bastardi senza
gloria, Lee Daniels per Precious e Jason Reitman per Tra le
nuvole.
2011: Melissa Leo ha pronunciato
la parola con la F
La migliore attrice non
protagonista Melissa Leo vinse nel 2011 per il suo ruolo in The
Fighter, ma il titolo del film non fu la sola parola con la F che
si sentì quella sera, durante il suo discorso. “Quando ho visto
Kate [Winslet] due anni fa, sembrava così fottutamente facile!”
Chiaramente la parolaccia è stata prontamente beepata su tutti i
video, ma live fu un vero momento di imbarazzo, la prima volta
nella storia che the F-word venne pronunciata sul palco degli
Oscar.
2013: Jennifer Lawrence cade
Actress Jennifer Lawrence falls as she walks up the steps to accept
the award for best actress for her role in “Silver Linings
Playbook” at the 85th Academy Awards in Hollywood, California
February 24, 2013. REUTERS/Mario Anzuoni (UNITED STATES
TAGS:ENTERTAINMENT) (OSCARS-SHOW)
Jennifer Lawrence probabilmente
sarebbe d’accordo sul fatto che questa gaffe l’ha resa celebre
quasi quanto i suoi film e i suoi premi. Mentre saliva le scale per
andare a prendere la sua statuetta dalle mani di Jean Dujardin,
l’attrice è inciampata nel voluminoso abito Dior. La caduta
improvvisa le è valsa una standing ovation. “Voi ragazzi siete
semplicemente in piedi perché vi sentite male che sono caduta – ha
scherzato nel suo discorso di accettazione.
2014: John Travolta presenta Adele Dazeem
https://www.youtube.com/watch?v=rECG1Wlb-lA
John Travolta ha presentato nel
2014 la performance di Indina Menzel che cantava Let it go, canzone
vincitrice dell’Oscar di categoria. Tuttavia qualcosa è andato
storto e l’attore e Travolta ha annunciato tale Adele Dazeem.
L’anno successivo la cantante si è presa la sua rivincita,
presentando Glom Gazingo: proprio il nostro John.
2017: Moonlight vince il miglior
film dopo che La La Land è stata erroneamente annunciata
L’annuncio del miglior film è
sempre il culmine eccitante di una lunga e sfavillante notte di
premi. Ma nel 2017 è stato ancora più sorprendente del solito. Il
presentatore Warren Beatty ha letto il vincitore sbagliato, La La
Land, dopo aver erroneamente ricevuto la busta sbagliata, un
duplicato di quella della Migliore Attrice (Emma Stone – La la
Land). Solo dopo che il cast e la troupe del film sono arrivati
sul palco l’errore è stato corretto, e il produttore di La La
Land, Jordan Horowitz, ha preso il microfono per dire “Mi
dispiace, c’è un errore. Moonlight, voi ragazzi avete vinto per il
film migliore”.
QC Entertainment produrrà l’esordio
alla regia di Sharlto Copley (District 9,
Elysium) Sapien Safari, di cui l’attore
è anche autore della sceneggiatura.
Secondo Deadline, che ha riportato la
notizia, il film sarà una commedia sociale e racconterà la vita del
naturalista alieno Riblik mentre cerca di
convincere il nuovo proprietario della Terra a proteggere la sua
specie.
“In un
ambiente sempre più avverso al rischio, il team di QC è stato come
un’enorme benedizione per me” ha dichiarato Copley, “Hanno
un occhio per le storie audaci, taglienti e originali con del
potenziale commerciale. Una volta a bordo, sostengono con tutto il
cuore il regista. Non potevo chiedere di più.”
L’attore tornerà
inoltre sullo schermo il prossimo anno in Gringo,
la pellicola che vede nel cast David Oyelowo,
Charlize Theron e Joel
Edgerton.
Da più di dieci anni Keira
Knightley è testimonial d’eccellenza per
Chanel, e in occasione di questo decimo
anniversario la maison francese ha rilasciato il suo nuovo spot
(che potete vedere di seguito).
Diretto da Johan
Renck, sostituto in regia di Joe
Wright (l’inglese con cui la Knightley aveva girato gli
altri tre cortometraggi e altrettanti film), il video racconta di
una Coco più audace rispetto al passato mentre si diverte durante
un party parigino.
Rivedremo presto l’attrice sullo
schermo nel live action de Lo Schiaccianoci, nella
pellicola biografica Colette basato sulla
scrittrice francese icona di emancipazione e femminismo, infine nel
dramma storico The Aftermath al fianco di
Alexander Skarsgaard.
Ad oggi fan hanno avuto modo di
vedere sullo schermo ben tre versioni di
Spider-Man dalla trilogia di Sam
Raimi al reboot in due capitoli di The Amazing Spider-Man di
Marc Webb fino ad arrivare all’ultima di Spider-Man:
Homecoming, il film che segna il ritorno a casa
Marvel di Peter Parker dopo un
lungo periodo di assenza.
E sebbene il futuro dell’Uomo Ragno
al cinema sia ben legato al MCU, non abbiamo avuto
conferme né dettagli sui prossimi film a lui dedicati ma sappiamo
per certo che Tom Holland comparirà sia in
Avengers: Infinity War che in
Avengers 4.
Ma soprattutto: che costume
indosserà Spider-Man nella nuova fase del MCU? CBR ha provato a indovinare
proponendo ben otto alternative. Scopriamo quali in questa
classifica:
Miles Morales
La versione
“black” di Miles Morales è stata presentata in
Spider-Man: Into the Spider-Verse ma sarebbe
fantastico vederla in azione anche nel Marvel Cinematic Universe. Il
costume è una sorta di aggiornamento moderno di quello classico,
con il blu/rosso invertito e il blu molto più scuro, quasi
nero.
Spider-Man Noir
Spider-Man: Noir è una versione alternativa
di Peter Parker che combatte il crimine negli oscuri vicoli di New
York del 1933 durante la Grande Depressione. Per adattarsi ai tempi
bui, l’eroe indossa un vestito inedito che si adatta all’atmosfera
rigida del periodo, con un paio di occhiali e un lungo
cappotto.
Future Foundation
Sulla scia
dei Fantastici Quattro ormai andati, Reed Richards
aveva fondato la Future Foundation, di cui fece
parte anche Spider-Man con un nuovo costume. L’abito era semplice,
ma molto elegante e realizzato con molecole instabili di terza
generazione. La tuta presentava inoltre una combinazione di colori
tra bianco e nero che si invertiva quando Spider-Man abilita vala
la funzione invisibilità della tuta.
Spider-Man 2099
In
Spider-Man 2099 il costume del supereroe
appartiene a Miguel O’Hara, un genetista di New York. Combinando
colori e motivi che richiamavano il costume classico, la nuiva tuta
presentava un design completamente rinnovato che omaggiava il
passato.
Stealth Suit
Il costume
Stealth di Spider-Man ha
debuttato in Amazing Spider-Man #650. Peter Parker
aveva originariamente plasmato questa uniforme per contrastare The
Hobgoblin e le sue urla sonore. Il costume può diventare invisibile
una volta che luce e suono si deformano, rendendolo così uno
strumento utile contro qualsiasi super criminale.
Superior Spider-Man
The
Superior Spider-Man fa riferimento ai fumetti in cui il
Dr. Otto Octavius pianta la sua mente nel corpo di Peter Parker
dopo la sua morte. E per completare la sua trasformazione, Ock
plasma il suo costume speciale: modificato il logo di Spider sul
petto e abbandonato lo schema di colori blu, la nuova tuta mostra
un nero molto più dominante, e quattro braccia ragno sulla
schiena identiche ai tentacoli che aveva nel suo vecchio
corpo.
Ricochet
Ad un certo
punto nei fumetti Spider-Man è accusato di omicidio: così per
continuare ad agire in incognito e non farsi riconoscere dalla
polizia, Peter ha assunto diverse identità di supereroi. Tra cui
quella di Ricochet.
Iron Spider-Man
Parte di
questo costume è apparso ul grande schermo proprio alla fine di
Spider-Man:
Homecoming quando Tony Stark porge l’uniforme a Peter.
Secondo alcune voci, il costume verrà indossato in
Avengers: Infinity War, e vi ricordiamo che nei
fumetti questo permetteva a Spidey di far crescere le braccia ragno
meccaniche per poi staccarle ed inviare così le armi in missioni di
ricognizione.
La sceneggiatrice di
Captain MarvelGeneva
Robertson-Dworet ha svelato in due diverse interviste
alcuni dettagli relativi allo sviluppo dello script e al suo amore
per il personaggio. Di seguito le sue dichiarazioni:
“Captain
Marvel ha una voce molto
divertente, e sarà più una action comedy molto simile alla prima
bozza che scrissi per il nuovo Tomb Raider….Come potrete
immaginare, quel tono è sopravvissuto solo per il film dei Marvel Studios. Adoro i personaggi femminili
divertenti, così come Tomb Raider è diventato più serio, mi
impegnata affinché Carol fosse ancora più
divertente.“
Nell’altra
intervista invece la Robertson-Dworet ha raccontato: “Mi è
piaciuto molto scrivere su Carol Danvers perché è un personaggio
tosto e cazzuto e i fumetti sono riusciti a mostrarla per com’è.
Per questo è stata una gioia lavorare alla
sceneggiatura”.
Vi ricordiamo che alla regia del
film, dove vedremo protagonista Brie Larson,
ci saranno Anna
Boden e Ryan Fleck. La
pellicola sarà ambientata durante gli anni ’90 e vedrà nel cast
anche Samuel L. Jackson, DeWanda
Wise, Jude Law e Ben
Mendelson.
A tutti è dovuta una seconda
possibilità e così deve aver pensato l’Academy quando ha scelto a
chi affidare il compito di presentare il Miglior Film agli
Oscar 2018. Arriva da TMZ la notizia che saranno di
nuovo Warren Beatty e Faye
Dunaway i prescelti per leggere il nome sulla busta finale
della cerimonia di domenica prossima 4 Marzo.
I due attori, vere leggende del
cinema di tutti i tempi, furono protagonisti l’anno scorso
dell’errore che fece credere al mondo che La la Land avesse vinto
il premio al Miglior Film.
Come tutti sappiamo, la statuetta
era stata in realtà assegnata a Moonlight e il resto è storia degli
Oscar: definita da tutti la più grande gaffe mai avvenuta in
occasione della Notte delle Stelle.
L’anno scorso, lo ricordiamo, i due
attori si trovarono interdetti perché venne loro consegnata la
busta per la Migliore attrice. L’involucro conteneva un cartoncino
con scritto: Emma Stone – La la Land. Beatty è
apparso subito titubante, ma la Dunaway, per risolvere velocemente
la cosa ha annunciato: “La la Land“. Produttori,
protagonisti, tutto il cast e la crew del film di Damien
Chazelle si è catapultata sul palco, salvo poi scoprire
che il vincitore reale era Moonlight. (Qui il resoconto)
Dopo essere apparso brevemente in
Avengers: Age of Ultron, il
personaggio di Ulysses Klaue ha finalmente trovato
più spazio in Black Panther,
il cinecomic targato Marvel Studios uscito nelle sale lo scorso 14
febbraio.
Grazie a questi nuovi
concept però possiamo dare uno sguardo più
dettagliato al cannone sonico sfoggiato dal villain nel film e che
nelle immagini appare molto fedele alla versione dei fumetti.
Black Panther
segue T’Challa che, dopo gli eventi di Captain America Civil War,
torna a casa, nell’isolata e tecnologicamente ultra avanzata
nazione africana, Wakanda, per prendere il suo posto in qualità di
nuovo re. Tuttavia, un vecchio nemico ricompare sui radar e il
doppio ruolo di T’Challa di sovrano e di Black Panther è messo alla
prova, quando viene trascinato in un conflitto che mette l’intero
fato di Wakanda e del mondo in pericolo.
Chadwick
Bosemaninterpreta il protagonista, T’Challa, già
visto in Captain America Civil War. Nei ruoli
principali del film ci saranno, oltre a Boseman,
Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman,
Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest
Whitaker e Andy Serkis. Nei
ruoli di comprimari compariranno invece Letitia
Wright, Winston Duke, Florence Kasumba, Sterling K.
Brown e John Kani.
È stato annunciato nella serata di
ieri che Avengers: Infinity War, negli
USA, uscirà il 27 Aprile, invece del 4
Maggio, come stabilito in precedenza. Questo spostamento
non cambia niente in Italia, dove il film era già previsto per il
25 Aprile, comunque due giorni prima della data
USA, ma sembra aver inciso sulle prossime uscite Marvel relative alla Fase 4 e alla
calendarizzazione di tutte le uscite Disney.
Ecco uno schema condiviso da
Daniel Miller, reporter del L.A.
Times che commenta: “Pixar, Marvel e Lucasfilm, che la Disney
ha comprato per un totale di 15,5 miliardi di dollari, arrivano al
42% delle date di uscita della compagnia nei prossimi cinque anni.
(E questa percentuale salirà, perché la lista non presenta ancora i
titoli della Lucasfilm che saranno annunciati in
seguito).”
Questo schema rivela qualcosa di
interessante per Spider-Man. Il sequel di
Homecoming, come si vede, programmato per il 2019,
non è presente in questa lista, dal momento che questa lista
prevede le uscite Disney non
SONY. Questo indica che un terzo possibile film,
che dovrebbe esaurire il contratto di Tom Holland
(tre film in solitaria e tre con i Vendicatori), sarebbe comunque
fuori da questa lista perché comunque distribuito da
SONY, il che starebbe a significare che i film del
MCU distribuiti nei
prossimi anni nella Fase 4 sarebbero quattro
all’anno e non più 3.
Già nel 2014 Kevin
Feige aveva ipotizzato l’idea di far salire a quattro i
titoli Marvel Studios per anno, e questa
cosa sembra poter essere realizzata adesso che lo studio è
diventato molto forte all’interno del gruppo Disney.
Intanto il mondo si
prepara alla prossima epica uscita Marvel Studios,
Avengers: Infinity War, dal 25 Aprile.
Le prime foto dal set di
Captain Marvel hanno destato qualche
perplessità: il costume indossato da Brie Larson è
apparso verde e blu e non rosso e blu, come nei fumetti e come
tutti ci aspettavamo!
Tuttavia, stando a quanto dichiara a
ComicBookAndy Park,
concept artist in forza ai Marvel Studios, i fan saranno poi
felici del risultato finale:
“Credo che sia sempre divertente
vedere le reazioni dei fan… Le persone sono sempre inclini a
prendere decisioni affrettate. Credo che debbano prendersi più
tempo per decidere. Perché dico così? Credo che saranno molto
felici del risultato finale. Cioè, Kevin Feige lo ha detto in
un’intervista. Abbiamo rivelato i concept art che ho fatto io
stesso, insieme ad altri artisti, di Captain Marvel al Comic Con di San Diego
l’anno scorso. Quindi, dico, credo che già solo questo dovrebbe
tenere buoni i fan…”
Alla regia del film, con
protagonista Brie Larson, ci
saranno Anna Boden e Ryan
Fleck. La pellicola sarà ambientata durante gli anni ’90 e
vedrà la partecipazione di Samuel L. Jackson che
torna nei panni di Nick Fury. Nel cast ci sono
anche DeWanda Wise, Jude Law
e Ben Mendelson.
Scritto da Nicole
Perlman (Guardians of the Galaxy)
e Meg LeFauve (Inside
Out), Captain
Marvel arriverà al cinema l’8 marzo 2019.