Digerita ormai più che amaramente la
pillola relativa alla sensazionale elezione del tycoon
Donald Trump a presidente degli Stati Uniti
d’America, ecco emergere alcuni retroscena alquanto bizzarri capaci
di creare un sorprendente crossover tra l’universo della
politica e il variopinto mondo dei superiori. Secondo quanto
riportato da un quotidiano locale americano (la Osceola News-Gazette),
durante l’ultima tornata delle elezioni presidenziali
USA, infatti, un nutrito gruppo di elettori abitanti della
contea di Osceola in Florida, avrebbero deciso di
snobbare i due candidati principali proposti dal Partito
Repubblicano e da quello Democratico per concedere il loro voto
nientemeno che a Bruce Wayne, alias
Batman, mettendo in atto un simbolico quanto
provocatorio atto di coscienza politica destinavano a far parlare a
lungo.
Purtroppo le schede che riportano a
sorpresa il nome del celebre uomo pipistrello paladino della
giustizia sono state ricusate poiché il sistema elettorale
statunitense non è disposto ad accreditare candidati al di fuori
del sistema di lista facente capo a un partito riconosciuto dal
Congresso e dunque regolarmente registrato.
Il fatto che il vigilante mascherato
più famoso di sempre non abbia alcun trascorso – almeno fino ad
oggi – all’interno del sistema politico e delle cariche
amministrative non è sembrato di alcun impedimento alla sua
possibile candidatura, a maggior ragione dopo la corsa di un
magnate come Trump altrettanto sprovvisto di
cultura e capacità specifiche in questo campo. Molti hanno fatto
notare infatti come Bruce
Wayne sia in possesso di tutto il denaro e
delle risorse sufficienti per finanziare una robusta campagna
elettorale, senza dover dipendere da alcuna lobby o gruppo di
potere. Si potrebbe tuttavia presentare la possibilità che
vede Wayne finire messo sotto accusa, in quanto Batman ha
ripetutamente dimostrato la volontà di piegare o addirittura
rompere le regole se questo significa fare ciò che lui vede
come la cosa giusta.
L’extended cut di
Suicide Squad è disponibile in digital
download e i primi fortunati a vedere il film di David Ayer con il nuovo e più lungo
montaggio hanno già catturato alcuni segreti che questo montaggio
custodisce.
Di seguito potete vedere uno screen
dal film che rappresenta skyline di Gotham City.
L’immagine potrebbe essere semplicemnte un cut di riempimento ma i
più attenti hanno notato che in basso a destre l’insegna della
Ace Chemicals!
L’Easter Egg dall’Extended Cut di
Suicide Squad
Per i meno ferrati,
spieghiamo che la Ace Chemicals è la fabbrica di
agenti chimici in cui Joker subisce la sua
trasformazione e in cui anche la dottoressa Harleen
Quinzel si trasforma in Harley Quinn,
come ci mostrano alcune brevi scene del film visto al cinema.
Il dettaglio che potrebbe non
aggiungere nulla alla storia in realtà contribuisce a costruire
quel lavoro che gli “avversari” Marvel fanno da
tanto tempo così bene: chiarire che quello del DCEU è un universo
coeso.
Tutte le news sul mondo dei film
della DC COMICS
nel nostro canale dedicata alla DC FILMS.
La trama di Suicide
Squad
Trama: Un’agenzia governativa
segreta arruola i super cattivi in prigione per eseguire pericolose
missioni promettendo loro in cambio la libertà. Lo scopo della Task
Force è obbedire agli ordini o morire, così come chiariscono ai
componenti il leader della squadra Rick Flagg, la
sua spada giurata, la samurai Katana e il
dispositivo esplosivo inserito nei loro colli e gentilmente offerto
dalla Wayne Enterprise. Poi c’è il
Joker, che comparendo sia nel presente che in
alcuni flashback, cercherà di mandare a monte il piano della Waller
e di ricongiungersi con il suo vero amore,
Harley.
Nel cast del film Jared
Leto, Ben Affleck, Will Smith, Margot Robbie, Joel Kinnaman, Jai
Courtney, Adam Beach, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Jay Hernandez,
Karen Fukuhara, Scott Eastwood, Cara Delevingne, Viola Davis,
Common, Jim Parrack, Ike Barinholtz, Corina Calderon.
In seguito al recente tentativo di
riavviare, dopo oltre 11 anni di assenza dal grande schermo e dal
cuore dei fans, la tanto amata saga di Star
Wars, ecco subito iniziano a farsi strade le
speculazioni e le teorie più disparate circa i nuovi personaggi che
nei prossimi anni vedremo nei capitoli successivi a Il
risveglio della Forza. E proprio da quest’ultimo capitolo
proviene Rey, prima autentica eroina tutta al femminile del franchi
se Disney che si è imposta come protagonista principale e subito ha
conquistato le attenzione dei nuovi adepti.
Proprio riguardo al personaggio di
Rey – interpretata da Daisy
Ridley – che sono nati alcuni recenti tentativi
di indagare e approfondire il personaggio, come accade in un post
pubblicato dall’utente The_Playboy
su Reddit
(e ripreso da
Comicbook.com) nel quale si paventa l’ipotesi che Ray
sia di discendenza reale. La teoria tiene conto delle numerose
sotto-trame che vedono molti membri delle famiglie reali alleati
con i Ribelli, e ciò potrebbe essere accaduto anche a Rey. L’utente
afferma che:”Sappiamo per certo che alcuni dei
monarchi sono sopravvissuti al regime imperiale. E’ a questo
punto che la mia teoria entra in gioco. Credo che Rey
discenda da una famiglia reale, da un pianeta sconosciuto al
pubblico. Il Primo Ordine invase il pianeta natale del Rey e
li spazzò via. Forse un gruppo di guardie fedeli riuscì a
fuggire con la giovane Rey, e la lasciò sul Jakku per la
sua sicurezza“.
La teoria ha
certamente senso, anche se non appare come la spiegazione più
specifica riguardo alle origini del Rey e non permette di
tracciare con sicurezza un luogo di nascita specifico o una
cronologia relativa alla sua nascita. Un altro indizio a
sostegno di questa proposta viene da un commentatore sul post,
secondo il quale “Rey” significa “re” in spagnolo. Per
avere maggiori chiarimenti in merito non resta che attendere il
prossimo capitolo nel quale forse alcune di queste teorie
potranno avere una conferma o una smentita.
Dopo appena un mese dal suo
rilascio cinematografico nelle sale
Doctor Strange è diventato ufficialmente il
più grosso e redditizio debutto cinematografico per un
eroe Marvel Studios, definendosi quale
campione d’incassi al box office. Secondo quanto riportato da
Exhibitor Relations, in seguito a un altro weekend
destramente positivo ai botteghini, il film si è attesto ora sulla
quota impressionante di 616 milioni di dollari a livello mondiale,
permettendo all’iconico personaggio dello scienziato-stregone
interpretato da Benedict
Cumberbatch di superare di gran lunga il
precedente record detenuto da Iron Man (circa 585.200.000
dollari).
Questi numeri hanno dunque permesso
a Doctor Strange di superare brillantemente il collega Iron
Man e, pur essendo inizialmente stato
considerato come un progetto alquanto rischioso, ha dimostrto
ancora una volta dimostrato la capacità dei Marvel Studios
di generare un ottimo profitto anche con i personaggi più
particolari; esempio ne sono stati sia Guardiani della
Galassia (773 milioni $) e The Avengers
($ 1,5 miliardi).
A questo punto solo il tempo ci
dirà se in effetti Doctor Stange avrà le capacità effettive per
infrangere altri eventuali record e per oscurare altri celebri
compagni supereroi, e a questo punto con il
successo finanziario garantito e la calda accoglienza che il film
ha ricevuto, il futuro sembra essere roseo per l’ultimo eroe della
Marvel.
Doctor
Strange è arrivato al cinema il 26 Ottobre 2016.
Dirige Scott Derrickson da una
sceneggiatura di Jon
Aibel e Glenn Berger,
rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del
film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati
Tilda Swinton,
Rachel McAdams e Chiwetel Ejiofor. Produttore del film, Kevin
Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e
Stephen Broussard come produttori esecutivi.
Dai Marvel Studios arriva la
storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen
Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a
seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina
tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue
speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come
Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di
guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze
oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà.
Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove
capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi
tutto alle spalle e ergersi contro il male.
Produttore del film, Kevin Feige,
con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan
Lee e Stephen
Broussard come produttori esecutivi.
BadTaste ci informa che Hong
Kong Cinema ha reso pubblico per il popolo della rete il
primo scoppiettante e adrenalinico trailer di Mad
Shelia, una grottesca e ultra-pulp versione
cinese in chiave parodistica del ben più celebre Mad Max. Come
si può vedere dalle immagini, l’impianto estetico richiama molto da
vicino le atmosfere desertiche e il montaggio al
cardiopalma della saga originale.
Come riportato da
GeekTyrantMad Shelia richiama molto da
vicino le tinte tartantiniane del genere “bambole, bombe e pistole”
attraverso un chiaro gusto per l’ironia citazionistica
postmoderna.
Una delle più famose fiabe
cinematografiche di tutti i tempi racconta dell’epico scontro tra
il campione dei pesi massimi di pugilato Apollo
Creed contro un emerito sconosciuto soffocato in una vita
di stenti: Rocky Balboa. A quarant’anni esatti da
quello storico duello cinematografico un altro scontro tra un
Davide e Golia approda casualmente nei cinema di tutto il mondo. È
quello tra il ricchissimo, spettacolare, hollywoodiano Kubo
e la Spada Magica di Travis Knight contro
l’europeo, intimo, autoriale La mia Vita da
Zucchina di Claude Barras. Certo, la
disfida non avviene all’interno dello stesso film e si tratta di un
combattimento impari, che si svolge al ritmo di biglietti strappati
in sale cinematografiche differenti, con una distribuzione a dir
poco sproporzionata. A livello economico il primo vincerà per ovvie
ragioni sul secondo, ma questo non può certamente inficiare il
valore dell’uno o dell’altro contendente e, se le cose andranno nel
verso giusto, troveremo Kubo e
Zucchina insieme la notte degli oscar. Questo
sarebbe veramente il finale di una bellissima fiaba.
Prima di tutto, i due film
confermato la fortunata ascesa dell’animazione stop-motion e si
aggiungono a una serie numerosa di titoli che hanno sdoganato
definitivamente questa tecnica, portandola al grande pubblico e
affiancandola al 3D e all’animazione disegnata. Dimostrano anche
che è possibile raccontare storie diverse, originali, profonde,
intrise di valori e di grande poesia, senza doversi barricare
necessariamente dietro la scomoda dicitura di “film per bambini”.
Rappresentano la vittoria della fantasia sulla mera e ridondante
rappresentazione di una realtà ormai stanca e abusata, di cui
paradossalmente ne divengono una metafora vittoriosa, in grado di
trasmettere un messaggio profondo e universalmente
comprensibile.
Le differenze tra
Kubo e Zucchina
Kubo e La spada
Magica è un colossal, che ha utilizzato tecniche e risorse
all’avanguardia e che ha portato la stop-motion, grazie anche alla
sapiente commistione con le tecniche digitali, a livelli finora mai
visti. Il suo costo totale è stato di 60.000.000 di dollari.
La mia vita da Zucchina invece
è un film assai più intimo, che abbraccia un’istanza d’autore
tipicamente europea, francese per la precisione. Il suo budget è
considerevolmente più contenuto, ovvero 6.500.000 di euro, anche se
rilevante, rapportato alla media utilizzata nella produzione dei
film nel nostro continente. Ed è lampante che una differenza così
sostanziale influisce certamente sul risultato, soprattutto dal
punto di vista della grandiosità e della spettacolarità. Ma i due
film sono talmente puri e condotti con così grande intelligenza
espressiva e produttiva, da riuscire a fare tesoro dei propri
limiti e delle proprie fortune.
Kubo e la Spada Magica racconta una
storia epica, al tempo dei samurai nell’antico Giappone,
un’avventura straordinaria piena di personaggi strabilianti, ma in
nessuna sequenza si avverte il pericolo della spettacolarità
gratuita, fine a se stessa, di quella messa in scena pomposa e
spesso ridondante, che purtroppo sempre più spesso si ritrova nei
prodotti commerciali d’oltreoceano. Tutto è parte di un sofisticato
meccanismo narrativo e misurato. Il budget altissimo è al
servizio della fantasia, per la gioia degli spettatori d’ogni età.
La mia Vita da Zucchina invece dipinge con rara
sensibilità la storia di un bambino alle prese con le difficoltà
della vita in una casa famiglia, dove viene accolto dopo la morte
della madre. La semplicità e la poesia divengono qui la scelta
vincente, coinvolgendo e senza far mai sentire la necessità di
meccanismi visivi spettacolari.
Due storie di bambini dunque,
Kubo e Zucchina, così lontani, ma così vicini,
tanto da poter essere idealmente fratelli, alle prese con le
difficoltà di una vita difficile e irta di ostacoli che impareranno
ad affrontare lentamente, fotogramma dopo fotogramma.
Su quel ring di quarant’anni fa,
Rocky perdeva ai punti con
Apollo. Oggi Kubo e
Zucchina alzano i guantoni insieme e vincono
abbracciandosi, con tutta la loro dirompente, irresistibile
diversità.
“Ciò che vediamo ora non è che una
pallida immagine in uno specchio. Presto il velo cadrà e noi
vedremo!”. Tutto ebbe inizio nel lontano 1989, quando il fumettista
giapponese Masamune Shirow realizzò Ghost
in the Shell, manga da lui scritto e disegnato. Sei anni
più tardi, precisamente nel 1995, lo scrittore e regista giapponese
Mamoru Oshii – reduce
dal grandissimo successo del progetto multimediale
Patlabor – concepì il film destinato a cambiare
per sempre non solo le regole scritte dell’animazione tradizionale
(che per la prima volta andava a fondersi con la computer
animation) ma anche ad influenzare la successiva ondata di cinema
fantascientifico d’azione – da Matrix delle
Wachowski alle più recenti opere di grandissimi autori quali
Spielberg e Cameron – dove il cyberspazio e la realtà simulata
creata dalle macchine la fanno da padrona.
Ghost in the Shell
recensione del film di Mamoru Oshii
Ghost in the Shell,
primo anime ad essere presentato alla Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia (nel 1996), non ha solo contribuito a
porre le fondamenta per la costruzione di un universo
cinematografico che si serve di un genere – la fantascienza – per
restituire allo spettatore una visione tragica e pessimistica del
mondo (in cui il singolo individuo viene privato ogni giorno di più
della sua individualità), ma ha anche permesso che tutte quelle
riserve e quei preconcetti nei confronti dell’animazione nipponica
da parte del pubblico occidentale venissero definitivamente
annullati (operazione riuscita non solo grazie all’opera di Oshii,
ma anche al lavoro di altri maestri come Katsuhiro
Otomo e Hayao Miyazaki).
Ambientato nel 2029 a New
Port City (Giappone) in un mondo a metà fra l’universo di
Blade Runner (1982) e quello di
Akira (1988), Ghost in the Shell
è un’opera essenziale nella sua durata (appena 82 minuti) ma
complessa nella struttura e tanto macchinosa quanto affascinante
nella vastità delle tematiche che affronta. Il ritmo sostenuto che
contraddistingue la creatura di Oshii avvolge lo spettatore in un
algida membrana dove il tempo sembra fermarsi e pare ci sia spazio
per concentrarsi esclusivamente sulle profonde riflessioni di tipo
religioso-filosofico che la sceneggiatura firmata da
Kazunori Ito fa emergere per comporre un mosaico
contenutistico dal valore incontestabile. L’ingannevole percezione
del reale, la deriva del progresso tecnologico, il concetto di
identità e di “essere” al quale l’individuo si sente
intrinsecamente legato sono questioni analizzate con inquietante e
seducente lungimiranza, che si insinuano nella splendida
caratterizzazione di Motoko Kusanagi, il cyborg
protagonista della storia (vero e proprio precursore dell’immagine
dell’eroina animata – o in carne ed ossa – sul grande
schermo) e che si amalgamano insieme alla perfezione anche grazie
alle solenni musiche composte da Kenji Kawai.
Al di là del genere di appartenenza
che sia in grado di descriverne la natura autentica nel miglior
modo possibile (animazione, poliziesco, fantascienza, cyberpunk), è
indubbio che Ghost in the Shell travalichi la mera
definizione di prodotto d’intrattenimento (nonostante le sequenze
d’azione frenetiche e concitate) per configurarsi come opera matura
e di non semplice fruizione, che oltre ad aver precorso la
narrativa della recente storia del cinema sci-fi, è riuscita a
guadagnarsi un posto d’onore nella schiera dei film più apprezzati
dai cultori dell’animazione (non solo) giapponese.
Jessica Chastain
torna a far parlare di sé con Miss Sloane, film
che la vede protagonista e che, già al cinema negli USA, sembra
posizionarla in corsa per la prossima stagione dei premi.
Durante un’intervista con Huffinton Post, l’attrice ha parlato a 360
gradi della sua carriera e del suo successo, soffermandosi su
The Tree of Life, film del 2011 di
Terrence Malick che la vede protagonista femminile
al fianco di Brad Pitt. Sul film, Palma d’Oro al Festival di
Cannes, Jessica Chastain ha dichiarato: “È
stato il punto più alto della mia vita”.
Il film racconta la storia di una
famiglia del Texas negli anni ’50 e la Chastain interpreta
l’amorevole matriarca, sposata a un severo padre e marito,
Pitt.
The Tree of Life è troppo emozionante per
Jessica Chastain
Quando le è stato chiesto perché
secondo lei il film è troppo emozionante per essere rivisto, la
Chastain ha dichiarato che “si trattava di
interpretare un personaggio che incarna l’amore stesso, quindi ogni
giorno era gonfio di gioia. Meditavo sull’espandere lo spazio del
mio cuore e vivere con il cuore aperto, naturalmente questo ti
influenza e influisce sul modo in cui tratti le persone. Ho amato
quei ragazzini così tanto, e amo Terry profondamente. Guardare il
film, e vedere Mrs- O’Brien correre per le strade con questi tre
ragazzini, mi fa ricordare quanto è stato magnifico. E mi fa male
al cuore.”
Sicuramente per Jessica
Chastain il film di Malick è stato un
punto di svolta per la carriera, che da allora non conosce sosta
con progetti interessanti e prove davvero notevoli che l’hanno
vista in un pugno di anni diventare una delle attrici più amate e
richieste, nonché di maggior talento, in circolazione a
Hollywood.
In Miss
Sloane, una stratega politica senza scrupoli,
Elizabeth Sloane (Jessica Chastain), fa il doppio
gioco, lavorando da entrambi i lati del dibattito sulle armi da
fuoco.
È stato il cinese Juan
Zeng Zhe / The Donor di Qiwu Zang a
vincere il TFF 34. Il premio è stato assegnato dalla giuria
presieduta da Ed Lachman.
I premi ufficiali del TFF 34
34° TORINO FILM FESTIVAL – I
PREMI UFFICIALI
TORINO 34
La Giuria di Torino 34 –
Concorso Internazionale Lungometraggi, composta da
Ed Lachman (USA, presidente), Don
McKellar (Canada), Mariette Rissenbeek
(Germania), Adrian Sitaru (Romania), Hadas
Yaron (Israele), assegna i premi:
Miglior film
(€ 15.000) a:
Juan Zeng Zhe / The
Donor di Qiwu Zang (Cina, 2016)
Con la seguente motivazione:
“Siamo onorati di assegnare il
premio a un film così meravigliosamente penetrante e così poetico
nella narrazione, nella performance, nella comprensione del mondo
in cui proviamo a vivere. Pensiamo di aver trovato una nuova voce
del cinema cinese che ci arricchirà tutti. Grazie”.
—————————————
Premio Speciale della
giuria – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (€ 7.000)
a:
Los
decentes di Lukas Valenta Rinner
(Austria/Corea Del Sud/Argentina, 2016)
Con la seguente motivazione:
“Questo film ci porta in un viaggio
con Belén, una collaboratrice domestica di una ricca famiglia in un
quartiere sorvegliato e recintato, che trova una via di fuga dal
suo mondo claustrofobico quando scopre una comunità di nudisti che
vive al di là del recinto. Los decentes
esplora con grande sensibilità e penetrante spirito di osservazione
l’impatto che questa nuova libertà ha sulla vita della donna. Allo
stesso tempo, questa libertà provoca la reazione della borghesia
del quartiere. Diamo il Premio Speciale della Giuria a questo film
audace e originale”.
————————————
Premio per la Miglior
attrice a:
Rebecca Hall per il
film Christine di Antonio
Campos (USA, 2016)
Con la seguente motivazione:
“L’attrice, con una fortissima
presenza scenica e le molte sfumature della sua performance è
riuscita a ritrarre perfettamente un personaggio commovente che è
in conflitto emotivo con se stesso.”
Premio per il Miglior
attore a:
Nicolas Duran per
il film Jesus di Fernando
Guzzoni (Cile/Francia, 2016)
Con la seguente motivazione:
“Per un ritratto molto credibile,
che veicola una gamma di emozioni, da parte di un talento così
giovane e promettente”.
————————————————-
Premio per la Miglior
sceneggiatura a:
Juan Zeng Zhe / The
Donor di Qiwu Zang (Cina, 2016)
Con la seguente motivazione:
“Forse saremmo stati influenzati
dall’ambiente che ci circonda, ma la giuria è rimasta colpita da
questo film duro ed emotivamente devastante, che mostra come la
tradizione del Neorealismo italiano sia ancora viva in angoli
remoti del globo”.
—————————————————-
Premio del
pubblico a:
Wir Sind die Flut / We
Are the Tide di Sebastian Hilger
(Germania, 2016)
TFFdoc
INTERNAZIONALE.DOC
La Giuria di
Internazionale.doc, composta da Kamal
Aljafari, Ann Carolin Renninger, Gaël Teicher, assegna i
seguenti premi:
Miglior film per
Internazionale.doc (€ 5.000) a:
Houses Without
Doors di Avo Kaprealian
(Siria/Libano, 2016)
Con la seguente motivazione:
“In una situazione impossibile, ci
fa vedere l’impossibile – dal balcone di casa egli guarda il mondo
intero. Ci fa sentire come i siriani e gli armeni rappresentino
tutta l’umanità e ci restituisce la fiducia nella capacità del
cinema di aiutare tutti gli essere umani a esistere e a resistere
in ogni epoca”.
Premio Speciale della
giuria per Internazionale.doc a:
Attaque di
Carmit Harash (Francia, 2016)
Con la seguente motivazione:
“Perché si pone nel cuore del caos
sollevando interrogativi sulle tante immagini che ci circondano,
con uno spirito libero e con uno humour che aiutano a prendere le
distanze e a sconfiggere la depressione, perché propone di non
credere alle immagini ma trattarle in modo originale e nuovo”.
ITALIANA.DOC
La Giuria di
Italiana.doc, composta da Eleonora Danco,
Luciano Rigolini, Marcello Sannino, assegna i seguenti
premi:
Miglior Film per
Italiana.doc (€ 5.000) a:
Saro di
Enrico Maria Artale (Italia, 2016)
Con la seguente motivazione:
“Un viaggio alla ricerca di un padre
mai conosciuto. Un documentario intimo e spiazzante diretto con
incredibile lucidità e rigore. L’autore riesce a trattare la sua
storia con intensità e coraggio, attraverso una struttura narrativa
coinvolgente dove la dimensione personale diventa universale”.
Premio Speciale della
giuria per Italiana.doc a:
Moo Ya di
Filippo Ticozzi (Italia, 2016)
Con la seguente motivazione:
“Un documentario intenso e
raffinato. Uno sguardo poetico che scava un territorio segnato da
un trauma di violenza e morte la cui memoria è viva nel
protagonista Opio e nelle persone che incontriamo. Il regista
riesce a creare con sensibilità e rigore una vera mimesi tra la
temporalità filmica ed il tempo sospeso della vita quotidiana dove
la natura è una lunga lacrima colorata”.
Assegna inoltre una menzione
speciale a:
A Bitter
Story di Francesca Bono (Italia,
2016)
Con la seguente motivazione:
“La giovane autrice decide di
confrontarsi con una delle questioni sociali più imminenti:
l’integrazione. Gli adolescenti di una piccola comunità cinese che
affrontano le decisioni sul proprio futuro sospesi in un limbo
identitario e territoriale.
Un approccio formale e psicologico
audace che fa uso della messa in scena non escludendo momenti di
autentica intimità, riuscendo così ad andare oltre il realismo
frontale senza perdere la sincerità”.
ITALIANA.CORTI
La Giuria di
Italiana.corti, composta da Colapesce,
Lucia Veronesi, Matteo Zoppis, assegna i seguenti
premi:
Premio Chicca Richelmy per
il Miglior film (€ 2.000 offerti da Associazione Chicca
Richelmy) a:
Ex voto di
Fabrizio Paterniti Martello (Italia, 2016)
Con la seguente motivazione:
“Il film racconta la tradizione di
un luogo diviso fra sacro e profano e ci restituisce poeticamente
l’immagine di un’Italia divisa tra tradizione e modernità”.
Premio Speciale della
giuria a:
Il futuro di
Era di Luis Fulvio (Italia,
2016)
Con la seguente motivazione:
“Il film scolpisce la metafora della
condizione umana. Propone una chiave di lettura attuale della
continua e ossessiva ricerca della bellezza attraverso la sua
distruzione”.
PREMIO FIPRESCI
La Giuria del Premio Fipresci,
composta da Frédéric Jaeger, Yael
Shuv e Gianlorenzo Franzi, assegna il
Premio per il Miglior film a:
Les derniers
parisiens di Hamè Bourokba e
Ekoué Labitey (Francia, 2016)
Con la seguente motivazione:
“Una storia attuale raccontata con
empatia e urgenza, con un tocco leggero. Les DerniersParisiens narra il difficile rapporto tra due fratelli
migranti che cercano di sbarcare il lunario a Parigi. Offre uno
sguardo della vita a Pigalle e scorci sulle molte storie accennate
sullo schermo”.
PREMIO CIPPUTI
La Giuria, composta da
Francesco TullioAltan,
Mariano Morace,Costanza
Quatriglio assegna il Premio Cipputi 2016
– Miglior film sul mondo del lavoro a:
Lao Shi/ Old Stone di Johnny Ma
(Cina/Canada, 2016)
Con la seguente motivazione:
“Per lo stile sospeso fra la cronaca
vera e lo stato d’allucinazione con cui Johnny Ma segue la
fulminante odissea tragica di un taxista rimasto coinvolto in un
incidente stradale. La responsabilità non era sua, ma il senso di
colpa per avere fatto sprofondare un ragazzino in coma profondo è
ossessivo: niente e nessuno lo aiuteranno, né gli amici, né la
famiglia sempre meno comprensiva e affettuosa, né tanto meno gli
squali burocrati delle società d’assicurazione. La perdita del
lavoro quotidiano provoca un fatale smarrimento dell’identità.
Ognuno è solo sul cuore della terra, e il buio si avvicina”.
Sono stati assegnati i premi
collaterali del TFF 34, il Torino Film Festival,
svoltosi a Torino dal 16 al 26 novembre 2016.
Ecco i premi collaterali del
TFF 34
PREMIO SCUOLA
HOLDEN– Storytelling & Performing
Arts
La Giuria composta dagli allievi e
dalle allieve del College di Cinema assegna il premio
Miglior sceneggiatura
Torino 34a:
Lady
Macbeth (UK, 2016) di William
Oldroyd
Con la seguente motivazione:
“Una trasposizione libera, in
apparenza elegante, in profondità crudele. Una discesa dentro un
potere femminile che vuole guadagnarsi la libertà in nome di un
amore ossessivo. Immagini sobrie, essenziali. Una chiarezza di
esposizione per raccontare l’oscurità interiore”.
PREMIO ACHILLE
VALDATA
La Giuria, composta da Igor
Catrano, Paola Giachello, Paola Mariotto, Giuliana Prestipino,
Alessia Scarsella, Silvia Stola, Sabina Tibaldeschi,
lettori di “Torino Sette”, assegna il premio
Miglior filmdi Torino 34 a:
Wind Sind die Flut / We
Are the Tide (Germania, 2016) di Sebastian
Hilger
Con la seguente motivazione:
“Per aver saputo trasmettere
attraverso la potenza delle immagini e l’equilibrio di generi un
messaggio positivo per le nuove generazioni”.
PREMIO
AVANTI
La Giuria del Premio AVANTI
(Agenzia Valorizzazione Autori Nuovi Tutti Italiani),
formata da Rossella Schillaci (regista),
Alberto Valtellina (Lab80 film) e Lorenzo
Rossi (Rivista Cineforum), assegna il Premio Avanti 2016
a:
Juan Zeng Zhe/The
Donor (Cina, 2016) di Qiwu Zang
Con la seguente motivazione:
“Per aver saputo raccontare con
grande rigore stilistico e scelte narrative sorprendenti il dramma
della mercificazione del corpo, della reificazione dell’individuo e
dei rapporti di potere. Un film universale che partendo dalla Cina
parla a tutta la società contemporanea e descrive un tessuto
sociale, politico ed economico che appartiene a ogni luogo e tempo.
Il tutto in una forma cinematografica e in un linguaggio filmico
davvero straordinari per un’opera prima”.
PREMIO GLI OCCHIALI DI
GANDHI
La giuria della sesta edizione del
premio “Gli occhiali di Gandhi”, la cui
Giuria, composta da Ahmad Al Khalil, Elsa Bianco, Sara
Galignano, Stefano Grossi e Cristina
Voghera, assegna il Premio Gli Occhiali di
Gandhi al film:
Les vies de
Thérèse (Francia, 2016) di Sebastien
Lifshitz
Con la seguente motivazione:
“Per aver raccontato con sguardo
poetico la vita di una donna che testimonia con la sua esistenza il
processo di emancipazione del mondo femminile.
Per aver narrato come la vecchiaia e
la serena accoglienza della morte siano diventate il suo ultimo e
definitivo atto politico”.
Menzione
specialea:
Wrong
Elements (Francia/Germania/Belgio, 2016) di
Jonathan Littell
Con la seguente motivazione:
“Per aver illuminato con grande
efficacia narrativa i tragici vissuti dei 60.000 bambini-soldato
dell’Uganda.
Per aver messo in risalto la scelta
nonviolenta e la volontà pacificatrice del governo, che, in questo
modo, ha creato la possibilità di una rinascita morale e sociale
per le giovani vittime-carnefici”.
Menzione
specialea:
Avant les
rues (Canada, 2016) di Chloè
Leriche
Con la seguente motivazione:
“Per aver saputo illustrare come
un’iniziale atto di involontaria violenza possa attivare un
percorso di crescita personale e di risoluzione dei propri
contrasti interiori attraverso la riscoperta delle proprie radici
violate da una società bianca omologante”.
PREMIO
INTERFEDI
La Giuria Interfedi, promossa dalla
Chiesa Valdese e dalla Comunità Ebraica di Torino, con il
patrocinio del Comitato Interfedi della Città di Torino, e composta
da Manuel Disegni (in rappresentanza della
Comunità Ebraica), Beppe Valperga (Comitato
Interfedi) e Sergio Velluto (Chiesa Valdese)
attribuisce la quarta edizione del “Premio Interfedi – Premio per
il rispetto delle minoranze e per la laicità” al film:
Avant les
rues (Canada, 2016) di Chloè
Leriche
Con la seguente motivazione:
“In una realtà di disagio e di
emarginazione, lontana dalla cronaca di tutti giorni, una comunità
solidale riesce a sostenere uno dei propri giovani che si trova in
una situazione difficile. La minoranza indigena canadese, in cui
anche le donne hanno un ruolo importante e non scontato, trova
anche nella propria spiritualità la risorsa cui attingere”.
Menzione speciale
a:
Spectres Are Haunting
Europe (Grecia/Francia, 2016) di Maia
Kourkouta e Niki Giannari
Con la seguente motivazione:
“Per il contenuto di stretta
attualità e la forma originale con cui è stato
trattato”.
Ecco un nuovo trailer esteso di
Rogue One a Star
Wars Story, un video emozionante che ci presenta il
film di Gareth Edwards che arriverà in sala il
prossimo 15 dicembre.
Foto e Poster dal film:
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Rogue One a Star Wars
Story: ecco il rating
Via StarWarsNews.net, sappiamo che Rogue
One a Star Wars Story sarà PG-13, ovvero vietato ai minori
di 13 non accompagnati a causa di “violente scene di esplosioni e
combattimenti”.
Diretto da Gareth
Edwards su una sceneggiatura di Gary
Whitta e Chris Weitz, Rogue One a
Star Wars Story è un film prequel ambientato negli anni
tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova
Speranza. L’uscita in Italia è prevista per il 14
dicembre 2016. Nel cast del film Felicity Jones, Mads
Mikkelsen, Riz Ahmed, Diego Luna, Forest
Whitaker, Jiang Wen e Ben
Mendelsohn.
Il film sarà certamente
ambientato durante il “Dark Time” dell’Impero, Tra gli episodi III
e IV e sarò il più oscuro e grintoso film dell’universo di Star
Wars. Sembra che il film sarà un war movie vecchia maniera. Nella
storia tutti i Jedi vivono in clandestinità e probabilmente saranno
sullo sfondo della storia principale. Ci saranno inoltre un sacco
di nuove forme di vita aliena. Saranno introdotti nuovi personaggi
droidi e Alieni. At-at, X-Wings, Ala-Y, A-Sts saranno presenti
nella storia. Ci sarà molta azione nella Jungla. Sembra un nuovo
droide sarà parte della banda di ribelli che tentano di rubare i
piani della Morte Nera. Felicity Jones sarà un soldato ribelle
pronta per la battaglia.
Tempo fa vi avevamo informato che
il Monty Python John Cleese
potrebbe essere in procinto di aggregarsi al già corposo cast di
attori impegnati sul set dell’Universo Cinematografico
DC. A suggerirlo gli account twitter
di Batman V Superman e del
fotografo Clay Enos che hanno
improvvisamente iniziato a seguire l’account ufficiale
dell’attore.
Ebbene a distanza di una settimana
è stato John Cleese stesso a fomentare i
fan cominciando a seguire, a sua volta, gli account ufficiali
di Zack Snyder e Ben
Affleck, entrambi impegnati nella realizzazione
di Justice League.
Qui di seguito vi proponiamo
un’immagine a testimonianza:
Che sia questa una conferma alle
ipotesi avanzate da pubblico e stampa? Non ci resta che attendere
una comunicazione ufficiale da parte della Warner
Bros.
Nonostante sia confermato che
in Soldado,
sequel di Sicario di Denis
Villeneuve la cui direzione è stata affidanta
all’italiano Stefano Sollima, sarà
assente Emily Blunt, la sceneggiatrice del
film Taylor Sheridan è voluta tornare
sull’argomento, rendendo noto che ha ritenuto concluso nel primo
film l’arco narrativo dell’agente Kate Macer.
Ecco quanto rivelato
da Sheridan: “Guardate cosa ha dovuto
attraversare. È stato un ruolo difficile. Prima ho scritto il
personaggio e poi l’ho usato come surrogato per il pubblico. L’ho
resa completamente passiva contro la propria volontà in modo che il
pubblico si sentisse impotente come accade a parte delle forze
dell’ordine. L’ho condotta all’inferno e l’ho tradita alla
fine. È stata un’avventura ardua per il personaggio e per
Emily. Quel personaggio ha avuto la sua storia.”
In SoldadoBenicio
Del Toro e Josh Brolin torneranno a
interpretare rispettivamenteAlejandro
Gillick e Matt Graver, mentre la new
entry Catherine Keener interpreterà
il superiore dell’agente della CIA incarnato da Brolin.
Insieme dovranno affrontare il rischio che i tunnel usati per il
trasporto della droga siano utilizzati anche da potenziali
terroristi per introdursi negli Stati Uniti.
Soldado, la recensione del film
di Stefano Sollima
Il canale CineFix propone una versione
alternativa di Doctor Strange, film diretto da
Scott Derrickson con Benedict
Cumberbatch, realizzata a 8-bit. Ecco il buffo
risultato.
Doctor
Strange è arrivato al cinema il 26 Ottobre 2016.
Dirige Scott Derrickson da una
sceneggiatura di Jon
Aibel e Glenn Berger,
rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del
film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati
Tilda Swinton,
Rachel McAdams e Chiwetel Ejiofor. Produttore del film, Kevin
Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e
Stephen Broussard come produttori esecutivi.
Dai Marvel Studios arriva la storia del
neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che
viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un
terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo
tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione
altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà
che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un
avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che
vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi
scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare
alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e
ergersi contro il male.
Produttore del film, Kevin Feige,
con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan
Lee e Stephen
Broussard come produttori esecutivi.
Kevin Smith,
autore, fumettista, regista ed attore di successo, ha più volte
dimostrato un’attenzione verso un cinema che affonda le proprie
radici nelle memorie della nostra infanzia, in particolar modo in
riferimento a pellicole facenti ricorso alla tecnica
dell’animazione o alla computer grafica.
Nel corso del suo
podcast Fatman on
BatmanSmith ha lanciato
una provocazione, candidandosi alla realizzazione di un improbabile
remake di Pomi d’ottone e manici di
scopa, una delle prime
pellicole Disney a combinare animazione
e live action. A distanza di 45 anni dal suo debutto al cinema
avvenuto nel 1971, Kevin
Smith si è detto convinto che un remake del film
diretto da Robert Stevenson potrebbe
perfettamente collocarsi nella produzione cinematografica
contemporanea.
Ecco le parole
di Smith: “Pomi d’ottone e manici di
scopa potrebbe essere rifatto oggi. Quel film potrebbe funzionare
in un mondo in cui ci sono film come Pete’s Dragon. Pregherei la
Disney per fare un remake di Pomi d’ottone e manici di
scopa.”
Non ci resta dunque che attendere
sperando che questa esortazione possa spingere
la Disney a puntare su un remake che
di certo potrebbe far leva sull’effetto nostalgia di gran parte del
pubblico odierno.
Puoi vedere Pomi
d’ottone e manici di scopa in streaming
su
Google play.
Pomi d’ottone e manici di
scopa è un film a tecnica combinata di animazione e
live action del 1971, diretto da Robert Stevenson,
prodotto dalla Walt Disney Productions e interpretato da
Angela Lansbury e David Tomlinson ed ha segnato
l’esordio di Cindy O’Callaghan, Roy Snart e Ian
Weighill.
Pomi d’ottone e manici di
scopa – Trama
Durante l’ultima guerra, in un
piccola località inglese, Pepperinge, la signorina Eglantine Price
deve accogliere in casa due ragazzi e una bambina, Charlie, Paul e
Carrie, sfuggiti ai bombardamenti di Londra. I giovani sfollati non
tardano a scoprire che la loro ospite è una apprendista strega, che
segue un corso per corrispondenza ed Eglantine, dopo le prime
titubanze, li mette al corrente dei suoi progressi.
Improvvisamente il corso per
corrispondenza viene interrotto e i quattro si precipitano a
Londra, a bordo di un letto magico, per scoprire il perchè: trovano
il signor Emelius Brown, il docente, che ha perduto una parte del
libro da cui traeva le sue lezioni, e tutti insieme si danno da
fare per cercarlo.
Dopo varie peripezie, che, fra
l’altro, li portano perfino in una sperduta isola dei mari del sud
per trovare la stella di Astorot, vengono a conoscenza delle
nozioni che loro mancavano. In tal modo Eglantine, allorché i
tedeschi tentano uno sbarco nei pressi di Pepperinge, può
mobilitare magicamente tutte le antiche armature di un castello
delle vicinanze e ricacciarli in mare. Dopo di che la donna
rinuncia alla magia per vivere nella realtà.
Da tempo
la Disney aveva annunciato l’intenzione
di creare un mondo a
tema Avatar da inserire
all’interno del celebre Disney
World ma recentemente la casa di produzione
ha stupito tutti rendendo pubblico un video che presenta gli
straordinari animatronic ispirati agli alieni Na’vi che daranno il
benvenuto ai visitatori all’entrata della sezione
denominata Pandora: The World ofAvatar.
Vi ricordiamo che sono previsti
ulteriori 3 sequel di
Avatarall’interno dei
quali troveremo di nuovo i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang e
Sigourney Weaver. I sequel sono stati scritti da
James Cameron in collaborazione con Josh Friedman, Rick Jaffa,
Amanda Silver e Shane Salerno.
“Ci siamo imbarcati in
un imponente progetto cinematografico – ha dichiarato
Cameron –formato da quattro film epici che, singolarmente,
hanno una propria storia ma che insieme
delineano un’unica saga completa. Ciò che è stato ideato fino
ad ora va davvero oltre il primo film”.
Costato 237 milioni di dollari,
Avatar ha incassato circa 2,8 miliardi,
diventando il film con maggiori incassi nella storia del cinema
(seguito da Titanic, sempre di James
Cameron, e da Star
Wars Il Risveglio della Forza di JJ Abrams).
Sveglia gente, le ragazze
Gilmore
sono tornate Una mamma per amica – Di nuovo
insieme! Via alle conversazioni brillanti, ai dialoghi
sparati a tutta manetta, ai personaggi paradossali, alle situazioni
esilaranti. Ci sono cose che non cambiano mai, certo, ma
l’ineluttabilità del tempo tocca tutti, e tra chi è partito ed è
ritornato, c’è anche chi se ne è andato per sempre. Come
Richard,
nonno di
Rory (Alexis
Bledel)
e padre di
Lorelai,
fantasma che aleggia sulla famiglia
Gilmore
e miccia che innesca queste nuove vicende.
C’era una volta Stars
Hollow, ridente cittadina del Connecticut. E c’è ancora,
con i suoi personaggi-macchietta, i suoi paesaggi da cartolina e le
strampalate iniziative del consigliere comunale Taylor
Doose, dell’ammiccante Miss Patty,
dell’eccentrico Kirk, e di tutti i bizzarri
cittadini a cui tanto ci eravamo affezionati nelle sette stagioni
degli anni 2000.
«Where you lead/ I will
follow…»
Il piccolo universo creato dai
coniugi AmySherman e
DanielPalladino torna sul
piccolo schermo con Una mamma per amica – Di nuovo insieme,
dopo nove anni dall’epilogo che aveva lasciato tanto di amaro in
bocca agli spettatori. Lorelai e
Luke si sposeranno? Cosa accadrà di nuovo nella
vita di Rory? Emily come vivrà la
sua perdita?
Proprio per rispondere a tutti
questi interrogativi, i due sceneggiatori hanno deciso di tornare
dietro la macchina da presa e finire ciò che non avevano degnamente
concluso, esibendosi in quattro episodi della durata di un’ora e
mezza ciascuno. Ad ogni episodio corrisponde una stagione
dell’anno, a cominciare da quella invernale, per terminare con
l’Autunno.
Rory, giornalista
itinerante e senza fissa dimora, torna nel natio paesino, dalla
madre Lorelai, stabilmente accompagnata dall’amato
Luke. Non ci è dato sapere molto di cosa sia
accaduto in questi anni passati. A parte la morte di nonno
Richard, che ha segnato ovviamente la famiglia
Gilmore, tutto sembra rimasto sospeso. In attesa
di un epilogo. Una risposta. Che però non arriva mai.
Una
mamma per amica – Di nuovo insieme non è stato
pensato per dare veramente delle risposte. Forse quelle più
semplici. Quelle che tutti, in fondo, sapevamo di conoscere. Ma non
è qui per dar certezze. Come la vita. Il telefilm dei coniugi
Palladino dimentica gli originali toni dolci e un
po’ surreali, e si permea di un retrogusto nostalgico e amarissimo.
Niente è più cristallizzato nella joie de vivre di
Stars Hollow, e le due protagoniste si trovano
scaraventate nella brutalità della realtà odierna. La difficoltà
pressante del trovare un lavoro e la costante incertezza del futuro
– complici i cambiamenti sociali – fungono da piloni portanti di
questa nuova serie autoconclusiva.
Rory è “sulla
strada”, novella JackKerouac – come la definisce la madre–
impegnata in una personale reserche che la fa sentire
«come un palloncino pieno di elio che fluttua nel vuoto infinito»
(cit.). Non ha radici, non ha legami seri, e a 32 anni non sa
ancora bene cosa vuole dalla vita. E Lorelai non è
da meno. Ormai affascinante signora di mezza età, tra il solito
battibeccare con la madre Emily e l’amore della
sua vita Luke, sarà quella tra le due ragazze
Gilmore ad avere la crisi più profonda. L’attrice,
Lauren Graham, dà buona prova attoriale nel
rendere esternamente lo sconvolgimento interiore di
Lorelai.
Una mamma per amica – Di nuovo insieme è, proprio
come suggerisce il titolo originale, un excursus vitae che
chiude un cerchio. In un crescendo di sentimenti continuo, lo
script si fa sempre più introspettivo della vita delle due
protagoniste (tre, se vogliamo, in quanto anche il disagio della
terza Gilmore, Emily, è ben delineato).
E se nel primo episodio,
Inverno, riecheggiano ancora i toni ilari ormai
noti, col mutare delle stagioni cambiano le emozioni, gli schemi si
rompono e la crisi personale delle protagoniste si appalesa
dapprima con la psicoanalisi, poi con la presa di coscienza vera e
propria che condurrà le due donne in due avventure molto diverse,
ma dagli esiti similari. Le citazioni (anche autoreferenziali) sono
ovunque: dal cinema di David Lynch ai musical di Broadway, da
Into the Wild a Fellini. Menzione
d’onore va al surreale omaggio ai Beatles,e al musical Across the Universe, nell’episodio
finale (Autunno), sulle note di “With a
little help from my friends”, testamento dei coniugi
Palladino ed emblema del carattere visionario
dell’intera serie.
Il senso di spaesamento di
Lorelai e Rory trapela dallo
schermo e invade lo spettatore. La nostalgia è ovunque, la lezione
sulla vita dietro l’angolo: non esistono risposte vere. Possiamo
solo continuare a cercare. Dietro alcune vicende forse c’è un po’
di amarezza, quasi ad indicare che gli istanti felici durano poco,
il resto è routine. Ma – come si apprende appunto in
psicanalisi – essere consapevoli è già un primo passo verso la
libertà.
Trasposizione cinematografica
dell’omonimo videogame Assassin’s
Creed arriverà al cinema il
prossimo 5 gennaio con
protagonista Michael Fassbender che, per
l’occasione, vestirà i panni dell’assassino Aguilar ed il suo
discendente Callum Lynch.
Proprio l’attore è protagonista di
una nuova immagine promozionale diffusa
da Empire che lo ritrae in azione nel
15esimo secolo.
Le riprese del film sono iniziate
ad agosto 2015 e si sono svolte a Londra, a Malta e in Spagna. Si
sono poi ufficialmente concluse a gennaio 2016.
Assassin’s
Creed, prodotto e distribuito dalla È, uscirà in
America il 21 dicembre 2016. Nelle sale
italiane invece arriverà il 5 gennaio 2017.
Di seguito la prima trama:
Callum Lynch (Michael
Fassbender) scopre di essere un discendente di una
società segreta di assassini dopo aver sbloccato memorie genetiche
che gli permettono di rivivere le avventure del suo antenato,
Aguilar, nella Spagna del 15esimo secolo. Dopo aver acquisito una
conoscenza e delle abilità incredibili, decide di attaccare gli
oppressivi Cavalieri Templari ai giorni nostri.
Dopo avervi proposto le prime
immagini a colori di Logan, capitolo
finale della serie spin-off dedicata al Wolverine
di Hugh Jackman, è giunto il momento di
tornare al bianco e nero attraverso una nuova immagine che ritrae
alcuni utensili chirurgici.
Una foto pubblicata da @wponx in data: 26 Nov 2016 alle ore 07:23
PST
Logan: il teaser poster italiano di
Wolverine 3 con Hugh
Jackman
Per Hugh Jackman questo ritorno nei
panni del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava
volta (se si conta anche il cameo di X-Men
L’Inizio) nel personaggio. È l’attore che più di tutti
rappresenta i mutanti Marvel al cinema, una sorta
di Robert Downey
Jr per il corrispettivo MCU, e potrebbe essere
arrivato alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con
questo film.
Logan ha un’uscita
prevista per il 3 marzo 2017. Alla regia c’è James
Mangold (già regista di Wolverine
L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh
Jackman,Boyd Holbrook, Richard
E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La
Salle, Elise Neal e Patrick
Stewart.
La popolarità dei personaggi
Marvel cresce ogni giorno
che passa e molti artisti e visual designer
traggono ispirazioni dagli eroi più noti del Marvel
Cinematic Universe per realizzare le proprie opere. Oggi
vi segnaliamo il lavoro di Betawi Kebayoran, artista che ha immaginato su un
concept fantasy tre noti personaggi: Thor,
Captain America e Black
Panther:
Vi ricordiamo che Thor sarà presto
protagonista di Thor Ragnarok per la regia
di Taika Waititi. Nel cast del film
Chris Hemsworth sarà ancora Thor;
Tom Hiddleston il fratello
adottivo di Thor, Loki; Il vincitore del Golden Globe e Screen
Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins interpreterà
nuovamente Odino, signore di Asgard.
Black Panther
apparso in Captain America Civil War, sarà
protagonista del film Standalone scritto e diretto
da Ryan Coogler e che seguirà la storia
di T’Challa, il re guerriero di Wakanda.
Captain America lo
vedremo trai protagonisti assoluti in Avengers Infinity War che
arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher Markus e
Stephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del
film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe
Russo.
Star
Wars di George Lucas è un universo
che è entrato di diritto nell’immaginario collettivo, ed è
diventata una di quelle storie che vengono replicate all’infinito
in quanto fonte di incredibile ispirazione.
A tutti i fan di Star
Wars segnaliamo l’incredibile lavoro
dell’artista Marc
Hagan-Guirey, a.k.a. Paper
Dandy che con la tecnica del Kirigami ha
ricostruito i momenti più iconici della saga.
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Vi ricordiamo che
l’universo di Star Wars tornerà al cinema con
l’atteso spin-off Rogue One a Star Wars
Story.
Diretto da
Gareth Edwards su una sceneggiatura di
Gary Whitta e Chris Weitz,
Rogue One a Star Wars Story è un film prequel
ambientato negli anni tra La Vendetta dei Sith e
Una Nuova Speranza. L’uscita in Italia è prevista
per il 14 dicembre 2016. Nel cast del film Felicity Jones, Mads
Mikkelsen, Riz Ahmed, Diego Luna, Forest
Whitaker, Jiang Wen e Ben
Mendelsohn.
Il film sarà certamente
ambientato durante il “Dark Time” dell’Impero, Tra gli episodi III
e IV e sarò il più oscuro e grintoso film dell’universo di Star
Wars. Sembra che il film sarà un war movie vecchia maniera. Nella
storia tutti i Jedi vivono in clandestinità e probabilmente saranno
sullo sfondo della storia principale. Ci saranno inoltre un sacco
di nuove forme di vita aliena. Saranno introdotti nuovi personaggi
droidi e Alieni. At-at, X-Wings, Ala-Y, A-Sts saranno presenti
nella storia. Ci sarà molta azione nella Jungla. Sembra un nuovo
droide sarà parte della banda di ribelli che tentano di rubare i
piani della Morte Nera. Felicity Jones sarà un soldato ribelle
pronta per la battaglia.
Nell’ultimo numero di
Empire, Kate
Backinsale ha parlato del suo personaggio in Underworld
Blood Wars. La bella vampira Selene
torna in questa ennesima e probabilmente conclusiva avventura del
franchise ed ecco cosa ha raccontato del personaggio la sua
interprete: “Lei è sempre stata molto appassionata, ma ora non
gliene importa davvero nulla (…) In questo film vedrete un lato
diverso di lei. Il suo vecchio mentore Viktor si è rivelato un
traditore. Il suo amante Michael è sparito. Ha un figlio, ma non lo
sa.”
“Con Underworld hai delle
regole che sono molto specifiche per il franchise – ha
continuatoAnna Foerster, regista di questo sequel – ma
puoi variare. Quello che ho cercato di portare nel film è un
concept visivo definito e alcune sorprese cool. Credo che i fan
vedranno un nuovo lato di Selene.”
Underworld
Blood Wars, inizialmente prevista per il 14 ottobre
2016, è stata posticipata di tre mesi: la pellicola arriverà nelle
sale il 3 gennaio 2017.
Con Kate
Beckinsale nel ruolo di Selene tornerà anche
Theo James nel ruolo di David, alleato di Selene.
Gli attori britannici Tobias Menzies (Outlander,
Roma) e Lara Pulver(Sherlock) avranno i
rispettivi ruoli di un nuovo formidabile leader dei Lycans e
quello di un feroce ambizioso Vampiro. Charles
Dance (Game of Thrones) interpreterà invece un Vampiro
anziano, Thomas. A completare il cast stellare del film
troviamo:James Faulkner (Game of Thrones),
Peter Andersson (The Girl with the Dragon Tattoo),
l’esordiente Clementine Nicholson, Bradley
James e Daisy Head.
Anna Foerster,
meglio conosciuta per il suo lavoro come direttore della fotografia
in The Day After Tomorrow e White House
Down di Roland Emmerich, si occuperà della regia del
film. Underworld
Blood Wars che sarà sceneggiato
da Cory
Goodman (Priest), verrà
prodotto da Gary
Lucchesi e Tom
Rosenberg per la Lakeshore.
Ecco un esilarante fan-trailer di
LEGO Batman – il film, realizzato con gli psezzoni
estrapolati dai precedenti film sull’Uomo Pipistrello ma con il
doppiaggio comico del film d’animazione di Chris
McKay.
LEGO Batman Il
Filmsi avvale delle
voci originali di Will Arnett, Michael Cera,
Rosario Dawson e Zach Galifianakis.
Dai creatori della grande
avventura The LEGO Movie.
In merito a LEGO Batman Il
Film, Arnett ha dichiarato: “La Batcaverna è
meglio di quanto ricordassi. Ma mi piace molto anche scoprire cosa
vuol dire essere Batman e combattere il crimine giorno per giorno.
Mi diverte davvero molto il fatto che Batman dorma oltre l’orario
della sveglia, lo umanizza in qualche modo”.
Nel cast vocale di LEGO
Batman – Il Film ci saranno Will
Arnett (che doppierà il Cavaliere Oscuro),
Michael Cera (Robin), Rosario Dawson (Batgirl), Zach Galifianakis (The Joker), Mariah
Carey (Gordon) e Ralph Fiennes (Alfred Pennyworth). Lo spin-off
del successo del 2014 The Lego Movie,
sarà diretto dal supervisore all’animazione Chris
McKay. La sceneggiatura è stata scritta da Seth
Grahame-Smith, creatore di Abraham Lincoln:
Vampire Hunter. A produrre il film, insieme a
Dan Lin, saranno Phil Lord e
Chris Miller, registi di The Lego
Movie (attualmente occupati nella realizzazione di
una versione animata di Spider-Man per la
Sony).
Ecco un divertente video che
racchiude alcuni degli errori sul set di Suicide
Squad. Trai protagonisti dei cosiddetti bloopers
ci sono Margot Robbie, Will Smith
e un inquietante Jared Leto che… saluta la
mamma!
Gli errori dal set di Suicide Squad
https://www.youtube.com/watch?v=hKznHPZt2T0
Arriva oggi, 26 novembre,
l’inedita versione estesa di Suicide
Squad (in digital download), con ben 13 minuti in più di
trama sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali, nel
formato Blu-Ray 3D, 4K Ultra HD, nelle esclusive edizioni:
Steelbook, Digibook, Graphic Novel e con le statue da collezione di
Harley Quinn e Deadshot.
Tutte le news sul mondo dei film
della DC COMICS
nel nostro canale dedicata alla DC FILMS.
Trama: Un’agenzia governativa
segreta arruola i super cattivi in prigione per eseguire pericolose
missioni promettendo loro in cambio la libertà. Lo scopo della Task
Force è obbedire agli ordini o morire, così come chiariscono ai
componenti il leader della squadra Rick Flagg, la
sua spada giurata, la samurai Katana e il
dispositivo esplosivo inserito nei loro colli e gentilmente offerto
dalla Wayne Enterprise. Poi c’è il
Joker, che comparendo sia nel presente che in
alcuni flashback, cercherà di mandare a monte il piano della Waller
e di ricongiungersi con il suo vero amore,
Harley.
Chi dice che non esiste l’amore tra
attrici? Jennifer Lawrence e Emma
Stone sembrano sfuggire alle logiche di gelosie tra
giovani colleghe. A dichiararlo è la stessa Jennifer
Lawrence che dopo la visione di La la
Land si è definita la fan numero uno della collega.
Il loro legame comincia grazie a
Woody Harrelson, che ha lavorato con
Emma in Zombieland e con
Jennifer nella saga di Hunger
Games. Sembra che la Stone abbia preso il numero di
telefono della Lawrence proprio da Woody e da allora è stato amore
tra le due stelle. “Emma mi ha mandato un sms dicendomi che ha
preso il mio numero da Woody – ha dichiarato Jennifer Lawrence
– Io ho risposto, “Fanculo!”, e da allora siamo state sempre
grandi amiche.”
Jennifer Lawrence è la più grande
fan di Emma Stone
In merito alla performance di
Emma Stone nel film di Damien
Chazelle, la Lawrence ha dichiarato:
“Emma è fantastica nel film. Se non fossi stata la sua più
grande fan le avrei spezzato le ginocchia come Tonya Harding!
[…] Amo il mio lavoro, non so davvero cosa farei senza la
recitazione, e se c’è qualcuno che prova le stesse cose che provo
io, è logico avvicinarsi. Dipende sempre dalla persona che hai
davanti, ma Emma è così normale e adorabile.“
Sembra che questo amore e questa
stima siano però corrisposti. La Stone ha avuto
modo di dire sulla collega Jennifer Lawrence:
“Ci prendiamo cura l’una dell’altra come persone, non solo come
attrici (…)C’è stato sicuramente un periodo, all’inizio,
in cui io ero tipo ‘Oh mio Dio, il mio ego è distrutto, lei è così
brava e vivace e talentuosa, io sono rovinata e non lavorerò mai
più’. Poi mi sono calmata, e mi sono ricordata che siamo
completamente differenti e che c’è posto per tutti”.
Che ne pensate? Che la vera
amicizia possa esistere anche a Hollywood?
Per quanto riguarda il lavoro delle
due ragazze, vedremo Jennifer Lawrence al fianco
di Chris Pratt in Passengers,
mentre per Emma Stone si prevede una stagione dei
premi molto movimentata, dato che il suo La la
Land è il frontrunner per la corsa agli Oscar e non è
escluso che vedremo l’attrice gareggiare nella cinquina delle
migliori interpreti dell’anno.
Deadpool è senza
dubbio la sorpresa del 2016, ma in vista della season awards che
possibilità hanno il film di Ryan Reynolds e il
suo Mercenario Chiacchierone di essere coinvolti? I
cinecomics non hanno mai avuto molta fortuna con i
premi di cinema, eppure ecco cosa ha dichiarato
Reynolds in merito: “Sono grato del fatto che
i Golden Globes la riconoscano come una categoria (riferito alla
commedia, ndt). Dovrebbe farlo anche l’Academy. La commedia è
incredibilmente difficile da fare, e non è qualcosa che viene fuori
semplicemente.”
Per Ryan Reynolds,
Deadpool è il suo alter ego
Ha poi continuato: “La migliore
commedia, nella mia opinione, deve affondare in qualche forma di
verità. Il personaggio di Deadpool è il mio alter ego. Non voglio
suonare esoterico, ma posso connettermi a quel personaggio in un
modo con cui non posso relazionarmi con nient’altro. In termini di
sensibilità e di senso dell’umorismo, mi sento come se fossimo nati
alla fine dello stesso spettro. Una situazione molto propizia. Non
lo definirei mai come un personaggio facile da caratterizzare
perché il grande inganno di Deadpool è che c’è una grandissima
tensione drammatica che lo circonda insieme a tutta la commedia,
nel film. E non credo che avremmo avuto tutte queste ricompense
dalla commedia se il pubblico non fosse stato coinvolto
emotivamente con lui. Quando il film è uscito, abbiamo cominciato a
sentire le persone che dicevano ‘Questo è il film più divertente
che abbia mai visto'”.
Deadpool ha
incassato 363 070 709 dollari in Nord America e 417 408 522 dollari
nel resto del mondo, per un totale mondiale di 780 479 231 dollari.
Deadpool è stato accolto generalmente bene dalla
critica, soprattutto grazie alla recitazione di Ryan Reynolds e
alla comicità pungente e ironica della sceneggiatura.
Negli Stati Uniti d’America,
Deadpool ha stabilito un nuovo record, diventando
il film vietato ai minori ad incassare di più ($132.4 milioni) nel
week-end d’apertura, per un esordio totale di $264.7 milioni,
dietro solo a Cinquanta sfumature di grigio
per quanto riguarda i film rated R.
Diretto da David
Leitch, Deadpool 2 vedrà Ryan Reynolds tornare nei pani del
Mercenario Chiacchierone della Marvel.
Il reboot di
Ghostbusters al femminile non ha avuto molto
successo, né tra il pubblico né con la critica, eppure sembra che
la produzione sia comunque fiduciosa nei confronti del futuro del
franchise. Ivan Reitman, che ha produtto il film
diretto da Paul Feig, ha dichiarato quanto segue
durante la Mr. Wavvy podcast
interview: “Ci saranno molti altri film di Ghostbusters,
sono in sviluppo proprio adesso.”
In cantiere molti sequel di Ghostbusters
Diretta da Paul
Feig (Mi
sono perso il Natale, “Le amiche della sposa”) che ne firma
anche la sceneggiatura insieme a Katie Dippold (“Corpi da reato”),
la pellicola ci porta in una Manhattan infestata da un’ondata di
spettri. A contrastarli ci pensano Abby ed Erin, una coppia di
scrittrici semisconosciute che decide di aprire una ditta di
acchiappafantasmi proprio nel momento giusto. Sul set del film:
Chris Hemsworth (Heart
of the Sea – Le origini di Moby Dick,
Come ti rovino le vacanze), Melissa McCarthy
(Tre
all’improvviso,
Una notte da leoni 3, Una
mamma per amica, Tammy),
Kristen Wiig (“Le amiche della sposa, “I sogni
segreti di Walter Witty”), Kate McKinnon (“Ted 2″,
“Saturday Night Live”), Leslie Jones (“Saturday
Night Live”, “Un disastro di ragazza”).
C’è moltissima attesa per Assassin’s
Creed con Michael Fassbender e
durante la promozione del film l’attore ha rilasciato alcune
interessanti dichiarazioni in merito alla moralità del suo
Callum Lynch e del suo antenato Assassino
Aguilar.
Ecco cosa ha raccontato l’attore a
Empire: “Moralmente
è molto ambiguo. Entrambe le due parti, i Templari e gli Assassini,
sono ipocrite ad un certo punto. Non ci sono personaggi chiaramente
buoni o cattivi. Credo che sia un po’ provocatorio per il pubblico
da vedere. Del tipo che si chiederanno se devono o meno
identificarsi con il personaggio protagonista o no. Non è come
Star
Wars – ha continuato – non ci sono il lato oscuro e il
lato chiaro.”
In questi termini, il personaggio
potrebbe essere molto interessante e magari darà un tocco di
autenticità al film basato sull’omonimo e amato videogioco.
Le riprese del film Assassin’s
Creed sono iniziate ad agosto 2015 e si sono svolte a
Londra, a Malta e in Spagna. Si sono poi ufficialmente concluse a
gennaio 2016.
Assassin’s
Creed, prodotto e distribuito dalla È, uscirà in
America il 21 dicembre 2016. Nelle sale italiane
invece arriverà il 5 gennaio 2017. Di seguito
la prima trama:
Callum Lynch (Michael
Fassbender) scopre di essere un discendente di una
società segreta di assassini dopo aver sbloccato memorie genetiche
che gli permettono di rivivere le avventure del suo antenato,
Aguilar, nella Spagna del 15esimo secolo. Dopo aver acquisito una
conoscenza e delle abilità incredibili, decide di attaccare gli
oppressivi Cavalieri Templari ai giorni nostri.
Si è spenta a 82 anni
Florence Henderson, attrice statunitense, nota per
aver partecipato alla serie TV La famiglia Brady.
Secondo le dichiarazioni del suo publicist David
Brokaw, la Henderson si è morta al
Cedars-Sinai
Medical Center a Los Angeles giovedì notte, circondata dai suoi
amici e dalla famiglia. Soffriva di problemi cardiaci.
Si è spenta Florence
Henderson
Nata in Indiana da genitori di
origini inglesi, studia all’Accademia americana di arti drammatiche
di New York. Inizia a fare l’attrice a teatro, debuttando a
Broadway nei primi anni cinquanta (Wish You Were Here, Fanny). Nel
1955 debutta in televisione comparendo in un episodio di I Spy. Nel
1963 lavora nello show di Johnny Carson e in altri programmi
presentati da importanti intrattenitori della TV statunitense
dell’epoca, tra cui Jack Paar.
Il ruolo per cui è maggiormente
conosciuta è quello di Carol Brady nella sitcom televisiva La
famiglia Brady, andata in onda dal 1969 al 1974. Ha preso parte a
117 episodi della serie. Nel 1970 debutta al cinema partecipando al
film Song of Norway. Nella stagione 1976-1977 è nello show The
Brady Bunch Variety Hour.
Ha recitato in numerose serie TV nel
corso degli anni ottanta: Love Boat, The Brady Girls, La signora in
giallo. Nel 1990 è nuovamente Carol Brady nello show The Bradys
(insieme a The Brady Girls è uno spin-off dell’originale). La si
ricorda anche per aver partecipato a The $10,000 Pyramid (1982-1987
e poi nuovamente nel 1991) e The Hollywood Squares, di cui fu
ospite numerose volte tra il 1971 ed il 1980.
Nel 2010 ha preso parte al varietà
Entertainment Tonight ed è stata tra i concorrenti dello show
Dancing with the Stars.
La Paramount Pictures ha diffuso un nuovo trailer
originale di Fences con protagonisti
Denzel Washington e Viola Davis,
trai principali concorrenti alla corsa agli Oscar di categoria.
Ecco Denzel Washington e Viola Davis nel trailer di
Fences
Denzel
Washington e Viola Davis insieme in
Fences
Fences racconta la
storia di un ex giocatore di baseball (Washington) che, dopo esser
stato respinto dalla major league in quanto afroamericano, adesso
lavora come netturbino a Pittsburgh. Il film esplora le complesse
relazioni dell’uomo con sua moglie (Davis), suo figlio e i suoi
amici.
Washington si occuperà anche della
regia del film, tornando così dietro la macchina da presa a quasi
10 anni di distanza dall’ultimo The Great Debaters Il
potere della parola.
Scott Rudin e
Todd Black si occuperanno della produzione insieme
allo stesso Washington. Le riprese inizieranno questo mese a
Pittsburgh.
L’ultima volta che abbiamo visto
Denzel Washington sul grande schermo è stato in
The Equalizer di Antoine Fuqua.
Il regista e l’attore è attualmente nelle nostre sale con il remake
de I Magnifici Sette in cui
reciteranno anche Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent
D’Onofrio, Matt Bomer e Peter
Sarsgaard.
Viola Davis,
invece, ha fatto parte del cast dell’attesissimo cinecomic Suicide Squad, arrivato nelle
sale ad agosto. Proprio ieri è stato annunciato che sarà tra i
protagonisti del nuovo film di Steve McQueen, dal
titolo Windows.