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Superman: Legacy, James Gunn ha potenzialmente confermato la presenza di Krypto nel film

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Attualmente impegnato nella promozione di Guardiani della Galassia Vol. 3, al cinema dal 3 maggio, il regista James Gunn continua a fornire aggiornamenti sul suo prossimo progetto, Superman: Legacy. Ora, infatti, dopo aver anticipato che un attore del film Marvel reciterà nel film DC, Gunn ha apparentemente confermato la presenza nel film di un altro amato personaggio secondario de L’ultimo figlio di Krypton. Durante un intervista insieme a Chris Pratt, il regista ha scherzato dicendo che voleva scegliere l’attore noto per il ruolo di Star Lord come Krypto il Supercane.

Speravo di poterti scegliere come Krypto the Superdog in Superman: Legacy“, ha detto Gunn. “Potresti fare motion capture sul set e camminare sulle mani e le ginocchia, ma non puoi parlare.” Dopo un rapido botta e risposta a riguardo, Pratt ha aggiunto che “sembra che ci sarà un personaggio chiamato Krypto in Superman: scoop!“. È stato allora che Gunn ha aggiunto: “Sì, immagino si tratti di uno scoop“, permettendo a Pratt di scherzare sul fatto che per tale scoop è già stato licenziato dai DC Studios ancor prima di essere assunto e ora dovrà lavorare di nuovo con i Marvel Studios.

Se il simpatico cane Krypto, già visto al cinema in DC League of Super-Pets, sarà davvero presente in Superman: Legacy ce lo dirà solo il tempo, ma sembra proprio che ad ora i fan possono aspettarsi di ritrovare il supercane nell’atteso lungometraggio. A parte questa notizia, sono molte poche le cose che si sanno del prossimo film che porterà Superman sul grande schermo. Questo rappresenterà il primo capitolo del nuovo DC Universe gestito da Gunn e Peter Safran e dovrebbe, come già riportato, presentare una versione più giovane del supereroe. Sarà dunque interessante vedere in che modo verrà inserito anche Krypto e quale sarà la sua storia.

Fonte: ComicBook

Blanca: prime foto della seconda stagione della serie RAI

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Blanca: prime foto della seconda stagione della serie RAI

Sono appena terminate le riprese dell’attesa seconda stagione del crime drama Blanca, una produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction, diretta da Jan Maria Michelini e Michele Soavi, scritta da Francesco Arlanch Mario Ruggeri.

Nel cast di Blanca ritroviamo Maria Chiara Giannetta con Giuseppe Zeno e Pierpaolo Spollon; la serie tv andrà in onda prossimamente su Rai 1 in prima serata.

La trama di Bianca

La follia di Blanca e la sua fame di vita ci hanno conquistato nella prima stagione, e questa seconda sarà l’occasione per entrare ancora di più nel suo mondo. Scopriremo segreti inaspettati sulla sua famiglia, che porteranno non pochi sconvolgimenti nella sua vita e in quella di chi le sta vicino…soprattutto ora che, diventata consulente della Polizia a tutti gli effetti, si trova ad affrontare anche sul lavoro nuove e difficili sfide, che la porteranno ancora una volta ad essere protagonista delle indagini al commissariato San Teodoro. Torneranno gli amati compagni di avventura: la fedele Linneo, Lucia, che avrà un ruolo ancora più importante nella vita di Blanca, l’amica Stella, l’ispettore Liguori, che farà ingelosire Blanca con una nuova fiamma che viene dal passato, il commissario Bacigalupo e anche Sebastiano, di cui scopriremo nuovi lati inediti. Ma arriveranno anche personaggi nuovi che costringeranno Blanca a fare i conti con il suo passato e a decidere chi vuole essere.

Tra le serie più amate dal pubblico di Rai 1, Blanca è stata la prima serie televisiva girata in olofonia, tecnica che permette di riprodurre il suono in modo simile a come viene percepito dall’apparato uditivo umano: utilizzando semplici cuffiette, per lo spettatore sarà come essere al posto di Blanca, sentire come lei sente e ricostruisce il mondo. Una vera e propria novità nel panorama della produzione audiovisiva.

Brendan Fraser parla del suo futuro a Hollywood: “Sono davvero esigente in questo momento”

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La star di The Whale, Brendan Fraser, ha recentemente parlato del fatto di non avere alcuna fretta nel tuffarsi in nuovi progetti hollywoodiani, aspettando il film ideale per tornare sul grande schermo. Intervistato durante il Greenwich International Film Festival, l’attore ha infatti affermato di voler essere molto selettivo nel valutare quali ruoli interpretare da ora in avanti. “Al momento, non ho niente – sono davvero esigente in questo momento“, ha detto, affermando anche: “Potrebbe essere una lunga estate“, riferendosi al suo attuale stato di “inattività e relax”.

Fraser, come noto, ha coronato la sua recente carriera rinascimentale a Hollywood vincendo l’Oscar come miglior attore ai 95esimi Academy Awards per la sua interpretazione di Charlie in The Whale. Fraser ha in quel film davo corpo e volto ad insegnante di inglese obeso e solitario che lotta per prendersi cura della figlia prima che sia troppo tardi. Insieme all’Oscar, Fraser ha vinto anche altri premi, tra cui uno Screen Actors Guild Award, e ha ottenuto una nomination ai Golden Globe per la sua interpretazione, considerata la sua migliore da molti critici per la sua credibilità ed emozione nel recitare la parte.

Dopo tali successi è dunque lecito chiedersi cosa c’è nel futuro dell’attore, tornato ora sulla cresta dell’onda. A quanto pare, però, potrebbe passare un po’ di tempo prima di rivederlo sul grande schermo, in quanto Fraser sarebbe deciso a non rovinare questo momento di popolarità accettando solo ruoli realmente convincenti. Mentre le prossime mosse di Fraser a Hollywood rimangono poco chiare, sappiamo però che egli sarà presente nell’imminente film di Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon, che sarà presentato in anteprima al Festival di Cannes di questo mese.

Abbiamo lavorando in un clima molto caldo in Oklahoma, e non posso sopravvalutare la mia partecipazione a questo film perché è epico“, ha detto Fraser. “Ci sono così tanti attori in questo film, io rriverò giusto per una scena o due alla fine“. La sua sembra dunque non sarà una presenza particolarmente estesa all’interno del film con protagonisti Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, ma sarà comunque l’occasione per rivedere Brendan Fraser al cinema in attesa di nuovi progetti futuri, che certamente non mancheranno.

Fonte: CBR

La sirenetta: la prima clip del remake mostra un’iconica scena con Ariel

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Interpretato da Halle Bailey nei panni della protagonista Ariel, La sirenetta è il prossimo remake in live action della Disney, che come noto segue le avventura di una giovane sirena che desidera esplorare il mondo umano e alla fine lo fa stringendo un patto con una strega del mare scambiando la propria voce per avere delle gambe al posto della coda. Atteso al cinema per il 24 maggio, del film è ora stata pubblicata una prima clip, la quale presenta uno dei momenti più iconici del film d’animazione del 1989.

In essa la Bailey si esibisce in una delle canzoni più memorabili del film originale, “Part of Your World“. La breve clip mostra infatti il talento vocale e recitativo della Bailey, con un set sottomarino da sogno completo dei numerosi tesori e inquadrature di Ariel che rispecchiano il classico d’animazione. Inoltre, la clip offre naturalmente la possibilità di uno squadro più approfondito all’aspetto di Ariel e al suo modo di muoversi nell’acqua. Accanto a lei, si può inoltre ritrovare il fidato amico pesciolino Flounder. Ecco qui di seguito la clip rilasciata dalla Disney:

La sirenetta, la trama e il cast del film

La Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.

Il film è interpretato dalla cantante e attrice Halle Bailey (grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar® Javier Bardem (Non è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy (Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di Ursula.

La Sirenetta è diretto dal candidato all’Oscar® Rob Marshall (Chicago, Il Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award® Alan Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony Award® Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte vincitore dell’Emmy® Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver (Il Re Leone) è il produttore esecutivo.

Regina Cleopatra, la recensione della docuserie prodotta da Jada Pinkett Smith

La curiosità che ruota attorno a Regina Cleopatra, nuovo docudrama targato Netflix in arrivo il prossimo 10 maggio e prodotto da Jada Pinkett Smith, è fin troppo alta. Molte sono le ragioni, e non tutte derivano dal fascino storico che l’ultima regina ellenica esercita ancora oggi, bensì dalle polemiche che ne hanno investito la produzione sin dalla diffusione del poster ufficiale. Le quali hanno smosso perfino il Consiglio Supremo delle antichità Egiziane, sulla cui opera hanno riversato accuse di blackwashing e falso storico.

Questa ondata di critiche ha alzato di gran lunga l’interesse per Regina Cleopatra, contribuendone paradossalmente all’attività di promozione. Le luci sul documentario, perciò, si sono accese e le domande che cercano risposta sono molte, fra queste il chiedersi come la serie spiegherà che la scelta dell’attrice Adele James, nera, la quale incarnerà la sovrana più potente che la storia tutta abbia mai avuto, sia giusta e fedele.

Regina Cleopatra, la trama

Queen Cleopatra. Cr. Netflix © 2023

Alessandria, 51 a.c. Cleopatra è in biblioteca, china sullo scrittoio, quando una delle sue ancelle l’avverte che “è il momento”. Il padre, Tolomeo XII, muore a causa di una malattia e per la figlia è arrivato il momento di salire al trono, sposandosi come da tradizione con il fratello Tolomeo XIII. Da allora, la vita di Cleopatra cambia radicalmente: le sorti dell’Egitto sono tutte sulle sue spalle e deve ingraziarsi Roma per poter fortificare il suo potere, soprattutto dopo l’ira di Giulio Cesare scatenata dall’uccisione di Pompeo su suolo egizio. La sovrana stringe un’alleanza proprio con quest’ultimo durante la sua reggenza, iniziando anche una storia amorosa che porta alla nascita del suo primo figlio. Ma è dal rapporto con Giulio Cesare che le cose prendono una piega diversa e Cleopatra si ritroverà ad affrontare, alla fine, un grande nemico, dal quale non potrà scappare.

Cleopatra, dea e regina

La figura di Cleopatra, pura incarnazione della dea Iside, è stata rappresentata sullo schermo molte meno volte di quanto si possa credere. Nell’immaginario cinematografico comune, la regina d’Egitto ha il volto di Elizabeth Taylor che, per il popolo africano, visto come stanno le cose, rimane forse la sua trasposizione più autentica. Anche nella più recente docuserie L’Impero Romano: Potere e sangue, Jessica Green si avvicina molto, a livello estetico, all’idea che alcuni studiosi (ed egiziani ovviamente!) si sono fatti di Cleopatra e della sua carnagione. Jada Pinkett Smith ha voluto però cambiare le carte in tavola, animare gli animi, e per farlo ha scelto una donna nera, portando nella sua docuserie egittologhe, autrici e storiche che potessero fornire una delucidazione riguardo la sua etnia. Cleopatra discendeva dai Tolomei, ellenici… greci.

E questo è un dato di fatto. Ma nessun documento o reperto storico è riuscito a risalire all’identità della madre. Che di conseguenza potrebbe essere egiziana e, come tale, avere un colore dell’epidermide più scuro. Regina Cleopatra si apre proprio con questa spiegazione, nell’intento di mettere subito le mani avanti per quello che si andrà poi a mostrare. Lecita e passabile, dunque, l’attrice Adele James. Chiarito l’arcano, Regina Cleopatra ripercorre la vita del Faraone (si chiamerà lei stessa così nel corso del suo regno) in quattro blocchi raffiguranti periodi diversi: la salita al trono, la conquista di Roma con Giulio Cesare, l’amore con Marco Antonio e la sua lotta per l’Egitto costatale la morte.

La glorificazione della sovrana

Cleopatra. Regina africana. Madre di una nazione di milioni di persone. Una dea egizia in carne e ossa. Temuta e adorata allo stesso tempo. Ma anche umana.”, è Jada Pinkett Smith, voce narrante, a dipingere il ritratto di una donna potente e indipendente, con un intero Paese nelle mani, la cui vita però non le è stata clemente. Guerriera fino alla fine, risoluta e sagace. Dotta e intelligente, persino quando si trattava di pianificare strategie di guerra al fianco del suo Marco Antonio. Non c’è un momento in cui la docuserie non ne esalti la donna e la sovrana che è stata, caricando la sua immagine di una grande simbologia.

Un processo alla sua glorificazione, potremmo dire, che si reitera in ogni episodio fino alla sua conclusione, sovrastando gli eventi storici – molto romanzati – che dovrebbero essere il fulcro e il motore della narrazione. La ricostruzione del periodo tolemaico in cui Cleopatra agì e lottò con tutte le sue forze costituisce infatti solo il margine della storia, seppur siano state proprio le cospirazioni e le rivolte di quel momento ad averla resa la monarca più autorevole della sua dinastia. La sua politica espansiva e accentratrice è stata abbondantemente silenziata ma, nell’affresco della sua storia, è la parte più interessante, l’unica che in qualche modo ne celebra davvero lo spirito divino e pragmatico.

Poca sostanza, molta romance

Queen Cleopatra. Cr. Netflix © 2023

Seppur, quindi, approfondirne la personalità sia chiave principale per comprendere meglio il personaggio storico, un occhio di riguardo su quel che è stato effettivamente il suo lascito avrebbe dato al prodotto un taglio più compiuto sul fronte storico-divulgativo. Molto è, come detto, accennato, alcuni passaggi si prendono un po’ più di spazio all’interno del rifacimento, ma a somme tirate alcuni punti cruciali che hanno dettato un cambio di rotta nella vita di Cleopatra sono stati messi da parte. Parliamo, ad esempio, della minaccia dei cortigiani, che volevano indebolire la regina da poco al trono e allontanarla da Alessandria. Cosa che accadde poi. Dell’importanza che ha avuto il secondo triumvirato, a cui è seguito l’avvicinamento a Marco Antonio.

Delle battaglie combattutesi fra Roma e l’Egitto. Non si va a fondo neppure nelle alleanze strette da Cleopatra con Giulio Cesare e, dopo, con Marco Antonio. Il contesto funge di conseguenza solo da sfondo. L’attenzione, oltre alla Cleopatra donna, è rivolta maggiormente alla parte romance, che capiamo faccia più gola al pubblico, traendone i suoi vantaggi sul lato commerciale. I flirt che la sovrana ebbe con il dittatore e il militare romano sono spalmati in tutte e quattro le puntate, diventando focus dell’intera docuserie. È l’amore a prendere le redini del racconto.

Un amore politico, ben studiato, in cui sotto c’era il bisogno di assicurarsi il potere e la continuazione della dinastia. A questa sovrabbondanza di sentimento (romanzare l’epica love story fra Marco Antonio e Cleopatra è stata una mossa astuta), scorre in parallelo una scarsità di scene bellicose. La scenografia è povera e c’è poco uso del digitale, indi per cui degli scontri (sia via terra che con le flotte navali) abbiamo purtroppo solo un assaggio. Ma forse questo è il pegno da pagare per un budget non proprio elevato.

Cleopatra, una donna contemporanea

Eppure Regina Cleopatra che, in conclusione, non svetta nella lista delle docuserie Netflix meglio fatte, non può concludersi di certo negativamente. Perché in realtà porta con sé un bellissimo messaggio sulle donne. Nell’antico Egitto, infatti, esse potevano detenere il potere, diventare regine, essere divinità. Potevano andare in guerra, gestire le finanze del popolo, escogitare strategie. Erano parte attiva della politica e dell’intero sistema economico e questo, proprio nell’opera, fa da contrasto all’idea che invece in occidente avevano i romani.

I quali, per tali ragioni, additarono Cleopatra come strega e manipolatrice, serbandole un odio fondato sulla convinzione che l’unico posto della donna era fra le quattro mura di casa. Madre e moglie, nulla di più. Una predisposizione misogina che si riversa nella figura di Ottaviano, nemico ultimo della regina, la quale proprio con la sua morte (il suicidio di Cleopatra non è uno spoiler) conferma la sua posizione di donna al potere, che non si genuflette davanti a nessuno. Che non si lascia comandare e sceglie lei come e quando morire. Una bella parabola, che fa di Cleopatra una donna moderna, adatta a vivere nell’oggi, che ne rispecchia l’emancipazione e i movimenti attivisti contemporanei. E nella quale, ognuna, può riflettersi. Sarà per questo che Cleopatra viene definita immortale? Noi crediamo di sì.

Book Club – Il capitolo successivo, la recensione del sequel di Bill Holderman

Al 66 di Perrie Street, Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda stanno sorseggiando un vino rosso mentre guardano una performance sessuale che si sta consumando nell’appartamento di fronte. Commentano, criticano, analizzano. Danno persino i voti. Nel 2019, molti anni dopo questa scena di Sex & The City, quattro donne di terza età sono intente a fare la stessa cosa, sempre con un calice di rosso, ma a Santa Monica e davanti al libro più chiacchierato del 2011: Cinquanta sfumature di grigio di E.L. James. Sono Vivian, Diane, Sharon e Carol e siamo in Book Club – Tutto può succedere. Qualche ruga e acciacco più tardi, le quattro spassose amiche, che sono letteralmente la versione old delle newyorchesi sopracitate, portano il loro club del libro, la loro ironia e il loro filosofeggiare sul sesso per le strade del Bel Paese, fra rossi, rosé e bianchi. Book Club – Il capitolo successivo è il sequel che probabilmente nessuno si aspetta, lo diciamo subito. Perché di solito, l’operazione sui secondi capitoli molla sempre un po’ la presa sull’idea avuta all’inizio, e non è detto che il risultato rimanga piacevole.

Ma per questo film, sempre diretto da Bill Holderman e scritto a quattro mani con Erin Simms, il discorso è quasi inverso. Ci troviamo davanti a un sequel migliore dell’originale, che porta a un livello superiore il concetto di divertimento, pronto a far ridere di gusto e desiderare di essere lì, con quelle quattro stilosissime donne, baciate e abbracciate da un’Italia sì edulcorata e da cartolina, ma incredibilmente suggestiva e romantica. Book Club – Il capitolo successivo arriva al cinema dall’11 maggio distribuito da Universal Pictures.

Book Club – Il capitolo successivo, la trama

Book Club - Il capitolo successivo trama
© 2023 FIFTH SEASON, LLC

Il lockdown ha reso la vita di Vivian (Jane Fonda), Diane (Diane Keaton), Carol (Mary Steenburgen) e Sharon (Candice Bergen) molto difficile. Costrette a ritrovarsi tramite webcam, le quattro donne si sono dovute reinventare mandando avanti nel frattempo il loro club del libro. In attesa di incontrarsi nuovamente di persona e potersi riabbracciare. Quando finalmente si rivedono, fra una chiacchiera e un calice di vino rosso, le quattro decidono che è arrivato il momento di intraprendere il famoso viaggio in Italia programmato tantissimi anni prima, trasformandolo in seguito nell’addio al nubilato di Vivian, che a breve convolerà a nozze con il suo Arthur (Don Johnson). Le tappe nel Bel Paese saranno tre: Roma, Venezia e la Toscana. La loro permanenza in Italia sarà piena di eventi bizzarri, e fra nuovi incontri e vecchie fiamme ritrovate, le quattro vivranno un’avventura davvero magica.

Ridere del tempo, ridere di se stesse

Il non prendersi sul serio delle quattro protagoniste è stato il leitmotiv del primo capitolo, e continua ad esserlo anche del secondo, ma caricato all’ennesima potenza. Quattro donne, tutte sopra i sessant’anni, che riscoprono le bellezze del sesso, del diletto sotto le lenzuola e delle avventure di coppia era ciò che aveva reso Book Club – Tutto può succedere, un film tenero e romantico al punto giusto, pur presentando tutti i cliché della commedia e avendo quattro figure archetipiche. L’ironia, il senso di libertà, la voglia di rilanciarsi grazie alle fantasie erotiche di Christian e Anastasia erano riuscite a oscurare i luoghi comuni presenti nella storia, mostrandone solo lo spirito frizzantino, burlesco e vivacissimo.

E così, dopo aver affrontato situazioni improbabili, amori dal passato e bollori riaccesi, le quattro amiche sono pronte a intraprendere un nuovo viaggio, alla volta dell’Italia, il cui addio al nubilato di Vivian funge solo da pretesto per calare in pentola una serie di esilaranti dinamiche in cui si troveranno invischiate. Se il primo film poneva al centro della narrazione la volontà di reinventarsi e non soccombere al tempo che passa ma anzi, sfruttare quello che resta per viverlo al meglio, il secondo cerca di mantenere saldi gli obiettivi raggiunti dalle donne, rafforzando non solo il loro rapporto ma le scelte fin lì compiute. Book Club – Il capitolo successivo porge da una parte molto più il fianco al romanticismo fiabesco, fatto di dichiarazioni d’amore al limite del diabete e corse in elicottero per raggiungere e baciare il principe azzurro.

Ma dall’altro si infarcisce di maggiore sarcasmo, quello presente sulla bocca di chi riconosce lo scorrere del tempo, ma lo gestisce con humor intelligente, facendosi persino beffa di lui. L’essere scanzonate, i continui inside jokes nei dialoghi di Vivian, Carol, Diane e Sharon, la loro instancabile verve, hanno un solo obiettivo: sdoganare il concetto che, in terza età, non si possa godere della propria esistenza, lussuriosa o amorosa che sia, senza vergognarsene. Non è mai troppo tardi per viaggiare, spassarsela, sposarsi e vivere. Perché è solo quando ci si impone dei divieti, facendo della propria età anagrafica un limite, che si diventa davvero vecchi. Discorso iniziato nel primo film e che trova la sua conclusione nel secondo.

Un’Italia da cartolina più azzeccata che mai

Come accennavamo in apertura, è un’Italia molto magica a far da cornice alla storia. Anche se mostrata sempre nella solita versione standard e patinata: il Colosseo, la Vespa, l’Altare della Patria, le vie del centro romane indorate dalla luce del sole, poi Piazza San Marco e la gondola veneziana avvolte dal cielo stellato, fino al consueto road trip da quadretto verso la Toscana. Non da meno la colonna sonora, che raccoglie le solite hit nostrane oramai datate, già riproposte in altri prodotti mainstream il cui sfondo è lo stivale. Basti pensare a Felicità di Albano che è fra le canzoni di chiusura.

Eppure, quest’immagine per l’appunto solita (e americana) che si ha del Bel Paese si scopre essere azzeccatissima al contesto . È vero, insieme alle protagoniste anche lo spettatore sembra fare un ennesimo tour del Bel Paese, ma in questo caso non è un problema. La fotografia che si ha dell’Italia, con le sue atmosfere da La dolce vita, si sposa con il tono della pellicola e il mood delle quattro donne, come se fosse trasposizione paesaggistica delle loro emozioni. E quindi… calza a pennello. Almeno questa volta.

Book Club – Il capitolo successivo è dunque un sequel da guardare senza troppe pretese. Si ride ai doppi sensi, si ironizza, a volte si storce il naso, ma non si smette mai di divertirsi. Non vanterà chissà quale sofisticata o intricata sceneggiatura, ma le poche operazioni sulle battute che si scambiano le quattro amiche bastano a renderla una pellicola animata, piena di brio, che vuole intrattenere totalmente, senza mai far spegnere il sorriso. Perché bisogna ricordarsi che non sempre c’è bisogno di una grande trama per rendere piacevole l’esperienza al cinema (e ne abbiamo avuto conferma con Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri o Super Mario Bros. – Il film, per citarne due recenti). A volte basta che il film possieda un’anima briosa e un maestrante che sappia valorizzarla. E il gioco è fatto!

Fantastici Quattro: secondo alcuni rumor, Adam Driver avrebbe accettato il ruolo di Reed Richards

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Dopo mesi e mesi di rumor, sembra ci siano ora maggiori certezze riguardo uno dei ruoli principali dell’atteso film Fantastici Quattro del Marvel Cinematic Universe. Sebbene nulla sia stato ancora confermato ufficialmente, @MyTimeToShineHello, fonte affidabile del settore, afferma infatti che l’attore Adam Driver avrebbe accettato il ruolo di Reed Richards, alias Mr. Fantastic, nel film. Driver era già stato indicato come prima scelta dei Marvel Studios per la parte e con lui erano stati avviati dei colloqui al fine di raggiungere un accordo.

Per il momento questo rimane un rumor e probabilmente bisognerà aspettare che l’intero cast venga deciso per poter avere un annuncio ufficiale che confermi o smentisca la notizia. Si tratterebbe di una grossa conquista per i Marvel Studios, che con Driver nel ruolo del protagonista potrebbe contare su un attore di grande talento e con una già pregressa esperienza in blockbuster, avendo ricoperto il ruolo di Kylo Ren negli ultimi tre film di Star Wars.

Al momento non ci sono invece ancora certezze per gli altri ruoli, anche se negli ultimi giorni si è parlato di Margot Robbie come nuova candidata al ruolo di Sue Storm, alias La Donna Invisibile e Paul Mescal in quelli di Johnny Storm, alias Torcia Umana. Antonio Banderas è stato indicato come possibile antagonista nei panni di Galactus, mentre ancora non ci sono grandi certezze per il ruolo di La Cosa. Di certo, il casting per Fantastici Quattro continua ad essere fonte di grande interesse per i fan, che non vedono l’ora di scoprire chi interpreterà la celebre famiglia di supereroi. Per avere tale risposta, probabilmente, manca sempre meno tempo.

https://twitter.com/MyTimeToShineH/status/1654814240392331271?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1654814240392331271%7Ctwgr%5E08d643ac9fdbe677026bdca213a06f022f24a1ca%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Ffantastic-four%2Ffantastic-four-adam-driver-has-reportedly-accepted-the-role-of-reed-richards-a203108

Fonte: ComicBookMovie

 

Oppenheimer: secondo trailer ufficiale per l’atteso film di Christopher Nolan

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Universal Pictures ha diffuso il secondo trailer ufficiale di Oppenheimer, l’attesissimo nuovo film scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer è un thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare.

Il film è interpretato da Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio Oscar Matt Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e  Robert Downey Jr. interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia atomica.

La candidata all’Oscar Florence Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock, Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber e Josh Hartnett interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest Lawrence. Oppenheimer è interpretato dal vincitore dell’Oscar Rami Malek e questo film vede Nolan riunirsi con l’attore, scrittore e regista otto volte candidato all’Oscar Kenneth Branagh.

Il cast comprende anche Dane DeHaan (Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan Arnold (serie Halloween), David Krumholtz (La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story) e Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno).  Il film è tratto dal libro vincitore del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven di Atlas Entertainment e Christopher Nolan.

Oppenheimer è girato sia in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX in bianco e nero. I film di Nolan, tra cui Tenet, Dunkirk, Interstellar, Inception e la trilogia del Cavaliere Oscuro, hanno incassato più di 5 miliardi di dollari al botteghino mondiale e sono stati premiati con 11 Oscar e 36 nomination, tra cui due nomination come miglior film.

Guardiani della Galassia Vol. 3, uno dei migliori villain della Marvel è quasi apparso nel film

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Come ormai noto, il villain del film Guardiani della Galassia Vol. 3 è l’Alto Evoluzionario (interpretato da Chukwudi Iwuji), un personaggio cosmico di lunga data che ha avuto una terrificante storia di sperimentazione e tortura sugli animali. Sebbene la performance di Iwuji nel film porterà probabilmente il personaggio ad essere acclamato come uno dei migliori cattivi dell’universo cinematografico Marvel, c’è stato un momento in cui il personaggio non era previsto come principale antagonista del film. In un recente Q&A su Twitter, il regista del film James Gunn ha infatti confermato di aver considerato Annihilus come villain.

Non è la prima volta che Gunn esprime interesse per questo antagonista, principalmente conosciuto per i suoi scontri con i Fantastici Quattro. Già in una sessione di domande e risposte su Facebook nel 2017, il regista aveva affermato che probabilmente avrebbe usato il personaggio come villain se i Marvel Studios avessero avuto i diritti sul personaggio. A quel tempo, però la scuderia dei Fantastici Quattro era ancora di proprietà della 20th Century Fox. “Mi piace molto il personaggio di Annihilus“, ha detto Gunn in quell’occasione, “e c’è la possibilità che lo avrei usato come cattivo in uno dei film.”

Tale personaggio, apparso per la prima volta in The Fantastic Four Annual (vol. 1) n. 6 (1968), nasce in seguito allo sviluppo di un batterio sul pianeta Arthros della Zona Negativa. Annihilus è poi noto per il suo possedere un esoscheletro che gli dona una forza super-umana, gli permette di resistere agli attacchi e anche di respirare nel vuoto dello spazio, ma anche di riprodursi attraverso cloni che portano avanti le sue imprese. Un nemico piuttosto temibile dunque, che però è stato infine scartato in favore dell’Alto Evoluzionario, il quale si sta però affermando come un villain tra i più memorabili e cattivi dell’MCU.

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama e il cast del film

La sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3 recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 5 maggio.

Fonte: ComicBook

Superman: Legacy, James Gunn conferma che un membro del cast di Guardiani della Galassia sarà presente nel film

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Mentre Guardiani della Galassia Vol. 3 è attualmente al cinema, il regista e sceneggiatore del film, James Gunn, ha confermato via Twitter che uno dei membri del cast del film Marvel comparirà nel suo prossimo progetto, Superman: Legacy, ovvero il primo film del nuovo DC Universe. Gunn, nuovo co-CEO dei DC Studios, attualmente impegnato nel processo di casting per tale atteso progetto, ha infatti partecipato ad una sessione di domande e risposte con i fan sul social, dove in molti gli hanno esplicitamente chiesto se qualche attore del suo film Marvel apparirà anceh nel DCU.

Come sempre, Gunn ha fornito una risposta secca e priva di dettagli, che lascia dunque aperta la porta a qualsiasi opzione. Come noto, gli attori che hanno lavorato con Gunn sono già passati dal DCU all’MCU e viceversa. Per Guardiani della Galassia Vol. 3, Gunn ha scelto sua moglie, l’attore di The Peacemaker Jennifer Holland, e la star di The Suicide Squad Daniela Melchior per alcuni ruoli minori. Dopo essere apparsi come membri della Task Force X in The Suicide Squad, gli attori Nathan Fillion e Pete Davidson appaiono poi entrambi nel film Marvel, ma sempre con un ruolo secondario il primo e con un cameo sullo sfondo il secondo.

Data quest’abitudine di Gunn, era dunque facilmente immaginabile che ciò avverrà anche con il suo prossimo progetto. Anche se il regista non ha rivelato chi del cast di Guardiani della Galassia Vol. 3 sarà nel film, è lecito pensare che questi non sarà uno degli attori principali e che la partecipazione di quest’interprete potrebbe effettivamente limitarsi ad un ruolo secondario se non proprio ad un cameo. Tra gli attori che potrebbero essere coinvolti uno dei più probabili è certamente Sean Gunn, fratello del regista, che nei film Marvel diretti da Gunn interpreta Kraglin e fornisce i movimenti di Rocket. Ad ora, non resta che aspettare che vengano date notizie ufficiali sul casting.

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama e il cast del film

La sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3 recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 5 maggio.

Fonte: CBR

Guardiani della Galassia Vol 3: chi è Lylla la lontra?

Guardiani della Galassia Vol 3: chi è Lylla la lontra?

Con l’uscita di Guardiani della Galassia Vol 3 abbiamo visto Rocket Raccoon (Bradley Cooper) in primo piano. L’ultimo saluto alla banda di disadattati di James Gunn approfondisce la storia di Rocket, intrinsecamente legata all’antagonista del film, l’Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji). Il passato del procione raffiora e ci vengono presentate tre figure, amici che hanno condiviso con lui la prigionia: Teefs il tricheco (Asim Chaudhry), Floor il coniglio (Mikaela Hoover) e Lylla la lontra (Linda Cardellini).

Il ricongiungimento di Rocket e Lylla è particolarmente emozionante, un’allusione a un legame più profondo che va oltre la semplice origine comune. E c’è un motivo: nei fumetti, Lylla, o Lady Lylla, è l’anima gemella di Rocket.

Quando è stata introdotta per la prima volta nei fumetti?

Rocket e Lylla

La coppia di Guardiani della Galassia Vol 3 ha fatto il suo debutto insieme sulle pagine di The Incredible Hulk #271 nel 1982 (Rocket era apparso solo una volta, in Marvel Preview #7, 1976). Hulk viene trasportato su Halfworld, un pianeta lontano dove incontra Rocket Raccoon e Wal Rus e si unisce a loro per salvare Lylla. Lylla, l’ereditiera dell’azienda di giocattoli Mayhem Mekaniks, è nelle grinfie della malvagia talpa Judson Jake, che ha preso il controllo dell’azienda dopo aver ucciso i genitori di Lylla. Il gruppo riesce a liberare Lylla e a impedire a Judson Jake di recuperare la potente Bibbia di Gideon e di usarla per conquistare non solo Halfworld ma anche altri mondi.

In origine, Halfworld era utilizzato come un gigantesco manicomio, dove i colonizzatori tenevano i malati mentali per curarli. Alla fine il progetto fu abbandonato e i medici lasciarono dei robot a occuparsi dei pazienti. Quando nelle vicinanze si verificò una supernova, i robot furono inondati da una tale quantità di radiazioni che li portarono a diventare senzienti. A loro volta, questi robot viventi presero gli animali da compagnia che erano stati lasciati indietro e iniziarono a modificarli geneticamente. Queste modifiche genetiche hanno portato alla creazione di Rocket, Lylla, Wal Rus, Judson Jake e molti altri.

La coppia di Guardiani della Galassia Vol. 3 prende strade separate

Guardiani della Galassia Vol. 3 rocket
Photo courtesy of Marvel Studios. © 2023 MARVEL.

L’ultimo numero della miniserie Rocket Raccoon vedeva Rocket e Lylla lasciare insieme Halfworld e partire all’avventura a bordo di una nave costruita dai robot. Sembrava un finale felice e contento per la coppia, ma non era destino. Passarono anni prima che Lylla ricomparisse e in quel periodo lei e Rocket si separarono. Rocket, naturalmente, finì per fare coppia con Groot prima di unirsi ai Guardiani della Galassia. La coppia si sarebbe riunita in Annihilators #4 della Marvel Comics nel 2010, ma molte cose erano cambiate nel corso degli anni.

Lylla era ora sposata con Blackjack O’Hare, un coniglio antropomorfo che anni prima era stato sia nemico che alleato di Rocket. Lylla e O’Hare sono felici insieme e Rocket è felice per loro. I due si separano nuovamente e Rocket torna da Groot e dai Guardiani per vivere altre avventure. Guardiani della Galassia Vol 3 si prende chiaramente delle libertà sulle origini di Rocket e Lylla. Sembra che l’Alto Evoluzionario abbia un ruolo molto più significativo nelle modifiche genetiche che hanno portato alla creazione delle creature antropomorfe.

A casa tutti bene 2 – La serie: recensione della serie di Gabriele Muccino

Torna su Sky e in streaming su NOW Gabriele Muccino con la seconda stagione di A casa tutti bene. La prima serie televisiva della filmografia del regista romano racchiude, ancora una volta, i temi portanti che hanno da sempre caratterizzato il suo cinema. Ritroviamo quindi per protagonista una famiglia borghese e disfunzionale che riesce solo a comunicare attraverso urla e grida. A casa tutti bene 2 – La serie riprende da dove l’avevamo lasciata, con la rivelazione shock della prima stagione, in cui viene svelato che il cadavere sepolto nel giardino della casa al mare ad Ansedonia dei Ristuccia, era quello di Verena, una dipendente della famiglia e Ginevra sconvolta scappa in auto, finisce fuori strada ed è in fin di vita.

La trama di A casa tutti bene 2 – La serie

Il primo episodio svela che Ginevra (Laura Adriani) è sopravvissuta all’incidente ma è in coma in ospedale intanto i Ristuccia e i Mariani si riuniscono per parlare della morte di Verena. Alba (Laura Morante) la matriarca dei Ristuccia si prende tutta l’ira e il disprezzo dei suoi tre figli Carlo (Francesco Scianna), Paolo (Simone Liberati) e Sara (Silvia D’Amico) per aver nascosto l’omicidio della giovane amante del padre Pietro. Dopo questa parte introduttiva di A casa tutti bene 2 – La serie c’è un salto temporale di ben un anno e finalmente Ginevra si risveglia e i fratelli Ristuccia cercano in tutti i modi di tenere a galla la loro azienda di famiglia, cioè il ristorante San Pietro.

Sara inizia a frequentare un noto chef stellato (Tom Leeb) e lascia il marito fedifrago Diego (Antonio Folletto), Paolo è in lotta per riottenere la custodia del figlio Giovanni (Federico Ielapi) che vive a Parigi e Carlo deve affrontare il ritorno a casa di Ginevra che purtroppo non cammina più e non ricorda del cadavere nascosto da Alba e Maria Ristuccia (Paola Sotgiu). Intanto però un’altra minaccia riaffiora dal passato, il malavitoso Adriano Abbattista, non più in galera ma agli arresti domiciliari, ragione per cui Luana (Emma Marrone) spaventata dall’accaduto lascia il secondo genito di Maria, cioè Riccardo (Alessio Moneta) e porta via anche il figlio di pochi mesi Cesare. Nel frattempo la malattia di Sandro Mariani (Valerio Aprea) peggiora e la moglie Beatrice (Milena Mancini) è costretta a lasciare il marito ammalato di Alzheimer in una clinica che si prenderà cura di lui, una delle scene più toccanti della serie in generale.

Il finale del quarto episodio è forse il momento più inaspettato di questi primi sei episodi della seconda stagione di A casa tutti bene. Senza svelare troppo, di nuovo come era successo anni prima, la storie in qualche modo si ripete, un Ristuccia e un Mariani si ritrovano di notte con un morto nella cucina del ristorante, con la missione di sbarazzarsene il prima possibile. Da qui i due personaggi provano sulla loro pelle tutto quello che hanno passato le loro madri, certo questo nuovo omicidio non è un incidente ma un atto di difesa nei confronti di Luna (Sveva Mariani) che stava per essere violentata da un uomo nascosto nel cortile del ristorante. Nel sesto episodio la polizia inizia ad indagare sul ritrovamento di un cadavere carbonizzato in una cava e i primi indiziati sono proprio i componenti delle due famiglie del San Pietro.

Un family drama italiano

La famiglia disfunsionale è da sempre alla base delle trame di un family drama, basta pensare a quella più celebre americana dei Roy, protagonisti di Succession, la serie pluripremiata in onda in queste settimane sempre su Sky o anche quella dei Dutton di Yellowstone. La prima produzione seriale del regista che si è fatto conoscere al grande pubblico nel 2001 con il film L’ultimo bacio, gioca anche lui sui contrasti tra i fratelli che vogliono gestire l’azienda di famiglia, in questo caso il ristorante San Pietro, eredità del patriarca ormai passato a miglior vita.

La prima stagione era stata drammatica, tra segreti nascosti per decenni, bugie e le tante inconfondibili sfuriate isteriche che da sempre sono il marchio di fabbrica di Muccino. A casa tutti bene 2 – La serie è sempre piena, soprattutto nei primi episodi, di crisi di nervi ma anche nascita di nuove relazioni, un nuovo mistero e la collaborazione tra i i fratelli Ristuccia e il cugino, detto Riccardino, Mariani che uniscono le forze per mandare avanti il loro prestigioso locale nel cuore di Roma. Gabriele Muccino per finire dirige un cast, tra i più talentuosi e uniti in un unico set di una serie drammatica televisiva, dove in questa seconda stagione spiccano le interpretazioni di Silvia D’amico, Francesco Scianna, Valerio Aprea e Antonio Folletto.

Questa seconda stagione si conferma un ottimo prodotto seriale italiano riconoscibile nella firma del suo creatore e che scorre inseguendo un nuovo mistero e delitto che metterà di nuovo in crisi le famiglie Ristuccia e Mariani.

Madagascar 2: trama, personaggi e curiosità sul film d’animazione

Una delle più memorabili saghe cinematografiche d’animazione degli ultimi anni è quella di Madagascar. Composta da tre film principali, uno spin-off e diverse serie televisive animate, questa è uno dei titoli di punta del celebre studio DreamWorks Animation. Dal 2005, anno di distribuzione del primo film, questa è diventata infatti una notevole fonte di guadagno, capace di attrarre un pubblico di bambini e adulti. Merito di ciò è la grande comicità intrinseca alle storie narrate, come anche i personaggi e alcune sequenze rimaste nell’immaginario comune. Dopo il successo del primo film, nel 2008 è arrivato Madagascar 2, diretto da Eric Darnell e Tom McGrath.

In questo proseguono le avventure dei quattro animali fuggiti dallo zoo di New York e in cerca di avventure in terre lontane. Se il primo film era stato un grande successo, questo primo sequel superò ogni aspettativa. A fronte di un budget di 150 milioni di dollari arrivò infatti ad incassarne oltre 600 in tutto il mondo, divenendo il sesto film dal maggior guadagno del 2008. Con un cast di celebri doppiatori, tanto nella versione inglese quanto nel doppiaggio italiano, questo è ancora oggi uno dei film d’animazione di maggior successo di sempre. Attualmente, la DreamWorks ha annunciato la realizzazione anche di un quarto capitolo della serie.

Nell’attesa di poter rivedere i celebri e divertenti animali sul grande schermo, è possibile riscoprire Madagascar 2, il quale vanta una serie di situazioni comiche e tanta azione, capace di stupire sia più più piccoli che i più grandi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, ai personaggi al cast di doppiatori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Madagascar 2: la trama del film

Il secondo film della trilogia riprende la narrazione lì da dove si concludeva il precedente capitolo. Alex, Marty, Melman e Gloria trovano la possibilità di tornare a New York nell’aiuto offerto loro dai quattro celebri pinguini. Il gruppo sale così a bordo di un aereo abbandonato, e inizia il lungo viaggio verso casa. Naturalmente, il velivolo si dimostra più malandato del previsto e ben presto subisce un guasto che costringe gli animali ad un atterraggio di emergenza in Kenya, nel bel mezzo di una riserva naturale. Qui si imbattono nella fauna del luogo, tra cui anche alcuni animali molto speciali.

Alex, infatti, si ricongiunge inaspettatamente con i suoi veri genitori. Emozionato dall’incontro, non si risparmia in storie riguardo il suo status di celebrità nello zoo di New York. Anche i suoi amici però sembrano trovare una propria dimensione, imbattendosi ognuno nei propri simili. Ben presto, però, scopriranno quanto anche quel mondo possa essere spietato, e per poter essere accettati dovranno superare diverse prove, come ance risolvere il mistero riguardo la sparizione dell’acqua nella riserva.

Madagascar 2 doppiatori

Madagascar 2: i personaggi e i doppiatori del film

Grazie alla fama raggiunta dalla serie, i film si sono avvalsi di celebri doppiatori per le voci dei personaggi principali. Si possono infatti ritrovare noti attori tanto per la versione originale quanto per quella in lingua italiana. Per la prima di queste, sono da citare i quattro doppiatori dei protagonisti. Ben Stiller è infatti il leone Alex, mentre Chris Rock è la zebra Marty, David Schwimmer la giraffa Marty e Jada Pinkett Smith l’ippopotamo Gloria. Celebre è poi il doppiaggio di Sacha Baron Cohen nei panni del lemure Re Julien. In questo sequel, infine, si annovera la presenza di Alec Baldwin nei panni del leone cattivo Makunga.

Per il doppiaggio italiano, allo stesso modo, si ritrovano diverse celebri voci, sia di noti doppiatori che di personalità dello spettacolo amate dal grande pubblico. Come per il primo film, le voci di Alex e Marty appartengono nuovamente al duo comico Ale e Franz. Melman, che nel primo film aveva la voce di Fabio De Luigi, è ora doppiato da Robert Gammino. Allo stesso modo, l’ippopotamo Gloria, precedentemente doppiato da Michelle Hunziker, ha ora la voce di Chiara Colizzi. A doppiare il simpatico Re Julien è invece nuovamente il celebre Oreste Baldini, mentre Stefano De Sando, voce ufficiale di Robert De Niro, interpreta il leone Makunga.

Il trailer di Madagascar 2 e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Madagascar 2 è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 6 maggio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

The Young Victoria: la trama e le curiosità sul film con Emily Blunt

Opera di carattere storico del 2009, il film The Young Victoria ha conquistato buoni pareri di critica e pubblico, affascinati in particolar modo dalla fedele ricostruzione dell’epoca e delle reali personalità qui portate in scena. La vicenda, come suggerisce anche il titolo, è infatti incentrata sui primi anni del regno della regina Vittoria, una delle più longeve e amate sovrane del Regno Unito. A darle volto, nel film, è l’attrice Emily Blunt, oggi nota per essere stata interprete di celebri titoli come Il diavolo veste Prada, Sicario e Il ritorno di Mary Poppins.

L’idea per il lungometraggio venne in mente a Sarah, la duchessa di York e moglie del secondo figlio di Elisabetta II. Da sempre affascinata dalla figura di Vittoria, questa decise di proporre il progetto al produttore Graham King, all’epoca impegnato nella realizzazione del film The Departed, di Martin Scorsese. King rimase affascinato dall’idea, e desideroso di realizzare un film nel suo paese d’origine si impegnò per realizzare quanto propostogli. Egli affidò così la sceneggiatura a Julian Fellowes, e chiese a Scorsese di essere il produttore esecutivo del film.

Uscito infine nelle sale, The Young Victoria si affermò non solo come una devota ricostruzione dei primi anni di regno della sovrana, ma anche come un’appassionata storia d’amore, raccontando infatti del matrimonio di lei con il marito Alberto. Il film vanta una messa in scena ricca e avvolgente, dove spiccano in particolar modo i costumi della leggendaria Sandy Powell, che vinse grazie ad essi il premio Oscar. Ancora oggi, questo è uno dei più indicati per chi vuole avvicinarsi alla storia della celebre famiglia reale.

The Young Victoria: la trama del film

Il tutto è ambientato nell’Inghilterra del 1837. Il re Guglielmo IV non ha avuto figli, e l’unica erede al trono risulta dunque essere sua nipote Vittoria. Chiamata così a diventare sovrana, la giovane di appena 17 anni, si ritrova improvvisamente circondata da persone che le stanno accanto solo per interesse. Da sua madre a suo zio, tutti sembrano aspirare ad avere un po’ dell’incredibile poterLa chiave case che lei ha ora ottenuto. Tra le varie cose che questi vogliono organizzare per lei vi è anche il matrimonio con il principe Albert. Vittoria si stufa però ben presto delle pretese nei suoi confronti, e si dichiara contraria all’idea di conoscere il giovane per poi doverlo sposare.

Quando però questi si presenta alla corte, la regina rimane sorpresa nello scoprire che anche lui come lei è stanco di essere manipolato dai propri parenti. I due giovani iniziano così a conoscersi, scoprendo di comprendersi molto più di quanto potevano immaginare. Fortificata da questa esperienza, Vittoria trova la forza di allontanare coloro che la circondano solo per interesse personale, arrivando così ad essere una sovrana a tutti gli effetti. Ben presto, però, una profonda crisi politica si apre nel paese e la regina si ritrova ad essere profondamente criticata dal popolo. Soltanto il suo amore con Albert potrà ridarle la speranza e la fiducia necessarie a svolgere il proprio dovere.

The Young Victoria cast

The Young Victoria: il cast del film

Interpretare una regina, specialmente se realmente esistita, è l’ambizione di molte attrici. Si tratta infatti di personaggi estremamente complessi, che presentano una forte contrapposizione tra il loro volto pubblico e quello privato. Consapevole che molte interpreti si sarebbero date battaglia per la parte della regina Vittoria, l’attrice Emily Blunt si mise in contatto con il produttore ben prima che i casting iniziassero. L’attrice era infatti rimasta stregata dalla sceneggiatura e dalla storia della sovrana, di cui ammise di non essere al corrente. La sua intenzione era però quella di raffigurarla come una giovane innamorata che combatte per ciò che sente giusto. Grazie alla sua motivazione, l’attrice ottenne infine il ruolo.

Per il ruolo del principe Alberto, si cercò invece un interprete non ancora particolarmente noto. Venne infine scelto Rupert Friend, noto fino a quel momento solo per il film Orgoglio e pregiudizio. Il produttore e il regista Jean-Marc Vallée rimasero particolarmente colpiti dal suo provino, trovando che rispecchiasse perfettamente la loro idea del personaggio. Una volta ottenuta la parte, Friend diede vita a numerose ricerche al fine di comprendere il carattere di Alberto come anche le sue vicende personali. Imparò inoltre pratiche comuni per un principe, come l’andare a cavallo, il portamento e a suonare il pianoforte. Decise inoltre di prendere lezioni con un dialect coach al fine di migliorare il proprio accento.

Nel film si ritrovano poi anche gli attori Paul Bettany, Mark Strong e il premio Oscar Jim Broadbent. Il primo di questi venne chiamato ad interpretare il ruolo del primo ministro Lord Melbourne. Bettany, in realtà, era di vent’anni più giovane rispetto a quanto richiesto per la parte, ma i produttori e il regista lo ritennero ugualmente il candidato migliore. Strong diede invece vita a John Conroy, militare e amministratore della residenza di Vittoria. Broadbent dà invece volto al re Guglielmo IV, padre di Vittoria. L’attrice Miranda Richardson ha invece interpretato la madre della regina, anch’essa di nome Vittoria e duchessa di Kent.

La colonna sonora di The Young Victoria, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Durante la realizzazione del film, il regista decise di utilizzare una colonna sonora inedita per il genere. Si avvalse infatti tanto di brani classici quanto di pezzi più contemporanei, tra cui anche diverse canzoni rock, che potessero rappresentare al meglio il mood della pellicola. Molte di queste, tra cui si ritrovano anche brani dei Rolling Stones, non sono poi state utilizzate all’interno del film, ma solo in preparazione delle riprese di determinate scene. In particolare, però, è rimasta celebre la canzone Only You, eseguita dalla cantante Sinéad O’Connor, descritta come la perfetta melodia per il film e la sua storia. L’album contenente i vari brani del film è in seguito stato pubblicato dalla EMI Music.

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di una delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. The Young Victoria è infatti presente all’interno di Rai Play. Accedendo a questo, sarà possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. L’unico requisito richiesto è infatti quello dell’iscrizione al sito, completamente gratuita. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 6 maggio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

The Forgiven con Jessica Chastain su SKY e NOW

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The Forgiven con Jessica Chastain su SKY e NOW

Arriva su Sky l’avvincente thriller scritto e diretto da John Michael McDonagh The Forgiven, in prima tv lunedì 8 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand.

Basato sull’inquietante romanzo “Nella polvere” di Lawrence Osborne, The Forgiven combina una sensualità rovente, una maestria cinematografica e colpi di scena inaspettati mentre l’Oriente incontra l’Occidente e l’affidabilità del vecchio mondo collide in maniera catastrofica con la moderna indifferenza.

Il film è interpretato dal candidato all’Oscar Ralph Fiennes, dalla vincitrice dell’Oscar Jessica Chastain e da Matt Smith, Saïd Taghmaoui, Abbey Lee, Mourad Zaoui, Caleb Landry Jones, Ismael Kanater, Christopher Abbott, Alex Jennings e Marie-Josée Croze.

La trama di The Forgiven

Guidando a grande velocità attraverso il deserto marocchino per partecipare a una sontuosa festa di un vecchio amico, i ricchi londinesi David e Jo Henninger (Ralph Fiennes e Jessica Chastain) restano coinvolti in un tragico incidente con un adolescente del posto. Una volta arrivati in grande ritardo alla villa dove la festa è al suo culmine, la coppia cerca di nascondere l’incidente con la connivenza della polizia locale. Ma quando arriva il padre del ragazzo per cercare giustizia, la scena è pronta per uno scontro tra culture pieno di tensione, in cui David e Jo devono scendere a patti con quello che hanno commesso e le sue devastanti conseguenze.

Apple TV+ ha diffuso le prime immagini della serie thriller Hijack

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Apple TV+ ha rilasciato le prime immagini di Hijack, una serie thriller in sette episodi interpretata e prodotta esecutivamente dal vincitore del SAG Award e candidato all’Emmy Award Idris Elba (“Luther”).

Hijack: quando esce e dove vederla in streaming

Hijack farà il suo debutto mondiale con i primi due episodi mercoledì 28 giugno su Apple TV+.

Hijack: trama e cast 

Creata da George Kay (“Lupin”, “Criminal”) e Jim Field Smith (“Criminal” “Truth Seekers”), il primo sceneggiatore e il secondo regista principale della serie, “Hijack” è interpretata anche dal vincitore dell’Emmy Award e del NAACP Image Award Archie Panjabi (“The Good Wife”, “Snowpiercer”, “Blindspot”).

Narrato in tempo reale, “Hijack” è un thriller ad alta tensione che segue il viaggio di un aereo dirottato verso Londra per un volo di sette ore, con le autorità di terra che tentano disperatamente di trovare una soluzione. Idris Elba interpreta Sam Nelson, un abile negoziatore che deve usare tutta la sua astuzia per cercare di salvare la vita dei passeggeri, ma la strategia ad alto rischio che vuole utilizzare potrebbe essere la sua rovina. Archie Panjabi interpreta Zahra Gahfoor, un agente dell’antiterrorismo che si trova a terra quando l’aereo viene dirottato e diventa egli stesso parte delle indagini. Oltre a Elba e Panjabi, la serie è interpretata da Christine Adams, Max Beesley, Eve Myles, Neil Maskell, Jasper Britton, Harry Michell, Aimee Kelly, Mohamed Elsandel e Ben Miles.

Hijack è stato prodotto da 60Forty Films, la società di produzione fondata dai produttori esecutivi vincitori dell’Emmy Award Jamie Laurenson e Hakan Kousetta (“Slow Horses“, “Il serpente dell’Essex“) nell’ambito del suo accordo con Apple TV+, insieme a George Kay e alla società di produzione di Jim FIeld Smith, Idiotlamp Productions, segna anche la prima serie dell’accordo tra Idris Elba e la sua Green Door Pictures e Apple TV+. George Kay e Jim Field Smith sono entrambi produttori esecutivi insieme a Elba, Jamie Laurenson, Hakan Kousetta e Kris Thykier.

Special Ops: Lioness, le prime foto della serie thriller di Taylor Sheridan con Nicole Kidman

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Paramount+ presenta le prime immagini in anteprima dell’attesissimo thriller di spionaggio Special Ops: Lioness (precedentemente intitolato “Lioness”). La serie originale, ideata dal candidato all’Oscar Taylor Sheridan, ha come protagonisti l’attrice e produttrice esecutiva Zoe Saldaña, la vincitrice dell’Oscar e produttrice esecutiva Nicole Kidman, Laysla De Oliveira e il premio Oscar Morgan Freeman. Special Ops: Lioness è prodotto da MTV Entertainment Studios e 101 Studios in esclusiva per Paramount+.

La trama e il cast di Special Ops: Lioness

Special Ops: Lioness si basa su un programma realmente esistito e segue Cruz Manuelos (De Oliveira), una giovane Marine dal carattere rude ma appassionato, reclutata per unirsi al Lioness Engagement Team per aiutare a distruggere un’organizzazione terroristica dall’interno. Saldaña interpreterà Joe, la responsabile del programma Lioness incaricata di addestrare, gestire e guidare le sue operatrici sotto copertura.

Special Ops: Lioness avrà come protagonisti principali anche Dave Annable, Jill Wagner, LaMonica Garrett, James Jordan, Austin Hébert, Jonah Wharton, Stephanie Nur e Hannah Love Lanier, mentre il candidato all’Emmy Award Michael Kelly avrà un ruolo ricorrente.

I produttori esecutivi della serie sono Taylor Sheridan, David C. Glasser, Zoe Saldaña, Nicole Kidman, Ron Burkle, Bob Yari, David Hutkin, Jill Wagner, Geyer Kosinski, Michael Malone e John Hillcoat. La serie è l’ultima aggiunta al crescente programma di Sheridan su Paramount+, che comprende 1923, 1883, MAYOR OF KINGSTOWN e TULSA KING, oltre alle prossime serie LAWMEN: BASS REEVES e LAND MAN.

Blade rimandato ancora a causa dello sciopero degli sceneggiatori WGA

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Blade dei Marvel Studios subirà un ulteriore ritardo a causa dello sciopero degli sceneggiatori WGA. La Marvel ha interrotto la pre-produzione del riavvio dedicato al supereroe, che vedrà protagonista Mahershala Ali nei panni del cacciatore di vampiri protagonista insieme ad Aaron Pierre, Delroy Lindo e Mia Goth.

La produzione avrebbe dovuto iniziare ad Atlanta entro questo mese per un’uscita prevista il 6 settembre 2024. Il primo annuncio di Blade è arrivato nel corso del Comic Con di San Diego nel 2019.

Questa non è la prima volta che la Disney ha dovuto ritardare la produzione del film. Lo scorso ottobre, la Disney ha spinto Blade dal 2023 al 2024 dopo che il regista originariamente scelto, Bassam Tariq (“Mogul Mowgli”), ha lasciato il progetto due mesi prima dell’inizio delle riprese. A novembre, Yann Demange (“Lovecraft Country”) ha assunto l’incarico di regista da una sceneggiatura di Michael Starrbury (“When They See Us”). Ad aprile, poche settimane prima della scadenza del contratto WGA, Nic Pizzolatto (“True Detective”) si è unito alla produzione, riscrivendo la sceneggiatura di Starrbury. Ha esaurito il tempo per completare il suo lavoro prima che iniziasse lo sciopero.

Il nuovo Blade

Del nuovo Blade e si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il personaggio era già stato raccontato al cinema con i film Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes. La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello estetico che di carisma.

Il Blade di Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui compare anche l’attore Kit Harington e la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in Blade. Con il periodo di riprese annunciato, è solo questione di tempo prima che inizio ad arrivare ulteriori notizie sul film, sia per quanto riguarda il cast sia per quanto riguarda il look del protagonista e dell’opera in sé. Blade dovrebbe uscire in sala il 6 settembre 2024 come film finale della Fase Cinque del MCU.

Prime Video ha annunciato il ritorno di L’Estate nei tuoi occhi

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Prime Video ha annunciato il ritorno di L’Estate nei tuoi occhi

Prime Video ha annunciato il ritorno della serie di successo L’Estate nei tuoi occhi che il 14 luglio 2023 debutterà con i primi tre episodi. Nuovi episodi saranno poi disponibili ogni settimana sino al finale venerdì 18 agosto. Basata sulla trilogia di best-seller firmata da Jenny Han, la prima stagione della serie ha conquistato il titolo di show N.1 su Prime Video nel primo weekend di uscita. Dal 14 luglio, la seconda stagione de L’Estate nei tuoi occhi sarà disponibile per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

Di seguito l’annuncio della data di uscita, con le star della serie Lola Tung, Christopher Briney, Gavin Casalegno, Sean Kaufman, e Rain Spencer, le guest star David Iacono e Elsie Fisher, in questa stagione in un ruolo ricorrente. Nel cast anche Jackie Chung e Rachel Blanchard con Kyra Sedgwick che si unisce alla seconda stagione in un ruolo ricorrente.

Il cast, inoltre, ha svelato tutti i titoli degli otto episodi della seconda stagione, permettendo ai fan di conoscere quale delle loro storie preferite di It’s Not Summer Without You (Non è estate senza te), il secondo libro della trilogia di Han, si tradurrà sullo schermo, e quali nuove sorprese della serie sono in serbo per gli spettatori.

Questi i titoli degli episodi:

  • Episodio 201 – “Love Lost” (14 luglio, 2023)
  • Episodio 202 – “Love Scene” (14 luglio, 2023)
  • Episodio 203 – “Love Sick” (14 luglio, 2023)
  • Episodio 204 – “Love Game” (21 luglio, 2023)
  • Episodio 205 – “Love Fool” (28 luglio, 2023)
  • Episodio 206 – “Love Fest” (4 agosto, 2023)
  • Episodio 207 – “Love Affair” (11 agosto, 2023)
  • Episodio 208 – “Love Triangle” (18 agosto, 2023) 

Un tempo Belly era solita contare i giorni che la separavano dal ritorno a Cousins ​​Beach, ma con Conrad e Jeremiah che continuano a litigare per il suo amore e il ritorno del cancro di Susannah, non è sicura che l’estate sarà più la stessa. Quando un visitatore inaspettato minaccia il futuro dell’amata casa di Susannah, Belly dovrà riunire la banda e decidere una volta per tutte dove andrà il suo cuore.

Al timone della seconda stagione di L’estate nei tuoi occhi troviamo le showrunner Han e Sarah Kucserka. Han, Kucserka, Karen Rosenfelt e Gabrielle Stanton sono anche executive producers, insieme a Hope Hartman, Mads Hansen e Paul Lee per wiip. La serie è una co-produzione Amazon Studios e wiip.

Jenny Han è l’autrice delle serie di libri Tutte le volte che ho scritto ti amo e L’estate nei tuoi occhi che hanno scalato la classifica dei Best-Seller del New York Times. Le sue opere sono state pubblicate in più di 30 lingue. Per il piccolo schermo ha co-creato due nuove serie basate su questi libri – la serie Prime Video L’estate nei tuoi occhi, di cui è executive producer e co-showrunner – e la serie Netflix da poco annunciata XO, Kitty, uno spin-off dell’universo di To All the Boys, di cui sarà executive producer e co-showrunner. È stata inoltre executive producer dei 3 film Netflix della trilogia To All the Boys. Vive a Brooklyn, New York.

Guardiani della Galassia Vol 3: chi sono gli amici del passato di Rocket

Guardiani della Galassia Vol 3 si tuffa a capofitto nella storia di Rocket Raccoon (con la voce di Bradley Cooper) e scopriamo subito parte del suo passato. Rocket, imprigionato dall’Alto Evoluzionario, si crea la sua piccola famiglia. Questi tre compagni di cella sono le prime persone che conosce e con le quali condivide il periodo di prigionia. Hanno creato una vera e propria famiglia, ridono e scherzano ma soprattutto sognano di volare via lontano su un’astronave per poter guardare finalmente il cielo.

Come vediamo nei ricordi di Rocket, durante il suo tentativo di fuga i suoi amici vengono uccisi. Il procione stava cercando di salvarli dal terribile tiranno. Una volta che il pubblico avrà conosciuto questo trio di personaggi immediatamente amabili e ciò che hanno dovuto sopportare, i fan di Guardiani della Galassia Vol 3 capiranno perfettamente perché Rocket non ama parlare del suo passato.

Guardiani della Galassia Vol 3: Lylla la lontra

Lylla la lontra

Il compagno di cella più significativo che Rocket incontra quando gli esperimenti dell’Alto Evoluzionario lo rendono un essere senziente è Lylla (Linda Cardellini), l’unica compagna di Rocket che proviene dai fumetti Marvel. Lylla è una simpatica lontra di fiume che ora cammina sulle zampe posteriori dopo essere stata dotata di braccia meccaniche dall’Alto Evoluzionario. Quando il piccolo Rocket viene gettato nella sua gabbia, è completamente confuso su dove si trovi e su cosa stia accadendo. Fortunatamente, Lylla spiega la situazione e l’adorabile procione viene rapidamente accettato nel gruppo di animali.

La relazione tra Rocket e Lylla in Guardiani della Galassia Vol 3 non è tanto una storia d’amore quanto un’amicizia, in contrasto con il modo in cui i due personaggi interagiscono nei fumetti. Nei fumetti la lontra viene chiamata Lady Lylla e il titolo nobiliare è appropriato perché la versione originale del personaggio è l’ereditiera di un’azienda galattica di giocattoli sul pianeta Halfworld. È anche l’anima gemella di Rocket. Purtroppo la loro storia nei film non è a lieto fina: quando Rocket viene a sapere che l’Alto Evoluzionario sta per incenerire tutti i suoi amici, crea un dispositivo e fa evadere Lylla dalla sua cella. I due si abbracciano per la prima volta prima che l’Alto Evoluzionario spari Lylla alle spalle.

Teefs il tricheco

Teefs il tricheco

Il secondo compagno potenziato è Teefs (Asim Chaudhry), un personaggio originale creato da James Gunn e modellato sul tricheco umanoide della Marvel Comics chiamato Wal Rus. Teefs ha subito alcune modifiche al corpo, si muove su una sedia a rotelle e ha anche gli occhi aperti da impianti metallici. Teefs è l’incarnazione di un gigante gentile, un compagno stupido ma affettuoso di Rocket. Come i suoi compagni, Teefs non sa che l’Alto Evoluzionario non sopporta le sue creazioni ed è pronto a distruggerle tutte senza pensarci due volte.

Questo porta Teefs a rimanere scioccato come tutti gli altri quando l’Alto Evoluzionario uccide Lylla proprio davanti ai loro occhi. Se questo non fosse già abbastanza traumatico, Rocket si avventa sul loro creatore e fa a pezzi il suo volto. Durante la furia cieca di Rocket, l’Alto Evoluzionario spara altri colpi e Teef rimane ucciso.

Floor il coniglio

Floor il coniglio

Il terzo e ultimo compagno che Rocket incontra è Floor (Mikaela Hoover), una coniglietta energica che, come Teefs, è un personaggio originale che non ha una controparte nei fumetti. Floor è probabilmente la creazione più inquietante del gruppo, che cammina su zampe simili a quelle di un ragno con la bocca coperta da una piastra metallica. Nonostante il suo aspetto inizialmente inquietante, Floor ama assolutamente i suoi amici e cerca di trarre il meglio da ogni situazione.

Il motivo per cui Floor ha scelto il suo nome è che era sdraiata sul pavimento quando le è venuto in mente. Quando Lylla viene uccisa, Floor urla istericamente in preda al panico e viene tragicamente uccisa da alcuni proiettili.

Guardiani della Galassia Vol 3: Rocket si sente in colpa per la morte dei suoi amici

Rocket Racoon

Mentre Rocket è in coma per le ferite inflittegli da Adam Warlock (Will Poulter), tutti i ricordi dei suoi amici e di come sono stati inevitabilmente uccisi cominciano a riaffiorare. È chiaro che Rocket ha represso questi ricordi per così tanto tempo perché incolpa se stesso per la morte dei suoi amici. Se Rocket fosse rimasto nella sua cella e non avesse cercato di aiutare i suoi amici a fuggire così rapidamente, avrebbero potuto trovare un modo migliore per sfuggire all’ira dell’Alto Evoluzionario.

Quando il cuore di Rocket si ferma, si trova in un ambiente in cui Lylla, Teefs e Floor gli appaiono per la prima volta dopo anni. Rocket si sente ancora indegno della loro presenza e pensa che lo odieranno, ma Lylla gli assicura che non ha nulla di cui scusarsi. È anche lei che incoraggia Rocket a capire che è arrivato il momento di svegliarsi, perché i suoi compagni in Guardiani della Galasssia Vol 3 hanno ancora bisogno di lui. Questo potrebbe essere una costruzione del subconscio di Rocket, ma dato che sappiamo che l’aldilà è un concetto reale nel MCU grazie a Black Panther, Moon Knight e Thor: Love & Thunder, è molto probabile che gli amici di Rocket lo aspettino lì quando sarà il momento di passare a miglior vita.

Non odiare: la vera storia dietro il film con Alessandro Gassmann

Presentato anteprima nel corso della Settimana internazionale della critica alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il film Non odiare (qui la recensionequi la recensione) ha rappresentato il debutto alla regia di un lungometraggio per Mauro Mancini, che nel 2009 si era già distinto per aver diretto uno degli episodi di Feisbum – Il film. Non odiare è però stato anche un titolo italiano particolarmente importante all’interno della sua stagione cinematografica, proponendo una storia con forti implicazioni politiche ed etiche, che chiamano direttamente lo spettatore ad una partecipazione attiva.

Basato su un reale caso di cronaca, il film va infatti a riflettere sulle estensioni dell’odio, sulle forme in cui esso si tramanda e si manifesta e sulle possibili “armi” con cui sconfiggerlo. Un’opera ricca di dolore, rabbia, ma anche di necessità di perdono e con personaggi alla ricerca di redenzione, uscita in un periodo in cui temi affrontati risultano ancor più urgenti e attuali. Si è infatti parlato a lungo di Non odiare, che nonostante alcune ingenuità tipiche delle opere prime riesce a trovare il modo di portare avanti allo stesso tempo racconto e riflessioni sociali.

A distanza di qualche anno dalla sua uscita (il film è del 2020), Non odiare continua ad essere un film particolarmente importante, la cui storia continua a suscitare dibattiti e considerazioni di tipo etico e morale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia che ha ispirato il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Non odiare, la trama e il cast del film

Il film ha per protagonista il chirurgo Simone Segre, che durante una notte si ritrova a dover prestare i primi soccorsi a un uomo coinvolto in un incidente automobilistico. Nonostante il guidatore sia gravemente ferito, Simone fa fatica ad assisterlo quando vede tatuata sul torace dell’uomo una svastica. Il chirurgo, infatti, è di origine ebraica e finisce con il rifiutarsi di prestare soccorso all’uomo, che dunque muore senza altri testimoni. Nei giorni successivi, però, prevalgono i sensi di colpa e Simone decide di rintracciare la famiglia dell’uomo, composta dalla figlia maggiore Marica, il piccolo Paolo e l’adolescente Marcello, un fervente neonazista.

Ad interpretare Simone Segre vi è Alessandro Gassmann, il quale ha dichiarato di aver accettato il ruolo in quanto interessato a raccontare al cinema il tema dell’intolleranza. L’attore, nell’assumere il ruolo, ha ammesso di essersi chiesto come avrebbe agito lui al posto del suo personaggio, arrivando però a conclusioni diverse da quelle prese dal suo Simone. Proprio da questa divergenza ha avuto inizio il suo lavoro, che lo ha visto chiamato a confrontarsi con un modo di pensare e agire opposto a quello che gli è proprio. Accanto a lui, nel ruolo di Marica, si ritrova l’attrice Sara Serraiocco, mentre Marcello è interpretato da Luka Zunic.

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Non odiare, la vera storia a cui si ispira il film

Come anticipato, quella raccontata in Non odiare è una storia originale ma che prende spunto da un singolare caso di cronaca. Nella città di Paderborn, in Germania, ha avuto luogo nel 2010 il caso di un medico rimasto anonimo che si è rifiutato di operare un camionista 36enne, in quanto quest’ultimo sfoggiava un tatuaggio rappresentante un’aquila imperiale appollaiata sopra una svastica e circondata da corone d’alloro. Il chirurgo avrebbe a quel punto affermato di non poter operare quell’uomo per via del sua fede ebraica. Il paziente, già anestetizzato, è dunque stato lasciato nelle mani di un altro medico.

Ad aver impedito di portare avanti l’operazione vi sarebbe dunque stata, come affermato dal diretto interessato, la sua coscienza, la quale gli ha fatto decidere di non aiutare un soggetto con simili simpatie La decisione del medico di sottrarsi all’operazione ha generato un ampio dibattito in Germania (ma non solo), circa la condotta etica che i medici possono o non possono avere in questa tipologia di situazioni. La famiglia del paziente, che si è poi ripreso completamente, ha chiesto la cancellazione dall’albo del medico, sostenendo che uscendo dalla sala operatoria non ha rispettato il giuramento di Ippocrate.

Anche buona parte della comunità ha poi espresso il proprio disappunto, sottolineando che tutte le persone meritano cure, indipendentemente dalle loro opinioni politiche. Altri, invece, si sono mobilitati in difesa del medico. A partire dunque da tale caso e dalle sue implicazioni morali e storiche, si sono dunque ispirati Mancini e Davide Lisino nella scrittura di un racconto che approfondisse le possibili conseguenze di questa vicenda, portandola ovviamente su territori più estremi e dunque costringendo lo spettatore ad urgenti riflessioni a riguardo.

Il trailer di Non odiare e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Non odiare grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5 maggio alle ore 21:45 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb, TheTelegraph

Guardiani della Galassia Vol. 3: recensione del film di James Gunn

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Dal 3 maggio arriva al cinema Guardiani della Galassia Vol. 3, il secondo film della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, nonché capitolo conclusivo della trilogia degli sgangherati eroi galattici guidati da Peter Quill e da James Gunn, anche lui, dopo qualche inconveniente (leggi: momentaneo licenziamento da parte di Mamma Disney), arrivato al capolinea della sua collaborazione con Marvel Studios. Il futuro, per il regista e sceneggiatore, è roseo e vede pronta una sedia di comando a capo del prossimo DCU sotto l’ala della Warner Bros, ma per ora fermiamoci a questa ultima, divertente e commovente avventura che ha scritto e diretto sotto l’occhio vigile di Kevin Feige e Lou D’Esposito.

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama

Nove anni sono trascorsi da quando “Come and Get Your Love” di Redbone risuonava nelle caverne del pianeta abbandonato di Morag, imprimendo un segno profondo nell’immaginario collettivo del pubblico del MCU. Protagonista della scena un allora sconosciuto Peter Quill danzerino e molto lontano dall’immagine di eroe che quell’universo condiviso aveva proposto fino a quel momento.

I Guardiani hanno cambiato forma, dopo i tragici eventi di Infinity War e Endgame, e dopo una parentesi di coabitazione con Thor, Star-Lord e compagnia si sono stabiliti a Ovunque, dov’è ora il loro Quartier Generale. Mentre ognuno di loro cerca di ritrovare il ritmo dopo la morte della loro Gamora originale (quella che circola nell’universo, adesso, è solo una versione di lei che viene dal passato), sul pianeta irrompe una forza inarrestabile e misteriosa che sembra voler rapire Rocket. Riesce però soltanto a ferirlo molto gravemente e così scappa, lasciando dietro di sé i Guardiani scombussolati e spaventati: il loro amico è in fin di vita e così loro decidono di imbarcarsi in una difficilissima missione pur di salvarlo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 recensione
Photo courtesy of Marvel Studios. © 2023 MARVEL.

Guardiani della Galassia Vol. 3 si propone come una parte finale di una parabola di crescita e sviluppo cominciata in quella caverna di Morag. Quello che James Gunn è stato in grado di fare con i suoi personaggi è stato proprio questo, un viaggio preciso, razionale e coerente nella formazione di questi eroi, per cui tutto il senso di fine, di conclusione che si porta dietro il film coincide anche con una sensazione di compiutezza e soddisfazione, dal momento che ogni pezzo va al suo giusto posto, anche se non è esattamente quello che avevamo immaginato sin dall’inizio. Da reietti disperati e soli, i Guardiani si ritrovano come una vera e propria famiglia elettiva, imparano a esserlo e infine capiscono quanto è importante accettare se stessi e gli altri come sono, per poter camminare sulle proprie gambe.

Quello che nessun eroe Marvel ha mai avuto

Quello che contraddistingue i Guardiani rispetto a tutti gli altri personaggi del MCU è che sono raccontati sempre dalla stessa testa e quindi questa parabola narrativa è stata possibile meglio che in altri casi. Nessuno degli eroi Marvel che ha beneficiato di una proprio trilogia ha avuto la stessa opportunità di raccontarsi in maniera così organica, da un punto di vista narrativo e stilistico, proprio grazie alla presenza costante di James Gunn che si muove con grande destrezza dentro ai confini che gli ha tracciato intorno Feige.

Il risultato è un film che mescola e calibra alla perfezione i momenti di azione sfrenata con quelli distensivi e riflessivi, l’ironia tagliente e orami sempre più sboccata con i momenti davvero toccanti, su tutti quelli dedicati al passati di Rocket, la componente eroica con quella cialtrona. E ovviamente la musica, presente, invadente, una componente fondamentale per il film e per l’immaginario che gli spettatori hanno costruito intorno a questi personaggi. L’effetto è immediato: Guardiani della Galassia Vol. 3 è effettivamente il miglior film Marvel dai tempi di Endgame, perché ripropone sullo schermo un pezzetto di quello che tutti gli spettatori hanno amato delle prime 3 Fasi, insieme alla novità che il film stesso propone.

Photo courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL.

Alto Evoluzionario si fa un Dio frustrato in Guardiani della Galassia Vol. 3

La sviluppo narrativo vero e proprio che ci propone Gunn, legato all’Alto Evoluzionario, super villain di questo capitolo, si rivela però quasi pretestuoso, affinché si possa poi giungere alle conclusioni giuste per ognuno dei membri della squadra. Questo non significa che il cattivo in questione sia solo uno strumento, anzi: Chukwudi Iwuji veste i panni di un personaggio dalla statura shakespeariana, un uomo che tende alla perfezione utopica di un mondo buono, disposto a qualsiasi orrore pur di raggiungere il suo obbiettivo. “Non esiste nessun Dio, per questo mi sono fatto avanti” dirà ad un certo punto l’Alto Evoluzionario, eppure il suo tentativo di mettersi al posto di Dio fallisce di fronte alla sua incapacità di progettare e realizzare la scintilla creativa, tipica delle civiltà migliori. E così, con poche e semplici battute, Gunn ci restituisce anche una tridimensionalità frustrata di un cattivo che dovrà fare i conti con il suo passato, nella figura di un procione arrabbiato che grida vendetta.

L’equilibrio della scrittura di James Gunn permette a ogni personaggio di brillare, ogni membro della squadra riesce a trovare il suo posto, la sua utilità, la sua vocazione, portando avanti con fierezza il messaggio più importante del film, l’accettazione di sé. E proprio nell’insistenza del messaggio da recapitare al pubblico il film inciampa: continuando a portare avanti la missione di ottundere la capacità di decodifica dello spettatore della Disney, il film spiega per diverse volte che ognuno di noi “va bene così com’è”, detto a chiare lettere. Un messaggio nobile e giusto ma che assume i disarmanti contorni di una Pubblicità Progresso quando è spiattellato con questa pedante chiarezza. Dopotutto è un problema che la Disney continua a presentare nei suoi film recenti in maniera trasversale, dalla Walt Disney Animation con Strange World, passando per la Pixar con Red, fino ad arrivare, come in questo caso, ai Marvel Studios.

Grazie, James Gunn
Photo courtesy of Marvel Studios. © 2023 MARVEL.

Grazie, James Gunn

Tuttavia non concluderemo questa recensione di Guardiani della Galassia Vol. 3 su una nota dolente, perché la sensazione di pienezza e soddisfazione, unita a commozione e divertimento, che lascia il film alla fine (restate seduti, ci sono due scene post credits!) sono davvero merce rara nel cinema blockbuster degli ultimi anni, e per questo dobbiamo ringraziare James Gunn, che mentre prepara le valigie e comincia un’altra straordinaria avventura con i personaggio DC Comics, ha fatto quest’ultimo grande regalo ai fan Marvel.

Sulle note di “Badlands” di Bruce Springsteen si conclude il viaggio dei Guardiani della Galassia (così come li consociamo, almeno) sul grande schermo. Le avventure da vivere e raccontare saranno ancora tantissime, ma dovremo imparare a viverle senza Rocket, Gamora, Drax, Nebula, Santis, Groot e Star Lord al nostro fianco.

Cenerentola, perché è la storia più adattata di tutti i tempi?

Cenerentola, perché è la storia più adattata di tutti i tempi?

Una zucca che si trasforma in una sfavillante carrozza; una fata madrina pronta a far diventare i sogni, i desideri… realtà; una scarpetta in grado di ricongiungere la misteriosa fanciulla con il principe azzurro. La storia di Cenerentola è la fiaba che più di tutte ha trovato spazio su piccolo e grande schermo. Nel corso del tempo, questa incredibile storia è stata riadattata e declinata in diverse forme e medium: dal classico Disney del 1950, all’‘omonimo remake del 2015 di Kenneth Branagh a quello del 2021 con Camila Cabello, passando per A Cinderella Story e Another Cinderella Story, arrivando persino al musical Cinderella di Rodgers e Hammerstein.

Ma perché Cenerentola è la storia più rivisitata e apprezzata? Il motivo è molto semplice: possiede una narrazione capace di modellarsi con facilità e adattarsi ai tempi che corrono con naturalezza, poiché sempre in grado di mostrarsi sotto una luce inedita senza mai perderne il fascino. Ma ancor di più per la sua eroina, simpatica e amorevole, il cui messaggio di speranza trasmesso ne rende il racconto molto comprensibile. Arrivati a questo punto, cerchiamo di capire meglio cosa rende Cenerentola un classico immortale e degno d’essere continuamente adattato.

Cenerentola ha una trama che si adatta facilmente

Alla base di Cenerentola vi è la trasformazione lampante di una ragazza che da povera diventa principessa. Il salto di status sociale fatto dalla protagonista è semplice da rimodellare, poiché è una condizione adattabile anche alla contemporaneità. Basta semplicemente cambiare le motivazioni e gli elementi che sospingono tale cambiamento. Non conta dunque il finale, conta il passaggio emblematico: se prendiamo come esempio Another Cinderella Story, qui l’eroina riesce a raggiungere la fama, partendo da una posizione svantaggiata e di margine.

Quello che conta in Cenerentola, e che quindi può essere rappresentato in diversi modi, è la sua metamorfosi e come questa viene recepita. Mantenendo intatta, in tal modo, l’integrità della storia. Essendo questa l’ossatura del racconto, privarlo della sua magia diventa semplice, perché non va a snaturarlo. Eliminare la fata madrina non è un problema, nella controparte “reale” ci sono soluzioni che colmano tale assenza risultando ugualmente credibili. E questo non è un lusso che hanno tutte le fiabe. Basti pensare a tutte quelle fiabe che hanno a che fare con maledizioni e incantesimi!

Il pubblico simpatizza con l’eroina

Lo abbiamo detto in apertura e adesso lo approfondiamo meglio. Cenerentola è un’eroina con la quale si riesce a trovare subito una connessione. È un personaggio molto simpatico, onesto, dal buon cuore e una gentilezza innata che la distingue dagli altri. Questa specifica caratterizzazione può essere adattata e arricchita in base al personaggio che si sta costruendo per quel determinato racconto e al pubblico di riferimento.

Un esempio è l’aggiunta dell’ironia nella Mary di Selenza Gomez in Another Cinderella Story, oppure l’enfatizzazione del coraggio della Cenerentola di Lily James (live action del 2015). Per questo, seppur ogni Cenerentola abbia sfumature diverse, il suo lato gentile e generoso rimane, e rimane nonostante sia maltrattata da tutti, ivi comprese le sorellastre e la matrigna (che compaiono sempre). È questo, alla fine, che crea un ponte fra lo spettatore e la protagonista, simpatizzando ed empatizzando con lei e spingendo il pubblico a volere di più per la sua beniamina.

Il messaggio di speranza in Cenerentola

Cenerentola una storia estremamente classica. Ed è proprio questa la chiave del suo successo perché, il messaggio di speranza, si respira dall’inizio alla fine. La protagonista riesce, dopo una serie di difficoltà, a rendere concreti i suoi desideri: trova l’amore, diventa ricca e potente. Si sveste degli stracci per indossare veri abiti, dando letteralmente un calcio alla sua spiacevole situazione. È questo che attrae del racconto, il cui sottotesto è chiarissimo: c’è sempre speranza, anche se ci si trova in condizioni disperate come quelle di Cenerentola.

Ma il lieto fine è raggiungibile, tangibile. Basta avere fiducia e non arrendersi mai. La pazienza, come dice il detto, è la virtù dei forti, e Cenerentola ne incarna alla perfezione il concetto tanto che, al termine della favola, le accadono cose belle. È la gentilezza a venir premiata. È questo che lo spettatore vuole che sia vero, per continuare a credere nel bene. Ed è questo che rende intramontabile la sua storia, poiché sempre attuale e pronta a dialogare con il suo spettatore.

Guardiani della Galassia Vol 3, la spiegazione del finale

Guardiani della Galassia Vol 3, la spiegazione del finale

Dopo una lunga attesa il capitolo finale de Guardiani della Galassia Vol 3 è finalmente disponibile nelle sale. Sono passati sei anni dall’ultimo film che ha visto il team riunito in un film stand-alone e nel frattempo sono successe molte cose: il gruppo di eroi ha avuto un ruolo importante in Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Questo è già stato confermato come l’ultimo capitolo della saga dedicata ai Guardiani che segna un duplice addio, quello di James Gunn come regista del MCU. Il regista chiude l’arco narrativo dei personaggi che ha preso per mano nel 2014. C’è molto da spiegare in Guardiani della Galassia Vol 3: la storia di Rocket e l’arco conclusivo di ogni membro della squadra.

L’attacco a Ovunque

Knowhere Guardiani della Galassia Vol 3

Guardiani della Galassia Vol. 3 inizia come avevamo lasciato in Guardiani della Galassia Holiday Special: i Guardiani hanno trasformato Knowhere nel loro quartier generale. Mentre la squadra si è affermata come protettrice dell’universo, il Capitano Peter Quill (Chris Pratt) è ancora in crisi dopo la “morte” di Gamora (Zoe Saldaña). Certo, c’è una Gamora viva nell’universo, proveniente da una linea temporale diversa, ma conduce una vita diversa e non vuole avere nulla a che fare con i Guardiani o con Peter.

Il duro lavoro di ricostruzione di Ovunque e la sua trasformazione in un rifugio sicuro per i bisognosi viene improvvisamente interrotto quando Adam Warlock (Will Poulter) attacca la base per rapire Rocket. Adam è l’essere perfetto creato dall’Alta Sacerdotessa della civiltà dei Sovrani (Elizabeth Debicki), di cui si è parlato nella scena finale del Vol. 2. Tuttavia, come rivela questo film, i Sovrani stessi sono creazioni dell’Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji), uno scienziato talmente ossessionato dalla creazione della specie perfetta da non preoccuparsi di quante vite distrugga nel processo.

Guardiani della Galassia Vol 3: salvare Rocket

Rocket Racoon

L’Alto Evoluzionario vuole recuperare Rocket, l’unica delle sue creazioni che si è dimostrata capace di pensiero creativo al di là della programmazione originale. E poiché i Sovereign sono al servizio dell’Alto Evoluzionario, l’Alta Sacerdotessa manda Adam a compiere il rapimento. Un dispositivo installato sul cuore di Rocket impedirà a chiunque di rubare i suoi segreti scientifici. Pertanto, ogni tentativo di curarlo, dopo l’aggressione di Warlock, lo avvicina alla morte. Per questo motivo i Guardiani decidono di rischiare tutto per salvare il loro compagno.

Non sapendo nulla del suo passato, si limitano a seguire gli indizi che hanno e a fare irruzione nella Orgo-Corp, una società di dimensioni planetarie interamente composta da tessuti organici, con a capo Alto Evoluzionario. Le avventure dei Guardiani nella Orgo-Corp non forniscono loro la chiave per disattivare il failsafe di Rocket. Ma motivati a salvare la vita del loro amico seguono le coordinate per la base dell’Alto Evoluzionario a Contro-Terra, uno strano pianeta popolato da animali antropomorfi.

Rocket non è l’unico che deve essere salvato

Guardiani della Galassia Vol 3

Quando i Guardiani arrivano sulla Contro-Terra, si dividono. Mantis (Pom Klementieff) e Drax (Dave Bautista) sono incaricati di rimanere sulla nave per proteggere Rocket. Nel frattempo, Nebula, Star-Lord e Groot (doppiato da Vin Diesel) si recano al quartier generale dell’Alto Evoluzionario. Sfortunatamente, Nebula deve aspettare fuori poiché l’Alto Evoluzionario non le permette di entrare a causa delle sue armi cibernetiche impiantate. Inoltre, Drax decide di ignorare Quill e porta Mantis alla base dell’Alto Evoluzionario.

Star-Lord e Groot affrontano il nemico, che rivela di aver chiuso con la Contro-Terra perché questa civiltà si è dimostrata imperfetta. Peter e Groot escono dalla torre dell’astronave proprio mentre il cattivo decide di abbandonare il mondo che ha creato, distruggendo tutto e uccidendo miliardi di persone. Mentre Peter e Groot cercano di salvare Rocket, Gamora combatte contro War Pig (doppiato da Judy Greer). Tutti cercano di rapire il procione per compiacere l’Alto Evoluzionario. Salvato Rocket la squadra si rimette in sesto per aiutare Drax, Mantis e Nebula. Rimasti soli sull’astronave del nemico rovano centinaia di bambini intrappolati. L’Alto Evoluzionario cattura Drax, Mantis e Nebula, usandoli come esca per Rocket e il resto dei Guardiani. La posta in gioco è più alta che mai durante la resa dei conti finale di Guardiani della Galassia Vol 3.

La resa dei conti finale di Guardiani della Galassia Vol 3

(L-R): Miriam Shor as Recorder Vim, Chukwudi Iwuji as The High Evolutionary, and Nico Santos as Recorder Theel in Marvel Studios’ Guardians of the Galaxy Vol. 3. Photo by Jessica Miglio. © 2023 MARVEL.

Nella resa dei conti finale di Guardiani della Galassia Vol 3, Star-Lord chiede a Cosmo e Kraglin di volare su Knowhere alle loro coordinate, utilizzando la gigantesca stazione spaziale per abbattere la nave dell’Alto Evoluzionario. Nel frattempo, Drax, Mantis e Nebula affrontano tre potenti creature che l’Alto Evoluzionario conserva per distruggere i suoi nemici. Mantis usa i suoi poteri di empatia per ottenere il favore delle creature e presto tutti i Guardiani sono di nuovo riuniti. Ma non è ancora finita. Non appena tutti sanno che l’Alto Evoluzionario tiene i bambini nel seminterrato, i Guardiani uniscono le forze per liberare tutti i prigionieri. Allo stesso tempo, l’Alto Evoluzionario scatena un esercito di creature a Knowhere, costringendo Kraglin a padroneggiare – finalmente – la freccia volante lasciatagli da Yondu (Michael Rooker). Insieme, Kraglin e Cosmo combattono gli invasori e proteggono gli abitanti di Knowhere. Al termine dei combattimenti, i Guardiani spingono la nave vicino a Knowhere per creare una via di fuga sicura per tutti. I bambini riescono a fuggire e anche Adam viene salvato da Groot.

L’Alto Evoluzionario e Rocket hanno il confronto tanto atteso. I due combattono finché i Guardiani non intervengono in soccorso dell’amico. Una volta sottomesso il cattivo, Rocket decide di non giustiziarlo, poiché ritiene che non sarebbe il modo giusto di agire per un Guardiano. Tuttavia, Rocket convince i suoi compagni di squadra che tutti gli animali devono essere salvati e li conduce in una corsa contro il tempo per portare tutti fuori dalla nave dell’Alto Evoluzionario prima che esploda. Quando il cattivo principale viene sconfitto, siamo tutti sorpresi di vedere che tutti i Guardiani sono sopravvissuti alla prova. Tuttavia, James Gunn ha creato un ultimo spavento per i fan di Guardiani della Galassia Vol 3. Mentre tutti scappano, Peter fa cadere il suo lettore e non riesce a raggiungere la Knowhere cadendo nello spazio. Sembra che questa possa essere la fine di Star-Lord, ma Adam Warlock lo salva all’ultimo momento, commosso dalle parole di Groot. Così i Guardiani escono vittoriosi, anche se la squadra non sarà più la stessa.

I Guardiani della Galassia vivranno per sempre

Guardiani della Galassia Vol. 3

Questa ultima avventura ha cambiato per sempre i Guardiani che decidono di sciogliere la formazione originale. Peter pensa che sia giunto il momento di tornare sulla Terra e affrontare la famiglia umana che si è lasciato alle spalle, quindi lascia il comando dei Guardiani e del suo lettore a Rocket. Mantis si rende conto che anche lei deve capire chi vuole essere e decide di partire da sola per un viaggio alla scoperta di se stessa, accompagnata dai suoi nuovi amici. Nebula si ritira dai Guardiani, decisa a prendersi cura dei bambini che hanno salvato insieme a Drax, il cui istinto paterno è essenziale per crescere una nuova generazione di persone. Infine, Gamora si riunisce ai Ravagers, anche se ora ha un rapporto amichevole con i Guardiani.

Gli unici membri dei Guardiani della Galassia ancora impegnati a proteggere l’universo sono Rocket e Groot. Tuttavia, come mostra una scena di fine di Guardiani della Galassia Vol 3, presto troveranno un rinforzo. Cosmo e Kraglin diventano membri ufficiali della squadra dopo le loro azioni eroiche a Knowhere. Anche Adam Warlock si unisce ai ranghi, determinato a diventare una persona migliore. Infine, la nuova squadra dei Guardiani conta anche Phylla, uno dei bambini salvati dalla nave. In questo modo, James Gunn ha dato a tutti i personaggi che ha introdotto nel MCU un finale appropriato, lasciando anche abbastanza storie aperte per i Marvel Studios da seguire in futuro.

Guardiani della Galassia Vol. 3: tutti i cameo del film Marvel

Guardiani della Galassia Vol. 3: tutti i cameo del film Marvel

Guardiani della Galassia Vol. 3, ultimo film della trilogia Marvel di James Gunn, si concentra prettamente sulle vicende della squadra titolare, mostrandola alle prese con gli eventi di Avengers: Endgame e mettendo in evidenza come alcuni personaggi affrontano i demoni del loro passato. Sebbene i riflettori siano ovviamente puntati sui membri principali, il film contiene più di qualche cameo, alcuni dei quali sono piuttosto difficili da individuare alla prima visione.

I camei a sorpresa non sono certo una novità per il Marvel Cinematic Universe. Dopotutto, si tratta di un franchise in continua espansione che introduce nuovi personaggi nel suo vasto e variegato universo. Se volete un riepilogo dei volti noti che fanno una breve apparizione nell’ultimo film del MCU, ecco tutti i camei di celebrità (che siamo riusciti a scovare) in Guardiani della Galassia Vol. 3.

Nathan Fillion

Molti dei cammei del film vedono tornare in scena persone che hanno fatto parte del passato di James Gunn, e questo vale anche per Nathan Fillion, collaboratore di lunga data del regista. Poco dopo che Fillion è diventato un’icona nterpretando il Capitano Malcolm Reynolds in Firefly, ha recitato nel film di debutto alla regia di James Gunn, Slither.

Da allora, Fillion è apparso in quasi tutti i film dell’acclamato regista. Tra questi c’è il film originale Guardiani della Galassia, in cui Fillion ha avuto un cameo come voce fuori campo nel ruolo di un grande prigioniero blu che il gruppo incontra quando viene inviato alla prigione di Kyln. Fillion sarebbe dovuto apparire anche in Guardiani della Galassia Vol. 2 in un ruolo molto più significativo, interpretando il personaggio di Wonder Man nel suo debutto nel MCU. Sfortunatamente, la scena è stata tagliata dal film, così come la versione di Fillion del personaggio, e ora il personaggio di Wonder Man è stato reinserito nel MCU attraverso una serie Disney+ con protagonista Yahya Abdul-Mateen II (anche se Fillion avrebbe poi avuto la possibilità di interpretare Wonder Man in M.O.D.O.K. di Hulu).

Guardiani della Galassia Vol. 3 vede Fillion interpretare un altro nuovo personaggio, questa volta una sentinella della corporazione Orgocorp. Mentre è impegnato a rimproverare una nuova sentinella e a dargli dell’imbecille, i Guardiani si introducono nella struttura di ricerca per ottenere la tecnologia necessaria a salvare Rocket (Bradley Cooper). Vedere Nathan Fillion in qualsiasi cosa è sempre un piacere, ma non è l’unico cameo che vediamo durante la rapina alla Orgocorp.

Jennifer Holland

James Gunn non solo ha collaborato con Jennifer Holland in ambito cinematografico, ma i due sono anche partner nella vita reale: si sono sposati nel 2022. La Holland è indubbiamente conosciuta per il suo ruolo nel DCEU come Emilia Harcourt ed è apparsa in tutti i film DC recenti.

Tra questi, ricordiamo la sua introduzione in Suicide Squad, il suo ruolo di protagonista in Peacemaker e le brevi apparizioni di Harcourt in Black Adam e Shazam: Furia degli Dei. Come Fillion, anche il personaggio della Harcourt è un’impiegata della sicurezza della Orgocorp ma, al posto di essere una sentinella, è lei a monitorare le telecamere della base e a controllare eventuali intrusi indesiderati.

Daniela Melchior

Daniela Melchior è l’unico attore che sapevamo sarebbe stato presente in Guardiani della Galassia Vol. 3 ancor prima dell’uscita del film. È un po’ deludente che abbia avuto semplicemente un ruolo secondario, ma è comunque bello vederlo ancora lavorare con James Gunn.

La Melchior ha lavorato per la prima volta con Gunn anche in Suicide Squad, interpretando Ratcatcher 2, la figlia assonnata del Ratcatcher originale (Taika Waititi) e l’attrice ha sicuramente l’intenzione di rimanere nel genere d’azione per un bel po’ di tempo, dato che reciterà a Fast X e al remake di Road House. Melchior è la terza e ultima persona che interpreta un dipendente della Orgocorp corp, che lavora come receptionist e che Peter Quill (Chris Pratt) cerca di affascinare. Il carisma di Peter (più o meno) funziona, dato che il personaggio di Melchior accetta con riluttanza di aiutare Peter a salvare i suoi amici dalle sentinelle.

Judy Greer

Anche se Judy Greer non è un’attrice pupilla di James Gunn, l’abbiamo già vista nel MCU: ha infatto interpretato Maggie, l’ex moglie di Scott Lang (Paul Rudd) sia in Ant-Man che in Ant-Man and the Wasp. In Guardiani della Galassia Vol. 3, Greer interpreta un personaggio completamente diverso.

Invece di una madre amorevole e ben intenzionata, si è dovuta calare nei panni del mostruoso cyborg suino War Pig, fedele scagnozzo dell’Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji). Ha una piccola discussione con Gamora (Zoe Saldaña), ma si fa rapidamente staccare la testa da Adam Warlock (Will Poulter).

Seth Green

Seth Green è universalmente conosciuto come uno dei doppiatori in I Griffin, Robot Chicken e altri film e, anche con questo cameo, sfrutta le sue abilità da doppiatore per dare vita a uno dei personaggi più odiati della Marvel di tutti i tempi.

Che ci crediate o no, uno dei primi personaggi Marvel ad essere stato adattato al cinema è stato Howard il Papero: da allora, il personaggio è diventato una sorta di gag ricorrente, e lo è ancora. Howard ha fatto il suo debutto sul grande schermo nella scena dei titoli di coda del primo Guardiani della Galassia, dove lo vediamo come una delle tante forme di vita imprigionate dal Collezionista (Benicio Del Toro). Il papero alcolizzato ricompare molto brevemente in Guardiani della Galassia Vol. 2 e partecipa persino alla battaglia finale di Avengers: Endgame.

Vediamo Howard il Papero (doppiato ancora una volta da Seth Green) partecipare a una partita di poker con Kraglin (Sean Gunn), Cosmo (Maria Bakalova) e alcuni altri volti familiari.

Christopher Fairbank

Anche Christopher Fairbank ha un inaspettato ma gradito ritorno nel franchise. Alla partita di poker partecipa anche il personaggio noto come Il Broker, che nel primo Guardiani della Galassia aveva cercato di acquistare un misterioso artefatto (l’Orb contenente la Gemma del Potere) da Peter Quill.

Si tira indietro quando viene a sapere che anche Ronan l’Accusatore (Lee Pace) vuole l’artefatto, ma è bello vedere che lui e i Guardiani si sono riconciliati con una partita di poker (o qualunque sia la versione spaziale del poker a cui stanno giocando).

Rhett Miller

Nel caso in cui non lo sapeste già, lo speciale natalizio dei Guardiani della Galassia non è solo parte del canone del MCU, ma ne costituisce quasi un tassello fondamentale. Lo dimostra il terzo membro della partita di poker, il capo della band aliena dello speciale Disney+.

L’alieno appassionato di musica è interpretato da Rhett Miller, il cantante della band country rock Old 97’s. Gli altri suoi compagni di band interpretano gli altri membri della band fittizia vista nello speciale, mentre cercano invano di creare la loro canzone di Natale nonostante non sappiano davvero cosa sia il Natale. Al di là della sua inaccuratezza, la canzone è comunque molto orecchiabile.

Michael Rooker

Infine, nessun film di James Gunn sarebbe completo senza un’apparizione di Michael Rooker, ma è comunque una sorpresa vedere Yondu apparire di nuovo. Rooker è, a tutti gli effetti, il talismano portafortuna di James Gunn, in quanto è apparso in ogni singolo film diretto dal regista. Slither, Super, entrambi i film di Guardiani della Galassia e Suicide Squad vedono Rooker in tutto il suo splendore. Il personaggio di Yondu in Guardiani della Galassia rappresenta probabilmente il ruolo più significativo dell’attore in un film di Gunn, che parte come un antagonista minore rozzo e burbero e si evolve in una figura paterna incompresa. La sua morte in Guardiani della Galassia Vol. 2 regna sovrana come una delle sequenze più emozionanti e d’impatto di tutto il MCU.

La morte di Yondu nel precedente film dei Guardiani sembrava indicare che Rooker sarebbe rimasto fuori dal Vol. 3 ma, quando Kraglin sta per provare a usare ancora una volta la fidata freccia di Yondu, il Ravager blu appare al suo compagno in una visione, per dare all’aspirante eroe una spinta di fiducia.

Guardiani della Galassia Vol. 3: tutti gli Easter Egg del film Marvel

In un certo senso, i film di Guardiani della Galassia di James Gunn, hanno sempre dato l’impressione di appartenere a un angolo a sè stante dell’universo Marvel, dunque, non soprende che il film conclusivo della trilogia, Guardiani della Galassia Vol. 3, non presenti una valanga di Easter Egg o riferimenti al franchise in generale.

In effetti, il molto più breve Guardiani della Galassia Holiday Special ne aveva di più. Tuttavia, se siete super fan dei Guardiani, avrete sicuramente notato alcuni riferimenti alle precedenti avventure dei Guardiani disseminati nel film. Ecco tutti gli Easter Egg che sono stati individuati in Guardiani della Galassia Vol. 3!

Howard il papero

Howard il papero guardiani della galassia vol.3I camei di vecchie conoscenze del passato dei Guardiani sono ridotte al minimo nel Vol. 3 e concentrate in un’unica souzione. Nel corso del film, Gunn dedica una sequenza a Kraglin (Sean Gunn) e Cosmo (Maria Bakalova), che vediamo impegnati in una versione extra-spaziale del poker contro una serie di personaggi dei film passati dei Guardiani. Tra i giocatori ci sono Howard il Papero (Seth Green); Bzermikitokolok, il frontman rock ‘n’ roll decisamente non umano interpretato da Rhett Miller degli Old 97 nell’Holiday Special; il mentore di Gunn, il cofondatore della Troma Entertainment Lloyd Kaufman, che appare brevemente come prigioniero (che pare si chiami Gridlemop!) in Guardiani della Galassia; e il Broker (Christopher Fairbank), visto per l’ultima volta su Xandar in quello stesso film.

Nel film c’è anche un altro cameo di un personaggio ben piazzato. Dopo tutto, cos’è un film dei Guardiani senza Yondu? Anche se il personaggio di Michael Rooker è morto nel Vol. 2, ritorna brevemente nella forma di una visione che Kraglin ha poco prima di capire come maneggiare correttamente la vecchia freccia psichica di Yondu.

Alcuni membri familiari del cast dei Guardiani

guardiani della galassia vol. 3Come molti registi, Gunn tende a riproporre nei suoi film gli attori con cui ama lavorare, quindi se notate un volto (o una voce) familiare in Guardiani della Galassia Vol. 3 e vi chiedete dove l’avete già visto o sentito, la risposta è: in un altro film di Gunn! Gregg Henry, che ha lavorato con Gunn in Slither e negli altri film dei Guardiani, torna a interpretare il nonno di Peter. Nathan Fillion (Slither, Super), Jennifer Holland (The Suicide Squad, Peacemaker) e Daniela Melchior (The Suicide Squad) sono presenti in ruoli di supporto e si possono vedere tutti durante la sequenza ambientata nel quartier generale della Orgocorp.

Nel frattempo, Pete Davison (The Suicide Squad), Judy Greer (The Specials, scritto da Gunn) e Linda Cardellini (Scooby-Doo e Scooby-Doo: Monsters Unleashed) contribuiscono a dare voce ai personaggi in computer grafica. È interessante notare che questo conferisce a Greer e Cardellini, che hanno interpretato rispettivamente l’ex moglie di Ant-Man e la moglie di Occhio di Falco, il loro secondo ruolo nel MCU, facendole entrare in un club estremamente esclusivo.

Un omaggio a Kevin Bacon e uno sguardo al futuro dei Guardiani

Bisogna aspettare fino all’ultima scena dei titoli di coda per trovare l’Easter egg più divertente del terzo volume. Mentre fa colazione, il nonno di Peter legge un giornale con il titolo “Rapimento alieno: Kevin Bacon racconta tutto!“, che è un riferimento all’attore preferito di Peter che viene rapito da Drax (Dave Bautista) e Mantis (Pom Klementieff) nello Speciale natalizio dei Guardiani. (L’altra scena post-credits fa riferimento a un potenziale futuro membro della squadra dei Guardiani, che farà la gioia dei fan della Marvel Comics.

Dopo un breve salto temporale, la scena introduce una nuova formazione dei Guardiani composta da Rocket, Groot, Kraglin, Cosmo, Adam Warlock e una delle giovani ragazze aliene che la squadra salva durante il film. Il nome della ragazza? Phyla… il che significa che è quasi certamente Phyla-Vell, un personaggio dei fumetti che ha debuttato nel 2004 e ha avuto stretti legami sia con i Guardiani che con i gruppi di personaggi di Captain Marvel. A volte si fa chiamare anche Quasar.

Insegne eccentriche di Ovunque

Le ultime due Easter Egg di  Guardiani della Galassia Vol. 3 provengono dalla segnaletica di Ovunque, che ora funge da base dei Guardiani. A un certo punto, si vedono alcuni personaggi appendere un cartello in una lingua aliena, ma che riproduce chiaramente il logo del film Guardiani della Galassia.

Nel frattempo, c’è un’insegna al neon appesa in un bar di Ovunque che è solo l’immagine di una gamba dalla forma strana. I fan hanno pensato che potesse essere un riferimento alla protesi della gamba che Rocket ha chiesto a Quill di rubare nel primo film!

Guardiani della Galassia, 15 più grandi cambiamenti apportati dal MCU

James Gunn ha apportato diverse modifiche importanti ai Guardiani della Galassia rispetto ai fumetti. Nonostante l’impressionante grado di accuratezza dei fumetti che il Marvel Cinematic Universe ha dimostrato nel corso degli anni, i cambiamenti negli adattamenti live-action dei supereroi sono inevitabili. A volte queste modifiche sono temporanee, come il fluido organico della ragnatela di Spider-Man nella trilogia di Sam Raimi; ma a volte questi cambiamenti sono così ben accolti che finiscono per influenzare il materiale di partenza.

È il caso dei Guardiani della Galassia. Sebbene fossero una squadra di supereroi ben nota ai fan della Marvel prima del MCU, è stato solo con Guardiani della Galassia di James Gunn che sono diventati una proprietà di primo piano. Diversi aspetti della squadra e di ogni singolo membro sono sopravvissuti all’evoluzione del team, ma altre caratteristiche fanno sì che gli attuali Guardiani sembrino un gruppo completamente diverso da quello dei fumetti.

Le origini dei Guardiani della Galassia sono diverse nei fumetti Marvel

Origini Guardiani della Galassia

I Guardiani della Galassia del MCU sono un gruppo di criminali spaziali che si sono uniti dopo essere stati mandati nel Kyln, una prigione spaziale piena di creature pericolose proprio come loro. Con una vendetta comune contro Ronan e Thanos, i membri del team sono rimasti uniti dopo la loro prima battaglia e sono diventati molto amici.

Nel materiale di partenza, i primi Guardiani della Galassia erano una squadra di eroi del futuro che difendevano il sistema solare. Anni dopo, la squadra è stata reintrodotta in un universo diverso: Peter Quill, alias Star-Lord, ha reclutato gli attuali Guardiani per proteggere la galassia dopo l’invasione della Falange da parte dei Kree.

Il team dei Guardiani della Galassia è cambiato molto

Drax il Distruttore

I Guardiani della Galassia originali, che sono stati reintrodotti sulla Terra-691, erano composti da Vance Astro, dal pluviano Martinex, dal jupiteriano Charlie-27, dall’arturiano Starhawk, dal mercuriano Nikki e dal centauriano Yondu. Oltre alle controparti fumettistiche della squadra di Star-Lord nel MCU, altri eroi che si sono uniti ai moderni Guardiani della Galassia.

La figlia di Drax, Moondragon, Bug, Jack Flag, Yellowjacket, Beta Ray Bill, l’agente Venom e persino Iron Man, La Cosa e Punitore posseduto dallo Spirito della Vendetta. A un certo punto, la colonna portante degli X-Men, Kitty Pryde, ha brevemente sostituito Peter Quill come leader dei Guardiani della Galassia.

Groot parlava normalmente prima dei film del MCU

Groot Guardiani della Galassia

Il Groot di Vin Diesel è uno dei Guardiani della Galassia che è cambiato di più rispetto al personaggio originale della Marvel. Il Groot originale ha debuttato nel 1960 come cattivo che viaggiava sulla Terra con l’obiettivo di rapire gli esseri umani. Il “Mostro del Pianeta X” parlava normalmente e ha lasciato il suo passato di cattivo alle spalle.

Dopo la storyline Annihilation: Conquest del 2007, tuttavia, il vocabolario di Groot si è limitato a “Io sono Groot” e i film dei Guardiani della Galassia hanno adottato questa caratteristica per l’eroe dal cuore gentile.

Le origini di Drax e Mantis

Mantis

Drax il Distruttore e Mantis sono altri membri dei Guardiani della Galassia le cui origini sono cambiate drasticamente nel passaggio dai fumetti ai film. Nei fumetti Marvel Comics, il Drax originale è un agente immobiliare umano di nome Arthur Douglas, che muore insieme alla moglie quando Thanos arriva sulla Terra.

Il padre di Thanos, Mentor, crea un nuovo corpo per la coscienza di Douglas e lascia in memoria solo la sua sete di vendetta, creando il guerriero spaziale Drax Il Distruttore. La versione originale di Mantis nei fumetti è un’artista marziale metà vietnamita e metà tedesca, cresciuta da una setta Kree che la venera come una Madonna Celeste, destinata a dare alla luce un messia intergalattico.

Il ruolo dell’Alto Evoluzionario nella storia delle origini di Rocket

Alto Evoluzionario

The Incredible Hulk #271 del 1982 stabilì che Rocket è un animale parlante proveniente da Halfworld, un sistema stellare del Quadrante Keystone abitato da automi senzienti che hanno conferito agli animali una maggiore intelligenza. Nel MCU, è l’Alto Evoluzionario di Chukwudi Iwuji a conferire a Rocket Raccoon e ai suoi amici animali le loro abilità.

Il processo sembra essere molto più doloroso dal punto di vista fisico e psicologico. L’Alto Evoluzionario sperimenta con animali superintelligenti nel materiale di partenza, tra cui Quicksilver e la madre adottiva di Scarlet Witch. Tuttavia, non ha alcun rapporto diretto con Rocket Raccoon.

I Ravagers non esistevano nei fumetti Marvel

Ravangers Guardiani della Galassia

I Ravagers del MCU sono un gruppo di pirati spaziali divisi in decine di fazioni diverse, ma collegate tra loro da alcuni codici d’onore. Una di queste fazioni è guidata da Starhawk (interpretato da Sylvester Stallone) e un’altra da Yondu Udonta. I Ravagers sono un’invenzione originale di James Gunn per il MCU, poiché non esistevano nei fumetti Marvel Comics prima dei film di Guardiani della Galassia.

Nel materiale di partenza, la squadra di Starhawk è la versione originale dei Guardiani, mentre i pirati spaziali più popolari che esplorano la galassia sono gli Starjammers, guidati da Christopher Summers alias Corsaro, padre di Ciclope.

Le origini di Star-Lord

Peter Quill

Il padre assente di Star-Lord è una parte fondamentale del suo personaggio sia nei fumetti che nel MCU, ma l’identità di questa misteriosa figura è diversa. Nei fumetti, il padre di Peter Quill è J’son, erede al trono di Spartax, che si innamorò di Meredith Quill prima di tornare a difendere il suo impero.

Lo stesso che poi mette una taglia su Star-Lord con lo pseudonimo di “Mister Knife”. Nel MCU, il padre di Star-Lord è l’Ego Celeste, che ha messo incinta Meredith Quill solo per diffondere i suoi geni nell’universo e ha invitato Star-Lord a unirsi a lui.

La relazione tra Gamora e Peter

Peter e Gamora relazione

La storia d’amore tra Star-Lord e Gamora è centrale nei film di Guardiani della Galassia, ma è anche un’aggiunta originale rispetto ai fumetti. Nei fumetti Marvel Comics, Gamora era coinvolta sentimentalmente con Nova e Adam Warlock, mentre Star-Lord aveva relazioni sentimentali con Mantis e Kitty Pryde.

L’unico momento in cui Star-Lord e Gamora hanno potuto sviluppare sentimenti l’uno per l’altra nei fumetti è stato interrotto quando Star-Lord è stato mandato in una realtà diversa, questo li ha separati impedendogli di continuare la relazione. Anche se per motivi diversi, sembra che la storia d’amore tra Star-Lord e Gamora sia destinata a fallire nella maggior parte degli universi.

I Guardiani della Galassia hanno battuto Thanos

Thanos Guardiani della Galassia

Thanos è stato uno dei cattivi più difficili del MCU, ma è morto più volte nei fumetti. In una di queste occasioni, Drax il Distruttore realizza finalmente il suo obiettivo di sempre: uccidere il Titano Pazzo durante la storyline Marvel Annihilation, dove Thanos e Annihilus si alleano per usare Galactus come bomba universale.

Dopo che la figlia di Drax, Moondragon, viene fatta prigioniera, Drax strappa il cuore di Thanos a mani nude. Ma come di consueto con il Titano Pazzo, Thanos alla fine risorge. In seguito, i Guardiani tentano di usare Thanos come arma per distruggere il Cancerverse, dove Drax e Thanos si uccidono a vicenda, per poi tornare in vita subito dopo.

Nebula ha commesso l’errore di Star-Lord in Infinity War nei fumetti

Nebula fumetti

Il famigerato errore di Star-Lord in Avengers: Infinity War è stato un momento cruciale nella Saga dell’Infinito del MCU, in quanto ha permesso a Thanos di portare avanti il suo piano di cancellare metà della vita nell’universo. Star-Lord non ha un ruolo nella storia del guanto con le Gemme dell’Infinito della Marvel e nelle sue conseguenze, posto che invece spetta a Nebula nei fumetti.

Il personaggio lascia che la sua rabbia prenda il sopravvento nel bel mezzo del conflitto, quando si impadronisce del guanto, facendo sì che Thanos e Adam Warlock uniscano le forze per fermarla. Solo quando Nebula viene gravemente ferita durante questi eventi, nei fumetti necessita di potenziamenti cibernetici.

Adam Warlock è una figura centrale nella storia dei Guardiani della Galassia

Adam Warlock Guardiani della Galassia

L’Adam Warlock di Will Poulter fa il suo debutto nella Fase 5 di Guardiani della Galassia, proprio quando i Guardiani originali del MCU si stanno sciogliendo. Nei fumetti, Adam Warlock è uno dei personaggi cosmici che sostengono la creazione dei Guardiani a causa della minaccia incombente di un altro evento come l’Onda dell’Annientamento.

Il suo rapporto già consolidato con Gamora e Drax rende questi due Guardiani dei candidati adeguati per la squadra di Star-Lord. In seguito, Adam Warlock ha aiutato e ricevuto aiuto dai Guardiani della Galassia in diverse occasioni.

Yondu Udonta era in origine un membro fondatore dei Guardiani

 

Prima dei film di Guardiani della Galassia del MCU, Yondu Udonta era un membro fondatore della squadra originale dei Guardiani. Yondu non conosceva Star-Lord ed era più un eroe dal cuore puro che un cinico pirata spaziale.

Dopo che Guardiani della Galassia Vol. 1 e Vol. 2 di James Gunn hanno stabilito un agrodolce rapporto padre-figlio adottivo tra i due, tuttavia, i fumetti Yondu svolge anche un ruolo chiave nella storia delle origini del supereroe Peter Quill.

L’infanzia di Star-Lord è diversa nei fumetti Marvel

Star-Lord

Oltre all’identità del padre di Peter Quill, anche la storia delle origini di Star-Lord è molto diversa nel materiale di partenza. Invece di essere rapito dagli alieni mentre scappava dopo aver visto la madre morire di cancro, la versione a fumetti di Peter Quill è particolarmente interessata allo spazio molto prima di lasciare la Terra.

E invece della musica, la più grande passione di Peter è il viaggio nello spazio. Dopo aver assistito all’omicidio della madre da parte di due alieni, si unisce alla NASA e ruba un’astronave che usa per lasciare definitivamente la Terra.

Cosmo ha fatto di Knowhere la base dei Guardiani nei fumetti

Come Adam Warlock, Cosmo il cane spaziale è uno stretto alleato dei Guardiani della Galassia che solo ora sta ricevendo un ruolo importante nella Fase 5 del MCU. Nel materiale di partenza, Cosmo (che nei fumetti è un labrador maschio) è il capo della sicurezza di Knowhere.

Con il supporto di Nova, Cosmo permette ai Guardiani di stabilire la loro base a Knowhere e li aiuta anche a trovare un nome per questa squadra.

I Guardiani della Galassia hanno un rapporto diverso con Ronan e i Nova Corps

Nova Corps Guardiani della Galassia

I Guardiani della Galassia del MCU devono le loro origini ai Nova Corps, che li catturarono e li spedirono insieme nel Kyln a causa della loro fedina penale, ma dopo aver sconfitto Ronan l’Accusatore e aver difeso Xandar, i Nova Corps perdonarono i Guardiani.

Nei fumetti, i Nova Corps non esitano ad aiutare i Guardiani della Galassia fin dall’inizio e, anche se sono spesso in contrasto, non considerano mai i Guardiani dei criminali degni di essere catturati. Ronan, invece, è stato più volte un cattivo nei fumetti, ma si è redento ed è persino diventato un membro dei Guardiani della Galassia per un breve periodo.

James Gunn: l’odio tra Marvel e DC è una “credenza bizzarra”

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James Gunn: l’odio tra Marvel e DC è una “credenza bizzarra”

Mentre l’ultimo film Marvel di James Gunn è arrivato al cinema, il regista sceneggiatore e produttore si affretta a chiarire una volta per tutte che non esiste rivalità tra Marvel e DC. Gunn ha messo piede in entrambi gli studi da un po’ di tempo. La sua corsa alla Marvel è durata 11 anni e tre film Guardiani della Galassia, mentre ha fatto il suo debutto in DC con The Suicide Squad del 2021 ed è ora co-responsabile dei DC Studios, con Peter Safran, dove sta scrivendo e dirigendo Superman: Legacy.

“Non è strano. Non è affatto strano, non per me”, ha sottolineato Gunn a Yahoo Entertainment quando gli è stato chiesto com’è stato destreggiarsi tra Guardiani della Galassia Vol. 3 e i suoi nuovi doveri ai DC Studios. “Capisco come appare, sono solo molto occupato perché sto facendo due lavori contemporaneamente. Ma non è strano.”

James Gunn: un crossover tra film Marvel e DC potrebbe accadere “tra 10 anni”

“Le persone hanno questa strana convinzione che Marvel e DC si odino a vicenda o che in qualche modo siano agli antipodi”, ha continuato Gunn, “Ma non è la verità. Voglio dire, il nostro lavoro è lo stesso. Vogliamo portare la gente nei cinema a vedere i film. Questo è ciò che conta. E penso che lavoriamo insieme per farlo. E più buoni sono i film Marvel, meglio è per i film DC. Più buoni sono i film DC, meglio è per i film Marvel”.

Gunn ha detto che non è che Marvel e DC si oppongono come fossero delle squadra sportive rivali, come i New York Yankees e i Boston Red Sox. “Non c’è un solo vincitore”, ha detto Gunn. “Possono esserci due vincitori perché è importante chi va a vedere i tuoi film e chi li apprezza”.

“Non solo amo Kevin [Feige], è stata la prima persona a cui l’ho detto dopo aver concluso l’accordo con la DC (John Cena è stato il secondo)”, ha scritto Gunn. “Contrariamente alla credenza popolare, un dollaro in meno per la Marvel non è un dollaro in più per la DC. DC e Marvel hanno l’obiettivo comune di mantenere l’esperienza teatrale vibrante e viva!”

Brad Pitt guiderà al Gran Premio di Silverstone per delle riprese sul suo film sulla Formula Uno

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Brad Pitt entrerà nell’abitacolo di una vera macchina da corsa per il suo prossimo film sulla Formula 1, secondo il regista Joseph Kosinski e il produttore Jerry Bruckheimer. Durante un panel sul film, ancora senza titolo, al F1 Accelerate Summit di Miami, Kosinski e Bruckheimer hanno condiviso i dettagli di produzione del film degli Apple Studios, che ha come protagonista Pitt e annovera tra i suoi produttori il sette volte campione di Formula 1 Lewis Hamilton.

Secondo il moderatore del panel Will Buxton, Kosinksi e Bruckheimer stanno “creando un’undicesima squadra che filmerà in pista e all’evento da Silverstone fino alla fine dell’anno”. Silverstone è la pista dove si svolge il Gran Premio di Gran Bretagna. Quest’anno l’evento si terrà il 9 luglio.

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Buxton ha affermato che il team del film ha creato “la più piccola telecamera 6k mobile mai progettata per portare lo spettatore nell’abitacolo”, dove le star del film guideranno effettivamente le auto da corsa. “Giusto. Brad Pitt alla guida di un’auto di F1 da Silverstone in poi”, ha aggiunto Buxton. Anche ESPN F1 ha confermato la notizia in un tweet. Tuttavia, Variety chiarisce che Pitt non gareggerà contro altri piloti in pista e che l’auto da corsa che guida sarà molto probabilmente una versione modificata di un’auto junior di F2 o F3.

Durante una sessione di domande e risposte con gli investitori ad aprile (tramite Sports Illustrated), il CEO di F1 Stefano Domenicali ha affermato che il film sarà “abbastanza invasivo in termini di produzione. È qualcosa che dobbiamo controllare, in un certo senso, ma sarà un altro modo per dimostrare che la Formula 1 non si ferma mai”. Buxton ha anche condiviso che l’auto da corsa utilizzata nel film è stata progettata da Mercedes, e Hamilton “sta consigliando trama e sceneggiatura per garantire che sia il film di corse più accurato mai realizzato”.

Secondo la trama ufficiale del film, Brad Pitt interpreta “un pilota che esce dalla pensione per competere al fianco di un pilota alle prime armi contro i titani di questo sport”. Damson Idris è co-protagonista e il co-sceneggiatore di Top Gun: Maverick Ehren Kruger sta scrivendo la sceneggiatura. I produttori includono Hamilton, Kosinski, Bruckheimer e Chad Oman di Jerry Bruckheimer Films e la Plan B Entertainment di Brad Pitt. Il CEO di Copper, Penni Thow, è il produttore esecutivo.

Carrie Fisher, Mark Hamill per la cerimonia sulla Walk of Fame: “Era la nostra principessa, dannazione!”

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Mark Hamill era presente alla cerimonia della Hollywood Walk of Fame di Carrie Fisher e ha portato con sé la nota che ha scritto sei anni fa all’indomani della sua tragica morte. Fisher aveva solo 60 anni quando è morta alla fine di dicembre 2016. Le carriere di Hamill e Fisher sono intrecciate per sempre grazie ai loro ruoli iconici come Luke Skywalker e Principessa Leia nel franchise di Star Wars.

Durante il suo discorso sulla Walk of Fame, Hamill ha osservato che era “davvero difficile trovare parole per rendere giustizia a Carrie”. Inizialmente “ha tirato fuori un taccuino per annotare alcuni dei miei pensieri”, ma poi ha trovato una nota che ha scritto su Fisher poco dopo la sua morte. “Ho pensato che fosse rilevante oggi come lo era quando l’ho scritto”, ha detto Hamill riguardo alla nota.

“Carrie era unica nel suo genere. Apparteneva a tutti noi, che ci piacesse o no”, si legge nella nota di Hamill. “Era la nostra principessa, dannazione! E l’attrice che l’ha interpretata si è sfumata in una donna meravigliosa, senza paura indipendente, ferocemente divertente, che ha preso il comando, che ci ha tolto il fiato. Determinata e dura, ma con una vulnerabilità che ti faceva tifare per lei e desiderare che avesse successo e fosse felice. Ha svolto un ruolo così cruciale nella mia vita professionale e personale. Entrambe sarebbero stati molto più vuoti senza di lei. Era una difficile? Complicata da gestire? Senza dubbio”, continua la nota. “Ma ogni cosa sarebbe stata così scialba e meno interessante se non fosse stata l’amica che era. Non smetterò mai di sentire la sua mancanza, ma sono così grato che l’abbiamo avuta per tutto il tempo che abbiamo avuto. Sono grato per le risate, la saggezza, la gentilezza e persino per la merda autoindulgente con cui la mia amata gemella spaziale mi ha fatto impazzire nel corso degli anni. Quindi grazie, Carrie. Ti voglio bene.”

In un’intervista con Variety prima della cerimonia della Walk of Fame, Hamill ha ricordato com’è stato incontrare Carrie Fisher per la prima volta. Aveva 24 anni all’epoca, mentre lei ne aveva solo 19. “Ero completamente impreparato per la persona che ho incontrato, che era semplicemente travolgente, nel senso che sembrava molto più saggia dei suoi anni”, ha detto Hamill. “Molto divertente, molto spontanea, molto spiritosa.”

La cerimonia sulla Hollywood Walk of Fame si è svolta il 4 maggio, lo Star Wars Day.

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