Dopo l’annuncio
del castNetflix
ha diffuso una featuette dietro le quinto di The
Sandman, l’attesissimo adattamento televisivo basato
sul fumetto di Neil Gaiman.
The
Sandman è la nuova serie Originale
Netflix basata sul fumetto del 1989-1996 scritto
da Neil Gaiman e pubblicato
dalla DC Comics. La serie è stata
sviluppata da Allan
Heinberg per Netflix –
con Heinberg, Gaiman e David S.
Goyer come produttori esecutivi ed è prodotta da DC
Entertainment e Warner Bros. Television.
The
Sandman racconta la storia di Dream, il titolo Sandman. Al
momento la trama della serie non è stata rivelata. Ma le premesse
ci dicono che ambientata nel 1916, Dream, il re delle storie e uno
dei sette Endless , viene catturato in un rituale occulto. Dopo
essere stato tenuto prigioniero per 105 anni, nel 2021 fugge e si
propone di riportare l’ordine nel suo regno dei sogni.
Captain
Marvel è il film che ha segnato il debutto nel
MCU dell’attrice Gemma Chan nei panni di Minn-Erva. Il
personaggio non ha avuto una vita lunga sul grande schermo, ma per
fortuna a Chan è stata offerta l’opportunità di tornare nel
MCU grazie ad un nuovo ruolo.
L’attrice, infatti, interpreta Serie
nell’attesissimo Eternals,
il cinecomic di Chloé Zhao che arriverà finalmente
nelle sale di tutto il mondo il prossimo novembre. Ora, in una
recente intervista con
Empire, Chan ha parlato proprio del suo ritorno nell’universo
condiviso e del suo approccio ad un personaggio completamente
diverso.
“Mi sento davvero molto
fortunata ad essere stata riaccolta nel MCU così in fretta dopo la mia
prima apparizione. È stata un’accoglienza molto calorosa”, ha
raccontato alla rivista. “Mi sento fortunata perché nella
troupe ho ritrovato molto persone con cui avevo già lavorato,
quindi c’era una sorta di continuity in quel senso. Tuttavia, sono
due progetti completamente diversi, in tempi completamente diversi,
con personaggi totalmente diversi.”
Sulla base di tutto ciò che abbiamo
visto e sentito a proposito del film, Eternals sarà un film molto diverso rispetto
agli standard a cui ci ha abituati la Marvel, dal momento che la regista
Chloé Zhao (premio Oscar per
Nomadland) ha avuto la possibilità di portare il suo stile
distintivo all’interno del progetto, godendo di piena autonomia e
libertà creativa.
“L’abbiamo girato come se fosse
un film indipendente, quasi completamente in esterni, utilizzando
la luce naturale. Praticamente tutto durante l’ora d’oro”, ha
aggiunto Chan. “È un film veramente epico e ambizioso. Chloé
Zhao ha portato il suo stile e la sua sensibilità
distintivi.”
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma Chan, che interpreta Sersi,
amante dell’umanità; Kumail Nanjiani, che
interpreta Kingo, dotato dei poteri del cosmo; Lauren
Ridloff, che interpreta la velocissima
Makkari; Brian Tyree Henry, che interpreta
l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena. Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Destin Daniel
Cretton, il regista dell’attesissimo
Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli, ha parlato
delle influenze del film, citando come fonti d’ispirazione primarie
Jackie Chan e il film La tigre e il dragone di Ang
Lee.
In una recente intervista con
Empire, Cretton ha parlato del processo di realizzazione del film e
di quanto abbia faticato per assicurarsi che l’introduzione del
protagonista interpretato da Simu Liu avvenisse in maniera corretta.
Riflettendo poi sull’azione presente all’interno del film, il
regista ha poi indicato due dei capisaldi culturali più iconici del
genere come ispirazione per le sequenze.
“L’autenticità, il rispetto e la
fedeltà a questo genere sono stati l’obiettivo principale fin dal
primo giorno. C’è una coreografia che ricorda La tigre e il
dragone, mentre altre scene di combattimento sono ispirate a Jackie
Chan. Abbiamo anche avuto coreografi dalla Cina continentale che
hanno creato delle bellissime scene di combattimento in stile
wuxia. È stato importante per noi fin dall’inizio che il primo
supereroe asioamericano del MCU fosse davvero un supereroe.
Vogliamo che sia alla pari con gli altri supereroi del MCU e non solo il Maestro del Kung
Fu. Shang-Chi è un incredibile artista marziale, ma non è solo
questo… è molto di più.”
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
Tom Hiddleston ha confermato che Loki non
apparirà in Thor: Love and
Thunder, l’atteso quarto capitolo della saga dedicata
al Dio del Tuono. Non sarà dunque il film di Taika Waititi l’occasione in cui rivedremo i
due fratelli asgardiani riunirsi dopo i tragici eventi di Infinity
War (ammesso che la versione alternativa del Dio
dell’Inganno protagonista della serie a lui dedicata – da oggi
disponibile su Disney+ – riesca a trovare un modo per
incrociare nuovamente il destino di suo fratello).
Dopo aver ingannato la morte diverse
volte, Loki è ufficialmente deceduto per mano di Thanos – nella
timeline principale del MCU – proprio nel cinecomic di
Anthony e Joe Russo. Nessuno
si sarebbe dunque aspettato di rivedere il personaggio nella nuova
avventura cinematografica di Thor, che pare essere del tutto ignaro
– almeno per ora – dell’esistenza di una versione alternativa del
suo perfido fratello (anche perché, di fatto, le due versione
esistono in due realtà diverse).
Ciononostante, alcuni continuano a
sperare che il Dio dell’Inganno possa riuscirsi con il Dio del
Tuono proprio nel finale del film di Waititi. Tuttavia, è stato
proprio Tom Hiddleston a smorzare qualsiasi tipo di
entusiasmo in merito, confermato in un’intervista con Empire (via
Digital Spy) che non sarà presente in Love and Thunder e che, per il
momento, è meglio che i percorsi dei due principi asgardiani
restino separati.
“Abbiamo parlato dei film di
Thor come di una saga familiare. La dualità e l’antagonismo che
esiste tra Thor e Loki, due personaggi diametralmente opposti, è un
libro che forse dovrebbe rimanere chiuso al momento. Abbiamo
esplorato il più possibile la relazione tra questi due
fratelli.”
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle
sale è fissata invece al 6 maggio 2022.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios
dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Arriva al cinema con Lucky Red
l’ultimo film dello Studio Ghibli realizzato interamente in CGI 3D,
Earwig
e la Strega, entrato a far parte della selezione
virtuale del festival
di Cannes 2020 nella sezione 4 Animated Films.
Tratto dall’omonimo romanzo di
Diana Wynne Jones, già autrice del libro “Il
castello errante di Howl” da cui è stato tratto il
capolavoro di animazione di Hayao Miyazaki. Anche in questo caso è
stato lo stesso Hayao Miyazaki a proporre l’adattamento di
Earwig
e la Strega allo Studio Ghibli, che ha
accolto la proposta decidendo di sperimentare per la prima volta
l’animazione completamente in CGI 3D e affidandone la regia a Goro
Miyazaki.
Earwig è una
ragazzina di 10 anni cresciuta in orfanotrofio, per lei una casa
fantastica in cui riesce ad ottenere tutto quello che desidera. La
sua vita cambia quando viene adottata da Bella Yaga e Mandragora,
una stranissima coppia con incredibili poteri magici.
Prodotto da Rai
Cinema, con Indiana Production e distribuito da 01
Distribution, Comedians,
il nuovo film di Gabriele Salvatores arriva in sala dal 10
giugno in 250 copie. Una scelta coraggiosa, visto il periodo
difficile per le sale, dovuto all’emergenza Covid, e
l’approssimarsi dell’estate, ma di cui il regista si dice convinto,
e spiega: “Per me è importante uscire con questo film
adesso. […] A me la carriera è andata bene e ogni tanto
nella vita bisogna restituire qualcosa. Questa è la mia maniera di
dire che il cinema va avanti: le sale sono aperte, torniamo al
cinema”. Si dice anche convinto che “le sale non chiuderanno
mai. Non sono uno stupido ottimista. Non chiuderanno perche sono
quel luogo dove si può decidere di passare due ore senza essere per
forza interattivi, se non con la mente e le emozioni,
abbandonandosi a un viaggio di due ore pensato da un’altro. […]
In una sala si sospende la realtà per un attimo, mentre a casa
tua, per quanto possa essere bello il film che stai vedendo, la
realtà è sempre presente”.
Il progetto arriva da
lontano, da una pièce teatrale del 1985, tratta da un testo di
Trevor Griffiths, messa in scena dallo stesso Salvatores e
diventata poi un film da lui diretto, Kamikazen – Ultima
notte a Milano. Molta è la curiosità intorno a questa
rilettura dopo ventun anni, che ha dato vita a
Comedians. Così ne parla il regista, sottolineando le
differenze tra i due progetti:“Kamikazenè
veramente un’altra cosa. Non c’è la scuola, non c’è il maestro, non
c’è l’esaminatore, tant’è vero che nel film non c’è neanche scritto
che sia ispirato o in realzione al testo di Griffiths. […]
Lì abbiamo indagato le vite private dei singoli personaggi.
[…] L’umanità delle case di ringhiera di Milano”. “Quando
avevamo messo in scena il testo di Griffiths nell’85 eravamo
giovani affamati di successo e desiderosi di farci vedere. Quindi
lo avevamo usato come contenitore per riempirlo di gag e di
improvvisazioni. Rileggendolo ventun anni dopo, ho scoperto quello
che i Pink Floyd chiamerebbero il “dark side of the moon” di questo
testo, cioè la parte più riflessiva e malinconica. Questa è una
piccola umanità che deve giorno per giorno fare i conti con la
vita. Sognano una visibilità che è molto difficile da avere. Il
testo si è rivelato, rileggendolo, molto più attuale di quello che
pensavo”. “Ci sono temi che non avevo intravisto nella prima
lettura. Per esempio, il rapporto tra padre e figlio che c’è tra i
personaggi interpretati daBalassoePrannoè interessante, è un padre che non glie le
fa passare e un figlio che lo contesta. […] C’è voglia di
apparire, di successo, di non essere perso in umanità di
“raindogs” [cani randagi ndr.] ma essere qualcuno su un
palco con una luce. Questo è molto attuale. Non è necessario che
tutti stiano sul palco con la luce addosso. Ognuno può fare bene il
proprio lavoro anche senza farsi vedere per forza”.
E trattando della
dicotomia tra bravura e successo, tema affrontato nel film,
parla della sua esperienza personale: “Il vero problema è il
successo […] A questo io ho risposto cercando di fare ogni
volta qualcosa che non sapevo fare, cioè cambiando genere, tipo di
film, sia per imparare qualcosa, ma soprattutto per non
considerarmi in nessun modo arrivato. Quando sei convinto di saper
fare molto bene una cosa sei vicino alla fine, secondo me. Credo
che soprattutto per un artista ci voglia l’ansia, la paura di non
saperlo fare. La voglia di provare delle cose nuove per rimanere
vivo”.
Il regista spiega
poi come ha lavorato al film, facendo precedere le riprese
da prove, proprio come si fa in teatro: “Ho usato un metodo che
aveva usato ancheClint Eastwood […] inMillion Dollar BabyeGran
Torino. Ha preso gli attori e il direttore della
fotografia, ha provato prima il film […]. Quindi, quando è
andato a girare, ci ha messo cinque settimane. Noi ce ne abbiamo
messe quattro. Ma abbiamo fatto due settimane di prove prima. Così,
quando arrivi sul set sai già dove mettere la macchina […],
gli attori sanno dove spostarsi. […] Con due macchine da
presa mi sono inserito tra di loro, semplicemente a stargli vicino,
a farli vedere. Il grosso vantaggio rispetto al teatro è proprio
poter vedere delle cose piccolissime” . Esperienza che il
regista dice di voler ripetere in futuro, aggiungendo: “E’ un
vizio degli attori italiani, che passano da un film all’altro
velocissimamente e quindi non hanno mai il tempo di provare. Invece
durante le prove […] nascono tantissime idee e
rapporti”.
A questo proposito, così
alcuni membri del cast raccontano l’esperienza sul
set.
Il giovane Giulio
Pranno, già protagonista di Tutto il mio follle
amore, che qui iterpreta Zappa, il personaggio inquieto,
dice: “Ho costruito il personaggio andando sul set giorno dopo
giorno e lavorando con gli altri. Questo è stato un lavoro di
gruppo. Con Gabriele è il secondo film che facciamo insieme. Mi sa
dirigere e sono stato molto tranquillo su questo set. Mi sono molto
fidato del lavoro. […] Ho fatto anche un corso di clownerie
per prepararmi al ruolo”. E aggiunge di essere un amante del
“black humour”.
Ale e Franz
interpretano i fratelli Filippo e Leo Marri, Ale racconta
così i loro personaggi: “Siamo il prototipo del fallimento: un
fallimento personale, umano. E siamo sulla soglia di un nuovo
fallimento, all’inizio […] messo nella giusta direzione da
Barni, ma appena arriva Celli, dentro di noi si crea questo grosso
dubbio, soprattutto in me. Quindi andiamo nella direzione più
facile, perché il pubblico vuol ridere, andiamo sulla risata
facile, quella immediata. […] Lui [Leo, interpretato da
Franz ndr.] se ne risente, va per la sua strada e si crea una
crepa tra di noi che manda tutto a ramengo.” Mentre
Franz ricorda: “Abbiamo iniziato davvero conBalassocome insegnante in un laboratorio. […]
È stato davvero per noi un sogno lavorare con Gabriele, un
percorso artistico che ha trovato il suo compimento”.
Natalino Balasso,
che interpreta Eddie Barni, l’insegnante buono, descrive così il
maestro: “Barni dice quello che penso io e Griffiths l’aveva già
scritto nel ’78 […] La prima cosa che insegno loro è
[…]: quando si
entra in campo con le battute, con la comicità, capire perchè si è
lì. Sembra una cosa ovvia, semplice, ma non è così. Credo che il
novanta per cento della comicità non lo abbia capito. Anche per
questo il film è importante”, e aggiunge: “Il mio
personaggio dice delle cose che condivido a pieno”. Interrogato
su cosa lo diverta, Balasso afferma: “Non ho una comicità
preferita. Rido di molte cose, a volte anche di una comicità molto
banale. Il comico che mi fa più ridere in assoluto è mio zio. Però
è una cosa legata anche alle fasi della vita. Credo che da giovani
si rida di certe cose, poi col passar degli anni, anche di
altre”.
Christian De Sica,
qui nei panni del talent scout prammatico, descrive l’esperienza
con Salvatores: “Non avevo mai avuto la fortuna di
lavorare con Salvatores, ma ci conosciamo da tanti anni e ora con
questo film siamo diventati anche amici. Serviva un attore
nazional-popolare, guitto, uno che fa i cinepanettoni, e coi
produttori si sono detti: chi prendiamo? Io ho accettato e lui ha
scoperto uno straordinario attore drammatico”, dice tra il
serio e il faceto. Poi prosegue: “Ho lavorato con tanti
registi […] ma il clima in quei giorni a Trieste è stato
meraviglioso. […] Lui è come un papà o una mamma. C’era una
tale gentilezza e leggerezza. Veramente un attore si sente
tranquillo nelle sue mani. […] È un film di una grande
classe e questo dimostra anche il coraggio cheSalvatoresancora ha. Si mette alla prova con un
film artisticamente così severo e lo fa uscire il 10 giugno dopo il
covid. È un passo importante anche per il cinema, per gli
esercenti, per il pubblico”. Mentre sul suo personaggio così
argomenta: “Questo personaggio secondo me non dice poi tante
stronzate, dice la verità: io non cerco dei filosofi, non siate
profondi, io sto cercando dei comici, se volete avere successo.
Nella vita l’ho seguita questa strada e non è che mi sia andata
male”. A chi gli domanda cosa lo faccia ridere, l’attore
risponde guardando ai classici: “Mi fanno ridere ancora oggi
moltissimoTotòeAlberto
Sordi. Credo siano i più grandi comici che abbiamo avuto
nel mondo”.
Su come sia cambiata
la comicità negli anni, Salvatores risponde invece così, e non
rinuncia a una critica alla classe politica: “Si è
sdoganato completamente, negli anni ’80 e ’90, il politicamente
scorretto. Il che per certe cose è un bene, ma per certe altre
siamo andati un po’ oltre. Adesso, se dici una cosa gentile, ti
dicono che sei un buonista. Bisogna essere cattivi, un po’ haters,
un po’ protagonisti, non essere d’accordo. E anche usare la
comicità come
fanno alcuni dei nostri politici per essere amici, simpatici e non
invece padri. Abbiamo tanto bisogno di padri secondo me, in questo
momento. Di padri come Natalino e De Sica. Puoi non essere
d’accordo con il personaggio di Christian, ma almento prende
una posizione. […] Ci vuole qualcuno che si prenda la
responsabilità. Mi piacerebbe tanto che la nostra classe politica
fosse un po’ più così”.
Da qui un dibattito sugli
eccessi del politicamente scorretto e del suo contrario, che
a sua volta, se estremizzato, può diventare pericolso quanto e più
dello stereotipo. Il regista argomenta così: “Il politicamente
corretto, sopratutto se usato in una certa maniera, è rischioso.
Guardate per esempio quello che sta succedendo con MeToo. Una
istanza giusta, un motivo giusto che sta diventando certe volte
anche ridicolo. Sento delle cose che arrivano dall’America che
veramente sono impressionanti. Il politicamente corretto nel cinema
porta al fatto di premiare per forza un film che ha degli attori
neri. Ora c’è l’obbligo di rappresentare nel film varie cose. In
Malcom e Mary il regista bianco è stato criticato perchè mette in
scena un regista nero, appropriandosi di una cultura che non è la
sua. Secondo me è pazzia. È una questione di equilibrio. Bisogna
stare attenti da entrambe le parti. È una domanda molto importante
ed io non ho la risposta precisa. Mi barcameno”.
Franz sul tema e
sull’esistenza di limiti da non oltrepassare in campo comico,
commenta: “Il limite è legato alla sensibilità di ciascuno.
Noi [ come duo comico con Ale ndr.] ci siamo posti un limite
dall’inizio, che combacia con la nostra sensibilità. Non scherziamo
sulle malattie. C’è poi una barriera tra lo scherzare tra amici e
il mettere in scena qualcosa. Nel momento in cui sali su un palco,
hai una responsabilità molto maggiore”.
Interviene anche
Balasso: “E’ un problema anche culturale. C’è sempre meno
gente che capisce l’ironia. L’ironia va anche capita, ci vuole
anche un’intelligenza, bisogna metterla in campo”.Comedians
di Gabriele Salvatores è in sala dal giugno in 250 copie.
Bataclan
di Emanuele Aldrovandi, miglior corto di fiction e per l’animazione
Solitaire di Edoardo Natoli, presentato
alle Giornate degli Autori di Venezia, vincono l’edizione 2021 dei
Corti d’Argento selezionati dai Giornalisti Cinematografici tra gli
oltre 250 cortometraggi prodotti nel 2020 e presentati anche in
streaming nei principali Festival e nelle numerose
rassegne specializzate dell’anno. A un’esordiente speciale come
Jasmine Trinca, per la prima volta regista, il
Nastro speciale per la migliore opera prima, Being my
Mom.
Un Premio speciale
75 assegnato anche per festeggiare un anniversario
importante nella storia dei Nastri va a La
Fellinette, mix di fiction e animazione nel
piccolo film ideato, scritto e diretto da Francesca Fabbri Fellini:
un omaggio al grande Federico, lo zio regista, e al suo mondo. Un
cast di talenti artistici e tecnici ma anche la tenerezza di un
ricordo della nipote bambina – ritratta dal regista con le sue
matite colorate sulla spiaggia invernale di Rimini – che prende
vita nella memoria di un sogno infantile. E un Premio speciale va
anche ad Alessandro Haber “autore e protagonista
dell’anno” in una varità di corti che hanno più interpretato
l’attualità dei giorni difficili che stiamo ancora vivendo.
Dodici, come ogni anno, i
titoli della selezione finalista di fiction, scelti dalla
Giuria dei Giornalisti Cinematografici: una short
list in cui cinquina e vincitori sono stati scelti tra i
corti, selezionati per il Direttivo dei Giornalisti Cinematografici
da Maurizio di Rienzo, con la collaborazione di Oscar Cosulich per
l’animazione, opere prevalentemente presentati nei principali
festival e nelle rassegne specializzate.
Per la fiction i titoli in
selezione finalista sono: Bataclan di Emanuele
Aldrovandi, Il muro bianco di Andrea Brusa e Marco
Scotuzzi, Inverno di Giulio Mastromauro, J’ador
di Simone Bozzelli, Finis terrae di Tommaso Frangini,
Les aigles de Carthage di Adriano Valerio, Una nuova
prospettiva di Emanuela Ponzano, Being my mom di
Jasmine Trinca, Fiori, fiori, fiori! di Luca Guadagnino,
Ragazzi di paura di Maurizio Braucci, Omelia
contadina di Alice Rohrwacher e JR e Zombie di
Giorgio Diritti. Una selezione originale e mai come
quest’anno eterogenea, nella quale spiccano anche alcuni
divertissements, insolitamente firmati da autori che non
dialogano abitualmente con il mondo dei corti e nati durante il
periodo difficile del lockdown.
Anche per l’animazione la
‘cinquina’ e il vincitore sono stati selezionati tra 12
finalisti: conSolitaire di Edoardo Natoli,
Alma di Michelangelo Fornaro, En rang par deux di
Elisabetta Bosco, Margherita Giusti, Viola Mancini,
Infinito di Simone Massi e No, I don’t want to
dance! di Andrea Vinciguerra, Abdita di Valentina
Giorgi, Arianna Morganti, Dennis Pezzolato, Giulia Zanetti,
Balkanika di Lu Pulici, Bleed di Igor Imhoff,
Concatenation di Donato Sansone, La grande onda di
Francesco Tortorella, Sogni al campo di Marta Guidi e
Maria Cerri, Terra ca nun dormi di Francesco Mescolini,
Valentino Presti, Marco Rinicella.
I Corti d’Argento segnalano, insieme
ai vincitori dei Nastri d’Argento 2021, il cortometraggio vincitore
del greencontest dedicato ad aspiranti filmmaker
sul tema della sostenibilità, un’iniziativa promossa da Smart
Italia, da sempre ambasciatrice di una mobilità intelligente e
sostenibile. Il contest prevedeva la realizzazione di un corto,
della durata massima di 3 minuti, incentrato proprio sulla mobilità
sostenibile, tema sul quale il Sngci ha aderito partecipando alla
giuria. A guadagnarsi un posto in prima fila accanto ai
professionisti del corto al termine della ‘call to action’,
condivisa dai Giornalisti Cinematografici durante i mesi dei
lockdown, è stato Daniele Vergaro, autore del corto
Non torneremo alla normalità perché la normalità era il
problema. Dal 17 visibile sul canale YouTube Cinemagazine
Sngci.
I CORTI d’ARGENTO 2021
Fiction
BATACLAN di Emanuele Aldrovandi
Animazione
SOLITAIRE di Edoardo Natoli
Migliore opera prima
BEING MY MOM di Jasmine Trinca
PREMI SPECIALI
LA FELLINETTE di Francesca Fabbri
Fellini
Alessandro HABER, autore e protagonista
dell’anno
Con una menzione per il documentario di montaggio a
LA NAPOLI DI MIO PADRE di Alessia Bottone
LA SELEZIONE FINALISTA
Fiction
Bataclan di Emanuele Aldrovandi
Being my mom di Jasmine Trinca
Il muro bianco di Andrea Brusa, Marco Scotuzzi
Inverno di Giulio Mastromauro
Omelia contadina di Alice Rohrwacher, JR
Animazione
Solitaire di Edoardo Natoli
Alma di Michelangelo Fornaro
En rang par deux di Elisabetta Bosco, Margherita
Giusti, Viola Mancini
Ouistreham di
Emmanuel Carrère con Juliette Binoche inaugura la Quinzaine des
Réalisateurs a Cannes. Diretto da Emmanuel Carrère e
interpretato da Juliette Binoche, Ouistreham
(titolo internazionale: Between Two Worlds) sarà il film di
inaugurazione della Quinzaine des Réalisateurs a Cannes. Il film
segna il ritorno alla regia del grande scrittore francese ed è
tratto dal celebre romanzo-inchiesta della giornalista Florence
Aubenas. Protagonista è una scrittrice “infiltrata” per mesi tra le
donne delle pulizie del ferryboat che attraversa la Manica, donne
costrette spesso a lavorare in condizioni disumane e al di fuori di
ogni regola. Il film sarà distribuito in Italia da Teodora
Film.
Re Granchio (The legend of King
Crab) di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis verrà
presentato alla 53a QUINZAINE DES RÉALISATEURS del Cannes Film
Festival 2021. Una produzione RING FILM con
RAI CINEMA in coproduzione con SHELLAC
SUD, VOLPE FILMS, WANKA CINE in associazione con
LASER FILM una co-produzione:
Italia-Francia-Argentina prodotto da Tommaso
Bertani. Co-prodotto da Thomas Ordonneau,
Massimiliano Navarra, Agustina Costa Varsi, Ezequiel
Borovinsky
Nel film Alcuni vecchi cacciatori
ricordano insieme la storia di Luciano. Tardo Ottocento, Luciano è
un ubriacone che vive in un borgo della Tuscia. Il suo stile di
vita e la sua ribellione al dispotico principe locale lo hanno reso
un reietto per il resto della comunità. In un estremo tentativo per
proteggere dal principe la donna che ama, Luciano commette un atto
scellerato che lo costringe a fuggire in esilio nella Terra del
Fuoco. Qui, la ricerca di un mitico tesoro, al fianco di marinai
senza scrupoli, si trasforma per lui in un’occasione di redenzione.
Ma la febbre dell’oro non può seminare che tradimento, avidità e
follia in quelle terre desolate
Apple
TV+ ha rilasciato uno speciale trailer con l’anteprima
dei nuovi Apple Originals in uscita nel 2021. Il nuovo trailer
include un primo sguardo alle attesissime serie Apple Original
“Fondazione“,
“Invasion“, “The Shrink Next
Door“, “Schmigadoon!” e “Sig.
Corman” e le seconde stagioni di “The Morning
Show“, “Ted
Lasso“, “See” e “Truth Be Told“,
tutte in uscita nel 2021. Il trailer mostra anche altre serie per
bambini e famiglie da godere su Apple TV+ quest’anno, tra cui le
nuove serie “Wolfboy e la fabbrica del tutto” e
“Cuccioli cercano casa” e altri episodi di “Doug: il robot
curioso”.
Apple TV+ ospita i titoli
pluripremiati Apple Originals degli storytellers più creativi di
oggi. Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di
qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento
per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i
tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019,
Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming di prodotti
completamente originali lanciato in tutto il mondo, ha presentato
in anteprima titoli originali e che hanno ricevuto molti
riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di
streaming. Apple Originals ha ricevuto 329 nomination a diversi
premi e ottenuto 81 vittorie in poco più di un anno, tra cui un
Golden Globe, Critics Choice Awards, Critics Choice Documentary
Awards, Daytime e Primetime Emmy Awards, un NAACP Image Award, un
Peabody Award e altro ancora.
Apple TV+ è disponibile sull’app Apple TV in oltre 100 paesi, su
oltre 1 miliardo di schermi, inclusi iPhone, iPad, Apple TV, iPod
touch, Mac, specifiche smart TV Samsung, LG, Sony e VIZIO, Amazon
Fire TV e dispositivi Roku, console PlayStation e Xbox e
su tv.apple.com,
per € 4,99 al mese con una prova gratuita di sette giorni. Per un
periodo di tempo limitato, i clienti che acquistano un nuovo
iPhone, iPad, Apple TV, Mac o iPod touch possono usufruire
gratuitamente di un anno di Apple TV +. Questa offerta speciale è
valida per tre mesi dopo la prima attivazione del dispositivo.
Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, insieme a
Spider-Man: No Way Home, è forse uno dei titoli più attesi
del futuro del MCU.
Non solo per il coinvolgimento dietro la macchina da presa di
Sam Raimi, ma anche per il ritorno di Scarlet
Witch e per l’introduzione di nuovi personaggi che potrebbero avere
un ruolo chiave nel futuro dell’universo condiviso, tra cui America
Chavez. In attesa dell’arrivo del film nelle sale,
Screen Rant ha ipotizzato 10 modi in cui il sequel potrebbe
drasticamente cambiare il
MCU:
Un sequel diretto di WandaVision
Durante l’intera Saga
dell’Infinito, Wanda Maximoff è stata sempre presentata come uno
degli eroi meno interessanti di tutti. Poi è arrivato WandaVision e l’ha trasformata in uno dei personaggi
più complessi e avvincenti dell’interno franchise.
Accedere al Multiverso non
è qualcosa che dovrebbe essere preso alla leggera, come ha appreso
Bruce Banner quando ha incontrato l’Antico in un 2012 alternativo e
come Loki sta per imparare mentre si scontrerà con la Time Variance
Authority nella serie Disney+ a lui dedicata.
In Doctor Strange
in the Multiverse of Madness, Stephen Strange
potrebbe aprire il continuum spazio-temporale ed esplorare tutti
quegli ipotetici scenari considerati troppo dark per essere
approfonditi nella serie animata
What If… ?
È una raccolta di incantesimi
nefandi che è stata scritta da Chthon il Dio del Caos, che ha
scelto personalmente Wanda Maximoff per esercitare la Magia del
Chaos, che è stata già esplorata in
WandaVision.
America Chavez sarà cruciale per gli Young Avengers?
Il sequel di Doctor
Strange introdurrà America Chavez, uno dei personaggi
preferiti dai fan dei fumetti, che sarà interpretato da Xochitl
Gomez. Nei fumetti, America e Kate Bishop (successore di Occhio di
Falco) sono migliori amiche ed entrambe sono membri chiave degli
Young Avengers.
Per
un po’, il MCU ha cercato di lavorare per
l’assemblaggio della propria squadra di Young Avengers… America e
Kate saranno probabilmente cruciali per la sua
formazione.
Strange potrebbe finalmente
diventare lo Stregone Supremo
Nei fumetti, Stephen
Strange è conosciuto come lo Stregone Supremo, il leader dei
Maestri delle Arti Mistiche, ma non ha ancora ricevuto questo
titolo nel MCU.
Sia che Multiverse of
Madness riveli che Strange è diventato lo Stregone Supremo
subito dopo la Battaglia della Terra o mostri come si guadagnerà
tale riconoscimento, dovrebbe finalmente assumere il suo titolo
ufficiale nell’attesissimo sequel.
Karl Mordo sta uccidendo gli stregoni
Karl Mordo si è lamentato
del fatto che ci sono “troppi stregoni” in una delle scene
post-credits di Doctor
Strange, suggerendo che nel sequel eliminerà gli
stregoni uno per uno.
Mentre Mordo gira per il mondo
uccidendo in serie i detentori della magia, potrebbe uccidere un
personaggio molto amato dai fan. Ovviamente, Strange è al sicuro ed
è giusto dire che anche Wanda dovrebbe è al sicuro… ma Mordo
potrebbe anche puntare a Wong.
Un precedente per il genere horror nel MCU?
Tutti i film della Marvel sono in generale dei grandi
blockbuster di supereroi, anche se alcuni di essi esplorano generi
parecchio individuali. Thor:
Ragnarok è un’avventura fantascientifica per certi
aspetti, Spider-Man:
Homecoming è a suo modo un coming-of-age e
Captain America: The Winter Soldier potrebbe essere
definito un thriller politico in stile anni ’70.
Con Sam Raimi alla guida di Doctor Strange
in the Multiverse of Madness, il sequel potrebbe
configurarsi come primo horror in piena regola del MCU, spianando la strada alla
Marvel per realizzare molti più
film con toni e atmosfere simili.
Una colonna sonora memorabile
Uno dei problemi principali
del MCU è che nessuna delle sue colonne
sonore è mai stata davvero memorabile, fatta eccezione forse per
Guardiani della Galassia. Tuttavia,
a parte il tema dei Vendicatori di Alan Silvestri e la
rielaborazione orchestrale della sigla della vecchia serie animata
di Spider-Man ad opera di Michael Giacchino, le musiche originali
della Marvel non sono mai riuscite a
distinguersi.
Ciò potrebbe cambiare con Doctor Strange
in the Multiverse of Madness, la cui colonna
sonora è stata composta da Danny Elfman, l’uomo dietro gli iconici
temi portanti di Batman di Tim Burton e
Spider-Man di Sam Raimi.
L’introduzione di Mefisto
I fan della Marvel speravano che Mefisto
sarebbe apparso in WandaVision. Tuttavia, la serie ha
saggiamente mantenuto l’attenzione sulla relazione tra Wanda e
Visione e Mefisto, alla fine, non è mai stato
introdotto.
Strange potrebbe formare una nuova
squadra di Vendicatori
Con la morte di Tony Stark
e il ritiro di Steve Rogers, i Vendicatori si sciolsero dopo la
battaglia finale in Endgame. Tuttavia, sappiamo che un
giorno un quarto film dedicato agli Avengers accadrà.
Gli eroi più potenti della Terra
torneranno prima o poi, probabilmente con il Captain America di Sam
Wilson alla guida. Tuttavia, anche Stephen Strange potrebbe essere
cruciale nella formazione della prossima squadra degli
Avengers.
Tratto dall’omonimo romanzo di
Diana Wynne Jones, già autrice del libro “Il
castello errante di Howl” da cui è stato tratto il capolavoro
di animazione di Hayao Miyazaki. Anche in questo caso è stato lo
stesso Hayao Miyazaki a proporre l’adattamento di
Earwig e la Strega allo Studio Ghibli, che ha
accolto la proposta decidendo di sperimentare per la prima volta
l’animazione completamente in CGI 3D e affidandone la regia a Goro
Miyazaki.
Earwig e la Strega, la trama
Earwig è una
ragazzina di 10 anni cresciuta in orfanotrofio, per lei una casa
fantastica in cui riesce ad ottenere tutto quello che desidera. La
sua vita cambia quando viene adottata da Bella Yaga e Mandragora,
una stranissima coppia con incredibili poteri magici.
Sky presenta il nuovo film
Sky Original RITORNO AL
CRIMINE, atteso sequel di “Non ci resta che
il crimine”. Il film, nuovamente diretto da
Massimiliano Bruno, che ne è anche sceneggiatore
con Alessandro Aronadio, Andrea Bassi e Renato
Sannio, è prodotto daFulvio e Federica
Lucisano ed è una produzione Italian International
Film – Gruppo Lucisano con Rai
Cinema.
RITORNO
AL CRIMINE, arriverà in prima assoluta
lunedì 12 luglio su Sky Cinema e in streaming su
NOW. Da non perdere il primo capitolo della comedy
saga, Non ci resta che il crimine, che verrà riproposto il
10 luglio alle 21.15 su Sky Cinema e in streaming su NOW.
Torna un cast all star con
Alessandro Gassmann, Marco
Giallini, Edoardo Leo e Gian
Marco Tognazzi, cui si aggiungono Carlo
Buccirosso, Giulia Bevilacqua,
Massimiliano Bruno eGianfranco
Gallo, e con la partecipazione di Loretta
Goggi.
RITORNO
AL CRIMINE è una storia rocambolesca e fantasiosa che
spazia dal genere della commedia a quello dell’action movie e gioca
sul cliché dei viaggi nel tempo. Se in “Non ci resta che il
crimine” i protagonisti si erano messi nei guai con la banda
della Magliana, qui gli antagonisti sono dei camorristi di
periferia e il campo dello scontro si allarga da Roma a Napoli. Nel
film, il cui titolo è un omaggio alla saga di Ritorno al
Futuro, il racconto si alterna tra una Napoli vintage nel
1982, bellissima ma pericolosa, e una Napoli contemporanea, frivola
ma non meno pericolosa. Tra inseguimenti e sparatorie tipici dei
film poliziotteschi degli anni 70 e il gergo metropolitano quasi
incomprensibile, i protagonisti Gassmann, Giallini, Leo e Tognazzi
mostrano il loro lato più comico e divertente.
Il regista Massimiliano
Bruno ha commentato: «Una grande uscita in un momento
positivo, dopo un anno e mezzo di sacrifici. Siamo felici di far
divertire il nostro pubblico durante questa che si preannuncia come
l’estate della rinascita. Sono davvero contentissimo di
ricominciare. E non è finita qui...»
SINOSSI – Per
inseguire una donna che scappa possono esserci varie ragioni, o è
la donna della vita oppure è una che ha trafugato un sacco di
soldi. E così Sebastiano (Alessandro Gassmann), Moreno (Marco
Giallini), Giuseppe (Gian Marco Tognazzi) e Gianfranco
(Massimiliano Bruno) si ritrovano a Montecarlo sulle tracce della
dirompente ragazza che aveva rapito il cuore di uno e i soldi di
tutti. Ma nel frattempo la vita va avanti e prende strade
inaspettate, e i quattro amici di sempre dovranno fare i conti con
un marito, Ranieri (Carlo Buccirosso), spregiudicato mercante
d’arte, una figlia contesa, Lorella (Giulia Bevilacqua), e un boss,
Renatino (Edoardo Leo), più implacabile che mai e con un passato
che torna con le pistole in pugno e intenzioni tutt’altro che
pacifiche. Gianfranco Gallo interpreta un fantomatico
camorrista detto O’ Rattuso.
RITORNO AL
CRIMINE, il 12 luglio in prima assoluta su Sky Cinema e NOW e
disponibile on demand
Dopo Wandavision
che ha sorpreso il suo pubblico e The Falcon and The Winter Soldier che invece
lo ha fatto tornare a territori sicuri, conosciuti e amati,
LOKI
è la nuova serie che ci riporta nel MCU, e arriva direttamente su
Disney+ da mercoledì 9 giugno, per un
episodio a settimana, per le prossime sei settimane. Alla guida di
questa nuova avventura c’è naturalmente Tom
Hiddleston, che interpreta il Dio degli Inganni ormai da
dieci anni.
“Quando ho saputo che avrei di
nuovo interpretato LOKI
sono stato travolto da un misto di delizia e sorpresa, penso sia la
descrizione più accurata che posso fornire” spiega Hiddleston,
che ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione della
serie insieme agli interpreti Owen Wilson (Mobius
M. Mobius), Gugu Mbatha-Raw (Ravonna
Renslayer), Wunmi Mosaku (Hunter B-15) e ai
filmmaker Kevin Feige (produttore),
Michael Waldron (sceneggiatore) e Kate
Herron (regista).
Il ritorno di Loki
“Ero molto eccitato all’idea di
tornare – ha continuato Hiddleston – ma dovevo sgranchirmi
bene le braccia, perché la fine di LOKI
in Infinity War aveva un sapore così definitivo per il personaggio,
per il suo arco narrativo, però sapevo che in Endgame sarebbe
sparito in una nuvoletta grigia insieme al Tesseract, e quando i
creativi mi hanno spiegato che saremmo partiti proprio da lì,
allora ho pensato che ci sarebbero state tutte le possibilità da
esplorare.”
Kevin Feige,
produttore della serie e leader dei Marvel Studios ha parlato così della genesi
dello show: “Non lo sapevamo (che avremmo fatto una serie su
Loki, ndr) quando abbiamo girato Infinity War, ma lo sapevamo
quando abbiamo girato Endgame. Una delle mie cose preferite
all’uscita del cinema durante le proiezioni di Endgame è stata che
le persone dicevano che ci eravamo dimenticati di Loki, del fatto
che fosse sparito così nel nulla, e sapevamo che in produzione
c’era già lo show in arrivo su Disney+. Poi quando lo abbiamo
annunciato, è stato bello”.
A dirigere tutte le puntate della
serie è stata chiamata Kate Herron, la quale con
molto candore ha però ammesso che il suo coinvolgimento è stato
leggermente pilotato: “Non mi hanno scelta come regista, sono
stata molesta, ho stalkerato la produzione in un modo così
insistente, che alla fine mi hanno concesso di dirigere la
serie”. Ma è sicuro che Herron avesse anche una visione ben
precisa e dei riferimenti, soprattutto nella componente thriller
dello show, che hanno ammaliato sicuramente i produttori. Tra
questi c’è il debito visivo a David Fincher, in
particolare a Seven e a Zodiac. E
a certificarlo interviene Feige: “Sapevamo che volevamo al
centro della scena LOKI
e sapevamo che dovevano esserci i viaggi nel tempo, ma tutto il
resto ce lo ha messo Kate.”
Le new entry nel MCU
Trai volti che fanno il loro
ingresso nel MCU con LOKI,
ci sono anche Owen Wilson (Mobius M. Mobius),
Gugu Mbatha-Raw (Ravonna Renslayer) e
Wunmi Mosaku (Hunter B-15). Per Wilson è stata
un’emozione entrare a far parte dell’universo Marvel: “Si tratta di
un’emozione forte e te ne accorgi quando cominciano ad uscire foto
e trailer, ti accorgi di quanto il pubblico sia affezionato. Prima
non capivo il grado di segretezza che c’era intorno alla
produzione, adesso mi è tutto chiaro. il mondo intero è affezionato
a queste storie e personaggi (…) Non ci è voluto molto a
convincermi, è bastata una telefonata con Kate che mi ha messo
dentro alla storia di Mobius e Loki, in cui mi ha raccontato del
loro rapporto, come nasce e come cresce. E poi il contributo
fondamentale è stato di Tom, parlare con lui fuori dal set della
storia di Loki, del suo viaggio nel MCU, mi ha molto aiutato a capire
il personaggio che avevo davanti, e mi ha aiutato a dare a Mobius
le giuste motivazioni. Sono tutti elementi che contribuiscono a
cementare il rapporto trai due.”
Gugu Mbatha-Raw
interpreta invece Ravonna Renslayer, un altro personaggio dei
fumetti che qui trova uno spazio inedito: “Per me è stata come
una origin story di un personaggio che i lettori già conoscono.
Raccontarne il prima mi è sembrato un modo molto interessante per
esplorarlo in maniera inedita, e abbiamo cominciato da zero.
Lavorare su questo set è stato come chiudere un cerchio della vita,
con Tom e Wunmi (Mosaku) abbiamo studiato insieme. È bello vedere
una generazione che cresce con persone che si ritrovano e hanno
relazioni di amicizia e si ritrovano sul set, durante la pandemia,
dopo che si sono incrociati per corridoi e aule. Quando mi hanno
chiesto di interpretare questo ruolo, non sapevo che fosse una
chiacchierata per una parte in Loki, ma è stata una chiacchierata
al telefono non una audizione e mi hanno convinta subito.”
Un altro volto nuovo del MCU è Wunmi
Mosaku, che interpreta invece un personaggio del tutto
nuovo, scritto per lo show, Hunter B-15: “Non ho avuto nessun
riferimento nei fumetti, e per me è stato meglio, non ho avuto
nessuna pressione. Nessuno può dirmi cosa succede o come fare cosa,
perché dipende tutto da me! Ma la pressione l’ho sentita comunque
entrando nel MCU, una bella pressione, certo, ma
poi si è unita una emozione liberatoria, la possibilità di creare
da zero un personaggio per questo universo. E pensare che non
sapevo di aver fatto questa audizione, o meglio, ne ho fatta una
per un progetto segretissimo, e ho pensato che dovesse essere
qualcosa di grosso, perché non mi avevano detto neanche il titolo.
Poi ho ricevuto una telefonata in cui mi dicevano che ero stata
presa per Loki dei Marvel Studios, e io ho risposto
‘ma quando l’ho fatta questa audizione?’. Conosco Gugu e Tom dalla
scuola di recitazione, è stato molto eccitante.”
“Loki è ironico come Tom”
Il tono di Loki (e di Thor) si è
modificato nel corso della loro storia cinematografica, tanto che
da serio e shakespeariano è diventato quasi comico, o comunque
sempre affilato ed ironico. Secondo Kevin Feige,
questa possibilità si è aperta in parte perché i fumetti contengono
una certa ironia, in parte perché Hemsworth e Hiddleston sono stati
in grado di abbracciare questi toni a mano a mano che le storie dei
loro personaggi venivano raccontate. “Lo spirito di Tom è in
Loki e doveva essere nella serie. Così è stato e abbiamo lavorato
per questo. Si possono portare personaggi così in posti molto
drammatici, ma tendenzialmente è merito della grandezza dei
personaggi e degli attori così, che li interpretano.”
Ma dopo dieci anni nei panni di
Loki,
viene da chiederselo, Tom Hiddleston è ancora
contento di interpretarlo? “Sono molto fortunato, amo
interpretare Loki proprio perché ha una enorme range emozionale
– spiega l’attore britannico – Non è mai la stessa
esperienza e dopo dieci anni c’è ancora qualcosa da esplorare.
Tutte le mia conversazioni con i filmmaker e con gli attori sono
sempre piacevoli e penso sia perché Loki è complesso e ogni volta
ci sono nuovi temi da esplorare.”
Un grande onore grazie ai fan
Ma poi aggiunge: “Non c’è
dubbio sul fatto che se io posso interpretarlo è perché sono le
persone che lo amano, e per me è gratificante ed è un onore, nel
tempo mi sono accorto di ciò che rappresenta per tutti, alcuni
amano il suo essere un antagonista, altri amano la sua ironia,
altri non lo sopportano, altri sono trasportati dalla sua
vulnerabilità, dal senso di essere molto umano che dà il suo essere
vulnerabile. E io devo molto a tutti questi aspetti che sono stati
scritti sul personaggio da tutti quelli che lo hanno raccontato,
dai creatori a fumetti, da chi ha fatto le storie fino a tutti
quelli che ne hanno scritto per il cinema, dal primo film a questa
serie.”
Loki sarà
disponibile su Disney+ dal 9 giugno con un episodio a
settimana per sei settimane.
Zack Snyder afferma che sarebbe interessato a
dirigere un film basato su Dragon Ball Z se si
presentasse l’occasione giusta. Il regista ha costruito gran parte
della sua carriera su adattamenti di fumetti come
300,
Watchmen e i film del DCEU come
Justice League.
Ora sta iniziando ad avventurarsi
più a fondo nel mondo dell’animazione grazie ad alcuni progetti che
ha in cantiere con Netflix. Poiché i remake e gli adattamenti degli
anime continuano ad essere di tendenza, Snyder potrebbe essere
senza dubbio tra i candidati ideali per dirigerne uno in
futuro.
Via
ComicBook, Zack Snyder ha discusso della possibilità di
portare un anime sul grande schermo durante una recente intervista
con
Tyrone Magnus. Al regista è stato chiesto di Dragon
Ball Z in particolare, ma ha risposto di essere aperto, in
generale, all’idea di adattare un anime, rivelando che spesso si
ritrova a guardarli insieme ai i suoi figli.
“Lo prenderei in considerazione,
assolutamente. Voglio dire, se ci fossero le giuste
condizioni”, ha dichiarato il regista. “Sicuramente farei
il remake di un anime o un live-action. Sarebbe divertente, perché
amo l’animazione e guardo un sacco di anime con mio figlio… che è
troppo giovane per guardarli, ma noi li guardiamo comunque
(ride).”
I piani futuri di Zack Snyder al
cinema
Ricordiamo che i tra prossimi
progetti di Zack
Snyder figurano un film dedicato a Re Artù, e ad
altri due incentrati sulle figure di George Washington e Napoleone.
Inoltre, sempre di recente il regista ha sottolineato il suo
interesse nel portare sul grande schermo il romanzo “The
Fountainhead” di Ayn Rand, progetto che però pare abbia accantonato
a causa di alcune implicazioni politiche.
Zack Snyderè stato di recente impegnato nella
promozione di Army of the Dead, il suo nuovo film Netflix,
con protagonista Dave
Bautista, disponibile sulla piattaforma dal 21
maggio.
Castle è la
serie tv americana poliziesca creata da
Andrew W. Marlowe per ABC andata in onda per un
totale di otto stagioni dal 9 marzo 2009 al 16 maggio 2016.
La serie è stata prodotta
congiuntamente da Beacon Pictures e ABC Studios raccontava le vite
di Richard Castle (Nathan
Fillion), un romanziere di gialli di successo, e Kate Beckett
(Stana
Katic), un detective della omicidi, mentre risolvono vari
crimini insoliti a New York City. Il detective Beckett è
inizialmente infuriato al pensiero di lavorare con uno scrittore e
fa di tutto per tenerlo fuori dai piedi. Tuttavia, i due iniziano
presto a sviluppare sentimenti reciproci. La trama generale della
serie si è concentrata sulla storia d’amore tra i due personaggi
principali e sulla loro indagine in corso sull’omicidio della madre
di Beckett.
Castle in streaming
Castle in streaming è disponibile su Star,
canale per adulti di Disney+.
Richard Castle (Nathan
Fillion) è un famoso romanziere di gialli . Annoiato e affetto
dal blocco dello scrittore, uccide Derrick Storm, il protagonista
della sua fortunata serie di libri. Viene portato dal dipartimento
di polizia di New York per essere interrogato su un omicidio
imitativo basato su uno dei suoi romanzi, dove incontra e rimane
incuriosito da Kate Beckett (Stana
Katic), la detective assegnata al caso. Castle è ispirato a
prendere Beckett come musa ispiratrice per Nikki Heat, il
personaggio principale della sua prossima serie di libri e usa la
sua amicizia con il sindaco per costringere la polizia a lasciarlo
pedinare Beckett.
L’esuberante figlio
maschio di Castlela personalità si scontra con il comportamento più
riservato e professionale di Beckett. Tuttavia, quando Beckett
inizia ad apprezzare l’aiuto di Castle nell’aiutarla a catturare
gli assassini, i due alla fine diventano amici e poi amanti. I loro
casi spesso riguardano omicidi che si verificano all’interno di
varie sottoculture o ambienti insoliti, inclusi reality show
televisivi, appassionati di vampiri, una convention di fantascienza
e un uomo che afferma di essere un viaggiatore del tempo. Una trama
ricorrente tratta dell’omicidio irrisolto della madre di Beckett
anni prima, un’indagine che porta a una cospirazione sempre più
estesa e pericolosa. La serie si concentra anche sui retroscena di
personaggi secondari come il detective Javier Esposito, il
detective Kevin Ryan, il medico legale Lanie Parish, il capitano
Roy Montgomery e il capitano Victoria Gates, attraverso più
episodi.
Il cast della serie tv
Nel cast di Castle
protagonisti sono
Nathan Fillionnel ruolo di Richard Castle ,
all’anagrafe Richard Alexander Rodgers, uno scrittore di gialli di
successo, che segue e assiste il NYPD. Stana Katic come Katherine “Kate” Beckett , un
detective della polizia di New York e l’omicidio in seguito, il
capitano. Jon Huertas è il detective Javier “Javi”
Esposito , un ex soldato delle forze speciali dell’esercito.
Seamus Dever come Detective Kevin Ryan , un ex
detective della narcotici che lavora come parte della squadra di
Beckett. Tamala Jones come Dr. Lanie Parish , un
medico legale e un amico di Beckett e interesse amoroso di nuovo
per Esposito.
Nel cast anche Ruben
Santiago-Hudson come capitano Roy Montgomery (stagioni
1-3; stagione ospite 6), capo di Beckett e capitano del 12 °
distretto. Molly Quinn come Alexis Castle , figlia
di Castle dalla sua prima moglie, Meredith. Susan
Sullivan come Martha Rodgers , la madre di Castle,
un’attrice dentro e fuori Broadway. Penny Johnson
Jerald come capitano Victoria Gates (stagioni 4-7), la
sostituzione del capitano Montgomery, precedentemente con gli
affari interni. Toks Olagundoye come Hayley
Shipton (stagione 8), un ex ufficiale del Metropolitan Police
Service e operativo dell’MI6 dalla Gran Bretagna che ora lavora
come specialista della sicurezza.
Le stagioni di Castle
Castle 8 stagione
Nell’ottava stagione di Castle che
ha debuttato il 21 settembre 2015 Quando il figlio di un
diplomatico russo viene ucciso Beckett e Castle si ritrovano in un
gioco internazionale di crimine e punizione, con Castle che dovrà
intrattenere un agente di sicurezza russo il quale si scopre essere
più coinvolto nell’omicidio di quanto previsto.
Castle 7 stagione
Nella settima stagione di Castle
che ha debuttato il 29 settembre 2014 quando una giovane donna
muore per un arresto cardiaco a causa di avvelenamento da
digossina, Castle e Beckett devono infiltrarsi in un ranch in
Arizona. A New York, Ryan ed Esposito scoprono che la vittima stava
cercando i fratelli Peacock, rapinatori di treni che sono stati
uccisi nel 1893.
Castle 6 stagione
Nella sesta stagione di Castle che
ha debuttato il 24 settembre 2012 La morte di un uomo in una
chiesa e, prima di morire, lascia al parroco un bambino. Il bambino
però non è il figlio dell’uomo ucciso ma nessuno ne denuncia la
scomparsa. Nel frattempo se ne prendono cura Castle e Beckett
andando avanti nelle indagini.
Castle 5 stagione
Nella quinta stagione di Castle che
ha debuttato il 24 settembre 2012 dopo la morte di un ricco
uomo d’affari, Beckett viene assegnata alla protezione di Erik
Vaughn, un affascinante miliardario che si trova in pericolo di
vita. Castle, logorato dalla gelosia, cerca di risolvere il
caso il più in fretta possibile per riuscire ad allontanare Beckett
da Vaughn
Castle 4 stagione
Nella quarta stagione di Castle che
ha debuttato il 19 settembre 2011 Castle e Beckett indagano
sull’omicidio di una star, avvenuto pochi istanti prima della sua
comparsa sul palco di un popolare programma di danza. Nelle
indagini scoprono lentamente il turbolento passato della vittima e
si ritrovano in un caso di scambio di persone, tra la vittima e una
donna a lei identica.
Castle 3 stagione
Nella terza stagione di Castle che
ha debuttato il 20 settembre 2010 in un processo per omicidio un
giurato, Joe McKusick, muore. Kate e Castle indagando scoprono che
la sua morte è fortemente collegata con il caso di cui era giurato
e che tutto fa parte di un disegno più grande. L’accusato del
processo iniziale, Otis Williams, è innocente e Joe lo sapeva.
Castle 2 stagione
Nella seconda stagione di Castle
che ha debuttato il 21 settembre 2009 Un famoso giocatore di
baseball, di origine cubane, viene assassinato a colpi di mazza e
trovato quindi morto su un campo di gioco. Castle e Beckett
cominciano a indagare nel mondo del baseball e conseguentemente
negli ambienti cubani.
Castle 1 stagione
Nella prima stagione di Castle che
ha debuttato il 9 marzo 2009 Quando una donna viene uccisa durante
una rapina in una abitazione il caso passa in mano alla squadra
omicidi. Mentre Castle si rivolge a un vecchio ed
esperto ladro si scopre un collegamento con alcune serate di gala
per beneficenza: Castle invita Beckett a una di
queste per investigare.
Curiosità sulla serie tv
Gli scrittori della vita reale Stephen J. Cannell , James
Patterson , Dennis Lehane e Michael Connelly appaiono nei panni di
se stessi durante le periodiche partite di poker nell’appartamento
di Castle.
In genere, discutono del caso attuale di Castle e Beckett e
prendono in giro Castle sul suo coinvolgimento con Beckett.
Dopo la morte di Cannell il 30 settembre 2010, una sedia vuota
è stata tenuta al tavolo da poker per un anno in suo onore.
Sono anni, ormai, che si parla di un
possibile sequel de I Goonies, la comedy adventure del
1985 divenuta negli anni un vero e proprio cult, diretta da
Richard Donner, sceneggiata da Chris
Columbus e basata su un’idea di Steven Spielberg.
La
reunion virtuale dello scorso anno a cui avevano partecipato
tutti i membri del cast aveva in qualche modo riacceso le speranze
in merito al progetto, ma ora è stato Corey
Feldman (interprete di Mouth nel film originale) a
confermare che il sequel è di nuovo caduto nel dimenticatoio.
Parlando con
Dread Central, Feldman ha confermato che tutti i membri del
cast sarebbero disposti a girare un nuovo film, ma puntualmente le
loro speranze vengono deluse. Nonostante Columbus avesse dichiarato
di aver lavorato alla sceneggiatura, alla fine il progetto non si è
mai concretizzato. Secondo Feldman, è probabile che il motivo
principale per cui il sequel non vedrà mai luce risieda nella
scelta di Donner di dedicarsi all’annunciato quinto capitolo della
saga di Arma letale.
“Non so cosa diavolo stia
succedendo”, ha spiegato Corey. “So soltanto che quando ho
scoperto che il mio caro amico Richard Donner aveva firmato per
realizzare Arma letale 5 e che quel film sarebbe stato il suo canto
del cigno, allora ho capito che il sequel dei Goonies era
definitivamente morto. Non possiamo fare un altro Goonies senza
Donner. E Donner è impegnato con Arma letale.”
A maggio dello scorso anno era
trapelata la notizia che Adam F. Goldberg aveva scritto in gran
segreto una sceneggiatura per un ipotetico sequel de
I Goonies. Chissà, forse un sequel verrà comunque
realizzato senza Donner, usando proprio la sceneggiatura che
Goldberg ha scritto per gioco? Solo il tempo, prima o poi, ce lo
dirà…
Chadwick Boseman è
conosciuto per il ruolo di T’Challa/Black Panther che lo ha reso
famoso in tutto il mondo, ma in realtà è nato come regista e
commediografo, tanto che ha scritto uno spettacolo teatrale, messo
in scena nel 2006.
Ecco 10 cose che, forse, non sapevate su Chadwick
Boseman.
Chadwick Boseman: film e
carriera
1. Chadwick Boseman è stato
un attore americano della Carolina del Sud. Nato il 29
novembre 1977, dalla madre Carolyn, infermiera e dal padre Leroy
Boseman, tappezziere. Nel 1995 si è diplomato alla T.L. Hanna High
School per poi frequentare la Howard University di Washington,
conseguendo un Bachelor of Fine Arts in regia; infine è andato
anche a Londra alla British American Drama Academy. Chadwick
Boseman ha conseguito gli studi con il pallino della regia e non si
sarebbe mai aspettato di stare, un giorno, dall’altra parte della
macchina da presa.
2. Chadwick Boseman ha
debuttato come attore nel 2003. Chadwick Boseman è entrato
ne mondo della recitazione nel 2003, grazie ad alcune
interpretazioni come in La valle dei pini e Squadra
Emergenza, mentre nel 2004 ha fatto parte di Law & Order –
I due volti della giustizia e in Date, un
cortometraggio. Se all’inizio il suo scopo era solo quello
conoscere il mondo della recitazione per relazionarsi con gli
attori nei suoi progetti di regia, in seguito ci ha preso gusto.
Nel 2006 recita in un episodio di CSI: NY e in altri due
corti, LadyLike e The Appointment. Chadwick
arriva sul grande schermo nel 2008 con The Express, mentre
continua ad apparire in altre serie tv come Cold Case – Delitti
irrisolti e Lie to me.
3. Chadwick Boseman ha
partecipato a tante serie tv. Oltre a quelle già dette,
Chadwick Boseman ha fatto parte anche di serie come Lincoln
Heights (2008-2009), Persona sconosciuta (2010),
The Glades (2010), Castle
(2011), Justified – L’uomo della legge (2011) e
Fringe (2011). In seguito, Chadwick Boseman prosegue con
il cinema, entrando nel cast di film come 42 – La vera storia
di una leggenda americana, nel biopic Get on Up: la storia di James Brown e nel blockbuster
Gods
of Egypt (2016). A proposito di biopic, Chadwick Boseman
ha espresso il desiderio di voler un giorno interpretare Jimi
Hendrix: chissà se in futuro riuscirà a dare forma al suo
sogno.
Chadwick Boseman: Black
Panther
4. Chadwick Boseman venne
messo in prova dalla Marvel nel 2016. Il 2016 è
stato l’anno che ha visto una battaglia epica in Captain America: Civil War. Questo è il primo film in
cui compare Chadwick Boseman nel ruolo di
Black Panther. Probabilmente questo film è
servito per poter capire quanto un personaggio come
Black Panther potesse suscitare interesse. Dopo aver
conquistato il pubblico, la Marvel, ha quindi deciso di
investire per un film dedicato al personaggio e di includerlo in
Avengers: Infinity War, entrambi usciti nel 2018.
Certamente un gran colpo per la Marvel, che è riuscita a trovare in
Chadwick Boseman l’interprete perfetto per un supereroe, re di
Wakanda, altrettanto niente male. L’ultima apparizione nel Marvel Cinematic
Universe è stato il film campione d’incasso Avengers: Endgame.
Chadwick Boseman morte
5. Chadwick Boseman è
scomparso prematuramente nel 2020. Il 28 Agosto 2020 tutti
i fan e gli appassionati di cinema sono stai sconvolti dalla
notizia della prematura scomparsa dell’attore che ha perso la vita
a causa di un tumore al colon, diagnosticatogli nel 2016. La
diagnostica nel 2016 era di terzo stadio, poi progredito al quarto
stadio nel 2020. Non ha mai parlato pubblicamente del cancro e,
secondo la rivista The Hollywood Reporter, “solo una manciata
di non familiari sapeva che Boseman era malato”. Durante il
trattamento, che prevedeva più interventi chirurgici e
chemioterapia, ha continuato a lavorare e ha completato diversi
film. Poco prima di morire aveva sposato Taylor Simone Ledward.
I suoi ultimi film
Tra il 2019 e il 2020 sono usciti
diversi film che lo hanno visto interprete dopo Endgame. Nel
2019 ha interpretato Andre Davis in City of Crime. Nel 2020 è stato Stormin’ Norman in
Da 5 Bloods – Come fratelli per la quale ha ottenuto
una nomination all’Oscar e Levee in
Ma Rainey’s Black Bottom, suo ultimi film.
Chadwick Boseman: social
6. Chadwick Boseman aveva
un account Instagram seguitissimo. Il suo profilo
Instagram ufficiale conta 5,6 milioni di seguaci. Le sue foto sono
sempre piene di gioia e ritraggono Chadwick insieme ai colleghi del
gruppo Marvel o in compagnia di altre
star, oltre che esserci diversi post che lo vedevano protagonista
di numerosi shooting. Dalle sue foto traspare sempre la gioia del
lavoro che faceva, dimostrando di amarlo e di esserne grato.
7. Chadwck Boseman ha un
profilo Twitter dove comunica con i suoi fan. Chadwick
Boseman utilizzava il suo account ufficiale Twitter per comunicare
con i suoi fan. Oltre a postare le foto che compaiono anche sul suo
profilo Instagram, Chadwick Boseman condivideva campagne
promozionali di ricerca, soprattutto riguardo i bambini, e sono
diverse le foto che lo ritraggono mentre regala sorrisi ed emozioni
a bambini malati. Inoltre, Twitter veniva usato da Chadwick anche
per commentare diversi eventi.
Chadwick Boseman: curiosità
8. Chadwick Boseman è stato
un professore ed è uno sportivo. Dal 2002 al 2007,
Chadwick Boseman è stato un professore di teatro al Centro di
Ricerca per la Cultura Nera di Schomburg Center, ad Harlem.
Boseman, inoltre è stato anche uno sportivo: ha praticato il
baseball e il basket, il suo sport preferito, che ha praticato per
molto tempo.
9. Chadwick Boseman era
molto riservato. Non si sapeva molto della sua vita
personale e quotidiana e non lasciava nessuna traccia nemmeno sui
social. Stando a diverse voci, pare che l’attore americano si stato
già sposato e che abbia anche in divorziato il passato.
10. Chadwick Boseman è
stato un commediografo. Chadwick, oltre che la passione
per la regia, è stato anche commediografo e ha scritto Deep
Azure, uno spettacolo andato in scena al Congo Square Theatre
Company di Chicago, in Illinois. Spettacolo per il quale è stato
nominato nel 2006 per il Joseph Jefferson Award. Adorava qualsiasi
tipo di musica: che sia jazz, classica, blues, rock o hip-hop, la
musica lo aiuta a scrivere e lo ispira.
In seguito alla distribuzione della
Snyder Cut di Justice
League, l’hashtag #RestoreTheSnyderVerse ha iniziato a guadagnare sempre
più terreno, anche se è diventato chiaro in breve tempo che la
Warner Bros. non ha alcun interesse a continuare con la visione
dell’universo DC da parte di Zack Snyder.
Sappiamo che il regista ha
continuato a scontrarsi con lo studio anche duranti i lavori del
suo taglio, ma ora è emerso che l’intero progetto stava per saltare
definitivamente a causa dei disaccordi sul personaggio di
Lanterna Verde. Snyder, infatti, aveva scelto
l’attore Wayne T. Carr per il ruolo di John Stewart nel
suo film, ma la Warner Bros. ha puntato i piedi e gli ha imposto di
eliminarlo dal finale e di sostituirlo con Martin Manhunter (questo
a causa dei piani che lo studio avrebbe per il personaggio).
Ora, parlando con lo YouTuber
Tyrone Magnus, è stato proprio Zack Snyder a ricordare la sua ennesima ultima
battaglia con lo studio. “Quando ci siamo scontrati, io
continuavo a dire: ‘Ragazzi, non capisco. Abbiamo tutta questa
faccenda del Multiverso. A chi importa?'”, ha spiegato Snyder.
“Pensavo solo che il finale giusto per il mio film fosse con
John Stewart. Non voglio togliere nulla a Harry Lennix e a Martin
Manthuner, che è un personaggio bellissimo. Vederlo all’interno del
film e poi direttamente alla fine è stato bello… in un certo senso,
ha completato la sua storia. Ma il mio intento era che fosse John
Stewart ad incontrarsi con Bruce Wayne.”
“Anche se non ci fossero stati
altri film, aveva comunque senso l’intervento di John Stewart in
cui esclamava: ‘Il Corpo delle Lanterne Verde verrà a combattere
con voi contro Darkseid perché abbiamo bisogno di farlo. Non ce la
farete senza di noi. Siamo i vostri potenti alleati'”, ha
continuato il regista. “Per me era davvero una stupidaggine. Ma
la lotta che si venne a creare stava sconfinando in qualcosa di
molto serio.”
Che ci crediate o no, alla fine gli
scontri tra Snyder e la WB sono diventati così accesi che la
Snyder Cut stava per essere annullata del tutto. “Per
me, non valeva la pena fare questo a Wayne, così come non valeva la
pena far saltare l’intero film… e ci siamo andati molto vicini. Non
volevo che gli altri, incluso Wayne, pensassero che il film fosse
stato cancellato per colpa mia. Così, alla fine, ho lasciato
correre. Ad ogni modo, Wayne è stato davvero incredibile.”
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky
e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
LOKI
segue le vicende del dio dell’Inganno quando esce dall’ombra di suo
fratello, in una nuova serie che si svolge dopo gli eventi di
Avengers: Endgame.
Tom Hiddleston torna nei panni del protagonista,
insieme a Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino,
Wunmi Mosaku e Richard E. Grant. Kate
Herron è la regista, mentre Michael Waldron è il capo
sceneggiatore.
La trama si svolge dopo gli eventi
di
Avengers: Endgame e seguirà le vicende del Loki che è
fuggito nel 2012 grazie al Tesseract. Come rivelato dall’attore
stesso, il Loki della linea temporale principale è stato ucciso da
Thanos in Avengers: Infinity
War, ma quando Iron Man, Capitan America e Ant-Man si recano
nel 2012 per recuperare il Tesseract, involontariamente fanno
fuggire il Loki che era appena stato sconfitto dagli Avengers.
Tom Hiddleston torna nei panni del protagonista,
insieme a Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Wunmi
Mosaku e Richard E. Grant. Kate Herron è la regista, mentre Michael
Waldron è il capo sceneggiatore.
Lo scorso marzo abbiamo appreso la
notizia che Emerald Fennell, acclamata regista
di Una
donna promettente con Carey
Mulligan (vincitore dell’Oscar 2021 per la migliore
sceneggiatura originale), si occuperà di scrivere la sceneggiatura
di un nuovo cinecomic DC dedicato a Zatanna, la
potente maga creata da Gardner Fox e Murphy Anderson.
Ora, in una recente intervista con
Empire, è stata proprio Fennell a svelare i primissimi dettagli
sul progetto, che a quanto pare sarà una storia molto dark ed
estremamente spaventosa. “Ci sono molte cose su di lei che
sembravano poter essere davvero, davvero interessanti”, ha
spiegato la sceneggiatrice in merito al personaggio di Zatanna.
“E sarà un’opportunità per creare qualcosa di veramente oscuro.
E questo che mi ha attratto e spinto a fare qualcosa di grande e di
spaventoso. Adoro questo genere di cose.”
Sebbene in passato abbia già
realizzato opere dai toni velatamente dark, sembra che questo
progetto si muova su un livello completamente diverso. “La
portata di questo film è enorme e la cosa è davvero elettrizzante.
Perché non vorresti scrivere qualcosa del genere quando puoi
effettivamente scrivere enormi sequenze con combattimenti
totalmente folli? In genere, ho sempre ragionato per sottrazione,
anche in termini economici (ride). Avere la totale libertà
di dare libero sfogo alla tua immaginazione è una gioia
immensa.”
Nei fumetti, Zatanna è una maga
incredibilmente potente che aveva fatto parte, in tempi diversi,
sia della Justice League sia della Justice League
Dark. È stata a lungo un’eroina molto popolare tra i fan, apparendo
spesso nelle varie serie e nei vari film animati della DC. Le trame
dei fumetti legate a Zatanna hanno spesso coinvolto personaggi come
Batman e John Constantine. In passato è stata interpretata
dall’attrice Serinda Swan nella popolare serie
tv Smallville.
L’impatto di Zatanna nel DCEU
Al momento non sappiamo né chi
interpreterà l’eroina protagonista né quando il film arriverà nelle
sale. L’introduzione di Zatanna nel DCEU potrebbe finalmente
spianare la strada all’arrivo, sul grande schermo, non solo della
Justice League Dark (di cui si parla ormai da parecchio tempo), ma
anche dei personaggi dell’Universo DC con poteri soprannaturali. Lo
scorso febbraio è stata annunciata una serie reboot dedicata al
personaggio di
Constantine che debutterà su HBO Max e che sarà
prodotta sempre da Abrams.
Il popolare attore messicano
Osvaldo Benavides (Monarca di Netflix) si unisce al cast di The
Good Doctor della ABC come regular della serie per la
prossima quinta stagione. Benavides interpreta il dottor Mateo
Rendón Osma, un chirurgo traumatologo incredibilmente abile, che ha
trascorso molti anni a lavorare in Guatemala per un’organizzazione
del tipo Medici senza frontiere. Ma Mateo non è sempre stato un
eroe; alcune azioni avventate durante la sua residenza torneranno a
perseguitarlo e potrebbero complicare le cose.
The Good Doctor 5
The Good Doctor 5
è la
quinta stagione della serie tv The
Good Doctor creata da David Shore per il network
americano della ABC. La trama di The
Good Doctor 5 non è stata ancora resa nota.
In The Good Doctor
5 protagonisti Freddie Highmore come Dr. Shaun Murphy,
Antonia Thomas come Dr. Claire Browne,
Nicholas Gonzalez come Dr. Neil Melendez,
Hill Harper come Dr. Marcus Andrews,
Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman,
Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona
Gubelmann nel ruolo del Dr. Morgan Reznick, Will
Yun Lee nel ruolo del Dr. Alex Park, Paige
Spara nel ruolo di Lea Dilallo e Jasika
Nicole nel ruolo del Dr. Carly Lever. La serie è di Sony
Pictures Television e ABC Studios. David Shore è il produttore
esecutivo e showrunner. Anche Daniel Dae Kim, Erin Gunn, David Kim
e Sebastian Lee sono produttori esecutivi. Gli ABC Studios fanno
parte dei Disney Television Studios, una collezione di studi
composta da 20th Century Fox Television, ABC Studios e Fox 21
Television Studios.
Jensen Ackles è uno
degli attori più conosciuti del mondo delle serie tv, grazie al
ruolo di Dean Winchester in Supernatural.
Nato come modello, non è solo un attore della serie che lo ha reso
famoso; ne è anche un grande fan. Molto umile e devoto ai suoi fan
(lo si vede sempre partecipare nelle convention dedicate), Jensen è
un padre di famiglia e un marito modello.
Ecco dieci cose che forse
non sapevi su Jensen Ackles.
Jensen Ackles: film e carriera
Jensen Ross Ackles è nato
l’1 marzo 1978. Meglio conosciuto come Jensen Ackles, è
figlio di Donna Joan e dell’attore Alan Ackles e ha origini
inglesi, tedesche e scozzesi. Jensen è cresciuto a Richardson, in
Texas, insieme al fratello più grande Joshua e alla sorella più
piccola Mackenzie. Jensen si è diplomato nel 1996 alla LV Berkner
High School.
Jensen Ackles ha cominciato
la sua carriera di modello a due anni. Jensen Ackles, dopo
la precoce esperienza di modello, ha iniziato ad apparire in alcune
pubblicità televisive per Nabisco, RadioShack e Wal-Mart quando
aveva quattro anni, facendo suo il bagaglio attoriale del padre,
celebre attore in Dallas. Ha sempre guardato suo padre
studiare i copioni e questo gli ha insegnato parecchie cose su quel
tipo di industria. Durante il suo ultimo anno al liceo ha iniziato
a parlare di teatro, risultando quello strambo. Dopo una
partecipazione a un seminario con un amico, due persone, Craig
Wargo e Michael Einfeld (un agente), erano interessanti al talento
di Jensen e lo volevo portare a Los Angeles con loro.
Jensen Ackles voleva
diventare un fisioterapista. Jensen si era scelto questa
strada, prima di decidere di andare a Los Angeles e provare la via
della recitazione. Nel 1996 ha ottenuto ruoli in Wishbone, Mr.
Rhodes e Sweet Valley High. La vera incursione nel mondo dello
spettacolo è, però, avvenuta nel 1997 nella soap Il tempo della
nostra vita, nel ruolo di Eric Brady. Per questo ruolo ha
vinto il Soap Opera Digest Award come miglior new entry maschile
nel 1998, oltre che aver ricevuto una serie di altre nomination,
come per il Daytime Emmy award per il miglior govanne attore nel
1998, 1999, 2000. Tre anni dopo ha lasciato la soap per apparire
nella mini-serie Blonde (2001) e fece anche un provino per
il ruolo di Clark Kent in Smallville (andato poi a Tom
Welling).
Jensen Ackles ha passato la
vita tra le serie tv. Dopo essere stato scartato per
Smallville, Jensen ha fatto tante altre audizioni, riuscendo a
partecipare alla serie tv Dark Angel. Nel 2003 ha preso parte a
Dawson’s Creek nel ruolo di C.J., il fidanzato di Jen
Lindley. Ha partecipato anche ad alcuni episodi di Still
Life (2003), nel corto The Plght of Clownana nel 2004
e nello stesso hanno gli è stato offerto il ruolo dell’interessa
amoroso di Eliza Dushku nella seconda stazione di Tru
Calling. Successivamente, riesce ad entrare nel cast di
Smallville
come assistente del coach della squadra di football, il nuovo amore
di Lana Lanf. Nel 2005 Jensen ha ottenuto una parte nel film
Devour – Il gioco di Satana. Sempre nel 2005 ha ottenuto
il ruolo che lo ha reso famoso in tutto il mondo, quello Dean
Winchester in Supernatural. Nel 2019 ha interpretato Jack
Durfy nel film Buddy Games. Nel 2020 ha chiuso la sua
esperienza con l’ultima stagione di Supernatural andata in onda
durante l’emergenza sanitaria da Covid-19 che ha colpito tutti
noi.
Jensen Ackles in The Boys
Nel 2021 Jensen Ackles sarà
nel cast della terza stagione dell’acclamato show Primi
VideoThe
Boys
nei panni di Soldier Boy. Nel 2021 ha prestato la voce anche a
due film d’animazione tarcati DC nei panni di Batman / Bruce Wayne
in Batman: The Long Halloween, Part One e Two
Jensen Ackles: Twitter e
Instagram
Jensen Ackles ha un account
Twitter di tutto rispetto. Il profilo ufficiale di Jensen
Ackles conta 2,56 milioni di seguaci e 559 tweet. Jensen è molto
attivo sui sociale e i suoi cinguettii sono abbastanza frequenti.
Oltre che promuovere la serie che lo ha portato alla ribalta,
Supernatural, i suoi tweet sono pieni di auguri di
buon compleanno per i suoi familiari, amici e colleghi.
Jensen Ackles ha un profilo
instagram esplosivo. Se il suo profilo Twitter sembrava
seguitissimo, il suo account Instagram lo è ancora di più: 6,8
milioni di follower. Il suo account si divide tra foto postate dai
vari set e promozioni della serie e tra le diverse fotografie che
ritraggono la sua vita quotidiana e famigliare, con innumerevoli
attenzioni per i figli.
Jensen Ackles: il ruoli persi e la
sua vita familiare
Jensen Ackles ha perso
diversi ruoli durante la sua carreria. Jensen Ackles è
stato considerato per interpretare Leon Kennedy per ben tre volte
in Resident Evil: Extinction (2007), Resident Evi:
Afterlife (2010) e Resident Evil: Retribution (2012),
ruolo poi andato a Johann Urb. Jensen era stato considerato anche
per il ruolo di Steve Rogers/Captain America per
Captain America – Il primo vendicatore (2011), andato
poi a
Chris Evans.
Jensen Ackles ha lavorato
con sua moglie Danneel Ackles. Jensen ha lavorato con
quella che sarebbe stata la sua futura moglie, due volte: in
Ten Inch Hero (2007) e in Supernatural (2005).
Jensen Ackles ha tre
figli. Jensen Ackles si è sposato l 15 maggio del 2010 e
dalla moglie Danneel ha avuto ben tre figli, due dei quali sono
gemelli: Zeppelin Bram e Arrow Rhodes, nati nel 2016. La prima
figlia, invece, si chiama Justice Jay ed è nata il 30 maggio
2013.
Jensen Ackles ha un nome
inusuale. I suoi genitori lo hanno chiamato Jensen perché
lo consideravano un nome poco usato, a differenza di Justin che era
troppo comune. Inoltre, il suo primo nome, Jensen, è anche usato
come cognome ed è uno dei cognomi più diffusi in Danimarca.
Emilia Clarke è nota a tutti per il ruolo di
Daenerys Targaryen in Game
of Thrones. Nella sua breve carriera, però, l’attrice ha
preso parte anche ad alcuni importanti franchise cinematografici,
come quelli di Terminator e
Star Wars.
In riferimento proprio a
quest’ultimo, l’attrice ha interpretato Qi’Ra in
Solo: A Star Wars Story, secondo spin-off della saga
diretto da
Ron Howard, che sfortunatamente si rivelò un flop al
botteghino, spingendo la Lucasfilm a mettere ufficialmente in stand
by il progetto degli spin-off iniziato con Rogue One nel 2016.
Proprio per questo, è alquanto
improbabile che rivedremo Clarke nel ruolo di Qi’Ra, ma pare che
l’attrice sia molto affezionata al personaggio, che di recente è
tornato nelle pagine dell’evento crossover a fumetti
“Star
Wars: War of the Bounty Hunters“, edito da Marvel Comics. Proprio in merito a questo
ritorno, Clark ha spiegato di essere felicissima che la storia
dell’amica d’infanzia di Han Solo posso continuare in un’altra
forma.
“Significa davvero tanto per
me”, ha spiegato Emilia in un’intervista con
ComicBook. “Conosco le sue origini. Conosco la sua storia.
Il film, purtroppo, non si è spinto tanto oltre, ma da attrice è
stato davvero un onore e un privilegio far parte di quell’universo.
Quindi, vedere che finalmente si stanno esplorando le sue origini…
ha consolidato il personaggio, in un certo senso. Non mi aspettavo
di emozionarmi così tanto per questa cosa.”
Nel finale di
Solo: A Star Wars Story, Qi’ra contattava il leader
dell’Alba Cremisi e incolpava Beckett della morte di Vos e del
furto del coassio. Il leader era in realtà Darth
Maul (sopravvissuto al combattimento con Obi-Wan Kenobi), il quale le intimava di
raggiungerlo subito su Dathomir. A lungo si è parlato di un
possibile
sequel di Solo destinato a Disney+, ma ad oggi non è ancora stato
confermato nulla.
Amazon Prime Video ha rilasciato oggi il
tanto atteso primo sguardo di
Jensen Ackles nel supersuit Soldier Boy per la
stagione 3 della serie di successo The
Boys. Il Super Suit è stato disegnato da Laura
Jean Shannon e dal concept artist Greg Hopwood.
Durante la progettazione del Super
Suit Soldier Boy, Shannon ha commentato: “Soldier Boy è l’originale
“bad ass”. Il nostro obiettivo era quello di evidenziare un’era
passata di aperta mascolinità e grinta. Con quel pedigree ci siamo
tuffati a capofitto nella cottura in una qualità tutta americana
basata su la praticità di un militare con una forte dose di
spavalderia da cowboy della vecchia scuola. Sapevamo che l’attore
doveva avere l’aspetto e le qualità di Steve McQueen con
un atteggiamento alla John Wayne, fortunatamente Jensen
Ackles incarna tutto questo”.
Sapendo che Soldier Boy è un personaggio preferito dai fan delle
graphic novel originali, lo showrunner Eric Kripke conosceva
l’importanza del Super Suit, dicendo: “Quando ho scelto Jensen per
il ruolo di Soldier Boy, la prima cosa che ho detto è stata: ‘Sono
più eccitato per te, a causa del fantastico processo che
attraverserai con LJ, il nostro designer di Super Suit.’ Ci sono
voluti sei mesi, ma l’esperienza ha superato le aspettative di
Jensen. LJ ha realizzato un’opera d’arte che punta il cappello sul
Soldier Boy della seconda guerra mondiale dei fumetti, portandola
in una nuova direzione elegante. E se pensi che le foto siano
fantastiche, basta aspetta di vedere Jensen in azione. È uno dei
miei abiti preferiti. Inoltre, ora puoi smettere di intasare le mie
notifiche Twitter con richieste di vederlo. “
The Boys 3
The
Boys 3 sarà la terza stagione della serie originale
Amazon Studios The
Boys, ideata da Eric Kripke per conto
di Amazon Studios, basata sull’omonimo fumetto creato da
Garth Ennis e Darick Robertson.
La serie tv racconta in un modo divertente e irriverente cosa
succede quando i supereroi – che sono famosi come celebrità,
influenti come politici e venerati come dei – abusano dei loro
superpoteri piuttosto che usarli per salvare le persone. E
‘l’impotente contro il superpotere di The Boys, che intraprende una
ricerca eroica per esporre la verità su “The Seven” e Vought – il
conglomerato multimiliardario che gestisce questi supereroi.
Nella terza stagione di
The
Boys torneranno i protagonisti sono William
“Billy” Butcher (stagione 1-in corso), interpretato da Karl Urban, Hugh “Hughie” Campbell (stagione
1-in corso), interpretato da Jack Quaid, John /
Patriota (stagione 1-in corso), interpretato da Antony
Starr, Annie January / Starlight (stagione 1-in corso),
interpretata da Erin Moriarty, Queen Maeve
(stagione1-in corso), interpretata da Dominique
McElligott, A-Train (stagione 1-in corso), interpretato da
Jessie Usher, Marvin / Latte Materno (stagione
1-in corso), interpretato da Laz Alonso, Kevin /
Abisso (stagione 1-in corso), interpretato da Chace Crawford, Frenchie (stagione 1-in
corso), interpretato da Tomer Kapon, Kimiko / Femmina (stagione
1-in corso), interpretata da Karen Fukuhara, Black
Noir (stagione 1-in corso).
Nei ruoli ricorrenti Agente
Susan Raynor (stagione 1-in corso), interpretata da
Jennifer Esposito, Ashley Barrett (stagione 1-in
corso), interpretata da Colby Minifie, Hugh
Campbell Sr. (stagione 1-in corso), interpretato da Simon Pegg, Ezechiele (stagione 1-in corso),
interpretato da Shaun Benson, Nathan (stagione
1-in corso), Donna January (stagione 1-in corso), interpretata da
Ann Cusack, Seth Reed (stagione 1-in corso),
interpretato da Malcolm Barrett, Evan Lambert
(stagione 1-in corso), interpretato da David
Reale, Cherie (stagione 1-in corso), interpretata da
Jordana Lajoie, Shockwave (stagione 1-in corso),
interpretato da Mishka Thébaud e Becca Butcher
(stagione 1-in corso), interpretata da Shantel
VanSanten.
Namor farà il suo debutto nel
MCU grazie a Black
Panther: Wakanda Forever? Sembrerebbe di sì. È da
tempo ormai che si parla dell’ingresso del Sub-Mariner
nell’universo condiviso e pare che sarà proprio l’attesissimo
sequel di Ryan Coogler a segnare il debutto live action
del personaggio.
The Illuminerdi riporta che Black
Panther 2 ruoterà davvero attorno al conflitto
tra Wakanda e Atlantide come già ipotizzato in passato, e che la
new entry Tenoch Huerta guiderà le forze di
Atlantide proprio nei panni di Namor. Il casting dell’attore nel
film è stato annunciato alla fine dello scorso anno: all’epoca
venne rivelato soltanto che avrebbe interpretato il cattivo
principale, ma il nome del suo personaggio non è mai stato
svelato.
Ma non è tutto: pare, infatti, che
la produzione sia alla ricerca di attori che possano interpretare i
compagni guerrieri del Sub-Mariner, ossai Namora e Cadmael. Al
momento non si tratta di una conferma ufficiale, quindi vi
invitiamo a prendere la notizia con le pinze. Tuttavia, non è la
prima volta che il debutto di Namor nel MCU viene associato al sequel di
Black
Panther, quindi potrebbe davvero esserci un fondo di
verità.
D’altronde, già in Avengers:
Endgame alcuni fan avevano scovato un possibile
riferimento a Namor, all’interno di uno scambio di battute tra i
personaggi di Vedova Nera e Okoye in cui si faceva riferimento ad
una serie di “terremoti oceanici”. La cosa interessante è che,
tempo dopo, furono proprio gli sceneggiatori del film,
Christopher Markus e Stephen
McFeely, a lasciar intendere che quella battuta era un
velato riferimento proprio al Sub-Mariner…
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8
luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che
T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative
con i Marvel Studios per interpretare il
villain principale del sequel.
Doctor
Strange è stato il film che ha ufficialmente
introdotto il personaggio dello Stregone Supremo nel MCU. Nel film diretto da
Scott Derrickson ha fatto il suo ingresso anche la dottoressa
Christine Palmer, interpretata da Rachel McAdams.
Sfortunatamente, il personaggio è
stato usato alla stregua di mero interesse amoroso di Strange,
deludendo le aspettative dei fan che speravano di vederla
trasformarsi nell’Infermiera di notte. Sappiamo che McAdams tornerà
a vestire i panni di Christine in Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, quindi nulla
esclude che possa esserci in serbo per il personaggio un arco
narrativo più eccitante.
Durante una recente sessione di “Ask
Me Anything” su Reddit, C. Robert Cargill, lo sceneggiatore di
Doctor Strange, ha condiviso i suoi pensieri in merito
a cosa potrebbe essere successo a Christine Palmer dopo gli eventi
narrati nel film del 2016. “Sono andati avanti per la loro
strada. Semplicemente, sono andati avanti, ognuno con le proprie
vite”, ha detto semplicemente Cargill, senza fare riferimento
ai possibili piace dei Marvel Studios per il personaggio.
Ci sono una serie di questioni
irrisolte che riguarda il personaggio di Christine: ad oggi,
infatti, non sappiamo se il personaggio faceva parte della vita di
Strange durante gli eventi di Avengers:
Infinity War, né tantomeno se c’era anche lei tra le
vittime del Blip. Cargill ha poi parlato del motivo per cui, dal
suo punto di vista, le cose tra Strange e Palmer non hanno
funzionato: “Penso che il motivo risieda nella costante
alienazione di Strange. Trascorre così tanto tempo con esseri
potenti che spesso i suoi affari sulla Terra cadono nel
dimenticatoio. Deve essere costantemente riportato alla realtà.
Deve ricordare che le piccole cose hanno lo stesso
valore.”
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
Negli ultimi anni si è verificato
un acceso ritorno della cultura degli anni Ottanta, manifestatasi
in particolare attraverso la serie NetflixStrangerThings. Dal cinema
ai fumetti, dall’abbigliamento alle atmosfere, dai giochi da tavolo
a numerosi altri immaginari ormai parte della cultura popolare,
tutto questo si è ripresentato con grande gioia del pubblico,
sempre più coinvolto in questo tipo di narrazioni. In questo filone
si colloca anche il film del 2018 Summer of
84, film horror indipendente diretto dal trio di
filmmaker François Simard, Anouk Whissell e
Yoann-Karl Whissell, conosciuti anche come i
Roadkill Superstars.
Similmente a Stranger Things, anche questo film vede
un gruppo di ragazzini alle prese con eventi più grandi di loro,
che li porteranno ad una maturazione precoce che li cambierà per
sempre. Prendendo spunto anche da opere come Stand by me, La finestra sul
cortile e da Fright Night, i registi hanno così
costruito un racconto che si muove tra mistero, paura e il coraggio
di affrontare quest’ultima. Presentato con successo al Sundance
Film Festival, Summer of 84 ha raccolto ampi consensi di
critica e pubblico, affermandosi come uno dei titoli più
interessanti relativi al ritorno degli anni Ottanta.
Rapidamente intorno al film si è
generato un notevole seguito che lo ha portato ad ottenere
ulteriori successi. Summer of 84 è infatti stato
indicato come uno dei migliori horror del suo anno, venendo anche
nominato ai Saturn Award come miglior film indipendente. Per gli
amanti del genere, dunque, un’opera da non perdere assolutamente.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Summer of 84: la trama del film
Ambientata nell’estate del 1984, la
storia si svolge nella cittadina di Cape May, la quale è sconvolta
da una serie di brutali omicidi di adolescenti commessi da un unico
spietato serial killer, rinominato Cape May
Slayer. Il caso, ormai sulla bocca di tutti, suscita in
particolare l’interesse di DaveyArmstrong, ragazzo di quindici anni e figlio del
reporter che segue attivamente il caso. Più che spaventato dal
killer, Davey ne è incuriosito e insieme ai suoi amici
Dale, Curtis e
Tommy desidera scoprire chi si celi dietro il
mostro di Cape May. Conducendo delle indagini per gioco, i quattro
ragazzini arriveranno a scoprire qualcosa di sconvolgente.
Davey si convince infatti che
l’assassino altri non sia che il suo misterioso vicino di casa,
Wayne Mackey. In particolare, dopo la scomparsa di
un ragazzo visto qualche giorno prima in casa di Mackey, tale
convinzione sembra ormai una certezza. I quattro amici iniziano
dunque a spiare il vicino di casa, scoprendo una serie di dettagli
molto strani, dall’acquisto di numerosi materiali da giardinaggio
alle inspiegabili corse notturne dell’uomo. Per Davey è però
necessario trovare una prova certa della sua colpevolezza e
deciderà per tanto di introdursi segretamente in casa dell’uomo. Da
qui, inizieranno però i veri pericoli.
Summer of 84: il cast del
film
Ad interpretare i giovani
protagonisti del film vi sono una serie di attori poco noti ma già
con diverse esperienze recitative alle spalle. A partire da
Graham Verchere, interprete del protagonista Davey
Armstrong. Egli era già stato visto nelle serie The Good
Doctor e Fargo, come anche nel recente film
Stargirl. Grazie a Summer of 84 ha però
conosciuto una prima fama internazionale. Accanto a lui, nei panni
di suo padre Randall vi è l’attore Jason
Gray-Stanford, celebre per la serie Detective
Monk ma anche per aver dato voce a Radish nell’anime
Dragon Ball. Shauna Johannesen è invece
Sheila, madre di Davey.
Nei panni degli amici del
protagonista si ritrovano gli attori Caleb Emery
nei panni di Dale, Cory Gruter-Andrew in quelli di
Curtis e Judah Lewis in quelli di Tommy.
Quest’ultimo è noto in particolare per aver recitato nei film
Point Break, La
babysitter e Qualcuno salvi ilNatale. Tierra Skovbye recita invece
nel ruolo di Nikki, una ragazza che si unisce alle indagini dei
protagonisti. L’attrice è meglio nota per la sua interpretazione di
Robin in C’era una volta. In ultimo, nei panni del
misterioso vicino Wayne Mackey vi è l’attore Rich
Sommer, celebre per essere stato Harry Crane in Mad
Men, e distintosi qui per aver costruito un personaggio
quantomai ambiguo.
Summer of 84: le citazioni, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Come il già citato Stranger
Things, anche Summer of 84 è ovviamente ricco di
citazioni e riferimenti alla cultura degli anni ’80. Tra i più
evidenti si annovera la scena in cui i protagonisti si spostano in
bicicletta ascoltando il brano Cruel Summer. Si tratta di
un omaggio al film Karate Kid, dove il protagonista Daniel
LaRusso pedala ascoltando quella stessa canzone. In un’altra scena,
invece, Tommy è visto bere una bottiglia di MacReady’s Whiskey, un
riferimento al film La cosa, dove il protagonista MacReady
è più volte visto bere del whiskey. Un ultimo esplicito riferimento
è la frase “ho un gran brutto presentimento”, pronunciata
da Dale, ma già sentita nel 1977 nel film Star
Wars.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su une delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Summer of 84 è
infatti disponibile nel catalogo di Rai Play. Per
vederlo, basterà eseguire l’accesso gratuito al servizio, avendo
così modo di guardare il film in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente, in prima
TVassoluta, nel palinsesto televisivo
di lunedì 7giugno alle
ore 21:20 sul canale Rai 4.
Considerato un vero e proprio
enfant prodige, il canadese Xavier Dolan è
oggi uno degli autori più acclamati, interessanti e originali del
cinema. Grazie a film come Mommy ed È solo la fine del
mondo, con i quali ha vinto prestigiosi premi al Festival
di Cannes, si è definitivamente consacrato a livello
internazionale, cosa che ha permesso la riscoperta dei suoi primi
lungometraggi. In particolare, tra questi, vi è J’ai tué ma
mère, opera prima del 2009 da Dolan scritta, diretta,
prodotta e interpretata. Un’opera struggente che ha da subito
evidenziato l’interesse del regista per i rapporti famigliari,
umani e per la ricerca del proprio sé.
Dolan iniziò a scrivere quello che
poi sarebbe diventato il suo film d’esordio all’età di 16 anni,
basando la storia su eventi parzialmente autobiografici. Da qui il
titolo, traducibile come “ho ucciso mia madre”, che
esprime già in sé il complesso rapporto che il protagonista vive
con il genitore. Dopo alcuni anni, serviti più che altro per
cercare i finanziamenti necessari, Dolan ha esordito all’età di 19
anni alla regia, guadagnando da subito ampi consensi. Presentato
nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, qui il film ha vinto ben
tre premi, ottenendo in breve una buona popolarità
internazionale.
A colpire, in particolare, vi è la
capacità di Dolan di raccontare in modo sincero i sentimenti dei
suoi personaggi, avvalendosi della composizione, della messa in
scena e della fotografia cinematografica. Ancora oggi è un esordio
sorprendente, che ogni appassionato del cinema di Dolan non può
perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
J’ai tué mamère: la trama del film
Protagonista del film è
Hubert Minel, problematico diciassettenne intento
a comprendere sé stesso e la propria sessualità in un contesto in
cui fatica a sentirsi accettato. Hubert vive nella periferia di
Montreal insieme alla madre single Chantale, la
quale ha divorziato molto giovane. Proprio l’allontanamento del
padre ha portato il ragazzo a sviluppare non solo una mancanza ma
anche un profondo risentimento nei confronti della madre, dalla
quale si sente oppresso e incompreso. Il suo rifiuto della madre
raggiunge il culmine nel momento in cui racconta alla sua
insegnante che la donna è morta ormai da anni.
Quanto Chantale lo scopre, si sente
naturalmente molto offesa dal figlio, ma capirà anche di quanto il
loro rapporto si sia deteriorato nel tempo. La donna cercherà
allora di riavvicinarsi al figlio, il quale però non vuole
assolutamente saperne nulla. Nel loro difficile rapporto,
sorgeranno ulteriori segreti, omissioni e conflitti, che porteranno
i due ad un punto di non ritorno. Soltanto mettendosi a nudo
potranno scoprirsi e riavvicinarsi davvero. A frenare questa
possibilità, però, vi è sempre il brutto carattere di entrambi, che
li porta a voler prevalere l’uno sull’altro.
J’ai tué ma mère: il cast del film
Come anticipato, ad interpretare il
protagonista vi è lo stesso Xavier Dolan. Egli
affermò di aver costruito la storia e il personaggio ispirandosi
vagamente a vicende personali, ricercando però allo stesso tempo un
distacco che gli permettesse di rimanere obiettivo e non
eccessivamente coinvolto emotivamente. La sua interpretazione di
Hubert non è dunque basata esclusivamente sul vero sé stesso, ma vi
ha aggiunto elementi originali. Per la sua performance da
protagonista, Dolan ha ricevuto poi diversi apprezzamenti. Egli non
ha infatti solo vinto premi come regista ma anche come attore, ad
esempio al Vancouver Film Critics Circle.
Accanto a lui, nei panni di sua
madre Chantale vi è l’attrice Anne Dorval,
divenuta popolare proprio grazie a questo film. Vinse infatti
diversi premi come miglior attrice, tra cui il Jutra Awards. La
Dorval, oggi celebrità internazionale, è poi tornata a recitare per
Dolan anche in Les amours imaginaires, Laurence Anyways,
Mommy e Matthias & Maxime. Suzanne
Clément è invece Julie Cloutier, l’insegnante di Hubert e
altra figura femminile per lui importante. L’attore
François Arnaud, oggi noto per il ruolo di Cesare
Borgia in I Borgia, interpreta qui Antonin Rimbaud, il
ragazzo di Hubert. Per la sua interpretazione egli ha vinto il
premio come miglior attore non protagonista al Vancouver Film
Critics Circle. Pierre Chagnon, infine, è Richard
Minel, padre di Hubert.
J’ai tué ma mère: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. J’ai tué ma
mère è infatti disponibile nel catalogo di
Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente,
in prima TV assoluta, nel palinsesto
televisivo di lunedì 7giugno alle ore 21:15 sul canale
Cielo.
Ben prima che il Marvel Cinematic
Universe fosse una realtà, a dar particolare prestigio e linfa
al genere poi denominato “cinecomic” furono i
primi film dedicati agli X-Men. Negli anni, il racconto dei più
celebri mutanti dell’universo supereroistico si è espanso grazie a
sequel, prequel e spin-off, dando vita ad una delle più compiute
saghe degli ultimi anni. Composta in totale da ben dodici film, si
tratta di uno dei franchise più redditizi della storia, grazie ad
un incasso complessivo di oltre 5 miliardi di dollari. Il tutto
ebbe inizio nel 2000 con X-Men (qui la recensione), diretto dal
regista Bryan Singer.
Sin dagli anni Novanta si tentava
di portare sul grande schermo il più celebre gruppo di supereroi
Marvel, un progetto a cui si era
interessato anche il premio Oscar James Cameron. I
diritti vennero però acquisiti dalla 20th Century Fox, che riuscì a
dar vita al film avvalendosi di grandi interpreti e un
considerevole aggiornamento tanto dei personaggio quanto delle loro
vicende. Simbolo dei diversi e degli emarginati, gli X-Men hanno da
sempre avuto un valore speciale, il quale è rimasto immutato nel
tempo. Per questo nonostante le modifiche, la loro essenza è
rimasta immutata e capace ancora di appassionare.
A fronte di un budget di 75 milioni
di dollari, X-Men si affermò da subito come un grande
successo, guadagnandone 296 in tutto il mondo. Ciò segnò l’inizio
della grande fortuna che i cinecomic vantano ancora oggi, con un
universo narrativo sempre più grande e ricco. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e ai suoi sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
X-Men: la trama del film
Il film si apre con
l’ufficializzazione dell’esistenza dei mutanti, una notizia che ha
inevitabilmente diviso l’opinione pubblica. Questi umani dotati di
superpoteri e innate abilità, infatti, se da una parte
incuriosiscono i cittadini, dall’altra potrebbero rappresentare una
minaccia per la sicurezza. Charles Xavier, a capo
di una scuola privata per giovani mutanti, è convinto che i poteri
debbano essere sfruttati per aiutare e proteggere gli umani, mentre
Magneto, dopo l’esperienza dell’olocausto vissuta
durante l’infanzia, è convinto che gli umani vogliano controllare e
assoggettare i mutanti così come i nazisti fecero con gli
ebrei.
Mentre i due discutono sul futuro
della loro specie, la vita della giovane Marie è
sconvolta dalla scoperta dei suoi poteri. Dopo aver
involontariamente quasi ucciso il suo ragazzo, la giovane fugge in
Canada, dove incontra il misterioso mutante Logan,
soprannominato Wolverine. Pur se inizialmente
riluttante, egli accetterà di proteggerla da quanti vorrebbe
sfruttare i suoi poteri per schiacciare l’umanità. Magneto e il suo
gruppo non si fermeranno infatti davanti a nulla e solo un gruppo
ben assortito di mutanti potranno fermare i suoi piani. Per Xavier,
arriva dunque il momento di far scendere in campo i suoi X-Men.
X-Men: il cast del film
Il cast del film è composto da
alcuni celebri attori e altri divenuti noti proprio grazie a questo
lungometraggio. Proprio a questi ultimi appartiene Hugh Jackman,
l’attore scelto per dar vita al personaggio di Wolverine. Oggi
unico volto possibile per il personaggio, Jackman ha raccontato di
essersi preparato al ruolo studiando il comportamento dei lupi e i
loro movimenti. Inoltre, ogni mattina prima di andare sul set si
faceva una doccia gelata, sopportando il freddo senza lamentarsi,
ritrovando in ciò la mentalità giusta per il personaggio. Accanto a
lui, nei panni dei mutanti Ciclope e Tempesta vi sono gli attori
James Marsden e Halle Berry.
Anna Paquin, invece, è Marie, un personaggio verso
cui si è subito sentita legata emotivamente.
Ad interpretare il professor
Charles Xavier vi è l’attore Patrick
Stewart, il quale aspirava da tempo a ricoprire tale
ruolo essendo un grande fan della serie. Nei panni del suo amico
nemico Magneto, vi è invece Ian McKellen.
L’attore, inizialmente riluttante ad accettare, si convinse quando
vide il costume del personaggio. McKellen è stato in particolare
scelto poiché, in quanto attivista per i diritti degli omosessuali,
avrebbe capito al meglio la parte. L’attrice Famke
Janssen è la potente telepate Jean Grey, ruolo per il
quale ancora oggi è nota. L’attrice Rebecca Romijn
compare invece nei panni di Mystica, personaggio che le ha
richiesto diverse ore di trucco ogni giorno.
X-Men: i sequel, il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Come anticipato, i film dedicati
agli X-Men sono numerosi e altri ancora se ne prevedono per il
futuro. Di questo primo film sono però stati inizialmente
realizzati due sequel diretti, che hanno così portato a compimento
la trilogia. Il primo di questi, X-Men 2, è arrivato nel
2003, riproponendo il medesimo cast di attori ma nuovi nemici da
affrontare. Nel 2006, invece, è stato realizzato X-Men – Conflitto
finale, dove lo scontro tra i mutanti raggiunge il
culmine. Entrambi i film si affermarono come grandi successi di
critica e pubblico, permettendo allo spettatore di imbattersi in
tutto il potenziale di questi personaggi. I due film incassarono
rispettivamente 407 e 459 milioni, lasciando aperta la strada ad
ulteriori sequel.
In attesa di vedere tali seguiti, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
X-Men è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV, Chili,Apple iTunes e
Disney+. Per vederlo, basterà
noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente,
in prima TV assoluta, nel palinsesto
televisivo di lunedì 7 giugno alle
ore 21:00 sul canale 20
Mediaset.