Sappiamo già che Hugh Jackman e il
regista James Mangold torneranno a lavorare insieme per il
sequel di The Wolverine. Jackman ha recentemente
dichiarato con entusiasmo che ci sono già molte idee in ballo sulle
fonti da cui attingere la futura storia .
In una nuova, recente intervista a Mangold è
stato domandato se il film si baserà su un arco narrativo tratto
dai fumetti. La risposta è stata chiara: “Assolutamente. Posso
assicurarvi che nel determinare i nostri piani futuri non conto
solo sulla mia immaginazione, ma su tutte le grandi storie che sono
state scritte su Wolwerine nei fumetti.”
Mangold non si è sbilanciato su quali storie
abbia già in mente, ma vista la stretta connessione tra The
Wolverine e X-Men: Days of Future Past, viene spontaneo
supporre che qualsiasi sequel si legherà all’universo narrativo
degli X Men.
Con L’erede viene riproposto
sul grande schermo quel cinema di genere made in Italy che
da anni non riceveva lustro da una produzione degna di nota. La
Iris Film è finalmente riuscita nell’impresa portando nelle sale la
sua quattordicesima opera prima e riuscendo a distribuirla in 20
copie su tutto il territorio nazionale.
All’epoca ci era stato detto che
David Leitch si era tirato indietro dopo aver
capito che il suo “contributo creativo sarebbe stato minimo a
causa dello stato di avanzamento rapido del progetto“, e ora
il regista ha spiegato le ragioni per cui ha abbandonato il
film.
“Abbiamo il privilegio di
scegliere e questo è scoraggiante“, ha spiegato durante
un’apparizione al podcast Happy Sad Confused. “È vero, però,
che ce lo siamo guadagnato, in termini di film che abbiamo fatto e
di successi che hanno avuto, e speriamo che continuino ad avere, ma
se ci viene chiesto di far parte di questi mondi, vuoi prendere sul
serio queste conversazioni, e noi siamo creativi per trovare il
modo di entrare in molte cose. Quindi è stata una conversazione
davvero fantastica, essere in trattativa con Steven e Frank, su
quel franchise che ci è così caro, è stato un momento davvero
bello“.
“In definitiva, devi fare ciò
che è meglio per il film in questione e fare ciò che è meglio per
te come artista“, ha continuato Leitch. “E assicurarsi di
fare lo stesso film, e di poterlo fare entro i parametri, e a un
certo punto abbiamo detto – volevamo dare questa risposta in fretta
perché devono andare a fare questo film in fretta che tutti sono
entusiasti di vedere e penso che siano approdati, ovviamente, a un
regista brillante, che amiamo e rispettiamo e… sarà
fantastico“.
Sembra che lo studio possa esitare
a prendere qualsiasi decisione creativa che discosti molto il film
dai recenti successo dopo l’accoglienza critica e commerciale di
Jurassic
World: Il Dominio, e Leitch potrebbe aver avuto delle
idee che non erano del tutto condivise.
Cosa sappiamo su Jurassic
World 4?
I dettagli sulla trama di Jurassic
World 4 non sono ancora stati resi noti, ma secondo
quanto riferito il film lancerà una “nuova era giurassica”
con una trama completamente nuova, il che sembrerebbe indicare che
le star di Jurassic World
Chris Pratt e
Bryce Dallas Howard, insieme al cast originale della
JW interpretato da
Sam Neill,
Laura Dern e
Jeff Goldblum, non faranno ritorno.
Il film, ancora senza titolo (si è
parlato di Jurassic City), dovrebbe arrivare nelle sale il 2 luglio
2025. L’ultimo film di Leitch, The Fall
Guy, è uscito questo fine settimana e vale la pena
vederlo sul grande schermo.
Il regista di The BatmanMatt
Reevesha
recentemente rivelato
che sta facendo molti progressi sulla sceneggiatura del suo
sequel con il co-sceneggiatore Mattson Tomlin,
confermando al contempo che il suo “BatVerse” rimarrà separato dal
DCU. Una fonte affidabile ha recentemente
affermato che i nuovi co-CEO dei DC Studios, James Gunn e Peter
Safran, potrebbero avere in programma di mettere insieme
entrambi gli universi e rendere
Robert Pattinson il Cavaliere Oscuro ufficiale
della DCU, ma James Gunn è stato veloce nel smentire questa
possibilità.
Quindi, il BatVerse sembra
destinato a continuare come se fosse autonomo per ora, ma potrebbe
cambiare ad un certo punto? Reeves ha ammesso a Collider che ha intenzione
di incontrare James Gunn e Peter
Safran per discutere proprio del futuro del
franchise.“Loro [Gunn e Safran] sono stati
fantastici. […] In realtà dovremmo incontrarci nelle prossime
settimane perché vogliono parlarmi del piano generale, e poi
vogliono ascoltare il piano BatVerse. Ci stiamo solo riunendo
per parlare di tutto questo”.
Al regista è stato chiesto se
questo ampio piano potrebbe comportare la fusione degli universi?
“Senti, sono entusiasta di sapere cosa faranno”,
ha continuato Reeves. “Il BatVerse, come ha detto
James, e come ha detto Peter, è una specie di cosa che ci stanno
lasciando fare.”Matt Reeves ha anche
preso in giro ciò che i fan possono aspettarsi da
The Batman 2 e, sebbene
non abbia rivelato alcun dettaglio specifico, ha chiarito che il
Cavaliere Oscuro di Robert Pattinson rimarrà al centro della
storia. “Per me, la cosa che sento davvero è che credo
anche che Rob [Pattinson]
sia così speciale nel ruolo. Il mio obiettivo è sempre stato quello
di realizzare queste storie dal punto di vista che consentano al
personaggio di essere sempre il centro emotivo della
storia. Perché un sacco di volte quello che succede è che,
dopo aver fatto il primo, improvvisamente arrivano altri personaggi
della Rogues Gallery, e in un certo senso prendono il sopravvento,
e poi Batman prende un posto in secondo piano dal punto di vista
del personaggio o emotivamente.
Sappiamo che la serie di The
Panguin di Colin Farrell tornerà come uno dei cattivi
principali dopo gli eventi della sua serie solista HBO Max, ma Matt
Reeves introdurrà quasi sicuramente un altro antagonista. Tuttavia,
i fan saranno probabilmente lieti di sapere che Batman rimarrà in
prima linea.
James Gunn è un uomo impegnato. Oltre a
occuparsi degli studi DC, sta dirigendo Superman
e un episodio della seconda stagione di Peacemaker… contemporaneamente (il che
porta inevitabilmente a speculazioni su un crossover tra i due
progetti del DCU).
Sebbene il regista tenda a tenere
aggiornati i fan attraverso le sue varie piattaforme di social
media, raramente pubblica qualcosa senza che abbia un significato
più profondo.
Come potete vedere qui sotto,
James Gunn ha recentemente condiviso una foto
di una classica action figure di Mister Mxyzptlk.
L’iconico cattivo di Superman
non è ancora apparso in un film, anche se varie versioni sono
apparse nell’Arrowverse
e in altri show televisivi che ruotano attorno all’Uomo
d’Acciaio.
“Dite il mio nome“, ha
scritto James Gunn nella didascalia del post, in
seguito alle speculazioni sull’intenzione di includere Mxyzptlk in
un prossimo progetto del DCU. Il regista è un fan del lato più strano
dell’Universo DC, e possiamo facilmente immaginare
Christopher Smith che deve respingere il
trickster!
Allo stesso tempo, non vorremmo
dare troppa importanza a questa notizia, perché potrebbe essere che
James Gunn abbia ricevuto una bella action
figure e voglia condividerla con i suoi seguaci! Tuttavia, non
stupitevi se questo personaggio apparirà da qualche parte nel
DCU.
Nei fumetti, Mister Mxyzptlk è un
folletto della quinta dimensione, il che significa che proviene da
una dimensione al di là delle normali tre dimensioni spaziali e del
tempo. È principalmente un nemico di Superman e spesso appare come
un antagonista giocoso piuttosto che come un vero cattivo.
Una delle caratteristiche
principali di Mxyzptlk è la sua capacità di deformare la realtà, di
piegare le leggi della fisica e, in generale, di provocare il caos
con i suoi poteri di manipolazione della realtà. Spesso lo fa per
divertimento, sfidando Superman a superarlo in astuzia entro una
serie di regole o condizioni.
Tuttavia, è stato dimostrato che
l’Uomo del Domani riesce a superarlo facendo pronunciare al cattivo
il suo nome al contrario, “Kltpzyxm“, rispedendolo per un
certo periodo di tempo nella quinta dimensione.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Daniel Espinosa, regista del
Thriller Safe House con Ryan Reynolds e Denzel
Washington in questi giorni nelle sale, è stato contattato per un
nuovo progetto: si tratta del thriller The
Outsider, storia della scalata nella Yakuza giapponese di
un ex prigioniero di guerra americano dopo la fine della Seconda
Guerra Mondiale.
Un’ottima opportunità per Espinosa,
praticamente sconosciuto prima del successo al botteghino di Safe
House, non solo per essere parte di una grande produzione( la
pellicola sarà prodotta da Art e John
Linson della serie Son of Anarchy) ma
anche per lavorare con un attore del calibro
di Michael Fassbender, che è stato già
contattato per interpretare il ruolo principale.
Hugh Jackman notoriamente si “ritirò” come l’eroe mutante
preferito dai fan quando seppellì (letteralmente) Wolvie in
Logan di James
Mangold. Il film acclamato dalla
critica è stato ampiamente visto come un appropriato canto del
cigno per il personaggio, quindi, mentre molti fan non vedono l’ora
di vedere come farà squadra con
Deadpool, la notizia del ritorno dell’attore candidato
all’Oscar non è stata accolta con entusiasmo sfrenato da tutti.
Poco dopo che il video ha fatto il giro, il regista Mangold è
andato su Twitter per condividere una reazione piuttosto
eloquente:
Dovremmo prenderlo come un segno
che il regista di Indiana
Jones 5 è dell’opinione che la versione di
Jackman su Wolverine dovrebbe rimanere sepolta?
Bene, ha seguito il suo Tweet iniziale è ritornato sulla questione
incalzato dalla rete, confermato che non c’è nessun rancore e che è
solo uno scherzo!
Oh my gosh! Everybody chill. Just kidding!
I’m all good! LOGAN will always be there. Multiverse or prequel,
time warp or worm hole, canon or non-canon or even without a
rationale, I cannot wait to see what maddness my dear friends
@VancityReynolds
and @RealHughJackman
cook up! pic.twitter.com/qaCG4Z39x4
Shawn Levy
dirigerà Deadpool
3. Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da
Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa
del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti
da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy
Molyneux.
Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel
cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh
Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz
in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di
Morena Baccarin come Vanessa e T.J.
Miller come Weasel. Paul Wernick e
Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È
una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è
un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo
molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.”Deadpool
3 uscirà il 6 settembre 2024.
Il regista si è presentato su
Instagram per congratularsi con Shawn Levy e Ryan
Reynolds per il successo del film, condividendo anche
un’immagine mock-up del Merc With a Mouth che balla su quelli che
sono diventati noti come i “Joker Steps”.
“Devo fare tanto di
cappello a @vancityreynolds e @slevydirect per questo film che è un
vero e proprio rullo compressore.Sapevamo che
sarebbe stato grande, ma questo è troppo.😂
Congratulazioni a tutti i coinvolti!!!🫡”
Levy ha risposto con:
“Grazie, @toddphillips!Non vedo l’ora di
vedere quale deliziosa follia ci hai preparato per la prossima
volta…!”.
I Marvel Studios non hanno avuto un
periodo facile negli ultimi tempi, con gli ultimi film che hanno
avuto un rendimento insufficiente (The
Marvels ha finito per essere il film di minor
incasso dello studio) e recensioni contrastanti/negative. Se non
c’era già un piano per far sì che Logan (Hugh
Jackman) e il Mercante con la bocca (Ryan
Reynolds) unissero le forze per un’altra avventura, c’è da
scommetterci.
Per quanto riguarda
Joker, il sequel di Phillips,
Folie à
Deux, arriverà nelle sale il prossimo ottobre e
c’è sempre la possibilità che recuperi la corona del box office
R-rated da Deadpool & Wolverine.
Il regista di John Wick
4, Chad Stahelski, ha
recentemente rivelato, nel corso di un’intervista con Comic Book Movie, di star
facendo pressioni sull’Academy of Motion Picture Arts and Sciences
per introdurre una categoria per i Migliori Stunt agli Oscar.
“”Abbiamo incontrato dei membri dell’Academy e parlato
realmente dell’argomento. Se devo essere onesto è stato
incredibilmente positivo e formativo. Penso, per la prima volta,
che si siano compiuti dei passi in avanti verso la realizzazione di
questo progetto“.
“Penso che sia qualcosa che può
accadere ai prossimi Oscar o a quelli dopo o al massimo nei
prossimi tre o quattro anni“. – ha continuato poi Stahelski –
“Penso che ci siano molte parti funzionanti, ma c’è anche da
considerare altri aspetti. Ad esempio, ‘okay, sono l’Accademy, sei
venuto da me e hai detto che avremmo dovuto inserire gli Stunt agli
Oscar, e io sono d’accordo con te. Grande. Come lo facciamo? Come
selezioniamo la migliore acrobazia? A chi lo diamo? Presto, quali
sono le tue risposte?’“.
“Non abbiamo avuto veri discorsi
su come determinare cosa premiare, ad esempio, per il miglio Stunt?
È la migliore coreografia? La migliore sequenza d’azione? Il
miglior gruppo di stunt? Lo riceve il coordinatore degli stunt? Chi
gira la scena? Il coreografo di arti marziali? Chi ha coreografato
la lotta? La controfigura? Il regista della seconda unità? Il
montatore? Chi riceve il premio? Tutte queste sono domande
grandiose che devono essere affrontate da individui intelligenti da
entrambi i lati, dalla comunità degli stunt e dall’Academy”,
ha poi spiegato il regista.
“L’Academy vuole gli Stunt agli
Oscar. Succederà. Si tratta di come farlo nel modo più equo e
ponderato possibile. Vogliamo che questo abbia un impatto
sull’industria e sul mondo, vogliamo farlo con classe, vogliamo
farlo bene, vogliamo farlo in modo intelligente, e questo richiede
solo un po’ di tempo e le persone giuste nella stanza per
parlarne“, ha poi concluso il regista. Discorsi complessi
dunque, che stanno però avvenendo e potrebbero portare nel giro dei
prossimi anni all’introduzione della tanto attesa categoria
dedicata agli Stunt.
Quest’ultimo è stato accolto male e
ha incassato un deludente 439 milioni di dollari in tutto il mondo
rispetto al miliardo di dollari guadagnato dal suo predecessore. Il
sequel che segna la sua ultima apparizione come Aquaman non è un
segreto, ma se avrà una seconda possibilità nel DCU come Lobo è rimasto nell’aria.
Condividendo un estratto di un
articolo di ComicBookMovie.com, Momoa ha annunciato il suo casting
come The Main Man su Instagram. In seguito James Gunn gli ha dato il benvenuto nel
DCU e le testate hanno confermato che
interpreterà Lobo in
Supergirl: Woman of Tomorrow.
Nel corso degli anni sono stati
fatti diversi tentativi di portare Lobo sul grande schermo.
Guy Ritchie e Brad Peyton si sono cimentati
entrambi, con Dwayne Johnson che si è messo in
gioco per il film di quest’ultimo. Nel 2018, Michael Bay sembrava
intenzionato a occuparsi del film, ma anche questo non si è mai
concretizzato.
Ora, il regista di John Wick,
Deadpool 2 e The
Fall Guy, David Leitch, ha lanciato il
suo nome nel ring e ha proposto a Momoa un film su Lobo di cui
sarebbe desideroso di prendere il timone…
Sarebbe un bel team-up, visti i
crediti d’azione di Leitch.
Tornando a
Supergirl: Woman of Tomorrow, Deadline ha confermato
che la produzione del film inizierà il 13 gennaio. Questo
spiegherebbe perché la notizia del casting di Momoa è stata diffusa
ieri.
Che ruolo avrà la star di Aquaman
nel secondo film del DCU? Si dice che sarà più di un cameo e, in
un’intervista a 2023, lo scrittore Tom King ha rivelato che il suo
progetto originale per il fumetto Supergirl: Woman of
Tomorrow prevedeva Lobo come co-protagonista.
“Quel libro è nato come una mia
proposta per un libro su Lobo/Supergirl, e i miei editor, Brittany
Holzherr e Jamie Rich, mi hanno detto ‘No, togli Lobo e fai di
Supergirl il personaggio di Rooster Cogburn’”, ha spiegato King. “E
quindi non esisterebbe senza Jamie e Brittany”.
Supergirl:
Woman of Tomorrow è attualmente previsto come secondo
titolo DCU dei DC Studios e sarà diretto dal regista di
Crudelia Craig Gillespie. Ana Nogueira (The Vampire Diaries) ha
scritto la sceneggiatura dopo essere stata inizialmente ingaggiata
per scrivere il film di Supergirl con Sasha Calle.
Nel film dei DC Studios, Supergirl
viaggia attraverso la galassia per festeggiare il suo 21°
compleanno con Krypto il supercane. Lungo la strada, incontra una
giovane donna di nome Ruthye e si ritrova in una ricerca omicida di
vendetta. Supergirl: Woman of Tomorrow arriverà nelle sale il 26
giugno 2026.
Troy Duffy, regista
dell’acclamato Boondock Saints, tornerà finalmente
alla regia dopo quasi un decennio dal suo ultimo progetto. Negli
anni ’90 Boondock Saints ricevette una caldissima
accoglienza da parte di pubblico e critica, sebbene fosse un film
indipendente mal distribuito. La storia dei due fratelli vigilanti
di Boston (Sean Patrick Flanery e Norman
Reedus) catturò l’immaginazione di moltissimi fan,
divenendo infine un film cult.
Quattro anni dopo,
Duffy fu il soggetto di un documentario chiamato
Overnight, che narrava del successo e fallimento
del regista. Nel 2009, Duffy diresse
Boondock Saints 2: Il giorno di Ognissanti, che
però non ottenne il successo sperato e fu detestato dalla critica.
Finalmente ora, dopo otto anni, il regista ha deciso di tornare
dietro la cinepresa.
Troy Duffy dirigerò
un film intitolato The Blood Spoon Council, come
confermato da un comunicato stampa diffuso dal produttore
Oceanside Media, azienda australiana fondata dal
produttore Scott Clayton. Il film, scritto da
Duffy e il giovane Criss
Lassiter, è stato descritto come un ‘agghiacciante
thriller psicologico’ in cui il Consiglio del Cucchiaio del Sangue,
un gruppo di vigilanti, andrà alla caccia di serial killer. Secondo
la descrizione della trama:
“L’FBI
incarica un giovane profiler per entrare nella testa del leader del
gruppo. Ma le loro indagini vengono ostacolate quando il ragazzo
comincia ad avere a che fare con un gioco segreto di guardie e
ladri voluto da una mente come non se ne sono mai viste
prima.”
Il comunicato stampa non specifica
nulla riguardo al cast ma fa menzione dei futuri progetti di
Troy Duffy, tra cui Rock ‘Em Sock ‘Em and
Black Ghost, un film d’azione estrema. Nel comunicato
viene anche menzionato un terzo film della saga di Boondock
Saints così come un reboot televisivo della serie,
annunciato all’inizio del 2017.
Ancora non è stata rilasciata una
data di uscita per The Blood Spoon Council.
Arriverà nelle sale italiane dal 17
agosto il nuovo film DC Blue Beetle, incentrato su
un ragazzo che viene scelto per diventare un ospite simbiotico
dello Scarabeo, un’antica reliquia biotecnologica aliena che gli
garantisce una potente armatura esoscheletrica, trasformandolo nel
supereroe Blue
Beetle. Il film è diretto dal regista Angel Manuel
Soto, il quale però ha recentemente raccontato di aver
inizialmente avuto il desiderio di realizzare una origin story
dedicata al personaggio Bane.
Intervistato da Den of Geek, il regista ha
dunque spiegato cosa è successo quando ha ricevuto per la prima
volta la chiamata per lavorare con DC. “Volevo presentare delle
idee, e una di queste era la storia delle origini di Bane“, ha
detto Soto. “Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di
interessante nell’esplorare la sua realtà e come nasce un
personaggio del genere“. Tuttavia, la conversazione è andata
in un modo diverso e la Warner Bros. ha detto: “C’è questo
personaggio che stiamo sviluppando da un paio d’anni. Il Blue
Beetle, un supereroe latino“. Il resto, come si suol dire, è
storia.
Bane, come noto, è già stato portato
al cinema, anche se i due film in questioni non hanno
effettivamente proposto la storia delle sue origini. La prima
apparizione risale al film Batman & Robin, dove
però è rappresentato come un forzuto senza cervello, incapace di
parlare. Una versione più apprezzata del personaggio è poi apparsa
in Il cavaliere oscuro – Il
ritorno, dove ad interpretare un Bane molto più
intelligente e pericoloso vi è l’attore Tom Hardy. Deve
dunque ancora esserci un film esclusivamente incentrato sulla
storia delle origini di questo famoso supercriminale di Batman e
chissà che proprio Soto non avrà occasione di realizzarlo in futuro
nel nuovo DC
Universe.
Cosa sappiamo su Blue Beetle?
Blue Beetle è un personaggio
immaginario dei fumetti; venne pubblicato negli Stati Uniti
d’America da diverse case editrici a partire dal 1940. Tale
supereroe ha avuto nel tempo diversi alter ego. Kord “è saltato”
nell’universo DC Comics durante Cisis on Infinite
Earths insieme a un certo numero di altri
personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue Beetle in
seguito ha recitato nel suo fumetto di 24 numeri. Kord non ha
mai avuto superpoteri, ma ha usato la scienza per creare vari
dispositivi che lo aiutassero a combattere il crimine.
È diventato un membro
della Justice League of America ed è stato
successivamente ucciso durante il crossover Infinite
Crisis della DC Comics. Soto (“Charm City
Kings”, “The Farm”) dirige da una sceneggiatura di
Gareth Dunnet-Alcocer (“Miss Bala”),
basata sui personaggi DC. Al fianco di Xolo
Maridueña (“Cobra Kai”) troviamo Adriana
Barraza(“Rambo: Last Blood”, “Thor”) nel ruolo
della nonna di Jaime, Nana, Damían Alcázar
(“Narcos”, “Narcos: Mexico”) in quello di suo padre,
Elpidia Carrillo (“Mayans M.C.”, la saga
di “Predator”) nel ruolo della madre, Bruna
Marquezine (“Maldivas”, “God Save the King”) in
quello di Jenny Kord, Raoul Max Trujillo (i film
di “Sicario”,“Mayans M.C.”) come Carapax. I
Il Premio Oscar
Susan Sarandon (“Monarch”, “Dead Man
Walking”) come Victoria Kord e George Lopez
(le saghe di “Rio” e “I Puffi”) nel ruolo di suo
zio Rudy. Nel cast anche Belissa Escobedo
(“American Horror Stories”, “Hocus Pocus 2”) nel ruolo
della sorella di Jaime, Milagro, e Harvey Guillén
(“What We Do in the Shadows”) che interpreta il Dott.
Sanchez. Blue Beetle sarà disponibile nelle sale italiane
a partire dal 17 agosto 2023 distribuito da Warner Bros.
Pictures.
Come ormai noto, la Fase 4 del
Marvel Cinematic Universe
è stata caratterizzata da alti e bassi, generando non poca
confusione tra i fan. La Fase 5, con
Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, non ha migliorato le cose, complicando
ulteriormente la situazione e il futuro della Multiverse
Saga. Ora, il co-regista di Avengers: Endgame, Joe
Russo, ha però chiesto ai fan di essere pazienti con la
Marvel e con la Fase 5 del Marvel Cinematic Universe. “Non
c’è nessuno più bravo a raccontare storie del presidente dei
Marvel Studios Kevin Feige in questo momento.
Se hai intenzione di scommettere su qualcuno, scommetti su di
lui“, ha detto il regista nel corso di un’intervista.
“Penso che il tipo di storia che
si è svolto nelle fasi su cui abbiamo lavorato fosse un tipo di
storia molto specifico che si è concluso in quelle fasi e ora è il
momento di una nuova storia, e penso che questa sia la direzione
che la Marvel sta prendendo Ti stanno
raccontando una storia molto diversa, una storia molto nuova e
penso che il pubblico debba solo essere paziente con il
reindirizzamento perché non puoi continuare a raccontare la stessa
storia più e più volte o perdi il pubblico“. Per Russo,
dunque, si tratta solo di avere pazienza, con il quadro generale di
questo nuovo racconto che sarà presto chiaro.
Joe Russo ha poi continuato,
affermando: “penso che stiano prendendo delle oscillazioni
molto grandi e stanno giocando con il tono e stanno sostenendo la
diversità tanto quanto chiunque nello spazio narrativo in questo
momento e tutte queste cose sono enormi vittorie per grandi-
narrazione su scala.” I commenti di Joe Russo arrivano dopo
che i fan, come anticipato, hanno espresso preoccupazione per il
fatto che l’MCU sia diminuito di qualità dopo
la conclusione della Infinity Saga.
Diversi titoli della Fase 4, tra cui Eternals e Thor: Love and Thunder, hanno
ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica e hanno
avuto prestazioni inferiori alle aspettative al botteghino.
Le attenzioni sono ora tutte puntate
su Guardiani della Galassia
Vol. 3 in arrivo al cinema il 3
maggio, il quale avrà il compito di risollevare un po’ gli
animi. I due precedenti film diretti da James
Gunn sono tra i più apprezzati dai fan e le
aspettative sono molto alte anche per questo nuovo capitolo, che se
da una parte concluderà le avventure dei Guardiani, dall’altra
introdurrà nuovi personaggi, che potrebbero rivelarsi decisivi per
il futuro dell’MCU. In generale, volendo credere
alle parole di Joe Russo, non resta che attendere e vedere cosa
accadrà nel corso di questa Fase 5, decisamente decisiva in vista
del gran finale della Fase 6.
Attraverso il suo profilo via
Twitter, ha informato i suoi fan di essere sceso sul fondale marino
più profondo al mondo, la Fossa delle Marianne. Si tratta di
una profondità di due chilometri superiore all’altezza del monte
Everest.
Anche se il nome di John
Musker non suona immediatamente familiare a molti, si
tratta di colui che ha scritto e diretto film Disney iconici come
Basil L’Investigatopo, La
sirenetta, Aladdin,
Hercules, Il pianeta del tesoro,
La principessa e il ranocchio e
Oceania.
Tuttavia, nonostante il suo lungo
rapporto di lavoro con La Casa di Topolino, il regista si è ora
scagliato contro le recenti offerte dello studio. Come molti fan,
Musker crede che la Disney debba ridimensionare il messaggio
politico nei suoi film, qualcosa che persino il CEO della Disney,
Bob Iger, condivide, suggerendo che l’impegno
“politico” di questi film passerà in secondo piano andando
avanti.
“Penso che debbano fare una
correzione di rotta in termini di messa in secondo piano del
messaggio, dietro l’intrattenimento, una storia avvincente e
personaggi coinvolgenti”, ha detto all’outlet spagnolo El País
(via Toonado.com). “I classici
film Disney non iniziavano cercando di trasmettere un messaggio.
Volevano che tu fossi coinvolto nei personaggi, nella storia e nel
mondo, e penso che questo sia ancora il nocciolo della
questione”, ha continuato Musker. “Non devi escludere i
tuoi obiettivi, ma devi prima creare personaggi con cui simpatizzi
e che siano avvincenti.”
Insieme a Ron
Clements, Musker è stato fondamentale nella realizzazione
dei film sopra elencati e, in La principessa e il
ranocchio, ha introdotto la prima principessa nera della
Disney in Tiana. All’epoca c’erano le tipiche lamentele razziste a
riguardo alle quali Musker rispose: “Non stavamo cercando di
essere svegliati, anche se capisco le critiche”. Per quanto
riguarda i remake live-action della Disney dei suoi classici
cartoni animati, ha aggiunto: “Le aziende si comportano sempre
così, ‘Come possiamo ridurre i nostri rischi? Ai consumatori piace
questo film, giusto? Lo rifaremo in forma diversa e glielo
venderemo in un attimo.’ Oppure pensano: ‘Beh, potremmo
migliorarlo.'”
Lo Studio non smetterà di
confrontarsi con critiche e adeguamenti, ma una rinnovata
attenzione alla qualità della storia invece che al “messaggio”
forzatamente veicolato può essere certamente un buon punto di
partenza per il futuro.
Allo Star
Wars Celebration tenutosi a Londra, il capo della
Lucasfilm Kathleen Kennedy ha annunciato tre nuovi lungometraggi
di Star Wars, per la regia di
James Mangold, Sharmeen
Obaid-Chinoy e Dave Filoni. Quello di
quest’ultimo si presenta, ad ora, come il progetto più intrigante
tra i tre. Filoni, si potrebbe sostenere, ha negli ultimi anni
lavorato quasi quanto il creatore del franchising George
Lucas nel plasmare il nuovo l’universo di Star Wars. Egli
è il produttore e regista dietro il grande successo The
Mandalorian e delle serie animate The
Clone Wars, Star Wars:
Rebels e Star Wars: The Bad
Batch.
Il progetto di lungometraggio da lui
diretto si concentrerà ora sulla Nuova Repubblica e “chiuderà” le
storie interconnesse che vengono raccontate in queste serie, ma
anche in The Book of Boba Fette
Ahsoka. Un progetto dunque
particolarmente ambizioso, nel quale confluiranno più storie per un
epico gran finale. Molto probabile dunque che tra i protagonisti
ritroveremo anche il Mandaloriano Din Djarin di
Pedro Pascal e il tenero Grogu.
Filoni ha poi confermato che sarà coinvolto nel processo di
scrittura, anche se non può dire quando inizieranno le riprese.
Quando gli è stato chiesto cosa poteva dire sulla storia, ha però
offerto le seguenti informazioni:
“Il modo in cui l’ho descritto è
che se sei cresciuto nei miei stessi anni sei consapevole dell’era
post-Ritorno dello Jedi. La Nuova Repubblica non è una nuova idea.
Non è qualcosa che The Mandalorian ha creato. È una vecchia
idea, in circolazione da molto tempo. Ci sono solo cose in Star
Wars che tutti noi sembriamo sapere se ci lavoriamo da molto tempo.
Ci sono state storie raccontate storie nell’arco di 30 anni che si
sono concluse con la nuova trilogia. Ma c’è un grande intervallo di
tempo ancora da esplorare“, ha affermato Filoni.
“Le cose non vanno così bene
quando iniziamo Il risveglio della forza. Quindi Jon [Favreau] e io
abbiamo guardato a quel periodo di tempo, e quando ha saputo che
voleva The Mandalorian in esso, una delle cose che gli ho detto
all’inizio è stata: “Beh, ho questo epilogo in Star Wars: Rebels
che ha a che fare con quel periodo di tempo”, che avete visto alla
fine con Sabina e Ahsoka che se ne vanno. Quindi, molti di questi fili
iniziano a riunirsi, e poi ho guardato al corpus più ampio di
lavoro che è stato fatto e ciò che è rilevante, e ne emergerà una
storia“.
Molte delle storie proposte nel
corso degli anni da Filoni troveranno dunque compimento con questo
annunciato film, attualmente ancora senza titolo. L’ambientazione,
però, sembra essere confermata per quel periodo di tempo che va da
Il ritorno dello Jedi a Il risveglio della forza,
circa trent’anni poco esplorati durante i quali la Nuova Repubblica
ha ristabilito la pace nella galassia, con le forze del male pronte
però a riprendere il potere con quello che poi si rivelerà essere
il Primo Ordine. Non resta ora che attendere maggiori informazioni
rispetto a questo progetto di Filoni come anche una data di uscita
ufficiale.
È stato presentato ieri
alla stampa romana l’esordio alla regia nel lungometraggio di
finzione del regista Bruno Oliviero, apprezzato autore di numerosi
documentari su Napoli, sua città natale, e Milano, dove vive e dove
ha scelto di ambientare questo La variabile umana,
la cui presentazione ufficiale si terrà al Festival di Locarno il
prossimo 9 agosto, mentre l’uscita nelle sale è prevista per il 29
agosto. Assieme a lui hanno preso parte all’evento i produttori
Lionello Cerri di Lumière e Gabriella Manfrè di Invisibile
Film.
Parlando di questo giallo e del suo
protagonista, un ispettore burbero e introverso, alle prese con un
omicidio e con un rapporto tutto da recuperare con la figlia
adolescente, interpretato da Silvio Orlando, Oliviero afferma che
l’ispirazione “viene da certa letteratura americana degli anni
’30, da autori come Chandler”, l’idea era quella di “un uomo
che rappresentasse la legge, che fosse un po’ deluso rispetto alla
sua carriera, richiamato da un fatto personale a ripensare il suo
ruolo di uomo pubblico”.
Quanto hanno pesato le vicende
d’attualità sul ritratto di Milano presente nel film?
Bruno Oliviero: “La prima idea
del film è stata concepita prima delle notizie d’attualità.
Evidentemente, per me che ho fatto documentari (…) e vivo a Milano
da dieci anni, sentire il clima di un luogo è una delle mie
prerogative. Le notizie di cronaca ci hanno piuttosto
disturbato”, e ammette: “Questa ossessione di noi italiani
per Berlusconi ha un po’ pesato sulla successiva costruzione del
film. Ma soprattutto abbiamo osservato a lungo il clima che si
viveva a Milano prima degli eventi di cronaca. Milano è una città
che anticipa, nel bene e nel male, l’andamento dell’Italia negli
ultimi anni, (…) è un generatore di miti”.
Ti sei sentito più libero di
raccontare la realtà attraverso la finzione, rispetto al tuo
precedente lavoro di documentarista? Quanto ha contato il messaggio
sociale?
B. O.: “Ho cercato di raccontare
questa piccola storia, che toccava la nostra società, essendo più
preciso possibile nel racconto della città”. “La città
doveva essere, ed è, un personaggio del film. È un po’ come la
ragazza protagonista: è vilipesa, ma non ha responsabilità sue
proprie”. “Mi sono sentito più libero che nel documentario
ed ho scelto di passare da questo alla finzione per poter
affrontare tutta la parte intima senza rischiare di essere
voyeuristico, come accade quando lo si fa col documentario, dove si
approfitta di vite reali. Qui ho potuto prendere pezzi di vite
reali, o presunte tali, e offrire un racconto più approfondito. Il
documentario, invece, deve rimanere sempre un passo indietro per
essere rispettoso dei personaggi che rappresenta”.
Come ha scelto Silvio Orlando e
Alice Raffaelli (di cui vediamo solo per un attimo la bellezza da
donna, mentre si è scelto di omettere ogni aspetto pruriginoso dal
punto di vista sessuale)?
B. O.: “Silvio Orlando c’è
sembrato la scelta giusta, perché eccentrica rispetto ai ruoli che
aveva già interpretato, rispetto al personaggio di Monaco, che non
doveva riscuotere nessuna simpatia, mentre Orlando generalmente
riscuote molta simpatia. In ogni opera prima si fanno delle
scommesse, questa era una delle nostre, che mi sembra sia stata
vinta”. Riguardo alla scelta di Alice, mix di bellezza
adulta e tratti ancora acerbi: “Con Silvio abbiamo molto
discusso dell’ambiguità del soggetto, perché quest’attrazione per i
giovani corpi è legittima, in un certo modo. Quindi bisognava stare
attenti a non escludere questa parte, a non far finta che non
esistesse. Perciò Linda (Alice Raffaelli) doveva avere un corpo
degno di essere ammirato e desiderato. Ma questo non fa sì che
debba essere per forza una vittima”.
Com’è nata la scelta di non
mostrare l’aspetto politico (lo scandalo è solo accennato)?
B. O.: “Questo per me è ciò che
fa il cinema, lo si impara molto bene coi documentari (…): non si
può non considerare che ciò che resta fuori dalla narrazione, fa
comunque parte del racconto. Quanto più riesci a puntualizzare il
racconto su un dettaglio della vita, tanto più riesci a far
immaginare ciò che c’è intorno”.
Nel film due uomini piangono,
come mai questa scelta?
B. O.: “Sono due uomini che
vedono la propria vita e tutto ciò in cui credevano, distrutti. (…)
Visto che si parla di uomini che non vanno per il sottile, che i
due personaggi principali fossero uomini e potessero piangere era
un modo per renderli diversi dall’umanità che avevamo visto nel
film. Inoltre, come documentarista (…) ho seguìto dei magistrati e
ne ho visti piangere tanti in momenti difficili del loro lavoro,
perché questi sono mestieri che mettono molto sotto pressione”.
Oliviero parla anche
dell’esperienza di lavoro col musicista Michael Stevens,
collaboratore storico di Clint Eastwood, e sottolinea come questi,
provenendo dal cinema americano, si sia però “aperto a un’idea
di cinema più europeo, nel quale la musica non copre tutto l’arco
delle emozioni” Un lavoro di “adattamento del punto di vista
musicale americano a un film europeo, e in particolare
italiano”.
Visto il finale aperto, dobbiamo aspettarci altre avventure
di Monaco?
B. O.: “Non lo so, per il momento non ci abbiamo
pensato”.
Lionello Cerri: “Ma siamo pronti a vendere il format a
qualche televisione”.
Il film sarà presentato al Festival di Locarno il 9 agosto,
mentre lo troveremo nelle sale dal 29 agosto, distribuito da
Bim.
Il regista Jafar Panahi, è stato condannato, per la sua
opposizione al regime iraniano, a una pena molto pesante: sei anni
di prigione e 20 anni di divieto di scrivere sceneggiature e
realizzare film, oltre a quello di recarsi all’estero e concedere
interviste ai media, inclusi quelli interni al suo paese.
La Warner Bros e la MGM sembrano
aver deciso un regista per il loro tanto atteso reboot della saga
cinematografica di Tomb Raider. I due
studios, al lavoro su un nuovo film che vedrà un ritorno alle
origini, hanno scelto il norvegese Roar Uthaug.
Per il regista, finora dedicato soprattutto alla categoria
thriller-horror, si tratterà del primo lungometraggio in lingua
inglese. Per quanto riguarda la sceneggiatura, dopo il lavoro di
Evan Daugherty, Marti Noxon, Mark Fergus e
Hawk Ostby alle bozze dello script, sembra che
Ginevra Robertson-Dworet (Transformers
5) sia in trattative per occuparsi di un’ulteriore
revisione.
Poco si sa circa l’ultima versione
del viaggio cinematografico di Lara Croft, tranne che la storia si
concentrerà sulla sua prima avventura in assoluto. Il primo
videogame del 1996, vedeva la cacciatrice di reliquie in Perù
alla ricerca di un artefatto conosciuto come Scion. Il suo viaggio
è poi continuato in Grecia e in Egitto. Il reboot del videogame del
2013 ha visto Lara, ancora studentessa di archeologia, in una
spedizione in un’isola immaginaria al largo delle coste del
Giappone. Il film potrebbe ispirarsi ad entrambe le versioni.
Sono anni ormai che Todd
McFarlane cerca di sviluppare un reboot o un sequel della
versione per il grande schermo
diSpawnfirmata
da Mark A.Z. Dippé.
Interrogato ancora una volta in
merito, al Fan Expo,McFarlane da una nuova speranza ai fan del fumetto
affermando che una nuova pellicola dedicata al personaggio potrebbe
“sorgere dall’oltretomba” ed andare in produzione già a partire dal
prossimo anno.
“La verità è che ho addosso un
sacco di pressione”, ha detto Mc Farlane.
“Vogliono che consegni lo script entro la fine dell’anno, il che
significa che dovremmo cominciare le riprese l’anno prossimo”.
Queste sono le dichiarazioni dell’ideatore del personaggio che
sembrerebbe dover occupare il molteplice ruolo di scrittore,
produttore e regista della pellicola nonostante non sia ancora in
possesso di uno script definitivo da finalizzare nella
realizzazione del film.
Riguardo all’aspetto tecnico il
fumettista ed imprenditore canadese prevede un film che non dovrà
essere frenato da un budget spropositato o dall’uso massiccio della
CGI. La sua intenzione è quella di realizzare qualcosa di più
simile ad un lungometraggio horror o thriller che non ad un
cinecomic dedicato ad un supereroe.
Una delle ultime volte che
Todd McFarlane ha aggiornato in merito a questo
progetto, ha parlato di un premio Oscar
interessato alla parte del protagonista e secondo indiscrezioni
sembrò che il nome in questione fosse quello di Jamie
Foxx. Interrogato in merito Todd
McFarlane ha detto: “Abbiamo avuto un via vai di grandi
nomi, come quello che avete appena menzionato, che si sono
presentati nei nostri uffici per dirci di essere interessati.” Ed
Aggiunge:” Mi piacerebbe avere ancora una volta Michael Jai
White nel ruolo di protagonista, cosa che probabilmente
non accadrà.”
Ancora poche certezze, dunque,
attorno a questo progetto che attende di essere finalizzato da anni
e che, a questo punto, prenderà molto probabilmente il via nel
2014.
Blade
è stato
recentemente rimosso dalla programmazione dei Marvel Studios, ma sembra che il film sia
ancora vivo. Anche se l’atteso reboot del MCU non arriverà nelle sale l’anno
prossimo, lo scooper Daniel Richtman ritiene che la produzione del
film nel Regno Unito inizierà nel 2025. Inoltre, ha notato che il
film sarà “dark e vietato ai minori” e avrà un “budget più ridotto
rispetto agli altri film Marvel recenti”.
Richtman sostiene inoltre che si
sta lavorando a una nuova sceneggiatura. L’ultima bozza di Eric
Pearson – che è il sesto sceneggiatore assegnato al progetto dopo
Michael Green, Stacy Osei-Kuffour, Michael Starrbury, Beau
DeMayo e Nic Pizzolatto – aveva “finalmente soddisfatto
tutte le persone coinvolte”, ma evidentemente non è così se sono
tornati ancora una volta al tavolo da disegno.
Come già riportato in precedenza,
Alex Perez di The Cosmic Circus ritiene che il vero motivo per cui
Blade è stato rimandato ancora una volta
sia perché la Marvel sta dando priorità alle
storie multiversali in vista di Avengers:Doomsday e
Secret Wars.
The real reason why
#Blade isn’t getting done is because the story is disconnected
from the rest of the Multiverse Saga. Same goes for Armor Wars,
Nova, etc. It’s not that they’re not getting made, they’re getting
pushed to make room for Multiversal stories.
He has a whole arc set up with Midnight Sons
and the Supernatural side of the MCU. DS2, WBN, Moon
Knight, Agatha and Ironheart only have scratched the surface of
what’s coming. That is the only thing that’s kept him attached.
https://t.co/XT7L1sBStY
Quindi, potrebbe non trattarsi di
un caso in cui lo studio fatica a “far funzionare bene Blade”, ma
semplicemente di un cattivo tempismo per il debutto del Daywalker
di Ali nel MCU.
Cosa aveva detto riguardo al film
Mahershala Ali?
L’ultimo aggiornamento della star
Mahershala Ali durante un’intervista con
EW è stato positivo. “Ci stiamo
lavorando.Questo è il meglio che posso
dirvi.Sono davvero incoraggiato dalla direzione
del progetto.Penso che torneremo a lavorarci
relativamente presto”.
“Sono sinceramente
incoraggiato per quanto riguarda il punto in cui si trovano le cose
e chi è a bordo e chi sta guidando la strada per quanto riguarda la
scrittura della sceneggiatura, la regia e tutto il resto
”, ha aggiunto. “Quindi questo è il massimo che posso
dirvi”.
Demange (che ha sostituito Bassam
Tariq) ha precedentemente confermato che il film sarà
effettivamente vietato ai minori.
“Sono entusiasta di
mostrare una sorta di spietatezza, una ruvidezza che gli permette
di camminare sulla terra in un modo particolare.Lo amo per questo ”, ha detto il regista.
“Ha una dignità e un’integrità, ma c’è una ferocia che di
solito tiene sotto la superficie.Voglio liberarla
e portarla sullo schermo”.
Gomorra è stato uno
degli ultimi successi internazionali del nostro cinema ed ora
Garrone ci riprova con Reality, un film che è partito già con il
piede giusto all’ultimo Festival
di Cannes, dove si è portato a casa il Gran Premio della
Giuria.
Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di
Il Re, il nuovo film originale con protagonisti
Timothée Chalamet, Joel Edgerton, Sean
Harris, Tom Glynn-Carney, Lily-Rose Depp, Thomasin McKenzie con
Robert Pattinson e Ben Mendelsohn.
Il film debutterà su Netflix dal 01 Novembre 2019.
Il Re, la trama
Il principe ribelle Hal (Timothée
Chalamet) volta le spalle alla casa reale e vive tra la gente
comune, ma alla morte del tirannico padre viene incoronato re
Enrico V e non riesce più a sfuggire al suo destino. Ora il giovane
re deve confrontarsi con gli intrighi di palazzo, il caos e la
guerra che il padre gli ha lasciato in eredità e il passato che
ritorna, in particolare nei panni del cavaliere alcolizzato John
Falstaff (Joel Edgerton), suo grande amico e mentore. Diretto da
David Michôd e cosceneggiato da Egerton e Michôd, IL RE ha tra i
suoi interpreti Sean Harris, Ben Mendelsohn, Robert Pattinson e
Lily-Rose Depp.
Diretto da: David Michôd Scritto da: David Michôd e Joel
Edgerton
Prodotto da: Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Liz
Watts, David Michôd e Joel Edgerton
Direttore della Fotografia: Adam Arkapaw Scenografie: Fiona Crombie Montaggio: Peter
Sciberras
Costumi: Jane Petrie Musiche: Nicholas Britell
Netflix è il più grande servizio di
intrattenimento via Internet del mondo, con oltre 151 milioni di
abbonati paganti in oltre 190 paesi che guardano serie televisive,
documentari e film in un’ampia varietà di generi e lingue. Gli
abbonati possono guardare tutto ciò che vogliono in qualsiasi
momento, ovunque e su ogni schermo connesso a Internet. Possono
mettere in pausa e riprendere la visione a piacimento, senza
interruzioni pubblicitarie e senza impegno.
IL RE del carcere
S. Michele è tornato: rilasciato il trailer della nuova stagione
del prison drama Sky Original con Luca Zingaretti, dal 12 aprile in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. I nuovi
episodi sono prodotti da Sky Studios con Lorenzo Mieli per The
Apartment e con Wildside, entrambe società del gruppo Fremantle, in
collaborazione con Zocotoco.
In otto episodi diretti da
Giuseppe Gagliardi, la seconda stagione de
IL RE è scritta da Peppe Fiore,
Alessandro Fabbri e Federico
Gnesini e vede l’amatissimo attore romano di nuovo nei
panni di Bruno Testori, il direttore di un carcere di frontiera
alla fine della prima stagione reso prigioniero del suo stesso
regno, il San Michele.
Accanto a Luca Zingaretti (Il commissario
Montalbano, Sanguepazzo, No Activity – Niente da
segnalare) tornano Isabella Ragonese (Come pecore in mezzo ai
lupi, Yara, Il padre d’Italia), che
interpreta di nuovo Sonia Massini, ora comandante delle guardie
penitenziarie del San Michele, Anna Bonaiuto
(Volare, Loro, Mio fratello è figlio
unico) ancora nei panni del pubblico ministero che indaga
sulla rete di illeciti e connivenze che fanno capo a Testori, Laura
Lombardo, che nella nuova stagione verrà “promossa e trasferita” in
un altro tribunale proprio per colpa sua, e Barbora
Bobulova (Il sol dell’avvenire, Brado,
Nata per te), che nei nuovi episodi sarà di nuovo l’ex
moglie del personaggio interpretato da Zingaretti, un’agente dei
servizi che lavora nel reparto cybersicurezza.
Torna anche Alida Baldari
Calabria (Pinocchio, Brado, That
Dirty Black Bag), interprete della giovanissima figlia di
Bruno, nonché i pretoriani del San Michele: Alessandro
Gazale (Ipersonnia, Tutti i cani muoiono da
soli),Antonio Gargiulo (Gomorra – La
serie, Sulla mia pelle), Paolo D.
Bovani (A casa tutti bene, Leonardo,
Bella da morire), Salvatore D’Onofrio
(Capri Revolution, Certi bambini) e
Federico Pasquali (Il Divin Codino,
Io sono l’abisso, un Amore).
New-entry nel cast di questa
stagione sono Fabrizio Ferracane
(L’Arminuta, The Bad Guy, Ariaferma) nei
panni di Gregorio Verna, a capo dei servizi segreti, Thomas
Trabacchi (Nico, 1988, Romanzo di una
strage, Studio Battaglia) in quelli di un magistrato
detenuto al San Michele, Vittorio Mancuso, Caterina
Shulha (L’uomo del labirinto,
Ipersonnia, Tutta colpa di Freud – La serie) che
sarà Claudia Agosti, l’avvocata di Mancuso, e Stefano
Dionisi (Tre piani, Il grande gioco,
Il sangue dei vinti) nei panni di un detenuto del carcere
che diventerà presto amico di Testori.
La trama della seconda stagione de
IL RE
Bruno Testori è ora un detenuto nel
suo stesso carcere, quando Gregorio Verna, capo dei servizi
segreti, fa cadere le sue accuse e lo reintegra nel ruolo di
direttore. In cambio deve far parlare un detenuto, il magistrato
Vittorio Mancuso, accusato dell’omicidio di una dipendente della
Slimpetroil Spa, rinomata compagnia energetica di bandiera,
scoprendo perché si sia macchiato di quel delitto prima che l’uomo
testimoni davanti a un GIP. Quando Bruno comincia a sospettare la
sua innocenza e a temere che i servizi lo stiano usando, decide di
vederci chiaro. Sarà l’inizio di una battaglia per la verità il cui
prezzo da pagare si rivelerà altissimo.
SKY ha diffuso il teaser trailer de
Il Re, l’annunciata seconda stagione della serie
con Luca
Zingarettiprotagonista del
prison drama Sky Original prodotto da Sky Studios
con Lorenzo Mieli per The Apartment e con Wildside, entrambe
società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Zocotoco.
Per scoprire la verità, il prezzo
da pagare è sempre altissimo. IL RE del carcere S.
Michele è tornato: da aprile in esclusiva su Sky e in streaming
solo su NOW.
In otto episodi – di cui viene
rilasciato oggi il teaser – diretti da Giuseppe
Gagliardi, la seconda stagione de Il
Re è scritta da Peppe Fiore,
Alessandro Fabbri e Federico
Gnesini e vede l’amatissimo attore romano di nuovo nei
panni di Bruno Testori, il direttore di un carcere di frontiera
alla fine della prima stagione reso prigioniero del suo stesso
regno, il San Michele.
Accanto a Luca Zingaretti (Il commissario
Montalbano, Sanguepazzo, No Activity – Niente da
segnalare) tornano Isabella Ragonese (Come pecore in mezzo ai
lupi, Yara, Il padre d’Italia), che
interpreta di nuovo Sonia Massini, ora comandante delle guardie
penitenziarie del San Michele, Anna Bonaiuto
(Volare, Loro, Mio fratello è figlio
unico) ancora nei panni del pubblico ministero che indaga
sulla rete di illeciti e connivenze che fanno capo a Testori, Laura
Lombardo, che nella nuova stagione verrà “promossa e trasferita” in
un altro tribunale proprio per colpa sua, e Barbora
Bobulova (Il sol dell’avvenire, Brado,
Nata per te), che nei nuovi episodi sarà di nuovo l’ex
moglie del personaggio interpretato da Zingaretti, un’agente dei
servizi che lavora nel reparto cybersicurezza.
Torna anche Alida Baldari
Calabria (Pinocchio, Brado, That
Dirty Black Bag), interprete della giovanissima figlia di
Bruno, nonché i pretoriani del San Michele: Alessandro
Gazale (Ipersonnia, Tutti i cani muoiono da
soli), Antonio Gargiulo (Gomorra – La
serie, Sulla mia pelle), Paolo D.
Bovani (A casa tutti bene, Leonardo,
Bella da morire), Salvatore D’Onofrio
(Capri Revolution, Certi bambini) e
Federico Pasquali(Il Divin Codino, Io
sono l’abisso, un Amore).
New-entry nel cast di questa
stagione sono Fabrizio Ferracane
(L’Arminuta, The Bad Guy, Ariaferma) nei
panni di Gregorio Verna, a capo dei servizi segreti, Thomas
Trabacchi (Nico, 1988, Romanzo di una
strage, Studio Battaglia) in quelli di un magistrato
detenuto al San Michele, Vittorio Mancuso, Caterina
Shulha (L’uomo del labirinto,
Ipersonnia, Tutta colpa di Freud – La serie) che
sarà Claudia Agosti, l’avvocata di Mancuso, e Stefano
Dionisi (Tre piani, Il grande gioco,
Il sangue dei vinti) nei panni di un detenuto del carcere
che diventerà presto amico di Testori.
La trama della seconda stagione de
IL RE
Bruno Testori è ora un detenuto nel
suo stesso carcere, quando Gregorio Verna, capo dei servizi
segreti, fa cadere le sue accuse e lo reintegra nel ruolo di
direttore. In cambio deve far parlare un detenuto, il magistrato
Vittorio Mancuso, accusato dell’omicidio di una dipendente della
Slimpetroil Spa, rinomata compagnia energetica di bandiera,
scoprendo perché si sia macchiato di quel delitto prima che l’uomo
testimoni davanti a un GIP. Quando Bruno comincia a sospettare la
sua innocenza e a temere che i servizi lo stiano usando, decide di
vederci chiaro. Sarà l’inizio di una battaglia per la verità il cui
prezzo da pagare si rivelerà altissimo.
La serie sarà disponibile in tutti
i paesi in cui Sky è presente. Il distributore internazionale è
Fremantle.
Anche se il film di
Dwayne JohnsonIl Re Scorpione è
un’opera di finzione, una figura della storia egizia nota come Re
Scorpione è realmente esistita. Prima di scoprire la vera vicenda
dietro il film diretto da Chuck Russell facciamo
però un po’ di chiarezza: questo film uscito nel 2002, un anno dopo
il debutto di Johnson ne La mummia – Il ritorno, è uno spin-off dedicato a
questo personaggio, ma quello qui interpretato da Johnson non è lo
stesso comparso nel film poc’anzi citato.
La linea temporale può essere
confusa, ma la versione di Mathayus – questo il
nome del protagonista – che Johnson interpreta ne Il Re
Scorpione è in realtà il nonno del suo personaggio ne
La mummia – Il ritorno, ed è ambientata migliaia di
anni prima. Facciamo dunque qui la conoscenza di un Re Scorpione
eroe, ben diverso dall’orribile e malvagia creatura vista nel
finale del film con Brendan Fraser. Il film Il Re
Scorpione ha poi guadagnato 180 milioni di dollari al
botteghino con un budget di 60 milioni di dollari e ha consacrato
Johnson come protagonista di Hollywood.
Pertanto, il pubblico era
chiaramente incuriosito da questo personaggio, sebbene Johnson non
sia tornato per nessuno dei quattro sequel
realizzati: Il Re Scorpione 2 – Il destino di un
guerriero, Il Re Scorpione 3 – La battaglia finale,
Il Re Scorpione 4 – La conquista del potere e Il Re
Scorpione 5 – Il libro delle anime. Concentrandoci qui sul
primo film della serie, ci si è dunque chiesti a lungo se
Il Re Scorpione sia basato su una storia vera e se
il personaggio di Johnson sia realmente esistito. Scopriamolo qui
di seguito con questo approfondimento.
Nel 3000 a.C. a Gomorra un malvagio
tiranno, Memnone (Steven Brand),
è deciso a prendere il controllo totale della regione sterminando
le tribù nomadi insediate nel deserto. Le tribù, da anni in lotta
fra loro, decidono loro malgrado di allearsi contro il nemico
comune, che ritengono aiutato dai poteri di una malvagia strega,
Cassandra (Kelly Hu). Per
eliminarlo vengono assoldati i membri della temuta e crudele tribù
degli Accadiani fra i quali primeggia Mathayus
(Dwayne
Johnson).
La storia vera dietro il film
Il film è stato ispirato dal Re
Scorpione dell’Antico Egitto
Il personaggio di Johnson ne
Il Re Scorpione è ispirato all’omonimo re
dell’Antico Egitto, noto anche come Re Narmer, una
figura che regnava sull’Egitto prima dell’epoca dei faraoni.
Tuttavia, molti degli attributi del personaggio di Johnson ne
Il Re Scorpione non sono gli stessi della figura
reale. Per esempio, Methayus è un assassino
accadico, ingaggiato per uccidere la maga diMemnone, che ha conquistato la maggior parte delle
tribù locali in Egitto. Anche se non si sa molto del vero Re
Scorpione, è altamente improbabile che sia nato fuori
dall’Egitto.
Inoltre, l’unico motivo per cui
Methayus ha un legame con gli scorpioni nel film del 2002 è perché
è stato trafitto da una freccia che era stata inzuppata di veleno
di scorpione. Ne Il Re Scorpione,
Cassandra, la maga di cui sopra, affermava che il
sangue dello scorpione sarebbe sempre sceso in lui se fosse
sopravvissuto. Non si sa se il vero Re Scorpione sia mai stato
avvelenato dal veleno di scorpione, ma è probabile che questo sia
un punto della trama inventato dagli sceneggiatori del film. In
realtà, Re Narmer era conosciuto come Re Scorpione perché aveva
sempre degli scorpioni disegnati sugli scudi e sui carri.
In che epoca il Re Scorpione ha
regnato sull’Egitto?
Come già detto, Il Re
Scorpione è ambientato migliaia di anni prima de La mummia – Il ritorno, che vedeva
Dwayne Johnson contrapposto a Brendan Fraser. Allo stesso modo, il Re
Scorpione regnava sull’Egitto migliaia di anni fa, quindi è
difficile scoprire esattamente come fosse il suo regno. Narmer
divenne re dell’Egitto durante il Periodo
Predinastico (6000-3150 a.C.) – è stato citato come
l’ultimo re di questo periodo – e continuò a governare durante il
Primo Periodo Dinastico (3150-2613 a.C.).
Durante il Periodo Predinastico,
molto prima dei faraoni, l’Egitto era in realtà diviso in due
parti, l’Alto e il Basso Egitto.
Tuttavia, poiché il Primo Periodo Dinastico dell’Egitto iniziò
quando il Paese fu finalmente unito, è chiaro che il Re Scorpione
fu determinante nel riunire l’Alto e il Basso Egitto. Pertanto,
quando Re Scorpione iniziò il suo regno, l’Egitto era un luogo
drasticamente diverso e questo si riflette ne Il Re
Scorpione. Nel film, Memnone è in grado di acquisire tanto
potere perché le tribù dell’Egitto sono separate. Tuttavia, è
Methayus a riunire le tribù.
L’impatto del Re Scorpione sulla
civiltà egizia
La fine de Il Re
Scorpione suggerisce che Methayas ha inaugurato una nuova
era per l’Egitto e che il Paese diventerà più forte che mai. Questo
era vero durante il regno del vero Re Scorpione. Nel corso della
storia, si credeva che fosse stato il re Menes a
unificare l’Alto e il Basso Egitto. Tuttavia, i ritrovamenti
archeologici del 1898 hanno rivelato la Paletta di
Narmer, che ha cambiato per sempre la comprensione
dell’Antico Egitto da parte degli storici.
Poiché il re Scorpione regnava
sull’Egitto molto tempo fa, prima che la scrittura fosse una
pratica comune, la maggior parte dei dettagli sul suo regno non
sono documentati. Tuttavia, la Paletta di Narmer raffigura il re
Narmer che indossa sia la corona bianca dell’Alto Egitto sia quella
rossa del Basso Egitto, confermando apparentemente che fu lui a
unificare effettivamente l’Egitto. Alcuni storici ritengono che
Narmer e Menes fossero la stessa persona, ma questo non è stato
confermato. Comunque sia, è chiaro che il re Narmer fu una delle
figure più importanti della storia egizia e trasformò il Paese nel
primo impero del mondo.
Alla luce di ciò, si può sostenere
che la maggior parte del film è stata romanzata, essendo il film
basato solo in minima parte sul vero re. Tuttavia, sulla base di
ciò che si sa di lui, è chiaro che gli sceneggiatori del film hanno
dato al Methayus di Johnson molte delle stesse qualità. Sebbene re
Narmer non fosse probabilmente accadico, era probabilmente un
guerriero coraggioso e un leader saggio, soprattutto se fu lui a
unire l’Egitto. Pertanto, l’idea che Methayus guarisca un Egitto
distrutto alla fine del film è probabilmente ispirata alla storia
del vero Re Scorpione.
Oltre al Methayus di Johnson,
tuttavia, nessuno degli altri personaggi presenti ne Il Re
Scorpione è mai esistito nella vita reale. Oltre a
Methayus, i personaggi più significativi del film sono
Cassandra, la maga, e l’imperatore
Memnone, l’antagonista del
film.Il film esagera poi i poteri di
Cassandra per aggiungere un elemento fantastico alla storia. Mentre
i governanti dell’Antico Egitto chiedevano il consiglio di coloro
che sostenevano di avere visioni del futuro, Cassandra è però un
personaggio fittizio creato appositamente per il film.
Allo stesso modo, Memnone non è mai
stato un vero sovrano in Egitto. Mentre il vero Methayus dovette
combattere contro i nemici nelle battaglie per prendere il
controllo dell’Egitto, nessuno di nome Memnone è mai stato
documentato come uno degli avversari di Narmer. Pertanto, la
maggior parte dei punti della trama e dei personaggi de Il
Re Scorpione sono stati completamente inventati per la
storia del film, che dunque è da prendere come una rielaborazione
hollywoodiana di alcune dinamiche o di alcuni contesti realmente
esistiti ma su cui si ha scarsa documentazione.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Il Re
Scorpione grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes
e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 26
novembre alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Serata all’insegna dei guerrieri quella in programmazione in
prima serata su Italia 1, infatti alle ore 21:10 andrà in onda il
film Il Re Scorpione 3 La battaglia
finale, terza parte del franchise dedicato al Re
Scorpione.
Il Re Scorpione 3 – La
battaglia finale (The Scorpion King 3: Battle for
Redemption) è un
film direct-to-video del 2012 diretto
da Roel Reine ed uscito negli Stati Uniti
d’America il 17 gennaio 2012. È il terzo film
dedicato al Re Scorpione dopo Il Re
Scorpione e Il Re Scorpione 2 – Il destino di un
guerriero.
Dalla sua trionfante ascesa al
potere nel primo episodio de Il Re Scorpione, il regno di Mathayus
è caduto e il sovrano ha perso la sua regina. Ormai mercenario,
Mathayus dovrà difendere il regno da un malvagio tiranno e dai suoi
guerrieri fantasma nel tentativo di riconquistare il potere e la
gloria di un tempo.
Ad interpretare il personaggio
di Mathayus, Re Scorpione, ruolo che fu di The
Rock nel primo film della serie, è stato chiamato l’attore
canadeseVictor Webster, mentre Billy Zane è il perfido Re
Talus e l’espero Ron Perlman (già Hellboy sul
grande schermo), è Horus. Un’altra star della WWEè presente in
questo film, infatti Dave Batista interpreta il ruolo di
Agromael.
Curiosità: La scena
dell’interrogatorio di un ostaggio da parte di Re Talus è un chiaro
omaggio al film cult Le
iene di Tarantino.
Il re Scorpione 3
La battaglia finale è un film direct-to-video
del 2012 diretto da Roel Reine ed uscito negli Stati Uniti
d’America il 17 gennaio 2012. È il terzo film dedicato al Re
Scorpione dopo Il Re Scorpione e Il Re Scorpione 2 – Il destino di
un guerriero.
Il re Scorpione 3
La battaglia finaleè il film in programmazione su
Italia 1 in prima serata. Ad interpretare il personaggio di
Mathayus, Re Scorpione, ruolo che fu di The Rock nel primo film
della serie, è stato chiamato l’attore canadese Victor Webster,
mentre Billy Zane è il perfido Re Talus e l’espero Ron Perlman (già
Hellboy sul grande schermo), è Horus. Un’altra star della WWE è
presente in questo film, infatti Dave Batista interpreta il ruolo
di Agromael.
Trama: Dalla sua trionfante
ascesa al potere nel primo episodio de Il Re Scorpione, il regno di
Mathayus è caduto e il sovrano ha perso la sua regina. Ormai
mercenario, Mathayus dovrà difendere il regno da un malvagio
tiranno e dai suoi guerrieri fantasma nel tentativo di
riconquistare il potere e la gloria di un tempo.
Con il successo di Alice in Wonderland, la
Disney ha iniziato negli ultimi anni a realizzare una fortunata
serie di live-action dei propri classici d’animazione. Hanno così
preso vita film come Maleficent, Cenerentola e Aladdin. Tra i più
apprezzati e acclamati si annovera anche Il re
leone (qui la recensione), diretto nel
2019 da Jon Favreau,
che per la Disney aveva già realizzato il live action di
Il libro della giungla. Ciò
che distingue questo remake dell’omonimo classico d’animazione del
1994 è però il suo essere uno shot-for-shot
fotorealistico, ovvero identico all’originale in quasi tutte le
inquadrature e realizzato per risultare il più realistico possibile
da un punto di vista visivo.
A differenza degli altri live
action, infatti, Il re leone non presenta alcuna figura
umana ma unicamente personaggi animali realizzati in computer
grafica. Ciò ha portato in molti a documentarsi sulla natura del
film, se possa dunque essere considerato un vero e proprio live
action oppure un atipico film d’animazione (ai Golden Globe fu
candidato proprio in quest’ultima categoria). Che lo si voglia
considerare in un modo o nell’altro, Il re leone è però
indubbiamente un’ennesima sbalorditiva conferma del livello oggi
raggiunto dagli effetti speciali, capaci di riproporre un intero
mondo animale nel modo più realistico possibile.
Con un incasso di 1,6 miliardi di
dollari, questo Il re leone è oggi l’ottavo film dal
maggiore incasso nella storia del cinema. Un risultato che dimostra
non solo l’interesse in questi remake ma anche nei confronti di
quei film che offrano un’esperienza visiva unica. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e a molto altro. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il re leone: la trama e il
cast di doppiatori dei personaggi
Protagonista del film è il giovane
leone Simba, futuro re della savana che guarda con
grande ammirazione a suo padre Mufasa. Quando
quest’ultimo viene però ucciso da una trappola escogitata dal suo
perfido fratello Scar, che ambisce al trono, Simba
si vede costretto ad andare in esilio, rinunciando per sempre alla
vita che conosceva. Crescendo, Simba può però contare sull’amicizia
di Timon e Pumbaa, che gli
insegneranno a cavarsela nella savana. Ma Simba non può lasciarsi
per sempre alle spalle il proprio passato e ben presto dovrà
tornare a casa per combattere per ciò che è giusto e ciò che gli
appartiene di diritto.
Per dar vita a questa nuova
importante versione de Il re leone sono stati chiamati
alcuni noti attori e cantanti, sia per la versione in lingua
inglese che per quella italiana. A doppiare Simba
si ritrova dunque Donald Glover,
da sempre grandissimo fan dell’originale animato, mentre in Italia
la voce del personaggio è quella di Marco Mengoni,
qui alla sua seconda esperienza come doppiatore dopo Lorax – Il
guardiano della foresta. Per i personaggi di
Timon e Pumbaa si possono invece
ascoltare le voci di Billy Eichner e Seth Rogen
nella versione originale e quelle degli attori Edoardo Leo e
Stefano Fresi
in quella italiana.
La
leonessa Nala ha invece la voce della celebre
cantante Beyoncé in originale e quella di
Elisa toffoli in italiano. John
Kani e John Oliver doppiano invece i
personaggi di Rafiki e Zazu,
mentre di grande prestigio è la presenza di James Earl
Jones come voce di Mufasa. L’attore aveva
già doppiato il personaggio nel film animato del 1994 e fu
fortemente voluto da Favreau in quanto nessuno poteva dar voce al
re dei leoni con altrettanta efficacia. In italiano, la voce del
personaggio è quella del noto doppiatore Luca
Ward. Infine, Scar ha la voce di Chiwetel
Ejiofor, mentre in italiano si può ascoltare quella di
Massimo Popolizio.
Il re leone: le canzoni del film
Naturalmente, in questo remake sono
presenti alcune delle canzoni più celebri già presenti
nell’originale animato. Il cerchio della vita è cantata in
italiano da Cheryl Porter, cantante statunitense
naturalizzata italiana, mentre si possono poi ascoltare anche
Voglio diventare presto un re e Sarò re,
quest’ultima cantata da Scar e dunque, in italiano, da
Massimo Popolizio. Marco Mengoni,
Stefano Fresi ed Edoardo Leo si
esibiscono invece in Hakuna Matata, Il leone si è
addormentato e L’amore è nell’aria stasera,
quest’ultimo cantato anche da Elisa. Oltre ai
brani già noti, nel film sono presenti anche due canzoni inedite
interpretate da Beyoncé ed EltonJohn.
Queste sono Spirit, nella
versione italiana chiamata Quando il destino chiamerà e
interpretata da Elisa, e Never Too Late.
Elton John, tuttavia, che aveva già curato le canzoni per
l’originale animato e che nel 1995 vinse l’Oscar alla miglior
canzone proprio per Can You Feel the LoveTonight?, ha in seguito espresso il suo rammarico sull’uso
della musica in questo remake, affermando di trovarla meno incisiva
rispetto all’originale. Al di là dei brani cantati, per quanto
riguarda le musiche, il film può vantare la presenza di
Hans Zimmer, tornato qui ad occuparsi della
colonna sonora dopo che proprio con la versione animata del 1994
aveva vinto il suo primo Oscar.
Il re leone: il prequel,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Dato il grandissimo successo del
film, la Disney si è detta interessata a realizzare ulteriori film
dedicati al mondo di Il re leone. Invece di realizzare un
sequel, si è però deciso di dare vita ad un prequel diretto dal
premio Oscar Barry Jenkins (Moonlight, Se la strada potesse
parlare). Nel settembre del 2022 è infine stato svelato
che il titolo del film è Mufasa: Il releone,
e che in esso si racconterà la storia delle origini dell’iconico
padre di Simba, esplorando la sua infanzia trascorsa con il
fratello cattivo Scar. Il film si avvarrà della voce di
Aaron Pierre e di Kelvin Harrison
Jr. che interpreteranno rispettivamente i due personaggi.
Il film è ora atteso in sala il 5 luglio 2024.
In attesa di poter vedere tale
prequel, è possibile fruire di Il re
leone grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 2 gennaio alle ore 21:25
sul canale Rai 1.
Sono state diffuse nuove immagini
ufficiali da Il Re
Leone, il nuovo film Disney che ripropone in
animazione computerizzata il classico d’animazione del 1994.
Il progetto rientra nel programma
della Casa di Topolino di rifare in live action tutti i suoi
classici d’animazione, ma mentre con film come La Bella e la Bestia o
Cenerentola, non si sono avuti questi problemi di
concetto, con un film in cui tutti i protagonisti sono degli
animali, resta da capire dove si trova la ripresa dal vero (live
action, appunto) e dove sia invece l’animazione.
Ecco di seguito le immagini:
1 di 6
Basato su una sceneggiatura scritta
da Jeff Nathanson, il film è stato
realizzato con le stesse tecniche di animazione computerizzata
utilizzare per portare alla luce Il Libro della
Giungla (2016). Jon
Favreau, che dirige anche questo secondo live
action Disney, dovrà questa volta affrontare
una sfida in più, visto che in questo caso non ci sarà nessun
personaggio umano su cui basare le inquadrature e le scene.
Nel cast de Il Re
Leone figurano Donald Glover,
nel ruolo di Simba, e James Earl
Jones, che torna a
essere Mufasa. Seth
Rogen e Billy Eichner
doppieranno
Pumba e Timon. Nel cast
anche John Kani, visto in Civil War, che darà
voce a Rafiki e Alfre
Woodard, che
sarà Sarabi. Chiwetel
Ejiofor sarà Scar.