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Spider-Man: Across the Spider-Verse, le varianti che potrebbero apparire nel film

Il primo trailer di Spider-Man: Across the Spider-Verse (Part One) ha rivelato che i protagonisti di Spider-Man: Un nuovo universo, Miles Morales e Spider-Gwen, dovranno affrontare Spider-Man 2099. Molto probabilmente, avranno anche a che fare con molte altre varianti di Spider-Man provenienti da tutto il multiverso, comprese molte delle migliori versioni di Spider-Man della Marvel Comics.

Il multiverso è diventato una parte sostanziale della storia di Spider-Man, facendo convergere non solo le realtà di Miles Morales e Gwen Stacy ma presentandoci anche nuovi personaggi: su questa scia, dopo l’uscita del First Look di Across the Spider-Verse, i fan si stanno chiedendo quali altri personaggi dei fumetti di Spidey potrebbero essere introdotti in questo secondo capitolo.

Spider-Man Zombie

Dato che la realtà alternativa dei fumetti Marvel Zombies sta ottenendo la propria serie animata su Disney+, è molto probabile che anche la versione zombie di Spider-Man appaia nel nuovo film. Questa variante di Peter Parker, infettata dal temuto virus zombie, potrebbe fungere da cattivo in una nuova storyline, dato che è in realtà una delle versioni più potenti dell’Uomo Ragno.

Spider-Man Zombie non solo è diventato effettivamente immortale grazie al virus, ma ha anche ottenuto il Potere Cosmico quando lui e altri zombie hanno attaccato Galactus: ciò lo rende potenzialmente un nemico affascinante e terrificante nel multiverso.

Silk

È facile immaginare che Silk apparirà ad un certo punto in Across the Spider-Verse (Parte Uno) oppure nel secondo capitolo, che uscirà nel 2023. Cindy Moon non proviene da una realtà alternativa, ma è originaria della Terra-616: è una studentessa che è stata morsa dallo stesso ragno di Peter e si configura quindi come una versione alternativa, femminile, dell’iconico personaggio.

Silk potrebbe aggiungersi al film d’animazione, provenendo da un universo differente da quello di Miles, ma sicuramente manterrebbe i suoi poteri unici, che includono la capacità di generare ragnatele di tessuto organico, diverse dalla varietà meccanica di Peter.

Spider-Man U.K.

Spider-Man U.K. è anche il Capitain Britain del suo universo, il che lo rende ideale per un’ipotetica apparizione in Across the Spider-Verse: in quanto membro del Captain Britain Corps, questa versione di Spider-Man ha il compito di difendere il multiverso dalle minacce del Magistrato Omniversale, Saturnyne.

William Braddock potrebbe plausibilmente apparire anche in altre circostanze: il capitano Carter è effettivamente il capitano britannico del MCU, oltre che guardiano del multiverso. Spider-Man U.K. potrebbe quindi potenzialmente apparire nella stagione 2 di What If…?

Lady Spider

across the spider-verseLady Spider è una delle migliori versioni alternative di Spider-Woman nei fumetti e sarebbe molto divertente includerla in Across the Spider-Verse: l’eroina proviene dalla realtà alternativa a tema steampunk di Terra-803. Il suo costume unico, che presenta bizzarre zampe di ragno alimentate a vapore, sarebbe reso perfettamente dal punto di vista grafico.

Nella sua realtà combatte i Sinistri Sei in stile steampunk e si è incrociata con molte altre varianti di Spider-Man e Spider-Woman nei fumetti, il che dovrebbe identificarla come una candidata ideale per un’apparizione nel film.

L’Uomo Ragno Superiore

Una delle migliori versioni di Doctor Octopus è apparsa nel primo film Into The Spider-Verse del 2018, ovvero Olivia Octavius, con cui i nostri eroi si devono scontrare. Un’altra grande versione dai fumetti che potrebbe apparire è lo Spider-Man Superiore, che in realtà non è altro che Otto Octavius nel corpo di Peter Parker.

Un Octavius morente ha scambiato la sua coscienza con quella di Parker, ottenendo la giovinezza e il potere dell’Uomo Ragno per un periodo di tempo e apparentemente condannando Peter Parker alla morte nel corpo malandato di Otto.

Spider-Hulk

across the spider-verseCi sono state un paio di versioni di “Spider-Hulk” nella Marvel Comics: entrambe sarebbero ottime aggiunte al prossimo film, per combinare l’ agilità dell’Uomo Ragno e la forza bruta di Hulk. Spider-Hulk è apparso per la prima volta in Web of Spider-Man #70 negli anni ’90, quando l’Uomo Ragno ha ottenuto i poteri di Hulk.

La seconda versione è apparsa nel fumetto del 2020 Immortal Hulk: Great Power, che in questo caso ha dato a Bruce Banner i poteri dell’Uomo Ragno; entrambe le iterazioni del personaggio sarebbero molto divertenti nel film.

“May Day” Parker

across the spider-verseMay “May Day” Parker è la figlia di Peter Parker e Mary Jane Watson in Terra-982, la casa dell’universo MC2: è un grandioso ed estremamente divertente personaggio, che avrebbe senso apparisse in Across the Spider-Verse.

May Parker sviluppa i suoi poteri da adolescente e prende il posto del padre dopo che questi è stato gravemente ferito in una battaglia. Ha anche già avuto a che fare con le altri varianti dell‘Uomo Ragno nei fumetti, il che rende probabile che lo farà anche nella versione animata.

Capitan Universo

La variante Captain Universe dell’Uomo Ragno è uno degli esseri cosmici più potenti dell‘Universo Marvel, il che lo rende un personaggio da dover assolutamente far debuttare nel MCU; oltretutto, ci sono un paio di versioni di Captain Universe, tra cui scegliere.

Peter Parker ottiene i poteri di Capitan Universo in maniera fortuita, alla fine del crossover degli anni ’90 Acts of Vengence. Durante il crossover Spider-Geddon che ha riunito molteplici varianti dell’Uomo Ragno molti anni dopo, anche Miles Morales è stato dotato della forza cosmica.

Ben Reilly

across the spider-verseUna delle versioni più significative di Spider-Man nei fumetti è il clone di Peter Parker, Ben Reilly. Reilly è emerso dal “Clone Sage“, un enorme crossover degli anni ’90 che all’epoca fu percepito in maniera controversa dai fan, proprio per l’ aver sostituito Peter con il personaggio di Ben. Da allora, tuttavia, Ben è diventato un membro benvoluto della famiglia allargata dell’Uomo Ragno.

Si potrebbe introdurre Ben Reilly in Across the Spider-Verse semplicemente rendendolo un’altra variante di Spider-Man, senza dover per forza entrare nelle complessità del “Clone Sage”, la cui storyline ha poi incorporato diversi cloni differenti.

Supaidāman

Supaidāman è la versione dell’Uomo Ragno della serie giapponese live-action del 1978 sull’eroe titolare. La serie era composta da 41 episodi e la sua fama si è estesa ben oltre il Giappone, rendendo questa versione una scelta perfetta da esplorare nel multiverso.

Nonostante abbia un costume che è più o meno lo stesso di quello del fumetto, Supaidāman ha delle differenze nella backstory e nei poteri che lo distinguono. Infatti, Takuya Yamashiro ottiene i suoi poteri da un alieno dopo che un’astronave si schianta vicino a casa sua.

Live! Corsa contro il tempo: trama e cast del film con Aaron Eckhart

Sempre più negli ultimi decenni cinema e televisione si sono scambiati i rispettivi canoni influenzandosi sempre più. La possibilità della TV di avere trasmissioni in diretta è in particolare una delle possibilità che la settima arte ha cercato di inglobare all’interno dei propri meccanismi tecnici o narrativi. Ciò che accade in diretta, infatti, conferisce una certa imprevedibilità al tutto, che favorisce la presa sugli spettatori. Da questo principio nasce così Live! Corsa contro il tempo, che unisce tale potenzialità ad una storia di genere thriller crime. Questo è stato diretto nel 2019 da Steven C. Miller, già affermatosi come regista di First Kill e Escape Plan 2.

Esperto di questo genere, Miller si è affidato ad una serie di noti attori del cinema e della televisione per dar vita a questo suo ultimo progetto. Girato in tempi brevissimi, Live! Corsa contro il tempo si è dimostrato un buon prodotto del suo genere, con tutte le principali caratteristiche del suo genere di riferimento. Ad avvalorare il tutto vi è però l’occhio instancabile delle telecamere, che riprendono ogni cosa vissuta dal protagonista dando l’impressione di sta vedendo qualcosa che accade in diretta davanti a noi. Accolto da una discreta accoglienza di critica e pubblico, il film è in realtà inedito in Italia.

Questo non ha infatti mai conosciuto il buio della sala cinematografica, passando direttamente su alcune delle principali piattaforme streaming. Si tratta però di un titolo particolarmente interessante per gli appassionati del genere, che merita di essere riscoperto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Live! Corsa contro il tempo: la trama del film

Protagonista del film è Frank Penny, un solitario ed impulsivo poliziotto di Birmingham, in Alabama. Dopo aver commesso un grave errore durante una passata missione di lavoro, che ha compromesso la sua intera carriera, si trova oggi rassegnato e senza ambizioni in attesa di una nuova chance per potersi riscattare. L’occasione gli si presenta quando la figlia di 11 anni del commissario della polizia, Volk, viene rapita e tenuta nascosta in un posto segreto della città. Penny ha a disposizione solo 80 minuti per mettere insieme tutti gli indizi e trovare la ragazza prima che sia troppo tardi.

Per riuscire nella missione il poliziotto farà a modo suo sfidando gli ordini del capo arrabbiato e preoccupato per la sua bambina. Durante le indagini, inoltre, Penny avrà a che fare con Ava Brooks, una giovane vlogger ambiziosa che armata di telecamera riprenderà l’intera caccia al killer trasmettendola in diretta streaming sui social, con l’intenzione di rivelare la verità sull’attività della polizia. Con la pressione di ogni sua mossa sotto gli sguardi di tutti, Penny si trova a dover dar vita ad una vera e propria corsa contro il tempo per salvare la bambina e riacquistare la propria credibilità come poliziotto.

Live! Corsa contro il tempo cast

Live! Corsa contro il tempo: il cast del film

Ad interpretare l’agente Frank Penny vi è l’attore Aaron Eckhart, celebre per film come Thank You For Smoking, Il cavaliere oscuro, Qualcosa di speciale e Sully. Non nuovo ad opere di genere d’azione, l’attore si è preparato a questo attraverso un addestramento fisico che gli permettesse di dar vita anche alle sequenze più complesse. Inoltre, Eckhart ha avuto modo anche di imparare a maneggiare alcune delle armi più comuni tra gli agenti di polizia, al fine di risultare più realistico nella sua interpretazione. Accanto a lui, nei panni della vlogger Ava Brooks vi è invece l’attrice Courtney Eaton. Modella australiana, questa è già apparsa al cinema con i film Mad Max: Fury Road e Gods of Egypt.

Giancarlo Esposito, celebre per essere stato Gus Fring in Breaking Bad e Moff Gideon in The Mandalorian, interpreta qui Volk, capitano di polizia la cui figlia è stata misteriosamente rapita. Anche l’attore ha avuto modo di prepararsi al ruolo in modo speciale, incontrando diversi capi di polizia e apprendendo da loro le varie procedure che si è soliti seguire in casi di rapimento. L’attrice Dina Meyer, celebre per le serie Beverly Hills 90210 e Birds of Prey, è qui presenti nei panni di Ruth Carter. Ben McKenzie è invece Dean Keller. L’attore è meglio noto per aver interpretato Ryan Atwood nella serie The O.C. e il giovane James Gordon in Gotham. L’attrice Jessica Lu, infine, è Clover.

Live! Corsa contro il tempo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Live! Corsa contro il tempo è infatti disponibile nei cataloghi di Amazon Prime Video e Infinity. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 13 dicembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

https://www.youtube.com/watch?v=tJXWVJBSRQw

Fonte: IMDb

Léa Seydoux: 10 cose che non sai sull’attrice

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Léa Seydoux: 10 cose che non sai sull’attrice

Léa Seydoux è una di quelle attrici che farà sicuramente ancora molta strada nella storia del cinema. Anche se la sua popolarità internazionale è dovuta alla sua interpretazione in La vita di Adele, la Seydoux ha una gran gavetta alle spalle, fatta di tanto studio e molte esperienze. Negli anni, il suo carisma e la sua bellezza le hanno permesso di ottenere sempre più ruoli di rilievo, affermandosi come una star internazionale senza eguali. Oggi l’attrice è infatti capace di destreggiarsi tra generi diversi, affermandosi ogni volta come una vera e propria forza della natura.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Léa Seydoux.

Léa Seydoux: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. Léa Seydoux inizia a lavorare nel mondo della recitazione apparendo nei film Mes Copines, Une vieille maîtresse (2007), De la guerre – Della guerra (2008) e Des poupées et des anges (2008). Nel 2009 appare in un piccolo ruolo in Bastardi senza gloria, per poi recitare in Robin Hood (2010), Midnight in Paris (2011), Mission: Impossible – Protocollo fantasma (2011), Sister (2012). Nel 2013, l’attrice viene apprezzata grazie al suo ruolo in La vita di Adele. In seguito recita in Grand Budapest Hotel (2014), La bella e la bestia (2014), Saint Laurent (2014), The Lobster (2015), Spectre (2015), È solo la fine del mondo (2016), Kursk (2018), Roubaix, una luce nell’ombra (2019), No Time to Die (2021), France (2021) e The French Dispatch (2021).

2. Léa Seydoux ha lavorato in televisione e in diversi cortometraggi. La carriera di Léa Seydoux non si concentrata solo sul cinema. L’attrice francese, infatti, ha lavorato in alcuni film per la tv come Les vacances de Clémence (2008), Le Belle Personne (2008) e Roses à crédit (2010). Inoltre, la Seydoux ha partecipato a qualche cortometraggio, come Le petit tailleur, diretto da Louis Garrel nel 2010 ed è stata protagonista degli spot pubblicitari del profumo Prada Candy, diretti da Wes Anderson e Roman Coppola. Nel 2019 ha doppiato il personaggio chiamato Fragile, a cui ha donato anche le proprie fattezze, nel videogioco Death Stranding.

Léa Seydoux in 007

3. Léa Seydoux ha fatto il provino per il ruolo di Bond Girl da brilla. Per poco, Léa Seydoux stava rischiando di non ottenere il ruolo di Bond Girl per Spectre. Dopo la realizzazione del film, l’attrice francese ha dichiarato di aver bevuto un discreto quantitativo d’alcol prima di effettuare il provino, tanto da dimenticare alcune battute e da sbagliare la lettura del copione. La Seydoux chiese di poter tornare un altro giorno e, dopo aver dato vita ad un’ottima audizione, è riuscita ad aggiudicarsi il ruolo della dottoressa Madeleine Swann. Ha poi avuto modo di riprendere il personaggio anche nell’ultimo capitolo della saga, No Time to Die.

Léa Seydoux

Léa Seydoux in The French Dispatch

4. Ha avuto un ruolo nel nuovo film di Wes Anderson. Nel 2021 l’attrice è comparsa anche nel film The French Dispatch, il nuovo lungometraggio diretto da Wes Anderson. All’interno di questo è presente nell’episodio The Concrete Masterpiece, nei panni della guardia carceraria Simone, nonché musa di Moses Rosenthaler, il personaggio interpretato dal premio Oscar Benicio del Toro. Pur trattandosi di un ruolo piccolo, l’attrice è stata particolarmente lodata per la grazia e la caratterizzazione data a questo.

Léa Seydoux in La vita di Adele

5. Si è preparata approfonditamente per il ruolo. La Seydoux aveva ottenuto la parte di Emma in La vita di Adele già ben dieci mesi prima dell’inizio delle riprese. Il regista si convinse infatti che l’attrice condivideva con il suo personaggio la bellezza, il tono della voce e l’intelligenza. Per potersi calare ulteriormente nei panni di Emma, l’attrice decise di prendere lezioni di pittura e scultura, attività praticate dal personaggio, come anche dedicarsi a numerose letture sulla filosofia. In aggiunta a ciò, lavorò anche da un punto di vista fisico per costruire la mascolinità di Emma. Seguì dunque un allenamento per acquisire massa muscolare, e guardò film di Marlon Brando e James Dean per studiare i loro atteggiamenti e la loro postura.

Léa Seydoux6. Ha vinto la Palma d’Oro. Spaccando in due l’opinione della critica e del pubblico, il film arrivò a vincere il prestigioso premio del Festival di Cannes, la Palma d’Oro. Fu un’assegnazione unica nel suo genere, poiché la giuria decise di assegnare il premio tanto al regista quanto alle due straordinarie interpreti che diedero vita agli indimenticabili personaggi protagoniste. Si tratta della prima e ad oggi unica volta che ciò è avvenuto nella storia del festival, e ciò ha fatto della Seydoux (assieme alla sua collega Exarchopoulos) l’unica altra donna ad aver vinto tale premio oltre alle registe Jane Campion e Julia Docurnau.

Léa Seydoux in Midnight in Paris

7. Ha recitato nel film di Woody Allen. Prima di diventare popolarissima a livello internazionale, la Seydoux è comparsa nel film Midnight in Paris di Woody Allen. In questo interpreta Gabrielle, la giovane che lavora in un negozio di oggetti d’antiquariato. Nel corso del film questa incrocerà in più occasioni il suo percorso con quello del protagonista, finendo col dar vita a del tenero tra di loro. Quello di Gabrielle, anche grazie all’interpretazione dell’attrice, è stato indicato come uno dei personaggi più belli di tutto il film.

Léa Seydoux, André Meyer e il figlio George Meyer

8. Léa Seydoux è una mamma amorevole. Nel gennaio del 2017, Léa Seydoux ha dato alla luce il figlio George, avuto dal compagno, anche lui francese, André Meyer. I due sono fidanzati da diversi anni e pare che la loro storia d’amore sia nata alla Mostra del Cinema di Venezia di qualche anno, precisamente nel 2013. Di loro non si sa molto, tranne che entrambi tengono molto all’educazione di loro figlio e lo accudiscono amorevolmente.

9. Léa Seydoux vuole crescere un figlio che sia indipendente. Tra i vari desideri di Léa Seydoux, c’è anche quello di crescere un figlio indipendente e pronto a reagire. Insomma, l’attrice francese e il suo compagno vorrebbero che il piccolo George possa avere un carattere autonomo, che possa essere in contatto con molte persone, che viaggi molto e che impari a rispettare e a comprendere le donne, senza esserne spaventato.

Léa Seydoux non è su Instagram

10. Non è presente sul social network. Benché esista un profilo verificato come leaseydoux_genuine, su questo si ritrova soltanto una fotografia, risalente al 2019, relativa al movimento Times Up. Su tale profilo l’attrice non ha mai postato altro, lasciando intendere il suo disinteresse nei confronti del social. È dunque possibile affermare che l’attrice non sia presente su Instagram, ma i suoi fan possono comunque ritrovare qui alcune pagine a lei dedicate con foto e video, utili per rimanere sempre aggiornati sulle sue attività.

Fonti: IMDb, thefamouspeople

Chloë Grace Moretz: 10 cose che non sai sull’attrice

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Chloë Grace Moretz: 10 cose che non sai sull’attrice

Chloë Grace Moretz è una di quelle attrici da tenere d’occhio per il prossimo futuro. La giovane attrice americana ha già dimostrato più e più volte, nei suoi quindici anni e più di carriera, di avere un talento innato per la recitazione. Il suo viso dolce e sempre solare, insieme alle sue capacità, ha saputo conquistare tante diverse fasce del pubblico di tutto il mondo che si affezionato a lei e l’ha vista crescere.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Chloë Grace Moretz.

Chloë Grace Moretz: i suoi film

1. Chloë Grace Moretz: i film e la carriera. L’attrice ha debuttato al cinema con Heart of the Beholder (2005), per poi ottenere maggior popolarità nello stesso anno con Amityville Horror. In seguito ha recitato in FBI: Operazione tata (2006), Zombies – La vendetta degli innocenti (2006), The Eye (2008) e (500) giorni insieme (2009). Comincerà a diventare famosa dal 2010 grazie ai film Kick-Ass e Diario di una schiappa, Hugo Cabret (2011), Dark Shadows (2012), Kick-Ass 2 (2013) e Lo sguardo di Satana – Carrie (2013). Negli ultimi anni ha recitto in Resta anche domani (2014), Sils Maria (2014), The Equalizer – Il vendicatore (2014), La quinta onda (2016), Cattivi vicini 2 (2016), La diseducazione di Cameron Post (2018), Suspiria (2018), Greta (2018) e Tom & Jerry (2021).

2. Chloë Grace Moretz è anche doppiatrice. Nel corso della sua carriera, Chloë Grace Moretz ha vestito anche i panni della doppiatrice. L’attrice, infatti, ha lavorato al doppiaggio delle serie A scuola con l’imperatore (2006), I miei amici Tigro e Pooh (2007-2009) e American Dad! (2014), e dei film animati Bolt – Un eroe a quattro zampe (2008), La storia della principessa splendente (2014), La famiglia Addams (2019), nei panni di Mercoledì, Scarpette rosse e i sette nani (2019) e La famiglia Addams 2 (2021). Ha inoltre partecipato al doppiaggio dei videgiochi Kick-Ass: The Game (2010) e Dishonored (2012).

Chloë Grace Moretz

Chloë Grace Moretz: età, altezza e fisico dell’attrice

3. Chloë Grace Moretz è piccoletta. Nonostante sembri molto slanciata, Chloë Grace Moretz in realtà è piccoletta: l’attrice, infatti, è alta 163 centimetri. tuttavia, la sua è una statura che può essere considerata media e la Moretz non ha avuto nessun tipo di problema per questo, riuscendo a dare vita a tutti i suoi personaggi serenamente. Nata il 10 febbraio del 1997, la Moretz ha oggi 24 anni.

4. Chloë Grace Moretz è stata vittima di body shaming. Quello del body shaming sembra un tunnel senza uscita e sembra proprio che questi attacchi ignoranti e sessisti non abbiano fine. Anche Chloë Grace Moretz ha ricevuto degli attacchi per la sua forma fisica, avvenuti quando aveva 15 anni e si trovava sul set di un film. L’attrice, infatti, fu attaccata dal suo collega che vestiva i panni del suo ragazzo sul grande schermo e che riuscì a farla piangere. Più grande di lei di circa 7-8 anni, l’attore si permise di criticarla per il suo peso, dicendole che non sarebbe mai uscito con lei nella vita reale perché troppo grossa.

Chloë Grace Moretz Instagram

5. Chloë Grace Moretz ha un profilo Instagram molto seguito. Come la maggior parte dei suoi colleghi, anche Chloë Grace Moretz si è lasciata affascinare dal social Instagram, tanto da dare vita ad un proprio account ufficiale, seguito da qualcosa come 19,5 milioni di persone. L’attrice è molto attiva sul social e sulla sua bacheca vengono postate prevalentemente foto che ritraggono protagonista di campagne pubblicitarie o progetti cinematografici in via di sviluppo, ma anche di progetti umanitari e sociali. Poche le foto in cui la si vede durante momenti di vita quotidiana con la famiglia o gli amici.

6. Chloë Grace Moretz ha dichiarato il suo amore per Brooklyn Beckham su Instagram. Durante i cinque anni di frequentazione (con una lunga pausa di riflessione nel mezzo), Chloë Grace Moretz non si è trattenuta dal pubblicare scatti che la ritraevano con la sua dolce metà di allora, Brooklyn Beckham. Sono molte le foto, tuttora presenti, che la vedevano sorridente accanto a quello che oggi è il suo ex, proprio come i comuni mortali. Tuttavia, quando i due non si sono più frequentati, la Moretz aveva mandato qualche messaggio subliminale, pubblicando nelle storie la citazione di Be Careful, canzone Cardi B, che parla di tradimento e di un avvertimento per chi pratica una ferita al suo cuore.

Chloë Grace Moretz: chi è il suo fidanzato

7. Chloë Grace Moretz è stata fidanzata con Brooklyn Beckham. Circa sei anni fa, Chloë Grace Moretz e Brooklyn Beckham avevano iniziato a frequentarsi come amici, ma qualcosa, negli anni, è cambiato. I due, infatti, sono usciti allo scoperto nel 2016. Nonostante il periodo di riflessione iniziato nell’ottobre dello stesso anno e durato fino all’autunno dell’anno dopo (pare per colpa della distanza), i due sono rimasti insieme fino all’aprile del 2018. Non è chiaro cosa sia successo (si vocifera che il giovane Beckham l’abbia tradita), ma i due si sono detti addio e pare che abbiano preso strade diverse sin da subito.

Chloe Grace Moretz Carrie

Chloë Grace Moretz in Lo sguardo di Satana – Carrie

8. Ha potuto lavorare solo poche ore al giorno. Nel film del 2013 Lo sguardo di satana – Carrie, nuovo adattamento dell’omonimo romanzo di Stephen King, la Moretz ha interpretato proprio il ruolo della protagonista Carrie, ragazza dotata di poteri telecinetici. Poiché al momento delle riprese era minorenne, le era permesso lavorare soltanto per otto ore al giorno. Molte delle scene in cui il personaggio è presente  sono state girate utilizzando una controfigura.

9. Ha costruito la propria versione del personaggio. Questo in cui la Moretz ha recitato è il quarto adattamento per il cinema del romanzo di King. In preparazione al provino per la parte, la giovane attrice ha dichiarato di non aver guardato nessuna delle precedenti versioni cinematografiche, al fine di non esserne influenzata. Anche dopo aver ottenuto la parte, la Moretz non ha voluto guardare quei film, evitando così di esserne influenzata e avere più possibilità di dar vita alla propria versione del personaggio.

Chloë Grace Moretz e Kate Harrison

10. Chloë Grace Moretz frequenta una modella. Da quando Chloë Grace Moretz  e Brooklyn Beckham si sono detti addio nella primavera del 2018, entrambi si sono rifatti una vita sentimentale. Se lui è avvistato prima mentre baciava Lexi Wood, una modella di Playboy, e poi mentre frequenta la modella Hana Cross, lei (dopo una chiacchierata frequentazione con Dylan O’Brian) pare stia frequentando la modella Kate Harrison. Le solite voci di corridoio affermano anche che le due già convivano in una casa a Los Angeles.

Fonti: IMDb, thefamouspeople, elle

Servant 3: trailer della nuova stagione

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Servant 3: trailer della nuova stagione

Apple TV+ ha diffuso il trailer di Servant 3, l’attesa terza stagione di Servant, la serie di successo creata e prodotta da M. Night Shyamalan. La nuova stagione di 10 episodi debutterà con il lancio del primo il 21 gennaio 2022 su AppleTV+, seguito da un nuovo episodio settimanale, ogni venerdì.

Tre mesi dopo aver lasciato la casa dei Turner, nella seconda stagione, ora le cose sembrano tornate al loro posto. Dorothy e Sean stravedono per Jericho, Julian ha una nuova fidanzata e Leanne è tornata a casa. Sotto la minaccia incombente del culto e con visitatori sospettosi appostati in un parco nelle vicinanze, Leanne fa tutto il possibile per sentirsi al sicuro, portando ancora più scompiglio nella famiglia Turner. Nel momento in cui Sean inizia a confidare nel potere di Leanne, Dorothy si sente sempre più minacciata e preoccupata per la sicurezza di Jericho. Mentre i Turner lottano per mantenere integra la loro famiglia, devono fare i conti con il prezzo del ritorno di Jericho. Meglio fare attenzione a ciò che si desidera.

Il cast della terza stagione di Servant include Lauren Ambrose, Toby Kebbell, Nell Tiger Free e Rupert Grint, a cui si aggiunge Sunita Mani (“Spirited”, “Mr. Robot”, “GLOW”).

Producono la serie con Shyamalan anche Jason Blumenthal, Todd Black, Steve Tisch, Ashwin Rajan e Taylor Latham. I registi di questa stagione sono M. Night Shyamalan, Ishana Night Shyamalan, Carlo Mirabella-Davis, Dylan Holmes, Celine Held & Logan George, Kitty Green e Veronika Franz & Severin Fiala; tra gli autori troviamo Ryan Scott, Ishana Night Shyamalan, Alyssa Clark, Laura Marks, Henry Chaisson, Amy Louise Johnson e Kara Lee Corthon. “Servant” è una produzione di Blinding Edge e Escape Artists. La serie è stata creata dal produttore esecutivo e scrittore nominato dalla British Academy of Film and Television Arts Tony Basgallop.

Golden Globes 2022: ecco la lista dei nominati, c’è anche Paolo Sorrentino

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Sono stati annunciati i candidati ai Golden Globes 2022, i premi assegnati al cinema americano dalla stampa estera, la Hollywood Foreign Press Association. Ecco di seguito tutti i nominati tra cui, nella categoria miglior film in lingua non inglese, spicca anche E’ Stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino.

Miglior serie commedia o musical

Miglior attore drammatico, Televisione

Migliore attrice di mini serie o film tv

Miglior regia

Miglior attrice commedia o musical

Miglior attore drammatico

Miglior serie drammatica

Miglior attrice drammatica, televisione

Miglior attore in una mini serie o film tv

Miglior attore, commedia o musical

Miglior attore non protagonista

Miglior colonna sonora

Miglior attrice comica, Televisione

  • Hannah Einbinder (“Hacks”)
  • Elle Fanning (“The Great”)
  • Issa Rae (“Insecure”)
  • Tracee Ellis Ross (“Black-ish”)
  • Jean Smart (“Hacks”)

Miglior mini serie o film tv 

Miglior attore non protagonista, Televisione

Miglior film, musical o commedia

Miglior attrice non protagonista

Miglior film in lingua non inglese

  • “Compartment No. 6” (Sony Pictures Classics) — Finland, Russia, Germany
  • “Drive My Car” (Janus Films) — Japan
  • E’ stata la mano di Dio (Netflix) — Italy
  • “A Hero” (Amazon Studios) — France, Iran
  • Parallel Mothers” (Sony Pictures Classics) — Spain

Miglior Sceneggiatura

Miglior attrice Drammatica

Miglior film drammatico

Miglior attore comico, Televisione

Miglior attrice non protagonista, Televisione

Miglior canzone originale

  • “Be Alive” from “King Richard” (Warner Bros.) — Beyoncé Knowles-Carter, Dixson 
  • “Dos Orugitas” from “Encanto” (Walt Disney Pictures) — Lin-Manuel Miranda 
  • “Down to Joy” from “Belfast” (Focus Features) — Van Morrison 
  • “Here I Am (Singing My Way Home)” from “Respect” (MGM/United Artists Releasing) — Jamie Hartman, Jennifer Hudson, Carole King 
  • “No Time to Die” from “No Time to Die” (MGM/United Artists Releasing) — Billie Eilish, Finneas O’Connell 

Miglior film d’animazione

  • Encanto” (Walt Disney Studios Motion Pictures) 
  • “Flee” (Neon) 
  • Luca” (Walt Disney Studios Motion Pictures) 
  • “My Sunny Maad” (Totem Films)
  • Raya and the Last Dragon” (Walt Disney Studios)

Downton Abbey II: Una Nuova Era, teaser trailer del sequel

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Downton Abbey II: Una Nuova Era, teaser trailer del sequel

La Universal Pictures Italia ha diffuso il teaser trailer di Downton Abbey II: Una Nuova Era, l’atteso secondo film del franchise Downton Abbey.

Diretto da Simon Curtis e scritto da  Julian Fellowes Downton Abbey II: Una Nuova Era è prodotto da Gareth Neame, Liz Trubridge, Julian Fellowes. Nel cast ritorna i protagonisti  Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Jim Carter, Brendan Coyle, Michelle Dockery, Kevin Doyle, Joanne Froggatt, Harry Hadden-Paton, Robert James-Collier, Allen Leech, Phyllis Logan, Elizabeth McGovern, Sophie McShera, Tuppence Middleton, Lesley Nicol, Maggie Smith, Imelda Staunton, Penelope Wilton. In aggiunta al cast originale ci saranno Hugh Dancy, Laura Haddock, Nathalie Baye, Dominic West e Jonathan Zaccaï.

“Dopo un anno molto impegnativo con così tanti di noi separati dalla famiglia e dagli amici, è un enorme conforto pensare che ci aspettano tempi migliori e che il prossimo Natale ci ritroveremo con i tanto amati personaggi di Downton Abbey”, ha detto il produttore Neame.

Anche il presidente di Focus Features Peter Kujawski si è concentrato sui piaceri ristoratori di un ritorno a Downton: “Non c’è posto come casa per le vacanze e non possiamo immaginare un regalo migliore che riunirsi con Julian, Gareth e l’intera famiglia Downton nel 2021 per riportare a casa i Crawley per i loro fan”.

Animali fantastici – I segreti di Silente: primo trailer ufficiale

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Animali fantastici – I segreti di Silente della Warner Bros. Pictures è la nuova avventura del Wizarding World creato da J.K. Rowling. Animali fantastici – I segreti di Silente presenta un cast guidato dal premio Oscar  Eddie Redmayne (“La teoria del tutto”), il due volte candidato all’Oscar Jude Law (“Ritorno a Cold Mountain”, “Il talento di Mr. Ripley”), con Ezra Miller, Dan Fogler, Alison Sudol, Callum Turner, Jessica Williams, Katherine Waterstone Mads Mikkelsen. David Yates ha diretto Animali fantastici – I segreti di Silente, un film scritto da J.K. Rowling e Steve Kloves, basato su una sceneggiatura di J.K. Rowling. I produttori del film sono David Heyman, J.K. Rowling, Steve Kloves, Lionel Wigram e Tim Lewis, mentre Neil Blair, Danny Cohen, Josh Berger, Courtenay Valenti e Michael Sharp sono i produttori esecutivi.

In Animali fantastici – I segreti di Silente Il professor Albus Silente (Jude Law) sa che il potente mago oscuro Gellert Grindelwald (Mads Mikkelsen) è intenzionato a prendere il controllo del mondo magico. Non essendo in grado di fermarlo da solo, Silente affida al magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne) il compito di guidare un’intrepida squadra di maghi, streghe e un coraggioso Babbano pasticcere in una pericolosa missione, dove incontrano vecchie e nuove creature e si scontrano con la crescente legione di seguaci di Grindelwald. Con una posta in gioco così alta, quanto a lungo Silente potrà restare in disparte?

Il team creativo che ha lavorato dietro  le quinte include il direttore della fotografia George Richmond (“Rocketman”, “Kingsman: Il cerchio d’oro”), lo scenografo vincitore di tre Oscar® Stuart Craig (“Il paziente inglese”, “Le relazioni pericolose”, “Gandhi”, i film di “Harry Potter” e “Animali fantastici”) e lo scenografo Neil Lamont (“Solo: A Star Wars Story”, “Rogue One: A Star Wars Story”), la costumista vincitrice di quattro Oscar® Colleen Atwood (“Chicago”, “Memorie di una geisha”, “Alice in Wonderland”, “Animali fantastici e dove trovarli”) e il montatore che da tempo collabora con Yates, Mark Day (“Animali fantastici: i crimini di Grindelwald”, gli ultimi quattro film di “Harry Potter”). La musica è del nove volte candidato all’Oscar® James Newton Howard (“Notizie dal mondo”, “Animali fantastici: i crimini di Grindelwald”, “Defiance – I giorni del coraggio”, “Michael Clayton”, i film di “Hunger Games”).

La Warner Bros. Pictures presenta una produzione Heyday Films, un film di David Yates, Animali fantastici – I segreti di Silente. Il film sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures, e l’uscita nelle sale italiane è prevista per il 13 Aprile 2022.

Yellowstone: la quarta stagione dal 14 Dicembre su SKY e NOW

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Yellowstone: la quarta stagione dal 14 Dicembre su SKY e NOW

Tornano i cowboy e le immense praterie del Montana di Yellowstone, l’amatissima serie TV con Kevin Costner, giunta ormai alla quarta stagione: dal 14 dicembre su Sky Atlantic e in streaming su NOW. Scritti e prodotti da Taylor Sheridan, i dieci nuovi episodi proseguono la narrazione dell’epopea neo – western sulle storie di confine dei Dutton e il loro viscerale legame con lo sterminato e ambitissimo ranch di cui sono proprietari da generazioni.

Yellowstone è un’avvincente saga familiare con protagonista ancora una volta il premio Oscar Kevin Costner nei panni del cowboy John Dutton. Nel cast tornano anche i figli di John, interpretati da Kelly Reilly, Luke Grimes e Wes Bentley, oltre a Kelsey Chow, Cole Hauser, Gil Birmingham e Josh Holloway.

Yellowstone – quarta stagione, la trama

John Dutton, proprietario di un ranch nel Montana, lotta per mantenere la stabilità della famiglia e del ranch, minacciato dai costruttori e da una riserva indiana, a cui si aggiunge la corruzione della classe politica. Tutti hanno un obiettivo: conquistare il territorio del ranch. La nuova stagione inizia subito dopo l’adrenalinico finale della terza stagione, con le vite di John, Bette e Kayce in pericolo e con Jamie contro la sua famiglia. La guerra contro Market Equities è ancora in corso.

Yellowstone 4 è la quarta stagione della serie Yellowstone creata da Taylor Sheridan e John Linson per il Paramount Network con Kevin Kostner.

In Yellowstone 4 protagonisti sono Kevin Costner nel ruolo di John Dutton, è un patriarca miliardario della sesta generazione della famiglia Dutton, che controlla il Yellowstone Dutton Ranch, il più grande ranch contiguo degli Stati Uniti. Luke Grimes nei panni di Kayce Dutton, un ex SEAL della Marina degli Stati Uniti e uno dei figli di John ed Evelyn. Kelly Reilly nei panni di Beth Dutton, una finanziera e figlia di John ed Evelyn. Wes Bentley nei panni di Jamie Dutton, avvocato, aspirante politico e uno dei figli di John ed Evelyn. Cole Hauser nel ruolo di Rip Wheeler, caposquadra del ranch di Yellowstone e del braccio destro di John. Kelsey Asbille nel ruolo di Monica Long Dutton, moglie dei nativi americani di Kayce. Brecken Merrill nel ruolo di Tate Dutton, figlio di Kayce e Monica e unico nipote di John. Jefferson White nel ruolo di Jimmy Hurdstrom, un ranch di Yellowstone. Danny Huston nel ruolo di Dan Jenkins, un miliardario sviluppatore di terreni dalla California con l’aspirazione di costruire su parti di Yellowstone.

Thor: Love and Thunder, Michael Giacchino alla colonna sonora

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Thor: Love and Thunder, Michael Giacchino alla colonna sonora

Sarà il premio Oscar Michael Giacchino a comporre la colonna sonora di Thor: Love and Thunder, il nuovo film Marvel Studios, diretto da Taika Waititi e interpretato, tra gli altri, da Chris Hemsworth, Natalie Portman e Tessa Thompson.

A confermare la notizia è lo stesso Giacchino che lo comunica simpaticamente sul suo account Twitter:

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. Nel cast anche Christian Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di Dei, e Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

In the fabulous underground, in arrivo su Rakuten Tv e Amazon Prime Video

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È in uscita gratuita a dicembre su Rakuten Tv, Amazon Prime Video e per gli abbonati del canale Rarovideo l’opera In the fabulous underground”.

Il film dei registi Mauro John Capece (Reverse, La Scultura e La Danza Nera) e Claudio Romano (Ananke) è stato scritto dalla docente Betty L’Innocente e si è avvalso della collaborazione di Marco Fioramanti, noto artista italiano e intimo amico di Anton Perich.

Il documentario racconta la vita straordinaria di Anton Perich, artista, fotografo, pittore e regista underground, attivo a New York a partire dagli anni ’70.

Perich si trasferì dalla Parigi dei Letteristi a New York dove iniziò a collaborare insieme ad Andy Warhol come fotografo per la rivista Interview Magazine. Assiduo frequentatore del Max’s Kansas City e dello Studio 54 ha immortalato nei suoi scatti la “beat generation”, la “punk generation” e la “Warhol generation”. Nel 1978 inventò la Painting Machine, ovvero la prima macchina al mondo in grado di dipingere; oggi è valutata come il primo prototipo di stampante a getto d’inchiostro e plotter. Anton Perich, considerato un pioniere dell’arte digitale, fondò nel 1978 NIGHT, lo spazio galleria interattivo per le sue opere fotografiche. Oggi le sue fotografie sono esposte in tutte in mondo.

“In the Fabulous Underground”, girato tra gli Stati Uniti e la Croazia, è un importante documento sulla nightlife della Factory di Warhol.

Il documentario è un viaggio tra il passato e il presente, tra Mikulići, città natale dell’artista, e New York, sua città d’adozione. Per raccontare il fermento di quegli anni l’opera si affida alle testimonianze di artisti quali Taylor Mead (scrittore e attore in numerose pellicole di Andy Warhol), Susan Blond (attualmente produttrice discografica, al tempo nota per essere stata la prima donna andata in onda senza veli sulla TV americana, proprio in un film di Perich) e Victor Bockris (biografo di Andy Warhol, Lou Reed, Patti Smith).

A rendere unico “In the Fabulous Underground” sono i filmati inediti girati fra lo Studio 54 e il Max’s Kansas City che mostrano personaggi del calibro di Salvador Dalì, Muhammad Alì, Taylor Mead e lo stesso Andy Warhol.

I fratelli De Filippo, la recensione del film di Sergio Rubini

I fratelli De Filippo, la recensione del film di Sergio Rubini

Eduardo, Peppino e Titina: da sempre e per sempre I Fratelli De Filippo. Loro i protagonisti assoluti del film di Sergio Rubini presentato alla Festa del Cinema di Roma e nei cinema il 13, 14 e 15 dicembre per una uscita speciale che anticipa il passaggio su Rai1 del 29 dicembre. Un diverso Natale in Casa Cupiello, insomma, ci aspetta. E per una volta l’occasione di conoscere meglio figure entrate nel mito, che siamo spesso abituati a fotografare semplicisticamente.

Questa l’operazione del regista pugliese, che dopo venti anni e 14 film diretti si mette dietro la macchina da presa per raccontare il teatro, una passione comune a quella dei tre fratelli, animati dal sacro fuoco ed eredi putativi del grande Eduardo Scarpetta (interpretato da Giancarlo Giannini).

La storia de I Fratelli De Filippo

Cresciuti a Napoli all’inizio del Novecento, Eduardo, Peppino e Titina non sono mai stati riconosciuti come figli dallo ‘zio’, che però sin da bambini li porta con sé dietro le quinte e sul palcoscenico. Alla morte dell’attore, ai tre non spetta nulla della sua eredità, ma il riscatto passa per la formazione del trio De Filippo, sogno accarezzato per anni dai tre fratelli.

Che sullo schermo hanno i volti di Mario Autore, Domenico Pinelli e Anna Ferraioli Ravel (rispettivamente Eduardo, Peppino e Titina), circondati da Giovanni Esposito, Nicola Di Pinto, Augusto Zucchi, Lucianna De Falco, Marianna Fontana e Maurizio Casagrande, oltre a  Maurisa Laurito, Maurizio Micheli e Vincenzo Salemme. Un cast ricco, ampio, variegato, forse troppo, che sicuramente aiuta i tre protagonisti a emergere in un affresco composto da figure di contorno, nel quale sono i conflitti tra il Vincenzo Scarpetta di Biagio Izzo e il fratellastro Eduardo, e di quest’ultimo con Peppino, a spingere avanti la narrazione e a catturare.

Il contesto rischia di diventare il vero protagonista

Nonostante i nomi impegnati nella scrittura, i dialoghi non sono certamente la forza di una produzione nata per la serialità tv, e che di quel mondo sconta qualche difetto. Al netto di una grande cura e attenzione a scenografie, location, costumi e ricostruzioni di un contesto che rischia di diventare il vero protagonista. Più ancora del trio patrimonio nazionale o di una regia che – forse per cronachistico rispetto – non riesce a trasmettere il cuore messo nel presentare e realizzare il progetto.

Una storia “italiana” e “di una ferita familiare” l’ha definita lo stesso Rubini, che già sogna un sequel, con il quale arrivare fino al 1944, quando definitivamente le strade dei De Filippo si divisero. Che forse farebbe bene a destinare definitivamente al piccolo schermo, senza confusioni, ma che difficilmente potrebbe aggiungere molto – cinematograficamente parlando – al conflitto ampiamente esplorato in questa sede, per altro senza poter contare sulla parabola del tanto bistrattato Peppino, dei tre il più sfaccettato e imprevedibile, nel bene e nel male.

I personaggi sono appiattiti

L’eccessiva caratterizzazione dei personaggi, tutti troppo netti, coerentemente con la natura teatrale del loro habitat e della vicenda, appiattisce un po’ alcuni passaggi. E il bilancio finale è sicuramente indebolito da alcune immagini che verrebbe da definire datate o poco credibili (come la versione anziana della Signora De Filippo o certe esagerazioni dell’encomiabile Giannini e della Laurito). E se per lo sbarco in una Milano nebbiosa e dove nessuno “sta mai coi man in man” c’è la scusa della citazione, per la dedica al Vesuvio siamo più dalle parti di Un posto al sole…

Non serviva insistere sullo stereotipo, in una pièce nella quale Napoli spunta dietro ogni angolo, in ogni scena, dalla riproposizione della poesia Napule all’elegia della sua gente, nata per recitare e costantemente in scena. Ma d’altronde non si potevano eliminare sentimentalismi e napoletanità, anche nelle sue manifestazioni più popolari, da un omaggio del genere, che nella sua circolarità si chiude con un finale conciliatorio. Che sarà bene non scomodare ulteriormente.

The Batman: il piano dell’Enigmista nel nuovo trailer internazionale

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La Warner Bros. Japan (tramite Culture Crave) ha recentemente diffuso un nuovo trailer per The Batman. Il trailer internazionale rivela alcune nuove scene molto brevi del film mai viste prima, uno dei quali mostra la parete dell’Enigmista piena di ritagli di giornale e fotografie. Uno sguardo dentro il pozzo nero della mente del prossimo grande villain con cui dovrà confrontarsi il Cavaliere Oscuro.

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Spider-Man: No Way Home, Doctor Strange usa le rune come Scarlet Witch?

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Doctor Strange lancia un incantesimo come Scarlet Witch in un nuovo trailer di Spider-Man: No Way Home. Come sappiamo, nel film di prossima uscita, Spider-Man di Tom Holland sarà accompagnato da un altro grande eroe Marvel, ovvero il Doctor Strange di Benedict Cumberbatch.

Dal momento in cui è stato annunciato che Doctor Strange sarebbe stato in Spider-Man: No Way Home, gli spettatori hanno iniziato a speculare sul suo ruolo e su eventuali connessioni che avrebbe avuto con Doctor Strange in the Multiverse of Madness. I trailer hanno rivelato che Peter cerca Stephen Strange dopo aver avuto l’idea di usare la magia per annullare la rivelazione sulla sua identità fatta da Mysterio alla fine di Far From Home.

Tuttavia, l’incantesimo non va come previsto, dal momento che “apre” il multiverso e i cattivi dei precedenti franchise di Spider-Man cominciano a saltare nel MCU. Strange è anche quello che rivela a Peter che tutti loro sono destinati a morire combattendo contro Spider-Man nei loro universi. Il marketing di Spider-Man: No Way Home indica che questo coinvolgerà Strange a svolgere un ruolo importante nel terzo atto del film.

Nell’ultimo spot di Spider-Man: No Way Home pubblicato da Sony, viene mostrato un nuovo momento, molto breve, del terzo atto che vede coinvolto Doctor Strange e include una connessione a Scarlet Witch. Strange viene mostrato mentre lancia un incantesimo usando le rune, proprio come quelle usate da Wanda Maximoff e Agatha Harkness in WandaVision.

Potete vedere l’epico momento al secondo 10 del video a seguire:

Spider-Man: No Way Home, il trailer ufficiale

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 15 dicembre 2021.

Guardiani della Galassia Vol. 3, James Gunn chiarisce la cast-list di Google

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James Gunn chiarisce alcune informazioni errate diffuse su Internet in merito al cast confermato di Guardiani della Galassia Vol. 3. Nello tempo che è intercorso tra l’uscita di Guardiani della Galassia Vol. 2 e adesso, Gunn è stato licenziato per un breve periodo dalla Disney, e in quel periodo ha lavorato a The Suicide Squad per DC e Warner.

Ora che tutto è stato riportato alla normalità, lo sceneggiatore-regista nella squadra Marvel preferito dai fan è al lavoro su Guardiani della Galassia Vol. 3, che di recente ha avviato la produzione. L’uscita del film è attualmente prevista per maggio 2023 e dovrebbe essere l’ultimo film MCU per diversi personaggi.

Sappiamo che lLa maggior parte del cast originale di Guardiani della Galassia tornerà per il nuovo film, come Chris Pratt, Zoe Saldana, Karen Gillan, Dave Bautista, Pom Klementieff, Vin Diesel e Bradley Cooper. Anche Sean Gunn tornerà per occuparsi della motion capture di Rocket Raccoon, mentre Sylvester Stallone interpreterà ancora una volta Stakar Ogord. Nel frattempo, Guardiani della Galassia Vol. 3 ha aggiunto due nuovi arrivati: Chukwudi Iwuji e Will Poulter, quest’ultimo nei panni di Adam Warlock.

Tuttavia, se si prova a cercare il film su Google, si noterà un cast molto più ricco. Gunn è intervenuto sulla questione via social media per sfatare la falsa lista del cast, secondo la quale Chris Hemsworth, Seth Green, Viola Davis, Jai Courtney, Joel Kinnaman, Idris Elba e King Bach sono tutti nel film insieme a Poulter. “Qualcuno si sta divertendo su Google Movie con il cast di #GotGVol3,” ha scritto Gunn prima di andare a sottolineare che solo Poulter è confermato dall’elenco considerevole.

https://twitter.com/JamesGunn/status/1470039407549988864?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1470039407549988864%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fguardians-galaxy-3-cast-confirmed-director-james-gunn%2F

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff, Karen Gillan, Will Poulter insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Spider-Man: No Way Home, l’account Twitter del film “trolla” i fan!

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Mentre l’attesa per l’arrivo al cinema di Spider-man: No Way Home si fa sempre meno lunga, l’account Twitter ufficiale del film non perde occasione per prendere in giro i fan, a seguito dell’ondata di speculazioni e teoria che sono state promosse sul web nelle ultime settimane.

Postando una foto dal trailer del film, in cui compaiono Spider-Man e MJ, è stato evidenziato un pezzetto di un palazzo alle loro spalle e il post invita a ingrandire la foto per vedere un easter egg che sicuramente è sfuggito ai fan.

Ingrandendo la figura, però, si legge soltanto: “Speriamo che stiate avendo una bella giornata!” CONTROLLATE VOI STESSI A QUESTO LINK! L’idea è semplice ma ingegnosa e prende garbatamente in giro i cacciati di indizi e riferimenti a tutti i costi.

Spider-Man: No Way Home, il trailer ufficiale

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 15 dicembre 2021.

Giovanni Troilo, regista di Vesuvio, racconta il suo documentario presentato al Noir in Festival

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L’area che comprende il Vesuvio e i Campi Flegrei —il secondo super-vulcano che periodicamente ricorda agli abitanti delle zone di Agnano, Pozzuoli e Bagnoli della sua esistenza attraverso stormi sismici ricorrenti—, è la più densamente abitata d’Europa. In caso di eruzione i risultati sarebbero catastrofici.

Abbiamo incontrato Giovanni Troilo, regista del documentario Vesuvio, in occasione della presentazione del film al Noir in Festival. Documentarista di grande successo, noto principalmente per il suo lavoro con Sky Arte, che porta avanti da circa dieci anni (di recente abbiamo visto Frida Viva la Vida), Troilo si presenta al festival con un documentario insolito, dal grande fascino. Ma che ci fa un documentario sulla regione vulcanica del napoletano nella selezione di un festival dedicato al cinema di genere noir?

È un linguaggio al confine tra fiction e documentario, e devo dire che questa modalità di racconto a Napoli funziona particolarmente bene. La prima volta che ho pensato di fare questo film, immaginavo di realizzare un mockumentary su questo allarme eruzione, su una possibile messa in atto del piano di evacuazione. In realtà sin dai primi sopralluoghi è stato subito chiaro che la finzione da noi immaginata non sarebbe stata nemmeno vagamente simile alla messa in scena del reale che avremmo intercettato Nella maggior parte dei casi i protagonisti delle molte storie del film non li abbiamo cercati, ci siamo imbattuti in loro. I più importanti sono state delle vere e proprie epifanie, spesso giunte nel momento in cui, dopo una lunga giornata di esplorazione, eravamo ad un passo dal desistere.

Ad esempio durante le prime giornate di sopralluoghi, dopo una serie di insuccessi, eravamo diretti al cratere e su questa strada verso l’apocalisse, tra le ultimissime case che affollano il cono del Vesuvio, abbiamo scorto un’insegna: Paradise Tv! La prima epifania ci aveva portato ad una delle storie più importanti del film.

Come hai rintracciato i personaggi e le storie, e quanto tempo hai impiegato?

Abbiamo iniziato con l’idea di questo film nel 2018, ci è voluto tanto. È stato un paziente spendere del tempo per cercare di cogliere l’essenza del luogo. In questo senso è stato fondamentale avere un team che, innamoratosi del progetto, ha deciso di sposarlo in toto facendosi carico dei molti sacrifici. Oltre al produttore Davide Azzolini che ha deciso di imbarcarsi su questo progetto totalmente al buoi, sono molto grato al cameraman Valerio Coccoli, al fonico Renato Grieco e soprattutto ad Allegra Nelli che è stata fondamentale nella ricerca delle storie e nella relazione continua con questi personaggi.

L’idea di avere tanti protagonisti che potessero portare ad una percezione collettiva e condivisa di questo senso del pericolo e di come ci si può convivere, che investe tutti dalla nascita alla morte, era necessario. Con il tempo mi sono fatto l’idea che questo gigantesco apparato vulcanico somiglia molto a quelli che Timothy Morton definisce iperoggetti, ovvero degli oggetti così grandi e multidimensionali che risulta impossibile alla singola percezione umana leggerne l’interezza.

La soluzione che abbiamo tentato è stata quella di aggregare le singole percezioni in una sorta di rete sensoriale collettiva per provare a leggere meglio questo oggetto così complesso. Che continua a sfuggire soprattutto per la così grande differenza di  scala temporale  che c’è tra la vita di un apparato vulcanico e quella di un essere umano.

Il film è molto democratico nelle esistenze che racconta, dal Vescovo che presenzia il miracolo di San Gennaro al fabbricante di fuochi d’artificio, tutte le storie hanno la stessa importanza. Di alcune Giovanni Troilo è testimone, di altre è partecipe, con domande e interviste vere e proprie ai personaggi che di volta in volta incontra. In base a cosa hai scelto di intervenire o meno?

C’è una componente istintiva molto forte per progetti di questo tipo. Dipende molto dal tempo, ma anche dall’utilità che ci può essere nel chiedere qualcosa, quando la storia non passa chiaramente attraverso le immagini. Io credo fermamente che, anche di fronte alla forza delle parole, spesso un’immagine possa essere molto più permeante. Poi sicuramente c’è una questione di bilanciamento del racconto, infatti non è un caso che l’aspetto informativo sia delegato al personaggio del vulcanologo. Questo serve allo spettatore per orientarsi, ed è lo scheletro minimo per avere la possibilità di avere altri momenti lisergici. Il tentativo era quello di  far partire lo spettatore dalla terra ferma, e di traghettarlo pian piano al largo. Per ritrovarsi qualche minuto dopo un po’ disorientati, per scoprire che sotto i piedi la terra non è così fissa, ma trema, e trovarsi in un nuovo territorio con nuove regole fisiche, in cui non si può far altro che abbandonarsi e provare a immedesimarsi.

Nelle note di regia scrivi “A Napoli non si è vicini o dentro a un vulcano. Si è vulcano.” Come sei stato accolto?

Benissimo. Sono stato felicissimo di avere la possibilità di fare un progetto del genere a Napoli, dove avevo già fatto diversi lavori ma con un respiro minore. È una città che mi dà una carica energetica che mi dura per anni. Ero certo della risposta e le aspettative sono state più che confermate.

In che modo Vesuvio si inserisce nel tuo percorso artistico che di recente si era focalizzato prevalentemente sul documentario d’arte?

Ci sono dei progetti che abbracciano archi di tempo così differenti che necessariamente devono convivere sul piano temporale. L’ultimo lavoro di questo tipo che avevo fatto è stato Coeurope, un documentario molto affine nell’approccio a Vesuvio e la cui lavorazione ha richiesto moltissimo tempo. Sarebbe bellissimo fare solo questo, ma anche impensabile. E così ci sono questi documentari d’arte che amo moltissimo e che da quasi dieci anni realizzo per Sky Arte. Mi appassiona molto il fatto di poter sperimentare dei linguaggi e di poterli portare al cinema, è capitato di recente con Frida, con Monet e succederà di nuovo con un progetto su Borromini.

Presentato in anteprima al Noir in Festival a Milano, Vesuvio uscirà a marzo in day and date, al cinema che in streaming, sulla piattaforma IWonder di I Wonder Pictures, accompagnato anche da presentazioni con i protagonisti.

Teemu Nikki: intervista al regista di Nimby – Not in my backyard, dal Noir in Festival

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In Italia lo dovremmo conoscere da diversi anni, dal momento che è lui la mente dietro a Mental, serie Rai che nasce come remake di uno show finlandese, ma di lui si è parlato moltissimo dall’ultimo festival di Venezia, dove il suo Il Cieco che non voleva vedere Titanic ha fatto innamorare la stampa al Lido. Ora, torna in Italia con il suo ultimo film, Nimby – Not in my backyard, presentato al Noir in Festival: lui è Teemu Nikki; lo abbiamo raggiunto al telefono, ecco cosa ci ha raccontato.

Dopo Mental e Il Cieco, anche Nimby trova spazio in Italia, con l’esordio ad un Festival del nostro Paese, cosa la lega all’Italia?

“Prima di tutto abbiamo un distributore – risponde Teemu Nikki, con grande semplicità e onestà – e questo aiuta il dialogo, così i film arrivano in Italia. Per quanto riguarda Mental è diventato un format di successo in Italia, ma a parte questo, sembra che il pubblico italiano capisca bene il nostro lavoro, il nostro linguaggio, il modo in cui raccontiamo le cose.”

Nimby è una satira sociale, politicizzata ma non cattiva. I toni sono leggeri e a volte anche esilaranti. Che cosa era interessato a raccontare?

“Ogni volta che decido di fare un film è perché c’è un argomento che mi stuzzica e che mi fa pensare. In questo caso si trattava del tema della tolleranza, verso persone diverse, verso opinioni diverse. Quindi, all’inizio l’idea era quella di fare una commedia, nel farlo è diventata una commedia nera e ha assunto anche delle sfumature politiche. Penso che in realtà quello che volevo fare era dare al pubblico del materiale su cui riflettere. Godersi il film, sì, ma poi cercare di capire cosa aveva raccontato, è un invito a guardarsi allo specchio.”

Nelle note di regia, Teemu Nikki scrive che odia quando scopre di aver avuto un pregiudizio su qualcuno o qualcosa e che vorrebbe cambiare. Si può quindi dire che Nimby è una specie di terapia?

“Tutti i film sono una specie di terapia, ma forse la terapia sarebbe costata meno!”

Gli attori, soprattutto i giovani interpreti, offrono delle performance autentiche e molto convincenti, sono uno degli elementi di forza del film. Qual è stato il processo di casting, c’erano elementi specifici che si cercavano negli attori? 

“Per quello che riguarda l’attore che interpreta il nazista, Elias Westerberg, lo conoscevo da prima, volevo vederlo senza capelli, per questo l’ho scelto (ride)! Ma è un bravo attore e porta nel personaggio l’energia giusta. Per l’interprete di Mervi, Susanna Pukkila, non avevo mai lavorato con lei, questo è il suo primo ruolo dopo essere uscita dalla scuola di recitazione, mentre l’interprete di Kata, Almila Bagriacik, è molto famosa in Germania, non avevo mai lavorato con lei, ma quando li ho visti tutti insieme ho capito che erano giusti, avevano la giusta energia.”

Dal momento che racconta sempre le persone e la società, come sarebbe un suo film sugli ultimi due anni, con il mondo in pandemia?

“Una commedia nera! Ma a essere onesto, non lo so ancora, perché è ancora troppo presto. Stiamo ancora vivendo questo periodo, potrei parlarne in un film tra 5 anni. Ci vuole il giusto distacco”.

NIMBY – Not in my backyard arriverà su IWONDERFULL.it, la piattaforma streaming di I Wonder Pictures in collaborazione con MYmovies, e contemporaneamente nei cinema a partire dal 14 dicembre, dopo essere stato presentato in anteprima al XXXI Noir in Festival.

Lorenzo Richelmy, intervista al protagonista di Diario di Spezie dal Noir in Festival

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Sabato 11 dicembre è stato presentato in concorso al Noir Festival 2021 Diario di Spezie, primo film di Massimo Donati, tratto dal suo omonimo romanzo pubblicato da Mondadori nel 2013 e prodotto con il sostegno della Trentino Film Commission. Protagonista del film è Lorenzo Richelmy, che abbiamo raggiunto al telefono per parlare proprio di questo thriller che lo vede ritornare al Noir in Fest.

Dopo l’esperienza di Ride, di Jacopo Rondinelli, e quella con Il talento del calabrone, di Giacomo Cimini, Lorenzo Richelmy vede un altro suo film presentato al festival del cinema di genere a Milano. Che affinità c’è con il Noir in Festival?

“La prima volta che ho partecipato al Noir in Festival ero un giurato, era il 2017 mi pare – esordisce Richelmy, facendo risalire la sua amicizia con il festival ancora a prima del 2018, anni di uscita di RideIo sono un amante del genere, aborro invece il mix di generi. Come attore appassionato d’arte, mi piacciono le scelte radicali. Il genere permette ad un autore o a un film di essere molto dritto. In un momento in cui è sempre più difficile ottenere la sospensione di giudizio dal pubblico, perché ora il pubblico è espertissimo, si fa subito le sue idee, mentre il genere ti leva dal campo un sacco di problematiche, anche da un punto di vista produttivo. Il genere ti permette di fare una scelta, che poi magari è sbagliata, ma preferisco sbagliare piuttosto che fare un film grignolino, carino, di intrattenimento. Io non sono un grande fan del cinema come intrattenimento, mi piace emozionarmi, non divertirmi. Quello, nella mia esperienza, lo faccio con i videogiochi, per cui per me il cinema è un oggetto di studio. Quindi sì, il genere mi piace, e sono legato al Noir in Festival perché sono attratto da questo tipo di storie, sia come attore che come spettatore. E il genere a tinte fosche mi piace molto.”

Chi è Luca Treves, protagonista di Diario di Spezie?

“Io cerco sempre di scegliere delle storie che possano avere una valenza contemporanea. Luca è un personaggio che si è accomodato, ha trovato un posto che tutto sommato gli sta comodo. Ha il suo piccolo ristorante, anche se poteva diventare un grande chef. Come spesso succede ai ragazzi in questi anni, lui sceglie di accontentarsi. Negli anni ’60-’70 si protestava per il posto fisso, che era considerato uno schifo. Adesso un ragazzo di 20 anni elemosina un posto fisso, e dal punto di vista generazionale per me è una sconfitta totale. Il ragazzo di 30 anni che è stato testimone della fine dell’analogico e della nascita del digitale, secondo me, è rimasto un po’ fregato, facendo finta che il problema non esiste. Il mio personaggio parla un po’ di questa frustrazione che si sopporta perché si riesce ad andare avanti. Sembra che vada tutto bene, ma in realtà nasconde drammi perché non siamo fatti per restare figli tutta la vita. Luca Treves è figlio di sua moglie, anche, e non si decide a diventare un uomo. All’inizio del film lo vediamo così, ma grazie ad Andreas, nel corso della storia, dovrà trovare il suo modo di diventare uomo. Luca è un bimbo nella sua confort zone e nell’arco del film sarà costretto a diventare un uomo.”

Luca tiene un diario delle spezie, in cui annota i nomi delle spezie che assaggia e che trova, ne elenca dettagli, usi e profumi. Hai un’abitudine del genere, tenere un diario, non di spezie ma magari di esperienze o pensieri?

“Non scritto, ma musicale. Sono un grande appassionato di musica, la mia playlist va da Bach alla death metal più incazzata. Ho sempre fatto molta ricerca, anche se ora su Spotify mi sono addormentato un po’, ma sto anche lavorando tanto, sono cambiate delle cose. Però ero uno che almeno una volta al mese, se non a settimana, si metteva a fare ricerca di musica, anche perché io applico la musica al mio mestiere: ogni personaggio ha una canzone, ogni film una playlist, ogni scena un ritmo.” 

Ci sono due storie parallele in Diario di Spezie, da una parte le indagini, dall’altra l’on the road di cui Lorenzo Richelmy è protagonista. Sempre più attori tendono a leggere solo la loro parte della sceneggiatura, per godersi lo spettacolo al cinema. Tu hai avuto contezza della storia nell’insieme?

“Molti amici e colleghi lo fanno, lo rispetto, ma a me sembra strano. Credo che bisogna avere un quadro della storia. A me piace capire tutto del film, mi piace capire che ritmo avrà il film e lavorare con il regista, io sono uno di quelli che studia anche gli archi emotivi degli altri personaggi, per capire bene come incastrare il mio.”

Il film è recitato in lingue diverse, c’è il francese, il tedesco, un po’ di inglese e l’italiano. Questo impasto linguistico ti ha condizionato o ti ha dato delle indicazioni, oppure è stato del tutto irrilevante, visto che il tuo personaggio recita prevalentemente in italiano?

“Il mio personaggio parla in veneto, non strettissimo, ma è comunque un linguaggio lontano dalla mia confort zone che è questa con cui ti sto parlando. L’estetica musicale del film si lega al linguaggio. La musica diegetica si lega molto al mix di voci e anche questo spinge lo spettatore a non avere un riferimento attaccamento regionale. Questo permette alla storia di essere senza spazio, e questo alimenta il thriller, perché non ti dà modo di capire a fondo cosa sono i personaggi, non capisci neanche che cosa vogliono fino alla fine. Questo mix linguistico, questa non appartenenza, gioca il gioco del thriller. E per me, che non mi diverto a fare le cose comode, questo aspetto contribuisce a creare suspance e curiosità.”

Presentato al Noir in Festival in concorso, Diario di Spezie, di Massimo Donati vede trai protagonisti, accanto a Lorenzo Richelmy, anche Fabrizio Ferracane e Fabrizio Rongione. Il film è prodotto da Master Five Cinematografica con Rai Cinema e Rodeo Drive.

Spider-Man: i migliori film sull’Uomo Ragno, secondo Ranker

Spider-Man: i migliori film sull’Uomo Ragno, secondo Ranker

Fin dall’ideazione del personaggio, che ha debuttato nel fumetto Amazing Fantasy #15 nel 1962, la storia di Spider-Man ha ricevuto diversi adattamenti. Che si tratti di animazione, film live-action o videogiochi, le storyline dedicate all’amato personaggio hanno trasceso i fumetti, conferendogli lo status di uno degli eroi più amati di sempre.

Spider-Man è apparso in nove film da solista fin dal 2002, con una prossima decima (e attesissima) apparizione in Spider-Man: No Way Home. Tom Holland, in una conversazione con Total Film, ha affermato che il film di prossima uscita vedrà “tre generazioni riunirsi”, e i fan di Ranker, per ingannare l’attesa, hanno classificato tutti i film in cui l’arrampica muri è apparso.

Spider-Man (1977)

Il mal accolto film del 1977 sull’Uomo Ragno, riproposto poi come episodio pilota televisivo, presentava l’attore Nicholas Hammond nel ruolo del protagonista: il film uscì solo 15 anni dopo la nascita del personaggio nei fumetti e, purtroppo, soffrì delle grandi limitazioni tecniche dovute all’epoca in cui venne prodotto.

Potrebbe essere ingiusto, quindi, criticare la confezione tecnica del film, uscito ben 25 anni prima del debutto di Tobey Maguire nei panni dell’eroe. Nonostante sia ritenuto il film su Spider-Man meno memorabile, ci sono comunque aspetti tecnici del film da tenere in considerazione, comprese alcune impressionanti inquadrature in POV dell’arrampica-muri. È deludente che Hammond non riprenderà il suo ruolo in No Way Home, ha riferito l’ Hollywood Reporter, poiché sarebbe interessante vedere la sua versione modernizzata.

The Amazing Spider-Man 2 (2014)

the amazing spider-man 3Il secondo film che si posiziona in basso nella classifica di Ranked è The Amazing Spider-Man ritenuto piuttosto debole in quanto la narrazione, a detta di molti fan, si concentrerebbe maggiormente sull’ironizzare su possibili trame e personaggi per film futuri, senza riuscire effettivamente a mettere insieme una storia coesa e avvincente. Indipendentemente da questa critica, The Amazing Spider-Man 2 presenta comunque alcuni dei momenti più memorabili di qualsiasi film di Spidey.

Il film presenta ai fan una delle versioni più accurate della tuta di Spider-Man, oltre ad essere impreziosito dalla performance magnetica di Andrew Garfield; questo film ha anche sancito la fine temporanea delle iterazioni dell’eroe di Garfield, che è stato riavviato nel MCU solo tre anni dopo. Poiché Garfield ha espresso pubblicamente che il volere dello studio gli ha spezzato il cuore, secondo Variety sarebbe gratificante per molti se gli fosse data l’opportunità di riprendere il suo ruolo.

Spider-Man 3 (2007)

Dovendo proseguire le intenzioni di due film precedenti amatissimi dal pubblico, Spider-Man 3 ha osato forse troppo, secondo i fan di Ranked, presentando agli spettatori ben tre villain principali. Oltre a questo, il terzo film della trilogia di Raimi presenta la famigerata scena di Peter che balla per strada, che è stata parodiata un decennio dopo in Spider-Man: Into the Spiderverse.

Anche se il film è criticato per non essere all’altezza dei precedenti film di Sam Raimi, presenta comunque pregi lodevoli: c’è una conclusione, per quanto ingarbugliata ma comunque soddisfacente dell’arco di Peter e la sequenza finale di Peter e MJ che ballano è memorabile, nonostante la loro relazione tumultuosa. Può essere il terzo peggior film di Spider-Man, ma rimane ancora un’ottima interpretazione da parte di Toby Maguire di Peter Parker, secondo molti.

The Amazing Spider-Man (2012)

the amazing spider-man 3Cinque anni dopo l’uscita di Spider-Man 3, la Sony ha optato per un reboot del franchise dedicato all’Uomo Ragno, con il film The Amazing Spider-Man, in cui è Andrew Garfield a vestire i panni dell’eroe omonimo. In molti non hanno apprezzato pienamente la direzione grintosa e vibrante con cui è stata declinata la storia del personaggio, sostenendo che fosse una reazione al successo dei film di Batman di Christopher Nolan.

Il tono cupo, quasi privo di umorismo, del film è stato considerato un allontanamento sgradito dalla natura spensierata dei film precedenti, e i fan hanno sostenuto che Spider-Man non si adatta ai caratteri del “supereroe grintoso”. L’aspetto forse più di successo del film è stata l’interpretazione di Garfield del personaggio, che ha dimostrato subito quanto potenziale il giovane attore avesse.

Spider-Man: Far From Home (2019)

Spider-Man: Far From Home ha segnato la quinta apparizione di Tom Holland nei panni di Peter Parker (compresi i film del MCU non incentrati su Spidey), rendendolo lo Spider-Man con il maggior numero di apparizioni nel cinema live-action. Oltre a questo, Far From Home ha anche introdotto un cattivo che non era mai stato adattato prima: Quentin Beck, alias Mysterio, interpretato da Jake Gyllenhaal.

Le interazioni tra Mysterio e Peter si sono dispiegate tra sequenze originali e piene d’inventiva, come quella dell’apparizione simultanea di più versioni di Spider-Man che attaccano Peter, Spider-Man intrappolato in una palla di neve che è diventata il casco di Mysterio, e una versione zombificata del defunto mentore di Peter, Iron Man. Queste scene hanno elevato la fattura del prodotto e e hanno contribuito ad affermare Mysterio come uno dei migliori cattivi di Spider-Man.

Spider-Man: Homecoming (2017)

Il primo film da solista di Spider-Man all’interno del MCU, Homecoming, è arrivato dopo la prima apparizione di Peter in Captain America: Civil War. Ricollegandosi agli eventi del film, vediamo Peter tentare di conciliare il suo status di eroe dopo essere stato coinvolto in battaglia dagli Avengers.

Il film è stato lodato per la sua rappresentazione accurata delle caratteristiche di Peter, che molti sostengono abbia cementato ulteriormente le capacità di Tom Holland come grandioso Spider-Man. Una sequenza che vede Peter trovare la determinazione di sollevare tonnellate di macerie per fuggire, è stata particolarmente lodata per essere un chiaro omaggio a Amazing Spider-Man #33, dimostrando che i registi del MCU si sono dedicati a ritrarre la spinta di Peter a superare le avversità e ad adempiere alla sua responsabilità di proteggere il suo quartiere.

Spider-Man: Un nuovo universo (2018)

Spider-Man: Un nuovo UniversoCome unico film dell’Uomo Ragno premiato con l’Oscar (e il più votato su IMDb), Spider-Man: Into the Spider-Verse è stato universalmente elogiato fin dalla sua uscita nel 2018. Il film segue le vicende dell’adolescente Miles Morales, mentre si destreggia nell’acquisizione della sua nuova identità da Uomo Ragno.

Il film è stato lodato per il suo impressionante stile visivo, l’umorismo e le innovazioni narrative: vedere il giovane Spider-Man che impara ad essere un eroe tramite interazioni con altre versioni del personaggio è qualcosa che non era mai stato fatto prima, e ha dimostrato che il concetto di “Spider-verse“, o multiverso, funziona incredibilmente bene. Forse, se No Way Home riporterà effettivamente tutti gli Spider-Man cinematografici sul grande schermo, dovrà il suo inevitabile successo a questo amato film d’animazione.

Spider-Man (2002)

Indipendentemente da quante versioni del personaggio ci siano o da quante altre ci possano essere, nessuna esisterebbe se non fosse per il roboante successo di Spider-Man del 2002. Il film di Raimi, insieme a X-Men del 2000, ha stabilito lo standard per il genere supereroistico, ponendo probabilmente le basi per i franchise multimiliardari MCU e DCEU.

Il primo film dell’Uomo Ragno ad essere distribuito nei cinema presentava alcune eccellenti sequenze d’azione che hanno subito dimostrato che Maguire poteva essere un grande Uomo Ragno, compresa una drammatica, emotivamente toccante, disperata lotta contro il Green Goblin di Willem Dafoe. La vendetta di Goblin contro l’Uomo Ragno è profondamente personale, il che ha reso la trama del primo Spider-Man ancora più avvincente e l’interazione tra le due figure continuerà con la confermata apparizione di Dafoe in No Way Home.

Spider-Man 2 (2004)

Ampiamente considerato come uno dei più grandi film di supereroi di tutti i tempi, Spider-Man 2 vanta un cast e uno stile registico già ben rodato, rendendolo il film che probabilmente ci ha consegnato la vera essenza di Spider-Man al meglio. Con un’incredibile performance di Alfred Molina nei panni del Dottor Octopus, Spider-Man 2 è innegabilmente un classico del genere supereroistico.

Uno degli aspetti più attesi del prossimo No Way Home è proprio il ritorno di Molina nei panni del tormentato cattivo 17 anni dopo la sua prima e unica apparizione. Se le voci diffuse sul coinvolgimento di Tobey Maguire nel film sono vere, forse il primo film di questa lista sarà surclassato dall’attesissimo No Way Home.

Professore per amore: trama, cast e frasi del film con Hugh Grant

Da sempre noto per le sue commedie sentimentali, l’attore Hugh Grant ha nel corso degli ultimi due decenni stretto un vero e proprio sodalizio artistico con il regista e sceneggiatore Marc Lawrence. Dopo aver lavorato insieme a titoli come Due settimane per innamorarsi, Scrivimi una canzone e Che fine hanno fatto i Morgan?, i due realizzano nel 2014 l’apprezzato Professore per amore. Si tratta anche in questo caso di una storia d’amore, sentimento che risveglia l’animo del protagonista, da tempo spentosi sotto i colpi della vita.

Ad impreziosire il film vi sono diversi celebri attori di Hollywood, tra cui si annoverano anche diversi premi Oscar alla recitazione. Proprio grazie a loro il film ha potuto guadagnare ulteriore valore, ottenendo un buon successo a livello internazionale. Presentato in anteprima allo Shanghai International Film Festival, questo ha raccolto buoni consensi, segnando un trionfale ritorno di Grant al genere che lo ha reso celebre. Grazie a Lawrence, esperto di tale tipologia di commedia, sono inoltre assicurati intrattenimento e buone emozioni.

Prima di cimentarsi in una visione di Professore per amore, però, è certamente consigliabile approfondire ulteriori dettagli circa la sua trama e il cast di attori che lo compone. Proseguendo qui nella lettura sarà inoltre possibile ritrovare alcune delle frasi più note e belle del film, grazie alle quali si potrà avere un primo contatto con quella che è l’atmosfera del film e il carattere dei suoi personaggi. Infine, si elencheranno le principali piattaforme dove sarà possibile ritrovare il film per una comoda visione in streaming.

Professore per amore: la trama del film

Protagonista del film è l’affascinante Keith Michaels, affermato sceneggiatore di Hollywood, il quale ottenne un successo clamoroso con una sua sceneggiatura, grazie a cui era addirittura arrivato a vincere il premio Oscar. Raggiunto tale onore, però, è per lui iniziato un periodo di declino, caratterizzato dalla difficoltà a vendere o far fruttare le proprie storie. Con il passare del tempo, la sua vita si riduce ad un disastro continuo, tra il divorzio dalla moglie e la perdita di tutti i suoi averi. Per di più, Keith non scrive più da anni, come incapace di riuscire a formulare concetti e frasi di suo gusto.

Pur di guadagnare qualcosa e tenersi occupato, egli accetta il consiglio della sua agente di tenere un corso di scrittura nell’università di Binghamton, nello stato di New York. L’idea però non lo entusiasma affatto, specialmente perché egli è ormai convinto che scrivere sia un arte inutile. Nell’intraprendere le prime lezioni, quindi, egli appare svogliato e privo di stimoli, ma non può sapere che la sua condizione cambierà presto. Proprio durante il corso, infatti, egli conosce la studentessa Holly, una madre single di due figlie, la quale coltiva da sempre il sogno di scrivere sue storie. La passione da lei sfoggiata sarà ciò che permetterà a Keith di avere una seconda chance, ritrovando la voglia di vivere.

Professore per amore cast

Professore per amore: il cast del film

Come già accennato in apertura, l’attore Hugh Grant veste qui i panni del protagonista Keith Michaels. L’attore, noto per film come Notthing Hill e Quattro matrimonio e un funerale, ha dichiarato di aver particolarmente apprezzato il personaggio qui interpretato, poiché questo gli permetteva di dar vita a sfumature nuove dell’animo umano. L’attore, infatti, ha dichiarato di essersi sentito stufo di interpretare personaggi i cui problemi sono tutti legati alla sfera sentimentale. Nell’assumere i panni di Keith, invece, egli ha potuto prima di tutto dar vita ad un uomo distrutto in cerca di un nuovo sé stesso. Accanto a lui, nei panni di Holly, vi è invece la premio Oscar Marisa Tomei. Nota per la sua capacità di passare con naturalezza dal comico al drammatico, l’attrice è stata particolarmente apprezzata per la sua interpretazione in questo film.

Nei ruoli dei personaggi secondari, allo stesso modo, si ritrovano alcuni celebri attori di Hollywood, scelti per conferire il massimo del carisma ai rispettivi personaggi. Bella Heathcote, vista anche in The Neon Demon, interpreta qui Karen Gabney, una delle studentesse di Keith con cui questi intreccia una breve relazione. L’attrice premio Oscar Allison Janney, invece, è presenti nei panni della docente Mary Weldon, con cui Keith ha degli iniziali dissapori. J. K. Simmons, vincitore del premio Oscar per il film Whiplash, è invece il dottor Lerner, agente statale. Si ritrovano infine gli attori Chris Elliott nel ruolo di Jim e Aja Naomi King in quelli di Rosa.

Professore per amore: le frasi, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di Professore per amore grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 11 dicembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Nel film sono inoltre presenti diverse frasi oggi entrate a far parte dell’immaginario comune. Si tratta di battute e affermazioni che descrivono alla perfezione non solo il contesto in cui si svolge la storia ma anche i protagonisti che le pronunciano. Di seguito si riportano le più belle e più importanti del film.

  • “L’insegnare, come mi aveva predetto un mio amico, ha affondato gli artigli su di me!” (Keith Michaels)
  • “Scrivere un film è così gravoso… E’ come buttarsi a mare e ti serve una scialuppa… E quella scialuppa è l’impulso dietro un film.” (Keith Michaels)
  • “La differenza tra la parola quasi giusta e quella giusta è la differenza tra il fulmine e la luce.” (Keith Michaels)
  • “«Sai cosa ha detto J.K. Rowling?» «Dove ho messo il mio ultimo miliardo di dollari?» «Che il fallimento è la cosa migliore che le sia mai capitata, perché l’ha liberata del superfluo e le ha permesso di concentrarsi sulla cosa che importava di più, scrivere!»” (Keith Michaels ed Ellen)

Fonte: IMDb

Michael J. Fox: 10 cose che non sai sull’attore

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Michael J. Fox è uno di quegli attori impossibile da non amare per diversi motivi. Il suo è un gran talento, genuino ed unico, di una bravura tale da conquistare il pubblico di tutte le fasce d’età e di tutto il mondo. Ma ciò che forse lo caratterizza di più la sua forza di volontà, la sua intraprendenza e la sua tenacia che non lo abbandonano mai e che lo aiutano a combattere una malattia di non poco conto come il Parkinson.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Michael J. Fox.

Michael J. Fox: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. L’attore canadese debutta sul grande schermo nel 1980 con il film Follia di mezzanotte, per poi continuare con Classe 1984 (1982), Voglia di vincere (1985) e Ritorno al futuro (1985), dove recita accanto a Christopher Lloyd e che lo rende una star grazie al ruolo di Marty McFly. In seguito recita in La luce del giorno (1987), Il segreto del mio successo (1987), Vittime di guerra (1989) e in Ritorno al futuro – Parte II (1989) e Parte III (1990). Ha poi recitato in Doc Hollywood – Dottore in carriera (1991), Amore con interessi (1993), Caro zio Joe (1994), Il presidente – Una storia d’amore (1995), Sospesi nel tempo (1996) e Mars Attacks! (1996).

2. Ha recitato in note serie TV. Per Michael J. Fox la carriera nel mondo della recitazione inizia molto presto. Dal 1978 che comincia a lavorare assiduamente come attore, comparendo in diverse serie tv come Leo and Me, The Magic Lie, Lou Grant e nel film tv Letters from Frank. Il grande successo arriva verso la metà degli anni ’80 grazie alla serie Casa Keaton (1982-1989). In seguito lavora nelle serie Giudice di notte (1984), I racconti della cripta (1991) e Spin City (1996-2001). A partire dal Duemila ha dedicato la sua carriera al piccolo schermo partecipando alla serie Scrubs – Medici ai primi ferri (2004), Boston Legal (2006), The Good Wife (2010-2016) e dando vita al The Michael J. Fox Show (2013-2014). Di recente è invece apparso in Designated Survivor (2018) e The Good Fight (2020).

3. Michael J. Fox è anche doppiatore. Durante la sua carriera, Michael J. Fox ha sperimentato diversi ambiti del cinema e, in questo senso, ha vestito anche i panni del doppiatore. L’attore canadese, infatti, ha lavorato al doppiaggio dei film In fuga a quattro zampe (1993), Quattro zampe a San Francisco (1996), Stuart Little – Un topolino in gamba (1999), Atlantis – L’impero perduto (2001), Stuart Little 2 (2002), Stuart Little 3 – Un topolino nella foresta (2006), The Magic 7 (2009) e ha lavorato ad un episodio di Phineas e Ferb (2011). Ha poi dato voce al robot protagonista dei film A.R.C.H.I.E. – Un robot a quattro zampe (2016) e A.R.C.H.I.E. (2018).

michael j fox

Michael J. Fox: oggi

4. Ha annunciato il ritiro dalla recitazione. Nonostante la sua malattia debilitante, tale per cui anche un gesto più semplice per lui è difficile, Michael J. Fox non ha mai smesso di recitare e lo ha fatto anche fino ad anni recenti, partecipando ad esempio alla serie tv Designated Survivor (2018) e lavorando come doppiatore per A.R.C.H.I.E. 2 (2018). Nel 2021, tuttavia, Fox ha annunciato il ritiro dal mondo della recitazione, in quanto divenuto per lui troppo complesso svolgere tale mestiere e ricordarsi le battute. Negli ultimi anni, in particolare, Fox aveva usato la sua malattia per caratterizzare i suoi personaggi, almeno fino a quando ciò gli è stato possibile.

Michael J. Fox e la malattia del parkinson

5. Michael J. Fox ha scoperto di avere il Parkinson a 29 anni. Mentre stava girando il film Doc Hollywood, nel 1991, Michael J. Fox si accorse che le sue dita tremavano senza controllo e questo lo fece ricorrere a delle analisi approfondite che ne determinarono la malattia di Parkinson. Il fatto di essere affetto da questo disturbo venne reso pubblico solo nel 1998 e, nel corso di questi anni, continuò a recitare in diversi film e serie tv. Ma con gli anni, la malattia ha cominciato ad aggravarsi, tanto da ricorrere all’uso di pesanti farmaci che gli riducono il tremore e la rigidità muscolare che la malattia comporta. Nonostante ciò, l’attore non si è mai dato per vinto e ha sempre cercato di partecipare a tante manifestazioni cinematografiche, trovando sempre un modo per tornare a recitare come nella sitcom ispirata alla sua storia personale.

6. Michael J. Fox ha rischiato l’alcolismo. Il Parkinson è una malattia debilitante che generalmente si manifesta attorno ai 60 anni di vita. Michael J. Fox ha ammesso, quando ha scoperto di avere questa malattia a neanche 30 anni, di aver annegato i pensieri nell’alcool, fino a che non ha deciso di affrontarla a muso duro. Piano piano, dopo aver passato un periodo in cui si alternavano la paura, lo spavento e l’incubo, l’attore ha iniziato a convivere con la malattia, cercando di studiare e capirla per poterla accettare. Da qui, ha anche abbandonato ogni forma di eccesso, perseguendo una vita molto più salutare.

Michael J. Fox parkinson

Michael J. Fox Foundation

7. Michael J. Fox ha dato vita ad una propria fondazione. Dopo la diagnosi della malattia, divenuta di dominio pubblico nel 1998, Michael J. Fox ha deciso di dare vita, nel 2000, alla Michael J. Fox Foundation, una fondazione che ha come obiettivo principale quello di poter trovare una cura alla malattia di Parkinson. Lo scopo principale è quello di poter tradurre le scoperte scientifiche fatte in cure vere e proprie che possano contrastare questa malattia che domina la vita di diverse milioni di persone in tutto il mondo.

8. La fondazione di Michael J. Fox ha finanziato una ricerca coordinata da studiosi italiani. Nell’agosto del 2018 è stata divulgata la notizia secondo cui si è scoperto che la l’assenza di una proteina, chiamata Sinapsina 3, sia in grado di impedire l’accumulo di frammenti proteici che uccidono i neuroni che producono dopamina. La morte di questi, dà vita alle difficoltà motorie e agli spasmi che si manifestano nei pazienti affetti da Parkinson. Questa ricerca è stata finanziata dalla Michael J. Fox Foundation e ha permesso a un team di ricerca internazionale, coordinato dagli studiosi italiani del Dipartimento di Medicina dell’Università di Brescia, di poter individuare il meccanismo di questa proteina che, tramite studi approfonditi ed ulteriori ricerche, potrebbe dare vita a terapie rivoluzionarie.

Michael J. Fox moglie

9. Michael J. Fox è sposato da 30 anni con una collega. Durante lo svolgimento della serie Casa Keaton, Michael J. Fox ha avuto l’occasione d’incontrare l’attrice Tracy Pollan. I due si sono subito innamorati e sono convolati a nozze nel 1988, dando alla luce ben quattro figli: Sam Michael nel 1989, le gemelle Aquinnah Kathleen e Schuyler Frances nel 1995 e Esmé Annabelle nel 2001. Ancora oggi insieme, sono una delle coppie più longeve di Hollywood.

Michael J. Fox: età e altezza dell’attore

10. Michael J. Fox è di bassa statura. A differenza dei suoi colleghi, Michael J. Fox è tutto il contrario di un gigante: l’attore canadese, infatti, è alto 163 centimetri. Nonostante la sua altezza sotto la media, l’attore ha sempre dimostrato di avere del gran talento e un certo carisma, oltre che una grande forza di volontà da fare invidia. Fox, inoltre, ha oggi 60 anni, essendo nato il 9 giugno del 1961 a Edmonton, in Canada.

Fonti: IMDb, Biography, themichaeljfoxfoundation

Lynda Carter: 10 cose che non sai sull’attrice

Lynda Carter: 10 cose che non sai sull’attrice

Vera e propria icona televisiva degli anni Settanta e Ottanta, l’attrice Lynda Carter mantiene ancora oggi tutto il fascino e il carisma che l’hanno sempre contraddistinta. Pur essendo rimasta molto legata al personaggio di Wonder Woman, che l’ha resa celebre, negli anni si è destreggiata con successo tra attività diverse, dalla recitazione alla musica e fino al doppiaggio.

Ecco 10 cose che non sai di Lynda Carter.

Lynda Carter: i suoi film e le serie TV

1. È celebre per alcune serie TV. Tra le prime attività come attrice della Carter si ricordano alcune serie televisive come Nakia (1974), Matt Helm (1975) e, naturalmente, Wonder Woman, dove ha recitato nei panni della supereroina dal 1975 al 1979. Negli anni è poi apparsa anche in Starsky & Hutch (1976), L’ultimo dei Mohicani (1994-1995) e nei film Bambini in vendita (1981), Rita Hayworth: The Love Goddess (1983), Modella per un giorno (1991), La mia migliore amica (1996) e e Ricominciare ad amare (1998). Negli ultimi anni ha invece recitato nelle serie Law & Order – Unità vittime speciali (2005), Law & Order – I due volti della giustizia (2005) e Smallville (2007). Dal 2016 al 2018 è invece stata Olivia Marsdin nella serie Supergirl, con Melissa Benoist.

2. Ha recitato anche in alcuni film. Il debutto sul grande schermo è avvenuto per la Carter nel 1976 con il film Il mondo violento di Bobbie Jo ragazza di provincia. In seguito ha recitato per il cinema soltanto nel 1993 con Frammenti di verità e poi di nuovo nel 2001 con Super Troopers, con Brian Cox. Ha poi recitato in Sky High – Scuola di superpoteri (2005), con Danielle Panabaker e Kurt Russell, Hazzard (2005), The Creature of the Sunny Side Up Trailer Park (2006) e Tattered Angel (2007). Torna al cinema nel 2017 con Super Troopers 2, mentre nel 2020 ha un cameo in Wonder Woman 1984, con Gal Gadot.

3. È anche doppiatrice. A partire dal nuovo millennio la Carter si è cimentata anche come doppiatrice, dando voce al personaggio di Azura nei videogiochi The Elder Scrolls III: Morrowind (2002), Elder Scrolls III: Bloodmoon (2003), The Elder Scrolls IV: Oblivion (2006), The Elder Scrolls V: Skyrim (2011) e Elder Scrolls Online (2014). Nel 2015 ha invece partecipato al doppiaggio del videogioco Fallout 4.

Lynda Carter oggi

Lynda Carter è Wonder Woman

4. Wonder Woman è il ruolo che le ha cambiato la vita. Prima di ottenere la parte di Wonder Woman nell’omonima serie televisiva degli anni Settanta, la Carter non aveva molte esperienze recitative. Fino a quel momento si era infatti alternata tra gli studi, la carriera da cantante e quella da modella. Si trovava però in una situazione economica piuttosto difficile, con appena 25 dollari rimasti nel suo conto bancario. Quando seppe di aver ottenuto il ruolo della supereroina, battendo oltre duemila attrici considerate per la parte, la Carter seppe che da quel momento la sua vita poteva davvero cambiare in meglio.

5. Il colore dei suoi occhi è leggermente diverso da quello visto nella serie. Uno dei tratti caratteristici della Wonder Women della serie televisiva sono i suoi straordinari occhi blu, estremamente attraenti. La Carter, che realmente possiede gli occhi di color blu, ha in realtà rivelato di come questi assumano la tonalità maggiormente evidente visibile nella serie grazie ad un filtro utilizzato durante le riprese, che esaltava i toni del blu.

6. Ha ideato lo stratagemma per la trasformazione del personaggio. Nei fumetti di Wonder Woman questa passa dalla personalità anonima di Diana Prince a quella della supereroina semplicemente uscendo e rientrando in scena con indosso il costume. Per la serie, tuttavia, i produttori cercavano qualcosa di nuovo e originale, ma non riuscivano a trovare una giusta soluzione visiva. Fu proprio la Carter a suggerire che il personaggio avrebbe potuto trasformarsi semplicemente eseguendo una piroetta. La cosa venne approvata e il resto è storia.

Lynda Carter: oggi

7. Continua a recitare e cantare. Nonostante il suo periodo di massima popolarità sia stato tra gli anni Settanta e Ottanta, la Carter continua ancora oggi a recitare e cantare, le sue attività preferite. In particolare, negli ultimi anni ha pubblicato alcuni album divenuti dei buoni successi e diverse sue canzoni sono state utilizzate nel videogioco Fallout 4, saga per la quale ha lavorato come doppiatrice. Di recente, inoltre, ha ottenuto il ruolo di Asteria in Wonder Woman 1984, comparendo in un cameo dopo i titoli di coda. Riprenderà tale ruolo, in modo più esteso, anche in Wonder Woman 3.

Lynda Carter Wonder Woman

Lynda Carter, il marito e i figli James e Jessica Altman

8. Ha sposato un procuratore legale. Dopo un primo matrimonio avuto dal 1977 al 1982 con il suo agente Ron Samuels, l’attrice ha sposato nel 1984 il procuratore legale Robert A. Altman, con il quale ha poi avuto due figli: James, nato nel 1988, e Jessica, nata nel 1990, la quale è ora una cantautrice. Dopo 37 anni di matrimonio, nel febbraio del 2021 il marito di lei è venuto a mancare a causa di un raro tumore del sangue. La Carter ha raccontato di sentirsi particolarmente smarita in seguito alla scomparsa dell’amato. Il 29 ottobre 2021 l’attrice ha pubblicato una nuova canzone, Human and Divine, dedicata all’amore della sua vita.

Lynda Carter: Miss Mondo 1972

9. È arrivata alle semifinali di Miss Mondo. Dopo aver inizialmente intrapreso una carriera musicale, la Carter nel 1972 decide di tornare in Arizona e partecipare al concorso “Miss Stati Uniti nel mondo”. Dotata di una straordinaria e prorompente bellezza naturale, finisce con l’aggiudicarsi il primo premio e ciò le consente di concorrere come rappresentante del suo paese per il concorso Miss Mondo. Qui riesce ad arrivare alle seminifinali, ottenendo ampie lodi e una popolarità tale che le apre le porte nel mondo della recitazione.

Lynda Carter: età e altezza dell’attrice

10. Lynda Carter è nata il 24 luglio del 1951 a Phoenix, Arizona, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.80 metri.

Fonte: IMDb

1883: Tom Hanks guest star nel prequel di Yellowstone

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1883: Tom Hanks guest star nel prequel di Yellowstone

Dopo il primo promo Paramount+ annuncia che tra le guest star di 1883 ci sarà nientemeno che Tom Hanks, l’attore premio Oscar sarà dunque nel prequel di Yellowstone. Il debutto è previsto per la prossima settimana, il 19 dicembre. Tom Hanks dovrebbe apparire nel secondo episodio e interpreterà il ruolo di un generale a tre stelle in una sequenza di flashback. In un’intervista con l’outlet, Sheridan ha rivelato dicendo che gli spettatori dovrebbero aspettarsi più sorprese da guest star durante la prima stagione.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

Eternals, dal 12 gennaio su Disney+ il film Marvel di Chloé Zhao

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Eternals, dal 12 gennaio su Disney+ il film Marvel di Chloé Zhao

Oggi Disney+ ha annunciato che il film Marvel Studios Eternals, uno dei titoli di maggior successo dell’anno, sarà disponibile in streaming in esclusiva su Disney+ dal 12 gennaio 2022. La nuova squadra di supereroi del Marvel Cinematic Universe ha condotto il pubblico del cinema in un viaggio emozionante che attraversa migliaia di anni e, ora, gli Eterni porteranno l’azione, l’emozione e lo spettacolo dei Marvel Studios su Disney+.

Eternals si unisce agli altri 13 film del Marvel Cinematic Universe ora in streaming in IMAX Enhanced su Disney+, che offre agli abbonati un’immagine più estesa con il Formato Espanso, per un’esperienza visiva coinvolgente direttamente da casa (la disponibilità dei contenuti varia a seconda del Paese).

Iscriviti a Disney+ per guardare Eternals e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Eternals, recensione del film Marvel di Chloe Zhao

Il film Marvel Studios Eternals segue un gruppo di eroi sovrumani che ha protetto la Terra fin dall’alba dell’umanità. Quando mostruose creature chiamate Devianti, ritenute scomparse da tempo, ritornano misteriosamente, gli Eterni devono riunirsi per difendere l’umanità ancora una volta.

Il cast del film comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi, amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta l’intelligente inventore Phastos; Salma Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite, eternamente giovane e al tempo stesso piena di saggezza; Don Lee, che interpreta il potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario Druig; e Angelina Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera Thena. Kit Harington interpreta Dane Whitman.

Hawkeye: tutti gli Easter Egg e i riferimenti Marvel del quarto episodio

Mentre il conto alla rovescia per il Natale di Clint continua, l’episodio 4 di Hawkeye su Disney+ si presenta ricco di Easter Eggs, così come i precedenti. Ecco di seguito i riferimenti e gli inside joke che l’episodio, ricco di momenti interessanti, ci ha offerto:

Iscriviti a Disney+ e inizia a guardare tutte le puntate di Hawkeye, e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

L’errore di Jack con Occhio di Falco si riferisce alla variante dei fumetti

Faccia a faccia con un Vendicatore nel suo appartamento, Jack Duquesne fa fatica a ricordare il nome d’arte di Clint Barton, balbettando: “Sei… sei Arciere”, prima che Barton lo corregga.

Riferirsi a Occhio di Falco come “Arciere” fa potenzialmente riferimento a due versioni alternative dell’eroe Marvel. Il vero nome dell’Occhio di Falco di Earth-9602’s Judgement League Avenger era Clinton Archer, mentre Earth-712 aveva Wyatt McDonald, che si chiamava Golden Archer e Black Archer, oltre a usare il soprannome di Hawkeye.

La tazza di Jack fa riferimento al personaggio di Tony Dalton in Better Call Saul

Seduti per una chiacchierata in famiglia, Jack Duquesne, Clint Barton, Eleanor Bishop e Kate bevono tutti da tazze decorate con esagoni verdi e api.

Entrambi sono segni distintivi del franchise di Breaking Bad, il che probabilmente non è una coincidenza, dal momento che l’attore che interpreta Jack, Tony Dalton, è famoso per aver interpretato Lalo Salamanca in Better Call Saul.

Occhio di Falco non dice a Eleanor che è padre

Implorando Occhio di Falco di non mettere in pericolo sua figlia, Eleanor Bishop chiede se l’Avenger è un genitore, ma Clint non le risponde. Questo piccolo dettaglio è un riferimento a Avengers: Age of Ultron, che ha rivelato che la famiglia Barton si nascondeva in un nascondiglio super-segreto, noto solo a pochi all’interno dello SHIELD.

Clint ha ovviamente allentato un po’ i criteri di segretezza da allora – apparendo pubblicamente con i suoi figli a “Rogers: The Musical” e in un ristorante di New York, ma mantiene ancora un’aria di segretezza quando degli sconosciuti inaffidabili fanno domande.

Riferimenti a Madame Masque nei dipinti

Parlando di Eleanor Bishop come di una sconosciuta inaffidabile, molti spettatori di Occhio di Falco sospettano che la madre di Kate sia in realtà Madame Masque dei fumetti Marvel, o almeno che la conosca.

Giocando con questa teoria, diverse opere d’arte appese nel lussuoso appartamento di Eleanor sullo sfondo dell’episodio 4 mostrano una donna dal volto inespressivo, in qualche modo simile all’aspetto tradizionale di Madame Masque. Il primo indizio può essere visto nell’attico di Bishop dopo che Occhio di Falco se ne va, e c’è un secondo disegno sulla parete in basso a destra nella casa di Echo.

Il riferimento a Forrest Gump di Jack dimostra la sua innocenza?

Forrest GumpJack Duquesne ha l’adorabile abitudine di sbagliare a pronunciare alcuni detti, come fa Forrest Gump, dicendo cose del tipo: “La vita è breve… non sai mai cosa otterrai”. Sebbene non sia un confronto ovvio, Jack e Forrest hanno qualcosa in comune.

Entrambi sono esteriormente innocenti, ma spesso si trovano nel posto sbagliato (o giusto) per coincidenza, con Duquesne che si presenta all’asta del mercato nero, nei registri della Sloan Ltd, e ha delle caramelle mou dall’appartamento di Armand, subito dopo la sua morte. È un segno che, proprio come Forrest, Jack è semplicemente una vittima delle circostanze?

“Big Guy” potrebbe essere un altro riferimento a Kingpin

hawkeyeL’episodio 3 di Occhio di Falco ha impostato il debutto di Kingpin nel MCU con una serie di riferimenti a Wilson Fisk, inclusa la manica della tuta più sospetta nella storia del franchise.

L’episodio 4 presenta un’altra anticipazione del personaggio quando Clint Barton afferma che Jack Duquesne sta riciclando denaro per “il pezzo grosso”. Il soprannome potrebbe essere interpretato letteralmente a causa della tradizionale stazza di Kingpin nei fumetti Marvel.

Il poster del film di Moira Brandon è un omaggio ai fumetti Marvel

Hawkeye in precedenza aveva stabilito che la zia di Kate Bishop fosse Moira Brandon, personaggio minore dei fumetti Marvel, attraverso ai poster dei film disseminati nel suo appartamento.

Rendendo più direttamente omaggio all’originale Moira, il poster “A Chance Of Love” su cui Kate disegna con un pennarello decisamente non cancellabile, mostra Moira che adotta una posa presa direttamente dai fumetti.

La tazza “Thanos aveva ragione” di Occhio di Falco

La puntata numero 1 di Hawkeye ha fatto ironia con la scritta “Thanos aveva ragione” che compare su un orinatoio in un bagno pubblico bagno.

L’episodio 4 rivisita la scritta, con Clint che beve da una tazza che porta la stessa scritta. Evidentemente, la zia di Kate Bishop è una grande fan del Titano Pazzo.

Occhio di Falco non è il Vendicatori con un piano

Quando Kate Bishop si aspetta che il suo mentore escogiti un piano ingegnoso, Occhio di Falco risponde con: “La pianificazione non fa per me”. Questo è un riferimento a come Clint Barton fosse raramente il cervello dell’operazione nei suoi film MCU.

Quando è richiesta una soluzione scientifica, Hulk e Iron Man sono in comando, mentre Capitan America ha escogitato tutte le strategie sul campo di battaglia. Prima di allora, Occhio di Falco prendeva ordini da Nick Fury quindi, no, la pianificazione non è proprio cosa di Clint.

Le frecce truccate si stanno esaurendo dopo la morte di Tony Stark

hawkeyeDopo la sequenza dell’inseguimento in auto dell’episodio 3, Hawkeye ci ha lasciati domandandoci da dove provenissero le frecce truccate di Clint Barton. Si è ritirato dallo SHIELD e Hank Pym non si schiera come fornitore ufficiale di Occhio di Falco, quindi a meno che Tony Stark non stia fabbricando armi dall’oltretomba, le frecce truccate dovrebbero scarseggiare.

Con grande sgomento di Kate Bishop, l’episodio 4 di Hawkkeye lo conferma. A parte alcune punte di freccia, la faretra di Jeremy Renner ha quasi esaurito le frecce ingannevoli, rivelando un’altra conseguenza della tragica scomparsa di Tony Stark.

Le frecce boomerang sono apparse nel fumetto di Occhio di Falco

Occhio di Falco crede che il concetto di “freccia boomerang” di Kate Bishop sia ridicolo e poco pratico… ma non è quello che pensa nel fumetto di Matt Fraction del 2012.

Durante una sequenza di inseguimento in auto con la Tracksuit Mafia (che ha fortemente ispirato l’episodio 3 di Hawkeye), la mossa finale di Kate Bishop non è una freccia Pym, ma una freccia boomerang, che spara per colpire il suo avversario alla schiena. È interessante notare che è Clint che preferisce le frecce boomerang nel materiale di partenza e Kate le ritiene inutili.

Il “superpotere” di Occhio di Falco avvicina la versione di Renner a quella dei fumetti

Occhio di Falco dimostra a Kate Bishop come il suo vero talento non sia il tiro con l’arco, ma la precisione in generale, mentre spegne la TV lanciando una piccola decorazione natalizia attraverso la stanza.

Questo trucco porta l’Occhio di Falco del MCU più in linea con quello dei fumetti, dove Clint può lanciare oggetti di ogni tipo con una precisione mortale, inclusi stuzzicadenti e le sue stesse unghie.

Il flashback di Avengers: Endgame

Dopo una serata di divertimento festivo, Clint Barton passa un’altra notte ossessionato dai suoi ricordi traumatici. In un flashback, Hawkeye ricorda la famiglia Barton che viene ripresa nella scena iniziale di Avengers: Endgame, la morte di Vedova Nera dallo stesso film, e ci sono anche scene inedite di Ronin che uccide dei gangster.

Kate Bishop ha indossato la stessa maglia nei fumetti Marvel

Rilassandosi con Occhio di Falco nell’appartamento di sua zia, Kate Bishop indossa un top con Laika, il cane russo che è andato nello spazio.

Kate ha indossato lo stesso capo nei fumetti di Hawkeye di Matt Fraction, che finora sono stati l’ispirazione principale per la serie Disney+.

Wendy Conrad e Orval sono entrambi personaggi dei fumetti Marvel

Introdotto nell’episodio 2 di Hawkeye, c’è un riferimento a un personaggio dei fumetti ,a alcuni dei suoi amici hanno proprio una storia nei fumetti Marvel. Kate Bishop incontra un agente di polizia di nome Wendy Conrad – il vero nome del cattivo Bombshell, che ha debuttato nel 1983. Anche Orval, che potrebbe essere l’Orville Bock del MCU, rappresenta un altro personaggio Marvel, meglio conosciuto come Oddball.

Il poster di Dungeons & Dragons si riferisce ai vecchi rumor su Jeremy Renner

Dopo che gli appassionati di LARP hanno fatto irruzione nel quartier generale improvvisato di Clint, un poster di Dungeons & Dragons appare sul muro dell’appartamento. Nel 2019, Jeremy Renner era uno dei tanti nomi collegati all’adattamento cinematografico di Dungeons & Dragons del 2023, anche se il ruolo alla fine è andato a Chris Pine.

Potrebbe essere una coincidenza (D&D è ancora sinonimo di LARPing, a torto o a ragione), ma il poster potrebbe anche accennare a quello che poteva essere la carriera di attore di Renner. È un episodio di What If… ? in attesa di accadere.

L’Easter Egg di Tomb Raider mette in luce un’altra famosa arciera

Tomb RaiderAll’appartamento è stata aggiunta anche una fila di videogiochi, con Tomb Raider in primo piano nell’inquadratura.

Sebbene i giocatori della prima ora ricorderanno Lara Croft che impugna le doppie pistole, che esplodono a mezz’aria e quei temuti livelli sottomarini, l’incarnazione più recente del personaggio è meglio nota per brandire arco e frecce, tracciando un parallelo con Kate Bishop, altra capace arciera.

Yelena Belova fa la posa del supereroe di Black Widow

Attesa dal primo episodio, Yelena Belova di Florence Pugh fa il suo ritorno nel MCU dopo la scena post-credits di Black Widow. Combattendo Clint Barton con il viso coperto, molti spettatori hanno intuito l’identità della figura misteriosa dal suo stile di combattimento. In particolare, durante il combattimento, Yelena fa una posa da supereroe come quella di Natasha.

Yelena ha deriso in modo esilarante la posa di Black Widow durante la loro ultima avventura insieme, ma ora ha adottato un atterraggio come suo, probabilmente come tributo alla sorella maggiore caduta.

Costume dei fumetti e guanti da Vedova Nera di Yelena Belova

Yelena Belova sembra molto diversa in Hawkeye rispetto a Black Widow, ma la sua attrezzatura è tutt’altro che nuova. Yelena indossa un abbigliamento stealth nero e occhiali verdi molto simili a quelli che indossa nelle sue avventure a fumetti, che hanno ovviamente ispirato questo costume.

I guanti stordenti rossi, nel frattempo, sono la versione di Yelena delle classiche armi della Vedova Nera, che potrebbe essere l’indizio che dice a Clint Barton che il suo aggressore è un assassino della Red Room.

Il tema di Vormir – un flashback della morte di Natasha

Yelena Belova che fa cadere Kate Bishop da un tetto fa sì che Occhio di Falco sperimenti dei flashback della morte di Vedova Nera su Vormir, come visto in Avengers: Endgame. Clint è visibilmente in preda al panico allunga la mano come ha fatto con Natasha su Vormir.

A commento di questo parallelo, Hawkeye ripropone lo stesso tema musicale di Vormir, anche se per fortuna per Kate, questa volta finisce meglio.

Lawrence, recensione del film sul poeta di San Francisco

Lawrence, recensione del film sul poeta di San Francisco

Giada Diano e Elisa Polimeni mettono in scena una narrazione per immagini intima e riflessiva attraverso i ricordi e i luoghi che hanno segnato Lawrence Ferlinghetti. In Lawrence, il poeta e librario statunitense si racconta e si fa raccontare dai personaggi più rilevanti del suo mondo.

Ripercorrendo i passi di Lawrence

Il film-intervista vede come protagonista Lawrence Ferlinghetti, pronto a parlare della sua vita in ogni sfaccettatura. Molto spazio viene lasciato alle vicende personali e familiari: il ritorno alle origini paterne in Italia, i tempi del college, il legame con San Francisco. Lawrence è però anche un dialogo con il poeta su temi socio-culturali e politici a lui cari: l’anarchia, la nascita della City Lights, la Beat Generation, l’ecologismo. Non mancano nel film le poesie citate, i dipinti di Lawrence e una serie di illustrazioni animate delicatissime che esaltano l’ecletticità e la produttività dell’artista.

La poesia nella vita di Lawrence

A cosa serve oggi la poesia? Il film si apre con questo quesito, ma senza l’intento di rispondere alla domanda. Tutto il racconto inizia e finisce nello studio di Lawrence: una poltrona a dondolo e una libreria sono illuminati da una finestra tipica delle case di San Francisco. Un luogo variopinto, solare e in tutto e per tutto simile al poeta.

Una vita lunga e densa

Il primo aneddoto che Ferlinghetti ci racconta è l’incontro tra i suoi genitori: la madre francese e il padre italiano si sono conosciuti a Coney Island. Figlio di due immigrati, Lawrence è sempre stato desideroso di riscoprire le sue origini. Il viaggio in Italia di Ferlinghetti, che vagando dal nord al sud è riuscito a ritrovare il paesino originario del padre, sembra quello degli artisti aristocratici del passato. I racconti delle avventure e delle esplorazioni in Italia e in Europa sono una parte importante del film, a dimostrarne l’essenzialità per l’artista. Non solo la ricerca delle tracce di un padre mai conosciuto, ma anche il fascino verso l’Europa del Novecento, invasa tanto dalle guerre quanto dalle correnti culturali più disparate.

La libreria di San Francisco

Tra le avventure in Europa, c’è il dottorato a Parigi. Qui nasce il desiderio di aprire una libreria: ispirato dal suo caro amico George Whitman, celebre fondatore della libreria parigina in lingua inglese “Shakespeare and Company”, Lawrence Ferlinghetti esporta in America l’idea.

Tutt’oggi gemellata con la libreria parigina, la City Lights di San Francisco nasce nel 1953. Il luogo non è solo una libreria: in breve tempo diventa un punto di ritrovo per gli artisti della Beat Generation, nonché la casa editrice dei loro lavori.

L’ironia e la brillantezza di Ferlinghetti

Lawrence appare ancora estremamente lucido, nonostante l’età. La memoria vividissima è supportata da un incredibile simpatia. Il sorriso tenero di un volto anziano e amichevole rendono la narrazione estremamente piacevole. Il film, se non per poche altre voci che si aggiungono a raccontare l’amico Lawrence, è un monologo del protagonista. Un monologo non solo in prosa: le poesie, le immagini, i luoghi percorsi e le illustrazioni inserite nel film ci parlano di Ferlinghetti sotto ogni aspetto possibile.

Le immagini che animano Lawrence

Un elemento essenziale del racconto Lawrence sono le immagini animate realizzate da Lena Shaposhnikova. Immagini bidimensionali, da graphic novel, schizzi semplici ma estremamente espressivi e, per come vengono inseriti nel racconto, carichi di emozioni.

L’incastro tra racconti, letture di poesie, illustrazioni, video-interviste e riprese di luoghi iconici rendono Lawrence un piacevolissimo film per lo spettatore, in grado di soddisfare la vista come l’udito.

Curiosità su Lawrence

Lawrence è un film di genere documentario, diretto da Giada Diano, Elisa Polimeni e distribuito da Gardena Film. È uscito al cinema il 09 dicembre 2021.

Spider-Man: le scene più iconiche di ogni personaggio principale nel MCU

Dopo ben cinque film precedenti incentrati sul mitico Spider-Man, il Marvel Cinematic Universe ha colto la palla al balzo proponendo un’ulteriore versione dell’eroe, interpretato dal fantastico Tom Holland: il successo è stato immediato e i fan non vedono l’ora di rivedere l’amichevole Spider-Man di quartiere nell’attesissimo No Way Home.

Ci sono molte ragioni del successo di Spider-Man nel MCU e una di queste è la grandiosità dei personaggi: a tutti è stato concessa l’opportunità di brillare sul grande schermo, siano essi villain, eroi, amici o familiari di Spidey. Vediamo assieme le loro scene più iconiche di ciascun personaggio, grazie a ScreenRant.

Mr. Harrington – La storia di sua moglie

spider-manPer la maggior parte, il signor Harrington (Martin Starr) è presente solo in scene dal tono comico e in qualità di adulto che sorveglia Peter e i suoi compagni di classe. Probabilmente è proprio grazie all’impressionante talento comico di Starr che il signor Harrington riesce a far ridere senza averne nemmeno l’intenzione.

In Spider-Man: Far From Home, il signor Harrington scombina tutti i posti assegnati sull’aereo e finisce per sedersi accanto a Peter; racconta in modo esilarante la storia di come sua moglie abbia finto di essere svenuta per poter scappare con un altro uomo e l’aneddoto di come hanno organizzato un finto funerale ha reso tutto ciò memorabile.

Nick Fury – Incontro con Peter Parker

spider-manAll’epoca di Far From Home, Nick Fury (Samuel L. Jackson) era già un personaggio affermato all’interno del MCU, ma non aveva mai avuto la possibilità di interagire con Peter Parker.

Apparentemente si sono incontrati di sfuggita al funerale di Tony Stark, ma Nick Fury ha davvero avuto modo di presentarsi solo in Far From Home. Lo ha fatto nella tipica maniera da spia, intrufolandosi nella stanza di Peter e sparando al suo amico Ned un tranquillante. Anche se alla fine si trattava di uno Skrull e non di Nick Fury, questa entrata in scena del personaggio è comunque memorabile.

Happy Hogan

spider-manPer la maggior parte di Spider-Man: Homecoming, Happy Hogan (Jon Favreau) non vuole avere niente a che fare con Peter Parker e respinge la maggior parte delle interazioni con questi, considerandole scocciature. Con l’assenza di Tony Stark in Far From Home, Happy si avvicina a zia May ed è molto più gentile con Peter.

Quando le cose vanno male dopo il suo primo vero incontro con Mysterio, Peter contatta Happy per andarlo a prendere: sull’aereo, Happy è stato affianco a Peter in un modo ineguagliabile, dato che conosceva così bene Tony Stark: è stato il momento in cui il legame tra Peter e Happy si è consolidato definitivamente.

Zia May

spider-manAnche se i fan amano zia May (Marisa Tomei) e lei gioca chiaramente un ruolo importante nella vita di Peter, non ricordiamo scene particolarmente memorabili o iconiche del personaggio. Il suo ruolo è più che altro quello di un’importante spalla e figura materna per Peter, che lo aiuta nella vita quotidiana e gli offre preziosi consigli.

Alla fine di Homecoming, Peter arriva a casa e si toglie la maschera dal suo costume di Spider-Man, senza rendersi conto che zia May è dietro di lui: questa si lascia scappare un’esclamazione scioccata mentre il film si interrompe ed è stato un momento assolutamente iconico!

Quentin Beck/Mysterio

Ciò che più aspettavano i fan del vedere in scena Mysterio (Jake Gyllenhaal) era la consapevolezza che le sue scene d’azione sarebbero state visivamente stupefacenti: così è stato, soprattutto nella sequenza in cui Mysterio si è scontrato con Spider-Man subito dopo che Peter ha capito che Quentin Beck era in realtà un temibile villain.

Il combattimento è assolutamente mozzafiato e confonde completamente la mente di Peter, mostrandogli rappresentazioni di un Iron Man zombificato, molteplici versioni di Mysterio, e culminando con Spider-Man che viene investito da un treno: questo è Mysterio al suo apice.

Adrian Toomes/Avvoltoio

Non c’è dubbio che il momento più scioccante di qualsiasi film di Spider-Man arrivi in Homecoming, quando viene rivelato che il padre di Liz è Adrian Toomes (Michael Keaton). Nel momento in cui Peter apre la porta per salutarlo, lui e il pubblico sono veramente sbalorditi.

Toomes impiega un po’ di tempo per pareggiare i conti e capire chi è Peter, il che avviene durante il tragitto verso il ballo di fine anno. Tutto, dal riflesso della luce della strada sulla sua faccia che passa da sfumature rosse al verde mentre elabora il tutto, alla sua conversazione con Peter, è accattivante e tra le migliori scene dell’intero MCU.

Ned Leeds

Non ci sono molti personaggi di supporto nel MCU, ma Ned Leeds (Jacob Batalon) è certamente il più desideroso di ricoprire quel ruolo: non appena scopre che Peter è l’Uomo Ragno, ne è estremamente entusiasta e non desidera altro che essere la sua spalla.

Vuole agire da dietro le quinte, aiutando Spider-Man da una “posizione sicura”, dandogli istruzioni e consigli via computer. Ned ha potuto vivere quel sogno alla fine di Homecoming, quando si è seduto nel laboratorio informatico della scuola per aiutare Peter a guidare l’auto di Flash e rintracciare l’Avvoltoio.

MJ

Per la maggior parte di Homecoming, Michelle Jones (Zendaya) è fondamentalmente un personaggio di secondo piano; in Far From Home, tuttavia, assistiamo a sviluppi maggiori dell’arco del suo personaggio, che si avvicina a Peter a causa dell’interesse amoroso che nutrono l’uno per l’altra.

MJ è una ragazza intelligente e le continue bugie e lo strano comportamento di Peter non l’avrebbero mai ingannata: il suo momento di gloria arriva quando affronta Peter e ammette apertamente di aver capito che lui è Spider-Man. Anche se afferma di essere sicura solo al 67%, ci azzecca in pieno e questo chiaramente contribuisce all’evoluzione del loro rapporto.

Tony Stark

Una grande aggiunta narrativa alla versione di Spider-Man di Tom Holland è stata l’inserimento di Tony Stark/Iron Man (Robert Downey Jr.) come mentore per Peter. Per la maggior parte di Homecoming, in realtà, tratta Peter come un bambino e Peter si sente trascurato anche quando Tony arriva ad aiutarlo.

Tony rimprovera Peter per le sue azioni, minacciandolo di riprendersi la tuta; quando Peter ha affermato di non essere niente senza la sua tuta, Tony ha risposto che questo significa che non merita di averla: era il tipo di risposta brusca, ma detta per il suo bene, di cui Peter aveva bisogno in quel momento.

Peter Parker/Spider-Man

Tom Holland Spider-Man: No Way HomeConsiderando tutti i precedenti adattamenti della storia di Spider-Man, ci sarebbe voluto qualcosa di veramente spettacolare per distinguere il Peter Parker di Tom Holland, regalandoci scene iconiche: il MCU l’ha fatto in Homecoming quando, dopo che Tony ha ripreso la tuta da Spider-Man, Peter si è trovato in una situazione terribile.

L’Avvoltoio ha distrutto completamente un edificio dove si trovava Peter, seppellendolo quindi sotto tonnellate di macerie; in un momento ripreso direttamente dai fumetti, Peter trova la forza di sollevare le macerie e rialzarsi, dimostrando la sua potenza e capacità fisiche anche senza tuta.

MAX3MIN: chiuso il bando di selezione

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MAX3MIN: chiuso il bando di selezione

Si chiude lunedì 13 dicembre il bando di selezione per la seconda edizione di MAX3MIN, festival di cortometraggi di breve durata di 3 minuti al massimo, che si terrà dall’11 al 22 marzo 2022.

Il festival riconferma l’interesse della scorsa edizione, con moltissimi film ricevuti fino ad oggi. Il bando si chiude ufficialmente lunedì 13, ad eccezione dei film prodotti nel 2022, per cui il bando rimarrà aperto fino al 20 gennaio 2022.

Il festival diretto dalla scenografa italo-argentina Martina Schmied torna con la formula consolidata nella prima edizione, con un palinsesto di opere tutte della durata di massimo 3 minuti (esclusi i titoli), disponibili worldwide in streaming gratuito sulla piattaforma del festival a cui si potrà accedere tramite una semplice registrazione.

A decretare la “playlist” dei 10 cortometraggi, tra cui sarà eletto il Miglior Film, sarà una Giuria Internazionale composta dal regista e montatore Jacopo Quadri e dalla programmer Carla Vulpiani, cui si aggiungeranno altri nomi ancora da annunciare.

Oltre al  Premio per il Miglior Film del valore di 3000 euro, MAX3MIN assegnerà anche un nuovo premio, il MAX3MIN 2022 NEXT GEN AWARD, cui concorrono tutti i film realizzati da studenti: il vincitore riceverà un premio tecnico (attrezzature, dispositivi etc.) utile come supporto nella formazione e nel percorso professionale intrapreso.

Nel corso della cerimonia di premiazione di martedì 22 marzo sarà anche assegnato il Premio del Pubblico, decretato dagli utenti tramite votazione on-line.

Animali Fantastici: i Segreti di Silente, un primo sguardo a Grindelwald. Lunedì il trailer

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Che sia su una pagina, su un palcoscenico, o su uno schermo, fa tutto parte del Wizarding World. L’avventura continua con il nuovo trailer di Animali fantastici – I segreti di Silente. Lunedì invece arriverà il primo trailer ufficiale.

Quello che sappiamo di Animali Fantastici: I Segreti di Silente

Sappiamo che Animali Fantastici 3 è attualmente in produzione presso gli Studi Leavesden, siti a Nord-Ovest di Londra. Gran parte del cast de I Crimini di Grindelwald tornerà, inclusi Eddie RedmayneKatherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra Miller Jude Law nei panni del giovane Albus Silente. Animali Fantastici 3 uscirà il 15 aprile 2022.